Love Affair

di Aurora_Sogna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Metri e Banane ***
Capitolo 2: *** Boys Don't Cry ***
Capitolo 3: *** Odi et Amo ***
Capitolo 4: *** Welcome to my Hell ***
Capitolo 5: *** Belli e Riposati ***
Capitolo 6: *** Buio ***



Capitolo 1
*** Metri e Banane ***


Lui è così dannatamente ribelle.
Così dannatamente impassibile.
Lui è dannatamente e terribilmente odioso.
Mi è antipatico.
Mai che rispetti un mio ordine.
Mai che rinunci all'ultima parola.
E' sorprendente e irritante che un ragazzino riesca a tenermi testa in una maniera tanto assurda!
Ma io sò come zittirlo e come prendermi le mie piccole vendette personali.
[
-Levati dai piedi, Acciaio, non posso perdere il mio tempo con un metro e una banana-
[
Si irrigidisce, piccato.
Colpito, eh?
Lui è terribilmente orogoglioso.
Lui è basso.
Lui continua ad istigarmi e a sfidarmi.
Lui è semplicemente e irrimediabilmente Lui.
[
-Allora se lo ricordi anche stanotte, Colonnello di Merda-
[
Ed è per questo che mi piace dannatamente, terribilmente e irrimediabilmente.

[
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[
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[
[

Per la serie chi non muore si rivede, Ivic ritorna!
E questa volta con una bella raccoltina...
Ormai mi ha preso la passione :p
Dedicherò un capitolo ad una coppia!
Iniziamo con una bella RoyxEd, anche se è risaputo la mia venerazione per le Elricest!
Spero sia stata di vostro gradimento!
Grazie a chi ha letto e a chi recensirà.
Baci
Lily123

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Capitolo 2
*** Boys Don't Cry ***


I ragazzi non piangono.
No, quelle sono cose riservate alle donne.
I ragazzi non piangono.
Giusto, Al?
Alzati da quella posizione ranicchiata.
Smettila di artigliarti la testa e abbi un pò di contegno.
Lui è proprio nella stanza accanto, potrebbe sentirti.
E tu, non vuoi, Al. Vero?
I ragazzi non piangono.
Ma chi lo dice poi?
Quello che provi è così innaturale.
Così poco normale.
Perchè continui a farti del male.
I ragazzi non piangono, Al.
E perchè tu lo stai facendo?
I ragazzi non piangono, ma tu lo stai facendo da così tante notti che non si contano più sulle dita.
Alphonse.
Allora piangi, Alphonse, e reprimi quel sentimento che ti brucia dentro.
Reprimi quell'amore peccaminoso.
Piangi tutte le lacrime di questo mondo se è necessario per spegnere quel fuoco.
Ma così non va, vero Al?
E ancora sei in piedi a guardarti allo specchio.
E ad odiare la tua figura.
Odiarla ed amarla per lo stesso motivo, è simile alla sua.
E ancora piangi.
I Ragazzi non piangono, Alphonse.
Ma tu fallo se ti aiuta a non amarlo.
Lo specchio cade, cade in frantumi.
Con un rumore secco che alle tue orecchie sembra così forte da non poter sopportare.
Ti chini ancora , con le ginocchia sul vetro.
E non senti dolore, è un altro dolore quello che ti brucia dentro.
[
-Al, ma che...?-
[
Sguardo perso verso di lui. E ne allontani le braccia.
Male, fa male.
Più male delle ferite che bruciano sulle tue ginocchia.
Quelle due braccia che ti sollevano e ti portano al letto, scottano.
Quelle due mani che ti ispezionano le ferite, lacerano la carne.
[
-Ma che cavolo ti è saltato in mente, Al...-
[
LA sua voce è preoccupata e non puoi evitare di sentirti in colpa.
Come se non lo fossi già abbastanza.
E quando lui si siede accanto a te guardandoti con gli occhi dorati, avresti voluto scappare.
E piangere.
Alphonse, i ragazzi non piangono.
E lo senti sospirare al tuo fianco e nascondere il viso tra le mani.
Sono giorni che non gli parli.
E forse, pensa di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Ma quello sbagliato sei tu.
[
-Non ti capisco più, ti stai rincoglionendo all'improvviso?-
[
Non ha mai avuto molto tatto, il tuo Nii-san.
Urla, fingendo una forza che in realtà non ha.
Si sente tanto confuso, sai Alphonse?
Ti scappa un sorriso intenerito, e di nuovo copiose lacrime ti rigano le guance.
Ed è in quel momento che le sicurezze fragili di Edward cadono.
E non può che abbracciarti, abbandonando per un momento l'aspetto del duro.
[
-Dio, Al, chi ti capisce più-
[
Il tono è duro, ma tu sai che è solo apparenza.
Ed ora stai così bene tra tepore delle sue braccia.
E non vorresti che ti lasciasse, ma è un sogno Al.
La tua è una malattia, un difetto di fabbricazione.
Però...
non puoi più tenertelo dentro.
Più lui ti accarezza i capelli più te ne rendi conto.
Benedici il buio della stanza per evitare che veda il leggero rossore sulle tue guance.
[
-Cosa devo fare con te?-
[
Vuole davvero saperlo?
Lo allontani lentamente per guardarlo in quegli occhi che tanto ami.
E ti soffermi su quella bocca che tanto desideri.
Poggi una mano sul petto, dove dovrebbe esserci quel cuore che voresti ti amasse con fare diverso da quello fraterno.
[
-Amami, Nii-san...-
[
Parole appena sussurrate ed udibili.
E nel momento in cui, senti quel calore tanto desiderato sulle tue labbra.
Capisci che non c'è più bisogno di parole.
E inevitabilmente piangi ancora.
I ragazzi non piangono, Alphonse.
Ma tu, questa volta, permettiti uno strappo alla regola.
[
[
[
[
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[
[
[
Ed ecco la elricest! volevo metterla più avanti..Del tipo la ciliegina sulla torta, ma non ce l'ho fatta!
E poi è risaputo il mio amore per Alphonse, Dio quanto lo amo!
Questa Flash-Fic, però, mi sà un pò di nonsense.
Non so perchè.
A voi i commenti^^
Ringrazio, chi nacchan eliyxyz e Betta 90 che mi hanno recensito e che spero lo rifaranno!
Grazie a chi ha letto e a chi recensirà.
Baci
Lily123

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Capitolo 3
*** Odi et Amo ***


Lo odiava per quell'indifferenza verso il mondo esterno.
Non per l'indifferenze in se, ma per il solo fatto che non ne capisse il perchè.
E lo odiava per non voleva spiegargli quel perchè.
Lo odiava quando ad ogni successo, rimaneva impassibile.
Apatico.
E lo odiava anche quando si faceva scivolare le cose di dosso.
Anche il peggiore insulto, ma mai parlare di altezze in sua presenza.
O di "Bassezze" , questi sono punti di vista però.
Però lo amava per quello che rappresentava per lui.
Per quel suo carattere tanto sfrontato ed orgoglioso.
Lo amava per ogni minima cosa.
Anche quando gli rispondeva male, ma Edward-San, era così.
E lui non aveva la minima voglia di cambiarlo.
Non poteva fare a meno di pensare questo mentre lavoravano a quello stupido razzo.
Magari aveva anche un sorrisino ebete.
Non ci avrebbe fatto una gran bella figura se Edward-San lo avesse visto così.
Conoscendolo, avrebbe sicuramente pensato che stava impazzendo.
No di certo che era innamorato.
Tirò un sospirò facendolo distrarre da quella chiave in glese che godeva di tutta l'attenzione che avrebbe voluto lui.
E lo guardo con uno sguardo stranito.
Alphons ne era certo: proprio in quel momento stava pensando che era impazzito.
[
-Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.-
[
Prima di interessarsi ai razzi aveva bazzicato un pò di latino.
Ma niente di impegnativo, lo trovava però molto affascinante.
Non si poteva dire lo stesso di Edwar-San che aveva quasi preso uno sguardo preoccuato.
[
-Eh?-
[
Sorrise, intenerito e si alzò in piedi raggiungendolo.
Abbassò il busto raggiungendo il volto con il suo.
Occhi negli occhi.
Un sorriso intenerito e un broncio.
[
-Ti Odio e  ti amo. Perché io faccia questo, forse domandi.
Non lo so. Ma sento che accade e mi tormento.-
[
Si rialzò in piedi e si voltò.
Avviandosi verso l'uscita.
Edward-san, dal canto suo rimase fermo per un buon 10 secondi.
Con gli occhi sbarrati.
Era palpabile il suo imbarazzo.
Alzò un pugno verso di lui che se ne stava andando.
[
-Curati, Alphons!-
[
Scoppiò a ridere e si fermò allo stipite della porta con le braccia in conserta.
Doveva completare l'opera.
Anche se, avrebbe poi dovuto aspettarsi una bella vendetta.
[
-Sei arrossito, Edward-San-
[
E dignitosamente se ne andò lasciandolo solo.
E altrettanto dignitosamente, lui si pogiò una mano sulle guance che scottavano quasi.
Cacciò un grugnito e riprese la chiave inglese, vi si specchiò.
Si, era proprio arrossito.
[
-Vaffanculo, Alphons!-
[
[
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[
[
[
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[
Alluurraaaa
Ringrazio degnamente (come l'uscita di Alphons XD) Betta90, Elyxyz, Damaris e sarazaretta che hanno recensito la precedente storia.
Grazia anche a chi ha letto e a chi recensirà questa
BAci
Lily123

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Capitolo 4
*** Welcome to my Hell ***


Ormai è come una droga, devi ammetterlo.
Non puoi continuare.
Ma non puoi neanche smettere.
Ti porterà alla pazzia, se non l'ha gia fatto.
Quegli occhi irritanti ma dannatamente sensuali.
Quelle labbra sempre piegate in un sorriso orgoglioso ma perennemente desiderate.
E quel corpo che tanto ti eccita.
Sei fottutamente invaghito.
Come le ragazzine in calore.
Si.
Quando lo vedi, un sola parola ti ronza nella testa.
Ovvia e scontata.
Quando se ne va, ti riprometti di non vederlo più.
Di rifiutarlo la prossima volta.
Ti senti usato: fa quello che deve e va via.
Così ti riprometti di non vederlo più.
Lui è tutto quello contro cui lottate.
Ma la sera dopo ti ritrovi inevitabilmente ad attendere fremente il suo arrivo.
Scondinzolando quasi.
Va bene che sei un cane dell'esercito, ma non c'è bisogno di fare così.
E ogni volta che se na va, ci rimani sempre peggio.
Ti autoconvinci che sei anche tu che usi lui.
Ma sei che non è così.
Lo sai che a te andrebbe anche solo parlare con lui.
Ammettilo, ti sei innamorato.
Stai firmano la tua condanna per l'inferno...
[
-Eccomi, O' Chibi-San-
[
Benvenuto all'inferno.
[
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[
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[
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[
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[
[
[
Delle buon vecchie Envy/Ed non ci si stanca mai ^.^.
E' stata la prima coppia di cui ho scritto ^_^, bei ricordi :D
Comunque sia, grazie a elyxyz, Liris, sarazaretta e beutiful_distaster, per aver recensito la storia scorsa, sperando sempre che anche questa vi sia piaciuta.
Grazia a chi ha letto e a chi recensirà.
Baci
Lily123

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Capitolo 5
*** Belli e Riposati ***


Aveva la pistola puntata alla sua testa, nel caso lui avesse ancora voglia di prendersi una pausa.
Non era il fatto di prendersi la pausa in se, no dicerto, siamo umani.
Ma era più il fatto che se la prendesse a intervalli di cinque minuti, e questa era una cosa inconcepibile per Riza Hawkeye.
-Sà che in quanto suo superiore, lei non ha il diritto di trattarmi così?-
Domandò a un certo punto il colonello senza alzare la testa dalle scartoffie.
Effettivamente aveva paura che a un minimo e inpercettibile movimento, il tenente non avrebbe esitato a premere quel grilletto...E a quel punto, Addio Roy Mustang.
Almeno però si sarebbe liberato di quelle scartoffie.
Il Tenente non rispose neanche, era li per lavorare non per parlare, anzi premette di più la pistola sulla sua testa.
-Si si...Stò lavorando...Era solo una constatazione...-
Si difese questi sospirando esasperato.
-Qualche volta potrebbe aiutarmi...-
LA donna alzò un sopracciglio, e per la prima volta sorrise, ma di un sorriso rassegnato.
E Roy Mustang, si sà, quel vecchi volpone, non potè fare a meno di girarsi e guardarla, sfruttando il momento di debolezza.
-Ma io l'aiuto colonello, la invoglio a continuare il suo lavoro-
Questa volta gli scappò una leggera risatina che abilmente riuscì a far passare come un colpo di tosse.
Inutile controbattere, con Riza Hawkeye era una battaglia persa in partenza.
-Sta bene?-
Lui scosse la testa e poggiò la schiena completamente alla sedia.
Approfittatore di un colonnello!
-No, sto male e non posso più lavorare-
Il tenente sospirò irritata alzando gli occhi al cielo, ripose la pistola nella custodia.
A quel rumore che il colonnello ben conosceva (era sempre motivo di sollievo) quest'ultimo la guardò stranito, che si fosse davvero convinta?
Che l'avesse esasperata a tal punto da farla cedere?
Che il Tenente fosse umano?
-Mancano due minuti e sarà libero colonello, e lo sarò anche io-
Si inizia da due minuti.
Poi magari tra qualche giorno, gli avrebbe dato 5 minuti, poi 10, 15...
Alla avrebbe ceduto e gli avrebbe concesso tutt l'ora.
Che piano malefico, Roy Mustang!
Il Tenente raggiunse la finestra poggiando gli avambracci al davanzale.
Era inverno e alle otto era già buio, dai comignoli delle case si vedeva appena il leggero fumo, e per le strade già non c'era nessuno.
Ormai face troppo freddo.
Sentì la sedia del colonnello muoversi piano e los entì avvicinarsi, si spostò di lato per fargli spazio.
Lui la imitò e sospirò.
-Sarà libera da cosa, Tenente?-
-Dal lavoro, pensa che io adori lavorare, colonnello?-
Domandò alzando lievemente un sopracciglio e guardando il suo profilo con la coda dell'occhio.
Era un bell'uomo , il colonnello.
L'unico che riuscisse a prenderla e o a farla sorridere.
Si, davvero un bel tipo.
Se non fosse per quel suo piccolo difetto.
-No, pensavo che lei adorasse lavorare con me-
Giust'appunto.
Lei sorrise ancora, non lo dava a vedere ma il Tenente alle volte era timida.
La solita di timidezza di chi è cresciuto in fretta in troppo poco tempo.
Senza viversi appieno la propria età.
Lasciò cadere quella frase che il colonnello aveva sicuramente buttato lì, per fare conversazione.
Non riusciva mai a stare in silenzio , il colonnello.
Non sopportava il silenzio.
Lei al contrario, preferiva agire che parlare.
MA in questi casi, non avrebbe mai saputo come reagire.
E nell'indecisione si limitava a sorridere.
Ed eccola, si trovava accanto all'eroe di Ishvar, donnaiolo incallito.
Guardandolo con la coda dell'occhio.
E terribilmente innamorata.
Si, esatto.
Lo era praticamente da sempre.
Ma ovviamente non l'aveva mai dato a vedere, perchè lui era il Colonnello.
Perchè era qualcosa di più di un uomo da amare.
Era un mito, un esempio da seguire.
Era semplicemente Roy Mustang.
O per meglio dire, complicatamente Roy Mustang.
Complicatamente lui.
-Sessanta secondi e sarà libero anche lei, Colonnello-
-Oh, ma a me non interessa essere libero-
Certo.
Se il Tenente non fosse stato il tenente sarebbe scoppiata a ridere.
Per fortuna aveva un rigido contegno che glielo impediva.
-Cioè, mi interessa essere libero dalle scartoffie, ma non da lei. A differenza sua-
E ancora una volta non seppe come rispondere.
Mustang ci sguazzava nel suo imbarazzo.
Dannato perfido.
-Lo sa benissimo che non è così-
Con quale sfrontatezza aveva risposto, non riusciva a spiegarselo neanche lei.
Poi senza nessun motivo lui le fu di dietro.Con le braccia in conserta la guardava dall'alto.
La scrutava come per accertarsi che fosse lei e non qualcun altro.
Lei si voltò questa volta trovandoselo di fronte, e non potè fare altro che ricambiare lo sguardo altrettanto fermo.
-40,39,38...Tenente, tra poco saremo entrambi liberi, e andare via da qui-
Che cosa intendesse, o a cosa volesse arrivare ancora non l'aveva capito.
-L'uno libero di andare lontano dall'altro, tornare a casa, farsi magari un bel bagno caldo e vedere soap-opera strappalacrime in tv-
-Non guardo quel tipo di cose-
-...Ha ragione, lei è più tipo da libro, e che letture preferisce?-
Rimase in silenzio.
Lui era troppo vicino, e le sue labbra troppo invitanti.
Decisamente troppo.
Complicatamente troppo.
-Dubito che le importi veramente-
-Giustamente mancano 20 secondi prima che entrambi abbandoniamo questo posto-
Non riuscì a trattenere un sospiro, il tenente.
Ma cosa intendesse fare lui, non riusciva proprio a spiegarselo.
Eppure non era e non si riteneva per niente una donna stupida.
-Lontani nei rifugi delle nostre case, e domani perfettamente riposati, ritorneremo qui a lavoro-
10,9,8...
Effettivamente, sarebbe stato così.
Ognuno a casa propria.
Sembrava una prospettiva un pò triste.
Il colonnello Mustang dal canto suo si guardava un pò in giro, con fare innocente.
Come se non sapesse cosa stesse creando in lei.
Ma l'occasione era d'oro.
Da quanto aspettava un'occasione simile?
Da abbastanza tempo, no?
Il punto era che, con qualunque donna lui andasse, non era soddisfatto.
Anche la più bella, lo rimaneva alquanto indifferente.
Perchè?
Perchè non era Riza Hawkeye.
-Ognuno a casa propria, se non sbaglio casa sua è abbastanza lontana dalla mia...-
-Eh si, colonnello-
-6,5,4...E poi torneremo domani, ben riposati, a lavoro-
-Esattamente...-
Le alzò il volto per il mento.
Fu solo un momento di sguardi.
3,2,1.
E le loro labbra si toccarono.
La lingua ne leccò appena il confine, come per chiedere il permesso di entrare.
Ma appena le labbra di lei si schiusero lui si ritirò indietro con un sorrisino, forse un ghigno.
-Ops...Dobbiamo tornare ai nostri giacigli-
Sussurrò appena con il mento del Tenente ancora tra le dit.
Lei si sbilanciò ritornando sulle sue labbra.
Lui ancora una volta si distanziò.
-Se continua così, Tenente, a casa non ci torna nessuno dei due, e nessun potrà essere ben riposato per domani...-
Una cosa è certa.
Il giorno dopo, tutti furono molto stupiti di vedere già lì il Colonnello Roy Mustang, che di solito ritardava sempre.
Il Tenente era sempre puntuale.
E furono ugualmente stupiti notando che lei , però, non riusciva a tenere gli occhi aperti.
Per il colonnello invece, era sempre stato usuale farsi un sonnellino ogni tanto.
Una cosa era certa: sembrava che entrambi avessero passato la notte in bianco.
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Nee...Adoro questa coppia!
Beh, una fic un pò pazza...
Ringrazio subito elyxyz, sarazaretta, Betta90 e Liris, per aver recensito, sperando sempre che anche qusta vi sia piaciuta.
Grazia a chi ha letto e a chi recensirà!
Baci
Lily123

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Capitolo 6
*** Buio ***


Sarebbe stato stupido anche solo credere di poterci riuscire. Sarebbe stato stupido anche solo pensarci. Forse era per quello che non riusciva a frenare le lacrime, stretto in angolo della stanza al buio, con il solo ginocchio che gli era rimasto al petto.  Era stato stupido crederci, era stato stupido illudersi.

Era stato stupido, ma l’erroe della sua stupidità veniva pagato da suo fratello.  Portò l’unica mano che aveva ad artigliarsi i capelli, mentre si mordeva il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.

Tratteneva i singhiozzi, gia era stato troppo permettere alle lacrime di varcare i confini dei suoi occhi. Solo la notte poteva permettersi di piangere, quando nel letto i continui incubi di quella fatidica notte non gli facevano chiudere occhio.

D’altronde era ancora un bambino, ma questo non aveva mai voluto accettarlo. Sebbene non avesse mai voluto accettarlo, lo sapeva e odiava i suoi stessi momenti di debolezza che glielo ricordavano. Come se non fosse gia abbastanza continuare a vivere con quel rimorso.

La mano scese al petto, all’altezza del cuore che strinze quasi con frenesia, la camicia del pigiama si piegò sotto le sue mani e quasi non si strappava per la foga con la quale era stata presa.

Il respiro era affannato, ma quando sentì qualcuno muoversi dietro la porta e la luce accendersi aldilà di quella, tutto si fermò, smise anche di respirare spalancando gli occhi dorati nel buio. Anche il solo e minimo rumore avrebbe insospettito la zia Pinako, o Winry che erano fuori la stanza.

Guardò Alphonse, o meglio l’armatura che racchiudeva la sua anima, abbandonata contro il muro. Quando dormiva sembrava che fosse assente. Quell’armatura sembrava ritornare tale.

La luce si spense di nuovo e di nuovo tutto ripiombò nel buio. Non riuscì a trattenre un singhiozzo più forte degli altri e tornò a piangere stringendo gli occhi, per tentare invano di non far scendere le lacrime a bagnare le sue gote. Riaprì gli occhi e lo sguardo riandò all’armatura, doveva evitare ogni rumore per evitare di svegliare Alphonse, non voleva lo vedesse così fragile, non voleva vedesse la sua debolezza, non voleva fargli pesare anche il suo senso di colpa. Per Alphonse quello era gia abbastanza.

Diede un occhio al cielo fuori dalla finestra, era coperto, nuvoloso, probabilmente il giorno dopo avrebbe piovuto. La pioggia avrebbe bagnato le case, le strade, i campi.

Gli piaceva passeggiare sotto la pioggia.

Si sentiva eusasto, la stanchezza prese improvvisamente possesso del suo corpo e astento riuscì a restare sveglio prima di raggiungere il letto. Poi cadde in un sonno profondo.

[

[


[

-Edward! Edward! Entra, prenderai un accidenti, fermo sotto la pioggia!-

Winry urlava dall’uscio della porta ma lui non l’ascoltava, aveva il viso alto verso il cielo, il sorrisino che aveva tradiva quello che aveva dentro. Aprì gli occhi e si voltò verso Winry facendole una linguaccia e senza dire altro tornò alla posizione iniziale.

-Nii-san! Nii-san! Vuoi forse ammalarti? Torna dentro!-

La voce del fratello minore, che rimbombava nella vuota armatura riaprì quella piccola ferita all’altezza del cuore. Ogni volta quel tintinnio metalicco gli ricordava il suo peccato, gli ricordava quanto Alphonse l’avesse pagata cara per un suo errore. Restò altri istanti sotto la pioggia, poi quando il fratello lo chiamò ancora, tornò sull’uscio di casa scoppiando a ridere.

Gli altri erano perplessi, non capivano il motivo di quella risata fragorosa, così fragorosa che lo lasciava senza fiato e lui benedì le gocce di pioggia che così tanto bene nascondevano le gocce salate dei suoi occhi. Si calmò lentamente mentre batteva una mano sulla spalla di Winry.

-Nii-san! Stai impazzendo mica?-

-Certo che no, Al!-

Diede una pacca anche all’armatura, fu il solo ovviamente a farsi male.

-Non chiamare il tuo fratello maggiore pazzo!-

Winry scosse la testa entrando in casa. Questi maschi non li avrebbe mai capiti, eterni bambini! Edward rise ancora di più, mentre si apprestava ad entrare, doveva andare via, gli occhi minacciavano ancora di bagnare le sue guance e non poteva permettere che succedesse avanti ad Alphonse.

-Nii-san?-

Una voce, la sua voce lo fermò, e lui rimase di spalle, con i pugni serrati.

-Io la notte non posso dormire. Quest’armatura non mi permette di farlo-

Ancora una volta tutto si fermò.

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[

Vogliate perdonarmi per il grande ritardo, ma ho avuto problemi con il pc ç_ç

Ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti, scusate se non posso soffermarmi troppo, ma ho paura che il pc si blocchi da un momento all’altro -.-

Ringrazio, inoltre chi ha letto e chi recensirà.

Alla prossima

Lily123

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