DISCLAIMERS: I personaggi non sono miei ma del
mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta! La canzone che
mi ha ispirato la fic è "Meraviglioso" di Modugno e degli aventi
diritto.
DEDICHE: A te Parsy, per essere sempre un angelo
che quando arriva guarisce, sostiene e incoraggia. Grazie per le tue parole che
danno forza, coraggio e speranza, grazie per tutto e tantissimi auguri mio
cavaliere. Ti voglio bene.
NOTE: personaggi occ che più occ non si può T_T
sorry
MERAVIGLIOSO
di Lucy
"Ci
sono due modi per vivere la vita.
Uno è
pensare che nulla sia un miracolo......."
Pow. Ru
Sono stanco.
Vorrei che tutto finisse, l'agonia mi sta
prendendo per mano sussurrandomi che mai riuscirò ad avere la mia vita.
Ed ha ragione.
Ho perso tutto.
Tutto, compreso il basket.
Tutto colpa del mio ex ragazzo, se potessi
sorriderei, se potessi.
Piangere non voglio.
Eppure ci speravo, è questo il punto.
Speravo che lui fosse diverso dagli altri, invece
mi sbagliavo. Posso sentire ancore le
sue parole: "Stavo con te solo perché sei bello, ricco... ma ora..."
Bello e ricco.
Solo questo gli interessava.
Meno male che il mio non era amore, ma qualcosa
c'era... affetto, di certo, un bene amichevole, può darsi... e basta.
Sto male.
Sto male perché questa volta gli ho dato la mia
fiducia e lui… la butta, la getta via come un fazzoletto sporco. Non gli
importava nulla di me.
Solo perché ho perso il mio posto in squadra, mi
ha lasciato... ed io... ho perso tutto.
Ero il numero uno, ero ricco... come se la
ricchezza significasse qualcosa per me... ero... ero... ero...
"DANNAZIONE ERO!"
Grido, colpendo con i pugni il parapetto del ponte
dove sto camminando.
Alzo gli occhi dalla pietra che risplende sotto i
raggi lunari ed osservo l'acqua scura.
Il mare mi inghiottirebbe, mi porterebbe via da
questa agonia… potrei essere felice nuovamente.
In fondo i miei non mi posso sopportare perché
sono omosessuale.
Per chi restare in vita?
Appoggio le mani sulla fredda pietra e mi sporgo
in avanti, osservo i flutti che si scontrano schizzando così la pietra,
bagnandola e cancellando tutto.
Cancellando tutto.
Con occhi vacui decido di farla finita.
Salgo sul parapetto, mi tengo in equilibro e
chiudo gli occhi.
Sto per saltare, quando una voce calda mi chiama.
"Cosa vuoi fare?"
Mi volto e vedo dei capelli dal riflesso carminio.
Sento i suoi passi avvicinarsi al parapetto, appoggia
i gomiti e guarda il mare.
Corruga la fronte.
"Un bel salto, non c'è che dire!" dice con
naturalezza, come se non capisse che sto cercando di farla finita.
Non capisco cosa voglia questo ragazzo.
I capelli sembrano fuoco sotto i raggi lunari, la
pelle bronzea, e gli occhi sono così amorevoli... amore, lui prova amore per...
ME?
Non può essere.
Mi sto sbagliando.
Devo sbagliarmi.
"Ma che ne diresti di pensarci un attimo con
me? Poi, se vedi che non servirà... beh, lo farai! Accetti la sfida?"
Non ho mai rifiutato una sfida.
Io sono Kaede Rukawa.
Vinco sempre le sfide.
"Si..."
Sto per scendere, ma lui mi porge una mano. L'afferro
e sento la sua presa forte, calda... sicura.
Vengo giù.
Lo guardo sorridere.
Ha un bel sorriso.
Mi piace.
"Andiamo coraggio!"
Esclama.
Iniziamo a camminare, ma lui ancora mi tiene per
mano.
Vorrei sciogliere l'intreccio delle nostre dita, ma
camminare così è piacevole, soprattutto se con questo strano ragazzo...... già,
strano, perché nessuno si sarebbe fermato per convincere una persona a non
suicidarsi.
Solo in un caso l'avrebbe fatto: se ci fosse stata
della folla.
E poi chi mai avrebbe detto: "... poi, se
vedi che non servirà... beh, lo farai!"
Nessuno.
Questo tipo è del tutto strano.
Giungiamo alla fine del ponte e ci fermiamo un
attimo.
Si volta verso di me, ed imbarazzato mormora.
"Ti ho invitato io, ma non so dove
portarti!"
Dichiara sorridendo timidamente mentre le sue
guance si tingono di una leggera porporina.
Mi scappa un mezzo sorriso.
E lui… lui spalanca gli occhi.
"Ho deciso! Andiamo!"
Mi stringe la mano e corre veloce verso la strada,
dove il semaforo è, ancora per poco, verde.
"Dài, sbrighiamoci!" grida sorridendomi
e tirandomi dietro di sè.
"Nh..."
Riusciamo ad attraversare.
E sempre tenendoci per mano ci avviamo verso un
luna park.
Ma cosa pensa? Che io entri lì?!
Sì, dato che mi spinge in avanti.
"Scordatelo!" dico con il tono più duro
che ho, ma non serve a niente.
"E dàiiii! Andiamo!" dice sorridendomi,
e mi fa entrare per primo.
Ma chi me l'ha fatto fare?
Mi do del cretino.
È stato questo ragazzo, questo pazzo ragazzo.
"Andiamo sulle montagne russe?"
"Nh... va bene…"
Lo vedo illuminarsi, e mi sento bene.
Strano che abbia tutto questo potere su di
me.
Saliamo quasi subito. Ormai a quest'ora ci sono
poche persone, ma ora capisco perché molti ci sono ancora: questo luogo di
notte è meraviglioso.
Le luci delle giostre sembrano stelle in questa
notte nera.
Chiudo gli occhi e assaporo ancora il calore della
sua mano che stringe la mia, mentre il vento che accarezza le mie guance.
É una splendida sensazione, anzi, meravigliosa.
Scendiamo troppo presto. Lui mi tiene ancora per
mano, infischiandosene di tutti gli altri.
"Dove andiamo?" mi riscopro a chiedere.
"Voglio un pesciolino rosso!" esclama
con il suo splendido sorriso, sempre luminoso e tutto per me.
Per arrivare verso la bancarella veniamo
spintonati, la folla ci separa e mi sento perso.
Solo.
Sto per sentirmi male quando qualcuno mi strattona
il cappotto a tre quarti.
Sono parecchio incazzato e pronto per mandare a
quel paese l'impudente, quando mi accorgo che si tratta del mio dolce rossino.
"Da questa parte!" grida indicandomi la
bancarella dei pesci.
Lo seguo e finalmente ci mettiamo in posa.
Ci inginocchiamo e iniziamo a catturare un
pesciolino, o almeno a tentare, ma niente da fare.
È davvero difficile!
Poi mi viene in mente una cosa.
E se usassi la tecnica del terzo tempo su ‘sto gioco del cavolo?
Ci provo.
Non so come, ma riesco a catturare un pesce.
"Bravissimo!" esulta un bambino accanto
a me, che inizia subito a saltellare battendo le manine.
Non so cosa mi spinga a farlo, ma gli regalo il
pesciolino.
Tutto felice mi abbraccia e mi posa un bacio sulla
guancia ruvida.
Si mette a ridere allegro e rifà il gesto di
grattarsi sulla mia pelle.
E ride nuovamente.
La sua risata è dolce.
E' un bimbo davvero carino.
Occhi chiari, capelli scuri e un dolcissimo
sorriso, il sorriso caldo e puro dei bambini.
Quello ancora non contaminato dalla vita.
"Devo andare, signore. Grazie ancora!"
mi saluta e scappa verso una donna, probabilmente sua madre.
Sorrido un attimo.
E' davvero strano, ma mi sento più leggero.
Sento la sua
mano calda appoggiarsi sulla mia spalla.
Mi volto e posso specchiarmi nei suoi occhi
nocciola, profondi ed intensi.
"Ti va di andare nella casa degli
spettri?" domanda, come se non sapesse che lo seguirei ovunque.
Arriviamo alla giostra e dopo poche persone
entriamo.
Tutto buio.
Troppa oscurità.
Non mi piace.
Poi ad un tratto una mummia appare dal nulla.
"Arggggghhhh!"
Grida accanto a me il rosso, che si stringe a me
forte. Senza accorgermene porto un braccio alla sua vita e lo abbraccio.
Camminiamo nel buio illuminato da varie luci, ogni
tanto appaiono strani esseri eppure non ce ne accorgiamo.
Sento il suo calore mischiarsi al mio.
Sento la sua mano stringersi alla mia vita, mentre
l'altra è appoggiata al mio cuore.
Quando usciamo non ci stacchiamo, anzi, ci
stringiamo ancora di più.
Andiamo verso i cancelli ed usciamo da quel luogo
di divertimento.
Voglio restare solo con lui.
Passeggiamo lungo le strade, la notte sta
diventando alba.
Le luci dei lampioni si spengono e alcune macchine
passano per le strade.
Ma non mi importa.
Ora ho con me il mio angelo rosso.
La luce leggera bacia il cemento e fa splendere
ancora di più le foglie.
Meraviglioso.
Il mio uragano si stringe a me, appoggia la testa
sulla mia spalla e camminando arriviamo dove tutto questo ebbe inizio.
Ci fermiamo nello stesso punto.
Fissiamo tristi l'acqua che da scura diventa più chiara sotto il sole.
L'alba sorge lenta, calda, tinge il cielo di tenui
colori e si specchia in tutta la sua bellezza nel fiume turchino. I suoi raggi
si tuffano nel manto azzurro e lo fanno splendere come argento.
Meraviglioso.
Davvero.
Sento il mio angioletto abbracciarmi ancora un
attimo, per poi lasciarmi libero e guardarmi.
"Adesso che farai?"
Chiede piano, fissandomi dritto negli occhi.
Gli lascio toccare la mia anima e scoprire i miei
più profondi segreti, mentre la mia mente ripensa a quella strana nottata.
"Ho capito. Hai vinto, vale la pena
vivere..."
Spalanca gli occhi che splendono come il sole.
Lo guardo prima dolcemente, poi incantato.
Il sole fa risplendere i suoi capelli come fuoco vivo,
intenso, bruciante quasi.
Con calma lo afferro per il giaccone.
I nostri volti vicini.
E poi bocca contro bocca.
Meraviglioso.
Piccoli sfioramenti.
E poi l'accesso al paradiso.
Le nostre lingue lottano, si cercano, le sue
braccia si stringono alle mie spalle, facendo aderire i nostri corpi, e le mie
mani si tuffano in quel mare di fuoco
Meraviglioso.
Il suo calore contro il mio.
Meraviglioso.
Il suo tocco sulla pelle.
Meraviglioso.
E la sua bocca così calda, dolce, perfetta per me.
Meraviglioso.
Ci stacchiamo.
Mi sorride imbarazzato.
Le guance rosse, le labbra tumide e gonfie per il
bacio.
"Meraviglioso"
Bisbiglio piano.
Sorride, arrossendo ancora di più.
Meraviglioso.
"Andiamo?"
Mormoro porgendogli la mano.
Sa.
Lui sa
che se accetta io sarò suo e lui sarà mio.
Intreccia le proprie dita con le mie, la gioia nel
mio cuore esplode come fiori in primavera.
Piano ci avviamo verso il centro.
Non importa dove andrò.
L'importante è che questo pazzo rossino sia sempre
con me.
Sciolgo la stretta con la sua mano e porto il
braccio alla vita.
Sorride ancora più raggiante.
Meraviglioso.
".....
L'altro è pensare che ogni cosa lo sia"
Albert Einstein
FINE