HiroMido is a melody

di Tsukiko Ishikawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Six degrees of Separation ***
Capitolo 2: *** Turn Your Face ***
Capitolo 3: *** Falling inside the Black ***
Capitolo 4: *** The story of us ***
Capitolo 5: *** I'm not moving ***
Capitolo 6: *** I though I lost you ***



Capitolo 1
*** Six degrees of Separation ***


Six degrees of separation.
 

Stavo leggendo un libro di Bukowski mentre nella testa avevo la SUA voce.
La voce del mio rosso.
Quel dolce suono non mi permetteva di leggere e così appoggiai il libro aperto all’ingiù (per non perdere la pagina) mi alzai dal divano e mentre mi preparavo una cioccolata guardavo fuori dalla finestra bagnata da piccole lacrime del cielo
 
Perché l’ho fatto? Non dovevo.
Non dovevo fare quello che ha fatto male ad entrambi, almeno, a me.
 
Messi a tacere il mio pensiero sorseggiando la cioccolata, rimettendomi a sedere in sala accendendo la televisione.
C’erano in onda le gare di pattinaggio artistico in Russia, quegli abitini da pinguino che indossavano certi pattinatori mi facevano salir i succhi gastrici in gola.
Nessun risultato, il mio pensiero fisso era ancora lui.
Avevo bisogno di rinforzi, avevo bisogno di Kazemaru.
 
Presi il cordless e digitai il suo numero
 
Midorikawa: “Ehm… Ichirouta?” –dissi con tono sofferente
Kazemaru: “Ryuuji, che succede?!” –chiese allarmato
Midorikawa: “Lui… non se ne vuole andare dal mio pensiero.”
Kazemaru: “Arrivo subito” –disse per poi mettere giù alla chiamata

 
You’ve read the books, you’ve watched the shows
what’s the best way, no one knows
meditate, yea, hypnotized
anything to take it from your mind
but it won’t go
you’re doing all these things out of desperation
you’re going through six degrees of separation
 

I minuti passavano, le lacrime aveva preso il possesso delle mie guance, rigandole.
Ero solo e indifeso, la disperazione aveva vinto su di me.
Mi rannicchiai in un angolo, pensando ai bei momenti con Hiroto
Era bello quanto mi accarezzava le guance e arrossivo.
Era bello spettinare i suoi capelli per poi vederlo infuriato,
Era bello quando i pomeriggi d’estate mi offriva un gelato, io pistacchio, lui fragola.
Era bello sapere che c’era qualcuno che sentiva i tuoi pianti.
Ma ormai era tutto finito.
 
Mentre ricordavo i bei momenti, sorridevo.
In fondo, non aveva senso deprimersi, stavo meglio ora.
Era tutto ok, a scuola avevo tutti 10, ero l’alunno modello, avevo amici di cui fidarmi.
Se non fosse che sono orfano, avrei una vita perfetta.
Ma chi prendo in giro. Non ho Hiroto. Non ho nulla.
Perché continuo a mentirmi? Devo accettarlo, l’ho lasciato.

 

*Flashback*
Che bello! Oggi sarei uscito con il mio pomodoro al parco!
Mancava un quarto d’ora all’appuntamento, era meglio incamminarsi!
Anche se il luogo distanziava due minuti precisi, non riuscivo a contenere la mia voglia di vedere il mio ragazzo!
C’era una cosa che mi preoccupava… Kiyama mi aveva dato appuntamento con un tono teso, perché?
Appena arrivai vidi di spalle la sua chioma rossa, inconfondibile.
 
Midorikawa: “Hiroto!” –gli corsi contro, abbracciandolo
Hiroto: “Ciao amore” –mi baciò
Midorikawa: “Allora, come mai eri così preoccupato?”
Hiroto: “Te lo dirò dopo… prima ho una sorpresa! Chiudi gl’occhi!”
 
Così feci, sentì il rosso che mi girava, poi sentì le sua mani sul collo, era una collana!
Aprì gl’occhi meravigliato, per poi vedere il ciondolo. Una gemma metà rossa e metà verde!
 
Midorikawa: “Ma… è bellissimo” –dissi commuovendomi
Hiroto: “Ti piace? Almeno ti ricorderai di me quando sarò in Italia…” –disse quasi sussurrando la seconda parte della frase
 
Midorikawa: “COSA?!” –urlai, il mondo mi crollò addosso
 
Non poteva abbandonarmi così, il mio rosso
 
Hiroto: “Starò via per un anno, è per il lavoro…”
Midorikawa: “E quando avevi intenzione di dirmelo?!”
Hiroto: “Oggi… visto che domani parto”
Midorikawa: “Non puoi farmi questo, io senza di te non resisto!”
Hiroto: “Vedrai che volerà veloce questo anno”
Midorikawa: “Dobbiamo lasciarci.” –dissi trattenendo le lacrime, serrando i pugni
Hiroto: “Cosa?! Ma perché? Io ti amo…”
Midorikawa: “Mi dispiace, ma conviene” –dissi per poi voltarmi
Hiroto: “Mido-chan…”
 
Mi afferrò il polso, facendomi voltare.
Come risposta gli chiedi una schiaffo sulla guancia
 
Midorikawa: “Lasciami in pace e vattene!”
*Fine flashback*

 

Le lacrime aumentavano, il respiro mi mancava e io stringevo il ciondolo che portavo al collo, rosso e verde.
Vi starete dicendo che è stata una reazione troppo eccessiva ma… mi era sembrata la cosa migliore.
In un anno mi avrebbe dimenticato, lo sapevo.
Poi cosa pensava di aspettare regalandomi la collana?! Che io come un cane l’avrei aspettato per un anno, magari mentre lui mi metteva le corna?!
Ok, si, ho fatto una cazzata.

You had the drink, you take a toke
watch the past go up in smoke
you fake a smile, ya, lie and say
you’re better now than ever and your life’s ok
but it’s not, no

you’re doing all these things out of desperation
 
 

Kazemaru aprì la porta con la sua copia di chiavi e poi corse verso di me, sedendosi affianco, mettendo una braccio intorno alle mie spalle
 
Kazemaru: “Ehi Mido, vedrai che tutto si sistemerà. Fra qualche settimana torna e vedrai che correrà da te”
Midorikawa: “Ma la cazzata l’ho fatta comunque.”
Kazemaru: “Ma tutti le facciamo! Hiroto non si è offeso tanto meno arrabbiato! Ti ama, pistacchietto!”
Midorikawa: “Pensi che queste parole basteranno per farmi star meglio?”
Kazemaru: “No, ma ti sto dicendo la verità!”
Midorikawa: “Nulla sarà più come prima…”
 

You tell your friends, yea strangers too
anyone who will throw an arm around you
talla cards, gems and stones
believing all the shit’s gonna heal your soul
well it’s not, whoa

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Capitolo 2
*** Turn Your Face ***


Turn your face
I giorni passavano lentamente, l’atmosfera invernale allungava le giornate con quel grigio nel cielo.
Insieme alla neve, era arrivato Hiroto e come una slavina questo fatto schiacciò la mia felicità, mandandomi in depressione.
Solo a pensare che Kiyama era vicinissimo a me mi faceva tremare le gambe, chissà se verrà a citofonarmi, magari mi invierà un messaggio o chissà che cosa.
Ma fino ad ora nulla era cambiato. Tutto era come gli altri giorni.
 
Il telefono squillò all’improvviso, facendomi saltare dallo spavento, visto che in casa il silenzio regnava da una settimana.
 
Kazemaru: “Mido-chan! Ma cosa stai combinando?!”

Midorikawa: “Sono a casa… cosa vuoi che faccia?”

Kazemaru: “Insomma, non esci di casa da una settimana! Hiroto ieri è arrivato e tu non sei ancora andato a salutare!”

Midorikawa: “Perché, tu si?”

Kazemaru: “Si, sono andato a casa sua a sfasciare le valige”

Midorikawa: “Wao, divertente….” –dissi senza tono

Kazemaru: “Ryuuji, basta. Tu non sei un vegetale e noi oggi andiamo in centro!”

Midorikawa: “Ma non ce ne è bisogno”

Kazemaru: “Vengo a prenderti fra un ora”

Midorikawa: “Contaci…” –dissi con nonchalance

Kazemaru: “Mido!!!” –mi richiamò

Midorikawa: “Si ok, a mai più” –dissi mettendogli giù
 
Con passo cadaverico mi diressi al divano per poi buttarmi giù di pancia, facendo cadere la faccia sul cuscino
Non poteva obbligarmi ad uscire no? Tanto avevo chiuso la serratura a chiave.
Nell’arco di un’ora mi ero fatto tremila film da Oscar riguardanti Hiroto che persi la cognizione del tempo.
A prendimi di sorpresa furono dei forti tonfi provenienti dalla porta.
Decisi di ignorarli, mettendomi un cuscino sopra la testa.
Mi sarei addirittura addormentato se non fosse per l’assatanato che bussava alla porta, minacciando di buttarla giù.
Per questo, presi la forza di tutto questo mondo e mi alzai, camminando lentamente verso l’ingresso, come se avessi dei cocci di vetro sotto i pieni.
 
Midorikawa: “Non compro niente e se siete testimoni di Geova, non mi interessa. Arrivederci.”

Kazemaru: “MIDORIKAWA RYUUJI! NON FARE L’ASOCIALE E APRI QUESTA DANNATA PORTA!”


Midorikawa: “Ah sei te, vattene. Ho sonno”

Kazemaru: “Fammi entrare o ti sfondo la porta.”

Midorikawa: “Ok, ok, va bene ma calmati.”
 
Aprì di malavoglia la porta ritrovandomi Ichirouta con uno sguardo da medusa
 
Kazemaru: “Sai che ora è?”

Midorikawa: “Cosa me lo chiedi a fare se hai l’orologio?”

Kazemaru: “E’ l’ora di uscire!!!” –disse ignorando la mia risposta

Midorikawa: “Dai, sai che non voglio uscire”

Kazemaru: “Peccato che ora devi se no ti rincorro fino al polo nord”

Midorikawa: “Certo che quando fai così mi metti tanta di quella paura”

Kazemaru:  “Fai bene ad averla. Ora mettiti la giaccia e usciamo”
 
Così, sotto l’obbligo del mio migliore amico, mi misi scarpe giacca e sciarpa pronto ad uscire.
Arrivati al centro, Kazemaru volle visitare tutti i negozi di abbigliamento,  provando ogni abito possibile e immaginabile.
Solo quando Ichirouta uscì dal camerino con un maglione rosso, jeans color panna, con una sciarpa verde, mi venne in mente Hiroto.



*Flash back*
 
Midorikawa: “Ora ti prendo!” –dissi prendendo un po’ di neve dalla terra, compattandola a forma di palla

Hiroto: “Tanto non ci riesci!” –disse il bambino dall’altra parte del cespuglio
Midorikawa: “Oissa!” –dissi lanciando con tutta la mia forza la sfera nelle mie mani
 
Colpì Kiyama nella zona del cuore sul maglione rosso come i suoi capelli, facendolo cadere a terra


Midorikawa: “Hiro-chan!!!” –gli corsi contro
Misi le piccole mani paffute sulle sue spalle gracili, scuotendolo un po’
 
Ero fermamente convinto che fosse morto, il mio Hiro-chan.
Scoppiai in un pianto degenerante, le mie guance diventavano sempre più rosse e le mie mani erano sugl’occhi
 
Hiroto: “BUBU!” –urlò saltandomi addosso
Midorikawa: “Ma allora sei vivo!”
Hiroto: “Non ti lascerei mai senza avviso”
Midorikawa: “Che scemo.”
Hiroto: “Queste parole non si usano!” –mi riprese
Midorikawa: “E perché, scusa?” –chiesi innocente
Hiroto: “Non lo so, ma Kira mi ha detto che sono parole che usano solo i maleducati!”
Midorikawa: “Ho capito! Non le dirò più!”

 
*Fine Flash-Back*
In my memory, all the small things, like daggers in my mind
In my memory, while my head bleeds, the words I'll never find
That I always meant to say to you I can't

 

I miei occhi si inumidirono, proprio come quel giorno.
Ichirouta se ne accorse, ma non pose domande affrettate, i miei occhi parlavano da soli.
 
Ichirouta: “Mido, io ti dico che devi parlarci. Non verrà a chiederti scusa se prima non lo fai tu!”
Midorikawa: “Non hai ancora capito che è tutta colpa mia?! Niente tornerà come prima, sono stato un pazzo!”
Ichirouta: “Non è vero, ma sarai pazzo se non ci parli!”
Midorikawa: “Lui mi ha aiutato sempre… mi ha salvato… come quel giorno…”

 
*Flash-back*
 

Signor. Midorikawa: “Amore mio, aspetta qua me e tua madre, torniamo subito!” –disse con gli occhi lucidi
Signora Midorikawa: “A dopo, amore mio” –disse abbracciandomi forte forte mentre piangeva
Io tutto allegro gli salutai con la manina, non capivo il motivo dei loro pianti.
La strada era vuota, ne macchine ne tanto meno persone.
I minuti volavano, le ore passavano e io avevo freddo visto che era pieno inverno e nevicava
 
Midorikawa: “Ma che fine hanno fatto mamma e papà?” –domandai dando voce ai miei pensieri
 
Avevo freddo e fame, dovevo sopravvivere.
Mi incamminai per i vicoli di Tokyo, fin quando non mi ritrovai una palazzina mal ridotta davanti ai miei occhi, ma la mia vista si appannava sempre di più, non sentivo le mie gambe.
Sentì un senso di vuoto, una presa salda avvolgermi le braccia poi bianco.
 
Quando riaprì gli occhi notai che ero in un lettino, che era circondato da molti altri
Il mio sguardo era rivolto al tetto cadente fin quando notai due presenza ai lati del letto
 
“Si è svegliato!” –urlò una voce dolce, sicuramente di un bambino.
 
Midorikawa: “C-Chi sei?!” –chiesi intimorito, sedendomi a gambe incrociate
“Piacere, io sono Kiyama Hiroto! Ti ho visto per strada allo stremo delle forze e ho pesato di portarti a casa nostra!” –disse indicando una ragazza molto più grande di lei
 
“Ciao piccolino, io sono Kira Hitomiko. Te come ti chiami?”
 
Midorikawa: “Io sono Ryuuji Midorikawa” –risposi timidamente
 
Kira: “Allora Ryuuji, come mai eri fuori al freddo e gelo?” –di domandò usando un tono dolce, per farmi sentire a mio agio
 
Midorikawa: “Mamma e papà mi hanno detto di aspettarli che arrivavano subito… ma non sono più tornati…” –dissi amaramente
 
Kira: “Che ne dici allora di aspettarli qua?” –disse mettendomi la sua fragile mano sulla mia altrettanto fragile spalla
 
Annuì lentamente, guardandomi intorno.
Hiroto: “Evviva! Sono contento, mi stai già molto simpatico! Vieni che ti presento i nostri amici!” –disse prendendomi la manina facendomi uscire dal letto
 

*Fine Flash back*
 

Erano passati anni e io li stavo ancora aspettando.
Strinsi di nuovo la mano che Hiroto mi toccò la prima volta, la sinistra.
Potevo sentire ancora  il suo calore, in qualche modo. Sapevo che non se ne sarebbe mai andato.
 

 
In my memory, I was hurting, long before we met, oh
In my memory, there's still burning, fingerprints you left
And I'll always meant to say to you I can't
 
Midorikawa: “Kazemaru… prima poi lo rincontrerò quindi…”
Kazemaru: “QUINDI?!”
Midorikawa: “Se lo vedrò per strada lo saluterò, al posto di scappare…”
Kazemaru: “Non era questo quello che volevo sentire, ma mi accontento!”
 
Annuì tristemente.
Sarei riuscito davvero a non piangere?
 

 

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Capitolo 3
*** Falling inside the Black ***


Falling inside the black

La giornata era finita, ora mi ritrovavo da solo nel mio grande letto a due piazze, a rigirarmi nel letto come uno forsennato.
Avevo nelle fitte molto dolorose nello stomaco quando pensavo a Hiroto, sensi colpa?
Sensi di colpa per non avergli ancora parlato.
In fondo, fino il giorno prima che partisse, ci amavamo.
Il fatto è che io non l’ho mai smesso di amare, mentre chissà se lui ha incontrato qualche italiano bellissimo e si è dimenticato di me.
Sicuramente si è dimenticato di me e sicuramente ora gli farò schifo.
Come mai penso così? Perché lui mi amava ma io l’ho mandato a puttane per un mio piccolo grande sclero.
Se ci fosse stato lui, con il suo dolce tocco, non soffrirei.
Il suo tocco mi toccava il cuore, mi dava luce quando ero nell’ombra più totale.
 

Tonight I'm so alone
This sorrow takes a hold
Don't leave me here so cold
Never want to be so cold

Your touch used to be so kind
Your touch used to give me life
I've waited all this time
I've wasted so much time

Don't leave me alone
'Cause I barely see at all
Don't leave me alone

 

Sono nel panico. Scivolo dai miei pensieri, sono umidi.
Non mi riconoscevo più.
Ero solo.
Come prima che lo conoscessi.
Magari ora sta sentendo quello che penso, magari sta pensando la stessa cosa!
Impossibile, lui è perfetto, non è me.
Ora ho bisogno di lui come mai prima d’ora.
 

I'm falling in the black
Slipping through the cracks
Falling to the depths can I ever go back
Dreaming of the way it used to be
Can you hear me

 

Sono caduto molto in basso, in un pozzo senza fine.
Ho perso anche l’unica mia fonte di salvezza, per un mio errore.
La mia vita era un disastro, un errore.
Un errore che nessuno ascoltava.
Veniva sentito ma non ascoltato, ed era questa minuscola diversità che per molti è banale che mi fa morire dentro ogni volta che penso a lui.
Nessuno può aiutarmi, se non lui.
Ma lui sente le mie urla? Le sente per davvero?
Solo il giorno in cui avrò la certezza che manco Kiyama riesce ad ascoltarmi mi ammazzerò.
Peccato che non penso che quel giorno sia molto lontano.
Insomma, è passato un anno. Lui ha conosciuto nuova gente, ha aperto la mente al mondo.
Cosa gli interessa ancora di me? Niente. Sono vuoto come l’aria.
In questo pomeriggio Kazemaru, oltre a far shopping , ha fatto di tutto per distrarmi ma non vuole capire che la mia è una malattia senza diagnosi.
Si chiama Amore e anche se siamo nel 2014 non esiste rimedio.
Che cosa stupida la conoscenza umana.
Alla fine, al giorno d’oggi, non importa saper le cose, essere colti ed educati, basta essere belli.
Deve essere bello essere affascinanti come Hiroto, lui è sia bello, intelligente ed educato! Un ragazzo perfetto!
Certo che anch’io sono pazzo ad innamorarmi della perfezione.
 

You were my source of strength
I've traded everything
That I love for this one thing
Stranded in the offering
Don't leave me here like this
Can't hear me scream from the abyss
And now I wish for you my desire
Don't leave me alone 'cause I barely see at all
Don't leave me alone

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Capitolo 4
*** The story of us ***


The Story of us
 

Mi ero appena risvegliato da un incubo terribile.
Ero io che correvo per dei corridoi di un manicomio, cadendo sempre in piano in piano, con due mostri che mi rincorrevano.
Ora fortunatamente ero in bagno a sciacquarmi la faccia, cercando di levare i brividi che percorrevano ancora in me.
Alzai lo sguardo e incrociai il mio. Chi ero diventato? Non ero quel mostro allo specchio.
Che fine aveva fatto il Midorikawa felice e innamorato? Manco Dio lo sa.
Fatto sta che ora ero in ritardo, dovevo andare a correre con Ichirouta per il centro.
Già, quel turchesino farebbe di tutto per farmi uscire di casa.
Misi una maglietta a maniche lunghe, pantaloncini lunghi da corsa, scalda collo insieme a scaldamuscoli e scarpe da tennis. E in bellezza mi misi una fascia ai capelli per tenere le ciocche ribelli all’indietro, che pur tenendo una coda alta tendevano a cadere in fronte.
Finito tutto, uscì di casa, chiusi a chiave e mi incamminai verso il parco, il luogo di ritrovo
Camminavo con passo lento, consapevole che dopo Kazemaru mi avrebbe fatto fare la maratona.
Nel frattempo, colpivo i sassolini che incontravo nel mio cammino, come se loro fossero me e il rosso e io la distanza.
In un certo punto, i due sassolini continuavano a star vicini, colpendosi a volte, poi si erano separate per molto tempo.
Ho dovuto allungare tutta l’intera gamba per riuscire a riprendere un sassolino che era volato via, per colpa del vento.
Come è possibile che due sassolini mi facevano ricordare tutta la storia con il pomodoro?!
Mi fanno venire in mente quando sognavamo di adottare un bambino, raccontargli la nostra storia a lui e a tutti i suoi amici, per poi essere chiamati come ‘fortunati’ o ‘baciati da cupido’.
 
Alzai la testa di lato, per magari sognare che Kiyama sia affianco a me, ma non riuscivo.
Ma in qualche modo sapevo che il mio posto era vicino al suo, non ce ne era di storia.
Mi sedetti su una panchina del parco, visto che Ichirouta non era ancora arrivato.
I pensieri che stavo metabolizzando erano troppo pesanti da reggerli in piedi.
Perché un mio fraintendimento mi ha comportato a diventare così?
Le occhiaie erano ben visibili, ero dimagrito notevolmente e la mia pelle si era schiarita a furia di non vedere il sole, stando sempre all’ombra

 
I used to think one day we’d tell the story of us,
How we met
And the sparks flew instantly
And people would say they’re the lucky onesI used to know my place was a spot next to you,
Now I’m searching the room for an empty seat
Cause lately I don’t even know what page you’re onOh, a simple complication,
Miscommunications lead to fallout,
So many things that I wish you knew
So many walls up that I can’t break through

Kazemaru, appena arrivato, ignorando il mio malconcio aspetto, di fece cenno di iniziare a correre
Infatti, corremmo in lungo e in largo, percorrendo sia grandi strade che piccoli vicoli cercando di evitare i poveri passanti che si fermavano di colpo

 

I minuti passavano e l’ora di pranzo si avvicinava, il mio stomaco ne risentiva.
Chiedi quasi in ginocchio al ragazzo in me compagnia di fermarci in un piccolo bar per prendere un panino.
Il turchese non poteva rifiutare, era stanco quanto me, e così decise di portarmi al bar più vicino, verso il centro.

 

Appena entrati, io prendo posto in un piccolo tavolo all’interno del locale, usando le salviettine igieniche per disinfettarmi le mani, mentre Kazemaru era andato a prendere i due panini contenenti pomodoro e prosciutto.
Mentro il mio amico era ancora in fila, notai che c’era una chioma rossa, molto ardente.
Pensai di aver avuto una allucinazione , ma mi sbagliavo, era proprio lui.
Era in compagnia di Endou e Shirou mentre divorava una focaccia alle olive, la sua preferita.
Diceva che gli ricordavano me, chissà se è ancora così.
Abbassai la testa, cercando di non farmi vedere dal trio bello allegro he rideva e scherzava.
Con la coda dell’occhio lo spiavo, cercando di capire se quello che faceva soffrire me da un anno faceva lo stesso effetto su di lui, dovevo solo guardare i suoi occhi.
Mi sembrava una cosa impossibile dato che chiudeva gli occhi ogni volta che rideva, facendo vedere delle piccole rughette intorno agl’occhi.
Lui le ha sempre odiate, ma io le trovo adorabili.
Facevano riflettere in lui la sua anima ancora bambinesca
 
Kazemaru: “Endou!” –urlò dietro di me con i panini in mano
 
Tutti e tre i ragazzi si girarono verso noi due, almeno, Shirou guardò entrambi, Endou guardò Kazemaru (il suo amato) mentre Hiroto incrociò lo sguardo con il mio
Potrei giurare che in quel momento in mondo mi stava crollando addosso.
Perché Ichirouta non se ne stava zitto? Era meglio, ora si ritroverà senza lingua.
Perché Hiroto mi guardava così sofferente? Gli ero mancato?
E poi, perché cazzo questa mi sembrava una scena di un film?!
 
Shirou: “Ehi Kazemaru! Mido!” –disse salutandoci con la mano, avvicinandosi a noi
 
Tanto il mio sguardo era fisso su Hiroto e il suo sguardo al mio.
Non so chi cambiava colore della pelle più velocemente, dal bianco lenzuolo a rosso come i suoi capelli come se nulla fosse.
 
Pian piano anche Endou e Hiroto si stavano avvicinando a noi, mentre l’ultimo manteneva lo sguardo fisso
Ichirouta mi mise una mano sulla spalla sussurrandomi un ‘ce la puoi fare’ subito dopo un ‘me lo hai promesso’
Io annuì mandando giù la saliva molto rumorosamente, l’ansia stava vincendo su di me.

Now I’m standing alone in a crowded room
And we’re not speaking
And I’m dyin’ to know
Is it killing you
Like it’s killing me?
Yeah
I don’t know what to say since a twist of fate, when it all broke down
And the story of us looks a lot like a tragedy now
 

Ormai gli ultime tre arrivati presero le sedie e si aggiunsero al nostro tavolo.
Almeno in questo avevo un po’ di fortuna, lui non era vicino e me, ma dalla parte opposta.
Stavano chiaccherando del più e del meno, mentre io e Hiroto lasciavano i minimi e indispensabili commenti.
Lui cercava in tutti i modi di evitarmi, perché?
Ecco, l’ho perso per sempre. Manco riesce a guardarmi in colpa.
 
Shirou: “Mamoru, Ichirouta, quand’è che vi metterete insieme”
 
Hiroto: “Non vi conviente, tanto vi lasciate.” –disse lanciandomi uno sguardo colpevole
 
Midorikawa: “Già, poi ti abbandonano come un cagnolino. Un anno non è nulla, ti pare?!” –detto ciò, mi alzai e di corsa uscì fuori, lontano da lui.

 
Next chapter
How’d we end up this way?
See me nervously pulling at my clothes and trying to look busy
And you’re doing your best to avoid me
I’m starting to think one day I’ll tell the story of us
Of how I was losing my mind when I saw you here
But you held your pride like you should have held me,
Oh I’m scared to see the ending why are we pretending this is nothing
I’d tell you I miss you but I don’t know how
I’ve never heard silence quite this loud.
 
 

Corsi percorrendo per la strada inversa andando al fiume.
Là vicino c’era il mio albero, l’albero mio e di Hiroto.
Cha avevamo inciso le nostre iniziali, ci eravamo arrampicati qua cinque anni fa, quando io avevo ancora paura delle altezze.
Era stato lui a farmi superare questa paura, questa come molte altre.
 
Mi rannicchiai su un ramo bello resistente, pensando a come la mia vita in un solo anno era degenerata.
Le lacrime, al solo pensiero, diventavano fiumi.
Ero solo, tremavo come una foglia, finché una mano si poggiò sulla mia spalla, facendomi sussultare.
Era Kazemaru. COSA?
 
Gli chiesi come mai fosse qua, mi rispose che era stato Hiroto a dirgli dov’ero.
Penserete che questa sia una cosa positiva, ma no. Questo posto avevamo promesso che sarebbe rimasto segreto, quindi o lui se ne è dimenticato (grave come cosa) o se ne è fregato (cosa orribile!)
In tutti i casi, era una cosa catastrofica, io scoppiai a piangere più violentemente abbandonandomi nelle braccia del mio amico.
Perché faceva l’indifferente con me? Perché lo evitavo? Perché lo avevo trattato così?!
Sono un impedito.
Questa era una battaglia, ed era appena incominciata.

 
The battle’s in your hands now
But I would lay my armor down
If you say you’d rather love than fight
So many things that you wish I knew
But the story of us might be ending soon

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Capitolo 5
*** I'm not moving ***


I’m not moving

 

*P.O.V. Hiroto*
Era lunedì mattina, oggi avrei ripreso la scuola in Giappone.
Sapevo ancora scrivere? Bella domanda.
Dunque, questo era il giorno in cui la verità veniva a galla. Midorikawa mi ama ancora? Non mi meraviglierei se ora mi odia, in fondo sono io che me ne sono andato.
Ma era per uno scopo ben preciso, presto si vedranno i frutti.
Siete sicuri che io sia andato SOLO in Italia?
 
Tornando alla giornata, mi incamminai molto presto verso a scuola, volevo essere sicuro di star vicino di banco al pistacchietto, non potevo perdere questa occasione.
Appena arrivato la scuola era deserta, non la riconoscevo. Faceva uno strano effetto rivederla dopo un anno, chissà se erano arrivati nuovi compagni o professori, chissà come sarà cambiata la classe!
 
Appena entrato nel cortile, mi dirigo verso la panchina dove sapevo che Midorikawa andava a sedersi sempre, era sempre stato un tipo prevedibile. Così prevedibile da sapere che non aveva intenzione di parlarmi.
Mi siedo lì sulla panchina, metto i gomiti sulle gambe e con te mani mi sorreggo la testa, dovevo pensare che discorso fare a Midorikawa.
Appena formulato, tiro su lo sguardo, incrociandolo con quello del verdino, che appena mi ha visto da lontano, ha cambiato direzione.
Mi alzai, lo rincorsi, ma lui era troppo distante! Per fortuna che lui aveva la cartella pesante addosso, mentre io avevo già tutto in classe.
Ora non poteva scapparmi, lo avevo bloccato al muro, schiacciando il mio corpo al suo.
Quanto mi era mancato inspirare il suo odore da così vicino, soffiare sul collo e vederlo rosso.
 
Midorikawa: “Allontanati.” –disse freddo
 
Io mi staccai, con le lacrime agli occhi. Mi odiava davvero?!
 
Hiroto: “Perché fai così? Sai che ti avrei avvisato…”
 
Midorikawa: “Si, potevi chiamarmi quando ero all’aeroporto, era uguale.”
 
Hiroto: “Senti, ti ho già detto che mi dispiace!”
 
Midorikawa: “Ricorda: ‘Fai attenzione a colui che non vedi da tre giorni’ io non ti vedo da un anno addirittura!”
 
Hiroto: “Sai che te con quei tuoi modi di dire mi incanti?” –dissi ignorando la ovvia tensione che c’era
 
Midorikawa: “Pensi che ora io casca fra le tue braccia? Dopo che mi avrai fatto le corna con mille italiani perfettini?!”
 
Hiroto: “Ma non ti ho mai tradito! Ryuuji io ti amo, sono morto in questo anno!”
 
Midorikawa: “Ma noto che non sei cambiato, fai la vittima. Come se solo te avessi sofferto”
 
Hiroto: “Non ho mai detto questo!”
 
Midorikawa si scansò da me, cercando di allontanarsi, ma io lo presi per l’avambraccio tirandolo al mio petto
Solo ad allora mi resi conto che era dimagrito tantissimo! Era uno scheletro vivente!
 
Hiroto: “Mido… che ti sei fatto?!”
 
Midorikawa: “N-Nien-te” –balbettò cercando di liberarsi
 
Hiroto: “Non è vero. Sembra di toccare una stuzzicadenti.”
 
Infatti era vero, faceva impressione.
Ormai il mio verde era scoppiato a piangere, scappando lontano da me.
Non riuscivo più a pensare a niente, stavo ancora peggio.
Davvero Ryuuji si era conciato così per colpa mia?
Lo stesso bambino che all’orfanotrofio aveva una voglia di vivere immensa, dopo tutto?
Lo avevo rovinato.
 
Oggi non sarei andato a scuola, non ce la facevo.
Uscì di corsa da scuola, dirigendomi nel luogo in cui incontrai Mido-chan per la prima volta.
La strada per l’orfanotrofio.
In mente avevo i flash-back di me e lui, quando eravamo felici, soprattutto insieme.
Perché ci eravamo ridotti così? Ci facevamo del male a vicenda.
 
Appena arrivato, mi sedetti sul marciapiede opposto all’entrata dell’orfanotrofio.
Quanti ricordi che mi dava questo luogo, qua ho conosciuto i miei amici, qua ho conosciuto lui.
Già, lui mi ha completamente cambiato la vita. Me l’aveva migliorata.
Le aveva dato un senso.
Ora però, è tutto finito. Quello che mi rimane di lui è il suo odore impresso nel naso e una foto di lui sorridente nel mio portafoglio.
Perché Mido non è qua, ora, come nella foto? Vicino a me, a tenermi stretto con le sue inesistenti braccia.
Vi prego, ditegli che lo amo. Non lo vuole capire.
Portatelo da me, obbligatelo ad ascoltarmi e nessuno si farà male.
So che quello che voglio non ha senso, mi odia.
Ma come posso andare avanti se sono innamorato di lui?
Magari ora capisce che gli sono mancato, magari viene a cercarmi qua, magari sta girando mezzo mondo per trovarmi. Scommetto che il suo cuore lo porterebbe qua.
Rimarrò qua, finché lui non verrà a salvarmi. Lo aspetterò per sempre.

 
Going Back to the corner 
where I first saw you 
Gonna camp in my sleeping bag 


I'm not gonna move 
Got some words on cardboard, 
got your picture in my hand 
saying, "if you see this girl 
can you tell her where I am" 

Some try to hand me money, 
they don't understand 
I'm not broke, I'm just 
a broken hearted man 
I know it makes no sense 
but what else can I do? 
How can I move on 
when I'm still in love with you? 

Cause if one day you wake up and find that you're missing me 
and your heart starts to wonder where on this earth I could be 
Thinkin maybe you'll come back here to the place that we'd meet 
And you'll see me waiting for you on the corner of the street 
So I'm not moving, I'm not moving


 

I minuti passavano, la poca gente che passava aveva chiamato i carabinieri.
Mi avevano detto che non potevo star qua, che dovevo andarmene
Pensavano fossi un barbone.
In effetti, malconcio com’ero per colpa delle lacrime, seduto come un ubriaco a terra con lo sguardo perso nel vuoto, poteva trarre in inganno.
C’era gente che addirittura mi lasciava delle monetine vicino, come se chiedessi l’elemosina.
 
Non capivano che non ero un barbone, ma uno con il cuore spezzato.
Non capivano che io sarei rimasto qua ad aspettare il mio amore anche per sempre.
Perché so che lui verrebbe qua solo se capisse che gli mancavo.
Verrebbe subito qua, vedrebbe che lo aspetterei sotto la pioggia, neve e grandine.
Ma no, io non mi spostavo da qui. Lo avrei aspettato per sempre se fosse stato necessario.

 
Policeman says "son you can't stay here"
I said, "there's someone I'm waiting for
If it's a day, a month, a year"
Gotta stand my ground even if
it rains or snows
If she changes her mind
this is the first place she will go
 
Cause if one day you wake up and find that you're missing me
and your heart starts to wonder where on this earth I could be
Thinkin maybe you'll come back here to the place that we'd meet
And you'll see me waiting for you on the corner of the street
So I'm not moving, I'm not moving
I'm not moving, I'm not moving
 

Nel giro di poche ore tutti parlavano di questo ragazzo che stava aspettando al freddo e al gelo un miracolo.
Lui era un ragazzo per bene, vestiva firmato italiano. Ma aveva delle fosse immense nel suo piccolo mondo.
Quando il ragazzo corteggiato scoprirà cosa avrà fatto il ragazzo al freddo per lui, lo vedrà ovunque.
OVUNQUE.
E sarà in quel momento che lui si renderà conto che lo stava aspettando nel loro luogo, capirà che lui è l’uomo della sua vita.
Perché lui era rimasto al freddo ad aspettarlo.
Il verde guardava il suo rosso con occhi lucidi, non voleva vederlo in quelle condizioni
 
Midorikawa: “Hiroto, che stai facendo?” –chiese tremante
 
Hiroto: “Ti stavo aspettando…” –disse come in armonia con l canzone di sottofondo
 
Midorikawa: “Che scemo.”
 
L’insalatino si buttò sul pomodoro, facendo unire le loro labbra in un dolce e atteso bacio.
Quelle labbra non si toccavano da un anno, si erano mancate
 
Midorikawa: “Non farlo mai più”
 
Hiroto: “Promesso.”

 
People talk about the guy that's waiting on a girl
ohhh..
There are no holes in his shoes but a big hole in his world
ohhh..
 
Maybe i'll get famous
as the man who can't be moved
Maybe you wont mean to
but you'll see me on the news
And you'll come running to the corner
cuase you'll know it's just for you
I'm the man who can't be moved
I'm the man who can't be moved
 
Cause if one day you wake up and find that you're missing me
and your heart starts to wonder where on this earth I could be
Thinkin maybe you'll come back here to the place that we'd meet
And you'll see me waiting for you on the corner of the street
So I'm not moving, I'm not moving
I'm not moving, I'm not moving
 
 

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Capitolo 6
*** I though I lost you ***


I though I lost you

La canzone è cantata a due voci: Miley Cyrus (che in questo caso è Midorikawa) e John Travolta (ovvero Hiroto)
Spero che abbiate capito e che non sia troppo confusionaria come cosa

*P.O.V. Midorikawa*
Vedere il mio piccolo rosso in quelle condizioni mi stringeva il cuore.
Lo aiutai ad alzarsi per poi prenderlo per sottobraccio
Lo sgridai inoltre per il fatto che lui fosse stato per tanto tempo seduto per strada come un barbone, con tutto il freddo che c’era
 
‘L’ho fatto perché ti amo’
 
Erano queste le parole che aveva usato Hiroto per difendersi, abbastanza forti da farmi commuovere
Lui mi guardò con una faccia alquanto perplessa
 
Midorikawa: “Tutti all’inizio mi dicevano di dimenticarti, avevano cercato in tutti i modi di farti sostituire. Con il passare del tempo avevano capito che era tutto tempo sprecato e hanno incominciato a dirmi le tipiche frasi del tipo: “Lui non ti merita” “Non sa cosa si perde” e cazzate varie.
Ma loro non potevano capire, non mi ascoltavano. Non gli interessava più di che. Ma in ogni caso non avrei mai tradito la nostra promessa, quella di restare per sempre insieme” –dissi tutto d’un fiato, con gli occhi a fuoco dalle lacrime.
 
Presi un respiro e continuai
 
“Pensavo che questo anno non finisse più, avevo paura.”

 
 
[Midorikawa]
Nobody listens to me
Don't hear a single thing I've said
Say anything to me
Anything to get you from my head
Don't know how really I feel
the Fake, the Dates, the 'Make Like I Don't Care'
Don't know how much it hurts
To turn around like you were never there
Like somehow you could be replaced
And I could walk away from the promises we made
And swore we'd never break!
*P.O.V. Hiroto*
 

Cavolo, deve proprio aver sofferto.
So quanto è difficile per Midorikawa ammettere le sue paure e sofferenze, eppure si era fidato di me.
Non pensavo che ci sarebbe mai riuscito, ora mi sento in debito.
 
Hiroto: “Sai, anch’io avevo paura. Paura di non vedere più quel tuo dolce visino. Mi giravo intorno, ovunque mi trovassi, e cercavo il tuo viso, sia fra la gente che nel vuoto.
I giorni passavano ma io conservavo ancora tutti i bei momenti con te in una fotografia sbiadita.
Me la tenevo sempre al cuore, perché ho sempre sperato che tu non mi avessi dimenticato e ora diamine, sei proprio davanti a me.
Anche se sapevo che avresti tenuto la nostra promessa, avevo paura.”

 
[Hiroto]
I thought I lost you when you ran away to try to find me
I thought I'd never see your sweet face again.
I turned around and you were gone and on and on the days went
but I kept the moments that we were in
'Cause I hoped in my heart, that you would come back to me my friend
And now I got you, but I thought I lost you!
I felt so empty out there, and there were days I had my doubts
but I knew I'd find you somewhere
because I knew I couldn't live without you in my life for one more day
and I swore I'd never break a promise that we made
 

Hiroto: “Mi ero promesso che non mi sarei calmato un attimo finché non ti avrei avuto qua con me”

 
I told myself I wouldn't sleep 'til I searched the world from sea to sea
 

Midorikawa: “ Io chiedevo ogni sera alla nostra stella di sentire il tuo profumo e casualmente, e sottolineo casualmente, indossavo sempre la tua sciarpa nera.”-sussurrò

 
I made a wish upon a star, I turned around and there you were
 
 

Mi fermò mettendosi davanti a me, mi prese le mani mentre teneva lo sguardo basso
 
Midorikawa: “Pensavo di averti perso” –sussurrò alzando lo sguardo per poi baciarmi.
 
Quel contatto mi fece capire che non avrei mai più abbandonato il mio pistacchietto.

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