Cuore di demone 2: Un demone non può morire

di callmemavy
(/viewuser.php?uid=367798)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** La nostra nuova vita ***
Capitolo 3: *** Il postino ***
Capitolo 4: *** Cicatrici dolorose ***
Capitolo 5: *** Check in inaspettato ***
Capitolo 6: *** Ombre sull'Hotel Transylvania ***
Capitolo 7: *** Ombre nascoste ***
Capitolo 8: *** Mentire, confessare o fuggire? ***
Capitolo 9: *** Diavoli tentatori ***
Capitolo 10: *** Lascia che vada ***
Capitolo 11: *** Un tocco di donna ***
Capitolo 12: *** Tempo di dirci addio ***
Capitolo 13: *** Ouroboros ***
Capitolo 14: *** Una dura lotta ***
Capitolo 15: *** Un demone non può morire ***
Capitolo 16: *** L'ultima spiaggia - parte 1 ***
Capitolo 17: *** L'ultima spiaggia - parte 2 ***
Capitolo 18: *** L'ultima spiaggia - parte 3 ***
Capitolo 19: *** Patto con il diavolo ***
Capitolo 20: *** Gufo portafortuna ***
Capitolo 21: *** Conoscere i giudici ***
Capitolo 22: *** Parliamo di umani ***
Capitolo 23: *** Sacrificio... ? ***
Capitolo 24: *** Solo qualche lacrima ***
Capitolo 25: *** Il Consiglio si riunisce ***
Capitolo 26: *** Seconda accusa ***
Capitolo 27: *** terza accusa ***
Capitolo 28: *** Il Corvo ***
Capitolo 29: *** L'amore non ha giudici ***
Capitolo 30: *** La sentenza ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Prologo

-Jonny, dai, smettila...- Disse Mavis con voce soffice, mentre si lasciava cullare dal tepore della mano che le accarezzava dietro l'orecchio fino al collo.

-Di che stai parlando?- Domandò il ragazzo, confuso.

La vampira aprì gli occhi, Jonathan era davanti a lei, a qualche passo di distanza.

-Non eri tu che mi toccavi?-

L'umano scrollò il capo, alzando le spalle, quasi divertito:

-Non credevo che anche i mostri si spaventassero vagando per un museo in orario di chiusura!- Continuò il ragazzo facendosi beffa della fidanzata.

-Perché dovrei aver paura? Se ci scopre un guardiano mio padre può cancellargli la memoria! Comunque forse era solo la mia immaginazione...-

-Fate silenzio la dietro!- Brontolò Dracula sotto voce, -Meglio non farsi scoprire, non dovremo essere qui!-

-Questo castello è bellissimo, peccato che non ne abbia alcun ricordo...- Disse la ragazza sospirando.

-Già... Mi dispiace per quello che è successo qui dentro...- Disse Jonathan amareggiato.

-È vero, comunque voi umani siete strani, prima distruggere e poi restaurate, non vi capirò mai. Devo ammettere che hanno fatto un ottimo lavoro, è tutto come 118 anni fa... più o meno... Che impressione tornare qui dentro, non credevo che lo avrei mai fatto...- Le parole del vampiro iniziarono a tremare fino a che non riuscì più a parlare. Stava piangendo in silenzio e l'umano non capiva se fossero lacrime di emozione o di tristezza.

-Amico, tutto bene?-

-Jonny, lo sento di nuovo...- Esclamò Mavis, i due uomini si voltarono verso di lei.

Non dissero nulla, ma i loro volti erano immersi nello stupore e nella preoccupazione.

Poi una luce tenue e tremolante come quella di un piccolo fuoco illuminò la stanza di un freddo azzurro, la vampira poté vedere la sua ombra spezzare in due quella luce.

Qualsiasi cosa fosse era dietro di lei.

Mavis si voltò lentamente, i suoi occhi rifletterono quel fuoco fatuo diventando più luminosi ed azzurri di un cielo soleggiato.

E l'innaturale silenzio venne spezzato dalla voce tremante della giovane vampira:

-M... Mamma?-


Ho deciso che non smetterò di scrivere, spero continuiate a seguirmi ed a supportarmi anche in questa nuova storia!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La nostra nuova vita ***


Finalmente il primo capitolo del sequel di Cuore di demone!

Spero vi piaccia e dedico il capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che continueranno a seguirmi ed a commentarmi!


CAPITOLO 1 – La nostra nuova vita

Mavis ridacchiò guardando Jonathan, non era ancora abituata a vederlo con gli occhiali e quella montatura rettangolare gli dava un'aspetto da acculturato che proprio non gli si addiceva.

-Hai letto la Gazzetta dell' Inquisitore di oggi?- Chiese la stregadiera mentre serviva la colazione ai tre facendo comparire un quotidiano sulla tavola di fronte al vampiro.

-No, grazie, non ho intenzione di vedere quanto sparlanodi me...- Rispose lui allontanando il giornale.

-Sembra ci sia un quesito abbastanza discusso, quando eri al partito della "Supremazia Mostruosa" quello era il partito di maggioranza…- Disse, -E quando sei passato al "Popolo segreto" ti hanno seguito in molti, tanto da far spostare l'ago della bilancia. Credi che vorrai cambiare nuovamente?-

-In favore degli "Umanisti"?- Domandò Drac in un tono più simile a quello di un'affermazione.

-Sì, hai qualche dichiarazione a proposito?-

Il vampiro la guardò perplesso, -Se ho qualche "dichiarazione"?- Disse accentuando questo termine poco usato in un discorso colloquiale.

La cameriera iniziò a preoccuparsi.

-Tu chi sei? Non sei dello staff!- Ruggì Drac alzandosi in piedi arrabbiato.

-I… Io… La gente ha il diritto di sapere!- Si difese la strega.

-No, non adesso!- Rispose il vampiro.

-E allora quando?!-

-Vi prego, smettetela di gridare…- Si lamentò Mavis attirando l'attenzione dei due, poi abbassò il volto portandosi una mano alla fronte, sembrava stare male.

-Te lo chiedo con gentilezza, lascia questo castello e non farti più vedere, non costringermi a chiamare le guardie.- Disse il conte alla giornalista.

La strega giornalista si tolse il grembiule, -Voglio solo farvi alcune domande, che male c'è?- Insisté.

-Voglio solo potermi rilassare dopo tutto quello che ho passato… dopo tutto quello che abbiamo passato…- Disse Mavis a bassa voce, senza neppure alzare lo sguardo.

Jonathan si avvicinò a lei e la abbracciò stringendola a se; scagliò uno sguardo disprezzante alla giornalista impicciona e poi sussurrò all'orecchio della fidanzata qualche parola consolante che la fece stare meglio.

-Soddisfatta ad aver riaperto le ferite di mia figlia?- Brontolò Dracula con un tono mantenuto faticosamente moderato per non infastidire la sua bambina, -Se non ti scaccio con la forza è solo perché non voglio darti nulla con cui accusarmi ed infangare il mio nome.-

-Senza usare la forza non ti libererai di me tanto facilmente!- Disse la donna con tono di sfida.

-Allora vattene e rinuncia al servizio che stai scrivendo su di me.- Esclamò il vampiro con voce imponente, stava provando ad usare i suoi ipno-occhi.

-Bene, la prima pagina di domani sarà mia, vedo già il titolo, "Dracula tenta di ipnotizzare giornalista per censurare il servizio di informazione pubblica".- Rispose la strega sfrontatamente.

Il vampiro stava per perdere la pazienza e scagliare la strega fuori dalla finestra senza alcuna scopa, ma Mavis guardò negli occhi la giornalista dicendo:

-Smetti immediatamente di importunarci.- La sua voce era talmente seria che quasi non sembrava lei.

La strega si voltò e lasciò la sala da pranzo, i suoi occhi erano spalancati e persi nel vuoto, visibilmente in stato di ipnosi.

-Whoa! Mavy! Hai fatto gli ipno-occhi!- Esclamò Jonny eccitato, -E persino meglio di tuo padre! Sei grandiosa!-

-Ipno-occhi?- Chiese la ragazza confusa.

-È così che Jonny chiama lo sguardo ipnotizzante.- Le disse il padre, -Piccola mia, prima di oggi tu avevi mai fatto una cosa del genere?-

-No, ma… è stato fantastico!- Esclamò lei emozionata.

-Be', non tutto il male viene per nuocere, magari anche se il demone è morto ti ha lasciato qualche potere nuovo, vero Drac?- Disse il giovane.

Il vampiro sembrava un po' preoccupato riguardo a ciò, ma non voleva rovinare l'entusiasmo della giovane coppia perciò preferì non allarmarli.

-Evita di sforzarti mia piccola ipnotizzatrice, sei ancora stanca per quello che è successo, inoltre io ci ho messo centinaia di anni ad affinare le mie capacità e nonostante tu sia la figlia di uno dei più potenti mostri al mondo, se non hai il perfetto controllo della tua magia, potresti fare del male a qualcuno.- Poi il conte si mise a sedere, tornando di pessimo umore, -Maledetti paparazzi…Temo che dovrò chiudere l'hotel per un po'.-

-Cosa?!- Domandò Mavis, stupita ed un po' arrabbiata, -Perché?!-

Anche Jonathan avrebbe voluto fare la stessa domanda, ma si stava gustando la sua colazione a base di blatte caramellate. Il cibo dei mostri non era tanto differente da quello umano orientale, aveva mangiato cose peggiori nei mercati rionali cinesi.

-Prima scacciavo facilmente i paparazzi che importunavano gli ospiti o me, ma questo è davvero troppo!-

-Ma non hanno nulla da fare se non infastidirci?- Si lamentò la figlia battendo un pugno sulla tavola, sono passati appena due giorni da quando abbiamo risolto il mio problema, non possono darci un po' di tregua?!- Concluse la vampira, arrabbiata.

-Glie l'ho detto più di una volta, ma a loro non importa, l'unica cosa che vogliono è far notizia... E se continuo a rifiutarmi di rispondere inizieranno a pubblicare le loro supposizioni come se fossero verità, e sarà molto peggio... temo che dovrò indire una conferenza stampa ora che la situazione è ancora sotto controllo.-

-Penso sarebbe una buona idea!- Disse Jonny, -Magari capiranno che gli umani non sono così pericolosi come credono!-

-Non ci spererei troppo, la questione degli umani è dibattuta da quando è stato fondato l'Ordine.-

-C'entrano qualcosa quei partiti di cui parlava quella strega?- Chiese il ragazzo.

-Esatto, noi mostri non diano grossa importanza alla politica, anche perché abitiamo in piccoli gruppi autogestiti isolati dal mondo. L'unica cosa che interessa a tutti noi è chiarire come rapportarci con gli umani, e riguardo ciò ci sono tre pensieri differenti che hanno dato origine ai tre patiti.

"Supremazia mostruosa" è il partito fondamentalista composto da coloro che vedono gli umani come animali da sfruttare, soprattutto come sostentamento, ma fortunatamente è in declino, soprattutto da quando Martha mi ha convinto ad abbandonarlo.

"Il popolo nascosto" è partito di maggioranza, moderato, di cui faccio parte, noi vogliamo vivere in pace nascosti dagli umani.

Ed infine gli "Umanisti" è un partito nuovo, loro sognano un mondo pacifico in cui mostri ed umani convivono, e dopo aver conosciuto te il loro potrebbe non essere soltanto un sogno...-

-Grazie amico, significa molto per me.- Disse Jonathan, sapeva che quello sarebbe stato uno dei più grandi complimenti che Drac gli avrebbe mai potuto fare, poi prendendo il giornale, -"L'umano piace a chi l'ha conosciuto"- Lesse il ragazzo ad alta voce, -Sono in prima pagina! Non accadeva da quella volta che venni rapito dai narcotrafficanti in Brasile... Ricordo ancora il titolo "Sequestrato turista americano, rapitori si costituiscono dopo poche ore."-

-Come li capisco...- Sospirò Drac.

-Vorresti dire che sono insopportabile?!-

I tre si misero a ridere.

-"Jonathan è il suo nome, il cognome resta resta ancora un mistero..."-Continuò a leggere con voce imponente.

-Già, ancora non sappiamo il tuo cognome!- Esclamò Mavis.

Ci fu un momento di silenzio, poi il ragazzo continuò a leggere senza rispondere:

-"Siamo riusciti a contattare 537 mostri che hanno soggiornato all'Hotel Transylvania nel periodo compreso tra il 27 settembre ed il 4 ottobre e dalle dichiarazioni è emerso che il 99,6% dei mostri,seppur da principio spaventati, sono entusiasti di aver conosciuto l'umano che hanno descritto come gentile e festaiolo; gli unici che non sono del tutto convinti sono solo il signor e la signora Skeleton che ai nostri microfoni hanno detto: "Sarebbe un bravo ragazzo se imparasse a tenere le mani a posto.""-

-Visto? Sei piaciuto a tutti!- Esclamò Mavis, entusiasta della notizia.

-Drac, c'è anche un articolo che parla di te.- Continuò il ragazzo sfogliando il giornale, -"Altro grande scalpore è stata la morte del cacciatore di mostri Simon Van Helsing per mano di Dracula che ha fatto guadagnare al proprietario di uno degli hotel di mostri più famosi del mondo molte ammirazioni e che lo rendono uno dei mostri più influenti del momento. Ma la vicenda di Van Helsing rimane tutt'ora circondata da un alone di mistero. Nessuno eccetto Dracula(580 anni), sua figlia Mavis(118 anni) e l'umano(121 anni non confermati) lo ha visto, e ci è stato impossibile parlare con loro tre. Testimoni affermano che alle ore 21:13 del primo ottobre la signorina Mavis Dracula, ferita, è entrata nell'hotel portando con se l'umano morente.Entrambi erano stati feriti da frecce d'argento, tipiche dei cacciatori.

Secondo una prima ricostruzione non ufficiale i due giovani si sarebbero allontanati dal castello dopo un diverbio con il padre della ragazza, per motivi non meglio precisati, verso le ore 16.

Non sappiamo nulla di ciò che è avvenuto in queste cinque ore, l'ipotesi più probabile è che l'umano sia stato ferito per errore durante la lotta fra la vampira ed il cacciatore.

Inoltre alcuni testimoni affermano che Mavis avrebbe detto al padre di aver morso l'umano per non farlo morire, in questo caso si sarebbe dovuto trasformare in vampiro, ma durante la sua ultima comparsa di ieri sera degli esperti hanno certificato che è ancora un essere umano. Ciò dimostra che i racconti sono ancora molto confusionali ed inaffidabili.

La cosa che però preoccupa molti è come possa essere accaduto che dopo 114 anni di tranquillità all'Hotel Transylvania siano arrivati non uno, ma ben due umani. Sarà solo una coincidenza, o forse l'hotel non è più sicuro come una volta? O magari l'umano è complice di Van Helsing...?"! Che diavolo hanno scritto? Quell'uomo mi ha ucciso!- Urlò il ragazzo arrabbiato.

Mavis prese il giornale e continuò a leggere ad alta voce:

-"Anche se ha la fiducia di chi lo ha conosciuto, la maggior parte degli altri mostri temono che sia una minaccia.

Comunque siamo in attesa di una comunicazione ufficiale da parte dei diretti interessati."... Che bastardi, se le inventano di tutte pur di fare notizia!-

-Mavis!- Esclamò Drac, -Non tollero un linguaggio del genere a tavola!-

-Va bene papà, ma è quello che sono.- Rispose la figlia, -È quello che vuoi? Chiuderai l'hotel per un po'?-

-Non lo so...- Disse il vampiro portandosi una mano alla fronte, riflettendo sulla delicata situazione, -Se chiudessi i mostri lo vedrebbero come segno di debolezza e perderei la loro fiducia, ed adesso la fiducia è l'unica cosa che mi rimane...-

-Su col morale amico! Parliamo di cose serie, questo posto ha bisogno di una ristrutturata da cima a fondo!- Disse Jonathan, carico di entusiasmo.

-Che intendi fare?- Gli Domandò Mavis, tanto felice quanto curiosa.

-Innanzitutto ho notato che i telefoni delle camere sono in contatto soltanto col la reception e nemmeno in accettazione hanno una linea che comunica con l'esterno. Come fai con le prenotazioni?- Domandò il ragazo a Drac.

-Via posta aerea.-

-Forte! Tipo i gufi di Hogwartso i classici piccioni viaggiatori?-

-Gufi? Piccioni? Pessimi postini, i gufi sono quasi ciechi alle brevi distanze, quindi si schiantano su tutti gli ostacoli quando sono dentro gli edifici, ed i piccioni spesso vengono scambiati per cibo dai destinatari... Io uso pipistrelli per il servizio notturno e corvi per quello diurno, ma in caso di pacchi importanti ci sono mostri volanti come draghi ed arpie.-

-Usate anche il servizio postale umano?-

I due vampiri si guardarono divertiti, sembrava stessero per scoppiare a ridere.

-Che ho detto?- Chiese l'umano, confuso.

-Zio Frank...- Iniziò a raccontare Mavis ridacchiando, -Dopo essere stato in Cina si è fatto spedire a casa in Inghilterra con la spedizione più economica che ha trovato... Due settimane dopo la partenza il pacco è stato aperto dagli umani dell'ufficio doganale assieme polizia perché ai raggi X avevano visto un corpo fatto a pezzi...-

-Cosa?!- Esclamò il ragazzo divertito, -E come è andata a finire?-

intervenuta la MCM, Mind Cleaner Monsters, una squadra specializzata nel risolvere i casi di umani che scoprono i mostri. Hanno cancellato la loro memoria, normale amministrazione per loro. Da allora Frank usa ancora i corrieri umani per i viaggi nazionali o all'interno dell'unione europea, ma per i viaggi all'estero deve volare tramite un costoso dragocelere maxi. Fortunatamente da sei anni la Romania fa parte di questa organizzazione, per la felicità di quel taccagno!- Raccontò Drac, -Ma come mai lo volevi sapere?-

-Perché se creiamo una linea telefonica sarà più semplice comunicare con l'esterno. Inoltre, anche se usate torce e candelabri che rendono l'atmosfera ancora più tetra e spettrale, l'elettricità semplificherebbe molte cose, inoltre potresti aprire una sala giochi.- Disse Jonathan.

-No.- Tagliò corto il vampiro.

-Perché no?- Domandò Mavis, un po' delusa.

-Mi sono informato anni fa, sia per la linea telefonica che per la corrente elettrica dovrei stendere dei cavi che partono dal castello fino al mondo esterno e renderebbe troppo facilmente intercettabile l'hotel da chiunque. Soprattutto ora sarà bene tenere un basso profilo.-

-A causa mia?- Domandò l'umano.

-Non incolpare te stesso, è tutta colpa dei pregiudizi... ma la cosa che mi darà più problemi sarà dimostrare ai membri dell'Ordine ed a tutti i mostri che il mio hotel è un posto sicuro, altrimenti mi obbligheranno a chiuderlo, infrangendo i sogni di Martha.-

-Cosa? Ma non possono!- Esclamò Jonathan.

-Come tutti i luoghi pubblici deve rispettare dei canoni di sicurezza severi.- Sospirò il vampiro, pensieroso, -Prima di pensare a tutte le tue idee per l'intrattenimento dovremmo riguardare i sistemi di sicurezza, posso capire che un esperto cacciatore di mostri riesca a passare oltre orde di zombie e zone infestate dai fantasmi, ma se uno come te è riuscito ad arrivare al mio castello allora ci può riuscire chiunque!-

-Cosa vorresti insinuare?- Esclamò il ragazzo con tono minaccioso.

-Posso essere ripetitivo?-

L'umano lo guardò stranito.

-Il fatto che tu non lo abbia capito conferma la mia tesi!-Rispose il conte ridendogli in faccia.

-Ah, è così?- Esclamò Jonathan alzandosi ed avvicinandosi al vampiro alzandosi le maniche, -Guarda che la mia proposta di risolvere la questione fra uomini è ancora valida, ma ricordati che un gentiluomo non picchia qualcuno che indossa gli occhiali!- Concluse battendo il petto di Dracula con l'indice accusatorio.

Con un leggero movimento dell'indice il vampiro sfilò gli occhiali dell'umano, piegandoli e facendoli fluttuare fino ad porli con delicatezza nella loro custodia sul tavolo.

Jonny, trovandosi in una pessima situazione che non aveva previsto, aggiustò il colletto ed il foulard di Drac, facendo finta di non aver detto nulla.

-Uomini… peggio dei bambini…- Commentò la vampiretta abbassando la testa fino a poggiare la fronte sul tavolo, imbarazzata, ma anche divertita per il comportamento infantile dei due.


Un piccolo scorcio di vita normale, ma non troppo tranquilla, per i tre, ma la realtà è che la tempesta non è affatto passata, loro adesso sono nell'occhio del ciclone! Per quanto tempo potranno godersi questa pace?

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, ricordate di recensire!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il postino ***


CAPITOLO 2 - Il postino

La giornata trascorse serenamente per la giovane coppia che spese il proprio tempo parlando della propria vita, anche se ben presto la discussione divenne un monologo di Jonathan che non riusciva a finire di raccontare tutti i suoi avventurosi viaggi, mentre Mavis si accorse che pur avendo vissuto sei volte più a lungo del ragazzo, non aveva mai sperimentato nulla de la facesse realmente sentire viva, ma finalmente adesso poteva iniziare una vita piena accanto alla persona che amava.

Purtroppo la giornata di Dracula non era stata spensierata come quella della giovane coppia. Lui si trovava nel suo ufficio in cima alla torre, ma la vista della foresta che aveva da lassù era coperta dalle centinaia di creature volanti di ogni tipo, dai piccoli insetti ai grandi rapaci, che lo bombardavano di corrispondenza da tutto il mondo.

Con tutta la pubblicità più o meno gradita che i giornali stavano facendo al vampiro ed al suo hotel le prenotazioni erano aumentate a dismisura, tanto che non bastava controllare una ad una le identità di tutti i futuri ospiti per impedire l'entrata di altri giornalisti e di semplici curiosi che sarebbero stati fastidiosi da avere fra i piedi, e perciò fu costretto a rifiutare tutte le richieste di pernottamento che non fossero quelle di suoi conoscenti fidati.

Le lettere si stavano accumulando di minuto in minuto e più il vampiro ne leggeva e più ne entravano dalla finestra, sembrava un lavoro impossibile anche con l'aiuto la sua super velocità.

Erano lettere di ogni tipo, principalmente prenotazioni, ma anche auguri di compleanno per Mavis consegnati in ritardo, domande di ogni genere riguardo alla sicurezza dell'albergo e sugli umani, congratulazioni per la sconfitta di Van Helsing, ma anche preoccupanti minacce a Dracula ed a Jonathan per l'apertura che il famoso vampiro iniziava ad avere nei confronti degli umani. Furono soprattutto queste ultime a mettere ancora più ansia al vecchio conte già fin troppo preoccupato, ma non poté fare altro che ignorarle.

-Se continuo così diverrò pazzo prima dell'alba...- Disse il conte a se stesso lasciando cadere la testa sulla pila di lettere ancora da leggere, -Ho bisogno di una pausa rilassante... Stregadiere!- Concluse ed in un attimo arrivò un gruppo di streghe a cavallo delle loro scope.

-Signore, sostituitemi un attimo, leggete la corrispondenza e rispondete solo alle prenotazioni dicendo che non accettiamo nuovi arrivi e ci scusiamo del disagio bla, bla, bla... inventatevi qualcosa! Il resto lasciatele che le leggerò personalmente.-

-Sì signore!- Risposero le streghe all'unisono, stando sull'attenti.

Detto ciò Drac si incamminò verso la porta, ma un attimo prima di uscire si voltò dando un nuovo ordine:

-Se dovesse arrivare una raccomandata con il sigillodell'Ordine del Drago avvisatemi immediatamente.-

Dopo di che lasciò la stanza chiudendo l'imponente porta dietro di se.

-Voi sapete dove è andato Dracula, vero?- Domandò una strega alle campagne, le quali risposero con un'alzata di spalle interrogativa.

-Ci voleva proprio una pausa rilassante!- Esclamò il vampiro mentre si lasciava crogiolare nelle tiepide acque della vasca idromassaggio della spa sotterranea.

-Finalmente posso dimenticare le preoccupazioni e le responsabilità del mio hotel...-

Ma il vampiro non fece in tempo a concludere la frase che l'acqua in cui era immerso iniziò a diventare sempre più vorticosa, fino a che il mulinello divenne una tromba d'acqua alta un paio di metri che però improvvisamente ricadde a terra.

-Dovresti iscriverti al corso di acquagym di Mr. Fly, hai messo su pancia in questi ultimi cento anni!- Esclamò Dracula divertito, mentre si alzava in piedi nella vasca ormai quasi completamente vuota.

-Guarda che sono in perfetta forma, sono i tuoi tubi ad essere troppo intasati di calcare!- Rispose il vecchio amico tritone, incastrato dalla vita in giù nello scarico della vasca.

-Credevo incolpassi l'acqua dolce come fai di solito.-

-Certo! Lo sai che l'acqua dolce di questo lago mi gonfia la pelle! Dai, aiutami ad uscire di qui.-

-E perché? Potremmo indire un consiglio qui, come ti sembra come idea?-

-Sì, perché no? Tanto fra noi due il più imbarazzante sei tu con quel ridicolo costume!- Esclamò Nettuno indicando il costume da bagno di Dracula, giallo con un pipistrello nero stilizzato al centro.

-Per forza non ti piace, tu non hai stile! Ora dammi solo un attimo che ti tiro fuori.- Disse Drac, porgendo la mano al goffo re dei mari.

Il tritone prese la mano del vampiro, ma bastò un leggero strattone per staccargli la protesi di braccio zombie dal corpo, causando l'ilarità al guerriero che scoppiò a ridere.

-Sei vecchio amico, sai? Inizi anche a perdere pezzi!-

-Ma guardati per te,- Rispose Dracula, riattaccandosi il braccio, -Sei così in forma che sul petto hai la tartaruga... al contrario!-

-Hai ragione amico, siamo scemo e più scemo...-

-Basta chiacchiere, chiamo aiuto. Spettraulico!-

Con la solita lentezza tipica degli zombie l'idraulico raggiunse Drac e rimase in attesa di ordini.

-Tubatura intasata nella vasca idromassaggio.- Gli disse il vampiro.

A queste parole lo zombie guardò la "causa" dell'ingorgo e poi spostò lo sguardo alla sua piccola ventosa sturalavandini ed emise un lamento triste e sconsolato.

-Hey, spero che quella ventosa tu non l'abbia usata anche per i gabinetti intasati!- Disse il tritone.

-Oh, non ti preoccupare...- Rispose il conte, ridendo maliziosamente sotto i baffi.


...


-Questo posto non è cambiato per niente dall'ultima volta...- Disse il draghiere guardandosi intorno, -Quanto tempo è passato? Cent'anni o poco più?-

I due stavano camminando lungo la hall dell'hotel.

-Già, come mai hai smesso di venire?- Domandò Dracula.

-L'idea di un hotel per mostri mi piacque, così ho ristrutturato la città di Atlantide trasformandola in un villaggio vacanze adatto ai mostri di acqua salata.-

-Sì, a pensarci bene avevo ricevuto il tuo biglietto di invito all'inaugurazione, ma non sono potuto venire, sai, fra Mavis appena diventata adolescente, il lavoro all' hotel Transylvania, e la difficoltà a rilassarsi senza aria a oltre duemila metri sotto l'oceano mi hanno costretto a rinunciare a malincuore...- Rispose Dracula sarcasticamente, -Ma immagino che la tua non sia una visita di piacere, vero?-

-Oh, certo, quasi dimenticavo, sono qui per consegnati questa lettera dall'Ordine,- Disse il guerriero estraendo dalla sua tunica una lettera completamente zuppa d'acqua e stinta, -... Va be', il consiglio dell'Ordine del Drago è stato fissato per mezzogiorno del 31 ottobre 2012, tu, tua figlia e l'umano avete l'obbligo di presenza.-

-Ma tu intendi la mezzanotte di fine 31 ottobre. Hai ancora tre settimane per preparare tutto. E ti conviene organizzarlo bene, per il capodanno dei fantasmi ci saranno molti mostri da te in vacanza oltre a quelli che verranno a seguire uno dei consigli più importanti di tutti i tempi.-

-Mi volete mettere alla prova? Accetto la sfida.- Disse il conte sicuro di se.

-Sai cosa Drac?- Iniziò a parlare Nettuno, -A proposito di visitatori, me lo ricordavo molto più affollato questo posto.-

Il vampiro si guardò intorno, effettivamente c'erano solo qualche zombie ed una manciata di ospiti.

-Va be' che ho bloccato i check in, ma questo posto non è mai stato così deserto, dove sono tutti?-

-Inoltre i pochi che ci sono mi guardano in modo strano, sembrano quasi divertiti nel vedermi...- Commentò il tritone un po' perplesso.

-Non ti preoccupare, è che sei un mostro famoso...-

Le parole del conte fecero riempire di orgoglio il draghiere, ma la verità era che durante le operazioni di rimozione il riporto che gli nascondeva la calvizie si era sfatto e lo sturalavandini era rimasto attaccato alla sua testa in buona parte calva.

-Vieni con me? Vorrei avvertire anche Mavis e Jonathan.- Concluse il vampiro.

-Certo, ne approfitterò per fare un tour di questo fantastico posto.-


...


I due cercarono la giovane coppia ovunque all'interno dell'hotel, ma senza successo, ed oltre a loro mancavano anche molti ospiti ed anche lo staff sembrava ridotto, ma nessuno di coloro a cui avevano chiesto informazioni era stato in grado di aiutarli.

Uscirono dal portone che conduceva al giardino interno. Il Sole era già sorto, ma c'era nebbia quella mattina, tanto che dal giardino non si vedeva il tetto dell'hotel.

Subito Nettuno guardò la colossale statua della fontana che l'amico vampiro aveva fatto forgiare in suo onore, ma un attimo dopo la sua espressione fiera divenne perplessa.

-Drac, in quella statua manca qualcosa...- Disse il guerriero.

-Un po' di pancia? Si, la dovrei aggiungere.- Rispose Dracula scherzosamente.

-No, il tridente! Che fine ha fatto quella fantastica replica del mio tridente? E perché lo hai cambiato con un vaso di fiori?-

-Oh, be'...- Il vampiro si bloccò un attimo, gli tornò in mente l'orribile racconto di Mavis che gli dette il voltastomaco al solo pensiero, -È che... la gente lo vedeva come qualcosa di troppo temibile, metteva in soggezione i bambini, capisci? Perciò ho voluto mostrate la parte più benevola dell'acqua, cioè la fonte di vita, la tua grande potenza è già ben rappresentata dall'imponenza della tua statua.-

-Oooh... capisco... ora si che mi sento strafigo!- Rispose il draghiere apprezzando le false parole del conte.

-Non sono nemmeno qua...- Esclamò Dracula ancora perplesso ed un po' preoccupato di dove fossero spariti tutti, -A questo punto dove li posso cercare?- Concluse pensieroso.

Ma i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da una sfera di legno grande come un pallone da calcio che gli sfiorò il naso a tutta velocità ed un attimo dopo Drac sarebbe stato travolto da uno yeti a cavallo di una scopa volante se il vampiro non si fosse trasformato in nebbia.

Una volta scampato il pericolo il conte tornò umano e ruggì arrabbiato al mostro spericolato, ma venne ignorato dall'uomo delle nevi che colpì la palla con una mazza da criket facendola volare verso il lago.

-Che diavolo stanno combinando?- Esclamò Dracula avvicinandosi alle mura per provare a vedere da dove arrivava il mostro delle nevi.

C'erano tre cerchi disposti a triangolo, fluttuavano qualche decina di metri sopra al lago, ed oltre essi si vedeva una dozzina di persone o poco più volare sulle scope ed altre palle venire lanciate in giro, forse una versione "volante" del basket?


...


-Ho desiderato fare questa cosa da quando ho letto il libro!- Urlò Jonathan eccitato come non lo era mai stato, asciugandosi gli occhiali bagnati dalla nebbia e tenuti malamente attaccati alla testa con qualche giro di nastro adesivo, mentre a cavallo del suo manico di scopa sorvolava l'acqua del lago facendola increspare dietro di se.

-Solo perché sei tu che ci hai insegnato questo gioco non vuol dire che ti puoi permettere distrazioni!- Disse una voce dietro al ragazzo.

Jonny so guardò intorno, ma non vide nessuno, poi notò una scopa vuota che lo affiancò.

-E non pensare che Mavis si faccia acchiappare da te solo perché sei il suo zing, sappi che nei giochi è molto competitiva, soprattutto a chiapparello!- Esclamarono gli occhiali scotchati al nulla.

-Pensi di mettermi soggezione? Ho giocato a quidditch migliaia di volte con la mia Play Station, ho una certa esperienza, anche se sarebbe più facile se la scopa fosse munita di controller...-

Griffin stava per rispondere, ma i due vennero interrotti da una piccola sfera dorata che colpì Jonathan in segno di sfida e volò via lasciando una scia luccicante dietro di sé.

-Non mi sfuggi!- Dissero i due all'unisono partendo all'inseguimento della piccola pipistrellina resa scintillante da qualche stregoneria.

La vampiretta si trovò i due alle calcagna che la stavano raggiungendo, concentrandosi ed usando la magia sarebbe stata più veloce di loro, ma preferì non barare e mettere a prova la propria agilità. Imbardò improvvisamente dirigendosi verso l'isola su cui sorge il castello costringendo i cercatori a fare una curva più lunga della sua, a quella velocità la loro mole maggiore rendeva difficili le manovre strette, e poi rese il gioco ancora più difficile volando rasoterra fra le gambe degli spettatori che guardavano la partita e facendoli sobbalzare al suo passaggio generò una ola.

Jonathan e Griffin la persero di vista e si fermavano in attesa di qualche movimento, ma vedendo tutto fin troppo calmo l'umano si voltò verso l'uomo invisibile pronto a dirgli qualcosa, ma le parole gli morirono in gola.

Mavis era proprio dietro alla scopa di Griffin che faceva le boccaccie alle spalle dei due, Jonny fece un sorrisetto di sfida, poi sferrò un rapido attacco per catturarla, attacco che venne improvvisamente bloccato da qualcosa... qualcosa di morbido ed invisibile...

-Off! Ma sei pazzo!?- Gridò Griffin arrabbiato, -Perché mi hai colpito?!- Continuò tirando un calcio al fianco del ragazzo che lo fece girare sulla scopa lasciandolo appeso per le mani.

-Scusa amico! C'era Mavis dietro di te!- Si scusò il ragazzo.

-Cosa?- Rispose l'uomo voltandosi ed una volta visto il pipistrello dorato partì all'inseguimento.

-Griffin? Una manina a ritirarmi su no?- Esclamò l'umano sconsolato, -Ragazzi? Ho bisogno di un aiuto!- Continuò a voce più alta sperando di essere sentito dai compagni di squadra.

Gli occhi del giovane si spalancarono riempiendosi di terrore, un bolide Io stava raggiungendo a tutta velocità e prima ancora che potesse reagire venne investito dalla palla di legno. Il colpo fu talmente forte da far girare l'umano che si ritrovò nuovamente seduto sulla scopa, anche se un po' acciaccato.

Anche se il dolore era intenso la sua perseveranza e la sua voglia di vincere erano più forti e ripartì all'inseguimento di Mavis, che intanto era entrata all'interno dell'area di gioco obbligando Griffin e Jonathan a fare lo slalom fra i giocatori e le palle.

Ma in mezzo a quella calca alla fine la vampira venne colpita da una palla da basket utilizzata come pluffa facendola destabilizzare. Il colpo fu leggero, ma Griffin ne approfittò per raggiungerla, era talmente vicino che Mavis poté vedere la cima del manico della sua scopa e sentire la sua mano sfiorarle le ali, ma poi accade ciò che lei non si sarebbe mai aspettata, la scopa la sorpassò e continuò a dritto come se non ci fosse nessuno a giudarla, anche se non era facile capirlo.

La pipistrellina si voltò, Jonathan era ancora lontano, ma la sua attenzione venne attirata dal grido di Griffin:

-Ahi! Dannazione! Smettetela di prendermi a pallonate e fatemi scendere!-

Mavis non poté trattenere le risate, l'uomo invisibile era rimasto appeso dopo lo schianto contro un anello fluttuante usato come meta quando lei ci era passata attraverso.

Ma non poté godersi la scena comica a lungo visto che Jonathan la stava raggiungendo, quindi lei riprese a volare alzandosi di quota, verso la nebbia sempre più fitta.

La visibilità era ridottissima, ma la scia di polvere dorata che lasciava Mavis rese comunque facile l'inseguimento al ragazzo, che però percepì qualcosa di strano alle sue spalle, perciò si voltò credendo di vedere qualche altro giocatore, ma vide poco più che un'ombra nera svanire nella nebbia, forse solo una sua impressione.

Poco dopo sentì la ventata di qualcosa che volò accanto a lui sorpassandolo ad alta velocità, anche questa volta il ragazzo provò a vedere cosa fosse, ma sparì nuovamente fra la nebbia. Non era stata una sua impressione, qualcosa gli stava volando attorno e tornò all'attacco in maniera più diretta cercando di speronarlo, ma Jonathan riuscì ad evitarlo con una rapida virata.

Qualsiasi cosa fosse sembrava immateriale, quasi come un fantasma nero.

-No maledizione! Tutto ma non i Dissennatori!- Gridò il giovane in preda al panico mentre si guardava intorno cercando di capire da dove quel mostro sarebbe sbucato, ma quando si voltò nuovamente in avanti quell'essere era dinnanzi a lui.

Il ragazzo fece una fragorosa inchiodata con la scopa, ma non fu sufficente ad impedire l'impatto con il nero spettro.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cicatrici dolorose ***


Lo so che è passata un'eternità, ma non smetterò di scrivere e spero di aver superato definitivamente questo periodo eccessivamente carico.

Ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato la mia prima fiction e che contrinuano a seguirmi e commentarmi.


CAPITOLO 3 - Cicatrici dolorose

Jonathan, stordito, si sentiva cadere nel vuoto, ma l'oscurità ed il silenzio lo avvolsero rapidamente.

-Jonny?- Una flebile e lontana voce spezzò il silenzio.

-Jonny?- Ripeté, un po' più forte.

-Eeeer...- Rispose il ragazzo con un lamento zomboso.

-Ti stai svegliando finalmente.-

L'umano aprì gli occhi lentamente, ancora assonnati.

-Che è successo?- Domandò con voce stanca, cercando di capire chi fosse quella figura accanto a lui, poi la mente del ragazzo venne attraversata da un flash dell'incidente con la scopa, a del terribile mostro oscuro, -Sono vivo?- Esclamò alzandosi a sedere sul letto dell'infermeria dove si trovava, -Chi era quell'orrendo e malvagio essere raccapricciante che ha cercato di uccidermi?- Concluse in preda d panico.

-Orrendo e malvagio essere raccapricciante?- Gli fece eco Dracula alquanto alterato.

-Sì Drac, ha cercato di uccidermi!-

-Ero io idiota!- Urlò il conte in faccia a Jonathan, -Volevo solo fermarti, ma fra il vento e la nebbia non ci sono riuscito, e poi tu mi sei venuto addosso! Nessuno voleva ucciderti, anche se adesso sto cambiando idea...-

-Woh, scusa amico, devo essermi sbagliato, ma perché non ti sei trasformato in pipistrello? Ti avrei riconosciuto meglio, con quel mantello sventolante sembravi uno spirito malvagio!- Si difese l'umano.

-E secondo te se mi trasformo in pipistrello come faccio a volare con questo braccio? Questa protesi ottenuta col braccio di uno zombie non so può trasformare. Hai idea di quanto sia stancante volare utilizzando la telecinesi?-

-Be', in ogni caso non capisco cosa ci facessi la su, se volevi giocare bastava prendere una scopa.- Continuò il ragazzo facendo imbronciare il vampiro, che rispose arrabbiato:

-Ma cosa ti è saltato in mente? Non ero stato abbastanza chiaro quando ho detto che una commissione tecnica verrà a controllare la sicurezza dell'hotel e non possiamo permetterci errori? Abbiamo inoltre poco più di tre settimane per preparare il castello al Consiglio che è stato indetto e che si terrà qui, tra l'altro preciso nella notte del capodanno dei fantasmi, quindi ci sarà un sacco di gente.-

-Ma la gente è qui per divertirsi!- Replicò Jonny, quasi arrabbiato per il comportamento da vecchio bigotto di Drac.

-No, non adesso, tu mi hai insegnato cosa vuol dire divertirsi, ma convincere i membri dell'Ordine non sarà altrettanto facile. Tra l'altro molti ritengono questo posto insicuro perché tu sei riuscito a scovarlo. Per non parlare di quelli che non tollerano il mio avvicinarmi al mondo umano... Quindi ti prego di mantenere l'ordine almeno fino a che non si saranno calmate le acque. E poi non mi sta bene che tu metta su due squadre per un gioco del genere senza invitarmi!- Concluse il vampiro ridendo per scacciare le sue preoccupazioni.

Jonny rispose con un sorriso amichevole, poi porse la mano destra al vampiro, che però porse a sua volta la sinistra.

-Oh, già, scusa...- Sussurrò il ragazzo ricordandosi del "problema" di Drac, così cambiò mano e prese quella del conte, con cui l'uomo aiutò l'umano ad alzarsi.

-Jonny!- Esclamò Mavis entusiasta al ragazzo appena lui aprì la porta.

-Mavy!- Rispose lui altrettanto contento di sentire quella voce.

La ragazza si avvicinò alla porta appoggiandoci una spalla.

-Hey.- Disse lei.

-Hey.- Rispose lui allo stesso modo

-Come stai?- Gli chiese.

Lui alzò le spalle, pensieroso, -Non mi lamento, dopo la botta e quella caduta potevo uscirne molto più acciaccato... ma ora che ho visto te sto benissimo!- Concluse romanticamente, appoggiando una mano sulla porta, poco sopra alla spalla di Mavis, che arrossì. Ma l'amorevole momento venne bruscamente interrotto da Drac che passò forzatamente attraverso i due separando Jonathan da sua figlia con una spallata.

-C'è un sacco di lavoro da fare, tre settimane sono veloci da passare.- Disse il vampiro burberamente.

Dracula non aveva tutti i torti, i giorni passarono in fretta, anche perché la nuova politica dell'hotel era molto restrittiva, più di quanto non lo fosse prima dell'arrivo di Jonathan e perciò non ci fu nulla di interessante o fuori dall'ordinario. Ma per la giovane coppia non era un problema, per loro era sufficiente stare insieme per essere felici.


...


Era buio, l'unica luce visibile era quella della torcia portatile di Jonathan. Era con Mavis che lo accompagnava ovunque nelle sue esplorazioni del castello.

-Questo posto è impressionante, non sono bastate due settimane per mappare tutti i passaggi segreti, e meno male che ho l'aiuto dei ragni parlanti e di te che ti trasformi in nebbia!- Commentò il ragazzo.

-Be', i sotterranei li abbiamo già finiti, il lavoro difficile è fatto.- Rispose Mavis.

-Sarà... ma più cammino per questo posto e più segreti scopro.- Continuò l'umano poco speranzoso mentre si fermò un attimo a controllare la vecchia mappa dell'hotel a cui aveva aggiunto tutti i passaggi e corridoi segreti che avevano trovato.

I due esploratori erano arrivati ovunque tramite i cunicoli nascosti e fortunatamente in albergo erano rimasti pochi mostri perché molti passaggi portavano ai bagni di molte camere.

-Stai facendo un ottimo lavoro Jonny!- Esclamò Mavis sorridendo, questo complimento fece tornare un po' di fiducia a Jonathan, -Adesso molti corridoi che mio padre si era dimenticato di aver fatto costruire sono segnalati e possono essere usati come via di fuga d'emergenza.-

-Abbiamo fatto un ottimo lavoro,- Precisò il ragazzo, -Comunque hai ragione, dobbiamo finire questo lavoro se vogliamo che questo posto non venga chiuso.-

-Jonathan! Mavis! Da questa parte!- Una voce acuta echeggiò per il corridoio, -Abbiamo trovato uno spiraglio fra le pietre!- Continuò, era la voce di un ragno.

I due avanzarono fino a raggiungere un gruppo di ragni, un po' attaccati alla parete ed altri appesi alla ragnatela al soffitto.

Jonathan prese una candela dalla tasca e Mavis la accese con i suoi nuovi poteri pirocinetici.

Fatto ciò avvicinò la candela alla parete nella zona segnalata dai ragni e la fiamma iniziò ad incresparsi, c'era davvero uno spiraglio fra le pietre.

-Ben fatto ragazzi, ora vediamo se riusciamo a trovare il meccanismo...-

Detto ciò spense la candela, prese la torcia in bocca ed iniziò a toccare tutte le pietre in cerca di quella giusta, aiutato da Mavis. Non ci volle molto prima che la ragazza spingesse l'interruttore che fece scorrere la parete in esterno liberando il passaggio.

Per un attimo l'aria si saturò della polvere accumulata per decine di anni che li fece tossire.

-Dove siamo?- Domandò la vampira.

-Se i miei calcoli sono giusti dovremmo essere sopra alla camera di tuo padre...- Rispose il ragazzo controllando la mappa.

-I tuoi calcoli sono errati...- Precisò una voce dolorante ed oppressa, -Non siete sopra alla mia camera, siete sopra di me!- Concluse.

I due giovani si guardarono imbarazzati e si spostarono subito permettendo a Dracula di alzare e richiudere il portale che lo stava schiacciando.

-Scusaci Drac, colpa mia, devo aversbagliato a contare gli scalini... mi sembrava strano essere sopraalla tuacamera visto che è in soffitta...-

-Non fa nulla...- Disse il vampiro aggiustandosi il lungo naso sanguinante, -Stai facendo egregiamente questo lavoro che avrei dovuto fare io molti anni fa. Bene, se mi dai la mappa aggiornata faccio rendere le vie di fuga più visibili.-

-Certo, ecco qua, ho segnato anche i vicoli ciechie le zone che avrebbero bisogno di essere risistemate.- Disse Jonny dando le mappe arrotolate al vampiro.

-Perfetto, andate pure a divertirvi, ve lo siete meritato.-

-Davvero papà?- Esclamò Mavis eccitata.

-Certo cara.-

-Jonny ti prego, mi porti al vero villaggio di umani?-

-Be', per me è ok, ma deve essere d'acc...- Ma l'umano venne tagliato fuori da Drac:

-No. Non se ne parla.-

-Perché sempre no?!- Protestò la ragazza, -Non sai dire altro?-

-Lo sai, lo faccio per il tuo bene. Questo non è un buon momento per uscire. La fuori brulica di giornalisti e sai quanto possono essere fastidiosi, per non parlare di quelli contrari alla pace fra mostri ed umani che possono essere pericolosi.-

-Ma...- Iniziò la ragazza, ma le parole le morirono in gola, poi si spostò verso una parete dove appoggiò la fronte, -Non è giusto...- Sospirò sconsolata.

-Potremmo mostrare a tutti che è possibile fare una passeggiata in una città piena di umani senza venire inseguiti con torce e forconi. Magari inizierei con qualcosa di poco affollato... per esempio il castello di Lubove!-

A queste parole padre e figlia risposero con due espressioni opposte, lei era eccitata, mentere lui visibilmente contrariato.

-Come puoi anche solo proporre una cosa del genere? Hai idea di quanta sofferenza ci sia in quel castello?- Protestò il vampiro agitato.

-Non è assolutamente vero, io ci sono stato e quel posto è ancora pieno di amore, indipendentemente da quello che è successo!- Si impose Jonathan.

-Ma non voglio che Mavis ripercorra quello che è successo!- Continuò il conte alzando la voce.

Il ragazzo stava per rispondere, ma venne interrotto da Mavis:

-Non sono una bambina e so benissimo quello che è successo.- Disse con voce fredda.

-Piccola mia, ci sono cose che ho preferito non menzionare... Per il tuo bene.- La voce di Drac divenne calma ed amorevole.

-No, fidati, so tutto.-

-Eri troppo piccola per ricordare.-

Mavis sospirò, la sua gola bruciava e gli occhi erano umidi, prese un attimo per calmarsi, per non far sentire tremare la sua voce, poi iniziò a parlare:

-Amore, fammi una promessa... non inseguire la vendetta, ma proteggi nostra figlia e crea un posto sicuro per tutti noi in attesa che gli umani diventino abbastanza maturi da riuscire a vivere armonia con i mostri.-

Dracula rimase di ghiaccio, mentre Jonathan guardava i due confuso.

-Tu... come...- Il vampiro cercò di parlare, ma lo stupore era talmente tanto da impedirglielo.

-So più cose di quanto tu possa immaginare.-

Il padre avrebbe voluto replicare, ma proprio in quel momento nella camera facevano irruzione, senza bussare, Frank, Wayne, Murray e, forse, Griffin.

-Hey! Mi sembrava di aver sentito la vostre voci!- Esclamò Murray euforico, ma la sua espressione felice si incrinò quando si accorse che l'aria era talmente tesa da poterla tagliare con un coltello.

-Ma che è successo?- Chiese con più calma.

-Mio padre non vuole che mi diverta.- Rispose Mavis imbronciata.

-Se volessi che tu non ti diverta ti manderei in camera tua in punizione!- Le disse Drac.

-Benvenuta nel club, da quando ha incontrato quella draghessa è tornato il noioso duca di noialandia!- Si lamentò Wayne.

-Io sono un conte! Il conte della Transilvania!-

-A me sembri più il voivoda della Valacchia.- Mormorò acidamente la ragazza fra i denti, questa frecciatina era più velenosa e dolorosa del morso di una lamia, tanto che rimasero impietriti tutti i presenti.

La vampira si voltò e trasformandosi in nebbia attraversò la parete penetrando nel corridoio nascosto e lasciando il padre con il cuore spezzato ed una lacrima che gli solcava il volto.

-Come lo ha scoperto? Drac, glielo hai racontato tu?- Donandò Frank timorosamente.

-Certo che no! Ma sapeva anche le ultime parole che Martha ha detto prima di morire... Non oso nemmeno immaginare cosa la sua anima abbia passato mentre era soggigata da quel demone...- Disse il vampiro con aria cupa, -Aveva detto di non ticordare nulla di ciò che era successo prima che Jonny la facesse riprendere, ma temo che mentisse per non farmi preoccupare. Ora capisco perché era emotivamente instabile in questi ultimi giorni, quello che ha passato la sta turbando più di quanto lei voglia mostrare.- Poi rivolgendosi al ragazzo, -A te ha detto nulla?-

Jonathan rimase un attimo in silenzio, pensieroso, come se non avesse neppure sentito la domanda, ma un attimo prima che l'uomo la ripetesse lui rispose:

-No, non mi aveva detto nulla, ma mi ero accorto che era strana.- Poi si rivolse al vampiro, i loro sguardi egualmente tristi e preoccupati si incrociarono, -Mi dispiace per quello che ti ha detto, ma non ti preoccupare, non è quello che lei realmente pensa.-

-Lo spero, ma forse un po' me lo merito. Adesso va da lei, dille che se lo vuole veramente visiteremo il castello di Lubove, ma ti prego, cerca di convincerla a rinunciare al suo sogno di viaggiare. A me non darà ascolto, ma magari a te si.- Le parole di Dracula gli bruciavano la sua stessa gola come fossero d'aglio, distruggere i sogni di una figlia, di nuovo, era una tortura difficile da sopportare.

Tutti lo guardarono imbronciato e contrariati, soprattutto Jonathan.

-Perché?- Chiese il ragazzo con freddezza, -Perché continui a incatenare tua figlia?-

-Ho paura...-

-Paura di cosa? Gli umani non sono violenti come una volta, lo hai visto anche tu.- Disse Frank con la sua solita calma.

-Non ho paura di ciò che le possono fare, ho paura di ciò che lei può fare. Ciò che le è successo... I demoni non muoiono così facilmente.-

-Pensi che si possa ritrasformare?- Domandò Jonny preoccupato e questa ipotesi spaventò tutti.

Il vampiro abbassò lo sguardo e sospirando prese un attimo per pensare prima di rispondere:

-Non lo so... Adesso comprendete il mio timore?-

-Proverò a parlarle, ma non posso prometterti nulla. Intanto godiamoci questa piccola uscita, nessuno vuol fare il passo più lungo della gamba.-

-Jonny, va da lei e fai il tuo dovere!- Griffin incitò il ragazzo.

E Dracula dette uno sguardo d'approvazione all'umano che fece un cenno con la testa e si incamminò verso la porta. Avventurarsi nei meandri dei cunicoli segreti senza mappa probabilmente avrebbe significato girovagare per ore da solo nel buio, proposta allettante per il giovane avvenutriero, ma non era il momento.

Ma Jonathan fece solo pochi passi prima di inciampare in ginocchio per terra.

Tutti i mostri si affrettarono a soccorrerlo, anche se lui si stava già rialzando.

-Che è successo?- Chiesero all'unisono.

-No, nulla… sono… ho solo perso l'equilibrio…- Rispose poco convinto.


Se vi è piaciuto il capitolo ricordate di lasciare un commento!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Check in inaspettato ***


Lo so che sono passati molti mesi, ma come vi ho promesso non smetterò di scrivere e mi scuso di non aver mai aggiornato su efp (su fanfiction.net sono all'11° capitolo…)

Ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato la mia prima fiction e che continuano a seguirmi e commentarmi, spero vi ricordiate ancora di me!


CAPITOLO 4 – Check in inaspettato

Jonathan arrivò davanti alla porta della camera di Mavis, ancora pensieroso sulle parole di Dracula. Avrebbe mai potuto convincere il suo zing a rinunciare al suo sogno di viaggiare e scoprire il mondo?

Il ragazzo fece un lieve sospiro col naso ed alzò la mano pronto a bussare, ma venne fermato da una mano che si posò sulla sua spalla, era Drac.

-Posso parlarti un attimo?- Disse il vampiro.

Jonathan si voltò.

-Non dovrei parlare con Mavis?- Rispose.

-Faremo in fretta, seguimi.- Concluse il conte incamminandosi verso la camera accanto a quella di Mavis ed adesso libera.

I due entrarono, l'umano chiuse la porta dietro di se ed il vampiro iniziò a parlare dando le spalle al ragazzo:

-Rispondimi onestamente e senza omissioni, è importante.- Poi si voltò incrociando il suo sguardo preoccupato con quello perplesso di Jonathan, -Tu non stai bene.- Disse senza mezzi termini, -A differenza di molti altri mostri io conosco gli umani, gli altri non se ne sono accorti, ma sei pallido, hai le occhiaie gonfie e scure, gli occhi intrisi di sangue e fai fatica a mantenere l'equilibrio.-

-Non è niente.- Sbuffò l'umano, -Sono solo un po' stanco, sai dormire di giorno e vivere di notte non è naturale per noi umani!- Concluse ridacchiando.

-Sicuro sia solo questo?- Chiese il vampiro, talmente serio che tolse il sorriso anche dal ragazzo.

-No, non è solo questo...- La voce di Jonny divenne cupa, -Hai ragione, non riesco a dormire.-

-Lo so, molti mostri fanno versi orribili quando dormono, quindi è normale ci sia sempre qualche urlo durante il giorno, ma le grida che ho sentito in queste ultime settimane erano diverse dal solito. Cos'è che ti turba tanto? Riguarda ciò che è successo a Mavis?-

Jonathan abbassò lo sguardo, non aveva più senso mentire.

-Ho gli incubi, terribili... continuo a vederlo non appena mi addormento.-

-Il demone?-

L'umano dette un silenzio che confermò le preoccupazioni di Drac.

-Da quando lo hai guardato negli occhi?- Continuò il conte.

-Continuo a vedere quell'occhio giallo... enorme... fiammeggiante... minaccioso... Prima mi svegliavo subito, ma adesso che sono più stanco non ci riesco ed è una terribile tortura. Oggi mi sono svegliato che piangevo sangue.- Raccontò il ragazzo trattenendo a fatica le lacrime.

-Dannazione ragazzo... Perché non me ne hai parlato prima?-

Jonathan prese un attimo prima di rispondere:

-Hai fin troppe cose a cui pensare, fra una sola settimana qui ci sarà un putiferio di mostri, draghi e chissà cos'altro! Potrebbero chiudere questo fantastico posto se non dovesse essere tutto in regola… è per questo che non ti volevo dare ulteriori preoccupazioni…-

-Ragazzo, sai benissimo che le mie uniche preoccupazioni siete tu e Mavis, tutto il resto non conta se voi avete dei problemi,- Disse Drac in tono paterno, -Vorrei poterti aiutare, ma cancellarti la memoria non cancellerebbe la paura e lo shock che hai provato. Hai dimostrato un gran bel coraggio a guardare un demone negli occhi, molti al tuo posto non sarebbero sopravvissuti. Vedere il vero spirito di un demone è un'esperienza terribile.-

-Ma così ho trovato Mavis. Ed è questo che conta.- Sospirò soddisfatto.

-Ed è per questo che nonostante quello che sei ti ritengo la persona più adatta per mia figlia.-

-Hei, questo è razzismo nei confronti degli umani!- Esclamò il giovane.

-Ti sbagli, questo è razzismo nei confronti dei tonti!- Puntualizzò Dracula scherzosamente scatenando l'ira dell'umano, -Ora va da lei, non voglio farti perdere altro tempo.-

Jonathan sorrise, poi si diresse verso la porta.

-Te la sei scampata anche questa volta vecchio!- Disse mentre usciva.

-Hey Jonny, tutto ok?- La testa rimpicciolita dette un felice benvenuto al ragazzo, -Quando Mavis è entrata sbattendo la porta arrabbiata pensavo che tu saresti arrivato subito, cosa hai fatto in tutto questo tempo? Su, rispondi!-

-Diciamo che sono stato trattenuto...- Rispose Jonathan.

-Ah... ho capito... il Conte Scaccola ne ha combinata un'alta delle sue ed adesso manda te ad aggiustare i suoi errori. Capito?! Mi senti da laggiù?!- Concluse rivolgendosi a Drac che si stava allontanando lungo il corridoio che rispose sbuffando senza neppure voltarsi.

Knoch, Knoch

Jonathan bussò delicatamente alla porta, ma non ottenne risposta.

-Mavy? Sono io, posso entrare?-

Nulla.

Il ragazzo dette uno sguardo interrogativo alla testa rimpicciolita, che rispose con una faccia da alzata di spalle che non aveva.

-Dai ragazzo, entra, non so perché la tua ragazza non ti abbia risposto, ma ha detto che ti avrebbe aspettato, perciò mi ha dato il permesso di lasciarti entrare nel caso in cui tu fossi stato da solo.- Disse la testa.

Jonny aprì lentamente la porta annunciandosi nuovamente.

-Mavy? La tua testa da pomello mi ha detto di entrare, ci sei?-

Jonathan si guardò attorno ancora stupito per l'eccellente lavoro che le streghe avevano fatto ricostruendo completamente gli interni della camera da letto.

-Farebbero comodo anche a casa mia, ma forse nemmeno loro basterebbero a rimettere a posto i disastri dei miei tre fratellini.- Disse fra se e se sospirando pensieroso, mentre veniva attraversato da un leggero brivido di nostalgia, non tanto di casa, ma della famiglia, erano ormai più di due mesi che non li vedeva, ma con uno scrollone di testa si liberò di tutti questi pensieri fin troppo sentimentali.

La stanza era buia e sembrava che non ci fosse nessuno, la finestra era chiusa dalla pesante tenda e le candele erano spente, ma il ragazzo poteva ancora sentire l'odore della cera fusa, erano state spente da poco.

Jonathan si avvicinò alla grande finestra spalancando le tende ed illuminando la stanza, fuori c'era qualche nuvola, ma non avrebbero protetto Mavis dal Sole se fosse volata fuori.

Il ragazzo stava per lasciare la stanza, ma mentre percorreva l'anticamera sentì un brusio provenire dal bagno, quindi si avvicinò alla porta riuscendo a sentire Mavis che canticchiava sottovoce.

-Mavy? Va tutto bene?- Chiese Jonathan cautamente bussando alla porta.

-Jonny?- Rispose lei, insicura, da dietro la porta, -Jonny sei tu? Sei solo?- Concluse.

-Si, scusa se sono entrato senza il tuo permesso, la testolina qui fuori ha detto che potevo...-

-Lo so, dai, entra.- Lo invitò con voce dolce.

Il ragazzo aprì lentamente la porta e venne invaso da un soffice profumo di sapone e dall'aria umida e calda, poi girò lo sguardo e vide Mavis immersa nella vasca da bagno colma di schiuma, aveva le braccia incrociate sul bordo della vasca e teneva la testa sdraiata su di esse.

-Woh! Mavy!- Esclamò Jonathan, imbarazzato, voltandosi subito dall'altra parte, -S... scusa... i... io non volevo...- Balbettò.

-Ma io si!- Rispose lei con una voce da bambina birichina, mentre si toglieva un auricolare dall'orecchio per ascoltare meglio il fidanzato.

Il ragazzo non rispose, ma poteva sentire il soffice suono dell'acqua mossa da Mavis che cambiava posizione, adesso era sdraiata immersa fino al mento e con le ginocchia piegate fuori dall'acqua.

-Il cellulare che mi hai prestato è fantastico, hai un sacco di bella musica qui dentro!- Esclamò la ragazza facendo fluttuare il telefono dentro una bolla di sapone che lo proteggeva dall'acqua.

-Basta che non me lo bagni, comunque l'estate è finita, il caricabatterie ad energia solare non lo caricherà facilmente come prima...- Rispose lui rimanendo voltato.

-Be', prova a chiedere a mio zio Frank, lui se ne intende di elettricità. Se rivuoi il tuo Xperia vieni pure a prenderlo...- Lo sfidò lei, ma Jonny non si mosse, -Allora, schiena di Jonny,- Disse irridendo l'umano che le rivolgeva le spalle, -Cos'ha detto mio padre mentre non c'ero?- Chiese fintamente disinteressata.

Jonathan si voltò di nuovo verso di lei, anche se spostava lo sguardo ovunque tranne che su di lei.

-Be', lo sai come è fatto tuo padre, io ho provato a parlarci, ed ha deciso che andremo a far visita al castello di tua madre.- Rispose il ragazzo in un tono serio.

-Che noia che è quel mostro!- Esclamò la vampiretta quasi arrabbiata, incrociando le gambe bagnate e saponose e dondolando la gamba facendo sfiorare il piede sull'acqua lentamente, sospirando tristemente, ma un attimo dopo si bloccò, perplessa, -Aspetta... Come hai detto?- Concluse alzando un sopracciglio, confusa ed un po' speranzosa.

-Hai capito bene, baby, presto ti farò conoscere cosa c'è fuori da queste mura.-

A queste parole la ragazza saltò a sedere appoggiando le mani al bordo della vasca allungando il collo più che poteva verso Jonathan per essere sicura di sentirlo meglio. I suoi occhi brillavano di emozione e felicità.

-Davvero?- Squittì Mavis eccitata e Jonny le rispose con un sorriso soddisfatto.

La vampira si alzò in piedi in un baleno, Jonathan allungò le mani di fronte di fronte a se in difesa, ma prima ancora cha potesse dire alla fidanzata di calmarsi di lei rimase solo la sagoma di schiuma ed acqua che aveva addosso e che precipitò a terra, mentre lei, trasformata in un inconsistente nebbia viola e luminosa, si stava spostando lungo il bagno fino a raggiungere un grande asciugamano nero con il logo HT rosso che prese e trascinò fino a davanti al ragazzo, poi si sollevò arrotolandolo attorno a se e si materializzò, ancora un po' bagnata.

I due giovani erano faccia a faccia, tanto vicini che i loro nasi si toccavano.

In quel momento l'emozione di Mavis poteva essere eguagliato soltanto dall'imbarazzo di Jonathan.

-Quando.- Domandò la ragazza senza girarci tanto intorno e con un tono più adatto ad una affermazione che ad una domanda. I suoi occhi azzurri non erano mai stati tanto grandi e lucidi come in quel momento.

Il ragazzo cercò di indietreggiare, ma lei lo prese per la felpa e lo riavvicinò ancora di più a se, sempre più impaziente di ottenere una risposta certa.

-Di preciso non lo so, appena tuo padre si libera dai suoi impegni. Anche lui si merita un po' di riposo, tutta questa storia del consiglio lo sta mandando fuori di testa. Ma ti prometto che sarà molto presto... certo, non sono un vampiro che è obbligato a mantenere la parola data, ma spero ti possa fidare ugualmente di me.-

Il largo sorriso sul volto della ragazza sfumò in un istante, e la rabbia si fece padrona di quel viso, poi lei lo lasciò, si voltò e si allontanò di qualche passo.

-Vampiri e promesse,- Mavis iniziò a parlare con voce carica di veleno, senza neppure guardarlo, -Mio padre ha dimostrato il contrario...-

-Mmmh... Tecnicamente tuo padre ha promesso che ti avrebbe dato il permesso di visitare una città umana quando saresti diventata centodiciottenne, ha mentito solo sulla posizione di un vero villaggio, forse è per questo che alla tua festa era tanto preoccupato quando gli hai detto di voler riprovare...-

Ma la rabbia durò poco, queste parole la sconfissero donando a Mavy un nuovo sorriso, soddisfatto ed un po' sprezzante.

-Hai ragione,- Esclamò la ragazza girando lo sguardo verso il ragazzo, poi iniziò a girovagare per la stanza come era abituata a fare quando rifletteva, -Se dopo questa visita al castello della mamma mio padre non vorrà più farmi uscire gli posso ricordare la sua promessa! Sei in genio Jonny! Adesso non ho più catene che mi impediscono di realizzare i miei sogni.-

Il ragazzo sorrise soddisfatto, ma un attimo dopo le parole di Drac gli echeggiavano nella testa e quel sorriso si infranse.

-Oh parca... che cosa ho fatto? Adesso come glie lo dico...- Borbottò Jonathan fra se e se schiaffeggiandosi mentalmente, -Scusami Mavy, ma devo proprio andare, tu vestiti che io torno fra poco...- Continuò, gesticolando nervosamente.

-Perché te ne vai di già?- Domandò lei, -Vuoi lasciarmi sola di nuovo?- Disse accarezzandosi i capelli bagnati che gocciolarono sulle sue spalle nude.

-S...Sì, scusa, mi sono dimenticato di dire alcune cose importanti a tuo padre, non vorrei dimenticarmene...- Rispose Jonathan cercando una scusa plausibile.

E Mavis rimase li, immobile, a guardare il fidanzato correre via e svanire oltre la porta.

-Deve essere davvero importante se preferisce lui a me...- Sospirò, un po' delusa.



-Drac?! Drac?!- Jonathan chiamò istericamente, mentre correva qua e la nell'hotel.

Non ci volle molto prima che il servizio di sicurezza notasse il chiassoso ospite e corresse in suo aiuto portandolo dal proprietario che era nella sala dei ricevimenti con l'architetto Hyde ed una squadra di zombie falegnami a discutere sulle modifiche future.

-Drac... Pant, pant... Grazie alle armature ti ho trovato!- Disse l'umano esausto, -Ho combinato un casino...- Concluse con lo sguardo da bambino pentito.

Dracula si voltò e la sua espressione tranquilla cambiò improvvisamente.

-Cosa ci fate voi qui?- Ringhiò, la sua voce era roca ed i suoi occhi socchiusi, accigliando la fronte rabbiosamente.

-Ti prego, non ti arrabbiare...- Lo supplicò Jonathan, ma il vecchio vampiro non gli dette ascolto.

-Anche io sono contenta di vederti.- Disse una voce femminile, con un accento est europeo, che proveniva da dietro il ragazzo, poi ce ne fu un'altra, maschile, dall'accento inglese:

-Sempre gentile come al solito...-

Il ragazzo si voltò, erano un uomo ed una donna adulti, vestiti eleganti con antichi abiti vittoriani. Lei era una donna giovane e minuta, con la pelle pallida e gli occhi e capelli castani, indossava un corsetto che le metteva in risalto le curve della vita stretta e del seno abbondante lasciandole le spalle scoperte ed una lunga gonna a balze drappeggiate fino ai piedi, entrambi rossi damascati di nero, ed un girocollo di trina nera con cammeo di una rosa rossa su sfondo nero come pendente.

L'uomo accanto a lei assomigliava molto a Dracula, sia nel vestire che fisicamente, aveva i capelli neri, la pelle chiara e gli occhi marroni, ma sembrava molto più giovane del conte. Indossava un tait nero tenuto aperto, una camicia in seta rossa con i polsini merlettati sormontata da un jabot in pizzo nero e da un panciotto nero damascato rosso come l'abito della donna, pantaloni neri di taglio classico, stivaletti in pelle nera con cinture senza lacci e sulle spalle un lungo e pesante mantello nero.

Si avvicinarono spavaldamente verso il conte che sembrava sorpreso e nervoso a vederli.

-Lord Ruthven, contessa Bathory... sapete che non siete i benvenuti.- Disse il vampiro sgarbatamente, come non era mai successo con alcun altro ospite.

-E così questo sarebbe il famoso umano?- Domandò la donna sorridendo, ignorando Drac, ma anche Jonathan stesso riusciva a percepire l'astio nascosto dal buon viso.

Dracula superò il ragazzo piazzandosi di fronte a lui, come a volerlo difendere.

-Non è un affare che vi riguarda.- Rispose il conte spazientito, -Adesso sparite, qua non accettiamo nuovi arrivi fino al trenta ottobre. Non sareste nemmeno potuti entrare.-

-Il tuo servizio di sicurezza non è molto efficace, ai membri dell'Ordine non piacerà...- Lo sbeffeggiò il Lord.

-Drac, ma chi...- Jonny iniziò a chiedere, ma Dracula alzò rapidamente una mano all'altezza del volto dell'umano per zittirlo bruscamente.

-Ormai siamo qui e non ce ne andremo molto facilmente, liberaci la tua migliore camera ed eviteremo spiacevoli sorprese. Ci tratterremo solo per assistere al Consiglio, non ti preoccupate, non abbiamo intenzione di stare più a lungo.- Disse la contessa con tono arrogante, -Oh, già, che sia abbastanza spaziosa per contenere anche i miei quattro animaletti.-

Dracula strinse i pugni, carico di rabbia, poi rivolgendosi ad uno zombie:

-Accompagna i signori alla suite numero 99 nei sotterranei.- Poi spostando lo sguardo sulla donna, -So che ti piacciono le camere lussuose con le finestre murate!-

Lei fece una smorfia arrabbiata, poi quando si accorse che anche il suo compagno ridacchiava alla frecciatina di Dracula, lo colpì con una gomitata, poi i due seguirono lo zombie a quando entrarono nell'ascensore vennero raggiunti da quattro ragazze vestite da domestiche, erano tutte molto giovani e belle, ma una di loro era più pallida e debole, tanto da dover essere sorretta dalle altre.

-Merda!- Ruggì il vampiro, non appena l'ascensore sichiuse, tanto forte da spaventare tutti i presenti dell'intera sala grande.

-Drac, calmati, questo linguaggio non è ammesso in questo hotel.- Scherzò Jonathan per sdrammatizzare la situazione.

-Be', ultima notizia, quando la situazione è già così complicata da credere che non può andare peggio ed invece precipita ulteriormente in maniera imprevista, allora si può imprecare quanto si vuole, anche perché se non lo facessi mi sfogherei distruggendo la prima cosa che mi capita a tiro e per tua sfortuna risulta essere proprio la tua testa!-Jonathan fece un passo indietro, spaventato.

-Vuoi sapere chi sono? Vampiri di prima genesi, ex umani trasformati in mostri direttamente dalla lamia generata dal sangue innocente che loro stessi hanno versato. Ne esistono solo tre, ed il terzo sono io,ma a differenza loro io mi sono pentito.-

-E sono così pericolosi? Anche le loro figlie?- Chiese Jonathan.

-Figlie? Creature senza anima come loro possono concepire solo cadaveri, quelle quattro umane sono solo il loro frigo bar portatile.-

Il ragazzo rabbrividì, tanto da fargli venire il voltastomaco.

-Come... come li hai conosciuti?-

-Noi tre siamo i fondatori di Supremazia Mostruosa, ma da quando ho incontrato Martha ci odiamo... Non ci renderanno la vita facile...-

-Perciò sono dei conservatori? E su di me che interessi hanno?-

-Ti uccideranno.- Disse il vampiro senza mezzi termini, -Dopotutto non vedo altri motivi per la loro visita...- Concluse, rammaricato per i rischi a cui sarebbe stato soggetto l'umano.

Il ragazzo sobbalzò.

-Cosa? Come hai potuto permettergli di soggiornare?!- Piagnucolò Jonathan, fuori di testa.

-Che altro potevo fare?- Rispose il conte, deluso per la sua debolezza, -Se li avessi scacciati avrebbero fatto qualcosa di ancora peggiore ed imprevedibile, solo per il gusto di vendicarsi. Almeno così li ho sotto controllo.-


Se vi è piaciuto il capitolo ricordate di lasciare un commento!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ombre sull'Hotel Transylvania ***


Ringrazio tutti quelli che mi supportano seguendo e commentando la mia storia e soprattutto quelli che non si sono dimenticati di me.

Eccomi ancora qui, a dimostrarvi che nonostante l'influenza nulla può fermarmi!


CAPITOLO 5 - Ombre sull'Hotel Transylvania

Dracula era rimasto accigliato, l'incontro con i suoi "amici" di vecchia data lo aveva turbato molto. Poi improvvisamente sobbalzò, quasi spaventato, quando venne colpito alla schiena da qualcuno, colpo che fu fatale per il suo volto imbronciato, che venne trasformato in un dolce sorriso quando si rese conto che era solo un (più o meno) caloroso ad inaspettato abbraccio alle spalle.

Il conte guardò in basso e quasi si sciolse alla vista delle due braccia pallide scurite dal raso nero che lo stringevano con forza.

-M... Mavis...- Fu l'unica cosa che l'uomo fu in grado di pronunciare, la sua felicità che la figlia lo avesse perdonato in così poco tempo lo emozionò a tal punto da paralizzarlo.

La vampira sciolse l'abbraccio, posò le mani sulle spalle del padre e le usò per sollevarsi in aria scavalcandolo e portandosi, fluttuando a testa in giù, faccia a faccia con il padre.

-Papà, scusa se mi sono arrabbiata,- Sospirò la ragazza amareggiata, incrociando le braccia al petto, mentre il vestito ed i capelli sventolavano ad un vento che non c'era.

-Non ti preoccupare dolce budellina, avevi anche tu le tue ragioni. Jonny ti ha detto l'ultima notizia?-

Mavis tornò con i piedi per terra in un baleno e spalancò gli occhi, ancora incredula.

-Dici sul serio?- Gli domandò, tanto felice quanto eccitata.

Suo padre e Jonathan dettero un sorriso di consenso che fece saltare di gioia la giovane vampira.

-Quando? Quando? Quando? Quando? Quando? Quando? Quando? Ti prego, dimmi quando!- Ripeté Mavis come se fosse in loop, prendendo suo padre per il colletto e tirandolo verso di lei, fino a che il lungo naso di Dracula non le impedì di avvicinarlo ulteriormente.

-Calmati, calmati, zanne dolci, devo rivedere solo poche cose qui e là...- Rispose lui allontanandola amorevolmente per prendere un po' di fiato, -Comunque tieniti pronta, che probabilmente partiremo entro questa settimana, vorrei rilassarmi un po' prima del Concilio.-

La vampira lo abbracciò con forza di nuovo.

-Non ci credo, così presto?- Disse lei, poi lasciò il padre e si voltò verso l'umano, -Riesci a crederci Jonny? Fra poco uscirò dal castello! Vieni, dobbiamo festeggiare!- Esclamò prendendo il ragazzo per un braccio, ma prima che lei lo potesse portare via Dracula la interruppe.

-Piano, piano, piano... dove credi di fuggire pipistrellina frettolosa? Ma almeno lo hai guardato in faccia?- Le disse.

Lei tornò con lo sguardo sul volto del fidanzato, prima non ci aveva fatto tanto caso perché aveva la mente altrove, ma adesso che era più attenta poteva notare che il ragazzo non aveva un bell'aspetto. Oltre agli occhi arrossati ed alle palpebre ed occhiaie sempre più gonfie e nere anche la sua pelle sembrava rugosa e cadente, inoltre teneva la testa leggermente inclinata in parte, gli occhi socchiusi e girati all'indietro tanto da non vederne le pupille, la bocca dalle labbra secche semiaperta con un filo di bava che scendeva sempre più lungo ed incontrollato, mentre la mascella penzolava senza forza.

-Jonny? Tutto bene?- Domandò cautamente la ragazza.

Passò qualche lungo secondo di silenzio, ma poi l'umano iniziò ad alzare una mano lentamente ed a chiudere il pugno lasciando al pollice alzato.

-Stò beeneee...- Spirò Jonathan come fossero le sue ultime parole in punto di morte.

Il ragazzo era talmente messo male che persino un muratore zombie si prese gioco di lui facendo la sua perfetta imitazione, suscitando l'ilarità dei suoi colleghi non morti e di Mavis stessa.

-Non è niente di grave, vero?- Lei domandò ai due.

-No, no, è solo un po'stanco, si sta riposando male in questi ultimi giorni.- Rispose il padre.

-Ma è colpa mia?- Chiese lei, preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato.

-No, assolutamente... Mi prenderò cura io di lui, lo riaccompagno in camera, vuoi venire anche tu?-

Mavis annuì sorridendo.

I tre arrivarono alla camera del ragazzo e lo fecero sdraiare sul suo letto, ma il suo sguardo divenne preoccupato, sapeva cosa lo aspettava una volta addormentato.

-Papà,- Disse la vampira attirando l'attenzione del padre, -Puoi lasciarci un minuto da soli?-

Dracula annui ed uscì dalla porta.

-È colpa mia, vero?- Disse Mavis senza giri di parole.

Il ragazzo sospirò pensieroso, abbassò lo sguardo, ma non rispose.

-Non c'è bisogno di mentire, so che è la verità.- Continuò lei, -Ho sentito quello che ti ha detto mio padre... Non sai quanto mi dispiace, hai fatto così tanto per me.- Disse mentre gli accarezzava i suoi capelli ribelli per consolarlo.

-Non ho fatto nulla di speciale...- Rispose il ragazzo sbadigliando.

-Eri pronto a sacrificare la tua stessa vita per me, per ben tre volte... sei coraggioso... o pazzo, non so, ma in ogni caso sei adorabile!- Concluse sorridendo amorevolmente e l'umano lo ricambiò.

-Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata...- Borbottò il ragazzo con voce assonnata.

Queste parole sciolsero il cuore di Mavis che si sdraiò accanto al partner, poi fece scivolare un braccio dietro al collo di Jonathan e lo strinse dolcemente al proprio petto. Il lento e ritmato battito del cuore della vampira fu come una ninnananna per il giovane umano che in poco tempo si appisolò come un bambino.

-Dormi sonni tranquilli Jonny, non permetterò a niente e nessuno di farti del male...- Bisbigliò la ragazza nel suo orecchio, la sua voce soffice ed amorevole gli ricordò quella della madre che lo coccolava nel suo letto quando lo stress dei continui traslochi gli davano l'insonnia.

La ragazza sorrise soddisfatta mentre il suo corpo diventava una magica nebbia viola che scivolò via dal ragazzo senza che lui se ne accorgesse e ritornò umana appena uscita dalla camera da sotto la porta.

Dracula era li davanti ad aspettare l'uscita della figlia, ed una volta vista, senza dire nulla, avvicinò una mano al pomello della porta, ma venne fermata dalla mano della figlia che si posò su di essa.

Il vampiro, perplesso, spostò lo sguardo su Mavis, che scrollò lentamente la testa.

-Non disturbarlo papà, sta dormendo.- Disse Mavis con voce soffice.

Suo padre alzò un sopracciglio, stranito.

-Ma è impossibile!- Esclamò, poi si voltò verso la porta, concentrandosi, -Sento il suo cuore battere lentamente ed in maniera regolare, hai ragione sta dormendo...- E si voltò nuovamente verso la figlia, quasi spaventato, -Quale potentissima magia hai usato?!-

-La più potente al mondo... l'amore!- Disse la ragazza con un sorriso, mentre spostava una testa rimpicciolita da una porta vicina sul pomello di quella di Jonathan.

Il conte divenne ancora più confuso.

-C... Cosa?!-

-Ssssh!- Lo zittirono Mavis e la testa rimpicciolita appena piazzata, poi la ragazza prese il padre per un braccio e lo trascinò lontano per non disturbare il sonno di Jonny.

-Sinceramente è stato naturale,- Continuò lei, spostando lo sguardo ed aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, felicemente cullata nei suoi pensieri romantici, -Mi sono sdraiata accanto a lui, lo ho abbracciato e gli ho accarezzato i capelli dicendogli che lo avrei protetto da qualsiasi pericolo, un po' come tu facevi a me quando facevo brutti sogni...-

Dracula sorrise ripensando all'infanzia della sua bambina.

-Sono passati centodieci anni da allora, forse anche più, ed ancora te lo ricordi?-

-Non dimenticherò nemmeno un secondo che ho passato con te, papà!-

Queste parole fecero commuovere il vampiro, ma prima che potesse rispondere qualcosa di sdolcinato alla figlia venne interrotto dalla metallica voce di una guardia armatura:

-Signore!- Disse mettendosi sull'attenti, -È richiesta urgentemente in sala convention!-

Dracula lasciò cadere giù braccia e testa, sconsolato, non aveva un attimo di riposo.

-Vai papà! Hai cose importanti a cui pensare.- Gli disse la figlia dandogli una pacca di incoraggiamento sulla spalla.

Il vampiro la guardò un attimo negli occhi, le accarezzò dolcemente una guancia e rispose:

-Grazie per la comprensione, mio piccolo bocconcino sanguinoso!-

Subito dopo il conte si trasformò in pipistrello e volò via lungo il corridoio lasciando Mavis, che non rimase sola a lungo.

-E così tu saresti la figlia di Dracula, Mavis, vero?- Disse una voce femminile proprio dietro di lei.

La ragazza si voltò e vide una donna poco più grande di lei, che indossava degli eleganti abiti settecenteschi rossi e neri.

-Bei vestiti!- Disse Mavy, -Comunque sì, sono Mavis Dracula, e tu chi sei? Non ricordo di averti mai vista.- Concluse incrociando le braccia.

-Grazie!- Rispose la donna facendo un riverente inchino con un sorriso amichevole che mise in mostra i lunghi canini da vampira, -Perdona la mia maleducazione, non mi sono presentata, io sono la contessa Erzsebet Bathory, vecchia conoscente di tuo padre.-

Mavis frugò nella sua mente, ma questo nome non le era familiare.

-Il tuo nome non mi dice nulla.-

-Non mi sorprende, Dracula ha smesso di frequentare me e mio marito dopo aver conosciuto tua madre... quanto tempo è passato? Due... trecento anni? Oh! Come ero giovane a quel tempo... No, scherzo, il mio corpo di vampira non invecchia!- Concluse ridacchiando.

-Per l'esattezza sono passati duecento diciotto anni e comunque non credevo tu fossi così tanto vecchia, sembri quasi una mia coetanea!-

-Sono più... "antica", la parola vecchia non mi piace, di tua madre, ma sono felice che non si noti. Comunque anche tu sei molto bella, fortunatamente non hai ripreso il naso di tuo padre!- Le due scoppiarono a ridere, -E secondo me staresti ancora meglio con dei vestiti più eleganti e sexy...- La donna prese una breve pausa prima di battere un pugno sul palmo dell'altra mano, -Ma certo! Perché non vieni nella mia camera? Anche subito se vuoi. Potrai provare tutti i vestiti che vuoi, tanto siamo di simile corporatura!-

-Dici sul serio? Sarebbe fantastico!- Esclamò la giovane vampira eccitata, poi con voce più sconsolata, -A dire la verità non ho mai avuto un'amica con cui fare questo genere di cose, l'hotel è frequentato solo da vecchi e famiglie con figli piccoli.-

-Lo so, le recensioni parlano chiaro di questo posto, Hotel lussuoso e tranquillo adatto alle famiglie serie e responsabili ed a chi vuol riposare in pace... in pratica non è il posto per i giovani come te. Comunque bando alle ciance e voliamo alla mia stanza!-

Detto ciò la donna si trasformò in un pipistrello di color marrone rossastro come i suoi capelli e volò verso le scale, Mavis fece lo stesso e la seguì.

-Erzsebet, non credevo che mio padre avesse riaperto i check in.- Disse la piccola pipistrellina nera.

-Chiamami pure Erzy se vuoi, comunque sì, me lo ha detto, ma per noi ha fatto una eccezione... Solo che da quando sono qui questo posto sembra una noia mortale...-

-Hai ragione Erzy, Jonathan aveva dato una sferzata di modernità e divertimento a questo vecchio Hotel, ma con il Concilio sempre più vicino, mio padre, ha proibito feste e giochi troppo a suo dire "rumorosi".-

-Capisco, tipico di lui, non ha mai avuto una visione del mondo molto aperta... se io mi sono annoiata in un paio d'ore, figuriamoci tu inoltre un secolo!-

-Vero, ma adesso che ho conosciuto te molte cose cambieranno.-

...

Erano passate alcune ore da quando Jonathan era riuscito ad addormentarsi e Dracula stava finendo di preparare la sala grande per trasformarla in una sala conferenze con posti sufficienti per il gran numero di mostri che avrebbero voluto essere presenti all'evento.

L'immensa stanza era ormai irriconoscibile, c'erano impalcature ovunque e sembrava un teatro greco in legno, dove su un lato della stanza c'era un piccolo palco e tutt'intorno le gradinate disposte a semicerchio.

Il vampiro sospirò soddisfatto per l'ottimo lavoro che i suoi falegnami zombie stavano facendo. Poichè gli operai erano sotto i comandi dell'architetto Hide, Dracula ne approfittò per prendersi una pausa e si diresse nel piazzale esterno all'hotel per rinfrescarsi un po' la mente sotto al cielo reso rosso dal tramonto.

-Concentrati, ci sei quasi.- Disse una voce femminile da oltre il cancello.

La voce era familiare al vampiro, ma non riuscì ad inquadrarla, così, incuriosito, si incamminò.

Sul ponte c'erano due donne ad una ventina di metri l'una dall'altra, Erzsebet era quella più lontana, mentre Drac non riconobbe quella più vicina che era di spalle, indossava un corpetto nero damascato con un coprispalle dello stesso stile, una minigonna nera a pieghe, manicotti in pizzo nero, calze a rete e stivaletti neri con rose rosse; ma la cosa che più attirò l'attenzione del conte erano i suoi corti capelli neri.

-M... Mavy?- Borbottò insicuro di quello che aveva visto.

La contessa si accorse della presenza di Dracula e lo guardò con aria di sfida mentre alzava il suo arco puntando la freccia d'argento verso l'altra ragazza, solo i guanti in pelle impedivano alle sue mani di bruciarsi.

Il vampiro non fece in tempo a battere le palpebre che la freccia venne scoccata ad una velocità tale che, pur scattando alla sua sovrannaturale velocità, non riuscì a raggiungere la figlia in tempo, ma non sembrò un problema per lei che non si scompose e poco prima che la freccia la raggiungesse con un rapido colpo di mano generò una folata di vento tutt'attorno a lei sufficentemente forte da scaraventare a terra Dracula e deviare la freccia che in quel vento emetteva fiammelle azzurre e scintille, significava che l'argento era a contatto con una grande carica magica.

Ma la vampira non si fermò solo a difendersi, portò una mano dietro di se come a voler caricare un lancio e poi colpi l'aria di fronte a se.

Sembrava non fosse accaduto nulla, ma il volto preoccupato di Erzebeth dimostrò il contrario, la nobildonna incrociò le braccia di fronte al volto per proteggersi, ma l'energia che la colpì la scaraventò a qualche metro di distanza.

-Ce l'ho fatta!- Esultò la vampira carica di gioia ed orgoglio, -Spero di non averti fatto troppo male...-

-Non preoccuparti piccola Mavis,- Disse la vampira mentre si rialzava, le sue sbucciature e gli strappi dei vestiti si stavano già rigenerando, -Sei molto più forte di quanto mi aspettassi!-

-Mi chiedo perché mio padre non mi abbia insegnato a difendermi, probabilmente sarei riuscita a difendermi da Van Helsing senza che Jonathan, mio padre ed io rischiassimo le nostre vite.- Esclamò Mavis, scocciata, scrollandosi la polvere dai vestiti.

-Perché non lo chiedi direttamente a lui?- Rispose la donna facendo un cenno con la testa per indicate qualcuno dietro alla ragazza.

Mavis si voltò ed incrociò lo sguardo col padre, avrebbe voluto vantarsi anche con lui delle sue nuove capacità, ma la sua espressione accigliata e contrariata la fermò.

-Mavis!- Sbottò Dracula, -Cosa stai facendo qua fuori? E come ti sei vestita? Guardati, Sei mezza nuda!-

-Papà, calmati, cosa c'è che non va? Perché ti arrabbi tanto? Ertzy ed io ci siamo divertite un po' in camera sua e mi ha prestato un paio dei suoi vestiti come fanno tutte le amiche che non vivono in una prigione!-

-Amica? Quel mostro? Tu non la conosci, se viene chiamata "Contessa sanguinaria" c'è un motivo, è sadica, violenta e crudele! Beve sangue umano delle sue schiave!-

-Drac?- Lo interruppe la donna, -Le mie serve mi accompagnano di loro spontanea volontà, scambiando un po' del loro sangue con la giovinezza eterna. Comunque non mi sembri nella posizione per giudicarmi, dopotutto molti mi chiamano "Contessa Dracula", forse non siamo poi così diversi...- Concluse divertita.

-Tu stai zitta! Perché hai attaccato mia figlia?-

-Lei ha solo fatto una cosa che tu avresti dovuto fare molto tempo fa,- Rispose Mavis, -Insegnarmi a difendermi!-

-Difenderti? Perché? Ci Sono io a difenderti!-

-Ma tu non ci puoi essere sempre, io voglio vivere la mia vita! E sai che la fuori è pieno di pericoli, sai cosa è successo... Tu scambi la protezione con la prigione, non sono libera di fare nulla, sei tu che decidi come mi devo vestire, con chi posso fare amicizia, come divertirmi... Speravo che dopo aver conosciuto Jonny saresti cambiato... Sai che presto partirò con lui ed ho bisogno di imparare a vivere anche senza il tuo aiuto.-

Dracula la guardò confuso, -Jonny non ti ha detto nulla?-

Mavis lo guardò negli occhi, perplessa, -Detto cosa?-

-Tuo padre non ti permetterà mai di lasciare il suo castello, ti ha mentito di nuovo, come il finto villaggio umano, la finta mostruosità di Jonathan... Forza Drac, guarda tua figlia negli occhi a dille la verità, abbi il coraggio di farlo di persona senza mandare i tuoi ambasciatori...-

-Sta zitta!- Ruggì il conte infuriato, ma si calmò quando sentì la voce della figlia:

-Papà, non far caso alle idiozie che dice Ertzy, lei vuole solo prenderti in giro...-

-Mavis, è troppo pericoloso, non posso permetterti di andartene.- Drac sbottò senza mezzi termini ed alla sua conclusione ci fu un silenzio carico di tensione.

Mavis strinse i pugni tanto da tagliarsi i palmi con le unghie, sembrava stesse per esplodere, ma poco dopo sembrò calmarsi.

-Ma che mi arrabbio a fare... Ormai sono abituata ad essere tradita da te...- Sospirò la vampira, trattenendo a fatica le lacrime, -Comunque una cosa Jonny me l'ha detta, mi ha ricordato che tu hai promesso che sarei potuta uscire dal castello una volta compiuti cento diciotto anni, perciò non mi puoi fermare...- Continuò, poi si trasformò in pipistrello, -Ertzy, dai andiamocene...-

Dracula iniziò ad avvicinarsi alla figlia, ma venne fermato da Ertzebeth che gli fece un leggero cenno con la mano.

-Sai bene che non è il caso di disturbarla adesso, è meglio aspettare quando si sarà calmata.- Lo esortò la donna.

Il vampiro si voltò, ferito nell'orgoglio, lei aveva ragione, e lui lo sapeva, ma non le volle dare la soddisfazione, -Non ho bisogno dei tuoi consigli.- Lui concluse, burberamente, mentre si allontanava.

I due pipistrelli volarono sul tetto e tornarono umane, Mavis non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime, seduta sulle tegole con la testa appoggiata alle ginocchia e le gambe abbracciate.

-È tuo padre e ti vuole bene, il suo unico problema è che non si fida a lasciare la tua sicurezza in mano a qualcuno che non sia lui stesso, ma è anche vero da quello che fa è sbagliato ed irrispettoso nei tuoi confronti ed in quelli di Jonathan. Non può non fidarsi di voi, siete entrambi adulti e lui deve imparare ad accettarlo.-

-Hai ragione... Ma che posso fare?- Rispose Mavis, smettendo di singhiozzare.

-Dovrai essere presente al Consiglio, perciò aspetta la sua conclusione, parla delle tue intenzioni con tuo padre e segui la tua strada, indipendentemente da ciò che ti risponderà.-

-Ma così gli spezzerò il cuore...-

-Da quello che mi hai raccontato lui non ha avuto tanti riguardi a spezzare il tuo più di una volta e sei sempre sopravvissuta, se ne farà una ragione.-

Mavis strinse i denti e sbuffò.

-Mi dispiace Mavis, ma devo tornare in camera, mio marito mi starà cercando.-

La giovane vampira alzò la testa e salutò l'amica con un sorriso che venne contraccambiato.

Mentre il pipistrello marrone scendeva a terra, Mavis rimase un po' a guardare le stelle, il cielo la aveva sempre affascinata.

...

-Come è andata?- La voce concisa del Lord uscì dalle ombre sui muri dell'hotel, ma di lui non c'era traccia.

-Lo dovresti sapere visto che è tutta la sera che mi pedini...- Rispose la moglie.

-Volevo sapere le tue impressioni.- Un'ombra si mosse, era accanto a quella della donna, ma Ertzebeth era sola in quel giardino, o almeno così sembrava.

-La ragazza ha un carattere forte e testardo, ma non prova neppure a combattere se pensa di non essere all'altezza della situazione; si sente sola e perciò ha un caratteremolto estroverso ed ingenuo ed ha voglia di libertà che il padre le impedisce di avere.-

-Ma ha un potere magico non indifferente... Pensi possa essere pericolosa?-

-Vero, non mi sarei mai aspettata tanta potenza da una sostituriana, i sostituti di sangue non sono così energetici, si vede che è la figlia del grande Dracula. Comunque tanta magia è inutile se non sa come usarla.-

-In definitiva?-

-Le ho dato un assaggio di ciò che voleva ed è bastato per farmi preferire a suo padre... Troppo semplice!-

I due si misero a ridere malignamente, mentre la contessa si avvicinava alla parete fino a toccare la propria ombra, ed il suo corpo venne inghiottito da essa lasciando il giardino apparentemente abbandonato.

Su quella parete rimasero solo le ombre dei due, che, mano nella mano, se ne andarono, scomparendo fra le altre ombre della notte.


Se vi è piaciuto il capitolo ricordate di lasciare un commento!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ombre nascoste ***


Ringrazio tutti quelli che mi supportano seguendo e commentando la mia storia e soprattutto quelli che non si sono dimenticati di me.

Mi scuso per il ritardo, ma non sono stato a casa nelle ultime due settimane.


CAPITOLO 6 – Ombre nascoste

-Buongiorno Drac!- Esclamò il giovane, finalmente pimpante come era abituato ad essere.

Il vampiro si voltò lentamente.

-Ti sei svegliato Bello addormentato!- Rispose scherzando.

-Ed avrei potuto dormire ancora per molto se non mi fosse presa fame!-

-Non preoccuparti, è quasi ora di pranzo. Piuttosto, hai dormito bene?-

-A dire la verità l'ho sognato di nuovo, ma questa volta non mi ha fatto paura, sapevo che non sono più solo ad affrontarlo... Ma dimmi, dov'è Mavis?-

L'espressione felice di Drac si spense e sospirò cupamente.

-Oh... già... Il casino che ho combinato e che non ho fatto in tempo a raccontarti... Per colpa mia avete litigato?-

Il vecchio vampiro sospirò nuovamente, preoccupato.

-Sì, hai combinato un casino dei tuoi, ma non sei tu il vero problema. Erzsebet si è avvicinata a Mavis, e con tante belle parole e tanta gentilezza è diventata sua amica. Non so che intenzioni abbia, ma non sono buone, probabilmente sta usando mia figlia per colpire me... o peggio... te.-

Jonathan ingoiò rumorosamente, essere nel mirino di due vampiri così pericolosi che in più hanno dalla loro parte anche Mavis non era certo una buona prospettiva per il povero umano.

-Sei sicuro?- Domandò Jonny preoccupato, -Non potrebbero essere cambiati, come hai fatto tu?-

-No, riesco a percepire il loro cuore arido, sono creature senz'anima, l'unico amore che provano è quello per sé stessi.-

-Ed allora che facciamo? Non possiamo permettere a Mavy di fidarsi di mostri del genere!-

-La dobbiamo lasciare stare, ho provato a dirglielo, ma sono caduto nella trappola di quella Contessa che ha sottolineato quanto Mavis non sia libera di fare le sue scelte. Lo so che è pericoloso ma lascerò che sia mia figlia ad accorgersi che ha dato fiducia alla persona sbagliata. Ma non credere che non la terrò d'occhio, dopotutto io gioco in casa!-

-Ben detto Drac!- Esclamò il ragazzo dando una pacca amichevole al conte, -Ma adesso dove è?-

-Temo sia con Erzsebet ma dovrebbe tornare per pranzo. Non mi fido a mandarti da solo da lei e se ti accompagnassi sembrerei troppo oppressivo.-

...

-Allora piccola vampiretta? Ti sei calmata?- Disse la contessa scherzosa, lasciandosi cadere sulla morbida poltrona.

Mavis rimase un attimo in silenzio prima di rispondere:

-Sì, voglio molto bene a mio padre, ma certe volte mi fa proprio infuriare... Perché gli è così difficile capire che non sono più una bambina? Perché continua a darmi tutte queste false illusioni?- Mentre camminava in circolo per la grande camera ancora un po'nervosa.

-Mavy?- Domandò la donna attirando l'attenzione della giovane vampira, -Non sei nervosa solo per colpa di tuo padre, vero?-

Mavis sbatté le palpebre fermandosi e sospirò.

-Ho ragione, vero?- Insisté Erzsebet.

-Non è così facile...- Rspose la giovane, accigliata ed angosciata, camminando nuovamente ed appoggiando una mano ad una colonna del letto a baldacchino.

-Tenere i tuoi problemi dentro e non raccontare a nessuno cosa ti preoccupa ti divorerà, l'ho imparato a mie spese... So che non sempre puoi parlare liberamente con la tua famiglia, anche perché non vuoi far preoccupare le persone che ami, è per questo che spesso parlo dei miei problemi con le mie serve che sono anche mie amiche. Tu hai qualcuno che puoi considerare amico?-

La vampira sospirò, poi si voltò verso la nobildonna.

-Non sono mai uscita da questo castello e gli unici che soggiornano qui sono mostri adulti, al massimo con bambini piccoli. Spesso ho parlato di cose più personali con le mie zie, ma adesso che sono crescita vorrei qualcuno che abbia la mia stessa mentalità, le mie zie sono troppo grandi per capirmi.-

-Ma adesso tu hai me!- Rispose Erzsebet amichevolmente.

Mavis da prima rimase perplessa, ma il sorriso dell'amica sembrava troppo sincero per non fidarsi.

-Ho letto i giornali...- La contessa ruppe il silenzio, -Posso solo immaginare quello che ti è successo. È questo che ti turba tanto, vero? Lo leggo nei tuoi occhi, sei spaventata... puoi nasconderlo a tutti, persino a tuo padre, ma non a me.-

-Preferirei parlare di qualcos'altro.- La interruppe bruscamente Mavis.

-Una giovane vampira come te dovrebbe lasciarsi andare e sfogare tutti i suoi vizi e capricci! Avrai 118 anni una sola volta nella vita, dovresti viverli!- Insisté la donna alzandosi dalla poltrona e si avvicinò lentamente a Mavis, fino a raggiungerla, le posò una mano sulla spalla continuando a camminare attorno a lei fino ad arrivarle dietro.

Le sue parole le ricordarono Jonny, dopotutto si assomigliano, entrambi sono degli spiriti liberi.

-C... cosa stai facendo?- Balbettò la giovane, imbarazzata.

-Rilassati... voglio solo insegnarti a vivere... ti piacerà!- Rispose Erzsebet con una voce fin troppo sensuale.

Mavis rimase immobile, non la stava nemmeno guardando e perciò non aveva idea di quello che stava facendo, ma sentì la mano che dalla spalla scivolò passando sopra al suo collo nudo, fino a raggiungere l'altra spalla costringendo la giovane vampira ad inarcare il collo all'indietro, mentre l'altro braccio la strinse all'altezza della pancia.

Mavis sentì come un brivido scorrerle dalle gambe fino ad arrivarle alla nuca.

-F... fermati...- Bisbigliò la ragazza, ma quelle parole si persero quando sentì un lieve pizzico al collo ed un attimo dopo venne invasa da un calore che si espanse rapidamente in tutto suo corpo.

Mavis avrebbe voluto scappare, ma Erzsebet la avvolgeva a se come un serpente con la sua preda, e più la ragazza respirava e più si sentiva stringere e soffocare, ma non faceva male, questo abbraccio era tanto duro quanto amorevole e Mavis si sentiva tanto minacciata quanto protetta. Questa sensazione di essere in trappola era eccitante, quasi erotica e Mavis smise di lottare e chiuse gli occhi, abbandonando se stessa a quella marea di emozioni.

Era tutto così strano, si sentiva piena di vita e, né suo padre, né Jonathan le avevano fatto provare delle emozioni così forti e confuse, ma non erano nuove, anche se non ricordava quando e dove le avesse provate.

Il suo cuore batteva forte, più di quello che avrebbe avuto un umano che fugge da un vampiro affamato, ma sembrava piacerle.

-Gli umani sanno essere crudeli...- Sussurrò la nobildonna all'orecchio della giovane, e quelle flebili parole risvegliarono delle immagini nel cuore di Mavis che invece avrebbe voluto dimenticare, un'ombra minacciosa, un arco, una freccia... La ragazza trasalì come se un getto d'acqua gelida l'avesse svegliata improvvisamente da un incubo.

Erzsebet si spostò sull'altro orecchio e continuò a sussurrare:

-Ma sanno essere terribilmente dolci... se sai cosa intendo...-

Il battito di Mavis aumentò ancora, ed altre immagini passarono rapide e confuse nella sua mente, ma non furono quelle che lei si aspettava, nessuna festa, nessun bacio, nessuno zing... l'unica cosa che davvero sentiva era quell'odore amaro e metallico, ma altrettanto inebriante e dolce. Si morse il labbro inferiore, sorrise malignamente mettendo in mostra le sue lunghe zanne e lasciò cadere la testa all'indietro, fino a posare la nuca sulla spalla della contessa.

Adesso ricordava la prima volta che si sentì così piena di vita, riusciva quasi a sentire quel sapore in bocca... Erzsebet aveva ragione, per un vampiro non c'è nulla di più dolce del sangue di un giovane umano innamorato e anche se Mavis lo aveva tenuto nascosto, anche se faceva finta di niente, anche se i suoi sentimenti per Jonathan erano più forti dei suoi istinti, lei non aveva mai dimenticato quella notte.

-Mavy?- Domandò la contessa seduta sulla poltrona, attirando l'attenzione della giovane vampira, -Non sei nervosa solo per colpa di tuo padre, vero?-

Mavis sbatté le palpebre e scrollò la testa, poi si guardò intorno, stranita. Era da sola accanto al letto a baldacchino e Erzsebet era seduta sulla sua poltrona. Le sembrava di vivere un deja vu.

-Ho ragione, vero?- Insisté Erzsebet.

-Oh, be'... scusa, mi è sembrato che...- Rispose Mavis, insicura ed ancora confusa.

La contessa la guardò curiosa, così la ragazza mise da parte le sue strane perplessità rispondendole:

-No, nulla...-

Erzsebet fece un dolce sorriso e provò a rassicurare la giovane vampira.

-Sembri tesa, sentiti pure libera di parlare con me, non ti preoccupare, siamo solo noi due che Ruthven ci ha lasciato la camera tutta per noi e le mie cameriere sono nelle loro stanze.-

Mavis tirò un sospiro liberatorio.

-Hai ragione, ma non è facile parlarne. È per ciò che è successo la notte in cui ho lottato con Van Helsing, sono stata così debole...- Concluse digrignando i denti, arrabbiata con se stessa.

-Non è colpa tua, anzi sei stata molto forte, dopotutto hai tenuto testa al più esperto cacciatore del mondo da sola e sei anche riuscita a proteggere il tuo amato Jonathan.- La contessa cercò di tirare su il morale alla ragazza, ma lei sembrava di tutt'altra opinione.

-Non è vero...- Disse Mavis abbassando lo sguardo e fermandosi di fronte ad una parete, -Avrò anche costretto Van Helsing alla fuga, ma sono stata sopraffatta dai miei istinti... Non avrei dovuto cedere così facilmente.-

-E come è stato?- Domandò Erzsebet intrigata, quasi felice per l'accaduto.

Mavis si voltò e la guardò indignata, anche la donna si accorse di aver esagerato con quella domanda, ma prima che si potesse scusare, la ragazza rispose comunque, distogliendo lo sguardo dall'amica, come se si vergognasse per ciò che aveva fatto.

-È stato orribile, fosse stato per me non lo avrei mai fatto, ma in quel caso... non sono sicura che ce l'avrei fatta a salvare entrambi...-

Quelle parole lasciarono perplessa Erzsebet, capiva che aveva omesso qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe voluto scoprire, ma si accontentò della risposta che Mavis le aveva dato, nonostante la domanda fin troppo diretta oltre che impertinente.

Erzsebet guardò la giovane vampira, quella domanda l'aveva turbata più di quanto si aspettasse.

-Hai ragione, scusa, non avrei dovuto costringerti a ricordare quella cosa. Non volevo ferirti.-

Ma Mavis sembrava avere altri pensieri per la testa, infatti riprese a camminare ansiosamente per la stanza, pareti e soffitto compresi.

-Whaaaa! Whaaaa!- Squillò il telefono fragorosamente e la Contessa andò a rispondere.

-Fra mezz'ora verrà servita la cena, preghiamo i signori ospiti di prendere posto a tavola.- Esclamò il telefono scheletrico.

-Sì, grazie...- Rispose la nobildonna disinteressata, riagganciando la cornetta, poi tornò con lo sguardo verso Mavis, -Sei ancora imbronciata con me?-

Lei per un attimo non rispose, rimase a sedere sulla grossa grata di ferro che chiudeva il pozzo e guardava in basso, -Oggi le stelle sembrano più luminose del solito...- La ragazza sussurrò, poi alzò la testa, probabilmente non voleva più toccare quell'argomento.

-Che romanticona!- Esclamò la contessa che alzò gli occhi al soffitto della sua suite per incontrare lo sguardo di Mavis che era proprio sopra di lei, a testa in giù sul lucernario.

La ragazza si alzò in piedi ed era pronta a scendere di nuovo sul pavimento, ma si fermò quando udì una voce familiare provenire da sotto (o forse è meglio dire sopra) di lei:

-Mavy? Sei proprio tu?-

La vampira abbassò lo sguardo e vide Jonny che faceva capolino dal lucernario. Lei sorrise, era felice di rivederlo in piena forma e si piegò leggermente in avanti appoggiando le mani sulle proprie ginocchia.

-Wow! Quasi non ti riconoscevo vestita così, non ti ho mai vista così bella!- Continuò pieno di stupore.

Mavis sorrise emozionata e le sue guancie arrossirono, adorava essere apprezzata, soprattutto da Jonathan.

-Forse perché adesso la stai guardando dalla giusta prospettiva.- Commentò Erzsebet scherzosamente.

In un primo momento queste parole lasciarono i due amanti perplessi, anche se accorgendosi della sua presenza Jonathan si spaventò, ma Mavis si rese presto conto a cosa si stava riferendo la contessa.

-Jonny!- Gridò lei arrabbiata, ma soprattutto imbarazzata, mentre si strinse la minigonna fra le gambe.

A questo punto anche l'umano si accorse della gaffe ed alzò lo sguardo, dimenticandosi per un attimo di Erzsebet.

Mavis tornò seduta a ginocchia alte e si lasciò cadere in avanti, ma quando il suo corpo raggiunse la grata ci passò attraverso come se fosse immateriale e continuò questa strana capriola fino a ritrovarsi all'esterno della camera, dal lato naturale della gravità, infine si alzò in piedi ed appoggiò le braccia incrociate al muretto del finto pozzo.

-Jonny? Come stai? Dormito bene?- Domandò la vampira con voce dolce.

-Certo, grazie a te! Mi dispiace solo per non aver visto il tuo bel visino al mio risveglio!- Rispose romanticamente il ragazzo facendo sorridere la fidanzata, -Dai vieni fuori, voglio vederti.- Concluse porgendole la mano.

Mavis la prese e si sollevò in aria, fluttuando sopra al muretto e posandosi di fronte all'umano appoggiando le mani alla vita stretta, rimodellata dal corsetto, che inoltre le pronunciava i fianchi ed alzava il seno. Ciò le donava una figura più curvilinea e sensuale, nettamente differente dalla giovane fanciulla che Jonathan era abituato vedere, tanto che rimase senza parole, mentre Mavis lo fissava, trepidante di avere un suo giudizio.

-Allora? Che ne pensi?- Chiese lei.

Jonny sbatté le palpebre come se si fosse appena svegliato da un sogno ad occhi aperti.

-Sei... sei fantastica.- Rispose lui con semplicità, non riusciva a trovare parole migliori per descrivere tanta bellezza, -Dove hai trovato questi nuovi vestiti? Ricordo che il tuo armadio era pieno solo dei tuoi abiti neri tutti uguali.-

-È vero, prima era mio padre a decidere come mi dovevo vestire, ma penso di avere più stile di lui,- Disse Mavis ridacchiando, -Questi vestiti me li ha regalati Erzsy, la mia nuova amica. Dopo te la devo assolutamente presentare, è fantastica!- Concluse eccitata, ma Jonathan sembrava di tutt'altro umore, aggrottò le ciglia e rispose nascondendo malamente i suoi timori:

-Si... be'... magari dopo. La cena è quasi servita, saliamo insieme?-

La giovane annuì, poi ritornò al pozzo-lucernario.

-Erzy! Noi andiamo, vieni anche tu?-

-No, grazie, aspetto mio marito, dovrebbe tornare a momenti.- Rispose la contessa.

L'innamorata coppia iniziò a camminare mano nella mano verso la porta laterale dell'hotel.

-Adoro i giovani, sono così ingenui...- Sussurrò Erzsebet nella sua lussuosa suite.

-Ed io adoro te, saresti in grado di sedurre anche una pietra con il tuo fascino.- Le rispose una cupa voce spettrale.

La nobildonna si passò una mano fra i capelli tirati in una crocchia, ma la sua ombra non la seguì, anzi, sembrava giocherellare con qualcosa che aveva in mano, era meno scura del resto dell'ombra, come se fosse stata trasparente.

-E sicché la vampiretta è andata a cena con il fidanzatino... speriamo che lui si goda questo pasto, visto che potrebbe diventare lui la portata principale! Ah ah ah!- Esclamò l'ombra salendo lungo la gonna di Erzsebet fino ad arrivarle alle spalle, poi da essa uscì Ruthven e le naturali ombre dell'immortale coppia tornarono normali.

Il lord abbracciava la sua contessa da dietro e lei gli prese un polso e spostò la sua mano di fronte al proprio viso inspirando profondamente col naso; ciò la mandò in estasi, il suo amante aveva in mano una sottile siringa vuota.

-Sangue di giovane vergine, quando glie l'ho iniettata era ancora caldo... ne vuoi un po'?- Disse Ruthven con voce suadente, ma più umana.

-Non tentarmi, ne ho una voglia matta! Sai che non sono mai stata così tanto tempo a digiuno, ma ho detto a Mavis che ci nutriamo di sangue umano molto raramente, non voglio odorare di sangue quando sono con lei.-

-Tanto tempo? È passata poco più di mezza giornata!- Rispose il Lord ridacchiando.

-Ti sembra poco? Comunque sei sicuro che il piano abbia avuto successo?-

-Le ho iniettato il sangue direttamente in giugulare, si è a malapena accorta sia del passaggio della mia ombra su di se, che della puntura, che del sangue che le ho somministrato, il tutto grazie a te che l'hai distratta alla perfezione. Aveva già assaporato l'energia del sangue umano, ma probabilmente i suoi sentimenti ed i brutti ricordi legati al suo primo morso le hanno permesso di mantenere il controllo. Ma questa nuova dose risveglierà i suoi vampireschi istinti. Ci sarà da divertirsi... vediamo cosa ne penserà il Consiglio dell'Ordine dei Draghi della pacifica convivenza fra mostri ed umani dopo che la piccola Mavis Dracula mangerà, per la seconda volta, il suo amato umano!- Concluse il vampiro sorridendo malvagiamente.

-Non ci resta che aspettare allora…- Disse Erzsebet voltandosi verso l'uomo.

-Ricordati che non siamo qui per aspettare, il nostro vero obbiettivo è molto più importante e non possiamo fallire. C'è solo un motivo per cui tutti quei draghi sono venuti qui all'improvviso in assetto da battaglia, sono certo che Dracula sappia quello che è realmente successo due settimane fa. Lo farò parlare, a tutti i costi.-


Se il capitolo vi è piaciuto ricordate di lasciare un commento!

Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Mentire, confessare o fuggire? ***


Mentire, confessare o fuggire?

La cena stava passando tranquillamente per i pochi ospiti rimasti dell'hotel, talmente tanto che i tre stavano mangiando nel gran salone, quasi silenzioso, anzichè nella sala privata. Ma il più tranquillo era Jonathan visto che i due nuovi vampiri non si erano ancora visti. L'unica cosa strana (escludendo tutto ciò di strano che ci poteva essere in un albergo per mostri a cui l'umano si era abituato) era l'atteggiamento appiccicoso e quasi eccessivamente amoroso di Mavis nei confronti del ragazzo.

Ovviamente a Jonathan non davano alcun fastidio le attenzioni di Mavis che sdrusciava la testa sulla sua spalla o che gli accarezzava i capelli, l'unico inconveniente era Drac il burbero, che sembrava tranquillo seduto davanti alla coppia, ma l'umano percepiva la sua aura di gelosia che, seppur ben nascosta, sembrava poter esplodere da un momento all'altro.

-M...Mavy? Che hai stasera? Non hai mangiato quasi nulla...- Domandò Jonathan, un po' imbarazzato.

-Nulla, è solo che ho voglia di stare con te!- Rispose lei dolcemente.

Al vampiro sfuggì un'occhiataccia al ragazzo, come se fosse colpa sua.

-Drac, guarda che ti ho visto, sai?- Lo rimproverò Unice, seduta accanto a Mavis, -Smettila di guardare male le persone, te l'ho detto mille volte! E poi quando hai intenzione di lasciar vivere la vita di queste due giovani anime gemelle? Guardali, sono così dolci...- La donna sospirò al pensiero dell' amore giovanile, ma un attimo dopo la sua gracchiante voce tornò ad echeggiare nella sala, -Hey, tu!- Esclamò rivolgendosi a suo marito, seduto accanto a lei, che mangiava ignorandola tranquillamente, -Voglio avere anch'io una figlia da veder crescere ed innamorarsi di qualcuno che le vuole bene!-

-Sai che sarebbe anche il mio sogno, ma finché questo mondo sarà pericoloso è meglio aspettare Non voglio che mio figlio passi quello che ho passato io...- Rispose Frank amareggiato.

-Volete un figlio? Perché non me ne avete parlato prima?- Esclamò Wayne eccitato, -Si regalano cuccioli!- Continuò prendendo tre dei suoi figli che correvano in qua e in la e li alzò tenendoli per il collare, -Ne ho quanti ne volete!- Concluse.

-Amore!- Wanda rimproverò scherzosamente il marito, -Che sciocco che sei!- Concluse ridacchiando.

Il lupo lasciò i tre cuccioli che tornarono a fare danni, poi si avvicnò alla coppia Staine bisbigliando:

-Non sto scherzando, se ne prendete tre sono disposto a pagarvi.-

I due lo guardarono perplessi, ma non commentarono.

-Hey, Drac,- Sussurrò Murray al vampiro, guardandosi intorno per essere sicuro di non essere spiato, -Quando il Consiglio si riunirà noi come dobbiamo rispondere se ci chiedono di quella cosa? Hai un piano?-

In un batter d'occhio Dracula scomparve in una nuvola purpurea per ricomparire accanto alla mummia.

-Sssshh! Sei forse impazzito?- Gridò il conte a bassa voce tirandolo faccia a faccia per le bende, -Hai la sabbia al posto del cervello? Potrebbero esserci spie che ci osservano ovunque!-

-Scusa amico, sai che per mummificarmi hanno messo i miei organi nei canopi, ma il cervello lo hanno buttato...-

Il vecchio vampiro ridacchiò per la goffaggine dell'amico, poi si rivolse a tutti quelli seduti al suo tavolo:

-Dopo cena vi chiedo di raggiungemi nel mio ufficio, dobbiamo parlare.- Detto ciò il conte si trasformò in pipistrello e volò via.

-Dove va così di fretta? Non ha neanche finito di mangiare il muffin agli occhi di ratto!- Disse Jonathan, quasi preoccupato.

Gli altri strinsero le spalle, mentre Murray utilizzò una benda come un lazo per prendere il dolce avanzato di Drac ed inghiottirlo in un unico boccone.

I mostri e Jonathan finirono in fretta di mangiare, erano un po' preoccupati su cosa Drac avesse da dirgli, ma tutti immaginavano che riguardasse l'imminente Consiglio.

Knock, knock...

L'umano bussò timorosamente alla porta dell'ufficio di Dracula ed i suoi amici erano proprio dietro di lui.

-Entrate.- Rispose la voce seria del conte.

Il gruppo entrò nella stanza, era tutto in disordine e c'erano lettere sparpagliate ovunque, sembrava appena passato un tifone.

Con un cenno del dito Dracula accese il giradischi che iniziò a suonare il Requiem di Mozart, poi con un nuovo cenno fece volare le lettere e le altre carte in un vortice che sbattevano su tutti i presenti, rivelando la posizione di Griffin.

-Scusatemi dei fastidi, ma devo essere sicuro che non ci sia nessun inreuso invisibile o qualcuno che ci scolta a distanza. Quello che vi sto per dire non deve in alcun modo arrivare alle orecchie dell'Ordine. Sappiano tutti quello che è successo a mia figlia poche settimane fa, ma dovete mantenere l'assoluto silenzio. Solo la parola "demone" genera il delirio più totale, soprattutto ai draghi. Se scoprissero cosa ti è successo piccola mia... non si farebbero scrupoli.- Il vecchio padre si fermò un attimo, il solo pensiero lo turbava al punto da paralizzarlo, -Non posso permettere che ti accada nulla di male.- Concluse poggiando una mano alla spalla della figlia per fare forza ad entrambi.

-Tutto qui?- Esclamò Jonathan, -Basterà non dire nulla ed inventarci qualche scusa, qual'è il problema?-

-Jonny,- Lo interruppe il conte, - Non è così semplice come credi, non tutti possono mentire sotto giuramento.-

-A me sembra che tu non abbia avuto problemi a mentire a tua figlia con la storia del villaggio!- Gridò Eunice con la sua solita voce stridula.

-Ho detto sotto giuramento! E te lo vuoi mettere in quella testa mal assemblata che mi dispiace per quello che ho fatto? Sempre a girare il coltello nella piaga... Comunque Mavis, Murray ed io siamo creature magiche e non sarà difficile per loro estorcerci la verità in un interrogatorio formale. È per questo che sono seriamente preoccupato...-

-Oh, capisco,- Sospirò l'umano rammaricato, -Non c'è proprio nulla che potete fare per nullificare una promessa?-

-Be', sì, o muore colui a cui abbiamo fatto il giuramento, oppure incrociando le dita mentre promettiamo, ma ci faranno tenere le mani ben in vista.-

-Papà?- Esclamò Mavis pensierosa dopo un attimo di silenzio generale, -Come sta il tuo braccio?-

Drac la guardò perplesso, -Be', molto meglio, grazie, ormai mi rimane solo mezzo avambraccio e la mano da rigenerarsi, ma adesso che mi ci sono abituato ho una mobilità molto migliore, anche se non mi abituerò mai alla puzza di formaldeide.- Disse il vampiro muovendo la mano inguantata, -Ma cosa c'entra con il nostro discorso?-

La ragazza sorrise e Jonathan fece lo stesso, anche lui aveva intuito il suo piano.

-Una mano finta sarà quella che vedranno durante il giuramento, quella vera avrà le dita incrociate per spezzarlo.-

Tutti i mostri e Jonathan si complimentarono con Mavis per la brillante idea, ma Drac sembrava non essere d'accordo.

-No, è troppo pericoloso, non voglio rischiare che le accuse a vostro carico si aggravino.-

-Allora che vuoi fare? Non ci sono alternative! O impariamo a mentire o diciamo la verità sperando che comprendano che adesso sono... guarita!- Gridò Mavis, irritata per l'indecisione del padre.

-Shhhh!- Rispose lui portandosi l'indice al naso, -Non so se ci stanno spiando, la musica ed il turbinio di carta potrebbero non bastare a nasconderci se tu urli.-

-Allora dimmi il tuo piano, anche io preferirei una soluzione più sicura.- Disse Mavis con voce più tranquilla e bassa.

Per un attimo nessuno rispose, ma poi Drac si fece avanti:

-Ci ho riflettuto a lungo, mi duole dirlo, ma l'unica cosa che possiamo fare è fuggire, finché non si saranno calmate le acque...-

La ragazza non disse nulla, semplicemente socchiuse gli occhi fino a renderli due sottili fessure mentre la sua espressione diventava sempre più carica di disprezzo e rabbia per ciò che suo padre aveva proposto.

Il forte vento muoveva vigorosamente i capelli della giovane vampira, ma nemmeno quella tempesta riusciva ad arruffarli ed a fargli perdere la loro liscezza, proprio come il suo carattere ormai forgiato non si piegasse più al volere del padre, ma un attimo prima che lei sbuffasse venne anticipata da Jonathan:

-NO! Io voglio bene ad entrambi, come se foste la mia famiglia, e per questo non posso stare zitto. Drac, ti rendi conto di quello che dici? Nascondersi dal mondo degli umani e da quello dei mostri? E dove vorresti andare, su Marte dagli alieni?-

-Jonny, calma...- Disse Mavis con voce dolce, anche se un po' preoccupata per l'eccessiva ed improvvisa agitazione del ragazzo, -Che è successo? Perché l'hai presa così tanto sul personale?-

-Perché È Una questione personale!- Continuò il ragazzo, poi fece un respiro profondo ed andò avanti, -Fuggire dai problemi non li risolve, prima o poi bisognerà fare i conti con la realtà. L'ho imparato a mie spese... Tre anni fa sono fuggito dalla mia famiglia perché non sopportavo più i continui trasferimenti a causa del lavoro di mio padre e per più di un anno non ho dato mie notizie. Per una coincidenza del destino hanno riconosciuto la mia voce mentre litigavo con un agente che non mi voleva lasciare dormire in una panchina nella stazione ferroviaria di Stratford, le opzioni erano di passare la notte in prigione o tornare con i miei genitori ed ho scelto la seconda. Ma la storia si ripeté esattamente come prima e così me ne sono andato di nuovo chiamandoli ogni tanto per tranquillizzarli. È da allora che faccio il turista per sempre, anche se in realtà sembro più un barbone.

Drac, tu dovresti sapere di cosa parlo, per quanto tempo hai vissuto nell'ombra senza una casa e senza un punto di riferimento. Adesso non sei solo tu ad esserti stabilizzato, hai dato la possibilità di avere un riparo sicuro per tutti i mostri, senza di te l'hotel Transylvania morirebbe. E poi la vita da fuggiasco è uno schifo, riempita solo di rimpianti. Non ve la meritate, nessuno si merita una vita come la mia, ma almeno io sono umano e la mia vita è limitata, ma voi per quanto tempo siete disposti a vivere così?-

-Jonathan ha ragione. Papà, io amo viaggiare, voglio conoscere il mondo fino al punto da sentire la nostalgia di casa e quindi tornare di nuovo qua. Non voglio vivere fuggendo senza meta.-

-Il piano di Mavis non sarà il più infallible del mondo, ma ha più senso della tua idea di fuga,- Commentò Griffin, -Persino io farei fatica a nascondermi dai draghi...-

-Papà, ti prego, proviamoci. Sai benissimo che una fuga sarebbe impossibile e quando ci troveranno non avremo scuse.-

-Ho capito, se è questa la strada che avete deciso sono dei vostri, l'importante è restare uniti, vero?-

-Sì!- Risposero tutti i mostri, e Jonathan, all'unisono e pieni di speranza.

Ma nessuno sembrava essersi accorto dei due piccoli, ma brillanti occhi che li stavano osservando, un piccolo pipistrello dal pelo nero li stava fissando dalla finestra, ma che accorgendosi del sorgere del Sole si lasciò cadere, planando fino a terra dove si trasformò in umano.

-Ruthven, hai scoperto qualcosa di interessante?- Gli domandò Erzsebet avvicinandosi a lui.

-Tu sai leggere il labiale?- Disse lui sogghignando.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Diavoli tentatori ***


Oltre a dedicare questo capitolo a tutti voi lettori ed alla mia fidanzata colgo l'occasione per augurarvi buon 2015!
   ________
   \      /                                                __
    \~~~~/     ##  ##  ####  #####  #####  ##  ##          //
     \  /      ##  ## ##  ## ##  ## ##  ## ##  ##     **  //
      ||       ###### ###### #####  #####   ####     ****//
      ||       ##  ## ##  ## ##     ##       ##      \**\/
      ||       ##  ## ##  ## ##     ##       ##
    __||__


                                                \     /   /
    xxx  xxxx   .                       .   \  :       :/
   xx xxxx  xx                   .               '*`            .
  xx  xx    xx                 xx               '***`   /
      xx    xx  xxxx   xx     xx                / *
      xx    xx xx  xx   xx    xx                 / \ \
      xx    xx xxxxx    xx xx xx             /          .
      xx    xx xx    xx xx xx xx              / .  \ \
      xx    xx  xxxxxx   xxx xx
      xx    xx                        xx                   \O
     xx    xx                        xx                     T>
                              xxx    xx                    / \
                  . \O/      xx xx   xx  xxxx     xxxx  xx xxx
                   ._T_.    xx  xx   xx xx  xx       xx  xxx xx
                                xx   xx xxxxx     xxxxx  xx
           .                    xx   xx xx    xx xx  xx  xx
      ^                         xx   xx  xxxxxx   xxxxx  xx
      O/                         xxxxxx               xx x
     
 


CAPITOLO 8 - Diavoli tentatori
-Sì, so leggere il labiale ed anche il linguaggio dei segni, faceva comodo avere cameriere sorde che non potessero sentire le grida delle ragazze che torturavo.- Replicò Erzebeth freddamente.
Ruthven sorrise in silenzio per qualche secondo prima di rispondere a sua volta:
-Io no. Era meglio se salivi tu, Dracula ha preso mille precauzioni per non farsi sentire, quindi devono aver parlato di qualcosa di molto importante.-
-Sei sempre il solito incompetente!- Lo rimproverò la vampira portandosi una mano al volto, piena di delusione, -Ma almeno adesso abbiamo la certezza che stanno nascondendo qualcosa di grosso.-
...

Il Sole era ormai sorto sul vecchio castello ed ormai tutti gli ospiti stavano dormendo, tutti tranne un paio.
-Be', Mavy, comincia ad essere tardi, forse dovrei tornare alla mia camera...- Disse Jonathan con voce tremante dall'imbarazzo, mentre si alzò a sedere sul letto.
-Di già?- Rispose Mavis, ancora sdraiata, e lo avvinghiò per un braccio per impedirgli di andarsene.
-Mavy, per favore, sono stanco, ho bisogno di dormire.-
-Rimani qui!- Propose lei, sorridendo.
-Non mi tentare, sai che tuo padre non vuole! Mi ammazzerebbe!-
-È che mi sento così strana, così carica di energia... che vorrei che questa sensazione non finisse mai.- Poi si alzò a sedere anche lei abbracciandolo ed appoggiando la testa fra il suo collo e la spalla, -Il tuo profumo è così buono...- Sussurrò amorevolmente, -Che mi viene voglia di mangiarti.- Concluse, la sua voce era calma, ma talmente minacciosa da essere quasi irriconoscibile.
Un freddo brivido attraversò la schiena del ragazzo quando sentì il lieve sospiro della giovane vampira sul proprio collo.
Certo, era piacevole, ma quelle parole gli ricordarono molto il comportamento della giovane vampira quando bramava il suo sangue.
Jonathan spinse via Mavis con forza alzandosi in piedi e facendo qualche passo indietro, era spaventato, ma si accorse subito che anche lei era sorpresa e spaventata quanto lui.
-Jonny? Che ti è preso? Perché mi hai spinta in quel brutto modo?- Gli chiese la vampira, confusa ed un po' arrabbiata.
-Scusa, è che... Mi hai spaventato... Sai, con quello che hai fatto...- Rispose l'umano pentito per la sua eccessiva reazione.
-È colpa mia?- Gli domandò, preoccupata di aver fatto involontariamente qualcosa di sbagliato, ma ancora prima che Jonathan potesse rispondere lei emise un triste sospiro abbassando lo sguardo, -Ho capito, scusami...- Disse con voce triste e pentita, poi alzò le ginocchia e ci appoggiò la fronte, abbracciandosi le gambe, -Sono una stupida, dovevo rendermi conto che dopo quello che ti è successo è normale che tu non voglia che io mi avvicini troppo al tuo collo. Scusa...-
Jonny sbatté le palpebre, -No, ti sbagli, non è quello il problema, è per quello che hai detto.-
Mavis alzò la testa, perplessa, -Non ti piace che dica che hai un buon odore?-
-No, cioè, si, cioè... mi riferivo a quello che hai detto dopo.- Balbettò lui.
La ragazza alzò un sopracciglio, confusa, -Io non ho detto altro.-
Jonathan la guardò stranito, -Sicura?- Le chiese, anche se adesso lui stesso non era più sicuro di ciò che aveva sentito.
-Sì, ti ho solo baciato il collo e tu mi hai spinta via.- Rispose incrociando le braccia, imbronciata.
-Be'... allora scusami, devo avere le allucinazioni, forse dovrei andare a riposarmi...- Disse il ragazzo grattandosi la testa, imbarazzato.
-Sì, penso dovresti.- Rispose Mavis freddamente lasciando il fidanzato amareggiato, normalmente avrebbe insistito per non farlo andare via, ma forse era ancora arrabbiata, e ne aveva anche il diritto.
-Buonanotte, anzi, buongiorno.- Lui le augurò prima di incamminarsi verso la porta.
-Sogni d'oro Jonny...- Mormorò lei in risposta, ma sembrava distratta dai suoi pensieri, tanto che non si alzò nemmeno per accompagnare il ragazzo all'uscita.
Fu solo quando la porta venne chiusa che la vampira si risvegliò dai suoi pensieri, così scese dal letto dirigendosi al lavandino del bagno dove si lavò il viso con acqua fredda per schiarirsi le idee.
-Non posso averlo detto, non posso averlo detto...- Ripeté a sé stessa, -Ero sicura di averlo pensato e basta! Non posso essere ricaduta in quella dipendenza, non di nuovo. Eppure riuscivo a controllarmi... che mi sta succedendo?- Ma i pensieri della giovane vampira vennero interrotti da qualcuno che bussò alla sua porta.
-Mavy wavy? Sei in camera? Ho visto Jonny uscire un attimo fa! Posso entrare un attimo?- Era Drac che le parlava con la sua solita voce gentile e paterna.
-Si, entra pure...-
Il vecchio conte di avvicinò lentamente alla figlia, mentre aveva un sorriso quasi fino alle orecchie.
-Budellina? Ho una sorpresa per te!- Esclamò pieno di entusiasmo, anche se Mavis era di tutt'altro umore.
-Dimmi.- Lei tagliò corto, totalmente disinteressata, immaginando che sarebbe stata l'ennesima pagliacciata a cui lei iniziava a sentirsi troppo grande per volerne partecipare.
-Be', piccola mia, sai che abbiamo lavorato sodo in queste ultime settimane per ristrutturare l'hotel e grazie anche all'aiuto tuo e di Jonny siamo riusciti a completare i lavori in anticipo e per questo vi meritate un bel regalo.-
Mavis alzò lo sguardo, finalmente sembrava interessata.
-Lo sai che adesso sei cresciuta, o per lo meno, è molto ormai che si cresciuta, anche se me ne sono reso conto tardi. Mi dispiace essere stato così accecato dalla paura di vederti soffrire da privati della tua libertà e sono stato uno sciocco egoista a non farti vivere la tua vita... è che avevo paura di rimanere solo... ma basta chiacchiere, ora che ho finalmente del tempo libero andremo a visitare la mia vecchia dimora, il castello di Lubove!-
-E quando ci andremo?- Gli rispose lei, impassibile, come se non avesse realizzato ciò che suo padre le aveva appena detto.
-Ma, non saprei... tipo... hai impegni per stasera?-
La ragazza rimase un attimo in silenzio mentre i suoi occhi e la sua bocca si spalancavano sempre più, carichi di sorpresa e felicità.
-Non ci credo...- Sussurrò lei, la sua voce era spezzata dall'emozione, -Davvero?- Concluse quasi soffocata da tutta quella felicità.
Suo padre si limitò a sorridere ed annuire con la testa; cercò di trattenere le proprie emozioni, ma non riuscì a fermare una lacrima di gioia che scese lentamente lungo la sua guancia. Anche la figlia non poté fare a meno di  lasciarsi andare e saltò addosso al padre abbracciandolo forte.
-Vuoi dire che da adesso potrò visitare tutto il mondo con Jonny? Devo dirglielo subito!- Esclamò Mavis spezzando l'abbraccio.
-Hey, Artigliuccia, non correre troppo, ci sono molte cose che devi imparare sul mondo degli umani prima di poterlo visitare, ricordati che nessuno dovrà scoprire cosa sei realmente, ma immagino che Jonny sarà un ottimo insegnante. Considera la gita di oggi una piccola anteprima.-
La giovane vampira mise il broncio, ma capì le regioni del padre e subito dopo gli sorrise per fargli capire che era d'accordo con lui.
-Ma a proposito di Jonny, l'ho visto uscire da camera tua poco fa, sembrava turbato, è successo qualcosa?- Domandò Dracula un po' preoccupato.
-No, non ti preoccupare, era solo stanco.- Disse Mavis sorridendo per nascondere le sue preoccupazioni al padre.
-Va bene, ora però dormi pipistrellina, se lui era stanco lo sarai anche tu. Voglio che tu sia riposata per questa nuova avventura.- Le disse Drac amorevolmente, poi la baciò dolcemente sulla fronte e si alzò dirigendosi verso la porta e salutando un'ultima volta la figlia con un sorriso.
La giovane vampira era di nuovo sola nella sua stanza illuminata dalle candele nonostante la serena mattina che c'era oltre le pesanti tende della sua finestra. Il suo viaggio sarebbe iniziato al tramonto ed il sole era sorto da poco, perciò avrebbe avuto tempo a sufficienza per riposarsi.
La ragazza esplose energicamente in una nuvola di fumo viola, -Yah! Non posso crederci!- Gridò il piccolo pipistrello uscendo dalla nebbia magica, iniziando a svolazzare agitatamente per la camera e continuando a sfogare rumorosamente la propria felicità sicura di non disturbare nessuno nell'hotel quasi vuoto. Poi planò in picchiata fin dentro l'armadio e ne uscì in forma umana indossando la sua camicia da notte, pronta per dormire.
Saltò sdraiata sul letto spegnendo magicamente le candele schioccando le dita e sperando che dormendo il giorno sarebbe passato velocemente, ma non fu così. La trepidazione la tenne sveglia e più tempo passava e più si agitava sul letto.
-Sangue di blatta!- Esclamò Mavis alzandosi a sedere sul letto, arrabbiata, -Ma perché non riesco a dormire?!- Urlò isterica scaraventando via le coperte, ma si accorse subito che le stava ribollendo il sangue. Non era normale che si innervosisse tanto per una cosa così banale e lei lo sapeva benissimo. Si guardò intorno, sentiva il cuore che le batteva forte, tanto da sentirselo in gola, ma non fu l'unica cosa strana, infatti le gengive iniziarono a farle male. Non era una sensazione nuova, si ricordò subito l'ultima volta che si era sentita così e non era affatto rassicurante.
-No, non è possibile... non è possibile...- Borbottò Mavis a se stessa, sempre più agitata, poi passò la lingua fra i denti e sospirò cupamente abbassando lo sguardo, mentre due lacrime le solcarono il viso. La sua preoccupante ipotesi venne confermata, i suoi canini erano sguainati ed affilati, aveva fame, talmente tanta che iniziava a sentire i crampi allo stomaco.
La vampira si portò le mani al volto e fece un profondo sospiro per provare a calmarsi, ma si accorse che la poca luce che filtrava dalla finestra della sua camera si faceva sempre più flebile.
-Dannazione... Il sole è quasi tramontato, devo trovare una soluzione prima che Jonny e mio padre vengano a cercarmi.-
Mavis saltò giù dal letto e corse fuori dalla sua stanza sbattendo la porta, poi attraversò i corridoi a tutta velocità senza dare ascolto alle teste rimpicciolite che brontolavano di fare silenzio e di non disturbare e senza nemmeno preoccuparsi delle stregadiere che aveva quasi linciato nella sua folle corsa, che si concluse quando, dopo aver girato un angolo mentre scendeva le scale, si schiantò contro qualcuno, rotolando l'ultima rampa.
-Aglia, che botta...- Si lamentò la giovane vampira, mentre si rialzava ancora dolorante e confusa, -Mi dispiace così tanto, dovevo guardare dove andavo.- Continuò scusandosi, un po' imbarazzata, poi alzò lo sguardo e vide un uomo che stava tranquillamente in piedi, come se non fosse successo nulla. Era alto e slanciato, sembrava suo padre, e per un attimo si preoccupò, ma non era lui, non senza il suo mantello.
-Ehy, piccola, dove corri così di fretta a quest'ora?- Domandò quell'uomo, dolcemente.
-Lord Ruthven?- Chiese Mavis un po' insicura.
-Chiamami semplicemente Ruth.- Disse il nobiluomo, -Tu piuttosto? Ti sei fatta male?-
-No, nulla di grave,- Rispose la ragazza, -Ma come hai fatto a rimanere impassibile ad uno scontro del genere?- Continuò mentre cercava di rialzarsi.
Il vampiro sorrise, poi, senza neppure concentrarsi, rimase in piedi Mavis con i suoi poteri.
-Anche io vivo in un lussuoso castello, ma non è nascosto agli umani come il tuo. Io e la mia consorte abbiamo dovuto combattere spesso contro cacciatori e altri umani violenti, e quindi sono abituato a stare sempre in guardia.-
-Mi dispiace per la vostra vita complicata, a me è successo una sola volta ed è stato orribile.- Rispose Mavis, sospirando tristemente.
Il vampiro stava per rispondere, ma venne fermato dalla voce di Erzsebet che stava sopraggiungendo:
-Ruthven, con chi stai parlando?- Ed una volta raggiunto e notando Mavis, -Oh, sei tu, piccola Mavy.- Esclamò sorridendo, ma si accorse subito che c'era qualcosa che non andava nella ragazza, infatti non sembrava altrettanto felice, anzi, era cupa e pensierosa, -Mavy? Va tutto bene?- Concluse un po' preoccupata.
La giovane vampira abbassò lo sguardo, indecisa se parlare o meno, perciò la contessa la anticipò:
-Cos'è che ti preoccupa tanto? Sei così agitata che il tuo cuore batte più veloce di quello di un umano!- Poi la donna toccò dolcemente la fronte di Mavis con la mano, ma lei si spostò subito, -Mavis, tu non stai bene, stai sudando freddo e tremando!- La avvertì Erzsebet con voce tranquilla per non farla preoccupare ulteriormente.
-Sto bene.- Ringhiò lei stridendo i denti.
-E starai bene anche quando incontrerai Jonathan?- Sottolineò il Lord con voce autorevole, incrociando le braccia in attesa di vedere la reazione di Mavis, che, come aveva immaginato, rimase bloccata.
-Mavy, noi siano dalla tua parte,- Le disse Erzsebet dolcemente, poggiandole una mano sulla spalla,
-Sappiamo quale è il tuo problema, noi ci conviviamo ogni giorno...-
La ragazza si voltò lentamente fino ad incrociare lo sguardo di colei che riteneva sua amica, -Parli della sete di sangue?- Domandò con voce bassa e tremolante.
La donna rispose con un leggero sorriso, -Puoi anche correre in cucina e bere i tuoi surrogati sintetici fino a scoppiare, ma non cambierà nulla. Da quando lo hai assaggiato il tuo corpo chiede di meglio, è naturale istinto di sopravvivenza.-
-Ma mio padre è riuscito a smettere ed anche io fino ad ora!- Piagnucolò Mavis, quindi Erzsebet la abbracciò dicendo:
-Ti hanno mai detto che tuo padre ci ha messo più di un secolo per sconfiggere la sua natura? E che spesso aveva degli attacchi d'ira così violenti che Marta ed i suoi amici hanno rischiato di morire a causa sua? Un vampiro in astinenza da sangue è come un neo-rinato, violento ed incontrollabile.-
-Sì, mi ha accennato questa cosa, è per questo che hanno aspettato ad avere un figlio. Quindi credi che farò molta fatica a guarire?- Disse la giovane.
La donna prese la testa di Mavis e poi si spostò faccia a faccia con lei, -Tu. Non. Sei. Malata.- Disse scandendo ogni singola parola, -Non c'è nulla di male in te, non c'è nulla da cui devi guarire.-
Concluse con un tono abbastanza autoritario.
-No...- Bisbigliò la ragazza in collera con se stessa per non essere abbastanza forte da reprimere i propri istinti, -È sbagliato fare del male agli altri, non voglio uccidere nessuno!-
Erzsebet lasciò Mavis che sembrava sull'orlo di scoppiare a piangere.
-E tutti gli scorpioni ed i piccioni che ti diverti a cacciare?- Ruthven si intromise, -A loro non fai del male? Dopotutto amche gli umani sono animali, dovresti anche tu prenderli per quello che sono, come dovresti accettate te per quello che sei.-
Mavis fece una smorfia, irritata per quello che aveva appena sentito. Erzsebet se ne accorse, perciò trovò subito un modo per rattoppare l'eccessiva schiettezza del Lord prima che perdesse lei fiducia in loro.
-Non far caso a quello che dice mio marito, non è mai stato bravo a parole...- Disse ridacchiando leggermente, -Quello che vuole dire è che c'è modo e modo di bere il sangue umano, ed è stato proprio questo che ha fatto incrinare i rapporti fra noi e tuo padre. Il suo problema è che spesso è di vedute un po'... Come dire... Ristrette!-
Mavis a queste parole rispose con un'occhiataccia che fece ridere Erzsebet la quale esclamò ironicamente:
-Che c'è? Vorresti dire che non è vero?-
-Hai ragione!- La giovane ridacchiò divertita, dopo di che la donna continuò:
-Dracula rinnega il bere sangue umano, noi invece lo facciano senza fare del male né obbligare nessuno, cosa c'è di sbagliato?-
Mavis rimase perplessa, questo ragionamento non faceva una piega, ma lei continuava a non essere pienamente d'accordo.
-Mavy?- Esclamò Ruthven,- Il Sole è tramontato, abbiamo meno di mezzora prima che ci sia abbastanza buio da svegliare tutti. Non possiamo permetterti di incontrare Jonathan nelle tue condizioni. Vieni con noi, possiamo aiutarti.- Concluse il nobiluomo prendendo una mano della ragazza, ma lei si ritirò subito.
-Mi volete far bere sangue umano?!- Gridò inorridita guardandoli entrambi.
-Non ti vogliamo obbligare, sei libera di fare quello che vuoi. È solo che siamo preoccupati per te.
-Grazie, ma non ne ho bisogno.- Rispose freddamente.
-Come vuoi, ma lascia che ti dia un ultimo consiglio, chiudi gli occhi ed ascolta.-
Mavis fece un'alzata di spalle e chiuse gli occhi. Dopotutto non le costava nulla.
Tump, tump... tump, tump...
Udì chiaramente nel silenzio delle scale un ritmato battito, era calmo e piacevole, tanto da esserne irresistibilmente attratta, ma d'un tratto la ragazza trasalì, terrorizzata.
-Il rosso ti dona, anche più dell'azzurro!- Esclamò la donna divertita, e Mavis la guardò stranita, -Parlo dei tuoi occhi, adesso ti sei calmata, ma un attimo fa i tuoi occhi bramavano sangue. Hai sentito il battito di Jonathan ed è bastato quello per far vacillare la tua forza di volontà; pensa cosa accadrebbe se fosse davanti a te. Sei davvero sicura di voler ferire le persone che ami?-
-Mio padre mi aiuterà.-
-Ne sono certa, proprio come ha aiutato Jonathan quando era un neo-rinato; un sigillo magico, catene ed un pugnale imbevuto di sangue di cadavere...-
-Taci!- Sbottò Mavis, solo il ricordo di ciò che aveva visto la feriva più del pugnale stesso che aveva usato suo padre per tenere sedato Jonathan, -Come fai a saperlo?-
-Le notizie viaggiano veloci e poi non mi stupisce, era lo stesso metodo che il tuo paparino usava su se stesso durante le sue crisi peggiori. Purtroppo è l'unico modo per tenere a bada un vampiro senza ucciderlo.-
La ragazza strinse i pugni, -Non ho altra scelta, per favore aiutatemi!-

Se vi è piaciuto il capitolo ricordatevi di lasciare un commento!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Lascia che vada ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e mi supportano.

CAPITOLO 9 – Lascia che vada

-Non perdiamo altro tempo.- Disse Ruthven, appoggiando una mano sulla spalla di Mavis, Erzsebeth fece lo stesso sull'altra spalla ed entrambi spinsero la ragazza facendola cadere, ma invece di impattare sul pavimento ci entrò dentro. La ragazza stava precipitando nell'oscurità, sopra di lei poteva vedere il corridoio da cui era caduta al di la di un'apertura che si faceva sempre più lontana, mentre sotto di se c'era una seconda apertura da cui arrivava una luce tremolante. Ben presto la vampira la attraversò atterrando nella camera da letto di Ruth e Erzsy, che arrivarono un attimo dopo.

Mavis alzò lo sguardo, c'era come una pozza di bitume nero lucido increspato come l'acqua di una piscina, stava sul soffitto come se avesse una gravità propria.

-Un portale per scendere quattro piani?- Domandò Mavis, -Se non avevate voglia di prendere le scale potevano prendere l'ascensore!-

-Purtroppo sai che non siamo ben voluti, domani è una giornata importante per te e non voglio che tuo padre la passi imbronciato, sai che non gli fa piacere che passi tempo con noi.-

Mavis fece un sorrisetto, ma subito dopo si incupì nuovamente, sapeva perché era li e non le faceva affatto piacere.

-Allora, Mavis sei pronta?- Domandò Erzsebet.

-No che non lo sono, ma cos'altro posso fare?-

-Va bene, seguimi.- Disse la donna camminando verso la porta, Ruthven invece si mise a sedere sul letto ed iniziò ad appuntare qualcosa su un piccolo diario; Mavis lo guardò un attimo, e lui, accorgendosene, con un gentile gesto della mano fece capire alla ragazza che poteva andare.

Le due uscirono dalla suite ed in pochi passi raggiunsero la porta successiva.

Erzsebet bussò alla porta e subito dopo entrò accendendo le torce con i suoi poteri.

La stanza era molto minimalista, a differenza della lussuosa suite barocca, c'era solo un grande armadio e quattro letti con altrettante ragazze accanto ad ogni uno di essi. Erano tutte vestite con una semplice camicia da notte bianca e lunga, ma nonostante fossero tutte vestite uguali, erano tutte di etnie diverse e stavano immobili sull'attenti con le braccia incrociate dietro alla schiena.

-Allora Mavis,- Erzsebet iniziò a parlare, -Sei libera di scegliere quella che più ti aggrada. Le mie damigelle sono state scelte selezionando i migliori esemplari di ogni tipo di razza umana ed il loro sangue è puro e di eccelsa qualità. Hai solo l'imbarazzo della scelta-

-Mi chiamo Chun e se vuoi il sapore deciso di noi instancabili orientali sono qui per te.- Disse una ragazza dai capelli neri a caschetto e gli occhi a mandorla, facendo un leggero inchino.

-Oppure un aroma speziato, sono Shanti dall'india.- Esclamò un’altra ragazza, aveva i capelli neri e lunghi, la pelle scura ed un bindi rosso al centro della fronte.

-Perché non la dolcezza di noi amorevoli sudamericane? Sono Jewel.- Disse la giovane dalla pelle mulatta ed i lunghi rasta soffiando un bacio.

-Se vuoi qualcosa che ti tenga sveglia fai una colazione salata, i sapori mediterranei sono i più apprezzati al mondo, mi chiamo Maria e provengo dalla Sardegna.- Disse l'ultima ragazza dai capelli neri e lisci, gli occhi marroni e la pelle abbronzata.

Mavis era rimasta ad ascoltarle, ma pur essendo contrariata dal loro comportamento non le interruppe mai.

-Voi... voi vi vedete così? Come vacche al mercato da pubblicizzare?- Protestò Mavis, addolorata per loro.

-Mavis,- Disse Chun con una spensieratezza che contrastava con la tensione della giovane vampira, -Non è proprio come pensi, questo è solo un piccolo pezzo che siamo felici di pagare. Noi umani siamo così limitati, la giovinezza per noi dura così poco e non c'è cosa più orribile che stare a guardare impotenti il proprio corpo invecchiare. Eterna giovinezza, è questo che ci hanno promesso ed un vampiro mantiene sempre le proprie promesse.-

Mavis si sentiva spezzata in due, non riusciva a concepire la loro scelta, ma dopotutto sembravano felici così, -Forse avete ragione…- Borbottò, compatendo le quattro ragazze che invece erano a loro agio.

Chun si avvicinò a Mavis, le prese le mani gentilmente e le portò dietro al proprio collo, poi Chun le lasciò e la abbracciò facendo in modo che il proprio collo fosse vicino alla bocca della vampira.

-N... No, non voglio...- Borbottò la giovane vampira, riluttante, mettendo le mani sui fianchi dell'umana, come a volerla spingere via, ma non stava facendo alcuna forza.

-Se non si vuoi perché non mi lasci andare?- Bisbigliò la ragazza con uno sprezzante tono di sfida nell'orecchio di Mavis, mentre spezzava l'abbraccio.

Mavis reagì come non si sarebbe aspettata, era vero, c'era qualcosa in lei che le impediva di lasciare quella preda, e strinse le mani afferrandola con forza, tanto che lei non riuscì a trattenere una smorfia di dolore. Poi la vampira la avvicinò a se, fino a che le sue labbra arrivarono a sfiorare quel collo così caldo e succulento, poteva persino sentire il battito delle arterie col semplice tatto e per un attimo si fermò cullata da quella rilassante sensazione.

La ragazza spostò i propri capelli dal collo per evitare che infastidissero la giovane vampira ed inclinò leggermente la testa.

Mavis non poté più resistere ed affondò le proprie zanne affilate nel collo della ragazza che reagì con un semplice sorrisetto soddisfatto. Questa volta la vampira era più rilassata, non solo perché non era ferita o in pericolo, ma sopratutto perché non sentiva più nella testa quella voce demoniaca che tanto detestava. Questa volta era tutto tranquillo a piacevole, tanto che Mavis riuscì a controllarsi talmente bene che né il morso, né il dissanguamento furono dolorosi per la vittima.

Lei bevve fino a sazietà e quando ebbe finito lasciò la ragazza che venne soccorsa dalle altre tre ed aiutata a mettersi a letto.

La giovane vampira la guardò carica di senso di colpa, lei ricambiò lo sguardo, sorridendo, così vedendola stare bene anche Mavis sorrise timidamente a sua volta, ma rimase ferma, pensierosa, fino a che i suoi pensieri non vennero interrotti da Erzsebeth:

-Non mi sembra stata una esperienza così brutta, non credi?-

La ragazza prese un po' di tempo prima di rispondere:

-Avevate ragione, forse mi sono fatta influenzare troppo da ciò che mi diceva mio padre e dalla mia orribile prima volta...-

 -Allora piccola Mavis,- Disse Ruthven che aveva assistito alla scena appoggiato alla porta chiusa, Mavis non lo aveva sentito entrare, -Come stai? Com'è sentire tutta questa energia scorrerti dentro? Non ne vorresti avere ancora ed ancora?-

Mavis lo guardò perplesso, -Perché dovrei volerne ancora? Questo sangue è molto più energetico di quello sintetico, probabilmente basterà anche per un paio di settimane ed in ogni caso voglio evitarlo il più possibile.-

Il Lord rimase di stucco a questa risposta, mentre la contessa riuscì a contenere maggiormente il proprio stupore e fingendosi preoccupata cercò di deviare l'argomento:

-Oh! Mavy! Accidenti, è tardi, tuo padre sarà già sveglio e ti starà cercando!-

-Sangue di blatta, hai ragione, sarà meglio che vada!- Esclamò Mavis mentre si preparava a correre in camera sua, ma venne fermata dalla voce della donna:

-Mavy, aspetta, è troppo tardi. È meglio se ti cambi ora.- Disse e con uno schiocco di dita la giovane si ritrovò vestita con una camicia a maniche lunghe nera con i bottoni ed i risvolti rossi, pantaloni di jeans neri corti, le sue calze nere a strisce rosse e stivali da tracking neri.

-Così dovresti essere comoda per la tua piccola avventura. E tieni pure quei vestiti, sono troppo poco eleganti per i miei gusti, ma tu ci stai un incanto.- Disse Erzsebet, poi usò i propri poteri per aprire la porta, -È meglio se ti sbrighi adesso!- Concluse.

Ruthven si spostò leggermente senza aggiungere niente.

-Grazie Erzsy, sei un'amica.- Disse gentilmente Mavis prima di trasformarsi in pipistrello, la donna in un primo momento sorrise, ma quando il pipistrello volò via si accigliò.

-Dannazione!- Lei sbottò sbattendo la porta con la propria magia quasi a scardinarla, -Che diavolo è successo? Come fa a mantenere un autocontrollo così forte? Eppure non è abituata al sangue umano!- Continuò rabbiosa.

-Trovato un osso troppo duro per te?- Disse Ruthven prendendola in giro, ma la cosa che fece infuriare ancora di più la contessa fu la sua calma ed il totale disinteresse.

Lei si avvicinò al lord, lo prese per il bavero della camicia e lo sollevò di peso, infuriata, ma lui non sembrava curarsene, anzi, era divertito nel vederla sempre più arrabbiata. Lo guardò negli occhi, poi, senza dire nulla lo lasciò e lui atterrò lentamente a terra, -Ti comporti come un bambino, sai quanto è importante la nostra missione.- Lo rimproverò.

-E tu ti comporti da vecchia acida. Datti una calmata o ti verranno le rughe! So qual è il nostro obbiettivo, ed urlare e sbraitare non ci servirà di certo...-

La donna si voltò e si incamminò verso la porta, -Hai ragione, il tempo stringe. Cambiamo strategia, sono stufa di fare da babysitter a quella mocciosetta. Organizziamo qualcosa di più diretto.- Concluse uscendo dalla porta.

Il lord sorrise, -Finalmente… Ammettilo, ci sono persone che non puoi piegare alla tua volontà!- Disse prendendosi gioco di lei.

La vampira si fermò, offesa, -Posso piegare chiunque, con lei mi ci vorrebbe più tempo che però non abbiamo.-

...

-Mavy wavy? Che ore sono?- Domandò giocosamente Drac irrompendo bruscamente nella camera della giovane figlia, ma non vi trovò nessuno e ciò lo lasciò confuso ed un po' preoccupato.

-È tempo dell'avventura!- Rispose Mavis eccitata e già equipaggiata per l'escursione con il grande zaino regalatole da suo padre, forse anche troppo carico per quel breve viaggio.

-Cadaverina, sei già pronta? Non vedevi l'ora di partire, vero?- Mavis saltò giù sul pavimento e sorrise, ammettendo che suo padre aveva ragione. -Ma non pensi di aver preso un po' troppa roba?- Continuò Drac.

-Un vero viaggiatore porta con se tutto ciò che potrebbe servire, ed anche ciò che gli sembra inutile. Non si sa mai quanti imprevisti possono capitare in un viaggio last minute!- Jonathan si intromise nella conversazione, anche lui con il suo grande zaino in spalla.

-Jonny!- Squittì Mavis sprizzante di gioia e corse dall’amato abbracciandolo, -Riesci a crederci Jonny, riesci a crederci?-

-Magari la seconda è la volta buona.- Era Griffin, con i suoi soliti commenti pungenti, anche lui arrivato per dare il buongiorno alla ragazza.

-Griffin!- Lo brontolò Wanda prima che lo facesse Derc, intanto erano arrivati proprio tutti, -Perché devi essere sempre così cattivo?- E poi avvicinandosi a Mavis, -Oh, cara, sei un incanto, ho portato un paio di cose di cui potresti avere bisogno, ecco a te un bel golfino di lana…- Disse dandole un golf fatto ai ferri, ma non era ben messo, infatti era un po’ sbilenco, aveva una manica più lunga ed una più corta, qualche piccolo strappo qua e la ed era pieno di peli di cane, -Si, so che non è perfetta, ma con questa banda di scatenati è difficile fare la maglia in pace…  e poi è meglio se prendi anche queste, non saranno un bazooka, ma è il massimo che sono riuscita a rimediare.- Concluse dandole un paio di granate a frammentazione.

-E che cosa sarebbero?- Domandò Mavis incuriosita da quelle specie di mini_ananas di ferro verdi.

-Ma quelle sono bombe! Sono fatte per uccidere!- Gridò Jonathan, poi rivolgendosi a Wanda, -Ma come ti è venuto in mente di regalarle qualcosa di così pericoloso?!-

Ma sembrò essere ignorato.

-Jonny?- Mavis richiamò la sua attenzione, -Come ci starei con un bell’anello?- Continuò guardandosi il luccicante anello di acciaio sull’anulare.

L’umano sbiancò di colpo, tanto che se ne accorsero tutti, -Tu... tu... tu...- Balbettò lui terrorizzato al punto da non riuscire a parlare, -Hai rimosso la sicura della spoletta?-

Mavis lo guardò ed alzò un sopracciglio, -Intendi l'anellino di ferro? Sì, l'ho sfilato da qui.- Disse, mostrando al ragazzo la granata, ma facendo ciò allentò la presa e la leva d'armamento saltò via. -Ops, è normale?-

Jonathan si lanciò dietro il letto per trincerarsi, mentre gli altri rimasero impassibili.

-Dicono che portebbe esplodere...- Disse Waine con aria fin troppo calma, come se non si rendesse conto del pericolo. Drac, spazientito, prese la bomba innescata, schiacciò un piede a Murray che urlò per il dolore ed il vampiro ne approfittò per gettargli la bomba in bocca. L'esplosione fece un rumore cupo, come quello di un tuono in lontananza e fece gonfiare la mummia per un attimo per poi tornare normale.

-Questa ananas di ferro mi rimarrà sullo stomaco per un po'…- Disse Murray piegandosi per il mal di pancia.

-Non dire baggianate, Murray, lo sappiamo tutti che il tuo stomaco è in un canopo al British Museum.- Disse Dracula, poi tornando da Mavis, -Sarà meglio che quest'altra la porti dove nessuno potrà mai trovarla.- E la granata sparì in una nube viola, -Bene, andiamo a fare colazione, visto che voi due ragazzi siete così trepidanti non vi voglio far attendere oltre.- E si voltò in direzione della porta, -A proposito, Jonny, vuoi rimanere nascosto tutto il giorno?-

Il ragazzo fece capolino da dietro al letto e si guardò attorno, -State tutti bene ragazzi?-

-Si, e stiamo aspettando tutti te per far colazione!- Disse Frank ridacchiando.

-Tutti tranne me, sono già sazio.- Puntualizzò Murray.

Mentre il gruppo usciva dalla camera, Wanda si affiancò a Mavis, sussurrando:

-Scusa per il pessimo regalo,  le ho trovate mentre cercavo qualcosa di utile in un accampamento militare abbandonato, ma non ho mai saputo come si usassero e quali effetti avessero. Volevo darti qualcosa per proteggerti-

-Non ti preoccupare zia Wanda, sono cresciuta ed ho imparato a difendermi da sola.-

La donna lupo sorrise orgogliosa, -Forse hai ragione, sei cresciuta molto, non hai più bisogno di una balia. Sono così orgogliosa per te, questo sarà un gran bel giorno.-

-Già, lo voglio immortalare,- Rispose la giovane vampira, -Jonny, ricordati di prendere il telefono, voglio farmi un album pieno di foto di questo grande giorno!-

Il ragazzo si voltò verso di lei, sembrava un po’ triste, -Mi dispiace piccola, la batteria è completamente andata, è stato troppo nuvoloso in questi ultimi giorni per usare il carica batterie solare. Ma una giornata così emozionante non te la dimenticherai così facilmente!-

-No, che peccato, Frank, puoi fare qualcosa? Sei tu l’esperto di elettricità dell’hotel- Rispose Mavis a quella brutta notizia.

Il gigante blu abbassò lo sguardo e vide Jonathan che gli porgeva il telefono attaccato al carica batterie.

-Hmmm, funziona al centodieci o al duecentotrenta volts?- Domandò Frank al ragazzo.

-Entrambi.-

-Io funziono al duecentotrenta volts.- E detto ciò Frankenstein prese spina e la inserì nel naso causando il disgusto degli altri, ma il telefono si accese mostrando in modalità di ricarica.

-Funziona?- Domandò Frank con voce che sembrava raffreddata, mentre si metteva il telefono nella tasca della giacca.

-Be’… si, funziona, ma… che schifo!- Rispose Jonathan facendo una grossa risata assieme a tutti  gli altri.

La colazione fu molto veloce ed, una volta finito, Dracula, Jonathan, Mavis e ed i suoi zii uscirono sul piazzale dove li attendeva il carro funebre e l’autista senza testa il quale aprì lo sportello per far salire i tre.

-Non si preoccupi,- Il conte gli disse, -Mavis, vuoi avere te l’onore?-

La vampira sbatté le palpebre, -Dici sul serio? Vuoi che guidi io?-

-Be’, a me basta che tu sappia guidare meglio di me,- Si intromise Jonathan, -Ho distrutto quattro auto, un gommone ed un dirigibile, ma quest’ultimo non lo guidavo io, ci sono volato addosso con la mia terza auto… e non chiedetemi come ho fatto a farla volare fin lassù.-

-Allora sta lontano dal vecchio triciclo di mia figlia!- Lo prese in giro Drac mentre saliva nel carro funebre.

-Non faccio così tanti danni su un triciclo, ho solo abbattuto un frigorifero il Natale in cui me lo hanno regalato e poi non è più successo nulla, anche perché è rimasto schiacciato dal frigo ed i miei genitori non me lo hanno ricomprato…- Rispose il ragazzo seguendo il vampiro.

-Siete pronti ragazzi? Mettete le cinture che si parte!- Disse Mavis entusiasta e senza neppure aspettare che i due chiudessero lo sportello e salutassero i mostri che li avevano accompagnati al piazzale, schiacciò l’acceleratore a tavoletta facendo rotolare all’indietro Jonny e Drac che si schiantarono sul lunotto posteriore e con una stridente sgommata il vecchio carro funebre partì e percorse a tutta velocità il lungo ponte che separava la casa della giovane vampira dalla libertà.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se un po’ fiacco.

Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Un tocco di donna ***


Dedico questo capitolo a tutti quelli che si seguono e supportano e soprattutto alla mia fidanzata a cui auguro:

 

◊»▬«•●•»▬▬«•●•»▬▬«•●•»▬▬«•●•»▬▬«•●•»▬«◊
../’\._▫ -:¦:- • • █─█ █▀█ █▀█ █▀█ █─█ • •-:¦:-_./’\._
*•..•- -:¦:- • • █▀█ █▀█ █▀▀ █▀▀ ▀█▀ • •-:¦:-*•. .•*
/.•*•..-:¦:- • • ▀─▀ ▀─▀ ▀── ▀── ─▀─ • •-:¦:-/.•*•.\
-:¦:–:¦:- █▀▄ █ █▀█ ▀█▀ █─█ █▀▄ █▀█ █─█ -:¦:–:¦:-
-:¦:–:¦:- █▀█ █ █▀▄ ─█─ █▀█ █─█ █▀█ ▀█▀ -:¦:–:¦:-
-:¦:–:¦:- ▀▀─ ▀ ▀─▀ ─▀─ ▀─▀ ▀▀─ ▀─▀ ─▀─ -:¦:–:¦:-
♥♫♥♪♥♫♥♪♥♫♥♪♥♫♥♫♥ JAMILA ♥♫♥♪♥♫♥♪♥♫♥♪♥♫♥♫♥♫
◊»▬«•●•»▬▬«•●•»▬▬«•●•»▬▬«•●•»▬▬«•●•»▬«◊


CAPITOLO 10 – Un tocco di donna

 

Nonostante fosse poco tempo che Drac permettesse alla figlia di guidare e che non era mai andata oltre il lungo ponte dell’hotel, Mavis se la cavava bene al volante; tanto che sembrava non aver timore di sfrecciare a tutta velocità.

-Speravo tu non fossi tale e quale a tuo padre, sai? Ho creduto di morire un paio di volte quando mi ha riportato all'hotel. Mi devo preoccupare anche con te?- Disse Jonathan a Mavis.

-Cosa vorresti insinuare? Io sono un professionista!- Esclamò il vampiro

Ovviamente il dissestato sentiero del bosco e le vecchie e dure sospensioni a balestra del carro funebre resero il viaggio alquanto scomodo tranne che per Dracula che rimaneva tranquillamente seduto magicamente a pochi centimetri d'altezza dal sedile.

Jonathan era seduto sul sedile anteriore e faceva da navigatore con la sua grande e mal ripiegata cartina della Romania, ma il suo aiuto era alquanto limitato, sia perché stavano percorrendo una strada non segnata, sia perché buche, radici ed improvvise sterzate lo facevano sbattere da tutte le parti.

-Non mi sono mai divertita così tanto!- Esclamò Mavis eccitata, -Spero che il viaggio duri ancora un po'!-

-Ed io invece spero che il viaggio finisca presto o finirò a pezzi!- Ribatté Jonathan, appena comprensibile a causa del rumore della vettura.

-Purtroppo per te, Jonny, ci sono circa duecento chilometri in linea d'aria fra l'hotel Transylvania ed il mio vecchio castello, perciò ci vorranno almeno altre tre ore.-

Sentendo la brutta notizia da Dracula, l'umano si portò le mani al volto, sconsolato, ma così facendo, a causa del terreno sconnesso, si prese a schiaffi più volte.

Poco dopo uscirono dal bosco ed il sentiero divenne una strada in terra battuta, circondata da campi coltivati, non era un'autostrada, ma era molto più confortevole di prima.

-Va meglio Jonny?- Domandò la vampira.

Lui fece un sorrisetto, ma prima che potesse rispondere, lei lo anticipò:

-Goditi la strada fin che dura, fra poco c'è un nuovo bosco!-

-No, ti prego no, adoro le montagne russe, ma da questo potrei non uscirne vivo!- Si lamentò lui mettendosi le mani fra i capelli, ma poi vide qualcosa dal finestrino, -Mavis, svolta a sinistra!-

La ragazza lo guardò un attimo, e poi con una sterzata improvvisa si lanciò in un campo di mais facendosi strada fra le piante.

-Mavy? Non sarebbe stato meglio aspettare di trovare un incrocio? Così rovini le coltivazioni e rischi di investire qualcu...- Ma il ragazzo non riuscì a finire la frase che con un fragoroso botto qualcosa di grosso e pesante impattò sul parabrezza. Pur nel buio della notte si distinguevano chiaramente un cappello di paglia, una camicia sporca e pantaloni sporchi, -Oh mio dio! Hai ucciso un contadino!- Gridò Jonathan ed iniziò a sbraitare come un pazzo, ma Mavis e Dracula non sembravano affatto preoccupati, anzi, sembravano abbastanza divertiti, soprattutto quando la vampira attivò i tergicristalli che fecero ballare a destra e sinistra quella specie di cadavere che iniziò a perdere fieno fino a che non si smontò completamente.

-Spero che gli spaventapasseri non soffrano, vero Jonny?- Disse Drac prendendolo in giro.

Poco dopo lo sgangherato carro funebre raggiunse la fine del campo di mais ed i tre si ritrovarono al margine di una strada asfaltata ed illuminata dalle poche macchine che la attraversarono.

Mavis rimase meravigliata da quei veicoli nettamente più moderni e silenziosi di quel vecchio carretto, mentre invece Drac sembrava spaventato, tanto che si rannicchiò per nascondersi.

-Allora era questo il tuo piano? Farci passare dal mondo umano?- Il vecchio vampiro brontolò, -Hai idea di quanti pericoli corriamo stando qua? E non mi riferisco solo agli umani, anche i membri del Consiglio non sarebbero felici di sapere che ho avuto altre interazioni con gli umani!-

-E dai, papà,- Protestò la ragazza, immettendosi in strada, -Cosa vuoi che succeda? Ti preoccupi sempre troppo!-

-E tu troppo poco!- Replicò il padre.

-E nessuno si preoccupa del mio sedere?- Rispose Jonathan scherzosamente arrabbiato, -Io voto per la strada asfaltata, perciò siamo due contro uno. La decisione è presa.-

-Guarda che sono IO l’unico che prende decisioni…- Ma Drac si bloccò quando i due si voltarono e gli lanciarono un’occhiataccia, quindi tornò seduto, imbronciato, -Ma visto che ormai siamo qui penso che possiamo mantenere questa strada.-

Il viaggio continuò tranquillamente ed a velocità più moderata per non attirare l'attenzione della polizia.

Passarono alcune ore e Jonathan stava dormendo beatamente, qando all'improvviso venne svegliato dalla botta di una profonda buca, infatti Mavis si era appena imessa in una strada sterrata circondata da un boschetto.

L'umano riprese la cartina che usava come coperta e provò a cercare la loro posizione.

-Lascia perdere ragazzo, siano quasi arrivati.- Disse Drac, -E comunque lasciatelo dire, al volante sei pessimo da come ti descrivi, ma come navigatore sei peggio!- Continuò ridendo sfacciatamente.

Jonny so voltò verso di lui pronto a rispondere, ma si fermò quando vide gli occhi del vampiro spalancarsi ed iniziare a brillare, carichi di commozione.

L'auto frenò lentamente fino a fermarsi sulla cima alla collinetta, dinanzi a loro si vedeva il castello di Lubov illuminato che risaltava nel buio della valle.

Il castello aveva le pareti bianche e le torri rotonde, alte e strette, tipiche delle regge dei nobili esteuropei di un tempo, non era grande, ma era estremamente alto e con i tetti lunghi ed appuntiti, come se stesse cercando di prolungarsi per toccare il cielo. Ciò gli conferiva una bellezza unica e lo rendeva accogliente proprio perché era una casa e non una base militare. Non possedeva difese di alcun genere ed i piani più alti erano costruiti in legno per alleggerire la struttura, infatti quando venne costruito non venne progettato per resistere ad un possibile attacco. L'esatto contrario dell'Hotel Transylvania che era un cupo castello massiccio difeso da imponenti mura e da un profondo fossato, volutamente costruito con pietre sporche e parzialmente distrutto per farlo sembrare abbandonato ed inaccogliente agli occhi degli estranei.

-Di notte è ancora più bello che di giorno.- Disse Jonathan stupefatto.

Ma Drac era ancora turbato, quasi centodiciotto anni non erano bastati per superare quel vecchio trauma, forse proprio perché si rifiutava di affrontare la realtà preferendo evitarla, preferendo tenere le sue angosce nascoste dentro al suo cuore, -L'ultima volta che l'ho visto illuminato così è stato quando...- Ma il vecchio vampiro non fu in grado di concludere la frase, come se il passato appena rievocato lo stesse strozzando, ma improvvisamente batté le palpebre alzando lo sguardo, c'erano Mavis e Jonathan sorridenti che si erano voltati verso di lui e gli avevano preso le mani.

Ed in quegli occhi lui vide la felicità e la spensieratezza che aveva sempre, o quasi, avuto attorno a se, ma che non era mai realmente riuscito a vedere, vivendo per anni ed anni a fingere di essere felice con gli altri ed a piangere nella sua cupa stanza. Ma perché fingere quando alla fine lo era veramente? Dopotutto sua moglie non avrebbe mai voluto vederlo triste e dare a lei la causa della sua tristezza interiore significava ucciderla di nuovo.

Lui ricambiò il sorriso, finalmente liberato dal senso di colpa che lo aveva oppresso per così tanto tempo.

Ma possibile che fosse bastato così poco? Possibile che due giovani ed inesperti avessero potuto  spezzare una maledizione del genere con un semplice sguardo e vincere dove pozioni ed incantesimi di grandi stregoni avevano fallito? Forse era vero che da una perdita, seppur grave, possono nascere cose grandiose, probabilmente l'Hotel Transylvania sarebbe rimasto solo un sogno se Martha fosse ancora viva e forse adesso non sarebbe nato un grande amore sincero fra un mostro ed un umano, seme prezioso di un futuro di fratellanza fraterna fra le più diverse razze di questo mondo.

Negli occhi di quei giovani amanti risiedeva il vero sogno di Martha che si stava realizzando e per Dracula non c'era modo migliore per onorare la sua memoria.

-Andiamo?- Domandò Jonny.

-Andiamo?- Ripeté Mavy.

-ANDIAMO!- Esclamò Drac carico di energie, indicando il vecchio castello, poi continuò con tono più pacato, -Si, però andiamo a piedi, il castello potrebbe essere sorvegliato.-

Mavis spense il motore ed i tre scesero dall'abitacolo, incamminandosi lungo la strada.

-Allora Drac, sei emozionato di tornare qua dopo tutto questo tempo?- Domandò Jonathan voltandosi, ma non vide nessuno.

-Non credevo che sarei mai tornato alla mia vecchia dimora, troppi ricordi angoscianti,- Era la voce del conte e sembrava vicino al ragazzo, ma attorno a lui non si vedeva nessuno, -Ma se rinnego il mio passato rinnego anche i ricordi felici, il tempo passato con Martha e la nascita di Mavis.-

-D... Drac? Mavy? Dove siete?- Domandò Jonathan con voce tremante, mentre continuava a guardarsi intorno, poi sobbalzò quando si sentì afferrare la mano.

-Jonny, forse dovresti cambiare occhiali, sai? Siamo proprio accanto a te!- Era Mavis, ma aveva un aspetto strano, infatti il suo corpo sembrava quasi immateriale, sfocato, il ragazzo riusciva appena a distinguere qualche contorno del suo corpo, mentre il resto era quasi invisibile come se fosse un tutt'uno con il buio della notte.

-Non biasimarlo, Mavy. Un vampiro sa nascondersi bene nell'oscurità anche quando non vorrebbe, figuriamoci quando vuole passare inosservato.- Disse Drac, poi fece alcuni passi fino a che la luce che proveniva dal castello lo illuminò abbastanza da farlo tornare completamente visibile.

-Be', voi vampiri avete un intero arsenale di trucchetti per spaventare gli umani!- Commentò Jonathan.

Subito dopo Mavis lasciò la mano del fidanzato e si concentrò per restare perfettamente visibile, dopotutto non le sembrava educato parlare con qualcuno che non la potesse vedere.

-Ci siamo,- Disse Jonathan appena arrivato al portale del castello e guardò gli orari, oramai era chiuso già da ore, -Ma come entriamo? Ci caliamo dal tetto in stile Mission Impossibile?-

-No.- Rispose freddamente il conte.

-Passiamo dal retro come in tutti i film polizieschi?-

-No.-

-Vi trasformate in pipistrelli e voliamo attraverso una finestra aperta?-

-No.- Rispose Drac sempre con lo stesso tono, poi appoggiò una mano alla grande maniglia di ferro, un anello tenuto in bocca da un gargoyle e bussò tre volte. La porta si sbloccò e si aprì da sola lasciando l'umano un po' deluso.

-Ma così uccidi tutto il divertimento di un'effrazione!- Bofonchiò Jonathan facendo ridacchiare Mavis.

I tre entrarono, l'unica luce era quella esterna che penetrava dal portone, ma quando si chiuse il castello tornò buio.

I due vampiri si guardarono intorno sospirando carichi di stupore, poi la loro attenzione venne attratta da una piccola luce, era Jonathan che aveva acceso una mini torcia portachiavi.

-Scusate ma io non vedo nulla al buio.- Disse lui, poi prese un dépliant da un tavolo e lesse, -Benvenuti nel castello di Lubov, questo posto, a differenza di molti altri castelli, non è stato trasformato in un museo, ma è rimasto una vera e propria abitazione. Non troverete teche chiuse né cartellini illustrativi accanto agli oggetti e ci sarà libero accesso a tutte le stanze.

Le leggende popolari narrano che il castello di Lubov sia stato eretto alla metà del 18° secolo dalla nobildonna Lady Lubov.

Durante un viaggio in una terra lontana conobbe un conte originario della sua terra ed i due si innamorarono. Ella tornò al suo castello accompagnata dal suo nuovo marito, ma, pochi mesi dopo la nascita del loro primogenito, nel 1894 un incendio distrusse l'edificio e spezzò questa giovane famiglia. Ovviamente si pensa che la Lady Lubov morta tragicamente nell'incendio sia una discendente di quella che ha fatto costruire il castello, anche perché altrimenti avrebbe avuto oltre 170 anni.

Il castello è stato riportato allo splendore di un tempo negli anni '80 e grazie ad un lungo restauro è stato possibile ricreare il castello esattamente come appariva oltre un secolo fa.

Un grande ringraziamento va al pittore anonimo che ha donato tutti i dipinti esposti alle pareti, l'unico originale è l'autoritratto della nobildonna miracolosamente scampato all'incendio...-

-Ci sono un bel po' di errori in quell'opuscolo,- Disse Dracula con aria di sufficenza, -Martha aveva cento anni quando fece costruire il suo castello. Si schiantò con me alle Hawaii durante un'importante Consiglio dell' Ordine del Drago nel 1794 quando aveva 118 anni, e dopo cento anni di riabilitazione in cui sono diventato il mostro che sono ora sei nata tu, Mavis, e lo stesso anno poco prima di Natale... Be', sapete...-

Mavis abbracciò il padre, ma vennero improvvisamente travolti da un lampo di luce bianca che li fece scattare pronti a difendersi.

A un passo da loro c'era l'umano, il suo volto era illuminato dallo schermo del suo cellulare.

-Eh, eh... allora anche io ho qualche trucco per spaventare i vampiri!-

-Jonny che diavolo fai? Potrebbe esserci qualcuno!- Drac lo brontolò, sempre sottovoce, ma il silenzio che cercò di mantenere venne spezzato da una moltitudine di suoni del cellulare di Jonny.

-Ops, mi stanno arrivando tutti i messaggi e le notifiche delle due settimane che sono stato con il cellulare spento.-

Il ragazzo riuscì ad attivare la modalità silenziosa, ma ancora si sentiva l'eco di quel gran baccano.

Il vecchio conte fece un facepalm, ma sua figlia sembrava divertita.

-Ci hai fatto una foto a sorpresa?- Domandò Mavis.

-Già,- Rispose il ragazzo, poi osservò la foto appena scattata, Drac e Mavy erano ringhianti e con gli occhi rossi, sembravano due mostri assassini, tanto che Jonathan rimase spiazzato e spaventato.

-Allora, come siamo venuti?- Domandò Mavis, curiosa.

-Mossi, peccato, meglio eliminarla...- Rispose l'umano mentendo, preferendo cancellare  quell'inquietante foto prima che la vedesse qualcuno.

-Basta foto, e basta fare baccano, potrebbero esserci dei guardiani!- Disse il vecchio vampiro, -Ti ho detto che non voglio avere contratto con altri umani.- Concluse.

-Ma senza fare foto che turisti siamo?-

-Saremo turisti che non fanno foto.- Tagliò corto Drac.

-Ma non è giusto!- Esclamò Mavis arrabbiata, -Volevo un sacco di ricordi di oggi ed invece nulla?-

-Mavy ha ragione e poi se ci fosse stato un guardiano a quest'ora ci avrebbe...- Continuò Jonathan, ma venne interrotto da una voce sconosciuta:

-Cine este aici?!-

I tre si guardarono l'un l'altro negli occhi, ed esclamarono all'unisono:

-Ci hanno scoperti!-

-Cine ești băiat? Un hoț?- Disse l'uomo puntando la luce della torcia sugli occhi di Jonathan accecandolo.

-Non parlo rumeno, signore.- Rispose il ragazzo facendosi ombra con la mano.

-Americanii stupid...-

-Hey, questo penso di averlo capito!- Disse Jonny, arrabbiato.

-Ho sentito che parla con tuoi amici. Dove sono i tuoi futuri compagni di cella?- Disse la guardia con un forte accento rumeno, persino più marcato di quello di Drac.

-In fata ta...- Rispose Dracula, ed accanto a Jonathan comparvero due occhi rossi luminosi e il vigilante fece appena in tempo puntare in quella direzione la sua torcia facendolo ricomparire che l'intero salone venne avvolto in una  flebile luce rossa.

-Tu stanotte non hai incontrato nessuno,- Disse Drac con voce grave, -Non hai parlato con nessuno. Adesso vai...-

-...Ed accendi le luci di questo castello...- Disse Jonathan continuando la frase del vampiro, imitando la sua voce ed il suo accento.

Dracula lanciò un'occhiataccia al ragazzo, ma l'uomo ipnotizzato camminò via in stato catatonico.

-Guarda ragazzo che solo io ho gli hypno_occhi.- Disse Dracula incrociando le braccia in segno di superiorità, ma un attimo dopo i grandi lampadari si accesero uno dopo l'altro illuminando l'intero castello.

-Forse non sei proprio l'unico...- Rispose l'umano ridacchiando.

Dracula si imbronciò, ma non rispose; le stanze illuminate erano fantastiche e ricche di colori, le pareti erano tempestate di quadri raffiguranti le colline attorno a quella reggia, e l'arredamento era antico e raffinato, con legni intarsiati e con bassorilievi, tutti dettagli che al buio neppure i due vampiri erano in grado di apprezzare, e così il conte si sciolse dall'emozione.

-È... è tutto esattamente come prima,- Disse Drac, guardandosi intorno, -Il palazzo era bruciato, è così incredibile che sia stato ricostruito tale e quale a prima...-

-Sei sicuro Drac?- Domandò Jonathan, -Come pensi sia possibile? Questo castello è stato ristrutturato una trentina di anni fa, magari ti confondi, dopotutto è passato così tanto tempo...-

-No, mio padre non si sta sbagliando,- Disse Mavis, -Ricordo anche io questo posto, i mobili, i quadri... è tutto uguale...-

-Ma come fai a...- Jonathan iniziò a parlare, ma venne interrotto da Dracula che gli posò una mano sulla spalla accennando un no con la testa e l'umano capì che non era una buona domanda da porre pur non capendo il perché.

-Dai ragazzi,- Esclamò Mavis, -Che siano aspettando? Non abbiamo tutta la notte ed io voglio vedere tutto di questo posto!-

-Hai ragione, continuiamo la visita! Drac, dai, non farti pregare!- Rispose Jonny, ed il vecchio vampiro sorrise e li seguì.

Per prima cosa la ragazza vene attratta dal grande quadro di sua madre posto sopra al focolare della grande sala, era uguale a quello in camera di suo padre, ma in questo non c'erano né lei né lui.

I tre si avvicinarono.

-Era questo il quadro di cui ti parlavo. Marta era una donna bellissima ed immagino che sarebbe stata una donna fantastica.- Disse Jonathan.

-Non avrei mai immaginato che avrei rivisto questo quadro, pensavo di averlo perduto nel grande incendio. Quello che c’è nel mio castello lo ha dipinto zombie-Michelangelo- Poi il vampiro fluttuò per avvicinarsi di più e guardò l'angolo in basso a destra, -Come immaginavo... Lady L., era così che mia moglie firmava i suoi quadri, era una vera artista.- Poi si voltò a guardare gli altri quadri, -Ma se il suo autoritratto è l’unico antico, chi ha dipinto tutti gli altri uguali agli originali?-

-Papà, godiamoci la vacanza, non stare a preoccupati di tutto!-

Alle parole della figlia l'uomo scese a terra, le sorrise e assieme ripresero la visita al carrello.

Girovagarono ovunque come fosse casa loro, ed effettivamente un po' lo era, facendo un sacco di foto ed alla fine arrivarono dinnanzi ad una porta che Drac sembrava voler evitare.

-Papà? Era la vostra camera da letto, vero?-

Il vampiro si bloccò, ma senza voltarsi.

-Papà? Entriamo, sono curiosa.- Disse sorridendo.

-Voi andate, io vi aspetto fuori.- Rispose il conte riprendendo a camminare.

-No, Drac, non fare così! Perché non lasci il passato alle spalle e vai avanti?- Jonathan cercò di convincerlo. -Fatti coraggio ed affronta la realtà.-

Il vecchio vampiro sospirò profondamente e tornò indietro, rimase un attimo davanti a quella porta e poi si decise ad aprirla, lentamente.

La camera era molto grande e spaziosa, anche perché non c'erano mobili ma solo un letto a baldacchino al centro della stanza, era in ferro battuto intrecciato e pieno di foglie, come fosse ricoperto d’edera.

L'unica finestra era piccola e sproporzionata in confronto alla grande stanza per ovvi motivi. Ma il panorama ridotto dalla piccola finestra era compensato dagli affreschi su tutte le pareti raffiguranti il paesaggio attorno al castello e sul soffitto c'era un cielo sereno con qualche candida nuvola bianca e uno stormo di uccelli ed un lampadario a forma di Sole. Sembrava di essere sulla cima di una collina invece che dentro ad una camera da letto.

Mavis rimase meravigliata di questa strana camera, decisamente poco pratica a causa della mancanza di mobilia, ma estremamente romantica, ma il bello doveva ancora venire.

Mentre la ragazza camminava verso il letto si accorse che il pavimento in pietra che stava calpestando era diventato stranamente morbido, abbassò lo sguardo e si accorse che era erba, ma la vera sorpresa fu quando alzò lo sguardo, non erano più dentro al castello, ma fuori, le colonne del letto erano diventate alberi, il Sole brillava ma non bruciava la pelle dei due vampiri e gli uccelli solcavano il cielo.

-È opera tua papà, vero?-

Il vampiro si era incupito di nuovo, il senso di colpa che era riuscito a trattenere in quelle ultime ore stava riaffiorano strozzandolo sempre di più.

Gli occhi iniziarono a bruciargli, ma doveva trattenere le lacrime, non voleva rovinare la felicità della figlia. Alla fine si calmò e rispose carico di malinconia:

-A dire la verità questa camera l'ha ideata Martha, ha sempre sognato la libertà ed il suo più grande desiderio era stare all'aria aperta anche di giorno.- Poi con un suo cenno di mano la stanza tornò normale, ma c'era ancora qualcosa di strano nell'aria.

 -Jonny, dai, smettila...- Disse Mavis con voce soffice, mentre si lasciava cullare dal tepore della mano che le accarezzava dietro l'orecchio fino al collo.

-Di che stai parlando?- Domandò il ragazzo, confuso.

La vampira aprì gli occhi, Jonathan era davanti a lei, a qualche passo di distanza.

-Non eri tu che mi toccavi?-

L'umano scrollò il capo, alzando le spalle, divertito.

-Non credevo che anche i mostri si spaventassero vagando per un museo in orario di chiusura!- Continuò il ragazzo facendosi beffa della fidanzata.

-Perché dovrei aver paura? Se il guardiano si risveglia mio padre può cancellargli la memoria di nuovo! Comunque forse era solo la mia immaginazione...-

-Fate silenzio la dietro!- Brontolò Dracula sotto voce, -Credevo di essere stato chiaro dicendo di non voler contatti con gli umani!- Concluse asciugandosi le lacrime senza farsi notare.

-Drac, cos'hai?- Chiese Jonny, poi capì, -Mi dispiace per quello che è successo in questo castello, ma ricordati che ti sarò sempre vicino...-

-Grazie ragazzo... Comunque voi umani siete strani, prima distruggere e poi restaurate, non vi capirò mai. Ma devo ammettere che hanno fatto un ottimo lavoro di ricostruzione, rivedere questa camera mi ha emozionato più di quanto potessi immaginare. Quando me ne andai non credevo che sarei mai tornato...- Le parole del vampiro iniziarono a tremare fino a che non riuscì più a parlare. Stava piangendo in silenzio e l'umano non capiva se fossero lacrime di emozione o di tristezza.

-Amico, tutto bene?-

-Jonny, lo sento di nuovo...- Esclamò Mavis questa volta seriamente spaventata, i due uomini si voltarono verso di lei.

Non dissero nulla, ma i loro volti erano immersi nello stupore ma non nella preoccupazione come la ragazza si aspettava.

Poi una luce tenue e tremolante come quella di un piccolo fuoco illuminò la stanza di un freddo azzurro, la vampira poté vedere la sua ombra spezzare in due quella luce.

Qualsiasi cosa fosse era dietro di lei.

Mavis si voltò lentamente, i suoi occhi rifletterono quel fuoco fatuo diventando più luminosi ed azzurri di un cielo soleggiato.

E l'innaturale silenzio venne spezzato dalla voce tremante della giovane vampira:

-M... Mamma?-

Come sempre mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto e spero di leggere qualche commento.

Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Tempo di dirci addio ***


CAPITOLO 11 – È Tempo di dirci addio


"Io... io non posso crederci..." Disse il vecchio vampiro emozionato come mai prima d'ora.

L'etereo fantasma sorrise e nonostante sembrasse composto da fiamme azzurre Mavis corse da esso e lo abbracciò forte, ed appena lo toccò si materializzò completamente come fosse una persona vera.

La vampira non disse nulla, nessuno disse nulla.

"Siete tutti silenziosi?" Mormorò Martha accarezzando la testa della figlia, poi alzò lo sguardo al vecchio vampiro ancora incredulo, "Temevo non saresti mai tornato... ma va bene così, hai fatto bene a non correre rischi inutili."

Dracula si avvicinò al fantasma, "Mi..." Iniziò a parlare, ma venne interrotto da Martha che posò l'indice sulla sua bocca.

"Lo so che ti vuoi scusare, ma non c'è nulla che ti devi far perdonare." Disse lei con voce gentile, poi spostò lo sguardo sul suo braccio, "Che ti è successo? Non vedo alcuna anima scorrere sul tuo braccio."

Il vampiro trasalì, poi si toccò il braccio trapiantato, erano rimasti solo la mano e metà avambraccio da rigenerare, ma ormai aveva il pieno controllo della sua zombie-protesi quindi non ci faceva neppure caso, "Non ti preoccupare di questo, abbiamo affrontato un problema, ma adesso è tutto risolto e stiamo tutti bene."

"Ne sei davvero certo?" Domandò Martha ed il conte rispose con un sorrisetto carico di sicurezza.

"Hey, ragazzo," Disse la donna rivolgendosi a Jonathan che sobbalzò, "Io ti ho già visto in questo posto, hai litigato con la security perché non ti volevano far portare il tuo grande zaino qui dentro. Per la prima volta da quando sono morta qualcuno mi ha rallegrato la giornata."

"E tu eri la presenza amorevole che ho percepito la prima volta che sono entrato qui dentro." Rispose il ragazzo.

Martha fece un sorriso di assenso, poi riprese a parlare al suo marito guardandolo fisso negli occhi, come a volerlo sfidare:

"Dimmi Drac, che ci fa un umano fra i mostri? Vorresti forse dire che avevo ragione?"

Il vecchio vampiro si imbronciò, "Be', diciamo che la tua tesi, fino adesso puramente teorica, adesso ha anche un riscontro..."

"In pratica vorresti dire che avevo ragione, vero? Ben ti sta nasone, ridevi quando fantasticavo sull'amicizia fra mostri ed umani ed adesso nostra figlia si è innamorata di uno di loro, non lo trovi divertente?" Poi abbassò lo sguardo verso la figlia, "Allora piccola Mavis, sei una giovane donna ormai, perdonami se non ti sono stata vicina in tutti questi anni, ma sono sicura che Drac ti abbia crescita bene anche senza di me." Mavis non rispose e continuò a stringerla forte, Martha sorrise e continuò, "Me lo vuoi presentare il tuo fidanzato?"

La giovane vampira alzò lo sguardo, poi lasciò la madre e si voltò verso l'umano, "Be'... Lui, lui è Jonathan. Jonny, ti presento Martha, mia madre."

Il ragazzo si avvicinò lentamente e strinse la mano della donna, era gelida, tanto da far brinare addirittura il suo respiro. Martha ritirò bruscamente la mano, sembrava quasi spaventata, ed anche Drac divenne turbato, lasciando l'umano spiazzato.

"Mamma, ancora non riesco a crederci," Esclamò Mavis, "Avremmo un milione di cose di cui parlare quando torneremo all'hotel Transylvania!"

"Non succederà." Disse Dracula senza tanti giri di parole e Martha sembrava essere d'accordo con lui.

"Tuo padre ha ragione, piccola Mavis," Iniziò a spiegare la donna, "Troppo tempo sono rimasta in questo posto, e la mia anima si sta consumando. Non mi rimane molto tempo ormai..."

"Non c'è nulla che possiamo fare?" Domandò Jonathan, speranzoso che potesse esserci una soluzione.

"Lo hai visto tu stesso, la mia anima è sempre più debole ed il freddo che hai provato è il mio spirito che assorbe la tua anima. Se continuo così presto diventerò un fantasma infestante... un poltergeist assassino. Non faccio più parte di questo mondo ormai,non è giusto rimanere a spese degli altri."

"Va bene così," Disse Mavis con le lacrime agli occhi, ma dopotutto anche un po' felice, "È stato bello poterti salutare. Ho visto i fantasmi della foresta stregata, e so come diventa un fantasma quando rifiuta la propria morte per troppo tempo, non voglio che ti trasformi in un'anima perduta come loro..."

Martha appoggiò le mani sulle spalle di Mavis, "Sei più matura di quanto mi aspettassi, Sono fiera di te"

Anche Drac rimase stranito alla risposta della figlia, era fredda disinteressata, certo si vedeva che ci stava male, ma lui si era già preparato a consolarla ed a farle capire il perché di quella difficile decisione, ma non ce ne fu bisogno. Da quando Mavis era fuggita dal castello quasi un mese prima una parte di lei non era più tornata, ma dopotutto crescere d'età non significa maturare, sono le difficoltà della vita e le responsabilità a far maturare una ragazza ed a lei è accaduto tutto fin troppo in fretta.

Ma il girovagare dei pensieri del conte venne interrotto dalla voce della moglie:

"Seguitemi, vorrei darvi una cosa."

Il fantasma accompagnò i tre nel salone e si fermò davanti ad una scrivania da dove prese un vecchio pennello.

"Lo riconosco," Disse Drac, "È il pennello che hai costruito alle Hawaii dopo aver perso il tuo astuccio. Hai usato un ramoscello, pece ed una ciocca dei tuoi capelli. Ti ci sei così tanto affezionata che lo usavi anche a casa."

"Mi fa piacere che tu lo ricordi ancora," Disse la donna, sorridendo commossa ai vecchi ricordi, "Tutt'ora sono molto attaccata a questo oggetto."

"Allora sei tu il pittore misterioso che ha dipinto i quadri?" Domandò Mavis.

"No, più che altro sono stata una musa. Un restauratore ha trovato i miei attrezzi sotto le macerie e quando ha toccato questo pennello... diciamo che ha avuto un po' di ispirazione." Raccontò Martha, ridacchiando, poi prese le mani del marito e gli lasciò il pennello, "Voglio che lo tenga tu, qui non verrebbe mai apprezzato abbastanza."

Il vecchio vampiro fece un sorriso amareggiato, "Grazie..." Sospirò.

Poi Martha si rivolse alla figlia ed al ragazzo, "Le vostre sono anime gemelle, vedo un bel futuro di fronte a voi. È stato un piacere incontrarti Jonathan, non ho bisogno di dirti prenditi cura di mia figlia, perché so che lo stai già facendo e lo farai per sempre."

"G... Grazie signora..." Rispose l'umano gettandosi la testa in po' imbarazzato.

Poi Martha tornò da Drac, "Vale anche per te..." Disse lei, poi il suo sguardo divertito si spezzò, incupendosi, "Sapete che non posso più rimanere, ho promesso a me stessa che sarei rimasta ad accertarmi che stavate bene, e così è. Mi dispiace così tanto non poter rimanere con voi." Queste parole riportarono tutti alla triste realtà, "Ma adesso mi sento in pace con me stessa..."

"Quindi te ne vai di già?" Domandò il conte, pur sapendo la risposta.

"Drac, hai mantenuto la promessa di prenderti cura di nostra figlia, ma adesso dovresti prenderti cura di te stesso. Continui a nasconderlo, ma vedo quanto il tuo cuore soffre la solitudine..."

"No." La interruppe il vampiro, bruscamente, "So cosa vuoi dirmi, ma non posso."

"Non puoi o non vuoi?" Rispose la donna.

"Non posso, ho fatto una promessa."

"Non trovare scuse, finché morte non ci separi, ricordi? Impara a vivere il presente e costruisci il tuo futuro, non rimanere incatenato al passato."

Il conte rimase un attimo in silenzio, "Non sei la prima che mi fa un discorso del genere."

Lei ridacchiò, poi si avvicinò a Mavis e la abbracciò forte, proprio come aveva fatto la ragazza appena visto sua madre, ed infine abbassò la testa e le sussurrò all'orecchio, in modo da non farsi sentire dal marito:

"Vedo delle oscure tenebre nascoste dentro al tuo cuore, ciò che ti è successo deve essere stato orribile. Mi dispiace così tanto, sei giovane eppure hai un fardello così pesante... Devi essere una ragazza molto forte se riesci a tenerlo a bada, ma stai attenta, non stuzzicare il demone che dorme."

Detto ciò il fantasma riprese la sua forma eterea blu trasparente, iniziò a brillare e scomparve per sempre.

I tre rimasero immobili, soprattutto Mavis sembrava la più turbata di tutti e non solo per la perdita della madre, ma si riprese quando suo padre le spostò un ciuffo di capelli dietro all'orecchio.

"Almeno abbiamo avuto l'occasione di salutarla, adesso potrà riposare in pace sapendo che noi tutti stiamo bene." Le disse Drac con un sorriso incoraggiante.

La ragazza alzò lo sguardo a lui ricambiando il sorriso, ma non era affatto tranquilla, non dopo ciò che le aveva detto sua madre.

"È l'ora di andare, fra un po' sorgerà il Sole. Chi avrebbe mai potuto immaginare che questa uscita sarebbe stata così emozionante?" Concluse il vampiro.

"Già, è stato incredibile," Disse Jonathan, "Ho preso anche un ricordo della famiglia riunita!" Continuò facendo vedere ai due il cellulare. Il ragazzo aveva fotografato Martha e Mavis abbracciate e Dracula dietro di loro che le guardava commosso, era un'immagine speciale e spontanea.

I due mostri sorrisero vedendola, erano felici di aver immortalato un ricordo così emozionante, fra i migliori della loro lunga vita.

I tre lasciarono il castello, tornarono al carro funebre e ripartirono verso il castello, questa volta ad una velocità più moderata, forse perché la giovane autista non aveva così tanta fretta di rientrare a casa.

Ma il viaggio non era infinito ed in poche ore uscirono dalla foresta stregata ed arrivarono al ponte dell'hotel Transylvania.

"È un uccello?" Domandò il ragazzo guardando qualcosa che volava ad alta velocità più o meno all'altezza del tetto del castello.

"È un aereo?" Disse la ragazza, anche lei perplessa vedendo quell'oggetto volante non ben identificato che sembrava dirigersi ad alta velocità verso di loro, poi guardando meglio, "Ma quello non è mio cugino William?"

Intanto il conte stava tranquillamente seduto ad osservare il vecchio pennello abbandonandosi ai ricordi di un passato lontano ma ancora non sfumato, ma il suo sognare venne brutalmente spezzato da qualcosa che impattò con violenza contro il parabrezza, sfondandolo e facendo perdere il controllo del veicolo che si schiantò contro il muretto del ponte, rompendolo e fermandosi con due ruote sospese nel vuoto.

I tre uscirono, un po' doloranti ma illesi.

"State tutti bene?" Disse Drac, e vedendo Mavis che annuì e Jonathan che alzò il pollice si tranquillizzo, “Ma che diavolo è stato? Poi vide ciò che aveva distrutto il sua carro funebre, "Un cubo di cannone?"

Qualsiasi cosa fosse era cromata e di forma cubica di circa un metro, ma era difficile capire cosa fosse visto che era incastrato fra le lamiere.

Mavis si avvicinò ad esso e provò a tirarlo via, ma si aprì.

"È un frigobar..." Disse la ragazza, ed un attimo dopo uscì dall'auto un cucciolo di lupo mannaro barcollando.

Le vene sulle tempie di Drac si gonfiarono ed i suoi occhi si iniettarono di sangue, mentre una palpebra iniziò a tremargli dal nervoso.

"Wayne!" Ruggì il vampiro infuriato con tutta l'aria che aveva in corpo, e subito dopo ottene un risposta inaspettata.

"Hey, Drac, già di ritorno?" Era proprio l'uomo lupo ed accanto a lui c'erano anche Wanda e gli altri cuccioli.

"Wayne!" Disse prendendo il lupo per la camicia ed avvicinandolo faccia a muso con se stesso, "Guarda che disastro che hanno combinato i tuoi cuccioli!" Concluse indicando la sua auto distrutta, che iniziò a dondolare pericolosamente ed il conte fece appena in tempo a borbottare un "No... no... no..." che il vecchio carro funebre precipitò nel lago e venne divorato dai famelici piranha.

"Che diavolo di pesci vive in questo lago?" Esclamò Jonathan, "Io ci ho fatto pure il bagno un paio di volte!"

Dracula si girò nuovamente su Waine, ancora più arrabbiato, ma non proferì parola.

"Devo pagare il conto del minibar anche questa volta? Almeno fammi uno sconticino, l'altra volta te l'ho riportato in camera..." Disse il lupo mannaro, ma l'espressione del vampiro non cambiò.

"Non ti preoccupare Drac," Disse Wanda, "Mettici in conto il frigobar, ed anche il carro funebre. E comunque penso che i ragazzi abbiano trovato quella granata che dicevi di aver messo in un posto introvabile."

"Sì, la granata che tu hai portato." Poi Dracula lo lasciò andare, "Andiamo, voglio raccontarvi una cosa." Concluse incamminandosi verso il castello.

La fine della nottata trascorse con una cena privata con Mavy, Jonny, Drac ed i suoi cari amici in cui i tre raccontarono quella piccola avventura che gli aveva permesso di rincontrare Martha almeno un'ultima volta.

Mentre la cena era quasi finita il telefono di Jonathan iniziò a vibrare.

Accidenti!” Esclamò il giovane, “Mia madre! Mi sono arrivate un centinaio di notifiche appena ho acceso il cellulare, ma mi sono dimenticato di richiamarla!”

Povera donna,” Commentò Drac, “Quando è stata l'ultima volta che l'hai chiamata, tre settimane fa?”

Quasi quattro ormai...” Disse l'umano rispondendo al telefono, poi lo avvicinò all'orecchio, “Pronto?” E detto ciò lo allontanò nuovamente.

Qualche secondo di silenzio e poi, pur avendo il volume al minimo, si udirono un susseguirsi rapidissimo di parole indefinite e Jonathan di tanto in tanto rispondeva con un “Sì, scusa.”, “Certo...”, “Ho capito.” pur non ascoltando un bel niente di quello che stava dicendo sua madre.

Dopo il lungo ed incomprensibile monologo di Zoè finalmente si calmò ed iniziò a parlare normalmente:

“Comunque non ti ho chiamato solo per sapere come stavate tu e Mavis, ma anche per chiederti se avevi sentito anche tu l'ultima notizia proveniente proprio dalla Transylvania, sembra che ieri un ragazzo del luogo abbia scoperto un castello finora sconosciuto in mezzo ad una foresta...”

A queste parole Drac saltò in piedi ed in un baleno raggiunse il ragazzo, “TU! CI HAI TRADITI?” Ringhiò ma mantenendo una voce bassa per non farsi sentire al di là della cornetta.

L'umano si ritirò su se stesso come una tartaruga, “Giuro, non ho raccontato a nessuno di questo posto!” Poi tornando a parlare con sua madre “Ma come avrebbe scoperto questo castello?”

Un tizio giovane, ha visto dei fuochi d'artificio provenire dalla foresta ed incuriosito ha guardato le immagini satellitari di Google Heart.”

Immagini dai satelliti? Gli umani ci spiano anche dalla Luna?” Domandò Drac esterrefatto.

No, satelliti artificiali, degli aggeggi che volano attorno alla Terra e scattano foto, non si vedono da quaggiù.” Spiegò l’umano.

Drac iniziò ad entrare nel panico.

Siamo noi, ci hanno scoperto...”

Ma non avevi delle streghe addette alla contraerea?” Chiese Frank.

“Inutili, loro creano un miraggio sopra al castello solo quando vedono arrivare dei veivoli, non sempre, sarebbe troppo faticoso.” Rispose il conte.

“Allora che facciamo?!” Gridò Eunice con la sua voce stridula.

“Dobbiamo prepararci ad abbandonare l’hotel, lo distruggeremo se necessario.” Rispose Dracula senza giri di parole.

Questo piano lasciò tutti amareggiati, ma sapevano che non c’erano molte altre soluzioni.

Provare a discutere con gli umani? La verità-” Propose Jonathan, ma venne interrotto dal vecchio vampiro:

Non se ne parla neanche, non sono decisioni che posso prendere di mia iniziativa! Comunque questa cosa non mi convince, domani arriveranno tutti i membri dell’ Ordine del Drago e fra due giorni ci sarà il consiglio, non posso credere che sia solo un caso che dopo tutti questi anni questo castello venga scoperto proprio in un periodo delicato come questo.”

Hai idee su chi sia il responsabile?” Chiese Griffin.

Sì,” Rispose il vampiro,“Ho già due nomi…”


Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Ouroboros ***


CAPITOLO 12 - Ouroboros

"Jonnyjonny? Ci sei ancora?" Domandò Zoé, "Sto guardando le immagini in diretta streaming sul sito di quei tipetti che vanno sempre alla ricerca di fantasmi, speravo di vedere anche il tuo bel visino fra quegli avventurieri, pensavo che tu ne fossi stato al corrente."

"N... no, non ne sapevo nulla, ma... penso che mi unirò a loro. Scusa ma', ma adesso devo proprio andare!" Rispose il ragazzo riattaccando senza neppure dare il tempo alla donna di aggiungere altro e dopo appoggiò i gomiti al tavolo e poggiò il viso sulle proprie mani rimanendo in silenzio. Tutti rimasero in silenzio fino a che Mavis non iniziò a parlare:

"Papà, cosa facciamo allora? Fuggiamo e distruggiamo le prove della nostra esistenza?"

A queste parole suo padre rispose con una faccia abbattuta e preoccupata.

"Chi pensi possa averci traditi? Chiunque sia glie la farò pagare..." Continuò lei con un tono minaccioso stringendo un pugno per la rabbia.

Questo atteggiamento preoccupò Dracula ancora di più.

Il conte si rivolse a sua figlia con voce tranquillizzante, "Budellino mio, rimani qui con zio Frank e gli altri, io e Jonathan torniamo subito, dobbiamo organizzarci con le guardie ed i gargoyle, oltre che per le modalità di fuga."

Detto ciò i due uscirono dalla sala privata e si fermarono nel gran salone vuoto.

"Jonny, non ti ho chiamato con me solo per parlare dell'emergenza umani, ma anche per un altro motivo che per me è anche più importante," Disse Dracula con voce preoccupata, lasciando l'umano perplesso, "Si tratta di mia figlia, da quando è successo che... Be', sai... non è più la stessa, è fredda, distaccata... non la riconosco più. So che quello che ha passato è orribile, ma questo non deve influenzarle la vita."

"Drac, non ti agitare, il problema “umani” si risolverà," Disse il ragazzo evidenziando la parola umani facendo le virgolette con le dita, "Non lasciare che la preoccupazione ti faccia vedere problemi che non esistono!"

Il vampiro si abbassò per arrivare all'altezza di Jonathan, "Hai avuto poco tempo, ma penso ti sia bastato per conoscere mia figlia, quindi dimmi, secondo te la vecchia Mavis avrebbe lasciato andare via il fantasma di sua madre appena ritrovata? Avrebbe accettato che delle ragazze umane venissero usate da Erzebeth come dei frigobar? Avrebbe sostenuto la mia idea di distruggere l'Hotel Transylvania senza prendere in considerazione altre idee?"

Il ragazzo abbassò lo sguardo, pensieroso, dopotutto quello che diceva Dracula era vero.

"Certo, ora per me è più facile prendere le decisioni più difficili se mia figlia non mi controbatte," Continuò il vampiro, "Ma non è lei! Ed alla fine ho paura che se continua così potrebbe persino appoggiare l'idea di uccidere gli invasori."

"Drac, non dire così, mi prenderò cura io di lei, ma ora pensiamo ad un piano. È importante affrontare per prima il nostro vero problema." Rispose il ragazzo mentre puliva i suoi occhiali da vista sulla maglietta, forse per far sembrare le ansie di Drac qualcosa di poco importante.

Il vampiro si passò una mano sul volto per schiarirsi le idee, "Quanto tempo abbiamo?"

Jonathan prese il cellulare, "Sono le 7:30, il Sole è sorto da mezz'ora, ma abbiamo il vantaggio delle montagne che fanno ombra, perciò penso che per ora quei curiosi siano in fase di preparazione. Per caso hai delle sentinelle che ci possano avvertire quando qualcuno mette piede nella foresta?"

"Sì, certo, da quando Van Helsing si è addentrato nella foresta ho fatto alcune migliorie al sistema anti intrusione, sembra che voi umani non abbiate più paura dei mostri come una volta..."

"Certo, io non ho paura di nulla!" Esclamò Jonathan, ma un improvviso botto e rumore di vetri rotti lo fece saltare a nascondersi dentro il mantello di Drac, "Siamo sotto attacco! Si salvi chi può!" Gridò istericamente.

Il vecchio vampiro fece un sospiro frustrato, frugò nel mantello e tirò fuori Jonny tenendolo per la collottola come un gattino e corse a tutta velocità fino ad una camera del piano di sopra, sfondando la porta e fermandosi istantaneamente al centro della stanza. C'era la finestra fracassata, ma le tende erano intatte, quindi la luce del giorno non infastidiva il vampiro. Dracula lasciò il ragazzo ed i due si avvicinarono a ciò che aveva causato tutto quel baccano, era uno zombie, o almeno quello che ne rimaneva, visto che i suoi pezzi erano disseminati per tutta la stanza e si contorcevano come vermi.

La parte più integra era la testa protetta in un casco da rugby.

Il ragazzo la raccolse e lo zombie iniziò a muovere a bocca come a voler parlare, ma era completamente muto.

"Dammi qua." Disse il conte prendendo quella testa e riattaccandola al corpo iniziò a mugolare ed ansimare, quando il non morto finì il vampiro tradusse, "Circa sessanta umani sono entrati nella foresta sul lato sud. Dannazione stanno passando per il sentiero usato dal carro funebre. Se continuano per quella strada anche se non passeranno dal passaggio segreto, arriveranno comunque alle scogliere da dove ci vedranno. Devo prendere tempo in qualche modo." Poi aprì leggermente la tenda, il cielo si era incupito permettendo al vampiro di osservare la foresta senza temere la luce solare.

"Guardie!" Gridò autorevolmente Drac, ed in un attimo un'armatura raggiunse il conte rumorosamente, "Spedite questo messaggero ai Ent, si devono spostare sul sentiero a sud rendendolo invalicabile e devono far spostare gli umani verso est dove la vegetazipne è più fitta."

"Sì signore!" Esclamò l'armatura sull'attenti, poi prese tutti i pezzi dello zombie e corse via.

"Drac, prima hai detto che due persone potrebbero averti tradito, parli di Ruthven ed Erzsebeth?"

Il vampiro sospirò, "Certo e chi altrimenti? Probabilmente hanno approfittato della nostra assenza."

"E cosa avremmo da guadagnarci?" Esclamò una terza voce, era proprio Ruthven ed accanto a lui c'era anche Erzsebeth comparsi entrambi nella stanza senza farsi sentire.

Dracula si accigliò, mentre Jonathan, spavetato, si spostò dietro al vampiro.

"Non si usa più bussare prima di entrare in una stanza?" Domandò Dracula con voce velenosa.

"Non quando la porta è spalancata." Rispose Lord Ruthven nettamente più calmo dell'altro vampiro.

BOOM!

Ci fu un'esplosione poco lontano da loro, il conte si affacciò dalla finestra e vide lo zombie con l'elmetto da rugby blu volare via con le chiappe in fiamme, sul tetto della torre diroccata c'era l'armatura rivolta a Dracula che faceva OK con il pollice ed un antico cannone ancora fumante.

Ruthven guardò il conte perplesso ed un po' divertito, "Hanno inventato i telefoni ed anche le radio per comunicare a distanza ad alta velocità, non c'è bisogno di cannoneggiare un messaggiero avanti ed indietro, qualcuno potrebbe farsi male."

"Perché siete qui, che volete?" Disse Drac, burberamente.

"Sappiamo cosa pensi," Erzsebet si intromise, "Ma ti sbagli, non siamo stati noi a portare qui gli umani. È una bella comodità che gli umani ci ritengano leggende, non abbiamo alcun interesse ad uscire allo scoperto."

"Non avete ancora risposto alla mia domanda." Continuò Dracula.

"Quanta fretta, lasciaci spiegare, siamo qui per aiutarti." Disse la donna.

Il conte li guardò torto, non si fidava di loro, "Voi? Aiutare me?"

"Certo, il fatto è che abbiamo un problema in comune." Disse il Lord, "Dacci un'oretta e pensiamo noi a tutto. La foresta è fitta ed il cielo è molto nuvoloso, il Sole non sarà un problema."

"Pensate che vi permetterò di ucciderli tutti come se nulla fosse?!" Esclamò Dacula.

"Come temevo, sei solo un rammollito. Tutto questo buonismo ti porterà alla rovina e tu trascinerai l'intero mondo dei mostri con te."

"Come puoi dire queste cose? Pensi che non abbia la situazione sotto controllo?" Rispose Drac, e proprio in quel momento si sentì il fruscio di frasche e foglie in lontananza come se ci fosse un forte vento, ma l'aria era calma. Una parte della foresta si stava spostando.

"Usi gli uomini albero come scudo?" Disse il Lord, "Ti faranno solo guadagnare un po'di tempo, ma non fermeranno l'avanzata umana."

Era vero e Dracula lo sapeva benissimo e sapeva anche che avrebbe dovuto sfruttare ogni secondo per pensare ad un piano mogliore di quello dei due vampiri malvagi.

"Se non hai un piano faremo di testa nostra." Disse Erzsebet senza scomporsi, non sembrava avere pietà, tanto che parlare del massacro che avrebbe fatto non la turbava affatto.

"Non ve lo permetterò." Ringhiò il conte, minaccioso, spostandosi in posizione d'attacco e poi portò una sua mano al fianco e l'altra poco sopra, entrambe strette a pugno, come se si preparasse ad estrarre una spada che non c'era, ma che comparve da una nuvola di fumo viola quando il vampiro iniziò ad estrarla dal fodero. Era lo stesso stocco nascosto in un bastone da passeggio usato anche contro Camazotz.

"Vuoi sfidarci?" Disse Erzsebet quasi divertita, "Mi piacerebbe, ma sarei limitata dal non poterti uccidere."

Il conte continuava a puntare i due vampiri con la sua spada, "È sempre un problema uccidere un membro dell'Ordine, vero?"

"L’Ordine?! Che paura!" Esclamò Ruthven, sarcasticamente, "Ci avete sempre minacciato, ma non avete mai mosso un dito per fermare i nostri omicidi. Voi dell'Ordine del Drago non avete credibilità. La verità è che tu ci servi vivo e probabilmente sai anche il perché."

Dracula abbassò l'arma, "Non riuscirete nel vostro intento, fate un favore a voi stessi ed andatevene."

I due vampiri sorrisero sadicamente, "Non preoccuparti Vlad," Disse Erzsebet, "Troveremo il modo di convincerti a collaborare, ma adesso vogliamo risolvere il problema umani." Concluse, trasformandosi in un piccolo pipistrello marrone. Ruthven fece lo stesso ed entrambi volarono via attraverso la finestra rotta.

Drac, senza perdere tempo, corse all'inseguimento dei due saltando dalla finestra e trasformandosi in pipistrello. Usando tutta la sua energia riuscì ad avvicinarsi ad uno dei due, tornò in forma umana e gli lanciò contro il suo stocco.

Il pipistrello si voltò e tornò umano per difendersi meglio dall'attacco, era Ruthven, che prese l'arma al volo, ma quel metallo gli bruciò le mani come fosse stato argento e non riuscendo a tenerla si conficcò sulla sua spalla. Il lord precipitò atterrando sul tetto della torre diroccata, lo stocco gli bruciava la carne, ma lui aveva ancora abbastanza forza da estrarlo e gettarlo via.

"Non puoi competere contro un'arma sacra di un draghiere." Disse Dracula mentre atterrava lentamente a pochi metri dal Lord.

"Un draghiere? Sei solo un vecchio guerriero in pensione che usa il suo drago come scaldabagno." Rispose Ruthven deridendolo.

Drac aprì una mano ed il suo stocco ricomparve in suo posserrno, "Cletus è una viverna, non un drago. Comunque lui adora la sua nuova vita."

"Pappamolla, esattamente come il suo cavaliere. I draghi vivono nel loro onore, ma lui è solo un cane." Continuò il nobiluomo.

Il conte ringhiò arrabbiato, mentre il Lord si rialzava in piedi.

"Ti piegheremo, come abbiamo sempre fatto con chiunque potesse esserci utile, vero Erzsebet?" Disse Ruthven guardando oltre Dracula.

Il conte si voltò e non poté far altro che mordersi il labbro inferiore. C'era Erzsebet ed accanto a lei c'era anche Jonathan, spaventato, al punto che la donna non aveva bisogno di tenerlo o minacciarlo, lui stava immobile accanto a lei.

"Non azzardarti a torcergli un capello." Ringhiò Drac minaccioso.

"Potrei torcergli tutti capelli che voglio, dubito che qualcuno se ne accorgerebbe!" Rispose la donna divertita, "Ma anche lui potrebbe essere utile." Detto ciò si rivolse all'umano, che contraccambiò con uno sguardo titubante e timoroso. Gli occhi della contessa divennero rossi, come l'aura luminosa che si accese attorno a lei, durò pochi secondi e quando scomparire la vampira rimase esterrefatta, "Come puoi essere immune alla mia ipnosi?" Ringhiò innervosita, spaventando ancora di più il ragazzo, che nonostante tutto non fece un passo.

"M... magari sono gli occhiali, l'ultima volta le mie lenti a contatto mi hanno immunizzato dall'ipnosi di Drac..." Disse il ragazzo tremando.

"Non dire idiozie, basta che i tuoi occhi vengano riflessi in quelli di un vampiro, non esistono schermature trasparenti efficaci, esiste un solo modo per difendersi dalla ipnosi..." Disse Erzsebet ed usando la sua magia bloccò l'umano e lo fece fluttuare portandolo di fronte a sé.

Dracula fece un passo avanti, pronto ad attaccare per proteggere l'amico, ma lo sguardo minaccioso della donna lo fece fermare. Attaccare in maniera così diretta sarebbe stata una mossa pericolosa, doveva prima pensare ad un piano.

Intanto gli occhi della contessa tornarono rossi ed attorno a lei si riformò un'aura rossa, lei stava di nuovo provando ad ipnotizzare Jonathan.

Subito Dracula e Ruthven si accorsero di qualcosa di strano, c'era una flebile luce rossa che proveniva dalla tasca posteriore dei jeans del ragazzo.

La donna notò che gli sguardi degli altri due erano stati catturati da qualcosa, quindi sciolse l'inefficace ipnosi e girò Jonathan ed infine usò la magia per abbassargli leggermente i pantaloni, quel poco che basta per vedere un tatuaggio impresso su una natica, era un serpente che si mordeva la coda ed inscritto a questo cerchio c'era un triangolo con un occhio dentro.

L'umano cadde improvvisamente battendo il sedere al solo, "Ouch! Hey che diavolo vuoi da me?" Esclamò Jonathan, ma rimase sorpreso quando vide Erzsebet indietreggiare, stava ridacchiando e sembrava emozionata e felice.

"Non sono estinte..." Borbottò la donna, "Sono ancora vive ed attive." Poi si rivolse a Dracula, "Il tuo amico è protetto dalle lamie, tu lo sapevi Vlad?"

"Lamie?!" Esclamarono all'unisono i due vampiri.

"Lamie?" Ripeté Jonathan, "E chi diavolo sono?"

"Non fare il finto tonto Vlad, adesso sappiamo come hai fatto a diventare un demone. Ti hanno aiutato loro. Non me lo sarei mai aspettato da un rammollito come te, forse ti abbiano giudicato male." Continuò la donna.

"Le lamie sono dei mostri malvagi, nati dalla terra impregnata di sangue innocente. Sono state distrutte dai Draghi oltre un secolo fa, sono estinte. Ed in ogni caso non avrei mai stretto patto con loro." Rispose Drac.

"Saranno anche estinte," Controbatté Erzsebet, "Ma come spieghi questo?" Esclamò ed usando i suo poteri sollevò Jonathan da terra e gli abbassò leggermente i pantaloni facendo vedere ai due il tatuaggio.

"Vi prego, guardate che vi faccio pagare il biglietto se trovate il mio culo così interessante!" Si lamentò l'umano scherzosamente, Drac non sembrava essere in vena di scherzi, perciò capì subito che doveva essere una cosa seria.

"Il serpente che si morde la coda, chiamato Uroboro, è la firma delle lamie, questo tipo di sigillo ha effetto solo se impresso da una lamia." Concluse la donna.

"Lascia andare il ragazzo." Tagliò corto il conte digrignando i denti per la rabbia.

"Dicci come richiamare una lamia e nessuno si farà male." Disse il Lord.

Ma il conte non rispose quindi Erzsebet prese Jonathan per i capelli e lo tirò a se, estrasse un kriss dalla sua lunga gonna vittoriana e lo posò alla gola del ragazzo, "Ora ti decidi a parlare? Butta l'arma e tieni le mani ben in vista."

Dracula ubbidì, sapeva che la contessa sanguinaria non si sarebbe fatta scrupoli a farsi una doccia con il sangue di Jonathan, anzi, probabilmente non aspettava altro.

Il ragazzo intanto rimaneva fermo ed impaurito ad assistere alla scena in cui Drac si sottometterva a quei vampiri malvagi. In quel momento di grande tensione la sua mente iniziò a vagare nei peggiori pensieri che si rilevarono più taglienti di quel pugnale puntato alla gola. §Sono davvero così incapace? Sono davvero io la causa di tutto questo? Ho combinato un sacco di casini, ma questo è il peggiore di tutti. E poi... cos'è la storia del sigillo e delle lamie? Possibile che io sia solo una pedina di questi mostri malvagi... Dopotutto è stato il mio sangue a trasformate Mavis in un demone. È tutta colpa mia ed adesso? Faranno del male a Drac per colpa mia, perché io non so difendermi. Perché non sono più forte? Perché non sono in grado di difendermi da solo? Perché...§ Gli occhi del giovane si fermarono un attimo sullo stocco di Dracula, lui lo osservò come se esso potesse ricambiare lo sguardo, poi chiuse gli occhi lasciando scivolare due lacrime lungo le sue guancie

"Non ci sono forti o deboli." Era una voce flebile come il fruscio di una brezza, "C'è chi combatte e chi non combatte."

Jonathan spalancò gli occhi e strinse i pugni, ma così facendo sentì qualcosa di duro e metallico nella mano. Poi vide Ruthven vicino a Drac, il volto sprezzante del Lord divenne spaventato e sorpreso, sembrava essere in procinto di urlare, probabilmente per avvertire la contessa, ma Jonathan non gli dette tempo e con un rapido colpo trafisse la spalla della donna che perse la presa del coltello, che cadde a terra, ed indietreggiò di qualche passo stupita della pericolosità del ragazzo che non si immaginava.

Ruthven scattò in aiuto della compagna, ma Dracula si mise in mezzo bloccandolo, "Sono io il tuo avversario!"

Erzsebet si inginocchiò stringendosi la ferita ancora fumante, stava piagniucolando.

"La mia pelle... la mia bellissima e perfetta pelle..." Borbottò singhiozzando, poi alzò lo sguardo verso Jonathan, i suoi occhi erano rossi e carichi di vendetta e follia omicida, dalla sua gola proveniva un ringhio profondo che si trasformò in vero e proprio ruggito, "Io ti squarto vivo e ti faccio mangiare i tuoi stessi budelli! Ti farò desiderare la morte come non hai mai desiderato nulla in vita tua!"


Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Una dura lotta ***


Scusatemi tutti per la lunghissima attesa, non mi sono dimenticato di voi, è solo che mi sono appena andato a convivere con la mia fidanzata in una casa da ristrutturare, perciò fra trasloco e lavori non ho proprio avuto il tempo di pubblicare. I lavori sono quasi conclusi, quindi penso che potrò riprendere una normale pubblicazione.
 



CAPITOLO 13 - Una dura lotta

"Ma che diavolo stanno facendo mio padre e Jonny?" Sbottò Mavis, iniziava ad innervosirsi, "E poi perché non ha chiamato anche me con loro? Dopotutto ho aiutato anche io a mappare le vie di fuga segrete!" Continuò la ragazza incrociando le braccia imbronciata.

"Dai Mavy, calmati, vedrai che torneranno a breve." Wanda cercò di calmarla.

"Se non se la sono già data a gambe!" Controbatté Griffin.

"Vado a cercarli." Disse la vampira alzandosi, "Mi chiedo quando sarà che mio padre smetterà di considerarmi una bambina..." Continuò a lamentarsi.

"Buona idea," Waine si intromise, ottenendo il disappunto della moglie, "Accertati che abbia la situazione sotto controllo, non sarà facile fuggire con quella banda di cuccioli indisciplinata."

Wanda sospirò, in effetti il marito aveva ragione.

"Sì, brava, anche perché se dobbiamo abbandonare questo posto ci vorrà tempo per imballarci, voglio il polistirolo, non il fieno che prude!" Esclamò Eunice stridulamente.

"Vado a cercarli, spero non abbiano combinato qualche guaio nel frattempo." Concluse Mavis.
 


...


La punta dello stocco ancora fumante era minacciosamente rivolta verso Erzsebet che si stava lentamente rialzando, ma il ragazzo rimase immobile ed a differenza di prima non stava tremando affatto, sembrava un'altra persona, sembrava un vero guerriero.

"Non ti permetterò di fare del male a Drac o a Mavy!" Esclamò pieno di orgoglio.

Lei alzò lo sguardo su di lui, "Non mi importa un cazzo, né di Vlad né di sua figlia. Io. Voglio. TE!" Ruggì.

L'umano non si scompose, anzi, fu proprio lui a partire all'attacco. L'ultima volta che era stato così coraggioso è stato quando combatteva contro Camazotz per proteggere Mavis, mentre adesso lo faceva per Drac. Difficile dire se tutta quella grinta venisse dal suo cuore per difendere le persone che ama oppure se quell'arma sacra gli infondesse il coraggio e l'onore di un drago.

"Sai perché adoro i kriss? La lama ondulata infligge ferite frastagliate che non si rimarginano facilmente, il dissanguamento è lento ed inesorabile." Disse Erzsebet mentre guardava il ragazzo che le era ormai addosso.

La donna sferrò un rapido fendente con il pugnale, ma Jonathan riuscì a bloccare il colpo con la sua spada, nonostante la forza e la velocità nettamente inferiori in confronto alla vampira, i due sembravano alla pari, inoltre il movimento con cui l'umano si era difeso era troppo preciso per un inesperto come lui, tanto che lui stesso ne fu stupito.

La spada che brandiva non era una semplice arma, era molto di più, e Jonathan se ne rendeva conto, sentiva che era viva, combattere con essa era come avere a fianco un grande guerriero.

Non era Jonathan che brandiva quello stocco, era lo stocco a guidare lui.

Ed un attimo dopo passò al contrattacco con una stoccata che la vampira riuscì ad evitare solo grazie ai suoi poteri.

Jonathan sembrava diventato un avversario temibile anche per la contessa.

Intanto anche Dracula era impegnato a combattere contro Ruthven, ma questa lotta era nettamente differente dall'altra, infatti il lord non era intenzionato ad uccidere Drac, ma solo a fargli perdere tempo ed impedirgli di raggiungere l'umano. Il conte infatti sapeva benissimo come sarebbe finito lo scontro fra Jonathan ed Erzsebeth e l'umano non aveva alcuna possibilità di uscirne vivo. La sua vita era nelle mani della contessa e se non lo aveva già ucciso era solo per divertirsi con lui e farlo soffrire. Lo stocco di Dracula poteva anche tener testa al Kriss della vampira, ma il ragazzo, ad eccezione dell'ipnosi, era totalmente indifeso contro la magia.

Il conte doveva salvare l'amico, ma non sarebbe stato facile, Ruthven era forte ed avvantaggiato dall'energia del sangue umano, inoltre Erzsebet non doveva accorgersi che il suo compagno era in difficoltà, altrimenti avrebbe dato il colpo di grazia all'umano.

Dracula doveva abbattere il suo nemico in un colpo solo senza farsi scoprire, l'impresa sarebbe stata quasi impossibile, ma non aveva altra scelta. Drac corse ad artigli sguainati contro il Lord che lo aspettò a braccia incrociare, coscente della propria superiorità, e quando lo raggiunse Ruthven gli bloccò con estrema facilità entrambe le mani portandosi faccia a faccia con lui.

Entrambi i vampiri si guardarono gli occhi rossi a vicenda fino a che il mondo attorno a loro divenne improvvisamente nero e silenzioso lasciando i due soli in mezzo al nulla.

Ruthven spinse via Dracula e si guardò intorno, "Devi essere pazzo a sfidarmi in questo campo. Non sono molto abile nel corpo a corpo e nemmeno con la magia, ma le mie abilità di controllo mentale sono sopraffini e nonostante ciò provi comunque ad ipnotizzarmi? Eppure dovresti sapere che quando fondi la tua mente con quella di qualcun'altro azzeri le tue difere e generi un collegamento percorribile da entrambe le direzioni, e come la natura ci insegna: il più forte vince. Be', ti ringrazio, ora non avrò problemi a farti parlare."

Il conte lo guardò con un sorriso soddisfatto, "Vuoi spulciare fra i miei ricordi? Fa pure, ti ho invitato qui per questo!" Esclamò con tono di sfida.

Ruthven alzò una mano verso il vampiro, "Ti farò vivere un incubo da cui non ti risveglierai." Disse sorridendo malignamente ed un attimo dopo il conte iniziò a sentire un sibilo fortissimo ed assordante, tanto che si inginocchiò dal dolore e si tappò le orecchie con le mani, ma fu tutto vano, e non era finita, ad ogni battito sentiva un dolore al cuore sempre maggiore, come un fuoco che gli scorreva nelle vene e mano a mano si propagava nel petto, nelle gambe e nelle braccia, era un dolore peggiore di quello della fiamma ombra, il peggiore mai provato fino ad ora.

"La mente è una cosa strana, il dolore, come tutte le sensazioni ed emozioni, è puramente una questione psicologica. Potrei torturati a morte da dentro di te, ma il tuo corpo rimarrebbe intatto, non lo trovi romantico? Non perdere mai la propria bellezza..." Poi si avvicinò al vampiro, lo prese per il collo e lo alzò, guardandolo negli occhi, "Aspetta, sono rughe quelle che vedo? Da quand'è che i vampiri invecchiano? La vecchiaia è una cosa da mortali..." Ridacchiò il nobiluomo, poi lasciò Dracula che cadde a terra e continuò, "Se ti dico Camazotz, cosa ti viene in mente?"

Per un attimo i due si ritrovarono in mezzo ad un bosco, sembrava mattina, ma Drac strinse i denti e l'oscurità piombò nuovamente su di loro, "Ti stai piegando Vlad, non è facile concentrarsi e non pensare a nulla quando il dolore ti offusca la mente." Disse Ruthven.

"Tu... tu..." Drac cercò di replicare, ma il dolore lo stava soffocando al punto di non farlo parlare.

"Non la trovi inutile tutta questa sofferenza? Posso impediti di morire e continuare a torturati, quanto ancora pensi di resistere, se aspetti che finisca le energie sappi che sono entrato nella tua mente meno di un decimo di secondo fa..."

Dracula ridacchiò, "Puoi credere di essere superiore quanto vuoi, ma ricordati che stai giocando in casa mia..." Disse a denti stretti.

Subito dopo l'oscurità si dissolse portando i due in un boschetto.

"Saggia decisione Vlad, fammi vedere quello che sai sul demone." Disse Ruthven sciogliendo la magia con cui torturava Drac, "Ora concentrati bene."

"Mi sono già concentrato abbastanza." Rispose Drac rialzandosi.

Il Lord rimase perplesso da quell'affermazione, poi percepì un pericolo in agguato, tanto che il suo cuore iniziò a battete veloce ed a sudare freddo.

"Che diavolo sta succedendo, io ho il pieno controllo della tua mente e dei tuoi ricordi, di cosa dovrei aver paura?!" Esclamò l'uomo guardandosi attorno, ma sembrava non esserci nulla.

"Sai che il mondo dei ricordi non è un mondo reale, dopotutto ricordare un incendio non ti ustiona, ma le emozioni legate ad esso possono comunque fare male anche dopo anni. Come hai detto tu la mente è una cosa strana, ed un ricordo carico di emozioni e tanta concentrazione può diventare più reale di quanto dovrebbe. Volevi vivere un mio ricordo in prima persona? Ti accontento subito." Disse Drac, sorridendo con uno sguardo di superiorità.

"E cosa dovrebbe temere un demone?" Rispose Ruthven ed un attimo dopo un'ombra sovrastò l'uomo che alzò lo sguardo, aprì la bocca per parlare ma per un attimo rimase impietrito, era proprio Camazotz, il demone vampiro, "Allora è vero il demone esiste..." Poi si voltò, accanto a lui c'era anche Jonathan, "No, no, no... non è possibile, io dovrei vedere con gli occhi del demone!" Gridò, poi si rivolse a Dracula, "Tu non eri il demone!"

Intanto il conte seguiva la scena sorridendo soddisfatto, il suo piano sembrava funzionare, ma il fendente del demone avrebbe ferito veramente il Lord?

Dracula percepiva il vampiro nemico che provava ad uscire dalla sua testa, ma lui giocava in casa e non aveva problemi ad usare la magia per impedire a Ruthven di andarsene.

Intanto Camazotz attaccò, il Lord prese Jonathan e saltò via, ma venne ferito ad un braccio e la fiamma ombra iniziò a consumarlo. Era esattamente quello che aveva vissuto Drac.

Il vampiro ferito iniziò ad urlare straziato dal dolore, non era nulla in confronto al dolore che Ruthven era in grado di infliggere con la sua ipnosi, ma era il massimo che Drac riuscì a fare, ed era molto.

Purtroppo bastò il ricordo del demone a far riemergere le ferite di Drac e, non riuscendo ad impedire la fuga di Ruthven, riaprì gli occhi nel mondo reale, di nuovo faccia a faccia con il suo nemico, tutto ciò che era accaduto durante quella fusione mentale era durato meno di un secondo.

Ruthven cadde a terra stremato, la mano sinistra era nera, come fosse stata bruciata, era bastato il ricordo di quella fiamma ombra per far reagire il suo spirito in maniera violenta ed autodistruttiva.

Il conte si voltò verso Jonathan e Erzsebet, lei si era accorta di ciò che era successo, ma sarebbe bastato saltare da Jonathan ed avvolgerlo nel suo mantello per proteggerlo dalla magia, ma lui cadde in ginocchio sul pavimento e non riuscì a muoversi. Non se ne era accorto, ma quello psico combattimento lo aveva stremato.

La vampira bloccò l'umano e si voltò verso gli altri due, "Che diavolo avete fatto?"

Dracula riuscì ad alzarsi, si sentiva come se gli avessero frullato il cervello, era confuso, aveva le vertigini e la vista annebbiata, ma riuscì a stare in piedi, non doveva far vedere le sue reali condizioni.

"Il tuo fidanzato ha commesso un grave errore," Disse Drac che venne interrotto dalla Contessa che puntualizzò:

"Non è il mio fidanzato."

"Be', quello che è... un demone è più terribile di quanto possiate immaginare, anche solo il suo ricordo può essere mortale."

"Er... Erzsebet..." Grugnì il Lord rialzandosi lentamente, "Non è lui il demone, ma sia lui che l'umano sanno tutto."

"Allora posso interrogare il ragazzo." Rispose lei.

"NO!" Urlò Ruthven, tossendo più volte per lo sforzo, "Non leggergli la mente, lui ha guardato Camazotz negli occhi!"

La donna rimase esterrefatta, "Come hai fatto a sopravvivere?" Ma la domanda rimase senza risposta, Jonathan era ancora bloccato, "Non ci rimane altro che obbligarli a parlare senza ipnosi... sarà divertente." Detto ciò la donna fece un cenno con la mano e Jonathan si sbloccò.

Il ragazzo si rivolse verso Dracula e gli puntò lo stocco contro, "Hem, Drac? Penso di avere un problema..." Disse l'umano spaventato, poi iniziò a correre verso il vampiro, sembrava pronto ad attaccarlo, "Qualcuno mi fermi!" Gridò istericamente.

"Se non posso ipnotizzarlo posso sempre usarlo come un burattino." Ridacchiò Erzsebet.

Drac si limitò ad evitare gli attacchi dell'umano, erano impacciati, sia perché Jonathan cercava di impedire i movimenti, sia perché la spada stessa non controllava più il ragazzo.

In oggi caso il vampiro era tranquillo perché sapeva che il suo stocco non gli avrebbe fatto del male, ma gli altri due vampiri non lo sapevano e poteva usare la loro ignoranza a suo vantaggio.

"Dai Vlad, ne vale veramente la pena? È solo un umano!" Esclamò Ruthven mentre se ne stava a braccia incrociate a godersi lo spettacolo.

Jonathan continuò ad attaccare, ma Dracula iniziò ad avere problemi a difendersi, faceva sempre più fatica a muoversi.

"Non riuscirete a bloccarmi." Disse il conte, ma il combattimento psichico lo aveva indebolito molto e non riusciva più a difendersi dalla magia del Lord efficacemente.

"Seriamente, quanto tempo pensi di poter resistere ancora?" Domandò Ruthven, che socchiuse gli occhi per concentrarsi meglio sul bersaglio.

Drac si sentì oppresso, come se avesse un macigno sulle spalle e cadde in ginicchio.

"La tua magia è potente, vecchio Vlad, peccato si esaurisca così rapidamente. Il sangue sintetico è solo un pessimo surrogato che non sarà mai all'altrzza del sangue umano, vero Erzsebet?" Continuò rivolgendosi alla donna che però non rispose, dopotutto aveva bisogno di molta concentrazione per controllare Jonathan che intanto puntava lo stocco al cuore del vampiro stremato, "È davvero questo quello che vuoi?" Continuò il Lord, "Devi solo dirci chi era quel demone e come lo hai invocato. Uccidervi non fa parte dei nostri interessi, vogliamo soltanto prenderci la giusta vendetta sugli umani."

"Voi non avete idea di ciò che realmente è un demone..." Disse Dracula ansimando.

"Continui a non voler collaborare, peggio per te, adesso la tua vita è nelle mani del ragazzo," Ringhiò Erzsebet furiosa, poi si rivolse al ragazzo e con voce amichevole continuò, "A te la scelta, giovane umano, sicuro di voler avere sulla coscienza aver reso Mavis orfana?" Concluse avvicinandosi a lui e posando una mano sul braccio che impugnava l'arma.

Il ragazzo strinse i denti, "Avrei un grosso peso sulla coscienza anche se vi dicessi tutto."

La contessa strinse il braccio dell'umano e lo spinse lentamente facendo penetrare lo stocco sul petto del vampiro, lei stava dando ad entrambi la possibilità di cambiare idea, Dracula gemette per il dolore e Jonathan teneva gli occhi chiusi per non assistere a quella scena, ma nessuno dei due fece nulla.

"Via!" Gridò improvvisamente Erzsebet ed in un attimo saltò all'indietro, mentre con la sua magia generò un'onda d'urto che spinse via Ruthven, ma esattamente in quel momento anche Drac era partito all'attacco saltando contro la donna ad estraendo la spada dal suo corpo sferrando un fendente che la sfiorò tagliandole il corsetto.

"Ci è mancato poco... sei abile come stratega, prima concentri un ricordo al punto di ferire Ruthven, ed adesso mi prendi in giro con una spada che non ti ferisce... Ma sei troppo stanco per continuare a combattere. Non hai speranze contro di noi. Sono stufa di giocare, dimmi come diventare un demone..." La donna si voltò su Jonathan ed iniziò ad accarezzargli i capelli, mentre l'altra mano giocherellava con il kriss, "Altrimenti provo a fare a modo mio, taglio la gola al ragazzo ed aspetto che qualche lamia si faccia viva, dopotutto lui è un loro protetto."

Jonathan deglutì, le strategie di Drac avevano fallito ed adesso non avevano altre scappatoie.

Ma improvvisamente accadde l'inaspettato. Un' improvvisa e potente ondata di aria, quasi come un'esplosione silenziosa, gettò tutti sul pavimento, sciogliendo la maledizione dei due vampiri malvagi.

"Sangue di blatta! Che state facendo!" Ruggì Mavis, confusa ed arrabbiata, comparendo sul tetto della vecchia torre.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ricordatevi di lasciare un commento!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Un demone non può morire ***


15-03-1990 -> 15-03-2015

Tanti auguri a me!

 

CAPITOLO 14 – Un demone non può morire

 

Erzsebet si rialzò e guardava Mavis orgogliosa, “Piccola Mavy,” Disse, “Sei più forte di quanto immaginassi... a differenza di tuo padre. I miei insegnamenti sono serviti a qualcosa.”

“Mavis...” Rantolò Dracula stremato, era a terra accanto a Jonathan, entrambi incapaci di rialzarsi, ma non erano gravi. Mavis li guardò per un attimo, poi si voltò e fissò la donna negli occhi, “Ertzy, Ruth. C-che sta succendendo? Vi ho cercato per avvertirvi che rischiamo di essere scoperti dagli umani e voi perdete tempo a litigare? Non ho trovato le vostre dame, loro sono umane e potrebbero non stare al passo nostro se dovessimo essere costretti a fuggire.”

“Non ti preoccupare di loro, le ho dato ciò che le avevo promesso.” Rispose Erzsebet.

“Le hai trasformate in vampire? Hai idea di quanto siano pericolosi dei neo-rinati?” Esclamò Mavis preoccupata.

“Ti ho detto che non ti devi preoccupare di loro.” Ribatté la donna, impassibile.

“Tu non le hai trasformate, vero?” Si intromise Dracula attirando l'attenzione delle due, “Le hai promesso che non sarebbero mai invecchiate... sempre la stessa promessa... Le avete uccise, dissanguate una dopo l'altra mentre loro si donavano ai loro carnefici credendo che si sarebbero risvegliate vampire mentre invece non si sveglieranno mai più... Ecco perché ora siete così tanto forti...” Mavis tornò alla contessa, “È vero?” Domandò tremante, forse preferiva non avere risposta.

La donna sorrise sinistramente, “Beccati...” Esclamò divertita.

La ragazza si si aggrottò carica di rabbia e senso di colpa per essersi fidata di lei anziché di suo padre, “Almeno dimmi perché...” Fu l'unica cosa che riuscì a dire, anche se sembrava poco più che un flebile sospiro, la rabbia la stava strozzando al punto di non riuscire a parlare ed il suo sguardo era gelido.

“Perché vogliamo essere più forti, credete di avere l'esclusiva?” Rispose la donna, “Vogliamo sapere come diventare demoni.”

La giovane vampira socchiuse gli occhi, “Demoni? È davvero questo che volete? Tu mi hai usata, hai catturato la mia fiducia... credevo di aver trovato un'amica ed invece... Come hai potuto tradirmi così?” Mavis non riuscì più trattenere le lacrime che silenziosamente iniziarono a solcarle il viso.

“Non piangere, piccola Mavis,” Disse Erzsebet con voce materna, la donna era comparsa dietro alla giovane vampira senza che lei se ne accorgesse e con un dito asciugò una lacrima sulla sua guancia, “Non ti arrabbiare, lo sai come è il mondo, non ti puoi realmente fidare di nessuno, neppure delle persone che ami: tuo padre ti ha mentito su tutto, sugli umani, sui mostri, sulla tua vera natura, addirittura guarda cosa la sua mania di controllo lo ha spinto a fare per convincerti a non lasciare il castello. E che dire del tuo fidanzato? Quando aveva intenzione di avvertirti che non era un mostro? Ora dimmi, di chi ti puoi fidare?”

Mavis per un attimo rimase in silenzio, “Mio padre voleva proteggermi, ha sbagliato ad essere così dittatoriale, ma lo ha fatto per me e per questo lo perdono. Jonny si è ritrovato in un mondo a lui sconosciuto, ma se mi ha tenuto nascosto la sua vera identità lo ha fatto per poter stare con me e per questo lo perdono.” Poi si voltò e guardò la nobildonna negli occhi, “Ma voi... voi non avete scuse per quello che avere fatto...” La voce della giovane vampira iniziava a tremare per la rabbia, “Non mi importa se avete fatto finta di essere miei amici, ma non potrò mai perdonarvi per aver fatto del male a mio padre, a Jonny ed a quelle ragazze...” Concluse stringendo i pugni.

Erzsebet sorrise, “Rabbia, vendetta... Tiri fuori il meglio di te in queste condizioni, sei ancora un po' grezza, ma se continui così diventerai una vera vampira, non uno smidollato come tuo padre...”

“Non ti permetto di insultarlo!” Controbatté Mavis ancora più arrabbiata.

“Mavis fermati...” Disse suo padre mentre lentamente si rialzava appoggiandosi al suo stocco, “Stai facendo il suo gioco. Porta Jonny al sicuro, è una battaglia che devo combattere io...”

“Cosa pensi di poter fare? Non ti reggi neppure in piedi.” Rispose Mavis.

“Vuoi combattere contro di noi, principessina?” Domandò Ruthven “Oppure almeno tu riesci a capire che c'è una soluzione pacifica?”

Mavis rispose sguainando gli artigli.

“Capisco...” Sospirò il lord insoddisfatto.

“Vacci piano con lei, ha un grosso potenziale, quindi cerca di non ucciderla.” Disse Erzsebeth guardando la ragazza con un velo di tristezza, “Come fate a preferire gli umani a noi che siamo vostri fratelli, dopo tutto quello che hanno fatto a noi mostri, dopo tutto quello che vi hanno fatto.”

“Gli umani sono cambiati, certo, ci sono uomini cattivi, ma ci sono anche mostri cattivi come voi, ma non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Gli umani non sono più malvagi come quando uccisero mia madre, e non posso far scontare ai discendenti le atrocità degli avi. E quindi non posso far altro che perdonarli ed andare avanti.” Rispose Mavis prontamente.

Erzsebet ridacchiò divertita, “Ma allora tu perdoni tutti tranne noi?” E spostò lo sguardo su Ruthven, lui sembrò capire cosa volesse dire quello sguardo.

Il Lord si frugò in tasca e tirò fuori un medaglione d'oro che fece girare fra le dita, era una stella a sette punte con un grosso rubino centrale.

Drac lo guardò sbigottito.

“Quello è il tuo medaglione Drac, vero? L'ho visto sui tuoi dipinti di quando eri umano, era sulla tua corona. Inoltre è un cliché che compare in tutti i film su di te.” Disse Jonny.

“Si, è vero, quel gioiello è mio, perché ce l'hai tu? Pensavo di averla persa molti anni fa.”

“Vedo che sei informato ragazzo, quale storia si racconta sul conte Dracula nel mondo umano?” Chiese Ruth.

Il ragazzo era confuso sul perché gli aveva chiesto ciò, ma chiaccherone com'era non se lo fece chiedere due volte, “Dracula comprò una reggia in Inghilterra perché in Transilvania la popolazione si nascondeva da lui, mentre invece all'estero non era conosciuto ed avrebbe avuto più cibo...” Jonathan si interruppe vedendo il conte sbuffare annoiato delle maldicenze su di lui, ma il ragazzo proseguì, “In Inghilterra cominciò a fare vittime e nessuno sospettava di un mostro, tranne Abraham Van Helsing che gli diede la caccia, Drac fuggì nel suo castello in Transilvania, ma venne braccato ed ucciso.”

Il conte girò gli occhi in segno di dissenso, “Quante balle sono state dette sul mio conto, non sono neppure mai stato in Inghilterra...” Ma si fermò improvvisamente, pensieroso, come se avesse avuto una rivelazione ed alzò lo sguardo su Ruthven, “Io no, ma tu si, tu sei inglese...”

Il Lord ridacchiò, “Perspicace.” Tagliò corto.

“Non prenderti tutti i meriti, Ruth,” Esclamò Erzsebet, “Dopotutto il piano era mio, ma Vlad è così tanto smidollato che non ha funzionato come credevo...”

“Papà, di cosa state parlando?” Domandò Mavis, confusa.

“Sono loro... Sono loro i responsabili della morte di tua madre...” Disse il conte ringhiando dalla rabbia di non essere abbastanza forte per poter vendicare sua moglie, “Ha finto di essere me per mettere gli umani contro di noi, è a causa loro se Martha è morta!”

Mavis strinse i pugni e digrignò i denti, non ci vedeva più dalla rabbia.

In un attimo saltò contro la donna, ma Ruthven le comparve davanti intercettando il colpo e non ebbe problemi a fermarlo, quindi lei provò con l'altra mano, ma lui le bloccò anche quella. L'uomo teneva strette entrambe le braccia della giovane vampire che  sembrava in difficoltà, ma alzò lo sguardo e fissò Ruthven negli occhi con un sorriso compiaciuto.

“Cosa c'è da ridere?” Domandò il lord incuriosito da quello strano comportamento, ma riuscì appena a finire la frase che Mavis, approfittando della sua distrazione, smaterializzò un braccio e sferrò un rapido fendente che ferì il vampiro sul petto. Poi lei liberò anche l'altro braccio e provò a colpirlo con un affondo, ma lui sfruttò la stessa strategia della giovane avversaria e si trasformò in nebbia purpurea, che venne attraversata senza conseguenze dagli artigli della ragazza.

Nonostante l'attacco fallito lei rimase concentrata ed approfittò della mancanza di difese del suo nemico in quella forma immateriale, caricò di energia il suo braccio proteso al punto che attorno ad esso si formò un alone rosato luminescente e strinse energicamente la nebbia di Ruthven che lampeggiò e si mosse a spasmi, come se stesse soffrendo, quindi Mavis strinse nuovamente e la nebbia reagì allo stesso modo, ed alla teza volta Ruthven si rimaterializzò cadendo a terra con la mano della ragazza conficcata in pieno petto.

Il Lord prese il polso della ragazza con entrambe le mani in un tentativo disperato di liberarsi, ma le ferite erano troppo gravi, Mavis aveva la vita del vampiro nelle mani.

Clap, Clap, Clap.

Mavis alzò lo sguardo, i suoi occhi erano color sangue, Erzebeth stava applaudendo lentamente mentre sorrideva compiaciuta, sembrava felice nel vedere la giovane uccidere il suo compagno.

“Sei molto più forte di quanto mi aspettassi, giovane vampiretta. Sono così fiera di te.” Ammise la contessa.

La ragazza digrignò i denti e ringhiò come un cane rabbioso ed iniziò a stritolare il cuore del vampiro che rantolò in preda al dolore.

“C'è solo una cosa che non va in te...” Disse Erzsebet, “È la tua anima a renderti debole e solo quando perdi il controllo riesci ad esprimere tutta la tua vera forza.”

La contessa raggiunse Mavis e Ruthven in un lampo silenzioso. La ragazza era troppo intenta a seviziare l'uomo per accorgersi della donna, invece lui alzò una mano in cerca del suo aiuto, ma lei non lo degnò di uno sguardo e con un rapido e leggero movimento passò il suo pugnale sulla gola della ragazza, sgozzandola.

“Mavy!” Urlarono Dracula e Jonathan all'unisono in preda alla disperazione.

Mavis rimase immobile, come paralizzata con gli occhi serrati e la bocca aperta in un grigno di dolore, ma no, non era paralizzata, stava gridando un grido silenzioso, il taglio era così profondo che le aveva danneggiato le corde vocali e l’unica cosa che uscì dalla sua bocca fu solo il suo sangue.

 La ferita era grave anche per un vampiro, i battiti del suo cuore erano lenti, ma pur tenendosi stretta la ferita ad ogni battito zampillava sangue ed il rischio di morire dissanguata era alto se il taglio non si fosse rimarginato rapidamente.

Ruthven spinse via la ragazza che cadde a terra e venne aiutato da Erzsebet ad alzarsi, era gravemente ferito, ma ora che non doveva consumare le energie per difendersi dalla stretta della giovane vampira il suo corpo iniziò a rigenerarsi lentamente.

“La prossima volta aspetta che mi uccida prima di aiutarmi, grazie.” Si lamentò sarcasticamente il Lord.

“Te lo meritavi, ti sei quasi fatto ammazzare da una ragazzina.” Lo sbeffeggiò la donna.

La contessa si soffermò ad osservare il kriss insanguinato, “Non sento odore di sangue vivo. Di la verità, tu non mi stavi cercando solo per parlarmi degli invasori, vero?” Concluse spostando lo sguardo sulla ragazza ferita, pur sapendo che non avrebbe mai risposto.

“C-cosa vuoi dire? Perché nel sangue di mia figlia avrebbe dovuto esserci sangue vivo?” Domandò Dracula ancora a terra.

Erzsebet spostò lo sguardo su di lui, “Diciamo che la ragazza è caduta in tentazione, o meglio, è stata fatta cadere!”

“Vigliacca...” Ansimò Jonathan rialzandosi, “Sei solo una stronza vigliacca!” Ribadì a voce più forte.

Anche Drac si era rialzato, ma le sue condizioni erano peggiori di quelle dell'umano, “Maledetta...” Ringhiò fra i denti.

“Arrivano gli eroi a salvare la piccola principessa in pericolo. Ma non dovete preoccuparvi di lei, è forte e può cavarsela da sola.” Disse Erzsebet ridacchiando, “Dopotutto ha tenuto testa al grande Van Helsing ed in così poco tempo è guarita da ferite più gravi di quella che le ho inferto io e per giunta senza cicatrici.”

In effetti la contessa aveva ragione, Mavis era svenuta a terra su un lago di sangue, ma la ferita sembrava essere quasi guarita.

La donna spostò la sua attenzione sui due e con un cenno di mano vennero sollevati da terra, rimanendo appesi a pochi centimetri dal pavimento.

Ruthven si avvicinò a Mavis, la prese per i capelli e la alzò di forza mettendola in piedi. Il dolore la fece svegliare, ma era troppo debole per sorreggersi da sola.

“Scusa, ma ho un conto in sospeso con lei...” Disse il Lord e si incamminò verso Jonathan trascinandola con se.

Mavis non poté far altro che guaire per il dolore e provare a fare qualche passo, ma l'uomo camminava troppo velocemente per le deboli gambe della ragazza che crollò, ma lui non si scompose e continuò a trascinarla, lasciando dietro di lei una scia di sangue fino ad arrivare dinnanzi all'umano dove la alzò da terra portandola all'altezza del ragazzo.

“Non sopravviverai ancora a lungo mocciosetta, anche se adesso il taglio non è profondo sei troppo debole per guarire completamente. Hai solo prolungato le tue sofferenze.” Disse Ruthven carico di disprezzo.

“In un modo o nell'altro parlerete, dopotutto vi avevo avvertito.” Erzsebet iniziò a parlare, “Uno dopo l'altro prenderò tutto ciò che amate, fino a che non avete più una ragione per vivere.” Poi la contessa aprì una mano e fece comparire una sacca per trasfusioni piena, “A voi la scelta, sapete cosa vogliamo.”

“Hey...” Sospirò Jonathan guardando la fidanzata negli occhi, ma lei distolse lo sguardo, “Non preoccuparti per me, ho passato guai peggiori.” Cercò di tranquillizzarla, ma lei era ancora in uno stato semi incosciente e sembrava peggiorare. La ferita al collo intanto continuava a sanguinare copiosamente ed il fatto che Ruthven sollevasse la ragazza per i capelli tenendo la sua pelle squarciata in tirare ne rallentava ancoradi più la guarigione.

“Non azzardarti a svenire ora. Svegliati stronzetta!” Esclamò l'uomo scuotendo la ragazza ma sembrava solo una marionetta con i fili tagliati.

Intanto Jonathan si portò una mano alla bocca e la morse fino a farla sanguinare. La giovane vampira spalancò gli occhi, avevano lo stesso colore del sangue.

Non era lei.

Caricata da un'energia misteriosa spinse via il Lord e saltò sull'umano atterrandolo, aprì le fauci e il ragazzo serrò gli occhi in un'espressione impaurita e pronta al dolore, ma non fece nulla per difendersi, era un sacrificio che era disposto a fare.

Drac avrebbe voluto aiutarlo, ma la magia dei due vampiri malvagi continuava a bloccarlo ed era troppo debole per contrastarla.

Ma ben presto Jonny si accorse che non stava accadendo nulla e riaprì gli occhi lentamente e timorosamente. Mavis era ancora sopra di lui, aveva gli occhi chiusi e la testa bassa, stava immobile a tremare mentre il suo fresco sangue le gocciolava dal collo bagnando il volto del ragazzo.

“Erzsebet.” Disse la ragazza, la sua voce era ancora rauca, “Accetto la tua proposta. Non posso far del male a Jonathan.”

“No!” Esclamò l'umano provando ad avvicinare la sua mano sanguinante a lei, ma Ruthven lo fermò calpestandogli il braccio, “Drac, diglielo anche te!” Jonathan scongiurò il vampiro, ma lui non disse nulla, forse sua figlia aveva preso la decisione giusta, non poteva rischiare che lei uccidesse il ragazzo.

Mavis venne aiutata ad alzarsi da Ruthven che continuò a sorreggerla in piedi, adesso che lei aveva deciso di parlare l'uomo sembrava più gentile.

“Vi dirò la verità, lo prometto.” Disse la giovane vampira con voce tremante, mettendo ben in vista le mani aperte, “Voi non potete diventare demoni...”

A queste parole Erzsebet rispose con un'occhiataccia, “Che intendi dire?”

“È una vera maledizione, infatti solo chi non vuol diventare un demone lo può diventare. Solo il sacrificio volontario della persona amata può generare un'anima talmente forte da risvegliare un demone. Ma voi... non avete un'anima, voi non potete amare, non potete essere amati.” Rispose Mavis con aria di sfida, sapeva che i due vampiri malvagi avevano fallito la loro missione.

“Inventati una storia migliore, chi si sarebbe sacrificato per Vlad? Sua moglie è morta da tempo.” Esclamò Ruthven innervosito.

“Ruth, la ragazza non mente, ricordati che cosa ha promesso. Ma è possibile che qualcuno abbia mentito a lei.” Disse la contessa, “Tu ne sai nulla?” Continuò rivolgendosi a Drac che non rispose, “Sono stanca di perdete tempo, uccidila.” Concluse freddamente.

“No!” Esclamarono Drac e Jonathan all'unisono e senza pensarci due volte il ragazzo corse contro il Lord, ma venne bloccato dalla sua magia.

“Dove pensi di andare? Goditi lo spettacolo!” Disse l'uomo al ragazzo e poi portò una mano sul petto Mavis e lentamente conficcò i propri artigli sul suo cuore.

La ragazza strinse i denti per resistere al dolore e l'unica cosa che poterono fare Drac e Jonny fu assiste impotenti alla scena, dire loro la verità avrebbe solo peggiorato le cose.

“Mi dispiace papà, mi dispiace così tanto...” Singhiozzò la giovane vampira.

“Non è colpa tua, sono io che non sono riuscito a proteggerti.” Rispose il padre.

“Mi dispiace disobbidire alla mamma, ma...” Continuò la ragazza.

“Stai delirando?” Disse Ruthven, “Non provare a svenire o morire troppo presto, voglio che tu soffra più di quanto tu abbia fatto soffrire me.” Continuò stringendola per il collo, ma notò che la sua ferita era improvvisamente e perfettamente guarita.

“Attento a frugare nel cuore della gente,” Bisbigliò Mavis, la sua voce era tornata normale e calma come se non provasse più dolore, “Non sai mai cosa puoi trovare...”

Il Lord rimase un attimo perplesso a quelle parole, ma il suo volto spavaldo si ruppe in una smorfia di dolore.

“Argh!” Gridò Ruthven che estrasse subito la mano dal petto di Mavis e cadde a terra, “È lei, è lei, è lei...” Cominciò a ansimare, era molto agitato, tanto che anche Erzsebet rimase confusa dal suo comportamento, “Ecco perché non c'era nei ricordi di Vlad!” Continuò l'uomo.

“Che diavolo stai blaterando?” Domandò Erzsebet irritata, “Non dirmi che hai difficoltà ad uccidere una piccola vampiretta mezza morta!”

Il Lord si guardò la mano dolorante, su di essa c'era una flebile aura scura, poi alzò lo sguardo verso la donna come ad invocate il suo aiuto, ma prima che potesse parlare venne interrotto da Mavis:

“Non sono più una vampira ormai...” Sospirò angosciata e colma di rimorsi, poi dopo un cenno della propria mano sinistra ci fu un lampo buio, una frazione di secondo in cui neppure i vampiri furono in grado di vedere nulla, e quando tornò la luce Ruthven era immerso in una vampata di fuoco nero che si estinse in un attimo, ma che non lasciò scampo per il vecchio vampiro che cadde a terra, e la sua pelle carbonizzata si sbriciolò schiantandosi sul pavimento. L'unica cosa riconoscibile di lui erano solo i vestiti perfettamente intatti.

Con la sua morte anche la sua magia si sciolse liberando Jonathan e Dracula.

“Avevate ragione, avevate tutti ragione...” Borbottò Mavis pensierosa, “Un demone non può morire.” Concluse guardando la sua mano sinistra oscurata dalle fiamme nere che la avvolgevano.

“Un grande potenziale... ho sempre creduto in te dal primo giorno che ti ho incontrata, ma non credevo così tanto.” Disse Erzsebet, la ragazza alzò lo sguardo verso di lei, il suo occhio sinistro era giallo e luminoso, carico di rabbia e vendetta, bramoso di violenza, e l'altro era azzurro, spento e spaventato.

La contessa contemplò Mavis evitando di incrociare il suo sguardo, “Un demone... non me lo sarei mai aspettato da te. Questo significa che dicevi la verità. Ma il fatto che Jonathan sia stato mandato dalle lamie significa solo che prima o poi loro verranno da te. Forse sei tu che porti in grembo la Grande Madre? Sarebbe divertente...” Erzsebet si fermò un attimo, “Purtroppo io sono nata umana e perciò ho il brutto vizio di non accontentarsi mai tipico degli umani. Ho passato la mia vita mortale a combattere la vecchiaia e quando ho vinto ho cercato sempre di più, e ciò mi ha portato alla rovina. Non voglio pregati ne strisciare ai tuoi piedi, perciò te lo chiederò una sola volta: vuoi unirti a me?” Domandò la donna, ma in risposta Mavis alzò leggermente la mano su cui le fiamme ombra divamparono più rigogliose, “Capisco, lo immaginavo. Solo un'ultima cosa, basta con i surrogati di sangue, il tuo corpo ha bisogno di energia vera e se non la ottiene dal sangue umano potrebbe prenderla dal demone rischiando di risvegliarlo. Ne ho una buona scorta nel frigo bar di camera mia, è tuo come i miei vestiti.”

“Perché dovrei crederti? Vuoi solo corrompermi sperando di non finire come Ruth?” Ringhiò Mavis.

“No,” Tagliò corto la contessa, “È solo che mi sei sempre piaciuta. Magari se avessi avuto un'anima e non fossi una psicopatica assassina saremo state amiche. Ora se non ti scoccia non permetterò che tu rovini il mio volto perfetto.”  Detto ciò la donna aprì la mano dove comparve il kriss, lo impugnò e si pugnalò il cuore uccidendosi all'istante e sbalordendo tutti.

Drac e Jonny rimasero immobili e silenziosi. Loro si ricordavano bene quelle sensazioni, l'oppressione al petto, i brividi lungo la schiena, il respiro affannoso... Mavis emetteva paura pura esattamente come quando era Camazotz, nonostante adesso avesse le solite sembianze di una ragazzina minuta. “So che non avrei dovuto farlo, mamma mi ha detto che è pericoloso, ma...” Ma fu interrotta da suo padre che la abbracciò, senza curarsi delle fiamme ombra sul braccio della ragazza che risultarono fredde al tatto, ma totalmente innocue, “Hai fatto la cosa giusta, è stata una mossa pericolosa, ma davvero non potevi fare altro.” Disse suo padre con voce rassicurante, “Ma ora dobbiamo occuparci degli umani, anche se uso tutto il personale dell'hotel per rallentarli presto o tardi saranno qui.”

Mavis si era finalmente calmata, il suo occhio giallo tornò azzurro e le fiamme sul suo braccio svanirono.

Anche Jonathan si avvicinò cautamente, ma Mavis si trasformò in una nube di denso fumo nero e si allontanò fino a raggiungere il corpo esanime della contessa dove lei tornò umana e si inginocchiò a raccogliere la sacca da trasfusioni, “Jonny,” Mormorò la ragazza, “Vai a farti medicare quella ferita, ti starà facendo male.” Concluse voltandosi verso di lui con un mezzo sorriso incoraggiante.

Jonathan stava per rispondere, ma Drac gli posò una mano sulla spalla e capì che il problema era l'odore del suo sangue, così fece un sorrisetto imbarazzato e si allontanò silenziosamente.

Il vampiro si rivolse alla figlia, Mavy wavy, speravo non fosse necessario, ma dovremo parlare di quello che ti è successo, quello che Erzsebet ha detto su Jonny è vero, se è una pedina delle lamie prima o poi arriveranno anche loro e saranno molto peggio di Ruthven ed Erzsebet.”

La giovane vampira sospirò irritata dai ricordi che suo padre le avrebbe fatto tornare alla mente, ma sapeva che sarebbe stato un sacrificio anche per lui, quindi gli sorrise, lo prese per mano ed assieme corsero dentro il castello prima che il sole li scottasse.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** L'ultima spiaggia - parte 1 ***


CAPITOLO 15 – L'ultima spiaggia – parte 1

Dracula era ancora mal messo per l'estenuante battaglia, ma non era ancora il momento di riposarsi, ed infatti stava già volando nella foresta protetto dal sole dalla folta vegetazione attratto dai rumori e dagli schiamazzi degli esploratori umani.

Percorse il sentiero che metteva in comunicazione il castello con il mondo esterno e ben presto incontrò gli zombie e le armature che cercavano di nasconderlo con rocce o arbusti. Il loro lavoro era un po' lento, ma neppure Drac riusciva più a distinguere il sentiero.

Il vampiro proseguì, superò gli uomini albero che infittivano il bosco rallentando l'avanzata degli umani e si posò su un loro ramo da dove osservo gli esploratori. Erano rumorosi e sciatti, avanzavano lentamente e goffamente nel fitto sottobosco. Ma nonostante le loro incapacità avevano tutti una cosa in comune, la testardaggine, ed è per questo che Drac era preoccupato, sapeva che gente del genere non demorde neppure dopo cento fallimenti, ma non poteva permettergli di arrivare al castello.

"Ho già avuto esperienza con umani del genere, come ho fatto a scacciare Jonny?" Borbottò il vampiro fra se e se, "Be', con lui ho fallito miseramente... ma forse lui sa come fare!" Concluse speranzoso e senza perdere tempo volò indietro.

La hall del castello era deserta come non lo era mai stata, l'intero personale era stato inviato al bosco e quel florido hotel sembrava già abbandonato, forse un assaggio di ciò che sarebbe realmente successo di li a poco.

Il vecchio conte tornò umano, si guardò tristemente intorno e fece un sospiro rammaricato, poi si incamminò verso l'ascensore.

Poco dopo arrivò alla porta di camera di Jonathan e guardò la maniglia pensieroso, avrebbe voluto far a meno di chiedere aiuto, ma doveva mettere da parte il suo orgoglio per questa volta. Sollevò sollevò lentamente la mano e bussò tre volte. Dall'altra parte il ragazzo rispose immediatamente, "Come sta Mavy?" Sapeva benissimo chi aveva bussato.

Il vampiro entrò e trovò il ragazzo seduto nell'angolo opposto della stanza con la schiena al muro. L'uomo rimase un attimo in silenzio, "Mavy sta bene, è solo molto preoccupata. Quello che ha fatto le ha fatto tornare in mente brutti ricordi."

"Non è l'unica..." Rispose il ragazzo, pensieroso, "Ma tu lo sapevi?

"Del demone?"

Jonathan rispose con un sospiro.

"Diciamo che ho preferito illudermi che fosse tutto finito, ma in realtà sapevo benissimo che un demone non può morire, non così facilmente. È una parte di lei e dovrà imparare a conviverci... ed a tenerlo sotto controllo. Adesso è con zia Wanda, è sempre stata lei quella con cui si confidava, è la persona che si avvicina di più ad una figura materna per lei. Preferirei esserci io accanto a Mavis, ma devo escogitare qualcosa per fermare quella gente, sono a meno di un chilometri da qui, non so che fare..."

Jonathan pensò un attimo, "Non li puoi fermare, sanno che in questo bosco c'è qualcosa quindi anche se fallissero ci riproverebbero. L'unica cosa che possiamo fare è dargli quello che vogliono."

"Quindi dovrei abbandonare il castello e riempirlo di polvere e ragnatele per dargli un effetto disabitato?"

"Be', non credo che ce ne sia bisogno, il castello è già abbastanza sporco e malconcio di suo..." Rispose il ragazzo ridacchiando, "Le uniche immagini che quella gente ha sono le foto satellitari, quindi viste dall'alto e di bassa qualità. Possiamo mimetizzare il castello."

"Rendere il castello invisibile non sarebbe un problema, ma se qualcuno approdare nell'isola vattene il naso sulle mura." Rispose il conte ormai sconsolato.

"No, non invisibile, diciamo che potresti farlo somigliare ad una qualche strana conformazione rocciosa che dall'alto sembri vagamente un castello. La natura è piena di stranezze, guarda questa foto di quando sono stato al Grand Canyon, questa roccia sembra quasi una testa!” Disse il giovane mostrando una foto del suo cellulare al vampiro, che guardò la foto incuriosito.

"Vedo che hai conosciuto Rocky, è un gran dormiglione. Comunque mi è venuta un'idea fantastica, risveglierò tutti i golem che posso con l'argilla del lago e ci ricoprirò il castello, così sembrerà la continuazione del monte dell'isola!" Esclamò Drac orgoglioso di se stesso, senza far caso a Jonny che lo guardò male e rispose:

"L'idea era mia..."

Ma il vampiro fece finta di non sentire e corse subito via. Raggiunse la reception dove prese una manciata di fogli, un calamaio e una penna.

"Il mio Ebraico antico è un po' arrugginito, spero che funzioni..."

Poi immerse la penna nel calamaio e scrisse su tutti i fogli le stesse parole usando caratteri indecifrabili.

"Che fai?" Si intromise Jonathan, comparendo improvvisamente con il mento appoggiato alla spalla di Drac.

"Sono matrici per svegliare golem, servono per animare oggetti normalmente inanimati ed obbligarli a seguire l'ordine che scrivi su questi fogli."

"Forte... e come funzionano?" Domandò il ragazzo prendendone uno.

"Non lo toccare contengono un incantesimo molto antico e potente."

"Ok, ok..." Rispose Jonny annoiato e lo appoggiò con decisione sul bancone battendoci la mano sopra.

Il vampiro spalancò improvvisamente gli occhi pieni di preoccupazione mentre il foglio magico che l'umano aveva appoggiato al tavolo veniva assorbito dal legno stesso ed un attimo dopo il bancone si impennò facendo cadere tutto ciò che c'era sopra, nitrì e galoppò a tutta velocità verso una parete contro cui saltò sfracellandosi all'impatto.

Dracula grazie alla sua alta velocità era riuscito a prendere gli amuleti prima che si sparpagliassero in giro, ma il resto degli oggetti si erano riversati addosso al conte che si macchiò il mantello con l'inchiostro del calamaio.

Dracula era infuriato al punto che sembrava quasi esplodere, ma si sforzò di restare calmo.

"Invece di perdere tempo qui, perché non raduni tutti nelle segrete?" Disse a denti stretti, "Se il mio piano non dovesse funzionare dobbiamo prepararci per il piano B."

Jonathan fece un sorrisetto tremante, "A questo punto vado, voglio anche vedere come sta Mavis..." E corse via prima di subire la furia del vecchio vampiro.

Knoch, knock...

Il giovane bussò alla porta 174, ma non ottenne risposta.

"Mavis, sei in camera?" Domandò con voce incerta.

"Si, è in camera sua, penso tu possa entrare." Rispose una voce dolce, anche se un po' preoccupata, era Wanda che aprì la porta al ragazzo.

"C-come sta?" Chiese Jonny, titubante.

La donna lupo alzò le spalle, "È preoccupata, tutti noi lo siamo. Spero che Drac metta a posto le cose... ma tu intanto va da lei, ha bisogno di te." Concluse con un un sorriso incoraggiante.

Il ragazzo fece un sospiro, anche lui era preoccupato, forse anche più di chiunque altro. Non voleva ammetterlo, ma lui stesso aveva paura di Mavis, ma si fece coraggio ed entrò nella stanza lentamente. Fece alcuni passi, ma non vide nessuno.

"Jonny?" Sospirò una voce, fredda, ma familiare.

Il ragazzo alzò gli occhi, la giovane vampira era sul tetto sopra di lui, seduta con le ginocchia alte e la testa affondata sulle gambe.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** L'ultima spiaggia - parte 2 ***


CAPITOLO 16 – L'ultima spiaggia – parte 2
 

"Mavy... come stai?" Domandò il ragazzo, mentre si sentiva il cuore in gola, aveva paura di lei e si vergognava di se stesso per ciò che stava provando.

"Non posso cambiare ciò che sono." Disse Mavis evitando di rispondere alla domanda di Jonathan, "Ma non posso neppure accettare ciò che sono. Ho fatto ciò che in quel momento pensavo fosse giusto fare, anche se mia madre me lo aveva proibito, anche se sapevo che dovevo nascondere ciò che porto dentro... È solo che quando ho saputo che mia madre è morta a causa loro non ci ha visto più dalla rabbia. Mi sono lasciata trasportare dalle emozioni ed ho fatto quello che ho fatto." Poi alzò la testa e guardò Jonathan, ma ciò che vide la rattristì ancora di più, infatti abbassò di nuovo lo sguardo e si coprì il viso con le mani.

Il ragazzo rimase confuso dal comportamento della ragazza, ma prima che potesse chiederle qualcosa lei iniziò a parlare:

"Hai paura di me..." Disse con voce spezzata dai singhiozzi, "Mi sento così sola..."

"M-Mavy... non devi dire così, tu non sei sola. È vero, ho paura, ma non di te, di ciò che porti dentro. Ma non posso fare a meno di te e non mi importa se sei un vampiro, un umano o un demone, tu sarai per sempre la mia piccola vampira con la frangetta nera." Queste parole fecero calmare Jonathan stesso, tanto che non aveva più alcun timore a stare da solo con Mavis.

La giovane vampira alzò di nuovo lo sguardo e si asciugò le lacrime, "Dici sul serio?"

L'umano sorrise, e quel dolce gesto valé più di mille parole per la ragazza che si sentì subito sollevata dalle sue preoccupazioni, finalmente si sentiva meglio e si lasciò cadere a terra dove venne presa in braccio da Jonathan, era leggera come una piuma.

I due rimasero un attimo a guardarsi negli occhi, poi i loro volti si avvicinarono lentamente fino a che le loro labbra si sfiorarono...

SPLAT!

I due si retrassero improvvisamente e spostarono lo sguardo verso la finestra da dove era provenuto quel rumore di qualcosa di molliccio che si spiaccica su un vetro.

SPLAT!

Di nuovo quel rumore, in effetti c'era qualcosa che si era spiaccicato contro la finestra, era di color marrone ed aveva una consistenza melmosa.

"Ma che sta succedendo?" Esclamò Jonathan, "Chi è che ci lancia palle di fango?"

Mavis si alzò e raggiunse la finestra, incuriosita.

SPLAT!

"Non ci tirano palle di fango, è il fango che si sta arrampicando sulle pareti del castello... sono golem d'argilla..." Disse la ragazza, pensierosa, "Ma che vuole fare mio padre?"

L'umano sorrise, orgoglioso, "Allora ha messo in pratica il mio piano." Disse mentre gli uomini melma avevano oscurato totalmente la finestra.

"Il tuo piano?" Domandò Mavis alzando un sopracciglio.

"Se non puoi fermare qualcuno dagli quello che vuole e deludilo, così ti lascerà in pace per sempre." Rispose il ragazzo con aria saccente, "Basterà ricoprire il castello di roccia per farlo sembrare una montagna."

"Spero che funzioni, anche perché per proteggere me ha affrontato il demone da solo senza avvertire l'Ordine, ed a causa di ciò un drago ed una lancia sono morti. Mio padre rischia di venire condannato dall'Ordine di Draghi, ma se riuscisse a dimostrare le sue capacità di gestire le situazioni più critiche e che questo hotel oltre ad essere un punto di riferimento per tutti i mostri è anche sicuro forse potrebbero concedergli la grazia." La voce di Mavis tremava per la preoccupazione.

Jonathan si avvicinò a lei e le poggiò un braccio dietro al collo, "Andrà tutto bene, ha sconfitto Van Helsing, fermato un demone, e soprattutto ha sopportato me per più di un mese, non c'è nulla che tuo padre non possa fare!" Concluse il ragazzo ridacchiando, e riuscì a strappare un sorriso anche a Mavis.

"Andiamo a vedere se mio padre ha bisogno di noi?" Chiese la ragazza, finalmente sembrava essere tornata di buon umore.

Jonathan sorrise, "Drac sarà felice di vederti star bene. Andiamo!"

I due scesero al piano terra, tutte le finestre erano ormai ricoperte e l'hotel senza lanterne accese era completamente buio. L'unica luce che penetrava nel castello era quella proveniente dalla porta d'entrata principale.

I due giovani si precipitarono fuori, il Sole era ancora alto nel cielo, ma le poche nuvole erano sufficienti a proteggere la sensibile pelle dei due vampiri, come se anche loro avessero voluto aiutare il vecchio conte Dracula e sua figlia.

Mavis e Jonathan si guardarono intorno stupiti e felici di vedere che quell'idea, la loro ultima spiaggia, stava funzionando bene. L'edificio era ormai quasi completamente ricoperto d'argilla, sembrava un gigantesco blocco di pietra, ma era ancora spoglio di vegetazione e ciò lo rendeva troppo innaturale.

Poco dopo i due notarono un tavolo fluttuante che sfrecciava attorno alle mura, sopra di esso c'era Dracula con un sacco in spalla da cui prendeva manciate di fogli magici e li lanciava a terra. Come fossero stati semi, dalla terra sorsero altrettanti golem che si incamminavano lentamente verso il castello, superando le mura di cinta ormai totalmente ricoperte e si arrampicavano sui muri dell'hotel fino al tetto, passando oltre i due giovani senza mostrare alcun interesse per loro, sembrava avessero addirittura meno sentimenti degli zombie.

"Sono tantissimi..." Disse Jonathan in soggezione, poi avvicinò la mano ad uno di loro, ma prima che lo potesse toccare venne fermato da Mavis che gli prese il braccio.

"Non ti conviene toccarli." Ridacchiò la ragazza.

Lui la guardò preoccupato, "Sono pericolosi?"

La vampira sorrise e scrollò la testa, "Sono pericolosi solo se hanno l'ordine di essere pericolosi."

"Allora perché non li devo toccare?"

Mavis si mise di fronte a lui e lo guardò negli occhi, il suo sguardo malizioso, quasi maligno, tanto che Jonny deglutì preoccupato, "Scoprilo tu stesso." Sospirò lei fra i denti del suo sorrisetto birichino, e detto ciò spinse il ragazzo che cadde su un golem.

L'uomo d'argilla perse l'equilibrio ma non cadde e riuscì anche a sostenere Jonathan per poi aiutarlo cortesemente a rialzarsi.

"G-Grazie amico..." Rispose il ragazzo imbarazzato, " Mavis ma perché lo hai fatto?", ma lei stava ridacchiando divertita, in un primo momento non capì perché, ma poi si vide le mani, le braccia, le gambe... era pieno di melma, sembrava uno di quei tanti golem.

"Ah, è così..." Esclamò Jonathan come a voler raccogliere una sfida, "Prendi questo allora!" E raccolse una manciata d'argilla da un golem la lanciò contro Mavis colpendola in pieno petto.

La ragazza incrociò le braccia e si imbronciò, sembrava seriamente arrabbiata. Jonny si avvicinò timorosamente a lei, pensando di aver esagerato, ma quando fu abbastanza vicino, lei decapitò a mani nude un golem che stava passando accanto a lei e la spiaccicò sulla faccia del ragazzo come fosse una torta in uno sketch di clowns. Per il golem non fu un problema, senza neppure perdere il passo gli ricrebbe una testa nuova. Invece Jonathan rimase fermo un attimo, ancora imbarazzato per essere caduto in quel tranello, in ogni caso adesso il ragazzo sembrava in tutto e per tutto un uomo di melma.

Il ragazzo si pulì la faccia con le mani e quando riaprì gli occhi code Mavis che rideva di gusto, e lui non poté far a meno di sorridere soddisfatto di aver scacciato le preoccupazioni che opprimevano la giovane vampira.

"Ehi voi due! State battendo la fiacca!" Esclamò Dracula verso di loro, ma quando i due alzarono lo sguardo verso di lui, li riconobbe ed il suo umore cambiò radicalmente, soprattutto quando capì che sua figlia si stava divertendo, "M-Mavy?" Domandò il conte con la voce soffocata dalla felicità e saltò giù dal tavolo volante per correre verso la figlia ed abbracciarla incurante che si sarebbe sporcato.

"Papà, calmati, mi stai soffocando!" Si lamentò lei scherzosamente.

"C-come stai?" Continuò lui allenando l'abbraccio, ma tenendo le mani sulle sue spalle.

"Adesso sto meglio, ma..." La giovane vampira abbassò lo sguardo, "Mi dispiace non averti detto la verità, è che-" Ma venne interrotta da suo padre che poggiò dolcemente un dito sulle sue labbra.

"Non ti preoccupare budellina, adesso stai bene ed è questo quello che conta." Drac la rincuorò con un sorriso, ma lei era ancora un po' preoccupata.

I golem erano tutti al loro posto ed il castello era ormai irriconoscibile.

"Ok ragazzi ci siamo." Disse il conte e subito dopo foce un fischio come a voler chiamare qualcuno.

In un attimo di sentì un ronzio, come fosse un gruppo di scooter che si dirigevano verso di loro, erano le streghe del castello a cavallo delle loro scope ed arrivate sul posto atterrarono di fronte al padrone dell'albergo, tutte in riga e con i manici delle scope sollevati ed impugnati come fucili in posizione di riposo.

"I golem che hanno ricoperto l'albergo sono stati creati con la terra delle spiagge del lago, quindi sono carichi di semi che voi dovete far germogliare. Ora andate!" Ordinò Dracula.

"Sì signore!" Le streghe risposero all'unisono sull'attenti facendo un saluto militare, subito dopo tornarono in sella alle loro scope e con i piedi dettero un colpo ad esse, come a premere il pedale di avviamento di una vecchia motocicletta e dalle setole iniziarono a fuoriuscire scintille colorate. Subito dopo decollarono una dopo l'altra.

"Godetevi lo spettacolo." Disse Drac ai due giovani.

Loro alzarono lo sguardo e videro le stregariere volare in fila indiana attorno al castello lanciandoci contro le loro magie, anche se sembravano tanto raggi laser colorati come quelli di star wars, effetti sonori compresi. Ma la cosa più sbalorditiva doveva ancora arrivare, dalla terra che veniva colpita iniziarono a germogliare ed a crescere ad una velocità innaturale varie piante ed arbusti tipici di quella foresta, ed in poco tempo divenne indistinguibile la differenza fra la parte naturale dell'isola ed il monte appena creato.

Finito il loro lavoro le streghe volarono dentro l'hotel passando dalla porta girevole e l'ultima della fila sparò un colpo di magia sulla terra davanti alla porta attraversandola un attimo prima che venisse sigillata dalle piante rampicanti appena cresciute.

"È stato troppo forte!" Esclamò Jonathan, "Magari avessi potuto usare la magia quando io ed un mio vecchio coinquilino abbiamo fatto crescere delle piante nello scantinato. Certe bollette della luce ci sono arrivate per tenere le lampade accese giorno e notte, ma ne è valsa la pena."

"Basta chiacchere," Drac interruppe il ragazzo, "Non abbiamo ancora finito." Continuò voltandosi verso il lungo ponte di pietra, si frugò in tasca ed estrasse una manciata di fogli magici simili a quelli usati per risvegliare i golem di argilla, ma le scritte in ebraico antico erano leggermente differenti, "Raggiungiamo il bosco, poi dovrò smantellare il ponte."

"Andare nel bosco?" Domandò Jonathan, "Ma non dovremo tornare al castello?"

"No." Rispose seccamente il conte, "Dobbiamo tenere d'occhio gli umani e tu sei perfetto per questo compito. Ti infiltrerai fra loro."

"I-Infiltrarmi fra loro? Come un agente sotto copertura? E se mi scoprissero cosa mi potrebbero fare?" Disse il ragazzo mettendosi le mani fra i capelli, disperato.

Il vampiro abbassò la testa e si mise una mano sugli occhi, "Come fanno a scoprirti? sei un umano tale e quale a loro... E comunque anche Maris verrà con te, così ti terrà d'occhio."

"Io? Dovrei entrare in contatto diretto con un gruppo di umani?" Domandò Mavis perplessa indicando se stessa e poi, dopo una breve attesa, "Sangue di blatta! È fantastico!" Esclamò eccitata saltando addosso a suo padre abbracciandolo con forza.

"Si, si, ma non farti troppe illusioni..." Rispose lui falsamente disinteressato, poi abbassò lo sguardo e sorrise alla figlia, "Mavy, sei grande ormai. Mi fido di te."

La ragazza contraccambiò il sorriso, sciolse l'abbraccio, poi prese una mano di Jonathan ed iniziò ad attraversare il ponte correndo. Drac lo seguì rimanendo più indietro e ad ogni arco del ponte lui gettava a terra uno dei suoi fogli magici.

Ci fu come una forte scossa di terremoto che fece inciampare Jonathan, sarebbe caduto se non fosse stato trattenuto dalla vampira.

"Non vi fermate! Non vi fermate!" Li esortò il conte.

I due si voltarono verso di lui e capirono subito cosa avesse causato quel terremoto a cui ne seguì un altro; il ponte stava prendendo vita, c'erano già due golem di pietre dietro al vampiro ed un terzo si alzò generando un altro terremoto.

"Ho detto non vi fermate!" Ribadì Dracula mentre li aveva quasi raggiunti.

Intanto i golem che si erano alzati si lasciarono cadere a peso morto sul lago sprofondando nelle acque, ma così facendo generarono un'onda anomala che si propagò pericolosamente verso di loro.

I tre spalancarono gli occhi, preoccuparti; Mavis e Jonathan capirono finalmente perché Drac avesse così tanta fretta. La ragazza prese Jonny in braccio e iniziò a correre come non aveva mai corso prima, tanto che lui chiuse gli occhi spaventato, se fossero caduto probabilmente non sarebbe uscito vivo.

Alla fine del ponte, invece di passare dal tunnel, la ragazza saltò direttamente sull'alta scogliera, dove si fermò e lasciò l'umano, mentre le onde generate fai golem di pietra si infrangevano rumorosamente sulle rocce.

Il conte li raggiunse poco dopo sotto forma di pipistrello, tornò umano ed osservò stupito la figlia per la velocità che riusciva a raggiungere, nettamente superiore alla sua. I tempi in cui quando giocava con lei a rincorrersi o a fare le gare di volo e la lasciava volutamente vincere erano finiti, il sangue umano ed il demone che si portava dentro le avevano donato in così poco tempo poteri di livello molto avanzato che Drac aveva impiegato secoli a raggiungere e ciò lo amareggiava un po', fino a che punto sua figlia sarebbe riuscita a controllare i suoi nuovi poteri senza risvegliare il demone? E poi c'era anche la dipendenza da sangue umano a cui la ragazza aveva deciso di cedere; certo, c'erano modi non violenti per procurarsi sangue umano, ma in caso di mancanza prolungata quanto tempo la piccola ed inesperta Mavis sarebbe riuscita a tenere a bada la sete senza diventare violenta? Troppe domande affliggevano il cuore del vecchio conte e troppe preoccupazioni personali pesavano su di lui aggiungendosi a tutte le altre preoccupazioni riguardo gli umani, la sicurezza dell'hotel ed il Consiglio ormai imminente. Mancavano solo due giorni al trentun' ottobre e probabilmente i rappresentanti dell' Ordine del Drago sarebbero arrivati a breve, per non parlare delle centinaia di mostri che avevano prenotato per assistere a quello che sarebbe stato il più importante Consiglio di tutti i tempi.

No, Dracula non poteva permettere che questa mole di mostri arrivasse mentre degli umani assediavano l'hotel Transylvania, sarebbe scoppiato il putiferio ed il conte avrebbe perso fiducia e credibilità, che erano le uniche cose che gli erano rimaste.

"Papà?" Esclamò Mavis dandogli dei leggeri strattoni al mantello, "Andiamo?”

La voce della figlia fece risvegliare Drac dai suoi pensieri, era inutile perdere tempo a preoccuparsi, anche perché non poteva parlarne con la figlia fino alla fine del Consiglio, il rischio di essere sotto osservazione era troppo alto.

Lui le sorrise e senza aggiungere altro si diresse verso i rumori e gli schiamazzi degli umani ormai vicini, fino a che i tre videro varie figure muoversi fra la fitta vegetazione in lontananza.

"Sono loro?" Domandò la ragazza.

Jonathan e Dracula si abbassarono nascondersi dietro ad un cespuglio e, vedendo che Mavis era rimasta in piedi, il ragazzo la prese per una mano e la trascinò giù.

"Sssshh!" Fecero Jonathan e Dracula, "Non dobbiamo farci vedere, non ancora." Continuò il ragazzo, "Faremo il giro ed arriveremo alle loro spalle."

"Andate, io rimarrò qui." Disse Drac.

I due giovani partirono, non ebbero problemi a farsi strada, il bosco sembrava molto fitto, ma in realtà molto alberi erano trents che si spostavano al loro passaggio per agevolare la loro marcia ed in poco tempo arrivarono a poca distanza dagli umani.

"Ci siamo!" Esclamò un uomo in testa al gruppo, guardando il suo GPS, "Siamo ad una ventina di metri dal lago."

Jonathan e Mavis raggiunsero la coda degli esploratori umani e non ebbero alcun problema a confondersi con loro, infatti nonostante indossassero vestiti più adatti alla città che ad un'escursione in un bosco inesplorato, non erano poi tanto differenti da tutti gli altri. La maggior parte di loro era vestita esattamente come Jonathan, felpa e Jeans, qualcuno era vestito da trekking con scarpe adatte ai terreni accidentati, ma con pantaloncini corti che gli avevano lasciato le gambe sprotette dai rovi e dagli insetti, ed altri che sembravano essersi preparati per un'esplorazione della foresta amazzonica, con zaini giganteschi carichi di provviste di cibo, funi, attrezzi da arrampicata, talmente pesanti che erano decisamente i più stremati. La disorganizzazione era totale e l'unico strumento che non mancava a nessuno erano le macchine fotografiche.

Ma ci furono quattro persone che attirarono in particolare l'attenzione di Jonny, indossavano la stessa felpa nera con il logo 'Monster Hunters' ed erano equipaggiati con videocamere ed attrezzature di registrazione visibilmente costose. Si atteggiavano a capi della spedizione con aria di chi crede di avere grande esperienza; e dire che questa volta quei buffoni avevano trovato un vero rifugio di mostri, ma quello che non sanno è che falliranno. Jonathan sorrise a questo pensiero.

"Ehi Ragazzi." Disse gentilmente una donna a loro, era poco più grande di Jonny, aveva i capelli rossi e riccioli ed era vestita con una tuta da lavoro un po' troppo grande per lei, forse di un meccanico, color grigio con qualche macchia d'olio motore e scarponi antinfortunistici.

Jonathan trasalì, mentre Mavis sembrava emozionata a parlare con una ragazza umana, ma nessuno dei due rispose.

"Sapete parlare inglese?" Domandò lei vedendo i due un po' straniti.

"S-si, certo!" Rispose Mavis ancora emozionata.

"Bene, io non sono romena, ma sono volata qua appena saputo che era stato scoperto un castello inesplorato. Comunque non vi avevo ancora visti, fatemi indovinare..." Continuò lei squadrando Jonathan e Mavis da testa a piedi, il ragazzo deglutì, "Siete rimasti indietro perché siete scivolati in un fosso, vero? Siete tutti sporchi!" Concluse ridacchiando.

"Oh, be'... già è proprio così..." Rispose Jonny, mentendo e grattandosi la testa con un mezzo sorriso.

"Vi siete fatti male?" Domandò un signore basso e grassoccio vestito da safari, "È successo anche a me, guardate come mi sono conciato i pantaloni!" Si lamentò indicando i propri pantaloni strappicchiati e sporchi di terra.

"No, no, tutto ok..." Rispose il ragazzo, poi si avvicinò a Mavis, "Fortuna che quella ragazza ci ha dato una buona scusa. Infiltrazione riuscita!" Le disse sotto voce e la vampira ridacchiò divertita.

"Gente! Venite a vedere!" Esclamò un uomo a gran voce poco più avanti attirando l'attenzione di tutti che iniziarono a correre verso di lui.

“Ci siamo Jonny, spero che questo piano funzioni…” Disse Mavis al ragazzo, la sua voce tremava, era veramente agitata.

Lui le strinse la mano per farle sentire la sua vicinanza e le fece un mezzo sorriso, nonostante cercasse di infonderle un po’ di coraggio anche lui era preoccupato quanto lei, poi le fece un cenno con la testa ed insieme seguirono quella gente.

Gli esploratori raggiunsero l'altura che costeggiava il lago, e tutti loro reagirono allo stesso modo, dopo tanta fatica a superare quella foresta che sembrava fare di tutto per rendere l'avanzata più difficile possibile, dopo l'abbandono di molti esploratori che mano a mano tornavano indietro rinunciando all'impresa, ma ora erano li, a riscattare il premio per la loro fatica e determinazione.

Una cinquantina di persone, tutti quanti fermi a bocca aperta ed occhi spalancati e lucidi dall'emozione dello spettacolo incredibile a cui stavano assistendo. Nonostante il cielo nuvoloso l'acqua del lago era splendente, gli alberi e gli scogli attorno ad esso venivano riflessi al punto che quel lago sembrava essere la porta di un mondo a testa in giù, ma la cosa che più attirò l'attenzione di quella gente fu l'isola in mezzo al lago, un'isola incontaminata e rigogliosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** L'ultima spiaggia - parte 3 ***


CAPITOLO 17 – L' ultima spiaggia – parte 3


 

"È bellissimo... Si, ma dov'è il fantomatico castello di Dracula?" Disse un uomo rivolgendosi ai Monster Hunters.

Loro farfugliarono qualcosa fra di loro e poi uno indossò un paio di occhiali da sole, pur essendo nuvoloso e si fece avanti, "Manderemo un drone ad ispezionare la zona, le foto satellitari non mentono, su quell'isola c'era un castello ed il fatto che sia scomparso conferma la nostra ipotesi..." e si tolse gli occhiali con una mossa da film poliziesco, "C'è qualcosa di magico in questo posto." Concluse con tono di superiorità.

"Buona!" Esclamò un'altro del suo gruppo, mentre uno registrava con la sua ingombrante telecamera da spalla e l'altro teneva il palo telescopico del microfono.

"Più che ricercatori mi sembrano attori... ma alla fine i loro programmi sono divertenti," Commentò la ragazza dai capelli rossi senza paura di farsi sentire da loro, "Mi fanno capire quanto sono fortunata ad avere un cervello."

Mavis e Jonathan ridacchiarono in maniera discreta.

I quattro non la sentirono o fecero finta di niente e da una ingombrante scatola estrassero un multicottero ad otto pale dotato di videocamera mobile.

Uno di quei tizi impugnò il ricevitore con monitor integrato e mentre gli altri continuavano a registrare, lui fece innalzare il drone dirigendolo verso il castello iniziando a fare filmati aerei.

"State ricevendo anche voi le immagini?" Domandò il pilota.

"Sì Carl, ricevo perfettamente ed ho già confrontato le tue immagini con quelle satellitari." Rispose un suo compagno seduto in terra munito di notebook, Jonathan e Mavis deglutirono, "Corrispondenza perfetta." Continuò l'uomo al computer, impassibile, "Mi dispiace ragazzi, nessun castello stregato qui, solo una bizzarria della natura." Concluse, generando la delusione della gente, gli unici due che tirarono un sospiro di sollievo furono Jonny, Mavy e Drac che era poco distante in forma umana nascosto dietro il tronco di un grosso albero.

Il vecchio vampiro si voltò pronto a tornare al castello vittorioso, ma quando alzò lo sguardo rimase pietrificato, a pochi passi da lui c'era un umano, basso ed un po' cicciottello, vestito da safari beige, che lo guardava silenzioso e stupefatto. L'uomo si tolse il casco coloniale francese e lo portò al petto, "Tu... tu..." Iniziò a dire, mentre Drac si stava preparando ad ipnitozzarlo, "Tu sei quel Dracula del festival dei mostri, quello che partecipava al gioco di ruolo dal vivo! Ti Ricordi di me? Sono il tuo collega Dracula, blah, blah, blah... quello che ha avuto l'idea dei mantelli!"

"G-gioco di ruolo dal vivo?" Domandò Dracula confuso.

"Si, dai, come lo chiami tu? Interpreti il grande conte Dracula e ti propongono una missione da superare tenendo conto che non puoi stare al Sole. Comunque non esci proprio dal tuo personaggio, vero? Hai addirittura portato il tuo costume dietro, sei più fan dei vampiri di me!" Concluse l'uomo dando due pacche sulla schiena di Drac, che dentro di sé tirava un grosso sospiro di sollievo.

Il conte fece un leggero sorriso, "Deluso anche tu di non aver trovato ciò che cercavi?"

L'umano alzò le spalle, "Sinceramente? No, anzi sono felice così. Passo ancora immaginare che da qualche parte l'immortale conte continui la sua vita, circondato magari da ogni sorta di mostro... Bah! Non far caso alle mie fantasie. Penso sia arrivato il momento di andare, ho un locale in città, vieni con me? Ti offro un drink."

"Be'... facciamo un'altra volta, va bene?" Rispose cordialmente il vampiro.

"Ok, ci vediamo per Halloween? Verrà organizzata una grande festa in città, la migliore dell'anno!" Poi gli porse una mano, "Io sono Marius, dell'osteria 'Il conte ubriaco'".

Il vampiro gli strinse la mano, "Io sono Vladimir, dell'hotel Transylvania." Ma appena finita la presentazione strabuzzò gli occhi, era abituato a salutare i mostri in questo modo, non gli umani.

"Hotel Transylvania hai detto? Mai sentito, ma suona bene!" Rispose lui, poi si guardò intorno, "Sarà meglio che vada, non voglio camminare in una foresta stregata da solo. Ci vediamo!" Concluse saltando e correndo verso il resto del suo gruppo e Dracula ne approfittò per nascondersi meglio, una volta era stato fortunato, meglio non tentare ancora la sorte.

C'erano rimasti solo una dozzina di persone fra cui anche la ragazza dai capelli rossi.

Nessuno fiatava, fin quando una vecchia signora con un vestito da contadina non si rivolse alla ragazza, "Non vai con loro?" Domandò con voce gracchiante ed acuta

"Penso che tornerò indietro con voi." Rispose la ragazza sorridendo, ma la donna fece un lieve cipiglio.

"Vai ora, ti conviene." Insisté la vecchia, il suo sguardo era strano e penetrante.

La ragazza rimase perplessa per qualche secondo, ma quando vide l'espressione della signora che sembrava iniziare a preoccuparsi, spalancò gli occhi e si incamminò nella stessa direzione del resto del gruppo.

"La tua ipnosi inizia a fare cilecca, Sebastiana?" Disse un uomo prendendo in giro la vecchia signora, la battuta fece ridacchiare anche altri, ma sembravano volersi trattenere.

"Non scherzare con me." Rispose lei seccata.

"Sebastiana? Donna Sebastiana? Siete Voi?" Domandò Dracula uscendo allo scoperto.

L'anziana si voltò verso di lui e sorrise, "Sei un mostro acuto e pieno di risorse. Pochi credevano che ce l'avresti fatta."

"E così era tutta opera vostra? Non pensate di aver esagerato a correre questo rischio inutile?" Disse il conte.

"Avevamo tutto sotto controllo, e da ciò che abbiamo visto anche tu..." Rispose un altro uomo.

"La minaccia è passata, perché non mostrate chi siete realmente?" Continuò Drac.

Quelle persone si guardarono l'un l'altro, poi tornarono su Dracula con accanto Jonathan e Mavis.

"V-voi siete mostri?" Balbettò Jonny.

"Tutti membri dell' Ordine del Drago'." Confermò il vampiro.

La vecchia signora si avvicinò la ragazzo, squadrandolo, e ciò lo mise a disagio, era quasi spaventato.

"Sì, mi ricordo di te, ci siamo già incontrati noi due, più di una volta..." Disse lei, la sua voce era completamente cambiata, adesso era molto più morbida, come quella di una giovane ragazza, totalmente inadatta all'aspetto di quella vecchia donna.

Jonathan alzò un sopracciglio, non si ricordava proprio di averla già incontrata, ma questa voce non gli era nuova.

"...Sei più sfuggente di un uomo-salamandra in uno schiuma party." Continuò la donna ridacchiando.

Poi la pelle del suo volto e delle mani iniziò a calare, come se si stesse rammollendo per poi strapparsi e colare come cera fusa fino a che non rimase solo lo scheletro perfettamente pulito. La scena da film horror anni settanta fece rivoltare lo stomaco di Jonathan che però non riusciva a togliere lo sguardo da quel teschio, infatti a differenza degli altri scheletri viventi che aveva incontrato in hotel, questo era pieno di incisioni e disegni colorati, tipici degli sugar skull messicani.

Lo scheletro fece un sorrisetto all'umano, "Ora mi riconosci?" Domandò scherzosamente, facendo scivolare via i suoi abiti da contadina che nascondevano la sua vera veste, una lunga tunica nera con un cappuccio che la donna scheletro si ti tirò sulla testa nascondendo il proprio volto nell'ombra.

Ora l'umano la riconobbe, era quella specie di Nazghul che cavalcava il drago nero che aveva incontrato dopo lo scontro con Camazotz, "Ora mi ricordo! Tu sei il Triste Mietitore che mi voleva uccidere!" Esclamò lui preoccupato.

"Mietitore? Si, per l'esattezza sono il primo mietitore. Il mio nome è Donna Sebastiana, ma molti mi chiamano Santa Muerte." Disse il nero spettro porgendo la sua scheletrica mano con disegnati rose e rovi intrecciati alle falangi al ragazzo, ma lui rimase immobile, titubante, "Non temere, so che voi umani credete che noi mietitori siamo portatori di morte, ma in realtà appariamo accanto alle anime che non accettano la propria morte per aiutarle a lasciare questo mondo prima che la rabbia le corrompa trasformandole in fantasmi violenti."

L'umano si lasciò convincere e strinse quella ossuta mano fredda, "Quando ci siamo incontrati la prima volta avevi una voce spaventosa, mi dispiace essere scappato."Disse il ragazzo imbarazzato.

Scusami tu, avrei dovuto schiarirmi la voce... sai, ci hanno avvertito che era stato avvistato un demone ed eravamo tutti molto agitati.” Rispose Sebastiana con un sorriso tranquillizzante.

"Possiamo parlare dentro? Voglio farmi un bagno, puzzo di umano." Si lamentò un uomo vestito di verde e la barba rossa mentre si accendeva una pipa.

"Si, certo..." Rispose Drac, la sua voce era fredda e distaccata, nonostante riuscisse ad essere calmo esteriormente chi lo conosceva riusciva a capire che dentro di lui non era affatto sereno.

Il vampiro schioccò le dita e la terra iniziò a tremare, dal lago si sollevarono i golem di pietra ripristinando il ponte in un attimo, ma erano abbastanza distanti, così il conte fischiò e fece dei cenni con le mani per guidare i movimenti dei golem in modo da spostare il ponte fin sotto di loro, ed il golem più vicino all'altura si mise in piedi ed alzò le mani unite arrivando esattamente all'altezza dei futuri ospiti dell'hotel.

Tutti quanti salirono ed il golem si abbassò portandoli sul ponte.

Dracula guidava il gruppo, mentre Mavis e Jonathan erano gli ultimo, leggermente distaccati.

Mavy? Hai idea di chi siano questi tizi?” Lui le domandò sottovoce.

La giovane vampira sospirò, “Fra poco sarà sera, questo significa che arriverà una montagna di mostri come non c'è mai stata qui in hotel. Andiamo in camera mia a riposarci e tu spiegherò tutto prima che ci sia troppo casino.” Rispose Mavy, anche lei preoccupata quanto suo padre.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Patto con il diavolo ***




Dopo fin troppo tempo finalmente un aggiornamento, spero non vi siate dimenticati di me...

CAPITOLO 18 - Patto con il diavolo.


Jonathan si lanciò sul letto di Mavis, era sfinito, "Non avrei mai pensato che il mio primo fidanzamento serio sarebbe stato così impegnativo..." Disse scherzosamente, ma la vampira non sembrò curarsene. Lei si appoggiò su una parete e si lasciò cadere seduta sul pavimento a ginocchia alte, socchiuse gli occhi resi brillanti dalle lacrime e si coprì il volto con le mani che poi fece scivolare fin sui capelli mentre abbassava la testa.

Il ragazzo appoggiò delicatamente una mano sulla spalla della ragazza e sorrise leggermente, "Non ti agitare, devi essere forte, dobbiamo essere forti in questo momento, per tuo padre e per l'hotel Transylvania. Andrà tutto per il meglio, vedrai. Dopotutto Drac è riuscito a contrastare l'invasione umana senza che nessuno si facesse male."

"Sì, ma..." Mavis si interruppe, poi alzò lo sguardo verso il ragazzo, "Per i membri dell' Ordine del Drago la sicurezza di questo castello è un dettaglio insignificante in confronto alla nascita di un demone. Ho paura che come Ruthven ed Erzebet anche i draghi pensino che sia mio paese il demone. Non voglio che subisca condanne destinate a me."

Jonathan passò un braccio dietro il collo della ragazza e la strinse a se, "Non dire così, nessuno di voi merita di essere condannato." E poi i due si lasciarono cadere sdraiati sul letto.

Mavis chiuse gli occhi, quell'abbraccio sciolse tutte le sue preoccupazioni. Erano solo lei e lui e la giovane vampira non aveva bisogno di nient'altro per essere felice, ma quel rilassante momento di calma ed intimità non sarebbe durato a lungo, ma almeno in quel momento potevano riposarsi un po' e senza che se ne accorgessero si addormentarono.

Intanto fuori dalla finestra di quella camera il Sole era ormai tramontato dietro le montagne e le dense nuvole di quella giornata fecero calare il buio più presto e con esso sopraggiunse anche un forte brusio.

Il trentun' ottobre era il secondo giorno dell'anno con la più alta affluenza di mostri, dopo il ventotto settembre. Normalmente i mostri arrivavano anche una settimana prima per poter organizzare al meglio i festeggiamenti del capodanno dei fantasmi, ma la chiusura per i lavori di ristrutturazione del castello aveva obbligato gli ospiti a presentarsi tutti insieme e non era l'unico inconveniente, infatti quest'anno erano molti di più. La pubblicità (positiva o negativa che fosse) che l'hotel aveva ricevuto in queste ultime settimane aveva scatenato la curiosità di molti mostri, ed a loro si sarebbero aggiunti quelli intenzionati solo a seguire il Consiglio. Quella notte sarebbe stata una delle più frenetiche della storia dell'albergo.

Passarono un paio d'ore prima che Mavis si svegliasse, "Jonny?" Disse lei scuotendolo dolcemente. Il ragazzo si svegliò di soprassalto.

"Calmati Jonny, siano solo tu ed io." Continuò lei.

"Quanto abbiamo dormito?" Domandò lui ancora un po' assonnato.

"Non lo so, ma non ti preoccupare," Poi la vampira sorrise, "Era molto che volevo dormire con te."

L'umano ricambiò il sorriso entusiasta, poi guardò l'orologio, sono le undici..." Disse con la speranza che Mavis sapesse cosa avrebbero dovuto fare quella notte.

"Probabilmente mio padre arriverà fra un'oretta," Rispose lei scendendo dal letto, "Nell'attesa farò un bagno veloce. Devo rilassarmi in attesa del Consiglio." E così si incamminò verso il bagno.

Jonathan intanto si alzò a sedere sul letto anche lui pensieroso, ma il cellulare che aveva in tasca iniziò a vibrare.

Immaginando l'ennesima telefonata di sua madre, rispose senza neppure fate caso al numero.

"Vlad, puoi parlare?" Tagliò corto la voce dall'altra parte, era giovane e maschile.

Jonathan rimase bloccato, chi poteva essere? E soprattutto come poteva sapere di Dracula? Così controllò il monitor, +39 0000000000.

"Chi diavolo può avere un numero composto solo da zeri?" Borbottò.

"Ho scoperto che il Consiglio non ha mandato spie al castello." Continuò quella voce.

"Ma tu chi sei?" Chiese cautamente Jonathan.

"Tu sei Jonathan l'umano? In effetti Vlad mi aveva detto che il cellulare dal quale mi ha chiamato era il tuo." Disse l'uomo senza rispondere alla domanda del ragazzo.

"S-si... Ma non mi hai ancora detto chi sei tu."

"Chi sono io non ti riguarda. Diciamo che sono colui che vi salva il culo in ogni situazione."

"Sei quel Draghiere che ci ha aiutati a salvare Mavy?"

L'uomo non rispose.

"Grazie. È solo grazie a te che quel demone è stato fermato prima che..." Ma il ragazzo venne interrotto bruscamente.

"Prima che cosa?" Rispose l'uomo in malo modo, "Mavis ha ucciso la mia lancia, il mio drago e mi ha reso il mostro più ricercato del mondo. Non sono stato ancora condannato, ma sulla mia taglia c'è scritto vivo o morto e questo non mi fa ben sperare."

Questa volta fu Jonathan a rimanere senza parole.

"Sfogarmi con te mi fa solo perdere tempo. Fammi parlare con Mavis."

Jonathan si voltò verso la porta del bagno, "Mavis sta facendo un bagno, puoi richiamare fra un po'?"

"Pensi che abbia tempo da perdere? È in ballo la vita di tutti noi. Va da Mavis, sai che non si vergogna affatto a farsi vedere da te mentre fa il bagno..."

"Che stai dicendo?!" Esclamò Jonathan, imbarazzato.

"Sai benissimo di cosa parlo, io so tutto... io vedo tutto..." Rispose l'uomo con voce scherzosamente imponente.

L'umano sospirò, poi camminò fino alla porta del bagno.

Toc, toc...

"Jonny?" Rispose Mavis, "Se sei tu entra pure."

L'umano entrò timorosamente trovando una stanza avvolta da un caldo vapore.

"Ti credevo troppo vergognoso per farti avanti e venire da me, ma mi sbagliavo." Disse la giovane vampira mentre tirava indietro i capelli bagnati scoprendo la sua fronte, poi fermò le sue mani dietro la nuca e come fossero un cuscino si appoggiò alla vasca osservando il ragazzo che, senza guardarla, le porse il telefono.

"È per te, urgente. È il Draghiere che ha fermato... Be' sai a chi mi riferisco..." Disse il ragazzo in tono grave.

La vampiretta ridacchiò, "Purtroppo non mi sbagliavo... Ma sei sicuro che possa parlare? Mio padre teme di essere sotto osservazione dai Draghi."

No, questo tizio dice che l'hotel è sicuro.”

Poi la ragazza prese il cellulare e lo avvicinò all'orecchio, "Mi dispiace per quello che..."

"Non c'è tempo per le scuse, ciò che è successo non si può cambiare. Avrei voluto parlare con Vlad, ma temo sia occupato con i Draghi, quindi meglio lasciar stare. Mi farò bastare voi due. Attivate il vivavoce così mi sentite entrambi."

Jonathan attivò l'altoparlante e si sedé sul pavimento umido appoggiato con la schiena all'antica vasca da bagno in bronzo, "Parla pure."

"Come? Vi sento male." Disse la voce gracchiante e strappata, "Potete spostare il telefono?"

Mavis alzò la mano, poi lasciò il cellulare che rimase a fluttuare in aria, "Va meglio?" Domandò la ragazza.

"Più o meno, prova a girarlo... molti telefoni hanno l'antenna sul lato frontale..."

La vampira fece un'alzata di spalle, poi con un cenno di dita fece voltare il telefono.

"Ci siamo quasi, inclina leggermente il telefono verso l'alto..."

La ragazza ubbidì, dopotutto non aveva grossa dimestichezza con la tecnologia, ma Jonathan sembrava perplesso.

"Perfetto così." Esclamò l'uomo dal nome sconosciuto, "Stavamo dicendo..."

"Ehi," Jonathan lo interruppe, ed alzò lo sguardo verso il suo cellulare che era a mezz'aria sopra di lui, sembrava arrabbiato, "Non è che è tutta una scusa per fotografarla di nascosto?"

"Jonny," Mavis iniziò a parlare, "Non credo che sia il momento di farsi prendere dalla gelosia. Dubito che in un momento come questo lui pensi a certe cose."

"Anche perché la videochiamata si fa con la telecamera frontale..." Puntualizzò l'uomo, e convinto della sensatezza di queste obiezioni anche l'umano si calmò, "Avete idea a cosa andrete in contro?" Continuò l'uomo.

"So solo che verrà istituito un vero e proprio tribunale, ma non so altro." Rispose la ragazza.

"Esatto, e tuo padre non è in una bella posizione. Duplice mostricidio, mancata sicurezza di struttura di rifugio pubblica ed omissione di allerta demone aggravata dalla morte di una lancia sacra e di un drago antico. Le prime due accuse non sono eccessivamente gravi, ma i draghi sono vendicativi soprattutto con i vampiri che vedono solo come figli delle lamie. È qui che entro in gioco io, i draghi mi vogliono morto e l'unica persona che non mi tradirebbe è proprio Vlad. Ho bisogno della sua protezione e lui ha bisogno di un capro espiatorio su cui scaricare tutta la responsabilità. Dovete solo convincere la giuria che Vlad ha lanciato un'allerta demone chiamando me, ma sono io che sono voluto intervenire da solo."

"E sei disposto a fare tutto questo per noi?" Domandò Mavis, quasi commossa.

"Non me ne frega nulla di voi," L'uomo rispose con disprezzo, "Ho bisogno di nascondermi fino a che si saranno calmate le acque. Se fallite e vengo scoperto racconterò la verità, che tu sei un demone. I draghi non avranno pietà. Allora, Mavis, accetti la mia offerta? O vinciamo entrambi o perdiamo entrambi."

Jonathan alzò la testa indignato da queste parole, "Ma perché dovresti farlo, cosa ci guadagni a dire la verità?"

"Ovvio che non ci guadagno nulla a dire il vostro segreto, io ci guardano a minacciarvi di farlo. È solo un modo per ottenere la vostra lealtà."

"Tu sei pazzo se credi che accetteremo." Protestò Jonathan.

Mavis fece scivolare il suo corpo nell'acqua, pensierosa.

"Accetto le tue condizioni." Tagliò corto la ragazza.

Sentendo queste parole Jonathan si voltò d'istinto verso di lei, ma spostò subito lo sguardo, "Ma sei impazzita?!"

"Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile e poi dopo tutto quello che hai sacrificato per salvarmi non posso non ricambiare il favore." Rispose lei con tono cupo e detto ciò svanì in una nuvola di fumo violetto e si rimaterializzò accanto all'umano asciutta e vestita, aveva solo qualche capello fuori posto, ma le bastò una passata con le mani per darsi un'aggiustata, "Comunque ancora non so il tuo nome." Concluse la ragazza.

L'uomo sospirò, "Io non ho un nome." Ribatté ridacchiando.

"Anche un demone si piega alla richiesta del suo nome. Perché non smetti di fare il gradasso e rispondi?" Replicò Jonathan, non gli piaceva la mancanza di rispetto che l'uomo al telefono aveva per Mavis.

"Basta un po' di DNA ed il nome per eseguire un rito di invocazione di una creatura magica. Ho ritenuto questa cosa una debolezza ed in effetti avevo ragione. È per questo che ho ideato uno dei sigilli psichici più potenti e l'ho usato su di me per cancellarmi la memoria. Non so quale sia il mio vero nome, ma un team di mercenari con cui ho lavorato mi chiamava Hal, come il supercomputer di 2001 odissea nello spazio."

"Perché sei un mostro arguto e spietato come quell'intelligenza artificiale? Penso di averti già inquadrato." Continuò Jonathan ma non ottenne alcuna risposta, perciò prese il telefono. Hal aveva riattaccato. "Non ci ha neppure salutarti." Concluse il ragazzo.

"Non pensi di essere un po' troppo scontroso con lui?" Lo ammonì Mavis, "Sei forse geloso?" Continuò facendo un sorrisetto malizioso.

"I-io?!" Disse il ragazzo sobbalzando, "È solo che non mi fido di lui."

Come puoi non fidarti? Ha bisogno di noi come noi abbiamo bisogno di lui.” Ribatté Mavis.

Di chi stai parlando sanguisughella?” Disse Dracula con un sorrisetto compiaciuto, comparendo improvvisamente nella stanza.

Papà, sembri di buon umore.” Rispose la giovane vampira.

Il vecchio conte incrociò le braccia dietro alla schiena, La situazione è ancora tesa, ma ho messo le streghe alla reception e con la loro magia riescono a gestire anche molti mostri alla volta ed i gargoyles portano i bagagli alle camere volando all'esterno, così c'è meno affollamento nei corridoi. Non ho mai smistato tanta gente in così poco tempo.” Poi Drac si voltò verso Jonathan che sembrava turbato, Jonny, c'è qualcosa che non va?”

Il giovane sospirò pensieroso, Non lo so... ci ha aiutato molto quando ne abbiamo avuto bisogno, ma non mi sta simpatico per niente, troppo arrogante ed egocentrico... Non sono sicuro sia stata una buona idea fare un patto con lui.”

Dracula spostò lo sguardo sulla figlia, Con chi avete parlato?”

Ha detto di chiamarsi Hal.” Rispose Mavis.

Il conte sospirò cupamente, si morse il labbro inferiore ed abbassò lo sguardo, quel briciolo di buonumore che aveva da poco riguadagnato si era sbriciolato in mille pezzi, “È stata una pessima idea, ma hai fatto bene ad accettare. Purtroppo quando quell'individuo chiede un patto il rifiuto non è contemplabile.”

Mi ha minacciata di dire ai Draghi che sono un demone. Voleva avere protezione ed in cambio si sarebbe assunto tutta la responsabilità dell'accaduto." Rispose la ragazza freddamente.

La parola 'demone' fece aggrottare la fronte al vecchio vampiro come un ago conficcato nella pelle, non riusciva ancora ad accettare la condizione dell'amata figlia, “Lo immaginavo. Farò il possibile per lui.”

Ma Drac!” Sbottò Jonathan,Come puoi dargliela vinta a queste minacce? Fossi in te lo riempirei di sberle e gli direi: Hey amico, non azzardarti a minacciarci o assaggerai la mia ira! Dopotutto tu sei il grande Dracula” Continuò mimando la scena e imitando la voce di Dracula.

La scenetta fece sorridere il conte, ma era più malinconico che felice,Sai bene che io sono il più potente vampiro al mondo, l'ho dimostrato sconfiggendo Erzebeth e Ruthven, ma con Hal la cosa è più complicata...”

I due giovani lo guardarono incuriositi mettendolo ancora più in imbarazzo.

Diciamo che potrebbe darmi fin troppo filo da torcere...”

Vorresti dire che il grande ed imbattibile conte Dracula è inferiore a qualcuno in questo universo?” Domandò Mavy per prenderlo in giro.

Il vampiro non rispose, sembrava sforzarsi per trovare una scappatoia dignitosa, ma alla fine sbuffò:

E va bene lo ammetto. Lo avete visto anche voi, ha tenuto testa ad un demone da solo. L'ultima volta che è sorto un demone sono morti migliaia di draghi e draghieri. Lui è sempre uscito vivo da qualsiasi missione, sia da mercenario privato che da draghiere, ed i draghi lo mandavano a fare le missioni più suicide nella speranza che si facesse ammazzare. C'è chi ha ipotizzato che sia immortale, chi dice abbia creato la pietra filosofale e che da essa ottenga poteri infiniti, ma lui dice che ha solo unito l'intelligenza e la tecnologia umana con la magia dei vampiri, e forse ha ragione. In ogni caso è un vero bastardo, evitatelo se potete, ma fidatevi ciecamente di lui se lo pagate per tirarvi fuori dai guai.” Poi Dracula si guardò l'orologio da taschino, Sono quasi le due, riposatevi ora se potete. A mezzogiorno la tregua stampa che il Consiglio ha approvato cesserà, quindi i giornalisti vi vorranno fare molte domande, dobbiamo essere preparati. Ritrovo alle 11:30 nella sala conferenze.” Il vecchio vampiro si voltò e fece alcuni passi verso la porta, ma si fermò e si voltò nuovamente verso la giovane coppia, Già, quasi dimenticavo,” Disse, poi con uno schiocco di dita fece comparire un nuovo armadio e lo zaino di Jonathan e dopo con uno schiocco di dita dell'altra mano fece comparire un nuovo letto al porto del precedente, era uguale a prima ma più grande, aveva sempre la forma esagonale come una bara, ma largo il doppio,Non voglio separarvi in questo momento, avete bisogno l'uno dell'altra.” Infine si rivolse a Jonny, il suo volto divenne cupo ed i suoi occhi rossi, “Ma non osare a fare sconcezze altrimenti ti mordo così tante volte da farti diventare un colabrodo.” Ringhiò minacciosamente.

Papà!” Lo rimproverò la figlia, "Comunque grazie, questo significa molto per noi."

Va bene, ora vi lascio soli. Buonanotte... non trovate che suoni un po' strano dire 'buonanotte' prima di dormire?” Disse il vampiro che poi si trasformò in pipistrello e volò via, chiudendo magicamente la porta dietro di se.

In quella camera rimasero solo Jonathan e Mavis che si rivolsero l'un l'altra guardandosi negli occhi, senza dire una parola, senza domandarsi quanto sarebbe durato questo momento di felicità ma godendosi ogni istante.

La giovane vampira si sedé sul nuovo letto e grazie alla sua magia di cambiò istantaneamente i vestiti con la sua camicia da notte nera con il pizzo a tela di ragno sulla schiena; invece Jonathan dovette aprire il suo armadio e cercare una maglietta pulita. I suoi vestiti non erano mai stati così profumati da quando aveva deciso di viaggiare da solo. Si tolse la felpa ed i pantaloni e li lasciò cadere sul pavimento, poi si piegò e prese una maglietta nera con la stampa dei Lordi e la indossò. Intanto Mavis si sdraiò lateralmente sul letto, teneva l'avambraccio alto e la testa appoggiata alla mano che le copriva la parte bassa del viso, come a volersi nascondere e lo osservava mentre si cambiava attraverso i suoi occhi maliziosi senza che lui se ne rendesse conto.

I due entrarono sotto le coperte insieme, finalmente non dovevano più farlo di nascosto e solo per pochi minuti, finalmente erano liberi di essere loro stessi.

E nonostante tutte le preoccupazioni riguardo al loro incerto futuro l'innamorata coppia si addormentò abbracciata in pochi minuti.

Se il capitolo vi è piaciuto ricordatevi di lasciare una recensione, è in fatti il supporto di voi lettori a darmi la grinta di andare avanti :-D




Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Gufo portafortuna ***




CAPITOLO 19 – Gufo portafortuna



Whaaa, whaaa!

Il forte grido del telefono teschio tuonò nella camera di Mavis e Jonathan svegliando la ragazza che dové dare qualche colpetto per svegliare anche il fidanzato.

"Uh? Dammi altri cinque minuti mamma..." Biascicò lui nel sonno.

Mavis gli dette un dolce bacio sulle labbra e lui aprì gli occhi lentamente e sorrise.

"Buon... giorno?" Disse il ragazzo, incerto.

Solo una flebile luce proveniente dai lati della tenda nera e viola rendeva visibile la stanza agli occhi dell'umano.

"Sì, buongiorno..." Rispose la vampira con un sottile velo di malinconia, in effetti erano arrivati al capolinea e non potevano più tornare indietro o fare finta di niente, era arrivato il momento di affrontare la realtà.

La ragazza si mise a sedere sul letto e Jonathan le prese la mano con delicatezza, "Sarò al tuo fianco, qualsiasi cosa accada." Disse lui con un tono rassicurante.

Mavis fece un mezzo sorriso, scese dal letto e si avvicinò al suo armadio e lo aprì, soffermandosi sugli abiti che le aveva regalato Erzsebet.

"Forse dovresti evitare quei vestiti," Disse Jonathan sedendosi sul letto, "Indubbiamente sono fantastici, ma meglio evitare di indossarli, quei due vampiri malvagi non erano ben visti dai Draghi e non vorrei che pensassero che tu fossi dalla loro parte."

"Dici?" Rispose la ragazza vampiro, "Forse hai ragione, non possiamo commettere errori."

"Inoltre il tuo classico vestitino nero ti fa sembrare più innocente ed indifesa, cerchiamo di addolcire i loro cuori..." Continuò il ragazzo sorridendo.

Mavis tornò con lo sguardo al suo armadio, scese il suo abito nero e si voltò verso il fidanzato, "Allora va bene questo?" Disse mettendosi il vestito davanti.

Jonathan fece un cenno di assenso con la testa e così la vampira lasciò il suo vestito che però non cadde, infatti lo stava indossando.

"Jonny, vestiti e vai da mio padre alla sala conferenze, io devo prima fare una cosa, vi raggiungo fra poco." Detto ciò Mavis si mise i leggings a strisce nere rosse e le converse senza lacci e si trasformò in pipistrello volando via dalla porta, lasciando il ragazzo solo e senza parole, a domandarsi il perché di quella fuga frettolosa.

La giovane vampira volò rapidamente lungo i corridoi del castello. Dando un'occhiata veloce vide che erano pieni di mostri che non aveva mai visto ed erano veramente tanti, la sala conferenze che suo padre aveva costruito nella gran sala da pranzo non sarebbe bastata neppure a contenerne la metà, ma i suoi pensieri erano altrove e non ci fece molto caso.

Nessuno fece caso al piccolo pipistrello che passò indisturbato fino ai sotterranei arrivando alla porta della camera di Ruthven e Erzsebet dove tornò in forma umana.

Mavis fece un pensieroso sospiro con il naso, non le piaceva stare li. Aprì la porta e camminò fino al lussuoso letto e si sedé a ginocchia alte abbracciandosi le gambe. Rimase in silenzio ad occhi chiusi per un attimo prima di rivolgere lo sguardo al vecchio comodino che conteneva al suo interno il frigo bar.

Aveva imparato a controllare la sua sete di sangue, adesso era solo un bisogno fisiologico e non più una brama incontrollabile ed insaziabile, ma nonostante tutto era delusa da se stessa per non riuscire a farne a meno. Avrebbe voluto essere forte come suo padre, ma non poteva rischiare di diventare un pericolo per Jonathan, dopotutto le bastava un sacchetto da mezzo litro per stare bene per alcuni giorni e non era una quantità letale per un umano, ma quel sangue che avevano lasciato i due vampiri malvagi non sarebbe bastato in eterno e suo padre non le avrebbe permesso di cacciare, cosa che in ogni caso lei stessa non avrebbe mai fatto.

Lasciati questo pensieri Mavis si alzò ed aprì il mini-bar, oltre alle solite bottiglie c'erano anche otto sacchetti da trasfusione e ne prese uno.

"Quattro litri, forse mi basteranno per un mese..." Borbottò fra i denti, muovendo quella morbida sacca senza etichette ma con la scritta "10/28/2012" ed un cerchio con strani simboli tracciati con un pennarello indelebile grosso.

"E poi cosa farai?" Domandò una voce alle spalle di Mavis che si voltò di scatto, non spaventata, ma sorpresa che non si fosse accorta dell'arrivo di qualcuno, ma in effetti non c'era nessuno.

"Griffin, sei tu?" Chiese timorosamente, non sembrava la sia voce, ma chi altro poteva essere?

La giovane ragazza non ottenne risposta, ma ci fu un improvviso rumore di sbattuto d'ali, ma quando la vampira si voltò in direzione del rumore vide solo alcune piume ondeggiare lentamente verso il pavimento, così si guardò in torno e vide una gufo appollaiato sul brillante lampadario di cristallo, aveva un piumaggio nero e grigio scuro.

La ragazza lo fissò negli occhi bruni, "Sei stato tu a parlare?" Domandò quasi divertita.

L'uccello notturno ricambiò lo sguardo penetrante, "I gufi non parlano." Rispose dopo un breve silenzio, la sua voce era fin troppo umana per essere un animale con il becco.

Mavis ridacchiò a denti stretti, poi rimise la sacca di sangue nel frigobar, "Non ho mai visto mostri come te, sei qui per seguire il Consiglio o per vedere l'umano di cui mi sono innamorata?" Continuò leggermente scocciata, aveva avuto brutte esperienze con i curiosi e sopratutto con i giornalisti.

"L'umano non mi interessa, ed il Consiglio... Be' diciamo che dovrei girarci alla larga..." Rispose il gufo che saltò giù dal lampadario e planò fino al canteranno.

Mavis inclinò la testa sul lato, "Hal?" Domandò.

"In carne ed ossa... e piume." Rispose il rapace facendo una riverenza.

"Non è pericoloso stare qui per te?"

"No, sono abbastanza bravo da riuscire a passare inosservato. Anche dai draghi."

"Che modestia..." Rispose la ragazza sarcasticamente, "Mio padre mi ha parlato del tuo egocentrismo. E mi ha anche avvertito che non ci si può fidare di te."

"Certo... Infatti di lui ci si può fidare quando ti dice che il sangue umano fa schifo, oppure quando ti lascia andare in un villaggio di umani, o magari quando ti assolda per tenere a bada un docile mezzo demone... chiedigli quale debito ha con me, dopotutto ha accettato lui le condizioni. Fortunatamente sono un gentleman e non ho voluto riscuotere." La sua voce si stava caricando di rabbia sempre di più.

"Ma che stai blaterando?" Esclamò la vampira confusa.

"No, nulla, sto divagando. Ti cercavo perché come puoi ben immaginare non potrò essere presente al Consiglio, non sono così suicida, e perciò avrei bisogno di rimanere in contatto con voi, soprattutto con te piccola Mavis."

"I-io?" Rispose lei indicandosi.

"Si, prenderai le difese di tuo padre. Non ti preoccupare, ti dirò io cosa fare."

"Non rischi di essere intercettato?"

"Voi mostri fate troppo affidamento alla magia e pensate che anche gli altri facciano lo stesso. Molto spesso la tecnologia umana è più sicura." E con una zampa estrasse da sotto l'ala una collana con un grande pipistrello grigio scuro con le ali spiegate dalla cui sommità di una si estendeva una catena con un filo metallico rosso intrecciato e nell'altra un anello di chiusura. "Spero ti piaccia, indossala pure."

La giovane vampira la prese in mano e la guardò, "Si, be', è carina, grazie." Disse mentre se la metteva al collo, poi alzò di nuovo lo sguardo verso lo stavo gufo, "Ma come fa a tenerci in contatto?"

"Molto semplice, nel pipistrello è nascosta una ricetrasmittente e nella catena c'è l'antenna per l'auricolare induttivo che ti do subito." Detto ciò il grande uccello iniziò ad avere i conati di vomito e dopo pochi singhiozzi rigurgitò un cilindretto metallico del diametro di un paio di millimetri, "E questo è il micro-auricolare." Continuò spostandolo verso la ragazza con una zampa, "Mettilo nell'orecchio in profondità, non lo noterà nessuno." Concluse.

Senza timori Mavis ubbidì, facendo ridacchiare leggermente Hal. La vampira lo guardò stranita, così lui rispose, "A forza di stare fra gli umani mi ero dimenticato che voi ragazze mostro non siete schizzinose."

La ragazza inclinò la testa, "Tu vivi a stretto contatto con gli umani?" Domandò appoggiando le mani al canterano e avvicinando il viso a lui che rimase impassibile.

"Passo più tempo fra gli umani che fra i mostri, soprattutto in questo periodo." Rispose lui disinteressato, "Devi solo fare attenzione a non farti scoprire."

"E tu puoi insegnarmi a vivere nel mondo esterno?" Chiese Mavis sempre più eccitata.

"Affrontiamo un problema alla volta, tu ne hai anche troppi." Rispose il rapace spostando lo sguardo per un attimo al frigobar.

Mavis si incupì, ma prima che potesse dire qualcosa Hal continuò, "So cosa pensi, ma non sei affatto debole, la tua è stata una decisione coraggiosa e corretta. Tuo padre aveva accanto una vampira forte ed in grado di fermarlo in caso di necessità, ma se tu hai una crisi mentre sei con Jonathan potresti fargli del male. Se hai bisogno di sangue te lo posso procurare. E se ti importa la provenienza sappi che non devo uccidere nessuno per procurarmelo.”

"Ma a che prezzo?" Domandò Mavis, preoccupata di quella che sarebbe stata la risposta.

"Ogni cosa ha il suo prezzo, ne riparleremo quando ne avrai bisogno." Rispose il gufo misterioso.

"Ora mi preoccupo ancora di più..." Ammise la ragazza.

Il rapace notturno ridacchiò, e subito dopo la loro attenzione venne catturata dalla porta che si aprì, era Dracula, ma mentre entrava nella lussuosa suite guardava dietro di lui parlando con qualcuno. Era seguito da due persone, un uomo che non superava il metro d'altezza, con barba e capelli rossi che indossava pantaloni alla zuava, giacca, e cappello a cilindro color verde ed una donna robusta con dei corti capelli azzurri ed un abito lungo blu con dei nodi celtici dorati a rifinire la gonna. I due si bloccarono quando videro Mavis. Incuriosito dal loro comportamento anche Drac si voltò rimanendo stupito di trovare la figlia.

Erano con tutta probabilità membri dell'Ordine, Hal era in grave pericolo, ma quando la ragazza si voltò verso di lui non vide nessuno, era sparito senza che nessuno se ne accorgesse.

"E tu che ci fai qui?" Domandò la donna.

"Artigliuccia adorata! Lascia che ti presenti" Si intromise il conte per cercare di cambiare discorso, "Come immagino abbiate capito lei è mia figlia Mavis, ha compiuto 118 anni da poco."

"Si, mi ricordo, l'ho incontrata durante il Consiglio d'emergenza del 1945 qui al tuo hotel," Poi spostò lo sguardo sulla vampira, "Non sei cambiata affatto." Disse la donna dai capelli azzurri.

"E Mavis, lei è Nessie, draghessa dei grandi laghi, Consigliera e guerriera dell'Ordine del Drago dove rappresenta le creature acquatiche di laghi, fiumi e paludi, mentre il signore è Allister Sassofrasso, re leprecauno, Consigliere, portavoce del popolo minuto, cioè fate, folletti..." A queste parole il leprecauno si accigliò, quindi il vecchio vampiro si abbassò per avvicinarsi a Mavis e mettendosi una mano davanti alla bocca le bisbigliò nell'orecchio, "È molto suscettibile riguardo la sua altezza, e si picca anche solo quando gli ricordano che è il rappresentante del popolo minuto."

"Piacere di fare la vostra conoscenza." Disse Mavis educatamente ai due.

"Anche per me." Rispose Nessie.

Il leprecauno rimase un attimo in silenzio e dopo un paio di sbuffi di pipa disse burberamente, "Invece di perdere tempo perché non ci dici cosa stavi facendo?"

Dracula strinse i denti e deglutì, sapeva benissimo cosa stava facendo sua figlia in quella camera, ma preferiva che gli altri membri dell'Ordine continuassero a vederla come una graziosa vampiretta innocente.

Mavis abbassò lo sguardo, socchiuse gli occhi e sospirò pensierosa, "Stavo ripensando ai miei errori... Odio essere stata così stupida da credere che Erzsebet fosse mia amica. Mio padre mi aveva messa in guardia, ma io non gli ho dato retta."

"Sei ancora una giovane ragazza, hai molto da scoprire. Questo mondo non è sono bianco o nero come tuo padre ti ha raccontato, ma il fatto che stai imparando dai tuoi errori fa capire quanto sei matura." Nessie cercò di consolarla con voce amorevole.

"Magari imparerai a capire di chi ti puoi fidare, ed a quel punto capirai che anche l'umano di cui ti sei innamorata non è tanto diverso da Erzsebet. Gli umani sono tutti avari ed approfittatori, dopo averti usata ti butterà via come una vecchia bambola." Si intromise il leprecauno che fino ad allora aveva solo fumato la sua pipa senza dire nulla, la sua voce era stridula e tagliente rendendo le sue parole ancora più dolorose per la giovane vampira che alzò lo sguardo su di lui che lo contraccambiò come a volerla sfidare.

"Dicono le stesse parole di voi leprecauni." Rispose la giovane vampira altrettanto velenosamente sorprendendo tutti, soprattutto Allister che rimase muto, sia perché non si aspettava una risposta così irrispettosa per un Consigliere e soprattutto perché non poteva ribattere visto che in effetti i leprecauni erano famosi per la loro avarizia, "Ora devo andare, mi aspetta una giornata stancante." Concluse la ragazza che si trasformò in pipistrello e volò via dal lucernario del soffitto, per sua fortuna il cielo era ancora nuvoloso.

Allister si voltò verso Dracula che deglutì, forse sua figlia era stata un po' troppo impulsiva a rispondere in quel modo e avere un consigliere contro di loro non era proprio una buona idea. E non era l'unica cosa che lo preoccupava, fino ad allora Mavis era stata sempre calma e non aveva mai risposto in malo modo a nessuno, e lui non sapeva se questo nuovo carattere era dovuto ai brutti avvenimenti dell'ultimo mese che avevano trasformato irrimediabilmente la natura ingenua di sua figlia oppure se era il demone, ancora nascosto nel suo cuore, a piegare i suoi sentimenti e questa seconda ipotesi lo preoccupava molto.

"Che caratterino la ragazza..." Disse il leprecauno riportando sulla terra il vampiro perso fra i suoi pensieri, comunque non sembrava arrabbiato, "Tale e quale a te, guai ad insultare le persone a cui volete bene..."

Forse Allister aveva ragione, magari Mavis non aveva mai risposto male a nessuno perché fino ad allora non aveva mai avuto qualcuno da difendere. Era forse solo un'illusione, ma in quel momento il vecchio conte aveva bisogno di aggrapparsi ad ogni minima speranza.




Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Conoscere i giudici ***



Scusate la lunghissima attesa, ma in questi ultimi 3 mesi sono stato impegnato tutti i fine settimana in comics e feste steampunk diverse, mentre durante la settimana ero occupato con i miei cosplay ed a modificare la mia buggy in stile steampunk. Ma con lo steamfest di Roma sarò libero fino al Lucca comics.

CAPITOLO 20 – Conoscere i giudici



Il cortile era affollato, ed era strano perché generalmente ai mostri non piace stare in aree troppo aperte, soprattutto di giorno.

Mavis si guardò in giro, ma non riconobbe nessuno. C'erano molti mostri nuovi e loro facevano un tremendo baccano, alcuni sembravano sull'orlo di litigare. Parlavano principalmente di politica, argomento che aveva da sempre annoiato la giovane vampira, ma in quel momento sapeva che quella gente era in attesa di sapere se uno dei mostri più influenti al mondo, Dracula, avrebbe cambiato ordinamento politico passando dal partito Popolo Segreto, che preferiscono distaccarsi dal mondo umano, agli Umanisti, che vorrebbero creare un nuovo mondo di convivenza fra gli umani ed i mostri.

Mavis tornò umana ed appoggiò la schiena ad un albero, "Hal, grazie per avermi tirata fuori da quella imbarazzante situazione. Hai sempre una scusa pronta eh?"

"Alza lo sguardo." Si limitò a dire la voce attraverso l'auricolare.

In effetti sul gran cortile adesso c'era un silenzio di tomba e quando Mavis si guardò intorno notò che tutti gli occhi erano puntati su di lei, non si aspettava di attirare tutta questa attenzione.

"C-Ciao e benvenuti..." Disse lei imbarazzata, ma quella gente rispose solo con qualche silenzioso e lento saluto con le mani (o tentacoli). Sembravano pronti a chiederle qualcosa di importante, ma era come se qualcosa glie lo stesse impedendo, "Certo, l'obbligo di non intervista, capisco. Allora ci vediamo fra un paio d'ore." Concluse prima di trasformarsi nuovamente in pipistrello e volare alla ricerca di Jonathan.

Entrò nel castello volando sopra alle teste degli ospiti lungo i corridoi fino ad arrivare alla hall, probabilmente Jonny sarebbe stato nella sala da pranzo trasformata per l'occasione in sala conferenze, così il piccolo pipistrello scese di quota passando fra le colonne ed entrò nella grande stanza, continuò a planare attraverso uno stretto corridoio in legno e quando uscì notò subito la grande trasformazione che aveva visto solo parzialmente durante i lavori.

La grande sala sembrava molto più piccola ora che ea stata trasformata in una specie di anfiteatro greco, il corridoio che aveva appena attraversato serviva per permettere l'ingresso ai sisiatori e sopra ad esso c'era una gradinata a semisfera che permetteva a tutti i mostri seduti di vedere chiaramente il palco centrale.

La vampira tornò umana ed anche questa volta attirò a se l'attenzione dei mostri che avevano già occupato tutti i posti a sedere. Loro, a differenza di quelli nel cortile, erano molto più seri ed i loro sguardi non erano amichevoli, sembravano giudicare la giovane innamorata che però li ignorò e si diresse a passo veloce sul retro del palco.

"Jonny?" Domandò la ragazza vedendo il giovane seduto su una sedia a fare chi sa cosa con suo cellulare, sembrava cupo e preoccupato.

L'umano alzò la testa e, vedendo che Maris finalmente lo aveva raggiunto, sorrise dimenticando per un attimo i suoi problemi, poi si alzò ed abbracciò Mavis che lo ricambiò.

"Jonny, va tutto bene?" Domandò lei lasciando il ragazzo.

Lui abbassò lo sguardo, "Be', si... più o meno. Non penso di essere ben voluto, la maggior parte dei mostri mi guarda male, direi con disprezzo."

"Ignorali, fanno lo stesso con me. Ma non posso biasimarli, molti di loro hanno avuto problemi a causa degli umani e ciò ha originato un razzismo verso quelli della tua specie." Rispose Mavis, "Dovranno solo imparare che non possono fare di tutta l'erba un fascio, dopotutto anche Rurhven ed Ertzebet erano malvagi, ma non per questo tutti i vampiri sono cattivi."

L'umano la guardò perplesso, "Spero che questo incontro serva ad aprire le loro menti... Aspetta... e quella collana?"

Mavis prese il ciondolo a pipistrello in mano, "Me l'ha regalata Hal, serve per parlere con lui. Ha detto che dovrò fare da avvocato per mio padre. Speriamo vada tutto bene..."

"Un telefono-collana magico, carino, noi umani abbiamo i telefoni-orologio." Disse scherzando.

"A dire la verità non è magica, è tecnologia umana... Ed ha appena aggiunto che è compatibile anche con i cellulari." Rispose la vampira girandosi verso destra, dimenticandosi che quella era solo una voce nel suo orecchio.

"Ci sta ascoltando? Digli che se non ci tira fuori da questo casino glie la faccio pagare! Comunque se è compatibile con i cellulari? Deve essere tipo un auricolare bluetooth."

"Dente blu?" Disse la ragazza inclinando la testa, poi guardò il muso minaccioso del pipistrello con la bocca spalancata, "No, i denti sono color argento."

"No, Mavy, non intendevo quello, lascia stare. Comunque un gadget da vero agente segreto, non sarà stato facile trovarlo."

"Dice che lo ha comprato per poche decine di euro su una spiaggia, anzi, su una baia."

"Ebay, forse?" Puntualizzò Jonathan.

"Sì, esatto! Se c'è un bel mercato ci voglio andare!" Esclamò Mavis eccitata all'idea.

"È una lunga storia Mavy, poi ti spiego..." Concluse il ragazzo, ridacchiando dentro di se per le sue scarse conoscenze tecnologiche.

"Spero di non interrompere nulla." Disse Drac mentre da pipistrello tornava umano, "Iniziamo fra una mezzora, voi siete pronti?" Poi concentrò lo sguardo sulla figlia, "Dove hai trovato quella collana?"

"Me l'ha data Hal, ci servirà per il processo." Rispose Mavis tagliando corto.

Dracula fece un mezzo sorriso amareggiato.

"Se può ottenere qualcosa in cambio ci si può fidare di lui... Il suo problema è che non parla dei suoi piani neppure con i diretti interessati. Comunque prima di iniziare è bene che sappiate con chi abbiamo a che fare," Disse Drac mentre fece apparire una cartella porradocumenti fra le sue mani per poi porla a Jonathan, che la prese, "Questi sono i dati dei nove membri dell'Ordine del Drago."

L'umano aprì la cartella ed iniziò a sfogliare i vari documenti, sembrava una raccolta di curriculum vitae di mostri, quasi uguali a quelli umani, ma c'erano più immagini che ritraevano le trasformazioni più comuni che avevano. Il ragazzo si soffermò sui dati di Dracula. Lui aveva tre foto, forma umana, pipistrello e lupo, i suoi dati personali ed una descrizione dettagliata della sua vita politica e degli avvenimenti privati.

"Non ti sarà molto utile leggere il mio documento, meglio imparare a conoscere chi non conoscete."

Jonathan portò la pagina che stava leggendo in fondo al mazzo scoprendo un nuovo documento, c'era una sola immagine che ritraeva un tritone.

"Lui lo conoscete già, è Nettuno il tritone," Drac riprese, "Leader delle creature delle acque salate e draghiere combattente. È un tipo simpatico, ma quando si arrabbia allontanatevi dagli oggetti in metallo, ha la brutta abitudine di lanciare fulmini. Siamo diventati amici durante il viaggio verso le Hawaii più di due secoli fa, e gli ho dedicato una gran bella fontana. È una persona fidata e farà di tutto per aiutarci." Poi Drac schioccando le dita fece sparire il documento scoprendone uno nuovo, c'era una foto di un uomo leggermente scuro di pelle, cappello largo stile giamaicano colorato, barba incolta marrone ed occhialetti da sole rotondi.

"Questo sembra uscito da un concerto hippie..." Esclamò Jonny appena vide l'immagine.

"Anche lui l'ho già visto, è in grado di vedere l'anima delle persone. Si è accorto subito che c'è un demone in me, ma sembrava quasi felice nello scoprire che anche un terribile demone può essere tenuto a bada da un'anima innamorata."

"Lui è una creatura sacra, i suoi poteri sono dati dalla sua stessa anima pura e non da energia demoniaca come tutte le normali creature magiche. È nato umano ed è umano a tutti gli effetti, e dalla scomparsa di Fenice è l'unica creatura sacra con un intelletto di livello umano, tutte le altre sono solo animali. Rifiuta la violenza su tutto ciò che ha un'anima e vive in armonia con gli umani credendo fermamente nella forza dell'amore. È l'unico membro dell'Ordine del Drago che si è rifiutato di avere un'arma sacra, ovviamente non è un guerriero. Si opporrà alle accuse contro di me ed alla richiesta di proibire la vostra relazione." Detto ciò, come prima, Drac fece sparire anche questo documento dalle mani del ragazzo, adesso l'immagine era di una donna con la pelle candida come la neve ed i capelli bianchi con riflessi azzurrini, anche l'abito era dello stesso colore, "Snedronningen, la regina delle nevi," Continuò il vampiro, "Eletta dalle creature dei ghiacci e delle montagne. In passato è stata cavaliere armata con uno scettro di ghiaccio in grado di cambiare forma, ma si è ritirata ed adesso combatte solo in casi di estrema necessità. Ha un cuore gelido da quando ha avuto una brutta delusione d'amore. Non ha un animo cattivo, ma non provando né amore né compassione le sue decisioni sono giuste anche se possono sembrare crudeli. È proprio questo il problema, non so cosa deciderà ma so per certo che il suo giudizio, essendo imparziale, potrebbe influenzare le idee di qualche indeciso. Sembra che nel mondo umano sia in lavorazione un film su di lei che potrebbe diventare molto famoso, purtroppo sarà la cattiva e lei detesta essere rappresentata in quel modo."

"Ma non hai appena detto che il suo giudizio sarà imparziale?" Lo interruppe Jonathan.

"Ho detto che il suo giudizio non è influenzato dalla compassione, non dalla rabbia. Comunque il suo umore lo si può capire dal freddo che il suo corpo emana, più è fredda e più è di cattivo umore." Poi Dracula passò al prossimo, “Sir Allister Sassafeas il leprecauno, rappresentante delle creature dei boschi, avaro ed approfittatore fino al midollo, più di qualsiasi altro leprecauno. Detesta gli umani che molto spesso hanno cercato di impadronirsi del suo tesoro e prova grande piacere nel fallimento economico altrui, anche perché in questo modo riesce ad ottenere cose di valore a prezzi stracciati. Non nasconde che sogna di avere questo castello tutto per se, quindi farà di tutto per metterci i bastoni fra le ruote. Potete anche prenderlo a calci se lo incrociate, le sue capacità magiche offensive sono scarse come la sua forza fisica e non c'è modo per fargli cambiare idea. Io lo farei volentieri."

I due giovani ridacchiarono per quest'ultimo sfogo.

Sentendo che oltre il palco il chiacchiericcio stava aumentando, Drac controllò il suo orologio da taschino, "Manca poco, meglio stringere i tempi."

Sentito ciò, Jonathan sfogliò il documento, il nuovo mostro era uno scheletro con il teschio dipinto in stile sugar skull vestito con una tunica nera.

"Donna Sebastiana, regina dei fantasmi, draghiera combattente, la sua arma è una falce. Non ha molta simpatia per gli umani sia perché hanno troppa paura della morte, sia perché la credono la dea della morte, quando invece è solo uno spirito che guida le anime più insicure. È sempre stata contraria alle relazioni fra mostri ed umani perché dice che gli umani cercano solo un modo per sfuggire alla morte. Sarà difficile convincerla del contrario. In compenso adora le feste che organizzo all'hotel quindi dubito mi vorrà far chiudere."

Jonathan sfogliò una nuova pagina, la foto era di un mostro strano basso, con la pelle ruvida e verde, due occhi grandi, senza capelli e con grandi mani, era vestito solo con qualche straccio sporco.

"Hans re degli uomini talpa, sono uno strano popolo che vive sottoterra. Non è un guerriero e dicono che l'arma sacra che gli è stata affidata sia un martello, ma nessuno lo ha mai visto. È il portavoce delle creature del sottosuolo. Purtroppo fa parte di un popolo che vive isolato sia dal mondo umano che da quello dei mostri. Parla poco ed ha un carattere misterioso, a dire la verità nessuno ha ancora capito quale partito politico seguano ufficialmente gli uomini talpa. Purtroppo non ho idea per cosa voterà.

A questo punto dovrebbero essere rimasti solo i tre draghi. Shin Ryu, sovrana dei draghi e delle creature volanti, Nessie delle acque dolci e Gojira delle creature fiammeggianti, tutti e tre grandi guerrieri, nonostante Nessie e Gojira non siano draghi alati. A proposito, che non vi scappi detto nulla riguardo alla loro incapacità di volare, i draghi non alati sono considerati una classe inferiore."

L'umano e la giovane vampira guardarono gli ultimi tre documenti, Ryu aveva una foto in forma umana e l'altra nelle sue reali sembianze di drago giapponese alato, mentre Nessie oltre alla forma umana era rappresentata anche il tozzo drago marino blu-violaceo ed infine Gojira sembrava un uomo giapponese abbastanza anziano con i capelli brizzolati e nella seconda immagine il famoso drago bipede verde con grosse scaglie dalla testa fino in fondo alla lunga coda.

"Wow," Esclamò Jonny, "Il vero mostro di Lock Ness, una volta ho fatto un'escursione in quel lago, ma non l'ho vista."

"Ha dovuto abbandonare la sua casa natale per colpa dei curiosi, è anche per questo che non le piacciono gli umani..." Rispose il vampiro.

"E per giunta anche Godzilla! Speriamo che almeno lui non abbia problemi con gli umani." Continuò il ragazzo.

Dracula alzò lo sguardo su di lui, "Non azzardarti a chiamarlo Gozzilla. Gojira è ancora in lutto per la morte del suo fratello americano. Viveva tranquillo in un arcipelago delle Galapagos, quando è stato tramortito da un test nucleare. In stato confusionale è impazzito ed ha nuotato fino alla terraferma seminando il panico fra la popolazione umana. Purtroppo un contingente di Draghi, fra cui Gojira stesso, ha dovuto abbatterlo per evitare che facesse vittime. Lui gli umani li odia ancora di più, ma in compenso adora i bambini.

Comunque sono tutti e tre draghi, Nessie e Gojira sono fedeli alla loro regina e per questo seguiranno le sue idee, anche se dovesse avere pensieri differenti da loro. Il problema è che i draghi odiano i vampiri e loro tre non sono da meno." Concluse il vecchio vampiro sospirando.

"Perciò abbiamo tre dalla tua parte, quattro pronti a farti chiudere l'hotel ed un paio neutrali? Non va poi così tanto male!" Esclamò il giovane.

Drtacula lo guardò perplesso, "Dici? Comunque dell'hotel o di me non importa nulla, l'unica cosa imperante siete voi due."

"Vuoi dire che consideri Jonny al pari mio?" Domandò Mavis sorpresa.

"No, zanne dolci," Riprese il padre, "È che non vorrei vederti triste. Se decideranno di proibire la vostra relazione cancelleranno la memoria di Jonny e lo rimanderanno a casa, lasciandoti da sola."

"Non gli permetterò di lobotomizzarmi. Non voglio perderla!" Esclamò l'umano abbracciando l'amata vampira, "Non c'è nulla che possiamo fare? Su questo fronte siamo sei contro due e l'unico neurale probabilmente si schiererà contro di noi... Non potete trasformarmi in un vampiro?”

"Assolutamente no, è vietato dar vita a nuovi mostri, altrimenti non avrei rischiato di ucciderti per invertire la tua trasformazione." Disse il vampiro senza giri di parole.

"Chiediamo una votazione massima." Si intromise improvvisamente Mavis.

"Ma certo," Rispose Dracula, "Guadagneremo molto tempo ed eviteremo molti nostri oppositori che compongono il consiglio. Ma tu Mavis che ne sapevi?"

Mavis alzò le spalle e si indicò un orecchio.

"Ovvio... è una sua idea. Dimentico che ascolta le nostre conversazioni." Riprese il vampiro, "La Votazione Massima fa votare i capi di ogni razza di mostri, sono migliaia e quasi tutti loro sono miei affezionati clienti. Visto che è una questione che riguarda non solo voi ma tutti i mostri non negheranno questa richiesta." Detto ciò controllò il suo orologio da taschino, mancavano meno di cinque minuti a mezzogiorno e ciò spiegava l'aumento di chiacchiericcio dalla grande sala, "Ci siamo." Concluse il vecchio conte.

Cercare di ottenere una buona opinione pubblica era essenziale per trovarsi in vantaggio durante il vero processo, infatti i membri dell'Ordine del Drago non erano ciechi all'opinione dei mostri che rappresentavano e che li avevano eletti.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ricordatevi di lasciare una recensione che mi fa sempre piacere!


Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Parliamo di umani ***


 


Se notate errori fatemelo sapere, ho dovuto riscivere parte del capitolo che era andata persa, normalmente rileggo dopo un paio di giorni per trovare meglio gli errori, ma non volevo farvi aspettare ulteriormente.


CAPITOLO 22: Parliamo di umani
 

I tre fecero la loro comparsa sul palco e nell'intero castello cadde un silenzio di tomba, ma venne subito rotto da un rumoroso gruppetto di mostri in un angolo della stanza che applaudiva e faceva un tifo da stadio. Dracula li guardò meglio, erano i suoi cari amici Wayne, Frank, Murray e probabilmente anche Griffin, così sospirò imbarazzato, ma divertito, ed andò avanti facendo finta di niente, mentre invece Jonathan e Mavis sembravano apprezzare quelle chiassose attenzioni.

I tre si misero a sedere dietro alla lunga scrivania nel palco, c'erano nove sedie ma nonostante lo spazio abbondante loro si erano accomodati l'uno accanto all'altro.

Dracula iniziò subito con i saluti e le presentazioni per poi passare ad un noioso monologo introduttivo, ma sua figlia pensava ad altro, era intenta ad osservare i presenti nella speranza di riconoscere qualche volto amico oltre ai soliti pazzoidi dei suoi zii, speranza vana, probabilmente perché chi aveva avuto la fortuna di conoscere Jonathan lo aveva già tempestato di domande ed adesso aveva evitato di stare in quella stanza decisamente sovraffollata.

Ma la cosa che più preoccupava la giovane vampira era la prima fila di fronte a loro, conosceva già quegli individui dall'aspetto così simile a quello umano, erano i membri dell'Ordine del Drago, e chi sa se loro avrebbero posto qualche domanda oppure se sarebbero rimasti passivi.

Comunque una cosa la fecero, Ryu mimò le forbici con le dita per chiedere a Dracula di dare un taglio alle sue chiacchere, ma il vecchio vampiro non se ne accorse ed andò avanti fino a che Mavis non lo interruppe con una gomitata e quando lui si voltò verso la figlia, lei con un cenno della testa indicò la regina dei draghi.

"Dacci un taglio, Vlad, non interessano a nessuno le tue chiacchiere." Esclamò la draghessa ottenendo un applauso da parte dei molti mostri annoiati.

"Ok, ok, ho capito, iniziamo subito con le domande." Rispose Dracula, accartocciando i fogli del discordo di apertura e gettandoli via irritato.

Il vecchio vampiro non fece in tempo a finire la frase che le mani, zampe e tentacoli di tutti gli spettatori si alzarono ad applaudire, ma nonostante la loro frenesia non c'era troppo rumore nella gran sala, probabilmente la presenza di tutti i membri dell'Ordine metteva in soggezione tutti quei mostri curiosi.

"Vorrei ricordare a tutti i presenti che esprimerò i miei giudizi in merito al mondo umano solo alla fine di questo incontro, perciò evitate domande in merito alle mie ideologie politiche."

I mostri si guardarono l'un l'altro e timorosamente abbassarono le braccia quasi tutti.

"Così va meglio." Sospirò il conte che si guardò intorno e rimase perplesso quando vide che sulla prima fila c'era un membro dell'Ordine con una mano alzata, "Nettuno, iniziamo da te." Concluse il vampiro.

"Si, grazie, ho una domanda proprio per te," Iniziò il tritone, "Che fine ha fatto quel magnifico tridente di ottone della mia statua che hai nel giardino interno? Cioè, perché la mia statua dovrebbe brandire uno stendardo dell'Ordine del Drago?" Chiese un po' irritato.

Mais si morse un labbro ed abbassò lo sguardo, era passato ormai un mese da quel maledetto giorno in cui, ferita da Van Helsing, il suo spirito demoniaco le fece sognare cosa sarebbe successo se non avesse morso Jonathan. Per un attimo rivisse ciò che aveva visto, la morte di Jonny, il suo suicidio proprio su quel tridente che suo padre aveva fatto rimuovere proprio per quel motivo.

"Mavy, va tutto bene?" Le sussurrò l'umano in un orecchio, si sentiva che era preoccupato per lei.

La vampira per un attimo non rispose, poi spostò lentamente lo sguardo su di lui facendo un mezzo sorriso che non lo tranquillizzò affatto.

Intanto il vecchio conte, troppo concentrato sulla domanda da accorgersi dei problemi della figlia, rispose al vecchio amico cercando di trovare rapidamente una scusa credibile, "Si, certo, la tua è un'imponente statua che adorna una grandiosa fontana, ma quel tridente la rendeva un po' troppo... come dire... aggressiva. Capisci che questo hotel è stato concepito non solo come luogo di vacanze, ma come una casa sicura dove i mostri possano essere tranquilli e quell'arma metteva molti in soggezione. Sai per la questione dei forconi che non piacciono a molti qui dentro, vero?" Concluse guardandosi intorno e risquotendo dei bisbiglii che gli davano ragione si sentì sollevato.

"Parli di sicurezza?" Si intromise Ryu, "Un umano è riuscito ad arrivare fino a qui indisturbato e Van Helsing ha ferito tua figlia, pensi veramente che questo posto sia sicuro?"

"Non ricordo di aver visto la tua mano alzata." Controbatté Dracula, "Eppure sei stata tu a dettare le regole di questo incontro."

La donna fece una smorfia, quel vampiro che tanto disprezzava non solo non era stato messo in difficoltà dalla sua affermazione, ma era anche riuscito a contrattaccare talmente bene da costringerla al silenzio.

"Comunque immagino che questa sia una questione di interesse a molti di voi, perciò risponderò con sincerità." Riprese il conte, "Il fatto che Jonny sia riuscito ad arrivare al castello è una pura coincidenza, la poca esperienza e la sbadataggine di questa persona..."

"Hey!" Esclamò l'umano imbronciato interrompendo Drac.

"Fammi finire." Lo zittì l'uomo, "A causa di ciò i suoi spostamenti sono stati insensati ed imprevedibili come quelli di un animale selvatico. È proprio per questo, oltre che per una grossa dose di fortuna che è riuscito ad arrivare qui." Il conte fece una piccola pausa pensando alla preoccupante verità, Jonathan inconsciamente era stato guidato fino a quel castello grazie alle lamie che avevano scacciato i fantasmi, zombie ed altri guardiani del bosco stregato per spianargli la strada. Ma Drac non poteva permettersi che qualcuno scoprisse la verità, l'unica prova dell'esistenza delle lamie era proprio il sigillo tatuato sulla natica del ragazzo. Doveva catturare una lamia viva, visto che da morte bruciano fino a ridursi in carboni ardenti. Impresa quasi impossibile, ma se ci fosse riuscito l'intero consiglio avrebbe accantonato tutte le accuse su di lui e su Hal per concentrarsi sui mostri che i draghi odiano più di ogni altra cosa.

Purtroppo non era questo il momento di pensare a piani troppo complicati, perciò tornò a concentrarsi su cosa stava facendo ed andò avanti, "Purtroppo quando mia figlia è stata attaccata si trovava fuori dal castello, ma nonostante ciò è riuscita a scacciarlo ed anche la seconda volta che Van Helsing ha provato a colpire è stato sconfitto da me una volta per tutte. Ulteriore riprova della sicurezza di questo posto l'abbiamo avuta quando nonostante un'intera orda di umani fosse arrivata alle porte del castello non si sono accorti di niente, tanto da tornarsene da dove sono venuti. E di questo dovresti esserne testimone proprio tu Ryu che hai guidato quegli umani fino a qui per mettermi alla prova." Concluse Dracula con tono di sfida generando un "Oooooh" di stupore degli spettatori che non erano a conoscenza che quegli umani erano stati portati fino all'hotel Transylvania proprio dall'Ordine del Drago.

Altro grosso colpo basso per la draghessa che non poté ribattere, in effetti aveva messo in pericolo l'intero mondo dei mostri per un suo capriccio mascherato da prova.

"In ogni caso," Riprese Dracula, "Quest'ultima esperienza ha messo in luce alcune falle nel sistema di sicurezza che è in via di miglioramento. Visto la limitata intelligenza degli zombie e la ridotta area di perlustrazione dei fantasmi che sono confinati al cimitero, ho aggiunto pattuglie di wendigo famosi per la loro incredibile velocità, tanto che non ho più bisogno di catapultare zombie per comunicare con il castello. E per migliorare ulteriormente l'area sorvegliata ho aggiunto al personale dell'hotel anche i trent che abitavano questa foresta e che hanno accettato la mia richiesta di aiuto per rallentare l'avanzata umana."

Chiarendo la questione della sicurezza molti mostri abbassarono le mani, questo era uno degli argomenti che più interessava.

"Possiamo andare avanti," Continuò Vlad, "Ditemi, voi tre bambini." Indicando tre bambini mostro in prima fila seduti per terra sul corridoio centrale, erano una mandragora, un bambino scarafaggio ed un bambino ratto.

"Ha detto a noi! Ha detto a noi!" Dissero i tre all'unisono alzandosi e saltellando felicemente, poi la piccola pianta umanoide con lunghi ciuffi di foglie in testa

continuò, "Avrei una domanda per l'umano..." Ma si fermò, nonostante gli altri due le bisbigliassero di andare avanti.

Jonathan sorrise, "Dimmi piccola, non aver paura, ti ascolto." Disse con tono rassicurante.

Così la mandragora si fece coraggio e continuò, "I nostri genitori ci raccontano spesso delle storie sugli umani... e... e volevamo sapere se fossero vere..."

"Be', spero che non siano come le storie piene di torce e forconi che Drac raccontava a Mavy!" Esclamò il ragazzo scherzando.

"No, niente torce e forconi, peggio, c'erano i diserbanti!" Continuò la piccola preoccupata.

"E gli insetticidi!" Continuò il bambino scarafaggio.

"E le trappole per topi!" Esclamò il bambino ratto condividendo la stessa preoccupazione degli amici.

L'umano sospirò quasi divertito delle storie che i genitori raccontano ai bambini, si invertono i soggetti, ma alla fine non c'è differenza fra umani e mostri.

"Lasciate che vi spieghi, noi umani usiamo diserbanti, insetticidi e trappole per topi..." Ma il ragazzo venne interrotto bruscamente dalle urla disperate dei tre:

"Waaaaa!!! Gli umani sono malvagi!"

"Hanno le armi di distruzione di massa!"

Ed iniziarono a sbraitare e frigniucolare, contagiando nel delirio anche gli altri mostri, ma loro non sembravano essere spaventati dagli umani come accadde quando Quasimodo smascherò Jonnystein, si stavano tappando le orecchie e si allontanavano dai tre bambini. In effetti il pianto della piccola mandragora era fastidioso, sibilava nelle orecchie dell'umano nonostante fosse ad una decina di metri da lui.

"Dannazione Jonny, che hai combinato..." Disse Dracula con le mani sul volto, poi con un cenno di mano bloccò la mandragora.

"Troppo tardi, papà..." Commentò Mavis quasi divertita.

"Non è colpa mia, si sono messi ad urlare prima di farmi finire!" Protestò l'umano guardando il conte, poi tornò sugli ospiti; accanto alla mandragora bloccata c'erano gli altri due bambini mostro, un minotauro, due mostri della palude ed una intera famiglia di gremlin pietrificati, "Ma che diavolo è successo?" Domandò il ragazzo, confuso.

"Mai far piangere una mandragora. Se non fossi riuscito a zittirla in tempo quei mostri pietrificati sarebbero esplosi in mille pezzi. E quelli sani sarebbero diventati statue." Rispose il vecchio vampiro che poi con due colpi di mani chiamò un gruppo di stregariere in sella alle loro scope volanti che, capendo la situazione, non ebbero bisogno di ulteriori ordini. Con la loro magia sollevarono le statue e le portarono via.

"Perdonate questo contrattempo," Dracula riprese a parlare agli ospiti, "Vi prego di tornare ai vostri posti e lascare che il ragazzo finisca il proprio discorso prima di trarre giudizi affrettati." Concluse concentrandosi sulla piccola mandragora ancora immobilizzata.

"Grazie Drac. Quello che volevo dirvi era che ciò che voi chiamate armi di distruzione di massa probabilmente non avrebbero alcun effetto su di voi. Vengono usate per scacciare dei parassiti, i diserbanti fanno seccare solo le erbacce, gli insetticidi uccidono al massimo una mosca e le trappole per topi sono grandi pochi centimetri, al massimo possono chiudersi in una vostra mano, ma nulla di più. Addirittura il cuoco Quasimodo, nonostante abbia un ratto per amica usa le trappole per topi per tenerli alla larga dalla cucina."

Sugli spalti alti si alzò in piedi una persona minuta, era proprio Quasimodo, "Tenere lontani i topi dalla cucina? I topi fanno parte della cucina, ma se li uccido col veleno poi prendono un cattivo sapore. Le trappole invece li mantengono più al naturale. Tra l'altro il ratto in salsa agrodolce è il tuo piatto preferito!"

Jonathan sgranò gli occhi, ratti in salsa agrodolce? Ma non erano quaglie?" Rispose lui scioccato.

"Quaglie?!" Replicò il gobbo, "Non ci sono quaglie al castello, al massimo qualche piccione, ma quando cucinavo i volatili ser Dracula si lamentava che nel piatto arrivavano anche le sue lettere. E poi i ratti sono più facili da catturare dopo che Esmeralda li ha ammaliati."

"Sto per vomitare..." Borbottò l'umano a bassa voce, poi fece un respiro profondo e non ci pensò più, probabilmente aveva messo in bocca cose ben peggiori inconsapevolmente, l'importante è che almeno siano state buone... più o meno... "Grazie Quasimodo per la tua precisazione, anche se avrei preferito non lo sapere."

"Di nulla, amico umano," Rispose il cuoco soddisfatto di essere stato d'aiuto, "Ed io ringrazio te per aver perdonato la mia condotta poco gentile nei tuoi confronti prima che ser Dracula mi cacciasse."

Il discorso dell'umano era sensato e rassicurante, in effetti nel regno dei mostri, come in quello animale, la creatura grande mangia quella piccola ed i ratti, per esempio, sono un piatto fra i più comuni. Purtroppo il distacco dal mondo umano e la paura avevano generato miti che col passare degli anni erano peggiorati aggravando ancora di più il distacco fra questi due mondi, un distacco difficile da sanare, ma almeno qualcuno ci stava provando.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Sacrificio... ? ***


 

CAPITOLO 22 – Sacrificio... ?


 

Dopo l'inizio della conferenza un po' burrascoso gli animi si calmarono, e Mavis notò che gli sguardi cupi e carichi di pregiudizi di molti mostri si erano distesi. Anche le domande, che inizialmente riguardavano la pericolosità degli umani, adesso invece erano piccole curiosità sulla vita quotidiana nel mondo umano. Ma la cosa che più di tutti fece sciogliere il cuore degli ascoltatori fu il racconto di come Jonathan e Mavis si sono conosciuti, tanto che suscitarono un "Ohwww" commosso di molti presenti.

L'idea di Drac stava dando buoni frutti, anche se i membri dell' Ordine del Drago rimanevano silenziosi ed impassibili.

L'incontro durò circa un paio d'ore, fino a quando non ci furono più mani alzate. Il conte si guardò attorno, “Ci sono altre domande?”

Solo a questo punto si alzò un possente braccio muscoloso e rosso, ma nonostante l'apparenza spaventosa in mano aveva soltanto una penna ed un taccuino.

“Prego, signor oni.” Disse Drac cordialmente.

Così si alzò in piedi un mostro gigante con la pelle rossa, una folta barba nera e due corna in testa, vestito con pelle di tigre, “Visto che non ci sono altre domande vorrei chiederti quale sarà ufficialmente da oggi la tua posizione nei confronti degli umani.”

Drac sospirò, “Ho imparato a conoscere gli umani ed a capire che non siamo nemici come eravamo un tempo. Ma i tempi non sono ancora maturi per uscire allo scoperto. Razzismo e violenza dilagano ancora nel mondo umano, ed anche se la maggior parte di loro sono brave persone, bastano pochi oppositori per dar vita ad una guerra. Appoggerò l'MFP e sono fiducioso in un futuro di convivenza fra noi e gli umani. Potete scrivere che ufficialmente sono ancora un esponente de Il Popolo Segreto.”

Quest'ultima dichiarazione venne ben accolta da tutti i mostri che applaudirono soddisfatti, sia chi voleva mantenere le distanze dal mondo umano che da chi voleva vedere tutti i popoli della Terra uniti.

“Se abbiamo finito al giardino esterno c'è il buffet.” Disse il conte e come aveva immaginato la grande sala si svuotò in un attimo.

“Drac, ce la avrei io una domanda,” Disse Jonathan attirando la sua attenzione, cos'è l'FPM?”

“MFP, monster friend project. Un progetto ideato dagli Umanisti per insegnare agli umani che i mostri non sono tutti cattivi. Per farla breve, che differenza c'è fra i film sui mostri moderni e quelli precedenti agli anni novanta? Nei vecchi film le streghe, lupi mannari, vampiri, erano tutti malvagi e venivano sconfitti dagli eroi umani, invece adesso sono proprio i mostri ad essere gli eroi, spesso emarginati ed incompresi. Molti di questi film sono stati scritti o comunque ispirati da veri mostri in modo da cambiare il modo in cui veniamo mostrati agli umani. Anche alcuni giocattoli sono opera di mostri, quando eri piccolo scommetto che i buoni erano sempre umani ed i mostri i cattivi... adesso anche le bambole per le bambine sono mostruose.”

Jonathan spalancò gli occhi, “Vorresti dire che film come Monster co., Harry Potter, un mostro a parigi e Mostri contro alieni sono stati prodotti volutamente per fare propaganda?”

“Esatto.” Tagliò corto il vecchio vampiro.

L'umano spalancò anche la bocca stupito, “E vorresti dire che le mie Monster Hight...”

“Anche quelle... aspetta, tu giochi con le bambole?” Esclamò il conte alzando un sopracciglio.

Il ragazzo preso alla sprovvista sobbalzò, “No, cioè... non sono mie... anche Twilight lo avete ispirato voi?” Continuò cercando di cambiare discorso.

“No, questo titolo non l'ho mai sentito... aspetta, mica sarà quella robaccia con vampiri luminosi e gente che non ha i soldi per una camicia? Punirò nel peggiore dei modi l'artefice di tale blasfemia...” Ringhiò il vecchio conte adirato, era diventato talmente spaventoso che Jonathan fuggì via e Mavis lo seguì trasformandosi in pipistrello.

Il "dibattito con l'umano", come venne chiamato l'incontro di domande e risposte, si era appena concluso e tutti fecero una breve pausa con pranzo a buffet nel cortile interno al castello. L'orario per molti ospiti era decisamente fuori standard, visto che era primo pomeriggio, ma non scoraggiò la fame di tutti quei mostri che, come un'orda inferocita, si scagliarono sui banchini e gli zombie camerieri non poterono fare altro se non emettere un triste mugugno sconsolato ed impotente prima di essere travolti.

"Fammi indovinare," Mavis iniziò a parlare a suo padre accanto a lei, erano entrambi sotto al portone aperto all'entrata del cortile, "Sono stati i draghi a decidere gli orari, vero?"

Dracula sospirò, "Come hai potuto vedere non nascondono il loro odio nei nostri confronti. Vogliono scombussolare i nostri orari in modo da farci stancare, ma io sono più furbo di loro." Concluse e con uno schiocco di dita chiamò le stregadiere che in sella alle loro rombanti scope iniziarono a girare attorno al castello richiamando una densa nuvola nera sopra ad esso che crebbe fino ad oscurare la luce del Sole.

Così con un sorrisetto soddisfatto Dracula, Mavis e Jonathan poterono avvicinarsi al banchetto.

L'umano si guardò intorno, c'era qualcosa di diverso dal solito menù dell'hotel, maiale in porchetta, crostini, salumi di ogni tipo, bistecca alla brace e vari tipi di pasta. No, non era certo quella robaccia che cucinava Quasimodo. Anche Drac sembrava perplesso, ma quei profumi squisiti gli fecero passare tutti i dubbi, così senza preoccuparsi troppo loro tre si armarono di piatto e posate e partirono per il buffet.

Dracula non aveva molta fame, quindi si limitò a prendere un panino con porchetta di maiale, ma quando provò a portarlo alla bocca venne interrotto bruscamente.

"Noooo!!!" Una voce rombante echeggiò sul cortile sovrastando tutti i rumori e le voci di tutti gli altri mostri. Drac fece appena in tempo a voltarsi e vedere Quasimodo che gli stava saltando addosso a tutta velocità e non potè far nulla se non essere colpito in pieno petto dalla testata del nanerottolo che gli fece cadere il panino di mano.

"Che diavolo stai facendo?!" Il vecchio conte ruggì furioso per non essere riuscito neppure a dare un morso al suo panino, mentre prendeva il piccoletto da terra e lo sollevò faccia a faccia. Ma Quasimodo non si scompose, "Ser Dracula, l'ho fatto per il vostro bene! I draghi mi hanno scacciato dalla MIA cucina ed hanno cambiato tutto il menù!" Si lamentò il cuoco aggiustandosi il cappello.

"Non è che la cosa ci dispiaccia più di molto, sai?" Esclamò Jonathan mentre si gustava un piatto colmo di affettati e formaggi stagionati misti.

"La mia cucina non sarà buona per gli umani, ma questa roba non è adatta a voi vampiri! L'ultima volta che ho cucinato italiano mi hai lanciato sulle braci ardenti dove cuocevo le bistecche, non ricordi?" Insisté Quasimodo.

Drac stava per rispondere, ma venne interrotto da dei pesanti colpi di tosse della figlia.

"M-Mavis? Che ti succede?" Chiese Drac preoccupato, ma la giovane vampira non riuscì a rispondere, era rossa in volto e nonostante gli spasmi non riusciva nemmeno più a tossire. Lasciò cadere il piatto e si accasciò a terra, ma venne sorretta da Jonathan.

"Aglio. Aglio ovunque." Disse Quasimodo, "È comune quanto il sale nella cucina mediterranea."

Il vecchio conte avvicinò il nanetto al punto che i loro due nasoni si piegarono l'un l'altro, "Perché non ci hai avvertito prima?" Ruggì il vampiro minacciosamente.

"Drac che facciamo?" Domandò l'umano preoccupato, "Prendersela con lui non farà migliorare Mavy!"

Il vampiro lasciò cadere il gobbo a terra che fuggì via spaventato, poi Dracula si avvicinò alla figlia, "Non ti preoccupare, l'aglio fa male, ma non è letale, fra poco starai meglio anche se ci vorranno un paio di giorni per rimetterti completamente." Disse accarezzandole una guancia.

"Un paio di giorni che non vi potete permettere," Disse una vecchia strega che si intromise, era magra ed alta poco meno di Mavis, pochi capelli bianchi e rugosa in volto, ma la sua pelle rosa pallida la faceva apparire più umana delle streghe che lavoravano al castello. La cosa più strana di lei erano i suoi occhi grigi e spenti, sembravano gli occhi di un cadavere, ma era decisamente più viva ed attiva degli zombie di Drac. Era vestita con una tunica nera logora che profumava di incensi.

Si avvicinò alla giovane vampira, la guardò negli occhi e senza esitare la pugnalò in pieno petto, ma prima che tutti i mostri attorno a loro potessero preoccuparsi di ciò che la misteriosa vecchia aveva fatto, Mavis spalancò gli occhi e fece un grosso respiro, rantolò un po', ma la sua gola non era più gonfia. Poi strinse a Jonathan che le baciò la testa per rassicurarla, il peggio era passato, così lui alzò lo sguardo verso l'anziana, "Che magia era quella? Drac ha sempre detto che non ci sono cure per un vampiro in shock da aglio."

"Magia? I mostri fanno troppo affidamento alla magia dimenticandosi che il mondo è sorretto dalla chimica, non dalla magia." Rispose la strega aprendo la sua mano avvizzita che non impugnava un coltello, ma una siringa auto-iniettante, "Cinque grammi di adrenalina per bloccare lo shock e dieci di cortisone per ridurre l'attività dei globuli bianchi e permetterti di continuare a mangiare se vuoi."

"Sicura che non debba andare in infermeria?" Chiese Jonny ancora preoccupato nonostante Mavis si stesse rapidamente riprendendo, "Mia madre è allergica alle api e quando è andata in shock la siringa auto-iniettante le ha dato solo del tempo in più per raggiungere l'ospedale..."

"Cento volte la dose letale di adrenalina non fanno bene ad un cuore umano." Rispose la strega.

"Ma sei una strega o un medico?" Domandò l'umano stupito di un mostro che combinasse conoscenze magiche e umane.

L'anziana signora sorrise, ma tornò subito seria, attorno a loro si era formata una piccola schiera di curiosi che portò su di loro anche qualche attenzione che avrebbero voluto evitare.

"Perché tutta questa folla? Cos'è successo?" Domandò Shin Ryu autorevolmente facendo allontanare molti mostri spaventati.

"Dovresti saperlo," Rispose la strega misteriosa, "Dopotutto sei stata tu ad organizzare questo buffet tossico per i vampiri cacciando il capocuoco dell'hotel dalla sua cucina." Continuò senza indugiare.

"Quasimodo è un incompetente in cucina, ci avrebbe avvelenato tutti!" Incalzò la draghessa.

"Ed immagino che scegliere pietanze che contengono aglio sia solo una casualità. È oltraggioso sapere che voi draghi credete che noi mostri siamo così stupidi da non accorgerci del vostro subdolo piano per mandare Dracula fuori gioco. Siete anche voi suoi ospiti e lo ripagate avvelenando lui e sua figlia? Voi draghi siete creature senza onore!" La vecchia strega sapeva come rendere le sue parole più taglienti di rasoi ed infatti ottenne il risultato sperato, Ryu fu accecata dalla rabbia e nonostante la piccola statura dell sua forma umana prese la strega per il collo e la sollevò per aria.

"Ecco cosa siete voi draghi," Continuò la strega con voce soffocata, ma ancora perfettamente udibile, "Violenti e meschini, pronti a distruggere ciò che non vi piace..."

La regina dei draghi ringhiò dalla rabbia, ma poi spostò gli occhi alla folla attirata da quel baccano e solo allora capì che era caduta nel tranello della strega. Qualsiasi cosa che lei facesse, Drac ed i suoi amici riuscivano a contrattaccare e per l'ennesima volta la i draghi perdevano consensi.

Shin Ryu lasciò la vecchia strega che cadde in piedi come nulla fosse e se ne andò via amareggiata fra i borbottii dei mostri.

Dracula si avvicinò all'anziana cautamente, "Ci sono pochi mostri che usano sia la magia che la conoscenza umana. Hal, se ti esponi così non posso proteggerti." Lui le disse a bassa voce per non essere sentito da nessuno, neppure da Jonathan e Mavis, preoccupato ed arrabbiato per l'incoscienza del ragazzo.

"Beccato." Disse Hal con le sembianze di vecchia straga con una risatina stridula e subito dopo una mano si poggiò sulla sua spalla, era Mavis.

"Che state confabulando voi due?" Scherzò la giovane vampira sorridendo, "Volevo ringraziarti per avermi curata, sarei stata male per giorni, invece ora sto bene."

La donna ricambiò un amorevole sorriso ed accarezzò la testa della ragazza inconsapevole di chi aveva realmente di fronte.

"Cadaverina, approfitta dell'effetto della medicina e continua il banchetto, io vado a prepararmi qualcosa per me." Disse Dracula alla figlia.

"Sinceramente non ho più molta fame." Rispose la ragazza imbronciata.

"Peccato, volevo vedere la faccia dei nostri oppositori quando ti vedranno mangiare tranquilla." Rispose suo padre sorridendo.

Mavis sospirò, "Se è per una buona causa posso sforzarmi!" Disse, poi prese Jonathan per una mano e lo trascinò verso i tavoli.

Intanto Drac ed Hal entrarono nel castello, era deserto, perciò più sicuro per parlare.

"Come mai ti sei travestito così?" Disse Drac, "Le donne anziane sono una tua nuova perversione?"

"Cercano un ragazzo giovane, affascinante ed alto, così ho deciso di invertire la mia fisionomia. Puoi anche farmi i complimenti, nessuno mi ha riconosciuto... Comunque per quanto riguarda l'altra tua domanda dovresti sapere che preferisco le ragazze giovani... tua figlia per esempio."

Drac la prese per il collo e la sollevò da terra, "NON. OSARE. PARLARE. DI. LEI." Ruggì minacciosamente scandendo ogni parola.

"Non ti scaldare Vlad, ti stai comportando come Ryu." Disse Hal tranquillamente come se non venisse strozzato.

Drac lo lasciò, "Tu sei pazzo a farti vedere in giro. Che diavolo ti salta in mente?"

"Notizie importanti." Tagliò corto l'uomo travestito da strega, "Ho trovato un piccolo nido di vipere."

Il conte sorrise soddisfatto, ma un attimo dopo nella hall irruppero un centinaio di mostri di ogni razza armati e con armature colorate, i loro elmi assomigliavano a teste di drago, erano draghieri e li stavano puntando con le loro lance.

Dracula strinse i pugni per la rabbia, Hal si era fatto scoprire, ma quando si voltò verso di lui non sembrò né sorpreso, né preoccupato.

"Non credevo che lo avrei mai detto..." Disse Shin Ryu mentre scendeva le scale della hall fermandosi sul pianerottolo ed appoggiò le mani sul corrimano di pietra guardando in basso verso Drac ed Hal al centro della stanza circondati dai suoi guerrieri, "Grazie Vlad per la segnalazione e per aver portato il nostro traditore da noi... Hal sei caduto in basso se ti nascondi dietro a quelle sembianze."

La vecchia si voltò verso Dracula, "Come hai potuto tradirmi?" Disse carica di rabbia.

Il conte alzò le sopracciglia sorpreso, nonostante quello che Shin Ryu avesse appena detto, non era stato lui ad avvertire i draghi.

"Mi fidavo di te." Continuò l'anziana signora e con un colpo di mani lo scagliò via, oltre i draghieri che li circondavano, facendolo schiantare sul pavimento.

"Non opporre resistenza ed avrai un processo." Disse Shin Ryu.

"Processato da te?" Rispose la vecchia, "Almeno i giudici umani sono imparziali nei confronti dell'accusato. Tu mi uccideresti anche fossi innocente." Detto ciò alzò una manica mettendo ben in mostra un tatuaggio, ma a causa della pelle rugosa e cadente era solo uno scarabocchio nero incomprensibile, "State lontani!" Continuò con tono minaccioso.

Ma nessuno dei guerrieri che lo circondava facesse un cipiglio.

"Ma che roba è?" Borbottò uno di loro e quando Hal lo sentì controllò il proprio braccio, poi con una mano tirò la pelle per spianarla, adesso il disegno era meglio definito, sembrava un ideogramma complesso e solo allora venne riconosciuto, infatti tutti i draghieri indietreggiarono e si misero in posizione difensiva.

"Tu non puoi essere così pazzo!" Gridò la regina dei draghi sporgendosi dalla balaustra.

"Vuoi rischiare? Dopotutto cos'ho da perdere? Hai idea di quante operazioni ho dovuto fare su me stesso per ridurmi in queste condizioni? Sono stremato e disperato." Rispose la vecchia che poi chiuse gli occhi ed il tatuaggio iniziò a brillare.

"CONTENETELO!" Comandò Ryu e il gruppo di guerrieri in prima linea si ritirò per lasciare il campo ad un nuovo gruppo di mostri che indossavano lunghe tuniche di colori diversi. Questi circondarono Hal ad una distanza di qualche metro ed alzarono le mani verso di lui.

E poi, solo una luce accecante.

Durò solo un attimo e quando Dracula riaprì il mantello in cui si era rifugiato e vide i maghi draghieri che si inginocchiarono stremati. All'interno del cerchio che avevano formato attorno ad Hal c'era una semisfera magica, come una bolla leggermente luminosa che si dissolse in poco tempo ed all'interno di essa le mattonelle erano distrutte come se ci fosse stata una esplosione.

“C-che è successo?” Domandò Drac.

“È quello che mi chiedo anch'io” Rispose Shin Ryu che intanto lo aveva raggiunto, “Troppe cose non quadrano nel comportamento del tuo amico.”

“Non è mio amico.” La interruppe il conte.

“Quel simbolo che aveva tatuato serve come innesto per un incantesimo molto potente. Incanala tutta la magia di un corpo e la riemette in maniera incontrollata distruggendo sia fisicamente che spiritualmente l'utilizzatore. Fortunatamente i miei maghi ci hanno protetti, ma temevo che non ce l'avrebbero fatta.” Disse la regina dei draghi, poi alzò le spalle, “Sono contenta che sia morto, un problema in meno di cui devo preoccuparmi.” Concluse, poi se ne andò seguita dalle sue truppe.

Drac rimase un attimo da solo, ciò che era successo lo aveva lasciato spiazzato, ma dopo un paio di minuti tornò al cortile dove venne subito accolto da Mavis.

“Papà!” Lo chiamò la ragazza attirando la sua attenzione, il suo volto era ancora pensieroso e sua figlia se ne accorse, ma prima doveva parlargli di qualcos'altro, “Hal dice che sei un babbeo.”

Il vecchio conte alzò un sopracciglio.

“Anzi, ha appena aggiunto che tu e tutti i draghi siete babbei. Sai a cosa si riferisce? E poi cos'è successo in albergo? Molta gente ha visto una forte luce pochi minuti fa.” Riprese sua figlia.

Dracula sorrise, “Quel ragazzo è più pazzo di quello che Ryu pensava...” Disse ridacchiando.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Solo qualche lacrima ***


 

CAPITOLO 23 – Solo qualche lacrima


 

"Papà! I draghieri sono corsi via all'improvviso, che è successo dentro?" Chiese Mavis, allarmata.

"Nulla, nulla... diciamo che Hal ha inscenato la sua morte per distrarre i draghi che adesso saranno soddisfatti di aver concluso la loro caccia all'uomo." Rispose Dracula senza scendere troppo nei particolari.

"Sembra che stia rischiando molto per aiutarci," Continuò la ragazza, "Mi sembra un brav'uomo, ma tu me lo avevi descritto come una persona di cui non ci si può fidare, sicuro di non ti sbagliare?"

Il vecchio vampiro spalancò gli occhi, "No, non mi sbaglio. Non fa nulla se non ottiene qualcosa in cambio. È più avido di un leprecauno e non mi stupirebbe di vederlo lavorare per le lamie." Ringhiò rabbioso, come ogni volta che parlava di quel ragazzo.

"Va bene, va bene..." Disse la figlia roteando gli occhi ed alzando le mani scocciata, "Non ti sta simpatico, ma vorrei almeno ringraziarlo di persona." Poi socchiuse gli occhi e distolse lo sguardo, sembrava concentrata su qualcos'altro, "Come?" Poi ridacchiò ed infine tornò con lo sguardo a suo padre, "Dice che sei solo invidioso."

"Io invidioso?!" Urlò, ma poi si calmò subito, "Lascia stare, non ho tempo da perdere con uno come lui. Devo andare a bere qualcosa." E detto ciò tornò dentro al castello.

Intanto Jonathan e Mavis non restarono soli a lungo, infatti vennero raggiunti subito da Griffin, Murray e Waine che li salutarono calorosamente.

"Ragazzi, come va il buffet?" Domandò cordialmente Mavis.

I tre fecero un gran sorriso, "Mai mangiato così bene dai banchetti di Ramsesse II!" Esclamò Murray soddisfatto.

"Pare a me o manca qualcuno?" Disse Jonathan guardandosi intorno.

"Si, Wanda ed Eunice sono a tenere d'occhio i cuccioli. Abbiamo scampato un disastro di dimensioni epocali... fortuna che Wanda ha fiutato l'odore dei dolci al caffè, se i piccoli li avessero mangiati sarebbero diventati ancora più iperattivi. Non so se il castello sarebbe sopravvissuto ad una tale calamità." Spiegò l'uomo lupo.

Jonny e Mavis si guardarono con un mezzo sorriso preoccupato, Dracula aveva fin troppi problemi ed una mandria di lupetti ancora più scatenati avrebbero potuto non solo demolire l'hotel ma anche la sanità mentale del vecchio vampiro.

"E zio Frank?" Continuò Mavis.

I tre mostri si guardarono intorno per cercarlo, in effetti non era più con loro, "Ha dato di matto quando siamo andati a prendere della carne, la cuocevano sulla griglia e quando hanno riattizzato il fuoco per fare altra brace si è spaventato. È corso via e non lo abbiamo più visto." Raccontò Murray.

"Se lo state cercando, è laggiù." Esclamò Griffin, ma nessuno riuscì a capire dove l'uomo invisibile stesse indicando. "Ho detto là, siete ciechi?" Insisté e tutti si voltarono sugli occhiali fluttuanti guardandolo arrabbiati. Griffin sospirò tristemente, "Banco dolci, si sta ingozzando più di un esercito di gremlins."

Tutti si voltarono verso il tavolo dei dolci, era stato preso d'assalto da una palla azzurra con grosse scarpe nere e una stretta camicia bianca che copriva appena un quarto di quella strana palla.

"N-non è lui, vero?" Disse Mavis preoccupata.

"Frank!?" Jonathan provò a chiamarlo ad alta voce.

La strana palla gigante si voltò goffamente, era proprio Frank, aveva mangiato talmente tanto che la sua pancia si era gonfiata al punto da coprirgli le gambe lasciando in vista solo le scarpe. In mano aveva una grossa torta che lui mise in bocca sputandone solo il vassoio d'argento.

"Hey, ragazzi, avete già assaggiato qualche dolce? sono tutti buonissimi! Molto meglio dei budini di meduse di Quasimodo." Disse Frank felice di vedere i suoi amici, poi si voltò per prendere qualcosa anche per loro, ma si accorse che il tavolo era stato completamente razziato. "Hem... vi va qualcosa di salato?" Continuò imbarazzato della sua fame incontrollabile.

"Sicuro che non ti faccia male mangiare così tanto?" Mavis lo rimproverò.

"Ci vuole ben altro per farmi stare male." Rispose lui, ma la sua attenzione venne presto attirata da uno strano rumore.

Tink

Era come il rumore di un filo di ferro che si spezza.

Tink, tink

Frank guardò giù, i punti di sutura erano in tirare, troppo, ed uno ad uno stavano saltando, "Oh, oh..." Disse ed in un attimo volò via, lasciando le gambe a terra, a zigzag come un palloncino che si sgonfia, ma che invece di soffiare via aria lanciava cibi di ogni genere ancora perfettamente integri visto che dalla foga di mangiare non aveva masticato nulla.

"Papà, che sta succedendo?" Domandò un bambino mosca.

L'uomo mosca alzò la testa e venne colpito in fronte da una polpetta che lo sporcò. Il mostro sputò sulle sue mani e si pulì la testa con i movimenti rapidi e convulsi tipici delle mosche, "Piovono polpette..."

Intanto si stavano riversando a terra molti altri cibi ed i mostri che banchettavano rimasero per un attimo immobili per la sorpresa, ma poi iniziarono a correre in qua e la per cercare di prendere al volo con i piatti o direttamente in bocca il cibo che cadeva.

Anche Murray e Waine non riuscirono a resistere e si lanciarono fra la folla, invece Griffin, più pacato, rimase con Mavis e Jonathan.

"Che bambini rumorosi..." Disse l'uomo invisibile sospirando, "Meglio stare lontani, certa gente non guarda dove mette i p-" Ma Griffin venne interrotto da un gruppo di mostri che correndo lo travolse facendogli cadere gli occhiali che Mavis prontamente raccolse.

"Griffin?!" Gridò la ragazza guardandosi intorno nella speranza di trovarlo.

"Sono quaggiù!" Rispose l'uomo invisibile da chissà dove, "Aaaargh!" Urlò dal dolore, probabilmente lo stavano calpestando, ma le nuvole create dalle streghe che oscuravano il Sole iniziarono a diradarsi e la vampira fu costretta a rientrare nel castello, ma rimase sotto l'arco del portone a godersi le esilaranti scene.

Quel trambusto di mostri che correvano guardando il cielo non durò molto senza incidenti, ed infatti ci furono molti scontri ma senza gravi danni, tranne un grande minotauro che inciampando cadde sulla nonna gremlin proprio nell'attimo in cui lei apriva le sue enormi fauci e ci cadde dentro, accorgendosi dell'accaduto la minuta vecchietta si voltò ed esclamò "Non l'ho fatto io."

Intanto Blobby scivolava velocemente sul prato raccogliendo il cibo su cui passava sopra e quando ne raccolse abbastanza si fermò a digerire facendo friggere tutto ciò che aveva inglobato e dissolvendolo in pochi secondi, compresa l'erba sotto di lui lasciando un buco sul prato. Il blob ripartì a tutta velocità, ma poco dopo si schiantò contro un altro blob di colore rosa, i due blob uniti in una massa unica si tirarono via fino a staccarsi improvvisamente facendo schizzare due pezzi di gelatina verde ed una rosa che una volta atterrati aprirono gli occhi e corsero verso i genitori.

"Ragazzi," Disse Murray, "Non davanti a tutti!"

I due blob iniziarono a ribollire per l'imbarazzo.

"Oh, ma che carini i blobbini." Disse la mummia abbassandosi per accarezzare una di quelle piccole gelatine, ma appena toccò quella rosa essa si attaccò alla sua mano e poi si espanse fino a ricoprire completamente Murray, "Hey guardatemi, sono blobman!" Disse entusiasta, poi il suo corpo iniziò a friggere, "Aaargh!" Urlò la mummia in preda al dolore, "Toglietemela di dosso!"

Allora Blobbette si mise davanti a Murray ed iniziò a parlare a gorgoglii muovendo un dito a rimprovero e la blobbina rosa scivolò via dalla mummia e rimase in disparte con lo sguardo pentito.

"Murray, come stai?" Domandò cautamente Wayne.

La mummia si strappò via le bende annerite dalla corrosione dalle braccia , si sbriciolavano in mano, "Sto bene, non vi preoccupate." Rispose per tranquillizzare l'amico, ma l'uomo lupo continuava a fissarlo sbalordito, "Che c'è Wayne? Hai una faccia!"

"Ti sei visto?" Disse il licantropo.

La mummia guardò giù, poi si coprì con le mani imbarazzato, "Non guardarmi così, mi sento nudo!"

In verità Murray era ancora ricoperto di bende, ma c'era una grossa differenza, ora era magro.

L'aspetto della mummia era completamente cambiato, era magrissimo e filiforme, simile ad un omino a stecco, ma finalmente i suoi piccoli piedi e mani erano proporzionati al suo vero corpo. L'unica cosa rimasta quasi invariata era la testa con i grandi occhi verdi luminosi, ma almeno ora aveva anche un collo ed un mento.

"Pensavo fossi grasso, non sovraccarico di bende! Forse ora attirerai più ragazze." Constatò Wayne.

"Quanto credi possa essere grassa una mummia essiccata e rimasta nel deserto per oltre tremila anni? Comunque attirare le mummiastrelle mi piace..."

Poco distante da loro Mavis sorrideva, quell'attimo di follia generale la allontanò per un momento dai problemi che pendevano su di lei e sulle persone che amava, poi si voltò verso l'umano per condividere con lui la sua gioia, ma lui era svanito, lasciandola un po' amareggiata, "J-Jonny?" Si limitò a dire guardandosi intorno senza vederlo.



Intanto Dracula si era rifugiato nel castello, anche se al pensiero di incontrare nuovamente Shin Ryu avrebbe preferito la pioggia di cibi all'aglio che c'era in giardino. Prese l'ascensore per salire ai piani più alti, aveva bisogno di restare un po' da solo per prepararsi alla vera sfida della giornata, il Consiglio Straordinario dell'Ordine del Drago dove si sarebbe deciso non solo il futuro suo e dell'hotel Transylvania, ma anche di Mavis e Jonathan e solo una cosa gli poteva dare abbastanza forza, il ricordo di sua moglie. Lo stesso ricordo che per più di un secolo lo aveva stretto in una morsa di dolore, ma che dopo aver incontrato il fantasma di Martha al loro vecchio castello era riuscito a cambiare. Dopotutto gli anni passati con la donna della sua vita erano stati i più belli della sua esistenza e non poteva ricordarli tutti soffocati dalla tristezza e dal rimpianto di un unico tragico evento.

Il vecchio vampiro raggiunse camera sua e con uno schiocco di dita accese le numerose torce sulle pareti, quella soffitta non era mai stata così luminosa e non era l'unico cambiamento, la sua bara-letto era stata spostata sotto al grande ritratto di lui e sua moglie che non teneva più coperto, il soffitto era stato dipinto di rosso e le travi a vista dorate e le pareti in pietra erano adornate di altri quadri dell'infanzia di sua figlia Mavis. Quella che una volta era una tetra soffitta simile ad un mausoleo adesso è una luminosa sala, tranne per la bara, quella è rimasta tetra come un tempo, ma a Drac piace così...

"Martha..." Sospirò il conte avvicinandosi al dipinto, "Come posso affrontare questa sfida sapendo a quale rischio andrò in contro?" Il vampiro appoggiò una mano alla parete, chiuse gli occhi ed abbassò la testa, ma subito dopo riaprì gli occhi come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione. Si guardò intorno cercando di sentire meglio, non era stata un'allucinazione, sentiva un flebile lamento. Era un singhiozzare quasi impercettibile e lontano, troppo per capire da dove stesse arrivando o se era davvero solo la sua immaginazione.

"M-Martha?" Disse il vampiro, poi scrollò la testa, "No, che sto dicendo? Non può essere lei..." Poi spostò lo sguardo verso il soffitto.

Così lui staccò i piedi da terra alzandosi lentamente, si girò sotto sopra ed atterrò sul soffitto, poi camminò fino a quando si fermò e si mise in ginocchio appoggiando un orecchio al soffitto, quel pianto veniva esattamente dall'altra parte.

Il conte iniziò a preoccuparsi, "Mavy?" Borbottò fra se per non farsi sentire, non voleva farla fuggire anche perché era pieno giorno e se fosse uscita dall'ombra si sarebbe fatta male.

Dracula si lasciò cadere atterrando sul pavimento e si guardò intorno in cerca di una finestra, ma in camera sua non ce n'erano, "Ora capisco perché Mavis ha voluto una camera con finestra nonostante dicessi che era pericoloso..." Poi si fermò con lo sguatdo sul camino acceso, "Se mi devo bruciare al Sole tanto vale..." E senza pensarci due volte si trasformò in pipistrello e volò attraverso le fiamme nella canna fumaria fino ad uscire dal camino ricoperto di cenere.

Il Sole iniziò a bruciarlo più del fuoco che aveva appena attraversato, ma a lui non importava. Tornò umano e proteggendosi con il mantello raggiunse l'origine di quei singhiozzi.

"J-Jonny?! Che ci fai qui!" Disse il conte trovando il ragazzo seduto sul tetto.

Jonathan saltò per lo spavento e scivolò sulle tegole bloccando la sua corsa sulla grondaia advun passo dal vuoto, poi si voltò verso Drac, spaventato ed arrabbiato, "Tu piuttosto che ci fai qui fuori di giorno?!"

I due abbassarono lo sguardo e rimasero in silenzio, attraversati da un'onda di tristezza che li calmò in un istante.

"Ho sentito piangere, eri tu?" Disse il vampiro alzando lentamente gli occhi al ragazzo.

L'umano sospirò, "No, ti sei sbagliato. Qui non c'era nessuno che piangeva." Rispose cupamente senza distogliere lo sguardo dal paesaggio attorno al castello. Nonostante fosse giorno la foresta stregata era comunque tetra e spaventosa e Jonathan si sentiva allo stesso modo, poteva mostrarsi come un ragazzo allegro e solare, ma dentro di lui le sue angosce lo stavano stritolando.

"Mavis sa che sei qui?" Domandò il conte.

"Perché continui a fare domande di cui conosci già la risposta?"

"Se non è con te è perché non sa dove sei. Non pensi che ti sia cercando?"

"Lo so e lo sai anche tu Drac, però non voglio farmi vedere da lei in queste condizioni."

"Hai ragione..." Rispose il vampiro sedendosi accanto al ragazzo, "Mavy deve restare essere tranquilla in questo momento, la situazione è delicata e non possiamo fare errori. Hai fatto bene a sfogarti dove nessuno ti vedesse, dirò a Mavis che ti ho chiamato io."

"Drac..." Disse l'umano voltandosi verso il vampiro.

"Dimmi."

"La puzza di pollo bruciato inizia a darmi fastidio, puoi tornare all'ombra?" Disse Jonny con un leggero sorriso.

Il conte si rese conto solo in quel momento che stava bruciando troppo, era talmente pensieroso che non faceva più caso al dolore, quindi saltò via a ripararsi all'ombra di un comignolo.

"Devi essere forte Jonny, non solo per te stesso, ma anche per me e mia figlia. Contiamo tutti sul tuo supporto morale, se non riesci a sorridere tu mi chiedo chi potrà farlo. Com'è che dici sempre tu? Segui la corrente."

"Segui il flusso." L'umano lo corresse sorridendo, stava visibilmente meglio, poi si alzò, "C'è qualcuno che mi sta aspettando."

Il vecchio vampiro contraccambiò il sorriso e trasformandosi in pipistrello volò dentro al camino.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Il Consiglio si riunisce ***


Lo so, lo so, avete aspettato ben 9 mesi questo capitolo, ma purtroppo questo anno è stato pieno di problemi e preoccupazioni gravi che mi hanno fatto stare male, ma tutto si sta lentamente risolvendo ed imparerò a convivere con ciò che non si può cambiare.

Dedico questo capitolo alla mia fidanzata con cui ho condiviso questi angoscianti mesi, l'unica cosa che non è andata male in quest'anno è proprio il nostro rapporto che ne è uscito rinforzato.

Inoltre un saluto a coloro che mi hanno chiesto speranzosi che continuassi a scrivere, è bello sapere che ci tenete così tanto a questa storia e come promesso eccomi di nuovo qua.

E non preoccupatevi, ho già pronti anche i prossimi due capitoli!


 

CAPITOLO 25: Il Consiglio si riunisce
 

Jonathan stava tornando alla hall dell'hotel nella speranza di trovare Mavis. Era sulle stesse scale dove per la prima volta si imbatté in lei e si fermò appoggiandosi al cornicione sospirando al ricordo del loro primo scontro.

Poi il ragazzo spostò lo sguardo verso il basso, il piano di sotto era pieno di mostri e non sarebbe stato facile trovarla.

L'umano mugolò cupamente, voleva parlare con lei prima dell'inizio del Consiglio, ma c'era poco tempo.

Sconsolato si voltò, pronto a scendere, ma proprio davanti a lui c'era la fidanzata con le braccia incrociate che lo guardava imbronciata.

"M-Mavy! Finalmente!" Esclamò lui sorpreso, ma lei manteneva quell'espressione arrabbiata.

"Perché sei sparito senza dirmi niente? In giro ci sono un sacco di mostri che odiano gli umani. Mi hai fatto preoccupare." La vampira lo rimproverò.

"Scusa è... è che... tuo padre mi ha trascinato via prima che potessi dirtelo." Rispose Jonathan seguendo il consiglio di Dracula, ma odiava mentirle, soprattutto perché l'ultima volta che lo ha fatto le ha spezzato il cuore.

"Mio padre? E che voleva di tanto urgente?" Continuò la ragazza.

"Niente di che, voleva solo che gli insegnassi i miei trucchi da grande oratore."

"Trucchi da grande oratore?" Disse Mavis sorridendo, "Forse vuole anche lui imparare a parlare a vanvera come te per confondere i Consiglieri!" Continuò lei ridacchiando.

"Hey!" Esclamò Jonathan scherzosamente arrabbiato guardando la ragazza nei suoi profondi occhi azzurri, poi sorrise e le prese le mani. Anche la vampira contraccambiò l'intenso sguardo perdendosi in quegli occhi verdi ed entrambi si avvicinarono sempre di più fino a che le loro labbra non si toccarono e le braccia scivolarono su di loro avvinghiandosi l'un l'altra stringendosi forte.
 



"Non credevo che saresti venuta anche tu, Circe." Disse Dracula salutando calorosamente una bella donna dall'aspetto umano. Pelle abbronzata, occhi castani, carnose labbra rosse e lunghi capelli neri leggermente mossi, la tipica bellezza mediterranea, che indossava una lunga tunica bianca molto leggera, quasi trasparente.

Il vecchio vampiro era nella hall a parlare con i suoi sostenitori, "Come va con il tuo Dream Hotel?" Continuò sempre rivolto alla donna, "Va be' che è molto piccolo, la tua assenza di qualche giorno non dovrebbe essere un problema."

"Non potevo certo mancare ad un evento così importante." Rispose lei, la sua voce era seducente tanto quanto il suo corpo. "Comunque non mi preoccupo di come va il mio hotel, gestisco le prenotazioni ed organizzo compiti e turni dei miei lavoratori dal mio cellulare in qualsiasi momento, anche da qui. Tu sei passato all'era digitale o vivi ancora nel paleolitico?"

Il conte si accigliò, era sempre rimasto fermo nel suo modo di fare, ma vedendo la semplicità con cui la sua vecchia amica gestiva il suo hotel ad oltre mille chilometri di distanza lo fece riflettere, forse un po' di rinnovamento non avrebbe fatto male.

Subito dopo la maga Circe con un cenno della sua testa indicò qualcosa alle spalle di Dracula il quale si voltò vedendo sua figlia e Jonathan baciarsi.

La voglia del vampiro di separarli era irrefrenabile ed infatti questo primo pensiero fece fare a Drac una occhiataccia che nonostante Jonathan avesse gli occhi chiusi sentì un brivido di paura scorrergli lungo la schiena, ma poi il vecchio conte si calmò, nonostante la gelosia, era felice della felicità della figlia e del suo amico.

Anche molti altri mostri della hall avevano alzato lo sguardo sulla coppia. Molti di loro sorrisero di tenerezza, mentre altri rimasero indifferenti. Solo un esigua minoranza sembrava scandalizzata anche se solo una coppia di goblin bisbigliò qualche commento razzista sulle coppie miste.

Ma Drac si voltò verso di loro con uno sguardo talmente truce da farli impallidire.

Purtroppo la dolce scena venne presto interrotta quando dall'interfono dell'hotel la tremolante voce della vecchia nonna gremlin echeggiò attraverso l'intero castello, "Il Consiglio Straordinario dell'Ordine del Drago sta iniziando. Il pubblico può prendere posto a sedere."

Sentendo ciò tutti i mostri corsero freneticamente alla sala grande per accaparrarsi i posti migliori.

"È ora." Disse Drac comparendo dietro alla coppia, poi appoggiò una mano sulle spalle di entrambi e prima che loro potessero voltarsi verso di lui i tre svanirono in una nebbia purpurea per ritrovarsi nella sala del consiglio davanti al palco centrale.

A differenza di prima la povera tavola era stata sostituita da una alta scrivania a semicerchio in legno d'ebano nero lavorato con bassorilievi che raffiguravano le gloriose battaglie dei draghi con il posto centrale ancora più rialzato. Anche le sedie non erano più quelle semplici fornite dall'hotel, ma anch'esse in legno d'ebano nero finemente lavorato ed un alto poggia schiena con un'imbottitura trapuntata rossa.

"Non si accontentavano della mobilia che gli avevo fornito io? Minimalista ma efficiente, adatta a questi tempi di crisi." Borbottò il conte irritato, in verità gli scocciava che i draghi non si sarebbero seduti su quelle semplici e povere sedie che aveva fatto portare sul palco.

Jonny, Drac e Mavy presero posto al banco degli imputati, posto al centro del palco. Davano le spalle al pubblico e perciò sembravano soli dinnanzi ai consiglieri che sarebbero arrivati a momenti.

Fra il banco degli imputati e quello del giudice e della giuria c'era un altro banco, quello dove avrebbero parlato i testimoni.

Sul palco arrivò lentamente nonna gremlin, "Che entrino il giudice Shin Ryu ed i membri della giuria." Disse la vecchietta.

L'intera sala divenne improvvisamente silenziosa, come se il tempo si fosse fermato.

I membri del consiglio salirono sul palco e senza degnare i tre imputati di uno sguardo presero i loro posti.

"Qualcuno di voi sa dove è Jay Cy?" Chiese Gogira con il suo tipico accento giapponese.

Tutti si guardarono intorno, nessuno sapeva dove fosse quell'hippie.

"Sarà sotto l'effetto di qualche allucinogeno. Cinque minuti ed iniziamo senza di lui." Dichiarò Shin Ryu.

"Ma la giuria non dovrebbe avere le panche separate dal giudice?" Chiese Jonathan, "E perché non c'è il banco dell'accusa accanto a noi?"

Drac si voltò verso di lui, "Qui giudice, giuria ed accusa è tutto nelle mani dei membri dell'Ordine del Drago. Pensavi che il giudice fosse imparziale? Non si vergognerà a mostrare quanto è contro di noi."

“In pratica verremo giudicati dalle stesse persone che ci accusano?” L'umano domandò preoccupato.

Il conte rispose con un cupo sospiro.

Il ragazzo si mise le mani fra i capelli, "Questo processo è una farsa, abbiamo perso in partenza..." Disse sconsolato.

Il vampiro gli mise una mano sulla spalla, "Lotteremo fino alla fine." Disse sorridendo coraggiosamente infondendo un po' di quel coraggio nei cuori dell'umano e di Mavis.

"Vlad III Dracula, si alzi in piedi." Disse Shin Ryu solennemente.

Drac ubbidì.

"Vlad III Dracula, mano di fronte a te ed una al cuore. In nome dell'Ordine del Drago, giuri di dire la verità, solo la verità e nient'altro che la verità?" Continuò il giudice.

"Lo giuro." Rispose Dracula.

"Per l'accusa di mostricidio di Erzsebet Bathory e Lord Ruthven, come si dichiara l'imputato?" Continuò la regina dei draghi con voce fredda.

"Quei due vampiri sono morti in un duello contro di me." Rispose il vampiro senza remore.

Le creature magiche non possono spezzare un giuramento e l'unico modo che aveva Drac per proteggere sua figlia, non potendo mentire, era quella di usare frasi che potessero essere interpretare in maniera ambigua. In effetti quei due mostri malvagi erano morti mentre combattevano contro di Dracula, anche se per mano di Mavis. Purtroppo non poteva dichiararsi colpevole e doveva sperare che questa sua dichiarazione fosse sufficiente.

Le parole del conte fecero echeggiare un "Oooooh" di stupore ed anche qualche applauso della folla che assisteva al processo.

Subito dopo Ryu riprese la parola, "Il Consiglio dichiara l'imputato assolto per l'accusa di mostricidio perché il fatto non sussiste." Disse battendo un colpo col martello di legno sulla scrivania, "E ringraziamo per aver fatto ciò che tutti avrebbero voluto fare ma che nessuno aveva mai fatto." Concluse in maniera informale.

Jonathan, Mavis e Dracula rimasero per un attimo a bocca aperta, paralizzati dallo stupore, mentre dietro di loro gli spettatori festeggiavano la caduta della prima accusa rumorosamente con urli e schiamazzi.

“Non è andata male come inizio,” Disse Mavis a suo padre, “Forse Shin Ryu non è così cattiva con noi vampiri come dicevi tu.”

“Hai ragione Mavy, non è andata male come temevo... È peggio.” Esclamò il conte, “Ha pubblicamente regalato l'immunità a chi ha ucciso i due mostri che lei odiava di più, il problema è che con la loro morte adesso il primo della lista sono io...”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Seconda accusa ***


Come al solito sono una delusione, fra un problema e l'altro ecco che passa un anno e 4 mesi, e pensare che questo capitolo era già pronto quando ho pubblicato il precedente, che vergogna...
in ogni caso per i prossimi 2 capitroli sono già a posto e penso che pubblicherò quelli in italiano senza aspettare di aver pronto anche la controparte in inglese come ho fatto fino a d'ora.


CAPITOLO 26: Seconda accusa

"Ordine, ordine!" Intimò la draghessa ed in un attimo cadde il silenzio, più efficace di quando Drac ruggisce, poi la donna accomodò alcuni fogli e continuò, "Proseguiamo con il secondo fascicolo. A causa di falle nella sicurezza dell'Hotel Transylvania, che potrebbero compromettere l'incolumità degli ospiti, viene chiesta la chiusura-" Ma appena disse quest'ultima parola i fischi di disapprovazione del pubblico le impedirono di proseguire, tanto che dové dare tre colpi di martello per ristabilire il silenzio, "La pubblica accusa richiede la chiusura al pubblico di questa casa sicura e l'interruzione immediata di tutte le attività ad essa collegate."

"Non potete farlo!" Sbottò Mavis alzandosi il piedi.

"Oh, si che posso, la mia richiesta è più che legittima ed appoggiata da altri membri de L'Ordine del Drago. Secondo quanto riportato nell'emendamento 174 del 1899 che tuo padre stesso, come membro dell'Ordine, ha scritto Perciò tuo padre è stato chiaro, o questo luogo è sicuro o va abbattuto."

La giovane vampira spostò gli occhi sul padre che sospirò preoccupato senza contraccambiare lo sguardo facendole capire che Ryu aveva ragione. Mavis digrignò i denti e si sedé pesantemente. Riusciva a sentire la soddisfazione della draghessa ed odiava ammetterlo, aveva fatto un grosso errore a sbottare in quel modo.

"A questo punto, se non ci sono altre interruzioni, chiamerei a testimoniare l'architetto Hyde come mostro informato sui fatti."

Il minuto uomo si alzò dagli spalti, salì sul palco e poi venne accompagnato da nonna gremlin sul banco dei testimoni al centro del palco davanti alla giudice Shin Ryu.

Mr Hyde si allentò la cravatta ansiosamente, stava sudando freddo.

Senza aspettare che il mostro finisse di accomodarsi Ryu iniziò con le domande, "Tu sei il signor. Hyde, è vero?"

Il mostro alzò lo sguardo verso la regina dei draghi proprio sopra di lui, sorpreso che avesse già iniziato con le domande, "S-sì..."

"Giuri di dire la verità indipendentemente dalla tua storica amicizia con l'imputato Vlad III Dracula?" Continuò la regina dei draghi sottolineando il rapporto fra Dracula e Mr Hyde.

"Certo, lo giuro." Rispose il mostriciattolo sempre più ansioso.

"E sei un mostro artificiale di origini umane. Tutt'ora la tua parte umana prende il tuo posto con il nome di dr. Jekyll."

"S-sì."

"E sembrerebbe che il progetto di questo edificio sia stata affidata a te dal qui presente Vlad III Dracula." Continuò la draghessa.

"Esatto, sono io l'architetto che ha progettato questo castello"

"Quindi questo castello, volutamente eretto per diventare una struttura per la sicurezza dei mostri è stato finanziato da Dracula che è un ex-umano, progettato da te che sei un ex-umano e costruito dagli zombie che sono ex-umani."

"Obiezione!" Pronunciò Mavis ad alta voce alzandosi in piedi, nonostante fosse il suo primo processo la sua voce era forte e sicura, "Non possono essere poste domande al solo scopo di screditare un testimone, inoltre le uniche cose che un giudice può fare è presentare gli imputati, chiedere le loro generalità e fargli prestare giuramento, senza fare accuse o giudizi personali che competono solo alla pubblica accusa.

Ryu fece una smorfia amareggiata, "E da quand'è che tu saresti un avvocato?"

"A regola dovrei essere seduta al posto di Mr. Hyde per rispondere alle domande, ma farò un'eccezione. Diciamo che ho fatto un corso intensivo." Rispose la giovane vampira con una calma tagliente per la nervosa draghessa.

Ryu non poté far altro che rimanere in silenzio, lasciando che Nessie prendesse la parola dell'accusa, "Signor Hyde, come architetto, aveva predisposto delle vie di fuga sufficienti ad un esodo di massa in caso di emergenza?"

"S-sì signora, in progetto c'erano porte e botole segrete indistinguibili da chiuse in modo da rendere difficile l'inseguimento degli invasori, che conducevano a dei cunicoli sotterranei. Alcuni arrivavano oltre il lago."

"Indistinguibili da chiuse hai detto?" Continuò la donna dai capelli blu, "Quindi in caso di fuga gli ospiti dell'hotel come sapevano dove andare?"

Il mostriciattolo bofonchiò qualcosa.

"Scusa, puoi ripetere a voce più alta?" Insisté la draghessa.

"Non lo sapevano." Sbuffò Mr. Hyde, troppo spaventato per mentire o provare qualche scusa, "Nessuno sapeva esattamente dove fossero, dove portassero e come si aprissero le porte segrete, molte sono state inserite durante la costruzione senza aggiornare le planimetrie."

Drac fece una facepalm, e sapendo che dopo i lavori di ristrutturazione la realtà era differente era pronto a ribattere, ma sua figlia lo fermò prendendolo per un braccio, "Fermo, papà. Hal dice che non possiamo obiettare ora, la domanda posta è consona. Puntualizzeremo la messa in sicurezza eseguita quando saremo noi a fare domande."

"Quindi per oltre cento anni questo albergo è stata una trappola mortale in caso di attacco?" Continuò la draghessa.

Ci fu un imbarazzante silenzio prima che mr. Hyde avesse il coraggio di rispondere, "Esatto."

Dagli spalti si sollevò il brusio dei commenti esterrefatti e preoccupati degli spettatori.

"L'accusa non ha altre domande." Dichiarò Nessie, lasciando la parola alla difesa.

Mavis si alzò dal banco degli imputati avvicinandosi a Mr. Hyde, "Signorina Mavis, mi dispiace, ma non sapevo che altro dire..." Disse il mostriciattolo a bassa voce quando la vampira lo raggiunse.

"Non ti preoccupare, hai fatto la cosa giusta a dire la verità." Rispose lei sempre in modo da poter essere sentita solo da lui, poi continuò a voce più alta, "Cominciamo con le domande. È vero che dopo l'arrivo di Jonathan l'umano c'è stato una modernizzazione dei sistemi di sicurezza?"

"Esatto, le uscite di sicurezza nascoste adesso vengono segnalate e si aprono in caso di emergenza e nei percorsi sotterranei ci sono indicazioni chiare su dove andare. Inoltre sono stati aggiornati i disegni delle planimetrie. Infine ci tengo a precisare che l'intero staff dell'Hotel Transylvania, me compreso, è stato formato sulle norme di comportamento da seguire in caso di qualsiasi tipo di pericolo." Concluse Mr. Hyde.

"Della veridicità dei fatti in questine è testimone gran parte del pubblico, dico bene?" Esclamò la ragazza rivolgendosi agli spettatori che ben ricordavano l'egregio lavoro svolto da tutto lo staff per nascondere gli ospiti e fermare gli umani qualche giorno prima, "Perciò chiedo alla giuria di non considerare le vecchie, ed ormai risolte, inaccuratezze della sicurezza di questo hotel."

"Respingo la richiesta!" Incalzò Allister il leprecauno, "Come responsabile di questa struttura protetta il signor Dracula è comunque colpevole di serie negligenze e dovrà subire una pena adeguata." La sua voce gracchiante echeggiava per la grande sala.

“Richiesta accolta.” Disse la giudice Shin Ryu.

Queste parole fecero sogghignare compiaciuto il leprecauno vestito di verde, ma la sua felicità non durò molto.

"Sarebbe il momento di presentare le prove di queste negligenze di cui ci accusate." Controbatté la giovane vampira incrociando le braccia.

Allister guardò i suoi colleghi nella speranza di ricevere aiuto, ma in effetti, nonostante l'inadeguata sicurezza dell'albergo fosse noto a tutti, nessuno aveva mai fatto un resoconto o raccolto dati precisi su questo problema.

Dopo un lungo ed imbarazzante silenzio dell'accusa la ragazza riprese la parola, “Proverò a darvi una mano io...” Disse con un intrepido tono di sfida per poi voltarsi verso gli spettatori, “Qualcuno dei qui presenti può dichiarare con assoluta certezza che le vie di fuga non fossero adatte ad una evacuazione di emergenza?”

Ovviamente nessuno si fece avanti.

“Ci vuoi prendere in giro?” Disse Gojira con il suo tipico accento giapponese, era visibilmente irritato, “Nessuno può testimoniare l'inefficienza della sicurezza di questo albergo visto che non ci sono mai state situazioni di pericolo prima della vostra ristrutturazione.”

“Ah-ah!” Esclamò la giovane vampira, indicando il drago dall'aspetto di un nonnino giapponese, poi incrociò le braccia dietro la schiena, “Questa è una testimonianza. Non ci sono mai stati rischi alla sicurezza in passato, e quando ci sono stati siamo stati pronti a tutto.”

“Se ci fossero stati...” Gojira riprese la parola, ma Mavis lo interruppe, “Obiezione! per fare un'accusa servono prove, non supposizioni che non possono essere dimostrate.”

“Accolta.” Shin Ryu, suo malgrado, dové dare ragione alla ragazza.

I membri del Consiglio borbottarono fra loro per molti minuti che per i tre imputati sembrarono ore interminabili.

All'improvviso Shin Ryu con aria amareggiata si alzò in piedi, "Per l'accusa di scarsa sicurezza della struttura protetta chiamata Hotel Transylvania, sotto responsabilità del Conte Vlad III Dracula, il Consiglio dell'Ordine del Drago dichiara l'imputato non colpevole per mancanza di prove inequivocabili."

Alle parole "non colpevole" la folla che assisteva al dibattito iniziò ad applaudire e gridare di gioia, tanto che la draghessa dovette alzare la voce per finire la frase, prima di percuotere fortemente il martello di legno per far calmare la gente.

"MA," Continuò Ryu, "L'Ordine del Drago si riserva di riprendere l'accusa in caso, dopo scrupolosi accertamenti, venissero scoperte altre falle nella sicurezza di questo edificio. Perciò il caso resta aperto."

Le prime due accuse erano state superate meglio di quanto Drac, Jonny e Mavy potevano sperare. L'aiuto di Hal era stato fondamentale visto che Mavis stessa non sapeva esattamente cosa significasse ciò che aveva detto pochi minuti fa, ma aveva recitato bene la sua parte e l'importante è che avesse funzionato.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** terza accusa ***


CAPITOLO 27: Terza accusa

"Passiamo al terzo caso, che è quello di massima importanza," Disse Shin Ryu, "Il risveglio di un demone e la morte di un drago antico." La giudice si fermò un attimo che sembrò un'eternità, nessuno si mosse e tutti trattennero il respiro.

Ci fu un silenzio talmente profondo nonostante tutta quella gente che sembrava che il tempo si fosse fermato. Era un argomento estremamente delicato e nessuno dei tre imputati, e chiunque altro fosse stato chiamato a testimoniare, poteva permettersi errori. La vita di Dracula e di sua figlia Mavis erano appese ad un filo.

"Quello che vogliamo capire è quale ruolo ha avuto l'imputato Vlad III Dracula nell'evocazione del demone Camazotz e nella morte del drago Agrand." Continuò la regina dei draghi.

Ma prima che potesse aggiungere altro venne interrotta dal rumore del grande portone che si spalancava facendo entrare una luce accecante tagliata dall'ombra di una sagoma umana che stava a braccia aperte. Un attimo dopo l'incredibile luce svanì e Jay Cy, portavoce delle creature sacre, fece il suo ingresso nella grande sala.

Un mostro strano in confronto agli altri membri dell'Ordine del Drago. Il suo aspetto perfettamente umano non era creato grazie alla magia per mimetizzarsi nel mondo, o, come stavano facendo i draghi del Consiglio, per entrare nell'hotel viste le loro reali dimensioni, lui era semplicemente così.

Nato umano da genitori umani e vissuto per millenni a contatto con gli umani con cui aveva grandi amicizie e con cui cui aveva condiviso sentimenti, abitudini e soprattutto vizi.

Con i suoi lunghi dreads e la barba incolta, cappello tam a strisce orizzontali rosse, gialle, verdi e nere, maglietta gialla troppo grande, bermuda floreali ed infradito. Era decisamente il consigliere più sciatto e l'unico a non indossare eleganti abiti ottocenteschi o epiche armature.

"Ti ricordo che in hotel è vietato fumare." Gli ricordò Dracula gentilmente mentre Jay Cy passava davanti a loro sorridendogli.

L'uomo sospirò dispiaciuto, ma rispettoso delle regole. Estrasse un posacenere tascabile dai pantaloni, lo aprì e ci spense lo spinello.

Jonathan inspirò profondamente e sorrise leggermente, "Hey, dovremmo uscire qualche volta, solo io, te, Mavis e la tua er-" ma venne interrotto bruscamente da un pestone sul piede da Drac che fece l'indifferente.

Il mostro rastafariano sorrise all'umano, "Pace fratello." Disse con voce calma, alzando leggermente una mano in segno di saluto.

Jonathan contraccambiò il saluto cercando di essere impassibile al dolore, ma con scarsi risultati.

"Jay Cy, come fai ad arrivare in ritardo proprio al Consiglio Straordinario probabilmente più importante dell'ultimo millennio?" Lo rimproverò Shin Ryu.

Il mostro hippie sospirò, "Sono stato ispirato..." Rispose, "E quindi ho scritto una canzone."

La regina dei draghi appoggiò le mani sul banco e si piegò verso di lui dall'alto della sua postazione inarcando le sopracciglia, "Hai tutto il tempo di questo universo e dovevi proprio scriverla ora una canzone?”

Lui alzò le spalle, disinteressato, "Chi sa... magari questa canzone potrebbe salvare il mondo!" Esclamò Jay Cy per poi incamminarsi verso la sua sedia accanto a Regina delle Nevi.

Appena accomodato si voltò verso la donna dalla pelle bianca e fredda come il ghiaccio, "A proposito, la canzone che ho scritto è stata presentata ai produttori di quel film su di te ed è piaciuta così tanto che il tuo personaggio non sarà più il cattivo, ma la protagonista."

La donna spostò lo sguardo su di lui e sorrise leggermente, la brina su di lei si sciolse rapidamente e la sua pelle divenne rosata, "Grazie." Si limitò a rispondere, ma nonostante le poche parole e che non esternasse le proprie emozioni si vedeva quanto questa notizia l'avesse sollevata.

"Se non vi dispiace vorrei proseguire con il prossimo caso da discutere," Li interruppe Shin Ryu, "A tal proposito vorrei chiamare a testimoniare Vlad III Dracula."

Il vecchio vampiro si alzò in piedi, dette uno sguardo veloce a Mavis e poi a Jonathan che alzò i pollici sorridendo; infine si incamminò e prese posto sotto al giudice. Poter vedere davanti a lui sua figlia ed il suo amico umano gli infondeva coraggio ed ottimismo, mantenere il morale alto era una prerogativa per affrontare una situazione così difficile.

"Vlad III Dracula," Riprese la regina dei draghi, "Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità?"

"Lo giuro." Rispose il conte solennemente.

"Vlad," Nettuno prese la parola, "In questo momento non voglio rappresentare l'accusa e non ti chiedo questo come membro dell'Ordine, ma come amico, sia tuo che di Agrand..." Il vecchio tritone dalla lunga barba bianca si interruppe un attimo, sospirando ed intrecciandosi le dita delle mani, "Cosa è successo con quel demone e soprattutto, chi lo ha fatto sorgere?"

"È successo tutto all'improvviso." Dracula iniziò subito a parlare senza indugi. Era sicuro di cosa avrebbero chiesto ed era pronto a rispondere, "Un Camazotz è sorto nella foresta stregata. Ho chiamato Hal per fermarlo-" ma venne interrotto da Regina dei Ghiacci.

"Perché hai richiesto l'aiuto di Hal? È solo un Lancere, un draghiere di basso rango!"

"Lo so, ma Agrand, il drago che cavalca, è molto saggio. Quello che volevo evitare era il ripetersi di un massacro di umani e mostri come è successo ad Atlantide l'ultima volta che si è risvegliato un demone." Il vecchio conte sospirò, stranamente nessuno dei membri del consiglio ribatté. Poi spostò lo sguardo su sua figlia e Jonathan ed infine sui mostri dietro di loro, "L'hotel si sarebbe trovato nel centro del campo di battaglia, anche se in quel periodo c'erano solo i miei dipendenti e pochi ospiti l'evacuazione senza vittime sarebbe stata comunque impossibile. Non potevo mettere in pericolo la vita dei miei ospiti." Dracula si fermò un attimo, la sua voce iniziava a rompersi. E dopo aver osservato le reazioni degli spettatori batté entrambi i pugni sul tavolo facendo trasalire il pubblico, "Perciò mi ritengo colpevole e responsabile per aver agito dando più importanza alla salvaguardia dei miei ospiti e degli umani delle città vicine che alle prerogative belliche dei draghi. Ma ricordate che io, Hal, Agrand e Jonathan siamo riusciti a sconfiggere un demone senza danni collaterali, addirittura senza che nessun umano si accorgesse di nulla. Mi dispiace per Agrand, era l'unico drago che non giudicava gli altri in base alla loro razza ed era mio amico. Anche lui era d'accordo a provare ad affrontare Camazotz da soli, sapeva cosa sarebbe successo se avessimo chiamato tutti i draghi."

La testimonianza infiammò l'animo degli spettatori che applaudirono Drac per il coraggio dimostrato. Queste belle parole portarono dalla sua parte tutti ospiti, anche quelli che non simpatizzavano con lui.

Dopotutto i draghi erano famosi per non dare importanza alla vita di alcuna creatura che non fosse un drago ed anche se erano passati centinaia di anni dagli ultimi scontri con demoni o lamie tutti sapevano bene che nelle battaglie contro questo tipo di creature i draghi non facevano attenzione ai civili che potevano essere coinvolti ed ogni battaglia si strasformava in una carneficina di innocenti. Perciò per Drac non fu difficile girare il coltello nella piaga e trasformarsi in un eroe agli occhi di tutti.

Allister Sassafeas il leprecauno batté le mani lentamente in modo molto sarcastico, "Bella storia, complimenti. Ed immagino sia vera visto che sei sotto giuramento. Ma non ci hai raccontato la parte interessante, cioè quando TU hai invocato quel demone. Anzi, molti di noi credono che tu stesso sia quel demone." Il piccoletto vestito in verde concluse con la sua odiosa voce stridula.

"So che non ti piacerà quello che sto per dirti," Rispose il vampiro in modo volutamente molto rilassato in modo da enfatizzare che le parole del leprecauno non lo hanno turbato affatto, "Non ero io il demone, ma so chi lo ha invocato..."

Tutti i membri del Consiglio ed anche tutti gli ospiti si sporsero dai loro posti in attesa della risposta e Dracula glie la fece desiderare per qualche secondo prima di rispondere, "Lamie." Concluse semplicemente senza aggiungere altro e per qualche istante il salone cadde nel silenzio.

Il brusio indistinto dei commenti degli spettatori divenne sempre più forte, ma venne sovrastato dalle rumorose risate beffarde dei tre draghi.

"Idiozie!" Esclamò Nessie, "Le lamie sono estinte da centinaia di anni!"

Ma solo i draghi davano per folle la risposta del vampiro, tutti gli altri membri del consiglio non sembravano altrettanto divertiti.

Dracula sperava in questo comportamento, dopo l'ultima crociata contro le lamie i draghi hanno sempre dato per scontata la fine delle donne serpente e dei loro piani per far risorgere Lilith, ma quali certezze avevano? Se fosse riuscito a minare la stima che i mostri avevano per loro anche la loro autorità sarebbe vacillata.

Il vampiro si alzò in piedi, "Voi draghi siete troppo presuntuosi, ma vorrei ricordarvi che le lamie nascono dal sangue di vittime innocenti versato da un unico umano la cui malvagità corrompe la sua stessa anima."

"Gli umani sono e saranno sempre violenti," Si intromise Donna Sebastiana, "E questo lo so bene visto che le anime più tormentate sono quelle che hanno avuto una brutta morte, ma non per questo il mondo è pieno di lamie. Le armi umane moderne sono così efficaci che rendono l'uccidere una cosa quasi banale. Possono anche fare stragi senza sporcarsi le mani di sangue. Ormai gli unici assassini potenzialmente in grado di versare abbastanza sangue da generare una lamia vengono fermati dagli altri umani stessi."

"Quanti genocidi ci sono stati nell'ultimo secolo?" Disse il vecchio conte cercando di far ragionare i membri dell'Ordine del Drago, "Anche io la pensavo come voi, ma mi sbagliavo." Poi si fermò un attimo, appoggiò un gomito alla scrivania e portò la mano alla fronte, "Le lamie non si sono mai realmente estinte, hanno semplicemente aspettato di essere abbastanza per potersi organizzare indisturbate nell'ombra, mentre tutti noi le credevamo sparite per sempre. Penso che abbiano smesso di trasformare in vampiri i loro creatori in modo da non dare nell'occhio. Infatti non ho notizie di nuovi vampiri alfa dopo lord Ruthven."

Regina delle Nevi si sporse leggermente verso di lui, "Hai delle prove di quello che dici? O almeno hai visto una di queste lamie di cui parli?" Domandò, a differenza dei draghi lei non sembrava dare per scontata l'estinzione delle donne serpente, ma ovviamente voleva qualcosa di concreto.

Drac rifletté alcuni secondi prima di rispondere, poi alzò la testa, "Non ne ho vista nessuna realmente, ma sento che ci sono loro dietro a tutto questo."

"E noi dovremmo fare affidamento ad una tua supposizione?" Esclamò Shin Ryu beffardamente.

"Le lamie nascono dal sangue di migliaia di vittime innocenti crudelmente versato da un singolo individuo." Si intromise Jay Ci, "Dalla purga delle lamie del 1886 ad oggi sono successe due orribili guerre mondiali e altri centinaia di genocidi in Africa, Medio Oriente e Siberia. Tutti questi morti e nessuna lamia? Non possiamo dare per certa la loro estinzione."

"Fino a prova contraria le lamie sono estinte, quindi non possiamo accusare ciò che non esiste!" Controbatté Allister.

"E fino a prova contraria io non ho evocato alcun demone." Incalzò Drac.

Ci fu un attimo di silenzio, la situazione fra accusa e difesa era in stallo, nessuna delle due parti aveva prove per dimostrare le proprie affermazioni e fu allora che Mavis ne approfittò per farsi avanti, "Se l'accusa ha finito, vorrei fare alcune domande all'accusato."

Shin Ryu spostò lo sguardo verso Nessie e poi su Gogira, ma nessuno dei due proferì parola.

"I Consiglieri non hanno altre domande, quindi puoi procedere." Disse la regina dei Draghi.

“Dracula,” Disse la vampira quasi divertita, “Mi fa strano chiamarti così...”

Il conte le sorrise, era sollevato nel vedere che sua figlia era tutto sommato tranquilla.

“Sei certo che ci siano delle lamie in vita?”

“Sì.” Rispose lui senza remore.

“Se avessi la possibilità di ottenere la prova dell'esistenza delle lamie saresti disposto a combattere per averla?”

“Qualsiasi cosa pur di fermarle.”

“Allora è deciso.” Esclamò Mavis rivolgendosi ai giudici, "Volete le prove dell'esistenza delle lamie? Le avrete." Concluse con tono di sfida.

"Che vuoi dire?" Domandò Shin Ryu confusa tanto quanto Dracula.

"Dateci una settimana e troveremo le prove che volete. Ovviamente a quel punto non potrete far altro che confermare la sua storia."

"E se fallisce verrà confermata la tesi dell'accusa." Aggiunse la giudice accettando la sfida senza attendere il parere di Dracula che intanto era rimasto impassibile nonostante la complicata proposta che doveva accettare a suo malgrado. Conoscendo Hal, il vecchio conte sapeva che se il ragazzo lancia una sfida vuol dire che ha la certezza di vincere, quindi era abbastanza fiducioso, anche se detestava essere all'oscuro dei pieni che lo riguardavano.

"A questo punto, l'imputato per i reati di evocazione di un demone e di draghicidio viene rinviato a giudizio per il giorno 7 ottobre 2012." Dichiarò la draghessa, "Ci tengo a precisare che nonostante le gravissime accuse, se il giudizio viene rimandato lasciando piena libertà all'imputato per sette giorni è solo perché, nonostante crediamo in un coinvolgimento del vampiro nella faccenda, dubitiamo che possa verificarsi nuovamente un incidente del genere. Sinceramente l'intenzione dell'accusa era di arrivare alla verità accettando un compromesso per una condanna giusta ma relativamente leggera, ma se preferite fare così per me è meglio. Mi avete risparmiato un lungo e noioso processo."

"Spero tu sappia cosa mi stai facendo fare..." Borbottò la giovane vampira preoccupata.

"Sette giorni saranno un po' pochini..." Le disse Jonathan a bassa voce.

Lei alzò le spalle, "Non è stata una mia idea." Rispose Mavis, trepidante come il suo fidanzato.

"Fidatevi di lui." Disse Dracula per tranquillizzare i due giovani, "È una persona con cui preferirei non avere nulla a che fare, ma è un bravo stratega."

Shin Ryu si consultò brevemente con gli altri due draghi accanto a lei, il Consiglio fino ad ora era stato più rapido del previsto, "20 minuti di pausa e riprenderemo con un nuovo caso, stavolta gli imputati saranno Mavis Dracula e Jonathan l'umano e la loro relazione."

I membri del consiglio si alzarono dai propri posti ed uscirono dalla sala che si riempì del chiacchiericcio degli spettatori.

Fino ad allora la giovane vampira aveva mantenuto la calma e recitato bene la sua parte, ma quando sentì che il prossimo dibattito sarebbe stato proprio su lei ed il suo amore ebbe un attimo di rottura, le relazioni interraziali erano mal viste dalla comunità dei mostri ed in pochi accettavano questo tabù millenario. Il pensiero di perdere Jonathan la opprimeva come un cappio al collo e come se non bastasse questa responsabilità gravava solo su di lei. Doveva essere abbastanza brava da dimostrare a tutti, giudici e spettatori, a tutto il mondo dei mostri che Jonny era un ragazzo leale e degno di fiducia.

Dracula aveva molti sostenitori anche fra i compagni dell'Ordine del Drago, aveva dalla sua l'appoggio di molti mostri al mondo, ma Jonathan chi era? Molti lo chiamavano “l'umano” come se non fosse neppure degno di un nome. Era visto come una minaccia e l'arrivo di un folto gruppo di umani di qualche giorno prima, nonostante fosse opera del Consiglio stesso, era stato attribuito proprio al ragazzo.

"Non posso dire come andrà." Le mormorò Dracola, la sua voce era carica di angoscia nonostante cercasse di nasconderla, "Ufficialmente non esistono leggi scritte su questo argomento, quindi è tutto nelle mani dei giudici..." Si fermò sospirando, Mavis spostò lentamente lo sguardo su di lui, "Ma nulla è impossibile, troveremo una scappatoia. E nel caso che vada male ho delle conoscenze che possono darvi una nuova vita ed una nuova identità... Sono disposto a perderti per sempre se so che sarai felice..."

"Ed io sono pronto a fuggire con te fino in capo al mondo se è necessario." Si intromise Jonathan con un leggero sorriso, "Costi quel che costi... Insieme per sempre."

La ragazza rispose con un mezzo sorriso, ma la sua mente era altrove.

Riflettendoci bene questa era davvero una battaglia persa. L'aiuto di Hal sarebbe servito veramente? Dopotutto era un tizio che Mavis non aveva mai realmente incontrato, poteva affidare a lui una questione così delicata? Suo padre stesso lo riteneva uno dei peggiori individui che avesse mai conosciuto e lui conosceva mostri come Ruthven e Erzsebet...

“Mavis?” Era Jonathan che la chiamava, ma lei era talmente persa nei suoi pensieri che quella voce la sentiva così lontana e ovattata che non attirò minimamente la sua attenzione, il suo sguardo perso nel vuoto, gelido, “Mavis?!” La chiamò nuovamente, ma in maniera più decisa e lei trasalì, il ragazzo era in piedi davanti a lei, ma non se ne era accorta fino ad allora.

Era sull'orlo di una crisi di panico e l'umano lo aveva notato, tanto che stava avvicinando una mano verso di lei, ma si era fermato temendo che un contatto avrebbe potuto rompere quel fragilissimo equilibrio psicologico che le rimaneva.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Il Corvo ***



CAPITOLO 27: Il Corvo



Mavis non disse nulla nonostante Jonathan fosse in attesa di una qualche risposta, lei continuava ad avere uno sguardo spento ed assente, fisso sul vuoto, come se il ragazzo, Dracula né alcun altro mostro fosse presente attorno a lei.

Sentiva il battito del suo cuore nelle orecchie farsi sempre più sonoro e veloce, troppo veloce per il flebile battito di un vampiro, tanto che le venne il dubbio che fosse veramente il suo.

Come se fosse precipitata di nuovo alla realtà, Mais trasalì e spinse via Jonathan, all'improvviso quella grande sala col soffitto alto più di cinque metri diventò claustrofobico per lei. Si guardò attorno agitata, partì di corsa verso l'uscita dalla sala del consiglio, ma pochi passi dopo un muro di mostri-giornalisti, che erano scesi dalle tribune di quello che sembrava più un anfiteatro greco al chiuso che un'aula di tribunale, le si parò davanti.

Erano tutti trepidanti di domande, ma lei non sembrò curarsene ed il primo a farne le spese fu uno scheletro fotografo che venne travolto e fatto letteralmente a pezzi dalla corsa inarrestabile della vampira. Il suo cranio rotolò sul tappeto rosso lamentandosi del giramento di testa. Essendo palese che non sarebbe stato facile fermare Mavis, i giornalisti del La Gazzetta dell'Inquisitore le lasciarono via libera per non fare la fine del collega, ma subito dopo il suo passaggio le corsero dietro urlandole domande incomprensibili poiché tutte sovrapposte.

Senza guardarsi indietro Mavis corse su per le scale, i suoi occhi erano lucidi ed i suoi denti stridevano dalla forza con cui stringeva la mandibola.

Le sarebbe certamente stato più comodo volare come pipistrello che correre, ma aveva bisogno di sfogare in qualche modo l'agitazione che aveva dentro e che la stava facendo impazzire.

Arrivò rapidamente in camera sua sbattendo la porta dopo di lei, ma nonostante ciò il baccano dei suoi inseguitori era ancora fin troppo udibile. Un piede peloso si era parato fra lo stipite e la porta impedendone la chiusura e dallo spiraglio fece capolino un lupo mannaro con taccuino e penna in mano.

Pessimo momento, anche perché Mavis ricordava ancora nitidamente la passata esperienza con una strega giornalista impicciona e non era affatto dell'umore adattato a sopportarli anche questa volta.

Mavis si allontanò dalla porta lasciando che l'uomo lupo la aprisse, ma non entrò in camera. Si era bloccato con la bocca semi aperta, carica di domande, ma era come se si fosse dimenticato come si parla. Intanto la ragazza lo guardava negli occhi, uno sguardo tetro e adirato che in passato non aveva mai rivolto a nessuno.

Il giornalista rimase fermo anche quando i suoi colleghi lo raggiunsero sulla soglia della camera 174, poi iniziò a respirare sempre più affannosamente fino a che i suoi respiri non divennero rantoli. È vero che in quella situazione di nervosismo l'aria era diventata talmente pesante da poterla tagliare, ma non da far affogare veramente un mostro. Barcollò e si guardò intorno preoccupato, spostando lo sguardo prima ai suoi colleghi e poi alla vampira che non si era mossa di un millimetro, infine spinse via gli altri mostri e fuggì via gattonando.

Gli altri giornalisti videro la mal parata e si allontanano rapidamente lasciando Mavis da sola, mentre la rabbia dal suo volto svaniva lasciando al suo posto un senso di paura e pentimento.

Nonostante fosse arrabbiata con loro non era certo sua intenzione fargli del male, ma lo aveva fatto e probabilmente avrebbero scritto chissà cosa sulla sua instabilità mentale e violenza magica. In ogni caso le importava fino ad un certo punto, la sua preoccupazione principale era un'altra.

Si morse il labbro secco e fece un profondo sospiro tremante, non voleva farsi giudicare per la persona che amava, nessuno aveva il diritto di farlo e la paura di perdere Jonathan la stava logorando.

Troppo peso gravava su una ragazza così giovane e non preparata alle dure pieghe della vita.

Come non comprendere le insicurezze di una ragazza la cui preoccupazione maggiore, fino ad un mese prima, era come chiedere al padre il permesso di far visita ad un villaggio umano.

Mavis si lasciò cadere a peso morto di schiena sul letto di camera sua, gambe piegate e piedi a terra mentre i suoi occhi lucidi fissavano il soffitto scuro e con alcune macchie di muffa. Era così paralizzata dalla sua angoscia che non aveva neppure le forze di alzare le gambe ed abbracciarle per chiudersi nel suo solito bozzolo come faceva di solito quando era triste.

Voleva piangere e sfogare la tristezza, voleva urlare e sfogare la paura, voleva alzarsi e prendere a pugni la porta per sfogare la rabbia, ma non ci riuscì, restando accasciata sul suo letto a forma di bara come una vecchia marionetta con i fili tagliati.

In quel momento rimase sola con se stessa, il mondo attorno a lei era come scomparso e fu in quel momento che si rese conto che la sua fanciullezza era davvero finita, troncata troppo bruscamente, catapultata suo malgrado in una realtà a lei sconosciuta e dura.

Le responsabilità che gravavano su di lei erano eccessive, a malapena sapeva gestire la sua vita ed adesso aveva fra le mani non solo il suo futuro, ma anche quello della sua persona amata e di suo padre.

"So cosa stai pensando..." una flebile voce gracchiante attraversò il silenzio di quella stanza, era lontana e appena percettibile, ma fece trasalire Mavis dal suo stato quasi catatonico e si guardò intorno per non vedere nessuno.

Per un attimo quella voce le ricordò ciò che non avrebbe mai più voluto ricordare, la voce di Lilith che l'aveva torturata fino a meno di un mese fa.

Aveva odiato come non aveva mai odiato nulla nella sua vita quella presenza nella sua testa, ma effettivamente la voce che aveva appena sentito era totalmente diversa, anche se in quel momento non le dispiaceva così tanto risentirla, almeno avrebbe avuto qualcosa da incolpare per tutti i suoi problemi.

Un battito d'ali piumate interruppe nuovamente il silenzio ed attirò l'attenzione della giovane vampira sul comodino dove un grande corvo imperiale ci era appena atterrato sopra.

L'uccello nero contraccambiò lo sguardo incuriosito di Mavis e starnazzò rumorosamente.

"Mi dispiace averti trascinato in questo casino." disse il corvo rammaricato, quella voce stridula era la stessa di prima e ciò fece fare a Mavis un sospiro di sollievo.

"Hal?" Domandò la ragazza alzandosi a sedere.

Il corvo rispose con un gesto di assenso con la testa, "Sono qui per vedere come stai. Lo so che ti chiedo molto, ma ho... abbiamo bisogno che tu stia bene."

Mavis sospirò, "E noi abbiamo bisogno che tu rimanga vivo e che l'ordine non ci colleghi a te. Ti rendi conto di quanto rischi a venire qui di persona? Soprattutto ora che ti credono morto." Lo rimproverò la giovane appoggiando il volto sulle mani.

L'uccello roteò gli occhi mugolando, "Cercherò di fare del mio meglio per aiutarvi, tu ed il ragazzo intendo, vedrai che andrà tutto bene."

"Dici?" Piagnucolò la vampira sempre tenendo il volto sulle mani.

Il corvo prese un momento prima di rispondere, "No, fino ad ora tutte le coppie miste sono state separate e agli umani coinvolti è stata cancellata la memoria." Disse sinceramente, forse anche troppo visto che Mavis sprofondò ancora di più con la testa verso il basso facendo scorrere le mani fra i capelli, "Forse non sono la persona migliore per tirare su il morale alla gente." Concluse il corvo ripensando a ciò che aveva appena detto.

Mavis non rispose, così la voce graffiante riprese, "Il tuo nervosismo non è dato solo dai vostri problemi legali, vero?"

La ragazza alzò la testa, i suoi occhi erano gonfi di lacrime.

"Da quant'è che non mangi?" Domandò l' uccello.

Mavis rifletté, "Direi dal banchetto prima del Consiglio."

"Non è quello che intendevo," La interruppe il corvo, "L'ultima volta che hai bevuto sangue umano è stata dopo la lotta contro Ruthven ed Erzebeth, vero?"

La ragazza sospirò cupamente, non le piaceva parlare di quell'argomento. "In effetti si, ma non ho sete di sangue, non dopo così poco tempo!" Esclamò Mavis, la sua voce era carica di una rabbia immotivata.

Il corvo distolse lo sguardo da lei amareggiato, "Sto cercando di aiutarti." Rispose offeso.

La vampira si alzò di scatto dal letto dando le spalle ad Hal, "Non. Ho. Bisogno. Di. Sangue!" Disse Mavis scandendo ogni parola e serrando i pugni.

"Fa come ti pare, non è un mio problema." Riprese il corvo, "Dovevi saziarti quando ne avevi la possibilità, ma hai indugiato troppo, non puoi bere sangue ora, ci sono troppi mostri che ne fiuterebbero l'odore."

"Ho detto-" Rispose Mavis voltandosi di nuovo verso il comodino, ma non fece in tempo a continuare.

"Lo puoi negare quanto vuoi!" Starnazzò il corvo interrompendo bruscamente la ragazza, "Vedremo chi ha ragione quando aggredirai l'umano."

La vampira non ribatté, sembrava essersi calmata e pentita per aver perso le staffe, poi tornò a sedere sul letto appoggiando i gomiti sulle ginocchia e lasciando cadere la testa sulle mani.

"Come posso sperare di vivere con Jonathan se resisto appena un giorno senza sangue?"

"Non è facile." Disse il corvo e con un battito d'ali raggiunse Mavis sul letto atterrandole accanto.

"Tu che ne sai?" Brontolò Mavis.

Ma non ci fu risposta perché da dietro la porta qualcuno bussò timidamente.

"M-Mavis?" Era la flebile voce di Dracula.

"Si, papà. Entra." Rispose lei.

Il vecchio vampiro entrò lentamente chiudendo la porta dietro di sé, percorse il breve disimpegno e si fermò quando vide sua figlia, i loro sguardi erano entrambi tristi e preoccuparti, quasi impotenti, ma appena Dracula notò il corvo la sua espressione cambiò radicalmente. All'improvviso aggrottò la fronte e socchiuse gli occhi, la tristezza e la preoccupazione divennero nervosismo e rabbia.

"TU?" Ringhiò il conte, la sua voce era roca dalla collera, "Cosa ci fai da solo con mia figlia?"

"Anche per me è un piacere vederti." Rispose Hal beffardo.

"È solo venuto a vedere come stavo." Disse Mavis per proteggere l'operato del mostro che l'aveva aiutata molto in quei giorni.

"Ti ho detto che non puoi stare con mia figlia da solo!" Esclamò Drac ancora più alterato.

"Fosse la prima volta che mi trovo a letto con quel bocconcino di tua figlia." Ribatté il corvo ammiccante, sicuro di far alterare ulteriormente il vecchio vampiro ed infatti la sua reazione non tardò ad arrivare.

"Non osare parlare così di lei!" Ruggì Dracula puntando l'indice minaccioso verso il corvo.

L'uccello parlante lo guardò con occhi di sfida.

Il vampiro spostò lo sguardo sulla figlia, "Ti proibisco di incontrarti con lui se non in mia presenza." Le disse cupamente.

Lei lo guardò esterrefatta, "Sono un'adulta ormai, non puoi dirmi chi posso frequentare!" Esclamò arrabbiata.

"Ti sei già dimenticata cosa è successo l'ultima volta che ti sei fidata di altri vampiri?" La voce di Dracula era spezzata, detestava toccare quella ferita ancora fresca nella coscienza della figlia, ma doveva proteggerla a tutti i costi.

"Questo è un colpo basso Vlad." Si intromise il corvo.

Alle parole del padre Mavis si incupì, ma la curiosità prese il sopravvento, "Quindi anche tu sei un vampiro?" Domandò rivolgendosi al nero uccello.

"Tuo padre non te lo ha detto?" Gracchiò lui spostando lo sguardo da Mavis a Dracula.

Anche la ragazza guardò suo padre.

"Non volevo che tu pensassi di avere qualcosa in comune con lui." Rispose lui burbero, "Non farti fregare dall'aspetto giovane e moderno, non sai mai cosa ti può nascondere. Non ti devi fidare."

"Fortuna che ha te come esempio di persona degna di fiducia, vero?" Rispose Hal con voce tagliente, "Dopotutto occhio non vede, cuore non duole, no?"

"Smettetela!" Tagliò corto Mavis, "So dell'oscuro passato di mio padre. Ora è cambiato, magari è troppo apprensivo, ma lo fa per proteggere me e Jonathan."

"L'umano?" Disse il corvo ridacchiando, "È solo un accessorio per renderti felice, se è ancora qua è solo perché tuo padre non può vederti triste."

"Non è vero!" Esclamarono padre e figlia all'unisono.

Il corvo ridacchiò ancora, "Una promessa è una promessa. Ed io non ho ancora riscosso il mio tributo."

Dracula fece mezzo passo indietro, non riuscì a mascherare la sua espressione preoccupata ed i suoi occhi sembravano implorare Hal di non aprire il becco, nel vero senso della parola.

"Smettetela di battibeccare!" Sbuffò Mavis, con un tono più rabbioso del necessario, si vedeva che c'era qualcosa che non andava in lei e purtroppo stava peggiorando.

Era la seconda volta che quel vampiro accennava ad un debito non riscosso che Dracula gli doveva, ma nonostante la curiosità di Mavis fosse molta temeva troppo di scoprire a quale prezzo suo padre aveva assoldato quel guerriero dragone per salvarla da Camazotz e vista la sua reazione capì che gli aveva promesso qualcosa di valore inestimabile.

"Dobbiamo chiedere più tempo." Disse il corvo rompendo gli attimi di silenzio, "Mavis non è nelle condizioni per affrontare il Consiglio in questo momento."

Nessuno dei due rispose. La vampira sapeva che sarebbe stata la cosa migliore da fare, ma voleva sentire prima cosa ne pensava suo padre.

"È fuori discussione, se Shin Ryu scoprisse che siamo in difficoltà ci colpirebbe ancora più duramente." Rispose il conte incrociando le braccia, "Dobbiamo andare avanti senza farci vedere indeboliti."

"Quanto è alto il ragazzo?" Domandò l'uccello curvando la testa verso la ragazza che lo guardò stranita, "Così intanto vi procuro una bara per spedire il cadavere dissanguato ai genitori." Concluse ridacchiando.

"Non è divertente!" Esclamò Mavis arrabbiata per la mancanza di tatto di Hal.

"Ovvio che no, non era affatto una battuta."

"Di che stai parlando? Punirò duramente chiunque provi anche solo torcere un capello a Jonny!" Disse il conte autoritario.

"Il problema sono io." Sospirò Mavis con un filo di voce.

Dracula si incupì, non erano certo le parole che voleva sentire, "Vado a prendere una bottiglia di Similsan."

"Non farmi ridere, vuoi davvero placare la sua sete con del sangue sintetico? Sai che in lei non c'è una normale essenza magica." Lo fermò il corvo, "Comunque Mavy sei più forte di quanto immaginassi, nonostante un duello mortale e tutto lo stress degli ultimi giorni mi aspettavo una reazione ben peggiore."

"Mavis dovrà accontentarsi del cibo che abbiamo, i draghi hanno perquisito la camera 99, temo che non ci sia rimasto nulla di loro tranne i vestiti." Disse Dracula.

"Cosa?!" Esclamò Mavis preoccupata, questa notizia la turbò molto.

"Mi hai preso per un coglione come tuo padre?" Sbottò il corvo, "L'ho messo al sicuro, sangue di quella qualità non lo lascio in mano ai draghi."

"Grazie, ma il problema è adesso, se non lo posso bere prima del Consiglio che facciamo?" Domandò Mavis incapace di trovare una soluzione da sola.

Dracula fece una smorfia scocciata quando si accorse che la figlia aveva posto la domanda non a lui ma a Hal.

"Non c'è tempo di agire in alcun modo. Vai e cerca di non mangiare Jonathan."

La vampira sospirò delusa, sperava in un aiuto concreto ed invece doveva contare solo su stessa e sulla sua forza di volontà.

"Come fai?" Disse lei alzando leggermente la testa e guardando l'uccello, "Hai detto che vivi fra gli umani, come riesci a..."

"A resistere alla tentazione di morderli?" Lui concluse la frase, "Non ho mai detto che resisto." Concluse con voce sprezzante.

La breve pausa del Consiglio straordinario dell'Ordine del Drago è quasi finita, Mavis non ha potuto bere sangue e la sua sete inizia a sentirsi, riuscirà la giovane vampira a resistere al richiamo del sangue di Jonathan ed a convincere i giudici a permettere questa relazione interrazziale? Seguitemi nel prossimo capitolo!

Grazie a tutti per aver letto la mia storia nonostante i lunghi tempi di aggiornamento. Riuscirò ad essere più presente? Non lo so, ma farò il possibile. Voi intanto lasciate qualche commento, le vostre parole, sia positive che negative, sono il miglior ringraziamento.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** L'amore non ha giudici ***



CAPITOLO 28: L'amore non ha giudici

Mavis rimase sola nella sua stanza, si sentiva stordita e le girava la testa, probabilmente la fame stava peggiorando, ma cercò di restare calma. Uscì e si diresse lentamente verso la hall. Notò con piacere che mentre scendeva le scale il malessere diminuiva, ma adesso che stava meglio non riusciva a capire dove fosse andato suo padre e perché Jonathan non fosse venuto a cercarla. Probabilmente era stato Dracula stesso ad ordinargli di non avvicinarsi a lei, ma le sarebbe piaciuto averlo vicino in quel momento.

La hall era gremita di mostri di tutte le taglie e razze tanto che gli zombie dovevano farsi in quattro, nel vero senso della parola, per venire in contro alle esigenze di tale mole di persone.

"Mavis, dove eri sparita!" Esclamò dolcemente Drac.

"Io... scusa, ho... mi girava la testa." Borbottò lei in risposta, la sua voce fu appena udibile dal vampiro nonostante il suo udito fine.

Lui le sorrise, "Non preoccuparti, è quasi finita."

Insieme tornarono alla sala grande e attraversarono il corridoio centrale sotto le tribune di legno a mezzaluna che circondavano per metà il banco degli imputati; nonostante le dimensioni i posti a sedere erano già pieni di mostri pronti a seguire il dibattito, mentre altrettanti erano dovuti rimanere all'esterno della sala.

Raggiunsero la loro postazione dove era rimasto Jonathan con Jay Ci, l'umano dotato di straordinari poteri nonostante non avesse energia demoniaca in lui come le altre creature magiche. I due stavano discutendo allegramente mentre bevevano tè verde e biscotti.

A differenza che con Mavis nessun curioso si era avvicinato al ragazzo, probabilmente avere accanto un Consigliere era un buon deterrente.

"Whoo, Mavy!" Esclamò Jonathan con voce strascicata appena vide la ragazza, " Prendi una sedia ed unisciti a noi, anche tu Drac, c'è posto per tutti!"

La vampira fu felice di vedere il fidanzato così tranquillo, ma suo padre sembrava di tutt'altro umore.

"Jay, che diavolo stai facendo?" Brontolò il conte.

"No, Drac," Rispose Jonny, "Richiama in te questa negatività, esorcizzala e trasformala in positività." Continuò gestiicolando con le braccia molli.

"Negatività?" Esclamò Dracula, "Il problema non è la negatività! Siamo sotto processo e la cosa migliore che ti viene in mente è fare merenda con infuso e biscotti alla marijuana?"

I due umani strafatti guardarono il vecchio conte, poi si scambiarono un'occhiata, "Ovvio che sì!" Esclamarono all'unisono.

Il conte imbronciato schioccò le dita ed in un attimo tutto ciò che c'era sopra la scrivania della difesa si volatilizzò, compresa la tazza che Jonathan stava porgendo a Jay Ci che la teiera con cui quest'ultimo riempiva di infuso la tazza del ragazzo.

I due rimasero impietriti dalla delusione poi il consigliere rasta si alzò dalla sedia e si allontanò senza dire nulla, a testa bassa e labbra ricurve verso il basso, come un bambino che torna a casa dopo aver fatto arrabbiare la mamma dell'amico.

Mavis trovò divertente quella scena, ma suo padre non era affatto divertito.

"Fantastico, abbiamo da una parte Jonathan drogato e dall'altra Mavis che porterebbe mangiarselo dal un momento all'altro." Borbottò il vecchio vampiro sarcastico.

Queste parole fecero spegnere il sorriso sul volto di Mavis in un attimo, suo padre aveva terribilmente ragione, Jonathan magari non sembrava tanto diverso dal solito, ma lei stava male ed anche se in quel momento non aveva avuto alcun pensiero strano sull'amante non sapeva quanto sarebbe durata questa tranquillità.

"Il consiglio è pronto per riprendere." Annunciò la voce atona di nonna gramli. Nonostante non fosse una voce e nemmeno una figura autoritaria l'intero hotel si azzittì di colpo, dopodiché i membri dell'Ordine arrivarono riprendendo i loro posti.

"Se siamo tutti pronti possiamo iniziare." Disse Shin Ryu la regina dei draghi, nonostante in quel momento avesse l'aspetto di una minuta ragazza cinese con lunghi capelli neri in realtà era il drago vivente più antico e potente al mondo, "Bene, il Consiglio dell'Ordine del Drago si riunisce per discutere la legittimità della relazione fra i qui presenti Mavis Dracula e Jonathan..." Shin Ryu si fermò un attimo, "In effetti non sappiamo ancora il nome della tua famiglia." Continuò rivolgendosi al ragazzo.

Era vero, era passato più di un mese da quando l'umano era arrivato all'hotel Transylvania e nessuno conosceva ancora il suo cognome. Non era un fatto strano, i mostri sono pochi nel mondo, non hanno bisogno di un secondo nome, inoltre la loro vita è spesso talmente lunga che non sentono il bisogno di trasmettere il loro nome alle generazioni future. Gli unici ad avere questa usanza umana sono soprattutto coloro che hanno origini umane. Giorni prima era saltato fuori questo argomento a tavola con Mavis e suo padre, ma Jonny aveva evitato di rispondere.

La draghessa continuò a fissare il ragazzo in attesa di risposta, ma lui continuò a prendere tempo, poi bofochiò qualcosa di incomprensibile.

"Puoi ripetere?" Domandò Regina delle Nevi.

Jonathan borbottò di nuovo, ma nemmeno Mavis seduta accanto a lui riuscì a sentirlo.

Shin Ryu lo guardò spazientita, il suo sguardo era più chiaro di tante parole.

"Fotter." Disse l'umano con un filo di voce, rassegnato, scatenando l'ilarità di tutti i presenti compresi Dracula e Mavis che però si sforzarono di non scoppiare a ridere.

"Va bene, va bene, mi chiamo così, ora potete smetterla e chiudiamo l'argomento?!" Disse lui irritato.

Con un deciso colpo del suo martello di legno la regina dei draghi richiamò l'aula al silenzio.

"Dicevamo..." Disse con un leggero sorriso divertito, "Siamo qui riuniti per discutere la legittimità della relazione fra Mavis Dracula e Jonathan..." Prese un paio di secondi prima di continuare, "L'umano."

"Grazie..." Bisbigliò l'umano sarcastico.

"Per prima cosa dobbiamo valutare la pericolosità diretta ed indiretta dell'umano in questione." Disse Sassofrasso il leprecauno con la sua voce stridula e la parlata scontrosa, nonostante fosse un nanerottolo vestito di verde era sempre fra i primi ad attaccare.

"Ma di che stanno parlando?" Domandò il ragazzo sottovoce a Drac.

"Pericolosità diretta: quanta probabilità c'è che tu possa far del male ai mostri, pericolosità indiretta: quanta probabilità c'è che tu tradisca la nostra segretezza e la nostra sicurezza." Spiegò brevemente il vecchio conte.

"Sulla pericolosità diretta direi nulla, chi è d'accordo?" Disse Gojira, il vecchietto giapponese che nascondeva la sua vera identità di un gigante drago non alato.

Tutti i membri del Consiglio alzarono la mano.

"Ehy, a karate ero cintura gialla a 6 an-!" Sbottò il ragazzo, ma Dracula gli pestò un piede per zittirlo.

"Idiota, qualsiasi classificazione superiore a nulla e te ne torni a casa senza ricordi!" Lui sussurrò fra i denti per non farsi sentire dal Consiglieri.

"Vuoi forse chiedere una rivalutazione?" Domandò Shin Ryu speranzosa.

"No, vostro onore." Rispose prontamente Jonny.

"Per quanto riguarda la sua pericolosità indiretta e le sue reali intenzioni ci sarà da discutere." Continuò la regina dei draghi. "Ma prima di sentire i diretti interessati vorrei fare un prologo. Chiamo a testimoniare la maga Circe, so che è presente fra il pubblico."

La donna dai lunghi capelli neri e la carnagione olivastra seduta nella zona centrale alta delle tribune si guardò intorno stupita mentre tutti i mostri si voltarono verso di lei.

"Prego, ci raggiunga." La esortò la giudice.

La donna si smaterializzò per ricomparire seduta la banco dei testimoni.

"Ricordo a tutti che questa non è una testimonianza ufficiale, voglio solo che tutti ascoltino la sua storia. Prego, raccontaci la tua esperienza con gli umani."

Circe era titubante, anche se c'era rivalità fra l'hotel Transylvania ed il Dream hotel i due proprietari erano comunque buoni amici nonostante a causa degli impegni del loro lavoro non si vedevano da decenni, "È passato molto tempo, 3000 anni fa i rapporti fra uomini e mostri erano più complicati, poi l'aver trasformato i suoi compagni in maiali non penso abbia aiutato..."

"Non mi riferisco a quel caso," La giudice la interruppe, "Parlo di quell'altra volta, una ventina di anni fa, non mi sembra passato poi così tanto tempo."

La maga deglutì, "Mi vedevo con un umano, ci piacevamo entrambi, così una sera lo portato al mio hotel, be' ai tempi era ancora un piccolo motel, ma non fu una buona idea." La donna singhiozzò, probabilmente provava ancora qualcosa per quell'uomo, "Usai la magia per ricreare ciò che lo faceva sentire a suo agio, nel suo caso erano i suoi vecchi giocattoli, ma quando arrivò d'innanzi a camera mia e notò la sua roba nella stanza accanto diede di matto, svegliò gli ospiti che uscirono dalle loro camere e lui si spaventò ancora di più e corse via. Provammo a inseguirlo per farlo ragionare, ma lui si lanciò fuori dalla finestra, saltò in auto e fuggì via." I singhiozzi e le lacrime impedirono alla donna di andare avanti.

"Ricordo l'accaduto," Disse Regina delle Nevi, "Mandammo una squadra di Ereaser per cancellargli la memoria, ma visto che le emozioni che aveva provato quella notte non potevano essere eliminate venne convinto che quelli che aveva vissuto era stato solo un incubo."

"Già, per lui sono stata solo un grande incubo..." Sospirò Circe quella ferita nascosta in fondo al suo cuore era più dolorosa di quanto chiunque potesse immaginare. Poi la donna si alzò ancora in lacrime, "Posso andare?" Domandò con voce tremante.

La regina dei draghi fece un cenno di assenso con la testa e la donna chiuse gli occhi e si smaterializzò.

"Obiezione!" Esclamò Mavis, "Questa testimonianza non è pertinente al caso in questione."

"Rifiutata." Controbatté Shin Ryu, "Non stiamo ancora giudicando alcun caso. Come ho già detto, questa è solo una piccola chiacchierata di cui nessuno dei giudici dovrebbe tenere conto."

Tutte balle, i giudici dell'Ordine del Drago sono emotivi e il ricordargli brutte esperienze di coppie interraziali non farà altro che spostare l'ago della bilancia nella direzione sbagliata.

"Andando avanti," Disse la donna guardando verso Nettuno, il possente re dei mari. A differenza di come Jonathan si immaginava i trironi, Nettuno aveva l'aspetto di un grande umano, non aveva una coda di pesce, anche se sulle sue gambe c'erano alcune squame. "Nettuno, tu cosa ci racconti riguardo le relazioni mostro-umane, la tua figlia minore tempo fa si è invaghita di uno di loro."

Il tritone si incupì al punto che i suoi occhi quasi scomparvero nell'ombra "Mia figlia lo salvò dall'annegare e lo volle rivedere. Fu così determinata da scendere a patti con una strega degli abissi e si tagliò la lingua in cambio due gambe con cui poterlo raggiungere. Ma quell'umano si innamorò della donna che vide quando si risvegliò sulla spiaggia e mia figlia senza voce non poté raccontare la verità."

"Dai non disperare!" Esclamò Jonathan ammiccante, "Il proverbio dice che il mare è pieno di pesci!"

Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante.

"Non ottenendo l'amore di quell'uomo in tempo," Continuò Nettuno, la sua voce era sempre più spezzata, "La maledizione ha ucciso mia figlia. L'unica cosa che è rimasta di lei è stata una manciata di schiuma di mare che si è dissolta fra le onde."

"Stupidi cartoni animati ed i loro lieti fine mai avvenuti..." Bisbigliò l'umano fra se.

Il ragazzo si alzò e raggiunse la sedia sotto alla regina dei draghi che, assieme agli altri membri del consiglio, sovrastava tutti dalla cima del loro banco. Davanti a se poteva vedere una marasma di mostri seduti sugli spalti a ferro di cavallo, mentre Dracula e Mavis erano dietro alla loro scrivania, solitari, al centro dello spazio fra il pubblico ed i consiglieri.

"Non è strano dover dare le spalle ai giudici?" Domandò Jonny sedendosi e guardando in alto verso Shin Ryu.

"Niente affatto, devi parlare verso il pubblico, perché sono loro a giudicarti, noi siano solo dei tramiti." Rispose la donna.

Belle parole, ma in realtà i consiglieri, seppur eletti dai mostri, non erano altro che i più potenti esponenti di ogni habitat mostruoso e le loro cariche erano quasi sempre a vita e perciò praticamente eterne.

"Giuri solennemente di dire... oh, ma che ti faccio giurare a fare, puoi mentire indipendentemente dal giuramento." Disse acida la draghessa, "Tu sei Jonathan Fotter, razza umana?"

"Si, e giuro che non mentirò." Rispose il ragazzo. "Non è colpa mia se non ho in me una magia oscura che mi obbliga a rispettare un giuramento." Continuò più acido della draghessa stessa.

I tre draghi lo guardarono con disprezzo, ma non poterono controbattere, Jonathan aveva ragione.

"Perché sei venuto in questo hotel?" Domandò Shin Ryu.

"Ma non stavi ascoltando quando raccontavo la mia storia nell'intervista di ieri?" Rispose l'umano senza riflettere.

La draghessa iniziava a perdere la pazienza, ma preferì mantenere la calma, "Non tutti i qui presenti hanno assistito a quell'incontro." Controbatté lei.

"Grazie ad un concorso musicale ho vinto un viaggio in Europa, la seconda tappa è stata proprio qui in Transylvania. Incuriosito dalle storie sui mostri mi sono addentrato nella foresta infestata ed in una radura ho visto dei tizi che bruciavano e li ho seguiti fino ad arrivare qui."

"E nessun fantasma o altro mostro ti ha fermato?"

"In effetti no."

"Obiezione," Li interruppe Mavis "Non sono domande inerenti all'argomento trattato."

"Va bene, sarò più diretta, hai conoscenze o armi in grado di tenere lontani i mostri a protezione della foresta?"

"No, non conoscevo l'esistenza di mostri prima di arrivare al castello."

"Quindi tu non hai collegamenti con alcun cacciatore di mostri? L'arrivo di Van Helsing poco dopo di te è solo un caso?"

"La prima ed unica volta che ne ho incontrato uno mi ha quasi ucciso. Direi proprio di no."

"Quindi vorresti farci credere che tu non abbia ricevuto alcun aiuto per superare la foresta stregata?"

Probabilmente erano state le lamie, agendo nell'ombra, a impedire ai fantasmi di avvicinarsi a lui, ma visto che era sono una supposizione di Dracula non si sentiva obbligato di rivelarla.

"Sono arrivato qua da solo."

La regina dei draghi sbuffò sarcasticamente. Non credeva alle parole del ragazzo, ma non poteva comunque dimostrare il contrario.

"Se avessi saputo prima dell'esistenza dei mostri, avresti cercato di raggiungere prima questo posto?"

"Certamente."

"Hai paura della morte?"

"O-ovvio che si, che domanda è?"

"Ammetti di temere la morte e che avresti cercato di metterti in contatto con i mostri subito se avessi scoperto la loro esistenza prima di questo tuo viaggio. Ho seguito migliaia di casi come questo, voi umani siete tutti uguali, volete tutti ottenere la lunga vita dei mostri."

"Hey, non è quello che ho detto! Io amo Mavis e voglio bene a tutti voi come foste la mia famiglia, non mi importa se invecchio e muoio, sarò felice di stare con voi finché vivo." Sbottò Jonathan irritato da queste accuse.

"Belle parole, ma sono solo parole..." Rispose la Regina dei draghi, "Donna Sebastiana," continuò rivolgendosi alla donna scheletro vestita di una tunica nera con cappuccio e il teschio ricoperto di disegni tipici degli shugar skull messicani, "Tu che hai a che fare in continuazione con gli umani alla fine della loro esistenza, quanti di loro desidererebbero la lunga vita di un vampiro?"

La donna scheletro prese alcuni secondi prima di rispondere, "Quasi nessun umano accetta la morte. È stancante, da millenni aiuto la loro anima a non rimanere bloccata nella terra dei vivi e tutti hanno paura di me come se fossi io la causa della loro fine. Non dico con certezza che questo umano sia rimasto qui solo per ottenere la vita eterna, dico solo che conoscendo i suoi simili questa sia la cosa più probabile."

"La cosa più probabile?" Squittì Sassofrasso il leprecauno, "Diciamolo chiaramente, o è qui per ottenere la vita eterna o è qui per farci sterminare tutti dai cacciatori!"

Nessuno in aula controbatté quelle parole, un inizio davvero pessimo, 5 consiglieri erano già contro di loro.

"Voi date tutto per scontato, certi che non possiate sbagliare. Come potete giudicarmi se neanche mi conoscete? Cioè! Siamo qui a giudicare me o a giudicare il comportamento tipico dei miei simili?" Jonathan non era mai stato così sicuro di sé, soprattutto quando era sotto pressione o al cospetto di mostri importanti.

"Jonathan." Disse Mavis con un voce atona, non aveva mai detto quel nome in maniera così fredda, sembrava una vera avvocatessa, "Hai avuto contatti diretti con altri umano da quando hai scoperto l'esistenza dei mostri?"

"Si." Rispose lui, "Quando stavo per tornare a casa e quando ho chiamato un paio di volte la mia famiglia."

"Ed hai rilevato a qualcuno della nostra esistenza?"

"Assolutamente no."

"Bene, inoltre puoi confermare che sei stato tu ad aiutare Dracula a migliorare i sistemi anti intrusione del castello e dei territori limitrofi, sia disegnando i passaggi segreti che spiegando i tipici comportamenti umani in modo da prevenire facilmente ogni loro mossa?"

"Esatto, parlando in modo oggettivo direi che senza di me non so se Drac sarebbe riuscito a gestire gli umani che avete portato qui." Dichiarò il ragazzo dando uno sguardo al conte che fece un leggero sorriso ed annuì per confermare le parole del ragazzo.

"Jonathan," disse Dracula che fino ad allora non aveva aperto bocca, "Cosa saresti disposto a fare per proteggere mia figlia.?"

"Qualsiasi cosa, anche dare la mia stessa vita." Rispose il ragazzo senza bisogno di pensarci.

"E cosa hai fatto fino ad ora per proteggerla?" Le domande del vecchio vampiro erano ben mirate, doveva solo sperare che il ragazzo rispondesse sinceramente omettendo solo qualche dettaglio.

"Mi sono nel mezzo fra lei e Van Heling, mi sono trovato faccia a faccia con un demone pipistrello ed ho lottato da solo contro Erzabeth."

Shin Ryu trattiene a fatica una risata, "Menzogne, almeno cerca di inventarti storie credibili!"

Molti Consiglieri ridacchiarono, sembrava che quasi nessuno credesse alle sue storie.

"Se sei così sicuro di ciò che dici, dimostralo." Disse Nettuno il Tritone, il suo aspetto di un umano di terza età con i capelli e barba lunghi e bianchi era in netto contrasto con il fisico alto e scolpito. Viste le sue grandi abilità sia fisiche che magiche era un draghiere di alto rango nonché peoprietario dell'hotel Atlantide, un resort in fondo all'oceano.

"D-dimostrarlo? E come potrei?" Esclamò il ragazzo confuso.

Shin Ryu si alzò in piedi, chiuse gli occhi ed il suo corpo di infiammò di un fuoco verde e giallo che crebbe verso l'alto, poi curvò e scese sul pavimento e formò un cerchio con dentro Mavis e Jonathan. Il lungo serpente di fuoco divenne solido, le fiamme adesso erano squame verdi di un gigantesco serpente contorto per entrare a fatica in quella stanza, le zampe anteriori erano corte ma dotate di lunghi artigli, la testa, contornata da una folta criniera di un verde più scuro delle squame, era come quella di un leone con corna di cervo.

Era il tipico drago-serpente cinese, l'unica differenza erano le due ali di piume bianche a circa metà del corpo, le ali erano grandi, ma in confronto al corpo della draghessa erano decisamente sottodimensionate.

Shin Ryu mostrava la sua vera forma per la prima volta dinanzi all'umano che rimase sbalordito.

La draghessa strisciò sinuosamente a terra fino a raggiungere Mavis che in un attimo venne avvolta nelle sue spire e alzata da terra.

"Dimmi umano, quanto ci tieni all'incolumità della ragazza?" Domandò Shin Ryu con voce profonda.

Eh si, Jonathan dovrà spassarsela per dimostrare il proprio amore. Seguitemi per scoprire come andrà la lotta Jonathan l'umano VS Shin Ryu la draghessa.

Se il capitolo ti è piaciuto ricordati di lasciare una recensione!


Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** La sentenza ***



CAPITOLO 29: La sentenza

"Lasciala andare!" Gridò il ragazzo, ma come poteva un gracile umano dare ordini ad un mostro del genere?

"Dimostra il tuo onore, dimostra il tuo coraggio. Sconfiggimi e non ucciderò la ragazza."

Jonathan strinse i pugni, dove era Drac in quel momento? Dov'erano tutti i mostri? Sembravano tutti fuggiti via.

Mavis intanto non reagiva, era forse svenuta?

Se solo Dracula fosse stato li... ma dove era sparito ora che c'era bisogno del suo aiuto? Forse i draghi avevano creato una barriera per impedirgli di avvicinarsi? Era la cosa più probabile, ma ciò non cambiava il problema in quel momento, Jonathan era solo.

Ma vedere Mavis in quelle condizioni era troppo per lui, quindi mise da parte il buon senso ed iniziò a correre contro quel mostro, una corsa disperata e senza senso, ma che stupì Shin Ryu, "Hai coraggio, non lo avrei detto. Vediamo se hai Anche la forza." Detto ciò sferrò una codata verticale che distrusse buona parte del banco dei giudici e tutte le mattonelle del pavimento sotto il suo peso, ma che l'umano riuscì ad evitare saltando via all'ultimo secondo. Ma lei non si fermò, un secondo attacco, questa volta orizzontale finì di demolire quel poco che era rimasto del banco dei giudici. Anche questa volta Jonathan evitò più o meno il colpo, riuscì a saltare al momento giusto, ma quella coda era più grossa di quanto lui potesse saltare in alto, quindi ci rotolò sopra, ma venne comunque lanciato via cadendo sul pavimento per poi venire coperto dai detriti di legno.

Era pieno di polvere e pezzi di legno, tossì forte e non ce la fece a rialzarsi, ma poi si rianimò di soprassalto, un urlo echeggiò nella stanza, un grido soffocato di dolore, era Mavis che veniva strangolata fra le spire della draghessa.

Il ragazzo si alzò in piedi, era vicino al suo obbiettivo, ma anche una volta raggiunta Shin Ryu, cosa avrebbe fatto?

Non ci pensò due volte e riprese a correre, non faceva caso al dolore delle sbucciare o alla polvere che gli bruciava la gola.

La draghessa sferrò un nuovo attacco, stavolta più diretto, ruggì e si lanciò ad artigli sguainati contro l'umano.

Quando Jonathan combatté Camazotz aveva come arma l'amore di Mavis che riuscì a sottomettere il demone, contro Erzebeth aveva la spada di Dracula, uno stocco molto appuntito ma senza affilatura, un'arma sacra forgiata con lo spirito di un drago che aveva dato la vita per crearla, un'arma viva in grado di infondere coraggio e abilità combattiva a chi la brandisce, in grado di ferire od essere innocua. Ma in quel momento era da solo contro il più antico e potente drago vivente. Vedendo Mavis in pericolo aveva evitato di pensare a cosa avrebbe potuto fare, ma adesso doveva agire e come guidato da un sussurro nella sua mente fece un balzo verso Shin Ryu, era più alto di quanto sarebbe riuscito ad arrivare, gli sembrava quasi di volare e mentre raggiungeva il mostro strinse i pugni, pronto a colpire, ed in quel momento si scosse che non era più solo.

Un affondo rapido che oltrepassò le zampe artigliate prima che potessero reagire, lo stocco che aveva in mano trapassò le dure scaglie verdi della pelle della draghessa come fossero di burro ed in un attimo tutto si fece nero.

"Già di ritorno? L'umano è morto?" Era la voce stridula di Allister il leprecauno.

Jonathan riaprì gli occhi, erano nella grande sala del Consiglio, tutti i mostri compresa Mavis erano seduti ai loro posti, il banco dei giudici era intatto come anche il pavimento.

Forse era stata solo un'illusione, ma Jonathan era ancora dolorante e poi le parole del leprecauno, forse era stato portato in un altro posto reso uguale alla grande sala con la magia.

C'era un silenzio profondo.

Davanti a lui Shin Ryu in forma umana, lo stocco in mano al ragazzo era ancora conficcato in pieno petto della donna, il suo kimono verde macchiato di sangue fino alle ginocchia. Era una brutta ferita, ma lei sembrava non curarsene, i suoi occhi erano carichi di stupore e disgusto in eguale misura, non c'era ne preoccupazione ne dolore.

Jonathan ritirò la spada e la regina dei draghi la prese per la lama.

"Tu non sei degno di brandire una lama sacra di noi draghi!" Ruggì la donna, poi provò a strapparla di mano al ragazzo, ma lo stocco non si mosse di un millimetro nonostante Jonathan non avesse la forza di contrastare un drago, neppure in forma umana.

Ciò fece stupire ancora di più tutti i presenti oltre che far infuriare ulteriormente la draghessa.

"Sembra che lo stocco ubbidisca più a Jonathan che alla sua regina." Esclamò Dracula soddisfatto.

Jonathan guardò la spada e la ringraziò con un sorriso, essa sembrò averlo capito perché subito dopo si smaterializzò.

Shin Ryu tornò al suo posto con un salto, la sua ferita si era completamente rimarginata, ed anche il buco sul kimono.

Anche Jonathan si sedé al suo posto accanto a Mavis.

"Come stai?" Domandò la ragazza premurosamente.

"Benone." Rispose lui, poi, sovrappensiero fece vedere il suo gomito sbucciato alla vampira. Una goccia di sangue scendeva lungo il braccio fin quasi al polso e fu in quel momento che il ragazzo si accorse dell'errore, mentre Shin Ryu li guardava compiaciuta.

Mavis guardò la ferita preoccupata, poi si tranquillizzò.

"Papà, hai qualcosa?"

Dracula si tolse il foulard di seta nera e lo dette alla figlia che pulì il sangue del ragazzo, sangue che stranamente non faceva venire brutti pensieri alla ragazza.

Jonathan rimase stupito dal comportamento della fidanzata, il suo sangue era stato sempre un problema per lei, ma in quel momento sembrava completamente indifferente.

"Una mossa vile." Esclamò Dracula guardando la draghessa visibilmente incredula dalla mancata reazione di Mavis, "Ricordati che è mia figlia ed ha la mia stessa forza di volontà." Continuò fingendo che il comportamento dei sua figlia fosse normale, ma in realtà lui stesso era più sorpreso della giudice.

"Nessuna mossa vile." Controbatté lei, "Devo accertarmi che non vengano vampirizzati umani irregolarmente per colpa vostra. A questo punto penso sia superfluo ascoltare ulteriori testimonianze, se i due imputati non hanno nulla da aggiungere possiamo iniziare la votazione." Ci sarebbero stati molto altri mostri da ascoltare, ma Shin Ryu sapeva che gli ospiti dell'hotel, gli unici mostri che conoscevano Jonathan, avevano simpatia per lui, quindi sentire altri racconti avrebbe potuto avvantaggiare la coppia.

"Si, io vorrei fare un'ultima costatazione." Rispose Mavis, "Nel corso dell'ultimo secolo le relazioni umani-mostri sono aumentate esponenzialmente, la mancanza di leggi certe ha portato molte coppie a vivere nell'ombra ed a trasformare i propri amanti in mostri illegalmente. Vista l'importanza dell'argomento chiedo quindi una votazione pubblica mondiale per legalizzare o bandire una volta per tutte le coppie interraziali."

"È fuori discussione!" Controbatté la regina dei draghi, ma le sue parole sollevano un frastuono di fischi e ciò che parevano insulti in mostrese dalle platee, anche molti consiglieri erano indignati. I draghi erano abituati a dettare legge senza ascoltare le opinioni altrui, sicuri della loro supremazia ed era su questo che Mavis doveva fare leva. Mettere la comunità di mostri contro i draghi significava che il popolo sarebbe stato dalla parte di Jonathan e Mavis e a quel punto gli altri consiglieri non sarebbero potuti andare contro le preferenze dei loro elettori. Inoltre se il popolo avesse votato a favore delle relazioni miste la giovane coppia non avrebbe più avuto un processo da temere.

Intanto la regina dei draghi cercava di ristabilire il silenzio battendo col suo martello di legno, ma non ci fu nulla da fare, gli spettatori erano indiavolati. "Va bene, va bene!" Urlò Shin Ryu per sovrastare le altre voci, "Organizzeremo una votazione pubblica mondiale per emanare una legge che regolamenti le relazioni amorose con gli umani."

Solo queste parole permisero di ristabilire l'ordine in camera.

"Ma fino all'entrata in vigore di nuove norme," Continuò la giudice capo, "C'è da decidere cosa fare con voi seguendo le normative attuali." Questo fu un bagno gelato per Mavis, Shin Ryu l'aveva fregata, "Ma non disperarti, se lo ami veramente potrai andare a cercarlo se queste coppie immonde verranno legalizzare." Concluse ridacchiando.

Perdere Jonathan e ricercarlo fra qualche anno? Comunque meglio che perderlo per sempre, ma a lui avrebbero cancellato la memoria. Non avrebbe avuto più alcun ricordo dei mostri, di Mavis e delle loro avventure. Sarebbero rimasti solo i sentimenti, quelli non possono essere cancellati da nessuna magia, ma che sentimenti sarebbero stati? L'amore per una ragazza che non si conosce? Un amore perduto lascia un vuoto dentro e se Jonathan cercasse di riempire quel vuoto con un'altra ragazza? No, Mavis non ci poteva pesare, anche perché ci sarebbero voluti anni per trovare un accordo sulle relazioni mostri-umani e non era detto che un referendum mondiale avrebbe dato un esito positivo alla questione.

"In definitiva," Disse Shin Ryu rivolgendosi a Jonathan, facendo tornare Mavis con i piedi per terra, "Ti dichiari meritevole di fiducia da parte di tutti i mostri o no?"

"Certo che si." Rispose l'umano di getto, "E lo ho dimostrato in tutte le occasioni che mi si sono parate davanti in questi ultimi due mesi."

"Mi per me non è abbastanza." Continuò la draghessa, "Voto per la sfiducia."

"SFIDUCIA!" Strillò Allister Sassofrasso il leprecauno balzando in piedi sulla sedia, ma vista la sua altezza risultava comunque più basso degli altri Consiglieri.

"Voto la sfiducia." Disse Nessie la draghessa dei laghi, anche se decise di non rispondere subito dopo la sua regina era ovvio che questo voto era connesso a quello di Shin Ryu.

"Io invece voto la fiducia, l'amore di qualsiasi tipo non va mai ostacolato." Furono le parole strascicate, come se si fosse appena svegliato, di Jay Ci.

"Mi dispiace, ma ho visto troppi umani che farebbero di tutto per sfuggire alla morte, magari non è il tuo caso, ma non posso concederti la fiducia." Donna Sebastiana sembrava realmente dispiaciuta mentre dava la sua opinione.

"Ti sei guadagnato la mia fiducia." Queste parole fecero sobbalzare tutto dallo stupore, Gojira era andato contro il volere della sua stessa regina che infatti lo guardò adirata, "Sebbene non approverei mai questo tipo di coppia devo andare contro si miei principi. Prima di ogni altra cosa sono un drago guerriero e non posso ignorare il giudizio di una lama sacra. Se lei ti ha ritenuto degno di fiducia io non posso fare il contrario."

Questo andava contro qualsiasi più ottimistica previsione, ma un voto favorevole in più poteva non bastare.

Ci fu qualche attimo di silenzio, alcuni giudici erano ancora indecisi. Forse era stato proprio Gojira con la sua decisione a fermare gli altri per riflettere bene o almeno era quello che Mavis sperava.

Era agitata e come darle torto? Nove giudici e già quattro erano contro di loro, nesun altro doveva votare la sfiducia altrimenti avrebbe perso il suo zing. Ma quante possibilità c'erano di fare altri tre voti positivi? Poche, soprattutto dopo che Johnny ha fatto la predica sentimentale a Regina delle Nevi.

La situazione era disastrosa e nonostante Mavy facesse di tutto per trattenere le emozioni, stava sudando freddo. Jonathan invece era fin troppo tranquillo.

"Voto la fiducia." Questa voce femminile ed inaspettata fece emozionare la giovane vampira. Snedronningen, la strega dei ghiacci, nonostante tutti i pronostici, stava appoggiando la coppia, "Forse l'umano ha ragione, anche su di me. Per troppo tempo ho chiuso le mie emozioni, ma sono stanca di vivere così."

"E gli vorresti dare fiducia solo perché ti ha dato un paio di consigli sull'amore?" Esclamò acida Shin Ryu, preoccupata che il voto di quella donna influenzasse il voto degli ultimi due indecisi.

"No." Controbatté la strega delle nevi, "Obbiettivamente l'accusa si è limitata a citare in giudizio il comportamento di altri umani invece di fare reali accuse verso l'imputato."

"Fiducia." Si limitò a dire Hans, re degli uomini talpa, un popolo sotterraneo di umanoidi calvi, con la pelle grigia e gli occhi neri e dita delle mani lunghe e sottili. Non sembrava affatto interessato all'argomento, ma come Dracula immaginava si era limitato a seguire il voto di uno dei consiglieri più imparziali.

Il giudizio del Consiglio Straordinario dell'Ordine del Drago stava andando meglio di quanto sperato, l'hotel era stato giudicato sicuro perciò poteva rimanete aperto, l'accusa di evocazione di demone per Dracula era stata sospesa e se fosse riuscito a trovare la prova dell'esistenza delle lamie il vecchio conte sarebbe stato scagionato, infine la legalità della relazione interraziale fra Mavis la vampira e Jonathan l'umano aveva il consenso, inaspettato, di metà giuria. Mancava un solo voto, quello decisivo, da parte di Nettuno il tritone, il vecchio amico di Dracula e perciò il risultato era abbastanza scontato.

Il Tritone barbuto si alzò in piedi, "Drac, ci ho pensato bene e... non riesco a togliermi dalla mente il ricordo suo mia figlia. Spero tu non debba soffrire come ho fatto io. Non posso concedere la fiducia al ragazzo." Pronunciò lentamente queste parole, amareggiato sia per essere andato contro il volere del suo amico, sia per la tristezza della perdita dalla sua amata figlia.

Fu un duro colpo per Drac, ma per Mavis fu peggio. Solo aver visto morire Jonathan in quel sogno che aveva vissuto subito dopo lo scontro con Van Helsing fu una tortura peggiore. Non riusciva a respirare, non riusciva a parlare né a muoversi di un millimetro, rimase impietrita come una statua, una statua inanimata, non come le gargolle del castello.

Anche Jonny iniziava a comprendere quello che stava effettivamente succedendo e non aveva più quella spensierata faccia rimbambita dalla marijuana.

Il pubblico era rimasto esterrefatto, c'era solo qualche mormorio, ma questo silenzio durò poco.

Shin Ryu aveva appena aperto la bocca per pronunciare la sentenza ma venne anticipata da qualcun altro.

Sembra che la vita della coppia più discussa del regno dei mostri avrà vita breve. Cosa potranno fare adesso i due amanti? Si rassegneranno a dividersi per sempre? Scopritelo nel prossimo capitolo, ma intanto ditemi le vostre impressioni!


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2482631