Un amore impossibile

di B_Tonks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ultimo giorno ***
Capitolo 2: *** Un addio ed un inizio ***
Capitolo 3: *** Gufi in prestito. ***
Capitolo 4: *** Conforto ***
Capitolo 5: *** Confessioni ***
Capitolo 6: *** Incomprensioni ***
Capitolo 7: *** Giunti al limite ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 10: *** Notte Babbana ***
Capitolo 11: *** Notizie sgradite ***
Capitolo 12: *** Natale ***
Capitolo 13: *** Gita a Londra ***
Capitolo 14: *** Oblivion ***



Capitolo 1
*** L'ultimo giorno ***


L'ultimo giorno.

"Posso andare a Londra mamma?" "Sì, certo." disse Luna con la sua solita calma quasi non curante della lontananza della loro casa da Londra e del fatto che la figlia avrebbe dovuto usare mezzi babbani e quindi dannatamente lenti per arrivarci “Sei sicura? Probabilmente farò tardi a cena” “Sicurissima”, Dora le schioccò un bacio sulla guancia e uscì di corsa da casa sprizzante di gioia. Durante quell'estate tra il suo quinto e sesto anno di scuola Dora era stata spesso a Londra da sola, nessuno sapeva perché nemmeno i suoi migliori amici, non lo diceva probabilmente per paura di ciò che le stava accadendo.

Dora Ninfadora Paciock era una strega particolare proprio come i suoi genitori Luna e Neville, aveva il nome di una grande maga, Ninfadora Tonks, morta durante la guerra magica contro Voldemort e ne andava fiera di ciò probabilmente perché era molto simile a lei, era sbadata ma coraggiosa come Tonks ed era anche lei una Tassorosso. Aveva lunghi capelli blu ai quali si divertiva ad aggiungere sfumature o cambiare completamente il colore con qualche magia, la pelle pallida come la madre e gli occhi verde smeraldo.

A Dora piaceva osservare i babbani in treno, erano interessanti e non capiva perché alcuni maghi e streghe ne parlavano come se fossero esseri inferiori, probabilmente lo erano ma per lei no, sarà stato l'amore a farla pensare così. Eh, sì! Perché lei era innamorata di un babbano che aveva conosciuto in vacanza ed abitava a Londra. Questo ragazzo si chiamava Remus, come il marito di Tonks Remus Lupin, aveva i capelli rossicci ed una barbetta dello stesso colore che lei adorava, era un ragazzo intelligente e dolce e anche lui l'amava anche se non riusciva a concepire cosa significasse per il loro amore il fatto che lei fosse una strega e lui un babbano, non credeva nemmeno del tutto che lei fosse una strega.

Quella mattina d'agosto era l'ultima in cui si sarebbero visti prima dell'inizio della scuola e nessuno dei due voleva salutare l'altro, l'estate era passata troppo velocemente. Dora scese dal treno e si guardò intorno, vide Remus e gli corse incontro, lo abbracciò e lo baciò sulle labbra, “Quanto è dura sopportare la lontananza da te.” gli disse tra le sue braccia “Adesso saremo ancora più lontani perché tu parti per...per!” “Hogwarts la scuola di magia...” “Giusto quella scuola strana.” “Questi sono punti di vista, in verità le nostre scuole sono simili... Mh per esempio quella materia... Chimica penso si chiami, assomiglia a Pozioni poi studiate anche piante ed animali, no?” “Sì, sì.” “Anche noi solo che a differenza vostra studiamo le creature fantastiche.” “Ok, ok hai ragione te piccola pazza.” “Non sono pazza, uffa” disse Dora con un fare bambinesco “Sì, sì certo ora andiamo prima che arrivi la sera”. Andarono in un campo fuori città e si stesero a guardare il cielo “Vorrei poter cambiare il colore e la forma di quelle nuvole.” “Non ce n'è bisogno sono belle già così.”, Dora si girò a guardarlo e lo strinse appoggiando la testa sul so petto “Voglio stare così per sempre.” gli disse “Anche io.” restarono così fino all'ora di cera poi Remus l'accompagnò in stazione si baciarono per l'ultima volta almeno fino a Natale, “Ti scriverò, se ti trovi gufi con buste nel becco o lettere volanti fuori dalla finestra sono le mie” ridacchiò Dora dando l'ultimo sguardo malinconico agli occhi del suo amato e abbracciandolo per poi salire nel treno che l'avrebbe riportata a casa.

Era tardi quando arrivò a casa e sperava che i suoi genitori non avessero litigato per il fatto che lei non fosse riuscita ad arrivare a casa per la cena, entrò in casa e trovò suo padre seduto addormentato sulla poltrona, gli baciò la fronte e lo coprì con una coperta, mangiò la fetta di crostata alle fragole, mirtillo e rabarbaro che Luna le aveva lasciato sul tavolo e andò in camera, si stese sul letto e si addormentò accoccolata come se fosse sotto le coperte con Remus. Mancava poco alla fine dell'estate e sarebbe tornata a Londra solo per andare a Diagon Alley a comprare ciò che le serviva per il nuovo anno e al binario 9 e ¾ della Stazione per prendere l'espresso per Hogwarts.

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Capitolo 2
*** Un addio ed un inizio ***


Un addio ed un inizio.

 

Passato il passaggio magico per arrivare al binario 9 e ¾, Dora incominciò a correre per riuscire a prendere il treno. Era in ritardo come sempre; si mise ad urlare cercando di fermare i suoi amici Albus Severus e Rose. I due si girarono verso di lei e Albus le urlò di muoversi. Salì sul treno ansimante ed entrò nella carrozza dove stavano i suoi due amici. “Ciao ragazzi... anf...” “Ninfa... Ninfa sempre la solita ritardataria.” “Esatto Albus e sono fiera di ciò” disse Dora mettendosi ritta in piedi con la testa alta e battendosi la mano sul petto salvo poi cadere sul sedile a causa del movimento del treno. “Ahahahah te sei capace di essere fiera di tutto, dai pregi ai difetti, sei pazza." disse ridacchiando Rose. "Sono o non sono la figlia della famosissima Lunatica Lovegood? Sono fiera anche di ciò” si battè di nuovo la mano al petto senza alsarzi in piedi però per evitare di cadere e farsi male, “Certo, certo lo sappiamo." disse Albus con l'aria di uno che pensa “La dobbiamo internare questa, è andata”. “Maaaaa, cambiando discorso cosa avete fatto quest'estate?” chiese Dora tutta eccitata dalla curiosità. “Beh, siamo stati in giro per l'Europa insieme, è stato bello, abbiamo visto molte cose, siamo stati soprattutto in Francia... Oh, io e la mia famiglia siamo andati a trovare Teddy, mi ha detto di salutarti e ha aggiunto che gli è dispiaciuto non vederti quest'anno.” fece Albus “Giusto Teddy, beh io volevo andarlo a trovare ma papà ci ha portato in giro per tutta l'estate o quasi perché sta facendo delle ricerche di Erbologia e cose simili... Bah, chi lo capisce quello. L'unico posto che sono riuscita a visitare da sola è Londra, lì ci sono stata spesso.” “E che c'è di tanto interessante a Londra, scusa? Ci vai tutti gli anni.” “Sono stata nella Londra babbana. Lì ci arrivo da sola senza la magia, da Teddy no.” “Sarà, ma continuo a non capire che può esserci di interessante nella Londra babbana." “Eeeh niente di che, ma volevo fare qualche giro, sono interessanti i babbani, dovreste osservarli di più.” “Perché non ti specializzi in Babbanologia allora?”, Albus e Rose scoppiarono a ridere e Dora mise il broncio come una bimba. “Suvvia scherziamo...” “Lo so, lo so” disse lei sospirando e guardando fuori dal finestrino.

Fissava il paesaggio che passava sotto il treno pensierosa. C'era una parte di lei che non voleva andare ad Hogwarts quell'anno, si sentiva più diversa di quanto si sentisse di solito e questa volta non ne andava fiera: più che diversa si sentiva sbagliata. Ripercorse nella sua mente le storie di tutti i grandi maghi studiati e conosciuti che l'avevano preceduta cercando qualche sorta di conforto e l'unica strega che si fosse innamorata di un babbano che le venne in mente era la ex professoressa Minerva McGranitt ma lei alla fine si era sposata con un mago il che non confortava Dora un granché. Rose notò che il volto della sua amica non era raggiante come al solito “Va tutto bene Ninfadora?” “Sì certo sono solo un po' pensierosa e stanca. Penso che prenderò qualcosa da mangiare.” disse alzandosi e andando incontro alla signora che vagava col carrello pieno di dolci. “Qualcosa dal carrello signorina?” “Sì, grazie. Un pacchetto di gelatine tutti i gusti più uno e tre cioccorane.” disse lei porgendo i galeoni alla signora e prendendo i dolciumi richiesti, poi ritornò alla sua cuccetta e si mise a chiacchierare del più e del meno per tutto il viaggio.

Finalmente scesero dal treno e si diressero verso l'enorme castello, entrarono e Dora tirò un sospiro di sollievo esclamando “Finalmente!” e cambiando il colore delle punte dei suoi capelli da blu a viola fino ad arrivare ad un lilla agli estremi di esse, “Penso che questo sia uno dei motivi migliori per venire a scuola, fino ai diciassette almeno.” “Te sei pazza.” “Se dovessi segnarmi ogni volta che me lo dici, Potter, dovrei compilare un intero libro.” “Spiritosa...” disse Albus svogliato. Cenarono assistendo all'ennesima cerimonia dello smistamento dei nuovi arrivati poi ognuno andò nella propria sala comune per ritrovarsi coi compagni che non vedevano da mesi.

La sala comune dei Tassorosso era impregnata dall'odore di biscotti appena sfornati che probabilmente i suoi compagni avevano elemosinato dagli elfi. A dir la verità in quella sala comune c'era sempre profumo di cibo vista la vicinanza con le cucine. C'era trambusto tra il via vai dei nuovi arrivati e le risate sonore degli studenti più “anziani” che sgranocchiavano dolci davanti ai caminetti. Dora si recò verso un gruppetto di persone sedute urlando “Stavate parlando di me?” per poi scoppiare a ridere, “Capra, o dolce Capra, cosa abbiamo qua? Un biscotto? Bene è mio!” disse rubando un biscotto dalla mano di un ragazzo e mettendoselo in bocca. “Sempre la solita ladra, eh?” rispose lui “Chi? Io? Nooo lo prendo solo in prestito.” disse lei sorridendo “Se vuoi te lo restituisco rigurgitato.” “No, grazie... E non chiamarmi Capra.” “Sì che ti chiamo Capra, caro John.”.

John era un ragazzo poco più alto di Dora, aveva capelli lisci, lunghi fino alle spalle color cioccolato e due vispi occhi nocciola. Veniva chiamato Capra dai suoi amici perché era un animagus e l'animale in cui si trasformava era appunto una capra. Di tutti i Tassorosso lui era quello con cui Dora si sentiva più in sintonia, forse per il fatto che avevano entrambi un po' di pazzia nel loro carattere o perché entrambi erano ritenuti abbastanza strani: erano molto simili e in sintonia, a volte quasi empatici.

“Capra, Capra, Capra...Beeeh... Dai siccome ti voglio bene ti faccio un regalo.” I suoi capelli cambiarono da blu e viola a verde prato. “Verdi come l'erbetta che mangiano le capre.” John la fulminò con gli occhi e lei scoppiò in una sonora risata cadendo dalla poltrona su cui era seduta. “Anche io ti voglio bene” disse lui scuotendo la testa e vergognandosi per lei “Ora però è meglio se ognuno vada nella sua stanza”. Si diedero la buonanotte e andarono tutti a dormire. Dora però quella notte non riuscì a dormire: continuò a rigirarsi nel letto, a passare da stesa a seduta, era tormentata da mille pensieri. Ad un certo punto decise di stare stesa ed immobile con gli occhi sbarrati autoconvincendosi che quell'insonnia era causata dal cibo troppo pesante mangiato in quantità esorbitanti e dall'euforia per l'inizio del nuovo anno.

n.d.a Ringrazio WhoLovesLife per aver recensito e aver sopportato i miei errori grammaticali nel correggere questo capitolo.
Ho già iniziato a scrivere il terzo. Vi prego fermatemi.

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Capitolo 3
*** Gufi in prestito. ***


Gufi in prestito

Erano le cinque del mattino quando Kira, la gatta nera di Dora, saltò sul letto della padrona e le si accovacciò fra le gambe; “Oh Kira, vorrei poter non sentire la stanchezza come te in questo momento.” disse lei accarezzandola e cambiandole il colore del pelo in viola, “Non so proprio a chi parlare di… Beh quel ragazzo che tu sai. Eppure non posso tenermi tutto questo dentro.” disse non curante del fatto che la gatta non poteva risponderle se non con uno sguardo perplesso che pareva voler chiedere se la sua padrona stesse parlando con lei o se fosse impazzita completamente. Dora pensò alle persone con cui parlava di più delle faccende private oltre alla madre, ovvero Rose, John e Teddy. Con Albus, invece, nonostante fossero amici fin dall'infanzia, non parlava molto di faccende amorose, probabilmente per una questione d'orgoglio perché lui si divertiva a prenderla in giro amorevolmente fino al farsi comunque odiare. Il suo pensiero cadde su Teddy: certo, probabilmente era la persona più adatta a cui parlare di una cosa del genere. Si alzò facendo cadere Kira dal letto, la quale tirò un miagolio di fastidio, e si sedette sulla piccola scrivania che aveva in camera cercando di non svegliare la sua compagna di stanza. Prese un foglio, la sua penna e la boccetta di inchiostro ovviamente colorato (questa volta era arancio) ed iniziò a scrivere.

1 Settembre 2019

Caro Teddy,

inizialmente mi scuso per non essere venuta a trovarti quest'estate ma Neville (sai che preferisco chiamare i miei per nome quando ne parlo con chi li conosce) ha deciso di scorrazzarci in giro per l'Inghilterra alla ricerca di nuove piante magiche e in quel mese in cui sono stata a casa Luna era intenta nel provare nuovi incantesimi e quindi non ha potuto accompagnarmi.
Devo ammettere che mi sei mancato molto, però saresti anche potuto venire a salutarmi oggi in stazione. Vabbeh questo non è poi così importante.
Principalmente ti scrivo perché mi stanno succedendo cose strane, molto strane e devo dirlo a qualcuno e sei l'unico di cui mi possa fidare per un tale discorso, ma non voglio scrivertelo per lettera, voglio vederti e dirtelo a voce quindi se riesci a fare un salto ai Tre Manici di Scopa oppure ad intrufolarti nel castello fammelo sapere.
Ti mando questa lettera con il gufo di Albus ma ti prego di mandarmi una risposta tramite un altro gufo così potremo utilizzare quello senza destare sospetti nel petulante Potter (lo so che non devo parlare così di lui, ma mi istiga ed è più forte di me).
Ti lascio che qua la gente dorme e io sto facendo fin troppo casino, devo anche trovare un modo per chiedere il gufo ad Albus... Uff.
Beh, non ho nient'altro d'aggiungere, se non che ti voglio bene e spero di poterti vedere al più presto.
Baci,

La tua piccola lunatica Dora Ninfadora.

P.S. Ho bisogno del gufo anche per un altra persona.


 

Finito di scrivere inserì il foglio in una busta e scrisse l'indirizzo di Teddy Lupin.
Teddy era la persona al di fuori della sua famiglia con la quale aveva più legato, era come il fratello maggiore che non aveva mai avuto, per lei, probabilmente aveva legato così tanto con lui perché figlio di Tonks e Lupin, persone alle quali era legata per via del nome; pensare che solo un nome possa sprigionare un tale legame tra le persone può apparire come un'idea folle, ma lei folle lo era. Il fatto è che si sentiva tanto simile a Tonks e si impegnava il più possibile per diventare come lei e ci riusciva anche se solo nel cambiare il colore ai capelli e alle cose e ad essere sbadata.

Si ristese sul letto e la sua gatta le si accoccolò vicino per farsi coccolare. Rimase sveglia fino all'ora di colazione, si cambiò e si diresse verso la Sala Grande, si sedette e tenne il posto a qualche compagno tra cui John poi appoggiò la testa sul tavolo e chiuse gli occhi stremata.
“SVEGLIA!” le urlò John nell'orecchio solleticandole i fianchi e lei sobbalzò tirando un flebile urletto “Sei pazzo, Capra!” disse furiosa tanto da far cambiare il colore dei suoi capelli da verde a rosso senza nemmeno rendersene conto “Potevo morire!” “Oh, suvvia non essere esagerata come tuo solito. Nemmeno un babbano muore perché qualcuno gli fa il solletico e gli urla nell'orecchio.” . Al solo udire la parola “babbano” qualcosa nell'animo di Dora cambiò e la sua espressione passo dall'arrabbiato al preoccupato “No...no...Tu non lo sai vero? Non puoi saperlo. Non lo sa nessuno” disse con voce tremante “Sapere cosa? C'è qualcosa che non va?” lei lo guardò con fare interrogativo “Che?.... Oh niente. Ho dormito poco e sto delirando un po' dal sonno.” Appoggiò di nuovo la testa sul tavolo e sentì le mani di John accarezzarle i capelli e arrotolarli con le dita. “Non stai bene, vero?” L'unica risposta che ebbe dalla ragazza fu un mugolio. “Che succede?” Lei girò la testa e lo guardò “Niente... Sono solo stanca e quando sono stanca dico cose a caso, ok?” “Ok, ma ora sbrigati a mangiare qualcosa che dobbiamo andare a lezione.” “ODDIO!” disse alzando la testa di scatto “Di cosa?” “Mh... Pozioni e Trasfigurazione stamattina.” “Che palle Capra, non potevi scegliere Divinazione per questa mattina? Almeno avrei dormito senza rischiare di fare casini.” “Tanto te combini sempre casini, Bestiolina.” “NON chiamarmi Bestiolina... Non oggi.” . Dora si alzò senza incrociare lo sguardo di John, il che lasciò il ragazzo molto perplesso, prese un po' di dolcetti e se li infilò in borsa, poi andò da Albus e Rose che stavano tre quarti del loro tempo insieme. "Albus mi serve un favore.” “Che tipo di favore?” “Mi serve il tuo gufo per mandare una lettera a Teddy.” “Una lettera? Di già? È appena il primo giorno e già gli scrivi?” “Senti, non farmi tirare fuori nomignoli offensivi a caso, aiutami e basta senza fare domande. È una cosa molto importante.” “Ok, ok te lo presto.” disse Albus sbuffando come suo solito.
Dora non parlò più né a John né ad Albus per tutta la mattina, stette sempre seduta un po' in disparte tentando di seguire le lezioni ma finendo sempre per essere sgridata perché sorpresa a dormire. Un inizio del genere non preannunciava una anno molto roseo per lei.


 

 

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Capitolo 4
*** Conforto ***


Conforto


Era una mattina d'autunno: una di quelle mattine in cui non fa ancora tanto freddo ma le foglie gialle stanno già svolazzando per poi cadere a terra. Era autunno e Dora e Remus stavano passeggiando mano nella mano. Dora era felice, sorrideva anche se aveva un brutto presentimento. Si fermarono entrambi e si abbracciarono, la ragazza lo fissava dritto negli occhi accarezzandogli le guance, li scrutava nel profondo: emanavano tranquillità e dolcezza. Improvvisamente il cielo diventò scuro ed una figura incappucciata si diresse verso i due amanti. Dora impugnò la sua bacchetta e così fece anche quella figura. Dora non fece a tempo a lanciare un incantesimo che quella figura urlò “AVADA KEDAVRA!” e colpì Remus che cadde senza vita a terra. Ninfadora si inginocchiò su di lui in lacrime. “Expelliarmus” disse rivolta verso quello sconosciuto disarmandolo, si alzò e gli andò incontro “Crucio!” disse in preda alla rabbia ma stranamente sentì male anche lei. Finalmente si avvicinò abbastanza da vedere il volto del nemico, lanciò una seconda volta la maledizione Cruciatus per poi scorgere il volto e riconoscerlo. Era il suo.

Dora si svegliò e si mise a sedere di scatto tappandosi la bocca e mordendosi la mano per evitare di urlare; era sudata e in lacrime. Corse in bagno e si lavò la faccia, non appena alzò la testa dal lavandino sentì una persona metterle una mano sulla spalla e si girò spaventata, voleva urlare ma la voce non usciva. La persona davanti a lei l'abbracciò. “Sh... Calmati.” disse accarezzandole la testa; quella voce la conosceva benissimo “John...” disse lei singhiozzando “Che ci fai qui?” “È da stamattina che mi sembri strana... Mi sono addormentato in corridoio fuori la tua camera nel caso avessi avuto bisogno, che succede?” “Non te lo posso dire, John.” “Ok... Comunque ora calmati. Nulla può farti del male. Ci sono qua io.” disse lui continuando  a stringerla a sé “Andiamo fuori a prendere una boccata d'aria.” “Ma non possiamo” “Tranquilla al massimo dirò che è tutta colpa mia” Dora alzò la testa e lo guardò negli occhi “Ok, grazie.”. Andarono fuori e l'aria fresca che accarezzava le loro guance asciugò completamente le lacrime di Dora. Erano arrivati alla Torre di astronomia quando John si fermò e l'abbracciò un'altra volta “Come va ora?” “Un po' meglio” rispose lei “Allora torniamo di sotto.” (le camere dei Tassorosso erano nei sotterranei) Dora annuì e i due tornarono nel loro dormitorio. Si sedettero su un divanetto nella sala comune e Dora si accoccolò vicino a John il quale l'abbracciò e inizio ad accarezzarle i capelli “Sono rimasti rossi ancora da stamattina.” “Che?” “I tuoi capelli: sono diventati rossi stamattina quando ti sei arrabbiata con me.” “Oh, giusto.” disse Dora facendoli tornare del loro colore naturale. “Capra...” “Sì?” “Perché ci sei sempre quando sto male?” “Perché capisco cosa voglia dire sentirsi diversi e non voglio che tu sia sola.” “Non ti stai innamorando di me, vero?” John deglutì e passarono dei minuti prima che rispondesse “Perchè mi chiedi ciò?” “Per avvisarti per tempo che non mi interessi” disse guardandolo negli occhi. Lui ridacchiò “Certo che sei strana forte te...Non mi sto innamorando di te... anzi, se proprio lo devo dire, mi piace la tua amica... la Weasley.” “Rose?” “Sì, lei.” “Uuuuh... Capra e Rose, che coppia.”. Dora scoppiò a ridere muovendo le gambe. “Sh... Zitta, o sveglierai tutti!” disse John tappandole la bocca. Dora si calmò e i due si addormentarono abbracciati.

n.d.a. Lo so è corto questo capitolo mi spiace molto. Grazie a chi legge questa fanfict vorrei sapere un po' che ne pensate quindi non esitate a recensire.
Grazie ancora a WhoLovesLife perchè mi sopporta e supporta.

 

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Capitolo 5
*** Confessioni ***


Confessioni

Era passata circa una settimana e mezza dall'inizio della scuola e l'umore di Dora era tenuto stabile solo dall'affetto che riceveva da John nei momenti in cui riuscivano ad essere soli, quindi principalmente di notte. Affetto che non andava oltre a qualche abbraccio e qualche carezza ma che riusciva a calmarle l'animo tormentato dagli incubi. Dopo quella settimana e mezza Dora ricevette (finalmente) una risposta da Teddy.

6 Settembre 2019
Cara Dora,
non sono potuto venire a salutarti in stazione, ma avrei voluto e spero tu non te la sia presa per questo fatto.
Detto ciò vado subito al sodo, dunque facendo un po' di conti la lettera dovrebbe arrivarti in tempo, almeno lo spero, per avvisarti che posso venire nella Torre di astronomia la notte dell' 11 settembre.
Sappi che è rischioso per entrambi un tale incontro ma visto che hai bisogno di me rischierò. Per il resto non ho altro da dirti, se non ti vedrò l'11 all'ora TENTERÒ di venire la settimana dopo.
Il gufo è mio e puoi usarlo anche per l'altra persona.
Baci,
il tuo “fratellone” Teddy
.

La ragazza sorrise appena letta la lettera visto che si sarebbe potuta sfogare proprio quella sera dato che era l'11 settembre. Decise prima di incontrare Teddy decise di scrivere a Remus per paura di non poterlo più fare, prese un foglio e l'inchiostro lilla e iniziò a scrivere.
11 Settembre 2019
Caro Remus,
è passata solo una settimana e mezza e già sto morendo assalita da continui incubi dove tra noi finisce male, molto male.
Stasera parlerò ad una persona della nostra relazione perchè non riesco più a tenermi tutto dentro; non so come andrà a finire, potrebbe anche finire tutto subito, non so bene che rischi si corrano a stare con un babbano ma per te sono disposta a correrli.
Dai la lettera di risposta al gufo e lui la porterà a me.Spero che tu risponda presto.
Ti amo,
Tua Ninfadora.

Chiuse la lettera in una busta, la diede al gufo e scese in sala Grande per la cena. Durante la cena evitò il contatto verbale con John, anzi, evitò ogni tipo di contatto per tutto il tempo. Solo alla fine lo guardò negli occhi e gli fece un cenno con la testa che lo fece capire che quella sera non si sarebbero ritrovati come era ormai loro consuetudine visti i continui incubi di Dora.
Finita la cena la ragazza andò in camera sua e si tolse la divisa scolastica per lasciare posto ad un morbido paio di pantaloni bianchi ed una maglia sformata e troppo larga per lei (probabilmente non era nemmeno sua) verde bottiglia. Aspettò che tutte le luci venissero spente poi, circondata da un incantesimo silenziante si diresse verso la Torre d'astronomia attenta a non essere scoperta e lì vide Teddy. Gli corse incontro sciogliendo l'incantesimo e lo abbracciò scoppiando in lacrime. “Hey... Non pensavo fosse successo qualcosa di tanto grave da farti piangere come quando eri bambina.” disse il giovane asciugandole le lacrime leggermente chinato su di lei. “Cosa ti hanno fatto?” “Niente...” disse Dora tirando su col naso “Qui non mi hanno fatto niente di male... Il fatto è un altro.” “Se non me lo dici non capisco” La ragazza fece un grande respiro, chiuse i pugni e gli occhi e ritta in piedi disse “Sono innamorata di un babbano” tutto d'un fiato. “Innamorata di un babbano?” disse Teddy un po' incredulo “Sì... L'ho conosciuto quest'estate” disse lei sedendosi sulla fredda pietra della torre “E lui cosa prova per te?” “Gli stessi sentimenti che provo io, ma non credo che abbia capito cosa sono." “Suvvia, lo dici come se tu fossi un mostro...” “Potrei esserlo, per i babbani potremmo esserlo tutti...” Teddy sospirò e si sedette di fianco a lei “Descrivimelo.” “Beh... Lui... Lui ha questi occhi che mi guardano sempre con dolcezza, come se non fossi per niente strana, e poi il suo sorriso mi mette sempre di buon umore. Porta gli occhiali, lo fanno sembrare un intellettuale, mi piace. E poi ha una barbetta rossiccia come i suoi capelli.” “Sembra carino.” Teddy abbozzò un sorriso che Dora non vide a causa del buio “Poi... Ha quel nome...” “Che nome?” “...Remus.... Si chiama come tuo padre...” “Pensi che siate legati dai nomi?” Dora annuì cercando di trattenere le lacrime “Sei molto legata alla storia dei miei genitori, vero?” “Sì...” “Anche la loro relazione ha riscontrato dei problemi... Sono sicuro che andrà tutto bene tra di voi” “Già...” “Cosa sei disposta a fare per stare con lui?” “Tutto il possibile...” Teddy le mise il braccio attorno alle spalle e la ragazza appoggiò la testa su di lui. “Luna e Neville lo sanno?” “Mh.. No. Non ho il coraggio di dirlo... È già tanto se l'ho detto a te.” “Non credo che farebbero storie...” “Non mi sento ancora pronta nonostante vorrei poter spiegare a mio padre il perché dei miei viaggi fino a Londra e farmi scusare per tutte quelle volte che l'ho trovato addormentato sulla poltrona ad aspettarmi per la cena.” Teddy ridacchiò e le scompigliò i capelli. “Fai tardi la sera, eh? Che ribelle.” “Sì, e rischio l'espulsione perchè te vieni a trovarmi di notte.” rispose lei ridendo a sua volta “Sei stata te a chiedermi di venire.” “Ti ringrazio per questo...”. “Ora è meglio se vado.” disse il ragazzo alzandosi e aiutando Dora ad alzarsi prendendola per mano; si abbracciarono. “Tienimi aggiornato su come va con il tuo ragazzo e scrivimi per qualsiasi bisogno di aiuto.” “Ok, lo farò senz'altro." “Mi devi una burrobirra per questo.” disse infine lui sorridendo e smaterializzandosi. Dora tornò nella sua camera e si buttò a letto stremata, si addormentò subito senza il minimo sintomo di nervosismo o preoccupazione. Quella probabilmente fu la prima notte ad Hogwarts nella quale riuscì a dormire senza mai svegliarsi perché si sentiva male.

n.d.a. Salve. Ok lo so che non ci si può smaterializzare entro i confini di Hogwarts ma dovevo trovare un uscita di scena non banale in pratica è un espediente narrativo. 

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Capitolo 6
*** Incomprensioni ***


Incomprensioni

Il giorno dopo l'incontro con Teddy, Dora si svegliò raggiante, si preparò e andò in sala Grande dove trovò Rose ad aspettarla. “Ciao, ti vedo felice oggi.” le disse Rose sorridendo. “Sì, stanotte sono riuscita a dormire.” “Ma come mai questa insonnia e malinconia?” “Eh.. Troppi pensieri credo. O forse mi hanno posseduta, uuuuh.” rispose Dora agitando le braccia per poi scoppiare a ridere. “Sì, sì, ti hanno posseduta.” disse Rose sorridendo. “Però sarebbe bello essere posseduti....” “Significherebbe che sei scarsa e non sai difenderti.” disse Albus spuntando da dietro Dora. “Sempre il solito simpaticone, eh Potter?” “Sì, sono simpaticissimo io.” “Pf... L'importante è crederci.” Albus le rispose facendo una smorfia poi andò a sedersi. Dora continuò a chiacchierare con Rose e quando arrivò John gli fece cenno di raggiungerle, lui si avvicinò alle due ragazze un po' nervoso per via della presenza di Rose. Parlarono un po' e quando Dora vide che tra i due amici si stava creando confidenza disse "Ragazzi, vado a punzecchiare Potter, voi continuate pure senza di me.” “Ni...” (così la chiamava ogni tanto Rose) “Non credi che alla fine sia lui che punzecchia te?” “Punti di vista Rose, punti di vista.” disse girandosi e dirigendosi verso quel ragazzino dai capelli corvini che era intento a leggere un libro. “Potter! Che leggi? Oh, un libro di Erbologia se vuoi ti do ripetizioni.” “Stai zitta Paciock.” “Non chiamarmi per cognome.” Dora non sopportava essere chiamata per cognome perché tutti ad Hogwarts sapevano che la figlia del professore Paciock era una ragazza da evitare perchè era strana e lei non volevano che si sapesse che era lei. “Che c'è, ti vergogni forse di tuo padre?” disse Albus alzandosi in piedi e sfidandola con gli occhi “No! Per niente! MIO PADRE È UN GRANDE MAGO!” disse lei furiosa avventandosi sul ragazzo. L'avrebbe picchiato se non fosse stato per alcuni compagni che li fermarono trascinandoli uno dal lato della Sala opposto all'altro. “Patetica, Paciock, patetica.” disse il ragazzo mentre lo trascinavano via “Tu! Viscido bastardo, la pagherai” rispose Dora.
Dopo quella rissa mancata Dora si diresse nella sua camera, entrò e sbatté la porta chiudendola, si butto sul letto e scoppiò in lacrime lanciando cuscini e coperte ovunque distruggendo soprammobili e spaventando la povera Kira. Sentì qualcuno bussare e rispose “Chi è?” singhiozzando. “Sono io... John... posso entrare?” “Se proprio ci tieni...” Il ragazzo entrò guardandosi intorno ma evitando commenti sulla camera distrutta e sporca d'inchiostro di mille colori, si sedette vicino e le mise una mano sulla spalla. “Sai.... Albus ti vuole bene, è solo che non ti comprende e in più credo si vergogni nel far sapere a tutti che siete così legati... “ “Perchè?” “Perchè te sei diversa... Sei 'la figlia di Paciock'” “MI SPIEGHI CHE VUOL DIRE? CHE HO DI STRANO? SONO UN ANIMAGUS? NO! SONO UN LUPO MANNARO? NO! UNA QUALCHE STRANA CREATURA? NO! CHE SONO DI COSÌ TANTO DIVERSO ED INCOMPRENSIBILE?” Dora era furiosa e in lacrime. “Non credo di riuscirtelo a spiegare” disse John cercando di abbracciarla ma lei si tirò indietro “Non toccarmi Capra! Non sono il tuo calore e il tuo odore quelli che desidererei sentire stanotte... Non mi conforterebbero.” “Ok.” disse il ragazzo alzandosi “Allora buonanotte.” “Notte.”. John se ne andò e Dora si stese sul letto a fissare il soffitto e ad uccidersi di domande.

n.d.a.Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la storia e che l'hanno messa nei preferiti. Mi fate sentire realizzata. Aspetto qualche vostro commento al riguardo :). Grazie e continuate a seguirmi. Il settimo capitolo sarà più lungo

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Capitolo 7
*** Giunti al limite ***


Giunti al limite

Dora si alzò dal letto e vedendo la camera a soqquadro rimembrò quello che era successo il giorno precedente e rimise tutto apposto con un movimento di bacchetta. Andò a lavarsi la faccia per riprendersi dal pianto incessante della notte appena passata poi tornò in camera per cambiarsi. Si stava infilando i pantaloni quando sentì un rumore provenire dalla finestra, si girò e vide un gufo con una lettera nel becco che picchiettava sul vetro. Lo fece entrare e prese la lettera, era diversa dalle solite lettere che riceveva: la carta era candida non come le pergamene che di solito hanno un colorito giallastro e aveva un profumo che a Dora pareva familiare ma non riusciva a riconoscere. L'aprì e lesse la firma alla fine di essa. Era di Remus, iniziò a leggerla lentamente immaginandosi la sua voce.
 
12 Settembre 2019
Carissima Dora,
sono felice di ricevere la tua lettera perché mi manchi moltissimo, e a proposito di incubi dove ci siamo noi due, ultimamente ho fatto un sogno molto strano. Eravamo in un parco insieme, ci stavamo fissando negli occhi e non servivano parole per capirci, ma improvvisamente il cielo si fece scuro e una figura umana che non riuscivo a scorgere bene si avvicinava a noi. Tu eri visibilmente preoccupata poi vidi un lampo verde dirigersi verso di me. Caddi e sentii il freddo in tutto il mio corpo, ti sentivo piangere sopra di me e percepivo la tua presenza e il tuo respiro, ti parlavo, urlavo di non preoccuparti, di non piangere perchè ero lì con te ma tu non mi sentivi. Non riuscivo a vederti, ti sentivo solo, poi ti sei alzata e hai urlato delle parole che non capivo, sembravi furiosa e disperata.
Non ho capito bene cosa fosse successo, so solo che quando mi sono svegliato sono stato assalito da un senso di malinconia. Forse sto iniziando a capire che la nostra relazione sarà difficile da mantenere, ma sono disposto a tutto pur di averti, perfino di andarmene via di casa e scappare con te.
Spero di vederti il prima possibile.
Ti amo,
Remus.

La ragazza si sentì male a sapere che anche lui aveva avuto quell'incubo atroce, ma era sollevata dal fatto che non avesse compreso cosa fosse veramente successo e al momento non voleva dirglielo per non turbarlo troppo. Inserì la lettera nel primo libro che trovò con l'intento di rileggerla per rispondere nel pomeriggio, poi andò a fare colazione.
In Sala Grande trovò John seduto tutto solo intento a bere una tazza di the scuro, gli si avvicinò. “È libero qua?” gli chiese indicando la panca vuota di fianco a lui. “Sì...” “Perchè tutto solo Capra?” “Non lo so, forse perchè ogni volta che sei nei guai ti seguo per consolarti e tutti si convincono che sia innamorato di te e tu hai anche il coraggio di urlarmi addosso.” disse lui con un tono sprezzante. “Scusami John, ma ieri volevo solo stare da sola...” “Sì lo so... Fatto sta che ora sono 'il ragazzo della Paciock'.” “Se ti turba così tanto essermi amico allora non parlarmi più... Bel Tassorosso altruista che sei.. Io vado a lezione.” disse lei riempiendosi la tracolla di dolci che avrebbe mangiato nel tragitto e si diresse verso l'uscita.
Mentre camminava per i corridoi un ragazzo maldestro le andò addosso facendole cadere la tracolla e facendo uscire tutti i libri ma non se ne accorse. Dora si chinò per raccogliere i libri e sentì una presenza sopra di lei, vide una mano accingersi a prendere la lettera che era scivolata da un libro. “Che strana lettera... non è gialla come al solito.” disse quella persona. Dora alzò lo sguardo e vide che Albus stava per leggere la lettera che aveva ricevuto da Remus, si alzò e gliela strappò dalle mani arrabbiata. “C'era scritto “Ti amo”? Ma chi ti ha scritto una cosa del genere?” “Non sono affari tuoi!” “Ma soprattutto, chi potrebbe amare una persona come te? Una diversa?” “Taci!” i capelli cambiarono colore improvvisamente. “Che c'è, ti da fastidio? Forse te l'ha scritta quel tuo amico... Quel John... Sarebbe pensabile visto che è strano pure lui...” “Stai zitto, non sono strana e lui non è strano. Non l'ha scritta lui!” “Allora chi?” “Te lo ripeto, Potter, non sono affari tuoi!” “Bene, lo scoprirò da solo allora.” disse il ragazzo allungando la mano verso il foglio stropicciato nelle mani di Dora. Lei allontanò la mano da quella dell'amico (sempre che si possa chiamare amico uno così) e con l'altra gli tirò un pugno sul naso lasciando cadere la tracolla e facendolo sanguinare. “Tu, piccola bastarda!” disse Albus avventandosi su quella ragazza mingherlina e afferrandole i capelli tirandoglieli facendola gemere ed urlare dal dolore. La ragazza gli tirò uno schiaffo e lo spinse lontano da lei, prese la tracolla e si girò per andarsene. “Non così in fretta, Paciock!” disse il ragazzo dietro di lei girandola bruscamente e dandole un pugno sulla bocca spaccandole il labbro. “Ora siamo pari!” disse lasciandole il braccio che poco prima stava tenendo stretto per non farla scappare.
La ragazza scappò in bagno piangendo e si sedette stremata a terra,. L'amica Rose, che era appena uscito da uno dei gabinetti, la vide e le si avvicinò. “Ni... Perché piangi?” La ragazza alzò la faccia sanguinante. “Perché tuo cugino mi ha fatto questo. Fortunatamente nessuno ci ha visti.” “Ommioddio, devi dirlo ai professori.” “No! Ho iniziato io la rissa, quindi non me la caverei... Mi metterebbero in punizione e sarei la vergogna di mio padre.” “Suvvia, tuo padre ti vuole bene, non saresti mai la sua vergogna.” “Tutti i professori verrebbero a conoscenza che l'adorabile e delicata figlia del professor Neville Paciock è in verità una ribelle arrivata alle mani con il figlio del grande Harry Potter solo perché lui voleva leggere una lettera che le era arrivata. Poi vorranno leggere la lettera e scoprirebbero tutto.” “Tutto cosa?” “Il mio segreto...” “Che sarebbe?” “Non te lo posso dire.” “Ok, ora alzati e lavati la ferita prima che ti si gonfi il labbro.” Rose la aiutò ad alzarsi e a lavarsi la faccia. “Se vuoi provo a curarlo.” le disse sorridendo. “Vai.” Lanciò un incantesimo che risanò il gonfiore e la ferita fino a farne restare solo una piccola fessura rosso scuro. “Non posso curarla completamente.” “Tranquilla, copro io.” disse lei facendo cambiare il colore delle labbra in un rosso scuro uguale a quello della ferita. “I babbani usano una specie di tintura per le labbra... Rossetto lo chiamano. Ecco, se mi chiedono il perchè di questo colore dirò che ho usato una di quelle cose comprate a Londra per curiosità.” “Perfetto direi.” disse la giovane ginger sorridendole. Dora si guardò lo specchio e cambiò il colore e la forma dei suoi capelli per farli assomigliare a quelli della madre da giovane. “Fai sempre impressione quando lo fai...” “Perchè? È una cosa normale.” disse Dora che era abituata fin da piccola ad apportare tali modifiche al suo aspetto. “Mh... se lo dici te. Ora andiamo a lezione.”.
Arrivata a lezione Dora di avvicinò a John e gli sussurrò “Ho picchiato Albus perché sosteneva mi amassi, quindi mi sono sdebitata.” Poi chiese a Rose che si mettesse lei vicino a lui per non aumentare i pettegolezzi errati sui due ragazzi. “Hai picchiato Albus?” disse il ragazzo incredulo. “Sì! Ma ora lasciami ascoltare la lezione.”. In verità non stette molto attenta durante quella lezione perché intenta a scrivere una lettera a Teddy.

13 Settembre 2019
Caro Teddy,
Remus mi ha scritto una lettera dove mi raccontava un incubo che ho avuto pure io, fortunatamente non ha capito che dopo che quel raggio verde (un Avada Kedavra) lo aveva colpito lui era morto. Non penso glielo dirò, ma sinceramente voglio parlarti di un'altra cosa.
Oggi io e Albus ci siamo picchiati perchè lui sostiene che nessuno possa amare una persona diversa come me... A quanto pare 'la figlia di Paciock' è una persona da evitare, perfino John mi ha evitata stamattina ed io con capisco perchè. Sono diversa in che senso? Io mi sento normalissima, sono solo un po' particolare come mia madre ma lei non la odiavano mica. Rose mi ha detto che fa impressione vedermi cambiare il mio aspetto ma io penso sia una cosa normale non capisco perchè non lo sia per lei. Forse te puoi dirmi perchè cavolo qua la gente mi evita.
Ho voglia di andarmene da qui.
Baci,
Ninfadora.


Dora ignorava il fatto di essere una specie di metamorfomagus, sapeva cos'erano ma non si riconosceva in essi perchè loro potevano cambiare completamente aspetto, trasformarsi in animali od oggetti. Lei poteva solo cambiare colore alle sue parti del corpo o a ciò che toccava: era in pratica per metà metamorfomagus ma ne era ignara. In sei anni però non le aveva pesato l'essere diversa forse perchè non riusciva a capire o forse perchè ora lei era veramente diversa, era quella che amava un babbano e anche se gli altri non lo sapevano si sentiva diversa e sbagliata per quello. La giornata della ragazza passò normalmente dopo quello scontro che cercò di cancellare della mente.


n.d.a. Sono lieta di annunciarvi che sono piena di idee e quindi sfornerò vari capitoli approfittando anche delle vacanze. Ringrazio un mio amico che mi ha aiutata nella correzzione dell'ultima parte per la prima invece devo ringraziere as usual WhoLovesLife.

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***


Rivelazioni

Dora stava fissando schifata i segni viola lasciati dalla stretta di Albus sul suo candido e magro polso,. Avrebbe voluto coprirli ma aveva deciso di evitare i suoi soliti cambi di aspetto per sembrare abbastanza normale, poi si controllò le labbra allo specchio e scoprì che per quanto la magia di Rose avesse arrestato il gonfiore essa non era riuscita ad impedire che quella fessura rosso scuro si contornasse di un lieve ematoma violaceo che alla sola vista le fece storcere il naso. Ma il suo senso di indignazione verso i segni della lotta del giorno prima che aveva dannatamente cercato di dimenticare lasciarono spazio allo stupore di vedere già di ritorno il gufo di Teddy con una lettera di risposta. La lesse sperando di trovare una risposta esaustiva, ma vi era scritto solo che avrebbe dovuto chiedere al padre di questa faccenda. Dora si cambiò ed andò a fare colazione. “Capra stamattina abbiamo lezione di Erbologia, vero?” “Sì, io non vedo l'ora di andarci, tuo padre è troppo bravo ad insegnare.” disse il compagno eccitato. “Ti prego non ricordarmi che mio padre è il mio professore... Chiamalo professor Paciock o Neville se proprio non vuoi dargli così tanta importanza...” “Ok, ricevuto. Lo mangi quello?” disse indicando un pasticcino al cioccolato. Dora fece “no” con la testa e riprese a sorseggiare l'infuso rosso nella sua tazza. “Che bevi?” “Presumo sia una tisana ai frutti rossi.” rispose la ragazza intingendoci dentro un biscotto alla cannella. “Mh... Sembra una cosa troppo da donne o palati sopraffini, mi accontento del mio the nero.” “Bene, ora muoviti a finire o faremo tardi e il tuo professore preferito ci sgriderà...” “Non ho mai detto che è il mio preferito.” disse alla fine John con la bocca ancora piena alzandosi e seguendo la ragazza. “Ah...Dora lo sai che hai un ematoma sulle labbra?” “Sì, mi guardo allo specchio la mattina, non come te.” rispose mettendogli apposto i capelli scompigliati.
La lezione di Erbologia sembrò una delle più lunghe e noiose lezioni a cui Dora avesse mai partecipato, probabilmente perché il padre l'aveva riempita di nozioni di Erbologia per tutte l'estate e quindi le lezioni erano per lei una continua ripetizione delle conversazioni che si tenevano in famiglia durante i pasti. Alla fine di essa la ragazza aspettò che tutti i suoi compagni fossero usciti dalla serra e si avvicinò al padre. “Eh...Professore... Cioè, papà?” l'uomo si girò e la fissò sorridente. “Che c'è piccola?” “Beh ho alcune domande da farti.” “Dimmi pure...” rispose sempre con gentilezza. “Beh, ultimamente mi capita di essere, mh... diciamo di sentirmi, come dire, diversa... o meglio la gente si comporta come se fossi diversa, soprattutto Albus Severus.” “È per questo che hai dei lividi sul braccio e sul labbro? Hai picchiato qualcuno?” “Diciamo che per sbaglio sono arrivata alle mani con uno studente...”. Neville divenne serio “Ti sei mai chiesta perchè riesci a cambiare così facilmente il colore dei capelli e delle tue altre parti del corpo?” “Sinceramente no, l'ho fatto fin da piccola. Pensavo il colore e cosa doveva avere quel colore e quello cambiava.” “Tu sai cosa sono i metamorfomagus, vero?” “Sì che lo so... Ma io non sono una metamosfomagus... Non riesco a trasformarmi in qualsiasi cosa...” “Beh , piccola, si può dire che tu sia in parte una metamorfomagus.” “E me lo dici solo adesso?” chiese la ragazza tra l'esterrefatto, il deluso (perché non gliel'avevano detto prima) e l'eccitato. “Beh, io e tua madre abbiamo deciso di dirtelo solo quando avresti avuto abbastanza conoscenze e consapevolezza o quando avresti avuto problemi con altri ragazzi.” “Ma papà, ti rendi conto? Sono per metà metamorfomagus... Sono come Tonks.” disse la ragazza con gli occhi lucidi dalla felicità. Il padre fece un sorriso e accarezzandole la testa rispose “Se sempre la solita Dora... Riesci sempre a trovare il lato positivo delle cose.”.
Si salutarono e la ragazza tornò al castello per cercare Albus per capire che non andava in lui e nel frattempo pensava a quello che le aveva detto il padre: “Riesci sempre a trovare il lato positivo delle cose” Se glielo avesse detto all'inizio delle vacanze la ragazza ci avrebbe creduto ciecamente, ma in quel periodo aveva i suoi dubbi. Trovò Albus seduto su una panca di pietra che sporgeva sotto ad una delle gigantesche finestre del castello intento a leggere (come sempre quando lo cercava lei). “Albus Severus Potter, proprio te cercavo.” Il ragazzo alzò lo sguardo dal libro e notò con grande piacere i segni della rissa che avevano avuto, e fiero di non averne lui disse “Guarda qua che belle labbra viola che hai” alzandosi e prendendole le guance per poter muoverle la testa. La ragazzo indietreggiò bruscamente “Non osare toccarmi” gli puntò addosso la bacchetta “Uuuh che paura...” “Ti prego Albus sono qui solo per parlare.” “Ok, stiamo a sentire che hai da dire di interessante.” “Perchè mi tratti male? Non credo che la diversità e la stranezza siano il vero motivo.” Il ragazzo si sedette e così fece anche Dora. “Non lo so, cioè lo so. È per non farmi prendere in giro e poi... Devo dire che un po' sono invidioso... Io sono il figlio di Harry Potter e tutti si aspettano chissà che da me invece non sono niente di speciale. Tu invece sei speciale, sei diversa e speciale. Tu tieni fede al tuo nome e poi hai anche un padre professore e sei bravissima nella sua materia.” “Santo cielo, Potter, se vuoi faccio volentieri a cambio di padre... Non è un granché il fatto che sia un professore. Le lezioni sono solo delle ripetizioni noiose e poi se mi scoprissero ad infrangere le regole potrei diventare la sua vergogna... Tu sei bravissimo a Quidditch come Harry, no?” “Sì, ma non esiste solo il Quidditch...” “Io sono convinta che tu sia un bravissimo mago... Non ha senso crogiolarsi per una cosa del genere.” La ragazza gli sorrise e lui rispose al sorriso, poi lei si alzò, gli scompigliò i capelli e se ne andò lasciandolo alla sua lettura.
Quella sera a cena John sembrava più felice del solito e meno disposto a coccolare l'amica. Continuava a parlare del pomeriggio passato a parlare con Rose tutto agitato come se non avesse mai avuto una ragazza, eppure era uno dei ragazzi più belli della scuola e tre quarti delle ragazze gli sbavavano dietro. “Ma lo sai che Rose...” “Capra, ti prego, mi fai venire il mal di testa se continui... Conosco Rose da quando sono nata quindi sì, so che Rose!” “Sei arrabbiata?” “No... È solo che continui a dire le stesse cose... Sembri un bambino.” “Mi capiresti se fossi innamorata anche tu...” La ragazza lo guardò storto poi sospirò “Chi ti dice che non lo sia?” “Beh il semplice fatto che io lo saprei... So sempre tutto della tua vita sentimentale.” “Bene, notizia dell'ultimo minuto dal mondo di Ninfadora... Udite, udite, anche io sono innamorata!” John la scrutò a bocca aperta incredulo per tutta la cena.

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Capitolo 9
*** Di nuovo insieme ***


Di nuovo insieme

Non passò giorno fino all'inizio delle vacanze di Natale in cui John non raccontasse a Dora come stava procedendo la relazione con Rose (erano ad un passo dal mettersi insieme) e cercasse di scoprire chi era il misterioso ragazzo del quale era innamorata l'amica. La ragazza non aveva lasciato trapelare nulla sul suo amato, ma l'amico non si era stancato di indagare. “Smettila Capra! Te ne parlerò dopo le vacanze...” disse la ragazza preparando il baule per tornare a casa (sarebbero partiti quel pomeriggio). “A proposito di vacanze, io e Rose abbiamo convinto i nostri genitori a farci passare metà delle vacanze insieme, probabilmente ci sarà anche Albus, vuoi aggiungerti a noi?” “No, Neville sta a scuola e io e mamma passeremo il giorno di Natale da Teddy, e poi ho altre cose da fare.” “Tipo?” “Tipo sono affari miei...” “Sei troppo misteriosa te...” disse il ragazzo guardandola storto. “Lo prendo come un complimento, e ora muoviti a prendere le tue cose che dobbiamo caricarle sul treno.”. Il viaggio di ritorno fu abbastanza noioso e snervante, John e Rose non facevano altro che scambiarsi effusioni d'affetto come una coppietta e Albus continuava a stuzzicare Dora, come se il pugno che aveva ricevuto non gli fosse bastato e come se il discorso dove il ragazzo confessava all'amica tutta la sua invidia non fosse mai accaduto. Infatti rischiò di ricevere un altro pugno. Arrivati alla stazione Dora tirò un sospiro e si diresse quasi di corsa verso il giovane Teddy che la aspettava con un sorriso raggiante stampato sulla faccia. Si abbracciarono, poi Dora cercò la madre con scarsi risultati. “Ma mamma dov'è?” “Sta aiutando Victoire con i preparativi per Natale, e poi ho pensato che visto che siamo a Londra ti avrebbe fatto piacere andare a trovare un certo ragazzo...” disse facendole l'occhiolino. La ragazza lo abbracciò saltandogli letteralmente addosso e rischiando di far cadere entrambi. “Non sai quanto ti voglia bene in questo momento.” disse quasi in lacrime. “Suvvia, non ho fatto niente di che, ho solo detto che avremo fatto un giro per Londra stasera.” “Però... Lui non sa niente...” “Meglio, così gli faremo una bellissima sorpresa per Natale”.
I due si allontanarono dalla stazione dopo aver salutato gli altri ragazzi, che fortunatamente non avevano capito di che stessero parlando, e si diressero verso la via dove avrebbe dovuto vivere Remus. “Teddy... Ma non posso fare magie fuori da Hogwarts.. Intendo, non posso farmi i capelli di un colore normale...” “Tranquilla se si creano problemi di' che eri in preda ad emozioni forti tipo rabbia o paura... Quelle fanno cambiare il colore dei capelli senza che ce ne accorgiamo." disse il ragazzo sorridendo e cambiando il colore dei propri capelli in un castano chiaro. Dora invece preferì il biondo. Si trovarono davanti alla porta della casa di Remus e Dora bussò con il cuore in gola. Aprì la porta una signora che avrà avuto più o meno l'età di Luna che chiese gentilmente chi fosse. “Eh... Buonasera, sono un'amica di Remus... È in casa?” “Sì, ora lo chiamo, chi devo dire che lo cerca?” “La sua... ehm, dica Ninfadora” “Ninfadora, mh, che nome curioso." disse la donna socchiudendo la porta e salendo le scale. I due ragazzi accostarono l'orecchio alla porta per sentire cosa stesse succedendo all'interno della casa; sentirono dei passi e non fecero tempo a scostare l'orecchio che la porta si aprì facendo perdere l'equilibrio a Dora e facendola cadere a terra. “DORA!” La ragazza alzò lo sguardo e vide il giovane ginger che la guardava sorridente e le porgeva una mano per alzarsi. “Ti sei fatta male?” “No, sono abituata a cadere." disse la ragazza ridacchiando. “Che ci fai qui?” “Eh, SORPRESA!” rispose lei aprendo le braccia per abbracciarlo. Si abbracciarono, poi Remus disse alla madre che sarebbe uscito prima del previsto, richiuse la porta e si cambiò in fretta poi uscì salutando la famiglia. “Eccomi..." “È veramente come me l'hai descritto... Me lo immaginavo solo un po' più alto.” disse Teddy. “Oh, dimenticavo. Remus, lui è Teddy, mio fra.. ehm, un mio grande amico. Teddy, lui è Remus, il mio ragazzo.” I due si strinsero la mano. “Piacere di conoscerti... Dora mi ha parlato molto bene di te... Mi raccomando, se me la rovini te la vedrai con me... Sono bravo con le magie di Trasfigurazione.” “Non credo ce ne sia bisogno, Teddy.” disse Dora sorridendo nervosa. “Come mai bionda?” “Oh, giusto... Beh non volevo sembrare troppo strana nel caso ci avesse aperto uno dei tuoi genitori...” disse. “Che colore vuoi?” “Come scusa?... Non... Non lo so.” “Bene, scelgo io." disse la ragazza cambiando il colore dei suoi capelli in lilla e Teddy invece li cambiò in verde acqua.

n.d.a. Ho dovuto dividere la storia del loro incontro i due capitoli perchè stavo scrivendo troppo quindi il proseguo della serata è nel decimo.

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Capitolo 10
*** Notte Babbana ***


Notte Babbana

I tre iniziarono a camminare per le vie di Londra. “Che si fa stasera, Remus?” chiese la ragazza. “Beh... Io dovrei andare ad una festa in discoteca.” “In discoche?” “Presumo sia un posto dove si divertono i babbani, Dora” “Oooh. E che posto è?” “Un posto dove c'è la musica e drink e altre cose... Beh puoi venire con me, no?” disse il ragazzo sorridendo. Dora guardò Teddy “Posso?” “Vai, ti coprirò io...” “Però... penso che questi vestiti non siano molto adatti." La ragazza guardò qualche vetrina e indicò a Teddy un manichino con un vestito a maniche lunghe in pizzo bianco. “Puoi...” non finì la frase che il ragazzo con un movimento di bacchetta le cambiò gli abiti. “Emh.... ragazzi penso che queste cose sia meglio farle dove non ci possono vedere.” disse Remus con una faccia che era tra il preoccupato e l'incredulo. “Ok... scusa, non sono abituato ad avere a che fare con voi babbani. Comunque penso che io tornerò a casa ora... Vengo a prenderti domani mattina Dora. Mi raccomando, non fare disastri.” “Ok Teddy..." I due si abbracciarono poi il ragazzo si diresse verso un vicolo e si smaterializzò. “Beh, prima di andarci direi di cenare...” “Ehm.. Re... Io ho solo galeoni...e falci” disse mostrando le monete dorate ed argentate che teneva in una borsa fatta a mano. “Tranquilla, pago io. Tanto gli hamburger non costano molto." Mangiarono fuori da un fast food e poi si diressero verso un locale. Fuori dal locale c'era tanta gente e un gruppetto di persone andò incontro ai due ragazzi quando li videro arrivare. “Ciao Remus!” fece un ragazzo coi capelli ancora più arancioni dei suoi (che a Dora ricordavano quelli dei Weasley) dandogli una pacca sulla spalla “Chi è questa bella ragazza? Non pensavo che avresti fatto colpo ancora prima di entrare in disco, eheh.” “Ehm... Sì, beh, lei è... è la mia ragazza.” “La tua ragazza? E perché ce l'hai tenuta nascosta per tutto questo tempo?” “Beh perché lei è...” “Perché non studio qui a Londra e abito nella scuola dove studio.” rispose Dora. “E che scuola è?” “Alex, muoviti che tocca a noi entrare." disse Remus salvando la ragazza che era visibilmente in difficoltà.
Entrarono nella discoteca, la musica era altra e c'erano luci di mille colori ovunque; c'erano fotografi, persone che ballavano e camerieri che portavano caraffe con liquidi di diversi colori. “Wooh, che magia usate per fare queste luci?” “Dora...” disse nervoso Remus “non c'è nessuna magia...” “Oh.. giusto, scusa.” Si sedettero attorno ad un tavolo con l'altro ragazzo ginger e altre persone. “Ah, comunque, non mi sono presentato: sono Alexander, ma puoi chiamarmi Alex.” disse il ragazzo porgendole la mano. “Dora Ninfadora... Ma puoi usare anche solo uno dei due nomi.” disse stringendogli la mano e sorridendo. “Che buffo nome.” ridacchiò il ragazzo. “Oh beh... a me piace molto. Conosci Ninfadora Tonks? Era una str...” “DORA!” urlò Remus appena in tempo. “Che c'è?” “Niente... Cioè volevo sapere cosa volevi da bere.” “Ce l'hanno la burrobirra?” “No..” “Allora boh." “Ok, scelgo io.” “Che è la burrobirra?” fece Alexander curioso. “Come fate a non saperlo? Vabbeh che siete babbani, ma la burrobirra è una bevanda famosissima.” “Babbani?” “Dora.. Ti prego non parlare.” “Ma... Remus...” “Dora...” Dora capì che stava parlando troppo di cose del mondo della magia e si zittì. “Scusami” disse il ragazzo stampandogli un bacio sulle labbra che fece fischiare i ragazzi che erano seduti di fianco a loro e continuavano ad incitare Remus. Dora diventò rossa dall'imbarazzo e ripensò alle parole di Teddy sul cambio di colore quando si provano emozioni forti, guardò i suoi capelli e li vide viola scuro. “Io... Ehm, vado in bagno.” disse la ragazza alzandosi e dirigendosi verso quello che sembrava il bagno. “Dora... va tutto bene?” Remus l'aveva seguita ed era fuori dalla porta. “I capelli Re... Sono diventati viola per l'imbarazzo...” “Come scusa?” “Sono per metà metamorfomagus e i miei capelli cambiano colore a seconda dell'umore.. È una cosa che non posso controllare se provo emozioni troppo forti...” “Metamorfche?” “Lascia stare, ora esco.” Dora era riuscita a far tornare i capelli del lilla di prima e uscì dal bagno. “Ti prego non baciarmi più davanti a quelli.” “Ok piccola... Ora però posso?” “Sì...” Si scambiarono un bacio passionale che sembrò durare ore, poi tornarono al tavolo dove erano già arrivati i drink richiesti. “Woooh, che figata di colori, che effetti hanno? Fanno ringiovanire o trasformare in animali?” “Dora... Non hanno poteri strani.” “Che dici Remus? Un po' di questi e vedi come parti... Ti fan venire l'euforia e se esageri il mal di testa e la nausea.” disse Alex sorseggiando il suo drink. “Figo.. ora provo.” Dora fece un sorso e poi iniziò a tossire. “È forte... Non ho mai bevuto bevande alcoliche così forti prima d'ora.” “Allora non berne tanti.” le sorrise Remus.
Ballarono un po', poi Dora preferì uscire perché la musica troppo alta e le bevande troppo forti stavano iniziando a darle alla testa. I due amanti si sedettero a guardare il cielo, lontani dagli ubriachi stesi a terra o accovacciati ed intenti a vomitare. “Guarda che bella la luna...” disse Remus fissando la luna piena nel cielo. “Meno male che non sei un lupo mannaro.” “La smetti di fare allusioni al tuo mondo? Finirai per cacciarti nei guai." “Scusami."
I due stettero abbracciati a baciarsi fino a quando Alex non si posizionò davanti a loro e iniziò a battere le mani “Bene Remus, ora puoi anche levare la lingua dalla gola della tua ragazza e venire a casa.” “Ti prego Alex, sii un po' meno rozzo... Comunque può stare anche Dora con noi?” “Sì... Ma solo perché mi sono trovato una donna anche io." disse indicando una ragazza con lunghi capelli neri che era abbracciata a lui. “Ha l'aria di non essere tutta apposto.” disse Dora osservandola e alzandosi. “Sì, beh, sarà sicuramente ubriaca.” rispose Remus sbuffando. “Preparati a sentire rumori vari stanotte.” Dora capì subito a cosa stesse alludendo il ragazzo e notò anche che era meglio non approfondire il discorso.
Andarono tutti a casa di Alex. “Beh... ho solo un letto singolo per voi... Dormite insieme, vero?” Dora sobbalzò perchè non aveva mai dormito veramente con un ragazzo, escludendo quella sera in cui si era addormentata abbracciata a John. “Non c'è problema Alex." fece Remus. I due entrarono nella stanza a loro designata. “Emh... Io.. Non ho il pigama.” disse la ragazza imbarazzata. "Beh, stiamo insieme, quindi puoi dormire anche in mutande e reggiseno, no?” “Sì, giusto.” disse ancora più nervosa. I suoi capelli si tinsero di viola come prima. “Hey, sei forse imbarazzata? È una cosa normale in una coppia.” “Sì, lo so, è che... Non mi è mai capitato, ecco.” “Tranquilla.” fece lui baciandola e intanto slacciandole il vestito. Poi lo sfilò e fece lo stesso con la sua camicia. Pochi secondi dopo si trovarono entrambi stesi sotto le coperte l'uno abbracciato all'altra come il giorno in cui si erano salutati. Dora era appoggiata al petto di Remus e il suo respiro era veloce per via della preoccupazione, ma si stabilizzò non appena Remus iniziò ad accarezzarle la schiena facendole il solletico e a sussurrarle parole dolci e confortanti. Si addormentarono stretti come se Remus stesse proteggendo e Dora teneva una mano stretta come se stesse impugnando la bacchetta, ma nulla li avrebbe divisi quella notte, nemmeno la magia del mago oscuro più potente che fosse mai esistito avrebbe potuto spezzare quell'incantesimo che li teneva uniti chiamato amore.

n.d.a. Beh che dire questo è il proseguo della storia iniziata nel capitolo precedente e devo dire che forse è quello che preferisco per ora. Fatevei sentire. Ciao :)

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Capitolo 11
*** Notizie sgradite ***


Notizie sgradite

La mattina dopo Remus si svegliò molto prima di Dora, Alexander e la sua ragazza da una botta e via. Andò in bagno a lavarsi la faccia e notò che fuori stava albeggiando, così decise d'uscire per gustarsi meglio quel panorama. Faceva freddo ma il ragazzo non si curava dell'aria che gli sfiorava la pelle. Sentì una persona dietro di lui e si girò. “Oh, sei tu.” Dora era dietro di lui con la sua camicia indosso (abbastanza inutile). “Scusa, faceva freddo." disse ricordandosi che stava indossando un indumento non suo. “Tranquilla... È presto, perchè non torni a letto?” “Stavo pensando a come tornare a casa...” “Non doveva venire Teddy?” “Sì, ma non mi ha detto quando e dove... Quindi devo trovare un modo per tornare prima che si svegli. MA CERTO, DIAGON ALLEY.” urlò la ragazza correndo a prendersi la borsa e a mettersi i collant e le scarpe usate la sera prima. “Io vado... Ti amo." disse Dora stampando un bacio sulle labbra di Remus per poi correre fuori dalla casa senza lasciare tempo al ragazzo di salutarla e ricordarle che stava indossando la sua camicia, e non poté nemmeno rincorrerla perchè era in boxer e la ragazza stava correndo all'impazzata.

Dora raggiunse il Paiolo Magico dal quale raggiunse Diagon Alley e utilizzò uno dei camini presenti per arrivare a casa di Teddy con la Metropolvere. Venne scaraventata fuori dal camino della casa di Teddy facendo più rumore del dovuto, si pulì dalla fuliggine e, cercando di non fare rumore, si mise a cercare da mangiare facendo inevitabilmente (vista la sua sbadataggine) cadere un barattolo di latta pieno di biscotti. “Ti sembra questa l'ora di tornare?” sentì dire alle sue spalle mentre imprecava. Ebbe un sussulto poi si girò. “Oh... Ciao Teddy... Non volevo svegliarti.” “Non sembrava. Ahah. Comunque come mai qui?” “Eh, non mi hai detto quando e dove saresti arrivato quindi ho deciso di usare la Metropolvere.” “Non sapevo fosse di moda girare con una camicia da uomo e sotto solo dei cololant nel mondo dei Babbani." “Oh cazzo... Mi sono dimenticata di restituirla a Remus... Non abbiamo fatto niente... cioè, hai capito che intendo.” “Dora... anche se l'avessi fatto non ti farei di certo storie.... Mica sono tuo padre.” “Oh, giusto.” disse sorridendo. “Ora forse è meglio che ti lavi e ti cambi, però. La camicia dalla a me che se non ci fossi io qua te saresti già nei pasticci.” “Grazie Teddy.” disse la ragazza abbracciandolo per poi andare nel bagno a lavarsi.

Finito di prepararsi la ragazza si diresse verso la cucina dove trovò Teddy che accarezzava un gufo appollaiato sullo schienale di una sedia. “Sbaglio o è quello di Albus?” disse riconoscendo l'animale. “Sì, è proprio lui. Harry mi ha mandato una lettera, dopo Natale verranno Albus, Rose e un certo John da noi.” “Cosa? NO....Non possono. Io devo andare a Londra.” disse la ragazza ricordando il biglietto che poco prima aveva lasciato nella mano di Remus, salutandolo con scritto giorno, ora e luogo del loro prossimo incontro. “Beh, verranno anche loro.” fece il ragazzo sorridendo. “No! Loro... Non sanno di Remus... Ti pensi se lo scopre Albus? Non la finirà mai di prendermi in giro. Quel ragazzo è insopportabile.” “Suvvia, non fare così.” “Ma ti pare? Quello si crede chissà chi solo perchè si chiama Potter di cognome. In Serpeverde lo dovevano mettere, altro che Grifondoro. Sembra anche peggio di quel Malfoy... Quello che andava a scuola con mio padre.” “Verrò anche io con te e ti prometto che non lo scopriranno. Ora calmati che il rosso non ti dona da arrabbiata.”. La ragazza si rese conto di essersi arrabbiata e di aver praticamente urlato e sentendo i passi della madre e di Victoire si lasciò cadere sulla sedia delusa da sé stessa. “Buongiorno” disse Luna sorridendo. “Siete molto mattinieri.” continuò con un tono calmo e benevolo. “Sì, volevo vedere l'alba.” disse Dora nervosa cercando una scusa. “Oh, bello. Penso sia meglio sbrigarsi con la colazione che tra due giorni è Natale e dobbiamo preparare tutto.”. A questo punto Dora realizzò di avere molta fame e si mise più comoda pronta ad affondare i denti in del buon cibo. Mangiarono tutti insieme e passarono il pomeriggio ad addobbare la casa.

n.d.a. Scusate il ritardo ma ci ho messo un po' a farmi correggere questo capitolo e nel frattempo ho scritto il dodicesimo, il tredicesimo e parte del quattordicesimo ma vanno tutti copiati al computer, modificati se ce n'è il bisogno e corretti e in più sto scrivendo un'altra ff a capitoli che dovrebbe comprendere 4 capitoli per la quale ho più ispirazione.
Spero possiate perdonarmi.
Non ho mai nominato chi mi segue e chi ha messo questa storia tra i preferiti quindi ringrazio darckmoon87, PervincaGranger7 e WhoLovesLife per aver messo la ff tra i preferiti e asder e piccolapotterina per averla messa tra le storie seguite. Spero di sentirvi al più presto.

 

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Capitolo 12
*** Natale ***


Natale

 

Il giorno di Natale Dora era più tranquilla che mai; si era letteralmente dimenticata dell'imminente arrivo non gradito dei propri amici. Aveva trovato una montagna di pacchetti davanti al camino acceso. Cercò quelli col suo nome e non esitò ad aprirli: c'era un piccolo pacchetto avvolto da una carta lilla, probabilmente fatto dalla madre, lo scartò e ci trovò una collana, sicuramente proveniente dall'estero, che aveva un profumo di fiori tropicali. Poi aprì gli altri: suo padre le aveva regalato una dispensa dove descriveva le piante scoperte quell'estate, Dora guardò quell'insieme di pergamene con riluttanza (e si chiese perché continuava a seguire Erbologia anche dopo il G.U.F.O.) e lo posò per passare ad altri regali; Rose le regalò un barattolo con una crema color Pervinca con un biglietto con scritto “Non è proprio uguale a quello dei Babbani ma almeno questo rossetto aiuta a far guarire i lividi.” Dora sorrise sperando di non doverlo usare presto. John le regalò della cioccolata e un cuscino morbido che cambiava colore a seconda dell'umore di chi lo usava e in più conciliava il sonno. Albus le aveva inviato un pacchetto di caramelle mou e Harry aveva allegato al regalo un piccolo album con le foto del vecchio Ordine della Fenice e alcune foto di Ninfadora e Remus conoscendo la sua fissazione per quella coppia. Dora apprezzò di più il regalo di Harry che quello di Albus ma fece finta che arrivassero entrambi dal ragazzo sotto consiglio del padre. L'ultimo regalo fu quello che piacque di più di tutti a Dora: vide una piccola gabbia con dentro un curioso uccello con il petto giallo e il resto del corpo nero e bianco e una busta vicino ad essa con scritto il suo nome. L'aprì e lesse quello che c'era scritto: “È una cinciallegra. Lo so che è molto piccola e di sicuro meno veloce dei gufi per il trasporto di lettere, ma è decisamente meno rischiosa perché diurna. Spero che ti piaccia. Il tuo fratellone Teddy. P.S. È perfino dei colori di Tassorosso.”. “Ti piace?” sentì dire da dietro di lei. Si girò e vide Teddy sorridente. “È bellissima e Kira l'approva.” disse indicando la propria gatta che annusava curiosa la cinciallegra. “Certo, sarà difficile scrivere lettere lunghe e mandarle ma è sempre meglio di niente. Spero stia bene a scuola.” “Sono convinto che starà benissimo.” “Oh, Teddy, guarda cosa mi ha regalato Harry.” disse mostrandogli l'album di foto. “Oh, che bello. Sai che ne regalò uno uguale anche a me quando andavo ancora a scuola?” “Sul serio? Siamo proprio fratelli.” sorrise Dora. “Dai, ora aiutami ad aprire i miei.” disse Teddy. In quel momento Dora si rese conto di non avergli preso niente nonostante fosse stata a Diagon Alley. “Teddy... Ehm... Io non ti ho comprato niente. Cioè, quando andiamo a Londra ti prendo qualcosa.” “Non serve, credimi. È già un regalo il fatto che voi siate qua.”
“Buongiorno voi due. Sempre svegli presto, eh? Come i bambini.” disse Victoire sorridendo ai due ragazzi intenti a scartare i regali. “Sì, ci divertiamo.” disse Teddy alzandosi e baciando la ragazza. “ Dora, forse è meglio se ti vesti così poi mi aiuti a far da mangiare.” “Certo Victoire, ora vado.” disse Dora prendendo i regali e andando in camera. Mise tutti i regali sul letto e aprì la gabbia della cinciallegra, la quale salì sul suo dito e si appollaiò. Dora l'accarezzò e la cinciallegra le beccò il dito dolcemente. “Come potrei chiamarti? E soprattutto, sei maschio o femmina?” La ragazza rimase ad accarezzare la cinciallegra fino a quando non sentì Victoire chiamarla. Si vestì di corsa e raggiunse la ragazza e la madre in cucina seguita da Kira e lasciando la cinciallegra libera in camera. “Buon Natale, comunque.” “Buon Natale, tesoro.” disse Luna dandole un bacio sulla fronte. “Piaciuta la mia collana?” “Oh, sì certo. Papà mi ha regalato la sua ricerca riscritta.” “Oh, che carino, così potrai prepararti prima sull'argomento.” “Sì, certo.” disse la ragazza visibilmente poco entusiasta. “Penso che la darò a Capra, così si può vantare con papà, visto che lo idolatra. Sai invece cosa mi ha regalato Harry?” “Cosa?” “Un album con le foto di Lupin e Tonks anche da giovani. Come quello che mi avete regalato tu e papà dei vostri anni di scuola.” “Oh, che carino.” “Sì, molto.” “Luna, Dora, potete venire qui? Ho bisogno di aiuto.” disse Victoire alle prese con i fornelli. Le due la raggiunsero e si misero a preparare il pranzo. Il pranzo di Natale era talmente abbondante che si prolungò fino alla cena e dopo di essa seguì una cioccolata calda davanti al camino per poi andare a letto.

n.d.a. Lo so è abbastanza di passaggio questo capitolo ma mi sono divertita un sacco a descrivere i regali. Ringrazio vivamente Felix_Felicis00 che ha recensito tutta la ff e l'ha messa tra le seguite. Ho già scritto molto devo solo copiare e correggere. A presto (spero)

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Capitolo 13
*** Gita a Londra ***


Gita a Londra

Il giorno dopo Dora si svegliò a causa di un vocio proveniente dalla cucina; "Che diavolo succede qua?” disse le ragazza entrando, stropicciandosi gli occhi. “Buon Natale, eh.” disse una voce familiare che si accorse provenire da John appena riuscì a mettere a fuoco le persone davanti a lei. “Siete già qua?” “Eh sì, Dora. Ho detto ad Harry che dovevamo andare a Londra e quindi ha fatto arrivare i ragazzi stamattina. Si è aggiunto anche James.” “Sirius? Ciao Sirius.” disse la ragazza salutando l'amico come se non lo vedesse da anni (anche se andavano entrambi a Hogwarts). “Ciao Dora.” fece lui abbozzando un sorriso. “Ciao Rose e Capra e.... beh, ciao anche a te.” si rivolse ad Albus con una smorfia. “Ciao, Dora. Come mai Londra?” “È bella.” “A me non sembra.” "Nessuno ha chiesto il tuo parere.” “Dora, ti prego, lascia stare. Non vale la pena di discutere con mio fratello.” disse James un po' irritato. “Dai Dora, va a vestirti.” fece Teddy sorridendo con l'intento di calmare gli animi. La ragazza corse a vestirsi, poi andò in cucina dove tutti partirono per Diagon Alley con la Metropolvere.

“Ma allora tu e Rose state insieme?” chiese Dora a John mentre entravano in un negozio di scope e accessori per il Quidditch (Rose aveva preferito seguire Teddy in Farmacia per far rifornimento di ingredienti). “Oh, sì. Sono felicissimo.” “Si vede, Capra. È per quello che mi hai regalato quel cuscino? Così posso abbracciare qualcosa al posto tuo?” “Sei gelosa?” “Assolutamente no. Chi si metterebbe mai con una capra? Le capre puzzano.” disse la ragazza ridendo. “Sì, sì, come no.” “Io devo andare dai Babbani.” “Che? Io e Rose pensavamo di stare qua a cercare cose interessanti.” “Se vuoi ti posso accompagnare io.” disse James che era entrato nel negozio dopo di loro. “Teddy ha degli acquisti da fare e Albus lo sai com'è... Non verrebbe mai.” Dora pensò un po' poi annuì sorridendo verso il moro. “Capra, di' a Teddy che siamo via. Penso che torneremo direttamente a casa. Ora andiamo, ciao.” James e Dora salutarono John e si diressero verso il Paiolo Magico. James Sirius era un ragazzo alto, col fisico asciutto, la pelle chiara, i capelli scuri e scompigliati come il padre e il nonno. Aveva un anno in più di Dora ed era al suo ultimo anno di scuola. “È da un po' che non ci si parla, eh Dora?” “Sì, beh, non ti fai mai vedere.” “Questo è perché tu sei troppo presa a dar corda a mio fratello per vedermi.” “Forse hai ragione. Ma lo sai che stai diventando bello, Sirius?” “Lo sono sempre stato.” “Ma ti da fastidio se ti chiamo Sirius?” “Tranquilla. Non mi cambia molto un nome o l'altro.” “Dicono che Sirius Black fosse affascinante.” “Non a caso ho il suo nome. Sono affascinate.” Dora scoppiò a ridere e poi si fece seguire fino ad un bar babbano. “Due muffin, per piacere.” disse Dora alla cameriera. “Tu finirai per fare indigestione di quelle cose. Ti vedo sempre riempirti la borsa di muffin, la mattina.” “Già, non ho tempo per mangiare seduta.” “Ma se sei una dei primi Tassorosso a scendere.” “Dettagli.” “Comunque, come mai qua?”. Dora esitò un po' prima di rispondere, perché James era l'ultimo ragazzo con cui avrebbe parlato d'amore, dopo Albus. Sospirò e rispose: “Devo aspettare una persona.” “Oh, ok.” “Sirius, puoi ringraziare tuo padre per il regalo?” “Certo. Sai che le caramelle le hai avute per merito mio?” “Quindi Albus non mi ha regalato niente, in parole povere.” “Sì, non so perché sia diventato così.” “Saranno i Gorgosprizzi.” disse la ragazza azzannando il suo muffin. “Ahah, probabile.” “Teddy mi ha regalato una cinciallegra per mandare delle lettere, un gufo sarebbe stato troppo normale per me. L'ho chimata Tosca perché è nera e gialla come la mia Casa e è una femmina, credo.” “Se non esistesse una come te la si dovrebbe inventare.” “Sì, beh, se non ci fossi io il mondo soffrirebbe troppo.” “Decisamente.” fece James scoppiando a ridere.
Dora scorse due persone dalla chioma rossa e si sbracciò fino a quando due ragazzi entrarono nel bar. “Ciao ragazzi." disse alzandosi e invitandoli al tavolo. “Beh, allora. Lui è James Sirius.” disse indicando l'amico. “Sirius, loro sono Remus e Alexander detto Alex, anche se penso lo chiamerò Rufus.” “Perché?” disse Alex indignato. “Perché Rufus è molto Weasley e tu mi ricordi i Weasley.” “Chi diavolo sono i Weasley?” “Dora, quante volte ti ho avvertita di non dire cose strane?” disse repentino Remus. “Ok.” “Dora... Non saranno mica dei Babbani, vero?” “Ovvio che lo sono. Solo un Babbano non conoscerebbe i Weasley. Andiamo, lo sanno tutti che Ginny Weasley è sposata col famoso Harry Potter, che Fred e George hanno creato gli scherzi migliori nel commercio e che...” “DORA! Alex non lo sa! Ricordatelo.” disse Remus scaldandosi. “Sapere cosa?” fece Alex curioso. “Niente, Rufus, niente.” “Dora. Io e te dobbiamo parlare in privato, ora.” disse alla fine James prendendo la ragazza per il braccio per trascinarla fuori. “Che ti salta in mente? Non dirmi che quel Remus sa che sei una strega.” “Certo che lo sa. È il mio ragazzo.” “Cosa? È un bel rischio, lo sai questo?” “Sì che lo so, e poi non è vero che è molto rischioso. Ti ricordo che tuo padre ha sconfitto il regime antibabbani di Voldemort anni e anni fa.” “Lo so, comunque sei un'ingenua.” “Va bene. Ora possiamo entrare?” “Sì, ma tieni a freno la lingua.” “Ok.” disse la ragazza entrando di nuovo nel bar. “Allora.” fece James dopo essersi seduto. “Quanti anni avete?” Dora gli lanciò un'occhiata che lasciava intendere la frase “Non sei mio padre.”, ma non osò aprire bocca. “Entrambi diciassette.” disse Remus educatamente. “Non vedo l'ora di averne diciotto così posso bere legalmente.” disse Alexander. “Tu pensi solo ad alcool, droga e donne, eh Alex?” fece Remus sorridendo. “Si vive una volta sola, Re. Comunque, Dora, devi tenertelo stretto quest'uomo.” fece battendo la mano sulla spalla dell'amico. “Sai com'è. Appena entra in un locale si forma la fila di spasimanti. Sabato scorso una stava quasi per riuscire a farselo, per fortuna c'ero io a salvarlo.” “Per fortuna quella te la volevi fare tu, direi.” fece Remus. Dora sentì un misto di rabbia e tristezza invaderle lo stomaco come mai prima di allora. Notò che le punte dei suoi capelli si stavano tingendo di un giallo accesso e si alzò di scatto. “Bagno.” disse per poi correre verso il bagno. Remus e Jams si alzarono di scatto “No. Vado io. Conosco il problema meglio di te.” disse James per dirigersi verso il bagno. Appoggiò l'orecchio alla porta e sentì il respiro affannato dell'amica alternato a singhiozzi. “Dora, posso entrare? Sono Sirius.” “No.” rispose la ragazza singhiozzando. “Di che colore sono i capelli?” “Come lo sai?” “Conosco Teddy da diciassette anni e te da poco meno. Lo so che siete metamorfomagus.” “Gialli. Giallo acceso. Sono gelosa, quella tipa la odio.” “Capisco. Posso entrare? Voglio solo aiutarti.” “Ok.” fece Dora con voce flebile aprendo la porta. Aveva gli occhi rossi e gonfi e i capelli ancora gialli. Si buttò tra le braccia di James che la strinse a sé. “Tranquilla. Passerà.” “Fallo stare zitto. Fai stare zitto Rufus, dice solo cose che mi fanno stare male. Fagli una magia.” “Non posso.” “Allora mandalo via.” “Parlerò con Remus, ok?” “Ok.”

n.d.a. Da me si direbbe (tradotto) "sono indietro come la coda del maiale" cioè vado avanti molto velocemente ma pubblico lentamente perchè copiare e correggere comporta molto tempo e io non ne ho ho anche deciso di apportare cambiamenti durante la trascrizione quindi non so quanto cambierà la storia rispetto al quaderno dove scrivo. Beh che dire, eccoci qua a Londra ho voluto aggiungere James Sirius che pensavo sarebbe stato solo un personaggio di sfondo ma in verità ho dato importanza anche a lui. Alex e Dora combinano sempre casini, la ragazza non riesce mai a tenere a freno la lingua e le emozioni. Un commento sul soprannome Rufus: NON centra niente con Rufus Scrimgeour, questo soprannome è nato studiando letteratura inglese dove c'era scritto che un re era soprannominato Rufus per i suoi capelli rossi dicendolo alla mia migliore amica è uscito che era un nome adatto per un Weasley e Alex è un Weasley mancato fisicamente parlando.
Grazie di tutto a tutti.
A presto (spero)

 

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Capitolo 14
*** Oblivion ***


h2 style="text-align:center">Oblivion

James uscì dal bagno e si diresse verso il tavolo. “Remus, ti devo parlare. Solo a te.” Remus si alzò e lo seguì, allontanandosi da Alexander. “Come sta?” “È scossa. Mai provata tanta gelosia, presumo.” “Sul serio?” “A quanto pare ti ama seriamente. Vedi di non deluderla. Starei male a vederla infelice per colpa tua.” “C'è qualcosa che posso fare?” “Beh, penso il problema sia la lingua lunga di Alex. Chiedigli di farvi stare un po' soli, potrete rivedervi per cena. Che ne so, digli che... beh... che volete fare..hai capito cosa.” “Sì, beh, però sappi che io non ho intenzione di..” “Non mi interessa.” disse James secco. “Ok, scusa.” rispose Remus ed entrambi andarono da Alexander. “Alex, io e Dora volevamo stare soli, sai com'è.” “Oh, capito man. Beh, vi lascio. Ci si vede stasera, Re. Spero di rivederti Sir...Sirius?” “Sì, Sirius. Anche io spero di rivederti.” Alex salutò i ragazzi e uscì dal bar quasi urlando “Salutami Dora.”. Remus si diresse verso il bagno e convinse Dora ad uscire. La ragazza aveva gli occhi rossi e gonfi e il capelli di un misto tra blu, verde e giallo. Tentò di raccoglierli per non far notare il miscuglio di colori, ma non ebbe un grande successo. Remus l'abbracciò. “Va tutto bene, tranquilla. Non pensavo fossi così sensibile.” “È che non ho mai avuto un ragazzo.” disse arrossendo e ai colori iniziò ad aggiungersi anche il viola. “Dora, andiamo via da qui prima che i tuoi capelli diventino un arcobaleno.” disse James prendendole il braccio. I tre ragazzi uscirono dal bar e andarono in una vietta poco frequentata. “Dobbiamo ritornare a Diagon Alley per un po'. Avresti dovuto capire come frenare tutto ciò.” disse indicandole i capelli. “Ma... Non è una cosa che posso controllare.” “Teddy ce la fa... Almeno riesce a limitare i danni. Dai, andiamo.” Dora non si mosse e James la strattonò per un braccio, era nervoso. Remus gli prese il braccio per fargli lasciare la presa. “Scusa James, posso capire la tua preoccupazione, ma spaventarla trattandola così non farà altro che peggiorare tutto, se ho capito bene la situazione.” James lasciò il braccio della ragazza. “Scusami Dora. Andiamo al Paiolo magico.” “E Remus?” “Apparte il fatto che non lo vedrebbe, lui ci aspetterà al bar. Puoi andare nel bar dove ci siamo trovati e chiamare anche il tuo amico?” “Perché anche lui?” fece Dora spaventata. “Non voglio che si ricordi dei casini di oggi.” Dora capì quello che voleva fare l'amico e si zittì. “Allora?” disse James rivolto a Remus. “O...Ok lo farò. Ci vediamo dopo.” Separatisi da Remus, Dora e James andarono al Paiolo Magico, dove ordinarono due burrobirre e parlarono un po' fino a quando la ragazza non si fu completamente calmata. Poi andarono al bar dove si trovavano gli altri due ragazzi. “Bene, ora facciamo il lavoro sporco.” disse James. “Non è una bella cosa.” fece Dora. “Maaa.... Che succede?” disse Alex quasi urlando. “Fai piano! Fortuna che in 'sto bar ci siamo solo noi e la commessa.” disse James estraendo la bacchetta. “Venite tutti qua.” disse chiamando anche la ragazza che stava al bancone. “Che vuoi fare con quel bastoncino?” disse Alex in tono accusatorio. “Infilartelo là sotto, se non ti calmi.” “Sirius!” fece Dora scocciata. “Ok, ok... Salvo la pelle a me e a Dora, ora per piacere Dora, siediti.” Dora fece come le era stato detto e osservò James puntare la bacchetta sui tre Babbani e praticare un Incantesimo di Memoria per far scordare loro gli ultimi eventi.
“Ciao, Remus.” fece Dora “Lui è James Sirius.” disse indicando l'amico. Remus la guardò storto. “Ma.... Noi dovevamo ancora entrare, e ora siamo qua.” “No... Ma va, ti confondi.” “Vabbeh, comunque piacere.” fece Remus stringendo la mano a James. “Lui è il mio amico Alexander, detto Alex.” James strinse la mano anche ad Alex e poi tutti si sedettero. “Alex, posso chiamarti Rufus?” “Perché?” fece Alex a Dora con gli occhi sgranati. “Boh... Per i tuoi capelli. Mi ricordano nei miei amici e Rufus è un nome che s'addice un sacco a loro.” “Bah... Se proprio devi.” “Che bello.” “C'è qualcosa che non quadra.” fece Remus guardando l'orologio. “Ho un buco di un'ora in cui non ricordo che ho fatto.” fece grattandosi la testa. “Oh, beh, Re... Probabilmente ti sei addormentato, o hai sbattuto la testa e sei svenuto, oppure ti hanno drogato...” fece Dora. “Boh... Comunque, mi chiedevo se volevi venire a stare con me ed Alex e altri amici in campagna per le vacanze.” “Woh... Sembra bello. Però devo chiedere.” “Vuoi venire anche tu, James?” “Io? Beh, mi piacerebbe.... Chiederò a casa anche io. Ti faremo sapere entro due giorni, ok?” “Ok, va bene.” James si alzò e si rivolse a Dora. “Senti, io intanto vado a chiedere a Teddy, visto che penso sarà ancora qui e visto che siamo suoi ospiti. Ci ritroviamo qui verso le sette di sera?” “Ma è presto...” “Dai, Ninfadora... Ho voglia di cenare con voi. Poi torniamo insieme.” “Oh, ok... Re, va bene?” “Certo.” “Ok, allora vado da Teddy e poi cambio un po' di soldi e ci vediamo qui alle sette.” fece infine James abbracciando Dora. “Ciao, Sirius.” disse stampandogli un bacio sulla guancia (cosa mai fatta prima) facendolo arrossire. Remus e Dora andarono in un parco e stettero lì a parlare e coccolarsi mentre Alexander ci provava palesemente con una ragazza che stava facendo jogging. Arrivarono le sette e andarono al bar dove trovarono James. “Sirius, hai chiesto a Teddy?” fece Dora dopo averlo abbracciato. “Sì, c'era anche Albus... Ha fatto le sue solite battute e ha detto che lui, Capra e Rose vanno dai miei zii fra due giorni. Teddy ha detto che se fosse per lui tu puoi andare con Remus e Alex, tanto se vengo anche io non ci sono problemi. Cioè ho diciassette anni, no?” “Sì, certo. Penso che mamma mi lascerà andare. Non ha mai indagato sui miei viaggi.” “Quindi venite?” fece Remus “Beh, sì, al massimo ti mandiamo un gufo.” “Gufo?” fece Alex “Eeeh... Una lettera... Volevo dire lettera...” I quattro cenarono insieme, poi Dora salutò Remus e Alex chiedendo dove fosse di preciso la casa in campagna per poterla raggiundere due giorni dopo, poi lei e James tornarono a casa.



n.d.a. Scusate il ritardooo. Scusatemi un sacco, ho motli capitoli già scritti ma non è un lavoraccio copiarli modificarli e correggerli quindi non arrabbiatevi se ci metterò anni ad aggiornare.
Ringrazio chi continua a leggere e a recensire. Mi scuso di nuovo per l'attesa.

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