Amore a primo scontro

di Kucchan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro-scontro! ***
Capitolo 2: *** Sfida! ***
Capitolo 3: *** Ancora amici? ***
Capitolo 4: *** Speranze ***
Capitolo 5: *** Tregua? ***
Capitolo 6: *** Il lato buono ***
Capitolo 7: *** In gita? ***
Capitolo 8: *** «Torna anche domani» ***
Capitolo 9: *** Scusa ***
Capitolo 10: *** Game over ***
Capitolo 11: *** È in pericolo? ***
Capitolo 12: *** Il Quintetto del Suono ***
Capitolo 13: *** Novità ***



Capitolo 1
*** L'incontro-scontro! ***


  
                                      Amore a primo scontro
 
«E quindi il participio passato del verbo Be come sarà, Kidomaru? »
 
“Che palle...” Pensò Tayuya, guardando pensierosa fuori dalla finestra.
 
«Prof, ma lei lo sa? » chiese il ragazzo con un’aria un po’ scocciata alla professoressa.
 
«Ma che domande sono? Certo che lo so! Sono io l’insegnante – rispose seccata la donna – e lo sto chiedendo a te! » Si scaldò la docente.
 
«E perché lo sta chiedendo a me? Se lo sa veramente, complimenti. » Rispose con tono totalmente seccato alla risposta-domanda della prof.
 
Tayuya sbuffò. Diede un’ultima occhiata al cane che, stranamente, si trovava nel giardino della scuola, e alzò la mano: «Prof, non ha capito che non conosce la risposta? Ma dai, lei parla tanto come se tutti noi studiassimo.. Per favore, mancano solo 5 minuti alla fine delle lezioni, ci lasci uscire, tanto a noi non ce ne frega una beata..! » Esclamò la ragazza, lasciando in sospeso la frase, guardando Jirobo che la osservava con aria di rimprovero. Che seccatura, perché non poteva usare quei termini così importanti nella vita di tutti i giorni? Non era mica l’unica ragazza che ne faceva un frequente uso!*
 
«E va bene.. – iniziò la professoressa, lasciando una speranza a Tayuya - ..se la mettiamo così, gli alunni Tayuya e Kidomaru prenderanno una bella nota sul registro!» finì soddisfatta la prof.
 
«Vaffanculo» Sussurrò la rossa, uscendo immediatamente dalla classe al suono della campanella. “Meno male che questa deficiente se ne andrà tra poco. Una supplente non può mai dar tanto fastidio quando un professore fisso.”
E prese a camminare veloce, immersa nei suoi pensieri, seguita a stento da Jirobo e Kidomaru.
 
BAM! La ragazza andò a sbattere su qualcosa o.. qualcuno?
 
«Hey, idiota, guarda bene a dove metti i tuoi schifosi piedi!» Urlò subito, senza nemmeno guardare in faccia l’interlocutore. Massaggiandosi la testa, che aveva subito un bel colpo, scrutò il ragazzo che aveva davanti dai piedi alla testa. L’uniforme era tutta stropicciata, come se avesse dormito indossandola. Ma la parte più interessante di una persona, pensò, è sempre il viso. Quindi si precipitò a scrutarlo per bene, avvicinandosi molto alla faccia, come se volesse vedere anche ogni singolo brufolo (se ne aveva..), con i due ragazzi dietro di lei ad osservare la scena.
Il ragazzo aveva un rossetto azzurro, tendente allo smeraldo, e dei capelli a caschetto bianchi, grigi, o che colore era, gli circondavano il viso.
«Hey, Detective Conan, che diavolo hai da guardare? Se hai finito di contemplarmi gradirei che ti togliessi dai piedi..» Commentò l’altro.
Tayuya non fece in tempo a ribattere che una voce arrivò proprio da dietro l’angolo**: «Hey, Sakon, dove ti eri cacciato? Ti avevo detto di aspettarmi e invece sei scappato fuori.. Tanto la nota te la mette lo stesso, cosa credi?»
«Ahahah, un altro poveretto che scappa per aver preso una nota! Anche questi due citrulli se la sono dati a gambe.» Rise Jirobo, che era stato zitto fino a quel momento, osservando i litiganti. Prese subito a parlare con il nuovo arrivato dai capelli bianchi, che si era seduto sul davanzale interno della finestra, guardando fuori.
«Kimimaro, vedi di non rompere, avevo fretta e non mi andava di scrivere i compiti – si rivolse Sakon al compagno, per poi ri-posare l’attenzione sulla ragazzina che aveva davanti – e tu smettila di guardarmi con quell’aria da “miss io ho sempre ragione”, che sembri semplicemente un’idiota.»
E lei ribatté prontamente: «Caro il tizio della classe accanto, guarda che hai davanti una ninja esperta! Il mio nome è Tayuya, e vengo dal villaggio del suono, noto per la forza e l’arroganza dei suoi abitanti, quindi vedi di stare buono!»
«Uh uh.. ma guarda che coincidenza! Hai davanti un altro chunin del suono, Tayuya-chan***».
 
 ----------------------------------------------------------------------------Note 
 
Fine del primo capitolo! Che cosa succederà a questa coppia di svitati? E diventeranno poi una coppia? Chi si innamorerà di chi? E chi aiuterà chi a mettersi con chi? Scopritelo nel prossimo episodio!
Tutto sta nelle vostre mani! Se volete continuare, leggete, ma se la storia non vi ha soddisfatto, potete abbandonarla come molto spesso succede alle storie con personaggi poco “amati”.. Vabbeh. E ora, Note!
 
*: Ahahah, qui pare che parlo di droga x’D
**: Letteralmente. In quel punto del corridoio la strada si diramava come una T, e diciamo che i due litiganti si trovavano sul “trattino” più a sinistra; Kimimaro, arrivando dalla “linea lunga” della T, era proprio dietro l’angolo. Letteralmente (E so’ 2 xD).
***: il suffisso –chan si usa per le persone più piccole/meno esperte in un certo campo. In questo caso però è usato in modo dispregiativo.. Più per insultare, diciamo; non so se rendo l’idea.
 
Beh, dato che ho già un’idea per il capitolo 2, lo scriverò e quindi posterò tra pochissimo, giusto il tempo di farmelo fare.. diciamo che un’oretta basta e avanza, a meno che non trovo impegni! :)
Alla prossima, e per favore, recensite :3

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Capitolo 2
*** Sfida! ***


Capitolo 2 – Sfida!
 
*Mini riassuntino: Tayuya esce dalla classe con i suoi seguaci (Kidomaru&Jirobo: Seguaci? ç_ç) amici, Kidomaru e Jirobo. Dopo aver preso una nota sul registro, si imbatte in un ragazzo quasi più fastidioso della professoressa. Dopo avergli sottolineato chiaramente che è una ninja del suono, crede che la storia sia finita lì ed abbia vinto intimorendo il nemico. (Scusate, ma amo i mini riassunti eheh u.u Buona lettura!)
 
«Uh uh.. ma guarda che coincidenza! Hai davanti un altro chunin del suono, Tayuya-chan».
 
I due si fissarono negli occhi per parecchi istanti.
«Perfetto.. - sussurrò Tayuya – che diavolo combino..?»
«Uh.. hai detto qualcosa?» chiese Sakon.
«No! E io ti..» Cercò di iniziare la rossa.
«Taci. Lo farò io.» Rispose il ragazzo.
“Ma se non sai nemmeno cosa voglio dire!”
«Io ti sfido ad un duello, per decidere chi di noi è il migliore.» Dichiarò Sakon, accarezzando i capelli di Tayuya. “Atteggiamento alquanto strano.. Fa così solo quando è interessato a qualcuna... Altro che sfida!” pensò Kimimaro.

«Brutto coglione!» si lasciò sfuggire Kidomaru, che, quando si accorse di cosa aveva appena finito di dire, si girò di scatto e si mise a guardare uno scarafaggio, fingendo di litigare con lui. “Come osa toccarla? COME!?” urlava dentro sé il ragazzo. Jirobo e Kimimaro si lasciarono sfuggire una risata.
«Geloso, il tuo ragazzo. Ma sai che state davvero bene insieme? Due perfetti idio..-
Ma non fece in tempo a finire la frase che un pugno gli arrivò in faccia.
«Bada a come parli.. Stronzo! Tayuya sarebbe un’idiota? Sono sicuro che durante la sfida te le suonerà, e poi vedrai quanto è idiota!» Sbraitò l’uomo ragno (ci stava, dai xD). «No.. fa niente, Kidomaru. Tanto non accetto lo stesso.» disse con tono più calmo la ragazza. «Come?! Devi accettare! Devi! È uno sbruffone!»
«Infatti non accetto per questo motivo. E ora smetti di frignare come una bambina, cretino.» Dicendo questo tirò uno schiaffo sulla guancia del moro e sparì in direzione delle scale. “Un altro ninja del suono..” pensò mentre scendeva le scale. “Come è possibile? Pensavo che in questa scuola solo io, Kidomaru e Jirobo fossimo dei ninja del suono. Nessuno mi ha mai detto nulla. Quel ragazzo però..” Si fermò un attimo a guardare dritto davanti a sé. Non c’era nulla.. solo una parete che la osservava con insistenza. Tirò un forte pugno su quella distesa di marmo, e urlò: «Quel ragazzo mi sta proprio sul culo!»
[5 minuti dopo]
«Tayuya-chan! Dove ti sei cacciata?» Urlava Kidomaru correndo per il giardino.
«Jirobo! Invece di mangiare quello stupido panino, aiutami a trovare Tayuya-chan!» Ma Jirobo era troppo impegnato a conversare con Kimimaro sui loro amici, che nemmeno l’aveva sentito. “Tanto Tayuya è forte. Se la caverà dovunque sia” Pensò Jirobo, che in realtà aveva sentito tutto.
 
[Sulle scale]
«... Maledizione.. Che mi succede? Speriamo che non mi abbia visto o sentito nessuno!»
«Ti piace prendertela con il muro, ho ragione?» Disse una voce alle spalle di Tayuya. «Taci, deficiente» disse con tutta la calma che aveva.
«Tayuya..! Mi stupisci! Vuoi davvero un’altra nota? Vedi di tornare a casa e studiare, altrimenti non combinerai mai nulla. Bye bye» Disse la voce. Si sentì un rumore di tacchi che camminavano, e piano piano, svaniva.
“Che diavolo..? – pensò la rossa, girandosi di scatto. Riuscì a vedere solo dei capelli castani dalle spalle di una donna che dondolavano e sparivano nel giardino della scuola – oh cazzo.. la prof di inglese..”
«Ahahahahah, che belle figure che fai! Davanti alla prof? Quella di inglese, poi!»
«Taci, deficiente» «... Vuoi un’altra nota? Pff..» «Stavolta lo so che sei tu! E non ridere..!» Tayuya arrossì dall’imbarazzo. «Ahahahahah, sei davvero.. il massimo!»
«Eh? Sarà successo anche a te! Basta! Non ridere!» Il ragazzo si avvicinò alla rossa.
«No, mai. Vedi? Sono migliore di te» Detto questo, le schioccò un bacio sulla guancia e sparì in giardino urlando: “Kimimaro! Sono qua, idiota! Girati e non ti dimenticare di me!” Intanto Tayuya era lì, immobile, che guardava fisso. “Non è possibile. Che schifo.”
 
---------------------------------Note ♪
Ed eccoci alla fine del capitolo 2 u.u” Spero vi sia piaciuto.. Anche se di sicuro non è così ç_ç Ebbene.. Grazie per le recensioni.. (sarcasmo, ma ok, le storie con i personaggi meno famosi sono sempre, o meglio, non sono mai recensite... Come mai? La gente si impegna.. ç__ç E vabbeh, vedo storie pubblicate 2 ore fa con 97 recensioni ahaha, dopo penso che mi metterò a fare anche io qualcosa sui personaggi più conosciuti ^_^)
E dunque.. come v’è parso? Continuo o la concludo qui con un capitolo? Vi supplico, questa volta recensite xDD Bye, Kucchan_

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Capitolo 3
*** Ancora amici? ***


 
 
Capitolo 3 – Ancora amici?
 
Detto questo, le schioccò un bacio sulla guancia e sparì in giardino urlando: «Kimimaro! Sono qua, idiota! Girati e non ti dimenticare di me!»  Intanto Tayuya era lì, immobile, che guardava fisso. “Non è possibile. Che schifo.”
 
 
«Uff – sbuffò Tayuya, osservando l’orologio – si è fatto tardi, i miei romperanno di sicuro» E si incamminò verso il cancello principale per tornare a casa.
«Tayuya-chan! Sei qui, allora! Che fine avevi fatto? Ormai sono passati 30 minuti dalla fine delle lezioni e tutti sono andati a casa.. OH MIO DIO!» Urlò Kidomaru.
«Che cazzo ti prende?» Tayuya inclinò un po’ la testa verso destra, dove si trovava il suo amico, e sospirò.
«E me lo chiedi? Mi avevi promesso che saremmo sempre stati amici! Non ti rivolgerò più la parola, brutta befana!» Concluse l’amico, per poi sparire fra i rami di un albero, la via più breve che utilizzava per tornare a casa.
“Che diavolo gli prende? Questo ha sempre la luna storta.. Bah, me ne torno a casa.” Fu questo l’ultimo pensiero della giovane ninja, prima di avere un capogiro e cadere per terra.
 
[Due ore dopo]
«Hey, tipa, ci sei?» Ripeteva una voce sconosciuta al corpo sdraiato sull’erba.
«Sakura, questa è andata..» Finì con tono avvilito la voce.
«E..eh?» disse la voce di Tayuya. «Che succede?»
«No, Naruto! È sveglia, hai sentito?»
“Che succede? Chi sono questi due idioti?”
Tayuya si alzò di scatto, e vide di fronte a lei due ragazzi poco più piccoli di lei, uno biondo e con l’aria di essere uno “tutto pepe”, l’altra con i capelli rosa chiaro, che sembrava, a vederla, la classica secchiona.
«Chi diavolo siete? E che volete?» Chiese seccata Tayuya.
«Che modi! Siamo i rappresentanti dell’istituto, e per questo siamo usciti dopo. È tanto tempo che sei qui? Che ti è successo? Ti senti bene?» Chiese Sakura.
«Quante domande! Per carità, taci! Dunque.. Penso che sia qui dalla fine delle lezioni.. Ricordo di essere stata rimproverata da un amico e poi ho avuto un capogiro..» Disse Tayuya. Dopo un po’ di silenzio da parte dei tre, Naruto domandò: «Emh.. Che ne dici di una ciotola di ramen per rimetterti in sesto?»
Tayuya, come se non l’avesse sentito, disse con voce calma, che non esprimeva proprio nulla: «Vado a casa. Ciao»
 
[A casa]
«Mamma, papà, sono a casa! Scusate il ritardo..» iniziò la ragazza. “..e non rompete.” Concluse nella sua mente.
«Tayuya, papà non c’è. Però potevi dirci del tuo ragazzo!» Urlò una voce stridula dal piano di sotto (sì, diciamo sottoterra, non ricordo però come si chiama..).
«Che diavolo dici, mamma?»
«È alla tua età che le ragazze iniziano ad uscire.. Dove sei stata fino ad ora?» chiese insistente la madre, che intanto stava salendo.
Tayuya non voleva rivelarle del capogiro. «Ero da Kidomaru» disse.
Dopo un po’ di esitazione da parte della madre che la guardava con un sorriso come per dire “che ti dicevo?”, si corresse: «Stavamo studiando»
Poi lasciò lo zaino accanto alle scale e salì al piano di sopra, abbracciando il cuscino. Si addormentò senza nemmeno accorgersene, e si svegliò il giorno dopo.
Osservò la sveglia. «7.40? MALEDIZIONE! Porca pu..Mfh!» Non riuscì a finire la frase che il diario le arrivò giusto in bocca. «Mmma, c cmbni?*» disse, per poi sputare il diario. «Le lezioni iniziano alle 8.00, impieghi 15 minuti solo a truccarti e non hai studiato, complimenti» La rimproverò la madre. «Eh.. eheh!» rise come una cretina, mentre nella sua mente si ripeteva: “Come cazzo se n’è accorta?!”
Corse in bagno, e dopo aver fatto i suoi bisogni, si lavò la faccia. Mentre si stava asciugando, noto sull’asciugamano bianco un segno color smeraldo. “Eh?” Cosa poteva essere? Si guardò meglio allo specchio. Ne aveva un segno anche sulla guancia. “Quindi Kidomaru.. si è arrabbiato per..” «Merda.»

---------------------------------------Note 
Ed eccoci qui con il terzo capitolo, cortino? Fa niente xD Non avevo idee. O meglio, le ho ma dovevo far finire il discorso con "Merda", cèh, owna troppo.
Spero che vi sia piaciuto :-)
Se non è così.. pace xD Spero in qualche recensione, che non fa mai male a nessuno (anzi, aumenta il punteggio u.u).
E detto questo, Kucchan_ sparisce nell'ombra. Che succederà alla lunga amicizia dei due Ninja del suono? Torneranno amici? E chi lo sa :3 Bye!

  NOTE: 

*= Mamma, che combini? - Detto con il diario in bocca, dovrebbe risultare tipo così xD

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Capitolo 4
*** Speranze ***


Capitolo 4 – Speranze
 
 
“Spero che Kidomaru oggi stia meglio..”
“Spero che quell’idiota oggi se ne stia per i cazzi suoi!”
“Spero che Tayuya oggi usi meno parole.. inappropriate..”
“Spero che oggi riesca a farle ammettere che io sono il migliore!”
“... Spero che il test vada bene..”
 
Ognuno aveva i suoi pensieri (Se non si riesce a capire chi pensa cosa, potete chiedere, ma tanto è facilissimo!). Ognuno il proprio umore.
Quello che sembrava un giorno come gli altri, in realtà era speciale un po' per tutti.
 
La porta si spalancò.
«Buongiorno, Jirobo!» disse felice Tayuya al suo compagno di banco.
Lanciò uno sguardo a Kidomaru: «Ciao», lo salutò. In risposta, il compagno si girò dalla parte opposta a parlare con Kin, la sua compagna di banco.
Lo sguardo di Tayuya si fece triste. Come mai un equivoco doveva rovinare un’amicizia di anni e anni? Quegli anni così belli, passati insieme. Quegli anni che ormai non si potevano dimenticare. Perché?
Sentendosi offesa, si girò verso Jirobo, che le disse: «Non ci pensare»
Sapeva anche lui? E che cosa pensava di lei, ora? Da che parte stava?
Tutte queste domande senza risposta vennero interrotte dallo squillante «Good Morning, students!» Quell’odiosa professoressa poggiò la borsa sulla cattedra e uscì in corridoio urlando: «Allora, Kaguya e il suo compagno, si sbrigano? Sto aspettando il registratore per la lezione della 2-B!» «Sì, prof! Non lo trovavamo! Doveva dirci almeno che l’aveva lasciato in palestra.. Che diavolo ci faceva lì?»
Rispose una voce familiare. Tayuya e Jirobo si lanciarono uno sguardo. “Kimimaro?”
Entrarono in classe due ragazzi. «Kimimaro!» urlò sottovoce la giovane ninja.
Peccato che, nonostante il volume della voce molto basso, tutta la classe la sentì.
«Signorina Tayuya, posso capire che il tuo compagno è molto carino, ma trattieni l’entusiasmo!» (Classica frase della nostra prof!) Disse la professoressa appoggiando le mani sulle spalle di Kimimaro, che mostrava un’espressione alquanto seccata. Delle risatine si sentirono nella classe, e Tayuya avvampò.  «Prof, ma non.. Cerchi di capire! Non è che..»
Insieme a Kimimaro, era entrato in classe anche Sakon, che fino a quel momento era rimasto sulla soglia. Fece qualche passo, e poi si mise a guardare con insistenza la rossa, che solo dopo un po’ di tempo si accorse che lui la stava osservando. Quando si girò verso Sakon, lui le fece l’occhiolino, ma come risposta ricevette un dito medio. Kidomaru stava osservando la scena, spostando lo sguardo dal rivale alla sua amica, con espressione totalmente furiosa.
Anche Jirobo si era accorto di quello che stava succedendo, allora tirò un pizzicotto sulla gamba dell’amica, che subito si girò verso di lui. «Che ti prende?» sussurrò, questa volta riuscendoci.
«Prof, scusi, dato che alla seconda ora abbiamo un test con lei e ora abbiamo un’ora buca.. potremmo per caso restare qui a ripassare?» Chiese Sakon.
«Certo! Hai davvero avuto un’ottima idea! Sono davvero fiera che tu sia uno dei miei alunni! Ovviamente resterà anche Kaguya, vero?»
Con un’espressione ancora più annoiata, il ragazzo annuì. La professoressa scrutò la classe per bene. «Ragazzi, dove c’è qualche posto libero? Se non sbaglio oggi abbiamo quattro assenti.» Tutti i ragazzi risposero “Sì” in coro, come dei pesci lessi.
«Ebbene, dove posso far sedere questi due giovanotti?» (Altra espressione della mia Amata prof) Kidomaru alzò la mano. «Prof, accanto a Tayuya c’è un posto libero.* Però le sconsiglio di far sedere accanto a Kaguya, sa com’è..!» Propose il ragazzo. Tayuya lo fulminò con lo sguardo. Lui le sorrise. Ma non era uno di quei sorrisi dolci o simpatici, era un sorriso diverso da quelli che le mostrava di solito.
«Good idea, Kidomaru.» Gli sorrise la prof. «..Ah! Prof! Non ce n’è bisogno! Anche accanto a Zaku c’è un posto libero! E anche accanto a..!» Cercò di dire Tayuya, ma ormai la prof stava dicendo: «Sakon, puoi sederti accanto a Tayuya»
Con un sorriso malizioso, il ragazzo fece ciò che gli era stato ordinato. Arrivato accanto alla sedia, scrutò Tayuya dalla testa ai piedi, soffermandosi sulla gonna. «Belle, le mutandine color fragola» commentò a bassa voce facendo un altro occhiolino, poi si sedette. “Che cazz..!?” pensò Tayuya, alzandosi di poco e tirando la gonna un po’ più giù.
La lezione tirò avanti per un po’, grazie a Kimimaro che rispondeva prontamente a tutte le domande che la prof poneva.
Tayuya aveva appoggiato la testa sulle braccia, che a loro volta erano appoggiate sul banco, e fissava le labbra del nuovo compagno di banco.
«Comodo il banco, vero?» Chiese poi la professoressa passando lì vicino.
Come risposta, si sentì solo: «Smeraldo..»
«Eh? Cosa c’entra?»
«Ah! No! Volevo dire.. Certo, prof, comodissimo. Devo dire che questa scuola ha ottimi gusti!»
«Tayuya, non puoi comportarti sempre così! Vuoi davvero un’altra nota?» chiese la professoressa. Tayuya diventò rossa come un pomodoro senza conoscerne il motivo, guardando il compagno che tratteneva una risata fingendo di tossire.
«Prof, e basta! Mi dia quante note vuole, però sposti questo depravato mentale!»
«Si può sapere cosa c’entra..?» Gli occhi della classe erano puntati su di lei.
Non rispose, ma sussurrò soltanto: «Le mie mutande..» con una faccia totalmente sconvolta.
 
[Verso la fine dell’ora]
«E questo è tutto! Ora scrivete i compiti segnati sulla lavagna e potrete andare!»
Tayuya si girò verso Jirobo e commentò: «Oggi fa freddo, eh?» E sorrise leggermente. Il compagno non rispose, ma si limitò a farle un cenno con la testa.
Le prime tre ore, in fin dei conti, passarono piuttosto bene.
 
[All’intervallo]
«Principessaaa!» Chiamò una voce maschile.
«Principessa Tayuya! Dove si è cacciata?» Continuò.
Tayuya ignorò completamente la voce, bevendo un succo di frutta seduta per terra, accanto alla classe.
«Cucù! Ti ho trovata!» Da dietro al muro sbucò il proprietario della voce.
«Kimimaro, fottiti.» Chiese nel modo più gentile Tayuya.
«Pff. Ti cerca il tizio con sei braccia.. com’è che si chiamava?»
La ragazza spalancò gli occhi. La cercava? Sul serio? Che cosa doveva sapere oltre al fatto che i due non si sarebbero più parlati? “Speriamo.. speriamo che abbia capito..”
«Vado! Di sicuro ora saremo ancora più amici!»
«Vedi di non montarti la testa.»
«Cosa intendi?»
«Semplice.. potrebbe anche volerti solo sfidare.. sfidare»
Kimimaro soffiò quelle parole accanto all’orecchio della ragazza, che intanto stava andando in cortile.

 
[In cortile]
«C’è un ragnetto che mi cerca o sbaglio?» Tayuya fece la sua entrata in scena.
«Dimmi tutto» E a parlare non fu la ragazza, bensì Kidomaru.
«Mi hai chiamata tu, idiota»
«Cos’è successo ieri? Io e Jirobo vogliamo saperlo subito! Vero?» Chiese poi rivolto verso Jirobo, che era comodamente sdraiato sotto un albero a mangiare.
«Emh.. Lasciamo stare.. Si può sapere cosa significava..»
«..quel segno color smeraldo? Ma mi pare ovvio.» E a parlare non fu Tayuya.
La voce arrivava dalle sue spalle.
Lei restò immobile. «Quando due persone si attraggono, qualche bacio sulla guancia ci sta, non pensi, Spider man?» Ormai era chiaro: quella voce apparteneva a Sakon, l'odioso rivale della rossa.
«Tayuya! Che diavolo! Reagisci! Non dirmi che veramente sei uscita tardi perché stavate facendo porcate sulle scale!» Urlava intanto il moro davanti a lei.
Tayuya intanto lo osservava piuttosto shockata «E queste cose chi te le racconta..?» 
“Tanto è falso, giusto?”
«Perdonami, Kidomaru, ma quest’idiota mi..» cominciò Tayuya tenendo fisso lo sguardo per terra.
Gli occhi del ragazzo si fecero tristi ma arrabbiati.
 
«No, mai. Vedi? Sono migliore di te»
«Sono migliore di te» 
"Migliore di me..?"

 
 
«..quest’idiota mi ha davvero rotto le scatole! Pagherà per tutto ciò che ha osato fare e dire!» Completò la frase Tayuya tirando fuori il flauto, pronta a suonargliele.. letteralmente.
Ormai c’era solo un suono che le poteva dare fastidio ed interromperla..
E cioè quello della campanella, che stava fischiando per richiamare tutti gli studenti.


--------------------------------------------------------------Note ♪ 
Ed eccoci anche alla fine di questo capitolo! :-) Ci ho messo molto ma molto tempo, ho ritoccato tutto e alla fine mi faceva cagare.. quindi l'ho riscritto, aw xD Comunque sto progettando anche un capitolo extra, o perché no?, magari anche due.
I titoli che ho pensato sono "Tayuya in Wonderland" perché mi ispira, e poi l'altro è da pensare, ma una giornata in vacanza non sarebbe una cattiva idea! Oppure un ritiro del club.. che è ancora da inserire u.u
Non è ancora nulla sicuro.. Comunque, visto? è più lungo! Sì, saranno tipo 5 righe in più! ç_ç Perdonatemi :l
vabbeh insomma, come vi è sembrato? Vi è piaciuto? Lo spero molto :3 Fatemi sentire cosa ne pensate! In fondo è natale e siamo tutti più buoni (wtf?), quindi recensite u_u

Note della storia:
*: i banchi non sono messi a due a due, ma formano una fila intera, per questo Tayuya avrà due compagni di banco anziché uno.

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Capitolo 5
*** Tregua? ***


Capitolo 5 – Tregua?
 
Seduta a fissare fuori dalla finestra (quello era il suo passatempo preferito), Tayuya stava ripensando a tutto quello che era successo.
“Che noia.. Storia è la materia più inutile al mondo – pensava – a chi importa di questi idioti che non cambieranno mai più il futuro?”
Un uccellino si posò sul davanzale della finestra. I due restarono a guardarsi per un bel po’, poi Tayuya sbruffò nella sua mente: “Che palle..”
«Allora, cosa successe nel 1861, Kidomaru?»
“Tornati alla solita vita scolastica, non c’è più nulla di divertente..” Continuò tra sé e sé. “Ah! Ma che dico? Non c’è mai stato nulla di divertente..”
Dicendo questo, si appoggiò con la testa sul banco, e iniziò a disegnare cuoricini sulla punta di una pagina del diario, quando le arrivò un pizzicotto sulla gamba: «Il professore ti sta guardando! Alzati!» Sussurrò Jirobo; ormai era tradizione che fosse lui a svegliare Tayuya dal mondo dei sogni.
«Allora, cosa ha detto il tuo compagno? Su, ripetilo» la incitò l’insegnante con lo sguardo fisso su di lei.
Lei rimase un po’ confusa alla domanda del professore. Quando riordinò le idee, in risposta scoppiò a ridere.
«Cosa ci trovi di divertente?!» Il prof stava iniziando a perdere la pazienza.
«Per favore, mi dica di tutto per svegliarmi – disse asciugandosi le lacrime – ma non questo! Kidomaru non può aver risposto ad una domanda correttamente!»
“Ma sentitela..” pensò in quell’istante il compagno, seccato.
-DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN-  E anche la terza ora era terminata, senza che Tayuya avesse risposto al professore.
 
[Intervallo]
«Sceeema, come hai osato ridere in quel modo? Mi sono sentito sprofondare! Umpf.» Chiese Kidomaru un po’ arrabbiato.
«Scusa. Mi è venuto spontaneamente» Disse la ragazza, e, girandosi verso sinistra, rise ancora un po’.
«Se è per questo anche io avrei da ridire sul tuo conto!»
Silenzio. Tayuya aspettava solo le novità: «Embè?»
«Ricordi quando ho pensato male di te? – Senza nemmeno ascoltare la risposta continuò il monologo – Ecco, in tarda sera tua madre ha chiamato a casa mia, e mi ha chiesto se era vero che eri venuta a studiare a casa mia..»
Ancora silenzio. I due si guardavano.
«..Quindi le ho detto la verità.. E cioè che non era per niente vero, e che l’ultima volta che ti ho vista era quel pomeriggio.»
«E con questo?» Chiese con tono del tutto inespressivo la ninja.
«Si può sapere che diavolo hai fatto fuori per due ore e mezza? Non sarà mica vera la storia che eri sulle scale a fa.. NGH! Aiu..!» La frase non venne completata, a causa di Tayuya, che in quel momento stava strangolando il poveretto.
«Che diavolo ti viene in mente? Idiota disgraziato!»
«Buongiorno. Vedo che vi state divertendo» Affermò un ragazzo che passava lì vicino. Tayuya si girò di quaranta gradi, quanto bastava per vedere i capelli bianchi/argentati del ragazzo. «Sei ancora tu, bastardino!»
«Emh.. non so che rapporti hai, con questo.. bastardino.. ma, io sarei Kimimaro, se non ti dispiace»
«What? Oh, pardon! Non credevo fossi tu! Como estàs?» si corresse subito la ragazza, che intanto aveva ancora le mani al collo di Kidomaru.
«Si può sapere come parli? Hai fatto un corso avanzato di inglese, spagnolo e francese e ora ti stai confondendo?»
«Veramente.. bah! Come mai in questa settimana il corridoio non è inquinato come al solito? Cioè, parlo di presenze poco gradite.. Spero che tu abbia capito! Eh.. eheh!» 
«La solita tipa che finge di essere totalmente disinteressata o addirittura disgustata da qualcosa o qualcuno e poi fa domande che lo riguardano,eh?»
Jirobo parlò troppo: la mano libera di Tayuya afferrò il collo dell’amico che si zittì subito.
Come se non avesse visto né sentito nulla, Kimimaro rispose: «Sakon? È da una settimana che ha la febbre a trentanove, che non vuole saperne di scendere.. una vera seccatura portargli sempre i compiti.» Tayuya lo scrutò dal basso all’alto, e lui aggiunse: «Anche oggi devo recapitargli i compiti che ci hanno assegnato. Volete venire con me?»
La ragazza restò immobile a fissarlo, quasi paralizzata, e lasciò le prese.
«ARIAAAAAA!» Urlò Kidomaru. «Uff.. Per me va bene. E tu, Tayu-nyan*, meriti una punizione!»
«Tayu-nyan? Come osi uscirtene con un suffisso così?!» sbraitò la ragazzina.
«È la punizione. Shut up!»
«Anche per me è okay» Disse Jirobo, che stava fissando una ragazza.
Con un panino imbottito in mano, s’intende.
«Allora ci vediamo alla quercia in giardino dieci minuti dopo le lezioni, va bene?»
“NO!” Provò a dire la ragazza, ma gli altri due le tapparono la bocca annuendo sorridenti.
 
[In giardino]
«Ci siete tutti?»
«Sì!»
«Yes»
«See..»
«Bene, possiamo andare.»
Per tutto il tragitto Kimimaro restò zitto. Quando arrivarono in un paese abbastanza lontano dalla scuola, i tre chunin del suono restarono sbalorditi: tutte le case erano piuttosto piccole, lo stile del paese era piuttosto antico: le strade fatte di ciottoli, alcuni pozzi.. Ma non c’era anima viva, la poca gente che c’era aveva lo sguardo fisso a terra e camminava spedita; il cielo era cupo. Eppure erano ancora le due e un quarto. In lontananza si vedeva una specie di torre, alta e marrone. Non si capiva bene se fosse un palazzo o semplicemente una torre antica.
Ma era davvero lì che viveva Sakon? Questo l’avrebbero scoperto tra pochissimo.
 
[a casa di Sakon]
-toc toc- «ci sei? – chiese Kimimaro, e dopo tanto silenzio, aggiunse – ti ho portato i compiti..» e spinse la maniglia. Era tutto buio. “possibile che sia sempre così?” Si chiese Tayuya.
«uff. Quante volte devo dirti di accendere la luce?» lo rimproverò, anche se consapevole del fatto che non lo stava ascoltando.
«Kimimaro.. Ma non ci sono i suoi genitori?» domando Jirobo.
Lui si girò, lo fissò per un po’... e poi scosse la testa: «È una lunga storia».
«Kimimaro, parli da solo?» chiese una voce che arrivava da una stanza in fondo al corridoio. Lui s’incamminò verso quella camera, aprì la porta che scricchiolava ed entrò.
Tayuya lo guardò. “... è ridotto male.. Penso che gli lascerò un po’ di tregua.”
 
 
-----------------------------Note ♪
Ebbene, mi sono allenata con le parti descrittive (Si vede proprio.. eh? =_=).
Come v’è sembrato? Ammetto che forse sono migliorata [Tutti: Modesta la tipa, eh? – Ma noo ç_ç] però il mio stile non è ancora perfetto. Non lo pensate? Uhh.. però questa storia mi intriga troppo x3 Come potrei migliorare? Aspetto recensioni, critiche o magari complimenti! Sayonara! c:
 
Note della storia:
*: Nyan o Nya è l’onomatopea del verso del gattino, in giappone. Usarlo come suffisso è abbastanza buffo e, personalmente, se dovessi usarlo, lo farei più se fossi una bambina. L’ho preso da un manga giapponese. 

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Capitolo 6
*** Il lato buono ***


Capitolo 6 – Il lato buono
 
“... è ridotto male.. Penso che gli lascerò un po’ di tregua.”
 
«Sakon, smettila.»
«Smettila di far che?»
«La luce! Ti ho detto di tenerla accesa, o rischi di farti venire mal di testa seriamente!»
«Tch.. E secondo te ho paura di un mal di testa banalissimo? ..rgh..»
«No. Infatti lo hai già.» Confermò Kimimaro accendendo la luce.
Sakon si sedette sul letto, poi guardò l’amico. Notò tre ragazzi alle sue spalle, li scrutò bene e chiese con tono sorpreso: «E loro che ci fanno qui?» Poi corse a prendere una felpa per coprirsi le spalle.
«Merda.. non mi reggo in piedi» sussurrò, e poi si appoggiò ad una spalla di Jirobo.
Kimimaro lo guardò da capo a piedi, e lo rimproverò: «Non stare scalzo! Rischi di ammalarti ancora di più!»
Sakon lo guardò storto e tirò fuori un po’ di forza e un po’ di voce per urlare: «Smettila! La finisci di trattarmi come se fossi mia madre? Io faccio quello che mi pare! Ora dammi i compiti e sparisci!»
«Sakon, stai buono, si vede che non riesci quasi a parlare»
Kimimaro si girò sorpreso: che avesse una seconda voce senza saperlo?
No. Tayuya si fece spazio e aiutò Sakon a tenersi in piedi fino a portarlo nuovamente a letto. Come se avesse cambiato persona, come se la vecchia Tayuya non esistesse più, con tono dolce disse: «Ora resta qui, ti aiuterò io. Che tu lo voglia o no, ogni giorno verrò qui finché non sarai guarito» e sfoderò un sorriso più dolce dello zucchero. «Vado a prepararti del tè»
Jirobo la guardò stupito: chi era quella?
Kimimaro la osservò mentre si dirigeva in cucina. Lo sguardo era leggermente triste e assente.
Sakon domandò: «Scusa, Kimi-kun, ma.. chi è quella tipa?»
Dopo un po’ di silenzio arrivò una risposta: «Tayuya. La ragazza con cui litighi sempre.»
«Eeeh? Si può sapere che le prende?»
«Quando era piccola..» iniziò Kidomaru.
Sakon lo guardò con insistenza. Kidomaru se ne accorse e urlò: «Che diavolo ti prende?!» e l’ammalato rispose: «Parla.»
«Beh.. quando eravamo piccoli..»
 
«..Mi venne una febbre infernale. Non riuscivo a stare in piedi, e qualche giorno dopo salì ancora. Lei notò che io ero assente a scuola, e mi chiamò. Dissi che stavo bene e semplicemente mi ero fatto male ad una gamba, il che era un’ottima scusa per stare a casa.. ma probabilmente non ero stato convincente e lei venne a trovarmi a casa. Allora eravamo ancora più uniti di ora, ci davamo sempre baci sulla guancia e giocavamo sempre insieme. Quando scoprì che mi ero ammalato, si disperò. Iniziò ad urlarmi che non dovevo mentirle, perché ero una persona importante. Da allora tutti i giorni veniva a casa mia per curarmi, anche perché i miei non c’erano mai. Non era più la spartana di tutti i giorni, era diventata dolce e gentile, cosa a cui non si può credere se non vista con i propri occhi. Quando guarii addirittura si commosse, e mi disse che non sopporta vedere le persone ammalate, perché il suo caro nonno è morto proprio per una malattia. Cambia totalmente aspetto interiore..»
 
«..ed è proprio così che è riuscita a farmi in..»
«Il tè è pronto! Attento, è bollente, vedi di bere piano!» Tayuya era tornata in camera.
«Cos’è che stavi raccontando? Parlavi di me?»
«N.. no! Cioè, sì.. Stavo raccontando di quando sono caduto e mi sono fatto male al ginocchio..» Negò prontamente Kidomaru.
«Eh? Non ricordo un episodio simile..»
«P-probabilmente mi sono confuso con mia madre, allora.. eheh..»
Sakon notò che il ninja era in difficoltà. “Per una volta lo posso anche aiutare..”
Abbracciò i fianchi di Tayuya e disse: «Grazie mille, potresti essere un ottima infermiera.» E le diede un bacio sulla pancia.
Il viso di Tayuya prese un colore rosso come un peperoncino. «IDIOTA! LEVATI DI DOSSO! Solo perché ti sto aiutando non vuol dire che puoi..»
Ma lui si era addormentato, così in fretta.
«Kimimaro, aiuto..» pregò la ninja.
Kimimaro sdraiò Sakon sul letto e si sedette accanto a lui.
Si accorse di essere osservato, quindi parlò: «Credo di dovervi spiegare qualcosa.»
Tutti annuirono. «Beh, è quasi ora di andare, perciò la farò breve. Dovete sapere che Sakon ha litigato pesantemente con i genitori, per questo ora vive qui, dalla parte opposta della sua città natale, da solo. Ormai non si sentono più, non ha più regole e non si cura. Quindi devo sempre pensarci io.. Tutti i giorni vengo qui, anche se non è ammalato.» Il discorso del ragazzo fu interrotto dal suono di una campana. «Sono già le tre e mezza.. Io vado, anzi.. venite anche voi.» I ragazzi annuirono e lo seguirono.
La rossa restò accanto al letto di Sakon. “Com’è dolce quando dorme..”
Ma mentre stava per dargli un bacio, una voce la richiamò: «Tayuya, sbrigati!»
Quando si rese conto di ciò che stava combinando, urlò tra se e se: “C-Che diavolo faccio? Maledizione!” «A.. Arrivo!»
Corse fino alla porta, scusandosi, mentre qualcuno la osservava rassegnato.
 
---------------------Note 
Oh dai che questo capitolo mi piace tanto! *-* Il lato buono di Tayuya! Alleluja xD 
Vabbè! Che ve ne pare? :) Credo che fra qualche capitolo concludo, ormai la sto tirando per le lunghe.. 
Consigli? c.c 
Sayonara!          
                                     -Kucchan_, l'autrice [immettere qui un aggettivo] ^-^

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Capitolo 7
*** In gita? ***


Capitolo 7 – In gita?
 
Tayuya si alzò svogliatamente dal caldo lettuccio. Le sarebbe piaciuto restare, con quel freddo!
Si lavò la faccia, poi scese e si mise comodamente a fare colazione.
«COOOSA?» Chiese poi sputando il latte. Secondo l’orologio si era svegliata un’ora più tardi, e se sua madre l’avesse saputo – di solito iniziava alle 6 il suo turno di lavoro – lei sarebbe morta.
Corse a vestirsi velocissimamente e poi tornò al piano di sotto. Prese la bicicletta del vicino scampandola con uno «Scusi, gliela riporterò più tardi» e iniziò a pedalare fino alla scuola.
Quando entrò in classe, un ragazzo era seduto al suo posto. Lei si avvicinò, lo scrutò per bene e disse: «Qui ci sono io. Togliti, imbecille.» Il ragazzo si girò con un’aria ancora più seccata della sua, ma, mentre stava per dire qualcosa, il professore dell’ora successiva entrò, e la rimproverò subito: «Smetti di dare fastidio al tuo nuovo compagno, è appena arrivato, e non sarai tu a fargli pensare male di questa classe. Vai a sederti.»
«Tuo nonno, prof! Questo è il mio banco! Sono arrivata proprio adesso e mi ritrovo questo coso al mio posto preferito?» ribatté la ragazza.
«Allora siediti qua, è libero. Dopo se non ti dispiace vorrei iniziare la lezione.»
“Mi dispiace eccome!” Voleva dire, però andò a sedersi accanto agli immensi scaffali senza dire nulla. “Il mio posto.. La finestra.. e gli uccelliniii...” Mormorava tra sé e sé. Non sapeva cosa guardare, quindi si accasciò sulle braccia e iniziò a pensare.
«Ouch!» esclamò ad un certo punto. Una pallina di carta le era arrivata in testa, e all’interno c’era scritto: - Tayu-nyan, oggi Kimi è assente, al tel. ha chiesto se puoi andare tu da Sakon xké è ancora ammalato.  Kidomaru –
Tayuya si orientò fra quelle lettere buttate sulla carta in malo modo, e realizzò che quel giorno toccava a lei.
 
[Intervallo]
«COOOSA? Io non ci vado! Quello non può ammalarsi, è composto solamente di OSSA! .. E poi, hai il numero di quello sfigato?» Chiese Tayuya nel più dolce dei modi.
«... Ma è figo.» rispose spider man.
I due si guardarono un momento, in un silenzio molto.. pesante?, quando lei si decise a parlare: «Sei una causa persa. Non starai diventando gay, no?» chiese, rattristata (?) dal fatto di perdere un amato (l’unico) fan.
La faccia di Kidomaru spiegò tutto: - Gay lo dici a tuo padre, e poi no, non ti abbandono -. Viene difficile pensare che razza di faccia aveva assunto il ragazzo.
Ma, tornando a discorsi seri, fu Tayuya a ricominciare il dialogo iniziale.
Alla domanda “Non vorrai mica che muoia, no?” di Kidomaru, lei scattò verso la porta, ma venne sollevata dai fianchi da Jirobo (Non appariva da un po’, eh?), che la riportò in classe: «Scema, la campanella che sta suonando non è quella di fine lezione, anzi, sta iniziando l’ora di arte.» seguito da tanti “Mettimi giù, ciccione puzzolente!” di Tayuya.
Quando entrò la professoressa, una notizia arrivò alle orecchie della ninja, e forse era la prima cosa che ascoltava da quando era entrata: Due settimane dopo le vacanze Natalizie, la classe B del secondo* anno, insieme alla A, sarebbe andata in gita [Tobi: alle Maldive! :D – anche se Tobi non c’entra] in qualche sperduto paesino di montagna. “Che noia!” si disse Tayuya, annuendo poi come un’idiota che parla da sola.
 
[Pomeriggio, fine lezioni]
«Allora, Tayu-nyan, metticela tutta e non sbaciucchiarlo troppo!» si raccomandò l’amico del cuore della ragazza, che intanto stava per tirargli un pugno stile Sakura Haruno.
 
Tayuya arrivò finalmente alla casa di Sakon, aprì la porta chiedendo “Permesso”.
Una voce arrivò dalla camera: «Imbecille, da quando chiedi permesso?! Vieni qua e guarda che figo questo gioco, porca tr..» «SAKON! Non osare dire queste parole senza il mio permesso!» Lo fermò Tayuya entrando in camera: dopotutto lei aveva il brevetto sulle parole dolci.
Sakon, che stava giocando alla play station in pantaloncini e senza maglietta [Tayuya: e poi ci credo che ti ammali, idiota! - Sakon: Ma si sta così comodi! T-T –Tayuya: Taci.], restò stupito nel vedere quella ragazza al posto di Kimimaro.
«Hai dieci secondi per vestirti, scemo! Cinque.. quattro..» iniziò lei, coprendosi il viso.
«Ma avevi detto dieci!» replicò lui.
«Cinque erano già passati! .. uno.. zero! In castigo!» Tayuya sembrava essere diventata una mammina senza rivali.
«Non prendo ordini da una ragazzina come te!» Disse abbracciandola, per poi aggiungere, ricordandosi della sua precedente visita: «Ah! Che mal di testa! Non ce la faccio più!» E si buttò sul letto.
«Non approfittarti della mia “gentilezza”! Sono capace di ucciderti, sai?» Disse spegnendo la play station.
«Secondo me – Sakon acquisì un tono più calmo, molto più calmo – Non ne avresti il coraggio»
Tayuya sentì il cuore batterle più forte: cos’era quel tono di voce così.. così.. superiore? Era lei la numero uno, non poteva farsi intimorire!
 
 
--------------Note! – questa volta senza nota musicale.
Ed ecco un altro capitolo. Se nee-san non me l’avesse ricordato a quest’ora avreste potuto leggere solo fra qualche millennio. Seriamente, qualche mese sarebbe passato. xD
Sakon: La mia partita.. Non salvavo da un sacco di tempo! ç_ç
Tayuya: Ma tanto ho letto check point!
Sakon: Non vuol dire che hai salvato! IDIOTA!
Tayuya: ... Ops.
Comunque! Cosa ne pensate di questo orrido capitolo? Sinceramente non succede nulla di che... Avrei voluto che il compagno fosse Shika, solo che non ne ho avuto il coraggio é.è Povera Tayu-nyan. Ops, ci sto prendendo la mano xD Vabbè comunque il prof che non si arrabbia quando Tayu dice "Tuo nonno".. è da rivedere.
 
Beh.. Note (che poi è una) ^^
 
* Era il secondo vero? Non rileggo la fic da tempo e non sono più sicura di che anno stiano frequentando.. sempre se l’ho specificato in passato.
 
Bye! Alla prossima : ) - e scusate il titolo, ma non sapevo che metterci xD -

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Capitolo 8
*** «Torna anche domani» ***


Capitolo 8 – «Torna anche domani»
 
«Idiota!»  -PUM!-
«Smettila! Ahi..»
«Ti uccido!» -PUM!-
«Uffa...»
Se fossi stata nel corridoio della casa di Sakon, avrei potuto benissimo dire che queste urla provenivano dalla camera da letto. Ma che diamine stava succedendo?
 
«Ormai sono sei fottutissimi giorni che vengo qua e non impari mai?!» Chiese Tayuya notando che Sakon teneva lo stesso abbigliamento (Pantaloncini e niente maglia) ogni giorno, sebbene facesse un freddo cane.
«Come sei noiosa! Ma è possibile che devi sempre fare la stronza? Se ti ho detto che sto bene così.. Emh.. Tayuya?»  
Tayuya sembrava emanare un’aura oscura: «Come mi hai chiamata?» Domandò con una voce a dir poco spettrale.
“Sembra che si sia arrabbiata.. Che noiosa! ... E se dovessi combattere? Sono ovviamente più forte, ma non ho la forza, al momento...”
«E va bene» Sakon si arrese e andò a prendere un maglione e dei pantaloni lunghi. «Ora sei contenta?»
Tayuya si avvicinò al ragazzo e gli accarezzò i capelli. «Ti adoro quando fai il bravo cagnolino!»
«Mi prepari un po’ di camomilla?» le chiese Sakon con un faccino angelico.
«Sicuro!» fu la risposta.
Al ritorno dalla cucina, con la tazza fumante in mano, Tayuya entrò in camera. Un passo, un altro passo.. «Ah! Maledizionee!» .. e inciampò sul filo del joystick della Playstation 2. La tazza cadde sui piedi di Sakon, che urlò subito: «Cavolo! Scotta! E tu intendevi darmi questa roba bollente?!»
«Ma la camomilla si beve calda..» replicò Tayuya facendo gli occhioni dolci.
«Smetti di fare quella faccia!» ordinò Sakon.
«Ma..» cercò di dire lei.
«Niente ma! Sei..» “.. troppo dolce” «.. troppo brutta! Sembri un San Bernardo!»
«Che coooooosa? Questa me la paghi cara!»
Tayuya si alzò immediatamente e prese il cuscino per tirarlo in testa a Sakon. Ma poi lo posò: «Mh.. ho in mente una punizione migliore per quello che hai appena detto: Resterò qui a fare questa faccia fino a fartela sognare di notte!» aggiunse una risata a dir poco malefica.
«Sei sicura di stare bene?» le domandò il ninja.
«Sei tu quello malato, qua.» risposte Tayuya.
«Almeno non sono malato di mente.» ribadì Sakon.
Tayuya riprese a fare gli occhi dolci: «Cosa?» E senza trattenerla, lasciò cadere una lacrima dalla sua guancia.
Sakon si girò di scatto a sinistra: piangere la rendeva ancora più dolce.
Dopo un po’ di silenzio, Tayuya si avvicinò alla faccia del ragazzo, e disse: «Alle medie frequentavo il club di recitazione! Mi riesce bene piangere per finta! Molto bene.. ci sei proprio cascato!»
Lui si girò verso Tayuya e le prese i polsi: «Piantala, non sei divertente» confermò, per poi appoggiare le sue labbra su quelle della ragazza. “Che diavolo..” Tayuya arrossì di colpo e si staccò senza ripensarci due volte.
«Che diavolo ti viene in mente?» gridò.
«Boh, sembrava divertente.» risposte Sakon, come se non fosse successo niente.
«Sei un idiota!» -PUM!-
«Me l’hai già detto. Ahi..»
 
Tayuya andò a preparare un’altra camomilla, questa volta meno calda, la appoggiò sulla scrivania di Sakon e disse: «Vado a fare i compiti, ci vediamo..» Esitò un attimo. «..la prossima volta.»
«I compiti? Ma se le vacanze sono iniziate da due giorni!» disse Sakon.
«Embè? Mi porto avanti, così sono a posto per il resto delle vacanze.» rispose Tayuya.
I due si guardarono un attimo.
«Torna anche domani»
Tayuya si girò verso l’uscita e iniziò a camminare, senza ascoltarlo.
«Ti prego.» insisté Sakon.
Una volta raggiunta la porta, Tayuya si girò: «Lo farò».

---------------- Note di Kucchan_
Ave, discepoli.
Direi che questo capitolo è più soddisfacente di quello scorso. Però è corto lo stesso. Che ve n'è parso? 
Speriamo che a Tata-neesan piaccia! Ultimamente scrivo solo perché so che esiste lei,altrimenti nessuno legge xD
Ok, mi eclisso, e viva TayuyaxSakon! *_*
Tayuya: COSA?
Sakon: Eheheh u.u
Tayuya: E tu che -BEEP- ridi?
Kucchan: Mi scusi, ma non sono accettate parolacce nelle note di Kucchan_.
Tayuya: Fottiti.
Kucchan: Ma.. ç_ç

Ok, delirio delirio lallalalala.. Buon pomeriggio, vado a pranzare ora perché è tornata mia madre e io sto morendo di fame ma non so cucinare.

Kucchan_

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Capitolo 9
*** Scusa ***


Capitolo 9 – «Scusa»
 
 
Tayuya aprì gli occhi. Poi li richiuse.
Quel mattino di luce ne entrava ben poca, nonostante le tende scostate.
Nevicava, sì, e la voglia di alzarsi era pari a zero, o, perlomeno, s’era ficcata sotto il cuscino e recuperarla era troppo difficile. Tayuya, sul cuscino, preferiva appoggiarci la testa per dormire.
Ma proprio mentre stava per riaddormentarsi, un rumore arrivò dalla finestra. E poi un altro ancora. “Ma che diavolo sta succedendo?” La ragazza si alzò di scatto sul letto, con una faccia stordita. Aprì la finestra, e un’ondata di freddo entrò in stanza. «Chi diavolo c’è quag.. AHIO! Maledizione, che cazzo succede?»
Ricevendo una palla di neve in faccia, Tayuya si era completamente svegliata.
«Tayu-nyaaan! Allora sei sveglia!» Kidomaru stava urlando ormai da un sacco di tempo, e finalmente ricevette una risposta: «... Che ci fate qua? Razza di idioti...»
«Vogliamo stare un po’ qua! Kimi-kun e Sakon sono quasi guariti, quindi oggi staremo tutti qui, tu farai da infermiera a questi due poveretti mentre io e Jirobo giochiamo con la tua nuova Playstation 4! Ok?»
«CHE?» Due voci risposero in coro.
«Tayuya ha la Playstation 4?!» Domandò poi Sakon, senza ricevere risposte.
«E io dovrei fare l’infermiera!?» Chiese all’unisono Tayuya.
«Beh, sì... Sarebbe figo, no?»
«NO!»
«Ma perché..?»
«Non saresti geloso se fosse la mia infermiera?» Sussurrò una voce all’orecchio del moro.
«.. Salite su e ne riparliamo.» Chiuse il discorso Tayuya, sbattendo le ante della finestra.
«Maledettissimo ninja! Ma tu non..» Iniziò Kidomaru, una volta che Tayuya se ne andò. Sgridare Sakon era il minimo che potesse fare. Ma fu interrotto da uno squillante: «Scusate il ritardo!», seguito da un dolcissimo sorriso della rossa.
I quattro ninja fuori dalla porta la guardarono stupiti.
«Sto morendo di sonno, cazzo.» Concluse, per poi tornare con un espressione seccata o incavolata.
 
[In camera]
 
«Woooow, Tayu-nyan, non ti facevo così disordinata! Sei proprio cambiata, eh?»
«E stai zitto. Devo ancora realizzare che cosa sta succedendo.»
«Ma..»
«TACI! Come diavolo ti salta in mente di venire qua senza nemmeno avvisarmi?! E che diavolo c’è in quello zaino? E soprattutto: Se questi due idioti stanno male come osi portarli fuori al freddo?!»
«...» Kimimaro e Sakon si osservarono negli occhi.
«Grazie a te, io sono quasi.. emh, sono guarito del tutto.» Commentò Sakon.
«Per me non devi preoccuparti.» Disse l’altro.
«Umpf. Siete una causa persa. Sparite!»
«Ma che.. NO!» Urlò Jirobo.
«???» “chiesero” tutti.
«.. Lo zaino.. è mio e..»
«Ho capito.» La ninja prese lo zaino, ci frugò dentro e concluse: «Come sospettavo», per poi lanciarlo al ragazzo. «Ora sparite.»
«Ma.. Tayu-nyaaan, guarda che ho qua!» Kidomaru porse un sacchetto a Tayuya, che rispondette: «Non provarci, chia-- ... Ma queste sono Sushibi!* Aah, ti amo troooppo! Siete i benvenuti, ragazzi.» Cambiò idea Tayuya, strappando la busta di caramelle dalle mani del ragazzo.
E mentre stava per aprirle, una mano la spinse per terra, facendo cadere il pacco per terra.
«Chi diavolo osa separarmi dalle Sushibi?!»
[[E voi direte: Maddai, che cattivo che sei, Jirobo! :c E invece NO!]]
«Scusa, ma chi è che.. – una figura si avvicinò a Tayuya, bloccandole nuovamente le braccia - ..ami
«Era una battuta.. Togliti immediatamente, Sa..»
«Guarda che sono capace di farti lo scherzetto dell’altra volta, eh»
«Non ci provare.. oppure.. » la rossa avvampò di colpo.
«Oppure? – senza ricevere risposta, Sakon le lasciò i polsi immediatamente – scherzavo, stupida.»
 
Silenzio, nella stanza.
 
«Tayuya, che scherzetto?» domandò Kidomaru.
«Non.. nessuno..
» Replicò lei, per poi aggiungere, con un tono molto più basso: «..Scusa»


--------------------------------------------Note-------------
Eccoci qua, in ritardissimo grazie alla mia amorevole connessione internet <3
Inizio ad amare sempre di più questi due co.. ragazzi. *_*
Sì ma che capitolo orrendo!! MAMMA MIA!

Lo sapevate che Tayuya si fa corrompere?! Con delle caramelle, poi!! Muahahahah... Sì, esatto .__. Scusami tanto, Tayu-nyan. [E scusami un corno, eh! Ci faccio io la figura della fessa, poi! Nd. La poveretta]
E bon, che ne pensate?
Io intanto sparisco, vado a fare matematica -__- Che du bal.. [Dialetto, traduzione: Che due palle]
 
Ave, mortali <3
 
PS: Tata-chan, io aspetto te, eh. :3
 
 
Note vere e proprie:
 
* Essì, ho notato che in giappone producono caramelline al sushi, eh.. che roba! E allora non sapendo come corrompere Tayu-ny... Tayuya, ho pensato a queste. La marca? Non sapevo che inventarmi xD Quindi ho unito alla parola Sushi la parola Chibi, che vuol dire piccolo. In origine la parola era SuCandy, ma poi a leggerla per intero.. Eheh, lasciamo perdere ^_^”

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Capitolo 10
*** Game over ***


Capitolo 10 – Game over
 
«Tayuya, che scherzetto?» domandò Kidomaru.
«Non.. nessuno..» Replicò lei, per poi aggiungere, con un tono molto più basso: «..Scusa»
 
 
L’atmosfera non era più quella allegra di prima.
Fino a quando decise di intervenire. Forse l’aveva fatta grossa, la sua Tayuya non poteva sentirsi in colpa, se colpe non ne aveva.
«Eeehi, idiota! Ma te la prendi sempre, per questa tipa qua? Guarda che non vale niente! E poi, prima scherzavo. Non te la porterei mai via..» “.. perché in realtà è già mia!” aggiunse con un tono di superiorità, ma non lo sentì nessuno perché, avendolo detto dentro di sé, aveva deciso di aiutarla, la poveretta, invece di infliggerle altri danni.
Era un po’ come un videogioco.. A volte ti ritrovi a dover combattere contro i personaggi che piacciono a te, e non avendo il coraggio di farli fuori, resti lì, fermo, senza nemmeno provare ad ammazzarli, solo per aiutarli..* mentre poi, quello che resta fregato..
«..Sei proprio tu.»
«Sei proprio tu, Sakon. Quasi non ti riconoscevo più.» Sostenne una voce.
«Ti trovavo cambiato. Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti? Eri un antipatico di quelli che nessuno può battere! – già, Kidomaru aveva capito bene che in realtà anche Sakon era interessato a lei, ma aveva deciso di fingere che quelle parole fossero vere. Che non avrebbe mai e poi mai separato lui e Tayuya. – Ma in questi giorni ti eri addolcito…allora mi ero preoccupato che fosse colpa di Tayu-nyan! Ma a quanto pare sei proprio un bravo ragazzo.. hai capito che la devi lasciare in pace. E bravo!» aggiunse quest’ultima frase con un accento allegro, spensierato, mentre i suoi occhi in realtà infuriati si incrociavano con quelli altrettanto irritati del compagno.
«Bene, bene, si è risolto tutto, ok? Cioè.. siete di nuovo.. amici? Giusto? Quindi ora vi pregherei di ascoltare me.» Dichiarò Tayuya, che intanto si era alzata e aveva il volto di una che non ne vuole sapere nulla, se non della sua versione.
«Sentite, ragazzi.. non potete piombarmi in camera mia senza il permesso, alle 10 del mattino, per di più, il primo vero giorno di vacanza! E poi ci sono due malati, un idiota e uno che mi vuole fottere i Sushibi! Ma scherziamo?! VIA DI QUI!» Sbraitò con tutta la forza che aveva.
«Che ti prende, tutto d’un tratto? La solita ragazza “dura”.. sbaglio o quella è una lacrimuccia?» Chiese Kimimaro, che fino ad ora era stato quasi del tutto zitto.
«S.. sfotti? È il sonno! Mi sono alzata appena mezz’ora fa! E poi, non sarebbero affari tuoi.. Sentite, anche io avevo progettato di passare una giornata tutti insieme. Ma non potete proprio andare, ora? Sembra che mi abbiate fatto arrabbiare anche troppo.» Tornata alla sua voce calma, tentò di chiedere: «Di chi è stata la magnifica idea di venire qua, oggi e per di più a quest’ora del ma..» ma subito fu interrotta da Jirobo: «Questa storia si sta facendo noiosa. Per te il mattino è così importante? Senti.. io me ne vado.»
Detto questo, si alzò e uscì di casa, per poi essere osservato dalla finestra dai compagni mentre svoltava in una stradina coperta dai cespugli.
Tayuya non ne fece conto: «Allora?»
Dopo aver visto le facce dei compagni, ripeté: «L’idea, di chi è stata?»
Sakon ne approfittò: «Oh.. io.. vado in bagno.. torno su--… Ah!»
Afferrato dal collo, si sentì domandare: «Allora sei tu.. – e subito dopo ordinò a gli altri due: - Voi, sparite. Devo parlargli.»
Senza fiatare, Kidomaru uscì: in fondo quel giorno non era partito con il piede giusto, e poi lui aveva occasione di andare a casa dell’amica quando gli pareva: era affezionato persino alla madre, che ogni tanto lo invitava a casa di sua spontanea volontà, anche perché sapeva benissimo della sua cotta per sua figlia.
Kimimaro, invece, insistette un po’. Voleva assolutamente sapere che cosa la ragazza aveva da dire al suo amico. Ma non poteva rivelare la sua curiosità, perciò usò la scusa: «Voglio studiare con Sakon. Non ha ottimi voti, perciò lo voglio aiutare personalmente. Aspetterò qui fuori – “ad origliare”, si era detto – finché non avrete finito.»
In tutta risposta, ricevette un “FUORI!” davvero infuriato.
 
Nella stanza restarono soltanto loro due.
Tayuya restò appoggiata alla porta per qualche secondo, poi si spostò da lì e andò a sedersi sul letto, accanto a Sakon.
«Sakon..» Stranamente, aveva smesso di urlargli addosso, come invece era solita fare.
Silenzio. E ancora silenzio. Perché? Non riusciva a ricordare di cosa doveva parlare.
«..Sì, dimmi.» Rispose lui.
E ancora, silenzio.
«Perché.. perché l’hai fatto? Me lo spieghi?» A cosa si riferiva, forse, era ovvio.
«Se stai parlando del fatto che ti abbia difesa.. emh.. è perché.. Perché mi facevi pena, ecco.» Giustificò Sakon.
Tayuya si girò verso la finestra. Tutti e due se n’erano andati. Ne era sicura, perché Kimimaro stava camminando accanto a Kidomaru, per poi sparire, anche lui, dietro alla siepe.
“Ora.. posso anche farlo.. vero? Sì.. posso..”
Guardò Sakon negli occhi, assumendo un’espressione più dolce. Sì, ora poteva.
 
«Sei.. sleale… Non puoi difendermi così, non puoi! Vuoi per caso che mi affezioni a te? Io.. non tollererei mai una cosa del genere. Tu sei..»
«..Sleale.» Concluse l’altro, con un appena accennato sorriso sulle labbra.
Sulla guancia le scese una lacrima. Sull’altra, un’altra goccia faceva a gara con la sua compagna. Entrambe stavano cercando di arrivare al mento della ragazza, per potersi tuffare insieme e cadere sulle sue esili gambe.
Un’altra coppia di fili gemelli scese sulle sue guance. E un’altra ancora, e un’altra ancora, mentre Tayuya tratteneva il respiro. Quando non ebbe più fiato, si lasciò scappare un singhiozzo.
«Tayuya, no..»
Non sono l’unico sleale, era questo ciò che stava considerando. Era sicuramente questo.
 
Certe volte, lasci che sia l’avversario a prendersi un po’ gioco di te. Tanto, poi, vincerai tu di certo. È questo, almeno, quello che credi. Ma quando poi i tuoi punti vita scendono troppo, a causa della tua sicurezza, rischi proprio il game over.
 
Così, come successe a Sakon: Game over, nella sua partita. Game over, nel suo cuore. Game over. L’amore l’aveva battuto.
Prese fra le braccia Tayuya e la strinse a sé.
«Ti prometto che non lo farò più.. Ti prego soltanto di essere meno disonesta. Anche tu lo sei.. non puoi prenderti il lusso di farmi questi scherzi.»
La rossa alzò il viso, per guardare quello del ragazzo. Anche lui, ora, sembrava avere un’aria più dolce, più sincera.
«Sakon..»
«Semplicemente.. – la voce si interruppe da sola. Ormai erano così vicini, che potevano entrambi sentire il respiro l’uno dell’altra sulla propria pelle. - ..C.. Concedimelo di nuovo.»
«Solo una volta?»
Sakon annuì, con un cenno della testa. Solo una volta.. forse era un po’ azzardato. Forse era un po’ poco. Ma era comunque uno dei suoi più grandi desideri.
Tayuya si avvicinò a Sakon, per regalargli quel bacio che tanto bramava. Oramai ne era convinta anche lei: Forse, giusto un po’, quel ragazzo aveva qualcosa di speciale.
Forse non era bravo con le parole, non riusciva ad ammettere i suoi veri sentimenti, non riusciva nemmeno a difenderla come si deve.
Però, una cosa in cui riusciva c’era, oh sì, c’era eccome: nessuno era mai riuscito a regalarle un batticuore simile.
Ancora avvolta fra le braccia di Sakon, Tayuya si separò dalle sue labbra, per appoggiare la testa al petto dell’amato e restare lì, ferma, ad osservare la neve che cadeva.
 
Anche i più duri, forse, subiscono un game over. Anche se è solo uno.. un piccolo, stupido game over, però, non ti farà più avere il massimo dei punti.
 
 
------------------------------------Note
 
Bounjour~! Eccomi qua, dopo tantissimo tempo – precisamente due mesi, wow! – con il capitolo 10!
Innanzitutto chiedo umilmente perdono per l’incredibile ritardo. Probabilmente chiunque mi segua si sarà già dimenticato della mia esistenza! ^__^”
Ma torniamo a noi!
I due piccioncini come se la staranno cavando? Eeeeeeeeh? xD Vabè, lasciamoli lì in camera. Uhuhuh.. *espressione sadica*
… Sì, ok….
Vabè..
Ringrazio tantissimo Lena_chan e Otogakure_No_Sakon per seguire la mia storia.. Davvero, sembrerà poco per voi comuni scrittori che avete tipo 800 persone che seguono le vostre fic, ma per me è un vero traguardo T__T Grazie ancora, eh <3
E poi, grazie a Hinata Uchiha Arclight per averla messa nelle ricordate.
Ma soprattutto, grazie a Tata_cuccioletta, che mi sopporta e mi segue sempre anche senza cliccare quel bottone sperduto in alto a destra xD Grazie davvero!
Vabè.. (dejavù e.e)
 
Note:
*Già, già… scommetto qualcosa che anche voi l’avete fatto almeno una volta, in un picchiaduro. Mi è venuta quest’idea del videogame perché in un certo senso accomuna un po’ tutti, proprio come l’amore, e poi il significato retorico mi piaceva molto <3 Comunque, l’idea m’è venuta grazie alla mia ultima sconfitta molto – mooooooolto – casuale in Naruto Ultimate Ninja Storm 3 Full Burst, contro Uchiha Madara xD

 
Dai, ci sentiamo al prossimo capitolo.
Ciao a tutti, bellissimi <3 (eh? o_o) 

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Capitolo 11
*** È in pericolo? ***


 
            Capitolo 11 – È in pericolo?
 
Dopo ciò che era successo quella mattina, Tayuya non riusciva a pensare ad altro. Erano successe tante cose, ma quella era di sicuro la più inaspettata.
Toccate le labbra di quel ragazzo con le sue, era come se ora fossero più vicini, più uniti.
Eppure, pensava lei, quel ragazzo non le piaceva affatto; semplicemente, un po’ l’attraeva.
Prese in fretta il telefono. Durante quei giorni in cui aveva fatto da infermiera, Tayuya aveva preso il numero di telefono di Sakon, e si erano persino fatti una foto insieme.

Indecisa, continuava a guardare il telefono.
 
“Ciao a tutti, pelandroni!
Chiedo scusa per quello che è successo questa mattina, ma di solito quando sono appena sveglia sono isterica. Ricordatevelo per la prossima volta, eh! J
Comunque, a questo punto volevo chiedervi di uscire domani, voi che ne dite?
Spero in una risposta affermativa J
 
                           xx-xx-xxxx* - Inviare?
 
 
Questo era quello che riportava lo schermo. Quando, senza volerlo, cliccò su “ok”.
“Cavolo!” esclamò dentro sé. Ma ormai quel che è fatto è fatto.
Dal gruppo** arrivarono immediatamente due risposte:
“Ovvio, Tayu-nyan! ♥ [Inviato da Kidomaru]”
“Boh, va bene. Ma dove andiamo? Preferibilmente a un pic-nic!! [Inviato da Jirobo]”
«Wow! Sembra che non sia successo niente! Grazie, ragazzi!» gridò Tayuya leggendo le risposte.
Subito dopo arrivò un’altra risposta.
“Per me è ok. [Inviato da Kimi]”
E, per finire, un’altra.
“Oh, Tayu, sono io, Sakon, con il cell di Kimi-kun! Anche per me va bene, tesoro ♥ [Inviato da Kimi]”
“Brutto bastardo! Non chiamare così la mia Tayu-nyan! [Inviato da Kidomaru]”
I dibattiti continuarono, e così la ragazza decise che forse spegnere il telefono era la cosa migliore.
Non poteva crederci! Erano tutti d’accordo!
Il giorno seguente, come avevano deciso, si sarebbero trovati davanti alla scuola e sarebbero andati al Grande Parco, quello senza un nome. Ormai era famoso appunto per quello: non aveva un nome preciso, e tutti lo chiamavano così.
Avrebbero giocato un po’ a palla, avrebbero fatto un pic-nic e il gioco della bottiglia. Tutto sarebbe andato benissimo – pensava Tayuya.
 
[Il giorno seguente, davanti alla scuola]
«Ragazzi! Ce ne avete messo di tempo!» Disse Jirobo, quando vide arrivare Sakon e Kimimaro. Improvvisamente piombò Kidomaru dal ramo di un albero: «Buondì! .. Hey, dov’è Tayu-nyan?» domandò poi.
«Boh, non è ancora arrivata.» rispose Jirobo. «Proviamo a mandarle un messaggio..»
Detto questo, inviò il seguente messaggio:
“Hey, ci sei o stai ancora dormendo? Noi siamo già tutti qui!”
I ragazzi aspettarono, senza ricevere risposte.
Quando videro una figura dai capelli rosso fuoco correre verso di loro, capirono al volo chi era: Tayuya.
Con il respiro affannato, si giustificò: «Scusate il.. ritardo – anf – ma.. la sveglia non ha.. suonato..».
Ripreso il fiato, tutti partirono. Quella mattina faceva freddo ed uscire non era tra le cose più consigliate da fare, ma almeno, quel poco di sole che c’era, riusciva a scaldare tutti loro.
Arrivati al parco, i ragazzi presero subito un tavolino e ci poggiarono sopra le borse contenenti il cibo e quelle contenenti i loro giochi e cose varie.
«Allora, iniziamo giocando a calcio o avete altre idee?» Chiese subito Sakon.
«Io sono qua solo per il pic-nic.» ribadì Jirobo.
«Sei sempre il solito..» commentò Kimimaro.
Dopo battute varie, si giunse alla decisione che avrebbero giocato a nascondino, con il disappunto di Kimimaro, che lo trovava infantile. Per questo, gli altri tre – Jirobo aveva deciso di dormire un po’ – come punizione decisero che avrebbe cercato lui gli altri tre.
Erano due minuti che Kimimaro aveva iniziato a cercare gli altri. Tayuya, però, non sapeva ancora dove nascondersi: in fondo c’erano solo tanti alberi e qualche tavolo.
Decise quindi di inoltrarsi nella foresta.
Certo, non era un buon posto, ma se anche Sakon e Kidomaru erano andati lì, un motivo ci sarà stato di sicuro.
Camminava, camminava, ma non trovava un luogo dove nascondersi. Sapeva bene che Kimimaro si era avviato nella foresta per cercare lei e gli altri, ma non riusciva a trovare un nascondiglio decente. O almeno, fin quando non passò davanti ad un grande albero.
Forse, però, dire “grande” era poco.. Quella quercia era gigante! Forse la più grande che avesse mai visto in vita sua. Notò, accanto alla quercia, un'altra pianta piuttosto grande; fra i due alberi c’era un piccolo spazio, in cui ci si poteva infilare. Decise di vedere cosa ci fosse; stabilì che avrebbe camminato piano, per evitare di incastrarsi, ma quando vide Kimimaro arrivare, allungò il passo e realizzò che ormai ciò che stava evitando… era successo. Non riusciva più a muoversi. Ormai stava cercando non più di passare fra gli alberi, ma di uscire, tanto ormai sarebbe stata presa; cambiò subito idea quando qualcuno le afferrò un polso e la tirò verso sé.
«Argh! Chi diavolo..» cadde per terra, sopra quello strato di neve soffice, senza farsi del male. Appena si accorse che però non era stata la neve, a fermarla, bensì la pancia di qualcuno, si alzò di scatto: «Ah! Perdonami! Si può sapere chi.. TU?» Cambiò totalmente espressione quando si accorse che Sakon, proprio lui, l’aveva aiutata.
«Sì.. io.. Ohi, ohi..» si lamentò lui.
«Scusami! Non era mia..» Tayuya cercò di scusarsi, ma Sakon le sbarrò la bocca con una mano, sussurrando: «Kimimaro è qua fuori, non fare rumore!»
Ormai i due erano letteralmente abbracciati: lei, immobile per lo stupore e la paura di essere trovata; lui, invece, la teneva ferma da dietro, stringendole sempre il polso con una mano, e tappandole le labbra con l’altra.
Tentativo fallito: Kimimaro li aveva già sentiti, quando Tayuya aveva letteralmente urlato “TU?”.
Dopo essere usciti, i due amici tornarono al tavolo, mentre Kimimaro dovette cercare Kidomaru. Se non l’avesse trovato prima che lui fosse arrivato al tavolo, avrebbe perso.
«Che barba! Ci ha trovati subito! Non è giusto, così.. che seccatura.», si lamentava la rossa.
Kimimaro tornò dopo pochi minuti, dicendo avvilito: «Mi spiace, ma non l’ho trovato. Mi aiutate?», per poi ricevere come risposta: «Cos’è quell’aria sconsolata?»
Il ragazzo mostrò loro un pezzo di stoffa che somigliava alla maglia dell’amico.
«E.. se è soltanto.. inciampato, magari…?» Chiese Tayuya impaurita. Le uniche risposte che ottenne furono:
“Cerchiamolo!”,
“Non credo proprio..”
“Ci conviene sbrigarci, qualsiasi cosa sia successa. Lui non è così imprudente da lasciare che la sua maglia – la sua preferita, per di più – si strappi così, semplicemente giocando a nascondino.”
 
Forse, se avesse dovuto perderlo, le sarebbe mancato tantissimo.
Ormai era difficile ammetterlo, ma senza qualcuno che la chiamasse “Tayu-nyan” qua e “Tayu-nyan” là, non sarebbe riuscita a rimanere. Le mancava già, anche se magari era da qualche parte al sicuro.
 
 
 
 
 
---------------------------------- Note ♫
Oddio, sto capitolo mi fa schifo, SCHIFO! Ma sappiate che serve soltanto da introduzione: nel prossimo capitolo ho già in mente di far accadere una cosa che cambierà di moooolto la trama, un’altra che avvicinerà i due protagonisti e una che cambierà anche un altro dei personaggi. Niente spoiler, però :3
Ora mi dileguo, e mi raccomando, scappate anche voi perché sto capitolo fa schifo schifo XD
 
Note:
*Sarebbe la data. Non sapendo in che anno è ambientata la storia, ho semplicemente scritto “x” dove ci sarebbe dovuto essere un numero… Forse era meglio scrivere “gg-mm-aaaa Ma vabbè dettagli xD
**Non credo che io stia parlando di What’sapp.. Vabbè, sappiate che è un gruppo e basta, non so manco che cosa volevo intendere. eWe
 
Bella ragazzi, ci sentiamo al prossimo capitolo u__u

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Capitolo 12
*** Il Quintetto del Suono ***


Capitolo 12 – Il quintetto del suono
 
 
Inizio dicendo una cosa: Kidomaru non è al bar a farsi un aperitivo xD .. Lunga storia xD
Vabè va’… Buona lettura!
 
 
 
Era in pericolo?
Oppure le stava solo giocando un brutto scherzo?
«Jirobo, vieni con me.» ordinò Kimimaro.
“Eh? Io dovrei..”
«Aspetta!» gridò Tayuya. «Io non..»
«Sì, tu andrai con lui. Sembra che andiate più d’accordo, mentre io mi trovo meglio con Jirobo.» la zittì Kimimaro.
Tayuya, per quanto volesse andare a cercare il suo amico insieme a qualcun altro, qualsiasi altra persona, decise che era meglio accettare la situazione: non poteva perdere tempo.
 
Il tempo passava, mentre Tayuya seguiva a passo spedito Sakon. Quella stretta che sentiva allo stomaco si faceva sempre più forte.
Fu allora che prese la mano del compagno, che si girò stupito: cosa le succedeva?
«.. Andrà tutto bene?» chiese lei.
Sakon non voleva che si preoccupasse per nulla. Probabilmente, starà soltanto facendo un pisolino! – così rispose.
Tayuya si fece di nuovo scappare una lacrima. Era come se con lui potesse liberarsi di tutti quei pesi che aveva, come se lui fosse speciale.
All’improvviso, Sakon si fermò, girandosi verso la ragazza. «Tayuya, non è il momento.. Potrai piangere dopo. Di gioia, si intende. Lo ritroveremo.» disse, abbracciandola.
Lei annuì con la testa,  per poi separarsi dall’amico.
Ad un certo punto, i due videro una strana baita, attorno alla quale c’erano degli uomini un po’ sospetti.
Poco più lontano, si riusciva a percepire due forme di chakra familiari: Kimimaro e Jirobo.
Ormai era evidente che il punto da loro ricercato era proprio quello!          
Sakon e Tayuya si lanciarono uno sguardo d’intesa. Il primo, poi, fece un segno all’amico d’infanzia, Kimimaro. I quattro fecero uno scatto e arrivarono davanti alle guardie.
«Fermi!» intimarono le sentinelle, sfilando un kunai da una tasca della giacca. Kimimaro fece un passo in avanti: «Non toccateli. Questi sono miei amici, dovrete passare prima sul mio cadavere per poterli avere!»
Sentire Kimimaro, l’indifferente del gruppo, dire quelle parole lasciò tutti stupiti: da quand’era che si preoccupava per loro?
Uno degli uomini, stranamente, obbedì. Ripose il kunai e disse: «Entrate.»
Tutti e quattro, dunque, decisero che forse sarebbe stato meglio obbedire. Forse avrebbero scoperto qualcosa sul loro amico.
Quei colossi restarono fuori, mentre il gruppo entrava: la porta si chiuse di colpo dietro le loro spalle. Una figura incappucciata si incamminò verso di loro: dei capelli bianchi si potevano notare scendere sulle sue spalle; in quanto altezza, quel ragazzo non era un granché: a vederlo sembrava un comunissimo ragazzo di diciannove anni, se non fosse stato per quell’aria tetra che il copricapo viola gli dava.
Lui, notando l’aria spaventata dei ragazzi, abbassò in fretta il cappuccio della felpa, mostrando la sua vera faccia: già, i ragazzi non avevano affatto sbagliato: era un ragazzo, che avrà avuto al massimo 25 anni; portava un paio d’occhiali e teneva i capelli legati in una coda, con qualche ciuffo che cadeva sulle spalle.
«Piacere. Il mio nome è Kabuto; per favore, seguitemi.» Invitò lui.
Dopo aver percorso un breve corridoio, il ragazzo misterioso mostrò al quartetto una stanza: lì, a quanto pareva, si trovava il loro amico.
Che razza di torture avrebbero potuto vedere, oltre quella porta?
Nessuno esitò: i ragazzi si precipitarono nella stanza, poco dopo aver sentito un urlo femminile piuttosto acuto.
La scena che si parò davanti ai loro occhi fu ben diversa da quella che si aspettavano:
un tavolo era accerchiato da cinque sedie circa, e su una di queste c’era lui: Kidomaru.
«Ki-chan!» si lasciò scappare Tayuya. «Oh, emh.. volevo dire.. IDIOTA! Ci hai fatto prendere un infarto!» si corresse, dopo aver realizzato cosa aveva urlato.
Ma lui non rispose. E, guardandolo meglio, capì anche il perché: una ragazza dai lunghi capelli neri era seduta per terra, e si stava massaggiando le ginocchia. Poco più lontano, per terra, c’era un bicchiere di vetro frantumato. Tayuya alzò lo sguardo sull’amico: era pieno d’acqua, dalla testa ai piedi.
Era facile intuire cosa fosse appena successo: la ragazza stava portando un bicchiere d’acqua a Kidomaru, ma, scivolando, aveva fatto cadere il recipiente addosso a lui, bagnandolo completamente. E ora si spiegava anche l’urlo femminile di qualche secondo dopo.
«Ma allora, Kin! Sei proprio un’idiota!» sbraitò lui.
«S.. scusami, Kidomaru-san!»
Il ragazzo non sembrava affatto spaventato dal fatto che un uomo l’avesse appena rapito. Infatti, su un’altra sedia, era seduto un uomo alto, con i capelli neri che arrivavano fino al fondoschiena. Aveva il mento appoggiato alla mano, a sua volta appoggiata al tavolo di legno.
Dopo qualche secondo di riflessione, Jirobo esclamò: «Kin! Ma sei QUELLA Kin? Cioè, quella che viene in classe con noi?»
Lei si girò stupita, facendo segno di sì con la testa.
Subito dopo, calò il silenzio. Lei si alzò e andò in un’altra stanza. Tornò subito con un asciugamano e lo porse a Kidomaru, che era ancora tutto inzuppato. Stava cercando di asciugare prima di tutto i suoi capelli, ma, sbadata com’era, si era completamente dimenticata di pulire per terra. Perse l’equilibrio, e, sotto lo sguardo omicida di Tayuya, che sembrava volesse dirle “Non toccare il mio cane!” e quello sorpreso di Jirobo e Kimimaro – già, a Sakon non faceva né caldo, né freddo –, finì addosso al povero ragazzo, aggrappatasi a lui per non cadere e sbattere di nuovo con il sedere per terra. In un decimo di secondo, entrambi si accorsero di cosa stava succedendo: involontariamente, i due si erano appena baciati. E per ben otto secondi erano rimasti lì, immobili.
Sotto la confusione più totale e le urla isteriche di Tayuya, la ragazza stava cercando di scusarsi infinitamente sia con sé stessa, sia con la rossa, sia con l’amico.
Il silenzio fu finalmente riportato da quell’uomo seduto: «Ragazzi, ora basta. Kin, per favore, esci da questa stanza.»
Kin obbedì prontamente, e fu così che nella stanza restarono solo loro sei.
Quell’uomo, a quanto pareva, si chiamava Orochimaru.
Dopo qualche sguardo preoccupato e qualcun altro incuriosito, la discussione iniziò.
Passò esattamente mezz’ora, durante la quale Orochimaru parlò: alla fine, il succo del discorso era questo:
Orochimaru aveva apposta rapito il ragazzo, terrorizzandolo a morte – per di più, quel bastardo gli aveva strappato la felpa preferita, protestò lui -, ma per una buona causa: aveva già notato che quei cinque ragazzi del villaggio del suono si stavano avvicinando, e che erano un gruppo affiatato.
Girando e rigirando su vari discorsi, aveva offerto a Tayuya un nuovo videogame, appena uscito, e dal costo di 7.000 ryo*; a Sakon una casa nuova e ben attrezzata; a Kimimaro un viaggio in una famosa città culturale, perfetta per lo studio; a Jirobo una scorta di cibo per un anno; a Kidomaru tantissime riviste di svariati generi. E tutto, solo per allenarsi insieme a lui, e formare un gruppo, che avrebbero chiamato “Quintetto del suono”.
Aveva rapito Kidomaru solo per verificare la vicinanza dei vari membri del gruppo.
 
Dopo aver ascoltato tutta la storia, i ragazzi.. non decedettero subito. Presero il suo numero di telefono per informarlo in seguito.
Uscirono in fretta da quella casa, e tornarono al tavolino.
Tayuya e Sakon, per la prima volta, stavano camminando vicini e tenendosi per mano.
Kimimaro e Jirobo parlavano, come sempre, dei loro fatti.
E Kidomaru.. beh, lui stava guardando per terra, silenzioso, come se stesse pensando a qualcosa. Chissà a cosa..
 
«Allora, Tayuya, ora puoi piangere, ok?» Disse scherzosamente Sakon.
«C.. cosa?! Non ho mai detto di voler p.. piangere.» Arrossì lei.
«Piangere?» Chiesero Kidomaru e Jirobo all’unisono. «E perché mai?»
La risposta non tardò ad arrivare, e la spiegazione fu data da Kimimaro, che in qualche modo aveva già capito tutto.
«Tayuya! Mi vuoi davvero così bene?» Domando stupito l’amico d’infanzia della rossa.
Lei, per non mettersi in imbarazzo, preferì solo notare un piccolo particolare: «Come mai mi hai chiamata per nome?!» Già, ormai si era abituata anche lei ad essere chiamata “Tayu-nyan”.
Improvvisamente, cadde il silenzio. Quando rispose, come al solito, Kimimaro: «A me pare anche ovvio. Kidomaru non ti ama più.. Già, perché quel soprannome non era una punizione, ma un modo affettuoso di chiamarti.»
Di fronte alla faccia stupita di Tayuya e Kidomaru, continuò così: «Elementare, no?».
Per finire, la voce di Sakon spezzò lo strano silenzio che si era creato: «Yeah! Tayu-nyan è solo mia!» e l’abbracciò da dietro.
«EH? E ora ti ci metti anche tu?!» urlò in tutta risposta lei, guardandolo con occhi arrabbiati, ma solo per finta. Infatti, dopo poco, gli sorrise, per poi fargli la linguaccia.
Lui, irritato, la guardò storto, ovviamente scherzando: «Tayu-nyan merita una punizione!» esclamò.
Dopo varie proteste da parte di Tayuya e risate da parte degli amici, lei sorrise di nuovo: «Grazie per tutto quello che hai fatto, Sakon.» Già: non l’aveva preso in giro, questa volta, e per di più l’aveva chiamato con il suo nome.
Prese il suo viso fra le mani e gli schioccò un bacio sulla guancia, lasciandolo imbambolato come un pesce lesso.
Poco dopo, rise, un po’ rossa in volto: «Pff, che ti credi? Anche io so fare gli scherzi!».
In fin dei conti, pensò, la giornata era passata bene. Si era divertita, aveva avuto un’esperienza emozionante, e soprattutto.. No, non voleva ancora ammetterlo. Ma in fondo lo sapeva anche lei: ne era innamorata.
 
 
 
 
----------------------------------------------------Note♫
Eccomi qua, tesori <3 Un po’ in ritardo? O in anticipo rispetto alle altre volte? Boh! XD
Comunque, il capitolo non è particolarmente lungo – ovviamente -, però spero che vi sia piaciuto! ^__^ Per la gioia di Otogakure_No_Sakon, ho pubblicato.. :P
Insomma, ragazze – mi rivolgo alle ragazze perché a quanto pare nessun ragazzo mi segue, ma questo era ovvio. Eheh – grazie mille! In pochi giorni ho trovato due nuove fan, gente che ha addirittura messo la storia nelle preferite.. Oddio! Grazie!
E soprattutto grazie a Tata_cuccioletta, perché mi segue sempre senza lamentarsi dei ritardi. xD
Vabbè, poi dovevo anche dire qualcosa.
Ma non so cosa.
Scusate.
:c
Ma quanto diavolo sarò scema? :’) Come al solito se il video vi è piaciuto lasciate un commento qua sotto e iscrivetevi alla pagina di facebook! [Cit.] se il capitolo vi è piaciuto, vi chiederei una piccola recensione >///< Se non chiedo troppo, eh…

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Perdonate di nuovo la mia idiozia, ma mi è venuta in mente quella cosa.
Praticamente, per chi ha il 3DS o la WiiU, sapete tutti che esiste "Miiverse", un'applicazione su cui si può disegnare e commentare i giochi. Il mio ID è "Giusy_Maria", se vi va cercatemi.. ^_^
E.. tanto per darvi un'idea, questa sarei io in versione anime, disegnata da me °_° Se volete che vi faccia qualche disegno, chiedete pure <3 (Ma ne dubito parecchio)

La firma è "Lait" perché su tutti i siti a cui sono registrata il mio nome è Lait u.u A parte EFP, ovviamente :D
 
Note:
*7.000 ryo: I ryo sarebbero i soldi.. non ho idea però di quanti euro possano essere 7.000 ryo. Era per sparare una bella somma xD Mi scuso con tutti voi, e, se qualcuno lo sa, è pregato di informarmi! :3
 
 
Arrivederci!
 
Kucchan_
 

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Capitolo 13
*** Novità ***


 
Capitolo 13 –  Novità
 
 
Poco dopo, rise, un po’ rossa in volto: «Pff, che ti credi? Anche io so fare gli scherzi!».
In fin dei conti, pensò, la giornata era passata bene. Si era divertita, aveva avuto un’esperienza emozionante, e soprattutto.. No, non voleva ancora ammetterlo. Ma in fondo lo sapeva anche lei: ne era innamorata.
 
 
«Che palle! Sono già le 15 e non abbiamo nemmeno mangiato… come se non bastasse si torna a casa alle 16!» esclamò Tayuya, una volta sedutasi al tavolino.
«A chi lo dici… Sto morendo di fame!» annuì Jirobo.
«Ma se hai mangiato schifezze tutto il giorno! Kimimaro dice che stavi mangiando anche mentre mi cercavate…» ribatté Kidomaru, un po’ seccato, dopo essere stato messo allo stesso livello di un lecca-lecca.
Il goloso del gruppo si zittì, cercando una risposta adatta. La trovò pochi istanti dopo: «Appunto, ho mangiato soltanto cose come patatine o caramelle. Io voglio un panino, di quelli buoni che prepara la mamma di Tayuya!»
La ragazza appena nominata, fece finta di non aver sentito, e disse: «Piuttosto… Io ho portato lo zaino dei giochi, Jirobo ha portato lo zaino delle merendine e Sakon ha portato le bibite. Chi di voi – domandò rivolta a Kimimaro e Kidomaru – doveva portare i panini?».
Kimimaro restò zitto a fissare la rossa, mentre anche il compagno faceva lo stesso.
Tayuya, sentendosi osservata, urlò: «Beh? Che diavolo avete da guardare? Se fate così non mi date nemmeno degli indizi!».
Il ragazzo dai capelli bianchi, allora, mosse la mano come per indicare qualcosa o.. qualcuno. Non alzò del tutto la mano, però, perché venne fermato dal ragazzo con sei braccia: mentre gli teneva ferma la mano, si scusò in fretta e furia: «Vado un attimo in bagno! Ne parliamo do… - tentò di dire, ma fu frenato giusto in tempo - Ma porca puttana!».
Un flauto argentato venne tirato sulla testa di Kidomaru, creandogli un enorme bernoccolo poco più in alto della fronte.
«Tayuya! – si lamentò lui – Mi hai fatto male! Quello strumento maledetto te lo porti sempre dietro?!». Raccolse il piffero, per poi tirarlo all’amica, tentando di colpirla. Vano fu il tentativo: lei lo prese al volo, e subito gli rispose: «Tch, ovvio. È il mio migliore amico!». Schioccò poi un bacio al suo strumento musicale, ma, sentendosi leggermente ridicola, continuò: «P…parlando d’altro… vuoi per caso che te le suoni? Sai di cosa sono capace. Si può sapere perché non hai portato lo zaino? Adesso noi che cavolo dovremmo mangiare?».
«Potremmo mangiare te…» interloquì Sakon, che fino ad ora era stato zitto. «Secondo me sei davvero deliziosa!» aggiunse poi con tono malizioso.
«Buona idea!» annuì Kidomaru, sorridendo lievemente.
Tayuya, per la seconda volta, finse di non aver sentito nulla; ma, appena i due inziarono a litigare per chi dovesse prendersi la ragazza, tirò nuovamente il flauto sulla testa del ragazzo con otto arti e diede un pugno sulla guancia dell’altro, che era più vicino a lei.
«State zitti, pervertiti!», arrossì. Poi, disse nuovamente: «Vabbè… è quasi ora, torno a casa.»
Fece per girare i tacchi, quando Sakon la fermò. Si avvicinò a lei e le sussurrò qualcosa all’orecchio. Tayuya diventò nuovamente rossa, poi acconsentì, facendo un cenno con la testa.
«La accompagno a casa! Bye bye!», salutò l’altro.
I tre amici che restarono lì al parco, intanto, decisero di tornare a casa. Tanto, ormai, senza videogiochi, bibite o cibo, lì non restava nulla da fare.
«Senti, Kidomaru. – interpellò Kimimaro – Jirobo adesso viene un po’ a casa mia. Ti va di seguirci?».
Lui non rispose, ma si limitò ad acconsentire.
 
Ore 16.00. Intanto, nel vialetto sotto casa di Tayuya...
Tayuya e Sakon camminavano tenendosi per mano. Lei, stranamente, sembrava aver perso la lingua. Continuava a fissare il cielo, quel cielo che poche ore prima era così azzurro, adesso stava abbuiando sempre più, ricoprendosi di dense nuvole colorate - si fa per dire - di tutte le sfumature del grigio.
«Tra poco comincerà a piovere…» disse infine.
Sakon la guardò per l’ennesima volta: con quello sguardo perso nel vuoto, assorta nei suoi pensieri, la sua amata sembrava cento volte più bella del solito.
«Faresti meglio ad entrare, ora. Io tornerò a casa.», affermò dopo essersi ripreso da quella stupenda visione.
Lei, per risposta, si limitò a ricambiare il suo sguardo, e, dopo pochi secondi, emise solo un «mh…», appena accennato, annuendo col capo.
Le prime gocce di pioggia cominciarono a cadere. Poche, ma pur sempre gocce; fastidiosissime gocce. Una dopo l’altra, si tuffavano sull’erba del vialetto della casa di Tayuya, producendo un picchiettio regolare.
Sakon, che aveva appena iniziato ad incamminarsi verso casa sua – senza nemmeno salutare: aveva intuito che Tayuya aveva qualche pensiero per la testa, ed era meglio non disturbare ulteriormente -, venne fermato dalla voce della rossa: «Piove», aveva detto.
I due si guardarono nuovamente negli occhi: «Aspetta, ti porto un ombrel-». Tayuya tentò di pronunciare quella frase, ma non poté farlo, perché Sakon ribatté prontamente: «No, non serve. Conoscendomi, mi dimenticherei di riportartelo e… Conoscendo anche te, tu mi sbraneresti. Già, lo faresti solo per un ombrello!» rise.
Anche lei accennò un sorriso, e poi lo invitò: «Allora vieni da me. Abbiamo un caminetto niente male, riscalda davvero molto!».
 
Ore 16.00, a casa di Kimimaro...
«Sono a casa» annunciò Kimimaro ai suoi familiari, pur sapendo che non avrebbe ricevuto risposta.
«Cavoli! Casa tua è gigante, Kimimaro-kun!» commentò Kidomaru entrando nella villa dell’amico.
«Sì…» si limitò a rispondere l’interpellato. «Venite», li chiamò salendo delle scale, per poi sparire nella porta.
Anche Jirobo era già arrivato alla porta. Solo Kidomaru era rimasto lì, immobile, a guardarsi intorno, quasi smarrito nella grandezza di quella casa.
«Caspita! Ma tu hai sei braccia!» urlò qualcuno. Non sentendo alcuna risposta, lei continuò: «Sei fantastico!». Poi iniziò a provare le sue capacità: notando che era riuscita a far congiungere l’indice e il pollice, stringendoli intorno al polso, volle verificare se riusciva a farli unire anche cingendo due mani, invece di una.
«Uffa!» si lamentò, dopo aver notato che l’impresa era impossibile. Prese dunque a giocare con le mani del ragazzo, che solo allora si smosse: «Ma che cavolo… E tu chi sei? Ma soprattutto, che diavolo vuoi?!» urlò lui.
«Questo dovrei chiedertelo io», rispose la creatura.
Kidomaru la squadrò per bene: gli arrivava solo alla pancia, probabilmente – pensò – era solo una bimba. Portava dei sandaletti rosa, rosa scuro; dei pantaloni blu scuro erano visibili solo fino al bacino: da lì, erano coperti da una maglia che li copriva, di un grigio tendente al celeste. Per finire, osservò il suo piccolo viso: due occhioni verdi brillavano su quel faccino tondo. Proprio come Kimimaro, c’erano due piccoli pallini rossi sulla fronte, e uno dei due era coperto da un ciuffo bianco.
Solo dopo averla guardata a fondo, le rispose: «Sono un amico di Kimimaro. Ora, se non ti dispiace…». Fece per andarsene, ma la piccola lo trattenne, tirandogli le mani: «Dai, dai, resta con me. Mi piaci! Secondo me sei anche simpatico!».
Non avendo voglia di risponderle, lui le lanciò un’occhiataccia.
«Va bene… Ti va di parlare un pochino con me, prima? Potresti scoprire delle cose su Kimimaro-niichan!*», sorrise l’infante.
Tanto per accontentarla, Kidomaru le chiese: «Sei sua sorella?».
La bambina sorrise nuovamente: «Vedo che hai capito! La risposta è no! Kimimaro-niichan è mio cugino.» Poi, indicò una figura che passò nel corridoio lì vicino: «Lei è la mia mamma, poi ci sono anche il papà, il nonno e il mio cagnolino!».
«E Kimimaro? Intendo… i suoi genitori?» chiese il ragazzo, oramai incuriosito.
«Vivono lì!» rispose la bimba, indicando il soffitto.
«…Eh?»
«Nel cielo. Ci sono andati tanto tempo fa, quando Kimimaro-niichan era piccolo. Secondo la mia mammina, quando aveva la mia età, Kimimaro-niichan era davvero allegro. Rideva sempre! Poi però è successo un incidente e…».
Il rumore di una porta che si apriva echeggiò nel grande salotto. Kimimaro uscì da quella porta, e, affacciatosi dalle scale, rimproverò la sua cuginetta: «Kidomaru! Quanto ci metti? Oh! Kagu-chan… Stai nuovamente importunando gli ospiti? Lascialo stare, vattene in camera tua.»
Lei fece una faccia triste, poi disse al nuovo arrivato: «Comunque sia, puoi chiamarmi Kagu-chan! Kagu viene da Kaguya**, però abbreviato è molto più carino! Ci sentiamo!». Poi sparì in una stanzetta lì vicino.
 
Finalmente nella sua stanza, il ragazzo dai capelli bianchi si chiuse la porta alle spalle.
«Dovete sapere che non vi ho chiesto di venire qua per divertirci.» suscitando stupore negli amici, spiegò subito la situazione: «Kidomaru, tu ci nascondi qualcosa: dopo il tuo rapimento sei diventato parecchio strano; io ho già intuito cosa potrebbe essere, ma… preferirei che ce ne parlassi tu.»
«Sono proprio un libro aperto, eh?» rise il ragazzo. «Ebbene…»
 
Ore 16.30, a casa di Tayuya...
«Io prendo il bis!» ordinò Sakon, pulendosi la bocca con un tovagliolo.
Tayuya, però, gli fece notare: «Veramente sarebbe la terza volta che ordini il ‘bis’…».
«Che ci posso fare? I cornetti fatti in casa da tua madre sono prelibati» Si pulì nuovamente le labbra, dopo aver sorseggiato un po’ di cioccolata calda. Alzando la tazza, aggiunse: «E anche questa! Jirobo aveva proprio ragione!». A quelle parole, la rossa sorrise: «Beh, sarà… Ma conciato così sei proprio buffo!». Sfilò dallo zaino – quello che aveva portato al parco - uno specchietto e lo porse al suo amico. Questo guardò il proprio riflesso e subito esclamò: «Cavoli! Ma avvertirmi prima ti avrebbe dato fastidio?».
Quando si era immerso nella scodella per berne tutta la cioccolata in un fiato, si era sporcato il naso di quel liquido, e un po’ anche la guancia.
«Sì! Così sembri una maschera di carnevale!», disse continuando a ridere.
Sakon, seccato, commentò: «Maledetta! Vorrei vedere te al mio posto!» poi, si fermò a riflettere. Sdraiò Tayuya sul tappeto, dandole una piccola spinta. Si sdraiò accanto a lei e le confessò: «Se fossi stato in te, avrei leccato via il cioccolato. Si vede che non ci somigliamo per niente!»
«Cosa?! Ti è dato di volta il cervello? Ma non lo farei mai e poi mai, idiota!», si arrabbiò lei.
Sakon riprese: «Vabbè… Comunque, ora ti va di parlare di quella cosa? Quella… che ti ho sussurrato all’orecchio, proprio oggi».
La ragazza tornò seria e arrossì leggermente, di nuovo. «Okay…» mormorò.
 
Una settimana dopo, nel corridoio della scuola 
Tutti i ragazzi dell’istituto erano nuovamente riuniti lì , proprio come la settimana prima.
«Tayu-nyan! Idiota! Kimi-kun e.. Come potrei chiamarti? Ah, ci sono: grassone! Ci siete tutti!» salutò Sakon, correndo verso il gruppo.
«No, ma dai? Ti pare normale rimanere a casa proprio oggi? E poi come ti salta in mente di chiamarmi idiota?! Eh? Ti sei visto tu?» rispose arrabbiato Kidomaru.
«Non ricominciate! Volete farmi arrabbiare proprio il primo giorno di scuola? …Uff. Piuttosto, cosa succede oggi?» domandò curiosa Tayuya.
Il ragazzo si zittì all’istante, per poi balbettare: «N.. Niente… è il primo giorno di scuo-» tentò di giustificarsi, ricevendo un leggero schiaffo sulla schiena. Si voltò: Kimimaro era lì, con il suo solito viso serio: «Hai promesso che oggi l’avresti detto. Sbrigati.»
Subito dopo, Sakon commentò stupito: «Cosa? Devi confessarci qualcosa? Anche io e Tayu-nyan dobbiamo dirvi una cosuccia… Abbiamo aspettato una settimana, per dirvelo». Abbassò la testa, in attesa di ascoltare il suo rivale.
«Cosa? Spara! Dillo prima tu!» tentò di ‘scappare’ Kidomaru, ma poi venne sollevato di peso da Jirobo che gli intimò: «Muoviti! Se sei riuscito a dirlo a noi devi farlo anche con questi due. Tayuya è la tua migliore amica, no?».
«Va bene, va bene! Mi sono innamorato di…» lì si interruppe per pochi secondi, per poi riprendere: «Mi sono innamorato di Kin!», disse tutto d’un fiato. Guardò Sakon, che stava sorridendo maliziosamente, e gli proferì: «Vorrei che tu oggi mi aiutassi a dichiararmi… Secondo Kimi-kun è la cosa giusta. Ma sia chiaro che Tayuya non sarà tua!»
«Oh, questo è quello che credi tu…» sussurrò il ragazzo dai capelli argentati «Va bene. Accetto, ti aiuterò. Ma non perché ti considero un amico, sia chiaro… Se questo mi farà avere via libera, lo farò. Tayuya, ora se non ti dispiace tocca a te.  …Tayu-nyan?» chiamò.
Lei era lì, immobile, con il viso rosso – per la dichiarazione che di lì a poco avrebbe dovuto fare – e un’espressione di puro stupore. Non voleva assolutamente che una maledetta rivale le portasse via il suo migliore amico.
«Sì, va bene.» si destò lei. «Io non ho paura di nulla, affronto le cose così come stanno. Questo oramai lo sapete tutti.» Esitò qualche istante, poi riprese il discorso: «Nonostante io stia per dirvi una cosa che molto probabilmente vi stupirà, voglio che sappiate che io resto sempre la Tayuya che conoscete. Non pensate male; capito, ciccione? - disse fulminando con lo sguardo Jirobo, che sorrideva. Probabilmente aveva già capito tutto -. Dunque, io e Sakon…» E lì esitò nuovamente. «Io e Sakon ci siamo messi insieme.». Restò a fissare il pavimento per qualche secondo, finché non udì la campanella dell’inizio delle lezioni: era ora di andare, e, dopo le lezioni, sarebbe arrivato il grande momento.
 
 
Le lezioni erano oramai finite.
Il quintetto del suono era radunato su una panchina, sotto l’edificio scolastico.
«Ehi, Kidomaru! Arriva!» indicò Jirobo.
«E basta! La state facendo tragica! Guardate che io me la cavo sempre, eh!»
Sakon e Kidomaru si alzarono, in direzione dell’entrata della scuola.
«Kin.» Sakon la salutò con un cenno del capo. «Il mio amico vorrebbe parlarti un secondo, avresti un po’ di tempo?»
Lei lo guardò un po’ sbigottita, poi sorrise lievemente e pronunciò un «sì» quasi sussurrato. Sakon tornò alla panchina.
I quattro ragazzi rimasti seduti lì iniziarono a parlare – ovviamente – della rivelazione di Tayuya fatta quella mattina. Mentre la rossa rispondeva ad alcune domande, continuava a lanciare occhiate al suo amico: intanto che parlava, continuava a toccarsi il collo con una mano. Le altre cinque erano ovviamente rigide rispetto al solito.
Tayuya socchiuse gli occhi, e, per ricordarsi che quel ragazzo era solo il suo migliore amico - e doveva avere una vita tutta sua -, schioccò un bacio sulle labbra di Sakon.
«Tayuya? Che fai?» chiese lui arrossendo leggermente.
«Non posso?» domandò lei, facendogli gli occhioni dolci.
Come risposta, lui l’abbracciò.
Pochi minuti dopo tornò Kidomaru, con una faccia piuttosto soddisfatta.
«Già fatto?» chiese il ragazzo dai capelli argentati.
«Eh? Quanto avrei dovuto metterci, scusa?» ribatté l’altro.
Sakon ci pensò su per qualche istante: «Mh… In effetti Tayu-nyan si è dichiarata in pochi secondi. Ci hai messo troppo.»
Per evitare una lite, il moro mostrò un bigliettino di carta: «Ci sentiremo per telefono questa sera.», sorrise.
 
 
 
---------------------------- Note ♫
Non voglio immaginare quanto tempo è passato. Forse un mese? No, un mese e mezzo. Chiedo scusa soprattutto a Tata Randagia e Otogakure_no_Sakon perché seguono la storia ogni santo capitolo… -dunque non oso pensare quanto avranno sofferto!-
Piuttosto (eh sì, in questo capitolo ci sono parecchi ‘piuttosto’! xD)… Che ne pensate? Ho cercato di fare del mio meglio per allungare il capitolo, e da due/tre pagine siamo arrivati a quattro e mezzo. Ho ripetuto infinitamente di voler arrivare a sei, ma proprio non ce la faccio! Pardon.
Anyway, spero di non essere andata troppo ‘out of character’… altrimenti devo inserirlo nelle note della storia!
Inizio ad amare Tayuya e Sakon #=W=# No, veramente li amavo già, ma questi son dettagli.
E poi odio tantissimo Kin! Come mai ho deciso che il mio ragnetto preferito si innamorasse di lei? ò.ò Idiozia portami via!

>> Ultima cosa, è abbastanza importante: Credo che con Kidomaru stia andando un po' OOC, che ne pensate? Lo aggiungo alle note?
 
Okay yo [Cit.], vi lascio con le noticine e scappo!
 
 
 
*Niichan: è una parola giapponese. Letteralmente significa “fratellino” (usato in modo affettuoso), ma i bambini lo usano anche per nominare le persone a cui sono affezionate.
Vedasi Konohamaru, che, nel doppiaggio giapponese, chiama Naruto “Naruto no nii-chan”.
**Kaguya: per non fare confusione con [Spoiler] la Kaguya che appare ora nel manga, che tra l’altro sta facendo molti più casini di quanti quella bimba possa farne, [Fine spoiler] vorrei ricordare che Kaguya è il cognome di Kimimaro, e di conseguenza di tutto il suo clan.
 
 
 
Sayonara!
 
    Kucchan_, l’autrice [immettere qui un aggettivo]

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