Sky High Avengers

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno di un liceo... un po' fuori dal normale ***
Capitolo 2: *** Poteri e ingiustizie ***
Capitolo 3: *** Niente poteri? Si può sempre guidare il pulmino ***
Capitolo 4: *** Finalmente! ***



Capitolo 1
*** Primo giorno di un liceo... un po' fuori dal normale ***


Primo giorno, del primo anno di liceo. Quattro anni e poi… o Supereroi o Supercattivi. Non ci pensava neanche a diventare una spalla, anche se l’assenza di superpoteri lo preoccupava.

Stiamo parlando di un ragazzo, che apparentemente ha una casa normale, una vita normale e dei genitori normali; certo, finché questi non vengono chiamati d’urgenza dal sindaco per qualche problema, come robot giganti, alligatori volanti. Quella mattina si trattava di un roditore radioattivo altro otto metri che aveva molta voglia di distruggere un quartiere di New York.
Thor Stronghold, figlio di Mike e Josie Stronghold, meglio conosciuti come Commander e Jetstream, non era proprio emozionato quel giorno. Per tutta l’estate aveva sperato che i suoi poteri uscissero fuori, si sa con due genitori supereroi non è una bella cosa esserne sprovvisti. Ma la fortuna non era dalla sua parte. Quella mattina era in camera, a tirare qualche destro al sacco da boxe, quando finì la sessione si guardò allo specchio. Aveva forza, ma di certo non era superforza. Era alto, ben messo, con muscoli ai loro posti, aveva capelli biondi tenuti corti e gli occhi azzurri. Di certo non sembrava un ragazzo di primo liceo.

<< Thor, che stai facendo lassù? – gli urlò il padre, iniziando a salire la scala – Sbrigati che il pulmino sarà qui tra poco, e tua madre è impazzita. Sta singhiozzando da venti minuti. >>
Thor sentì i passi pesanti dell’uomo, e si affrettò a cambiare i soliti guantoni con quelli rinforzati in piombo che gli aveva procurato il suo vecchio. Pesavano una tonnellata, ma lui gli aveva fatto credere di aver ereditato la supeforza. Grande errore!

<< Ehi papà. Non avevo sentito. Stavo facendo un po’ di allenamento. >> disse abbassando le mani appena suo padre aprì la porta.

<< Ah bene. Sai, sono felice che tu abbia ereditato il mio potere. Certo non ho esultato troppo davanti a tua madre per non farla stare peggio. Comunque un giorno tu erediterai il nostro posto. >>

<< Lavorare in banca? >>

<< Si, magari anche quello. Il trio Stronghold sarà unito per sempre. >>

<< Bella idea. >> rispose il biondo con un sorriso forzato, che però non venne notato dal padre

<< Ora sbrigati. Tua madre vuole salutarti, siamo stati chiamati dal sindaco urgentemente. >>

<< Va bene, scendo subito. >>
Si lavò in fretta, non voleva far tardare i suoi al secondo lavoro. Quando finì di preparare lo zaino, si infilò lo all star nere e scese veloce le scale fino a raggiungere l’ingresso. Li trovò Commander e Jetstream nei loro abiti soliti. Una tuta bianca, rossa e azzurra. Lei con il mantello rosso, lui azzurro.

Quando Josie lo vide arrivare iniziò a piangere, lo prese e abbracciò forte. Dicendo, tra un singhiozzo e l’altro

<< Mi sembra ieri quando andavi in giro con il culetto all’aria per tutto il giardino, mettendoti il tappetino del bagno come mantello e facendo finta di essere un supereroe. >>

<< Mamma, ti prego… >> ma non finì la frase, salvato dall’imbarazzo dal suono del campanello.
Il ragazzo riuscì a sciogliersi dalla stretta ferrea della madre, e andò a vedere chi era alla porta. Quando vide dallo spiraglio, aprì rivelando Natasha, la sua migliore amica.
La ragazza aveva dei capelli corti rossi acceso, era più bassa di Thor di almeno una spanna. E nonostante la sua statura minuta, il biondo sapeva che era meglio non farla arrabbiare, sapeva tirare cazzotti peggio di una ragazzo. Anche se il suo potere principale era comunicare con piante e animali, secondo Thor uno dei suoi antenati era un super ninja e deve averle passato alcuni geni.

<< Signori Stronghold. Buongiorno. >> disse quella chiudendo la porta principale.

<< Come scusa? >> chiese Commander

<< Ha dimenticato di togliere gli occhiali. >> le fece segno la rossa. L’uomo li prese agitato e li posò sul mobili li accanto.
Quando Thor e Natasha li ebbero salutati, i supereroi sparirono nello “studio”per correre alla chiamata del sindaco, così i due ragazzi si diressero in salotto e accesero la televisione.

Com’era da aspettarsi, tutti canali erano sintonizzati sugli avvenimenti nel Brox. Il quartiere era stato colpito duramente dal ratto abnorme. C’erano palazzi mezzi distrutti e avvolti dalle fiamme, gente che correva e urlava. L’inviato del telegiornale stava dicendo

“ Qui è il caos più totale, sembra però che non ci siano deceduti, ma solo decine di feriti. Quello che speriamo tutti, è che qualcuno accorra in aiuto.”
La telecamera stava ancora riprendendo i vari palazzi, quando le varie persone raggruppate li vicine emisero apprezzamenti, urlando di gioia. Infatti il cameraman alzò l’inquadratura verso una sagoma che volava nel cielo, e si sentì

“Ed eccoli. Commander e Jetstream, stanno arrivando a sistemare la situazione!”
Jetstream, che portava di peso Commander, lo lasciò cadere proprio sul ratto gigante il quale si prese un bel cazzotto sul muso e si accasciò per terra. Mentre la donna atterrò portando poi in salvo i vari civili ancora sotto il palazzo.
A quel punto, tutte le telecamere stavano riprendendo la scena di Commander che stese il mostro, e Jetstrema che ritornò in cielo, salutando tutti. Thor spense la tv, ormai il peggio era passato.

<< Sono dei grandi. >> disse alzandosi e prendendo lo zaino.
Uscirono di casa, diretti alla fermata dell’autobus. Parlando del più e del meno, finché Nat chiese

<< Allora, glielo hai detto ai tuoi? >>

<< Cosa? Che ho non ho nessun potere? Come faccio, mio padre è super eccitato nel pensare che un giorno mi unirò a loro. >> disse il biondo giù di morale
Natasha lo guardò per qualche secondo, poi prima che potesse dire qualcosa, dall’angolo infondo alla strada spuntò il classico pulmino giallo; il quale si fermò poco dopo davanti a loro. I due salirono non appena l’autista aprì le porte

<< ‘Giorno. Questo è il pulmino per la Sky High? >> domandò Thor, salendo gli scalini

<< Shhhhh. Ma sei impazzito? Sai quanti supercattivi ci sono in giro che voglio entrare nella scuola? >> lo zittì l’autista

<< Perché scusi? Cos’è, la Bat- Caverna? >> ironizzò il biondo

<< Molto spiritoso, matricola. Nome? >>

<< Thor Stronghold. >> l’autista sbiancò, a sentire il cognome

<< Il figlio di Commander e Jetstream? E’ un piacere conoscerti, sono un grandissimo fan dei tuoi genitori. – gli strinse la mano, poi si alzò e disse – Attenzione, lui è Thor Stronghold, figlio di Commander e Jetstream. Voi due alzatevi, merita il posto accanto a me. >> disse in fino a una ragazza e un ragazzo, seduti al primo posto. Il ragazzino alzò lo sguardo su Thor, completamente estasiato, si alzò e disse alla ragazza che era seduta vicino a lui

<< Dai Darcy, alzati. >>

<< Ma non ci penso neanche Phil! E poi deve sedersi solo lui, non ha un sedere così enorme da occupare un sedile unico. >> rispose la ragazza

<< Ma è ovvio che il posto gli serve per la sua ragazza. >> concluse indicando Natasha
I due amici si guardarono, poi il biondo intervenne veloce, con le gote un po’ arrossate.

<< Nono. Nat non è la mia ragazza. Siamo solo amici. E comunque, stai pure qui, noi andiamo in fondo. >> e diede una pacca amichevole al ragazzino.
Infatti, verso la fine del pulmino c’era Steve. Amico di Natasha e Thor, che stava tenendo loro due posti.
Il ragazzo era biondo, la pelle diafana. Di corporatura, però, era molto simile a Thor. Nel complesso era un ragazzo molto tranquillo, gentile e simpatico a modo suo. Salutò i due, Thor si sedette vicino, mentre la rossa dovette mettersi sul sedile davanti.

<< Allora amico. Passata una buona estate? >> domandò Steve

<< Tutto nella norma. Sai, genitori impegnati a salvare New York, e mezzi Stati Uniti… cose tranquille. E te? >>

<< Ah sono stato in ansia per un mese buono. Mio padre continuava a ripetermi che tutti gli uomini della nostra famiglia hanno prima scoperto i loro poteri, e poi imparato a camminare. >>

<< Quindi, non hai scoperto il tuo potere? >> domandò speranzoso, almeno non era da solo

<< Non credo proprio! Secondo te, se non avessi scoperto il mio potere, mio padre mi avrebbe lasciato libero di gironzolare e fargli fare una brutta figura? No, amico. È successo tutto a metà agosto. Ma per vederlo dovrai aspettare. E te? Non ha mia mostrato i tuoi poteri. >> a quelle parole Thor si sentì sudare le mani, agitato. Così finse una risatina e disse

<< Anche per me dovrete aspettare. >> e in quel momento Nat si girò a guardarlo, ma non disse nulla.
L’autista fece salire gli ultimi due studenti, poi partì a razzo. Prese a schiacciare bottoni, tirare leve. Ma, ehi, da dove spuntava tutta quella roba?

<< Prossima fermata: Sky High! >> disse, cambiandosi il cappellino.

Presero a percorrere una strada che portava verso la tangenziale. Solo che quel tratto era chiuso per lavori stradali!
Dal nulla si abbassarono dei blocchi, tipo sulle montagne russe. Dai sedili spuntarono le cinture di sicurezza che si allacciarono strette. Il pulmino procedeva a una velocità assurda, fuori dai finestrini si poteva vedere la città sfrecciare via veloce.
Steve poi si accorse del grande cartello con scritto “STRADA CHIUSA” e che loro ci stavano per sbattere contro. Ma non immaginarono che il cartello si potesse abbassare, e il pulmino spiccare il volo.
La strana si interruppe tutto di colpo, e il pulmino precipitò per un paio di metri, fino a quando l’autista premettere un grosso bottone al centro del volante, e dei grossi razzi spuntarono fuori dal pulmino.
Passati i primi minuti da infarto, il viaggio fu una cosa strepitosa. La scuola era in aria, e continuava a muoversi, così da scoraggiare i Supercattivi. Dopo una decina di minuti, iniziarono ad abbassarsi verso il cortile della scuola. Si potevano vedere i vari studenti che arrivavano alla scuola tramite altri pulmini, oppure alcuni avevano dei jet a zaino. Due ragazze addirittura volavano senza problemi. Certo, non aveva ancora i poteri, però quel arrivo gli risollevò la giornata.




 
Angolo autrice
Lo so, che non è un granché come capitolo, però nei prossimi ci sarà più roba xD
Anche un coach molto, conosciuto e che si farà odiare d asubito ahahahah
Al prossimo, e spero che vi piaccia

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Capitolo 2
*** Poteri e ingiustizie ***


Un momento prego. in questo capitolo descrivo alcuni ragazzi e i loro poteri, ho inserito la ragazza ghiaccio (Sif) che nel film si vede alla fine durante il ballo con Warren Peace. L'ho inserita qui perché poi lo vedrete nella storia. Poi alcuni poteri me li sono completamente inventati, mentri quelli "originali" li ho un po' modificati, per non seguire troppo il film. Grazie per l'attenzione :)
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L’ingresso della scuola brulicava di studenti, c’erano gruppetti dell’ultimo anno che guardavano con superiorità i nuovi arrivati, un gruppo di spalle e molti nuovi arrivati. Mentre si guardavano intorno, un paio di ragazze passarono e diedero ai due un opuscolo con scritto “Conosci la tua scuola”.
Natasha se lo rigirò tra le mani e chiese

<< Come avevano capito che siamo nuovi? >>

<< Perché ve ne state al centro dell’ingresso a bocca aperta come due cretini. >> una voce alle loro spalle li fece girare. Due ragazzi, probabilmente del terzo anno stavano entrando in quel momento.
Quello che aveva parlato era alto, almeno quanto Thor, capelli scuri tenuti su con del gel. Da come vestiva si vedeva che era benestante, aveva un’aria di superiorità che fece urtare il sistema nervoso delle rossa.
L’altro ragazzo era alto quanto l’amico, ma di corporatura era messo meglio, i muscoli si vedevano attraverso la maglietta. Aveva capelli biondo cenere più lunghi dell’altro, vestito casual. Il viso aveva dei lineamenti gentili, peccato per l’espressione identica al moro. Che rovinava tutto.

<< Io sono Tony, dolcezza- parlò il moro, notando che la rossa lo stava squadrando, fraintendendo l’espressione di quest’ultima – E lui è Clint. >>

<< Nomi e potere, matricole – parlò il biondino – Siate rapidi, i gabinetti vogliono fare al più presto amicizia con voi. >>
Ma prima che i due potessero scambiarsi più che una semplice occhiata, vennero salvati da un professore che stava arrivando da un corridoio li accanto

<< Anthony! Clint! Quante volte vi ho detto di non tartassare le matricole nei corridoi. Avrete tempo a salva il cittadino. – parlò quello autoritario. – E ora filate via. >>

<< Si, Coach Fury. >> risposero quelli senza neanche guardarlo
Prima che Tony si allontanasse però, si girò verso Natasha e con un ghigno le disse

<< Ci vediamo in giro, dolcezza. >> e poi si diresse verso un gruppo di amici, probabilmente per punzecchiare altri studenti

<< E voi due. Muovetevi, raggiungete la “Sala Inquadramento Poteri” >> e così dicendo si diresse verso l’entrata e uscì
I due si guardarono allibiti, poi presero a camminare per un corridoio alla loro destra. Per poi bloccarsi quando videro di essere arrivati alla mensa. Natasha prese l’opuscolo e disse

<< Mi sa che siamo andati dalla parte sbagliata. Qui c’è una mappa, e… >> ma si bloccò a metà della frase, guardando una zona della mappa

<< Nat? Tutto bene? >> domandò il biondo schioccando due dita davanti alla faccia dell’amica

<< Thor! C’è una palestra per Karate, Arti Marziali, Judo e Jiu-Jitso. Sto amando questa scuola >>

<< Avanti Kung Fu Panda, dobbiamo andare. >> disse Thor ridendo, e indicando sulla cartina la sala dei poteri
Durante il tragitto passarono accanto alla famosa, e li la rossa si bloccò definitivamente davanti a una delle vetrate che permettevano di guardare all’interno.

<< Per tutte la matrioske! >> esclamò, per poi dire una cosa in russo che il biondo non comprese

<< Questa è la palestra per gli eroi. Adesso fai vedere a tutti come te la cavi, e domani potrai usarla. >> rispose, trascinandosela dietro di peso.
Furono tra gli ultimi ad arrivare nella sala. C’erano una quarantina di nuovi allievi, molti con l’espressione preoccupata, altri con un sorrisetto beffardo sul viso.

<< Ma dove vi eravate cacciati? >> Steve non appena li vide corse da loro

<< Siamo stati trattenuti. >> iniziò Thor, ma l’arrivo del Coach Fury le fece smettere
L’uomo era alto, la carnagione scura. Vestito completamente di nero, e portava un cappotto lungo in pelle, anch’esso nero. Ma la cosa più strana non erano i vestiti, anche se fuori faceva un caldo atroce, ma la benda che nascondeva uno dei due occhi. Quello sano stava scrutando tutti i presenti, in modo inquietante.

<< Allora, matricole! Fate silenzio ed ascoltate. – ed effettivamente da quel momento nessuno si azzardò a fiatare – Solitamente è la preside Potts a dare il benvenuto, ma oggi è occupata ad aiutare l’infermiera con delle ustioni da congelamento e mettere nella Camera di Detenzione delle teste di rapa. >> concluse, squadrandoli con l’espressione tipo “state attenti a quello che fate, altrimenti vi scaravento giù dalla scuola.”

<< Ora, verrete a turno sulla pedana – disse indicando un punto accanto a se – Direte nome, potere e farete una dimostrazione di questo. >> finì e fece un cenno a una ragazza.
Era alta, ben fisicata, capelli lunghi neri tenuti in una coda.

<< Sif, so ghiacciare. >> e così dicendo si ricoprì interamente di brina e lancoò alcune palle di ghiaccio, le quali poi esplosero.

<< Perfetto. Eroe. >> parlò il coach, annotando tutto sulla cartelletta che teneva in mano
Venne poi il turno della ragazza dell’autobus

<< Darcy. Sono una mutaforma. >>disse piano, quasi non fosse sicura. Poi si trasformò in un gatto tigrato.

<< Un gatto? Cosa dovresti fare, graffiare i nemici? Spalla! >> urlò quello
Darcy riprese forma uman, fulminò l’uomo con lo sguardo e poi scese dalla pedana per tornare al suo posto.

Pian piano vennero chiamati quasi tutti i ragazzi. Uno poteva creare altre copie di se, e quando urlava produceva un urlo talmente acuto da frantumare tutte le finestre della sala. Dopo di lui tocco a un ragazzo che si fece spuntare delle lame dai gomiti e sputava acido. Loro due furono, ovviamente, degli Eroi. Dopo di loro toccò a una ragazza, che si trasformava in una colomba. Lei fu una spalla. Toccò poi all’amico di Darcy.

<< Phil. So trasformarmi. >> disse vago.
Di punto in bianco sparì dalla vista. Il coach si guardò in giro, poi con un sorrisino prese a scrivere sulla cartelletta.

<< Invisibilità. Perfetto. >> ma prima che potesse finire, un ragazzo lo richiamò e gli indicò una pozza ai suoi piedi. Fury la guardò

<< Cosa saresti? Ghiaccio sciolto? Spalla! >>
Dopo che Phil tornò al suo posto, venne chiamata Natasha.

<< Natasha. Manipolo le piante e gli animali. >>

<< Bene, facci vedere. >> ordinò l’uomo
Thor sapeva bene che l’amica voleva usare i suoi poteri solo in caso di pericolo e necessità, ma probabilmente l’idea della palestra la allettava molto.
Dal nulla comparvero piante d’edera su tutte le pareti, intorno a loro l’erba iniziò a crescere. Dalla finestra entrò uno stormo di gufi reali e due aquile dalla testa bianca. Ma l’unica cosa che fecero, fu posarsi a terra e fissarsi intorno.

<< Beh? Tutto qua? >>

<< Ecco, non c’è un pericolo o una situazione dove serve combattere quindi…>> iniziò a spiegare

<< Spalla!! >> tagliò corto l’uomo, chiamando poi Steve

<< Il mio potere le piacerà coach. Sono Steve e divento una stella. >>

<< Si, voglio proprio vedere. >>
Steve schioccò le dita e… basta. Non successe nulla, o almeno nulla di visibile.

<<  Ti vuoi dare una mossa superstar? Non ho tutto il giorno. >>

<< Ma lo sto facendo. Sto brillando. >>

<< Mi sa che hai scaricato le batterie. Spalla! >>
Steve scese dalla pedana e raggiunse i due amici, borbottando. Thor fece in tempo a dargli una pacca sulla spalla, quando Fury si girò verso di lui e disse

<< Tu ragazzino, tocca a te. >>
Thor ponderò l’idea di scappare dalla sala facendo girare tutti con una scusa idiota, ma col senno di poi capì che non era un buon piano. Così salì sulla pedana e rimase un attimo in silenzio, sperando nella campanella. Ormai era un’eternità che erano la dentro. Ma non era il suo giorno fortunato.

<< Io sono Thor. >>

<< Si lo sappiamo Stronghold. E il tuo potere? >>

<< Ecco non  so bene come dirlo. >>

<< Va bene. Proviamo così. >> 
Si mise in bocca un fischietto e dopo che ci soffiò dentro, un masso gigante cadde dal soffitto, proprio dove si trovava Thor. Il ragazzo riuscì a scansarsi per un pelo.

<< Ma è pazzo? Poteva uccidermi. >>

<< Ah sai volare, come tua madre. Perché non l’hai detto prima. >>
Ma prima che il ragazzo potesse analizzare la frase dell’uomo, quello fischiò una seconda volta. Una folata di vento alzò il ragazzo da terra e lo scaraventò dall’altra parte della sala, dove atterrò malamente.

<< Finiscila ragazzo. Qual è il tuo potere? >>

<< Io non ho poteri. >> urlò, rosso in faccia

<< Bene…SPALLA!! >>

Non male come prima impressione, pensò.
Fuori dalla sala, i ragazzi si diressero verso la segreteria per avere il loro orario. O meglio, segreterie. Si ce n’erano due. Eroi e Spalle.
Una volta preso il loro orario, si diressero alla lezione di  “Come non intralciare il vostro eroe”
Il loro nome non era propriamente “spalla” ma “supporto eroe”. Il loro compito era essere scelto da un eroe come aiutante, e nelle battaglie passargli quello che chiedevano. Ma il più delle vole non dovevano essere in mezzo ai piedi.
Le loro lezioni erano tenute quasi tutte da un ex supporto eroe, Erik Selvig.
Nella prima metà della giornata insegnò loro alcuni metodi per stara alla larga dai guai, e ovviamente non intralciare l’eroe con il loro nemico. Finalmente suonò la campanella del pranzo, e Thor, Natasha e Steve si diressero in mensa.

<< Dai almeno a pranzo possiamo sederci con gli eroi. >> disse Steve, cercando confortare l’amico

<< Si, e sa che cosa bella? “dite un po’ che poteri avete?” finirei nel bidone dell’immondizia. >> rispose tetro il biondo.

<< Comunque mi sa che dovremo stare con le spalle. Guardate. >> parlò Nat, entrando in mensa e indicando i tavoli.
Quelli degli eroi erano vicini ai vari distributori di bevande e al bancone del pranzo, quello delle spalle vicino ai bagni e alla spazzatura. L’unica cosa in comune era dove prendere il pranzo.

<< E’ così ingiusto. Sembriamo degli appestati noi spalle, quando invece senza di noi gli eroi sarebbero fregati. >> disse la russa, prendendo il vassoio.

<< Che bei quattro anni che ci aspettano. >> dissero in coro i due biondi imitando l’amica
Quando tutti e tre si furono riforniti, si guardarono intorno alla ricerca di una tavolo libero. Erano tutti occupati tranne uno dove c’erano Darcy e Phil. Così si avvicinarono e chiesero se potevano sedersi anche loro. I due acconsentirono entusiasti.
Quando ormai la pausa era quasi finita, una voce femminile risuonò in tutta la scuola

<< Si avvisano tutti gli studenti che sta per avere inizio la sessione settimanale di “Salva il cittadino”. Tutti gli studenti dovranno recarsi in palestra e saranno esonerati dalle lezioni. Grazie per l’attenzione. >>
I cinque si guardarono, poi Thor si alzò per andare a posare il vassoio vuoto ed essere raggiunto dagli altri. Mentre si incamminarono verso la palestra Phil non la smetteva di gioire.

<< Ma vi rendete conto? Una dimostrazione di “Salva il cittadino” il nostro primo giorno. >>

<< Io non sarei così felice. >> disse tetra Natasha fermandosi di colpo

<< E perché no? >> domandò Darcy
Si erano fermati  all’ingresso, davanti a una bacheca con gli annunci per gli studenti, da annunci per ripetizioni, o vendita di libri usati fino alla classifica della dimostrazione che stavano per vedere.
La classifica aveva pochi nomi,  e quasi sempre gli stessi

<< I vincitori degli ultimi tre anni sono Anthony Slash e Clint Speed. E che a questa esercitazione possono esse sfidati tutti gli studenti, anche le matricole con mezza giornata di lezione su come non intralciare il proprio eroe. E ci scommetto che quei due chiameranno le nuove matricole >>
Darcy e Phil, capendo il problema rimasero senza parole. Poi guardarono Thor, e capirono come potesse sentirsi il ragazzo.

<< Credo che mi darò malato. >> commentò quello

<< Magari non lo sanno che non hai poteri. >> disse, senza convinzione Darcy

<< Pensi che una voce del genere non sia circolata a scuola? Il figlio di Jetstream e Commander senza poteri, è una cosa sensazionale. >>

<< Forse la fortuna è dalla tua questa parte. >> parlò Steve, riprendendo a camminare verso la palestra.
Stranamente Steve aveva visto giusto. Arrivati in palestra, il coach Fury si sedette su un rialzo e chiamò i due campioni in carica. Slash e Speed.

<< Cosa volete essere. Supercattivi o supereroi? >>

<< Che domande. Supercattivi. >> risposero in coro ridendo

<< Si, inutile fare questa domanda. Scegliete gli sfidanti. >>
I due si guardarono in giro, alla ricerca di matricole da far fuori. Poi Tony individuò il suo sfidante. Indicò dove erano seduti Thor e gli altri. Al ragazzo venne un mezzo infarto, pensando che stesse indicando lui, poi però Tony parlò e disse

<< Dolcezza, voglio te. La rossa seduta accanto a Stronghold. >> e così Natasha si alzò

<< Io voglio lui. Loki Peace. >> parlò Clint sorridendo.
Da un angolo, un ragazzo con capelli neri lunghi fino alle spalle, un paio di jeans strappati, un maglia verde e rossa con una giacca di pelle nera si alzò. Insieme a Natasha raggiunse la postazione dove trovarono le protezioni, dopodiché entrarono nella piccola erena, dove Tony e Steve li stavano aspettando. Che i giochi abbiano inizio.




Angolo autrice
Bene, finalmente sono riuscita ad aggiornare
Sono abbastanza fiera dle capitolo, e mi è piaciuto scriverlo.
Dicono una cosa veloce su un persnaggio: Roby_Lia l'ho inserito subito per te xD
Buona lettura, spero vi piacci :)

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Capitolo 3
*** Niente poteri? Si può sempre guidare il pulmino ***


Il timer era partito. Avevano cinque minuti per salvare il cittadino e sconfiggere i cattivi, o eliminare i buoni. Dipendeva dal punto di vista. I quattro rimasero lì a fissarsi per qualche secondo, poi Clint partì a correre e separò Loki da Natasha, mentre Tony, in forma super allungabile, bloccava Natasha. Per i due si stava già mettendo male, e non era ancora passato un minuto.

<< Hai qualche idea? >> urlò la rossa al moro, riuscendo a districarsi da Tony e assestandogli una gomitata nello stomaco.

Loki era in netto svantaggio contro Clint. Quello infatti stava correndo da una parte all’altra, vicino al moro, che le palle infuocate dell’altro non servivano a niente. Nat cercò di correre in suo aiuto, senza sapere bene che fare, ma un braccio spuntò dal nulla e si avvolse attorno alle sue gambe, facendola cadere; la ragazza si girò verso Tony con un’espressione che preoccupò anche Thor che si trovava sugli spalti.
Dal nulla apparvero dei rami d’edera che si avvolsero attorno alle gambe del ragazzo e lo sollevarono e lo scaraventarono nell’angolo più lontano, successe così in fretta che per lo stupore lasciò le gambe di Natasha, la quale si rialzò e raggiunse Loki. Appena lo affiancò, quello riuscì a bloccare Clint, ormai aveva capito il suo giro, e lo scaraventò di peso sopra a Tony.
Ma non c’era tempo per esultare, il tempo era ormai finito; così Loki, guardando la rossa, e poi il manichino disse

<< Ho un piano. >> e senza aspettare risposta sollevò la ragazza e la lanciò verso il manichino.

Quella riuscì a prenderlo, anche se un braccio aveva preso fuoco, e per fortuna atterrò sopra il groviglio che erano Clint e Tony; sfortunatamente però, nel preciso istante in cui Natasha riuscì a prendere il manichino, la sirena che metteva fine al gioco risuonò in tutta la palestra, e tutti gli studenti si alzarono avvicinandosi all’arena.
Anche Fury si alzò dalla sua postazione e chiese alle due squadre di avvicinarsi, nel frattempo Nat aveva spento il braccio in fiamme, e disse, quasi urlando per farsi sentire

<< Allora, siete riusciti a battere i cattivi – disse, indicando Clint e Tony – Peccato però che avete preso il cittadino fuori tempo per una frazione di secondo. E oltre tutto, un braccio ha preso fuoco. >> in quel momento gli amici di Tony e Clint esplosero in grida di gioia e applausi per l’ennesima vittoria.

<< Mi spiace, ma avete perso. Sarà per la prossima volta Supereroi. >> finì la frase, e poi se ne andò
Le porte dell’arena si aprirono e gli studenti si riversarono all’interno. Thor, Darcy, Steve e Phil raggiunsero l’amica, tutti e quattro felici di vederla sana e salva, anche se Thor aveva un’espressione da omicida verso Loki. Si avvicinò verso l’amica e chiese.

<< Come stai? >> però senza aspettare la risposta, fermò Loki per un braccio e lo girò verso di lui

<< Sei completamente pazzo? Come ti è saltato in mente di lanciarla contro un falò? >>

<< Sei per caso suo padre? - sbottò quello, liberandosi il braccio con uno strattone – Non si è fatta niente, e le fiamme erano sotto controllo. >> poi si girò e se ne andò
Thor stava per corrergli dietro, ma la rossa lo bloccò scuotendo la testa mezza divertita. Tipico di Thor, se qualcuno la trattava male (secondo il biondo) partiva in quarta, scaldandosi subito.

<< Cavoli Nat, sei stata brava. >> le disse Steve battendo il cinque

<< Assolutamente. Una matricola, al suo primo giorno di scuola, che quasi vince a salva il cittadino. >> continuò Phil

<< Hanno ragione, dolcezza. >> Tony si stava avvicinando, facendosi largo tra i compagni di scuola

<< Però, quella pianta era abbastanza fastidiosa. >> finì di dire, fermandosi davanti a lei

<< Ringrazia che era solo edera. >> rispose quella, con un tono di sfida e un sorrisino malefico

<< Ora devo  andare, sono molto richiesto. –disse girandosi verso gli amici che lo chiamavano – Stronghold, ritieniti fortunato. >> guardò Thor dritto negli occhi

<< Perché scusa? >>

<< Non ho voluto umiliarti di più. La tua dose giornaliera l’hai ricevuta all’inquadramento potere, volevo risparmiarti il primo giorno. Ma la prossima volta, tocca te. >> e con un occhiolino alla rossa, si girò e se ne andò

Tutto sommato, si ritrovò a pensare Thor sul pulmino del ritorno, come primo giorno di scuola non era andato poi così male. Certo era una spalla, e se suo padre lo avesse saputo probabilmente sarebbe svenuto, e sua madre. Oh non ci voleva pensare. Sperava solo che la preside non avesse chiamato a casa. Fu Natasha e ridestarlo dai suoi pensieri e dirgli che dovevano scendere.
Salutò gli amici, e seguì la rossa giù dal pulmino; mentre passò accanto all’autista, questo lo fermò e gli strinse la mano

<< E’ un onore poterti accompagnare a scuola, Thor Stronghold. >>

<< Ehm…grazie. >> rispose quello, scendendo poi dal pulmino
Per un bel pezzo di strada, nessuno dei due parlò, Thor troppo preso dai suoi pensieri. La rossa che lo studiava. Ogni tanto provava a tirargli fuori qualche parola, ma era tutto inutile, l’altro parlava a monosillabi. Quando furono davanti al portico di casa Stronghold quella disse, prima di andare a casa.

<< Dimmi cosa ti tormenta. >>

<< Cosa? Oh, niente. Solo che non so come dire ai miei che sono senza poteri. Il figlio di Commander e Jetstream senza poteri. Li farò collassare. >>

<< Senti, ho letto da qualche parte. E non fare quella faccia – si Thor la guardò allibito – Mi capita di leggere cose scientifiche, che molte volte i poteri possono uscire tardi. >>

<< O non uscire affatto. Come l’autista del pulmino. Chissà, magari sono bravo a guidare e potrei diventarlo anche io. >> a quella frase la rossa gli diede un pugno sul braccio

<< Non dire queste cose. Sarai un Supereroe. Ora devo andare, ma fammi sapere come va con i tuoi. >> lo salutò e prese ad incamminarsi verso casa
Commander e Jetstram tornarono a casa verso cena, con addosso i loro abiti civili e una grossa pizza per festeggiare la battaglia contro il mostro, ma soprattutto il primo giorno di scuola

<< Allora figliolo, com’è andata? >> chiese Stronghold quando vide il figlio in salotto e dandogli una pacca sulla spalla, che quasi incrinò, di Thor

<< Bene. Alla grande. >> rispose quello, trattenendo un lamento per poi raggiungere la madre in cucina

<< E le lezioni? Chi sono i tuoi professori? >> domandò quella, prendendo da bere

<< Eh ancora non ho imparato i nomi – rispose veloce il ragazzo – Ma le lezioni non sono male. Abbiamo assistito anche a una partita di “Salva il cittadino”. >> con quella frase catturò l’attenzione del padre

<< Sai che sono stato un campione, quando ero a scuola?  Ora chi detiene il record? >>

<< Tony Lash e Clint Speed. >>  parlò quello prendendo una fetta di pizza

<< Si, conosco di sfuggita i genitori. – disse lentamente – E chi hanno sfidato oggi? >>

<< Loki Peace e Natasha. >>

<< Loki Peace? Il figlio di Baron Battle. Devi stare lontano da lui, Thor. >> disse severo il padre, trovando assenso da Josie
A Thor non importava sapere perché. Annuì, finì in fretta di cenare, e con la scusa dei compiti salì in camera. Come si aspettava seduta alla finestra c’era Natasha, che con un balzo entrò in camera.

<< Non ho sentito urli, o mobili che esplodevano. Deduco che non hai detto niente ai tuoi, oppure l’anno presa bene. >> parlò veloce, sedendosi sul bordo del letto

<< Direi più la prima. >> sedendosi alla scrivania, fronteggiando l’amica, con tono amareggiato

<< Ah beh…hai tutto l’anno per provare n discorso su come dirglielo. >>

<< Non sei incoraggiante. >> commentò quello, mogio

<< Hai ragione, scusa. Ti va una partita alla Play? >> Il ragazzo annuì, e presero a giocare.

Si sentiva molto fortunato in quel momento. si, non aveva i poteri, però aveva Natasha, che lo avrebbe aiutato e sarebbe stata al suo fianco sempre. E poi quel giorno aveva fatto nuove amicizie. Magari non sarebbe diventato un supereroe, o un supercattivo, ma diventare Supporto eroe in quel momento non suonava male. Specialmente se doveva passare quattro anni insieme ai suoi amici. Si sarebbe fatto qualche risata, se lo sentiva.



Angolo autrice
Si lo so che non è niente di che
Ma non sapevo bene come metterlo giù questo capitolo, e mi scuso per super ritardo (iusto per rimanere in tema si Super)
Spero vi piacci, perché a me non convince, ma era inutile continuare a tenerlo li, non mi sarebbe venuto in mente niente di meglio
Buona lettura

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Capitolo 4
*** Finalmente! ***


I giorni seguenti a scuola non furono poi tanto diversi, lezioni noiose si seguivano e l’ansia per i poteri cresceva sempre di più.
Un giorno a pranzo, mentre stavano discutendo sul compito appena svolto, Thor si sentì osservato

<< La seconda domanda era falsa. >> stava dicendo Natasha

<< Giusto, perché ad un ragno radioattivo non basta che gli tagli le zampe. Devi anche gettargli addosso l’ammoniaca. >> continuò Darcy

<< Ah perfetto. Ho sbagliato anche questa. – parlò il biondo, addentando il sandwich – Però… >> in quel momento si bloccò e prese a guardarsi intorno

<< Thor tutto ok? >> chiese Steve, anche lui guardandosi intorno

<< Non so. Mi sento osservato. >>

<< E’ Loki Peace. >> Natasha indicò il moro, che aveva lo sguardo fisso sul loro tavolo

<< Ma chi sta guardando? >> Steve si mosse ondeggiando, per vedere se lo sguardo del moro lo seguisse

<< Non fare così. Sembri un imbecille – la rossa lo fermò, poi disse piano – Comunque ce l’ha con te Thor. >>

<< Ma io non ho fatto niente. >>

<< I tuoi non te l’hanno detto? >>

<< Cosa? Mio padre mi ha detto solamente di stargli lontano. >>

<< Baron Battle e tuo padre erano amici, e compagni di squadra. Ma quando un cattivo riuscì a sconfiggerli, si parla ovviamente di scaramucce da università, Battle volle vendicarsi per l’affrotno ricevuto. >> iniziò a dire la rossa

<< Ma tuo padre non la ritenne un’idea da supereroe, e Battle abbandonò il duo e si vendicò. – continuò Phil, piano per non farsi sentire da altri – Solo che il ruolo di cattivo gli piaceva troppo, e continuò. >>

<< Finché non seppe che tuo padre aveva sposato l’amore della sua vita, cioè tua madre. Da quel giorno i due si odiano, e Battle tentò anche di rapire la sua vecchia fiamma. Ora sta scontando un quadruplo ergastolo per i vari crimini che ha commesso. Lasciando Loki con la madre umana che lo reputa un mostro. >>

<< E ripeto, io cosa che ho fatto? >> domandò il biondo, lanciando una veloce occhiata al bruno che stava uscendo dalla sala mensa

<< Vuole fartela pagare in qualche modo. >>

<< Ma è meraviglioso. >> commentò sarcastico
Dopo aver pranzato, si diressero agli armadietti per prendere i libri per le lezioni del pomeriggio. Quando chiuse il suo armadietto, Thro mentre si avviava nel corridoio andò a sbattere contro un ragazzo, facendolo cadere a terra vicino al bidone della spazzatura che cadde rovesciandosi.

<< Oh mi spiace, non ti avevo visto. >> iniziò a scusarsi quello, poi notò che si trattava di Loki.
Il moro si tolse una buccia di banana dai jeans scuri, per poi rivolgere al biondo un’occhiata di puro odio.

<< Ti credi il padrone, Stronghold?! Tanto da buttare a terra le persone che tuo padre odia? >>

<< Senti, non l’ho fatto apposta. E questa storia dei nostri padri non ci riguarda – poi si avvicinò e gli tese la mano come aiuto per rialzarsi – Proviamo a metterci una pietra sopra almeno noi. >>

<< La pietra la metto sopra a te, se non ti levi. >> ringhiò di rimando il moro, alzandosi e rifiutando l’aiuto

<< Vedi di stare calmo. >> sbottò il biondo, dandogli una spallata mentre si avviava nel corridoio

Prima che poté fare due passi in più, una palla infuocata gli passò vicino alla testa, quello si girò ma riuscì solo a scansarsi appena in tempo e rifugiarsi nella palestra dei supereroi.
Loki lo seguì, ma appena entrò venne colpito da uno stepper, lanciato dal biondo, che lo fece cadere. Quello non fece che aumentare la rabbia del moro, che prese a gettare fuoco in direzione dell’altro. Ma Thor, fulmineo, si getto sotto a una scrivania, Loki ci salrò sopra e imprigionò l’altro

<< Cosa vuoi fare, Stronghold? – gli urlò, mandando del fuoco vicino all’apertura – Stare li sotto per sempre? >>

Molti studenti erano corsi in palestra per vedere, chi rideva alla vista di Thor rannicchiato, chi aveva un’espressione di puro terrore dipinta sul viso. In prima fila c’erano Natasha e gli altri amici, la ragazza chiamò Thor e gli disse di prendere il secchio che stava poco distante, pieno d’acqua. Il moro, che la sentì, si rivolse verso di lei, pronto a scagliarli una gigantesca palla infuocata.

Questo fece scattare Thor, il quale perse a sollevare la scrivania, inizialmente non ci riuscì poi una forza incredibile gli attraversò le braccia e riuscì a scaraventare scrivania e Loki dall’altra parte della palestra.
Non ci voleva credere, si guardava mani e braccia con la bocca spalancata. I suoi poteri erano, finalmente, venuti fuori. E per fortuna era la superforza, altrimenti non sapeva come giustificare il volo con suo padre.
Nel mentre Thor gioiva per i suoi poteri, Loki si stava rialzando, le braccia completamente infuocate, e prese a correre verso il biondo.

<< Thor! Il secchio! >> Natasha fece tornar in se Thor.

Giusto in tempo, dato che ormai Loki era ad un paio di passi da lui. Prese il secchio e rovesciò il contenuto in testa al moro, che si spense subito, con un’espressione incredula.
Ma Thor non fece in tempo ad esultare, che tutti i ragazzi sulla porta si scansarono per far entrare la preside Potts. Quella guardò i due scuotendo la testa, poi fece gesto di seguirla fuori.
Mentre procedevano per il corridoio, forse verso il suo ufficio, la preside prese a parlare

<< Questa è una scuola, non un ring per le bestie. Qui vi insegniamo a controllare e gestire i vostri poteri, ma se non ne siete in grado non ci posso fare niente. – poi si fermò davanti una porta completamente bianca – Un paio d’ore qui dentro vi aiuteranno a chiarire le idee su cosa volete fare. >> e li fece entrare

<< Perfetto, così qui nessuno ti aiuterà. >> disse Loki, ma i suoi poteri non funzionavano

<< Questa è la stanza di Isolamento, i vostri poteri non funzionano. Buon divertimento. >> finì di dire, e se ne andò
I due ragazzi presero a fissarsi male, poi si sedettero ai banchi presenti nella sala. Uno più lontano dall’altro.

Passò le ultime due ore nella camera di isolamento, con Loki che continuava a guardarlo male. Appena il professor Selvig andò a farli uscire, il biondo uscì più in fretta che poteva, andando alla ricerca dei suoi amici. Quando fu nell’ingresso, allungò il collo per cercarli in mezzo a tutta quella gente, ma prima che poté uscire in cortile per raggiungere i pulmini, si sentì chiamare

<< Thor Stronghold, vero? >> disse una voce femminile
Quello si girò, e appena vide la ragazza rimase a bocca aperta.

<< Ciao, io sono Jane. Jane Grayson. – e gli tese la mano, per salutarlo – Ho sentito che hai litigato con Loki Peace. >>

<< A-ah >> non riusciva a mettere insieme qualcosa con un senso

<< E’ sempre stato un tipo un po’ burbero. Per fortuna che sei superforte. >> rise quella

<< Si sono superforte. >>
Rimasero li qualche secondo, poi una persona gli mise la mano sulla spalle e lo fece girare

<< Thor! Eccoti. >> Natasha spuntò dalla folla, seguita dagli altri, e prese a fissare Jane e a come l’amico la fissava con i cuoricini al posto degl’occhi

<< Oh, scusatemi. Io sono Jane Grayson, Presidente del Comitato Studentesco. >>

<< Ciao. Dai mister muscolo, muoviti o perderemo i pulmino. >> la rossa lo prese per un braccio e iniziò a tirarselo dietro

<< Ci vediamo in giro Thor. >> salutò Jane

<< Si, in giro. >> rispose quello con un sorriso ebete

Lo spinsero sul pulmino a forza e appena in tempo. Per tutto il viaggio continuò a pensare a Jane, e non sapeva perché si sentiva leggero e felice. Non si accorse di niente, ne quando il pulmino decollò, ne quando l’autista fece un giro della morte e tutti urlarono per il divertimento. Anche quando si fermarono alla sua fermata e di Natasha, quella dovette prenderlo di peso e farlo scendere.
Solo quando capì di essere davanti al portone di casa sua notò che l’amica l’ aveva mollato li senza salutarlo, deciso che poi l’avrebbe chiamata, entrò in casa con un po’ troppa energia, che quasi staccò la porta d’entrata.
Ma appena mise piede dentro, la voce di sua madre lo raggiunse dal salotto; i suoi genitori erano li, leggermente arrabbiati. Sua madre con il telefono di casa in mano e le braccia incrociate, suo padre seduto in poltrona che lo guardava attraverso i suoi occhiali.

<< Ciao, siete rientrati presto. >>

<< Il venerdì la banca chiude prima, e per fortuna direi. >> disse il padre

<< Ci ha appena telefonati la preside Potts. Ha detto che hai distrutto la palestra per supereroi. Essendo però tu, un supporto eroe non ci potresti entrare. >> Josie era leggermente fuori di se

<< Sei in punizione per un mese, e non guardarmi così – iniziò a dire Steve, ma appena Josie andò in cucina, si avvicinò al figlio e disse piano – Facciamo due settimane, ma a tua madre facciamo credere che è un mese. >>

<< Papà ti senti bene? >>

<< Se mi sento bene? Mio figlio ha la super forza. Certo ci sono rimasto male che per tutto questo tempo mi hai mentito, ma l’importante è che i poteri sono saltati fuori. >> e finì la frase con un bel pugno sulla spalle del figlio
Quello non aspettò due secondi che lo ripagò, facendolo però finire sulla poltrona

<< E’ bello che hai i poteri, ma rimani comunque in punizione. >> e dicendo questo, se ne andò nel suo studio lasciando Thor in piedi tra il felice e depresso.



Angolo autrice
Si allora, 
questo capitolo è uscito un po' a pezzi dalla mia materia grigia, spero solo che non sia una catastrofe xD
Buona lettura

 

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