Angel's tears

di alewen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno: Semplicemente .... Jody ***
Capitolo 3: *** Capitolo due: A volte è destino...... ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre: Un passato oscuro..... ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro: Non sei più sola...... ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque: Nuovi arrivi e nuove scoperte..... ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei: Quando il destino è più forte.... ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette: Lacrime nella notte..... ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto: E il sole torna a splendere.... ***
Capitolo 11: *** capitolo dieci: Un incontro inaspettato.... ***
Capitolo 12: *** capitolo undici: Di nuovo insieme..... ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici: I sogni a volte si avverano....ma gli incubi pure !!!!!!!! ***
Capitolo 14: *** Inizia il campionato ***
Capitolo 15: *** Avventura sotto la pioggia ***
Capitolo 16: *** Un'emozionante partita ***
Capitolo 17: *** Nuovi arrivi e vecchi ricordi.... ***
Capitolo 18: *** Ne dovete ancora fare, di strada, per battermi.... ***
Capitolo 19: *** Sorprese ***
Capitolo 20: *** La finale ***
Capitolo 21: *** Il primo appuntamento, il primo bacio..... ***
Capitolo 22: *** Il primo appuntamento, il primo bacio.....parte seconda ***
Capitolo 23: *** Si ricomincia....anche coi litigi !!!!!! ***
Capitolo 24: *** Di nuovo insieme....ok, ragazzi, ricomincia la festa ***
Capitolo 25: *** Capitolo ventiquattro: La strada si fa difficile..... ***
Capitolo 26: *** Capitolo venticinque: Le selezioni ***
Capitolo 27: *** Capitolo ventisei: Una nuova amica, nuovi problemi ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27: La prima partita ***
Capitolo 29: *** Capitolo ventotto: Tu non sei mio fratello.... ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29: La nobile e antichissima disnastia dei Granduchi di Baviera..... ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30: Così lontani, così vicini ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31: Collaboriamo... ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32: Sarò sempre qui con te ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Allora, questa Fanfiction nasce dalla mia immaginazione, che molti dicono essere troppo smisurata

Allora, questa Fanfiction nasce dalla mia immaginazione, che molti dicono essere troppo smisurata....Capitan Tsubasa è il mio Manga preferito, il cartone mi piace moltissimo e per questo ho deciso di scrivere la mia prima fanfic proprio su di esso. Sono una fan sfegatata di Genzo Wakabayashi (Benji, per i poveri mortali) e mi sono sempre chiesta "Ma se una ragazza si innamorasse di lui, come si comporterebbe?". Da ciò è nata la mia fanfic. La ragazza in questione, per far girare la testa al nostro Wakabayashi, doveva essere veramente speciale, essere atletica e agile (Tanto da batterlo....leggete il primo capitolo e capirete) , ma anche dolce e matura (in più l'ho fatta divenire un genio anche nello studio...poveretta, non sembra nemmeno un essere umano...e aspettate dopo) e così è venuta fuori Jody, che puntualmente litiga col nostro adorato portiere, ma che è sempre pronta ad aiutarlo....beh, ora direi che è tempo di passare alla Fanfic...ah, all'inizio per semplicità avevo usato i nomi della serie italiana, anche se mi veniva male a usarli, ma per farmi capire era meglio.... a questo punto però ho deciso di rimettere i nomi originali, anche se alcuni dovrò inventarmeli, e la storia è un po' cambiata, poichè l'uso dei nomi in Giappone è molto diverso da come lo intendiamo noi e io volevo rendere appieno questa cosa, che mi ha sempre affascinato. Certo, cambiare tutto ora non è facile, soprattutta perchè al posto di un semplice 'Benji' o 'Tom' compare un bel 'Wakabayashi' o 'Misaki'....e poi, quando Jody chiama Benji per nome, oppure gli urla dietro dicendo “PRICEEEEEEEE !!!!!!!!" ora si trova sempre lo stesso nome....beh, il numero delle i finali è diverso....vabbè, la questione dei nomi è questa, perciò se qualcuno l'ha già letta nella prima versione troverà alcune differenze che ho dovuto e ho voluto inserire. Anche i nomi degli altri personaggi inventati sono ora Giapponesi, e devo dire che mi piacciono molto di più......Jody è però europea e il suo nome, come quello di altri personaggi che appariranno, resta quello. E ora, a voi la mia fanfic.

 

Alewen

 

P.S. Comunque, se pensate che Jody sia una ragazza strana, aspettate che compaia un altro certo personaggio…al confronto, Jody sembrerà veramente normale…

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Capitolo 2
*** Capitolo uno: Semplicemente .... Jody ***


Capitolo 1: Semplicemente

Capitolo 1: Semplicemente....Jody

 

Era una calda mattina primaverile.

La Scuola in Giappone era appena iniziata. Era infatti passata appena una settimana dalla cerimonia di benvenuto dei nuovi iscritti; Jody Harper si fermò per un attimo a guardare il fiume che scorreva di fianco al vialetto che stava percorrendo.

Il tempo era splendido, il sole era splendente e per nulla oscurato dalle leggere nuvole bianche che vorticavano nel cielo. L'aria, spazzata da un venticello fresco e piacevole, era cristallina. Era marzo inoltrato, quasi aprile, e non faceva per niente freddo. Le giornate erano anzi calde e piacevoli, c'era quasi la voglia di andare al mare...Jody sorrise. Lei, che veniva dall'Europa, non conosceva molto il Giappone, anche se era il suo paese natale; il fatto era che se n'era andata quando aveva 7 anni per seguire i suoi zii, che erano emigrati. I suoi genitori non li aveva ancora conosciuti, aveva sempre vissuto con parenti. Ora, finalmente, aveva finito di girovagare...era arrivata in Giappone, terra natia sua e della madre, dove avrebbe vissuto con sua zia, la sorella di sua madre. Era arrivata la sera prima, e all'aeroporto internazionale di Narita aveva trovato un uomo vestito di scuro e con gli occhiali da sole che l'aspettava. Mentre lei si guardava spaurita attorno, lui si era avvicinato e aveva sussurrato, pur facendosi sentire benissimo "La signorina Jody Harper? ". La ragazza, che in quel momento era girata dall'altra parte, aveva sussultato e si era voltata di scatto, fissando spaventata l'uomo. rendendosi poi conto che l'aveva chiamata per nome, e che quindi doveva conoscerla, annuì. L'uomo, impassibile, fece un inchino e continuò "Sono l'autista dei signori Tachikawa. Sono qui per accompagnarla a casa" detto ciò prese la valigia che la ragazza si tirava faticosamente dietro e la sollevò senza apparente sforzo. Jody, disorientata, si chiese che fare. Doveva fidarsi? Ma dopotutto, lui aveva pronunciato il suo nome, e non potevano essere in molti a sapere che lei sarebbe arrivata li quel giorno...in Europa non lo sapeva nessuno...e poi aveva sentito dire che in Giappone chiamare qualcuno per nome era segno di grande confidenza, quindi quello doveva per forza essere legato ai suoi zii.

Presa la decisione, si affrettò a seguirlo.

L'uomo si avvicinò a una lucente limousine e depositò la sua valigia nel bagagliaio. Jody strabuzzò gli occhi, incredula. Adirittura una limousine? Poi l'uomo aprì lo sportello e la invitò ad entrare. Lei, titubante ed imbarazzata, salì.

L'uomo salì al posto del guidatore e partì. Subito nella parte inferiore dell'auto, separata dal resto, si diffuse una musica gradevole, e vari comparti si aprirono, rivelando varie cibarie e passatempi, come libri e fumetti. "Fanno proprio le cosa in grande" pensò sconcertata Jody. Poi la voce dell'autista si sovrappose alla musica, diffusa anch'essa da un'altoparlante "Se avesse bisogno di qualcosa, signorina, non esiti a chiederlo. Può abbassare lo scomparto divisorio con quell'interruttore alla sua sinistra, o parlare attraverso l'interfono" disse, rispettoso ed efficiente.

"Signorina?" pensò Jody, poi decise di abbassare lo scomparto. Parlare con uno seduto davanti a lei usando un altoparlante, o interfono, le sembrava ridicolo. La parete divisoria si abbassò con un lieve ronzio "Si, ecco ehm....vorrei sapere dove siamo diretti, ecco, nessuno mi ha detto come si chiama la città dei miei zii..." concluse, titubante, sapendo di aver fatto la figura della sciocca. Lei, che era sempre stata considerata una ragazza ferrea e decisa, si faceva emozionare da un simile sfoggio di lusso...ma l'autista non diede segno di essersi scomposto "I signori Tachikawa abitano a Fujisawa" rispose, impassibile. Jody si azzittì, intimorita. Fujisawa? quel nome le ricordava qualcosa..."Scusi ma...non è che a Fujisawa c'è qualche manifestazione sportiva o qualcosa del genere? Mi pare di ricordarmi qualcosa al proposito..." chiese, incuriosita; l'uomo, che intanto si era fermato ad un semaforo, si girò leggermente verso di lei "Forse si riferisce al fatto che gran parte della nazionale Giapponese di calcio juniores si trova qui. Sono appena tornati dai campionnati mondiali Juniores in Francia" Jody sobbalzò "La nazionale Juniores? Quella che..." non ci poteva credere. Avrebbe abitato nella citta dove la nazionale si allenava? "E' la loro sede di allenamento?" chiese. L'uomo ripartì e rispose "Si. Una volta si allenava la Nankatsu, la squadra che vinse il campionato nazionale per tre volte di seguito. Molti dei suoi giocatori militano nella nazionale. Ma naturalmente ce ne sono anche altri."

Jody sorrise. Interessante. Poi i suoi pensieri si volsero altrove. Pensò alle cose che le sarebbero potute succedere in Giappone. Pensò all'ultima volta che c'era stata. Era stato solo nove mesi prima, per formalizzare la sua futura permanenza.

Quella volta, siccome gli zii che si sarebbero presi cura di lei non c'erano, la cosa era stata delegata ai parenti che avevano ad Hokkaido. Lì Jody aveva potuto riabbracciare suo cugino, quello che da piccola era stato come un fratello per lei, finchè non l'avevano portata via dal Giappone. Non lo ricordava quasi più d'aspetto, am la dolcezza e la spontaneità che aveva le erano rimaste impresse nel cuore.

Si ricordava anche bene il momento in cui l'aveva incontrato....

 

 

 

...il suo tutore parlava col padre del ragazzo, mentre lei aveva chiesto il permesso di andare a trovarlo, visto che non era a casa. Suo zio aveva sorriso e le aveva indicato la strada per il campo di calcio del pese "Di certo sarà li ad allenarsi ! fra poco inizierà il campionato nazionale ! Vai pure piccola" Lei aveva sorriso ed era corsa via. In poco tempo arrivò al campo di calcio e si fermò, indecisa sul da farsi. I giocatori erano fermi in mezzo al campo e lei ipotizzò che stessero facendo una pausa; poi, all'improvviso ne vide uno che sembrava risaltare in mezzo agli altrì, per la carica dominante che aveva. "Dev'essere il capitano..." pensò lei "Un momento...." lo riconobbe subito. Era suo cugino, il dolce e gentile ragazzino che le aveva reso piacevoli i suoi primi 5 anni di vita. Felice, corse verso di lui, chiamando a gran voce il suo nome "Hikaruuuuuu !!!!! Sono quiiiiiii" il ragazzo, che si stava ascgiugando il viso, si girò stupito verso di lei e la riconobbe subito "Jodyyy!!!!!" esclamò. ei gli saltò al collo felice, stringendolo forte, e lui la sollevò da terra "Che bello rivederti !!!!" eslamò poi. I suoi compagni di squadra li guardavano perplessi, chiedendosi chi fosse mai quella graziosa ragazza castana che era saltata in braccio al loro capitano. Lei stava felice, appollaiata tra le braccia dl cugino, quando notò una persona che li osservava preoccupata. Era una bella ragazza dai grandi occhi scuri e capelli castani, e aveva un'aria sperduta, preoccupata e anche addolorata. Jody fece subito 2 +2 e le sorrise, poi saltò giù dalle braccia del cugino. Lui sorrise e si voltò per presentarla ai suoi compagni di scuadra, quando incontrò lo sguardò triste di Yoshiko ( poichè la ragazza che Jody aveva visto era lei ). Rendendosi conto che nessuno sapeva che quella era sua cugina e che la scena di prima era stata fraintesa, cominciò a balbettare "Ecco...io...lei...cioè...non è come..." Jody rise dell'evidente imbarazzo e della figura da imbranato che stava facendo il cugino, poi si avvicinò con passo deciso e con uno splendido sorriso alla ragazza, tendendole la mano "Quell'imbranato non riesce nemmeno a presentarmi, quindi lo farò io. Piacere, sono Jody Harper, la cugina di Matsuyama. Sono Venuta fin qui dall'Europa èper questioni burocratiche, così ho fatto un salto a trovare Hikaru, visto che è da quando avevo 7 anni che non ci vediamo. Tu devi essere la manager della squadra, vero?" Yoshiko, sconvolta dalla sicurezza della ragazza, rimase un attimo in silennzio, poi sorrise. Quella ragazzina aveva appena risolto tutto "Si, hai ragione. Mi chiamo Yoshiko, Yoshiko Fujisawa, molto piacere" il ghiaccio era rotto, e tutti i ragazzi si presentarono a Jody, mentre qualcuno prendeva di mira Yoshiko e Matsuyama "Ehi, capitano, dove la tenevi nascosta una simile bellezza?" "Yoshiko, dillo che te la sei vista brutta?". Jody aveva riso e si era divertita moltissimo.

Tornando poi a casa di suo zio con Matsuyama e Yoshiko, aveva chiesto "E così hai continuato a giocare, Hikaru. E' sempre stato il tuo sogno, me lo ricordo bene. Quante volte ho giocato a calcio con te da piccola...anche se devo dire che la più brava ero io." Matsuyama protestò, mentre Yoshiko rideva. Allora Jody gli rubò il pallone che stava calciando senza problemi e disse "Allora?" Yoshiko rise ancora di più, mentre lui sorrideva "Si, è vero, l'ho sempre detto. Tu riusciresti a portare via la palla a Tsubasa e probabilmente segneresti un goal a Wakabayashi" Lei si fermò "E chi sarebbero?" chiese "Miei grandi amici che incontrerò al campionato nazionale. Sono delle promesse del calcio Giapponese, le più grandi" disse lui con gli occhi che gli brillavano "Come te" sussurrò Yoshiko. Lui le sorrise teneramente e lei arrossì. Jody, con ancora la palla al piede, li guardò con dolcezza. Come stavano bene insieme. Poco dopo arrivarono a casa di Yoshiko e lei la salutò, poichè non sapeva quando si sarebbero riviste. Yoshiko promise che sarebbe andata a salutarla all'aeroporto a salutarla. "A domani manager" disse il ragazzo; fecero per allonatanarsi quando Jody tornò indietro e le sussurrò "Stagli vicino e abbi cura di lui, ma fai in modo che non pensi sempre solo al calcio, capito? A volte è un po' duro nel capire certe cose! Comunque ricorda che io faccio il tifo per te!" si allontanoò di corsa sorridendo, lasciando una Yoshiko rossa fino alla radice dei capelli, ma felice "Che ragazza straoordinaria!" pensò.

Jody aveva intanto raggiunto Matsuyama e aveva mcontinuato a calciare il pallone. All'improvviso dise "Certo che sei proprio imbranato!" lui si voltò "Perchè?" chiese. Lei si fermò e lo guardò negli occhi "No, dico, se non intervenivo io per toglierti dai pasticci con Yoshiko, tu che facevi? Eri li che la guardavi boccheggiando, senza riuscire a spiccicare parola; ti vuoi svegliare? Lei non può stare li ad aspettare per sempre". Detto ciò corse via, sempre calciando la palla.

Matsuyama a quel punto era rosso come un peperone, e rimase interdetto un secondo "Maledetta ragazzina! Apetta che i prenda e poi...." urlò poi inseguendola; Jody rise, felice.

Il giorno dopo Yoshiko e Matsuyama vennero a salutarla all'aeroporto. Quando ormai si era avviata, si voltò e disse "Mi raccomando Yoshiko! Tieni d'occhio quello sciocco! Vedi di farlo svegliare! Lo affido a te!" Matsuyama e Yoshiko arrossirono, poi le sorrisero. "Che ragazza straordianria Matsuyama; mi dispiace parta. Speriamo torni presto" disse lei, per sviare il discorso "Già" rispose lui, fissando il punto in cui era sparita.

 

 

 

 

Da allora era passato quasi un anno. Lei non aveva più visto Matsuyama, aveva ricevuto però delle lettere che le parlavano del campionato nazionale e dei suoi amici trovato sul campo, oltre a qualche accenno tenero a Yoshiko, con la quale Jody era rimasta in contatto, sempre tramite lettere.

Tre nomi ricorrevano spesso nei resoconti del cugino. Tsubasa Oozora, Genzo Wakabayashi e Jun Misugi. Lei li conosceva di fama, e ora forse li avrebbe incontrati.

Intanto erano arrivati alla casa dei suoi zii. Lei guardò fuori e le venne un colpo. Era una reggia ! Una villa enorme ! Solo il parco era grande almeno un kilometro!!! .

La porta principale si aprì e i suoi zii uscirono di corsa. Per fortuna almeno non sembravano persone snob, pensò lei. "Jody, tesoro!!! Ben arrivata!!!" non fece nemmeno in tempo a scendere dalla macchina che i due la travolsero di abbracci e baci. Sua zia la afferrò per le spalle e la guardò "Sei il ritratto di tua madre!! Lasciati guardare! Sei proprio com'era lei alla tua età! Agile, slanciata e bellissima! Farai girare la testa a tutti i ragazzi del posto!!!!" Jody sorrise imbarazzata. Era abituata alle lodi, ma non fino a quel punto !!! Suo zio la abbracciò "Spero ti troverai bene qui, piccola ! Abbiamo già provveduto ad iscriverti ad una scuola qui, puoi cominciare ad andarci da lunedì! Domani è domenica, così avrai un giorno per riposarti e organizzare le tue cose ! Non preoccuparti, non avrai problemi, il semestre è iniziato solo la settimana scorsa ! Comunque avrai tempo per pensarci dopo. Ora vieni dentro. Non vedevamo l'ora di averti con noi.  Questa è casa tua" 

Jody si lasciò abbracciare ancora, imbarazzata. Non si sarebbe mai aspettata una tale accoglienza....dopotutto era entrata all'improvviso nella vita dei due, doveva aver sconvolto molto la loro vita normale, e invece loro la accoglievano coem se avesse fatto loro mun grande dono...d'impulso mollò la borsa che teneva in mano e li abbracciò entrambi, con le lacrime agli ochhi "Grazie...grazie!!!" mormorò, mentre sua zia la stringeva forte. Finalmente la paura era scomparsa. Entrò, ormai sicura che si sarebbe trovata bene coi suoi adorati zii. La casa era enorme e bellissima, e apparteneva alla sua famiglia da generazione, come le spiegò sua zia. "Non la lasceremo per niente al mondo. Tua madre l'amava molto, e le dispiacque molto lasciarla. Ma non è il momento dei ricordi ! Seguimi, questa è la tua stanza" disse la donna, indicandole una porta in legno massicciò, al centro del primo piano. Jody aprì la porta e le mancò il fiato: la camera era stupenda, grandissima, con un letto a baldacchino enorme e tutto azzurro, il suo colore preferito. Sul letto c'era un pacchettò. Lei posò la borsa e lo aprì. C'era una divisa scolastica, composta da una blusa e una gonna tallieur blu e una camicia bianca. Era la divisa della sua futura scuola. Sua zia gliela mostrò e le disse "Ci hanno detto che non ami troppo le scuole private, così ti abbiamo iscritto alla scuola pubblica della città" lei le saltò al collo felice. La capivano. La capivano proprio. Sua zia l'abbracciò, poi le disse di cambiarsi e di scendere a cena. la ragazza annuì e si vesti con una maglietta azzurra leggera e dei pantaloni neri che facevano risaltare la sua figura. Fece per uscire, quando notò che la camera era provvista di terrazza. Aprì la porta finestra e vide il parco della villa che si estendeva per chilometri. Laria fresca le accarezzò il volto, e Jody si sentì veramente bene. Poi guardò su e vide che la distanza dal tetto era veramente poca. Decise che un giorno avrebbe provato a salirci. Guardò l'orizzonte e vide un'altra villa, grande almeno quanto la loro, rivolto proprio in frante a lei. Era bellissima anche quella, e aveva un parco enorme, dove Jody potè distinguere un campo da calcio "Chissa chi ci abita per avere un campo da calcio privato? " si chiese, ma poi una voce la chiamò e lei si dimenticò della villa e scese di corsa in sala da pranzo. Qui trovò sua zia che stava facendo sedere un bambino biondo di circa otto anni. Jody si sedette di fronte e sorrise al bambino, che aveva alzato su di lei due immacolati e grandi occhi grigi. Vedendo il sorriso, lui arrossì e abbassò gli occhi. La zia si chinò su di lui premurosa "Hideaki, saluta Jody. Da oggi vivrà con noi" disse. "Ciao" mormorò il bambino. "Ciao Hideaki" rispose lei sorridendo "Piacere di conoscerti. Io sono Jody". Ma il bambino rimase silenzioso, e non accennò ad alzare lo sguardo. La ragazza guardò la zia, che scosse il capo un po' tristemente, e Jody decise di non fare domande. La cena fu servita, una tipica cena Giapponese a base di Sushi, che Jody scoprì di apprezzare molto. Jody e sua zia chiacchierarono molto, e la ragazza le raccontò di sè, delle sue passioni, della sua vita, dei vari posti in cui aveva vissuto, dei suoi amici. In cambio seppe molto sulla sua futura vita li, sulla città e sulla scuola "Credo proprio ti divertirai" le disse la donna. Erano ormai le dieci di sera, e Hideaki fu portato a letto, senza che avesse spiccicato parola per tutta la serata. Jody lo seguì con lo sguardo, poi chiese a sua zia chi fosse e seppe che era figlio del primogenito di sua zia, morto l'anno prima in australia insieme alla moglie in un incidente. Li era stato in orfanotrofio, finchè la donna non era andata prenderlo. "Ora vive qui con noi da tre mesi e parla ancora poco, tranne che con me e mio marito, in parte" disse, sospirando. Jody annuì, pensando al bambino "Vedrai che si abituerà anche a te, deve solo prendere confidenza" le disse  la donna. Jody sorrise "Lo spero". Poi sbadigliò "Oh, scusami zia! E' che devo abituarmi al fuso orario...sai, quando mi sono alzata per partire, qui da voi era mattina, ma in Europa era ancora notte" sua zia sorrise, osservando tra sè e sè che la ragazza aveva detto "In Europa" e non "Da noi. Questo voleva dire che si considerava ancora Giapponese, che si era sempre considerata tale "Sei identica a tua madre" disse con un sorriso. Jody sorrise a sua volta. Era bello sentirselo dire. Non l'aveva mai vista, ma gliene avevano parlato molto e sapeva che era una donna straordinaria. Era per metà Giapponese, anche se aveva tratti europei, come Jody, cosa che faceva di lei una bellezza esotica in quello che in realtà era il suo vero paese. La ragazza si chinò sulla zia e le sussurrò "Vado a letto. Ma prima...sono molto, molto, molto felice di essere qui" disse, schioccandole un bacio sulla guancia, poi si allontanò di corsa e si voltò salutandola. La zia si portò la mano alla guancia dove la ragazza aveva deposto il bacio e sorrise "Sei proprio come tua madre" ripetè, mentre gli occhi le luccicavano.

Jody intanto era tornata nella sua camera. Sistemò le sue cose, si mise in pigiama (leggero, poichè faceva caldo. NdA) e si coricò; si sentiva un po' indolenzita e fuori forma, così decise che il giorno dopo sarebbe andata a correre, cosa che ultimamente in Europa non aveva fatto, poichè il trasloco l'aveva impegnata troppo. Le sembrò il momento buono per ricominciare, così avrebbe recuperato la forma fisica e si sarebbe ambientata meglio, anche perchè il posto le sempbrava l'ideale pieno di parchi e di verde. "Andrò a correre lungo il fiume che ho visto dalla terrazza" pensò, quando all'improvviso il sonno e la stanchezza ebbero il sopravvento e lei riuscì a pensare solo a quanto era fortunata.

 

"Buongiornò" trillò una voce melodiosa e piena di gioia dalle scale; Jody entrò in cucina e trovò suo zio che faceva colazione. L'uomo la guardò sorridendo "Buongiorno a lei, signorina. Non è un po' presto per essere domenica, soprattutto per una che è arrivata ieri dall'Europa? Sono appena le sette" disse, fingendosi sconcertato. Jody, che si era seduta di fronte a lui e si era preparata una fetta di pane spalmata con burro e marmellata, sorrise e cominciò a mangiare, poi rispose "Era una giornata troppo bella per poltrire ! Mi sono svegliata e ho pensato di andare a correre. Il tempo è splendido" rispose, con la bocca ancora piena di prelibatezze. "Correvo ogni giorno in Europa. A dire la verità lo faccio da quando avevo 8 anni. Lo sport mi piace molto. Quando ero piccola in Giappone giocavo anche a calcio con Hikaru, ti ricordi? Il mio cugino di Hokkaido.....ah, ora che sono in Giappone potrò vederlo più spesso. Potrò andare ad Hokkaido a trovarlo, vero?" domandò, speranzosa. L'uomo la guardò sorpreso "E così abbiamo tra noi una piccola sportiva, eh? Bene bene, non ho nulla in contrario. Mi fa piacere vederti così allegra. Non preoccuparti, certo che andrai a Hokkaido se vuoi, ma non penso sia neccessario andare fin li per vedere Matsuyama. Aspetta un po' e fidati di me. Capirai cosa voglio dire. E vai pure a correre quanto e quando vuoi. Mi basta che non ti perdi. Ecco, prendi. E' un cellulare che avevo preso per te. C'è già memorizzato il numero di casa. Se hai bisogno di qualcosa, basta che chiami e chiedi. Yusuke può venirti a prendere. " lei annuì e ringraziò, prendendo il cellulare "Non dovevi. Una cosa così costosa..." ma l'uomo scoppiò a ridere, e lei lo abbracciò "A proposito, chi è Yusuke?" chiese. "Eh? Ah, è uno dei nostri uomini; beh, a dirla tutta ha solo 17 anni, frequenta la tua scuola e è un anno più avanti di te. Era il figlio adottivo dio mio figlio, il fratello adottivo di Hideaki. Quando i suoi genitori sono morti, abbiamo preso Hideaki con noi, e volevamo ospitare anche Yusuke, ma lui non ha voluto, dicendo che non voleva alcuna pietà. Ormai aveva 16 anni e poteva cavarsela da solo. Mi è piaciuto il suo carisma, così gli ho proposto un compromesso. Sarebbe venuto con noi, e avrebbe lavorato per me. Doveva prendersi cura degli ospiti e di Hideaki. Ha accettato, anche perchè vuole bene a Hideaki come a un fratello. Ora la sua funzione principale è di guardia del corpo" concluse, e detto ciò la guardò intenzionalmente. Jody si ritrasse, intimorita e sospettosa "C..c...che vuoi dire con questo?" domandò, temendo la risposta "Beh, sapeva già che saresti arrivata, allora. L'ho ingaggiato per te" concluse suo zio, come se fosse naturale "C...c...cosaaaaaa?????" urlò lei, divenedo viola "Io me la so cavare da sola!" sbottò "Certo, non ne dubito, ma è meglio non sottovalutare vari pericoli....dopotutto sei la figlia di una famiglia facoltosa.....non lasciamo nulla al caso. Suvvia, non è che ti deve stare sempre attaccato. Ha anche altro da fare" concluse, sorridendo l'uomo. Jody fece per ribattere, quando sentì una voce dietro di sè "A quanto pare mi hanno affidato una ragazzina petulante". Furiosa si voltò, solo per trovarsi di fronte a un ragazzo alto, biondo, con due occhi castani beffardi "Che noia" disse, guardandola. Lei si infuriò "Bambina petulante? Ma...ma come si permette, io...." i suoi occhi di un profondo blu scuro mandarono lampi, poi cercò di  trattenersi e si rivolse allo zio "Se...se questo mi segue mentre corro, lo faccio finire nel fosso. Non ho bisogno di una balia" detto ciò prese e corse via. Yusuke sorrise, guardandola; dopotutto non era poi così BAMBINA, almeno da ciò che la tenuta da corsa (maglietta leggera e pantaloncini azzurri....che volete è caldo...NdA.) lasciava trasparire. Sentendo la porta chiudersi, si voltò verso il signor Tachikawa "Che faccio? Devo seguirla ?" chiese, sorridendo. L'uomo scosse il capo, sorseggiando il caffè "No, non ce n'è bisogno. Non voglio che la pedini sempre. Anche tu hai un cellulare, al massimo puoi controllare dov'è. Ora, se vuoi qualcosa da fare, porta fuori Hideaki e vai alla tua scuola. La segreteria oggi è aperta, devi formalizzare l'iscrizione di Jody. Anche se ha solo 16 anni compiuti da poco, l'abbiamo iscritta in prima superiore, un anno avanti. Il preside ha detto che i risultati dei suoi test lasciavano ben sperare. Sarete nello stesso edificio" Yusuke sospirò "Che gioia ! Spero non vorrete  che l'accompagni a scuola tutte le mattine" l'uomo rise di gusto "No, non preoccuparti; a meno che lei non lo voglia....ma non credo succederà...." Yusuke rise, poi andò a prendere Hideaki e lo portò fuori. Prima di uscire però Yusuke si guardò intorno, smarrito, e esclamò "Che strano ! Chissa che fine ha fatto il mio cappello?"

 

Jody intanto stava correndo lungo il vialetto che costeggiava il fiume. Aveva sbollito la rabbia che Yusuke le aveva fatto venire, ma ancora non le andava a genio l'idea di una simile guardia del corpo. Decise di non pensarci, e lasciò che la fatica e la corsa allontanassero qualsiasi pensiero. Per evitare l'insolazione, e anche perchè non aveva trovato niente con cui legarsi i capelli, aveva indossato un cappellino azzurro che aveva trovato in corridoio, su un mobile. Aveva pensato che probabilmente era di Hideaki e aveva deciso di chiedergli poi scusa per averlo preso, approfittandone poi per fare amicizia col bambino.  Dopo mezz'ora circa, si trovò di fronte a un campo di calcio e si fermò, incuriosita "Un campo? Ma certo,qui il calcio è molto popolare, si allena anche parte della nazionale ! Ah, una palla ! Vediamo se me la cavo ancora come un anno fa?" pensò, ricordando l'incontro con Matsuyama. Si infilò la giacca di felpa che aveva legata in vita, poichè era sudata e cominciava a tirare un'arietta fresca, anche se la giornata era bellissima e il sole splendeva. Spinse il cancello, che era aperto, ed entrò. Non c'era nessuno, così lei prese la palla e cominciò a palleggiare e a giocare per conto suo, imitando alla perfezione il gioco acrobatico che aveva reso famoso suo cugino (ma lei non lo sapeva per niente...NdA). Era li da circa 5 minuti, quando una voce la fece voltare "Ehi, ragazzino, che ci fai qui? Non lo sai che è vietato agli estranei entrare qui?" Jody si voltò e vide un ragazzo alto venire verso di lei correndo. Indosava un berretto e una maglia rosse, e dei pantaloni neri. Jody stoppò il pallone e lo guardò "Scusa, non lo sapevo, è che non conosco questa città...." il ragazzo si fermò davanti a lei, guardandola con aria di sfida, e continuò "E questo ti da il permesso di entrare impunemente nel nostro campo, ragazzino?". A queste parole,  Jody cominciò ad arrabbiarsi "Ragazzino? Ma è miope questo? O è scemo?" pensò, poi decise di non lasciar correre "Insomma, si può sapere che ho fatto di male? Stavo solo palleggiando ! Mi spieghi perhè ce l'hai con me? E' forse di tua proprietà questo campo? E poi, scusa, tu chi saresti?" chiese, arrabbiata. Il ragazzo, colpito da tale sicurezza e faccia tosta (Come la chiamava lui. NdA), esitò un attimo, poi rispose "Chi sei tu, scusa? Perchè devo dirti il mio nome?" "E perchè dovrei dirtelo io, dato che sei talmente tonto che non ti accorgi nemmeno che..." solo allora Jody notò che lui aveva alle mani i guanti "Ma sei un portiere?" chiese, incuriosita. Lui trasalì. Ma davvero quello non lo conosceva? "Ma tu da dove vieni? Non sai chi sono?" Jody scosse il capo. "Spiacente, ma sono arrivato ieri dall'Europa. Portiere, uhm? Bene, fammi vedere di che sei capace" detto ciò, prese la palla e si posizionò sulla linea di centro campo "Ti vuoi muovere? Non ho tutta la giornata ! " esclamò, vedendo che lui era rimasto fermo, come paralizzato. "N...non è possibile, quel ragazzino ( E avanti ! la miopia dilaga ! NdA) mi vuole sfidare...." pensò Wakabayashi (Perchè, chi credevate che fosse? NdA); alla fine si riscosse e decise di dimostrargli coi fatti la sua superiorità. Andò in porta e, calcato il berretto come suo solito, disse "Avanti ragazzino ! Vediamo se sei così bravo come credi".

Jody, che stava palleggiando, rise fra sè "Ragazzino....di nuovo...è proprio stupido ! E va bene....a noi due ! " all'improvviso cominciò a correre, la passa al piede, saldo e sicuro, veloce come un fulmine; Wakabayashi la guardò, leggermente sorpreso "Certo che se la cava bene...è molto veloce...e quel controllo di palla...mi ricorda qualcosa...." istintivamente si posizionò meglio, in modo da poter controllare meglio la situazione. Jody se ne accorse, e intuì che quel portiere riservava qualche sorpresa "Sono sicura che un tiro normale non basterà. Devo inventarmi qualcosa...dunque...ma certo!" Detto ciò, arrivò al limite dell'area di rigore, e si apprestò a tirare "Vuole tirare da fuori area? Illuso" pensò Wakabayashi. Era pronto per tuffarsi, quando si accorse che c'era qualcosa che non andava. L'angoalazione del tiro era eccessiva, sarebbe finito sopra la traversa...era eccessiva anche per un tiro ad effetto....ma cosa....

Jody tirò, e la palla schizzò verso l'alto a velocità incredibile, poi, arrivata molto in alto, cominciò a scendere in picchiata, descrivendo una parabola strettissima. Wakabayashi la guardò ammirato, preparandosi a saltare per afferrarla, quando fose scesa all'altezza della traversa. Ma non ci riuscì. Mentre la palla cominciava a scendere, il suo avversario aveva spiccato un balzo in direzione di essa "Vuole fare una rovesciata?" si chiese il portiere. Ma allora perchè aveva saltato in modo da rimanere rivolto verso la porta? Voleva colpire la palla di testa? Ma...i tempi erano sbagliati....non l'avrebbe mai colpita !

Ma si sbagliava. A un certo punto, quando la palla era quasi arrivata all'altezza del giocatore, egli fece una piroetta per aria, prima avvitandosi su se stesso, e infine ruotanto, quasi fosse leggero come una nuvola, e colpì la palla, che andava ancora molto veloce, in rovesciata, imprimendovi ulteriore forza. Era a un'altezza eccessiva, ma il suo corpo continuò la rotazione, spingendo la palla in basso in picchiata. Wakabayashi, sconvolto dal numero del giocatore, saltò per prenderla, e a dirla tutta riuscì ad intercettarla, appena sotto la traversa....peccato che la palla fosse dotata di una velocità talmente elevata che continuò il suo corso nonostante tutto e si insaccò in rete, trascinandosi dietro lo sventurato portiere che finì lungo disteso sulla linea, mentre la palla li sfuggì e continuò ancora a muoversi, roteando come impazzita contro la rete, spezzandone adirittura qualche filo. Wakabayashi, sconvolto, si trovò seduto (Si è rialzato, era finito disteso. NdA) mezzò dentro la porta "Ma quello chi è? Come fa a fare un tiro simile?" si chiese, alzando gli occhi per osservare l'avversario, il quale stava ancora per aria (Visto che in Capitan Tsubasa le leggi della fisica non valgono, io ne approfitto.NdA ) Si era rimesso dritto e stava scendendo sicuro, pronto ad attutire l'impatto piegandosi sulle ginocchia quando un colpo di vento gli fece volare via il berretto....Wakabayashi strabuzzò gli occhi quado vide una nuvola di capelli scuri comparire come dal nulla e ornare il volto del giocatore, che in realtà era una ragazza, e poi rialzarsi in reazione alla caduta...già, perchè ora stava cadendo, deconcentrata dal fatto di essere stata scoperta....e stava cadendo proprio sopra di lui "Spostati ! " urlò lei, ma era troppo tardi. Gli piombò addosso con una forza tale da tramortire entrambi, senza che lui avesse tempo di reagire.

"Ahia, ma cosa...accidenti, ti avevo pur detto di spostarti!" disse lei, massaggiandosi il punto in cui la sua testa aveva sbattuto. Lui, che era di nuovo disteso per terra, ringhiò in rimando "Ma se sei tu che mi sei caduta addosso ! Ahi !  Potevi anche stare attenta !" detto ciò la guardò, e tornò alla realtà. Quella che gli stava distesa sopra era una ragazza....la guardò sconcertato, perdendosi per un attimo in quegli immensi occhi blu che lo guardavano rabbiosi..."Ma...ma tu..." mormorò "Wakabayashi ! tutto bene?" una voce lo riportò all'improvviso alla realtà. Voltandosi, Wakabayashi vide Tsubasa e Misaki che arrivavano di corsa, mentre la preoccupazione si diffondeva nei loro volti "Non ti sei fatto male, vero?" chiese il capitano della nazionale Juniores al suo amico. Wakabayashi li guardò confuso, poi rispose "No, sto bene". Accidenti ! Erano arrivati proprio nel momento sbagliato. Sicuramente avevano visto la scena...avevano visto che era stato battuto...e che a batterlo era stata una ragazza....a proposito "Ehi, tu, principessa, che ne dici di toglierti da li sopra? O ci stai tanto comoda? No, perchè se per te va bene, io vorrei alzarmi". Lei arrossì, rendendosi conto di essere mezza distesa sopra di lui. "Allora?" incalzò il portiere "Ehi, calmati, non serve arrabbiarsi così perchè ti ho battuto" disse lei di rimando "COOOSA? Guarda che la tua è stata solo fortuna. E' che mi sei caduta addosso" Lei strabuzzò gli occhi, incredula. Era così vigliacco? "Ma se sei finito in porta insieme al pallone, prima ancora che ti cadessi addosso ! " Ringhiò. Lui le si avviccinò minaccioso, poi si voltò verso i due compagni di squadra "Avete visto tutto, vero?" Tsubasa e Misaki si guardarono, poi annuirono. Sapevano che per Wakabayashi prendere un goal era un gran disonore. Poi Tsubasa si sentì in dovere di aggiungere "Se devo essere sincero, un tiro del genere non l'avevo mai visto. Quell'evoluzione in aria...quella potenza...e che a farlo sia stata una ragazza poi..." a queste parole Wakabayashi si rialzò di scatto, facendo cadere Jody "Ehi ! Ma sta un po' attento" disse lei, massaggiandosi la spalla. Lui non la ascoltò e si voltò di schiena "E' stata solo fortuna. Non ho ancora recuperato la piena forma dopo l'infortunio. Se dovessi riprovare, non segneresti" detto ciò, se ne andò.

La ragazza guardò sconcertata il portiere che si allontanava "Ma è tutto a posto quello?" esclamò ad alta voce, dimenticandosi dei due ragazzi che erano li.

Misaki si voltò verso di lei, che era ancora seduta a terra, e le porse la mano "Non prendertela. Lui non sopporta di essere battuto. Soprattutto, data la sua fama di portiere imbattibile, anzi, di Super Goal Gate Keeper, come lo chiamano. " disse, sorridendo, tirando su la ragazza. Lei si tolse la polvere dai pantaloncini "Grazie" disse, guardando si essersi pulita bene. Poi si blocco. Aveva sentito bene? "Scusa, hai detto....cioè quello sarebbe il famoso SGGK, il portiere numero uno della nazionale Giapponese?" urlò, incredula. Misaki arretrò, leggermente imbarazzato "Si...perchè non lo sapevi?" chiese. "No, mi sono appena trasferita....ma allora è questo il campo dove si allenano i componenti della nazionale...." un'illuminazione la colpì "Ma allora...voi....siete..." Misaki le tese la mano, sorridendo "Sono Taro Misaki, molto piacere. Frequento la prima superiore al liceo Nankatsu" Lei lo guardò incredula. Mi...Misaki? Uno dei due della golden Combi che aveva suscitato grande scalpore agli ultimi mondiali? Ma allora, l'altro....si voltò verso il secondo ragazzo che aveva i capelli neri e gli occhi dello stesso colore che brillavano vivaci. Le aveva raccolto il berretto e glielo porgeva "Io sono Tsubasa Oozora, capitano della squadra di calcio della scuola Nankatsu. Piacere" Lei riuscì a mormorare un piacere stentato....Tsubasa Oozora....il capitano della nazionale....e la Nankatsu....era la scuola dove doveva andare lei...e c'erano questi grandi campioni? "E tu sei?" chiese Misaki "Non ti ho mai vista qui, se non sbaglio". "Vista? Ah, già, il berretto ! " pensò lei "Ah, no....io ...sono Jody Harper. Sono appena arrivata. Molto piacere" disse, rossa come un peperone; intanto, un'altra persona era arrivata nel campo di calcio. Si trattava di Sanae, che era arrivata presto per preparare cibo e asciugamani. "Tsubasa, chi è quella ragazza?" chiese timorosa, vedendo quella bella ragazza dagli occhi azzurri che guardava Tsubasa imbambolata. Jody si riscosse e si voltò verso di lei. "Io...mi chiamo Jody. Piacere. Scusate, ma ora devo andare. E' stato un piacere!" detto ciò corse via. Tsubasa, Misaki e Sanae rimasero a fissarla mentre si allontanava, stupiti. "Ma chi era?" chgiese Sanae. Tsubasa e Misaki non risposero, ma si guardarono e annuirono. Quella ragazza, all'apparenza così fragile e dolce...aveva segnato un goal a Wakabayashi. I loro sguardi erano talmente infuocati e gioiosi nel guardarla, che Sanae sentì una fitta al cuore (non credo che le importi se Misaki guarda così una ragazza, ma che lo faccia Tsubasa sì. NdA). "Tsubasa, seguiamola ! " dise Misaki, e il suo amico annuì; i due partirono di corsa, prima che Sanae potesse fermarli.

 

"Accidenti, accidenti accidenti !!! Che ho combinato? Dovevo proprio sfidarlo? E perchè ho detto il mio nome? Non potevo fane a meno? Accidenti, perchè mi caccio sempre nei guai ???" Jody correva a più non posso, cercando di allontanarsi il più possibile dal campo, quando sentì dei passi dietro di sè. Voltatasi vide Misaki e Tsubasa che le correvano dietro "O cavolo, e ora che faccio?" presa dalla disperazione, prese il cellulare datole da suo zio e cercò in rubrica "Aveva detto che Yusuke poteva venire a prendermi....dunque...eccolo ! " trovato il numero, lo selezionò e pregò che il ragazzo rispondesse. Intanto non le rimaneva che correre.

 

Yusuke, finite le formalità a scuola, aveva riportato a casa Hideaki ed era uscito a fare un giro con la sua moto. Stava perorrendo il viale lungo il fiume, quando il cellulare satellittare speciale che il signor Tachikawa  gli aveva dato cominciò a suonare. Era speciale poichè era collegato direttamente a quello di Jody, e ne rilevava immediatamente la posizione, così il ragazzo seppe subito che lei era nelle vicinanze del campo di calcio. Accellerò all'improvviso. Dopo la litigata della mattina, se la ragazza lo chiamava, doveva esserci qualche problema. Per fortuna era li vicino. Due secondi dopo infatti la vide che correva a più non posso, apparentemente inseguita da due ragazzi in divisa da calcio bianca. Fece inversione a U e le si accostò "Jody ! Sono qui ! " le urlò, poichè il casco smorzava la sua voce. Jody lo guardò come un naufrago guarda una nave che si avvicina e salì svelta dietro di lui "Dai dai dai, parti, svelto parti !!!"; lui esitò guardando i due ragazzi che arrivavano di corsa "Ehi, un momento, ma quei due sono..." "Ti ho detto di MUOVERTI ! "urlò lei; lui mise in moto e partì a tutta velocità, mentre lei gli si stringeva contro per evitare di cadere "Portami via da qui ! " aggiunse.

I due amici videro la misteriosa ragazza salire su una moto arrivata all'improvviso e partire a tutta velocità "Aspetta ! " urlò Tsubasa, ma Misaki lo bloccò "E' inutile. L'abbiamo persa. Ma non preoccuparti, qualcosa mi dice che la rivedremo presto. Non parlare con gli altri di quetsa faccenda, nemmeno con Wakabayashi. Per ora, almeno. Ok?" Tsubasa, confuso, annuì, e i due ritornarono verso il campo per gli allenamenti.

 

La moto rallentò in prossimità del cancello della villa. A quel punto Yusuke chiese "Si può sapere che è successo? Stavi scappando come se ti stessero inseguendo gli orchi" lei non rispose, ma guardò altrove, con sguardo pensoso. Poi fornì una breve spiegazione "Nulla....è che mi sono un po' cacciata nei guai....ero entrata in un campo privato senza saperlo. Tutto qui" lui rispose solo "Ah" e non disse altro. Quando però arrivarono davanti alla porta di casa e suo zio chiese "Beh? Com'è che siete tornati insieme?" lui disse "Oh, per caso. Stavo girando per la città e l'ho trovata che correva, completamente esausta. Allora, visto che mi pareva di aver capito che era da un po' che non correva, le ho offerto un passaggio in moto" lei lo guardò stupita. L' aveva appena salvata da una spiegazione imbarazzante. Suo zio infatti soppesò le parole del ragazzo e disse "Va bene, ma la prossima volta non esagerare, signorina" lei arrossì e mormorò "Scusa zio, è che se io mi metto a fare sport perdo la nozione del mondo e di me stessa...." era vero, era quello che le aveva procurato guai, e non semplicemente il ritrovarsi esusta a chiedere un passaggio, ma ben peggio. "Comunque la prossima volta che vai in moto mettiti un casco anche tu" finì suo zio, rientrando poi in casa. Lei rimase per un po' in silenzio, imbarazzata, poi si voltò verso Yusuke "Grazie...sia per ora sia per prima. Senza di te non avrei saputo che fare" disse, arrossendo. Lui finse di non accorgersene e rispose "Oh, prego. Posso solo sapere cosa stavi facendo?" in tono assolutamente normale. Lei lo guardò senza capire. Lui fece un sorriso furbo e le si avvicinò, sussurrando "Posso sapere perchè i 2 campioni della nazionale Giapponese ti stavano inseguendo?" detto ciò, sempre con lo stesso sorriso beffardo, andò a mettere via la moto.

Lei rimase in piedi davanti alla porta, confura e irritata. Anche lui ci si metteva? Vabbè, se non arrivava lui sarebbe stata spacciata....mah, perchè doveva combinare un simile guaio? Accidenti a lei ! "Meglio che vada a farmi una doccia per calmarmi" pensò, e corse su per le scale.

 

"Jodyyyyyyy !!!! La cena è pronta !!!! " la voce di sua zia la strappò dalla trance pensierosa in cui era caduta, stando sdraiata sul letto. Si alzò e guardò fuori dalla terrazza. Era ancora chiaro, ma i colori del crepuscolo circondavano tutto di un'atmosfera magica. Il suo stomaco brontolò per la fame, a causa del notevole esercizio fisico che aveva fatto quel giorno. Scese di corsa le scale e arrivò in sala da pranzo. C'era tutta la famiglia che guardava la Tv. Jody sedette e le venne servita una saporita minestra di verdure. Stava per iniziare a mangiare quando Yusuke entrò "Scusate il ritardo, ero al telefono" disse. La signora Tachikawa sorrise e lo invitò ad entrare "Vieni pure caro. Siediti vicino a Jody" La ragazza sobbalzò e lo guardò in cagnesco. Per tutta risposta lui sogghignò. La ragazza si chinò sulla sua misestra e mormorò "Buon appetito". Sua zia le chiese "Allora cara, ho sentito che stamattina sei andata a fare un giro, a correre, no? Ti è piaciuto? Ti sei divertita?" Jody arrossì, chinando gli occhi, mentre una risata soffocata di fianco a lei la faceva arrabbiare ancora di più. Senza darlo a vedere pestò il piede di Yusuke, sfoderando poi un sorriso "Si. La vostra città è veramente bellissima. Ho percorso tutta la strada lungo il fiume, è veramente stupenda, e ho anche visto una grandissimo campo da calcio" concluse, lanciando di nascosto un'occhiata a Yusuke per avvetirlo di non dire nulla. A quelle parole suo zio si animò "Quello che hai visto è il campo dove si allena la Nankatsu, la squadra più forte del distretto, che ha vinto per tre volte il campionato nazionale; molti dei suoi giocatori fanno parte della nostra nazionale ! " Yusuke guardò per aria con fare vago, mentre sotto la tavola gli arrivava un pizzicotto. "Pensa che...." "Guarda Hiroshi, ne parlano al telegiornale !!!! "  esclamò sua moglie, interrompendolo; in quel momento infatti la Tv mostrava un'immagine di una dei giocatori chiave, precisamente....."Oddio, è quello che ho battuto al compo da calcio" pensò sconvolta Jody "Quello è Genzo Wakabayashi, il Super Goal Gate Keeper. E' il portiere numero uno del Giappone. Abita anche lui qui a Fujisawa" dise Yusuke, guardando prima lo schermo, e volgendosi poi verso di lei. A quel punto sobbalzò: Jody era scattata in piedi, e guardava lo schermo con occhi sgranati "A...a...allora que...quello è da...davvero i...il....SGGK?" chiese, stravolta. Yusuke annuì, confuso, e lei risedette, tenedo gli occhi bassi "Tutto bene cara?" chiese preoccupata sua zia. "Si...tutto ok, non preoccupatevi...." mormorò lei. "Occavolo, stavolta mi sono cacciata veramente nei guai ! " pensò.

 

La mattina dopo Jody si svegliò alle 7 e si preparò con cura. Voleva fare buona impressione fin dal primo giorno, per ambientarsi meglio a scuola. Scese a fare colazione con la divisa perfettamente in ordine. Le stava molto bene e metteva in risalto la sua figura, poichè il colore azzurro - blu della gonna faceva risaltare in pieno i suoi capelli e i suoi occhi, e la camicia bianca le dava un'aria simpatica e sbarazzina.

In cucina trovò suo zio e Yusuke che mangiavano. "Buongiorno" disse, allegra. I due la salutarono. Poco dopo scese sua zia con Hideaki, li salutò e accompagnò il bimbo a scuola. Lei mangiò una colazione abbondante, poi si alzò e salutò suo zio, avviandosi. Sulla porta fu raggiunta da Yusuke "Aspettami, tanto dobbiamo andare nella stessa direzione". Lei sbuffò ma lo aspettò, e poco dopo i due ragazzi si avviarono. Yusuke però deviò e andò a prendere la moto "Non andiamo a piedi?" chiese lei, contrariata. Lui scosse il capo "Da domani se vuoi potrai andare a piedi da sola, ma stamattina andiamo in moto, visto che devi passare dall'ufficio del preside" Lei annuì, un po' contrariata. Si avvicinò a lui, grata di aver portato con se un pettine per puro istinto. Mise il casco che il ragazzo le porgeva e salì dietro di lui. Yusuke mise in moto e la ghiaia schizzò sotto le ruote.

La scuola non era poi così distante. Ci arrivarono in cinque minuti, ma anche a piedi non ci sarebbe voluto più di un quarto d'ora. Quando arrivarono in vista della scuola, lui si fermò e disse "Io vado diretto al parcheggio delle moto, tu arriva pure con calma. Ti aspetto all'ingresso" lei era scesa senza pensarci, gli aveva ridato il casco, e ora non riuscì a fermarlo "Asp..." . Sbuffando, si sistemò il capelli con il pettine e uno specchietto portatile (non so, ma le studentesse Giapponesi sembrano portarsi dietro di tutto a scuola.NdA ) e si avviò. Il cortile era pieno di gente che si salutava; lei si sentì un po' persa, e si affrettò verso l'ingresso. All'improvviso però vide uno dei due ragazzi che il giorno prima l'avevano vista nel campo, Misaki per la precisione. Cercò di scappare il più in fretta possibile, superando qualcuno, ma una mano la trattenne afferrandole il polso "Che succede?" chiese Yusuke. Lei deglutì e scosse il capo "Nulla" . Lui la guardò scettico, poi però la accompagnò da preside senza fare storie. Lei sospirò. Doveva fare in modo di evitare quei due.

 

E così siamo arrivati all'inizio di questa storia.....

 

"Dunque, signorina Harper, siamo molto lieti di averla tra noi. I risultati dei suoi test sono stati sorprendenti, ecco perchè abbiamo deciso di inserirla in prima superiore, un anno avanti rispetto ai suoi coetanei. Vedrà che si troverà bene" Lei sorrise, contenta. Almeno non avrebbe dovuto sorbirsi lezioni noiose. Yusuke la guardò un po' sorpreso, nonostante lo sapesse già. "La classe che abbiamo scelto per lei è la 1 A. Il signor Tachikawa l'accompagnerà. Vedrà che si troverà bene". Lei si guardò intorno; chi era quel tipo che aveva lo stesso cognome di suo zio? ma non c'era nessuno....tranne Yusuke. Lei sorrise, imbarazzata, poi salutò in preside e uscì, scortata dal ragazzo. Lui era silenzioso "N...non sapevo avessi lo stesso cognome dello zio...." disse lei. Lui non la guardò "E' logico, suo figlio mi aveva adottato, legalmente ho il suo cognome, no?"; lei annuì, capendo di aver fatto una figuraccia. Rimasero per un po' in silenzio, poi fu lui a parlare "Hiroshi me l'aveva detto, ma non credevo fossi davvero così intelligente" lei arrossì "Hiroshi? Ah, lo zio. Si, in Europa mi hanno ben preparato, anche se qui i test sono molto più difficili. Comunque io ho girato molto e parlo tante lingue, inoltre mi piacciono molto la matematica, la fisica e la chimica, ma anche le materie letterarie...." lui la guardò un po' sconvolto.  "Per me sei un po' strana....." lei non rispose. Era sempre così. Era considerata un genio, ma anche anormale.  "Be, meglio per te" concluse lui, e lei sorrise "Già". Intanto erano arrivati alla sua classe "La mia è un po' distante, è la 2 F, comunque se chiedi a qualche tuo compagno te la indicherà. Io passerò ogni tanto " detto ciò bussò e aprì la porta della classe "Buongiorno professoressa Galway. Questa è la sua nuova studentessa, Jody Harper. Viene dall'Europa"; la professoressa sorrise "Ah, certo ! E' quella ragazza che ha preso punteggio massimo a tutti i test di ammissione. Prego, entra pure; grazie, Tachikawa, puoi andare" Jody entrò, imbarazzata. Ecco che già faceva la figura della secchiona. Ma non era così ! Le cose semplicemente lei...le capiva ( e scusate se è poco...NdA.). Si mise in piedi vicino alla cattedra, e ascoltò la presentazione della prof. "Questa è la vostra nuova compagna, Jody Harper. E' da poco arrivata da Londra, e ha girato a lungo per il mondo. E' più giovane di voi di un anno, ma è molto intelligente, ecco perchè è stata inserita direttamente in prima superiore. Siate gentili con lei. Harper, se vuoi salutare i tuoi compagni, prego" lei avanzò di un passo e sorrise. Ormai era inutile essere imbarazzati. "Beh, il mio nome è Jody, e sono Giapponese, anche se solo per metà, e ho vissuto all'estero da quando avevo 7 anni. Sono sicura che mi troverò bene con voi. E' un vero piacere conoscervi!" detto ciò li guardò attentamente. Era una classe mista, il numero di maschi e femmine era quasi pari. Li osservò, anche se era praticamente impossibile che ne conoscesse qualcuno....e in quel momento lo sguardo le cadde su qualcuno che invece conosceva bene. C'era caduta sopra il giorno prima ! E infatti Genzo Wakabayashi la stava guardando con stupore, che presto si tramutò in rabbia. E non era il solo ad averla riconosciuta. Anche Tsubasa e Misaki la guardavano stupiti, poi Misaki sussurrò a Tsubasa "Hai visto? Ti avevo detto che l'avremmo rivista". Infine Sanae, che la guardava preoccupata. Lei si tirò indietro, terrorizzata. Accidenti. Era successo proprio ciò che voleva evitare. Li aveva incontrati, e non uno alla volta, ma tutti quattro assieme. Si trattenne a stento dall'urlare.

Intanto la professoressa, che non si era accorta di niente, guardò i posti in cerca di una sistemazione per la ragazza e infine disse "Ecco! Siediti di fianco a Nakazawa ! Lei è una delle migliori della classe, vedrai che ti aiuterà ad ambientarti. Mi raccomando Nakazawa, conto su di te ! " Jody, che ancora non si era ripresa dal colpo di prima, cercò di capire chi fosse Nakazawa, finchè non vide Sanae che le faceva un cenno. Perfetto. Proprio la ragazza del giorno prima. Si avvicinò e vide che non era l'unica disgrazia: il posto dietro al suo era occupato da Tsubasa Oozora, e di fianco a lui c'era Taro Misaki. Ma la cosa peggiore fu quella che vide per ultima: mentre sulla destra aveva Sanae, alla sua sinistra, di fianco alla finestra....c'era Wakabayashi. Jody inghiotti il groppo che aveva in gola, fissandolo. Lui ricambiò la sguardo con astio, poi si voltò e non le badò. Lei si sedette, sentendo che stava per svenire. Non era possibile. Pechè doveva succedere proprio a lei? "Stupida, se ieri stavi buona, ora per te era magari una fortuna essere contornata dai campioni della nazionale !!!" si disse. Ma non era andata così. E ora? Il futuro le appariva molto cupo.

Sanae, che pure era sospettosa nei confronti della nuova ragazza, chiese "Ti senti bene? Sei pallida...." in quel momento Wakabayashi si girò a fissarla e lei sentì il suo sguardo di fuoco trapassarle la nuca. Sorrise a Sanae e rispose "Non preoccuparti, sto bene, solo che....mi sono cacciata in un mare di guai !!!! ". I suoi grandi occhi azzurri avevano un'espressione così preoccupata che Sanae, per quanto prima fosse un po' sostenuta nei suoi confronti, non potè che provare una grande simpatia per lei. "Ma che è successo ieri?" si chiese.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo due: A volte è destino...... ***


Capitolo 2: A volte è destino

Capitolo 2: A volte è destino....

 

La lezione proseguì fino all'ora di pranzo. Jody seguì con interesse le due ore di matematica, mentre l'ora di francese le risultò parecchio noiosa. Stare a imparare vocaboli che conosceva benissimo non era il massimo del divertimento, per lei. Tuttavia non fece una piega. Quando la campana suonò, lei si alzò leggermente confusa su quel che doveva fare; andare in mensa? Ma dov'era la mensa? Nessuno gliel'aveva detto....si stava guardando attorno quando sentì un leggero tocco sulla spalla e voltatasi vide Sanae "Vuoi venire a mangiare con me?" chiese gentilmente la ragazza, e Jody le sfoggiò un gran sorriso di gratitudine. Sanae le fece strada verso una grande sala affollata. Le due ragazze, chiaccherando, si servirono e portarono i vassoi verso i tavoli disposti dall'altro lato della sala. All'improvviso Jody vide il volto di Sanae illuminarsi (Indovinate che ha visto? NdA) e, voltatasi, vide un ragazzo che faceva loro dei segni. "Ehi, manager, vieni qui a sederti con noi" disse Tsubasa. Sanae si avviò di corsa, mentre Jody la seguiva un po' titubante. Non voleva stare vicino ad Tsubasa e Misaki, che certamente l'avevano riconosciuta, ma francamente non aveva nemmeno una scusa plausibile per andarsene. Rassegnatasi, seguì Sanae e appoggiò il vassoio sul tavolo. Fece per sedersi, quando si accorse che il posto davanti al suo era occupato....da niente meno che Wakabayashi. Ormai non poteva cambiare posto, così si sedette ed evitò di guardarlo. Wakabayashi la incenerì con lo sguardo, poi guardò altrove. Sanae fissò con aria interrogativa Jody, mentre Tsubasa ( Sveglio come al solito, il ragazzo...NdA ) fissava Wakabayashi senza capire e Misaki tratteneva a stento un sorriso.

"Dunque ti sei trasferita dall'Europa" disse Sanae, cercando di spezzare l'atmosfera di tensione che aleggiava. Jody si voltò verso di lei e annuì "Si, ho vissuto a Londra nell'ultimo anno, ma ho girato quasi tutti i paesi europei. Sono andata via dal Giappone quando avevo sette anni, e non ho mai vissuto per più di sei mesi nello stesso posto" Sanae sgranò gli occhi "Wow, i tuoi devono fare un lavoro importante ! " esclamò. Jody sorrise "No. I miei sono morti quando io avevo un anno. Ho sempre vissuto da parenti, ma siccome ne ho sparsi per tutto il mondo ho sempre cambiato casa molto spesso; solo una volta sono rimasta fissa in un posto. Ho vissuto in Germania per due anni, fino ai 15. Ora mia zia, che è la sorella di mia madre, ha ottenuto che io le fossi affidata definitivamente" Sanae arrossì, imbarazzata per la figura "Non preoccuparti, non ho problemi a parlarne" la rassicurò Jody, sorridendo ancora. Misaki, cercando di dissipare l'imbarazzo delle due, disse "Allora scommetto che conosci molte lingue, non è vero?". Lei, grata per la sua gentilezza, annuì "Parlo Giapponese e Inglese come prime lingue, ma conosco molto bene anche il Tedesco, il Francese e lo Spagnolo. Inoltre ho qualche nozione di varie altre lingue europee, come lo Svedese e il Norvegese, oltre al Greco e al Cinese." La fissarono tutti ammutoliti. Quella ragazza era un genio !  "E scommetto che vai benissimo anche in matematica e scienze !!!" disse Sanae, con gli occhi che le brillavano. Jody esibì un sorrisetto imbarazzato e annuì "Me la cavo...." ammise. Misaki la guardò sorridendo mentre Tsubasa esclamava "E sei anche bravissima nello sport ! Ecco perchè ieri ha fatto...." non riuscì a finire la frase perchè da sotto il tavolo gli arrivò un calcio di Sanae e uno di Misaki "Come al solito non capisce mai quando stare zitto ! "  pensarono in contemporanea i due ragazzi. Infatti Wakabayashi aveva appena scoccato un'occhiata di fuoco alla ragazza, che ora cercava di dissimulare l'imbarazzo. Per evitare che la situazione divenisse tragica, visto che già gli altri occupanti della tavola (Che ovviamente erano gli altri giocatori, cioè Ishizaki, Taki, Izawa, Kisugi, Takasugi e tutti gli altri. NdA ) stavano domandando cosa fosse successo il giorno prima, Sanae si alzò e disse "Credo sia ora di farti visitare la scuola, che ne dici Jody? Ti faccio vedere i club sportivi, eh? Così decidi se ti vuoi iscrivere da qualche parte. Vieni" Jody la seguì, grata, ma non potè fare a meno di voltarsi un'ultima volta a guardare Wakabayashi; gli splendidi occhi neri del ragazzo la fissavano, carichi di fastidio, ma Jody non potè fare a meno di notare la loro profondità "E' di certo un ragazzo deciso e sicuro di sè" pensò. Poi si affrettò a seguire Sanae, che si era fermata ad aspettarla con aria interrogativa.

Al tavolo dei ragazzi intanto la scena non era passata inosservata "Avete visto? Sembrava che fissasse proprio Wakabayashi" Disse  Taki, mentre Ishizaki si esibiva in una delle sue solite battute "E così il nostro solitario Wakabayashi così tanto solitario non è" insinuò ridendo. Izawa fissò il portiere e chiese "Wakabayashi, ma che è successo ieri?" Misaki e Wakabayashi si fissarono, poi il portiere si alzò "Non è successo niente. E tu, Ishizaki, ripeti un'altra stupidata del genere e ti ammazzo. Figurati se mi interessa una come quella" ringhiò. Misaki si alzò a sua volta, imitato da Tsubasa, e spiegò "E' solo che ieri l'abbiamo incontrata che correva vicino al campo, e l'abbiamo conosciuta, ma Wakabayashi si è arrabbiato perchè l'aveva disturbato durante gli allenamenti. Tutto qui. " sorrise , pensando che dopotutto era quasi la verità, e seguì un arrabbiatissimo Wakabayashi, mentre Tsubasa li seguiva a sua volta, cercando di capire che avesse il suo amico (Ah, ma proprio te a ste cosa non ci arrivi, eh? NdA), lasciando il resto della squadra spiazzata e dubbiosa.

 

Jody e Sanae erano tornate in classe a prendere le cartelle e ora stavano girando per il cortile, visitando le sedi dei club. La scuola ne contava moltissimi, e molti di essi erano molto famosi. "Allora, che ti piacerebbe fare?" chiese Sanae, sorridendo. Jody ci pensò su. Era veramente indecisa. C'erano così tante possibilità...stava per dire atletica, quando un movimento nella palestra attirò la sua attenzione e, avvicinatasi, vide una ginnasta eseguire un volteggio per aria e atterrare in maniera aggraziata. Guardò il gruppetto di ragazze che stavano dall'altra parte e notò che indossavano tutte un body azzurro "E questo?" chiese, incuriosita. Sanae si avvicinò "E' il club di ginnastica artistica. Le nostre atlete sono molto famose a livello regionale, e alcune parteciperanno anche ai campionati nazionali. Guarda" esclamò poi "Quella è il capitano del club, la migliore atleta della nostra scuola. E' al secondo anno, ma è già bravissima. Si chiama Mya. Osservala" Jody guardò la ragazza prendere la rincorsa e eseguire una complicata evoluzione alla sbarra, per poi volteggiare in aria e atterrare senza problemi. Sanae battè le mani, estasiata, mentre Jody osservava, senza nemmeno rendersene conto "Si, è brava, ma l'atterraggio non era abbastanza ammorbidito...e l'evoluzione poteva essere prolungata" si zittì battendosi una mano sulla bocca, ma era troppo tardi. Sanae la guardò, sgranado gli occhi "Ma...non è che te ne intendi????" Jody arrossì e mormorò "Beh...un poco...sai, in Europa praticavo un po' questo sport..." Sanae le prese le mani "Allora iscriviti !!! Oh, ti prego, ti pregooooooo" Jody la guardò un po' sconvolta, poi ci pensò "Ricominciare la ginnastica....a dire il vero non mi dispiacerebbe....e poi voglio fare uno sport, e non farò certo..." i suoi pensieri avevano preso una brutta strada, così per scacciarli annuì e decise "Sì. Mi iscriverò" Sanae lanciò un urlo di gioia e la trascinò dentro. Chiamò Mya con un gesto e le presentò Jody "Questa è la mia nuova compagna di classe, Jody Harper. Vorrebbe iscriversi al vostro club" Mya la salutò e la squadrò con occhio critico; beh, come prestazione fisica non era niente male, ma bisognava vedere se aveva predisposizione....non poteva accettare in una squadra da nazionale una che non aveva nemmeno le basi. "Vedremo. Se sei d'acccordo, ti faccio provare per vedere che sai fare. Metto una base musicale, tu fai ciò che riesci, ok? Vai a cambiarti li" il tono era dubbioso, ma Jody non si fece intimorire. Si cambiò, indossando maglietta e pantaloncini e delle scarpette da ginnastica (Sono simili a quelle da ballo. NdA) e si posizionò con le spalle rivolte verso la trave. Quando la musica partì, vi salì e con la massima naturalezza fece una rovesciata all'indietro, che terminò volteggiando in aria, poi prese lo slancio ed eseguì una capriola per aria, infine atterrò come se il pavimento fosse soffice come una nuvola e finì conpiendo un'ultima rovesciata. Sembrava che , nel breve tempo in cui la ragazza aveva compiuto l'esercizio, la terra si fosse dimenticata di esercitare gravità su di lei. Jody rimase per un attimo a capo chino, le braccia leggermente sollevate e aperte, in una perfetta posizione di chiusura. Poi il suo volto si fece visibile, e le ragazze, che erano rimaste incantate a guardarla, poterono vedere il gioioso brillare dei suoi occhi; era come se avesse finalmente ritrovato qualcosa che da troppo tempo aveva perso. Erano tutti ammutoliti, e la fissavano come se avessero visto un miracolo. La prima a riprendersi fu Mya. "Credo proprio di averti sottovalutato....è evidente che non solo non sei una principiante, ma sei adirittura una campionessa" a queste parole, Jody arrossì e cercò di obiettare, ma la ragazza non la lasciò fare "Di certo potresti puntare seriamente alle prossime Olimpiadi nazionali. Benvenuta in squadra. E' un vero piacere averti con noi" concluse, avvicinandosi a Jody con la mano tesa. La ragazza la fissò per un momento, prima di stringerla nella sua con un sorriso riconoscente. Sanae saltò al collo dell'amica, esprimendo le sue congratulazioni per il suo successo, poi cominciò a tirarla per un braccio "Dai, andiamo a dirlo ai ragazzi ! Saranno contenti anche loro ! Dai, dai, andiamo ! "disse, prima di rendersi conto che forse non era il caso. Jody sbiancò, al pensiero di trovarseli ancora davanti. Sperò che il suo neo-eletto capitano avesse da obiettare, ma Mya la congedò con una fraterna pacca sulla spalla. "Vai pure, ma da mercoledì ti aspetto agli allenamenti. Subito dopo le lezioni, due volte alla settimana, dalle quattro alle sette, ok?" Jody non potè che annuire, mentre Sanae la trascinava fuori; riuscì a fermarla solo urlando "Ehi ! Aspetta almeno che mi cambi. Ci manca solo che mi faccia vedere così "

 

Pochi minuti dopo le due ragazze giunsero al campo di calcio. Jody non avrebbe voluto avvicinarcisi per nulla al mondo, ma Sanae non voleva sentire ragioni "Dai, almeno accompagnami. Io devo andare, sono la manager della squadra e devo svolgere tutto il lavoro da sola, non c'è nessuno che mi aiuti...."  detto ciò guardò Jody con fare curioso, come se avesse qualche idea "E...ehi, che è quello sguardo? Non farti venire strane idee....." cercò di obiettare Jody, ma fu inutile. Sanae si illuminò e le afferrò le mani "Ma certo ! Mi aiuterai tu ! Farai la manager insieme a me ! Oh, che bello. Grazie, grazie ! Su, andiamo a dirlo a tutti " e detto ciò, partì di corsa. "M...ma Sanae ! Io non posso, sono appena entrata a far parte del club di ginnastica...."  "Oh, non preoccuparti, parlerò io con Mya; il nostro club di calcio è famoso, non dirà di no, e poi per ora sei impegnata solo due pomeriggi a settimana, a me va più che bene, gli altri quattro li puoi passare con me al campo ! Anche se al sabato ogni tanto verrai ad allenarti, sarai sempre qui ! " appianata ogni difficoltà, ripartì verso il campo. Jody cercò di fermarla, ma fu inutile. Sanae aveva messo le ali ai piedi ed era già arrivata alla panchina, dove i ragazzi stavano riposandosi e acoltando le direttive dell'allenatore. Sanae arrivò come un tornado e afferrò il braccio dell'allenatore "Signor allenatore, ho trovato la soluzione al problema delle manager. Questa è Jody Harper, è arrivata oggi nella nostra classe. E' membro del club di ginnastica artistica, ma se per lei va bene si è offerta di aiutarmi nel lavoro di manager ! Potrebbe essere presente quattro pomeriggi alla settimana. Lei che ne dice?" L'allenatore rimase un attimo frastornato dall'irruenza di Sanae, ma si riprese e valutò la proposta. In effetti era allettante. Con quei ragazzi una manager non bastava, ce ne volevano almeno due...e fin'ora non c'era nessun'altra candidata. Perciò, anche se la ragazza era impegnata per due pomeriggi, poteva benissimo andare. "Ma certo. Sarà molto utile. E  può frequentare senza problemi il suo club. Mi basta che ci dia una mano ogni tanto, magari nelle trasferte....benvenuta ragazzina; è veramente un piacere averti tra noi" Jody sorrise, capendo di essere in trappola. Non poteva tirarsi indietro, ormai. Ma il peggio doveva ancora venire. L'allenatore infatti la prese per un braccio e la portò verso il gruppetto di ragazzi, annunciando "Ragazzi, vi presento la nuova manager, Jody Harper del primo anno. Da oggi aiuterà Sanae. Jody, questi sono i ragazzi di cui dovrai occuparti. Non preoccuparti. Sanae ti insegnerà come domarli" disse, con una risata. Lei li fissò angosciata, vedendo che le reazioni alla notizia erano varie. Tsubasa pareva sorpreso, e si voltò per interrogare con gli occhi Sanae, che arrossì (Chissa perchè? si chiese Tsubasa...sveglio come sempre. NdA), Misaki sorrideva apertamente, sicuro che le cose sarebbero diventate più movimentate da quel momento, gli altri esibivano sorrisi vari, contenti di avere una simile manager; solo uno stava in disparte, con espressione indecifrabile: Wakabayashi, che all'inizio stette in silenzio, poi, quando gli altri si allontanarono per riprendere gli allenamenti, e lui rimase in panchina per far allenare Morisaki (Bisogna pure che si alleni anche lui ogni tanto, no? NdA) le si avvicinò e, accostata la sua bocca all'orecchio di lei, disse "Vedi di non starci tra i piedi ! Ci manca solo una manager che non capisce nulla di calcio". Fece per allontanarsi, ma a quel punto la pazienza di Jody ebbe fine e sbottò "Come osi parlarmi così? A quanto mi risulta, tu non sai niente di me, come fai a dire che non capisco nulla di calcio? Scommetto invece di saperne più di te. E inoltre...." questa volta fu lei ad avvicinarsi "Da quel poco che sai, dovresti capire che di calcio io me ne intendo eccome...mi risulta di essere stata una delle poche persone al mondo a segnare un goal al SGGK"; le ultime parole furono quasi un sussurro, udibili solo a lui, poi lei stette in silenzio, fissandolo con un'espressione beffarda nei grandi occhi blu. Lui divenne viola dalla rabbia ed eslclamò, incurante di non farsi sentire "Stammi a sentire, quello è stato un caso, vedi di non vantartene. Se dovesse succedere di nuovo, non segneresti mai" Jody rise, una risata pura e cristallina, per nulla intenzionale, poi lo fissò e aggiunse "Se non pari nemmeno i miei, di tiri, come farai a parare quelli di mio cugino al torneo nazionale...sempre che tu ci arrivi?" Wakabayashi fece per replicare, ma decise che era inutile e se ne andò. Jody, contenta di aver vinto. Sanae, che aveva seguito di nascosto la conversazione (Che eufemismo....NdA), le si avvicinò e chiese "Jody...io....volevo chiedertelo ancora stamattina...ma che è successo ieri????" Jody sobbalzò, visto che l'amica l'aveva sorpresa di spalle "Ecco...ieri..." avrebbe voluto tergivesare, ma l'espressione di Sanae, che nascondeva anche una buona dose di preoccupazione, la convinse a confessare "Io....stavo correndo e sono arrivata al campo da calcio....c'era un pallone al centro e senza pensarci io sono entrata e ho cominciato a palleggiare....poi è arrivato Wakabayashi e mi ha assalito perchè ero entrata senza permesso. Io ho ribattuto per un po' perchè aveva un tono veramente antipatico, poi ho visto che era un portiere e...."  si interruppe per trovare il coraggio di continuare "L'ho sfidato. Ho compiuto un'evoluzione in aria e gli ho fatto goal"  Sanae sgranò gli occhi e urlò "Hai segnato un goal al SG...." "SSSTTTTT!!!!" Jody le mise entrambe le mani sulla bocca, cercando di evitare il peggio. Sanae la fissò con occhi sgranati, poi Jody continuò "Si, si, gli ho fatto un goal. Ma non è questo il peggio. Penso possa anche accettare che ogni tanto qualcuno lo batta...mi pare sia grande amico di Tsubasa..." Sanae annuì, sforzandosi di capire "E allora dov'è il problema?" chiese. Jody respirò, poi prese qualcosa dalla cartella. Era un cappellino azzurro. "Ieri ero vestita in modo sportivo, coi pantaloncini e la maglietta, e avevo questo in testa, i capelli non si vedevano....mi ha scambiato per un maschio ! E io volevo fargliela vedere e ingannarlo, ma...." sospirò "Come ti dicevo l'ho battuto con un'evoluzione, era una specie di rovesciata, che però prevedeva che io ricadessi in piedi....solo che mentre ricadevo, il berretto è volato via, e lui...ha scoperto che ero una ragazza!!!!!! " Sanae urlò, incredula. Accidenti, questo era un guaio. Wakabayashi già sopportava poco le ragazze, e una che gli faceva goal poi...."E allora?" chiese, preoccupata. Jody voltò lo sguardo altrove, prima di rivelare la parte che la imbarazzava di più "La sorpresa è stata tanta che lui è rimasto per terra a fissarmi, e io ho perso l'equilibrio....e gli sono caduta addosso" finì, mentre il rossore diveniva incontrollabile. Sanae ebbe un singulto. Ma come era possibile? "Poi sono arrivati Tsubasa e Misaki quando ero ancora mezza distesa sopra di lui, e così mi hanno scoperto. Wakabayashi se n'è andato e loro mi hanno rivelato chi era lui in realtà e chi erano loro. A quel punto sono scappata...ma questo lo sai" disse, guardandola colpevole. Sanae ci mise un attimo per riprendersi "Ma loro ti hanno seguita ! " esclamò poi. Jody annuì "Si, ma sono riuscita a  evitarli grazie a Yusuke" "E chi è Yusuke?" Jody meditò su cosa rispondere "E' il mio cugino adottivo e quello che mio zio ha incaricato di farmi da guardia del corpo. Devo dire che ieri è stato utile. L'ho chiamato e mi ha portato via in moto" Sanae la fissò incredula, poi scoppiò a ridere così tanto da avere gli occhi pieni di lacrime "Questa è la più bella storia che abbia mai sentito ! Sarebbe da raccontare, se non fosse che sarebbe controproducente ! Sei veramente in gamba, Jody ! " si asciugò le lacrime, poi tese la mano. "Ora so che mi posso fidare di te, veramente. Amiche?" chiese, e Jody le afferrò con slancio la mano "Per sempre ! " esclamò, sorridendo.....

 

...."Saremo amiche per sempre".....

 

il ricordo fu come un flash che la sconvolse da capo a piedi. Il sorriso scomparve, lasciano il posto ad un'espressione assente. Sanae la fissò, preoccupata "Tutto bene?" Jody si riscosse e esclamò "Si ! Si, tutto ok, mi ero persa un attimo, non preoccuparti. Ah, una cosa, ciò che ti ho detto deve rimanere tra noi" Sanae annuì.  La partita intanto era combattutissima, e la ragazza si voltò a fissarla, senza così vedere una lacrima formarsi negli occhi di Jody "Basta ! Non ci devo più pensare ! Quella parte della mia vita è finita. Finita !" esclamò col pensiero, e il sorriso tornò nei suoi occhi. Ora c'era una nuova Jody, e la sua vita in Giappone era appena iniziata.

 

La partita finì con la vittoria della squadra di Tsubasa ( Ma che strano ! NdA) e i ragazzi andarono negli spogliatoi a cambiarsi. Le manager misero apposto la sede del club e li aspettarono fuori. Sanae era felice e eccitata, e Jody ormai ne aveva intuito il motivo "Sanae, perchè sei così contenta?" chiese con fare innocente. Sanae arrossì e cercò di schermirsi "No...no niente, sono contenta perchè la squadra è in ottima forma...." "Ah ! " rispose Jody come se ci credesse davvero, illudendo Sanae di averla scampata. Dopo due minuti però disse "La squadra....o il capitano?" con lo stesso tono innocente di prima, e Sanae divenne viola. La risata di Jody sgorgò cristallina "Dai, è troppo evidente ! E lui che ne pensa?" Sanae , sempre più rossa, cercò di negare "No...cosa dici, a me il capitano non...." "A te io non....che cosa?" chiese incuriosita una voce dietro di lei. Sanae si voltò e vide che Tsubasa, seguito da Misaki,  stava dietro di lei, sorridente e completamente ignaro (Tanto per cambiare...NdA) di ciò che accadeva.  La povera manager non sapeva più che dire, così cominciò a balbettare e a smuovere la terra col piede, mentre Tsubasa la guardava senza capire (Uffa ! E basta ! NdA) e Jody e Misaki scoppiavano a ridere senza freni. Arrivarono anche altri membri della squadra, che intuirono subito la situazione, e persino Wakabayashi, che si lasciò sfuggire un sorriso in direzione di Jody. La ragazza lo fissò dubbiosa, e lui si ricompose subito, calcandosi il berretto sugli occhi.

Quando finalmente le risate cessarono, i ragazzi si avviarono al cancello, dove si divisero in due gruppi. Jody si avviò verso casa insieme a Sanae, Tsubasa, Misaki e Izawa, chiacchierando senza sosta sulla sua vita prima di arrivare li; all'improvviso però Tsubasa vide una figura davanti a loro e, riconosciutala, chiamò "Wakabayashi ! Vieni qui con noi ! " Jody sussultò, vedendo che il portiere si era fermato ad aspettarli. Sorrideva, finchè non scorse lei in mezzo al gruppo; a quel punto assunse un'espressione imbarazzata e guardò altrove. Tsubasa cominciò a chiaccherare di calcio come al solito, mentre Sanae lo osservava con adorazione. Jody si chiese se davvero era possibile che il ragazzo non si fosse accorto di nulla. Si voltò e incontrò lo sguardo di Wakabayashi. Il ragazzo, capendo il dubbio di lei, annuì con espressione maliziosa, e sorrise allo sconcerto che le si affacciò negli occhi. Per un attimo si fissarono sorridendo. Poi entrambi voltarono lo sguardo. Intanto Sanae stava raccontando le avventure del pomeriggio "Pensate che Jody è riuscita ad entrare nel club di ginnastica artistica ! " Jody cercò di zittirla, ma era troppo tardi. Izawa, Misaki e Tsubasa la guardarono ammirati "Wow, so che è difficilissimo entrare ! Devi essere davvero brava" disse Izawa, e Tsubasa aggiunse "Beh, certo, infatti ieri hai fatto un numero spettacolare quando hai segnato il goal a Wakabayashi..."  (Mai che stesse zitto quando serve ! NdA). Gli arrivarono contemporaneamente un pugno da Sanae e un calcio da Misaki, ma ormai il danno era fatto. Izawa guardò la ragazza e balbettò "Tu...hai...segnato un...goal...a WAKABAYASHIIII ???????" Jody arrossì per l'imbarazzo, mentre il portiere imprecava sottovoce. Lei lo guardò, dispiaciuta, poi disse "Beh...diciamo che ho avuto fortuna....ho sfruttato la mia agilità e ho compiuto un'esecuzine ginnica impossibile da prevedere....e inoltre conosco il calcio, da piccola giocavo spesso con mio cugino, che è un patito di questo sport...." i ragazzi si fissarono, accettando titubanti la spiegazione, poi si congratularono con lei. Misaki spostò, molto gentilmente, la conversazione sulle lezioni del giorno dopo, mentre Jody stava in silenzio, quasi volesse scomparire. Wakabayashi le camminava affianco, fingendo che non ci fosse. Ma, in un momento in cui nessuno badava a loro, si chinò e le sussurrò "Grazie per la spiegazione....ma non hai accennato affatto alla potenza di quel tiro...." lei lo fissò sconvolta, e lui esibì un sorrisetto beffardo, andando poi avanti. Non potè così vedere il rossore acceso che si diffuse sul volto di lei "Ma che mi prende? Cosa...." si domandò. Cercò di calmarsi, senza darlo a vedere.

I ragazzi intanto si stavano separando. Misaki e Izawa svoltarono a destra, mentre Tsubasa e Sanae stavano proseguendo a sinistra, quando Sanae guardò Jody e le chiese "Tu dove abiti?" Jody indicò la via che proseguiva dritta e disse "A dieci minuti da qui, in via degli Angeli. Devo sbrigarmi o arriverò tardi per la cena" Sanae la guardò proccupata "Non puoi andare da sola a quest'ora" Jody fece per rispondere che non c'era problema, quando Tsubasa (Sveglio come sempre...NdA) ebbe un'idea "Wakabayashi, perchè non la accompagni tu? Abiti li vicino" detto ciò, si voltò verso la manager e le chiese gentilmente "Andiamo?" Sanae arrossì e, rivolgendo un'occhiata di scusa all'amica, si affrettò a seguirlo. "A domani" si limitò a urlare. Jody e Wakabayashi non fecero nemmeno in tempo a protestare; era inutile, ormai se n'erano andati. I due ragazzi si guardarono, poi Jody voltò il capo e disse "Non c'è bisogno che mi accompagni, vado da sola, l'ho sempre fatto" si incamminò, ma il portiere la rincorse e la bloccò prendendola per un braccio e costringendola a voltarsi "Non so come sia in Europa, ma qui le ragazze non vanno in giro da sole dopo le sette"  disse, avvicinando il volto a quello di lei per guardarla negli occhi...ci fu un momento di assoluto silenzio, poi i due si separarono all'improvviso, imbarazzati al massimo. Il ragazzo si calcò di nuovo il berretto sugli occhi e continuò "Allora, se vogliamo andare, altrimenti non arriveremo mai a casa per cena" Jody annuì con vigore per scacciare il rossore, poi lo seguì. "Se proprio insisti...." mormorò, ridendo poi alle proteste di lui riguardo al voler accompagnare una ragazza del genere.

E così i due si incamminarono insieme, evitando quasi del tutto di parlare per quei lunghi 10 minuti, ma lanciandosi lunghi sguardi frequenti. 

 

"Io sono arrivata" disse Jody, afferrando il cancello con una mano e girandosi per sorridere al ragazzo. Wakabayashi guardò la villa "Bella casa. I tuoi zii devono essere ricchi. Beh, ci vediamo" e detto ciò si allontanò di corsa. Lei lo guardò allontanarsi "Grazie" disse a voce bassa, ma che riuscisse lo stesso a farsi sentire. Lui fece un cenno con la mano e sparì, mentre lei rimase per un attimo a fissare la strada vuota, poi entrò. Perorse il viale con calma, pensando, e arrivò alla porta. Stava per aprirla, quando questa si spalancò di colpo. Yusuke stava uscendo per cercarla, ma nel vederla si bloccò "Ah, sei qui. Cominciavo a preoccuparmi. Dov'eri finita? Ehi, ma quello è il mio berretto" disse, vedendo il berreto blu che usciva dalla borsa della ragazza. Lei lo fissò, lo prese in mano e senza pensarci fece per restituirlo al ragazzo, ma si bloccò. Non voleva darglielo. Non sapeva perchè, ma non voleva. Guardò il punto in cui Wakabayashi era stato fino a poco fa, strinse il berretto nella mano, poi si voltò verso Yusuke e disse, sorridendo "Se non ti dispiace lo tengo io !" e, senza lasciargli tempo di replicare, entrò in casa e salì in camera sua.

"Ehi, un momento...." ma le parole del ragazzo si persero nel vuoto. Rimase in silenzio a riflettere. Quel berretto gli piaceva molto, ma l'espressione degli occhi della ragazza nello stringerlo in mano gli fece decidere di lasciarglielo senza discussioni.

 

"Allora cara, come è andato il tuo primo giorno di scuola?" sua zia la fissò da una parte all'altra della tavola sorridendo. Jody sorrise e cominciò a raccontare "Benissimo ! Ho subito fatto amicizia con una ragazza che ha il banco di fianco al mio. Si chiama Sanae. Dopo le lezioni mi ha fatto visitare i club e sono stata ammessa a quello di ginnastica artistica" sua zia le fece i complimenti "Che brava ! Ho sentito che entrare nel club della tua scuola non è facile poichè puntano seriamente alle olimpiadi. Complimenti tesoro ! " Yusuke mangiava in silenzio, e Jody di slancio gli chiese "Tu non sei iscritto a nessun club?" il ragazzo la fissò "No....non proprio....non ho tempo. Ogni tanto frequento il club di pallavolo maschile" Jody ebbe una fitta al cuore, ma non lo diede a vedere. Pallavolo. Sorrise e disse "Ah, davvero?" con aria interessata, poi ricominciò a mangiare. Yusuke tacque per un po', poi chiese "Sbaglio o ti ho vista gironzolare ancora per il campo di calcio?" La ragazza quasi si strozzò "Ancora?" chiese suo zio, incuriosito, mentre lei cercava affannosamente una risposta neutra "Si, ehm...ecco....è che Sanae - la mia nuova amica - è la manager del club di calcio e siccome da sola non ce la fa, mi ha chiesto se nei pomeriggi in cui non sono al club potevo aiutarla...." "E così sei tu la nuova manager ! Ne ho sentito parlare oggi ! Hai già parecchi ammiratori" esclamò Yusuke. Lei arrossì e  i suoi zii risero di gusto. "Non sognarti però di innamorarti del capitano, altrimenti la tua amica Sanae ti ammazza" la avvisò. Lei rise "Si, lo so, ho già capito tutta la storia. L'unico a non accorgersi di nulla è lui" (Accorgermi di cosa? NdTsubasa. Silenzio!!!! Siamo solo al secondo capitolo e già di te non se ne può più!!! NdA). La conversazione proseguì piacevolmente su quel tono, finchè una candida vocina da bambino non intervenne timidamente "Questo vuol dire che tu conosci bene Tsubasa Oozora e Genzo Wakabayashi?" chiese Hideaki, arrossendo speranzoso "Certo piccolo. Sono la manager, e loro sono due giocatori, e inoltre sono in classe con me" si arrestò, consapevole di averlo detto con troppa enfasi. Yusuke le lanciò infatti uno sguardo penetrante, mentre il bambino spalancava gli occhi grigi pieni di gioia. "Me li farai conoscere Jody? Lo farai?" chiese, chiamandola per nome per la prima volta. Lei rimase un attimo interdetta, così come tutti gli altri. Era la prima volta che Hideaki si apriva così. Poi la ragazza sorrise "Certo Hideaki, te li farò conoscere e ti porterò anche a vedere qualche partita se vuoi". Il bambino si illuminò e la fissò sorridendo "Grazie ! " disse, come se avesse ricevuto in dono il mondo. Il suo sorriso le riscaldò il cuore. Almeno li andava tutto bene.

 

"Jodyyyyyyyyy!!!!!!!!!" la voce di Sanae riscosse dal sonno la ragazza che camminava sotto il sole mattutino. Erano le 7 30 e il sole cominciava già a scaldare l'aria, facendo sentire l'arrivo imminente dell'estate. "Buongiorno Sanae, vedo che sei allegra fin di prima mattina" la salutò Jody, sorridendo. Sanae sfoggiò anche lei un sorriso immenso, tanto luminoso che Jody non potè trattenersi dal chiedere "Non sarà perchè stai per vedere un certo capitano?"; ci fu un urlo "Jody Harper, come osi???????????" Sanae cominciò a rincorrere l'amica che rise battendo in ritirata. Arrivarono così in un attimo al cancello della scuola, dove si fermarono senza fiato, ridendo a più non posso. La scuola traboccava già di studenti, e fra essi c'erano anche i loro amici "Buongiorno manager ! " squillò la voce di Tsubasa, seguita da quelle di Misaki e Izawa e altri membri della squadra "Buongiorno capitano ! " esclamò Sanae felice "Buongiorno a te, Nakazawa" rispose lui, gentile come sempre, e la povera ragazza arrossì come al solito, mentre il resto dei ragazzi ridacchiava e si dava gomitate scherzose. Anche Jody si unì all'ilarità generale, almeno finchè un'ombra dietro di lei non la fece voltare. Nel farlo finì addosso a qualcuno e rischiò di cadere, ma due braccia muscolose l'afferrarono appena in tempo. Jody rimase un attimo stordita, alzò gli occhi per vedere chi l'avesse aiutata e... Wakabayashi stava li, immobile, fissandola con un sorriso beffardo sul volto. "Buongiorno ! Stamattina siamo allegri, vedo. Lieto di vederla, miss Europa. Vedo che è irrisestibile per te finirmi tra le braccia" salutò. Lei gli lanciò un'occhiata di fuoco, si liberò dalla stretta pronta ad inveirgli contro, poi decise di non ribattere e rispose, sfoggiando un gran sorriso "Buon giorno a te, Wakabayashi. Come sta il tanto acclamato SGGK, il portiere più forte del Giappone, colui che nemmeno il grande Schneider è riuscito a battere?" gli occhi blu brillavano carichi di aria di sfida; quelli neri di lui divennero invece furibondi. Le prese un braccio e lo strinse con forza, ma lei non diede segni di dolore e continuò a sorridere. Alla fine lui la lasciò andare e si avviò insieme agli altri, mentre lei lo seguiva con aria soddisfatta. Sanae stava (come al solito... NdA) fissando Tsubasa che parlava (sempre come al solito...NdA) di calcio con Misaki. Poi ebbe un flash e chiese (sveglio come sempre, che vi aspettavate  NdA) "Allora Wakabayashi, hai accompagnato Jody a casa ieri? Com'era casa sua?" Wakabayashi non rispose, calcando il berretto sugli occhi e allontanandosi, mentre i mormorii dilagavano. Jody arrssì e cercò di non farsi notare "Ma guarda...e così in nostro Wakabayashi si è già accaparrato la nuova manager ! Non è giusto ! " disse Ishizaki, prendendolo in giro "Prima Tsubasa e Sanae, e ora anche loro..." "Ishizaki !!!!!" l'urlo di Sanae sovrastò la voce del ragazzo che cominciò a scappare ridendo, mentre tutti li fissavano divertiti, visto che quelle scene erano all'ordine del giorno. Jody rise di gusto, grata a Sanae che senza volere l'aveva salvata da una situazione molto imbarazzante...Imbarazzante? "Perchè dovrei sentirmi in imbarazzo?" si chiese, risentita. "Mi ha solo accompagnato a casa...." pensò, ma bastò a turbarla. Decise di non pensarci e si avviò insieme agli altri verso la classe.

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo tre: Un passato oscuro..... ***


Capitolo 3: Un passato oscuro

Capitolo 3: Un passato oscuro....

 

"Dunque, ora proveremo ad applicare la regola che vi ho appena spiegato; chi viene a risolvere quest'equazione?" il professore di matematica fissò i ragazzi con aria divertita, mentre la maggior parte di loro tentava di scomparire. Alla fine il prof prese il registro e disse "Dunque...Wakabayashi, perchè non vieni tu?" ci fu una serie di sospiri di sollievo, mentre Wakabayashi si alzava imperturbabile e andava alla lavagna. Prese il gesso in mano e cominciò a risolvere l'equazione. Il professore l'osservò compiaciuto "Complimenti, vedo che almeno qualcuno ha studiato qualcosa. Ora però vorrei che provassi a risolvere quella sotto". Wakabayashi  si bloccò. Quell'esercizio era troppo difficile. Non lo sapeva risolvere. Rimase per un po' fermo col gesso in mano, poi il prof chiese "Allora, c'è qualcuno che vuole provare a risolverlo?" ci fu una serie di proteste. Il professore guardò divertito quel subbuglio, quando all'improvviso gli occhi gli caddero su una ragazza che stava a testa china sul quaderno e scriveva senza sosta. "Vedo che non ti fai intimorire facilmente, Harper. Perhè non provi tu?" Wakabayashi sghignazzò. Jody stava per fare una figura tremenda. Ma la ragazza sorrise al professore e si alzò senza protestare. Arrivò alla lavagna, prese il gesso di mano a Wakabayashi e cominciò a scrivere con sicurezza. Non passò nemmeno un minuto e l'aveva risolta. La classe rimase interdetta, mentre il professore osservava stupito "Molto bene!!!!! Mi avevano detto che avevi ottenuto ottimi risultati anche in scienze e matematica, ma il tuo livello è superiore a quanto pensassi. Veramente brava". La ragazza sorrise senza scomporsi e tornò al suo posto, seguita da un frustatissimo Wakabayashi . Quando si fu seduta, Sanae  si chinò e le sussurrò "Che brava ! Ma come fai?" Jody la fissò, cercando una risposta "Ma veramente...non faccio nulla....l'ho solo guardata e risolta" "Solo!!!! Era un'esercizio molto difficile, nessuno di noi sapeva da che parte prenderlo, e tu in un minuto l'hai risolto!!!!!!!! Sei veramente un  genio!!!!!!!!! " Sanae  le afferrò le mani, supplichevole "Ti prego, ti prego, ti prego  ti pregooooooo!!!!!!!!!! Mi aiuteresti? Io nelle materie scientifiche sono una frana ! " La lezione intanto era finita. Jody guradò Sanae , annuendo poi con convinzione "Ma certo. Se ti posso aiutare...più che volentieri. Perchè non vieni a casa mia a studiare ogni tanto?" Sanae  le buttò le braccia al collo, felice. Jody sorrise, cercando di liberarsi, quando una voce disse "Aiuteresti anche me? Anch'io non ci capisco niente di matematica". Le due ragazze si voltarono per vedere chi avesse parlato..."Ca...capitano ! " esclamò Sanae , arrossendo. Tsubasa infatti le stava fissando sorridente. Jody annuì di nuovo "Ma certo" rispose, dando un pizzicotto a Sanae  "Volentieri". Misaki si avvicinò e disse "Posso unirmi al gruppo?" in breve si era riunita una piccola folla. Jody prese appuntamento per quel pomeriggio con Sanae , Misaki, Tsubasa e Izawa. "Sai, il pre - esame è venerdì e nessuno di noi è preparato" dissero i ragazzi. "Ma, gli allenamenti?" chiese lei "Stanno per iniziare i test di inizio quadrimestre, mancano solo due settimane, per questo gli allenamenti vengono ridotti. Ora li facciamo un pomeriggio si e uno no. Allora, tutto ok?" Jody annuì, poi decise che non le importava di quanti fossero, voleva farsi degli amici e quella era l'occasione giusta "Sentite, e se invece della biblioteca veniste tutti da me? La casa è grande, la biblioteca c'è, e non dovremo preoccuparci del rumore" La sua proposta fu accolta da varie esclamazioni di gioia. "Allora d'accordo così? Alle quattro, visto che oggi non ci sono lezioni pomeridiane, a casa di Jody. Qual'è l'indirizzo?" chiese Misaki, organizzatore per professione. Jody glielo disse "Via degli angeli 4" I ragazzi presero nota, poi si  avviarono verso l'uscita. Era mezzogiorno. Come al solito (E che palle ! NdA) Tsubasa attaccò a parlare di calcio, e Sanae  rimase a fissarlo, in adorazione. Jody rideva di quella situazione paradossale, poi pensò che bisognava fare qualcosa. Non poteva lasciare che Sanae  stesse sempre li a osservare il suo capitano, senza che quello scemo si accorgesse di niente. Incontrò lo sguardo di Misaki e vide una luce di complicità negli occhi del ragazzo, la stessa luce che si leggeva negli occhi di Izawa. Fece un cenno di assenso ai due e partì all'attacco "Sanae  senti, ora che ci penso se vogliamo studiare seriamente dovremo farlo fino a tardi. Infatti avevo pensato di invitarvi a cena da me....ma ora mi viene in mente che forse tu non puoi tornare da sola a casa a quelle ora; è un bel problema. Come facciamo?" detto ciò si voltò verso i ragazzi, anzì precisamente verso Tsubasa, e disse, con tono veramente preoccupato "Capitano, che facciamo? Non possiamo certo lasciare che Sanae  corra un simile rischio....ma se si fa accompagnare, non credo la verranno a prendere, e dovrebbe tornare a piedi da sola...." rimase ferma con aria di chi sta riflettendo seriamente. Sanae  cercava di protestare che non c'era problema, che qualcosa avrebbe poi fatto, ma nessuno l'ascoltava "Che facciamo capitano?" chiese ancora Jody con aria di fidarsi completamente di lui "E muoviti, idiota ! Te lo devo per forza dire io?" pensava intanto. Tsubasa guardava la ragazzina, leggermente spiazzato. Non si era proprio posto il problema (ma va? NdA) ma si rendeva conto che era vero. Senza pensarci troppo (perchè, che vi aspettavate? NdA) rispose "Posso accompagnarla a casa io. Tanto è in strada" Sanae  divenne di un colore simile al viola, rimanendo ferma in silenzio contorcendosi le mani, mentre il volto di Jody si illuminava "E' vero capitano ! Bell'idea ! Io non ci avevo proprio pensato ! " esclamò, saltellando felice "Era ora stupido. Ci voleva tanto?"  pensò. Finita la scenetta, e ottenuto ciò che voleva, si incamminò di nuovo senza però rinunciare a dire "Allora facciamo così, la passi a prendere e poi la riaccompagni a casa, così sua madre saprà che è in buone mani, eh?" "JODY !!!!" esclamò Sanae, mentre Tsubasa annuiva e sorrideva "Certo, non ci sono problemi", al che la povera Sanae  non seppe più che fare. Da una parte avrebbe voluto sotterrare viva l'amica, dall'altra le sarebbe saltata al collo per la gratitudine. Misaki e Izawa, che avevano seguito la scena in silenzio trattenendosi a stento dal ridere, tirarono indietro Jody "Complimenti, un'attrice nata ! " si congratulò Misaki, avvicinandosi per poter parlare senza farsi sentire dai due davanti (tanto Tsubasa non ci arriva lo stesso....NdA). "Mamma mia, da come lo fissavi non capivo se stavi per abbracciarlo e complimentarti con lui per l'idea o  mangiarlo vivo perchè non ci arrivava" aggiunse sogghignando Izawa. Jody sorrise e disse, in tono innocente e perfettamente teatrale "Ma che dite, io ho solo detto il mio dubbio, è il capitano che ha fatto tutto il resto!!!!!" al che i tre scoppiarono a ridere tutti insieme. "Perchè ridete?" chiese Tsubasa innocentemente (qualcuno mi aiuti, non lo sopporto più...NdA) riuscendo solo a far aumentare le risate. Sanae  era ancora color peperone, ma sorrideva felice, e a un certo punto riuscì a afferrare Jody per un braccio, farla chinare e sussurrarle "Grazie ! ". Jody sorrise all'amica e entrambe scoppiarono a ridere ( w l'allegria!! NdA), seguite da Misaki e Izawa, mentre Tsubasa rimaneva perplesso. (...........NdA)

L'atmosfera rimase gaia fino a quando Jody non sentì una mano sulla spalla "Vedo che da quando sei qui le risate sono all'ordine del giorno" l'apostrofò Wakabayashi , con la sua solita espressione beffarda. Jody lo fissò infastidita, ma non potè evitare di scoppiare a ridere di nuovo. Wakabayashi arretrò, perplesso e seccato "Ma che...." vide che tutti ridevano, tranne Tsubasa. Capì al volo, e sorrise, guardando Jody. Di sicuro doveva esserci di mezzo lei. Misaki cercò di smettere di ridere "Su, ragazzi, andiamo, o alle 4 saremo ancora qui, e non a casa di Jody" Wakabayashi la fissò, improvvisamente gelido "A casa tua?" chiese, mentre un'espressione indecifrabile gli passana negli occhi neri. Si voltò a guardare Misaki, e qualcosa nel suo sguardo fece rabbrividire Jody. Misaki si accorse dello sguardo e disse "Andiamo tutti da lei a studiare. Si è offerta di aiutarci per il pre-esame" Wakabayashi volse altrove lo sguardo "E chi ti ha chiesto niente?" disse, burbero. Jody lo fissò meravigliata, poi assunse un'espressione imbronciata e gli pestò il piede con forza "Ahia ! Ma sei matta? Che ti prende? " urlò lui, sorpreso. Lei però non si lasciò commuovere "Mi prede che potresti essere più gentile ! Misaki ti ha semplicemente spiegato come stavano le cose in modo garbato, e tu gli rispondi così?" Due occhi blu di fuoco si fissarono in due occhi neri ardenti. "Credi che lasci perdere solo perchè sei una donna? Ti sbagli ! " si avvicinò minaccioso, sollevando la mano e calandola verso il volto di lei, ma non vi arrivò. Jody aveva afferrato con sicurezza il suo polso, mentre i suoi occhi erano ancora saldamente fissi in quelli del ragazzo. Rimasero tutti di stucco. La situazione stava diventando spinosa. Misaki cercò di intervenire, sentendosi responsabile, ma Jody lo battè sul tempo. Lasciò il polso di lui, si alzò in punta di piedi e gli calcò il cappello sugli occhi, con dolcezza "Sciocco, non devi arrabbiarti per niente" disse, in tono talmente dolce da far sbollire completamente la rabbia del portiere. Lui si tolse il berretto e la fissò dubbioso, ma lei continuava a sorridere, e il suo sorriso era talmente dolce e spontaneo che lui ne rimase contagiato, trovandosi a sorridere a sua volta. Izawa, Misaki e Sanae  tirarono un sospiro di sollievo; la cosa era sistemata....ma non avevano fatto i conti con Tsubasa "Wakabayashi , perchè non vieni anche tu?" i tre rimasero di ghiaccio, voltandosi a fissare il capitano increduli. Ma come faceva a non capire mai nulla? si domandò Sanae . La voce di Jody però li spiazzò ancora di più "Per me va bene, mi basta che non parliate di calcio per tutto il tempo" e detto ciò si incamminò "Ci vediamo dopo" disse, tirando dritto, anche perchè erano ormai arrivati all'incrocio dove si erano separati la sera prima. Tutti la fissavano, immobili, tranne Wakabayashi , che aveva preso e le era corso dietro, cacciandole il berretto in testa e poi correndo via. "Wakabayashi  !!!!" urlò lei, rincorrendolo; ben presto scomparvero dalla vista degli altri. Misaki sorrise agli altri. Quella ragazza era veramente strana. prima faceva arrabbiare Wakabayashi , poi riusciva a calmarlo e infine lo invitava a casa sua senza problemi.  Decisamente il futuro prometteva di non essere noioso.

 

"Accidenti a lui, mai che riesca a non farmi arrabbiare" imprecava Jody. Naturamente alla fine non si era fatta accompagnare, anzi era corsa via per evitare possibili dubbi. "Tanto alle 4 sarà qui...." sospirò, entrando in casa. Sua zia le andò incontro. Jody si cambiò e scese in sala da pranzo "Zia, io avrei invitato dei miei compagni a studiare qui oggi pomeriggio. Ti da fastidio?" chiese, timorosa. Sua zia la abbracciò e le disse "Anzi, mi fa piacere che tu abbia trovato degli amici. Invita pure chi vuoi quando vuoi. Oggi lo zio è al lavoro, e io porto Hideaki al parco e al cinema, saremo di ritorno per cena. A proposito, li hai invitati a fermarsi a cena, vero?" Jody annuì, ridendo; sua zia era imprevedibile. Era fantastica. "E Yusuke?" chiese poi, mangiando. "E' a casa di un suo amico. Tornerà a prendere alcune cose, poi dormirà da lui" Jody annuì. Almeno non avrebbe disturbato nessuno. Salì in camera, buttandosi sul letto. Era bella la vita. Era veramente magnifica......

 

Erano le due, e Jody stava in giardino con Hideaki; era uscita e aveva trovato il ragazzino che giocava con un pallone da calcio, così si era offerta di giocare con lui.

Il bambino aveva accettato e ora rideva felice, osservando le evoluzioni che Jody faceva compiere alla palla. "Hideaki, preparati, dobbiamo andare" disse sua zia, un po' dispiaciuta di interromperli. Hideaki annuì, mentre Jody si fermava e diceva "Vai, su. Giocherò ancora con te domani" il bambino si girò, felice, e le saltò al collo "Grazie, sorellina !!!" disse, poi arrossì e corse dentro. Jody rimase per un attimo spiazzata, poi sorrise. Quel bimbo schivo e solitario era in realtà un tesoro. Ci voleva così poco a farlo felice....presa dai pensieri, aveva ricominciato a giocare con la palla, quando una voce alle sue spalle la sorprese "Te la cavi davvero, Harper" la palla cadde per terra, mentre lei si voltava stupita "E tu che ci fai qui?" chiese stupita a Wakabayashi , che stava in piedi e la fissava. Lui si passò una mano tra i capelli e rispose, guardando altrove con fare noncurante "Mi hai detto di venire da te, ma non mi hai detto a che ora, così sono venuto a caso" Lei sussultò. In effetti l'aveva invitato un po' in malo modo, senza dirgli nulla. Arrossì imbarazzata. Lui guardava il parco e non se ne accorse, continuando a parlare "Allora? Fino a che ora dura questa sessione di studio? A una certa ora devo andare, non c'è nessuno che mi prepari la cena, devo fare da solo" Lei alzò gli occhi . Che imbarazzo ! Non gli aveva detto nemmeno quello? "Veramente...puoi mangiare qui...." mormorò "Ah, davvero? Grazie" rispose lui "Mangiano qui tutti, perchè finiremo tardi...." in quel momento si rese conto del tono che aveva usato per accettare e esclamò "Ehi, un momento ! Non è che sei venuto qui apposta per dirmi questo e farti invitare a cena?" Lui usò un tono vago "Può essere...." "Arggghhhh!!!" la ragazza cominci ad inseguirlo, mentre lui indietreggiava divertito, cercando di parare i pugni di lei "Ehi, calma ! Scherzavo ! " erano avvinghiati a quel modo quando una voce proveniente dall'ingresso li sorprese "Ehi, che state facendo?" Jody e Wakabayashi si voltarono insieme. Sulle scale stava Yusuke, che li fissava con aria interrogativa. "E tu che ci fai qui? Non dovevi essere da un tuo amico?" chiese Jody "Ci vado ora" rispose lui, mostrando la sacca che si portava dietro. Fissò poi Wakabayashi , squadrandolo "Tu sei Wakabayashi , se non sbaglio" disse in tono neutro. Wakabayashi lo fissò a sua volta "Esatto. Tu invece sei Tachikawa della 2° F, no?". Il ragazzò annuì, continuando a fissarlo. Jody li guardava, e all'improvviso si rese conto di come li aveva sorpresi Yusuke, arrossì e si affrettò a spiegare "E' venuto a studiare con me. Gli altri dovrebbero arrivare fra poco" Yusuke la fissò, poi si avviò "Devo andare" salutò. Jody cercò di nascondere l'imbarazzo, poi vide sua zia che usciva e le andò incontro. Yusuke a quel punto si fermò, guardò con occhi preoccupati la ragazza, poi si voltò, tornò verso Wakabayashi e gli sussurrò "Stai attento a ciò che le fai". Il portiere non si scompose, limitandosi a ricambiare il suo sguardo. Intanto Hideaki era sceso ed era corso da Jody, fissando incuriosito il ragazzo. Quando si voltò lo riconobbe "Tu...tu sei Genzo Wakabayashiiiiiiii !!!" urlò, avvicinandosi. Jody lo accompagno da lui e disse "Wakabayashi , ti presento mio cugino Hideaki" Wakabayashi si chinò a salutare il bambino, che poi la zia portò via a fatica. Yusuke uscì in silenzio, limitandosi a salutare con un cenno della mano. Sua zia salì in macchina e guardò i due ragazzi fermi sul viale "Divertitevi, cara" le disse. Jody salutò con la mano finchè l'auto non sparì, poi si bloccò. Non ci aveva pensato. Erano soli, ora. Ed erano solo le 2 e 10...."Oddio, e ora che facciamo?" chiese, rivolta più a se stessa che al ragazzo di fianco a lei "Beh, gli altri staranno arrivando, no? L'hai detto prima" dise lui, noncurante. Lei rimase a capo chino, mormorando "Arrivano alle 4" "Cosa???" "L'appuntamento è alle 4....che ne sapevo che arrivavi qui a quest'ora?" rispose lei, con espressione preoccupata. Lui la fissò, poi sbuffando chiese "E ora che facciamo?" "Non lo so...." rispose lei. Poi guardò la palla. Forse..."No, no" respinse l'idea, l'ultima volta aveva fatto già troppi danni. "Vieni, ti offro un the freddo " disse, entrado in casa. Lui la fissò dubbioso. Era vestita in maglietta e pantaloncini, visto che faceva caldo, e lui osservò il suo fisico, pensando che era proprio una ginnasta...."Ehi, non vieni?" la sua voce lo riportò alla realtà. Si affrettò a seguirla . "Ma non hai caldo con quella maglia?" chiese poi Jody, osservando la felpa rossa che indossava. Lui annuì e disse" In borsa ho una maglietta; posso andare in bagno a cambiarmi?" lei glielo indicò, poi andò in cucina a preparare il the. Lui entrò, indossando ora una maglietta nera che metteva in evidenza i suoi muscoli. Jody lo fissò, arrossendo, poi gli diede il the cercando di dissimmulare l'imbarazzo. Sarebbero state di certo due ore molto lunghe.....

 

"Allora che facciamo?" chiese sbuffando il portiere, stando ritto in piedi dietro di lei che era seduta su una sedia e fissava il vuoto "Non lo so" rispose con aria assente. Lui rimase per un po' in silenzio, osservandola di nascosto. Che fare? "Che c'è al piano di sopra?" chiese lui. "Le camere" rispose lei, evitando di guardarlo. Lui fisso la sua nuca, poi un sorriso furbo gli si dipinse sul volto "Anche quella della signorina qui presente?"chiese con fare sornione "Certo..." rispose lei, senza rendersi conto di quanto stesse succedendo. Quando capì il senso della domanda, lui era già sparito e si sentivano i passi per le scale "Ehi, aspetta !!!!" lo inseguì cercando di essere più veloce di lui, ma quando arrivò al piano superiore lui stava proprio varcando la porta della stanza. "Fermo !!!!" l'urlo non servì però a bloccare il portiere. "Che bella stanza" stava dicendo, quando lei entrò come una furia e lo travolse "Ma come osi? Entrare in camera di una ragazza in questo modo !!!" prese a tempestarlo di pugni, mentre lui rideva di gusto "Smettila, che ti fai male solo tu. Cos'hai da arrabbiarti, poi? Volevo solo curiosare" lei lo fissò incredula e furente. Quel....quel....maledizione !!! "Che bella foto" stava dicendo lui, intanto fissando una foto caduta per terra da un contenitore mezzo nascosto sotto il letto "Ma chi sono queste rag...." non fece in tempo a finire che lei aveva afferrato la foto l'aveva stretta al petto con fare protettivo. "Ehi, ma che...." Wakabayashi si bloccò. Gli occhi di lei brillavano di....terrore. C'era qualcosa legato a quella foto, forse? "Tutto ok?" chiese, avvicinandosi. Lei si voltò e annuì "Lascia stare, è solo che....". Posò la foto e lo guardò "A volte sento la mancanza della Germania. E quella foto l'ho fatta la". Wakabayashi non era così convinto che la verità fosse quella, ma decise di lasciar perdere. Lei intanto era uscita in terrazza "Guarda. Da qui posso vedere tutta la città " disse con fare sognante. Lui uscì e constatò che era vero. Da li si vedeva anche casa sua...ma questo evitò di dirlo. "Guarda quella villa" disse invece "E' grande quasi come la tua". Lei annuì "Chissà chi ci abita?" chiese. Lui sorrise di nascosto. Per ora era meglio non dirlo. "Chissà" disse a sua volta. La ragazza si voltò, e si trovò a pochi centimetri dal volto di lui. Si fissarono negli occhi per un attimo lunghissimo, mentre il tempo pareva essersi fermato "Wakabayashi ...." sussurrò lei, tremando. In quel momento sembrava fragile e bellissima, e senza rendersene conto lui alzò la mano e fece per accarezzarle il volto,  rapito, quando il suono di un clacson li riportò alla realtà (e ti pareva !!!! NdA). Si fissarono stupiti per un attimo, cercando di capire cosa stavano facendo,  poi si scostarono bruscamente. "Ma che...che stavo facendo? Con questo rompiscatole poi?" si chiese stupita lei, senza sapere che anche lui si stava ponendo la stessa domanda. "Ma che mi è preso? Io questa non la sopporto nemmeno e stavo per...." Il silenzio regnò assoluto per un bel po', finchè lei si voltò e, calmato il respiro e il batticuore, disse "E va bene. So che vuoi sapere qualcosa di me, è per questo che sei venuto qui ! Allora tieni questo"  tornò in camera, si chinò e, estratta da sotto il letto una scatola straripante di foto e oggetti vari, gli mise in mano un album straripante di fotografie di lei da quando era piccola, attraverso tutti i suoi spostamenti per l'Europa. Le foto testimoniavano che la ragazza era carina fin da piccola e crescendo era divenuta una vera bellezza. Inoltre c'erano molte foto di lei in tenuta sportiva. "Sei davvero un'amante dello sport. Hai fatto davvero di tutto" osservò ammirato lui "Ma scommetto che la ginnastica artistica è la tua preferita" a quella domanda lei guardò altrove "No...io non ho più uno sport preferito....per me è un mezzo per non pensare" l'album cadde facendo un gran fracasso. Wakabayashi si era alzato in piedi e la guardava con fare glaciale "Non puoi fare una cosa solo per non pensare ! Lo sport non può essere solo quello. Devi amarlo, adorarlo, essere pronta a rinunciare a tutto per lui. Non può essere solo un ripiego"; lo sfogò la colpì in pieno. Era vero, era verissimo. Anche lei aveva provato quello che lui stava dicendo ma...."E invece può !" urlò, trovando finalmente la forza di guardarlo "La ginnastica artistica per me non può essere altro. Non potrà mai essere come...." si bloccò, scosse il capo ricacciando le lacrime, e fece per andarsene. Lui la bloccò afferrandole le braccia. "Scappare non serve ! " urlò. Lei tentò di divincolarsi, ma la presa di lui era davvero salda. "Lasciami. Che ne sai tu di ciò che provo?" urlò "Come faccio a saperlo, se non so che ti è successo? Comunque non ti lascio andare così, sei sconvolta" replicò lui. La ragazza si divincolava con forza sempre maggiore; ormai era chiaro che per farla rinsavire doveva fare qualcosa di drastico. Come uno schiaffo "Ma non posso picchiarla. Non ci riesco" pensò. Allora...."BASTA!!!!!!!!! " la voce di lui fu come un tuono che la risvegliò; quando riprese coscienza di sè, si trovò stretta tra le braccia di qualcuno. Alzò gli occhi per vedere chi fosse e..."Wakabayashi ?" domandò, sorpresa. "Ma che succede?" Lui abbassò gli occhi e la fissò in modo dolce "Stai meglio?". Lei annuì stordita "Ma che ho fatto?" chiese, fissandosi le mani. Poi guardò lui "Ho...ho avuto una crisi, non è vero?" non era una domanda. Lui annuì. "Ecco, io...." "No. Non devi dirmi nulla. Temo che le spiegazioni ora non basterebbero. Mi basta che tu stia meglio. E poi è stata la mia frase a farti reagire così, quindi scusa dovrei dirtelo io. Non pensiamoci più, ok?" la lasciò e fece per uscire dalla stanza, ma lei lo bloccò.  "Se puoi....non dirlo a nessuno. Non...non è ancora il momento...." gli occhi azzurri ora erano sereni, come il cielo dopo un violento temporale, e lui sorrise "Non c'era bisogno che me lo chiedessi. L'avrei fatto lo stesso". Si avviò giù dalle scale, lasciandola sulla soglia stupita e stranita. "Che tipo" pensò, poi si affrettò a seguirlo. "Certo che a volte sei veramente utile" gli disse, scendendo dietro di lui. Wakabayashi non si fermò, ma sorrise e ribadì "Non abituartici troppo. Di solito sono insopportabile" lei sorrise e accellerò. Lui era arrivato all'ultimo gradino, quando le braccia di Jody gli circondarono il collo "Grazie" sussurrò la ragazza, poi si staccò da lui e lo superò "Ma anche questa era un'eccezione, non abituartici" disse, voltandosi. Il portiere era rimasto come paralizzato. Quella ragazzina era davvero strana..."Ti sei incantato?" chiese la voce di lei "Il fatto che ti abbia abbracciato ti sconvolge così tanto?" queste parole dette in tono ironico lo fecero reagire "A dire il vero, eri tu quella che prima, quando ti abbracciavo per farti calmare, non ti scollavi più" "Wakabayashi  !!! Ma che cavolo....e poi non sei forse tu quello che è entrato in camera mia senza permesso?" Jody aveva assunto un colorito leggermente rosso, sia per l'imbarazzo che per la rabbia. "Ma a me non sembrava che tu fossi così contrariata....quando eri in terrazzo stavi per baciarmi...." "COOOOSAAAAAAAAAAAAAAA????????????? Sei tu che ti sei avvicinato troppo a me !!!!" cominciò a inseguirlo rabbiosa, dandosi della cretina perchè sapeva che facendo così alimentava il malinteso...certo che anche lui poteva evitare di dire certe cose....

La lotta si spostò nel parco, e i due si stavano inseguendo da vari minuti ( sono entrambi atleti....NdA) quando una voce li sorprese "A quanto pare andate veramente d'accordo, non è vero?". Jody, che stava picchiando Wakabayashi , si fermò e, voltatasi, vide Misaki e Izawa che li fissavano sorridendo. Si scostò dal portiere e andò incontro ai due "Ciao. Ma...sono già le 4?" chiese, stupita. Alla fine il tempo era volato. "Certo, perchè, da che ora è che Wakabayashi è qui?" chiese Izawa, innocentemente. "Dalle...." rispose il portiere, ma fu interrotto dalla scarpa di Jody che si posò con forza sul suo piede destro "Da poco...ma è già riuscito a farmi arrabbiare" disse, fissandolo con odio. Il suo sguardo era chiaro "Prova a dire che siamo stati qui soli per due ore e ti uccido". Wakabayashi sbuffò, scrollò le spalle e gurdò altrove. "Vogliamo entrare?" chiese lei, sorridendo a Misaki in modo così dolce che Wakabayashi (che stava osservando di nascosto....che credevate? NdA) ebbe un moto di rabbia. Misaki annuì e si incamminò con Izawa e la ragazza. Wakabayashi li seguì. Si sistemarono in biblioteca e cominciarono ad aprire i libri. Jody portò il the e lo offrì ai due, poi si sedette. "Ma non aspettiamo Tsubasa e Sanae ?" chiese Wakabayashi . Gli altri tre si guardarono sogghignando "Chissa a che ora arriveranno....Tsubasa deve andare a prendere Sanae ....tutto merito di Jody" spiegò Izawa ridendo. Il portiere la fissò incredulo "Non ci credo, come hai fatto???" e ridendo i tre gli raccontarono cosa era successo quella mattina.

 

"Buon...buongiorno Nakazawa " mormorò Tsubasa quando lei uscì di casa. "Buongiorno capitano" disse lei, arrossendo. Lui la fissò e chiese "Ehi, sei tutta rossa. Hai la febbre?" (qualcuno lo fermi, vi prego. Non è possibile....NdA) "N...no sto bene, non preoccuparti." la ragazza si avviò, con lui affianco, verso la casa dell'amica. Il silenzio era pesante, rotto solo dal rumore dei passi. "B...bella giornata, vero?" chiese lei, dandosi dell'idiota "Già...." rispose lui, fissando l'asfalto. Il silenzio ritornò. Avevano percorso metà strada, quando passarono davanti a un negozio di sport e Tsubasa disse "Mi aspetteresti qui un secondo? Devo prendere una cosa" Sanae  annuì e lui entrò. Erano passati 5 minuti quando una voce disse "Ciao bellezza ! Che fai qui da sola?" un ragazzo altò e dall'aria sinistra le si avvicinò "Che ne dici di farti un giro con me? Dai, andiamo" senza lasciarle il tempo di ribadire, la afferrò per un polso e cercò di trascinarla via. Lei cercò di divincolarsi "No, lasciami ! " disse, spaventata. Lui sorrise "Dai, su, che hai? Vedrai che ci divertiremo" la presa sul suo polso si fece più forte, e la ragazza trasalì dal dolore "Lasciami, lascia..." "Lasciala" si intromise una voce proveniente da dietro di lei. Tsubasa stava li, ritto in piedi, con un'espressione omicida negli occhi "Mi pare che lei non voglia venire con te. Lasciala stare" ripetè, con tono glaciale. Il ragazzo non si fece intimidire "Ma guarda, c'è il tuo ragazzo. Non l'avevo visto. Non importa, è meglio se vieni con me, piccola" abbracciò Sanae  e fece per portarsela via, quando un pugno fortissimo lo colpì in pieno volto "Toccala ancora e ti ammazzo" disse Tsubasa, circondando le spalle della ragazza con un braccio "Stai attento, se ti becco ancora non sarò così buono. Vieni Nakazawa, andiamocene" la condusse gentilmente via, mentre la gente cominciava a radunarsi attorno al ragazzo cha stava a terra. Lei tremava, rannicchiata nel suo braccio. Arrivarono al parco e lui la fece sedere. "Va tutto bene?" le chiese, preoccupato. Lei annuì "Scusami, non avrei dovuto lasciarti li da sola. Vuoi andare a casa?" disse con tono di scusa inginocchiandosi davanti a lei (mamma mia, ma è davvero Tsubasa? Non mi sembra vero....NdA). "No, andiamo pure, sto bene. Per fortuna sei arrivato" disse lei, prendendogli una mano "Hai un destro micidiale, capitano" scherzò. Lui sorrise e, rialzatosi disse "Non preoccuparti, d'ora in poi ti proteggo io" "Eh?" alla povera Sanae  pareva impossibile aver udito ciò che lui aveva detto ( Anche all'autrice sembra impossibile....NdA). Il ragazzo sorrise "Sei la mia manager. E' logico che ti protegga" (aarrggggggggghhhhhhhhhh mi pareva impossibile....NdAutrice sull'orlo di una crisi di nervi). La ragazza lo fissò scocciata "Sciocco" disse, dandogli un pugno in testa. "Ahia ! Ma che hai?" chiese lui, sorpreso (beh, è sempre Tsubasa. NdA) "Non lo indovini?" chiese lei, facendogli la linguaccia e correndo via felice. Lui la inseguì "Ehi, Nakazawa, aspettami".

 

"Ma che vi è successo? Non arrivavate più" chiese con malizia Jody quando Sanae  e Tsubasa arrivarono davanti al portone della villa. Sanae  sorrise e rispose "Nulla, è solo che un brutto ceffo mi ha importunato, e il capitano l'ha steso con un pugno" Jody sussultò, guardando l'amica preoccupata "Stai bene?" chiese, ma non potè sentire la risposta, in quanto travolta dai tre ragazzi che stavano dietro di lei "Davvero?????????" chiesero i tre in coro, mentre Jody, che era finita a terra, si massaggiava la testa con aria scocciata "Ehi, voi ! Ma che vi è preso?" ridendo, Izawa l'aiutò ad alzarsi, mentre Wakabayashi prendeva in giro Tsubasa "E bravo il nostro eroe. Finalmente si è svegliato" Tsubasa naturalmente non capiva (..........NdA). Sanae  era viola, così la ragazza si rialzò, spinse Wakabayashi dentro la porta e ordinò, "Va bene, abbiamo capito. Ora muovetevi o non finiremo mai, e venerdì il compito lo fate come vi capita" a queste parole ci fu una staffetta verso la biblioteca, e 5 minuti dopo erano tutti immersi nello studio. Jody spiegava, rispondeva alle domande, a volte svolgeva qualche esercizio da sola. E così andarono avanti fino alle 7, quando Yusuke entrò dal portone e li vide "Ancora a studiare? Che bravi !!!" a quelle parole, i ragazzi si guardarono e si resero conto di aver passato ore sui libri. "Io ho fame ! " proclamò Wakabayashi , portando le mani dietro la testa. Jody lo fulminò "Zitto tu, che sei venuto qui e ti sei autoinvitato a cena ! " "Ma non era compresa già, la cena?" chiese Misaki , sorridendo "Certo, ma lui non lo sapeva, e nonostante ciò è arrivato qui alle due lamentandosi che non c'era nessuno da lui che gli preparasse la cena...." "Alle due????????" chiese un coro stupito di persone, mentre la ragazza arretrava, capendo di aver fatto un errore, Wakabayashi sbuffava e Yusuke sogghignava. Prese la parola "Certo, alle due era qui. Mi pareva anche che fossero contenti di rimanere qui da soli....io andavo via, la zia e lo zio non c'erano...." "Yusuuuuuuuuuuuuuuuuuuukeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Che cavolo stai dicendo???????????" Jody saltò addosso al cugino, tentando di tappargli la bocca, ma lui si difese ridendo. Sanae , Misaki e Izawa si fissarono sogghignando, mentre Tsubasa fissava la scena perplesso, per poi voltarsi verso Wakabayashi e chiedere "Cosa avete fatto mentre eravate soli?" (oddio mio......ma sto ragazzo.....ma da dove è venuto fuori???? NdA) Tutti si voltarono verso il portiere, compresi Jody e Yusuke, l'una allarmata, l'altro improvvisamente serio. ma Wakabayashi si limitò a rispondere "Litigato" e si alzò, andando poi a separare i due cugini. "Smettetela, se reagisci così sembra che sia tutto vero, quando io con una come te non ci starei nemmeno se ....". "Perchè, credi che io sia di parere diverso?" chiese lei, improvvisamente calma. Wakabayashi la fissò, leggermente interdetto, ma lei si era già rivolta agli altri "Penso che ormai la cena sia quasi pronta. Se mi seguite, vi indico il bagno, così potete prepararvi". Superò il portiere senza nemmeno guardarlo, prese per mano Izawa e se lo tirò dietro, sorridendo radiosa. Passandogli davanti gli scoccò un'occhiata di sfida, poi sparì su per le scale, mentre l'attaccante la seguiva con un sorriso divertito. Tsubasa, Sanae  e Misaki si avviarono a loro volta, mentre Wakabayashi rimaneva in piedi, furente. Yusuke gli si avvicinò e gli sussurrò "A quanto pare ha vinto lei....e in un modo che sembra averti sconvolto". Il portiere lo fissò furente "Figurati se m'importa" disse, avviandosi a sua volta verso il bagno. Yusuke lo fissò, pensando divertito "A quanto pare, la situazione è già infuocata....ne vedremo delle belle quest'anno....."

 

"Jody, ma quello non è Yusuke Tachikawa della 2° F?" chiese Sanae  all'amica, mentre le due ragazze si trovavano sole nella camenra di Jody e i ragazzi erano in bagno "Si, è lui. Vive qui" disse Jody con semplicità, indossando una maglietta pulita "Cosa? Ma...come scusa?????" chiese l'altra, spalancando gli occhi. Jody la fissò, non capendo il perchè di tanto stupore "E' mio cugino " disse, incerta. Sanae  sembrò calmarsi, poi però un dubbio la scosse "Ma...non era stato adottato?" chiese, titubante "Certo, ma che cambia? Che sia mio cugino vero o adottivo, l'avrei comunque conosciuto solo l'altro giorno" "Ma cambia ! In questo modo tra voi potrebbe succedere qualcosa. Mi pare tenga molto a te" esclamò Sanae . "No. E' solo che mio zio gli ha dato l'incarico di tenermi d'occhio. Non c'è nulla tra noi. E' come...." disse la ragazza, mentre il suo sguardo si faceva vacuo "Se fosse mio fratello....fratello maggiore". Sanae  non era convinta, ma decise di lasciar correre; c'era un altro punto da sondare "E di Wakabayashi che mi dici?" "Eh?" lo sguardo di Jody era sinceramente dubbioso questa volta, tanto che Sanae  si trovò a chiedere "Vuoi dire che....non ci hai mai pensato....che potreste...." "Cosa?" "Ma Jody....si vede lontano un miglio che c'è qualcosa tra voi" "EEEEHHHH?" Jody si bloccò "Sanae, ma sei impazzita? Che c'è, devi trovarmi il ragazzo a tutti i costi? Prima Yusuke, ora quello scemo? Non ci ho mai pensato, ne mai lo farò, credimi". La conversazione si interruppe. Il silenzio calò sulle due, finchè Jody chiese, con voce calma e per nulla arrabbiata "E Tsubasa? ne vogliamo parlare?" Sanae  divenne rossa mentre Jody scoppiava in una risata cristallina, alla quale alla fine partecipò anche l'amica.

 

 

 

"Finalmente è finita" pensò Jody, raccogliendo le sue cose dopo il tanto famoso pre-esame. Era venerdì, quasi ora di pranzo. Dopo, ci sarebbero stati gli allenamenti del club di calcio, dalle 4 alle 7. Dall'una alle 3 Jody sarebbe andata in palestra per gli allenamenti di ginnastica artistica, poi nell'ora buca avrebbe aiutato Sanae  a preparare l'occorrente per gli allenamenti. Era mezzogiorno, constatò gurdando l'orologio. Doveva andare a mangiare, o non avrebbe fatto in tempo "Sanae , pranzi con me?" chiese all'amica. Sanae  annuì e si avviò con lei "Mamma mia, era veramente difficile questo test, non è vero?" Jody annuì, evitando di dire che per lei era stato impegnativo ma di livello normale. In mensa trovarono i ragazzi, anch'essi reduci dall'esame "Allora, come è andata?" chiese Misaki , gentile come sempre. "Non lo so, penso bene" rispose Sanae , mentre Jody si limitava a dire "Anch'io". Wakabayashi la fissò con intenzione, ma evitò di dire ciò che pensava, non voleva litigare di nuovo con quella che in un modo o nell'altro riusciva sempre a farlo sembrare uno scemo. La conversazione si spostò su altri argomenti, e all'improvviso Sanae  chiese "Jody, domani è sabato, che ne dici di venire a fare shopping con me?" Jody ci pensò su, poi le venne in mente che aveva preso il cappello di Yusuke senza nemmeno dargli la possibilità di replicare. Magari poteva comprargliene uno nuovo "Va bene. Devo proprio prendere una cosa" accettò. Sanae  esultò, poi ricordò un'altra cosa "Domenica c'è anche la cerimonia di apertura e i festeggiamenti per il campionato nazionale. Ci sarà tutta la scuola. Dobbiamo andare" i giocatori annuirono, e cominciarono a discutere dell'evento. Misaki si voltò verso Jody e le disse "Naturalmente ci devi venire anche tu, in qualità di manager" la ragazza fece per protestare, ma Sanae  la bloccò "Domani andremo a procuparci l'occorrente. Dovremo essere davvero eleganti !!!!"  "Devo venire anch'io???" esclamò Jody, sconvolta" "Ma certo. Ora sei una manager. Non preoccuparti, Sanae  ha esagerato, non è niente di così ufficiale, ma sarà una cerimonia importante. Comunque ci saremo tutti noi, non preoccuparti." La tranquillizzò Izawa, ma Jody era ammutolita. Che poteva fare? "Va bene....vengo. Ora, se volete scusarmi, è meglio che vada in palestra, ci vediamo dopo" disse, mormorando appena. Ci fu un coro di saluti, ma non li sentì nemmeno. Uscire con loro la sera seguente....perchè era così angosciata? Dopotutto si stava facendo degli amici...e pian piano, una nuova gioia prese il posto dello sconcerto....ma sapeva che non sarebbe stato facile essere davvero a suo agio.

 

"Ora proveremo i voli. Cercate di lasciarvi andare, sapete farli, quindi non spaventatevi. Evelyn, comincia tu" disse la capitana del club di ginnastica. Jody ascoltava appena. Pensava ancora al fatto che sarebbe uscita col club di calcio. Perchè quel pensiero le dava così tanta pena? "Dopotutto è normale che mi faccia nuovi amici...." "Ehi, Harper che fai, dormi? Non possiamo stare qui ad aspettare i tuoi comodi. Tocca a te" urlò il capitano, e Jody si mise in posizione, imbarazzata. Non doveva farsi tradire dalle emozioni, la ginnastica richiedeva concentrazione. Trasse un respiro profondo e alzò le braccia. "Penso di essere solo un po' nostalgica dell'Europa. Andrà tutto bene. Come per il volo, devi buttarmi e non pensarci" presa questa decisione sorrise, espirò e si avviò risoluta, salì sulla pedana, corse, spiccò il balzo. Compì un'evoluzione a dir poco perfetta e atterrò in modo esemplare, col sorriso sul volto e gli occhi pieni di carica. Ci fu un coro di applausi, e il capitano, ora sorridente, le si avvicinò "Complimenti. Sei veramente predisposta per questa disciplina. Fai grandi progressi. Bene, abbiamo finito. Ora andate pure a cambiarvi". Jody fissò l'orologio appeso alla parete. "Oddio, sono già le 3 e 10 !!!!" pensò. Si avviò di corsa verso lo spogliatoio, si cambiò e cinque minuti dopo era già in corsa verso il campo da calcio. Era in ritardo !!!! "Eccomi Sanae " esclamò, arrivando senza fiato nella sede del club. L'amica le sorrise "Non serve che muori per venire qui" scherzò, facendo ridere entrambe. Jody fissò il campo: gli allenamenti dovevano ancora iniziare tre quarti d'ora dopo ma Wakabayashi , Misaki , Tsubasa e Izawa si stavano già allenando. "Quei quattro sono veramente instancabili" disse, ridendo. Sanae  annuì, fissando anche lei il campo. E così, mentre Sanae  fissava Tsubasa, Jody fissava Wakabayashi tra i pali della porta, e un ricordo si affacciò alla sua mente, trasportato da un soffio di vento che le scompigliò i capelli castani....

 

....di fronte a lei non c'era più un ragazzo dai capelli neri, ma uno dai capelli biondi e dagli occhi verdi, che le sorrideva per la prima volta... "....ti ho vista giocare....hai un'espressione magnifica quando giochi...si vede che ci metti tutta te stessa....."

 

....e pochi giorni prima aveva dimostrato che mai più sarebbe riuscita ad avere quell'espressione...l'aveva dimostrato a Wakabayashi e a se stessa....aveva rifiutato ancora una volta la realtà...."Jody, tutto ok? Ti sei incantata a guardare Wakabayashi ...." la voce di Sanae  la riportò alla realtà, sopratutto perchè non era sarcastica, ma seriamente preoccupata. Jody si voltò e sorrise, cercando di mascherare l'espressione degli occhi "Certo, tutto ok !" disse, con tono dinamico e convincente. Ma Sanae  non si faceva incantare tanto facilmente. Jody si diede da fare più che mai, quasi stesse cercando qualsiasi pretesto per non avere tempo di....pensare.... "Jody...." chiamò di nuovo Sanae , pur non sapendo che dirle; la ragazza si fermò, evitò di guardarla negli occhi e mormorò "Davvero, va tutto bene, Sanae " il tono era strozzato, come rotto dal pianto. Sanae  si avvicinò, ma una mano tesa la fermò "Ogni tanto...ogni tanto mi capita di....essere malinconica....non devi preoccuparti....mi capiterà....ma...va...tutto...bene...." finalmente riuscì a concludere la frase e alzò gli occhi, ora chiari e solo leggermente luccicanti. "Un giorno...ti racconterò...tutto..." promise, e Sanae  annuì. Non poteva fare altro che aspettare. Jody continuò a lavorare, e Sanae  la imitò, leggermente turbata. Le ragazze cominciarono così a preparare fette di limone, panini, asciugamani, mentre i tiri in porta si susseguivano fischiando, per poi venire bloccati con sicurezza. Wakabayashi sorrideva, sicuro di sè, con un'espressione così superiore che alla fine Jody decise di dargli una lezione. Entrò in campo, prese la palla a Misaki e si parò di fronte alla porta, con gli occhi pieni di fuoco. "Smettila di avere quell'espressione così sicura ! Vediamo di che sei capace !!!" urlò in segno di sfida; prese una palla e gli si parò davanti. Lui sorrise divertito, anche se vide qualcosa negli occhi di lei. "Va bene, quando vuoi Harper" si posizionò, pronto a rifarsi dell'altra volta....ma la palla schizzò in porta così veloce che lo prese in pieno volto e lo scaraventò in rete. La ragazza rimase impassibile "E allora? Dov'è tutta la sicurezza di prima? Che ti succede? Se non riesci a parare nemmeno i miei tiri, come farai a battere mio cugino al campionato nazionale? Alzati, Wakabayashi , avanti !!" si incamminò verso la porta per raggiungere il portiere. Lui stava disteso imprecando. La faccia era rossa, ma non c'erano segni preoccupanti. "Ti arrendi per così poco?" chiese lei, tendendogli la mano, ma lui la spinse via e se ne andò arrabbiato. Tsubasa e Misaki , che l'avevano già vista in azione, sorridevano, mentre Izawa appariva stupito. In porta era rimasto il berreto rosso di Wakabayashi , rotto e sgualcito. Lei lo raccolse, fece per darglielo, poi lo guardò bene. Non era più utilizzabile. Lui lo fissò, fissò lei e andò verso lo spogliatoio. Lei abbassò lo sguardo, indecisa, poi lo seguì, lo bloccò,costringendolo a sedersi, e gli fece un impacco freddo sul bernoccolo. Il ragazzo subì impassibile le cure, poi si avviò in porta e ricominciò l'allenamento. Jody tornò da Sanae , con un'espressione strana sul volto. L'amica la guardò e constatò che la violenta emozione che aveva travolto la ragazza prima era sparita. La sfida con Wakabayashi era riuscita a farla tornare serena  "Forse non è la sfida, forse..." pensò, fissando Jody. Lei la guardò, sorridendo "Bel tiro" si limitò a dirle, poichè non c'era bisogno di parole. Jody si rese conto con stupore che Sanae  l'aveva capita. Fin troppo bene. E fissando lo sguardo di Wakabayashi , fisso su di lei, capì che anche lui aveva capito. Sorrise, fissando il cielo. Forse...forse poteva davvero trovare dei nuovi amici...forse...forse poteva davvero essere di nuovo felice.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro: Non sei più sola...... ***


Capitolo 3: Un passato oscuro

Capitolo 3: Un passato oscuro....

 

"Dunque, ora proveremo ad applicare la regola che vi ho appena spiegato; chi viene a risolvere quest'equazione?" il professore di matematica fissò i ragazzi con aria divertita, mentre la maggior parte di loro tentava di scomparire. Alla fine il prof prese il registro e disse "Dunque...Wakabayashi, perchè non vieni tu?" ci fu una serie di sospiri di sollievo, mentre Wakabayashi si alzava imperturbabile e andava alla lavagna. Prese il gesso in mano e cominciò a risolvere l'equazione. Il professore l'osservò compiaciuto "Complimenti, vedo che almeno qualcuno ha studiato qualcosa. Ora però vorrei che provassi a risolvere quella sotto". Wakabayashi  si bloccò. Quell'esercizio era troppo difficile. Non lo sapeva risolvere. Rimase per un po' fermo col gesso in mano, poi il prof chiese "Allora, c'è qualcuno che vuole provare a risolverlo?" ci fu una serie di proteste. Il professore guardò divertito quel subbuglio, quando all'improvviso gli occhi gli caddero su una ragazza che stava a testa china sul quaderno e scriveva senza sosta. "Vedo che non ti fai intimorire facilmente, Harper. Perhè non provi tu?" Wakabayashi sghignazzò. Jody stava per fare una figura tremenda. Ma la ragazza sorrise al professore e si alzò senza protestare. Arrivò alla lavagna, prese il gesso di mano a Wakabayashi e cominciò a scrivere con sicurezza. Non passò nemmeno un minuto e l'aveva risolta. La classe rimase interdetta, mentre il professore osservava stupito "Molto bene!!!!! Mi avevano detto che avevi ottenuto ottimi risultati anche in scienze e matematica, ma il tuo livello è superiore a quanto pensassi. Veramente brava". La ragazza sorrise senza scomporsi e tornò al suo posto, seguita da un frustatissimo Wakabayashi . Quando si fu seduta, Sanae  si chinò e le sussurrò "Che brava ! Ma come fai?" Jody la fissò, cercando una risposta "Ma veramente...non faccio nulla....l'ho solo guardata e risolta" "Solo!!!! Era un'esercizio molto difficile, nessuno di noi sapeva da che parte prenderlo, e tu in un minuto l'hai risolto!!!!!!!! Sei veramente un  genio!!!!!!!!! " Sanae  le afferrò le mani, supplichevole "Ti prego, ti prego, ti prego  ti pregooooooo!!!!!!!!!! Mi aiuteresti? Io nelle materie scientifiche sono una frana ! " La lezione intanto era finita. Jody guradò Sanae , annuendo poi con convinzione "Ma certo. Se ti posso aiutare...più che volentieri. Perchè non vieni a casa mia a studiare ogni tanto?" Sanae  le buttò le braccia al collo, felice. Jody sorrise, cercando di liberarsi, quando una voce disse "Aiuteresti anche me? Anch'io non ci capisco niente di matematica". Le due ragazze si voltarono per vedere chi avesse parlato..."Ca...capitano ! " esclamò Sanae , arrossendo. Tsubasa infatti le stava fissando sorridente. Jody annuì di nuovo "Ma certo" rispose, dando un pizzicotto a Sanae  "Volentieri". Misaki si avvicinò e disse "Posso unirmi al gruppo?" in breve si era riunita una piccola folla. Jody prese appuntamento per quel pomeriggio con Sanae , Misaki, Tsubasa e Izawa. "Sai, il pre - esame è venerdì e nessuno di noi è preparato" dissero i ragazzi. "Ma, gli allenamenti?" chiese lei "Stanno per iniziare i test di inizio quadrimestre, mancano solo due settimane, per questo gli allenamenti vengono ridotti. Ora li facciamo un pomeriggio si e uno no. Allora, tutto ok?" Jody annuì, poi decise che non le importava di quanti fossero, voleva farsi degli amici e quella era l'occasione giusta "Sentite, e se invece della biblioteca veniste tutti da me? La casa è grande, la biblioteca c'è, e non dovremo preoccuparci del rumore" La sua proposta fu accolta da varie esclamazioni di gioia. "Allora d'accordo così? Alle quattro, visto che oggi non ci sono lezioni pomeridiane, a casa di Jody. Qual'è l'indirizzo?" chiese Misaki, organizzatore per professione. Jody glielo disse "Via degli angeli 4" I ragazzi presero nota, poi si  avviarono verso l'uscita. Era mezzogiorno. Come al solito (E che palle ! NdA) Tsubasa attaccò a parlare di calcio, e Sanae  rimase a fissarlo, in adorazione. Jody rideva di quella situazione paradossale, poi pensò che bisognava fare qualcosa. Non poteva lasciare che Sanae  stesse sempre li a osservare il suo capitano, senza che quello scemo si accorgesse di niente. Incontrò lo sguardo di Misaki e vide una luce di complicità negli occhi del ragazzo, la stessa luce che si leggeva negli occhi di Izawa. Fece un cenno di assenso ai due e partì all'attacco "Sanae  senti, ora che ci penso se vogliamo studiare seriamente dovremo farlo fino a tardi. Infatti avevo pensato di invitarvi a cena da me....ma ora mi viene in mente che forse tu non puoi tornare da sola a casa a quelle ora; è un bel problema. Come facciamo?" detto ciò si voltò verso i ragazzi, anzì precisamente verso Tsubasa, e disse, con tono veramente preoccupato "Capitano, che facciamo? Non possiamo certo lasciare che Sanae  corra un simile rischio....ma se si fa accompagnare, non credo la verranno a prendere, e dovrebbe tornare a piedi da sola...." rimase ferma con aria di chi sta riflettendo seriamente. Sanae  cercava di protestare che non c'era problema, che qualcosa avrebbe poi fatto, ma nessuno l'ascoltava "Che facciamo capitano?" chiese ancora Jody con aria di fidarsi completamente di lui "E muoviti, idiota ! Te lo devo per forza dire io?" pensava intanto. Tsubasa guardava la ragazzina, leggermente spiazzato. Non si era proprio posto il problema (ma va? NdA) ma si rendeva conto che era vero. Senza pensarci troppo (perchè, che vi aspettavate? NdA) rispose "Posso accompagnarla a casa io. Tanto è in strada" Sanae  divenne di un colore simile al viola, rimanendo ferma in silenzio contorcendosi le mani, mentre il volto di Jody si illuminava "E' vero capitano ! Bell'idea ! Io non ci avevo proprio pensato ! " esclamò, saltellando felice "Era ora stupido. Ci voleva tanto?"  pensò. Finita la scenetta, e ottenuto ciò che voleva, si incamminò di nuovo senza però rinunciare a dire "Allora facciamo così, la passi a prendere e poi la riaccompagni a casa, così sua madre saprà che è in buone mani, eh?" "JODY !!!!" esclamò Sanae, mentre Tsubasa annuiva e sorrideva "Certo, non ci sono problemi", al che la povera Sanae  non seppe più che fare. Da una parte avrebbe voluto sotterrare viva l'amica, dall'altra le sarebbe saltata al collo per la gratitudine. Misaki e Izawa, che avevano seguito la scena in silenzio trattenendosi a stento dal ridere, tirarono indietro Jody "Complimenti, un'attrice nata ! " si congratulò Misaki, avvicinandosi per poter parlare senza farsi sentire dai due davanti (tanto Tsubasa non ci arriva lo stesso....NdA). "Mamma mia, da come lo fissavi non capivo se stavi per abbracciarlo e complimentarti con lui per l'idea o  mangiarlo vivo perchè non ci arrivava" aggiunse sogghignando Izawa. Jody sorrise e disse, in tono innocente e perfettamente teatrale "Ma che dite, io ho solo detto il mio dubbio, è il capitano che ha fatto tutto il resto!!!!!" al che i tre scoppiarono a ridere tutti insieme. "Perchè ridete?" chiese Tsubasa innocentemente (qualcuno mi aiuti, non lo sopporto più...NdA) riuscendo solo a far aumentare le risate. Sanae  era ancora color peperone, ma sorrideva felice, e a un certo punto riuscì a afferrare Jody per un braccio, farla chinare e sussurrarle "Grazie ! ". Jody sorrise all'amica e entrambe scoppiarono a ridere ( w l'allegria!! NdA), seguite da Misaki e Izawa, mentre Tsubasa rimaneva perplesso. (...........NdA)

L'atmosfera rimase gaia fino a quando Jody non sentì una mano sulla spalla "Vedo che da quando sei qui le risate sono all'ordine del giorno" l'apostrofò Wakabayashi , con la sua solita espressione beffarda. Jody lo fissò infastidita, ma non potè evitare di scoppiare a ridere di nuovo. Wakabayashi arretrò, perplesso e seccato "Ma che...." vide che tutti ridevano, tranne Tsubasa. Capì al volo, e sorrise, guardando Jody. Di sicuro doveva esserci di mezzo lei. Misaki cercò di smettere di ridere "Su, ragazzi, andiamo, o alle 4 saremo ancora qui, e non a casa di Jody" Wakabayashi la fissò, improvvisamente gelido "A casa tua?" chiese, mentre un'espressione indecifrabile gli passana negli occhi neri. Si voltò a guardare Misaki, e qualcosa nel suo sguardo fece rabbrividire Jody. Misaki si accorse dello sguardo e disse "Andiamo tutti da lei a studiare. Si è offerta di aiutarci per il pre-esame" Wakabayashi volse altrove lo sguardo "E chi ti ha chiesto niente?" disse, burbero. Jody lo fissò meravigliata, poi assunse un'espressione imbronciata e gli pestò il piede con forza "Ahia ! Ma sei matta? Che ti prende? " urlò lui, sorpreso. Lei però non si lasciò commuovere "Mi prede che potresti essere più gentile ! Misaki ti ha semplicemente spiegato come stavano le cose in modo garbato, e tu gli rispondi così?" Due occhi blu di fuoco si fissarono in due occhi neri ardenti. "Credi che lasci perdere solo perchè sei una donna? Ti sbagli ! " si avvicinò minaccioso, sollevando la mano e calandola verso il volto di lei, ma non vi arrivò. Jody aveva afferrato con sicurezza il suo polso, mentre i suoi occhi erano ancora saldamente fissi in quelli del ragazzo. Rimasero tutti di stucco. La situazione stava diventando spinosa. Misaki cercò di intervenire, sentendosi responsabile, ma Jody lo battè sul tempo. Lasciò il polso di lui, si alzò in punta di piedi e gli calcò il cappello sugli occhi, con dolcezza "Sciocco, non devi arrabbiarti per niente" disse, in tono talmente dolce da far sbollire completamente la rabbia del portiere. Lui si tolse il berretto e la fissò dubbioso, ma lei continuava a sorridere, e il suo sorriso era talmente dolce e spontaneo che lui ne rimase contagiato, trovandosi a sorridere a sua volta. Izawa, Misaki e Sanae  tirarono un sospiro di sollievo; la cosa era sistemata....ma non avevano fatto i conti con Tsubasa "Wakabayashi , perchè non vieni anche tu?" i tre rimasero di ghiaccio, voltandosi a fissare il capitano increduli. Ma come faceva a non capire mai nulla? si domandò Sanae . La voce di Jody però li spiazzò ancora di più "Per me va bene, mi basta che non parliate di calcio per tutto il tempo" e detto ciò si incamminò "Ci vediamo dopo" disse, tirando dritto, anche perchè erano ormai arrivati all'incrocio dove si erano separati la sera prima. Tutti la fissavano, immobili, tranne Wakabayashi , che aveva preso e le era corso dietro, cacciandole il berretto in testa e poi correndo via. "Wakabayashi  !!!!" urlò lei, rincorrendolo; ben presto scomparvero dalla vista degli altri. Misaki sorrise agli altri. Quella ragazza era veramente strana. prima faceva arrabbiare Wakabayashi , poi riusciva a calmarlo e infine lo invitava a casa sua senza problemi.  Decisamente il futuro prometteva di non essere noioso.

 

"Accidenti a lui, mai che riesca a non farmi arrabbiare" imprecava Jody. Naturamente alla fine non si era fatta accompagnare, anzi era corsa via per evitare possibili dubbi. "Tanto alle 4 sarà qui...." sospirò, entrando in casa. Sua zia le andò incontro. Jody si cambiò e scese in sala da pranzo "Zia, io avrei invitato dei miei compagni a studiare qui oggi pomeriggio. Ti da fastidio?" chiese, timorosa. Sua zia la abbracciò e le disse "Anzi, mi fa piacere che tu abbia trovato degli amici. Invita pure chi vuoi quando vuoi. Oggi lo zio è al lavoro, e io porto Hideaki al parco e al cinema, saremo di ritorno per cena. A proposito, li hai invitati a fermarsi a cena, vero?" Jody annuì, ridendo; sua zia era imprevedibile. Era fantastica. "E Yusuke?" chiese poi, mangiando. "E' a casa di un suo amico. Tornerà a prendere alcune cose, poi dormirà da lui" Jody annuì. Almeno non avrebbe disturbato nessuno. Salì in camera, buttandosi sul letto. Era bella la vita. Era veramente magnifica......

 

Erano le due, e Jody stava in giardino con Hideaki; era uscita e aveva trovato il ragazzino che giocava con un pallone da calcio, così si era offerta di giocare con lui.

Il bambino aveva accettato e ora rideva felice, osservando le evoluzioni che Jody faceva compiere alla palla. "Hideaki, preparati, dobbiamo andare" disse sua zia, un po' dispiaciuta di interromperli. Hideaki annuì, mentre Jody si fermava e diceva "Vai, su. Giocherò ancora con te domani" il bambino si girò, felice, e le saltò al collo "Grazie, sorellina !!!" disse, poi arrossì e corse dentro. Jody rimase per un attimo spiazzata, poi sorrise. Quel bimbo schivo e solitario era in realtà un tesoro. Ci voleva così poco a farlo felice....presa dai pensieri, aveva ricominciato a giocare con la palla, quando una voce alle sue spalle la sorprese "Te la cavi davvero, Harper" la palla cadde per terra, mentre lei si voltava stupita "E tu che ci fai qui?" chiese stupita a Wakabayashi , che stava in piedi e la fissava. Lui si passò una mano tra i capelli e rispose, guardando altrove con fare noncurante "Mi hai detto di venire da te, ma non mi hai detto a che ora, così sono venuto a caso" Lei sussultò. In effetti l'aveva invitato un po' in malo modo, senza dirgli nulla. Arrossì imbarazzata. Lui guardava il parco e non se ne accorse, continuando a parlare "Allora? Fino a che ora dura questa sessione di studio? A una certa ora devo andare, non c'è nessuno che mi prepari la cena, devo fare da solo" Lei alzò gli occhi . Che imbarazzo ! Non gli aveva detto nemmeno quello? "Veramente...puoi mangiare qui...." mormorò "Ah, davvero? Grazie" rispose lui "Mangiano qui tutti, perchè finiremo tardi...." in quel momento si rese conto del tono che aveva usato per accettare e esclamò "Ehi, un momento ! Non è che sei venuto qui apposta per dirmi questo e farti invitare a cena?" Lui usò un tono vago "Può essere...." "Arggghhhh!!!" la ragazza cominci ad inseguirlo, mentre lui indietreggiava divertito, cercando di parare i pugni di lei "Ehi, calma ! Scherzavo ! " erano avvinghiati a quel modo quando una voce proveniente dall'ingresso li sorprese "Ehi, che state facendo?" Jody e Wakabayashi si voltarono insieme. Sulle scale stava Yusuke, che li fissava con aria interrogativa. "E tu che ci fai qui? Non dovevi essere da un tuo amico?" chiese Jody "Ci vado ora" rispose lui, mostrando la sacca che si portava dietro. Fissò poi Wakabayashi , squadrandolo "Tu sei Wakabayashi , se non sbaglio" disse in tono neutro. Wakabayashi lo fissò a sua volta "Esatto. Tu invece sei Tachikawa della 2° F, no?". Il ragazzò annuì, continuando a fissarlo. Jody li guardava, e all'improvviso si rese conto di come li aveva sorpresi Yusuke, arrossì e si affrettò a spiegare "E' venuto a studiare con me. Gli altri dovrebbero arrivare fra poco" Yusuke la fissò, poi si avviò "Devo andare" salutò. Jody cercò di nascondere l'imbarazzo, poi vide sua zia che usciva e le andò incontro. Yusuke a quel punto si fermò, guardò con occhi preoccupati la ragazza, poi si voltò, tornò verso Wakabayashi e gli sussurrò "Stai attento a ciò che le fai". Il portiere non si scompose, limitandosi a ricambiare il suo sguardo. Intanto Hideaki era sceso ed era corso da Jody, fissando incuriosito il ragazzo. Quando si voltò lo riconobbe "Tu...tu sei Genzo Wakabayashiiiiiiii !!!" urlò, avvicinandosi. Jody lo accompagno da lui e disse "Wakabayashi , ti presento mio cugino Hideaki" Wakabayashi si chinò a salutare il bambino, che poi la zia portò via a fatica. Yusuke uscì in silenzio, limitandosi a salutare con un cenno della mano. Sua zia salì in macchina e guardò i due ragazzi fermi sul viale "Divertitevi, cara" le disse. Jody salutò con la mano finchè l'auto non sparì, poi si bloccò. Non ci aveva pensato. Erano soli, ora. Ed erano solo le 2 e 10...."Oddio, e ora che facciamo?" chiese, rivolta più a se stessa che al ragazzo di fianco a lei "Beh, gli altri staranno arrivando, no? L'hai detto prima" dise lui, noncurante. Lei rimase a capo chino, mormorando "Arrivano alle 4" "Cosa???" "L'appuntamento è alle 4....che ne sapevo che arrivavi qui a quest'ora?" rispose lei, con espressione preoccupata. Lui la fissò, poi sbuffando chiese "E ora che facciamo?" "Non lo so...." rispose lei. Poi guardò la palla. Forse..."No, no" respinse l'idea, l'ultima volta aveva fatto già troppi danni. "Vieni, ti offro un the freddo " disse, entrado in casa. Lui la fissò dubbioso. Era vestita in maglietta e pantaloncini, visto che faceva caldo, e lui osservò il suo fisico, pensando che era proprio una ginnasta...."Ehi, non vieni?" la sua voce lo riportò alla realtà. Si affrettò a seguirla . "Ma non hai caldo con quella maglia?" chiese poi Jody, osservando la felpa rossa che indossava. Lui annuì e disse" In borsa ho una maglietta; posso andare in bagno a cambiarmi?" lei glielo indicò, poi andò in cucina a preparare il the. Lui entrò, indossando ora una maglietta nera che metteva in evidenza i suoi muscoli. Jody lo fissò, arrossendo, poi gli diede il the cercando di dissimmulare l'imbarazzo. Sarebbero state di certo due ore molto lunghe.....

 

"Allora che facciamo?" chiese sbuffando il portiere, stando ritto in piedi dietro di lei che era seduta su una sedia e fissava il vuoto "Non lo so" rispose con aria assente. Lui rimase per un po' in silenzio, osservandola di nascosto. Che fare? "Che c'è al piano di sopra?" chiese lui. "Le camere" rispose lei, evitando di guardarlo. Lui fisso la sua nuca, poi un sorriso furbo gli si dipinse sul volto "Anche quella della signorina qui presente?"chiese con fare sornione "Certo..." rispose lei, senza rendersi conto di quanto stesse succedendo. Quando capì il senso della domanda, lui era già sparito e si sentivano i passi per le scale "Ehi, aspetta !!!!" lo inseguì cercando di essere più veloce di lui, ma quando arrivò al piano superiore lui stava proprio varcando la porta della stanza. "Fermo !!!!" l'urlo non servì però a bloccare il portiere. "Che bella stanza" stava dicendo, quando lei entrò come una furia e lo travolse "Ma come osi? Entrare in camera di una ragazza in questo modo !!!" prese a tempestarlo di pugni, mentre lui rideva di gusto "Smettila, che ti fai male solo tu. Cos'hai da arrabbiarti, poi? Volevo solo curiosare" lei lo fissò incredula e furente. Quel....quel....maledizione !!! "Che bella foto" stava dicendo lui, intanto fissando una foto caduta per terra da un contenitore mezzo nascosto sotto il letto "Ma chi sono queste rag...." non fece in tempo a finire che lei aveva afferrato la foto l'aveva stretta al petto con fare protettivo. "Ehi, ma che...." Wakabayashi si bloccò. Gli occhi di lei brillavano di....terrore. C'era qualcosa legato a quella foto, forse? "Tutto ok?" chiese, avvicinandosi. Lei si voltò e annuì "Lascia stare, è solo che....". Posò la foto e lo guardò "A volte sento la mancanza della Germania. E quella foto l'ho fatta la". Wakabayashi non era così convinto che la verità fosse quella, ma decise di lasciar perdere. Lei intanto era uscita in terrazza "Guarda. Da qui posso vedere tutta la città " disse con fare sognante. Lui uscì e constatò che era vero. Da li si vedeva anche casa sua...ma questo evitò di dirlo. "Guarda quella villa" disse invece "E' grande quasi come la tua". Lei annuì "Chissà chi ci abita?" chiese. Lui sorrise di nascosto. Per ora era meglio non dirlo. "Chissà" disse a sua volta. La ragazza si voltò, e si trovò a pochi centimetri dal volto di lui. Si fissarono negli occhi per un attimo lunghissimo, mentre il tempo pareva essersi fermato "Wakabayashi ...." sussurrò lei, tremando. In quel momento sembrava fragile e bellissima, e senza rendersene conto lui alzò la mano e fece per accarezzarle il volto,  rapito, quando il suono di un clacson li riportò alla realtà (e ti pareva !!!! NdA). Si fissarono stupiti per un attimo, cercando di capire cosa stavano facendo,  poi si scostarono bruscamente. "Ma che...che stavo facendo? Con questo rompiscatole poi?" si chiese stupita lei, senza sapere che anche lui si stava ponendo la stessa domanda. "Ma che mi è preso? Io questa non la sopporto nemmeno e stavo per...." Il silenzio regnò assoluto per un bel po', finchè lei si voltò e, calmato il respiro e il batticuore, disse "E va bene. So che vuoi sapere qualcosa di me, è per questo che sei venuto qui ! Allora tieni questo"  tornò in camera, si chinò e, estratta da sotto il letto una scatola straripante di foto e oggetti vari, gli mise in mano un album straripante di fotografie di lei da quando era piccola, attraverso tutti i suoi spostamenti per l'Europa. Le foto testimoniavano che la ragazza era carina fin da piccola e crescendo era divenuta una vera bellezza. Inoltre c'erano molte foto di lei in tenuta sportiva. "Sei davvero un'amante dello sport. Hai fatto davvero di tutto" osservò ammirato lui "Ma scommetto che la ginnastica artistica è la tua preferita" a quella domanda lei guardò altrove "No...io non ho più uno sport preferito....per me è un mezzo per non pensare" l'album cadde facendo un gran fracasso. Wakabayashi si era alzato in piedi e la guardava con fare glaciale "Non puoi fare una cosa solo per non pensare ! Lo sport non può essere solo quello. Devi amarlo, adorarlo, essere pronta a rinunciare a tutto per lui. Non può essere solo un ripiego"; lo sfogò la colpì in pieno. Era vero, era verissimo. Anche lei aveva provato quello che lui stava dicendo ma...."E invece può !" urlò, trovando finalmente la forza di guardarlo "La ginnastica artistica per me non può essere altro. Non potrà mai essere come...." si bloccò, scosse il capo ricacciando le lacrime, e fece per andarsene. Lui la bloccò afferrandole le braccia. "Scappare non serve ! " urlò. Lei tentò di divincolarsi, ma la presa di lui era davvero salda. "Lasciami. Che ne sai tu di ciò che provo?" urlò "Come faccio a saperlo, se non so che ti è successo? Comunque non ti lascio andare così, sei sconvolta" replicò lui. La ragazza si divincolava con forza sempre maggiore; ormai era chiaro che per farla rinsavire doveva fare qualcosa di drastico. Come uno schiaffo "Ma non posso picchiarla. Non ci riesco" pensò. Allora...."BASTA!!!!!!!!! " la voce di lui fu come un tuono che la risvegliò; quando riprese coscienza di sè, si trovò stretta tra le braccia di qualcuno. Alzò gli occhi per vedere chi fosse e..."Wakabayashi ?" domandò, sorpresa. "Ma che succede?" Lui abbassò gli occhi e la fissò in modo dolce "Stai meglio?". Lei annuì stordita "Ma che ho fatto?" chiese, fissandosi le mani. Poi guardò lui "Ho...ho avuto una crisi, non è vero?" non era una domanda. Lui annuì. "Ecco, io...." "No. Non devi dirmi nulla. Temo che le spiegazioni ora non basterebbero. Mi basta che tu stia meglio. E poi è stata la mia frase a farti reagire così, quindi scusa dovrei dirtelo io. Non pensiamoci più, ok?" la lasciò e fece per uscire dalla stanza, ma lei lo bloccò.  "Se puoi....non dirlo a nessuno. Non...non è ancora il momento...." gli occhi azzurri ora erano sereni, come il cielo dopo un violento temporale, e lui sorrise "Non c'era bisogno che me lo chiedessi. L'avrei fatto lo stesso". Si avviò giù dalle scale, lasciandola sulla soglia stupita e stranita. "Che tipo" pensò, poi si affrettò a seguirlo. "Certo che a volte sei veramente utile" gli disse, scendendo dietro di lui. Wakabayashi non si fermò, ma sorrise e ribadì "Non abituartici troppo. Di solito sono insopportabile" lei sorrise e accellerò. Lui era arrivato all'ultimo gradino, quando le braccia di Jody gli circondarono il collo "Grazie" sussurrò la ragazza, poi si staccò da lui e lo superò "Ma anche questa era un'eccezione, non abituartici" disse, voltandosi. Il portiere era rimasto come paralizzato. Quella ragazzina era davvero strana..."Ti sei incantato?" chiese la voce di lei "Il fatto che ti abbia abbracciato ti sconvolge così tanto?" queste parole dette in tono ironico lo fecero reagire "A dire il vero, eri tu quella che prima, quando ti abbracciavo per farti calmare, non ti scollavi più" "Wakabayashi  !!! Ma che cavolo....e poi non sei forse tu quello che è entrato in camera mia senza permesso?" Jody aveva assunto un colorito leggermente rosso, sia per l'imbarazzo che per la rabbia. "Ma a me non sembrava che tu fossi così contrariata....quando eri in terrazzo stavi per baciarmi...." "COOOOSAAAAAAAAAAAAAAA????????????? Sei tu che ti sei avvicinato troppo a me !!!!" cominciò a inseguirlo rabbiosa, dandosi della cretina perchè sapeva che facendo così alimentava il malinteso...certo che anche lui poteva evitare di dire certe cose....

La lotta si spostò nel parco, e i due si stavano inseguendo da vari minuti ( sono entrambi atleti....NdA) quando una voce li sorprese "A quanto pare andate veramente d'accordo, non è vero?". Jody, che stava picchiando Wakabayashi , si fermò e, voltatasi, vide Misaki e Izawa che li fissavano sorridendo. Si scostò dal portiere e andò incontro ai due "Ciao. Ma...sono già le 4?" chiese, stupita. Alla fine il tempo era volato. "Certo, perchè, da che ora è che Wakabayashi è qui?" chiese Izawa, innocentemente. "Dalle...." rispose il portiere, ma fu interrotto dalla scarpa di Jody che si posò con forza sul suo piede destro "Da poco...ma è già riuscito a farmi arrabbiare" disse, fissandolo con odio. Il suo sguardo era chiaro "Prova a dire che siamo stati qui soli per due ore e ti uccido". Wakabayashi sbuffò, scrollò le spalle e gurdò altrove. "Vogliamo entrare?" chiese lei, sorridendo a Misaki in modo così dolce che Wakabayashi (che stava osservando di nascosto....che credevate? NdA) ebbe un moto di rabbia. Misaki annuì e si incamminò con Izawa e la ragazza. Wakabayashi li seguì. Si sistemarono in biblioteca e cominciarono ad aprire i libri. Jody portò il the e lo offrì ai due, poi si sedette. "Ma non aspettiamo Tsubasa e Sanae ?" chiese Wakabayashi . Gli altri tre si guardarono sogghignando "Chissa a che ora arriveranno....Tsubasa deve andare a prendere Sanae ....tutto merito di Jody" spiegò Izawa ridendo. Il portiere la fissò incredulo "Non ci credo, come hai fatto???" e ridendo i tre gli raccontarono cosa era successo quella mattina.

 

"Buon...buongiorno Nakazawa " mormorò Tsubasa quando lei uscì di casa. "Buongiorno capitano" disse lei, arrossendo. Lui la fissò e chiese "Ehi, sei tutta rossa. Hai la febbre?" (qualcuno lo fermi, vi prego. Non è possibile....NdA) "N...no sto bene, non preoccuparti." la ragazza si avviò, con lui affianco, verso la casa dell'amica. Il silenzio era pesante, rotto solo dal rumore dei passi. "B...bella giornata, vero?" chiese lei, dandosi dell'idiota "Già...." rispose lui, fissando l'asfalto. Il silenzio ritornò. Avevano percorso metà strada, quando passarono davanti a un negozio di sport e Tsubasa disse "Mi aspetteresti qui un secondo? Devo prendere una cosa" Sanae  annuì e lui entrò. Erano passati 5 minuti quando una voce disse "Ciao bellezza ! Che fai qui da sola?" un ragazzo altò e dall'aria sinistra le si avvicinò "Che ne dici di farti un giro con me? Dai, andiamo" senza lasciarle il tempo di ribadire, la afferrò per un polso e cercò di trascinarla via. Lei cercò di divincolarsi "No, lasciami ! " disse, spaventata. Lui sorrise "Dai, su, che hai? Vedrai che ci divertiremo" la presa sul suo polso si fece più forte, e la ragazza trasalì dal dolore "Lasciami, lascia..." "Lasciala" si intromise una voce proveniente da dietro di lei. Tsubasa stava li, ritto in piedi, con un'espressione omicida negli occhi "Mi pare che lei non voglia venire con te. Lasciala stare" ripetè, con tono glaciale. Il ragazzo non si fece intimidire "Ma guarda, c'è il tuo ragazzo. Non l'avevo visto. Non importa, è meglio se vieni con me, piccola" abbracciò Sanae  e fece per portarsela via, quando un pugno fortissimo lo colpì in pieno volto "Toccala ancora e ti ammazzo" disse Tsubasa, circondando le spalle della ragazza con un braccio "Stai attento, se ti becco ancora non sarò così buono. Vieni Nakazawa, andiamocene" la condusse gentilmente via, mentre la gente cominciava a radunarsi attorno al ragazzo cha stava a terra. Lei tremava, rannicchiata nel suo braccio. Arrivarono al parco e lui la fece sedere. "Va tutto bene?" le chiese, preoccupato. Lei annuì "Scusami, non avrei dovuto lasciarti li da sola. Vuoi andare a casa?" disse con tono di scusa inginocchiandosi davanti a lei (mamma mia, ma è davvero Tsubasa? Non mi sembra vero....NdA). "No, andiamo pure, sto bene. Per fortuna sei arrivato" disse lei, prendendogli una mano "Hai un destro micidiale, capitano" scherzò. Lui sorrise e, rialzatosi disse "Non preoccuparti, d'ora in poi ti proteggo io" "Eh?" alla povera Sanae  pareva impossibile aver udito ciò che lui aveva detto ( Anche all'autrice sembra impossibile....NdA). Il ragazzo sorrise "Sei la mia manager. E' logico che ti protegga" (aarrggggggggghhhhhhhhhh mi pareva impossibile....NdAutrice sull'orlo di una crisi di nervi). La ragazza lo fissò scocciata "Sciocco" disse, dandogli un pugno in testa. "Ahia ! Ma che hai?" chiese lui, sorpreso (beh, è sempre Tsubasa. NdA) "Non lo indovini?" chiese lei, facendogli la linguaccia e correndo via felice. Lui la inseguì "Ehi, Nakazawa, aspettami".

 

"Ma che vi è successo? Non arrivavate più" chiese con malizia Jody quando Sanae  e Tsubasa arrivarono davanti al portone della villa. Sanae  sorrise e rispose "Nulla, è solo che un brutto ceffo mi ha importunato, e il capitano l'ha steso con un pugno" Jody sussultò, guardando l'amica preoccupata "Stai bene?" chiese, ma non potè sentire la risposta, in quanto travolta dai tre ragazzi che stavano dietro di lei "Davvero?????????" chiesero i tre in coro, mentre Jody, che era finita a terra, si massaggiava la testa con aria scocciata "Ehi, voi ! Ma che vi è preso?" ridendo, Izawa l'aiutò ad alzarsi, mentre Wakabayashi prendeva in giro Tsubasa "E bravo il nostro eroe. Finalmente si è svegliato" Tsubasa naturalmente non capiva (..........NdA). Sanae  era viola, così la ragazza si rialzò, spinse Wakabayashi dentro la porta e ordinò, "Va bene, abbiamo capito. Ora muovetevi o non finiremo mai, e venerdì il compito lo fate come vi capita" a queste parole ci fu una staffetta verso la biblioteca, e 5 minuti dopo erano tutti immersi nello studio. Jody spiegava, rispondeva alle domande, a volte svolgeva qualche esercizio da sola. E così andarono avanti fino alle 7, quando Yusuke entrò dal portone e li vide "Ancora a studiare? Che bravi !!!" a quelle parole, i ragazzi si guardarono e si resero conto di aver passato ore sui libri. "Io ho fame ! " proclamò Wakabayashi , portando le mani dietro la testa. Jody lo fulminò "Zitto tu, che sei venuto qui e ti sei autoinvitato a cena ! " "Ma non era compresa già, la cena?" chiese Misaki , sorridendo "Certo, ma lui non lo sapeva, e nonostante ciò è arrivato qui alle due lamentandosi che non c'era nessuno da lui che gli preparasse la cena...." "Alle due????????" chiese un coro stupito di persone, mentre la ragazza arretrava, capendo di aver fatto un errore, Wakabayashi sbuffava e Yusuke sogghignava. Prese la parola "Certo, alle due era qui. Mi pareva anche che fossero contenti di rimanere qui da soli....io andavo via, la zia e lo zio non c'erano...." "Yusuuuuuuuuuuuuuuuuuuukeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Che cavolo stai dicendo???????????" Jody saltò addosso al cugino, tentando di tappargli la bocca, ma lui si difese ridendo. Sanae , Misaki e Izawa si fissarono sogghignando, mentre Tsubasa fissava la scena perplesso, per poi voltarsi verso Wakabayashi e chiedere "Cosa avete fatto mentre eravate soli?" (oddio mio......ma sto ragazzo.....ma da dove è venuto fuori???? NdA) Tutti si voltarono verso il portiere, compresi Jody e Yusuke, l'una allarmata, l'altro improvvisamente serio. ma Wakabayashi si limitò a rispondere "Litigato" e si alzò, andando poi a separare i due cugini. "Smettetela, se reagisci così sembra che sia tutto vero, quando io con una come te non ci starei nemmeno se ....". "Perchè, credi che io sia di parere diverso?" chiese lei, improvvisamente calma. Wakabayashi la fissò, leggermente interdetto, ma lei si era già rivolta agli altri "Penso che ormai la cena sia quasi pronta. Se mi seguite, vi indico il bagno, così potete prepararvi". Superò il portiere senza nemmeno guardarlo, prese per mano Izawa e se lo tirò dietro, sorridendo radiosa. Passandogli davanti gli scoccò un'occhiata di sfida, poi sparì su per le scale, mentre l'attaccante la seguiva con un sorriso divertito. Tsubasa, Sanae  e Misaki si avviarono a loro volta, mentre Wakabayashi rimaneva in piedi, furente. Yusuke gli si avvicinò e gli sussurrò "A quanto pare ha vinto lei....e in un modo che sembra averti sconvolto". Il portiere lo fissò furente "Figurati se m'importa" disse, avviandosi a sua volta verso il bagno. Yusuke lo fissò, pensando divertito "A quanto pare, la situazione è già infuocata....ne vedremo delle belle quest'anno....."

 

"Jody, ma quello non è Yusuke Tachikawa della 2° F?" chiese Sanae  all'amica, mentre le due ragazze si trovavano sole nella camenra di Jody e i ragazzi erano in bagno "Si, è lui. Vive qui" disse Jody con semplicità, indossando una maglietta pulita "Cosa? Ma...come scusa?????" chiese l'altra, spalancando gli occhi. Jody la fissò, non capendo il perchè di tanto stupore "E' mio cugino " disse, incerta. Sanae  sembrò calmarsi, poi però un dubbio la scosse "Ma...non era stato adottato?" chiese, titubante "Certo, ma che cambia? Che sia mio cugino vero o adottivo, l'avrei comunque conosciuto solo l'altro giorno" "Ma cambia ! In questo modo tra voi potrebbe succedere qualcosa. Mi pare tenga molto a te" esclamò Sanae . "No. E' solo che mio zio gli ha dato l'incarico di tenermi d'occhio. Non c'è nulla tra noi. E' come...." disse la ragazza, mentre il suo sguardo si faceva vacuo "Se fosse mio fratello....fratello maggiore". Sanae  non era convinta, ma decise di lasciar correre; c'era un altro punto da sondare "E di Wakabayashi che mi dici?" "Eh?" lo sguardo di Jody era sinceramente dubbioso questa volta, tanto che Sanae  si trovò a chiedere "Vuoi dire che....non ci hai mai pensato....che potreste...." "Cosa?" "Ma Jody....si vede lontano un miglio che c'è qualcosa tra voi" "EEEEHHHH?" Jody si bloccò "Sanae, ma sei impazzita? Che c'è, devi trovarmi il ragazzo a tutti i costi? Prima Yusuke, ora quello scemo? Non ci ho mai pensato, ne mai lo farò, credimi". La conversazione si interruppe. Il silenzio calò sulle due, finchè Jody chiese, con voce calma e per nulla arrabbiata "E Tsubasa? ne vogliamo parlare?" Sanae  divenne rossa mentre Jody scoppiava in una risata cristallina, alla quale alla fine partecipò anche l'amica.

 

 

 

"Finalmente è finita" pensò Jody, raccogliendo le sue cose dopo il tanto famoso pre-esame. Era venerdì, quasi ora di pranzo. Dopo, ci sarebbero stati gli allenamenti del club di calcio, dalle 4 alle 7. Dall'una alle 3 Jody sarebbe andata in palestra per gli allenamenti di ginnastica artistica, poi nell'ora buca avrebbe aiutato Sanae  a preparare l'occorrente per gli allenamenti. Era mezzogiorno, constatò gurdando l'orologio. Doveva andare a mangiare, o non avrebbe fatto in tempo "Sanae , pranzi con me?" chiese all'amica. Sanae  annuì e si avviò con lei "Mamma mia, era veramente difficile questo test, non è vero?" Jody annuì, evitando di dire che per lei era stato impegnativo ma di livello normale. In mensa trovarono i ragazzi, anch'essi reduci dall'esame "Allora, come è andata?" chiese Misaki , gentile come sempre. "Non lo so, penso bene" rispose Sanae , mentre Jody si limitava a dire "Anch'io". Wakabayashi la fissò con intenzione, ma evitò di dire ciò che pensava, non voleva litigare di nuovo con quella che in un modo o nell'altro riusciva sempre a farlo sembrare uno scemo. La conversazione si spostò su altri argomenti, e all'improvviso Sanae  chiese "Jody, domani è sabato, che ne dici di venire a fare shopping con me?" Jody ci pensò su, poi le venne in mente che aveva preso il cappello di Yusuke senza nemmeno dargli la possibilità di replicare. Magari poteva comprargliene uno nuovo "Va bene. Devo proprio prendere una cosa" accettò. Sanae  esultò, poi ricordò un'altra cosa "Domenica c'è anche la cerimonia di apertura e i festeggiamenti per il campionato nazionale. Ci sarà tutta la scuola. Dobbiamo andare" i giocatori annuirono, e cominciarono a discutere dell'evento. Misaki si voltò verso Jody e le disse "Naturalmente ci devi venire anche tu, in qualità di manager" la ragazza fece per protestare, ma Sanae  la bloccò "Domani andremo a procuparci l'occorrente. Dovremo essere davvero eleganti !!!!"  "Devo venire anch'io???" esclamò Jody, sconvolta" "Ma certo. Ora sei una manager. Non preoccuparti, Sanae  ha esagerato, non è niente di così ufficiale, ma sarà una cerimonia importante. Comunque ci saremo tutti noi, non preoccuparti." La tranquillizzò Izawa, ma Jody era ammutolita. Che poteva fare? "Va bene....vengo. Ora, se volete scusarmi, è meglio che vada in palestra, ci vediamo dopo" disse, mormorando appena. Ci fu un coro di saluti, ma non li sentì nemmeno. Uscire con loro la sera seguente....perchè era così angosciata? Dopotutto si stava facendo degli amici...e pian piano, una nuova gioia prese il posto dello sconcerto....ma sapeva che non sarebbe stato facile essere davvero a suo agio.

 

"Ora proveremo i voli. Cercate di lasciarvi andare, sapete farli, quindi non spaventatevi. Evelyn, comincia tu" disse la capitana del club di ginnastica. Jody ascoltava appena. Pensava ancora al fatto che sarebbe uscita col club di calcio. Perchè quel pensiero le dava così tanta pena? "Dopotutto è normale che mi faccia nuovi amici...." "Ehi, Harper che fai, dormi? Non possiamo stare qui ad aspettare i tuoi comodi. Tocca a te" urlò il capitano, e Jody si mise in posizione, imbarazzata. Non doveva farsi tradire dalle emozioni, la ginnastica richiedeva concentrazione. Trasse un respiro profondo e alzò le braccia. "Penso di essere solo un po' nostalgica dell'Europa. Andrà tutto bene. Come per il volo, devi buttarmi e non pensarci" presa questa decisione sorrise, espirò e si avviò risoluta, salì sulla pedana, corse, spiccò il balzo. Compì un'evoluzione a dir poco perfetta e atterrò in modo esemplare, col sorriso sul volto e gli occhi pieni di carica. Ci fu un coro di applausi, e il capitano, ora sorridente, le si avvicinò "Complimenti. Sei veramente predisposta per questa disciplina. Fai grandi progressi. Bene, abbiamo finito. Ora andate pure a cambiarvi". Jody fissò l'orologio appeso alla parete. "Oddio, sono già le 3 e 10 !!!!" pensò. Si avviò di corsa verso lo spogliatoio, si cambiò e cinque minuti dopo era già in corsa verso il campo da calcio. Era in ritardo !!!! "Eccomi Sanae " esclamò, arrivando senza fiato nella sede del club. L'amica le sorrise "Non serve che muori per venire qui" scherzò, facendo ridere entrambe. Jody fissò il campo: gli allenamenti dovevano ancora iniziare tre quarti d'ora dopo ma Wakabayashi , Misaki , Tsubasa e Izawa si stavano già allenando. "Quei quattro sono veramente instancabili" disse, ridendo. Sanae  annuì, fissando anche lei il campo. E così, mentre Sanae  fissava Tsubasa, Jody fissava Wakabayashi tra i pali della porta, e un ricordo si affacciò alla sua mente, trasportato da un soffio di vento che le scompigliò i capelli castani....

 

....di fronte a lei non c'era più un ragazzo dai capelli neri, ma uno dai capelli biondi e dagli occhi verdi, che le sorrideva per la prima volta... "....ti ho vista giocare....hai un'espressione magnifica quando giochi...si vede che ci metti tutta te stessa....."

 

....e pochi giorni prima aveva dimostrato che mai più sarebbe riuscita ad avere quell'espressione...l'aveva dimostrato a Wakabayashi e a se stessa....aveva rifiutato ancora una volta la realtà...."Jody, tutto ok? Ti sei incantata a guardare Wakabayashi ...." la voce di Sanae  la riportò alla realtà, sopratutto perchè non era sarcastica, ma seriamente preoccupata. Jody si voltò e sorrise, cercando di mascherare l'espressione degli occhi "Certo, tutto ok !" disse, con tono dinamico e convincente. Ma Sanae  non si faceva incantare tanto facilmente. Jody si diede da fare più che mai, quasi stesse cercando qualsiasi pretesto per non avere tempo di....pensare.... "Jody...." chiamò di nuovo Sanae , pur non sapendo che dirle; la ragazza si fermò, evitò di guardarla negli occhi e mormorò "Davvero, va tutto bene, Sanae " il tono era strozzato, come rotto dal pianto. Sanae  si avvicinò, ma una mano tesa la fermò "Ogni tanto...ogni tanto mi capita di....essere malinconica....non devi preoccuparti....mi capiterà....ma...va...tutto...bene...." finalmente riuscì a concludere la frase e alzò gli occhi, ora chiari e solo leggermente luccicanti. "Un giorno...ti racconterò...tutto..." promise, e Sanae  annuì. Non poteva fare altro che aspettare. Jody continuò a lavorare, e Sanae  la imitò, leggermente turbata. Le ragazze cominciarono così a preparare fette di limone, panini, asciugamani, mentre i tiri in porta si susseguivano fischiando, per poi venire bloccati con sicurezza. Wakabayashi sorrideva, sicuro di sè, con un'espressione così superiore che alla fine Jody decise di dargli una lezione. Entrò in campo, prese la palla a Misaki e si parò di fronte alla porta, con gli occhi pieni di fuoco. "Smettila di avere quell'espressione così sicura ! Vediamo di che sei capace !!!" urlò in segno di sfida; prese una palla e gli si parò davanti. Lui sorrise divertito, anche se vide qualcosa negli occhi di lei. "Va bene, quando vuoi Harper" si posizionò, pronto a rifarsi dell'altra volta....ma la palla schizzò in porta così veloce che lo prese in pieno volto e lo scaraventò in rete. La ragazza rimase impassibile "E allora? Dov'è tutta la sicurezza di prima? Che ti succede? Se non riesci a parare nemmeno i miei tiri, come farai a battere mio cugino al campionato nazionale? Alzati, Wakabayashi , avanti !!" si incamminò verso la porta per raggiungere il portiere. Lui stava disteso imprecando. La faccia era rossa, ma non c'erano segni preoccupanti. "Ti arrendi per così poco?" chiese lei, tendendogli la mano, ma lui la spinse via e se ne andò arrabbiato. Tsubasa e Misaki , che l'avevano già vista in azione, sorridevano, mentre Izawa appariva stupito. In porta era rimasto il berreto rosso di Wakabayashi , rotto e sgualcito. Lei lo raccolse, fece per darglielo, poi lo guardò bene. Non era più utilizzabile. Lui lo fissò, fissò lei e andò verso lo spogliatoio. Lei abbassò lo sguardo, indecisa, poi lo seguì, lo bloccò,costringendolo a sedersi, e gli fece un impacco freddo sul bernoccolo. Il ragazzo subì impassibile le cure, poi si avviò in porta e ricominciò l'allenamento. Jody tornò da Sanae , con un'espressione strana sul volto. L'amica la guardò e constatò che la violenta emozione che aveva travolto la ragazza prima era sparita. La sfida con Wakabayashi era riuscita a farla tornare serena  "Forse non è la sfida, forse..." pensò, fissando Jody. Lei la guardò, sorridendo "Bel tiro" si limitò a dirle, poichè non c'era bisogno di parole. Jody si rese conto con stupore che Sanae  l'aveva capita. Fin troppo bene. E fissando lo sguardo di Wakabayashi , fisso su di lei, capì che anche lui aveva capito. Sorrise, fissando il cielo. Forse...forse poteva davvero trovare dei nuovi amici...forse...forse poteva davvero essere di nuovo felice.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque: Nuovi arrivi e nuove scoperte..... ***


Capitolo 5: Nuovi arrivi e nuove scoperte

Capitolo 5: Nuovi arrivi e nuove scoperte.....

 

 

 

"Guarda, Sanae: sulla pista ci sono Jody e Wakabayashi. Ma che fanno?" chiese Tsubasa , sul punto di chiamare i due "Che possono fare un ragazzo e una ragazza soli, abbracciati, in un luogo deserto?" pensò lei, scuotendo il capo. Ma sapeva che non era quella la risposta. Fermò Tsubasa, che li stava per chiamare "Penso sia meglio lasciarli. Devono parlare" disse, dolce. Se c'era qualcuno che poteva aiutare Jody, era Wakabayashi. "Ma di che?" chiese Tsubasa  (.............NdA) "Non lo so...ma so che devono parlarsi" e detto ciò lo trascinò via. Lui protesto, ma la stretta di Sanae sul suo braccio era talmente forte da convincerlo a lasciar perdere.

 

Misaki , che aveva visto la scena da lontano, insieme a Izawa, sorrise. Izawa sorrise a sua volta. Poi i due rientrarono.

 

Yusuke guardò la cugina tra le braccia del portiere e annuì. Se ne andò.

 

Intanto Jody si era calmata. Si era sciolta dall'abbraccio e si passava un panno bagnato sul volto, per cancellare i segni delle lacrime. Wakabayashi stava dietro di lei, in silenzio. "Non parlarne con nessuno....nemmeno con me. Va bene, Wakabayashi? Io ora sto bene, finalmente il dolore accumulato in anno si è sfogato. Ora posso essere davvero Jody" disse, sorridendo. Lui le sfiorò il volto. "Non è vero. Ti manca ancora qualcosa. O molto. Ma non preoccuparti. Non sei più sola". Lei sorrise, stupita dalla dolcezza di lui. Gli prese la mano che le carezzava il volto. "Come sei dolce" mormorò "Si, ma non abituartici. Da ora ti tormenterò come sempre. Tutto come prima, no?" la prese in giro. Lei urlò e lo inseguì, ridendo. Wakabayashi rise, di gioia pura. Erano amici, veri amici.

Gli bastava, andava benissimo così.

 

Per il momento.

 

 

"Jody, aiuto !!! La settimana prossima ci sarà il ritiro della nazionale !!! Arriveranno qui giocatori da tutto il Giappone, e toccherà a noi occuparcene....e io non ho idea di dove cacciarli....." Sanae arrivò trafelata sulla pista, ignorando l'idea avuta poco prima di lasciarli soli. La ragazza bruna fissò Wakabayashi, poi si rivolse all'amica "Sanae, calmati !!!!! Vedrai che si sistemerà tutto. Qui a scuola non c'è il campus? Li possiamo sistemare li, no?" chiese, ma Sanae scosse la testa "Ci avevo già pensato, ma non c'è posto....e l'allenatore vuole che siano sistemati a casa dei nostri giocatori...fin qui tutto ok....ma ci sono due che arrivano con le manager, e quelli non so dove...." Wakabayashi sorrise, pensando che sapeva bene chi fossero quei due. Hikaru Matsuyama e Jun Misugi, che non si muovevano mai senza Yoshiko ed Yayoi. Jody invece non ne aveva idea, ma rispose "Se è questo il problema, possono venire da me, dopotutto sono la manager anch'io...e puoi venire anche tu, così avremo la soluzione sotto controllo". Sanae le saltò al collo "Davvero? DavveroDavveroDavvero?Sei grande!!!! Per fortuna. Va bene, vado a dirlo all'allenatore". Scappò via, lasciando Jody sconvolta e scombussolata dall'irruenza dell'amica. A volte Sanae era come un ciclone. Wakabayashi rise "Per me hai fatto un errore. Quelle due coppiette sono così melense..." Ma gli occhi azzurri di lei lo squadrarono, facendogli morire il riso in gola "E che male c'è?" chiese, dolce, facendolo arrossire. Lui calcò il berretto sugli occhi, e non rispose. Lei guardò altrove, pensando al ritiro. Poi sussultò "Cavolo, gli allenamenti!!!! Devo andare!!!!" e schizzò via, proprio come Sanae poco prima.

A volte il destino è strano. Jody, la manager del club di calcio che ora correva agli allenamenti di ginnastica ritmica, si era appena offerta di ospitare suo cugino...

e non lo sapeva nemmeno.

 

"Ora saltate...bene, giravolta, spaccata, vi rialzate, bene Jody....giro completo, salto....Kira, attenta alla posizione del piede sinistro...." la voce di Mya scandiva gli allenamenti delle ragazze "Ora una rovesciata....benissimo. Ora, le altre possono andare. Jody, July, vorrei che voi invece mi faceste vedere la seconda coreografia". Jody annuì, avviandosi insieme alla compagna, che insieme a lei era la promessa del club. "Comincia tu, July". Mentre la ragazza eseguiva la coreografia, più difficile della precedente, Jody si mise a pensare agli eventi che l'avevano colta di sorpresa nell'ultimo periodo. Di certo non poteva dire che la vita in Giappone fosse noiosa, anzi....bastava pensare a Sanae, ai ragazzi, per cambiare idea. Bastava pensare a....

Jody arrossì senza rendersene conto. I ragazzi...lui.... "Jody, tocca a te !" la voce di Mya la richiamò all'ordine "Stupida. Che stavi facendo?" si domandò, seccata con se stessa. Cominciò a eseguire la coreografia, cercando di concentrarsi al massimo. Stava facendo un'esecuzione esemplare, mancava solo il gran finale. Il volo, e l'atterraggio sul materasso posto di fronte alla trave. Senza perdere un colpo, salì sulla trave, eseguì vare piroette, rovesciate e ruote, e infine si librò in aria, compiendo qualche giro, leggera come una nuvola. Ma il destino è sempre in agguato....proprio mentre raggiungeva l'apice dell'evoluzione, una porta si spalancò e Wakabayashi entrò in palestra, chiamandola a gran voce "Harper ! Harper !!!! Ma dove ti sei cacciata?". Le altre ragazze cercarono di zittirlo, e solo allora lui si accorse di DOVE era lei...a metri da terra...ma ormai il danno era fatto, Jody si era distratta e stava cadendo, senza riuscire a raggiungere il materasso...cercò di allungarsi, in modo da arrivarci comunque....peccato che lui...LUI...fosse proprio li sotto, davanti a quel benedetto materasso...e se ne stava li a fissarla senza accennare a muoversi..."SPOSTATIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" urlò lei, ma fu inutile. Un attimo dopo gli finì addosso, buttandolo sul materasso, e finendo distesa sopra di lui. Rimasero così per un secondo, mentre tutte le ragazze si affollavano li intorno, e la voce di Izawa riempiva la palestra "Wakabayashi, Jody, tutto bene? Oddio !" "Evidentemente lo ha accompagnato" pensò lei, ancora distesa. Mya le toccò una spalla "Tutto bene?" la preoccupazione trapelò dalla sua voce. Jody era una delle migliori del club, e anche una sua amica...era così dolce e vivace che era impossibile odiarla, o non badarle. Jody annuì, si tirò su e cercò di sorridere, ma si bloccò. I loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Rimasero in silenzio, imbarazzati; il primo a riprendersi fu Wakabayashi "Stavi cercando di uccidermi?" urlò, fissandola con occhi infuocati. Ma lei non fu da meno; si tirò su e disse  "Dovrei dirlo io a te !!! Ma che ti salta in mente di entrare a degli allenamenti di ginnastica artistica urlando come un matto? Mi potevo ammazzare, mi hai fatto perdere la concentrazione, non riuscivo più a controllare la caduta" le parole uscirono come un fiume, e i due rimasero a guardarsi in cagnesco. Izawa la fece alzare, controllò che stesse bene, ma lei non lo vide neppure. Continuava a fissare Wakabayashi con aria di sfida. Anche lui la fissava "Credevo per te fosse solo un passatempo, che non potessi più appassionarti allo sport" disse. Solo allora si accorse che non avrebbe dovuto. Gli occhi di lei lo uccisero. Letteralmente "Tu, brutto...." la voce ora era un misto di tristezza, rabbia, delusione "Ma che mi è saltato in mente. E tu potresti aiutarmi? Ma se non sai nemmeno badare a te stesso ! Non sai nemmeno tenere la BOCCA CHIUSA" le ultime parole furono un urlo, poi la ragazza si voltò "Capitano, io devo andare" disse, e si allontanò. "Vai pure" disse Mya, fissando anche lei Wakabayashi con sguardo inceneritore. Si avvicinò e gli tirò uno schiaffo. Lui rimase li, ancora disteso, schoccato "Ma che..." chiese, fissando la ragazza "Avrebbe dovuto farlo lei, ma visto che è troppo buona...." Mya si voltò e seguì l'amica. Wakabayashi fissò Izawa, che scuoteva la testa "Che ho fatto..." mormorò, con l'immagine degli occhi di Jody fissa in mente "Sono un idiota !!!" pensò; si alzò e se ne andò al campo, cercando di sfogare la rabbia giocando. Izawa lo seguì; Misaki  lo raggiunse e gli indicò Jody, che stava lontano e correva, con un'espressione omicida sul viso. Izawa indicò Wakabayashi con aria rassegnata e entrambi i ragazzi scossero la testa.

 

"lo odio !!! Lo odio come non ho mai odiato nessuno...." Jody palleggiava con un pallone, durante la pausa degli allenamenti. Misaki e Izawa la fissavano, Sanae aveva un' aria preoccupata. Wakabayashi invece guardava dappertutto tranne che da quella parte. Lei a sua volta cercava di non guardarlo, di non pensare a lui, di non..."Perchè? Perchè gli ho detto quelle cose, stamattina? E perchè non riesco a odiarlo? Perchè...perchè mi ha tradito?" chiese, con le lacrime che la opprimevano. Ma riuscì a controllarle, e si voltò verso Sanae che la chiamava "Jody, i ragazzi cominceranno ad arrivare da stasera, ma penso che quelli che devi ospitare tu arriveranno almeno domani" Jody annuì, anche se non aveva capito una parola. Nella sua mente c'era un solo pensiero. Lui...lui..."No, no, NO !!!!!" urlò silenziosamente. In quel momento, lui le passò di fianco, sussurrando "Sei così testarda, allora?". Lei rimase immobile. Non "Scusa" "Mi dispiace" "Non volevo". Questo. La palla che aveva al piede ricevette un calcio fenomenale, diretta verso il portiere, che solo per un pelo riuscì a girarsi e a bloccarla "Ma sei pazza?" le urlò, guardandola stranito. Ma lei non ascoltava. Le lacrime scendevano, senza che le riuscisse di fermarle, paralizzando il ragazzo, e la sua voce lo sfidò "Ti credi tanto superiore? E allora battimi !!! Para i miei tiri, e che sia finita qui !!!". Rimasero tutti di sasso. Tutti tranne Misaki , Izawa e Sanae, che sapevano che prima o poi sarebbe finita così, tra quei due. I tre si guardarono, e scossero la testa.

 

"Capitano, stiamo per arrivare" disse la graziosa manager dai capelli scuri al numero dieci della Furano, Hikaru Matsuyama. Lui annuì "Questa settimana di allenamenti ci voleva proprio. So già che mi divertirò un sacco....ma non sarebbe stato lo stesso, se tu non fossi venuta" le disse, guardandola con aria dolce. Yoshiko arrossì. Era quasi un anno che era tornata in America, lasciandolo di nuovo. Ci viveva da ormai due anni, a causa del padre. Ma non importava in quel momento. Ora era tornata, proprio quando lui stava per andare a Fujisawa...ma Matsuyama non aveva sentito storie, e l'aveva portata con sè. Ora Yoshiko sorrideva felice al suo capitano, ricordando le giornate passate insieme. Una le tornò in mente, quella in cui aveva conosciuto sua cugina, che le aveva fatto coraggio, dicendole che faceva il tifo per lei....intanto erano arrivati al campo "Guarda Yoshiko, si stanno allenando. Wakabayashi sta parando i rigori...ma chi è quello? Il povero Wakabayashi non ne para nemmeno uno...ma...mi sembra di conoscerlo....autista, grazie, scendiamo qui...." Schizzò fuori dal taxi, seguito da Yoshiko, che, fissando la figura che tirava senza sosta delle cannonate in porta, ebbe un primo oscuro sospetto "Capitano, non è...."

 

"Allora? Dov'è finita la tua sicurezza? Sei già stanco? E tu saresti il grande SGGK? Avanti, para questo !!!" le parole lo colpivano come frecce, quasi come i palloni che si insaccavano senza sosta alle sue spalle, e che, se per caso riusciva ad intercettarli, lo trascinavano con loro in porta. Non faceva in tempo a rialzarsi, che la ragazza aveva già tirato di nuovo. Non ce la faceva più, ma non voleva ammetterlo, non voleva arrendersi a lei....e se questo la faceva calmare...ben venga. Si rialzò a fatica, ma finì di nuovo in porta, colpito in pieno stomaco da una cannonata ad effetto. Il fiato gli uscì di colpo, e finì in rete, accasciandosi poi per terra "Wakabayashi !!! Tutto bene?" urlò Tsubasa , risvegliandosi dal torpore che aveva colpito tutti, allenatore e giocatori. Sanae, che invece era rimasta lucida, conoscendo già la bravura della ragazza, notò un movimento ai bordi del campo. Si trattava di un ragazzo alto e muscoloso, e di una graziosa ragazza bruna che lo seguiva. Lui si avvicinava velocemente, ma si fermò ad aspettare la ragazza. Sanae sorrise, certa di averli riconosciuti. Tirò Misaki per la manica e glieli indicò. Lui sorrise, ma non parlò, per non rompere l'atmosfera che si respirava in campo. Jody forse esagerava, ma era ora che Wakabayashi capisse, pensò. "E allora? Crolli per così poco?" urlò lei, scatenata, tirando ancora. A quel punto una voce ale sue spalle la interruppe "Jody !!!". lei si immobilizzò. Conosceva quella voce. Si voltò lentamente e....

 

"Yoshiko, sbaglio o quella è una ragazza?" chise Matsuyama, stando a bordo del campo e osservando il giocatore che stava dando del filo da torcere a Wakabayashi. Yoshiko sorrise. L'aveva riconosciuta, ma Matsuyama non ancora "Si, capitano" disse, cercando di non ridere. Matsuyama strinse gli occhi, cercando di vederla meglio "Mi pare...di conoscerla...sembra...." ad un tratto gli occhi del ragazzo si spalancarono "Possibile...." sussurrò, voltandosi a guardare Yoshiko. L'espressione di lei gli fece capire che c'aveva azzeccato "Ma pensa te !!!" disse, entrando in campo. Wakabayashi era stato atterrato dall'ultimo tiro, e Matsuyama iniziò a correre. Era divertito, ma deciso a fermare quella furia prima che uccidesse il portiere. Yoshiko, ridendo, lo seguì. Lui si avvicinò, poi smise di correre e camminò lentamente. Quando fu arrivato qualche metro dietro di lei la chiamò. La ragazza si girò, e lo vide. Stupore e gioia si alternarono sul suo volto. Matsuyama sorrise "Ciao piccola" la salutò.

 

"N...non è possibile" pensò Jody, fissando Matsuyama che le si avvicinava "Che ci fa qui?" ma lo sconcerto lasciò posto alla gioia di avere vicino il cugino. "Ciao piccola" le disse, e lei si avvicinò "Hikaru !!!!!!!" urlò, saltandogli al collo. Tutti li fissavano, sconvolti, Misaki e Sanae compresi, questa volta. Ma come faceva a conoscere il capitano della Furano? E che voleva dire quel saluto? E Yoshiko...perchè non faceva una piega? Sanae se lo chiese, fissando la manager che guardava il suo capitano e Jody sorridendo. Lo sconcerto crebbe ancor di più quando Jody saltò al collo di Yoshiko e la ragazza fece lo stesso. Ma che stava succedendo? Intanto, due occhi neri pieni di fuoco li fissavano.

 

"Che centra Matsuyama con lei? Perchè l'ha chiamata piccola? E lei, perchè lo chiama per nome?E ora....ma cosa fa!!!!!!!????? Gli è saltata al collo? ma...come...con Yoshiko li dietro? Cosa, ora salta al collo anche di Yoshiko? Ma che succede?" Wakabayashi si era rialzato e fissava la scena con rabbia, mentre la gelosia malcelata straripava dai suoi occhi. Matsuyama si girò verso di lui, ancora ignaro di tutto, e lo canzonò "Dunque ti fai battere da una ragazza, Wakabayashi?" Wakabayashi lo fissò come se volesse ucciderlo. "Come osi, Matsuyama...." Wakabayashi si avvicinò, gli occhi neri che eruttavano fiamme; il braccio destro si sollevò, pronto ad abbattersi sul volto di Matsuyama. Ma non vi arrivò mai. Una folata di vento li investì, e Jody si mise in mezzo, proteggendo Matsuyama col suo corpo e spalancando le braccia per impedire a Wakabayashi di avanzare, fissandolo con espressione astiosa. "Wakabayashi, smettila !!" urlò, arretrando leggermente e finendo contro Matsuyama. Il portiere la guardò confuso, ma la voce di Matsuyama lo fece imbestialire di nuovo "Del resto io l'ho semre saputo che se c'era qualcuno capace di batterti era lei." "COOOOSAAAAAA???????" fece Wakabayashi, pronto a scattare di nuovo "Hikaru!!!" urlò lei, fissando il cugino arrabbiata. Lui le sorrise "Te l'ho sempre detto, Jody" continuò, rivolgendosi a lei in tono dolce. Lei rimase in silenzio a fissarlo, con occhi confusi, ma il sorriso le tornò presto sulle labbra, nel guardare il viso del cugino. Ovviamente, per chi non sapeva la parentela, questa scena non era poi così innocente...e nemmeno la dolcezza con cui Matsuyama le disse "Sei straordinaria come sempre, piccola". Questo mandò Wakabayashi su tutte le furie. "Matsuyama !!!" Si avvicinò, afferrò Jody e la spinse via; lei, sorpresa e stupita, protestò che le aveva fatto male, ma lui non la sentì quasi. Gli bastava averla allontanata da lui... da Matsuyama. Lo fronteggiò, sputandogli in faccia parole dure "Che c'è, ora non ti basta più la tua ragazza e te ne vuoi trovare un'altra? E non ti preoccupi che la tua manager ti veda?" era un discorso idiota, ma la rabbia che aveva in corpo era tale che non ci pensò. Inoltre, era quello che si chiedevano tutti. "Lascia stare Jody !!!!" sibilò ancora il portiere, ricevendo in cambio da Matsuyama un'occhiata sospettosa di lenta comprensione "E chi ti dice che sia così? Non mi pare ci sia niente di male se la abbraccio o le parlo in modo dolce. Ne ho il diritto. Se ti da fastidio...." gli occhi scuri di Matsuyama ebbero un guizzo, poichè sospettava che fosse proprio così. Wakabayashi si avvicinò ancora a lui, rosso in volto per imbarazzo e rabbia "Io ti ammazzo" sussurrò in tono letale. Matsuyama non fece una piega, lo lasciò avvicinare col sorriso sulle labbra. La mano di Wakabayashi si strinse intorno alla maglietta di Matsuyama "Ah !!" Jody fece per intervenire, forse per calmare Wakabayashi, forse per bloccare Matsuyama, che stava immobile, mentre il pugno di Wakabayashi si sollevava ancora... "NO !!!" Jody si intromise ancora tra i due e urlò, fissando Wakabayashi dritto negli occhi coi suoi due smeraldi azzurri lucenti e rabbiosi "Se fai del male a mio cugino, giuro che non ti parlerò davvero mai più per il resto della mia vita" Ci fu un attimo di sconcerto universale. Tutti trattennero il fiato. Wakabayashi si bloccò. Guardò Matsuyama, che sorrideva; Yoshiko, che faceva lo stesso. Infine Jody, che lo fissò a sua volta con aria spavalda. "Dunque il tuo famoso cugino...era Hikaru Matsuyama" mormorò lui, incredulo. Lei annuì "Ci potevi arrivare anche da solo" disse, poi si allontanò. Era ancora arrabbiata. Ma ora a Wakabayashi questo non importava. Gli bastava sapere che tra lei e Matsuyama non ci fosse nulla. Matsuyama li osservò entrambi, sospettoso (dai, non fare il finto tonto, hai già capito tutto!!!! Mica sei Tsubasa ....NdA, Perchè? NdTsubasa ; Perchè non ci arrivi nemmeno se ti faccio uno schema !!!NdA; Arrivare a cosa? C'è una gara? NdTsubasa . ARRRGHHHH !!!!! NdA), poi sospirò "Il suo solito caratterino...ha trovato proprio la persona adatta con cui scontrarsi, non è vero?" Yoshiko annuì. La scena le aveva ricordato quella di un anno fa sul campo della Furano . Il futuro sembrava interessante.....

 

"Matsuyama !! Come è possibile che Jody sia tua cugina???" chiese Tsubasa  quando i ragazzi si avviarono verso lo spogliatoio. Matsuyama si strinse le spalle "Sua madre era sorella di mio padre. Ecco tutto" rispose "Ma lei non ci ha mai detto niente...." disse Izawa, incuriosito. Matsuyama rise "Scommetto di sapere perchè. Voleva essere accolta per se stessa e non in qualità di mia cugina. Sapeva che mi conoscevate e che eravamo amici. Se si fosse presentata come la cugina di Hikaru Matsuyama, non credete che l'avreste accolta in modo diverso?". Misaki annuì "Quella ragazza è veramente matura" disse. L'amico lo guardò, malizioso "Misaki , anche tu adesso? Ma qui non ce n'è uno che non vada dietro a mia cugina? A parte Tsubasa , naturalmente...." "Che vuoi dire?" chiese Tsubasa  (Oddio, qualcuno chiami un ambulanza, l'autrice ha avuto un attacco di cuore....NdA); risero tutti, ma a rispondere fu Izawa "No, noi la ammiriamo, ma niente di più....tranne qualcuno che prima per poco non ti uccideva per averla abbracciata...." alludette, malizioso, proprio nell'istante in cui Wakabayashi entrava. Il portiere fissò Matsuyama, arrossendo "Mi dispiace" mormorò. Matsuyama lo fissò, ridendo "Beh, almeno so che posso stare tranquillo, sapendo che Jody ha una simile guardia del corpo". Risero tutti, mentre Wakabayashi guardava altrove. "Figurati se vado a fare la guardia del corpo a una come quella !!!" urlò l'altro, diventrando color peperone e alimentando ancor di più la risate dei compagni. Misaki cercò di smuovere la situazione "Certo, certo Wakabayashi, ma Jody è comunque la nostra manager e siccome ha già un sacco di ragazzi che le girano intorno...." un'occhiata di fuoco lo colpì, mentre Matsuyama assumeva un'espressione preoccupata "...è logico che noi, che siamo suoi amici, ci preoccupiamo e la teniamo d'occhio". Si voltò verso Matsuyama "Anche tu, arrivi e la abbracci...va bene che anche lei ti ha abbracciato, ma ammetterai che era strano...." Matsuyama rise e annuì. Izawa chiese "Com'è che Yoshiko non ha fatto una piega? Lo so che non ti assillerebbe mai con queste storie, ma anche lei, vedendo una che ti salta al collo così...." Questa volta fu Matsuyama ad arrossire "Già. Dovete sapere che circa un anno fa...."

La storia del loro incontro veniva raccontata nello spogliatoio maschile, mentre in quello femminile veniva posta la stessa domanda. Patty guardò le altre due manager che andavano d'amore e d'accordo, anche troppo, e chiese "Ma com'è che siete così amiche? Voglio dire, Yoshiko, non hai fatto una piega quando è saltata al collo di Matsuyama, anche se sappiamo tutti che voi..." Yoshiko arrossì, mantre Jody scoppiava a ridere. Guardò la manager della Furano, chiedendo "Scommetto che la scena di prima ti ha ricordato qualcosa, vero?" Yoshiko annuì, sorridendo. Sanae a quel punto non ci capiva più veramente un tubo. Jody tentò di spegarle "Devi sapere che circa un anno fa ero venuta in Giappone per sistemare alcune faccende burocratiche; ero andata a Hokkaido dove avevo abitato fino ai 7 anni, da mio zio e mia zia, e mio cugino Hikaru...." Sanae sussultò "Vuoi dire che hai abitato con Matsuyama da piccola?" Jody la fissò "Secondo te chi mi ha insegnato a giocare a calcio?" domandò, sorridendo. Sanae annuì. Ora si spiegava tutto. La strana sensazione di conoscere il modo di giocare di Jody, le allusioni al cugino che avrebbero trovato al campionato nazionale..."Ora capisco..." sussurrò. Jody continuò "Mi hanno detto che Hikaru era al campo da calcio e sono andata a salutarlo....l'ho visto da lontano, sono entrata di corsa e gli sono saltata al collo. Anche lui mi ha visto e mi ha abbracciato. Mentre mi stringeva tra le braccia, ho visto Yoshiko. Stava dietro di noi, con un'espressione angosciata sul volto. Ho capito subito che succedeva, così mi sono sciolta dall'abbraccio e l'ho fatto voltare. E quello scemo non ha trovato di meglio da fare che arrossire e iniziare a balbettare....." rise, e Yoshiko continuò "Allora ci ha pensato lei. E' venuta da me, si è presentata e ha spiegato chiaramente di essere la cugina del capitano; in un attimo ha risolto tutto." abbracciò l'amica, che le chiese "Ti ricordi anche cosa ti ho detto poi?" Yoshiko arrossì, mentre Sanae si avvicinava, curiosa. Jody abbracciò a sua volta Yoshiko e sussurrò, sorridendo dolcemente "Avevo detto che facevo il tifo per te. E a quanto pare ho fatto bene" Sanae rise. Capiva benissimo cosa intendeva Jody "Almeno lui non pensa SOLO al calcio" continuò Jody, stavolta rivolta a Sanae, che arrossì. Le tre manager scoppiarono a ridere contemporaneamente. Erano già grandi amiche, accomunate da un destino che loro stesso avevano scelto. Quando Jody si voltò per cambiarsi, le altre due si guardarono, poi Yoshiko parlò "E che mi dici di quel portiere che stava per ammazzare il capitano, quando vi ha visto vicini?" Jody si voltò, rossa in volto, ma Sanae non le diede tregua "E' da quando è arrivata che lei e Wakabayashi litigano, ma poi se qualcuno tenta di intromettersi rischia la vita. Per me ci nasconde qualcosa...." Jody urlò, inseguendo le altre due fuori dallo spogliatoio.

Si rincorsero ridendo. La vita era bella. Jody si sentiva bene, così bene come non si era sentita da oltre un anno. Vicino a loro...sarebbe forse riuscita a dimenticare....

"Ehi, noi dove dobbiamo andare?" urlò Matsuyama, guardando le tre che correvano. Jody si bloccò, fissandolo sorpresa. Guardò Sanae, che si battè una mano sulla fronte "E' vero !!!!! Loro sono due dei tuoi ospiti, Jody" esclamò. Gli occhi di Jody si illuminarono "Vuoi dire che vengono da me? Oh, che bello !!!!" Saltò al collo di Matsuyama "Vieni a casa con me cuginetto!!!". Wakabayashi, che era li dietro, mugugnò. Anche sapendo che erano cugini, la scena non gli piaceva affatto. Lei, ancora appesa al collo del cugino, lo fissò con gli occhi azzurri spalancati e gli sorrise, felice. Lui arrossì e voltò gli occhi da un'altra parte. "E ora perchè è arrossito?" si chiese lei (Ma che è, un morbo? NdA). Matsuyama rantolò che lo stava soffocando, così lei lasciò la presa e cominciò a dare ordini. "Bene, allora Hikaru e Yoshiko vengono da me, e anche Sanae. Gli altri due?" chiese poi, guardandosi attorno. Sanae scosse la testa "Arrivano domani, a meno di sorprese....anzi di ALTRE sorprese...." disse, guardando Matsuyama e Yoshiko con aria maliziosa. Il ragazzo si battè una mano sul capo ed esclamò "No, arrivano stasera !!! Se parli di Misugi e la sua manager, Misugi mi ha chiamato e mi ha detto che alle sette sarà all'aeroporto, e alle sette e mezza al massimo sarà qui a Fujisawa. Si farà lasciare in piazza...." Sanae sussultò. Ecco un altro problema. "Ma le sette sono ora....oddiò, come facciamo???" disse, fissando spaventata l'amica, ma Jody sorrise "Allora prepareremo le camere ed andremo a prenderli. E voi..." disse poi, rivolta ai giocatori, che se ne stavano li con aria arrabbiata o delusa "Smettetela con quelle facce. Stasera Yusuke fa una grigliata. I miei zii vogliono che veniate tutti. Su, andiamo". Tsubasa , Misaki , Izawa e Wakabayashi la fissarono esterefatti, poi lanciarono urli di gioia "Ci vediamo alle otto e tre quarti a casa mia. Sapete dov'è" disse la ragazza, iniziando a correre "E questo che vuol dire?" chiese Matsuyama, raggiunendola, seguito da Yoshiko e Sanae. Jody arrossì, poi prese il cellulare e chiamò Yusuke per dargli disposizioni e aggiornarlo sulle novità. Poco dopo una lucente macchina nera accostò vicino a loro, e ne scese lo zio di Jody. "Yusuke mi ha avvertito, e sono passato a prendervi tornando dal lavoro. Buongiorno Matsuyama. E' un piacere rivederti" il ragazzo tese la mano "Anche per me, signore" disse, educato. L'uomo si voltò poi verso le altre due ragazze "Sanae e io ci conosciamo già...e quanto a te" disse, rivolgendosi a Yoshiko, che arrossì "Devi essere la famosa manager della Furano. Jody mi ha parlato di te. Piacere, signorina. Su, salite, vi accompagno io". Prese i borsoni dei due ragazzi, mentre Matsuyama faceva salire Yoshiko e Sanae dietro e Jody saliva davanti. In pochi minuti furono a casa, Jody mostrò loro le camere. Per quanto la casa fosse enorme, nella stanza di Jody c'erano tre letti, oltre al suo. Uno per Sanae, uno per Yoshiko, uno per Yayoi. Sua zia non aveva voluto, in principio, ma Jody l'aveva supplicata, dichiarando che sarebbe stato più divertente, e sua zia si era convinta. Indicò agli ospiti i bagni, poi si buttò sul letto. "Signore e signori, lo spettacolo comincia" disse, rivolta al soffitto. Chiuse gli occhi e attese. La vita era veramente una favola.

 

"Ehiiii !!! Sono le sette e venti passate !!! Se non ci muoviamo, non arriveremo mai in piazza in tempo !!!" Jody urlava rivolta verso le finestre delle camere. Matsuyama si affacciò, urlando in risposta "Ma noi non siamo pronti !! Siamo qui da neanche mezz'ora !!!" Yusuke scese in giardino, fissando la cugina arrabbiata "Se vuoi ti porto in moto" propose, ma l'occhiata che lei gli rivolse avrebbe incenerito un pezzo di ghiaccio. "E secondo te dove le carico due persone più rispettive valigie se vado in moto???" chiese, sarcastica. Lui convenne che era vero. Jody si stufò, si fiondò su per le scale urlandogli "Chiama l'autista, io vado". Lui non fece in tempo ad obbedire, che la ragazza uscì di nuovo, trascinandosi dietro Sanae "Jody, ma io...." cercò di obiettare l'altra, mezza spettinata, ma l'amica non voleva sentire ragioni "Io ti tolgo dai pasticci, ma tu vedi di non crearmene troppi" Sanae si dimenò, crecando di farla ragionare "Ma non mi sono nemmeno asciugata i capelli !!!" urlò, e Jody si fermò. Si voltò, costatando che era vero. "Si, ma che facciamo?" chiese "Ormai sono le sette e mezza !!!" Sanae non sapeva che dire; intervenne Yusuke "Vai tu. Non capisco perchè devi per forza portartela dietro. Muoviti, non puoi fare aspettare troppo quei due poveretti !!!". Jody lo fissò. Lui si preparò alle proteste, ma lei era già schizzata in macchina, che era già partita sgommando.

 

"Misugi, che facciamo?" chiese Yayoi, preoccupata "Sanae aveva detto che ci sarebbero venuti a prendere ma...." Fu interrotta da una macchina nera che entrò sgommando nel viale principale. Si fermò di botto, la portiera si aprì ancora prima che la macchina fosse del tutto ferma e una ragazza bruna scese, avviandosi di corsa verso di loro "E quella chi è? Non è Sanae...." disse Misugi. La ragazza li raggiunse, trafelata. Sorrise "Voi dovete essere Yayoi e Misugi. Piacere, io sono Jody, la nuova manager della Nankatsu" Tese la mano, e Misugi la strinse titubante "Nuova manager? E Sanae?" chise Yayoi, confusa. Jody sorrise di nuovo. "Sta arrivando. Io sono il nuovo acquisto, l'aiuto quando posso...." spiegò. Prese la valigia di Yayoi e si avviò "Andiamo, la macchina ci porta direttamente a casa mia. Siete miei ospiti" annunciò, sempre col sorriso sulle labbra "Ha un sorriso incantevole" pensò Yayoi, che trovava già simpatica la nuova arrivata "Ma non vogliamo disturbare...." disse, titubante. Jody scosse vivacemente il capo "Nessun disturbo, anzi. Ci sono già anche Sanae,  Yoshiko e mio cugino Hikaru....e stasera arriveranno a cena anche gli altri componenti della squadra" Misugi annuì, poi capì quello che aveva detto e la afferrò per un braccio "Sei....la cugina di Hikaru Matsuyama???" Lei si morse il labbro. Ormai l'aveva detto "Si" disse semplicemente, fissandolo negli occhi. Lui la fissò, poi sorrise "Cavolo, e quello non ha mai detto nulla..." esclamò. Jody sorrise, poi salì in macchina vicino ad Yayoi "A te il posto davanti, baronetto" esclamò. Lui rise e salì. La macchina partì, e pochi minuti dopo era già alla villa. I due ragazzi la guardarono sorpresi "Ma è una reggia !!!" esclamò Yayoi, mentre Jody arrossiva "Su, non è poi così grande..." tentò di minimizzare, ma gli altri due non la ascoltavano nemmeno. Scesero dall'auto, e dalla casa cominciarono a venire fuori persone. Sanae uscì di corsa e saltò al collo di Yayoi, mentre Matsuyama andava a salutare Misugi "Yayoi, che bello rivederti !!!" urlò Sanae, mentre anche l'altra l'abbracciava. Jody sorrise, mentre anche Yoshiko arrivava a salutare l'amica. Jody fece strada e guidò i due ragazzi nelle camere. Misugi dormiva con Matsuyama, mentre Yayoi si sistemò nella stanza di Jody insieme alle altre tre. Sistemò la sua roba chiaccherando con Jody "Dunque il club delle manager gentili, sorridenti e remissive ha un membrò in più" disse ridendo. Jody fece una faccia sorpresa, non capendo cosa intendesse, ma Sanae entrò in quel momento ed esclamò "Remissiva lei??? Ma nemmeno per sogno !! Devi vedere come tratta Wakabayashi". Scoppiò a ridere, seguita da Yoshiko, mentre Yayoi la fissava con fare curioso "Wakabayashi?" chiese. Jody arrossì, canzonata dalle altre tre, allora prese il cuscino e lo gettò in faccia a Sanae. La battaglia che si scatenò richiamò i due ragazzi, anche se la loro camera non era proprio vicina, e Yusuke, che rimase sulla porta con espressione sarcastica del tipo "Lo sapevo". Quando la situazione si fu calmata le quattro, ormai amiche per la pelle, si chiusero in camera e si prepararono per la sera. Le loro urla e risa rimbombavano per la casa, ma erano urla felici che scaldarono i cuori di tutti gli abitanti, tanto che nessuno osò lamentarsene.

 

"Uffa, che caldo !!" esclamò Jody, scendendo in giardino dopo essersi preparata. Le altre tre stavano ancora in camera, ma lei non ce la faceva più. Si avviò verso l'angolo del giardino in cui Yusuke e suo zio, aiutati da un emozionatissimo Hideaki, che si era improvvisamente ritrovato in casa due miti come Hikaru Matsuyama e Jun Misugi. Mentre passava per il vialetto, sentì un rumore di passi e si voltò. Wakabayashi veniva verso di lei, lentamente, godendosi la brezza leggera che stava rinfrescando la serata. Lei si fermò a guardarlo, un po' stupita. Erano appena le otto e dieci "Cosa ci fai già qui?" chiese, fissandolo leggermente imbarazzata. La scena di quel pomeriggio l'aveva leggermente scossa, e non si era ancora ripresa. "Non c'era nessuno a casa, così ho fatto una doccia e sono venuto qui" rispose lui, noncurante, facendola indispettire "Ti piace così tanto casa mia?" chiese, leggermente alterata, ma lui si limitò a sorridere "Suvvia, perchè te la prendi? Oggi hai addirittura due cugini che possono proteggerti da me..." il sorriso che accompagnava queste parole era molto furbo, ma lei non si lasciò incantare "A parte che so proteggermi da sola....ma tu non saresti mai capace di fare qualcosa a una ragazza" disse. Il portiere la fissò, sospettoso, socchiudendo gli occhi "Che vuoi dire?" chiese, sussurrando. Lei si stava godendo il venticello del giardino, facendo qualche piroetta che le scompigliava leggermente i capelli "Intando dire che tu le ragazze non le vedi nemmeno, altrimenti avresti capito che...." si fermò, fissandolo con aria furba. Lui scosse il capo, ancora più confuso di prima "No, scusa, ti vuoi spiegare? Cosa vuol dire che io non vedo le ragazze? E di che dovrei accorgermi?". Lei si bloccò, mentre i suoi occhi assumevano un aria scocciata "A volte sei peggio di Tsubasa ...." lui cominciò a capire qualcosa "Cioè vuoi dire che tu...che io....che...." le parole si attorcigliarono tra loro, mentre il volto del ragazzo si coloriva sempre di più; ma Jody sapeva come giocare le sue carte. Assunse un'espressione di innocenza completa e pura, spalancò gli occhi e, avvicinatasi, sussurrò "Non lo saprai mai !!!" correndo poi via. Wakabayashi rimase immobile in mezzo al viale, schoccato come non era mai stato in vita sua "Piccola peste" mormorò, ma sorrideva....almeno fino a quando una mano non gli battè un colpetto leggero sulla spalla. Si girò e vide dietro di sè Matsuyama e Yusuke con un'espressione maliziosa e furba sul volto. Anche Misugi era con loro e sorrideva. "E bravo il nostro Wakabayashi. Si è trovato un bel tornado in versione femminile....certo che se volevi una più cocciuta di te ci sei riuscito...." esclamò Matsuyama, mentre Yusuke annuiva sollennemente "Credici, noi siamo suoi cugini e lo sappiamo" sentenziò. A quel punto il povero Wakabayashi era di tutti i colori possibili "Voi...avete visto...tutto???" rantolò, ansimando, e i tre annuirono in perfetto sincronismo. Lui non trovò altro da fare che calare i berretto sugli occhi (Che noia. Quando non sa come sfuggire a una situazione usa il berretto. NdA) e voltarsi "Non...non è come..." "Si, certo " esclamarono tutti tre con aria canzonatoria. Matsuyama si avvicinò e gli posò una mano sulla spoalla, dicendogli "Auguri amico...spero tu ne esca vivo" e così se ne andarono, lasciando Wakabayashi a riflettere sull'universo, sul caos...che sembrava essersi accanito proprio sulla sua vita, proprio nel momento in cui arrivavano Tsubasa , Misaki e  Izawa e Tsubasa  gli urlava "Ehi, Wakabayashi, sembri un po' strano....cosa ti succede? E com'è che sei già qui?" (Tanto per cambiare non ha capito nulla.....NdA). 

 

Ora, se dobbiamo stare ad analizzare tutta la settimana in cui Matsuyama e Misugi con le rispettive manager vissero a casa di Jody non finiremmo più. ( sono tutte balle ! Sei tu che non hai voglia di lavorare !!!NdPubblico Inbestialito; Ehm....NdA) Fu una settimana in cui si pensò molto al divertimento e poco allo studio, piena di risate, allenamenti, corse lungo il fiume, battibecchi (Indovinate tra chi?NdA) e scene imbarazzanti (tutto merito di Tsubasa ....Ehi ! NdTsubasa . Tu sta buono che è vero ! NdA); ma tutte le cose belle hanno una fine (che poetica...sigh sigh....ehm...ok, come non detto....NdA) e così arrivò il giorno in cui la lucente auto dello zio di Jody riportò i quattro ragazzi al'aeroporto. Jody salutò il cugino, Misugi, Yayoi e Yoshiko (Che erano ormai sue amiche per la vita....NdA) con la promessa che durante il ritiro estivo in vista del campionati nazionali sarebbero stati ancora suoi ospiti. L'abbraccio più lungo fu riservato al cugino, e Wakabayashi, che era li dietro (Non si sa bene che centri, ma comunque...NdA), ebbe un moto di rabbia. Ma Matsuyama, che se lo aspettava, si avvicinò poi a lui e Yusuke e sussurrò, con sguardo furbo "Mi raccomando, ve l'affido...soprattutto a te, Wakabayashi" "E perchè proprio io...." cercò di obiettare quello, ma Yusuke lo prevenne "Per il semplice fatto che a me non da retta, invece tu litigandoci riesci almeno ad ottenere qualcosa". Il ragazzo arrossì e abbassò lo sguardo, mentre Matsuyama si allonatanava ridendo, ripetendo "Mi raccomando Wakabayashi!!. "Jody si avvicinò "Che intendeva?" chiese, ignara (Tsubasa  è contagioso, ormai è evidente....NdA) e Wakabayashi cercò di spiegare...."Eh...ecco...di..." ma non finì la frase, salvato da Yusuke che trascinò via Jody con un pretesto, strizzando l'occhio in direzione del portiere. Wakabayashi sorrise "Forse quel tipo non è poi così antipatico...." pensò.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo sei: Quando il destino è più forte.... ***


Capitolo 6: Quando il destino è più forte

Capitolo 6: Quando il destino è più forte....

 

 

 

Era ormai primavera inoltrata, i profumi dell'estate si facevano già sentire e...era periodo di esami (NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NdTutti i personaggi. Uhm, che autrice perfida !!!! NdPubblico dubbioso). Gli allenamenti (Oddio, sembra che non facciano altro nella vita questi. NdA) erano interrotti da sedute di studio sempre più frequenti, sempre a casa di Jody. La ragazza,che era un vero piccolo genio, era ben felice di poter aiutare i suoi compagni, e intanto dava una mano come manager del club e seguiva gli allenamenti di ginnastica artistica, preparandosi per le olimpiadi, che si sarebbero tenute in contemporanea dei mondiali di calcio (E anche nello stesso posto, sennò la storia si complica troppo Nd_Autrice_lavativa). Inoltre era sempre disponibile ad aiutare gli altri club, così aveva partecipato allo spettacolo del club di ballo, alla dimostrazione di quello di tiro con l'arco, inoltre frequentava una volta alla settimana il club di kendo, ed era bravissima, così come quello di arti marziali, e anche qui se la cavava bene, faceva le gare col club di atletica, arrivando sempre ai primi posti e se poteva ogni tanto andava anche al club di basket (Ma che è un mostro? E quando ha tempo di vivere? Nd Tutti). Sanae l'ammirava per tanta vitalità, così come tutti gli altri. Ormai lei e Jody erano grandi amiche, e lo stesso valeva per Misaki, Izawa, Tsubasa e Wakabayashi. Ma nessuno, tranne Sanae, si era accorto che c'era un solo sport che Jody non voleva praticare, che non nominava nemmeno. La pallavolo. Quando Sanae una volta aveva cercato di convincerla a giocare con la loro classe, Jody era sbiancata e cercando scuse impossibili era scappata, lasciando Sanae sconvolta, poichè quell'atteggiamento non si confaceva per nulla con la Jody che conosceva. Anche Wakabayashi aveva per caso assistito alla scena,e  quando Sanae aveva detto "Pallavolo" aveva visto qualcosa di tremendo negli occhi di Jody. Paura. Tanta tremenda paura che era sbucata dal nulla solo a sentire quel nome. Il ragazzo aveva cercato di bloccarla per farsi spiegare, ma lei era scappata. Ci aveva pensato molto, da quel giorno, anche se Jody era tornata quella di sempre. Una volta l'aveva portata nella palestra, al campo da pallavolo, e lei....si era trattenuta, sorridendo, ma i suoi occhi avevano assunto quell'espressione disperata che lui aveva già visto nella terrazza di casa sua, quel giorno in cui aveva scoperto che c'era qualcosa nel suo passato che la distruggeva...aveva subito fatto due più due. Ciò che la tormentava aveva a che fare con la pallavolo, che doveva essere un sport che lei amava o odiava...amava, probabilmente, almeno a giudicare dal discorso che aveva fatto quel famoso giorno....

 

 

"Non puoi fare uno sport solo per non pensare ! Lo sport non può essere solo quello. Devi amarlo, adorarlo, essere pronta a rinunciare a tutto per lui. Non può essere solo un ripiego" urlò Wakabayashi. Lo sfogò la colpì in pieno. Era vero, era verissimo. Anche lei aveva provato quello che lui stava dicendo ma...."E invece può !" urlò, trovando finalmente la forza di guardarlo "La ginnastica artistica per me non può essere altro. Non potrà mai essere come...."

 

...si, ora era tutto più chiaro. La chiave del dilemma era la pallavolo....e quelle ragazze della foto, pensò, visto che la crisi era iniziata proprio da li. Non ci voleva molto a capire che dovevano essere la sua squadra, ma...che era successo? Wakabayashi scosse il capo, guardando la ragazza che lavorava sorridendo. "Aspetterò che sia lei a dirmelo, quando vorrà" decise, e se ne andò. Lei si voltò a guardarlo. Sapeva che lui aveva capito qualcosa, ma non le faceva domande, e lei gli era molto grata per questo. Lo fissò con aria dolce, pensando "Un giorno, forse, ti dirò tutto..."

Ma il destino, a volte, è terribile (E in questa fanfic sembra proprio essere maledetto...in realtà è tutta colpa dell'autrice !!! NdPersonaggi. Ehm....NdA) e non guarda in faccia nessuno. E così, proprio mentre i due vivevano in pace, fiduciosi l'uno dell'altro, un piccolo uragano biondo dagli occhi nerissimi arrivava in Giappone, pronto a sconvolgere la loro vita un'altra volta...e questa volta per sempre.

 

"Dunque, questo è il Giappone" pensò Allenby, guardandosi attorno. La città in cui l'avevano mandata era piccola e carina, piena di verde e di vita. La macchina che l'aveva accompagnata l'aveva lasciata in prossimità della scuola, e lei si avviò in quella direzione, trascinandosi dietro la valigia. La sua espressione era dura, quasi triste "Kay, Alex, Aly....perchè ho dovuto lasciarvi?" pensò, ricordando le sue amiche. Poi un altro pensiero, ancora più doloroso, le si affacciò alla mente. Vide due belle ragazze quasi uguali, una mora con gli occhi azzurri, l'altra più bionda e con gli occhi verdi "Se ci fosse stato il capitano, questo non sarebbe successo" mormorò, trattenendosi dal piangere "Se Jody fosse stata li...se Angel non fosse morta...ma che ci faccio io qui?" si chiese, entrando nella scuola. Il preside le venne incontro "Lei dev'essere la signorina Allenby Farwell, la nuova studentessa tedesca. Molto piacere, sono il preside. Spero si troverà bene qui. E' difficile che accettiamo uno studente ormai a metà anno, ma d'altronte lei ha effettuato un ottimo test di valutazione. L'abbiamo inserita nella prima classe superiore, anche se ha solo 15 anni da poco compiuti. Ormai l'anno è quasi alla sua metà, e presto sarete in seconda. Visti i suoi voti, so che si troverà benissimo. Certo che le scuole tedesche devono essere ottime" esclamò. Allenby scrollò le spalle "Non più di tanto. Perchè?" chiese, annoiata. Il preside sorrise "Abbiamo appena avuto i risultati dei test di valutazione di fine anno. Il punteggio più alto l'ha ottenuto una studentessa che si è trasferita pochi mesi fa, e anche lei dalla Germania" disse. Questo risvegliò la curiosità di Allenby "Davvero?" chiese, ma fu distratta da un movimento fuori dalla finestra. Nel campo li vicino, i ragazzi del club di calcio si stavano allenando. Li in mezzo si vedevano due ragazze, una coi capelli neri, l'altra dai capelli castani e i tratti europei (Cavoli, che vista ottima che ha !!! NdTutti) "Chi è quella?" chiese al preside. Lui guardò il campo, poi sorrise "E' la ragazza di cui le parlavo. E' membro del club di ginnastica artistica, è la seconda manager del club di calcio e aiuta e partecipa alle attività di moltri altri club. Inoltre è bravissima nello studio. Ma a quanto ho letto dalle sue schede, anche lei sembra non essere da meno..." Ma Allenby non lo ascoltava più. Fissava la ragazza, come se vedesse un fantasma...per certi versi, poteva anche essere vero (Ma come???? NdTutti E un po' di pazienza !!! Lo capirete. NdA) "Come si chiama?" chiese con un filo di voce. Possibile che.... "Jody Harper" sentì rispondere. No, il cognome non era quello. Però...era così simile...e la descrizione delle sue capacità..."Possibile che sia tu?...." sussurrò Allenby, sentendosi svenire. Poi si riprese. Avrebbe aspettato un po', e se era come credeva...beh, c'era un modo per confermare i suoi sospetti. Un modo infallibile. Si voltò verso il preside "A proposito di club sportivi, io vorrei praticare la pallavolo. Posso parlare col capitano del club?" chiese gentilmente. Il preside annuì, contento, e fece chiamare la ragazza. Allenby, in realtà, non aveva nessuna voglia di gicare con delle sconosciute giapponesi, ma le serviva come copertura. Poi, se le cose stavano come pensava...."Possibile che ti abbia ritrovata?" si chiese. Alle sue spalle una voce la chiamò. Era la capitana del club di pallavolo. La ragazza alta e bruna la squadrò, per poi ammettere "Beh, mi sembri abbastanza agile, anche se un po' bassa. Quale ruolo ricopri, di solito?" Allenby sorrise. Meglio non esporsi troppo, per ora "Io...non è che sia bravissima, ma...beh...so alzare bene...." disse, fingedosi timida. Il capitano, che era un tipo molto gentile, la prese per un braccio e le fece strada "Beh, direi che potresti essere meglio di quello che credi. Fammi un po' vedere" la condusse in palestra. Allenby fece un ottima figura, naturalmente, anche se non aveva giocato nemmeno ad un terzo delle sue possibilità. Il club era buono, ma nulla di eccezionale....a parte quella ragazza, Sanae, che non era nemmeno un membro regolare, era la manager del club di calcio e giocava solo una volta ogni tanto. E sì che era così brava....nel guardarla, Allenby ebbe un flash. Era lei quella ragazza che rideva con Jody prima!!! Era la manager principale, mentre Jody era il suo aiuto. Questo voleva dire che le due dovevano essere amiche.....sorrise lentamente. Le cose si mettevano bene. Poteva sfruttare questo fatto. E se era come credeva....

 

"Sanae, ma dov'eri finita, scusa? Ti cercavano tutti..." le chiese Jody; la ragazza sorrise "Ero al club di pallavolo. Hanno appena accolto un nuovo membro, una ragazzina bionda dall'aria seria; è veramente brava" disse, entusiasta. La pallavolo le piaceva molto, e le dispiaceva che Jody non condividesse questa sua passione. (Le cose non stavano affatto così, ma Sanae non poteva saperlo. NdA) Jody fece un sorriso appena accennato e disse "Ah, davvero? Beh, vieni, ci stanno aspettando" in tono tremulo, allontanandosi poi verso il campo da calcio, seguita dallo sguardo preoccupato di Sanae. Ma che succedeva alla sua amica?

 

Era mattina presto e Jody camminava verso scuola. Era il giorno in cui sarebbero usciti i risultati degli esami. Sapeva che erano andati bene, non era per nulla preoccupata. La sua attenzione era rivolta altrove. Quella notte aveva fatto un brutto sogno, in cui una figura sfocata, che non riusciva a roconoscere ma che sapeva di conoscere, la fissava dicendo "E' ora di smettere di fuggire". Accanto a lei una nuova figura si avvicinava, ripetendo "L'angelo della luce deve tornare a splendere...." mentre la guardava negli occhi, e in lei Jody aveva visto se stessa, anche se con gli occhi verdi....si era svegliata trattenendo a stento un urlo, sudata e sconvolta. Aveva faticato molto a riaddormentarsi.

Il sogno poteva avere moltissime spiegazioni, ma lei non ci voleva nemmeno pensare. Camminava veloce, cercando di scacciarlo dalla sua testa, quando una voce richiamò la sua attenzione. Fermatasi, vide Wakabayashi che correva verso di lei "Ehi, manager, come va? Mi sembri preoccupata" disse in tono ironico. Lei scosse il capo e sorrise "No, tutto ok, è solo che ho fatto un brutto sogno" rispose. Lui la guardò, preoccupato "Sei sicura che vada tutto bene?" chiese, ma lei si limitò ad annuire "Su, oggi escono i risultati degli esami, vediamo di sbrigarci !!!" esclamò, partendo di corsa. Lui fece fatica a starle dietro, era veramente veloce, e arrivò a scuola con un netto distacco, fermandosi poi ad aspettarlo al cancello. Entrarono ridendo, avviandosi verso la classe. Depositate borse e libri, si diressero verso la folla di studenti che attorniava il cartellone con i risultati. Si fecero largo tra gli studenti e cercarono i loro nomi. Naturalmente, Jody era arrivata prima in tutta la scuola, con un punteggio altissimo. "Ecco a voi la signorina Genio" la prese in giro Wakabayashi, che era nono, mentre gli altri erano: Sanae era quarta, Misaki terzo, Izawa sesto e Tsubasa ottavo.  Lei gli diede un pugno scherzoso dicendo "Piantala di dire sciocchezze !!!" Le era ritornato completamente il buon umore, e lui ne fu felice. Ridendo, si allontanarono per tornare in classe, dove vennero sommersi dagli amici che si accanirono su Jody "Ehi, genio, ecco qui la migliore dell'istituto !!!" "Ah, Ishizaki, piantala !!!!!! Ancora questa storia?". Lei rideva circondata dagli amici, e non si accorse di una ragazza bionda dagli occhi neri che la fissava con aria pensosa....

 

"Silenzio ragazzi, cominciamo la lezione. Prima di tutto devo complimentarmi con alcuni di voi per i risultati degli esami." disse il professore con aria furba "Soprattutto con quel gruppetto la in fondo. A parte la signorina Nakazawa e Misaki, il vostro profitto è migliorato tantissimo. Si vede che la vicinanza della signorina Harper è molto benefica. Complimenti anche a lei, naturalmente. E' un piacere vedere giovani tanto dotati. E a questo proposito...." si voltò verso la porta come se aspettasse qualcuno "E' arrivata una nuova studentessa. Lo so, è strano che qualcuno si trasferisca ad metà anno ormai terminata, o quasi, ma questa signorina ha conseguito voti ottimi nella sua scuola in Germania, tanto che non abbiamo avuto obiezioni al suo trasferimento, ma ne siamo stati addirittura felici. Ha due anni meno di voi, ma il suo livello è molto alto, direi quasi pari al suo, signorina Harper. Si vede che in Germania ci sono molti elementi del genere, non è vero?" Jody annuì, ma dentro si se cominciò a divenire ansiosa "Anche in Germania, anche nelle scuole più difficili non è facile trovare elementi così dotati...." pensò, in preda a un'oscura sensazione. Il professore sorrise e guardò verso la porta "Entra pure" disse. La porta si aprì, e una ragazzina minuta dai capelli biondi lunghi oltre le spalle e due occhi nerissimi entrò. Ci fu un sospiro di stupore generale, la ragazza sembrava allo stesso tempo piccola eppure straodinariamente matura. Lei li fissava con espressione dubbiosa, poi i suoi occhi si focalizzarono su Jody, e divennero due fessure nerissime. Anche Jody stava fissando la ragazza, ma la sua espressione era molto diversa: era di pura incredulità. Wakabayashi si sporse verso di lei, con gli occhi fissi sulla nuova nuova arrivata "Ehi, Jody, ma sta fissando te o sbaglio?" solo allora si rivolse verso di lei, e notò l'espressione del suo viso "Che hai? Cosa ti succede? Jody, sei pallida !!!" le parole di lui non riuscivano a scuoterla, anche Sanae la chiamava, ma lei non sentiva più nulla. Vedeva solo quella ragazza "...nby" mormorò. "Cosa?" chiese Wakabayashi, preoccupato "Allenby" ripetè, ma non in modo udibile. Le due ragazze si fissavano, il mondo intorno a loro era come scomparso. Nella mente di entrambe c'era posto per un unico pensiero "Possibile che sia proprio TU?"

"Bene, ragazzi. Questa è la vostra nuova compagna, si chiama Allenby Farwell. E' apena arrivata dalla Germania. Spero che l'aiuterete ad ambientarsi. Puoi sederti...." si sporse per guardare i posti liberi "Ecco, li dietro a Nakazawa, vicino a Izawa". Jody sussultò. Proprio così vicino a lei....ma quella...era davvero Allenby? "No, ragiona" si disse, cercando di calmarsi "Il cognome non è quello...vabbè che nemmeno il mio è lo stesso che avevo in Germania....e Allenby è un nome non così raro, dopotutto....ma....le somiglia così tanto...." i suoi occhi esprimevano tutto lo smarrimento. Quelli neri di Allenby, invece, erano fissi nei suoi, sicuri e determinati. I suoi pensieri erano come l'eco di quelli di Jody "Sei davvero tu? Il cognome non è quello, ed è passato un anno, ma....quegli occhi....quel volto...." il posto che le era stato assegnato era vicino alla ragazza dai capelli scuri, così Allenby si avviò senza staccare per un secondo gli occhi da Jody, quasi avesse paura che la ragazza sparisse. Anche Jody la fissava, con timore, quasi avesse paura che la bionda potesse farle qualcosa. Il mondo al di fuori di loro due non esisteva, almeno apparentemente, tanto erano prese l'una dall'altra. La ragazzina bionda si sedette, continuando a guardare l'altra, mentre Jody voltò lo sguardo di scatto, come scottata dal fuoco di quegli occhi neri; Izawa, Misaki, Sanae e Wakabayashi le fissavano, chiedendosi che cavolo stesse succedendo. Ma Jody stava in silenzio, fisssando il vuoto, mentre l'altra, da dietro Sanae, la fissava ancora. E Wakabayashi ebbe la sensazione che qualcosa di brutto stesse per succedere.

 

La campanella aveva segnato la fine della lezione da appena quattro secondi, e Jody era già in corridoio che si allontanava il più possibile dalla classe...e da lei...

Sanae l'aveva seguita, decisa a non chiedere nulla ma a starle solo vicino. Wakabayashi invece era rimasto in classe e fissava con occhi socchiusi la nuova arrivata. Allenby, dal canto suo, aveva fissato Jody che usciva poi, sentendo un sguardo su di se, si era voltata ed aveva incontrato gli occhi del portiere, neri e freddi almeno quanto i suoi. Non si scambiarono una parola, ma lei rimase colpita dalla durezza dello sguardo di lui. "Semba che ce l'abbia con me...." pensò lei, incuriosita, chiedendosene il motivo. Il ragazzo uscì, passandole affianco e sussurrando "Attenta a ciò che fai". Lei rimase in silenzio, ritta in piedi, pensando. Forse....no, non era possibile....eppure....Decise di lasciar perdere per il momento, e si avviò in palestra, senza degnare di uno sguardo gli altri tre (Anche Tsubasa, anche se non ha ben capito. NdA) ragazzi che la fissavano preoccupati. Mentre percorreva il corridoio, però, pensò ancopra alla ragazza bruna e prese una decisione dolorosa, eppure necessaria. Ora, più che mai, aveva bisogno di essere certa.

 

Sanae e Jody camminavano in giardino, chiaccherando. Apparentemente non era cambiato nulla, Jody sorrideva e scherzava, e si comportava come se l'arrivo della bionda tedesca non l'avesse toccata più di tanto. Ma all'amica era chiaro che non era così. Stavano parlando del fatto che Sanae giocasse occasionalmente a pallavolo "Sei davvero brava, il capitano del club lo dice sempre, e dice anche che ti vorrebbe tanto in squadra..." Jody parlava sorridendo, mentre Sanae, arrossendo, rispose "Lo sai bene che non lascerei mai il club di calcio...." "Fedele fino all'ultimo, eh? Se solo Tsubasa sapesse..." "JODY !!!" urlò Sanae, paonazza. In quel  momento si avvicnò l'allenatore, dicendo "Jody, c'è da portare questi moduli all'allenatrice del club di pallavolo, puoi andare tu? Sanae, c'è il responsabile della federazione calcio per l'iscrizione dei giocatori alle nazionali. Vai tu, sai già che fare ". Sanae sussultò, guardando Jody. Portare i moduli al club voleva dire entrare nella palestra, dove probabilmente ci sarebbe stata quella strana ragazza...."Si, vado....Jody, ti raggiungo subito" disse, maledicendosi per non poterla aiutare; Jody ebbe un vuoto dentro, ma annuì. Doveva far finta di nulla, fingere che andasse tutto bene. Prese i moduli e si avviò, cercando di sbrigarsi. In pochi minuti fu davanti alla palestra, che non era molto distante dal campo da calcio. Inspirò profondamente per farsi forza, poi si buttò.

Entrò titubante, cercando di non farsi notare, e consegnò i moduli al capitano, aspettando poi che li compilasse. Intanto, Allenby, che si stava allenando, la vide, e un'idea prese forma nella sua mente "Capitano, posso provare a schiacciare?" chiese, rivolta alla ragazza che stava vicino a Jody. Questa annuì, osservando poi "Ma non abbiamo ricevitori, al momento, sono fuori a correre. Provi a schiacciare a vuoto?" Allenby finse di pensarci, poi come per caso posò gli occhi su Jody "Potresti fare tu da ricevitrice? Dal tuo fisico mi sembra che te la cavi. Che ne dici?" Il capitano del club si voltò verso di lei, speranzosa. Jody non aveva mai voluto giocare, adducendo come scusa il fatto di non essere capace, ma lei non ci credeva, non del tutto almeno. Jody invece fissava angosciata Allenby, conscia di essere stata presa in trappola. Scosse il capo, scusandosi "Io...io non so giocare...ti ostacolerei solo...." tentò di dire, balbettando, ma Allenby replicò "Ma io non schiaccio forte. Vedrai che non avrai problemi. Ti prego !!!" la fissava in modo così appassionato che Jody ebbe la certezza che QUELLA fosse Allenby e che l'avesse riconosciuta. Poi però il suo cervello rifiutò quest'opportunità. Le altre componenti della squadra aspettavano ancora una sua risposta, e lei capì che non poteva rifiutare. Sarebbe apparso troppo starno. "Va...va bene" disse, portandosi al centro del campo "Ma guarda che non credo di riuscire a prenderla" dichiarò poi. Allenby si limitò a fissarla "Sei brava a recitare" pensò, mentre Jody si diceva "Devo sbagliare a prenderla...devo fare una figuraccia...DEVO !!!".  La ragazza bionda si preparò per la schiacciata, mentre l'alzatrice andava al suo posto. Jody si mise in posizione. Tutti trattennero il fiato, presi dalla sfida. Eppure su quel campo avveniva ben di più di quanto potessero immaginare.

 

"Accidenti, quanto ci mette questo....ma se basta ricopiare i nomi ! E Jody è la da sola, e non esce ancora....oddio, che posso fare?" Sanae si mangiava le unghie per la preoccupazione, guardando fuori disperata, quando all'improvviso vide Wakabayashi. Urlato un veloce "Mi scusi torno subito" al'impiegato della federazione, che non riuscì nemmeno a replicare, lei si catapultò fuori e aggredì (Letteralmente. NdA) il ragazzo. Lui la fissò un po' stupito "Che hai Sanae? Sei impazzita?" chiese, infastidito. Lei cominciò a parlare a raffica, senza ascoltarlo neppure "Wakabayashi, Jody è andata al club di pallavolo a portare i moduli, e non è ancora tornata! Va a vedere che succede !!!! Ti Prego!!! TipregoTipregoTipregoTipregoTipregoTiprego !!!" lui se la scrollò di dosso, seccato "Guarda che Jody se la sa cavare da sola, non ha bisogno di un Cerbero che la sorvegli ogni secondo. Che vuoi che le succeda al club di pallavolo?" disse, ironico, allontanandosi. Ma Sanae non cedette e lo afferrò di nuovo per un braccio. Lui si voltò arrabbiato, ma lei non se ne accorse neppure. Un solo pensiero occupava la sua mente "Wakabayashi, ma sei stupido? Nel club di pallavolo c'è quella ragazza tedesca, la nuova arrivata, e Jody è li con lei !!!" queste parole bloccarono la secca sfuriata del portiere, che spalancò gli occhi "Cosa? E solo adesso me lo dici???" urlò, cominciando a correre già a metà frase verso la palestra. Sanae lo fissò allontanarsi, poi tornò dentro, più tranquilla.

 

Wakabayashi arrivò di corsa alla palestra ed entrò come una furia, incurante del fatto che potessero esserci gli allenamenti in corso. Stava per urlare il nome della ragazza, ma la scena che vide gli bloccò la lingua. Jody stava al centro del campo alla sua sinistra, mentre alla sua destra c'era la ragazzina bionda che si preparava a schiacciare. Era arrivato tardi, si disse, anche se non sapeva per cosa. La tensione all'interno era alle stelle. La ragazza biona partì di corsa, l'alzatrice le passò il pallone e lei si levò in aria come un angelo,  muovendo il braccio in modo perfetto, tale da mandare la palla nel campo avversario con una forza inaudita; Jody stava ferma, mentre il pallone le roteava addosso. All'improvviso esso fece una curva, dirigendosi verso il volto della ragazza. Lei rimaneva ancora immobile, fissando la palla, aspettando quasi che facesse qualcos'altro. E infatti essa cominciò a roteare a spirale, sempre più forte e più veloce. Tutti ebbero un sussultò. Un tiro ad effetto !!! Jody stava per prenderlo in piena faccia !!! Wakabayashi si lanciò in avanti, deciso ad intercettarlo (Cavolo, è un portiere per qualcosa !!! NdA) ma si bloccò. Jody aveva mosso le braccia in modo improvviso e tuttavia armonicao dandovi un'angolazione che intercettò in pieno l'effetto del pallone, rispedendolo in aria. Il pallone roteò e ricadde, ma nessuno se ne curò. Tutti gli occhi erano puntati sulle due ragazze. Allenby, che stava sempre in difesa e affermava di non saper giocare bene, aveva eseguito una splendida schiacciata ad effetto...una schiacciata che nemmeno un professionista riusciva a prendere facilmente, figuriamoci un principiante....eppure Jody l'aveva respinta senza difficoltà. Com'era possibile? Questa domanda aleggiava nelle menti di tutti, eppure nessuno aveva il coraggio di porla. Il silenzio era tangibile, anche Wakabayashi le fissava ammutolito, incredulo di ciò che aveva appena visto. Le due ragazze non si rendevano però conto degli sguardi fissi su di loro. Non avevano occhi che l'una per l'altra. Si fissarono in silenzio per qualche minuto, uno sguardo di riconoscimento e di ammissione, poi Allenby ruppe l'incanto che si era creato, dicendo "Lo sapevo. E' un piacere rivederti, capitano". L'altra non emise che un rauco sussurro "Allenby...." La biondina se ne andò, incurante dei mormorii che la sua frase aveva suscitato e delle compagne di squadra che la seguirono chiedendole perchè non avesse mai detto che sapeva giocare così. Nemmeno Jody sentiva i mormorii. Era rimasta in silenzio, finchè le parole de Allenby non l'avevano fulminata. Dopo che la ragazza era uscita, era rimasta al centro del campo, sconvolta, rendendosi conto che, benchè avesse deciso di fingere, il suo corpo aveva reagito da solo, riconoscendo la schiacciata di Allenby. Quella schiacciata fenomenale che solo cinque, no, ormai solo quattro persone al mondo sapevano fermare.... Cadde sulle ginocchia, fissando disperata il vuoto. "No...oh no...no..." ripeteva, incosciente. I suoi occhi esprimevano solo angoscia. Wakabayashi si accorse del suo stato, e corse da lei "Jody, fatti forza!!! Tutto bene?" non ebbe il coraggio di chiedere nulla, sapeva che quella scena aveva un significato nascosto, che a lui era sfuggito, e che era quello che aveva gettato Jody in quello stato. La scosse ancora per le spalle, chiamandola per nome più volte, finchè lei non si rese conto che lui era li, lo fissò stupita, annuì e si fece aiutare ad alzarsi. Lui la sorresse, poichè sembrava che le gambe di lei avessero perso completamente la forza, e si avviarono verso l'uscita, ove notarono Sanae, appoggiata allo stipite della porta, che li fissava preoccupata. Dietro di lei stava Misaki. Dalla loro espressione, dovevano aver visto tutta la scena. Jody sorrise debolmente, mentre tutti la circondavano chiedendole perchè aveva detto di non saper giocare quando invece era così brava. Ci pensò Wakabayashi ad allontanare gli scocciatori, mentre Sanae e Misaki la scortarono fuori, accompagnandola alla sede del club di calcio.  Una volta li, la fecero sedere, e pian piano Jody si riscosse; alzò lentamente il capo  e disse "Grazie, siete molto gentili a preoccuparvi così, ma sto bene...non c'è bisogno che vi proccupiate...ora non mi sento molto bene, è vero, ma non è nulla...se non vi dispiace, vado a casa....ci vediamo" detto ciò partì di corsa, uscì dal club e si avviò verso il cancello correndo, travolgendo Wakabayashi, che era rimasto indietro per allontanare le ragazze del club, senza nemmeno guardarlo. "Aspetta !!!" urlò Sanae, superando a sua volta il portiere, ma fu raggiunta da Misaki, che la fermò scuotendo il capo "Lasciala, vuole stare sola....e lo stesso vale per te, Wakabayashi" disse in tono imperativo; Sanae si voltò, stupita, e vide che il ragazzo si sforzava di non seguirla. "Sono iniziati i guai" si disse il portiere, e fu allora che ricordò: Allenby...quella straniera...era una delle ragazze della foto !!! "Già" si disse, sentendosi impotente "Ora tutto comincia ad avere un senso...." rimase a fissare il vuoto, pensando disperato che Jody era sola, anzi che l'avevano lasciata sola, ad affrontare un'angoscia forse troppo grande per lei....

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo sette: Lacrime nella notte..... ***


Capitolo 7: Lacrime nella notte

Capitolo 7: Lacrime nella notte....

 

 

 

Allenby stava ritta immobile dentro una delle cabine telefoniche vicino alla scuola. Era ancora in divisa da allenamento, ma non se ne curava. Stava ad ascoltare il ronzio del telefono, assorta, aspettando che le venisse data la connessione con la Germania. Finalmente arrivò. Uno squillo. Due. Poi una voce a lei ben nota rispose "Pronto?". Allenby non perse tempo. Disse soltanto "Sono io. Lei è qui. Sbrigatevi" e mise giù. Rimase a fissare al telefono, pensando che in quel momento probabilemnte Kay stava chiamando in gran furia Alex e Aly. Poi se ne andò. Era giunta l'ora che gli Angeli si riunissero per combattere (Vi giuro che Evangelion non centra !!!! NdA)

 

DRINN !!! DRINN !!! DRINN !!! il telefono di casa Nakazawa suonava incessantemente, quasi con urgenza. Sanae uscì di corsa dal bagno coi capelli ancora mezzo bagnati e rispose, scocciata "Pronto?" ; ma la voce all'altro capo del filo era molto preoccupata, e la scocciatura le passò subito "Ciao Sanae, sono Yusuke. Jody è li con te?" chiese il ragazzo, mentre Sanae sgranava gli occhi "N...no, non è ancora a casa?" chiese, cominciando a divenire ansiosa. Lui rispose in tono stanco "No, e pensavo che aveste fatto tardi con gli allenamenti....ma oramai sono le otto e mezza passate...." Sanae fissò l'orologio, incredula, poi ammise con voce tremula "Ma...Jody ha detto che non si sentiva bene, e se ne è andata alle tre e mezza...." "COSA????" Yusuke urlò con tale foga che la ragazza allontanò di scatto il telefono dall'orecchio. Ora era seriamente preoccupata "Maledizione, sapevo che non dovevamo lasciarla da sola !!!" si disse, poi riaccosto l'apparecchio alla bocca e disse "Senti Yusuke, tu vai fuori a cercala, io chiamo Misaki, Izawa e gli altri e sento se l'hanno vista, e intanto li mando a cercala, ok? Se ci sono novità ti chiamo" si fece dare il numero di cellulare, poi mise giù. Fissò la borsa di Jody, che la ragazza aveva lasciato nella sede del club, e che Sanae aveva portato a casa sua, decisa  a ridargliela il giorno dopo. Senza sapere perchè, la prese, poi compose il numero di Tsubasa. Il ragazzo rimase stupito e preoccupato della notizia, e disse che sarebbe andato subito a casa sua, e che l'avrebbero cercata insieme. Lei annuì e mise giù. Chiamò Misaki, facendo uscire di corsa anche lui, poi Izawa, Kisugi, Taki...nessuno sapeva dove fosse. Infine rimase cinque  minuti ad ascoltare il suono ritmico del telefono cercando di contattare Wakabayashi, ma non rispose nessuno. Evidentemente non era ancora arrivato a casa. In quel momento arrivò Tsubasa, e lei mise giù il telefono e, preso per mano senza pensarci troppo il ragazzo, lo condusse fuori. Cominciarono a correre, affannati, guardando qua e la, mentre una pioggia beffarda cominciava a scendere, come per prendere in giro tutti coloro che quella sera erano fuori a cercare Jody Harper.

 

Wakabayashi stava tornando tranquillamente a casa. Dopo l'allenamento era andato in ufficio dai suoi per mettersi d'accordo con loro, che sarebbero stati via fino al giorno dopo, poi era andato a parlare col signor Mikami, che era partito per Tokyo e sarebbe tornato anche lui il giorno dopo. Improvvisamente cominciò a piovere. Imprecando, il ragazzo affrettò il passo. Svoltò a sinistra, imboccando la stradina che lo avrebbe condotto alla sua villa, quando vide qualcosa muoversi nelle ombre.  Si bloccò. Ora era di nuovo tutto immobile, ma lui era sicuro di aver visto qualcosa...o meglio qualcuno. Un lampo squarciò il cielo, illuminando tutto, seguito da un forte tuono, e Wakabayashi la vide. Era una ragazza, completamente fradicia, e stava immobile. Teneva il volto rivolto verso terra, e non reagì quando lui si avvicinò, perplesso. Un secondo lampo illuminò la strada, lasciando intrevedere il volto di lei e gli occhi blu spenti...con un sussultò lui la riconobbe e si slanciò verso di lei "Jody!!!! O mio Dio, Jody !!! Tutto bene? Che ci fai qui? Vuoi ammalarti? Jody? Ma che ti è successo? Jody !!!!" la ragazza non rispondeva, gli occhi erano fissi, non si accorgeva neppure di lui. Mormorava parole senza senso "La luce si è spenta...il vento ha smesso di soffiare....l'acqua è sparita....il fuoco si è estinto...la terra si è essiccata...ma soprattutto....il pianto è divenuto più forte che mai...." parole senza senso... "Gli angeli hanno smesso di volare....ho fallito, il capitano ha fallito...." o che forse un senso ce l'avevano, ma lui non poteva saperlo...."Wakabayashi, se sapessi mi odieresti...io non valgo nulla, sono una stupida" parole che denunciavano quanto fosse perduta...parlava con lui, ma non lo vedeva nemmeno. Lui la chiamava disperato; era chiaro che era in preda ad uno shock. "Jody, ti prego, riprenditi !!! Sto cominciando ad avere paura !!! Jody, per amor del cielo, svegliati !!!!!" Si diede dell'idiota per averla lasciata andare il pomeriggio, per non essersi accorto che aveva così bisogno d'aiuto. Se solo avesse lontanamente immaginato che era così sconvolta...rimase a fissarla, sul punto di piangere per la disperazione, ma scosse il capo. Questo non l'avrebbe di certo aiutata "L'hai già abbandonata una volta, stupido!!! Ora, vedi di non combinare altre cavolate" si disse; riflettè un attimo su cosa fare, poi si decise. Era inutile recriminare. Quello che doveva fare era portarla all'asciutto al più presto. Portandola a casa degli zii di lei la avrebbe fatta di certo ammalare; era troppo distante, e non sapeva neppure se ci fosse qualcuno, così senza esitazione se la caricò sulle spalle e partì di corsa verso casa sua. "Tranquilla, Jody, ci penso io a te. Vedrai che andrà tutto bene" ripeteva, più che per convincere se stesso che per rassicurare la ragazza, che comunque non lo sentiva neppure. Arrivò senza fiato, spalancò la porta e senza nemmeno chiuderla corse verso il salotto. Depositò la ragazza sul divano, poi corse a prendere una coperta e fece per coprirla, ma lo sguardo gli cadde sugli abiti, che erano completamente fradici, tanto che le si erano incollati addosso. Anche i capelli erano incollati sul volto. Respirava male, era pallida; la fissò, disperato "Che faccio? Dovrei toglierle i vestiti bagnati,ma..." scosse il capo. E come poteva? Non l'avrebbe mai fatto !!! Ma non poteva certo lasciarla così... "Ok, calma, vediamo di fare la cosa più logica" si disse, decidendo  di andare a chiedere aiuto; la coprì e si lanciò di nuovo sotto la pioggia. Mentre usciva dal cancello, vide passare Sanae di corsa, seguita da Misaki, Tsubasa e Izawa. Il sollievo che lo pervase nel vedere la manager fu enorme, e senza riflettere la bloccò e la trascinò verso casa. Lei lo fissò stupita, urlando "Wakabayashi, lasciami !!! Jody è sparita, nessuno sa dove sia, la dobbiamo cercare...." era convinta che quelle parole l'avrebbero scosso, ma lui non rispose neanche e la trascinò dentro al cancello, mentre gli altri tre li seguivano, perplessi e preoccupati. Sanae protestava, ma lui non rispose. Si limitò a farla entrare, a trascinarla in soggiorno e a indicarle la figura distesa sul divano. Sanae lanciò un urlo e corse da lei. In quel mentre entrarono gli altri tre, che rimasero ammutoliti a fissare l'oggetto delle loro ricerche disteso miseramente sul divano. Sanae lanciò un'esclamazione allarmata e di scatto si voltò a guardare Wakabayashi "Ma è fradicia !!! Si prenderà un malanno !! Dobbiamo cambiarla !!!" disse, fissandolo esterefatta, come se non riuscisse a credere che lui non ci avesse pensato. Lui sostenne lo sguardo senza problemi ed esclamò "Lo so benissimo! Perchè credi che ti abbia trascinata qui? Mica potevo spogliarla io !!!" aggiunse, divenendo rosso. Sanae annuì, arrossendo anche lei al pensiero, e guardò l'amica, poi si decise. Doveva prendere il controllo della situazione "Bene; qualcuno la porti di sopra, in camera. Dobbiamo metterla al caldo. Intanto Wakabayashi troverà un pigiama o qualcosa da farle mettere. Io preparo un bagno caldo. Misaki, portala tu " tutti eseguirono le sue istruzioni senza fiatare. Wakabayashi sparì e tornò poco dopo con una tuta azzurra, Misaki sollevò la ragazza e la portò nel bagno al piano di sopra, mentre Sanae  preparava il bagno e Izawa una medicina da farle prendere. Tsubasa invece prese il telefono e chiamò casa Harper. Nessuno rispose. Dovevano essere fuori a cercarla. Si disse che, una volta sistemata la situazione li, sarebbe andato alla villa per rassicurarli. Tornò in camera, ove Sanae stava preparando il letto per l'amica. Lei si voltò a guardarlo sorridendo, ma la preoccupazione le si leggeva negli occhi. Tsubasa le si avvicinò e, vincendo l'imbarazzo, le passò un braccio attorno alle spalle, abbracciandola. Lei accettò il gesto con un sorriso. Aveva bisogno di conforto "Cosa le è successo? Voglio dire" sussurrò, cercando di capire "Di certo centra la scena di oggi, ma come può averla shockata fino a questo punto?" Tsubasa, che non aveva assistito alla scena di cui lei parlava, divenne perplesso "Che scena?" chiese. Lei si girò a guardarlo, e i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza. Tsubasa sussultò, arrossendo. non l'aveva mai avuta così vicina, ma guardandola in quel momento capì che era ciò che aveva sempre desiderato. "S-Sanae, io..." tentò di dire, ma in quel momento entrò Izawa, che si fermò a fissarli stupefatto. I due lo guardarono, poi si resero conto della situazione e si staccarono velocemente, arrossendo. Tsubasa, indietreggiando, sbatte contro il letto e perse l'equilibrio, finendoci sopra mezzo disteso. La scena era talmente comica che Izawa non potè fare a meno di scoppiare a ridere, nonostante la tensione di poco prima. Sanae abbassò gli occhi, terribilmente imbarazzata. Solo quando aveva visto Izawa si era resa conto di cosa stava accadendo....sorrise tra sè. Tsubasa...Tsubasa aveva....

Anche Tsubasa era in preda al più completo imbarazzo. In qui magici momenti aveva completamente perso la testa, e l'arrivo di Izawa l'aveva mandato completamente in confusione. Tuttavia, si trovava a desiderare che Izawa non fosse entrato, che non avesse rotto l'atmosfera...e questo lo atterriva ancora di più. L'imbarazzo e le risate di Izawa richiamarono anche Misaki, che, non avendo assistito alla scena, li fissò perplesso, e Wakabayashi, che entrò arrabbiato poichè la situazione non gli pareva così allegra; ma uno sguardo a Tsubasa disteso sul letto e al viso rosso di Sanae gli fece decidere di lasciar perdere. Si limitò a fare un cenno alla ragazza che annuì, riluttante, e si diresse verso il bagno. Uscendo si girò però a guardare il capitano, che la fissò a sua volta. Lei uscì, ma lui rimase li attonito. Izawa e Misaki si guardarono, sorridendo, poi cominciarono a tormentarlo "Guarda te il capitano ! Sembrava tanto ingenuo e invece....mi dispiace di avervi interrotto...." "Hey, Tsubasa, al tuo amico queste cose potevi anche dirle...." Tsubasa diveniva sempre più rosso, cercando di negare, ma la cosa gli risultava difficile, poichè nella sua mente c'era posto solo per l'immagine degli occhi di Sanae.

Lei intanto aveva asciugato e rivestito con la tuta asciutta Jody, poi aveva chiamato Wakabayashi che l'aveva sollevata e l'aveva portata nella coamera degli ospiti (Dove era avvenuta tutta la scena di prima; NdA); tutti e cinque erano poi scesi in salotto per non disturbarla, visto che finalmente dormiva tranquilla, anche se Wakabayashi non avrebbe voluto lasciarla da sola. Sanae si recò in cucina per preparare qualcosa da mangiare, e loro la seguirono. Ci fu un attimo di silenzio, poi lei chiese "Secondo voi, che è successo? Mi sembra logico che dipenda tutto dalla scena di oggi" Wakabayashi e Misaki annuirono, mentre Tsubasa e Izawa li guardavano senza capire "Si può sapere di che parlate???" chiese Tsubasa, cercando di non pensare a che era successo quado l'aveva chiesto la prima volta. Fu Misaki a rispondere, raccontanto tutta la scena della sfida tra Jody e Allenby, della bravura delle due e della frase di Allenby; disse che poi Jody aveva detto di non stare molto bene e che sarebbe andata a casa. Sembrava volesse stare sola, così l'avevano lasciata andare. Ma a casa non era mai arrivata. A quel punto Wakabayashi si infuriò, prese Misaki per il bavero della camicia e lo fece alzare dalla sedia, sbattendolo contro il muro "E' colpa tua !!! Se non mi avessi impedito di seguirla, tutto questo non sarebbe successo !!! Ma ti rendi conto di cosa sarebbe successo se invece di trovarla io l'avesse trovata qualche malintenzionato? O se non l'avessimo trovata affatto? Ti rendi conto? Eh? EH?" Misaki lo fissava, serio. Wakabayashi aveva gli occhi brillanti di rabbia, ma Izawa lo fermò "Smettila, Wakabayashi. Sappiamo bene che sei preoccupato per lei, lo siamo tutti, ma così facendo non risolverai nulla. Non è colpa di Misaki, come poteva saperlo? Non credi che altrimenti l'avrebbe seguita? Ritieniti fortunato ad averla trovata, e smetttila". La rabbia negli occhi del ragazzo vacillò; lasciò andare Misaki e abbassò lo sguardo "Scusami. Credo di essere sconvolto" Misaki gli mise la mano sulla spalla, in segno di comprensione (Questo ragazzo è un santo...NdA). Poi si rivolse agli altri "Non so che sia successo, e credo che dovremo aspettare che Jody ce lo dica per saperlo. Intanto però, avvertiamo i suoi. Saranno preoccupati". Sanae sussultò. Non ci aveva pensato. Tsubasa intervenne "Io ho chiamato prima, ma non rispondeva nessuno" Sanae partì di corsa verso il telefono, col numero di cellulare di Yusuke stretto in mano. Cercò di comporlo con dita tremanti, ma Wakabayashi le tolse la cornetta di mano e fece lui. Ci vollero solo due squilli perchè il ragazzo rispondesse.

 

"Non c'è. Non la trovo...." la voce di Yusuke era disperata mentre guardava il signor Tachikawa. Avevano cercato la ragazza in tutta la città, ma non l'avevano trovata da nessuna parte. Era come se Jody fosse improvvisamente sparita. "Ma cosa può averle preso? Non è assolutamente da lei...." Suo zio si guardò intorno, preoccupato, senza sapere più che fare. Alla fine, sospirando, disse stancamente "Va bene. Credo sia giunto il momento di chiamare la polizia. Non è da lei sparire così....a meno che non sia successo qualcosa" Yusuke riflettè "Ma ieri sera stava benissimo, era tutta felice e sorridente, e anche stamattina a scuola.....a meno che...." in quel momento gli venne in mente che aveva sentito parlare di una nuova arrivata nella classe di Jody, una ragazza bionda molto carina dalla Germania....e che nel pomeriggio si vociferava di una sfida tra questa ragazzina e una manager del club di calcio, una sfida eccezionale...."Ma perchè questo avrebbe dovuto turbarla a tal punto da farla scappare?" si chiese. Conoscendo il carattere solare e tranquillo di Jody, appariva impossibile...Ma forse, dietro quel comportamento dolce e perfetto, si nascondeva qualcosa? Ma se era così, perchè lei non gli aveva detto nulla? In quei due mesi che erano passati da quando lei era arrivata, erano diventati molto amici, e ormai lui la proteggeva non perchè era il suo lavoro ma per puro istinto....perchè non gli aveva detto che c'era qualcosa che non andava? Cavoli, per lui era come una sorella minore, l'avrebbe aiutata senza nemmeno pensarci su..."Dove sei?" chiese a voce bassa, ma l'uomo vicino a lui lo sentì, e i suoi occhi si riempirono ancor di più di compassione. "Così non si può continuare. Yusuke è così preoccupato già ora, figuriamoci quando saprà che...sarebbe ora di dirglielo, dopotutto...sarebbe giusto nei confronti di entrambi....non posso più nascondere una cosa del genere....." pensò il signor Tachikawa, posando infine una mano sulla spalla del ragazzo, che si voltò a fissarlo con gli occhi castani colmi di lacrime trattenute. Nel vederlo al signor Tachikawa si strinse il cuore. pregò Dio di fare la cosa giusta e iniziò"Senti, Yusuke, c'è una cosa che non sai....dovevo dirtela, anzi dirVEla molto tempo fa, ma...." In quel momento il cellulare di Yusuke cominciò a suonare. Il ragazzo lo fece quasi cadere nella foga di rispondere. Quando finalmente ci riuscì, urlando un "Pronto?" tremulo e quasi isterico, la voce Genzo Wakabayashi lo folgorò. Solo poche parole "Lei è qui, al sicuro. Vi aspetto". Yusuke mise giù, avviandosi di corsa verso la macchina. "Yusuke !!!" lo chiamò sorpreso suo zio, seguendolo, mentre il ragazzo, senza nemmeno voltearsi ma cercando di aprire lo sportello, gridava "E' da Genzo Wakabayashi ! Presto !!!". Suo zio non se lo fece ripetere. Salì e mise in moto l'auto quasi nello stesso istante, mentre sua moglie, che era riimasta li seduta, ringraziava il cielo, sciogliendosi in lacrime. La macchina partì sgommando, diretta a casa Wakabayashi. Intanto però il discorso mezzo iniziato vorticava per la mente dell'uomo, e la moglie, fissando il volto preoccupato del marito, lo capì. Sospirò. Era duro, ma in fondo giusto. le verità, tutte, prima o poi andavano affrontate. Ma prima, Jody doveva affrontare un'altra parte del suo passato. Una parte che in pochi conoscevano.

Si, perchè, anche se Yusuke ignorava il motivo per cui era scappata, lei e suo marito lo conoscevano fin troppo bene. Non capivano cosa avesse innescato la crisi, ma erano da tempo consci che ci sarebbe stata....e forse era un bene.

 

 

Intanto a casa di Wakabayashi la situazione si era calmata. Il dibattito in cucina si era risolto in modo semplice: Misaki e Sanae avevano raccontato la scena del pomeriggio, mentre Wakabayashi stava in silenzio e annuiva all'occorrenza. Il punto fisso era il ruolo di Allenby nella crisi di Jody. Era certo che l'artefice era lei, e meglio ancora la sfida del pomeriggio..."Ma perchè l'ha sfidata? Cioè, aveva visto che Jody era già sconvolta, l'abbiamo visto tutti no? Allora perchè doveva mettere in piedi quella scena?......" chiese Misaki, accigliato. Tutti scossero il capo, come per dire che non lo sapevano, ma la voce di Wakabayashi fornì la risposta "Per essere certa che era lei" fu quasi un sussurro, ma lo sentirono tutti. Izawa lo fissò stupito "E tu come lo sai?" chiese. Wakabayashi alzò le spalle "Non lo so. E' solo quello che ho capito guardandole giocare oggi. Mi è parso un invito a dimostrare che Jody era proprio Jody" "Ma che vuol dire?" chiese Tsubasa, perplesso. Il portiere assunse un aria accigliata "E come faccio a saperlo? Mi pare chiaro che si conoscevano già...e forse è proprio questo il punto. Come si sono conosciute? Quando? Dove? In Germania, presumiblimente. Spesso dice di averne nostalgia....e mi pare anche chiaro che centra la pallavolo" tutti lo fissavano. Come aveva fatto a capire tutte queste cose? Cosa era successo perchè Wakabayashi riuscisse a capire così bene una ragazza? Intuendo la pericolosità della situazione, Wakabayashi cercò di distogliere l'attenzione dei 5 "Se ben ricordate, l'ha chiamata 'capitano'.  Questo potrebbe spiegare molte cose" aggiunse. Misaki annuì "In effetti è un ragionamento logico. Credo tu abbia ragione. ma c'è ancora qualcosa che ci sfugge. Cosa è successo per far scappare Jody dalla Germania?" Silenzio. L'aveva detto. Misaki aveva espresso a parole ciò che tutti pensavano. Jody era scappata, scappata da qualcosa. E quel qualcosa, era ciò che a loro mancava. Fu Sanae a chiudere la questione "Temo che solo lei possa dircelo.....e io aspetterò che lo faccia. Mi fido di lei...e credo che quando accetterà la situazione, lo farà. Se non ci ha ancora detto nulla, avrà avuto i suoi motivi" Izawa, Tsubasa e Misaki annuirono. Erano della stessa idea. Wakabayashi stette in silenzio. Lui invece aveva già saputo qualcosa, e sapeva anche già da prima che lei non stava benissimo, ma aveva giurato di non dirlo. Tacque, pensando "Sarà lei a dirlo". In quel momento suonarono alla porta. Sanae andò ad aprire e Yusuke si catapultò quasi dentro "E' qui? Ditemi che è qui. Lo so, lo sento". Si guardava intorno con aria frastornata, e Sanae, sorridendo, lo prese per un braccio e lo portò nella camera dove riposava Jody, seguita dagli zii dellla ragazza. La scena di Sanae che trascinava il ragazzo poteva essere comica, come risultò a Izawa e Misaki, ma ebbe anche altri risultati: Tsubasa si angosciò per l'eccessiva confidenza con cui Sanae trattava Yusuke, mentre Wakabayashi si arrabbiò, ribollendo in silenzio, per l'evidente attaccamento del ragazzo a Jody, e si irritò con Sanae che lo aveva assecondato. Seguirono entrambi i signori Tachikawa, mentre Izawa e Misaki ridevano tra di loro. Jody aveva un aria stanca e misera, distesa nel grande letto. Nel vederla, sua zia si precipitò da lei, chiamandola "Oh, cara, cara...." ma la ragazza non si svegliò. "Ma che è successo?" chiese la donna, e Sanae raccontò di come Wakabayashi l'avesse trovata sotto la pioggia, ma non accennò al motivo. Yusuke intanto si avvicinò dicendo "Portiamola a casa" e fece per sollevarla, ma una voce dietro di lui lo fermò "No". Wakabayashi lo fissava con aria sicura, gli occhi neri scintillanti, e Yusuke si voltò ad affrontarlo "E invece si. Non voglio più saperla lontana da casa". Entrambi dimostravano segli evidenti di gelosia (anche se Yusuke prova una gelosia da fratello maggiore, fidatevi. NdAutrice_che_sa). "Se la porti fuori con questo tempo si ammalerà davvero. Ha già preso abbastanza freddo" continuò glaciale il portiere. La situazione stava diventando incandescente, ma Sanae provvide a riportare tutto alla normalità "Se permettete, credo che Wakabayashi abbia ragione. Sarebbe meglio se la lasciaste qui per la notte" disse, fissando seria il signor Tachikawa. L'uomo fissò la moglie che, accarezzata la fronte di Jody, annuì e disse "Credo che Sanae abbia pienamente ragione, caro. Jody è sana e salva, ed al sicuro. Non credo ci sia da preoccuparsi" i suoi occhi comunicarono anche qualcos'altro, e si posarono per un attimo su Wakabayashi, addolcendosi. Lo zio di Jody colse al volo il segnale, si voltò verso di lui e chiese "Se per te va bene, la lasciamo qui. Domani starà meglio, e passeremo a prenderla nel pomeriggio. Lasciala dormire, la mattina... ". Wakabayashi annuì, mentre Yusuke assumeva un'aria imbronciata e scontenta. I signori Tachikawa , guardata un'ultima volta la nipote, scesero e tornarono in macchina. Lo zio di Jody però, passando vicino a Wakabayashi, sussurrò "Grazie, ragazzo. Veramente grazie...." e il portiere sorrise, orgoglioso. Yusuke uscì per ultimò, e lo sguardo che lui e Wakabayashi si scambiarono fu memorabile: di fuoco puro (Ah, a che può portare l'amore....anche a peggio....NdA). A quel punto era inutile che metà della squadra della New Team rimanesse li, quindi Sanae e Tsubasa si fecero accompagnare a casa dai signori Tachikawa (vi risparmio la scena Sanae-si-siede-vicino-a-Yusuke-e-Tsubasa-non-è-contento-e-non-sa-perchè....NdAutrice misericordiosa....o sfaticata che dir si voglia....) e Wakabayashi rimase solo con la ragazza. Salì in camera e rimase a fissarla. Sembrava così debole...gli faceva venire voglia di proteggerla...ma quel pomeriggio non c'era riuscito, l'aveva lasciata sola....meno male che poi l'aveva trovata lui in quello stato, e non qualche maniaco..."Ma perchè? Che è successo tra te e quella Allenby da ridurti così?" si chiese. La domanda senza risposta...e la chiave era li, davanti a lui, che dormiva...no, un momento....si stava muovendo ! Si stava svegliando....

 

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Capitolo 9
*** Capitolo otto: E il sole torna a splendere.... ***


Capitolo 8: E il sole torna a splendere

Capitolo 8: E il sole torna a splendere....

 

Jody aprì lentamente gli occhi, confusa. L'ultima cosa che ricordava era la sfida di Allenby, e di essersi allontanata alla cieca, poi...il nulla. Si guardò intorno, ma non riconobbe il luogo in cui era. Cercò di alzarsi, ma una voce la fermò "No, non devi sforzarti, sta ferma". Lei si accigliò. Ma quella voce...."Wakabayashi" sussurrò, fissando il ragazzo che la guardava sorridendo "Ben svegliata, Harper. Ci hai fatto prendere bello spavento" disse, mentre lei cercava di raccapezzarsi "Wakabayashi....ma che ci fai in camera mia? No, un attimo, questa non è la mia camera...." balbettò, mentre lui sorrideva ancora di più "Appunto, questa è camera MIA, o almeno la mia camera degli ospiti. E sei qui perchè ti ho trovata qua fuori che deliravi sotto la pioggia, bagnata fino al midollo. Taci che poi ho trovato Sanae che ti ha cambiato. Erano tutti in cerca di te. Anche tuoi zii. Sono venuti qui, sanno che stai bene. E quel tuo amico...quel Yusuke....non ti voleva nemmeno lasciare qui, voleva portarti a casa e farti prendere ancora freddo. Pensa che scemo" l'ultimo pezzo del discorso fu detto con una punta d'irritazione, che lei, per quanto stanca, avvertì perfettamente. Sorrise, poi però assimilò bene il discorso e sospirò "Senti, credo di doverti spiegare quel..." le dita di lui si poggiarono sulla sua bocca per impedirle di continuare. "No, ora devi riposare. E non devi raccontarmi tutto solo perchè ti ho trovata e vista in quello stato, o perchè ho visto quella foto, eccetera. Se te la senti, mi racconterai ciò che vuoi. Domani, comunque. Ora dormi. Non devi venire a scuola per forza, domattina. Ti lascerò la colazione, e nel pomeriggio verranno a prenderti. Ora dormi" disse, guardandola con dolcezza infinita. Lei sorrise, stringendo un attimo quelle dita; i suoi occhi blu brillavano di lacrime trattenute, e qualcuna di esse scese, mentre lei pensava a quanto lui potesse essere insopportabile e allo stesso tempo unico, poi sussurrò "Grazie...." e si addormentò. Lui sciolse a malincuore la presa di lei sulle proprie dita, poi le rimboccò le coperte e sussurrò "Buonanotte", sfiorandole la fronte con un rapido bacio.

Scese la scale in silenzio, mentre riffletteva. Il giorno dopo avrebbe parlato ad Allenby. C'erano un paio di cose che doveva dirle...e nel pensare questo, i suoi occhi si strinsero fino a divenire due fessure.

 

Wakabayashi si alzò alle tre e mezza. Era molto presto, anzi era notte fonda, ma era nervoso e non riusciva più a dormire. La porta della stanza dove stava Jody era chiusa. Passandovi davanti, ebbe la tentazione di bussare, ma si fermò quando la mano stava per toccare il legno scuro della porta. Esitò, poi scosse il capo e scese le scale, diretto in cucina. Cominciò a preparasi la colazione, (ehm...forse è meglio chiamarlo lo spuntino delle tre e mezza. NdA) scaldando il latte e prendendo un pacchetto di biscotti, mentre ripensava alla sera precedente, (cioè a poche ore prima....NdA) all'aria di Jody quando l'aveva trovata sotto la pioggia, ai suoi occhi quando si era svegliata....Era rimasto imbambolato con la scatola di biscotti in mano, fissando il vuoto, e fu così che lo trovò lei, che era scesa poichè il suo stomaco, vuoto dal pomeriggio precedente, reclamava cibo. "Buongiorno...anzi, buonanotte, vista l'ora" mormorò gentilmente. Lui sussultò per la sorpresa e si voltò, sorridendo imbarazzato "Salve. Ma cosa ci fai sveglia? Dovevi riposare...." le parole gli morirono in gola, notando come lei stesse bene con la sua maglietta che le cadeva adosso larga, coprendo quasi del tutto i pantaloncini. (Ma non era una tuta? NdTutti. Ehmmmm....NdA). Lei lo fissò, cercando di trattenersi dal ridere nel vedere la sua espressione idiota, poi lo svegliò dicendo "Avevo fame, non mangio nulla da ieri a mezzogiorno....e, tra parentesi, credi di riuscire a spegnere quel latte prima di farlo bruciare o ti piace fare disastri in piena notte?". Lui fissò sorpreso il fornello, urlando poi nel vedere il latte traboccare dal pentolino. Fece per spegnerlo, ma si scottò una mano e la tirò via imprecando. Lei rise, non ce la faceva più, e andò ad aiutarlo. Preparò del caffè, poi entrambi si sedettero e magiarono. Mentre addentava una fetta di pane con marmellata di albicocche generosamente spalmata sopra, Jody fissò il ragazzo, esclamando poi all'improvvisò "Non metterti in testa di aggredire Allenby appena arrivi a scuola". Lui si soffocò nel sentire quelle parole, tossì e sputacchiò, per poi calmarsi e fissarla con occhi sconvolti "Ma come? Come posso non fare nulla se è colpa sua quello che ti è successo? Se ti ha quasi fatto ammalare....ma soprattutto, COME CAVOLO FACEVI A SAPERE QUELLO CHE STAVO PENSANDO?????" lei rise, gioiosa "Avevi un'espressione talmente truce che non ci è voluto molto, veramente....". Lui la fissò "Comunque, è meglio dirle che ti stia alla larga...." cercò di mediare, alzandosi, ma la mano di lei lo trattenne. "Aspe....aspetta...." sussurrò una voce fioca che lo fece rabbrividire. Voltatosi di scatto, vide il dolore negli occhi azzurri che si levarono verso i suoi mentre lei diceva "Aspetta....prima di prendertela con lei aspetta, devi sapere quel che è successo...." solo dire questo la faceva soffrire, al punto che lui cercò di impedirle di proseguire. Ma gli occhi di lei, seppur pieni di dolore, erano anche pieni di determinazione "No, ti prego, non fermarmi....voglio dirtelo, voglio sfogarmi....ho atteso così tanto qualcuno che mi potesse capire.....io...ho bisogno che qualcuno mi ascolti.....ti prego, stammi ad ascoltare...." la voce era un sussurrò, un sussurro pieno di dolore accumulato. Questo fu troppo. Lui non fu più capace di opporre resistenza . Il significato di quelle parole lo colpì come un flash: Era lui. Era lui  quello che lei aveva sempre aspettato per poter parlare. Poteva forse esimersi da quel compito? Non voleva neppure pensarci. Lei era troppo importante per lui....."Va bene. Io sono qui, ti ascolto. Non ti lascio sola". Prese una sedia, l'avvicino a quella di lei e si sedette, in modo da poterla abbracciare. Nel farlo, si accorse che lei tremava, ma cercava di parlare. Non la fermò. Sapeva, aveva sempre saputo che prima o poi lei avrebbe dovuto affrontare il passato, e se poteva esserle vicino in quel momento, l'avrebbe fatto. Lei abbassò gli occhi, fece un respiro profondo, poi iniziò. Anche lei sapeva. Sapeva, dalla prima volta che l'aveva visto, che sarebbe stato lui quello che avrebbe ascoltato la sua storia, quello che era stato scelto per condannarla o perdonarla....quello che lei necessitava di avere vicino in quel momento. Per questo, quando iniziò a parlare, la sua voce era calma e sicura. Aveva preso la sua decisione. "Cominciò tutto quando arrivai in Germania tre anni fa...."

 

NDA: FINALMENTE SI SVELA IN GRANDE SEGRETO DI JODY; SE ANCHE LA SCENA VI SEMBRA UNA PALLA, TROPPO PIANTO E TROPPO DOLORE, VI CONSIGLIO DI LEGGERE, POICHE' TUTTA LA STORIA GIRA ATTORNO A QUESTO PUNTO. SARA' ANCHE SPIEGATO CHI E' ALLENBY E COSA CENTRA CON JODY....E SCOPRIRETE I NUOVI PERSONAGGI....PER CONTRO, SARA' MOLTO TRISTE. A VOI LA SCELTA.....

 

"Tre anni fa, nel mio continuo girovagare, arrivai in Germania. Andai a vivere nella citta di Brema, dai signori Weynehr. Era una famiglia molto ricca, anche se all'inizio non era stato ben chiarito quale parentela avesse con la mia. Comunque, all'epoca avevo 13 anni, e i signori Weynehr avevano una figlia della mia età, Angel. Era nata il mio stesso giorno, e mi assomigliava moltissimo. Guarda" disse, estraendo dalla tasca dei pantaloncini qualcosa che si era portata dietro. Era una foto, e nel prenderla in mano Wakabayashi sbiancò, rimanendo a bocca aperta. Vi erano ritratte due ragazze apparentemente identiche, che sorridevano al fotografo. Erano l'una il riflesso dell'altra, anche se quella di destra aveva i capelli più biondi e gli occhi verdi, mentre l'altra aveva capelli castani e occhi scuri. Il ragazzo fissò ancora la foto, incredulo, poi guardò la ragazza che stava davanti a lui; lei annuì "Era come se fossimo gemelle. Avendo anche la stessa età, ed essendo nate lo stesso giorno, tutti ci consideravano tali, e cominciammo a farlo anche noi. Era bello, dopotutto, avere un'amica così cara. In breve tempo io e Angel divenimmo inseparabili. Andavamo alla stessa scuola, eravamo nella stessa classe, in banchi vicini, e ci iscrivemmo insieme al club di pallavolo."

Silenzio.

Sospiro.

Pausa. Si fece coraggio e continuò. "La squadra di pallavolo della scuola non era molto rinomata, e aveva appena perso quasi tutti i suoi titolari. Insieme a noi si iscrivettero altre quattro ragazze. Quelle della foto che hai visto. Tra esse...tra esse c'era Allenby. Lo avevi già intuito, vero? Beh, in poco tempo divenimmo grandi amiche, e la nostra squadra divenne fortissima. Vincemmo il torneo cittadino e quello regionale, per poi farci strada ai nazionali. La nostra era una squadra senza punti deboli, e io ne ero il capitano. Per quanto tutte e sei fossimo bravissime, ruotava tutto intorno a me e Angel. Eravamo le stelle della scuola, della città, adirittura della Germania. Ci chiamavami "Angeli", meglio ancora "Angels", e io e Angel eravamo "The Angels' combi". Questo ci fece divenire ancora più amiche, e facemmo il patto di non dividerci mai, ma di vivere quell'avventura tutte insieme. La nostra casa, che era grande, divenne il centro di raduno della squadra. Capitava spessissimo che si fermassero tutte a dormire li, tanto che c'erano le stanze sempre pronte, assegnate solo a loro. I signori Weynehr erano molto contenti, Angel era felice come non era mai stata in vita sua, e decisero di dirci tutta la verità. Io e Angel sembravamo sorelle....perchè lo eravamo" Wakabayashi sussultò. Era una rivelazione che si aspettava, ma fu improvvisa. Lei continuò "In realtà eravamo sorellastre. Nostro padre voleva a tutti i costi un erede, e sembrava che sua moglie, la signora Weynehr, non potesse avere figli, così lui chiese alla sorella di lei di prestarsi alla fecondazione artificiale. La donna accettò. Era...era mia madre". Era troppo. Lui cercò di interromperla, ma lei lo supplicò con gli occhi di non farlo. Doveva, DOVEVA affrontare la realtà, una volta per tutte, dicevano quegli occhi. Lui annuì, e lei continuò "Contemporaneamente però, anche la signora Weynehr era rimasta incinta, di Angel. Nascemmo lo stesso giorno, ma sfortunatamente mia madre morì nel darmi alla luce. So che a dirlo sembra brutto, ma ero una presenza scomoda, a quel punto. Per questo cominciai a girare il mondo dai miei vari parenti. Il padre di Hikaru, ad esempio. Mio zio. O...la signora Tachikawa. La sorella maggiore di mia madre. Quando ce lo confessarono, odiai mio padre. Lo odiai per aver usato mia madre, per averla fatta morire, per aver usato anche Angel e sua madre. Ma poi mi passò. Alla fine avevo una famiglia, finalmente, avevo un padre e una madre, anche se addottiva, e una sorella che per me era più cara della mia stessa vita....una gemella così simile a me che era diventata una parte del mio essere. La situazione tornò normale, la squadra divenne ancora più forte, la gente cominciò a chiamarci "Le sorelle del miracolo". Andava tutto bene finchè....non arrivò lui" Wakabayashi sussultò. Lo sapeva. L'aveva sempre saputo che c'era un LUI...allora perchè gli faceva così male? La strinse forte, cercando di non pensarci. In quel momento c'era lui vicino a lei, e doveva aiutarla. Non c'era tempo per la gelosia. Se voleva aiutarla...doveva vincela. Lei alzò gli occhi, chiedendogli scusa poichè sapeva di fargli male, poi continuò "Richard Gabber è il figlio di un ricco industriale. La famiglia di Angel combinò un fidanzamento tra i due, senza nemmeno consultarli. Angel naturalmente si ribellò, ma io la convinsi ad aspettare di averlo conosciuto, per decidere. Lei, di malavoglia, accettò. Lo conobbe e se ne innamorò. Tornò da me pazza di gioia, e insistette che dovevo conoscerlo. Io, divertita, accettai, anche perchè volevo sapere che tipo di ragazzo era. Così, il week end seguente, andammo via tutti insieme a fare un picnic con le nostre famiglie. La macchina dei Gabber arrivò, lui scese, volse lo sguardo su me e Angel....oh, non l'avesse mai fatto !!! Rimasi incatenata a guardare quegli occhi verdi che mi fissavano, e lui fece lo stesso. Ci innamorammo sul momento, mentre Angel saltellava e diceva che voleva che fossimo amici, poichè eravamo le pesone più importanti della sua vita. " Wakabayashi appoggiò il capo della ragazza al proprio pettò, cercando di vincere il proprio dolore e di alleviare quello di lei. Era innamorata di lui. Ancora. Per sempre. "Non ci volle molto perchè Angel si accorgesse di tutto. Richie le voleva bene, ma amava me....e io, che cercavo in tutti i modi di non pensare a lui poichè volevo solo la sua felicità, ero sempre triste. Anche Angel era triste, poichè si vedeva come un ostacolo alla felicità mia e del ragazzo di cui era innamorata. Andammo avanti così un anno, e lo stress cominciò a farsi sentire. La squadra non era più così affiatata, visto che la copppia d'oro si era sfaldata. Io e Angel parlavamo solo in caso di bisogno, anche se ognuna voleva un bene dell'anima all'altra. Richie stesso non sapeva più che fare. Voleva bene ad Angel e voleva bene a me. Non voleva far soffrire nessuno, e così facendo faceva soffrire entrambe. Finchè, un anno fa..." deglutì. Era arrivata alla parte culminante, la parte più difficile. Chiuse gli occhi e parlò, come se non guardando evitasse di affrontare la realtà che invece stava affrontando in pieno "Scappai. Decisi che me ne sarei andata e avrei pemesso a quei due di vivere felici. Ma naturamente non me lo consentirono. Mi ritrovarono, mezzo assiderata, e mi ricoverarono in ospedale. Ero in preda a una crisi nervosa e, quando i miei genitori mi chiesero perchè l'avevo fatto, risposi urlando che era colpa loro, che mi avevano tolto il ragazzo che amavo e anche l'unica sorella che avevo. Dissi che mi odiavano tutti, che nessuno mi voleva bene. Non volevo dirlo, non lo pensavo nemmeno, ma Angel lo sentì. Così quella notte venne da me, e mentre dormivo mi sussurrò 'Io ti voglio bene.....così tanto bene....forse è ora che te lo dimostri'. Intendeva dire che si sarebbe tolta di mezzo. "

Silenzio.

Stupore.

Incredulità.

Wakabayashi la fissava inorridito. Quello che aveva detto....Non poteva essere vero !!! "Vuoi dire che...." mormorò, quando riuscì a ritrovare la voce, ma non riuscì nemmeno a terminare la frase. La sua mente si rifiutava solo di PENSARE a una cosa simile. Lei annuì, in preda a una calma surreale "Si. Tentò il suicidio. Per fortuna io avevo avuto un incubo, una specie di sogno premonitore. Non mi ricordavo cosa riguardasse, ma appena mi svegliai, il nome di Angel mi salì alle labbra e ebbi la sensazione che stesse per accaderle qualcosa. Sul tavolo trovai un suo biglietto. C'era scritta una sola parola: addio. Sconvolta, capii cosa voleva fare e, nonostante fossi ancora debolissima, scappai dall'ospedale e la rincorsi. La vidi sul ciglio della scarpata li vicino, che fissiva in vuoto. La chiamai, urlai il suo nome. Lei mi guardò, sorrise, e mosse il primo passo verso il vuoto. Io, presa dalla disperazione, corsi a più non posso e riuscii a bloccarla, ma a quel punto cademmo entrambe. Ci trovarono il giorno dopo, entrambe in fin di vita. Io ero debole già da prima, e non riuscivo a riprendermi. Lei invece...sembrava che non avrebbe avuto troppi problemi a riprendersi, tuttavia....da tempo soffriva di un tumore al fegato. Non ce l'aveva mai detto, e le sue condizioni, pur non essendo peggio delle mie, favorirono un rapido attecchimento della malattia. Tentarono di curarla, ma lei si rifiutava sempre di fare le terapie, e buttava via i medicinali. Stava tutto il tempo al mio capezzale, piangendo, ripetendo parole che per me erano come coltellate. Mi ricordo che una volta mi disse 'Perchè l'hai fatto? Io ti ho già rovinato la vita una volta.....volevo che tu fossi libera !!!!!! Perchè, perchè non mi hai lasciato morire? Morirò comunque !!!! Almeno....almeno avrei smesso di soffrire.'"

Wakabayashi afferrò di scatto le mani della ragazza che gli stava di fronte, gli occhi gonfi e rossi dal pianto, le mani bianche per la stretta spasmodica a cui le costringeva. La voce cominciò a incrinarsi "Aveva perso la volontà di vivere....e il colpo di grazia lo ebbe quando Richie, venuto a trovarci, trovò in camera solo me. Era così in preda alle emozioni, così grato che io fossi viva, e così disperato perchè non mi riprendevo, che di slancio mi baciò. Lei....lei vide tutto". Strinse forte la mano di Wakabayashi, come per chiedergli scusa. Ma lui non soffriva più per se stesso. Non ne era più capace. Non poteva invece fare a meno di soffrire per lei. "Andò in bagno e ingerì una dose massiccia di medicinali. La trovò Richie, che io avevo mandato a cercarla poichè non tornava ed ero preoccupata. Intervennero subito, dissero che l'avrebbero salvata....non fu così. Lei non voleva vivere. Non voleva essere salvata. Il tumore si estese, la invase. Morì pochi giorni dopo, senza nemmeno svegliarsi dal coma. Io caddi in una crisi depressiva, poichè era colpa mia. Svenni, mi risvegliai, o meglio tornai cosciente del mondo intorno a me, quando era passata già più di una settimana. Il funerale era già avvenuto. Richie venne a prendermi e mi portò a visitare la sua tomba. Allora me ne resi conto, guardando la lucida lapide di marmo rosso. Se n'era andata. La mia migliore amica se n'era andata, la mia metà mi aveva lasciato, ed era tutta colpa mia. Scappai, lascia Richie da solo, e tornai a casa. I miei genitori mi accolsero con amore, quasi con sollievo, pensando che era una fortuna che almeno una delle due si fosse salvata. Ma io piangevo, perchè sapevo che non ero io quella che doveva vivere. Angel aveva tutto il diritto di essere felice, ma io le ho tolto quel diritto. Quando poi entrai nella nostra camera, quello che per due anni era stato il nostro rifugio, trovai che tutte le sue cose erano sparite. Mi aveva lasciato solo una lettera in cui mi diceva che mi voleva bene e l'aveva fatto per me" A questo punto la voce di Jody era piena di pianto, tanto che non riuscì più a continuare e si fermò, cercando di controllarsi.

Ma quando Wakabayashi la strinse al pettò, piangendo per lei, le sue barriere crollarono. Lui era sconvolto.  Come, come aveva potuto sopportarlo? E come poteva aiutarla, lui? "Smettila, Jody. Negare il dolore lo farà solo aumentare....è ora di piangere...piangi, Jody, piangi la tua perdita...fallo ora, hai trattenuto per troppo tempo le tue lacrime...." lei rimase immobile. Lui le sollevò il volto e, guardandola dolcemente, le asciugò una lacrima scesa a tradimento. La dolcezza di quel gesto la sconvolse. Lui era così dolce, mentre le diceva "Io sono qui, con me affianco non dovrai più avere paura....sei stata sola per tanto tempo, e anche se io non potrò mai riempire quel vuoto che hai dentro, ti sono vicino....lo sarò sempre..."; il dolore, le lacrime, la tristezza che la ragazza aveva trattenuto per un anno le crollarono addosso, e lei si gettò piangente tra le sue braccia, urlando "Quella lettera....per lei doveva essere una discolpa....ma....in realtà....è stata la mia condanna...è tutta colpa mia !!!! E' colpa mia se lei è morta !!!!!!!!". Lui la strinse forte, sussurrando "No, non è stata colpa tua, non devi dirlo mai più. Scommetto che te l'ha anche scritto nella lettera. Non è stata colpa di nessuno. E' solo che Angel ha scelto la strada sbagliata per risolvere le cose....perchè voleva vederti felice. Oddio, Jody, ma ti rendi conto che anche tu stavi per fare la stessa cosa? Se non ti avessero trovato, quando sei scappata, saresti morta...allora, di chi sarebbe stata la colpa?" le parole di Wakabayashi avevano il potere di svegliarla, come nulla in quel lunghissimo anno era riuscito a fare. lei chiuse gli occhi e singhiozzò "Nessuno....di Nessuno !!!" era così stupida !!!!!!! Ma come poteva fare una scenata simile? Non aveva forse giurato di non piangere più? Eppure...stretta tra le sue braccia sentiva di poterlo fare liberamente, di poter sfogare qul dolore che da troppo tempo era accumulato nel suo animo. Tentò ancora di parlare "Io...avevo giurato...di non...piangere...più...perchè...non...ne...avevo...il...diritto...." lui scosse il capo, stringendola "Jody, ascoltami, non è colpa tua. Certo che hai il diritto di piangere. Non è certo colpa tua se si è suicidata. Tu l'hai anche salvata. E non è colpa tua se non voleva vivere, o se il tumore l'ha portata via". Jody singhiozzava ancora, e sentirla piangere a quel modo gli spezzava il cuore "E' inutile...piangere ora non risolverà nulla...se solo io non mi fossi inna...." "NO!!!!!" la voce di lui la bloccò. Lei tremava, aspettando quelle parole. Un sospiro "Jody...come puoi farti una colpa del fatto di esserti innamorata di lui? E come puoi sentirti in colpa del fatto che lui si sia innamorato di te? E' stato il destino. Se te la vuoi prendere con te stessa, devi prendertela anche con tuo padre che ha organizzato il fidanzamento tra Angel e Richard, con i genitori di Richard che l'hanno fatto nascere, con i tuoi che hanno fatto nascere te.....ma non credo che riuscirai mai a desiderare che Angel o Richard non fossero nati. La tua vita aveva un senso solo perchè c'erano loro. Solo che è finita nel più tragico dei modi....mi dispiace molto....". La voce di Wakabayashi. Le sue parole. La stretta che l'avvolgeva, facendola sentire protetta. Tutto ciò aveva il potere di lavare via il dolore che il suo animo ospitava, come le lacrime che bagnavano il suo volto. Com'era possibile? Come poteva lui fare ciò che nemmeno l'affetto e le parole di Richard, il ragazzo che aveva amato a tal punto da rovinare la propria vita e quella della sorella, erano riusciti a fare? Non lo sapeva. Sapeva solo che era così, e per questo si abbandonò a quell'abbraccio, piangendo, ma in modo sempre meno doloroso, via via più liberatorio. Si sentiva bene...bene come non si era sentita da un pezzo. Tuttavia c'era ancora una cosa che doveva chiedere. Si tirò su, fissandolo con occhi lucidi "Non mi odi?" chiese, titubante. Aveva paura della risposta, ma doveva saperlo, non poteva vivere nel dubbio. Lui la fissò dolcemente "No, non ti odio" rispose, semplicemente. Lei sorrise; finalmente riusciva di nuovo a sorridere. Lo abbracciò di slancio, gettandogli le braccia al collo, e lui fece altrettanto "Te l'avevo promesso che non ti avrei odiato....e anche se non l'avessi fatto, non ti odierei lo stesso, perchè non è colpa tua". Lei annuì, mentre due lacrime cominciavano di nuovo a scendere sul suo volto; ma questa volta erano lacrime di gioia. Gioia per aver trovato qualcuno di così speciale che le stava affianco...che non l'avrebbe lasciata "E...non mi lascerai? Non mi lascerai sola come ha fatto Angel?" chiese, impaurita, ma la risata di lui in risposta la rassicurò "Non ti lascerò...Oddio, a volte sarà dura sopportare il tuo caratterino...anzì, SPESSO sarà dura....ma cercherò di farcela". Lei rise e fece per ribattere, ma l'emozione la travolse e non potè far altro che scoppiare a piangere, ripetendo "Grazie...grazie !!!!!". Lui stette in silenzio. Finalmente era felice, finalmente stava bene. A lui bastava questo. Aveva un gran voglia di spaccare la faccia a questo Richard, che l'aveva fatta soffrire così, ma questo era meglio non dirglielo. Disse invece "Avanti, sono le quattro di notte passate, i bravi bambini dovrebbero dormire a quest'ora. Sennò, domani come faccio ad alzarmi? Vieni, ti accompagno". Fece per sollevarla, ma lei lo trattenne "Aspetta, c'è ancora qualcosa che devo dirti. Riguarda Allenby e la storia della sfida". Lui si bloccò, mentre un bagliore di rabbia gli attraversava gli occhi nel sentire quel nome. Annuì e si sedette, e lei, ora calma, raccontò "Come ti dicevo, facevamo parte della squadra di pallavolo della scuola. Eravamo in sei: io, Angel, Allenby e altre tre ragazze: Kay, Aly e Alex. Eravamo chiamate "Angels", angeli, e ognuna di noi aveva un nome particolare. Io ad esempio ero l'Angelo della luce. Anche le nostre schiacciate e battute avevano nomi particolari, come Lampo di luce o Turbine di vento...e non ridere !!!!! Anche i tiri di Tsubasa , Hikaru e compagnia bella hanno nomi assurdi ! Che mi dici di Drive shot, Eagle shot....ok, ok, lasciamo stare. Comunque, nell'ultimo periodo la situazione tra me e Angel era diventata molto tesa, e la cosa era evidente anche in campo" ora poteva dire quel nome senza soffrire, e nel constatarlo lui sorrise "Non avevamo più la stessa sintonia, non riuscivamo più a giocare...è come se Tsubasa  e Misaki perdessero la loro capacità di giocare in combinazione" lui annuì, colpito. Era una cosa sconvolgente solo da pensare "La squadra deludeva, perdevamo sempre più spesso, poi io e Angel finimmo in ospedale....e lei morì. Dopo un paio di mesi io tornai sul campo, ma tutti mi assillavano per vedere se stavo bene...e non a torto, perchè giocare senza di lei mi riusciva difficile, ero sempre nervosa e non capivo più nulla. Le mie compagne di squadra erano preoccupate, mi conoscevano bene, avevamo passato due anni sempre insieme, sapevano che stavo per fare qualcosa. Ma non avevano capito, non avrebbero mai pensato che le avrei abbandonate. Perchè è quello che feci. Scappai, me ne andai a Londra, e alla fine sono venuta qui in Giappone da mia zia. La squadra deve essersi sciolta, il colpo era troppo duro. Io ero il loro capitano, si fidavano di me e io le ho abbandonate...questo no, non potrò mai perdonarmelo. Avevamo stretto un patto, avevamo giurato di non lasciarci mai, di stare sempre insieme, e io le ho tradite....Avranno avuto parecchi problemi, ma se conosco Kay, Aly, Alex e Allenby non si saranno arrese. Mi avrenno cercato ovunque. Onestamente, credo sia un caso che Allenby sia finita qui, ma forse era destino. Quella dell'altro giorno....so che ti sei arrabbiato, ma non hai capito...Allenby ha subito intuito che dovevo essere io, come io ho subito sospettato che quella fosse lei. Quella sfida...è stata un riconoscimento per entrambe. La sua schiacciata è talmente strana e potente che solo io, Aly, Kay e Alex sappiamo come prenderla. Io volevo lasciarla, nascondermi, ma il mio corpo ha reagito da solo. In questo modo è stata sicura che fossi proprio io....e io che fosse proprio lei. E...." a questo punto sorrise "Io...ho anche capito un'altra cosa, mentre ricevevo quella schiacciata....a me la pallavolo manca; la prova è il fatto che il mio corpo abbia preso la schiacciata di Allenby anche se io non volevo. Ora forse, se ritrovassi le ragazze, potrei di nuovo giocare come un tempo....io voglio provarci, Wakabayashi. Voglio vivere di nuovo...e se tu mi aiuterai, ce la farò". Lui sorrise, annuì e la abbracciò "Ce la farai. Sei tu, e per questo ce la farai. E io non ti lascerò nemmeno per un secondo, anche se mi troverai insopportabile. Però ora vai a letto, o domani altro che giocare !!!!! Non starai nemmeno in piedi". Lei acconsentì e si fece trasportare in camera. Lui la depose sul letto, le rimboccò le coperte e le sussurrò un buonanotte dolcissimo. Lei rispose e si addormentò. Uscito senza far rumore, lui rimase sulla soglia a pensare. La storia che lei gli aveva raccontato era terribile, eppure parlarne aveva fatto dissolvere il dolore. Per lui era stato un duro colpo sapere che nella vita di lei c'era stato un altro, ma riflettendoci capì che ora vicino a lei c'era LUI, non quel Richard, e che era stato lui a farla tornare a sorridere, mentre l'altro le aveva TOLTO il sorriso....strinse i pugni. L'avrebbe ammazzato per questo. Poi però sorrise. In fondo, bastava che lei stesse bene....e il giorno dopo avrebbe fatto un bel discorsetto a quella Allenby, checchè ne dicesse lei.

 

"Accidenti, sono in ritardo, non ho sentito la sveglia !!!" Wakabayashi correva per la casa come un matto, gli occhi assonnati e in bocca una fetta di pane. Jody scese in silenzio, convinta che lui se ne fosse già andato, ma avvisata da tutto quel trambusto, rimase nascosta nella penombra delle scale, decisa a non farsi vedere, perchè lui l'avrebbe fermata; indossava già la divisa (E dove l'ha presa? NdPubblico perplesso. Ehm....facciamo che gliel'ha portata Sanae la sera prima NdA. Mah...NdPubblico_sempre_più_perplesso.). Due secondi dopo lui uscì fuori di casa correndo, convinto che lei dormisse. Aspettò un paio di minuti, poi uscì anche lei, dirigendosi verso la scuola. Sapeva che, nonostante la sua raccomandazione, lui non avrebbe lasciato stare Allenby...e se conosceva Allenby sapeva che la situazione sarebbe diventata spinosa. Doveva intervenire...e poi... anche Sanae e gli altri avevano il diritto di sapere. Cominciò a correre, mentre il caldo sole estivo le accarezzava il volto.

E fu come se Angel le avesse dato la sua benedizione.........

 

 

 

 

Wakabayashi arrivò a scuola trafelato, appena in tempo per la prima ora (ciò vuol dire che invece Jody la perde, ok? NdA). Sanae, Tsubasa , Misaki e Izawa, che erano seduti tutti intorno al banco vuoto di Jody, non appena lo videro entrare si alzarono di scatto e lo fissarono angosciati con mille domande negli occhi. Misaki lo fissò e chiese "Come sta? E...ma perchè hai quelle occhiaie?" Wakabayashi sbadigliò, poi rispose, noncurante "Sta bene, tutto ok...è solo che siamo andati a dormire alle 4...." "Alle 4 ????? E che avete fatto fino alle 4??????" urlò Tsubasa , ma questa volta nessuno se la sentì di biasimarlo. Era quello che si stavano chiedendo tutti. Wakabayashi rimase per un attimo perplesso, poi capì che la sua frase poteva sembrare strana e spiiegò "Mi ha raccontato cosa le è successo....lo so che vorreste saperlo, ma francamente mi sembra più giusto che sia lei a dirvelo, se vuole. Io non credo di averne il diritto". Si sedette, pensando che era vero, ma soprattutto non gli andava che qualcon altro condividesse il ruolo speciale che sentiva di avere ora nella vita di lei. Sanae si avvicinò e fece per chiedere qualcosa, ma siccome il professore era entrato, si limitò ad annuire e a rimandare a dopo. La lezione cominciò. Wakabayashi stette tutto il tempo voltato nella direzione di Allenby, che fissava il banco vuoto di Jody. Anche se lui non poteva vederla, nei suoi occhi aleggiava una forte preoccupazione. Ad un certo punto, guardò lui. E fissando quegli occhi neri come la notte, lui ebbe una strana sensazione, come se la rabbia che provava si fosse affievolita tutto d'un tratto. Scosse il capo, ripetendosi che doveva assolutamente chiarire la situazione con quella ragazzina presuntuosa.

Quando la lezione finì, la tedesca uscì dalla classe, e lui la seguì, osservandola per un po', e bloccandola poi quando il corridoio era ormai vuoto. Lei, sorpresa, si voltò, poi lo fissò con gli occhi neri stretti e indagatori. "Cosa vuoi da me?"  sembravano chiedere. Ma quelli di lui non erano da meno, e il ragazzo non si fece intimidire. "Stalle lontano" intimò, glaciale. Non c'era bisogno di dire chi, come o quando. L'espressione dei suoi occhi e il tono della sua voce avrebbero intimorito chiunque, ma non Allenby, che resse lo sguardo e disse "E perchè? Tu che vuoi?" in tono di sfida. Lui le strinse ancora più forte il braccio, ma lei non diede cenno di dolore. Lo fissò ancora più seccata di prima, e lui perse le staffe "Perchè? Vuoi davvero saperlo? L'ho trovata ieri sera sotto la pioggia shockata, dopo il tuo bello spettacolo. Rischiava di ammalarsi, o di venir portata via.....o chissà che altro. E tutto questo per colpa tua. Sei contenta?"

Allenby ebbe una reazione. Gli occhi scintillarono, mostrando finalemnte quella preoccupazione che provava "Dov'è? Come sta?" chiese, ansiosa. Il tono di lei era cambiato, e lui rimase un attimo perplesso "E' a casa mia, riposa...ma a te non deve interessare. Le devi stare lontano, ok? Altrimenti te la vedrai con me !!!"

 

Jody entrò di corsa nell'edificio, dopo essere stata dal preside, appena in tempo per vedere la scena "Oh, no !!! Troppo tardi !" cominciò a correre verso i due....

 

"Lasciami !!!! Tu non sai nulla di noi...di lei !!! Smettila di fare il protettivo. Che ne sai di...." si interruppe, liberandosi e superandolo. Ma la voce di lui la ghiacciò "Parli di Angel?". Uno schianto. Allenby si voltò, con espressione sconvolta. Come...com'era possibile???? Lui la fissava con aria furba "So tutto....di lei, di voi, di Richard....e per questo non voglio che Jody soffra. Ha già sofferto abbastanza, mi pare, non sei d'accordo? Non serve che ti ci metta anche tu...e invece arriva la signorina dalla Germania a rovinarle la vita, proprio quando aveva appena cominciato a rifarsene una, di vita. Quando stava cominciando ad essere di nuovo felice !!!!". La voce del ragazzo era un crescendo, che esplose alla fine in un urlò che investi la ragazzina davanti a lui. Allenby, agghiacciata e scioccata, boccheggiava, e si riprese a fatica "Ma...ma come fai a ...." la domanda, che la sua bocca non riusciva a formulare, era chiara nei suoi occhi; lui, sempre in toto incollerito, disse, senza nemmeno fissarla bene "Mi ha raccontato tutto. Di sua spontanea volontà. E allora?". Lei aveva le lacrime agli occhi, ma lui se ne accorse solo quando lo fissò con aria imbestialita. La cosa lo spiazzò. Era convinto di vederla tranquilla, forse sorridente e sarcastica, invece.... e lo sconvolsero ancor di più le parole che lei, superato il punto di resistenza massima, gli lanciò in faccia "Nemmeno io voglio che soffra !!! E' l'ultima cosa che vorrei ! Le voglio bene !!!!" fu un urlo, disperato quanto isterico, ma la situazione era diventata talmente assurda e incontenibile che Wakabayashi aveva perso le staffe. Dopotutto in gioco c'era la vita e la serenità di Jody...della sua adorata amica....e lui non era affatto disposto a lasciar correre; si avvicinò minaccioso e stava per prenderla a schiaffi "E quello spettacolo di ieri era un segno d'affetto? E allora..." la sua voce era tonante, mentre la sua mano si sollevava per colpire. Ma all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno una voce calma e pacata si intromise tra i due, spezzando ogni possibile replica. "No, Wakabayashi, lascia stare. Non volglio che te la prendi con lei. Non è colpa sua....".

Quella voce era...no, impossibile....Wakabayashi si voltò, incredulo, verso la direzione da cui proveniva.

Lei era li, e gli sorrideva. Sembrava così serena, così bella.... "Ma che ci fai qui? Non dovevi riposare?" chiese con un filo di voce, avvicinandosi con aria inebetita (Wakabayashi inebetito...e per una ragazza....incredibile !!! NdA) e fece per rimproverarla, o almeno per provarci. Infatti era talmente bella, illuminata dalla luce mattutina, sorridente, col vento che le scompigliava leggermente i capelli, da impedirgli completamente di parlare. Tentò comunque di dirle qualcosa, ma un sussurrò dietro di lui lo interruppe "Capitano....". Un sussurro inudibile, che però scatenò una reazione negli occhi azzurri di lei. Ma da dove veniva? Da dove veniva quella voce provata, rotta dal pianto, sul punto di spezzarsi? Wakabayashi, confuso al massimo, si voltò. Allenby stava ritta in piedi, fissando Jody come se non credesse ai suoi occhi, che erano pieni di lacrime. Tutta la sicurezza di prima era sparita. Era stata lei a parlare? Si chiese lui. Non sembrava possibile...ma guardandola meglio, mentre fissava incredula Jody, tutta la sua sicurezza scomparve "Ca...capitano....capitano !!!!" urlò la ragazzina prima di scoppiare improvvisamente a piangere, confermando i suoi sospetti. Jody sorrise, allungando le braccia in segno di benvenuto "E' bello rivederti, Allenby" mormorò, e la ragazza bionda le finì, piangente, tra le braccia "Capitano !!!!!!!! Capitanoooooooo !!!!!!!!" urlò, singhiozzando. Jody le accarezzò i capelli, ripetendo in tono rassicurante "Sono qui, Allenby. Non vi lascerò più. Sono di nuovo qui" poi alzò gli occhi verso Wakabayashi, che osservava incredulo la scena, e gli disse, con gli occhi azzurri che splendevano "Grazie a te...."

 

Rimasero fermi in corridoio, incuranti degli sguardi curiosi degli altri studenti; Wakabayashi fissava preoccupato le due ragazze, Allenby piangente tra le braccia del suo capitano, e Jody sorridente che accarezzava i capelli dell'amica, sussurrandole parole di conforto. Il ragazzo rimase in silenzio un altro po', poi, non potendone più, prese il braccio di Jody e le disse "Senti, meglio andare alla sede del club, li potrete parlare senza che nessuno vi disturbi. Andiamo" Allenby lo fissò, strafottente nonostante avesse gli occhi ancora umidi di lacrime, che però sembravano dire "Questo vale anche per TE !" lui non ci badò, scortandole, o meglio trascinandole verso il club. Una volta dentro, chiuse la porta della sede e si voltò verso le due, dicendo "Avanti !". Allenby lo fissò, furente, e stava per assalirlo a parole, ma Jody, sempre sorridendo, la fermò "Aspetta, Allenby. Con lui possiamo parlare tranquillamente. Sa tutto, ed è merito suo se ora sono qui con te, altrimenti avrei continuato a fuggire". Wakabayashi arrossì leggermente, continuando però a fissarle, mentre Allenby fissava alternativamente prima l'uno e poi l'altra, perplessa, mentre un dubbio si insinuava nella sua mente. Alla fine fissò negli occhi il portiere, che ricambiò il suo sguardo con la stessa intensità, finchè lei non sospirò, abbassò gli occhi e disse, rassegnata "Va bene". Jody sorrise, contenta, mentre il portiere si limitava a fissarle con espressione dubbiosa. Allenby lo fissava a sua volta, leggermente arrabbiata, riflettendo però che se il capitano si fidava così di lui, un motivo doveva esserci....dopotutto Jody da un anno aveva evitato qualsiasi contatto non indispensabile con i ragazzi....decise di lasciar perdere, anche se non era del tutto convinta "Capitano, ci sei mancata tanto...da quando te ne sei andata, la squadra non era più la stessa, non riuscivamo più a giocare, e alla fine..." scosse il capo, come se non riuscisse ancora a crederci " Ci siamo dovute separare. Io sono stata mandata qui da mio padre, controvoglia...certo non avrei mai pensato di trovare te...mentre Kay, Aly e Alex sono rimaste in Germania. Ti...ti abbiamo cercata tanto, capitano....ovunque, in tutta la Germania, in Austria, in Baviera....ma eri sparita...Oh, dove sei stata? Avevamo così bisogno di te...." le lacrime erano evidenti negli occhi di Allenby, e Jody si morse il labbro, sentendosi in colpa. Abbassò gli occhi e spiegò "Sono stata un anno a Londra, in attesa di poter venire in Giappone....volevo scappare, rifarmi una vita, dimenticare....e ero convinta che per farlo dovevo lasciarmi alle spalle la Germania, e per farlo ho deciso di rispolverare la mia metà Giapponese...questo paese è così bello, così caldo....e le persone che ci vivono sono meravigliose..." disse questo fissando Wakabayashi, che arrossì vistosamente, ma Allenby non ci badò più di tanto "Ma perchè non ci hai detto nulla, capitano? Noi eravamo disposte ad ascoltarti, ad accettare la tua decisione....perchè sei scappata via senza dire nulla?" Allenby aveva la voce che tremava, e Jody pensò fosse arrabbiata "Hai ragione...è che non me la sentivo di dirvi che non stavo più bene in mezzo a voi...non ho avuto il coraggio di prendermi le mie responsabilità...sembra che non avessi fiducia in voi, ma in realtà non avevo fiducia in me...mi disp..." non riuscì a finire poichè Allenby, ormai paingente e disperata, urlò "Non volevo dire questo !!!!!!!!! A me non importa se te ne sei andata senza prenderti le tue responsabilità, ti abbiamo perfettamente capita per questo ! Il fatto è che ci sei mancata ! Pe run anno non abbiamo avuto tue notizie, non sapevamo dov'eri, e tu non ti sei fatta sentire....e noi avevamo tanta nostalgia di te !!! Se ci fossi stata tu, io non me ne sarei dovuta andare dalla Germania, tu l'avresti impedito....mi sei mancata tanto !!!!" le ultime parole furono un sussurrò soffocato dalle lacrime, e Allenby le pronunciò gettandosi tra le braccia di Jody, felice di essere li con lei. Jody rimase immobile per un secondo, incredula. Era convinta che le ragazze la odiassero, ma si accorse che dentro di se non ci aveva mai creduto, e che quella nostalgia che attanagliava Allenby aveva colpito anche lei in egual misura. Schoccata, la strinse a sè, scoppiando a pinagere, e sussurrando "Allenby...io non sapevo...oh, Allen, grazie, grazie, grazie....." le parole si mescolarono alle lacrime, e entrambe, abbracciate, scivolarono inginocchiate sul pavimento, poichè le gambe non le reggevano più. Wakabayashi rimase a fissare, emozionato ma senza il coraggio di intervenire rompendo quell'altmosfera incantata che si era formata. Fu Jody che, dopo un po', alzò gli occhi e lo fissò, sorridendo. la visione di quel sorriso contornato dalle lacrime che riempivano gli occhi azzurri lo colpì al cuore. Non l'avrebbe mai dimenticata. Allenby si voltò a sua volta a guardarlo con aria strana, quasio paurosa...aveva paura di ciò che lui poteva pensare di lei...ma Wakabayashi si limitò a sorriderle, per poi avvicinarsi e abbracciarle entrambe, con fare protettivo. Nessuna delle due reagì, nè protestò. Rimasero così per alcuni minuti, finchè dall'esterno non si sentirono dei rumori. Wakabayashi allora le lasciò e le aiutò ad alzarsi. Si sciacquarono entrambe la faccia, poi Allenby si voltò sorridente e annunciò "Devo andare al club. Ci vediamo dopo, capitano, e...." fissò Wakabayashi, con espressione furba, per poi ammettere "Non so come ti chiami". Lui la fissò per un attimo arrabbiato, poichè il tono che lei aveva usato non era proprio di scusa, ma piuttosto ironico, poi però Jody intervenne, bloccando ogni reazione sul nascere "E' Genzo Wakabayashi, Allenby". Lei lofissò, impudente, dimostrando che sapeva benissimo chi era e l'aveva già riconosciuto, ma si limitò a dire "Io sono Allenby Farwell. Arrivederci" e se ne andò ridendo. Wakabayashi fece per seguirla, ma Jody lo fermò ridendo. Lui storse il naso e disse "Mi ricorda te, quando non facevi altro che farmi arrabbiare". Lei si bloccò, fissandolo "Perchè, ora che faccio?" chiese, innocente, anche se la domanda poteva risultare spinosa. Lui la fissò, incerto, facendo per avvicinarsi, ma lei prese un pallone e glielo lanciò, colpendolo in faccia e scappando ridendo. Lui afferrò la palla e la inseguì, furioso "Harper !!! Vieni qui!!!" "Non mi prendi, Wakabayashi. Sei lento !!!" urlò lei, fuggendo. Le sembrava di essere di nuovo libera dopo tanto tempo, e urlò al cielo "Non mi odiano !!! Wakabayashi, non mi odiano !!!!"

Finalmente era di nuovo felice e spensierata, come allora....ma questa volta sarebbe durata.

 

Jody entrò in classe, trafelata dopo la corsa, mentre Wakabayashi la inseguiva per le scale. Entrando, andò a sbattere contro Tsubasa . Lui, vedendola, cercò di scusarsi, imbarazzato come i tre dietro di lui (Misaki, Izawa e Sanae. NdA), ma lei sorrise come per dire che non dovevano sentirsi in imbarazzo e disse "Sanae, ieri sera c'è stato un po' di trambusto, lo so, e volevo ringraziarvi. Ero un po' in crisi, ma ora sto bene. Su, non pensateci più, vi spiegherò. Ora dobbiamo andare agli allenamenti. Su, avanti, forza !!!". I tre ragazzi si avvinarono, incerti, mentre Wakabayashi entrava e li scortava fuori, facendole un cenno d'intesa. Jody si avvinghiò al braccio di Sanae e sussurrandole "Se vuoi, ti racconto cosa è successo. Aspetta". La ragazza esitò e disse che non era necessario, ma Jody scosse il capo "Ma io voglio dirtelo. Ti prego. Ora sto bene, posso raccontarlo...vuoi ascoltarmi?" Sanae la fissò, arrossendo poi per la fiducia che la ragazza le dimostrava "Si ! Certo che voglio ascoltarti !" Jody sorrise, radiosa, e la condusse alla sede del club, cominciando a raccontare.

 

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Capitolo 11
*** capitolo dieci: Un incontro inaspettato.... ***


Capitolo 10: Un incontro inaspettato

Capitolo 10: Un incontro inaspettato.....

 

 

 

"Uaaaahhhh" Jody sbadigliò sonoramente uscendo dalla sua camera, vestita solo con una maglietta bianca leggera (nel senso che è mezza trasparente. NdA) e un paio di pantaloncini grigi molto corti che usava solo per dormire, in una splendente mattina di sabato (Non c'è scuola, per intenderci. NdA ). Si diresse con fare assonnato verso il bagno, rendendosi appena conto del mondo intorno a lei. Si lavò i denti, si pettinò e cercò di svegliarsi con una po' d'acqua fredda sul volto. Sentendosi meglio, uscì dal bagno di corsa, accecata dalla fame e pronta a correre giù in cucina, ma si scontrò con qualcosa...quancuno....Wakabayashi. Aprì gli occhi, incredula, e urlò "E  tu che ci fai qui???????????" (ha sonno...non si ricorda ancora nulla....NdA). Lui si tappò le orecchie, frastornato, e rispose "Ci abito....mi avete portato voi". lei lo fissò, e finalmente la sua mente ricostruì gli avvenimenti della sera prima. A quel punto fissò per terra e disse a bassa voce "Mi...mi dispiace di aver trattato tuo padre a quel modo...ero...ero veramente fuori di me...non so che mi sia preso...." lui sorrise e le sollevò il volto, guardandola negli occhi "No....era ora che qualcuno gli dicesse in faccia una cosa del genere....anche se non mi aspettavo che l'avresti fatto tu....". Lei sorrise e per un attimo si fissarono dolcemente....poi lui si accorse di come era vestita, e spalancò gli occhi. Lei seguì la direzione del suo sguardo e urlò, arrossendo. Anche lui divenne viola, poichè indossava una canottiera nera e un paio di pantaloncini rossi appositamente per dormire. Lei, furiosa, gli mollò una sberla "E tu non dici nulla e stai qui a guardare lo spettacolo, eh? Vergognati ". Si avviò con passo pesante verso le scale, e in quel momento uscì Yusuke, richiamato da quel fracasso. Lanciò un'occhiata al viso della sorella e rabbrividì. In un certo senso, compativa Wakabayashi, e quando lo vide fermo davanti al bagno, sconvolto, non potè che scoppiare a ridere, dicendo "E' molto irritabile...e di mattina ancora di più". Wakabayashi fece un mezzo sorriso d'intesa, poi si rifugiò in bagno.

Jody intanto stava facendo colazione, sgranocchaindo con morsi rabbiosi una fetta di pane e marmellata e pensando "Questa è la volta che lo ammazzo. Si, si. questa è la volta buona".

 

Erano le 10.30, quando un'auto luccicante arrivò davanti al cancello del campus e caricò Allenby e i suoi bagali. Pochi minuti dopo erano alla villa, e la ragazza quasi svenne nel vederla. Era fenomenale...beh, quasi come quella del padre di Angel e Jody....scacciò i tristi pensieri scrollando il capo. L'auto arrivò davanti al portone e si fermò, e Allenby scese, stiracchiandosi. L'autista aprì il bagagliaio e iniziò a scaricare le sue valigie. Lei fece per aiutarlo, quando.......... "AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!! ORA BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" un rumore infernale proveniente dalla casa la fece sussultare. Si voltò, incuriosita, e in quel momento la porta si spalancò e Jody volò fuori, inseguita da Yusuke e da un'altra figura. "Ca...capitano !!! Ma che succede?" urlò la ragazzina mentre Jody le saltava al collo, urlando "Allen ! era ora ! Finalmente qualcuno di normale, in questa casa !!!". Allenby cercò di liberarsi dall'abbraccio per capire cosa stava succedendo. Jody era vestita in modo estivo, pantaloncini e maglietta, e fissava suo fratello (Per Allenby era ancora dura credere che il suo capitano avesse un fratello....NdA) e qualcun'altro. Quando finalmente riuscì a liberarsi, Allenby vide che l'altra figura era  Genzo Wakabayashi. Lo fissò, stupita e scocciata, domandando "E lui che ci fa, qui? E' tuo amico?" chiese a Yusuke, fissandolo. Il ragazzo ricambiò lo sguardo, negando  "No, per carità, non direi proprio...chiedilo al tuo 'capitano' che ci fa lui qui" Jody lo fulminò con un'occhiata, poi rispose sospirando "E' nostro ospite a tempo indefinito....in pratica, vive qui" "CCOOOOSAAAAAAAAAA????????" urlò Allenby, sconvolta, ma Jody non le lasciò tempo di replicare e l'afferrò per un polso, trascinandola su per le scale "Andiamo, ti mostro la tua camera...e voi due farete megli a girare al largo per un po', sono stata chiara?" Yusuke e Wakabayashi si fissarono "E'...arrabbiata" disse il portiere, e Yusuke scoppiò a ridere "Oh, altrochè !!! E con entrambi, a quanto pare. E, dato che ha appena ricevuto rinforzi per la sua missione di renderci la vita impossibile, e visto che tu starai qui per un bel po'....che ne dici di una tragua, o meglio ancora di un'allenanza?" disse, porgendo la mano. Wakabayashi la fissò, incredulo. Quel ragazzo aveva la capacità di stupirlo come solo Jody era mai riuscita a fare...beh, in fondo erano fratelli....forse era per quello che negli occhi castani del ragazzo gli sembrava di vedere la stessa spensieratezza, la stessa gioia di vivere della ragazza....pensando questo, sorrise e strinse la mano tesa davanti a lui "Accettato" disse, sghignazzando. Yusuke annuì "E visto che ci siamo, ti chiedo una cosa....stacci attento. Voglio dire, quando non ci sono....sorvegliala tu....Cioè, credo sia benissimo in grado di farlo da sè, ma....". Guardò altrove imbarazzato, ma Wakabayashi annuì con aria grave, dicendo semplicemente "Contaci. Ci penso io a lei". E, come per attuare tale proposito, corse dentro. Tempo due secondi, e si udì uno strillo, seguito da un "WAKABAYASHIIIII !!!!" furioso e da vari rumori sconclusionati che indicavano che la lotta era ricominciata. Yusuke lo fissò rientrare e rimase poi con lo sguardo fisso nel vuoto pensando "In realtà questo è proprio ciò che mi preoccupa di più, ma....vabbè, saprà difendersi anche da sola...se vuole. E devo avere fiducia in lei...e nelle sue scelte."

 

Erano le 6 in punto, e Jody stava godendosi l'aria fresca della sera sul suo balcone. Allenby stava finendo di sistemare le ultime cose, mentre Yusuke stava controllando che la piscina fosse a posto. Chiuse gli occhi, pensando a quante cose erano successe in quei giorni, a come la vita l'aveva travolta....e a come era felice di tutto ciò. Persa in questi pensieri, non si accorse che la porta della sua camera si apriva silenziosamente e che qualcuno entrava, furtivo...o almeno finse di non accorgersene. Rimase immobile con gli occhi chiusi, ma quando questa persona le arrivò alle spalle con uno scatto fulmineo la afferrò e la gettò a terra, eseguendo alla perfezione una mossa di karate. Wakabayashi rimase disteso a terra, incredulo e dolorante "Ahia ! Mai che si possa scherzare con te !!!" gemette, risollevandosi a stento. Lei li fissò, impassibile, sentendo poi una voce che la chiamava. Sanae stava arrivando di corsa insieme a Misaki (E perchè non insieme ad Tsubasa? NdTutti. E c'è bisogno di chiederlo? NDA, Jody, Sanae etc...Eh? Che volete dire? NdTsubasa confuso) E Jody si sporse per salutarli "Aspetta, scendo subito !!!" e, come per confermare le sue parole, si arrampicò sulla balaustra e fece per saltare. Wakabayashi si alzò di scatto, atterrito, rendendosi così visibile ai due sotto "Aspetta, scema !!! Siamo al secondo piano...." ma Jody era già saltata di sotto, e stava scendendo con grazia, le braccia aperte, il corpo slanciato indietro per controllare la caduta. A metà della distanza che la separava da terra fece una serie di piroette, rivoltandosi più volte, e alla fine atterrò senza alcuna difficoltà davanti ai due ragazzi. Wakabayashi, che era rimasto affacciato al balcone per vedere la scena, si voltò e corse di sotto, mentre lei sorrideva e cominciava a chiaccherare coi due sotto, che, dopo un attimo di stupore, si erano ripresi "Ma tu scendi sempre così?" chiese Misaki, sorridendo. Lei fece per rispondere, ma una voce dietro di loro la interruppe, imperiosa e furibonda "Bella domanda !!!! Vorrei saperlo anch'io !!! E spero vivamente che la risposta sia NO !!! Ma sei pazza??? Volevi ammazzarti ????!!!" Wakabayashi urlava, incavolato nero, cercando in quel modo di dissimulare la sua preoccupazione. Misaki e Sanae lo fissavano, leggermente stupiti per la sua reazione eccessiva, ma Jody lo guardava calma, e sorridendo rispose "Uffa, mai che si possa scherzare con te !!!" Lui ammutolì, sconvolto e incredulo. Ma che le prendeva??? Ma una voce dietro di lui lo stupì ancora di più "Perchè ti stupisci tanto? Il capitano è capace di questo e altro...e se lei ti sta tanto a cuore, farai meglio ad abituartici." Allenby scese in giardino con passo sicuro ed espressione convinta. Wakabayashi la fissò, arrabbiato e sconvolto, ma la ragazzina bionda era perfettamente tranquilla e convinta di ciò che aveva detto. E Jody confermò la cosa "Credile. Allenby mi conosce molto bene". Lui scosse il capo, decidendo di lasciar perdere. Per fortuna, in quel momento arrivarono Izawa e Tsubasa, provocando un improvviso rossore di Sanae e uno, più leggero ma comunque visibile, di Allenby. Poi, Yusuke arrivò ad annunciare che la festa poteva iniziare. Le ragazze corsero in camera di Jody a cambiarsi  (A mettere il costume, cioè. NdA), e all'ultimo minuto Jody si voltò e urlò "Voi potete andare a cambiarvi in camera di Wakabayashi!!!!"  al che si voltarono tutti verso il portiere, e Tsubasa chiese (e chi altri poteva essere? NdA) "Perchè hai una camera in casa di Jody?". Wakabayashi indietreggiò, visto che tutti si avvicinavano incuriositi, cercando di trovare una ragione che non suonasse strana "Ecco...cioè. è che...io...ecco..." fissò verso l'alto, crecando aiuto, e incontrò lo sguardo di Jody che era uscita in terrazza e lo fissava, maligna. Si ripromise di fargliela pagare, non appena fosse scesa. E con tale proposito, si cambiò in fretta e furia e scese di corsa, arrivando in due secondi alla piscina, dove Jody gli si fece incontro.

"Ora le faccio vedere io....Oddio, beh, QUESTO no, non posso sopportarlo....." la visione della ragazza in costume lo bloccò, togliendogli ogni facoltà di protesta. E ancor di più fece il sorriso dolce che lei gli riservò, invitandolo poi con lo sguardo a fissare la scena attorno a lui. Tsubasa fissava incredulo Sanae, che era arrossita fino alla radice dei capelli, mentre Izawa guardava sorridendo Allenby, che per sfuggire all'imbarazzo si tuffò. Ma Wakabayashi non si voltò neppure. Non gli interessava....o meglio, non era in grado di rivolgere altrove lo sguardo. Gli bastava guardare la ragazza che gli stava di fronte. Perchè era così bella, così dolce, spontanea, unica, che aveva paura che, se lui avesse per un attimo distolto gli occhi da lei, sarebbe sparita.

 

Il lunedì si presentava uggioso e grigio, specialmente confrontato alle pazzie e ai divertimenti del week-end. Jody scese pigramente le scale. Per fortuna che fra poco sarebbero iniziate le vacanze estive. Era già vestita, in divisa, ma i suoi occhi erano ancora gonfi di sonno....ma bastò la visione di Wakabayashi e suo fratello in cucina, per svegliarla. Si fermò sulla soglia, aspettando ad entrare, ma Allenby arrivò dietro di lei e le diede una spinmta scherzosa, accompagnata da un "BUH !!!" che la fece sussultare, rivelando inoltre la sua presenza ai due ragazzi. "Buongiorno" salutò, formale, Wakabayashi, mentre Yusuke roteava gli occhi. "Arriva lo Tsunami dai capelli castani !!!" esclamò, facendo infuriare la sorella che cominciò ad inseguirlo per tutta la sala. (Lo Tsunami è un'onda altissima, che può raggiungere i 40 m d'altezza, che si origina in seguito ad un terremoto particolarmente forte e che è molto pericolosa per i paesi che si affacciano sul mare. NdA).

Poco dopo i quattro erano avviati sulla strada per scuola, dove incontrarono Sanae, poi Tsubasa, Misaki e Izawa. E fu l'inizio di un nuovo, splendido giorno (Del tipo; E fu sera e fu mattina. 879° giorno. NdA)

 

I giorni passavano lievi, e le vacanze estive si avvicinavano sermpre di più. Jody era ormai completamente integrata nella sua nuova vita,e  casa Tachikawa era luogo di allegre e felici riunioni. E inoltre c'erano gli allenamenti, di calcio, pallavolo e ginnastica. E per l'appunto....

 

Erano le tre. Si era allenata per due ore lunghissime a fare piroette, salti e giravolte. Va bene che la ginnastica le piaceva, ma piroettare con quel caldo, stretta nel body che le aderiva al corpo come una seconda pelle, non era proprio il massimo....finalmente però il capitano le aveva lasciate andare, e lei, indossata una maglietta bianca e un paio di pantaloncini, che quasi scomparivano al di sotto della stoffa bianca della maglietta, si era recata al campo da calcio. I capelli le facevano caldo, così li aveva raccolti sotto il cappello, che era anche utile per evitare un'insolazione. Rise, nel pensare alla scena che quel cappello aveva creato la prima volta che aveva incontrato Tsubasa, Wakabayashi e Misaki....a quel punto si bloccò. Il campo era ancora vuoto, e la cosa le parve strana, visto che di solito a quell'ora Tsubasa, Misaki e Izawa erano sempre li, e Wakabayashi era già in porta. Anche di Sanae e Allenby non c'era nemmeno l'ombra. "Forse è ancora troppo caldo....dopotutto, gli allenamenti cominciano alle quattro" riflettè la ragazza, fissando la desolazione del campo vuoto. Si avviò verso la sede del club, constatando che anch'essa era deserta. Sbuffò, senza sapere che fare. Mettersi a girare per la scuola cercando gli altri le sembrava stupido, magliette e divise erano a posto, i panini erano in frigo, come i limoni e le bibite, la sede era già stata pulita...."Uffaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!" sospirò la ragazza, ma in quel momento gli occhi le caddero sul cesto che conteneva i palloni da calcio. Il suo viso si illuminò mentre ne prendeva uno "Visto che non c'è nulla da fare, posso giocare un po'" si disse (Ma a voi pare normale che una che non ha nulla da fare si mette a giocare al calcio con 30°??? NdA). Uscì in campo e si mise a palleggiare ridacchiando. Pian piano ci prese gusto, arrivando a perdere la cognizione del tempo nello sforzo di non far cadere la palla. Non sapeva quanto tempo fosse passato, sapeva solo di essere accaldata, stanca e sudata, quando una voce sarcastica la distrasse, riportandola alla realtà "La Nankatsu è così mal presa da far giocare le ragazze?" disse quella voce, che proveniva dalla sua destra. Voltandosi di scatto, Jody vide un ragazzo alto, dalla pelle abbronzata perennemente (Indovinate un po' chi è????NdA), i capelli neri e il cappello calcato sugli occhi, che comunque brillavano di sicurezza e derisione. Il volto era contorto in un ghigno sarcastico, nonchè dalla sicurezza che appariva evidente in ogni suo gesto. Jody stoppò la palla, rimanendo a fissarlo, aspettando. Il nuovo arrivato le si avvicinò con fare tranquillo, finchè non le fu accanto. A quel punto, qualcosa suggerì alla ragazza di ritrarsi. Lui rise e prese la palla, cominciando a sua volta a palleggiare con maestria, e intanto parlandole, sempre in tono di sufficienza "Allora, dove sono quelli della Nankatsu? Non dirmi che la squadra è così caduta in basso che agli allenamenti vengono solo delle ragazzine esili come te" Jody sentì la rabbia montarle dentro, mentre il desiderio di prendere a schiaffi il ragazzo diventata sempre più forte. Ma lui non la guardava nemmeno "Forse mi hanno visto e hanno paura? Beh, non posso dargli torto. Da dopo il campionato Juniores in Francia, mi sono allenato molto, e il mio tiro è diventato più forte di quello di Oozora...e nemmeno Wakabayashi sarà in grado di fermarlo, questa volta" Tirò la palla in porta, mettendo in mostra il suo violentissimo tiro, e bucò la rete, poi si voltò soddisfatto verso di lei. Ma gli occhi azzurri della ragazza lo inchiodarono. Uno sguardo così freddo nessuno aveva mai osato rivolgerglielo "Per prima cosa, non mi pare tanto educato entrare qui senza permesso, sbeffeggiare i padroni di casa e bucare addirittura la rete" sussurrò in tono letale, avvicinandosi a lui senza più alcuna paura "Ma a quanto vedo, è il tuo modo di fare....ma mi sembra ancor peggio arrivare qui, trattare da pezza da piedi una che nemmeno conosci, non presentarti e sbeffeggiare i miei amici in loro assenza". Il ragazzo la fissò incredulo. Ma quella chi era? Da dove era venuta fuori? "E comunque, la Nankatsu non si è affatto indebolita. Anzi, è diventata più forte....e se devo dirla tutta, quel tuo tiro patetico non solo non è nemmeno paragonabile a quello di Tsubasa, ma non riuscirà mai nemmeno a impensierire Wakabayashi". La fiducia con cui aveva parlato era assoluta, e il ragazzo rimase a guardarla allibitò. Poi però l'orgoglio ebbe il sopravvento "Maledetta, come Osi parlarmi così? Ora ti farò vedere io!!!!" si avventò su di lei, ma la ragazza lo stese senza problemi, dimostrando la sua abilità nel karate, e lo fissò dall'alto verso il basso "Ehi, le ragazze non vanno aggredite....soprattutto quelle che non si possono battere" lo apostròfo, mentre lui digrignava i denti per la rabbia. Poi lei prese la palla e la calciò in porta, imitando alla perfezione il suo tiro. Il ragazzo, che si stava rialzando, rimase senza parole. Lei andò a recuperare il pallone, glielo lanciò, urlando "Su, prova a segnarmi un goal col tuo tiro, campione". Lui, arrabbiato, si posizionò fuori area, mentre lei si sistemava proprio al centro dei pali. Il sorrisetto sarcastico era ora sul volto di Jody, mentre quello del ragazzo era contorto in una smorfia di rabbia. Rimase fermo un istante, poi imprimette tutta la sua potenza nel pallone, che schizzò a velocità impressionante verso la porta. Se possibile, era ancora più veloce di prima....ed mirava proprio alla faccia del portiere !!!!

 

Qualcuno, che stava passando al bordo del campo, se ne accorse. "Mio DIO !!!" urlò, entrando di corsa.

 

Il pallone roteava diretto contro di lei, ma Jody lo fissava con apparente calma, come se non sapesse come reagire. Sul volto del ragazzo si dipinse un sorriso di soddisfazione. Quando la sfera stava per colpirla, però, la ragazza spiccò un salto, mettendo in mostra la sua agilità e le sue doti atletiche, e facendo si che la palla, che l'avrebbe colpita in pieno viso, le arrivasse all'altezza del petto, e afferrandola con entrambe le mani. Il ragazzo lanciò un'esclamazione. Com'era possibile? Ma non era ancora finita. La potenza del tiro era tale da trascinare in porta qualsiasi portiere, figuriamoci una ragazza; e inoltre lei era sospesa per aria, e questo le toglieva ogni possibilità di equilibrio. Era ovvio che sarebbe stata trascinata in porta....ma questo Jody lo sapeva bene, e reagì alzando a viva forza il pallone sopra la sua testa e gettandosi in avanti, vincendo così la forza impressa sulla palla. Fece una serie di piroette, che annullarono del tutto l'effetto del tiro, e atterrò appoggiandosi ad un ginocchio e posando a terra la palla. Il ragazzo la fissava sconvolto. Nemmeno Ken Wakashimazu era mai stato capace di tanto, ed ora quella ragazzina....quella ragazzina venuta da chissa dove....l'aveva battuto. Rimse schockato a fissarla, mentre lei gli tirava di nuovo il pallone e commentava "Beh, dopotutto come tiro non è male....ma puoi fare di meglio, credimi". La palla gli arrivò tra i  piedi, ma lui non la bloccò e la lasciò roteare lontano. Aveva occhi solo per la ragazza che stava di fronte a lui, non si accorse neppure della figura che stava ai bordi del campo e li fissava. "Uff, che caldo !!!" disse lei, togliendo il cappellino e lasciando che una nuvola di capelli castani scendesse a incorniciarle il colto, mettendo in risalto la luminosità degli occhi azzurri. Lo fissò senza rancori, sarcasmo o altro, e lui, senza rendersene conto, le si avvicinò, finchè non arrivò a sovrastarla. A quel punto la fissò dritta negli occhi, mentre lei cominciava a preoccuparsi. Gli occhi neri di lui ardevano, fissi in quelli blu di lei, e le sue mani, spinte da chissa quale forza, si posarono sulle spalle della ragazza, impedendole di allontanarsi. A quel punto, lei cominciò a preoccuparsi seriamente "E...Ehi !!!" esclamò, non sapendo come liberarsi, ma a quel punto la figura ai bordi del campo decise che ne aveva abbastanza "Ehi, Hiyuga, molla l'osso. Quella ti può stendere con estrema facilità...senza contare che se osì avvicinarti a lei di un altro millimetro, ti stendo prima io, e poi la lascio fare"  esclamò Wakabayashi, avvicinandosi a pugni chiusi. La sua voce ebbe l'effetto di riportare sulla terra Hiyuga (Perchè si trattava di lui....ma credo che l'abbiate già capito. NdA), che si voltò a guardare nella sua direzione, stordito. Jody, grata al portiere per l'interruzione, ne approfittò per ritrarsi e sciogliere la presa del ragazzo sulle proprie spalle, per poi avvicinarsi a Wakabayashi. Hiyuga la fissò, come chiedendosi che stava facendo, poi ritrovò il suo sarcasmo "Wakabayashi !!!!! Da quando ti sei messo a fare il cavalier servente?". Jody fece per tornare verso di lui con espressione omicida, ma Wakabayashi la bloccò, passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a sè con fare protettivo. Lei arrossì ma non protestò "Da quando ho trovato uan ragazza che può farmi goal....e parare il tuo Tiger Shot, a quanto vedo". Hiyuga lo fulminò con lo sguardo, fissando poi la ragazza. Era rannicchiata tra le braccia di Wakabayashi, ma l'espressione dei suoi occhi era battagliera. Vedendo quei due, sentì un brivido corrergli per la schiena....."Beh, a quanto pare è una ragazza fuori dal comune...sarà per questo che mi è venuto il desiderio di baciarla....non nascondo che mi piacerebbe tutt'ora...." ironizzò, ottenendo così di fare infuriare Wakabayashi, che fece per saltargli al collo; ma stavolta ci pensò Jody a fermarlo, avvicinandosi a Hiyuga e tirandogli una sberla che lo colse di spovvvista, e poi puntualizzando "Peccato che IO non sarei d'accordo....". Hiyuga la fissò, ma l'espressione battagliera degli occhi di lei lo fece desistere da qualsiasi reazione. Fu il suo orgoglio di calciatore a risvegliarsi, invece "Comunque, ci incontreremo al campionato nazionale delle superiori, ed allora ti segnerò un goal, Wakabayashi. E un giorno" disse, rivolgendosi a lei "Segnerò un goal anche a te". Ma una voce dietro di lui lo schernì "Io non credo che batterai mai il capitano" Allenby stava appoggiata al palo della porta, e  lo fissava con aria furba. Infuriato, Hiyuga scagliò il pallone contro di lei, ma la ragazzina, incurante dell'urlo di Wakabayashi che le diceva di spostarsi, lo ricevette in bagher, per poi spedirlo verso Jody, che lo alzò dritto sopra la propria testa e fece poi una poderosa schiacciata. La palla, roteando come impazzita, si insaccò in porta, facendo un altro buco. "Ops !!!!" disse lei, mentre Wakabayashi sbuffava. I due cominciarono a battibeccare, mentre Hiyuga guardava la porta incredulo. Quelle ragazze...una capace di intercettare il suo Tiger Shot con le braccia, l'altra di schiacciarlo e bucare la porta....fare ciò che faceva lui, ma con la forza delle braccia.....si voltò "Ci rivedremo...e allora vi batterò" disse, avviandosi. Jody smise di litigare con Wakabayashi, per dire "Aspetta, Kojiro Hiyuga". Lui si fermò, senza voltarsi "Io sono Jody Harper. E lei è Allenby Farwell. Ricorda i nostri nomi". Lui, senza una parola, se ne andò. Jody, Wakabayashi e Allenby rimasero al centro del campo, fissando la schiena del ragazzo che si allontanava. Poi Jody si voltò verso Wakabayashi. E rimase stupita nel constatare che lui la stava fissando, e i suoi occhi erano colmi di rispetto e tenerezza. Quello sguardo la fece sussultare, perchè il suo cuore vi aveva risposto con gioia.

 

"Quello era Kojiro Hiyuga, il nostro avversario di sempre.....come ti è parso?" chiese noncurante Wakabayashi, ma Jody capì cosa voleva "E' forte. E' molto forte, Wakabayashi, e solo se vi batterete con tutte le vostre forze potrete vincere" lo disse con chiarezza, fissandolo negli occhi. Lui non se la prese, anzì, sembrava contento. Rispose passandole una mano tra i capelli e scompigliandoglieli "Beh, allora mi devo allenare....e visto che gli altri latitano, che ne dici di aiutarmi tu? Daltronde, un tiro come il tuo sono in pochi che riescono a farlo" Jody accettò con entusiasmo, e chiamò anche Allenby. Le due si misero di buona lena a calciare in porta, e Jody riuscì ad eseguire perfettamente tutti i tiri dei suoi avversari: Il Tiger Shot di Hiyuga, Il tiro del falco di Nitta, l'Eagle Shot di Matsuyama, il tiro a rasoio di Soda....perfino il Drive Shot di Tsubasa e il Fire Shot di Schneider. Inoltre, le capriole e piroette delle due ragazze ricordavano il gioco acrobatico dei gemelli Tachibana.

E il tempo perse importanza, mentre i tre ragazzi si allenavano senza sosta.....

 

Poco dopo, però, quando in campo stavano finalmente giocando tutti i ragazzi della Nankatsu, e le due ragazze erano in panchina a riposarsi insieme a Sanae, Jody disse "Allenby...quando mi hai passato la palla...e ho schiacciato....e anche quella volta che ho preso la tua schiacciata...." Allenby e Sanae si voltarono di scatto, impaurite, ma Jody sorrideva "Ho sentito qualcosa...come una gioia irrefrenabile....come se tornassi a vivere...." Allenby cominciava a capire, ma non ci credeva "Voglio giocare, Allen. Voglio la mia squadra...." e calde lacrime scesero dagli occhi neri di Allenby, lacrime di ringraziamento.....

 

Il campionato nazionale era alle porte. La squadra era motivata al massimo, pronta al torneo di distretto, che avrebbe scelto la rappresentante di Shizuoka. Come al solito, sarebbe stata la Nankatsu, tutti ne erano convinti, per prime le tre manager che non facevano che lavorare e incitare i loro amici. Le partite che la squadra aveva già disputato dimostravano infatti la netta superiorità della squadra, ma nonostante questo gli allenamenti si susseguivano senza sosta. La scuola finì, dopo un'ultimo esame, per le vacanze estive. Jody si classificò prima, come al solito, Allenby seconda, Misaki e Sanae terzi, Izawa quarto insieme a Yusuke, Wakabayashi quinto insieme a Tsubasa. E iniziò l'estate, densa di partite, feste, ritrovi a casa Tachikawa (Gli zii di Jody sono dei santi....NdA). Senza troppi problemi, la Nankatsu arrivò fino alla finale, che come all'ultimo anno delle medie avrebbe disputato contro la Otomo, squadra in cui militava Shun Nitta, insieme a Urabe e altri vecchi componenti della Nankatsu. Si sarebbe disputata nel campo della Otomo, la domenica seguente.

 

Quella mattina, Jody si alzò prestissimo, andò in terrazza e si stiracchiò, assaporando l'aria fresca della mattina, che comunque era già calda: era giugno, ormai, e la giornata si preannunciava caldissima. Si appoggiò alla balaustra e guardò il giardino, notando un movimento in prossimità della piscina. Nel prato li di fianco, Wakabayashi e Misaki si stavano infatti allenando. La ragazza sorrise, osservando le espressioni concentrate dei due, e soffermandosi sul volto di Wakabayashi, mentre il cuore cominciava a batterle più forte. Si poggiò una mano sul petto, ascoltando quel ritmico battito e chiedendosi che le stava succedendo. Possibile che....si fosse di nuovo....il volto divenne di un colore tra il rosso e il viola, mentre cercava di negare questa possibilità. Ma il suo cuore pulsava una risposta differente, mentre Jody continuava a fissare il ragazzo che tanto impetuosamente le aveva sconvolto la vita......

 

 

03 giugno, ore 10.00, stadio della Otomo

Il pulmann dei ragazzi della NAnkatsu arrivò allo stadio alle 10, e al loro arrivo i ragazzi trovarono la squadra della Otomo che li aspettava già. Non appena scesero, cinque ragazzi si fecero loro incontro. Tra di loro, Jody riconobbe Nitta e Urabe, dalle foto sulle riviste che aveva letto. Sembravano felici di rivedere i loro rivali. Nitta andò da Tsubasa, mentre Urabe si fermò vicino a Ishizaki "Lieto di rivederti, amico. Mi dispiace, ma quest'anno i rappresentanti di Shizuoka saremo noi" disse, ridendo. Ishizaki si irritò "Ah, si? E' la stessa cosa che hai detto un anno fa. E come allora, saremo noi a vincere" Urabe si innervosì, e i due iniziarono a urlarsi contro, esattamente come un anno prima. Tutti scoppiarono a ridere "Allora, che ne dici della solita scommessa?" chiese Urabe, astioso, e Ishizaki annuì "Chi perde, è agli ordini dell'altro !!!" esclamò, poi seguì la squadra che si stava avviando. Jody, ridendo, si accostò a  Sanae, e fu allora che Urabe la notò. Rimase affascinato dalla grazia dei suoi movimenti accentuati dalle mosse dei capelli scuri, e bloccò Misaki, chiedendo "Chi è quello splendore?" Misaki guardò nella direzione del suo sguardo "Intendi Jody? Arriva dalla Germania, è la nostra nuova manager...." disse il ragazzo, cercando di liberare il proprio braccio dalla presa dell'altro, e trattenendosi a stento dal ridere dell'espressione inebetita di Urabe "Devi presentarmela, allora!" urlò questi, ottenendo di far girare la ragazza, che lo fissò con fare interrogativo. Il luccicare dei suoi occhi blu lo soggiogò definitivamente. Lui fece per avvicinarsi, imbambolato, ma una mano potente lo trattenne; Urabe si girò, vedendo Wakabayashi che lo fissava con fare minaccioso "Provaci e t'ammazzo" sussurrò, per poi avviarsi, prendere Jody per un braccio e trascinarla dentro. Urabe fissò incredulo la scena, poi fissò gli altri e scoppiò a ridere "Questa poi !!!!! Wakabayashi che difende una ragazza...." L'unico a non ridere fu Nitta, che stava fissando Allenby. Ma una manata sulle spalle da parte di Izawa lo distrasse, e la scenetta di poco prima si ripetè. E le risate pure.

 

Le squadre erano finalmente in campo. Al centrocampo la Otomo era forte, ma nessun attacco poteva avere la meglio su Wakabayashi. Nemmeno i tiri insidiosi di Nitta, per quanto fosse molto migliorato "Ma come fa? Sembra che si sia allenato a parare i miei tiri...ma  nella Nankatsu non c'è nessuno che li sappia fare" si chiese Nitta, senza neppure immaginare che la risposta era quella ragazza nella panchina della Nankatsu.

Intanto, Tsubasa aveva fatto goal. Sanae saltò, felice, esclamando a gran voce "Forza, capitano !!!" con tutto il fiato che aveva in gola. Jody rise, ma una voce proveniente dagli spalti sopra di loro la zittì "Buongiorno, Nakazawa. A quanto pare perdi ancora tempo dietro a quel fallito di Oozora" la voce apparteneva a un ragazzo alto, vestito con una camicia bianca e pantaloni scuri. Jody si aspettava che Sanae rispondesse immediatamente, adirata, prendendo come al solito le difese di Tsubasa, e perciò non gli badò più di tanto. Fu il silenzio accanto a lei a preoccuparla; Sanae non aveva mai lasciato nessuno sbeffegiare impunemente il suo capitano...."Sanae, che fai? Non rispondi?" chiese, stupita, ma la ragazza era rimasta immobile, e fissava lo sconosciuto, che evidentemente per lei non era tale, con timore. Questi scese con un salto dagli spalti e le si avvicinò, dicendo "Credevo che ti fossi stufata di aspettare....ma evidentemente non è così. Comunque, la mia proposta è ancora valida. Io sono molto meglio di quello la" si avvicinò pericolosamente a Sanae, chinandosi su di lei. La ragazza non riuscì a reagire "Sme...smettila, Kanda !!!!" urlò, spaventata, ma lui si limitò a sorridere e afferrarla per le spalle, cercando di baciarla. Tsubasa, che stava per arrivare in porta, sentendo l'urlo si fermò, e vedendo la scena rimase schokkato, tanto che Nitta riuscì senza problemi a rubargli la palla "Tsubasa ! Che ti succede???" gridarono i suoi compagni. Solo Wakabayashi, che ogni tanto cercava Jody cogli occhi, si era accorto della scena, e si diede da fare per parare il tiro, comprendendo appieno l'amico. Intanto, in panchina....

"Kanda ! No!" urlò Sanae, ma l'altro non demordette "Il tuo amico ci sta guardando....facciamogli vedere un bello spettacolo, eh?" sogghignò, ma in quel momento qualcosa lo colpì da dietro, facendolo sbilanciare. La sua presa sulle spalle di Sanae si affievolì, e lei si ritrasse subito. Il ragazzo si voltò, arrabbiato, per vedere chi l'avesse colpito. Era Jody, che stava ancora con una scarpa in mano  e l'espressione feroce "Che credevi di fare? Vattene subito !!!" gli urlò, e il ragazzo si avvicinò a lei "Che ti succede, ragazzina? Sembri arrabbiata.....se vuoi, posso pensare anche a te....sei carina.....non quanto Nakazawa, ma...." (Questa volta fu Wakabayashi che si fece quasi fare un goal, evitato solo grazie a Misaki. NdA). Ma Jody non era remissiva come l'amica, e gli mollò un sonoro ceffone. "Non ci provare" sussurrò, letale. Kanda rimase immobile, poi si avviò "Ne riparleremo, Nakazawa" disse. Ma gli occhi di Jody dicevano tutt'altro. Intanto, la partita era arrivata a metà, e i giocatori tornarono in panchina. Tsubasa si precipitò da Sanae "Sanae, stai bene? Ho visto tutto e...." "E si è pure fatto fregare la palla" concluse Wakabayashi, avvicinandosi protettivo a Jody, che comunque era meno scossa, mentre Sanae sgranava gli occhi. Tsubasa che si faceva fregare la palla...per lei !!!! Sorrise e disse che stava bene. Ma Jody, quando Sanae si fu allontanata, chiamò Tsubasa e Wakabayashi, e sussurrò "Credo che quello non si arrenderà....la aspetterà fuori. Per questo, starò con lei finchè non arriverete...ma credo che tu dovresti chiarire le cose con lui, Tsubasa" Tsubasa annuì, convinto "E anche con Sanae" precisò Wakabayashi; questa volta Tsubasa non era più tanto convinto "E cosa dovrei chiarire con lei?" chiese, mentre gli altri due trattenevano a stento l'irritazione.

La partita finì cn la vittoria della Nankatsu per 1 a 0. La Otomo era stata, come si aspettavano, una squadra forte e degna di rispetto, ma nulla aveva potuto contro la Nankatsu e il suo capitano. Alla fine, come al solito, i giocatori si salutarono stringendosi la mano. Urabe strinse sorridendo la mano a Ishizaki, promettendogli che sarebbe venuto a fare il tifo per loro come l'anno prima. "Ma voi dovete vincere, mi raccomando !!!" intimò, ridendo. Ishizaki sorrise e promise che l'avrebbero fatto. Jody, fissandoli, sorrise; il calcio era uno sport fantastico. Avversari sul campo che in realtà erano grandi amici....per capirlo bastava guardare Tsubasa e Wakabayashi. Si allontanò con Sanae e Allenby, diretta verso gli spogliatoi per le manager, dove si cambiarono chiaccherando. Per fortuna, Kanda non era nei paraggi.

Si trovava infatti all'uscita posteriore, da dove poteva vedere tutti quelli che uscivano. E fu li che lo trovò Tsubasa. Si era cambiato in fretta e furia, proprio per incontrarlo e evitare che Sanae lo trovasse prima di lui. Si avvicinò in silenzio, gli passò davanti e sussurrò "Se ti avvicinerai ancora a Nakazawa, te la vedrai con me. Io non permetto a nessuno di infastidirla". L'altro però non si lasciò intimorire "Ma io non voglio infastidirla....voglio farla felice". Tsubasa si voltò, come una furia "Lasciala stare. Lei non vuole stare con te. Lo capisci?" L'altro sorrise "No. Infatti vuole stare con te.....per ora. Ma io le farò passare questa voglia. Se tu poi non ti decidi...." se ne andò, mentre Tsubasa lo seguiva con occhi assassini. (Ma naturalmente non ha capito nulla di quello che l'altro intendeva dire. NdA)

 

Note dell'autrice

Dunque, mi sono accorta che nel capitolo scorso ho dimenticato di sottolineare il fatto che, come per Jody, Allenby viene chiamata per nome da tutti. Beh, mi pare che la spiegazione sia la stessa, no? E' vissuta in Europa per quindici anni, perchè dovrebbe farsi chiamare per cognome? Ah già, l'età. Credo che ci siano vare incomprensioni. Intanto siamo quasi in estate, la scuola sta per finire ma non è ancora finita, e la storia è iniziata un mese e mezzo prima, in primavera inoltrata (Ho notato che la cosa era un po' oscura). I nostri eroi sono ormai alla fine della prima superiore, (Le superiori in Giappone durano tre anni e non 5 come da noi) e quindi a buon diritto possono aver già compiuto tutti i 17 anni o quasi. Jody ne ha compiuti invece da poco 16, quindi ha a tutti gli effetti un anno meno di loro. Allenby è ancora più piccola, deve ancora compiere i 16 anni, e nonostante ciò  sono tutti in classe insieme. Ciò dimostra che le due ragazze siano veramente dei geni. Cmq le sorprese non sono ancora finite....aspettate.

N.B. Jody dovrebbe andare ora in prima superiore, non in seconda. Allenby dovrebbe essere ancora alle medie (Ve la immaginate? Io no....).

Sta storia con kanda mi è venuta in mente all'improvviso, non era prevista, ma mi sembra carina, anche perchè non so più che fare per far svegliare Tsubasa......

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** capitolo undici: Di nuovo insieme..... ***


Capitolo 11: Di nuovo insieme

Capitolo 11: Di nuovo insieme....

 

 

 

Vinta la finale di distretto, i ragazzi tornarono ad allenarsi al campo della scuola, sempre seguiti dalle manager. Il campionato Nazionale si avvicinava, e presto sarebbero partiti per Yomiuri Land.

"Wakabayashi ! Insomma, ti vuoi muovere? O devo venire io a metterti tra i pali della porta???" urlò Jody, completamente assorbita dal suo ruolo di Manager. Wakabayashi fece per replicare, ma si ricordò che era un'esperta di arti marziali e, cosa ancora peggiore, Allenby si stava avvicinando al suo 'Capitano' pronta a darle manforte, e decise che era più saggio, MOOOLTO più saggio, rifugiarsi tra i pali della sua adorata porta. A quel punto, Jody si guardò attorno. Dei giocatori che di solito arrivavano prima, c'era solo Tsubasa. "Ma dove sono Misaki e Izawa? Che fine avranno mai fatto?" si chiese, preoccupata. Sapeva infatti che poche cose potevano tenere quei due lontano da un campo da calcio e dal pallone...soprattutto se potevano allenarsi con Tsubasa e Wakabayashi....guardò Sanae, che stava sistemando le divise pulite. Anche lei non era del tutto tranquilla. E lo stesso valeva per Allenby (Chissa perchè, poi? NdA). Jody fissò poi i due giocatori, fermi in mezzo al campo, poi disse "Va bene. Se non sono ancora qui, ci sarà una ragione. Dopotutto, gli allenamenti ufficiali iniziano alle quattro....ed è l'una e mezza....cominciamo, forza !" decise, lanciando in mezzo al campo un pallone, che Tsubasa raccolse con estrema facilità, spedendolo verso la porta a velocità impressionante....ma Wakabayashi lo bloccò senza problemi. Tsubasa sorrise, poi si voltò verso la panchina "Ma non mi sembra di allenarmi se non ho qualcuno che mio ostacola....non è che una di voi può aiutarmi?" chiese, e istintivamente Jody e Allenby si voltarono verso Sanae, che arrossì e si nasconse dietro le divise, rifugiandosi poi nella sede del club. La altre due si guardarono, ridendo, poi Allenby entrò in campo "E va bene, Oozora...ma ti avverto che non avrai vita facile !!!" lo sfidò, e i tre iniziarono ad allenarsi con rinnovato vigore. Intanto, Jody prese il cellulare e cercò i due dispersi al cercapersone. Ma nessuno dei due rispondeva, e dopo un po' lasciò perdere. Fissò gli alberi sulla strada, le chiome leggermente mosse dal vento. Dove potevano essersi cacciati, Misaki e Izawa?

 

Misaki stava correndo verso il campo, dopo aver eseguito una commissione, quando il suo sguardo fu attirato da qualcosa. Un taxi era fermo in mezzo alla piazza, e da esso era appena scesa una ragazzina dai lunghi capelli castani raccolti in una treccia. La ragazza pagò l'autista e gli chiese qualcosa, ma lui si limitò a prendere i soldi, scuotere il capo e risalire in auto, partendo di corsa. Lei rimase ferma al centro della piazza, guardandosi intorno smarrita, come se cercasse qualcosa. Lui, istintivamente, si avvicinò. Quando le fu più vicino, notò che quei capelli castani, per quanto raccolti in una treccia, rilucevano al sole e accompagnavano i movimenti aggraziati della ragazza, in una sorta di cornice scura e affascinate. Si schiarì rumorosamente la voce per farsi notare, e lei si voltò sorpresa verso di lui, senza la minima traccia di preoccupazione. Lo fissò, aspettando. Lui sorrise, sentendosi molto insicuro "Ehm...scusa, ho visto che ti guardavi attorno, e poi..." indicò con fare imbarazzato il borsone che lei aveva di fianco "Si, ecco, insomma...ti serve aiuto?" chiese alla fine, dandosi dell'idiota. Ma era il modo di attaccare discorso? Lei comunque sorrise, un sorriso dolce e spontaneo che le illuminò il volto e si riflettè negli occhi, due occhi scuri, castani, dello stesso colore dei capelli. Quel sorriso privo di riserve indicava una dolcezza d'animo inimmaginabile. Poi parlò "Te ne sarei molto grata. Sono appena arrivata dall' Europa, e non so ancora orientarmi" la sua voce era melodiosa e chiara. Il fatto che fosse straniera era parso chiaro fin dall'inizio, e Misaki non ne fu stupito. Si chiese con curiosità da dove venisse di preciso. "Oh, capisco. Dove devi andare? Se vuoi posso indicarti la strada" rispose, premuroso. La ragazza prese un foglietto dalla tasca, cercando poi di decifrarne il contenuto "Devo andare alla scuola superiore Na...nan...Nanka...." "Nankatsu?" chiese lui, trattenendo il fiato. Lei sorrise e annuì "Proprio quella. Sai dirmi dov'è?". Stavolta toccò a lui sorridere, mentre diceva "Non è molto lontana da qui, ma la strada per arrivarci è nascosta e tortuosa....comunque è la mia  scuola, e ci stavo appunto andando. Se vuoi ti accompagno" la ragazza si illuminò, accettando con riconoscenza "Te ne sarei davvero grata...ehm...." "Misaki" si presentò lui "Taro Misaki. Molto piacere". Strinse l'esile mano abbronzata che lei gli porgeva "Piacere mio, Taro. Sono Kay Galway" lui lasciò la sua mano con un po' di rimpianto e afferrò la borsa che le stava di fianco, incurante delle sue proteste. "No, la porto io, non sarebbe cortese altrimenti. L'ospitalità Giapponese non lo permetterebbe" lei rise a tale spiegazione, e si incamminò al suo fianco. "Se non sbaglio, hai detto che vieni dall'Europa. Io l'ho visitata molto, sono appena tornato dalla Francia, dove ho vissuto per due anni. Tu da dove vieni?" chiese lui, interessato. Lei rispose "Da Brema, in Germania". Misaki si fissò a fermarla, stupito. Lei lo guardò "Beh? Che ti è preso?" Possibile che...No, non aveva senso, si disse lui "Nulla. E' che pensavo a una persona che conosco che viene anche lei dalla Germania...ma non è nulla. Brema, hai detto? Ci sono stato. E' una bellissima città." dicendo questo la raggiunse, riincamminandosi. Ma non si accorse che, dopo le sue parole, lei gli aveva lanciato un lungo sguardo indagatore.

 

Stessa scena si stava ripetendo in un'altra parte di Fujisawa. Izawa, che stava andando agli allenamenti dopo aver salutato i suoi che partivano per un viaggio, voltando un angolo era andato a sbattere contro qualcuno. Quel "qualcuno" era una ragazza dai lunghi capelli nerissimi, lucenti, sciolti sulle spalle, e dagli occhi azzurri grandissimi che si fissarono su di lui con un misto di confusione e incertezza. Lui la fissò per un minuto, poi si scusò e l'aiutò ad alzarsi (Non crediate che non veda che è una bella ragazza, ma a causa di un piccolo tornado biondo dagli occhi neri stranamente tutto ciò non gli interessa.....NdA). "Scusa, ero di corsa e sovrappensiero...tutto bene?" chiese lui, dispiaciuto. Lei si tirò su, appesa alla sua mano, pulendosi con l'altra i pantaloni. Poi lo fissò negli occhi e trattenne la mano, dicendo "Si, tutto ok, non preoccuparti. Io mi chiamo Aly, Aly Crow...senti, mi potresti aiutare? Devo andare alla scuola superiore Nankatsu, ma non capisco da che parte sia...." lui la fissò, interdetto. Lo aveva chiesto senza il minimo imbarazzo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Si, certo, è la mia scuola, ci stavo appunto andando. Vieni, è qui vicino. Ah, io...io mi chiamo Izawa....Mamoru Izawa" le prese la borsa, che lei stava per afferrare, e la accompagnò. Non parlò molto, stava infatti pensando agli allenamenti, alla squadra, e a una certa manager che aspettava di rivedere. Lei, per contro, era persa nei propri pensieri. Finalmente arrrivarono in vista della scuola. Quando però stavano entrando, appena passato il cancello della scuola, il cercapersone di lui trillò. Lo prese dalla tasca, controllò chi fosse, poi guardò l'ora sbalordito urlò "Oddio mio !!!! Jody !!!!! Gli allenamenti !!! Scusa, devo scappare. Ciao !!!" partì a razzo verso il campo da calcio, lasciandola sola in mezzo al cortile vuoto, mentre il vento le sollevava i capelli. Lei lo fissò allontanarsi come in trance, mentre le sue labbra chiedevano, incredule "....Jody?"

 

Circa un'ora prima che tutto questo accadesse, una ragazzina minuta dai capelli rosso fuoco raccolti in una lunga treccia sottile scese con un salto da un pulman, recuperò un pesante borsone e si guradò intorno, fissando le strade deserte "E così questa è Fujisawa? Beh, non male direi. Ma ora, da che parte devo andare?" Si chiese, incuriosita. Vide poco lontano un gruppetto di ragazzi, e si avvicinò saltellando, non notando affatto la loro aria poco raccomandabile. Quando fu li vicino, chiese "Scusate, sapreste darmi un'indicazione per la scuola Nankatsu?" in tono felice e gioviale. I cinque ragazzi si girarono, piacevolmente sorpresi e uno di loro, il capo presumibilmente, rispose "Certo che sapremmo indicartela...ma chi ti dice che ne abbiamo voglia? Perchè non ci fai compagnia, invece di andare a scuola, eh, straniera? Che ne dici?" detto ciò l'afferrò per un braccio, tirandola verso di sè. La ragazza ebbe per un attimo un'espressione stupita, ma la paura non la sfiorò nemmeno per un secondo. Sciolse il braccio dalla presa e fece un salto indietro. I ragazzi si avvicinarono, esclamando "Ehi, piccola, non scappare !! Vieni qui!!!" lei li fissò, decisa, poi un sorriso le increspò le labbra "E così volete giocare, eh? E va bene...." partì all'attacco, fulminea e perfetta, tanto veloce che nessuno di loro riusciva a reagire. Ma loro erano pur sempre in 5, e cominuavano a rialzarsi, mentre la ragazzina, per quanto brava e fenomenale, cominciava a stancarsi "Non...non reggerò ancora per molto" pensò, ansante, mentre atterrava per l'ennesima volta uno di loro con un calcio. Era allo stremo delle forze, quando una voce dietro di lei, calma e pacata, disse "In cinque contro una ragazzina...e pare che stia vincendo lei. Non vi pare vergognoso?" La ragazzina si voltò, pronta ad affrontare un nuovo avversario, ma si trovò di fronte un ragazzo alto, dai capelli biondi e due occhi castani che le sorrisero gentilmente, mentre le indicava uno dei ragazzi, che cercava di sorprenderla da dietro. "Maledetta !!!" urlò quello. Lei si voltò di scatto, ma il ragazzo biondo fu più veloce, mandando il malcapitato lungo disteso per terra. Alla vista del nuovo arrivato, gli altri 4 decisero di darsela a gambe, e anche l'ultimo scappò, trascinandosi su una gamba. Il ragazzo altò la fissò, esclamando "Non te la cavi male, per essere una ragazzina, ma....non devi andare a stuzzicare quella gente, mi hai capito? Rischi grosso !!!" ma lei si stava guardando attorno con aria curiosa, e all'improvviso chiese "Scusa, questa è Fujisawa?" lui la fissò, incredulo, balbettando "Ce...certo, è Fu...Fujisawa..." lei sorrise, contenta, e chiese ancora "Bene !!! Allora potresti portarmi al campo di calcio della scuola Nankatsu? E' importante che io ci vada...devo incontrare una persona !!!" Lui la fissò, interdetto, poi le fece cenno di seguirlo e corsero fino al campo. Quando furono arrivati, lui si fermò e glielo indicò. Lei lo ringraziò con calore, poi partì a razzo verso l'entrata. Lui, rimasto solo, si allontanò, pensando "Chissà quale giocatore deve incontrare? Chissa se è la ragazza di uno di loro...no, che dico...e perchè non dovrebbe?" (in pratica, è in preda alla confusione. NdA) e, in qualche modo avvilitò, se ne andò.

 

"Finalmente !!!!! E' un onore poter beneficiare della vostra presenza. Sono le 4 e 20. Dove eravate finiti, ragazzi?" chiese Jody, arrabbiata, osservando Izawa e Misaki che, ansanti, erano appena arrivati al campo. Lo sguardo degli occhi azzurri era a dir poco infuocato. I due, spaventati, cercarono di spiegarsi "Ecco...abbiamo avuto un imprevisto...." "Poche storie, in campo !!!!!" urlò lei, arrabbiata perchè erano tutti preoccupati per loro. Loro non fiatarono (Ci mancherebbe altro !!! NdJody. Non darti troppe aria, Harper. NdWakabayashi. Wakabayashi!!! Piantala !!!NdJody. Calma...ragazzi, calma....sono io che ho creato questa storia, non potete prendere il comando...NdAutrice disperata. Ah!!! Era ora che ti facessi vedere. Sei tu che mi hai messo vicino a 'sto idiota!!! Ma come ti è saltato in mente?NdJody Ehi, allora sei tu che mi hai appioppato quella scorbutica?nDWakabayashi. Ehm...BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA. NdAutrice sull'orlo del collasso) ed entrarono subito, iniziando a giocare. Lei seguiva con attenzione il gioco, completamente assorta; a volte la sua voce si alzava all'improvviso per rimproverare o per suggerire, autoritaria quasi più dell'allenatore stesso (Che sembra non esistere nemmeno in questa storia, tranne per brevi apparizioni....NdSquadra_perplessa. Beh? Non bastiamo noi? NdManager. Silenzio !!!! Dopo tutti i numeri che fate in campo, volete dirmi di non essere in grado di andare avanti senza allenatore? Quelli che avevate nella serie Tv non facevano granchè, mi pare....tranbne quello dei mondiali in Francia che ha quasi ucciso la squadra.....NdAutrice_imperiosa, a cui i personaggi si sottomettono umilmente....perchè non possono fare altrimenti, anche se Jody e Wakabayashi mi ignorano e continuano a litigare. Vabbè, stavamo dicendo che Jody dava direttive alla squadra....... NdA)  "Izawa, stai più attento ai difensori !!! Tsubasa è troppo marcato, non passare a lui !!! Non potete impostare il gioco solo su Oozora. Misaki, che ti prende? Smettila di startene li imbambolato con lo sguardo vacuo. A che stai pensando????" la voce arrabbiata della manager risvegliò Misaki, che si era perso nel ricordo dell'incontro con la ragazza dai capelli castani. Si voltò a guardare l'amica, e per un momento le due immagini si sovrapposero, facendolo sbiancare. Chiuse gli occhi, stropicciandoseli con le mani, non riuscendo a credere a ciò che vedeva. Quando li riaprì, infatti, c'era solo Jody, e notandolo non riuscì a trattenere un sospiro di delusione. Ma Jody era già sul piede di guerra "Vuoi scendere dal tuo mondo dei sogni? Noi ci staremmo allenando per i campionati nazionali...possiamo contare su di te oppure no? Oltre ad essere arrivato in ritardo, non stai facendo nulla" Misaki rimase a guardare stranito la ragazza, liquidandola poi con un secco e sgarbato "Lasciami in pace". Rimasero tutti senza fiato. Misaki...il buono e gentile Misaki che diceva una cosa del genere...a Jody poi. Wakabayashi, incavolato, fece per allontanarsi dalla porta, ma Jody lo prevenne, entrando in campo con passo deciso, arrivando davanti a Misaki e mollandogli un ceffone sul volto che gli lasciò un segno rosso ben visibile. Il ragazzo barcollò di lato, sorpreso, come se si fosse svegliato in quel momento. Posò una mano sulla guancia e la fissò, confuso e stupito. Lei ricambiò lo sguardo, furiosa, dicendo "Ishizaki, entra al posto di Misaki. Credo che abbia bisogno di schiarirsi le idee". Detto ciò lo precedette fuori del campo, mentre Ishizaki entrava, fissando Misaki preoccupato. Misaki, senza una parola, uscì, andando a sedersi in panchina vicino alla ragazza, mentre il gioco ricominciava. Rimase per un po' in silenzio, guardando lei che lavorava dandogli a schiena, poi disse "Scusami. Non so...non so che mi sia preso" le parole gli sembrarono inutili e vuote, ma lei si girò, porgendogli un pezzo di stoffa bagnata da mettere sul livido, sorridendo "Io invece credo di aver capito....ma non puoi permetterti di distrarti così, Misaki. Ne va del rendimento di tutta la squadra". Lui la fissò "Hai ragione...è che...." non riuscì a continuare "Improvvisamente mi sento solo" disse la sua mente, per lui. Lo aveva capito vedendo Tsubasa e Sanae felici per il solo fatto di potersi vedere, vedendo Izawa che sorrideva in direzione di Allenby, e gli sguardi lunghi che lei gli riservava, vedendo Jody e Wakabayashi litigare sempre e poi essere inseparabili....e vedendo quella ragazzina che probabilmente non avrebbe rivisto mai più. Jody si sedette accanto a lui, sussurrando "Dimmi chi è". Lui non si stupì neppure. Ormai lei aveva dimostrato di possedere una sensibilità ultraterrena. Sospirò "Non lo so....mi è apparsa davanti e poi è sparita...non ricordo nemmeno il suo nome...."Jody gli prese una mano, comprensiva "Era come...un angelo" disse lui, in un sussurrò. Lei si bloccò. Perchè quelle parole? Perchè lui....aveva detto proprio quelle parole? Poteva essere che...no, non aveva senso, doveva essere un caso....e allora perchè era assolutamente convinta che non fosse così? Fissò, senza un motivo, Allenby. La ragazza ricambiò lo sguardo, ma vi lesse qualcosa che la costrinse a distogliere gli occhi. Jody rimase a fissare il vuoto, stringendo la mano di Misaki, cercando di capire cosa il suo cuore le stesse dicendo, quando un'ombra la coprì. Alzò lo sguardo, incrociando gli occhi neri furenti di Wakabayashi. Lo fissò per un secondo senza capire, poi lasciò immediatamente la mano del ragazzo di fianco a lei, arrossendo. "Wa...Wakabayashi !!! Che ci fai qui???" Wakabayashi, fissatala ancora con rabbia, si allontanò, mentre lei cercava le parole per spiegarsi, senza trovarle, rimanendo così a guardare il ragazzo che si allontanava con occhi luccicanti e pieni di rimorso "No...aspetta...." sussurrò, mentre Misaki si alzava, chiedendole scusa. Lei scosse il capo "E' colpa mia....stavo pensando...." lui la guardò, leggermente sospettoso, ma lasciò perdere. Jody non sapeva più che fare. Misaki era tornato in campo, Wakabayashi era di nuovo in porta e si rifiutava di guardare dalla sua parte. "Che faccio?" chiese, rivolta a se stessa, ma Allenby e Sanae la presero come una richiesta di aiuto, si fissarono e le porsero, senza dire nulla, una divisa e un cappellino. Jody li fissò, senza capire. Poi capì. Capì quanto pazzesco fosse ciò che quelle due proponevano "No. Oh, no. Assolutamente no"

Pochi secondi dopo entrò in campo, vestita da ragazzo, avvicinandosi alla porta di Wakabayashi. Gli altri giocatori fissarono il nuovo arrivato con fare incuriosito, aspettandosi una novità (ormai scene del genere divenivano ordinarie in quel campo. NdA). Wakabayashi non lo degnò che di un'occhiata, non riconoscendola, e urlò agli altri di ricominciare a giocare, ignorandolo. Gli altri obbedirono, ma lo sconosciuto li sorprese rubando la palla ad Tsubasa e lanciandola a piena potenza verso la porta, dritta in faccia a Wakabayashi. Il portiere la bloccò, arretrando però verso la porta e fissando poi stupito la sfera. Quella potenza, quel tiro...alzò gli occhi, non volendo crederci, sul giocatore. Jody si tolse il berretto e lo fissò, con un misto di gioia e preoccupazione negli occhi. Lui la fissò a sua volta. Proprio non riusciva a rimanere arrabbiato con lei per più di qualche minuto? Sorrise, e vide che il volto di lei a quel gesto si rischiarava. Fece per avvicinarsi alla ragazza, che a sua volta si stava muovendo verso di lui, quando una voce che ben conosceva, ma che non sentiva da tempo, la sorprese, paralizzandola "CAPITANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" l'urlò, proveniente dalla sua sinistra, la fece voltare di scatto, appena in tempo per vedere una ragazzina dai capelli rossi che le si lanciava Addossò, felice. "Un tiro fantastico !!!!! Sei ancora fenomenale, Capitano !!!!!!!!!" Fu avvolta da quei capelli fulvi, e ci mise un po' prima di riprendersi e capire. Allora balbettò, incredula "A...Alex?" la ragazza alzò gli occhi, anch' essi rossi (Tipo Hikaru di Rayearth...anzi, diciamo che è spiccicata a lei....NdAutrice_con_poca_fantasia), e sorrise. Jody la guardava stupita, incredula, sconvolta...tutte queste emozioni si alternarono sul suo volto, per lasciar poi spazio ad un'enorme felicità. "Alex...ALEX !!!! SEI TU, SEI PROPRIO TU ?????!!!" abbracciò la ridente ragazzina con foga, mentre tutti le fissavano. Arrivò poi Allenby di corsa dagli spogliatoi, portando asciugamani e magliette, e si fermò a osservare la scena, o più precisamente la ragazzina dai capelli rossi. "Sei qui. Era ora !" disse semplicemente. Alex si voltò e abbracciò anche lei "Allen !!!" Allenby ricambiò l'abbraccio, sorprendendo tutti. La scontrosa e poco loquace Allenby che si comportava così....Wakabayashi fissò la nuova arrivata, sconvolto. Dove l'aveva già vista? Cosa....poi ebbe un flash: Era una delle ragazze della foto ! Ma cosa ci faceva li? Fissò Allenby, e nella calma sicurezza dei suoi occhi neri, che brillavano nel fissare la ragazzina, fu certo di aver trovato la risposta.

"Alex, ma che ci fai qui????" chiese Jody, abbracciandola di nuovo. La ragazzina dai capelli rossi sorrise, indicando Allenby "Prova a chiederlo al tuo fidato secondo....appena ti ha trovato, ci ha telefonato, e naturalmente siamo partite tutte immediatamente....logico, no?" Allenby, interpellata, scosse il capo sorridendo, come a non volerci credere. Jody intanto tratteneva il fiato "Tu...tutte? Vuoi dire che anche...anche loro...." Alex annuì, sempre sorridendo. Jody la abbracciò urlando di gioia, mentre tutto intorno a loro i giocatori della New Team le fissavano senza capire "Alex !!!!! Allen !!!!!! Oh, siete grandi !" urlava Jody, mentre tutti si chiedevano se stava bene. Fu Misaki a parlare per primo, visto che era il più vicino "A...Alex?" la cosa più strana era il nome della ragazza. Jody, come ricordandosi improvvisamente di tutti loro, si voltò verso di lui e spiegò "Certo ! Oh, naturalmente non è il suo vero nome, ma la chiamano tutti così. Si chiama Alexis, ma un nome simile non si adatta a un maschiaccio del genere....molto meglio Alex" rise, mentre la ragazzina fingeva di arrabbiarsi con lei. I ragazzi erano sconcertati, tanto che Jody si sentì in dovere di aggiungere "Beh? Non mi direte che vi stupisce così tanto....del resto, anche Allenby non è il vero nome di questa signorina" disse, indicando la ragazza bionda, che assunse immediatamente un'espressione preoccupata "In realtà si chiama...." "AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!" strillò Allenby, saltandole al collo da dietro e tappandole la bocca, per poi fissare tutti gli altri con aria truce. I ragazzi non riuscirono a evitare di ridere. La vitalità di quelle tre messe insieme era incredibile, soprattutto dopo aver conosciuto la calma pacata di Jody e la freddezza di Allenby, prese singolarmente..... "Forse nessuno di noi si era reso conto di quanto poco le conoscevamo...." pensò Wakabayashi, fissando divertito Jody che mordeva la mano di Allenby e cominciava a urlarle contro. "Già. Forse nessuno l'ha mai sospettato".  Nessuno. Nemmeno lui, che la conosceva più di tutti. La cosa gli portò un attimo di tristezza, anche se la situazione generale era ilare "Va bene, abbiamo capito....ora, possiamo tornare ad allenarci?" chiese, con finta irritazione. Jody lo fissò, colpevole "Oh. Oh, si, certo !!!!! Allenby, scendi dalla mia schiena. Ahia !!!!! Lasciami i capelli !!!! No, smettila. Ti ho detto di scendere. Lavora !!!" la ragazza bionda scese lamentandosi e portandosi dietro la ragazzina dai capelli rossi. Wakabayashi guardò per un secondo Jody, fintanto che potè leggere la calma serenità negli occhi di lei, mischiata a una nuova felicita. Allora si diresse, tranquillizzato, verso la porta, non notando così il sorriso di ringraziamento che lei gli rivolse.

 

"Capitano, ma fino a che ora staremo qui?" chiese, visibilmente stanca, ma non annoiata, Alex, dirigendosi verso Jody. La ragazza le sorrise, pensando che era almeno un anno che nessuno la chiamava 'capitano', e ora quelle due non facevano che ripetere quella parola..."Capitano?" chiese l'altra, disincantrandola "Ecco, appunto" disse lei, ad alta voce "Appunto cosa?" chiese Alex, confusa. Jody sorrise "Niente. Comunque ora i ragazzi dovrebbero aver finito, andiamo a cambiarci e poi a casa". A quel punto l'espressione di Alex divenne preoccupata "Ca...casa?" chiese. Lei, li, non ce l'aveva una casa...aveva abbandonato la sua per correre dal suo capitano...Jody ebbe un moto di tenerezza varso la sua 'sorellina', come l'aveva sempre considerata "Naturale, vuoi dormire sotto un ponte? Andiamo a casa NOSTRA" calcò l'accento sull'ultima parola, e Alex sorrise, radiosa. "Vieni, mi cambio e andiamo" continuò l'altra, e Alex annuì "Si !" A quel punto, Jody riflettè che, evidentemente, complicarsi la vita era una sua tendenza naturale....Wakabayashi, Allenby, e ora Alex...e le altre due, che sarebbero arrivate presto (naturalmente, avete capito di chi parlo, no? NdA). Intanto era arrivata nello spogliatoio, ove Sanae si stava cambiando. Le venne in mente che le due non si conoscevano, e provvide a presentarle "Sanae, questa è Alex, una degli Angeli" bastava questo. Sanae infatti la fissò all'improvviso con profondo rispetto, e Alex si chiese quante persone, li, sapessero la loro storia. Il volto di Allenby diceva qualcosa, ma non abbastanza. Intanto Jody continuava "E questa invece è Sanae, prima manager del club, da tempo immemorabile innamorata del nostro capitano Tsubasa Oozora, che da bravo scemo non si accorge mai di nulla...." "Jody !!!!! Ma che dici???" urlò Sanae divenendo viola. Allenby scoppiò a ridere in perfetto sincrono con le altre due, poi Alex cambiò discorso "Sembra che tu ci conosca....quanta altra gente lo sa?" chiese, preoccupata. Jody fece una faccia strana "Solo i miei zii" disse, evasiva, facendo incuriosire l'altra. Ma ci pensò Sanae a risolvere i suoi dilemmi "Più un certo portiere...." Allenby a sorpresa annuì con fare serio, mentre Jody arrossiva e protestava. Alex richiamò alla mente l'immagine del ragazzo col capellino rosso che stava tra i pali, con un'espressione seria e fiera....."Ohi, credo di aver capito...." disse, sorridendo, mentre Jody le assicurava che non era vero nulla.

E proprio per questo, era tutto vero.

 

La comitiva era avviata sulla strada di casa, e aveva ormai raggiunto il noto incrocio ove le strade di tutti si separavano (Ormai penso lo conosciate...non fanno altro che stare li....NdA). Ma stavolta le cose erano diverse. "Allora noi andiamo....Ciao a tutti" Jody salutò gli altri e si avviò insieme ad Allenby, Alex e Wakabayashi. Sanae e Tsubasa svoltarono a destra (nn mi ricordo più da che parte devo farli andare, tiro a caso....NdA), così al centro dell'incrocio rimasero solo Misaki e Izawa. I due stavano per avviarsi a loro volta, ma un movimento in fondo alla via attirò l'attenzione di Izawa. "Guarda, Misaki. Quello non è tuo padre?" Misaki si voltò stupito, mentre Jody e gli altri si fermarono, incuriositi. Il signor Becker raggiunse trafelato suo figlio, esclamando "Misaki, mi hanno offerto un lavoro molto interessante in Austria, dobbiamo partire immediatamente, ci aspettano per dopodomani al massimo !!!" La voce dell'uomo tradiva tutta la sua soddisfazione, ma per i sei ragazzi rimasti ad ascoltare la notizia fu uno shock tremendo. La prima a riprendersi fu Jody, che si avvicinò allibita per difendere l'amico da quella partenza improvvisa, ma Misaki, il dolce e posato Misaki, sempre pronto a sorridere e annuire, la battè sul tempo, stupendo tutti ed urlando "Eh, no !!! Adesso basta. Per tutta l'infanzia ti ho seguito senza una protesta, abbandonando amici in tutto il mondo, scuole, club sportivi....ora basta, non ne voglio più sapere. Finalmente sono tornato dai miei amici, posso fare una vita normale....oltretutto ci sono i campionati nazionali, non mi puoi portare via!!!!!!!!" la violenza della protesta aveva shockato tutti, ma nessuno poteva obiettare che Misaki avesse ragione. E Izawa si fece avanti per difendere l'amico "La prego, signor Misaki, non lo porti via. Abbiamo tutti bisogno di lui" Izawa era nei guai come Misaki, poichè avrebbe dovuto essere suo ospite, ma in quel momento la cosa non lo toccava nemmeno, voleva solo aiutare l'amico; e a lui si aggiunse Wakabayashi "Lo lasci qui. Dopotutto ha 17 anni....". Alex e Allenby non parlarono, ma le loro espressioni dichiaravano la piena solidarietà col ragazzo. E infine Jody "Io...signor Misaki, a nome della squadra, ma sopratutto come amica di Taro....non lo porti via! La prego !!!!" usò il nome proprio del ragazzo per dare maggior enfasi alla sua richiesta, ma la cosa lasciò stupiti tutti gli altri, soprattutto Wakabayashi. Ma Jody fissava dritto negli occhi l'uomo che le stava  di fronte. Il signor Misaki rimase in silenzio, stupito dalla forza delle suppliche dei ragazzi, e sopratutto dalla loro coesione nel difendere il suo Taro. Nel vedere le espressioni del loro occhi, si era già quasi convinto, ma l'idea di lasciare suo figlio da solo non era facile da accettare "Ma...veramente...." tentò di obbiettare, ma una voce dietro di lui lo interruppe "Da ascolto ai ragazzi, Kazu. Ci penseremo noi a Misaki". Si voltarono tutti in quella direzione: a parlare era stato lo zio di Jody, fermo di fianco alla sua lucente auto nera, che li fissava co un sorriso enorme negli occhi. Dal tono che aveva usato, era chiaro che lui e il padre di Misaki si conoscevano. Infatti, non appena lo riconobbe, il signor Misaki si rasserenò e annuì "Grazie....sei un amico". Abbracciò Misaki e lo fissò negli occhi, sicuro di non doversi preoccupare "Ti chiamerò quando sarò arrivato. Visto che tu non vieni, e io ho già sbrigato tutte le pratiche, parto stasera. Comportati bene, e non far arrabbiare i signori Tachikawa" Misaki rise e annuì, mentre suo padre lo abbracciava ancora una volta e si allontanava. Jody posò una mano sulla spalla di Misaki, e quando lui si voltò a guardarla, gli disse "Non ti avremmo mai lasciato andare via, stanne certo !" Lui sorrise, sollevato di avere degli amici simili. Anche Wakabayashi e Izawa sorrisero, nonostante quest'ultimo avesse gli stessi problemi....dove sarebbe andato ora?. Mentre pensava a questo, non si accorse che Misaki lo fissava, poi si chinava verso l'orecchio di Jody e sussurrava qualcosa, lei chiamava Wakabayashi, i 3 parlottavano e guardavano Allenby.....

"Bene bene...tu devi essere una delle amiche tedesche di Jody....Alex? Bel nome. Se vuoi, ti do un passaggio in macchina con le borse....poi vado a casa di Misaki a prendere le sue cose. Chi vuole venire in macchina?" Alex, Allenby e Misaki salirono di corsa, mentre Jody rifiutò dicendo che sarebbe andata a piedi, e Wakabayashi rimaneva con lei. A fare il terzo incomodo arrivò anche Izawa , che a quel punto non sapeva che fare. Jody sussurrò qualcosa allo zio, questi annuì e se ne andò, mentre i tre rimasti cominciavano a camminare. Izawa rideva e scherzava, cercando di non mostrare la sua ansia, mentre gli altri due facevano finta di non accorgersene. Quando arrivarono a casa, il signor Tachikawa era appena arrivato dopo aver recuperato le cose di Misaki, e stava scaricando le valigie di Alex, aiutato dal ragazzo. Izawa si fermò sul cancello, dicendo "Beh, ora vado a casa...." a quel punto, non riuscendo più a trattenersi, Wakabayashi rise apertamente, mentre Jody lo guardava, fingendosi arrabbiata "Izawa, Izawa.....smettila di fingere; lo sappiamo che a casa tua non puoi stare....e che dovevi andare da Misaki...." entrò dal cancello, seguita da un Wakabayashi divertito e da un Izawa senza parole "Ed è per questo che mio zio, oltre a prendere le cose di Misaki, ha preso anche le tue....da oggi starai qui anche tu" concluse, voltandosi verso di lui, che non spiccicò parola, ma fissò un punto alle spalle di lei. Jody si voltò, e vide Allenby, gli occhi fissi su di loro, anzi, su di LUI....pareva aver sentito tutto, e il suo volto si stava colorando di rosso; bene, meglio. Aveva chiarito subito la situazione. Ma poteva fare anche di più "Allenby, perchè non mostri a Izawa la sua stanza? E' quella vicina a quella di Wakabayashi" le disse in tono distratto. Allenby la fulminò con un'occhiata, ma si avviò seguita dal ragazzo. Soddisfatta, Jody si voltò a guardare Alex che scaricava le sue cose e la aiutò, imitata da Wakabayashi e Misaki. A un certo punto, Yusuke uscì in cortile, e senza pensarci Jody gli corse incontro, buttandogli le braccia al collo. Il ragazzo rise dell'irruenza della sorella, e la depose a terra "Hai deciso di trasferire la squadra di calcio a casa nostra?" chiese divertito, osservando i tre dietro di lei. I due ragazzi li conosceva, ma....si sporse per guardare meglio la ragazza "Ma quella è... " sussurrò, incredulo. Jody si voltò a guardare, poi di nuovo verso di lui "Chi, Alex?" chiese, stupita. Lui l'ascoltò a stento "Alex? E' così che si chiama?" domandò, avvinadosi verso di loro. Lei lo seguì, incerta. Sentendo qualcuno avvicinarsi, la ragazzina si voltò, e rimase a fissare incredula il ragazzo biondo, coprendosi con una mano la bocca spalancata "Ma tu ...." sussurrò, mentre Jody le chiedeva "Ma, Alex, hai già incontrato Yusuke?" lei annuì, esterefatta, mentre lui spiegò "Era andata a stuzzicare un gruppo di teppisti, e l'ho aiutata, anche se se la cavava benissimo da sola...." continuava a fissare senza sosta gli occhi rossi di lei, quasi volesse perdersi in essi, e anche lei continuava a guardare gli occhi neri di lui. Jody invece fissava entrambi, iniziando a capire "E' stato lui ad accompagnarmi al campo" concluse lei, guardando finalmente l'amica. Jody sorrise, decidendo di presentarli "Allora, visto che da quel che ho capito non vi siete presentati, questa è Alex, una delle mie compagne di squadra in Germania, e questo" disse, spostanto la mano sul braccio di lui, mentre i due si fissavano di nuovo "E' Yusuke Tachikawa, mi cugino adottivo e....mio fratello" se ne andò, mentre Wakabayashi e Misaki scoppiavano a ridere, Yusuke scuoteva il capo e la ragazzina inseguiva stordita il suo capitano "Capitano...stavi scherzando, vero?" chiese, incredula "Ma assolutamente no !!!" esclamò Jody, naturale. "COSAAAAAAAAAAAA?????????????"

E fu l'inizio di una nuova avventura (e di tanti guai !!! NdA E ti pareva. Cose semplici mai, eh? NdJody+Wakabayashi)

 

Era passato un giorno, e in casa Tachikawa si respirava appieno la spensieratezza dell'estate ormai imminente. Erano tutti al campo da calcio, Yusuke compreso, visto che la sorella voleva costringerlo ad entrare in squadra e una certa ragazzina dai capelli rossi lo aveva convinto. Giocava come attaccante, e non se la cavava mica male. Gli allenamenti divenivano sempre più duri, sotto il sole cocente, ma nessuno si lamentava mai. Col pensiero, erano già tutti a Yomiuri Land, pronti per il campionato nazionale. Ma qualcos'altro doveva ancora succedere. Alex era stata iscritta alla scuola a tutti gli effetti, ed era finita in classe con loro, anche se avrebbe fraquentato a partire dal secondo semestre, e nonostante avesse ancora 14 anni (Ma il suo livello era pari a quello di Allenby e A Jody....sono tutti dei geni qui. NdA)

Un giorno, nel bel mezzo di una partita d'allenamento, l'altroparlante annunciò che Jody era desiderata al telefono. Sparì per un bel po', e quando tornò, era agitatissima; continuò a lavorare, ma si vedeva che stava aspettando qualcosa. La sua agitazione tanto evidente aveva contagiato anche le altre tre manager, Wakabayashi, Misaki, Izawa e Tsubasa (MIRACOLO !!! SI E' ACCORTO DELL SITUAZIONE!!!! NdA). Alla fine, quando furono le 6, e la ragazza aveva guardato l'orologio circa una volta ogni mezzo secondo per due ore, si recò da Sanae e le chiese di poter andare via prima; Sanae, sorpresa dall'agitazione così evidente di una ragazza che di solito era il ritratto della calma, non potè che annuire. Jody sorrise, le raccomandò di far si che i tre giocatori e Yusuke accompagnassero a casa Allenby e Alex, e poi partì di corsa, lasciando l'amica sola e incuriosita. Alla fine degli allenamenti, radunò le ragazze e il gruppetto che doveva fare quella strada senza una parola, ma l'assenza dell'altra non passò certo inosservata "Dov'è Jody?" chiese infatti Wakabayashi con aria sospettosa, e Sanae impallidì perchè non sapeva che rispondergli. Sussurrò un semplice "E' dovuta andare....vi aspetta a casa. Dopo quella telefonata, mi è sembrata ansiosa e....", frase che ottenne il risultato di far partire in quarta il portiere, nonchè di costringere gli altri a correre per stargli dietro. All'incrocio non si fermò neppure, proseguendo diritto imperterrito. Izawa, Misaki e le due ragazzine lo seguivano a fatica, e alla fine anche Tsubasa e Sanae, dopo essersi scambiati un'occhiata, decisero di andare con loro. In pochi minuti arrivarono a casa di Jody, trafelati dalla corsa che Wakabayashi li aveva costretti a fare per stargli dietro. Il cancello era chiuso, ma questo non andava certo a genio a un certo portiere che si mise a prenderlo a calci (Sembra Akito di Kodocha. NdA), senza curarsi di Allenby che gli urlava di aspettare che prendesse le chiavi. A fermarlo ci pensò Yusuke, che arrivò con calma e aprì il cancello, che era effettivamente aperto (La rabbia gioca brutti scherzi....NdA. Non è invece che sei tu a volermi rendere la vita complicata? NdWakabayashi) dicendo in tono ironico "Ehi, campione !!! Guarda che non è necessario buttare giù la casa per entrare....esistono le porte proprio per questo". Wakabayashi entrò, non badando alle risatine dietro di lui, ma limitandosi a fissare l'ampio parco con fare indagatore, per poi rivolgersi al ragazzo biondo e dire "Dov'è quel terremoto di tua sorella?". Yusuke si limitò a scuotere il capo "E come faccio a saperlo? Io ero con te....ti ho quasi fatto goal, non ricordi?" lo prese in giro, ma Wakabayashi si era già avviato "Tu sogni" commentò, avanzando con fare indagatore, quasi fosse convinto che Jody si nascondesse apposta dietro a qualsiasi albero. Arrivò così alla fine del vialetto, quasi alla base delle scale, guardandosi intorno, e in quell'istante la porta si aprì, e Jody si slanciò fuori con irruenza, saltandogli al collo. L'espressione felice del suo volto faceva capire che non era successo nulla, o meglio che era successo qualcosa, ma di bello. Wakabayashi rimase per un attimo sconvolto, lasciando cadere la borsa che teneva in mano, e infine (Era anche ora !!!NdTutti quelli che stanni dietro di loro) si decise a ricambiare l'abbraccio. Dopo un po' la ragazza si staccò da lui, guardandolo con gioia incontenibile. Lui le chiese con gli occhi cosa fosse successo, poi espresse la domanda anche a voce, in tono brusco "Mi vuoi dire che ti prende?" (Si, beh, non è proprio la stessa domanda, ma sapete com'è fatto.....NdA). Lei sorrise e fece per rispondere, ma ci pensò una voce proveniente da dietro le spalle della ragazza a dire "Credo che il motivo siamo noi....e credo anche che il capitano ci debba raccontare molte cose". Wakabayashi si sporse per guardare. La proprietaria della voce era una ragazzina di 15 - 16 anni, con lunghi capelli castani raccolti in una treccia. Di fianco a lei, un'altra ragazza della stessa età, coi capelli neri come le ali di un corvo e gli occhi di un azzurro sfavillante. Sorridevano entrambe, rivolte verso il gruppetto, ma guardavano con interesse Wakabayashi, che teneva ancora tra le braccia la ragazza. Lui, arrossendo, la lasciò andare, e in quello stesso istante sentì due suoni strozzati dietro di sè; Alex e Allenby gli sfrecciarono al fianco, una a destra e una a sinistra, correndo ad abbracciare le due ragazze, urlando "Ragazze !!! Finalmente !!!!" Jody si unì al gruppetto felice, poi si voltò per spiegare ai cinque rimasti interdetti e a suo fratello, che aveva già capito tutto "Queste sono le due restanti componenti della mia squadra. Se venite un attimo qui, terremoti, vi presento i miei amici". La ragazza dai capelli neri fu la prima ad avvicinarsi, fermandosi davanti a Wakabayashi e guardandolo con aria furba. Il ragazzo, che si sentiva molto in imbarazzo, reagì calandosi il berretto sul volto. Jody rise, e passò a presentarli "Wakabayashi, questa è Aly Crow. Aly, lui è Genzo Wakabayashi, portiere della squadra di calcio; questi invece sono Tsubasa Oozora, il capitano, Taro Misaki, Mamoru Izawa e Sanae Nakazawa, la prima manager, mia grande amica. Ragazzi, lei è Aly, la mia alzatrice preferita". I ragazzi la salutarono cordialemnte, notando che nella presentazione non era stato incluso Yusuke. La ragazza invece era rimasta ferma davanti a Izawa, che la guardava sorpreso, e aveva detto, incredula "Ma tu sei....". Jody aveva fissato i due con fare incuriosito "Izawa, la conoscevi già?" chiese, sorridendo, mentre Izawa cercava di spiegare, imbarazzato dal fatto che anche Allenby lo stava guardando (E non sembrava contentissima. NdA) "Ecco, l'ho incontrata oggi prima di venire all'allenamento e...." "AAAAHHHHH !!!!" un urlo dietro di loro li fece girare tutti di scatto. Tutto ciò che videro, però, furono Misaki e la ragazza bruna che si fissavano increduli. Jody fissò prima l'uno poi l'altra, cercando di capirci qualcosa, ma la ragazzina la prevenne "Tu...tu sei Misaki !!!!" urlò, sorridendo di gioia, mentre lui arrossiva e balbettava "Ma tu...sei quella che oggi...sei...sei....Kay !!!" il nome gli salì alle labbra all'improvviso, e Jody ebbe un lampo; che fosse lei quella di cui parlava? Proprio Kay? Sorrise, dicendo "Beh, vedo che anche voi due vi conoscete....Misaki, era per questo che oggi hai fatto tardi, vero? Anche tu hai accompagnato Kay alla nostra scuola....per tutti gli altri, questa è Kay Galway, ricevitrice e ottima battitrice" guardò la ragazzina dai capelli scuri, che le sorrise felice, e poi Misaki, che invece arrossì, dopodichè annunciò "Come immagino alcuni di voi avranno immaginato, da oggi vivranno qui". Izawa soprrise, visto che Aly gli era simpatica, anche se non quanto Allenby, mentre Misaki ebbe un singulto, fissando la ragazzina, che ricambiò lo sguardo confusa, non capendo il motivo del suo sbigottimento. Jody non perse tempo "E forse voi non ci crederete, ma tutti quelli che sono qui, meno quei due laggiù, vivono qui temporaneamente". Questa volta fu Kay a sussultare, fissando Misaki. Jody sorrise, dicendo poi "Credo la cena sia pronta, o quasi....ognuno in camera sua, fra dieci minuti vi voglio tutti qui. Ah, ovviamente voi due siete invitati a cena....e anche a dormire, se volete. Tanto domani non c'è scuola.....su, andiamo" Si avviò, ma Wakabayashi la trattenne "Hai dimenticato qualcosa" sussurrò, indicando col mento Yusuke. Lei sorrise, poi si rivolse a Kay e Aly, mentre Alex e Allenby sghignazzavano "Wakabayashi ha ragione, sono una sciocca....quello laggiù è Yusuke, mio fratello" corse dentro, mentre dietro di sè sentiva un urlo e un "Capitano?" incredulo. Poi sentì la voce di Misaki "Ora, ci volete finalmente spiegare, tutte e quattro, perchè la chiamate capitano?". Kay e Aly lo fissarono, preoccupate, mentre Allenby guardò Izawa con aria triste e Alex si avvicinò a Yusuke, che che conosceva la storia e la strinse con fare protettivo. Wakabayashi incrociò le braccia, fissando la porta "Credo tocchi a te" disse. Misaki, Izawa e Tsubasa non capivano, mentre Sanae aveva le lacrime agli occhi. Jody, in risposta al richiamo di Wakabayashi, uscì con fare titubante. Lui le andò incontro, prendendole la mano, come per ricordarle che era vicino a lei. Jody sorrise e si fece forza, dicendo "E va bene. Immagino sia ora che anche voi conosciate questa storia....."

 

E fu una nuova rinascita. Gli angeli recuperarono le ali, che avevano perso insieme ad Angel, e con l'aiuto dei loro nuovi amici, furono di nuovo in grado di volare.........

 

"E così domani partite per Yomiuri Land" disse Jody a Wakabayashi, guardando il ragazzo che preparava il borsone, riempiendolo di tute, magliette, guanti, palloni.....e non potè trattenersi dal dire "Ehi, ma hai intenzione di metterci anche qualcosa per vivere normalmente o  pensi di stare sempre nel campo da calcio? Ti servirà anche della biancheria, un vestito per le cerimonie di inizio e fine, vestiti leggeri per i giorni in cui non giocate...." si inginocchiò accanto a lui e cominciò a svuotare la borsa e a riempirla in modo più sensato. Wakabayashi fece per replicare, poi la guardò. Era così bella, mentre gli preoparava la borsa....senza rendersene conto, la strinse forte. Le fece cadere la maglietta che aveva in mano e chiese, stupita "Ma...ma che stai facendo?". La sua voce tremava, ma quella di lui era tranquilla, mentre lui rispondeva "Mi manche....rai. E.....tanto. Non avrò nessuno a rendermi le giornate insopportabili....e vivibili....". Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi a quell'abbraccio. Era vero, lo sapeva. Anche lui le sarebbe mancato molto. Le salirono quasi le lacrime agli occhi, mentre stava per chiedergli di non andare. Ma non poteva farlo, così inghittì quelle lacrime e sorrise, dicendo "Promettimi che vincerai.....". lui spalancò gli occhi, senza lasciarla, e sussurrò "Vincerò. E' una promessa. Tornerò da te imbattuto".

Silenzio. La situazione stava diventando pesante, ma stare abbracciati era così piacevole......ma in un lampo, alla mente di Jody si affacciarono le sensazioni provate quando era stato Richie ad abbracciarla così, dopo che si era salvata. Si liberò violentemente, facendo cadere Wakabayashi a terra "NO !!!" urlò, fissandolo con occhi smarriti, paurosi. Lui sospirò, poi si rialzò. Lei balbettava, tremando "Scu...scusa....io...io non...." sentì una mano sulla spalla. Gli occhi neri di lui erano pieni di comprensione. Questa volte le lacrime non si fermarono, ma scesero copiose dagli occhi azzurri di lei "Non odiarmi" sussurrò, coprendosi il volto con le mani "Non odiarmi". Lui scosse il capo, sorridendo "Ti prego solo di ricordare che mi mancherai tanto....." fu la risposta.

 

Aly e Kay si scmabiarono uno sguardo, annuirono e si fecero coraggio. Lo zio di Jody stava passando davanti a loro, e Kay si fece avanti per fermarlo. L'uomo la guardò, sorridendo, ma comunque sorpreso, e la ragazza, preso un gran respiro, attaccò "Signore, dovremmo parlarle di una cosa molto importante....al più presto e in privato". Abbassò gli occhi, arrossendo, mentre Aly si affiancava a lei, guardando l'uomo, che sorrise scusandosi "Capisco, ma ora avrei da fare. Se volete stasera...." Aly intervenne subito, seria in volto "Non possiamo aspettare. E' una cosa che riguarda Jody....ed è molto seria". Gli occhi blu della ragazza indicavano la gravità della situazione, e il signor Tachikawa sentì la sua sicurezza svanire. Sbrigativo, fece un cenno alle due "Venite nel mio studio, parleremo con calma e senza interruzioni". le due ragazze annuirono, e lui le precedette all'interno. In quel momento passò Misaki, che si fermò ad osservare curioso la scena. Ma l'espressione sul volto di Kay lo mise in allarme, e decise che forse seguirle non era una cattiva idea....e fu proprio ciò che fece.

 

"Signor Tachikawa, come forse aveva capito dall'improvviso arrivo, non era previsto che noi partissimo così presto, scombussolando la vita di tutti" (E anche l'autrice, secondo cui voi due dovevate arrivare tra un bel po' !!! NdA. Beh, era un'emergenza !!!" NdKay e Aly) disse Aly in tono serio. L'uomo la fissò con fare interrogativo, ma senza chierdere nulla, lasciando che fosse la ragazza a spiegarsi. Ma fu Kay a continuare "Ma è successo un fatto che ci ha spinto a partire subito per evitare il peggio. So che il padre di Jody ha sempre saputo dove fosse la figlia, e l'ha accettato, ma ora le cose sono cambiate". Un guizzò negli occhi dell'uomo, nonchè il suo improvviso irrigidirsi, le fecero capire che era sulla strada giusta. Aly continuò, imperterrita "Ha deciso di venire qui a riprendersela. E ha adottato alcune misure per assicurarsi che lei lo segua. Siamo riuscite ad anticiparlo di poco". L'uomo la fissò, chiedendo "E potrei sapere di che 'misure' parlate". la rabbia nei suoi occhi era evidente, ma non era ancora finita. "Richard Gabber. Lo porterà con sè, per fidanzarlo ufficialmente con Jody". Ci fu un rumore sordo, provocato dalla poltrona che si era rovesciata per l'impeto con cui l'uomo era saltato in piedi. Le fissava con occhi sgranati "Non...non ci credo...non può....". Kay annuì "Dobbiamo fermarlo. Jody non può....Ehi !!!" si alzò di scatto e corse ad aprire la porta, facendo cadere dentro Misaki che stava fuori. Lo fissò stupita "E tu che ci fai qui?" chiese. Anche Aly si alzò "Hai sentito tutto?" chiese, turbata. Lui si rialzò e annuì "Non volevo origliare.....vi ho visto entrare, e l'espressione di Kay mi ha preoccupato, così vi ho seguito. Non ho avuto il coraggio di bussare, ma ho sentito comunque tutto......" fissò dritto negli occhi lo zio di Jody, poi fece segno a Kay di chiudere la porta. lei lo fece, silenziosa. Quando sentì il tonfo alle sue spalle, Misaki iniziò a parlare "Signore, so che non sono fatti miei, ma sono amico di sua nipote e le voglio molto bene, e lo stesso gli altri; per questo mi permetto di darle il mio parere. Jody mi ha aiutato nei momenti di difficoltà, e io ora voglio fare lo stesso". Il signor Tachikawa sorrise, annuendo "Sentiamo. Che avresti in mente? Perchè seuppongo tu abbia un piano....". Misaki sorrise furbo, annuendo "Infatti. Intanto, le ricordo che qui lei ha dei potenti alleati che non permetterebbero mai che a Jody sia fatto del male....le ragazze, ad esempio, oppure Yusuke. Lui di certo ha il diritto di tenere con sè sua sorella. Anche il padre, ma se consideriamo che l'ha abbandonata da piccola e come si è comportato, il vantaggio, anche legale, è nostro. Inoltre Jody qui sta bene, e voi potete offrirle una casa e una posizione ottima. Poi possiamo adottare altre misure. Jody è la manager della squadra che ha vinto per tre volte il campionato nazionale, e questo le da una certa importanza. Se facessimo capire che per noi è molto, molto importante....ma sarebbe ancora meglio che Jody e le altre entrassero nella squadra di pallavolo della scuola. Arriverebbero di certo alle Olimpiadi, e questo impedirebbe al padre di portarsela via. Inoltre possiamo contare su appoggi importanti, come la famiglia di Wakabayashi e di Jun Misugi, nonchè su suo cugino Matsuyama. Credo che se siamo preparati, non potranno nuocerle. Ora, io direi...." Misaki si interruppe nel sentire la mano dell'uomo sulla propria spalla. "Certo che sei intelligente, ragazzo mio.....hai pienamente ragione. Faremo come dici tu". Misaki sorrise, ma una voce dietro di lui puntualizzò "Ma non hai considerato la cosa più ovvia. Ovvero, che un certo portiere arriverebbe alle mani pur di non farla partire...." Kay lo fissava, furba, ma il sorriso di lui non era da meno, mentre si girava a guardarla e diceva "Ma io non l'ho dimenticato. Volevo però parlarne anche con Yusuke". Aly uscì immediatamente, col sorriso sulle labbra, poichè era convinta di aver capito dove il ragazzo voleva andare a parare. In pochi secondi Yusuke fu portato nello studio e ragguagliato sugli ultimi avvenimenti.

Quando fu al corrente della situazione, ci fu un silenzio improvviso. Yusuke, reprimendo la collera, fissò Misaki, attendendo. Le idee del ragazzo erano buone, ma sapeva che c'era qualcos'altro. E Misaki infatti continuò "Il punto spinoso è che, se Jody viene fidanzata con questo Richard, dovrà per forza tornare in Germania. C'è però un sistema per evitarlo. Bisognerebbe rispondere con le stesse armi. E, a questo proposito, ci sarebbe una certa persona, che tu conosci bene, che ultimamente non pensa più solo a essere il portiere numero uno del mondo.....". Yusuke spalancò gli occhi, capendo cosa voleva dire "Ma sei pazzo?????? Capisci cosa stai dicendo????" Misaki annuì, pienamente convinto. Yusuke fissò incredulo lo zio, che però sorrideva, poi Aly e Kay, che annuivano a loro volta. "Siete tutti impazziti !!!" urlò, esterefatto, ma la voce pacata di Aly lo zittì "Sei tu che sei fuori, oppure ti saresti già accorto che, anche senza questa storia, quei due non si separeranno mai....e che non hanno il coraggio di dirselo. E' così dal primo momento in cui si sono visti....e non sono gli unici, mi pare" concluse, fissando Kay e Misaki, che arrossirono di colpo. Kay ribattè "Parli proprio tu !!!", e allora fu Aly a distogliere lo sguardo, cercando di non fissare gli occhi castani dell'amica, così simili a quelli di.....Yusuke, spazientito, riprese "Sentite, dei vostri problemi possiamo parlarne dopo? E va bene, lo ammetto, come idea non è male, però.....come glielo diciamo a quei due? Non vorrano mai !!!" Kay alzò gli occhi ridenti su di lui, esclamando "Ma non glielo diremo. Sarà l'effeto sorpresa a rendere tutto perfetto". Yusuke la fissò, incredulo. Poi sorrise. Misaki lo fissò, finchè il ragazzo biondo non annuì, convinto "Ok, hai il mio permesso. Comincia lo show, Misaki". Il ragazzo sorrise, poi iniziò a dare direttive. "Allora, ora Kay va ad annunciare la novità ad Alex, Allenby e Sanae, e SOLO  a loro. Tu, Aly, devi invece sorvegliare Jody. Non deve sospettare nulla. Io farò lo stesso con Wakabayashi. Yusuke, tu avverti Matsuyama di questa storia. Invece lei, signor Tachikawa, ne parli a sua moglie, e poi chiami i signori Wakabayashi. Saranno entusiasti. Ma...ora che ci penso, quando potremo farlo? Kay, fra quanto arriverà il padre di Jody?" La ragazza, che stava uscendo di corsa, si fermò, dicendo "Credo dopodomani....". Misaki sospirò. Il tempo era poco. ma Yusuke ebbe un'idea "E' il giorno della cerimonia di apertura del campionato nazionale a Yomiuri Land, vero? Noi li abbiamo una villa, zio. Potremmo ospitare tutti i nostri amici lì, e dare una festa...e in quell'occasione, annunciare che.....". Lo zio lo fissò, sorridendo, poi si sporse in giardino, dove c'erano tutti gli altri, e disse "Tutti in camera a fare i bagagli. Vi seguiamo a Yomiuri Land, ragazzi. Abbiamo una villa, lì, e sarete nostri ospiti....e dopodomani,  festa grande per il campionato" Tornò dentro, dicendo "Così Matsuyama e Misugi potranno essere nostri ospiti e saranno dalla nostra parte". Misaki sorrise. Erta perfetto.

Fuori, dove regnava l'ignoranza in merito (E meno male, sennò sai gli urli....NdA) ci fu una serie di urli di gioia, esclamazioni festose, salti, piroette, abbracci. I più felici, naturalemnte, anche se non l'avrebbero mai ammesso, erano Jody e Wakabayashi, che non si dovevano più separare.

Ed era vero. Ma non nel senso che intendevano loro......

 

Note dell'autrice

Dunque, ho incasinato ancora di più le cose. Invece di un solo personaggio nuovo, me ne trovo per le mani tre....e tutti tre molto forti di carattere e impossibili da ignorare....vabbè. Comunque la cosa più importante e questo piano di Misaki che sembra riguardare Jody e Wakabayashi...beh, forse qualcuno di voi ha già capito cosa succedera; per chi non l'ha capito, a voi il prossimo capitolo.

Alewen

P.S. Ah, avete notato che Kay chiama immediatamente per nome Misaki? Non c'è verso di farla smettere, e molti attribuiranno questa sua abitudine all'ignoranza delle usanze Giapponesi....ma io, Jody e le altre sappiami benissimo che non è così.....

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Capitolo 13
*** Capitolo dodici: I sogni a volte si avverano....ma gli incubi pure !!!!!!!! ***


Capitolo 12: I sogni a volte si avverano

Capitolo 12: I sogni a volte si avverano....ma gli incubi pure !!!!!

 

 

 

"Beh, a dire il vero non so che sia preso allo zio, ma stare qui non mi dispiace proprio per niente !!!! commentò Jody, scendendo dalla macchina. Siccome la partenza era stata improvvisa, e c'era chi era già pronto e chi no, le partenze erano state scaglionate nel corso di tutta la giornata. Jody era partita la mattina con la prima macchina, insieme a Sanae e i bagagli, mentre i giocatori sarebbero arrivati nel pomeriggio in pulmino, e le altre ragazze la sera con gli zii di Jody. "Quello che non ho capito è perchè sono dovuta venire io per prima. Non poteva venire Yusuke?" esclamò arrabbiata, visto che l'idea del viaggio in pulmino era molto più allettante (Chissa perchè....NdA). Sanae scese dietro di lei, sorridendo lievemente nel pensare che Jody non immaginava neppure il VERO motivo per cui l'avevano spedita li per prima. Quando l'amica si voltò, cercò di non ridere e l'aiutò a portare dentro i bagagli, chiaccherando senza sosta per dissimulare ogni possibile sospetto.

Finirono presto di aprire la casa e di sistemare i borsono nelle varie camere. La casa era enorme, almeno quanto quella di Fujisawa, e c'era il rischio di perdersi nella miriade di stanze e corridoi, ma Jody aveva già organizzato tutto, dividendo gli ospiti in camere doppie a due a due comunicanti. Insieme a Sanae, disegnò una piantina della villa con segnate tutte le camere e i relativi occuppanti.

La disposizione era questa:

CAMERA                               POSIZIONE                          OCCUPANTI                 

 

1) 'Over the Sky'                 Ala nord, terza porta a destra                           Jody - Sanae                          

 

2) 'Blue Ocean'                                    Ala nord, seconda porta a sinistra             Yayoi - Yoshiko                                   

 

3) 'Dreams of Nature'                        Ala nord, quarta porta a destra                           Kay - Alex                            

 

4) 'Falling Star'                Ala nord, prima porta a sinistra                         Aly - Allenby                        

 

5) 'Word's Champions'                   Ala nord, terza porta a sinistra                         Misugi - Wakabayashi               

 

6) 'Sound of Glory'               Ala nord, prima porta a destra                           Misaki - Matsuyama                   

 

7) 'Dreams come true'                    Ala nord, quarta porta a sinistra             Tsubasa - Izawa                     

 

8) 'Winner's melody'                        Ala nord, seconda porta a destra               Yusuke                                     '          

 

Specials: gli zii di Jody dormono nell'ala est, insieme a Hideaki.

 

Fatto questo, erano ormai le 11 30 e Sanae, come colta da un'improvvisa ispirazione, propose "Perchè non andiamo a vedere i campi? Magari troviamo Matsuyama e Misugi !!! dai, avanti !!!" spinse l'amica fuori di casa, senza curarsi delle poteste sul lavoro ancora da fare, e la trascinò con sè ai campi. Jody non poteva certo sapere che era tutta una manovra per lasciare libera la casa per Misaki e gli altri, che stavano per arrivare e preparare la grande sorpresa della sera dopo.

"Beh, io non li vedo" commento Jody, cercando con lo sguardo il cugino e l'amico tra i giocatori radunati nei diversi campi. "Qui non ci sono Sanae. Torniamo a casa" "NO !!!!" urlò la ragazza, prima di riuscire a controllarsi. Jody la guardò stupita, mentre Sanae cercava una scusa plausibile "Cerchiamo ancora....Yayoi mi aveva assicurato che...." tergiversò, pregando mentalmente che Matsuyama arrivasse a distrarre la fin troppo astuta cugina. Ma fu qualcun'altro a esaudirla. Una figura alta che si avvicinò a loro con fare sprezzante. Sanae sentì che Jody si irrigidiva, guardando in quella direzione, e si voltò a guardare anche lei. Rimase di stucco, vedendo Hiyuga. "Jody, sembra che stia venendo qui. E...sta guardando....te. Ma.... vi conoscete?" chiese, incredula e leggermente preoccupata. Jody sibilò "E' una storia lunga" e in quel momento il giovane arrivò, seguito da Takeshi Sawada e Ken Wakashimazu "Ci si rivede, ragazzina. Dov'è la tua amichetta bionda? Ricordati che in questo campionato batterò il tuo ragazzo, lo umilierò davanti a tutti. Che spettacolo sarà. Genzo Wakabayashi, il grande brocco !!!" scoppiò a ridere, mentre Sanae lo malediceva mentalmente "Questa allusione al ragazzo non ci voleva proprio. Ora Jody esploderà, e domani sera non accetterà la cosa !!!  Hiyuga, sei un guastafeste !!!!" . Jody infatti tremava, stringendo i pugni, con gli occhi bassi. Lasciò passare alcuni secondi, poi esplose "Vedremo!!!! Chi sei tu per poter solo sperare di fare goal a Wakabayashi? Prova ad offenderlo ancora e vedrai !!!" Sanae sussultò. Beh, non era certo il discorso che si aspettava...non aveva detto nulla per smentire l'affermazione di Hiyuga...."Che tutti i nostri piano siano inutili? Che sia già tutto deciso?" si chiese. Hiyuga fissò la ragazzina, poi si allontanò a grandi passi. Jody rimase ferma, tremante di rabbia. Sanae si avvicinò, e sussurrò "Jody...non hai fatto una piega quando ha detto che sei la ragazza di Wakabayashi. E' davvero così?" chiese, e Jody la fissò stupita, arrossendo poi di colpo "Davvero? No, ecco...." le parole non le venivano, voleva negare ma non ci riusciva...."Perchè? Perchè non riesco a dire che non è vero? Perchè non nego? Non è che...." lo shock fu violento "......Io vorrei che fosse vero !!!!" Cadde in ginocchio, troppo provata da quella verità "Io...io...mi sono...." non ci credeva. Non ci aveva mai creduto, eppure era così "Jody, stai bene? Jody !!!" Sanae era preoccupata, ma Jody alzò su di lei gli occhi limpidi e rispose "Sto bene, ora. Ho finalmente capito che...." non finì la frase, mentre Sanae si chiedeva se era come pensava. Da lontano, Jody vide qualcuno e urlò "Ehi !!!! Salve !!" partendo di corsa. Il nuovo arrivato era Matsuyama, e Jody saltò al collo del cugino, felice del suo arrivo che cancellava i suoi pensieri. Sanae la seguì con lo sguardo, sorridendo. Forse avevano fatto bene. Jody stava per accorgersi che....

"Hikaru, Yoshiko, che bello !!!! Finalmente di nuovo tutti insieme !!!"urlando, Jody abbracciò i due, e continuò  "Siete ospiti da noi. No, niente storie, è già tutto organizzato. Lo zio ha voluto che venissimo tutti per seguire le partite. Yoshiko !!! Che bello. Allora, come vanno le cose?" chiese, accennando col capo a Matsuyama. Yoshiko arrossì, ma si fece coraggio. Doveva distrarre Jody, in modo che Sanae potesse parlare con Matsuyama (Del piano erano a conoscenza solo Yoshiko e Yayoi. NdA). Cominciò così a raccontare vari episodi riguardanti loro due, e riuscì ad allontanarla dagli altri senza che lei se ne accorgesse. Sanae prese in disparte Matsuyama e gli spiegò tutto. Lui la fissò, divertito. "Beh, certo si infurierà, ma credo anch'io sia la cosa giusta...e non solo per sottrarla a suo padre e Richard, ma anche per farle capire la realtà" commentò, fissando la cugina con affetto. Sanae annuì "Credo se ne stia accorgendo...ma ha paura. Da allora, ha paura di innamorarsi, e ha fatto di tutto per non farlo. Ma l'amore...non si controlla, e anche se lo eviti, ti colpisce. E Jody lo sta finalmente capendo". Il ragazzo la fissò, con qualche sottinteso, e Sanae iniziò ad arrossire. Volse poi lo sguardo sulle altre due, ma i suoi occhi si posarono su Yoshiko, stavolta "Hai ragione" sussurrò "Amare è bello proprio per questo....". Sanae lo fissò stupita e affettuosa, felice per lui e per Yoshiko. Se solo avessero avuto il coraggio di dichiararsi....ma proprio lei pensava una cosa simile? Arrossi violentemente, poi si avviò verso le altre due. Per ora, avrebbe lasciato perdere. Scorse altre figure in fodo al campo, e urlò, correndo verso di loro "Misugi !!!! Yayoi !!!!! Ehi!!!"

 

"Ehi, ma siete già qui?" urlò Jody quando, tornati a casa, trovarono il pulmino e i suoi passeggeri già in casa. Alex e Aly stavano in cucina, Allenby era in salotto, mentre i ragazzi girovagavano esplorando la casa. Wakabayashi sbucò fuori dal nulla, esclamando "Stupenda !!! C'è perfino un campo per allenarsi !!! Ma cos'è quella palestra chiusa?" chiese, e Jody, che fino a quel momento lo aveva fissato senza il monimo imbarazzo, arrossì "Ehm....serve per tenersi in forma...." incespicò sulle parole, ma lui preferì non indagare oltre. "Be...bene, allora direi di dividerci per camere, così poi voi potete andare ad allenare. Io e Sanae abbiamo fatto una piantina, ci sono saegnate le stanze, la loro disposizione, gli occupanti, le stanze con cui cominicano e gli abitanti di esse. Allora...Kay, Alex, questa è la vostra chiave. Salite queste scale, è la quarta porta a destra. Poi. Misaki, Hikaru, voi avete la  prima, sempre a destra. Ecco le chiavi. Misugi e Wakabayashi, terza a sinistra. Aly, Allenby, voi la prima a sinistra. Comunica con quella di Yayoi e Yoshiko, che è la seconda, sempre a sinistra. Tsubasa, Izawa, voi avete la quarta a sinistra, poi...vediamo....Yusuke, tu hai la seconda a destra. Di fianco, terza a destra, ci siamo io e Sanae" concluse, soddisfatta. Tutti, man mano che lei leggeva l'elenco, presero le proprie cose e si avviarono. Le camere erano enormi e spaziose, e subito si sentirono esclamazioni di gioia. Tsubasa urlò "Dalla mia si vedono i campi da calcio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!", facendosi sentire da tutti. Jody, che stava salendo le scale insieme a Sanae, sussurrò "E secondo te perchè te l'abbiamo data?" e l'amica rise. Kay stava guardando il nome della camera, appeso sopra lo stipite della porta "Over the Sky....mi piace" commentò, entrando per sistemare le proprie cose. Sanae aprì la porta della loro stanza, e restò senza fiato. Era una stanza enorme, decorata con un disegno di gocce azzurre su uno sfondo azzurro più chiaro. Le tende, azzurre anch'esse, erano veli leggeri che ondeggiavano al vento. I letti, gemelli, con lenzuola di diverse tonalità d'azzurro, erano ampi e spaziosi. Jody posò la borsa e chiese "Quale vuoi?". Sanae restò ferma, guardandoli, poi chiese "Se possibile...posso avere quello vicino alla finestra?". Jody annuì, dicendo che non c'era problema, poi si lanciò sul proprio, trascinando Sanae in una battaglia di cuscinate che le fece ridere a crepapelle e attirò tutti gli altri. La prima fu Alex, che lanciò dalla porta che metteva in comunicazione le loro stanze un cuscino a tradimento, e poi cercò di difendersi. Wakabayashi si catapultò dentro armato di tre cuscini, seguito da Izawa e Misaki, poi arrivò Kay insieme ad Allenby, Yusuke, Yoshiko, Matsuyama, Yayoi, Misugi, Aly.....risultato: dopo mezz'ora erano tutti distrutti, metà distesi sui letti e metà a terra. Jody, che era finita sotto Wakabayashi, e era bloccata dal suo peso, urlò "Wakabayashi, levati !!!!!! Sei pesante !!!!! Mi stai schiacciandoooo!!!!" Lui rise e si rifiutò; Jody lo minacciò per un po', ma alla fine ebbe un guizzo e urlò "Angeli, all'attacco !!!". Subito, tutte e quattro si alzarono e, urlando "Agli ordini, capitano !!!" si lanciarono sul povero Wakabayashi, che, al solo sentire l'ordine, era impallidito (E vorrei vedere te, con quelle cinque esagitate !!! NdWakabayashi). Jody uscì dalla massa aiutata da Matsuyama che rideva a crepapelle, e le disse, quando riuscì a calmarsi "Credo che tu debba richiamarle....oppure lo uccideranno !!!" Jody scosse il capo, ridendo "No-No !!" esclamò, ma alla fine bloccò il massacro. Wakabayashi, visibilmente provato, avanzò verso di lei, ma inciampò e Jody lo prese al volo, ridendo. Lui capitolo, ammettendo di non avere la forza di punirla, e le risate si propagarono fino ai campi da calcio e oltre.

 

"Noi andiamo ad allenarci. Siete sicure di non voler venire in panchina?" chiese Izawa, prendendo le divise pulite e il pallone. Jody scosse il capo e disse "Penso che andremo in piscina a farci una nuotata. Ci vediamo dopo". Il ragazzo uscì, e Jody si voltò verso le altre, radunate dietro di lei e chiese "Volete andare in piscina?". le altre si guardarono, insospettite, poi Allenby chiese "Che hai in mente, capitano?" Jody la fissò con insistenza, poi disse "La palestra...in realtà è un campo da pallavolo...." ci fu un rumore di sedie che cadevano, e tutte la circondarono "Capitano, vuoi dire che..." "Che ne dite di fare una partita?" chiese infine Jody, e le altre l'abbracciarono "Il ritorno degli angeli !!!" Urlò Alex, ma Aly, pur dispiacendosene, si sentì in dovere di dire "Ma siamo solo in 5, ora...." le altre la fissarono, arrabbiate, ma consapevoli che era vero. Ma Jody disse "No, siamo in sei...Sanae è una di noi, ora....". Kay si voltò verso l'amica, sorridendo "Si, è vero ! Sanae sarà il sesto angelo. E poi" continuò, voltandosi verso Yayoi e Yoshiko "Voi due potete antrare in squadra !!! Giocheremo quattro contro quattro !!!!" le due si guardarono, ma poi, vista l'atmosfera generale, aderirono con entusiasmo all'idea. "Ok !!! Allora, facciamo le squadre.....ehi, un momento. Tu non stai parlando solo di fare una partita, non è vero capitano? Tu sati suggerendo di tornare a ESSERE una squadra...includendo anche Sanae, Yayoi e Yoshiko, non è vero?". Aly fissò Jody con sguardo convinto, e Jody annuì "L'idea era quella....se per voi va bene" si voltò, quasi impaurita, verso le tre interpellate. Sanae accettò subito. Yayoi, dopo un attimo di indecisione, sorrise ed annuì. Yoshiko invece restava zitta. Il silenzio calò sovrano per parecchi minuti, infine lei, imbarazzata, lo ruppe dicendo "Ma....avete anche Yayoi, siete già 7....io non servo....". Jody si incinocchiò di fronte a lei, dicendo in tono pacato "Cosa vuol dire? Noi vogliamo anche te. Questa non è la squadra che si riunisce, è la nascita di una nuova squadra, e per questa vogliamo anche te. Guardaci. Siamo tutte manager di rispettivi club di calcio, siamo più o meno legate a capitani o giocatori..." non badò al coro di proteste dietro di sè e continuò "Siamo simili, Yoshiko. Smettila di nasconderti all'ombra del tuo capitano. Se anche per una volta ti esporrai, non cambierà nulla. Non ti sto chiedendo di abbandonarlo, nessuno di noi acceterebbe di separarsi dalla squadra, ora. Ti sto solo chiedendo di formare, contemporaneamente, una squadra unita come la loro. Possiamo condividere lo stesso sogno come solo loro fanno. Vincere il campionato nazionale. E' una parte della loro vita da cui siete sempre statae escluse....ma se ora anche noi avremo un sogno simile, saremo più vicine a loro, li capiremo di più....Yoshiko, ti prego, vieni con noi...." Chinò il capo, supplichevole, finchè non sentì che le mani di Yoshiko l'aiutavano a rialzarsi. Solo allora la guardò. Gli occhi neri della ragazza scintillavano di nuova determinazione, come quelli delle altre sette. "Va bene. Sono con voi....voglio far parte della vostra squadra !!!" esclamò, e fu immediatamente abbracciata da tutte le altre....le sue compagne...."Ora siamo le tue sorelle" disse Allenby in tono solenne. Stese il braccio, mostrando la mano aperta davanti a lei, col palmo rivolto verso il basso "Qui, oggi, io riformulo la promessa di vivere per voi e con voi, di essere sempre una cosa sola, di essere sempre pronta ad aiutarvi, e di non lasciarvi mai. Giuro di considerarvi sorelle e più che sorelle....per sempre". Aly, senza una parola, posò la sua mano sopra quella dell'amica, e lo stesso fecero Alex e Kay. Dopo poco, anche Yayoi, Yoshiko e Sanae le imitarono. A quel punto, si voltarono tutte verso Jody "E giuriamo di obbedire sempre al nostro capitano" pronunciarono tutte e sette, in perfetto sincrono. Jody, con le lacrime agli occhi, posò lentamente la propria mano sopra le altre, sussurrando "Grazie sorelle....prometto che stavolta non vi lascerò...vi prometto che non fuggirò più....saremo sempre una cosa sola". Un raggio di luce illuminò il groviglio di mani che stava in mezzo al cerchio, riscaldandole; e furono tutte convinte che Angel avesse dato loro la sua benedizione. Si sorrisero, sollevate, poi Jody esclamò "E va bene, basta battere la fiacca, ragazze. Vi do cinque minuti per salire in camera, trovare qualcosa di adatto, visto che per ora non abbiamo divise....vanno bene dei pantaloncini e una maglietta...e raccoglietevi i capelli.....e poi vi aspetto tutte nella palestra chiusa. Si inzia ad allenarsi. per oggi voglio vedere che riuscite a fare. Giocheremo così: io, Yayoi, Aly e Alex contro Sanae, Yoshiko, Allenby e Kay. Via, scattare" aveva ritrovato subito il tono da capitano, e dal nulla le apparve in mano un fichietto, il cui suono stridulo fece scattare le ragazze. Jody sorrise. Finalmente tutto funzionava di nuovo nel modo giusto.

E fu così che gli angeli ricominciarono a giocare......

 

"Tira Misaki !!!" l'urlo di Tsubasa si diffuse per il campo interno alla villa, seguito subito dopo dal tiro del suo compagno di squadra. La palla volò, sibilando, verso la porta, ma Wakabayashi, sempre pronto ad intervenire, la parò senza problemi. Si limitò però a respingerla, e la deviazione spedì la sfera lontano, in un cespuglio spinoso che la bucò irrimediabilmente. Izawa, che era corso a recuperarla, si lasciò sfuggire un'imprecazione, poichè era il loro unico pallone (Lo so che sembra impossibile, ma vi assicuro che è così....NdA). Si voltò verso gli altri urlando "Niente da fare, si è bucato. Che facciamo?". Misaki ci pensò un secondo, poi disse "Credo che Jody ne abbia altri. Provo a chiederne uno a lei. Dove sono?" Izawa rispose "Mi hanno detto che andavano in piscina". Misaki corse in quella direzione, ma la piscina era, ovviamente, deserta. Tornò allora indietro, annunciando "Non sono li...dove si saranno cacciate?". Tsubasa esclamò "Ora ricordo ! Ho visto Sanae, vestita in pantaloncini e maglietta, dirigersi di corsa verso quella palestra chiusa di cui parlavi....". Izawa guardò in direzione dell'edificio, dicendo poi "Vado io, aspettate". Partì di corsa, mentre Misaki e Wakabayashi prendevano in giro Tsubasa "Ehi Tsubasa, com'è che hai notato che Sanae era in pantaloncini? Ti sei forse svegliato fuori?" "Ma che stai dicendo Wakabayashi? Non è vero.....". Ridendo, Izawa arrivò alla porta della palestra e, senza pensarci, entrò senza bussare. Sentì dei rumori di colpi, poi un urlò "E' mia !!!!" Fece appena in tempo a vedere una figura in maglietta bianca e pantaloncini blu che si precipitava nella sua direzione, spiccando un balzo, che si ritrovò disteso a terra con Allenby sopra di lui.

 

"Attenzione !!!!" urlò Allenby che ormai si era già lanciata per prendere la palla e aveva visto Izawa troppo tardi. Infatti, due secondi dopo gli finì addosso e rovinarono entrambi a terra. Quando riaprì gli occhi, Allenby si trovò mezzo distesa sopra di lui, con le mani appoggiate al suo pettò per sostenersi, mentre lui cercava di rialzarsi. Imbarazzata al massimo, arrossì di colpo e si rialzò di scatto, divenendo color peperone, soprattutto quando Jody, dall'altra parte del campo, urlò "Ehi, Allen, bella tecnica quella di rovinargli addosso in questo modo...di sicura efficacia. Infatti siete entrambi dello stesso colore !!!". Allenby, incapace di ribattere, guardò Izawa e constatò che in effetti anche lui era color peperone. Le altre sette scoppiarono tutte a ridere, facendo una gran confusione, mentre lui si rialzava e aiutava Allenby. Quando si fu calmata, Jody chiese "Ti serviva qualcosa Izawa?". Lui, ancora rosso, balbettò "Ci...ci servirebbe.........un...pallone....""Guarda in quel cesto, ce ne sono finchè vuoi" disse lei tranquilla, recuperando la propria palla e preparandosi a battere. Ma, nel momento in cui stava per farlo, entrarono gli altri quattro ragazzi, richiamati dal rumore di poco prima. Jody fissò Wakabayashi con imbarazzo, mentre lui la guardava a bocca spalancata, fissando la palla come se non ci credesse "Tu...tu....stai...GIOCANDOOOOOO !!!!" urlò, mentre gli si affollavano tutti attorno. Lei arrossì ed evitò il suo sguardo "Si...avremmo deciso di...." Si ritrovò all'improvviso stretta tra le sue braccia. Stupita, fece per allontanarsi, ma lui sussurrò "Sono felice....che tu stia veramente bene. Non sai quanto" Lei si abbandonò inaspettatamente all'abbraccio, pensando "Se posso ricominciare a giocare, potrei anche...." Spalancarono gli occhi nello stesso istante, allontanandosi di scatto, mentre tutti intorno a loro li fissavano sogghignando. Per sviare l'imbarazzo, Jody disse "Doveva essere un segreto, ma ormai...." e Matsuyama commentò "Certo che questa è una vera sorpresa....ma voi tre, che ci fate qui?" chiese, fissando Yoshiko, Yayoi e Sanae. Kay, che stava vicino a Misaki, si avvicinò alle amiche e disse "Semplice. Abbiamo riformato la squadra...e loro tre ne fanno parte". Ci fu un silenzio stupefatto. Yayoi fissò Misugi preoccupata, mentre Yoshiko non aveva il coraggio di guardare Matsuyama. Ma entrambi sorrisero ed esclamarono "E' una grande idea". Yoshiko lo fissò sconvolta, ma Matsuyama le disse " Ero preoccupato....non puoi vivere per sempre facendo la manager, e dopo il campionato saresti tornata in America. Così invece, rimarrai qui, no?". Lei divenne rossa, mentre le altre affermavano "Certo che rimarrà qui !!!! Quest'inverno vinceremo il campionato nazionale !!!" e Yoshiko si voltò a fissarle. Davvero? Davvero avrebbero fatto in modo che non dovesse più tornare in America? Le salirono le lacrime agli occhi, e si gettò contro Jody, dicendo tra i singhiozzi "Davvero? Davvero non mi farete partire? Davvero conto tanto per voi?" Jody l'abbraccio, dicendo "Parlerò io coi tuoi. Puoi venire a stare da me.....e, a proposito, non possiamo oziare. Siamo ancora fuori fase, dobbiamo allenarci, e anche voi !!! Avanti, muovetevi  !!!!". I ragazzi, ridendo, obbedirono al'ordine, e tornarono nel campo da calcio, mentre in palestra la partita ricominciava, più combattuta di prima. Yusuke, che passava di la per caso, si fermò a guardare (La porta l'hanno lasciata aperta, tanto ormai....NdA), pensando "Non si direbbe affatto che non giocano insieme da un anno, nè che tre di loro si sono appena inserite...sono unite, affiatate, e hanno talento da vendere....questo mi fa venire un'idea...." Yusuke giocava saltuariamente nel club maschile di pallavolo, ma la sua passione era aiutare l'allenatore, per questo sapeva riconoscere dei talenti alla prima occhiata. Non aveva mai dubitato che sua sorella e le sue amiche fossero bravissime, ma andavano al di là di ogni sua aspettativa. "Si potrebbe proprio....era ieri che Keisuke mi ha detto che aveva bisogno di una squadra totalmente nuova....ora lo chiamo" Prese il cellulare e compose un numero. Pochi secondi dopo, tornò ad osservare le ragazze "Si, di certo è la soluzione giusta...e le farà felici"

 

"Allenby, prendila !" urlò Yoshiko, completamente assorbita dal gioco. La biondina non se lo fece ripetere e ricevette la palla in modo perfetto, spedendola a Kay, che l'alzò per Sanae che, già in elevazione, fece una splendida schiacciata. Il muro di Yayoi, per quanto buono, non potè nulla e la palla sfrecciò di lato senza che lei riuscisse a sfiorarla, ma Alex era pronta e recuperò la palla, spedendola ad Aly. Jody, che conosceva benissimo la capacità di Aly di alzare, aspettò a saltare; Sanae, che cercava di fare muro, si trovò così in controtempo, mentre la palla roteava e pareva rimanere sospesa per aria. Infine, Jody saltò e schiacciò con incredibile potenza, e la palla andò a schiantarsi poco prima della linea di fondo campo, roteando e infine fermandosi. Jody ricadde esultando, poichè con quel punto la sua squadra aveva ottenuto la vittoria. "Evvai !" urlò Alex, saltando al collo del suo capitano, mentre Allenby, che si era lanciata per prendere l'ultima schiacciata, si rialzava dicendo "Voglio la rivincità". Jody sorrise, ma non potè replicare poichè un applauso lento e prolungato, proveniente dalla porta, la distrasse. Si voltarono tutte in quella direzione, vedendo un uomo alto, coi capelli neri, vestito con una tuta blu, che le fissava e diceva "Complimenti veramente. Siete davvero brave" il suo tono, per quanto gentile, lasciava intendere qualcos'altro. Jody, insospettita, si avvicinò e chiese "E lei chi sarebbe?". L'uomo entrò in palestra, fissandola dall'alto (Dite ciò che volete, ma Jody è circa 1 70, mentre 'sto qua arriva tranquillamente all'1 87. NdA) "Il mio nome è Keisuke Seta. Molto piacere. Tu devi essere Jody, vero? Sei proprio come ti immaginavo". La ragazza indietreggiò preoccupata. Le altre si avvicinarono con aria protettiva, fissando l'uomo minacciose, ma quello, nel vederlo, scoppiò a ridere "Siete proprio affiatate. Tutte intorno al vostro capitano, eh?". Kay lo squadrò. Come faceva a sapere che Jody era il capitano? Chi era, relmente, quell'uomo? "Chi sei?" chiese Yayoi, preoccupata. Lui non rispose, ma si voltò verso la porta, dalla quale spuntò Yusuke. Jody, nel vedere il fratello, si sentì sollevata e disse "Yusuke, conosci questo tizio? Era qui che ci osservava giocare...." il sospetto era chiaro nel tono della domanda, ma Yusuke ribattè "Si, lo so, l'ho chiamato io. Volevo che vi vedesse giocare". Jody lo guardò senza capire "Ma perchè, scusa?" chiese, insicura. L'uomo fece un risolino divertito "Diglielo, Yusuke" disse. Yusuke fissò la  sorella, dicendo "Keisuke è mio amico da un paio d'anni; l'ho conosciuto quando è venuto a  scuola ad osservare i giocatori di pallavolo. E' l'allenatore dello Shoan". Sanae impallidì " Lo Shoan?" chiese. Jody si voltò verso di lei "Lo conosci?" chiese, e Sanae annuì "Lo Shoan è la squadra che ha vinto i campionati nazionali per quattro anni di seguito. Viene sempre scelto come rappresentante di Shizuoka....ma avevo sentito dire che quest'anno la squadra era decimata, e che erano nei guai...." Jody si voltò a fissare il fratello "Ma allora...." cominciò, e Yusuke annuì "Ieri mi ha detto che avrebbe dovuto trovare una squadra completamente nuova, e vedendovi giocare oggi ho pensato che qui una squadra già pronta c'era...così gli ho detto di venire a vedervi giocare. Ma non mi ha ancora detto cosa ne pensa" si rivolse all'amico, che sorrise, avvicinandosi a Jody "Da quel che ho visto, non sembra affatto che voi non abbiate giocato insieme per un anno, o che alcune di voi abbiano giocato oggi in questa squadra per la prima volta....lascia che te lo dica, Jody. Siete una squadra chenon presenta punti deboli. la lontananza è evidentemente servita ad unirvi di più. e gli effetti di questo sono ben evidenti in campo. Inoltre, la tua autorità come capitano è fuori discussione. La squadra, le tue compagne...si fidano ciecamente, si appoggiano a te in maniera assoluta. Sei un perno eccezionale, e hai carisma da vendere. Sei proprio il capitano che stavo cercando. Vuoi entrare a far parte della mia squadra?" disse, posandole le mani sulle spalle. Lei lo fissò ammutolita, incredula. "E naturalmente anche le tue amiche. Vi voglio tutte e otto. Non ci sarà alcun bisogno di inserire nuovi elementi nella squadra e rovinare il vostro affiatamento. Siete perfette così. E se accettate, il prossimo inverno il campionato nazionale sarà nostro. Non saremo di certo favoriti, non ci crederà nessuno, una squadra gloriosa ma totalmente rinnovata secondo tutti non avrà possibilità; ma noi gli dimostreremo che non è vero. Che ne dici Jody?". la ragazza fissò il fratello, che la incoraggiò con un sorriso, popi chiese "Perchè lo chiede sono a me? Siamo in otto". Lui scosse il capo "Le altre ti seguiranno ovunque andrai. Ti hanno seguito fin qui dalla Germania, vuoi che non ti seguano nella squadra? Comunque, se preferisci, consultati pure con loro. " La lasciò andare, e lei si ritrasse, per poi indietreggiare lentamente continuando a fissarlo.  Le altre la circondarono, e Jody chiese "Che ne dite? Se a voi va bene....io...vi confesso...che mi piacerebbe...." arrossì nel dirlo, ma le altre sorrisero felici "Per noi va benissimo, capitano. Su, accetta" sussurrarono tutte quante, e Yayoi le diede una gentile spinta, che la fece inciampare e barcollare verso Keisuke. L'uomo l'afferrò e le impedì di cadere. Lei sollevò gli occhi per ringraziarlo e disse "Grazie molte. Noi accettiamo."

Keisuke sorrise "Bene bene. Yusuke mi ha detto che non ci saranno problemi, ma devo parlare con tuo zio....e mettere a posto delle faccende burocratoche. So che Jody è per metà Giapponese, ma voi altre? "Chiese. le ragazze si guardarono "Ma che centra?" chiese Allenby, confusa. Lui fece un sorrisetto "Se partecipiamo al campionato, potrete essere scelte per la nazionale....per questo, dovreste avere la nazionalità Giapponese". Jody si guardò intorno, cercando di riprendersi dal colpo. La nazionale !!!! Niente di meno !!!! "Beh, io ce l'ho, e naturalmente anche Sanae, Yayoi e Yoshiko; le altre....sono tutte per metà Giapponesi. Basta richiedere che venga loro assegnata la nazionalità....non credo ci saranno problemi....ormai vi siete trasferite qui e...." "Lasciate che ci pensiamo io e lo zio. Keisuke, Jody, ragazze....venite, meglio se gli parliamo subito"  disse, partendo di corsa.

 

"E così, volete entrare nella squadra...beh, per me va benissimo. Se questo vi fa felici, non ho nulla in contrario." Hiroshi Tachikawa sorrise alle ragazze con fare rassicurante. "Per la storia delle nazionalità e dei permessi, non preoccupatevi. Ci penso io, mi farò dare l'affidamento temporaneo di voi quattro.....e anche il tuo, Yoshiko, se vuoi. Così non sarai costretta a partire per l'America" disse poi, facendo un cenno a sua moglie che gli passò il telefono e un blocco per gli appunti con una penna. Yoshiko sorrise, e gli occhi le si illuminarono. Mentre il signor Tachikawa cominciava a telefonare alla famiglia della ragazza, la zia di Jody si avvicinò e le disse "Si vede chiaramente che non volevi tornare li....è così, vero cara? Il tuo cuore è qui, vero? Non preoccuparti, come ha detto Jody puoi restare qui. Sarai come una seconda nipote per me. Non ti lasceremo andare via"; la abbracciò e Yoshiko ricambiò l'abbraccio, felice e stranamente espansiva, poichè in preda all'emozione, mentre Jody si voltava verso Yayoi e diceva "Quanto a te, invece, puoi fermarti sempre da noi, ma se non vuoi lasciare casa tua non è necessario. In fondo non abiti mica così distante....e non ti separeremmo mai da Misugi" Yayoi arrossì, ma sorrise, annuendo "Va bene". Intanto il signor Tachikawa aveva finito di telefonare e disse "Tuo padre ha detto che va bene, Yoshiko. E anche il tuo Yayoi. Era a casa sua, così ho parlato con entrambi. Ora andate pure, gli altri li convinco senza problemi...." Jody annuì, capeggiando il gruppo, e le ragazze uscirono ridendo, mentre Keisuke rimase e si inchinò "La ringrazio veramente, signore". L'uomo lo fissò, poi si alzò e gli posò le mani sulle spalle, dicendo "Sono io a ringraziare te. So che la pallavolo è ciò che può rendere veramente felice Jody, e se tu riesci a ridarle il suo sogno, non te ne saremo mai grati abbastanza. Ora va, quelle sono difficili da controllare....." Keisuke si inchinò di nuovo, uscendo. Hiroshi Tachikawa guardò sua moglie e le prese dolcemente la mano, chiedendole "Secondo te immaginano che i loro genitori erano nostri amici così come lo sono loro?". Hiromi, sorridendo, rispose "No, non credo, ma è così bello vedere che i nostri figli e nipoti vanno così d'accordo....spero solo che non commettano i nostri stessi errori...." mormorò tristemente, ma suo marito scosse il capo, sussurrando "No, non lo faranno....loro sono molto più in gamba di noi...." "Cosa ti rende così sicuro di questo?" chiese lei, stupita; per tutta risposta, lui si alzò e la condusse davanti alla finestra che dava sul campo da calcio. "Guarda" disse, indicando due figure che ridevano, teneramente vicine, tra i pali della porta "Quei due me lo fanno credere" commento sorridendo con nostalgia. Hiromi appoggiò la testa sulla spalla del marito, fissando i due ragazzi, che ovviamente erano Jody e Wakabayashi, con infinita dolcezza "Assomigliano in modo tremendo a Harumi e Seto....." mormorò, e Hiroshi annuì "Si. Ma a differenza di loro, questa volta ci sarà un lieto fine...."

 

NOTA PER I LETTORI:  Riguardo alla scena appena vista, quando gli zii di Jody guardano i due ragazzi dalla finestra e notato la somiglianza dei due con due dei loro amici di quando erano giovani, che abbiamo appena scoperto essere i genitori di tutti i qui presenti ragazzi, bisogna fare qualche precisazione: prima di tutto, i nomi degli zii di Jody sono Hiroshi (lui) e Hiromi (lei); Harumi, che secondo Hiromi è identica a Jody, è ovviamente la madre della ragazza, mentre Seto....beh, vi basti sapere che ricorda molto Wakabayashi....e chi intenda, intenda (E chi non intenda, in bivacco !!! No, vabbè, è una cosa idiota che diciamo noi in moltagna, comunque anche questo si spiegherà più avanti. NdA)

 

Keisuke uscì in giardino insieme a Yusuke, e si diresse verso la palestra per iniziare ad allenare le ragazze (EEEEHHHHH???? Dobbiamo iniziare SUBITOOOOO???????? NOOOOOOOOOOO !!!!!!!! NdTutte. Silenzio e lavorate !!!NdA. Schiavista!!!!NdJody, Alex, etc.....) . Vide però che le ragazze erano al campo da calcio "Ma cos...." chiese, stupito. Yusuke rise "Ah, già. Devi farti accettare anche dalla squadra di calcio....solo allora potrai allenarle...." Keisuke lo fissò stupito, non capendo cosa centrasse la squadra di calcio. Yusuke lo prese per un braccio, trascinandolo in quella direzione "Vieni, capirai da solo il perchè" disse soltanto

 

"Lo Shoan? Ma...." Wakabayashi ammutolì nel fissare il viso felice di Jody "Si, e quello è il nostro allenatore. Guarda" Il ragazzo guardò e vide un uomo alto avanzare verso il campo insieme a Yusuke, o per meglio dire trascinato dal ragazzo. "Ma...è Keisuke Seta !!!" urlò, come del resto avevano fatto tutti gli altri ragazzi. Lei lo fissò "Lo conosci?". Non credeva che gli importasse qualcosa di altri sport. Wakabayashi però annuì "Era la promessa della pallavolo Giapponese, ma ha avuto un incidente e non ha più potuto giocare....e ora allena....voi" la fissò, stupito "Siete fortunate, è un vero campione". Jody sorrise "Lo so. L'ho capito da come ci ha osservato !!! Ha capito subito il segreto della nostra squadra". Il ragazzo la fissò, curioso "Questa non la sapevo. E quale sarebbe?" chiese. "L'unità" rispose lei, facendolo scoppiare a ridere "E lo dici così facilmente? Dovresti stare più attenta....". Lei si voltò ridente verso di lui, guardandolo con occhi pieni di fiducia "Ma so che a te posso dirlo senza alcuna preoccupazione" rispose, azzittendolo. La fissò sconvolto, ma era così contenta, felice, gioiosa, che lui sorrise a sua volta e le scompigliò i capelli "Da quando godo di questa fiducia da parte tua?" chiese, tentando di non diventare rosso. "Dalla prima volta che ti ho visto" fu la risposta. Lui fissò il terreno, rosso fino alla radice dei capoelli "Quando mi sei caduta addosso?" chiese beffardo per non far vedere l'imbarazzo che ormai dilagava, e lei ci cascò "Ehi !!! E' stata colpa tua!!!" urlò, sorridendo felice, e lui alzò il capo e rise prendendola in giro. Poi le porse la mano, col mignolo teso (E' il modo in cui i Giapponesi fanno una promessa, unendo i mignoli. NdA) dicendo "Allora, facciamo così. Io vinco il campionato ora, e tu quest'inverno fai lo stesso. Promesso?". Lei rimase per un attimo immobile, troppo stupita per reagire; poi sorrise, intreciano il proprio mignolo con quello di lui "Promesso. E questo mi fa ricordare un'altra cosa....hai visto che non stai pensando solo al calcio? Ho vinto io...." "Brutta bestia !!! Vieni qui !!!" urlò lui, ma Jody scappò via ridendo, senza accorgersi che era diventato rosso "Già....ma non nel senso che intendi tu....." sussurrò al vento.

 

Il giorno dopo, di buon ora, si recarono tutti al campo da calcio di Yomiuri Land per la cerimonia d'apertura del torneo.  Tsubasa, in quanto capitano della squadra campione in carica, tenne il disorso ufficiale, come rappresentante dei giocatori, mentre le squadre si schieravano davanti alla tribuna. Jody, Sanae e le altre stavano ai bordi del campo, osservando i loro amici. Ma, a loro insaputa, venivano osservate a loro volta, poichè si era sparsa la voce che erano state selezionate per lo Shoan, e soprattutto che la new Team quell'anno si era portata dietro un bel gruppo di Manager favolose; infatti erano così belle, anche in tuta, da non poter certo passare inosservate. Appena finita la cerimonia, perciò, i ragazzi si riunirono a loro, gelosi (Figuratevi Wakabayashi !!!NdA). Misugi si affiancò subito ad Yayoi, Matsuyama a Yoshiko e così via, ma non bastò; subito arrivò Soda, dicendo "Ehi, Wakabayashi, dove l'hai trovato quello splendore?" e lo stesso fece Jito e vari altri. Wakabayashi era arrabbiato nero, ma Kay, che stava ben attaccata a Misaki per evitare situazioni spiacevoli, cercò di consolarlo, dicendo "Su, da domani non sarà più così". Lui la fissò "Che vuoi dire?" chiese. Misaki, divenendo bianco, le tappò la bocca con una mano "No, niente, niente....scusaci un secondo!!!" disse, trascinando via la ragazza. Lei si dibattè, anche se si era resa ben conto della gaffe. Quando arrivarono in un punto abbastanza lontano, da dove lui non li avrebbe di certo sentiti, la lasciò andare e le urlò "Ma ti rendi conto di quello che stavi per fare? Tutto il nostro lavoro stava per saltare per aria !!!!". Lei lo fissò con occhi pieni di vergogna "Scu...scusami...." mormorò dispiaciuta, e a quell'espressione triste lui capitolo immediatamente "Va bene, dai, per fortuna non è successo nulla. Su, andiamo". Le passò un braccio intorno alle spalle e la accompagnò a bordo campo, divenendo poi rosso quando lei alzò gli occhi scuri a guardarlo; nel vedere la sua reazione, anche lei divenne rossa, ma sorrise, come stava facendo lui.

Mentre li guardava da lontano, Wakabayashi cominciò ad avere qualche sospetto.

 

"Jodyyyyyyyyy !!!!!!! Tuo zio dice che gli ospiti sono arrivati !!! Ti aspettano tutti!!!!!!!" La voce di Alex rimbombava per le scale, e Jody, che si stava pettinando in tutta fretta, rispose urlando "S...siiiiiiiiiiii arrivoooooooooo!!!!!!!!!!". Kay entrò in quell'istante e, vedendola ancora li a prepararsi, disse "Ma come, non sei ancora pronta? Dai qua, faccio io !!!" le prese la spazzola di mano e cominciò a passarla tra i bellissimi capelli castani dell'amica. Dopo un po', cominciò ad arricciarli e a fissarli sulla sommità del capo con un fermagli d'argento. "Ecco, sei pronta. Che ne dici?" chiese, soddisfatta. Jody annuì "Perfetto. Sei veramente brava, Kay" si alzò, lisciando il vestito e prendendone in mano un lembo, mentre l'amica la osservava "Sei fantastica....con quel vestito azzurro sembri un angelo nel vero senso della parola" commentò, e Jody rise. Poi la voce di Sanae si fece sentire da fuori della porta "Ehi, non avete ancora finito? Ci aspettano!!!". Jody aprì la porta e uscì, provocando un'esclamazione stupita di Sanae "Cavoli Jody !!! Sei bellissima....se quello scemo stasera non accetta, è un idiota...." si lasciò sfuggire "Cosa?" chiese Jody, che non aveva capito cosa volesse dire, ma Kay lanciò un urlò d'allarme e disse in fretta "Dopo, dopo. Ora dobbiamo scendere...." Sanae annuì, e insieme trascinarono giù Jody per le scale, in un turbinio d'azzurro (Jody), blu scuro (Kay) e rosso (Sanae). Alla fine delle scale, trovarono Aly, Allenby e le altre, anche loro vestite in modo sfarzoso. Aly aveva un bel vestito grigio ghiaccio, Allenby ne aveva uno color rosa. Alex era vestita di verde, un colore che metteva in risalto i suoi occhi, e lo stesso Yayoi, mentre Yoshiko aveva un vestito colo lilla. Insieme formavano un arcobaleno di colori, ma al centro capeggiava ovviamente Jody, che quella sera doveva apparire stupenda. Tutte infatti la stavano fissando ammirata "Jody, sei stupenda. Quel colore ti sta veramente d'incanto !!!" "E' vero, Jody, sei bellissima. Del resto, lo sei sempre". La ragazza arrossì e cercò di minimizzare, ma una voce dietro di lei confermò "Hanno ragione loro, Jody. Sei stupenda". Sentendo quella voce si irrigidirono tutte, tranne Sanae, Yayoi e Yoshiko. Sanae fissò il ragazzo che aveva detto quella frase, notando che era alto, dai tratti occidentali, con i capelli chiari e gli occhi verdi. Spalancò gli occhi, coprendosi la bocca con una mano, mentre la sua mente si interrogava disperata "Oddio...non sarà mica...." e la voce di Jody confermava, dicendo "....Richard?"

 

Wakabayashi stava girando per la sala con aria annoiata, cercando i suoi compagni di squadra, ma si trovò di fronte all'ultima persona che avrebbe mai pensato di trovare li: suo padre. Si immobilizzò, dicendo "Pa...papà !!! Che ci fai qui?". L'uomo si voltò verso di lui, sorridendo "Ah, figliolo !!! Ti stavo proprio cercando. Hiroshi mi ha invitato qui insieme a tua madre, e mi ha fornito l'occasione giusta per fare una cosa a cui pensavo da tempo. E' da un po' che ti ho annunciato che dovevi fidanzarti. Beh, visto che la tua fidanzata stasera è qui con i suoi tutori, farò l'annuncio stasera stessa. Sei d'accordo vero?" Wakabayashi rimase immobile, troppo incredulo addirittura per respirare. Ma come era venuta in mente una cosa simile a suo padre? Fece per replicare, ma un movimento sulle scale attirò la sua attenzione. Jody stava scendendo, bella come un angelo, e lui non potè che rimanere a guardarla estasiato. In quel momento capì che, se si fosse fidanzato, l'avrebbe persa, e decise di rifiutare direttamente. "Papà, senti, io non ho nessuna intenzione di..." Ma chi era quel ragazzo? Jody pareva preoccupata...no, sembrava disperata!!! "Ne parliamo dopo, papà" concluse, avviandosi di corsa verso di lei, facendosi strada a stento tra la calca. Non potè sentire quindi suo padre che, guardando nella direzione in cui suo figlio andava,  mormorò "Vedo che sei d'accordo, figliolo"

 

"Richard? Che ci fai tu qui?" chiese Jody sconvolta, come se stesse fissando un fantasma. Lui sorrise, prendendole una mano, avvolta in un guanto celeste e portandosela alle labbra "E' un vero piacere rivederti....Jody" pronunciò il suo nome in tono così dolce da farla sussultare, e l'occhiata che le rivolse non fu da meno. Jody ritrasse la mano, tremando, incapace di rispondere. Lui la fissò con dolcezza, mentre lei abbassava disperata gli occhi, invocando mentalmente aiuto. Ci pensò Alex, che si parò davanti all'amica, fissando il ragazzo con aria truce, e lo stesso fecero Aly e Sanae. le altre circondarono Jody, separandola da Richard, come un muro umano. Lui le fissò sorridendo, poi disse "Posso capire che ce l'abbiate con me...ma non potete impedirmi di parlarle. Io voglio chiarire le cose con te, Jody" si rivolse direttamente a lei, che rispose "Io...non capisco. Come hai fatto ad arrivare qui?" "L'ho portato io, figliola" suo padre comparve di fianco a Richard, e Jody indietreggiò ancora "No...no..." sussurrò, andaando a sbattere contro qualcuno. In preda alla confusione, si voltò, e si ritrovò tra le braccia di Wakabayashi "Jody, tutto ok? Sono....coloro che pensò? E'...lui?" chiese, e lei annuì, stringendosi al ragazzo. Richard guardò la scena smettendo di sorridere, mentre il padre di Jody si accigliava "Jody cara, non mi saluti nemmeno? E' un anno che non ci vediamo, e non mi hai ancora dato un bacio". La ragazza fissò supplichevole Wakabayashi, che la strinse e la accompagnò dall'uomo. Una volta che gli fu davanti, lui la strinse tra le braccia, sussurrando "Mi sei mancata tanto, figliola....". Lei ricambiò l'abbraccio con le lacrime agli occhi, ma quando, una volta che il padre l'ebbe lasciata, Richard accennò a fare lo stesso, lei si scostò rabbiosamente, guardandolo con occhi improvvisamente sicuri e rabbiosi "Io non voglio avere nulla a che fare con te" dichiarò, allontanandosi da lui. Richard rimase un attimo spiazzato, mentre le altre ragazze si radunavano attorno a Jody, come per proteggerla, e Wakabayashi le passava le braccia attorno alla vita, per farla sentire al sicuro. La ragazza fissò suo padre, dicendo in tono secco "Perchè siete qui? Dovete avere un secondo fine, oltre a quello di venirmi a trovare". L'uomo la fissò, sbalordito, scuotendo il capo "Jody, ma come puoi pensare una cosa simile? Non ti pare logico che volessi rivedere l'unica figlia che mi è rimasta, dopo un anno che non ci vedevamo? E poi, Jody, ora sei tu la mia erede, ed è ora che ti trovi un fidanzato. Richard ti vuole ancora così tanto bene, e di certo tu ne vuoi ancora a lui, quindi perchè non...." "PAPA' !!!!" L'urlo di Jody interruppe il discorso dell'uomo, gettando tutti nel più completo imbarazzo. Ma Jody non si faceva più nessun problema a dire le cose come stavano "Ma come puoi anche solo lontanamente PENSARE che io sia disposta a fare una cosa simile? Dopo ciò che è successo a Angel, credi davvero che io mi fidanzerei mai con lui? Ma sei impazzito? O davvero per te sono solo un mezzo per fare affari?". Lo chiese con le lacrime che ormai scendevano copiosamente. Sapeva che era così, lo aveva sempre saputo, e anche Angel non era mai stata qualcosa di più per lui. Ma ora non poteva permettergli di manipolare ancora la sua vita, soprattutto perchè aveva finalmente capito che le sue parole non erano vere. Lei NON ERA innamorata di Richard....non più, ormai. "Jody cara..." "Jody..." tentarono di dire, ma lei si allontanò, esclamando "Andate via, non voglio più saperne di voi !!!!! Non ho nessuna intenzione di tornare in Germania!!!!!! Sono appena entrata a far parte di una squadra, ho degli amici e anche qualcuno che..." si interruppe appena in tempo, lanciando un'occhiata a Wakabayashi, che replicò "Ma lei è davvero suo padre? Come può farle questo?". Jody lo fissò. Perchè si intrometteva? Ma vide che Wakabayashi era pienamente convinto di quel che faceva, come se non avesse aspettato altro.

Sanae fece un cenno a Kay, che annuì e sparì alla ricerca di Misaki. Il ragazzo stava scherazando con Tsubasa, Matsuyama e Misugi, ma tornò subito serio quando la ragazza gli si lanciò addosso urlando "Taro !!! Richard è qui !!!Jody sta litigando con lui e con suo padre!!!!!! Presto, dobbiamo sbrigarci !!!!!!!!!!!!!" Misaki la fissò stupito, poi fece un cenno agli altri tre e parti con Kay alla ricerca del signor Tachikawa e del padre di Wakabayashi. Per fortuna li trovò in poco tempo. Hiroshi lo vide avvicinarsi e disse "Misaki, che ti prende? Sembri preoccupato...." ma il ragazzo non gli permise di continuare "Signore, sono qui. La situazione sta degenerando, dovete farlo ora !!!". Hiroshi lo fissò sconvolto, poi annuì e si voltò verso il signor Wakabayashi, dicendo "Andiamo. E voi due andate da Jody e Wakabayashi"                                                      

 

"Ma come può fare questo a Jody? Non le basta aver rovinato la vita di Angel?" urlò Wakabayashi, attirandosi così un'occhiata infastidita del signor Weynehr "Ragazzo, come ti permetti di parlarmi così? Chi sei tu per dirmi questo?" Wakabayashi non si fece intimidire "Io sono un amico di Jody, e non voglio che lei soffra ancora...e per questo deve stare lontana da lui...da voi". Jody si fece coraggio e, calmate le lacrime, disse "Papà, lascia perdere. Ora è lo zio ad avere la mia custodia, non tu. Il tribunale te l'ha tolta, quindi non puoi portarmi con te". L'uomo accantono l'obieione con un gesto della mano "Se ti fidanzi ufficialmente con Richard, non faranno obiezioni".  Jody non credeva alle proprie orecchie "Ma come puoi....no, io non verrò con te !!!" urlò, ma Richard la afferrò per un bracio, dicendo "Jody, smettila. Non è colpa mia quello che è successo, e non è nemmeno tua. Perchè non potremmo stare insieme come abbiamo sempre voluto? Io ti amo...e tu ami me". Lei lo fissò, incredula che fosse così stupido "Ma...ma come puoi redere che io ti ami ancora, dopo ciò che hai fatto? Non parlo della morte di Angel !!!!!" disse, prevenendo la sua obiezione "Ma di quello che hai detto quando era appena morta. Te lo ricordi? Mi hai baciata....e quando ti ho detto di non farlo, hai riso e hai risposto'Tanto lei ormai è morta. Cosa ce lo impedisce ora?'". Lo fissarono tutti increduli, stupiti, inorriditi, mentre Jody ricominciava a piangere e urlava "Allora ho giurato che non ti avrei mai perdonato!!! Sono scappata per quello. Sono scappata per colpa TUA!!!!!!!  Se anche dal paradiso Angel ti ha perdonato, io non potrò mai farlo!!! Ora vattene!!! Andatevene entrambi!!! Sparite dalla mia vita, perchè per me non esistete più!!!! Non voglio più vedervi, andatevene". Richard la prese per le spalle "No, ora tu vieni con me, non...." "EHI ! Lasciala subito !!!" urlò Wakabayashi, intervenendo in difesa della ragazza, ma in quel momento udì la voce di suo padre che, attraverso il microfono posizionato sul palco, diceva "Sono felice che siate qui, per rendervi partecipi di un lieto evento. Voglio infatti annunciarvi il fidanzamento di mio figlio Genzo. Genzo, figliolo, vieni qui per favore". Il ragazzo si bloccò, fissando prima Jody, che lo guardava incredula, poi Richard, che aveva assunto un'espressione sarcastica "Maledizione papà!!!! Proprio adesso????" pensò, avviandosi di malavoglia visto che tutti lo fissavano. Misaki, passandogli accanto, gli sussurrò "Vai pure, per ora ci penso io a lei". Wakabayashi annuì, senza notare il sorriso dell'amico, e si avviò verso il palco, dove suo padre stava in piedi vicino alla moglie e lo guardava, attendendo che li raggiungesse "Ci mancava solo questo . Dovevo rifiutare....devo farlo ora, altrimenti Jody...." si voltò a fissarla, e vide che nei suoi occhi aleggiava la disperazione, mentre lo fissava allontanarsi. Gli si strinse il cuore "Maledizione !!!Io...non posso farla soffrire come ha fatto quel bastardo. Non posso !!!!" era arrivato alla base della scaletta. Riluttante, con la forte tentazione di scappare, posò il piede sul primo gradino.

 

Jody, che lo aveva fissato allontanarsi come in sogno, senza spiccicare parola e con occhi vacui, sorretta dal braccio di Misaki, solo quando lo vide posare il piede sul gradino realizzò cosa stava succedendo. Capì che stavano per fidanzarlo contro la sua volontà, che stava per perderlo come aveva perso Richard, tanto, tanto tempo prima....senza nemmeno avergli detto quello che provava.....anche se questa volta ne avrebbe avuto la possibilità. Quel sordo dolore che si ripresento dentro di lei, mentre le sue labbra si muovevano, mormorando "Wakabayashi...no" una lacrima scese dai suoi occhi pieni di dolore, disperati "Non farlo...no, non anche tu....ti prego....io...." il suo animo si ribellò, e Jody si sottrasse alla stretta di Misaki e scattò in avanti, cercando di raggiungerlo, urlando "Wakabayashi, No!!! Mi avevi promesso...di starmi vicino...." mentre gli altri la seguivano ammutoliti. Richard, capita la situazione, la afferrò per un braccio e le urlò, trattenendola "Che stai facendo? Sei forse innamorata di quello? Ferma, non te lo permetterò. Sta a guardare, mentre lui ti lascia per un'altra" Jody si dimenò, urlandogli contro "Come OSI criticarlo? Tu hai fatto lo stesso, no? Non puoi dire nulla!!!! Ora lasciami !!!!!" lui la strinse più forte, urlando "Proprio perchè ho già fatto quest'errore una volta non lo rifarò di certo. Non ti lascio, stavolta". lei si dimeò, dicendo "E' troppo tardi, ormai !!! Smettila" Il ragazzo negò "Non ti permetterò di andare da un altro...non ti permetterò di farmi quello che io ho fatto a te....". Jody non ci vide più dalla rabbia. "LASCIAMI !!!" urlò, liberando un braccio e tirandogli uno schiaffo fortissimo. Il ragazzo la lasciò per lo stupore e li, singhiozzando, gli urlò "Mi fai schifo. Non so davvero come non mi fossi accorta di che razza d'uomo sei !!!!! Vattene, lasciami vivere in pace !!!! Nella mia vita non c'è posto per te !!!" si voltò di nuovo verso il palco, cercando di fermare Wakabayashi, che ormai era arrivato e stava fermo al fianco di suo padre, ma Richard la afferrò ancora "Aspetta !!!" "Lasciami!!!" urlò, ma la voce del signor Wakabayashi interruppe i loro urli "E' con sommo piacere che vi annuncio il fidanzamento di mio figlio Wakabayashi con la nipote del mio caro amico Hiroshi Tachikawa, Jody Harper !!!" ci fu un coro di applausi, a cui si unirono anche Alex, Kay, Sanae, Misaki e gli altri, che avevano raggiunto Jody. Lei fissò suo zio, che stava affianco al signor Wakabayashi e sorrideva, come se stesse sognando, poi fissò i ragazzi attorno a lei, dicendo "Ma...ma...." "Su Jody, vai !!! Ti aspettano!!!" Aly la spinse gentilemente verso il palco, e Jody si avviò, inebetita, salendo i gradini lentamente, fino a portarsi di fronte a suo zio. L'uomo la prese per le spalle, sorridendo, e disse "Signori, ecco a voi mia nipote Jody. E' con sommo piacere che la concedo come fidanzata a Genzo Wakabayashi. Wakabayashi, puoi abbracciarla se vuoi, non ti preoccupare". Jody sentì che il ragazzo le si avvicinava, e le passava le bracia intorno alla vita sottile, posandole un bacio delicato sulla guancia. Lo fissò, interdetta. Perchè accettava tutto questo? Perchè non si ribellava? Lei stava per farlo, ma la sensazione del suo abbraccio le aveva tolto la volontà; poi i suoi occhi cadderò su Richard, che la guardava incredulo e avvilito, e iniziò a capire. Inconsciamente, si strinse ancor di più a Wakabayashi.

Lui, quando suo padre aveva iniziato a parlare, stava per intervenire e fermare tutto, ma quando aveva sentito il nome di Jody si era bloccato, evitando di parlare. I due ragazzi scesero dal palco mano nella mano, seguiti dagli applausi, e si riunirono al gruppetto di amici che li apsettava li sotto. Tutti cominciarono a congratularsi "Congratulazioni !!" "Siamo felici per voi!!!"  "Che furbi, potevate dircelo!!!". Questa frase, detto in tono leggero da Alex, attirò due occhiate omicide di Jody e Wakabayashi, che fecero impallidire tutti i presenti. Jody iniziò "Non fate finta di nulla, voi lo sape...." vide Richard che si avvicinava con espressione indecifrabile, e si interruppe. Dopotutto, la storia del fidanzamento era utile, almeno per quello. Il ragazzo le si parò davanti, dicendo "E così ce l'hai fatta....hai voluto farmi provare quello che ti ho fatto provare io...." il tono era triste, ma Jody rispose, serena "No. Non mi crederai, ma non ne sapevo nulla, fino a poco fa....ma non cambia nulla. Ora ho un fidanzato, e quindi tu non puoi più stare nella mia vita. Addio Richard". Ma una voce irata si fece sentire dietro di lei "No!!!! Io non lo accetto !!!!!! Sono tuo padre e decido io con chi ti fidanzi, cara mia". Jody fronteggiò tranquillamente il genitore, dicendo "No, padre mio. Hai ceduto la mia tutela allo zio, quindi spetta solo a lui decidere questo. E spetta a me dirti ciò che Richard avrebbe dovuto dire a suo padre un anno fa. Lui avrebbe dovuto dire che voleva rompere QUEL fidanzamento, ma non lo fece. Io invece lo faccio, e ti dico che non ho nessuna intenzione di rompere QUESTO fidanzamento. E mi pare non ci sia altro da dire". Suo padre la fissò, infuriato, poi disse "E va bene. L'hai voluto tu, signorina. Scordati pure di aver avuto un padre, perchè per me tu non esisti più". Si avviò verso l'uscita, ma Jody rispose "Avevo capito di non avere un padre già un anno fa". L'uomo non la guardò neppure e se ne andò. Wakabayashi le strinse il braccio, e lei si voltò a guardarlo, ma Richard interruppe l'atmosfera tra i due, dicendo "Mi hai spezzato il cuore, Jody. Non credevo ne saresti mai stata capace". Lei alzò gli occhi limpidi su di lui e disse "Anche tu l'hai fatto, un anno fa. L'ho fatto per non spezzare di nuovo il mio. Mi spiace Richard. E' finita". Il ragazzo cercò di parlare, ma una mano si posò sulla sua spalla. Yusuke lo fissò e gli disse "Lascia stare mia sorella. Ha già sofferto abbastanza per te, ma è chiaro che è più forte di te", mentre Matsuyama continuò "E ora è meglio se te ne vai. Mia cugina non ha bisogno di uno come te"; si ersero in tutta la loro statura, per proteggere la ragazza che era come una sorella per entrambi (Beh, per uno di loro lo è davvero. NdA). Ma Wakabayashi bloccò i due "No, ragazzi, spetta a me" affermò, per poi fissare Richard dritto negli occhi, stringendo Jody al petto "Senti, so che in passato lei ti ha amato, e tu amavi lei, ma non hai avuto il coraggio di ammetterlo, e per questo non hai il diritto di starle affianco. Ora sono io il suo fidanzato, e ne sono felice, perchè questo mi permette di proteggerla...da te." Si voltò, prendendo la mano di Jody "Vattene, è meglio" concluse. Richard fumava di rabbia, ma capitolò "E va bene...se è questo che vuoi Jody....e sia" scappò fuori, fuggendo nella notte. Jody fissò il vuoto favanti a sè, poi si accasciò sulle ginocchia, mormorando "E'...è finita". Scoppiò in lacrime, ma questa volta per il sollievo. "La storia del fidanzamento è stata provvidenziale!!!!!"  pensò. Poi il dubbiò si ininuò nella sua mente. Già provvidenziale....fin troppo!!! Wakabayashi la prese tra le braccia, ma lei si divincolò, fissando i ragazzi attorno a sè con fare truce "E' stata una vostra idea, non è vero? Lo sapevate...sapevate che sarebbe venuto, e per questo avete avuto l'idea del fidanzamento !!!!!" le parole terminarono in un urlo, facendo arretrare con fare colpevole le ragazze. Misaki cercò di calmarla "Si, è vero, ci è sembrato l'unico modo...." "Come vi siete permessi di decidere per la mia vita?" urlò lei, ormai sull'orlo di un collasso per le troppe emozioni, ma Yusuke la fermò, dicendo "Sono stato io ad accettare, pensando al tuo bene". Lei lo fissò "E chi ti ha detto che puoi decidere per me? Chi ti ha detto che ti obbedirò? Come hai osato...." "Perchè ti arrabbi tanto, Jody - chan? Dopotutto, non era ciò che volevi?" la voce arrivava dalle sue spalle, ma lei la riconobbe; si voltò, esterefatta "Se...Seta sempai" mormorò, vedendo il suo neo - allenatore che la fissava sorridendo "Quando hai visto che il tuo ragazzo si avviava verso il palco, e hai capito che potevi perderlo, l'hai inseguito per fermarlo. Se fosse stato solo un amico, questa reazione non ci sarebbe stata. E' quindi chiaro che per te lui era qualcosa di più. Mi pare che non ci sia tanto da lamentarsi, no?" Jody chinò il capo, mormorando "Però...io....Seta sempai, io...." l'emozione ebbe il sopravvento, e la ragazza urlò, iniziando a singhiozzare "Io non sopporto che voi vi siate intromessi così nella mia vita. Vi odio per questo. Vi odio !!!" scappò fuori piangendo, mentre i ragazzi si guardavano dispiaciuti "L'abbiamo fatta grossa" commentò Tsubasa "Già, non dovevamo intrometterci così. Ora è arrabbiata con noi" disse Misugi, ma Alex non era dello stesso parere "Ma se non l'avessimo fatto, non l'avrebbero lasciata stare, no? E allora...." "Lasciate perdere" mormorò Wakabayashi. Si voltarono tutti verso di lui, in silenzio, ma il ragazzo non disse nulla, e si avviò nella stessa direzione presa da Jody, senza una parola. Kay e Alex fecero per seguirlo, ma Keisuke le bloccò "No, lasciate che vada da solo. Quei due devono avere il coraggio di ammettere i loro sentimenti". Le due ragazze lo guardarono, poi fissarono il buio della notte, annuendo preoccupate.

 

 

"Joooooooodyyyyyyyyyyyyyy. Dove seeeeeei? Mi sto stufando!!!! Dai, vieni fuori, voglio parlarti. Sono stanco di giocare a nascondino....." Genzo vagava per il terrazzo, fissando il giardino sottostante con occhi semichiusi, cercando di individuarla "Jodyyyy...." "Se sei stufo, chi te lo fa fare?" disse una voce proveniente dalle sue spalle. Si voltò, e la vide seduta sul parapetto del terrazzo. La fissò con fare ironico "Sono il tuo fidanzato. Ecco perchè" rispose, e lei lo fissò con odio. Poi si voltò a fissare il cielo, illuminato dalla luna piena. Lui si avvicinò lentamente e, quando le fu affianco, fece per parlare, ma la voce di lei lo prevenne "Perchè non ti sei opposto?" chiese all'improvviso senza guardarlo. Lui rimase a bocca aperta, non capendo "Cosa?". Lei si voltò per fissarlo negli occhi, con espressione addolorata "Perchè non hai detto di no a tuo padre? Perchè non l'hai impedito?". Non c'era fastidio nella sua voce, notò lui, solo necessità di sapere. Si sedette vicino a lei, rispondendo in tono pensoso "Non so....forse per farti un dispetto". Lei gli tirò un calcio, arrabbiata "Mai che tu riesca a essere serio quando serve !!!! Vai al diavolo !!!" bisbigliò, voltandosi per nascondere le lacrime. Che aveva sperato? Lui non era uno che dava spazio ai sentimenti....all'improvviso però sentì che le afferrava le mani e la tirava verso di sè; sorpresa, si ritrovò col volto a pochi centimetri da quello di lui, mentre le sussurrava "Sciocca. Se non mi sono opposto....è perchè eri tu". La lasciò andare, e lei si ritrasse di scatto arrossendo, mentre lui si alzava e iniziava a passeggiare, spiegando "Quando mio padre me l'ha detto...e quando mi ha chiamato sul palco...avevo già deciso di rifiutare; perchè non potevo....non volevo avere nessun'altra. Volevo te. E per questo, quando ho sentito il tuo nome, non ho fatto nulla". Lei lo fissò con occhi sgranati, voltantosi verso di lui e scendendo dal parapetto "Ma....ma cosa vuoi dire con questo?" chiese, mentre il suo volto diveniva viola. Lui si voltò a fissarla "Voglio dire che ho accettato perchè volevo davvero essere il tuo fidanzato" Avanzò di un passo, mentre lei indietreggiava "Cosa?" sussurrò, mentre lui si avvicinava ancor di più "Ma è assurdo!!! !" urlò, mentre gli occhi brillavano cercando una via di fuga a quella situazione. Ma lui non le dava tregua, e le afferrò le spalle "E perchè? Ho accettato, perchè così finalmente avrò il diritto di essere geloso di te e di allontanare gli altri ragazzi che ti girano attorno". Lei si ritrasse alla tua stretta, sibilando "E dei miei sentimenti non ti importa nulla? Se io non volessi?" era una sfida bella e buona, e per sottolineare la cosa lei alzò il mento con aria insofferente e ribelle; la cosa non lo preoccupò più di tanto, e disse in tono annoiato "Ma non è così; tu lo vuoi. Se così non fosse, non mi avresti seguito cercando di fermarmi quando stavo salendo sul palco, temendo di perdermi a vantaggio di un'altra, vero?"  ormai l'aveva costretta addosso alla balaustra, e lei sentì la fredda pietra che le premeva contro la schiena; non poteva più indietreggiare. Lo fissò impaurita, cercando una via di fuga, me lui le sfiorò con gentilezza una guancia, dicendo "E allora?  Vuoi ammetere che anche a te fa piacere?". A quel punto la rabbia prevalse, e la ragazza lo fissò furibonda "Io vorrei sapere chi ti credi di essere per potermi dire questo...." "Il tuo ragazzo" replicò lui, facendola arrabbiare ancora di più. Gli diede una spinta, cercando di allontanarlo da sè "Ah si? E questo ti da il diritto di dirmi cose simili? E ora cosa farai ancora? Avanti, sentiamo." Lo sfidò, convinta di porre così fine alle sue farneticazioni, ma lui non se lo fece ripetere "Questo" disse, prendendole il mento con una mano e chiandosi a baciarla. La ragazza, completamente stupita, spalancò gli occhi, ma non ebbe la forza di ribellarsi, anzi si accorse, con crescente preoccupazione, che le sue labbra avevano aspettato tanto quel bacio....... e vi stavano rispondendo. I secondi passarono, interminabili, e finalmente lui si decise a lasciarla andare. Si raddrizzò, mentre lei si portava una mano alle labbra, quasi a voler sentire la consistenza di quel bacio. Infine, dopo parecchi secondi, alzò gli occhi su di lui, con lentezza esasperante, tremanti e insicuri. Lui sorrise, stringendola a sè, e lei si strinse forte al suo pettò, avendo bisogno di sostegno. Non sapeva che fare, non capiva cosa provava....e lui invece era così sicuro....ma per il momento, dopo lo scontro con Richard, le bastava solo che lui le stesse vicino. 

 

Dopo circa mezz'ora, quando Jody si fu calmata, tornarono finalmente dentro dagli altri, che si fecero subito loro incontro. Alex e le altre si avvicinarono, dicendo "Capitano, ti prego, scusaci!!!!!!!!!!!!! E verò, sapevamo che tuo padre sarebbe venuto con Richard" confessò Kay, guardandola con vergogna "E siamo venute di corsa per questo. Ne abbiamo discusso con tuo zio e Yusuke....pensavamo che fosse la soluzione migliore, che ti avrebbe aiutato, ma non volevamo che ti arrabbiassi....". Le loro voci si sovrapponevano, creando un frastuono incomprensibile. Jody sorrise, pronta ad accettare le scuse, ma Wakabayashi intervenne, liquidandole con un gesto, dicendo "Oh, ora è tutto a posto. Vero, tesoro?" si chinò vero Jody e, prima che lei potesse reagire, la bacio con passione, davanti a tutti. Le ragazze indietreggiarono, incredule, mentre esclamazioni varie serpeggiavano per tutto il gruppo. Jody stessa, dopo un attimo di smarrimento, si staccò e esclamò "Ma...ma sei scemo ?????!!! Così, davanti a tutti????". Lo fissò furibonda, mentre il volto si colorava, passando per tutte le gradazioni possibili di rosso per arrivare al viola; un conto era prima....ma ora no !!!! Ma lui sorrideva, guardando il suo volto infuriato "E che c'è di male? Siamo fidanzati ufficialmente, no? Su, non fare la difficile". "Io difficile? Fin'ora se appena ti guardavo negli occhi arrossivi e scappavi, e ora ti comporti così?" "E' vero, fin'ora non avevo mai rivelato i miei sentimenti, ma ora l'ho fatto.....perchè ti arrabbi? Non sei contenta di questo?" lui la fissò, imbronciato, e lei capì di essere in trappola. Era vero, non le dispiaceva, e lui lo sapeva bene. Strinse i pugni, cercando di controllarsi, poi esplose "Io....IO NON HO ANCORA DETTO CHE HO ACCETTATO !!! NON ILLUDERTI TROPPO, WAKABAYASHI !!!!" Si avvicinò a lui, dicendo in tono letale, con le lacrime agli occhi "Io...io non ho nessuna intenzione di comportarmi da fidanzata solo perchè i tuoi hanno detto che lo sono. Non credere di poter avere il mio amore così facilmente !!!" Si avviò verso l'uscita, poi cambiò idea e salì di corsa le scale, chiudendosi in camera sua a chiave. Le passò per la testa che Sanae sarebbe dovuta entrare, ma la cosa non le importava. Le stanza erano tante, ne avrebbe trovata un'altra. Si buttò sul letto, piangendo, sibilando "Ma come osa? Come può pensare che io...oh, perchè proprio lui? Perchè proprio l'unica persona per cui i miei sentimenti non sono affatto sicuri? perchè non Misaki, Izawa, chiunque altro???? Perchè...perchè...." Si rialzò, inquieta, cercando qualcosa da fare, e si tolse in fretta il vestito, indossando una maglietta e dei pantaloncini; sciolse i capelli, che ricaddero come una nuvola intorno al suo viso, poi si guardò allo specchio. Le lacrime avevano sciolto il trucco, e le tracce erano ben visibili sul suo volto. Si sentiva stanca e accaldata, così andò in bagno (Ogni camera ha un bagno enorme. NdA) e si fece una doccia, lavando via le lacrime, il trucco e le emozioni. Quando uscì, si sentiva sollevata e tranquilla. Rimise su maglietta e pantaloni, poi si sedette davanti allo specchio della camera e iniziò a pettinare i capelli umidi. Era intenta in questo, quando un rumore sul balcone la distrasse. Non fece in tempo a voltarsi, che una figura alta entrò dalla porta finestra. Si alzò di scatto, mentre la figura scivolava nella stanza. Non c'era bisogno di accendere la luce per capire chi fosse. "Perchè sei qui?" chiese, arrabbiata, risiedendosi e ricominciando a pettinare i capelli, dandogli le spalle. Wakabayashi rispose, tranquillo "Visto che dalla porta non si entrava, ho preso una via alternativa....sono passato dalla camera di Yayoi". Jody non si voltò nemmeno "Cè una porta di comunicazione" commentò, e lui sorrise nel buio "Vero. Ma....hai chiuso anche quella. E poi un'entrata del genere è più spettacolare, no?" Lei si voltò a fissarlo, stanca dei suoi scherzi "Senti, che cosa vuoi? Mi pareva di essere stata chiara, non ti voglio parlare. Per me ti sei fatto troppe illusioni" Lui si avvicinò, finchè potè fissare la sua immagine riflessa nello specchio "Volevo parlarti. Volevo...." "Parlarmi di cosa? Niente di quello che potrai dire cambierà le cose...." esclamò lei, alzandosi per andarsene "Volevo sapere cos'è che ti da tanto fastidio !!! Insomma, pensavo che anche tu...." urlò il ragazzo, costringendola a girarsi verso di lui. lei si girò, ma lo fulminò con lo sguardo. "Che anch'io cosa? Ti sei illuso un po' troppo, mi pare, mio caro.....lasciami" tentò di liberarsi, ma la presa di lui si intensificò "Mi fai male!" si lamentò lei, ma Wakabayashi non la ascoltò. Guardò altrove, dicendo in tono....doloroso? Triste? "Possibile?" si chiese lei "Ma....perchè fai così? Allora mi ero davvero illuso che...." il colore del suo voltò divenne viola, anche se il buio lo nascondeva almeno in parte "Io...forse a questo punto non ho diritto di dirtelo, ma....io.....ero contento di accettare perchè....tu....io...ti...." si voltò, dandole le spalle e lasciandola andare, ma lei romase ferma, impietrita. Quel tono...quelle parole....possibile che stesse cercando di dirle...."Wakabayashi...." mormorò, ma in quel momento lui esplose "Da quando ti ho conosciuto, mi sono accorto che stare con te non era come stare con gli altri. Eri diventata una parte fondamentale della mia esistenza.....io....io....non avevo mai guardato le ragazze, le consideravo fastidiose e sciocche. Ma tu....quel giorno, sul campo...hai stravolto la mia vita....e da quel momento, dal primo momento che ti ho vista....io....non me n'ero accorto, non volevo ammetterlo, ma....io...." si girò; voleva guardarla negli occhi, mentre le diceva finalmente ciò che avrebbe dovuto dirle molto, molto tempo prima "Io...mi sono innamorato di te. O, per meglio dire....mi sono accorto che senza di te non riuscirei più a vivere. Per questo, se ora...se ora tu mi rifiuti, mi abbandoni....mi uccidi. Io...non pretendo che tu sia innamorata di me, ma credevo...speravo...che...mi volessi bene. Perchè io....io ti amo". Lei lo fissava, e lui non riusciva a capire cosa si nascondesse nei suoi occhi. Poi lei arrossì e guardò altrove. Si diede dell'idiota. Di certo, ora lei gli avrebbe riso dietro, o peggio ancora l'avrebbe ignorato. ma all'improvviso, sentì il tocco della sua mano sul volto. La fissò con occhi spalancati, increduli, ma la ragazza aveva le lacrime agli occhi, che scendevano copiose rigandole il volto, e il suo primo istinto fu di asciugarle e dire, stupito "Ma...che c'è Jody? Perchè piangi? Cosa....cosa ho fatto stavolta?". la ragazza scosse il capo, cercando di parlare, ma quello che uscì dalle sue labbra fu singhiozzo confuso. Lui la abbracciò, cercando di capire perchè avesse quella reazione così esagerata, ma la ragazza non rispondeva. La lasciò così sfogare, aspettando che fosse in grado di parlare. E, dopo qualche minuto, la ragazza sollevò il capo dal suo petto e sussurrò "Questo....è quello che non avrei mai pensato di sentire, da parte tua" il tono era sorpreso, incredulo, ma lui non capiva bene cosa intendesse dire "Cosa?" chiese, e lei sollevò gli occhi su di lui. "Io....credevo che tu non avessi bisogno di nessuno....e questo mi faceva male, perchè....io avevo bisogno di te" sussurrò, chinando nuovamente il capo e piangendo. Lui la strinse "Ma cosa...?" "Me ne sono accorta la sera della festa a scuola....e poi, quando mi hai aiutato ad affrontare il mio passato....io avevo un disperato bisogno di te, ma tu...tu non avevi bisogno di nessuno...o almeno così sembrava. E io...non lo capivo, ma ero triste per questo. E ora...." Wakabayashi la allontanò da sè, guardandola incredulo "Ma allora...piangi perchè...". Lei sollevò gli occhi che, nonostante le lacrime, rispecchiavano il sorriso che le incorniciava il volto "Io...volevo che tu avessi bisogno di me...ma fidanzandoci così,  mi sembrava che tu lo prendessi solo come un gioco....mi sembrava che tu non...non mi volessi bene....e io invece...." si fermò, cercando di dominare il rossore. Lui la lasciò andare, aspettando. Lei sospirò, poi continuò "Io ti voglio bene.....e per questo piango. Perchè ho appena capito che anche tu ne vuoi a me". Sentì le sue mani sulle spalle, e lo guardò, impaurita. E se ora le avesse detto che non era così? Ma gli occhi di lui erano così seri, così profondi...si perse in essi, mentre lui si chinava, sussurrando "Ma se non riuscirei nemmeno a vivere, senza di te...." le sue labbra si posarono su quelle di lei, questa volta in modo dolce e romantico, facendole capire quanto fosse importante, per lui. Rispose al bacio, prima con timore, poi con crescente fiducia, passando le braccia intorno al collo di lui e stringendolo forte. In quel momento, il mondo all'infuori di loro due non esisteva...ma si sentì il rumore sordo di qualcuno che bussava alla porta, e una voce che diceva "Jody, tutto bene? Dai, fammi entrare". I due ragazzi si separarono con un salto, mentre Jody arrossiva e sussurrava "Accidenti !!!! Sanae !!!! E ora che facciamo?" chiese, guardando Wakabayashi, che la guardò a sua volta, dicendo "Beh, che c'è di male, scusa? Siamo fidanzati o cosa?". Lei lo fissò, irritata, sibilando "Si, certo, ma una cosa è baciarsi in pubblico, mentre qui io ti ho mollato arrabbiata al piano di sotto, chiudendomi a chiave in camera, e ora ti trovano qui, con me in maglietta e pantaloncini, entrato da chissà dove....soli in una camera da letto chiusa a chiave". Lentamente, il significato delle sue parole penetrò nel cervello di lui, che cominciò ad arrossire, fissandola imbarazzato. "Io...cioè, non avevo pensato...venendo qui, non pensavo certo...". Lei lo spinse verso il balcone "Si, lo  so, ok, ma ora vattene. Ci vediamo domani". Lo spinse in terrazza, mentre il bussare si ripeteva, e lei urlava "SIIII, un secondo, sono in bagno". Wakabayashi si ritrovò sul terrazzo, e si voltò verso di lei, dicendo scocciato "Uffa, che seccatori. Io volevo stare con te". La sincerità di quelle parole la fece arrossire, ma il suo cuore gioì in risposta "Si, lo so...anch'io...cioè, vabbè dai, siamo fidanzati da appena un'ora, abbi pazienza", disse, cercando di mandarlo via, ma lui replicò "Ma io ti amo da sempre". Si chinò e la baciò di nuovo, dolcemente, poi se ne andò, dicendo "A domani, principessa". Lei rimase immobile, incapace di muovere un muscolo, finchè lui non scomparve giù dal balcone, allora corse a vedere. Era sceso senza problemi, e se ne stava andando. Senza rendersene conto, lo richiamò. Lui guardò verso l'alto, stupito "Che hai, Giulietta?" chiese, e lei arrossì "Ecco, io...." lui sorrise, capendo, e lei sorrise a sua volta "Vattene, oppure Sanae butterà giù la porta. Ciao". Lei annuì, poi però prese qualcosa dai capelli e gliela lanciò. "Buonanotte" sussurrò, tornando dentro. Lui la guardò sparire, poi raccolse l'oggetto; un nastro celeste. Dello stesso colore dei suoi occhi. Sorridendo, lo mise in tasca e si allontanò nell'oscurità.

 

"Ma insomma, quanto ti ci vuole per aprire la porta?" chiese stupita Sanae, entrando dopo che, finalmente, Jody aveva aperto. La ragazza la fissò, cercando di evitare di arrossire, dicendo "Scusa...ero mezza nuda e in bagno...e...." Sanae si fermò a guardarla attentamente "Ma....sei già in pantaloncini? E che hai fatto in questa mezz'ora?". Jody sorrise, cercando di dissimulare l'imbarazzo "Oh, ho pensato, mi sono fatta una doccia...non è passato poi così tanto tempo....che ne dici se ora andiamo a dormire?" chiese, non sapendo più che inventarsi. Sanae annuì, guardandosi attorno "Senti, hai per caso visto Wakabayashi? Poco dopo che te ne sei andata è sparito...." Jody sussultò, cercando di non tradirsi "N...no non....non l'ho visto" mentì, guardando altrove. Sanae sogghignò "Non è che è venuto qui da te?" "Ma scusa, la porta era chiusa a chiave !!!" "Appunto !!!" esclamò l'altra, mentre Jody si sentiva arrossire "Ah, lo sapevo !!! E che avete fatto?" "Sa-Sanae !!!!!" urlò Jody, sconvolta "Cosa stai pensando? Non abbiamo fatto nulla !!!!!" o quasi, ammise...tra sè e sè. Ma Sanae non si fece fregare "Ah, visto? L'hai ammesso !!! E cosa ti ha detto?" esclamò saltando contenta. Jody si voltò, sussurrando "Ecco...si può dire che abbiamo stabilito...una tregua". Sorrise, pensando al nastro che gli aveva lanciato, al bacio...sentì che il rossore si accentuava ancora, così si infilò sotto il leggero lenzuolo, dicendo "Beh, non so te, ma io ho sonno....notte !!!" "Cosa? Ehi, no Jody, non vale !!! Dai, dai raccontami !!!" urlò l'altra, ma Jody non rispose. Sanae sospirò "Uffa. Non è giusto !!!". Cominciò a togliersi il vestito, brontolando, ma una voce assonnata proveniente dall'altro letto chiese "E tu? Che hai detto al capitano?" Sanae divenne viola e tacque, e Jody ebbe finalmente un po' di pace.

 

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Capitolo 14
*** Inizia il campionato ***


Dunque, come avrete notato c’è un bel po’ di casino coi capitoli …è tutta colpa mia, chiedero ad Erika di eliminare quelli in più, comunque ripartite da qui, per leggere, ok?

Capitolo 13: Inizia il campionato....

"Jody !!!! Su, avanti, svegliati !!! Dobbiamo andare a fare colazione !!!!" Sanae la scuoteva già da parecchi minuti, e finalmente la ragazza aprì gli occhi, confusa "Ma che...Sanae, sono solo le sette e mezza....siamo andate a letto all'una...." sbadigliò, ma l'amica la trascinò fuori dalle coperte "Su, stamattina inizia il torneo. Dobbiamo andare dai ragazzi". Jody scosse il capo, cercando di capirci qualcosa. "Uhhh...torneo?" chiese, stropicciandosi gli occhi, mentre Sanae saltellava "Siiii !!!! Jody, avanti !!! Hai presente un campo rettangolare, con due porte, in una delle quali starà il tuo fidanzato...." a quelle parole la ragazza spalancò gli occhi e si precipitò in bagno "Potevi anche dirmelo prima !!!" urlò, mentre si lavava i denti in fretta e furia. Si passò velocemente la spazzola tra i capelli, poi prese la divisa da manager che Sanae le porgeva (Quella estiva, coi pantaloncini corti blu e la maglietta rossa aderente...vabbè, me la sono inventata, ma è carina no? NdA) e la indossò in fretta. Sanae rise, vedendola uscire di corsa dal bagno e infilarsi le scarpe "Su, sbrigati. I ragazzi sono appena scesi, e non tutti ancora....andiamo". Jody prese il suo zainetto, con tutto ciò che le sarebbe servito per la giornata (Siccome è una ragazza previdente, l'ha preparato il giorno prima. NdA), spalancò la porta, fece uscire l'amica, chiuse la camera a chiave, non preoccupandosi del disastro che aveva lasciato dentro, e scese di corsa le scale.

Nella sala da pranzo, i giocatori stavano facendo colazione allegramente, insieme a Alex e Kay. Allenby era fuori a correre, mentre Aly stava parlando al telefono. Jody entrò in sala, esclamando "Buongiorno !!!" a gran voce, e guardandosi rapidamente attorno. L'oggetto delle sue ricerche non pareva essere li, ma tutti gli altri la guardavano con aria maliziosa, poichè era ben chiaro chi stava cercando.....poco dopo, due braccia la strinsero da dietro, mentre qualcuno le sussurrava all'orecchio "Buongiorno, principessa". Jody non si voltò nemmeno, ma si abbandonò a quell'abbraccio. Le risatine nella sala divennero incontenibili, mentre Sanae, dietro di loro, esclamava "Ehi, un momento. Noi siamo rimasti indietro !!! Ieri sera non vi sopportavate.....". "Oh sì...ma la signorina è di umore viariabile...." disse Wakabayashi, cercando di mettere in imbarazzo Jody, e per completare l'opera si chinò per darle un bacio sulla guancia; ma lei, prevedendo la mossa, si liberò dall'abbraccio, voltandosi velocemente, e intercettò le labbra di lui in un bacio a sorpresa. Wakabayashi rimase immobile, stupito, arrossendo, mentre i ragazzi nella sala scoppiavano a ridere. Jody lo trattenne per qualche secondo, passandogli le braccia intorno al collo, poi lo lasciò andare e si voltò verso la tavolata, dicendo "Sono proprio affamata !!! Che c'è per colazione?". Si avviò verso il suo posto trotterellando, mentre Wakabayashi, stupito e imbarazzato, la seguiva lentamente e si sedeva davanti a lei. Misugi, che gli stava di fianco, gli diede il gomito dicendo "Ah, e così il nostro prode Wakabayashi si fa comandare a bacchetta dalla sua ragazza. Bene bene, non l'avrei mai detto." Il portiere lo fulminò con lo sguardo, mentre Jody riempiva tranquillamente la sua scodella di riso e iniziava a mangiare. Lui la fissò, chiedendo "Hai deciso di diventare improvvisamente audace?". Lei si strinse le spalle, masticando allegramente, e rispose "Beh? Non l'hai detto tu che sono di umore variabile? Preferisci che torni a essere scorbutica e arrabbiata?". Misugi scoppiò a ridere, mentre Yusuke passava dietro di loro, sussurrando "Mi pare che la situazione sia diventata ancora più divertente.....". Wakabayashi iniziò a mangiare rabbiosamente, mentre Jody esibiva un sorriso radioso. Poco dopo arrivò Allenby, portando dei fogli stampati a computer e annunciando "Ho gli abbinamenti del torneo. Venite a vedere !!!". I ragazzi le si affollarono subito intorno, e la confusione regnò sovrana per parecchi secondi, finchè Sanae non afferrò le schede e intimò di uccidere chiunque altro avesse osato toccarle, passando poi a leggerle.

"Da quel che vedo, la Nankatsu potrebbe incontrare la Musashi, ma ai quarti di finale....mentre la Furano entrambe la potrebbero incontrare solo in caso di finale, ma per arrivarci, in semifinale potrebbe trovare il Meiwa....". Le esclamazioni si fecero più forti, metre tutti pensavano che le eterne sfide si rinnovavano. "Quest'anno vi batteremo, Nankatsu !!!!" dichiarò Misugi, suscitando un coro di proteste da parte di Misaki, Izawa e Wakabayashi, mentre Yayoi lo fissava preoccupata. Jody le mise una mano sulla spalla, scuotendo il capo. Loro non potevano farci nulla, dovevano lasciarlo giocare....era quello che lui voleva di più. Yayoi fece un respiro profondo e annuì, sorridendo poi al suo capitano. Tsubasa si presentò sulla porta, già vestito con la divisa, dicendo "E allora, andiamo? La prima partita comincia fra poco.....contro chi dobbiamo giocare?". Jody deide un'occhiata al foglio, dicendo. "Contro Hanawa dei gemelli Derrick. Voi, Matsuyama, giocate con la Hikawaa, mentre la squadra di Misugi giocherà con la Senkoji....di corsa !!!".

Partirono tutti di corsa verso il campo, arrivando ridendo agli spogliatoi. Jody e le altre ragazze, che indossavano tutte già la loro divisa, posarono la loro roba negli armadietti e andarono in panchina (La occupano tutta loro...non c'è nemmeno spazio per le riserve !!! NdGiocatori. Ehm...in effetti è vero....NdAutrice), ma Wakabayashi, che si era cambiato in tutta fretta, uscì di corsa e afferrò Jody per un braccio, trascinandola in disparte, incurante delle sue proteste. Le altre risero e urlarono che l'avrebbero aspettata in panchina, ma lei non ripose, impegnata a rimproverare il ragazzo. Lui la depositò dietro il muro che separava due corridoi, dicendo "Si, si, ok....senti, volevo chiederti un portafortuna per la partita". Lei lo fissò senza capire, indicando poi il polso sinistro di lui, dove era legato il nastro che gi aveva lanciato la sera prima "Hai quello." disse. Lui fissò l'oggetto "Oh, certo. Ma volevo qualcosa di diverso, veramente....e questa volta, non per scherzo...." sussurrò, mentre lei arrossiva senza capire. Allora lui si chinò, baciandola dolcemente, e lei rispose timidamente al bacio. Non si mossero per alcuni secondi, poi lui finalmente si staccò e disse "Beh, devo andare....ciao". Si calcò il berretto sugli occhi per non tradire la sua espressione. Lei lo fissò, leggermente turbata. Poi, senza pensare, vinta da un impulso incontrollabile, lo inseguì, trattenendolo per un braccio. Lui si voltò, stupitò, e lei gli gettò le braccia al collo, sussurrando "Questo per augurarti buona fortuna....mi raccomando. Vinci !!!". Lui, stupito ma felice, la abbracciò, sollevandola dal terreno (Vabbè che lei è 1 70, ma lui supera gli 1 80. NdA). Lei rimase stretta a lui per un paio di secondi, poi gli posò un bacio sulla guancia e fece per scendere, ma in quel momento i loro visi si sfiorarono. Rimasero immobili, respirando rumorosamente, arrossendo. Lui non fece nulla, lasciando che fosse lei a decidere. Lei chiuse per un secondo gli occhi, ma poi decise di non resistere oltre e di vivere veramente ciò che sentiva. Si era ingannata...e aveva ingannato lui....per troppo, troppo tempo.....lentamente, con estrema dolcezza, posò le sue labbra su quelle di lui, baciandolo con estrema tenerezza. Lui, piacevolmente colpito, assaporò quel bacio finchè durò, poi un boato da fuori ricordò ad entrambi che doveva andare. Si staccarono, riluttanti, fissandosi dispiaciuti. Poi lui sorrise, posandole le mani sulle spalle, sussurrando "Ora sono sicuro che avrò fortuna". Le posò un bacio sulla fronte, avviandosi poi fischiettando. Lei lo guardò, sorridendo ironica, e gli urlò dietro "Ehi !!! Se perdi non ti guarderò più in faccia!!!" . Per tutta risposta, lui fece un segno rassicurante, e la ragazza scosse il capo. "Già" disse, mentre gli occhi brillavano "Ora sono sicura che vincerai"

"Ehi, Wakabayashi, ma dov'eri finito?" chiese Misaki, quando finalmente il portiere si presentò in campo. Lui fece un gesto vago, dicendo "Dovevo sistemare alcune pratiche...."

Contemporaneamente, sulla panchina, Sanae si voltò verso Jody che stava arrivando e esclamò "Ehi, ti eri persa? Che avevate da dirvi di così lungo?" rideva controllandosi a stento nel chiedere questo, ma Jody non si scompose, rispondendo in tono vago "Oh, di varie cose...." ma Yayoi rincarò la dose "Wakabayashi che pensa a 'varie cose' che non siano il calcio prima di una partita? Naaaa !!! Non è credibile !!!". Sanae annuì, ma Jody commentò "Logico. E infatti abbiamo parlato della partita. Mi ha promesso che vincerà....ed è meglio che lo faccia, oppure gli tolgo il saluto" concluse, mentre Kay sbucava dietro alle altre due e esclamava

"Ehi !!!" Allora vincerà di certo !!!". Jody non rispose, ma si limitò a fisssare il campo con espressione assorta, pensando "Si...è quello che penso anch'io"

"Vai Capitano !!!! " "Corri Tsubasa !!!!!!" le urla di incitamento arrivavano dagli spalti e dalla panchina, dove Jody e Patty stavano saltellando abbracciate nel vedere la loro squadra che si lanciava all'attacco. Tsubasa correva, palla al piede, veloce tanto da non essere quasi visto, seguito a ruota da Misaki, col quale effettuava una serie stupenda di passaggi. I due si spostarono velocemente in area, impedendo agli avversari di toccare anche solo per sbaglio il pallone, ma si trovarono di fronte i due gemelli Tachibana. "Non pensate di poter passare !!!!" intimò Kazuo, mentre Masao marcava Tsubasa e cercava di prendergli il pallone. Il ragazzo seguì tutti i movimenti dell'avversario, impedendogli di intervenire, ma nel farlo non potè vedere la mossa fulminea dell'altro gemello che, abbandonata la marcatura su Misaki, si lanciò sulla palla, tanto all'improvviso che nemmeno Tsubasa riuscì a impedirlo (Ehi !!! Così sembro un brocco !!!! NdTsubasa) "Tsubasa !!!!" urlò Sanae, vedendo il capitano che cadeva pesantemente a terra, mentre Misaki si lanciava all'inseguimento dei due avversari, imprecando. Ma i gemelli erano veloci, e pochi secondi dopo erano già nell'area avversaria, dove evitarono senza problemi tutti i difensori, fino a trovarsi davanti solo la porta e Genzo Wakabayashi, che li osservava con calma a dir poco inquietante. "Che tiro faranno? Sarà di certo una delle loro acrobazie.....ma quale?" si chiedeva intanto. I gemelli si allontanarono l'uno dall'altro, come se volessero saltare "Lo Skylab Hurrikane !!!!" pensò lui, preparandosi a riceverlo, ma una voce dalla sua sinistra urlò "Wakabayashi, tenteranno il Twin Shot, attento !!!!". Lui si bloccò, voltandosi in quella direzione "Jody?" susssurrò, vedendo la ragazza ferma in piedi che lo osservava con occhi ardenti. I gemelli infatti si riunirono in prossimità della porta, e si prepararono al tiro "Non so come l'abbia capito, ma non importa. Tieni, Wakabayashi !!!!" urlò Masao, mentre colpiva il pallone il perfetto sincrono col fratello. Wakabayashi però era pronto e, memore dell'espressione di Jody, si posizionò in modo da poterla parare senza problemi. La sfera aveva un effetto pazzesco, ma lui sapeva dove sarebbe finita....dritta contro la sua faccia. Perciò ripetè l'acrobazia che Jody aveva eseguito con Hiyuga. Saltò, bloccò la palla all'altezza del petto, e ruotò in avanti, posandola a terra. Ci fu un silenzio surreale, interrotto solo dall'urlo di Jody "EVVAI !!!!". Lui le sorrise, rialzandosi mentre i gemelli ricadevano e lo fissavano esterefatti, poi rinviò la palla, direttamente a Tsubasa, urlando "Mi raccomando, ora tocca a te !!!!". Tsubasa stoppò la palla, guardando confuso Wakabayashi e Jody (Come al solito non ha capito un acca. NdA), poi riprese a correre. Si posizionò davanti alla porta per effettuare il suo Drive Shot, ma Masao gli si piazzò davanti, e a Tsubasa non restò che convertire il tiro in un passaggio per Misaki, che si tuffò di testa e spedì la palla in rete. In quel momento l'arbitro fischiò la fine. Gli spalti eruppero in urla gioiose, e tutta la panchina (Cioè le infinite manager e le riserve. NDA) si alzò in piedi per festeggiare. Jody e Sanae si abbracciarono ridendo, poichè i loro campioni erano stati diretti protagonisti dell'ultima azione che li aveva portati alla vittoria, ma alla loro sinistra si levò un urlò assordante "TARO !!!!!!!! SEI UN MITOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!". Jody e Sanae si voltarono sconvolte a guardare Kay, mentre una grossa goccia compariva sulle loro teste e su tutte quelle di chi aveva sentito (Cioè tutto lo stadio....NdA) ma lei non aveva occhi che per il giocatore, che la stava fissando e stava arrossendo, anche se sotto sotto era felicissimo. La ragazzina corse in campo e gli saltò al collo, urlando "Sei troppo bravo !!!!! Taro, sei anche più bravo di mio fratello !!!!!". Intorno a loro ci fu una serie di risatine e comenti, mentre Misaki diveniva viola, e Wakabayashi e Jody si avvicinavano "Ehm....Kay...." tentò lui, ma Jody la afferrò e la fece scendere dal ragazzo, dicendo "Smettila di dare spettacolo, sciocca !!!". Kay si rese conto solo in quell'istante di ciò che stava facendo, e divenne viola, mentre Jody la spingeva verso Sanae dicendo "Vedi di non combinare altre cavolate !!!". Wakabayashi le si avvicinò con un sorriso, e lei si voltò verso di lui, guardandolo negli occhi, e perdendocisi per un secondo. Lui le passò un braccio intorno alle spalle e mormorò qualcosa, al che lei scoppiò a ridere. Misaki era rimasto fermo al centro del campo, rosso in volto, pensando "Suo....fratello? E chi sarà mai?". Ma nessuno intorno a lui gli badava. Jody e Wakabayashi stavano per conto loro, Tsubasa guardava Sanae che era arrossita, Izawa stava andando verso Allenby, Alex salutava Yusuke sugli spalti...."Aly !!! lo chiederò a lei " pensò Misaki, e si diresse verso di lei, chiedendo "Scusa Aly, Kay ha per caso un fratello? E chi è?". Aly lo fissò, sconvolta e terrorizzata, e lui potè vedere il dolore negli occhi di lei "N...no, non chiederlo a me...non lo conosco....." scappò via, e Misaki capì di aver toccato un tasto dolente....e non sapeva nemmeno quale.

"Allora stasera si fa festa !!!" urlò lo zio di Jody, nell'apprendere che tutte tre le squadre avevano vinto. (Certo, hanno vinto anche la Furano e la Musashi, sennò cm va avanti la storia? NdA). I ragazzi annuirono, e le proposte si sovrapposero, finchè non si decise per una festa in piscina. "Bene, voi organizzate tutto...Yusuke, li affido a te !!! Io devo fare un discorsetto a una certa persona...." detto ciò, Jody trascinò Kay su per le scale, seguita da tutte le altre, da Izawa e da Tsubasa, che non capiva bene che succedeva ma aveva deciso di seguire il gruppo. Jody si chiuse con gli altri nella camera della ragazza (Taci che le camere sono grandi !!!! NdA) , la fece sedere sul letto e cominciò "Dunque....credo che tu ora debba confessare qualcosa...." Kay divenne color peperone, e iniziò a negare, mentre tutti le si affollavano intorno e esclamavano le proprie convinzioni. Il caos regnò sovrano per un bel po', richiamando anche Wakabayashi che stava passando li fuori, e che le urlò "Ma che sta succedendo? Sembra la terza guerra mondiale...." Sanae cercava invano di calmare il tumulto, mentre Jody rispose "Divergenze d'opinioni....vabbè, è durato abbastanza. Tappati le orecchie !!!" intimò, e lui non provò nemmeno a discutere, obbedendo ciecamente. E fece bene, perchè lei prese dalla tasca dei pantaloncini un fischietto e vi soffiò dentro con tutta la sua forza. Il suono stridulo, e il fatto che si propagasse in un luogo relativamente piccolo, ebbe l'effetto di placare gli animi fin troppo infuocati dei ragazzi. Si fermarono tutti, zittendosi e portandosi le mani alle orecchie, e si voltarono verso Jody con aria confusa e dispiaciuta. Lei non si fece impietosire "E allora? Non siamo al mercato !!!! Quando ho detto che doveva confessare qualcosa, non intendevo a VOI, ma a qualcuno la fuori. Non sei d'accordo con me Kay?". Wakabayashi la fissò, stupito per il tono autoritario, ma era evidente che era abituata ad usarlo...beh, con quelle ragazzine da tenere a bada....Kay invece aveva sgranato gli occhi, ma mormorava "Ma capitano...io....." Jody la prese per le spalle "No, niente 'Ma capitano....', ora tu scendi e vai a parlarci....sennò non vi parlerete più per l'imbarazzo. Su, Kay, non è da te essere così indecisa e imbarazzata!!!!". La ragazza chinò il capo, arrossendo, e Wakabayashi si avvicinò "Ha ragione lei, Kay. Misaki è un tipo dolce, ma molto sensibile, e se penserà che tu hai fatto ciò che hai fatto senza intenzioni serie.....ci rimarrà molto male, e potrebbe allontanarsi da te...." la ragazza a quelle parole divenne pallida. Jody annuì "Già, Wakabayashi ha proprio ragione....a proposito, ma te da dove sei entrato? La porta è chiusa a chiave !!!" si voltò a guardare stupita il suo ragazzo, che rispose con aria vaga "Eh? Ah, già. Sono passato dalla finestra" Jody sbiancò "Ma...ma sei pazzo? Potevi ammazzarti !!!!! E che è, una tua mania quella di entrare dalle finestre?" le implicazioni della sua frase le sovvennero alla mente un secondo dopo "CCCOOOOOOOSSSSSSAAAAAAAAAAAAA?????????" urlarono infatti tutti, circondandoli, e i due indietreggiarono "Urgh...si, cioè....ecco...beh, questo dopo, ora Kay devi andare" dichiarò Jody, cercando di sottrarsi alla curiosità generale. Kay si sollevò dal letto, mormorando "Si, forse hai ragione...ma che ho fatto di così...." Jody e Sanae si guardarono "Intendi a parte essergli saltata al collo, aver detto che è un mito e aver urlato il suo nome davanti a tutti?". Kay arrossì, poi si avviò, seguita da Jody e da Wakabayashi e Sanae. Scesero fino al piano terra e uscirono in giardino. Li, sotto un albero in fiore, stava Misaki. Kay si fermò a guardarlo, arrossendo, ma Jody le diede una spinta gentile, dicendo "Su, vai !!! Scommetto che sta pensando a te". Era vero? Kay se lo chiese mille volte mentre si avvicinava, mormorando il nome del ragazzo "Taro....."

Wakabayashi, sentendola, sorrise "Secondo me non sa che chiamare per nome una persona è indice di grande intimità, qui. Per questo continua a chiamarlo Taro". Jody non si voltò, ma rispose continuando a fissare l'amica che si allontanava "Ma come? Eppure io, Alex, Allenby e Aly abbiamo dimostrato di conoscere bene questa consuetudine; d'altronde siamo per metà giapponesi....credi davvero che solo lei la ignori?". Si voltò a guardarlo con occhi luminosi.

Il ragazzo spalancò la bocca, incredulo "Ma allora...." Jody sorrise "Si. Sa benissimo cosa fa, quando lo chiama per nome"

Il profumo dei fiori. Il rumore leggero del vento. La consistenza rassicurante del tronco contro il quale era appoggiato. Tutte queste sensazioni colpivano Misaki, distraendolo. Ma, alla fine, nella sua mente, davanti agli occhi chiusi, ritornava l'immagine della ragazzina esuberante dai vivacissimi occhi di un colore castano dorato, la ragazza che aveva sconvolto la sua vita....e questo non quella mattina, quando gli era saltata al collo, ma fin dalla prima volta che l'aveva vista, nella piazza di Fujisawa....quando aveva richiamato la sua attenzione, e lei aveva posato i suoi grandi occhi castani su di lui.....stregandolo....in quel momento si era convinto che fosse un angelo....."Basta !!! Devo smetterla di pensarci. Lei...per lei sono solo un amico. Lo sono stato per tutti, fin'ora...per Sanae, per Jody...perchè dovrebbe essere diverso? Ma....è anche vero che nessuna mi ha mai angosciato come lei...." un lungo sospiro uscì dalle sue labbra, impedendogli di udire il rumore di qualcuno che si avvicinava. La sua mente era concentrata sul volto della ragazza, e le sue labbra mormoravano, mute, il suo nome....

"Taro...."

Spalancò all'improvviso gli occhi, raddrizzandosi colpo. Si voltò in direzione della voce, non riuscendo a crederci. Il volto che fino a pochi istanti prima stava sognando si era materializzato davanti a lui. Kay lo fissava coi suoi grandi occhi castani, quasi si aspettasse una sua sfuriata. Ma lui era troppo stupito anche solo per parlare. La ragazza lo stava fissando con un'espressione così preoccupata. "Taro...." mormorò, mentre gli occhi luccicavano, forse di lacrime. Dio, quanto dolce era il modo in cui pronunciava il suo nome. Il ragazzo dovette controllarsi per non dimostrare la sua felicità e, dopo quella che gli parve un'eternità, riuscì a chiedere "Che c'è Kay? hai qualche problema?" "Che domanda idiota !!!! certo che ne ha, altrimenti non sarebbe qui !!!!" si disse mentalmente.

"...che c'è Kay, hai qualche problema?".La frase era stata detta in tono dolcissimo, ed era accompagnata da uno di quei sorrisi che Misaki sapeva riservare solo a lei. Gli occhi le si riempirono di lacrime, al pensiero che lo facesse solo per gentilezza, e magari dentro di sè non la sopportasse. La tristezza cedette il passo alla disperazione. Iniziò a singhiozzare, senza riuscire a spiccicare parola. Allora lui cominciò a capire che veramente c'era qualcosa che non andava.....

Lacrime. Singhiozzi violenti. L'essere che più di tutti aveva stregato la sua vita si scioglieva in lacrime davanti a lui. La reazione immediata fu di abbracciarla, e si trattenne a stento. "Kay, che succede? Cosa ti è successo?". Ebbe il desiderio violento di farla pagare a colui che era responsabile di questo. Ma subito gli sovvennero due pensieri, ancora più spiacevoli: 1) Quel 'qualcuno' poteva essere il ragazzo di cui Kay era innamorata, e la cosa non gli andava a genio....non voleva neppure sapere se era così. 2) Quel 'qualcuno' poteva essere lui....poteva averla ferita, poteva aver dimostrato ciò che provava e ora lei era venuta piangente a dirgli che le dispiaceva, ma non poteva ricambiare....

Non sapeva quale delle due cose fosse peggiore. Ma quando lei alzò gli occhi gonfi di pianto su di lui, capì che avrebbe preferito mille volte che lei gli dicesse che voleva bene ad un altro, piuttosto che sapere di essere LUI il responsabile. Si preparò a una spiegazione dolorosa, ma le parole che lei disse erano le ultime che si sarebbe aspettato. "Taro...ti prego, non avercela con me....stamattina io...non volevo ferirti !!!! Davvero !!!!!". Il ragazzo la fissò sconvolto. Era quella la causa del pianto? Beh, allora il responsabile era lui...ma in un modo del tutto imprevisto !!!! "allungò la mano per accarezzarle i capelli, mormorando "Ssssttt, non dire così. Non è successo nulla". Ma lei scosse il capo, afferrando la mano di lui e dicendo, seria in volto "No !!! Io non volevo essere...diciamo leggera....solo che quando ti ho visto mi è scattato dentro qualcosa, è prima di rendermene conto mi sono trovata aggrappata al tuo collo, urlando il tuo nome....non credere che sia una cosa leggera, perchè si vede che il mio subconscio desiderava farlo da molto tempo.....ma non volevo metterti in imbarazzo !!!! E non voglio che tu mi odi, per questo !!!!". Lo fissò, supplichevole, e lui distolse lo sguardo per non tradirsi. Rimase in silenzio per un po', pensando intensamente. Era bello sapere che inconsciamente lei teneva tanto a lui....e anche che coscientemente ci teneva tanto da venire a spiegargli questo. "Beh, devo dire che non è che mi sia dispiaciuto tanto che tu mi sia saltata al collo" disse, evitando di guardarla. Lei sussultò, poi sorrise, e lui si voltò "Non credo tu debba scusarti....comunque, apprezzo molto la tua schiettezza. Ora, non preoccuparti un secondo di più che io possa odiarti. Questo non avverrà mai" il sollievo le faceva rispendere gli occhi "E se mi guardi con quegli occhi, poi....non riesco a resisterti". la abbracciò, ridendo, e lei ricambiò l'abbraccio con gioia. Lui la buttò per terra e cominiò a farle il solletico e lei, ridendo, cominciò a contorcesi e a divincolarsi, finendo per colpirlo con una mossa di karate insegnatale da Jody. Misaki crollò a terra, e lei si rialzò terrorizzata "Oddio !!! taro, scusami !!! Ho reagito senza rendermene conto !!!!". Lui si massaggiò il capo, borbottando "Fai tutto senza rendertene conto, eh? Personalmente, preferivo quando mi saltavi al collo....". Lei gli diede una spinta, e finirono di nuovo a terra, ridendo e scherzando, finquando lui non si trovò sopra di lei, tenendole fermamente i polsi. lei in quel momento lo guardò negli occhi, e tutta la gioia del gioco scomparve, lasciando il posto all'ansia e all'imbarazzo. Misaki rimase immobile, lottando contro se stesso, mentre lei respirava rumorosamente, aspettando...non sapeva nemmeno lei cosa. Un guizzo di paura le passò negli occhi quando realizzò cosa stava accadendo e lui, notandolo, si alzò, pulendosi i pantaloni dai fili d'erba e tendendole una mano "Su, avanti. Abbiamo giocato abbastanza". lei annuì, rialzandosi poco convinta. Era vero, dovevano rientrare, ma qualcosa le faceva desiderare che lui non si fosse rialzato.....arrossì e si allontanò, dicendo "Devo andare dal capitano....ci vediamo per cena !!!" "Ciao !!!" gridò lui in rimando, allontanandosi dalla parte opposta. Kay camminò, corse, poi si fermò "Ehi !!!!" "Mmh?". Misaki la fissò incerto. Lei sorrise dolcemente "Posso...posso continuare a chiamarti per nome, vero?". Lui annuì "Certo Kay !!!" urlò, sorridendo a sua volta, e lei riprese a correre. Misaki si incamminò, per poi bloccarsi di colpo. La domanda....voleva dire....che lei sapeva benissimo il significato del chiamare qualcuno per nome !!!!! Si voltò di nuovo, ma lei era sparita.....non potè che sorridere, pensando al suo volto.

"Kay? ma che...." VROOOOOOOMMMMMMMMMMM !!!!!!!!!!! Jody cadde a terra a causa del tornado di felicità, stelline e cuoricini generato dall'amica che le era saettata al fianco. Wakabayashi, che si era salvato aggreppandosi a un albero, scese dal ramo e aiutò Jody a rialzarsi, commentando "Sembra....contenta". Jody annuì, rialzandosi con qualche lamento che strappò una risata al ragazzo. Poco dopo arrivò Misaki, che alzò gli occhi e disse "Ehi, che ci fate sull'albero?" (Memori della reazione di Kay, avevano adottato questa misura preventiva. NdA) ; i due scesero, arrossendo "Ma che hai fatto a Kay? Sembrava l'incarnazione di una fan dei Beatles che ha visto i suoi beniamini" chiese Jody, e il ragazzo arrossì. Wakabayashi però stava pensando ad altro, e tagliò corto "Vabbè, non abbiamo tempo da perdere. Raduna gli altri che ci alleniamo....e anche tu, signorina, hai una palestra e una palla che ti aspettano". Sembrava in qualche modo geloso, e Jody cercò di capirne il motivo; poi, l'espressione beata di Misaki le diede un'idea, e rispose "Come vuoi tu....Genzo". Wakabayashi si voltò di scatto, ma era già sparita....e come al solito, aveva capito subito quello che gli passava per la testa !!!!

Jody risalì di corsa le scale, urlando "Ehi, forza !!!! Stasera festa, ma per ora ci dobbiamo allenare tutti quanti !!!!". Ci fu un bailame, le porte delle stanze si aprirono e miriadi di persone ne uscirono, scendendo insieme le scale e poi dividendosi in giardino, metà diretti al campo da calcio e l'altra metà diretta alla palestra. In quel momento arrivarono Yusuke e Keisuke che, vedendo le ragazze dirigersi al campo, esclamò "Ehi, che squadra stupenda !!! Non devo neppure venire a rimproverarvi per farvi allenare !!!! fantastico !!!". Le ragazze scoppiarono tutte a ridere, mentre Yusuke osservava "Ma....vi siete messe d'accordo nel vestirvi tutte uguali? E con la divisa da manager, soprattutto?". In effetti, constatò Jody, era così. Avevano indossato tutte la maglietta rossa e i pantaloncini blu che mettevano per andare alle partite. Senza dire nulla, si erano vestite tutte allo stesso modo; la telepatia funzionava...o forse avevano compreso tutte lo strano legame che c'era tra il ruolo di manager e la loro squadra? Keisuke le osservò, commentando "Beh, se non vi eravate messe d'accordo, lo prenderei come un segno e una doimostrazione della vostra unità.....che ne dite di trasformarla nella vostra divisa ufficiale?" Kay lo suqadrò, obiettando "Ma....non c'è una divisa nello Shoan?". Amy annuì, come per dire che si era chiesta la stessa cosa, ma Keisuke si limitò a fare un gesto vago "E che centra, se cambiamo completamente la squadra, vuoi che non si possa cambiare la divisa della squadra?". Jody arrossì e sorrise, accettando. Poi si avviò con le altre in palestra, mentre Keisuke si rivolgeva all'amico, dicendo "Mi sembra molto più serena....avete preso la decisione giusta, Yu". Il ragazzo biondo annuì di malavoglia "Si, lo so....anche se l'idea di doverla dividere con qualcun'altro....." Keisuke sghignazzò "Non è qualcun'altro, vero? E' LUI...." Yusuke annuì, facendo una smorfia "Già. Non so perchè, ma il fatto che proprio lui sia il ragazzo di mia sorella...." "E' perchè lei dimostra di provare qualcosa per lui. Se non fosse così, tu non ti sentiresti defraudato dei suoi sentimenti" proclamò una voce alla sua sinistra. Voltatisi, i due videro Allenby, Alex e Aly che li fissavano. Yusuke arrossì, protestando che non era così, ma Alex lo bloccò "Eddai, ammetti che è vero.....Yu-chan !!!!" scoppairono tutti a ridere per il nomignolo, mentre lui passava dal rosso al viola acceso, fissando la ragazzina che gli sorrrideva, scuotendo leggermente i caperlli rosso acceso e fissandolo con gli occhi rossi socchiusi. Yusuke non sapeva più che fare, mentre gli altri tre si stavano sbellicando dalle risate. A complicare ancora la situazione, arrivò Jody, con Kay e Wakabayashi, a cercare le due disperse, urlando "EEHIIIIIII !!!! Che state facendo? Non possiamo aspettarvi in eterno !!!!!!!!". Le ragazze annuirono e si avviarono, ma Alex, da quel diavoletto che era, non potè fare a meno di sussurrare "A dopo, Yu-chan", carezzando il braccio di Yusuke. Ci fu un nuovo scoppio di risa, mentre Jody lo guardava e diceva, trattenendosi a stento "Yu-chan? Questa è nuova.....". Il ragazzo cominciò a brontolare e, per sfogare la frustrazione, si avvicinò a Wakabayashi e gli sussurrò "E tu che fai qui? Non dovresti essere ad allenarti, tra i pali di una porta....ben lontano da mia sorella?" "E allora? L'ho accompagnata. Guarda che è anche merito tuo se ora è la mia fidanzata" "Ma questo non significa mica che le devi stare sempre appicicato...."; la compagnia lasciò i due litiganti e si chiuse in palestra, preparandosi al primo di una lunga, lunghissima serie di estenuanti e fantastici allenamenti.

"Senti Alex....non è che ti piace mio fratello?" chiese Jody, una volta che le ragazze si ritirarono a fare una doccia. Alex sorrise, ma negò "Mah, è simpatico, carino....ma non credo. Perchè, capitano?". Jody sospirò. Era quello che aveva temuto. "Allora non comportarti come hai fatto oggi. Lo illudi....e io non voglio che stia male". Il tono duro della sua voce colpì tutte quante, e la ragazza, accorgendosene, mormorò le sue scuse all'amica e uscì di corsa. Solo una non ci badò. Alex rimase a guardare la porta, chiedendosi se fosse proprio così. Se davvero aveva detto la verità o se aveva solo paura di ammetterlo.

Wakabayashi trovò Jody seduta al riparo di un albero, con lo sgaurdo perso nel vuoto, incurante del fatto che il vento fosse aumentato e la pioggia apparisse ormai prossima. Non fiatò quando la raggiunse, e nemmeno quando le posò la mano sulla spalla e sla sacosse, pregandola di rientrare. Non lo guardò neppure. Wakabayashi allora si sedette al suo fianco e la abbracciò, guardando con lei le nuvole blu scure che preannunciavano il temporale "Che succede, Jody?" le sussurrò all'orecchio, e finalmente lei reagì, aggrappandosi al suo braccio "E' tutto così strano....io che ho il ragazzo....le altre che si stanno innamorando....è tutto diverso Genzo. E' tutto cambiato....." lui sorrise, stringendola a sè "E' logico, Jody. Siete cresciute, e i vostri pensieri, i vostri sentimenti sono diversi. Non siete voi; è quel qualcosa dentro di voi....ma non è detto che i cambiamenti siano brutti. Questo, ad esempio. Chi altri può vantarsi di avere come fidanzato il miglior portiere del Giappone?". A quelle parole lei si buttò su di lui, ridendo "Io non me ne vanto di certo !!!" scherzò, ma lui, ora serio, le prese le mani e sussurrò "Io invece mi vanto di avere una ragazza così stupenda, che diventerà campionessa nazionale di pallavolo......." Jody lo guardò, smossa da un'incredibile tenerezza, e si chinò a baciarlo. Il ragazzo ricambiò il bacio, mentre la pioggia iniziava a cadere; nessuno dei due ci fece caso, e continuarono a ridere e a baciarsi nell'erba bagnata, sorridendo al destino. "Ehi" "Mmh?" "Che ne dici se gli ricambiamo lo scherzetto? Ci sono varie coppiette che possiamo aiutare...." "Uff. E va bene. Ma solo perchè me lo chiedi in ginocchio" "Io NON SONO in ginocchio, mio caro" "Ah, è vero. Sei distesa su di me" "Wakabayashi !"!!! Io ti ammazzo !!!!" "No...." la tirò a sè e la baciò, togliendole ogni istinto bellicoso, e sentì le mani di lei accarezzargli i capelli. Dopo un po' appoggiò la testa sul suo petto, e lui la strinse "Se vuoi farlo, ti aiuterò, principessa". Lei sollevò il capo "Che è questo nomignolo, principessa?". Lui sorrise "Ti piace? Trovo ti si addica" "Nel senso che sono altezzosa come una principessa?" chiese lei, con la risata negli occhi. Ma lui le accarezzò il volto, sussurrando "No. Nel senso che sei bella come una principessa". Lei arrossì vistosamente, e lui, preso dalla tenerezza, si sollevò per stringerla a sè. Sentì che si aggrappava a lui, e capì. Nessuno le aveva mai mostrato quell'amore incondizionato. E a lei sembrava il tesoro più grande del mondo. Sorrise. In fondo così era anche per lui. Non c'era nulla che valesse più....di lei. Rimasero stretti l'uno all'altra per parecchi secondi, ormai bagnati completamente dalla pioggia, poi lei si staccò e disse "Beh....visto che tu mi hai trovato un nomignolo, vedrò di farlo anch'io....dunque...trovato !!! Che ne dici di Waka-chan?" sorrise all'espressione disgustata del ragazzo "Ti prego !!! fa schifo. E anche Genzo - chan è meglio...lascia perdere". Lei mise il broncio "E allora come ti chiamavano da piccolo scusa?" chiese, e lui divenne rosso. Tentò di sviare il discorso, ma lei non demordette, e alla fine lui sussurrò "....Aki. Aki-chan". lei rimase interdetta "E perchè, scusa? Non centra nulla col tuo nome...." lui divenne ancora più rosso "A quei tempi.....mi piaceva molto una maestra dell'asilo che si chiamava Akira...e così gli altri bambini mi chiamavano....e poi mio fratello cominciò a chiamarmi così e...." lei cadde all'indietro, ridendo a crepapelle "Aki !!!! Aki !!! Dio, è troppo bello !!!!". Lui divenne rosso, ora però di collera, e la fece alzare, gridando "Non c'è nulla da ridere !!!!". Lei si calmò a stento le risa, dicendo "Ma...ma no, dai !!!! Non arrabbiarti, trovo che sia bellissimo come nome....Aki" lo disse con una dolcezza infinita, che gli fece passare la rabbia (Che ragazza intelligente !!! E' riuscita a trovare il modo di calmare il SGGK !!!NdA) "Sarà il nostro segreto, Aki" sussurrò lei, prima di baciarlo. Lui la tenne stretta, sussurrando poi "Va bene, nami - chan" "Nami-chan?" "E' l'abbreviativo di Tsunami, che è....." "AARRRGHHHH !!!!!" si rincorsero sotto la pioggia battente.

"ETCHUM !!!!" "Ma siete impazziti? Rimanere sotto la pioggia per mezz'ora? Che stavate facendo?" Aly scuoteva il capo, mentre porgeva ai due coperte e abiti asciutti. Non ebbe però risposta. Solo due vaghi sorrisi.

Note dell'autrice:

Dunque, ormai è fatta, e i miei protagonisti sono ufficialmente fidanzati....e non sembrano essere scontenti della cosa, anche se hanno perso 12 capitoli a litigare, prima. Ora che loro sono sistemati....per modo di dire, perchè non gli farò certo avere vita facile.....tocca a tutti gli altri. Le coppiette le avrete già capite, immagino......ma le sorprese non sono finite qui, c'è un altro grande colpo di scena all'orizzonte, anche se stavolta non riguarda direttamente Jody....e poi, finito il campionato giovanile di calcio, comincia quello di pallavolo, e poi se ne andranno tutti insieme in Germania per i mondiali.....

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Capitolo 15
*** Avventura sotto la pioggia ***


Capitolo 14: Avventura sotto la pioggia.......

"Allora, domani giocherete contro la Musashi, non è così?" Jody stava seduta sul tetto della casa, guardando le stelle, quando Wakabayashi l'aveva raggiunta. Lui annuì, fissando a sua volta il cielo stellato "Non sarà facile vincere" mormorò, e lei si voltò a guardarlo "Davvero? E' l'ultima cosa che avrei aspettato di sentire da te, Aki". Lui ridacchiò "Sono solo realista. La Musashi è forte e ci ha sempre dato del filo da torcere....e Jun quest'anno è in ottima forma, e deciso a vincere....". Jody sorrise, abbassando gli occhi "E' merito di Yayoi; finchè l'avrà vicino, si sentirà invincibile" mormorò "E lo stesso vale per Hikaru con Yoshiko"; ci fu una risata. Lei guardò il ragazzo "Guarda che sto dicendo sul serio" lo riprese, leggermente seccata. Ma lui la sorprese, voltandosi a guardarla con occhi luccicanti e vivaci, tanto gioiosi che la sconvolsero. Che gli era preso? "Ma io non lo metto in dubbio !!! Rido solo perchè li ho sempre considerati sciocchi, visto che loro forza derivava dalla vicinanza di una donna...." guardò il cielo, quasi a volersi perdere in esso "....ma ora sono nella loro stessa situazione. Ti giuro che non li avevo mai capiti....ma li avevo invidiati. E ora....ora ho anch'io qualcuno che, solo standomi vicino, mi fa sentire invincibile". Le prese una mano, stringendola timidamente, e lei arrossì per la confessione. Non si era resa conto di essere diventata così indispensabile per lui....ricambiò la stretta, posando il mento sulle ginocchia e mormorando "Anche per me è così....riesco a giocare meglio quando so che mi stai guardando" confessò, e lui ridendo se la strinse contro. Lei accettò l'abbraccio con gioia. "Allora facciamo una promessa. Tu fai il tifo per me ora, e quest'autunno lo faccio io per te !!!" Basta che stiamo insieme, e nulla ci potrà fermare !!!!". Jody sorrise; sembrava il giuramento che aveva fatto con le ragazze "Va bene" accettò, e lui se la tirò vicina; Jody si strinse al ragazzo, godendo della semplice vicinanza e del benessere che essa le dava, poi sollevò il volto, incontrando quello di lui che la fissava, e si protese per baciarlo.....nemmeno a farlo apposta, fu proprio in quel momento che Aly e Kay sbucarono fuori sul tetto, urlando (Kay, naturalmente. NdA) "EHI !!!! Wakabayashi !!!! Capitano !!! Che state facendo qua sopra ????!!!!" I due si separarono velocemente, fin troppo, fatto sta che Jody stava per scivolare giù, e Wakabayashi dovette afferrarla al volo, finendo per ritrovarsi di nuovo avvinghiato a lei, mentre Aly si batteva una mano sulla fronte, incredula, e Kay faceva comparire sulla propria testa vari punti interrogativi. "A volte è come Tsubasa...." sussurrò Jody al ragazzo che le stava mezzo disteso sopra, cercando di liberarsi e non cadere giù "Anche peggio !!!" borbottò lui, alzandosi e mettendola in salvo. Quando la situazione si fu calmata, entrambi si avviarono verso le due ragazze, che erano rimaste ferme in paziente attesa "Allora Kay, che succede per far si che spunti fuori sul tetto e urli come una pazza, rischiando di ammazzare il tuo capitano?" chiese Wakabayashi, e Kay sfoderò un gran sorriso "Nulla, volevamo solo sapere come andava...eravate spariti da 2 ore...." scossero la testa in perfetto sincrono. Spiccicata a Tsubasa !!! Uguale !!!! Ma Aly aggiunse "...e volevamo avvisarvi che giù la situazione sta diventando caotica. Sanae che arrossisce non appena Tsubasa la guarda, cosa che ultimamente succede molto spesso; Yayoi e Misugi che fanno i teneri in un angolo, ma poi giurano che non c'è nulla. Yoshiko che si comporta come Sanae, e tuo cugino che non sa più che pesci pigliare; poi c'è Izawa che guarda Allenby e lei che fa la dura e guarda tutto tranne lui....poi....Misaki, che vedendoci uscire ha sospirato per sei volte...." a queste parole Kay divenne viola "...ah, già. Tuo fratello che non si trova e Alex è triste". finito il resoconto, Aly incrociò le braccia, come a voler dire 'Che facciamo?'. Jody fissò Wakabayashi come a voler dire 'Te l'avevo detto' e lui capitolò, alzando le mani in gesti di resa "Va bene, va bene, come vuoi tu. Da chi cominciamo? Ce n'è di scelta...." lei lo fissò, sorridendo, mentre le altre due chiedevano "Di che parlate????" "La costra capitana a ben pensato di render eil favore, e permettere alle varie coppiette indecise di confessare i loro sentienti....behy, non è che faremo venti feste di fidanzamento, però...." Kay saltellò contenta "Bellooooooooooooooooooo !!!! Vi aiutiamo anche noi !!!!!!!!!!" esclamò, avvinghiandosi a Aly che invece era piuttosto perplessa "Beh....vabbè, forse gli facciamo un favore....e comunque non sopporto più sta situazione...." sbuffò, e Jody si mise a ridere "Hai ragione....è insostenibile vedere due che si vogliono bene e non hanno il coraggio di dirselo...e magari non fatto altro che litig---" si interruppe, e una grossa goccia le comparve sulla tetsa, al vedere come le altre due la stavano guardando "Ehh...ehi, perchè mi fissate così?" chiese, confusa, mentre Kay la fissava ridendo "Ehm, capitano? Non ti sembra che quello che hai appena descritto sia stato il tuo comportamento fino a una settimana fa?" chiese Aly, e Jody non potè che chinare il capo e arrossire. Wakabayashi le mise un braccio sulle spalle, sbuffando "Vabbè, abbiamo capito. Allora, da chi incominciamo?". Jody lo fissò, mentre la risposta veniva in mente a tutti. "Tsubasa e Sane...." "Impresa disperata mia cara...." "Lo so, ma o per primi o per ultimi, scegli. Oppure potremmo sistemare Jun e Yayoi" "Così quello domani ci straccia. No, grazie !!!" "Ehi, che egoista. Neghi la felicità a un tuo amico solo per una partita di calcio? Sai come la definirei, questa? Insicurezza....." "Naaaaaaaaaaaaa...... e va bene, vada per loro due....anche se non mi sembra che ce ne sia bisogno...." "...Eh?" "Guarda". Jody guardò. Il giardino, illuminato solo da poche lampade, si estendeva per parecchi metri davanti a loro. Nel buio, riconobbe la figura di Jun. Yayoi stava dietro di lui, in silenzio. In due secondi erano tutti quattro attaccati alla grondaia, cercando di osservare la situazione. Misugi stava parlando a bassa voce, eppure riuscirono a sentirlo benissimo "Ho pensato a lungo, alla partita di domani.....volio giocare tutto il match. No, Yayoi, non dire nulla. Te lo chiedo per favore. Voglio giocare. Non mi importa se vinciamo....voglio solo essere in campo". La ragazza asciugò di nascosto una lacrima, dicendo "Come vuoi tu, capitano. Io non ti impedirò di...." la sua voce si ruppe in un singhiozzo, e la ragazza nascose il viso tra le mani. Misugi si raddrizzò, sorpreso "Ya...Yayoi?" chiese, flebile. Lei scosse il capo, continuando a singhiozzare, senza riuscire a dirgli nulla. Il ragazzo si voltò, alzandosi in piedi "Yayoi, che succede? Perchè piangi?". Lei scosse il capo.....

Jody si alzò all'improvviso in piedi, stagliandosi contro la luce della luna piena, e pensando, mentre il vento le smuoveva i capelli "Su, Yayoi. Diglielo. Non tacere ancora ciò che provi...." invocò silenziosamente.

Yayoi si riscosse, come se una voce impalpabile le avesse sussurrato qualcosa. Era la voce di Jody che le faceva coraggio, e la riconobbe con stupore. Jun intanto la fissava, chiedendole se qualcosa non andasse, e lei, trattenendoi singhiozzi si volto e affrontò se stessa "Io non ho mai detto nulla, capitano, nemmeno quando mettevi a serio rischio la tua vita. Non ti ho mai impedito di giocare, anzi, ho pregato medici e allenatore che ti lasciassero fare...ti sono stata vicino e, se ho sofferto, non l'ho mai confessato....ma sempre, sempre, ho avuto paura di perderti....." gli occhi verdi luccicavano. Jun la fissava, incredulo "E anche ora non ti chiederò nulla, non ti supplicherò di non giocare, anche se il mio cuore lo vorrebbe...domattina sorriderò e ti augurerò buona fortuna....ma ora, finchè ho coraggio, ti chiedo solo di stare attento, e di ricordarti che devi tornare da me....perchè io...io....io non posso stare senza di te, capitano !!!!!" gli si buttò contro, aggrappandosi al suo petto e piangendo, mentre lui la stringeva a se "Yayoi...." mormorò, incredulo e deliziato dei sentimenti che quella splendida creatura provava per lui "Oh, capitano !!!! Non mi lasciare....." "Non ti preoccupare...non ti lascio sola" mormorò lui, posando un bacio sui capelli rossi di lei, che aprì gli occhi e sollevò il capo, incredula. "Capi----" non potè completare la parola, perchè la bocca di lui chiuse la sua con un bacio dolce e deciso, che le tolse ogni dubbio. Jun sentiva quello che sentiva lei, e l'aveva sempre sentito. Yayoi sentì il suo cuore galleggiare per la felicità, e capì finalmente come si sentisse Jody. Si aggrappò al collo di lui, ricambiando il bacio, e rimasero così, ignari dei quattro spettatori che dal palco li avevano visti.

Di quei quattro, Kay stava piangendo di commozione, Aly fissava un punto lontano, persa nei suoi pensieri, Jody sorrideva e si voltò a fissare il suo ragazzo, che la strinse a sè e la bacio, sussurrando "Hai visto? Avevo ragione io. Ora a chi tocca?". Lei sorrise, lo baciò a sua volta, mormorando poi "E va bene, non facciamo nulla di esagerato. Diamo solo una spintarella al destino....e comunque per quanto riguarda Sanae e Tsubasa, sono convinta che se non ci mettiamo noi il destino non avrà abbastanza tempo.....sarà l'opera più lunga della nostra vita". Lui annuì, obiettando però "Si, ma io penserei anche a tuo cugino....mi pare che sia depresso, ultimamente". Jody riflettè, poi annuì. "Quello sciocco !!! E pensare che ci vorrebbe così poco.....mah, ci parlerò domani, o stasera, se non sta già dormendo.....va bene, ora basta. Smettetela di fissare quei due, torniamo dentro, sta per venire su una bufera !!!!" Si voltò, sorridendo, ma un'immagine le rimase nella mente. Kay e Aly che guardavano i due innamorati con occhi pieni di invidia e tristezza. "Aly posso anche capire, ma Kay...." si rivolse a Wakabayashi, sussurrando "Credo che ci sia anche Kay.....e tanto per rimettere a posto la Nankatsu....vediamo di fare qualcosa per Misaki, eh?". Il portiere annuì. "Tutto quello che vuoi....ma non dimenticarti che qui ci sono anch'io...." mormorò, strofinando la guancia sui capelli di lei. Jody rise "Sciocco !!!". Si sentiva in colpa, ad abbracciarlo così gioiosamente davanti alle altre due, che avevamno già i loro problemi, ma non poteva farci nulla. Gli voleva troppo bene.

Finelmente erano scesi, lasciando da soli in giardino Jun e Yayoi. Jody era andata a sorvegliare la preparazione della cena, mentre gli altri, in salotto, ridevano e scherzavano. Dopo un po' però Wakabayashi entrò in cucina con un'espressione preoccupata; lei, che eer adi spalle, non lo vide e continuò a mescolare il sugo che stava preparando. Lui, senza una parola, la prese per un braccio e la trascinò fuori. "EHI !!! Mi stai facendo male....che ti prende, accidenti????" l'espressione del viso del ragazzo non prometteva nulla di buono, e quando la scaricò sulla porta del salotto e rimase a fissare il gruppo di amici che rideva, lei sentì una fitta d'ansia che le comprimette il pettò. Guardò, cercando ciò che poteva aver preoccupato tanto il ragazzo. E non ci volle molto perchè lo trovasse. Sanae stava seduta in un angolo, mentre Tsubasa parlava solo di calcio, ridendo. Misaki fingeva di ascoltare l'amico, ma i suoi pensieri erano totalmente rivvolti altrove, e Kay non si vedeva. Izawa stava seduto tra Aly e Allenby, e fissava alternativamente entrambe, allo stesso modo, e sul suo volto era dipinta la più assoluta confusione; Yoshiko stava in disparte, guardando fuori dalla finestra, mentre Hikaru parlava ridendo con Alex....che stava seduta irrequietamente e continuava a guardarsi intorno. Ma Yusuke non c'era. Jody guardò sconvolta tutto questo, poi fissò Wakabayashi; era pallido "Forse non abbaimo tempo di lasciar fare al destino.....la situazione sta degenerando". Jody annuì, e stava per proporre una cosa pazzesca, quando una voce gioiosa dietro di loro chiese "Che succede, ragazzi?".

Si voltarono in contemporanea, vedendo Jun che teneva teneramente abbracciata Yayoi; la felicità era ben evidente sui volti di entrambi, tanto quanto l'ansia sui volti di Jody e Genzo. Il sorriso di Jun scomparve "Ma che succede? Che sono quelle facce?". In silenzio, Jody gli indicò la sala, e lui e Yayoi andarono a dare un'occhiata; nemmeno due secondi dopo tornarono, pallidi in volto come gli altri due. "Che si fa?" chiese Yayoi, guardando Jody. I due ragazzi la fissavano a loro volta. Lei decise che la cosa era durata anche troppo "E va bene. Se non vogliono svegliarsi.....li sveglieremo !!!! Caccia al vampiro, ragazzi". Si voltò, pronta ad organizzare tutto, mentre gli altri tre si guardavano esterefatti "E che sarebbe????????!!!!!!!!!" chiesero all'unisono. Jody sorrise, e cominciò a spiegare.......

"Abbiamo deciso di fare un gioco. E' presto ancora, e vi assicuro che per le 22 30 avremo finito, visto che domani avete la partita. Ora, coloro che conoscono il gioco sono in mezzo a voi, ma non saprete chi sono. Andrete in alcune stanze, ora vi diremo quali, e chi deve andarci, e aspetterete. A un segnale, alcuni di voi usciranno, un po' alla volta. Vedrete, ci divertiremo. Domande?". nessune ne aveva, e nessuno aveva la voglia di obiettare, così lei cominciò a distribuire la gente in varie stanze. Questo serviva a fare in modo che nessuno si rendesse conto che quattro di loro sparivano. Inoltre, in questa fase le coppie erano state tutte divise. Jody, Genzo, Jun e Yayoi sgattaiolarono in una stanzetta buia, dove c'erano i comandi per la luce e l'elettricità. Indossarono lunghe vesti scure, dotate di cappuccio, in modo da non farsi riconoscere, e straccarono la corrente. Tutto piombò nel buio più assoluto, al piano di sotto (I due piani hanno impianti separati. Gli zii e Hideaki infatti, a conoscenza del piano, sono al piano delle camere. NdA). "Allora avete capito. Jun, vai tu per primo. Nella stanza di Tsubasa, mi raccomando". La voce di Jody era smorzata dalla veste che le copriva la bocca, e il ragazzo si limitò ad annuire e uscire. Lasciarono passare un po' di tempo, finchè non sentirono una porta che si apriva e un gran trambusto, seguito da frasi irose. Jun stava trascinando fuori una Alex perplessa e spaventata. Jody aspettò che le proteste fossero scomparse, contò fino a 20, poi aprì la porta, voltandosi per sussurrare "Sapete cosa fare. Io vado. Ci si vede fuori". Gli altri due annuirono, e lei chiuse la porta. Camminò silenziosamente fino alla porta della cucina, dove avevano chiuso Hikaru, Aly,e Izawa. Sentì dei bisbigli all'interno; dovevano essersi spaventati per la mancanza di luce. Ridendo, accese una candela, la pose davanti a sè e aprì la porta. Sentì un tonfo e un bisbiglio spaventato, conscia che loro vedevano solo la candela, essendosi i loro occhi abituati al buio e venendo ora abbagliati dalla luce. Parlò, in tono spento e solenne, godendo nel vederli spaventati. I lampi lontani che si vedevano fuori aiutavano a creare terrore. "Il giudizio vi aspetta....." detto ciò, afferrò per un braccio Izawa e lo trascinò fuori. Il ragazzo, troppo spaventato per reagire, la seguì. Lo abbandonò tra gli alberi, ben lontano dall'ingresso, e sparì. Yayoi e Genzo ddovevano già essere entrati in azione, si disse, perciò ora toccava a Sanae. Andò a prenderla, incurante dello spavento della ragazza, e la lasciò in un luogo che sapeva non essere distante da dove era stato portato Tsubasa. Portò e fece portare poi Yusuke vicino a Alex, e Allenby nei pressi di Izawa. Aly invece rimase sola, nei pressi della casa.

"Ehi...non c'è nessuno? Ma dove siete finiti tutti....." Allenby vagava nel giardino buio, quando un lampo illuminò tutto. La ragazza sussultò. Si guardò intorno, ma era sola, completamente sola; le venne quasi da piangere. Ma che razza di idea era quella? Abbandonarla così....si trovò a desiderare vivamente che ci fosse qualcuno con lei, a tenerle compagnia, a stringerla, a confortarla.....un tuono fortissimo seguì il secondo lampo, e la ragazza urlò, spaventata. Tutto tornò immediatamente silente, tanto che il battito furioso del cuore di Allenby era perfettamente udibile; si accasciò sulle ginocchia, piangendo e invocando "Ma dove siete? Ho paura....non c'è nessuno che mi sente????" in risposta, solo il silenzio; poi dei passi. Dei passi che si avvicinavano e che, invece di tranquillizarla, la terrorizzarono. Chi poteva essere? Non uno dei suoi amici, o le avrebbe risposto; i passi aumentarono di velocità, avvicinandosi sempre di più. Allenby si ritrasse, piangendo, poi non resistette più e iniziò ad urlare "NNOOOO !!!! Aiuto, ho paura !!! Non lasciatemi qui....." "Allenby??? Non aver paura, sono io...." il suono di quella voce la bloccò. La conosceva, e nell'alzare gli occhi sulla figura che a causa del buio non riusciva a vedere, fu certa di riconoscerlo. Infatti, il lampo successivo mostrò la figura di Izawa, ferma in piedi davanti a lei. Al vederlo, gli occhi neri di lei si riempirono di lacrime, ma questa volta di sollievo; inizilò a piangere, e lui si avvicinò e la abbracciò, sentendo che la ragazza, di solito così taciturna e riservata, si abbandonava tra le sue braccia con trasporto. La strinse per darle conforto, poi, quando i snghiozzi si furono calmati, la allontanò da sè per guardarla negli occhi. La ragazza gli sorrise, serena "Grazie. Mi sentivo veramente sperduta e abbandonata....ma che è successo? Come hai fatto a trovarmi???" la domanda sorse spaontanea, e era la stessa che stava per porre anche lui. Scosse il capo, in segno di ignoranza "Non lo so. Una figura incappucciata mi ha portato fuori, mi ha fatto girare per perdere l'orientamento, e mi ha abbandonato non lontano da qui. Stavo girovagando, quando ti ho sentito gridare; ho riconosciuto la tua voce e sono corso.....". Allenby gli regalò un sorriso dolce, poi però tornò seria e si rabbuiò, colta da un pensiero improvviso "Grazie....ma credo che lo avresti fatto con chiunque, no? Soprattutto con Aly....". Sentì la mano di lui che le stringeva con forza il braccio, e si voltò sorpresa. Gli occhi scuri di lui bruciavano di determinazione, e la spavenatrono. Lui decise che ne aveva abbastanza. Non voleva rischiare di perderla per un malinteso così stupido....non lei. Perchiò disse, in tono deciso "Ora ascoltami bene; ho visto che stasera ti sei arrabbiata perchè trattavo come te anche Aly....e non dire di no, l'ho visto bene. Se questo ti ha dato fastidio, me ne dispiace, ma non sapevo in che modo comportarmi; sono stato il primo, qui, a conoscere Aly, e mi sembrava che avesse bisogno di sostegno da parte di qualcuno, quanto te....e ho pensato di dovessere io; mi spiace". La ragazza, arrabbiata per l'evidente convinzione di lui di essere la causa della sua irritazione, si ritrasse guardandolo con odio "Non sentirti tanto sicuro di questo; io non ho affatto bisogno di te, non ho bisogno di nessuno, e la mia felicità o irritazione non può certo dipendere da te...." era come al solito, Allenby diveniva schiva e scontrosa per evitare di venire ferita. Ma questa volta lui non lasciò perdere, consapevole che altrimenti avrebbe perso molto, molto di più. Scattò in avanti, posandole le mani sulle spalle e blocccando la sua fuga "Smettila, non fare la bambina !!! Io so benissimo di dovere qualcosa ad Aly, visto che l'ho aiutata il primo giorno e abbiamo fatto amicizia e, al di fuori di voi ragazze, sono quello che conosce meglio; e non credere che non mi sia accorto che è triste e ha qualcosa che l'angustia. Lo stesso invece non si può dire di te; nessuno mi obbliga a stati vicino, a stare con te, a sorriderti come faccio sempre; nessuno mi obbligava, quel giorno, a venire da te e trascinarti in campo, visto che non volevi entrare sola. Non so nemmeno io perchè l'ho fatto. So solo che non mi ha affatto pesato, anzi ne ero felice. E sono sempre felice quando stai con me, ma ultimamente tu non sei più serena, tranquilla. Non mi sorridi più. E, per quanto i tuoi sorrisi fossero brevi e rari, a me piacevano, e mi mancano.....ora, se sei ancora arrabbiata, dimmi che devo fare per farmi perdonare". La lasciò andare, e la ragazza si ritrasse, ferita, guardandolo con un misto di rabbia, preoccupazione e rimorso. Sapeva che lui aveva ragione, e si rese conto per la prima volta di quanto fosse stato gentile quel giorno, ad accompagnarla in campo. Ed era stata la stessa gentilezza, intrinseca al suo carattere, a spingerlo ad aiutare Aly, che in quel momento era solo una ragazza in difficoltà. Da ciò che Aly stessa le aveva poi raccontato, arrivati alla scuola (Dove lei gli aveva chiesto di accompagnarla. NdA) lui l'aveva lasciata all'ingresso ed era corso da loro. E da allora non le aveva mai rivolto che segnali di semplice amicizia, quelli che credeva ci si aspettasse da lui, con lei....con lei era invece diverso. Era stato lui, insieme a quello scemo di Wakabayashi (Ehm...ricordo che Allenby non ha ancora una gran opinione del fidanzato del suo capitano. Daltronde, non è che lui la pensi diversamente sul suo conto. NdA) a risolvere la situazione imbarazzante che si era creata tra lei e Jody....e poteva negare il battito furioso che il suo cuore assumenva quando lui le sorrideva, o quando Jody aveva annunciato che sarebbe stato loro ospite e che avrebbero vissuto insieme? Non ci provò neppure, abituata ad essere schietta con gli altri e con se stessa. Perciò abbassò il capo, chiedendo al ragazzo di scusarla "Perdonami. Hai ragione, sono stata una sciocca.....solo ora ho capito....e dire che anche Aly aveva cercato di spiegarmelo....devo chiedere scusa anche a lei" come se questa fosse la cosa più urgente, si alzò in piedi, ma era rimasta troppo seduta, e lo spavento di prima non era ancora passato, così ricadde, e lui l'afferrò al volo per evitare che si facesse male. La ragazza lo fissò con occhi spauriti, e solo allora lui capì. Aveva paura dei suoi sentimenti, aveva paura di affezionarsi a qualcuno. Ne era terrorizzata "Buon Dio....ma perchè?". La ragazza aveva le lacrime agli occhi "Perchè? Bella domanda. Ma che ne sai tu? Che ne sai di che vuol dire avere un padre che non è mai a casa, e una madre uguale, e quando si incontrano non fanno chi litigare, finchè lei non scappa con un altro uomo, col quale tradiva mio padre fin dalla mia nascita, e che ha una figlia della mia età....poi mio padre si sposa e se ne va, e mia madre mi vuole con sè, in quella che lei dice essere la mia nuova famiglia, e anche mio padre mi vuole, anche se la sua nuova moglie ha già un figlio....e si disputano me in tribunale come se fossi un premio, solo per avere la soddisfazione di vincere l'altro. Che ne sai di questo. Che ne sai di quanto io abbia supplicato per un po' d'affetto, quando questo mi è sempre stato negato? E ora.....come posso affezionarmi a qualcuno????". Il ragazzo la fissò con occhi increduli; mai si sarebbe aspettato....e a quel punto fece l'unica cosa che il suo cuore gli suggeriva. La afferrò, la fece alzare in piedi e la strinse forte, per dissipare ogni minimo dbbio nel cuore di lei. La ragazza rimase impassibile, almeno finchè lui non iniziò a parlare "Hai ragione....io non so nulla....so solo che anche se tu non mi vuoi bene....io non posso fare a meno di volerne a te......" sentì un singulto, e le lacrime che gli bagnavano la maglia. Allenby piangeva ancora. Tentava di dire qualcosa, ma la voce era flebile, confusa, e lui si chinò per ascoltare. lentamente, lei ripetè "Nessuno...a parte le ragazze....mi ha mai detto 'Ti voglio bene'...." mormorò, evitando di guardarlo "....soprattutto nessuno per cui io provassi qualcosa...." quelle parole fecero arrossire entrambi, ma nessuno dei due accennò ad allontanarsi. Passarono alcuni minuti, carichi di silenzio e tensione, e infine Allenby sospirò. "Senti...." "No. Non serve dire altro. Non voglio promesse di cui non sei certa. Se è come dici, devi essere ben confusa....e anch'io lo sono. Quindi, fermiamoci qui. Ricorda solo....che non sei sola, io ti voglio bene...." si avviò, senza guardarla per evitare che la sua determinazione venisse meno, poichè così l'avrebbe solamente ferita. Allenby annuì, anche se una parte di lei protestava (Evvai !!! La più scorbutica del gruppo si è risvegliata !!!! NDTutti) e seguì Izawa, che timidamente le prese una mano e la condusse verso la casa (Anche se non sa dov'è. Vanno a caso.....NdA) Dopo un po' si voltò, sorridente come sempre e, chinandosi verso di lei, le sussurrò "Però....perchè non provi a chiamarmi per nome, ogni tanto? Come fa Kay con Misaki...." Allenby arrossì, poichè le implicazioni di un gesto simile non le sfuggivano di certo, ma annuì, sentendo una gioia incontrollabile pervaderla alla proposta di lui "Va bene....Mamoru" mormorò, e lui sorrise di nuovo. Mano nella mano, si avviarono verso la villa.

NDAUTRICE: Non ho nessuna voglia di raccontare tutte le scenette sotto la pioggia, per cui vi anticipo che faranno tutti pace, in un modo o nell'altro. Mi limiterò a descriverne un paio: quella di Sanae e Tsubasa, immancabile, e quella di Alex e Yusuke. Credo che anche voi preferiate evitare troppi romanticismi che, in questo capitolo, stanno veramente dilagando......ok, continuiamo:

Yusuke gironzolava per il parco, fingendo di essersi perso; in realtà conosceva bene la casa, meglio di sua sorella, e non aveva difficoltà a tornare indietro, ma se l'avevano portato li, un motivo doveva pur esserci....e lui sospettava anche quale. Conosceva ormai bene Jody, e aveva una mezza idea di cosa stesse facendo. I suoi pensieri furono distratti da un movimento vicino a lui, un fruscio di rami smossi, che lo indusse a guardarsi attorno. Non vide nessuno, e stava per convincersi che il responsabile fosse stato un animale, quando un lampo illuminò a giorno il buio circastante, e lui distinse chiaramente la figura di Alex che lo fissava, stupita, a sua volta. Si avvicinò, chiamandola. Negli occhi della ragazza non c'era traccia di paura, e quando lei si avvicinò, Yusuke notò che era straordinariamente calma. "Ehi, ma come fai a rimanere così calma? Non dico che dovresti avere paura, ma magari essere arrabbiata si" dichiarò sorridendo, ma lei scosse il capo, facendo ondeggiare i capelli fulvi "No, perchè so perfettamente cosa sta facendo" rispose, e lui la fissò. Quella ragazza così vivace e solare sapeva diventare seria e saggia in un istante; cominciava a capire perchè, nonostante avesse quasi due anni meno di Jody, tutte la trattassero da pari. Lo era. Era matura, e la sua vivacità non era dovuta all'età, ma solo alla sua immensa gioia di vivere. Non aveva mai conosciuto una ragazza come lei, pensò. nemmeno Jody l'aveva mai colpito così. Le ragazze che aveva conosciuto nei suoi 17 anni, anche quelle più grandi e più ammirate, scomparivano al confronto di quella ragazzina sorridente. Ripensò a quando l'aveva incontrata per la prima volta, impegnata a difendersi da un gruppo di teppisti (Eh, si !!! Perchè ha anche la spiccata predilezione per cacciarsi nei guai....NdA) e sorrise. Era così diversa da come gli appariva ora....seria, composta, intenta a pensare....senza sapere perchè, ripensò a quando sua sorella, che allora non sapeva essere tale, gli aveva chiesto perchè, nonostante fosse pieno di ammiratrici, non avesse una ragazza. Ricordava anche la risposta....

....Uhm? Beh, perchè sto aspettando che arrivi qualcuno che senza fare nulla trovi il modo di aprirmi il cuore.....

...perchè tutto ciò gli veniva in mente ora? Forse perchè quella ragazzina, appunto senza fare nulla, l'aveva legato a sè? Ma come era possibile? Era semplicemente assurdo...."Credo che fra poco pioverà, ma Jody ci ha portati qui perchè parliamo, perciò...senti, posso chiederti una cosa? Perchè te ne stai sempre solo, senza compagnia, come se stessi aspettando..." si fermò, e lui si voltò a guardarla negli occhi. Erano immensi, di una tonalità calda, rossa. Erano stupendi "Aspettando cosa?" chiese, colpito. Lei esitò "Su, dillo " la incalzò, e lei completò la frase "....qualcuno che ti capisca"; lo disse in tono di scusa, ma i suoi occhi erano sinceri e determinati. Yusuke si ritrovò spiazzato "Ehm...beh...." "Ma come diavolo ha fatto a capirlo? Non l'ha chiesto a Jody, me l'avrebbe detto....possibile che possa leggermi dentro così bene?". Guardò ancora la ragazza, che non si era mossa e lo stava fissando "Beh...si, credo tu abbia colto nel segno. Sto aspettando......Jody è arrivata a riempire in parte quel vuoto, ma ora la devo dividere con un altro e...." "...e comunque non era lei che aspettavi. L'hai sempre saputo, non è vero? Per quanto splendida, unica e fantastica....non era lei; per questo ti sei sempre comportato da fratello maggiore; intuivi già la verità" si alzò, facendo qualche passo e volgendogli le spalle. Il ragazzo era rimasto spiazzato. "Penso che tu abbia fatto bene a non opporti al fidanzamento....lei è felice, ora; ma quello che mi chiedo, è se tu abbia mai conosciuto la sua stessa felicità". Si voltò di nuovo a fissarlo, sorridendo, e qualcosa dentro di lui si ruppe. Sapeva. Aveva sempre saputo....."Potresti....scioglierti i capelli, per favore?" mormorò, con la voce strozzata. Il sogno....somigliava così tanto al suo sogno...."Eh? Va bene..." Alex prese il nastro che le chiudeva la treccia, lo tirò e sciolse il nodo. I capelli, liberi da costrizioni, si sparsero senza bisogno di aiuto sulle sue spalle. Lei fissò il nastro, poi guardò lui "Ecco. Ma perchè----". Yusuke scattò in piedi, fissandola estasiato. Era lei. Quello sguardo, quegli occhi...quel volto circondato da un'aura infuocata di capelli fulvi....lui l'aveva sognato, aveva saputo che sarebbe stato il volto della ragazza che avrebbe amato, no meglio....che lo avrebbe COSTRETTO AD AMARLA....la raggiunse con passi esitanti, e la strinse a sè, mormorando "Sei qui....sei finalmente qui....". Alex non reagì, troppo stupita per parlare. Arrossì, rendendosi conto che il suo corpo reagiva all'abbraccio, e voleva rispondervi. Cercò di controllarsi, dicendo "Senti, Yusu----" il ragazzo la allontanò di scatto da sè, chinandosi e baciandola all'improvviso, con forza e ardore. La ragazza respirò bruscamente, senza riuscire a capacitarsi di quello che lui stava facendo. Tentò di staccarsi, ma non vi riuscì....e pochi secondi dopo, capì che anche lei stava partecipando al bacio. Le sue labbra si muovevano contro quelle di lui, e le mani salirono ad intrecciarsi dietro al suo collo, permettendole di tirarlo più vicino. Una felicità mai provata iniziò a pervaderla, mentre sentiva la mano di lui insinuarsi tra i suoi capelli sciolti e stringerla più vicina. Seppe con certezza che amava alla follia quel ragazzo, anche se lo conosceva da nemmeno 15 giorni, seppe che aveva aspettato lui, per tutti i suoi 15 anni...e che lui aspettava lei, solo lei. Finalmente si erano trovati, e non avevano nessuna intenzione di lasciarsi. Sentì che lui la lasciava andare, quasi avesse paura di ferirla, e allora fu lei a tirarselo vicino e baciarlo. Yusuke rispose con gioia. Solo allora lo lasciò andare e sorrise, stringendosi a lui, che la circondò con le braccia come per proteggerla da chiunque avesse cercato di allontanarla da lui "Sai....ora mi sento completa. E tu?" disse, e lui annuì a confermare che sentiva la stessa cosa. Lei alzò il capo, fissandolo negli occhi. "Certo che, tra tutti e due, siamo ben frettolosi....sappiamo pochissimo l'uno dell'altro.....credo che avremo di che discutere...." gli occhi rossi ridevano di gioia, e gli riscaldarono il cuore almeno quanto il sorriso di lei. Annuì di nuovo "Vero. Che ne dici di cominciare davanti a una bevanda calda? Sarà anche estate, ma ho freddo...e siamo fradici tutti due". Era vero, stava piovendo già da un po', ma nessuno dei due se n'era accorto. Lei sgranò gli occhi "Ma....e come facciamo a tornare? Io non so...." "Ehi, piccola, io vengo qui da quando avevo 2 anni. Credi che non sappia tornare indietro? Mia sorella è furba, ma mai quanto me". Si avviò, prendendole la mano, e lei la strinse, seguendolo "Sai, vero, che ha organizzato tutto ciò? Sperando in questo?" chiese, fissandolo con apprensione. Lui ricambiò lo sguardo "Beh, avevo capito cosa aveva in mente, più o meno....ma se aveva previsto tutto ciò, devo davvero ringraziarla...perbacco, che sorella in gamba che ho !!!". Le strinse la sua mano "Si.....è veramente una ragazza fantastica" disse lei "Come le sue amiche" replicò lui, facendola sentire benissimo (Che teneriiiiiiiiii !!!!!!!!!!!!!!!! ^____^ NdA).

Yoshiko cercò di riconoscere il posto in cui l'avevano portata, ma era impossibile; il parco della villa era immenso, e lei non vedeva nulla. Un lampo illuminò tutto, ma la cosa non le fu d'aiuto. Anzi, il tuono che seguì la spaventò ancora di più. Indietreggiò, atterrita, soffocando un urlo, e nel farlo andò a sbattere contro qualcosa; si girò di scatto, terrorizzata, cercanddo una via di fuga, ma quel qualcosa, che evidentemente l'aveva riconosciuta, allungò le braccia e l'afferrò. Lei si dimenava, ma all'improvviso le parve che quella stretta fosse familiare; e infatti, poco dopo, una voce dolce disse "Non volevo spaventarti....sono io". Yoshiko spalancò gli occhi, incredula "Ca....capitano !!!!" esclamò. Lui si avvicinò, riconoscendo la voce "Yoshik----ehm, voglio dire, manager? Sei tu? Avevo capito che eri una di voi, ma non ti avevo riconosciuta....." la cosa la intristì immediatamente; lei invece l'aveva riconosciuto subito.....ma ci volle poco perchè si accorgesse della gioiosa nota di sorpresa nella voce di lui; sorrise, anche se era buio e non si vedeva nulla; poi un brivido di freddo la scosse, e lui senza pensarci le passò le braccia attorno alle spalle, dicendo "Va tutto bene?". Lei non potè che annuire, arrossendo all'istante, grata che il buio la nascondesse. Sentì il calore del corpo di lui, e per un istante pensò di ritrarsi. Ma non lo fece. Rimase immobile, lasciandosi abbracciare, cercando di non piangere; le emozioni la stavano sopraffacendo, e doveva lottare per mantenere il controllo. Fu il rumore improvviso di un tuono a farli sobbalzare, mentre la pioggia iniziava a scendere sempre più forte. Matsuyama cercò di guardarsi intorno, stringendo a sè la ragazza con fare protettivo "Dobbiamo trovare un riparo !!!! Se restiamo qui può diventare pericoloso !!!!" urlò per farsi sentire nel fragore della tempesta che stava arrivando. Lei si limitò ad annuire, troppo spaventata per parlare, e si lasciò prendere per mano e condurre, un po' a caso, verso la villa.

Jody intanto stava fissando il parco con crescente preoccupazione; il temporale era ormai iniziato, e la piogggia aumentava ogni minuto. Si voltò, ancora vestita di nero, dicendo ai tre dietro di lei "Non avevo previsto il temporale; sta diventando troppo pericoloso; vado a cercarli...." il suo slancio fu bloccato dalla mano e Wakabayashi che la trattenne; la ragazza si voltò, furente, ma lui non si lasciò incantare "Ferma, sciocca !!! Se vai anche tu, aumenti solo le difficoltà !!!!" le urlò, ma lei non demordette "Ma io so dove sono !!! E conosco la strada per portarli indietro....la fuori non c'è nessuno che sappia come arrivare qui...." "CAPITANO !!!!" la voce proveniente dal parco distrasse entrambi. "Aly !!!" urlarono, vedendo la ragazza, coi lunghi capelli neri bagnati e incollati sul volto, che entrava di corsa, stremata; una volta dentro, si accasciò, e Wakabayashi la afferrò appena in tempo. Jody si avvicinò, preoccupata, e la ragazza e disse, turbata "Capitano....la tempesta sta arrivando !!! hanno solo venti minuti per tornare qui prima che sia....tardi...." sussurrò, per poi abbandonarsi tra quelle braccia che la sorreggevano. Il ragazzo fece per deporla sul divano, ma Aly si riprese immediatamente e scattò in piedi, pronta a dare man forte nella ricerca. "Abbiamo solo venti minuti...." mormorò Jody, mentre tutti la fissavano, perplessi "Aly ha la capacità di prevedere sempre temporali, terremoti, eventi naturali disastrosi. Se dice che sta per arrivare una tempesta, è così. Bene, ci faremo bastare venti minuti !!! Gli altri non dovrebbero essere troppo distanti dal punto in cui li abbiamo lasciati. Se tutto va bene, dovremmo recuperarli appena in tempo. Yayoi, Jun, chi sono i più vicini?" chiese, fissando all'impriovviso i due ragazzi. Fu la ragazza a rispondere "Allenby e Izawa...." "bene. Andate a recuperare quei due. Io penserò Hikaru e Yoshiko, che sono invece ben in la. Aly, tu resta qui e controlla che tutti vengano recuperati. Tu invece, Aki..." "Nemmeno per sogno. Io vengo con te !!!" urlò Wakabayashi, senza nemmeno notare che lei lo aveva chiamato col nomignolo che gli aveva estorto. Jody lo fissò, furente "Senti, non è proprio il momento di perdere tempo !!!! Tu mi servi per trovare Alex e Yu...." "Non ce n'è bisogno" disse una voce proveniente dalle sue spalle. Jody si voltò, sorpresa, solo per trovarsi di fronte suo fratello, con un'espressione arrabbiata sul volto. La ragazza si fece piccola piccola, cercando di sfuggire alla sua ira "Si può sapere chi ti ha dato questa bell'idea????" chiese lui, mentre il tono si faceva minaccioso. Jody indietreggiò, senza nemmeno notare che Alex stava dietro a suo fratello, tenendogli una mano. Ma tutti gli altri lo videro, e si fissarono sorridendo. Wakabayashi corse in aiuto della sua ragazza, sorreggendola, e lei, nel sentire quell'abbraccio protettivo, osò guardare ancora il fratello; rimase schoccata nel vedere che si stava trattenendo dal ridere, poi finalmente (Ed era ora !!!! NdTutti) notò la mano di Alex stretta a quella del ragazzo. Sorrise "Beh, non mi sembra che ti abbia rovinato tanto la serata" ironizzò, mentre Yusuke rideva, abbracciando Alex (Si, si, divertitevi !!! Intanto noi qui stiamo sotto la pioggia !!! NdTutti_i_personaggi_che_non_sono_ancora_tornati); stavano tutti ridendo, quando dagli alberi spuntarono fuori anche Allenby e Izawa, mano nella mano. I commenti ironici ripresero, ma Jody era ritornata seria, pensando che mancavano ancora troppe persone all'appello. "Yu, tu conosci il parco. Dobbiamo trovare gli altri; se vuoi, portati dietro Alex, andiamo !!!" partì di corsa, seguita dal fratello, che aveva indugiato per intimare ad Alex di restare dov'era; naturalmente lei, essendo Alex, non ci pensò nemmeno ad obbedire; partì all'inseguimento, e dopo due secondi l'aveva raggiunto. Yusuke le sbraitò dietro, ma lei ribattè parola per parola, e alla fine proseguirono insieme.

Jody si trovò invece dietro Wakabayashi. Il ragazzo la fissò, cocciuto, prevenendo ogni critica "Io vengo con te !!! Sono il tuo ragazzo, e tanto basta. Non ti lascio correre pericoli da sola !!!". Jody sorrise, malgrado tutto grata di quella dimostrazione d'affetto, e continuò a correre; la pioggià aumentò, mentre lei lanciava a vari richiami, e finalmente qualcuno rispose. Intuì immediatamente di chi si trattasse "Hikaru !!! Da questa parte, presto !!!"; suo cugino non se lo fece ripetere, e si trascinò, sfinito, verso di lei, sorreggendo Yoshiko. Jody si sentì una stupida, nel vedere a cosa aveva portato la sua idea. Ma il lampo che seguì le sue riflessioni la avvisò che non c'era tempo; doveva portare in salvo quei due, e doveva far presto !!! C'era altra gente, li fuori.....

Ritornarono all'ingresso, trascinandosi dietro due ragazzi esausti e gelati. Aly corse loro incontro con coperte e vestiti asciutti, aiutata dagli zii di Jody, che erano accorsi nel vedere il temporale. Hideaki stava in un angolo, terrorizzato, e Jody ebbe l'impulso di abbracciarlo, ma non aveva tempo. Si voltò, pronta ad uscire di nuovo, ma vide sbucare tra gli alberi Yusuke, Alex, Kay, Misaki e Tsubasa. Per un momento, sospirò di sollievo, credendo che fosse finita. Ma subito si accorse che qualcosa non andava. Tsubasa era solo....e questo voleva dire...... "Tsubasa !!! Dov'è Sanae???". Il ragazzo, che stava per entrare in casa, si guardò attorno, stupendosi di non vedere la ragazza "Non è qui? Non so, non era con me....". Jody sentì la rabbia montarle dentro "Ma sei stupido ???? Non capisci perchè vi avevamo lasciato soli nel parco? Tu ero attaccato a lei !!! Era di fianco a te!!!!!!!!" "Cosa? Beh, in effetti mi era parso di aver sentito un grido....ma non sono andato a controllare....dovevo?". Jody dominò l'impulso diprenderlo a sberle E secondo te, perchè tutti gli altri l'hanno fatto e tu no? Urlò mentalmente. Abbassò lo sguardo, deglutendo e stringendo i pugni. Fu Wakabayashi a calmarla, ma in modo terribile. Disse infatti "Ma se è così....allora vuol dire che...." Jody si bloccò. Aveva ragione....come aveva fatto a non pensarci...."Sanae...è li fuori....." si voltarono tutti verso l'ingresso, guardando il parco. La pioggia in quel momento aumentò. Jody si strinse al suo ragazzo. Sembrava la sera in cui avevano cercato lei, sotto la pioggia....e Sanae si era data tanto da fare.....e lei invece, l'aveva solo cacciata nei guai....."Io vado !!!" urlò, uscendo di corsa. Non poteva lasciarla li, chi se ne fregava se era pericoloso "Jody !!! Jody aspetta !!!" Wakabayashi urlò, ma il vento lo respinse e , quando avanzò di nuovo, la ragazza era sparita. Imprecò e fece per uscire, ma fu sorpassato da un fulmine. Tsubasa aveva finalmente recepito il messaggio SANAE-E'-LA-FUORI, e non c'aveva più visto. Ora la cercava, maledicendosi metalmente. Chiamava a gran voce il nome della ragazza, e gni volta sperava di sentirla rispondere. Ma intorno a lui regnava sempre il silenzio.

"Sanae...SANAEEEE !!!!" Jody arrancava nei pressi del luogo in cui aveva lasciato l'amica, appena mezz'ora prima, ma di Sanae non c'era traccia, e la pioggia le impediva di vedere da che parte si fosse allontanata. I richiami non servivano a nulla, ciononostante lei li ripeteva senza nemmeno pensarci. Sanae doveva pur essere da qualche parte !!!!. IL problema era...dove? Un fulmine cadde, illuminando all'improvviso il parco, ma nemmeno quella luminosità accecante le permise di scorgere la ragazza. Wakabayashi, che aveva guardato li vicino, le si avvicinò "Niente. E' andata via da qui, e anche parecchio....chissà dov'è !!!" mormorò sconsolato, scuotendo il capo. Jody sentì le lacrime salirle agli occhi "Oh....cos'ho fatto? Proprio lei, la mia amica, lei che mi ha aiutato da quando sono qui....come ho potuto? Come mi è venuto in mente un piano così idiota?????". Il ragazzo l'abbracciò di slancio "No, Jody, non dire così.....lo sai benissimo che invece è servito. Guarda tuo fratello e Alex. Guarda Izawa e Allenby !!!! E anche Misaki mi sembra più tranquillo. Ora....non piangere. Ehi !!! Dai, in fondo...." Jody alzò di scatto la testa, urlando "Non me ne importa nulla. Tutto questo non vale la vita di Sanae !!!". Ormai era in crisi, e lui non poteva che stringerla forte e lasciarla piangere. L'aveva vista solo una volta così disperata. Quel giorno, sotto la pioggia....alzò gli occhi. Quando Jody piangeva, il cielo era triste a sua volta.......decise di dire l'unica cosa che avrebbe potuto riscuoterla "Ehi, io ti capisco, ma piangere non l'aiuterà !!!". Jody si bloccò. Era ovviamente vero. Si asciugò le lacrime e annuì, ripartendo alla ricerca di Sanae. Ormai erano tutti sparsi nel parco a cercarla. L'avrebbero trovata....dovevano trovarla !!!!! "SANAEEEEEEEE........"

"C'è....c'è nessuno? Dove siete andati tutti? Ragazzi, non mi piace questo scherzo....sta pioveno....io ho paura...." pian piano Sanae si rese conto che i suoi richiami erano vani, e che nessuno sarebbe arrivato. Era sola. E con questa consapevolezza, arrivarono le lacrime. Era sola...e non sapeva assolutamente da che parte andare !!! Si era allontanata di molto da dove l'avevano lasciata... "Forse sono li e mi aspettano !!!! Ma certo !!! Devo tornare indietro !!!". Si voltò per tornare sui suoi passi, ma la strada per cui era venuta non c'era più...o meglio, non sapeva minimamente quale fosse. Mosse un passo in una direzione, uno in un'altra, poi si fermò. Si era persa "No...no...." singhiozzò, vinta dal terrore, accasciandosi a terra "Non so da che parte devo andare....aiuto...ragazzi...aiuto....".

Le lacrime la accecavano, ma il fulmine che cadde li vicino la riscosse di colpo, facendola precipitare ancor di più nella paura. Si guardò intorno, fissando gli alberi e realizzando il pericolo in cui si trovava. Cercò di alzarsi, ma le gambe non la reggevano. Il tuono, molto in ritardo rispetto al lampo, la colse alla sprovvista. Era fortissimo, e la terrorizzò, facendola urlare e cadere di nuovo a terra "AAAHHHH !!!!" appena riprese il controllo, sentì un dolore forte alla caviglia, e si accorse di essereci seduta sopra. Spostò la gamba e trasalì. Faceva un male pazzesco, ed era gonfissima....dopo aver curato tante volte le contusioni di Tsubasa, sapeva bene che voleva dire. Di camminare fino alla casa non se ne parlava...e quindi.....all'improvviso si rese conto di un rumore, proprio mentre chinava il capo per piangere. Un rumore di fronde e foglie scostate con rabbia. Si ritrasse, rendendosi conto che era già un po' che lo sentiva....da quando aveva urlato, per la precisione. E non se n'era accorta, ma lui si era fatto più vicino....più vicino....era lì.... "AAAAHHHHHHHHHHH" urlò la ragazza, coprendosi il volto con le mani, terrorizzata, finchè non sentì una voce nota, troppo nota, mormorare "Sa...Sanae? Meno male....ti ho trovata" i passi si fecero più vicini, e qualcosa cadde con un tonfo davanti a lei; la ragazza, confusa al massimò, senti delle mani che prendevano le sue e le scostavano dal volto, e lo vide. Tsubasa le stava davanti e le sorrideva "Non aver paura....sono io" sussurrò, asciugandole una lacrima. La ragazza lo fissò ancora, incredula, sussultando al contatto. Allungò a sua volta una mano per sfiorarlo, per assicurarsi che fosse reale, poi scoppò in lacrime e gli si buttò tra le braccia "Oh Capitano !!!! Ho avuto così tanta paura....."

Tsubasa rimase immobile, troppo schockato per muoversi, mentre la ragazza si stringeva a lui (Non avevamo dubbi !!! NdTutti), poi cominciò a capire (OOOHHHHHH !!!! Sempre_ NdTutti); era per quello che Jody li aveva portati li....che stupido era stato (Meno male che lo capisce da solo. NdA). Finalmente ricambiò l'abbraccio, ma a quel punto Sanae era abbastanza padrona di sè da sussultare. Sollevò il capo, fissandolo incredula, ma lui sorrise e si avvicinò a lei, finchè i loro nasi non si toccarono, per poi sussurrare "Sono andato fuori di testa quando mi sono reso conto che eri sola, qui fuori....deci scusarmi, è colpa mia. Io ero qui vicino e ti ho sentito urlare, la prima volta, ma non sono venuto a vedere...non avevo capito perchè Jody mi aveva lasciato li e volevo tornare indietro a chiederglielo (NdTesto. Immaginate la faccia di Sanae a questa uscita del suo adorato capitano......); ma poi, quando mi hanno detto che eri qui da sola, sono corso a cercarti.....e ti ho sentita urlare. E' stato per questo che ti ho trovato". Sanae lo fissò, saziandosi della sua vista e della sua vicinanza, ancora incredula che fosse lì....poi lui fece per avvicinarsi ancora e lei chiuse gli occhi.....Ma il tuono li fece sobbalzare, distruggendo l'attimo (NOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!! Per una volta nella vita che Tsubasa non pensa solo al pallone.....NdTutti). Rimasero immobili, mentre il colore dei loro volto passava dal rosa al viola (Lo so che questa scena ricorda quella della puntata di Karekano, del primo bacio di Yukino e Arima!!!! Ma mi è venuta così !!!! NdA), poi Tsubasa si alzò di scatto "Be-be-bene....pe-penso sia me-meglio torna-nare indi-dietro...." (Si vede che è nervoso? NdA). Sanae annuì, evitando di guardarlo e alzandosi a sua volta di scatto, ma non aveva fatto i conti con la caviglia. Cadde infatti in avanti finendo proprio tra le braccia di Tsubasa (Ma va? NdA), ma qualsiasi possibile romanticismo fu troncato dall'espressione di evidente dolore che le passò sul volto. "EHI...che hai? Sanae????" lei, non riuscendo a parlare per il male, indicò la caviglia, e lui notò subito quanto fosse gonfia. Senza pensarci due volte, sollevò la ragazza da terra e si avviò verso la casa tenendola in braccio. Sanae divenne di nuovo viola, e lo stesso Tsubasa. Ma la loro espressione tradiva un'immensa felicità.

Tutti erano ormai tornati dalle infruttuose ricerche e si erano radunati sull'ingresso. Mancava solo Tsubasa....e immaginatevi lo stupore di tutti quando lo videro sbucare dal parco con la ragazza tra le braccia !!!! Ma qualsiasi commento fu evitato. Jody curò subito la caviglia dell'amica, mentre venivano distribuiti vestiti asciutti. Poi Jody chiese umilmente scusa a tutti per la sua idea pazzesca che aveva procurato tanti guai. "Ehm...credo proprio di dovermi scusare dal più profondo del cuore....la mia idea non ha portato che guai a tutti voi...." a questo punto si interruppe, fissandoli con un attimo di dubbio. Infatti, la situazione che aveva davanti agli occhi non corrispondeva molto alle sue parole: Alex e Yusuke la ascoltavano abbracciati l'uno all'altro (Ma........voi due non dovevate mettervi insieme tra parecchi capitoli? Alex !!! E di nuovo colpa tua !!! Mi farai venire un'esaurimento !!! NdAutrice_arrabbiata Oh beh, se stavo ad aspettare che tu ti decidessi, quello li non mi guardava nemmeno se gli cadevo addosso....io DETESTO le attese. NdAlex_sulla_via_della_ribellione. Me ne sono accorta !!! E non fare la petulante, sai, che ti rispedisco seduta stante in Germania !!!! E ora che pensi di fare? NdAutrice_con_uno_strano_sguardo_negli_occhi_che_preoccupa_non_poco_Alex. No, In Germania non ci torno, ti supplico !!!! Ehm....penso di...di godermi la mia fiammante giovinezza con questo fantastico ragazzo che, ti ricordo, sei stata TU a mettermi sotto agli occhi. NdAlex_che_comincia-seriamente_a_preoccuparsi. Si, ma non ti avevo mica detto di saltargli addosso. E comunque, a proposito della tua fiammante giovinezza, penso proprio che ti manderò qualcuno di BEN PIU' FIAMMANTE....potremmo pure dire che sputa fuoco.....NdAutriche_che _guarda_con _interesse_le_proprie_unghie Eh? No, aspetta, non starai parlando di...no, dai, ti prego...non PUOI farmi questo !!!! QUESTO NOOOO !!!! NdAlex_completamente_terrorizzata_e_disperata Protesto anch'io !!! Io QUELLO qui non ce lo voglio !!! NdAllenby, che non si sa come si è intromessa. Zitta tu, che mi rovini la suspence. Allora Alex, tu tienti pure il tuo ragazzo, ma preparati.....non so per cosa, perchè tanto non ricorderai nulla di questa chiaccherata amichevole....torniamo alla storia. NdAutriche che si allontana a grandi passi verso il punto in cui Jody è rimasta immobile già da venti minuti. No, aspetta, non mi puoi fare questo....NdAlex_che _le_tenta_tutte. Troppo tardi !!!! NdAutrice, che rispedisce le due nella storia. E ora, scusate per l'interruzione, cari lettori, e riprendiamo), Kay e Misaki che si tenevano per mano, Izawa che parlava ad Allenby, che sorrideva felice....."A parte che mi sembra non ve la siate presa troppo....ok, ok, scherzavo, Yu, metti via il Bazooka. Credo di dover chiedere scusa soprattutto a te, Sanae, e a Tsubasa....perchè gli altri mi pare abbiano tratto profitto dalla situazione"; inutile dire che, per celare l'imbarazzo, tutti si misero ad inseguire Jody, tranne Wakabayashi e Aly. I due si guardarono "Per te ce la fa, o la prendono?" "Mah, scommetto che al primo giro della casa è ancora in vantaggio" "Ci sto" "EHI...invece di scommettere, voi due, datemi una mano !!!!" "Oh, hai vinto" "Che ne dici, l'aiutiamo?" "NAAAA....un paio di giretti di corsa le fanno sempre bene" "Anche sotto la pioggia?" "Beh, temprano lo spirito" (Io non capisco....questa era nata come una fanfic seria.....che vi è preso, ragazzi?NdAutrice perplessa Che è preso a TE !!! E' iniziato tutto quando mi hai messo insieme a questo qui....NdJody che indica Genzo Ehi !!! Guarda che a me non fa più piacere che a te !!! Mi ci hanno costretto !!! NdGenzo E allora perchè non fate che abbracciarvi e baciarvi, nella storia? NdAutrice Noi? Ma sei TU che ci fai fare quelle atrocità !!!! NdJ+G)

Le scuse furono accolte da vari assensi, ma non furono pochi quelli che la ringraziarono mentalmente....anzi, furono pochissimi quelli che non lo fecero !!!!

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Capitolo 16
*** Un'emozionante partita ***


Capitolo 15: Un’emozionante partita

 

La pioggia che aveva imperversato per tutta la notte smise poco prima dell’alba, lasciando il posto ad un sole splendente che rimediò, almeno in parte, al pantano che si era creato nel parco e nei campi. Jody si svegliò di buon’ora, voltandosi a fissare con aria preoccupata Sanae, che dormiva tranquilla nel letto affianco al suo. La ragazza, che la sera prima aveva passato momenti spaventosi in mezzo alla tempesta, sembrava però essersi ripresa completamente. Sorrideva nel sonno, mormorando dolcemente il nome del suo salvatore che, guarda caso, era il suo adorato ‘Capitano’…”Certo che Tsubasa così agitato non l’avevo mai visto” pensò la ragazza, sbadigliando e stiracchiandosi. “E nemmeno Sanae così imbarazzata come quando siamo arrivati noi e lui la stava prendendo in braccio…” Sanae si agitò all’improvviso, esclamando “Capitano…ho paura….dove sei? Tsubasa? Tsubasaaaa !!!!” Jody la fissò, sbalordita. Doveva sognare di essere ancora in mezzo alla tempesta...fece per scuoterla e svegliarla, ma in quell’istante la porta cominciò a tremare, devastata da colpi e pugni, mentre una voce al di fuori urlava “Sanae !!! Manager, che succede???? Nakazawa !!!!” “Ed ecco il nostro eroe !!!”. sospirò Jody, indecisa se svegliare l’amica, che si agitava ancora, o andare a rassicurare Tsubasa che la ragazza stava bene. Forse era meglio svegliare prima Sanae...BAM !!!! SDENG !!!! CRASH !!!! ”Jody !!! Sanae !!! Insomma, qualcuno apra questa porta !!!!” “Ripensandoci, faccio meglio ad aprire prima al principe azzurro senza cavallo…..che in questo caso è un pallone da calcio !!! Ma cavolo, non ha la partita stamattina? E non ha di meglio da fare che buttarmi giù la porta della camera ????” pensò la ragazza, vagamente irritata. Oltretutto, se continuava così, avrebbe svegliato tutti…. “Si, SI !!! Sto arrivando, un po’ di pazienza…”. Non fece in tempo ad aprire la porta che il ragazzo si catapultò dentro, bianco in volto e senza fiato “Era ora !!! Sanae, Sanae !!! Che è successo, perché urlavi??? Ti ho sentito gridare…” si bloccò, vedendo la ragazza distesa nel letto, che ancora mugugnava. Sbiancò ancora di più, poi si voltò verso Jody “Che ha? Perché sta a letto? Che sta facendo?” chiese, preoccupato (Ma allora sei idiota, ragazzo mio !!! NdA Eh? E perché? NdTsubasa) “Sta dormendo” fu la risposta, che Jody pronunciò in tono vagamente esasperato. Tutte le lodi che la sera prima aveva attribuito al ragazzo svanirono di colpo. Era evidente che non era più sveglio del solito. “Accidenti, tanta fatica per nulla !!!” esclamò. “Cosa?” chiese lui, preoccupato. Jody scosse il capo “No, nulla...tra parentesi, io sono vestita, ma Sanae non proprio...forse dovresti pensarci prima di entrare in camera di una ragazza di primo mattino”. Tsubasa la guardò senza capire (NON AVEVAMO DUBBI !!!! NdA) notando finalmente l’abbigliamento succinto della ragazza (La divisa solita, si…Ma di solito lui queste cose non le vede !!! NdTutti. Beh caro, gli occhi ce li hai per qualcosa….NdA); poi si voltò verso Sanae, che si era girata e aveva scoperto la parte superiore del proprio corpo, coperta solo da una sottile canottiera bianca…gradualmente, il volto del ragazzo cominciò a colorarsi, assumendo tutte le possibili sfumature di rosso, per arrivare a un viola acceso. Jody sorrise “Ecco, intendevo proprio questo !!!” esclamò, mentre Tsubasa si voltava verso di lei con un’espressione disperata negli occhi, quasi non avesse la minima idea di che fare e le chiedesse aiuto. La ragazza ne ebbe quasi pietà, e si trovò a dire, sorridendo “Senti, credo sia meglio se...” in quell’istante Sanae balzò in piedi, svegliandosi di colpo e urlando “CAPITANO !!! AIUTO !!!!”. Tsubasa fece un salto, sconvolto, mentre Jody si bloccava e scuoteva il capo “Troppo tardi”. Sanae si guardò intorno, confusa e preoccupata, poi i suoi occhi videro Jody e cominciò a parlare, senza far caso alla porta aperta e all’altra figura vicino al letto “Oh, Jody....stavo sognando di trovarmi nel bosco, ancora in mezzo al temporale, e poi ho urlato il nome del capitano, e lui è accorso a salvarmi...” “Sanae...” cercò di bloccarla Jody, ma la ragazza non la sentì nemmeno e continuò “...oh, ma che razza di sogni faccio, di certo dipende...” “...Sanae...” “...dallo spavento di ieri !!!! Se il capitano lo sapesse......oh, no, non voglio neppure pensarci, per fortuna che è nella sua stanza e non può sentirmi......” Tsubasa era rimasto immobile, troppo impaurito per fare un passo, mentre Jody scuoteva il capo, aspettando il momento in cui Sanae avrebbe iniziato a strillare “Oddio, se lo sapesse mi vergognerei troppo per guardarlo ancora in faccia...meno male che è lontano....” “E’ qui....” “.....Eh?”. Finalmente la ragazza si soffermò a guardare la scena, notando per la prima volta che vicino a Jody stava un’altra figura. Fissò i suoi occhi sul volto di Tsubasa, che stava diventando ancora più viola, non riuscendo a capire. Poi, lentamente (E che è, si è fatta contagiare da quell’altro? NdTutti), il suo cervello cominciò a recepire ciò che Jody aveva cercato di dirle, e lei riconobbe il ragazzo di fronte a lei. Spalancò la bocca, mentre il volto cominciava a colorarsi seguendo la via di quello di Tsubasa “E’....è....” balbettò, sconvolta, mentre il ragazzo la fissava, per poi abbassare vergognosamente lo sguardo. Quel comportamento la sorprese e la addolorò, poiché pensava che fosse causato dalle sue parole, che evidentemente lui aveva sentito. Ma Jody era di un’altra opinione “Sanae, forse è meglio se prima di dire qualsiasi altra cosa ti copri.....” consigliò, guardandola con fare serio. Sanae la fissò, non capendo, poi abbassò lo sguardo su di sé, notando la canottiera fine che la copriva solo parzialmente, e il lenzuolo che era caduto di lato, scoprendo le gambe...spalancò gli occhi, aprì la bocca e respirò bruscamente “Ah.....ah......” Il volto divenne ancora più rosso. Jody balzò indietro, spaventata, e portò le mani alla testa “Tsubasa, svelto, copriti le orecchie !!!!! “ urlò al ragazzo, che alzò con lentezza le mani, cercando di capire il perché.... “AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” La voce di Sanae esplose in un urlò disumano che fece barcollare Jody, che era riuscita a salvarsi, e cadere Tsubasa, che invece non si era riparato in tempo. La ragazza sul letto urlava, stringendosi al petto le coperte, e il suo grido richiamò tutti quelli che erano a portata di udito (E cioè tutti gli abitanti della casa, quelli che stavano fuori e addirittura quelli che erano ai campi da calcio. NdA) Wakabayashi aprì la porta con uno schianto, precipitandosi nella stanza “JODY !!!! Che succede? Tutto bene????” la afferrò per le braccia, preoccupato. Sembrava Tsubasa dieci minuti prima, e nel notarlo Jody sorrise. “Si, solo che il vostro capitano non aveva la pazienza di aspettare che Sanae si alzasse e si vestisse per vedere se stava bene, e lei se n’è accorta....” Spiegò a beneficio del suo ragazzo e di coloro che si stavano ammassando sulla porta, e cioè Yusuke, Alex, Kay, Misaki, Izawa, Allenby, Aly, Yayoi, Misugi, Yoshiko, Matsuyama....Jody li respinse tutti con aria stanca “Va tutto bene, o meglio andrà tutto bene non appena riuscirò a scollare da dov’è quello Tsubasa-impietrito e calmerò Sanae. Andate pure a fare colazione voi....mi pare che abbiate una partita, per la maggior parte....”. I ragazzi, poco convinti, o delusi di perdersi il divertimento, si avviarono. Solo Wakabayashi e Yusuke rimasero con la ragazza, che annuì e rivolse loro un cenno “Voi portate fuori la pianta. Io penso a Sanae” “La....pianta ???” chiese Wakabayashi, incredulo, e Jody lo fissò, irritata “Si, Tsubasa !!! Pare che abbia messo radici li, e da solo non si scolla di certo. E se non se ne va, l’aquila laggiù non la smette di strillare” chiarì in tono bellicoso, ma il ragazzo non potè fare a meno di scoppiare a ridere, imitato da Yusuke. Jody perse la pazienza “Ah, bell’aiuto !!! Ora ridete. Ci mancavate solo voi !!!” esclamò, avvicinandosi a grandi passi verso Tsubasa e cominciando a spingerlo fuori dalla stanza. Ridendo ancora, gli altri due ragazzi lo afferrarono e lo trascinarono giù dalle scale. La ragazza invece si avvicinò al letto e prese tra le braccia una Sanae urlante e tremante, sussurrando parole di conforto in grado di calmarla. Sanae scosse il capo “Oh, cosa ho fatto ??? Ora si che non avrò il coraggio di guardarlo in faccia per il resto della mia vita !!!!!!!!” singhiozzò, mentre Jody sospirava “Beh, non so se sia peggio il fatto che abbia scoperto che lo hai sognato e che sia entrato così in camera e ti abbia visto nuda....ma per ora dobbiamo pensar ad altro. Seta senpai ci lascia la mattinata libera per vedere la partita dei ragazzi, ma il pomeriggio dobbiamo allenarci....su, vestiti !!!” le passò la divisa; pensare a cose tecniche, in qualità di giocatrice e di manager, calmò del tutto la ragazza, che pochi minuti dopo uscì con l’amica, diretta alla sala da pranzo. Ma non rivolse una sola volta la parola a Tsubasa, e la tensione tra i due era evidente. Wakabayashi e Misaki guardarono Jody “Non proprio prima di una partita !!!” esclamarono contemporaneamente, e la ragazza annuì, pronta ad intervenire, ma Kay la prevenne. Sbuffò, scattando in piedi, e spinse Sanae contro Tsubasa che, per evitare di cadere, si aggrappò alla ragazza; lei, a sua volta, si aggrappò a lui. Rimasero così per un’ istante, prima di rendersi conto di essere l’uno tra le braccia dell’altra. Quando lo capirono, fecero per separarsi, ma Kay li prevenne di nuovo, esclamando “E basta !!! Se avete qualche problema, parlatene qui, ora, subito !!! Non vogliamo vedere l’asso della Nankatsu diventare un brocco perché ha troppi pensieri per la testa, o una delle nuove giocatrici dello Shoan che non prende più una palla !!! Né vogliamo vedere due nostri amici che non si parlano più solo perché sono troppo imbarazzati per farlo !!!”. Jody la guardò, ammirata. La franchezza di Kay era uno dei suoi lati migliori; era una cosa di famiglia, anche suo fratello era così...involontariamente fissò Aly nel pensare questo, e mentre tutti gli altri si rasserenavano per la pace tornata tra i due, lei sospirò nel vedere il dolore negli occhi azzurri dell’amica. Per venire da lei, aveva rinunciato a tanto, forse troppo....come poteva lasciarla soffrire così? Ma, del resto, che poteva fare? Scosse il capo. Ora doveva pensare solo alla partita....questa volta guardò Misugi che, vicino a Yayoi, rideva con gli altri; e strinse forte la borsa di medicine che aveva deciso di portare con sè......

 

“Eccoci alla sesta giornata di campionato, gentili ascoltatori. La prima sfida di oggi si preannuncia incandescente, poiché le due sfidanti sono rispettivamente la Nankatsu e la Musashi, due squadre favorite per questo campionato, come per tutti i precedenti, antiche rivali fin dai tempi delle elementari. Tutto ciò grazie soprattutto ai loro capitani, Tsubasa Oozora e Jun Misugi, entrambi assi della nostra nazionale. Ma non sono le uniche stelle che brillano in campo, quest’oggi: potremo infatti assistere anche alle splendide parate del grande portiere Wakabayashi, portiere titolare della nazionale Juniores, e allo splendido gioco di Taro Misaki e Mamoru Izawa, compagni di squadra di Tsubasa da tempo immemorabile. Ma lo spettacolo non finisce qui. Oggi pomeriggio avverrà la prima semifinale, quella tra il Toho di Kojiro Hiyuga e la Furano di Matsuyama. Siamo certi che anche questa sfida, anch’essa antica e storica, ci riserverà grandi emozioni. Ma ecco il fischio d’inizio. La partita è iniziata“. La voce del commentatore si spense finalmente, lasciando spazio al gioco, ma Jody non vide neppure Misaki che passava la palla a Tsubasa per il calcio d’inizio, poiché si era voltata verso il cugino con espressione stupita “Ma non me l’avevi detto !!!!” esclamò, incurante di farsi sentire da tutto lo stadio. Matsuyama sorrise “Si, hanno anticipato la semifinale a oggi, per poter poi concedere riposo alle due finaliste. Anche perché si era certi che sarebbero state due tra queste quattro squadre. E’ solo un caso che la sfida tra Tsubasa e Misugi sia ai quarti, e non in semifinale. Quella che vincerà sarà una delle finaliste. Credimi. E.....ah, guarda !!! Il tuo ragazzo sta per fare uno dei suoi numeri !!!”. Jody, stordita dal discorso, si voltò appena il tempo per vedere Wakabayashi saltare abilmente e bloccare la palla che Misugi aveva colpito in rovesciata. Esultò per un momento, poi arrossì “Se possibile, non vorrei che tu lo chiamassi così....” Mormorò, e Matsuyama rise “Va bene, va bene.....non credevo fossi così timida !!! Che carina.....” Jody arrossì ancora, stavolta per la rabbia “Vedremo te quando Yoshiko tornerà qui.......comunque, non cambiare discorso !!! Quello che conta è che tu oggi pomeriggio giocherai per la finale contro Kojiro Hiyuga....Hikaru......” la preoccupazione trapelava dai suoi occhi, e il cugino sorrise nel notarlo “Non preoccuparti, cuginetta !!! Vincerò, non aver paura”. Jody cercò di sorridere, ma non era quello che intendeva. Aveva paura che si facesse male, scontrandosi con la tigre...che non voleva altro che confrontarsi ancora con Tsubasa e Wakabayashi.....

 

“AAHHH !!!” un urlò la riportò alla realtà. Stavolta era Tsubasa che, palla al piede, aveva attraversato tutto il campo aiutato da Misaki e si era posizionato davanti alla porta avversaria. Il suo tiro però fu bloccato da Jun, che lo intercettò in rovesciata per rispedirlo nella metà campo avversaria. Ma Izawa non era d’accordo, e intercettò la palla, mandandola verso Misaki. Misugi la recuperò, sparando un bolide verso la porta della Nankatsu, ma Wakabayashi fu pronto ad intervenire. E quello fu soltanto uno dei tanti episodi di questo tipo che capitarono. Il primo tempo finì, iniziò il secondo e la situazione rimase la stessa. La palla continuava a volare da una parte all’altra del campo, spinta dalla ferrea volontà di quei ragazzi che avevano fatto per anni del calcio la loro unica ragione di vita....esattamente come Jody e le altre avevano fatto con la pallavolo “Forse è proprio per questo che ci troviamo così bene insieme....ci capiamo perfettamente, e capiamo il bisogno degli altri di dedicarsi senza limiti allo sport.....ma ora non è più l’unica cosa della nostra vita.....” Questo l’aveva capito quando aveva conosciuto Richie. Ma era stato Wakabayashi a farle capire quanto bello potesse essere tutto ciò, soprattutto dopo tanto dolore. “In effetti Richie mi ha ammirato quando mi ha visto giocare la prima volta, ma non gli è mai andato bene che io e Angel ci dedicassimo alla pallavolo....voleva che smettessimo…che smettessi....invece lui non è mai stato così contento come quando ha saputo che aveva ricominciato a giocare...cielo, ma come ho fatto a non capire subito quanto sono fortunata? Io....” Le sue riflessioni si interruppero. Jun era di nuovo all’attacco, e la sua elevazione in aria sembrava essere il riflesso di quella di Wakabayashi, che si stava sporgendo per afferrare la palla, mentre Jun stava roteando per eseguire l’ennesima rovesciata. Lo scontro in aria fu violentissimo, ed ebbe l’unico risultato di farli cadere a terra entrambi. Successe tutto troppo velocemente. I due ragazzi caddero e non si rialzarono. Jody scattò in avanti, incurante del divieto di entrare in campo “Genzo !!!!” urlò con tutta la voce che aveva, ma il suo urlo si confuse con quello di qualcuno vicino a lei. Yayoi si era alzata in piedi e aveva urlato a sua volta “Jun !!! Oh, misericordia !!!” le due ragazze si guardarono, poi Yayoi corse dall’amica “Jody, Jody !!!” singhiozzò “Jun.....” Jody annuì, abbracciandola e cercando di domare il terrore che stava provando. Wakabayashi non si era ancora rialzato. E nemmeno Misugi. Yayoi singhiozzava, e le altre ragazze erano in piedi con un’espressione preoccupata sul volto. Yoshiko si era voltata e aveva trovato rifugio nell’abbraccio di Matsuyama. Era preoccupata per i due ragazzi, ma non poteva fare a meno di pensare che quel pomeriggio avrebbe potuto essere Hikaru a essere disteso su quel campo. L’arbitro finalmente fischiò, e Jody si precipitò verso il campo. Suo cugino la fermò appena in tempo “Jody, no !!! Non puoi entrare, rischi di far squalificare la squadra !!!” le urlò, vedendo che la ragazza si dimenava. Ma lei non aveva voglia di ragionare “Posso invece. Sono esperta in ferite da gioco e non solo, e devo aiutarli. Lasciami, Hikaru !!!” il ragazzo però non accennò a lasciarla. Jody si calmò, ma il suo tono divenne glaciale. “E va bene. Mettiamola così. Pensi che a qualcuno dispiacerà se impedirò al baronetto del calcio di avere un infarto? O se eviterò a Wakabayashi di avere guai alle prossime olimpiadi nazionali? Ora lasciami!!!”. Le sue parole ebbero l’effetto voluto. Matsuyama lasciò andare la ragazza, che si avviò, voltandosi poi per dire “E non credere che non interverrò anche se capitasse qualcosa a te, oggi”. Raggiunse di corsa la porta, dove i due ragazzi erano ancora distesi, e mostrò all’arbitro la propria borsa con mende e medicine. L’uomo annuì, e la ragazza si inginocchiò tra i due feriti. Fissò Wakabayashi, che perdeva sangue dalla tempia, ma il ragazzo si alzò in quell’istante “E’ solo un graffio. Pensa a Jun. Non si è ancora ripreso....” A quelle parole, la ragazza si voltò di scatto verso Misugi, immobile e disteso a terra. Non respirava “Oddio mio” sussurrò Jody, avvicinandosi di scatto, e cercando di raddrizzare il corpo del ragazzo. Gli appoggio l’orecchio destro al petto, ma il battito era debole e irregolare, e il volto stava divenendo sempre più pallido. “.....dove l’ ho messo....ecco !!!” annaspò alla ricerca di un barattolo che aveva nella borsa, poi si voltò. Yayoi era ancora al bordo del campo, e Jody la chiamò con un gesto. Due secondi dopo la ragazza era di fianco a lei, piangente e spaventata “Jun...Jun.....” Chiamava inutilmente. Jody bloccò le sue parole con un gesto e disse, in tono di comando “Dobbiamo farlo respirare. Solo allora potrò dargli questa medicina. Yayoi, devi farlo tu. Io devo controllare le sue condizioni. Ecco, il capo è reclinato nel modo giusto. Devi solo inspirare e espirare dopo aver poggiato la bocca sulla sua. Svelta, non abbiamo tempo da perdere !!!” Yayoi la guardò, confusa “Ma io....” “Tu sei l’unica che può farlo” tagliò corto Jody. Era vero. Solo per lei Jun avrebbe lottato per vivere. Yayoi annuì, riluttante, si raccolse i capelli e inspirò, per poi posare la sua bocca su quella del ragazzo che amava, cercando di salvargli la vita. Il petto di Misugi si alzò e poi si abbassò, ritmicamente. Jody controllò il polso, poi annuì. Fece scostare Yayoi, e diede a Jun la medicina che aveva in mano. In ragazzo la assimilò senza proteste, e rimase incosciente. Jody fece un cenno all’amica, che ricominciò a farlo respirare, fin quando il ragazzo non tossì, respirando bruscamente. Cercò di alzarsi, ma non ne aveva le forze, e Jody lo costrinse a rimanere immobile. Yayoi si tirò indietro, sconvolta dal sollievo, con gli occhi verdi pieni di lacrime di gioia. Jody annuì, per poi rivolgersi all’arbitro “Bisogna sostituirlo. Non è in condizione di giocare ancora”. L’uomo annuì, facendo un cenno all’allenatore. Jun cercò di alzarsi “Aspetta un attimo.....” Protesto, ma lo sguardo tagliente della ragazza non ammetteva proteste “Silenzio. Tu non puoi giocare ancora e uscirai. E’ un ordine del tuo medico personale”. Jun ricadde sull’erba, sorridendo lievemente “E da quando....saresti il mio medico?” chiese in tono ironico, ma Jody era serissima “Da quando tu non ascolti più il dottore. Ho trovato la medicina che dovevi prendere ieri, intatta. Ecco perché stai male !!!” Yayoi sussultò, sconvolta, e così anche tutti gli altri giocatori “Credevo che sapessi cosa rischiavi, che fossi prudente....ma vedo che non è così. Ora farai come dico io. Misaki, Izawa, fatelo alzare e accompagnatelo fuori !!!” il tono era talmente imperioso che i due ragazzi scattarono e sollevarono l’amico, per poi trasportarlo fuori dal campo, seguiti da Yayoi. A un gesto di Jody, lo lasciarono dove c’erano le altre ragazze, nello spazio tra le due panchine (Non volevano essere parziali, e così si sono messe in mezzo. NdA) ; allora Jody si rivolse a Wakabayashi, che le sorrise “Ben fatto....” iniziò a dire, ma lei lo interruppe “E ora pensiamo a te. Non ti faccio uscire, ma fai un’altra cavolata del genere e lo farò, siamo intesi? Ora fatti medicare” ci fu un silenzio incredulo,mentre la ragazza si alzava in punta di piedi per fasciargli la ferita, poi scoppiarono tutti a ridere. Il SGGK che veniva battuto a quel modo...a parole e da una ragazza !!!! Tsubasa si accasciò per terra ridendo, mentre Wakabayashi diventava viola. Ma Jody non si fece nessun problema e lo medicò con cura, per poi voltarsi e lasciare il campo. Raggiunse, seguita dagli occhi di tutto lo stadio, la postazione delle manager, dove Jun stava disteso con la testa appoggiata alle gambe di Yayoi. Il ragazzo la fissò con fare ironico “Non una parola ! Oppure ti faccio spedire dritto dritto all’ospedale, invece di farti vedere la partita” tagliò corto lei. Il ragazzo annuì, sospirando. Yayoi lo fissò, con occhi pieni di lacrime “Oh, Jun !!! Perché non hai preso la medicina? Se solo penso che potevi....” “Basta Yayoi !!! Io odio quell’intruglio, e pensavo che avrei potuto tranquillamente farne a meno per una volta....” “Proprio prima della partita???” urlò lei, singhiozzando per il terrore che aveva provato, ma Jun ne aveva abbastanza “Sai, voglio che la pianti di considerarmi un povero malato che non può fare due passi !!! So cavarmela da solo, non c’è bisogno che tu mi stia dietro come a un bimbo....”; le parole avrebbero zittito senza problemi la Yayoi di una volta. Ma la ragazza, da quando era arrivata Jody, aveva acquisito una sicurezza unica, e si sentì in pieno diritto di replicare “Ma non pensi a me? Allora tutto ciò che mi hai detto ieri non era vero !!! Non pensi come mi sento io, ogni volta che ti accasci in campo? Eppure non ti ho mai chiesto di smettere di giocare!!! Ti sono stata sempre vicino, curandoti e pregando per te !!! E’ così che mi ringrazi? Pensa, come ti sentiresti se io all’improvviso, giocando a pallavolo, svenissi e non respirassi più? Ma a te non importerebbe...non te ne importa nulla di me !!!” si alzò, incurante del fatto che il ragazzo in quel modo avrebbe sbattuto la testa, e scappò via. Jun non si lamentò neppure per la botta, tanto era stupito “Yayoi !!!” urlò, ma era troppo tardi. Lei era corsa via. “Ha pienamente ragione. Devi pensare anche a lei, quando metti in gioco la tua vita Jun. Ti ama così tanto che ne morirebbe, se ti accadesse qualcosa” sentenziò Alex, che stava dietro di lui. Il ragazzo fissò addolorato la ragazza che correva via, comprendendo solo allora di quante volte l'avesse inconsciamente ferità. "Jody...." sussurrò, e la ragazza annuì "Ci penserò io....ma lascia che si sfoghi un po', prima. Alex, Allenby, ci pensate voi?" chiese, non volendo lasciare Yayoi da sola, ma non potendo abbandonare il campo. Le due annuirono, uscendo di corsa "Vedrai, sistemeremo anche questo" disse in tono rassicurante, riprendendo a fissare la porta della Nankatsu.

 

Ovviamente, senza la presenza di Jun in campo, la Nankatsu ebbe vita facile, e alla fine vinse per 4-1. Jody fissò soddisfatta Wakabayashi, che stava fermo al centro della porta col solito cappellino calcato sugli occhi e un sorriso enigmatico sul volto, poi si voltò, leggermente dispiaciuta, verso Jun, ancora disteso a terra. Il ragazzo ricambiò con serenità il suo sguardo "Ehi, non fissarmi così, va bene? Lo sapevo che senza di me la squadra non aveva speranze (Modesto però. NdA), ma non ho rimpianti. Almeno non per la partita. Invece...." si interruppe, e nei suoi occhi ci fu un barlume di supplica. Jody capì cosa intendeva, e sorrise tra sè e sè. Per lui Yayoi era più importante del campionato.... "Non ti preoccupare, ti ho detto che ci avrei pensato io...." "Allora si che deve preoccuparsi !!!" esclamò una voce dietro di lei; Jody si girò, stupita, solo per andare a sbattere contro la visiera del cappellino rosso di Genzo, che la stava abbracciando di sorpresa "Ma che...Genzo? che ti prende?" chiese, confusa, cercando di recuperare la visuale. Lui non la badò, rivolgendosi all'amico ancora a terra "Guarda che se lasci fare a lei, rischi grosso. Meglio avvisare il centro calamità naturali...." "GEEEEEEEENNNNNNNNNNNNNZZZZZZZZZOOOOOOOOOOOOOOOO WAAAAAAAAKKKKAAAAAAAAAAAAAAABBBBBBBAAAAAAAAAAAYYYYYYYAAAAAAASHIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!! COME OSIIIIIIIIIIIIIII?????????????" urlò lei, liberandosi dell'abbraccio e iniziando ad inseguirlo. Il ragazzo, che ora temeva seriamente per la propria vita, si rifugiò negli spogliatoi, dove lei di certo non poteva seguirlo. Ma Jody nemmeno se ne accorse, e come una furia lo seguì, spalancando la porta (Ehi, non fatevi strane idee, gli spogliatoi erano ancora vuoti !!!" NdA). Sul campo, intanto, Jun si era rialzato in piedi e stava chiaccherando coi compagni, rincuorandoli. Ma la sua mente era altrove. Dietro di lui, sei ragazze sorridevano enigmatiche, aspettando.

 

"Genzo !!! Aspetta che ti prenda e....AHIA !!!!" Jody protestò sonoramente quando andò a sbattere col naso contro la schiena del ragazzo che si era fermato di colpo. Si tirò indietro, dolorante, premendosi le mani contro la parte offesa per qualche secondo, per poi investirlo di nuovo con una valanga di parole "Ma ti sembra il modo di fermarti così di botto? Mi sono fatta mal---" Genzo, guardando fisso qualcosa davanti a lui, non badò nemmeno alle proteste della ragazza, ma si limitò a tapparle la bocca con una mano "Shhht, smettila di fare baccano. Guarda la !!!" sussurrò. Jody, colpita dal tono serio del ragazzo, guardò nel punto da lui indicato. Li stava Yayoi, ferma con lo sguardo basso, appoggiata al muretto vicino all'uscita dello stadio. Era immobile. genzo la fissò incuriosito, poi si voltò verso Jody "Che le è successo?" chiese. Jody lo fissò in modo eloquente, ma il ragazzo non capì "Beh?". A quel punto, Jody morse leggermente la mano che le tappava la bocca "AHIA !!!! MA CHE FAI ?????" urlò lui, mentre la ragazza respirava liberamente "No, dico, come credi che possa risponderti se mi tieni la bocca tappata? Comunque, è succeso he il suo ragazzo ha dimostrato di avere la testa nel pallone...e non è un modo di dire. Oggi stava per morire solo perchè non voleva prendere la medicina, e quando lei l'ha rimproverato lui le è scattato contro. Inutile dirti che lei se l'è presa....e stavolta ha reagito. Credo che avesse veramente sopportato troppo in silenzio". Wakabayashi fissò assorto la ragazza dai capelli rossi, poi si voltò di scatto verso Jody "E...ehi, non starai mica facendo dei paragoni? Vuoi dire che ti trascuro per il calcio??????"; era sinceramente sconvolto, notò Jody, così decise di non replicare con qualche battuta pungente ma si limitò a spingerlo da parte dicendo "No" e avviandosi verso la ragazza. Lui la fissò, sbalordito "E...ehi, aspetta, dove vai adesso?". Jody si fermò e si voltò a guardarlo con aria dolce "Non è ovvio? Vado a sistemare la situazione...."

 

Yayoi, che non si era ancora accorta dei due che urlavano a pochi passi da lei (Ma che è, sorda? NdTutti), stava imbambolata con gli occhi fissi a terra pieni di lacrime. Non riusciva a dimenticare la faccia arrabbiata di Jun quando lei lo aveva rimproverato, quando le aveva detto che doveva smetterla di trattarlo così....ma lei si preoccupava solo per lui, perchè aveva paura di perderlo !!! Possibile che lui non lo capisse??? Le lacrime che aveva cercato di frenare ripresero a scorrere senza sosta, accecandola, mentre mentalmente invocava che qualcuno la aiutasse. Neanche a farlo apposta (Si si, tanto lo sappiamo che è colpa tua...NdLettori. Ehm....NdA), proprio in quel momento udì la voce di Jody "Ehi, basta piangere ora". Alzò gli occhi, stupita, e vide l'amica che la fissava sorridendo dolcemente. Senza potersi frenare, le si gettò contro e cominciò a singhiozzare. Jody la abbracciò, accarezzandole la testa "Su, su, va tutto bene. Lo so che cosa volevi dirgli....e lo sa anche lui. Yayoi, non ti preoccupare, non ce l'ha con te" provò a dire, per vedere se la ragazza fosse preda del suo solito immenso senso di colpa. Ma Yayoi scosse il capo "Perchè....perchè....non capisce quello che provo? Lo fa apposta per farmi morire dalla preoccupazione????". Quindi stavolta Yayoi reclamava un po' di attenzione per sè ! Era anche ora. "Sai, Yayoi, io credo che....non si sia ancora reso conto che per te è così difficile, altrimenti ci penserebbe di più. Lui ti vuole bene...." "Non è vero !!!!!! Non gliene importa nulla di me !!!!!" urlò la ragazza. Jody la strinse di più "No, Yayoi, questo non è vero. Quando la sua squadra ha perso, alla fine della partita, lui non era triste. Lo preoccupava ben di più il fatto che tu fossi arrabbiata con lui....." sentì un singulto. Yayoi alzò gli occhi verdi pieni di lacrime, sconvolti. Jody sorrise. L'aveva convinta...."Oh no....hanno perso....povero capitano....." sussurrò, per poi correre via verso gli spogliatoi, urlando "Capitano !!!!!". Jody rimase immobile dov'era, mentre un'enorme goccia le compariva sulla nuca "Ma....non ti stavi lamentando che pensava più al calcio che a te? E ora ti preoccupi se ha perso?" domandò nella sua mente. Sentì un colpetto sulla testa, e si voltò; Wakabayashi stava li, sorridendole, con la sacca della squadra dietro le spalle. Era vestito in maniera normale. Jody sgranò gli occhi "Ma...ti sei già cambiato???" chiese incredula. Lui la colpì noncurante con la sacca "Guarda che sei tu che perdi tempo !!!" sentenziò. Jody ringhiò, poi lo guardò meglio. Aveva un'espressione serena e contenta, i suoi occhi scintillavano. Era veramente felice. In un attimo, la sua rabbia svanì, e la ragazza sorrise. In quel momento lui riportò la propria attenzione su di lei "Allora, hai risolto il problema?" chiese sorridendo. Jody, incantata, riuscì a rispondere a stento "S...si, quando le ho detto che aveva perso, si è dimenticata di essere arrabbiata....". Lui sorrise furbesco, per poi avviarsi "Andiamo a casa?" chiese. La ragazza annuì, anche se lui era voltato e non poteva vederla, poi lo raggiunse e lo prese a braccetto. Il ragazzo arrossì per quella dolcezza improvvisa, ma lei alzò gli occhi, che in quel momento erano pieni di dolcezza e cuoricini, e disse "Sono contenta che abbiate vinto". Lui si fermò, sorridendo sempre, e si chinò verso di lei. Jody socchiuse gli occhi, alzandosi in punta di piedi e.....proprio in quel momento un boata si levò dallo stadio, dietro di loro. I due ragazzi tornarono alla realtà bruscamente (Certo che l'autrice è proprio perfida !!!! NdTutti gli altri personaggi Appunto !!! NdJody e Genzo Ih Ih !!!! NdA_sempre_più_perfida). Jody, rossa fino alle scarpe, si voltò di scatto per capire cosa stesse succedendo, poi un flash le attraversò la mente "Accidenti !!!! C'è la partita di Hikaru contro il Toho !!!!!" urlò, portandosi le mani alla bocca in un gesto sgomento. Lei e Genzo si guardarono per un attimo, con un lampo di intesa, poi cominciarono a correre tutti due in direzione del campo.

 

Quando Jody arrivò, ansante e senza fiato, suo cugino stava già giocando, ed era impegnato in un confronto con Hiyuga. "Hikaru !!!" urlò lei, spaventata, mentre Genzo le passava un braccio intorno alle spalle, in un gesto di mutua solidarietà. Jody nemmeno se ne accorse; seguiva con occhi apprensivi Hikaru da una parte all'altra del campo. Aveva come la sensazione che sarebbe accaduto qualcosa, qualcosa di brutto...si voltò verso i componenti della Nankatsu con occhi supplici. Tsubasa la fissò, comprensivo "Non preoccuparti" le disse, e Misaki continuò "Hiyuga può sembrare una canaglia, ma in realtà non è così...vedrai che andrà tutto bene". Lei annuì, cercando di calmarsi, ma la sensazione di pericolo continuava a pervaderla. Un'occhiata a Yoshiko le confermò che anche l'amica la pensava come lei. Le altre ragazza poi si erano disposte a cerchio intorno a loro due, quasi a voler infondere loro il loro spirito, quasi a volerle proteggere. Sapevano benissimo cosa stavano pensando.

La situazione rimase questa per quasi un'ora e venti. La partita era agli sgoccioli, mancavano ormai pochissimi minuti, circa sette, e le due squadre erano in perfetta parità, 0 - 0. Hikaru aveva contrapposto, alla forza bruta dei tiri di Hiyuga, la maestria e la preparazione apprese ad Hokkaido. Ma lo sforzo che aveva compiuto era ben visibile sul suo volto. Jody, che non l'aveva bbandonato un attimo con gli occhi, pensò "Lui....lui non ha compagni validi come Tsubasa e Hiyuga...è solo...sta giocando questa partita da solo.....no...." in quel momento sentì che il suo presentimento si stava realizzando. "Hikaru !!!!" urlò, ma il ragazzo non la sentiva. Era lanciato, per l'ennesima volta, contro la porta avversaria, palla al piede, e volava veloce tra gli avversari, quasi avesse le ali. Ma Hiyuga lo stava aspettando. Jody ebbe la certezza che in quel momento sarebbe accaduto, e si slanciò in avanti "Hikaru !!! NOOOOOOOOOO !!!!!!!!"; sentì però una mano che la afferrava e la tratteneva "Jody, non puoi entrare in campo !!!! Faresti squalificare la squadra....." sembrava la copia di quello che Hikaru le aveva detto poco prima. Jody guardò con gli occhi pieni di lacrime Genzo "Lascimi, devo andare, si farà male...." urlò, cercando di liberarsi. Ma il ragazzo non la lasciva "Jody, aspetta..." in quel momento si sentì l'urlo di Yoshiko. Si voltò, colta da un terrore indicibile. Il tempo parve fermarsi. Hiyuga rubò la palla a Matsuyama e lo mandò a terra. Hikaru si rialzò, arrabbiato, e inseguì l'avversario, parandoglisi davanti. Hiyuga lo guardò con fare malignio, e gli lanciò il pallone sullo stomaco, con forza inaudita. Jody vide il volto di Hikaru divenire bianco, poi il ragazzo si accasciò a terra. Hiyuga, ridendo, fece per proseguire, ma Hikaru da terra riuscì a portargli via la palla, cercando di passarla a un compagno. Jody vide una furia disegnarsi sul volto di Hiyuga, mentre la sua gamba colpiva con tutta forza quella di Matsuyama, riimpossessandosi del pallone. Hikaru urlò di dolore, e il calzino si macchiò di rosso. Fu quello che fece rinsavire Jody, che fino a quel momento era rimasta immobile, troppo terrorizzata per crederci. Senza ricordarsi che Genzo la tratteneva, scattò in avanti "NOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" urlò, nel vedere che suo cugino era a terra e non si rialzava. Si liberò senza nemmeno rendersene conto dalla stretta del portiere, proprio nel momento in cui l'arbitro fischiava per interrompere il gioco. Jody non lo sentiva, non sentiva nulla , vedeva solo Hikaru disteso a terra. Alla fine lo raggiunse, chiandosi su di lui con fare protettivo e spaventato. Il ragazzo si voltò leggermente a guardarla "Jo....dy" mormorò, mentre il suo volto si contraeva per il dolore. La ragazza annuì, sfiorandogli il viso con la mano, quasi a sottolineare che era li con lui. In quel momento anhe Yoshiko si lasciò cadere di fianco al suo capitano (Intendo Matsuyama. NdA), e la fissò con sguardo supplice. Jody controllò la lesione alla gamba, abbassando rapidamente il calzino del ragazzo, e rabbrividì. la gamba era gonfia, rossa e sanguinava; sembrava fosse lussata, forse addirittura rotta. Jody la tastò con dita tremanti, e sentì il cugino che sussultava. Si viltò verso di lui "Hikaru, non puoi continuare a giocare, devi lasciare il campo !!!! Ti prego !!!!" disse, notando anche che non si era ancora ripreso dal colpo allo stomaco. Ma il ragazzo scosse il capo "N...no....finchè....non...sarà finita....non me ne...andrò...." Yoshiko lo sostenne, mentre cercava di sollevarsi a sedere, e Jody urlò "Ma non puoi continuare !!! La gamba potrebbe essere rotta....". Yoshiko ebbe un singulto, fissando qualcuno alle spalle di Jody; la ragazza si voltò, vedendo Hiyuga che, fermo dietro di loro, guardava Matsuyama in tono compassionevole. "E' inutile, Matsuyama. Puoi farti coccolare quanto vuoi, ma alla fine vincerò io !!!! Ah ah ah" urlò, indicandolo con fare accusatorio. Jody sentì la rabbia crescerle dentro, e fece per scattare in piedi e dare una lezione a quello sbruffone, ma la presa di suo cugino sul polso la fermò. Jody si voltò verso di lui, incredula, ma il ragazza aveva uno sguardo serio e sicuro che le tolse ogni volontà di protestare. "Jody....io devo arrivare alla fine. Devo vincere questa partita....aiutami, ti prego. Fai in modo che possa giocare gli ultimi minuti. Te ne prego....Jody". Gli occhi castani di Hikaru erano troppo sinceri e profondi, Jody dovette distogliere i suoi. Annuì, guardando altrove, poi prese a fasciare strettamente la gamba del ragazzo "Potrai sopportare per qualche minuto ancora, ma sta attento a non prendere altri colpi" disse a bassa voce, quasi stesse lottando con se stessa. Era così, poichè non avrebbe mai voluto esporlo a un simile pericolo. Fece per parlare, ma Yoshiko la fermò "Capitano....lascialo giocare, te ne prego" sussurrò, e Jody annuì. La scelta spettava a loro due. Uscì riluttante dal campo, trovando conforto nell'abbraccio di genzo, che senza dire una parola la strinse a sè, premendosi la testa di lei contro il petto. In quel modo, nessuno potè vedere le sue lacrime.

Hikaru era di nuovo in piedi, e correva all'inseguimento di Hiyuga come poco prima. Nessuno poteva sapere quanto forzo gli costasse muoversi, nessuno doveva saperlo. Bastava solo che lui riuscisse a muoversi, non importava a quale prezzo. Hiyuga stava di nuovo insidiando la loro porta, e Hikaru accellerò l'andatura, cercando di porsi davanti all'avversario per fermarlo. Ma era troppo tardi. Il tiro di Hiyuga era già partito, e Hikaru non poteva farci nulla....la sua mente non accettò questo fatto, e il ragazzo saltò, cercando di bloccare la palla con un Tackle aereo. Jody, ancora stretta a Genzo, sentì il singulto del ragazzo e si voltò, in tempo per vedere la palla colpire la gamba del cugino, travolgerlo e insaccarsi a rete. Hikaru cadde a terra, e un urlo di dolore gli sfuggì dalle labbra. Jody sussultò, cercando di fermare le lacrime, ma non poteva fare nulla. L'aveva pregata...l'aveva supplicata....ma questo voleva dire che doveva stare li a vederlo mentre si ammazzava? Cercò di muoversi, ma non ci riusciva. I suoi occhi corsero al cronometro dello stadio: mancavano solo due minuti....Hikaru si rialzò a fatica, trascinandosi verso il centrocampo. Era la sua ultima occasione, doveva pareggiare, poi sarebbero andati ai supplementari. Aspettò il fischio dell'arbitro, poi partì di corsa, da solo, verso la porta del Toho, dove lo attendeva l'implacabile Ken Wakashimazu. "Devo segnare...così....dopodomai...incontrerò....Tsubasa...e gli altri....devo...vincere !!!!" pensò, cercando di controllare il dolore e il tremito alla gamba, che ormai era arrivata al limite. Jody portò le mani alla bocca, cercando di non singhiozzare. I 2 minuti erano ormai trascorsi....Hikaru era al limite....perchè la partita non finiva????? Perchè??? Hikaru arrivò davanti alla porta, e si preparò al tiro. Ma non si era accorto che, dietro di lui, Hiyuga l'aveva raggiunto e si era gettato in un tackle micidiale per fermarlo. L'azione ebbe i suoi frutti. Hikaru volò per aria, mentre Hiyuga riconquistava il pallone, che però per l'impatto schizzò in aria. Hikaru ebbe un lampo negli occhi "E'...la mia ultima occasione" pensò, ruotando su sè stesso e colpendo la palla con la gamba ferita, coperta dal calzino che ormai era vistosamente colorato di rosso. La palla schizzò verso la rete, mentre il giocatore ricadeva a terra. "Entra...ti prego...entra...." sussurrò, poi i suoi pensieri si fecero confusi. "Jody....Yoshiko...." sussurrò ancora, mentre nella sua mente si affacciavano i volti preoccupati delle due ragazze. Cercò di recuperare la lucidità per vedere la palla. Stava per entrare in porta.....ma Wakashimazu, che aveva preso lo slancio sull'altro palo, arrivò proprio in quel momento e la deviò, facendola uscire per poco. In quell'istante, l'arbitro fischiò. Ci fu un boato dalle tribune, mentre il nome del Toho iniziava a lampeggiare nel tabellone, ma gli occhi di tutti erano rivolti al giocatore sconfitto. Matsuyama si era rialzato a fatica, e stava osservando la palla che era finita fuori, incredulo.

Era finita. Il Toho aveva battuto la Furano per 1-0

 

 

 

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Capitolo 17
*** Nuovi arrivi e vecchi ricordi.... ***


Capitolo 16: Nuovi arrivi e vecchi ricordi....

 

Jody guardò sconsolata suo cugino, che fissava incredulo il tabellone. La Furano era stata battuta dal Toho, e questo significava che era fuori dal torneo. Hikaru si voltò a guardarla, poi il dolore alla gamba ebbe il sopravvento e il ragazzo crollò in avanti. Jody scattò verso di lui, seguita da Yoshiko, e le due ragazze si inginocchiarono di fianco al capitano ferito. Yoshiko lo fece stendere, facendogli posare la testa sulle proprie gambe, mentre Jody prese a tastare la ferita. Quando Hikaru sussultò, la ragazza si fermo e lo guardò, preoccupata. Poi pose un tampone sopra la ferita e fece cenno agli amici di avvicinarsi e portarlo in infermeria. Ma, mentre Genzo e Misaki si avvicinavano, Jody vide il sole oscurasi, e si ritrovò all'ombra. Alzò gli occhi sorpresa, solo per vedere Hiyuga che la fissava e fissava Hikaru con fare ironico. "Ah, alla fine il povero eroe non ce la fa....ma per fortuna ha il suo stuolo di belle ragazze che lo coccolano" commentò; Jody sentì la rabbia montarle dentro. Ma lui continuò "Ma guardalo !!!!! Là, appoggiato alle gambe della sua ragazza e con un'espressione sofferente....mi fai ridere, Matsuyama !!!!". Yoshiko alzò gli occhi, con espressione irata e furente. Wakabayashi, che stava avvicinandosi e pertanto aveva sentito tutto, strinse la mano a pugno e nei suoi occhi brillò una scintilla di rabbia, alimentata dalla scena che seguì. Hiyuga afferrò Jody, china sul cugino, per un braccio e la fece alzare, portando il volto a pochi centimeri da quello della ragazza "E allora? Ho vinto io, a quanto pare. Te l'avevo detto che avrei spazzato via il tuo insulso cugino.....e domani farò fuori anche quell'insulso portiere che ti hanno affibiato come fidanzato !!! Poverina, che brutta sort---"; le reazioni di Wakabayashi, di Yusuke, di Yoshiko, di Allenby, tutte volte a proteggere Jody e a difendere l'onore di Hikaru, si arrestarono. Jody aveva avuto la reazione più veloce, e anche la più efficace. Con gli occhi che le brillavano di rabbia e di indignazione, aveva sollevato il braccio libero dalla presa del ragazzo, e la mano si era abbattuta con una forza impressionante sulla guancia di lui. Il colpo fu talmente forte da sbilanciare il ragazzo che, incredulo, lasciò la presa su di lei. Jody reagì prontamente e, sollevando il braccio appena liberato, afferrò il ragazzo per il colletto e lo tirò verso di sè "Tu azzardarti a ripetere solo una volta ancora una cosa del genere" sussurrò con tono omicida "E io ti giuro che non troveranno più traccia del famoso giocatore Kojiro Hiyuga. E per quanto riguarda Hikaru, hai ben di che vantarti per aver vinto dopo avergli distrutto una gamba.....sembra quasi che tu abbia paura di scontrarti con qualcuno non infortunato....forse dovrei raccontarlo a tutti. Kojiro Hiyuga, il grande giocatore che azzoppa gli avversari e si fa beffe dei vinti !!! Quale notizia !!!".

Kojiro era rimasto sopiazzato dalla furia della ragazza, che però non aveva ancora finito. Lo spinse via, urlando "E se penso che Tsubasa e gli altri dicevano che in realtà eri buono e leale....che sciocca !!! Come ho potuto, come ho potuto crederci !!!!!!!! Sei solo un vigliacco, Kojiro Hiyuga. E sai che ti dico? Non batterai mai, MAI la Nankatsu !!! Non ne sei in grado !!! L'hai appena dimostrato !!!". Detto ciò, scappò via, piangendo dalla rabbia; Wakabayashi e Misaki raccolsero Matsuyama e lo sollevarono per portarlo in infermeria; ma, nel farlo, Wakabayashi disse "Sono un po' geloso...non credevo ti avesse tanto a cuore". Hiyuga lo fissò, sconvolto. Ma era vero. Le parole della ragazza erano state dettate da un puro interesse verso di lui. Si guardò intorno. Era rimasto solo, se n'erano andati tutti. L'ansia di vincere l'aveva travolto, e si era trovato a giocare e a sbeffeggiare gli avveersari come aveva fatto prima dei campionati Juniores in Francia. Aveva dimenticato quanta ammirazione provasse per Matsuyama, e anche per Tsubasa, Misaki e tutti gli altri (Ehi, e io? NdWakabayashi. Buono. Tu sei 'Tutti gli altri'. NdA EEEH??? Ma non è giusto !!!). Si appoggiò alla parete dello stadio. Che stupido!!! Come aveva fatto a comportarsi così?

 

"...Sei un vigliacco!!!".....

 

Aveva proprio ragione....

 

Wakabayashi camminava a distanza di sicurezza dalla sua ragazza, fumante d'ira e pronta a sfogarsi su qualsiasi cosa (O persona, e questo era il peggio. NdA) le capitasse a tiro. Aspettò ancora un poco, per poi abbracciarla di sorpresa. Ebbe l'effetto voluto: Jody si fermò e lo fissò con fare incerto "Su, smettila di fare così !!! E' un po' sbruffone, ma non è così male....si è solo esaltato per la vittoria....ti assicuro che in realtà, quando vuole, è un ragazzo d'oro". Gli occhi azzurri avevano un'aria inquisitoria che non gli piaceva molto. Jody ponderò un po' le sue parole, poi disse "Spero che tu non sia mai stato come lui...."

Beccato in pieno !!!! Una grossa goccia di apprensione comparve sulla faccia del ragazzo, che ammise "Ecco....ehm...vedi....beh, si, lo devo ammettere, sono stato insopportabile....fino a che non ho conosciuto Tsubasa" queste parole fecero risplendere una scintilla divertita negli occhi azzurri "E ancora peggio dopo....finchè una certa ragazzina non mi ha battuto miseramente davanti ai miei amici" continuò. Jody scoppiò a ridere, una risata cristallina del tutto priva di tensione. Guardò il ragazzo con affetto "Beh, si vede che avevi bisogno di una lezione, mio caro.....dai, andiamo !!!!" esclamò, prendendolo per mano, ora tranquilla e felice. Genzo le sorrise, cominciando a seguirla, per poi sussurrare "Comunque stai tranquilla !!! Quello non ci batterà mai; domani vinceremo, e in finale lo batteremo...." "Ehi, non si era appena detto che avevi avuto la tua lezione di modestia? A quanto pare non è bastata...." disse lei con uno strano luccichio negli occhi....un luccichio che mise in allerta il ragazzo "Eh no !!!! Ora basta, non ci penso nemmeno....." cominciò a correre, inseguito a ruota libera da lei. Nessuno dei due si accorse della figura solitaria e silenziosa che li guardava.

 

"Siamo tornati !!!!" "Era ora, noi ci stamo allenando già da un pezzo !!!" esclamarono tutti, reclamando i proprio giocatori con veemenza. I due furono separati bruscamente e condotti a rispettivi campi. Jody si cambiò in fretta e entrò nella palestra "A quanto vedo la nostra capitana sembra avere altri interessi, oltre alla pallavolo". Si voltò per aggredire il proprietario della voce, ma si trovò davanti il suo allenatore "Se...senpai !!! Non so come scusarmi, io...." evitò di arrossire, ma poco ci mancava. Lui fece un gesto noncurante e la esortò a iniziare a giocare "Ti vuoi allenare o no?". Jody sorrise, prese la palla e la sollevò con una mano sola. "E va bene. Sei pronta, Kay?" esclamò, fissando l'amica che stava nel campo avversario.

 

"Uffa....che caldo !!!!" Misaki sbuffò asciugandosi il volto, mentre insieme a Wakabayashi entrava nello spogliatoio maschile (Eh si, siccome siamo professionali, i campi all'interno della villa sono dotati pure di spogliatoi. Le docce però i ragazzi preferiscono farsele nel bagno in camera. NdA). L'amico lo riprese "Ehi, vedi di non lamentarti troppo !!! Domani sarà ben peggio" sentenziò, ma Misaki esibì un sorriso furbo "Oh, no, mio caro. Sarà molto, molto meglio invece". Wakabayashi si infilò la maglietta pulita e chiese, stupito "E perchè mai?". Misaki lo squadrò un secondo, sogghignando, poi concluse "Perchè domani in panchina ad aspettarci ci sarà qualcuno di molto, molto importante...." "Piantala !!!" scattò l'altro, voltandosi per nascondere il rossore imbarazzato sul suo volto (A volte il cappellino manca, e allora....NdA). Misaki sogghigno ancora, poi uscì, diretto alla sua camera. Genzo rimase immobile, fissando il vuoto. Si sentiva un'idiota "Perchè reagisco così? Tanto è vero. Se io ora do il massimo in campo, è solo perchè lei è li a guardarmi...." uscì a grandi passi, sperando di vedere Jody che usciva dalla palestra. Ma le ragazze erano ancora dentro, così entrò a sua volta e rimase a guardare. L'allenatore lo vide, e gli fece un cenno. Il ragazzo lo raggiunse, proprio nel momento in cui Aly alzava la palla al di sopra di Jody. La ragazza lanciò un'occhiata in panchina, lo vide, saltò e fece una schiacciata ancora più poderosa del solito, che travolse in pieno Allenby. La biondina si trovò a terra, dolorante e stupita, ed esclamò "Ehi, e quella cos'era?". Jody ricadde e arrossì "Scusami....non ho controllato la potenza" spiegò. Wakabayashi sorrise. Allora non era solo lui. Anche lei dava il meglio di sè, se lui era li....la cosa lo fece sentire veramente importante, e per la prima volta in vita sua capì quanto bello fosse avere qualcuno che ti voleva bene a quel punto.

 

"Misaki? Che ci fai qui?" chiese Wakabayashi quando, arrivando sul campo dopo la doccia, trovò l'amico che stava fermo davanti alla porta, col pallone in mano. Misaki si voltò e lo fissò "Potrei chiederti la stessa cosa" disse. Wakabayashi sorrise e si avvicinò "Teso? Per domani, intendo" "Uhm...si e no. Sai, affrontare in semifinale una sconosciuta non è mai bello...ma mi chiedo..." "Vinceremo". Misaki si fermò e fissò l'amico. L'aveva detto in tono talmente convinto, che doveva esserci qualcosa, sotto "Vinceremo di sicuro !!! Avevi ragione, prima....mi dispiace di aver reagito così. Se Jody è in panchina, io riesco a giocare come non ho mai fatto prima. E immagino che per te sia lo stesso. E...solo ora mi rendo conto di quanto tutto ciò mi faccia stare bene" confessò. Misaki sorrise, battendogli amichevolmente la mano sulla spalla destra "Ho capito, ho capito....e hai perfettamente ragione. Ragion per cui, se non vuoi che ci spellino vivi, domani dobbiamo vincere". Il portiere lo fissò ridendo "Hai ragione...e vinceremo, allora" "Ehi voi due, che ci fate qui? Fra poco la cena sarà pronta !!!" esclamò una voce dietro di loro. Voltatisi, videro Jody che, in tenuta da sera (Che vorrebbe dire Top-camicetta azzurra senza maniche- e pantaloni attillati. NdA) li fissava con aria perplessa. Misaki rise, mentre Wakabayashi la fissò, stupito e deliziato. Ma la ragazza non si accorse dello sguardo adorante degli occhi neri di lui "Volete fare tardi? Si può sapere cosa...." continuò, quando un frusciò alle sue spalle la colpì di sorpresa e la indusse a voltarsi, non prima di aver visto l'espressione di assoluto stupore negli occhi dei due ragazzi che le stavano davanti. Voltatasi, rimase immobile, fissando due occhi castani ridenti, che la salutavano e la riconoscevano. Senza volerlo, si voltò ancora di più per fissarlo in volto. Gli occhi castani appartenevano a un ragazzo alto, dai capelli castano - chiari, che le si era fermato alle spalle, e che lei stava fissando ad occhi sgranati, senza riuscire a crederci. Lui sorrise amichevolmente e con affetto, come per salutare qualcuno di caro che non si è visto per un bel po' di tempo, ma quando Jody riuscì a riprendere l'uso della parola, tutto quello che riuscì a dire fu "E...e....e...E TU COSA DIAVOLO CI FAI QUI??????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

 

(Questo fu il primo benvenuto che Schester, l'asso del Brema, ricevette in Giappone. NdA E che cavolo ci fa li? NdTutti. E un po' di pazienza, che diamine!!!! L'ha chiesto prima Jody !!!! NdA)

 

Mentre Jody rimaneva in attesa di una risposta, mentre il ragazzo cercava di riprendersi dall'urlo che lo aveva investito, Wakabayashi e Misaki rimasero a fissare quello che era stato uno dei loro più temuti avversari ai campionati Juniores in Francia, secondo solo a Schneider, Schester, il regista del Brema....a un tratto, questo fece scattare una consapevolezza e una comprensione improvvisa nella testa di Wakabayashi. "Ma certo !!!" Urlò. Misaki scostò lo sguardo dai due davanti a loro per fissare, incerto, l'amico "Certo che cosa?" chiese. Il portiere, continuava a fissare il ragazzo tedesco "Le ragazze abitavano a Brema !!! E lui è l'asso del Brema !!! Questo spiega perchè si conoscono !!!" esclamò convinto; la sua mente era assolutamente sicura che la spiegazione fosse quella, e si concesse un sorriso di orgoglio; ma Misaki era di un'altro parere "Mica tanto ovvio...Brema è grande come città....ci sarà pure un motivo più specifico. Come fa Jody a conoscere così bene l'asso del Brema al punto da urlargli senza preoccuparsi delle conseguenze 'E tu cosa ci fai qui?', non ti pare?". Genzo fissò l'amico, poi la ragazza, ammettendo che forse era vero. Era chiaro che si conoscevano bene, quei due......e, appurato ciò, un improvviso attacco di gelosia lo sconvolse a tal punto che dovette costringersi a stare fermo e a non aggredire il calciatore tedesco sui due piedi. Lui intanto stava li e sorrideva a Jody dolcemente....e questo lo mandò in bestia "Possiamo sapere anche noi che ci fa lui qui? E come vi conoscete?" disse a voce alta, riuscendo a discantare Jody dal suo stato di trance. La ragazza lo fissò, confusa, poi fissò il tedesco, che rispose "Beh, mi pare giusto. Ma, prima di tutto, posso salutare come si deve una mia cara amica che non vedo da almeno un anno?" senza dire altro la abbracciò, e Jody era troppo sorpresa per reagire....ma Wakabayashi no. Infatti si avvicinò a grandi passi e con espressione omicida, e Misaki dovette fare ricorso a tutte le sue forze per fermarlo "Genzo, no, dai, calmati, la sta solo abbracciando......" invocò invano. In quel momento il ragazzo lasciò andare Jody, che si tirò indietro riluttante e lo fissò, per poi sorridergli dolcemente. A quella visione Wakabayashi si bloccò. Il suo cuore ebbe uno schianto, mentre pensava che la sua vita aveva appena perso ogni senso. Jody afferrò il tedesco per una mano e lo portò verso di loro "Ragazzi, questo è...." "Lo sappiamo benissimo chi è !!!" esclamò arrabbiato il portiere, facendo arretrare la ragazza, che rimase schockata a tal punto da non parlare per qualche secondo. Alzò i due immensi occhi azzurri sul suo ragazzo, solo per vedere finalmente il dolore e la rabbia negli occhi di lui. Si bloccò, cercando di capire e poi, quando lo fece, di spiegare, ma all'improvviso sentì un urlo arrivare dal fondo del campo "UUAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"; tutti si girarono in quella direzione, solo per vedere un uragano dotato di treccia castana correre a velocità supersonica verso di loro, o meglio verso il ragazzo tedesco, per poi saltare e avvinghiarglisi al collo, urlando "Franz !!!! Franz, sei tu !!!! Oh, che gioia !!!!". Jody, che era ancora condizionata al ragazzo tramite la mano, subì un tirone in seguito all'urto che fece poerdere l'equilibrio ad entrambi, poi ricevette in piena faccia la treccia castana. Le uscì un "Umhf !!!" seccato, mentre cercava di liberarsi e di recuperare la visibilità; ma, quando finalmente riuscì a liberarsi della treccia e della mano di lui, che in cerca di conforto l'aveva stretta troppo, vide che Schester cercava invano di respirare, mentre i due ragazzi vicino alla porta stavani immobili, troppo stupiti per parlare....per non dire che la faccia di Misaki era impallidita fino a divenire bianca come il gesso; già, perchè la furia umana che aveva appena attaccato il povero giocatore tedesco, altri non era che la 'dolce' Kay (E provate a dirmi che lo avevate già capito !!! Naaa, non vi credo. Ehi, non urlate così...va bene, va bene, vi credo....NdA); cercando di non scoppiare a ridere o a piangere (Perchè a questo punto si sentiva in vena di fare entrambe le cose. NdA) si allontanò un poco, avvicinandosi ai due ragazzi che, allibiti (E uno sul punto di morirne. NdA) fissavano la 'tenera scenetta', in cui Schester stava per morire di soffocamento, mentre Kay sorrideva come se le si fosse bloccata la faccia.

"Ma guarda che branco di idioti" pensò Jody, battendosi la mano sulla fronte, poi fissò i due, rassegnata "Dunque non sapete poi così bene...." sentenziò. I due (Genzo e Misaki. NdA) si voltarono verso di lei in pefetto sincrono, e la ragazza alzò le spalle "Certo lui è...Schester, l'asso del Brema, e penso che fin la ci siano arrivati perfino i lettori" (E ci credo !!! Non avete fatto che ripeterlo !!! NdLettori) spiegò, per poi fissarli con espressione interrogativa. Misaki e Genzo aspettarono con aria del tutto confusa, finchè lei, stupita e incredula, esclamò "Ehi, ragazzi, sveglia !!! Davvero non ci arrivate????" disse, indicando i due, ancora stretti l'uno all'altro. I ragazzi, come due automi, si voltarono di nuovo e fissarono i due ragazzi, cercando di 'capire' cosa dovessero capire....finchè non videro con quanta gioia Schester aveva abbracciato Kay, dopo averla riconosciuta, e di come i loro occhi fossero identici....della stessa dolce tonalità castana mielata.....e finalmente cominciarono a comprendere. Lui aveva i capelli di un colore più tendente al biondo, ma erano molto simili; le loro espressioni in quel momento erano identiche....sempre come automi, si sporsero per vedere meglio, non volendo crederci, e Jody, interpretando giustamente quel segno come la conferma che avevano capito, finì la spiegazione "Già. Schester. L'asso del Brema. Il fratello maggiore di Kay"

 

Misaki non voleva crederci. Quel ragazzo, che appena pochi mesi prima era stato uno dei principali ostacoli alla vittoria dei mondiali Juniores, era apparso all'improvviso come un ostacolo a qualcosa che per lui era molto, molto più importante....e ora se n'era rivelato il fratello maggiore. Il tanto decantato fratello....beh, meglio così, almeno per il momento. Sospirò, respirando finalmente con calma, e in quel momento Kay guardò verso di lui e gli sorrise, un sorriso così luminoso che gli tolse il fiato (Fra un po' mi muore per asfissia....NdA); la ragazza si liberò dall'abbraccio del fratello e lo trascinò verso di loro, per depositarlo davanti a lui e dichiarare "Taro, questo è il mio fratellone, Franz. Franz, lui è Taro Misaki". Sorrise soddisfatta della presentazione, ma suo fratello fissò il giocatore Giapponese con una strana luce negli occhi, per poi commentare "Oh, ma noi ci conosciamo....dimentichi che la finale dei mindiali è stata Giappone - Germania? E tu eri li a vederci, anche se allora non lo conoscevi? E poi, non vorrei sbagliarmi ma.....i Giapponesi non usano chiamarsi per cognome?". Kay sussultò, arrossendo e guardando il fratello con aria colpevole, mentre Misaki cercava di non arrossire a sua volta. Il tedesco li guardava alternativamente e con un'espressione divertita, ma, dopo pochi secondi, Kay riprese il pieno controllo di sè e, con la sua solita euforia, esclamò "Si, è vero. Ma a me Taro piace molto più di Misaki. E mi piace chiamarlo per nome, come lui fa con me". A questo punto tutti gli sforzi di Misaki furono vani. Arrossì vistosamente sotto lo sguardo inquisitore di Schester, mentre Jody faceva decisamente fatica a impedirsi di scoppiare a ridere, e Wakabayashi, recuperato il controllo, sorrideva ironicamente, per poi chiedere "E così sei il fratello di Kay...ma che ci fai qui in Giappone? Non c'è il campionato anche da voi, in questo periodo?". La frase provocò un'improvvisa scintilla di tensione negli occhi del Tedesco. Rimasero tutti in silenzio, cercando di trovare qualcos'altro da dire. Jody sospirò, per poi rivolgersi con un sorriso, al ragazzo e dire "Beh, non importa. Ora sei qui, e ci resterai, non è vero? La cena è quasi pronta, se vuoi ti mostro la tua camera, così puoi rinfrescarti, e poi vieni a cenare con noi. Chissà quante cose abbiamo da raccontarci....io e te, poi, non ci vediamo da un anno....ecco perchè mi ha abbracciato a quel modo" concluse, lanciando un'occhiata significativa a Genzo, che calcò il cappellino sugli occhi e guardò altrove. Schester, che cominciava a comprendere bene come stavano le cose, sogghignò, per poi rivolgersi a Jody, leggermente imbarazzato "Ecco...ma io non vorrei disturbare...." "Disturbare, solo una persona? Ma se qua dentro siamo già in venti...." bofonchiò Genzo, arrabbiato, mentre Kay esclamava "E comunque, non ti faremo andare via !!! Dai, fratellone, rimani qui !!!!" le suppliche della sorella erano troppo per lui, così Schester si trovò ad annuire; Jody sorrise, dicendo "Bene, se volete avviarvi....Kay, fagli strada, starà in camera con Yu". Kay annuì felice, afferrando il fratello per un braccio e Misaki per un altro. Schester, confuso, cercò di fermarla "Ehi...e chi sarebbe Yu?" "Yu? E' Yusuke, il fratello maggiore di Jody" "Tu...hai un fratello?" chiese il ragazzo, fissando ad occhi sbarrati la ragazza. Jody annuì "Si. E immagino che voi due, da bravi fratelli maggiori, avrete molte cose da raccontarvi....."

 

Ritornarono lentamente verso casa, Kay, Misaki e Schester davanti, Jody e Wakabayashi leggermente indietro. I due ragazzi non si parlarono per un bel po', finchè Jody non disse "Smettila di fare l'offeso. Ho bisogno del tuo aiuto, adesso". Genzo sbuffò, guardando altrove "Lo so, lo so...l'ho capito....mi spiegherai dopo perchè vi conoscete così bene. Credo che ci sarà qualcuno che, stasera, non dormirà sogni tranquilli, non è vero?" Jody lo guardò con occhi luminosi "Sei brillante come sempre !!! Si, è vero. E se vuoi saperlo, ci conosciamo così bene proprio per questo. Lui era uno dei nostri fan più accanti, come noi eravamo tifose della sua squadra. E questo mi fa ricordare una cosa...." disse, fissandolo con una strana espressione. Lui si incuriosì "Cosa?" "Ecco....beh, non c'è tempo, ora dobbiamo pensare a...". Fu proprio in quel momento che Misaki ebbe la brillante idea, vedendo le altre ragazze della squadra entrare, e notando che ne mancava una, di esclamare "Ehi, Jody !!! Dov'è finita Aly?". Jody si fermò di botto, incredula, mentre Wakabayashi soffocava un commento a bassa voce, e Kay si batteva una mano sulla fronte. Jody sussurrò "Aki, fermalo, prima che gli venga in mente...." ma Wakabayashi non fece in tempo, Misaki ricordò all'improvviso "Ah, già !!! Doveva vedersi con Soda!!! Me n'ero domenticato...ehi, ma che fai? Kay? Cosa ti prende?...." la ragazzina lo stava infatti spingendo verso l'entrata, con un'espressione furente sul volto; Genzo la aiutò, afferrando l'amico per un braccio e trascinandolo dentro "Scusate, noi abbiamo una cosa da fare. Ti porto su io la valigia Schester. Tu stai qui con Jody, la cena è quasi pronta", finì di dirlo e sparì in casa, seguito da Kay. Franz rimase a fissare il vuoto con espressione vacua, per poi voltarsi verso Jody e dire, sorridendo "Credevo fosse un arrogante, invece è un ragazzo da cuore d'oro". Jody lo fissò, senza sbilanciarsi, chiedendo "E cosa ti avrebbe fatto cambiare idea?". Schester si avvicinò, passandole un braccio intorno alle spalle "Il fatto che, per evitarmi altre spiacevoli notizie, se ne va trascinando via l'amico e mi lascia qui con la sua ragazza, anche se è chiaramente preoccupato per quello che potrebbe esserci tra noi" rispose, guardandola negli occhi. Jody rmase impassibile, valutando le implicazioni della frase. Dopo un po', il ragazzo si scostò "O forse ho sbagliato tutto, e tu non sei la sua ragazza, e magari non ve ne importa nulla l'uno dell'altra...." lo disse in tono poco convinto, quasi indagatorio, e Jody si arrese "No. Non sbagli" sussurrò, per poi sorridere "Non sono mai riuscita a nasconderti nulla, vero? Già, hai indovinato. E' il mio ragazzo, e gli voglio talmente bene che, se il semplice fatto che qualcuno mi abbraccia ci dividesse, ne soffrirei da morire. Devo dire che l'intervento di Kay è stato ben tempestivo, prima....comunque, non preoccuparti, è tutto a posto" dichiarò, cercando di convincere il ragazzo che andava tutto bene. Schester la fissò a lungo "Sei sicura? Non è solo un'altro fidanzamento politico?" chiese, ben sapendo cosa lei aveva passato, visto che le era stato affianco ogni momento. Jody scosse il capo, ma disse "Si, è proprio questo. E molto di più. Ci hanno fidanzati ufficialmente quando Richie e papà sono venuti qui". Il ragazzo la afferrò di scatto "Cosa? Richard è stato qui? E...come ha fatto a trovarti?". Jody sorrise "Ehi, va tutto bene !!! Papà lo ha portato qui per farmi fidanzare con lui...lo so, è incredibile, ma lo sai com'è mio padre....ma Kay e Aly avevano avvertito mio zio, e Misaki ha organizzato tutto ciò....e io mi sono trovata fidanzata a Genzo Wakabayashi". Schester la fissò, incerto se parlare o chiederle qualcos'altro. Poi decise "E...immagino, conoscendo Misaki, che l'abbia fatto sapendo che tra voi c'era qualcosa...." "Beh, certo !!!! Se n'erano accorti tutti. Tranne noi due....non facevamo altro che litigare !!!!" confessò, arrossendo. Lui sorrise "Allora è tutto ok.....e, a quanto o visto, il burbero SGGK ti vuole talmente bene da picchiare chi ti abbraccia soltanto.....posso fidarmi. E anche tu gli vuoi bene" dichiarò, guardandola negli occhi "Si vede da come lo guardi.....esattamente come io guardavo te, anni fa". Jody si avvicinò e lo abbracciò, sussurrando "Mi sei mancato....davvero tanto" "E perchè non mi hai detto dov'eri? O che ti eri fidanzata? Nemmeno Kay ha voluto dirmi nulla, quando è partita. Anche tu mi sei mancata....." "Io....non credevo di aver diritto di scriverti. Ti avevo abbandonato così....." "Sciocca !!! Lo sai che non me la sarei presa, Jody. So bene quel che hai passato". Jody lo strinse ancora, sussurrando "Sono felice che tu sia qui, amico mio. Il mio migliore amico, di nuovo al mio fianco......e sono felice anche per un'altra persona" questo lo disse alzando gli occhi, in tempo per vedere una luce accendersi in quelli di lui "Lei....lei è qui?" "Si" "Ed ha appena telefonato....tornerà subito dopo cena. Ho idea che Soda non abbia fatto colpo" disse una voce dalla porta. Jody sussultò, staccandosi dal ragazzo e voltandosi a guardare Genzo, che però, stranamente, non dava cenno di arrabbiarsi. Schester sorrise, dicendo "Credo di doverti spiegare...." "No. Ho capito tutto. O quasi. E poi vorrei fosse Jody a spiegarmi il passato. E Kay mi aveva anticipato qualcosa.....a proposito, se vuoi andare, la tua stanza è la seconda a destra in cima a queste scale, comunica con quella di Misaki....credo tu debba parlarci, prima o poi...." Jody sorrise, incerta, dicendo "Si, vai pure in camera, io vado a vedere a che punto è la cena....scusate" corse via, e Genzo si volto per rientrare, senza dire nulla. Ma Franz disse "Credo sia meglio dirtelo. Lei è la mia migliore amica......per questo l'ho abbracciata così. Non c'è altro. Anzi, sono ben felice che tu stia con lei". Wakabayashi si volto, con un'espressione strana, e rispose "Così te l'ha detto. Beh, grazie. E comunque, non sono queste tue parole a tranquillizzarmi, ma il fatto che c'è un'altra nel tuo cuore, e io la conosco....e so che non riusciresti mai a pensare ad un'altra ragazza". Schester non rispose, si limitò a enttrare e sussurrare "Comunque....stalle vicino. le sorprese non sono ancora finite, per Jody" "Ehi, che vuol dire??? Ehi !!!" . Ma il ragazzo non rispose. Doveva dirlo a Jody, prima. Ma....forse....

 

"La cena è servita !!!!" l'urlo di Jody ebbe un effetto devastante. Un rombo assordante venne dalle scale, persone cominciarono a spuntare da ogni parte della casa, e in cinque minuti la sala da pranzo fu affollata e rumorosa. Schester rimase un attimo spiazzato nel vedere la quantità di persone che si erano radunate in così poco tempo. C'era, ovviamente, tutto la squadra di pallavolo, ma Jody aveva raccolto anche mezza nazionale Giapponese....e un fratello.....entrò titubante, cercando di non farsi notare troppo. Non che ce ne fosse bisogno. Tutti erano occupati a reclamare il cibo a o chiaccherare con chi avevano di fianco, in modo tale che il ragazzo si chiese se la disposizione non fosse strategica.....i suoi occhi videro sua sorella seduta al fianco di Misaki, e il suo sospetto divenne certezza. Lanciò un occhiata d'intesa a Jody, che la ricambiò con un sorrisetto ironico, prima di annunciare "Ehi !!! Gente !!! Basta far baccano !!! Devo presentarvi una persona, visto che da oggi starà con noi a tempo indefinito. Ecco a voi il nostro nuovo ospite" si spostò per permettere a tutti di vedere il ragazzo. A quel punto le reazioni furono varie. Tsubasa fece cadere la forchetta che aveva in mano, sbattè le mani sul tavolo e si sollevò per guardare meglio, per rendersi conto se era davvero lui. Sanae fissò il nuovo venuto con aria interrogativa, per poi fissare Kay con un lampo di riconoscimento. Lo stesso, più o meno, accadde per Yayoi e Yoshiko. Jun e Hikaru si fissarono e fissarono il tedesco, mentre un gigantesco punto di domanda si disegnava sopra le loro teste. Izawa lo fissava allo stesso modo, mentre di fianco a lui Allenby sbuffava, per poi sorridere con aria contenta. Alex sorrideva apertamente, mentre di fianco a lei un ragazzo alto e biondo lo fissava con aria interrogativa. Sembrava essere l'unico a non avere idea di chi fosse, anche se un vago sospetto aleggiava nei suoi occhi castano scuri. In breve, lo stavano fissando tutti con occhi spalancati, e il ragazzo cominciava a sentirsi veramente in imbarazzo. Jody aspettò ancora qualche secondo, poi continuò con la presentazione "Lui è Franz Schester, asso del Brema, regista della nazionale Tedesca Juniores, come tutti i ragazzi hanno già appurato, e fratello maggiore di Kay, come tutte le ragazze hanno già intuito...." a queste parole, Tsubasa, Jun, Hikaru e Mamoru si voltarono di scatto verso la ragazzina che, seduta accanto a Misaki, sorrideva felice guardando il fratello che adorava. Jody sorrise. Che scenetta divertente. I ragazzi a volte erano davvero stupidi !!! Avevano tutti pensato alla carriera calcistica del nuovo arrivato, senza notare la grande somiglianza con Kay....che alle loro manager invece non era per nulla sfuggita. Yusuke, che in tutto questo non centrava nulla, pose una domanda sensata "E cosa fa qui?". Jody spalancò gli occhi, leggermente stupita per l'irriverenza della domanda. Ma il Tedesco sorrise "Buona domanda. Beh, i motivi sono tanti....ma il più importante è che volevo rivedere mia sorella" disse, fissando Kay con espressione dolce. Ma la ragazzina, per quanto incantata dal fratello, non si fece fregare e, con uno strano scintillio negli occhi, aggiunse "Proprio nel bel mezzo del campionato?". Franz smise di sorridere e la osservo, mentre la sorella ricambiava lo sguardo con la stessa serietà. Jody li fissò entrambi e, presentendo il pericolo che una simile conversazione poteva portare, esclamò "Beh, ne parlerete dopo, voi due. Ora ceniamo !!!". Spinse Franz al suo posto e si sedette, fissando per un attimo Kay con aria d'intesa. L'amica ricambiò l'occhiata e guardò altrove. Franz lanciò un'occhiata circolare agli occupanti della tavola per poi fissare un posto vuoto alla sinistra di Izawa. Intuì chi dovesse esserci seduto, di solito, e sospirò. Poi fissò il ragazzo con aria meditabonda. Izawa stava chiaccherando con Allenby, e la ragazza rideva e lo fissava come se avesse la più totale fiducia in lui....la scontrosa e taciturna Allenby....Franz sorrise, indovinando come stessero le cose. Jody, che si era seduta al suo fianco, gli diede una gomitata e sorrise nel vedere una luce ironica negli occhi di lui. Era tutto come prima. Potevano capire i pensieri dell'altro senza nemmeno parlarsi, solo con uno sguardo. E Jody sapeva bene a cosa stesse pensando Franz in quel momento...e anche il motivo per cui era li, il VERO motivo.... "Domani la Nankatsu affronterà le semifinali del campionato. Verrai a vedere la partita, non è vero, Franz?" chiese Allenby, rivolgendogli uno sguardo che presupponeva molte cose. Lui arrossì lievemente, capendo le implicazioni della domanda, e disse "Beh...si, perchè no? Mi piacerebbe rivederevi all'opera....e vorrei vedere anche i vostri allenamenti, Allenby...." la ragazza sgranò gli occhi "E come fai a sapere che abbiamo ricominciato a giocare?" chiese, sospettosa. Lui si limitò a sorridere "Ho visto gli occhi di Jody...brillano come quando avete cominciato a giocare insieme per la prima volta" spiegò. Allenby sorrise dolcemente, mentre Jody arrossiva e lanciava un'occhiata timida a Wakabayashi, che si limitò a fissare con aria d'intesa Schester e dirgli "Uno volta o l'altra dovremo parlare...credo tu debba raccontarmi un bel po' di cose". Il tedesco annuì, e la cena continuò allegramente.

 

"E così è tuo amico...." sussurrò Wakabayashi a Jody quando, subito dopo cena, uscirono da soli in giardino. La ragazza annuì, fissando il buio incipiente "Si. Il migliore. L'unica persona con cui mi sia mai confidata totalmente, a parte le ragazze e Angel....ci siamo conosciuti appena io sono arrivata in Germania...." il ragazzo interruppe la spiegazione prendendola per un braccio e facendola voltare verso di sè "Guarda che non serve che mi racconti tutto" sussurrò, sorridendo, e lei rispose al sorriso "Lo so....e proprio per questo voglio raccontartelo. Anche perchè capirai molte cose". Lui annuì, sedendosi su uno scalino, e lei si mise in piedi davanti a lui, pronta a cominciare. Ma il ragazzo scosse il capo e la tirò a sè, sussurrando "Non ora....non ora, ti prego. Ora voglio solo sapere che sei vicino a me, che non mi abbandonerai...perchè ho bisogno di te". La dichiarazione la spiazzò, ma riuscì a sorridere e annuire, sopraffatta da una gioia incontenibile, e a sedersi davanti a lui, tra le sue braccia, appoggiandosi al suo petto. Li, immersa in quella pace ultraterrena che riusciva a trovare quando stava vicino a lui, iniziò a ripensare...a ricordare......

 

...era appena arrivata in Germania, ed era entrata subito a far parte della squadra, divenendone il capitano. Come tale andava spesso a casa delle ragazze, anche semplicemente per studiare o chiaccherare. Una delle case che frequentava di più era quella di Kay, visto che era vicina alla sua. Li, un giorno, conobbe una persona che le avrebbe cambiato la vita. Era appena entrata dalla porta, scuotendosi di dosso il gelo invernale, e aveva urlato, rivolta al piano di sopra dove di certo Kay si trovava "Ehi, e allora, ci vogliamo dare una mossa? Il tuo capitano è qui e sta gelando...e poi dobbiamo studiare !!! Kay, sei la solita !!!!" in risposta alle sue urla, una figura si affacciò sulle scale, scendendo, e Jody si preparò ad accogliere con altri bonari rimproveri la sua amica. Ma la voce le rimase in gola, quando la figura si mostrò per intero, e lei vide che non si trattava di Kay, ma di un ragazzo alto, molto somigliante all'amica, che però lei non aveva mai visto. Arrossì sull'istante, fissandolo sorpresa, mentre lui scendeva le scale e la guardava in modo perplesso e leggermente ironico. Jody fissò il pavimento, desiderando di potervi sprofondare, e la cosa dovette apparire evidente, poichè il ragazzo scoppiò in un'allegra risata, che le fece sollevare il capo di scatto, e le disse "Dai, non startene li che fa freddo, e sei già abbastanza gelata......tu devi essere il famoso capitano di Kay, quella di cui lei parla sempre, non è vero?". Jody annuì, stordita "E...e tu come lo sai?" chiese balbettando, e lui le lanciò un'occhiata divertita "Beh, non sono molte altre le persone che entrerebbero qui e urlerebbero cose simili a mia sorella....." la ragazza divenne viola, mentre lui rideva di gusto. Dopo un po', quando fu riuscito a calmarsi, tese una mano e si presentò "Io sono Franz, il fratello maggiore di Kay, comunque". Jody fissò la mano tesa, per poi afferrarla e dire "Io...beh, sono Jody, e da quel che ho capito hai già sentito parlare di me. Sono il capitano di Kay, e.....beh, molto piacere". Ci fu un attimo di silenzio, e gli occhi azzurri di lei si fissarono in quelli castani di lui, per rimanervi incatenati. Proprio in quel momento, Kay fece la sua comparsa, esclamando "Capitano !!!! Hai conosciuto mio fratello, a quanto vedo !!!!". Il suo urlo ebbe l'effetto di separare di scatto i due, che si erano momentaneamente persi nella reciproca contemplazione (Ma naturalmente Kay non se n'era accorta !!!! NdA). Jody fissò altrove, arrossendo, e il ragazzo disse, cercando di alleviare l'imbarazzo "Beh...sarà meglio che io vada. Fa la brava sorellina, mi raccomando. Jody....è stato un piacere" e detto ciò prese una pesante borsa e se ne andò. Jody rimase ferma a fissare la porta, mentre il cuore cominciava a batterle forte "A...anche per...me...." mormorò senza rendersene conto; Kay, che non aveva capito nulla, spiegò "Il mio fratellone è l'asso della squadra giovanile locale, si chiama Franz e....capitano? Capitano, che hai? Perchè non mi rispondi?.....".

 

Stava camminando a passo svelto nelle strade gelate di Brema, tenendo stretta la borsa e cercando di pensare agli allenamenti e alle eliminatorie di campionato, che erqano molto vicine. Ma non ci riusciva. Nella sua mente tornava sempre l'immagine di due occhi azzurri enormi come il mare, e il volto di quella ragazza, che per ora aveva solo un nome....Jody. Finalmente aveva conosciuto il tanto declamato capitano di Kay, e aveva capito il perchè della venerazione smodata della sorella nei suoi confronti.....aveva capito fin troppo bene. Ebbe il desiderio improvviso di andare ad assistere agli allenamenti della sorella, ance se non vi era mai stato, solo per rivederla....scosse il capo, cercando di pensare ai suoi, di allenamenti, ma era inutile. Il volto di lei era sempre presente nella sua testa, e gli sorrideva...e il suo cuore iniziò a battere forte....

Il giorno dopo il ragazzo si alzò prestissimo. I suoi sogni erano stati pervasi da una presenza dolce e fiabesca, con due enormi occhi azzurri. Cercando di non pensarci, si preparò in fretta e andò a scuola. Era il primo giorno, dopo le vacanze primaverili, e da quel giorno sarebbe andato in seconda media. Scese le scale, sentendo un gran trambusto nella camera della sorella. Stava uscendo dalla porta, quando Kay si precipitò giù come un fulmine e lo seguì. Il ragazzo sospirò. Aveva sperato di fare la strada da solo, quella mattina, per poter pensare, ma non era possibile. Kay parlava di cose inutili, e la sua mente vagava altrove. In realtà la ragazzina, molto più sveglia di quanto lui credesse, aveva indovinato quasi tutto, e stava torturando il fratello, per vedere la sua reazione. Dopo un bel po' di chiacchere, quandio era ormai certa che non la stava ascoltando, disse infatti, in tono casuale "e infatti anche Jody....". Il ragazzo voltò la testa di scatto, fissandola con improvviso interesse, e Kay gli sorrise con aria compiaciuta, come per dire "Ah-ha, ti ho scoperto !!!". Lui arrossì è si voltò subito, cercando di non dare nell'occhio. Per fortuna arrivarono alla scuola, e si diressero a vedere i tabelloni delle classi (Angel e Jody sono appena arrivate, quandi devono ancora sapere in che classe sono. Intanto però sono entrate nella squadra. NdA). Kay spiò i tabelloni delle prime ed esclamò "Sono in prima B. E con me ci sono anche Alex e Allenby !!! Che fortuna !!!!"; il fratello la fissò, confuso "E chi sarebbero scusa?" "Due delle mie compagne di squadra, quelle che hanno la mia stessa età. Le altre hanno un anno di più...". Schester ci pensò su. Sua sorella era un genietto, ed era un anno avanti.. Evidentemente anche le altre erano al suo livello...tutte un anno avanti...e se alcune di loro avevano un anno più di Kay, voleva dire che....si bloccò, arrossendo poi mentre chiedeva "E...e...le altre?". Kay lo fissò, sogghignando poi nel capire il senso della domanda, e guardò i tabelloni "E...oh, guarda !!!! Angel è finita in seconda F. E' con Aly. Beh, meno male, è nuova e almeno avrà qualcuno a cui appoggiarsi. E...oh, guarda Franz, quelli sono i tuoi compagni che ti chiamano. Io vado fratellino. Ci vediamo !!!" e lo lasciò li, senza dirgli l'unica cosa che voleva sapere. Lui, sconsolato si avviò in classe, la seconda D.

 

"Accidenti, Angel, abbiamo fatto tardi !!! Tutto per colpa tua !!!" urlò Jody alla sorella, mentre correvano verso la scuola. L'altra sorrise "Vabbè, dai, vedrai che faremo in tempo !!!! Eccoci, guarda. La ci sono i tabelloni con le classi. Ah, ecco Aly. Ehi, Aly, in che classe siamo?" chiese Angel, sperando vivamente di non essere separata dalla gemella e dalle amiche. Ma Aly scosse il capo "Se pensate di stare insieme, mi dispiace, ma la politica di questa scuola è di dividere categoricamente i fratelli. Siete in due classi diverse. Tu, Angel, sei in classe con me, in seconda F. Tu Jody, invece, sei in seconda D. E' da quella parte. La nostra classe invece è di qua". Angel sussultò e guardò la sorella. Pur essendo entrambe nuove, visto che si erano trasferiti li da poco più di un mese e mezzo, avrebbe preferito essere lei, quella che stava da sola. Jody aveva appena superato lo shock di ritrovare il padre dopo anni di vagabondaggio per il mondo, aveva appena scopaerto di avere una sorella....Jody si accorse del suo sguardo e sorrise "Non ti preoccupare, Angel. Me la caverò benissimo da sola. Sono abituata ad arrivare in posti nuovi e sconosciuti. Prima di te non ho mai avuto fratelli, e prima di voi....mai amiche. Quindi non mi spaventa l'essere in classe da sola. Vedrai che mi farò tanti amici. Ci vediamo a pranzo, in mensa !!!"; partì di corsa nella direzione indicatale da Aly. Angel e Aly rimasero ferme nel corridoio, fissandola mentre si allontanava "Credi dicesse sul serio?" chiese Aly. Angel scosse il capo "Mah...è vero che è abituata a cambiare scuola e città, ma stavolta è diverso....questa è la città dove vivrà per sempre, e gli amici che si farà qui saranno quelli con cui vivrà la sua adolescenza....speriamo bene" "Ehi, allora, in che classe siete?" la voce allegra di Alex le risvegliò dalle loro preoccupazioni. La ragazzina era arrivata sorridendo alle loro spalle, in compagnia di Kay e della taciturna Allenby. "Noi tre siamo in prima B. Voi siete in seconda F, non è vero? Ehi, ma Jody dov'è?" disse, guardandosi intorno alla ricerca del suo capitano. Le altre due s strinsero le spalle "Che vuoi, è andata avanti. E' l'unica di noi ad essere in classe da sola, senza conoscere nessuno" spegò Angel, mentre Aly continuava "Già, per una volta potevano fare un'eccezione e mettere lei e Angel nella stessa classe. Bah, comunque è in seconda D, una delle classi migliori in quanto a livello". Kay ebbe un guizzo negli occhi castani e si fece avanti spostando con uno spintone Alex, per chiedere "Seconda D? Ne siete sicure????" Aly e Angel la guardarono un po' stupite, per poi annuire "Si....". Kay sorrise. Allora Jody non era poi così sola.... "Non è che ci nascondi qualcosa?" chiese Allenby, arguta come sempre. Kay sorrise "Forse...ma lo saprete più avanti"

 

Jody si fermò davanti alla porta della seconda D, tremando. Nonostante ciò che aveva detto ad Angel era completamente nel panico.

Quella che stava per affrontare era la classe che avrebbe avuto per sempre....stavolta non avrebe più cambiato città, non se ne sarebbe più andata, e questo la metteva in agitazione più di quanto avesse mai creduto possibile. Fece per aprire la porta, poi ci ripensò e si fermò. Riprese coraggio, fece un bel respiro e.... "Ehi, che ci fai qui fuori, signorina?". Jody si voltò di scatto, solo per trovarsi di fronte uno dei suoi professori. Arrossì violentemente e spiegò "Buon...buongiorno. IO...mi chiamo Jody Weynehr e...sono la nuova studentessa....e...ecco, stavo per entrare...." l'imbarazzo ebbe il sopravvento e la ragazza si bloccò, ma il professore aveva già capito. Sorrise e le disse "Ok, ho capito, vieni con me, ci penso io a presentarti alla tua classe. Sono il vostro coordinatore per quest'anno". Jody lo fissò con riconoscenza ed entrò al suo seguito. All'entrata del professore, i vari commenti che aerano volati nella classe si interruppero. La curiosità generale era rivolta soprattutto alla nuova arrivata che doveva essere in classe con loro. Tutti si chiedevano chi potesse mai essere, ma nessuno la conosceva, e le ipotesi erano state varie e molteplici. Alla vista del professore, tutti scattarono al proprio posto. Solo un ragazzo si era astenuto all'euforia generale, e aveva degnato solo di un'occhiata il prof, senza nemmeno notare la figura dietro di lui. Schester se ne stava seduto nel suo banco, appoggiato alla mano, fissando fuori dalla finestra. I suoi pensieri erano tutti per una bruna ragazza dagli occhi azzurri, e non ci fece molto caso, quando il professore iniziò a parlare "Dinque, io sono il Prof. Steiner, e saràò il vostro coordinatore per quest'anno. Insegno matematica e fisica....non fate quelle facce, non sono poi così male come materie....spero che andremo d'accordo. A parte questo, devo presentarvi una persona. Questa è la vostra nuova compagna di classe". A queste parole Schester si voltò a guardare. Questo era interessante "E' appena arrivata dalla Francia, ma parla già benissimo la nostra lingua, anche perchè suo padre è tedesco. Vi presento Jody Weynehr. Presentati pure ai tuoi nuovi compagni, Jody". Schester era rimasto a fissare la scena, incredulo. L'oggetto dei suoi sogni aveva improvvisamente preso vita davanti ai suoi occhi, e la ragazza che lo aveva tanto colpito gli stava davanti, e stava parlando "Buongiorno a tutti, io sono Jody, e sono arrivata qui in Germania dopo aver girovagato molto per il mondo. Spero che diventeremo amici". Detto ciò si inchinò leggermente, e la classe scoppiò in un applauso abbastanza selvaggio. Erano rimasti tutti colpiti da quella strana ragazza che parlava così bene la loro lingua deppure era straniera. E inoltre era molto carina. Il professore sorrise e disse "Ecco, Weynehr, quello è il tuo posto, vai pure". La ragazza fissò il banco, e si avviò verso di esso. Vi depose sopra la cartella, quando sentì uno sguardo su di sè. Sollevando il capo, incontrò due occhi castani che conosceva molto bene. "Ma...ma tu sei..." disse, fissando Franz con gli occhi azzurri sgranati. Il ragazzo la stava guardando come se non ci credesse, e lei, dopo la sorpresa iniziale, sorrise e si sedette "Tu sei il fratello di Kay !!! Che bello, credevo di non conoscere nessuno qui, e invece ci sei tu !!!" sorrise in modo incantevole, e lui sentì il suo cuore che accelerava. Rispose al sorriso, dicendo "Beh, davvero? Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure a me. Da adesso siamo vicini di banco....ah, dopo vuoi mangiare con me? Ti spiego un po' come vanno le cose qui. Ti va?"; la proposta, apparentemente fatta con calma, era sudata e terrorizzata. Ma lei sorrise ancora e annuì, felice.

 

Alla fine delle lezioni della mattinata, Jody uscì di corsa dalla classe, e aspettò che il ragazzo uscisse a sua volta, sperando di poter pranzare con lui. Ma quando Franz uscì, fu subito circondato da una miriade di ragazze che, urlando, lo invitavano a mangiare con loro. Il ragazzo cercava di destreggiarsi tra loro e di liberarsi, ma il suo animo gentile non gli permetteva di ferire i loro sentimenti, così faceva il galante e le allontanava con tono gentile. Si mise a ridere e scherzare con una ragazza dagli splendidi capelli dorati, mentre teneva stretta per la vita un'altra dai capelli neri, che lo fissava in adorazione. Jody, guardandolo, sentì una rabbia sorda che le saliva nella testa. Ma guarda che damerino !!! E dire che sembrava un ragazzo sensato....si girò e si allontanò a grandi passi, diretta verso la mensa. Proprio in quel momento, Franz uscì dalla mischia e la vide allontanarsi. La chiamò in tono allegro e gioviale, ma la ragazza, voltatasi, gli lanciò uno sguardo carico d'odio che lo bloccò. Jody si fermò, lo guardò negli occhi e disse "Stai pure qui a fare il damerino. Io vado a mangiare con le altre".

Schester rimase immobile in mezzo al corridoio, dandosi dell'idiota. Come al solito, aveva fatto il galante con le sue ammiratrici, ma era una scusa per farle andare via. Ma, dall'esterno, doveva sembrare un insopportabile play-boy. E il peggio era che quell'impressione l'aveva data proprio a lei...alla ragazza che l'aveva tanto affascinato. Si avviò in mensa con alcuni ragazzi, cercandola cogli occhi, ma quando la individuò, seduta ad un tavolo col resto della squadra, la ragazza si limitò a guardare altrove. Franz si sedette ad un tavolo abbastanza distante da quello delle ragazze, dal quale poteva però vederla bene. Ma Jody non lo fissò nemmeno una volta in faccia. Sembrava che avesse cancellato la sua presenza. In realtà, alle ragazze non aveva nemmeno detto di essere in classe con lui. Solo Kay doveva esserne consapevole. E infatti la ragazzina, vedendo Franz che fissava Jody con sguardo triste, esclamò "Ma tu sei in classe con mio fratello, non è vero Jody?". Tutte si voltarono a fissare il loro capitano, stupite che non lo avesse detto, ma Jody, ad occhi chiusi, si limitò a dire "Già" e continuò a mangiare. Kay, confusa, fissò il fratello, che si limitò ad abbassare lo sguardo. "Ma Jody...." cercò di dire Angel, convinta che ci fosse qualcosa che non andava, ma la sorella si limitò a posare la scodella del pranzo sulla tavola e a dire "Beh, vogliamo andare a dare un'occhiata ai club sportivi?". Si alzò, e le altre la seguirono. Ma Kay e Angel si scambiarono un'occhiata perplessa e preoccupata.

I club sportivi, un'eccezione delle scuole private tedesche, erano molti. Andavano dagli sport più classici a quelli più strani e sconosciuti. Jody si guardava attorno, mentre le sedi dei club erano affollate dai nuovi potenziali iscritti. "Cosa facciamo?" chiese, rivolta ad Angel e alle altre. Alex sorrise "Che ne dite del club di pallavolo?" "Assolutamente no. Facciamo già parte di una squadra, e se giocassimo qui, i nostri avversari verrebbero a spiarci. E poi, io vorrei fare qualcosa per svagarmi, non sempre come un impegno" rispose Allenby. Jody si voltò e la fissò "Per te la pallavolo è un impegno? Non un divertimento?" chiese, turbata. Allenby però scosse il capo "Mi piace da morire, ma la facciamo ad un livello molto serio...puntiamo al titolo nazionale. Io voglio uno sport dove non mi sia richiesto così tanto. Intendevo questo" spiegò, e Jody sorrise. La capiva benissimo. Aly si guardò intorno "In questo caso, non credo che potremo fare lo stesso tutte 6...abbiamo gusti differenti, no? Beh, non facciamone un dramma. Ognuno scelga ciò che vuole, eh?". Le altre annuirono, e si chinarono a guardare il foglio su cui erano elencati i club. Aly fu la prima a parlare "Beh, per quanto mi riguarda....scelgo la ginnastica ritmica" "Io invece preferisco la ginnastica artistica" disse Jody, indicando col dito il nome del club di ginnastica artistica. A Kay brillarono gli occhi "Si, anche io voglio farla, capitano. Vengo con te. Mi è sempre piaciuta". Alex meditò un attimo, per poi dire "Io scelgo il club di Kendo". La guardarono tutte "E che c'è di male? Non guardatemi così. Sappiamo combattere tutte, e a me il Kendo è sempre piaciuto...." "Io scelgo il tiro con l'arco" disse Angel all'improvviso. Allenby, ultima rimasta, fissò la pista da corsa al di là della rete e disse "E io scelgo atletica. Bene, andiamo" le 6 si separarono e si avviarono ai rispettivi club.

 

Jody uscì dalla palestra dopo la doccia, voltandosi per dire a Kay "Ti aspetto qui fuori". Appena uscì, un movimento attirò la sua attenzione. Il campo da calcio era pieno di ragazzi che, stanchi e accaldati, lottavano per impossesarsi della palla. Tra di loro, uno prese con facilità il pallone e scattò verso la porta, a velocità incredile. Il portiere non fece nemmeno in tempo a tuffarsi che il pallone era già in rete. Jody fissò il giocatore, e rimase di stucco nel constatare che era Franz. Il pubblico esplose in urla entusiaste. Jody vide che gran parte delle ragazze che quella mattina avevano assalito il ragazzo erano li vicino che urlavano. "Ecco perchè gli stanno sempre appresso....poverino, allora lo compatisco....eppure lui è gentile e non le manda via, ma cerca di essere galante con loro....oddiò, che stupida che sono stata !!!!" arrossì, in preda alla confusione, appoggiandosi alla rete. Proprio in quel momento, Franz si voltò dalla sua parte e la vide. I loro occhi si incontrarono, mentre lei arrossiva ancora di più e gli occhi assumevano un'espressione colpevole. Lui, stupito, cercò di capire cosa le prendesse ora. Poi ci arrivò, e sfoderò un sorriso raggiante. Jody rispose al sorriso, e i due giovani rimasero a fissarsi con aria sognante finchè il fischio dell'arbitro non fece risprendere il gioco. Jody rimase appoggiata alla rete a fissarlo mentre correva, finchè non sentì una manata sulla spalla e la voce di Kay che chiedeva "Che stai facendo capitano?". Jody si voltò di scatto "Era ora !!! Ce ne hai messo di tempo !!! Mi ero fermata a guardare i ragazzi del club di calcio". Si avviò, cercando di non tradirsi, ma Kay, vedendo nel gruppo suo fratello, sorrise in modo complice.

 

Di li in poi le cose andarono sempre meglio. Jody e Franz comicniarono a vedersi sempre più spesso, anche dopo scuola. Spesso infatti tornavano a casa insieme, quando lei e Kay uscivano dal club tardi. E lui cominciò anche a frequentare casa Weynehr ma, per quanto potesse sembrare strano, non conobbe mai nessuna delle altre ragazze, nemmeno Angel. Jody però non si era mai veramente resa conto che erano diventati così uniti. Ci pensò Angel a farglielo notare, quella volta in cui Jody, lei e Kay eravamo in camera delle gemelle e lui, come al solito, era entrato senza nessun problema. Vedendo che Jody non era sola, ma c'era anche Kay e un'altra ragazza che assomigliava in modo impressionante a Jody, il ragazzo era rimasto immobile sulla porta, fissando Kay e Angel come se volesse sprofondare in terra. Era arrossito e se n'è subito andato. Jody era arrossita a sua volta, poi aveva assunto un'aria delusa; e Angel non si era lasciata sfuggire l'occasione per punzacchiarla "Certo che entra in camera tua senza troppi problemi, sorellina....sicura di non avere nulla da dirmi?". Jody era diventata paonazza e aveva negato, ma quell'episodio la spinse a chiedersi se era realmente così. E lo stesso fece Franz, che arrivò finalmente ad ammettere i propri sentimenti. Il suo rapporto con Jody progredì, finchè il ragazzo non decise di vuotare il sacco e confessarle tutto. Jody, stupita e deliziata, accettò di buon grado i sentimenti di lui, poichè era la persona con cui stava meglio e non avrebbe mai potuto provare per un'altro qualcosa di meglio. Perciò accettò la proprosta di lui e si misero insieme. Fu l'inizio di tre splendidi mesi in cui i due 'grandi amici' divennero 'eterni fidanzati'. Divennero anche la coppia più famosa della scuola, con grande rabbia delle ammiratrici di Franz. Era una storia paradisiaca, tipo quelle che si leggono nei fumetti. Ma non poteva durare. Lo sapevano bene entrambi, nel profondo del loro cuore. Lo sapeva Kay, che era entusiasta della storia tra suo fratello e il suo capitano. Lo sapeva Angel, che pure lui non l'aveva mai conosciuto. E arrivò il momento in cui dovettero affrontare la realtà. Fu quando Franz, circondato come al solito dalle ragazze, vide Jody che passava e gli sorrideva. Per un momento, gli passò per la testa il ricordo di come si era arrabbiata la prima volta che l'aveva visto, e la tristezza l'assalì. Quando finalmente la raggiunse, le disse in tono triste "Non ti da fastidio vedermi circondato di ragazze...anche se mi abbracciano e mi dichiarano il loro amore, a te non importa....sembra quasi che....non ti importi di me...." Jody si era fermata e l'aveva guardato allibita, esclamando "Ma...ma no !!! E' solo che...ecco....so che con te non mi devo preoccupare.....l'ho sempre saputo....perchè tu sei il mio...." si bloccò, rendendosi conto che stava per rivelare ciò che provava, ciò che lui non doveva sapere. Ma Franz aveva deciso di arrivare fino in fondo "Dimmelo. Il tuo....?". Jody cercò di andarsene "No, Franz....io...." "Il tuo....?" "Franz, ti prego...." "IL TUO......??????" l'aveva stretta tra sè e il muro, e l'aveva afferrata per un braccio, che ora le stringeva con forza. La ragazza, rendendosi conto che non poteva più scappare, abbassò gli occhi e sussurrò, con il pianto nella voce ".....migliore amico. Sei il mio migliore amico". Sentì che la presa sul suo braccio svaniva. Alzò con terrore gli occhi, solo per vedere una triste accettazione in quelli di lui. Le lacrime l'assalirono, senza che riuscisse ad impedir loro di sgorgare "Aspetta !!! Non voglio dire che non ti voglio bene....Franz, io ti a...." "No" la fermò lui, e nei suoi occhi apparve una luce serena che la confuse "Non dire bugie di cui poi ti pentiresti. Stiamo insieme da tre mesi, ma non è cambiato nulla rispetto a prima. Eravamo grandi amici e lo siamo ancora. Ma....questo fatto di stare insieme....ci limita....frena la nostra amicizia...." Jody annuì, tenendo lo sguardo basso "Io ti voglio un mondo di bene...sei sempre stato il primo con cui mi confidavo, spesso l'unico, da quando ci conosciamo....ma quando ho cominciato a sentire questo, non avevo nessuno a cui confidarlo...meno che mai te....e mi sono sentita perduta...io....io ti voglio come amico, Franz. Non posso più essere la tua ragazza. Per quanto ti voglia bene io....non ti posso amare. Non in quel modo".

Silenzio.

Il vociare degli altri studenti non li raggiungeva.

I due stavano immobili, fissando il pavimento.

Jody piangeva sommessamente, sicura di aver perso sia il suo migliare amico che il suo ragazzo.

Franz sospirò, fissando il cielo azzurro come gli occhi di lei. Stavano piangendo, quegli occhi. Avrebbe voluto picchiare chiunque la facesse piangere...ma in questo caso era stato lui. Lentamente, allungò la mano e le asciugò una lacrima. Jody alzò la testa di scatto, e lo vide sorridere "E' triste ma....è meglio così. Io provo la stessa cosa, e avevo paura di farti soffrire. Ma non potevo tacere, perchè un giorno sarebbe arrivata una ragazza che mi avrebbe costretto a farti star male, se ora avessi mentito. Anch'io ho sentito la mancanza della mia migliore mica. Bentornata".

Jody non poteva crederci. Non aveva perso Franz !!! Era ancora il suo migliore amico !!! E non l'aveva nemmeno fatto soffrire !!!!! Di slancio lo abbracciò e gli urlò "Grazie !!! Grazie Franz !!! Sei il ragazzo più straordinario di questo mondo !!!!!!!!!!!"

In quel momento passarono per di la Kay e un amico di Schester, che sorridendo commentò "Certo che la fama di coppia migliore della scuola è proprio azzeccata per voi due". Jody si bloccò, guardò Franz che le sorrise, si staccò da lui e si voltò sorridendo "Ti sbagli" disse, e Franz spiegò "Già. Infatti noi ci siamo appena lasciati". Kay e il ragazzo spalancarono gli occhi, increduli "COOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAAAA???????????????" urlarono in perfetto sincrono. Jody sorrise "Già. Siamo appena tornati ad essere l'uno il migliore amico dell'altra. Beh, noi andiamo". E se ne andarono, lasciando i due poveretti allibiti nel corridoio. Da quel momento furono più uniti di prima, e Franz cominciò a interessarsi della loro squadra di pallavolo; e un giorno Jody gli propose di andare ad assistere agli allenamenti. Lui accettò, anche perchè voleva finalmente conoscere le altre ragazze, di cui tanto aveva sentito parlare, ma che non aveva mai visto. E fu così che la vide. Jody entrò in palestra, mentre alcune delle ragazze erano già in campo. Si fermò per chiamare Angel e presentarle finalmente Schester, che rimase leggermente sconvolto dalla somiglianza tra le due ragazze. Poi Angel scese in campo e Jody fece per avviarsi verso gli spogliatoi, ma quando si voltò di nuovo verso Franz, lo vide fissare incantato il campo. Seguendo il suo sguardo, Jody vide Aly. La ragazza, sentendosi osservata, alzò lo sguardo e lo fissò su di lui, per non scostarlo più. Jody sorrise. Le cose positive erano molte, in quella novità: 1. Era la dimostrazione che tra lei e Franz non poteva funzionare, altrimenti quando avesse conosciuto Aly (E sarebbe successo, prima o poi) sarebbe stata una tragedia. 2. Non era gelosa, e questo dimostrava che aveva fatto la scelta giusta. 3. Finalmente Aly pareva interessarsi ad un ragazzo. Lei e Allenby erano le uniche a non essersi mai prese nemmeno una cotta. (Non che le altre facessero chissà cosa, ma ste due proprio li evitavano i maschi). Si avviò verso il campo, continuando a sorridere. Aly giocava al meglio, e Franz non le toglieva gli occhi di dosso. E Jody sorrideva. Si sentiva veramente benissimo.

 

....."Così si sono conosciuti. E Franz è venuto sempre più spesso avederci giocare. Lui e Aly sono cotti l'uno dell'altro ma....non vogliono ammetterlo. E quando Aly se n'è andata per venire qui, deve aver sofferto molto, ne sono certa. Ma anche Franz ora è qui.....speriamo che le cose vadano meglio" concluse Jody, sempre seduta tra le braccia di Wakabayashi. Alla fine aveva raccontato tutto, e il ragazzo ne era felice. Ora aveva capito che quel tedesco non avrebbe mai potuto portargli via Jody. Lei si voltò per guardarlo in faccia "Non....non ti dispiace, vero, che io tratti con tanto affetto Franz? Voglio dire, lui è ancora il mio migliore amico....". Lui la strinse "Non mi dispiace" sussurrò, e lei sorrise, facendosi abbracciare "A parte questo, mi pare che abbiamo un altro problema. Aly sta per tornare a casa". Jody annuì "Si. Ma ho già un'idea". Sentì un sussultò "Eddai, lo so che la mia ultima idea non è stata granchè, ma....vedrai, questa funzionerà !!!!! Noi non faremo nulla. Dobbiamo solo dirigerli verso il campo da calcio"

 

Aly passò il grande cancello di ferro battuto, cercando di vedere la strada nell'oscurità che ormai era scesa da un paio d'ore, diretta verso la casa. La sua serata era stata abbastanza divertente e Soda, per quanto non avesse smesso per un solo secondo di provarci con lei, era un ragazzo simpatico. Ma tutto finiva li, pensò con un vago rimpianto. Come per tutti i ragazzi, tutto finiva li....almeno per lei. "Che cosa non va? Un ragazzo simpatico e intelligente dovrebbe interessarmi, almeno un po'. Invece....mi resta del tutto indifferente...." pensò tristemente. Alzò lo sguardo, triste, e si ritrovò a fissare il campo da calcio. Scosse il capo, cercando di scacciare i ricordi che la stavano assalendo, ma non vi riuscì e, senza che riuscisse a fermarle, le sue gambe si indirizzarono proprio verso il campo. "No...devo smetterla.....ormai c'ho rinunciato....avevo deciso che non ci avrei più pensato.....avevo deciso....". Ormai era arrivata al centro del campo verde, e li si fermò, coprendosi il volto con le mani, cercando di frenare le lacrime "E' inutile....per me, nessuno potrà mai essere come...come...lui !!!! Oh no, perchè, perchè non riesco a smettere di pensarlo??? Perchè devo essere sempre così...così infelice? Tutte le altre sono felici....io invece....qui....non posso esserlo....perchè...." le lacrime copminciarono a cadere a terra, bagnando l'erba umida del campo. Aly iniziò a singhiozzare. "Io...non ci riesco, non riesco a dimenticarlo....ho paura di sognare....perchè vedo sempre il suo volto....mi manca....mi MANCA !!!!!!!!". Wakabayashi, nascosto insieme a Jody nel boschetto adiacente al campo, fece per muoversi in direzione della ragazza, ma sentì una presa d'acciaio sul braccio. Voltatosi, vide Jody che fissava l'amica con sguardo determinato "No. Stai qui" intimò, mentre il ragazzo iniziava ad irritarsi "Sta piangendo !!!! Jody, la tua amica è in crisi, perchè non vuoi aiutarla?" le urlò, cercando comunque di non farsi sentire. Ma lo sguardo che la ragazza gli rivolse gli fece perdere ogni ardore "Perchè noi non possiamo aiutarla !!! Non l'hai ancora capito? L'unico a poterlo fare è....lui. Noi possiamo solo stare a guardare, stavolta". Wakabayashi rimase in silenzio, tornando a guardare Aly con occhi pensierosi. Poi si accorse della figura che era comparsa al bordo del campo, così si nascose meglio e aspettò.

Aly intanto era sempre più in crisi. Le lacrime erano ormai troppo irruenti, e i singhiozzi che le accompagnavano crescevano di tono, impedendole di sentire i fruscii attorno a lei...e i passi di una persona. Non ne percepì neppure la presenza dietro di sè, sebbene fosse molto vicina. Fu solo quando lui la chiamò, con un tono stupito e incredulo, che capì.

 

Schester entrò nel campo da calcio, guardandosi attorno dubbioso. Jody e Wakabayashi poco prima gli avevano chiesto di raggiungeli laggiù, e lui era andato fiducioso. Ma non c'era nessuno, almeno a vista d'occhio nell'oscurita della sera. Pensò di chiamarli, insicuro, ma all'improvviso notò una figura al centro del campo. Sorridendo, si avvicinò, convinto che fosse Jody, e non disse una parola finchè non le fu alle spalle, volendo coglierla di sorpresa (Anche se c'è già stato chi ha scoperto a sue spese che con Jody certi scherzi sono pericolosi, vero Genzo? NdA_Perfida). Ma, quando le fu appresso, si rese conto che c'era qualcosa che non andava. Quella ragazza aveva dei lunghi capelli neri....non poteva essere Jody....eppure la conosceva bene....ma allora....allora era "Aly?" sussurrò, incredulo e stupito, e la ragazza raddrizzò le spalle e voltò verso di lui due enormi occhi azzurri pieni di lacrime. Franz indietreggiò lievemente, sconvolto, mentre lei si girava del tutto verso di lui, con uno sguardo disperato negli occhi; poi Aly lo fissò con dolore, e gli si gettò al petto, urlando il suo nome e riprendendo a piangere. Il ragazzo rimase immobile, poi l'abbracciò d'impulso, pensando che quelle lacrime gli stavano scavando il cuore e l'anima, mentre lei era convinta che il suo desiderio così intenso di rivederlo l'avesse materializzato per miracolo davanti a lei.

 

"A...Aly? Sei proprio tu? Ehi, va tutto bene?" chiese preoccupato il ragazzo, mentre lei piangeva contro il suo petto. Aly annuì, scuotendo leggermente il capo, senza però parlare. Poco dopo le uscì un altro singhiozzo. Il ragazzo le afferrò delicatamente le spalle "A me non sembra...." obiettò, ma lei scosse la testa "No, tutto ok....solo che....mi sentivo improvvisamente sola....ho pensato a te con tanta forza....e mi sei comparso davanti...." si bloccò, realizzando cosa aveva detto, e arrossì portandosi le mani alla bocca, mentre gli occhi azzurri salivano a cercare quelli castani di lui, identici a quelli di Kay. Il ragazzo, nascondendo un accenno di rossore, le sorrise, asciugandole una lacrima con gentilezza "Dai, basta piangere....non sei sola, hai tutte le ragazze, hai me...." questa volta fu lui ad arrossire, ma Aly sorrise "E' bello vederti....cosa ci fai qui durante il campionato?" chiese, improvvisamente stupita, poichè conosceva bene gli impegni del ragazzo. Era stato proprio per quello che era stata certa di non vederlo mai più.....vide che la sua domanda aveva avuto un effetto strano. Franz aveva scostato lo sguardo. Aly si domandò che gli fosse successo, ma decise di lasciar perdere "Volevi vedere Kay, non è vero?" chiese invece, sorridendo dolcemente. Lui si rischiarò "Già. Ero preoccupato. E anche...." ".....Jody" completò lei, annuendo. Sapeva bene quanto quei due fossero legati "Ma....quel portiere non ti ha ammazzato?" chiese divertita, e lui rise.

 

Franz e Aly si allontanarono chiaccherando piacevolmente, diretti verso la villa. Jody e Genzo si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi scattarono verso la voilla anche loro, seguendo però una strada diversa dagli altri due. Così, pochi secondi dopo, sbucarono fuori davanti ai due ragazzi, fissandoli con finto stupore. Jody, mascherando un sorriso divertito, sgranò gli occhi e esclamò "Ehi, non sapevo che voi due foste insieme....ti stavamo cercando Franz. Volevamo dirti che abbiamo sistemato tutte le tue cose in camera di Yu.....staremo qui ancora una settimana, almeno, poi torneremo a Fujisawa". Il discorso, per quanto semplice, era pieno di sottintesi e tranelli. E Aly cascò subito nel primo. Si voltò di scatto verso il ragazzo affianco a lei, poi torno a fissare Jopdy con occhi sgranati "Vuoi dire che rimani qui? Non sei venuto solo per una breve visita?" chiese, stupefatta. Jody fece un sorriso enorme, annuendo, mentre Genzo cercava di non ridere e Franz fissava ora l'uno ora l'altra con fare indagatore e sospettoso. Aly tacque, arrossendo, per poi lanciare un'occhiata imbarazzata al ragazzo. Franz le sorrise "Si, almeno per un po' resterò qui....."

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Capitolo 18
*** Ne dovete ancora fare, di strada, per battermi.... ***


Capitolo 17: Ne dovete ancora fare, di strada, per battermi....

La mattina si presentò radiosa, il cielo era terso e limpido, senza l'ombra di una nuvola. Jody si svegliò felice e rilassata, presentendo una giornata ricca di divertimenti e sorprese. Andò verso la terrazza, cercando di non svegliare Sanae che dormiva ancora, mugugnando il nome di Tsubasa, e uscì, stiracchiandosi con mugugnii di apprezzamento. Poi un movimento nel cortile attirò la sua attenzione, e la ragazza si sporse per vedere meglio....solo per constatare che, come si era immaginata, Wakabayashi e Tsubasa erano già nel campo da calcio che si allenavano. Insieme a loro, Misaki e Izawa sbadigliavano vistosamente, cercando di non far vedere quanto fossero addormentati. Degli altri non c'era traccia. Jody sorrise, decidendo che forse era meglio scendere e fermare quelle due furie, prima che riducessero i loro amici all'impossibilità di rimanere svegli durante la partita. Rientrò nella stanza, si vestì in fretta con la divisa da manager, poi si chinò su Sanae, svegliandola dolcemente; l'amica borbottò una protesta, me Jody sapeva giocare bene le sue carte "Guarda che Tsubasa si sta già allenando....e sembra che lo stia facendo già da un bel po'....forse è il caso di andare a fermarli....". Sanae spalancò gli occhi, ma non fece in tempo ad urlare che Jody era già sparita. Scese di corsa le scale, passando di volata per la cucina. Sentì appena la voce di Yusuke, impastata dai biscotti che il ragazzo stava mangiando, che le chiedeva dove stesse andando, ma non mancò di notare che di fianco a lui era seduta Alex, anche lei con la bocca piena di biscotti e l'aria felice. Sorrise anche lei, ripromettendosi di stuzzicare poi il fratello per quella storia, e raggiunse finalmente il campo da calcio; si guardò rapidamente attorno, poi annuì e si diresse silenziosamente verso un albero, che sembrava non avere niente di differente rispetto agli altri li vicino. Quando fu sotto di esso, urlò "Ehi !!!! Non vi pare un po' presto per allenarvi???? Non sono nemmeno le 7 !!!!!". Il gioco smise immediatamente, mentre Tsubasa si voltava sorpreso verso di lei e Wakabayashi si rialzava con espressione seccata dopo l'ultima parata. Jody non si fece intimorire e sorrise a Misaki e Izawa, che sembravano molto grati del suo intervento. "Non mi pare una grande idea distruggersi così poco prima di una partita....soprattutto quando dovete giocare contro una squadra sconosciuta....." obiettò, cercando di essere ragionevole, anche se dubitava che la cosa avrebbe funzionato. E infatti Wakabayashi, irritato al massimo, iniziò ad urlare "E tu che vuoi? Noi siamo liberi di allenarci quando e quanto ci pare !!!!! Non stiamo disturbando nessuno, quindi vattene !!!!". Jody lo fissò, sicura, negli occhi, facendo incrinare un po' la gelida strafottenza del ragazzo, poi riprese, sempre in tono calmo "Ma voi STATE disturbando, e precisamente disturbate i vostri due amici, che non si reggono quasi in piedi dal sonno....ma nessuno di voi due se n'è accorto, vero? Non potete pensare che stare qui ad allenarsi fin dalle prime ore della mattina sia una cosa efficace, per chi ha già fatto sforzi ieri" (Anche se fin'ora non si è saputo, Misaki e Izawa si erano infortunati il giorno prima. NdA). Misaki sorrise, vedendo che Wakabayashi arretrava riconoscendo la fondatezza delle parole della ragazza. Calcò il berretto sugli occhi, cercando una via di fuga "Ma noi non stavamo allenandoci da così tanto, poi" mentì, usando sempre lo stesso tono straffottente "Non è vero, ragazzi?" chiese, lanciando un'occhiata circolare che avvertiva chiunque avesse voluto smentirlo che non sarebbe vissuto a lungo. Jody si appoggiò al tronco dell'albero con una spalla, incrociando le braccia. "Davvero?" chiese, fissando dritto negli occhi Genzo, che cercò in ogni modo di sfuggire al suo sguardo; lei spostò gli occhi su Izawa, che cercò di non arrossire, su Misaki, che rimase zitto per non scatenare una guerra (Perchè sa benissimo che rispondere vorrebbe dire scatenare un conflitto Jody - Genzo.....ed è preferibile un'atomica a questo....NdA), e su Tsubasa, che la fissò stupito "Eh?" chiedendosi ancora perchè lei avesse interrotto i loro allenamenti (.........NdA). Jody rimase per un attimo in silenzio, col sorriso sulle labbra, poi si staccò dall'albero "E allora perchè ho l'impressione che voi siate qui da un bel po'?" chiese in tono dolce. Genzo ebbe un tremito. Quella sapeva sempre tutto. Ma ormai doveva andare avanti con la commedia. Fece un sorriso furbo "E che prove hai?" chiese. Jody si limitò a fissarlo, ma lui non ci cascò "Non hai nessun motivo di dire una cosa simile. Non ci hai mica visti...." obiettò, sentendo di essere ormai in salvo. Jody rimase in silenzio fissandolo finchè non ebbe finito di parlare, poi sollevò gli occhi e disse "Ah si? Allora controlliamo. Ehi, da quant'è che stanno giocando?" chiese, guardando le chiome dell'albero sopra la sua testa; tutti la fissarono come se fosse impazzita, ma in quell'istante le foglie verdi iniziarono a muoversi, e Allenby apparve a testa in giù, appesa a un ramo "Da due ore, capitano" decretò, fissando la ragazza con occhi impassibili, per poi volgere gli occhi su Wakabayashi e fare una smorfia. Ma lui non reagì. Come gli altri tre, era troppo sconvolto. Jody si appoggiò all'albero e disse "Bene, e ora le domande. Prego, Genzo" disse, socchiudendo gli occhi azzurri. Allenby si rimise dritta e lasciò che le gambe penzolassero, mentre fissava soddisfatta il suo capitano. Wakabayashi cercò di riprendersi, per poi urlare "Ma....MA COME CAVOLO SAPEVI CHE LEI ERA QUI???? e COME FACEVI A SAPERE CHE ERA PROPRIO SU QUELL'ALBERO ??????????????". Jody si riparò con una mano dalla potenza dell'urlò, poi rispose "Perchè la conosco. 1, a Allen arrampicarsi piace da morire. 2, ha il sonno leggero, quindi se anche avete fatto piano lei vi ha sentiti. 3, ha una curiosità e un sospetto degni di un agente segreto, quindi di certo vi aveva seguiti, anche perchè...." qui si interruppe, fissando allusivamente Izawa, che arrossi (E arrossì anche Allenby, ma in quel momento nessuno la guardava....ah, i vantaggi di stare sugli alberi !!!! NdA) "....4, aveva scelto di certo la posizione migliore per osservarvi e non essere vista, quest'albero appunto; lo si capisce subito" concluse, incrociando le braccia al petto e sorridendo. I quattro ragazzi erano ammutoliti. In quel momento arrivò Aly, insolitamente contenta, urlando "Capitano, la colazione è pronta.....ehi, Allenby, sei di nuovo salita sull'albero?? Ma non la smetti mai?? Cavoli, nemmeno quando hai un ragazzo riesci a smetterla di fare la scimmia?". Jody rise, mentre Allenby arrossiva, poi, per evitare l'imbarazzo le chiese "E tu perchè sei così contenta stamattina? Non è che centra Franz?". Questa volta fu Aly a diventare viola, mentre Jody rideva ancora più forte. Aly strinse i pugni, alzando lo sguardo verso l'amica e urlando, ormai rossa fino ai piedi "Ma...ma....MA COSA CAVOLO TI SALTA IN MENTEEEEEEEEEEE ?????????????" a questo punto Jody rideva a più non posso, e anche Allenby scoppiò a ridere di cuore, mentre i ragazzi sorridevano e sghignazzavano (A parte Tsubasa, che non ha capito nulla.....NdA); l'unico problema fu che Allenby, ridendo, si era data una spinta indietro che le aveva fatto perdere completamente l'equilibrio; con un urlò, caddè quindi dal ramo, mentre Aly spalancava la bocca e Jody si staccava di scatto dall'albero nel tentativo di raggiungere l'amica. Ma la reazione più rapida di tutte l'ebbe Izawa, che si era subito portato sotto Allenby; la ragazza gli finì quindi tra le braccia, tra un fruscio di foglie, vestiti e capelli. Ci fu un attimo di silenzio terrorizzato, poi Alleby si mosse tra le braccia del ragazzo. Tirarono tutti un sorriso di sollievo, per primo Izawa che sussurrò "Meno male, sei salva....". Allenby in quel momento sollevò il capo, e i loro volti si sfiorarono. Inutile dire che ci fu un silenzio generale, mentre i due in questione arrossivano all'istante. Jody sogghignò, appoggiandosi stavolta a Genzo, che commentò "E bravo il nostro Izawa....". Misaki sorrise, imitato da Aly, mentre Tsubasa si guardava intorno, confuso "Beh, scusate, perchè sono arrossiti? Allenby stava cadendo, lui l'ha presa al volo...e allora?" "TSUBASA !!!!!!" urlarono tutti, mentre metà di loro cadeva a terra e l'altra metà scattava, con venti gocce disegnate sulla fronte. Jody sospirò, fissando Genzo con aria rassegnata, poi decise di prendere in mano la situazione "E va bene, ci siamo divertiti abbastanza....la partita comincia alle 12 in punto, quindi ora le ragazze vanno tutte in palestra fino alle 11, mentre i ragazzi....beh, credo siano liberi di fare ciò che vogliono....tipo TORNARE A DORMIRE....." sottolineò le ultime parole mentre fissava Tsubasa e Genzo con particolare attenzione. I due annuirono, avviandosi di nuovo verso il campo, mentre Misaki tirava un sospiro di sollievo e si avviava insieme a Aly verso la casa. Jody annuì, andandosene anche lei, poi però si bloccò, ricordandosi una cosa e, senza voltarsi, disse "Allen, guarda che il pericolo è passato. Izawa, ora puoi anche metterla giù". Si allontanò a grandi passi, mentre i due arrossivano violentemente (Lei era ancora in braccio al ragazzo....diciamo che non vedeva un buon motivo per scendere.....NdA) per poi fissarsi imbarazzati, ma col sorriso sulle labbra. Jody aveva quello strano potere di sorprenderli e poi comportarsi come se nulla fosse....e una volta ancora li aveva tolti dall'imbarazzo generale.

Genzo tornò al campo, posizionandosi di nuovo in porta, per poi lanciare un'ochiata a Jody, che si stava avviando verso il campo da pallavolo. Fece per chiamarla, ma vide che il volto della ragazza era completamente concentrato, quasi sicuramente sull'imminente allenamento. Poteva capire benissimo come si sentiva, per questo sorrise e la lasciò andare, calando il cappello sugli occhi e urlando "Forza Tsubasa, oggi dovremo essere invincibili !!!!!!!"

Jody, che stava camminando con la palla in mano verso la palestra, al sentire l'urlo del ragazzo sorrise. Era per quello che lo amava così tanto.....

"Jody, ti vuoi dare una mossa? Siamo in ritardo !!!!!!" urlò Sanae, uscendo di corsa dal portone principale della villa, vestita sempre con la sua divisa estiva da manager, mentre l'amica cercava freneticamente le chiavi del portone nello zainetto stracolmo, urlando nel frattempo "Non è colpa mia !!!! Papà ha chiamato e non mi mollava più !!!!" . A queste parole Sanae perse tutta fretta e si fermò, fissando allibita l'amica "Tuo...tuo padre? Ti ha chiamato? E....e cosa ti ha detto scusa?" balbettò sconvolta. In quel momento Jody riuscì finalmente a chiudere la porta e raggiunse l'amica "Veramente non ho capito molto bene...continuava a parlare di una sua collega.....non ha nemmeno nominato Richard o Genzo......comunque gli ho detto che dovevo correre e che ci saremo sentiti stasera" spiegò, iniziando a correre. Ma Sanae non si muoveva "Beh?" "Stasera? Vuoi ancora parlarci?" chiese la ragazza, cercando di non urlare. Jody si fermò, la fissò negli occhi, e disse in tono serio "Sanae senti, lo so benissimo cosa ha fatto quell'uomo. So quanto io, la mamma e Angel abbiamo sofferto a causa sua.....non dico mica che voglio sentirlo spesso o stare con lui, dico solo che.....insomma, è mio padre Sanae. E' l'unico parete che mi è rimasto a parte Yu......una volta ogni tanto posso anche parlarci, no? Mi ha detto che deve dirmi una cosa, e io lo ascolterò. Non si tratta mica di tornare da lui....Fine della storia" riprese a correre, cmpletamente serena e imperturbabile, mentre l'amica la seguiva, poco convinta "Certo, ha ragione anche lei....ma c'è qualcuno a cui questa storia non farà troppo piacere....."

Le due ragazze raggiunsero di corsa lo stadio in cui si sarebbe tenuta la semifinale, arrivando senza fiato sugli spalti. Li le aspettavano Alex, Yusuke e Aly "Insomma, capitano, possibile che devi sempre arrivare in ritardo?" chiese la rossa, fissandola con rimprovero, mentre Yusuke sorrideva "Inutile, è fatta così.....". Jody, ancora rossa per la corsa, posò le mani sui fianchi e guardò con rabbia il fratello che se la rideva, commentando "Sentimi bene, se non sbaglio qualcuno qui tempo fa mi aveva offerto un passaggio in moto per venire....ma a quanto pare quando sono uscita di casa tu te n'eri già andato con qualcun'ALTRA.....". Yusuke arrossì all'istante, fissando imbarazzato Alex, anche lei color peperone. Jody invece si voltò verso il campo, dove ancora non si vedeva nessuno. Quella volta non le avevano dato il permesso di stare in panchina, avrebbe dovuto assistere dagli spalti con le altre. In quell'istante realizzò ce ne mancavano un bel po' "Ehi, e le altre? Kay e Allen? Yayoi e Yoshiko? Beh, forse loro due so dove sono....ma le altre?" chiese fissando Aly, che rispose "Kay stava mostrando la città a suo fratello, e ha trascinato Allenby con loro.....le altre due sono coi rispettivi capitani a fare un controllo medico, poi verranno qui". Jody la squadrò per un secondo, ma fu Sanae a porre la domanda "Scusa Aly....perchè non sei andata tu con Kay? A Allenby faceva certo più piacere venire qui subito....e anche a te andava meglio stare con Franz....no?". Aly arrossì all'istante, voltandosi dall'altra parte "Ma...ma....ma che stai dicendo Sany? A me non...." sentì gli sguardi di tutti e quattro puntati sulla sua schiena. Calò un silenzio pietoso, interroppo però dopo poco dalla voce squillante di Kay. Nel sentirla, Aly si voltò inconsciamente con gli occhi pieni di speranza, ma Kay era insieme ad Allenby. Del ragazzo non c'era traccia. "Capitano siamo qui !!!!!" urlò la ragazza con la treccia castana, agitando vigorosmente il braccio, mentre Allenby arrossiva "Smettila di fare così, ci guardano tutti !!!!" sibilò. Jody incrociò le braccia "Si può sapere dove eravate? Credevo che il vostro pensiero principale fosse di venir qui a fare il tifo". Kay arrossì, mentre una goccia le si formava sulla nuca. Allenby si limitò a fissare disinteressata il campo, ma Jody aveva qualcosa da dire anche a lei "E tu non fare finta di nulla. Quello che ti ha preso al volo in braccio oggi non è ancora uscito", Kay si voltò verso la biondina con fare sorpreso, poichè non aveva visto la scena, e Allenby arrossì. "Comunque, si può sapere dove diavolo è finito Franz?" chiese, leggermente arrabbiata Jody "Eh? Ah, gli abbiamo detto che noi andavama avanti, era ancora dentro a un museo e avremmo fatto tardi....." spiegò Kay, sorpresa della domanda. Jody la fissò tra l'incredulo e l'esasperato, poi portò una mano alla fronte e chiese, in tono spento "E non ti è venuto in mente che magari lui non conosce la città e non sa come arrivare qui?" chiese, rassegnata. Kay sussultò "Oh, non ci ho pensato proprio...." "Lo sapevo.....". Jody si guardò attorno, indecisa sul da farsi; Aly , che aveva seguito tutto il disorso stando sulle spine, si avviò "Vado a cercarlo !!!" urlò, senza nemmeno rendersi conto che così la sentivano tutti. Jody la fissò, incerta, poi i suoi occhi si focalizzarono su delle figure che erano comparse poco lontano, e afferrò la ragazza per un braccio, fermandola "Aspetta. Guarda la" disse, indicando il gruppetto, composto da Yayoi, Jun, Yoshiko e Matsuyama, al cui centro spiccava un sorridente Schester. I cinque ragazzi si avvicinarono ridendo, poi Jun si voltò verso di loro dicendo "L'abbiamo trovato che vagava smarrito vicino al centro sanitario.....Kay, magari la prossima volta speigagli la strada, eh?" disse, mentre la ragazzina diventava viola sotto lo sguardo divertito del fratello. Jody lo guardò, serena e contenta, dicendo "Beh, meno male che sei qui.....ora potrai vedere coi tuoi occhi gli avversari che ti ritroverai di fronte ai prossimi campionati Juniores". La frase, che doveva essere, almeno in apparenza, un semplice benvenuto, ebbe l'effetto che Jody aspettava. Quell'indicibile fulmineo guizzo di paura negli occhi del ragazzo. Stavolta la ragazza non lasciò perdere, e sostenne lo sguardo dell'amico, cercando di capire cosa gli fosse successo. Lui, sentendosi in trappola, sospirò, poi nei suoi occhi si lesse una mutua richiesta di aspettare ancora un po'. Jody annuì impercettibilmente, sorridendo, e lui rispose al sorriso "Beh, Franz, va a tranquillizzare Aly, stava per venirti a cercare di corsa" commentò, rivolgendosi di nuovo verso il campo. I due arrossirono all'istante, poi Aly iniziò ad urlare "Capitano, ma che stai dicendo? Io non....NON E' VEROOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!".

Ma Jody non la stava più ascoltando; il suo cuore aveva iniziato a battere forte non appena una figura alta dotata di cappellino rosso aveva fatto la sua comparsa. In quell'istante, Genzo alzò lo sguardo su di lei, come se avesse sempre saputo che era li, e le sorrise; lei rispose al sorriso, sentendo i suo cuore che si scioglieva. Aly stava ancora urlando, quando la voce di Franz la raggiunse "E' inutile, non ti sente.....è persa nel suo mondo fatato ormai". Detto ciò abbracciò dolcemente la ragazza, cerciondandole la vita con le braccia e appoggiando la schiena di lei al proprio pettò. Aly divenne viola "M...m...ma...Franz...cosa....." cercò di dire. Lui appoggiò il capo contro quello di lei, dicendo sottovoce "Che c'è? Ti da fastidio?". Il suo tono era dolce e premuroso, e Aly sentì una gioia indicibile salirle in petto "N...no" ammise, abbandonandosi all'abbraccio. Lui la strinse un po' di più, e i due si disposero a guardare la partita, finalmente sereni e felici.

Jody sorrise lievemente. Anche se non stava guardando, aveva sentito benissimo la frase di Franz, e poteva benissimo immaginare cosa stesse succedendo. La sua attenzione fu però subito di nuovo catturata da Genzo, che si era posizionato tra i pali e aspettava l'inizio della partita. Chiuse gli occhi, sentendosi vicina a lui, condividendo la sua stessa ansia e eccitazione. Poi sentì il fischio d'inizio, e riaprì gli occhi.

Wakabayashi seguiva con occhi attenti ogni mossa dei giocatori avversari. La squadra che si erano trovati ad affrontare, pur essendo debuttante al torneo era veramente forte, e richiedeva il massimo impegno da parte loro. Era già passato un quarto d'ora dall'inizio del secondo tempo, ma di gol non erano riusciti a segnarne; nemmeno lui però se ne era fatto segnare neanche uno. "Fossi scemo...." pensò ridacchiando "Le ho promesso di vincere....figurati se mi faccio segnare un gol.....". Fu in quel momento che la squadra avversaria avanzò all'attacco, interrompendo quel pensiero, e si lanciò a velocità incredibile verso la sua porta. Gli attaccanti principali erano tre, e tendevano a muoversi sempre assieme. Fu così anche quella volta; Genzo sorrise "Bene bene, ho già capito che faranno" e si preparò per parare.....

Jody, sugli spalti, sussultò, rabbrividì e, con sorpresa, si rese conto di aver avvertito un pizzico di tensione. C'era qualcosa di strano....aveva come paura.... ma non aveva senso....si voltò a guardare Franz, come spesso aveva fatto durante la partita, per vedere come reagiva all'assistere a una partita o cosa ne pensava delle squadra. Di dolito il ragazzo, ancora abbracciato ad Aly, ricambiava lo sguardo con serenità e sorrideva. Stavolta però l'espressione rilassata sul suo volto non poteva mascherare un po' di tensione derivante dal vedere i ragazzi che giocavano, ma non era questo che le interessava in quel momento. Anche lui aveva il volto contratto dalla perplessità, e i suoi occhi castani si rivolsero verso di lei "C'è qualcosa di strano....." ammise, cercando di non guardare quei grandi occhi preoccupati. Aly, tra le sue braccia, ebbe un tremito. C'era davvero qualcosa che non andava...."Sta per piovere" annunciò in tono incolore, anche se il cielo era sereno. Jody rabbrividì di nuovo. Cos'era quella strana sensazione?

Accadde tutto in un attimo. Il trio si portò vicino alla porta con l'evidente intenzione di segnare. Wakabayashi si posizionò in modo da poter all'occorrenza saltare. Jody si sporse, trattenendosi a stento dall'urlare. La sensazione di pericolo imminete si era all'improvviso trasformata in certezza. La voce però non le uscì, e si limitò a stringere con vigore il ferro dello scorrimano degli spalti, senza nemmeno notare che anche Aly e Schester erano scattati in avanti, e così Jun e Matsuyama. I suoi occhi erano come ipnotizzati, fisi sulla figura vestita di rosso, quasi avesse paura che scomparisse...o peggio....

Uno dei tre avversari, palla al piede, saltò. Il portiere saltò di riflesso, cercando di afferrare la palla prima che venisse calciata. In quell'istante gli altri due saltarono a loro volta, lanciandosi diretti contro di lui. Lo colpirono in pieno, direttamnte sulla gamba sinistra, quella che già ai tempi delle elementari aveva subito tanti problemi, e lo stomaco. Wakabayashi urlò, mentre il fiato gli mancava, tenendo però ben stretta la palla, e ricadde a terra, battendo violentemente la testa. Uno dei tre, poi, ricadendo lo colpì al capo con lo scarpino. Il ragazzo rimase disteso, immobile, la palla stretta al petto. Era stato per afferrarla che non era riuscito a schivare l'attacco dei suoi avversari. Sentì un fiotto caldo uscirgli dalla bocca, probabilmente era dovuto al colpo che aveva ricevuto in pieno stomaco....poi la vista gli si fece sfocata...riuscì solo a voltare il capo e vedere una figura angelica scendere saltando dagli spalti, prima di perdere conoscenza.

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" Jody afferrò con entrambe le mani il parapetto, dandosi un vigoroso slancio e lanciandosi di sotto. Franz, preoccupato, lasciò andare Aly e si slanciò anche lui verso il parapetto, ma non fece in tempo a fermare la ragazza; potè solo osservarla mentre scendeva quasi in volo, atterrava senza apparenti sforzi e correva verso la porta della Nankatsu. Non si voltò nemmeno quando la chiamò, non sentì ne la sua voce ne quella degli altri. Tutta la sua mente era rivolta a quella figura distesa a terra, sanguinante e priva di conoscenza. Franz imprecò, poi sentì una mano che dolcemente si poggiava sul suo braccio e, voltatosi, vide Aly che lo fissava con le lacrime agli occhi. Dietro di lei stava Alex, anche lei sconvolta, poi Kay, affranta, e persino Allenby, che di solito era imperturbabile e sembrava considerare ben poco il portiere, con un'espressione preoccupata negli occhi. Il ragazzo, preso dalla commozione, strinse per un attimo Aly a sè, portando la testa di lei contro il proprio pettò, togliendole il fiato dalla sorpresa, poi sorrise "Andiamo anche noi" decise. Nessuno ebbe da ridire, e tutti si affrettarono a seguirlo giù per i gradini. L'arbitro aveva ormai interrotto il gioco, e Jody si era quasi catapultata all'interno del rettangolo verde, diretta verso la porta di Wakabayashi, ma l'arbitro non era permissivo come quello del giorno prima, e le fece segno di uscire. La ragazza, che nonostante la preoccupazione aveva conservato un minimo di lucidità, si fermò e guardò con aria sconsolata Misaki, che si trovava proprio di fronte a lei. Il ragazzo, cercando di apparire tranquillo, le posò una mano sulla spalla e disse "Su, cerca di farti forza. Ora lo portano fuori dal campo...aspettalo in panchina, ti prego". Jody annuì, assente, e si avviò verso la panchina. Gli addetti al primo soccorso raggiunsero infine il ragazzo, controllarono velocemente le sue condizioni, lo caricarono sulla barella e lo portarono velocemente fuori dal campo, vicino alla panchina della squadra. Non appena posarono la semplice barella per terra, Jody si lanciò su di essa. Tutta la sua perizia medica sembrava essere inesistente, in quell'istante. Esistevano solo le sue lacrime. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi, e per quanto lei lo chiamasse, non rispondeva. Jody lo scosse "Genzo !!! Genzo, ti prego, rispondi !!!!", ma la cosa non sortì alcun effetto. I suoi occhi rimasero chiusi. Jody si sentì sopraffarre dal terrore, dall'impotenza e dalla disperazione. Le lacrime cominciarono a cedere inarrestabili dagli occhi azzurri, mentre la sua bocca sembrava non essere più in grado di emettere suoni coerenti, anche perchè vi erano premute contro le mani quasi per non urlare. In quell'istante arrivarono tutti gli altri, e Franz la abbracciò da dietro, ma la ragazza non lo sentì nemmeno. La sua bocca continuava a cercare di comporre un nome, e finalmente vi riuscì "Ge...Genzo !!!!!". Solo quando lo propnunciò, sembrò accorgersi delle condizioni del ragazzo. Wakabayashi aveva una brutta lesione alla gamba sinistra, lo stomaco e la testa erano stati colpiti duramente e la bocca era sporca di sangue. Per di più, non respirava. Infatti uno degi medici urlò "E' in arresto respiratorio !!!" e Jody si voltò, sconvolta. Aveva ragione....senza pensarci, mise le mani sul pettò del ragazzo e cominciò a massaggiarlo ritmicamente, per poi chinarsi e, dopo aver liberato le vie respiratorie, praticargli la respirazione bocca a bocca. I ragazzi intorno a lei non fiatarono, lasciando che facesse ciò che riteneva necessario; dopo poco, però, Sanae si avvicinò e disse in tono dolce "Lascia, ci penso io al massaggio cardiaco. Tu preoccupati solo della respirazione". Le due ragazze si sorrisero, accomunate dalla costante preoccupazione per i loro campioni, che le aveva portate a diventare espertissime nel campo medico, poi si misero all'opero. Dopo qualche minuto, i loro sforzi furono ricompensati da un movimento convulso del ragazzo, che cominciò a tossire e sputacchiare. Jody si tirò indietro, mentre le lacrime si fermavano per un po'; Sanae si interruppe, e lasciò posto agli inservienti. Questi controllarono le condizioni del ragazzo, annuirono e lo caricarono sulla barella con le rotelle. Uno di loro si voltò verso Jody, dicendo con un sorriso "Ben fatto, signorina. Per ora non c'è più pericolo. Comunque lo portiamo all'ospedale". Detto ciò si avviò. Jody rimase immobile, troppo schokata per parlare, poi si rialzò e di corsa seguì la barella. Non potevano...non potevano portarlo via...non gli aveva ancora parlato....si attaccò alla barella, chiamandolo a gran voce, incurante delle braccia di Yu che tentavano di fermarla. La ragazza si liberò, tentando di fermare i medici e urlando "No...no, lasciami....GENZO !!!!!!!". La pioggia iniziò a cadere, beffarda, e si confuse con le lacrime della ragazza.

"Quella voce....non era Jody?" pensò il ragazzo, riprendendo pian piano conoscenza e cercando di guardarsi attorno. Stranamente, però, non riusciva a muovere la testa. Dove...dove era? Cos'era successo? Perchè non riusciva a vaderela? "Jo...dy" riuscì a sussurrare, stupendosi di come articolare una semplice parola gli facesse male. La ragazza fu subito da lui "Genzo !!!" urlò, e lui sentì che piangeva "Genzo, mi senti? Genzo !!!!". La sua voce....la sua voce era così piena di dolore...ma cosa era successo? Perchè stava piangendo? Ci fu un brusio di voci, che lui parve riconoscere, poi una sconosciuta che diceva "Ha riportato un trauma cranico, molto probabilmente. Dobbiamo portarlo al pronto soccorso per accertamenti".

Al pronto soccorso? Ma allora si era fatto male? Lentamente iniziò a ricordare, sentendo intanto che lo portavano via. Jody si lasciò sfuggire un gemito "Gen...Genzo !!! Perchè? Perchè l'hai fatto??? Stupido !!!" urlò, gettandosi su di lui piangente. Il ragazzo recuperò piano piano la vista, vedendo finalmente i grandi occhi blu di lei pieni di lacrime. Gli si affacciò alla mente un ricordo....

"Ecco...eccoci..." ansimò lui trafelato frenando bruscamente davanti al cancello di casa sua. Jody scese con un salto dalla bici, borbottando "Certo che io in bici con te non ci salgo più. Sei un vero pericolo pubblico !!!" lui sospirò, fissandola infastidito "Guarda che nemmeno a me piace rischiare, è che avevo fretta. Non posso mica permettermi di farmi male, IO ". Lei lo guardò indiavolata "Perchè, IO sì? E poi non me ne importa nulla se ti fai male tu, mi basta che non trascini per terra anche me........

...quella era forsa la stessa Jody che ora lo fissava con quegli occhi pieni di dolore? Allora aveva mentito.....allora già quella volta gli voleva bene....lui gliene voleva tanto, già da prima....sorrise, cercando di sollevare una mano per asciugarle le lacrime. Lei sussultò al contatto "Allora non è vero che non te ne importa nulla se io mi faccio male...." sussurrò, cercando di non cedere al dolore. Lei sembrò ricordare, e sorrise; poi gli afferrò la mano di scatto "Perchè? Mi spieghi perchè hai rischiato tanto????" chiese, cercando di non far sommergere la voce dal pianto. Lui sospirò "Non ti ho forse promesso di vincere??? Non potevo proprio lasciare quella palla....." mormorò, perdendo infine conoscenza. Jody lo chiamò, terrorizzata, ma il medico le fece cenno di lasciarlo stare "Ora lo portiamo all'ospedale qui vicino. Fate spazio" disse in tono burbero. Jody restò zitta, guardando la barella che si allontanava e veniva caricata nell'ambulanza, poi scattò, raggiungendola di corsa "Aspettate !!!! Portatemi con voi !!!! Lasciatemi andare con lui...." le sue urla non sortirono alcun effetto sui medici, che scossero il capo e si limitarono a caricare il ragazzo e chiudere il portello. Jody sentì un paio di braccia che la fermavano,e cercò di divincolarsi "No, no, lasciami !!!!!!!!!" urlò, senza nemmeno rendersi conto di chi fosse colui al quale si stava rivolgendo. Solo quando le arrrivò uno schiaffo alzò gli occhi, finalmente calma, alzò gli occhi sul volto del fratello, guardandolo disorientata "Yu..." "Smettila di fare la scema !!!" urlò lui, fissandola con rabbia. Lei cercò di capire perchè facesse così "Ma cosa..." "Invece di piangere e disperarti, vedi di fare qualcosa di utile per lui !!!" disse, indicando la porta. Jody scosse il capo, non capendo "Cosa...che vuoi dire?" chiese, fissandolo incerta. Fu Sanae, arrivata in quell'istante, a rispondere "L'arbitro ci ha concesso dieci minuti di pausa, per decidere cosa fare." "In...che senso, scusa?" Sanae la fissò, comprensiva. Lo schok era ancora troppo fresco, per la ragazza. Ma dovevano farla tornare alla realtà. Avevano bisogno di lei. "Vieni, scendiamo negli spogliatoi" disse, prendendola per il polso e trascinandosela dietro. Jody non oppose resistenza, ma si voltò a guardare Yu che le seguiva. Quando arrivarono di sotto, trovarono tutti ad aspettarli. Jody si guardò attorno, confusa "Beh? Perchè mi guardate tutti così?" chiese, cominciando ad avere qualche sospetto...e non le piaceva per nulla quello che stava sospettando !!!. Infatti Sanae la guardò negli occhi e disse "Non dirmi che te lo sei dimenticata? Morisaki si è fatto male all'inizio del torneo, e non può giocare...di conseguenza non abbiamo portieri da sostituire...eccetto te". Tutti annuirono, mentre Jody arretrava, sconvolta, e delle strane righette blu si disegnavano sul suo volto "Ma..ma..ma SIETE TUTTI IMPAZZITI?????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! IO SONO UNA RAGAZZA, ME LO SPIEGATE COME FACCIO A...." le arrivò un colpo sulla nuca, e sorpresa si voltò a fissare Yusuke. Il ragazzo la fissò a sua volta, impassibile, poi disse "Mi pare che glielo devi, no? Lui si è mezzo ucciso perchè ti aveva promesso di non perdere mai....ora sta a te fare in modo che lui arrivi a giocare la finale di domani". Jody lo fissò, stupefatta "Ma tu...non eri quello che non lo voleva accanto a me?" "Si, ma so anche riconoscere quando qualcuno merita qualcosa....e questo è uno di quei casi. Su, ora cambiati, forza. Con la divisa nessuno riconoscerà che sei una ragazza...almeno che non ti voli via il berretto, perciò sta attenta" le disse, spingendola verso Allenby, che aveva una divisa col numero uno in mano. Jody mise le mani avanti, cercando di respingerla "Ehi, no, un momento, non è possibile, non lo so fare, eppoì mica si può inserire così un portiere spuntato da chissà dove...." "In questo caso sì" disse una voce proveniente dalla porta, appartenente all'allenatore "Ci danno un permesso speciale, visto che non abbiamo altri portieri....basterà presentarti con un nome maschile". Tutti sorrisero "Anche lei? ma le pare possibile che..." "Si, perchè non abbiamo altra possibilità. Ti ho già vista all'opera, e sei perfetta. E poi...." concluse, rivolgendo uno sguardo d'intesa a Yusuke, che colse il suggerimento e, chinatosi vicino all'orecchio della sorella, dicendo "...E poi, vuoi forse darla vinta a quei tre che hanno ferito Wakabayashi? Non vuoi vendicarti?" chiese, in tono suadente. A quelle parole gli occhi di Jody si infiammarono, accendendosi di aria di sfida. Tutti sorrisero, allusivi, ma la ragazza non si fece fregare "Lo so bene che mi state fregando...ma avete ragione !!! Di certo è meglio che stare qui a piangere. Andiamo ! Gliela faccio vedere io, a quei tre....." si avviò verso la porta con aria talmente convinta che Yusuke, chinandosi verso la spalla di Matsuyama, sussurrò "Nonostante tutto quei tre mi fanno quasi pensa....". Hikaru annuì vigorosamente; affrontare l'ira di Jody, soprattutto se dovuta a Wakabayashi (E non contro, anche se quella non è da meno. NdA) era veramente una cosa da non augurare anche al proprio peggior nemico....intanto, la ragazza si era perfettamente calata nella parte; aveva preso la divisa, si era chiusa nello spogliatoio femminile, e ne era uscita poco dopo perfettamente travestita; aveva addirittura legato i capelli in modo che, anche se il berretto cadeva, non si vedessero in tutta la loro lunghezza. "Bene, io sono pront....O. Andiamo, ragazzi" disse, avviandosi di corsa con Tsubasa al fianco. L'allenatore corse dall'arbitro, dicendo che avevano trovato un ex compagno dei ragazzi per sostituire il portiere, un certo Jun Ijikawa (Nome puramente inventato...questa è opera di Sanae....NdA). Tale Jun (Jody) scese in campo col cappello ben calcato sugli occhi azzurri, cercado di evitare sguardi troppo diretti. I giocatori della squadra avversaria lo interpretarono come un segno di insicurezza, e uno dei tre che avevano atterrato Wakabayashi disse, scoppiando a ridere "Guarda quello !!! Non ha nemmeno il coraggio di guardarci....ce lo papperemo in un sol boccone !!!!" Jody non rispose, anche se era ben chiaro che aveva sentito tutto, e questo non fece che alimentare le risate dei ragazzi. Ma nel suo animo formulò una risposta "Aspettate a ridere. Non sono ancora così pronta a lasciar correre......"

La partita fu unilaterale, da quel momento in poi. Per quanto i tre provassero ad attaccare, il nuovo portiere li fermava quasi prima che entrassero in area di rigore, e rinviava subito la palla ai suoi compagni. Inoltre aveva una dote innata di individuare immediatamente chi fosse quello messo meglio per un'azione offensiva. Grazie a questo, la Nankatsu conduceva per 1 a 0, quando il capitano della squadra avvesraria (Che sarebbe quello che ha olpito Wakabayashi allo stomaco. NdA) decise che ne aveva abbastanza e si lanciò all'attacco, seguito dagli altri due "Vediamo adesso se sei così invincibile !!!" urlò, mentre il portiere aspettava, immobile; i tre saltarono, ripetendo l'azione con la quale avevano ferito Wakabayashi, e il nuovo portiere sembrò cascarci, facendo esattamente quello che aveva fatto lui. Saltò a sua volta, cercando di afferrare la palla. Dalla panchina si sentirono delle urla; le ragazze si trattennero a stento dall'urlare il nome del loro capitano, mentre Matsuyama non potè trattenersi e urlò "Attenta !!!! Ci stai cascando anche tu !!!!". Il portiere sembrò non averlo sentito, e afferrò la palla; nel notarlo, il capitano avverario sogghignò "Ci sei cascato !!! Hai commesso lo stesso errore di quello stupido di Wakabayashi !!!!" urlò, allungando la gamba per sferrargli un calcio. Ma non ci riuscì. Il portiere infatti afferrò il pallone con entrambe le mani, quando era ancora appoggiato alla gamba del giocatori, e, tenendolo ben stretto, si diede la spinta con esso, eseguendo una rovesciata in avanti. Mentre gli passava sopra, il ragazzo, ancora sbilanciato per il calcio, potè vedere solo due immensi occhi azzurri che lo fulminarono e, spaventato, si ritrasse, cadendo a terra. Il portiere invece finì la piroetta e ricaddè piegando le ginocchia e rimanendo accovacciato. I tre rimasero a terra, sconvolti, mentre il misterioso personaggio diceva "Ne dovete ancora fare, di strada, per battermi...."

"Do...dove sono?" si chiese Wakabayashi aprendo gli occhi e sbattendo le palpebre. Il soffitto bianco, come del resto tutta la stanza, gli era sconosciuto; si guardò attorno, sentendo però subito un dolore lancinante al collo. Mugugnando, si toccò la parte offesa con una mano, alzandosi pian piano, per poi ringhiare "Qualcuno mi vuole spiegare che faccio qui? AH...." in un attimo, gli tornò in mente tutto. La partita, la promessa di non perdere, il pallone, il calcio che lo aveva atterrato, il volto di Jody in lacrime....si voltò di scattò "La partita !!!" urlò sconvolto, cercando di capire cosa stesse succedendo, ma una voce proveniente dalla sua sinistra lo prese di sorpresa "Sta tranquillo e non ti agitare; se ti stai preoccupando per i tuoi compagni, hanno trovato una soluzione...". Il portiere si voltò, fissando incerto l'interlocutore "Jun...." mormorò; infatti Jun Misugi stava tranquillamente seduto su una sedia di fianco al letto dell'amico, e stava sfogliando una rivista di calcio. Wakabayashi strinse le mani sul lenzuolo "Che vuoi dire? Chi sta giocando? E come sono messi????" disse tutto d'un fiato, cercando di alzarsi, ma non riuscendovi. L'amico si alzò dalla sedia di scatto, cercando di fermarlo "Sta fermo scemo, sei convalescente !!! Non ti puoi alzare, abbi pazienza !!!" "Sta zitto !!! Io devo andare....hanno bisogno di me...." cercò di dire Genzo, con la voce rotta dal dolore, aggrappandosi a Jun e cercando di tirarsi su; il capitano della Musashi cercò inutilmente di fermarlo, ma in quel momento la porta si spalancò e una voce allegra disse "No che non c'è bisogno di te....non ti preoccupare !!!". Entrambi i ragazzi si voltarono, poi Jun esclamò sorridendo "Hikaru !!! Allora, come è andata?". Il nuovo arrivato, che altri non era che Matsuyama, guardò negli occhi Wakabayashi e, con espressione neutra, disse "Come vuoi che sia andata? Hanno vinto !!!! D'altronde, con un sostituto del genere.....". Tacque, e il silenzio calò pesante nella stanza. Wakabayashi abbassò gli occhi, cercando di capire. La frase di Matsuyama era molto ambigua....avevano vinto...ma chi? E poi....un sostituto del genere....di che genere? Ottimo o disastroso? Le sue mani si strinsero ancora di più sul lenzuolo, poi il ragazzo sollevò di nuovo gli occhi, pieni di aria implorante "Matsuyama....non tenermi sulle pine. Chi ha vinto?...." le sue parole furono accolte da un boato e da una serie di rumori sconclusionati fuori dalla stanza, e tutti tre i ragazzi si voltarono verso la porta; due di loro sorridevano. Due secondi dopo, Misaki fece il suo ingresso, sorridente e felice, inseguito da Izawa "Abbiamo vinto noi, naturalmente !!! Credevi che non ti avremmo fatto giocare la finale, Wakabayashi????" sogghignò, mentre l'amico spalancava gli occhi nerissimi. I due appena arrivati sorrisero, poi si girarono mentre Tsubasa entrava "E come abbiamo vinto....5 a 0 !!! E' stato un successo !!! Ed è tutto merito di..." sorrise, allusivo, interrompendosi apposta sul punto più interessante. Wakabayashi ci cascò subito, e si sporse chiedendo "Chi mi....chi è il mio sostituto? Mi viene in mente solo Wakashimazu....ma non è possibile...." disse, e Tsubasa e gli altri sorrisero. In quell'istante la porta si spalancò e Alex, Kay, Yu, Schester, Aly e Allenby fecero il loro ingresso "E infatti non è così !!! Non ti immagineresti mai chi ha preso il tuo posto...." disse la rossa, sorridendo; anche Allenby sogghignò, divertita, mentre il povero portiere non ci capiva più nulla. Guardava ora l'uno, ora l'altro, con fare confuso e supplicante, finchè la porta si aprì per l'ultima volta e entrarono Yayoi, Yoshiko e Sanae, che si trascinava dietro una Jody stranamente intimidita. Sanae si voltò verso di lui con un gran sorriso, dicendo "E chi altri avrebbe potuto sostituirti più degnamente, se non lei? E ti assicuro che è stata spettacolare....beh, lo vedrai tu stesso dalle registrazioni !!!!". Genzo sbarrò gli occhi, mentre Jody arrossiva ancora di più, per poi farsi coraggio e avvicinarsi titubante al letto. "Io...beh, credo fosse l'unica cosa che potevo fare. Tu ti eri quasi ammazzato per non farti battere...." mormorò, alzando poi gli occhi intimiditi su di lui, scrutando ogni eventuale reazione. Genzo sorrise, prendendole una mano e tirandola verso di sè "Beh....a questo punto lamentarmi sarebbe inutile, no? E poi...nessuno avrebbe potuto prendere il mio posto meglio di te". Gli occhi di Jody scintillarono di gioia, mentre Misaki sorrideva e commentava "Eccome !!! Devi sapere che i tre dell'altra squadra hanno provato anche con lei il trucchetto con cui ti hanno atterrato, ma non c'è stato nulla da fare. Questa riesce a volteggiare per aria come se fosse una piuma !!! Sono rimasti tutti a bocca aperta !!!". Genzo guardò stupito la ragazza, che sorrise timidamente. Tra i due ci fu un lampo d'intesa, e all'improvviso si fissarono, immobili, sognanti. Ci fu un attimo di silenzio carico di aspettativa, in cui tutti si sporsero per vedere cosa stava accadendo; poi Jody, risvegliandosi da quell'atmosfera sognante, si voltò e disse, in tono scocciato "Beh, ora potrei parlargli da sola? Mi pare vi siate divertiti abbastanza !!!". Tutti la fissarono imbarazzati, poi uno per volta si affollarono intorno alla porta "Io vado...." "Devo ancora farmi la doccia..." "Ci vediamo dopo..." "Stammi bene..." frasi di questo tipo si accavallarono, e due secondi dopo erano finalmente soli. Jody si voltò, soddisfatta, verso il ragazzo, che non le aveva staccato gli occhi di dosso per un secondo. Nel notarlo, lei arrossì di nuovo, poi si sedette timidamente sul lato del letto e, abbassando gli occhi, spiegò "Sperò non ti sia arrabbiato...diciamo pure che mi hanno costretto.....ma quando mi hanno detto che avrei potuto farla pagare a quei tre io non ci ho più visto e...." sentì una mano che le accarezzava la guancia, e alzò gli occhi, stupita. Lui le stava sorridendo con affetto, e lei rispose felice al sorriso "Davvero l'hai fatto per questo?" chiese Genzo in un sussurro. Lei annuì "Tu ti sei fatto male per rispettare la promessa....e l'hai rispettata. Io ho solo fatto in modo che tu avessi la possibilità di rispettarla a pieno, perchè so che ci tieni" disse, e lui se la strinse contro "A questo punto non posso proprio perdere!!!!!!!!" scherzò; lei rise "Ti ammazzerei !!!!!!!" disse, e lui finse di rabbrividire. Le risate si smorzarono, quando si fissarono negli occhi, poi lui si chinò verso Jody, che chiuse gli occhi, aspettando....il bacio che seguì fu languido e dolcissimo, diverso da qualsiasi altro, e li fece sentire come se al mondo non ci fosse altro tranne loro....

Dopo alcuni minuti, quando si furono detti tutto ciò che c'era da dire, il silenzio calò nella stanza, e apparentemente anche fuori da essa. Ma Jody, all'improvviso, lanciò un'occhiata sospettosa alla porta, e fece cenno a Genzo di stare zitto, portandosi il dito alle labbra, mentre lei si avvicinava a passo silente alla porta. Quando vi arrivò davanti, aspettò un secondo, in silenzio, poi la spalancò di colpo. Ci fu un urlo strozzato e....

"Aspetta...addeso c'è silenzio...non riesco a sentire più nulla....forse...ecco, sento qualco-- YAAAAARGGGGGGGGGGGGHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!!!!!" con un urlo disumano, Matsuyama finì a terra, con Sanae, Alex e Kay sopra di lui, e gli altri appena dietro; il ragazzo alzò timoroso gli occhi, solo per incontrare quelli fiammeggianti della cugina; tentò un salvataggio in corner "Ecco....noi..." Jody abbassò gli occhi, scintillanti d'ira, poi iniziò a tremare. Hikaru si tirò su velocemente, sbiancando, mentre tutti gli altri arretravano. Jody esplose "Io vi AMMAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"; cominciò a seguirli, incavolata nera, mentre i poveretti cercavano scampo per i corridoi, le scale antincendio o anche le finestre....Alex si ritrovò tra le braccia di Yu, che la portò via di però, mentre Kay si nascose dietro la schiena di Misaki, che, data un'occhiata veloce a Jody, pensò bene di fuggire trascinandosi via la ragazza. Gli altri erano già lontani, ma Jody non demordette, almeno finchè una voce si fece sentire dalla camera "Ehi, non vale !!! Voglio divertirmi anche io !!! Venite immediatamente qui !!!!!!!!". Jody si riscosse, ebbe un singulto e si voltò,correndo verso la stanza, mentre tutti, dopo aver urlato "E tu questo lo chiami divertirsi????" la seguirono ridendo.

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Capitolo 19
*** Sorprese ***


Capitolo 18: Sorprese

 

Jody uscì dall'ospedale sorreggendo Genzo; suo zio e gli altri li aspettavano appena fuori, pronti a riportare a casa il loro portiere e il suo incredibile sostituto. Il signor Tahikawa aiutò il ragazzo a salire in macchina, poi si voltò verso la nipote, che però scosse la testa "Torno a piedi con gli altri" annunciò, come se fosse la cosa più normale del mondo. In realtà tutti, tranne Wakabayashi, strabuzzarono gli occhi, increduli, nel sentire queste parole; il ragazzo sulla macchina invece le sorrise, e lei gli fece un cenno di saluto e chiuse lo sportello. Suo zio la fissò, ancora poco convinto, poi salì a sua volta e mise in moto. L'auto paertì, e Jody restò a guardarla con occhi sognanti, immobile, mentre il vento le scompigliava i capelli. Il suo pensiero tornò alla scena di poco prima, in ospedale...

 

"...Ti ripeto che sto benissimo !!!!" urlò Genzo, guardando con rabbia Jody, che, cocciuta, non gli permetteva di alzarsi dal letto. Ormai si sentiva meglio, dopo la brutta botta della partita, ma la ragazza non ne era convinta e lo tormentava con la storia del riposo. Lui decise che ne aveva abbastanza "Insomma !!! Ti ho detto e ripetuto che sto bene, te lo devo dire in Arabo? Ah già, tu lo capisci benissimo l'Arabo....beh, signorina so-tutto-io, cosa credi? Hai detto di aver giocato per permettermi di disputare la finale, e ora mi dici che dovrei starmene a riposo? Ma sei impazzita? Se fosse stato per me avrei giocato anche oggi..." si interruppe, nel vedere le lacrime solcare le guance pallide della ragazza. Genzo si rese conto di aver esagerato, ma non fece in tempo a rimediare "E secondo te sarei pazza? Io mi preoccupo solo della tua salute !!! Lo so che ho fatto in modo che tu giocassi, domani, ma non se c'è il rischio che tu ti faccia ancora male...io..io...." si appoggiò, singhiozzante, al bordo del letto, premendovi contro la fronte "Quando ti ho visto cadere....oggi....mi sono sentita morire...ho avuto paura di perderti come...come....Angel !!!" urlò, rivelando finalmente l'angoscia che si era portata dentro tutto il giorno. Genzo rimase in silenzio. Finalmente capiva...quelle lacrime, quel viso disperato che era ben vivido nella sua mente...senza dire una parola le fece alzare il volto e se la strinse al petto "Adesso ho capito !!! Sciocchina, un'altra volta dimmele direttamente queste cose. Non fare la finta cocciuta...cioè, tu cocciuta lo sei veramente...ma in questo caso...." sentì una risata cristallina. Nonostante le lacrime, Jody stava ridendo per le parle del ragazzo, e ora lo guardava dolcemente. Genzo le accarezzò una guancia, poi un lampo gli passò negli occhi neri "Comunque, domani voglio giocare !!!" esclamò, e lei sbuffò "Sempre il solito. Prima voglio sentire cosa dicono i dottori, poi ne riparliamo !!!". Genzo fece il broncio "Uffa !! Certo che sei proprio testarda !!!" "Almeno quanto te, mio caro. E se ben ricordi, come manager della squadra io posso farti stare in panchina..." sottolineò lei, alzandosi e incrociando le braccia. Lui la fissò, interdetto "Carogna !!!" commentò, arrabbiato, ma lei non si fece impietosire "Puoi tenermi pure il broncio, ma finchè non mi assicurano che tu non corri rischi, in campo non ci vai". Il loro battibecco fu interrotto da un leggero colpo di tosse, opera dell'anziano dottore che era entrato già da un bel po', ed era rimasto ad ascoltare in silenzio "Direi che la sua fidanzata ha ragione, signor Wakabayashi" disse sorridendo, mentre i due si fissavano imbarazzati "Non dovrebbe trascurare così la sua salute" Jody lanciò uno sguardo trionfante al ragazzo, che replicò con uno sbuffo "Comunque non preoccupatevi, le sue condizioni sono ottime. Può giocare senza problemi...ma stia attento !!! Basta colpi in testa" raccomandò. Genzo lanciò a sua volta un'occhiata soddisfatta alla ragazza, ma lei non se la prese. Era troppo felice per la notizia, tanto che gli saltò al collo, urlando. Genzo divenne viola, e il dottore se ne andò ridendo. Poi lui pretese di alzarsi, e lei lo aiutò, preparandogli le sue cose, sorreggendolo, pensando addirittura di chiedere una sedia a rotelle...al che lui si stufò e la prese in giro. Lei si limitò a prendergli il braccio e passarselo intorno al collo, per poi accompagnarlo fuori "Però a casa ci vai in macchina, va bene? Poi non rompo più, giuro !!!". Lui sospirò "E va bene....anche se non ci credo molto...." concesse.

 

...ed eccolo lì. Jody l'aveva fatto salire in macchina e aveva rispettato la promessa, non andando con lui per assicurarsi che non si sforzasse. Yu le arrivò alle spalle e chiese, stupito "Lo lasci andare da solo?". Lei, senza voltarsi, annuì "Gli ho promesso di non essere stressante...almeno per oggi !!" spiegò. Il ragazzo sogghignò, e lei gli rivolse un'occhiata obliqua "Ehi....che stai dicendo fratellino?" disse in tono letale...Yu comincilò ad arretrare, ponendo davanti a se Alex e sperando che lo difendesse. La rossa scoppiò a ridere, mentre Jody sorrideva. "Su, andiamo a casa anche noi, ci sono gli allenamenti !!!" disse, e le ragazze risposero con un urlo entusiasta, iniziando a correre. Yu, Misaki e gli altri si guardarono, tra lo stupito e il divertito.

 

"Alzalaaaaaa !!!!" urlò Jody, saltando al di sopra della rete, mentre Sanae eseguiva una perfetta alzata, che il capitano trasformò in un missile che colpì in pieno Kay e la sbattè a terra. La brunetta non fu molto contenta di questo "Capitano...da quando siamo qui esageri...." si lamentò, massaggiandosi le braccia. Jody sorrise "Dici? Beh, dobbiamo prepararci per il campionato, no?" cercò di minimizzare, ma gli occhi di Kay erano ancora tempestosi, così decise di lasciar perdere. Erano ormai le 6 e 30, si stavano allenando dalle due, forse era il caso di smettere...."Ragazze, finiamo qui per oggi?". La proposta fu accolta da vari assensi, primo tra tutti quello dell'allenatore, che voleva parlare con Yu. Il fratello di Jody infatti era appassionato di pallavolo fin da piccolo, anche se per vari impegni non si era mai iscritto a nessun club, e il suo desiderio era di diventare allenatore, per cui Seto l'aveva preso come aiuto, e ora voleva discutere con lui dei progressi della squadra; il ragazzo aveva un ottimo occhio per i dettagli. Le ragazze intanto andarono a farsi una doccia, ridendo e chiaccherando. Jody si stava asciugando i capelli, quando il telefono squillò. La ragazze, sorridendo, sollevò la cornetta, esclamando un allegro "Pronto?", ma la voce che sentì le tolse immediatamente il sorriso. E quello che le venne detto lo spense per sempre.

 

"Wakabayashi...scusa un secondo...." la voce di Schester distrasse Genzo dalla contemplazione del tramonto. Il portiere si girò, stupito, e aspettò che l'altro continuasse "Riguarda Jody" disse il ragazzo tedesco, e Genzo si sporse, preoccupato. Sentiva che erano in arrivo pessime notizie "Penso sia meglio parlarne con te prima. Vedi, da quel che ho capito tu conosci molto bene la situazione e quello che le è successo...." alzò gli occhi, esitante, e l'altro gli fece un cenno affermativo. Il tedesco continuò "E mi hanno anche raccontato che era venuto qui con l'intenzione di riprendersela....e che è stato merito tuo se non ce l'ha fatta....". Genzo arrossì "Beh, non è proprio stato merito mio....ma di tutti gli altri che di nascosto hanno deciso di farci fidanzare senza nemmeno chiederci il permesso...." confessò, e l'altro sorrise "Beh, non mi pare che ti dispiaccia così tanto...." commentò, e Genzo sorrise "No, per niente...ma Jody all'inizio non ne voleva sapere, non sopportava che le imponessero una cosa simile...e credo avesse ragione....poi..." l'imbarazzo gli impedì di continuare, ma Franz non ci fece caso. Quello che lo preoccupava era ben altro "Beh, dopo che se n'è tornato in Germania, ha cominciato a pensare a come avrebbe potuto trovarsi un erede, visto che Jody non aveva intenzione di sposare Richard... e ha deciso di...ecco....da quel disumano che è, e non avendo figli maschi, o altri figli, ha pensato bene di....no, aspetta, forse è meglio se ti racconto tutto dall'inizio. Appena tornato in Germania, ha avuto un tremendo litigio con la moglie, che considerava vergognoso ciò che aveva cercato di fare a Jody. La situazione tra i due è diventata critica, e lui se n'è andato di casa...o meglio, è stata lei ad andarsene. Lui poi è tornato nella loro villa di Brema, lei è da un'amica ad Amburgo. Comunque, hanno formalmente divorziato, e la pratica legale arriverà fra pochi giorni. Ma quel che è peggio è che...."

 

Jody afferrò il telefono con entrambe le mani, poichè temeva che altrimenti le sarebbe caduto, da quanto esse tremavano "Scu...scusa, credo di non aver capito bene, potresti ripetere?" sussurrò con voce tremante, mentre gli occhi sbarrati assumevano un'espressione vacua. Poi le mani si serrarono attorno al telefono fino a divenire bianche. "Papà....come puoi verlo fatto....." sussurrò, mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia....

 

...."Scusa, potresti ripetere?" disse Wakabayashi, incredulo, fissando Schester come se fosse un marziano. Il tedesco sospirò "E' così. Ha divorziato dalla moglie e sta per risposarsi con una sua collega, divorziata e madre di due figli....di cui uno maschio dell'età di Jody....vuole farne il suo erede, visto che Jody si rifiuta di esserlo". Genzo si appoggiò una mano sulla fronte, sconvolto "Ma.....come può fare una cosa del genere...non ha sentimenti umani? Come può fare anche questo alla sua famiglia...."

 

.....Jody assunse un'espressione dura, poi parlò in tono tagliente "Non mi interessa. Non mi riguarda più ciò che fai. Sappì che, a questo punto, ti disconosco come padre, e non mi frega nulla se hai un nuovo figlio...non è mio fratello e non lo sarà mai, quindi non chiamarlo come tale. E non ci tengo affatto a conoscerlo. D'ora in poi puoi anche non chiamarmi, tanto non ci tengo a sentirti....ti ODIO. Addio"; sbattè giù il telefono e rimase a fissarlo, poggiando le mani tremanti serrate a pugno sul tavolino, chiudendo gli occhi e cercando di calmarsi. Lacrime brucianti la assalirono, accompagnate da singhiozzi. Si sentì perduta e abbandonata, ancora una volta ferita, ancora una volta sola....poi un nome, un volto si affacciarono alla sua mente, e si voltò, cercandolo....

...."Ho deciso di dirlo prima a te perchè non so come la prenderebbe...comunque per ora è meglio non dirglielo....cosa dici?" chiese Schester, sedendosi e fissando l'amico. Genzo annuì, distratto. Jody era felice, e lui non voleva che la notizia sconvolgesse quell'equilibrio che aveva appena raggiunto "Sono d'accordo. Per ora aspettiamo...magari non sarà necessario dirglielo....". Non ci credeva nemmeno un po', ma non sapeva come fare....e non ebbe il tempo di pensarci perchè in quel momento un urlo terribile si diffuse per la villa.

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" l'urlo disumano interruppe i pensieri del ragazzo, e fece girare entrambi di scatto verso la porta, sconvolti. Seguì un silenzio pieno di tensione, poi Jody comparve in terrazza, col volto rigato di lacrime, tremando, con le gambe che le cedevano e la voce che usciva anormale, piangente e tremula, a sbalzi, mentre la ragazza cercava di formulare parole che il suo cuore non voleva accettare "Quel...Quel...Quel BASTARDOOOOOOO !!!!!!!!!!!!! Come può avere avuto tanto coraggio....lasciare....mamma....per....per un ....un...." si accasciò sulle ginocchia, stringendosi la testa tra le mani e piangendo. Schester si alzò di scatto, guardandola scionsolato "Maledizione...non ho fatto in tempo...." mormorò. Genzo, senza nemmeno sentirlo, corse da lei e la strinse forte tra le braccia, inginocchiandosi a sua volta, cercando di calmare il tremito convulso del suo corpo, e la ragazza si aggrappò a lui, stringendo la maglia del portiere fino a far sbiancare le mani. Genzo sentì le lacrime che gli bagnavano la maglia, e la strinse ancor più forte, sussurrandole parole di incoraggiamento. Ma Jody piangeva, ancora, e ancora a causa di suo padre. Genzo la tenne stretta, alzando gli occhi al cielo. Perchè, perchè doveva vedere la persona che amava di più al mondo soffrire così? In quel momento arrivò Aly, ignara di tutto, richiamata dall'urlo, e fissò perplessa la scena, ma subito si accorse che le lacrime di Jody erano molte e dovute a qualcosa di serio. Fissò preoccupata Franz, che le fece cenno di avvicinarsi. Quando lei gli fu vicino, racconto cos'era successo, e la ragazza sbiancò. Strinse le mani a pungo, cercando di non urlare per non ferire ancora di più l'amica, ma i suoi occhi erano pieni d'odio "Ma come osa....anche questo...." era sconvolta anche lei, e Franz trovò normale stringerla tra le braccia e confortarla, cercando di non pensare a quanto per lui significasse. Aly si stupì non poco di ritrovarsi fra le braccia di lui, ma non disse nulla, godendosi quel momento di calore e conforto. Ci fu silenzio, un silenzio molto pesante, interrotto solo dai singhiozzi di Jody, che però poco alla volta si placarono. Alla fine la ragazza alzò gli occhi e fissò Genzo, che per un attimo si perse nei suoi occhioni blu, che ora sembravano il cielo spazzato dalle nuvole dopo un'acquazzone. Sorrise, e il sole sembrò sorgere sul suo volto. Dopodichè si alzò "Va bene....credo di aver pianto abbastanza" commentò, facendo una linguaccia a Wakabayashi, che la fissava incredulo "Stai...stai bene?" chiese, quasi in contemporanea con gli altri due. Jody annuì, stiracchiò le braccia in alto e spiegò "Mi sono sfogata....ora posso dimenticarmi di tutto questo. Ho deciso di ignorarlo e non farmi coinvolgere, e non mi importa nulla della sua nuova moglie o del mio nuovo presunto fratello. E che finisca qui" i suoi occhi ora erano veramente sereni,e si voltò verso Schester pe rchiedere con aria furba "Tu sei venuto qui per questo? Per avvertirmi?". Il ragazzo arrossì lievemento sotto quello sguardo così diretto "Si...beh, anche...." tentò di tergiversare, ma a Jody non sfuggiva nulla "Forse è ora che ci racconti tutto...." disse, e Franz sospirò. "E va bene....". Aly sentì che la presa del ragazzo attorno alla sua mano diventava più forte, e si voltò a guardarlo, preoccupata. Lui abbassò gli occhi e iniziò a parlare "Credo tu ti ricordi che i rapporti con mio padre non sono mai stati granchè....Kay se n'è andata perchè la situazine in famiglia era diventata insostenibile, e credo che abbia fatto la cosa migliore. Nell'ultimo anno, ho visto la sua spontaneità e la sua dolcezza spegnersi ogni giorno di più, proprio come il suo sorriso, a causa dei litigi dei nostri genitori e dell'indifferenza di nostro padre. Nonostante tutto, credo che abbia sempre sperato che prima o poi lui si accorgesse di noi....che ci volesse bene. Io invece mi ero disilluso da tempo. Per questo, quando lei se n'è andata, per quanto mi mancasse ero contento. Sono stato io ad impedire a mio padre di fermarla, e per questo lui mi ha odiato. Stava per combinare un fidanzamento con un figlio di un ricco industriale....non ti dico la mia reazione quando l'ho saputo....e poi questo ragazzo si comportava come se Kay fosse una sua proprietà....meno male che se n'era già andata. A quel punto gli rimanevo solo io, il figlio famoso per via del calcio....questo gli andava bene, ma ora voleva che smettessi e mi dedicassi all'impresa, fidanzandomi con una grande famiglia....tramite Allenby" sentì il tremito involontario di Aly tra le sue braccia, e sorrise "Io....ho cercato di resistere, ma quando mio padre....beh, credo sia stato proprio lui a presentare la nuova moglie a tuo padre....e voleva che il tuo nuovo fratello....beh, non importa. Comunque, è arrivato ad approvare ciò che tuo padre ti aveva fatto....io non ci ho visto più, e mi sono ribellato. Ho detto che io in una casa simile non ci stavo più, che mi sarei trasferito all'estero per giocare, e lui voleva che lasciassi il calcio e che mi fidanzassi...." Jody sussultò, ma lui le rivolse un sorriso "A quel punto ho deciso che non potevo più sopportare. Per fortuna anche Allenby se n'era andata, quindi questa storia assurda non è andata avanti, ma io non cambiai idea. Ho preso poche cose e me ne sono andato, senza nemmeno sapere dove andavo...poi mi è venuto in mente che Kay era da qualche parte in Giappone, così mi sono informato e sono venuto qui....ho anche lasciato la squadra, perchè non ce la facevo più....". Genzo lo fissò, perplesso. Allora era per quello? Ogni volta che Jody o qualcun'altro accennava alla sua carriera da calciatore, lui aveva quel guizzo di paura negli occhi. Eppure, quando li aveva visti giocare, una luce si era accesa in lui....dunque aveva lasciato il calcio per necessità, ma gli mancava....eccome se gli mancava.....

Franz stava intanto a capo chino, immobile, in silenzio. Jody e Aly si scambiarono un'occhiata, poi tornarono a fissarlo preoccupate. Non sapevano che fare, che dire. Il ragazzo non si mosse, e il silenzio si fece pesante. Jody decise che ne aveva abbastanza, e fece per parlare, allungando la mano verso di lui, quando un movimento dietro la porta a vetri li fece voltare tutti di scatto. Franz, richiamato da questo, alzo il capo, e spalancò gli occhi nel vedere Kay che lo fissava con gli occhi castani, di solito così carichi di vitalità, pieni di dolore. La ragazza fece qualche passo, esitante, verso il fratello, poi si fermò "Fran...Frannie" balbettò, chiamandolo col soprannome con cui lo chiamava quando erano bambini e che non aveva mai smesso di usare "Mamma e papà hanno divorziato, vero?" chiese, trattenendo a stento le lacrime. Lui la fissò, costrenato, poi abbassò il capo e annuì "Ormai non potevano più nemmeno guardarsi...." ammise, tentando di mantenere la voce normale. La ragazza annuì, scuotendo così leggermente la treccia castana, poi si inginocchiò davanti a lui "Chissà quante ne hai dovute sopportare....e io ti ho lasciato da solo...." disse in tono dolce, facendogli sollevare il capo. Franz sorrise "No, Kay. Certo, mi sentivo solo, ma se tu ci fossi stata non sarebbe cambiato molto, se non che ti saresti trovata fidanzata con un grasso idiota presuntuoso. Ogni giorno, ad ogni ora ringraziavo che tu non fossi più li....mi sarei preoccupato troppo. Invece sapevo che qui Jody ti avrebbe protetto,e avrebbe protetto anche le altre". Kay annuì e lo abbracciòm, e il fratello trovò conforto nella dolcezza spontanea della sorellina. Aly li fissò sconsolata, conscia di quanto stessero soffrendo. Jody invece si domandava perchè si fidassero così di lei, che non era riuscita nemmeno a badare a sua sorella, figuriamoci a tutte loro....eppure era così. Genzo la abbracciò, e lei si rannicchiò tra quelle braccia protettive. Rimasero tutti così per un po', poi Kay si districò dall'abbraccio e se ne andò di corsa. Franz, stupito, fece per seguirla, ma Jody con abile prontezza lo afferrò per il polso e lo fermò "No, lasciala andare. C'è qualcuno di più adatto che la può consolare, in questo momento" disse, indicando una figura silenziosa che aveva saspettato in silenzio e ora seguiva la ragazza che era corsa via. Misaki, con un'espressione preoccupata sul volto, seguì Kay. Franz sorrise, poi si voltò verso Aly, ancora in lacrime, e si sedette vicino a lei. La ragazza gli prese la mano e la strinse forte, e lui si appoggiò alla spalla di lei. Jody sorrise, avviandosi all'interno con Genzo, che fissò ancora per un secondo la scena dietro di lui e sussurrò "Beh, direi che questo vale per entrambi !!!". Jody non potè evitare di scoppiare a ridere.

 

La sera calò inesorabile sulla villa dove i ragazzi ridevano e scherzavano, piangevano e amavano, soffrivano e si allenavano (Ma che centra? NdTutti. Boh....NdA). Jody stava chiaccherando allegramente con Genzo, Alex e Yu, Allenby e Izawa stavano giocando a carte con Jun, Yayoi, Alex, Franz e Aly, Yoshiko stava parlando al telefono con sua madre e Hikaru aspettava che avesse finito, chiaccherando intanto con Sanae. Tsubasa, seduto vicino a Jun, non prestava alcuna attenzione al gioco, ma fissava con irritazione crescente la scenetta, senza nemmeno capire perchè (Che è tonto si sapeva....NdA). Dopo qualche minuto, decidendo che ne aveva abbastanza, si tirò su, posò rumorosamente una mano sul tavolo e chiese, scocciato "Misaki dov'è?". Il gioco si interruppe, mentre tutti si giravano verso di lui con aria stupita. Jun rispose "E' fuori, ha detto che andava a fare una passeggiata....Kay è sparita da un po' e credo la stia cercando....". Tsubasa annuì "Vado a cercarlo anche io. Ciao" si limitò a dire, uscendo senza voltarsi. Ci fu un momento di silenzio incerto, poi Franz fissò gli altri "Ma che gli è preso?" chiese, incredulo. Yayoi sorrise, e Aly si tirò indietro, ridacchiando "Credo sia rimasto schokato dalla scenetta" spiegò, accennando col capo a Sanae e Hikaru. La ragazza arrossì violentemente, cercando con lo sguardo il capitano e divenendo triste. In quell'istante Yoshiko finì la telefonata e tornò verso di loro. Hikaru si voltò raggiante verso di lei, ma la ragazza fissò le facce degli amici perplessa "Che è successo qui?" chiese, e tutti non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.

 

Jody stava ridendo spensieratamente quando Tsubasa le passò di fianco, furente. I tre si voltarono tutti a fissarlo mentre si allontanava, sorpresi, mentre le risate scoppiavano all'inteno della villa. Yu si grattò il capo "Ma che gli è preso?" chiese, mentre Jody e Genzo si scambiavano un'occhiata allusiva "Io un'idea ce l'avrei...." disse il portiere, abbracciando la ragazza. Yu, che stava ancora fissando il calciatore, sbuffò "Bah !" e tornò a guardare gli altri due, solo per vedere una scena che non gli piacque molto "Ehi, Wakabayashi, scollati subito da mia sorella !!!" "Uffa, che palle !!! Ti ricordo che è stato merito tuo se ci siamo messi insieme, perchè rompi?" "Ma mica vuol dire che le puoi stare sempre appiccicato !!!" "Smettila di fare il fratello geloso, perchè non vai a trovare Alex invece di rompere a noi??" "A-A-Alex? Ch...che vuoi dire?" Yu divenne rosso fino alla radice dei capelli, e gli altri due si scambiarono un'occhiata. Ora toccava a Jody "Ehi, è inutile che fai finta di nulla, sappiamo benissimo che tra voi c'è del tenero...avanti, fratellone, mica è la fine del mondo !!!" "Brutta....vieni qui subito !!!" "Se, domani !!! Prova a prendermi !!!" e i tre cominciarono a rincorrersi nel giardino illuminato dalle ultime luci del tramonto.

 

Misaki vagava da solo nel giardino, lo sguardo perso nel vuoto. Di Kay non c'era traccia. Nella mente del ragazzo c'era posto solo per l'immagine dei grandi occhi castani di lei, pieni di sofferenza, come li aveva visti quel pomeriggio. Il vento prese a soffiare tra gli alberi, cullandolo come una dolce melodia. Taro chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare via....lontano.....quella meloia ripeteva un nome....Kay....poi si arricchì di note, struggenti note di violino, note che rivelavano dolore e gioia, semplicità e complessità.....aprì di scatto gli occhi. Non se l'era immaginate, le sentiva davvero. Ma cosa?.....si avviò nella direzione del suono, senza nemmeno accorgersi che stava tornando verso la villa. Quelle note lo avevano rapito, il loro frenetico sussegguirsi lo chiamava, lo attirava....proveniva dallla terrazza sul lato est...quella da cui Kay era fuggita nel pomeriggio....senza far rumore il ragazzo si afferrò al rampicante che era cresciuto lungo il muro e si tirò su, arrampicandosi come se fosse la cosa più naturale del mondo. Finalmente riuscì ad arrivare alla ringhiera in marmo e si issò a forza di braccia, scavalcandola silenziosamente e volgendo lo sguardo alla ricerca della fonte del suono. I suoi occhi sondarono lentamente tutta la terrazza, poi si immobilizzarono al centro. Li stava una figura angelica, quasi eterea. I capelli, lunghi fino alla vita, erano sciolti sulle spalle, e formavano un'aurea castana stupenda. Gli occhi erano chiusi, altrimenti avrebbe potuto leggere in essi una vivacità indescrivibile. Le mani si muovevano armoniosamente su un violino che teneva appoggiato alla spalla. Era lei a produrre quella musica meravigliosa? Misaki spalancò la bocca, muovendo un passo verso di lei, incantato. Chi era? Chi era quell'angelo? Voleva conoscerlo....poi un lampo gli portò alla mente il viso triste di Kay, e il ragazzo si fermò, conscio che avrebbe dovuto essere alla sua ricerca, non li....e poi le due immagini si sovrapposero, e lui capì chi era quella ragazza. Il nome gli sfuggì dalle labbra "K...Kay !!!!" prima che potesse pensare. La ragazza aprì gli occhi discatto e smise di suonare, voltandosi a fissarlo e spalancando gli occhi "Taro?...." chiese, domandandosi da dove fosse sbucato il ragazzo. Lui sorrise "Già....eri davvero tu che suonavi? Sono arrivato qui seguendo la melodia...." spiegò, e la ragazza fece una faccia perplessa "Scusa....ma da dove sei entrato?" chiese, fissando rapidamente la porta chiusa della terrazza. Lui sorrise imbarazzato "Beh....mi sono arrampicato...." "TI SEI ARRAMPICATO ?????" urlò lei, fiondandosi a guardare di sotto e rimanendo schokata dall'altezza "MA SEI MATTO??? LO SAI COSA POTEVA SUCCEDERE SE CADEVI?????" urlò ancora, voltandosi verso di lui, ma il ragazzo sorrise "Lo so, ma quando ho sentito la melodia ho avuto l'impulso irresistibile di scoprire da dove veniva....." La ragazzina arrossì, poi notò come aveva ridotto le mani e ne afferrò una "Guarda qua !!! Ma pensa te...." disse, cercando di pulire le ferite. Lui sorrise "Sei davvero brava, lo sai?" disse dolcemente. Kay alzò timidamente i grandi occhi castani e lo fissò, come colpevole "D...davvero?" chiese arrossendo. Lui annuì "Non so spiegarmi bene, ma....quando suoni è come se esprimessi tutta te stessa....tutta la tua voglia di vivere, tutta la tua spontaneità, la tua gioia.....e oggi anche il tuo dolore....". Kay si fermò, gli occhi bassi "Grazie...." disse. Lui le sollevò il volto "Sai....stando con mio padre mi sono abituato a valutare le cose artisteche, ma la tua musica...è come un quadro pieno di colori, impossibile da descrivere....è superlativa. Mi ha colpito proprio dentro. E poi....vederti così...." la ragazza si rese conto di cosa intendeva "A.....aaahhh...ecco..." cercò di spiegare, prendendo i capelli con una mano e assumendo un'aria spaventata "Stai bene coi capelli sciolti....davvero. Mi piaci molto". Kay arrossì vistosamente e lasciò andare i capelli "....Grazie....". Abbassò di nuovo gli occhi, mormorando "Sai...non sono molti quelli che mi hanno visto coi capelli sciolti.....mi sento vulnerabile in questo caso...."; torceva le mani come se avesse avuto tra di esse la causa dei suoi problemi. Misaki la fissò, aspettando. "Allora, mi vuoi raccontare cosa è successo o no?" chiese. Lei sollevò di scatto il capo, sorpresa, poi sorrise debolmente; infine scoppiò a piangere e si appoggiò al petto di lui, singhiozzando, serrando le mani sulla sua maglia. Il ragazzo, in silenzio, le passò le braccia dietro la schiena e la strinse a sè, e Kay si sentì al sicuro. Pianse tutte le lacrime che aveva trattenuto per tutto quel tempo, pianse per aver lasciato solo suo fratello e pianse perchè sapeva di non avere più una casa, un posto dove tornare, la in Germania. Ma quando, dopo un po', alzò gli occhi e inontrò quelli castani del ragazzo che la stringeva a sè, pensò che forse un posto dove stare l'aveva trovato....e con quel pensiero felice si addormentò spossata tra le sue braccia.

 

Aly stava passeggiando da sola nel parco. La partita a carte era finita e gli altri avevano inziato a vedere un film, ma lei aveva deciso di uscire per riflettere un po'. La storia che Franz aveva raccontato l'aveva sconvolta più di quanto sembrasse, poichè aveva colpito due persone che le erano così care.....Kay, una delle sue migliori amiche, e Franz, che era.....cos'era per lei? Un amico? Un confidente? Anche, ma non solo...altrimenti perchè le sarebbe mancato così tanto, perchè avrebbe passato le sue giornate a pensare a lui....perchè sarebbe stata così felice di rivederlo? Si fermò e si coprì il volto con le mani, pensando. Perchè? Perchè aveva così bisogno di lui? "Perchè io....io lo...." pensò, ma una voce ben nota interruppe i suoi pensieri "Aly? Va tutto bene? Che fai qui?". Aly si voltò sconvolta verso il proprietario della voce, che altri non era che Franz, che la stava guardando interrogativamente. La ragazza arrossì subito, cercando una scusa appropriata e riuscendo solo a balbettare sillabe sconnesse. Lui si avvicinò, proccupato,e le posò una mano sulla fronte, chiedendo preoccupato "Stai bene?". Il contatto fece diventare ancora più rossa la ragazza, togliendole il respiro e facendole salire la temperatura, cosa di cui lui si accorse "Credo ti stia venendo la febbre...sarebbe meglio se andassi dentro" (Ma che è, Tsubasa mi ha contagiato pure lui????? NOOOOOO, ti prego, almeno i tedeschi lasciali stare, o morbo malvagio!!!!!!!! NdA); Aly lo fissò, incredula, poi si scostò arrabbiata e disse "Credo che seguirò il tuo consiglio !!! Ci vediamo !!!!". Si allontanò a passo svelto, ma non aveva fatto nemmeno cinque poassi che si sentì afferrare per il polso. Si voltò, scocciata, ma lui era perplesso "Ti ho fatto arrabbiare? Scusa, non volevo. Solo avevo paura che ti ammalassi.....ero venuto a vedere perchè eri andata via....mi stavo preoccupando". La ragazza si calmò. Lui era quello di sempre, troppo gentile e troppo premuroso.....per questo, e non solo perchè era bello e un genio del calcio, per questo tutte quelle ragazze gli stavano dietro, per questo lei si era..... ma sapeva bene che nel cuore di lui c'era posto per una sola persona, e quella era Jody. O almeno questo era ciò che credeva lei.

Lui infatti era di tutt'altro parere. Da quando era rimasto solo in Germania, aveva iniziato a riflettere, e era giunto a una conclusione. Una conclusione che riguardava anche lei. Era per questo che era uscito, la storia della preoccupazione era solo una scusa. "Senti...." iniziò, cominciando ad arrossire. Lei se ne accorse, e divenne perplessa. Il ragazzo continuò, facendola girare del tutto verso di sè "In realtà sono uscito perchè volevo parlarti....". Lei annuì, aspettando. Il ragazzo cercò di non balbettare "Quello che ho raccontato nel pomeriggio.....credo tu abbia capito quanto male ci sono stato. Ero contento che Kay non dovesse vivere tutto quello che stavo vivendo io, ma mi mancava....e insieme a lei mi mancavate molto anche voi". Si interruppe per farsi coraggio. "Per un po' questa cosa mi è sembrata del tutto normale....voi eravate sempre tutte insieme, e associavo il volto di Kay ai vostri...ma quando mi sono sentito veramente solo, e ho pensato solo a voi, mi sono accorto che c'era qualcosa di strano.....pensavo sempre a Kay, ed è normale, a Jody, e anche questo non era strano, perchè era un anno che non la vedevo e non avevo sue notizie.....e a te". Franz era diventato completamente rosso, ma Aly aveva ancora un'espressione incerta sul volto "Che stai cercando di dirmi....lo so che sei ancora innamorato di Jody, ma devi capire anche cosa è meglio per lei...ora è felice e...." replicò, cercando di nascondere le lacrime, avendo compeltamente travistato il discorso del ragazzo. Talmente certa di quello che stava per sentire, non si era nemmeno resa conto delle ultime tre parole di lui. "Credo che tu debba lasciar perdere...." cercò di dire, andandosene, ma il ragazzo, sconvoltò, la afferrò per un braccio e se la tirò vicino, tanto vicino che per poco le loro labbra non si sfiorarono. I due rimasero immobili, cercando di non respirare, poi lui non riuscì a trattenersi "Aly...." sussurrò, chinandosi verso di lei. Aly chiuse gli occhi, affranta. Perchè le faceva questo? Voleva divertirsi con lei? Come poteva essere così crudele? Quel bacio lei l'aveva desiderato tanto, forse troppo....ma non era disposta ad accettarlo quando lui pensava solo ad un'altra !!!!! Le lacrime sgorgarono, impossibili da trattenere, e la ragazza cercò di divincolarsi "Perchè mi fai questo????????? Bastardo, lasciami andare.....lasciamiii !!!!!" Franz, sconvolto, la lasciò, e la ragazza corse via, piangendo disperata. Ma che gli passava per la testa, a quello? Veniva a dirle di essere innamorato di Jody e poi tentava di baciarla????? Ma che razza di persona era????????????????????????? Possibile che per tutto questo tempo si fosse ingannata?????????? Corse, corse, senza nemmeno vedere dove andava, senza neppure capire, finchè non nadò a sbattere contro qualcuno....qualcuno che protestò con un sonoro "AHIAAAA !!!". Aly si fermò, confusa, mentre una voce preoccupata diveva "Kay !!! Ti sei fatta male????". Aly aprì a fatica gli occhi gonfi di lacrime, vedendo Kay seduta a terra con una smorfia sul volto, e Misaki chino su di lei, preoccupato, che le tendeva una mano. La ragazzina si rialzò, in un turbine di capelli castani, e la fissò scocciata. Ma la sua irritazione durò ben poco, non appena vide il viso dell'amica "Aly? Ma che ti è successo?????? Perchè piangi???????? Aly???" chiese, avvicinandosi. La ragazza la fissò confusa "Hai...i capelli sciolti...". Kay annuì "Si, stavo suonando....ma che è successo? Perchè stai piangendo?". Aly, senza rendersene conto, era arrivata fino alla terrazza dove Misaki e Kay, che nel frattempo si era svegliata, stavano parlando. Ora però non poteva certo dire all'amica cosa stava per farle suo fratello...ma Misaki aveva già capito. "E' a causa di Franz, vero?" e a quel nome, le lacrime di Aly ricominciarono più copiose di prima. Kay abbracciò l'amica e chiese di nuovo che fosse successo. Aly, ormai incapace di trattenersi, urlò "Che ci posso fare, se è innamorato di Jody?????????? Non importa se io vivo per lui, lui vede solo lei......e tanto mi deve bastare !!!!!!!!". Kay indietreggiò, sconvolta. Ma davvero l'amica non si era accorta di quanto suo fratello le volesse bene? Jody era solo un dolce ricordo...mentre lei.....decise di dirglielo. Non poteva lasciare che si rovinassero la vita per una simile stupidata "Aly....guarda che stai sbagliando tutto !!!" disse, convinta; Aly sussultò, alzando il capo, confusa. I suoi occhi azzurri chiedevano spigazioni, quasi imploravano, ma Kay non si fece spaventare, e decise di essere diretta "Se non ti sei accorta che, da quando ti ha visto, nella testa di Franz ci sei solo tu, sei l'unica !!! No, dico, ma non ti sei resa conto che da quel momento non si perdeva una partita, un allenamento, una serata in cui uscivamo insieme? Anche se prima non vi aveva mai viste? E non dire che lo faceva per Jody, perchè lei sempre più spesso non c'era....eppure lui mi sembrava sempre contento e felice....stava con te. Non dirmi che non te n'eri mai accorta?????". Aly abbassò gli occhi, frastornata. Era vero? Davvero lui provava qualcosa per lei? Provava anche una minima parte del sentimento che lei sentiva nel suo cuore???? Possibile che si fosse sbagliata a tal punto????. Tremò, mentre il mondo sembrava vorticarle attorno a velocità pazzesca. Poi sentì la mano di Kay sulla spalla, e guardò l'amica. "Ora va da lui" disse la ragazzina, con gli occhi castani che scintillavano, e la spinse gentilmenete fuori dalla terrazza e giù dalle scale "E vedi di chiarire una buona volta ciò che provi !!!!" urlò prima di vederla scomparire fuori dalla porta. Aly, incredula e schokata, si avviò. Kay tornò fuori in terrazza, dove Taro la aspettava "Non sei stata troppo diretta?" chiese, imbarazzato, ma Kay scosse il capo "A un certo punto le cose bisogna dirle....Franz avrà deciso di dichiararsi, una buona volta !!". Misaki fissò l'orizzonte, come la ragazza, cercando di non arrossire, ma lei non si fece sfuggire l'occasione "E lo stesso varrebbe per te....". Lui arrossì "Colpito !" ammise, posandole un braccio sulle spalle e stringendola a sè. Kay sorrise, felice. Per ora, questo bastava. Le bastava averlo vicino. E poi, non appena avesse ricucito le ferite del suo cuore, non appena fosse stata pronta a iniziare del tutto una nuova vita....allora guai a chi avesse osato portarglielo via.

 

Aly tornò stordita in giardino, cercando di rimettere in ordine le idee e di capire cosa doveva fare, completamente ignara di dove stava andando; il risultato fu che andò a sbattere contro qualcuno. Indietreggiò, massaggiandosi il naso e borbottando "Sta diventando un'abitudine....Franz !!!!!!". La persona contro cui aveva sbattuto stavolta era proprio lui, che la guardava infelice e preoccupato. Lei arrossì, ripensando alle parole di Kay "Se non ti sei accorta che, da quando ti ha visto, nella testa di Franz ci sei solo tu, sei l'unica....". La ragazza decise di scusarsi "Franz..." lui sollevò il capo "Scusami....prima non volevo dirti quelle cattiverie...è solo che....mi hai sorpresa...tu hai sempre amato Jody....io...." "LA VUOI PIANTARE DI RIPETERE UNA SIMILE SCIOCCHEZZA?????????!!!!!!!!!!" urlò lui al limite. La ragazza indietreggiò, completamente confusa, e lui la afferrò per le braccia. Sapeva che era sbagliato reagire così, sapeva che probabilmente sarebbe scappata di nuovo, stavolta per sempre, ma doveva dirle la verità. Doveva parlare chiaro con lei. "POSSIBILE CHE TU NON ABBIA ANCORA CAPITO COSA STO CERCANDO DI DIRTI? POSSIBILE TU NON TI SIA ACCORTA DI COSA PROVO PER TE???? ALY, SMETTILA !!!!!!!!!!!! JODY ORMAI E' SOLO LA MIA MIGLIORE AMICA...LA MIA MIGLIORE AMICA.....CHE IO L'ABBIA AMATA E' SOLO UN RICORDO.....MENTRE QUELLA CHE DA QUANDO SIETE PARTITE HO SOGNATO TUTTE LE NOTTI, QUELLA CHE E' SEMPRE STATA NEI MIEI PENSIERI...QUELLA CHE MI HA SPINTO A VENIRE FIN QUI NON E' KAY, NON E' JODY, SEI TU!!!!! TU, ALY, TU!!!!!!!!!!!!!!!!". Aly lo fissò, incredula "Franz...ma che cosa...che cosa vuoi dire....cosa....". Il ragazzo, ormai incapace di controllarsi, la tirò verso di sè e la baciò, non dolcemente come voleva, ma in modo selvaggio, disperato, cercando di farle capire cosa veramente provasse. Aly, dopo il primo istante di panico, si trovò a rispondere al bacio. Dopotutto, era ciò che aveva sempre sognato...che importava se era solo il sogno di un attimo? Ma, quando lui la lasciò, nei suoi occhi lei non lesse derisione. Lesse un sentimento selvaggio che la sconvolse. "Aly, io ti amo !" disse lui, ormai senza nemmeno arrossire. Si era spinto troppo avanti per fermarsi. "Ti amo dalla prima volta che ti ho visto....quel giorno agli allenamenti, quando io e Jody avevamo appena deciso che potevamo solo essere amici......in quel preciso istante ho saputo che eri tu quella che ero destinato ad amare. Per sempre". Aly sentì le ginocchia cederle, e il ragazzo la afferrò un attimo prima che cadesse a terra. Ritrovandosela tra le braccia, ne approfittò per continuare "Non sai quante volte avrei voluto dirtelo....non sai quanto mi sei mancata !!! Ma, da bravo stupido, me ne sono reso conto solo quando eri andata via. Quando ero talemente disperato da non sapere più che fare, mi sei venuta in mente te. Vedevo solo il tuo sorriso, i tuoi occhi....proprio allora, quando avevo maggiormente bisogno di sostegno, ho pensato a te. E mi è stato tutto chiaro. Dovevo venire da te, ti amavo, dovevo dirtelo. E il pomeriggio stesso ero sull'aereo....tu, solo tu, mi hai dato la forza di prendere questa decisione, quella che nè le cattiverie di mio padre, nè la mancanza di Kay, ne la preoccupazione per Jody erano riuscite a farmi prendere. E' solo per te che sono qui, Aly. Ora hai il potere di decidere della mia vita. Io ti amo, Aly. Cosa mi rispondi tu, ora? Vuoi restare al mio fianco, amarmi e aiutarmi a costruirmi una nuova vita, qui con te ???". La allontanò, sempre tenendola per le braccia, in trepitante e disperata attesa. Lei stava con gli occhi bassi, tremando, e non parlava, tanto che lui cominciò a temere in un rifiuto. Al solo pensiero gli sembrò di morire. Poi però lei alzò di scatto gli occhi, e lui vi lesse una felicità incontenibile; Aly annuì, poi tese le braccia e disse "Franz Helbert Schester, sì, accetto !!! Voglio stare al tuo fianco e costruire la mia vita insieme a te....perchè anche io ti amo dalla prima volta che ti ho visto !!!". Detto ciò si precipitò tra le sue braccia, e i due si unirono in un bacio ancora più appassionato e pieno d'amore di quello precedente. Finalmente non erano più soli e sperduti. Finalmente erano a casa.

 

Dalla terrazza, Kay e Taro osservarono sorridendo la scena. Lui sapeva che un giorno, non molto lontano sperava, avrebbe fatto quella stessa domanda alla ragazza che ora gli stava di fianco...e sperava nella stessa risposta. Lei invece pensava che se mai lui le avrebbe chiesto una cosa simile, lei avrebbe risposto subito un sì gioioso. Dietro di loro, la voce di Jody commentò "Certo che qui basta distrarsi un attimo....e non mi riferisco solo a quei due la sotto !!!!". Ma, come si aspettava, e con somma sorpresa invece di Genzo, Kay e Taro si limitarono a sorridere, senza arrossire.

Eh, sì. Stavano proprio crescendo tutti.........

 

E così finì la notte, e un nuovo radioso giorno spuntò all'orizzonte, il giorno della finale. Jody si svegliò presto, scendendo subito in sala, dove trovò Franz, Aly, Jun e Yayoi che conversavano mentre facevano colazione. Genzo arrivò subito dopo, e lei si lanciò tra le sue braccia, cercando di vincere la preoccupazione per l'imminente partita. Non poteva chiedergli di non giocare, così si limitò a sorridere. Poco a poco arrivarono anche tutti gli altri, e dopo un'ora i due gruppi (Giocatori e supporters. NdA) erano pronti a partire alla volta dello stadio.

 

 

 

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Capitolo 20
*** La finale ***


Capitolo 19: La finale

 

"Uffa....ma dove si sono cacciati tutti?" borbottò Aly, cercando di districarsi tra la folla che bloccava l'entrata della stadio. Era stata inviata a consegnare i dati dei giocatori all'arbitro, e ora stava cercando di tornare verso gli spalti dove Jody, Franz e gli altri si erano sisposti per assistere alla partita. Senza accorgersene, qualcuno da dietro la spinse, e la ragazza cadde in avanti, sbattendo violentemente col gomito contro qualcuno, che si rivelò essere un ragazzo enorme, che la squadrò con fare compiaciuto. Aly iniziò a preoccuparsi "Scu...Scusa !!!!" cercò di rimediare e allontanarsi, ma lui l'aveva già presa per un braccio e tirata vicino a sè "Ehi, sai che sei carina, ragazzina? Ma sei Giapponese? Hai un che di straniero.....che ne dici di venire con me a fare un giro, invece di andare a vedere quella partita noiosa? Dai andiamo !!!" iniziò a trascinarla via, tenendosela però sempre al fianco; Aly, che si sentiva rivoltare dal contatto di quelle mani viscide, tentò di liberarsi "Lasciami andare !!!!!!!!!!!!!!!!", ma non aveva la forza di Jody e Allenby, e non aveva mai imparato bene il karate, perciò era in balia del ragazzo. Il suo pensiero corse a Franz, e invocò mentalmente il suo nome, anche se sapeva bene che non serviva a nulla....il teppista l'aveva ormai allontanata dalla folla, e si stava dirigendo in un vicolo buio...Aly, sempre più arrabbiata e terrorizzata, cercò disperatamente di farsi venire in mente qualcosa, ma il ragazzo aveva davvero una presa molto forte....chiuse gli occhi, piantando i piedi ed urlando "NOOO !!!! LASCIAMI !!!!" anche se non credeva di sortire qualche effetto. Lui infatti non si voltò neppure, e lei sentì calde lacrime di rabbia salirle agli occhi. Scosse il capo, cercando di scacciarle e reagire, quando sentì un'altra mano che si posava sul suo polso e lo liberava dalla stretta dell'altro, mentre una voce arrabbiata urlava, in giapponese "EHI !!!!!!!!!!!! COSA VUOI DALLA MIA RAGAZZA?????!!!!". Si ritrovò stretta tra due braccia forti e rassicuranti e, aperti gli occhi, vide il volto adirato di Franz. Il ragazzo sembrava essere seriamente intenzionato a picchiare il teppista, solo la preoccupazione per lei l'aveva trattenuto. Sbarrò gli occhi, fissando quel volto irato, non osando parlare. Il teppista, vista la situazione, pensò bene di allontanarsi in fretta, poichè gli occhi castani del tedesco non avevano nulla di rassicurante. Quando non fu più in vista, lui abbassò lo sguardo, ora di nuovo dolce, su Aly, chiedendole in tono dolce "Va tutto bene?" Aly, sconvolta, riuscì solo ad annuire, rifugiandosi in quell'abbraccio forte e rassicurante "Fr...Franz....ma come...." cercò di chiedere. Lui accennò col capo a Matsuyama, che stava di fianco a lui e la fissava anche lui preoccupato. La ragazza non si era accorta della sua presenza, e lo guardò incerta, per poi interrogare con gli occhi Franz "Ha visto quel che stava succedendo e mi ha avvertito, dopodichè siamo subito corsi qui !!! Perdonami, avrei dovuto accompagnarti !!!! Solo ieri mi sono ripromesso di proteggerti, e ora....Scusami...." disse, stringendola forte a sè. Lei scosse il capo "Non è colpa tua....sono io che mi sono fatta prendere dal panico....avrei dovuto stederlo, quello...." cercò di scherzare, ma lo spavento di poco prima tornò a farsi sentire, e lacrime di paura le comparvero negli occhi azzurri. Si appoggiò, piangendo, alla spalla di Franz, che notò meglio i segno rossi sul polso e lo stato di shock della sua ragazza. La rabbia di poco prima tornò "Avrei dovuto ammazzarlo, quel bastardo !!! Se penso che poteva.....Su, calmati, ora ti portò al pronto soccorso, voglio che ti curino quelle contusioni....Matsuyama, tu va da Jody e raccontale quel che è successo, noi arriviamo tra poco". L'amico esitò, preoccupato che Franz reagisse ancora male, visto che poco prima sembrava intenzionato ad ammazzare l'altro ragazzo. Poi però guardò Aly, che pian piano stava smettendo di piangere tra le braccia del ragazzo, e si rilassò. Sorrise ai due e annuì, allontanandosi di corsa. Franz guardò dolcemente Aly, dicendo "Non preoccuparti più, ora sei al sicuro....giurò che ti proteggerò sempre, d'ora in poi !!!". Aly rispose al sorriso, poi si strinse di nuovo al petto del ragazzo, cullata da un dolce tepore. Una sonnolenza appagante si diffuse nel suo corpo, e lui dovette accorgersene, poichè senza una parola la prese in braccio e si avviò verso il pronto soccorso, senza che lei riuscisse a protestare; si diede per vinta, godendosi quell'attimo di tenerezza e, poco prima di addormentarsi sentì nella sua testa la voce di lui che urlava "EHI !!!!!!!!!!!! COSA VUOI DALLA MIA RAGAZZA ???!!!!" ; anche se era già addormentata, il sorriso si dipinse sul suo volto nel sonno. Finalmente aveva qualcuno, al suo fianco.....

 

"CHE COSA HAI DETTO ??????????????!!!!!!!" la voce di Jody perforò quasi le orecchie del cugino, che cercò invano di proteggerle con le mani. Poi ripetè "Ho detto che Aly stava per essere aggredita da uno sconosciuto, ma per fortuna me ne sono accorto e ho avvertito Schester, che stava per ucciderlo....e ora l'ha accompagnata al pronto soccorso per controllare il polso e farle passare lo shock....e non urlare a me, non è colpa mia !!!!". Jody non lo ascoltava nemmeno, si era voltata a guardare Genzo con sguardo preoccupato. Il ragazzo invece sembrava arrabbiato nero "Va da lei, vedi come sta....ormai avranno già avuto il tempo di dirsi ciò che devono....poi tornate qui...ah ! E Guai a te se vai da sola....". Jody si fermò, irritata, ma Jun risolse la situazione scambiandosi un'occhiata d'intesa con Yayoi e dicendo "L'accompagno io !!!!! Andiamo, Jody ". La ragazza sorrise, e il portiere fece un cenno di ringraziamento all'amico, che si limitò a sorridere di rimando.

Allenby fece per seguire l'amica, ma siccome Jody se n'era andata e Sanae era andata dall'allenatore, lei era l'unica manager li presente e doveva rimanere a disposizione. Sbuffò, irritata, e cominciò a camminare avanti e indietro, aspettando. Fu così che, per caso, vide un ragazzo dall'aria poco raccomandabile, che rideva e scherzava con gli amici, vantandosi per chissà quale impresa. Qualche parola del discorso le arrivò all'orecchio "Si, sai, stavo per andarmene con quella ragazza da sogno....aveva due occhi azzurri...e dei capelli neri...stupenda, non credo fosse del tutto Giapponese. Insomma, me ne stavo andando con lei, e lei ci stava pure, era tutta contenta, ma all'improvviso è arrivato quel bellimbusto del suo fidanzato, e lei ha dato tutta la colpa a me....comunque se quello non arrivava, in questo istante non sarei qui e....". Era già da un po' che gli occhi neri di Allenby avevano iniziato a sputare fuoco, e la ragazzina stava per avventarsi sul teppista, quando sentì una mano sulla spalla. Si voltò, e vide Matsuyama, con sguardo adirato, che fissava il ragazzo e diceva "Eccolo. E' lui". Il ragazzo sembrava arrabbiato pure lui, ma la vista di Yoshiko che, ignara, era andata a sbattere contro quel ragazzo lo preoccupò ben di più. Il ragazzo infatti non si fece sfuggire quell'opportunità e bloccò la ragazza per il polso, come aveva fatto con Aly, dicendo "Ehi, bella, aspetta un attimo, guarda che mi hai fatto male....però, sei carina !!! Che ne dici di....". Matsuyama si stava già dirigendo, con la faccia in fiamme, verso il teppista, e Allenby pensò di seguirlo, quando sentì un colpetto sulla spalla; si voltò e vide Wakabayashi che, con uno strano guizzo negli occhi, le porgeva un pallone da calcio, dicendo "Credo sia il caso di fargli vedere la tua abilità, Farwell....". La ragazzina prese il pallone, fissandolo pesierosa, poi lo stesso guizzo si accese nei suoi occhi neri. Matsuyama, che non si era accorto di nulla, arrivò alle spalle del ragazzo, battendogli leggermente la mano sulla spalla e dicendo "Ehi...", mentre Yoshiko lo fissava, speranzosa ma spaventata. Il teppista si girò, scocciato, solo per vedere un pallone che a velocità pazzesca volava verso di lui, e che lo colpì in piena faccia. Cadde addosso agli amici, che atterriti videro una ragazzina dai capelli biondi, moolto carina ma con un'espressione incavolata, che sembrava essere l'artefice di quel tiro, e dietro di lei un ragazzo dall'aria minacciosa. Il teppista, non appena riuscì ad aprire gli occhi, riconobbe Matsuyama e sbiancò. Il ragazzo sorrise e disse, in tono allegro "Scusa, potresti essere così gentile da ripetere quello che stavi dicendo? La mia amica non ha sentito molto bene....". Il teppista tremò, poi volse lo sguardo su Wakabayashi, riconoscendolo "Ma tu...sei il SGGK...." il portiere sorrise "Esatto. E, per tua informazione, i tiri di questa qui tendo a non pararli...soprattutto se sono indirizzati alla tua faccia...e dalla sua espressione, sembra che non abbia ancora finito....". Inutile dire che il gruppetto pensò bene di darsela a gambe, e i tre ragazzi si diedero ridendo il cinque. Matsuyama abbracciò Yoshiko, per tranquillizzarla, e Allenby fissò coi suoi occhi neri il portiere, sorridendo, cosa che lo spiazzò un poco, tanto che si sentì costretto a chiedere "Che...che hai? Perchè mi sorridi?" (Diciamo che ormai se gli dice parole lo considera normale...quindi vederla che gli sorride gli fa non poca paura....NdA). La ragazzina sorrise ancora di più, dicendo "Beh...a volte anche tu hai delle belle idee, signor Paratutto...." e scappando via. Genzo rimase immobile, incerto se ridere o arrabbiarsi, quando una voce dietro di lui commentò "A quanto pare cominciate a fare amicizia...beh, siete testardi uguali...". Si voltò verso Jody, che lo fissava con un sorriso dolcissimo sul volto, e le chiese "Hai visto tutto?" "La maggior parte....era una bella scenetta..." "E Aly?" "Sta bene, è seduta in panchina con Franz, e Sanae è così furiosa da ammazzare chiunque le si avvicini...." "Non credo serva più...comunque, cosa intendevi dire con la storia della testardaggine?" Chiese, avvicinandosi finchè i loro volti non si toccarono quasi "Esattamente quello che ho detto" rispose lei, maliziosa, perdendosi nei suoi occhi neri. Il ragazzo sorrise "Ora ti faccio vedere io quanto sono testardo...." minacciò, e lei sogghignò "Sono proprio curiosa....". Il ragazzo si chinò per baciarla, quando un colpo di tosse imbarazzato risvegliò di colpo entrambi, che si voltarono stupiti "Hi...HIKARU !!!! Ma da quanto sei qui?????" chiese Jody, mentre entrambi diventavano viola, e il ragazzo rispondeva "C'ero da prima che arrivassi te, se vuoi saperlo...sei tu che non hai occhi che per il tuo portiere....". Genzo arrossì di nuovo, abbracciando però Jody e commentando "Senti chi parla !!! Proprio lui che non appena vede Yoshiko non capisce più nulla !!! Sembrava che lo volessi ammazzare, quel teppista....e se non sbaglio, lei ora è tra le tue braccia". Stavolta fu Matsuyama ad arrossire, seguito subito da Yoshiko, e i due scoppiarono ridere insieme, avviandosi poi verso la panchina. Ma, poco distante, una figura li aspettava. Era Hiyuga, e nel vederlo il sorriso di Jody si spense. Il ragazzo si avvicinò, guardando proprio lei, con uno sguardo intenso e serio; ricordando cosa era successo ogni volta che quei due si erano incontrati, Genzo pensò bene di mettersi davanti a Jody e fare da scudo (Non si sa bene a chi....NdA), e Matsuyama si avvicinò alla cugina, con fare difensivo. Ma Hiyuga non sembrava avere lo stesso tono sprezzante di sempre. Infatti si fermò a pochi passi da loro, dicendo "So che non vi fidate di me....e hai ragione, Wakabayashi. Volevo solo dire alla tua ragazza che ho pensato molto a quello che mi ha detto l'ultima volta....avevi pienamente ragione" stavolta guardò direttamente lei, che faceva capolino da dietro la schiena di Genzo. La ragazza lo fissò, seria, aspettando che continuasse. L'attacante del Toho sospirò "Sono stato veramente vigliacco con Matsuyama....credo di doverti delle scuse, anzi di doverle a tutti voi. Mi hai proprio fatto riflettere, ragazzina....quindi non ti preoccupare, oggi giocherò lealmente..." "Vuoi dire che giocherai come hai sempre saputo fare" proclamò lei, interrompendo il ragazzo che la fissò, incredulo, così come gli altri due. Ma Jody ora sorrideva, e si avvicinò a Hiyuga, dicendo in tono dolce "Tu hai sempre saputo giocare in modo leale....duro, a molti difficile da capire forse, ma leale. perchè hai sempre avuto un obiettivo nobile. Ma ultimamente l'avevi perso, nella foga di far vedere che eri il migliore...ma sono sicura che con questa partita dimostrerai di averlo ritrovato..,..dimostrerai che sarai ancora tu il bomber dei prossimi mondiali !!!!". Hiyuga sorrise (OOOOOOOOOHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!! MIRACOLOOOOOOOOO !!!!!!!!!!! NdA), così come Wakabayashi e Matsuyama. Jody era felice e sorrideva con gli occhi socchiusi. Era bellissima, in quel momento, l'immagine della gioia e della vitalità. Hiyuga sorrise ancora "Questo non vuol dire però che lascerò vincere il tuo ragazzo !!!"; lei rise, "Ti ammazzerei se non facessi sul serio !!!" commentò, al che scoppiarono tutti tre a ridere. E un'atmosfera di gioia si diffuse nello stadio.

 

"E così alla fine ci siamo arrivati...." pensò Jody, fissando la Nankatsu che , al gran completo, stava facendo il suo ingresso in campo. Poco dopo, si sentì la voce del presentatore che scandiva i nomi dei giocatori, e non mancò di notare che, al nome di Wakabayashi, ci fu un'ovazione. Tutti avevano avuto paura di non vederlo giocare, quel giorno, e la sua presenza rassicurò gli animi di tifosi e giocatori. Jody sorrise. Certo tutti si domandavano chi era quello che l'aveva sostituito ieri....le veniva da ridere al pensiero delle facce che farebbero fatto sapendo che era stata una ragazza....poi Genzo si voltò verso di lei, e la ragazza sorrise, fiduciosa "Arrivato qui, so che farai del tuo meglio" pensò, convinta, mentre l'arbitro decretava l'inizio della partita. E così fu....

 

"Ancora una splendida parata di Wakabayashi....la palla si invola...ed è il fischio finale !!! E' finita !!! E' finita !!! Ancora una volta Nankatsu e Toho si aggiudicano entrambe la vittoria !!!!!". Jody balzò in piedi, col le lacrime agli occhi. La partita era finita nel modo più giusto, visto che tutti avevano dato il massimo (E il suo intervento come infermiera era stato molto richiesto....NDA) ; Sanae le saltò al collo, e l'amica ricambiò entusiasta l'abbraccio, che divenne poco dopo una ressa cui si erano aggiunte Alex, Allenby e Kay. Durò poco però, perchè due secondi dopo stavano correndo tutte dal rispettivo campione, cioè rispettivamente Genzo, Tsubasa, Taro e Izawa, mentre Alex corse ad abbracciare Yusuke, Aly stava con Franz e le altre due coi rispettivi capitani. Jody saltò al collo di Genzo che, incurante delle migliaia di persone intorno a loro, la strinse forte a sè, felice. Era per lei che aveva vinto, e avrebbe voluto starle accanto tutta la vita....e grazie a Dio aveva la possibilità di farlo.

 

Inutile dire che quella sra ci fu festa grande, nella villa dei Tachikawa, a cui furono invitati tutti i partecipanti del torneo. Ovviamente le coppie dei nostri eroi erano già fisse, e i ragazzi tendevano ad essere sempre più protettivi, in quanto il gruppetto di amiche riscuoteva sempre più successo. Mentre ballavano, Jody sorrise a Genzo e commentò "Non ti ricorda nulla, tutto questo?" in tono malizioso, e lui sorrise a sua volta "E come no? E' stato l'inizio della parte più bella della mia vita...." si divertì nel vederla arrossire. Poi volse lo sguardo altrove "Certo che Yoshiko è diventata veramente una bellezza, in questi anni in america...." disse, ma Jody non cascò nel suo tranello "Già, e Hikaru ha il suo bel daffare a tenere buoni gli ammiratori. Fregato, credevi di farmi ingelosire? Sai bene che ti ammazzerei, se solamente sospettassi in un tuo tradimento" "Uh ! Detto così fa quasi paura...." "Ahahahah !!! Guarda, Misaki non sa più che fare, Kay è circondata !!! D'altrone, col carattere solare che ha...attira sempre un sacco di ragazzi. Anche Alex non scherza, ma Yu è un'ottima guardia del corpo " "Aly invece non si scolla da Schester...e nemmeno Yayoi da Jun....Izawa non ha mollato Allenby un secondo...quindi rimane solo..." i due si lanciarono un'occhiata cospiratoria, nel guardare la povera Sanae sola, mentre Tsubasa era ben lontano. La ragazza aveva un'espressione triste, sembrava quasi che stesse trattenendo le lacrime, mentre il suo capitano cercava di guardare ovunque tranne che nel punto in cui era lei; e, inevitabilmente, il suo sguardo vi tornava sempre. Jody guardò, decisa, Genzo, e lesse una viva complicità nei suoi occhi. Si guardò intorno, e la stessa complicità si rispecchiò negli occhi di tutti i suoi amici. Allora agì. Si separò da Genzo, per andare a sussurrare qualcosa all'orecchio del suo allenatore. Seta annuì, poi si avvicinò sorridendo a Sanae e la invitò a ballare. La ragazza, arrossendo, accettò, e Genzo rise quasi nel vedere l'espressione di bimbo deluso che assunse Tsubasa. Sanae ormai sembrava essersi dimenticata di lui, e danzava felice, passando da un cavaliere all'altro, poichè una volta che Seta l'aveva portata in pista tutti l'avevano notata, visto che quella sera era ancora più bella, e volevano ballare con lei. La ragazza si divertiva molto, e non si accorgeva delle occhiate tristi del ragazzo seduto nell'angolo più lontano da lei. La cosa durò per mezza serata, finchè la ragazza si trovò davanti Kanda. Sbarrò gli occhi, e così fece Jody che si chiese cosa ci faceva li, ma il ragazzo non perse tempo e circondò la vita di Sanae, facendola volteggiare. La ragazza non sorrideva più, e cercava di liberarsi gentilmente, ma lui la teneva ben stretta. Jody fissò Genzo, poi Misaki, poi tutti gli altri, ma tutti avevano in mente una sola soluzione, che stava però ferma nell'angolo, arrabbiata nera. Jody, stringendo i pugni, cercò di trattenersi, poi decise che ne aveva abbastanza, e non di Kanda, ma di Tsubasa !!!! Si avvicinò quindi a grandi passi al ragazzo, che alzò seccato gli occhi su di lei, e gli urlò "Insomma, vuoi stare seduto qui tutta la serata senza fare nulla? Perchè non vai da Sanae???". Tsubasa ebbe un lampo di collera e rispose, sgarbato "Mi sembra che si stia divertendo lo stesso....non vedo perchè dovrei rovinarle la serata. Anche quel tipo dell'altro giorno sembra non starle così antipatico...". Jody sgranò gli occhi "Vuoi dire che fai così per gelosia? Oh, no, non è possibile....davvero sei così cieco da non esserti ancora accorto che Sanae sta cercando in tutti i modi di liberarsi di lui, e che ti chiede aiuto con lo sguardo da almeno 10 minuti????". Tsubasa, sentendo quelle parole, balzò in piedi "Vuoi...vuoi dire che non vuole stare con lui?" chiese, e Jody puntò il dito sulla coppia danzante "Ti sembra che si stia divertendo? Guardala bene !!!" esclamò, al colmo dell'esasperazione. Tsubasa digrignò i denti, pronto a prendere a pugni Kanda. Poi sembrò capire che non era una buona idea (Almeno questo !!! NdA) e fissò disperato Jody "Come posso aiutarla, però?". Chiese. Jody sorrise, decidendo di soprassedere, e afferrò la mano del ragazzo, portandosela alla vita "Che ne dici di ballare?" chiese. Tsubasa non capì, e lei lo stava già trascinando nella folal quando riuscì a dire "Ma che..." "Scemo, è il modo migliore per avvicinarsi a loro !!! Ora mi lasci e ti riprendi Sanae" "E tu? Non dirmi che vuoi stare con quello..." "Oh, non preoccuparti, sta arrivando in nostro aiuto la cavalleria !!!". Infatti, quando passarono, per caso, proprio di fianco a Kanda e Sanae, Tsubasa sentì un tocco sulla spalla, e Hikaru si fece avanti per prendere la cugina "Ora tocca a me !!!" affermò in tono allegro, come se fosse tutto casuale. Tsubasa sorrise, mentre varie coppie attorno a lui cambiavano patner (E, guarda caso, erano tutti i nostri amici....NdA), e con la massima naturalezza battè anche lui la mano sulla spalla di Kanda e circondò con l'altro braccio la vita di Sanae, dicendo "Beh, amico, hai monopolizzato abbastanza la MIA manager, ora tocca a me..." e portandosela via. Sanae ammutolì, incredula, mentre Kanda rimaneva fermo al centro della stanza, notando che il sorriso era subito tornato, insieme a un vivo rossore, sul volto della ragazza. A questo punto uscì, infuriato. Sanae sospirò di sollievo, e Tsubasa si chinò per sussurrare, mentre ballavano "Meno male, quello è veramente una piattola !!!! Proprio non vuole capire che ti deve lasciare in pace, per quanto gliel'abbia detto e ripetuto..." "Cosa?" chiese Sanae, stupita. Tsubasa arrossì, accorgendosi di essersi tradito "Si, beh...dopo l'ultima volta gli ho detto che se si avvicinava ancora a te lo ammazzavo...più o meno...." arrossì vistosamente, mentre Sanae scoppiava a ridere, per poi dire dolcemente "Grazie, Capitano !!!!". Il ballo che era appena iniziato era un lento e lei, raccogliendo tutto il suo coraggio, si appoggiò al petto di lui, lasciandosi cullare dalla melodia. Tsubasa arrossì, imbarazzato, ma non mancò di stringere a sè il più possibile la ragazza. Si sentiva veramente felice.

 

Da lontano Jody, osservando la scena, sorrise, stringendosi a Genzo. E così fecero tutti gli altri.

 

"Si torna a CASAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" urlò Alex, scendendo di corsa i gradini della villa con una borsa a tracolla. Era primo pomeriggio, in mattinata si era tenuta la cerimonia di premiazione, e ora stavano tornando tutti a Fujisawa, visto che la scuola sarebbe ricominciata due giorni dopo. Alex, che seguiva la ragazzina portando un borsone blu a tracolla, la guardò sbuffando "Guarda che non è mica così bello tornare a scuola !!!" osservò, ma la rossa sorrise "Per me sì, io non l'ho mai vista la scuola, e poi...." fissò con fare dolce e allusivo Yu, il quale arrossì, chinando il capo. Avrebbe dovuto starci attento, a quella ragazzina. Di certo avrebbe fatto strage di cuori, e non era l'unica. Anche Kay e Aly sarebbero state ben contese, e la notizia che Jody era fidanzata avrebbe scotentato molti....per non parlare di Sanae, Allenby e le altre...."Sarà un semestre ben interessante !!!" esclamò, e una voce dietro di lui confermò "Oh, questo è certo. Se c'è una cosa sicura, è che con quelle non ci annoieremo mai...." Yusuke si voltò a guardare Wakabayashi con aria d'intesa, e i due si strinsero la mano, sapendo che sarebbero stati compagni di sventure.....

 

"Ma dobbiamo davvero iscriverci a scuola????" chiese per l'ennesima volta Kay, seguendo come un mastino Jody da una stanza all'altra della villa di Fujasawa. La ragazza non ne poteva più, così si voltò e disse, in tono esasperato "SI !!!! Ed è meglio che la pianti !!! Andrai a scuola come tutti, quindi basta storie...e del resto, a scuola c'è Misaki, quindi non dovresti essere dispiaciuta...." a quelle parole gli occhi di Kay si accesero come stelline "DAVVEROOOOOOOOOOOOOO?????????? Non ci avevo pensato, capitano...oh, speriamo che ci mettano in classe assieme !!!! Speriamo, speriamo speriamo......" se ne andò in un vortice danzante, mentre Jody la fissava con una serie di righette verticali sulla faccia, dicendo "Beh, per lo meno si è convinta...." Franz sbucò dietro di lei annuendo "Già....speriamo solo che si ricordi anche di studiare.....come si fa per le iscrizioni, a proposito?". Jody prese i fogli che teneva sottobraccio e li sfogliò, dicendo "Ho già fatto tutto io, il preside è stato ben contento di ricevere altri studenti così dotati....ora resta solo da vedere le classi....comunque gli avevo chiesto di non dividerci troppo, se possibile...." Franz annuì, e la ragazza si voltò nel sentire una voce che la chiamava da fuori. Uscì in giardino, solo per vedere Misugi, suo cugino e tutti gli altri ragazzi con le valigie ai piedi e un'espressione triste sul volto. "Ma cosa significa?" chiese, inebetita, vedendo che anche Genzo rientrava nel gruppetto e aveva un'aria per nulla contenta. Fu Yu a darle la risposta "Semplicemente devono tornare a casa loro, chi qui vicino chi ben più lontano....domani ricomincia la scuola, sorellina. Hikaru torna ad Hokkaido, e Jun a Tokyo. Gli altri hanno una casa qui vicino che li attende....e dei genitori che sono venuti a riprenderseli". Infatti dal cancello due macchine, appartenenti rispettivamente ai genitori di Tsubasa e a quelli di Genzo, stavano venendo verso di loro. Jody fissò allibita i ragazzi. Izawa sembrava uno dei più affranti, e Allenby non si vedeva.... Kay era ancora dentro, ed era meglio che non vedesse l'espressione di Misaki in quel momento...Hikaru invece fissava con rimpianto Yoshiko, che era ospite permanete di Jody e sarebbe rimasta li, mentre lui se ne sarebbe andato a Sapporo, e poi c'era Jun, che sembrava essersi reso conto solo allora che stavolta la sua dolce Yayoi non lo avrebbe seguito....ma più di tutti Jody fissava Genzo, che non aveva nessuna voglia di tornare nella sua fredda villa, coi suoi genitori che non c'erano mai, e quando c'erano non lo vedevano nemmeno....Jody vide tutto questo, e il suo cuore si strinse "Ma no...ma loro possono rimanere qui, possono..." si trovò a dire, rifiutando la logica del discorso di Yusuke. Il fratello la prese per un braccio e scosse il capo, e lei si voltò disperata a fissare Genzo, poi le amiche. Ma nessuna sembrava in grado di offrirle comprensione. In quel momento la madre di Genzo scese dalla macchian e si avvicinò a loro, salutando il figlio e gli altri e ringraziando profusamente gli zii di Jody, che si dissero disposti ad ospitare il ragazzo in qualsiasi momento, lanciando occhiate preoccupate alla nipote e al ragazzo. Ma entrambi, al sentire quelle parole, sembrarono rilassarsi, e si salutarono con un sorriso. Il ragazzo salì in macchina, seguito da Misaki e Izawa, mentre Tsubasa, Jun e Hikaru salivano sull'altra auto, che avrebbe portato i due all'aeroporto. Jody fissò la lucida limousine nera allontanarsi, pensando "Certo non sarà facile, senza di te...." ma non una sola lacrima scese dai suoi occhi. Alex, preoccupata, le si avvicinò, ma Jody si esibì in un sorriso ironico, esclamando "Non provare nemmeno a chiedermi se va tutto bene !!! Tu e Aly avete la fortuna di vivere col vostro ragazzo, quindi....non sprecare un solo istante per me, ok? E per quanto riguarda noi, domani è un altro giorno, e ci aspetta la scuola....tutti insieme !!!!"; i quattro interessati arrossirono, e le altre risero di gusto. Si erano calmate, ora, anche se sui volti di Yayoi e Yoshiko c'era ancora un'ombra di tristezza. In breve le ragazze tornarono tutte dentro; solo Franz rimase fuori, fatto un cenno ad Aly che indicava che voleva parlare con Jody. la ragazza annuì e lo lasciò solo. Franz si avvicinò all'amica, che fissando le chiome degli alberi mosse dal vento disse "Credo che non sarete gli ultimi a trasferirsi qui, dopo aver visto le facce di Jun e HIkaru....". IL ragazzo annuì, silenzioso, e Jody continuò "E' bello provare un sentimento simile...qualcosa che non ti permette di stare lontano da colui che ami...." una lacrima scese finalmente a bagnarle la guancia, e Franz la vide, anche se la ragazza era di spalle. Jody cercò di trattenersi, ma un fiume di pensieri le attraversava la mente. L'aveva dato talmente per scontato....non aveva nemmeno pensato a cosa avrebbe fatto quando fossero tornati a casa....non aveva mai capito che non sarebbero stati sempre insieme...."Ma è solo tornato a casa sua...qui davanti...allora perchè mi fa tanto male il cuore? Perchè???? Perchè mi sento come se se ne fosse andato in Australia????" mormorò "In quella casa nessuno lo bada !!! Perchè non puoi restare qui...." chiese al cielo, e Franz capì che a preoccuparla era il fatto che lui fosse solo, diversamente da lei. "Penso gli farebbe piacere sapere che ti manca già a tal punto...." disse, fissandola intensamente. Jody rimase ferma sui gradini, immobile, senza voltarsi, ma lui sentiva le lacrime che stava versando silenziosamente. Jody cercò di asciugarle, di fermarle; poi sentì qualcuno che l'abbracciava da dietro, e si voltò. Franz la fissò, sorridendo "Su, lo so che sei triste....vieni a raccontarmi tutti, sono ancora indietro di un anno....e magari potremo mangiarci un gelato o qualcosa....". Lei sorrise, asciugò di nascosto una lacrima e annuì, seguendolo. Poi però non riuscì più a trattenersi, e si chinò piangendo disperatamente, le spalle scosse dai singhiozzi. Franz si arrestò e velocemente tornò indietro, abbracciandola. La ragazza si aggrappò al suo fedele amico, piangendo, piangendo e piangendo. Franz la strinse, capendo ciò che sentiva e considerandosi fortunato di poter restare vicino ad Aly....poi prese in braccio la ragazza e la portò di sopra. Jody piangeva come una bambina, e continuò per un bel po', sentendosi una stupida, ma non potendone fare a meno. Sapere che l'avrebbe comunque visto ogni giorno non la consolava, aveva bisogno di saperlo sempre vicino a lei.......

.............Dalla parte opposta del fiume (Che passa proprio tra le due ville, anche se non lo avevo mai detto. NdA) un ragazzo col una maglia rossa col numero uno impresso sul retro piangeva esattamente come lei....ma lei non poteva saperlo....

 

"UHMMMMMM........" mugugnò Sanae alzandosi di buon umore...era mattina presto, ed era il primo giorno di sucola dopo le vacanza (Ma è un motivo per essere contenti??? NdA) voltandosi poi per svegliare Jody, visto che si era fermata a dormire dall'amica. La ragazza si svegliò di colpo, anche lei fresca e serena, e sorrise "Su, dobbiamo portare quelle piccole scapestrate a scuola !!!" esclamò, scendendo con un salto dal letto. Sanae la fissò, maliziosa, chiedendo "Cos'è quest'allegria? Ieri mi sembravi piuttosto a terra.....non è che centra il fatto che stai per rivedere un certo portiere???". Jody arrossì, poi punzecchiò a sua volta l'amica "E tu? Non è che muori dalla voglia di rivedere il capitano????". Sanae arrossì, ed entrambe scoppiarono a ridere da vere amiche. In quell'istante Yusuke spalancò la porta, esclamando "Ehi dormiglione !!! Dovete sbrigarvi o arriverete in ritard--- "AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!". Beh, in realtà le intenzioni del ragazzo erano buone.........peccato che entrambe fossero in reggiseno e basta, in quel momento. Yusuke divenne viola, mentre Sanae urlava e scompariva dietro al letto e Jody tirava la sveglia in fronte al fratello e urlava "BRUTTO MAIALE !!!!! LA PROSSIMA VOLTA BUSSA, PRIMA DI ENTRARE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Inutile dire che sulla fronte del ragazzo si stava sviluppado un enorme bernoccolo. Sanae uscì da dietro il letto (Ovviamente hanno chiuso la porta. NdA), e le due scoppiarono di nuovo a ridere.

 

"Insomma, nessuna di voi è pronta? Io devo andare in presidenza, devo sbrigarmi. Sanae, avviamoci" disse Jody, uscedo di corsa di casa, seguita dall'amica. Alex scese come un fulmine, implorando "Aspetta, aspetta capitano, fammi venire con te !!!". Jody la fissò, allusiva "Non dovresti andare con Yu?". La rossa scosse il capo, imbarazzata "E' andato avanti....doveva arrivare prima....e poi...mica posso andare con lui fin dal primo giorno !!!". Jody rise, facendole segno di sbrigarsi "Va bene, va bene signorina. Ma ora srigati !!!!" esclamò. Alex, sollevata, la seguì, e le tre si avviarono "Voi venite con Allenby !!!" urlò ai tre nuovi rimasti.

Poco più avanti, all'ormai noto incrocio, incontrarono Izawa e Misaki, che arrivavano da una strada laterale. I due ragazzi salutarono le amiche, ma Jody non mancò di notare che i loro occhi scrutavano la strada, cercando le ragazze mancanti. Rimase in silenzio finchè Misaki, rosso come un pomodoro, chiese "Eh...ehm....e...e Kay?" (Ammazza quanto gli ci vuole per una frase....NdA). La ragazza sorrise "Arriverà dopo con Allenby e gli altri. Noi stiamo andando a regolarizzare le iscrizioni". Così aveva risolto anche il dilemma di Izawa, che rivolse uno sguardo deluso alla strada, per poi sospirare. Jody, Sanae e Alex faticarono per non ridere della palese sofferenza dei due, che erano invece convinti di non aver rivelato nulla. Poi non ce la fecero più, e scoppiarono a ridere in sincrono. Izawa guardò Misaki, perplesso "E ora perchè ridono?" "Boh...." e giù risate !!!! Quando riuscirono a calmarsi, i due ragazzi si offrirono di accompagnarle, e i cinque proseguirono insieme. Ma le sorprese non erano ancora finite.... sul cancello della scuola videro arrivare di corsa Tsubasa, che si guardava attorno preoccupato. Jody fece un fischio di richiamo, e nel vedere il gruppetto il capitano della nazionale Juniores si rilassò visibilmente. Poi un urlo proveniente dall'interno del cortile fece riapparire quell'espresisone terrorizzata, e il ragazzo corse verso Sanae e si nascose dietro di lei, cercando di non farsi vedere. Sanae divenne viola, non capendo il motivo di tale comportamento. Anche Misaki e Izawa erano piuttosto confusi, metre Jody, osservando la folla che correva verso di loro, iniziò a comprendere "Ragazzi, credo sia meglio andarcene da qui....stanno arrivando guai....". Misaki guardò nella direzione in cui guardava lei, e vide uno stormo di ragazzine daglo ochi a stelline che correva verso di loro. Nel gruppo però c'era anche una buona percentuale di ragazzi. Il ragazzo sbiancò "Ma...che sono, ce l'hanno con noi?" chiese, terrorizzato, nel momento in cui una delle ragazze urlava "Guardateeeeeeeeee !!! C'è Tsubasa Oozoraaaaaaaaaaaa !!! E quelli sono Taro Misaki e Mamoru Izawaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!! Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Izawa si tirò indietro, afferrando per un braccio Alex e urlando "Peggio...sono fans !!!! Scappiamoooooooo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" si diede alla fuga, trascinando la ragazzina che comunque non si fece certo pregare, mentre Tsubasa scattava afferrando la mano di Sanae, inconsciamente, e Taro veniva trascinato via da Jody. La folla dietro di loro divenne ancora più numerosa, e si sentivano nuove urla "Ehi !!! Ma quelle non sono Jody e Sanae? Ho sentito dire che sono state ingaggiate dallo Shoan !!!!" "Wow, e sono ancora più carine !!! Sanae è un amore, se solo potessi dirle ciò che provo...." a tali parole Tsubasa si voltò, rosso in volto, con espressione omicida "Che COOOOOOOOOOSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????????????????????????" Urlò, ma Sanae lo strattonò per la mano, ancora stretta in quella di lui "Muoviti scemo !!! Così ci raggiungeranno !!!!". Lui, imbarazzato, annuì, continuando a correre. Non si era accorto che si stessero tenendo per mano...beh, ma visto che lei sembrava non saperne nulla...sarebbe stato zitto. Finalmente arrivarono nel corridoio della presidenza, dopo aver fatto dei giri impossibili per tutta la scuola. Tirarono tutti un sospiro di sollievo, ansimando "Chissà come faremo poi ad uscire !!!!" brontolò Izawa, tenendo chiusa la porta. In quell'istante entrò il preside "Oh, buongirno signorina Harper. E' qui per le iscrizioni dei suoi amici, vero? Bene, ecco qui. Dunque, La signorina qui con lei deve essere Alexis Iwres....bene, signorina Iwres, la sua classe è la 1 F. Ed è la stessa della signorina Yayoi Aoba. Le signorine Yoshiko Fujiasawa e Alyne Crow sono invece in 1 G, mentre il signor Franz Schester è in 1 B. Mi pare sia tutto...ah, no, c'è anche la signorina Schester....o Galway...beh, credo che la metterò con lei in prima A ". Jody, ancora ansante, valutò la situazione. Le ragazze erano tutte in compagnia, solo Franz era da solo.... "Mi scusi, la 1 B è la classe meno numerosa ora, vero?" Il preside annuì "Ed eventuali altri studenti...." "....sarebbero inseriti li. Sì, perchè lo chiede?" "Oh? No, nulla, arrivederci e grazie !!!". Spinse gli altri fuori dalla porta, dicendo "Bene, ora di corsa in classe....devo trovare Allenby e gli altri e comunicare le novuità. Per il resto, ci si trova tutti a mensa, e poi agli allenamenti, ok?". Tutti annuirono, ma in quell'istante si sentì un urlo "ECCOLI !!!!!!!!"; lo stormo di inseguitori li aveva trovati....Jody divenne blu, nascondendosi dietro a Misaki "OH, NO !!! BASTA !!!" urlò, iniziando a correre a più non posso. Sanae la fissò, spaventata "Aspettami !!!!!!!" urlò, seguendola, e Gli altri quatto le imitarono poco dopo, disperdendosi nelle varie direzioni. "Questo è un incubo !!!!!!" disse Tsubasa, affiancandosi a Jody, e lei rispose, senza smettere di correre "Oh, si !!! E tu non lo sai, ma è appena iniziato......". Il ragazzo la fissò, perplesso, ma lei si immaginava bene cosa sarebbe successo. Oltre alla nazionale giovanile li ora c'era tutta la squadra dello Shoan, della quale tre quarti erano studentesse nuove e molto belle.....sarebbbero stati guai. Era certo quanto il fatto che lei fosse al mondo !!!!

 

Senza fiato, coi capelli scarmigliati, la divisa in disordine e il volto stravolto, la ragazza alla fine arrivò davanti alla porta della la 1 A, cercando di evitare di essere ancora riconosciuta; si accorse di aver perso tutti glia ltri, ma che Tsubasa era al suo fianco "E tu che ci fai qui????" chiese, guardandolo in modo strano. Il ragazzo non capì "Beh, sono venuto con te...quelle fan assatanate mi facevano paura !!! E poi questa è anche la mia classe !!!" rispose, cercando di non avere un tono piagnucoloso. Lei piantò i piedi, fissandolo incredula, ma non molto. Ormai sapeva com'era fatto. perciò disse "Non intendevo questo. Ti chiedevo perchè non sei con Sanae, visto che lei è abituata a difenderti meglio di me dalle ragazze, e inoltre anche lei oggi avrà i suoi bei problemi a tener buoni gli ammiratori......". Tsubasa sbiancò "Di...dici sul serio???". Jody lasciò cadere la certella, esterefatta "No, ma dico, sei scemo??? Ah, già, si, lo sei. Hai visto cosa hanno fatto i ragazzi prima nel vederela??? Quindi ora valla a cercare, MUOVITIIIII !!!!!!!". Il ragazzo non se lo fece ripetere, partendo a razzo, bianco in volto. Jody aprì la porta della classe, ma la visuale le fu subito oscurata. Infatti Misaki, che era appena dentro circondato da uno stuolo di ragazze, appena la vide urlò "No, Jody non entrare qui.........." "UAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" l'urlo disumano che seguì la paralizzò, mentre tutte le persone li dentro si avventavano su di lei, la nuova celebrità della scuola. Liberandosi a fatica delle ammiratrici, Misaki si slanciò su di lei, spingendola deliberatamente fuori dalla porta e chiudendola alle sue spalle di schianto. Jody, che si era aggrappata alla divisa del ragazzo, aprì lentamente gli occhi e lo fissò, sconvolta "Ma....ma E' ASSURDO !!!!!!!!!!!!!!!!" urlò, e lui annuì "Già. E non voglio nemmeno pensare agli allenamenti di oggi !!!!" disse, e lei annuì. Altro che allenamenti !!! Sarebbero stati una bolgia e basta. Poi lui si guardò intorno, preoccupato "Kay?" chiese. Jody sorrise, furba "Che c'è, ti manca???". Il ragazzo divenne viola, agitando le mani in fretta "Nonononono, solo che penso che anche lei avrà i nostri problemi.....". Jody rise, poi una treccia dai capelli castani attirò la sua attenzione fuori in giardino "Penso tu abbia ragione...e questo ti offre una scusa adatta per correrle incontro, ora che sta arrivando". Misaki guardò fuori, e un sorriso inconscio gli spianò il volto. Jody gli tese il foglio delle classi "Pensaci tu", e il ragazzo lo prese e partì di corsa. Jody guardò ancora fuori, ma non vide la persona che cercava. Le passò di fiancò Izawa, teso, e senza guardarlo lei disse "Se corri gli altri sono in giardino...puoi aiutare Misaki e Franz a salvare le ragazze, tra cui Allenby....". Il ragazzo arrossì ma anche lui partì di corsa. Jody si voltò, guardando verso l'interno della scuola, e finalmente lo vide. Era di spalle, e la camicia bianca della divisa estiva faceva risaltare i suoi muscoli. Inoltre si muoveva come se avesse paura di essere scoperto. Ridacchiando tra sè, Jody si avvicinò di soppiatto finò ad arrivare a pochi cm di distanza, poi urlò "UUUUUUUUUAAAAAAAAHHHHHHHHHH, E' WAKABAYASHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Il ragazzo sobbalzò, voltandosi di scatto, inciampandò, sbattendoa a terra la cartella, solo per trovarsela di fronte, sghignazzante e sfrontata. Stava ridendo a più non posso "AH AH AH AH CI SEI CASCATO !!! DIO CHE FACCIA !!!! AH AH AH AH !!!!!!!!!!!". Genzo era vagamente sconvolto e furibondo, ma la risata di lei era troppo bella perchè potesse interromperla. Però disse "Se eviti di farmi venire un infarto in così giovane età, magari...". Lei lo fissò, i limpidi occhi blu sicuri e decisi "Dunque, come è stato il rientro a scuola?". L'espressione del volto bastò a farle capire che era andata come a loro. Infatti, due secondi dopo dall'angolo sbucarono le sue ammiratrici, urlando "UUUUUUUUUAAAAAAAAHHHHHHHHHH, E' WAKABAYASHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Genzo sbiancò, indietreggiando, e Jody fece lo stesso, sconvolta ma ironica "Che fantasia, eh?" esclamò, iniziando a correre, visto che alla folla si erano aggiunti anche vari ragazzi. Ben presto i due ragazzi stavano correndo a più non posso, cercando di sfuggire a quella mandria di assatanati. Aumentavano ad ogni secondo....ma dove potevano scappare, a quel punto??? Jody, recuperato il suo spirito pratico, spalancò la porta della classe, afferrò il suo ragazzo per un braccio, lo cacciò dentro e scattò a sua volta, chiudendo la porta e appoggiandovisi contro. Quando ebbe ripreso fiato, si girò, col risultato che andò a sbattere contro la schiena di lui, che non si era ancora spostato. Il ragazzo si voltò in fretta e le evitò di cadere afferrandola al volo "Accidenti !!! Distratta fin dall'inizio, eh, principessa?" borbottò. Jody spalancò gli occhi, fissandolo stupita, ma non fece in tempo a dimostrare la sua gioia perchè tutta la classe si era accorta dell'accaduto e di ome l'aveva chiamata "UAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!" "AVETE SENTITO??? L'HA CHIAMATA PRINCIPESSAAAAAAAAAA" "LO SAPEVO IO !!!! ANCHE SE LITIGAVANO SEMPRE SI VOGLIONO BENEEEEEEEEE!!!!!!!!!!". "EHHHHH?????? MA LUI E' WAKABAYASHIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!" "JODY HARPEEEEEER !!!! MA DA QUAND'E' CHE QUEI DUE STANNO INSIEME??????????" Jody fissò, ironica, il ragazzo "Complimenti" commentò, divenendo viola, mentre Genzo guardò altrove, lasciandola andare "Che dovevo fare? Lasciarti cadere? E comunque chi ha detto che è vero?" chiese, andandosene. La ragazza, allibita e incavolata per la freddezza dimostrata, non badò nemmeno ad Allenby che entrava, ma le porse con sgarbo la cartella, uscendo di gran lena con le lacrime agli occhi dalla rabbia e sbattendo la porta, che tremò all'impatto. La biondina fissò il suo capitano, o meglio la porta che si era sbattuta dietro, poi la borsa e infine Izawa e Misaki, con occhi spalancati. I due strinsero il spalle in segno di ignoranza, e tutti si voltarono a guardare Genzo, seduto al suo posto con aria truce. Ma il ragazzo non li degnò di uno sguardo, assorto nei suoi pensieri, e Misaki sussurrò "Ahia !!! Credo di aver capito...è tornato il Wakabayashi di sempre, quello che nemmeno le può vedere le ragazze !!!". Izawa annuì, mentre Allenby sibilava, infuriata "E quindi pensa di ignorarla, semplicemente??? Ma guarda che fantademente !!!" l'ultima parola la urlò, avvicinandosi decisa al banco del portiere, mentre Izawa guardava Misaki "Fa...fantademente???" chiese, sconvolto, ma l'altro non rispose, troppo incredulo. Allenby si era posta di fronte a Wakabayashi e lo stava fissando intensamente, al punto che il ragazzo alzò lo sguardo su di lei. A quel punto, lei gli tirò una sberla fenomenale, che lasciò un segno rosso ben visibile sulla guancia, urlando "Non so perchè cavolo stia con uno come te, proprio non ne vedo il motivo !!!! La fai solo soffrire !!!! Deficiente !!!!!!!!!!!". Uscì a sua volta, troppo arrabbiata per rimanere li, lasciando Izawa e Misaki sconvolti, almeno quanto Wakabayashi, che si teneva una mano sulla guancia e sembrava rendersi solo allora conto di ciò che aveva fatto. A quel punto sbiancò.

 

"Lo odio lo odio LO ODIOOO !!!!!!! Ho capito che non vuole mettersi in mostra, ma mi deve proprio rispondere così? Sembra che questo mese passato insieme sia svanito, per lui....benissimo. Come vuole !!!" pensava Jody, rossa e furiosa, con le lacrime che ogni secondo minacciavano di assalirla, camminando velocemente per i corridoi. Anche se non voleva, la lezione stava per iniziare, e doveva tornare in classe. Si fermò, sospirando pronta a tornare indietro, quando all'improvviso sentì una voce che la chiamava "Ehi...tu sei Jody Harper, vero???". Jody si fermò, fissando esasperata il ragazzo che la rincorreva. Era Shun Mikake, uno della sua classe, un ragazzo borioso e pieno di sè che lei non aveva mai trovato simpatico. Non aveva nessuna voglia di ascoltare le sue sparate, ma non voleva nemmeno però essere sgarbata, così lo aspettò "Buongiorno Mikake" disse, e il ragazzo sorrise, sicuro di sè "Ho sentito che sei entrata nellla squadra dello Shoan, eh? Complimenti. Sei diventata subito famosa, qui a scuola. D'altronde sei così carina....Bene bene, che ne dici di uscire con me, uno di questi giorni?". Ecco il suo scopo. Farsi una delle ragazze più popolari del momento. Jody fece una faccia disgustata. Come se non avesse già avuto abbastanza problemi "No, grazie" rifiutò allontanandosi, ben sapendo che lui non si sarebbe arreso. Ma la cosa le importò poco, poichè in quell'istante vide Genzo circondato da uno stuolo di ragazzine urlanti, e una che gli parlava all'orecchio....ad alta voce, dicendo "Wakabayashi, allora è vero che stai con Harper? ". Il ragazzo fissò la ragazza infastidito, rispondendo in tono seccato "Ma figurati !!! Chi è che starebbe con una scorbutica manesca come quella???" e cercando di allontanarsi. Le ragazze ridacchiarono, estasiate, ma Jody non le sentì neppure. Piantò i piedi, furiosa, stringendo i pugni, mentre il volto le si colorava sempre più di rosso, mentre le lacrime finalmente sgorgavano e la voce, incontrollabile, le usciva prepotentemente dalle labbra, formando le parole che il suo cervello ripeteva incessantemente " GENZO WAKABAYASHII SEI UN PERFETTO IMBECILLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Ci fu un silenzio attonito, in cui tutti li fissarono sconvolti. Genzo, che l'aveva cercata ovunque, impietrì, mentre Jody scappava più veloce che poteva, pensando "Lo odio lo odio lo odio, non lo voglio più vedere in vita mia !!!!!"

Sanae, che casualmente aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò all'amica, ma questa era già scappata, seguita da Mikaki, così ripiegò su Genzo. Vedendola avvicinarsi con espressione arrabbiata, Genzo alzò le braccia a mo' di difesa, esclamando "No, No, ferma, ferma !!! Ci ha già pensatto quella manesca di Farwell a schiaffeggiarmi !!!!". Sanae si fermò, incrociando le braccia, rispondendo "Non riesco a darle torto....se ti sei comportato da cretino....comunque fossi in te andrei a cercarla....non vedeva l'ora di vederti, ma ti fai trovare così....e dici certe cose.....". Il ragazzo, lanciata un'occhiata profonda alla manager, si grattò la testa "Ma oggi vi siete messe d'accordo tutte per insultarmi?". Sanae si avvicinò i modo pericoloso, e lui inconsciamente si tirò indietro, spaventato. Lei urlò "No, ci viene spontaneo perchè tu sei veramente un IDIOTA !!!!!!!! E se ora non vai a cercarla di corsa ti giuro che ti mollo in mano a Allenby, Alex e Kay insieme, oltre ovviamente a ME !!!!". Non poteva esserci minaccia peggiore e, spaventato a morte, lui si avviò di corsa, lasciandosi alle spalle le orde di ammiratrici, alla ricerca disperata di Jody. La ragazza era però già tornata in classe, e quando lui vi arrivò la lezione stava iniziando, quindi non potè parlarle; e lei non lo guardò neppure. La lezione continuò, lenta e insopportabile per il ragazzo; non sentì nemmeno quando il professore avvisò che il giorno seguente ci sarebbe stato il test del dopo vacanze. I suoi occhi erano fissi sui capelli castani della sua ragazza, cercavano quegli occhi azzurri che non volevano guardarlo, speravano in un suo sorriso. Nemmeno quando il professore lo richiamò e lo fece alzare in piedi per tutta la lezione lei lo guardò. E Genzo capì di aver sbagliato, di averla ferita. E si chiese se sarebbe riuscito a farsi perdonare. Quado suonò la campanella, Jody uscì troppo velocemente, diretta verso la mensa, e lui, circondato da ragazzine urlanti, non potè raggiungerla. Ma vide bene lo stuolo di ragazzi che seguiva lei e Sanae, e anche Mikake, che non si scollava dal fianco della ragazza....avrebbe voluto stenderlo, quell'idiota !!!!. Si avviò dietro di loro con passo deciso, raggiungendo le ragazze proprio nell'istante in cui stavano entrando in mensa, in tempo per sentire Jody rispondere.....

 

"Uffa !!! Questo tipo è insopportabile !!! Non ne posso più, ma non se ne vuole andare !!!! E come se non bastasse degli altri nessuna traccia, quindi non ho nessuno che mi aiuti, che si finga il mio ragazzo per allontanarlo, visto che quello vero...." i suoi occhi si intristirono di colpo, mentre il ragazzo accanto a lei chiedeva ancora "Allora, fissiamo per stasera? Ti porto in un posticino...." "Ho già detto no, Mikake, ma sembra che tu non mi abbia sentito. Domani c'è l'esame, devo studiare" "E poi magari al cinema, e al ristorante....." "Ma a quanto vedo non mi ascolti" "Ci divertiremo, vedrai, e poi...." "Forse non hai capito...IO CON TE NON CI ESCO !!!!" urlò, esasperata, cercando di allontanarlo definitivamente. Tutta la mensa si voltò a guardarli, e il ragazzo non fu affatto contento della cosa. Prese la ragazza per un polso e la spinse contro il muro, sibilando "Mettiti bene in testa una cosa, bella. Se io voglio uscire con te, e poi con tutte le tue amiche, lo faccio. E tu non ti opponi. Sono stato chiaro?" detto ciò si avvicinò pericolosamente a lei, mentre Jody cercava di liberarsi, ma qualcuno lo afferrò per la maglia e lo sbattè con forza contro il muro. Il ragazzo si trovò a fissare due gelidi occhi neri, che lo inchiodarono più della stretta al colletto, mentre Genzo Wakabayashi si frapponeva tra lui e la ragazza. Jody sopsirò, sollevata e stupita, grata al ragazzo di essere intervenuto. Ma lui non aveva ancora finito "Tu avvicinati ancora a lei" disse, a voce abbastanza alta in modo che sentissero tutti "E io ti spezzo le ossa". Lasciò andare il ragazzo, che cadde a terra riprendendo a respirare bruscamente, e si voltò, circondando con un braccio la vita di lei e conducedola via, ma Mikake non aveva ancora finito "Chi cavolo ti da il diritto di decidere per lei, Wakabayashi?" chiese, mentre tutti trattenevano il respiro. Nessuno avrebbe osato tanto. Il portiere si fermò, squadrandolo con occhi di ghiaccio "A parte che lei non mi sembrava entusiasta della tua proposta....io questo diritto ce l'ho in quanto sono il suo fidanzato". Sanae sbarrò gli occhi, mentre Jody impietriva sul posto e 900 studenti saltavano in piedi urlando "EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH?????????????????". Il ragazzo, ancora a terra, rimase immobile. L'espressione negli occhi di Jody, per quanto incredula, non smentiva....non smentiva affatto !!!!!! Furioso, si alzò, si avvicinò a loro, mentre Wakabayashi faceva da scudo alla sua ragazza, e sibilò "Non finisce qui !!!!!", poi se ne andò. Jody, sollevata, si appoggiò a Genzo, godendosi quel tepore confortante per un secondo, poi entrambi si ricordarono delle centinaia di occhi puntati su di loro, e si separarono di scatto. Sanae sghignazzava, e così varie altre perone, tra cui Yu e Franz, che erano seduti li vicino.

Jody si svicolò dalla presa di Genzo, facendo per andarsene, ma il ragazzo la trattenè per un braccio "Eh, no !!! Non ti lascio cacciarti ancora nei guai !! Dobbiamo parlare !!!" Lei lo fissò, irritata al massimo "Hai già parlato abbastanza tu !!!" urlò, cercando di liberarsi. Lui la tirò verso di sè "Ti ho detto che dobbiamo parlare !!!" "E io ti ho detto che NON VOGLIOOOOO !!!!!!" a queste parole fece seguire una mossa che lo spedì disteso per terra. Yu si alzò di scatto, raggiungendo il ragazzo, che stava mugugnando "Lo sapevo...lo sapevo che finiva così. Vedi cosa intendo quando dico che sei manesca???". Lei lo fissò, dispiaciuta, con le lacrime agli occhi, ma le sue parole la fecero arrabbiare ancora, e urlò "Scusami tanto !!! Se ti dò tanto fastidio me ne vado subito !!! Fa finta che non sia successo nulla...e per nulla intendo proprio nulla, da un mese a questa parte, precisamente dal 12 giugno !!!!". Finalmente riuscì ad andarsene, arrabbiata come non mai, con Franz che le correva dietro e che si ricevette un sonoro "LASCIAMI IN PACE !!!!!!!!!" e Genzo che si chiedeva come mai non ne combinasse una giusta. Si rialzò, fissando dispiaciuto Yu; il fratello della ragazza gli fece cenno di seguirla "Tanto ormai, peggio di così....." disse. Genzo non potè che dargli ragione, dirigendosi fuori. Dove poteva essere? Beh, ovviamente al campo...magari stava bucando la rete a forza di pallonate....era meglio fermarla.

 

Infatti Jody era lì, mentre la rete stava per morire definitivamente, quando lui arrivò correndo in campo, lanciandosi per afferrare l'ultimo pallone. Non sapeva nemmeno lui come, ma riuscì ad afferralo, e atterrò rotolando mostrandolo soddisfatto "Hai visto? Stavolta sono riuscito a pararl----" peccato che lei avesse tirato un'altro pallone che lo colpì in piena faccia. Il ragazzo mollò quello che aveva in mano per portarsele entrambe al naso, urlando "AHIA !!!!". Jody lo fissò, dura, sena alcuna compassione, poi si voltò e fece per andarsene. Genzo scattò in piedi, correndo e afferrandola per un braccio, come per non farla scappare, e cercò di farla voltare. Lei oppose una certa resistenza, ma alla fine si voltò e lo inchiodò con gli occhi, seri e duri come non li aveva mai visti. Gli ci volle un po' per ritrovare la parole, e soprattutto il coraggio di usarla. Lei non accennava ad abbassare gli occhi, così duri e perfidi, e questo lo metteva tremendamente a disagio. Alla fine parlò "Scusami". Fu tutto ciò che riuscì a dire. Lei lo fissava ancora, spietata. Poi anche lei parlò "E perchè dovrei? Perchè, questa volta?". Certo che non faceva proprio nulla per aiutarlo, e questo segnalava che era veramente arrabbiata. Lui cercò una risposta, ma non gliene venne in mente nessuna, così guardò in giro, tentennando e balbettando. La ragazza aspettava, ma a un certo punto si stufò "Insomma, se vieni a scusarti almeno fallo in modo decente !!!! Che tu fossi uno scemo lo sapevo, ma....oh, avanti !!! Se conosco bene le ragazze a questo punto di isulti ne hai fatto la collezione, quindi sono inutili, no?". Si voltò, bloccando la reazione di lui "No, non ti avvicinare" intimò. Genzo si fermò, mentre lei gli dava le spalle, immobile. "So che tu ti vergogni ad avere una ragazza....lo immaginavo...ma questo....". Lui arrossì come uno stupido, cercando di spiegare "No, vedi, è che....". Lei si voltò, mostrando il volto rigato di lacrime "Ma questo non ti autorizza a dirmi cose simili !!!!! Io....io....insomma.....per te non conta più nulla tutto ciò che è successo?" chiese, titubante, non alzando gli occhi. All'improvviso però sentì due braccia che la stringevano "Si che mi importa....solo che evidentemente non posso fare a meno di comportarmi da stupido. Ma ora ho capito. Io sono orgoglioso di avere una ragazza come te, e non mi farò problemi a farlo sapere in giro". Jody spalancò gli occhi, allontanandolo "Frenafrenafrena !!! Io non volevo dire questo, non serve che tu...." cercò di dire, ma lui aveva assunto un'espressione convinta "No, se non lo facessi ci sarebbero tanto cretini come Mikake che ti importunerebbero ogni secondo. Così invece sarai al sicuro". Convinto, si avviò verso la scuola col passo baldanzoso, mentre Jody si batteva la mano sulla fronte, incredula " Da un'estremo all'altro....questo qui non conosce le mezze misure !!!!!!! Vabbè....l'importante è che abbiamo fatto pace ...." lo inseguì, urlando "Ehi scemo !!!! Aspettami !!!!!!!!". Lui si voltò, sorridente, e le passò un braccio intorno alla vita, tornando indietro con lei.

 

Allenby osservò la scenetta dalla finestra, insieme a Sanae. Le due ragazze sogghignarono "Da un'estremo all'altro, vero?" disse la biondina, e Sanae annuì ridendo "Già. Quei due sono proprio fatti l'uno per l'altra !!!!!!"

 

Note dell'autrice:

 

E così siamo tornati a scuola....evvabbè, mica poteva filare tutto liscio, no? Due che hanno sempre litigato tornano e vanno d'amore e d'accordo? No, non credo proprio !!!! Comunque hanno già fatto pace....ma, e gli altri? Come sarà la nuova scuola per Aly, Alex, Kay, Yoshiko e Yayoi? E i ragazzi, come faranno a non essere gelosi delle masse di ammiratori che le circonderanno? E Jun e Hikaru, così lontani, quanto resisteranno? (Poco....) e poi....cosa succederà ad Allenby e Alex? E Jody, come reagirà al nuovo sconvolgimento della sua vita (Capirete, capirete....). E Genzo? Cosa farà? E L'autrice? La smetterà di rovinare la vita ai personaggi (Mai !) o la porteranno prima in manicomio????

A presto (Forse) la risposta !!!!!!!!!!

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Capitolo 21
*** Il primo appuntamento, il primo bacio..... ***


Capitolo 20: Il primo appuntamento, il primo bacio

 

Jody fissò divertita l'espressione sconcertata di Misaki. La causa era Kay, ferma in cortile per la ricreazione, circondata da un gruppo molto folto di ragazzi. Indubbiamente la divisa della scuola, composta da una gonna blu corta e, visto che era caldo, una camicetta bianca, le donava molto, mettendo in risalto il suo fisico, e la sua allegria era un'altro fattore che induceva tutti i ragazzi a vorticarle intorno. Non era certo l'unica, però. Sul campo da basket Alex stava dando prova della sua abilità, e la divisa da educazione fisica, maglietta bianca e bloomers neri, la faceva sembrare ancora più carina...semplice e spontanea....Yu avrebbe avuto di che preoccuparsi, se l'avesse vista, pensò la ragazza. Anche Aly aveva riscosso molto successo....lo aveva capito vedendo il viso tirato di Franz, che le era passato di fianco velocemente, diretto alla classe della ragazza, pronto a recuperarla. Jody lo vide spalancare la porta e, con aria astiosa, allontanare i ragazzi che circondavano Aly, la cui espressione era di sopportazione stentata. Franz staccò dal braccio della ragazza il più appiccicoso dei suoi ammiratori, dicendo ad alta voce "Scusa, ma non mi fa molto piacere che ti attacchi così alla MIA RAGAZZA !!!!!". La classe intera ebbe un singulto, seguita da un urlo scontento, metà maschile metà femminile, visto che anche Franz aveva fatto la sua figura quel giorno. Aly però si attaccò a lui, ben sollevata, e lo prese per mano, lasciando che la guidasse fuori da quella marmaglia. Jody li vide dirigersi verso la mensa con aria soddisfatta. Sorrise. Era bello che finalmente quei due avessero messo a nudo ciò che provavano, visto che era così palese che si volevano bene....mentre pensava a questo, Genzo la fissava da sotto il berretto, pensando che anche lui era fortunato. Non era come gli altri, lui sapeva che lei lo amava almeno quanto lui amava lei, e non doveva lottare per averla....al massimo per difenderla. Sorrise. A volte pensava di essere perfino troppo fortunato...ma quando lei si voltò a fissarlo con occhi ridenti, ne fu certo. Lassù qualcuno doveva volergli proprio bene !!!!

 

Gli allenamenti pomeridiano iniziarono alle 3 e mezza in punto. Jody, sempre con indosso la sua divisa , stava vicino a Sanae e ad Allenby, osservando i giocatori. Tutte tre avevano i pantaloni della tuta rossi e la maglietta bianca, ed erano nei pressi della panchina, intente a piegare asciugamani e magliette. Allenby sbuffò "Come si vede che sono finite le vacanze !!! Rieccoci qui a sgobbare come delle matte....". Sanae rise di quello sfogo, dicendo "Dai che non ti dispiace !!! Almeno hai la possibilità di stargli vicina...." indicò con il capo Izawa, che stava palleggiando lì vicino, e Allenby arrossì di colpo. Sanae ridacchiò, maliziosa, poi fissò un punto all'orizzonte, dicendo "E comunque sembra che ci sia chi darebbe tutto pur di essere al tuo posto....". Si riferiva alla moltitudine di ragazze che si era affollata intorno alla recinzione del campo e urlava i nomi dei giocatori, ma anche a Kay, Alex e le altre, che stavano arrivando di corsa. Jody le fece entrare, incurante delle urla di protesta che questo provocò. Kay le saltò al collo, ma Jody la mise a lavorare, dicendo "Se vuoi stare qui, devi fare la manager, quindi al lavoro". La ragazza protestò, ma quando Sanae le tirò in faccia la magleitta col numero 11 da piegare, inspiegabilmente Kay smise di lagnarsi e iniziò a lavorare di buona lena, canticchiando, imitata dalle altre. Jody annuì, soddisfatta, poi anche lei si mise a pulire palloni, almeno fino a quando qualcuno non la afferrò da dietro di sorpresa, sollevandola da terra. Lei lanciò un urlo, cercando di capire chi fosse, mentre Genzo rideva a più non posso e la prendeva in giro. Ma, non appena l'ebbe messa a terra, dovette scappare perchè lei non era molto felice per lo scherzetto e lo stava inseguendo con intenzioni omicide. Lui riuscì a schivarla e la prese per un braccio, tirandola sè. Lottarono per un po', fino a quando il ragazzo non riuscì a poggiare le labbra su quelle di lei. Jody, stupita, si lasciò andare al bacio, il primo di quella giornata, e non sentì nemmeno l'urlo di sconforto delle fans di Genzo che si levò li attorno. Quando si staccò, sorrise, maliziosa, dicendo "Hai distrutto la tua reputazione da play - boy, Wakabayashi". Lui rise, abbracciandola "Uhm, hai ragione, Harper....non che me ne importi poi tanto...almeno non avrò sempre dietro quelle ragazzine fastidiose ! !! E poi....morivo dalla voglia di baciarti !!!" sussurrò, avvicinandosi ancora. Lei ricambiò l'occhiata, dicendo "Bene, allora che ne dici di un bis?" e alzandosi in punta di piedi per baciarlo a sua volta. Stavolta fu Misaki a separarli, dicendo "Scusate...vorremmo allenarci....Jody, potresti restituirci il portiere?". Genzo lo fissò, torvo, ma Jody rise, dando al suo ragazzo una spinta che lo spedì in campo. Lui sorrise, posizionandosi tra i pali, e la partita d'allenamento iniziò.

Jody tornò al lavoro, mentre Sanae la prendeva in giro per lo spettacolo anche se le si leggeva chiara l'invidia negli occhi. Tranquillamente, Jody le disse che avrebbe dovuto farlo anche lei; manco farlo apposta, Tsubasa era proprio li vicino, e con aria stupita chiese "Dovrebbe farlo anche lei....cosa?" in tono vagamente prooccupato (Sanae color peperone....NdA). Jody, sforzandosi di non ridere, lo guardò negli occhi e disse, ad alta voce, incurante delle proteste di Sanae "Baciare il ragazzo che ama, ovviamente !!!!"; Tsubasa sembrò cogliere la sfumatura (Improbabile...NdA), o forse era solo il timore che Sanae baciasse un'altro, ma oltre al divenire viola la ragazza vide un luccichio strano nei suoi occhi....forse speranza? O paura? Scosse il capo, rispedendolo ad allenarsi e tornando al suo lavoro ridendo, così come facevano tutte; tutte allegramente, tranne due. Notò infatti che le risate di Yayoi e Yoshiko erano forzate, e le ragazze avevano un'aria triste. Di certo pensavano a quando avevano fatto quel lavoro per i loro capitani....Jody si battè la mano in fronte. E lei che aveva baciato Genzo (Beh, a dire il vero è stato lui a fare tutto da solo....NdJody. E-ehi !!! Non mi parevi tanto seccata prima !!!! NdGenzo color peperone) davanti a tutti.....non avrebbe dovuto agire così, ricordando loro, soprattutto a Yayoi, che non ptevano imitarla....i suoi rimuginamenti furono interrotti da Franz, che le si era portato silenziosamente alle spalle e fissava i giocatori con aria nostalgica. Jody si voltò verso di lui e notò subito l'infelicità presente sul suo volto "Un altro problema" pensò "Fra un po' mi prendo un assistente che mi segni l'elenco di problemi da risolvere...già, perchè non me lo trovo veramente un assistente???"; si guardò intorno. Chi avrebbe potuto aiutarla, stavolta?? Chi..."Bisogno di aiuto, dolcezza?" sussurrò una voce alle sue spalle. Lei si voltò di scatto, sorpresa "E tu che ci fai qui? Non dovevi allenarti ???" esclamò, guardando Genzo che sogghignava "Fatto, bella. Ogni tanto devo lasciare he anche il povero Morisaki si alleni, anche se non sarà mai al mio livello....". Jody lo fissò, insofferente "Tu la modestia non sai proprio dove stia di casa......comunque....". Lui la guardò intensamente. Era così bella con quell'aria da bambina pestifera....avrebbe voluto baciarla e non pensare a nulla, ma fece forza su se stesso e non si mosse. Si era avvicinato perchè l'aveva vista in difficoltà, ricordò. Così chiese "E' successo qualcosa? Ti guardavi attorno con aria smarrita....qualche problema???". Lei sbuffò "A bizzeffe. Ho perfino l'imbarazzo della scelta....non so da quale iniziare, e cercavo qualcuno che potesse aiutarmi, e che non fosse impegnato costantemente a pensare a un calciatore...." "Eccomi qui !!!!" esclamò lui, contento come un bambino. Lei lo guardò, ironica "Tu? Ma se non risolvi nemmeno i tuoi, di problemi....". Lui finse di esserci rimasto male "Beh, almeno io non penso sempre a un calciatore...." mogugnò, e lei non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Era così...buffo....solo lui era in grado di farla ridere così.....di slancio gli gettò le braccia al collo, sussurrando "Ti voglio tanto bene !!!!". Lui si immobilizzò, arrossendo per la confessione inaspettata, e lei ne apporfittò per posargli un leggero bacio sulle labbra e lasciarlo andare, scostandosi i capelli dalla fronte e dicendo "E va bene, hai vinto, aiutami tu....anche perchè non so a chi altro rivolgermi....". Finalmente il ragazzo si riprese dalla paralisi, e per dimostrarlo la afferrò di sorpresa, ridendo. Lei si dibattè con gioia, e tutti si voltarono a guardare il dolce quadretto che i due formavano (Ma qui agli allenamenti nessuno ci pensa? Come fanno poi a vincere sempre??? NdLettori perplessi EhM...NdA). Alla fine la lasciò andare, e lei si voltò per dirgli, in tono serio "Ok, ecco i problemi. Primo, Yayoi e Yoshiko, ma per questo credo che dovremmo aspettare...anche se non so che cavolo potrò fare....". Genzo fissò altrove, dicendo in tono assente "Se mi è concesso di proporre un umile suggerimento, vostra maestà....di certo non sarà all'altezza delle vostre illuminate idee, tuttavia....". Lei lo fissò irritata, sbuffando "Oh, non fare il cretino, parla !!!!". Lui continuò a guardare altrove, e con lo stesso tono disse "Sai, sembra che da quest'anno le squadre della Musashi e della Furano non siano messe bene....gli unici giocatori di rilievo sono i due capitani....nessuno si stupirebbe se questi due si trasferissero in una squadra più forte, con altri componenti della nazionale". Disse tutto ciò con tono neutro, come se fosse la cosa più normale del mondo. Jody però lo fissava con occhi spalancati, senza fiatare. Era....incredibile !!!! Lui riprese a parlare "E, per finire, secondo mio padre la famiglia Misugi avrebbe un gran guadagno a trasferirsi qui....e non è un'idea che è venuta solo a lui....". Sentì un singulto, e finalmente si voltò a guardarla. La ragazza aveva spalancato i suo ennormi occhi azzurri, che erano ora carichi di stupore, rispetto e dolcezza. Gli sorrise, felice, "Sei....unico !!! Ma come fai a...sapere tutto questo....in un secondo hai risolto un problema che io da giorni tentavo di....". Lui fece il suo solito sorrisetto ironico che, notò allora Jody, le ricordava tanto quello di Han Solo in Star Wars. Non se n'era mai accorta, ma ora che ci pensava era proprio identico. Non potè resistere e esclamò "Sai, non l'avevo mai notato ma quando fai così sembri la copia sputata di Han Solo !!!!". Lui la fissò, leggermente sorpreso "Dici davvero?" chiese, neutro, per vedere la reazione. Lei annuì, gli occhioni scintillanti. Genzo sorrise "Ti piace Star Wars, vero?". Lei annuì ancora, vigorosamente "SI !!! E' il mio film preferito....soprattutto i vecchi episodi....ma anche i nuovi.....sono proprio fanatica per quel film....però non sono ancora riuscita a vedere quello nuovo...." disse con rimpianto. Lui sorrise, senza farsi vedere, poi cambiò volutamente argomento "Va bene, principessa Leia, chi è che dobbiamo aiutare ora???". Come previsto, lei dimenticò subito il film e lo fissò, smarrita. Poi ricordò, e si voltò a fissare Franz. Genzo, scacciando anche lui l'idea che gli era appena venuta in mente, guardò a sua volta il ragazzo tedesco, notando con quanto rimpianto stava fissando Tsubasa e gli altri giocare. Credette di aver intuito il 'problema'.....che a lui non sembrava poi tale. La soluzione c'era, ce l'avevano li davanti agli occhi. Si chinò verso Jody, sussurrando "Non ha intenzione di tornare in Germania, vero? Nè ora nè mai". Jody lo fissò sorpresa, poi scosse il capo. Lui annuì "Allora, se il problema è questo, hai la soluzione davanti, sotto forma di maglietta, pallone e campo verde....". Lei lo fissò di nuovo, ma la sua espressione rivelava che la stessa idea era venuta anche a lei. Si scambiarono un'occhiata d'intesa, poi Genzo tornò in campo e Jody si diresse verso l'ufficio del club, uscendone poco dopo con un foglio e una divisa in mano. Si frmò dietro a Franz, in tempo per sentire il suo sospiro di rimpianto. Stette immobile, senza farsi scoprire, poi, quando lui sospirò di nuovo, senza preamboli gli disse "Perchè non ti iscrivi alla squadra?". Per poco lui non cadde a terra dalla sorpresa. La fissò, girandosi di scatto, incredulo, quasi pensasse che lei si fosse materializzata dal nulla. Lì accanto Aly, nel sentire quelle parole, fece cadere la brocca di thè che portava, sonvolta. Lanciò un'occhiata ai due, poi si diede da fare a ripulire, senza però smettere di ascoltare. Il ragazzo continuava a fissarla sconvolto, ma Jody sorrise, rassicurante, e spiegò "Vedi, tu ora sei iscritto a questa scuola, hai tutto il diritto di giocare con loro. E poi sei per metà Giapponese, quindi potresti chiedere la nazionalità come ha fatto Kay e giocare in nazionale...sempre che tu lo voglia...." mormorò, visto che Franz la fissava come se fosse impazzita. Sostenne lo sguardo, convinta, e lui lo abbassò fino a guardare intensamente, assorto, il terreno. Poi alzò gli occhi castani su di lei, chiedendo con aria sognante "Po...potrei....veramente? Posso...giocare?". Sembrava che lei gli avesse offerto il sacro calice, invece che la possibilità di giocare. Come risposta lei gli porse un modulo d'iscrizione e una penna. Il ragazzo lo fissò, confuso, poi guardò lei. Jody lo stava ancora fissando intensamente "Devi scriverci sopra, non è difficile" spiegò in tono ironico. Lui arrossì "Oh....ehm....certo" balbettò, iniziando a compilarlo. Quando ebbe finito la ragazza se lo fece restituire, lo infilò in una cartella rigurgitante di fogli simili e in cambio gli diede una maglietta col numero 7 e i pantaloncini. La divisa della squadra....Franz la guardò, incredulo, felice e mille altre cose insieme, ma lei stava già parlando con l'allenatore, che gli diede un'occhiata frettolosa e annuì convinto, facendogli segno di avvicinarsi. Due secondi dopo ordinò una sostituzione, e Tsubasa rimase allibito nel vederlo entrare con in numero 7 sulla schina, ma anche lui ne era ben felice. Inventò subito un nuovo gioco di triangolazione con Misaki e Schester, e la partita di allenamento divenne più entusiasmante che mai. Jody si trovò a fare il tifo per l'amico come non faceva da almeno un anno, e le sembrò che la sua felicità, a quel punto, fosse completa. Ma, si sà, il destino è sempre in agguato.... (E l'autrice pure.....Che è peggio !!!!!!!!!! NdA)

 

Jody stava portando un pacco di asciugamani verso i ragazzi che, distrutti, si erano sdraiati a terra vicino alla panchina e bevevano l'acqua con zucchero e limone che Sanae aveva preparato. Erano ormai le 6 e 30 e le ammiratrici se n'erano ormai andate, quindi la pace era discesa nuovamente sul campo. Jody camminava tranquillamente, quando.... "SEMPAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" l'urlo la fece quasi inciampare e per poco riuscì a rimanere in equilibrio, aiutata da Izawa che le stava passando vicino e l'aveva afferrata appena in tempo. Gli asciugamani volarono ovunque, finendo anche in testa ai due ragazzi. Uno le coprì la visuale, e la ragazza lottò un bel po' per riuscire a disfarsene. Quando finalmente riuscì a scostarlo quanto bastava per recuperare la visibilità, rimase allibita a guardare una figura dotata di codini che si precipitò su Tsubasa, attaccandosi al suo braccio con foga incredibile. Il ragazzo impallidì, mentre Sanae spalancava la bocca e un'espressione sofferente le passava sul volto. Kay si avvicinò a Misaki e domandò "E quella chi è?", ma lui non lo sapeva. E neppure Genzo, interpellato da Aly. Anche Jody stava per fare la stessa domanda, ma Izawa risponse prima ancora che l'avesse formulata "E' Kumi, la manager che avevamo l'anno scorso. Frequenta la seconda media...ed è palesemente cotta di Tsubasa !!! Ora, Sanae...." indicò col mento, visto che stava ancora sostenendo Jody, la ragazza che fumava di rabbia, e Jody dovette farsi forza per non ridere. Poi vide Tsubasa, bianco come un cencio, e non resistette più. Scoppiò a ridere, seguita da Izawa, e poi man mano da tutti gli altri, mentre Ishizaki diceva a Sanae "Sanae, attenta, potrebbe portartelo via..."; "ISHIZAKI !!!! CHE CAVOLO STAI DICENDO !!!!!" urlò lei, veramente furiosa, iniziando a inseguirlo per tutto il campo. A quel punto ridevano tutti a più non posso, mentre Kumi diceva, affranta "Oh, senpai Tsubasa, che brutto è il club quest'anno senza di te !!!!!!!!! Non ho mai voglia di fare nulla.....e tu non vieni mai a trovarmi !!!!!!!!!! Cattivo !!!!!!!!!!". Il povero Tsubasa sembrava pronto al martirio, dall'espressione, mentre Sanae, che stava tornando indietro dopo aver picchiato Ryo con la scopa, avrebbe potuto riscaldare l'inferno dalle fiamme che aveva intorno. Senza una parola, si voltò e se ne andò, mentre Tsubasa balbettava "No....Sanae, aspet----". Kumi, gelosa, gli si appiccicò addosso, e il ragazzo non riuscì a muoversi. Jody non sapeva che fare, se raggiungere l'amica o godersi la scena; optò per una soluzione drastica, avvicinandosi decisa al capitano e dicendo "Tsubasa, non vedi che hai fatto arrabbiare Sanae? Vatti subito a scusare. E tu, signorina, si può sapere chi sei e che ci fai qui????" chiese, rivolgendosi a Kumi in tono di rimprovero. Lei la fissò, infastidita, ma ci mise poco a riconoscerla, e spalancò gli occhi, dicendo "Tu...sei Jody Harper !!! Il nuovo capitano dello Shoan !!!!". Jody annuì, seria "E sono anche una manager del club di calcio. E ora mi vuoi dire che ci fai qui? Non è permesso l'accesso se non ai giocatori o alle manager". La ragazzina assunse un'aria colpevole "Io...volevo vedere il senpai Tsubasa. Da quando è alle superiori non l'ho più visto....anche io sono una manager del club" "Sì, ma di quello delle medie, e questo non ti da diritti per quello delle superiori. E se proprio vuoi venire a vedere, almeno non precipitarti qui urlando e non farti notare, saltando addosso al capitano, no??? Per fortuna avevano finito di allenarsi". Kumi abbassò gli occhi, colpevole, poi li rialzò, decisa "Anche io voglio fare la manager !!!". Jody sorrise "Lo sei già, mi pare !!!". La ragazzina scosse il capo "Ma io voglio essere la manager del senpai Tsub---" "Non si può essere la manager di un giocatore, Kumi, e se lo fai solo per Tsubasa, beh, mi dispiace ma non possiamo accettarti. E poi dovresti almeno essere alle superiori...devi aspettare !!!". Kumi strinse i pugni, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime "Ma quando io arriverò qui, loro sarannò già all'ultimo anno !!!" urlò, ma Jody scosse di nuovo il capo "Mi spiace, ma l'allenatore non permetterebbe mai una cosa simile. Puoi venire alle partite, se vuoi....però....". Kumi la fissò, ma Jody la accompagnò verso il cancello, prima di dirle "Se vuoi un parere, toglitelo dalla testa" "Non posso, non ci riesco !!! E poi perchè, scusa??" chiese arrabbiata "Non è che anche tu...." "No grazie, ho altri gusti. Comunque lo dicevo per te. Eviteresti di soffrire. Ricordati che prima viene Sanae...". Kumi la fissò con odio "Lo so anche io che senpai Nakazawa è innamorata del senpai Tsubasa, ma io non mi arrendo....". Jody scosse il capo. Era meglio dire la verità, anche a costo di farla soffrire, perciò la fissò dritta negli occhi e disse "Non intendevo questo. Io intendo dire che anche Tsubasa è innamorato di Sanae". Kumi si bloccò, incredula e ferita "Ma...ma come....come fai a...." Jody si voltò a fissare Tsubasa che aveva rincorso la manager e si stava scusando con lei. Non le sfuggì il rossore di entrambi "Non credo lui lo sappia....ma non è difficile da vedere. Per lui lei è sempre stata speciale...e ora che rischia di perderla se n'è reso conto. Quindi....". Si fermò. Kumi stava piangendo forte. "No...non è vero...." sussurrava. Jody si chinò verso di lei, allungando una mano per posargliela sulla spalla, dicendo "Mi spiace, ma devi rendertene con----". Kumi scostò con rabbia la mano di lei, alzando gli occhi e fissandola con odio "Non toccarmi !!!!" urlò, ferita. Jody ritirò la mano, dispiaciuta, mentre Kumi diceva "Io...io lo sapevo che lui...provava qualcosa....per lei..ma..speravo...credevo....io LO AMO !!!! Lui dev'essere mio !!!!!!!!". Jody scosse il capo "Non funziona così, Kumi. Non basta amare per essere amati, purtroppo...e non puoi cercare di separare quei due. Non puoi, capisci? Se ci provassi, non solo li faresti soffrire entrambi, ma otteresti l'effetto contrario....lui ti odierebbe, capisci?". Kumi scosse il capo "No....NO !!!!" urlò, e scappò via piangendo. Jody sospirò. Non era andata molto bene, ma che poteva farci....quella ragazzina avrebbe sofferto comuqnue. Almeno Sanae non sembrava più arrabbiata e Tsubasa aveva ripreso colorito. Gli allenamenti erano ricominciati, e lei si fermò a fissare Genzo, colpita da un nuovo pensiero "Che farei se qualcuna cercasse di portarmelo via? Ammazzerei...senza alcun dubbio !!!! Dio, come capisco Sanae...." .Non sapeva che avrebbe avuto modo di scoprirlo ben presto....

 

IL GIORNO DOPO:

 

"Alex, ti vuoi muovere? Domani abbiamo l'esame, bisogna studiare...e voi che ci fate qui???" chiese Jody, fissando stupita Izawa e Misaki che erano fermi ai piedi dei gradini di casa sua. I due arrossirono, imbarazzati, mentre Misaki spiegava "Ecco....sai, domani c'è l'esame e noi abbiamo ci siamoa allenati tutta l'estate, e così....ecco...." "Volevamo chiederti di aiutarci " terminò Genzo, comparendo dietro ai due. Vicino a lui stava Tsubasa. Jody li fissò, incredula "E gli alenamenti?" "Il pomeriggio prima degli esami? Li hanno sospesi fino a dopodomani" spiegò Genzo mentre anche Allenby faceva la sua comparsa sulla soglia. Doveva aver udito il discorso, poichè esclamò "Volete dire che per tutta l'estate non avete mai studiato ??????????????????". I quattro annuirono, e le due ragazze si fissarono, esterefatte. Jody sbuffò, abbassando le spalle in una posa remissiva "Uh, sarà una giornata lunghissima...."

 

Cominciò così un bel pomeriggio in casa Tachikawa; dalle 2, ora in cui si erano presentati i ragazzi ci furono tre ore di studio intenso, dopodichè lei dichiarò tutti liberi di fare quel che volevano fino alle 6 e 30, quando ci sarebbe stato il ripasso generale definitivo. La proposta andò bene a tutti, che si distribuirono nel seguente modo: Jody stava in biblioteca a studiare, mentre Kay e Sanae decisero di continuare sul prato per godersi il sole. Misaki chiese a Kay spiegazioni riguardo a un capitolo di matematica, e si sistemò sul prato con le due ragazze. Tsubasa, Izawa, Franz e Genzo si diressero al campo da calcio per allenarsi (E te pareva....NdA),mentre gli altri andarono in giro per la casa. Un pensiero però ricorreva nella mente di tutti: In sostanza non era cambiato nulla da quando abitavano tutti insieme. Durante la pausa pranzo Jody aveva detto "Siccome domani c'è l'esame, ci troviamo da me a studiare?" e ovviamente i consensi maschili erano stati tantissimi. Ora ognuno studiava, si allenava o faceva quel che voleva, nella più completa serenità.

Era passata circa mezz'ora da quando si erano separati, e le cose erano cambiate di poco: Jody era ancora in biblioteca, insieme a Yayoi, Yoshiko, Aly, Yu e Alex. Izawa, che fin a poco prima si era allenato con gli altri tre, stava andando in biblioteca a raggiungere gli altri, quando..... "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH ADESSO BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!! VA AL DIAVOLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Il ragazzo fece un saltò, preso dalla tachicardia, e cadde sulla schiena. Era la voce di Allenby !!! Guardò in su, da dove essa era provenuta, ma non la vide. Alle sue spalle si materializzarono Kay e Aly. Quest'ultima disse "Scommetto quello che vuoi che si tratta del 'cugino idiota'" e Kay annuì "Sono dello stesso parere !!!" esclamò. Izawa cercò di chiedere cosa volessero dire, ma in quell'istante Allenby uscì, fumante e furente, dalla casa, camminando a grandi passi verso l'uscita della villa. Quando lui la chiamò, rispose con un secco "LASCIAMI IN PACE !!! BASTA QUELLO'IDIOTA DI MIO CUGINO A ROVINARMI LA VITA !!!!!!!!!!!!!!!!!!" senza nemmeno voltarsi. Kay e Aly si diedero il cinque, sorridendo, mentre il ragazzo arrettrava, come annichilito da quelle parole; Aly, nel vederlo, urlò "Ehi, guarda che lui non ti ha fatto nulla. Torna qui e dicci quel che è successo". Allenby, riconoscendo la verità di tali parole, si fermò e, dopo qualche secondo, lentamente tornò indietro. Intanto, Kay spiegò al ragazzo "Allenby ha un cugino molto famoso, ma non lo sopporta. Questo perchè da quando era piccola suo padre gliel'ha messo dietro come guardia del corpo, e lei non ne vuole sapere. Inoltre, come carattere sono molto simili, quindi...". Allenby arrivò davanti a lui, mormorando "Scusa". Lui fece cenno che non importava, ma Aly stava già chiedendo "Allora, dicci, a chi è che stavi dando del cretino al telefono?" in tono ironico, visto che lo sapeva benissimo. Allenby non lo notò nemmeno, rispodendo automaticamente con gli occhi neri pieni di fiamme "A mio cugino". Le altre due si guardarono, sogghignando, lasciandola continuare. La biondina si infiammò di nuovo "Quel deficiente di mio padre lo vuole mandare qui a riprendermi...e non solo me !!! E quel deficiente che fa??? Ha accettato !!! Papà mi stava proprio dicendo ora che sarà qui presto, poi me l'ha passato e lui ha confermato". Aly e Kay persero il sorriso, mentre Allenby, nuovamente incavolata, se ne andava. Izawa, che non era riuscito a spiccicare parola, e meno che mai a capirci qualcosa, guardò le due chiedendo spiegazioni. Fu Kay a dire, sospirando "Beh, sai, i parenti di Allenby hanno....hanno deciso che suo cugino divenisse il fidanzato della figlia di un collega dello zio, cioè del padre di Allenby, e questa ragazza è.... Alex. Ovviamente nè a lei nè ad Allen la cosa è mai andata giù. E ora lui viene a riprenderle...entrambe". Izawa, che ancora aveva l'aria di non capirci nulla, riuscì solo a pensare che a Yu la cosa non sarebbe affatto andata a genio, meno ancora che ad Alex, e lo disse "Beh, non credo che Yu sarà d'accordo....". Kay alzò di scatto lo sguardo, poi lo spostò su Aly, incontrando i suoi occhi e annuendo. Pensavano entrambe che il ragazzo avesse pienamente ragione "Già, è vero....Yu....non lo permetterà...." dissero sollevate.

Ma c'era qualcosa che non sapevano, qualcosa che rendeva tutta la vicenda ancora più drammatica e assurda.....

 

Il suono della campana di fine lezioni fu il segnale che l'esame era finito. Gli studenti misero giù le penne, si alzarono e consegnarono i fogli, poi uscirono dalla classe e si riunirono in rumorosi capanelli. Jody uscì insieme a Sanae, commentando la difficoltà dell'esame, superiore a quello precedente. Fuori trovarono gli altri della loro classe insieme anche a Aly, Franz e Yoshiko. Si misero a discutere dell'esame, quando Allenby notò all'improvviso la manacnza di Alex e Yayoi. "Dove sono?" chiese, rivolta agli altri, ma nessuno le aveva viste. Jody si guardò attorno, dicendo "Beh, usciamo da qui, le aspetteremo fuori....oggi abbiamo lezioni ridotte e niente allenamenti....". Il gruppo si spostò in cortile, ma Alex e Yayoi non comparirono. Jody iniziò a preoccuparsi. Poi, da una finestra, vide Yu, che passava per i corridoi con aria arrabbiata. Senza una parola iniziò a camminare verso l'interno "Forse ho capito....speriamo sia tutto a posto...." pemsò, inziando a correre.

 

Alex e Yayoi finirono il test e uscirono chiaccherando allegramente. Si trovavano molto bene insieme; a Yayoi piaceva l'esuberante ragazzina dalla treccia rossa che poteva trasformarsi da una spensierata 15enne quale era a una matura ragazza che non aveva nulla meno delle amiche. Era certo che fosse quello il lato che Yu amava di lei. Alex apprezzava invece molto la riservata Yayoi, dolce e generosa, ma troppo timida, che con l'arrivo di Jody aveva iniziato a far uscire la parte più sicura di se stessa. Aveva come l'impressione che si fosse annullata per stare al fianco di Jun, ma che avesse esagerato, perdendosi, almeno finchè Jody non l'aveva trovata. Le due avevano anche in comune il fatto di avere i capelli rossi, cosa insolita in Giappone, una per caso, l'altra per influenza del padre per metà irlandese (Alex. NdA).

Stavano chiaccherando allegramente quando furono fermate da un gruppetto di compagni di classe, che le intrattennero chiedendo loro dell'esame. Alex sorrise e iniziò a parlare e Yayoi, seppur con più riserbo e fatica, la imitò. Ma, quando uno dei ragazzi chiese di parlarle un secondo in privato, iniziò ad agitarsi. Intuiva cosa volesse dirle, e la cosa la preoccupava poichè non voleva ferirlo, ma non poteva nemmeno tradire Jun.

 

Alex sentiva che il discorso stava prendendo una piega spiacevole. Takeshi, un ragazzo alto dai capelli neri, la stava lodando da circa 15 minuti, con fare un po' troppo pieno di ardore; lei stava iniziando decisamente a stufarsi, e come se non bastasse non vedeva più Yayoi, visto che Yoshi aveva detto di doverle parlare e l'aveva portata poco più in là. Cercò di vedere l'espressione dell'amica, ma non ci riuscì, anche se sapeva che doveva essere nei guai. A quel punto si stufò di sentir parlare quell'altro e, dicendo frettolosamente "Scusami" si avviò verso Yayoi, decisa a portarla via. Si sentì però afferrare per un polso, e si voltò in tempo per vedere Takeshi urlare "Aspetta !!!" con espressione spaventata. Si bloccò, in attesa, fissando il ragazza che arrossì sotto lo sguardo indagatore di quegli occhi rossi. Poi iniziò a parlare "Ecco....io...."

 

"....Mi dispiace" disse Yayoi, guardando altrove. Il ragazzo scosse il capo, non volendo arrendersi "Perchè? Perchè non vuoi stare con me? Cos'ho io che non ti va bene????" lo disse in tono ferito, e Yayoi chiuse gi occhi verdi, dispiaciuta. Non avrebbe voluto ferirlo, ma non poteva fare altro "Non hai nulla che non va, credimi Yoshi, è solo che....io non posso tradire ...." "E' per lui vero? Per quel Jun Misugi di cui tutti parlano? Tu non fai che pensare a lui, vero? Ma chi ti dice che lui non ti abbia già tradita? Credi che se ne stia li a pensare a te come fai tu? Io non penso proprio. Per me ti ha già dimenticata !!! Convincitene e mettiti con me, Yayoi !!!!" urlò. Lei serrò gli occhi. Quelle parole....quelle parole, che davano forma ai suoi timori più profondi, più segreti....quelle parole, che le spezzavano il cuore....un volta si sarebbe lasciata andare allo sconforto, credendo in esse, cadendo nella disperazione per non rialzarsi più. Ma ora era diversa, era...più forte. Aprì gli occhi, fissandoli in quelli neri di lui, che indietreggiò, vedendo quei due smeraldi carichi di determinazione. Poi lei parlò, e ora la sua voce era salda "Sì, è per lui. Per Jun. Io lo amo e non voglio tradirlo. E sono sicura che non mi tradirà. E anche se volessi sopportarlo in silenzio, sarebbero fatti miei, e non tuoi, quindi lasciami stare e dimenticami....anche perchè io non starei mai con un ragazzo che cerca di vincere gettando fango e menzogne sul suo rivale....addio". Se ne andò con passo deciso, diretta verso Alex, senza notare una figura che si era fermata in silenzio alle sue spalle, una figura coi capelli biondi e gli occhi castani, che sorrise pensando "Però !!! E' cambiata davvero la ragazza.....".

 

Poco più in la si stava svolgendo una scena simile, di cui la protagonista era Alex. Quando il ragazzo l'aveva afferata per i polso, si era voltata con aria sorpresa e aveva detto "Cosa c'è? Che devi dirmi ancora?". Takeshi era arossito lentamente fino alla radice dei capelli, poi, raccolto il coraggio necessario, aveva sussurrato "Io...io....ecco...è dal primo giorno che ti ho vista che....sono innamorato di te.....per favore....vuoi diventare la mia ragazza????".

La rossa spalancò gli occhi, incredula e stupita; non poteva credere che fosse quello il motivo per cui le faceva tutti quei complimenti. E ora?

 

Yayoi, sentita la frase, prese a correr verso l'amica, seguita dalla figura dietro di lei, visibilmente agitata. Si trattava infatti di Yu, e nel vederlo la ragazza si setnì rassicurata. Ma, alla risposta di Alex, si fermarono di botto entrambi.

 

Alex guardò ancora negli occhi il ragazzo, conscia di essersi cacciata nei guai. Poi, senza mostrare alcun sentimento tranne sorpresa e incredulità, rispose "Beh...no !!!!". Il ragazzo rimase spiazzato da quella risposta semplice e sincera, e anche dallo sguardo degli occhi rossi di lei. Poi riprese fiato ed urlò "Per...Perchè??? Non ti piaccio abbastanza forse???". Lei arretrò leggermente, ancora fermata dalla mano di lui, dicendo "No, no, è solo che....ho già un ragazzo". Lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo; e per lei lo era veramente, capì Yayoi, e per questo sembrava così dolce e piccola mentre lo diceva. Lanciò un'occhiata a Yu, accanto a lei, per vedere la sua reazione. Il ragazzo sorrideva, felice. Sorrise anche lei, tornando a guardare la scena. Takeshi stava fissando arrabbiato Alex, chiedendo a gran voce "E chi sarebbe, si può sapere?". Lei tentennò un secondo, poi sorrise e disse "Yu Tachikawa". I tre ragazzi davanti a lei iniziarono a ridere, e Takeshi la fissò malevolo, dicendo "E vorresti farmi credere che il senpai Tachikawa starebbe con una bambina come te???". Lei assunse un'espressione interrogativa "E perchè no?" chiese, ingenuamente. I tre iniziarono a domandarsi se fosse vero, ma sembrava impossibile "E' solo una scusa...o una posa per farti sembrare desiderata !!! Come potrebbe uno come il senpai volere una ragazzina di 15 anni come te????". A quel punto fu Yu a farsi avanti e dire "Perchè no???". Alex si voltò, salutandolo con un sorriso gioioso, mentre gli altri impallidirono al vederlo, e Takeshi mormorò "Senpai.....". Lui ricambiò il sorriso di Alex, poi si avvicinò ai ragazzi, liberandole il polso e dicendo "Che seccuede Takeshi, hai da ridire sui miei gusti in fatto di donne? A me pareva che anche a te Alex piacesse....sbaglio? Comunque ha detto la verità, è la mia ragazza". Takeshi, che ancora non voleva crederci, urlò "Non ci credo senpai !!!!! Lo so, lei è amica di tua sorella, e ti ha chiesto di proteggerla !!! Non è così???". Yu sospirò, dicendo in tono paziente "E va bene, se insisti ti darò una dimostrazione pratica...." e, detto ciò, si afferrò Alex e si chinò su di lei, baciandola a sorpresa. Yayoi ebbe un sussulto, poi sorrise. Alex invece era stata colta disorpresa, e si sentiva un po' in imbarazzo, ma rispose gioiosamete al bacio come faceva sempre. Dopotutto era vero....lo amava. Perchè non poteva baciarlo allora. Takeshi indietreggiò, incredulo, poi corse via, seguito dagli altri due, ma questo non indusse Yu a lasciare Alex. Quando finalmente lo fece, disse "In realtà stavo per picchiarlo...ma credo che questo sia stato il sistema più efficace, che ne dite?". Alex sorrise, voltandosi a guardare Yayoi "Tutto bene?" chiese, preoccupata, ma Yu esclamò "Guarda che ha imparato benissimo a difendersi, la nostra amica....eccome !!! E ora vediamo di trovare gli altri, su !!!". Si avviarono, ma Alex non potè fare a meno di chiedere "Ma tu...non ti verglogni di dire così davanti a tutti di stare con una quindicenne?". Yu la fissò, sorpreso "Perchè, che male c'è? E' vero....sarebbe peggio mentire, no? E poi io non sto con UNA quindicenne...sto con te !!!!" concluse, guardandola dritta negli occhi. Alex ricambiò lo sguardo e sorrise, scendendo di corsa le scale con Yayoi, e Yu le segui, ricongiungendosi al gruppo e alla sorella che stava arrivando di corsa. Lo fissò, preoccupata, ma lui esibì un gran sorriso che la spiazzò; Jody si voltò verso Alex, poi ritornò a fissare il fratello, dicendo "Mi sa che ne avete combinata una delle vostre....". Lui annuì, imitato da Alex, e Yayoi "Oh, certo !!! perchè, che ti aspettavi???" iniziarono tutti a ridere, felici solo per essere lì, tutti insieme. Jody sorrise. Non avrebbe mai sperato di vivere così...fino a qualche mese prima. Fino a che i suoi occhi non avevano incrociato due occhi neri nascosti da un berretto. Finchè non aveva conosciuto lui....finchè non aveva capito cosa voleva dire essere amata.

 

"Siamo a casa !!!!!" urlò Jody rivolta al piano di sopra, entrando in casa. Sua zia si affacciò con un sorriso e le chiese "Bentornata cara. Come è andato l'esame?". Jody abbracciò la zia, rispondendo "Bene, non ho avuto problemi. Per quanto riguarda il primo giorno di scuola, dovresti chiederlo a queste signorine che hanno fatto impazzire i loro compagni di classe, e a Yu che ha distrutto i loro cuori e le loro speranze...." indicò il fratello ridendo, e la zia sorrise, indulgente, accarezzando poi i capelli di Alex, che le sorrise e disse "Tutti che continuavano a stupirsi per i miei capelli rossi....anche Yayoi li ha !!! E poi io sono per un quarto irlandese, quindi è normale, no?". "Irlandese?" chiese Yu, interessato, e Jody rispose "Sì, suo padre è per metà irlandese, ed ecco da dove saltano fuori quelle chiome rosse. Piuttosto zia, c'è una cosa che mi chiedevo...com'è che Yu ha i capelli biondi e gli occhi castani? Nostra madre era identica a me, quindi aveva i capelli castani, vero? E nostro padre li ha neri anche lui...e anche Angel li aveva biondi....". Sua zia le fissò dolcemente, accarezzandole il capo e spiegando "E' vero; la spiegazione sta nel fatto che la tua bisnonna materna era anche lei tedesca pura, bionda con gli occhi azzurri; per due generazioni i suoi caratteri sono scomparsi, ma ora si sono ripresentati in tutti voi tre. Nei capelli biondi di Yu, nei tuoi occhi azzurri e anche in Angel, che abbinava capelli biondi e occhi verdi. Capito?". Jody annuì, fissando il fratello, poi sospirò con rimpianto "Che bella famiglia è quella dei Tachikawa....come vorrei averci sempre vissuto....è veo, se l'avessi fatto non avrei mai conosciuto Angel e le ragazze, ma....mi sarebbe piaciuto !!!!". Guardò la zia con aria colpevole, quasi si aspettasse un rimprovero, ma la risposta le venne dallo zio, che le arrivò alle spalle "Quello che conta è che tu ne fai parte ORA Jody, e nient'altro". Jody annuì, non osando però alzare gli occhi. Fu Yu a sollevarle il volto a forza e a scoprire le lacrime che la ragazza stava versando. Jody cercò di fermarle, poi mormorò "Scusate...è che non posso dimenticare che io....non ne faccio veramente parte....per quanto voi mi vogliate bene....io....rimarrò sempre Jody Harper, o peggio ancora Jody Weynehr...." sentì suo zio che la abbracciava all'improvviso, e spalancò gli occhi, sentendo la sua voce che diceva "Se è questo a turbarti, entro domani svolgeremo le pratiche perchè anche tu abbia come cognome Tachikawa....che ne dici?". La ragazza si sciolse dall'abbraccio per poterlo fissare dritto negli occhi, sconvolta. Non riusciva a crederci, e riuscì solo a mormorare "Davve....davvero?" con voce stentata. Le sembrava....impossibile....suo zio annuì, e finalmente la ragazza capì; un sorriso gioioso iniziò a dipingersi sul suo volto, e saltò al collo dello zio esclamando "Grazie....grazie !!!!! Davvero....grazie...." gioia e lacrime si confusero, mentre tutti sorridevano o, come suo fratello la prendevano in giro. Ma lei era troppo felice per badarvi. Finalmente aveva trovato il suo posto, la sua casa. Finalmente aveva trovato qualcuno che la voleva con sè. Si diede della stupida. Lì c'era sempre stato qualcuno che la voleva.....qualcuno che l'aveva aspettata da una vita.....

 

DRINNNNN !!!!!!!!!!! Il suono del telefono fece saltare per aria tutti gli abitanti di casa Tachikawa. Jody, che era stesa sul suo letto intenta a leggere, non si diede pensiero "Di certo sarà un amico di Yu o qualche collega di zio Hiroshi" pensò "Risponderanno da sotto". Fu perciò stupita nel sentire la voce di Alex che urlava il suo nome dal piano di sotto. Lasciò cadere il librò sul materasso, alzandosi velocemente, infilando le ciabatte azzurre e scendendo di corsa le scale, in fondo alle quali trovò Alex che le porgeva sorridendo maliziosamente il telefono. Senza capire, Jody chiese, prendendo la cornetta "Chi è?". La rossa emise un risolino, dicendo "Prova a sentire e lo capirai !!!!" e si allontanò divertita. Continuando a fissarla con espressione confusa, Jody appoggiò la cornetta all'orecchio e disse in tono distratto "Pronto?" "Ehi, principessa, come va?". Immediatamente dimenticò Alex e per poco non fece cadere il telefono dallo stupore di sentire quella voce "Ge...GENZO !!!" esclamò, sconvolta, mentre la faccia le si colorava di un rosso acceso; le rispose una risata "Già, in carne, ossa e telefono. Dal tono

arguisco che sei ben stupita di sentirmi.....beh, qual'è il problema, scusa? Mai sentito parlare di qualcuno che telefona alla sua fidanzata?". Jody faticò a recuperare il controllo "Ne...nessuno, è che....beh, non me l'aspettavo. Ti piace cogliermi di sorpresa, vero?". Potè sentire la sua soddisfazione "Sì, mi piacciono le cose impossibili, lo sai !!!! Beh, visto che le ore corrono veloci, passiamo al motivo di questa chiamata che tanto ti ha stupito: che stai facendo?". la domanda spiazzò di nuovo Jody, poichè sembrava che, a dispetto di ciò che aveva appena detto, Genzo continuasse a perdere tempo. Ci mise un po' a rispondere "Beh....niente !!! Leggevo". Sentì una risata dall'altra parte del filo, poi il ragazzo esclamò "Hai venti minuti di tempo per prepararti e farti trovare davanti al bar centrale. Ci vediamo lì". Jody sbarrò gli occhi, sicura di non aver capito bene "Cosa...cosa hai detto? Ma che vuol dire? Genzo????" esclamò, sconvolta ancor più di prima. Sentì la voce di lui ripetere "Ho detto che ti aspetto tra venti minuti al bar centrale; in poche parole usciamo insieme.....mai sentito parlare di appuntamenti? E' una cosa comune per i fidanzati !!!". La ragazza serrò entrambe le mani sulla cornetta "App...appuntamento....ma io...." la sua faccia aveva ormai assunto un bel color peperone, mentre lui rideva e intimava "Sì, un appuntamento !!! E non tollero discussioni !!! A presto !!!!". Jody si riscosse all'istante "Aspetta Genzo....venti minuti sono troppo pochi....aspetta Genzo...GENZO!!!!". Troppo tardi. Il telefono trasmise solo il ritmico TUU - TUU che gli era caratteristico, e alla ragazza non restò che posarlo e prendersi il capo tra le mani. Ma lo sconforto ebbe vita breve, perchè subito una vocina si fece sentire "Capitano, hai un appuntamento con Wakabayashi?????". Jody si voltò di scatto verso Kay, visto che era stata lei a parlare, solo per trovarsi un gruppetto molto più gremito li davanti, ridente e ironico. Arrossì di scatto, poi urlò "Eh? Oh, no....SONO IN RITARDO !!!!". Si lanciò su per le scale, entrando come una furia in camera sua e uscendone due secondi dopo con le braccia cariche di roba, diretta verso il bagno. Si sentì uno scroscio d'acqua, poi il rumore del phon e cinque minuti dopo Jody spalancò di nuovo la porta e si lanciò in camera sua. Kay, che stava seguendo la scena insieme ad Allenby e Franz dalla base delle scale, sorrise "Per me si ammazza prima di arrivare" disse. Franz la rimproverò ridendo "Naa, per me arriverà di corsa, ansante e rossa in volto....in anticipo !!!". Allenby sorrise a sua volta "Mah....magari quello la fa pure aspettare apposta !!!" ipotizzò. Yu, che aveva sentito i loro discorsi, si avvicinò chiedendo "Che succede?" a Franz. I due, coetanei, erano divenuti molto amici da quando il tedesco si era trasferito da loro. Franz iniziò a spiegare a grandi linee la situazione, ma in quell'istante Jody scese come un fulmine le scale urlandò "PISTAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" e, visto che il fratello si trovava proprio in mezzo, lo saltò agilmente facendo una rovesciata sopra la sua testa, cosa che provocò uno svolazzo della corta gonna azzurra che la ragazza portava, posando le mani sul suo capo per darsi equilibrio. Atterrò e riprese a correre senza nemmeno voltarsi, urlando "Io vado, ci vediamo stasera !!!!". Yu, sconvolto, la fissò allontanarsi di corsa, per poi voltarsi verso gli altri tre che sapientemente si erano appiccicati al muro nel tentativo di schivare la furia umana che era appena scesa "Ma...che le è preso????" urlò il fratello, incredulo. Kay si staccò riluttante dal muro e spiegò "Beh...ha un appuntamento". Yu spalancò gli occhi "E con chi???" chiese stupidamente. Allenby lo fissò, ironica "Secondo te?" disse, e il ragazzo sorrise "Non lo invidio...."

 

Jody arrivò senza fiato alla piazzetta che ospitava il bar centrale, cioè il bar più frequentato dai giovani in tutta Fujisawa. Si fermò appoggiando le mani sulle gambe e cercando di riprendere fiato, sedendosi sul monumento al centro della piazzetta. Si asciugò il sudore sulla fronte, respirando affannosamente, finchè non sentì una voce ironica chiedere "Come al solito di corsa, eh Harper???". Spalancò gli occhi, saltando in piedì, infuriata "TU !!!" esclamò, rivolta a Genzo ma senza nemmeno vederlo dalla rabbia "E le tue idee dell'ultimo minuto !!!! Si può sapere che ti è passato per la testa????". Il ragazzo la fissò, impassibile "Di uscire con la mia ragazza, veramente....a proposito, a parte le feste è la prima volta che ti vedo in gonna...stai proprio bene !!!!" drispose lui, osservandola attentamente. Jody arrossì, rendendosi solo allora conto che quello era a tutti gli effetti il loro primo appuntamento. Poi osservò meglio il ragazzo, e il rossore aumentò. Era vestito con dei pantaloni neri e una maglietta nera attillata, che metteva in risalto i suoi muscoli. Jody indietreggiò, arrossendo ancora di più, mentre il ragazzo le sorrideva. A quel sorriso si sentì sciogliere, e vi rispose senza rendersene conto. Lui le porse la mano e disse "Beh, andiamo?". Lei, riluttante, allungò la sua mano, che il ragazzo strinse nella propria, mentre lei osava domandare "Do...dove andiamo?". Lui si voltò stupito, dicendo "Come, non l'hai capito? L'altro giorno mi hai detto che ti piace da morire Star Wars....e allora...." tirò fuori dalla tasca dei pantaloni due biglietti colorati con stampati su i personaggi della saga, e la ragazza strabuzzò gli occhi, lasciando la mano di lui e afferrandoli, come se non volesse crederci. Li fissò a lungo, poi esclamò, guardandolo con occhi spalancati "Come....come hai fatto? Sono introvabili !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Lui sorrise "Beh, sai, mio padre è uno dei finanziatori del cinema....quindi ho sempre un po' di biglietti assicurati....non che li usi molto, ma....stavolta....e poi questo film piace anche a me !!!!". Riprese i biglietti e le offrì di nuovo la mano; lei la prese con un sorriso e disse "Beh...grazie !!!", sugellando le parole alzandosi in punta di piedi e posando un bacio lieve sulla guancia di lui. Genzo arrossì, notando quanto carina fosse così vestita e con quell'espressione gioiosa sul volto. Lei continuò a sorridergli, chiedendo "Allora, andiamo? Son impaziente di vederlo...con te !!!". Lui annuì, sorridendo a sua volta, e si incamminò verso il cinema, tenendo ben stretta la sua mano; lei ricambiò la stretta, sentendosi leggera come una nuvola.

 

"E' stato...FANTASTICO !!!!!" esclamò Jody uscendo di corsa dal cinema, con la gonna azzurra che svolazzava intorno a lei; Genzo la seguì con passo calmo, sorridendo soddisfatto. Il film era bello, sì, anche se forse un po' troppo romantico....particolare che Jody aveva MOOOOOLTO apprezzato !!!! Lei si voltò verso di lui al termine di una piroetta, chiedendo "Bene, e ora?". Lui guardò l'ora, erano appena le 4 e tre quarti, perciò disse "Se vuoi ti offro qualcosa di fresco". Lei annuì, felice "Buona idea....ho una sete !!!". Pochi minuti dopo erano seduti a un tavolino del bar davanti al cinema. Jody allungò la mano per prendere il suo the al limone, mentre Genzo beveva una coca cola, senza smettere di guardarla per un secondo. Non ci volle molto perchè lei se ne accorgesse "Si può sapere perchè continui a guardarmi così?" chiese, accigliata; lui sorrise, enigmatico "Perchè sei bella" rispose. Jody arrossì di colpo, rischiando di rovesciare il thè, cosa che lo fece scoppiare a ridere "Ti emoziona così tanto ricevere complimenti?" chiese, e lei lo fulminò con lo sguardo "Senti, io non so che ti passa per la testa, ma ti ricordo che non più tardi di qualche giorno fa mi hai palesemente ignorata, a scuola....dicendo anche di non stare con me....". Lui sorrise ancora. Stava diventando insopportabile !!!! "Beh....devi ammettere che per me è una situazione nuova....avere una fidanzata. Dovevo abituarmi...e questo mi pareva il modo migliore per farlo" concluse, chinandosi verso di lei. Ma Jody, con un lampo divertito negli occhi, disse "Beh, allora lì c'è qualcosa che ti aiuterà. Guarda !!!". Cascandoci come uno scemo, lui guardò fuori dal vetro, solo per vedere un gruppetto dei loro compagni di classe che li fissava stupito, chiedendosi se fossero davvero loro. Quando lui si voltò, lo riconobbero, e urla di eccitazione e di sorpresa riempirono l'aria. Genzo si ritirò in fretta, arrossendo, mentre Jody scoppiava a ridere. Lui la fissò, malevolo, ma lei fu lesta a sfuggirli, uscendo di corsa; lui, cogliendo la palla al balzo, la rincorse, e iniziò una fuga veloce per le strade di Fujisawa che li vide arrivare senza fiato al parco, dove lei si fermò all'improvviso e si voltò. Genzo, che stava ancora correndo, le finì addosso, cosa che lei stava aspettando, e si ritrovarono l'uno nelle braccia dell'altra. Lui la fissò stupito, ma lei sorrise, gli occhi ardenti, le labbra socchiuse; era una visione troppo bella, e lui si chinò a baciarla. Jody rispose con ardore, sentendosi librare in aria....non era cambiato nulla. Si stuzzicavano, litigavano, facevano di tutto per mettere in imbarazzo l'altro....non era cambiato nulla: si amavano come prima, forse anche di più....

 

Subito dopo che Jody fu uscita di corsa da casa, gli altri iniziarono a fare programmi per il pomeriggio. Alex accettò di accompagnare Yu a una partita di pallavolo della sua squadra maschile preferita, mentre Sanae propose a Yayoi e Yoshiko di andare a spasso per i negozi del centro. Le due accettarono volentieri e corsero a prepararsi. Aly, sentita la loro meta, spalancò due occhi pieni di desiderio, e Sanae le chiese subito se voleva accompagnarle, cosa che ovviamente Aly accettò. Franz spuntò fuori in quell'istante; lei arrossì, spiegandogli cosa avrebbe fatto nel pomeriggio con timore, ma lui la prese bene e si propose come accompagnatore ufficiale delle quattro ragazze. Sanae, Yayoi e Yoshiko accettarono volentieri, rassicurate da quella presenza maschile. Ma il bello doveva ancora venire.

Franz andò infatti al cancello ad aspettare le ragazze, e poco dopo Sanae lo raggiunse, vestita bene e coi capelli acconciati in una pettinatura elaborata che le donava molto. I due si misero a chiaccherare allegramente, e Franz stava raccontando la sua vita scolastica in Germania, cosa che a Sanae interessava molto, quando sentirono una presenza alle loro spalle e, voltandosi, videro Tsubasa. Era rosso in volto, come se avesse corso, e li stava fissando angosciato. Stranamente, quella volta ci aveva messo poco a notare che Sanae era vestita molto bene, pronta per uscire, e che anche Franz indossava una camicia molto bella e dei pantaloni neri che gli donavano molto. Rimase immobile, continuando a guardarli incredulo. Sanae, arrossendo, chiese "Capitano !!! Che ci fai qui????". Franz sorrise. Aveva un'idea di cosa stesse succedendo, ma decise di divertirsi un po'. Jody e Aly gli avevano raccontato come stavano le cose tra quei due, e decise di dare anche lui il suo contributo per darvi una smossa. Tsubasa stava balbettando "Beh....avevo...pensato....manager...vu...vorresti...usci....ma....ma voi due....stavate uscendo insieme?" riuscì a chiedere; Sanae sussultò, e si affrettò a negare, ma Franz la prevenne mettendole un braccio sulle spalle e stringendola a sè. Lei rimase senza fiato, sconvolta, e lui domandò, in tono pericoloso "E se io ti dicessi di sì, che faresti, Oozora?"

 

Aly uscì ridendo dalla porta insieme alle altre due e a Kay, che aveva declinato l'invito ad uscire con loro. La ragazzina stava raccontando un episodio avvenuto a scuola, ridendo, quando i suoi occhi si posarono su una scena che non le piacque molto. Franz stava abbracciando Sanae....proprio davanti ad Aly. In un attimo, il volto le divenne viola e sibilò "Quell'ignobile fedifrago !!!!", scattando verso di loro, sapendo che era inutile sperare che Aly non li vedesse. La ragazza infatti li aveva appena visti, rimandendo di stucco, ma aveva anche notato un altro particolare che a Kay era sfuggito. Così, quando la vide scattare in avanti, la bloccò "No. Aspetta. Non facciamoci vedere !!!" sussurrò, mentre Kay urlava "Ma Aly, quello si merita ben----" "SSSHHHHTTTTT !!!!" sibilò Yayoi, premendole una mano sulla bocca per zittirla, poi sussurrò "Non sta facendo il doppio gioco, sta aiutando Sanae. Guarda chi c'è li con loro". Kay osservò, scorgendo Tsubasa, immobile e allibito. Spalancò gli occhi, poi realizzò cosa stava facendo suo fratello e sogghignò piano. Yayoi la lasciò andare, e Kay sussurrò "Stiamo a vedere....forza, fratellino !!!"

 

....."E se io ti dicessi di sì, che faresti, Oozora?" quelle parole risuonarono nell'aria, minacciose, e Tsubasa sentì uno schianto all'altezza del petto. Sanae, troppo stupita per reagire, si voltò verso Franz, arrossendo di botto e riuscendo solo a mormorare "Ma...Franz....ah...." cosa che sembrava confermare ciò che lui aveva sottinteso. Tsubasa divenne bianco, poi rosso, poi viola, e intimò "Lasciala subito ANDAREEEEEEEEE !!!!!!!!!!". Sanae si voltò verso di lui, stupita per quello scoppio di rabbia ancor più che per il comportamento di Franz, il quale sorrise e disse "E perchè dovrei? Non mi pare che a lei dispiaccia...e poi stavamo per andare a fare un giro in centro.....". Tsubasa rimase immobile, sbigottito, fissando i due, poi riuscì a mormorare "Ma...io...credevo...ero convinto....che...tu...e Aly...." Franz decise che era abbastanza, e scoppiò a ridere forte, tanto da scioccare entrambi gli altri due. A quel segnale, Yayoi, Yoshiko Kay e Aly si precipitarono su di lui, ridendo, complimentandosi e dando suggerimenti. Tsubasa guardò quella confusione incredulo, inebetito, ma sollevato che lui non stringesse più Sanae; in effetti in quell'istante il ragazzo stava abbracciando Aly, e si rivolse a lui dicendo "Tsubasa sai, avevi ragione; io amo solo Aly.....ma almeno ho avuto il coraggio di dirlo.....e anche tu dovresti....in fondo sono ormai passati.....quanti? 7 anni? E tu non ti sei ancora accorto che c'è qualcuna che ti ha sempre voluto bene, per tutto questo tempo !!!!". Tsubasa strabuzzò gli occhi, fissando incredulo Sanae....davvero lei....da 7 anni....da quando si erano conosciuti......non poteva crederci....quando lui si era sentito morire, vedendola crescere, diventare sempre più bella, essere corteggiata da moltissimi ragazzi, mentre lui era innamorto cotto, cosa che aveva capito solo da poco, e non riusciva a dichiararsi? La ragazza aveva quasi le lacrime agli occhi, ma non sapeva se dalla rabbia o dalla contentezza....decise per quest'ultima, poi sentì la voce di Yoshiko dire, pratica come sempre "Beh, si sta facendo tardi, dobbiamo andare....Tsubasa, vieni con noi? Andiamo a fare un giro in centro, e Franz si è offerto di accompagnarci, ma se la compagnia maschile aumenta è meglio, così non vi annoierete. Che ne dici?" Il ragazzo annuì, inebetito, fissando sempre Sanae. Franz sembrò sollevato "Beh, almeno potrò rifugiarmi con qualcuno in un negozio di aricoli sportivi senza essere costretto a girare per settori di abbigliamento femminile fino a sera !!!". La prospettiva di entrare in un negozio sportivo con Franz sembrò esaltare Tsubasa, che si affiancò subito al ragazzo iniziando a discutere "Si, io volevo proprio prendere un nuovo paio di scarpini....magari mi aiuti a sceglierli....". Sanae si sentì vagamente delusa, ma decise di non darci peso. In effetti, Tsubasa era ancora parecchio scosso. Ma Franz non era della stessa opinione; mentre il gruppo si avviava, dopo aver salutato Kay, tirò in disparte l'amico, sussurrando "Senti, scusa per prima, ma...". Tsubasa sorrise, ma fece un cenno "...ma volevi farmi capire. Sì, ci ero arrivato....e hai ragione, amico mio. Avevate ragione tutti, ma io ero troppo scemo, troppo preso dal pallone per....accorgermene" lanciò uno sguardo a Sanae che, carina come non mai, chiaccherava spensierata con le altre "E non solo del fatto che lei....ma anche di ciò che provavo io !!! Ho sempre dato per scontto che lei mi fosse affianco.....". Franz sorrise. Forse quel ragazzo era più sveglio di quanto sembrava (Dubito....NdA) "Beh, devo dire che è un errore che ho commesso anche io...Aly era sempre lì, era una delle migliori amiche di mia sorella....davo per scontato che sarebbe sempre stato così. Invece, un bel giorno, se n'è andata. Senza dire nulla, senza avvisare....e perchè avrebbe dovuto? Quando me ne sono reso conto, mi sarei ammazzato. Avevo accanto un tesoro inestimabile, e me l'ero lasciato sfuggire come uno scemo. Per questo, quando non sopportavo più di vivere in quella casa, ho pensato a lei....e ho deciso. Mi sarei ricostruito una vita....e la prima cosa che avrei fatto sarebbe stato chiederle se avrebbe voluto costruirla insieme a me. E, per fortuna, lei ha detto sì. Sai, Tsubasa, di notte mi chiedo ancora se è vero, se non è un sogno....poi vedo il suo volto che mi sorride e capisco che è realtà. E per questo sarò eternamente grato al signore.....ascoltami, Tsubasa, dille ciò che provi, prima che sia troppo tardi. Dammi retta". Tsubasa fissò Sanae, ridente e spensierata, e si disse che l'amico aveva davvero ragione. Da quanto, da qanto aveva preso a considerare la sua presenza come qualcosa di scontato? Non lo ricordava nemmeno più....ma, da quando erano entrati alle superiori, e anche alla fine delle medie, lei era sempre più circondata da ragazzi....e lui non faceva nullla per tenerla legata a sè....ma, nonostante ciò, lei li aveva rifiutati tutti, senza esclusione, e i suoi bellissimi occhi castani tornvano sempre a rivolgersi su di lui, fiduciosi e sorridenti. Ma come aveva fatto a non accorgersene? Come aveva potuto essere così stupido???

In quell'istante vide un gruppetto di ragazzi della loro scuola, che aveva visto le ragazze e si stava sbracciando per richiamare la loro attenzione. Lui e Franz, chiaccherando tra loro, erano rimasti un po' indietro, e i ragazzi non li avevano visti. Uno di loro, un ragazzo alto dagli occhi neri, agitò il braccio e urlò "Ehi, Nakazawa-san, vieni a divertirti qui con noi !!!!". Sentendosi afferrare da una rabbia enorme, Tsubasa avanzò velocemente, raggiungendo Sanae che stava salutando con un cenno, e afferrandole d'impulso la mano destra. La ragazza, stupita, si voltò, e quando vide che era stato lui arrossì; ma lo sguardo serio e determinato che lesse negli occhi neri di lui le fece battere il cuore. Tsubasa la fissò negli occhi, quasi volesse perdersi in essi, e lei non riuscì a distoglierli, troppo emozionata e impaurita. Dopo un tempo che le parve infinito, lui sorrise e disse "Andiamo, Sanae-chan?" . Lei trattenne il fiato. L'aveva chiamata per nome !!! L'AVEVA CHIAMATA PER NOME !!!! Annuì, incapace di parlare, dimentica oramai del ragazzo che l'aveva chiamata, che assunse un'espressione delusa e rassegnata. Si incamminarono, e lei si rese conto che lui non intendeva lasciarle la mano. Forse se n'era dimenticato....titubante, chiamò "Ca...capitano?" lui si voltò, sorridendole "Che c'è, Sanae-chan?". Di nuovo !!!. Lei faticò a rispondergli "La...la mano....". Lui non degnò di uno sguardo le loro mani intrecciate, ma continuò a fissarla in volto sorridendo, poi chiese "Ti da fastidio?". Lei arrossì ancora, scuotendo il capo "Allora che problema c'è? E poi, smettila di chiamarmi capitano !!! Chiamami per nome !!! Ormai ci conosciamo da sette anni, Sanae-chan !!!". Lei annuì, raggiante "Come vuoi, Tsubasa-kun !!!". Proseguirono un altro po', senza accorgersi che gli altri lasciavano loro un cera intimità, ridacchiando. Tsubasa si guardò attorno, vedendo il campo da calcio pubblico "Ah, lì è iniziato tutto. Ti ricordi Sanae-chan? Lì conobbi per la prima volta Ishizaki, Wakabayashi....lì iniziai a giocare con loro....e conobbi Roberto....ti ricordi?". Lei annuì, persa nei ricordi a sua volta. Era impresso nella sua memoria il giorno in cui aveva visto per la prima volta quel bambino dai capelli neri che correva qua e là, sempre con un pallone tra i piedi. L'aveva subito colpita....lei, che allora era un maschiaccio che indossava una divisa maschile, si era innamorata, e gradualmente era cambiata fino a divenire quella che era ora. Ma di certo lui non pensava a questo....restò stupita nel vedere che la stava fissando in volto. Arrossì, balbettando "C...c...che c'è?". Lui sorrise "Anche tu sei cambiata molto da allora....mi ricordo che venivi a vederci vestita con una divisa maschile....però...." sussurrò, fissandola dolcemente "Sin da allora hai sempre fatto il tifo per noi...per me. Mi sei sempre stata vicina, prima come capo supporter, poi come amica, poi come manager.....e ora....". Sanae abbassò gli occhi, sentendo le lacrime che la assalivano. Ma quando si era accorto di tutto questo? E perchè ora la guardava con quell'aria adorante? Sentì gli altri dietro di sè, che stavano in silenzio, osservandoli incuriositi. Arrossì, voltandosi, arrabbiata però perchè avevano interrotto l'atmosfera, ma Tsubasa la stupì di nuovo, dicendo "Devo dire una cosa a Sanae....vi spiace andare avanti, ci troviamo tra venti minuti al bar centrale, va bene?". Franz, colto un lampo di complicità negli occhi di Tsubasa, annuì, trascinando avanti Aly e Yayoi. Yoshiko, capita l'antifona, si affrettò a seguirli. Quando furono spariti, Tsubasa riprese la mano di Sanae e la strattonò verso il campo con forza inattesa. Lei, stupita, esclamò "Ahia !! Ehi capitano, che fai?". Lui non diede segno di averla sentita, aprì la porta del campo e la spinse dentro, chiudendo accuratamente il cancello. Lei aspettò senza una parola, leggermente irritata, mentre lui la tirava al centro del campo. Lì si voltò verso di lei, con uno sguardo così serio e ardente da farle quasi paura. Abbassò gli occhi, cercando di controllarsi, di non sperare troppo; ma lui afferrò il suo mento con una mano e, inesorabilmente, lo sollevò, rimanendo a guadare incantato quei due enormi occhi castani pieni di lacrime. Lentamente, con dolcezza, le asciugò, chiedendo sottovoce "Perchè piangi, Sanae-chan?". Lei scosse il capo, cercando di fermare le lacrime "Perchè....ho paura" mormorò, non osando dire di più. Ma ciò che non diceva appariva chiaro dal suo atteggiamento. Paura di essere delusa, paura di aver di nuovo sperato invano....Lui sorrise, poi le lasciò il mento e la strinse a sè, forte, facendole appoggiare la testa sul suo petto. Sanae sentì che le mancava quasi il respiro dalla sorpresa, mentre lui sussurrava "Non devi aver paura, Sanae-chan....io sono qui, e ci sarò sempre, per te. Nessuno potrà mai farti del male, io lo impedirò.....voglio starti sempre vicino, Sanae, così come tu sei sempre stata vicina a me". Lei ascoltava incredula quelle parole che tanto avrebbe voluto sentire. Poi lui la allontanò per poterla guardare fissa negli occhi "Io...non so da quando ho iniziato ad accorgermene. So solo che, all'improvviso, ho visto che tanti ragazzi ti vorticavano attorno. Troppo ragazzi. E....ero geloso. tremendamente, incredibilmente geloso. ma non sapevo che fare.....tu però li respingevi tutti, e eri sempre lì con me....da quando? Da anni, e io lo davo per scontato, non me ne rendevo conto...finchè non ho capito che stavo per perderti, che presto ti saresti stufata e avresti scelto uno di quei ragazzi....e io allora sarei morto". Sanae si liberò dalla sua stretta, divenendo scarlatta e abbassando il volto, dicendo "Ma...ma che stai dicendo, Tsubasa? Io non potrei mai mettermi con un altr....cioè, ti stai preoccupando per nulla....che stai cercando di dirmi, capitano?". Tsubasa la guardò intensamente. Tremava come un coniglietto, ma lui sapeva bene che sotto quell'apparenza fragile si nascondeva una delle ragazze più forti e più straordinarie che conoscesse. Sentì la voce di lei mentre urlava, durante la partita contro la Toho, un anno prima....

"La prego, professore, lo faccia giocare !!! Non toglietegli il calcio !!! Vi prego, è la sua vita !!! Non toglietegli il calcio !!!"

 

....perchè aveva aspettato così tanto? Si avvicinò, deciso a non aspettare più un solo secondo "Cosa voglio dire?" ripetè in tono sicuro "Questo" all'improvviso le sollevò il volto e la bacio; sentì le sue labbra aprirsi per la sorpresa, poi lei ricambiò il bacio. Tsubasa si sentì sopraffarre dalla gioia. Sanae gli voleva ancora bene.....non l'aveva ancora persa.

 

Sanae sentì i suoi passi avvicinarsi, poi lui le sollevò il volto e....ma...LA STAVA BACIANDO !!!! Lo stupore cedette posto alla gioia, mentre lei si trovava a ricambiare quel bacio tanto atteso; quando si staccarono, ansanti, non osò guardarlo, mentre i dubbi la assalivano "E se....l'avesse fatto per scherzo? Se....fosse solo un gesto di riconoscenza, e non....". Lui la prese per mano, e senza volerlo lo guardò negli occhi. In quell'istante, lui le sorrise e disse "Ti amo, Sanae. Ti amo da così tanto tempo che non lo so nemmeno io....perdonami se l'ho capito solo ora".

Col cuore che si librava in aria dalla felicità, Sanae iniziò a piangere, incredula, mentre lui aspettava, trepitante, una risposta. Cercò di calmarsi, ma riuscì solo a sorridere tra le lacrime mentre diceva, bella come un angelo "An...anche io....ti amo, Tsubasa". Si sentì stringere da quelle braccia robuste che le sembrarono il riparo più sicuro della terra, poi la baciò di nuovo. Quando la lasciò, lei gli sorrise, ma lui si frugò in tasca e le porse una scatoletta. Lei la aprì, trovandovi uno splendido anello d'oro bianco e giallo. Rimase senza parole, mentre lui chiedeva "Vuoi...accettarlo? E' solo un piccolo segno...ma....io....ce l'ho da tre anni ormai, ma non ho mai avuto la forza di regalartelo". Tre anni....aveva quell'anello da tre anni....ma ciò voleva dire che......dunque anche lui la amava.....Sanae si infilò l'anello al dito, alzando poi gli occhi pieni di gioia e dicendo semplicemente "Grazie". Una piccola parola, che però racchiudeva tutta la sua anima. Lui lo capì, e la abbracciò di nuovo, dolcemente, sussurrando "So che tante volte di ho deluso, fatto piangere e preoccupare....e credo che non finirà qui. Ma voglio che tu sappia che, ovunque andrò, qualunque cosa farò, tu sarai sempre nei miei pensieri....come la cosa più bella della mia vita". Senti le braccia sottili di lei abbracciarlo dolcemente, poi le loro labbra si incontrarono di nuovo, sempre dolcemente e con infinito amore prese la ragazza per mano e insieme uscirono dal campo, felici e uniti per sempre.

 

 

Note dell’autrice: Solo due cose….il titolo è un po’ uno scerzo perché, anche se c’è stato il primo appuntamento di genzo e Jody, e li ho spediti a vedere uno dei miei film preferiti, il primo bacio non poteva certo riguadrare loro…e infatti…..comunque la dichiarazione di Tsubasa non ha nulla a che vedere con quella del manga, che secondo me è meolto più bella e inaspettata, ma a me è venuta così….alla prossima !!!!

alewen

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Capitolo 22
*** Il primo appuntamento, il primo bacio.....parte seconda ***


Capitolo 21: Il primo appuntamento, il primo bacio.....

Kay stava seduta sui gradini della villa con aria assente. Aspettava§; non sapeva nemmeno lei cosa, ma aspettava. E, poco dopo, una voce titubante rispose alla sua attesa. Misaki era al cancello e la chiamava. Si alzò di scatto e corse verso di lui, sorridendo. Il ragazzo, rosso in volto, le sorrise, ma lei non perse tempo e si aggrappò al suo braccio "Oh, meno male che sei arrivato tu !!! Mi stavo annoiando, gli altri sono quasi tutti fuori...." spiegò, tirandolo verso la villa. Misaki arrossì ancora di più a quelle parole, e lei parve accorgersene. Arrossì a sua volta, ma per un motivo diverso "Senti...." mormorò. Lui la fissò, sorpreso. Non era da lei essere timida "Io...vorrei chiederti un favore ma...ecco...se non vuoi, dimmelo pure...." sì, era decisamente stupito. Dov'era finita la Kay che gli era saltata al collo urlando il suo nome in uno stadio gremito di gente? Non era nemmeno lontanamente somigliante a quella ragazzina rossa il volto che gli chiedeva mormorando un piacere "Certo, dimmi pure !!!" esclamò stordito. Lei alzò gli occhi castani, quasi supplicanti "Ecco io...avrei composto delle nuove melodie per il violino...ma non sapevo a chi chiedere per un parere....tu però sei un esperto d'arte, l'hai dimostrato quella volta....quindi se ....". Lui le posò le mani sulle spalle, e lei sussultò. Il ragazzo sorrise "Ne sarò felice !!!" disse, poichè nulla gli avrebbe fatto più piacere. Le sue parole sembrarono rinvigorire Kay, che sorrise con gioia e lo afferrò per una mano, trascinandolo dentro la villa, fino alla saletta dove c'era il pianoforte. Lui si sedette sul divano e la osservò sciogliersi i capelli, prendere il violino e iniziare a suonare una melodia tanto dolce e piena di passione da farlo quasi piangere. Ma qualcos'altro lo colpì: la sua espressione mentre suonava....senza rendersene conto, si avvicinò al piano e le sue mani si mossero sulla tastiera, accompagnando il suono del violino....Kay aprì gli occhi, lo fissò e sorrise, e i due continuarono a suonare in perfetta armonia, lasciando che i loro sentimenti fossero espressi da quelle note che, leggere e fugaci, si libravano nell'aria....

Allenby scese in giardino, imbronciata. Vuoto, anche quello. Gli altri dovevano essere tutti fuori "UFFAAAAAAAA !!!!!!" esclamò, annoiata al massimo. Un colpetto di tosse imbarazzato la fece voltare; Izawa stava davanti a lei, rosso come un peperone, ma la sua reazione fu di pura gioia nel vederlo "Oh, ciao !!! Meno male che sei venuto, gli altri sono tutti fuori e mi hanno abbandonato !!! Mi annoiavo da morire !!!" esclamò contenta. Lui le sorrise "Davvero? Sono usciti in gruppo?" chiese interessato. Lei sorrise, furba "Beh, Wakabayashi e Jody sono al loro primo appuntamento da soli, gli altri sono in centro....tu che ci fai qui?" chiese all'improvviso, e la domanda lo spiazzò. Balbettando, le mostrò due biglietti "Ecco...io....mi hanno regalato questi e io....ecco...mi chiedevo se...se tu.... volessi....". Allenby riconobbe il simbolo sui e li afferrò al volo, guardandoli a occhi sgranati e urlando "Ma...ma....ma sono due biglietti per il CONCERTO DEI BLACKMORE NIGHTS !!!!! Come hai fatto a procurarteli?????". Lui sorrise, impacciato "Beh, sai, sono un loro grande fan, e appena iniziata la prevendita un collega di papà me ne ha regalati due.....così mi chiedevo...." per la seconda volta non finì la frase, perchè Allenby lo stava guardando con due occhi neri pieni di invidia "Cosa non darei per andarci....sono il mio gruppo preferito !!!!!!" disse, guardando di nuovo i biglietti con aria di rimpianto. Izawa respirò a fondo "Ora o mai più !!!!" pensò, e buttando fuori il fiato tutto in una volta disse "Beh....ma puoi andarci !!!!". Allenby lo guardò incredula "Cosa????" chiese, certa di aver capito male, mentre lui riprendeva fiato e urlava "Beh....il motivo per cui sono qui è che....volevo chiederti....VUOI VENIRE CON ME AL CONCERTO??????". Ce l'aveva fatta, gliel'aveva chiesto !!!!! Sorrise soddisfatto, mentre lei lo fissava senza capire. Poi il significato delle parole le entrò in testa, e il suo volto si deformò in un'espressione di gioia pura "Io??? Vuoi davvero...andarci con me??? Davvero??? Davvero davvero???" chiese. Lui si fece coraggio e, sorridendo, disse "Non ci andrei con nessun'altro". Allenby arrossì, stringendo i biglietti, poi glieli restituì e, alzando il volto con un sorriso, disse "Beh....allora devo dire che sarei molto felice di venire al concerto....accetto volentieri !!!!!". Lui ebbe un moto di gioia, ma si trattenne e disse "Bene, allora è per sabato prossimo, passo io a prenderti alle 7, ok? Così i signori Tachikawa staranno tranquilli". Lei annuì, felice, poi rimasero in silenzio. All'improvviso il silenzio si riempì di limpide note di violino, seguite poi dal pianoforte. Izawa si voltò verso la villa, stupito, dicendo "Ma...ma chi..." "Kay" rispose Allenby sorridendo "Le piace da morire suonare il violino, e credo che abbia chiesto a Misaki di ascoltarla....". Ascoltarono, rapiti, la melodia dolcissima composta da Kay, poi Izawa si voltò verso la ragazza e chiese "Ora che fai?". Lei, spiazzata, rispose "Beh...non so...perchè? "Beh, gli altri sono fuori, Kay e Taro sono troppo presi per disturbarli....ti va una coppa enorme di gelato al bar centrale???". Allenby si illuminò "Ci sto !!! Ma offro io, senza storie !!! Ti sono troppo riconoscente per il concerto, almeno questo !!!!". Lui si arrese, ridendo, alla proposta, e due minuti dopo lei uscì dal cancello al suo fianco, vestita con maglietta nera e gonna bianca. Lui le fece i complimenti perchè era davvero carina, vestita così, poi chiese "Davvero ti piacciono i Blackmore Nights?". Lei annuì, raggiante "Sì, li ascolto sempre, e il mio sogno più grande era andare al loro concerto, ma in Germania per una cosa o per l'altra non sonomai riuscita....mio padre non mi avrebbe mai lasciato poi....ma ora, grazie a te, il mio sogno si avvera !!!". Gli sorrise, riconoscente, e lui arrossì, dicendo "Sai, io adoro suonare la chitarra, e ho imparato molto imitanto i loro pezzi...." "Suoni la chitarra????" chiese lei interessata. Lui sorrise "Sì, la chitarra elettrica....è la mia passione segreta, oltre al calcio" "Un giorno mi fai sentire come suoni !!! Ti prego !!!" chiese lei con occhi sfavillanti, e lui annuì ridendo. Poi lei si fermò, pensierosa e impacciata "Qualcosa non va?" chiese Izawa; lei alzò gli occhi nervosamente, poi li volse intorno; lui seguì il suo sguardo, cercando di capire, finchè non vide che la strada che stavano percorrendo era piena di coppiette felici. Arrossì ache lui, imbarazzatissimo, ma si disse che doveva fare qualcosa, Allenby sembrava veramente a duisagio....così, senza pensare, allungò la mano e la strinse sopra quella di lei, che alzò gli occhi neri pieni di meraviglia. Lui le sorrise, cercando di apparire rilassato "Beh....ti va se camminiamo così?" osò chiedere, col cuore che batteva a mille. Lei ebbe uno scintillio sospetto negli occhi, poi il suo volto si aprì in un enorme sorriso liberatorio "Ok !!!" esclamò e i due si avviarono di buon passo, mano nella mano, imbarazzati e col volto rosso, ma con due sorrisi felici che dimostravano quanto bene si trovassero insieme....

Kay finì di suonare la sua melodia, e il suono del piano si interruppe. Misaki la guardò, gli occhi castani spalancati "E'....è stupenda, Kay !!! Ci hai messo dentro....tutta te stessa, e questo si è sentito. La tua melodia parla di te....sei tu !!! Sei semplicemente tu, e questo la rende stupefacente !!!!" esclamò, sinceramente colpito, alzandosi dallo sgabello del piano per avvicinarsi alla ragazza. Lei sorrise "Sai....mentre la componevo ho avuto quasi l'impressione di perdermi nelle note....e lo stesso è successo mentre la suonavo ora...ma tu, col tuo piano, mi hai trovata, e abbiamo volato insieme....sulle ali della musica....". Lui, colpito da quelle parole, sorrise "Beh....è stato un'impulso irresistibile.....ho sentito che le mie mani si muovevano da sole in risposta al tuo richiamo....". Si zittirono, imbarazzati. Misaki pensò di aver detto troppo, che Kay avesse capito ciò che provava per lei; Kay invece pensava di essersi scoperta, così si girò bruscamente, prese il violino e lo depose nella custodia, che lasciò sopra il divano, uscendo in fretta. Una volta sulla porta però si fermò, voltandosi per guardarlo negli occhi e mormorando "Sai...quella melodia...l'ho composta pensando a te". Fece per voltarsi di nuovo, viola in faccia, e scappare, ma sentì due braccia robuste che le circondarono il collo e la strinsero a un petto caldo e rassicurante "Kay...." mormorò lui, inconscio di ciò che aveva fatto. Il suo corpo si era mosso da solo, ma non aveva intenzione di scostarsi. Lei, incerta, sentì le lacrime che le salivano agli occhi. Lui, accorgendosene, la lasciò andare "Kay, perdonami...è solo che...non ho resistito....." disse, cercando di scusarsi dispiaciuto; lei scosse il capo, come a dire che non importava, ma le lacrime continuavano a cadere, e lui se ne ritenne l'unica causa "Se vuoi...se vuoi me ne vado, Kay, ma almeno lascia che ti dica...." fece per sfiorarla ma lei si tirò indietro, timorosa di ciò che stava per sentire. Lui sospirò, deluso "Va bene...me ne vado...ma comunque....." si avviò, con passo pesante, mentre Kay cercava di gridare "No !!! Non lasciarmi !!! Resta con me !!!!" pensò, portando le mani agli occhi; lui era ormai sulla porta. L'aprì, poi con un sospiro si voltò e disse, in un sussurro "Ricordati solo che io ti amo....e ci sarò sempre, se avrai bisogno di me....". Kay tolse le mani dagli occhi, incredula. L'amava? Ma come? Lei era sicura di no, che la considerasse solo un'amica....lui aveva un sacco di ammiratrici, era il ragazzo più dolce e gentile sulla faccia della terra, era bello, intelligente, centrocampista della nazionale di calcio....un angelo, insomma !!! Lei era sempre stata convinta di non avere speranze, che lui l'avrebbe sempre considerata 'la piccola Kay', un'amica speciale di cui aver cura, e le andava bene; tutto, pur di non perderlo. Ma sapeva bene che prima o poi qualcun'altra gliel'avrebbe portato via.....per questo avrebbe voluto rivelargli ciò che provava, ma aveva paura....e se lui non le voleva bene, non in quel senso? L'avrebbe perso, perso per sempre....per questo non aveva detto nulla, per questo era rimasta in silenzio guardando con terrore ogni ragazza che si era avvicinata a lui....eppure...eppure lui ora le aveva detto che....che....che l'AMAVA !!!! La verità le affiorò nella mente come un sole radioso che scaccia via le nuvole che hanno reganto così a lungo da farci dimenticare quanto calda e dolce è la luce. "Mi ama" ripete sottovoce Kay, sconvolta, aprendo leggermente le dita che le coprivano gli occhi "Lui...mi ama !!!!". E, per la prima volta, il suo cuore rispose con gioia a quella verità. E lei capì. Lo amava....lo amava a sua volta....e stava per perdere ogni possibilità di dirglielo....

"NO !!!!!" Alzò di scatto gli occhi e si precipitò alla finestra, cercandolo disperatamente con lo sguardo. Finalmente lo vide; si stava allontanando sul viale, le spalle curve, l'atteggiamento mogio che rivelava la sua delusione. Kay spalancò gli occhi "ASPETTA !!!!" urlò, ormai in preda all'istinto, incurante del fatto che lui probabilmente non la sentiva "ASPETTAMI !!!TARO !!!!!". Scattò fuori dalla stanza, scendendo le scale a salti e rischiando di cadere a ogni passo. Arrivò all'ingresso senza fiato, ma non pensò emmeno di fermarsi o rallentare. Si slanciò contro il portone, lo spalancò facendolo sbattere e si catapultò giù dai gradini, iniziando a correre sul ghiaino che ricopriva il viale e rischiava di farla cadere; non se ne accorse nemmeno. Il suo obbiettivo, il suo unico scopo, era il ragazzo che camminava piano davanti a lei. Non lo chiamò; non ne aveva la forza. Si limitò a correre, correre a più non posso finchè, affannata, coi capelli che volavano ovunque, lo raggiunse e si slanciò contro la sua schiena, abbracciandolo forte e scoppiando a piangere. Lui, incredulo, si fermò, e lei sussurrò "Non...non andartene...io...Taro...io...ho bisogno di te....". Lentamente il ragazzo si volto, sollevandole il volto bagnato dalle lacrime. Lei lo fissò con quei suoi occhi castani luminosi, mormorando "....ti amo anche io". Taro respirò bruscamente, fissandola come in trance. Era così bella....il suo piccolo angelo...e gli aveva appena detto che lo amava....ma ne era sicuro ???"Kay...io....uh----" non riuscì a dire nulla, perchè lei lo aveva afferrato per il collo e strattonato in giù, baciandolo con foga. Lui rispose al bacio, incredulo, poi, man mano che capiva, felice, gioioso e grato al signore. Quando si staccò, lei lo fissò con aria ansiosa, ma lui sorrise "Ti amo" sussurrò, abbracciandola. Lei si aggrappò a lui, quasi avesse paura di vederlo scomparire, poi lo prese per mano e lo trascinò su per le scale. A nulla servirono le domande di lui, Kay stette in silenzio e lo condusse per i corridoi, sicura e decisa. Alla fine si femò davanti a una porta in legno decorato, la aprì e lo fece entrare, chiudendola dietro di sè. Lui si guardò attorno in silenzio. Era la sua camera da letto. Confuso, si voltò a guardarla, e lei lo baciò, quasi con disperazione. Lui si staccò, allontanandola con difficoltà "Kay...aspetta...se è per me, posso aspettare, non serve che....". Lei scosse il capo e si aggrappò ancora a lui "Non mi lasciare" supplicò "Stai con me....stai con me, Taro, per sempre...ti prego...io sono pronta, aspettavo te....ti prego....". Lui la guardò con aria incerta, ma lesse nei suoi occhi ardore e amore, e sentì che il suo cuore rispondeva a quei sentimenti con slancio inaspettato. Senza una parola la baciò. Lei rispose con foga e i due caddero, abbracciati, sul letto.

"Allenby...anf..anf...che ne dici di smettere di correre?" ansimò Mamoru, ormai allo stremo delle forze; la ragazzina si voltò, facendo volteggiare i capelli biondi che per una volta erano sciolti, e lo guardò sorpresa "Ma come, sei già stanco? Ma non sei tu quello ce corre come un matto su e giù per un campo da calcio 5 volte a settimana?" chiese ironicamente. Chissa perchè, appena usciti dal cancello di casa, si era messa a correre, e a lui era toccato seguirla. A quelle parole annuì affannosamente "Si, ma questo supera anche ogni mia possibilità....certo che sei veramente in gamba, super allenata....complimenti...." Allenby arrossì all'istante, ma si sentì lusingata da un simile complimento, e decise di accontentarlo "E va bene, in effetti anche io mi sento un po stanca, perciò pensò sia ora di quel gelato che ti avevo promesso; che ne dici?". ( Un po' stanca ? Solo un po'? Modesta la ragazzina....mi ricarda qualcuno.....NdA). Izawa sorrise, sollevato, e annuì "Direi che va benissimo !!!" esclamò, e lei ricambiò il sorriso con gioia, scostandosi i capelli dalla guancia; per un momento sembrò un angelo, con quei capelli biondi che svolazzavano lievemente mossi dal vento. Rimase immobile a fissarla, troppo emozionato per parlare, mentre lei lo guardava con aria innocente e curiosa "Tutto ok, Mamoru?" chiese, e lui le sorrise; ancora una volta lei rispose al sorriso, ma in quell'istante sentì una mano robusta che le si posava sulla spalla e si voltò, scocciata, solo per incontrare lo sguardo di due occhi neri che la fissavano in un modo che proprio non le piaceva "Ehi, bellezza, che ci fai qui da sola?" esclamò, in tono decisamente sgradevole (Ma quanti maniaci ci sono in sta fanfic???? NdLettori). Allenby continuò a ricambiare fermamente il suo sguardo, trattenendo il commento non molto gentile che le era salito alle labbra e la mano, che sembrava pronta ad attaccare "Sai che sei veramente carina, soprattutto con quella gonna? Si vede che ti piace farti notare, eh? Beh, che ne dici di farti un giro con me...." continuò il ragazzo, afferrandola per un braccio. Gli occhi neri di Allenby mandarono un lampo "Lasciami" sibilò, cercando di controllarsi. Lui la guardò, malizioso "Ehi, piccolina, sappi che non è saggio mettersi contro uno come me....su, andiamo..." si avvicinò pericolosamente a lei, che sentì di essere arrivata al limite della sopportazione, ma non fece in tempo a scattare che successe qualcosa. In quell'istante il teppista volò via, lontano almeno due metri da lei, e cadde pesantemente, senza riuscire a rialzarsi, mentre un grosso bozzolo rosso gli spuntava sulla guancia sinistra. Allenby rimase a fissarlo, perplessa, per qualche secondo, prima di vedere la figura di Mamoru che si era spostata davanti a lei, e che sembrava aver colpito il ragazzo; il pugno era ancora teso, e l'espressione del volto e degli occhi non lasciava spazio a dubbi. La ragazza lo guardò, piacevolmente sorpresa "Ma...Mamoru?" chiamò, imbarazzata, ma lui si avvicinò al ragazzo steso a terra, lo sollevò afferrandolo per il colletto della camicia e sussurrò "Provaci un'altra volta e ti ammazzo", dopodichè lo mollò, non curandosi affatto della botta che prese, e si avvicinò deciso ad Allenby, posandole un braccio sulle spalle con fare protettivo "Lasciala in pace, capito?". Allenby arrossì, sentendosi stringere a quel petto muscoloso, ma non le passò nemmeno per la testa di protestare. Si mise a camminare, felice, abbracciata al ragazzo; dopo che ebbero voltato l'angolo, si azzardò, in seguito a un lungo divario interiore, osò circondare col suo braccio sottile la vita di lui. Quando riuscì ad alzare gli occhi e fissarlo in volto, notò che anche lui era diventato viola; la fissò, con un misto di terrore e speranza, e venne ricompensato da uno dei più bei sorrisi che avesse mai visto, un sorriso che gli sciolse il cuore. Allenby sussurrò, in tono dolcissimo "Grazie....", e a lui tornò in mente il momento in cui l'aveva vista per la prima volta, in classe, e poi al campo da calcio, l'aveva quasi trascinata dentro, solo perchè gli sembrava troppo timida per entrervi da sola (Timida? Allenby?), e quando l'aveva mollata in panchina, si era reso conto che sentiva come un vuoto nel cuore...e poi quella volta, al ritiro, che era entrato nella palestra dove le ragazze stavano giocando a pallavolo, e lei gli era precipitata addosso cercando di recuperare una palla....arrossì ancora al pensiero, e lei parve accorgersene, perchè lo punzecchiò "A che stai pensando, scusa?" "Eh...a te....cioè...no.....nonono...aspetta....". Allenby scoppiò a ridere senza freni, mentre lui diventata tutto rosso e agitava le mani freneticamente, cercando di spiegarsi. In quell'istante sbucarono sulla strada principale, quella che portava a scuola, e videro una marea di camion e uomini che stavano mettendo a soqquadro una villa enorme sulla sinistra della strada. Allenby, incuriosita, si avvicinò, poi guardò Mamoru e chiese "Sta traslocando qualcuno?". Lui scosse il capo, per indicare che non ne aveva idea, ma in quel momento un'automobile nera, lucente, si fermò a poca distanza da loro, e ne scese un'uomo alto, dall'aria aristocratica, che diede una breve occhiata alla casa; poi scorse i due ragazzi che, fermi a un lato del cancello, lo stavano fissando con un misto di ammirazione e imbarazzo. "Posso aiutarvi?" chiese gentilmente, squadrando prima il ragazzo, alto e atletico, dall'aria nota, e poi la ragazzina, piccola e minuta, ma dall'espressione fiera e decisa "Beh...ecco...noi...." cominciò il ragazzo, titubante, ma la ragazza puntò su di lui i suoi occhi neri e chiese, senza preamboli "Vi state trasferendo qui?". Mamoru la fissò, incredulo da tanta schiettezza, ma l'uomo parve apprezzarla e le sorrise "Sì, mi sono fatto traferire dalla sede di Tokyo; io e mia moglie abbiamo deciso che qui avremmo vissuto più tranquilli, e avremmo potuto passare più tempo con mio figlio....credo abbia più o meno la vostra età, ragazzi....". Allenby squadrò l'uomo, pensierosa, ma in quell'istante Mamoru lanciò un urlò che la fece sussutare "Io...io lo so chi è lei !!!" esclamò "E' il signor Misugi !!! Il padre di Jun !!!" L'uomo spalancò gli occhi "Già, è così. Conosci mio figlio? Ah, già, tu sei uno dei giocatori della Nankatsu, vero?". Mamoru annuì, mentre Allenby spalancava gli occhi e chiedeva "Quindi....Jun viene ad abitare qui?". L'uomo annuì, guardandoli sorpreso. I due ragazzi si stavano fissando con fare complice, sogghignando "Ehi, ma che...." Allenby si voltò, inchiodandolo coi suoi occhi nerissimi "Bene, ce lo saluti, e gli dica che lo aspettiamo presto !!! Arrivederci !!!" esclamò, afferrando Mamoru per un polso e trascinandolo via di gran carriera senza voltarsi. Lui fece un goffo cenno di saluto al signor Misugi, poi prese a correre seguendo la ragazza, seguito dallo sguardo sbalordito dell'uomo. Corsero, ridacchiando e poi ridendo apertamente, fino ad arrivare al bar in centro, dove si fermarono, ansanti, troppo emozionati per parlare. Poi Mamoru scoppiò a ridere "Ah ah ah ah.....Jun viene qui.....si trasferisce.....ah ah ah..... ". Allenby rise a sua volta "E nè lui nè Yayoi lo sanno....ah ah ah , troppo divertente....." "E lo sappiamo solo noi...." "Per poco...". Mamoru si voltò a guardarla, stupito "Mica vorrai rovinarle la sorpresa?????" esclamò. Allenby lo guardò con espressione furba "E chi ha detto che voglio dirlo a lei? Però a Jody....e a Kay, Aly, Alex, Sanae, Yoshiko.....e magari Wakabayashi, Misaki, Yu, Franz....". Anche negli occhi del ragazzo si accese una luce divertita "Ok !!! Prepareremo una vera sorpresa......andiamo a dirglielo !!!". Fece per scattare verso la villa, ma sentì la mano sottile di lei che si stringeva di nuovo sul suo polso "Aspetta" sussurrò, arrossendo, quando lui la guardò "Prima il gelato...no?". Mamoru sorrise "Certo !!! Però ti avverto che sono un gran goloso....". Lei sorrise, rincuorata "Sapessi io...."

Era ormai buio quando Jody e Genzo attraversarono chiaccherando il parco della villa. La porta si spalancò e ne uscì raggiante Alex, che si precipitò tra le braccia del suo capitano, buttandola quasi a terra. Jody, che riuscì a rimanere in piedi solo grazie al tempestivo intervento di Genzo, che l'aveva afferrata per le spalle, allontanò la treccia di capelli rossi che le aveva colpito il viso e chiese, ansante "Ma che ti prende Alex? Volevi farmi prendere un colpo?". La ragazzina fece un gran sorriso, scuotendo il capo "No, è che sono molto felice. Oggi mi sono divertita tantissimo !!!! Quei ragazzi erano davvero bravi, e mi hanno invitata a partecipare, visto che mancava un giocatore....Yu-chan non voleva, aveva paura che mi facessi male....ma io ho giocato lo stesso....". Jody alzò gli occhi verso l'ingresso, immaginando a stento come doveva essere ridotto ora il fratello...che infatti uscì in quell'istante reggendo un'enorme borsa del ghiaccio sulla fronte. La ragazza sgranò gli occhi "Ma che ti è successo???" esclamò incredula, mentre Yusuke faceva una smorfia "Oh, nulla !!! E' solo che la signorina qui presenta ha voluto dimostrare che se la cava benissimo da sola, anche contro 11 ragazzi alti il doppio di lei....". Jody e Genzo fissarono Alex, poi tornarono a guardare Yu, che con un gemito di dolore disse in tono burbero "Anche se state insieme mi pare che non sia il caso di stare sempre l'uno nelle braccia dell'altra....". Jody e Genzo arrossirono di colpo; non si erano ancor allontanati, infatti, da quando lui l'aveva afferrata impedendole di cadere. Alex fece un verso gioioso e saltellò verso il suo ragazzo, che la squadrò con diffidenza prima di sorriderle. In quell'istante Aly e Yoshiko scesero di corsa dalle scale, con due ghigni identici dipinti sul volto. Jody le guardò, un po' timorosa, chiedendo "E voi due che avete fatto???". Aly sorrise apertamente, rispondendo "Siamo andate in centro con Yayoi, Franz, Sanae e...." "....Tsubasa" concluse Franz, facendo capolino da dietro le due ragazze. Con lui c'era Yayoi, anche lei sorridente. Genzo li fissò, confuso, così come gli altri tre "Beh? Che avete tutti da sogghignare? Che è successo?". Yayoi si voltò a guardarlo con aria maliziosa "Oh, non lo immagini?" chiese in tono furbo; Jody, Alex e Yu sembrarono non capire, ma Genzo colse il sottinteso; spalancò gli occhi e, stringendo le mani sulle spalle di Jody, esclamò "Do...dove sono Sanae e Tsubasa????". Gli risposero quattro sorrisi sornioni, e anche Jody colse l'allusione "Non....NON E' POSSIBILE !!!!!!!!!!!!!!!!" urlò; Genzo respirava a fatica, troppo sorpreso, mentre anche Alex e Yu sembrarono capire e presero un'aria esterefatta. Genzo aprì la bocca per parlare, ma uno scalpiccio furioso dietro di loro lo fece voltare. Allenby, vestita con la gonna e coi capelli sciolti, gli occhi neri sottolineati da un filo di trucco, correva verso di loro, seguita da Izawa.

Anche lei aveva l'aria di portare grandi notizie, e Jody iniziò a temere che quella serata non sarebbe finita tanto presto; colta da una premonizione, o forse avendoci fatto l'esperienza, scansò l'attacco della bionda, che aveva cercato di saltarle al collo come aveva fatto Alex, per poi chiederle, a distanza di sicurezza "E a te cosa è preso?? !!!". Allenby le rivolse un sorriso smagliante e spalancò la bocca per rivelare la notizia, ma Mamoru, che aveva lanciato un'occhiata ai gradini e aveva notato Yayoi, le tappò la bocca con una mano e disse in tono vago "Niente, è solo che è felice perchè ho due biglietti per il concerto...." Allenby lo squadrò, confusa, poi parve afferrare il perchè del suo comportamento e lanciò un'occhiata veloce all'ingresso, notando ance lei la ragazza dai capelli rossi. Annuì impercettibilmente, facendo capire al ragazzo di aver compreso. Lui si rilassò....e fu un errore. Allenby era infatti decisa a dissipare ogni dubbio nella mente degli altri, perciò allontanò di scatto la mano di lui e urlò "...IL CONCERTO DEI BLACKMORE NIGHTS, CAPITANO !!!!!!!!!!!!!!!!! MA TI RENDI CONTO????? pOTRò FINALMENTE VEDERLI SUONARE DAL VIVO....." e così il segreto del loro appuntamento era andato a quel paese. mamoru arrossì all'istante, mentre tutti si vltavano verso di lui sogghignando e Wakabayashi diceva, battendogli una mano sulla spalla "E bravo il mio Izawa....finalmente ci siamo decisi.....". L'amico arrossì, fulminandolo con lo sguardo, poi lo tirò in disparte e, approffittando della confusione che gli altri stavano facendo intorno ad Allenby, alla quale la situazione era un po' sfuggita di mano, rivelò "No, vedi, è che....". Nessuno si accorse del dialogo concitato tra i due, nè di Genzo che esclamava "Non è possibile !!!!", lanciando un'occhiata a qualcuno nel gruppo li vicino. Mamoru disse qualcos'altro, e Genzo annuì. Si avvicinò agli altri, prese per il polso Jody e Yoshiko e si avviò verso il piano superiore dove c'erano le camere delle ragazze. Jody, che si stava divertendo un mondo, protestò "Ma....Genzo !!!!". Lui non rispose, ma lanciò un'occhiata complice a Izawa, che fece un cenno col capo, recuperò Allenby e si rivolse a Yayoi, chiedendo con fare interessato "Perchè stavate tutti sghignazzando, prima? Sbaglio o centrava Tsubasa?". Yayoi non si fece sfuggire l'occasione di raccontare tutto, e presto le esclamazioni di stupore e le risate riempirono il giardino. Jody protestò ancora, ma Genzo non diede segno di averla sentita e continuò a trascinarla su per le scale. Yoshiko, intimorita, stava in silenzio. Finalmente arrivarono davanti alla porta della camera di Jody che la ragazza divideva, quando ce n'era l'occasione, con Sanae; il ragazzo la spalancò, poi vi gettò dentro prima l'una, poi l'altra ragazza, senza troppe cerimonie. Jody, a quel punto ben infuriata, fece per schiaffeggiarlo, ma lui le bloccò i polsi e, guardandola dritta negli occhi con uno strano scintilliò, annunciò "Jun sta venendo qui". La notizia placò la furia della ragazza, che rimase ferma a fissare il suo fidanzato, incredula. Fu Yoshiko, ugualmente stupita, a chiedere "Jun? Ma cosa...." "E' stato Izawa a dirmelo. Lui e Allenby hanno incontrato il padre di Jun, che sovrintendeva al trasloco in una delle ville qui vicino. Inutile dirvi cosa hanno subito pensato....o cosa ho pensato io.....dato che nemmeno Jun lo sa.....". Jody scambiò un'occhiata al buio con Yoshiko, sorridendo "Beh, ne verrà fuori una bella sorpresa" esclamò "Ora mi lasci i polsi che devo telefonare?" chiese, girandosi di nuovo verso Genzo con un lampo d'intesa negli occhi. Lui afferrò al volo e la lasciò andare, girandosi verso Yoshiko e dicendole "Beh, che ne dici di andare a dirlo agli altri? E, a proposito.....Kay e Misaki dove sono?". La ragazza scosse il capo "Non lo so, non li ho visti....". Genzo lanciò un'ultima occhiata a Jody, provvedendo ad allontanare l'amica, e la ragazza prese il telefono, sorridendo. Chiamò il padre di Jun, chiedendogli di non dire al ragazzo la città in cui si sarebbero trasferiti, perchè volevano organizzargli una sorpresa, e venne a sapere che si sarebbero trasferiti di lì a breve. In un lampo d'illuminazione, chiese allora il permesso di organizzare una festa li con i loro amici, e il signor Misugi accettò di buon grado, giurando di non dire nulla. Sistemata la questione, Jody riagganciò col sorriso sulle labbra, poi rimase a fissare il telefono con aria pensosa. In fondo, se anche Jun veniva lì, rimaneva solo....e poi, almeno per la festa....lo sguardo le cadde su un giornale piegato accuratamente e appoggiato vicino al telefono. Cerchiato con la penna rossa, risaltava un articolo "La squadra della Furano in crisi". Di fianco, qualcuno aveva scritto "Che ne pensi?" Jody afferrò il giornale, sorridendo con aria esasperata "Genzo, misericordia" mormorò, poi posò il giornale e compose un numero. Presto le rispose una voce nota e la ragazza, sorridendo, chiese "Zio, ciao, che piacere sentirti. Senti, mi potresti passare Hikaru? E' importante....."

Quando Jody tornò giù, la situazione si era alquanto calmata; Aly, Allenby e Mamoru chiaccheravano in un angolo, Yayoi e Yoshiko ridevano tra loro, Genzo e Franz stavano discutendo a bassa voce. Non c'era traccia di Sanae, ma prima o poi avrebbe dovuto tornare a dormire, visto che era ancora ospite dell'amica. Più strana invece era l'assenza di Kay e Misaki....nemmeno a farlo apposta, in quell'istante la ragazzina uscì dalla porta, con aria assente; la seguiva Misaki, con espressione concentrata. I due non salutarono nessuno; Kay si avviò per il viale, passando di fianco a Jody senza vederla. La ragazza, preoccupata, gridò "Kay, va tutto bene???" ma ottenne in risposta solo un flebile "Sì, tutto bene....". Misaki invece non la seguì, ma si guardò intorno con fare serio, finchè i suoi occhi non si posarono su Franz. Assunse allora un'espressione decisa e si avvicinò ai due ragazzi che parlavano. Il tedesco, nel sentirlo arrivare, si voltò con un sorriso, ma Taro non rispose "Franz, ti potrei parlare? E' importante" chiese, e il suo sguardo serio colpì l'altro "Certo" rispose, alzandosi. Genzo si alzò a sua volta, raggiungendo Jody, che se ne stava ancora a fissare Kay a bocca spalancata. la abbracciò, ma la ragazza non reagì "Ehi, che ti prende?" chiese sommessamente, appoggiando una guancia ai capelli castani di lei. Jody non rispose, continuando a fissare l'amica con occhi sgranati; anche Alex si accostò a loro, fissando kay, e così fece Allenby, che trovò il coraggio di dire, con voce strozzata "Si è sciolta i capelli.....". Alex anuì "E non per suonare...." aggiunse, mentre Jody non riusciva a parlare. Genzo seguì il loro sguardo, e parve notare anche lui qualcosa nella ragazzina dai capelli scuri "E' diversa" affermò "Più matura....". Jody si limitò ad annuire, poi sussurrò "Taro....è stato Taro...."

"Che succede, Misaki? Mi sembri preoccupato" disse Franz, fissando l'amico con fare incerto. Taro l'aveva guidato in un posto appartato senza dire una parola, e ora gli volgeva le spalle, in evidente tensione; Franz, che cominciava a intuire qualcosa, attese, in silenzio. Infine, Taro parlò "Tu vuoi molto bene a Kay, vero?". Franz lo fissò ancora più direttamente. Intuiva che centrasse la sorella, intuiva cosa Taro cercava di dirgli, e sorrise "Sì, le voglio molto bene, e ucciderei chiunque la facesse soffrire". Vide le spalle del ragazzo irriggidirsi ancora di più "Lo immaginavo" sussurrò, restando poi in silenzio. Franz cercò di andargli incontro "Così come ucciderei chiunque potesse far soffrire Aly". Taro si voltò di scatto, gli occhi lucidi e supplichevoli "Ecco io...senti, Franz, io non ho alcuna intenzione di far soffrire Kay. So che magari non mi crederai, ma tutto ciò che voglio è che sia felice....non pensare male, io non voglio portartela via....". Il discorso stava prendendo una piega sbagliata, decise Franz, per cui alzò una mano per fermare il flusso di parole dell'amico "Ehi, frenafrenafrena. Qui non ci siamo capiti. Io ho detto che ucciderei chiunque facesse soffrire mia sorella, ma non che avrei ammazzato qualunque ragazzo si fosse avvicinato a lei. Inoltre, io ho il dovere di proteggerla, ma non posso scegliere per lei....posso consigliarla, se lo vuole, ma la scelta è sua....e io devo rispettarla. Per questo non mi sognerei mai di oppormi a un vostro rapporto....perchè in quel caso sarei io a farla soffrire". Taro lo fissò impaziente, cercando di farsi capire "E se tu rinunciassi solo per riguardo nei miei confronti, saresti TU a farla soffrire......più di quanto chiunque altro potrà mai fare, per giunta. Quindi smettila di fare quella faccia da colpevole e di le cose come stanno. La ami?". La domanda spiazzò Taro, che fissò per una manciata di secondi il tedesco, per poi abbassare gli occhi e rispodere in un sussurro "La amo....la amo dalla prima volta che l'ho vista.....mi è entrata nel cuore, con la sua spontaneità, la sua dolcezza....il suo bisogno di aiuto; lo leggevo chiaro nei suoi occhi, eppure sembrava fossi l'unico, a parte Jody....non volevo forzarla, però, così ho atteso, anche se sentivo questi sentimenti rodermi l'anima, anche se morivo di gelosia ogni volta che lei parlava con un'altro....ad esempio quando ti è saltata al collo quando sei arrivato. Io la amo da morire, Franz. E spero che per te non sia un problema, perchè ormai non posso vovere senza di lei.....". Franz lo fissò, sogghignando, poi andò ad appoggiarsi al balcone, dando lui stavolta le spalle all'altro "Non è un problema, perchè so che vuol dire amare così. Io ho Aly, quindi non posso certo impedire che Kay trovi un amore simile....anzi, ne sono felice. Lei è sempre la mia sorellina, ma è grande, ha 16 anni....è ora di affidarla a quancun'altro. E, sinceramente Taro, non la affiderei a nessuno più volentieri che a te; sei colui del quale mi fido ciecamente per la felicità di Kay". Taro, arrossendo, esclamò "Questo è un onore....un onore immenso, Franz....". Il tedesco annuì, senza guardarlo "Non sai neppure quanto...bada, ti sto affidando ciò che ho di più prezioso, al di fuori di Aly. Trattala bene, o sarà peggio per te". Taro annuì, fiero "Lo farò". Rimasero per un po' in silenzio, immobili, poi la curiosità prese il sopravvento di Franz, spingendolo a chiedere, sempre volgendo le spalle all'amico "Che è successo per spingerti a parlarmi? Vi siete baciati? O meglio, lei ti ha finalmente baciato?". Lo disse nel tono più tranquillo possibile, come se fosse già certo che era andata così. Taro arrossì fino alle punte delle orecchie, guardandosi le punte dei piedi e sussurrando, imbarazzatissimo "Beh....non solo...." Franz si voltò di scatto, guardandolo con occhi spalancati, e il giapponese si sentì morire sotto quello sguardo. Chiuse gli occhi, stringendo i pugni e aspettando di sentire le urla del tedesco. Ma non avvenne. Quando osò guardarlo, Franz gli apparve pallido, sconvolto ma comunque padrone di sè "Ah...beh...ecco.....è piuttosto imbarazzante...." riuscì a dire, e Taro annuì "Sì....ma era giusto dirtelo...." rispose. Franz lo fissò; quel ragazzo era troppo onesto....fin troppo per i suoi gusti....sospirando, si arrese all'evidenza. Kay aveva trovato la persona con cui voleva condividere la sua vita.....non poteva fare a meno di sentirsi felice e sollevato. "Sei...arrabbiato???" chiese Taro, osando guardarlo di nuovo. Franz gli restituì lo sguardo "No, solo un po' sconvolto.... ma come ti ho detto prima, è una scelta di Kay, e io posso solo accettarla.....dopotutto, è una ragazza adulta....scusa, ma perchè sei venuto qui a dirmi tutto?" chiese finalmente, rosso d'imbarazzo. Taro lo fissò "Gliel'ho promesso....ho detto che volevo essere sincero con lei e con me stesso, e che mi sentivo in dovere di dirtelo...perchè io la amo, Franz, voglio vivere con lei accanto per tutta la mia vita....e tu sei l'unico a cui posso chiederlo....l'unico che abbia qualche diritto su di lei, ormai". Franz annuì "Niente di più vero" mormorò, poi si avvicinò all'amico e, posategli le mani sulle spalle, disse "Senti, Taro, la prossima volta non dirmi nulla, ok? Fammi questo favore....stai con lei e basta !!!!E' già fin troppo imbarazzante così !!!!". Taro annuì "Anche per me" confessò, e la tensione allentata li fece scoppiare a ridere. Franz, sempre con una mano sulla spalla dell'amico, disse "Forza, futuro cognato, andiamo. Forse tu non lo sai, ma ci sono altre novità....sembra che la Golden Combi si sia svegliata, finalmente....". Taro afferrò al volo il senso delle parole del tedesco e alzò di scatto due occhi spalancati al massimo"NO !!!! NON CI CREDO !!!! Tsubasa...." "Già....". In quell'istante sopraggiunse Jody, ovviamente seguita da Genzo, che veniva a ragguagliare i due sulle ultime novità. Vedendoli ridere insieme come due vecchi amici, chiese "Ehi, voi due, che state combinando????". Franz la fissò, guardò Taro, poi rispose "Oh, nulla, è solo che in pratica è venuto a chiedermi la mano di mia sorella...." "EEEEEEEEHHHHHHHHHHHHHHHHHHH?????????????????" urlarono i due, mentre Taro diventava tutto rosso. Franz fece una faccia annoiata "Si, ma ho già accettato, quindi ormai è una storia vecchia" "E bravo Taro !!!" esclamò Genzo, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono, mentre Jody lo fissava con occhi socchiusi "Capisco...." commento "Si, capisco....". Taro mugugnò "Tu capisci fin troppo, per i miei gusti !!!!" esclamò, al massimo dell'imbarazzo, e gli altri tre scoppiarono tutti a ridere. "Allora, queste novità?" esclamò Franz, e Jody sorrise "Volevo proprio chiedere consiglio a voi...." dissa, iniziando a raccontare; e i quattro iniziarono a pianificare la bella sorpresa......

Sanae sgusciò in silenzio nella stanza, cercando di non fare il minimo rumore; erano solo le nove e mezza, ma ciò che le apparve davanti quando entrò fu la figura di Jody che dormiva, girata dall'altra parte. Sospirò di sollievo, allungandosi verso il suo letto......che all'improvviso si spalancò, rivelando, in un putiferio di coperte, lenzuosa e cuscini, i volti sorridenti di Kay e Alex. Sanae le fissò inorridita, con gli occhi sbarrati, come se non riuscisse a recepire ciò che i suoi occhi le comunicavano. Non fece però in tempo a aprire bocca che, in un mare di mugugni seccati, Allenby uscì da sotto il letto "Cavolo, capitano, ma perchè dovevo starci proprio io qui sotto? E' stretto !!!!!" esclamò, cercando di dare sollievo alle articolazioni, mentre Aly spuntava fuori dallo spazio tra quello e il letto di Jody dove, Sanae se ne accorse solo in quell'istante, era sdraiata anche Yayoi, dicendo "Piantala di lamentarti !!! Sei una delle più minute, quindi toccava a te" "E perchè non a Alex o a Kay????" "Perchè loro sono abbastanza brave da stare ferme immobili sotto le coperte, anche se stano strette" puntualizzò Yoshiko alzando il capo al di là del letto di Jody, che aprì gli occhi e si voltò a guardare Sanae con fare malizioso "Beh, direi che ci siamo riuscite...." commentò, mentre Kay saltava quasi addosso alla ragazza ferma davanti alla porta, e Alex urlava "SORPRESAAAAAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" guardandola con fare divertito. La ragazza era infatti sbiancata, arretrando ancora verso la porta, quasi si sentisse in trappola. E aveva pienamente ragione. Jody si appoggiò su un gomito, guardandola negli occhi e chiedendo "Credo sia inutile chiederti dove sei stata fino ad adesso, vero? Che ci dici, allora?". Sanae si guardò attorno, confusa, cercando una via di fuga, mentre le guance le si coloravano di un rosso accesso "Ah....ecco...." "Com'è andata, Sanae????" chiese Kay, con un gran sorriso; la ragazza le fissò "Ma...ma cosa....". Aly si tirò più su, spiegando "Abbiamo deciso di farti un'imboscata....e hanno voluto partecipare tutte. I ragazzi ci sono rimasti male, quando l'hanno saputo, ma penso che tra stasera e domani anche Tsubasa avrà le sue belle sorprese....e allora, com'è andata?" chiese, e Allenby rincarò "Il nostro grande capitano si è finalmente deciso a dirti due paroline????". La stavano fissando tutte....Sanae si focalizzò su Aly, Yayoi e Yoshiko, urlando "Piccole spione traditrici !!!!!" ma non c'era traccia di rabbia effettiva nella sua voce. Sorrideva, guardando il gruppo in crescente aspettativa attorno a lei "E allora? Si è dichiarato?????" chiese ancora Alex, saltando su; era ben evidente che sapevano tutto, perciò capitolò, si inginocchiò vicino al letto e sorrise "Beh....sì !!!" ammise, scoppiando a ridere. E la risposta fece scoppiare un boato di urla "EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Poco più in là, Franz si svegliò di scatto, sollevandosi a metà dal materasso "Ma che....". Yu mugugnò, scocciato "Quelle esagitate.....lo sapevo che sarebbe andata a finire così !!!!" sibilò. Franz rise sommessamente, chiedendosi se raggiungerle. Di certo si stavano divertendo un mondo, e Sanae sarebbe stata interrogata fino alle prime ore della mattina.....poi si lasciò cadere all'indietro in un tonfo "Naaaa.....troppo sonno...." mormorò. Yu emise un verso che somigliava molto a una risata "Saggia decisione !!!!" gli sembrò di sentirgli dire, ma non ne era certo, perchè si era già riaddormentato.

"Jody, si può sapere perchè vuoi andare a scuola di corsa? Siamo in largo anticipo...." chiese Sanae, curiosa, guardando l'amica che correva concentrata davanti a lei. Jody si voltò leggermente, sorridendo "Oggi ricomincio col club, quindi volevo vedere se ero ancora in forma.....e devo anche presentare Kay al club di ginnastica ritmica, e le altre ai vari club....e tu?". Sanae rimase spiazzata dalla domanda "I...io?" "Esatto, tu. Perchè non ti unisci a un club anche tu? Al mio club, magari?" fu la risposta. Sanae si fermò di botto, e Jody la imitò, voltandosi completamente verso di lei "Hai il fisico adatto, e sei molto agile....e hai bisogno di qualcosa che ti impegni, e lo sport sarebbe proprio l'ideale....ora che non devi più stare ogni secondo appiccicata a Tsubasa per sperare che si accorga di te". Sanae arrossì vistosamente, abbassando lo sguardo "Ma....io sono la manager....come..." "Siamo tutte manager" replicò Jody "E tutte apparteniamo o apparterremo a club diversi, con orari e esigenze diverse. Ho fatto qualche calcolo e ho visto che, facendo dei turni, ci saranno sempre almeno due di noi disponibili per il club....senza contare Alex, che ha intenzione di proporsi come manager stabile". Sanae alzò lo sguardo stupita "Alex? E perchè???" chiese senza rendersene conto. Jody sorrise "Perchè Yu non è iscritto a nessun club, e di solito sta con Seta sempai al campo da calcio, nel pomeriggio. Inoltre le piace sentirsi carica di responsabilità, visto che è piccola e vuole dimostrare di essere all'altezza...beh, che ne dici?". Sanae sussultò "Di cosa?". Jody fece un verso esasperato "Di entrare nel mio club....hai il fisico e l'agilità adatte, e ti ci vedo proprio....anche Mya l'ha sempre detto, ogni volta che venivi a vedermi mentre ci allenavamo.....". Sanae ammutolì. Il capitano del club la considerava adatta? "Io...non so, non ci ho mai pensato...." "Perchè ti sei sempre annullata per la squadra e per Tsubasa....ora basta, Sanae, anche lui vuole che tu sia te stessa....e non si tratta di abbandonarli, ovviamente, altrimenti anche io abbandonerei il club". obiettò Jody in tono deciso, con uno strano scintillio negli occhi, che fece riflettere l'amica. Solo in quel momento realizzò veramente che Jody, nel primo semestre, aveva trovato il tempo di entrare nel club, fare la manager, arrivare prima agli esami, litigare con Genzo e stargli sempre attorno....per poi mettercisi insieme.....sorrise "Beh, credo che potrei parlare con Mya, oggi...." sussurrò, e Jody sorrise apertamente "Ben fatto !!!!" esclamò, riprendendo a camminare, ma stavolta con calma. Sanae la seguì, rimuginando, poi domandò "Perchè l'hai chiesto a me, di entrare nel tuo club? Perchè non a Kay, ad Aly o ad Allenby?". Jody stavolta non si voltò "Perchè loro vogliono iscriversi ad altri club....e perchè sei tu la mi amigliore amica, ora". La cartella della giapponese cadde con un tonfo "Co...sa?" sussurrò. Jody si voltò "Voglio un bene dell'anima a tutte le altre, ma sei stata tu quella che mi ha aiutato a ritornare a vivere quando ero disperata....tu mi hai fatto iscrivere al club, mi hai proposto....beh, costretto....a fare la manager, tu mi hai imposto in pratica di stare sempre appiccicata a Genzo....tu mi hai fatto capire di essere innamorata......sei stata tu a ridarmi la vita" concluse imbarazzata. Sanae stava piangendo,e si precipitò ad abbracciare l'amica, che ricambiò di slancio dicendo "Tu non hai preso solo il posto in squadra di Angel....hai riempito anche il vuoto che mi aveva lascicato nel cuore.....". Sanae annuì, stringendo l'amica, che stava piangendo a sua volta, più forte e sussurrando "E tu mi hai aiutato a realizzare il sogno della mia vita...."; piansero, abbracciate, poi Sanae si asciugò le lacrime e ironizzò "Beh, se però me lo chiedi così di unirmi al club....". Jody scoppiò a ridere "Devi ammettere che sono stata convincente....". Sanae si unì alla risata, annuendo, e le due ripresero a correre verso la scuola.

Arrivarono, ancora ridendo, al cancello, e Jody lo superò per prima, voltandosi a guardare l'amica....col risultato che, ovviamente, andò a sbattere contro qualcuno che, altrettanto ovviamente, era Genzo (E altrimenti l'autrice come si diverte? NdA). Il ragazzo si voltò con riflessi ammirabili e la afferrò al volo, impedendole di cadere, dicendo "Ricominciamo, principessa?" con fare irritato e ironico. Lei, sorridendo, gli diede una cartellata in testa, iniziando a correre per il cortile. Lui, furioso, la inseguì, urlando "Piccola peste, vieni qui che ti do una lezione !!!!!!!!!!!!" ma Jody era già scomparsa; Sanae rimase ferma sul cancello, ridendo a più non posso, mentre Alex la raggiungeva ridendo, inseguita da Yusuke. La schivò appena in tempo, ridendo ancora di più, quando sentì un paio di braccia forti stringerla da dietro. Voltatasi di stucco, si trovò di fronte il sorriso dolcissimo di Tsubasa, che la guardava con occhi scintillanti e sussurrava "Buongiorno, manager". Arrossì, mentre i suoi occhi scuri si illuminavano di gioia, rispondendo "Buon...buongiorno capitano". Si fissarono intensamente per un istante, persi l'uno per l'altra, finchè l'urlo di Alex, che stava passando di corsa li vicino per sfuggire ad un Yu abbastanza seccato, li riportò alla realtà. Tsubasa divenne viola e la lasciò andare, e Sanae fece qualche passo, allontanandosi da lui con un vago rimpianto. Dopo un attimo di indecisione, però, lui si sporse e le prese la mano "Andiamo?" sussurrò soprridendo, facendo per avviarsi; ma Sanae non si mosse, e i suoi occhi sembrarono farsi sfocati, mentre uno strano presentimento la pervadeva. "Sanae?" la chiamò lui, fissandola preoccupato, ma in quell'istante la ragazza alzò gli occhi di scatto e si buttò su di lui con tutto il suo corpo, costringendolo ad arretrare verso il bordo del cancello urlando "ATTENTO !!!!!" e facendo in modo che il ragazzo evitasse per un soffio di essere travolto da un turbine urlante dotato di treccia castana. Tale turbine si rivelò essere Kay, spensierata e ridente. Sanae si trovò così appiccicata al petto di Tsubasa, ma non fece in tempo ad accorgersene che anche lui socchiuse gli occhi come se si apsettasse qualcosa, la sollevò da terra e urlò "Attenta !!!!". Appena dietro la sua schiena passò Taro, a una velocità tale che, se solo Tsubasa si fosse spostato un secondo più lentamente, l'avrebbe di certo travolto. Entrambi si voltarono a guardare i due che si rincorrevano, ignari di essere l'una nelle braccia dell'altro. Tsubasa, guardando fisso Taro, chiese "Come hai fatto a sapere che stava arrivando Kay?". Sanae scrollò le spalle "Sesto senso....ormai riesco a percepire il pericolo, quando si avvicina, come Jody....e tu come hai fatto a sapere che Taro ci avrebbe travolto?". Ora fu lui a scrollare il capo "Dove c'è l'una c'è l'altro....conclusione ovvia. Un movimento improvviso mi ha colpito e non ci ho messo molto a capire chi fosse" "E meno male, altrimenti, se tu non mi avessi spostata...." "Si, ma se tu prima non ti fossi buttata contro di me....". In quell'istante i loro occhi si incontrarono, perdendosi nuovamente gli uni negli altri, in un labirinto senza fine............almeno finchè una voce allegra dietro di loro esclamò "E bravo il capitano !!! Ragazzi, guardate, Sanae ce l'ha fatta !!!". La ragazza voltò il capo, scarlatta, riconoscendo il resto della squadra della Nankatsu "Ishizaki !!!!!" urlò, scendendo dalle braccia di Tsubasa e iniziando a rincorrere il ragazzo, che evitava ridendo le sue cartellate, mentre Tsubasa rideva, nel guardare Taro che era a sua volta oggetto delle battutine dei compagni, mentre Kay aveva assalito Jody, che aveva già i suoi problemi a sfuggire a Genzo, che però in quel momento fu investito da Alex, che stava fuggendo da Yu........ Scoppiò a ridere a più non posso, tenendosi la pancia con una mano, finchò le lacrime spuntarono dai suoi occhi, che si fissarono su Sanae, ancora rossa di rabbia e urlante. A darle man forte erano arrivate Yayoi e Yoshiko, insieme a Allenby e Mamoru, anche loro oggetto di battutine e fischi, poichè la storia del concerto si era diffusa. Rimase a guardare il gruppo di amici che si disperdeva ridendo nel cortile, pensieroso. la sua vita, in quei pochi mesi, era cambiata così tanto......guardò ancora una volta Sanae. Era cambiata, sì, ma decisamente per il meglio, e così era per tutti i suoi amici. Impulsivamente, si gettò nella mischia, abbracciando una Sanae imbarazzatissima e aiutando un Genzo in fuga a sfuggire a tre ragazzine infuriate, ridendo a più non posso. Non si era mai sentito così bene, pensò, stringendo la sua ragazza più forte che poteva.........ma una figura che osservava la ragazza dall'alto, precisamente da una finestra del terzo piano, gli ricordò che non era ancora finita. Il sorriso scomparve, lasciando il posto ad un'espressione decisa, i suoi occhi incontrarono quelli dell'altro ragazzo, leggendovi e raccogliendo una sfida che durava da tanto, troppo tempo, e che non poteva più aspettare..........in cui la posta in gioco era troppo alta per poter perdere: la sua felicità presente, passata e futura, la sola cosa che gli rendesse la vita degna di essere vissuta, la sola persona che avesse sempre vissuto solo per lui: in una parola, Sanae. Tsubasa fissò direttamente Kanda, che si stava allontanando dalla finestra con fare irritato, pensando che quella era una questione che doveva assolutamente sistemare.....

Note dell'autrice:

Allora, il primo appuntamento è quello di Jody e Genzo, ovviamente, ma il primo bacio non penso proprio....infatti si riferisce a Taro e Kay, anche se non è stato solo un bacio....ehmehm, coff coff ^/////^. Vabbè, per il resto i nostri amici cominciano a non pensare più al calcio, e questo è positivo e......ah, la scena di Taro che va a 'confessarsi' con Franz......beh, non cvredo che nessuno lo farebbe, ma mi pareva carino.....il povero Franz non sapeva più che dire....comunque.....mi è piaciuta molto, Taro è troppo dolce come personaggio !!!!! Ciao ciao

Alewen

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Capitolo 23
*** Si ricomincia....anche coi litigi !!!!!! ***


Capitolo 22: Si ricomincia.....anche coi litigi !!!!!

 

"Allora, Jody, hai detto che dovevi parlarci?" chiese Mya sorridendo alla ragazza che, vestita col body azzurro e bianco che costituiva la divisa del club, aspettava il capitano trattenendo a stento vicino a sè una Kay troppo esaltata e una Sanae impaurita che cercava ad ogni istante di scappare. Affianco a lei c'era Yayoi, silenziosa e con gli occhi chiusi. Sembrava che si stesse ripetendo il motivo che l'aveva spinta lì, che stesse cercando di convincersi da sola, prima di espodere in un mare di preoccupazione come Sanae. Jody sospirò. Per fortuna Mya era arrivata, affiancata dal capitano del club di ginnastica ritmica, perciò la ragazza non perse tempo e iniziò a spiegare "Ecco capitano, ti presento i nuovi acquisti dei nostri club. Questa è Kay Galway, vorrebbe iscriversi al club di ginnastica ritmica; ha già esperienza di questo sport, in Germania era considerata una giovane promessa.....questa invece è Yayoi Aoba, appena trasferitasi qui da Tokyo. Anche lei vorrebbe iscriversi al club di ginnastica ritmica". Il capitano del club, una bella ragazza di terza dai lunghi capelli scuri, di nome Yaeko, squadrò le due, notando il loro fisico agile e sottile; si soffermò poi sugli occhi di Kay, che sfavillavano carichi di eccitazione e di voglia di cominciare. Le sfuggì un sorriso, mentre passava a Yayoi, sul volto della quale invece si leggeva chiara la tensione; gli occhi verdi della ragazza squadrarono spaventati il nuovo capitano, che la fissava pensosamente. Infine, Yaeko annuì "Beh, direi che potete farci vedere ciò di cui siete capaci" sentenziò, e un sorriso tremulo si disegnò sul volto di Yayoi, mentre Kay saltellava. Le due si avviaronoin silenzio verso la pedana dell'area riservata al club di ritmica; lungo la strada, Kay afferrò un nastro azzurro che si trovava li per terra, mentre Yayoi raccoglieva una graziosa palla rosa e delle clavette bianche con la riga rossa. Jody e Sanae si avvicinarono di corsa per osservare, seguite da Mya, proprio nel momento in cui una musica, scelta da Yaeko, che silenziosamente si era spostata vicino allo stereo, partiva. Jody riconobbe la melodia: era "Your song" di Elton John ricordò, poi spostò la sua attenzione sul Kay, notando che aveva chiuso gli occhi e stava iniziando a muoversi con la leggerezza di un angelo, facendo vorticare il nastro azzurro con grazia indescrivibile. Senza vederlo, Sanae percepì che l'attenzione di tutte le atlete nella palestra era stata monopolizzata dalla ragazzina dalla treccia castana, che sembrava essersi completamente fusa con la musica che proveniva da un punto imprecisato alla loro sinistra. Non poteva essere altrimenti, pensò divertita, quando lei stessa non riusciva a staccare gli occhi dalla figuretta danzante; le sembrava quasi che il tempo in persona si fosse fermato, troppo affascinato dalla bravura di Kay per ricordarsi di scorrere, o forse desideroso che continuasse a danzare all'infinito......finalmente la canzone finì, e un applauso fragoroso riempì la palestra. Kay sorrise, riaprendo gli occhi e abbassando con grazia le braccia; Yaeko si avvicinò, battendo le mani "Niente male, davvero niente male....complimenti, non era una coreografia facile". Kay scrollò il capo "Non sono ancora in forma perfetta, ma posso recuperare in fretta". Le sue parole lasciarono leggermente spiazzato il capitano "Non era in forma????" pensarono tutte, contemporaneamente. Yaeko la fissò, finendo poi per sorridere "Beh, sta certa che ti riporteremo in forma, con un paio di allenamenti intensivi. Ora però" e spostò lo sguardo su Yayoi "Tocca a te" disse. La rossa rabbrividì sotto lo sguardo di quegli occhi scuri. Come, come avrebbe potuto mai eguagliare la bravura di Kay, si chiese. Sentendo lo sguardo di tutte fisso su di lei, salì tremando in pedana e strinse la palla con tutte le sue forze. Non poteva farcela.....non poteva "Ora faccio partire la base, va bene?" sentì che le chiedeva la voce di Yaeko. Non rispose, non fece neppure un cenno. Era in preda al panico più completo "Mio Dio, non ce la farò mai.....". La base partì........"Ma...ma cosa....". Yayoi spalancò gli occhi. Conosceva quella canzone !!!! Era durante quella canzone che, alla festa per la fine del campionato. Jun l'aveva invitata a ballare e le aveva detto......

 

......qualunque cosa succeda, quando torneremo a casa, tu sarai sempre con me, e io sempre con te....perchè non sopporterei di starti lontano nemmeno per un secondo.....sei parte di me, Yayoi......

 

Lui era con lei, anche in quel momento !!!!! Quel pensiero le diede forza, e senza nemmeno rendersene conto il suo corpo iniziò a muoversi, sicuro, deciso; il braccio sinistro si alzò con grazia, facendo roteare la palla, mentre il busto vorticava velocemente, accompagnando il volo della palla che ricadde sull'altra mano, tesa e pronta ad intercettarla. Yayoi la afferrò bene e girò su se stessa, compiendo un salto perfetto. Non sembrava più lei. Stava esprimendo tutta la sua gioia, i suoi ricordi, il suo amore in quella danza. Sentì lontanamente l'attenzione delle altre intensificarsi, ma non ci fece caso. Nella sua mente stava ballando per Jun, solo per lui. Il resto del mondo non esisteva. Le clavette, che le comparvero in mano all'improvviso, volarono in aria, quasi le avesse lanciate un fantasma, poi un nastro rosso apparve a circondare la ragazza, descrivendo cerchi gioiosi, come se lei li stesse irradiando con l'ardore che la pervadeva.

 

"Quella....sarebbe Yayoi? Ma se finò a un secondo fa non si muoveva nemmeno....cosa le è preso?" chiese Sanae, esterefatta. Jody scosse il capo "Mah....fose è la musica" "La musica?" "Questa canzone" Jody alzò un dito a indicare il cielo "E' You can't hurry love di Phil Collins " "Una delle ultime canzoni che lei e Jun hanno ascoltato insieme....ci scommetto la camicia se non sta pensando questo" aggiunse tra sè e sè. Ma Sanae non ebbe il tempo di fare altre domande. i suoi occhi si erano di nuovo incollati sull'amica, quasi non volesse perdersi un solo movimento della sua esecuzione; sembrava però aver compreso cosa passava per la testa a Yayoi, poichè un sorriso enigmatico le comparve sul volto.

La canzone stava finendo. Yayoi spiccò un balzo, seguendo la gioia che la musica comunicava al suo cuore. Recuperò la palla e la tenne stretta quasi fosse un bambino.....

Non sentì la musica finire, non si accorse nemmeno di essere ferma. La sua mente era totalmente altrove....perciò rimase ben sconvolta quando un applauso scrosciante si sollevò nella palestra. Aprì gli occhi, esterefatta, solo per vedere Jody che le saltava al collo e urlava "Sei stata unica !!!! Fantastica, eccezionale !!!!! Sembravi una libellula, una fata !!!!!". La ragazza non sapeva che rispondere, ma non ce ne fu bisogno, perchè anche Kay e Sanae corsero ad abbracciarla con enfasi, e Yaeko dovette farsi largo a forza per guardarla in faccia e dire "Beh, una sorpresa dopo l'altra !!!! E loro hanno ragione, sei stata veramente fantastica !!!! Benvenuta nel nostro club !!!!". Un sorriso di gioia pura si aprì sul volto della ragazza, che annuì e strinse la mano al capitano, ridendo. Si sentiva, per la prima volta da molti giorni, davvero felice. Jody e Sanae, affiancate da Mya, appaudivano vigorosamente la loro amica; quando Yaeko ebbe condotto le due nuove arrivate presso gli attrezzi, consegnandone alcuni e spiegando che avrebbero dovuti comprarli al più presto, Mya si voltò verso Jody "Ora dobbiamo ricominciare anche noi" sentenziò, e la ragazza annuì. Il capitano si avviò, mentre Sanae lanciava un'occhiata spaventata a Jody, che si protese verso Mya chiedendo "Capitano, credi che in magazzino ci siano ancora divise di taglia media - piccola?". Mya la guardò interrogativamente, poichè in quell'istante Jody l'aveva indosso, la sua divisa, e questa sembrava perfettamente a posto e in ordine, quasi nuova. "Beh, penso di sì, l'altro giorno la manager mi ha assicurato che aveva fatto rifornimento.....perchè?" rispose. Jody fece un sorriso enigmatico, afferrò Sanae per un braccio e se la tirò vicino "Credi che Sanae abbia più o meno la mia taglia? Sono convinta che il nostro body le donerà molto....sta benissimo con l'azzurro" affermò. Mya le squadrò per un po', prima che il significato recondito di quelle parole le fosse chiaro "Vuoi dire....vuoi dire che hai deciso di unirti al club? davvero Nakazawa???? Davvero????" esclamò, afferrando le mani di Sanae, che esitando rispose "Beh....sembrerebbe di sì...." lanciando un'occhiata a Jody, che stava faticando a trattenersi dal ridere. Mya aveva gli occhi sfavillanti "Beneeeeeeeeeeeeeeeee !!!!!!!!!!!!! Allora corri alla sede del club e chiedi alla manager di farti firmare il modulo e di darti il body. Ti voglio qui entro dieci minuti, Nakazawa". Sanae annuì, avviandosi. Poi però si fermò e, voltandosi, disse "Senpai, posso chiederti solo una cosa? Ho notato che chiami Jody per nome.....non potresti farlo anche con me? Nakazawa mi sembra così formale.....". Mya sorrise "Va bene....ma smettila con quest 'Senpai'. Per te ora sono 'Capitano'". Sanae sorrise, sollevata "E ora corri !!!!" esclamò Mya, "Si, capitano !!!!" rispose Sanae, e sparì. Jody fissò ironica il capitano, che ricambiò lo sguardo maliziosamente "Ti piace proprio sorprendermi, eh? beh......meglio così !!!!!" disse, dandole un colpo leggero sulla testa, che Jody schivò abilmente "Corri sulla trave, tu, avanti !!!!!". Jody annuì e ridendo salì sull'attrezzo. Era alle prese con una rovesciata lenta e difficile quando Sanae ritornò, vestita esattamente come lei, e aspettò che avesse finito per provare a sua volta. Con molta sorpresa di Mya, ma ancor di più sua, vi riuscì senza sforzo, e ben presto prese a fare gli stesi esercizi di Jody con poca difficoltà, magari all'inizio impacciata, ma via via più sciolta, sicura e.....felice.

 

"Mister, dove sono le manager?????" chiese Tsubasa a gran voce, guardando accigliato la panchina, dove Alex e Yoshiko stavano lavorando di gran lena. L'allenatore le fissò per un secondo, prima di voltarsi di nuovo verso di lui e dire "beh.....sono lì, Tsubasa" in tono vagamente sorpreso. Tsubasa assunse un'aria arrabbiata "No !!! Volevo sapere dov'è San....cioè, Nakazawa-san" spiegò, arrossendo. Sentì un colpo sulla spalla e sì voltò, solo per vedere Genzo che lo fissava ridendo sommessamente "Ti manca già la tua Sanae, vero Tsubasa ????". Tsubasa divenne viola "MA...MA COSA....GENZO !!!! CHE CAVOLO DICI?????" urlò, in preda all'imbarazzo. Genzo rise apertamente, poi afferrò l'amico di sussurrò "E sì, è dura non averla sempre vicino......certo che è stata ben costante, un'altra si sarebbe già stufata di aspettarti.....comunque, se vuoi sapere dov'è, io andrei a dare un'occhiata nella palestra di ginnastica artistica.....Jody mi ha detto che Sanae si sarebbe iscritta al club". Tsubasa sbarrò gli occhi "Ma a lei me non ha detto nulla del genere....". Sembrava un bambino a cui fosse stato tolto un giocattolo appena ricevuto. Genzo sorrise "Sì, perchè nemmeno Sanae lo sapeva, almeno fino a stamattina.....ehi.....". Tsubasa era già sparito, era un puntino lontano che correva a più non posso verso la palestra. Genzo sospirò "Lo sapevo....quello va in cerca di guai....meglio seguirlo....."

 

Sanae stava eseguendo una verticale perfetta sulla trave quando la porta si spalancò con un gran boato e Tsubasa entrò, urlando "Sanae !!!! Dove ti sei cacciata ??????". La ragazza, distratta dall'entrata del ragazzo e dal suo tono arrabbiato, alzò lo sguardo e per poco non cadde, sostenuta a stento da Jody e Mya che, rivonoscendo colui che era entrato e prevedendo la reazione di Sanae, si erano lanciate verso di lei per aiutarla "Uffa, lo sapevo...." sospirò Jody, mentre Mya non sapeva se scoppiare a ridere o mostrarsi arrabbiata col nuovo arrivato. Sanae scese, tremante, e si voltò a guardarlo "Tsu....Tsubasa...." mormorò, impaurita. Lui, individuatala, le andò incontro ed esclamò, con gli occhi neri che scintillavano "Si può sapere che ti passa per la testa? Gli allenamenti sono iniziati, posso sapere che ci fai qui ?????????". La povera ragazza, spaventata da un tale scoppio d'ira, non riuscì a replicare; le lacrime le salirono agli occhi, e cercò di asciugarle senza farsi notare. Calò un silenzio pesante, almeno fino a quando Jody non spuntò da dietro di lei, dicendo in tono malizioso "Tsubasa, che tu non fossi uno molto intuitivo lo si sapeva, ma fino a questo punto.....vestita così, secondo te che sta facendo qui?". Il ragazzo lanciò un'occhiata sorpresa a Jody, poi tornò a fissare Sanae, notando solo in quel momento del body che la ragazza indossava. Arrossì di botto, esclamando "Ma....ma cosa ci fai vestita in quel modo?????". Sanae assunse un'espressione irritata. Possibile che fosse stupido fino a quel punto?. Scattò in avanti "Secondo te? Mi sto allenando, Tsubasa. Una parola che dovresti conoscere bene, visto che è stata la tua unica occupazione negli ultimi 17 anni......e fa caldo, e devo fare movimenti difficili, quindi il body è necessario......sono entrata nel club di ginnastica artistica, Tsubasa !!!!!" terminò, voltandogli le spalle, arrabbiata. Lui rimase senza parole, mentre gli occhi percorrevano il corpo snello di lei che il doby non faceva altro che evidenziare. Una rabbia gelida lo pervase "Va a vestirti !!!!!" intimò, e Sanae si voltò di scatto con le guance in fiamme "Che cosa??????" esclamò, fissandolo arrabbiata almeno quanto lui. Tsubasa rincarò "Vestita così....ani, svestita così....non farai altro che attirare dei poco di buono. Vai a coprirti, SUBITO !!!!!!" arrivò ad urlare le ultime parole, e Sanae sgranò gli occhi. Il suo tono assunse una sfumatura letale "Scusa? Mi stai dando degli ordini? Credi forse che il fatto che sei il mio ragazzo ti dia questo diritto? Beh, toglitelo immediatamente dalla TESTA !!!!!". Tsubasa alzò ancora la voce "Se pensi di stare qui a dare spettacolo, scordatelo. Sei la mia ragazza, appunto, quindi fai quel che ti dico, ORA !!!!" disse tutto d'un fiato. Sanae tremava, i pungi stretti spasmodicamente; alzò la testa di scatto, facendo volteggiare i capelli scuri "Ti ho aspettato per anni, Tsubasa.........ma non per farmi trattare come una serva !!!!!!! Se credi di poter disporre di me come ti pare, se è questo che pensi, puoi anche andartene subito.....SPARISCI !!!!!!!!!!!!" Jody e Mya sobbalzarono a quell'urlò, almeno quanto Tsubasa. Il ragazzo, che non sapeva più che fare, rimase a fissare Sanae con aria inebetita, mentre lei si voltava e spariva. All'ultimo si riscosse e la afferrò per un braccio "Aspetta....". Il movimento della ragazza fu fulmineo "Nono mi toccare......" si voltò così velocemente che non la videro neppure, e la sua mano calò con forza sulla guancia di Tsubasa.....SCIAFF !!!!!!. Il poveretto rimase immobile, tenendosi la mano sul livido rosso che gli solcava la suddetta guancia, mentre lei scappava, in lacrime. Fu Jody a fermarla, parandolesi davanti e esclamando "Ora finitela di fare i cretini, tutti due !!!!! Tu, brutto stupido, smettila di fare il geloso. Sanae ha deciso di fare uno sport e dedicarsi ad esso, proprio come tu hai fatto per gli ultimi 17 anni.....e tu calmati, non è la fine del mondo....e poi mi pare ti sia vendicata....guarda che livido......". Una risata decisa partì da un punto imprecisato alla sua destra. Guardano, vide stupita che era stato Genzo, che si stava avvicinando a loro con aria alquanto divertita "Grande !!! Sei riuscita a far litigare una coppia di appena un giorno, e che per giunta ci ha messo anni a mettersi assieme.......complimenti !!!!". Jody gli fece una smorfia "A parte che è merito mio e degli altri se si sono messi insieme.....mica è stata colpa mia !!! E' tutto merito del campione qui presente; che ci posso fare se è geloso......e poi, tu che ci fai qui, scusa?". Genzo si massaggiò la nuca "Eh? E' che ho detto io a Tsubasa che Sanae era qui.....e ho pensato che era meglio se gli evitavo di combinare casini....". Jody gli lanciò un'occhiata esasperata "Oh, sei stato di molto aiuto, davvero !!!!!!!!!". genzo ridacchiò "Su, Tsubasa, credo sia meglio se ce ne andiamo...." "Però....però.....lei......io non voglio che....." esclamò l'altro, disperato, guardando sanae che gli rivolgeva ancora le spalle, e che si girò, arrabbiata, fulminandolo "Tsubasa, io NON SONO UN OGGETTO DI TUA PROPRIETA', METTITELO IN QUELLA ZUCCA VUOTA !!!! DI POSTO LI DENTRO NE HAI, FIN TROPPO !!!!!!!!! SMETTIL----" "Ehm....scusate....se riprendiamo l'allenamento, per voi va bene?" chiese con tono ironico Mya, che si era goduta tutta la bella scenetta appoggiata alla parete. Jody, Sanae, Genzo e Tsubasa la fissarono, come chiedendosi chi fosse e cosa ci facesse lì, poi annuirono vigorosamente "Sì, certo, subito !!!!!!!!!!!" esclamarono tutti in coro. Genzo afferrò Tsubasa per la collottola e lo trascinò fuori dalla palestra "Ci vediamo dopo, venite al campo che torniamo a casa insieme !!!!" esclamò, e Jody lo saluto sventolando la mano "Va bene !!!!" esclamò. Sanae tornò senza una parola sulla trave, arrabbiata nera, mentre Mya osservava stupitra Jody, chiedendo "Ma a casa tua è così tutti i giorni?". Jody scosse il capo "Oh, no, molto peggio !!! pensa che ci sono sei coppie più o meno formate e due che aspettano che i loro ragazzi tornino qui....." spiegò, per poi andanrsene trotterellando seguita dallo sguardo incredulo del suo capitano.

 

"Ehi, ragazziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Una voce squillante si rivolse all'improvviso al gruppetto di giocatori e manager varie che stava chiaccherando vicino al cancelletto d'ingresso al campo. Genzo, che stava discutendo con Schester di un nuovo schema difensivo che avrebbero potuto provare il giorno dopo, si voltò con un sorrise, salutando Jody che si avvicinava seguita da una Sanae ancora imbronciata. Tsubasa si fece avanti, cercando di scusarsi, ma la ragazzoa voltò il capo dall'altra parte, sbuffando. Kay, che aveva assistito alla scena visto che anche lei si allenava in palestra, sorrise di nascosto, incontrando lo sguardo di Yayoi, mentre gli altri si chiedevano che fosse successo. Camminarono chiaccherando tutti insieme fino al ben noto incrocio, poi la ragazza si avviò a grandi passi nella stradino adi destra, dicendo "Beh, io ho una fretta terribile, ci vediamo domani". Genzo lanciò un'occhiata a Taro e diede una spinta poderosa a Tsubasa, che incespicò in avanti, si voltò a guardare confuso gli amici ( Di cui tre quarti lo minacciarono di morte se non l'avesse rincorsa....NdA) e iniziò a correre, urlando "Sanae !!!! Aspettami !!!!!". La ragazza non si voltò nemmeno, ma lui la raggiunse e iniziò a parlare velocemente. Kay guardò taro "Dobbiamo seguirli?" chiese maliziosa. Il ragazzo, cercando di dominare il rossore che lo assaliva ogni volta che fissava la brunetta (Ancora? Ormai dovresti esserci abituato !!!!!!! NdA. Ehm...però....NdTaro Ehi, autrice !!!! Lascia in pace il mio Taro !!!!NdKay Ehi.....qui voi non potete iniziare a andare in giro da soli !!! Torna subito li dentro !!!!!! NdA Ma non è giusto !!!! NdKay Senti, se non torni li dentro spedisco Taro in Francia da una vecchia amica di nome Azumi..... NO !!! NONONONO!!!! Va bene, va bene, torno subito dentro....NdKay Però, secondo i diritti per le pari opportunità per i personaggi delle fanfiction.....NdJody E tu piantala di rompere, oppure Genzo torna dritto drtitto in Germania e Richard torna qui !!!!!!!!! NdAutrice_perfida Ah !!! Ehmmm...oh.....ok.....NdJody che torna a velocità warp nella ff) ma fu genzo a rispondere, fissando i due che si allontanavano "No, adesso sta a Tsubasa risolvere il problema che ha creato con le sue mani....oppure non ne verremo più fuori". Jody gli lanciò un'occhiata indecifrabile, ma lui si limitò a fare il suo solito sorrisetto sprezzante alla Han Solo, la afferrò per la mano e si avviò verso casa di lei "Allora, andiamo?" urlò, e gli altri, staccando a malincuore lo sguardo dal capitano e dalla manager, li seguirono.

 

"Sanae, rispondimi, ti prego.....ho detto che mi dispiace......". La ragazza non dava segno di accorgersi nemmeno della sua presenza. Tsubasa, disperato, le afferrò entrambe le braccia e la costrinse a voltarsi. Rimase quasi schiantato dallo sguardo gelido che i suoi splendidi occhi neri gli rivolsero, ma si costrinse a parlare "Ecco io...senti, mi sono comportato da vero cretino. E' che non mi va giù che tutti possavo vederti.......sono ben felice che tu faccia uno sport....cioè, è strano non vederti sempre in campo come prima, enon posso negare che mi dispiaccia.......ma non è questo il punto, io non ho nulla contro la tu adesiose al club, anzi ne sono felice, è solo che..........cioè, per me è già una sofferenza vedere come ti guardano di solito gli altri ragazzi....figurati così.....". Sanae si addolcì un poco. In fondo era sempre il solito sciocco. Un dolcissimo sciocco "Beh...." iniziò, ma lui la interruppe "Però, se tu vuoi fare ginnastica io....beh, non te lo impedirò di certo...solo...ecco...se succede qualcosa, tipo se qualcuno ti importuna....beh....dimmelo". La ragazza si trattenne dall'abbracciarlo. Era così bello con quell'espressione da cucciolo ferito.... "Va bene" rispose in tono neutro, avviandosi di nuovo con passo deciso. Potè sentire distintamente il sospiro deluso di lui, e nascose un sorriso a stento. Cammincò ancora un po', poi si voltò, fissandolo intensamente. Era ancora immobile nel punto in cui lo aveva lasciato, la testa china, gliocchi nascosti, l'espressine che esprimeva sconfitta. Sorrise apertamente "Beh, andiamo?" disse, come se non fosse successo nulla. Il ragazzo alzò di scatto la testa, fissandola incredulo. Lei gli fece un cenno "Non vorrai che torni a casa da sola, è quasi buio !!!" esclamò, e lui, risvegliandosi dal torpore nel vederla incamminarsi di nuovo, si affrettò a correrle al fianco, sorridendo gioioso, come se avesse ricevuto un regalo enorme e atteso. La ragazza si trattenne a stento dal ridere nel vedere la sua espressione felice, e insieme si incamminarono chiaccherando. "Questa gliela devo raccontare....appena arrivo a casa telefono a Jody....."

 

Inrealtà fu Yoshiko a rispondere al telefono, in quanto Jody era sotto la doccia in quel momento, ma Sanae era talmente di buon umore che non ci badò e raccontò tutto l'accaduto alla ragazza, che corse a riferirlo agli altri. Jody stava uscendo dalla doccia, pochi minuti dopo, quando però il telefono squillò di nuovo. Pssandoci di fianco, sollevò la cornetta e disse distrattamente, tendendo l'orecchio alle risate che giungevano dal salotto "Pronto.....". Sentì dei passi, ma non ci fece caso, sorrpesa nel sentire quella voe nota "Hikar-----". Yoshiko apparve nel pianerottolo, e la ragazza si interruppe appena in tempo. Coprì la cornetta con una mano e sussurrò "E'....è Mya. Vuole concordare un allenamento speciale". L'amica annuì, senza il minimo dubbio, e si allontanò, diretta verso la sua stanza. Jody sospirò, poi sussurrò "Aspetta. vado in camera", premette uno dei tasti e si chiuse in camera sua che, ora che Sanae non c'era, era di suo escusivo dominio. Prese il cordless che suo zio aveva fatto installare due giorni prima, come primio per il risultato dell'esame, premette un pulsante e si sedette sul materasso "Hikaru, che sorpresa. Non mi aspettavo di sentirti....." disse a bassa voce (La prudenza non è mai troppa. NdA). Dal telefono le giunse una voce allegra, spensierata "Si, è che ho appena avuto notizie di Jun, e abbiamo deciso che....."

 

Aly stava ridendo a crepapelle insieme a Yoshiko e Allenby, quando un urlo, proveniente dal piano di sopra, le sorprese "CHE COSA???????????????DOMANIIIIIIIIIIIII ?????????????????" . Kay cadde qusi dalla poltrona su cui era sdraitata a metà per il colpo, e si rialzò a fatica, dicendo spaventata "Ma...era la voce di Jody.....con chi parla? Dovrebbe essere sola.....". Yoshiko guardò trqnaquilla le scale "Oh, è al telefono con Mya. Stanno mettendosi d'accordo per un allenamento straordinario, mi ha detto.....". Allenby, intenta a fissare la scacchiera sulla quale lei e Franz stavano facendo una partita di scacchi, alzò il capo incerta e chiese "E perchè urla a questo modo?". Alex, passandole dietro, ipotizzò "Magari ha un impegno con Genzo, domani.....". Allenby emise un grugnito in risposta; Yoshiko scosse le spalle "Potrebbe essere.....era piuttosto agitata quando ha riconosciuto la voce" "Allora farebbe meglio ad andare ad allenarsi" sentenziò. Kay scoppiò a ridere "Allenby, eppure credevo che iniziassi a trovarlo simpatico". la biondina non alzò il capo "Simpatico quello scemo? Ma fammi il piacere kay !!!!". Franz rise, imitato da Alex e dala sorella, mentre Yoshiko continuava tranquilla a cucire i suoi pantaloncini che si erano rotti. Non si accorse così dello sguardo indagatore di Aly, che la stava scrutando dalla prima volta che aveva parlato. Aveva il vivo sospetto, e non sapeva nemmeno lei perchè, che Jody non stesse affatto parlando con Mya.......

 

"Aspetta....dove staresti andando vestita così tu, scusa?" chiese Yu, guardando la sorella che, in canotta senza maniche e pantaloncini era schizzata fuori dalla porta a velocità esagerata. la ragazza si voltò e lo fissò, i capelli raccorti sbrigativamente in una coda trattenuta da forcine "Devo andare da Sanae....ho bisogno di lei, deve venire qui.....anzi, meglio se dorme qui.....". Il ragazzo si appoggiò allo stipite della porta "ma se è rimasta qui fino a ieri" le fece notare, ma la sorella aveva lo sguardo perso, come se stesse pensando a tutt'altro "Sì, ma deve venire....ho bisogno del suo aiuto....devo andare !!!!" rispose; Yu si chiese se si fosse veramente resa conto di chi era il suo interlocutore. Sospirando, la fermò prendendola per un polso, e quando lei si voltò per ribellarsi, le disse in tono perentorio "Ora ascoltami. Se ti lascio uscire vestita così Wakabayashi mi ammazza....se prima non lo fa lo zio....per cui aspetta qui cinque secondi che prendo la moto e ti accompagno io da Sanae, capito?". Jody lo guardo con immensa riconoscenza, e il ragazzo si diresse verso il garage, tornando poco dopo con la morto scintillante. tese un casco alla sorella, che se lo allacciò in fretta, ne indossò uno a sua volta e salì, aspettando che lei si fosse sistemata dietro di lui. Poi partì. Jody, che si teneva alla sua vota, chiese "Non mi chiedi nulla?" in tono scherzoso, e lui rise "No, perchè se devi andare dalla tua amichetta così di corsa stai pur certa che stai combinando un gran casino, e meglio per me se non so nulla. Inoltre ho una mezza idea di ciò che ti sta passando per la testa, e credo che i prossimi giorni saranno interessanti.....". La sorella si appoggiò alla sua schiena, mentre la moto accellerava, dicendo "A volte tu sai troppo.....". Lui emise un risolino, soffocato dal casco "Per tenerti sotto controllo è sempre troppo poco, credimi...a proposito, questo posto ti ricorda nulla?" disse ironicamente; Jody notò che stavano costeggiando il campo da calcio dove aveva visto per la prima volta Tsubasa, taro e....genzo. Lieta che il casco nascondesse il ropssore che le era salito alle guance nel ricordare l'episodio, rispose "Certo !!!!!". e lui accellerò ancora, ridendo. Jody sorrise. Suo fratello non sapeva - e se Dio voleva non avrebbe MAI saputo- che quel giorno, quando l'aveva trovata, lei aveva appena insultato, fatto un gol ed era precipitata sopra al SGGK..........

 

"Sanae !!!! Ho bisogno di aiuto !!! Domani.....ehi, ma che sono queste valigie? Sany?" chiamò Jody, entrando di corsa nella casa dell'amica. Apparve la signora Nakazawa, indaffarata e pallida "Oh, sei tu Jody cara. Sanae è in camera sua.....si è chiusa dentro e non vuole parlare a nessuno......". Jody guardò la casa, ridotta a una baraonda, spoglia e piena di valigie "Ma...non starete...partendo !!!!!" esclamò, mentre anche Yu entrava e si fermava sorpreso a guardare il caos. La signora fece un sorriso tremulo "Beh, mio marito deve trasferirsi all'estero per lavoro, e io devo seguirlo, capite....ma Sanae...ecco, lei.....non ne vuole sapere.....io....lo so che la squadra le mancherà, e la scuola, e la ginnastica artistica...ma ha detto che non capisco nulla e che lei non se ne vuole andare perchè....e poi è scappata. Jody, se ci vuoi parlare tu....". La signora parlava al vuoto. Jody stava già salendo le scale. Sapeva bene qual'era stato il primo pensiero di Sanae alla notizia "Tsubasa !!!!".

Quando fu sparita, Yu guardò la signora e disse "Signora, con tutto il rispetto....non credo sia una buona idea allontanare Sanae dai suoi amici e dalla sua vita proprio in quest'età così delicata.....". La madre di Sanae lo fissò preoccupata "Già....lo temo anche io....ma che posso fare? Non vorrei altro che far felice la mia bambina, ma non posso lasciarla qui da sola....oh, ma non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami, ragazzo....immagino tu sia il fratello di Jody....." disse, sorridendogli lievemente. Il ragazzo annuì e fece un inchino rispettoso "Esatto signora. Il mio nome è Yusuke Tachikawa. E, se mi permette, potrei forse suggerirle una soluzione ottimale che di certo a momenti passerà nella testa della mia tremenda sorellina....."

 

"Sanae !!!! Aprimi !!! Sono Jody !!!!" urlò la ragazza, battendo i pugni sulla porta di legno per farsi aprire. Apparve all'improvviso una Sanae sconvolta, il volto pallido e tirato segnato da infinite lacrime. Le due amiche si guardarono sconcertate l'un l'altra per qualche secondo, un tempo che parve però loro inetrminabile, poi senza nemmeno ragionare si trovarono l'una nelle braccia dell'altra. Jody strinse Sanae, che aveva ricominciato a singhiozzare, più forte che potè, sussurrando "No....no !!! Non posso permettere che ti portino via.....non ce la farei da sola !!!!". Sanae la prese per mano e la trascinò nella stanza, chiudendo con un calcio la porta

"Jody....oh, perchè proprio ora? Ora che io e Tsubasa....ora che ci siete voi....ora che io sono veramente io !!!!!". Urlò, coprendosi il volto con le mani. Jody rimase ferma in piedi al centro della stanza "E non ora che io ho trovato un'amica come te....senti, Sanae, scappa !!!!". La ragazza dai capelli scuri alzò gli occhi del medesimo colore, che ora avevano assunto un'espressione molto sorpresa "Cosa?" sussurrò incredula, ma Jody aveva un'espressione molto convinta mentre ripeteva "Devi scappare !!! Scappa e vieni a casa mia. Avviseremo i tuoi quando se ne saranno andati, oppure diremo loro che non te ne andrai. Davvero, Sanae, vieni a stare da me....ti prego....con tutte le altre....come è stato fin'ora....non rinunciare al tuo sogno, Sany". A quelle parole la ragazza prese la sua decisione e annuì. Velocemente, le due ragazze raccolsero le poche cose che c'erano ancora nella stanza. "Ma dove sono i vestiti e tutto il resto?" chiese Jody, guardando l'esile fagotto che avevan radunato. Sanae sospirò "Di sotto, nelle valigie" spiegò, e Jody si lasciò sfuggire un gemito. Sospirò "E va bene, manderemo Yu a prenderle, oppure verrò io.....accidenti, YU !!! Ero venuta con lui....Sanae, dobbiamo muoverci !!!!" esclamò, voltandosi di scatto "Yu è venuto qui con me, e di certo capirà ciò che sto per fare....quello sa sempre tutto...dobbiamo muoverci !!!!". Afferrò le lenzuola, le legò tra loro e le gettò dalla finestra, a mo' di corda. FGettò poi dulle spalle il fagotto, avvolto in un lenzuolo "Andiamo !!!" esclamò, posando il piede sul davanzale. Sanae la fissò sconvolta "Vuoi uscire da lì? Ma sei impazzita !!!" urlò. Joy si voltò a metà "Vuoi che ci scoprano? Questa è l'unica via.....avanti !!!" Si diede uno slancio con le braccia e si lanciò fuori, afferandosi alla corda e scendendo pian piano. Sanae la seguì, tremante. E stava andando tutto bene, quando....

 

".....perciò che ne direbbe di lasciarla da noi?" concluse Yu sorridnedo. La donna lo fissò incerta "Oh, Yusuke, certo sarebbe una buona soluzione ma....beh, se per i tuoi zii andasse bene devo dire che sarei sollevata....ma che sono questi rumori? Sembrerebbe quasi che qualcuno si stia calando lungo il muro di fuori......" disse preoccupata. Le sue parole fecero scattare un campanello d'allarme nella testa del ragazzo, che imprecò sottovoce e si precitò verso la porta d'ingresso "Quella piccola STUPIDA !!!!!" urlò, spalancandola e correndo fuori verso la parete laterale. Alzò gli occhi e vide subito due figure che si calavano sorreggendosi a una corda dalla tenuta dubbia. Una aveva un fagotto sulle spalle, e la sua attenzione si focalizzò proprio su di essa. "JODY !!!!!!" urlò, e la ragazza fece l'errore di distrarsi e guardare verso di lui "Yus----" fece in tempo a dire, prima che la corda si sciogliesse, non potendo sopportare il peso che sua nuova posizione della ragazza aveva impresso. le due iniziarono a precipitare con un grido. La signora Nakazawa cacciò un urlo, coprendosi la bocca con le mani, ma Yu scattò in avanti, lanciandosi per afferrarne una.....Sanae gli cadde così tra le braccia, mentre Jody atterrò ai suoi piedi, e si tirò su a metà lamentandosi. ma lo sguardo tagliente del fratello la zittì. "Si PUO' SAPERE CHE CAVOLO TI PASSA PER LA TESTA???? POTEVATE AMMAZZARVI !!!! GUARDA TE SE BISOGNA PASSARE IL TEMPO SCALANDO I MURI, ADESSO.....". Jody serrò gli occhi azzurri, riducendoli a uno spiraglio, ed esclamò "Vuoi sapere che mi passava per la testa? VOLEVO FARLA SCAPPARE . PERCHE' SE PENSI CHE LASCI CHE LA PORTINO VIA CONTRO LA SUA VOLONTA', TI SBAGLI DI GROSS----" "STUPIDA !!!!!" urlò di rimando Yusuke, posando a terra Sanae, tremante e in lacrime, e tirando su in malo modo la sorella "BASTAVA PARLARE !!!! COME HO FATTO IO, E SUA MADRE HA GIà ACCETTATO A LASCIARLA VENIRE CON NOI, SE GLI ZII SONO D'ACCORDO. NON SERVE FARLE RISCHIARE LA VITA PER QUESTO !!!!!!!!!!". Jody fissò l'amica che, sorpresa, si rivolse verso la madre. La donna annuì "Si, Sanae, se davvero vuoi restare qui, bambina mia....io e tuo padre sentiremo terribilmente la tua mancanza, ma ormai sei grande, e devi decidere tu della tua vita......resta pure con Jody, tesoro". Sanae si lanciò tra quelle braccia affettuose, piangendo, ma stavolta di gioia e gratitudine. La madre le accarezzò la testa, poi guardò gli altri due ragazzi "Mio marito sarà qui a momenti, quindi se per voi va bene vi direi di portarla subito con voi...se siete sicuri che...." "Gli zii l'accoglieranno a braccia aperte" affermò Jody, convinta. la signora annuì, e i suoi occhi si fecero dolci "Si, sono certa che Hiroshi e Hiromi lo faranno....". Yusuke e Jody si fissarono, stupiti "Come? Ma...lei li conosce bene, signora?" chiesero, ma in quell'istante la macchina del signor Nakazawa svoltò nel viale, e l'uomo scese. Sua moglie gli spiegò brevemente la situazione, e Sanae andò a salutarlo, poi con l'aiuto di Yusuke suo padre caricò i bagagli in macchina, lasciando a terra quelli di Sanae. Pochi minuti dopo la macchina partì, e Sanae rimase ferma a fissarla mentre scompariva. A quel punto si volto, confusa, verso i due amici; Yusuke prese in mano la situazione "Bene, allora visto che in tre in moto non possiamo andare, io vi precedo coi bagagli, mentre voi venite a piedi, così potete dirvi tutto ciò che dovete....a patto che tu ti leghi questa in vita" disse, passando la felpa alla sorella, che obbedì senza discutere. Indovinandone il motivo, lui le sollevò il mento e disse "E non credere di cavartela così.....per il tuo scherzetto lungo il muro ne riparleremo, sta tranquilla". Caricò velocemente le re valigie sulla moto, fece loro un cenno e partì sgommando. Jody sospirò, ma sorrideva. Sanae la fissò "Sei fortunata, lo sai?" chiese, e l'amica annuì "Lo so". Si incamminarono, felici, verso casa Tachikawa "Di cosa dovevi parlarmi? Cosa intendeva Yu?" chiese ancora Sanae, e solo allora Jody si ricordò del motivo che l'aveva condotta, provvidenzialmente, a casa dell'amica. Battè le mani "E' vero !!! Senti, mi ha appena telefonato.....e ha detto che domani........."

 

Era ormai ora di cena, e Jody era seduta in giardino, a godersi il fresco serale, leggendo, in compagnia di Aly e Alex,quando una figura affannata e visibilmente disperata entrò dal cancello e corse a più non posso verso di loro....no, verso l'ingresso. La ragazza alzò gli occhi, imitata dalle altre due, e posò il libro, riconoscendo Tsubasa a stento, tanto era pallido e sconvolto. Il ragazzo si fermò appena sotto i gradini, tentando di respirare, poi urlò "Jody !!!! Vieni fuori !!! Ti prego !!!! Ti devo parlare !!!!" "Jod---" "Tsubasa !!!!" esclamò una voce dietro di lui e, voltatosi, vide le tre ragazze che lo fissavano sorprese "Tutto a posto? Hai un aspetto orribile, stai bene?" chiese Alex, avvicinandosi, ma lui la scansò e afferrò Jody per le braccia, urlando "Mia madre...ha detto che ha telefonato la madre di Sanae per....salutarla....e ha detto che si trasferivano...tutti....e sono passato a casa sua, ma non c'è nessuno....." riuscì a mettere insieme a stento tali parole, e la ragazza gli rivolse uno sguardo grave, abbassando poi gli occhi "Si....ho sentito anche io che il signor Nakazawa è stato trasferito..... e sono andata a casa loro con Yu, e quando me ne sono andata era vuota....." disse tutto ciò in tono piatto e incolore, e Alex si voltò, cercando di non far trasparore il suo stato d'animo. Aly si limitò ad abbassare gli occhi e a coprirsi la bocca con le mani. Questi gesti riuscirono a dire a Tsubasa più delle parole di Jody; la sua espressione si fece disperata, quasi mortale, ed egli strattonò la ragazza, urlando "Ma non è possibile !!!! Non può essersene andata !!!! Io devo vederla, devo....devi fare QUALCOSA !!!!!" scoppiò quasi a piangere, senza lasciare la ragazza, che cercò di protestare "Ma Tsubasa, se suo pare deve andare....io non posso...." "BALLE !!!! DEVI FARE QUALCOSA.....FAI QUALCOSA !!!! IO....SANAE !!!!! SANAEEEEEEEE !!!!!!!!!!!!!!!!" SAN----" "Sì?" fece una voce dall'ingresso. Il ragazzo si bloccò, mentre la voce riprendeva "Jody, ragazze, la cena è pronta.....si può sapere chi è che urlava a quel modo? E poi credevo che qualcuno mi chiamasse da qui.....TSUBASA !!!! Ma che...." esclamò, vedendolo solo in quell'istante. Il ragazzo si voltò lentamente a guardarla, quasi non volesse credere ai suoi occhi "Sanae....Sanae...." sussurrò, incespicando verso di lei. La ragazza sscese velocemente i gradini, raggiungendolo preoccupata "Tsubasa, ma come hai fatto a ridurti in questo stato? Cosa----" non riuscì a dire altro perchè si trovò stretta tra le sue braccia, tanto forte che le sembrò quasi di soffocare. "Sei qui....sei ancora qui...." lo sentì sussurrare, e credette di capire. Si appoggiò a lui, felice. Il ragazzo posò gli occhi su Jody, che cercava inutilmente di non ridere, come le altre due "Tu....." sussurrò irato, ma lei lo bloccò con un gesto della mano, dicendo "Attento, hai fatto tutto da solo !!!! Io non ho mai detto che Sanae se n'era andata....ho parlato solo di suo padre".

Il ragazzo fece per protestare, ma poi chiuse gli occhi e strinse Sanae. In fondo, tutto ciò che importava era che lei fosse tra le sue braccia, in quell'istante.

Ci fu un silenzio irreale, interrotto solo dal frusciare delle foglie mosse dal vento, finchè Alex non esclamò "AAAAHHHHH, io ho FAME !!!! Quand'è che andiamo a mangiare ????". Ridendo, Jody e Aly la seguirono su per gli scalini; Sanae rise e si staccò dal'abbraccio, avviandosi anche lei, e solo all'ultimo Jody si voltò verso il ragazzo, che era rimasto immobile ai piedi dei gradini, dicendo "Dai, Tsubasa, ormai cena con noi !!!!!". Ridendo, scomparì alla sua vista, e il ragazzo corse dentro. La sua bocca si piegò in un sorriso.

 

 

Note dell'autrice:

 

Allora, non so assolutamente che musica si usi per la ginnastica ritmica, ho messo due canzoni che mi piacciono molto. Tsubasa è il solito tonno, e Sanae per una volta ha alzato la voce.....beh, ne avrà anche il diritto ormai, no? Scrivere quella scena mi è piaciuta molto.....Ihih, che autrice perfida. Comuqnue è finita bene....ah, anche Sanae ora vive con Jody....beh, non era in programma, ma sennò sarebbe stata l'unica della squadra a non abitare li, non era bello......non preoccupatevi, i ragazzi restano dove sono, vabbè che è una villa, ma non ancora un albergo....tanto più che sono sempre lì comunque......ciao, alla prossima !!!!!

Alewen

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Capitolo 24
*** Di nuovo insieme....ok, ragazzi, ricomincia la festa ***


Scusate per il ritardo con cui pubblico questo capitoli, e temo che anche i prossimi si faranno attendere più del solito, ma l'università mi sta consumando senza sosta il tempo libero, e del preparare gli esami.....inoltre, sto anche lavorando a un'altra ff, stavolta su harry Potter.....per chi volesse leggerla, è ospitata sempre su questo sito, nella sezione di HP, e si intitola "Harry Potter and the spirit of the Dragon"......quindi, abbiate pazienza, perchè sto cercando di scrivere un capitolo alla volta alterando le due ff.....grazie. Aspetto commenti

Alewen

 

Capitolo 23: Di nuovo insieme....ok, ragazzi, ricomincia la festa

 

"Si può sapere che avete avuto da parlare fino alle prime ore della mattina?" chiese sbadigliando Yayoi quando, uscendo dalla stanza che divideva con Kay, trovò Jody e Sanae che chiacceravano in corridoio. Quest'ultima voltò gli occhi su di lei, dicendo "Eh? Oh, nulla, non ti preoccupare, è che stavamo discutendo di un argomento interessante.....piuttosto Yayoi, è meglio se ti vesti, sono già le sette e mezza e dobbiamo fare ancora colazione....". Interdetta, la ragazza dai capelli rossi guardò l'orologio che aveva appena allacciato al polso e ulrò, correndo poi in camera per indossare la divisa. Non notò così il bagliore divertito che comparve negli occhi delle altre due.....poi iniziò la baraonda stile SIAMO-IN-RITARDO-PER-LA-SCUOLA e nessuno notò che Jody e Sanae continuavano a chiaccherare instancabilmente a bassa voce. Solo Yu aveva un'idea piuttosto chiara di ciò che stava succedendo (E quindi anche Alex ^__^ NdA). Ma altre sorprese erano in arrivo, sorprese che, il ragazzo lo sapeva bene, avrebbero lasciato interdetta anche la sua adorata sorellina.........

 

"Ahia !!!! Si può sapere perchè mi hai dato il vocabolario in testa????" esclamò Jody, massaggiandosi il punto dolorante e guardando arrabbiata Genzo che, ancora armato di vocabolario, ricambiò lo sguardo senza scomporsi "Si può sapere dove stai correndo? E' tutto il giorno che cerco di parlarti e tu non fai che dire ' Ah, devo parlare con Sanae ', ' Ah, sono in ritardo ', ' Ah, mi è venuta in mente una cosa'......la vuoi smettere? Posso sapere che ti passa per la testa signorina?"; come per sottolineare le parole la colpì di nuovo col vocabolario. Lei si afferrò il capo, fissandolo irata, poi esplose "E' solo che oggi arrivano Hika e Jun e io e Sanae stiam----MHHHHHH !!!!!" la frase si spense in un mugugno, in quanto il ragazzo le aveva tappato la bocca con una mano e si stava guardando attorno impensierito. Poi, appurato che nessuno li aveva sentiti, tornò a fissarla con aria esasperata "Ehi, non serve che ti metti a urlarlo alla scuola intera, se poi vuoi che sia un segreto. Sì, adesso ho capito.....voi due riuscite sempre a complicare le cose, potevi anche chiamarmi e dirlmelo, no? Ti avrei aiutato.....e potevate interpellare anche Tsubasa" disse; Jody si liberò della mano che la soffocava, dicendo "Guarda, Tsubasa ha già fatto abbastanza casino ieri sera.....e comunque non c'è bisogno che tu mi picchi col vocabolario. No, smettila o ti stendo !!!! E va bene, comunque.....da domani frequenteranno la nostra scuola, quindi avverti l'allenatore, ma senza farti sentire, ok? Stai andando agli allenamenti?" chiese poi, vedendolo già in divisa. Il ragazzo annuì "Sì, sono venuto solo a vedere se riuscivo a trovarti....e tu che ci fai vestita così?" chiese sorpreso, guardandola. La ragazza indossava infatti una maglietta con maniche cadenti bianca, di quelle che le atlete indossano sopra il body quando non stanno facendo esercizi o in inverno, e pantaloni di tuta aderenti di un celeste che ricordava molto quello dei suoi occhi. Genzo ricordò di aver visto Sanae correre verso la palestra vestita nel medesimo modo, solo che i pantaloni erano rossi. Jody lo stava fissando pazientemente, e quando lui tornò a fissarla in volto spiegò "E' la divisa pesante del club. Ormai siamo in autunno inoltrato, inizia a fare quasi freddo. Beh, anche io ho gli allenamenti tra poco, meglio che vada...." disse, avviandosi e salutandolo con un gesto della mano. Il ragazzo annuì, ricambiando il gesto e avviandosi dalla parte opposta, ma in quel momento qualcuno gli gettò le braccia al collo ed esclamò, in tono gioioso e acuto "Genzo-kuuuuuuuuuun !!!! Che piacere rivederti !!!!". Jody si fermò di botto, riconoscendo una voce femminile, e si voltò, solo per vedere il suo ragazzo avvinghiato a una sconosciuta....o forse era meglio dire che era lei ad esserglisi appiccicata addosso. Si avvicinò a piccoli passi, silenziosa, scrutando la situazione con fare irritato. Genzo si voltò verso di lei, per quanto gli era possibile, e le lanciò una mutua richiesta di aiuto che, per quanto arrabbiata, o a dir poco furiosa, la ragazza non faticò a notare. Si avvicinò fino a mettersi di fronte a lui, e lo fissò direttamente negli occhi. Il ragazzo, la cui aria di sopportazione l'avrebbe fatta quasi ridere, la fissò a sua volta, incerto. Poi, vedendo che rimaneva immobile, chiese a bassa voce "Ma....non ti arrabbi????". Lei continuò a guardarlo direttamente, senza che dalla sua espressione trasparisse nulla "Sapessi che faccia hai...." si limitò a dire, poi calò il silenzio. La ragazza sconosciuta continuava ad essere attaccata al collo di Genzo, che decise di averne abbastanza e la allontanò a viva forza da sè, dicendo "Va bene, va bene, ora basta, mi stai soffocando.....Kyla, lasciami !!!!" esclamò, e la ragazza si convinse a staccarsi, facendo un piccolo passo indietro e rimanendo ferma a guardarlo con occhi adoranti. Lui assunse un'aria esasperata ma rassegnata, e Jody rimase silente, spostando lo sguardo dall'uno all'altra, in attesa. La ragazza, alta e mora dotata di ricci neri ribelli e occhi del medesimo colore, indossava una tuta simile alla sua, ma i pantaloni erano viola. Sembrava non essersi affatto accorta della sua presenza, tanto era presa da Genzo. Infatti, in quel momento aveva finito di adorarlo in silenzio e gli stava parlando, in tono riverente e gioioso "Genzo - kun, quanto tempo !!!! Sono tornata solo oggi dal ritiro ad Okinawa, e mi hanno subito detto che eri qui.....ho seguito le tue avventure in televisione, sei stato bravissimo, come sempre del resto....vedrai, ai prossimi campionati nazionali anche io darò il massimo, così tutti potranno vedere che la tua ragazza è perfettamente degna di un campione come te !!!!". A quelle parole Jody si mosse inconsciamente; gli occhi saettarono su Genzo, per poi tornare alla ragazza che si era lanciata di nuovo tra le braccia del portiere, lagnandosi "Ma tu, cattivo, perchè non ti sei mai fatto sentire ??? Ho aspettato per settimane intere una tua telefonata, una lettera, qualsiasi cosa....sei sempre così freddo.....anche ora, che ci siamo finalmente rivisti dopo tanto tempo......" si alzò in punta di piedi, trascinando in basso il ragazzo per il collo e avvicinando il viso al suo.....Jody non ci vide più dalla rabbia "EHI !!!!" esclamò, dando una spinta non molto gentile al ragazzo, che andò a sbattere contro il muro, e ponendosi dritta di fronte alla sconosciuta, fissandola con occhi di fuoco. Per qualche secondo rimasero ferme così, i pugni stretti, gli occhi infuocati (Sembrano Akane e Shan-pu al loro primo incontro....NdA), poi la ragazza dai ricci neri esclamò, allungando un braccio e puntando l'indice contro Jody "E tu chi saresti, scusa? Cosa vuoi da me? Non aspirerai mica al mio Genzo, vero?". Jody emise un sibilo "Che sei tu, invece? Prima di chiedere il nome a un altro dovresti presentarti. E smettila di trattare Genzo come se fosse di tua proprietà !!!" sentenziò, e la ragazza si portò una mano alle labbra "Come osi chiamarlo per nome ? Io non permetto a nessuno di prendersi simil confidenze con il mio Genzo !!!! Non ne hai diritto !!!!!!!" sussurrò, avvicinando il volto. Jody fece altrettanto, finchè quasi non si toccarono, e la fissò negli occhi "Smettila di chiamarlo tu per nome, sei tu quella che non ne ha diritto !!!!" urlò sottovoce. La sconosciuta emise un gemito, poi si tirò su e si rivolse a Genzo, che si stava rialzando solo allora dopo la botta contro il muro "Genzo, mi vuoi dire chi è questa ragazza che osa chiamarti per nome?". Jody si rivolse a sua volta verso di lui, esclamando "Insomma Genzo, chi è questa qui?". Si guardarono ancora una volta, in cagnesco, poi tornarono a fissare il ragazzo "ALLORA ?????!!!!" esclamarono in contemporanea. Genzo sbiancò, conscio di essere nei guai fino al collo. Si rialzò a fatica, poi si rivolse a Jody, dicendo "Jody, questa è Kyla Oikawa, era una mia compagna di classe alle medie e frequenta la prima H di quest'anno. E' stata in ritiro col club di pallavolo fino a ieri. Kyla" continuò poi, rivolgendosi all'altra ragazza "Questa è Jody Harper...no, scusa, Jody Tachikawa; si è trasferita all'inizio di quest'anno in Giappone dopo aver abitato in varie zone del mondo. E' la sorella minore di Yusuke Tachikawa". Kyla sembrò sbiancare alla notizia, e rivolse uno sguardo malevolo a Jody, che lo ricambiò senza problemi. Kyla stavolta si rivolse a lei "E cosa centri tu col mio Genzo?" "Smettila di dire 'il mio Genzo', non è una tua proprietà !!!!" rispose Jody. Genzo cercò di intervenire "I miei genitori e gli zii di Jody, presso i quali vive, sono molto amici, e quest'estate....beh, ecco...." divenne improvvisamente rosso e si interruppe. Jody lo fissò, interrogativa, ma Kyla si infiammò "Non mi dirai mica che hai tradito la tua ragazza, Genzo?" urlò; il ragazzo rimase senza parole, poi cercò di spiegarle con tatto come stavano le cose; ma Jody a quel punto ne aveva abbastanza e si pose davanti al ragazzo, allargando le braccia come per proteggerlo e esclamò "No, non può averla tradita, e smettila di considerarti la sua ragazza, non puoi esserlo !!!". Kyla ringhiò, avvicinandosi minacciosa "E perchè no, scusa?" chiese in tono irato. Jody si sporse in avanti, furente "Perchè sono io la sua ragazza !!!!!" urlò tutto d'un fiato. Kyla la fissò incavolata, poi si rivolse a Genzo, pallido e tremante "Genzo, mi spieghi che cosa diavolo sta dicendo questa?" chiese, sicura di una smentita "Ehm...beh...ecco...." balbettò lui, e Kyla lanciò uno sguardo trionfante a Jody, che la incenerì di rimando. Poi però il ragazzo confessò "Ehm...è vero". Kyla si bloccò "COOOOOOOSAAAAAAAAA?????????" urlò, fissandolo con occhi dilatati al massimo. Jody incrociò le braccia, soddisfatta. Kyla aggreddì Genzo, riempiendolo di pugni al petto "Come puoi avermi fatto una cosa simile? E io che ho rifiutato tutti gli ammiratori per te....mostro !!! Maledetto !!!! Ma...certo, ho capito !!! E' stata questa strega ad accalappiarti !!!!" esclamò, voltandosi di scatto e puntando l'indice contro Jody, che sussultò irata "Scusa, a chi è che hai dato della strega? Per tua norma e regola è stata una decisione non nostra, ma dei nostri genitori.....ciò non toglie che sono io la sua ragazza e tu non puoi appiccicarti in quel modo a lui !!!!!". Kyla sussultò a quelle parole, e corse di nuovo ad abbracciare Genzo, dicendo in tono accorato "Povero Genzo - kun, ti hanno costretto a stare con quella strega....ma non ti preoccupare, ora ci penso io.....". Genzo cercò di allontanarla "No...ecco...vedi...non...." balbettò, lanciando un'occhiata implorante a Jody, che però stava guardando da un'altra parte "A me non sembrava poi così dispiaciuto....non fa altro che baciarmi o ammazzare i ragazzi che si avvicinano a me...." commentò; Kyla divenne rossa di rabbia, e Genzo per l'imbarazzo l'imitò. Le due ragazze si fissarono di nuovo in cagnesco, poi Kyla sorrise malignamente e commentò "Noto che indossi la divisa della squadra di ginnastica artistico - ritmica....fai parte del club?" chiese, sprezzante. Jody annuì, impassibile, e l'altra sorrise ancor più ampiamente "Sai, anche io pratico questo sport, anche se la mia precedenza va alla pallavolo....sono un asso in quello sport, ma anche nella ginnastica non me la cavo per niente male......ma d'altronde portare avanti con sucesso due sport non è da tutti....." disse in tono di sufficienza. Jody si scostò i capelli dalla faccia, replicando "A dire il vero anche io gioco a pallavolo, oltre a far parte del club". Kyla perse il sorriso, e i suoi occhi si fecero ancor più maligni "Ma di certo non puoi dire di appartenere a una squadra vero? La mia parteciperà al campionato regionale !!!!" esclamò co aria di importanza. Jody sorrise "A dire il vero si....faccio parte di una squadra...." si limitò a dire. Kyla si avvicinò "E potrei sapere quale?" chiese, irritata al massimo. Jody la guardò negli occhi "Lo Shoan" rispose.

Kyla sbiancò. Rimase immobile, incapace di parlare, incredula. Poi una furia cieca le annebbiò la vista. Puntò il dito contro l'altra e urlò "TI SFIDO !!!!!!!!!". Jody si limitò a fissarla, aspettando, Kyla fumava letteralmente dalla rabbia "TI SFIDO E TI BATTERO', SIA NELLA PALLAVOLO MA PRIMA ANCORA NELLA GINNASTICA !!!!! TI UMILIERO', COSI' NON AVRAI PIU' QUELL'ARIA INSOPPORTABILE !!!!!!!!". "E quale sarà il premio di tale sfida?" chiese Jody. Kyla sorrise. L'aveva in pugno "Lui". Puntò il dito contro Genzo, che sobbalzò, incredulo. A quel punto fu Jody a diventare rossa dalla rabbia "SE CREDI CHE LO METTA IN PALIO COME UN PUPAZZO TI SBAGLI DI GROSSO !!!!!!!! SCORDATELO ASSOLUTAMENTE, SE COMBATTERO' CONTRO DI TE LO FARO' PER ME STESSA, NON PER QUALCUN'ALTRO !!!!!!!". Kyla rimase un attimo spiazzata "Allora l'obiettivo sarà dimostrare di essere la ragazza adatta a Genzo. Lui non può stare con una perdente !!!!" ritentò, e Jody annuì "E sia. Cosa proponi ????" "Tra tre giorni verrà qui un'incaricato della commissione olimpica che si è diplomato in questo istituto per valutare queli atlete parteciperanno ai prossimi campionati nazionali....ovviamente se supereranno quelli regionali. La nostra sfida inizierà allora. Vedremo quale delle due sarà scelta". Jody era perplessa "Sei sicura che ce la farai in tre giorni a prepararti?". Kyla ringhiò "Tu non impicciarti, allora che ne dici?". La ragazza annuì ancora "E va bene, ma vedi di non rimanerci troppo male !!!!" "Non preoccuparti, non ce ne sarà motivo, Harper" "Io mi chiamo Tachikawa" "E va bene, Tachikawa. Ce la vedremo sul campo !!!!" "Va bene !!!!" esclamò Jody, convinta. Genzo cercò di intervenire "Aspettate...." supplicò, ma entrambe gli diedero uno spintone violento che lo spedì di nuovo contro il muro "TU STANNE FUORI !!!!!!!!!!!!" urlarono, continuando a guardarsi in cagnesco. Jody poi disse "E al campionato regionale ci troveremo su campi opposti, Oikawa.....ma allora avremo la nostra squadra con noi" . Kyla rise "Basto io per te !!!!" "La vedremo !!!!" "Oh, l'hai sfidata?" chiese una voce dietro di lei. Kyla si voltò, solo per trovarsi di fronte una ragazza dai capelli biondi, Allenby. La nuova arrivata guardò Kyla con occhi neri penetranti e un sorriso furbo "Ce ne vorra prima che tu batta il capitano" commentò. Jody la prese per un braccio e la tirò verso di sè, dicendo "Kyla, posso presentarti la seconda schiacciatrice della mia squadra, lo Shoan? E' molto brava.....". Kyla fumava dalla rabbia "Ancora?" pensò Jody trattenendo una risata (E' l'autrice che ha poca fantasia....NdPersonaggi), poi si voltò e si allontanò a grandi passi "Tra tre giorni, Jody Tachikawa" sussurrò, lasciando le altre due nel mezzo del corridoio.

Quando fu lontana, Genzo osò farsi avanti, e Jody si voltò verso di lui "Credo che mi dovrai spiegare molte cose" disse, e dagli occhi si vedeva che era molto arrabbiata. Genzo annuì, poi esclamò "Jody, stai attenta, Kyla è davvero brava sia nella ginnastica che nella pallavo----" "Non importa" sussurrò Jody in tono serio. I suoi occhi bruciavano dalla determinazione "Non mi batterà, ti giuro che non mi batterà !!!!!"

 

Sanae entrò di corsa negli spogliatoi del club; si guardò freneticamente intorno finchè non riuscì a scorgere Jody, china sul sul armadietto, che si stava sfilando la maglia. L'allenamento di quel giorno l'avrebbero svolto in body e pantaloni, visto che un vento freddo aveva iniziato a raffreddare le giornate. Sanae si precipitò su di lei "JODY !!!!" urlò, e l'amica si voltò di scatto a guardarla incuriosita "E' vera la storia che hai sfidato Oikawa?????" esclamò tutto d'un fiato. Jody sorrise e si appoggiò all'armadietto "A dire il vero è stata lei a sfidarmi....comunque sì, gareggerò contro di lei". Sanae spalancò gli occhi "Ma è molto brava....Jody, io non so se...." "Non mi batterà" sussurrò Jody, e la sua espressione si fece dura "Puoi star certa che non mi batterà....ha troppe cose da ripagarmi, quella.....andiamo....ah, Sanae, che ore sono?". La ragazza, ancora dubbiosa, guardò l'orologio che aveva al polso "Le 3 e 20....". Jody si avviò verso la porta "Bene" disse, con la mente rivolta solo agli allenamenti. Ma poi si bloccò, incredula, e si voltò lentamente "Le .......... 3 e venti ? Ma questo vuol dire....che tra dieci minuti.....cavolo, con la storia della sfida mi era completamente passato di mente che.....". Anche Sanae spalancò gli occhi "Ah...oddio....è vero....". Le due ragazze si fissarono, immobili, per qualche secondo, poi si precipitarono fuori dallo spogliaotio, dirette verso la palestra. Fu così che incrociarono Alex; la rossa ragazzina sembrava sapere benissimo il motivo per cui avevano tanta fretta, poichè disse "Capitano, Sanae - chan, voi due ogni tanto riuscite a complicarvi la vita in modo tale che nemmeno volendolo intensamente qualcun'altro ci riuscirebbe". Jody si fermò, poggiando le mani sulle gambe e recuperando il fiato "Certe volte Yu parla davvero troppo...comunque....puoi pensarci tu? Noi abbiamo l'allenamento...." "No" disse la ragazza. Jody alzò la testa "Eh?" chiese, sorpresa. Alex sorrise "Ce ne occuperemo noi " solo allora notarono Allenby, immobile e silente vicino all'amica. Le due sorrisero in simultanea, e Jody rabbrividì "Beh...è l'unica soluzione" disse in tono rassegnato, e le due sparirono. Sanae guardò l'amica "Non mi sembri entusiasta" commentò; l'altra sbuffò "Quelle due insieme sono più esplosive del tritolo" spiegò. le labbra di Sanae si incresparono in un sorriso "Più di te e me?" chiese, e Jody rise "Molto peggio" "Allora siamo nei guai !!!!" esclamò ridendo la manager "Noi no, ma non oso pensare a cosa succederà a Jun e Hikaru......" "Dunque, Yayoi sarà in palestra a quest'ora, ma Yoshiko dov'è?". Jody ci pensò per un secondo "Allora, oggi è giovedì, quindi.....si, è agli allenamenti di nuoto con Aly" "Nuoto? Non sapevo si fosse iscritta al club di nuoto" esclamò Sanae "Precisamente si è iscritta a quello di tuffi, è stata Aly a convincerla in realtà. E invece Alex stava girellando perchè gli allenamenti del club iniziano tra mezz'ora, e....ah, si è iscritta a basket, ma ha solo due allenamenti alla settimana" "Basket????" "Sì....anche se aveva detto di non voler far parte di un club....e Allenby prima era al campo di atletica a fare delle prove...... comincerà gli allenamenti da lunedì....e....noi siamo in un ritardo pauroso !!!!!!!!!". Senza una parola di più, le due si precipitarono in palestra, cercando di evitare Mya....che purtroppo le stava aspettando proprio affianco all'entrata !!!!

 

"Mi vuoi spiegare perchè stiamo andando verso la palestra e non all'ufficio del preside? Dovrei pur sapere in che classe dirigermi domani mattina, non ti pare?" chiese il ragazzo, tirando indietro spazienito i capelli castani scuri che gli cadevano sugli occhi e fissando esasperato la ragazza che gli stava affianco, che era andata a prenderlo alla stazione e, dopo avelo trascinato fin lì, lo aveva costretto a un interminabile giro di ispezione alla scuola che evitava solo l'unica che lui voleva veramente vedere, il campo da calcio....e l'ufficio del preside, appunto; il ragazzo si chiese cosa stava tramando, perchè conoscendola di certo non si stava comportando così casualmente, e decise di indagare "Si può sapere che avete in serbo per me tu e le tue degne compari?" chiese, fermandosi e incrociando le braccia. La ragazza si voltò a guardarlo, fermandosi a sua volta, mentre la treccia rosse che le pendeva dal capo oscillava di lato. Gli occhi castani - rossicci assunsero un'ottima espressione stupita "Perchè dici così? Il capitano mi ha chiesto di venirti a prendere e di farti visitare la scuola, e io lo sto facendo. Che c'è di strano?". Nonostante la recitazione fosse perfetta, il ragazzo non si fece fregare "E allora perchè mi hai portato dappertutto tranne che al campo da calcio e dal preside? E perchè diavolo stiamo andando alla palestra femminile??????". la ragazza assunse un'aria decisa, il che gli fece temere di aver commesso un grosso errore "Uffa, il campo da calcio lo conosci come le tue tasche e lo troveresti a occhi chiusi, e dal preside puoi anche andarci domani mattina. Io sto solo faceno ciò che mi hanno detto, quindi non crearmi problemi e MUOVI QUEI PIEDI, ADESSO !!!!!" detto ciò lo afferrò per un braccio e iniziò a trascinarlo verso l'edificio che conteneva la palestra femminile. Lui provò di nuovo a protestare "Ma almeno potrò sapere in che classe sono !!!" esclamò, ma lei continuò a trascinarlo senza nemmeno voltarsi "Lo saprai domani. E tanto sarà la prima B". Lui spalancò gli occhi "E come lo sai, scusa?" chiese esterefatto. Nemmeno questa volta lei si voltò "Lo so e basta; e ora cammina, cominciò a stancarmi di trascinarti come un bambino piccolo". Lui arrossì, imbarazzato, e iniziò di nuovo a camminare; la ragazza però non accenno a lasciargli il braccio. Poco dopo, furono in vista della palestra.

 

Jody spiò fuori della porta per l'ennesima volta, Yayoi decise che ne aveva abbastanza. Era tutto il giorno che lei, Sanae e Kay si comportavano in modo strano "Insomma, si può sapere che avete? Non passa mezzo minuto che una di voi tre non va a spiare fuori.....mi volete dire cosa state complottando?". Il tono era duro e offeso; la ragazza si sentiva veramente messa da parte, e la cosa andava avanti da troppo tempo. Sanae la fissò allarmata, cercando di calmarla e spiegare, ma proprio in quell'istante Jody lanciò un urlo di avvertimento e indicò qualcosa. La ragazza, decisamente stufa, mollò il nastro rosso che teneva in mano e si diresse con passo deciso verso la porta e l'amica, che la fissò terrorizzata e cercò di impedirle la visuale spalancando le braccia e sbarrando l'entrata. Yayoi arrivò a pochi passi da Jody prima che Kay riuscisse a raggiungerla e afferrarla per le spalle, tirandola indietro, e Sanae le si parasse davanti, spingendola indietro "No....Yayoi...aspetta...." supplicò ansimando per lo sforzo. A breve iniziò una vera zuffa, in cui volarono anche parole poco gentili. La povera Yayoi aveva le lacrime agli occhi "Perchè mi state escludendo così?" chiese con voce rotta. Le altre tre si guardarono, affrante "Non è così, Yayoi, davvero...." cercò di dire Kay, ma la ragazza era fuori di sè e scatto in avanti, urlando "Sì che è così !!!!!!! Voi due aveva confabulato per tutta la notte, e stamattina mi avete palesemente ignorata quando vi ho chiesto perchè, e Kay si comporta stranamente da stamane.....io...IO PENSAVO CHE FOSTE MIE AMICHE !!!!" iniziò a piangere disperatamente, e Jody si trovò ad abbracciarla prima di rendersene conto "Yayoi..." "Lasciami !!! Tu...." "...non è così. Fidati. Lo facciamo per il tuo bene...abbi pazienza, fra poco saprai perchè....fidati di noi !!!" supplicò, guardandola negli occhi "E come potrei ora? Io...." "Tu devi tornare ad allenarti, oppure te ne vai. E lo stesso vale per voi tre" osservò una voce perentoria dietro di loro. Voltatesi, le quattro videro Mya e Yaeko che le fissavano arrabbiate. Yayoi arrossì "Oh....ecco" "Aoba, tocca a te....e vedi di fare del tuo meglio, non mi piacciono gli scansafatiche" intimò Yaeko, gli occhi scuri serrati. La ragazza annuì "Oh...certo" si diresse verso il nastro che aveva lasciato cadere e lo afferrò, iniziando a muoversi con la musica. Jody lanciò un'occhiata a Mya, che ora sorrideva a le strizzava l'occhio, e poi a Yaeko. Sorrise a quest'ultima "Grazie !!!" sussurrò, grata che l'avesse tolta dai guai, e l'altra fece un cenno per rispondere, seguendo con occhi interessati Yayoi che danzava. Ma non era l'unica. Infatti, sulla porta in quell'istante apparve.....

 

"Finalmente !!!" sussurrò Alex quando raggiunsero la porta della palestra. Il ragazzo accanto a lei le lanciò un'occhiata dubbiosa "E ora che facciamo?" chiese, titubante. Lei sospirò "Entriamo" rispose, cercando di mantenere un tono normale. Lui la fissò ancora "Ma ci saranno gli allenamenti !!!!" esclamò confuso. Alex si battè una mano sulla fronte. Uomini !!!! Tutti uguali !!!!. Lo fissò dritto negli occhi "Appunto !!!" esclamò; dall'espressione non le sembrò che lui avesse capito molto di più, ma decise di lasciar perdere e lo spinse dentro, allungandosi poi per guardare da dietro la sua schiena. Sentì che il ragazzo si irriggidiva nel fissare l'atleta che stava danzando in quell'istante, e sorrise. L'aveva riconosciuta.....era fantastica !!!! Alex rise, battendo le mani, e questo richiamò l'attenzione di tutti quelli che c'erano nella palestra tranne Yayoi, concentrata unicamente sulla musica. Jody, Sanae e Kay sorrisero alla rossa, e Kay alzò il polloce in segno di congratulazioni per la riuscita della 'missione'; Mya e Yaeko diedero un'occhiata al ragazzo, poi a Yayoi e alle altre, e un lampo nei loro occhi dimostrò che avevano capito un bel po' di ciò che stava succedendo. Il resto delle ragazze continuava a fissare il ragazzo, arrossendo e commentando che era davvero carino, oppure chiedendosi cosa ci faceva li. Lui si sentiva spaesato, ma non riusciva a staccare gli occhi dalla figura della ragazza che danzava. Era....unica, fantastica, fenomenale, sembrava che avesse il fuoco dentro.....si sentì stranamente preso da lei, nonstante non sapesse nemmeno il suo nome, nonostante ci fosse già un'altra ragazza nel suo cuore....poi la musica finì, e la ragazza si fermò. Scoppiò un applauso fragoroso a cui presero parte tutte le ragazze presenti in palestra, e lui continuò a fissarla imbambolato. Poi, lei si girò. E lui ebbe un colpo. Perchè solo allora realizzò che la ragazza che amava da sempre e la ragazza che tanto lo aveva colpito, stregato, catturato.....erano la stessa persona. Perchè quel ragazzo era Jun Misugi.

 

 

Yayoi finì la sua esecuzione e fu attorniata dalle compagne che si complimentarono, entusiaste, con lei; i suoi occhi giravano da una parte all'altra della palestra, divertiti. Poi sentì delle ragazze dietro di lei sussurrare "Chi è quel ragazzo sulla porta? E' veramente carino....." "Non lo so, ma è da un po' che se ne sta li fermo a guardare da questa parte......mi pare di averlo già visto...." "Si.....mamma mia quanto è bello....". Incuriosita, la ragazza volse i suoi occhi verso la porta; era vero, li c'era un ragazzo che la fissava intensamente. Era in controluce, e il sole illuminava i suoi capelli castani. Inspiegabilmente, sentì un tuffo al cuore, come un riconoscimento......poi lui fece un passo avanti, e il suo volto le si rivelò. Sbarrò gli occhi, portandosi una mano alla bocca e sussurrando, incredula "Jun...."

 

Jun fece un passo, esitante. Poi un altro, quasi contro la sua volontà. Poi sentì che le sue gambe avevano preso l'iniziativa e lo stavano conducendo verso di lei. I suoi occhi non l'abbandonarono per un secondo, finchè non le si ritrovò davanti. Senza nemmeno pensarci, l'abbracciò con foga, affondando il volto nei capelli di lei. Yayoi sussultò "Jun...." "Yayoi....semravi un angelo...." riuscì a dire. Lei iniziò a piangere "E'....un sogno?" chiese e, quasi avesse paura di svegliarsi, si aggrappò alla sua maglietta. Lui sorrise "No, è che tu sei il mio sogno" rispose. Sentì che lei gli si appoggiava contro, senti le sue lacrime bagnargli il petto. La strinse più forte "Yayoi....sono qui ora....per sempre" sussurrò. Non le sembrava vero. Poi Jun si voltò, sempre tenendola stretta; Jody, Kay, Sanae e Alex li stavano osservando sorridendo "Inutile chiedervi se c'eravate dietro voi....." disse in tono ironico. Yayoi sorrise "Ragazze....scusatemi !!! Io ho dubitato di voi...." "Yayoi, lascia stare. Ciò che importa è che hai capito.....ah, in questo momento dovrebbe esserci una scena simile al campo da calcio". Jun socchiuse gli occhi "Chi avete mandato stavolta?" "Allenby" "Dio ci aiuti" rispose il ragazzo. Gli rispose un coro di risate allusive "Anzi, Dio aiuti LUI !!!!!" si corresse.

 

Allenby camminava diretta verso il campo da calcio, accaldata, irritata e terribilmente stufa di sentirlo parlare. Colui che la seguiva infatti non smetteva un secondo di fare domande. Cercò di non aggredirlo, contando i passi che la separavano dal cancelletto del campo e pensando con gioia che quando avesse visto chi c'era dentro si sarebbe finalmente zittito....finalmente il cancelletto apparve davanti ai suoi occhi; lei lo spalancò, grata al signore che fosse finita. I suoi occhi passarono veloci sulla panchina, per poi spostarsi velocemente sui giocatori al centro del campo.....e ritornare sbalorditi sulla panchina. Allenby si bloccò, col risultato che lui le andò a sbattere contro, protestando. Poi iniziò a urlare entusiasta alla vista di Tsubasa e degli altri. Ma Allenby non lo sentiva più. Continuava a guardare la panchina. Era vuota. Totalmente, inesorabilmente vuota. Si accasciò sulle ginocchia, e un urlo esasperato le salì alle labbra. Non riuscì a trattenerlo, tanto quegli scemi erano troppo impegnati a giocare a calcio per badarle.........gli occhi neri fulminarono i ragazzi che non la guardavano nemmeno. Dove cavolo era finita Yoshiko ?????

 

Quando l'urlo furioso si espanse nell'aria, Jody alzò di scatto la testa, imitata da Kay e da tutti gli altri. Le due si guardarono. "Era....Allenby" mormorò Kay. Jody annuì "Mi sa che è successo qualcosa....." guardò fuggevolmente l'ora sull'orologio appeso alla parete. Erano le 5 e 45, ormai l'allenamento era quasi finito "Capitano, ti spiace se....." tentò "Vai, tranquilla, tanto con voi non c'è nulla da fare, siete troppo brave per potervi rimproverare....." rispose Mya ridendo. Jody ringraziò con un cenno, ma stava già correndo in direzione del campo. Temeva fosse successo qualcosa....una cosa qualsiasi....al campo....lì c'era Genzo......non le parve strano vedere Sanae che la rincorreva, e poco dopo Kay. Infine anche Yayoi uscì di corsa, seguita da Jun. Ma Jody in quell'istante stava aprendo il cancello e non vi badò. Entrò come una furia, e i suoi occhi scrutarono il campo, ansiosi. Genzo era tra i pali della porta, come al solito. Sospirò sollevata, poi sentì un gemito vicino alla sua gamba; si voltò, e vide Allenby, ancora china a terra, le mani che stringevano il terriccio. La fissò "Che è successo? Ti abbiamo sentita urlare...." chiese, chinandosi a sua volta. La biondina alzò gli occhi scuri. Kay entrò di corsa, fissò il campo e poi raggiunse le amiche. "Allora?" incalzò Jody, e Allenby indicò la panchina. Le due ragazze, anzì le tre ragazze, perchè nel frattempo era arrivata anche Sanae (E cosa aveva fatto appena entrata? Braaviiii, aveva guardato se Tsubasa stava bene. E Tsubasa cosa stava facendo? Esatto, sta giocando a calcio....evvai, le so tutte !!!!!! Ma vieni !!!!!! Tutte le so !!!!!!!!! Ma vieni !!!!!!!NdA) la fissarono. Allenby esclamò "Ecco !!!! Vedete ?????". Kay fissò la pancina, poi l'amica e di nuovo la panchina "Si....è la panca" disse in tono dubbioso. Allenby annuì vigorosamente "ESATTO !!!! Ed è VUOTA !!!!! Lì avrebbe dovuta esserci Yoshiko...invece, quando sono entrata col tuo intelligentissimo cugino, non c'era !!!!". Jody spalancò gli occhi "Cosa? E Hikaru ora dov'è?" chiese esterefatta, guardandosi attorno. Allenby indicò un puntino che si muoveva nel campo "Secondo te?" si limitò a dire. Sanae strabuzzò gli occhi "Sta....giocando a calcio??????" esclamò incredula. Allenby si tirò su "Già....è quello che fa da quando siamo arrivati.....". Jody strinse i pugni "Ma si decideranno mai a crescere?" sussurrò. Allenby scosse il capo, poi si voltò "Che facciamo?" chiese, guardando le altre tre. Kay vide una figura che si avvicinava "Taro !!!" chiamò, e il ragazzo corse da lei "Ciao...ma non avevi allenamento?" chiese sorridendo. lei annuì "Sì, ma è una storia lunga.....Yoshiko dov'è?" chiese. Il ragazzo ci pensò un attimo, poi si illuminò "Ah, sì, ha detto che le avevno messo un allenamento in più oggi, e se n'è andata......tanto c'erano Alex e Allenby.....ma che.....". Kay era tornata di corsa a riferire le novità. Jody si prese il capo tra le mani, mentre una voce diceva "Ehm....ragazze....." "Sì" mormorò "Jun me l'ha appena ricordato.....oggi è il compleanno....." ".....di Yoshiko, sì. E il suo regalo non ha di meglio da fare che giocare a calcio" concluse Jody. Yayoi sussultò, vedendo solo in quell'istante Hikaru. Poi Sanae battè le mani per richiamare l'attenzione "E va bene, allora faremo così. Jun, ho bisogno anche del tuo aiuto......"

 

"Insomma, volete sbrigarvi? Alex mi ha mandato un messaggio che stanno per svoltare l'angolo......non abbiamo più tempo !!!!" urlò Aly correndo in salotto con un vassoio di panini, seguita da Franz che portava bibite e patatine. Jody guardò ansiosa l'orologio, poi sospirò. Battè le mani "E va bene....direi che è ora di nasconderci. Genzo, dietro al divano, e ricordati di accendere la luce solo al momento giusto. Gli altri dove stabilito. E ora MUOVETEVI". L'ultima parola fu un comando, perentorio e indiscutibile; due secondi dopo erano spariti tutti, abilmente nascosti nelle varie parti del salotto. La luce fu spenta, e calò il silenzio. Un silenzio ansioso, palpabile; la tensione crebbe quando sentirono dei passi risalire i gradini dell'ingresso, e la voce di Yoshiko dire "....certo che avrebbero anche potuto aspettarci, ma se dici che avevano da fare.....siamo a casa !!!! Ehi ma....non c'è nessuno, è tutto buio.....eehiiiiiii????? Dove sieteeeeee?????? Jody? Ehi, ma dove vi siete caccia---" "ORA !!!" l'urlò rimalzò nella stanza oscura. Genzo premette l'interruttore, le luci rimbalzarono ovunque; Yoshiko rimase immobile, senza riuscire a respirare, mentre tutti spuntavano fuori urlando "SORPRESA !!!!!!!!!!! BUON COMPLEANNO !!!!!!!!!!!!!!!", poi si lanciò verso di loro con le lacrime agli occhi. Per caso incontrò Aly e la abbracciò piangendo "Ero convinta che non ve ne foste ricordati....ero anche arrabbiata con voi...oh, ragazzi, siete super, mitici, i migliori amici che chiunque possa desiderare......". Le lacrime le impedirono di continuare. Aly le accarezzò i capelli sorridendo, e tutti le si strinsero incontro, ridendo e scherzando. Yoshiko pensò, sorridendo, che quello era il compleanno più bella della sua vita....a parte uno.

Stavano romai festeggiando da parecchi minuti quando un trafelato Tsubasa suonò alla porta. Jody andò ad aprirgli e prese la torta che lui e Taro erano andati a ritirare, poi i due ragazzi si unirono alla compagnia nel salotto. Due minuti dopo fu Mamoru a suonare, portando un pacchetto incartato. Infine ci fu un ultimo scampanellio, e stavolta Jody sgusciò furtiva verso la porta. Genzo richiamò il silenzio, in attesa. La porta si aprì, e Jun, rosso in volto, fece la sua comparsa. E dietro di lui.....il vuoto. Il ragazzo, imbarazzatissimo, entrò, e Yoshiko gli corse incontro "Jun, che sorpresa !!!! Ma quando sei tornato ???? Sono felice di vederti !!!" disse in tono cortese, ma un lampo di sofferenza le attraverso il volto. Jun emise un mugolio, e non trovò di meglio da fare che abbracciare Yayoi. Ovviamente era la mossa sbagliata. Gli occhi scuri di Yoshiko presero uno strano luccichio, e la ragazza si affrettò a distoglierli "Scusate.....meglio che vada a parlare con Alex un momento.....ci vediamo....". Si allontanò velocemente, raggiungendo le altre ragazze. Ma il suo sorriso non era più spontaneo. Genzo fissò Jun, sorpreso. Jody continuava a scrutare nell'oscurità della sera, dalla porta aperta, poi si voltò anche lei verso il ragazzo; socchiuse gli occhi, e si avvicinò. Lui le rivolse uno sguardo spaventato, stringendosi di più a Yayoi. Jody li raggiunse "Posso parlarti....un secondo?" chiese in tono neutro. Lui annuì, sbiancando. Si scostarono dal gruppo festante, andando verso l'ingresso. Genzo si avvicinò a sua volta. Jody fissò con occhi duri il ragazzo e mormorò "Bene, tu sei qui....e quell'imbecille di mio cugino dove si è cacciato invece?". Jun cominciò a mormorare qualcosa di incomprensibile. Lei non si fece impetosire "Allora?" rincarò. Lui si arrese "Beh, sai, tornando io, lui, Genzo e Tsubasa ci siamo messi a parlare di calcio, e la discussione si è fatta molto interessante, e poi a casa l'abbiamo continuata tra noi, e così...." si interruppe, fissando spaaventato la ragazza, che intuendo la verità aveva iniziato a scaldarsi "....beh, mi sono dimenticato di dirgli che dovevamo venire qui....e quando sono andato a chiamarlo era uscito....non so dove sia.....". La ragazza ora tremava visibilmente, il volto rosso, le mani strette a pugno. Alzò due occhi di fuoco e li puntò su Jun "Ringrazia il cielo che devo cercarlo....potrei non rispondere di me, altrimenti" lo minacciò. Il ragazzo annuì, pallido come un cadavere. Genzo trattenne una risatina. Ma Jody aveva già spalancato la porta ed era uscita di corsa "Ehi, aspetta, è buio !!!!!" le urlò dietro. Ma era già sparita.

 

Lo trovò seduto sulla sponda del fiume. Stranamente se lo aspettava. Suo cugino aveva sempre amato l'acqua, e quando era pensieroso questa lo attraeva irresistibilmente.....era capitato più volte che lui fosse così perso nei suoi pensieri da finire dentro un fiume !!! Almeno stavolta ci si era seduto vicino, riflettè la ragazza mentre scendeva per raggiungerlo. Lui non si mosse, quasi non l'avesse minimanete sentita. Lei gli si fermò alle spalle "Sei li più o meno da un'ora...... se sei scappato prima che Jun venisse a casa mia per la festa, lo sai?" dichiarò. Lui emise una breve risata, senza nemmeno guardarla "C'era una festa? Mi spiace. Non lo sapevo" mormorò. Lei si lasciò cadere vicino al ragazzo "Hikaru, sai che giorno è oggi?" chiese. Lui annuì "E allora perchè non sei venuto a trovarla? Perchè? Potevi venire lo stesso, è un mese che non la vedi.....". Un sospirò fu la risposta. Jody annuì, e si sedette più comoda "Racconta" si limitò a dire. Lui guardò fissò l'acqua "Sai, quando se n'è andata in America mi sono sentito un idiota.....per non aver mai capito quanto le volevo bene prima che fosse troppo tardi. Poi, grazie a te lei è tornata....e sono stato io a lasciarla, stavolta, sempre senza dirle cosa provavo. Sono uno stupido, Jody". "Almeno sa con chi sta parlando" riflettè lei, prima di dire "Ma allora perchè non sei venuto a trovarla? Hika, oggi in teoria lei doveva essere al campo da calcio, ma non c'era......e tu non te ne sei proccupato, non ti sei chiesto perchè Allenby ti aveva trascinato li a quel modo, ma ti sei messo a giocare a calcio" concluse, mentre un'espressione esasperata le si disegnava sul volto. Lui arrossì, una goccia enorme sulla nuca "E' che era un bel pezzo che non giocavo con Tsubasa e gli altri......quando gioco con loro mi dimentico di tutto...." "APPUNTO !!!!!" scattò Jody, sporgendosi verso di lui "Sei sempre stato così preso dal calcio da non renderti conto di cosa provavi per lei, se non quando l'hai persa. E quando è tornata qui, eri preso dal torneo, e non ci hai fatto troppo caso....e poi te ne sei andato tu. Non credi che sia ora di usare il cervello e non solo i piedi?" domandò piccata. Lui nascose il volto tra le braccia, appoggiandole alle ginocchia "AAAAHHHH, Jody, sono proprio un imbranato !!!!" urlò. La cugina gli accarezzò il capo, scompigliandogli amorevolmente i capelli "Sì" disse sorridendo "Lo sei davvero" "Non le ho nemmeno preso il regalo " "Io l'avevo prenotato, ma il regalo ha avuto la bella idea di scapparsene per riflettere...." disse lei, lasciando che le parole cadessero nel vuoto. Ci fu un attimo di pausa "Adesso andiamo?" tentò. Lui non si mosse "E cosa dovrei fare?" chiese. Jody si alzò "Magari dirle la verità? Prima di perderla ancora....." "Ma non ho nemmeno un regalo...." "Oh, cavolo, ancora non l'hai capito che sei tu il regalo? Ma proprio non ti ci entra in testa? Guarda che se vai avanti così la perdi davvero. A scuola ci sono tanti di quei ragazzi che le stanno dietro....". A quelle parole Hikaru si alzò di scattò, facendola indietreggiare per la sorpresa "Davvero?" chiese animato, con gli occhi scintillanti. Lei annuì, intimorita "Che si provino solo a.....ah, ci penserò io. Tanto da domani frequenterò la vostra scuola....". Jody sorrise. Finalmente l'aveva capito "Che ne dici di andare a dirglielo?" propose tendendo la mano. Lui annuì, afferrò la mano della cugina e iniziò a strattonarla correndo. Ma lei non si sognò nemmeno di lamentarsi.

 

Arrivarono trafelati alla porta della villa. Jody entrò, sentendo la musica e le risate della compagnia, e battè le mani per richiamare l'attenzione. Si voltarono tutti a guardarla, e parecchie facce sorrisero, vedendo che ce l'aveva fatta. Yoshiko, sorpresa, esclamò "Jody, ma dov'eri finita? Sei sparita all'improvviso.....ci stavamo preoccupando !!!". La ragazza sorrise "Scusa Yoshiko, ma il fatto è che ti avevamo ordinato un regalo, ma quello ha avuto la bell'idea di scappare, e ho dovuto recuperarlo". Finito il discorso fece un gesto con le mani, come a presentare qualcuno che entra in scena; Hikaru avanzò, portandosi alla luce "Ciao manager" disse, sorridendo imbarazzato "Buon compleanno". Yoshiko si portò una mano alle labbra, sbiancando e poi arrossendo furiosamente. Lui continuava a guardarla in volto, spiando la sua reazione. La ragazza prese a tremare. Lui fece un passo, preoccupato "Manager, tutto bene? Non sei contenta che sia qui? Se vuoi me ne vado....." disse in tono triste. Lei scosse all'improvviso il capo e si lanciò verso di lui, piangendo "Capitano !!!!!!!!!!!" urlò, abbracciandolo. Lui rimase immobile, sconvolto, mentre tutti urlavano e fischiavano. La ragazza si strinse a lui, e Hikaru la strinse con le braccia, protettivo. Lei sollevò il capo "Ma cosa...." tentò di chiedere. Lui sorrise "Beh, sai, la vecchia squadra della Furano si è sciolta, e io ho pensato che era meglio andare dove potevo giocare.....poi mi ha chiamato Jun, dicendo che si sarebbe trasferito da qualche parte qui nei dintroni, e se volevo andare a vivere da lui....e ho accettato subito...anche se nessuno sapeva che venivamo a Fujisawa, tranne le signorine li presenti...."indicò col capo Jody e Sanae che ridacchiavano. Yoshiko corse da loro, abbracciandole con foga "Grazie !!!!" esclamò "Oh, ragazze, grazie !!!!!!!". La circondarono tutti, felici. Erano di nuovo tutti insieme. Alex si arrampicò sulla poltrona e urlò "Udite Udite, da domani si ricomincia a fare pazzie !!!!!!!!". Genzo la guardò, ironico "E perchè, finora voi cosa avete fatto????". La ragazza lo aggredì dall'altro, e le altre le diedero manforte, finendo per cadere tutti sul pavimento ridendo. Era proprio vero. Avevano ricominciato a fare pazzie......erano di nuovo insieme !!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 25
*** Capitolo ventiquattro: La strada si fa difficile..... ***


Capitolo 24: La strada si fa difficile

Capitolo 24: La strada si fa difficile......

 

Jody ruotò velocemente su se stessa, facendo vorticare le braccia e chinandosi poi nella posizione successiva della sequenza. La testa si alzò, sicura, e seguì il movimento delle braccia, che si aprivano a arco mentre la ragazza spiccava un salo armonioso. La musica che aveva accompagnato la sequenza finì, ma lei non si fermò e corse alla trave, salendovi con un balzò ed eseguendo subito una rovesciata. Passò poi a una serie di figure parecchio complicate, senza prendersi nemmeno un attimo di pausa. Il suo volto era l'emblema della determinazione che provava.

Poco più in la, Sanae e Mya la osservavano preoccupate; erano ormai quattro ore che la ragazza si allenava senza sosta, da quando alle due e mezza si era presentata in palestra con aria incavolata e battagliera. Aveva fatto tutti gli esercizi possibili e immaginabili, e anche di più. Fatica e sudore le deformavano il volto, sofferente e stanco, ma non dava nessun segno di voler mollare; il fuoco che bruciava nei suoi occhi era lo stesso di quando aveva iniziato, e per questo le due ragazze non ebbero cuore di intervenire, nonostante le condizioni della ragazza non fossero certo delle migliori. Le gambe, obbligate a sopportare un allenamento almeno triplo rispetto al solito, non avrebbero retto ancora molto, entrambe ne erano sicure; Sanae aprì la bocca per parlare, poi però scosse il capo e tacque. Non c'era nulla che poteva dire alla sua amica, nulla che l'avrebbe convinta a smettere.....tranne forse una persona. Una persona per la quale lei ora stava sudando sangue......senza volerlo,incrociò lo sguardo di Kay, che poco distante stava eseguendo una coreografia senza alcuna concentrazione, gli occhi che seguivano Jody, guardinghi e preoccupati. Le due ragazze si fissarono, incerte se intervenire, proprio nel momento in cui la porta d'ingresso si apriva sbattendo; Sanae si voltò, riparandosi gli occhi dalla luce dorata del sole che entrava, inondando la stanza della luce dorata del tramonto. Sulla soglia si distinguevano tre figure alte e robuste. La prima, quella più alta, avanzò verso di lei con passo deciso, mentre la ragazza la scrutava incerta, toccandosi apparentemente la fronte in un gesto che le era familiare; fu quello a permetterle di riconoscerlo "Genzo" disse in tono di saluto, sorridendogli sollevata. Lui alzò la mano in risposta, mentre i suoi occhi saettavano veloci verso Jody, per poi tornare, interrogativi e preoccupati, sula ragazza. Anche Mya si avvicinò, ben sapendo che lui non avrebbe dovuto stare li, ma interiormente grata al ragazzo poichè sapeva benissimo che, se qualcuno poteva fermare Jody, quel qualcuno era lui.

Sanae rispose con una scrollata di spalle alla domanda che lui aveva negli occhi, cercando con gli occhi le altre due figure che erano entrate insieme a Genzo e riconoscendole come Taro e Jun. Notò con disappunto che Tsubasa non era con loro, ma fece finta di nulla. Genzo però aveva altra idee al proposito "Tsubasa sta girando come un pazzo per tutta la scuola, cercandoti. Non abbiamo fatto in tempo a dirgli che secondo noi eri qui, insieme alle altre....e non credo che lui ci abbia pensato facilmente da solo.....comunque, sono le sette ormai......mi volete spiegare cosa ci fate ancora qui? Avevamo appuntamento almeno mezz'ora fa  davanti agli spogliatoi.....cosa vi è preso?" Senza una parola, Sanae, arrossendo nonostante tutto per il piacere che le diedero quelle parole, indicò qualcosa con il dito, e Genzo guardò, vedendo che stava indicando Jody "E' lei la causa" disse stavolta Mya, sospirando "E' arrivata qui dicendo che doveva allenarsi assolutamente, e sono ore che non fa altro......". Genzo sbiancò, notando l'aria di rabbia e determinazione sul volto della ragazza "Ma cosa....cosa le è preso?" chiese. Le due ragazza si scambiarono un'occhiata, ricordando le parole che Jody aveva pronunciato mentre si cambiava

 

".....Certo, lui crede che io non abbia dato nessun peso a quella'stupida sfida', come la chiama lui, ma in realtà......io non posso ignorarla. Quella vuole portarmi via tutto ciò che ho qui, e non parlo solodel mio ragazzo.....vuole anche portarmi via il mio posto qui, il posto che non cercavo ma che grazie a voi....grazie a lui.....ho ottenuto.....un posto che non posso perdere......per questo devo dare il massimo, non importa quanto mi potrebbe costare". Sanae sbattè la porta del suo armadietto con violenza, incredula "Ma Jody, questo è semplicemente ridicolo !!!!!!!! Nessuno pretende che tu molli Genzo se perdi la sfida, anzi, nessuno ti obbliga a sostenerla, quella maledetta sfida.....non vedo proprio perchè....." "Nessuno a parte me !!!!!!!!!!" urlò Jody, alzandosi di scatto "Non lo capisci? Se perdessi me ne andrei io da sola....non voglio dire che scapperei, ma non mi sentirei più a mio agio......non capisci davvero Sanae? Hanno messo in discussione il mio diritto a essere così fortunata, ad avere Genzo, gli zii, voi tutti....e se non riesco a difendere tale diritto, non ne sarei davvero degna.....quindi non posso lasciar perdere, lo capite? E devo chiedere il vostro aiuto....mi devo allenare.....allenare più di quanto abbia mai fatto....Mya senpai....Sanae....per favore.....".

 

Le due ragazze si erano fissate con aria sconvolta, ma avevano annuito scoraggiate, sapendo che Jody non avrebbe comunque desistito e che, almeno, avrebbero potuto starle accanto e controllarla, evitando che esagerasse....ma, come in quel momento, nessuna delle due aveva la forza di opporsi alla volontà della ragazza.....solo Genzo avrebbe potuto farlo....ma era saggio coinvolgerlo, si chiese Sanae. Se avesse saputo la verità si sarebbe sentito terribilmente responsabile......e Jody aveva detto espressamente che non doveva sapere nulla.

 

"....lui non capirebbe....si arrabbierebbe e basta, e io pure, e finiremmo per litigare.....lasciate perdere, e se vi chiede qualcosa dite che mi è semplicemente venuta voglia di allenarmi per la selezione.....lo so che è una bugia, ma in questo caso credo sia preferibile alla verità......."

 

Sanae aveva promesso, però.....però......ora il ragazzo era davanti a lei, e nei suoi occhi si leggeva chiara la domanda a cui lei non poteva rispondere....ma come poteva lasciare che Jody si distruggesse a quel modo? Era giusto, questo? E Genzo....era suo amico da anni, poteva davvero ingannarlo così? Era talmente presa da quei pensieri, che non si accorse nemmeno che Jun le si era affiancato, fissando Jody con aria strana "E' molto stanca" osservò in tono preoccupato "E la gamba sopporta troppo peso......è distrutta......cosa le ha preso?" chiese. Sanae e Mya si fissarono, spaventate e incerte su cosa dire, ma Genzo le prevenne, impallidendo e rendendosi conto che ciò che Jun aveva detto era vero. "Hai ragione.....ma da quanto è che si sta allenando?". Sanae chiuse gli occhi, deglutendo "Quattro ore e mezza...." sussurrò, sopraffatta. Non ce la faceva. La fiducia in lei era stata malriposta, lei non ce la faceva a tacere nel vedere la sua migliore amica ridursi così.....non riusciva a ingannare il suo amico....ma a tradirlo sì....l'aveva già fatto.....glielo leggeva negli occhi......quegli occhi scuri che la stavano fissando, sconvolti..... "COSAAAAAAAAAAAA ???????? QUATTRO ORE E MEZZA?????? VUOI DIRE DA DOPO LA PAUSA PRANZO??????"urlò lui, non volendo crederci. Sanae fece per annuire, spaventata, ma Mya la prevenne, parandosi davanti a lei e affrontando il portiere, dicendo "No, da prima ancora. Ha saltato il pasto per venire qui e fare esercizi di riscaldamento". Il ragazzo si voltò, guardando Jody, poi tornò a fissare Mya, poi ancora Jody, poi di nuovo Mya "E PERCHE' CAVOLO NON   

 L'AVETE FERMATA, SI PUO' SAPERE ??????????????" urlò ancora. Mya lo fissò negli occhi "Guardala. E dimmi se tu riusciresti a dirle di fermarsi" esclamò. Jun fece per dire qualcosa, ma Genzo, arrabbiato, lo zittì con un gesto dell mano "BENISSIMO !!!!!!!!". Si voltò, avviandosi con fare deciso verso la sua ragazza. Poi, all'improvviso, rallentò, quasi esitasse. Poi si fermò del tutto, rimanendo a guardarla. Mya incrociò le braccia "Hai capito vero? Non si può fermarla. Non ne abbiamo il coraggio". Genzo non rispose. Continuò a guardare Jody, incerto e disperato. Il suo cervello urlava che la ragazza era distrutta, che doveva fermarla subito, ma il suo cuore non si convinceva a fermare quella determinazione, quel fuoco che le brillava negli occhi. Disperato, si guardò attorno in cerca di aiuto, e il suo sguardo incrociò quello di Kay. La ragazzina, ormai stufa, smise all'improvviso di danzare, sorridendo a Taro che le si stava avicinando, e afferrò con decisione il nastro rosso che stava stava usando, quello che le aveva prestato il club. Afferrò bene la bacchettina con la destra, mentre con la sinistra prese la stoffa, sollevandola a una data distanza dall'attacco. Poi lo lanciò, facendogli attraversare l'aria con un movimento fluido, in direzione di Jody che, concentrata a tal punto, non se ne accorse nemmeno. Quando fu circa a metà strada, la ragazzina fece un movimento improvviso col polso e il nastro parve annodarsi su se stesso, anzi, disegnare un cerchio in aria.....un cerchio strano....che finì proprio sopra Jody, ancora talmente presa nel suo esercizio da non notarlo, e scendere su di lei. Proprio nell'istante in cui il cerchio le sorpassò la testa, diretto verso il basso, Kay diede un tirone improvviso, e questo si chiuse, stringendosi e imprigionando al suo interno Jody, che, con le braccia attaccate al busto, spalancò gli occhi sorpresa e poi, furente, iniziò a dimmenarsi, cercando di liberasi. La sua furia era tale da darle una forza inaspettata, e Kay dovette afferrare meglio il nastro nel tentativo di trattenerla. Taro, colto il problema, corse ad aiutarla, e afferrò a sua volta la stoffa rossa, tirando con tutte le sue forse. Jun giunse poco dopo, e a quel punto Jody si arrese, smettendo di dibattersi e fissando infuriata Kay, che ricambiò senza problemi lo sguardo, come per dire "L'ho fatto per te. Non mi hai lasciato scelta". Jody sbuffò, rimanendo immobile, e Kay allentò la presa sul nastro, che così come all'improvviso si era stretto, altrettanto all'improvviso si sciolse, quasi per magia, liberandola. La ragazza rimase comunque ferma immobile sul posto, sudata, ansimante e arrabbiata "Perchè l'hai fatto?" chiese in tono deluso e pericoloso. Kay scrollò le spalle, pronta a sopportare la valanga di rancore che di sicuro l'avrebbe investita, ma Genzo si fece avanti, col fuoco negli occhi, nuovamente determinato ora che era stata fermata "Sono stato io a chiederle aiuto. Non sapevo come fermarti. Ma dovevo farlo" disse in tono di sfida. L'attenzione di lei si rivolse totalmente al ragazzo, quasi ne fosse magneticamente attratta, e le fiamme sorsero anche nel suo sguardo "Cosa?" sussurrò, letale, mentre lui si avvicinava con aria battagliera. Jody lo attese, fissandolo con altrettanta determinazione. La tensione nell'aria salì gradualmente, mentre i secondi di calma e silenzio si esaurivano inesorabilmente; e, alla fine, furono l'uno di fronte all'altra, e parvero crepitare vere scintille d'ira tra i loro occhi. Nel vedere quelle due volontà incrollabili scontrarsi, Sanae si portò le mani alle labbra, spaventata "Oddio......Adesso cominciano i guai" pensò, atterrita.

 

Jody ricambiò lo sguardo di Genzo senza distogliere gli occhi, cosa che fece vacillare un po' la sicurezza di lui. "Si può sapere perchè ti sei intromesso nel mio allenamento?" chiese, dura, fissandolo dritto negli occhi. Lui si costrinse a non distoglierli a sua volta e rispose, nello stesso tono duro "Perchè? Ma stai scherzando? Tu piuttosto. Si può sapere che ti è preso? Hai visto come ti sei ridotta? Posso sapere che stavi facendo?". Jody lo fissò, irritata "Come ho appena detto. Mi stavo allenato. E comunque, credevo si vedesse" rispose, sfrontata. Genzo si arrabbiò "Io questo non lo chiamo allenarsi, lo chiamo massacrarsi, signorina. E non voglio che tu faccia una cosa simile" esclamò. Una luce pericolosa si accese negli occhi della ragazza "Tu cosa? Non vuoi? E io adesso dovrei annuire remissiva e dire 'Va bene non lo farò più'? Il SGGK che mi viene a dire una cosa simile? Mi suona strano.....tu mi hai urlato contro quando ti ho detto le stesse parole.......ma soprattutto.....chi ti credi di essere, il mio padrone?". Genzo non colse il segnale di guai che conteneva quello sguardo infuriato, e urlò a sua volta "Non mi importa un fico secco di cosa pensi tu, o di cosa credi, voglio solo che tu la smetta. Non ti permetto di distruggerti per una cosa del genere......". Lei mosse rapidamente un braccio, come a sottolineare la sua tensione, la sua rabbia "Tu cosa? Permettermi? Sentimi bene, io non so cosa ti sei messo in testa, ma io non ho mai permesso che nessuno mi permettesse nulla....né mio padre né altri....e non lascerò certo che lo faccia tu, ora. Che diritto credi di averne?" domandò, ormai senza freni. Lui la fissò, arrabbiato nero, e prese fiato per urlare la sua risposta

In quell'istante, Kay seppe cosa avrebbe detto, e la paura la avvolse. Nella sua mente si stagliò viviso il ricordo di una scena identica, avvenuta un anno e mezzo prima; le parole che erano state urlate allora erano le stesse che aveva udito adesso, e se le cose fossero andate avanti....scattò verso i due litiganti, disperata, senza nemmeno accorgersi che Taro, sorpreso, la tratteneva "Kay !!!! Cosa...." "Lasciami !!!! Li devo fermare prima che...." urlò lei, ma in quell'istante Genzo aprì la bocca, e lei sentì che era troppo tardi. Vide una scintilla di paura negli occhi di Jody, paura per le parole che stava per udire, e senza riuscire a trattenerssi, nella sua mete urlò "Non dire quelle parole !!!!!! Non lo dire !!!!!!!".

Jody strinse le labbra, avvolta nella stessa paura che aveva colpito Kay, e nella sua mente le parole che si formarono furono quasi le stesse "Non lo fare, ti prego. Non dire quello che stai per dire. Non mi tradire anche tu......non....non....non comportatti come LUI !!!!!!!!!!"

Genzo però non si accrose di questo. Non vide il movimento convulso di Kay, non vide la paura che comparve negli occhi azzurri della ragazza che amava; non sentì il pericolo, non capì nemmeno cosa stava dicendo. Non capì che si stava comportando proprio nel modo che aveva sempre odiato. Non capì che l'avrebbe ferita. Perciò spalancò la bocca e urlò, prima di potersi fermare "Ne ho tutti i diritti perchè.....". Kay chiuse gli occhi "Non lo fare....." ".....io sono.....". Jody invece li tenne aperti a forza, disperata "Non mi tradire....." "Il tuo.....". le loro preghiere si fusero in una sola, terribile, disperata "NON LO DIRE !!!!!!!!!!!!!!!!!!". Ma Genzo non la sentì "......ragazzo !!!!!!!!!! E pretendo che tu non faccia una simile stupidaggine !!!!!!!!!!!! Voglio che tu la smetta !!!!!!!!!!!!Voglio che tu lasci questo stupido sport !!!!!!!!!".

 

Silenzio.

Jody sentì che qualcosa dentro di lei si era spezzato, irrimediabilmente. Qualcosa che era stato proprio lui a costruire..... "E ora.....l'ha rotto...." pensò, mentre una lascrima traditrice scendeva dai suoi occhi, abbassati. Nel vederla, Genzo capì finalmente che aveva fatto qualcosa di sbagliato.....di tremendamente sbagliato.......

Sanae sentì che l'atmosfera diventava pesante. Quelle parole avevano qualcosa di sbagliato, ma non sapeva bene cosa.....vide Kay sussultare e portarsi le mani alla bocca, in lacrime. Si appoggiò a Taro, in cerca di sostegno, e quando lui la circondò con le braccia si strinse alla sua felpa, quasi avesse paura di cadere se non si fosse aggrappata a qualcosa. Yayoi si avvicinò a Jun, spaventata, mentre Mya e Sanae si guardavano, incredule. Cosa era successo?

 

Jody intanto rimase immobile, silenziosa. Sembrava che per lei il tempo si fosse fermato a quelle parole. Lentamente, alzò gli occhi e li posò su Genzo, che indietreggiò senza rendersene conto. Sussultando, si chiese se quelli erano davvero gli occhi che conosceva lui......erano talmente carichi d'ira che non poteva esserne sicuro. Finalmente parve rendersi conto che aveva detto qualcosa che non andava, anche se non sapeva cosa. Jody continuava a guardarlo, tremando,

come una bomba sul punto di esplodere. Spalancò la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Genzo fece per avvicinarsi....."STAMMI LONTANO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" urlò finalmente lei, allungando di scatto la mano per impedirgli di avanzare. Il ragazzo si ritrasse, spaventato. Jody sembrava in preda a una furia incontrollabile "NON OSARE AVVICINARTI A ME, NON CI PROVARE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" ordinò, ormai incosciente di ciò che la cricondava, le lacrime che le deturpavano il volto, inarrestabili. Prese fiato e urlò ancora "COME PUOI DIRE UNA COSA SIMILE....COME PUOI......COME PUOI TRADIRMI COSI' !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Genzo cercò disperatamente di fermarla, di capirci qualcosa, ma lei continuò, disperata, agitando i pugni chiusi e urlando "MAI, MAI AVREI PENSATO CHE MI AVRESTI TRADITO IN QUESTO MODO, PROPRIO....PROPRIO COME.......PROPRIO COME LUI !!!!!!!!!!!!!! VATTENE, GENZO WAKABAYASHI, VATTENE E NON FARTI PIU' VEDERE..........NON VOGLIO PIU' SAPERNE NULLA DI TE !!!!!!!!!!". Sfinita, stremata, con le lacrime agli occhi, Jody si voltò, decisa ad allontanrsi il più possibile da colui che l'aveva ferita a tal modo. Non voleva più vederlo, non voleva più avvertirne la presenza......non voleva più pensare a lui.....e per riuscirci, doveva andarsene. Andarsene dove poteva essere sola, dove poteva decidere che fare coi resti della sua vita. Per questo, dopo qualche passo deciso, il ritmo delle sue gambe accellerò, rompendo poi in una corsa disperata. Corse, corse, vedendo la luce del portone spalancato come la salvezza.....o la disperazione più completa.....ma comunque la fine di tutto. Corse, sapendo che lui non l'avrebbe fermata, poichè non ne era in grado. Ma all'improvviso, sentì qualcosa di strano. Qualcosa che non aveva a che fare con la sua anima lacerata....un dolore fisico....qualcosa di nuovo e di vecchio....stupita, rallentò, sentendo una strana sensazione al ginocchio........infine, udì come una rottura, qualcosa che dentro di lei si spezzava; ma non era come prima, stavolta sentì uno schiocco sonoro, un dolore lancinante, e le gambe non la ressero più; cadde a terra, pesantemente, in avanti, senza nemmeno riuscire a frenare la caduta con le mani, a stento cosciente di sbattere duramente la testa da quanto il dolore alla gamba era forte. Il mondo intorno a lei iniziò a girare, sfocandosi in quella sofferenza. Sentì urla, passi affrettati e un paio di braccia che la afferrarono, sollevandola e appoggiandola contro un perrò muscoloso che le sembrava di conoscere. Sentì una voce, una voce che la chiamava, allarmata; Jody cercò di parlare. Chi la stava chiamando? Avrebbe voluto chiederlo, ma non ce la faceva. Cosa le era successo? Quel dolore lancinante aveva cancellato tutto ciò che era successo.....perchè stava coprrendo? Perchè piangeva? Perchè stava piangendo, ne era sicura, il suo volto era ancora bagnato..... e perchè aveva urlato? Aveva urlato di certo, la gola le faceva male.....non ricordava nulla.......la voce le parlò ancora, ma lei non capiva. Chi era? Lo conosceva.,....sapeva di conoscerlo, era una persona importante......ma chi? Non lo ricordava........tenendosi la gamba, rinunciò, disperata. Lo avrebbe riconosciuto dopo.....ma ora aveva bisogno di aiuto......stava male....e così, pur non sapendo chi fosse, urlò, lasciandosi sconfiggere dal dolore e rivolgendosi al padrone di quella voce, senza avere la più pallida idea di chi fosse ma usando l'intuito, o meglio il primonome che le venne i mente, e cercò di dire cosa le stava succedendo, di spiegare.......ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un acutissimo grido disperato.

 

Genzo fissò incredulo la schiena della ragazza che amava, mentre lei si allontanava da lui per sempre, delusa e ferita come mai avrebbe nemmeno lontanamente immaginato di essere, e proprio dalla persona a cui aveva affidato il suo cuore e la sua vita. Immobile, silenzioso, la fissò allontanarsi, ripetendosi che doveva fare qualcosa, doveva fermarla, o l'avrebbe davvero persa per sempre, quella volta; ma il suo corpo non rispondeva ai suoi desideri, le parole dure che lei gli aveva urlato lo avevano colpito troppo duramente, le lacrime e la rabbia che aveva visto in quegli immensi occhi azzurri lo avevano pietrificato.....sapeva di averla ferita e non riusciva a convincersi a seguirla, perchè sapeva che avrebbe rischiato di farlo ancora. Disperato, cercò almeno di chiamarla, ma la voce non usciva......la rabbia lo assalì nel capire quanto impotente era di fronte a quella ragazza e alla sua rabbia, e silenziosamente si diede dell'idiota.....riusciva sempre a rovinare tutto.....poi, però, Jody rallentò, e un filo di speranza gli riscaldò il cuore, inondandolo di calore. Jody rallentò ancora, e si fermò. Il ragazzo pregò con tutto il suo cuore che si voltasse e lo guardasse, ma lei non lo fece. Rimase ferma, immobile, le spalle rigide, e tutto il suo corpo contratto in un'espressione di dolore e sorpresa. Mentre il sorriso tremulo che vi si era appena disegnato scompariva dal suo volto, Genzo iniziò a temere che ci fosse qualcosa che non andava, e in quel momento Jody si accasciò a terra davanti ai suoi occhi, la gamba sinistra che si piegava all'improvviso sotto il suo peso. La fissò terrorizzato, e le sue gambe, fino a un secondo prima immobili, spiccarono una corsa di sperata, che lo portò nel giro di un decimo di secondo affianco alla ragazza. Affannato e preoccupato, si chinò, afferrandola all'altezza delle spalle e voltandola, in modo da poterla guardare in volto e appoggiarla contro il suo pettò. La ragazza aveva il volto contratto dal dolore, e Genzo cercò di capire cosa cavolo le fosse successo "JODY !!!!!! CHE TI E' PRESO ??????????? JODY !!!!!!!!! CHE HAI ??????????". La ragazza non rispose, stringendo i denti e tenendo stretta la gamba sinistra con entrambe le mani. Lui tentò ancora di capire cosa avesse, ma lei sembrava non essere in grado di parlare.....alla fine, spalancò la bocca, ma tutto ciò che ne uscì fu un urlo disperato. Il ragazzo sussultò, stringendola di più a sè, e lei spalancò due occhi dilatati al massimo e colmi di lacrime, fissandoli su di lui "La GAMBA !!!!!!!! GENZO !!!!!!!!!!!!! LA GAMBA !!!!!!!!!!!!!! MI FA UN MALE CANE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!". Genzo guardò la gamba che la ragazza teneva stretta tra le mani, e sussultò. Il ginocchio era rosso e gonfio, e la caviglia era grossa il doppio del normale...... "Ma come cavolo hai fatto a ridurtela così, quella benedetta gamba ???????????" urlò senza rendersene conto, cercando la risposta negli occhi degli amici, che intanto si erano radunati tutto attorno a loro. Nssuno pareva saperlo; solo Kay distolse ostentatamente lo sguardo quando i loro occhi si incrociarono. Genzo la fissò a lungo, sospettoso, poi sollevò tra le braccia Jody e disse, in tono brusco "Ne riparleremo......comunque, la porto al pronto soccorso; Sanae, avverti tu Yusuke e i suoi zii.....e gli altri....insomma, pensateci voi, va bene?". Sistemando meglio Jody, in modo che potesse appoggiarsi totalmente a lui e cercando di evitare che la gamba sbattesse eccessivamente, Genzo si alzò e partì di corsa, imboccando a fatica la porta della palestra, rimasta aperta da quando erano entrati. Yayoi lo rincorse, urlando "Genzo !!!!!!!! Non sarebbe meglio portarla in infermeria qui????", ma il ragazzo non si fermò nemmeno. Taro scosse il capo "No, credo abbia ragione lui....quella gamba è proprio messa male, è opportuno che facciano degli esami accurati.......Dio santo, si deve essere allenata davvero tantissimo per ridurla in quel modo.....o forse c'è qualcosa che non sappiamo.....vero Kay?" disse, girandosi a guardare la ragazza con aria inquisitoria. La ragazzina tremò sotto quegli occhi, poi scosse il capo, agitando la treccia castana, e disse "Io....non posso dirvelo. Sta a lei farlo, se vorrà. Ho giurato....ho giurato che non l'avrei detto a nessuno.....". I ragazzi si fissarono con sorpresa, ma non insistettero. Capivano bene cosa intendeva Kay. Taro, con espressione ora molto più dolce, la abbracciò, lasciando che nascondesse il volto contro la sua maglia e affondando nei suoi soffici capelli castani "Tranquilla" sussurrò "Andra tutto bene....tranquilla....". Kay iniziò a piangere. Sanae e Mya si scambiarono un'occhiata, poi il capitano del club disse "Io vado a telefonare a casa di Jody.....Sanae, va a cambiarti e vedi di trovare suo fratello.....Yayoi, e tu.......Jun, si, andate a cercare gli altri......per favore.....". Gli interpellati annuirono, scattando in direzione della porta, degli spogliatoi, o dell'ufficio del club. Alla fine, solo Taro e Kay rimasero, immobili, al centro della palestra, stringendosi l'uno all'altra in cerca di conforto. Taro alzò gli occhi al cielo, preoccupato per Jody, poi li riabbassò sulla testa bruna di Kay e disse, in tono dolce e gentile "Senti, Kay....non ti chiedo cosa è successo alla gamba di Jody.......ma vorrei sapere cosa l'ha spinta ad essere così sciocca da sforzarla a quel modo......non è normale.......è troppo intelligente per fare un errore del genere senza un buon motivo.....no? Si può sapere cosa....". Kay sospirò, e si sciolse dall'abbraccio. Gli occhi scuri ardevano "E tutta colpa di quella la" borbottò. Taro la fissò, vagamente confuso "Scusa.....'quella la' chi?" chiese. Kay guardò un punto imprecisato della palestra, mentre la rabbia sul suo volto aumentava a dismisura, e rispose "Quella la....mi pare si chiami Kyla Oikawa....ha sfidato Jody". Taro, che conosceva bene Kyla Oikawa, visto che era sempre andata a disturbarli quando si allenavano, cercando di conquistare Genzo. Cominciava a capire cosa poteva essere successo....."Ha sfidato Jody a dimostrare, venendo selezionata per i campionati nazionali di ginnastica.......". Taro parti di corsa, arrabbiato nero. Conosceva bene Kyla, e da lei non avrebbe dovuto aspettarsi altro. Era stato uno stupido a non pensare alla possibilità che succedesse una cosa del genere. E, siccome conosceva bene anche Jody, sapeva anche che l'amica sarebbe morta piuttosto che rifiutare o perdere una sfida del genere....qualsiasi cosa dovesse costarle. Era proprio quello a terrorizzare Taro........tentando di scacciare l'immagine della gamba gonfia della ragazza dalla sua mente, il ragazzo corse più veloce. Doveva trovare Yu e Sanae. Kay, dalla palestra, lo fissò allontanarsi. Meditò se seguirlo, poi corse nello spogliatoio. Ci avrebbe messo un minuto a cambiarsi, ed era meglio farlo subito, così poi avrebbe potuto andare al pronto soccorso. E d'altronde, sapeva benissimo dove era diretto il suo ragazzo......

 

Genzo entrò di corsa nell'edificio bianco di pronto soccorso primario di Fujisawa, guardando a destra e sinistra affannosamente. L'infermiera in guardiola, vedendolo ansimare con una ragazza semisvenuta tra le braccia, gli corse incontro "Cosa è successo ????" domando, fissando preoccupata la ragazza, che non dava cenni di vita, fiduciosamente abbandonata tra quelle braccia forti. Lui si guardò ancora attorno "Ha subito un forte trauma alla gamba sinistra....ha bisogno di cure immediate !!!!!!!" urlò. L'infermiera, ancora fissando la ragazza, annuì "Per di qua" disse, iniziando a correre. Genzo la seguì, mormorando "Resisti.....resisti Jody, siamo arrivati....ora starai meglio.....ora starai bene...." era quasi una preghiera, qualcosa cui si aggrappava disperatamente. Jody non rispose, rimanendo immobile tra le sue braccia, mentre entrava nella stanzetta che l'infermiera gli stava indicando. Dentro c'era un lettino bianco. Genzo, con molta attenzione, vi depose sopra la ragazza, cercando di non farle del male, e fissando con terrore il suo volto pallido. Gli occhi erano ancora chiusi "Jody...." sussurrò, accarezzandole i capelli "Ti prego, svegliati.......non farmi questo.....ti prego......" non ebbe risposta. Il volto di lei era disteso, la sofferenza era scomparsa, dilavata da quel sonno che l'aveva colta tra le braccia del ragazzo "Apri gli occhi.......ti prego......non posso vivere senza vedere i tuoi occhi che mi guardano....." sussurrò ancora, la voce roca e carica di tensione. Gli rispose il silenzio. Jody rimase distesa immobile, senza dare segno di averlo sentito. Genzo chiuse gli occhi, deluso, sospirando, poi un rumore alle spalle lo distrasse. Un uomo anziano, vestito in camice bianco, era entrato nella stanza e guardava con aria critica la ragazza sul lettino. Genzo si alzò "Dottore...." disse in tono preoccupato. L'uomo lo guardò "Oh, signor Wakabayashi, mi pareva proprio che fosse lei......mi vuole spiegare che diavolo è successo a quella povera ragazza?" chiese. Genzo, sorpreso, lo fissò per un attimo completamente smarrito, poi lo riconobbe. Era uno dei dottori che avevano seguito la sua ultima riabilitazione alla gamba. Confuso, iniziò a balbettare "Ecco....lei...la gamba.....l'allenamento....ginocchio....frattura...." "Se continui a dire parole a caso non capirà mai nulla" disse una voce ironica alle sue spalle. Il ragazzo, senza pensarci, rispose a quel tono sarcastico, come era ormai abituato a fare ogni giorno, visto che in quel dolce divertimento consisteva la sua felicità "Oh, sempre da criticare te, vero? Mai che...." si fermò. Le spalle si irrigidirono in un'espressione incredula, poi il ragazzo girò su se stesso e la guardò.....lo stava fissando con la solita ironia negli occhi azzurri...... "Guarda che faccia !!!! AH AH AH !!!!!" Jody scoppiò a ridere. Lui continuò a guardarla "Sei sveglia...." riuscì soltanto a dire. Lei annuì, sollevandosi sui gomiti "E sono tutta indolenzita. Ora, se vuoi scusarmi.....dottore, credo di avere qualche problema alla gam----". Si interruppe, soffocata, quando Genzo la abbracciò di scatto, affondandole il volto nell'incavo della spalla. Jody arrossì, imbarazzatissima "Ma...Genzo !!!! Cosa...." "Non farlo mai più" sussurrò lui, la voce soffocata "Mi hai fatto morire di paura. Credevo non avrei rivisto mai più i tuoi occhi che mi guardavano". Jody sorrise, nonostante l'imbarazzo, allontanandolo gentilmente "Sciocco" disse, dandogli una pacca affettuosa sul capo "Sta tranquillo" sussurrò, fisssandolo con dolcezza e amore infinito. Lui, trattenendo le domande e le emozioni, si limitò ad annuire, scostandosi e lasciando spazio al dottore che, con un lampo di malizia negli occhi, si avvicinò alla ragazza "Dunque, se ho ben capito, il problema sarebbe la gamba......potrei vederla?" chiese. Jody annuì, afferrando il pantalone e cercando di sollevarlo sopra il ginocchio. Con la gamba distesa, però, le riusciva difficile, così senza pensarci cercò di piegarla e premette sulla caviglia con le mani. Immediatamente lanciò un urlo di dolore e le scostò come se si fosse bruciata. Incredula, si fissò la gamba, cercando ancora di piegarla; ma di nuovo non vi riuscì, e lanciò uno sguardo ansioso a Genzo e al dottore "Non riesco a ...." disse. L'uomo, preoccupato, si avvicinò al mobiletto di lato, frugò nel cassetto ed estrasse qualcosa, porgendolo a Genzo. Era un paio di forbici "Taglia il pantalone, ragazzo" disse in tono brusco, guardando Jody con fare pensoso. Il ragazzo deglutì, prendendo le forbici che l'uomo gli tendeva e avvicinandosi alla ragazza, cereo in volto, fissandola come a chiedere se era d'accordo. Lei, sospirando, chiuse gli occhi e annuì, tirandosi indietro per permettergli più spazio e stringendo le labbra. Genzo, deglutendo ancora, si chinò sulla gamba incriminata, afferrò la stoffa azzurra e si mise all'opera, cercando di non sfiorare l'arto. Ma la sua mano tremava incontrollabilmente, quindi la cosa risultò impossibile. Jody cercò di non urlare, lanciando solo dei gemiti trattenuti a stento, e entrambi sospirarono di sollievo quando, dopo alcuni minuti e molti gemiti, il pantalone giacque, lacerato fino al ginocchio, ai lati della gamba. Tutti e tre si chinarono, osservando con apprensione il ginocchio, ora ben visibile, gonfio e arrossato. I due ragazzi lo guardarono con timore, mentre il dottore lo osservò attentamente, silenzioso e imperturbabile, per diversi minuti, tastandolo e verificandone i riflessi, mentre Jody gemeva. Genzo, dopo un paio di minuti, però, perse la pazienza ed esclamò "E allora? Si può sapere che ha?". Il dottore ridacchiò, poi guardò Jody "A quanto vedo il signor Wakabayashi non è affatto cambiato in quanto ad impazienza.....". La ragazza, pallida e dolorante, sorrise suo malgrado. Ma l'espressione ansiosa non abbandonò i suoi occhi. Il dottore guardò ancora la gamba, poi, sospirando, disse "Beh, l'abbiamo sforzato un bel po' questo ginocchio, vero signorina Tachikawa? Ma in questo non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che......ecco.....certo, non posso dirlo senza sapere la sua storia medica, ma così, a prima vista.......sbaglio o non è la prima volta che questa gamba subisce un trauma? Un trauma grave?". Jody impallidì, sentendosi addosso lo sguardo incredulo di Genzo. Non riuscì a rispondere, e voltò il capo, cercando di evitare quegli occhi accusatori. Il medico la fissò, paziente, poi fece ruotare la sedia e si voltò verso la scrivania, prendendo una cartella bianca e aprendola; ne sfogliò i fogli, fino a trovare ciò che cercava e leggere attentamente "Ah" commentò "Certo ......ora capisco.....signorina Tachikawa....perchè ha voluto rischiare nonostante sapesse bene che non doveva farlo?". Jody si voltò di scatto verso di lui, fissando con orrore ciò che aveva in mano "Quella....." sussurrò, sentendosi in trappola. Il dottore annuì "E' la sua cartella clinica. E' arrivata poco tempo fa dalla Germania, e suo zio l'ha data al suo medico curante.....ora, vogliamo parlarne?". Jody scosse il capo, scattando come una molla e cercando di scendere dal lettino, evidentemente intenzionata alla fuga. Genzo la trattenne appena in tempo, afferrandole le spalle in una morsa ferrea e guardandola in volto con determinazione "Fermati !!!!! Non è scappando che risolverai la cosa !!!! Fai prima a raccontarmi tutto !!!!!!!!". Lei lo guardò, atterrita, poi sentì un muro che cedeva, dentro di sè, e scoppiò in lacrime. Gli si gettò addosso, e il ragazzo l'abbraccio, non sapendo cosa le stesse succedendo ma desiderando ardentemente di esserle d'aiuto. La ragazza singhiozzò per qualche minuto, poi si calmò e guardò il dottore con aria rassegnata "E va bene. Parliamone....ma tu prometti di non arrabbiarti, ok?" sentenziò, guardando Genzo. Lui, esitando, annuì. Il dottore, divertito, prese un foglio tra quelli contenuti nella cartella e lesse ad alta voce "....in seguito a quanto sopra riportato, la paziente accusa un forte trauma al ginocchio sinistro. I legamenti sono rotti, e il recupero è giudicato difficile. Inoltre, la caviglia presenta una tripla frattura avanzata, anch'essa dal recupero difficile. Credo che sia stato questo a pregiudicare la resistenza della sua gamba in questo momento, non le pare?" disse, smettendo di leggere. La ragazza sospirò "Lo so, lo sapevo che non dovevo forzarla.....ma ciò che dovevo raggiungere contava troppo, rispetto alla gamba....ce la farò lo stesso. E non mi dica di lasciar stare, perchè tanto non ubbidirò. E lo stesso vale per te" disse, guardando Genzo con aria dura. Lui la fissò, incredulo "Cosa? Cioè, tu vorresti continuare a praticare la ginnastica e a giocare a pallavolo con la gamba ridotta in quelle condizioni? Ma sei matta?" esclamò, afferrandola per le braccia. Lei sostenne senza problemi il suo sguardo "Prova a fermarmi" lo sfidò. Il ragazzo sentì la rabbia montargli dentro, e i suoi occhi si infiammarono "Ma sei cretina? Tu non giocherai con quella gamba, sono stato chiaro?" urlò. Jody non si fece spaventare "Oh, da quale pulpito.....sai, sentire una cosa del genere dal SGGK non fa tutto questo gran effetto.....tu hai giocato quanto volevi con la gamba a pezzi, ti ricordi?". Genzo non trovò le parole per rispondere, e la guardò furente, mentre il dottore ridacchiava "Credo abbia vinto lei" sentenziò, tornando ancora a guardare la cartella clinica "A quanto vedo, in Germania avevano quasi escuso un tuo completo recupero.....eppure te ne avevano offerto l'opportunità. perchè non hai accettato?". Jody sbuffò "Perchè avevo perso completamente la fiducia in quei medici. Non le pare naturale, dopo ciò che era successo? Sono tornata a camminare normalmente, e per conto mio. Riuscivo anche a correre, e saltare, anche se non troppo. Alla fine, sembrava che non mi fosse successo nulla. Ma non ho mai creduto che mi avrebbero ridato la mia gamba così com'era stata....per questo non ho accettato. Anche perchè non mi avrebbero comunque più permesso di giocare. Erano stati molto chiari su questo punto. E quindi....che senso avrebbe avuto?". Guardò con aria di sfida l'uomo, che però stava fissando con interesse la cartella "Dunque secondo loro il recupero era impossibile....non sono del tutto d'accordo, ma vedremo per questo. Se ora permetti, ti porto a fare delle lastre e poi mi consulto con un mio collega.....intanto dovrebbero arrivare anche i tuoi zii. E poi voi due potrete parlare....". Jody e Genzo si guardarono, annuendo. Di cose da dire ce n'erano molte.

 

Taro raggiunse trafelato Yusuke, proprio mentre Sanae finiva di raccontargli cosa era successo. L'espressione allarmata che comparve su volto del ragazzo confermò che sapeva tutto, quindi Taro passò alla parte seguente senza preamboli "Yu...anf...anf...la colpevole....è Oikawa....secondo Kay....ha fidato Jody....a....". Yu lo fissò, mentre una consapevolezza improvvisa lo colpiva "Oikawa? Intendi Kya Oikawa? Quella che non lasciava mai in pace Wakabayashi? Adesso capisco.....cosa le ha detto?" chiese, guardando Sanae. la ragazza esitò "Ecco....beh...l'ha sfidata a......a dimostrare di essewre degna di Genzo.....e ovviamente.....". Taro e Yu si fissarono. Sapevano bene entrambi che Jody aveva preso troppo sul serio quella sfida, e quello che era successo ne era la diretta conseguenza...."Ora vado a dirle due paroline io....." disse Taro, arrabbiato, ma Sanae gli si aggrappò al braccio, trattenendolo "NO !!!! Jody non voleva che voi lo sapeste....diceva che era una cosa tra loro due....e ora.....domani c'è la selezione.....Jody vorrà partecipare lo stesso...la sfida consisteva proprio in quello.....ragazzi, vi prego, non complicate ancora di più le cose....." supplicò, fissandoli alternativamente per sottolineare le sue parole. I due si fissarono, incerti, poi annuirono. Avrebbero lasciato stare per il momento. Ma il destino aveva altre idee....proprio in quel momento Kyla uscì dalla struttura scolastica, e si fermò a fissarli, sorpresa. Poi esclamò "Senpai Tachikawa !!!!!! Che piacere vederti !!!!!!!!!!!!!" affrettandosi a raggiungerlo. Sanae notò che dietro di lei c'erano altre due sue amiche, quelle che la accompagnavano sempre a vedere gli allenamenti di Genzo e della squadra. Le fissò con rabbia repressa, sforzandosi di dire "Buonasera Oikawa....che ci fai ancora qui a scuola?". La ragazza la degnò di una semplice occhiata, non proprio lusinghiera "Ero in riunione con club per la selezione di domani.......piuttosto, tu che ci fai attaccata a Misaki - kun? Credevo che fossi innamorata del capitano Oozora...." le sorrise malignamente, mentre Sanae arrossiva e lasciava il braccio di Taro "No...ecco....". Taro, che in realtà trovava molto antipatica la ragazza, disse in tono acido "Veramente mi stava trattenendo, stavo per andare da qualcuno a litigare, e Sanae mi ha pregato di non farlo....tutto qui. Comunque, hai detto che eravate a una riunione col club....di quale club, se posso chiederlo?". Kyla la fissò, leggermente interdetta "Ma...del club di ginnastica artistica, naturalmente. Che staio dicendo, Misaki - kun?" chiese. Yu la guardò dall'alto, dicendo in tono pensoso "E' strano, credevo che il club fosse il palestra ad allenarsi......di certo il capitano era li, visto che Sanae l'ha appena lasciata.......e anche mia sorella era al club fino a quindici minuti fa.....". Kyla arrossì, incerta, "Beh, ecco....veramente....sai, ero con le ragazze del ritiro...comunque, ho conosciuto una che si spaccia per tua sorella, senpai. Ti pare possibile?" disse, in tono svenevole. Il ragazzo la guardò fissa "Beh....direi di sì, visto che è mia sorella....." rispose. Kyla smise di sorridere "Cosa? Ma....ma è...." balbettò. Yu si tirò leggermente un orecchio "Oh, si, i nostri padri sono diversi, ma abbiamo la stessa madre......è una ragazza straordinaria, non trovi?" chiese a bella posta. Kyla cercò di annuire, stringendo i denti "Ce...certo....ado....adorabile...." Yu decise che ne aveva abbastanza "Senti, Oikawa, smettila di fare la scema. So benissimo che hai sfidato mia sorella.....non ti va giù che sia la ragazza di Wakabayashi, vero? Devo dire che avrei dovuto aspettarmelo....comunque, giuro che se le farai del male, te la vedrai con me......intanto però ci pensera lei a fartela vedere, domani". Kyla, furente di rabbia, abbandonò la sua aria melensa e sbraitò "Senpai, credi davvero che mi farò battere? Da lei, poi, da una straniera ?????". Yu la guardò, tranquillo "Io non lo credo....ne sono sicuro, Oikawa. E non solo lei....i posti sono due, e il secondo sarà di Sanae"disse, indicando la ragazza. Kyla dovenne rossa dalla rabbia, ma nessuno dei tre ragazzi se ne preoccupò. La ragazza allora fissò Sanae e ridacchiò "Certo, è bravissima....cos'è si è data alla ginnastica visto che il suo adorato capitano proprio non ne voleva sapere di accorgersi di lei? Non ti è mai venuto in mente che magari fa apposta a non accorgersene perchè non ti vuole?" disse in tono cattivo. Taro e Yusuke scatTarono per difendere l'amica dalle insinuazioni di quella vipera, ma Sanae li fermò, guardando Kyla negli occhi e dicendo "Non è che è quello che tu vorresti? Voi volevate avere tutti per voi i tre grandi campioni della scuola....e tu per prima hai fallito, Oikawa.....". La ragazza la guardò con aria di sfida "Vedremo, Nakazawa....tu non è che puoi dire di essere messa meglio di me....."; mentre parlavano, una delle amiche di Kyla, quella alla sua destra, si era avvicinata a Taro, e gli stava sorridendo con fare provocante. Il ragazzo, capendo come stavano le cose, fece per allontanarsi, ma la ragazza fu più svelta e gli serrò le braccia intorno al collo, sorridendogli sensualmente. Taro le lanciò un'occhiata gelida, ma lei non desistette "Intanto, Misaki - kun, che ne dici di andare a fare un giro?" sussurrò, alzandosi in punta di piedi. Taro cercò di scollarsela di dosso, quando una voce dietro di loro esclamò "Lascialo". Era un tono duro, deciso, gelido, e la voce era a lui ben nota.....sporgendosi oltre la testa della ragazza, vide Kay che, immobile e ben piantata sulle gambe, li fissava con sguardo impassibile. Deglutendo, fece per spiegare che non era colpa sua, ma lei fece un gesto. Taro la guardò stupefatto. nei suoi occhi non c'era la minima traccia di dubbio, sapeva benissimo che non era colpa sua. Avvicinatasi con passo deciso, afferrò la ragazza per una spalla e la tirò indietro con forza. Questa incespicò, guardando Kay con odio "Ehi !!!! Ma che fai?????" urlò. Kay ricambiò lo sguardo "Provaci ancora e ti faccio vedere io. Non toccare il mio ragazzo" sibilò. La ragazza dilatò gli occhi, spostandoli lentamente su Taro, la cui espressione imbarazzata lasciò presto spazio a una carica di rispetto e amore. Si avvicinò a Kay, circondandole le spalle con un braccio "Credo tu capisca perchè ho scelto lei........" disse. La ragazza indietreggiò, fissandoli con odio intenso, poi si voltò e scappò via. Taro cinse più strettamente Kay, che gli si appoggiò contro, voltandosi a guardare Kyla, che aveva assistito incredula alla scena "Due a zero, Oikawa" disse, ironica. Kyla fremette "Cosa.....credi davvero che la tua amica mi abbia già battuto????". Kay annuì "Sì. Ma non mi riferivo a quello" spiegò, guardando un punto alle sue spalle. Kyla si voltò, vedendo Tsubasa che correva verso di loro, affannato. La seconda amica di Kyla si illuminò "Tsubasa - kun...." disse mentre lui le saettava vicino. Il ragazzo però non le badò nemmeno, correndo da Sanae e afferrandola per le spalle "Sanae, che è successo? E' un ora che ti cerco.....che è successo? Stai bene?". La ragazza annuì "Io sì" rispose; lui la fissò, confuso, ma Sanae rimase in silenzio "Ti spiego dopo" gli dissero i suoi occhi. Il ragazzo annuì, incerto, voltando poi gli occhi sugli amici. La ragazzina che l'aveva chiamato, ferita per il modo in cui l'aveva ignorata, e sopraattutto per le attenzioni che rivolgeva invece a Sanae, lo strattonò per la manica "Tsubasa - kun !!!! Mi hai sentito????" esclamò, arrabbiata. Lui la fissò, stranito "Oh? Ma tu....sei un'amica di Oikawa?" disse in tono incerto. Lei si illuminò, credendo di essere stata notata, ma in realtà Tsubasa aveva fatto una semplice associazione avendola vista vicino a Kyla, che conosceva bene visto che aveva disturbato tantissimi allenamenti (In pratica la odia.....NdA). "Mi chiamo Kato" disse la ragazzina, tendendo una mano. Tsubasa, ignaro di tutto, la prese, poi passò un braccio sulle spalle di Sanae e disse in tono allegrò "Conosci già la mia fidanzata, Sanae Nakazawa?". Kay, Taro e Yu si trattenerono a fatica dal ridere. Sanae arrossì, dentro di sè immensamente compiaciuta, mentre la ragzzina impallidì, incredula. Anche Kyla spalancò gli occhi. La sua amica sentì le lacrime assalirla, e indietreggiò, sconvolta, voltandosi e fuggendo. Tsubasa la guardò, perplesso "Ma che le è preso?" chiese, guardando gli altri. Scoppiarono tutti a ridere, senza più riuscire a trattenersi "Tsubasa è il solito testone.... non capisce nulla.....ma questa volta è adata bene così" pensò Kay. "Due a zero, Oikawa...ecco che intendevo" spiegò, sorridendo alla ragazza. Questa digrignò i denti "E va bene.....ma se credete che io mi scoraggi, scordatevelo !!!! Non mi fermerò fino a che Genzo Wakabayashi non sarà il mio ragazzo". Sanae e Kay sbarrarono gli occhi, poi li socchiusero con rabbia "Vedremo, Oikawa.....ma ti giuro che se farai del male a Jody la pagherai cara" sibilò Sanae, arrabbiata. Si trattenne a stento dal dire ancora. La ragazza non doveva assolutamente sapere che Jody si era fatta male......Kyla sorrise "Ci vediamo domani" disse, voltandosi e andandosene. Tutti la fissarono per qualche secondo "Che odiosa" disse Tsubasa, che anche se non sapeva nulla aveva più o meno capito cilò che era successo (Lo so che è incredibile....). Tutti annuirono. Poi Sanae si sciolse dall'abbraccio del ragazzo "Avanti, dobbiamo andare al pronto soccorso....Jody....". Tsubasa, che era l'unico a non sapere nulla, la fissò preoccupato "Le è successo qualcosa?" chiese. Sanae annuì. Tsubasa si arrabbiò "Scommetto che centra quella Oikawa, vero? E' gelosa per via di Genzo !!! Ora ci penso io !!!!!!" fece per scattare, ma Sanae lo trattenne "No, non è ciò che Jody vuole....andiamo, intanto ti spiego...." a malincuore, il ragazzo si fece trascinare via, e la comitiva si avviò verso l'uscita.

 

Jody e Genzo stavano nella stanzetta, ad aspettare il risultato delle lastre. Il silenzio cadeva pesante tra loro; Jody cercava le parole per spiegare ciò che era successo, lui apsettava, ironico nell'atteggiamento e nello sguardo. Alla fine, lei si stufò "Oh, senti, mi dispiace. Lo so che avrei voluto dirtelo, ma....avevo paura che se lo avessi fatto, tu avresti reagito esattamente così". Lui la guardò, duro "Così come?"chiese. Jody sospirò "Dicendomi che non potevo più gioccare" ammise. Genzo fece un sorriso sardonico "Oh, certo, la grande Jody Tachikawa non si ferma certo per un ginocchio rotto e una caviglia a pezzi......non sia mai.....allora dimmi, c'è qualcosa di talmente tremendo da fermarti?" chiese, troppo arrabbiato per capire bene cosa le stava chiedendo. Jody lo fissò, improvvisamente sicura  e decisa "La morte". Lui si zittì, fissandola sconvolto, con gli occhi dilatati. Lei sorrise freddamente "Proprio così, Genzo. Solo la morte. Come è successo a Angel" spiegò senza esitazioni. Il ragazzo rimase in silenzio, spiazzato, la bocca che si apriva e si chiudeva, cercando le parole. Sul volto gli si disegnò una scia di comprensione "Ma allora....ti sei fatta male....quando...quando....". Jody sospirò, allontanandosi una ciocca di capelli dal volto e annuendo "Si, quando siamo precipitate in quel crepaccio....ho cercato di ripararla col mio corpo, e sono atterrata di peso sul ginocchio e sulla caviglia......e questo è il risultato.....ma ad Angel è andata peggio. E' morta, morta Genzo, e non può più giocare.....sebbene amasse tanto farlo....per questo io non posso farmi fermare da nulla, nemmeno da una gamba distrutta" il suo tono si incrinò, e delle lacrime comparvero agli angoli degli occhi azzurri. Genzo le strinse una mano, comprensivo, e la ragazza chinò il capo "Genzo tu....tu mi hai restituito la pallavolo dopo che....dopo che l'avevo abbandonata. Non togliermela, ti prego, non chiedermi di rinunciarci.....io....lo devo ad Angel.....lo capisci? Io l'ho compreso grazie a te.....". Genzo la abbracciò "Lo so, capisco bene.....ascoltami. Jody, stammi a sentire, lo supererai. Lo supereremo insieme. Guarirai.....vincerai il torneo e andrai alle nazionali....e poi alle olimpiadi......insieme lo supereremo, va bene? E scusami, se sono stato di nuovo un cretino" scherzò. Lei afferrò la mano di lui, sollevando gli occhi luccicanti e animati da una nuova forza "Sì" rispose, sorridendo. In quell'istante il medico tornò, osservando attentamente le lastre scure, e poi spostando lo sguardo sui due ragazzi, che trattennero il fiato, ansiosi. Il silenzio calò di nuovo, carico di tensione, nella piccola stanza, dove il futuro di Jody Tachikawa stava per essere deciso.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo venticinque: Le selezioni ***


Capitolo 25: Le selezioni

Capitolo 25: Le selezioni

 

 

Genzo  fissò il dottore, ansioso "Ebbene ????" chiese, mentre Jody, in silenzio, gli stringeva una mano, spaventata. L'uomo alzò lo sguardo dalle lastre, fissandolo sui due giovani, e sorrise "Bene, signorina Tachikawa. A mio avviso, e il mio collega è d'accordo con me, il suo recupero è pienamente fattibile". I due giovani, increduli, si guardarono, raggianti. Genzo abbracciò di slancio la ragazza "Hai visto !!!! Te l'avevo detto che ce l'avremo fatta !!!!!!!!" esclamò, mentre lei osservava, incredula, il dottore. Questi spiegò "Sarà una cosa lunga, e temo che la dovremo operare, più avanti.....ma si parla di mesi e mesi di terapia, prima" affermò, vedendo le loro facce spaventate all'idea dell'operazione. Jody, sospirando, osò chiedere "E.....nel frattempo....potrò.....giocare?". Genzo fece per protestare, ma il dottore annuì "Si calmi, signor Wakabayashi. Io e il mio collega siamo d'accordo sul fatto che la signorina Tachikawa partecipi ai campionati che l'attendono. Basterà che stia sempre attenta, e sotto un controllo costante. A questo proposito, ho pensato di affidarla alle cure di una mia assistente. E' molto giovane, e sta facendo praticantato per la laurea; si è specializzata proprio nella riabilitazione, quindi saprà aiutarti. Per la terapia, invece, ti consiglio un altro mio assistente. In realtà è uno studente straniero appena laureato che sta facendo un master qui in Giappone, ma è molto qualificato.....". Il discorso del medico fu interrotto dalla porta, che si spalancò, lasciando intravedere dietro di sè gli zii della ragazza, suo fratello, Sanae, Taro e Kay. "Zia Hiromi...." disse la ragazza alla donna che era corsa ad abbracciarla "Jody !!! Bambina mia, che ti è successo???? Mya ci ha telefonato mezz'ora fa, siamo morti di paura....." chiese, accarezzandole il volto con aria terrorizzata. La ragazza arrossì, dispiaciuta "Scusatemi....non avrei mai voluto farvi preoccupare così..........." disse in tono debole, guardando con occhi lucidi lo zio e il fratello. L'uomo le sorrise "L'importante è che tu stia bene, piccola. Ora, dottore, cosa deve fare?" chiese, rivolgendosi al medico. Questi fissò l'uomo con fare serio "Lei è il tutore?" chiese, e l'uomo annuì. Il medico sorrise "Bene, allora vorrei chiederle di seguirmi nel mio studio. Anche sua moglie, se vuole. Vorrei parlarvi dettagliatamente delle cure che intendiamo prestare a Jody". Gli zii della ragazza si guardarono, preoccupati, poi annuirono; sorrisero alla ragazza, facendole cenno che l'avrebbero aspettata fuori, e seguirono il medico. Zia Hiromi, voltandosi per chiudere la porta alle sue spalle, sorrise ancora una volta alla nipote, poi, un sordo click indicò che era scattata la chiusura, e nella stanza rimasero solo i ragazzi. Sanae guardò l'amica, preoccupata "Tutto bene?" domandò, incerta. Jody annuì, spostandosi lievemente e trasalendo per la fitta al ginocchio. Genzo la fissò, senza dire nulla, mentre Yusuke avanzava per guardare negli occhi la sorella. Lei si ritrasse "Scema !!!! Si può sapere che pensavi di fare????" esclamò. lei esitò "Io...ecco.....stavo.....". Il ragazzo divenne viola dall'ira "Stavi cercando di romperti una gamba !!! E ci sei anche riuscita !!!!!!!!". Taro posò una mano sulla spalla del ragazzo, dicendo in tono persuasivo "No, Yu. Sai bene perchè l'ha fatto. Conosci anche tu Kyla Oikawa". A quelle parole, Jody si zittì, divenendo viola e iniziando a tremare. Abbassò gli occhi, carichi di lacrime, ed evitò di guardare il fratello e Genzo negli occhi "Quindi voi.....sapete" mormorò, con la voce ridotta a un soffio "Sapete perchè....l'ho fatto". I ragazzi annuirono, anche se lei non li stava guardando. Nella stanzetta calò il silenzio; Yu e Genzo attesero che lei si spiegasse, ma Jody pareva non averne intenzione. Stava china in silenzio, quasi volesse estraniarsi dal mondo. taro, vedendo la situazione, Afferrò per le braccia Sanae e Kay e le tirò verso la porta. le due fecero per protestare, ma il ragazzo fece cenno loro di tacere "Credo sia meglio lasciare che se la sbrighino da soli..... tutti e tre hanno parecchie cose da chiarire" spiegò. Sanae lo fissò, poi guardò Jody, ancora china e silente, e annuì. Kay ci mise un attimo di più, poi annuì a sua volta. Silenziosamente, i tre ragazzi sgusciarono fuori dalla stanza.

 

E così alla fine nella stanzetta erano rimasti solo Genzo e Yu, insieme a lei. Jody rimase col capo chino, trattenendo a stento le lacrime, evitando di guardare i due che ora le apparivano come due guardie del corpo d'eccezione. Sentì che il sistema nervoso stava per saltarle. Infatti, quel silenzio era più snervante dei continui battibecchi cui i due l'avevano abituata. Sapeva cosa volevano. Aspettavano che lei parlasse. Ma lei taceva. Yu incrociò sospirando le braccia, vel vederla così ridotta, e guardò Genzo "Credevo di potermi fidare, quando ti ho affidato mia sorella, Wakabayashi" disse in tono ironico, con un sorrisetto beffardo sul volto. Jody spalancò gli occhi. No, non doveva dare la colpa a Genzo, aveva fatto tutto da sola !!!!! Fece per replicare, ma appena alzò il capo vide che Genzo, arrossendo d'ira, stava stringendo i pugni per trattenersi. Non notò nemmeno che lei aveva alzato il capo, e urlò "Ed è quello che ho fatto !!!! Ma se lei mi evita, come faccio a sapere cosa sta combinando? Tu, piuttosto, sei suo fratello e non ti sei accorto che tornava a casa sempre più distrutta????". Jody cercò di nuovo, disperata, di intervenire, alzando una mano per farsi notare, ma stavolta fu Yu a diventare viola dalla rabbia "Non mi parlare in questo modo, Wakabayashi !!!!" urlò. La ragazza abbassò la mano, sbattendosela sulla fronte in un gesto di esasperata rinuncia. Ragionare con quei due era veramente impossibile !!!!!!! Genzo fece per replicare, per l'ennesima volta, e quello fu il limite che lei decise di sopportare; fissò i due con un'aria talmente pericolosa che avrebbe fatto paura a un marine, ed esclamò, con voce stentorea e tono decisamente seccato "Sentite, mi avete veramente stancato !!!!!! Qui la colpa non è di nessuno se non mia, e, come entrambi avete capito, io non sono molto propensa ancora a dire di aver fatto un errore, poichè non lo considero tale. Per il resto, voi due non centrate proprio nulla, visto che vi ho deliberatamente escusi dalla faccenda. Quindi, fatemi un favore, PIANTATELA !!!!!". Li fissò con occhi di fuoco, mentre finalmente i due tacevano e si voltavano a fissarla, accorgendosi che l'aria remissiva della ragazza era stata sostituita da una rabbia bruciante. Si fissarono per un secondo, poi Genzo scosse il capo "Senti, smettila di comportarti così !!!!" disse, guardandola in modo dispiaciuto; Jody sobbalzò, notando che lo stesso sguardo si era affacciato negli occhi di suo fratello "C-Che vuoi dire?" chiese, ritraendosi, turbata. Lui si avvicinò con fare inesorabile e lei, per quanto cercò di ritrarsi, non potè sfuggirgli, immobilizzata com'era su quel lettino. Gli occhi azzurri si riempirono di paura; ma Genzo si fermò prima di raggiungerla, e con fare dolce, quasi stesse parlando a un bambino, disse "Ti stai isolando di nuovo. I tuoi problemi li vuoi affrontare da sola, e questo è bene. Non servirebbe fugggire. Ma, in qualche modo, lo stai facendo. Fuggi da noi. Ti rinchiudi in te stessa e non ammetti di avere un problema. E questo non porta nulla di buono, tesoro. L'hai già fatto con tua sorella". Jody spalancò due occhi increduli e terrorizzati, mentre Yu annuiva e continuava a sua volta il discorso "Anche li non hai mai detto a nessuno cosa ti turbava. Né alle tue amiche, né a tua sorella. Nessuno ha mai saputo quanto innamorata fossi di quel Richard.....nessuno ha mai saputo quanto stavi soffrendo......e, quando Angel ti ha lasciato, nessuno ha mai visto quanto la tua anima fosse dilaniata da ciò che era successo. nemmeno Kay, Alex e le altre. Non hai voluto che vedesero, Jody. Anche se erano le tue migliori amiche. E, per impedirlo, sei scappata. Ma loro non hanno mollato. Proprio ieri Alex mi ha raccontato di come ti hanno metodicamente cercato ovunque, in Germania, nelle nazioni vicine, in tutte quelle in cui avevi già vissuto....in ogni posto in cui potevi essere. Hanno lasciato il Giappone per ultimo per caso, o forse perchè era il più difficile da analizzare.....ma, quando Allenby ha dovuto trasferirsi, si sono rese conto che tua madre era Giapponese, e che tu avevi voluto tagliare del tutto i ponti con tuo padre. E che era un po' scontato che tu fossi qui. Per questo Allenby ha deciso, appena arrivata, di fare delle ricerche. Certo, non pensava di arrivare dritta da te......comunque, Jody, loro non ti hanno abbandonato, anche se le hai lasciate. E noi faremo lo stesso. Non credere che, semplicemente cercando di tenerci lontani, ti libererai di noi. Siamo degli ossi veramente duri, mia cara" sorrise, cercando di dare una nota ironica al suo discorso, ma Jody li fissò, tutti e due, con aria smarrita e le lacrime agli occhi. Poi, un sorriso tremulo le si disegnò sul volto, mentre con le mani asciugava quelle lacrime ribelli e diceva, tentando di non far tremare la voce "Voi due siete così....così......testardi !!!!!!". I due in questione si guardarono "Lo prenderò come un complimento, almeno per ora" disse Genzo, sogghignando. Yu annuì, e il silenzio cadde nella stanza, rottto solo dalle risate della ragazza, ora libere e spensierate. Poi, all'improvviso, dei passi decisi e sicuri ruppero l'atmosfera allegra che si era creata. I tre si voltarono verso la porta, dove proprio in quell'istante era comparsa una bella ragazza, sui 23 anni, dai capelli scuri e gli occhi dello stesso colore, luminosi e vispi. Li stava fissando con fare indagatore. Jody, mantenendo un'espressione neutrale, disse "Sì?" quasi a chiedere cosa volesse. la ragazza sorrise, completando l'analisi e dicendo "Tu dovresti essere Jody Tachikawa, vero? La ragazza di cui dovrei accuparmi. Sono l'assistente del dottor Hanagisawa". Jody annuì, ora convinta, ma Genzo, incredulo, fece un passo avanti, dicendo "U...una donna ????" senza nemmeno rendersene conto.

Naturalmente, avrebbe fatto meglio a starsene zitto. La ragazza si avvicinò a lui con aria ora decisamente incavolata, puntando le mani sui fianchi e sibilando "Perchè, signor Wakabayashi, non ritieni forse una semplice donna all'altezza di curare la tua ragazza? Forse preferiresti un uomo, magari un bel giovane aitante che le faccia perdere la testa? Oppure allora ti lamenteresti preso dalla gelosia???? Allora?????". Genzo indietreggiò arrossendo, mentre Jody ridacchiava, provando un'improvvisa simpatia per la ragazza, che si voltò e tornò verso di lei, dicendo ora in tono pratico "Intanto, vediamo che si può fare con questa gamba, signorina Tachikawa". Jody annuì, stendendola con un piccolo gemito, che fece quasi scattare in avanti i due ragazzi vicini alla parete. Solo il gesto deciso della mano levata di lei li fermò. La ragazza sorrise, dicendo "Bene, vedo che la presenza di spirito non vi manca, signorina. Questo è un bene. Ora, questa gamba invece di buono no ha quasi nulla. Mi vuoi dire come cavolo hai fatto a ridurla così?". Uno sguardo bastò a darle la risposta "No, eh? E va bene, per ora soprassediamo. Ma ti assicuro che il lavoro che ci aspetta sarà lungo e difficile. Per ora, ci limiteremo a portarti a casa.....passando prima per la sala ingessature". A quelle parole, gli occhi di Jody si riempirono di terrore "Io domani ho le selezioni  !!!!!!!!! Non voglio assolutamente trovarmi con una gamba immobilizzata !!!!!!!!" urlò. La ragazza sorrise "Le selezioni, eh? Posso sapere di che cosa? E perchè ci tieni così tanto?". Jody arrossì leggermente, lanciando un rapido sguardo a Genzo, poi gli occhi iniziarono a bruciarle di quell'aria di sfida che si era spenta solo in reazione al dolore e, con ardore, esclamò "Le selezioni per i campionati nazionali di ginnastica artistica. Passeranno solo due ragazze per squadra, e io devo essere una di quelle due. Devo battere quella stupida vipera che......" si interruppe, conscia di aver detto troppo, ma con un sorriso truce sul volto. Yusuke lanciò uno sguardo significativo a Genzo, che si limitò ad alzare gli occhi al cielo. La ragazza sorrise, credendo di aver capito "Bene. Direi che il motivo allora ce l'hai. E direi che potrai partecipare a questa gara, domani". Il volto di Jody si illuminò di gioia, mentre i due ragazzi facevano per protestare "Silenzio. Le decisioni le prendo io. Lei può fare quella gara e la farà" stabilì in tono lineare e deciso la ragazza. Jody fece un sorriso enorme, mentre lei avvicinava al letto una sedia a rotelle "Quindi, ora via a ingessare la caviglia fino a domani. E, se mi prometti di non allenarti e non fare altro che startene sul letto o il poltrona, domani alle due precise te lo tolgo e ce ne andiamo a lla tua gara. Ah, per essere precisi, io ti seguirò come un'ombra, ogni volta che farai qualcosa che non sia semplicemete camminare, chiaro?". Jody annuì, felice, e fece per scendere dal lettino. Immediatamente, Yu e Genzo si staccarono dalla parete e quasi travolsero l'assistente nel tentativo di arrivare per primi e aiutare la ragazza. Jody protestò, quando Yu la sollevò tra le braccia, evidentemente deciso a trasportarla fino alla sala ingessature da solo, ma l'assistente intervenne "Sentite, piantatela con questa storia. Lei mi sembra perfettamente in grado di cavarsela da sola, quindi mettila su questa sedia a rotelle e stateve buoni per mezzoretta il sala d'attesa. Anzi, vedete di trovare un modo per portarla a casa sua, intanto. Sono stata chiara?". Li fissò con una tale sicurezza da impedirgli di replicare, cosa che la fece entrare totalmente nelle grazie di Jody, e iniziò a spingere la sedia a rotelle fuori dalla porta e lungo il corridoio. Jody si voltò con un sorriso smagliante "Fantastica !!! Grande !!!! Posso sapere come ti chiami?" chiese in tono allegro. La ragazza la fissò, lievemente sorpresa "Io....mi chiamo Eriko Tachibana, signorina Tachikawa". Jody scosse il capo "E io sono Jody, Tachibana senpai" disse con un gran sorriso. Eriko la fissò, ancor più stupita, mentre una simpatia crescente per quella ragazzina le nasceva nell'animo. Il sorriso sorse anche sul suo viso, arrivando agli occhi, radioso come il sole "Allora io sono Eriko, Jody - chan" disse, e Jody rise "Ok, Eriko - san" rispose. Poi le due scomparvero oltre la porta della sala ingessature. Lì c'erano quattro o cinque medici, in camice verde, pronti a iniziare l'operazione. Con l'aiuto di Eriko, la ragazza si issò sul lettino della sala, aspettando, scossa da un lieve tremito. Eriko si voltò per consultare le carte, e non se ne accorse. Fu una voce maschile, dietro di lei, a dirle "Non avere paura. E' solo una cosa di normale routine, non ti farà alcun male". Jody, sorpresa, si girò, trovandosi di fronte a un giovane in camice bianco, sui venticinque anni, dotato di due splendidi occhi grigi. Di certo non era del tutto Giapponese, riflettè fissandolo. E non doveva avere più di 25 anni o giù di li, stabilì. Lui le sorrise, uno sorriso smagliante, quasi da play - boy, ma in realtà dolce e sincero. La ragazza deglutì, mentre Eriko si voltava e riconosceva il nuovo arrivato "Ehi, Hiro, non incantare così la nuova paziente, oppure il suo ragazzo ti farà a pezzi !!!!". Jody scosse il capo. Genzo.....già, Genzo era lì che l'aspettava.....cavolo, che le aveva preso per un momento? Guardò ancora il ragazzo, presa da un'ispirazione improvvisa "Tu sei il primo assistente del dottor Hanagisawa. Quello straniero che sta facendo il dottorato qui". disse, ora tranquilla, fissando il ragazzo con aria curiosa. Lui sorrise ancora, ma stavolta lei non lo notò più di tanto "Centrato. Sono per metà Francese. Mi chiamo Hiro Miwa" si presentò. Lei prese la sua mano "Jody Tachikawa" disse "Ma credo tu lo sappia già". Lui sorrise, annuendo e lei si voltò poi verso l'amica "Conosci già Eriko - san? E' stata incaricata di seguire la mia terapia......". Si interruppe. Tra i due erano passati sguardi un po' strani. Odio? Insofferenza? Mille altre cose ancora? Non riusciva a capirlo, perciò li fissò confusa, mentre Eriko diceva "Sì, certo, ci conosciamo" in tono piatto, duro, quasi si stesse imponendo di non fargli capire nulla più di ciò che voleva. Lui ricambiò per un po' quello sguardo duro, poi si rivolse di nuovo verso Jody "Sarò il tuo fisioterapista personale, Jody.....scusa, signorina Tachikawa. Vedrai che andrà tutto bene". Lei annuì, ancora poco convinta, poi le operazioni intorno alla sua gamba si intensificarono. Strinse i denti, aspettando di potersene andare da lì.

Mezz'ora dopo uscì dalla sala, stanca e desiderosa del suo letto, con Eriko che spingeva la sedia a rotelle e Hiro che chiaccherava con lei. Ma i due non si erano più rivolti la parolatra loro, dopo quel breve episodio, e la mente di Jody stava lavorando forsennatamente per trovare una ragione a tale comportamento. Nel sentire la sua voce, Yu e Genzo uscirono dal salottino d'attesa con aria sollevata, che però sul volto del portiere si trasformò subito in rabbia alla vista del ragazzo che stava vicino a Jody. Lei gli sorrise mentre si avvicinava, ma lui le badò a stento, fissando invece il medico. Hiro ricambiò lo sguardo, mentre Eriko sorrideva "E questo chi sarebbe ?" disse il portiere in tono sgarbato. Questo era Hiro, ovviamente. Jody, sorpresa per quel tono cattivo, rispose un po' freddamente "Lui? E' Hiro Miwa, il mio fisioterapista". Hiro sorrise, di nuovo in modo disarmante. Ma la cosa su Genzo non ebbe alcun effetto. O meglio, ebbe un effetto: farlo arrabbiare ancora di più. Hiro gli tese la mano "Tu devi essere Genzo Wakabayashi. Ti ho visto spesso in tv e sui giornali" disse. Genzo non strinse quella mano, e si limitò ad annuire "Esatto. E sono anche il suo fidanzato" disse in tono di sfida, indicando con l'indice la ragazza sulla sedia a rotelle. Yu roteò gli occhi, divertito. Quando Genzo si metteva a stabilire che Jody era una sua proprietà, ci si divertiva....soprattutto perchè lei odiava sentirsi considerata tale. Infatti gli occhi della ragazza divennero di fuoco, e i muscoli si tesero spasmodicamente, a indicare che, se avesse potuto alzarsi e andarsene, l'avrebbe fatto. Infatti ci provò, anche, ma la mano di Eriko calò rapida sulla sua spalla, fermandola e dicendo "Spiacente di interrompere questa esaustiva conversazione, ma è ora di andare. Avete trovato un modo di portarla a casa?" chiese a Yu. Il ragazzo annuì "Lo zio è qui fuori con la macchina". Eriko annuì "Bene, allora andiamo. Arrivederci, Miwa - san. Non serve che ci accompagni" disse in tono beffardo, lanciandogli un'occhiata del genere Io - te - l'avevo - detto. Genzo lo fissò, ancora arrabbiato, poi si voltò, seguendo gli altri tre. Hiro li fissò, leggermente sconcertato, anche se le cose stavano prendendo una piega chiara nella sua mente. Jody aveva un ragazzo che era geloso.....nulla di strano, vista la bellezza eccezionale di lei....."Ehi, amico, calmati, ha quasi dieci anni meno di te" si disse, dandosi un pungo in testa. Eppure l'immagine luminosa degli occhi azzurri della ragazza non lo abbandonava......stava fissando il vuoto, quando una voce allegra dietro di lui disse "Ehilà, cuginetto, come va????". Hiro sobbalzò, voltandosi "Ciao Kyla, che ci fai qui?" le chiese, cercando di non apparire sorpreso e sconcertato. Kyla Oikawa sorrise "Sono venuta a fare la visita medica per le selezioni di domani" spiegò. Lui annuì, cercando di riprendere il controllo "Certo. Vieni" disse, facendole cenno di seguirlo. Insieme, scomparvero in una stanza poco lontano.

 

"Quindi sei arrivata qui dalla Germania appena qualche mese fa?" chiese interessata Eriko, fissando Jody con un sorriso. La ragazzina si era evidentemente messa in testa di fare amicizia con la sua dottoressa personale, e stava chiaccherando a tutto spiano, raccontando di sè e dei suoi amici. Eriko ormai sapeva già tutto su Kay, Alex, Allenby, Aly, Sanae, Yoshiko e Yayoi, quasi le avesse conosciute di persona. Sapeva di Yu, fratello maggiore della sua protetta, di Hikaru, il cugino di Hokkaido, e degli altri amici della squadra di calcio, più o meno tutti legati alle ragazze sopra citate. E, mentre Jody completava il racconto della festa di compleanno di Yoshiko, l'auto svoltò nel vialetto in ghiaia di casa Tachikawa. Eriko sbarrò gli occhi. Sapeva che era una famiglia ricca, ma quella villa era semplicemente stupenda.....quasi non le riuscì di chiudere la bocca quando la fecero scendere, aprendo cavallerescamente lo sportello della limousine (Più che altro altrimenti Jody come scende? NdA). Yusuke, nel vederla così stupita, sorrise "Beh, non ti avevano detto che abitiamo in una villa?" chiese, divertito. Eriko lo fissò, respirando a stento "E tu questa la chiami villa? Io lo definirei più un palazzo reale......" sussurrò. Il ragazzo sorrise "Beh, a vederlo così da fuori, bello e tranquillo, potrebbe anche sembrare.....solo che con tutta la gente che ci abita, ti giuro che è una fortuna che sia così grande...." Lei lo fissò senza capire, e il ragazzo spiegò "Hai prenente tutte le amiche che Jody ti ha elencato?". La ragazza annuì, incuriosita "Beh, abitano tutte qui". Eriko spalancò gli occhi "COSA ?????". Lui sorrise, visto che era proprio la reazione che si era aspettato "E non solo, anche i loro relativi amici.....Hikaru ormai si è trasferito qui, e lo stesso vale per Jun Misugi e Franz Schester, che non aveva altro posto dove andare essendo scappato dalla Germania e avendo qui la sorella minore, e visto anche che la ragazza di cui era innamorato era qui.....e poi è il migliore amico di mia sorella.....e questo ha fatto imbestialire Wakabayashi......e poi è arrivata Kay....e allora è preso un colpo a Taro.....ehm....Eriko?". La ragazza aveva gli occhietti a girandola che vorticavano furiosamente, visto che non ci capiva più un tubo (Per chi legge Angel Sanctuary, anzi, per chi lo leggeva visto che, sigh, è finito: avete presente quando qualcuno fa dei discorsi troppo lunghi e complicati a Michael, che lui non capisce più niente e comincia a distruggere tutto? Ecoo....beh, saltando la parte della distruzione, ci siamo più o meno.....NdA) "Pietààààààà" urlò, agitando una mano per fermarlo "Andiamoci con calma, non sto capendo niente.....meglio che vada ad aiutare Jody e mi faccia spiegare con mooooolta calma tutto questo.....". Lui rise e annuì, e la ragazza, ancora frastornata, si avviò su per i gradini, e poi al piano superiore, diretta verso quella che le avevo indicato come la camera della ragazza. Nell'avvicinarsi, sentì delle voci adirate provenire dall'interno. Sorrise "Li conosco poco ma giurerei che....ok, proviamo a indovinare....." pensò. Si avvicinò di soppiatto, e per poco non scoppiò a ridere. Ci aveva preso in pieno. I responsabili di quel frastuono erano Jody e Genzo; al ragazzo non andava ancora a genio che lei sostenesse la gara, l'indomani, e che facesse fisioterapia coll'assistente del dottor Hanagisawa. D'altro canto, la ragazza non aveva nessuna intenzione di rinunciare, nè di farsi sottomettere per quella che considerava 'una gelosia infantile e stupida'. Eriko decise di entrare prima che finissero per scannarsi a vicenda; quando lo fece, entrambi si voltarono a fissarla, rossi in volto e arrabbiati. La ragazza sorrise "Ehi, stancare a quel modo la mia paziente non è il modo migliore per aiutarla". Genzo volse altrove lo sguardo, colpevole, ma borbottò lo stesso qualcosa di incomprensibile. "Scusa? Puoi ripetere?" chiese lei, avvicinandosi con la mano vicina all'orecchio, come per sentire meglio. Lui alzò un po' il tono "Ho detto che non dovrebbe fare sforzi con la gamba in quelle condizioni". Eriko sorrise, incrociando le braccia "Udite udite !!! Il grande SGGK ha parlato. Proprio lui, che per anni ha giocato con la gamba ridotta a uno schifo sotto la minaccia di dover smettere per sempre, ora vuole costringere la sua indomabile ragazza a fare ciò che lui non ha mai accettato? Dimmi una cosa, ragazzo: se lei ti dicesse 'Va bene, Genzo, non farò la gara. Non farò nemmeno il campionato. Farò come vuoi tu', che faresti?". Il ragazzo aprì la bocca, poi la richiuse. Cosa....cosa voleva dire? Eriko lo fissò, piantandogli addosso due occhi scuri e penetranti "Saresti soddisfatto? Eh?". Il ragazzo fece per annuire, poi il significato di ciò che lei voleva dirgli gli entrò in testa. Se avesse accettato di fare ciò che voleva lui non....non....non sarebbe stata Jody. Se avesse rinunciato a ciò per cui aveva tanto lottato, non sarebbe stata la ragazza di cui si era perdutamente innamorato......si prese la testa tra le mani "Accidenti !!!!!!!!!" urlò, in preda alla frustrazione, alzandosi di scatto "Ho capito, adesso ce n'è una in più con cui non posso ragionare" esclamò, uscendo dalla stanza. Jody scoppiò a ridere, mentre Eriko lo seguiva con gli occhi "E ora dove se ne va?" chiese sorridendo. Jody la fissò con occhi vispi "Al campo da dalcio, a sfogare la sua frustrazione con un allenamento intensivo". Eriko la fissò, stupefatta "E dove lo trova uno che lo aiuti?" chiese. Jody fece un segno con la mano, indicandole qualcuno.....e cioè Tsubasa, che, al richiamo di Genzo, era uscito a velocità supersonica da una camera e stava volando giù dalle scale "Ahhh....Tsubasa Oozora, vero? E che cavolo ci fa lui? Intendo adesso, alle sette di sera, visto che immagino siate amici.....". Jody sorrise "Credo che la spiegazione abbia nome Sanae Nakazawa....." disse in tono divertito. Eriko sorrise "E va bene. Mentre ti faccio fare gli esercizi giornalieri, raccontami questa storia delle coppie, ti va? Di quel che ha detto tuo fratello non ho capito un tubo.....". Jody rise, immaginando la confusione che Yu doveva aver creato nella testa della ragazza, e iniziò a raccontare: di Kay, e di come si fosse trovata all'improvviso presa dal dolce Taro Misaki. Di Allenby, la cui durezza si stava sciogliendo in reazione a Mamoru Izawa. Di Yayoi, Yoshiko e Sanae, le manager eternamente innamorate dei loro capitani, che finalmente avevano deciso di svegliarsi e renderle felici. Di Aly, che aveva trovato la felicità con Franz. Di Alex, la più piccola del gruppo, che aveva fatto perdere la testa a suo fratello. Eriko ascoltò tutto, annuendo ogni tanto, mentre muoveva la gamba della ragazza, valutandone i riflessi; poi, quando lei ebbe finito, alzò due occhi maliziosi e disse, divertita "Ma manca la parte più importante. Cioè quella che riguarda te e il tuo bel portiere geloso.....". Sorprendentemente, Jody arrossì, sorridendo "Quello scemo" sussurrò in tono tuttavia molto dolce "Fa sempre così, appena qualcun'altro che non sia uno della squadra, o meglio di quelli che vedi qui, e quindi dichiaratamente interessato a un'altra ragazza, mi si avvicina, scoppia il putiferio. Dovevi vedere come ha trattato Franz, prima di scoprire che era innamorato di Aly......solo perchè, da amico che non mi vedeva da un anno, mi aveva abbracciato.....e credo che l'aria sicura che aveva il tuo collega oggi non abbia aiutato questo lato del suo carattere". Studiò la reazione della dottoressa a quelle parole. Eriko strinse le labbra, ma non disse nulla, continuando a lavorare sulla gamba. Jody scosse impercettibilmente il capo, poi cambiò argomento "Che te ne sembra della casa?" chiese. La ragazza sorrise di nuovo "Beh, per quanto tuo fratello possa dire che deve essere grande per tutta la gente che ci sta dentro....a me sembra ancora enorme !!!!!!!!". Jody rise "Enorme? Suvvià....beh, si in effetti è un po' grande....." ammise, ed Eriko la fissò, stupefatta "Un po'? Solo un po' ? Non so te signorina, ma per una che vive in una stanzetta nell'università questa casa è una reggia !!!!!!!!". Jody smise di sorridere "Davvero vivi all'università?" chiese, preoccupata. Eriko annuì "Non posso permettermi altro....." rivelò con umiltà. Jody la fissò per un attimo, poi battè la mano sul ginocchio....solo che era quello malato "AHIA !!!! Dio....che stupida......ecco, ho trovato. Verrai a stare qui". Eriko per poco non le stritolò la gamba, spalancando gli occhi "COSA ????? Ehi, dico, aspetta un att....". Troppo tardi. Jody, convinta della sua idea, aveva appena chiamato con un urlo il fratello, che stava per uscire, e gli aveva detto "Senti, fai un salto all'università e prendi le valigie di Eri - chan. Si trasferisce qui". Eriko, sconvolta, si voltò a guardare Yu, sperando che facesse mettere i piedi per terra a sua sorella. Ma il ragazzo, forse perchè abituato alla cosa, visto che era successo ormai un sacco di volte, o forse perchè preferiva evitare guai, o forse ancora perchè animato dalla stessa spontanea generosità di Jody, non fece altro che sorridere e dire "Agli ordini, capo", prima di sparire giù per le scale. Poco dopo, si sentì il rumore della moto che si allontanava.

Eriko fissò, incredula, la ragazza, che le sventolò un dito davanti al naso e disse, con fare ammonitore "Sei la mia dottoressa personale, non ha senso che tu te ne stia lontana 12 ore su ventiquattro....e poi così sarà molto più divertente". Scioccata, Eriko scosse il capo "Ma....ma come fai? E come fa tuo fratello a non stupirsi nemmeno minimamente per ciò che fai?". Jody rise "Perchè...è una scena che qui si è ripetuta un'infinità di volte !!!! Abbiamo addirittura rapito Sanae........è stato uno spettacolo". Rise, gaia, mentre l'altra la guardava. Eppure, nonostante l'incredulità e lo stupore, alla fine la gioia ebbe il sopravvento e non potè far a meno di unirsi a quella bellissima risata.

 

Alla fine, Eriko si arrese all'entusiasmo della sua paziente. Anzi, la trattenne a stento dallo scendere di corsa dal letto per andare dallo zio ad avvertirlo, dicendo che ci avrebbe pensato lei. Forse era un modo per temporeggiare, almeno all'inizio, ma di fronte all'espressione entusiasta degli occhi della ragazzina Eriko si trovò a scendere le scale, diretta verso lo studio del signor Tachikawa, senza nemmeno rendersene conto. Arrivata davanti alla porta, alzò la mano per bussare, poi esitò per un secondo. In fin dei conti, poteva anche far finta che lui non avesse accettato.....scosse il capo. Jody non ci avrebbe mai creduto, e sarebbe corsa giù a verificare. Oppure poteva dire di non averlo trovato.....ma anche questa era una bugia, e lei l'avrebbe di certo capito.....e avrebbe creduto che Eriko non volesse stare da loro.....sarebbe rimasta ferita......quando in realtà lei non sognava altro che vivere li, ammise finalmente.....era solo che non voleva disturbare.....o dipendere da qualcuno......sospirando, alzò di nuovo la mano e bussò. Subito una voce gentile rispose "Avanti". la ragazza fece un respiro profondo, abbassando la maniglia. L'uomo, nel vederla entrare, alzò gli occhi dal foglio che stava leggendo, lievemente stupito, poi la accolse con un gran sorriso "Cosa posso fare per lei, signorina Tachibana?" chiese. Lei deglutì. Come poteva dirglielo, senza risultare un'approfittatrice? Decise di dire solamente ciò che era successo, come se stesse riferendo il fatto a un ufficiale superiore. Prese l'ennesimo respiro profondo e si buttò "Ehm....signor Tachikawa, prima stavo facendo fare esercizio a Jody, e.....beh, non so da dove le sia venuta l'idea, ma....". Lui la interruppe con un cenno della mano, ora nuovamente pensieroso "A proposito di questo" disse in tono serio "Stavo riflettendo su un punto molto importante della questione. Ho chiesto informazioni al dottor Hanagisawa, e mi ha riferito che lei attualmente occupa uno degli appartamenti dell'ospedale riservati ai dottorandi. E' vero?". Eriko deglutì. Che voleva dire quel discorso? "Sì, signore, anche se solo per un periodo limitato.....potrò starci per altri 4 mesi, e nel frattempo dovrei laurearmi......ma è un problema?". Non lo avrebbe voluto, ma nell'ultima frase c'era una chiara nota di sfida. Forse c'erano rpoblemi per il fatto che lei fosse una non laureata povera in canna? Perchè se era così, se ne sarebbe andata subito.....ma la risposta fu un sorriso "Affatto, signorina Tachibana. Anzi, questo rende ancora più semplice e allettante la mia proposta. Visto che le è stata affidata a tempo pieno mia nipote, credo sarebbe una buona idea se lei venisse a vivere qui. Così potrebbe averla sempre sotto controllo, e inoltre potrebbe studiare per la tesi senza distrazioni....ehm.....beh, forse questo non è il termine adatto. E poi, visto che gli allenamenti della squadra di pallavolo si tengono sempre qui,  alla scuola, o alla palestra qui vicino, avrebbe sempre la situazione sotto controllo.......allora? Che ne dice?". Eriko sbarrò gli occhi. Questa era proprio l'ultima cosa che si sarebbe aspettata "Cioè....lei mi sta offrendo.....di venire ad abitare qui? Per tutto il tempo della riabilitazione?" domandò, tremando. Lui annuì "Esatto. Qualche problema?" chiese, leggermente divertito. Eriko, sorridendo, scosse il capo "Affatto, signore. Devo solo dirle che sua nipote l'ha preceduta di pochi minuti, in tale offerta" spiegò. Il signor Tachikawa scoppiò a ridere "Devo dire che avrei dovuto aspettarmelo.....Jody ti avrà fatto questa proposta....ehm.....anche se pensò che l'abbia deciso senza nemmeno chiedere il tuo consenso.....non appena ha sentito che vivi all'ospedale, vero? E la tua risposta è stata?". Eriko sorrise "Che ne avrei parlato con lei, signore" disse. Lui annuì "Molto diplomatico. E, ora che sai che io sono d'accordo?" "Beh....credo che accetterò senza indugi, signore. Anche perchè.....". Lui la fissò, incuriosito "Perchè?" incalzò. Lei sorrise ancora "Altrimenti suo nipote avrebbe fatto fare un viaggio inutile alle mie cose". Il signor Tachikawa scoppiò a ridere per la seconda volta "Ah, ecco perchè se n'è andato così all'improvviso. Devo dire che un minimo sospetto ce l'avevo.....bene. Allora, benvenuta tra questo gruppo di matti, signorina Tachibana". Si alzò, tendendole la mano, e lei la prese, sorridendo. Poi disse "Signore.....se posso chiedere solo un'altra cosa.....". Lui la guardò "Ma certo. Cosa?". Lei arrossì "Ecco....se fosse possibile....vorrei che lei e la signora....mi chiamaste per nome.....preferirei davvero che mi chiamaste Eriko......". Lui sbattè le palpebre, lievemente stupito, poi sorrise "Come preferisci, Eriko - san". Eriko sorrise, felice.

 

"Allora? Che ti ha detto?" chiese Jody, trepitante, quando Eriko ricomparve sulla soglia della sua camera. La ragazza la fissò per un secondo, incerta, poi un gran sorriso le sorse sul volto "Che.....sono dei vostri, piccola !!!!!!!" urlò, abbracciandola all'improvviso. Jody ricambiò l'abbraccio, felice "Benvenuta !!!!!!!" esclamò a sua volta, mentre Yu entrava portando i bagagli di Eriko, insieme a Genzo "Questi dove li mettiamo???" domandò, affannato. Jody gli sorrise "Stanza in fondo al corridoio, a destra" ordinò, e i due ragazzi si avviarono. Genzo mugugnò qualcosa che suonava come "Ce ne mancava giusto un'altra" e le due ragazze si fissarono, sorridendo.

 

La mattina dopo, Eriko entrò nella stanza di Jody e Sanae, portando le loro divise ed esclamando "Forza !!! Sveglia, dormiglione !!!!!!!!! Oggi avete una gara !!!!!!!!!". Con qualche debole protesta, le due si alzarono malvolentieri. Eriko si mise subito all'opera con la gamba di Jody, esaminandola con occhio critico, poi annuì "Ok. E' ora di togliere quel gesso. Sanae, ti va di aiutarmi?". La brunetta, che si stava infilando la maglia, la fissò sorpresa. Eriko ricambiò l'occhiata "Ieri la zia di Jody mi ha detto che entrambe sognate di iscrivervi a medicina......questa è la vostra occasione per iniziare ad imparare. Allora?". Jody e Sanae si guardarono, incredule, poi sorrisero "E va bene" disse Jody "Mi presterò a fare da cavia" mentre Sanae si sedeva vicina a Eriko "Cosa devo fare?" chiese, emozionata. Lei le indicò la gamba "Ora tu la terrai ferma, e io inizierò l'incisione del gesso. Poi farò provare anche a te". La ragazza annuì, afferrando saldamente la gamba dell'amica che, poco prima che l'operazione cominciasse, sussurrò "Ehm....solo per ricordarvelo....io ci terrei ad arrivare viva alla gara, oggi".

Scoppiarono tutte due a ridere "Ehi !!!! IO STO DICENDO SUL SERIO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

 

"Allora, Jody? Come ti senti?" chiese Eriko, guardando l'ampia palestra della scuola, dove la commissione del campionato si stava radunando. le ragazze erano appena arrivate, e si erano da poco cambiate. Jody camminava senza problemi, e nessuno avrebbe potuto dire che fino a poche ore prima era stata bloccata a letto, ed era scesa a colazione solo grazie a Genzo, che l'aveva portata in braccio. La ragazza chiuse le labbra per un secondo, raccogliendo tutta la sua grinta e determinazione, poi disse "Non vedo l'ora di cominciare. Gliela farò vedere io !!!!!!!!!". Stava guardando un punto preciso della palestra, quello in cui stava Kyla Oikawa. Gnzo non era ancora arrivato, e la ragazza si stava guardando attorno, evidentemente alla sua ricerca. Jody strinse i pugni, mentre Eriko e Sanae, che aveva aggiornato la dottoressa su ciò che era successo, si sorridevano "Fagliela vedere, piccola. Ci aspettiamo grandi cose da te....anzi, da voi" disse Eriko, guardandole. Le due ragazze sorrisero. Poi, una sirena annunciò che le selezioni stavano per iniziare. Respirando a fondo, Jody e Sanae si avviarono verso la pedana.

 

Jody avanzò con passo deciso verso la commissione. Niente nella sua camminata lasciava pensare che avesse avuto problemi al ginocchio, il giorno prima. La sua gamba era perfetta, nemmeno un po' arrossata o gonfia, e l'espressione della ragazza tradiva determinazione e sicurezza. Si fermò davanti al tavolo dei giudici, dicendo con voce salda "Sono Jody Tachikawa, primo anno della sezione A del liceo Nankatsu". Il giudice che teneva in mano gli elenchi consultò velocemente i foglio, trovò il suo nome e annuì, poi guardò Sanae, che aspettava dietro all'amica, tremando "Io....io sono....Sanae Nakazawa" balbettò, presa da una paura improvvisa. Il giudice la guardò, leggermente seccato "Anno e classe, prego?" domandò in tono duro. Sanae arrossì "Oh....mi scusi. Prima...prima A" disse, tremando. Jody la guardò con preoccupazione, mentre l'uomo annuiva e faceva loro cenno di unirsi alle latre atlete. Jody trascinò via l'amica "Ma che cavolo ti è preso, si può sapere?????" esclamò, non appena si furono allontanate a sufficienza. Sanae tremava ancora, incerta, e evitò di guardare l'amica negli occhi "Io....io....ho paura, Jody. Non ce la posso fare......mi dispiace". Fece per scappare, in lacrime, verso la porta, ma l'amica la afferrò per le braccia e la strattonò con forzxza, costringendola a guardarla negli occhi "Guardami !!!!" esclamò, mentre Sanae cercava di sfuggirle, agitata "Guardami, ti ho detto !!!!!!!!". La ragazza si fermò, rassegnata, e fissò Jody negli occhi, che stavano bruciando di rabbia "Non ti permetterò di abbandonare tutto proprio ora !!!! Non quando sei a un passo dal traguardo !!!! Tu sei grande, Sanae, sei bravissima.....devi smetterla di metterti da parte da sola, di aver paura di farti notare !!!!!!! Se c'è una che dovrebbe essere agitata, dovrei essere io, non tu !!!!! Guarda !!!!!" disse, facendola voltare verso l'entrata, dove un gruppetto di persone stava entrando per assistere alla gara. Sanae li riconobbe. Erano loro....Allenby, Alex, Aly, Yoshiko, Jun, Hikary, Taro.....poi sbarrò gli occhi. Aveva visto Tsubasa. Era entrato in quell'istante, insieme a Genzo "Ma....ma....aveva gli allenamenti oggi !!!!!" fu tutto ciò che riuscì a dire, mentre Jody lasciava la presa "Sanae, credi davvero che avrebbe preferito allenarsi che venirti a vedere nel giorno più importante per te? ne sei convinta? Perchè, se è così, non hai capito nulla di lui. Gli sei stata affianco per anni, sai bene che il calcio è una parte fondamentale della sua vita, ma che anche tu lo sei. Lui è qui per te, come tu sei stata lì per lui per anni. Vuoi davvero deluderlo? Lui ha fiducia in te, così come tu ne hai in lui". Sanae guardò il ragazzo, che proprio in quell'istante l'aveva individuata e la stava salutando con la mano, e sentì le lacrime che l'invadevano. Ma stavolta erano lacrime di gioia; sorridendo, si voltò verso Jody, annuendo "Hai ragione. Ora sono pronta" disse, afferrando una mano dell'amica in segno di solidarietà. Jody la strinse a sua volta, sorridendo, e le due ragazze corsero a posizionarsi insieme alle altre atlete.

 

"Non ti ha salutato" osservò Hikaru, seduto tra Tsubasa e Genzo, mentre guardava sua cugina correre per raggiungere le altre atlete. Il portiere sorrise "Sa che sono qui" rispose, enigmaticamente. Hikaru lo fissò, leggermente confuso, ma Genzo aveva un'aria talmente convinta che non osò dire nulla. "Forse ha ragione" pensò "A lei basta sapere che è qui. Non le serve vederlo, o salutarlo. Le basta il pensiero".

 

Jody si sistemò in fila davanti a Sanae, e si preparò per iniziare, quando una voce melliflua alle sue spalle disse, in tono cattivo "Pronta alla sconfitta, Harper?". La ragazza si voltò, incrociando gli occhi di Kyla Oikawa, che stava in fila dietro a Sanae "Ricordati, tra poche ore Genzo sarà mio". Sanae sbarrò gli occhi, voltandosi arrabbiata verso la ragazza "Non è vero, Jody non perderà. E lui non ha mai detto che starà con te se......" urlò, ma Jody la interruppe. Guardò Kyla con fare serio. La ragazza ricambiò lo sguardò, aspettando. Poi, inesplicabilmente, lentamente e insesorabilente, Jody sorrise. Ma non era un sorriso malvagio, di sfida. Era un sorriso gioioso, felice e, soprattutto, spontaneo. Kyla indietreggiò, andando a sbattere contro l'amica che stava dietro di lei "Che....che hai da sorridere?" domandò, scovolta. Jody la guardò ancora per un secondo, poi disse "Mi dispiace Kyla, ma ci vorrà ben più di una sfida per dividere noi due" indicando con la mano le tribune. La ragazza guardò il punto indicato, scorgendo il ragazzo, e il volto le si illuminò "Genzo - k....." iniziò a dire, agitando la mano, ma in quel momento il ragazzo si alzò, vedendo che lei lo stava guardando, e urlò "Jody !!!! Non ci provare nemmeno a perdere, hai capito ???????". Il tono era stato dolce, ironico e spensierato, e tutto il gruppetto sugli spalti ora rideva. Sanae trattenne a sua volta le risate, mentre Jody, fissando il ragazzo che era ancora in piedi e aveva attirato l'attenzione di tutti, mormorò "Sciocco", sorridendo con aria dolcissima. Kyla la fissò, poi fissò Genzo. Quei due non vedevano nessun'altro al di fuori di loro stessi, capì con sgomento. Sentì il suo odio per la ragazza crescere ogni secondo di più "Staremo a vedere, Harper !!!!!!!!" urlò, guardando altrove per non vedere l'aria dolce che aveva Genzo sul volto. Jody la fissò, ora seria "Mi pareva di avertelo già detto. Io mi chiamo Tachikawa" mormorò in tono tranquillo. Kyla la fissò, ma proprio in quel momento i giudici chiamarono Jody in pedana. Sicura e decisa, la ragazza si avviò. Un silenzio carico d'aspettativa scese nella palestra. La musica partì, e Jody iniziò a muoversi a ritmo con essa. Kyla la fissò, esterefatta. Era....era....un angelo. Si muoveva con una grazia e un'agilità innaturali, quasi non avesse peso. Quasi stesse danzando sulle nuvole. Quasi stesse volando.

Sanae guardò l'amica con occhi lucenti. Quella era Jody. Nemmeno il dolore era riuscito a fermarla. Nemmeno la paura. Nemmeno la sofferenza. "Ma c'è qualcosa in grado di fermarti, amica mia?" chiese silenziosamente, col sorriso. Poi scosse il capo. "Non a questo mondo, di certo. Sei straordinaria, Jody...... "

 

Non appena la musica partì, genzo si sporse in avanti con ansia. Jody mosse i primi passi, allargò le braccia e iniziò a danzare. Il ragazzo la fissò per un secondo, poi si tirò indietro, sollevato, sorridendo. "Per fortuna....." sussurrò "Per fortuna sei di nuovo tu......". Hikaru, che stava fissato rapito la cugina, si voltò leggermente verso di lui "Eh? Hai detto qualcosa?" chiese, distratto. Genzo scosse il capo "No, nulla....". Hikaru annuì e tornò a guardare la ragazza. Genzo intrecciò le mani dietro la testa "O forse tutto......" mormorò, rivolto al cielo.

Eriko, dal lato meno esposto della pista, fissò la ragazza sorridendo. Contrariamente agli altri, non aveva mai avuto il minimo dubbio che Jody ce l'avrebbe fatta, che avrebbe dato il massimo. Anche se non l'aveva mai vista danzare prima, sapeva che stava dando tutta se stessa, in quel momento. Sorridendo, alzò gli occhi per incontrare lo sguardo di Genzo "Hai visto" sembrò dirgli con un sorriso "Te l'avevo detto che ce l'avrebbe fatta".

 

Due ore dopo, Sanae raggiunse Jody al bordo della palestra. Era stata l'ultima a doversi esibire. L'amica, che aveva indossato la tuta azzurra sopra il body, visto che iniziava a fare fresco, passò anche a lei una giacca azzurra, dicendole "Complimenti, Sanae. Sei stata bravissima". Sanae la guardò, con gli occhi che brillavano "Non importa Jody. Ho capito cosa volevi dire prima. E cosa voleva dirmi Tsubasa in tutti questi anni" dichiarò con un sorriso. Jody, porgendole anche i pantaloni della tuta, chiese, divertita "E cioè?". Sanae sospirò, contorcendosi per infilare le braghe "Che non importa nulla di come è andata. Ciò che conta è che io ce l'ho messa tutta. Che ho fatto qualcosa che mi piaceva da morire, e con delle amiche fatastiche. E soprattutto" finì di vestirsi, e incrociò le braccia "Che mi sono divertita da morire !!!!!!". Jody sorrise radiosamente, battendole la mano sulla spalla "Giusto, Sanae. Ed è proprio ciò che io ho visto nella tua danza. la gioia di fare ciò che stavi facendo. Per questo sei stata così brava". Le due amiche si guardarono, fiduciose, poi l'altoparlante annunciò che le atlete dovevano presentarsi davanti alla commissione per il verdetto. Gli spalti rumoreggiarono, ansiosi. Il gruppetto dei loro amici si sporse, chiamandole a  gran voce "Jody !!!" "Sanae !!!!" in tono preoccupato. Le due si guardarono, sorprese, poi alzarono contemporaneamente gli occhi, con un sorriso sicuro e una leggerezza incredibile negli occhi. Non avevano nessuna paura, nessuna tensione. Sorridevano, tranquille, e si avviarono insieme verso il centro della palestra. I ragazzi rimasero in silenzio, colpiti da quello sguardo senza limiti "Sembrava....che non avessero affatto paura" commentò stupito Tsubasa. Taro annuì "Com'è possibile che si sentano così sicure?" chiese, incredulo. Allenby scosse la testa, sorriddendo "Non è così. E' solo che hanno dato tutto ciò che potevano, e quindi non hanno nessun rimpianto". Hikaru si voltò a guardarla, dubbioso, e facendolo notò un altro particolare. "Cosa? Ma....Allenby, tu stai....piangendo !!!!!". Tutti si voltarono verso la ragazzina, stupefatti. Era vero: Lacrime salate le solcavano il volto, che però era ancora aperto in un sorriso dolcissimo. Mamoru, che era seduto dietro di lei, si sporse, preoccupato "Ma che c'è? Va tutto bene?" domandò con ansia. Lei annuì, mentre un'altra voce diceva "Sembravano....loro". Genzo si voltò verso Aly, che era seduta al suo fianco, e con stupore notò che anche lei stava piangendo "Ma cosa.....?" esclamò, incredulo. Tutti si voltarono a guardare loro, ma fu una terza voce a spiegare "Quello sguardo limpido, senza incertezze.....era troppo tempo che non lo vedevamo......". Stavolta era stata Alex a parlare. E anche lei, come le altre due, piangeva. I ragazzi si voltarono dall'una all'altra, increduli, spaventati "Ma che....cosa.....che vi prende???? Su, parlate !!!!!!!!" esclamarono tutti insieme, disperati. Allenby si asciugò le lacrime, poi alzò il capo risoluta e, sempre sorridendo, rivelò "Una volta andavamo sempre alle gare di ginnastica artistica. Jody era sempre convocata, e con lei anche.....Angel. Noi facevamo il tifo per loro. E ogni volta, dopo che entrambe si erano esibite, prima che venissero comunicati i risultati, loro....." "Ci guardavano a quel modo" completò Aly, mentre Genzo spalancava la bocca, improvvisamente consapevole. Alex annuì "Con quegli occhi privi di ombre o incertezze. Sembrava veramente di rivedere Angel, la sotto, insieme a Jody. Dopotutto, l'avevamo già capito che per Jody Sanae è speciale". Tsubasa ebbe un brivido "Che vuoi dire? Che ne ha fatto la sostituta della gemella?" chiese con apprensione. Sarebbe stato triste, troppo triste per entrambe, se fosse stato così. Ma tutte tre scossero il capo "Angel ha reso a Jody sopportabile la Germania. E' stata la sua prima amica, prima di essere sua sorella. E Sanae ha fatto la stessa cosa con Giappone. Jody si è ambientata, e ha conosciuto tutti voi, grazie a lei. Per questo Sanae ha riempito poco a poco lo spazio vuoto nel cuore di Jody. Prima che arrivassimo noi, si è aggrappata a lei in modo indissolubile, e i risultati ora si vedono. Quelle due sono inseparabili". I ragazzi fissarono le due ragazze in questione, e si resero conto che era vero: semplici gesti quotidiani, come il salutarsi ogni mattina, l'andare a scuola insieme, l'aiutarsi nello studio, erano diventati il simbolo dell'unione delle due. Quell'unione che ora le faceva stare lì, tranquille e fiduciose in un momento di tale tensione, solo perchè erano insieme. Un sorriso spontaneo sorse nei cuori e sui volti di tutti loro "Siamo felici per voi......." pensarono tutti insieme.

 

In quel momento, il giudice centrale prese il microfono, si schiarì la voce e iniziò a parlare, mentre la sua voce si diffondeva in tutto lo stabile "I giudici hanno effettuato votazioni singole sulla prova di ogni atleta. Tali votazioni sono state poi riunite in un totale, ed è stata eseguita anche una valutazione particolare sulle capacità e le potenzialità di ogni atleta. In base a tali risultati, vi comunico che le prime tre atlete saranno quelle che parteciperanno ai campionati regionali alla fine del mese, proprio qui a Shizuoka. La terza classificata è Meimi Maehara, della prima classe della sezione B". Ci fu un applauso abbastanza caloroso. Jody e Sanae vi parteciparono a loro volta; la ragazza in questione era una loro coetanea, che frequentava la prima B, cioè la classe di Jun, Hikaru e Franz, ma che da quel che sapevano non aveva mai legato con nessuno. Era abbastanza slanciata, anche se leggermente più bassa di loro due, e aveva due splendidi occhi castani e dei capelli biondi che erano la sua fonte di guai. Infatti, a differenza di Jody e delle altre della squadra che erano per metà straniere e quindi non erano oggetto di scherno per i loro capelli o gli occhi di colore non scuro, Meimi veniva continuamente presa in giro. Tutti dicevano che si tingeva, tanto per fare colpo, e la ragazza non era mai riuscita a replicare che non era vero. Non ne aveva mai avuto il coraggio. Guardandola ora, Jody dubitò molto che quella storia fosse vera; i capelli erano di un dorato scuro tendente al castano, che a lei sembrava naturale, e inoltre aveva spesso notato che lei tratteneva a stento le lacrime quando gli altri la prendevano in giro. Però non si era mai difesa. Ora piangeva, ma di gioia, incredula della fortuna che le era capitata. Beh, dopotutto era stata veramente brava, pensò. Sanae la scosse per una spalla, cercando di richiamare la sua attenzione. Jody distolse lo sguardò a stento "E....eh?" chiese, stordita "Jody, che ti prende? Dai, stanno per annunciare chi c'è al secondo posto !!!!!" esclamò, voltandosi trepitante verso la giuria. Il giudice si schiarì di nuovo la voce, prima di dire "La seconda classificata è Jody Tachikawa della prima classe della sezione A". La folla sugli spalti esplose in un boato; Hikaru saltò quasi al collo di Genzo, che lo tenne a distanza a fatica, urlando "Smettila, idiota !!!!!!!!". Eriko sorrise a sua volta, annuendo come a dire "Ben fatto". Sanae era saltata al collo dell'amica, urlando "Ce l'hai fatta !!!!!!!! Lo sapevo !!!!!!". Jody sorrise, cercando di non soffocare nell'abbraccio, mentre il giudice cercava di ristabilire l'ordine "Silenzio, per favore. Silenzio !!!!". Finalmente il pubblico si calmò, e Sanae lasciò il collo dell'amica, che riuscì a darsi un'occhiata intorno. Kyla, poco distante, la stava guardando con occhi di fuoco. Jody sorrise, tornando a voltarsi verso i giudici. Sanae, notò, aveva preso a tremare. Le posò una mano sul braccio, per rassicurarla, e l'amica si aggrappò alla sua tuta, stritolandola tra le mani, mentre il giudice diceva "Infine, prima classificata.....Sanae Nakazawa della prima classe della sezione A".

Il boato esplose di nuovo, fragoroso come prima se non di più, ma Sanae non lo sentì. Né sentì le braccia di Jody che la stringevano. Guardò il vuoto, inconscia di tutto, incredula. Non poteva essere vero.....lei aveva.... "Vinto !!!!" urlò una voce li vicino "Hai vinto !!!!!!". Era Jody. Stava sorridendo. Allora....era vero? Sanae abbracciò l'amica "E' vero? Non è un sogno? Io ho.....". Jody indicò qualcosa alle sue spalle "Guarda la" disse. La ragazza si voltò, e lo vide. Tsubasa, che correva verso di lei, con un sorriso enorme stampato sul volto. Senza riuscire a fare nulla, si sentì stringere tra le sue braccia. Il ragazzo la sollevò e la fece volteggiare "Lo sapevo !!!! Lo sapevo che eri grande !!!!!!! Hai vinto, piccola !!!!!!!!!" urlò. Sanae gli si aggrappò al collo, piangendo. Era vero. Aveva vinto. Ce l'aveva fatta. Avrebbe partecipato ai regionali......nascondendo il volto nell'incavo della spalla di lui, pianse a dirotto, sfogando tutta la sua gioia.

 

Jody stava guardando la scena, felice, quando un paio di braccia muscolose la strinsero, e una voce dolce le sussurrò nell'orecchio "Vedo che mi hai preso in parola. Complimenti, principessa". Alzò gli occhi per incontrare quelli di Genzo "Beh, mi pareva scontato. Non me lo avresti mai perdonato". Lui annuì "E ci credo, con tutto quello che mi hai fatto passare per questa benedetta gara.....". In quel momento un grido trattenuto dietro di loro li fece voltare. Kyla Oikawa li stava fissando con rabbia indescrivibile "Io....io.....io ti ODIO, Jody Tachikawa !!!! Te e quella tua amica....e quella....quella sciacquetta che hanno scelto come terza.....io....non posso crederci. Non hanno il minimo occhio !!!!!!!! Ma non illuderti, alle gare ci sarò anch'io con la squadra, e allora vedremo chi è la migliore". Jody, al riparo tra le braccia di Genzo, fece per parlare, ma fu lui a ribattere "Non ti pare di aver già detto abbastanza? Se fai così dimostri solo di non saper accettare la sconfitta". La ragazza sbarrò gli occhi, fissandolo. Poi iniziò a tremare "Tu...tu.....perchè stai sempre dalla sua parte ???????!!!!!! Perchè sei così innamorato di lei, Genzo ????? Perchè ?????????!!!!!!!!!!!". Non riuscendo più a sopportare la vista di loro due insieme, scappò fuori. Genzo guardò la sua ragazza, che ricambiò l'occhiata preoccupata di lui, sospirando "Non è finita....." pensò "Ci rivedremo ancora, me lo sento......"

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Capitolo 27
*** Capitolo ventisei: Una nuova amica, nuovi problemi ***


Capitolo 26: Una nuova amica, nuovi problemi

Capitolo 26: Una nuova amica, nuovi problemi

 

 

Quando uscirono dalla palestra, stava già iniziando a fare buio. Il gruppetto chiaccherava allegro, festeggiando le sue quattro piccole stelle. Oltre a Sanae e Jody infatti, anche Kay e Yayoi erano state selezionate per i campionati regionali di ginnastica ritmica. Hikaru, abbracciando Yoshiko, esclamò "Ehi, perchè non andiamo tutti insieme a mangiare fuori, stasera? Festeggiamo le nostre campionesse !!!!!". Un coro di consensi accolse la sua proposta, nonostante Jody e le altre provassero a dissuaderli "Oh, ma no, non serve....." disse Yayoi, arrossendo. Jun la zittì abbracciandola, e dicendo "Io voto per dei ramen, voi che ne dite?". Ci furono alcune facce entusiaste, alcune proteste e ulteriori proposte, e le quattro interessate si guardarono, sorridendo e scuotendo la testa in segno di rassegnazione. Sanae alzò un dito in segno di avvertimento "E va bene, ma almeno lasciateci andare a casa a fare una doccia e a cambiarci. Sono ancora le sei e mezza.....". Jody annuì, sollevata, rendendosi conto di avere anche lei una voglia irresistibile di cambiarsi. Non era l'unica; visto che le gare cominciavano nel primo pomeriggio, quasi tutti erano venuti vestiti in modo sportivo, oppure ancora in divisa, e comunque leggeri, ma l'aria fresca della sera autunnale stava già iniziando a soffiare. Così, tra risa e scherzi, la comitiva si avviò verso la villa dei Tachikawa, lentamente, godendosi appieno quella passeggiata serale in compagnia. Mentre si allontanavano dalla palestra, Jody, Kay, Yayoi e Sanae incontrarono parecchie loro compagne di squadra che le salutarono sorridendo, oppure dicendo "Ehi, complimenti Tachikawa - san, Nakazawa - san" "Kay - san, Aoba - san, siete state bravissime !!!!" "Non fatevi battere ai regionali, mi raccomando !!!!". Le quattro sorrisero, ringraziando, ma dopo qualche minuto cercarono di nascondersi in mezzo al gruppo per evitare ulteriori complimenti e per riuscire finalmente ad andarsene. Alla fine, ce la fecero. Arrivarono al cancello della scuola e, mentre lo oltrepassavano con un sospiro di sollievo, Jody notò qualcosa nella strada buia davanti a loro. Si trattava di una ragazza, che camminava sola nell'oscurità crescente, ancora vestita con la tuta della squdra e con in mano il borsone della scuola. I capelli alla luce dei lampioni rilucevano di un colore oro scuro intenso. Lasciandosi sfuggire un verso di stupore, la riconobbe "Ehi !!!! Maehara - san !!!!" esclamò, correndo all'improvviso avanti e lasciandosi alle spalle gli amici, perplessi e stupefatti. La ragazza, sentendosi chiamare, si voltò "Oh....Tachikawa - san.....che ci fai qui?" chiese, leggermente incredula che Jody le avesse rivolto la parola. Quast'ultima sorrise "Stavo tornando a casa. Complimenti per la qualificazione !!!!" disse in tono gaio, tendendole la mano. Meimi la fissò a lungo, prima di afferrarla con indecisione "Io...ecco....grazie, Tachikawa - san. Ma ....ma sono io a dovermi complimentare, sei davvero brava. Io ho solo avuto fortuna.....". Nel suo tono c'era un'ombra di tristezza indicibile, ma stranamente Jody non la notò. Riuscì solo a capire quanto strane fossero le parole della ragazza, e quanto poco corrispondessero alla realtà, e sgranò gli occhi "Eh? Ma se sei stata bravissima !!!!!! Veramente brava !!!! Ma scusa, come fai a dire che è solo fortuna ? Sei davvero brava, credimi, altrimenti non ti avrebbero scelta, non è vero?Ah, questi sono i miei amici" disse allungando un braccio a indicare il gruppetto che finalmente le aveva raggiunte e si era fermato vicino a lei, fissando con curiosità la ragazza. Meimi, senza accorgersi che la sua mano era ancora stretta in quella di Jody, lanciò un'occhiata stupita ai ragazzi dietro di lei. Li riconobbe. Lentamente, inesorabilmente, arrossì come un peperone, per poi divenire bianca come un cencio "Ma....ma voi siete....." mormorò, incredula. Nonostante non ci avesse mai veramente parlato, conosceva bene di fama i componenti della squadra di calcio della scuola, soprattutto quelli che ora stavano davanti a lei, e anche le ragazze. Sconvolta, soprattutto per il fatto che tutti la fissavano con un'aria non seccata o annoiata come facevano sempre tutti, ma con quella genuina curiosità che si prova guardando qualcuno che ancora non si conosce, iniziò a tremare, senza sapere che fare. Jody strinse gli occhi. La ragazza era in preda al panico, e se la sua mano non fosse stata ancora stretta in quella di lei, sarebbe di certo scappata. "Maehara - san, va tutto bene?" chiese con fare preoccupato. La ragazza la fissò, disperata, senza sapere che dire "Io....io, io, ecco io.....ecco...." balbettò senza nemmeno rendersene conto, mentre il suo sguardo vagava qua e là, come impazzito. Accorgendosi della sua confusione, Sanae la guardò con aria pensierosa, poi fece un gran sorriso e propose "Stavamo andando a casa a cambiarci per uscire poi a cena per festeggiare, Maehara - san. Perchè non ti unisci a noi?". Jody si voltò verso l'amica, sempre tenendo stretta la mano di Meimi "E' un'ottima idea, Sanae !!!!" esclamò, sorridendo e tornando a guardarla. Tutti nel gruppo annuirono, avendola ormai riconosciuta come la terza classificata alle selezioni. Poi, Sanae iniziò a spiegare che era una compagna di classe di Franz, Jun e Hikaru, e tutti la fissarono di nuovo, con rinnovata curiosità. Meimi si sentì morire. Essere così al centro dell'attenzione era una cosa cui lei non era abituata, anzi che non le era mai successa prima di allora.....e a fissarla erano proprio i ragazzi più noti e famosi della scuola....il capitano e vari altri componenti della nazionale Juniores Giapponese.....le componenti dello Shoan.....Tachikawa - san e Nakazawa - san, due ragazze che lei personalmente aveva sempre ammirato....... e ora....ora volevano....che uscisse con loro? Reprimendo un quancosa nel suo animo che aveva esultato alla notizia, scosse il capo violentemente, inorridita "Oh....oh, no, Nakazawa - san.....non voglio disturbare, io non centro niente...." esclamò, cercando di fermare il tremito della sua voce e del suo corpo. Sanae e Jody la guardarono, sconcertate per quella reazione esagerata, ma una voce tranquilla sorse dal gruppo li dietro, dicendo "Come no?". Meimi smise di scuotere il capo, incredula, e senza volerlo alzò gli occhi scuri, mentre anche Jody si voltava per vedere chi aveva parlato. Era stato Jun, che ora le stava sorridendo e spiegava "Noi stiamo andando a festeggiare le vincitrici della selezione, e tu sei arrivata terza, quindi è più che giusto che tu venga a festeggiare con noi. Direi anzi che sei obbligata a farlo". Senza volerlo, poichè il suo animo era in un tale stato di confusione che non capiva più nulla, Meimi si ritrovò a fissarlo con occhi sgranati. Jun ricambiò tranquillo lo sguardo, e infine le sorrise di nuovo. A quel segno, la ragazza si rese conto di cosa stava facendo, e abbassò rapidamente gli occhi, arrossendo furiosamente "Oddio, che stupida !!! Lo stavo fissando !!! Ora mi prenderanno tutti in giro....." pensò, disperata. Eppure, nessuno di loro stava ridendo......quando osò alzare di nuovo gli occhi per vedere la loro reazione, vide che tutti la stavano fissando con aria d'attesa. Sentendosi arrossire di nuovo, capì di dover dare loro una risposta chiara, così si schiarì la voce e disse, in tono mite "Mi spiace, ma ora a casa mia non c'è nessuno, e non posso cambiarmi e prepararmi. Sarà per un'altra volta". Pregò con tutto il cuore che la sua bugia avesse funzionato. Era vero che a casa non c'era nessuno, ma lei aveva le chiavi e avrebbe benissimo potuto andare a cambiarsi e lasciare un biglietto per il padre. Però.... non ce la faceva, non se la sentiva di uscire con loro......ma, all'improvviso, sentì una mano sulla spalla, e alzò gli occhi. Era stata Jody "Non ti preoccupare, puoi venire da me a farti una doccia, ti presto anche qualche vestito pulito, tanto mica andiamo a una cena di gala. Su, andiamo !!!!". Meimi sbarrò gli occhi, mentre la ragazza si avviava, trascinandola per la mano che teneva ancora ben stretta, e diceva, in tono gaio "Ragazzi, lei viene a casa con noi, andiamo !!!!!!". Tutti assunsero un'espressione felice, e Meimi non riuscì a spiccicare parola. Si trovò così a camminare insieme a loro in direzione di villa Tachikawa, senza dire nulla, cercando di tenere sotto controllo il respiro e il rossore. Tutti parlavano tra loro, ma lei stava in silenzio, camminando e basta. Non si accorse delle occhiate curiose che qualcuno ogni tanto le lanciava, finchè non si trovò di fianco Kay e Taro, e la ragazzina con la treccia le fece un gran sorriso "Piacere, io sono Kay Galway !!!! Faccio parte del club di ginnastica ritmica !!!!" disse, afferrandole una mano e strattonandola su e giù. Meimi la fissò, incredula, poi fece un mezzo sorriso "Ah....piacere....io sono....". Taro la interruppe, sorridendole con calore come aveva fatto Kay poco pirma "Sappiamo bene chi sei, Maehara - san. Siamo nella stessa scuola da quasi un'anno, ormai". Lei lo fissò a occhi sgranati "Misaki - san....."sussurrò, tentando di trovare qualcosa da dire, ma non riuscendovi. Nel frattempo, però, erano arrivati alla villa, e Jody corse ad afferrarle la mano con un sorriso enorme, trascinandola davanti agli altri su per i gradini "Vieni, ti voglio presentare ai miei zii !!!!" esclamò. Meimi impallidì, sconvolta, ma prima che riuscisse a protestare la porta si spalancò davanti a loro e un giovane alto, dai capelli biondi e gli occhi castabi come lei, le fissò con aria seccata "Era ora che arrivaste !!!! Si può sapere dov'eravate finiti ?????" esclamò in tono irritato, fissando Jody. Non sembrò nemmeno notare la ragazza che stava di fianco alla sorella, che invece lo stava scrutando, incredula. Quel ragazzo.....aveva i capelli biondi come i suoi.....le pareva di conoscerlo......in quell'istante una piccola meteora dai capelli rosso fuoco le saettò vicino, finendo tra le braccia di lui e urlando "Yu - kun !!!! Scusa se abbiamo fatto così tardi !!!!!! Ma Jody e Sanae hanno vinto, sai? Sono prima e seconda !!!!!". Alex stava travolgendo il ragazzo in un fiume di parole, ma l'espressione di lui si era fatta molto più dolce non appena aveva visto la ragazzina, notò Meimi con stupore. Era veramente dolce, quasi amorosa.....possibile che.....fissò i due, stupefatta, ma si trovò presto a pensare che erano proprio una bella coppia, ben affiatata e felice.....Yu tornò a guardare Jody "Beh, almeno qualcuno ha avuto la decenza di dirmelo, finalmente !!!!" si lamentò. Jody non si scompose, ma fece una faccia annoiata e disse, in tono stanco "Se avevi tanta voglia di saperlo, potevi anche venirci a vedere, fratellino". Meimi sbarrò gli occhi. Erano fratelli ????? Ma non si assomigliavano.....o forse sì? Non ci stava capendo più nulla, accidenti. Il ragazzo intanto continuò "Guarda che anche io ogni tanto ho degli impegni, sorellina. Ah, a proposito, ha telefonato Eriko. ha detto che sarebbe uscita con delle amiche, quindi di non aspettarla e di stare attenta alla gamba, da sola". Jody annuì, e Yu si voltò verso Meimi, rendendosi finalmente conto della sua presenza "E tu chi sei? Un'amica di Jody? Io sono Yusuke Tachikawa, piacere" disse, tendendole la mano. Meimi la prese, confusa, poi si immobilizzò "Tachika....Tachikawa senpai ???????" urlò, riconoscendolo all'improvviso "Sei proprio....tu?????". Yu fece un mezzo sorriso, lanciando un'occhiata alla sorella "Eh...sì, credo di essere proprio io. Sei un'amica di mia sorella?". Meimi scosse il capo, rossa il volto e in preda all'agitazione "Io....io non sapevo che Tachikawa - san fosse tua sorella, Tachikawa senpai......" esclamò, come se si stesse scusando per aver osato stare al fianco della sorella di Yusuke Tachikawa. Oltretutto la frase suonava assurda, visto che aveva usato il cognome per entrambi, eppur non si era accorta che era lo stesso. I due fratelli si lanciarono un'occhiata di complicità "E' uno dei membri del club di atletica. E' arrivata terza alle selezioni, sai?". Meimi divenne viola, mentre il ragazzo le lanciava un'occhiata di apprezzamento "Davvero? Complimenti. Ah, adesso mi ricordo. Sei Maehara della sezione B, dico bene?". La ragazza si immobilizzò, esterefatta "Ma come....come fai a....." rantolò, senza fiato. Lui alzò le spalle "Sai, uno dei miei migliori amici è in 2 B, quindi conosco di nome alcuni della tua sezione. Inoltre, sei nella classe di Franz, Jun e Hikaru, vero?". La ragazza annuì "Ma non credo di averci mai parlato.....credo non mi abbiano nemmeno mai visto....." disse, in un sussurrò. Jun e Franz si scambiarono un'occhiata, mentre Hikaru, ingenuo e spontaneo come al solito, esclamò "Come no? Tu sei quella seduta in fondo, che non dice mai nulla ma che se viene interrogata risponde sempre esattamente a qualsiasi domanda. Non è vero?". Yoshiko gli tirò una gomitata nelle costole, mentre Jody e Yu si trattenevano a stento dallo scoppiare a ridere clamorosamente "Ahia !!! Ma che ho fatto ????" urlò Hikaru, guardando la ragazza che lo stava fulminando con gli occhi. Meimi, fissando la scena sconvolta, sentì che qualcosa nel suo animo di era spezzato, e si trovò a ridere di cuore, con le lacrime agli occhi. Hikaru, vedendo che piangeva, ebbe un singulto "Maehara - san !!!! Perchè piangi ???? Ho....ho detto qualcosa di male, per caso?" esclamò. Lei scosse il capo, sorridendo "No....niente affatto, Matsuyama - san" riuscì a rispondere, per poi guardarli con occhi colmi di gratitudine. Tutti le sorrisero. Quella ragazza aveva un disperato bisogno di comprensione e affetto, per guarire il suo enorme complesso di inferiorità, pensarono tutti contemporaneamente, e loro volevano aiutarla.

In quell'istante la zia dei due ragazzi scese dalle scale, e si fermò a osservarli con un sorriso "Ragazzi, che ci fate sulla porta? Come è andata la gara? Oh, hai portato una tua amica, Jody?" chiese, avanzando verso di loro. Jody annuì "Zia Hiromi, questa è Meimi Maehara, del nostro club di atletica. E' arrivata terza alle selezioni, e l'abbiamo invitata a festeggiare con noi". La donna sorrise, avanzando, poi vide meglio la ragazza e si fermò, sgranando gli occhi "Oh....hai detto.....Maehara?" domandò, incredula, portandosi una mano sulla bocca. Jody, un po' confusa, annuì "Zia? Tutto bene?". La donna si riscosse e annuì "E' solo che assomiglia molto a una mia vecchia amica.....tutto qui. Quindi tu sei arrivata terza, Meimi - san? Congratulazioni !!!!". La ragazza arrossì, inchinandosi, e disse "Beh....gra.....grazie, signora Tachikawa......ma.....sono io a dover fare i complimenti a Tachikawa - san e Nakazawa - san.....". La donna guardò Jody, che le fece un sorriso enorme "Sono arrivata seconda, zia !!! E Sanae è arrivata prima !!!!!!!" esclamò, lanciandosi nell'abbraccio caloroso della donna. Sanae, che ormai la considerava una seconda madre, fece lo stesso, e Hiromi le strinse al petto entrambe, fiera di quelle due ragazze che aveva imparato ad amare più di due figlie. Meimi fissò la scena, confusa e imbarazzata. Lei non era abituata a quelle scene di calore familiare. Non aveva mai conosciuto la sua vera madre, morta nel darla alla luce. Da quel che riusciva a ricordare, nella sua vita c'era sempre stata la matrigna, che suo padre aveva sposato poco dopo la morte della prima moglie. Meimi da allora era, gradualmente, passata in secondo piano. Gelosa della bambina che il marito adorava in quanto piccola copia della moglie morta, la donna aveva fatto di tutto per allontanarli. E c'era anche ben riuscita. Aveva portato in dote l'impresa di famiglia, e suo padre si era gettato anima e corpo su di essa, iniziando a passare sempre meno tempo a casa. E quando, per caso, aveva un po' di tempo libero, la moglie lo distraeva, portandolo a fare viaggi e gite, senza lasciargli tempo per la figlia. Era stato così anche quel giorno. Meimi aveva avvertito che ci sarebbero state le selezioni, anche se sapeva bene che non sarebbe andato a vederla. Lui aveva promesso che ci sarebbe stato, ma poi la matrigna l'aveva avvertita che lui le aveva promesso una gita alle terme e non sarebbe stato presente. Meimi non se l'era presa. Sapeva che quella donna l'odiava, vedeva in lei una minaccia e faceva di tutto per escuderla dalla vita del marito. Ma a lei questo non aveva mai creato problemi, se non un po' di tristezza quando il padre se ne andava con quella donna. E, soprattutto, ciò non la faceva sentire in colpa per il fatto che anche lei odiava la matrigna, anche se non l'aveva mai ammesso con nessuno. Aveva sempre fatto tutto ciò che le aveva chiesto: aveva studiato tanto per prendere bei voti a scuola, l'aveva chiamata 'mamma' con affetto ai ricevimenti, salvo poi scomparire quando non era desiderata, si era comportata bene con quelli dell'alta società, accettando la corte dei ragazzi che le venivano presentati, ma senza entusiasmo, in modo che anche loro perdessero interesse per lei. Non era difficile. La matrigna alla fine faceva sempre di tutto per metterla in ombra, per lei era facile scomparire. E per questo il suo carattere era diventato oscuro e schivo, passivo alle offese e all'isolamento cui la costringevano i compagni. C'era abituata. Semmai era stato l'improvviso interesse del gruppo di Jody per lei a terrorizzarla.......

"Maehara - san???" domandò timidamente una voce dietro di lei. La ragazza voltò di scatto la testa "Sì?" domandò, arrossendo poichè evidentemente l'avevano sorpresa a fantasticare. Era stata Yayoi a rivolgerle la parola, e ora le stava sorridendo con fare dolce "Se vuoi seguirci, ti mostriamo dove rinfrescarti prima di uscire. Poi qualcuno ti presterà qualcosa da vestire". Meimi fece per rifiutare, ma Jody, che si era staccata dall'abbraccio della zia, la tirò per un braccio e cominciò a salire le scale "Certo che te li presteremo, mica puoi venire a cena con la tuta della scuola !!!! Dovresti avere più o meno la taglia di Allenby" dichiarò, scomparendo con Meimi in cima alle scale. Il gruppetto rimasto sotto si lanciò occhiate divertite, poi ciascuno si avviò verso la propia stanza, o quella degi amici, per darsi una sistemata. Solo la zia di Jody rimase immobile, fissando il punto in cui erano scomparse le due ragazze, con un'espressione preoccupata sul volto. "Maehara.....cielo, possibile che......." pensò, portando una mano alle labbra. In quell'istante due braccia robuste la cinsero dsa dietro "Sembra che sia sbucato un altro fantasma dal passato, o sbaglio???" disse la voce di suo marito. Lei si voltò leggermente "Non ti sembra identica a.....lei?" domandò, tornando a fissare le scale. Lentamente, lui annuì. "Già. E questo potrebbe rivelarsi un guaio?" doamdnò divertito. la moglie gli diede una spinta leggera sul petto "Se ti sentisse Jody !!!!" esclamò. Lui sorrise "O Harumi. Attaccava chiunque le toccasse la sua migliore amica........"

 

Nella stanza di Allenby regnava la più assoluta confusione. Le ragazze si erano coalizzate tutte nell'operazione di vestire bene Meimi, e la poveretta, terrorizzata, non era riuscita a protestare. Così si era trovata a fare da manichino per vestiti e acconciature fantasiose, a volte anche troppo. Alla fine, per fortuna, era intervenuta Sanae a ristabilire la calma, dicendo "Ragazze, avanti, non è una bambola con cui giocare. Jody, prova a passarle quel vestito due pezzi vicino a te". Meimi addocchiò l'abito che le veniva indicato, e scosse violentemente il capo. Decisamente troppo azzardato ed elegante. Allenby, che capiva bene cosa volesse dire essere costrette ad indossare stracci ridicoli e imbarazzanti, sorrise indulgente e prese qualcosa dal suo armadio, dicendo "Secondo me, per il suo fisico e il suo carattere, le starebbero meglio questi". Tutte guardarono i vestiti che aveva in mano. Erano un semplice paio di pantaloni rossi, a zampa larga ma aderenti nella parte superiore, di una tonalità calda adatta a una persona dai capelli biondi, e una maglietta bianco avorio, anch'essa aderente, con uno strano disegno davanti. Meimi li fissò, preoccupata anche da quel tipo di vestiti, ma riconoscendo che erano i più normali che le avevano offerto. Sanae fece un cenno col capo "Direi che vanno bene, in fondo andiamo solo a fare un giro tra amici. Maehara  - san, se vai a indossarli poi ti aiuto a pettinarti e truccarti". La frase mandò nuovamente nel panico la ragazza: lei non si era mai truccata in vita sua, e i suoi capelli erano sempre raccolti e nascosti il più possibile, per celarne il colore chiaro. Docilmente, però, si sottopose alla bravura di Sanae che sciolse la chioma trattenuta da innumerevoli nastri e forcine, e la pettinò a lungo, rendendola liscia e lucente. Prima di fare questo, passò sugli occhi un sottile strato di matita nera che li evidenziava e accentuava, e poi un velo di ombretto. Dopodichè, sorrise soddisfatta "Fatto !!!!". Meimi aprì gli occhi e fissò, incredula, la propria immagine riflessa. Quella....era proprio lei? Era irriconoscibile......gli occhi molto più evidenti, le labbra color pesca, i capelli lucenti che le incorniciavano il volto.....si voltò verso le ragazze, che la osservavano soddisfatte "Perfetto !!!! E ora andiamo, oppure i ragazzi organizzeranno una squadra di ricerche dandoci per disperse !!!!" esclamò Jody, afferrando la mano di Meimi e trascinandola fuori dalla stanza. Ridendo, le altre le seguirono.

 

La comitiva sedeva, allegra e vociante, a un tavolo di uno dei più noti locali del centro. Il ramen che servivano li era delizioso, avevano detto Taro e Mamoru, e gli altri avevano presto constatato che era vero; parecchie ciotole fumanti si trovavano infatti davanti a loro, e i ragazzi si stavano dando da fare per divorarle, mentre altri chiaccheravano o ridevano. Meimi era seduta proprio al centro del gruppo, tra Mamoru e Sanae, e stava ridendo come mai avrebbe imaginato di poter fare; i ragazzi avevano fatto del loro meglio per coinvolgerla nella conversazione, stupendosi della sua timidezza e remissività dal principio, e poi del suo disperato bisogno e desiderio di sentirsi parte di qualcosa, di sapere che contava per qualcuno il fatto che lei esistesse. Così, avevano iniziato a raccontale come si erano conosciuti, e visto che l'argomento era ben vasto, poichè partiva da quando Jody e Genzo si erano sfidati sul campo da calcio e arrivava fino a quel pomeriggio, passando per inumerevoli incontri e episodi così buffi e imbarazzanti che avevano tutti le lacrime agli occhi, la ragazza aveva avuto tutto il tempo per abituarsi a quella nuova e sconcertante realtà. Nessuno parlò però del passato, quel passato doloroso che avevano alle spalle. Jody e le ragazze non avevano motivo per ricordarlo, i ragazzi non volevano risvegliarlo e Meimi aveva troppa paura di eccedere, di lasciarsi andare, se avesse iniziato a raccontare. Aveva paura di perdere quel senso di appartenenza che provava lì, ora, in mezzo a loro, se avesse rivelato ciò che aveva alle spalle, perciò pèreferì tacere e lasciare che la facessaro per una volta sentire veramente felice. Poi, Jody la distrasse dai suoi pensieri, chiedendo "Maehara - san, tu sei in prima B, vero?". la ragazza annuì, e Kay esclamò "Allora sei in classe con Hikaru, Jun e Franz !!!!! Che bello, così possiamo venirti a trovare quando vogliamo !!!! E poi puoi venire agli allenamenti con loro !!!!!!!!". Meimi sbiancò leggermente all'idea di andare in giro con tre dei ragazzi più richiesti e ammirati della scuola, ma non potè fare a meno di chiedere, incuriosita "Che.....allenamenti, scusa?". Alex la fissò, leggermente sorpresa, prima di rispondere "I...ragazzi, qui, giocano tutti nella squadra di calcio della scuola, non lo sapevi? Tutti tranne Yu". Meimi arrossì, sentendosi una sciocca "Oh.....oh, certo, lo so, solo, non avevo capito.....credevo.....anche voi vi allenate per qualcosa, oltre alla ginnastica....." balbettò, sempre più rossa. Alex si pentì immediatamente della sua frase, seppur non aveva avuto nessuna cattiva intenzione, e cercò di rimediare, sorridendo "Hai perfettamente ragione. Nonostante Jody e Sanae siano nel tuo club, Yayoi  e Kay in quello parallelo di ritmica e noi in altri, giochiamo a pallavolo. Siamo dello Shoan". Meimi spalancò gli occhi scuri "Lo Shoan? Davvero quello.....Shoan????" esclamò. L'aveva sentito dire, ma non ci aveva mai veramente creduto.......le ragazze annuirono, sorridendo, e Yoshiko propose "Ogni tanto, se ti va, puoi venire a vederci giocare.....oppure vuoi unirti a noi?". La proposta era strana, per una squadra famosa come lo Shoan, stranamente leggera e informale, eppure la loro squadra si era formata così, per caso......cioè non proprio, la squadra esisteva da sempre, anche con l'aggiunta di Sanae, Yoshiko e Yayoi, ma erano diventate lo Shoan quasi in modo ridicolo.......Meimi scosse violentemente il capo, inorridita "Oh, no, io non ho mai giocato....non potrei mai !!!!!!!!!!!!!!" esclamò con veemenza. Jody e Sanae si lanciarono un'occhiata strana, poi la prima disse "Beh, allora magari verrai a vederci giocare, ogni tanto, eh? E poi ci aspettano i regionali !!!!". La ragazza annuì, poco convinta ma cercando di sorridere, quando una figura alta si mosse dall'ombra verso di loro, catturando la sua attenzione. Anche Yusuke alzò gli occhi, riconoscendola e sorridendo "Ehilà, Rei, che ci fai da queste parti ????". Meimi osservò stupita la figura dirigersi verso il ragazzo, mentre Jody, improvvisamente irritata, sbuffava con rassegnazione, dicendo "Oh, chi si vede, il grande divo di Fujisawa !!!!". La figura ebbe come un moto divertito nel sentire quel commento, e fece un gesto di saluto ironico diretto alla ragazza, raggiungendo poi Yu; in quel momento si espose completamente alla luce, permettendo a Meimi di riconoscerlo. E proprio per questo sussultò. Quello che le era appena comparso davanti ai suoi occhi era Rei Hitohari, compagno di classe di Yusuke e insieme a lui uno dei ragazzi del secondo anno più ammirati della scuola. Di lui non si sapeva molto, poichè non frequentava alcun club ed era molto taciturno e scostante. Sempre attorniato di ragazzine esultanti, ne sembrava solamente infastidito, e cercava spesso di sfuggire alle sue ammiratrici correndo a casa appena finite le lezioni. Aveva pochissimi amici, più che altro conoscenti. Solo con Yusuke sembrava trovarsi a suo agio, e questo l'aveva portato a frequentare spesso casa Tachikawa da un'anno e mezzo a quella parte.......peccato che da qualche mese ci fosse arrivata anche Jody, in quella casa. La ragazza, energica e scattante, aveva provato un'innata antipatia per colui che considerava uno snob smidollato, e lui non aveva mai fatto nulla per cambiare la sua opinione, giudicandola a sua volta una ragazzina chiassosa e irritante, benchè intelligente, questo doveva ammetterlo, insomma, una da cui stare alla larga. Non erano però mai arrivati a litigare direttamente, visto che Jody non voleva ferire il fratello impedendogli di invitare in casa l'amico, e Rei dal canto suo preferiva ignorare la ragazza o rivolgerle qualche frase ironica (NdA: come modello ho copiato spudoratamente, nell'apetto e nel carattere, Rei Otohata di Gals. Anche il suo rapporto con Jody ricorda quello tra il vero Rei e Ran). Non si poteva quindi dire che i due fossero in rapporto di sintonia. Infatti, ora Jody stava fissando il ragazzo con aria seccata, e lui ricambiava l'occhiata con assoluta indifferenza, rispondendo pigramente al saluto-provocazione di lei "Oh, la stella della scuola. Piacere di vederti". La ragazza si ritrasse con un sibilo irritato, guardando altrove, mentre Meimi studiava incredula lo scambio di battute tra i due; le sembrava quasi impossibile che Jody reagisse così di fronte a uno dei più bei ragazzi della scuola. D'accordo, aveva un ragazzo fisso da mesi, però......lei aveva iniziato a respirare a fatica dal momento stesso in cui aveva visto Rei, e stava cercando disperatamente di non arrossire......"Posso sapere come è andata la tua gara?" stava intanto chiedendo lui con tono disinteressato. In realtà non gliene importava molto, fece chiaramente intendere, ma voleva essere gentile. Peccato che Jody la pensasse in altro modo "Benissimo, grazie" si limitò a rispondere "E non ce bisogno che ti informi, tanto lo so che non te ne importa nulla". Il ragazzo non replicò, ma preferì lasciar vagare lo sguardo intorno mentre Yu, per nulla turbato dallo scambio di frasi acide tra l'amico e la sorella, visto che era cosa di ordinaria amministrazione, afferrava tranquillamente una sedia vuota e la poneva tra sè e Yoshiko, dicendo "Siediti, Rei. Vuoi qualcosa?". Jody sbuffò, fulminando con gli occhi il fratello, che non colse assolutamente la provocazione, mentre Rei si sedeva con un sorriso tirato. Mentre lo faceva, i suoi occhi caddero su Meimi, seduta quasi davanti a lui. In essi si accese un bagliore sorpreso. "Oh?" disse, fissandola con fare meditativo "Tu non sei del gruppo......mi pare di averti già visto a scuola o sbaglio?". Meimi divenne viola nel sentirsi osservata da lui, e si affrettò ad abbassare lo sguardo "S....sì, Hitohari - senpai. Sono Maehara, della sezione B, primo anno" snocciolò, evitando di guardarlo. Lui invece continuò a fissarla, leggermente interessato "Ah, è vero. E come ti sei ritrovata in questa banda di matti?". Sanae si sporse in avanti, decisa "Oh, avanti Hitohari, non metterla in imbarazzo e smettila di parlare di noi come se fossimo dei pazzi !!!! Meimi fa parte del nostro club di ginnastica ed è arrivata terza alle selezioni, quindi verrà con noi ai regionali. L'abbiamo invitata fuori a festeggiare !!!!" spiegò, piccata. Anche lei non provava una vera e propria simpatia per il ragazzo. Rei, sempre imperturbabile, annuì, guardandola divertito "Non so se ha fatto bene....a stare con voi viene l'esaurimento.....". Alex, poco distante da lui, sbuffò "Se non vuoi averci intorno, nessuno ti obbliga a stare qui. Per quanto mi riguarda, vado a farmi un giro !!!" esclamò, alzandosi e dirigendosi verso la gelateria li vicino. Jody la seguì, lanciando al ragazzo un'occhiata assassina, e trascinò via Sanae. Meimi rimase immobile, spaventata, visto che due dei suoi punti di riferimento l'avevano abbandonata. Rei però non la stava fissando, in quel momento; stava guardando Yusuke con un mezzo sorriso sulle labbra "Dimmi, amico, sei ancora convinto che stare con quella piccola furia dai capelli rossi sia la cosa migliore per vivere una vita serena? Non ti bastava quella scatenata di tua sorella?". Yu scosse il capo, agitando il dito in segno di ammonimento "Calma, calma amico; stai attento a scherzare su certi argomenti. L'arrivo di Alex nella mia vita è una cosa per cui non smetterò mai di ringraziare Dio; non mi pentirei mai di stare con lei.........vedrai che un giorno capirai anche tu cosa intendo. Non appena scoprirai di avere davanti a te la persona giusta". Rei sbuffò con aria poco convinta, mentre la voce sarcastica di Jody, poco distante, esclamava "Per me non trovarà MAI una che sopporti il suo caratteraccio, campasse cent'anni e oltre". Yu fece un sorriso divertito, mentre Rei si voltava dalla parte da cui proveniva la voce, dicendo in tono tranquillo "Se le aspiranti sono come te, sto meglio così". Jody lo fissò, furibonda, mentre Genzo, piegato in due dalle risate (Ebbene sì: per una volta Genzo Wakabayashi non è geloso marcio ma si diverte da morire....NdA), la trascinava via. Yu mantenne il suo sorriso divertito, rivolgendosi a Meimi "Ecco, vedi come vanno le cose qui? Se volevi vivere una vita tranquilla, mi sa che Rei ha pienamente ragione......hai sbagliato posto !!!!". La ragazza sorrise, sentendosi stranamente sicura e convinta di ciò che stava dicendo "Oh, no, non me ne andrei per nulla al mondo !!! Al confronto della vita buia e insipida che faccio di solito, questo sembra il paradiso.....". Si interruppe, arrossendo per l'imbarazzo, mentre Rei lanciava un'occhiata Yu, dicendo "Beh, contenta lei....auguri !!!!". La ragazza sorrise, osando per un attimo fissarlo negli occhi scuri. Ma appena quelli ricambiarono il suo sguardo, la paura si impadronì di lei, costringendola a guardare da tutt'altra parte......e cioè dove Jody stava rincorrendo Genzo, infuriata come un tornado, mentre il ragazzo scappava mettendo a frutto anni di allenamento per sfuggire alla minaccia incombente. Ridendo a crepapelle, si alzò insieme ai due ragazzi per raggiungere il gruppetto poco più in la.

 

L'arrivo della mattina dopo per Meimi segnò l'interrompersi di quello che lei considerava il più bel sogno della sua vita. Nonostante fosse tornata abbastanza tardi, la sera prima, aveva trovato la casa completamente vuota, buia, fredda e silenziosa. Sentendo spegnersi l'allegria provata fino a poco prima, era salita in camera sua senza una parola, e ci si era chiusa dentro. Ora stava scendendo le scale, perfettamente in ordine, nella vana speranza di trovare suo padre. Ma sapeva bene che era impossibile; e infatti in cucina c'era solo la sua matrigna, che la squadrò con disgusto non appena entrò "Ah. Sei tu. Che ci fai qui?" chiese in tono sgarbato. Meimi evitò di rispondere ciò che le passò per la mente, e si sedette in silenzio. La donna le lanciò un'altra occhiata obliqua "Chi ti ha detto di sederti ????" chiese, acida. Meimi sospirò "Nessuno. Volevo solo fare colazione. Ma se sono tanto di disturbo me ne vado" replicò, stupendosi lei stessa di ciò che stava dicendo. La stupì ancora di più il fatto che si alzò veramente con aria risoluta dalla sedia, avviandosi verso la porta, mentre la matrigna le urlava, ora veramente arrabbiata "Ehi !!! ragazzina, torna immediatamente qui !!!!! Come osi parlarmi così !!!!!!! E poi, che sono quei capelli sciolti ???? Con quell'assurdo colore biondo......vuoi che tutti ti ridano dietro, prendendoti per una ragazza facile???? Da quando in qua cerchi di attirare l'attenzione a questo modo????? Non provare nemmeno a disonorare il nostro nom....". Meimi chiuse con fragore la porta dietro di sè, evitando così di sentire le ultime parole della donna, e ci appoggiò, tremante "Dannazione !!!!" esclamò a mezza voce, mentre sentiva le lacrime che iniziavano a bruciarle gli occhi. Per una volta che....che provava a emergere, a non lasciarsi reprimere in un angolo....per una volta che aveva il coraggio di ostentare i suoi capelli biondi come se non fossero una colpa......perchè quella donna doveva sempre rovinare tutto ??????? Tentando di non piangere, Meimi si avviò verso la scuola. Ma tutta la gioia che provava fino a pochi minuti prima era svanita e ben presto i suoi passi tranquilli si traformarono in una corsa disperata.

 

Era ora di pranzo e Sanae si stava avviando verso la mensa insieme ad Allenby. Nel farlo, le due ragazze passarono davanti alla prima B, e Sanae si fermò davanti alla porta "Aspettiamo i ragazzi, ti va?" chiese, appoggiandosi allo stipite. Allenby sbuffò, ma annuì, fermandosi a sua volta. Hikaru, che stava sistemando i suoi libri in cartella, le vide e fece un cenno "Arriviamo subito !!!!" urlò nel frastuono generale, e Sanae annuì, a far cenno che aveva capito. Allenby si sporse all'interno della classe, cercando qualcuno, e l'amica la fissò, stranita "Che fai?" chiese, incerta, e la bionda rispose, pensosa "Stavo cercando....ah, eccola. Ehi, Maeha.....". Si bloccò. Meimi stava seduta al suo banco, la testa china e l'atteggiamento totalmente remissivo. Il volto era coperto dai luminosi capelli biondi, stranamente sciolti, che impedivano di vedere la sua espressione. Allenby la indicò a Sanae, iniziando ad avvicinarsi. Anche la manager intuì che era successo qualcosa, e si affrettò a seguire l'amica. Meimi non si mosse, non dando alcun segnale di aver notato la loro presenza, o quella di qualsiasi altra persona attorno a lei.....nemmeno quella delle sue compagne che la stavano fissando con aria cattiva. Prima che le due ragazze riuscissero a raggiungerla, una di esse si appoggiò al banco di fianco e disse, in tono sprezzante "Dicci, Maehara, che hai fatto ai capelli? Di solito cerchi di nasconderli, oggi invece li sfoggi con arroganza, anche se sono biondi.......ma sono naturali? O te li sei tinti per fare colpo e rimorchiare? Eh????" Sanae si fermò, incredula, ad osservare la ragazza che aveva parlato. Non era la sola a guardare Meimi a quel modo. Un gruppetto dall'aria truce si stava radunando vicino alla prima, e tutte ridacchiavano o facevano commenti pesanti sulla ragazza. Poi, quella riprese "No, ci sono !!! deve essere stata tua madre a farsela con uno straniero.....ecco perchè tuo padre non ci ha pensato due volte a sposare un'altra....". Meimi si alzò di scatto, sbattendo entrambe le mani sul banco con vigore. I suoi occhi divennero visibili, e Sanae sussultò: erano vuoti, spenti e, nonostante da essi scendesso lacrime, non sembravano vedere le ragazze che la stavano sbeffeggiando. Queste, dopo un attimo di incertezza, ripresero le loro offese "Allora, che ci dici Maehara? Sei anche tu come tua madre? D'altronde, che altro puoi fare con quei capelli? Scommetto che prendi un sacco di soldi a.....". Sanae si fece avanti, ora decisamente arrabbiata "EHI !!!!" urlò, facendo un gesto deciso col braccio per richiamare su di sè l'attenzione "Come vi permettete di fare affermazioni simili ?????? Che vi ha fatto di male lei ????????!!!!!!!!!". Le ragazze la squadrarono, furiose per l'intrusione, e quella che sembrava il capo rispose "Ehi, ma tu non sei Nakazawa della prima A? Che ci fai qui? E poi, perchè difendi una persona spregevole come quella? E solo una....." SCIAFF !!!!! La ragazza si interruppe, incredula, mentre sulla guancia si evidenziava il segno rosso di cinque dita, quelle di Allenby, la cui mano si era mossa, fulminea, per bloccare le parole offensive che quella stava pronunciando. La ragazzina le stava fissando con gli occhi neri ardenti "E io sono Allenby Farwell, sempre della prima A. E voi siete delle stupide galline" disse in tono di sfida. Le ragazze schiamazzarono, incredule, radunandosi intorno alla loro amica "Come vi permettete di dire cose simili di Maehara - san? Io credo che se qui c'è qualcuno di spregevole, quelle siete voi !!!!! Che c'è, è un reato avere i capelli biondi, qui???? Allora dovete prendervela anche con me!!!!! Avanti!!!! Sto aspettando !!!!" urlò, incrociando le braccia e fissandole con aria truce. Quelle, terrorizzate, indietreggiarono, e il capo ebbe il coraggio di dire soltanto "E'.....diverso". Allenby la fissò "E perchè?" chiese, neutra. La ragazza rabbrividì "Tu sei....straniera" disse, prima di rendersi conto che era quasi un'offesa. Allenby però rise di cuore "Ah, io sarei straniera. Che strano, a me pareva di essere per metà Giapponese. E di essere nata qui. Questo fa di me una Giapponese, no? Anche se mio padre tedesco, il che mi da la scusa per essere bionda. Maehara invece ha entrambi i genitori Giapponesi, e voi mettete in dubbio che lei lo sia? Allora siete veramente stupide !!!!" "Ha ragione lei !!!!" disse una voce dietro di loro. Incredule, le ragazze si voltarono a fissare Hikaru, Jun e Franz, che si erano avvicinati di soppiatto. Jun le squadrò con durezza e disse, piccato "Prendere in giro una persona solo per divertimento, farla star male solo per scherzarci sopra è una cosa da vigliacchi". Gli altri due annuirono, fissandole a loro volta con durezza. Vedere i tra ragazzi più ammirati della classe, e quasi anche della scuola, che prendervano le parti di Meimi, ebbe un risultato stupefacente. Tutte si voltarono verso di lei, incredule e invidiose, ma non osarono dire altro, preoccupate di inimicarsi i tre ragazzi e le due manager, che erano molto conosciute e quotate nella scuola. Allenby, senza dire nulla, si fece avanti, prese Meimi per mano e disse, come se le ragazze fossero scomparse "Vieni, Maehara - san. Qui l'atmosfera sta diventando irrespirabile. Andiamocene a mangiare". Meimi la seguì, docilmente, senza dire una parola, e Sanae la seguì, lanciando un'altra occhiata di fuoco alle ragazze. Franz, Jun e Hikaru si avviarono dietro di loro, scrutando con aria minacciosa chiunque si avvicinasse alle ragazze, e il gruppetto uscì dalla classe, lasciando tutte immobili ed esterefatte. Dopo qualche secondo di incredulità, la ragazza che aveva insultato Meimi strinse i pungi con rabbia e, voltandosi di scatto verso la porta da cui erano usciti, sibilò "La pagherai, Meimi Maehara. Giuro che me la pagherai !!!!!"

 

Jody, che stava aspettando le amiche in mensa, rimase non poco stupita nel vedere il gruppetto che le si avvicinava con aria tetra e irritata. Meimi, al centro, sembrava inerme e assente, camminava solo perchè trascinata dagli altri, e non sembrava nemmeno rendersi conto di chi le stava intorno. Fu quello a dare alla ragazza la prova che c'era qualcosa che non andava, e i suoi occhi si strinsero a fessure, mentre con un gesto richiamava l'attenzione degli altri e si avvicinava al gruppo "Che è successo?" domandò senza preamboli, facendo vagare lo sguardo, duro e deciso, da uno all'altro, in cerca di risposte. Non le sfuggì che tutti, a quella domanda, si voltavano leggermente verso Meimi, per poi tornare a guardare lei, e ciò le fece prendere una decisione. Con un gesto deciso, afferrò il braccio di Franz e lo trascinò via, lontano dagli altri. Sanae li seguì senza esitazione, iniziando a spiegare, non appena furono abastanza lontani "Le sue compagne di classe. Hanno iniziato a insultarla per divertimento a causa dei capelli biondi; io e Allenby passavamo di la ed eravamo entrate per aspettare i ragazzi, quindi naturalmente ci siamo schierate dalla sua parte, e questo a dato inizio a una lite sommessa, soprattutto all'arrivo di Jun, Franz e Hikaru a darci manforte. Allenby si è fatta una nemica pericolosa, temo" concluse, lanciando un'occhiata preoccupata alla biondina, che stava ancora vicino a Meimi e fissava con aria truce la gente intorno a sè "Infatti, visto che io con le parole non risolvevo nulla, fa sonoramente preso a schiaffi il capo di quelle stupide. Credo si senta coinvolta per via del colore dei capelli.....ha silenziosamente deciso di prendere Meimi sotto la sua ala protettiva.....e questo la mette in una brutta posizione. Quella ragazza......aveva uno sguardo che giurava vendetta". Jody si voltò verso Franz per chiedere conferma, e il ragazzo scrollò le spalle "Che sia una tipa pericolosa non posso dirlo, ma di Allenby non mi preoccupo. Sa difendersi benissimo. E' Meimi quella che patirà di più in questa storia. Credo che io, Jun e Hikaru dovbremmo iniziare a starle vicino e far valere la nostra fama.....". sanae lo fissò, leggermente interdetta "Ma questo non la esporrà ancor di più all'odio delle compagne? Voi siete i ragazzi più desiderati della vostra sezione......non potete starle sempre appiccicati, e appena la lascerete sola le altre la tormenteranno ancora di più. Già l'episodio di oggi le avrà fatte infuriare......". Jody annuì, lo sguardo fissò sulla ragazza che ancora non aveva preso coscienza del luogo in cui si trovava, a giudicare dallo sguardio perso "Quindi ci rimane solo una soluzione. Meimi deve entrare a far parte del nostro gruppo. Per i primi tempi deve stare sempre con uno di noi, prevalentemente voi o Allenby, o chiunque possa stare con lei. Ma questo non basta. deve sentirsi parte della squadra, deve cominciare ad avere fiducia in se stessa......dobbiamo fare in modo che arrivi a potersi difendere da sola, come Allenby, come me, come tutti noi". Detto ciò, si avviò verso la ragazza con passo deciso, e la guidò diretta al tavolo, parlandole senza sosta per farla riprendere. Sanae e Franz si scambiarono un'occhiata incerta, poi la seguirono. Jody si era assunta un compito duro, ma non si sarebbero aspettati nient'altro......e anche loro erano più che disposti a fare la loro parte.

 

Note dell'autrice: Allora, siamo tornati al punto di partenza, ovvero dov'ero arrivata prima che il sito avesse problemi. Che ve ne pare della storia? sarà per il fatto che non era nuova, ma ho avuto pochissimi commenti....sigh sigh....scherzo, comunque mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate.....aspetto le vostre opinioni, mi raccomando. Ci rivediamo tra una settimana circa, col prossimo capitolo.....per ora siamo ancora in fase di stallo, ma nuove sorprese si profilano all'orizzonte...ma saranno belle o brutte? Seguiteci per scoprirlo. Ehi, che mi hai combinato, stavolta? NdJody. Eh eh...anche tu dovrai aspettare per saperlo. Ciao a tutti, a presto. Alewen

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Capitolo 28
*** Capitolo 27: La prima partita ***


Capitolo 27: La prima partita

Capitolo 27: La prima partita

 

DUE SETTIMANE DOPO:

Dal giorno delle selezioni erano ormai passate due settimane, e l'attenzione di Jody e delle sue amiche si era ormai completamente rivolta al campionato di pallavolo, il cui inizio era imminente. La loro prima partita si sarebbe infatti disputata di lì a due giorni, subito dopo l'inaugurazione del torneo, essendo infatti la loro squadra capitata nel girone A, e questo le aveva portate a passare gran parte del tempo in cui erano sveglie in palestra, ad allenarsi senza sosta. I ragazzi, che sapevano bene cosa voleva dire derci dentro per raggiungere la vittoria, all'inizio non dissero nulla e le incoraggiarono. Ma quando fu passata una settimana, cominciarono a stufarsi di non vedere mai le rispettive ragazze. Il nervosismo diventava troppo evidente, a volte, e veniva sfogato in lunghe ed estenuanti partite di calcio che terminavano solo quando diveniva troppo buio per vederci abbastanza. Quando si arrivò a dieci giorni di lontananza, scoppiò una rivolta. A turno ogni ragazza ebbe un litigio furioso col suo calciatore prediletto, metà dei quali si conclusero con le due parti offese che giuravano di non parlarsi mai più. I litigi più numerosi e più furiosi furono ovviamente quelli tra (MA C'ERA BISOGNO DI DIRLO? NdA) Jody, molto presa dal ruolo di capitano, e Genzo, che non aveva smesso per un attimo di tormentarla a proposito della gamba. "Quante volte te lo devo dire che la stai sforzando troppo? Lascia che le altre continuino ad allenarsi e vai a riposarti !!!!!" urlava quel pomeriggio, rompendo la deliziosa quiete che aveva avvolto il parco fino a pochi sianti prima. Jody, le mani sui fianchi e gli occhi accesi dall'ira, non fu da meno "MA LO VUOI CAPIRE O NO CHE IO SONO IL CAPITANO ???!!!!! NON HO NESSUNA INTENZIONE DI LASCIARE LE RAGAZZE AD ALLENARSI DA SOLE !!!! LA PARTITA E' FRA DUE GIORNI !!!!!!!!!". Genzo aprì la bocca per rispondere a tono, ma un rumore di passi lo distrasse. Anche Jody si voltò in quella direzione, vedendo così apparire Eriko, sorridente e divertita "Complimenti" disse, avvicinandosi "Siamo arrivati a quota sette litigi nelle ultime cinque ore. Un record. E il volume delle urla si è alzato parecchio, devo riconoscerlo". I due ragazzi arrossirono, colpevoli, e si lanciarono uno sguardo furente. Eriko continuò "A quanto sembra, il motivo del litigio è sempre il solito....." incominciò, venendo subito interrotta da Jody che, rossa in volto e puntando il dito accusatore sul ragazzo, esclamò "Tutto perchè questo scemo non vuole capire che io ho delle responsabilità !!!!". Genzo, arrossendo a sua volta per la rabbia, rispose, indicando Jody "Che cavolo dici ? Ho capito bene che sei il capitano, ma questo non comporta che tu ti debba rompere una gamba per dimostrarlo....." "Basta ragazzi, credo sia sufficiente" li interruppe lei, sorridendo in modo pratico "D'altronde, non vedo quale sia il problema. Jody ha il permesso del suo medico curante.....la cui esperienza in materia è ancora superiore alla tua, Genzo Wakabayashi" disse, guardandolo con una punta d'ironia. Il ragazzo sbuffò, mentre Jody ridacchiava "La partita è tra due giorni, è vero, e dopo di quella non ne avranno un'altra per almeno una settimana. Jody ha tutto il tempo per riprendersi e allenarsi. E con ciò, spero che la questione sia chiusa". Jody guardò il ragazzo, che stava annuendo controvoglia, sconfitto, e spinta da un'impulso improvviso gli saltò al collo....con l'ovvio risultato che finirono a terra entrambi "AHIO !!! MA SI PUO' SAPERE CHE VUOI FARE CRETINA ???? SEI IMPAZZITA ??????" "Perchè? Cosa ho fatto di male adesso?" "Cosa hai fatto? Guarda, per me se proprio tu ti vuoi azzoppare non importa, ma almeno non rompere anche la mia di gamba....sai, mi serve" "Io NON  voglio affatto azzopparmi...."

E la discussione ricominciò.

Eriko guardò i due che, seduti a terra, litigavano più furiosamente di prima, e scosse il capo. Vabbè, lei ci aveva provato.....se quello era il modo con cui scaricavano la tensione e si dimostravano il loro affetto, chi era lei per intervenire? "Cavolo però....certo che ci sono mezzi ben meno deleteri per dimostrare a qualcuno che gli vuoi bene.....oltre a buttarlo a terra, certo" sogghignò, guardando Genzo che cercava di rialzarsi, per poi allontanarsi verso il campo da calcio. Jody invece andò verso la palestra "Ma non ho ancora visto nulla che scarichi la tensione meglio di un bell'allenamento !!!" ammise, entrando in camera sua e gettandosi sul letto. Lei, invece, avendo fatto il turno di notte in ospedale, si sarebbe concessa un bel riposino......

 

"Allora, la partita è domani pomeriggio.....come vi sentite?" chiese Jun, guardando Jody e Allenby che sedevano con aria stanca davanti al suo banco. Era ora di pranzo, ma le ragazze avevano deciso di aspettare gli altri nella classe dell'amico. Fu Jody a rispondere "Insomma....non credo che tesa sia la definizione esatta.....so benissimo cosa può fare la squadra, quindi questo non mi preoccupa....credo sia piuttosto il pensiero di tornare dopo tanto tempo sul campo da pallavolo...." "Guarda che ci sei tornata mesi fa !!!" la prese in giro il ragazzo, fissando per un momento gli alberi spogli cullati dal vento freddo di fine ottobre. Lei sbuffò "Certo, ma io parlo di tornare su un campo per una vera gara...un torneo....l'ultimo cui ho partecipato è stato appena prima che....". Si interruppe, tirandosi indietro. Anche se ormai aveva confessato da secoli a tutta la compagnia ciò che le era successo, parlare di Angel le risultava ancora difficile. I due amici la fissarono, senza dire nulla, per qualche secondo, poi Allenby si guardò attorno "A proposito.....e Meimi?" chiese, non vedendo traccia della ragazzina bionda. Jun scosse il capo, cupo "Non lo so. Nelle ultime settimane è stato come se fosse diventata un fantasma......segue le lezioni, esce appena suona la campana, evita me, Hikaru e Franz e non sente nemmeno le cattiverie delle sue compagne di classe......e da quel che mi ha detto Yayoi non parla nemmeno con voi". Le due ragazze lo fissarono, scuotendo il capo "Vorrei proprio sapere perchè si comporta così. La sera delle selezioni era felice e spensierata, ma dal giorno dopo è come se fosse diventata un'altra persona....non sorride, non parla, sembra che abbia perso la voglia di vivere.....inoltre, per quanto l'abbiamo invitata, dopo quella volta non è più uscita con noi....ci evita......" mormorò Jody. Jun annuì, pensieroso, mentre Allenby si raddrizzava all'improvviso, come colpita da un'idea improvvisa "Ehi, capitano, ci sono !!!! Invitiamola alla partita !!!!". La ragazza la fissò, leggermente sorpresa "Alla....? Beh....cosa ti fa pensare che accetterà? Tutte le altre volte non ha voluto...." "Perchè ha capito che la invitavamo solo per farle un favore, per farla sentire parte del gruppo. Ma questa volta è diverso. Il gruppo, o almeno metà di esso, sarà in campo, e gli altri saranno lì per vederci giocare.....non usciremo apposta per lei.....e io ci tengo che venga a vedere la partita, e anche le altre. Yoshiko me lo diceva proprio ieri sera". Jun soppesò brevemente la questione "Si potrebbe fare....insomma, ha ragione Allenby, sarebbe il primo invito disinteressato da un po' di tempo a questa parte. Io direi di aspettare dopo pranzo per chiederglielo, a meno di non trovarla lì, e...." "E invitate anche Rei" concluse una voce dietro di loro. Jody si voltò, vedendo suo fratello avanzare, con al seguito l'inseparabile Alex, Aly e Yayoi "Vi aspettavamo in mensa....andiamo?" disse il ragazzo, e i tre si alzarono dai loro posti, annuendo "Va bene...ma perchè dovrei invitare quell'idiota?" sibilò Jody "Perchè è il mio migliore amico" le rispose il fratello. Lei lanciò un'occhiata al gruppetto dietro di lui "E immagino che voi siate d'accordo con lui...." borbottò. Le ragazze annuirono, e Alex disse "Se Yu lo vuole....". La ragazza rivolse uno sguardo assassino al fratello "Pure i sostenitori ti sei andato a cercare per fregarmi....traditrici !!!!" esclamò, facendo una linguaccia poco signorile alle amiche che presero a ridere divertite. Il fratello le sorrise con indulgenza, dandole una leggera pacca sulla testa "Capito piccola? Passa a invitare anche Rei...." "DEVO INVITARLO IO????" "Certo" "E perchè non lo fai tu?" "Perchè così è più divertente" fu la risposta, dopodichè il ragazzo uscì dalla porta seguito da tutti gli altri, lasciandosi alle spalle una Jody arrabbiata e fumante. "ACCIDENTI A VOIIIIIIIIII !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

 

Meimi cercò una via di fuga dirigendosi verso i bagni del terzo piano. Era almeno un'ora che Jody e le sue amiche la inseguivano, cercando di starle appiccicate e proteggerla. Per evitarle aveva anche saltato il pranzo. Certo, sarebbe stato più semplice stare a sentire cosa volevano da lei, ma......odiava che le stessero addosso con quella loro aria protettiva, assumendo un'espressione arrabbiata non appena una delle sue compagne provava a guardarla male. Si comportavano come...come.....come se fosse stata una ragazza debole e incapace; una che non poteva nulla da sola. E questo faceva solo crescere la sua rabbia. Lei non era una buona a nulla...solo che aveva sempre represso il suo carattere per non essere d'impiccio a nessuno. E ora quelle volevano che lo tirasse fuori......dopo che per quindici anni lo aveva nascosto a costo di sputare sangue.....facile vero? Dannatamente facile. Fin troppo. Proprio per quello non lo poteva fare. Perchè non sarebbe più riuscita a tornare indietro......"Ehi, Maehara, che hai da startene lì con quell'aria arrabbiata????" chiese una voce sarcastica. La ragazza si voltò di lato, riconoscendo in colei che aveva parlato la ragazza che le sedeva di fronte in classe....decisamente quella che ce l'aveva più con lei. Decisa a non rispondere, fece per voltarsi di nuovo, quando l'altra la afferrò con vioplenza per una spalla e la spinse contro il muro "Ahia !!!" le sfuggì "Silenzio piccola stupida !!!! Cosa credevi, che ignorandoci ti saresti semplicemente liberata di noi???? Non credo proprio.....e non guardarmi a quel modo, piccola impertinente !!!!!" esclamò, mentre gli occhi neri di Meimi la fulminavano "Credi di spaventarmi? Illusa, devo ancora fartela pagare per la figura che mi hai fatto fare l'altra volta con Schester......mi ha guardato con disprezzo solo perchè tu hai fatto la vittima.....come hai fatto a incantarlo? Hai usato il tuo fascino seduttore?" la prese in giro con rabbia, ma Meimi, stupendo prima di tutto se stessa, scoppiò a ridere senza freni "AH AH AH AH ....no, mia cara, io non ho fatto proprio nulla anche perchè, se stai dando la colpa ai miei capelli, ti ripeto per l'ennesima volta che sono naturali.....e comunque non avevi speranze in partenza con lui". La ragazza, infuriata, la spinse ancora di più contro il muro "Come osi, piccola impudente???? E, sentiamo, per quale motivo? Forse pensi che io non sia il suo tipo???" "Questo mi pare ovvio.....con questo caratteraccio...." "Io ti AMMAZZO !!! E sta tranquilla che lui sarà mio, e tu resterai con un palmo di naso !!!!". Meimi la fissò, ancora sorridendo "A parte che a me non interessa.....io non dicevo che non hai speranze a causa del tuo carattere, anche se di certo lui non ha una buona opinione di te....e non per colpa mia" la sfidò "Ma per colpa vostra. Comunque lui è già impegnato". La ragazza la fissò, gli occhi socchiusi "E con chi, di grazia?" "Con Aly Crow". La ragazza impallidì "No...non è possibile....STAI MENTENDO !!!!!" urlò, calando la mano aperta sulla guancia di Meimi con violenza inaudita. La ragazza non si scostò, anche perchè sarebbe stato inutile, e ricevette in pienmo quel colpo bruciante, che le lasciò un segno rosso ben visibile sulla guancia e la mandò a terra, mentre la compagna si avvicinava, sovrastandola "Tu...tu....mi stai solo prendendo in giro.....te la farò pagare per tutto, Maehara ....." sussurrò, facendo per tirarle un calcio che, sapeva, la ragazza a terra non avrebbe schivato, quando una voce conosciuta intervenne "Ehi, che cavolo state facendo?". Meimi, che era pronta a ricevere il calcio senza fiatare, si guardò stupida alle spalle, vedendo Rei Hitohari avanzare con la sua solita espressione neutra. Le lanciò una breve occhiata indagatrice, cui lei non rispose, poi fissò l'altra ragazza, che era diventata viola e lo fissava come se fosse stato un fantasma "Senpai....." sussurrò. Il ragazzo si avvicinò "Sbaglio, o stavi avendo un diverbio con Maehara, Hikami ?" chiese, in tono freddo. La ragazza scosse il capo, incredula. Anche Hitohari senpai si interessava a quella ragazzina? "Davvero? A me pareva proprio di sì....." disse lui, frapponendosi tra le due ragazze. Meimi era ora protetta dal suo corpo.....Hikami non ci vide più dalla rabbia, le lacrime le invasero gli occhi "Siete tutti dalla sua parte !!! Tutti pronti a difenderla !!! Ma perchè....." "Perchè lei è buona" rispose lui, tranquillissimo, interrompendo quel flusso di parole "E' una ragazza in gamba che preferisce rinunciare a combattere per non complicare la vita agli altri. Mi pare che sappia benissimo tenervi testa...solo che non lo vuole fare. Ma non per questo noi la laceremo subire le vostre angherie. E ora vattene". Le ultime parole avevano un che di deluso, arrabbiato, che spinse la ragazza a distogliere lo sguardo dagli occhi colmi di rimprovero di lui e a scappare. Il ragazzo la fissò finchè non sparì, poi si voltò verso Meimi, che era ancora a terra, e le tese una mano per aiutarla ad alzarsi. La ragazza la fissò per un attimo, poi si rialzò, ignorandola "Oh....sei tu, Hitohari senpai" disse con tono atono. "Già. In carne ed ossa, e sono anche il tuo salvatore, a quanto pare.....ehi !!!" esclamò, vedendo che lei lo ignorava e si era avvicinata alla finestra, con atteggiamento scocciato "A parte tutto....Mi sembrava una mattinata molto bella, ma a quanto pare non è così se ti fa addirittura piangere" disse con voce sarcastica, cercando di farla reagire. E ci riuscì. Meimi si voltò di scatto, sentendosi presa in giro e scoperta, preparandosi ad affrontare una volta per tutte lui, Jody e tutte le altre e poi a sparire, ma tutta la rabbia accumulata svanì non appena vide bene chi era il suo interlocutore. Rei la stava fissando con aria leggermente sorpresa e interrogativa, ma lui....lui non le aveva fatto nulla, non era Jody e le altre, che le toglievano il respiro, non era le sue compagne, che la sbeffeggiavano, allargando la ferita già spaventosa che portava nel cuore, non era la sua matrigna, che la odiava, nè suo padre, che l'ignorava.......non era sua madre, che l'aveva abbandonata; lui non qualcuno che l'avesse fatta arrivare a quel punto. Non aveva nessuna colpa e, riconoscendolo, la ragazza abbassò le braccia alzate a mo' di difesa o forse attacco. Lui la fissò, notando che nei suoi occhi non c'era più traccia della scintilla di gioia che contenevano quella sera in cui si erano incontrati, e il ragazzo non potè fare a meno di accorgersene "Ehi, tutto a posto? Mi sembri strana...." iniziò a dire, prima di rendersi conto che era davvero ben strana. Lo stava guardando negli occhi, senza traccia di imbarazzo o del rossore con cui l'aveva accolto la prima volta che si erano incontrati. Solo due occhi spenti e un sorriso tiratissimo "Semplicemente non è cominciata bene, la tua splendida mattina" rispose in tono sarcastico, che lo fece quasi sussultare. Che ne era stato della Meimi Maehara di pochi giorni prima? Quella che aveva davanti sembrava essere la sua gemella cattiva "Maehara - san, c'è qualche motivo particolare per cui stai per saltarmi al collo e riempirmi di pugni in faccia oppure ti sto semplicemente antipatico?" domandò guardandola fisso. Lei arretrò un attimo, spalancando gli occhi sorpresa per quelle parole, poi scosse il capo "Scusami. E' solo che.....beh, credo di essere scoppiata. Sai, essere vista in quella situazione, essere DIFESA per l'ennesima volta.....forse mi sono autocommiserata un po' troppo, e mi sono sfogata sulla prima persona che mi è capitata a tiro......cioè tu. Scusami davvero, senpai". Ancora niente sorrisi, nè rossore. E gli aveva detto in una sola volta più parole di quante fosse riuscita a metterne insieme da quando si conoscevano. Rei la fissò a lungo, mentre la ragazza guardava il pavimento, poi le afferrò risolutamente un braccio, iniziando a trascinarla verso le scale. Meimi ebbe un moto di stupore, e cercò di liberarsi "Lasciami !!!! Dove diavolo.......". Lui non si voltò a guardarla, ma rispose sbrigativamente "Qui non è un posto adatto per parlare, e mi pare che tu abbia una marea di cose da buttare fuori. Cioè, se ne hai voglia, altrimenti se stai zitta per me non cambia nulla, ma stare in corrioio con quell'aria truce può essere deleterio. Avanti, andiamo. Forse non te ne sei accorta ma Tsunami e la sua combriccola ti stanno cercando da ore". Meimi abbassò il capo. Tsunami. Ovvero Jody, perchè questo era l'unico modo in cui Rei l'aveva mai chiamata. Senza pensarci disse "E' proprio per questo che mi sono infilata qui". Il ragazzo si fermò di colpo, voltandosi a guardarla. "Cosa cosa? Credevo che tu avessi una vera e propria venerazione per Tsunami........che è successo?" domandò, con uno scintillio interessato negli occhi. Meimi lo guardò fisso, ancora una volta in quel modo sconcertante, e piegò le labbra in un sorriso amaro "Semplicemente.....oh, nulla. La giornata è iniziata male ed è continuata peggio, e Tachikawa - san non fa altro che starmi addosso per proteggermi.....per non parlare di Nakazawa - san e Allenby - san, che sembra aver intrapreso la sua personale crociata a favore dei capelli biondi.....io capisco che si preoccupano per me, e mi fa piacere, però....ecco....è come se non mi considerassero capace di cavarmela da sola.....quelle oche delle mie compagne.....le posso benissimo sistemare da sola......." "Ho notato" disse lui divertito, e lei lo fulminò con gli occhi, facendolo rimanere a bocca aperta "Guarda che io non avevo nessun bisogno di essere difesa !!! Avrei potuto rispondere, fin dalla prima volta in cui mi hanno presa in giro.....non l'ho mai fatto per semplice amore della tranquillità, ma ne sarei perfettamente in grado.....ma nessuno....nessuno pare accorgersene. O forse non importa a nessuno. Come al solito. A nessuno importa niente di m.....". Si interruppe di colpo, portandosi una mano alla bocca per cancellare le ultime parole, bloccarle, impedire loro di uscire, di rivelare ciò che sentiva dentro di sè. Rei le lasciò la mano e la fissò, paziente, in attesa; lei lentamente sollevò ancora lo sguardo, ma in esso non c'era alcuna traccia di paura o imbarazzo, nè timore. Solo certezza. Non voleva dire a voce quelle parole, ma esse permanevano dentro di lei, e lui era l'unico a saperlo. E quello sguardo gli diceva di tenere per sè quel segreto. Non lo chiedeva, non lo supplicava. Lo esigeva. Lo ordinava. Con una sicurezza che lo incatenò, impedendogli di reagire, se non per assentire lievemente a quel mutuo ordine "Certo che sei una fonte continua di sorprese, Maehara - san......altro che la ragazza timida e imbarazzata che credevo, sei un vulcano in attesa di eruttare....." ironizzò, ricambiando lo sguardo limpido di lei. La ragazza inclinò la testa di lato "E oggi sono molto vicina all'eruzione, sì. Credo che l'appellativo di Tsunami sarebbe più consono a me........" il tono era leggero, eppure deciso, e Rei percepì che la rabbia di poco prima non era scomparsa, ma solo allontanata. Tuttavia non riuscì a non scherzarci sopra "Naaaa, Tsunami è Tsunami.....non avere una così bassa opinione di te stessa" (Certo che Rei e Jody vanno proprio d'amore e d'accordo, eh? Ma comme fanno ad essere l'adorata sorellina e il migliore amico della stessa persona, cioè quel poveraccio di Yu? Quanta pazienza c'ha sto povero ragazzo???? NdA). Meimi si bloccò, fissandolo incredula. Come poteva riuscire a scherzare a quel modo con la tensione che aleggiava nell'aria? Senza volerlo un sorriso, stavolta sincero, le incurvò le labbra. Poi, pian piano, si trasformò in una risata, prima dolce e sommessa, poi via via più allegra e fragorosa, finchè non riuscì più a respirare, e gli occhi furono allagati dalle lacrime. Rei sorrise con fare furbo "Passato il cattivo umore, eh?" disse in tono allegro, mentre lei gli si aggrappava alla maglia per non cadere. Il ragazzo osservò la bionda capigliatura, l'unica parte della testa che era visibile, visto che era ancora piegata in due dalle risate, e continuò "Se magari non mi allarghi la maglia.....sai, non ho ancora intenzione di ingrassare per riempirla.....". Meimi, con un tremito, si tirò su, asciugandosi gli occhi "Questa faceva proprio pena, lo sai Hitohari?". Il ragazzo annuì, con espressione concentrata "In effetti ne avevo avuto la vaga impressione.......ma com'è che non ti ho sentito pronunciare la parola senpai?". Meimi inclinò di nuovo la testa, con fare ironico "Forse perchè in questo momento dimostri più o meno tre anni?" rispose sicura. Rei la fissò per un secondo buono, prima di aprire la bocca per rispondere. Ma una voce conosciuta ad entrambi, proveniente dalle sue spalle, lo precedette "Ben detto Maehara - san. E' quello che gli ripeto almeno cinque volte ogni volta che lo vedo......e considera che di solito lo reggo al massimo un minuto e mezzo, poi me ne vado". Meimi fece un passo a destra, riuscendo così a vedere bene la persona che parlava, ovvero Jody. La ragazza si fermò a pochi passi di distanza, incrociando le braccia dietro alla schiena e osservando i due con fare ironico "A dire il vero è un'ora che ti cerco, ma mi sembra che tu ti stia divertendo e non abbia problemi, quindi non dirò nulla......tra parentesi, come fai a farla ridere tanto, Hitobaka * senpai?". Meimi sgranò per un attimo gli occhi, nel sentire il modo in cui l'aveva chiamato, ma il ragazzo si limitò ad incrociare le braccia e sorridere, serafico "Sai, Tsunami, al mondo esiste anche un genere di ragazze che - a differenza di te - si divertono semplicemente parlando, senza rincorrere il loro ragazzo, schiamazzare con le amiche e rompere le scatole al fratello e al suo migliore amico". Meimi ora stava di nuovo soffocando per le risate trattenute. Jody aveva sul volto un'espressione da oscar che non lasciava presagire nulla di buono "Sì, certo. Forse parli di quelle ochette che ti inseguono da una parte all'altra della scuola? Io credo ancora che tu ce l'abbia con me perchè mi sono rifiutata fin dal principio di rientrare nel loro numero, perchè non ti muoio dietro" lo sfidò. Il ragazzo la fissò per un secondo, raccogliendo con calma la sfida, mentre Meimi spostava inquieta lo sguardo dall'una all'altro. Senza badarle, il ragazzo infine si mosse, avvicinandosi a Jody e passandole un braccio attorno alla vita, per poi attirarla a sè con uno scatto fulimineo che la colse impreparata. Sorridendo con fare malizioso, chinò il capo verso quello di lei "O forse sei tu che sei troppo orgogliosa per farlo? Peccato, avevo pensato di divertirmi un po' con te......" sussurrò, per poi cercare di baciarla. Jody sgranò gli occhi azzurri, incredula, ma il suo corpo non si fece sorprendere e reagì da solo. La mano sinistra si chiuse sul braccio che la intrappolava, scostandolo con rabbia, poi la ragazza girò velocemente su se stessa, spingendo il malcapitato contro il muro. Rei riuscì ad allungare appena in tempo l'altro braccio, riparandosi così dall'impatto, e guardandola con un ghignò. Jody, ansimando, lo fissò, la mano ancora stretta sul suo braccio, il volto rosso scarlatto. Gli occhi erano ancora sgranati, ed esprimevano tutta la sua confusione, che divenne ancora più chiara quando aprì la bocca e urlò "MA TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO ???????????? SAI CHE NON TI SOPPORTO E PROVI A BACIARMI??????????? MA COME..........". Finalmente notò il ghigno dipinto sul volto di lui, e si interruppe, lasciandogli andare il braccio. Rei  si avvicinò ancora, cautamente, e allungò la mano per afferrarle una ciocca di capelli, iniziando a giocherellarci e dicendo "Avanti, Tsunami........devi averlo capito che una come te non me la prenderei nemmeno se me la regalassero". La ragazza, ancora  più infuriata, gli allontanò con rabbia la mano, sibilando "Brutto bastar....." iniziò a dire, mentre un colpo di tosse ricordava ad entrambi che Meimi era ancora lì. Jody si zittì subito, imbarazzata, mentre Rei le sorrideva tranquillo "Vedi? Tsunami è Tsunami. Basta un niente per metterla nel sacco" spiegò, divertito. Meimi non potè trattenersi dal sorridergli, mentre Jody digrignava i denti infuriata e una voce scerzosa proveniente dalle scale diceva "Beh, allora, se a te riesce tanto facile, che ne diresti di darmi qualche consiglio? Io non ci riesco praticamente mai.....". Si voltarono tutti e tre verso il nuovo interlocutore, anche se sapevano benissimo di chi si trattava. Infatti naturalmente a parlare era stato Genzo che, già pronto in divisa, era salito per vedere dove fosse finita la sua ragazza. La stessa che ora lo stava uccidendo con lo sguardo "Scusa......a chi chiederesti consigli, tu?". Il tono aveva un qualcosa di vagamente inquietante. Anzì, più di un qualcosa. E per nulla vagamente, proprio inquietante e basta. Genzo indietreggiò di un passo, mentre Jody avanzava "Scusa, io sto qui con questo cretino che mi prende in giro e cerca di approfittarsi di me e tu, invece di difendermi, vuoi farti dare dei consigli da lui? Ma sei deficiente?". Genzo squadrò per un attimo il ragazzo, lievemente perplesso, ma senza preoccuparsi più di tanto. Ormai aveva capito bene il carattere di Rei, in fondo assomigliava al suo prima di conoscere Jody, così schivo e riservato........sapeva quindi bene che Rei non aveva alcuna mira sulla sua ragazza, anzì. Probabilmente era stato solo l'ennesimo modo per prenderla in giro, e il sorriso sornione di Rei glielo stava confermando. Perciò decise di unirsi al gioco "Beh, sai, in fondo......da come vi punzecchiate.....mi pareva che foste affiatati.....diciamo che io un po' lo sospettavo....." disse con finto tono rassegnato. Jody sbarrò gli occhi, incredula, mentre lui continuava "Sai, ci ho pensato molto....non voglio essere un'ostacolo. Se ti può rendere felice....ecco.....beh, non farò storie. Rei, ti chiedo solo di renderla felice" proclamò in tono pomposo. L'interpellato lo fissò per un secondo, impassibile, anche se gli angoli della bocca gli tremavano per la voglia di ridere. Jody invece era calma. Fissò Genzo con risolutezza, quel tanto che bastava per fargli perdere la sua sicurezza, poi si avviò verso Rei "Beh, Genzo, se hai già capito tutto.....non mi resta che ringraziarti". Prese il ragazzo per un braccio e ci si avviluppò contro, sorridendo beata. Rei rimase immobile, incerto, resistendo momentaneamente alla voglia di scrollarsela di dosso. Genzo la fissò a bocca aperta, incredulo, mentre Meimi, l'unica ad aver capito cosa stava facendo la ragazza, soffocò una risata. Poi, accadde ciò che tutti possono immaginare. Genzo avanzò con aria omicida, staccando con rabbia la ragazza dal braccio dell'altro, urlandogli contro "Ehi, giù le mani dalla mia ragazza !!!!!!!! E tu, stupida, che stai facendo ????????". Nel suo tono si percepiva una chiara preoccupazione, ma gli bastò uno sguardo al volto sorridente e divertito di Jody per zittirsi, capendo di essere stato preso in giro. La ragazza lo stava infatti fissando a volto aperto, con un sorriso leggero e ironico. Lo stesso che aleggiava sul volto di Meimi. Rei invece era, come al solito, imperturbabile, anzì quasi scocciato; voltandosi in modo da allontanarsi da lei, le disse "Senti, ragazzina, se vuoi far ingelosire il tuo ragazzo almeno vedi di non usare me, chiaro?". Jody gli rivolse un'occhiata a metà tra il divertito e il commiseratorio, rispondendo "Amico, ti giuro che saresti l'ultimo della lista in quel caso. Prima che ci provi con uno come te ne deve passare di tempo....e non solo tempo......". Rei non potè fare a meno di digrignare i denti, mentre Genzo abbandonava l'aria offesa e sorrideva leggermente, e Meimi rideva di nuovo. Jody le lanciò una breve occhiata, per poi continuare "Comunque, ora ascoltatemi un attimo. Domani ci sarà la prima partita del campionato di pallavolo, le selezioni provinciali. Che ne dite di venirci a vedere? Giocheremo alle quattro di pomeriggio". Meimi si illuminò alla proposta, per poi rabbuiarsi di nuovo "Io....non so se potrò...." iniziò a spiegare, ma lo sguardo indagatore che gli altri tre le puntarono addosso le impedì di continuare. Jody avanzò, decisa, mettendole una mano sulla spalla "Meimi, io non ti voglio costringere. Se hai altri impegni non insisterò.....o meglio non insisteremo, visto che l'invito veniva da tutta la squadra......però voglio che tu sappia che se cambierai idea ci farai un gran piacere. Intanto, ora hai da fare?". La ragazza, confusa da quelle parole, scosse il capo, e Jody sorrise "In questo caso, vieni a vedere l'allenamento, eh? Almeno quello. In quanto a te" il tono divenne acido mentre si voltava verso Rei "Qualcuno è dell'idea che dovresti essere invitato anche tu.....quindi io riferisco il messaggio....". Il ragazzo la fissò a lungo, prima di esibire un sorriso sprezzante "A quanto vedo tu non eri dell'idea, eh?". La ragazza annuì con veemenza "Infatti. Abbiamo fatto a votazione e, siccome nella mia squadra ci sono troppi cuori buoni, tra cui l'aiuto allenatore, sei ufficialmente invitato a venire. Se ritieni che ne valga la pena". Genzo cercò di mettere fine alle provocazioni dei due, afferrando la ragazza per un braccio e tirandola verso di sè, ma Rei continuò a punzecchiarla "Oh, non c'è problema. Non vedo l'ora di vedervi perdere !!!!!!!". L'occhiata che lei gli restituì avrebbe dato fuoco a una pietra, ma su di lui ebbe l'unico effetto di aumentare il sorriso ironico che già si era disegnato sul suo volto. Poi, all'improvviso, Meimi intervenì a difesa dell'amica, sorprendendo tutti e proclamando con veemenza "No, non è vero !!! Tachikawa - san e le altre non perderanno, ne sono certa !!!!!!!". Sembrò stupirsi lei stessa delle sue parole, ma il suo sguardo sicuro non vacillò nemmeno per un secondo. Il silenziò calò improvviso sul gruppo, un silenzio non teso e pesante, ma calmo, rilassato. Fu Genzo a porvi fine. "Beh, se non devono perdere è meglio che il loro capitano si dia una mossa e vada ad allenarsi insieme alle altre, eh tesoro?". Jody assunse un'aria seccata, ma iniziò a scendere le scale. Genzo la seguì, e Rei e Meimi si scambiarono un'occhiata incerta, finendo poi per correre dietro ai due. Mentre scendevano, 'per caso' il ragazzo si trovò a urtare Jody con una spallata non molto gentile; ma, quando la ragazza si voltò infuriata verso di lui, si chinò rapidamente in avanti, accostandole le labbra all'orecchio e sussurrando "Complimenti per la scenetta di prima. Guarda che l'ho capito che hai fatto tutte quelle storie solo per tirare su il morale a Maehara - san....e ci sei riuscita.....". Gli occhi azzurri di lei si aprirono del tutto, sondando l'espressione di lui, dubbiosi. Poi, un lieve sorriso illuminò quel volto "Mai quanto te......senpai" rispose in un soffio. Lui ebbe uno scintillio divertito negli occhi scuri, poi distolse lo sguardo. Il tutto non durò più di qualche secondo, e passò inosservato agli altri due, o quasi "Che c'è?" chiese incuriosita Meimi, notando che i due si erano miracolosamente scambiati qualche parola senza urlare. Entrambi scossero il capo "Nulla", sorridendo misteriosamente. Genzo invece non disse nulla, ma Jody avrebbe scommesso tutto ciò che aveva sul fatto che avesse capito benissimo come stavano le cose. Sorridenso, accellerò per prendergli la mano. Il ragazzo si limitò a lanciuarle un'occhiata neutra, che però lei riuscì a leggere benissimo. Gli sorrise con gratutidine, mentre finalmente il gruppetto raggiungeva l'aria aperta e si dirigeva verso la palestra.

 

"Come ti senti???" chiese ansiosa Sanae, guardando lo stadio gremito di gente per l'inizio del campionato, per poi rivolgere lo sguardo alla sua migliore amica, carica di apprensione. Jody stava per tornare in campo per la prima votla dopo ciò che era successo....ma tutto ciò che vide fu un enorme sorriso "Beh....tesa.....emozionata....e.......NON VEDO L'ORA DI INIZIARE !!!!!!!!!!!!!!!!" esclamò felice, con gli occhi azzurri che brillavano di gioia. Sanae la fissò, incredula, per un secondo, poi sorrise e annuì "Credo di capire.....io no ho mai giocato prima in un torneo, ma mi sento carica di energia......come se sprizzassi fuoco....." ammise, e Jody annuì "Ed è giusto che tu ti senta così, Sany - chan. ora ti chiedo solo di mostrare che hai quel fuoco dentro, una volta in campo. Fa vedere a tutti di cosa sei capace" disse, fissandola negli occhi; in quelli scuri di Sanae ci fu uno scintillio misterioso "Puoi giurarci !!!!" urlò, afferrando la mano del suo capitano come per farle sentire il suo ardore e poi tendendole il mignolo. Jody lo intrecciò col suo, secondo il rituale giapponese per compiere una promessa, e le due ragazze si fissarono sorridendo "Non ci arrenderemo mai !!!!!!" esclamarono all'unisono. Poi una sirena richiamò la loro attenzione sul campo, dove il fermento preparativo era terminato. L'arbitro aveva preso la sua posizione di fianco alla rete, proprio sulla linea che separava i due campi; annunciate dallo speaker, le due squadre fecero il loro ingresso, accompagnate dalle ovazioni degli spettatori. Jody scese in campo, posizionandosi immediatamente sulla prima linea di sinistra, con Aly che le stava davanti, imbattibile nel suo ruolo di alzatrice, e Allenby che fungeva da seconda schiacciatrice, alla sua destra; la biondina le fece un ghigno di saluto quando la ragazza la guardò, e indicò qualcosa col dito. Segendo la direzione che l'altra le indicava, Jody vide i suoi amici in mezzo alle tribune, che sorridevano e urlavano i lor nomi, facendo un tifo sfegatato. Sorrise felice; da quanto tempo non aveva una compagnia simile che andava a vedere le sue partite? In realtà non l'aveva mai avuta....solo Richard era andato a vederla, qualche volta....e Franz, naturlamente, che ora spiccava nel bel mezzo del gruppetto, gli occhi fissi su Aly; e di fianco a lui..... "Genzo" mormorò dolcemente la ragazza, mentre il portiere le lanciava uno sguardo indecifrabile, per poi offrirle un mezzo sorrisetto ironico e alzare il pollice in segno di buon augurio. leiricambiò il sorriso, divertita, poi passò alla figuretta che stava dietro a genzo, sul gradino superiore degli spalti. Tsubasa, i suoi occhi scuri fisi su Sanae, e di fianco a lui Jun, che osservava Yayoi.....alla sua sinistra, la figuretta esile di Meimi, i capelli biondi lisci e lucenti che cadevano sulle spalle, non raccolti per una volta, gli occhi scuri brillanti e un sorriso felice sul volto. Poi Rei, impassibile come al solito. Probabilmente aveva sperato di stare in compagnia di Yu, che però in qualità di aiuto allenatore doveva restare in panchina, e quindi si era rifugiato nel dolce e timido silenzio di Meimi. All'improvviso Jody ebbe la sensazione che l'inossidabile antipatia di Hitonari per le ragazze non si estendesse alla bionda ragazzina, ma un fischio acuto le impedì di riflettere ulteriormente sulla questione. Con quel suono stridulo, l'arbitro aveva dato ufficialmente inizio alla gara, e Kay, in posizione di battuta, stava lanciando la palla sopra la propria testa per colpirla; Jody si permise un piccolo sorriso soddisfatto, sapendo bene cosa stesse per accadere: Kay colpì la palla con leggerezza, quasi troppo dolcemente per farla arrivare nell'altra metà campo; le avversarie la fissarono stupite, chiedendosi se era un trucco o se la ragazzina avesse sbagliato. Ma poi la palla avanzò, fischiandò, e iniziò a oscillare, in modo anomalo e imprevedibile, minacciando di cadere nel loro stesso campo, ma superando con esasperante lentezza la rete. Appena oltre iniziò a sussultare, oltre che ad oscillare, e precipitò in picchiata nella metà campo avversaria, senza che le componenti dell'altra squadra potessero fare nulla per impedirlo. Ci fu un attimo di silenzio sbigottito in tutto lo stadio, poi le urla entusiaste degli spettatori si fecero sentire, osannando la ragazzina dalla treccia scusa che aveva compiuto quel miracolo. Jody si voltò lievemente per guardarsi alle spalle "Complimenti, terremoto !!!!" esclamò, chiamandola col nomignolo che quella battuta le aveva procurato tra le amiche. Kay fece un segno di vittoria con le dita e chiuse gli occhi sorridendo, poi afferrò al volo la palla che le era stata lanciata. L'arbitro fischiò di nuovo, e la ragazza si apprestò a battere di nuovo; le avversarie si disposero vicino alla rete, pronte a intercettare stavolta la sua battuta, ma la ragazzina ebbe un lampo malizioso negli occhi e colpì la palla proprio nel centro esatto, spedendola a una velocità incredibile appena all'interno della linea di fondo. E anche questa volta nessuno riuscì ad intercettarla.

 

"Complimenti per la vittoria, Tachikawa - san !!!!" urlò Meimi, raggiungendo insieme agli altri la squadra che usciva, sudata e soddisfatta, dal campo. Il tabellone sopra le loro teste riportava il punteggio che le aveva viste vincenti al secondo set per 25 a 2; avevano lasciato veramente poco spazio alle avversarie, dominando il gioco in modo magistrale e quasi incantato che aveva tenuto gli spettatori con gli occhi incollati al campo. Jody guardò la ragazza bionda che si avvicinava correndo, inseguita dal resto del gruppo, e spalancò le braccia per ricevere il suo abbraccio impetuoso dettato dall'euforia; Meimi la tenne stretta a lungo, spinta dalle emozioni che assistere a quella partita le aveva fatto provare; poi si rese conto di cosa stava facendo e, sussultando, si irrigidì e si staccò dalla ragazza "Mi dispiace, Tachikawa - san.....non mi sono resa conto di cosa.....". Allenby, che era dietro di loro, le battè la mano sulla spalla "Ehi, perchè ti stai scusando? Da noi è usanza che, dopo aver vinto la partita, ci si abbracci, quindi per Jody era assolutamente normale ciò che tu stavi facendo.....e poi è bello sentirsi dire che si è stati bravi, sai?" ammiccò con fare divertito nel vedere la confusione nello sguardo di Meimi, che però parve rincuorata dalle sue parole. Jody si allontanò dal volto una ciocca di capelli sudati, dandosi un'occhiata divertita e dicendo "Credo sia meglio andare a farsi una doccia.....che ne dite di aspettarci qui fuori? Non ci metteremo molto...." "Sì, certo, come no !!!!" borborrò Genzo che sapeva bene che, quando erano tutte insieme, quella avevano la capacità innata di perdere tempo e metterci ore a prepararsi. Per tutta risposta gli arrivò un pugno non troppo gentile dalla sua ragazza, che lo superò senza farsi impietosire dal bernoccolo rosso che gli si stava sviluppando in testa e disse "Piuttosto, Meimi, invece di restare ad aspettarci con questi trogloditi, vieni con noi negli spogilatoi, che intanto ci racconti come ti è sembrata la partita" porpose in tono deciso; la ragazza sembrò incerta se accettare o meno, e il capitano risolse la questione afferrandole la mano e trascinandosela dietro. I ragazzi, rimasti soli, osservarono il gruppo che si allontanava ridacchiando "Credo che Jody riuscirà a far diventare impossibile anche Meimi" bofonchiò Genzo, premendosi una mano sul bernoccolo "Per quanto sembri incredibile". Yu emise una risata divertita, mentre Rei scuoteva il capo, imperturbabile "Dubito molto che Maehara - san arriverà mai ai livelli di Tsunami....." commentò senza traccia di dubbi; Genzo gli lanciò una breve occhiata divertita, per poi rivolgersi a Tsubasa, che stava dietro di lui "Tu che ne dici Tsubasa?" chiese; l'amico non lo guardò neppure, gli occhi fissi sul punto in cui era scomparsa Sanae "E stata fantastica....." mormorò, perfettamente ignaro della domanda che gli era stata rivolta "Chi, Meimi?" "Sanae.....". Genzo scosse il capo in segno di rinuncia "Ok, il ragazzo è partito.....sentite, che ne dite di andare fuori ad aspettarle? Qui stanno chiudendo tutto.....e poi c'è troppa gente che ci osserva" mormorò, fissando con insofferenza un gruppo di ragazzine urlanti che li aveva riconosciuti e stava indicando il gruppetto, in cui Yu e Rei, sebbeno non noti a livello nazionale, non sfiguravano affatto. Essendosene accorti anche tutti gli altri, nessuno obiettò e, con grande delusione delle ragazze, il gruppo si spostò all'aperto, chiaccherando nell'attesa delle ragazze.

 

"Siamo qui !!!" "Era ora, credevo di dover mettere radici in questo preciso punt...." SBONK !!!! Un pugno non troppo gentile aveva fermato le proteste di Genzo, che si premette la mano sulla testa (Ma questa scena non l'abbiamo già vissuta? Ho come una sorta di Deja - vu.....NdGenzo. Ehm...NdA), mentre Jody lo superava con un ghigno "Esagerato, mica ci abbiamo messo così tanto....allora, andiamo a festeggiare da qualche parte? Fuori o a casa nostra?" chiese poi, rivolgendosi al resto del gruppo. Suo fratello le battè affettuosamente un paio di colpetti sul capo, facendo valere i suoi quindici centimetri in più e, incurante delle occhiate funeste della sorella disse "Gli zii hanno preparato tutto a casa, sciocca....cosa credevi? E Hideaki aspetta da due giorni di consegnarti il suo regalo.....". Gli occhi azzurri di Jody si illuminarono di tenerezza al pensiero del bambino, e la ragazza esclamò "Su, che stiamo aspettando??? Non vorrei mai deludere il mio fratellino......caro...." si mise a correre, seguita dalle altre che, ridacchiando, avevano assitito alla scena. Taro le fissò, stupito "Ma come fanno ad avere ancora tante energie????" "Mah.....quelle per me saranno sempre un mistero....l'unica cosa sicura è che se non ci muoviamo ci fanno mangiare la polvere.....e data la fame che avranno mi sa che non troviamo più nulla......" "Cosa???? Ehi !!!!! Aspettateci !!!! Non vale correre a quel modo !!!!!!!" urlò Genzo, raggiungendo a fatica Jody, che si voltò a guardarlo ma non rallentò l'andatura "Se sei una lumaca non è colpa mia. Credevo fossi più allenato, mi sa che il vostro mister è troppo buono......dovrò parlargli in qualità di manager !!!!!!!" "Provaci e vedi !!!!!!!!!" "Cosa? Te che ti alleni????" "Piccola insolente.....ehi !!! Ho detto che non vale correre !!!!!!" "Guarda che stai correndo anche tu !!!!!!!!" "E' vero....che ne dite se camminiamo????" "Cammina tu se vuoi. Io voglio arrivare presto a casa !!!!" "Ehi, li avanti !!!!!!!!!!" li raggiunse l'urlo di Hikaru che, parecchio indietro, li inseguiva insieme agli altri "Volete spiegarmi perchè....anf anf....ogni volta che...anf....dobbiamo muoverci tutti insieme....anf anf.....ci ritroviamo a CORRERE ????????". La risposta fu una risata collettiva, mentre il gruppo festante scompariva nel buio della notte. Ma ancora una volta il destino tramava nell'ombra e Jody, persa nella sua momentanea felicità, non si accorse che altri guai si profilavano all'orizzonte..........

 

* Baka = stupido

 

Allora, che ve ne pare? Aspetto commenti......il prossimo capitolo sarà molto, molto scottante.....faremo conoscenza con un nuovo personaggio......molto importante......non vi anticipo nulla, buona lettura !!! Alewen

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Capitolo 29
*** Capitolo ventotto: Tu non sei mio fratello.... ***


Capitolo ventotto: Tu non sei mio fratello

Capitolo ventotto: Tu non sei mio fratello........

 

"Com'è che oggi non vi allenate, Tachikawa - san?" chiese Meimi entrando insieme a Jody nella villa della ragazza. Era il giorno sucessivo alla seconda partita del campionato, che la squadra dello Shoan aveva vinto senza difficoltà esattamente come la prima, e le due ragazze si trovavano a casa di Jody. L'interpellata scosse i capelli scuri, spiegando "Abbiamo vinto anche la seconda partita, che in realtà si è tenuta a distanza molto ravvicinata dalla prima, essendo il torneo ancora nelle fasi eliminatorie. La prossima è prevista tra ben cinque settimane, quindi io e Seto senpai abbiamo deciso di allentare i ritmi di allenamento, soprattutto in vista dell'esame di metà trimestre". Meimi spalancò gli occhi, sorpresa, visto che lei dei regolamenti dei tornei era poco pratica; l'esame era invece un argomento ben noto, ed era precisamente il motivo per cui si trovava li: Jody, come suo solito, aveva organizzato una sessione di studio a casa sua, benchè solo il cielo sapesse come contava di imporsi su quindici persone.....infatti il gruppo contava anche Yusuke, che si era inaspettatamente aggiunto quel pomeriggio stesso, e Rei, trascinato dall'amico. Jody non aveva certo preso bene la cosa, ma non aveva potuto replicare, anche perchè la presenza di due senpai, per quanto le costasse caro chiamare a quel modo il fratello e Hitohari, poteva risultare molto utile....ma era stata Sanae a farglielo notare a forza, mentre la ragazza scuoteva il capo frustrata, presentendo guai. Meimi sorrise, felice di aver ricevuto l'invito di partecipare. La sua ritrosia iniziale si era quasi totalmente sciolta alla fine della prima partita, quando aveva festeggiato le amiche insieme agli altri; non appena poi aveva sentito parlare della seconda, aveva chiesto subito di potervi assistere, e in breve si era trovata presa in mezzo ad ogni iniziativa che il gruppo intraprendeva, senza potervisi nè volervisi opporre. Anche per quella sessione di studio aveva accettato subito.....e la prospettiva che ad essa sarebbe seguita una cena tutti assieme non aveva fatto altro che renderle più allettante la cosa. Questo poi le dava l'opportunità di stare il più possibile fuori di casa.....Jody e gli altri non sapevano nulla, o forse intuivano, ma non avevano mai sfiorato l'argomento, e Meimi gliene era grata, visto che non si sentiva ancora pronta ad affrontarlo. In quell'istante, Taro sbucò fuori da una delle porte laterali del corridoio, e salutò le due ragazze con un enorme sorriso "Jody, Meimi !!! Vi state preparando per studiare?" chiese, vedendo la mole di libri che le due trasportavano. Le ragazze annuirono, e Jody gli rivolse un'occhiata maliziosa "Sbaglio, e prima ti stavi aggirando con aria furtiva al piano superiore?". Il ragazzo arrossì immediatamente, mentre una figuretta dotata di treccia scusa compariva in cima alle scale "Sei pregata di farti gli affari tuoi, capitano !!! E sbrigati, oppure qui due sul campo da calcio decideranno di aver trovato qualcosa di meglio da fare !!!!" urlò Kay, senza mostrare la minima traccia di imbarazzo. Taro, se possibile, divenne ancora più viola, mentre Meimi li ossevrava alternativamente con aria parecchio sorpresa, e Jody esclamava, guardando fuori da una finestra "Cosa ??? Oh, è vero, accidenti. Taro, va a fermare Tsubasa....no, meglio di no, ti metteresti a giocare anche tu....Kay !!!!" esclamò, rivolta all'amica che annuì prontamente "Ho già piazzato un ostacolo molto potente.....ecco, sta a vedere....". I quattro giovani aspettarono, tre di loro perfettamente consapevoli di cosa stava per accadere, la quarta completamente confusa, ma carica d'aspettativa. Stando insieme a loro aveva ben presto imparato che li non ci si annoiava mai....e mentre rifletteva su questo, una voce acuta e minacciosa li raggiunse, provenendo dal campo da calcio, e minacciando di far crollare le pareti della casa "COSA VUO DIRE CHE PENSAVATE DI FARE SOLO DUE TIRI ????????? SIAMO QUI PER STUDIARE, TSUBASA, NON PER GIOCARE A CALCIO, TE L'ABBIAMO GIA' SPIEGATO, E HAI GIURATO CHE NON AVRESTI ASSOLUTAMENTE TOCCATO IL PALLONE......ME L'HAI PROMESSO !!!!! E LO STESSO VALE PER TE, WAKABAYASHI !!!!!!!!!". Jody sorrise, riconiscendo che il potere dissuasivo di Sanae era di poco inferiore al suo.....anzi, per Tsubasa era più che superiore, e anche per Genzo bastava e avanzava. Taro sorrise, evidentemente felice di non aver seguito i due, nonostante ne avesse avuto voglia, e Kay gli riservò una strana occchiata, che fece pensare a Jody che la ragazzina l'avesse personalmente dissuaso. Meimi, intanto, voltava la testa dall'uno all'altro, senza riuscire a capire quella serie di sorrisi allusivi e occhiate divertite "Ma....non era Nakazawa - san? Cosa le è successo???" chiese, spaventata, e Jody si ricordò che la'amica non era pratica di casa sua. Velocemente, spiegò "Oh, è solo che per lei c'è un limite all'amore di Tsubasa per la palla......d'altronde, è stata fin troppo paziente, e ora tende ad essere possessiva....semplicemente ha visto il suo ragazzo sul campo da calcio e ha capito che stava per passare il pomeriggio a rincorrere la palla come al solito invece di studiare e, a differenza di come avrebbe fatto una volta, ha deciso di intervenire....efficacemente, direi. Senti, è lungo da spiegare, capirai di più osservando.....ora andiamo a posare questi libri" suggerì, avviandosi verso la biblioteca dove avevano deciso di collocarsi. Meimi, ancora leggermente confusa, anzi, più confusa di prima, la seguì, mentre Taro alzava gli occhi per osservare la discesa lungo il corrimano di Kay. La ragazza amava quel genere di emozioni, e ora filava veloce come il vento, anche se ondeggiava un po'....forse troppo....all'improvviso perse l'equilibrio e cadde nel vuoto, inerme, e il ragazzo si portò con un urlo sotto di lei per afferrarla al volo; ma Kay non mostrò alcun segno di paura, compiendo delle velocissime piroette che l'avrebbero portata ad atterrare in piedi nel punto in cui Taro si trovava.....peccato che appunti lui fosse lì, e la ragazzina non l'aveva calcolato; il risultato ovvio fu dunque che gli finì in testa, senza che lui riuscisse ad afferrarla e senza che lei potesse impedirsi di franargli sulla schiena, e così i due si ritrovarono distesi a terra, una sopra l'altro, lamentandosi abbondantemente "Ahia !!!! Ma si può sapere che t'è preso?????" urlò Kay, cercando di mettersi seduta, inutilmente. Taro , sotto di lei, sbuffò "E me lo chiedi? Stai precipitando e io non dovrei fare nulla???" le urlò di rimando, e la ragazzina assunse un'espressione offesa "Non stavo precipitando, sarei atterrata in piedi.....in fin dei conti lo faccio sempre per allenamento....." "Aspetta un attimo....vuoi dire che...l'hai fatto....apposta ???????" esclamò lui, muovendosi così rapidamente per togliersela di dosso che la ragazza sbattè contro il pavimento "AHIA !!!! Certo che l'ho fatto apposta, mica sono così scema da lasciarmi cadere di sotto per sbaglio !!! Se solo tu non intervenivi....." "Beh, scusa tanto ma non sono abituato a gente che si lancia dai corrimani !!!! Come avrei potuto saperlo che volevi esibirti in un numero da funambolo rischiando la vita ?????". La rabbia nei suoi occhi scuri era enorme, almeno quanto quella negli occhi di lei, dello stesso color castano dorato. Le loro espressioni rivelavano tutta l'irritazione che sentivano in quel momento, e fu per quello che una voce divertita, proveniente dalla porta, esclamò "Ehi, questa scena mi ricorda qualcosa !!!!". I due ragazzi, che ora si trovavano seduti l'uno davanti all'altro, del tutto presi a fissarsi con astio, si riscossero a quelle parole, e voltarono il capo per incontrare i nerissimi occhi di Genzo Wakabayashi che li osservavano ridenti. Dietro a lui, Sanae scosse il capo, dando al portiere una spinta non troppo gentile "Certo, ma tu sei l'ultima persona al mondo che dovrebbe ammetterlo. Sembrano proprio te e Jody nei vostri momenti migliori.....anche perchè una scena simile è capitata anche a voi, vero? Quella volta che...." "Che sono scesa saltando dal balcone, esatto. E sono ancora convinta di aver ragione io" completò la voce di Jody, mentre tutti si voltavano a fissare lei e Meimi che si erano affacciate sulla soglia della biblioteca. Genzo nascose un sorriso dietro la sua solita espressione imbronciata, segno che ormai quella storia per lui era vecchia, e la ragazza ebbe uno scintillio affettuoso negli occhi azzurri prima di esclamare "D'altronde, se stiamo qui a discutere su chi ha torto e chi ragione, non inizieremo mai.....vi devo ricordare che gli esami sono tra sei giorni? Dubito proprio......avanti, venite dentro. Gli altri?". Kay la rassicurlò che Allenby li stava radunando, affrettandosi poi a sedersi di fianco a Taro, col quale aveva stipulato un'improvvisa pace, stando a quanto dicevano gli occhi di lui nel fissarla. Jody sorrise, prendendo posto tra Meimi e Tsubasa, e aprì il suo libro, iniziando a leggere.

 

"Jody, la cena è pronta !!!!" trillò la voce di sua zia dall'ingresso della sala da pranzo, e la ragazza alzò gli occhi dal libro. Erano ormai cinque ore che studiavano, per quel giorno poteva anche bastare, decise in silenzio, alzandosi e chiudendo il libro di matematica che le stava davanti. Quel gesto fu interpretato da tutti come il permesso di smettere, e ben presto attorno alla tavola ci fu un tafferuglio di matite e quaderni messi da parte. "Che fame !!!!" esclamò Alex, stiracchiando le braccia con un gemito di sollievo, per poi passare una mano tra i folti capelli color fuoco che continuavano a caerle negli occhi. Senza una parola, Aly le passò un laccio e la rossa con un sorriso prese a intrecciarli. Jody le rivolse una smorfia "Mi chiedo perchè tu non li abbia legati prima....hai innervosito tutti con quel tuo continuo tormentarteli...." "Io invece mi chiedo come tu faccia a mangiare sempre tanto. Dove metti tutte quelle calorie?" domandò Rei, senza curarsi dell'inopportunità della sua domanda. Sanae lo fissò con aria scandalizzata e di rimprovero, ma Alex non diede segno di essersi offesa e rispose "Mi alleno molto.....e dovresti farlo anche tu !!! Mangi più di me, e non fai nessuno sport !!!!". Rei non si scompose per il rimprovero "Troppa fatica" disse in tono smorto "Mi sento male solo a vedere Yu che si da tanto da fare....per che cosa poi?". Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato, perchè quelle parole sfioravano pericolosamente un'offesa per quasi tutti i presenti nella sala. Genzo serrò i denti, ricordando che una volta Jody, in preda alla disperazione, aveva detto una cosa simile, e lui, nonostante tutto, l'aveva quasi aggredita. Poi la ragazza gli aveva dimostrato che non pensava affatto quelle parole, erano state solo dettate dal dolore, ma questa volta....Rei sembrava dire sul serio....l'ansia cresceva secondo dopo secondo, mentre sguardi di ghiaccio cadevano sul ragazzo da qualunque parte della sala. Yu, preoccupato, cercava una soluzione per riparare l'amico dall'attacco, invano. Anche Alex, di solito condiscendente con Rei poichè era amico del suo ragazzo, lo fissava con astio......Jody però, che in teoria sarebbe dovuta essere una delle prime a reagire, disse in tono ironico "Come facciate tu e mio fratello ad essere tanto amici io non lo capirò mai", smorzando così la tensione; Yu colse la palla al balzò, rimbeccandola "Sorellina, gli opposti si attraggono, dovresti saperlo bene, no?" e nel dirlo fissò allusivamente lei e Wakabayashi. La sorella lo fissò offesa, per poi scoppiare a ridere "Verissimo. E io sto morendo dalla fame. Ragazzi, andiamo a cena, continueremo la discussione li !!!". Fu come se tutta la tensione accumulata si fosse improvvisamente dissolta. I ragazzi si guardarono straniti in volto, mentre il pensiero del cibo faceva tornare il sorriso sui loro volti. Ci fu un consenso generale alla proposta e il gruppo, ora di nuovo lieto e spensierato, si avviò verso la sala da pranzo. Jody chiudeva la fila, felice e gioiosa, e ignara che presto, molto, troppo presto, avrebbe dovuto mettere ancora a dura prova la sua capacità di sopportare e resistere all'ingiustizia e al dolore.

 

Ore: 14:20 Luogo: Piani superiori di Villa Tachikawa, stanza di Jody

 

Il giorno dopo, nonostante fossero ormai alla fine di ottobre, un sole caldo e avvolgente illuminava il parco di Villa Tachikawa. L'aria, pur non essendo calda, dava comunque una piacevole sensazione di frescura tipica dell'autunno. Jody si sollevò a sedere sul suo letto, dave si era distesa a leggere. Poco più in la, Sanae sonnecchiava nel letto affianco al suo, con un sorriso dipinto sulle labbra. Inutile chiedersi chi stesse sognando......reprimendo una risata che avrebbe svegliato l'amica, guardò fuori dall'enorme finestra che si affacciava sul parco, osservando il cielo illuminato dal sole e tuttavia minacciando dalle nuvole che si stavano avvicinando, scure e cariche di pioggia, provenendo dal continente.....per un attimo una sensazione soffocante la invase, quasi un avvisaglia di pericolo imminente, che la costrinse a guardarsi attorno con aria guardinga. Ma non c'era nessuno, e la ragazza si rilassò, dandosi della sciocca. Che cavolo avrebbe dovuto succederle? Ormai era al sicuro, in una famiglia e in un paese dove tutti le volevano bene.....sbadigliando, si alzò per avvicinarsi di più alla finestra; il suo sguardo cadde sul campo da calcio vuoto. Quel giorno si era stabilito che ognuno avrebbe studiato a casa propria, visto che l'esame era tra soli due giorni e era necessaria un po' di tranquillità per il ripasso. La ragazza fissò disgustata il libro che aveva lasciato sul letto, decidendo che per quel giorno ne aveva abbastanza dello studio; anche Sanae doveva essere della stessa idea, visto che si era addormentata con la guancia appoggiata al libro di matematica....all'improvviso il telefono trillò e Jody, persa nelle sue riflessioni, sobbalzò. Le ci vollero un paio di secondi per mettere a fuoco la situazione e rendersi conto che se lo lasciava squillare ancora Sanae si sarebbe svegliata. Si mosse verso il comodino su cui era appoggiato, mentre la porta si apriva, rivelando Meimi, che bussò timidamente dicendo "Tachikawa - san, scusa, non volevo disturbarti, solo che il telefono.....tuoi zii non sono in casa, Tachikawa senpai è in giro e tu non rispondevi....credevo stessi riposando e....".Jody fece un cenno affermativo, lasciando intendere che aveva capito, e fece per sollevare la cornetta, mentre il terzo quillo riecheggiava per la stanza. In quel momento dal piqno di sotto giunsero urla e strepiti "Ma questa è Allenby !!!" disse Jody, la mano ferma sopra la cornetta, come incerta se rispondere o andare a controllare "Che le è successo???" chiese a Meimi, che si limitò a spalancare le braccia e scuotere la testa, come a dire che non ne aveva idea. Jody rimase ferma un secondo, mentre il quarto squillo le passava nella testa, richiamando la sua attenzione "Oh, è va bene, vedrò dopo che ha....sentiamo chi è intanto" disse sollevando la cornetta, mentre le urla al piano di sotto salivano di intenita. In mezzo ad esse non si distingueva la voce di colui o colei che aveva scatenato la rabbia della ragazza, ma in quel momento Jody non ebbe tempo di notarlo; infatti, dopo il suo "Pronto?" detto in tono indifferente, le sue mani si strinsero convulsamente attorno alla cornetta del telefono; gli occhi azzurri si sbarrarono, spalancati e pieni di terrore, mentre il corpo veniva scosso da un tremito incontrollabile e la sua voce, tremando, formulava una sola parola, che da sola bastava a spiegare tutto "Pa...papà !!!!". Meimi, che ancora non conosceva la storia di Jody, rimase parecchio perplessa nel notare qulla reazione, ma siccome i problemi familiari per lei non erano una novità non fece commenti e si voltò per andarsene; all'improvviso però una mano si chiuse sulla sua manica, in una stretta spasmodica e disperata. Voltatasi, vide Jody che la fissava con occhi supplichevoli, atterrita, chiedendole di restare. E di fronte a quella muta richiesta di soccorso, di quell'aiuto che lei avrebbe tanto voluto chiedere, anche se mai ne aveva avuto il coraggio, Meimi non potè che annuire ed entrare nella camera, prendendo Jody per mano. La ragazza ascoltava come intontita il fiume di parole che usciva dalla cornetta, cercando di capirne il senso, o meglio di accettarlo, visto che era più di quanto il suo cuore potesse sopportare "Che hai fatto???" chiese a un certo punto, la voce colma d'odio e così alta che Sanae si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno impaurita. Girò la testa d auna parte e dall'altra, cercando di capire cosa l'avesse svegliata, poi vide Jody al telefono, con la mano stretta in quella di Meimi e un'espressione orribile sul volto, e capì "Dannazione !!!!" urlò, alzandosi dal letto per raggiungerle, mentre le urla al piano di sotto divenivano intollerabili e anche Jody urlava, sfoigando anni e anni di rabbia repressa in quella frase "LO VUOI CAPIRE CHE NON NE VOGLIO PIU' SAPERE DI TE ??????O DI VOI, O DI QUALSIASI COSA TU ABBIA ARCHITETTATO??????". Meimi sobbalzò a quel grido, guardando Sanae in cerca di una spiegazione; ma la brunetta era troppo accupata a cercare di calmare Jody per risponderle, Jody che ora stava ascoltando qualcosa che mai avrebbe voluto sentire "Non è possibile....dove....". Sbarrò gli occhi "Qui?" chiese in un soffio, come se quello che aveva udito le avesse portato via ogni energia "L'hai mandato....qui????". Quelle parole che non avevano senso.....cosa voleva dire? Forse...ma com'era possibile????? Non poteva.....cosa era successo??? le due ragazze accanto a lei si chiesero tutto questo, e mille altre cose, osservando Jody che scoppiava a piagere silenziosamente al telefono, mentre allontanava la cornetta dall'orecchio. Poterono sentire la voce del padre di lei che diceva "Dopotutto dovete conoscervi, lui è il tuo---" e poi più nulla. Jody aveva riagganciato, voltando le spalle al telefono che di li a poco tornò a squillare. Sanae e Meimi si scambiarono un'occhiata incredula, l'una inconsapevole di cosa stava accadendo ma stupita per la reazione di Jody, la quale nulla poteva spaventare secondo ciò che la ragazza aveva visto sino a quel momento, l'altra ben conscia di cosa era accaduto ma stupefatta dal nuovo tiro basso dell'uomo che si definiva padre di quella ragazza. E nel frattempo le urla al piano di sotto continuavano e, spinta da un'oscuro presagio, Jody si precipitò di sotto, seguita dalle altre due. E così.........

 

Ore: 14:20 Luogo: Parco di Villa Tachikawa, appena fuori dal portone d'ingresso

 

Mentre Jody e Sanae erano in stanza, e Meimi vagava per la casa, Allenby, Kay e Aly avevano scelto di studiare nel parco, visto che la temperatura era sì fresca ma non ancora così fredda da immpedire di stare fuori a lungo. A loro si era aggiunto Izawa, che con la scusa di non riuscire a risolvere un esercizio particolarmente difficile di fisica era andato a trovare Allenby. Benchè alle altre due fosse ben chiaro questo, non avevano detto nulla, risparmiandosi commenti e battute per dopo, lasciando che il ragazzo si unisse a loro e iniziando astudiare di buona lena. Era passata da poco un'ora, quando qualcosa interruppe la loro concentrazione. Il cancello della villa venne aperto, e una lunga macchina scusa scivolò all'interno, una limousine dall'aria regale. Allenby, che stava ripassando i vocaboli d'inglese, alzò la testa e, nel vedere la macchina, si rabbuiò, colpita dalla stessa sensazione di pericolo che aveva attraversato Jody. Ma la biondina, a differenza dell'amica, non la ignorò, anzì fissò con più acutezza la macchina, certa che tale sensazione fosse dovuta a quella, o meglio a chi c'era dentro. La limousine svoltò nel viale, fermandosi proprio davanti ai quattro ragazzi; l'autista scese, e aggirò l'auto per aprire la portiera del passeggero. Poi, lentamente, molto lentamente, una figura in ombra apparve ai loro occhi e, sempre lentamente, tale figura si mosse, posando prima un piedee poi l'altro fuori dall'auto, e alzandosi in tutta la sua statura. Il vento fresco d'autunno gli scompigliò i capelli biondissimi, mentre gli occhi, celati da un paio di costosissimi occhiali da sole scuri, scrutavano il gruppetto radunato davanti all'ingresso della villa che, se si voleva dire così, gli sbarrava la strada. I quattro lo fissarono in silenzio, stupiti, immobili e in silenzio. Poi una di loro si staccò dal gruppo, una ragazza bionda con due occhi scurissimi, neri incandescenti.....Allenby. La ragazza avanzò fino ad arrivargli a un palmo di distanza e disse in tono ostile "Che ci fai qui, si può sapere ?". I tre dietro di lei si fissarono spaesati; Allenby lo conosceva? Ma chi era? Poi Izawa fu colto da una rivelazione, riconoscendo finalmente colui che gli stava davanti "Ma tu sei...." iniziò a dire, e il biondo sorrise, togliendosi gli occhiali da sole e rivelando due occhi azzurrissimi. Era indubbiamente tedesco, e anche uno sportivo, a giudicare dal fisico.....e il suo volto aveva qualcosa di familiare, dovettero riconoscere Kay e Aly....e poi tutti i tasselli andarono al posto giusto "Karl Heiz Schneider" disse Kay, incredula "Tu sei Karl Heinz Schneider". Aly annuì, confermando che anche lei era arrivata alla stessa conclusione. E il ragazzo rivolse alle due un sorriso divertito "A quanto vedo sono conosciuto anche in Giappone....anche se voi due non mi parete proprio Giapponesi, con quei capelli e quegli occhi". Aly e Kay assunsero un'espressione offesa, e la prima rispose, in tono sostenuto "Non è che il Giappone sia così isolato da non conoscere il Kaiser tedesco, e comunque noi siamo per metà Tedesche, e abbiamo vissuto in Germania fino a qualche mese fa, ecco il perchè dei nostri capelli e occhi strani". Il ragazzo non si scompose lanciando un'occhiata ad Allenby che gli stava davanti, un'occhiata che fece venire voglia a Izawa di allontanare la ragazza da lui "Che bella storia !!! Mi ricorda qualcosa......". La ragazza serrò i pugni con un gemito convulso "Te lo chiedo di nuovo, che sei venuto a fare qui ???" sussurrò con rabbia, digrignando i denti. Lui la fissò, sorpreso "Oh, ma come? Credevo fosse ovvio, sono venuto a trovarti. Da quando in qua è un reato andare a trovare la propria cugina?". Un silenzio stupefatto seguì quelle parole, mentre Allenby lo fissava con odio incalcolabile "Non dire assurdità" sussurrò "Chi pensi che ti creda? So bene che mi detesti almeno quanti io detesto te !!!!". Il ragazzo sollevò una mano in segno di calma "Oh, questo potrebbe anche essere vero, cuginetta, ma io, a differenza di te, so mascherare le mie emozioni.....e poi, ripeto, che male c'è se uno va a trovare la cugina e la sua futura fidanzata?". I  tre dietro di loro sgranarono gli occhi, mentre Allenby diventava ancora più rossa dalla rabbia "Lascia stare Alex, o giuro che me la pagherai" disse a voce alta, col tono che si faceva via via più vicino all'isterismo. Il ragazzo la fissò con ironia "Ah sì? E che vorresti farmi? Prendermi a pallonate?Sicura di avere abbastanza mira?". Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso; lui....l'aveva sempre pra in giro perchè giocava a pallavolo....uno sport che lui definiva "Troppo semplice"; era uno dei motivi per cui l'odiava, e i quel momento le fece saltare i nervi, al punto che fece per lanciarsi contro di lui e prenderlo a pugni. Ma poi , improvvisamente, un corpo muscoloso e imponente si frappose tra loro, nascondendo alla sua vista il cugino; era stato Mamoru, che ora fissava con rabbia Schneider, proteggendo la ragazza dietro di sè "Ora basta" intimò in tono letale "Lasciala stare, oppure te la vedrai con me".

A dispetto della situazione e del suo carattere, Allenby si trovò ad arrossire, mentre la rabbia si affievoliva, e la lucidità le ritornava di colpo. Ringraziò mentalmente il ragazzo che le aveva fatto scudo col proprio corpo dal cugino e da se stessa "Non so nulla di ciò che state dicendo, ma ho capito fin troppo bene che ti stai divertendo a farle saltare i nervi. Se permetti non ho intenzione di lasciartelo fare" disse ancora Mamoru in tono di sfida, e il ragazzo biondo lo fissò sorpreso, lanciando poi una strana occhiata ad Allenby che era quasi scomparsa dietro il corpo muscoloso del ragazzo. Improvvisamente ebbe un dubbio "Tu giochi nella nazionale Giapponese, esatto?" domandò incuriosito, osservando bene colui che gli stava di fronte. Mamoru annuì "Già. Ci siamo conosciuti ai campionati juniores". I due si fissarono per qualche secondo, studiandosi con interesse, mentre dietro alle spalle di Mamoru Aly e Kay si avvicinarono ad Allenby "Allen.....non ci avevi detto che tuo cugino era Karl Schneider....." "Non era importante" rispose lei, brusca "E non lo è tutt'ora....quello lì è solo un idiota e....." "Grazie, cuginetta. Comunque ti avviso che non sono qui solo per sentire i tuoi insulti. Ho un altro motivo, ben più importante...." disse lui in tono ironico, mentre Allenby si irrigidiva "E sarebbe?" chiese, ma non ebbe risposta, perchè come tutti gli altri fu distratta dai rumori che provenivano dall'interno della casa. In quel momento infatti un urlo carico di rabbia si era levato dai piani superiori, precisamente dalla zona della camera di Jody, e tutti si erano voltati a guardare in su, chiedendosi cosa succedesse. Poi un rumore di passi affrettati li raggiunse, e poco dopo Jody sbucò fuori dalla porta, trafelata, seguita da Meimi e Sanae, tutte due visibilmente sconvolte. Gli occhi azzurri della ragazza cadderò sul giocatore biondo, riconoscendolo per ciò che era, in più sensi; vide ciò che vedevano tutti, il Kaiser tedesco, l'idolo della Germania, il capitano della nazionale Juniores tedesca.....anche se forse non arrivò subito a capire la sua parentela con Allenby. Riuscì però a indovinare cosa l'aveva portato lì, e si immobilizzò sull'uscio, fissandolo interdetta. Per un lunghissimo minuto i due si guardarono in silenzio, studiandosi a vicenda e riconoscendosi per quello che erano. Poi la giovane parlò "Se.....sei tu, vero?" chiese con un filo di voce, incapace di fare una sola mossa. Non c'era bisogno di specificare cosa lui dovesse essere, visto che evidentemente il ragazzo l'aveva capito e si era messo ad annuire, confermando i dubbi di lei. la ragazza chinò leggermente il capo, ingoiando lacrime di rabbia, poi tornò a fissarlo, cona aria non troppo amichevole, anzi quasi con aria di sfida, che il ragazzo raccolse in pieno; mentre sulle sue labbra si disegnava un sorriso sardonico, si appoggiò alla fiancata della limousine e, fissandola intensamente, pronunciò quelle parole che lei non avrebbe mai voluto sentire "E tu....tu devi essere mia sorella".

 

Ci fu un attimo di panico attorno a loro. Jody era rimasta immobile, ammutolita, mentre una lacrima le scendeva a tradimento lungo la guancia. Allenby aveva sussultato, voltandosi a fissare prima il suo capitano, poi il cugino. Mamoru, che era ancora schierato a difesa di Allenby, si voltava da una parte e dall'altra, cercando di capirci qualcosa. Kay e Aly erano rimaste a bocca aperta, incredule, e lo stesso valeva per Meimi. Sanae invece ebbe un guizzo negli occhi e esclamò, colpita dall'improvvisa comprensione "Ecco quello che voleva dire al telefono tuo padre !!!! Lui è....". Il ragazzo la interruppe, prima che potesse dire troppo "Tu sei la manager della squadra di Ozora, vero?" domandò, e la ragazza, presa in contropiede, sussultò, annuendo poi con aria incerta. Lui sorrise "Beh, a quanto vedo ti sei fatta meno remissiva....allora cadevi letteralmente ai suoi piedi....anche se lui era troppo lento per accorgersene....". Sanae divenne rossa dalla rabbia, sentendo di condividere in pieno l'antipatia di Jody, e di Allenby, visto che doveva essere lui l'oggetto della sua ira di poco prima, verso il ragazzo "Per tua norma e regola ora stiamo insieme, quindi non permetterti di parlare male del mio ragazzo" dichiarò orgogliosamente, stupendo per un secondo il ragazzo che si ricordava una manager dolce e remissiva, molto diversa da quella ragazza battagliera che gli stava di fronte e affiancava con orgoglio....i suoi occhi tornarono su Jody, che era ancora ferma immobile li dove l'aveva vista l'ultima volta, i pugni stretti, gli occhi leggermente abbassati, in modo che lui non potesse vederli "Oh, tiriamo fuori le unghie, eh? Comunque hai ragione, sono suo fra---" "No". Un tuono. La voce di Jody era sembrata un tuono nel pronunciare qul rifiuto, quel divieto a ciò che stava per dire. Gli occhi azzurri tornarono a fissarlo, ardenti e battaglieri, ora di nuovo sicuri e decisi, la voce salda e determinata, mentre dichiarava, una volta per tutte "No. Non lo accetto. Io non lo accetto. Non lo accetterò mai. Tu non sei mio fratello" guardandolo con indescrivibile odio. Karl Heinz Schneider ricambiò lo sguardo con uno di assoluta indifferenza, lasciando trasparire che, evidentemente, anche lui la pensava allo stesso modo "Ah, davvero? Peccato che i nostri genitori, in particolare tuo padre, la pensino diversamete. Per quanto mi riguarda, io di sorella ne ho già una, e mi basta e avanza, signorina. Quindi, se vuoi odiarmi, fa pure; sappi che il sentimento è perfettamente reciproco". Un vento freddo scosse le chiome degli alberi dietro le sue spalle, mentre le nuvole scure che Jody aveva notato pochi minuti prima, anche se a lei parevano secoli ormai, coprivano ionfine il sole, rendendo l'atmosfera oscura e tenebrosa. Sanae si trovò a stringere con fervore la mano sinistradi Jody, in segno di solidarietà "Maledizione, dov'è Genzo quando serve? Perchè non è qui a far forza alla sua ragazza, perchè non è qui a dire due parole a quel bellimbusto biondo, a difenderla come Mamoru sta difendendo Allenby? Dov'è quando Jody ha bisogno di lui???? E perchè cavolo il padre di Jody è così maledettamente dannato ???????" si domandò la brunetta, mentre vedeva che l'amica si tratteneva a stento dal piangere e dall'attaccare direttamente, a parole o coi fatti, il borioso tedesco che si proclamava suo fratello. Poi, improvvisamente, sentì con stupore la cove di Meimi che interveniva "Senti, io non conosco la situazione, ma mi pare chiaro che in tutta questa storia Tachikawa - san non ha colpa !!! Quindi vedi di non incolparla per nulla e non prendertela con lei !!!!!". La fissarono tutti increduli, tranne Jody e Karl; la prima perchè non ne aveva la forza, il secondo perchè non conosceva la proverbiale timidezza di Meimi. Infatti le rispose, in tono tranquillo "Ah, dici davvero? Beh, in effetti il tuo è un punto di vista interessante, ma visto che anche la qui presente sembra farmene una colpa, perchè io non dovrei fare lo stesso?". Meimi lo fissò con odio, ergendosi risoluta davanti a Jody per diferndela, nasconderla alla vista del ragazzo. E fu come una doccia fredda, fu anche uno stimolo per tutti gli altri a svegliarsi, uno stimolo che li spinse a chiudersi a cerchio attorno a Jody, in un chiaro atteggiamento difensivo. Il ragazzo biondo li guardò divertito, dicendo poi "Bene, a quanto pare siete tutti con mia sorella, mia cugina compresa. Non che la cosa mi stupisca....sapevo tutto della vostra squadretta già da tempo, anche se credo che ne manchino dei membri....". Quelle parole ebbero il potere di riscuotere Jody "Squadretta????" sussurrò in tono decisamente alterato e pericoloso. Il ragazzo sostenne il suo sguardo infuriato, mentre la ragazza si liberava del circolo di protezione che gli amici le avevano creato intonrno e diceva, alterata "Come osi chiamarla squadretta, se non ci hai mai visto giocare ???? Come osi denigrare così ciò che faccio, che facciamo????? Come puoi ????". Lui fece un passo avanti, senzaa mostrare traccia di scuse o di turbamento "Sai, non credo che una squadra di uno sport così insignificante possa essere chiamata altrimenti" replicò in tono di sfida, facendo intendere che non la stava solo provocando ma che era perfettamente convinto di ciò che diceva. Jody divenne viola dalla rabbia, trattenendo il respiro in una sorta di istinto di attacco primordiale, poi si lanciò a passo svelto sul ragazzo e gli assestò un violento ceffone sulla guancia sinistra, così forte da fargli girare la testa di lato e lasciare il chiaro segno rosso delle cinque dita aperte ben visibile sulla sua pelle chiara. Lui barcollò per un attimo, tornando poi a fissarla con una scintilla d'ira mal repressa nello sguardo. Jody non si fece intimidire e, sempre rossa in volto e con le fiamme che le danzavano negli occhi, urlò "NON OSARE DENIGRARE IL MIO SPORT !!!!!!! NON OSARE OFFENDERE UNA DELLE COSE CHE HO DI PIU' CARE AL MONDO, NON OSARE FARLO QUANDO IO NON POSSO DENIGRARE IL TUO !!!!!!!!". La frase ebbe il potere di spegnere momentaneamente quella scintilla nello sguardo di lui "E perchè non potresti?" chiese in tono serio, con una breve occhiata a Mamoru che lasciava intendere che forse il motivo l'aveva già compreso. E infatti lei disse, in tono malizioso "Come puoi ben vedere, i giocatori di calcio di solito sono ben accetti in questa casa". Il ragazzo decise di cogliere la palla al balzo, replicando "E io allora? Anche io sono un calciatore, eppure mi pare che l'accoglienza non sia stata delle migliori". la ragazza lo fulminò con lo sguardo "Tu non sei venuto qui come calciatore o amico !!! Sei solo l'ennesimo modo di quel vbastardo per rovinarmi la vita !!!!!!!!!!! Quindi te lo scvordi di essere ben accetto !!!!!!". La conversazione oramai si svolgeva sui toni alti, e avveniva completamente in tedesco, visto che il ragazzo non conosceva che poche frasi in Giapponese, quelle che aveva usato all'inizio pr presentarsi, intercalandole con qualche parola intedesco o inglese, e Jody era passata alla sua vecchia lingua senza rendersene conto. E se per Kay, Aly e Allnby seguire la litigata non era un problema, Sanae si stava sforzando di capirci il più possibile, grazie alle lezioni di tedesco impartitele dalle amiche, e anche Meimi orecchiava a mozziconi, avendo qualche nozione di doposcuola, mamoru invece era per la quasi totalità ignoro di cosa i due si stessero urlando, ma il tono era sufficiente per fargli capire la situazione. Jody, senza rendersi nemmeno conto della lingua che stava usando, riprese a parlare "bene, e ora che abbiamo chiarito la questione, puoi anche levare il disturbo. Qui non c'è posto per te, come in Germania non c'è posto per me !!!! Vattene " urlò, stringendo i pugni. Il ragazzo la fissò con un sorriso divertito, per poi grattarsi distrattamente la testa e affermare, annoiato "Oh, non sai quanto mi piacerebbe accontentarti, ma purtoppo i miei....e i tuoi....oh, beh, loro mi hanno mandato qui in stage per quattro mesi.....fino alle vostre vacanze di primavera per la precisione.....temo mi dovrai sopportare fino ad allora.....". Jody spalancò gli occhi, incredula "Come hai detto?" domandò in un sussurrò "Non è possibile....". Il biondo alzò le spalle "E' quello che ho pensato io quando me l'hanno detto.....però poi, non so come, mi sono ritrovato su un aereo che stava decollando per il Giappone....e ora sonoqui....hai intenzione di chiudermi la porta in faccia???" le chiese canzonandola; la ragazza strinse i denti, come se stesse trattenendosi dal dire che era proprio quello che avrebbe voluto fare, mentre la logica le diceva che non poteva mollarlo sulla strada. "Io....." iniziò a dire, ma si fermò senza riuscire a trovare le parole. Lui le rivolse un'occhiata vittoriosa, alla quale lei non potè fare a meno di rispondere "Non credere di poter venire qui e stravolgere il mio mondo !!!!!! Non te lo permetterò mai, tu non sei mio fratello, non c'entri nulla con me !!!!!!". karl guardò distrattamente i sassi che ricoprivano il viale, dicendo in tono noncurate "Oh, beh, tecnicamente lo sono, sai? Fratellastro, a dire il vero, ma comunque secondo la legge...." "NON ME NE FREGA PROPRIO UN ACCIDNETE !!!!!!!!" urlò lei ormai in preda alla rabbia "IO HO GIA' UN FRATELLO, NON ME NE SERVE UN ALTRO, DI CERTO NON UNO COME TE !!!!!!!!!!!!!!!!!!". Lui si tappò le orecchie per proteggersele dall'urlo, per poi replicare "Si, si, anche io ho già una sorella come ti ho detto.....però sai, potrei cercare di far valere la mia influenza fraterna su di te....per esempio ndicandoti con che ragazzi uscire....".

Doveva essere una presa in giro, un semplice modo per farla irritare ancora di più. Eppure, senza saperlo, Karl era andato a scoprire uno dei punti deboli di Jody, che reagì d'impulso. In un attimo fu su di lui, gli rifilò un pugno nello stomaco e una gomitata sotto il mento che lo presero completamente di sorpresa. Poi lo scaraventò a terra, ma la mano del ragazzo si chiuse sul polso di lei, trascinandola con sè. Jody gli franò addosso, e i due iniziarono ad accapigliarsi senza riserbo "COME OSI DIRMI CERTE COSE ?????? COME PUOI DIRE CERTE COSE A ME?????? BASTARDO !!!!!!!!!!!!!" urlò la ragazza, colpendo alla cieca ogni spazio libero che le sue mani e i suoi pedi trovavano. Lui d'altronde era molto robusto e forte, e i pugni di lei, poichè scagliati in preda alla rabbia e alla lucidità, lo ferivano fino a un certo punto. Alla fine le riuscì di bloccarle un polso, mentre coll'altra mano cercava di afferrare l'altro. Non riuscendovi, si sottrasse all'improvviso da sotto di lei, facendola cadere e riuscendo così a prendere in mano le redini delle situazioni. Jody si trovò a terra, con lui che la sovrastava, inerme, sconfitta. Era durato tutto un attimo. Abbassò gli occhi, iniziando a singhiozzare, mentre gli altri le correvano appresso, cercando di separarla dal ragazzo "Ehi, lasciala immediatamente !!!!!!" esclamò Allenby, rivolgendosi al cugino in tono duroma meno del solito, visto che era rimasta anche lei scossa da quella scena. Karla la lasciò andare, e la ragazza si portò le mani al volto, singhiozzando disperata, inerme, e restando distesa a terra. Sanae le passò un braccio dietro la schiena, attirnandola a sè, e la ragazza si mise a piangere contro il petto dell'amica, aggrappandosi alla sua maglia. sanae alzò gli occhi roventi su Karl "DOVEVI PROPRIO VENIRE QUI A ROVINARE TUTTO, VERO ???? DOVEVI PROPRIO VENIRE A RICORDARLE ANCORA UNA VOLTA IL PASSATO PROPRIO ORA CHE LE COSE SI ERANO SISTEMATE ?????? MA LO SAI CHE COSA LE HANNO FATTO ???? COSA LE HA FATTO QUELL'UOMO CHE ORA E' TUO PADRE ????? LO SAI CHE L'HA FATTA NASCERE SOLO PERCHE' VOLEVA UN EREDE, E SICCOME DOPO NE AVEVA UNO PIU' LEGITTIMO L'HA ABBANDONATA COME SE NIENTE FOSSE ????? LO SAI CHE LE HA AMMAZZATO LA GEMELLA, E CHE LEI E' VIVA PER MIRACOLO ??????? LO SAI CHE E' VENUTO QUI IN GIAPPONE PER CERCARE DI RIPRENDERSELA E FARNE LA SUA EREDE, FACENDOLA FIDANZARE COL RAGAZZO CHE ERA STATA LA CAUSA DELLA MORTE DI SUA SORELLA, IL RAGAZZO CHE L'AVEVA AMATA E TRADITA ?????? LO SAI CHE TI HA MANDATO QUI SOLO PER RIPORTARLA IN QUEL MANICOMIO, PER FARLA SOFFRIRE PER TUTTA LA VITA ???' DI, KARL HEINZ SCHNEIDER, LO SAPEVI DI ESSERE SOLO UNA MISERA PEDINA NELLE MANI DI QUELL'UOMO ???? DICE DI AVER FATTO DI TEIL SUO EREDE, VERO ???? BEH, SE LA RIPORTERAI INDIETRO COME PENSI DI FARE, TI FARA' SCALZARE DA LEI, CHE NON VUOLE QUEL POSTO !!!! TI STA USANDO PER FARLA SOFFRIRE, ACCIDENTI NON RIESCI PROPRIO A CAPIRLO ?????".

 

Silenzio....

 

Il vento ululava ormai incontrastato tra i rami, facendo cadere le foglie ormai morte e sucotendo le altre, nonchè i capelli diei giovani, che rilucevano dei più diversi colori. Biondissimi, quelli di Karl, Allenby e Meimi. Neri corvini, quelli di Sanae, Mamoru e Aly. Castani scuri, eppure comunque una via di mezzo, quelli di Kay e Jody. Se ci fossero state anche Yayoi e Alex il quadro sarebbe apparso alquanto bizzarro, ma forse anche senza di loro, se solo al centro di esso non ci fosse stata una ragazza in lacrime, mentre quella che l'abbracciava fulminava con due occhi scuri pieni di braci il ragazzo biondo ch le stava davanti, in piedi, coperto di polvere e con un segno rosso sulla guancia e sullo zigomo. I suoi occhi blu parevano offuscati dallo shock. "Quello non è mio padre, io non lo chiamo così" trovò la forza di controbattere, ma era evidente che le parole di Sanae l'avevano davvero scosso parecchio. Lo stesso valeva per Meimi, che non conosceva ancora la storia delle ragazze. Kay, Allenby e Aly avevano le lacrime agli occhi, crollate a terra a loro volta sotto il peso delle parole di Sanae. Mamoru teneva gli occhi fissi a terra, incapace di trovare qualcosa da dire. Karl osservò per un momento la scena, incredibilmete incerto di ciò che voleva fare; poi gli occhi gli caddero sulla figuretta raggomitolata di Jody. Sua sorella.....almeno così dicevano.....si chinò, facendo per allungare la mano verso di lei, ma Sanae gliela scostò con rabbia "LASCIALA STARE !!!!!!!!!" urlò con rabbia, ma Karl le afferrò il polso e la bloccò "Non fare la scema, voglio solo portarla dentro. Sta iniziando a piovere, se resta sotto la pioggia in quello stato si prenderà qualcosa...." "NO !!!!!". Stavolta era stata Jody ad urlare, scostandosi di scatto da Sanae e alzandosi in piedi, perfettamente lucida o quasi, visto che incespicò, e il ragazzo la sostenne al volo, afferrandola per un braccio "Vedi ??? Meglio che ti porti...." "NO !!! TU NON PUOI FARLO !!!!!!! Non tu....." urlò sconvolta, mentre nella sua mente riviveva la scena di genzo che la trovava sotto la pioggia, bagnata e delirante, dopo l'arrivo di Allenby in Giappone. Quest'ultima si sentì ben in colpa, visto che Jody ora era più o meno nelle stesse condizioni e, anche se l'altra volta lei l'aveva vista quando tutto era finito, ora si rendeva conto di cosa aveva passato.....e il responsabile era suo cugino.....perchè era suo fratello....."Karl....meglio che lasci stare......ti prego...." chiese in tono implorante, che gli fece voltare di scatto la testa verso di lei. Incontro i suoi occhi nerissimi, leggendovi quella strana supplica.....lei che lo implorava......fu questo a fargli capire che doveva essere davvero importante, periò lasciò andare il braccio della ragazza e rimase a fissarla con aria confusa. lei ricambiò l'occhiata,. guardandolo on calma e attenzione per la prima volta da quando si erano incontrati, e per due buoni minuti nessuno osò interrompere quel gioco di sguardi e di volontà. Infine Jody abbassò gli occhi, sospirando "Non puoi restare qui fuori in eterno.....entra dentro, avanti. Credo non ci sia altra soluzione, ormai sei qui e ci devi restare". Lui si rimangiò la battuta acida che gli era salita alle labbra e annuì; prese la sua borsa dal retro del veicolo, facendo cenno all'autista che poteva andarsene. Gli otto ragazzi osservarono il suo profilo lucente che si allontanava per poi scomparire oltre il cancello, in silenzio, poi Karl si voltò verso Jody, in attesa quasi insofferente. Lei lo guardò male, ma non fecero in tempo a dirsi nulla che un'altra macchina, molto simile alla precedente, entrò rombando nel viale, a tutta velocità e schizzando ovunque i sassi. Jody, che si trovava davanti a tutti, la fissò avvicinarsi senza riuscire a far nulla, a fu karla trascinarla leggermente indietro per sicurezza per un braccio. La macchina sterzò bruscamente, proprio davanti ai due giovani che, ancora legati l'uno all'altro da quella stretta tempestiva, la fissavano stralunati, e la zia di Jody ne scese di corsa, correndo verso di lei con un gemito angosciato "Oh, Jody cara, ascoltami...." iniziò a dire, poi i suoi occhi caddero sul ragazzo dietro la nipote, e singultò "Karl...." mormorò allibita, e il ragazzo annuì. La donna si avvicinò lentamente, allungando la mano per sfiorargli il volto, poi si fermò, scuotendo il capo "Allora eri già qui...." disse in tono quasi dispiaciuto. Il ragazzo si sentì stranamente a disagio sotto quello sguardo, anche perchè il modo di fare della donna e il suo aspetto gli ricordavano qualcosa......quei capelli biondi.....ricacciò quell'impressione, mentre anche l'uomo scendeva dal posto di guida e si avvicinava ai due ragazzi "E così tu sei mio nipote Karl......piacere di vederti, ragazzo" disse in tono grave, tendendogli una mano che Karl ci mise un attimo a stringere, essendo stato colto si sorpresa, così come Jody, da quelle parole. la ragazza si ribellò "Zio, non dire assurdità !!! Qualsiasi cosa sia, non è nemmeno mio fratello, non può essere tuo nipote !!!!!!!" esclamò con gli occhi brucianti di rabbia. L'uomo le rivolse un sorriso carico di tristezza, accarezzandole la testa con affetto "E invece temo proprio che lo sia, Jody. Ma non è il momento di parlarne....ora entriamo, oppure vi bagnerete tutti". I ragazzi si fissarono, ormai completamente spaesati, e annuirono per rassegnazione più che per convinzione. Jody si staccò da Karl, facendo per entrare, quando Kay, con voce timida e soffocata, che proprio non le si addiceva, la chiamò "Capitano....". "Che c'è Kay?" chiese lei, ancora frastornata, fissando l'amica con aria incerta. La brunetta si sentì piccola sotto quello sguardo così strano, ma andò avati "Avevamo detto di andare a prendere i ragazzi ad allenamento.....te la senti?". Jody rimase ferma qualche secondo, cercando di ricordare, finchè non le venne in mente che era vero. Si chiese come avesse fatto a dimenticarsene.....beh, non che fosse poi così strano dopo ciò che le era successo....annuì col capo "Sì, tanto manca ancora un'ora e mezza.....saranno ben infangati quando arriveremo.....speriamo smetta prima....tra parentesi, Mamoru, perchè sei qui tu, se c'erano allenamenti?". Era davvero confusa, non ricordava nulla...."Ehm....era un allenamento focalizzato per il portiere, Jody. Ci sono solo Tsubasa, Genzo, Jun, Hikaru, Franz e Taro" Tsubasa, Jun, Hikaru....quei nomi gli ricordavano qualcosa....e Genzo....Genzo Wakabayashi? Il suo ex compagno di squadra? E poi...Franz....quello non era un nome Giapponese.....fece per fare delle domande in proposito, ma Jody, considerando chiusa la questione, si limitò ad annuire e entrò, seguita dagli altri. Il ragazo rimase lì, immobile e ignorato, poi con una scrollata di spalle si decise a entrare, decidendo che più tardi li avrebbe seguiti per verificare, e finalmente entrò in casa.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29: La nobile e antichissima disnastia dei Granduchi di Baviera..... ***


Capitolo 29: La nobile e antichissima dinastia dei Granduchi di Baviera

Capitolo 29: La nobile e antichissima dinastia dei Granduchi di Baviera

 

Il ragazzo seguì il gruppo silenzioso all'interno della villa, trascinandosi dietro la pesante valigia e il borsone. Faticava visibilmente sotto il loro peso, come dimostrava il respiro affannoso e il volto arrossato, e fu questo a spingerlo a chiedere, in tono fintamente lamentoso "Posso appoggiare queste cose da qualche parte oppure devo tenermele appresso all'infinito?". Jody, che camminava spedita in direzione del salotto, si voltò per fulminarlo con un'occhiata "Bello, se pensi di stabilirti qui mi sa che hai sbagliato i tuoi calcoli.....io ho detto che potevi entrare, mica rimanere. Tu adesso prendi di filato il primo volo per la Germania e te ne torni da mio....beh, da nostro padre. Fine della discussione !!!!" esclamò, incrociando le braccia con aria di sfida. Lui la fissò stupefatto per un secondo,  poi i suoi occhi azzurri parvero accendersi di rabbia e fece per replicare, ma fu interrotto dallo zio della ragazza che apparve sulla soglia del salotto e intimò con voce dura "Finitela voi due !!!! Stiamo tutti aspettando che ci raggiungiate per definire le cose, quindi smettetela di fissarvi a quel modo e venite qui !!!! Jody, schiodati dal corridoio e tu, Karl, appoggia li le tue valigie e vieni. A sistemarle ci penseremo dopo !!!!". I due ragazzi lo fissarono stupefatti, per poi scambiarsi l'ennesima occhiata di puro odio e obbedire. Jody seguì l'uomo immediatamente, con aria imperterrita, mentre Karl appoggiava a terra il borsone e lasciava la valigia, seguendoli con maggiore esitazione. Quando varcò la soglia della sala vide che intorno all'enorme tavolo di legno di quercia, dove i giovani erano soliti riunirsi per studiare, erano seduti a circolo tutti coloro che avevano assistito alla discussione. Jody aveva preso posto accanto ad Allenby, di fronte a suo zio, e stranamente l'unica sedia libera era proprio di fianco a lei. Sospirando, si incamminò verso di essa, non mancando di fulminare la ragazza, che cominciava ad odiare con tutto il cuore, e che gli rispose prontamente. Solo uno sguardo tassativo dello zio li fece smettere, permettendo all'uomo di cominciare a parlare "Dunque, credo sia ora di affrontare un discorso importante....o meglio, lo sarebbe se qui ci fossero un paio di persone che invece sono altrove, quindi per ora lo rimanderemo. Ciò che voglio è stabilire cosa comporta e come avverrà la permanenza di Karl qui"; a quelle parole Jody saltò in piedi, sbattendo le mani sul tavolo "Cosa? Vuoi dire che rimarrà qui ?????" esclamò incredula, ma lo sguardo impassibile dello zio la costrinse a rimettersi lentamente a sedere. L'uomo la osservò attentamente per qualche secondo intenzionalmente, poi finalmente rispose "Sì Jody; Karl vivrà qui per i prossimi sei mesi, almeno. E non voglio che questo periodo sia costellato da vostri litigi e punzecchiamenti, quindi sarà meglio mettere le cose in chiaro qui, subito. E per questo....." si interruppe, osservando le persone riunite attorno alla tavola "Vi chiedo di lasciarci da soli per un po'. Io e questi due dobbiamo parlare".

La zia di Jody si alzò per prima, aprendo la porta e guardando supplichevole gli amici della ragazza, che, ad uno a uno, annuirono e si alzarono, abbandonando la stanza. Jody li osservò intimorita, sentendo che i suoi punti di riferimento scomparivano ad uno ad uno, quando già il più importante non c'era......poi la porta si chiuse, e lei rimase sola con lo zio e quel ragazzo che si proclamava suo fratello. Scambiò coi due uno sguardo durissimo "E ora che si fa???" chiese in tono volutamente scocciato, al quale Karl rispose con uno sbuffo e lo zio con un'occhiata preoccupata "Jody, smettila. Karl non è messo meglio di te, credo provi esattamente ciò che stai provando tu, e inoltre è in un paese straniero, in mezzo ad estranei....." "BEH, NON GLI HO CERTO CHIESTO IO DI VENIRE !!!!!!!!!!!!!!" urlò la ragazza, mentre le lacrime minacciavano di sopraffarla. Karl la fissò per un attimo, borbottando "Sta sicura che non l'ho chiesto nemmeno io....me l'hanno praticamente imposto.....". Jody non era nello stato d'animo adatto per farsi impetosire, e gli rivolse un'occhiata a dir poco inceneritrice, tanto che l'uomo di fronte a loro dovette alzare la voce per placare gli animi "Basta, ora basta !!!! Jody, Karl, capisco che siate sconvolti e che forse state cercando disperatamente qualcuno a cui attribuire la colpa, trovandolo l'uno nell'altra, ma sapete bene che non è così. Il vero colpevole della situazione non è nessuno di voi due !!!!". I due ragazzi abbassarono gli occhi "Già" disse Karl con voce strozzata "E' mio padre" continuò Jody, e per la prima volta da quando si erano incontrati i due giovani si trovarono d'accordo su qualcosa. "Bene, questo è un inizio" approvò l'uomo, fissandoli alternativamente "Ora dobbiamo stabilire come affrontare la cosa. Ormai Karl è qui, e non credo che potrà tornare indietro tanto facilmente. Ho qui la sua domanda di iscrizione alla tua scuola, Jody" disse, mostrando alla ragazza che lo fissava allibita un pacco di fogli dattiloscritti "E' stata accettata, e vista la situazione del ragazzo è stato inserito nella tua classe; tu sei stata nominata sua tutor finchè non si sarà ambientato, facendogli da interprete e quant'altro servirà". Dire chela ragazza era stupita era ben poco "Ma....è assurdo !!!! Perchè non hanno messo Allenby a fare questa cosa, visto che è sua cugina?????". Suo zio le lanciò un'occhiata penetrante "Perchè tu sei sua sorella" la ragazza si zittì di colpo, sconfitta "O almeno sei considerata tale dal resto del mondo. Quello che voi due pensate non ha molta importanza ai fini della questione....Karl rimarrà qui fino alla fine dell'anno scolastico, poi tornerà in Germania a giocare nella prima squadra dei Bayern". Stavolta fu il ragazzo a stupirsi "Prima squadra? Ma io sono ancora nella giovanile....." "Beh, direi che ormai sei cresciuto, e la tua bravura non è sconosciuta ai dirigenti.....hai qualcosa di cui lamentarti????" chiese l'uomo con un sorriso.Il ragazzo si incupì "Non so perchè ma ho paura che dietro ci sia lo zampino di quell'uomo.....di solito mi avrebbero consultato per una cosa del genere.....". Un atmosfera di gelo calò nella stanza "E' così, vero? Ha voluto avere un'erede che fosse noto a tutto il mondo.....non gliene frega nulla di me e dei miei desideri.....è tutta colpa tua !!!!!!!" urlò, rivolgendosi a Jody. La ragazza lo fissò incredula "Ehi, mi vuoi spiegare che centro io adesso?" domandò con aria arrabbiata, e lui sbattè un pugno sul tavolo "Tu non hai voluto essere la sua erede, e così è venuto a rovinare la vita a me !!!!!!!!!!!! Ha distrutto la mia famiglia solo per un erede.......un erede che non ha trovato in sua figlia !!!!!!!!". Gli occhi di Jody lampeggiarono pericolosamente, e la ragazza si alzò per fissarlo direttamente negli occhi "Di ancora una volta una cosa del genere e la pagherai cara" intimò in tono letale "Io non ho mai voluto essere la sua erede, anche perchè fino a due anni fa non ero io la prescelta.....solo dopo che ha fatto morire mia sorella gli sono tornata utile a quello scopo.....scusami se a quel punto ho preferito scappare !!!!!!!!!" urlò, dimenticandosi che il ragazzo non sapeva nulla di ciò che le era successo. Infatti ricevette in cambio un'occhiata perplessa, ma lo zio decise di porre fine alla discussione prima che potesse ricevere spiegazioni "Comunque sia andata, Karl è qui per almeno sei mesi, e voglio che in questo periodo voi due andiate d'accordo, chiaro Jody? Per questo gli daremo la camera vicina alla tua. Ho già fatto spostare le ragazze". La nipote lo fissò incredula "Ma non puoi !!!!" urlò in preda al panico "Io non voglio che viva così vicino a me....è assurdo....è un ragazzo, non è nemmeno mio fratello vero....non ti preoccupa la cosa????". L'uomo si alzò "Per nulla" rispose impassibile, squadrandoli con occhi cosschiusi "Da ciò che ho visto non c'è alcun pericolo del genere.....e poi sai difenderti benissimo. E con questo la discussione è chiusa.....ah, sappiate che qui dentro verrete considerati da tutti fratello e sorella, quindi vedete di adeguarvi; e tu, Jody, portalo con te a vedere gli allenamenti !!!!" intimò, voltandosi e uscendo dalla stanza, incurante delle urla di protesta della ragazza. Spalancata la porta, trovò il gruppetto escluso in attesa, con aria preoccupata e tesa "Accompagnate quei due al campo da calcio" disse senza sorridere, chiamando poi la moglie con un cenno. La donna, lanciando un'occhiata preoccupata ai due ragazzi nella stanza, lo seguì. Allenby e gli altri si affacciarono timidamente, incerti su cosa fare o dire "Ca...capitano?" chiese Kay con aria confusa "Andia...andiamo al campo?". Jody rimase ferma per un po' con lo sguardo perso nel vuoto, poi annuì, una sola volta, avviandosi verso la porta. Non si voltò indietro; disse solo "Se proprio non hai di meglio da fare....seguici". Le rispose un silenzio carico di tensione, poichè sapevano tutti quanto dovesse esserle costata quella concessione, e nessuno osò commentare; solo Karl, che incrociò le braccia sul petto con aria soddisfatta e commentò "Beh....farò uno sforzo per stare al passo......". La ragazza strinse i pugni, ma non rispose, oltreppassando in fretta la porta e superando gli altri con rabbia.

 

Come aveva potuto suo zio farle una cosa del genere? Proprio lui che l'aveva sempre aiutata e capita, lui che era stata l'unica figura simile a un padre che lei mai avesse avuto....perchè le aveva imposto la vicinanza di quel tipo, vedendo che lei non lo sopportava? Perchè non lo aveva cacciato? "E perchè non la smetti di essere così egoista? In fin dei conti non lo puoi mica mollare in mezzo a una strada.....e conoscendo mio padre non lo riprenderebbe in Germania nemmeno se lo pagassero !!!!" dovette però ammettere, con un minimo di senso della ragione ancora vivo nella sua mente confusa. La ragazza scosse con vigore il capo, cercando di scacciare i tristi pensieri e di schiarirsi le idee, ma non vi riuscì; nella sua testa immagine velocissime si rincorrevano l'una con l'altra, mostrandole la sua infanzia, le varie famiglie che l'avevano accolta, suo padre, Angel, la sua povera gemella, e ciò che poi era successo; e tutto culminava sempre con il volto di Karl, ultimo espediente di quell'uomo per rovinarle la vita. O forse la sua ultima vittima......questo doveva riconoscerglielo; anche lui aveva visto la sua famiglia distrutta......per un secondo, la ragazza lo studiò con interesse notando che i suoi capelli biondissimi e i suoi occhi così chiari le ricordavano qualcosa......qualcuno.....ma non sapeva dire chi. Nel frattempo, il ragazzo si voltò verso di lei, forse avvertendo l'intensita del suo sguardo, e i loro occhi si incrociarono; Jody sussultò, affrettandosi a distogliere lo sguardo e fissandolo davanti a sè, ma non potè impedirsi di arrossire. Preoccupata, Meimi le si accostò "Tutto bene, Tachikawa - san?" chiese in tono incerto, e Jody annuì, con espressione concentrata e dura; poi sospirò e rilassò la faccia "Senti, Meimi, piantala con questa buffonata del Tachikawa - san. Siamo coetanee e io voglio che tu mi chiami per nome; per favore" alzò il tono, vedendo lo sgomento dipingersi sul volto della ragazzina "Ho bisogno dei miei amici adesso, ho bisogno che voi mi stiate vicino.....ho bisogno di sentirmi chiamare Jody e di ricordare che io sono solo me stessa, non ciò che mio padre cerca di farmi diventare". Meimi annuì in silenzio, sentendosi troppo male per parlare. Per un secondo, ebbe il forte impulso di abbracciare di slancio la ragazza e dirle che la capiva, che anche lei doveva combattere ogni giorno contro il suo stesso problema, ma il momento passò mentre la ragazza si voltava ad intercettare lo sguardo di Karl, che le stava fissando meditabondo, e vi rispondeva con aria di sfida. Il ragazzo non si scompose "Qui sono tutti schierati dalla sua parte.....chissà che le è successo perchè tutti le si chiudano intorno a bozzolo non appena si fa viva l'ombra di suo padre......" pensò il ragazzo, sentendosi all'improvviso estraneo e a disagio; quella non era la sua terra, non era la sua famiglia, anche se tutti indicavano quella ragazzina come sua sorella.....la fissò per un secondo,  rendendosi conto all'improvviso di cosa lo aveva colpito tanto di lei "Quegli occhi.....quegli occhi mi ricordano qualcosa....." si disse, ma non sapeva cosa.....o chi......

Mentre rimuginava come lei su questo particolare, raggiunsero un enorme campo verde circondato da una robusta rete metallica che impediva ai curiosi di entrare; la porta sembrava chiusa con un lucchetto, ma Jody ci si fermò davanti ed estrasse dalla tasca una chiave, aprendola e entrando; gli altri la seguirono, nervosi, e Karl potè vedere vicino alla porta dall'altro lato del campo delle figure in maglia bianca e azzurra, e una in maglia e pantaloni rossi, che si allenavano. Quella figura diversa dalle altre stava in porta, e al ragazzo sembrò stranamente familiare, cosa che per un attimo lo sorprese; poi notò il capellino rosso dell'adidas, e capì chi era; un sorriso divertito gli si disegnò sul volto. Cosa che lo stupì fu invece il fatto che Jody attraversò il campo puntando diretta verso quella figura, la quale smise di allenarsi non appena la vide. Karl attese interessato di vedere che sarebbe successo.

 

Presi nella foga dell'allenamento, i ragazzi non si erano accorti del passare delle ore, ma la vista delle ragazze li riportò alla realtà. Genzo parò l'ultimo tiro  di Taro con facilità, poi lasciò cadere la palla e rimase a fissare Jody che si avvicinava, sorridendo e facendole un cenno. Ma il suo buonumore svanì nel vedere l'espressione del volto di lei "Jody....mio Dio, che ti è successo?????" domandò incredulo, visto che erano mesi che la ragazza non presentava un'aria simile. Lei non rispose, ma si fermò a pochi passi dalla porta e fissò il terreno come se stesse meditando di sotterrarvisi...o di sotterrarvi qualcun'altro; non badò nemmeno al suo ragazzo, non diede nemmeno segno di aver sentito la sua domanda, e Genzo cercò sul suo volto e su quello degli altri che arrancavano dietro di lei una risposta.  Poi, in fondo al gruppo che lentamente entrava in campo, scorse una figura familiare....una figura bionda e atletica, con due penetranti occhi azzurri "Sch....Schneider !!!!!" esclamò, fissando incredulo l'ex compagno di squadra; il Kaiser, che nel frattempo avevca raggiunto il resto dei ragazzi davanti alla porta,  ricambiò lo sguardo con un sorriso divertito "Che sorpresa, Wakabayashi" commentò in tedesco, gli occhi che dardeggiavano dal portiere, attonito, a Jody, che se ne stava li vicino con le braccia incrociate, in silenzio. Poi, prima che uno dei tre potesse dire qualcosa per sbloccare la situazione, anche gli altri si accorsero del nuovo arrivato "Schneider !!!!" esclamò Tsubasa, che aveva raggiunto Sanae a bordo campo; la manager aveva un'aria ansiosa sul volto "Che ci fai qui?" domandò il capitano della Nankatsu, accorgendosi dell'espressione delle due ragazze e interrogando Sanae con gli occhi. Karl avanzò con un sorriso "E' lungo da spiegare, Oozora.....ma credo che per il momento potrei dire che sarà interessante studiare il vostro stile di gioco.....". Jody, a quelle parole, serrò i pugni, arrabbiata, e Genzo se ne accorse "Che c'è?" le chiese, spaesato "Che succede????". Lei di nuovo non rispose, ma si mise a fissare Karl con occhi di fuoco, proprio nel momento in cui il cancello del campo veniva di nuovo aperto......non badò nemmeno a chi fosse entrato, fino a che non udì uno strillò sorpreso e indignato; voltò il capo, vedendo Alex,Yayoi, Yoshiko e Yusuke che fissavano Schneider con occhi spalancati. Era stata Alex ad urlare "Tu...tu...." boccheggiò, incredula e orripilata "Cosa....cosa diavolo di fai qui ?????". Anche lei aveva parlato in tedesco senza rendersene conto, e nella stessa lingua il ragazzo rispose "Oh, che piacere rivederti; cominciavo a chiedermi dove ti avessero nascosta, dopotutto tu sei uno degli scopi della mia visita...." "Che vuoi dire?" chiese lei, tremante. "Beh....non sei forse la mia fidanzata ????" chiese lui in tono divertito. La ragazzina sbiancò, tremando, e i pugni serrati dimostrarono che si stava trattenendo a stento dall'urlare. Jody ebbe un movimento convulso, così come Allenby e le altre; Genzo, che aveva capito cosa il tedesco aveva detto, fissò la ragazza con aria incredula, mentre una figura imponente si era posta davanti ad Alex, nascondendola alla vista di Karl e col chiaro intento di proteggerla "Senti amico, io non so chi sei e che vuoi, ma se cerchi grane le hai trovate" sussurrò Yusuke in tono glaciale, fulminando con gli occhi scuri il ragazzo che pareva alto almeno quanto lui. Aveva parlato in tedesco, lingua che la sorella e la fidanzata gli avevano pazientemente insegnato, e questo gli aveva quindi permesso di capire cosa l'altro avesse detto;e naturalmente non gli era piaciuto nemmeno un poco. Karl non si scompose nello scoprire che il giapponese lo capiva benissimo anche se parlava nella sua lingua e sostenne lo sguardo del ragazzo senza sforzo "Non credo di essere qui a cercare guai, sinceramente...." "No, è venuto a crearli, i guai. E Yu ha perfettamente ragione, quindi vedi di moderare il tono e le parole". Jody si era scossa dal suo silenzio ostinato e ora fissava il ragazzo biondo con l'aria di chi è a un passo dall'oltreppassare il limite di ciò che è disposto a sopportare. "Se vuoi startene qui serenamente, fai in modo di non chiamare più Alex come' la tua fidanzata', perchè lei di certo non lo è, almeno quanto io non sono tua...." si interruppe, con un baglore cupo negli occhi azzurri, che però non passò inosservato nè a Karl, che sfoderò un sorrisetto cattivo, nè a Genzo, che si mise in mezzo e disse con aria stufa, in Giapponese "Insomma, si può sapere che cavolo è successo ??? Perchè sei qui, Schneider??? Cosa vuol dire che Alex sarebbe la tua fidanzata???? E cosa intendeva dire Jody ????". I due ex compagni di squadra si affrontarono silenziosamente per un tempo che parve infinito, prima che Karl dicesse, in tono neutro eppure spietato "Intendeva dire che è mia sorella, Wakabayashi".

 

Impossibile dire chi ebbe la reazione più improvvisa alla notizia. Chi lo sapeva già fissò Schneider con odio; tra gli altri invece, alcuni fissarono il calciatore senza capire, altri guardarono lui, Allenby e poi Jody e parvero comprendere; ma la reazione più dura la ebbero di certo Genzo, Yu e Jody.  Il primo fissò il tedesco con aria vacua, per poi arrossarsi in volto e urlare "Piantala di dire assurdità, Schneider, o giuro che....". Il secondo si avvicinò minacciosamente "Senti bello, credo che tu ti stia spingendo troppo in là; quella è mia sorella, mia e di nessun'altro, così come lei" e qui indicò Alex "E' la mia ragazza, quindi vedi di girare alla larga". E poi ci fu Jody, che battè i due sul tempo e li superò, piombando su Karl e assestandogli un violento ceffone sulla guancia sinistra. Il ragazzo non lo evitò, e la sua testa si voltò di lato, ma quando tornò a fissarla i suoi occhi erano canzonatori esattamente come prima, e Genzo intervenne per fermare la ragazza, prima che potesse attaccarlo di nuovo "Mai più" sussurrò lei, cercando di liberarsi da quelle braccia "Non lo dire mai più.....tu non sei affatto mio fratello.....".

Furono quelle parole a rivelare che era vero "Jody....ma allora...." mormorò Genzo, lasciandola andare, e lei si voltò, abbassando lo sguardo "Lui.....è lungo da spiegare" mormorò, avvicinandosi con aria sperduta al portiere, le cui braccia la circondarono con aria protettiva. Karl seguì la scena con uno strano brillio negli occhi, chiedendosi se le cose stavano come lui pensava. Poi, dopo che si fu calmata, Jody voltò il capo per fissare Yu, che stava sempre davanti ad Alex, come se nasconderla al tedesco la riparasse dalle sue pretese e dalle sue provocazioni "Zio Hiroshi vuole parlarci....a tutti e tre. Dice che è tempo che vuole dirci qualcosa e ora......credo dobbiamo andare......". Il ragazzo non si mosse, presentendo che quel colloquio avrebbe cambiato per sempre la sua vita, quella della sorella, di tutti coloro che gli stavano intorno..... e anche quella del ragazzo venuto dall'Europa. Stancamente, annuì una, due, tre volte, lentamente. Dietro di lui, Alex gemette "NO !!!" urlò, abbracciando con foga la schiena del ragazzo "Io non voglio che le cose cambino.....non sarò mai la fidanzata di quello !!!!! Io non lascerò Yu !!!!!!!!!". Jody la fissò "Non credo sia questo che dovremo decidere.....e se anche lo fosse, non lo permetterò" dichiarò "Nemmeno io" rassicurò Yu, accarezzando il capo della ragazza "E neanche io, se è questo che vi preoccupa" disse la voce di Karl. Si voltarono tutti a guardarlo, e lui sorrise "Ehi, credete davvero che io sia qui per reclamare una fidanzata e una sorella che non ho mai voluto avere? Non sono meno scontento di voi della cosa, ve lo assicuro, e se fosse per me non sarei certo qui...." "Andiamo" tagliò corto Jody, prendendo la mano di Genzo e trascinandolo via; passò di fianco al ragazzo, ma non lo degnò di uno sguardo.

Eppure, nel cupo imbrunire della sera, i loro animi persi e lacerati si trovarono, per una volta, d'accordo, e una piccola complicità, nascosta e mai ammessa, iniziò a nascere mentre le ombre nascondevano il calore del sole, rendendo ancor più gravoso il peso che loro portavano nel cuore.

 

Erano ormai nel viale della villa, quando le urla li raggiunserò "No, anche questo.....non posso, non voglio permetterlo !!!! Aggiungete questo peso sulle spalle di quei ragazzi e vedrete che uno di loro deciderà di farla finita !!! Uno o forse tutti !!!! Voi non potete.....hanno già sopportato anche troppo !!!!!!!!!".

Jody e Yu si fissarono, riconoscendo nella voce sconvolta e angosciata quella della loro zia, e la ragazza spiccò una corsa disperata verso il portone della villa "Zia Hiromi !!!!" urlò guardandosi freneticamente intorno; sua zia rivolse verso di lei un viso sconvolto dalle lacrime, e Jody rimase ferma sul posto, fissando angosciata le tre figure che le si stagliavano davanti: suo zio, la cui fronte era solcata da rughe di preoccupazione, sua zia, piangente e disperata, e un uomo anziano, dall'aria nobile e austera, che lei non conosceva "Che succede? Prchè stavi urlando? E lui chi è?" chiese velocemente, non curandosi della scortesia della sua domanda. Sua zia lanciò uno sguardo spaventato al marito, che scosse leggermente il capo "Credo che sia meglio che tu vada in camera tua" le disse l'uomo in tono vagamente inflessibile, ma Jody non si spostò di un millimetrò "Voglio sapere che è successo, la zia stava urlando !!!!" esclamò cocciutamente, visto che non era nello stato d'animo adatto per essere obbediente e comprensiva; ma suo zio non cambiò espressione "Ora non è il momento. Vai in camera tua !!!!" urlò a voce più alta, e per la prima volta nella sua vita Jody si trovò ad urlare contro le due persone che considerava come dei genitori "NO CHE NON CI VADO !!!!!!! VOGLIO SAPERE CHE SUCCEDE...." "FILA SUBITO IN CAMERA TUA, SIGNORINA !!!!!!" urlò di rimando l'uomo, avvicinandosi e afferrandola per un polso per trascinarla di sopra; la ragazza oppose una degna resistenza, mentre Yu entrava ed esclamava allibito, al vedere la scena "Che cavolo succede adesso ????". Ma nessuno fece in tempo a rispondergli, perchè l'uomo sconosciuto fece un passo avanti e all'improvviso chiese, in tono gelido e formale "Voi siete la signorina Jody Weyner?". Jody smise di combattere contro la presa dello zio, che comunque non tentava più di trascinarla contro la sua volontà, ma anzi sembrava aver perso le forze all'improvviso. "Lo ero" rispose, all'inizio incerta, poi via via più sfrontata e sicura, perchè il modo in cui quell'uomo la fissava non le piaceva affatto "Io sono Jody Tachikawa, ora. E voi chi siete per volerlo sapere?". Sua zia lanciò un grido disperato e suo zio tentò di troncare la discussione dicendo "Ne parleremo dopo, ora vai in...." "Sono il primo consigliere e attendente personale di vostro nonno, signorina". Il tempo sembò fermarsi nell'ingresso della villa; Jody si impietri, ancora sotto la presa dello zio, che però pareva essersene dimenticato, lei lo fissò, sentendosi mancare il terreno sotto i piedi "Io.....ho un nonno?" chiese in tono spezzato "Ho un nonno e non l'ho mai saputo? Mi avevate detto che il padre di mio padre era morto....." "E' così" rispose suo zio, e la ragazza si voltò verso sua zia "Allora è tuo padre? Il padre di mia madre?"; nel suo tono c'era urgenza di sapere, di conoscere, di essere rassicurata, e la donna si sentì malissimo quando si rese conto di non poterlo fare. Il marito intervenne "Non è il momento adatto per parlarne; lo faremo dopo cena, e dovrete esserci....tutti e tre". I suoi occhi indugiarono su Jody, Yu e Karl, poi diedero una scosa agli altri, soffermandosi per un secondo di troppo su Meimi "So che vorreste sapere cosa sta succedendo, ma temo che per ora sia meglio che torniate a casa......o nelle vostre stanze; vi chiameremo se sarà necessario". Genzo assunse un'espressione irata "Non se ne parla, io non la lascio...." iniziò a dire, ma lo sconosciuto avanzò fino a guardare il ragazzo negli occhi e chiese in tono gelido "E costui chei sarebbe?" "Il mio ragazzo; qualcosa in contrario?" domandò Jody con voce dura; l'uomo la fissò imperturbabile "Forse" rispose, e la ragazza sentì che la sua antipatia per lui cresceva a dismisura. Poi, però, si voltò verso il ragazzo e gli disse "Genzo, vai pure a casa; ti chiamo più tardi"; lui le lanciò una lunga occhiata, poi annuì lentamente, dirigendosi verso la porta; poi però, si fermò e guardò il gruppetto di ragazzi che gli stava davanti "Maehara, credo che tu dovresti restare" disse in tono spento; alle sue spalle ci fu un sussulto "Che intendi ragazzo?" chiese Hiroshi Tachikawa, e Genzo si voltò a fissarlo tranquillamente "Intendo che non è poi una cosa così comune avere i capelli biondi, qui a Fujisawa, cosa che l'ha sempre emoarginata dalle compagne e dagli altri; e inoltre presenta notevoli somiglianze che mi hanno insospettito, ed è bastato fare una piccola ricerca sul cognome di sua madre per sapere la verità....quindi io sono del parere che dovrebbe rimanere". Un silenzio gli rispose, e l'uomo chiuse per un secondo gli occhi, per poi sospirare e fissare Meimi "Credo abbia ragione; puoi fermarti, Maehara?"; la ragazza lanciò un'occhiata tremante a Genzo e una uguale a Jody, che stava fissando incerta il suo ragazzo; fu tentata di chiedergli cosa avesse scoperto, ma lui oltrepassò la porta e se la chiuse alle spalle senza una parole; Jody sentì un senso di vuoto, poichè qualsiasi cosa stesse per succedere ora avrebbe dovuto affrontarla senza di lui. Poi si voltò verso lo zio, che sospirò per l'ennesima volta e disse "Voi, tutti a cena; Jody, Yu, Karl, voi venite con me nello studio. Signor Hermann, se vuole seguirci...." "E Meimi?" chiese Jody, non capendo perchè suo zio avesse acconsentito a farla rimnere se poi non la includeva nella discussione; nel frattempo il signor Hermann - così lo zio l'aveva chiamato - assunse un'espressione disgustata "Quel ragazzo....l'ha chiamata Maehara. Non sarà mica la figlia di quel...." "Ora basta" tuono suo zio, per poi rivolgere un'occhiata alle due ragazze e dire stancamente "Più tardi.....questo più  tardi". Jody fissò Meimi, che annuì e si allontanò insieme agli altri; la ragazza la seguì con lo sguardo, poi entrò nello studio, certa che li si sarebbe deciso in qualche modo il suo destino.

 

"Posso sapere cos'è questa storia che io avrei un nonno? O meglio: che noi avremmo un nonno?" chiese Jody, accennando al fratello che le sedeva di fianco e guardando l'imperturbabile signore dalla barba candida. Questi lanciò a sua volta un'occhiata al ragazzo biondo dagli occhi scuri, sondandolo con aria critica, e Yu sostenne senza timore il suo sguardo. Ma fu loro zio a iniziare a parlare "Andiamo con calma, Jody. Prima di tutto, se non vi abbiamo parlato prima di questa storia è stato perchè...." "Perchè non volevate turbarci, non è vero? Come quando non ci avete detto che eravamo fratelli !!!!!" concluse Yusuke, anch'egli arrabbiato; suo zio sospirò, annuendo col capo. Jody non si lasciò distrarre "Questo l'abbiamo capito; voglio sapere questa storia del nonno" ripetè in tono ancor più deciso "Jody..." iniziò a dire suo zio, ma il signor Hermann li interruppe per dire in tono pomposo "Il nonno in questione è Sua Signoria Franz August Joseph Ludovic Wolfbach, Granduca di Baviera e discendente dell'antica casata dei Wolfbach, da generazione conti, duchi e Granduchi di Baviera".

I tre ragazzi davanti a lui lo fissarono ad occhi spalancati, senza una parola, come a chiedersi se li stesse prendendo in giro; poi Yu prese la parola e, esprimendo anche il pensiero degli altri due, mormorò "Se è uno scherzo non è divertente". L'anziano signore piantò i suoi gelidi occhi chiari sul ragazzo, per poi ribadire in tono incolore "Vi posso assicurare, signorino Yusuke, che non è affatto uno scherzo, ma la pura e semplice verità. Io sono uno deigli amici più vecchi e consigliere di vostro nonno, e sono qui per ispezionarvi". A quelle parole Jody fece un salto sulla sedia e lo guardò con rabbia, esclamando "Ispezionarci????? Ci avete forse preso per cavalli da corsa??????? Noi siamo esseri umani, e non abbiamo alcuna intenzione di farci ispezionare !!!!!!!!". I due ragazzi annuirono, dandole sostegno "E poi perchè dovrebbe ispezionarci, scusi?" continuò lei in tono brusco; suo zio fece per intervenire, ma Hermann fu più veloce "Per scegliere l'erede di sua signoria". Quello fu troppo per la ragazza, che allontanò sonoramente la sedia dal tavolo e si alzò con la chiara intenzione di allontanarsi "Jody, dove stai andando??????" la richiamò la voce dura dello zio, ma la ragazza voltò appena il capo per rispondere "Non è ovvio????? Me ne vado, non ho alcuna intenzione di starmene qui a farmi prendere in giro !!!!!!!!". Fece per abbassare la maniglia della porta, quando sentì una mano che si serrava attorno al suo braccio, bloccandola. Alzando gli occhi vide suo zio, con un'espressione così cupa e dolorosa in volto da farle quasi paura, che scuoteva il capo leggermente, non in tono di ordine ma quasi di supplica "Jody.....capisco benissimo che tu reagisca così, abbiamo sbagliato noi a non dirtelo subito.....abbiamo sbagliato molte volte con te, fin da quando eri appena nata.....volevamo averti con noi, crescerti come una figlia ma ci siamo lasciati convincere da tuo padre che ci avrebbe pensato lui a te.....e sai com'è andata a finire; non ho parole tali da potermi scusare, ma ti prego di ascoltare, perchè è importante. Ti spiegheremo perchè tuo padre si è accanito fino a questo punto contro la tua famiglia.....la nostra famiglia.....". La ragazza tacque, sorpresa da quelle parole accorate; lanciò un'occhiata al fratello, che annuì, e sospirò, tornando lentamente alla sua sedia; Hermann la fissò freddamente e fece per parlare, ma suo zio lo prevenne "Se permette la racconterò io la storia; l'ho vissuta in prima persona e me la ricordo bene. Alla fine potrà dire quello che deve". L'uomo lo fulminò per un secondo con gi occhi, cosa che lo zio non notò nemmeno, preso com'era a guardare i tre ragazzi, poi annuì, appoggiandosi allo schienale della sedia e stando in silenzio. Zio Hiroshi sospirò a lungo, per poi iniziare a raccontare "Io e Max Weyner ci conoscemmo quando avevamo più o meno la vostra età, anzi eravamo ancora più giovani; vivevamo entrambi in Giappone, ed eravamo arrivati contemporaneamente qui a Fujisawa; eravamo due giovani alti, sportivi e determinati, ed è inutile dirti che a scuola facemmo subito furore; credo tu abbia presente la situazione di Genzo e degli altri adesso, e allora era così: orde di ragazzine urlanti, che ci seguivano ovunque e speravano in un nostro sorriso; e, come voi, anche noi avevamo una compagnia enorme e molto affiatata, che viveva qui a Fujisawa lungo questa via; oltre a me e Max, che allora eravamo amici del cuore, c'erano Kazou Wakabayashi, Yashino Mamoru, Misaki e il futuro comandante Oozora; c'erano anche le ragazze, cioè le future mogli di questi ragazzi, e ogni tanto veniva a farci visita anche il padre di Franz Schester, Hans Schester, che era corrispondente di sua madre, anche lei di Fujisawa. E poi.....poi c'erano le sorelle Wolfbach. Vostra madre Harumi, Hiromi, la madre di Angel, la piccola Yoyara che sposò nostro figlio, la mamma di Hideaki insomma; e poi c'erano le loro cugine, Sayaka e Sayara, gemelle per nascita ma non geneticamente, nel senso che erano nate lo stesso giorno e si assomigliavano tantissimo, ma avevano madri diverse, che però erano sorelle; quasi come....come te e Angel, Jody". La ragazza rabbrividì "Vuoi dire che....che i genitori di tutti i miei amici.....erano la tua compagnia? Che io sto vivendo la storia già vissuta della vostra gioventù?" chiese con amarezza. Suo zio scosse il capo "Non devi pensarla in questo modo tesoro, ti prego. Comunque, la nostra compagnia era allegra e spensierata almendo quanto la tua, e vivevamo sereni la nostra giovinezza, una volta andammo a trovare tutti insieme Hans Schester, il corrispondente della nostra amica Hayomi Galway, metà giapponese e metà Irlandese, e conoscemmo anche i genitori delle tue amiche tedesche, Allenby, Aly, Alex; e le sorelle Wolfbach ci rivelarono il loro segreto, rivelandoci che loro padre era il Granduca di Baviera, o se vogliamo dirla così il principe di Baviera; ci invitarono a stare qualche giorno nel loro castello, e io e Max venimmo presentati al Granduca; all'epoca infatti io ero già seriamente innamorato di Hiromi, mentre Max corteggiava la madre di Angel; il Granduca all'inizio non ne volle sapere, ma poi ci accettò poichè le nostre famiglie erano molto ricche e potenti in Giappone, e anche lui aveva sposato una Giapponese a suo tempo; tua madre per questo si definiva Giapponese a sua volte, Jody". La ragazza appariva spaesata, ma l'uomo continuò senza darle tempo di fare domande "Max poi era di origine tedesche, i suoi genitori erano arrivati in Giappone quando lui aveva solo pochi mesi ma comunque il ragazzo era e si considerava tedesco; il Granduca valutò la situazione, e decise che, avendo lui solo figlie femmine, il ruolo di erede e capofamiglia, concetto molto simile a quello che abbiamo noi qui in Giappone, sarebbe andato al più meritevole di noi due; credo che fu a questo punto che tuo padre iniziò a cambiare: accecato dal desiderio di potere, cercò in tutti i modi di avere un'erede per dimostrare di essere lui il più degno. Non era più il Max che conoscevo io, altrimenti si sarebbe reso conto che il titolo per me non contava nulla; ma la sorte non seguì i suoi desideri: io ebbi un figlio maschio, mentre lui non aveva ancora eredi. Quando mio figlio aveva ormai quindici anni, Max capì che se non avesse avuto un erede al più presto sarebbe stato tagliato fuori; siccome aveva il forte sospetto che sua moglie fosse sterile, chiese a vostra madre di prestarsi all'inseminazione artificiale per dargli un'erede; tua madre aveva avuto una storia sentimentale controversa; aveva conosciuto un Giapponese di nome Seto e se n'era innamorata, ricambiata; ma il ragazzo non era di origini ricche, e tuo padre si rifiutò quindi di accettarlo; Seto era......un lontano parente di Kazou Wakabayashi, e fisicamente assomigliava molto a Genzo". Jody spalancò gli occhi: anche questo....sua madre si era innamorata di una copia di Genzo, o meglio lei si era innamorata di una copia dell'uomo che sua madre aveva amato.....nella sua vita non c'era dunque nulla di originale, di suo? "Quell'uomo....era il padre di Yu" stavolta fu il ragazzo a spalancare gli occhi "Lei non accettò il rifiuto del padre e ebbe un bambino, Yu; ma Seto morì poco dopo in un incidente, e la poveretta cadde in disgrazia; suo padre l'aveva diseredata e non la voleva più vedere, lui non aveva famiglia e lei si trovò con un bambino da crescere e senza soldi. Noi volevamo aiutarla, ma Max vide nella disgrazia di vostra madre la sua ultima possibilità; lui aveva un'enorme casa a Brema, dove viveva con la moglie, e vi accolse con calore la donna e il suo bimbo, promettendo che avrebbe fatto di tutto per aiutarli; lei gli era così grata che, quando lui le fece quella richiesta orribile, lei si sentì in dovere di accettare. E qui viene l'unico punto buono della vicenda: nascesti tu, Jody". La ragazza trattenne lacrime di rancore e rabbia, e l'uomo continuò "Ma lo stesso giorno nacque Angel, e tuo padre si affrettò a scaricarti come un fardello indesiderato; Harumi era morta di parto, aveva appena fatto in tempo a darti un nome, Jody appunto, e poi ti aveva lasciato, così come aveva lasciato Yu. Essendo nata Angel, la presenza di Jody si rivelò imbarazzante per tuo padre, che ti spedì da parenti lontani e a noi disse che eri morta anche tu; scoprimmo solo due anni dopo che esistevi e non potemmo fare nulla, perchè la custodia l'aveva sempre tuo padre. Nel frattempo Yu si era ritrovato solo, senza madre nè sorella, nella casa di Max; avevi appena un anno, quindi non ricordi, ma la madre di Angel voleva tenerti con sè e crescerti come un figlio. Max avrebbe anche accettato, perchè un figlio maschio della sua famiglia era un punto di forza per la sucessione, ma siccome era figlio di Harumi e ricordava al mondo cosa le aveva fatto, era una presenza scomoda; mio figlio e sua moglie non permisero che il ragazzino fosse scaricato come era stato fatto con la sorella e lo presero con loro. E' cresciuto serenamente, dimentico di ciò che gli era accaduto, senza sapere che sua sorella vagava per il mondo da quando era nata; non glielo abbiamo mai detto perchè.....se ne sarebbe andato infuriato a riprendersela, e Jody non sapeva ancora nulla.....e poi, quando avevi tredici anni, tuo padre ti riprese con sè, e sei mesi dopo ti disse chi eri.....chi era tua madre, chi era Angel; so che l'hai odiato, ma la gioia di avere una famiglia ha vinto quel sentimento...." "....che però è tornato subito ad affacciarsi quando Angel è morta" completò mestamente la ragazza; suo zio annuì, e lei sospirò, appoggiando entrambe le mani aperte sul tavolo "Quindi ora che volete che facciamo?" domandò in tono stanco, ma suo zio scosse il capo "Aspetta, non ho ancora finito; quando venne il momento di nominare un erede, tuo nonno si infuriò molto con Max per ciò che aveva fatto a sue figlie e ai suoi nipoti; tu dispersa chissà dove, Yu affidato agli zii, vostra madre....beh, insomma si adirò molto con lui e giurò che non gli avrebbe mai affidato nulla delle sue terre, nè il titolo nè altro; Max la prese piutto sto male, e iniziò a studiare un modo per tornare nelle grazie del vecchio; per prima cosa cercò di riprendersi Yu, ma noi glielo negammo; non aveva alcun diritto su di lui, per fortuna, ma questo non valeva per te, Jody.....e lui iniziò a cercarti, seguendo la traccia per i vari paesi in cui avevi vissuto; e, a tredici anni, ti trovò e ti portò via con se; tuo nonno fu molto contento della cosa, e pensò che Max avesse compreso il suo errore e volesse rimediarvi. Si sbagliava; Max cercava solo il potere". Jody afferrò i bordi del tavolo con forza; anche quel gesto....quell'unico gesto che lei credeva in padre avesse fatto con amore.....era stato dettato dai soldi, dalla sua fame di potere e denaro; sentì le forze venirle meno "Ora basta. Credo sia fin troppo per lei da sopportare" disse decisa una voce accanto a lei; ma non era stato Yu....era stato Karl, e lei lo fissò stupita per qualche secondo, mentre suo zio scuoteva il capo "So che è duro, ma dovete sapere; e Jody queste cose le ha vissute in prima persona, ragazzo, quindi credo possa sopportare; tutto andò liscio per qualche mese, finchè tuo padre, cercando un po' di potere in più, non cercò di imparentarsi con una delle famiglie più in vista di Brema, quella di Richard, e sapete bene come: usando Angel.....e da lì è successo quel che tutti sappiamo. Dopo quell'episodio, vostro nonno si adirò veramente tanto con Max, e nominò me come suo erede; io però accettai solo il titolo di capofamiglia,che mi permetteva di accogliervi qui e aiutarvi; dissi che non ero suo figlio, e se proprio voleva un erede doveva cercarselo nella sua famiglia; lui lo fece, ma sue figlie non avevano mai voluto il titolo e non cambiarono idea; per questo...." "Si interruppe, sospirando e fissando con dolore i tra ragazzi davanti a lui "Per questo ha rivolto la sua attenzione ai nipoti" disse in tono spento "E per questo" intervenne Hermann "Io sono qui"; Jody, Yu e Karl lo fissarono come inebetiti, capendo cosa voleva dire ma non volendo crederci "Lei vuole dire" chiese la ragazza, e una nota di incredulità vibrava chiara nella sua voce "Che è qui per valutare chi di noi sia più adatto ad ereditare il titolo?" "Precisamente; anche se devo dire che il Granduca ha già idee precise al riguardo; comunque, ora io ho di fronte i candidati, e...." "E, mi scusi" lo interruppe ancora la ragazza, ora con un tono rabbioso e incavolato "In che modo il qui presente Karl Heinz Schneider rientra tra essi? Se non sbaglio è solo figlio adottivo di mio padre, e sua madre non è una delle sorelle Wolfbach...." "Ma è loro cugina" spiegò l'uomo, imperturbabile alla protesta "E porta anch'essa il cognome di Wolfbach; certo, il suo divorzio e il suo sucessivo matrimonio con Max Weyner non l'hanno messa nelle grazie di sua Signoria, ma il ragazzo è comunque suo figlio e quindi un possibile erede". Si interruppe per estrarre dalla borsa alcuni fogli bianchi, poi riprese "Allo stato odierno, gli eredi candidati sono quattro; lei, signorina Jody, il signorino Yu, il signorino Karl e il signorino Hideaki" "Lasci Hideaki fuori da questa storia !!!!!" esclamò Jody balzando in piedi "Posso anche credere a questa storia assurda, ma Hideaki ha già perso entrambi i genitori ed è troppo piccolo.....non permetterò che lo tiriate in mezzo, magari con la pretesa di educarlo a essere un buon Granduca !!!!". Suo zio e Hermann la fissarono, il primo con dolore e dispiacere dipinti sul volto, il secondo come al solito imperturbabile; e fu lui a dire, in tono freddo e distaccato come se stesse facendo un'osservazione sul tempo "Di questo non si deve preoccupare, signorina; dovete sapere che, fino a un paio di anni fa, la prescelta per il titolo pareva essere la signorina Angel che, pur essendo una ragazza, ricordava al Granduca le sue figliole; poi però venne portato alla sua attenzione che c'erano altri candidati, e il Granduca si trovò in preda a  un atroce dilemma.....dilemma che si aggravò con la sfortunata morte della signorina Angel". Jody scattò indietro, esclamando "Volete dire che mia sorella, prima di morire, sta per divenire....divenire...." "L'erede al trono dei Granduchi di Baviera, esatto" terminò Hermann con un sorriso; Jody respirò forte per un paio di secondi, fissandolo come se fosse stato una tarantola, poi i suoi occhi parvero coprirsi di nuvole scure "Lasciateci in pace !!!!!!!! Date quel cavolo di titolo a conti o ai marchesi di quello stupido di principato, o a chi diavolo vi pare, ma lasciateci in pace !!!!!!!!!". I due ragazzi xhe le stavano seduti affianco la fissarono, vedendola racchiusa in se stessa e sulla difensiva come mai era stata "E poi !!!!!!" urlò ancora la ragazza, volendo distogliere a tutti i costi l'attenzione dal suo presunto titolo ereditario "Se dobbiamo svelare tutti gli altarini, che cavolo voleva dire Genzo dicendo che Meimi doveva restare????????? Tu hai ammesso che aveva ragione, zio, ma in merito a cosa????????  E perchè la zia sussulta ogni volta che la vede????". Suo zio si passò una mano sul volto, e i suoi occhi avevano un che di disperato "Meimi è....vostra lontana cugina; so che può sembrare impossibile, ma la famiglia dei Wolfbach era molto estesa, e molte sorelle e cugine giunsero qui in Giappone.....Mai,  la madre di Meimi, era una cugina minore, figlia di un lontano cugino di vostro nonno; lei...ecco, si innamorò del padre della  ragazza e rimase incinta prima del matrimonio, che comunque non avvenne mai; tuo nonno si infuriò con lei a tal punto che la ripudiò dalla famiglia, e la ragazza era così disperata, anche perchè l'uomo che amava era destinato a sposare un'altra, che prese una macchina e si lanciò contro un muro. Meimi fu salvata in extremis". Jody guardò incredula lo zio "Ma....ma che razza di famiglia è la nostra? E con tutto questo vorresti dire che...che Karl e Meimi sono...miei cugini? Ma...ma è impossibile !!!!!"

Ma in realtà non era così, riflettè Yu osservando la sorella e il ragazzo che le sedeva al fianco; se tutto questo era vero, si spiegava benissimo il colore dei capelli di Meimi, e anche l'incredibile somiglianza degli occhi di Jody e di Karl.....somiglianza che lui aveva notato solo ora, ma che ad altri non doveva essere sfuggita, primi tra tutti ai due ragazzi, che infatti si scambiarono un'occhiata di stupito riconoscimento "Non è nemmeno per metà suo fratello, ma le assomiglia più di me....." pensò con un attimo di tristezza il ragazzo, per poi dire a voce alta "Quindi gli eredi alla sucessione al titolo sono più di quanti voi abbiate detto; se non faccio male i conti, ora come ora siamo in....cinque; Meimi compresa". Jody gli lanciò un'occhiata stupita, mentre Hermann stringeva le labbra con astio "La signorina Maehara non è citata nelle volontà di vostro nonno riguardo alla sucessione; come vi ho detto, sua madre è stata ripudiata dalla famigia, e...." "CHE SIGNIFICA ?????" saltò su Jody, accendendosi dalla rabbia "ANCHE LEI E' SUA NIPOTE, NON E' COSI'? E' MIA CUGINA, E NON VI PERMETTO DI FARE COME SE LEI NON ESISTESSE......GIA' TROPPI HANNO FATTO QUESTO !!!!! L'AVETE TRADITA, ABBANDONATA E IGNORATA PER SEDICI ANNI, MA NON VI PERMETTERO' DI CONTINUARE A FARLO !!!!! VOLETE CHE NOSTRO NONNO GIUDICHI QUALE TRA NOI E' PIU' DEGNO DI ESSERE SUO EREDE???? BENISSIMO !!!! MI SEMBRA UNA GRANDE PRESA IN GIRO, MA CI SOTTOPORREMO A QUESTO ESAME, TUTTI E QUATTRO: IO, YU, KARL E MEIMI !!!! ESATTO, ANCHE MEIMI,  A HIDEAKI NON DIRETE NULLA, SONO STATA CHIARA???? NON VI PERMETTO DI ROVINARE ANCHE LA SUA VITA COME AVETE FATTO CON LE NOSTRE !!!!!!!!". Si risedette, con un fiero cipiglio sul volto, e tutti la fissarono; Karl e Yu con ammirazione, Hermann con insofferenza appena accennata per la testardaggine della ragazza, suo zio con dolore e disperazione negli occhi; lentamente, l'uomo scosse il capo "Credo che non sia necessario nulla di tutto ciò, anzi, che il problema non si ponga nemmeno"; tutti e tre i ragazzi lo fissarono con sospetto "E con questo che vorresti dire....zio?" chiese Karl, schierandosi per la prima volta dalla parte dei cugini, o almeno gli avevano detto che quei due erano tali per lui......e Jody quasi sua sorella....scosse il capo, decidendo di pensarvi più tardi; era troppo complicato da accettare tutti in una volta, e li davanti ne aveva di cose da accettare, oltre a quelle.....poi, una rivelazione gli giunse, improvvisa e sicura "Ah, certo" disse, prima che uno dei due uomini davanti a lui potesse dire qualcosa "La cosa si spega facilmente ponendo che il signor Hermann sia stato mandato qui col pretesto di esaminarci, ma che in realtà la decisione sia già stata presa, e l'erede già deciso....e a questo punto verrebbe da chiedersi chi sia, ma anche a questo proposito credo di non avere più dubbi...."; Jody gli lanciò un'occhiata sorpresa, chiedendosi cosa intendesse, e così non vide Hermann che sospirava e iniziava ad annuire lentamente, fissandola per qualche secondo coi suoi occhi gelidi "In effetti, il Granduca ha osservato da distante le vostre vite fino ad ora, e la sua decisione, come pare ovvio, era inizialmente caduta su Angel Weyner, l'unica di voi ad essere sua nipote diretta" lanciò una breve occhiata a Karl, che però non diede segno di essersela presa "E ad essere precisi, l'unica vissuta in Germania; ma poi.....anche voi siete stati portati uno alla volta alla sua attenzione, e il Granduca ha capito che forse la scelta non era così definitiva....anche se Angel rimase sempre la candidata numero uno; ma poi successe ciò che tutti sappiamo, e sua signoria si trovò a dover scegliere un altro erede.....e credo che colui sul quale è ricaduta la scelta sia pressochè ovvio....". Di nuovo i suoi occhi si posarono su Jody; e così fecero quelli di suo zio, di Yu e di Karl;e la ragazza, che finalmente aveva capito cosa stava accadendo, li fissò ad uno ad uno con aria incredula "Non è  possibile..." sussurrò in tono flebile, mentre i suoi occhi azzurri incontravano quelli identici di Karl e vi leggevano l'agghiacciante conferma dei suoi timori, non lasciandole altro da dire che un ultima, disperata,  protesta "Voi non potete farmi questo....."

 

 

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E finalmente rieccoci col tanto atteso capitolo 29 !!!!!!!!!!!!!!! scusate, scusate e ancora scusate se ci ho messo così tanto, ma mi è successo veramente di tutto. Sono tornata dalle vacanze il 31 agosto e ho trovato il pc che non ne voleva sapere di funzionare, anzi nemmeno di accendersi…… e quando ha deciso di farlo di nuovo, aveva cancellato tutto, e non avevo word, cosa che mi impediva di aggiornare la ff….ora sto lavorando dai pc dell’università, ma siccome ho ricominciato solo questa settimana non ho potuto provvedere prima….spero che mi perdonerete !!!!! E ora passiamo a un po’ di commenti…

Forse giudicherete un po’ esagerata la storia, a questo punto; a parte il fatto che la famiglia di Jody e Yu è diventata talmente complicata che nemmeno loro ci capiscono più nulla, in quanto senza nemmeno saperlo Karl e Meimi sono sempre stati loro cugini, e formalmente ora Karl è fratello di Jody, è anche venuto fuori che sono gli eredi dei Granduchi di Baviera…ehm…forse ho esagerato davvero, però l’idea l’avevo in testa da un po’ e mi pare che inserita nel contesto non stoni poi tanto, e pone i nostri eroi di fronte a nuove e interessanti problematiche. Infatti Jody ancora non lo sa, ma la sua scelta come erede implicherebbe il fatto che lei dovrà crescere in Baviera…e altre novità sono all’orizzonte…..comunque, aspetto vostri commenti sulla faccenda. Ci tengo a precisare che è una completa invenzione, non mi ricordo nemmeno il titolo dei signori di Baviera; è una storia puramente fittizia, e anche questo dato lo è. Ho scelto la Baviera perché ci sono stata molte volte ed è una terra che adoro, stupenda e indescrivibile, e poi è utile ai fini della storia. Il Bayern Monaco, la squadra della città di Monaco, capitale della Baviera, è la squadra dove gioca Karl………Voglio poi ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia, grazie di cuore, i vostri commenti mi spingono ad andare avanti e ad inventare sempre nuove sorprese !!!!

 

Fedechan: Grazie davvero, e non ti preoccupare. Jody, Genzo, Karl e company ci faranno compagnia ancora molto a lungo…infatti ho in previsione, fra un po’, anche un seguito per questa storia…ma non vi dico nulla, per non rovinarvi la sorpresa

 

Mysticmoon: Un milione di ringraziamenti, cercherò di aggiornare tempestivamente per non crearti scompensi emotivi !!!!

 

Baby Bond: per quanto riguarda le cose tra Izawa e Allenby non c’è ancora niente di certo, all’orizzonte. Come vedi i due vanno molto d’accordo, quasi come tutte le altre coppie che vivono intorno a loro, ma sembra quasi che il loro rapporto basti così com’è ad entrambi. Però, non appena Karl si è presentato come minaccia alla serenità della ragazza, hai visto come lui si è prodigato a difenderla….chissà cosa ci riserverà il futuro !!! Comunque non disperare, prima o poi qualcosa succederà !!!!

 

Elisa: Mille grazie, è bello avere lettori così affezionati…..la prima versione, per chi se lo sta chiedendo, prevedeva i nomi in italiano, ma all’ottavo capitolo il mio cuore non ce l’ha fatta più a reggere tutti quegli assurdi Patty, Holly, Benji…..anche perché l’uso dei nomi originali mi permetteva di giocare con l’usanza giapponese del chiamare la gente per cognome in segno di rispetto e, solo nel caso ci fosse una grande intimità tra i due, per nome, come si è visto nei dintorni del decimo capitolo.

 

Darkalex: Eh, lo so, il capitolo 12 è una sorpresa….anche per me lo è stata, perché finchè non l’ho scritto non sapevo minimamente che Jody e Genzo si sarebbero fidanzati ufficialmente…che strana la vita !!!!!

 

Oby86: carissima, ecco qui un altro capitolo che spero ti piaccia come i precedenti; lo so che l’entrata in scena di Karl è stata brutale e improvvisa, anche per i personaggi (Se guardi bene, infatti, Jody appena ha realizzato chi era l’ha picchiato), ma era proprio l’effetto che volevo, cioè un ennesimo tentativo del padre di Jody di stravolgere la vita della figlia, e stavolta in modo decisamente cattivo e inaspettato. Il fatto che il presunto nuovo fratello sia una persona così famosa nella serie….beh…a me Schneider è sempre piaciuto, soprattutto nel manga, e avevo avuto fin dall’inizio intenzione di utilizzarlo…comunque la sua parte d’ora in poi sarà molto importante, ma sarà soprattutto nel seguito di Angel’s Tears che lui emergerà veramente….ma su questo non dirò altro. Riguardo a Genzo…verissimo, Sanae ha ragione, ma quella frase si adatta perfettamente a quasi tutti i personaggi maschili di questa ff. Infatti, a parte Izawa, tutti quelli che servivano in quel momento, Genzo, Taro, Tsubasa, dov’erano? A giocare a calcio. Ma vi pare possibile ????? Un bacio. Alewen

 

Moki – chan: Scusa per il ritardo ed ecco il capitolo. Aspetto con ansia un commento

 

Sakura – chan: Idem come sopra. Recensite e ditemi se mi sono spinta troppo in là, questa volta. Eh eh

 

Una domanda. Ma nessuno oltre a me ha il dubbio che Genzo non sia poi molto contento del fatto che Karl possa stare così vicino a Jody? In fin dei conti non è affatto suo fratello, ma solo suo cugino……

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Capitolo 31
*** Capitolo 30: Così lontani, così vicini ***


Capitolo 30: Così lontani, così vicini

Capitolo 30: Così lontani, così vicini

 

Karl entrò in silenzio nella grande sala al terzo piano che Hiroshi Tachikawa gli aveva indicato; nell'aprire la porta, sentì una musica triste e dolcissima provenire dall'interno "Elisa" pensò, riconoscendo la voce dell'artista. La canzone stava finendo, e il lettore cd era programmato per farne partire subito un'altra, anch'essa dal ritmo lento e triste. Il ragazzo chiuse la porta dietro di sè, volgendo lo sguardo lungo la sala. Lei era lì. Ora era immobile, ma si capiva che stava aspettando il suono della musica. E questa partì, portando nelle sala dolcissime note di pianoforte dall'aria melanconia; poi, ad esse si unì la voce, e la ragazza iniziò a muoversi; le braccia, le gambe, il corpo, tutto si muoveva in perfetta armonia con la musica, interpretantola, rendendola propria, rendendola viva; i passi non avevano importanza, lei stava danzando ciò che sentiva dentro, stava mettendo se stessa in quella canzone. Karl rimase immobile a guardarla, incredulo che la danza potesse apparire così bella, o che qualcuno potesse apparire così etereo mentre danzava; era come....se lei non avesse peso, se una divinità sconosciuta le avesse fatto dono di volare, di incantare gli animi; e intanto lei danzava, danzava e danzava, aumentando il ritmo, rallentando, saltando, vorticando su se stessa, cadendo a terra e rialzandosi, sempre in perfetta armonia; non l'aveva visto, nè lo vedeva ora. Era talmente persa in se stessa da aver cancellato tutto ciò che la circondava. Piegamento, rotazione, salto, atterraggio, di nuovo rotazione.....la musica si sussegguiva, lenta e quasi straziante, carica di rabbia e dolore; improvvisamente, lui seppe perchè aveva scelto quel pezzo; era perfetto per lei, esprimeva tutto ciò sentiva dentro....era perfetto per loro, perchè anche lui si stava perdendo in quella melodia; la seguì estasiato con gli occhi, mentre lei danzava dolcemente sulle ultime note. Poi, la musica cessò, e loro tornarono ad essere due semplici ragazzi pieni di problemi. Lei si fermò, alzando il capo e asciugandosi il sudore, sfinita; prese un asciugamano appoggiato alla sedia vicina, e finalmente lo vide; si fermò a metà del gesto, fissandolo senza espressione "Che ci fai qui?" chiese, quasi in un sussurro. Lui sorrise leggermente "Mi hanno detto che ti avrei trovato qui, e sono venuto a vedere". Lei si voltò, asciugandosi energicamente il volto "Mi pareva di aver chiuso a chiave" si limitò a rispondere. Lui si frugò per un attimo in tasca e ne estrasse una pesante chiave d'ottone, mostrandogliela soddisfatto "Mica ce n'è solo una, di chiave. Zio Hiroshi mel'ha consegnata, dicendomi di venire a dare un'occhiata, perchè avrei capito molte cose. Devo dire che aveva ragione". Lei fermò le mani che tenevano il panno bianco, ma non si voltò "Da quando è diventato 'zio Hiroshi' per te? E, sentiamo, cosa avresti capito?" domandò con voce atona, ma in cui  lui riuscì lo stesso a cogliere una traccia di paura. Sorridendo, si appoggiò alla porta e incrociò le braccia "Che tu hai qualcosa da raccontarmi. E sono portato a credere che sia anche qualcosa di grosso. E che non vuoi essere la principessina di Baviera". Lei si voltò di scatto e gli rivolse un'occhiata fulminante "A parte che mi pareva che il titolo si limitasse a Granduchessa.....certo che non voglio esserlo,vorrei ben vedere !!!! Se fosse capitato a te, avresti accettato di abbandonare il calcio, la scuola, tutti i tuoi amici e il mondo che conosci per andare in un castello freddo e immenso e languirvi per il resto della tua vita? Beh, io non lo farò, puoi starne certo !!!!". Riprese a strofinarsi sul volto l'asciugamano, senza badare al fatto che ormai non ne aveva più bisogno e ci stava mettendo troppa energia, col risolutato di far divenire la sua pelle di un bel rosso irritato. Ed evitò accuratamente di raccogliere l'allusione a quel qualcosa che lei avrebbe dovuto raccontargli. Ma Karl continuava a sorridere "Beh, non posso esserne sicuro non essendoci mai stato, ma credo che, pur essendo un castello enorme, abbia il riscaldamento, sai, l'uomo si è evoluto nel tempo.....e chissà perchè, ma non ti ci vedo a languire in qualsiasi posto tu ti trovi...." "PIANTALA !!!!" esclamò lei arrabbiata, lanciandogli in faccia l'asciugamano. Il ragazzo se lo tolse e ammiccò, divertito "E per quanto riguarda gli amici, più che quelle pazze scatenate che ti trascini sempre dietro credo che ci sia qualcun'altro che rimpiangeresti ben di più, non è vero? Qualcuno con un cappellino rosso e due occhi neri impenetrabili...". Jody strinse i pugni fissandolo con occhi roventi, ma le sue guance si colorarono di un rosso intenso "Non mi pare siano affari tuoi, questi !!!!!". Lui finse di essere molto interessato alle sue unghie "Beh, non so come la vedi tu, ma tecnicamente sarei tuo fratello, e sai, il fatto che tu stia insieme a Wakabayashi...." "NON - SONO - FATTI - TUOI !!!!!!!!! NO PERMETTERO' PIU' CHE QUALCUNO SI INTROMETTA NEI MIEI SENTIMENTI E MI ROVINI LA VITA !!!!!!!!!". Si fissarono, attoniti, per un secondo, lui non più sorridente e incredulo, lei con una mano sulla bocca e l'aria di chi sa di essersi appena tradito. I secondi trascorsero, lentissimi, inesorabili, mentre due paia di occhi azzurri estremamente simili si fissavano. Poi Karl spezzò il silenzio abbassando lo sguardo e dicendo, in tono leggermente triste e quasi dispiaciuto "Beh.....credo che ora mi dovresti raccontare che è successo. Oppure me ne vado e non ne parliamo più". Lei abbassò a sua volta gli occhi e non rispose, e il giovane si voltò e mise la mano sulla maniglia "Va bene, ho capito, me ne vado...." disse semplicemente, abbassandola, ma in quell'istante Jody uscì dal suo stato catatonico "Aspetta !!!!!". Il ragazzo si fermò, in attesa, e lei si fece forza per continuare "Va...va bene. Ti racconterò....tutto. Credo tua abbia il....diritto....di saperlo. Credo di dovertelo....e di doverlo a lei.....". Karl si voltò a fissarla, senza chiedere chi fosse lei. Aveva un vago sospetto al riguardo: quel tipo aveva parlato di una sorella di Jody......che poi era sparita chissà come.....e ora più che mai aveva la certezza che quel chissà come fosse più complicato e doloroso di quanto avesse potuto pensare prima, quando era andato a cercarla. E fu quello a spingerlo a dire "Senti, lascia perdere, credevo che tu volessi semplicemente mettermi in difficoltà lasciandomi all'oscuro del tuo passato, ma ora capisco che ti pesa davvero parlarne.....non serve che ti sforzi per me....." "Ma zio Hiroshi ti ha mandato da me a parlarne, vero? Quindi non credi che tutti pensino che tu abbia il diritto di sapere?" rispose coraggiosamente lei. Karl rimase in silenzio, ammettendo che era vero "Ma devi essere proprio tu a raccontarmi tutto?" chiese piano, tentando in ogni modo di aiutarla. E lei annuì solennemente "Solo io posso dirti come si sono svolte realmente le cose....e perchè ora hai una sola sorella invece di due". Karl spalancò gli occhi, e Jody sorrise lievemente "Sembri lei" sussurrò con voce nostalgica "Anche lei mi guardava sempre a quel modo quando la stupivo.....anche se i suoi occhi tendevano al verde....." un piccolo singhiozzo le ruppe la voce, e mentre lei si copriva il volto con le mani, il grande Kaiser tedesco, l'uomo di ghiaccio, colui che non si faceva mai governare dalle emozioni fece l'ultima cosa che avrebbe mai ritenuto possibile: corse da lei e l'abbracciò, stringendosi la testolina bruna al petto e sussurrando in tonodi conforto "Avanti piccola, avanti, non piangere, oppure non dormirò pensando di averti fatto soffrire....e Wakabayashi come minimo mi staccherà il collo, da quel che ho potuto capire dal modo in cui ti guarda". Lei annuì contrò la sua maglia, sorridendo nonostante tutto "E va bene" sussurrò lui, lasciandola andare "Raccontami tutto, se te la senti. Ma non sentirti costretta a farlo, ok? Interrompiti quando vuoi" "Non qui" sussurrò lei a vice così bassa che lui non capì "Come?" "Non qui" stavolta era sicura; alzò gli occhi che risplendevano di una nuova determinazione, poi allungò la mano e afferrò quella di lui, trascinandolo fuori dalla stanza "Fuori. Devo parlartene fuori. Dove nessuno ci può interrompere". Karl si fece trascinare, stupito e confuso "Ma....non vuoi avere gli altri intorno???? Ti fidi davvero a stare con me da sola????? Non vuoi che ci sia anche Wakab...." "Soprattutto lui non deve vederci, altrimenti si metterà in mezzo pieno di gelosia, e cercherà di impedirmi di parlare, perchè sa quanto questo mi faccia soffrire. Sai, è stato il primo cui abbia detto tutto, da quando sono qui in Giappone....oh, avanti !!!!" lo strattonò, visto che il giovane si era fermato nel sentirla parlare di sofferenza "Posso sopportarla benissimo. Ormai l'ho già affrontata e tu qui sei l'unico che non sappia cosa mi è successo, salvo Meimi". Lui, sorridendo sollevato, non le fece notare che, in mezzo a quel folto gruppo di ragazze scatenate e calciatori incalliti, nemmeno aveva idea di chi fosse quasta Meimi. Jody gli fece scendere le scale, controllò che nessuno li vedesse mentre passavano davanti al salone e sgattaiolò fuori, correndo poi nel parco, finchè la villa non fu nascosta dagli alberi e lui ebbe perso il senso dell'orientamento. Lì, in una piccola radura dall'aspetto misterioso e accogliente, la fanciulla si lasciò cadere  e alzò gli occhi su di lui "Siediti" ordinò in tono che non ammetteva repliche "Sarà una cosa lunga....e benchè io abbia fede nei tuoi nervi di ghiaccio, qualche punto della storia potrebbe metterli a dura prova". Lui, senza ribadire per la prima volta da quando si conoscevano, obbedì e si lasciò scivolare accanto a lei, fissandola. Lei ricambiò l'occhiata per qualche secondo, poi abbassò gli occhi e parve raccogliere le idee e il coraggio per iniziare. Alla fine trasse un grosso sospirò e, decisa, alzò gli occhi, iniziando a parlare velocemente, quasi avesse paura di fermarsi "All'epoca avevo solo tredici anni, quando giunsi in Germania per andare a vivere nella famiglia di quello che avrei scoperto poi essere mio padre......."

 

"...e questo è tutto" concluse un'ora più tardi la ragazza, stringendosi spasmodicamente l'una all'altra le mani e con tracce di lacrime ben visibili sulle guance; ma gli occhi erano chiari e abbastanza sereni quando si alzarono per sondare le emozioni di Karl. Il ragazzo se ne stava in silenzio, con una gamba distesa a terra e l'altra piegata, in modo da poterci appoggiare sopra il braccio. Gli occhi azzurri erano abbassati, e tutto nel suo attegiamento faceva pensare a una profonda confusione mista a incredulità. Jody rimase ad osservarlo pazientemente per alcuni secondi, poi allungò una mano e lo scosse gentilmente ma con fare deciso "Karl?" lo chiamò, per risvegliarlo da quel torpore. Lui si riscosse e alzò gli occhi, posandoli su di lei e notando il suo tremulo sorriso e i segni delle lacrime sulle guance. Rimase ad osservarli per un po' "Hai pianto" disse con una strana voce incolore "Lo sapevo che non avresti dovuto parlarne". Lei scosse il capo "Ho sofferto molto di più quando è successo....o quando ho dovuto raccontarlo per la prima volta. Ed era giusto che tu lo sapessi da me". Lui annuì lentamente. Sembrava in trance "E così....." iniziò a dire, come cercando di afferrare i pensieri che gli saettavano veloci nel cervello ".....avevo una sorella di nome Angel e l'ho perduta prima ancora di conoscerla". Lei sorrise "Non so se a questo punto conti il fatto che avevi un'altra sorella...." "DANNAZIONE !!!!!!!" esclamò lui all'improvviso, calando la mano chiusa a pugno sulla gamba e mostrando due occhi talmente fiammeggianti di rabbia che Jody si ritrasse senza volerlo, spaventata "Come, COME ha potuto fare una cosa simile alle sue FIGLIE??? Come hanno potuto PERMETTERE che lo facesse???? E tu !!!!!" la guardò con una tale serietà che la ragazza sussultò "Come hai potuto SOPPORTARLO ????? Come hai fatto a non spezzarti sotto il peso dei suoi delitti ?????". Jody lo fissò, come in sogno. Nello sguardo di Karl c'erano non solo grande sgomento e indignazione, ma anche....una viva simpatia nei suoi confronti, forse un po' troppo vicina alla pietà, ma che indicava comunque che per la prima volta egli la vedeva veramente come una sorella, una cugina o qualcuno che aveva subito tali ingiustizie da risultare simpatico ai suoi occhi, che di ingiustizie simili ne aveva appena subite parecchie. Meditò per un po' sulla risposta da dargli, a capo chino e mordendosi il labbro, poi scosse le spalle in un gesto che indicava ignoranza "All'inizio ho sopportato per Angel. Perchè glielo dovevo......lei....si era uccisa per lasciarmi vivere felice con Richard; anche se avessi voluto lasciar perdere tutto e.....seguirla...." deglutì "Il pensiero che lei voleva che io continuassi a vivere era abbastanza per fermarmi e farmi andare avanti. Lei aveva dato la sua vita per me, certo non c'era nulla di così terribile al mondo che io non potessi sopportarlo; certo, lei non immaginava che a quel punto quella vita, intendo una vita felice insieme a Richard, per me a quel punto era insopportabile....e così, quando tentarono di impormela, cioè quando mio padre disse che ora ero io la sua erede e come tale il fidanzamento toccava a me.....". Karl sbarrò gli occhi, incredulo che qualcuno potesse osare tanto. Jody scosse leggermnte il capo in un gesto assente "Sono scappata; mi odiavo, sapevo di tradire la memoria di Angel ma....non ce la facevo più. Tutti credevano che io dovessi far finta che non fosse successo nulla, e io dovevo farlo....dovevo fingere che la perdita di una delle poche persone che mi aveva amato per ciò che ero veramente non mi aveva toccato. Assurdo" commentò, quasi stesse parlando con qualcuno che non era della stessa opinione, ma Karl non intervenne. Era troppo sconvolto, e ansioso di sapere che era successo poi "Giunsi qui. E qui...qui gli zii mi hanno accolto come se fossero realmente felici di avermi con loro. Zia Hiromi è come una mamma, la madre che non ho quasi mai avuto....e zio Hiroshi è un padre vero, il padre che ho sempre desiderato, e che invocavo nelle notti silenziose dopo la morte di Angel, quando piangevo chiusa in camera......invocando che qualcuno mi portasse via da lì......qui ho trovato un cugino che non vedevo da anni, e un fratello che non sapevo d'avere, e anche un nuovo, dolcissimo fratellino" gli occhi le si addolciroso mentre pensava ad Hideaki "Ho trovato dei veri amici, prima Sanae, poi i ragazzi della squadra; Mamoru, così gentile e servizievole; Taro, così dolce e pronto ad ascoltare; Tsubasa...." una breve risata le uscì dalle labbra "Che con la sua ingenuità rendeva allegre le mie giornate. Poi Yayoi, Yoshiko, Hikaru, Jun....e poi le ragazze"; gli occhi azzurri divennero lucidi, ma lei li puntò comunque sul voltò di Karl e disse, in tono leggermente accusatorio "So che tu non le consideri granchè, soprattutto Alex e Allenby, ma ti avverto: quelle sono le mie migliori amiche, mettersi contro di loro vuol dire mettersi contro di me. Sono state loro a starmi accanto in quei momenti terribili, a osservarmi in silenzio, a capire che avevo bisogno di sfogarmi ma a rispettare la mia decisione di non parlarne. E sono stata io a tradirle". Le lacrime scesero, mentre confessava quello che per lei era un enorme delitto che pesava sulla sua coscienza "Io ero il capitano, la loro guida, e la loro amica....avevamo giurato di essere sempre insieme.....e invece io sono scappata, impedendo loro di aiutarmi, senza rendermi conto che anche loro soffrivano quasi quanto me, ma non lo dimostravano per aiutarmi....le ho abbandonate così, senza una parola di spiegazione, maledicendomi per ciò che stavo facendo ma senza voltarmi indietro per chiedere scusa o tornare da loro". La voce le si spezzò, e la ragazza rimase in silenzio a fissare l'erba verdissima del prato, mentre lui la scrutava con occhi guardinghi. Che stava cercando di dirgli? "Ma loro....loro non mi hanno abbandonato" riprese dopo un po' lei con voce debolissima "Benchè lo meritassi....benchè non fosse degna di loro.....vennero qui. Arrivarono di corsa, lasciandosi alle spalle le loro famiglie, le loro case e tutta la loro vita fino a quel momento, solo per me. Mi cercarono ovunque, poi giunsero qui. La prima fu Allenby" gli occhi lucidi tornarono a posarsi su di lui "L'Allenby che tu disprezzi tanto. Arrivò qui e mi costrinse ad affrontare la realtà. E poi, sapendo che avevo bisogno d'aiuto, chiamò le altre. Loro....sono la cosa più bella che il cielo potesse darmi, e io non permetterò a nessuno di fare loro del male. Quindi ti avverto...." puntò un dito accusatore contro di lui, ma inaspettatamente Karl allungò il braccio e afferrò quella mano levata verso di lui, in un gesto dolce e comprensivo. E quando lei alzò due occhi meravigliati dalle loro mani unite al volto di lui, le rivolse un sorriso carico d'affetto "Lascia perdere.....non ho intenzione di fare loro del male. Ciò che mi interessa ora è sapere se tu stai ancora male. Continua". Jody ci mise qualche secondo a realizzare il significato di quelle parole, e quando questo le arrivò al cervello lanciò al ragazzo una lunga occhiata indagatrice. Poi abbassò lo sguardo e riprese a parlare "Beh.....così le ragazze vennero qui e io affrontai il mio passato, raccontandolo anche a Sanae e agli altri. E ricominciai a vivere qui, insieme a loro......io e le ragazze fummo selezionate da una squadra di pallavolo, e nel tempo libero facevamo le manager....e....beh, a parte un episodio quest'estate, la mia vita andò avanti tranquilla fino....fino....ad ora" concluse frettolosamente, cercando di non far notare il rossore sulle guance e l'aria colpevole per aver saltato grossi pezzi del racconto nell'ultima parte. Ma Karl non si fece fregare "Vuoi dire fino a quando non sono arrivato io. Beh, devo ammettere che il nostro primo incontro non è stato dei migliori...certo che in fatto di pugni sei messa mica male....." disse massaggiandosi la mascella, e lei sorrise con aria di scusa "Dove diavolo hai imparato? E si può sapere che ti avevo fatto per ricevere una simile accoglienza???". Il rossore sulle guance di lei era evidentissimo "Ecco..." biascicò incerta "Intanto ho studiato arti marziali....e per quanto riguarda....quel giorno..... alzò due occhi così carichi di rimorso che lui per poco non scoppiò a ridere "Ero al limite....avevo appena finito di sentirmi dire da mio padre che il mio nuovo fratello era stato mandato a riprendermi....poi ho sentito le urla di Allen e ti ho trovato lì....credo che tutto questo fosse semplicemente....troppo.....da sopportare....e ho reagito di conseguenza. Scusami.....": Il ragazzo le rivolse un'occhiata a dispetto di tutto ammirata "Beh, devo dire che hai un metodo efficace per scaricare i nervi.....spero solo di non doverlo sperimentare spesso....senti, mi pare che tu abbia leggermente glissato su alcuni aspetti della questione. Ad esempio" sorrise mentre lei sgranava gli occhi e alzò l'indice a numerare gli episodi che elencava "Come hai conosciuto così bene la squadra di calcio giapponese. O come tu e la loro manager siete diventate così amiche. O quell'imprevisto durante l'estate....e l'arrivo delle tue amiche". Tre dita erano ormai alzate e Jody arrossiva sempre di più, mentre lui metteva a nudo tutti i punti che aveva voluto evitare "Oppure come hai reagito quando hai saputo che tuo padre si era risposato, visto che credo tu non sia stata buona e zitta in quell'occasione. O ancora" il quinto dito si alzò, e il sorriso del ragazzo si fece malizioso ed enorme "Come hai fatto a passare la crisi che ti ha colpito in pieno quando è arrivata Allenby. O meglio, chi  ti ha aiutato a passarla". Il voltò di Jody era ormai in fiamme, co una sfumatura violacea molto interessante, e Karl la fissò divertito mentre pazientemente aspettava una risposta. Lei sospirò forte, una, due, tre volte, poi alzò due occhi ardenti, quasi a raccogliere la sfida "E va bene !!!!" sbottò indignata "Non sapevo che il grande Kaiser tedesco fosse un tale curiosone....allora: le ragazze non sono arrivate tutte insieme; prima è arrivata Allenby, poi Alex e infine Kay e Aly. E ad ogni nuovo arrivo io dovevo affrontare qualcosa. Però...." si interruppe, mentre il rossore sulle sue guance tornava vivo "Non trovo giusto doverti rivelare tutto io. Queste cose sono troppo imbarazzanti....forse farei meglio a spedirti Franz e Taro per sapere il resto...." fece per alzarsi, ma la mano di lui, che ancora teneva la sua, glielo impedì "Eh, no, cara sorellina. Ora stai qui e mi racconti tutto. Iniziamo da quando sei arrivata qui". Lei lo fissò, furente, e con un gesto secco ritrasse la mano e si alzò decisa in piedi, facendo per allontanarsi. Ma al secondo passo la sua gamba, che aveva sforzato notevolmente mentre ballava e si era intorpidita mentre era seduta sull'erba, cedette. E la ragazza incespicò e cadde, con un gemito di dolore, mentre Karl spalancava gli occhi e si lanciava, senza nemmeno alzarsi del tutto in piedi, sul tappeto erboso della radura, cercando di fermare la sua caduta. Ci riuscì, e per qualche secondo i due rimasero immobili in una posizione ridicola, lui mezzo sdraiato per terra con le braccia levate a tenerla e lei, con una mano di lui sulla pancia e l'altra sulla gamba, sospesa a metà tra terra e aria. La situazione sarebbe stata quasi ridicola, se loro due fossero stati altre due persone, e se la loro vita fosse stata diversa...la vita di due ragazzi normali, come tanti ve n'erano al mondo, fatta di divertimenti, amori, amicizie, gioia....non dolore, non perdite e lacrime.....i ragazzi di solito non imparano a sedici anni quanto dura può essere la vita...ma quelle due paia di occhi azzurri, che ancora una volta si incontrarono in quel momento in preda alla confusione, dimostravano che invece loro l'avevano ben capito, cosa voleva dire stare al mondo. Quanto dolore, quanta sofferenza questo comportava. "Karl...." sussurrò Jody, mentre una lacrima scendeva a rigarle la guancia e cadeva poi su di lui; stranamente, anche il ragazzo sentì una traccia umida sul proprio volto "A....assurdo...." sussurrò, chinando il capo "Perchè anch'io sto piangendo????" chiese, quasi con rabbia. Lei scosse il capo "Non lo so, Karl" disse semplicemente "Forse perchè hai capito che siamo più simili di quanto credevamo...o volevamo...essere, e questo ti fa paura" "Paura ???? Io non ho affatto paura !!!!!!!!" esclamò irato il ragazzo fissandola con aria rovente, ma lei mantenne la sua calma snervante e, fissandolo drietto negli occhi, replicò "Io si". Era la cosa più disarmante che potesse dire, e il ragazzo rimase fermo a fissarla, incredulo. Il volto della ragazza era così sereno e deciso....perciò, vederlo contrarsi in una smorfia di dolore improvvisa fu ancor più inquietante "Jody ????" esclamò preoccupato, mentre lei respirava bruscamente. La ragazza cercò di dire qualcosa, ma il dolore sembrava sopraffarla, e le ci vollero almeno cinque secondi prima di poter annuire e rilassare il volto "Sto bene...solo che...credo sia meglio se mi alzo...." sussurrò, allungando le braccia e posandole sulle spalle del ragazzo per far leva e tirarsi su, ma la gamba, che evidentemente era seriamente affaticata, cedette definitivamente, e la ragazza cadde dolorosamente a terra, sbattendo il capo, la gamba e il busto con violenza. Un gemito le uscì dalle labbra, mentre gli occhi si chiudevano in un'espressione preoccupante di dolore. Karl sgranò i suoi "JODY !!!!" urlò, affrettandosi a chinarsi su di lei "MA COSA TI SUCCEDE ?????". La ragazza stavolta sembrava non essere proprio in grado di rispondergli; era già un miracolo se restava cosciente, a giudicare dall'espressione sofferente; lui la sollevò da terra, prendendola tra le braccia "Cosa...cosa devo fare ??? Jody ????". Lei strinse i denti e le labbra, cercando evidentemente di parlare, e finalmente riuscì a riaprire li occhie fissare il ragazzo "Devi...portarmi da...Eriko...a...casa..." sussurrò, cercando di mettersi a sedere "No, aspetta, sta ferma !!! Ti porto io....Cristo, Jody, ma che ti succede ?????". La ragazza guardò altrove coi suoi grandi occhi color cielo, quasi volesse evitare di rivelare la verità con lo sguardo. Lui, impaziente, fece per afferrarla per le spalle e scuoterla per farsi dire la verità, ma in quel momento lei singultò e si piegò in avanti, le mani compresse al petto e il respiro affannoso "Dannazione !!!!" riuscì a distinguere lui tra quei rantoli, poi la ragazza gli ricadde tra le braccia, le forze ormai chiaramente venutele meno, lo sguardo che si chiudeva senza poter però celare del tutto quel dolore indicibile. La sua voce, strozzata e irriconoscibile, fece appena in tempo a sussurrare "Ka..r....l...", e poi la ragazza chiuse del tutto gli occhi e gli si abbandonò tra le braccia, immobile e appparentemente senza vita. Karl la strinse a sè, inconsciamente, e nel vedere che non si muoveva rimase agghiacciato, trattenendosi a stento dall'urlare e guardandosi attorno disperato. Senza ben capire che stava facendo, la sollevò tra le braccia e si guardò ancor più freneticamente attorno. Da che parte doveva andare ??? Dov'era la villa ??? "Accidenti a te, pure pesi in mezzo alla giungla....e ora da che parte vado ????" sussurrò con voce mezza arrabbiara mezza angosciata, scoccando un'occhiata alla ragazza tra le sue braccia. Era ancora immobile, ma almeno, a giudicare dall'alzarsi e abbassarsi del suo petto, respirava. Sì, ma il problema rimaneva. Dove doveva andare, ora? Lei aveva bisogno di cure.....la risposta giunse inaspettata, improvvisa: la voce di Allenby, da un punto imprecisato alla sua sinistra, risuonò nell'aria "Si può sapere dove diavolo si è cacciato il capitano ?????". Karl alzò di scatto gli occhi. Era da quella parte allora !!! I suoi piedi si mossero d'istinto, spiccando una corsa disperata, mentre la voce di Aly rispondeva "Non lo so...credo sia da qalche parte col tuo cugino tedesco...." "Non chiamarlo mio cugino, te l'ho già detto cento volte !!!!!! Non ci tengo affatto a pubblicizzare la mia parentela con lui !!!!!" Il ragazzo piegò le labbra in una smorfia irritata "Grazie mille, piccola Allen !!!! Se non avessi promesso a questa sciagurata che ha avuto la bella idea di svenirmi tra le braccia di non farti nulla, io..." "Che faresti, sentiamo ????". Beh, adesso ne aveva davvero abbastanza !!! Cominciava a sospettare che quella buffa ragazzina dai capelli castani si divertisse a prenderlo in giro; almeno,a giudicare dall'aria ilare che ora le aleggiava negli occhi, di nuovo aperti e lucidi, doveva essere proprio così "COOOOSAAAA ????? MA TU...TU....TU...." "Piantala di fare il telefono occupato. Allora, che faresti??? Sto aspettando". Karl rimase per qualche secondo abbacchiato, sconvolto dalla sua faccia tosta. Poi le sue mani, che la stanavo sostenendo, una lungo la schiena e l'altra sotto le gambe, si chiusero a pugno in un gesto d'ira pura, e le sue braccia si aprirono facendola precipitare a terra....ma stavolta era stata una cosa puramente voluta. La ragazza precipitò con un urlo offeso, e a giudicare dal tonfo che seguì si prese anche una bella botta, cosa che risultò ancora più chiara quando, posandosi una mano alla base della schiena e alzando su di lui due occhi adirati, urlò con voce stentorea "MA SEI IMPAZZITO ??? COSA VOLEVI FARE, AMMAZZARMI ?????". Ma ormai Karl ne aveva avuto abbastanza delle stranezze di quella sua presunta sorella, ed era sufficientemente arrabbiato a sua volta per rispondere, con volume di voce che nulla aveva da invidiare a quello di lei "NO, QUELLA CHE VUOLE FARMI MORIRE SEI TU, MA D'INFARTO !!!!! NON SO SE HAI PRESENTE, MA NEMMENO DUE MINUTI FA TI SEI ACCASCIATA  TRA LE MIE BRACCIA CON UN'ARIA MORIBONDA SUL VOLTO E GEMITI DI DOLORE, RICORDI ??? DOPODICHE', HAI CHIUSO GLI OCCHI E SEI RIMASTA TALMENTE IMMOBILE CHE PER ESSERE SICURO CHE ERI VIVA HO DOVUTO ACCERTARMI CHE STESSI RESPIRANDO !!!!! MA PER TE E' NORMALE RESUSCITARE A STO MODO E METTERTI PURE A  PROVOCARMI ????? NO, DICO, HAI VOGLIA DI SCHERZARE ???? TI SEI DIVERTITA A VEDERE SE MI PREOCCUPAVO PER TE ??? BEH, SPERO DI ESSERE STATO ALL'ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE !!!!! DI CERTO HO FATTO LA FIGURA DELL'IDIOTA, COSI' AGITATO E FRENETICO, MENTRE CERCAVO DI TROVARE LA STRADA PER QUELLA MALEDETTA VILLA !!! SCOMMETTO CHE MI HAI PORTATO NEL PARCO COSI' LONTANO DA CASA PROPRIO PER METTERMI IN DIFFICOLTA'...." "Non è vero, non l'ho fatto apposta, io sono svenuta davvero" rispose lei, ora tranquilla, con quell'aria sorpresa negli occhi spalancati che cominciava a dargli veramente sui nervi "COSA STA DICEND---" "La verità. Io non ho finto, stavo davvero male....sono svenuta per il dolore troppo intenso" spiegò la ragazza, abbassando lo sguardo con fare imbarazzato. Karl sembrava non capire "Dolore ??? Intendi.....che parlare di quelle cose ti ha fatto star male a tal punto che..." "No. Parlo di dolore fisico" ammise lei, gli occhi fissi a terra. A questo punto, lui non ci capiva veramente più nulla "Dolore....fisico ??? Non capisco cosa...." "La gamba" disse lei, lapidaria. "La gamb....cosa intendi ???" "Oh, piantala !!! Ti ho detto che ho problemi alla gamba, non basta ??? E ora ho bisogno che mi aiuti, perchè da sola non riesco ad alzarmi, e visto che mi hai così gentilmente scaricato per terra.... potresti tirarmi su ????" tese le braccia con aria di aspettativa, mentre una scintilla di esasperazione le brillava negli occhi al vedere l'aria vacua di lui. "Allora ???? " "Oh...si, certo !!!!". Karl si chinò e la sollevò tra le braccia, come poco prima "Non è meglio se salgo sulle tue spalle, scusa????" domandò la ragazza inarcando un sopracciglio "Perchè ???". Evidentemente non ci arrivava proprio..."Niente, lascia stare" risspose la ragazza, sucotendo il capo e circondandogli il collo con le braccia per darsi stabilità. Come spiegargli che Genzo l'avrebbe come minimo ucciso se li avesse visti ??? Meglio soprassedere, almeno per il momento "Ok, adesso vai sempre dritto. Non siamo molto distanti da casa" "Bene, perchè non so quanto reggerò...sei pesante...." SBONK !!!! "AHIAAAAAA....ma io scherzavo !!!!!" "Evita di farlo" "Non so perchè, ma cominciò a nutrire un profondo sentimento di commiserazione per Wakabayashi...." "Vuoi un altro pugno???" "No, come non detto...." "E poi, anche se lo compatisci, non credi di essere tu quello nei guai in questo momento ???" "Cosa ??? E perchè ???" "Intendo che...." cominciò a spiegare lei, ma in quel preciso istante sbucarono fuori dal parco, e si trovarono davanti all'ingresso di casa.....dove sfortunatamente per loro (Meglio dire: per Karl. NdA) si era radunata tutta l'allegra combriccola "EHI !!!!! CHE CI FAI TU CON LA MIA RAGAZZA IN BRACCIO ???????????" risuonò una voce che definire arrabbiata nera voleva dire essere degli inguaribili ottimisti. Karl si pietrificò sul posto, riconoscendo nella voce, e nella furia umana che stava avanzando verso di loro, Genzo Wakabayashi al massimo della sua ira, e Jody scosse il capo "Ecco, era questo che intendevo......" "ESIGO UNA SPIEGAZIONE, SCHNEIDER !!!!!!! COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO ???????".  "Io...lei....la gamba....stava male...." cercò di spiegare il ragazzo, che evidentemente non aveva le idee chiare nemmeno lui, e di fronte a quel portiere arrabbiato riusciva a ragionare ancor meno. Jody, sempre scuotendo il capo, scese con cautela dalle braccia del tedesco "Ha ragione lui, Genzo. Ho sforzato troppo la gamba, e il risultato è stato che mi sono venute delle fitte così forti che gli sono svenuta tra le braccia dal dolore....ehi, ma.... GENZO, CHE CAVOLO STAI FACENDO ??????". Stavolta toccava a  lei urlare adirata poichè il ragazzo, senza nemmeno risponderle, l'aveva sollevata di peso e, cacciatasela sulla spalla a mo' di sacco di patate, stava camminando spedito in direzione della villa, con un'aria sul volto che avrebbe dissuaso chiunque dal fermarlo, o anche solo dal parlargli....chiunque ma non Jody, che anche se quell'aria non la poteva vedere, ma probabilmente se la immaginava, era abbastanza arrabbiata di suo per iniziare a picchiargli pugni sulla schiena e continuare a urlare "SPIEGAMI COSA VORRESTI FARE, GENZO WAKABAYASHI, PERCHE' A MENO DI UN MOTIVO PIU' CHE VALIDO NON HO ALCUNA INTENZIONE DI PERDONARTI !!!! METTIMI IMMEDIATAMENTE GIU' !!!!!" "Scordatelo, adesso tu te ne stai buona finchè non troviamo Eriko" "CI VADO DA SOLA DA ERIKO, NON SERVE CHE TU MI TRASPORTI COME....." "Oh, avevo avuto l'impressione che tu fossi tornata, Jody-chan. Sai, come vi urlate contro voi due ci riescono pochi, quindi ho subito immaginato che foste voi i disturbatori della quiete pubblica.....adesso, sbaglio o tra le urla è venuto fuori anche il mio nome ??? Cosa hai combinato stavolta ???? esclamò in tono gioviale Eriko, quasi stesse parlando del tempo, sbucando fuori dal corridoio laterale al pianoterra. La ragazza, fissando la dottoressa per quanto le era possibile dalla posizione scomoda in cui si trovava, disse "La gamba....credo di averla sforzata troppo, Eriko-san" "Come al solito....con te non si parla mai abbastanza....anche se qualcuno invece di parlare preferisce usare metodi diretti, vero Genzo-kun ????". Jody lanciò un'occhiata rovente al ragazzo, o meglio al retro della sua nuca poichè era l'unica parte che vedeva, e lui arrossì "Allora ??? Mi vuoi mettere giù oppure no ????" chiese Jody in tono seccato, e Genzo la fece scivolare lentamente a terra "Oh, finalmente. Ora posso...oh, ancora !!!!" stavolta l'aveva presa in braccio come Karl, poco prima, e si stava dirigendo al piano superiore. Quando arrivò alla camera di lei, aprì la porta con un calcio e a depose sul letto "E adesso stattene buona per un po', finchè lei non ti ha curato !!!!!! Fammi almeno questo favore !!!!!" urlò lui, arrabbiato. Jody stava per ribattere, ma vide all'improvviso nei suoi occhi quanto fosse sinceramente preoccupato per lei, e la sua espressione si addolcì, facendosi addirittura pentita "Scusa...hai ragione, non me ne sto mai buona...però..." "Sì, immagino che tu abbia i tuoi pensieri...ma visto che il mio pensiero sei tu, e sei già abbastanza impegnativa così, vedi di non farmi venire un infarto a diciassette anni, per favore !!!!!". Jody sorrise di nascosto. Erano le stesse parole di Karl, più o meno....quei due si assomigliavano, soprattutto per il modo in cui la trattavano....beh, non proprio.....Genzo la rimproverava di continuo perchè non voleva che corresse dei rischi...perchè era innamorato di lei, pensò arrossendo. Karl invece....senza volerlo, lo faceva perchè vedeva in lei una sorella. O forse era proprio il comportarsi a quel modo che li avvicinava così tanto da farle pensare che erano come due fratelli. Eriko interruppe le sue riflessioni posandole una mano sulla gamba e premendo forte per saggiare il danno. Involontariamente, Jody sobbalzò per il dolore "AHIA !!!!!!" le sfuggì; un lampo preoccupato passò sul volto di Genzo, mentre Eriko continuava la sua analisi, che provocò altri sussulti e altri lamenti, per poi concludere, in tono rassegnato "Jody, non puoi continuare così !!!! La tua gamba non guarirà mai, se non le dai mai un attimo di riposo. Ti ho permesso a malapena di allenarti, e solo a uno sport per giorno, e tu vai a danzare con tutta la furia che hai in corpo, per ore, senza considerazione alcuna" ignorò volutamente l'espressione sorpresa della ragazza e quella confusa di Genzo "Capisco che sia un buon metodo per scaricare la tensione, ma se i risultati sono questi....senti, adesso devo fare un massaggio di riabilitazione, e sarà piuttosto doloroso....e i muscoli devono essere rilassati, quindi io suggerirei di fare un'iniezione che ti faccia dormire per qualche ora; hai bisogno di riposare....il fatto che tu sia svenuta per il dolore è indice di troppo stress" a quelle parole l'espressione di Jody si fece buia "Chissà di chi è la colpa...." borbottò, evitando lo sguardo di Genzo "Comunque io non voglio acuna iniezione che mi faccia...." "NON FARE LA STUPIDA !!!!!" "Oh, finalmente anche il nostro bel cavaliere ha ritrovato la voce !!!" fece Eriko in finto tono sollevato, ma Genzo non le badò "Hai bisogno di riposare, Jody, Eriko ha ragione !!!!!!! Sei sempre in tensione....io....io non so cosa ti abbiano detto adesso, cosa ci stia a fare qui quell'uomo, quell'Hermann, ma so che a te tutto questo non va giù, qualunque cosa sia !!!!! Perciò ti prego.....datti una tregua....fallo per me, che altrimenti non smetterò più di preoccuparmi.....". C'era modo di resistere a quello sguardo implorante da cucciolo ? Se esisteva, Jody di certo non ne era a conoscenza, visto che lei ci si liquefava davanti....."E va bene !!!! Va bene, fai pure quel che devi fare, Eriko-san....tu torni al campo da calcio ????" chiese poi, guardando Genzo con aria che sperava fosse serena. Lui annuì "Sì, fra poco...se permetti, aspetterò che ti addormenti". Il sollievo le affluì al volto, illuminandole gli occhi e sfociando in uno splendido sorriso. Non l'avrebbe lasciata sola, mai.....quello che contava era questo. Lui non se ne sarebbe andato. Gli tese una mano, e lui si avvicinò per stringerla con calore; Eriko represse un sorriso, e si avvicinò con aria professionale "Allora, pronta ??? Ti avverto che dormirai almeno quattro ore, con questo. E dormirai sodo, nel senso che non ti sveglierai per rumori o malesseri. Dormirai e basta". La ragazza annuì, tendendo l'altro braccio e stringendo le dita di Genzo mentre l'ago acuminato le penetrava la pelle rosata, senza distogliere lo sguardo da esso. Fu questione di un attimo, poi lei si voltò verso il ragazzo e disse "Fa effetto...sento già un sonno tremendo....". Lui, sollecito, si avvicinò ancor di più e le passò un braccio dietro alla schiena, facendo forza per farla stendere "Avanti, stenditi, meglio se stai comoda....dai, mettiti sotto le coperte o prenderai freddo...." "Già....ormai siamo a fine novembre...." sussurrò lei, gli occhi ormai chiusi, anche se sapeva benissimo chge, alle loro orecchie non aveva alcun senso quella frase. Poi gli occhi si serrarono, il respiro si fece regolare e la stretta alle dita di Genzo si allentò. Il ragazzo però non ritirò la mano, ma rimase immobile qualche secondo a fissarla. Era così bella con quell'aria indifesa che le persone assumono quando sono addormentate.....così dolce.....così....Jody....."Ehi, Genzo.....ehi....amico, ci sei????" Eriko lo stava già chiamando da un po', ma lui evidentemente non dava segni di vita. Arrossendo si tirò indietro, lasciando con rimpianto la mano della ragazza "Oh, finalmente !!! Ora devo farle il massaggio, quindi forse è meglio se tu esci dalla stanza" "No, resto con lei" rispose, senza staccare gli occhi da Jody e ben deciso a non abbandonarla. Eriko, che se l'era aspettato, lo fissò con aria divertita "Ma non dovevi allenarti ??? E va bene, signor eroe...ma ti avverto che sto per toglierle i pantaloni". Il volto del ragazzo divenne immediatamente color peperone "Cos...." "Mica penserai che possa farle il massaggio ai muscoli con quelli addosso ??? Devo ben vedere quali zone sono infiammate, no ??? Beh, io ti ho avvertito...fai tu" Genzo si voltò istantaneamente, mentre il rosso tendeva al viola "Credo che uscirò...." "Bravo, fai bene. E allenati a dovere, eh ????" lo canzonò la dottoressa, mentre il giovane batteva in ritirata con rapidità "Ora capisco perchè Jody si diverte tanto a prenderlo in giro...ci casca come un allocco !!! Beh, vediamo di iniziare....".

 

Se aveva pensato di rintanarsi da qualche parte nascosta della villa per sfogare la sua frustrazione, beh, si era sbagliato di grosso !!!! Genzo infatti non aveva fatto in tempo ad uscire dalla porta d'ingresso che una moltitudine di figure dall'aria preoccupata gli erano piombate addosso, urlando domande riguardo alla salute di Jody e su dove si trovasse in quel momento. Gli ci vollero dieci buoni minuti per zittire tutti quanti e spiegare come stavano le cose "Jody è in camera sua; Eriko ha detto che avrebbe dovuto fare un massagio alla gamba, e siccome era doloroso le ha fatto un'iniezione che la farà dormire per alcune ore....quindi  per ora non potete parlarle, dovete aspettare" "Ma sta bene ??? Voglio dire, si riprenderà anche stavolta oppure....no???" domandò Kay, con gli occhi castani così dilatati che parevano occupare da soli tutta la metà superiore del suo volto. Gnzo annuì, senza sorridere "A detta di Eriko-san sì....anche se non deve sforzarsi così tanto...e a questo proposito...." i suoi occhi scuri si posarono su Schneider, mandando scintille di rabbai repressa "Cosa ti è saltato in mente ??? Non fare finta di nulla, abbiamo visto tutti che era insieme a te quando è stata male !!!!". Gli occhi azzurri del tedesco mandarono un lampo "Aspetta un secondo, io non ho fatto niente....cosa stai pensando ????" chiese, in tono difensivo. Genzo avanzò, parandoglisi davanti con aria così arrabbiata che gli altri non ebbero coraggio di intromettersi, nemmeno quando il portiere lo afferrò per il bavero del maglione e lo sollevò leggermente "Sto pensando che la ragazza che amo è stata male in tua compagnia...e che da quando tu sei qui, lei sta male. Cosa vuol dire questo, secondo te ????". Karl digrignò i denti; già la situazione era spiacevole per lui, visto che sentiva uno strano moto di preoccupazione per la ragazzina dai capelli castani che ora dormiva al piano di sopra e non capiva perchè, e ora quello stupido lo accusava pure di essere il responsabile.....la sua mano si chiuse sul polso di Wakabayashi, quello che gli stringeva la maglia "Smettila di fare l'idiota !!! Cosa credi che possa averle fatto ???? Quella sa lottare meglio di un maestro di arti marziali...." la stretta di Genzo non si allentò "Questo perchè lei lo è, un maestro di arti marziali....e non mi importa cosa dici, io so solo che lei era con te, ed è uscita dal parco tra le tue braccia, sofferente. Non so cosa sia successo...non ho avuto coraggio di chiederlo a lei, ma sto aspettando che me lo dica tu !!! ALLORA ????!!!!!" i suoi occhi neri come la pece parevano sul punto di prendere fuoco, tanta era la rabbia che ribolliva in essi. E quelli di Karl non erano da meno; anche se il loro colore ricordava il mare, ora era decisamente un mare in tempesta. Le sue labbra si mossero in una smorfia dispregiativa "Stai facendo la figura del deficiente, Wakabayashi !!!!! Ti comporti da eroe tragico che interviene per punire colui che ha fatto del male alla povera e indifesa donzella.....beh, lascia che ti dica come stanno in realtà le cose, idiota !!!La cosiddeta povera e indifesa donzella non è affatto povera e indifesa, ma anzi ha una forza di volontà tale che nulla riuscirà mai a piegarla !!!! E tu non sembri affatto un eroe....ma solo uno stupido pieno di gelosia !!!!!!!!!!!!". Il braccio destro di Wakabayashi si serrò al suo fianco, preparandosi a colpire; gli occhi di Karl lo sfidarono, bruciando di rabbia, e il portiere fece partire il pugno.....che però non arrivò mai a destinazione: sorpreso, il ragazzo si voltò a guardare Kay, che si era lanciata sul suo braccio e lo aveva afferrato con tutta la forza che aveva in corpo, tirandolo all'indietro. Quando i loro occhi si incrociarono, la ragazzina scosse decisa e preoccupata il capo "Wakabayashi, no !!!! Non è questa la soluzione, non otterrai nulla....dobbiamo aspettare di sapere come stanno veramente le cose, prima di decidere se lui ha veramente qualche colpa o meno.....questo è ciò che Jody farebbe !!!!!". Il ragazzo distolse ostentatamente gli occhi da quelli della ragazza, deciso ad ignorarla, e li riportò sul suo avversario.....e di nuovo vide qualcosa che lo costrinse a sgranarli: Alex, i capelli sciolti svolazzanti attorno a lei, a formare un'aura sacra e invincibile, e le braccia tese, spalancate, si era parata davanti a Karl per difenderlo. Se avesse cercato di colpirlo, avrebbe di certo preso lei.....ma nessuna traccia di paura riempiva gli occhi rossi della ragazza, che lo sfidavano esattamente come quelli dei tedesco poco prima; ma a quegli occhi così limpidi, puri e carichi di verità lui dovette arrendersi, poichè erano troppo simili a quelli di Jody. Così pieni di forza, che non era possibile sopportarne lo sguardo, nemmeno se si aveva l'animo sereno...e l'animo di Genzo era tutto tranne che sereno; soprattutto se il suo pensiero tornava al volto dolorante della ragazzina che giaceva al piano di sopra...."Lascialo andare, Genzo". Stavolta era stata Sanae a parlare "Siamo tutti contro questa cosa, ormai dovresti averlo capito. Il passato non ti ha insegnato ad aspettare di sapere come stanno le cose, prima di agire???? Jody non ha ancora avuto modo di parlare, e Karl nemmeno. E io credo che ne abbiano di cose da raccontare....." i suoi occhi scuri si volsero sul tedesco, ancora leggermente sollevato da terra "E anche noi dobbiamo raccontare molto....credo sia giusto......Jody ti avrà raccontato ciò che le è successo, immagino, però..." "In effetti ha glissato su alcuni aspetti della vicenda....tipo come fa a conoscervi.....e come cavolo è finita insieme a questo deficiente.....". La mano di Genzo si strinse ancor di più sul suo colletto, e il pugno diede segno di voler ripartire "Genzo, FERMO !!!" urlò Kay accorgendosene. Alex tese ancor più le braccia per proteggere Karl, e la cosa cominciò a scavare un tarlo di dubbio nel cervello di Genzo. Alex lo odiava, quasi, quel tedesco, per la storia del fidanzamento, eppure era li a difenderlo....non è che stava veramente sbagliando tutto???? Sanae lo salvò da ulteriori dubbi e riflessioni gravose, mettendosi in mezzo tra lui e Alex e allontanandoli a forza, spingendo con le braccia  per farli indietreggiare. Nel sentire quella gentile e decisa forza che si contrastava alla sua, inespressa ma non per questo inesistente, il ragazzo parve tornare alla ragione, e abbassò il pugno, con un sospiro di sollievo di Kay. Alex abbassò con una lieve incertezza le braccia, e infine anche la presa sulla maglia di Karl svanì, lasciandolo scendere a terra. Genzo fece un passo indietro, mentre Sanae lo fissava compiaciuta "Bene. E ora vi pregherei di evitare litigi finchè Jody non ci avrà raccontato cosa è successo. No" alzò la mano a interrompere Karl, che aveva effettivamente appena aperto la bocca e si bloccò incredulo.....èerchè anche se lei l'aveva fermato, i suoi occhi non avevano abbandonato Genzo. Pareva così sicura di sè......come qualcun'altra di sua conoscenza....forse fu quello a costringerlo a sospirare rassegnato e annuire. Sorprendentemente, Schneider lo imitò; ma non tolse dal volto quel suo sorrisetto sprezzante "Sempre che lei decida di dirvi tutto....." disse, in tono che lasciava intendere che lui non l'avrebbe fatto, e che secondo lui Jody se ne sarebbe fregata di tutti loro. La rabbia di Genzo esplose di nuovo, e fu una fortuna che Kay fosse ancora ancorata al suo braccio; e, sorprendentemente, stavolta fu Sanae, che era ancor aferma in mezzo ai due, messa in laterale, ad intervenire; voltandosi totalmente verso il tedesco, scostò bruscamente Alex con una manata sulla spalla, piazzandoglisi davanti e guardandolo fisso negli occhi....per poi tirargli uno schiaffo spaventoso "Io so che lei lo farà. E non ti permetto di parlarne come se fosse una persona....come le altre". Capiva benissimo che quelle parole erano totalmente inadatte a spiegare ciò che sentiva, ma sapeva anche che lui avrebbe capito....non si poteva passare del tempo con Jody senza rendersi conto di chi lei fosse, di che persona straordinaria fosse, e Karl era stato solo con lei.....e a quanto pareva erano in una situazione difficile, una situazione che avrebbe spinto Jody a tirare fuori tutto il suo carisma.....non poteva non essersene accorto, stava di certo bluffando....si stava prendendo gioco di Jody mentre lei era distesa, dolorante, nel suo letto.....i suoi occhi scuri sfavillarono di ira "Beh, l'ho detto e lo ripeto, sei ben diversa dall'ultima volta che ti ho visto, manager del Giappone....e a quanto pare non ti sono ancora molto simpatico...." bofonchiò lui, la mano poggiata sulla guancia compita e gli occhi che saettavano da Sanae, fiera e furente, a Tsubasa, che le stava alle spalle e aveva un'espressione decisamente preoccupata. La ragazza non vi badò, o forse non lo notò, e scrollò le spalle noncurante "Semplicemente non permetto a nessuno di parlare a quel modo della mia migliore amica....devi scegliere, Schneider: o con lei o contro di lei...e di tutti noi....". Il tedesco spostò lo sguardo sulla piccola folla che li aveva circondati; nei loro occhi si leggeva la stessa sicurezza che in quelli di Sanae...erano tutti con lei, senza riserve...e Karl si trovò a chiedersi che cosa avesse di così straordinario quella ragazzina per ottenere tanta leatà incondizionata da chi le stava attorno. Ma in fondo lo sapeva; anche lui, dopo aver passato con lei poco più di mezzora, sentiva di volerle quasi bene, di provare simpatia per lei...così indifesa di fronte ai torti che le erano stati perpetrati....eppure così forte, così decisa a non mollare, a non lasciare che avessero la meglio su di lei....scosse il capo, confuso "Non posso prendere una decisione prima di aver sentito come stanno le cose....tutte le cose, intendo. A partire da quando è arrivata qui". Sanae sospirò, abbassando la mano che era ancora sollevata dopo lo schiaffo e annuì "Credo sia...giusto. Voi che ne dite ?" i suoi occhi sondarono tutta la compagnia, soffermandosi a lungo su Tsubasa e Misaki. A turno, dopo averci evidentemente riflettuto seriamente, i due ragazzi annuirono, prima l'uno, poi l'altro "Sì, credo che sia giusto anch'io. E credo che dobbiate pensarci voi ragazze....almeno alcune di voi, comunque. Tu, ad esempio, Sanae. Sei stata la prima con cui ha fatto amicizia...." gli occhi scuri della ragazza si fissarono su Wakabayashi "Non è proprio così..." disse in tono quasi ironico, mentre il portiere arrossiva, condividendo certamente il ricordo che le si era affacciato alla mente, e cioè di Jody che glui precipitava addosso il primo giorno che aveva visto Fujisawa "Comunque hai ragione. Jody ti ha raccontato cosa è successo in Germania, vero?" Karl assentì, non capendo perchè fossero tanto preoccupati nello scegliere chi dovesse raccontargli la storia "Scusate ma..." "Quindi noi possiamo anche fare a meno di venire...andremo in palestra ad allenarci" disse Kay in tono sicuro, senza badare all'interruzione di Karl mentre Alex, Allenby e Aly annuivano, seguite poi da Yoshiko e Yayoi. Anche Sanae diede il suo assenso, e i suoi occhi tornarono su Tsubasa "Anche noi ci alleneremo...." "Io no. Io verrò con voi" annunciò Taro, raccogliendo l'occhiata dell'amico e interpretandola correttamente "Posso aiutarvi, alcune parti del racconto le conosco meglio io. E poi meglio se...." non finì la frase, ma lanciò occhiate eloquenti a Genzo e Tsubasa, che sospirarono sollevati (Tsubasa cercò di non farsi vedere, ma siccome Sanae lo stava guardando divenne color peperone. NdA). Sanae, decisa, tornò a voltarsi verso Karl "Bene, allora è deciso. Tu vieni su con me, Taro e Meimi" la ragazza bionda sussultò, sorpresa per essere stata coinvolta a quel modo, e Karl spostò lo sguardo su di lei. E così quella era....Meimi.... Sanae non la guardò, ma parve percepire quella reazione "Anche tu non sai quasi nulla della nostra storia....è la volta buona per raccontartela". Gli occhi di Karl ebbero un bagliore; ragionamento ineccepibile, ma c'era un motivo molto più valido per cui la ragazzina avrebbe dovuto ascoltare.....solo che Sanae non lo sapeva...poi la voce di Genzo interruppe le sue riflessioni "Scusa un attimo, e dove avreste intenzione di portarlo per fargli il riassunto della nostra vita???". Il tono era ancora scontroso; evidentemente, nonostante le suppliche delle ragazze, non lo aveva ancora perdonato. Taro esitò un secondo "Beh....credo andremo al piano di sopra, in camera di Sanae....è il posto più comodo perparlare senza essere inter-----" "NON SE NE PARLA NEMMENO !!!!!!!!!!! VOLETE PORTARLO IN CAMERA DI JODY ?????? !!!!!!!!!!" "Genzo, è per questo che ho detto che sarei andato anch'---" "NON ESISTE PROPRIO, IO NON VE LO PERMETTO !!!!!!!!!!!!" "Tu non hai voce in capitolo, Wakabayashi" stavolta era stato Yusuke....e il suo tono era pieno di sconforto....."Lui deve sapere tutto, quindi non metterti a rompere le scatole e vatti ad allenare con gli altri !!!! E voi andate" esclamò, rivoltò a Sanae e Taro "E vedete di chiarirgli i dubbi.....non lo sapete ancora, ma è molto, molto importante...." ignorò le occhiate confuse dei due ragazzi e si allontanò, camminando rabbioso. Alex, dopo un attimo di confusione, gli corse dietro. Genzo, masticando rabbia ma impotente, si avviò a sua volta verso il campo da calcio. Tsubasa, lanciando uno sguardo preoccupato alla sua ragazza, si affrettò a seguirlo, e così fecero gli altri, tranne Taro (ndA: Franz non c'era ad assistere a questa bella scenetta, è in giro per la casa; quindi Schneider non l'ha visto); poi Kay annuì con fare deciso, e volse le spalle al gruppo, andando verso la palestra. Aly, Allen e le altre la seguirono, senza voltarsi indietro. Sanae rimase ferma, ormai sola con Taro, Karl e Meimi, ed esitò; che fare ora??? Jody sarebbe stata d'accordo, oppure avrebbe preferito che il ragazzo rimanesse all'oscuro di tutto....tutto ciò che lei non gli aveva raccontato...però, Yu aveva detto che...che lui...insomma, doveva sapere.....sospirando, decise per la prima volta di rischiare di scatenare l'ira della sua migliore amica (Il che non è affatto una cosa da poco per chi conosce Jody, ve lo assicuro NdA Ehi, tu....NdJody che tamburella le dita sul braccio con fare inquietante) e disse, in tono risoluto "Forza, andiamo!!!!", avviandosi con fare deciso dentro casa e su per le scale.

 

 

UUUHHHHH....che capitolo confuso...ho fatto una fatica a scriverlo....si vede eh? Comunque, rispondo in breve ai commenti, e vi prego di dirmi cosa ne pensate,, perchè qui nella mia testa si agita la confusione più totale....aiuto !!!! (Aiuto NdAssistente virtuale )

 

Moki-chan: L'albero genealogico l'hanno buttato nella carta da riciclare perchè occupava troppo spazio ed era veramente uno spreco....l'idea è stata di Jody, ma comunque suoi zii erano ben contenti di farlo....grazie per i complimenti, che ne dici di quest cap ?

 

Sakura chan: No, quest'uomo non la smette mai...ma a volte le sue armi possono anche ritorcerglisi contro....capirete, capirete.....già, ormai qui nessuno sa come abbia il coraggio di dir ancora 'sono tuo padre' a Jody....ma in realtà è da quando  morta Angel che non dovrebbe più osare dirlo....sai, il lupo perde il pelo ma non il vizio....e questo lupo di pelo ne ha perso parecchio....purtroppo, non è l'unico che può mettere i bastoni tra le ruote a Jody.....

 

Bene, e con questo è tutto per ora....a presto (spero...università tiranna !!!!) con nuove e sconvolgenti novità....Genzo, preparati.....ih ih ih....(Poveretto....NdJun mentre guarda Genzo che trema)

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Capitolo 32
*** Capitolo 31: Collaboriamo... ***


Capitolo 31: Collaboriamo

Capitolo 31: Collaboriamo....

 

"Aspetta un momento....non ci sto capendo un tubo. Che centra il campionato estivo con il padre di Jody???? E in che modo Wakabayashi entra nella storia ?????" domandò confuso il tedesco, fissando alternativamente Taro e Sanae con gli occhi azzurri spalancati. I due si scambiarono un'occhiata complice; il racconto era più ingarbugliato del previsto, visto che Karl ignorava tutti i particolari precedenti che avevano portato alla conclusione cui dovevano arrivare; anche Meimi aveva l'aria di non capirci molto, e i due ragazzi sospirarono forte, decidendo di ripartire dall'inizio. Fu Sanae a prendere la parola "Va bene, credo sia il caso di partire proprio dall'inizio inizio, cioè da quando Jody è arrivata qui in Giappone. Dovete sapere che la prima cosa che ha fatto, il giorno seguente il suo arrivo, è stata...." "....litigare immediatamente con Wakabayashi" concluse Misaki con un sorriso; i due lo fissarono increduli, ripensando al comportamento della coppia che avevano sempre sotto gli occhi "Vuoi dire che appena l'ha visto ha iniziato a..." chiese Karl, e il ragazzo annuì "Sì, ha subito tirato fuori il suo bel caratterino. Comunque, la questione è un po' più complicata. Le cose stanno così; siccome Jody è una sportiva ed erano mesi che non si allenava, quella mattina, cioè il giorno dopo essere arrivata, ha avuto la bella pensata di farsi una corsa. Si è ovviamente vestita in modo sportivo, con tanto di cappellino azzurro che le raccoglieva i capelli; con indosso una felpa grande che le copriva le....ehm....forme...." senza rendersene conto, Karl gli lanciò un'occhiata omicida, come per proteggere l'onore della presunta sorella, e Misaki si trattenne a stento dal ridergli in faccia "....beh, insomma, con quella roba addosso poteva passare per un ragazzino gracile. Ad un tratto, correndo, ha costeggiato il nostro campo da calcio; ha visto un pallone all'interno, e la porta era aperta e...beh, ti lascio immaginare, per una che ha passato un anno d'infanzia con Hikaru Matsuyama che le insegnava a giocare a calcio....è entrata e ha iniziato a palleggiare; e poi è arrivato Wakabayashi, che le ha urlato contro perchè era entrata senza permesso....ma era convinto che fosse un ragazzino. Lei ovviamente non l'ha presa bene, ha notato che era un portiere e l'ha sfidato" si interruppe sull'orlo delle risate nel vedere l'espressione di Karl al riguardo; anche Meimi pareva sconvolta "Lui non capiva molto bene, ma si è messo in porta senza troppe storie. Lei è partita in attacco, ha fatto un'acrobazia spettacolare e ha segnato in rovesciata". A questo punto gli occhi di Karl parevano due fanali da quanto erano spalancati, e Meimi aveva entrambe le mani premute sulla bocca e un'identica espressione meravigliata; il ragazzo si accigliò, squadrandoli con occhi critico "Sapete? A guardarvi così mi sembra....boh, non importa. Comunque" rirpese, mentre Meimi assumeva un'aria perplessa e Karl socchiudeva gli occhi, preoccupato "Nel scendere a terra, Jody ha avuto un piccolo problemino; Genzo era ancora disteso a terra nel tentativo di parare il tiro, e non è riuscito a spostarsi. Lei gli è...caduta addosso" un grido soffocato fu una reazione più che eloquente da parte di entrambi gli uditori "E il cappellino è volato via....vi lascio immaginare la scena; Wakabayashi era rosso come un pomodoro, e lei più che imbarazzata. In quel momento siamo arrivati io e Tsubasa, preoccupati per Wakabayashi, e l'abbiamo chiamato per nome; lei ci ha sentito e ha capito chi era colui sul quale era appena precipitata. Inutile dirvi che ha evitato le nostre domande ed è fuggita in fretta; l'abbiamo anche inseguita, con Sanae che ha quasi avuto un infarto nel vedere Tsubasa così interessato ad un'altra" Sanae divenne viola e gli tirò un pugno sul braccio "Ma Jody era fuggita, con un piccolo aiuto di Yu, che la portò via in moto. Da allora, cercò di evitarci, soprattutto il giorno dopo, quando arrivò nella nostra scuola. Ma il destino non era d'accordo, visto che finì nella nostra classe. Non vi dico la sua reazione quando ha riconosciuto me, Tsubasa, Wakabayashi e Sanae. E da lì per dei mesi abbiamo dovuto sopportare quei due che si punzecchiavano e giuravano di odiarsi a morte, quando era evidentissimo che morivano l'uno dietro all'altra" "Erano solo troppo orgogliosi per ammetterlo" intervenne Sanae, prendendo in mano le redini del racconto "Passavano tutto il loro tempo libero a litigare, e vito che Jody era manager della squadra erano sempre a contatto, quindi....vi lascio immaginare. E poi, le scenate.....ti ricordi Misaki quella volta che Wakabayashi è entrato urlando nella palestra di ginnastica artistica e lei gli è precipitata addosso ???? Non gli ha rivolto la parola per delle ore. Lui era sull'orlo del collasso. Noi sopportavamo in silenzio, ridendo, quella apparente ostilita, poichè sapevamo tutti che, se mai qualcuno avesse provato a intromettersi tra loro, avrebbe fatto una brutta fine; basta pensare a quando è arrivato Matsuyama per il ritiro della nazionale, e Jody gli è saltata al collo, visto che sono cugini. Wakabayashi, che non lo sapeva, per poco non l'ha picchiato a sangue. Solo la fermezza di lei ha impedito una strage. E poi, quando è arrivato Franz....tu eri presente, quella volta, vero ????". Misaki annuì "Sì, ma andiamo con ordine. Insomma, noi sapevamo. Sapevamo che, se uno di loro fosse stato in difficoltà, l'altro avrebbe mosso mari e monti per aiutarlo. E la conferma l'abbiamo avuto con l'arrivo di Allenby. Arrivo che ha costretto Jody ad affrontare il suo passato, invece di sfuggirlo. Sai, siccome Allenby aveva quasi la certezza che quella fosse Jody, ma voleva una prova, l'ha sfidata a pallavolo, precisamente a ricevere una sua schiacciata. Senza volerlo, il corpo di Jody si è mosso di riflesso; e Allenby ha saputo che era lei. Anche se ultimamente mi sono convinto che ciò che Allen cercava non era una conferma che quella fosse Jody; era una conferma che Jody fosse ancora se stessa. Comunque" Sanae lo fissò sorpresa, riconoscendo la verità di ciò che aveva detto, ma lui non vi badò "Jody scappò in preda alla disperazione, incoscia di se stessa e di ciò che le accadeva. Iniziammo a preoccuparci quando Yusuke telefonò a Sanae chiedendo dove fosse Jody. Erano le sette passate, e noi l'avevamo vista andarsene alle tre e mezza. Iniziammo subito le ricerche, visto che aveva iniziato a piovere a dirotto. E mentre noi giravamo la città, Wakabayashi trovò Jody vicino a casa sua, tremante e con gli occhi persi nel vuoto. La portò a casa sua e ci trovò in giro per le strade; andammo con lui e sistemammo Jody al sicuro....beh, accaddero molte piccole cose quella sera" altra occhiata allusiva a Sanae e altro pungo sul braccio "Comunque, alla fine i suoi zii arrivarono. Yusuke voleva portarla a casa, ma Wakabayashi si oppose, dicendo che era pericoloso ed era più sicuro se rimaneva lì; alla fine i suoi zii acconsentirono, e lei passò la notte lì. Da quello che ci hanno raccontato poi" abbassò gli occhi con fare serio "Verso le tre di notte si sono trovati giù in cucina, e hanno parlato; e Jody è riuscita, per la prima volta in vita sua, a raccontare tutta la storia di Angel a qualcuno; e a piangere. E quel qualcuno, colui che ha reso possibile questo, era Wakabayashi. E tutti eravamo consapevoli di cosa questo significasse". Misaki si interruppe, e Sanae intervenne con voce ferma "Meimi - san, tu non sai nulla di Angel e di cosa è accaduto a Jody. Sarebbe giusto che te lo raccontasse lei, e sono certa che lo farà, dicendoti cosa ha provato e perchè ha agito così. Ma ora....forse dovresti sapere almeno la storia generale..." "Raccontagliela" disse Karl in tono duro, essendo a conoscenza del rapporto di parentela di Meimi con Jody, che invece gli altri due ignoravano "Avanti, raccontala, io aspetterò buono anche se la so già". Sanae gli lanciò un'occhiata guardinga, poi iniziò a raccontare. Meimi ascoltò con occhi sbarrati dall'orrore, e alla fine lacrime copiose scendevano da essi, cariche di dolore e risentimento verso chi aveva distrutto a quel modo la vita della sua amica. Karl le battè amichevolmente una mano sulla spalla per farle coraggio, gesto che stupì tutti, lui stesso per primo, poi alzò gli occhi su Misaki e borbottò "Continua. Mi pare che non siamo ancora arrivati al punto saliente". Anche se sorpreso, il ragazzo annuì "Beh, da quel momento Jody ricominciò a vivere, felice e spensierata come prima; Allenby si trasferì qui, e man mano arrivarono anche le altre ragazze, e Jody potè rivedere le sue amiche di sempre. Ma l'arrivo di Kay e Aly" il suo volto si imporporò largamente nel pronunciare il nome della sua ragazza, ma tutti fecero finta di non badarci "Portò una nuova notizia, che era anche un bel problema; il padre di Jody stava venendo qui con Richard, e aveva tutte le intenzioni di far fidanzare la figlia superstiste col ragazzo". Meimi lanciò un urlo offeso, e Karl mosse la mano in un gesto improvviso e violento che espresse a dovere il suo sbigotttimento "COSA???? PURE QUESTO ??? MA COME....E COSA AVETE FATTO ????" sembrò non accorgersi nemmeno che la sua voce era tre volte più alta del normale, e che i suoi occhi scrutavano troppo spesso Jody, ancora immobile nel suo letto. Misaki, Sanae e Meimi si scambiarono un'occhiata allusiva, poi Sanae continuò "L'idea fu di Misaki; sapeva bene che l'unico mezzo per contrastare quell'uomo era giocare d'anticipo; e così facemmo, con l'approvazione dello zio di Jody e di Yu. Ah, non vi abbiamo detto che Yu all'inizio non sapeva di essere fratello di Jody, era convinto di essere solo suo cugino, e così anche lei. Lo scoprirono una sera, quando lui e  Wakabayashi si erano picchiati perchè il ragazzo, dopo l'episodio sotto la pioggia, non voleva che Wakabayashi si avvicinasse a Jody. Wakabayashi prese questa preoccupazione per gelosia, e vi lascio immaginare. Lo zio di Jody li fermò rivelando che erano fratelli, e questo portò a una nuova crisi, che Jody ha superato solo grazie a Yu e Wakabayashi. Comunque, stavolta il problema era veramente grave; come ho già detto, dovevamo giocare d'anticipo e così, all'insaputa dei due interessati, organizzammo coi loro tutori un.......un fidanzamento ufficiale". Karl e Meimi rimasero senza parole, occhi e bocca spalancati, increduli per quella svolta imprevista nel racconto "La cosa sarebbe stata annunciata durante la festa che si sarebbe tenuta per l'inizio del campionato alla casa estiva dei Tachikawa, che si affacciava sui campi da calcio e nella quale fummo ovviamente tutti invitati. Non vi dico la fatica che facemmo per preparare tutto di nascosto a quei due....comunque, alla fine giunse la serata della festa". Karl alzò una mano a interrompere la ragazza "Stai dicendo che, per evitare che Jody fosse costretta a un fidanzamento che non voleva, gliene avete organizzato un altro ???? Ma come avete potuto ?????? E com'è che non vi odia per ciò che le avete fatto ?????". Sanae, oltre a notare che era veramente arrabbiato e aveva chiamato la sorella per nome, dovette riconoscere che c'era del vero nelle sue parole, ma lasciò che fosse Misaki a discolparli "Non è esattamente come dici tu; intanto, l'idea iniziale è stata mia, quindi prenditela solo con me se devi; poi, non avremmo mai fatto una cosa del genere se non fosse stato evidente, a tutti, zii e genitori degli interessati compresi, e soprattutto a Yu, che doveva come fratello maggiore dare il suo assenso e che, essendo gelosissimo, aveva una visione molto ristretta e personale della cosa, che quei due erano follemente innamorati l'uno dell'altra. Ti giuro che altrimenti non mi sarei mai permesso...però, se non fossimo intervenuti, quei due avrebbero continuato a rincorrersi invano, e forse quella sera Jody non avrebbe avuto la forza per opporsi a suo padre. Questo è il fatto fondamentale: i fatti ci hanno dato ragione !!!!!". Si fermò un attimo per riordinare le idee "Sanae, aiutami; questa è la parte più difficile; allora, le ragazze scesero, vestite a festa, dalle loro stanze al primo piano, e tutti noi ci radunammo li a ammirarle. Erano veramente bellissime e Jody, che era scesa dopo, stava ricevendo complimenti da tutti, quando una voce straniera si inserì nel discorso per lodarla a sua volta; nel sentirla, Jody si immobilizzò, incredula e orripilata, poi si voltò ad affrontare la sua paura peggiore. Richard. Richard era lì, venuto a reclamarla come sua, insieme al padre di lei". Karl sbarrò gli occhi, e qualsiasi ulteriore protesta gli morì in bocca "Già. Erano arrivati proprio quella sera, molto prima di quanto ci aspettassimo; noi avevamo sperato di porli davanti al fatto compiuto, e ci trovammo in guai seri, poichè se loro avessero cercato di portare subito via Jody non so se avremmo potuto veramente opporci". Meimi annuì, come a dire che aveva compreso il problema, e la sua mano andò a stringere quella dell'addormentata ragazza, che pareva ignara della pena che gli altri provavano in quel momento per lei "In quel momento, il padre di Wakabayashi chiamò suo figlio sul palco per annunciarne il fidanzamento; la cosa era stata preannunciata a Wakabayashi, senza però dirgli il nome della fortunata, e lui si era ribellato, come tutti ci aspettavamo, poichè nel suo cuore sapeva benissimo di non volere altri che Jody; e la cosa gli risultò ancor più sgradita in quel momento, poichè lo costringeva ad allontanarsi da Jody quando lei aveva bisogno di lui. Ma fu lei a reagire in modo inaspettato; senza più badare a Richard, terrorizzata all'idea che Wakabayashi potesse divenire il fidanzato di un'altra, scattò verso il palco, forse per intromettersi, protestare, non lo sappiamo. Richard la seguì, cercò di fermarla, e lei lottò con unghie e denti per liberarsi e raggiungere il suo obiettivo, visibilmente disperata. Ricordo che lui le urlò che l'avrebbe costretta a starsene ferma mentre quel ragazzo, cui lei sembrava tenere così tanto, le rovinava la vita come aveva fatto lui; non come ho fatto a non picchiarlo in quell'istante. Forse solo perchè sapevo cosa stava per accadere" commentò, vedendo i volti carichi di risentimento dei due ragazzi davanti a lui "Beh, mentre stavano litigando, il signor Wakabayashi annunciò che la prescelta era proprio Jody. Ricorderò sempre la sua espressione stupita, e Wakabayashi che, sul punto di protestare e porre fine alla cosa, rimaneva con la bocca aperta, incredulo; Jody salì sul palco a sua volta, lui l'abbracciò e tutti festeggiarono, felici, senza notare l'espressione sconcertata dei due interessati. Beh, al nostro scopo servì. Richard non sopportò di essere ripagato con la stessa moneta da colei che voleva, soprattutto quando lei gli disse che non l'aveva fatto per rendegli il favore.....beh, alla fine lui e il padre di Jody se ne andarono, giurando di non voler più avere a che fare con lei. Per Richard era vero, ma..." i suoi occhi si soffermarono per un momento su Karl, e Sanae prese la parola "Ovviamente, come hai immaginato, Karl, Jody non ci perdonò di averle manipolato la vita a quel modo, e scappò in terrazza, infuriata. Wakabayashi la seguì e...beh, non chiederci cosa successe, perchè non ce l'hanno mai voluto dire. Sappiamo solo che, quando tornarono, Jody era tranquilla e serena, e si sono baciati davanti a noi....." Karl spalancò ancora, per quanto gli era possibile, gli occhi, e i due narratori risero "Lei si infuriò di nuovo e gli tirò uno schiaffo tremendo....per poi chiudersi in camera....ora, non ne sono certa, ma credo che lui si sia poi arrampicato sulla finestra per entrare e fare la pace.....ma lei ha la bocca cucita su quell'episodio. So solo che ce ne ha messo per aprirmi la porta....e che la mattina dopo erano felici, contenti e innamorati. Da quel momento sono andati d'amore e d'accordo...più o meno...e se anche litigano lo fanno perchè si vogliono un mondo di bene....come per la storia della gamba....". Il tedesco ebbe un movimento che fece capire ai due che la cosa gli interessava, ma Misaki scosse il capo, fermando Sanae che stava per raccontare cosa intendesse "Beh, le cose sono andate così, e si è rivelata la migliore soluzione che potessimo prendere; ha anche reso la nostra vita....piuttosto movimentata. Al ritorno a scuola, la notizia che Wakabayashi, e molto altri dei giocatori, si erano fidanzati, ha suscitato fin troppo scalpore....ma andiamo con ordine. Ci sono vari altri episodi di quest'estate da raccontare; ad esempio l'arrivo di Franz. Quello si che è stato un bel colpo. Anche perchè Jody è stata colpita un'altra volta...." Karl, che cominciava a non capirci più nulla, scosse deciso il capo "Calma, aspettate un attimo. E' da quando sono qui che sento parlare di questo Franz, ma non ho ancora capito a chi vi riferite.....si può sapere chi diavolo è ??????" domandò con aria seccata. Sanae  e Misaki si scambiarono un'occhiata supita all'idea che non avesse ancora incontrato l'altro ragazzo, ma una voce proveniente dalla porta d'ingresso li esonerò da una complicata risposta "Credo tu stia parlando di me" disse Franz, appoggiandosi con aria soddisfatta allo stipite della porta e fissando il quartetto seduto sul letto di Sanae e, con un attimo di preoccupazione, la ragazza distesa su quello affianco. Schneider si mosse come per andare incontro al nuovo arrivato, incredulo, poi si bloccò. Per l'ennesima volta da quando era lì, non credeva ai suoi occhi. E la sua voce uscì stentata e rauca, quando, per essere sicuro di non avere le allucinazioni, disse in tedesco "Sc....Schester??? Ma sei davvero tu?????"

 

L'altro ragazzo tedesco, fermo sulla porta, rivolse un sorrisetto furbo al capitano della sua nazionale "E' da un bel po' che non ci si vede" rispose nella loro lingua, facendo poi un passo per entrare nella stanza, con l'evidente intenzione di unirsi alla conversazione. Un lampo negli occhi di Sanae, forse indecisione, lo fece arrestare "Beh, da quel che ho capito eravate arrivati al punto in cui entro in scena io" disse in giapponese, con aria da bimbo rimproverato benchè innocente che fece sorridere la ragazza "Mi pare che potrei raccontarla io, questa parte". Misaki annuì e si tirò indietro per fargli posto sul letto. Il ragazzo si sedette a gambe incrociate, guardando fisso Karl e aspettando un po' prima di parlare "Beh, credo che tu ci sia già arrivato al fatto che io e questa gente qui siamo amici; precisamente, io sono il migliore amico di Jody. E' per questo che sono qui". Sanae, che si stava agitando da almeno un minuto, a quel punto non si trattenne più ed esclamò "Dai, di tutto !!! Lui è il fratello di Kay, la ragazzina con la treccia scura" Karl abbassò gli occhi con fare pensoso, poi il volto si illumino in un lampo di comprensione "Ah sì, quella molto carina coi capelli castani....." "EHI !!!!!" urlò Misaki geloso e preoccupato, arrossendo poi istantaneamente nel rendersi conto di cosa aveva fatto. Sanae infatti scoppiò a ridere, Franz gli lanciò uno sguardo benevolo e comprensivo, e Karl si permise di sorridere maliziosamente, avendo intuito che al centrocampista giapponese non erano risultate gradite le sue lievi attenzioni rivolte alla ragazza castana "Ti sei fregato da solo, Misaki; Comunque" riprese contenta Sanae, ignorando l'aria imbronciata dell'amico "Insomma, è il fratello di Kay e il ragazzo di Aly....quella coi capelli nerissimi e gli occhi azzurri. E' venuto in Giappone per dichiararsi, visto che non poteva sopportare il fatto che lei se ne fosse andata da Brema" stavolta Karl si astenne prudentemente dal fare commenti, limitandosi a lanciare all'ex compagno di nazionale una breve occhiata divertita, visto che anche Franz era vistosamente arrossito. Misaki, capendo cosa provava l'amico (E futuro cognato....questa si chiama Captatio Benevolentiae, Taro.....NdA Beh, insomma, si fa quel che si può, no???? E poi lo capisco....quando voi donne volete mettere in imbarazzo qualcuno ci riuscite benissimo.....NdA. Dote naturale, caro. Piuttosto siete voi a caderci dentro benissimo ogni volta....NdA) intervenne "Se magari smetti di sciorinare al vento i fatti privati della gente, Sanae, grazie.....sai, certe cose a uno imbarazza un po' sentirle dire così in faccia....". la ragazza spalancò i suoi grandi occhi scuri "Ma perchè ??? E' così romantico...dovrebbe esserne orgoglioso, non vergognarsi !!!!!!" esclamò convinta, e per farla tacere i due ragazzi, scambiandosi un'occhiata d'intesa, ricorsero alla loro unica arma "Allora possiamo raccontare anche noi il momento in cui Tsubasa si è dichiarato ?????" chiesero all'unisono, divertiti. La ragazza divenne immediatamente di un bellissimo color melanzana e, finalmente zittita, rimase ferma mentre i due riprendevano a raccontare "Insomma, anche la mia situazione familiare non era delle più rosee, anzi diciamo pure che andava a rotoli. Quando anche io rischiai di finire invischiato in un fidanzamento calcolato, scappai; non sapevo dove sarei potuto andare, poi ricordai che mia sorella era vennuta qui e....e sì, anche Aly" aggiunse arrossendo, visto che Sanae lo stava fissando in modo insistente "In realtà l'avevo scoperto per caso origliando una telefonata di mio padre quando faceva ricerche su dove fosse scomparsa la figlia; così, ho saputo anche che Jody era qui. E...sono partito. Io e Jody eravamo amici per la pelle, per alcuni mesi sono stato il suo ragazzo ed ero io ad esserle vicino quando è successo....quel che è successo. Ma ero così perso per Aly che non ho capito....finchè non è stato tropppo tardi. E lo stesso quando è scappata; da come mi parlava, avrei dovuto capire che aveva in mente qualcosa, accidenti..." "E se anche l'avessi saputo, che avresti fatto?" intervenne all'improvviso la voce di Karl, profonda e decisa. "Eh?" Franz alzò due occhi stupiti sul ragazzo, non capendo, e incontrò due occhi azzurri sfavillanti "Anche se avessi saputo che stava per scappare, l'avresti fermata??? Sapendo cosa voleva dire per lei restare??? Davvero avresti avuto il coraggio di farlo????". Franz rimase fermo a fissarlo, realizzando con shock che Karl aveva centrato in pieno il nucleo di un problema che lui non si era mai nemmeno posto "N...no, non credo avrei potuto...." ammise con voce strozzata, abbassando lo sguardo con fare colpevole, mentre Sanae, Misaki e Meimi fissavano Karl con bocca spalancata e profondo rispetto. Accorgendosi di quegli sguardi, il ragazzo arrossì e si sentì in dovere di discolparsi "Non che me ne importi poi tanto...è solo che io non l'avrei fatto, tutto qui" bofonchiò, e Sanae gli sorrise, radiosa, come a indicare che aveva scorto, dietro la sua apparente freddezza, il cuore caldo che il ragazzo celava e che, in quel momento, sembrava rivolto verso quella pseudo sorella che gli avevano affibiato contro la volontà di entrambi e che ora dormiva nel letto li vicino. Misaki, col volto a sua volta illuminato dal sorriso, riprese a raccontare per togliere dall'imabarazzo il ragazzo, per il quale sentiva ora un crescente rispetto che andava al di là di ogni possibile risvolto calcistico "Ricordo benissimo quella scena. Sia io che Wakabayashi abbiamo rischiato seriamente un infarto precoce a 17 anni.....allora, eravamo sul campo da calcio della villa, qui fuori, e Jody è venuta a chiamarci per la cena. Era vestita con pantaloni neri e top azzurro, e credo che Wakabayashi avesse una seria parabola alla mascella, poichè è rimasto a bocca aperta per un paio di minuti a guardarla prima che...beh, all'improvviso, una figura si è materializzata dietro di lei. Noi la guardammo stupiti e Jody, sentendo probabilmente la presenza dietro di sè o vedendo i nostri sguardi si voltò, mentre qualcuno la abbracciava da dietro. Era il qui presente Franz, appena arrivato dalla Germania......e il primo benvenuto che si sentì dire, dalla sua migliore amica dopo un anno di lontananza fu 'E TU COSA CI FAI QUI ???????'" Franz scoppiò a ridere, ricordando la scena. Jody aveva effettivamente reagito in modo brusco nel trovarselo dietro, che la abbracciava, dopo un anno in cui non si erano nemmeno sentiti, ma poi gli aveva sorriso piena di gioia. "Dopo un inizio riluttante, Jody aveva sorriso all'amico ritrovato, e questo aveva scatenato i più trucidi istinti animaleschi di Wakabayashi. Non so ancora come ho fatto a trattenerlo, visto che tentava in tutti i modi di saltare addosso al qui presente, ma alla fine Jody è intervenuta....o meglio, ha cercato di farlo, ma prima che potesse parlare, Kay è arrivata correndo ed è saltata al collo del fratello...mandando me e Wakabayashi nella più completa confusione" si interruppe, imbarazzato, e Sanae si affrettò a continuare al suo posto "Soprattutto lui, visto che non aveva la minima idea che i due fossero fratelli. Jody mi ha raccontato che ci ha messo almeno cinque minuti a farvi capire che quei due si assomigliavano da morire e che non poteva essere altrimenti". Misaki e Franz si scambiarono un'occhiata indecifrabile, che però la ragazza non notò "Ma il punto della questione è un altro. Franz era venuto qui per....per portare una notizia" disse, per poi voltarsi verso il ragazzo e invitarlo a continuare. Franz non se lo fece ripetere "Già; si può dire che era stato il motivo principale per cui ero venuto....o meglio il motivo principale per cui ero scappato di casa. Il fatto che...suo padre si fosse risposato con un'altra....una donna che non so nemmeno com...MMMMMHHHHH !!!!!!" Franz spalancò gli occhi e agitò furiosamente le braccia quando Sanae e Misaki gli saltarono addosso con l'evidete intenzione di bloccare sul nascere le sue parole, per poi lanciare un'occhiata terrorizzata a Karl, che rivolse al ragazzo tedesco un sorrisetto ironico, per poi dire "Oh, prego, continua pure...ma tieni presente che stai parlando di mia madre.....". Franz smise di agitarsi e rimase fermo a fissare l'altro con occhi increduli. Sanae tolse la mano da sopra la bocca di lui, visto che ormai non ve n'era più bisogno, ma passò almeno un minuto prima che il ragazzo riuscisse a dire, incredulo "Tua...madre...???? Ma allora tu saresti......" "Suo fratello, sì. E anche suo cugino". Quattro facce incredule si voltarono verso di lui, di scatto "Suo....cugino??? Ma che vuol dire ??????" chiese Taro incredulo. Karl lanciò un'occhiata circolare, soffermandosi per un secondo di troppo a guardare Meimi. Ma una voce fresca e inaspettata lo risparmiò dal dover dare spiegazioni imbarazzanti "Lasciate perdere, è troppo complicato da spiegare...ahia, che male alla testa, accidenti !!!! Ma che ci faccio a letto a quest'ora ??????" "JODY !!!!!!!!!!!!!!!!" urlarono tutti e cinque i ragazzi seduti sul letto di Sanae, voltandosi immediatamente a guardarla. La ragazza si alzò, in modo da mettersi seduta, e si guardò intorno confusa "Ma che cavolo è successo? E che ci fate voi qui a spettegolare su di me come vecchie zittelle? Oh....." i suoi occhi incontrarono quelli di Karl in un lampo di comprensione "Oh, certo, capisco....beh, non mi pare molto gentile parlare dei fatti miei alle mie spalle". Tentò di scostare le coperte e alzarsi in piedi, ma un pesoimprovviso la ributtò all'indietro, facendole sbattere la nuca contro la testata di legno del letto "OH, JODY-SAN, JODY-SAN !!!!!!!!!!!!!!!!!!" urlò disperata la voce di Meimi, mentre lacrime di dolore e rabbia uscivano copiose dai suoi occhi scuri. "Io...io non sapevo che tu avessi dovuto patire tanto...." tutti fissarono sorpresi la scena, visto che Meimi di solito non esternava a quel modo le emozioni, e attesero la risposta rassicurante che di certo Jody avrebbe dato alla ragazza....invano. Infatti, tutto quello che uscì dalle labbra della fanciulla fu un sonoro e poco signorile "AHIAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!! ACCIDENTI, MI HAI FATTO SBATTERE DI NUOVO LA TESTA !!!!!!!!!!!!!!". Inutile dire che una goccia enorme si formò subito sulla nuca di Sanae, Karl, Franz e Taro, mentre Meimi si tirava su e diceva, ancora piangendo "Scu...scusami....". Jody sospirò e si rimise a sedere, passandosi la mano sulla testa come a valutare il danno "Accidenti che colpo....comunque sta tranquilla, non ce l'ho con te.....e non è affatto il caso di piangere, Meimi" le disse in tono duro, vedendo le tracce delle lacrime che rigavano il volto della ragazza "Io sono forte, ho imparato a sopportare.....e non sono sola. E' quello l'importante. Comunque...." i suoi occhi fecero un veloce giro della stanza, fissando uno per uno i suoi occupanti "A quanto ho capito avete raccontato per lungo e per largo le parti del racconto che io avevo accuratamente evitato....vabbè. Sentite, possiamo lasciar perdere tutto e io vado a vestirmi? Mi sento uno straccio e credo di aver bisogno di un bel bagno...." "E c'è qualcuno che sta aspettando di vederti in piedi, sulle tue gambe, per saltare addosso al qui presente capitano tedesco, tanto per la cronaca. Forse tu puoi fare qualcosa per evitarlo...." disse con voce sottile Misaki, e gli occhi di Jody si fissarono su Karl; un mare di pensieri passò tra i due, mentre si fissavano impassibili, poi la ragazza si tirò indietro i capelli con un gesto brusco e disse seria "Oh, dovevo immaginarmelo. No, non è affatto colpa sua....e comunque, stai attento a quello che dici. Non è affatto il caso di rivelare le novità prima di averci ben pensato. Allora....mi cambio. No, non serve che usciate" disse alzando una mano, visto che i tre ragazzi si stavano giò muovendo per lasciare la stanza "Vado nel bagno....ci metto un secondo. E dopo...." i suoi occhi passarono su Meimi e si fermarono di nuovo su Karl "Vorrei parlare ancora con te. Dobbiamo stabilire alcune cose. E voi quattro, dimenticatevi quello che si è lasciato scappare, per il momento. E non ne fate parola con nessuno. Soprattutto con Genzo. Chiaro????"; uno ad uno, li osservò annuire, e solo quando ebbe la certezza che avevano capito lasciò la stanza. L'amosfera si fece pesante; nessuno ebbe il coraggio di azzardare una parola, poichè potevano rticadere su quel discorso incriminato, nonostante tutti morissero dalla curiosità. Pochi minuti dopo, comunque, la ragazza uscì dal bagno perfettamente vistita, sollevandoli da quel mutismo teso, e disse "Bene, ora....Karl, ti va un giro per la città? Non credo tu l'abbia ancora vista....Sanae, Meimi, so che dovevamo allenarci ma....potete fare senza di me per una volta? Ho anche male alla gamba......" le due ragazze annuirono, alzandosi; tutti gli altri raccolsero il segnale e si alzarono a loro volta. Sanae fece un sorriso teso ma furbo e replicò "Per stavolta passi, signorina, però non chiedermi di dire al tuo bel portiere che te la sei svignata in compagnia del capitano tedesco con cui ti trovavi, appartata nel bosco, quando sei svenuta. Io non ci tengo a morire giovane quindi....fai da te !!!!!" e detto ciò uscì, seguita a ruota dagli altri che avevano tutto da guadagnare ad evitare un simile incarico. La ragazza, che alla fine rimase sola nella stanza con Karl, li fissò stupita "Ma tu guarda che razza di amici !!!! E va bene....usciamo, così dico a Genzo che sto bene e che gli racconterò tutto più tardi. Tanto sarà al campo da calcio come al solito....vieni". Uscì a sua volta dalla stanza, e Karl si ritrovò a seguirla, frastornato, rimuginando su un paio di cose che contava di chiederle appena fossero rimasti soli.

 

Non fu semplice come l'aveva detto, in verità; non appena la vide, salda sulle sue gambe, che correva verso il campo da calcio, Genzo abbandonò immediatamente la porta che stava difendendo, incurante del tiro di Mamoru che gli passava alle spalle, insaccandosi in rete, e la prese in braccio, sollevandola da terra come se fosse fatta di porcellana ed urlando "STAI BENE ???? STAI DAVVERO BENE ????? NON DOVRESTI ESSERE A LETTO ???????? ERI SVENUTA........." la ragazza si divincolò tra le sue braccia, cercando di tornare coi piedi per terra, poi, non riuscendovi, rinunciò e parlò così com'era, mezza sollevata per aria e col fiato mozzo "Sto bene...ti giuro che sto bene...." "No, credo proprio che dovresti restartene a letto per oggi...." "Oh, porca miseria, Genzo, tu mi vorresti sempre a letto se è per questo !!!!!" sbottò lei perdendo la pazienza. Poi si guardò attorno, sentendo un improvviso silenzio. Tutti la stavano fissando, straniti "Beh, che avete da guardare ????" domandò, cercando ancora di liberarsi da quelle braccia che la stringevano. Poi, vedendo il rossore sul volto del suo ragazzo, capì "Oh, stupidi che non siete altro, non intendevo affatto dire quello !!!!!!!!! Accidenti, ma voi mai un po' d'arguzia, eh??? Non avete nemmeno minimamente pensato che forse intendevo riferirmi al fatto che, una volta per la gamba, l'altra per lo svenimento, lui ritiene sempre che dovrei starmene perennemente a letto buona e silenziosa, a riposare ????? Ma che c'avete nel cervello voi uomini, oltre al pallone da calcio ??? E mettimi giù una buona volta, Genzo !!!! Non ne posso più di starmene qui per aria, accidenti !!!!!!!!!!". Il ragazzo la depose a terra, titubante, e non appena lei sentì il terreno sotto i propri piedi, si tirò indietro. L'occhiata indecifrabile che lui le rivolse la fece rimanere immobile per qualche secondo, dispiaciuta, poichè sapeva di averlo ferito e di stare per farlo di nuovo. Ma d'altronde non poteva fare altrimenti....perciò raccolse tutte le sue forze con un gran respiro, e poi buttò fuori, velocemente, prima di ripensarci "Senti, voi state pure qui ad allenarvi. Io non vado in palestra comunque....faccio un giro per la città con Karl, dobbiamo parlare". Se la prima parte della frase a Genzo era andata più che bene, l'ultima fece risorgere nei suoi occhi scuri una fiammata di collera pura "SEI IMPAZZITA ????? CREDI DAVVERO CHE IO TI PERMETTA DI ANDARTENE IN GIRO PER LA CITTA' CON...CON...QUELLO ?????? NON LO SAI CHE SEI SVENUTA MENTRE ERI SOLA CON LUI????? E PENSI CHE IO TE LO PERMETTA ??????". Gli occhi di Jody ebbero un pericoloso scintillio "Permettermi??? Tu ?????" sibilò infuriata, mentre la sua mano si alzava di scatto come per dargli uno schiaffo. Genzo si ritrasse, intuendolo, ma quella mano che avrebbe potuto colpirlo con forza inaudita si posò con improvvisa gentilezza sul suo volto, seguita poi dall'altra; la ragazza, ora tremante e remissiva, gli abbassò il volto, in modo da poterlo fissare negli occhi, e così facendo lo mandò nella più completa confusione. Si avvicinò, in modo che solo lui potesse sentirla, e sussurrò, con voce dolce ma carica di pena "Ti prego...ti prego, lasciamelo fare. Io devo, capisci??? No, probabilmente no....ma sappi che lui non mi farà mai del male....non ne ha motivo, e non è stata colpa sua se prima sono svenuta....ti prego, Genzo, stasera giuro che ti racconterò tutto....per favore.....per favore...." alla fine era quasi appoggiata al suo petto, e lacrime di dolore stavano per spuntarle dagli occhi "Non vorrei farti soffrire e preoccupare a questo modo ma....ma....perdonami....."sussurrò ancora, con voce incrinata, e lui le afferrò le spalle, allontanandola da sè con un sorriso "Tranquilla....ho capito. Mi fido di te...ma se solo accenna a fare qualcosa di male, stendilo come fai sempre con me" le rispose, facendosi forza per apparire razionale e non lasciarsi andare alla gelosia. Lei sorrise tra le lacrime, poi non si trattenne e gli saltò al collo, scoccandogli un rapido bacio mozzafiato che lo colse di sorpresa, e poi correndo via trasciandosi dietro Karl, urlando "Ci vediamo stasera !!!!!!!!!!". Genzo rimase immobile, inebetito, finchè non si rese conto che tutti gli altri lo fissavano sogghignando. Arrossendo vistosamente, si calò il cappellino sugli occhi e urlò "Allora ???? Vogliamo star qui a perdere tempo a vita ??? Torniamo ad allenarci avanti !!!! E, tra parentesi, Izawa, l'ultimo gol non vale !!!!!!!". L'interpellato sogghignò divertito ed esclamò, seguendo il portiere con aria maliziosa "Cosa ???? Oh, no, mio caro, ti sbagli !!!! Io ho tirato perfettamente, non ero in fuorigioco nè altro, e il gioco non era affatto fermo....mica è colpa mia se il portiere è corso via per andare a farsi manipolare dalla sua ragazza !!!!!!!". L'occhiata furiosa e incandescente che gli fu riservata non fece che aumentare le risate generali e, per una volta, per almeno mezzora non ci fu verso che si mettessero a giocare a calcio (MIRACOLO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! QUASI UN'APPARIZIONE DELLA MADONNA !!!!!!!!!!!!!!NdA)

 

"Hai davvero intenzione di farlo ????" chiese in tono vago Karl quando, dopo almeno dieci minuti di silenzio camminando fianco a fianco, arrivarono al primo incrocio. La ragazza si voltò sorpresa e lo fissò con occhi spalancati "Che cosa ????". Karl, continuando a camminare, si voltò a guardarla con aria per lo più indecifrabile ma pressochè divertita "Raccontargli tutto. A Wakabayashi, intendo. Hai davvero intenzione di farlo ????". La ragazza divenne rossa come un peperone, e lo fulminò con lo sguardo "Hai origliato !!!!! Hai sentito quello che gli ho detto !!!!!!! Che bastardo !!!!!!!!!!!" esclamò offesa, mentre lui scoppiava a ridere nel vedere la sua faccia rossa rossa e incavolata "No, non ho....uhmf....origliato...ih ih ih...l'hai...l'hai detto....cavoli, sei proprio buffa con quell'espressione !!!!!! AH AH AH AH !!!!!!!!". Anche se lo stupore nel vedere quel pezzo di ghiaccio che rideva a crepapelle era forte, la ragazza si sentì ancor più punta sul vivo "MA CERTO, RIDI PURE !!!!!!!!! RIDI FINCHE' TI PARE, CHE TI IMPORTA SE FERISCI IL MIO ORGOGLIO ????????? EH ?????????" Karl, respirando affannosamente, rosso in volto a sua volta, ma per le risate, cercò di calmarsi prima che lei lo mandasse a quel paese, abbandonandolo li sul ciglio della strada; quando sollevò il volto, Jody dovette ammettere con se stessa che anche lui faceva ridere con quell'espressione sul volto, unita al colore rosso, e immaginò come doveva sembrare lei....ma si guardò bene dal dirlo. Rimase a fissarlo, mezza incavolata e mezza confusa, finchè lui non riuscì a riprendere fiato sufficiente per dire "Comunque l'avevi detto prima....che gli avresti raccontato tutto più tardi, visto che la tua amica dai capelli scuri non aveva intenzione di sfidare la sua ira.....come invece mi sa che tu fai ogni giorno....cavolo, non avevo mai visto Wakabayashi urlare a quel modo!!!!! Ma ti ci metti d'impegno per farlo arrabbiare così o ti viene naturale ?????" "E' una dote...." borbottò lei, ancora arrabbiata, e il ragazzo sorrise "Già....ma è anche vero che non lo avevo mai visto così...." "Così come?" chiese lei, interessata, e il ragazzo sorrise più largamente "Così vivo" disse in tono pensoso "Così....preoccupato per qualcuno. La sua dura scorza di indifferenza, che ha resistito per anni agli assalti di fan scatenate, compagni di squadra espansivi, seccatori che lo prendevano in giro solo perchè era Giapponese e genitori che si ricordavano di lui solo quando faceva loro comodo si è infranta davanti a una ragazzina.....una ragazzina con due enormi occhi blu...." si fermò a fissarle il volto, mentre lei cercava di capire cosa lui le stesse dicendo "Ma io....io non ho fatto nulla per...." "E' proprio per questo" esclamò lui convinto "Che sei stata tu, la prescelta.....se conosco quel tipo, sei la cosa più preziosa che adesso lui possegga....e sarebbe disposto a morire per proteggerti....il che significa che sono seriamente in pericolo di vita....." ironizzò, lanciandole un'occhiata divertita. Ma lei non parve cogliere l'invito a unirsi a quella ilarità....a dire il vero pareva non accorgersi di nulla, tanto persa e assorta pareva nei suoi pensieri....il ragazzo smise di sorridere per fissarla ad occhi spalancati "Non te n'eri resa conto?" le domandò incredulo, e lei scosse il capo "No....perchè sai, è buffo ma...quello che hai appena descritto....è ciò che io provo per lui.....e pensare che anche lui provi lo steso....." Karl sospirò in tono rassegnato, allargando le braccia e comportandosi come un maestro indulgente che spiega un concetto semplicissimo a un bimbo di solito intelligente che però in quel campo incontra difficoltà inaspettate "E' per questo che state così bene insieme.....vi completate a vicenda, non potete vivere l'uno senza l'altro. E' una cosa molto preziosa, Jody" ora i suoi occhi azzurri si erano fatti molto seri "Cerca di non perderla". La ragazza arrossì "Che cavolo dici?....Che cavolo centri tu, per metterti a sputare sentenze ????" borbottò imbarazzata, il volto che faceva ormai concorrenza al sole che stava tramontando "Stattene zitto...." il ragazzo decise di darci un taglio con la discussione, anche perchè aveva capito che lui e quella strana ragazzina erano troppo simili e avrebbero potuto andare avanti per ore "Senti, anche se mi sto divertendo un mondo, non sono qui per stuzzicarti sulla tua relazione con Wakabayashi. Ciò che voglio sapere" disse, schivando il colpo arrabbiato che la mano di lei cercava di asstestargli sulla testa "E' cosa intendi fare....come dobbiamo comportarci con questa storia di....di nostro nonno". Jody si fermò e lo fissò con occhi spalancati "E lo chiedi a me? Mi pare di essere quella messa peggio, in questa faccenda...." "E proprio per questo ti chiedo cosa hai intenzione di fare. Quelli vogliono renderti erede di qualcosa che, a quanto ho capito, tu non vuoi....quindi come hai intenzione di comportarti? Vuoi combattere oppure....sottometterti alla loro volontà?" gli occhi della ragazza sfavillarono con aria di sfida "Io non mi piegherò mai più alla volontà di qualcuno...." sussurrò con voce quasi astiosa "L'ho già fatto una volta, e credo di aver sofferto abbastanza per tutta la vita...e anche per la prossima; a dire il vero, nemmeno in dieci vite credo sarei riuscita a soffrire tanto. Quindi la risposta è no: non ho alcuna intenzione di piegarmi alla loro volontà....piuttosto..." "Piuttosto ti spezzi, ma non ti pieghi, vero? Già, capisco che vuoi dire.....anche se per ora non ho passato nemmeno un quarto di ciò che hai passato tu, nemmeno io ho intenzione di farmi manovrare da gente che nemmeno conosco....però...." "Però cosa, Karl? C'è qualcosa che stai nascondendo....da quando ti ho raccontato la mia storia....c'è qualcosa che ti pesa sull'animo e che non vuoi rivelare....". Il ragazzo voltò il capo, evitando i suoi occhi "Karl?" "Lascia perdere !!!!!!" ringhiò lui indietreggiando "Allora ho ragione....avanti, dimmi di che si tratta; siamo sulla stessa barca, dobbiamo darci una mano, almeno sul piano morale, oppure non ne verremo fuori. Dimmi che ti è successo"; quegli occhi scintillanti, così simili ai suoi, non avevano alcuna intenzione di dargli tregua....gli si erano piantati in volto e non lo abbandonavano....e sembravano costringerlo ad affrontare quelle realtà che stava rifiutando con tutto il cuore "...rie..." "Cosa?" "Marie.... mia sorella. E' lei il problema" sussurrò lui, senza staccare gli occhi dal marciapiede. Lei lo fissò, interdetta "E' quella bimba di cui parlavi? Cos'ha?" chiese in tono confuso; Karl alzò gli occhi, che ora bruciavano di un fuoco tanto intenso da farla indietreggiare "E' in mano a tuo padre, ecco che ha !!!! E da quel che tu e gli altri mi avete raccontato non ho proprio nulla da star tranquillo....è ancora così piccola, e se quell'uomo prova solo...." "Se prova solo a sfiorarla con un dito, gli farò pagare tutto ciò per cui non ha mai pagato fino ad ora.....e ti assicuro che l'elenco è molto lungo...." sussurrò lei, in uno strano tono gutturale. Karl la fissò interdetto. Pareva animata dalla sua stessa rabbia....e quando gli fece un sorriso complice, capì che era proprio così; Jody capiva il suo problema e lo condivideva "Tu nemmeno la...." "Non la conosco, no. Ma da come ne parli....da come ti si illuminano gli occhi.....so per certo che è una bimba troppo dolce, adorabile e buona per finire tra le grinfie di mio padre....cosa che comunque eviterei a chiunque. Bene, quindi ora che siamo d'accordo sul fatto che bisogna agire per impedirlo, cosa facciamo? Dobbiamo stabilire un piano d'azione.....". Karl si sentì improvvisamente sollevato; ora capiva perchè Wakabayashi tenesse tanto a quella buffa ragazzina.....era stato anche lui irretito dal suo fascino spontaneo e semplice "Cooperiamo" rispose sorridendo.

 

Jody sgranò gli occhi per l'ennesima volta "Che....che vuoi dire con cooperiamo, scusa? Che dovremmo fare?". Karl la fissò con fare pensoso "Credo che la questione sia cosa devi fare tu....io purtroppo non posso fare quasi nulla....." "Ehi, con calma !!!! Questo mi sembra un bel modo di scaricarmi la responsabilità sulle spalle !!!!!" "Ma prova a riflettere !!! Anche se mi ci metto d'impegno, io più che protestare e sostenerti che posso fare???? Sei tu quella che vogliono....e quindi sei tu quella che deve ribellarsi......non sto dicendo che ti voglio abbandonare !!!!" aggiunse precipitosamente, vedendo gli occhi di lei accendersi di rabbia "Solo che....sei tu quella che ha più grinta, tra noi tre.....". Jody, che stava per tirargli un pugno, si fermò. "Noi....tre....." ripetè lentamente "Noi tre.....Karl, cosa ti prende?". Il ragazzo, che aveva alzato le braccia per ripararsi dal colpo, la fissò senza capire "Eh?" "Da quando in qua hai abbandonato le ostilità nei nostri....nei miei.... confronti?" "E tu? Da quando mi consiedri degno di accompagnarti in giro per la città? Guarda che quella che mi ha picchiato al primo incontro sei stata tu". La faccia di Jody si colorò di porpora "Ehm....ok, hai vinto...però...." alzò di nuovo gli occhi "Noi siamo in quattro" dichiarò con fare deciso; Karl la squadrò per un minuto "Hai intenzione di dirglielo?" "Ancora? Questa domanda non risale ad almeno mezzora fa, e non ci abbiamo già litigato sopra abbastanza?" "No, non intendevo quello....volevo dire, intendi dire a Meimi come stanno le cose? Credo che per lei sarebbe un grosso shock...sicura di fare la cosa giusta?". Jody assentì "Ciò che Meimi cerca è una vera famiglia e tanto affetto....io sono sua cugina, e ho tutta l'intenzione di dirglielo......e poi credi che, se anche tacessi, non lo scoprirebbe prima o poi? Adesso capisco...." assunse un'aria meditabonda "....adesso capisco perchè la zia sussultava ogni volta che la vedeva....." "Ehi, guarda che è anche mia cugina. Non voglio certo lasciarti fare da sola la parte dell'eroe...beh, dell'eroina !!! Le parleremo insieme. Dopotutto noi...." "....siamo una squadra" completò lei ridendo. Ma quando era successo? Quando era diventato tanto semplice stare insieme, per loro due? Per loro che all'inizio non potevano nemmeno vedersi? Per loro, così diversi, così distanti....ma lo erano davvero? Non avevano fosse sofferto gli stessi drammi, le stesse paure? Non le soffrivano tutt'ora? E ora erano insieme.....e per questo più forti "Ci sto !!!!" "Eh?" il ragazzo la fissò confuso, ma Jody pareva animata da una nuova determinazione "Possiamo farcela, possiamo opporci....ma solo se lavoriamo tutti insieme !!! E intendo tutti tutti. Per primi io, te e Yu, insieme a Meimi. Ora il primo passo...." "Forse dovresti riconsiderare la loro proposta...." suggerì lui; evidentemente era la cosa sbagliata da dire "COSA ????" urlò lei con aria adirata. Karl fece un passo indietro "Ecco....è solo che....tu....accidenti, non capisci? In questo modo hai un aggancio con la Germania che esula da tuo padre.....anzi, un aggancio con una persona che odia tuo padre.....tuo, beh, nostro nonno....." "Vorrei conoscerlo..." si lasciò scappare lei, per poi guardarlo con aria spaventata. Un attimo di silenzio passò tra loro "Forse....potresti andare in Germania...." "No" disse lei decisa, con fare talmente sicuro che lui si trovò spiazzato "Ma....se vuoi conoscerlo credo..." "Il fatto che io voglia conoscere mio nonno, come credo vorrebbe qualsiasi persona al mio posto, non significa che sia disposta ad andare laggiù; non mi lascerebbero più tornare....." "Ah" Ora aveva capito; lei aveva semplicemente paura "Ma io non intendevo dire che dovevi andare la da sola...." lo fissò senza capire "Io dovrò tornarci, tra qualche mese, in Germania. Se vieni a trovare me non credo ci saranno problemi....vieni pure con chi vuoi, ma sta tranquilla; non permetterò che ti facciano male....anche perchè sennò Wakabayashi mi ucciderebbe...." Jody sorrise nel sentire le parole 'non permetterò che ti facciano del male'. Le ricordavano qualcosa....qualcosa di bello che le aveva cambiato per sempre la vita..."Ehi, e che scusa avrei per venirti a trovare? Ma allora tu vuoi proprio morire, ci pensi come la prenderebbe Genzo?". karl sogghignò "Sbaglio o secondo i canoni comuni io sono tuo fratello? E tuo cugino? Devi conoscere Marie....sono sicuro che non farà che chiedermi di te e mi stresserà l'animo finchè non le prometterò che ti farò venire da noi...." Jody rise "Sembra proprio che non abbia scelta...e va bene, signor Kaiser, accetto il suo invito. Ma sarai tu a spiegarlo al mio ben geloso fidanzato". La faccia del ragazzo si fece improvvisamente preoccupata "A me sembra che sia tu a volermi davvero veder morto....comunque ci proverò....più avanti, molto più avanti.....". la ragazza rise più forte, sentendosi allegra e leggera come qualche mese prima, quando aveva incontrato uno strano portiere e dei ragazzi strampalati che giocavano a calcio....nulla sembrava poter andar storto, in quel momento. Improvvisamente un pensiero colpì il suo cervello e si guardò attorno "Ehi, ma che ore sono????" chiese allarmata. Karl guardò l'orologio "Secondo l'ora Giapponese...le sei e quaranta". La ragazza spalancò gli occhi "Cosa??? ma è più di un'ora e mezza che siamo fuori !!!! Ma quanto abbiamo camminato ????" si guardò intorno freneticamente per la seconda volta, cercando di capire dove si trovavano "Non ti sarai mica persa vero? Questa è la tua città !!!!" esclamò Karl leggermente preoccupato. la ragazza scosse il capo "Calma, niente panico. Si, ok, ci sono !!!! Avanti, muoviamoci !!!!" "Scusa, ma che è questa fretta improvvisa? Dovevamo decidere che fare...." "Un'altra volta.....ho promesso a Genzo che gli avrei raccontato tutto, e di solito lui alle sette va sempre a casa sua !!!!!" Ah, ecco qual'era il problema. Karl la fdissò esasperato "Uffa !!!!! Scusa, ma non potevi pensarci prima.....oh, no, inizia pure a piovere...e senti che tuono...mi sa che ci conviene trovare un posto dove ripararci finchè non smette....sembra un diluvio....EHI, ASPETTA UN ATTIMO, CHE HAI INTENZIONE DI FARE ?????". La ragazza nemmeno lo ascoltava più; era partita di corsa nella direzione che portava alla villa....che però distava almeno un'ora a piedi, anche se di corsa. E lei parev avere tutta l'intenzione di farsela, di corsa "JODY !!!!" urlò, prendendo a correrle dietro "COSA STAI FACENDO ????? MICA AVRAI INTENZIONE DI FARTELA TUTTA A PIEDI ??????" " E SECONDO TE COME ALLORA? VOLANDO ????" "SE NON TE NE SEI ACCORTA STA PIOVENDO !!!!!!!!! NON PUOI CORRERE PER UN'ORA SOTTO LA PIOGGIA !!!!" "PROVA A FERMARMI !!!!!" lo sguardo color cielo brillava di rabbia e decisione, e Karl decise di lasciar perdere "Ma chi me l'ha fatto fare...." si disse, correndo per starle dietro. Ma era difficile. Forse il pensiero del suo ragazzo o gli allenamenti di pallavolo, non lo sapeva, ma qualcosa le aveva messo le ali ai piedi. E anche per lui era difficile starle dietro. Contando anche che la pioggia stava aumentando, tanto che ormai non si vedeva più nulla oltre il metro. E Jody stava per sparire in quella foschia.....stringendo i denti, accellerò per starle dietro.

 

Quando arrivò a casa, Jody era a dir poco annegata. La pioggia non era affatto diminuita, anzi non aveva fatto altro che aumentare, al punto che anche solo vedere i propri piedi l'uno davanti all'altro era diventato difficoltoso. Ma la ragazza non pareva averlo nemmeno notato; ansimando, arrivò al portone della villa e suonò. Quando nessuno rispose nell'immediato decimo di secondo che seguì, prese a battere i pugni forte sul legno spesso e bagnato, e poco ci mancò che colpisse Aly in faccia quando questa finalmente le aprì "Ma che...Jody !!! Ma che ti salta in testa, volevi sfondare la porta???? Ehi, ma sei fradicia, dov'eri finita???? Speravamo che vi foste messi al riparo o che ci chiamaste....dov'è Schneider?" si alzò in punta di piedi per cercare di scorgere il ragazzo alle spalle dell'amica, ma Jody non rispose; in realtà non aveva ascoltato nulla di ciò che Aly le aveva detto. Tsubasa, che stava passando in quel momento per il corridoio, le lanciò un'occhiata e sgranò gli occhi "Per la miseria Jody, vieni dentro prima di prenderti una polmonite !!! Sei fradicia...." "Dov'è Genzo???" chiese lei, mentre gli occhi azzurri scrutavano l'ingresso, la parte della biblioteca e delle altre sale visibile da lì e anche il campo da calcio, inondato dalla pioggia "Perchè non vi allenate più?". Tsubasa le rivolse uno sguardo vacuo "Jody, stai bene? Non ti sei accorta che diluvia? Comunque Genzo non è qui, ti ha aspettato fino a mezzora fa, circa, poi se n'è andato a casa sua....non pareva molto contento....sai, se devo dirti tutto, era parecchio arrabbiato con Schenider.....ha detto che ti stavi allontanando troppo da lui, e che stavi sempre con quel tedesco....". Jody sbarrò gli occhi. Non aveva affatto riflettuto su quell'aspetto della faccenda, negli ultimi sessanta minuti....e il fatto che Genzo se ne fosse andato a casa senza aspettarla voleva dire che era davvero arrabbiato con lei...."Oh no !!!!" urlò, facendo per voltarsi e ripartire..... "Io non le permetterò di dire una cosa simile alla nostra ragazza !!! Nè lei nè il Granduca avete il diritto di pretendere una cosa simile da lei, soprattutto dopo ciò che ha passato !!!!!!!" esclamò all'improvviso la voce di suo zio rimbombando nel corridoio e provenendo dalla biblioteca; Jody, che si stava avviando verso l'uscita, si bloccò di colpo nell'udire quelle parole, mentre Aly e Tsubasa si voltavano stupiti e la voce pacata e vagamente irritata di Hermann rispondeva, in tono stanco e annoiato "Credo lei non comprenda di non trovarsi nella posizione di poter obiettare..." "No, è lei che non capisce affatto; io non le permetterò assolutamente di dire a mia nipote, che ha passato l'infanzia sballottata qui e là solo perchè non ci permettevate di prenderla con noi, ha ritrovato il padre quasi per caso e solo per l'interesse economico di quest'ultimo, ha visto morire la sorella, è stata quasi costretta a un fidanzamento forzato con il ragazzo della sorella morta e ora è stata dichiarata erede del Granducato, che deve fare le valigie e venire con voi in Germania !!!! Come crede che possa spedirla così nel luogo dove ha sofferto tanto ??? Come crede che la possa allontanare dal Giappone, dove ha trovato finalmente la serenità ??? E soprattutto, come può anche solamente pensare che io le lasci mia nipote ??????" "Lei non vuole affatto rendersi conto che...." "NOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!". Le urla angosciate e cariche di rabbia di Jody, Tsubasa e Aly si intrecciarono, turbando la serenità apparente della casa. Hiroshi Tachikawa e il signor Hermann si affacciarono sull'uscio della biblioteca per vedere chi avesse fatto tutto quel baccano e rimasero di stucco nel vedere i tre giovani rossi in volto e infuriati. Fu il ragazzo il primo a prendere la parola "Non....lei non può !!! Noi non glielo permetteremo !!!! Mai !!!!!!!!!!!!!" "Dovrà prima passare sui nostri cadaveri !!!!" gli diede man forte Aly, annuendo con vigore; e infine Jody avanzò, gli occhi azzurri brucianti di rabbia e vigore, la voce sottlissima ma non per questo meno sferzante e letate "Io non verrò mai, MAI con lei !!!! Non ho chiesto di essere l'erede del Principato e non intendo sottostare alle vostre assurde pretese !!! E questa è la mia ultima parola !!!! In assoluto !!!!". Hermann si aggiustò gli occhiali sul naso e la fissò freddamente "Lei è giovane, signorina; non può capire quali sono i suoi obblighi. Mi pare molto azzardato anche solo pensare di poter mettere l'ultima parola su qualcosa, soprattutto su una cosa come questa.....e comunque le posso assicurare che alla fine mi seguirà. E' suo compito. Partiremo tra tre giorni". Jody strinse i pugni, mandando al'aria ogni parvenza di buone maniere; al diavolo anche Karl e i suoi piani di cooperazione !!!! Lei non aveva alcuna intenzione di stare lì a farsi menare per il naso ancora !!!! Con difficoltà placò il tremito del suo corpo, alzò ancora una volta due occhi determinatissimi sull'uomo e disse, con voce decisa, veloce e precisa come una stoccata "Io non lo accettò. Per nulla. Se vuole portarmi con sè prima mi deve prendere" A dispetto della sua calma apparente, Hermann sgranò gli occhi nel sentire quelle parole "Cos....cosa intende dire ?????". Le labbra rosse di Jody si curvarono in un leggero sorriso sprezzante "Provi a indovinare...." sussurrò in tono malizioso....e terribilmente noto ad Aly e Tsubasa, che si voltarono spaventati a fissarla; sapevano benissimo cosa stava per fare, e non avevano la minima idea di come impedirlo....nè se avrebbero mai avuto il coraggio di farlo, vista la situazione; Jody non parve accorgersi dei loro tentennamenti, visto che rivolse loro solo una breve occhiata decisa, quasi a confermare che aveva preso la sua decisione, per poi tornare a fissare dritto negli occhi Hermann e dire, a voce alta questa volta "Visto che nemmeno qui posso starmene in pace, credo che opterò per un'altra soluzione. Addio !!!!", voltarsi e poi partire di corsa, diretta verso la porta aperta e il parco della villa; in un attimo, superò l'uscio e scomparve, senza un suono, come se non fosse mai stata là. Tsubasa e Aly fissarono il punto in cui si era trovata fino a un secondo prima, increduli, poi si scambiarono un'occhiata come per confermarsi a vicenda di sapere esattamente cosa fosse passato per la testa alla loro amica, ma non riuscissero a crederci, e per questo si lanciarono sulla porta per guardare il viale; la pioggia era aumentata anciora, e la visibilità era ridotta a zero, ma in ogni caso per quel che riuscivano a vedere e sentire era ormai deserto. Jody non si vedeva più "JODYYYYY !!!! Ehi, così ti prenderai davvero qualcosa !!!!!!!!!!!" urlò Tsubasa, anche se sapeva perfettamente che lei era troppo lontana per sentirlo. Aly continuò a fissare il vuoto senza parlare, e il ragazzo sospirò "Accidenti, quella è più testarda di Wakabayashi....ho impiegato un'ora a convincerlo che Jody non voleva ferirlo e a cercare di farlo stare qui, e alla fine lui se n'è andato lo stesso....e ora lei sta correndo chissà dove..." "Sai benissimo dove" rispose Aly, fissando ancora il vuoto, con voce quasi dolce "Va da lui. E credo che le cose non dette tra quei due stiano per diventare troppe" "Parole sante !!!" esclamò una voce dall'ingresso....cioè da praticamente davanti a loro, ma la pioggia era talmente tanta che non si erano accorti della sua presenza. Fecero un balzo all'indietro, mentre un'ombra scura scivolava verso di loro (Che ti sei data al genere fantasy ???? NdJun che sta raccogliendo i fogli per la stanza. Beh, è un'idea !!!! Dopotutto è il mio genere preferito !!!!! Come te lo vedi Genzo con tunica alla medievale, mantello lungo sulle spalle e spada scintillante in mano ???? NdAlewen_entusiasta all'idea Uuuhhh...NdJun che cerca di fingere un'improvviso e quantomai strano interesse per gli appunti accartocciati di Modelli matematici e interpretazioni dell'ambiente), per poi rivelarsi la figura fradicia, tremante e assolutamente irriconoscibile di Karl Heinz Schneider che, ansante e sfinita, si appoggiava alla porta. La prima a ritrovare la parola fu Aly "Sch...Schneider !!! Ma che fine avevi fatto ????" "Correvo appresso a Jody, non si vede ????" rispose lui ansimando rumorosamente, senza notare la presenza di suo zio e Hermann in piedi nell'ingresso, con un'espressione per nulla beneaugurante sul volto. Aly però non sembrava avere fretta di dirgli come stavano le cose "Ah, ecco che fine avevi fatto....dai, almeno tu vieni dentro ad asciugarti, oppure di ammalati ne avremo due" "Almeno io...???? Dove è andata adesso quella esagitata???" esclamò Karl, guardandosi intorno e non vedendo traccia ella sorella, ma soffermandosi con aria indagatrice su hermann e Hiroshi Tachikawa "Secondo te????? Ah, per la cronaca, Wakabayashi se n'è tornato a casa sua" "Oh no...accidenti !!! Ecco cos'era quel tornado che mi ha oltrepassato poco fa !!!! Almeno è vicina casa Wakabayashi?" domandò, senza staccare gli occhi dai due uomini "Insomma.....beh, ormai non c'è nulla da fare. Almeno speriamo che sia davvero diretta lì e non abbia strane idee in testa...la pioggia le provoca sempre brutti ricordi...." disse Aly con una nota di dolore nella voce; Karl la fissò per un secondo, ma la ragazza non aggiunse nulla e si limitò a passargli un asciugamano. Il kaiser tedesco se lo passò tra i capelli fradici, poi cominciò a sentire freddo "E...et....ETCHUUUUUMMMM !!!!!!!!" "Salute !!!!" disse Aly divertita. Il ragazzo si asciugò il naso con aria irritata "Accidenti a quei due...." mormorò fissando il vuoto. Poi i suoi occhi tornarono a fissarsi sui due uomini al centro dell'ingresso "Cosa è successo ????" chiese con voce tagliente e imperiosa, che esigeva di sapere. Hiroshi Tachikawa esitò per un attimo "Karl, io non so se..." "COSA - E' - SUCCESSO ????" ripetè scandendo bene le parole e con il tono della voce che si accendeva ogni secondo di più. L'uomo sospirò e scosse il capo, poi mormorò "Il signor Hermann vuole portare Jody in Germania con sè. Subito". Gli occhi azzurri del ragazzo si dilatarono a dismisura "Co...sa ???" domandò incredulo. Hermanna nnuì "Per la precisione, la partenza è fissata tra tre giorni, e nonostante la signorina Jody si sia dichiarata contraria, questo ha ben poca rilevanza..." "ANCHE IO SONO CONTRARIO !!!!!!" urlò tutto d'un fiato, stringendo il pugno sinistro. Hermann si interruppe e lo fissò incredulo "E anche loro due, ne sono sicuro. E anche Yusuke Tachikawa, e zio Hiroshi e zia Hiromi e...." esitò per un secondo, poi sorrise e proseguì con rinnovata convinzione "Genzo Wakabayashi, soprattutto. Se vuole portargli via Jody dovrà passare sul suo cadavere. Perchè è da lui che lei correrà. E lui non le permetterà di strappargliela ancora" continuò, sentendosi come pervaso da una strana forza che li suggeriva quelle parole che, fino a un secondo prima, nemmeno avrebbe pensato "Mi creda, non le sarà affatto facile separare quei due....senza contare che io non le permetterò mai nemmeno di tentare di farlo. E non sarò il solo !!!" concluse con un sorriso sprezzante, mentre Aly e Tsubasa si schieravano solidali al suo fianco.

 

 

Lo so, non ho scusanti per questo abissale ritardo, se non che l'università prima e le feste poi non mi hanno davvero LASCIATO UN ATTIMO DI RESPIRO !!!! Contate poi che negli ultimi due mesi facevo allenamento all'incirca ogni sera....due più due, non avevo un briciolo di tempo per accendere il pc. Ma finalmente ecco a voi il 31° capitolo, con tante piccole novità....ma il prossimo sarà ancora più incredibile....ve lo assicuro....Jody, Genzo,  che è quell'aria preoccupata ???? Ih ih ih (risata diabolica). Beh, intanto rispondo a voi:

 

Oby86: So che è passato un sacco di tempo ma sono molto felice di vedere che sei una fan così accanita della mia ff; per il problema delle pagine nn so che dirti, io le posto tutte allo stesso modo, alcune mi vengono fuori così....nel caso, io visualizzo la versione per la stampa, c'è l'icona in alto prima del capitolo, e così lo leggo senza problemi....

 

Mokichan: Beh, direi che per Karl il discorso è un po' prematuro....non ha ancora passato una settimana in Giappone e voi già pensate ad "accasarlo"....mammamia !!!! (Parla lei !!!! NdJun Tu taci, altrimenti ti faccio rastrellare ancora il giardino e lavare le macchine NdAlewen. Ma l'ho appena fatto !!!! E fuori piove !!!! ndJun APPUNTO !!!!! NdAlewen). Grazie per i complimenti come al solito

 

Sakurachan: Per l'albero genealogico vedi risposta data a Mokichan nel capitolo precedente....un'altra che vuole vedere Karl accoppiato, calma ragazze, un po' alla volta anche questo si risolverà....credo che la fila di ammiratrici non gli manchi proprio, ma ha già abbastanza problemi con questa storia di Jody e della parentela....e se si innamorasse di lei ??? Nssuno ci ha pensato ???? No, Genzo, metti giù la scrivania....scherzavo....E CHE CAVOLO, STATTENE BUONO !!!!! L'AUTRICE SONO IO !!!! E ANCHE IO FACCIO KARATE !!!!!!!!!!! Genzo se ne va nell'angolino terrorizzato....bene, possiamo continuare !!!! Allora, come vedi si è sgelato parecchio....

 

Fedechan: Astinenza ??? Addirittura ???? Wow...grazie.... ^////^ anche a me piacerebbe rileggermela tutta....(Ma se l'hai scritta tu....NdJun E allora ??? NdAlewen)

 

Sweetchiara: La prima a dire che ho esagerato sono io....però non è certo la fine....posso fare di peggio...mooooolto peggio....oh, i miei personaggi hanno freddo, stanno rabbrividendo !!!!

 

Haven: Eccolo qui Haven !!!! E scusa per il ritardo abissale !!!! Spero ti piaccia

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Capitolo 33
*** Capitolo 32: Sarò sempre qui con te ***


Capitolo 32: Sarò sempre qui per te

Capitolo 32: Sarò sempre qui per te

 

Genzo era arrivato a casa da circa mezzora, e come al solito l'aveva trovata desolatamente vuota. Sospirando, aveva gettato in corridoio la sua sacca ed era andato in cucina per farsi un the. Dire che era irritato sarebbe stato un eufemismo: era arrabiato nero. Con Jody che se n'era andata con un altro senza dirgli nulla, con Schneider che se l'era portata via, con Tsubasa che aveva cercato di fermarlo per farlo ragionare.....sì, insomma, per farla breve ce l'aveva su col mondo intero che non girava come voleva lui. Mise il bollitore sul fuoco e guardò fuori dalla finestra. Dannazione, a che serviva avere una ragazza se poi lei se ne andava col nuovo venuto promettendogli spiegazioni e scomparendo per delle ore??? E ora si era pure messo a piovere....di certo quei due si erano riparati da qualche parte....da soli....un moto di rabbia gli fece stringere i pugni. Jody sotto la pioggia....coi lucenti capelli castani grondanti d'acqua e gli occhi azzurri persi nel vuoto.....magari per lei non era un ricordo piacevole, ma lui lo serbava come un tesoro prezioso; era stato vederla in quello stato che gli aveva rivelato quanto tenesse a lei...e quella volta, lei gli aveva detto di aver bisogno di lui...."Ma evidentemente ora io non basto più, e ha bisogno di Schneider, la signorina. Oh, accidenti, non devo mettermi a sparare sentenze senza prima conoscere la situazione, me l' avrà ripetuto non so quante volte....sì, però ciò non toglie che non doveva sparire a quel modo infischiandosene del fatto che io la stavo aspettando !!! Oh, non so più che sto dicendo !!!!!" Il bollitore fischiò, riportando all'improvviso la sua attenzione al mondo reale, e il ragazzo imprecando si affrettò a toglierlo dal fuoco, scottandosi seriamente la mano "Dannazione !!!!!!" esclamò, soffiandosi sulle dita arrossate. Bene, ci mancava anche quella !!!! Non era abbastanza arrabbiato per conto suo....Dio, stavolta Jody avrebbe dovuto davvero ingegnarsi per farsi perdonare......un bussare deciso e urgente alla porta lo distrasse dal dolore e da quei pensieri irati, e il ragazzo lanciò un'occhiata dubbiosa fuori dalla finestra "Chi è che ha il coraggio di andare in giro con questo tempo da schifo??? Speriamo non siano scocciatori, non sono proprio dell'umore adatto....."borbottò, e sbuffando lasciò il bollitore sul fuoco ora spento e si avviò lentamente verso la porta. Il bussare si ripetè, più frenetico di prima, e il ragazzo cominciò a odiare intensamente colui che si trovava dietro l'uscio "Arrivo, arrivo, un attimo di pazienza !!!!!!!!" urlò, trafficando con il meccanismo di chiusura. Finalmente la porta si aprì, e il ragazzo la aprì con un gesto seccato "Allora, si può sapere chi cavolo è ch---" i suoi occhi si spalancarono nel riconoscere la figura, grondante d'acqua, tremante ed evidentemente sfinita, di Jody, che ansimava sull'uscio fissandolo con occhi scintillanti e lucidissimi. La ragazza apparve immensamente sollevata nel vederlo, e le sue labbra si incurvarono in un sorriso; lui invece non potè fare a meno di rimanere a guardarla con la bocca spalancata dallo stupore "Jo....JODY !!!!!!!" riuscì soltando ad esclamare, tanto scioccato era nel ritrovarsela davanti proprio mentre pensava con tanta foga a lei, con quel tempaccio e ridotta in quello stato, da non riuscire nemmeno a formulare un  pensiero compiuto. La ragazza invece pareva molto più animata "Genzo, mi dispiace, mi dispiace !!!!" urlò, quasi in preda al panico, mentre lui rimaneva ancora paralizzato sull'ingresso "Co..." tentò di dire, ma lei scosse il capo, senza lasciargli tempo di protestare e decisa a buttare fuori tutto ciò che teneva dentro "So che ti sei offeso, hai ragione, però...però....io....dovevo...." "Jody, ma sei matta ??? Che ci fai sotto questa pioggia ???? Sei fradicia !!!!!!" urlò lui finalmente, con foga, ritrovando il senno e la parola. La ragazza scosse di nuovo il capo, come infastidita dal fatto che lui badasse a particolari tanto insignificanti "Non importa, tanto mi ero già bagnata tornando a casa di corsa....." "Sei tornata di corsa sotto la pioggia ??? Ma sei ammattita ???? Dovevi ripararti da qualche parte e aspettare che passasse....". Lei scosse il capo per l'ennesima volta, in modo sempre più impaziente "No, non potevo, dovevo parlarti....dovevo raccontarti tutto....te l'avevo promesso.....avevo promesso di dirti tutto, e invece me n'ero quasi dimenticata, e ora....Genzo....so che sei arrabbiato con me, però...ti prego...." fece un passo, esitante, verso il ragazzo che, benchè stupito, ritrovò abbastanza fiato per urlare ancora "Ma....Jody !!!! Vieni via da lì....sei tutta bagnata !!!! Vuoi ammalarti ?????". La ragazza fece un altro passo e inciampò, o forse le mancarono le forze. Fatto sta che finì tra le braccia di lui, che si era sporto in avanti per afferrarla "Jody....ti prenderai una polmonite....devi asciugarti prima che sia troppo tardi...." sussurrò, rendendosi conto dell'inadeguatezza delle sue parole. A quanto pareva, infatti, era già troppo tardi: le guance rosse della ragazza, i brividi che le scuotevano il corpo e la temperatura decisamente eccessiva della sua fronte indicavano che si era già ammalata. Genzo le posò una mano sulla fronte e la ritirò in fretta "Dio, Jody, scotti !!!!" esclamò, cercando di tirarla su. La ragazza pareva una bambola tra le sue braccia "Aspetta, ti metto sul divano e vado a chiamare l'autista....meglio che ti porti da Eriko - san e...." "NO !!!!!!!!" urlò lei, trattenendolo con sforzo inumano per la maglia. Il solo pensiero di essere riportata alla villa le aveva dato forze sufficienti per opporsi, benchè solo cinque secondi prima non riuscisse nemmeno a reggersi in piedi da sola. Il ragazzo incrociò sorpreso gli occhi lucidi di lei, che avevano un'aria implorante "Non voglio tornare a casa.....non oggi....non ora....io...non posso....." "Che significa che non puoi, Jody ??? Cosa stai dicendo ???" le chiese in preda al panico, terrorizzato dalla lucidità e dalla determinazione di quegli occhi azzurri che tanto amava. La ragazza gettò il capo all'indietro, cercando di vincere il torpore bruciante che la stava avvolgendo e dicendo finalmente "Mio nonno è....il Granduca del principato di Monaco. Io sono la sua erede. E Karl è mio cugino....e anche mio fratello....ma non per davvero....eppure sì....e dicono che devo andare a vivere da lui....". Decisamente era troppo da accettare in una volta sola. Genzo spalancò gli occhi sconvolto "COOOOSAAAAA ?????" urlò, afferrandola per le braccia e impedendole così di accasciarsi a terra; dopo quelle parole le forze parevano averla abbandonata quasi del tutto "JODY, MA CHE....STAI FARNETICANDO PER VIA DELLA FEBBRE VERO ????OPPURE E'...." pareva incapace di accettare le rivelazioni che aveva appena udito. No, era assurdo, di certo era colpa della febbre....la ragazza probabilmente non si rendeva nemmeno conto di cosa aveva appena detto.....ok, la parte del fratello poteva anche passare, se di fratello si poteva parlare vista la situazione. Dopotutto, sapevano entrambi che ne aveva uno, in Germania, e allora perchè non poteva essere Schneider ??? Altrimenti, che ci sarebbe stato a fare, lì ? E poteva anche quasi accettare la storia che erano cugini....la famiglia di Jody riservava sempre sorprese...però...questa storia del nonno...e del Principato di Monaco....cercò di calmarsi e di parlare in tono ragionevole "Jody, sei in preda a un delirio o quello che stai dicendo è vero? Jody ????"; la ragazza non rispose e chiuse gli occhi, e con immenso sforzo Genzo decise di soprassedere per il momento ad ulteriori domande per cercare di farla stare meglio "Su, avanti, credo che per il momento le domande siano perfettamente inutili....la cosa più urgente è che tu faccia un bel bagno caldo, altrimenti te la prendi davvero la polmonite, e ti ci manca solo quella !!! Ti presto qualche vestito asciutto, e intanto avverto casa tua....ok principessa ???". La ragazza  parve solo vagamente cosciente di ciò che le era stato detto e del modo in cui l'aveva chiamata, il vecchio vezzeggiativo che aveva coniato per lei, e annuì. Genzo la prese tra le braccia e la portò su dalle scale; pareva molto più padrone di sè, ora che aveva un compito da svolgere....un compito che la riguardava. "Ora ti preparo il bagno, ok? Ce la fai a farlo da sola, vero ???" Dio, ma perchè doveva dire quelle cose imbarazzanti ?? Meno male che lei non stava bene e non poteva prenderlo in giro....comunque fu un sollievo vederla annuire. Arrivati alla porta del bagno, il ragazzo l'apri con un gomito ed entrò mettendosi di lato in modo che le gambe di Jody non potessero urtare lo stipite. La ragazza aprì gli occhi, fissando la stanza; era grande e bianca, quasi abbagliante, ma possedeva un calore che la fece sentire meglio; il gelo pareva esserle penetrato fino alle ossa, e solo ora che sentiva quel tepore se ne rendeva conto....quel tepore...ma non era la stanza. Era Genzo, che la teneva stretta a sè....Jody sorrise, mentre lui si chinava per farla sedere su uno sgabello appoggiato vicino alla vasca, per poi voltarsi, armeggiare con i rubinetti e far uscire un fiotto di acqua fumante. Intanto lei aveva afferrato un asciugamano, l'aveva imbevuto d'acqua fredda e se l'era passato sul volto; la faceva rabbrividire, era vero, però le serviva per riprendere lucidità; tra quello e il calore della stanza iniziava advvero a sentirsi meglio. Genzo si voltò verso di lei, asciugandosi le mani "Ecco, ora è alla temperatura giusta; aspeta che sia ben piena, poi entra; e intanto togliti quei vestiti bagnati, ok ??? Aspetta" si diresse verso il corridoio e spalancò un armadio a muro che stava di fronte al bagno, frugandoci all'interno ed estraendone qualcosa "Ecco. Dopo puoi metterti questa, va bene ???". Jody guardò cosa aveva in mano; sembrava una tuta....una tuta da allenamento. Sorrise. "Benissimo" annuì, alzandosi in modo che lui potesse appoggiarla sullo sgabello. Genzo le lanciò un'occhiata "Ora ce la fai a stare in piedi???"; la ragazza annuì di nuovo "Bene, allora.....direi che puoi entrare. Forse, dopo tutta quella che hai preso, altra acqua non sarebbe la soluzione ideale, ma a parte la pelle bollente sei fradicia, quindi io direi che è proprio il caso. Sudare poi ti farà scendere la febbre. Te la senti di fare da sola, mentre io avverto i tuoi che sei qui?". Jody annuì per l'ennesima volta; gli occhi, ora aperti senza troppa fatica, avevano perso parte della lucidità malsana di poco prima "Sì, mi sento meglio...devo aver avuto un momento di mancamento...comunque sono d'accordo per la storia del bagno....vai tranquillo". Lui la fissò per un secondo con apprensione, quasi temendo che le mancassero di nuovo le forze, poi annuì "Bene, allora ti aspetto di sotto, ok? Ti lascio qui dei vestiti con cui cambiarti....su, sbrigati, sei completamente fradicia !!!!". "Io mi sbrigo, ma finchè stai qui....o preferisci che mi spogli davanti a te ???? E' questo il tuo obiettivo ????" domandò in tono malizioso la ragazza, che evidentemente si stava riprendendo in fretta, afferrando i lembi inferiori della sua maglia e iniziando a tirarla verso l'alto, in modo da lasciar intravedere un centimetro di canottiera. Come previsto, ci vollero circa 0.0000068 millesimi di secondo perchè il volto di Genzo passasse dalla sua tonalità normale al viola più intenso nel sentire quelle parole e nel vedere la scena, dopodichè il ragazzo si affrettò a uscire dalla stanza, balbettando "S...s...sì, a...allora...ti...as...aspe...tto...gi...giù..."cercando di non lasciarsi coinvolgere in altri scherzi del genere; ma era ancora sulla porta quando lei lo richiamò "Genzo aspetta, avrei ancora qualcosa da chiedere.....senti, posso dormire qui stanotte ???". Il ragazzo, che stava per dire sì a prescindere dalla richiesta, si immobilizzò nel sentire quella domanda, la mano stretta sulla maniglia e l'espressione sconvolta "Co....sa???" balbettò mentre il rossore sul suo volto diveniva incontrollabile. Stavolta la ragazza non sembrava affatto scherzare !!!!! E infatti, in tono serissimo, aggiunse "Ti prego....vorrei raccontarti cos'è successo, e non me la sento di tornare a casa, stasera.....ho troppe cose a cui pensare.....e stare sotto lo stesso tetto di quel Hermann, che mi guarda sempre come se mi stesse pesando su una bilancia.....e che vuole che.....no, non esiste" Il ragazzo inarcò un sopracciglio; gli pareva di ricordare qualcosa che lei aveva esclamato prima a quel proposito....e non gli piaceva per niente....ma Jody pareva intenzionata a pensare ad altro "Allora ???? Posso restare ?????" domandò di nuovo fissandolo speranzosa. Il ragazzo chinò il capo, sperando che il rossore che gli imporporava le guance non le fosse visibile "Ma...ma Jody....io....non ci sono i miei in casa stasera...e i domestici sono tutti fuori in permesso....saremmo soli...." "E allora???? Così non disturbiamo anche se stiamo alzati a parlare fino a tardi...." replicò lei, fraintendendo completamente i motivi dell'esitazione del ragazzo. Lui deglutì "Beh...ecco....io...." "Ti prego, Genzo !!!! Non so dove altro andare.....non voglio andare a casa !!!!!!". Se si fosse voltato avrebbe incrociato gli occhi di lei, che di certo luccicavano carichi di speranza, ed era certo di non poter sopportare quella visione. E lei stava aspettando, con ancora gli abiti fradici indosso, una sua risposta....che a quel punto non poteva che essere una sola...."Ecco...s...si....si, ce...certo, resta pu...pure" balbettò con voce alterata e stridula. La ragazza si illuminò "Davvero ??? Grazie !!!!!!! Sei un tesoro Genzo !!!! Ti do sempre tanto fastidio, ma tu sei sempre pronto ad aiutarmi.....". Prevedendo che stava per lanciarglisi contro per abbracciarlo, Genzo si affrettò a muoversi per uscire "Mi raccomando, vedi di riscaldarti bene eh ????? Prima eri gelata....." disse con voce strana, cercando di spostare la conversazione su argomenti meno spinosi e di uscire da quella maledetta stanza al più presto. "Bene, allora meglio che avverta i tuoi che stasera...sì....dormiamo insie...cioè, che dormi qui !!!!! Sì....telefono...ora vado !!!!" senza ormai capire più nulla, spalancò la porta di getto, facendola sbattere contro il muro, e uscì di corsa; i suoi passi frenetici rimbombarono per le scale, e poco dopo si sentì il frastuono di un vaso che si frantumava a terra. Evidentemente era andato a sbattere contro un soprammobile......e poco dopo, il telefono parve fare la stessa fine. Jody rimase ferma in piedi, confusa, a fissare la porta spalancata "Ed ora che gli è preso? Era rosso come un peperone....boh, non importa !!!!" disse all'aria (Sensibilità zero anche tu eh???? NdAlewen e Jun che per una volta sono stranamente d'accordo su qualcosa). Chiuse con cura la porta, tornò verso la vasca ormai colma, chiuse l'acqua e si tolse con gran piacere gli abiti bagnati; si infilò nella vasca colma d'acqua bollente con un sospiro di soddisfazione, lasciandosi sfuggire un'esclamazione beata  "Ahhhhh, che bello !!!!!! Ci voleva proprio !!!!!!!!!"; i suoi occhi erano chiusi nell'estasi di quel calore che l'avvolgeva, ma dopo qualche secondo tornarono a spalancarsi, attenti, guardinghi e preoccupati "Devo parlargli....già, me n'ero quasi dimenticata" sussurrò, rivolta al soffitto e a se stessa "Deve sapere tutto...anche perchè....lui...è l'unica sicurezza che mi rimane....io devo sapere cosa ne pensa.....e....questa storia...." una lascima furtiva le bagnò la guancia, e lei l'asciugò indispettita "No !!! Non mi farò più prendere dallo sconforto !!!! Basta piangere, devo reagire !!! Devo essere forte...forte.....io devo sempre essere forte....ma non ce la faccio più...." abbassò lo sguardo "Non da sola....almeno..." ma lei non era sola.....sotto quello stesso tetto c'era qualcuno che non chiedeva che di poterla aiutare.....

 

....Anche se in quel momento aveva abbastanza problemi per conto suo; anzi, a dirla tutta, in quel momento Genzo era in preda al panico più completo. Nei cinque minuti che aveva passato da quando era riuscito a uscire dal bagno, aveva già rovesciato un vaso, il telefono, una tazza di thè per sua fortuna non più bollente e un cesto di magliette piegate che i domestici avevano lasciato nell'ingresso. Poi si era seduto sul divano, prendendosi la testa tra le mani e respirando forte. Che doveva fare ??? Jody pareva del tutto ignara delle possibili complicazioni che comportava l'essere soli in una grande casa come quella, e per la prima volta veramente soli.....sì, va bene, avevano già dormito nella stessa casa, a pochi metri di distanza.... ma erano stati sempre circondati da almeno cinque persone, e simili problemi non si erano quindi mai profilati nemmeno all'orizzonte più lontano !!!! Ma ora...ora....ora gli erano precipitati addosso senza preavviso, colpendolo con tutta la loro potenza; e il fattore più gravoso era il fatto che Jody sembrava avere perfetto controllo della situazione, mentre lui il controllo l'aveva già perso da un pezzo. Va bene, Jody era malata.....forse non capiva.....però cavolo !!!!! Possibile che una sveglia come lei non ci arrivasse al fatto che era un bel problema rimanere soli a quel modo??? Anche semplicemente per le voci che sarebbero girate dopo....non era sicuro di voler affrontare un Yu animato da un sospetto di quel tipo.....porca miseria, Yu !!! Doveva avvertire casa Tachikawa !!!!! Sì, certo, e che diceva??? "Sapete, Jody non ha voglia di tornare a casa, si ferma a dormire qui da me.....no, non c'è nessuno, siamo solo noi due....come minimo Yu si teletrasporta qui e mi gonfia di botte...e Hikaru fa lo stesso.....dopodichè sarò bandito a vita da casa Tachikawa....forse farei meglio a lasciare che sia lei a telefonare....certo, così poi se m'impicco mi risparmio solo la sofferenza.....visto quello che è capace di combinare....mi sa che mi tocca proprio....va bene, avanti !!! Coraggio Genzo...e che sarà mai....devi solo dire a un fratello irato che la sua dolce e innocente sorellina ha tutte le intenzioni di dormire a casa del suo ragazzo....non mi crederà mai....." (Questa parte non è in corsivo perchè Genzo è talmente nel pallone, e non è solo un modo di dire, che si è messo a pensare a voce alta. NdAlewen Non si era capito....NdJun che raccoglie le foglie in giardino). Strascicando i piedi, il ragazzo raggiunse il telefono, lo sollevò e compose il numero....poi lo mise giù. Lo rialzò, ripetè l'operazione...e riattacò di nuovo. Sospirò, abbassando il capo con fare sfinito "Avanti....tanto non ho scelta....verrò picchiato a sangue lo stesso....su !!!!" (Insomma, è proprio andato !!!!). Alzò la cornetta per la terza volta, compose il numero e attese, mentre un ronzio meccanico lo avvertiva che la linea veniva collegata. Ci fu un 'tuuuu' ritmico, poi dall'altra parte si udì un tafferuglio e la cornetta venne sollevata di corsa "PRONTO, CASA TACHIKAWA !!!!!!!!!!" urlò la voce agitatissima di Yu. Genzo chiuse gli occhi "Andiamo bene"  "Yu, sono io" disse in tono rassegnato. Dall'altra parte si udì un respiro forte "WAKABAYASHI !!!! SIAMO NEI GUAI, JODY E' SCOMPARS----" "Lo so, è qui da me. Era fradicia e parecchio sconvolta, e non vuole tornare a casa, perciò....la ospito qui per stanotte" sperò vivamente che la sua voce non tradisse l'imbarazzo che provava nel pronunciare quelle parole. Dall'altra parte ci silenzio. Troppo a lungo. "Yu ??? Ci sei ancora ????" "Spero che tu sappia bene ciò che fai, Wakabayashi" fu la risposta, detta in tono glaciale e vagamente contrito. Genzo, nonostante la situazione, trattenne a stento le risate "Sei passato alla modalità fratello maggiore, Yu-chan ????" "VA AL DIAVOLO !!!!! E VEDI DI TRATTARE BENE MIA SOREL----" ci fu un tafferuglio improvviso, come se qualcuno avesse afferrato il telefono di scatto e stesse tentando di strapparlo dalle mani del precedente occupante, poi vi fu silenzio per un secondo e nella cornetta risuonò la voce di Karl che, in tedesco, urlò "EHI, WAKABAYASHI, SE FAI QUALCOSA DI SCONVENIENTE A MIA SORELLA, TE LA DOVRAI VEDERE CON ME !!!!!!!!!!" Genzo si immobilizzò per un attimo, poi allontanò l'apparecchio e fissò incredulo la cornetta. Il nero oggetto di metallo e plastica non sembrava in grado di fornirgli spiegazioni esaustive, ma il ragazzo continuò a fissarlo con aria interdetta, per poi riavvicinarlo alla bocca e chiedere, in tono del tutto spiazzato "Ma...Schneider ???" "IN PERSONA !!!!! TE LO RIPETO, PROVA SOLO A FARLE QUALCOSA E IO TE LA FACCIO PAGARE CARA !!!!!" Il tono, la modulazione, le parole.....erano le stesse di Yu, identiche....di diverso c'era solo la lingua usata; uno il giapponese, l'altro il tedesco...ma in entrambi, la voglia di difendere quella che entrambi avevano imparato a chiamare "sorellina".....all'improvviso, Genzo faticò di nuovo per non scoppiare a ridere in faccia (beh, più o meno....) all'altro; quindi Karl si sentiva improvvisamente fraterno nei confronti di Jody....beh, tutto poteva aspettarsi, ma una versione così fraterna e accalorata del Kaiser non se la sarebbe immaginata nemmeno nei suoi sogni più impossibili......"Tranquillo amico" rispose in tedesco con un gran sorriso stampato in volto, mettendo giù il telefono mentre la voce dall'altra parte rimbombava ancora "SARA' MEGLIO PER TE, WAKABAYASHI, PERCHE' ALTRIMENTI NON SO CHE POTREI FARTI....SONO STATO CHIAR----".  Click. La comunicazione si interruppe e finalmente Genzo potè dar sfogo alle risate che aveva trattenuto fino a quel momento. Rise fino a rimanere senza fiato, senza accorgersi dei lievi passi alle sue spalle, finchè una voce fresca e dolce chiese "Era Karl?". Genzo, ancora ridendo, si voltò......e rimase senza fiato. Davanti a lui stava Jody, ma era una Jody completamente diversa da quella che lui conosceva: i capelli, lavati e rapidamente aciugati, scendevano vaporosi a incorniciare un volto rosato, non più per la febbre, vista la serenita che vi era dipinta, quando per il calore dell'acqua, in cui due occhi azzurri luccicavano, non più di stanchezza ma di gioia pura, mentre le labbra rosse si incurvavano in un sorriso birichino....spostando lo sguardo più in basso, Genzo riconobbe la sua felpa rossa che ricadeva enorme sul corpo minuto e agile di lei, mettendone però stranamente in risalto alle forme, o forse lasciando molto spazio all'immaginazione (Quindi ancora peggio....); le braghe, queste di un giallo spento, erano anch'esse enormi e cascanti, ma nel complesso contribuivano a rendere la figura di lei deliziosamente fanciullesca, ingenua e....squisitamente invitante; pareva così debole, indifesa...eppure così affascinante.....Genzo sentì un fiotto di calore invadergli il corpo. Dio, perchè non si era mai accorto di quanto difficile fosse guardarla senza perdere il controllo ??? Come aveva fatto fino a quel momento a fissarla per minuti, ore, giorni ??? Come poteva, ora, starle accanto, se la sua sola presenza lo agitava a tal punto ??? Gli occhi di Jody formularono una muta domanda, chiudendosi leggermente, quasi a dire "C'è qualcosa che non va?" e il ragazzo si sentì scoperto; cercando di sviare l'attenzione, si impose di fissarla negli occhi e rispondere alla sua domanda...ma si trovò a rischiare di annegare in quei laghi azzurri enormi....cosa gli aveva chiesto ??? Doveva rispondere....doveva dare almeno l'impressione di non essere così scombussolato...sì, e come faceva ? Cavolo, non era umanamente possibile....quella che gli stava davanti doveva esser una visione, non poteva essere così bella una creatura vivente, dannazione !!!!!! Non poteva.....eppure era lì, davanti a lui.... "Genzo ??? Era Karl al telefono ???" chiese di nuovo la ragazza, e lui si sentì strappare con sollievo dal suo stato di trance estasiata "Karl....?" domandò poco intelligentemente. Lo sguardo di Jody si fece obliquo "Sì, Karl. Hai prensente quella stanga tedesca alta un metro e ottanta, dotato di capelli color del sole e di due sfolgoranti occhi azzurri che si è piantata a casa mia ????". La risata che gli sgorgò dal cuore fu salutare, e scacciò via ogni residuo di rimbambimento, permettendogli di rispondere in tono incuriosito "Cosa ti fa supporre che fosse proprio lui, al telefono ???". La ragazza piegò la testa di lato, sempre con la stessa espressione obliqua negli occhi "Parlavi in tedesco" spiegò, laconica; il sorriso di Genzo si allargò "E chi ti dice che non abbia ricevuto una telefonata dalla Germania ??? Valutata questa ipotesi, piccola ???"; la ragaza sbuffò "Prima parlavi in Giapponese....chi era Yu ??? Poi sei passato al tedesco, e visto che delle poche persone a casa mia che lo parlano Franz, Kay e le altre parlano correttamente il Giapponese, rimane solo lui....ho indovinato ???". Gli occhi di pece del ragazzo indugiarono per un attimo su quel volto perfetto, prima che il sorriso tornasse ad affacciarsi sulle sue labbra "Mi arrendo !!! Sì, hai perfettamente ragione, principessina, erano quei tesori dei tuoi fratelli che mi assicuravano che non ne sarei uscito vivo se avessi osato anche solo provare a farti qualcosa di sconveniente". Una ruga pensierosa comparve sulla fronte della ragazza "Qualcosa di sconveniente ??? Cosa intend...AH !!!!" all'improvvisa comprensione di cosa il ragazzo avesse voluto dire, il suo volto divenne molto simile a un peperone o, quantomeno, alla felpa che indossava. Genzo la fissò malizioso "Oh, mi spiace di aver guastato la tua candida purezza con questa allusione volgare..." "Piantala imbecille !!!!!" urlò lei, ancora alquanto rossa, afferrando un cuscino dal divano e tirandoglielo contro. Lui, da bravo portiere, parò facilmente il cuscino e si avvicinò al divano per rimetterlo al suo posto; vide Jody indietreggiare istintivamente, quando lo vide avvicinarsi, e la squadrò perplesso "Ehi, mica ti mangio !!! Sei stata tu a autoinvitarti qui, ti ricordo !!!". La ragazza divenne ancor più rossa, abbassando in fretta gli occhi; ma cosa stava pensando ???? "Scu...sa..."; Genzo la fissò intensamente per qualche secondo, poi sospirò e battè una mano sul divano, a mo' di invito "Avanti, siediti qui e parla; mi pare che hai un sacco di cose da buttar fuori....stai per scoppiare". Jody spalancò gli occhi; le aveva letto dentro con incredibile chiarezza e facilità.....sorrise. Non per nulla era la persona che l'aveva fatta svegliare. Aveva sempre avuto la capacità di capire cosa le passasse per la testa, dalle cose più importanti alle sciocchezze di ogni giorno. Era per quello che lo amava....si diresse verso il divano e ci si lasciò cadere sopra, sprofondando nei morbidi cuscini verdi. Genzo rimase in piedi a fissarla "Avanti, parla" disse quando la vide seduta tranquilla, e lei alzò gli occhi sul ragazzo "Non ti siedi ?" "Mi sa che durante il racconto avrò bisogno di camminare per sfogare la rabbia quindi no, grazie. E ora parla, su. Che è successo stavolta ???". Jody sospirò, guardando fissò davanti a sè. Da dove cominciare ??? C'erano tante cose che avrebbe voluto dirgli....Karl, Meimi, Marie, la storia che suo padre aveva fatto tutto per denaro e potere...ma una cosa si delineò nella sua mente sopra tutto le altre...e la ragazza, sempre fissando dritto davanti a sè, aprì la bocca e disse, in tono lieve e sottile "Mio nonno è il Granduca del principato di Monaco. Mi ha nominato sua erede". Un gemito inconsulto fu l'unica risposta. Jody alzò gli occhi per fissare il ragazzo, che pareva immobile "Allora non stavi delirando prima...accidenti !!!! Ma come..." chiese, cercando disperatamente di rimanere lucido e riflessivo, e Jody scose il capo sospirando "Non lo so nemmeno io...pare che il padre di mia madre e mie zie sia appunto....il Granduca. E, sempre da quel che ho capito, i possibili eredi siamo io, Yu, Hideaki e Karl..." "Non Meimi ???" domandò Genzo con aria meditabonda; Jody gli piantò gli occhi addosso "Allora lo sapevi ????" gli chiese in tono quasi ammirato, mentre il ragazzo annuiva "Non ci voleva molto a notare la differenza....o meglio, la somiglianza tra voi....e i capelli biondi che qui non sono affatto comuni.....tranne che in una certa famiglia per metà tedesca...e che mi ha già procurato tanti di quei casini che ho detto: in fondo perchè non dovrebbe essere così ? Ci ho preso, vero ? Cos'è, tua cugina ???". Jody annuì "Sì, era figlia di una delle mie zie...e anche Karl; siamo cugini e fratellastri, a livello legale, perlomeno. E....c'è dell'altro" un altro sospiro, più forte e penoso dei precedenti. Genzo resistette a stento all'impulso di sedersi di fianco a lei e abbracciarla, ma la ragazza aveva già ripreso a parlare "L'erede scelta era Angel, il titolo passa a me solo perchè lei è.....morta !!! Cristo, Genzo, perchè tutti pensano che io debba essere felice di prendere il posto di mia sorella ??? Mio padre, Richard, mio nonno....tutti sono convinti che io non aspetti altro....mi considerano un mostro senza cuore !!!!!!" lacrime di rabbia scesero a inondarle il volto, e il ragazzo buttò all'aria le sue remore e la prudenza che aveva mantenuto fino a quel secondo, non avvicinandosi troppo a lei; temeva infatti di non riuscire a controllare i propri istinti, visto che era già sufficientemente confuso.....ma la vista di quelle lacrime cancellò ogni pensiero razionale e lasciò posto solo all'istinto di proteggerla, e fu così che si ritrovò seduto sul divano con la ragazza stretta tra le braccia e il suo volto che gli premeva contro il petto. Sentiva il suo corpo contro il suo, e non era affatto una cosa semplice da sopportare; come aveva fatto ad abbracciarla così spesso, prima di quella sera ??? Come non aveva potuto accorgersi di quanto il suo semplice contatto lo elettrizzasse oltre ogni limite di sopportazione ??? "Dannazione stupido, non è proprio il momento adatto !!!!!!!!!!!!!" si urlò contro, stringendola di più a sè....e deglutendo rumoosamente quando sentì qualcosa di morbido premere contro il suo torace. Doveva essere...oddio....non era possibile...."Gen....zo..." sussurrò lei con voce roca, e il ragazzo iniziò a sudare freddo "Cavolo, e adesso che faccio ???" si chiese, guardando ovunque e cercando una soluzione per risolvere quella situazione....finchè la voce strozzata di lei tornò a farsi sentire "Mi...stai....strito..lan...do....". In un attimo, tutta la confusione che si era assiepata di nuovo nel suo cervello lasciò il posto al più totale imbarazzo; cavolo era vero, l'aveva stretta talmente tanto che i suoi polmoni dovevano essere ridotti a un terzo del normale !!!! Aprì le braccia per permetterle di allontanarsi, e la ragazza scoppiò a ridere, mentre lui diventava rosso "Beh, almeno ti ho fatto tornare il buonumore" biascicò quasi a mo' di scusa. Lei lo fissò con fare dolce "E' vero...come farei senza di te...." sussurrò attaccandoglisi al braccio in modo che il suo petto vi premesse contro....il ragazzo passò al viola e ritirò il braccio con un gesto inconsulto. Jody si ritrasse e sorrise. Allora aveva ragione, Genzo era ben turbato per la situazione. Quello stupido !!! A volte era tenace e imbattibile, nonchè indispensabile, come poco prima quando le aveva fatto passare la voglia di piangere, altre volte bastava un niente per mandarlo al tappeto...."Insomma, smettila di prendermi in giro !!! Stavamo parlando di cose serie, e tu...." "Vogliono portarmi in Germania, Genzo" buttò lì lei, approffittando della sua rabbia già presente per dargli quella notizia. Reagì come si era aspettata. La voce gli morì subito, gli occhi scuri si dilatarono, le mani si strinsero velocemente a pugno, poi volarono ad afferrarle gli avambracci con tanta forza che le sfuggì un gemito, e infine un urlò gli proruppe dalle labbra "NO !!!!!! NO, QUESTA NON GLIELA PERMETTO !!!!!!!!! DOVRANNO PASSARE SUL MIO CADAVERE !!!!!!!!!!!!!" Nonostante la presa di lui sulle braccia, la forza di quell'urlo la fece quasi cadere all'indietro, tanto era violenta e disperata. Ma, in essa, trovò un conforto che cercava da quando era uscita, sconvolta e furente, dalla villa, correndo sotto la pioggia. Genzo era arrabbiato nero e non ragionava, ma il succo era che....non avrebbe permesso che la portassero via. Non avrebbe permesso che li separassero. E quello le bastava; bastava a placare tutte le sue paure. Il mondo poteva andare a rotoli in quel momento, lei sapeva che il suo angelo l'avrebbe protetta. Genzo intanto, che aveva continuato a lanciare improperi all'aria, e che si era alzato in piedi camminando furiosamente, tornò a fissarla con due occhi roventi che la incantarono "Tu in Germania senza di me non ci vai, chiaro ??? E vai dove vado io, oppure ti lego al letto in casa e sigillo la porta. Che si provi soltanto a ripetere un'altra volta una stupidata del genere, quell'Hermann o come cavolo si chiama.....Jody, non dirmi che hai pensato che glielo permettessi ??? Non dirmi che hai avuto paura che..." "...che tu gli permettessi di separarci ??? No. Ma sapevo che l'unico posto in cui avrei potuto stare tranquilla stanotte era qui, con te. Volevo ....vederti" confessò lei, mordendosi un labbro e abbassando lo sguardo. Genzo si zittì. Pareva così indifesa....Dio, avrebbe ammazzato quell'uomo con le sue mani se solo avesse osato proporre un'altra volta una cosa del genere "Di cosa avete parlato tu e Karl oggi pomeriggio ???" chiese per avere un quadro più completo. La ragazzo lo fissò sorpresa "Ecco...Karl ha detto che dobbiamo collaborare per opporci a mio padre e al nonno..." Genzo fece un grugnito d'assenso; data la situazione, pareva l'unica soluzione "Sai che io sono dalla tua parte, vero ??? Se hai bisogno di me, arriverò in qualsiasi momento....se vuoi che ti accompagni a casa a parlare con...."; la ragazza scosse il capo decisa "No, non stasera. Credo di averne avuto abbastanza....voglio prendermi un po' di tempo per me stessa, senza avere qualcuno che pretende qualcosa da me sotto lo stesso tetto. Voglio essere libera per una volta" "Ma tu non sei libera" fu la sorprendente risposta di lui, detta con voce tanto naturale e convinta che l'ombra del tradimento si ingigantì a dismisura nel cuore e nello sguardo della ragazza. Senza una parola, spalancò gli occhi, alzandosi di scatto dal divano per allontanarsi da lui e incrociando el braccia davanti a sè a mo' di difesa; il suo volto mostrava solo rabbia e rancore, come quello di un animale sulla difensiva; mancava poco che gli mostrasse i denti e ringhiasse, tanto la sua reazione era stata istintiva "Co...cosa stai....cos'hai detto ora..."; con un sorrisetto furbo, anche il ragazzo si alzò e si diresse a grandi passi verso di lei, approfittando della sua confusione per imprigionarla tra le sue braccia e stringerla forte al petto; Jody iniziò a divincolarsi, spaventata e furente "Ho detto che non sei libera, piccola. Non lo sarai mai. Sei legata a me per la vita, ricordi ???? Io non ti lascerò andare facilmente !!!!" "Lasciam...." la protesta della ragazza si interruppe a metà quando il senso recondito di quelle parole le penetrò nella mente, e i due occhi azzurri carichi di confusione si posarono sul giovane, limpidi come il cielo dopo l'acquazzone; Genzo sorrise e aumentò la stretta "Te l'ho detto, tu sei mia. Non ti lascerò andare !!!!". Gli occhi azzurri incatenarono i suoi, dilatati e confusi, mentre le labbra rosse tremavano incerte; poi, lentamente, tremando anch'esse, le braccia di Jody risalirono fino al suo collo e lo cinsero strettamente, mentre i loro corpi si facevano ancora più vicini, traendo forza l'uno dall'altro. Alla fine, dalle labbra di Jody, vicine al suo orecchio, uscì un sussurro "Genzo....". Il ragazzo riaprì gli occhi di scatto e fissò la stanza con decisione, mentre le sue mani si posavano sulle spalle di lei, allontanandola "Bene, credo che per stasera sia abbastanza; ne hai passate di tutti i colori, e quello che ti ci vuole è una bella dormita !!!! Su, vieni, ti mostro la tua stanza"; le voltò tranquillamente le spalle, avviandosi verso le scale. Jody lo seguì con lo sguardo, confusa e arrabbiata. Perchè aveva voluto interrompere il conttato a quel modo ??? Perchè l'aveva rifiutata ??? E che era questa storia del dormire ??? La trattava come una bimba piccola...sembrava quasi lo infastidisse averla troppo vicina....il ragazzo, che era ormai giunto al quinto gradino della scala, si voltò e la fissò con due occhi di pece ridenti "E allora, principessa ???? Vieni o ti devo portare in braccio ???". Jody sussultò, tornando bruscamente alla realtà senza capire cosa lui le stesse dicendo, e non aprendo bocca; così il ragazzo tornò indietro con un sospiro, le si avvicinò e la sollevò tra le braccia senza sforzo apparente, ponendole una mano dietro la schiena e l'altra sotto le gambe. "Ma...Genzo !!!!!" sbraitò lei divenendo viola per quella situazione assurda "So camminare benissimo da sola !!!!!!" "Davvero ??? Però non ti muovevi, quindi ho pensato bene di fare il magnanimo e aiutarti....e ormai tanto vale che porti a termine l'opera" rispose il ragazzo sorridendo e iniziando a salire le scale; il rossore di Jody si intensifcò e lei prese ad agitarsi "Brutto idiota !!!! Mettimi immediatamente giù !!!!!!!!" "Ancora un secondo, signorina, siamo quasi arrivati.....ecco !!! Questa è la sua stanza !!!!!!" esclamò depositandola davanti a una pesante porta di legno chiusa; la ragazza lo incenerì con uno sguardo esasperato, poi poggiò la mano sulla maniglia e la fece ruotare, entrando; mentre lo faceva, qualcosa la colpì come una stilettata, un'ombra di ricordo che le fece presagire, ancora prima di vederla realmente, come quella stanza sarebbe stata; e il ricordo si tramutò in realtà davanti ai suoi occhi; uguale la tappezzeria chiara a motivo di foglie e fiori, uguale il letto con le soffici lenzuola e piumotto azzurri....uguale l'atomosfera calda e accogliente che le procurava tanta nostalgia. In preda a una confusione emozionata, si voltò verso il ragazzo alle sue spalle "Io....io questo luogo lo conosco....lo conosco, non è vero ???" domandò con voce quasi rotta da emozioni contrastanti. Genzo annuì, ora di nuovo serio "Ti sei risvegliata in questa camera qualche mese fa.....solo che erano le tre di notte e non te la ricordi coscientemente, credo.  E' stata quella volta in cui ci hai quaso fatto morire tutti di infarto andandotene in giro a correre sotto la pioggia sanza la minima idea di chi eri e dove andavi, ricordi ???". Jody annuì, sorridendo però apertamente perchè l'apparente ironia del ragazzo serviva evidentemente a celare l'imbarazzo che quei ricordi provocavano a lui; era stato dopo quell'episodio, infatti, che il loro rapporto era cambiato, e che lui le si era per così dire "Autoproclamato come guardia del corpo a vita"; lei l'aveva scelto come confidente del suo più terribile e doloroso segreto, e lui aveva scelto di non abbandonarla mai per il resto della vita....senza chiederle però nulla in cambio....nulla di quello che poi, qualche mese dopo, lei era stata ben felice di donargli: il suo amore, il suo cuore, la sua vita.....la sua anima.....gli occhi del giovane la sfuggivano; era imbarazzato fino al midollo, certo; un sorriso dolce le incurvò le labbra, mentre il suo cuore batteva forte di gratitudine e affetto, finchè Genzo non decise di prendere in pugno la situazione e dichiarare "Allora, meglio se....se ce ne andiamo tutti e due a nanna, o domani non ci alzeremo più !!!! E la scuola...." "Genzo, domani è domenica, ricodi ????" ridacchiò lei; il ragazzo divenne rosso "Ah....già...." sembrava che il fatto lo mettesse di fronte a difficoltà impreviste "Beh....comunque io ho gli allenamenti, e anche tu....quindi...a letto. Il bagno è la porta alla tua sinistra, e se hai bisogno di me mi trovi...ehm...due porte più in là" biascicò, indicandole la direzione; lei annuì, e il ragazzo iniziò ad arretrare "Bene allora....ti ho messo li sul letto una maglietta come pigiama....scusa ma non ho altro da darti......" lei sorrise; la maglietta sarebbe bastata, rispose. Lui annuì "Beh....allora, buonanotte" sussurrò, con l'imbarazzo che ormai usciva da tutti i pori della pelle del volto e il rossore su di esso a livelli estremi; la sua mano si posò sulla maniglia, e lentamente la porta si chiuse, nascondendoli l'uno all'altra; la ragazza fissò per qualche secondo il pesante battente, incerta e pesierosa, poi si voltò verso l'enorme letto azzurro e afferrò la maglietta che vi stava sopra, dispiegandola; era bianca, e al centro aveva un disegno...il disegno di un....pallone da calcio "Incredibile" mormorò con un sorriso, osservandola; poi la riappoggiò sul letto, trafficò con la maglia e si sfilò la tuta, indossando la maglietta e infilandosi sotto le calde coltri azzurre; premette un interruttore sopra il capo del letto, e il buio l'avvolse, lasciandola ai suoi confusi pensieri.

 

Doveva essere ormai quasi mezzanotte....erano ore che se ne stava distesa al buio, con gli occhi spalancati e la testa che pareva scoppiarle da quanto v'era dentro. Stava provando disperatamente a non pensarci, ma tutto ciò che le era capitato era semplicemente....troppo, e continuava a vorticarle intorno senza darle tregua, semplicemente perchè non aveva la forza per fermarlo. Con un sospiro si tirò a sedere; che doveva fare ??? Se continuava così avrebbe passato la notte sveglia e atterrita....non le andava molto l'idea....sarebbe impazzita prima dell'alba....la soluzione c'era, però...forse non avrebbe voluto....il volto di suo padre e quello di Karl le si affacciarono di nuovo alla mente, spazzando via ogni suo dubbio residuo. Doveva fare qualcosa, altrimenti non avrebbe retto; gettando di lato le coperte, allungò le gambe e scese dal letto, rabbrividendo per un attimo nel sentire l'aria fredda che le pungeva la pelle nuda delle braccia e delle gambe; era vestita solo con la maglietta che Genzo le aveva prestato, ma non le dava fastidio. Quella sensazione di freddo pungente la faceva sentire....viva, spazzava via la sua inquietudine e, per questo, era la benvenuta. la ragazza mosse qualche pesso verso la porta, senza accendere la luce, e arrivò alla maniglia; lentamente, cercando di non fare rumore, la fece ruotare e aprì la porta, sbirciando all'esterno; era buio pesto "Di certo starà già dormendo.....lo disturberò e basta...si, però ho bisogno di lui....e va bene, proviamo ad andare....." si disse, muovendosi per uscire nel corridoio; si incamminò veso il lato sinistro della casa, raggiungendo la seconda porta dopo la sua. Si fermò; da dentro non proveniva alcun rumore....sospirando, si fece coraggio, e ruotò la maniglia; la porta si aprì con un sordo cigolio.

 

Era di certo quasi mezzanotte....dannazione, la mattina dopo avrebbe avuto degli allenamenti massacranti e non trovava di meglio da fare che starsene lì a pensare a lei ??? O meglio, quello ancora ancora andava bene, pensava sempre a lei prima di addormentarsi, questo di solito lo rilassava....ma quella sera non riusciva a smettere di pensare al fatto che lei fosse due porte più in la, stesa in un letto e addormentata...."No, no, NO !!!! DANNAZIONE DANNAZIONEEEEE !!!!!! La devo piantare !!!!!!!!!!!" urlò, senza considerare affatto la possibilità di svegliare la persona cui stava pensando con tanta intensità; in quell'istante, un rumore attrasse la sua attenzione. Un cigolio....la sua porta che veniva aperta.....con un colpo di reni invidiabile si tirò a sedere, ignorando il freddo pungente contro le spalle nude, visto che come pigiama usava pantaloncini e canotta senza maniche. Un figura scivolò nella sua stanza, e il ragazzo rimase immobile, pronto a scattare; forse era un ladro....lentamente, allungò una mano fino a far scattare l'interruttore sopra la testata del letto, e quando la luce illuminò la stanza l'intruso lanciò un singulto, e il ragazzo fece per agire e attaccarlo....per poi fermarsi incredulo, ancora sotto le coperte, quando i suoi occhi riconobbero Jody, che spavenatata lo fissava con gli occhioni azzurri spalancati "Cos....co....COSA CI FAI QUI ????" esclamò sconvolto, mentre il suo volto assumeva un color pomodoro in circa 0, 09456 millesimi di secondo, notando come la maglietta che le avesse prestato le stesse davvero bene, soprattutto per il fatto che arrivava a coprirle ben sopra le ginocchia....ma il problema era proprio quello....e lei pareva non accorgersene nemmeno...."Io....non riuscivo a dormire...." disse lei con voce sommessa, guardandolo con espressione da cucciolo che gli fece perdere quasi del tutto la poca sanità mentale che gli era rimasta. “Non....non riuscivi a...." ripetè come un'idiota, senza smettere di fissarla....e i suoi occhi rilevarono di nuovo quanto rosea e vellutata apparisse la pelle delle sue gambe....una seconda vampata di calore l'assalì al volto "Ma...ma...MA SEI IMPAZZITA ???? CHE CAVOLO VAI IN GIRO A QUEL MODO, VUOI PRENDERTI UNA POLMONITE ?????" "E far venire un infarto a me???" aggiunse mentalmente. Jody abbassò lo sguardo sul proprio corpo, incerta, poi tornò a sollevarlo su di lui, facendolo sussultare un'altra volta quando quelle gemme brillanti incontrarono i suoi occhi "Si mette male....qui si mette male..." "Beh, non sento poi tanto freddo....e sei stato tu a darmi solo questa per dormire...." replicò in tono quasi petulante. Genzo sentì che i nervi stavano per cedergli "Va bene, ma mi pare di ricordare di averti dato anche una tuta....se volevi farti una passeggiata notturna potevi mettertela....". La ragazza soffiò forte con impazienza "Uffa, che noia !!! Non avevo voglia, va bene ??? E poi anche tu stai prendendo freddo, signorino, te ne sei accorto ????" disse indicando il petto di lui coperto solo a metà dalla canotta nera; sopra le coperte si intravedeva una striscia di boxer rossi, e Jody deglutì. Forse avrebbe dovuto pensarci un attimino di più, prima di catapultarglisi in camera....certo che alla faccia del fisico !!!! Lì la natura non si era certo risparmiata sui muscoli....no, no, NO, COSA DIAVOLO STAVA PENSANDO ????? Il volto le si colorò di porpora, e il ragazzo si sporse un po' di più "Tutto ok ??? Sei di nuovo rossa....non vorrei ti stesse risalendo la febbre....". Jody serrò i pugni. Quando voleva quel ragazzo toccava i - 750 punti di sensibilità !!!!! "Pensa per te....stai prendendo freddo !!!!" ripetè, a voce forze un pochino troppo alta e stridula. Il ragazzo fece una smorfia divertita "Ti faccio notare che io sto sotto le coperte....almeno in parte. Tu invece stai li a far prendere freddo alla parte inferiore del corpo....". Jody sentì la rabbia che le saliva alla testa; voleva la guerra ??? Bene, l'avrebbe avuta !!!! Forse non si ricordava più cosa voleva dire averla come avversaria....un fulmine le attraversò gli occhi celesti, mentre la sua bocca si apriva per dire con aria convintissima e cocciuta "Davvero ??? Bene, allora vengo anch'io sotto le coperte" e avviarsi con passo deciso verso il letto. Immediatamente, ogni traccia di baldanza scoparve dal volto del ragazzo, che divenne bianco come uno straccio "Cos...? AspettaaspettaASPETTA !!!!!!!" urlò, gesticolando freneticamente con le mani davanti a sè; lei, senza badargli, si arrampicò sul materasso e rimase seduta a fissarlo decisa, con le gambe piegate sotto il corpo e le mani intrecciate, come a dire "E ora che vogliamo fare ???". Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato, durante il quale il ragazzo cercò disperatamente qualcosa da dire "Tu....cio....stai scherzando vero ??? Non puoi...." "Non posso infilarmi sotto le tue coperte ??? E perchè ??? Credevo di essere la tua ragazza !!!!" replicò lei con una traccia per nulla nascosta di rabbia nella voce; gli occhi di pece di lui salirono al cielo, stralunati "PROPRIO PER QUESTO !!!!! Sai che succede se poi quei tesori dei tuoi fratelli lo vengono a sapere ????" "E chi se ne frega, scusa !!!! Sono affari loro ???? Io mica vado a sindacare sul fatto che Alex sparisce ogni sera per finire in camera di Yu !!!!" "Ma non è ....COSA ??????" urlò lui, fissandola sconvolto. Jody alzò le spalle "Beh, che c'è di così strano ??? Mio fratello ha 17 anni e tutte le necessità di un ragazzo di quell'età....e Alex è la sua ragazza e ha 15 anni" "Ma...ma..." "Ti sconvolgerà ancor di più sapere che la cosa vale anche per Taro e Kay....Tsubasa e Sanae no, tranquillo, con quei due facciamo prima ad attendere le calende greche". Genzo scosse il capo; ma che stava facendo ???? Cosa le stava passando per la testa ???? Cosa voleva da lui ??? La ragazza, che non aveva smesso per un secondo di fissarlo, si passò le mani sulle braccia "Inizia a fare freddo....allora, posso dormire qui o no ????" "Ma....Jody !!!!" "E piantala !!! Che c'è di così strano ???? Ti sto solo chiedendo di dormire con te.....perchè non riesco a stare da sola....non...." a tradimento , lacrime di rabbia e dolore iniziarono a scenderle sulle guance; un'espressione stupita le illuminò gli occhi quando sentì il sapore salato sulle labbra "Cos...no...oh, no....DANNAZIONE....." imprecò, tentando di asciugarle, di fermarle. Genzo la fissò in trance per un secondo, poi senza pensare le sue braccia si mossero, afferrarono le spalle della ragazza, e la tirarono a sè, chiudendosi protettive sulla sua schiena e stringendola contro al petto. Jody era talmente sconvolta che non proferì parola, ma continuò a sussultare sotto il peso dei singhiozzi "Sono un idiota !!!!" si disse il ragazzo "Cosa stavo pensando ??? Mi facevo mille problemi per me stesso e non ho capito che la sua testardaggine era solo una richiesta disperata d'aiuto !!!!". Jody continuava a piangere, e il ragazzo la strinse un po' di più a sè, poi le fece passare un braccio sotto le gambe e l'aiutò a stendersi sottto le coperte; lei alzò due occhi incerti "Allora posso....?" "Sì" rispose lui, sereno almeno apparentemente, mentre le rincalzava teneramente le coperte "Ma solo se mi prometti di dormire alla svelta....io mi devo allenare domani !!!!" scherzò, mentre allungava la mano per spegnere la luce. Nel farlo quasi si perse la risposta di lei "Tienimi stretta...." "...eh?". Non fece in tempo a replicare che lei gli si strinse contro, coprendo anche lui con il pesante piumotto e premendo il volto contro il suo petto. Genzo si immobilizzò; ok, se andava avanti così quello che non avrebbe dormito di certo sarebbe stato lui !!!! "Senti Jody...." "Mh !!!" rispose lei, alzando di scatto il volto e baciandolo. Genzo rimase immobile, poi si accorse che il suo corpo veniva invaso da un calore prorompente, e che stava ricambiando....facendo forza su se stesso, le posò le mani sulle spalle e l'allontanò con un gesto deciso. La ragazza si divincolò nella sua stretta "No !!!!" urlò in preda alla disperazione. Lui, allarmato, la lasciò andare. Oddio, e ora che aveva fatto ??? E soprattutto, che doveva fare ??? Ma quel rifiuto non era dettato dalla paura, come pensava; era una supplica "Non...Genzo io...perchè...mi hai...fermat..." "Jody....io non voglio che tu debba fare nulla di cui poi pentirti...." rispose lui, accarezzandole una guancia e sentendo ancora lacrime che vi scendevano copiose "Sei sconvolta....lo capisco...e proprio per questo non posso permetterti di fare sciocchezze....io non ho fretta, quando sarai pronta io..." "Ma io sono pronta, perchè non lo capisci ???" "No, tu lo credi soltanto....sei sconvolta e...." "Dannazione a te, Genzo Wakabayashi !!!!! E' tanto difficile startene zitto e baciarmi ???? Accettare la mia scelta ???? Non sono sconvolta fino al punto di gettarmi in pasto a un lupo, accidenti !!!! Sono pienamente consapevole di cosa sto facendo....di cosa voglio....perchè, perchè mi hai rifiutato ????!!!!!" urlò, prendendo a picchiargli pugni rabbiosi e male assestati contro il petto. Genzo si rese conto che era fuori di sè, poichè mai altrimenti avrebbe tirato quei colpi penosi; aveva delle mani che funzionavano meglio di armi da fuoco; sospirando, le afferrò i polsi e la bloccò "Jody, per la miseria....smettila di fare i capricci come una bambina piccola !!!! Stai parlando di qualcosa che nemmeno capisci, altrimenti non faresti così !!!!" la rimprivero con voce quasi....paterna....

Veloce. L'unico aggettivo che gli venne in mente per descrivere il movimento con cui lei si liberò il polso e gli tirò uno schiaffo fu...veloce. E doloroso, poichè stavolta aveva calibrato bene, nonostante fossero al buio, e non si era certo risparmiata in quanto a forza....Genzo sospirò di nuovo "Tu....sottospecie di microcefalo...come fai a non capire ???? Volevo...solo...una conferma....qualcosa...che mi desse forza...." "E pensi di trovarlo nel sesso ??? Ti sei fatta un'idea completamente sbagliata di me, se pensi che mi presti a...." "NO IDIOTA !!!!! PENSAVO DI TROVARLO NELLA NOSTRA RELAZIONE.....VOLEVO CREDERE CHE, ANCHE SE TUTTO IL RESTO ATTORNO A ME SI STA SGRETOLANDO, QUESTO NON CADRA' MAI....NOI RIMARREMO INSIEME....TU.....SEI...ERI...L'UNICA COSA SICURA DELLA MIA VITA.....". Genzo la strinse a sè. Sì, adesso aveva capito....ma non sapeva se era pronto a fare ciò che lei chiedeva...."Jody....te lo posso assicurare.....non ti lascio....davvero" "Genzo...per favore....vuoi stare zitto ????" rispose lei, prendnendogli il volto tra le mani e tirandolo verso il basso, finchè le loro labbra non si unirono; questa volta lui si lasciò trasportare, e la sua mano risalì dalla schiena di lei per andare a infilarsi tra i capelli, mentre l'altra invece prendeva ad accarezzarle le scapole . Si staccò di nuovo, ma senza rifiutare il contatto "Jody....guarda che....se....se...continui, io non mi potrò fermare....non si può tornare indietro...." le sussurrò all'orecchio con voce rauca. Lei si aggrappò al suo collo con forza "Ma io non voglio che ti fermi....voglio vivere questo momento con tutta me stessa...." rispose; questa volta fu lui a chinarsi per baciarla, mentre le sue mani prendevano a litigare con la maglietta di lei. Anche Jody era in preda a una lotta simile; maglietta e canotta cedettero quasi contemporaneamente, interrompendo il bacio appassionao dei due ragazzi che, comunque, non ci mise molto a riprendere, mentre una sensazione di calore ed euforia sembrava pervaderli dall'interno per poi esplodere, offuscando i loro sensi; in breve, Jody non riuscì ad essere consapevole di nulla tranne che delle labbra che si posavano sulle sue e della mani enormi e gentili del ragazzo che amava, che la stringevano a sè quasi avessero paura di sentirla svanire; gli occhi si chiusero (e che differenza farà mai, tanto è buio....NdJun....Ma tu devi rompere le scatole anche in un momento simile scusa ???? Non basta quando litigano, anche quando vanno d'amore e d'accordo hai da ridire ??? NdAlewen infuriata Scusate...però non è carino che voi interrompiate una scena del genere per i vostri battibecchi NdGenzo con aria irritata. Alewen lo degna a malapena di un'occhiata Ah sì, signorino ??? Ti ricordo che sono io quella ch escrive....quindi stai attento a ciò che dici, non so cosa potrei farti capitare....Genzo inizia a sudare freddo....E comunque, prima di venire a lamentarti trova i tempo di vestirti, la prossima volta....NdAlewen che però non appare imbarazzata dallo spettacolo...anzi....Genzo invece diviene viola e scappa ....Bene....ora possiamo tornare seri ???? NdJody in vestaglia E quella dove l'hai presa scusa ???? Era in camera, ma questo si scopre nel prossimo capitolo....E allora non fare spoiler, soprattutto di informazioni così vitali !!!! NdAlewen che si rimette alla tastiera con un'esperrione concentrata negli occhi. E la storia prosegue.....) lasciando spazio solo alle sensazioni del contatto fisico....più che sufficienti, comunque, secondo l'opinione di entrambi...."Gen...Genzo..." "Shhhh....non avere paura...." fu tutto ciò che si dissero prima di perdersi definitivamente l'uno nell'altra, sconvolti e sbalorditi di sentirsi così strani, felici e....accolti quasi fossero

giunti nel posto che tanto disperatamente entrambi avevano cercato....casa.

 

Non ho scusanti...a parte che mi sono persa per lo sport...e. che chiunque provi ad allontanarmici non tiene alla propria vita....quindi il mio tempo libero ssi è ridotto a zero....cmq ecco qui il 32. Wow, che numero....e ancora non se ne vede una fine, anzi la situazione si ingarbuglia sempre più....che ne pensate?

Izumi: Grazie per i tuoi commenti, in effetti era il mio sospetto principèale già da un po' di tempo che la storia tendesse in quella direzione....forse era anche scontato, a giudicare dalle premesse, ma non per questo mi sento comunque demotivata dall'andare avanti. La protagonista assomiglierà anche al canone Mary Sue, mi dico sepre, ma è la MIA mary sue, diversa da tutte le altre. Quanto al casino enorme tra genitori, zii, cugini, nonni....ehm....giuro che all'inizio non l'avevo assolutamente programmato, l'unica parentela doveva essere quella di Jody con Hikaru...poi non so come è venuto fuori sto putiferio....eh eh....il mio estro creativo....o forse è perchè la mia vita è un casino e non riesco a far star tranquilli nemmeno i miei personaggi ??? Boh....

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