Quando meno te lo aspetti.

di _Carillon_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. - Non voglio perdermi nel buio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Un soffio di felicità ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3-Non posso perdere la speranza ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. - Non voglio perdermi nel buio ***


Buio-
Continuo a fissare il soffitto con gli occhi sbarrati. "La mia insonnia sta peggiorando" ripeto tra me e me mentre muovo le mani nel vuoto per afferrare il cellulare.

Accendo il display e sgranando gli occhi per la luce leggo "4:50". Bene, un'altra notte in bianco da aggiungere alla collezione.
Sono 7 mesi che vado da  quella fottuta psicologa e ancora non riesce a capire il mio disturbo, il mio problema. Non l'ho detto a nessuno, spero sempre che mi passi, ma so bene che mi sto distruggendo dentro, sto cadendo a pezzi.

Decido di alzarmi, peggioro solo la situazione facendo così, sono decisa a non piangere, non voglio crollare ancora. Non ho piu' lacrime. Per favore.
Mi alzo, indosso le prime cose che capitano, sai quanto mene importi.
Mi dirigo in cucina in punta di piedi, chiudo la porta dietro di me e accendo la televisione. Inizio a bollire il latte mentre per la fame sgranocchio qualche biscotto da un vassoio.
La notte mi rende diversa, voglio che sorga il sole perché  ho sempre odiato il buio, mi spaventa. Non sono così, sono una ragazza allegra, lo sono sempre stata. Ma la notte... beh mi cambia.
Mangio in fretta, quest'oggi pranzerò da Ludovica. Finalmente un giorno lontana da casa.
Pensando questo mi ritrovo sul divano a guardare la TV fin quando non sento rumori provenire dalle altre stanze. Finalmente si sono svegliati tutti.
Mi alzo dolorante per la pessima posizione assunta in precedenza e mi direggo oltre la porta.

"Non hai dormito neanche questa notte?" Mi guarda assonnata mia madre.
Gli faccio cenno di no con la testa.
Sospira e si chiude in bagno, come suo solito.
Infilo le scarpe al volo e correndo tra una camera e l'altra per la fretta, noto degli spiragli di luce proiettarsi sulla mia stanza. Sorrido.
"Dai oggi sarà una bella giornata" Ripeto ad alta voce mentre pettino i miei lunghi e spettinati, capelli neri.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Un soffio di felicità ***


Non potevo aspettare che mi accompagnassero i miei. Salutai velocemente mia madre, guardai mio padre sorridendo e aprii la porta sbattendola dietro di me.
Appena uscita un dolce vento venne nella mia direzione, chiusi gli occhi e allargai le braccia.
Era un vento caldo, nonostante fosse appena finito l'inverno. La primavera è la mia stagione preferita. Imprevedibile.  La strada da percorrere non era molta, tuttavia non ero entusiasta del fatto di andare a piedi. Le auto che corrono nella mia direzione mi inquietano. Sembrano spiarmi tutte, una dopo l'altra come una specie di sfilata tra me e le mie insicurezze. Alcune volte faccio finta di parlare con qualcuno al cellulare per sciogliere la tensione. Arrivata al portone bussai al citofono:
-"Chi è?" rispose una voce che non identificai
-"Sono Sara!" dissi velocemente aggiustandomi il collo della felpa.
Dopo un attimo di silenzio il portoncino si aprì. Entrai e lo chiusi dietro di me delicatamente.
Salii quelle scale che mi dividevano dalla sua abitazione, vecchie di anni. Ogni volta che le percorrevo fingevo di dover incontrare qualcuno di importante e mi comportavo in modo buffo. Non fraintendetemi, Ludovica è la mia migliore amica ed è la persona più importante che ho.
La porta si aprii e la trovai davanti a me: con i capelli spettinati, maglia del pigiama, calzini spaiati e un grosso sorriso. Nonostante tutto era bellissima. Adoravo tutto di lei.
"Heiiiii" le saltai al collo ridendo, facendola sbilanciare.
Lei mi scostò, non amava gli abbracci e io lo sapevo, mi prese per mano e mi portò in cucina ridendo.
Subito la sua cagnolina mi saltò addosso mordicchiandomi le dita. Mi accovacciai e la accarezzai.
"Sempre più enorme lei" risi
"Cresce più di te" Affermò lei con un sorriso malvagio. In fondo era vero, a 15 sembravo ancora una bambina.
Le diedi uno spintone e mi tirò con braccio facendomi cadere con lei. Restammo sdraiate sul pavimento a ridere come due sceme. Con la cagnolina che si divertiva a tirarmi i lacci delle scarpe.
Passammo la mattinata così, ridendo e confessandoci i soliti segreti. Lei era l'unica a sapere della psicologa.
Dopo pranzo andammo nella sua camera per cazzeggiare col pc, parlammo di ragazzi, io ero innamorata di un tipo della sua classe, Alex, e ovviamente le riempivo la testa come un pallone di lui.
"Vado un attimo in bagno" disse lei alzandosi, "Buon divertimento" dissi con tono scherzoso.
Controllai il mio profilo di facebook quando ad un punto trovo un messaggio della mia compagna di classe, Angela. Era una ragazza dolcissima  e a conoscenza del mio amore per Jaden.
Era uno screen che, come tutte le cose che fa lei, mi bloccò il pc.
"non riesco ad aprirlo scema, che dice?" scrissi.
"JADEN E SUO PADRE PARTIRANNO PER L'ITALIA PER COLLABORARE CON UN REGISTA ITALIANO, NON SO CHI. CAZZ0 SARA OMMIODDIO. ANDRANNO A ROMA!" Lessi tutto velocemente quando mi fermai. Tornai indietro con lo sguardo, il mio battito accellerò. Tornai a leggere quelle righe una, due, tre volte.
I miei occhi si riempirono di lacrime e iniziai a fare altre ricerche.
Mi alzai in piedi e cominciai a saltellare e gesticolare da sola nella stanza. Ad un tratto sentì i passi di Ludovica che arrivando diceva una cosa come: "Mi sono resa più presentabile altrimenti saresti mort...... che cazzo fai?" mi chiese con tono divertito.
Mi limitai a guardarla con occhi spalancati, incapace di aprir bocca, mi chinai le alzai lo schermo e le dissi un secco: "Leggi."
Sul suo viso serio, cominciava a comparire un sorriso ogni volta che con lo sguardo proseguiva il testo.
 Alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
"O cazzo."






 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3-Non posso perdere la speranza ***


~~Passammo il resto della giornata a fantasticare su quell'incontro.

Ero agitatissima come se di li a poco, avessi dovuto incrociare i suoi occhi color nocciola e la sua pelle color cioccolato.
Sembrava tutto pronto, senza ostacoli. Come due innamorati che si incontrano dopo tanto.
Solo che questa volta,ero io l'unica innamorata.
Non dissi niente a mia madre quella sera. Nn ero pronta a sentire la sua decisione, a sentire il suo discorso sulla responsabilità e sull'inutilità dei desideri.

Tra la separazione con mio padre, la morte di mio zio e il suo lavoro  non avrei certo potuto avere una buona notizia. Così tornai a casa in silenzio, mi accompagnarono i genitori di Ludovica, li salutai e la guardai speranzosa.
Entrata in casa salutai mia madre, risposi evasivamente alle sue domande e mi fiondai in camera. Mi buttai di peso sul letto e alzando gli occhi al soffitto ascoltai della musica.
Restai l'intera notte sveglia, come tutte le altre. Mi sentivo male è vero, ma a tratti sorridevo. Come se ogni mio male, ogni mia paura dovesse svanire.
Il giorno dopo andai a scuola.Angela confessò di essere felice per me ,m convinse a chiedere a mia madre il permesso di andare.
Negli intervalli tra una lezione e l'altra uscivo dall'aula e guardavo quella di Ludovica sperando di intravedere anche solo un ciuffo di capelli di Alex. Che stupida che sono. Mi innamoro sempre della persona sbagliata. Il fatto è che sono 2 anni che provo a dimenticarlo e proprio non riesco. Adoro le sue lentiggini sparse sul viso, i suoi occhi verdi e soprattutto i suoi capelli rossi. Ma la cosa che non riuscivo a dimenticare era il suo sorriso. adorabile.
Suonata la campanella dell'ultima ora mi alzai dalla sedia ormai diventata calda per le troppe ore seduta, salutai la professoressa e dando occhiate non rassicuranti alle mie compagne che come al solito mi squadravano da testa ai piedi, uscii.
Tra la folla di persone nel corridoio, riuscii a distinguere la cartella color verdemela di Ludovica. Mi feci largo tra tanti e le andai vicino.
-Ooh" dissi toccandole una spalla, guardando nel frattempo una mia compagna che mi strattonava.
"Heii" Disse lei. "Com'è andata oggi? Io sono stata tutto il tempo affacciata alla finestra, mancavano tutti i professori! Ho provato a chiamarti, ma visto che sei sorda ho rinunciato" Disse ridendo.
"E' andata bene,se non fosse per quelle troie.." Guardai le mie compagne. "Oggi sono decisa a parlare con mia madre!Non può dirmi di no, chissà quando ricapita che il mio idolo viene  in Italia!" Dissi sorridendo.
Dopo di chè, la salutai e tornai a casa a piedi.
Arrivata sulla porta, bussai il campanello, presi un forte respiro e cercai di calmarmi. Non avevo un buon rapporto con mia madre, per questo ero così agitata.
"Ben tornata" disse lei aprendo velocemente la porta.
Entrai e buttai stremata la cartella per terra. La vidi molto indaffarata tra la cucina e le solite bollette da pagare, quindi decisi che sarebbe stato meglio parlare dopo pranzo. Sapevo che anche oggi mene sarei andata sconfitta, avevo paura di lei, la temevo, ricordo ancora quando da piccola venivo picchiata dal suo compagno. E lei restava lì, a guardarmi immobile.
Dopo averla vista tornare con mio padre, ho pensato "Il peggio è finito" senza rendermi conto che era solo iniziato.
Ma questa volta no, non volevo arrendermi. Restai un attimo infinito,seduta sul mio morbido materasso a pensare sul dafarsi.
Avrei dovuto aspettare? Avrei dovuto parlarle? Era troppo importante per me quest'occasione. Lanciai un occhiata sul display del cellulare che s'illuminava ad intermittenza per un messaggio.
"Mia madre ha detto di si! Cavolo Sara posso venire! Tu gliel'hai chiesto? Daiii" mi scrisse Ludovica.
Mi alzai e camminai senza voltarmi nel corridoio diretta in cucina.
"Mamma." Dissi varcando la porta della stanza. "Dimmi " Disse lei, abbassando il calore dei fornelli e levandosi i guanti rossi che le regalò mio padre, tanti anni fa. Si voltò e asciugandosi il sudore dalla fronte con la mano, mi guardo con fare interrogativo.
"Cosa c'è?" Mi disse, invogliandomi a continuare.
"Io.."




 

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