adhara in the wonderland

di bethrandall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il prato del paese delle meraviglie ***
Capitolo 2: *** Dodo ***
Capitolo 3: *** Falsa Tartaruga ***
Capitolo 4: *** la duchessa ***
Capitolo 5: *** Mai fidarsi delle lucertole ***
Capitolo 6: *** Brucaliffo e terribile fumo rosa. ***
Capitolo 7: *** la foresta nera ***
Capitolo 8: *** confusione ***
Capitolo 9: *** A Tavola ***
Capitolo 10: *** Quando i sogni sembrano realtà ***



Capitolo 1
*** il prato del paese delle meraviglie ***


Sono stanca! dopo un giorno con Amina , senza notizie di Amhal e con la ‘’storia’’col Supremo Officiante , sono letteralmente distrutta. oggi Amina , che dir si voglia!è una mia amica, ma … mi ha letteralmente ‘’ucciso ‘’. Libri, pesca nello stagno , libri, bruciare foglie , libri …. Oddio! Se non fosse la principessa a quest’ora eravamo a fare la muffa giù nelle prigioni. Eppure nessuno si lamenta delle sue diavolerie. NESSUNO. Mi chiedo se ne abbiano terrore! Io un po’ sì. Oggi mi ha costretto a leggere un libro di fiabe, era entusiasmante, gli aneddoti dei personaggi erano fantastici, ma era troppo confusionaria come storia. Ma era bella. Tanto. Ed eccola la mia porta. Esulto , ammiro la sua lineare bellezza, ora ogni venatura del legno mi appare come rifiniture d’oro, la maniglia arrugginita uno splendido pomo di cristallo. Poggio la mano sopra il ruvido dell’ottone e faccio scattare la serratura. Ed eccola la mia stanza. In quell’istante era così bella. Il mio letto. Le coperte, le tende che si alzano lievemente alla lieve brezza estiva. C’è caldo. Moltissimo , troppo , le pareti sudano al mio posto. Chiudo la porta e mi buttò sul morbido del letto. Devo calmarmi, mi sto ripetendo da cinque minuti questa frase. Sì , finalmente fra le coperte a dormire. La gioia mi sta facendo esplodere, il fresco delle lenzuola sulla guancia , il morbido del pagliericcio sotto il corpo. Sto letteralmente morendo di gioia. Assaporo questo momento di dolcezza intima e romantica con il mio letto. In quest’istante lo amo più di Amhal. Si … il solo pensiero mi fa venire da piangere. Non lo vedo da giorni , sto letteralmente impazzendo , i suoi occhi verdi. Mi mancano tantissimo. Però piano piano scompare dai miei pensieri. Mi devo cambiare , devo , perché fanno schifo i miei vestiti , sono tutti stropicciati , macchiati , devo mettermi la tenuta notturna. Come chiamo io la tunica e i pantaloni di lino. Ma il mio corpo non reagisce. Sono innamorata del mio letto. Non mi alzerei nemmeno se stessero attaccando il palazzo. HO SONNO. Troppo sonno … Apro gli occhi di scatto. Il sole sulla pelle. Era sole ,giusto? Eppure non era caldo , era come avere una luce puntata. Ed ecco che ripiomba di nuovo la penombra. Ma sono distesa? Sì , in un prato. Oddio! E se è stato solo tutto un sogno? Se la prima volta che mi sono risvegliata ero ricaduta nuovamente nel sonno? Mi siedo di scatto. Sento l’erba sotto i palmi delle mani. Ma avevo i polsi normali, lisci , senza ferit… ma come sono conciata? Cosa ho addosso?Un vestito azzurro gonfio e una strana farfalla in testa … no un momento è un fiocco , come lo chiamava Amina. E la gonna era piena di nastrini e fiori con farfalle. Il corpetto però era azzurro , semplice con dei lacci neri e le maniche come la gonna ,gonfie , con i merletti sull’orlo. E le gambe, sono bianche , ma sono morbide. Sono pantaloni stretti quegli che ho sotto? E poi i pantaloni si mettono sotto una gonna? E le scarpe, cielo sono nere , stivali piccoli neri. Sono in un bosco. Realizzo solo ora che quella che mi circonda non è la realtà. Ma è tutto così realistico. Dove mi trovo? I funghi sono rossi a pallini e sono alti circa quanto me , se non di più. Gli alberi altissimi che toccavano il cielo, e altri bassissimi , e la stessa cosa era per le piante. C’era una rosa grande che per il peso del proprio bocciolo era piegata e lambiva la superficie di un lago … rosa? No ora viola … blu. Il cielo non si vede, e quello non era il sole ma un enorme petalo trasparente che emetteva luce. Mi sento terribilmente piccola. So che non è il mondo emerso. Lo so per certo. È tutto stranissimo. E poi non ci sono animali. Solo piante. Un fruscio cattura la mia attenzione. Dietro di me. Mi alzo del tutto. Sono incuriosita da questo luogo. Ma è strano. E ne ho paura. Un altro fruscio. Tento di afferrare il pugnale che avevo nella cintura ma … non c’è. Nulla , il vuoto della gonna. Ora la paura mi sta divorando e mi blocco di colpo. Un movimento dietro un cespuglio. Cielo, cielo cielo … ma quello era Amhal? Sì , è lui. Gli faccio un gesto. Ma non mi ha visto. <> finalmente si gira. Ma … che gli è successo. Sembra un coniglio. Trattengo una risata. Incuriosita, spaventata e piegata in due dai singhiozzi delle risate. Il mio cervello sta avendo un esplosione di sentimenti incredibile. Sono confusa, ma non lo sono. Amhal è un coniglio. O almeno ,ha solo la coda e le orecchie e anche lui veste strano. Un corpetto a righe (strano lui non amava le fantasie) dei pantaloni corti , e una catenina d’oro che terminava con una sfera schiacciata. Un orologio. Sembra. E ticchettava. L’unico rumore che sento. <> ripeto. Lui si avvicina verso di me , ha l’aria stanca , ma i suoi occhi sono curiosamente spalancati come se stesse sfuggendo da qualcosa. << Alice? Sono troppo impegnato per fermarmi, sono in ritardo, devo scappare>> Alice? Io sono Adhara. E lui che mi da il nome. Beh, almeno doveva ricordarlo. <> ma lui mi guarda con lo stesso sguardo. << Alice sono in ritardo, devo andare. Non posso fermarmi. >> lo trattengo per una spalla . << in ritardo per cosa?>> lo vedo trafficare con l’orologio , mostrando le lancette che stavano impalate al loro posto. Mai visto un misuratore del tempo così elegante. In genere erano di legno e si vedeva l’ombra del giorno spostarsi. Quello era proprio bello invece. << ti basta sapere che devo andare! Ciao Alice>> detto questo scivola dalla mia presa e si fionda verso la foresta correndo sicuro fra i cespugli e saltando ogni tanto qualche roccia o fiore. Io rimango impalata a vedere come si avvicenda a scappare. Poi capisco che devo darmi una mossa. Perché era in ritardo? E per cosa? Ma più sembra che mi avvicino a lui più lui rimane lontano da me. <> di colpo urlo. Mi sento precipitare sono caduta in una buca forse. Perché ero così distratta? Mi maledico nuovamente per la mia sfortuna non appena piombo a terra. Oh cielo! I mobili galleggiano in aria e come ho fatto a non prendermene uno addosso ? eccolo Amhal , stava scomparendo dalla porta. Ma una porticina minuscola. Lui era minuscolo. Scompare del tutto dietro la porta e io rimango nuovamente sola. Dove diavolo mi trovo ora? E come faccio a raggiungerlo.

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Capitolo 2
*** Dodo ***


Dove diavolo mi trovo? E come faccio a raggiungerlo?
il posto ora che mi concentro è pieno di porte e porticine. Ma lui ne aveva preso una piccolissima. Beh , lui era minuscolo. Mi siedo giù accanto alla porta e metto l’occhio vicino al buco della serratura. Era tutto buio. Ad un certo punto sento delle voci in lontananza. Passi. Sempre più vicini. E -Eh? Ma cosa? E ora dove sono finite tutte le porte. Un attimo prima sono qui, tutte che galleggiavano per aria … e ora?
Solo pareti rosa e arancioni rivestite da tende azzurre e rosso scuro. Il pavimento è morbidissimo. Non so spiegare di che materiale è.  So solo che se provo a saltarci rimbalzo. E infatti ci sto provando. Il rimbalzo è  parecchio divertente e il mio corpo si ferma per pochissimo a mezz’aria. Vedo un tavolino, con delle torte e dei dolci. Ma che colori hanno? Sono rosa molto scuri e neri. Ma che torte sono?
<< Aliceee!>> mi giro di scatto. L’ insegnante di Amina, il suo maestro di storia. Era vestito interamente di piume e viene con tutto il suo insieme di servi, che in genere si assiepavano davanti alla porta di Amina ogni volta che sbraitava contro Fea. Solo il vederlo mi sale la noia. Quante volte ho rischiato di dormire durante i suoi monologhi. Anche se io conosco la storia  del Mondo Emerso al pari di una pera.  Amina non prendeva penna, io mi mettevo in un angolo e se prima le sue storie mi entusiasmavano pian piano la dinastia dei re della Terra del Sole, soprattutto nei brevi periodi tranquilli senza guerre, beh, mi annoiavano. E non poco.
Ora invece sta sorridendo e tiene un lungo bastone in una mano e sotto l’ascella piumata un grosso libro. <>  io lo guardo un attimo. La voglia di dirgli di no e di scappare era forte. Amhal era chissà dove dietro quelle porte , anzi, dietro  quella porticina dove era scomparso e  onestamente sono in pensiero per lui. Ma forse il maestro di storia sa dove può essersi cacciato. << certo! >> lui  mi sorprende , e mi allunga la sua mano con guanti piumati. Io gliela prendo con un misto di spavento e disgusto. Ma in realtà è morbida. Confortevole sotto il palmo e le piuma fra le dita sono meravigliose. << come sei carina! Mi stringi la mano molto forte >>  lo guardo un attimo ed era vero, la mia mano si era innamorata di quella morbidezza proveniente dal guanto, caspita! è bellissimo. Tento di toglierla << scusi, se le faccio male …>> lui mi sorride .
<> Dodo?
Immaginavo un nome un po’ più complesso. Vada per Dodo , un punto per la simpatia.
<> lui non mi risponde subito. Il tempo di sedersi sulla sua sedia e afferrare una tazza , molto carina con rifiniture orlate di fiori e  cuoricini. Lui successivamente mi guarda, incuriosito, anzi sgomento. Ora mi sorride. << Parli di Bianconiglio? >>  Okay! Bianconiglio … << sì, credo sia lui. Era in ritardo per qualcosa. Ma non so cosa. >>  Dodo ride. E di gusto. Poi beve da  una tazza di tè.
<< lui va sempre di corsa. Ed ha preso quella porticina. >> lui indica qualcosa , una porta. Punto lo sguardo verso il suo implacabile indice che punta su una porticina incassata in una parete verde a quadretti. Eccola . La porticina.
 Non era scomparsa.
<< Beh, ti informo di una cosa. Mia cara Alice. Il Paese delle meraviglie è molto pericoloso. Sta attenta a tutti i personaggi che incontri. >> detto questo ,morde una fetta della torta colorata. Io guardo la porticina.
 Mi avvicino sempre di più , lasciando solo il maestro, seduto sulla sua comoda sedia.  <> ma cosa voleva? Di certo sogno o realtà rimaneva uno scocciatore. << ricordo ancora quando tutto questo splendido paese era circondato da splendide piante , e splendidi cieli e splendidi…>>
Ripetitivo , come durante l’ora  di  storia nella stanza di Amina.
 Paese delle meraviglie? Cosa aveva appena detto?
<< Scusate , cos’è il Paese delle meraviglie?>>
lui mi guarda strano , finendo l’ultimo boccone della torta rosa. Poi con un gesto largo della mano indica tutto ciò che ci circonda. << Questo. Tutto ciò che c’è dentro e fuori queste mura. E tu sei dentro la casa del Bianconiglio. >> ricapitolando … sono a casa di Amhal.
<< quindi non siamo nel Mondo Emerso?>> lui scuote la testa e mi riguarda. <>
<> lui mi guarda scocciato. Come faceva quando era interrotto durante la lezione. Poi sorrise. Faceva anche questo
<>  io fisso per un po’ la porticina , poi ritorno verso di lui.
<< Uno , perché mi chiamate tutti Alice? E , Due, come si apre la porta? devo andare da Am … Bianconiglio. >> lui mi sorride e mi mostra una chiave minuscola appesa ad una catenina. << Questa , ti serve per aprire. Poi, tu ti chiami Alice, è il tuo nome. Devi accettarlo. Come facciamo tutti noi. >> io lo guardo strano, la voglia di dirli Senta, il mio nome è Adhara e a darmelo è stato lo stesso Amhal che voi chiamate Bianconiglio.
Ma pur di non fare polemica , sto zitta. Fisso la chiave. << può darmela per piacere? >> lui ritrae la mano e rimise la chiave in una tasca del giustacuore. <> ma io conosco Bianconiglio , penso che si fidi di me. Sbuffo. Ma questo sogno poteva essere più complicato? E  poi perché non mi sono svegliata?
<< Senta , conosco Bianconiglio e la prego , devo andare da lui. Mi dia quella chia.. >>
ma cosa? Dodo si stava sentendo male , la chiave gli è caduta  per terra e si stringe una mano al cuore.  Stava … crescendo. Sempre di più. Sempre di più. Lambiva il tetto.  Le sue piume cadono come macigni a terra , tanto sono grandi. Io mi sposto appena in tempo , per non essere colpita e prendo la chiave. Come poteva essere diventato così… così grande?
 Riguardo la tavola. Il cibo. Era l’unica soluzione, e poi come facevo a ridiventare piccola piccola?
La giusta misura per passare dalla porticina. Sul tavolo ci sono un sacco di dolci. La mia fame mi aveva attirato sulla torta rosa, ma deduco che quella poteva far crescere … ecco come si era rimpicciolito Amhal. Sul tavolo c’erano solo dolci rosa e azzurri , se il ‘’Dodo’’ aveva mangiato quello rosa.. quello azzurro era l’unica speranza. E poi era piccino. Messo in un piccolo piattino. Afferro il cucchiaio e il piatto , giusto il tempo di superare  una piuma che cadeva dal povero maestro di Amina. Anche se credo  che in questo maledetto sogno sia proprio lei la cuoca.  Assaggio di colpo il dolcetto , che poco fa il ‘’Dodo’’ mangiava di gusto.  Sputo tutto a terra il tempo di ingoiare. Che schifo! Sapeva di un misto ciliegie più aroma di stivali da passeggio di Amina dopo una lunga passeggiata in montagna , tutta in salita  e in estate. Metto la  chiave in tasca e con le mani mi tolgo gli ultimi pezzi del dolcetto. O Dio … stavo diventando piccola. O tutto ingrandiva a dismisura. Ed eccomi lì piccola piccola. E dall’altra parte ci stava la porticina. Dannazione potevo spostarmi a   destra invece che dalla parte opposta. So per certo che tanto sono sfortunata che muoio schiacciata sotto una piuma. Corro velocissima , schivando tutte le piume e arrivando alla porta a quadretti. La chiave ora si adatta alle dita. Esulto . con delicatezza la infilo dentro la serratura e faccio scattare i cardini. La porta si apre. Giusto il tempo di sfuggire a una piuma. Mi richiudo la porta dietro le spalle. Ho il fiatone , sono ancora traumatizzata dal dolcetto. E ora sono in pieno oceano su un isoletta enorme.
perfetto. E ora dove sono? Quale altro pazzo incontrerò? E troverò Amhal? 

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Capitolo 3
*** Falsa Tartaruga ***


E ora dove sono? Quale altro pazzo incontrerò? E troverò Amhal?
 Sono nel mezzo di un isoletta. Tutto sabbia, fino a un grosso punto verde di fronte a me. Una foresta,  forse.
Vedo una casette di conchiglie. È carina. Ma ormai ho capito che di questo posto non bisogna fidarsi. Ed ecco infatti la fregatura. Un uomo alto e grosso avvolto in una lucida armatura veniva verso di me. Però era strano. Mira?
O cielo, perché tutti non sono come … sono nella realtà?
Aveva le orecchie da topo, la coda di un ratto e dietro un guscio di tartaruga. E io ero … coperta di sale e sabbia , i miei vestiti erano interamente bagnati , i capelli attaccati alla faccia. Già che il quadro è bello … penso io. Non sono certo bella come alcune ragazze, lo so. Ma certamente conciata con i capelli attaccati alla faccia , il fiocco sghembo e  impanata come una cotoletta , so di certo che non mi rendo giustizia … affatto.
<< ehi , Alice !>> ci risiamo con la tiritera. ‘’Mira’’ si avvicina verso di me col suo sorriso da bravo papà e comandante e mi saluta con un gesto della mano. Almeno di lui posso fidarmi. È come un padre per Amhal. Posso provarci anch’io come fa lui , può darsi che mi sappia dare una risposta. << hai visto Amhal oggi?>>  detto questo mi sciolgo il fiocco dai capelli e lo strizzo per far uscire l’acqua. <> ci risiaaamo!
<< Scusa! Bianconiglio … >> detto questo il volto di Mira si accese di una luce simpatica. Di quelle che ti urlano , ‘’ Sì , so cosa devi fare per l’occasione ‘’ , e poi si gira verso di me sorridente indicandomi un punto oltre l’isola. <>
ma di che Diavolo parla? io non ho fatto niente a nuoto , non so nemmeno se lo so fare , figuriamoci farmi un intero oceano. E non ricordo di essere caduta in acqua o cose del genere. Spero che non sia il sudore di poco fa, quel tipico sudore freddo da paura durante  la mia disavventura con il ‘’Dodo’’ , se è per questa causa , beh … dovrei evitare allora tutti i futuri appuntamenti con Amhal o Amina.
<< ehi Alice! Vuoi qualcosa per riscaldarti?>>  annuisco. Onestamente non sento freddo , ma il vento sulla pelle è pungente e poi i vestiti sono pesanti.
Mira mi fa segno di avvicinarmi verso casa sua. Percorriamo in silenzio il vialetto di ciottoli e sprofondiamo nella macchia verde,altro non era che la foresta. La sua casetta è piccola, rivestita di conchiglie e ciottoli. Le piate marine si arrampicano verso il tetto di  foglie di palma e a mo’ di cespugli ci sono dei coralli rossissimi che brillano alla luce del sole , di un certo mezzogiorno. Giusto. Non mi sono chiesta che ore erano ,e poi un sogno poteva essere così dannatamente dettagliato?
Mira mi sorride nuovamente  e mi invita ad entrare nella sua casetta. L’interno è ancora più ‘’marino’’ di fuori. I coralli erano riusciti a penetrare la casetta di conchiglie e le tende svolazzano dall’unica grande finestra che c’è.
 Al centro un enorme giaciglio di paglia e sacchi di sabbia e poi sotto la finestra un enorme baule molto piratesco. Da lì fuoriuscivano degli abiti. Ne presi uno .Sono  i miei , quegli che indosso abitualmente. Corpetto , calzoni e casacca , ma anche questi sono bagnati . L’unico asciutto era la copia blu del vestito azzurro che indosso e poi ce n’è uno rosso più carino , accanto un bel tascapane ben cucito e con delle fantasie graziose.
<< posso prender …>> Mira mi interruppe subito. << puoi prendere tutti quegli che vuoi , anche la borsa da viaggio, l’importante e che lasci gli abiti bagnati qui. Non si sa mai, così quando si asciugano te li ridò>> il suo sorriso è di nuovo stampato in faccia. Prendo quello che mi serve e senza che io gli dico niente , esce silenziosamente dalla casa richiudendosi dietro la porta.
Solo ora noto che era fatta di un pezzo di fiancata di qualche nave. Faccio spallucce e metto l’abito blu togliendomi quello azzurro. Riposiziono l’abito dentro il baule, attendendo che si asciughi , ma il sale e la sabbia rimanevano lì dov’erano. Evidentemente per quanto magico è questo posto, di certo la magia non asciuga gli abiti di corsa.
  Riapro la porta e noto che Mira era seduto su uno scoglio in mezzo alla sabbia che leggeva un libro rosso. Il libro di Sennar. Strano l’avevo letto con Amina  proprio oggi , e la figura del libro mi fa sentire meglio , come fossi a casa.
<< Mira?>> lui si gira incuriosito , posa il libro e inizia ad allisciarsi la barba. << il mio nome è Mock Turtle , signorina>> detto questo , sorride per la milionesima volta e mi squadra da capo a  piedi.<< Questo blu ti dona parecchio, sicuramente a Bianconiglio piaceresti … anche se , non ce ne dovrebbe essere bisogno, visto quanto sei carina! >> So di essere arrossita , e stringo la cinghia del tascapane. Mira mi fa segno di sedermi vicino a lui. <> fa un gesto ampio col braccio ,indicandomi tutto il luogo << che sei venuta a trovare questo posto. >> guardo ancora in basso , anche se sapevo che quello non era Mira, che magari poteva essere un altro personaggio ,  so per certo che quella figura , da Maestro di Amhal ,mi suscita sempre un po’ di insicurezza. << perché Bianconiglio era in ritardo? E per cosa? >> quelle domande sono uscite sole, questo perché sono curiosissima  di sapere dove andava e cosa doveva fare. Mira fa spallucce. << non so , è uscito di corsa dalla porta, si è cambiato d’abito ed è corso via. >>  sospiro. È una ricerca terribile questa.
<>  si passa una mano sulla testa pelata , evitando accuratamente le orecchie.
<< noto che sei un po’ … confusa>> Mira mi sorride –di nuovo- e mi accarezza i capelli. << in genere quando Bianconiglio non corre a destra e manca , si ferma qui , con me a guardare l’oceano. Amo i posti tranquilli , e anche lui. Ci piace il silenzio , perché il re non ci da mai tregua. Ma non possiamo fare nulla. Stiamo qui per poco , contando i secondi come fossero una dolce eternità. E poi non è cattivo. Credimi. Può sembrare un po’ … lontano , distaccato … severo. Ma è buono , e a un bel cuore d’oro. E parla sempre di te. >> io arrossisco di colpo. È un sogno. Ma se quelle parole fossero vere … Mi crogiolo in questo paradiso , dopo la discussione col Dodo e tutti i fatti accaduti , stare lì con Mira mi rilassa troppo. E so per certo che ora il mio cervello rielaborerà altre catastrofi.
<< se devi andare , vai ora. Più tempo perdi … più lui si allontana. >> mi da una pacca sulla spalla e mi sistema i fiocchi sulla gonna. << vedi laggiù? Quel vulcano che sputa acqua. Lui prende sempre quello per arrivare prima. >> si alza , e io lo seguo a ruota.
<< come faccio coi vestiti ? si bagnano … >> lui scuote la testa. << hai un cambio carino no? >> rispondo con un sorriso accarezzando il tessuto morbido del tascapane.
 Iniziamo a camminare per tutta la foresta arrivando ai piedi del vulcano. << ti spiego cosa devi fare … salta dentro il vulcano ,e se ti bagni in un primo momento non ti preoccupare. Tieni la borsa attaccata al petto e se ci tieni tieniti anche il fiocco che hai in testa. >> mi risistema i capelli , e mi da un bacio paterno sulla fronte. << va da lui, e se ti capita ripassa da qui , ho molte cose da farti leggere , vestiti carini da farti indossare e molte storie e pettegolezzi da raccontarti >> annuisco.
Stringo la borsa al petto e mi faccio accompagnare fino alla bocca del vulcano. Salto giù , senza salutarlo e piombo nell’acqua calda. Inizialmente non sento le bollicine salire piano, poi una furia proveniente da sotto mi fa gonfiare la gonna. Esco fuori tutto in una volta. E vedo l’isola sparire sotto i miei piedi. Urlo dal terrore e allo stesso tempo dal divertimento , buco le nuvole e per poco non colpivo un uccellino che svolazzava di lì. Poi la caduta. Sapevo che prima o poi la situazione poteva peggiorare. Cado immediatamente giù. Le nuvole sono lontane , gli uccelli puntini nell’azzurro. Il sole brilla alto a segnare il mezzogiorno e poi piombo nell’oscurità. Sento lo spaccarsi di calcinacci e travi e poi il pavimento freddo.
 La  polvere di quel nuovo luogo mi entra dentro il naso e inizio a starnutire copiosamente. L’eco del mio starnuto suona fra le pareti di quel luogo. Stringo forte il tascapane ancora pieno e incondizionatamente  tocco il fiocco che ho in testa. Starnutisco nuovamente .Mmm ! E ora? Devo ripetere la domanda nuovamente? 

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Capitolo 4
*** la duchessa ***


Un nuovo starnuto. Un altro. Un altro ancora. Il mio naso ha deciso di sua spontanea volontà di non respirare più ai miei comandi.
 La polvere è spessa quanto un muro , ed è buio ovunque , se non fosse per il lucernario improvvisato che avevo creato col mio ‘’fragile ‘’corpo.
La domanda sorge ‘’nuovamente’’ spontanea. E ora? Dove sono?
Quel che la poca luce mi permette di vedere è una sottospecie di salotto arredato a  mo’ di sala del trono. Infatti eccolo lì , che si staglia al centro del salone. Tutto è notevolmente silenzioso.
Forse a causa degli starnuti continui.
Pian piano che la polvere fluisce  verso il lucernario mi accorgo dei nuovi dettagli. La luce ora è più forte di quella che immaginavo , deve essere ancora giorno , o forse pomeriggio giovane. Il colore del muro tende sul marrone , e alle pareti sono appesi candelabri d’oro pieni di candele nuove e profumate. Il pavimento è fatto di mattonelle che compongono mosaici variopinti , e il vetro lucente, fa lievi riflessi, come se stesse salutando la nuova finestrella creata sul tetto. Il trono è pieno di cuscini variopinti e coperte che cadono elegantemente sul tappeto rosso. Vicino al trono decorato , c’è un comò , anche questo pieno di ‘’tende’’ ? o tovaglie da tavola, e sopra vi stanno cestini pieni di frutta e verdura fresca, si  vedeva ancora l’acqua gocciolare.
Riprendo  a respirare nuovamente. L’ aria fitta, puzza di chiuso. Mi alzo da terra ,spolverando il vestito pieno di calcinacci e resti di polvere. La borsa mi pendeva al collo e io con un movimento della spalla la riporto in una posizione più comoda. Sospiro. Sembra che non ci sia nessuno.
Ad un certo punto sento un odore di carne e patate … tipico a palazzo … con quell’ aroma così familiare di.. rosmarino.  Respiro a pieni polmoni. Ora sento un leggero brontolio proveniente dal mio stomaco. Ripensando al dolcetto mangiato quando ero a casa del Bianconiglio ,mentre  parlavo con Dodo, un pranzetto era una bella idea. E tanto. 
Tento di camminare , ma sono impelagata nei calcinacci e nelle travi rotte. Per fortuna i buchi creati fra uno spazio e l’altro mi permettono di passare. Uscendo fuori respiro a pieni l’aria pregna di rosmarino. Che cosa meravigliosa.
Il mio cuore, il mio stomaco impazziscono … magari è la volta buona che questo sogno mi faccia stare tranquilla.
Mi blocco appena un attimo , scacciando le fantasie di me , seduta ad un tavolo strapieno di cibo, mentre mangio con foga.
Era un miagolio ,quello?
Eppure era troppo umano e finto per essere stato un vero gatto. Ora come ora sono del parere che il mio cervello si rifiuta di farmi stare serena. Niente.
Il miagolio si ripete. Un Miao così .. così ..così sensuale? Ma che Dico!
Cielo! quel dolcetto mi ha fatto stare realmente male ,dovrei prendermi un giorno di vacanza da Amina e mangiare di meno a cena . E andare a dormire almeno sette ore prima del calare del sole , e svegliarmi dodici ore dopo l’alba.
Un altro Miao. Cielo ! ma cos’ ho?
Ehi … ma quelli sono  due occhi viola?
Solo due occhi viola che vagano al buio. Sono  scomparsi. Un altro Miao. Ora sono sull’ attenti. So che nuovo personaggio mi si parerà davanti.
E questo  personaggio, mi fa paura persino nella realtà … figuriamoci qui, In questo posto sperduto della mia mente.
Sento una voce diversa.  Quella voce. La riconoscerei fra un miliardo. Fea. L’eroina che arrivava quando Amina esagerava nelle sue idee pazzesche. E un'altra voce. Il sarto? Sì riuscirei a riconoscere anche il suo accento.
Entrano nella stanza come due furie. Le candele dei candelabri si accendono di nuovi bagliori colorando le pareti marroni di un rosa acceso che diradava fino all’arancio , come i colori dell’ alba.
Il profumo di rosmarino riempie l’aria , sostituendo la puzza di chiuso .
<< e tu chi sei ? >> la voce di Fea è aspra e indica il dito verso di me.
<< sono Adha… Alice !>> il suo sguardo , rispecchia il suo tono di voce. Forse non sono proprio al sicuro come credevo. << e che ci fa … Alice … nella mia dimora? >> la donna si arrampica sul trono facendo scendere la coda del lunghissimo vestito. I capelli anch’essi lunghi e una sorta di diadema vistosissimo le apriva la testa ,facendogliela sembrare mostruosamente grande. << ci sono finita per sbaglio. Passando dall’ Isola … Della.. Tartaruga .. >>
<< parli di Tartaruga Finta? È la quarta volta che sfondano il mio tetto . Dovrei mandarlo dritto dritto dal re .. ma come vedi sono stata buttata fuori dal regno. Ah , che squallore quel posto! >>
Il sarto poggiò un enorme piatto contornato di patate e rosmarino. Fea , senza spostarsi dal suo trono si sporge e con una forchetta d’oro assaggia piluccando la pietanza. << cuoco , hai visto per caso il mio gatto? Era qui da qualche parte. Sarà nel bosco a giocherellare … e a proposito … dove sono Pinco e Panco? Ti ricordo che Panco deve provare il vestito oggi. E non si è fatta vedere. Che stress!>>
<< scusate ! non vorrei essere indiscreta ma esiste un posto o una porta così io la lascio  al suo regale pranzo ?>> ci vado con le buone , magari così…
<< guarda che indelicatezza , non si ferma neppure per mangiare. Non solo mi hai sfondato il tetto>>  con il suo dito colpevole punta verso il tetto bucato , io arrossisco.
<< ma mi disturbi chiedendomi di indicarti un’ uscita. >>
io faccio spallucce , il ché , dall’ espressione che compare sul volto di Fea , mi urla che ho sbagliato di grosso. << inopportuna e indelicata che non sei altro. Cuoco! Portagli immediatamente il dolce . non ho intenzione di sopportare tanta mancanza di rispetto. E poi mia cara. A volte le uscite , si ricavano da sé . Soprattutto in questo posto. In questo paese. Dove devi essere tu  , da sola , senza chiedere a nessuno , capace di uscire dalle tue circostanze. >> detto questo si siede più comoda sul trono mentre il cuoco porta un dolce rosa molto grande , ne prende una porzione col cucchiaio. Solo ora noto che quel dolce è di quanto più simile a quello del Dodo. Faccio cenno di no con la testa , ma il cuoco è veloce e con un solo movimento del braccio spinge il cucchiaio dritto nella bocca. Spaccandomi i denti  o quasi. Il gusto è orribile quanto quello di prima. Ma la mia sensazione cambia. Mi sento male. Anzi , malissimo, il cuore mi sta cedendo. Pian piano il trono diventa piccolo e il tetto diventa stretto . sento di nuovo i calcinacci che si spaccano sotto il mio peso le travi cadere. Di Fea e del sarto nessuna traccia. Oh no! Sono enorme ,e  ora come faccio a ridiventare piccola , o almeno normale. Faccio un passo e la dimora dove prima ero stata crolla del tutto sotto il mio piede. Per un attimo mi terrorizzò , impaurita di aver schiacciato Fea sotto le macerie. Ma poi vedo due figurine correre spedite verso la selva. Tiro un sospiro di sollievo .
ad un tratto però sento un peso sulla testa. Una coda penzola , dondolando davanti a i miei occhi. Alzo lo sguardo e con un sorriso vedo Jamila che si era poggiata sopra il mio capo. Com’era piccola in confronto a me. E stava giocherellando col fiocchetto. Sorrido. Poi guardo giù . il sorriso mi muore immediatamente, sono altissima e non so proprio cosa devo fare. Però so che devo trovare Amhal !e se questo significa che devo attraversare questo mondo strambo a piedi con un drago in testa  e avendo paura di spiaccicare qualcuno .. beh , questo farò. Inizio a muovere qualche passo avanti , sollevando enormi strati di polvere.

( spazio dedicato all’ autrice  della fan fiction : chiedo scusa se non ho dato il meglio di me  in questo capitolo, vedrò di migliorare nel prossimo. Spero comunque che vi diverta come i precedenti. Scusate ancora!)




 

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Capitolo 5
*** Mai fidarsi delle lucertole ***


Beh , non so da quanto tempo sto camminando in vano. Penso circa un ora, tre minuti, un secondo.
Il tempo ormai qui è un optional.
Jamila si è appisolata sulla mia testa e per quanto sia piccola , pesa , parecchio , soprattutto se il suo dolce peso preme sopra il mio cranio.  
Però devo ammettere che da quassù  tutto è molto meglio! Gli alberi sono altissimi ,di ogni forma e colore , e strisciano sulla gonna, senza graffiarla, quasi quasi la morbidezza del tessuto aderisse al groviglio dei rami intrecciati. Le nuvole le riesco a sfiorare con le dita e sono di un rosa pallido. Ogni tanto un drago svolazza intorno alla mia testa , come fanno le libellule, anche loro sono piccoli rispetto a me. Sembrano farfalle e le loro ali, caspita! Esistessero draghi così variopinti nel Mondo Emerso!
Però è la terza volta che inciampo su un fiore di grossa portata. E i funghi? Mamma mia ! quanto li sto odiando! Ogni cinque secondi , si attaccano alla mia scarpa e non la mollano più , e io sono costretta a scrollarmeli di dosso  strisciando il piede su qualche corteccia.  Questo si che è un grosso problema per la mia altezza , e infatti il panorama è l’unica cosa positiva. Per il resto io sono ancora enorme , e faccio a gara a ‘’chi ride prima ‘’con le montagne.
e Amhal ? da quassù è vero,posso vedere tutto , ma lui? Lui doveva essere ancora piccolo , o comunque in altezza naturale.
e se lo avessi schiacciato? Il pensiero si insinua nella mai testa contorta.
spero di NO! Ci mancherebbe solo questa , uccidere sotto il mio piedone l’unica persona che amo veramente!
o cielo! Questo sogno sta diventando più complesso di quel che il mio cervello riesce ad elaborare. Oh cavolo!
 È l’ennesimo fungo che si attacca sullo stivale , basta mi sono scocciata. Ora distruggo tutte cose, se solo anche il mio pugnale fosse cresciuto con me!
anzi, se avessi portato il mio pugnale. Visto che ho miriadi di gonne , tulle e stoffe e zero armi!
ah! L’odio che sto provando nei miei confronti mi ucciderà a breve.
Un altro fungo!
Beh ora basta!
Striscio il piede su una corteccia di un albero , che all’apparenza doveva essere una grossa quercia azzurra. Nel frattempo Jamila si è svegliata. Sento il suo peso spostarsi e divenire meno opprimente sopra la testa.
Sbuffo nervosa. Questa ricerca mi sta sfuggendo dalle dita. Dalla quota dove sono posta, questo mondo sembra non finire e protendersi oltre l'infinito.
<< ehi , ehi ,ehi tu!>>
Eh ,eh ! ci risiamo con la gente strana.
<> la mia voce rimbomba mostruosamente facendo tremare alberi e montagne.
<> butto lo sguardo giù. Tra i fiori rossi e viola e l’erba fitta c’è una sagomina  seduta su un drago. Da quel che la mia vista mi permetteva di individuare , questa sagoma ,somiglia parecchio a Baol , l’attendente della regina Dubhe. E il tono della voce è lo stesso , quindi vado sul sicuro che sia proprio lui , l’ennesimo personaggio strambo di questo sogno pazzesco.
oh beh! L’attendente aveva una coda squamosa verde… e il suo drago era rosso.
trattengo un collasso di nervi, bastava solo una fogliolina sopra la mia testa per farmi sbottare. Dico? Ma perché devo vivere questa stramaledetta avventura , devo solo stare con Amhal .
Per l’amor del cielo! È un mio sogno, questo è il mio cervello! E qui dovrei governare io.
NO.
Nemmeno la mia testa vuole saperne di ragionare.
Mi sento una creatura a sé.
<< sai che stai commettendo un grave reato? Non si ci può trasformare nel bosco>>
<< scusi! Non sono stata io di mia spontanea volontà a vestirmi da Monti delle Sershet! Sa com’è ! sono incappata a casa di una psicopatica che mi ha fatto diventare un mostro. E io non voglio diventare una casa di riposo per ‘’draghi stanchi da lunghi viaggi’’, non è la mia massima aspirazione>>
la faccia di Baol-lucertola parve mutare.
Forse ho esagerato. Beh , ma sono nella mia testa posso prendermela con chi mi gira!
Ma pensandoci, il povero Baol sta svolgendo il suo lavoro.
<> indico il posto con un gesto ampio<< mi confonde, e parecchio>>
<< e allora perché continua a esserci?>> Beh? Questa è la risposta. La prossima volta invece di essere cortese mi pianto una quercia in bocca e poi mi metto a sputare ghiande.
<< beh! Io scapperei immediatamente da questo posto. Onestamente mi sono scocciata di tutte le creature che lo abitano. E poi cerco solo Bianconiglio , che chiedo di più?>>
Baol parve rincuorarsi. << ah sì! Cerca Bianconiglio! È passato di qua, se scende gli indico la strada>>
MA SI PUO’ ESSERE PIU’ LUNATICI DI COSI’?
no, guarda , cinque minuti , scendo , il tempo che mi concentro e divento altezza lucertola.
<< ah! Vedi che se potessi scenderei ben volentieri ma sa com’è?NON HO IDEA DI COME SI POSSA SCENDERE!>>
Baol sorrise. << hai l’antitodo in tasca>> detto questo prende un bastone e mi punzecchia la tasca vicino alla coscia.
Ahia! Mi ha fatto male. Cattivone!
metto le mani nella fessura del grembiule.
sento qualcosa di duro, e morbido contemporaneamente. Pane nero. Pane nero dentro la  tasca del grembiule. Pane nero. Guarda , ora gliene do un pezzetto al povero Baol. CHE ME NE FACCIO DEL PANE NERO?
<>
Fisso il pane , come fisso le api quando sono terribilmente vicine.
Se era l’unica soluzione.
<> Baol , scosse la testa.<>
O LA VA, O LA SPACCA.
Metto in bocca un pezzo di pane, lo schifo mi attanaglia le viscere. Sto per vomitare l’anima , ma il mio corpo sta decrescendo. Sempre più piccola , piccola, piccola… piccola… ancora. Ora sono alta quanto un filo d’erba. Troppo piccola. Voglio urlare…. E dov’è quella lucertola , la faccio diventare una cinta per le armi! Maledizione!
Bene e ora cosa faccio? Il paesaggio è cambiato. Ora i sassi sono alti quanto montagne. E poi a terra ci sono pezzi di lame e cuoio. Un sentiero meno erboso , evidentemente una macchia di terra senza erba,si  presenta verso di me. Cammino saltando gli ostacoli e evitando di annegare nelle pozzanghere. I funghi , i maledetti funghi, ora mi schiacciano sotto la loro altezza. Mai fidarsi di una lucertola. MAI PIU’.
(Spazio dedicato all’autrice dalla fanfiction: scusate, veramente. Sono stata assente e ora mi ritrovo ad aggiornare la mia storia con questo capitolo campato in aria, per così dire. Spero vi divertiate, la mia povera Adhara non ce la fa più a sopportare questo mondo strambo, e se la prende anche con chi non c’entra molto. Spero vi piaccia ugualmente. Buon divertimento!)








 

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Capitolo 6
*** Brucaliffo e terribile fumo rosa. ***


Sto cammiando da circa due ore , credo. Il sole non si è spostato visivamente , ma la sua luce è diventata poco più delicata, a breve … forse, sarebbe calato il sole ,e io ero nel mio bel giardinetto enorme , che si estendeva come un oceano verde davanti a me. Devo ricredermi sui funghi. Gli ho odiati in un primo momento , è vero! Ma … ora mi sto affezzionando , mi ci nascondo dietro, mi riparano dai raggi caldi del sole. E poi il terreno è soffice sotto gli stivali , non quelle pozze fangose dove sono inciampata non so quante volte. Le pozzanghere però sono particolari , sono tutte arcobaleno e infatti il mio abito blu è diventato viola e rosso all’estremità e la stessa cosa vale per le pesanti calze bianche , che sono anche verdi , volendo. Io ricordo solo ora di avere un cambio d’abito , dentro il tascapane, è rosso. Ma non lo cambio in mezzo a un giardino. E poi cavolo , anche se l’erba è alta ho paura che qualcuno mi veda… non che il mio corpo sia da guerriera o da dama, sono un pezzo di legno con un seno prosperoso più o meno come due prugne sopra un vassoio bianco e piatto, ma , non voglio essere guardata ugualmente. Soprattutto se passa Amhal… cielo cielo cielo… morirei all’istante. Ho deciso , proseguo. A tratti vedo spuntare dall’erba pezzi di quelle che credo siano else di spade , e frecce spezzate. Alcune corazze che potrebbero ospitare dieci di me in questa nuova statura , regaltomi dalla lucertola… grr… che nervi. Beh , è difficile camminare sull’erba alta e saltando i ramoscelli che sono grandi quanto ponti. Onestamente sono stanca di camminare. E credo di non aver fatto nemmeno un metro di strada… Ciao Ciao Amhal… D’un tratto una folata di fumo rosa mi percorre da capo a piedi. Soffoco, non faceva puzza o qualcos’altro. È l’aroma che è disgustosamente forte. Seguo la scia di fumo rosa, e quasi ricado in una pozzanghera multicolor. Un fungo. Ancora. Con sopra la fonte del fumo rosa… altro non era che…Neor? Ha le gambe strette in calzoni larghissimi e poi erano incrociate , due antennine li fuoriescono dalla testa bionda , è vestito di azzurro , un azzurro molto forte che contrastava col rosso e il verde del fungo dov’era seduto. Ma solo due cose mi colpiscono di lui. Il suo sguardo fugace che si posa ovunque , quel verdescuro passava da oggetto a oggetto con una velocità assurda e poi… il fumo. Di che ricordo , Neor non fuma. Ma ora stava proprio prendendo una grande boccata , non mi ero accorta che vicino a me , c’era un ampolla con un liquido che gorgogliava , come se stesse bollendo, e poi eccola una folata di fumo proprio in faccia. Che maniere… poi da Neor ..ci sto rimandendo quasi male. ‘’ ehi , cosa ci fa qui ? in questo bosco… non è un posto per una ragazzian sai?’’ io indietreggio di poco. Il suo sguardo mi sta letteralmente uccidendo. È così , tagliente , mi sta scarnificando , sento quasi la fredda aria della sera punzecchiare il muscolo venuto alla luce. ‘’Alice…’’ lo guardo da sotto. Mi sta sorridendo, come fa sempre. ‘’ sono il Brucaliffo, piacere !’’ mi porge una mano , tendendola dalla cupola del fungo. Mi avvicino lievemente e poggio la mia mano su quella sua. È calda, tanto. Rassicurante. E anche il suo sguardo è mutato. ‘’ ti ricordo qualcuno…’’ ‘’beh sì’’ ‘’Alice, non è una domanda, la mia.’’ In effetti non era una domanda. Un momento! Lui era Neor, e se sapeva dove aveva preso Amhal? ‘’ scusi Neo- Brucaliffo , signor Brucaliffo… io..’’ ‘’ cerchi qualcuno. Lo vedo’’ Ma cosa?! ‘’ si vede da come tremi , da come il tuo sguardo , come il mio , si poggia ovunque. Chi cerchi Alice?’’ ‘’ cerco Amha… o cielo! Bianconiglio’’ devo scrivermi che qui i nomi sono altri , ma chiamare Amhal Bianconiglio è ridicolo quanto i miei capelli al mattino. Sì! Con quel goccio di orrido dell’appena svegli. ‘’ Bianconiglio! Mmm… si ora che ci penso andava verso di là’’ con un gesto della mano mi indica una foresta poco lontana e molto alberata. E anche parecchio Tetra… alquanto interessante. ‘’ ehm! La ringrazio signor Brucaliff… ‘’ un ondata rosa mi investe di nuovo , i miei polmoni sono diventati dei limoni al sole. Muoio , me lo sento. ‘’ perché lo cerchi?’’ Okay , non so cosa rispondere. La foresta Tetra mi sta letteralmente piombando adosso. Ora che punto più frequentemente lo sguardo sul tappeto di foglie a terra vedo le ombre degli alberi farsi più vicine. Se sono degli alberi ovvio. ‘’ perché ..lui… io … perché sento di cercarlo’’ Che risposta stupida! Neor prende una seconda boccata di fumo. ‘’ Solo?eppure dal modo in cui ti guardi attorno e il modo in cui getti lo sguardo sulla foresta sembra altro. Non è solo… una ricerca la tua , anzi lo è … ma non è semplice…’’ Ora ho paura di lui. Perché sento che nel profondo quelle parole hanno ragione. Solo che , stranamente, non so pronunciarle, quasi fossero diverse nella cadenza , nell’accento. ‘’ quanto lo ami? Tanto… e sento che sei disposta ad entrare fin in quel luogo.’’ Io annuisco sovvrappensiero. Quanto lo Amo? Il sogno sta prendendo una piega seria. Credo sia Neor, ha sempre fatto questo effetto dentro la mia testa. ‘’ sono disposta anche a viverci se mi servisse per trovarlo’’ sto parlando sul serio? Si?no? Un altro sbuffo di fumo. ‘’ sei davanti a me , puoi esprimere le domande che celi’’ Effettivamente. In qesto momento ,anche se ha deviato totalemnte il mio discorso, le domande mi salgono spontanee. ‘’ perché mi chiamano Alice?’’ ‘’ ogni nome ha il suo significato , il vero nome e quello che ci ripetiamo mentalmente , quello che ci descrive. Ma la gente non sa il nostro vero nome, ti ricordo che le lettere sono incise a fuoco nella nostra anima. Ma sul volto , nella voce , nei nostri occhi … la gente vede solo il nome che conosciamo ma non sentiamo. Giusto Adhara?’’ Non comprendevo a pieno il significato di quella frase, ma risentire il mio nome mi ha tranquillizzata parecchio , nel frattempo vedo con la coda dell’occhio le ombre allungarsi. ‘’ perché mi trovo qui?’’ ‘’ Alice… non c’è un motivo perché ti trovi qui. Dovevi trovarti , in questo luogo. Perché era giusto così ,nella nostra vita non c’è nessun motivo o morale. Si E’. Punto.’’ sento alcune voci insinuarsi nella mente , non solo quella di Neor, un altro sbuffo di fumo. ‘’ perché cerco Amhal?’’ ‘’perché è la tua salvezza , la tua disperazione, il principio e la fine di te. Ed è per questo che sparisce. Ti spinge a cercarlo , perché ogni volta che lo trovi , trovi un po di te stessa. ‘’ Sento il piede sinistro stretto da una leggera morsa. Ho paura. ‘’ perché quel bosco?’’ ‘’ i boschi neri sono la nostra vita. Gli attraversiamo brancolando nel buio , perché agogniamo la luce. E perché non siamo sicuri di trovarla. ‘’ il fumo viola mi cinge gli occhi e le palpebre mi si abbassano. ‘’ perché il buio?’’ ‘’ per affievolire i nostri istinti… hai paura?’’ annuisco , la mia bocca non è in vena di parlare . mi sento cadere a terra. ‘’ Alice… Adhara… perditi nel buio, troverai la tua luce. Ma attenzione. Non dare troppe opportunita al gatto…’ Al gatto? cado nel più profondo sonno e mi sento precipitare. Non so quanto passa. I miei occhi non vogliono aprirsi.la puzza del fumo rosa dentro le narici. Ho lo stomaco sottosopra , paura matta e non so dove mi trovo. Voglio urlare, ma non ho voce. Solo le mie orecchie sono vigili. Sento un fruscio. Nella mia mente spuntano due lampi viola. Ho paura. Capisco di averla. Solo un suono nel cupo silenzio che mi circonda. ‘’miao!’’

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Capitolo 7
*** la foresta nera ***


‘’ Miao’’.
Cos’è? Chi è che miagola … lo sento. Il fruscio di poco fa si somma con gli altri. Da dove provengono?Capisco che devo sistemarmi la gonna , qualche scalmanato sta cercando per caso di alzarmela?
Ci mancherebbe altro. Onestamente , sono abbastanza pronta ad affrontare un Tête  a Tête. E non solo a colpi di parole.
Ma dove sono i miei pugnali? Dubito che quella bisaccia possa uscirne uno. Mi mancano i miei pugnali. Sto piagnucolando internamente.
Apro gli occhi. Okay , ho sentito qualcosa di morbido che mi passa per la testa. Salto in aria. Che cosa sarà mai …
Due occhi viola , solo loro che fluttuano verso di me , pian piano compare un sorriso , così cattivo da far accapponare la pelle , ma allo stesso modo ammaliante. E solo una persona a corte poteva essere fascinoso in quella maniera. Alla fine , anche lui occupava un posto nella mia testa.
San.
Lo pronunciai mentalmente quel nome , ma subito dopo eccolo comparire , in tutta la sua splendida forma.
Il corpetto nero, come i calzoni attillati di pelle e gli stivali. Solo una lunga sciarpa di colori sgargianti rompeva quella monotona oscurità. Quella sua splendida oscurità.
 Ma cosa mi succede? Solo avere i suoi occhi puntati mi fa rabbrividire.
 La sciarpa , focalizzo il mio sguardo su quella maledettissima sciarpa. Viola come i suoi… occhi….
Ho  lo stomaco a pezzi , sento come formicolii che mi bruciano le braccia le gambe, sto respirando? Credo di no. Perché tutto questo in sua presenza. Perché mi sento sempre così  … vulnerabile ai suoi occhi.
Cervello caro? Cosa ti salta in mente? il mio pensiero è Amhal , solo lui.
Beh , ho perso la mia battaglia.
‘’ ben svegliata … anche se l’ho detto lievemente in ritardo. Ho lasciato che prima mi guardassi. Amo quando sono al centro dell’ attenzione ,sai? ‘’
Ecco l’ultima fucilata.  La sua voce , così calda , così … mostruosamente seducente. Mi porta a richiudere gli occhi. Non devo farli prendere in assoluto il controllo della mente. Io Amo Amhal e solo lui.
Solo ora mia accorgo della coda e delle orecchie. Ecco ,la sciarpa , non era una sciarpa, bensì una coda. E le orecchie riportano lo stesso  motivo a righe. Ma si può essere comunque belli? Con orecchie e coda ?
Basta … sono in una foresta oscura con il personaggio più misterioso che io conosca, non posso soffermarmi sulle sue orecchie. Ho visto cose fin troppo strane in questo sogno per focalizzarmi ancora nei particolari. Un momento …
dov’è?
era qui.
si , era qui.
sono sola?
Sento che qualcosa di oscuro mi cala di sopra come una terribile certezza. Il peso di questa emozione mi costringe a stare bloccata , seduta nella mia posizione , nemmeno gli occhi vogliono permettersi il lusso di spostarsi. Le dita della mia mano sono bloccate fra le ciocche di erba , così morbide e profumate da sembrare capelli appena lavati. Ora guardo con terrore ciò che mi circonda. Le mie caviglie e i miei polsi sono nuovamente feriti , come quella volta … il primo giorno che mi sono risvegliata nel prato. Forse non se ne sono mai andate, ma ora bruciavano proprio come quella volta. Sento altri fruscii. Dalla foresta delle radici nere se ne corrono a ripararsi seguite da un coro di vocine spettrali.  Sto per buttare via un urlo. Ma quest’emozione termina.
 Sto meglio ora.
‘’ felice di esserti stato utile , la paura è una fedele compagna  , ma bisogna trattarla con i guanti di seta ,sai? ‘’
Alzo gli occhi , ora le mie mani accarezzano il tessuto erboso su cui ero appoggiata. Tiro un sospiro di sollievo e abbasso lo sguardo. Non tollero guardarlo. Posso morire sotto quei diamanti viola che splendono di luce propria , come due soli che puntano i loro raggi solo su di me. Sono curiosa di vedere dove sta guardand  …
cielo cielo cielo !!!…. Sto rimanendo nuda. La gonna azzurra è a brandelli , le calze sono inesistenti e fra i buchi , spuntano le mie gambe bianchissime. Il corpetto , è rimasto solo questo della casacca ,e le spalline , per Dio !sono scucite e mi cingono le braccia. I capelli scompigliati e la terra fra le unghia. Cosa … sento solo ora che dalla guancia e dal labbro mi gocciolano piccole scie di sangue. Ma come …
‘’ la paura di posti che non conosci ti ferisce … e reca brutti danni alla memoria … ti sei fatta trasportare troppo dalle parole del lombrichetto sul fugo, eh? Pf! Quello blatera soltanto , è convinto di sapere tutto, ma … solo per chi prova sulla sua pelle la sofferenza può capire sul serio … beh anche chi la cova dentro la comprende benissimo. Vero … Adhara?’’
Sentire pronunciare il mio nome dalle sue labbra mi provoca un altro formicolio alla pancia.
‘’ io … ho paura … praticamente di tutto. ‘’
Lo vedo scomparire e ricomparire subito dopo.
‘’ vedi, ora possiamo iniziare a parlare, alzati … se non vuoi che l’erba ti mangi anche la gonna .’’
Salto in aria come una molla , squittendo di paura. Lo sento ridere subito dopo , fluttua intorno a me muovendo quella coda colorata al ritmo degli spasmi provocati dalle risate.
‘’ non credevo  che ‘’tutto’’ fosse ‘’tutto’’. Hahah’’
Mi massaggio i polsi , la sua presenza non allevia per niente il mio stato d’animo. Indietreggio più che posso e vado a sbattere contro una corteccia. Il ruvido mi graffia la schiena , mentre i lacci del corpetto fanno a meno di venirmi in soccorso , staccandosi pian piano. Tengo più stretto che posso quel dannatissimo reggipetto che non fa il suo dovere.
Noto ancora che San non sta guardando , piuttosto sembra proprio sbellicarsi dalle risate , fluttuando a destra e manca come una pallina di legno lanciata per aria più e più volte. Seguo il mio istinto. Tastando con la mano la corteccia degli alberi , spero di trovare un qualche luogo dove nascondermi. Qualsiasi posto era meglio che stare in presenza di quel gatto maniaco , altro non era che San. EVVAI!
Allora è vero che la speranza è l’ultima a morire. Le risate rimbombano nelle mie orecchie. E ancora mi chiedo se sia per quel saltino che avevo fatto poco fa. Poco importa. Meglio scappare prima che se ne accorga.
Troppo tardi .
Una forza invisibile mi inchioda al tronco dell’albero. Le risate sono cessate. Ora la temperatura sta calando visivamente , ma non è il mio corpo a sentire i pizzicotti del freddo. La mia  anima sta gemendo di dolore.
Sento le dita congelarsi , il cuore mi sta sfondando la  cassa toracica. Ed ecco che compare una coda , a fermare la caduta del corpetto. Una gamba fasciata di pelle nera , blocca le mie. Due occhi e un sorriso compaiono subito dopo.  E poi tutta la sua estenuante figura.  Ora è così vicino. Dannatamente vicino. Il mio cervello mi manda il segnale che è ora lui ad aver preso il compito del cuore. Quello sfigato aveva deciso di smettere di battere.  Sento nelle narici il suo odore penetrante.
Sto morendo , la conclusione è questa. ‘’ non mi scappi , bella!’’ poco ma sicuro che non sarei scappata.
Sento il morbido delle sue labbra sulle mie …

CONTINUA …

(spazio dedicato all’autrice della fan fiction: salve a tutti , per l’ennesima volta. Spero che questo capitolo , diviso in più parti possa piacervi come i precedenti. Scusate se Adhara ha questi comportamenti poco consoni , il suo amore verso Amhal non va plagiato. Ma … forse per colpa di questo personaggio e per l’amore sviscerale che io provo nei suoi confronti , beh , le mie mani e la mia testa hanno dato alla luce questa sorta di coppia terribile , beh ci stavi … o ami lui o ami tutti e due , cara mia bella Didina … [abbreviamento di Adhara] , buona lettura a tutti !!! e scusate se non aggiorno costantemente. ) 

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Capitolo 8
*** confusione ***


Sento il morbido delle sue labbra sulle mie.
Spalanco gli occhi. Non può essere vero. Proprio no.
Lui è San , colui che odio , è stato lui a portare via da me Amhal , e ora non può presentarsi sotto forma di gattoMiao e  avere anche il minimo coraggio di baciarmi. Ma la prima persona che prenderei a colpi di spada sulle gengive sono proprio io.
Perché il mio corpo si rifiuta di scappare. Sono intrappolata da una strana magia , che il destino ha voluto non fosse per causa di San. Peggio.
Sono io a desiderarlo.
Sento il corpetto che sta decidendo di andarsene per i fattacci suoi, ma la coda a strisce di lui ostacola il suo cammino, bloccandolo tra il mio seno e il mio addome. Io non oppongo resistenza. Anzi lo lascio fare.
Le sue labbra sono morbidissime e anche carnose. Hanno uno strano sapore come di vino e miele, e anche il suo bacio è un contrasto di dolce e amaro. Inizialmente mi poggia le labbra con delicatezza , quasi a prendermi in giro ,e poi affonda lievemente i canini sul mio labbro inferiore. E nuovamente si ripete. Per tre volte forse? Finché non si decide ad aprire la bocca. Lì il sapore è fortissimo , quasi fosse lui stesso a propagarlo. La foga con cui marchia questo bacio indesiderato (o almeno per il cinquanta percento da parte mia) è tale da farmi sbattere la testa contro il tronco dell’albero. Ma non lo ostacolo. Lascio che continui. Lo stomaco è in subbuglio , altro che farfalle ! Sento i draghi che mi perforano le pareti intestinali , e sudo quanto un soldato uscito da un allenamento in pieno mezzogiorno estivo. Eppure San non si scompone, anzi. Il gatto malefico continua quella specie di ciclo bacioso fino a farmi sanguinare il labbro , ma a me non importa. Piuttosto io lo assecondo , ricambiando la foga con una smania che non so proprio da dove provenga. Afferro il suo volto portandolo ancora più vicino e ubriacandomi del suo sapore amaro-dolce. Purtroppo sento la coda scivolare giù , e del resto anche il corpetto rivelando la casacca bianca trasparente , ma non me ne curo. Senza che mi accorga dell’impatto mi ritrovo a terra, e lo sento dall’erba puntigliosa che mi pizzica la schiena nuda. Sento San che accarezza il profilo delle gambe mentre con la coda lentamente si avvicina alla gonna. Okay , ho perso al ragione. Ma è San. A palazzo tutte ne parlavano bene. E da quel che capivo dalle risatine maliziose delle serve , non solo aveva la fama di … guerriero …
La magia si interrompe velocemente. Vedo San che alza la testa e noto un leggero spostamento delle orecchie da gatto che spuntano dai capelli. Ha sentito qualcosa sicuro. In quel millesimo di secondo noto il suo viso. I capelli ingrigiti ma con sfumature bluastre, non aveva rughe , anzi un volto liscio e ben stirato. E le labbra arrossate. Colpa mia.
Si alza di scatto , mettendosi a cavalcioni sopra di me , e annusando l’aria. Lo sento vibrare, e penso che stia per succedere qualcosa di strano. ‘’ ci sono ospiti cara, conviene nasconderti. ‘’ detto questo si smaterializza , lasciandomi sola soletta distesa sul prato. Dopo una manciata di secondi realizzo la  cretinata che ho appena compiuto.  AMO AMHAL, NON LUI. No! Lui nemmeno lo amo. È sensuale, affascinante , misterioso … ma non lo amo. Mi alzo di scatto , stirando con le mani la gonna. Sono nuda, e lo capisco dal fatto che del corpetto non rimane molto , e che quel grande figlio di Gatto  , mi ha graffiato la casacca con gli artigli , rivelando il davanti. Sento le  guance in fiamme. No! Forse sto prendendo letteralmente fuoco.  Mi copro il volto con le mani, soffocando urletti isterici.
Sento dei passi.
Sono appunto loro che mi riscuotono. Con un minimo di lucidità prendo il tascapane, e sfruttando la memoria mi nascondo dietro il buco fra gli alberi.
Eccole! Due figure si stavano avvicinando. Due figure … identiche.
Amina e Kalth. Vestiti di rosso. Si muovevano in sincronia , saltellando e canticchiando qualcosa. Si fermano ad un tratto, guardandosi introno e scambiandosi parole.
‘’stregatto’’
‘’sappiamo che ci sei’’
‘’ indicaci la strada’’
‘’ e fai in fretta , se no il re ci taglia la testa’’
Si completano le frasi. Che carini!
Ed eccolo che compare. Il mio corpo ha una piccola scossa di terremoto interiore. I suoi due fari viola si puntano come riflettori sul volto di Amina e Kalth.
‘’ gemellini… questa è la mia foresta , non sono tenuto a indicarvi l’uscita.’’
‘’ e invece sì’’
‘’siamo in missione’’
‘’dobbiamo trovare…’’
‘’Alice’’
La mia curiosità ora sale alle stelle ! perché cercano me?
‘’ perché la cercate?’’ San fluttua in aria fermandosi dietro Amina.
‘’ perché è un pericolo’’
San alza un sopracciglio ‘’ sul serio, pf! Sembra innocua’’
‘’ questi sono gli ordini del re’’ dice Kalth , con la sua freddezza glaciale.
‘’ giustamente mai discutere gli ordini del re … ehm … è passata di là’’ alza un dito e indica un punto della foresta lontano , che sconfina nel buio.
‘’ se fate in fretta la raggiungerete’’
‘’ e se … non è al strada giusta? ‘’ il solito cinismo di Amina.
‘’ fate quel che volete … avete chiesto la strada e io l’ho indicata.  Poi sta a voi seguire le mie rotte o no… ‘’
Vedo Kalth confabulare con Amina e dopo quel che sembravano due minuti di chiacchiere guardano lo Stregatto e senza dire una parola ,si dirigono verso il folto bosco.  
Tiro un respiro di sollievo. Almeno , credo di averla scampata.
Sto per raddrizzarmi ma cado nuovamente a terra inchiodata da una forza invisibile. Una coda compare dal nulla sollevando la gonna, mentre due labbra e due occhi prendono forma pian piano, e poi tutta la  figura. La sua mano erano poggiate su un fianco per trattenermi , mentre l’altra si dirigeva verso i graffi della casacca. Mi divincolo , voglio uscire da questo terribile abbraccio.
‘’ come mai ora reagisci?’’
‘’ devo cercare il Bianconiglio’’
‘’conciata così? Posso permettermi di essere geloso?’’
‘’NO’’ con forza , che neppure io ero a conoscenza di possedere mi sollevo , tenendo i brandelli della casacca stretti al petto. ‘’ tu che sai la  strada , portami da Amhal’’
‘’ e perché dovrei?’’ sento la sua coda farsi strada su per il collo , fino a lambire le ciocche dei miei capelli. ‘’ perché… perché lo sto cercando, e tu devi rispettare il mio volere.’’
La sua risata fu malvagia , da far accapponare la pelle. ‘’ sul serio? Beh, mettiamo che il posto dove ti mando , è … molto … strambo? Non avresti paura?’’ scuoto la testa. ‘’ No , pur di rivedere Amhal.’’ Ride di nuovo di gusto. ‘’ sei testarda eh?’’ lo guardo fisso negli occhi. Altrochè se è affascinante , ma … cerco ugualmente Amhal.
‘’E sia , ma … ascolta il tuo cuore e non avere paura. I rami graffiano quando vogliono loro’’ detto questo , nemmeno il tempo di cogliere il significato della frase il buio mi cala di sopra opprimendomi. Ho paura. E tanta.  E credo , che come abbia fatto con Amina e Kalth , si stia prendendo gioco anche di me…
Dopo un tempo , che non so che quantità definirli , mi ritrovo ai piedi di un tavolo. Un vestito rosso diverso dagli altri , e … il profumo fortissimo di tè che spacca i capillari nasali.

(spazio dedicato all’autrice della fan fiction: salve, di nuovo , questo capitolo , so per certo è stato scritto con una fretta allucinante… e chiedo scusa … non sarà uno dei migliori, anche se … c’è San… comunque u.u  Didina ha finalmente ripreso al retta via …e dunque ….  spero vi divertiate con questa strampalata avventura  ^^)





 
 

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Capitolo 9
*** A Tavola ***


(autrice: se potete , ascoltate Rabbit heart di Florence and the Machine mentre leggete ^^)
 
Apro gli occhi. Il mio naso è intasato dall’odore del tè speziato che invade le narici in una maniera tirannica. Mi alzo a sedere e  l’erba grigia mi punzecchia attraverso il tulle dell’ abito rosso. Do un lieve sguardo intorno.
Nessuno.
Solo un enorme tavola imbandita di piatti fregiati e bicchieri di porcellana , sistemati in linea di rimpetto a ogni posto a sedere. Le mie gambe sono stanche. Ne avverto il lieve torpore ora che sto iniziando a muoverle. Con uno sforzo sovraumano mi tiro su , facendo attenzione a non inciampare sul decoratissimo tulle porpora. Tolgo la terra e i fili di erba grigia dall’abito.
 Nessuno.
Anche il vento non fischia. Se per questo non sfiora nemmeno la tovaglia da tavola o me. Solo gli alberi ‘’danzano’’ , muovendo le loro foglie a ritmo di una litania muta. Mi accomodo su una sedia , tastando col mio fondoschiena la morbidezza della poltroncina.  Mi abbandono letteralmente , sprofondando nelle dolci curve.
Ad un tratto vedo una mano guantata  con una teiera in mano che versa il tè speziato nella tazza di porcellana che mi stava davanti . Risalgo spaventata , trasalendo. Per tutta risposta il volto rugoso di Theana ( il supremo Officiante ) fa capolino prendendo metà del mio campo visivo. Il suo sguardo da pazza non mi rassicura. Per niente.
‘’Benvenuta , tesoro! Gradisci anche qualche pasticcino? Dopo la  lunga camminata per il bosco , avrai avuto un po’ di paura no, sarai assetata e affamata? No?’’
Io ho la gola  improvvisamente secca. Annuisco tanto per non urlare e sbraitare le miei emozioni. Non vorrei fare una sorta di richiamo per le calamità , (Esempio : San), o far venire tutti gli strambi personaggi che ho incontrato. Sto zitta. Meglio.
‘’ Gradisci un dolce in particolare?’’
Scuoto la testa. Ma Il Supremo Officiante persiste. ‘’ Sicura?’’ , annuisco nuovamente.
‘’ Oh ! che bello , altri ospiti.’’ Mi giro verso la direzione dove guarda la matta. Re Learco e la Regina Dubhe. Giovani. Me li ricordo così , sicuramente qualche quadro del palazzo mi si sarà impresso nella testa a fuoco. La Regina si accomoda sulla sedia e con altrettanta regalità si accascia di botto sui piatti iniziando a russare. Il Re parla con il Supremo Officiante, scambiandosi velocemente parole  sul palazzo e sulla corte in genere. Solo ora mi accorgo delle strane orecchie dei due  Reali. La regina ha due orecchie da topo appariscenti ,e altrettanto  vistose quelle da lepre del re. Theana ha un capello enorme e con colori poco abbinati fra loro. Tiene in mano una tazza con del tè traboccante. Ho il terrore se quel tè cade , rovesciandosi sul suo vestito. Mi accorgo che l’erba sta perdendo il suo colore grigio diventando sempre più verde.  Alzo gli occhi sul tè e bevo evitando di fare rumore. Comunque i presenti si girano , compresa la regina , che continua imperturbata  a dormire. I loro occhi curiosi indagano su di me. Poso la tazza pianissimo sul suo poggia bicchieri e abbasso lo sguardo per non intralciare il loro. Mi accorgo solo ora che non guardano me. Una coda morbida seguita da una voce più che sensuale mi accarezza il collo scendendo giù fino alla schiena. Sono lesta a estrarla fuori dal corpetto e stringerla fra le dita comprimendone l’osso. Un miagolio di stizza mi fa sorridere.
‘’Sono in ritardo lo ammetto , ma almeno il mio ritardo è più che giustificato.’’
Sento i suoi occhi puntati sulla schiena. La voglia di urlare mi sale alla gola.
‘Ho portato un amico!’’.
Mi giro di scatto. Eccolo. ECCOLO.
Amhal , Amhal , Amhal ,Amhal … sorrido come un drago controcorrente mostrando tutti i denti in bella vista. Mi alzo dalla sedia e lo stringo forte. Lui ricambia la stretta e mi abbraccia con vigore. Un coro di stupore mi fa girare nuovamente verso la tavola imbandita. Il grigio ha preso colore. Tutto ha ora un colore. Perché io ho ritrovato quello che cercavo disperatamente. Senza badare ai presenti poggio le labbra su quelle di lui e mi abbandono a un bacio. Immagino le loro facce
 stupite di fronte quella dichiarazione plateale. Mi scosto solo dopo aver notato le orecchie tese e le guance porpora del ragazzo.
‘’Cielo, le smancerie dopo!’’ guardo San che prende posto vicino a Theana e sorseggia la sua tazza di tè traboccante facendo colare alcune gocce. Anche Amhal prende posto e si siede vicino a me. Tenendomi per mano. Aaaaaaaaaahhh sono supermegaemozionata. Mi sento realizzata.
A tavola si continua a parlare. Ma io non ascolto parola. Tutta persa nel mare verde prato degli occhi di Amhal. Mangio un pasticcino , preoccupandomi solo successivamente della reazione che potrebbe farmi. Ma , fortunatamente sa di cibo commestibile e non mi fa  nessun tipo di effetto collaterale.
‘’Cappellaio matto! Ma cosa vai a  dire in giro ‘’
‘’Dico quello che penso Stregatto! E non ho mica paura di esprimere i miei ideali davanti a te. Vuoi tè?’’
‘’No , grazie! Preferisco gustare la scena di questi due. ‘’
‘’ Sono carini , non è vero Cappellaio?’’
‘’Ha ragione Lepre. Sono molto teneri.’’
‘’Baggianate ! il coniglio vuole solo entr … ‘’
‘’ Si vergogni dei suoi sconci pensieri , Stregatto!’’
‘’Mia moglie dorme ! rispetto per le donne’’
Tracce di conversazioni mi arrivano da lontano. Mi giro solo al commento del gatto malefico. È  un attimo , i miei occhi muoiono di fronte il cielo viola che si staglia contro di me. Una serie di scene popola la mia mente. Il mio corpo si gela di colpo.
 È   il tocco delicato di Amhal a riportarmi nella dolce realtà.
‘’ Tutto bene?’’
‘’Si si ‘’ rispondo sorridendo.
 Noto anche che San continua a blaterale con il re.
Questa volta vengo distratta da un dolce sguardo di Amhal che mi fa riprendere dai pensieri sconci che lo Stregatto aveva inculcato nella mia mente.  Tiene in mano un dolce e delicatamente mi lambisce l’estremità delle labbra. ‘’ Assaggia, tranquilla è sicuro’’ sento ancora lo sguardo del gatto su di me, ma me ne frego educatamente e mi avvicino la  bocca spalancata verso il dolcetto così che fosse Amhal a imboccarmi amorevolmente.
Il chiacchiericcio persiste. E io e Amhal continuiamo a guardarci. Tra i dolci suoni delle posate e delle tazze che sbattono contro di loro e il soffice suono di pandispagna spezzato, io appoggio le labbra su quelle del mio Bianconiglio. Finalmente insieme!

(spazio dedicato all’autrice dalla fan fiction: niè, oggi aggiorno , troppo lenta io u.u godetevi questo dolce capitolo di rimpatrio. For Sand
p.s il magnifico disegno della nostra Cappellaia realizzata dalla nostra magnifica Sand)

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Capitolo 10
*** Quando i sogni sembrano realtà ***


Il sogno procede. Bene. Amhal è qui, i dolci mi piacciono , ignoro totalmente la presenza dei tre broccoli e del carciofomiao che  sparlucchiano alle mie spalle. Sospiro più volte verso Amhal  e lui di rimando, mi coccolo guardando i suoi occhi verde prato , e lui fissa i miei , piano piano sopra di noi spuntano cuoricini di bolle, provenienti  dalle pipe di Theana e San. Perché a San mancava solo il fumo, non solo è un gatto che supera i confini del… si dice erotico? li mancava solo fare il figo con la pipa spara-bolle… Bah, non so …comunque basta! Penso troppo a lui, questo menteGatto (mentecatto) mi sta distraendo da Amhal , giusto ora che avevo intravisto nei suoi occhi una macchiolina simile ad una melanzana , e … è curiosa, adoro le melanzane!
-Adhara sei bellissima! – arrossisco, e mi rinchiudo nelle spalle. Cosa dovevo rispondere ? Cosa?
- Anche tu!-  arrossisce anche lui e distoglie lo sguardo.
- Ragazzi , per la mia sanità mentale, smettetela, mi verrà un eccesso di zuccheri , solo guardandovi mi è aumentato di peso il sedere, e talaltro , posso sparire , ma non scomparite voi! E questo mi da … fastidio -
-Smamma peloso micio , io e il coniglio stiamo  ehm ... E tu ci stai disturbando! Se vuoi sparire sparisci , di certo non ci togliamo di mezzo noi! -
- Alice cara! Credi che il mio interesse venga catturato da voi due che scuoriciate come due pesci panciosi o dalla presenza di dolcetti buoni da mangiare? -
Io lo strangolo. Questa conclusione mi piace. Amhal mi teneva la mano come per fermarmi , ma sapevo che mancava poco al mio tuffo d’angelo pronto a strappare le orecchie di quel gatto antipatico. Sospiro.
Non cedo  al mio bel posticino vicino al mio coniglietto ... che ho cercato per mezza avventura , quindi ora me lo tengo stretto e ringraziate che non lo leghi seduta stante alla poltroncina.
Lo Stregatto non smuove lo sguardo da me , né da Amhal , che è irrequieto , e non fa che muoversi , come se temesse anche solo lo sguardo del micio montato che mi sta davanti.
Poi la calma si spezza, sento una carrozza che si avvicina e che entra  dal cancello , che io ho visto solo adesso , e si ferma proprio davanti alla tavola apparecchiata. La carrozza è piena di rosa , cuori e tende merlettate, e dire che non avevo mai visto queste decorazioni da nessuna parte. Quando si aprono le porticine ai lati , scendono Amina e Kalth , perfettamente identici e camminando sincronizzati si parano di fronte  a  noi. Kalth prende una lunga pergamena e Amina la legge. Mi giro intorno , perché il prato e tutto era diventato nuovamente grigio , Theana si aggiusta il cappello frenetica e il re  e la regina si abbracciano stretti come spaventati , anche se la regina si sveglia a scatti.
- Per ordine del re Cuore, della città di Cuori , lo Stregatto-
- Il cappellaio matto -
- Il ghiro-
- La lepre-
- e il Bianconiglio , verranno portati al castello e rinchiusi nelle prigioni , per trasgressione alle regole del regno.- quest’ultima frase l’hanno detta assieme , rendendo ancora più autoritario l’ordine impartito.
- Vi prego di seguirci-  Dice Amina.
Pian piano tutti si alzano dalla tavola, e senza dire una parola si dirigono verso la piccola carrozza , dove magicamente entrano tutti , compreso lo Stregatto , che non sprizzava per niente  voglia di essere rinchiuso in  una cella.
-Amhal … Bianconiglio! – Lui si gira lievemente verso di me.
-Alice, non posso rimanere se no Pinco Panco e Panco Pinco diranno che ho ritardato e mi si allungherà la pena. -
Per una volta mi accorgo di qualcosa di reale , lo sguardo triste , ora la scena sembra quella di sempre, io ho i miei vestiti di sempre e Amhal è senza coda e orecchie, lo sguardo triste e fissa un punto lontano.
Siamo soli e siamo circondati da un nero opprimente, soffocante. –Adhara, ho bisogno di te- una lacrima solca la sua guancia. – Ti prego Salvami!- sotto i miei piedi non ho più consistenza e prima che io potessi aiutare Amhal , mi ritrovo seduta in un prato simile a quello di prima con i miei vestiti iniziali. No! Non posso essere ritornata al punto di partenza, e quella scena di Amhal mi ha messo troppa tristezza, e una maggior voglia di trovarlo. Perché io voglio salvarlo veramente. Questa volta non mi abbatto. Devo trovarlo e basta!
Sembra che qualcuno mi ha ascoltato , il panorama muta forma continuamente , e rivedo le scene che ho vissuto. Cambio vestiti ,come nel corso di questa stramba avventura , e ora mi ritrovo con un nuovo abito , decorato come la carrozza di Amina e Kalth. Davanti a me il  Cappellaio matto , così il cervello mi dice di chiamarla ,anche se so che è Theana , il Supremo Officiante.
Il Cappellaio si toglie  il copricapo con disinvoltura lanciandolo verso di me.
- Alice… ti sei mai chiesta perché qui tutti ti chiamano così? Chi con disprezzo, chi con cortesia … -
Scuoto la testa.
- Questo nome è importante per questo posto , questo nome porta speranza , vittoria, lieto fine … -
Annuisco poco convinta. Cosa c’entrava il nomignolo che mi avevano assegnato ?
- Tu salverai questo posto dalla catastrofe che sta per succedere , Alice-
- Io sono Adhara.-
- E anche Alice-
-cosa vuole da me? Io voglio solo tornare a casa-
- e ci tornerai , ma questo sogno ti sarà da lezione se lo rimembrerai.-
- Non capisco … -
- Tu sai  , ma non te ne  capaciti! -
Stringo i lembi del vestito nuovo , notando quanto la loro morbidezza mi da fastidio , voglio i miei abiti usuali , mi sono stancata di questi abiti principeschi , ora comprendo Amina.
Il Cappellaio mi prende il volto fra le mani e mi guarda negli occhi. Noto che per quanto fosse vecchia , il suo sguardo brilla di strana gioventù.
- Salva questo posto , è il tuo compito ,ma fa attenzione … -
- Io non voglio !-
-Vuoi salvare il Bianconiglio? -
Quella frase urlata mi fece accapponare la  pelle , dirigo lo sguardo altrove , pur di non rivedere quegli occhi fiammanti.
-Allora adempia al tuo dovere. -
Molto lentamente la sua figura si offusca , ma non come le magie dello Stregatto , ma come un ricordo che  si vaporizza via dalla testa.
- Un ultima cosa … i conigli puri , trovano affascinanti i gatti , essi sanno che sono pericolosi, ma il terrore gli ammalia e anche se sono stupide creaturine indifese, seguono l’ombra del felino , e non sanno che sbagliano, salvali dalla loro ignoranza , perché i gatti non agiscono mai per qualcuno , ma per qualcosa ! Anche se non ne danno l’impressione. -
Il Cappellaio svanisce dalla  mia visuale , e il senso di vuoto sotto i piedi si ripresentò.
Questa volta  l’oblio dura di più e quando sento qualcosa di duro sotto la guancia non ho la  forza di rialzarmi.


Sono nuovamente in un odiosissimo prato , ma questa volta nascosta da una massa di cespugli con rose rosse e bianche.
Mi accarezzo la testa , e noto con stupore di avere i capelli lunghissimi e le ciocche blu sono bianche. Ho il polso ferito e debole , e la mia mano sinistra stenta a muoversi.
con uno sforzo immane mi sollevo a sedere e mi affaccio oltre gli ispidi e folti cespugli.
Il posto è carino , sembra molto femminile, cuori ovunque , vie lastricate di marmi rosa e rosa-pesca, Ovunque sono presenti rose, ma il cielo è di un rosso cupo , vermiglio. E i palazzi se pur graziosi e molto accoglienti hanno una luce tetra e triste. Mi alzo del tutto ,e noto che il vestito non si sporca di terra. Percorro quello che in realtà è un sentiero che separa il bosco dalla cittadina , fino a trovare un piccolo cancello che mi arriva alle ginocchia , mi piego per aprirlo, ed entro nella città. Il marmo è terribilmente freddo ,e la sensazione l’avverto anche se indosso le scarpe. La città è silenziosa , e non ci sono passanti. Seguo tutto il viale centrale , mordendomi il labbro per non urlare di dolore a ogni fitta che mi causavano i piedi , come se ogni passo fosse fatale. Superata una  casa vedo un enorme castello sopra una collina, il cielo diventa sempre più vermiglio e io adesso più che curiosa sono preoccupata. Sento voci in lontananza e mi nascondo prontamente dietro quello che sembrava un muro di cinta. Davanti a me in fretta e furia passa la carrozza con Amina e Kalth. Con lo sguardo seguo la loro strada, fino a  quando non entrano nel castello. Li vedo addirittura scendere sul porticato , uno ad uno in fila ,il Cappellaio , Re e Regina e Bianconiglio , ma non lo  Stregatto. Lo vedo sulla punta del castello , ma non miagolava , si rigirava la fascia che teneva al collo fra le dita , sfilacciando i fili e rendendoli serpenti neri che si attorcigliavano fra le sue dita.
 Traditore.
L’unica parola che mi vene in mente. Poi con orrore vedo un serpente piccolo che corre dalla torre verso giù , verso … il porticato. Verso Amhal .
Ho paura ora, perché so che non è un buon segno , voglio scappare , andare lì e dire ad Amhal di spostarsi. Ma troppo tardi , il serpente si arrampica sopra i calzoni di Amhal , sale fino al petto ,e la disperazione sul suo volto è tangibile. Il serpente penetra nel suo cuore e da lì nasce un medaglione nero che splende di una luce rossa sinistra , simile a quella del cielo. Amhal sembra ora felice, ma una  felicità negativa, quasi oscura , che esclude tutto il buono e il giusto. Come una soddisfazione dopo una vendetta.
Le lacrime mi salgono agli occhi , no … non sopporto …
-Non ti conviene guardare ancora!-
Alzo lo sguardo allarmata e noto un uomo seduto sul filo del muro con le  gambe penzoloni vestito interamente di bianco.
- E tu chi sei ?-
Il ragazzo sorrise, sembrava vecchio e aveva dei lineamenti  familiari , dove l’avevo visto? Mi ricordo il suono della sua voce, ma chi era?
- Sono Hupty Dupty , e sono qui per proteggerti , dopotutto, tu sei una mia creatura. Alice-.

(spazio dedicato all’autrice dalla fan fiction: DA QUANTO NON SCRIVO? MESI? PROBABILE … mi spiace non aggiornare così spesso, ma ultimamente ho tantissime cose da fare … spero che questo capitolo vi piaccia. E spero di non aver perso contatti con il paese delle meraviglie ^^
p.s . questo capitolo è molto più serio degli altri , ora la storia si andrà a intensificare quindi diventerà molto più lugubre, molto più … leggende …. Ma le scene stupide non spariranno del tutto !!! )
disegno di Sand 
 

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