Cuore di demone 2: Un demone non può morire di callmemavy (/viewuser.php?uid=367798)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** La nostra nuova vita ***
Capitolo 3: *** Il postino ***
Capitolo 4: *** Cicatrici dolorose ***
Capitolo 5: *** Check in inaspettato ***
Capitolo 6: *** Ombre sull'Hotel Transylvania ***
Capitolo 7: *** Ombre nascoste ***
Capitolo 8: *** Mentire, confessare o fuggire? ***
Capitolo 9: *** Diavoli tentatori ***
Capitolo 10: *** Lascia che vada ***
Capitolo 11: *** Un tocco di donna ***
Capitolo 12: *** Tempo di dirci addio ***
Capitolo 13: *** Ouroboros ***
Capitolo 14: *** Una dura lotta ***
Capitolo 15: *** Un demone non può morire ***
Capitolo 16: *** L'ultima spiaggia - parte 1 ***
Capitolo 17: *** L'ultima spiaggia - parte 2 ***
Capitolo 18: *** L'ultima spiaggia - parte 3 ***
Capitolo 19: *** Patto con il diavolo ***
Capitolo 20: *** Gufo portafortuna ***
Capitolo 21: *** Conoscere i giudici ***
Capitolo 22: *** Parliamo di umani ***
Capitolo 23: *** Sacrificio... ? ***
Capitolo 24: *** Solo qualche lacrima ***
Capitolo 25: *** Il Consiglio si riunisce ***
Capitolo 26: *** Seconda accusa ***
Capitolo 27: *** terza accusa ***
Capitolo 28: *** Il Corvo ***
Capitolo 29: *** L'amore non ha giudici ***
Capitolo 30: *** La sentenza ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
Prologo -Jonny, dai, smettila...- Disse Mavis con voce soffice, mentre si lasciava cullare dal tepore della mano che le accarezzava dietro l'orecchio fino al collo. -Di che stai parlando?- Domandò il ragazzo, confuso. La vampira aprì gli occhi, Jonathan era davanti a lei, a qualche passo di distanza. -Non eri tu che mi toccavi?- L'umano scrollò il capo, alzando le spalle, quasi divertito: -Non credevo che anche i mostri si spaventassero vagando per un museo in orario di chiusura!- Continuò il ragazzo facendosi beffa della fidanzata. -Perché dovrei aver paura? Se ci scopre un guardiano mio padre può cancellargli la memoria! Comunque forse era solo la mia immaginazione...- -Fate silenzio la dietro!- Brontolò Dracula sotto voce, -Meglio non farsi scoprire, non dovremo essere qui!- -Questo castello è bellissimo, peccato che non ne abbia alcun ricordo...- Disse la ragazza sospirando. -Già... Mi dispiace per quello che è successo qui dentro...- Disse Jonathan amareggiato. -È vero, comunque voi umani siete strani, prima distruggere e poi restaurate, non vi capirò mai. Devo ammettere che hanno fatto un ottimo lavoro, è tutto come 118 anni fa... più o meno... Che impressione tornare qui dentro, non credevo che lo avrei mai fatto...- Le parole del vampiro iniziarono a tremare fino a che non riuscì più a parlare. Stava piangendo in silenzio e l'umano non capiva se fossero lacrime di emozione o di tristezza. -Amico, tutto bene?- -Jonny, lo sento di nuovo...- Esclamò Mavis, i due uomini si voltarono verso di lei. Non dissero nulla, ma i loro volti erano immersi nello stupore e nella preoccupazione. Poi una luce tenue e tremolante come quella di un piccolo fuoco illuminò la stanza di un freddo azzurro, la vampira poté vedere la sua ombra spezzare in due quella luce. Qualsiasi cosa fosse era dietro di lei. Mavis si voltò lentamente, i suoi occhi rifletterono quel fuoco fatuo diventando più luminosi ed azzurri di un cielo soleggiato. E l'innaturale silenzio venne spezzato dalla voce tremante della giovane vampira: -M... Mamma?-
Ho deciso che non smetterò di scrivere, spero continuiate a seguirmi ed a supportarmi anche in questa nuova storia! |
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Capitolo 2 *** La nostra nuova vita ***
Finalmente il primo capitolo del sequel di Cuore di demone! Spero vi piaccia e dedico il capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che continueranno a seguirmi ed a commentarmi!
CAPITOLO 1 – La nostra nuova vita Mavis ridacchiò guardando Jonathan, non era ancora abituata a vederlo con gli occhiali e quella montatura rettangolare gli dava un'aspetto da acculturato che proprio non gli si addiceva. -Hai letto la Gazzetta dell' Inquisitore di oggi?- Chiese la stregadiera mentre serviva la colazione ai tre facendo comparire un quotidiano sulla tavola di fronte al vampiro. -No, grazie, non ho intenzione di vedere quanto sparlanodi me...- Rispose lui allontanando il giornale. -Sembra ci sia un quesito abbastanza discusso, quando eri al partito della "Supremazia Mostruosa" quello era il partito di maggioranza…- Disse, -E quando sei passato al "Popolo segreto" ti hanno seguito in molti, tanto da far spostare l'ago della bilancia. Credi che vorrai cambiare nuovamente?- -In favore degli "Umanisti"?- Domandò Drac in un tono più simile a quello di un'affermazione. -Sì, hai qualche dichiarazione a proposito?- Il vampiro la guardò perplesso, -Se ho qualche "dichiarazione"?- Disse accentuando questo termine poco usato in un discorso colloquiale. La cameriera iniziò a preoccuparsi. -Tu chi sei? Non sei dello staff!- Ruggì Drac alzandosi in piedi arrabbiato. -I… Io… La gente ha il diritto di sapere!- Si difese la strega. -No, non adesso!- Rispose il vampiro. -E allora quando?!- -Vi prego, smettetela di gridare…- Si lamentò Mavis attirando l'attenzione dei due, poi abbassò il volto portandosi una mano alla fronte, sembrava stare male. -Te lo chiedo con gentilezza, lascia questo castello e non farti più vedere, non costringermi a chiamare le guardie.- Disse il conte alla giornalista. La strega giornalista si tolse il grembiule, -Voglio solo farvi alcune domande, che male c'è?- Insisté. -Voglio solo potermi rilassare dopo tutto quello che ho passato… dopo tutto quello che abbiamo passato…- Disse Mavis a bassa voce, senza neppure alzare lo sguardo. Jonathan si avvicinò a lei e la abbracciò stringendola a se; scagliò uno sguardo disprezzante alla giornalista impicciona e poi sussurrò all'orecchio della fidanzata qualche parola consolante che la fece stare meglio. -Soddisfatta ad aver riaperto le ferite di mia figlia?- Brontolò Dracula con un tono mantenuto faticosamente moderato per non infastidire la sua bambina, -Se non ti scaccio con la forza è solo perché non voglio darti nulla con cui accusarmi ed infangare il mio nome.- -Senza usare la forza non ti libererai di me tanto facilmente!- Disse la donna con tono di sfida. -Allora vattene e rinuncia al servizio che stai scrivendo su di me.- Esclamò il vampiro con voce imponente, stava provando ad usare i suoi ipno-occhi. -Bene, la prima pagina di domani sarà mia, vedo già il titolo, "Dracula tenta di ipnotizzare giornalista per censurare il servizio di informazione pubblica".- Rispose la strega sfrontatamente. Il vampiro stava per perdere la pazienza e scagliare la strega fuori dalla finestra senza alcuna scopa, ma Mavis guardò negli occhi la giornalista dicendo: -Smetti immediatamente di importunarci.- La sua voce era talmente seria che quasi non sembrava lei. La strega si voltò e lasciò la sala da pranzo, i suoi occhi erano spalancati e persi nel vuoto, visibilmente in stato di ipnosi. -Whoa! Mavy! Hai fatto gli ipno-occhi!- Esclamò Jonny eccitato, -E persino meglio di tuo padre! Sei grandiosa!- -Ipno-occhi?- Chiese la ragazza confusa. -È così che Jonny chiama lo sguardo ipnotizzante.- Le disse il padre, -Piccola mia, prima di oggi tu avevi mai fatto una cosa del genere?- -No, ma… è stato fantastico!- Esclamò lei emozionata. -Be', non tutto il male viene per nuocere, magari anche se il demone è morto ti ha lasciato qualche potere nuovo, vero Drac?- Disse il giovane. Il vampiro sembrava un po' preoccupato riguardo a ciò, ma non voleva rovinare l'entusiasmo della giovane coppia perciò preferì non allarmarli. -Evita di sforzarti mia piccola ipnotizzatrice, sei ancora stanca per quello che è successo, inoltre io ci ho messo centinaia di anni ad affinare le mie capacità e nonostante tu sia la figlia di uno dei più potenti mostri al mondo, se non hai il perfetto controllo della tua magia, potresti fare del male a qualcuno.- Poi il conte si mise a sedere, tornando di pessimo umore, -Maledetti paparazzi…Temo che dovrò chiudere l'hotel per un po'.- -Cosa?!- Domandò Mavis, stupita ed un po' arrabbiata, -Perché?!- Anche Jonathan avrebbe voluto fare la stessa domanda, ma si stava gustando la sua colazione a base di blatte caramellate. Il cibo dei mostri non era tanto differente da quello umano orientale, aveva mangiato cose peggiori nei mercati rionali cinesi. -Prima scacciavo facilmente i paparazzi che importunavano gli ospiti o me, ma questo è davvero troppo!- -Ma non hanno nulla da fare se non infastidirci?- Si lamentò la figlia battendo un pugno sulla tavola, sono passati appena due giorni da quando abbiamo risolto il mio problema, non possono darci un po' di tregua?!- Concluse la vampira, arrabbiata. -Glie l'ho detto più di una volta, ma a loro non importa, l'unica cosa che vogliono è far notizia... E se continuo a rifiutarmi di rispondere inizieranno a pubblicare le loro supposizioni come se fossero verità, e sarà molto peggio... temo che dovrò indire una conferenza stampa ora che la situazione è ancora sotto controllo.- -Penso sarebbe una buona idea!- Disse Jonny, -Magari capiranno che gli umani non sono così pericolosi come credono!- -Non ci spererei troppo, la questione degli umani è dibattuta da quando è stato fondato l'Ordine.- -C'entrano qualcosa quei partiti di cui parlava quella strega?- Chiese il ragazzo. -Esatto, noi mostri non diano grossa importanza alla politica, anche perché abitiamo in piccoli gruppi autogestiti isolati dal mondo. L'unica cosa che interessa a tutti noi è chiarire come rapportarci con gli umani, e riguardo ciò ci sono tre pensieri differenti che hanno dato origine ai tre patiti. "Supremazia mostruosa" è il partito fondamentalista composto da coloro che vedono gli umani come animali da sfruttare, soprattutto come sostentamento, ma fortunatamente è in declino, soprattutto da quando Martha mi ha convinto ad abbandonarlo. "Il popolo nascosto" è partito di maggioranza, moderato, di cui faccio parte, noi vogliamo vivere in pace nascosti dagli umani. Ed infine gli "Umanisti" è un partito nuovo, loro sognano un mondo pacifico in cui mostri ed umani convivono, e dopo aver conosciuto te il loro potrebbe non essere soltanto un sogno...- -Grazie amico, significa molto per me.- Disse Jonathan, sapeva che quello sarebbe stato uno dei più grandi complimenti che Drac gli avrebbe mai potuto fare, poi prendendo il giornale, -"L'umano piace a chi l'ha conosciuto"- Lesse il ragazzo ad alta voce, -Sono in prima pagina! Non accadeva da quella volta che venni rapito dai narcotrafficanti in Brasile... Ricordo ancora il titolo "Sequestrato turista americano, rapitori si costituiscono dopo poche ore."- -Come li capisco...- Sospirò Drac. -Vorresti dire che sono insopportabile?!- I tre si misero a ridere. -"Jonathan è il suo nome, il cognome resta resta ancora un mistero..."-Continuò a leggere con voce imponente. -Già, ancora non sappiamo il tuo cognome!- Esclamò Mavis. Ci fu un momento di silenzio, poi il ragazzo continuò a leggere senza rispondere: -"Siamo riusciti a contattare 537 mostri che hanno soggiornato all'Hotel Transylvania nel periodo compreso tra il 27 settembre ed il 4 ottobre e dalle dichiarazioni è emerso che il 99,6% dei mostri,seppur da principio spaventati, sono entusiasti di aver conosciuto l'umano che hanno descritto come gentile e festaiolo; gli unici che non sono del tutto convinti sono solo il signor e la signora Skeleton che ai nostri microfoni hanno detto: "Sarebbe un bravo ragazzo se imparasse a tenere le mani a posto.""- -Visto? Sei piaciuto a tutti!- Esclamò Mavis, entusiasta della notizia. -Drac, c'è anche un articolo che parla di te.- Continuò il ragazzo sfogliando il giornale, -"Altro grande scalpore è stata la morte del cacciatore di mostri Simon Van Helsing per mano di Dracula che ha fatto guadagnare al proprietario di uno degli hotel di mostri più famosi del mondo molte ammirazioni e che lo rendono uno dei mostri più influenti del momento. Ma la vicenda di Van Helsing rimane tutt'ora circondata da un alone di mistero. Nessuno eccetto Dracula(580 anni), sua figlia Mavis(118 anni) e l'umano(121 anni non confermati) lo ha visto, e ci è stato impossibile parlare con loro tre. Testimoni affermano che alle ore 21:13 del primo ottobre la signorina Mavis Dracula, ferita, è entrata nell'hotel portando con se l'umano morente.Entrambi erano stati feriti da frecce d'argento, tipiche dei cacciatori. Secondo una prima ricostruzione non ufficiale i due giovani si sarebbero allontanati dal castello dopo un diverbio con il padre della ragazza, per motivi non meglio precisati, verso le ore 16. Non sappiamo nulla di ciò che è avvenuto in queste cinque ore, l'ipotesi più probabile è che l'umano sia stato ferito per errore durante la lotta fra la vampira ed il cacciatore. Inoltre alcuni testimoni affermano che Mavis avrebbe detto al padre di aver morso l'umano per non farlo morire, in questo caso si sarebbe dovuto trasformare in vampiro, ma durante la sua ultima comparsa di ieri sera degli esperti hanno certificato che è ancora un essere umano. Ciò dimostra che i racconti sono ancora molto confusionali ed inaffidabili. La cosa che però preoccupa molti è come possa essere accaduto che dopo 114 anni di tranquillità all'Hotel Transylvania siano arrivati non uno, ma ben due umani. Sarà solo una coincidenza, o forse l'hotel non è più sicuro come una volta? O magari l'umano è complice di Van Helsing...?"! Che diavolo hanno scritto? Quell'uomo mi ha ucciso!- Urlò il ragazzo arrabbiato. Mavis prese il giornale e continuò a leggere ad alta voce: -"Anche se ha la fiducia di chi lo ha conosciuto, la maggior parte degli altri mostri temono che sia una minaccia. Comunque siamo in attesa di una comunicazione ufficiale da parte dei diretti interessati."... Che bastardi, se le inventano di tutte pur di fare notizia!- -Mavis!- Esclamò Drac, -Non tollero un linguaggio del genere a tavola!- -Va bene papà, ma è quello che sono.- Rispose la figlia, -È quello che vuoi? Chiuderai l'hotel per un po'?- -Non lo so...- Disse il vampiro portandosi una mano alla fronte, riflettendo sulla delicata situazione, -Se chiudessi i mostri lo vedrebbero come segno di debolezza e perderei la loro fiducia, ed adesso la fiducia è l'unica cosa che mi rimane...- -Su col morale amico! Parliamo di cose serie, questo posto ha bisogno di una ristrutturata da cima a fondo!- Disse Jonathan, carico di entusiasmo. -Che intendi fare?- Gli Domandò Mavis, tanto felice quanto curiosa. -Innanzitutto ho notato che i telefoni delle camere sono in contatto soltanto col la reception e nemmeno in accettazione hanno una linea che comunica con l'esterno. Come fai con le prenotazioni?- Domandò il ragazo a Drac. -Via posta aerea.- -Forte! Tipo i gufi di Hogwartso i classici piccioni viaggiatori?- -Gufi? Piccioni? Pessimi postini, i gufi sono quasi ciechi alle brevi distanze, quindi si schiantano su tutti gli ostacoli quando sono dentro gli edifici, ed i piccioni spesso vengono scambiati per cibo dai destinatari... Io uso pipistrelli per il servizio notturno e corvi per quello diurno, ma in caso di pacchi importanti ci sono mostri volanti come draghi ed arpie.- -Usate anche il servizio postale umano?- I due vampiri si guardarono divertiti, sembrava stessero per scoppiare a ridere. -Che ho detto?- Chiese l'umano, confuso. -Zio Frank...- Iniziò a raccontare Mavis ridacchiando, -Dopo essere stato in Cina si è fatto spedire a casa in Inghilterra con la spedizione più economica che ha trovato... Due settimane dopo la partenza il pacco è stato aperto dagli umani dell'ufficio doganale assieme polizia perché ai raggi X avevano visto un corpo fatto a pezzi...- -Cosa?!- Esclamò il ragazzo divertito, -E come è andata a finire?- -È intervenuta la MCM, Mind Cleaner Monsters, una squadra specializzata nel risolvere i casi di umani che scoprono i mostri. Hanno cancellato la loro memoria, normale amministrazione per loro. Da allora Frank usa ancora i corrieri umani per i viaggi nazionali o all'interno dell'unione europea, ma per i viaggi all'estero deve volare tramite un costoso dragocelere maxi. Fortunatamente da sei anni la Romania fa parte di questa organizzazione, per la felicità di quel taccagno!- Raccontò Drac, -Ma come mai lo volevi sapere?- -Perché se creiamo una linea telefonica sarà più semplice comunicare con l'esterno. Inoltre, anche se usate torce e candelabri che rendono l'atmosfera ancora più tetra e spettrale, l'elettricità semplificherebbe molte cose, inoltre potresti aprire una sala giochi.- Disse Jonathan. -No.- Tagliò corto il vampiro. -Perché no?- Domandò Mavis, un po' delusa. -Mi sono informato anni fa, sia per la linea telefonica che per la corrente elettrica dovrei stendere dei cavi che partono dal castello fino al mondo esterno e renderebbe troppo facilmente intercettabile l'hotel da chiunque. Soprattutto ora sarà bene tenere un basso profilo.- -A causa mia?- Domandò l'umano. -Non incolpare te stesso, è tutta colpa dei pregiudizi... ma la cosa che mi darà più problemi sarà dimostrare ai membri dell'Ordine ed a tutti i mostri che il mio hotel è un posto sicuro, altrimenti mi obbligheranno a chiuderlo, infrangendo i sogni di Martha.- -Cosa? Ma non possono!- Esclamò Jonathan. -Come tutti i luoghi pubblici deve rispettare dei canoni di sicurezza severi.- Sospirò il vampiro, pensieroso, -Prima di pensare a tutte le tue idee per l'intrattenimento dovremmo riguardare i sistemi di sicurezza, posso capire che un esperto cacciatore di mostri riesca a passare oltre orde di zombie e zone infestate dai fantasmi, ma se uno come te è riuscito ad arrivare al mio castello allora ci può riuscire chiunque!- -Cosa vorresti insinuare?- Esclamò il ragazzo con tono minaccioso. -Posso essere ripetitivo?- L'umano lo guardò stranito. -Il fatto che tu non lo abbia capito conferma la mia tesi!-Rispose il conte ridendogli in faccia. -Ah, è così?- Esclamò Jonathan alzandosi ed avvicinandosi al vampiro alzandosi le maniche, -Guarda che la mia proposta di risolvere la questione fra uomini è ancora valida, ma ricordati che un gentiluomo non picchia qualcuno che indossa gli occhiali!- Concluse battendo il petto di Dracula con l'indice accusatorio. Con un leggero movimento dell'indice il vampiro sfilò gli occhiali dell'umano, piegandoli e facendoli fluttuare fino ad porli con delicatezza nella loro custodia sul tavolo. Jonny, trovandosi in una pessima situazione che non aveva previsto, aggiustò il colletto ed il foulard di Drac, facendo finta di non aver detto nulla. -Uomini… peggio dei bambini…- Commentò la vampiretta abbassando la testa fino a poggiare la fronte sul tavolo, imbarazzata, ma anche divertita per il comportamento infantile dei due.
Un piccolo scorcio di vita normale, ma non troppo tranquilla, per i tre, ma la realtà è che la tempesta non è affatto passata, loro adesso sono nell'occhio del ciclone! Per quanto tempo potranno godersi questa pace? Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, ricordate di recensire! |
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Capitolo 3 *** Il postino ***
CAPITOLO 2 - Il postino La giornata trascorse serenamente per la giovane coppia che spese il proprio tempo parlando della propria vita, anche se ben presto la discussione divenne un monologo di Jonathan che non riusciva a finire di raccontare tutti i suoi avventurosi viaggi, mentre Mavis si accorse che pur avendo vissuto sei volte più a lungo del ragazzo, non aveva mai sperimentato nulla de la facesse realmente sentire viva, ma finalmente adesso poteva iniziare una vita piena accanto alla persona che amava. Purtroppo la giornata di Dracula non era stata spensierata come quella della giovane coppia. Lui si trovava nel suo ufficio in cima alla torre, ma la vista della foresta che aveva da lassù era coperta dalle centinaia di creature volanti di ogni tipo, dai piccoli insetti ai grandi rapaci, che lo bombardavano di corrispondenza da tutto il mondo. Con tutta la pubblicità più o meno gradita che i giornali stavano facendo al vampiro ed al suo hotel le prenotazioni erano aumentate a dismisura, tanto che non bastava controllare una ad una le identità di tutti i futuri ospiti per impedire l'entrata di altri giornalisti e di semplici curiosi che sarebbero stati fastidiosi da avere fra i piedi, e perciò fu costretto a rifiutare tutte le richieste di pernottamento che non fossero quelle di suoi conoscenti fidati. Le lettere si stavano accumulando di minuto in minuto e più il vampiro ne leggeva e più ne entravano dalla finestra, sembrava un lavoro impossibile anche con l'aiuto la sua super velocità. Erano lettere di ogni tipo, principalmente prenotazioni, ma anche auguri di compleanno per Mavis consegnati in ritardo, domande di ogni genere riguardo alla sicurezza dell'albergo e sugli umani, congratulazioni per la sconfitta di Van Helsing, ma anche preoccupanti minacce a Dracula ed a Jonathan per l'apertura che il famoso vampiro iniziava ad avere nei confronti degli umani. Furono soprattutto queste ultime a mettere ancora più ansia al vecchio conte già fin troppo preoccupato, ma non poté fare altro che ignorarle. -Se continuo così diverrò pazzo prima dell'alba...- Disse il conte a se stesso lasciando cadere la testa sulla pila di lettere ancora da leggere, -Ho bisogno di una pausa rilassante... Stregadiere!- Concluse ed in un attimo arrivò un gruppo di streghe a cavallo delle loro scope. -Signore, sostituitemi un attimo, leggete la corrispondenza e rispondete solo alle prenotazioni dicendo che non accettiamo nuovi arrivi e ci scusiamo del disagio bla, bla, bla... inventatevi qualcosa! Il resto lasciatele che le leggerò personalmente.- -Sì signore!- Risposero le streghe all'unisono, stando sull'attenti. Detto ciò Drac si incamminò verso la porta, ma un attimo prima di uscire si voltò dando un nuovo ordine: -Se dovesse arrivare una raccomandata con il sigillodell'Ordine del Drago avvisatemi immediatamente.- Dopo di che lasciò la stanza chiudendo l'imponente porta dietro di se. -Voi sapete dove è andato Dracula, vero?- Domandò una strega alle campagne, le quali risposero con un'alzata di spalle interrogativa. … -Ci voleva proprio una pausa rilassante!- Esclamò il vampiro mentre si lasciava crogiolare nelle tiepide acque della vasca idromassaggio della spa sotterranea. -Finalmente posso dimenticare le preoccupazioni e le responsabilità del mio hotel...- Ma il vampiro non fece in tempo a concludere la frase che l'acqua in cui era immerso iniziò a diventare sempre più vorticosa, fino a che il mulinello divenne una tromba d'acqua alta un paio di metri che però improvvisamente ricadde a terra. -Dovresti iscriverti al corso di acquagym di Mr. Fly, hai messo su pancia in questi ultimi cento anni!- Esclamò Dracula divertito, mentre si alzava in piedi nella vasca ormai quasi completamente vuota. -Guarda che sono in perfetta forma, sono i tuoi tubi ad essere troppo intasati di calcare!- Rispose il vecchio amico tritone, incastrato dalla vita in giù nello scarico della vasca. -Credevo incolpassi l'acqua dolce come fai di solito.- -Certo! Lo sai che l'acqua dolce di questo lago mi gonfia la pelle! Dai, aiutami ad uscire di qui.- -E perché? Potremmo indire un consiglio qui, come ti sembra come idea?- -Sì, perché no? Tanto fra noi due il più imbarazzante sei tu con quel ridicolo costume!- Esclamò Nettuno indicando il costume da bagno di Dracula, giallo con un pipistrello nero stilizzato al centro. -Per forza non ti piace, tu non hai stile! Ora dammi solo un attimo che ti tiro fuori.- Disse Drac, porgendo la mano al goffo re dei mari. Il tritone prese la mano del vampiro, ma bastò un leggero strattone per staccargli la protesi di braccio zombie dal corpo, causando l'ilarità al guerriero che scoppiò a ridere. -Sei vecchio amico, sai? Inizi anche a perdere pezzi!- -Ma guardati per te,- Rispose Dracula, riattaccandosi il braccio, -Sei così in forma che sul petto hai la tartaruga... al contrario!- -Hai ragione amico, siamo scemo e più scemo...- -Basta chiacchiere, chiamo aiuto. Spettraulico!- Con la solita lentezza tipica degli zombie l'idraulico raggiunse Drac e rimase in attesa di ordini. -Tubatura intasata nella vasca idromassaggio.- Gli disse il vampiro. A queste parole lo zombie guardò la "causa" dell'ingorgo e poi spostò lo sguardo alla sua piccola ventosa sturalavandini ed emise un lamento triste e sconsolato. -Hey, spero che quella ventosa tu non l'abbia usata anche per i gabinetti intasati!- Disse il tritone. -Oh, non ti preoccupare...- Rispose il conte, ridendo maliziosamente sotto i baffi.
...
-Questo posto non è cambiato per niente dall'ultima volta...- Disse il draghiere guardandosi intorno, -Quanto tempo è passato? Cent'anni o poco più?- I due stavano camminando lungo la hall dell'hotel. -Già, come mai hai smesso di venire?- Domandò Dracula. -L'idea di un hotel per mostri mi piacque, così ho ristrutturato la città di Atlantide trasformandola in un villaggio vacanze adatto ai mostri di acqua salata.- -Sì, a pensarci bene avevo ricevuto il tuo biglietto di invito all'inaugurazione, ma non sono potuto venire, sai, fra Mavis appena diventata adolescente, il lavoro all' hotel Transylvania, e la difficoltà a rilassarsi senza aria a oltre duemila metri sotto l'oceano mi hanno costretto a rinunciare a malincuore...- Rispose Dracula sarcasticamente, -Ma immagino che la tua non sia una visita di piacere, vero?- -Oh, certo, quasi dimenticavo, sono qui per consegnati questa lettera dall'Ordine,- Disse il guerriero estraendo dalla sua tunica una lettera completamente zuppa d'acqua e stinta, -... Va be', il consiglio dell'Ordine del Drago è stato fissato per mezzogiorno del 31 ottobre 2012, tu, tua figlia e l'umano avete l'obbligo di presenza.- -Ma tu intendi la mezzanotte di fine 31 ottobre. Hai ancora tre settimane per preparare tutto. E ti conviene organizzarlo bene, per il capodanno dei fantasmi ci saranno molti mostri da te in vacanza oltre a quelli che verranno a seguire uno dei consigli più importanti di tutti i tempi.- -Mi volete mettere alla prova? Accetto la sfida.- Disse il conte sicuro di se. -Sai cosa Drac?- Iniziò a parlare Nettuno, -A proposito di visitatori, me lo ricordavo molto più affollato questo posto.- Il vampiro si guardò intorno, effettivamente c'erano solo qualche zombie ed una manciata di ospiti. -Va be' che ho bloccato i check in, ma questo posto non è mai stato così deserto, dove sono tutti?- -Inoltre i pochi che ci sono mi guardano in modo strano, sembrano quasi divertiti nel vedermi...- Commentò il tritone un po' perplesso. -Non ti preoccupare, è che sei un mostro famoso...- Le parole del conte fecero riempire di orgoglio il draghiere, ma la verità era che durante le operazioni di rimozione il riporto che gli nascondeva la calvizie si era sfatto e lo sturalavandini era rimasto attaccato alla sua testa in buona parte calva. -Vieni con me? Vorrei avvertire anche Mavis e Jonathan.- Concluse il vampiro. -Certo, ne approfitterò per fare un tour di questo fantastico posto.-
...
I due cercarono la giovane coppia ovunque all'interno dell'hotel, ma senza successo, ed oltre a loro mancavano anche molti ospiti ed anche lo staff sembrava ridotto, ma nessuno di coloro a cui avevano chiesto informazioni era stato in grado di aiutarli. Uscirono dal portone che conduceva al giardino interno. Il Sole era già sorto, ma c'era nebbia quella mattina, tanto che dal giardino non si vedeva il tetto dell'hotel. Subito Nettuno guardò la colossale statua della fontana che l'amico vampiro aveva fatto forgiare in suo onore, ma un attimo dopo la sua espressione fiera divenne perplessa. -Drac, in quella statua manca qualcosa...- Disse il guerriero. -Un po' di pancia? Si, la dovrei aggiungere.- Rispose Dracula scherzosamente. -No, il tridente! Che fine ha fatto quella fantastica replica del mio tridente? E perché lo hai cambiato con un vaso di fiori?- -Oh, be'...- Il vampiro si bloccò un attimo, gli tornò in mente l'orribile racconto di Mavis che gli dette il voltastomaco al solo pensiero, -È che... la gente lo vedeva come qualcosa di troppo temibile, metteva in soggezione i bambini, capisci? Perciò ho voluto mostrate la parte più benevola dell'acqua, cioè la fonte di vita, la tua grande potenza è già ben rappresentata dall'imponenza della tua statua.- -Oooh... capisco... ora si che mi sento strafigo!- Rispose il draghiere apprezzando le false parole del conte. -Non sono nemmeno qua...- Esclamò Dracula ancora perplesso ed un po' preoccupato di dove fossero spariti tutti, -A questo punto dove li posso cercare?- Concluse pensieroso. Ma i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da una sfera di legno grande come un pallone da calcio che gli sfiorò il naso a tutta velocità ed un attimo dopo Drac sarebbe stato travolto da uno yeti a cavallo di una scopa volante se il vampiro non si fosse trasformato in nebbia. Una volta scampato il pericolo il conte tornò umano e ruggì arrabbiato al mostro spericolato, ma venne ignorato dall'uomo delle nevi che colpì la palla con una mazza da criket facendola volare verso il lago. -Che diavolo stanno combinando?- Esclamò Dracula avvicinandosi alle mura per provare a vedere da dove arrivava il mostro delle nevi. C'erano tre cerchi disposti a triangolo, fluttuavano qualche decina di metri sopra al lago, ed oltre essi si vedeva una dozzina di persone o poco più volare sulle scope ed altre palle venire lanciate in giro, forse una versione "volante" del basket?
...
-Ho desiderato fare questa cosa da quando ho letto il libro!- Urlò Jonathan eccitato come non lo era mai stato, asciugandosi gli occhiali bagnati dalla nebbia e tenuti malamente attaccati alla testa con qualche giro di nastro adesivo, mentre a cavallo del suo manico di scopa sorvolava l'acqua del lago facendola increspare dietro di se. -Solo perché sei tu che ci hai insegnato questo gioco non vuol dire che ti puoi permettere distrazioni!- Disse una voce dietro al ragazzo. Jonny so guardò intorno, ma non vide nessuno, poi notò una scopa vuota che lo affiancò. -E non pensare che Mavis si faccia acchiappare da te solo perché sei il suo zing, sappi che nei giochi è molto competitiva, soprattutto a chiapparello!- Esclamarono gli occhiali scotchati al nulla. -Pensi di mettermi soggezione? Ho giocato a quidditch migliaia di volte con la mia Play Station, ho una certa esperienza, anche se sarebbe più facile se la scopa fosse munita di controller...- Griffin stava per rispondere, ma i due vennero interrotti da una piccola sfera dorata che colpì Jonathan in segno di sfida e volò via lasciando una scia luccicante dietro di sé. -Non mi sfuggi!- Dissero i due all'unisono partendo all'inseguimento della piccola pipistrellina resa scintillante da qualche stregoneria. La vampiretta si trovò i due alle calcagna che la stavano raggiungendo, concentrandosi ed usando la magia sarebbe stata più veloce di loro, ma preferì non barare e mettere a prova la propria agilità. Imbardò improvvisamente dirigendosi verso l'isola su cui sorge il castello costringendo i cercatori a fare una curva più lunga della sua, a quella velocità la loro mole maggiore rendeva difficili le manovre strette, e poi rese il gioco ancora più difficile volando rasoterra fra le gambe degli spettatori che guardavano la partita e facendoli sobbalzare al suo passaggio generò una ola. Jonathan e Griffin la persero di vista e si fermavano in attesa di qualche movimento, ma vedendo tutto fin troppo calmo l'umano si voltò verso l'uomo invisibile pronto a dirgli qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. Mavis era proprio dietro alla scopa di Griffin che faceva le boccaccie alle spalle dei due, Jonny fece un sorrisetto di sfida, poi sferrò un rapido attacco per catturarla, attacco che venne improvvisamente bloccato da qualcosa... qualcosa di morbido ed invisibile... -Off! Ma sei pazzo!?- Gridò Griffin arrabbiato, -Perché mi hai colpito?!- Continuò tirando un calcio al fianco del ragazzo che lo fece girare sulla scopa lasciandolo appeso per le mani. -Scusa amico! C'era Mavis dietro di te!- Si scusò il ragazzo. -Cosa?- Rispose l'uomo voltandosi ed una volta visto il pipistrello dorato partì all'inseguimento. -Griffin? Una manina a ritirarmi su no?- Esclamò l'umano sconsolato, -Ragazzi? Ho bisogno di un aiuto!- Continuò a voce più alta sperando di essere sentito dai compagni di squadra. Gli occhi del giovane si spalancarono riempiendosi di terrore, un bolide Io stava raggiungendo a tutta velocità e prima ancora che potesse reagire venne investito dalla palla di legno. Il colpo fu talmente forte da far girare l'umano che si ritrovò nuovamente seduto sulla scopa, anche se un po' acciaccato. Anche se il dolore era intenso la sua perseveranza e la sua voglia di vincere erano più forti e ripartì all'inseguimento di Mavis, che intanto era entrata all'interno dell'area di gioco obbligando Griffin e Jonathan a fare lo slalom fra i giocatori e le palle. Ma in mezzo a quella calca alla fine la vampira venne colpita da una palla da basket utilizzata come pluffa facendola destabilizzare. Il colpo fu leggero, ma Griffin ne approfittò per raggiungerla, era talmente vicino che Mavis poté vedere la cima del manico della sua scopa e sentire la sua mano sfiorarle le ali, ma poi accade ciò che lei non si sarebbe mai aspettata, la scopa la sorpassò e continuò a dritto come se non ci fosse nessuno a giudarla, anche se non era facile capirlo. La pipistrellina si voltò, Jonathan era ancora lontano, ma la sua attenzione venne attirata dal grido di Griffin: -Ahi! Dannazione! Smettetela di prendermi a pallonate e fatemi scendere!- Mavis non poté trattenere le risate, l'uomo invisibile era rimasto appeso dopo lo schianto contro un anello fluttuante usato come meta quando lei ci era passata attraverso. Ma non poté godersi la scena comica a lungo visto che Jonathan la stava raggiungendo, quindi lei riprese a volare alzandosi di quota, verso la nebbia sempre più fitta. La visibilità era ridottissima, ma la scia di polvere dorata che lasciava Mavis rese comunque facile l'inseguimento al ragazzo, che però percepì qualcosa di strano alle sue spalle, perciò si voltò credendo di vedere qualche altro giocatore, ma vide poco più che un'ombra nera svanire nella nebbia, forse solo una sua impressione. Poco dopo sentì la ventata di qualcosa che volò accanto a lui sorpassandolo ad alta velocità, anche questa volta il ragazzo provò a vedere cosa fosse, ma sparì nuovamente fra la nebbia. Non era stata una sua impressione, qualcosa gli stava volando attorno e tornò all'attacco in maniera più diretta cercando di speronarlo, ma Jonathan riuscì ad evitarlo con una rapida virata. Qualsiasi cosa fosse sembrava immateriale, quasi come un fantasma nero. -No maledizione! Tutto ma non i Dissennatori!- Gridò il giovane in preda al panico mentre si guardava intorno cercando di capire da dove quel mostro sarebbe sbucato, ma quando si voltò nuovamente in avanti quell'essere era dinnanzi a lui. Il ragazzo fece una fragorosa inchiodata con la scopa, ma non fu sufficente ad impedire l'impatto con il nero spettro. |
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Capitolo 4 *** Cicatrici dolorose ***
Lo so che è passata un'eternità, ma non smetterò di scrivere e spero di aver superato definitivamente questo periodo eccessivamente carico. Ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato la mia prima fiction e che contrinuano a seguirmi e commentarmi.
CAPITOLO 3 - Cicatrici dolorose Jonathan, stordito, si sentiva cadere nel vuoto, ma l'oscurità ed il silenzio lo avvolsero rapidamente. -Jonny?- Una flebile e lontana voce spezzò il silenzio. -Jonny?- Ripeté, un po' più forte. -Eeeer...- Rispose il ragazzo con un lamento zomboso. -Ti stai svegliando finalmente.- L'umano aprì gli occhi lentamente, ancora assonnati. -Che è successo?- Domandò con voce stanca, cercando di capire chi fosse quella figura accanto a lui, poi la mente del ragazzo venne attraversata da un flash dell'incidente con la scopa, a del terribile mostro oscuro, -Sono vivo?- Esclamò alzandosi a sedere sul letto dell'infermeria dove si trovava, -Chi era quell'orrendo e malvagio essere raccapricciante che ha cercato di uccidermi?- Concluse in preda d panico. -Orrendo e malvagio essere raccapricciante?- Gli fece eco Dracula alquanto alterato. -Sì Drac, ha cercato di uccidermi!- -Ero io idiota!- Urlò il conte in faccia a Jonathan, -Volevo solo fermarti, ma fra il vento e la nebbia non ci sono riuscito, e poi tu mi sei venuto addosso! Nessuno voleva ucciderti, anche se adesso sto cambiando idea...- -Woh, scusa amico, devo essermi sbagliato, ma perché non ti sei trasformato in pipistrello? Ti avrei riconosciuto meglio, con quel mantello sventolante sembravi uno spirito malvagio!- Si difese l'umano. -E secondo te se mi trasformo in pipistrello come faccio a volare con questo braccio? Questa protesi ottenuta col braccio di uno zombie non so può trasformare. Hai idea di quanto sia stancante volare utilizzando la telecinesi?- -Be', in ogni caso non capisco cosa ci facessi la su, se volevi giocare bastava prendere una scopa.- Continuò il ragazzo facendo imbronciare il vampiro, che rispose arrabbiato: -Ma cosa ti è saltato in mente? Non ero stato abbastanza chiaro quando ho detto che una commissione tecnica verrà a controllare la sicurezza dell'hotel e non possiamo permetterci errori? Abbiamo inoltre poco più di tre settimane per preparare il castello al Consiglio che è stato indetto e che si terrà qui, tra l'altro preciso nella notte del capodanno dei fantasmi, quindi ci sarà un sacco di gente.- -Ma la gente è qui per divertirsi!- Replicò Jonny, quasi arrabbiato per il comportamento da vecchio bigotto di Drac. -No, non adesso, tu mi hai insegnato cosa vuol dire divertirsi, ma convincere i membri dell'Ordine non sarà altrettanto facile. Tra l'altro molti ritengono questo posto insicuro perché tu sei riuscito a scovarlo. Per non parlare di quelli che non tollerano il mio avvicinarmi al mondo umano... Quindi ti prego di mantenere l'ordine almeno fino a che non si saranno calmate le acque. E poi non mi sta bene che tu metta su due squadre per un gioco del genere senza invitarmi!- Concluse il vampiro ridendo per scacciare le sue preoccupazioni. Jonny rispose con un sorriso amichevole, poi porse la mano destra al vampiro, che però porse a sua volta la sinistra. -Oh, già, scusa...- Sussurrò il ragazzo ricordandosi del "problema" di Drac, così cambiò mano e prese quella del conte, con cui l'uomo aiutò l'umano ad alzarsi. -Jonny!- Esclamò Mavis entusiasta al ragazzo appena lui aprì la porta. -Mavy!- Rispose lui altrettanto contento di sentire quella voce. La ragazza si avvicinò alla porta appoggiandoci una spalla. -Hey.- Disse lei. -Hey.- Rispose lui allo stesso modo -Come stai?- Gli chiese. Lui alzò le spalle, pensieroso, -Non mi lamento, dopo la botta e quella caduta potevo uscirne molto più acciaccato... ma ora che ho visto te sto benissimo!- Concluse romanticamente, appoggiando una mano sulla porta, poco sopra alla spalla di Mavis, che arrossì. Ma l'amorevole momento venne bruscamente interrotto da Drac che passò forzatamente attraverso i due separando Jonathan da sua figlia con una spallata. -C'è un sacco di lavoro da fare, tre settimane sono veloci da passare.- Disse il vampiro burberamente. Dracula non aveva tutti i torti, i giorni passarono in fretta, anche perché la nuova politica dell'hotel era molto restrittiva, più di quanto non lo fosse prima dell'arrivo di Jonathan e perciò non ci fu nulla di interessante o fuori dall'ordinario. Ma per la giovane coppia non era un problema, per loro era sufficiente stare insieme per essere felici.
...
Era buio, l'unica luce visibile era quella della torcia portatile di Jonathan. Era con Mavis che lo accompagnava ovunque nelle sue esplorazioni del castello. -Questo posto è impressionante, non sono bastate due settimane per mappare tutti i passaggi segreti, e meno male che ho l'aiuto dei ragni parlanti e di te che ti trasformi in nebbia!- Commentò il ragazzo. -Be', i sotterranei li abbiamo già finiti, il lavoro difficile è fatto.- Rispose Mavis. -Sarà... ma più cammino per questo posto e più segreti scopro.- Continuò l'umano poco speranzoso mentre si fermò un attimo a controllare la vecchia mappa dell'hotel a cui aveva aggiunto tutti i passaggi e corridoi segreti che avevano trovato. I due esploratori erano arrivati ovunque tramite i cunicoli nascosti e fortunatamente in albergo erano rimasti pochi mostri perché molti passaggi portavano ai bagni di molte camere. -Stai facendo un ottimo lavoro Jonny!- Esclamò Mavis sorridendo, questo complimento fece tornare un po' di fiducia a Jonathan, -Adesso molti corridoi che mio padre si era dimenticato di aver fatto costruire sono segnalati e possono essere usati come via di fuga d'emergenza.- -Abbiamo fatto un ottimo lavoro,- Precisò il ragazzo, -Comunque hai ragione, dobbiamo finire questo lavoro se vogliamo che questo posto non venga chiuso.- -Jonathan! Mavis! Da questa parte!- Una voce acuta echeggiò per il corridoio, -Abbiamo trovato uno spiraglio fra le pietre!- Continuò, era la voce di un ragno. I due avanzarono fino a raggiungere un gruppo di ragni, un po' attaccati alla parete ed altri appesi alla ragnatela al soffitto. Jonathan prese una candela dalla tasca e Mavis la accese con i suoi nuovi poteri pirocinetici. Fatto ciò avvicinò la candela alla parete nella zona segnalata dai ragni e la fiamma iniziò ad incresparsi, c'era davvero uno spiraglio fra le pietre. -Ben fatto ragazzi, ora vediamo se riusciamo a trovare il meccanismo...- Detto ciò spense la candela, prese la torcia in bocca ed iniziò a toccare tutte le pietre in cerca di quella giusta, aiutato da Mavis. Non ci volle molto prima che la ragazza spingesse l'interruttore che fece scorrere la parete in esterno liberando il passaggio. Per un attimo l'aria si saturò della polvere accumulata per decine di anni che li fece tossire. -Dove siamo?- Domandò la vampira. -Se i miei calcoli sono giusti dovremmo essere sopra alla camera di tuo padre...- Rispose il ragazzo controllando la mappa. -I tuoi calcoli sono errati...- Precisò una voce dolorante ed oppressa, -Non siete sopra alla mia camera, siete sopra di me!- Concluse. I due giovani si guardarono imbarazzati e si spostarono subito permettendo a Dracula di alzare e richiudere il portale che lo stava schiacciando. -Scusaci Drac, colpa mia, devo aversbagliato a contare gli scalini... mi sembrava strano essere sopraalla tuacamera visto che è in soffitta...- -Non fa nulla...- Disse il vampiro aggiustandosi il lungo naso sanguinante, -Stai facendo egregiamente questo lavoro che avrei dovuto fare io molti anni fa. Bene, se mi dai la mappa aggiornata faccio rendere le vie di fuga più visibili.- -Certo, ecco qua, ho segnato anche i vicoli ciechie le zone che avrebbero bisogno di essere risistemate.- Disse Jonny dando le mappe arrotolate al vampiro. -Perfetto, andate pure a divertirvi, ve lo siete meritato.- -Davvero papà?- Esclamò Mavis eccitata. -Certo cara.- -Jonny ti prego, mi porti al vero villaggio di umani?- -Be', per me è ok, ma deve essere d'acc...- Ma l'umano venne tagliato fuori da Drac: -No. Non se ne parla.- -Perché sempre no?!- Protestò la ragazza, -Non sai dire altro?- -Lo sai, lo faccio per il tuo bene. Questo non è un buon momento per uscire. La fuori brulica di giornalisti e sai quanto possono essere fastidiosi, per non parlare di quelli contrari alla pace fra mostri ed umani che possono essere pericolosi.- -Ma...- Iniziò la ragazza, ma le parole le morirono in gola, poi si spostò verso una parete dove appoggiò la fronte, -Non è giusto...- Sospirò sconsolata. -Potremmo mostrare a tutti che è possibile fare una passeggiata in una città piena di umani senza venire inseguiti con torce e forconi. Magari inizierei con qualcosa di poco affollato... per esempio il castello di Lubove!- A queste parole padre e figlia risposero con due espressioni opposte, lei era eccitata, mentere lui visibilmente contrariato. -Come puoi anche solo proporre una cosa del genere? Hai idea di quanta sofferenza ci sia in quel castello?- Protestò il vampiro agitato. -Non è assolutamente vero, io ci sono stato e quel posto è ancora pieno di amore, indipendentemente da quello che è successo!- Si impose Jonathan. -Ma non voglio che Mavis ripercorra quello che è successo!- Continuò il conte alzando la voce. Il ragazzo stava per rispondere, ma venne interrotto da Mavis: -Non sono una bambina e so benissimo quello che è successo.- Disse con voce fredda. -Piccola mia, ci sono cose che ho preferito non menzionare... Per il tuo bene.- La voce di Drac divenne calma ed amorevole. -No, fidati, so tutto.- -Eri troppo piccola per ricordare.- Mavis sospirò, la sua gola bruciava e gli occhi erano umidi, prese un attimo per calmarsi, per non far sentire tremare la sua voce, poi iniziò a parlare: -Amore, fammi una promessa... non inseguire la vendetta, ma proteggi nostra figlia e crea un posto sicuro per tutti noi in attesa che gli umani diventino abbastanza maturi da riuscire a vivere armonia con i mostri.- Dracula rimase di ghiaccio, mentre Jonathan guardava i due confuso. -Tu... come...- Il vampiro cercò di parlare, ma lo stupore era talmente tanto da impedirglielo. -So più cose di quanto tu possa immaginare.- Il padre avrebbe voluto replicare, ma proprio in quel momento nella camera facevano irruzione, senza bussare, Frank, Wayne, Murray e, forse, Griffin. -Hey! Mi sembrava di aver sentito la vostre voci!- Esclamò Murray euforico, ma la sua espressione felice si incrinò quando si accorse che l'aria era talmente tesa da poterla tagliare con un coltello. -Ma che è successo?- Chiese con più calma. -Mio padre non vuole che mi diverta.- Rispose Mavis imbronciata. -Se volessi che tu non ti diverta ti manderei in camera tua in punizione!- Le disse Drac. -Benvenuta nel club, da quando ha incontrato quella draghessa è tornato il noioso duca di noialandia!- Si lamentò Wayne. -Io sono un conte! Il conte della Transilvania!- -A me sembri più il voivoda della Valacchia.- Mormorò acidamente la ragazza fra i denti, questa frecciatina era più velenosa e dolorosa del morso di una lamia, tanto che rimasero impietriti tutti i presenti. La vampira si voltò e trasformandosi in nebbia attraversò la parete penetrando nel corridoio nascosto e lasciando il padre con il cuore spezzato ed una lacrima che gli solcava il volto. -Come lo ha scoperto? Drac, glielo hai racontato tu?- Donandò Frank timorosamente. -Certo che no! Ma sapeva anche le ultime parole che Martha ha detto prima di morire... Non oso nemmeno immaginare cosa la sua anima abbia passato mentre era soggigata da quel demone...- Disse il vampiro con aria cupa, -Aveva detto di non ticordare nulla di ciò che era successo prima che Jonny la facesse riprendere, ma temo che mentisse per non farmi preoccupare. Ora capisco perché era emotivamente instabile in questi ultimi giorni, quello che ha passato la sta turbando più di quanto lei voglia mostrare.- Poi rivolgendosi al ragazzo, -A te ha detto nulla?- Jonathan rimase un attimo in silenzio, pensieroso, come se non avesse neppure sentito la domanda, ma un attimo prima che l'uomo la ripetesse lui rispose: -No, non mi aveva detto nulla, ma mi ero accorto che era strana.- Poi si rivolse al vampiro, i loro sguardi egualmente tristi e preoccupati si incrociarono, -Mi dispiace per quello che ti ha detto, ma non ti preoccupare, non è quello che lei realmente pensa.- -Lo spero, ma forse un po' me lo merito. Adesso va da lei, dille che se lo vuole veramente visiteremo il castello di Lubove, ma ti prego, cerca di convincerla a rinunciare al suo sogno di viaggiare. A me non darà ascolto, ma magari a te si.- Le parole di Dracula gli bruciavano la sua stessa gola come fossero d'aglio, distruggere i sogni di una figlia, di nuovo, era una tortura difficile da sopportare. Tutti lo guardarono imbronciato e contrariati, soprattutto Jonathan. -Perché?- Chiese il ragazzo con freddezza, -Perché continui a incatenare tua figlia?- -Ho paura...- -Paura di cosa? Gli umani non sono violenti come una volta, lo hai visto anche tu.- Disse Frank con la sua solita calma. -Non ho paura di ciò che le possono fare, ho paura di ciò che lei può fare. Ciò che le è successo... I demoni non muoiono così facilmente.- -Pensi che si possa ritrasformare?- Domandò Jonny preoccupato e questa ipotesi spaventò tutti. Il vampiro abbassò lo sguardo e sospirando prese un attimo per pensare prima di rispondere: -Non lo so... Adesso comprendete il mio timore?- -Proverò a parlarle, ma non posso prometterti nulla. Intanto godiamoci questa piccola uscita, nessuno vuol fare il passo più lungo della gamba.- -Jonny, va da lei e fai il tuo dovere!- Griffin incitò il ragazzo. E Dracula dette uno sguardo d'approvazione all'umano che fece un cenno con la testa e si incamminò verso la porta. Avventurarsi nei meandri dei cunicoli segreti senza mappa probabilmente avrebbe significato girovagare per ore da solo nel buio, proposta allettante per il giovane avvenutriero, ma non era il momento. Ma Jonathan fece solo pochi passi prima di inciampare in ginocchio per terra. Tutti i mostri si affrettarono a soccorrerlo, anche se lui si stava già rialzando. -Che è successo?- Chiesero all'unisono. -No, nulla… sono… ho solo perso l'equilibrio…- Rispose poco convinto.
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Capitolo 5 *** Check in inaspettato ***
Lo so che sono passati molti mesi, ma come vi ho promesso non smetterò di scrivere e mi scuso di non aver mai aggiornato su efp (su fanfiction.net sono all'11° capitolo…) Ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato la mia prima fiction e che continuano a seguirmi e commentarmi, spero vi ricordiate ancora di me!
CAPITOLO 4 – Check in inaspettato Jonathan arrivò davanti alla porta della camera di Mavis, ancora pensieroso sulle parole di Dracula. Avrebbe mai potuto convincere il suo zing a rinunciare al suo sogno di viaggiare e scoprire il mondo? Il ragazzo fece un lieve sospiro col naso ed alzò la mano pronto a bussare, ma venne fermato da una mano che si posò sulla sua spalla, era Drac. -Posso parlarti un attimo?- Disse il vampiro. Jonathan si voltò. -Non dovrei parlare con Mavis?- Rispose. -Faremo in fretta, seguimi.- Concluse il conte incamminandosi verso la camera accanto a quella di Mavis ed adesso libera. I due entrarono, l'umano chiuse la porta dietro di se ed il vampiro iniziò a parlare dando le spalle al ragazzo: -Rispondimi onestamente e senza omissioni, è importante.- Poi si voltò incrociando il suo sguardo preoccupato con quello perplesso di Jonathan, -Tu non stai bene.- Disse senza mezzi termini, -A differenza di molti altri mostri io conosco gli umani, gli altri non se ne sono accorti, ma sei pallido, hai le occhiaie gonfie e scure, gli occhi intrisi di sangue e fai fatica a mantenere l'equilibrio.- -Non è niente.- Sbuffò l'umano, -Sono solo un po' stanco, sai dormire di giorno e vivere di notte non è naturale per noi umani!- Concluse ridacchiando. -Sicuro sia solo questo?- Chiese il vampiro, talmente serio che tolse il sorriso anche dal ragazzo. -No, non è solo questo...- La voce di Jonny divenne cupa, -Hai ragione, non riesco a dormire.- -Lo so, molti mostri fanno versi orribili quando dormono, quindi è normale ci sia sempre qualche urlo durante il giorno, ma le grida che ho sentito in queste ultime settimane erano diverse dal solito. Cos'è che ti turba tanto? Riguarda ciò che è successo a Mavis?- Jonathan abbassò lo sguardo, non aveva più senso mentire. -Ho gli incubi, terribili... continuo a vederlo non appena mi addormento.- -Il demone?- L'umano dette un silenzio che confermò le preoccupazioni di Drac. -Da quando lo hai guardato negli occhi?- Continuò il conte. -Continuo a vedere quell'occhio giallo... enorme... fiammeggiante... minaccioso... Prima mi svegliavo subito, ma adesso che sono più stanco non ci riesco ed è una terribile tortura. Oggi mi sono svegliato che piangevo sangue.- Raccontò il ragazzo trattenendo a fatica le lacrime. -Dannazione ragazzo... Perché non me ne hai parlato prima?- Jonathan prese un attimo prima di rispondere: -Hai fin troppe cose a cui pensare, fra una sola settimana qui ci sarà un putiferio di mostri, draghi e chissà cos'altro! Potrebbero chiudere questo fantastico posto se non dovesse essere tutto in regola… è per questo che non ti volevo dare ulteriori preoccupazioni…- -Ragazzo, sai benissimo che le mie uniche preoccupazioni siete tu e Mavis, tutto il resto non conta se voi avete dei problemi,- Disse Drac in tono paterno, -Vorrei poterti aiutare, ma cancellarti la memoria non cancellerebbe la paura e lo shock che hai provato. Hai dimostrato un gran bel coraggio a guardare un demone negli occhi, molti al tuo posto non sarebbero sopravvissuti. Vedere il vero spirito di un demone è un'esperienza terribile.- -Ma così ho trovato Mavis. Ed è questo che conta.- Sospirò soddisfatto. -Ed è per questo che nonostante quello che sei ti ritengo la persona più adatta per mia figlia.- -Hei, questo è razzismo nei confronti degli umani!- Esclamò il giovane. -Ti sbagli, questo è razzismo nei confronti dei tonti!- Puntualizzò Dracula scherzosamente scatenando l'ira dell'umano, -Ora va da lei, non voglio farti perdere altro tempo.- Jonathan sorrise, poi si diresse verso la porta. -Te la sei scampata anche questa volta vecchio!- Disse mentre usciva. -Hey Jonny, tutto ok?- La testa rimpicciolita dette un felice benvenuto al ragazzo, -Quando Mavis è entrata sbattendo la porta arrabbiata pensavo che tu saresti arrivato subito, cosa hai fatto in tutto questo tempo? Su, rispondi!- -Diciamo che sono stato trattenuto...- Rispose Jonathan. -Ah... ho capito... il Conte Scaccola ne ha combinata un'alta delle sue ed adesso manda te ad aggiustare i suoi errori. Capito?! Mi senti da laggiù?!- Concluse rivolgendosi a Drac che si stava allontanando lungo il corridoio che rispose sbuffando senza neppure voltarsi. Knoch, Knoch Jonathan bussò delicatamente alla porta, ma non ottenne risposta. -Mavy? Sono io, posso entrare?- Nulla. Il ragazzo dette uno sguardo interrogativo alla testa rimpicciolita, che rispose con una faccia da alzata di spalle che non aveva. -Dai ragazzo, entra, non so perché la tua ragazza non ti abbia risposto, ma ha detto che ti avrebbe aspettato, perciò mi ha dato il permesso di lasciarti entrare nel caso in cui tu fossi stato da solo.- Disse la testa. Jonny aprì lentamente la porta annunciandosi nuovamente. -Mavy? La tua testa da pomello mi ha detto di entrare, ci sei?- Jonathan si guardò attorno ancora stupito per l'eccellente lavoro che le streghe avevano fatto ricostruendo completamente gli interni della camera da letto. -Farebbero comodo anche a casa mia, ma forse nemmeno loro basterebbero a rimettere a posto i disastri dei miei tre fratellini.- Disse fra se e se sospirando pensieroso, mentre veniva attraversato da un leggero brivido di nostalgia, non tanto di casa, ma della famiglia, erano ormai più di due mesi che non li vedeva, ma con uno scrollone di testa si liberò di tutti questi pensieri fin troppo sentimentali. La stanza era buia e sembrava che non ci fosse nessuno, la finestra era chiusa dalla pesante tenda e le candele erano spente, ma il ragazzo poteva ancora sentire l'odore della cera fusa, erano state spente da poco. Jonathan si avvicinò alla grande finestra spalancando le tende ed illuminando la stanza, fuori c'era qualche nuvola, ma non avrebbero protetto Mavis dal Sole se fosse volata fuori. Il ragazzo stava per lasciare la stanza, ma mentre percorreva l'anticamera sentì un brusio provenire dal bagno, quindi si avvicinò alla porta riuscendo a sentire Mavis che canticchiava sottovoce. -Mavy? Va tutto bene?- Chiese Jonathan cautamente bussando alla porta. -Jonny?- Rispose lei, insicura, da dietro la porta, -Jonny sei tu? Sei solo?- Concluse. -Si, scusa se sono entrato senza il tuo permesso, la testolina qui fuori ha detto che potevo...- -Lo so, dai, entra.- Lo invitò con voce dolce. Il ragazzo aprì lentamente la porta e venne invaso da un soffice profumo di sapone e dall'aria umida e calda, poi girò lo sguardo e vide Mavis immersa nella vasca da bagno colma di schiuma, aveva le braccia incrociate sul bordo della vasca e teneva la testa sdraiata su di esse. -Woh! Mavy!- Esclamò Jonathan, imbarazzato, voltandosi subito dall'altra parte, -S... scusa... i... io non volevo...- Balbettò. -Ma io si!- Rispose lei con una voce da bambina birichina, mentre si toglieva un auricolare dall'orecchio per ascoltare meglio il fidanzato. Il ragazzo non rispose, ma poteva sentire il soffice suono dell'acqua mossa da Mavis che cambiava posizione, adesso era sdraiata immersa fino al mento e con le ginocchia piegate fuori dall'acqua. -Il cellulare che mi hai prestato è fantastico, hai un sacco di bella musica qui dentro!- Esclamò la ragazza facendo fluttuare il telefono dentro una bolla di sapone che lo proteggeva dall'acqua. -Basta che non me lo bagni, comunque l'estate è finita, il caricabatterie ad energia solare non lo caricherà facilmente come prima...- Rispose lui rimanendo voltato. -Be', prova a chiedere a mio zio Frank, lui se ne intende di elettricità. Se rivuoi il tuo Xperia vieni pure a prenderlo...- Lo sfidò lei, ma Jonny non si mosse, -Allora, schiena di Jonny,- Disse irridendo l'umano che le rivolgeva le spalle, -Cos'ha detto mio padre mentre non c'ero?- Chiese fintamente disinteressata. Jonathan si voltò di nuovo verso di lei, anche se spostava lo sguardo ovunque tranne che su di lei. -Be', lo sai come è fatto tuo padre, io ho provato a parlarci, ed ha deciso che andremo a far visita al castello di tua madre.- Rispose il ragazzo in un tono serio. -Che noia che è quel mostro!- Esclamò la vampiretta quasi arrabbiata, incrociando le gambe bagnate e saponose e dondolando la gamba facendo sfiorare il piede sull'acqua lentamente, sospirando tristemente, ma un attimo dopo si bloccò, perplessa, -Aspetta... Come hai detto?- Concluse alzando un sopracciglio, confusa ed un po' speranzosa. -Hai capito bene, baby, presto ti farò conoscere cosa c'è fuori da queste mura.- A queste parole la ragazza saltò a sedere appoggiando le mani al bordo della vasca allungando il collo più che poteva verso Jonathan per essere sicura di sentirlo meglio. I suoi occhi brillavano di emozione e felicità. -Davvero?- Squittì Mavis eccitata e Jonny le rispose con un sorriso soddisfatto. La vampira si alzò in piedi in un baleno, Jonathan allungò le mani di fronte di fronte a se in difesa, ma prima ancora cha potesse dire alla fidanzata di calmarsi di lei rimase solo la sagoma di schiuma ed acqua che aveva addosso e che precipitò a terra, mentre lei, trasformata in un inconsistente nebbia viola e luminosa, si stava spostando lungo il bagno fino a raggiungere un grande asciugamano nero con il logo HT rosso che prese e trascinò fino a davanti al ragazzo, poi si sollevò arrotolandolo attorno a se e si materializzò, ancora un po' bagnata. I due giovani erano faccia a faccia, tanto vicini che i loro nasi si toccavano. In quel momento l'emozione di Mavis poteva essere eguagliato soltanto dall'imbarazzo di Jonathan. -Quando.- Domandò la ragazza senza girarci tanto intorno e con un tono più adatto ad una affermazione che ad una domanda. I suoi occhi azzurri non erano mai stati tanto grandi e lucidi come in quel momento. Il ragazzo cercò di indietreggiare, ma lei lo prese per la felpa e lo riavvicinò ancora di più a se, sempre più impaziente di ottenere una risposta certa. -Di preciso non lo so, appena tuo padre si libera dai suoi impegni. Anche lui si merita un po' di riposo, tutta questa storia del consiglio lo sta mandando fuori di testa. Ma ti prometto che sarà molto presto... certo, non sono un vampiro che è obbligato a mantenere la parola data, ma spero ti possa fidare ugualmente di me.- Il largo sorriso sul volto della ragazza sfumò in un istante, e la rabbia si fece padrona di quel viso, poi lei lo lasciò, si voltò e si allontanò di qualche passo. -Vampiri e promesse,- Mavis iniziò a parlare con voce carica di veleno, senza neppure guardarlo, -Mio padre ha dimostrato il contrario...- -Mmmh... Tecnicamente tuo padre ha promesso che ti avrebbe dato il permesso di visitare una città umana quando saresti diventata centodiciottenne, ha mentito solo sulla posizione di un vero villaggio, forse è per questo che alla tua festa era tanto preoccupato quando gli hai detto di voler riprovare...- Ma la rabbia durò poco, queste parole la sconfissero donando a Mavy un nuovo sorriso, soddisfatto ed un po' sprezzante. -Hai ragione,- Esclamò la ragazza girando lo sguardo verso il ragazzo, poi iniziò a girovagare per la stanza come era abituata a fare quando rifletteva, -Se dopo questa visita al castello della mamma mio padre non vorrà più farmi uscire gli posso ricordare la sua promessa! Sei in genio Jonny! Adesso non ho più catene che mi impediscono di realizzare i miei sogni.- Il ragazzo sorrise soddisfatto, ma un attimo dopo le parole di Drac gli echeggiavano nella testa e quel sorriso si infranse. -Oh parca... che cosa ho fatto? Adesso come glie lo dico...- Borbottò Jonathan fra se e se schiaffeggiandosi mentalmente, -Scusami Mavy, ma devo proprio andare, tu vestiti che io torno fra poco...- Continuò, gesticolando nervosamente. -Perché te ne vai di già?- Domandò lei, -Vuoi lasciarmi sola di nuovo?- Disse accarezzandosi i capelli bagnati che gocciolarono sulle sue spalle nude. -S...Sì, scusa, mi sono dimenticato di dire alcune cose importanti a tuo padre, non vorrei dimenticarmene...- Rispose Jonathan cercando una scusa plausibile. E Mavis rimase li, immobile, a guardare il fidanzato correre via e svanire oltre la porta. -Deve essere davvero importante se preferisce lui a me...- Sospirò, un po' delusa.
…
-Drac?! Drac?!- Jonathan chiamò istericamente, mentre correva qua e la nell'hotel. Non ci volle molto prima che il servizio di sicurezza notasse il chiassoso ospite e corresse in suo aiuto portandolo dal proprietario che era nella sala dei ricevimenti con l'architetto Hyde ed una squadra di zombie falegnami a discutere sulle modifiche future. -Drac... Pant, pant... Grazie alle armature ti ho trovato!- Disse l'umano esausto, -Ho combinato un casino...- Concluse con lo sguardo da bambino pentito. Dracula si voltò e la sua espressione tranquilla cambiò improvvisamente. -Cosa ci fate voi qui?- Ringhiò, la sua voce era roca ed i suoi occhi socchiusi, accigliando la fronte rabbiosamente. -Ti prego, non ti arrabbiare...- Lo supplicò Jonathan, ma il vecchio vampiro non gli dette ascolto. -Anche io sono contenta di vederti.- Disse una voce femminile, con un accento est europeo, che proveniva da dietro il ragazzo, poi ce ne fu un'altra, maschile, dall'accento inglese: -Sempre gentile come al solito...- Il ragazzo si voltò, erano un uomo ed una donna adulti, vestiti eleganti con antichi abiti vittoriani. Lei era una donna giovane e minuta, con la pelle pallida e gli occhi e capelli castani, indossava un corsetto che le metteva in risalto le curve della vita stretta e del seno abbondante lasciandole le spalle scoperte ed una lunga gonna a balze drappeggiate fino ai piedi, entrambi rossi damascati di nero, ed un girocollo di trina nera con cammeo di una rosa rossa su sfondo nero come pendente. L'uomo accanto a lei assomigliava molto a Dracula, sia nel vestire che fisicamente, aveva i capelli neri, la pelle chiara e gli occhi marroni, ma sembrava molto più giovane del conte. Indossava un tait nero tenuto aperto, una camicia in seta rossa con i polsini merlettati sormontata da un jabot in pizzo nero e da un panciotto nero damascato rosso come l'abito della donna, pantaloni neri di taglio classico, stivaletti in pelle nera con cinture senza lacci e sulle spalle un lungo e pesante mantello nero. Si avvicinarono spavaldamente verso il conte che sembrava sorpreso e nervoso a vederli. -Lord Ruthven, contessa Bathory... sapete che non siete i benvenuti.- Disse il vampiro sgarbatamente, come non era mai successo con alcun altro ospite. -E così questo sarebbe il famoso umano?- Domandò la donna sorridendo, ignorando Drac, ma anche Jonathan stesso riusciva a percepire l'astio nascosto dal buon viso. Dracula superò il ragazzo piazzandosi di fronte a lui, come a volerlo difendere. -Non è un affare che vi riguarda.- Rispose il conte spazientito, -Adesso sparite, qua non accettiamo nuovi arrivi fino al trenta ottobre. Non sareste nemmeno potuti entrare.- -Il tuo servizio di sicurezza non è molto efficace, ai membri dell'Ordine non piacerà...- Lo sbeffeggiò il Lord. -Drac, ma chi...- Jonny iniziò a chiedere, ma Dracula alzò rapidamente una mano all'altezza del volto dell'umano per zittirlo bruscamente. -Ormai siamo qui e non ce ne andremo molto facilmente, liberaci la tua migliore camera ed eviteremo spiacevoli sorprese. Ci tratterremo solo per assistere al Consiglio, non ti preoccupate, non abbiamo intenzione di stare più a lungo.- Disse la contessa con tono arrogante, -Oh, già, che sia abbastanza spaziosa per contenere anche i miei quattro animaletti.- Dracula strinse i pugni, carico di rabbia, poi rivolgendosi ad uno zombie: -Accompagna i signori alla suite numero 99 nei sotterranei.- Poi spostando lo sguardo sulla donna, -So che ti piacciono le camere lussuose con le finestre murate!- Lei fece una smorfia arrabbiata, poi quando si accorse che anche il suo compagno ridacchiava alla frecciatina di Dracula, lo colpì con una gomitata, poi i due seguirono lo zombie a quando entrarono nell'ascensore vennero raggiunti da quattro ragazze vestite da domestiche, erano tutte molto giovani e belle, ma una di loro era più pallida e debole, tanto da dover essere sorretta dalle altre. -Merda!- Ruggì il vampiro, non appena l'ascensore sichiuse, tanto forte da spaventare tutti i presenti dell'intera sala grande. -Drac, calmati, questo linguaggio non è ammesso in questo hotel.- Scherzò Jonathan per sdrammatizzare la situazione. -Be', ultima notizia, quando la situazione è già così complicata da credere che non può andare peggio ed invece precipita ulteriormente in maniera imprevista, allora si può imprecare quanto si vuole, anche perché se non lo facessi mi sfogherei distruggendo la prima cosa che mi capita a tiro e per tua sfortuna risulta essere proprio la tua testa!-Jonathan fece un passo indietro, spaventato. -Vuoi sapere chi sono? Vampiri di prima genesi, ex umani trasformati in mostri direttamente dalla lamia generata dal sangue innocente che loro stessi hanno versato. Ne esistono solo tre, ed il terzo sono io,ma a differenza loro io mi sono pentito.- -E sono così pericolosi? Anche le loro figlie?- Chiese Jonathan. -Figlie? Creature senza anima come loro possono concepire solo cadaveri, quelle quattro umane sono solo il loro frigo bar portatile.- Il ragazzo rabbrividì, tanto da fargli venire il voltastomaco. -Come... come li hai conosciuti?- -Noi tre siamo i fondatori di Supremazia Mostruosa, ma da quando ho incontrato Martha ci odiamo... Non ci renderanno la vita facile...- -Perciò sono dei conservatori? E su di me che interessi hanno?- -Ti uccideranno.- Disse il vampiro senza mezzi termini, -Dopotutto non vedo altri motivi per la loro visita...- Concluse, rammaricato per i rischi a cui sarebbe stato soggetto l'umano. Il ragazzo sobbalzò. -Cosa? Come hai potuto permettergli di soggiornare?!- Piagnucolò Jonathan, fuori di testa. -Che altro potevo fare?- Rispose il conte, deluso per la sua debolezza, -Se li avessi scacciati avrebbero fatto qualcosa di ancora peggiore ed imprevedibile, solo per il gusto di vendicarsi. Almeno così li ho sotto controllo.-
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Capitolo 6 *** Ombre sull'Hotel Transylvania ***
Ringrazio tutti quelli che mi supportano seguendo e commentando la mia storia e soprattutto quelli che non si sono dimenticati di me.
Eccomi ancora qui, a dimostrarvi che nonostante l'influenza nulla può fermarmi!
CAPITOLO 5 - Ombre sull'Hotel Transylvania Dracula era rimasto accigliato, l'incontro con i suoi "amici" di vecchia data lo aveva turbato molto. Poi improvvisamente sobbalzò, quasi spaventato, quando venne colpito alla schiena da qualcuno, colpo che fu fatale per il suo volto imbronciato, che venne trasformato in un dolce sorriso quando si rese conto che era solo un (più o meno) caloroso ad inaspettato abbraccio alle spalle. Il conte guardò in basso e quasi si sciolse alla vista delle due braccia pallide scurite dal raso nero che lo stringevano con forza. -M... Mavis...- Fu l'unica cosa che l'uomo fu in grado di pronunciare, la sua felicità che la figlia lo avesse perdonato in così poco tempo lo emozionò a tal punto da paralizzarlo. La vampira sciolse l'abbraccio, posò le mani sulle spalle del padre e le usò per sollevarsi in aria scavalcandolo e portandosi, fluttuando a testa in giù, faccia a faccia con il padre. -Papà, scusa se mi sono arrabbiata,- Sospirò la ragazza amareggiata, incrociando le braccia al petto, mentre il vestito ed i capelli sventolavano ad un vento che non c'era. -Non ti preoccupare dolce budellina, avevi anche tu le tue ragioni. Jonny ti ha detto l'ultima notizia?- Mavis tornò con i piedi per terra in un baleno e spalancò gli occhi, ancora incredula. -Dici sul serio?- Gli domandò, tanto felice quanto eccitata. Suo padre e Jonathan dettero un sorriso di consenso che fece saltare di gioia la giovane vampira. -Quando? Quando? Quando? Quando? Quando? Quando? Quando? Ti prego, dimmi quando!- Ripeté Mavis come se fosse in loop, prendendo suo padre per il colletto e tirandolo verso di lei, fino a che il lungo naso di Dracula non le impedì di avvicinarlo ulteriormente. -Calmati, calmati, zanne dolci, devo rivedere solo poche cose qui e là...- Rispose lui allontanandola amorevolmente per prendere un po' di fiato, -Comunque tieniti pronta, che probabilmente partiremo entro questa settimana, vorrei rilassarmi un po' prima del Concilio.- La vampira lo abbracciò con forza di nuovo. -Non ci credo, così presto?- Disse lei, poi lasciò il padre e si voltò verso l'umano, -Riesci a crederci Jonny? Fra poco uscirò dal castello! Vieni, dobbiamo festeggiare!- Esclamò prendendo il ragazzo per un braccio, ma prima che lei lo potesse portare via Dracula la interruppe. -Piano, piano, piano... dove credi di fuggire pipistrellina frettolosa? Ma almeno lo hai guardato in faccia?- Le disse. Lei tornò con lo sguardo sul volto del fidanzato, prima non ci aveva fatto tanto caso perché aveva la mente altrove, ma adesso che era più attenta poteva notare che il ragazzo non aveva un bell'aspetto. Oltre agli occhi arrossati ed alle palpebre ed occhiaie sempre più gonfie e nere anche la sua pelle sembrava rugosa e cadente, inoltre teneva la testa leggermente inclinata in parte, gli occhi socchiusi e girati all'indietro tanto da non vederne le pupille, la bocca dalle labbra secche semiaperta con un filo di bava che scendeva sempre più lungo ed incontrollato, mentre la mascella penzolava senza forza. -Jonny? Tutto bene?- Domandò cautamente la ragazza. Passò qualche lungo secondo di silenzio, ma poi l'umano iniziò ad alzare una mano lentamente ed a chiudere il pugno lasciando al pollice alzato. -Stò beeneee...- Spirò Jonathan come fossero le sue ultime parole in punto di morte. Il ragazzo era talmente messo male che persino un muratore zombie si prese gioco di lui facendo la sua perfetta imitazione, suscitando l'ilarità dei suoi colleghi non morti e di Mavis stessa. -Non è niente di grave, vero?- Lei domandò ai due. -No, no, è solo un po'stanco, si sta riposando male in questi ultimi giorni.- Rispose il padre. -Ma è colpa mia?- Chiese lei, preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato. -No, assolutamente... Mi prenderò cura io di lui, lo riaccompagno in camera, vuoi venire anche tu?- Mavis annuì sorridendo. I tre arrivarono alla camera del ragazzo e lo fecero sdraiare sul suo letto, ma il suo sguardo divenne preoccupato, sapeva cosa lo aspettava una volta addormentato. -Papà,- Disse la vampira attirando l'attenzione del padre, -Puoi lasciarci un minuto da soli?- Dracula annui ed uscì dalla porta. -È colpa mia, vero?- Disse Mavis senza giri di parole. Il ragazzo sospirò pensieroso, abbassò lo sguardo, ma non rispose. -Non c'è bisogno di mentire, so che è la verità.- Continuò lei, -Ho sentito quello che ti ha detto mio padre... Non sai quanto mi dispiace, hai fatto così tanto per me.- Disse mentre gli accarezzava i suoi capelli ribelli per consolarlo. -Non ho fatto nulla di speciale...- Rispose il ragazzo sbadigliando. -Eri pronto a sacrificare la tua stessa vita per me, per ben tre volte... sei coraggioso... o pazzo, non so, ma in ogni caso sei adorabile!- Concluse sorridendo amorevolmente e l'umano lo ricambiò. -Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata...- Borbottò il ragazzo con voce assonnata. Queste parole sciolsero il cuore di Mavis che si sdraiò accanto al partner, poi fece scivolare un braccio dietro al collo di Jonathan e lo strinse dolcemente al proprio petto. Il lento e ritmato battito del cuore della vampira fu come una ninnananna per il giovane umano che in poco tempo si appisolò come un bambino. -Dormi sonni tranquilli Jonny, non permetterò a niente e nessuno di farti del male...- Bisbigliò la ragazza nel suo orecchio, la sua voce soffice ed amorevole gli ricordò quella della madre che lo coccolava nel suo letto quando lo stress dei continui traslochi gli davano l'insonnia. La ragazza sorrise soddisfatta mentre il suo corpo diventava una magica nebbia viola che scivolò via dal ragazzo senza che lui se ne accorgesse e ritornò umana appena uscita dalla camera da sotto la porta. Dracula era li davanti ad aspettare l'uscita della figlia, ed una volta vista, senza dire nulla, avvicinò una mano al pomello della porta, ma venne fermata dalla mano della figlia che si posò su di essa. Il vampiro, perplesso, spostò lo sguardo su Mavis, che scrollò lentamente la testa. -Non disturbarlo papà, sta dormendo.- Disse Mavis con voce soffice. Suo padre alzò un sopracciglio, stranito. -Ma è impossibile!- Esclamò, poi si voltò verso la porta, concentrandosi, -Sento il suo cuore battere lentamente ed in maniera regolare, hai ragione sta dormendo...- E si voltò nuovamente verso la figlia, quasi spaventato, -Quale potentissima magia hai usato?!- -La più potente al mondo... l'amore!- Disse la ragazza con un sorriso, mentre spostava una testa rimpicciolita da una porta vicina sul pomello di quella di Jonathan. Il conte divenne ancora più confuso. -C... Cosa?!- -Ssssh!- Lo zittirono Mavis e la testa rimpicciolita appena piazzata, poi la ragazza prese il padre per un braccio e lo trascinò lontano per non disturbare il sonno di Jonny. -Sinceramente è stato naturale,- Continuò lei, spostando lo sguardo ed aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, felicemente cullata nei suoi pensieri romantici, -Mi sono sdraiata accanto a lui, lo ho abbracciato e gli ho accarezzato i capelli dicendogli che lo avrei protetto da qualsiasi pericolo, un po' come tu facevi a me quando facevo brutti sogni...- Dracula sorrise ripensando all'infanzia della sua bambina. -Sono passati centodieci anni da allora, forse anche più, ed ancora te lo ricordi?- -Non dimenticherò nemmeno un secondo che ho passato con te, papà!- Queste parole fecero commuovere il vampiro, ma prima che potesse rispondere qualcosa di sdolcinato alla figlia venne interrotto dalla metallica voce di una guardia armatura: -Signore!- Disse mettendosi sull'attenti, -È richiesta urgentemente in sala convention!- Dracula lasciò cadere giù braccia e testa, sconsolato, non aveva un attimo di riposo. -Vai papà! Hai cose importanti a cui pensare.- Gli disse la figlia dandogli una pacca di incoraggiamento sulla spalla. Il vampiro la guardò un attimo negli occhi, le accarezzò dolcemente una guancia e rispose: -Grazie per la comprensione, mio piccolo bocconcino sanguinoso!- Subito dopo il conte si trasformò in pipistrello e volò via lungo il corridoio lasciando Mavis, che non rimase sola a lungo. -E così tu saresti la figlia di Dracula, Mavis, vero?- Disse una voce femminile proprio dietro di lei. La ragazza si voltò e vide una donna poco più grande di lei, che indossava degli eleganti abiti settecenteschi rossi e neri. -Bei vestiti!- Disse Mavy, -Comunque sì, sono Mavis Dracula, e tu chi sei? Non ricordo di averti mai vista.- Concluse incrociando le braccia. -Grazie!- Rispose la donna facendo un riverente inchino con un sorriso amichevole che mise in mostra i lunghi canini da vampira, -Perdona la mia maleducazione, non mi sono presentata, io sono la contessa Erzsebet Bathory, vecchia conoscente di tuo padre.- Mavis frugò nella sua mente, ma questo nome non le era familiare. -Il tuo nome non mi dice nulla.- -Non mi sorprende, Dracula ha smesso di frequentare me e mio marito dopo aver conosciuto tua madre... quanto tempo è passato? Due... trecento anni? Oh! Come ero giovane a quel tempo... No, scherzo, il mio corpo di vampira non invecchia!- Concluse ridacchiando. -Per l'esattezza sono passati duecento diciotto anni e comunque non credevo tu fossi così tanto vecchia, sembri quasi una mia coetanea!- -Sono più... "antica", la parola vecchia non mi piace, di tua madre, ma sono felice che non si noti. Comunque anche tu sei molto bella, fortunatamente non hai ripreso il naso di tuo padre!- Le due scoppiarono a ridere, -E secondo me staresti ancora meglio con dei vestiti più eleganti e sexy...- La donna prese una breve pausa prima di battere un pugno sul palmo dell'altra mano, -Ma certo! Perché non vieni nella mia camera? Anche subito se vuoi. Potrai provare tutti i vestiti che vuoi, tanto siamo di simile corporatura!- -Dici sul serio? Sarebbe fantastico!- Esclamò la giovane vampira eccitata, poi con voce più sconsolata, -A dire la verità non ho mai avuto un'amica con cui fare questo genere di cose, l'hotel è frequentato solo da vecchi e famiglie con figli piccoli.- -Lo so, le recensioni parlano chiaro di questo posto, Hotel lussuoso e tranquillo adatto alle famiglie serie e responsabili ed a chi vuol riposare in pace... in pratica non è il posto per i giovani come te. Comunque bando alle ciance e voliamo alla mia stanza!- Detto ciò la donna si trasformò in un pipistrello di color marrone rossastro come i suoi capelli e volò verso le scale, Mavis fece lo stesso e la seguì. -Erzsebet, non credevo che mio padre avesse riaperto i check in.- Disse la piccola pipistrellina nera. -Chiamami pure Erzy se vuoi, comunque sì, me lo ha detto, ma per noi ha fatto una eccezione... Solo che da quando sono qui questo posto sembra una noia mortale...- -Hai ragione Erzy, Jonathan aveva dato una sferzata di modernità e divertimento a questo vecchio Hotel, ma con il Concilio sempre più vicino, mio padre, ha proibito feste e giochi troppo a suo dire "rumorosi".- -Capisco, tipico di lui, non ha mai avuto una visione del mondo molto aperta... se io mi sono annoiata in un paio d'ore, figuriamoci tu inoltre un secolo!- -Vero, ma adesso che ho conosciuto te molte cose cambieranno.- ... Erano passate alcune ore da quando Jonathan era riuscito ad addormentarsi e Dracula stava finendo di preparare la sala grande per trasformarla in una sala conferenze con posti sufficienti per il gran numero di mostri che avrebbero voluto essere presenti all'evento. L'immensa stanza era ormai irriconoscibile, c'erano impalcature ovunque e sembrava un teatro greco in legno, dove su un lato della stanza c'era un piccolo palco e tutt'intorno le gradinate disposte a semicerchio. Il vampiro sospirò soddisfatto per l'ottimo lavoro che i suoi falegnami zombie stavano facendo. Poichè gli operai erano sotto i comandi dell'architetto Hide, Dracula ne approfittò per prendersi una pausa e si diresse nel piazzale esterno all'hotel per rinfrescarsi un po' la mente sotto al cielo reso rosso dal tramonto. -Concentrati, ci sei quasi.- Disse una voce femminile da oltre il cancello. La voce era familiare al vampiro, ma non riuscì ad inquadrarla, così, incuriosito, si incamminò. Sul ponte c'erano due donne ad una ventina di metri l'una dall'altra, Erzsebet era quella più lontana, mentre Drac non riconobbe quella più vicina che era di spalle, indossava un corpetto nero damascato con un coprispalle dello stesso stile, una minigonna nera a pieghe, manicotti in pizzo nero, calze a rete e stivaletti neri con rose rosse; ma la cosa che più attirò l'attenzione del conte erano i suoi corti capelli neri. -M... Mavy?- Borbottò insicuro di quello che aveva visto. La contessa si accorse della presenza di Dracula e lo guardò con aria di sfida mentre alzava il suo arco puntando la freccia d'argento verso l'altra ragazza, solo i guanti in pelle impedivano alle sue mani di bruciarsi. Il vampiro non fece in tempo a battere le palpebre che la freccia venne scoccata ad una velocità tale che, pur scattando alla sua sovrannaturale velocità, non riuscì a raggiungere la figlia in tempo, ma non sembrò un problema per lei che non si scompose e poco prima che la freccia la raggiungesse con un rapido colpo di mano generò una folata di vento tutt'attorno a lei sufficentemente forte da scaraventare a terra Dracula e deviare la freccia che in quel vento emetteva fiammelle azzurre e scintille, significava che l'argento era a contatto con una grande carica magica. Ma la vampira non si fermò solo a difendersi, portò una mano dietro di se come a voler caricare un lancio e poi colpi l'aria di fronte a se. Sembrava non fosse accaduto nulla, ma il volto preoccupato di Erzebeth dimostrò il contrario, la nobildonna incrociò le braccia di fronte al volto per proteggersi, ma l'energia che la colpì la scaraventò a qualche metro di distanza. -Ce l'ho fatta!- Esultò la vampira carica di gioia ed orgoglio, -Spero di non averti fatto troppo male...- -Non preoccuparti piccola Mavis,- Disse la vampira mentre si rialzava, le sue sbucciature e gli strappi dei vestiti si stavano già rigenerando, -Sei molto più forte di quanto mi aspettassi!- -Mi chiedo perché mio padre non mi abbia insegnato a difendermi, probabilmente sarei riuscita a difendermi da Van Helsing senza che Jonathan, mio padre ed io rischiassimo le nostre vite.- Esclamò Mavis, scocciata, scrollandosi la polvere dai vestiti. -Perché non lo chiedi direttamente a lui?- Rispose la donna facendo un cenno con la testa per indicate qualcuno dietro alla ragazza. Mavis si voltò ed incrociò lo sguardo col padre, avrebbe voluto vantarsi anche con lui delle sue nuove capacità, ma la sua espressione accigliata e contrariata la fermò. -Mavis!- Sbottò Dracula, -Cosa stai facendo qua fuori? E come ti sei vestita? Guardati, Sei mezza nuda!- -Papà, calmati, cosa c'è che non va? Perché ti arrabbi tanto? Ertzy ed io ci siamo divertite un po' in camera sua e mi ha prestato un paio dei suoi vestiti come fanno tutte le amiche che non vivono in una prigione!- -Amica? Quel mostro? Tu non la conosci, se viene chiamata "Contessa sanguinaria" c'è un motivo, è sadica, violenta e crudele! Beve sangue umano delle sue schiave!- -Drac?- Lo interruppe la donna, -Le mie serve mi accompagnano di loro spontanea volontà, scambiando un po' del loro sangue con la giovinezza eterna. Comunque non mi sembri nella posizione per giudicarmi, dopotutto molti mi chiamano "Contessa Dracula", forse non siamo poi così diversi...- Concluse divertita. -Tu stai zitta! Perché hai attaccato mia figlia?- -Lei ha solo fatto una cosa che tu avresti dovuto fare molto tempo fa,- Rispose Mavis, -Insegnarmi a difendermi!- -Difenderti? Perché? Ci Sono io a difenderti!- -Ma tu non ci puoi essere sempre, io voglio vivere la mia vita! E sai che la fuori è pieno di pericoli, sai cosa è successo... Tu scambi la protezione con la prigione, non sono libera di fare nulla, sei tu che decidi come mi devo vestire, con chi posso fare amicizia, come divertirmi... Speravo che dopo aver conosciuto Jonny saresti cambiato... Sai che presto partirò con lui ed ho bisogno di imparare a vivere anche senza il tuo aiuto.- Dracula la guardò confuso, -Jonny non ti ha detto nulla?- Mavis lo guardò negli occhi, perplessa, -Detto cosa?- -Tuo padre non ti permetterà mai di lasciare il suo castello, ti ha mentito di nuovo, come il finto villaggio umano, la finta mostruosità di Jonathan... Forza Drac, guarda tua figlia negli occhi a dille la verità, abbi il coraggio di farlo di persona senza mandare i tuoi ambasciatori...- -Sta zitta!- Ruggì il conte infuriato, ma si calmò quando sentì la voce della figlia: -Papà, non far caso alle idiozie che dice Ertzy, lei vuole solo prenderti in giro...- -Mavis, è troppo pericoloso, non posso permetterti di andartene.- Drac sbottò senza mezzi termini ed alla sua conclusione ci fu un silenzio carico di tensione. Mavis strinse i pugni tanto da tagliarsi i palmi con le unghie, sembrava stesse per esplodere, ma poco dopo sembrò calmarsi. -Ma che mi arrabbio a fare... Ormai sono abituata ad essere tradita da te...- Sospirò la vampira, trattenendo a fatica le lacrime, -Comunque una cosa Jonny me l'ha detta, mi ha ricordato che tu hai promesso che sarei potuta uscire dal castello una volta compiuti cento diciotto anni, perciò non mi puoi fermare...- Continuò, poi si trasformò in pipistrello, -Ertzy, dai andiamocene...- Dracula iniziò ad avvicinarsi alla figlia, ma venne fermato da Ertzebeth che gli fece un leggero cenno con la mano. -Sai bene che non è il caso di disturbarla adesso, è meglio aspettare quando si sarà calmata.- Lo esortò la donna. Il vampiro si voltò, ferito nell'orgoglio, lei aveva ragione, e lui lo sapeva, ma non le volle dare la soddisfazione, -Non ho bisogno dei tuoi consigli.- Lui concluse, burberamente, mentre si allontanava. I due pipistrelli volarono sul tetto e tornarono umane, Mavis non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime, seduta sulle tegole con la testa appoggiata alle ginocchia e le gambe abbracciate. -È tuo padre e ti vuole bene, il suo unico problema è che non si fida a lasciare la tua sicurezza in mano a qualcuno che non sia lui stesso, ma è anche vero da quello che fa è sbagliato ed irrispettoso nei tuoi confronti ed in quelli di Jonathan. Non può non fidarsi di voi, siete entrambi adulti e lui deve imparare ad accettarlo.- -Hai ragione... Ma che posso fare?- Rispose Mavis, smettendo di singhiozzare. -Dovrai essere presente al Consiglio, perciò aspetta la sua conclusione, parla delle tue intenzioni con tuo padre e segui la tua strada, indipendentemente da ciò che ti risponderà.- -Ma così gli spezzerò il cuore...- -Da quello che mi hai raccontato lui non ha avuto tanti riguardi a spezzare il tuo più di una volta e sei sempre sopravvissuta, se ne farà una ragione.- Mavis strinse i denti e sbuffò. -Mi dispiace Mavis, ma devo tornare in camera, mio marito mi starà cercando.- La giovane vampira alzò la testa e salutò l'amica con un sorriso che venne contraccambiato. Mentre il pipistrello marrone scendeva a terra, Mavis rimase un po' a guardare le stelle, il cielo la aveva sempre affascinata. ... -Come è andata?- La voce concisa del Lord uscì dalle ombre sui muri dell'hotel, ma di lui non c'era traccia. -Lo dovresti sapere visto che è tutta la sera che mi pedini...- Rispose la moglie. -Volevo sapere le tue impressioni.- Un'ombra si mosse, era accanto a quella della donna, ma Ertzebeth era sola in quel giardino, o almeno così sembrava. -La ragazza ha un carattere forte e testardo, ma non prova neppure a combattere se pensa di non essere all'altezza della situazione; si sente sola e perciò ha un caratteremolto estroverso ed ingenuo ed ha voglia di libertà che il padre le impedisce di avere.- -Ma ha un potere magico non indifferente... Pensi possa essere pericolosa?- -Vero, non mi sarei mai aspettata tanta potenza da una sostituriana, i sostituti di sangue non sono così energetici, si vede che è la figlia del grande Dracula. Comunque tanta magia è inutile se non sa come usarla.- -In definitiva?- -Le ho dato un assaggio di ciò che voleva ed è bastato per farmi preferire a suo padre... Troppo semplice!- I due si misero a ridere malignamente, mentre la contessa si avvicinava alla parete fino a toccare la propria ombra, ed il suo corpo venne inghiottito da essa lasciando il giardino apparentemente abbandonato. Su quella parete rimasero solo le ombre dei due, che, mano nella mano, se ne andarono, scomparendo fra le altre ombre della notte.
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Capitolo 7 *** Ombre nascoste ***
Ringrazio tutti quelli che mi supportano seguendo e commentando la mia storia e soprattutto quelli che non si sono dimenticati di me. Mi scuso per il ritardo, ma non sono stato a casa nelle ultime due settimane.
CAPITOLO 6 – Ombre nascoste -Buongiorno Drac!- Esclamò il giovane, finalmente pimpante come era abituato ad essere. Il vampiro si voltò lentamente. -Ti sei svegliato Bello addormentato!- Rispose scherzando. -Ed avrei potuto dormire ancora per molto se non mi fosse presa fame!- -Non preoccuparti, è quasi ora di pranzo. Piuttosto, hai dormito bene?- -A dire la verità l'ho sognato di nuovo, ma questa volta non mi ha fatto paura, sapevo che non sono più solo ad affrontarlo... Ma dimmi, dov'è Mavis?- L'espressione felice di Drac si spense e sospirò cupamente. -Oh... già... Il casino che ho combinato e che non ho fatto in tempo a raccontarti... Per colpa mia avete litigato?- Il vecchio vampiro sospirò nuovamente, preoccupato. -Sì, hai combinato un casino dei tuoi, ma non sei tu il vero problema. Erzsebet si è avvicinata a Mavis, e con tante belle parole e tanta gentilezza è diventata sua amica. Non so che intenzioni abbia, ma non sono buone, probabilmente sta usando mia figlia per colpire me... o peggio... te.- Jonathan ingoiò rumorosamente, essere nel mirino di due vampiri così pericolosi che in più hanno dalla loro parte anche Mavis non era certo una buona prospettiva per il povero umano. -Sei sicuro?- Domandò Jonny preoccupato, -Non potrebbero essere cambiati, come hai fatto tu?- -No, riesco a percepire il loro cuore arido, sono creature senz'anima, l'unico amore che provano è quello per sé stessi.- -Ed allora che facciamo? Non possiamo permettere a Mavy di fidarsi di mostri del genere!- -La dobbiamo lasciare stare, ho provato a dirglielo, ma sono caduto nella trappola di quella Contessa che ha sottolineato quanto Mavis non sia libera di fare le sue scelte. Lo so che è pericoloso ma lascerò che sia mia figlia ad accorgersi che ha dato fiducia alla persona sbagliata. Ma non credere che non la terrò d'occhio, dopotutto io gioco in casa!- -Ben detto Drac!- Esclamò il ragazzo dando una pacca amichevole al conte, -Ma adesso dove è?- -Temo sia con Erzsebet ma dovrebbe tornare per pranzo. Non mi fido a mandarti da solo da lei e se ti accompagnassi sembrerei troppo oppressivo.- ... -Allora piccola vampiretta? Ti sei calmata?- Disse la contessa scherzosa, lasciandosi cadere sulla morbida poltrona. Mavis rimase un attimo in silenzio prima di rispondere: -Sì, voglio molto bene a mio padre, ma certe volte mi fa proprio infuriare... Perché gli è così difficile capire che non sono più una bambina? Perché continua a darmi tutte queste false illusioni?- Mentre camminava in circolo per la grande camera ancora un po'nervosa. -Mavy?- Domandò la donna attirando l'attenzione della giovane vampira, -Non sei nervosa solo per colpa di tuo padre, vero?- Mavis sbatté le palpebre fermandosi e sospirò. -Ho ragione, vero?- Insisté Erzsebet. -Non è così facile...- Rspose la giovane, accigliata ed angosciata, camminando nuovamente ed appoggiando una mano ad una colonna del letto a baldacchino. -Tenere i tuoi problemi dentro e non raccontare a nessuno cosa ti preoccupa ti divorerà, l'ho imparato a mie spese... So che non sempre puoi parlare liberamente con la tua famiglia, anche perché non vuoi far preoccupare le persone che ami, è per questo che spesso parlo dei miei problemi con le mie serve che sono anche mie amiche. Tu hai qualcuno che puoi considerare amico?- La vampira sospirò, poi si voltò verso la nobildonna. -Non sono mai uscita da questo castello e gli unici che soggiornano qui sono mostri adulti, al massimo con bambini piccoli. Spesso ho parlato di cose più personali con le mie zie, ma adesso che sono crescita vorrei qualcuno che abbia la mia stessa mentalità, le mie zie sono troppo grandi per capirmi.- -Ma adesso tu hai me!- Rispose Erzsebet amichevolmente. Mavis da prima rimase perplessa, ma il sorriso dell'amica sembrava troppo sincero per non fidarsi. -Ho letto i giornali...- La contessa ruppe il silenzio, -Posso solo immaginare quello che ti è successo. È questo che ti turba tanto, vero? Lo leggo nei tuoi occhi, sei spaventata... puoi nasconderlo a tutti, persino a tuo padre, ma non a me.- -Preferirei parlare di qualcos'altro.- La interruppe bruscamente Mavis. -Una giovane vampira come te dovrebbe lasciarsi andare e sfogare tutti i suoi vizi e capricci! Avrai 118 anni una sola volta nella vita, dovresti viverli!- Insisté la donna alzandosi dalla poltrona e si avvicinò lentamente a Mavis, fino a raggiungerla, le posò una mano sulla spalla continuando a camminare attorno a lei fino ad arrivarle dietro. Le sue parole le ricordarono Jonny, dopotutto si assomigliano, entrambi sono degli spiriti liberi. -C... cosa stai facendo?- Balbettò la giovane, imbarazzata. -Rilassati... voglio solo insegnarti a vivere... ti piacerà!- Rispose Erzsebet con una voce fin troppo sensuale. Mavis rimase immobile, non la stava nemmeno guardando e perciò non aveva idea di quello che stava facendo, ma sentì la mano che dalla spalla scivolò passando sopra al suo collo nudo, fino a raggiungere l'altra spalla costringendo la giovane vampira ad inarcare il collo all'indietro, mentre l'altro braccio la strinse all'altezza della pancia. Mavis sentì come un brivido scorrerle dalle gambe fino ad arrivarle alla nuca. -F... fermati...- Bisbigliò la ragazza, ma quelle parole si persero quando sentì un lieve pizzico al collo ed un attimo dopo venne invasa da un calore che si espanse rapidamente in tutto suo corpo. Mavis avrebbe voluto scappare, ma Erzsebet la avvolgeva a se come un serpente con la sua preda, e più la ragazza respirava e più si sentiva stringere e soffocare, ma non faceva male, questo abbraccio era tanto duro quanto amorevole e Mavis si sentiva tanto minacciata quanto protetta. Questa sensazione di essere in trappola era eccitante, quasi erotica e Mavis smise di lottare e chiuse gli occhi, abbandonando se stessa a quella marea di emozioni. Era tutto così strano, si sentiva piena di vita e, né suo padre, né Jonathan le avevano fatto provare delle emozioni così forti e confuse, ma non erano nuove, anche se non ricordava quando e dove le avesse provate. Il suo cuore batteva forte, più di quello che avrebbe avuto un umano che fugge da un vampiro affamato, ma sembrava piacerle. -Gli umani sanno essere crudeli...- Sussurrò la nobildonna all'orecchio della giovane, e quelle flebili parole risvegliarono delle immagini nel cuore di Mavis che invece avrebbe voluto dimenticare, un'ombra minacciosa, un arco, una freccia... La ragazza trasalì come se un getto d'acqua gelida l'avesse svegliata improvvisamente da un incubo. Erzsebet si spostò sull'altro orecchio e continuò a sussurrare: -Ma sanno essere terribilmente dolci... se sai cosa intendo...- Il battito di Mavis aumentò ancora, ed altre immagini passarono rapide e confuse nella sua mente, ma non furono quelle che lei si aspettava, nessuna festa, nessun bacio, nessuno zing... l'unica cosa che davvero sentiva era quell'odore amaro e metallico, ma altrettanto inebriante e dolce. Si morse il labbro inferiore, sorrise malignamente mettendo in mostra le sue lunghe zanne e lasciò cadere la testa all'indietro, fino a posare la nuca sulla spalla della contessa. Adesso ricordava la prima volta che si sentì così piena di vita, riusciva quasi a sentire quel sapore in bocca... Erzsebet aveva ragione, per un vampiro non c'è nulla di più dolce del sangue di un giovane umano innamorato e anche se Mavis lo aveva tenuto nascosto, anche se faceva finta di niente, anche se i suoi sentimenti per Jonathan erano più forti dei suoi istinti, lei non aveva mai dimenticato quella notte. -Mavy?- Domandò la contessa seduta sulla poltrona, attirando l'attenzione della giovane vampira, -Non sei nervosa solo per colpa di tuo padre, vero?- Mavis sbatté le palpebre e scrollò la testa, poi si guardò intorno, stranita. Era da sola accanto al letto a baldacchino e Erzsebet era seduta sulla sua poltrona. Le sembrava di vivere un deja vu. -Ho ragione, vero?- Insisté Erzsebet. -Oh, be'... scusa, mi è sembrato che...- Rispose Mavis, insicura ed ancora confusa. La contessa la guardò curiosa, così la ragazza mise da parte le sue strane perplessità rispondendole: -No, nulla...- Erzsebet fece un dolce sorriso e provò a rassicurare la giovane vampira. -Sembri tesa, sentiti pure libera di parlare con me, non ti preoccupare, siamo solo noi due che Ruthven ci ha lasciato la camera tutta per noi e le mie cameriere sono nelle loro stanze.- Mavis tirò un sospiro liberatorio. -Hai ragione, ma non è facile parlarne. È per ciò che è successo la notte in cui ho lottato con Van Helsing, sono stata così debole...- Concluse digrignando i denti, arrabbiata con se stessa. -Non è colpa tua, anzi sei stata molto forte, dopotutto hai tenuto testa al più esperto cacciatore del mondo da sola e sei anche riuscita a proteggere il tuo amato Jonathan.- La contessa cercò di tirare su il morale alla ragazza, ma lei sembrava di tutt'altra opinione. -Non è vero...- Disse Mavis abbassando lo sguardo e fermandosi di fronte ad una parete, -Avrò anche costretto Van Helsing alla fuga, ma sono stata sopraffatta dai miei istinti... Non avrei dovuto cedere così facilmente.- -E come è stato?- Domandò Erzsebet intrigata, quasi felice per l'accaduto. Mavis si voltò e la guardò indignata, anche la donna si accorse di aver esagerato con quella domanda, ma prima che si potesse scusare, la ragazza rispose comunque, distogliendo lo sguardo dall'amica, come se si vergognasse per ciò che aveva fatto. -È stato orribile, fosse stato per me non lo avrei mai fatto, ma in quel caso... non sono sicura che ce l'avrei fatta a salvare entrambi...- Quelle parole lasciarono perplessa Erzsebet, capiva che aveva omesso qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe voluto scoprire, ma si accontentò della risposta che Mavis le aveva dato, nonostante la domanda fin troppo diretta oltre che impertinente. Erzsebet guardò la giovane vampira, quella domanda l'aveva turbata più di quanto si aspettasse. -Hai ragione, scusa, non avrei dovuto costringerti a ricordare quella cosa. Non volevo ferirti.- Ma Mavis sembrava avere altri pensieri per la testa, infatti riprese a camminare ansiosamente per la stanza, pareti e soffitto compresi. -Whaaaa! Whaaaa!- Squillò il telefono fragorosamente e la Contessa andò a rispondere. -Fra mezz'ora verrà servita la cena, preghiamo i signori ospiti di prendere posto a tavola.- Esclamò il telefono scheletrico. -Sì, grazie...- Rispose la nobildonna disinteressata, riagganciando la cornetta, poi tornò con lo sguardo verso Mavis, -Sei ancora imbronciata con me?- Lei per un attimo non rispose, rimase a sedere sulla grossa grata di ferro che chiudeva il pozzo e guardava in basso, -Oggi le stelle sembrano più luminose del solito...- La ragazza sussurrò, poi alzò la testa, probabilmente non voleva più toccare quell'argomento. -Che romanticona!- Esclamò la contessa che alzò gli occhi al soffitto della sua suite per incontrare lo sguardo di Mavis che era proprio sopra di lei, a testa in giù sul lucernario. La ragazza si alzò in piedi ed era pronta a scendere di nuovo sul pavimento, ma si fermò quando udì una voce familiare provenire da sotto (o forse è meglio dire sopra) di lei: -Mavy? Sei proprio tu?- La vampira abbassò lo sguardo e vide Jonny che faceva capolino dal lucernario. Lei sorrise, era felice di rivederlo in piena forma e si piegò leggermente in avanti appoggiando le mani sulle proprie ginocchia. -Wow! Quasi non ti riconoscevo vestita così, non ti ho mai vista così bella!- Continuò pieno di stupore. Mavis sorrise emozionata e le sue guancie arrossirono, adorava essere apprezzata, soprattutto da Jonathan. -Forse perché adesso la stai guardando dalla giusta prospettiva.- Commentò Erzsebet scherzosamente. In un primo momento queste parole lasciarono i due amanti perplessi, anche se accorgendosi della sua presenza Jonathan si spaventò, ma Mavis si rese presto conto a cosa si stava riferendo la contessa. -Jonny!- Gridò lei arrabbiata, ma soprattutto imbarazzata, mentre si strinse la minigonna fra le gambe. A questo punto anche l'umano si accorse della gaffe ed alzò lo sguardo, dimenticandosi per un attimo di Erzsebet. Mavis tornò seduta a ginocchia alte e si lasciò cadere in avanti, ma quando il suo corpo raggiunse la grata ci passò attraverso come se fosse immateriale e continuò questa strana capriola fino a ritrovarsi all'esterno della camera, dal lato naturale della gravità, infine si alzò in piedi ed appoggiò le braccia incrociate al muretto del finto pozzo. -Jonny? Come stai? Dormito bene?- Domandò la vampira con voce dolce. -Certo, grazie a te! Mi dispiace solo per non aver visto il tuo bel visino al mio risveglio!- Rispose romanticamente il ragazzo facendo sorridere la fidanzata, -Dai vieni fuori, voglio vederti.- Concluse porgendole la mano. Mavis la prese e si sollevò in aria, fluttuando sopra al muretto e posandosi di fronte all'umano appoggiando le mani alla vita stretta, rimodellata dal corsetto, che inoltre le pronunciava i fianchi ed alzava il seno. Ciò le donava una figura più curvilinea e sensuale, nettamente differente dalla giovane fanciulla che Jonathan era abituato vedere, tanto che rimase senza parole, mentre Mavis lo fissava, trepidante di avere un suo giudizio. -Allora? Che ne pensi?- Chiese lei. Jonny sbatté le palpebre come se si fosse appena svegliato da un sogno ad occhi aperti. -Sei... sei fantastica.- Rispose lui con semplicità, non riusciva a trovare parole migliori per descrivere tanta bellezza, -Dove hai trovato questi nuovi vestiti? Ricordo che il tuo armadio era pieno solo dei tuoi abiti neri tutti uguali.- -È vero, prima era mio padre a decidere come mi dovevo vestire, ma penso di avere più stile di lui,- Disse Mavis ridacchiando, -Questi vestiti me li ha regalati Erzsy, la mia nuova amica. Dopo te la devo assolutamente presentare, è fantastica!- Concluse eccitata, ma Jonathan sembrava di tutt'altro umore, aggrottò le ciglia e rispose nascondendo malamente i suoi timori: -Si... be'... magari dopo. La cena è quasi servita, saliamo insieme?- La giovane annuì, poi ritornò al pozzo-lucernario. -Erzy! Noi andiamo, vieni anche tu?- -No, grazie, aspetto mio marito, dovrebbe tornare a momenti.- Rispose la contessa. L'innamorata coppia iniziò a camminare mano nella mano verso la porta laterale dell'hotel. -Adoro i giovani, sono così ingenui...- Sussurrò Erzsebet nella sua lussuosa suite. -Ed io adoro te, saresti in grado di sedurre anche una pietra con il tuo fascino.- Le rispose una cupa voce spettrale. La nobildonna si passò una mano fra i capelli tirati in una crocchia, ma la sua ombra non la seguì, anzi, sembrava giocherellare con qualcosa che aveva in mano, era meno scura del resto dell'ombra, come se fosse stata trasparente. -E sicché la vampiretta è andata a cena con il fidanzatino... speriamo che lui si goda questo pasto, visto che potrebbe diventare lui la portata principale! Ah ah ah!- Esclamò l'ombra salendo lungo la gonna di Erzsebet fino ad arrivarle alle spalle, poi da essa uscì Ruthven e le naturali ombre dell'immortale coppia tornarono normali. Il lord abbracciava la sua contessa da dietro e lei gli prese un polso e spostò la sua mano di fronte al proprio viso inspirando profondamente col naso; ciò la mandò in estasi, il suo amante aveva in mano una sottile siringa vuota. -Sangue di giovane vergine, quando glie l'ho iniettata era ancora caldo... ne vuoi un po'?- Disse Ruthven con voce suadente, ma più umana. -Non tentarmi, ne ho una voglia matta! Sai che non sono mai stata così tanto tempo a digiuno, ma ho detto a Mavis che ci nutriamo di sangue umano molto raramente, non voglio odorare di sangue quando sono con lei.- -Tanto tempo? È passata poco più di mezza giornata!- Rispose il Lord ridacchiando. -Ti sembra poco? Comunque sei sicuro che il piano abbia avuto successo?- -Le ho iniettato il sangue direttamente in giugulare, si è a malapena accorta sia del passaggio della mia ombra su di se, che della puntura, che del sangue che le ho somministrato, il tutto grazie a te che l'hai distratta alla perfezione. Aveva già assaporato l'energia del sangue umano, ma probabilmente i suoi sentimenti ed i brutti ricordi legati al suo primo morso le hanno permesso di mantenere il controllo. Ma questa nuova dose risveglierà i suoi vampireschi istinti. Ci sarà da divertirsi... vediamo cosa ne penserà il Consiglio dell'Ordine dei Draghi della pacifica convivenza fra mostri ed umani dopo che la piccola Mavis Dracula mangerà, per la seconda volta, il suo amato umano!- Concluse il vampiro sorridendo malvagiamente. -Non ci resta che aspettare allora…- Disse Erzsebet voltandosi verso l'uomo. -Ricordati che non siamo qui per aspettare, il nostro vero obbiettivo è molto più importante e non possiamo fallire. C'è solo un motivo per cui tutti quei draghi sono venuti qui all'improvviso in assetto da battaglia, sono certo che Dracula sappia quello che è realmente successo due settimane fa. Lo farò parlare, a tutti i costi.-
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Alla prossima! |
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Capitolo 8 *** Mentire, confessare o fuggire? ***
Mentire, confessare o fuggire?
La cena stava passando tranquillamente per i pochi ospiti rimasti dell'hotel, talmente tanto che i tre stavano mangiando nel gran salone, quasi silenzioso, anzichè nella sala privata. Ma il più tranquillo era Jonathan visto che i due nuovi vampiri non si erano ancora visti. L'unica cosa strana (escludendo tutto ciò di strano che ci poteva essere in un albergo per mostri a cui l'umano si era abituato) era l'atteggiamento appiccicoso e quasi eccessivamente amoroso di Mavis nei confronti del ragazzo.
Ovviamente a Jonathan non davano alcun fastidio le attenzioni di Mavis che sdrusciava la testa sulla sua spalla o che gli accarezzava i capelli, l'unico inconveniente era Drac il burbero, che sembrava tranquillo seduto davanti alla coppia, ma l'umano percepiva la sua aura di gelosia che, seppur ben nascosta, sembrava poter esplodere da un momento all'altro.
-M...Mavy? Che hai stasera? Non hai mangiato quasi nulla...- Domandò Jonathan, un po' imbarazzato.
-Nulla, è solo che ho voglia di stare con te!- Rispose lei dolcemente.
Al vampiro sfuggì un'occhiataccia al ragazzo, come se fosse colpa sua.
-Drac, guarda che ti ho visto, sai?- Lo rimproverò Unice, seduta accanto a Mavis, -Smettila di guardare male le persone, te l'ho detto mille volte! E poi quando hai intenzione di lasciar vivere la vita di queste due giovani anime gemelle? Guardali, sono così dolci...- La donna sospirò al pensiero dell' amore giovanile, ma un attimo dopo la sua gracchiante voce tornò ad echeggiare nella sala, -Hey, tu!- Esclamò rivolgendosi a suo marito, seduto accanto a lei, che mangiava ignorandola tranquillamente, -Voglio avere anch'io una figlia da veder crescere ed innamorarsi di qualcuno che le vuole bene!-
-Sai che sarebbe anche il mio sogno, ma finché questo mondo sarà pericoloso è meglio aspettare Non voglio che mio figlio passi quello che ho passato io...- Rispose Frank amareggiato.
-Volete un figlio? Perché non me ne avete parlato prima?- Esclamò Wayne eccitato, -Si regalano cuccioli!- Continuò prendendo tre dei suoi figli che correvano in qua e in la e li alzò tenendoli per il collare, -Ne ho quanti ne volete!- Concluse.
-Amore!- Wanda rimproverò scherzosamente il marito, -Che sciocco che sei!- Concluse ridacchiando.
Il lupo lasciò i tre cuccioli che tornarono a fare danni, poi si avvicnò alla coppia Staine bisbigliando:
-Non sto scherzando, se ne prendete tre sono disposto a pagarvi.-
I due lo guardarono perplessi, ma non commentarono.
-Hey, Drac,- Sussurrò Murray al vampiro, guardandosi intorno per essere sicuro di non essere spiato, -Quando il Consiglio si riunirà noi come dobbiamo rispondere se ci chiedono di quella cosa? Hai un piano?-
In un batter d'occhio Dracula scomparve in una nuvola purpurea per ricomparire accanto alla mummia.
-Sssshh! Sei forse impazzito?- Gridò il conte a bassa voce tirandolo faccia a faccia per le bende, -Hai la sabbia al posto del cervello? Potrebbero esserci spie che ci osservano ovunque!-
-Scusa amico, sai che per mummificarmi hanno messo i miei organi nei canopi, ma il cervello lo hanno buttato...-
Il vecchio vampiro ridacchiò per la goffaggine dell'amico, poi si rivolse a tutti quelli seduti al suo tavolo:
-Dopo cena vi chiedo di raggiungemi nel mio ufficio, dobbiamo parlare.- Detto ciò il conte si trasformò in pipistrello e volò via.
-Dove va così di fretta? Non ha neanche finito di mangiare il muffin agli occhi di ratto!- Disse Jonathan, quasi preoccupato.
Gli altri strinsero le spalle, mentre Murray utilizzò una benda come un lazo per prendere il dolce avanzato di Drac ed inghiottirlo in un unico boccone.
I mostri e Jonathan finirono in fretta di mangiare, erano un po' preoccupati su cosa Drac avesse da dirgli, ma tutti immaginavano che riguardasse l'imminente Consiglio.
Knock, knock...
L'umano bussò timorosamente alla porta dell'ufficio di Dracula ed i suoi amici erano proprio dietro di lui.
-Entrate.- Rispose la voce seria del conte.
Il gruppo entrò nella stanza, era tutto in disordine e c'erano lettere sparpagliate ovunque, sembrava appena passato un tifone.
Con un cenno del dito Dracula accese il giradischi che iniziò a suonare il Requiem di Mozart, poi con un nuovo cenno fece volare le lettere e le altre carte in un vortice che sbattevano su tutti i presenti, rivelando la posizione di Griffin.
-Scusatemi dei fastidi, ma devo essere sicuro che non ci sia nessun inreuso invisibile o qualcuno che ci scolta a distanza. Quello che vi sto per dire non deve in alcun modo arrivare alle orecchie dell'Ordine. Sappiano tutti quello che è successo a mia figlia poche settimane fa, ma dovete mantenere l'assoluto silenzio. Solo la parola "demone" genera il delirio più totale, soprattutto ai draghi. Se scoprissero cosa ti è successo piccola mia... non si farebbero scrupoli.- Il vecchio padre si fermò un attimo, il solo pensiero lo turbava al punto da paralizzarlo, -Non posso permettere che ti accada nulla di male.- Concluse poggiando una mano alla spalla della figlia per fare forza ad entrambi.
-Tutto qui?- Esclamò Jonathan, -Basterà non dire nulla ed inventarci qualche scusa, qual'è il problema?-
-Jonny,- Lo interruppe il conte, - Non è così semplice come credi, non tutti possono mentire sotto giuramento.-
-A me sembra che tu non abbia avuto problemi a mentire a tua figlia con la storia del villaggio!- Gridò Eunice con la sua solita voce stridula.
-Ho detto sotto giuramento! E te lo vuoi mettere in quella testa mal assemblata che mi dispiace per quello che ho fatto? Sempre a girare il coltello nella piaga... Comunque Mavis, Murray ed io siamo creature magiche e non sarà difficile per loro estorcerci la verità in un interrogatorio formale. È per questo che sono seriamente preoccupato...-
-Oh, capisco,- Sospirò l'umano rammaricato, -Non c'è proprio nulla che potete fare per nullificare una promessa?-
-Be', sì, o muore colui a cui abbiamo fatto il giuramento, oppure incrociando le dita mentre promettiamo, ma ci faranno tenere le mani ben in vista.-
-Papà?- Esclamò Mavis pensierosa dopo un attimo di silenzio generale, -Come sta il tuo braccio?-
Drac la guardò perplesso, -Be', molto meglio, grazie, ormai mi rimane solo mezzo avambraccio e la mano da rigenerarsi, ma adesso che mi ci sono abituato ho una mobilità molto migliore, anche se non mi abituerò mai alla puzza di formaldeide.- Disse il vampiro muovendo la mano inguantata, -Ma cosa c'entra con il nostro discorso?-
La ragazza sorrise e Jonathan fece lo stesso, anche lui aveva intuito il suo piano.
-Una mano finta sarà quella che vedranno durante il giuramento, quella vera avrà le dita incrociate per spezzarlo.-
Tutti i mostri e Jonathan si complimentarono con Mavis per la brillante idea, ma Drac sembrava non essere d'accordo.
-No, è troppo pericoloso, non voglio rischiare che le accuse a vostro carico si aggravino.-
-Allora che vuoi fare? Non ci sono alternative! O impariamo a mentire o diciamo la verità sperando che comprendano che adesso sono... guarita!- Gridò Mavis, irritata per l'indecisione del padre.
-Shhhh!- Rispose lui portandosi l'indice al naso, -Non so se ci stanno spiando, la musica ed il turbinio di carta potrebbero non bastare a nasconderci se tu urli.-
-Allora dimmi il tuo piano, anche io preferirei una soluzione più sicura.- Disse Mavis con voce più tranquilla e bassa.
Per un attimo nessuno rispose, ma poi Drac si fece avanti:
-Ci ho riflettuto a lungo, mi duole dirlo, ma l'unica cosa che possiamo fare è fuggire, finché non si saranno calmate le acque...-
La ragazza non disse nulla, semplicemente socchiuse gli occhi fino a renderli due sottili fessure mentre la sua espressione diventava sempre più carica di disprezzo e rabbia per ciò che suo padre aveva proposto.
Il forte vento muoveva vigorosamente i capelli della giovane vampira, ma nemmeno quella tempesta riusciva ad arruffarli ed a fargli perdere la loro liscezza, proprio come il suo carattere ormai forgiato non si piegasse più al volere del padre, ma un attimo prima che lei sbuffasse venne anticipata da Jonathan:
-NO! Io voglio bene ad entrambi, come se foste la mia famiglia, e per questo non posso stare zitto. Drac, ti rendi conto di quello che dici? Nascondersi dal mondo degli umani e da quello dei mostri? E dove vorresti andare, su Marte dagli alieni?-
-Jonny, calma...- Disse Mavis con voce dolce, anche se un po' preoccupata per l'eccessiva ed improvvisa agitazione del ragazzo, -Che è successo? Perché l'hai presa così tanto sul personale?-
-Perché È Una questione personale!- Continuò il ragazzo, poi fece un respiro profondo ed andò avanti, -Fuggire dai problemi non li risolve, prima o poi bisognerà fare i conti con la realtà. L'ho imparato a mie spese... Tre anni fa sono fuggito dalla mia famiglia perché non sopportavo più i continui trasferimenti a causa del lavoro di mio padre e per più di un anno non ho dato mie notizie. Per una coincidenza del destino hanno riconosciuto la mia voce mentre litigavo con un agente che non mi voleva lasciare dormire in una panchina nella stazione ferroviaria di Stratford, le opzioni erano di passare la notte in prigione o tornare con i miei genitori ed ho scelto la seconda. Ma la storia si ripeté esattamente come prima e così me ne sono andato di nuovo chiamandoli ogni tanto per tranquillizzarli. È da allora che faccio il turista per sempre, anche se in realtà sembro più un barbone.
Drac, tu dovresti sapere di cosa parlo, per quanto tempo hai vissuto nell'ombra senza una casa e senza un punto di riferimento. Adesso non sei solo tu ad esserti stabilizzato, hai dato la possibilità di avere un riparo sicuro per tutti i mostri, senza di te l'hotel Transylvania morirebbe. E poi la vita da fuggiasco è uno schifo, riempita solo di rimpianti. Non ve la meritate, nessuno si merita una vita come la mia, ma almeno io sono umano e la mia vita è limitata, ma voi per quanto tempo siete disposti a vivere così?-
-Jonathan ha ragione. Papà, io amo viaggiare, voglio conoscere il mondo fino al punto da sentire la nostalgia di casa e quindi tornare di nuovo qua. Non voglio vivere fuggendo senza meta.-
-Il piano di Mavis non sarà il più infallible del mondo, ma ha più senso della tua idea di fuga,- Commentò Griffin, -Persino io farei fatica a nascondermi dai draghi...-
-Papà, ti prego, proviamoci. Sai benissimo che una fuga sarebbe impossibile e quando ci troveranno non avremo scuse.-
-Ho capito, se è questa la strada che avete deciso sono dei vostri, l'importante è restare uniti, vero?-
-Sì!- Risposero tutti i mostri, e Jonathan, all'unisono e pieni di speranza.
Ma nessuno sembrava essersi accorto dei due piccoli, ma brillanti occhi che li stavano osservando, un piccolo pipistrello dal pelo nero li stava fissando dalla finestra, ma che accorgendosi del sorgere del Sole si lasciò cadere, planando fino a terra dove si trasformò in umano.
-Ruthven, hai scoperto qualcosa di interessante?- Gli domandò Erzsebet avvicinandosi a lui.
-Tu sai leggere il labiale?- Disse lui sogghignando.
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Capitolo 9 *** Diavoli tentatori ***
Oltre a dedicare questo capitolo a tutti voi lettori ed alla mia fidanzata colgo l'occasione per augurarvi buon 2015!
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CAPITOLO 8 - Diavoli tentatori
-Sì, so leggere il labiale ed anche il linguaggio dei segni, faceva comodo avere cameriere sorde che non potessero sentire le grida delle ragazze che torturavo.- Replicò Erzebeth freddamente.
Ruthven sorrise in silenzio per qualche secondo prima di rispondere a sua volta:
-Io no. Era meglio se salivi tu, Dracula ha preso mille precauzioni per non farsi sentire, quindi devono aver parlato di qualcosa di molto importante.-
-Sei sempre il solito incompetente!- Lo rimproverò la vampira portandosi una mano al volto, piena di delusione, -Ma almeno adesso abbiamo la certezza che stanno nascondendo qualcosa di grosso.-
...
Il Sole era ormai sorto sul vecchio castello ed ormai tutti gli ospiti stavano dormendo, tutti tranne un paio.
-Be', Mavy, comincia ad essere tardi, forse dovrei tornare alla mia camera...- Disse Jonathan con voce tremante dall'imbarazzo, mentre si alzò a sedere sul letto.
-Di già?- Rispose Mavis, ancora sdraiata, e lo avvinghiò per un braccio per impedirgli di andarsene.
-Mavy, per favore, sono stanco, ho bisogno di dormire.-
-Rimani qui!- Propose lei, sorridendo.
-Non mi tentare, sai che tuo padre non vuole! Mi ammazzerebbe!-
-È che mi sento così strana, così carica di energia... che vorrei che questa sensazione non finisse mai.- Poi si alzò a sedere anche lei abbracciandolo ed appoggiando la testa fra il suo collo e la spalla, -Il tuo profumo è così buono...- Sussurrò amorevolmente, -Che mi viene voglia di mangiarti.- Concluse, la sua voce era calma, ma talmente minacciosa da essere quasi irriconoscibile.
Un freddo brivido attraversò la schiena del ragazzo quando sentì il lieve sospiro della giovane vampira sul proprio collo.
Certo, era piacevole, ma quelle parole gli ricordarono molto il comportamento della giovane vampira quando bramava il suo sangue.
Jonathan spinse via Mavis con forza alzandosi in piedi e facendo qualche passo indietro, era spaventato, ma si accorse subito che anche lei era sorpresa e spaventata quanto lui.
-Jonny? Che ti è preso? Perché mi hai spinta in quel brutto modo?- Gli chiese la vampira, confusa ed un po' arrabbiata.
-Scusa, è che... Mi hai spaventato... Sai, con quello che hai fatto...- Rispose l'umano pentito per la sua eccessiva reazione.
-È colpa mia?- Gli domandò, preoccupata di aver fatto involontariamente qualcosa di sbagliato, ma ancora prima che Jonathan potesse rispondere lei emise un triste sospiro abbassando lo sguardo, -Ho capito, scusami...- Disse con voce triste e pentita, poi alzò le ginocchia e ci appoggiò la fronte, abbracciandosi le gambe, -Sono una stupida, dovevo rendermi conto che dopo quello che ti è successo è normale che tu non voglia che io mi avvicini troppo al tuo collo. Scusa...-
Jonny sbatté le palpebre, -No, ti sbagli, non è quello il problema, è per quello che hai detto.-
Mavis alzò la testa, perplessa, -Non ti piace che dica che hai un buon odore?-
-No, cioè, si, cioè... mi riferivo a quello che hai detto dopo.- Balbettò lui.
La ragazza alzò un sopracciglio, confusa, -Io non ho detto altro.-
Jonathan la guardò stranito, -Sicura?- Le chiese, anche se adesso lui stesso non era più sicuro di ciò che aveva sentito.
-Sì, ti ho solo baciato il collo e tu mi hai spinta via.- Rispose incrociando le braccia, imbronciata.
-Be'... allora scusami, devo avere le allucinazioni, forse dovrei andare a riposarmi...- Disse il ragazzo grattandosi la testa, imbarazzato.
-Sì, penso dovresti.- Rispose Mavis freddamente lasciando il fidanzato amareggiato, normalmente avrebbe insistito per non farlo andare via, ma forse era ancora arrabbiata, e ne aveva anche il diritto.
-Buonanotte, anzi, buongiorno.- Lui le augurò prima di incamminarsi verso la porta.
-Sogni d'oro Jonny...- Mormorò lei in risposta, ma sembrava distratta dai suoi pensieri, tanto che non si alzò nemmeno per accompagnare il ragazzo all'uscita.
Fu solo quando la porta venne chiusa che la vampira si risvegliò dai suoi pensieri, così scese dal letto dirigendosi al lavandino del bagno dove si lavò il viso con acqua fredda per schiarirsi le idee.
-Non posso averlo detto, non posso averlo detto...- Ripeté a sé stessa, -Ero sicura di averlo pensato e basta! Non posso essere ricaduta in quella dipendenza, non di nuovo. Eppure riuscivo a controllarmi... che mi sta succedendo?- Ma i pensieri della giovane vampira vennero interrotti da qualcuno che bussò alla sua porta.
-Mavy wavy? Sei in camera? Ho visto Jonny uscire un attimo fa! Posso entrare un attimo?- Era Drac che le parlava con la sua solita voce gentile e paterna.
-Si, entra pure...-
Il vecchio conte di avvicinò lentamente alla figlia, mentre aveva un sorriso quasi fino alle orecchie.
-Budellina? Ho una sorpresa per te!- Esclamò pieno di entusiasmo, anche se Mavis era di tutt'altro umore.
-Dimmi.- Lei tagliò corto, totalmente disinteressata, immaginando che sarebbe stata l'ennesima pagliacciata a cui lei iniziava a sentirsi troppo grande per volerne partecipare.
-Be', piccola mia, sai che abbiamo lavorato sodo in queste ultime settimane per ristrutturare l'hotel e grazie anche all'aiuto tuo e di Jonny siamo riusciti a completare i lavori in anticipo e per questo vi meritate un bel regalo.-
Mavis alzò lo sguardo, finalmente sembrava interessata.
-Lo sai che adesso sei cresciuta, o per lo meno, è molto ormai che si cresciuta, anche se me ne sono reso conto tardi. Mi dispiace essere stato così accecato dalla paura di vederti soffrire da privati della tua libertà e sono stato uno sciocco egoista a non farti vivere la tua vita... è che avevo paura di rimanere solo... ma basta chiacchiere, ora che ho finalmente del tempo libero andremo a visitare la mia vecchia dimora, il castello di Lubove!-
-E quando ci andremo?- Gli rispose lei, impassibile, come se non avesse realizzato ciò che suo padre le aveva appena detto.
-Ma, non saprei... tipo... hai impegni per stasera?-
La ragazza rimase un attimo in silenzio mentre i suoi occhi e la sua bocca si spalancavano sempre più, carichi di sorpresa e felicità.
-Non ci credo...- Sussurrò lei, la sua voce era spezzata dall'emozione, -Davvero?- Concluse quasi soffocata da tutta quella felicità.
Suo padre si limitò a sorridere ed annuire con la testa; cercò di trattenere le proprie emozioni, ma non riuscì a fermare una lacrima di gioia che scese lentamente lungo la sua guancia. Anche la figlia non poté fare a meno di lasciarsi andare e saltò addosso al padre abbracciandolo forte.
-Vuoi dire che da adesso potrò visitare tutto il mondo con Jonny? Devo dirglielo subito!- Esclamò Mavis spezzando l'abbraccio.
-Hey, Artigliuccia, non correre troppo, ci sono molte cose che devi imparare sul mondo degli umani prima di poterlo visitare, ricordati che nessuno dovrà scoprire cosa sei realmente, ma immagino che Jonny sarà un ottimo insegnante. Considera la gita di oggi una piccola anteprima.-
La giovane vampira mise il broncio, ma capì le regioni del padre e subito dopo gli sorrise per fargli capire che era d'accordo con lui.
-Ma a proposito di Jonny, l'ho visto uscire da camera tua poco fa, sembrava turbato, è successo qualcosa?- Domandò Dracula un po' preoccupato.
-No, non ti preoccupare, era solo stanco.- Disse Mavis sorridendo per nascondere le sue preoccupazioni al padre.
-Va bene, ora però dormi pipistrellina, se lui era stanco lo sarai anche tu. Voglio che tu sia riposata per questa nuova avventura.- Le disse Drac amorevolmente, poi la baciò dolcemente sulla fronte e si alzò dirigendosi verso la porta e salutando un'ultima volta la figlia con un sorriso.
La giovane vampira era di nuovo sola nella sua stanza illuminata dalle candele nonostante la serena mattina che c'era oltre le pesanti tende della sua finestra. Il suo viaggio sarebbe iniziato al tramonto ed il sole era sorto da poco, perciò avrebbe avuto tempo a sufficienza per riposarsi.
La ragazza esplose energicamente in una nuvola di fumo viola, -Yah! Non posso crederci!- Gridò il piccolo pipistrello uscendo dalla nebbia magica, iniziando a svolazzare agitatamente per la camera e continuando a sfogare rumorosamente la propria felicità sicura di non disturbare nessuno nell'hotel quasi vuoto. Poi planò in picchiata fin dentro l'armadio e ne uscì in forma umana indossando la sua camicia da notte, pronta per dormire.
Saltò sdraiata sul letto spegnendo magicamente le candele schioccando le dita e sperando che dormendo il giorno sarebbe passato velocemente, ma non fu così. La trepidazione la tenne sveglia e più tempo passava e più si agitava sul letto.
-Sangue di blatta!- Esclamò Mavis alzandosi a sedere sul letto, arrabbiata, -Ma perché non riesco a dormire?!- Urlò isterica scaraventando via le coperte, ma si accorse subito che le stava ribollendo il sangue. Non era normale che si innervosisse tanto per una cosa così banale e lei lo sapeva benissimo. Si guardò intorno, sentiva il cuore che le batteva forte, tanto da sentirselo in gola, ma non fu l'unica cosa strana, infatti le gengive iniziarono a farle male. Non era una sensazione nuova, si ricordò subito l'ultima volta che si era sentita così e non era affatto rassicurante.
-No, non è possibile... non è possibile...- Borbottò Mavis a se stessa, sempre più agitata, poi passò la lingua fra i denti e sospirò cupamente abbassando lo sguardo, mentre due lacrime le solcarono il viso. La sua preoccupante ipotesi venne confermata, i suoi canini erano sguainati ed affilati, aveva fame, talmente tanta che iniziava a sentire i crampi allo stomaco.
La vampira si portò le mani al volto e fece un profondo sospiro per provare a calmarsi, ma si accorse che la poca luce che filtrava dalla finestra della sua camera si faceva sempre più flebile.
-Dannazione... Il sole è quasi tramontato, devo trovare una soluzione prima che Jonny e mio padre vengano a cercarmi.-
Mavis saltò giù dal letto e corse fuori dalla sua stanza sbattendo la porta, poi attraversò i corridoi a tutta velocità senza dare ascolto alle teste rimpicciolite che brontolavano di fare silenzio e di non disturbare e senza nemmeno preoccuparsi delle stregadiere che aveva quasi linciato nella sua folle corsa, che si concluse quando, dopo aver girato un angolo mentre scendeva le scale, si schiantò contro qualcuno, rotolando l'ultima rampa.
-Aglia, che botta...- Si lamentò la giovane vampira, mentre si rialzava ancora dolorante e confusa, -Mi dispiace così tanto, dovevo guardare dove andavo.- Continuò scusandosi, un po' imbarazzata, poi alzò lo sguardo e vide un uomo che stava tranquillamente in piedi, come se non fosse successo nulla. Era alto e slanciato, sembrava suo padre, e per un attimo si preoccupò, ma non era lui, non senza il suo mantello.
-Ehy, piccola, dove corri così di fretta a quest'ora?- Domandò quell'uomo, dolcemente.
-Lord Ruthven?- Chiese Mavis un po' insicura.
-Chiamami semplicemente Ruth.- Disse il nobiluomo, -Tu piuttosto? Ti sei fatta male?-
-No, nulla di grave,- Rispose la ragazza, -Ma come hai fatto a rimanere impassibile ad uno scontro del genere?- Continuò mentre cercava di rialzarsi.
Il vampiro sorrise, poi, senza neppure concentrarsi, rimase in piedi Mavis con i suoi poteri.
-Anche io vivo in un lussuoso castello, ma non è nascosto agli umani come il tuo. Io e la mia consorte abbiamo dovuto combattere spesso contro cacciatori e altri umani violenti, e quindi sono abituato a stare sempre in guardia.-
-Mi dispiace per la vostra vita complicata, a me è successo una sola volta ed è stato orribile.- Rispose Mavis, sospirando tristemente.
Il vampiro stava per rispondere, ma venne fermato dalla voce di Erzsebet che stava sopraggiungendo:
-Ruthven, con chi stai parlando?- Ed una volta raggiunto e notando Mavis, -Oh, sei tu, piccola Mavy.- Esclamò sorridendo, ma si accorse subito che c'era qualcosa che non andava nella ragazza, infatti non sembrava altrettanto felice, anzi, era cupa e pensierosa, -Mavy? Va tutto bene?- Concluse un po' preoccupata.
La giovane vampira abbassò lo sguardo, indecisa se parlare o meno, perciò la contessa la anticipò:
-Cos'è che ti preoccupa tanto? Sei così agitata che il tuo cuore batte più veloce di quello di un umano!- Poi la donna toccò dolcemente la fronte di Mavis con la mano, ma lei si spostò subito, -Mavis, tu non stai bene, stai sudando freddo e tremando!- La avvertì Erzsebet con voce tranquilla per non farla preoccupare ulteriormente.
-Sto bene.- Ringhiò lei stridendo i denti.
-E starai bene anche quando incontrerai Jonathan?- Sottolineò il Lord con voce autorevole, incrociando le braccia in attesa di vedere la reazione di Mavis, che, come aveva immaginato, rimase bloccata.
-Mavy, noi siano dalla tua parte,- Le disse Erzsebet dolcemente, poggiandole una mano sulla spalla,
-Sappiamo quale è il tuo problema, noi ci conviviamo ogni giorno...-
La ragazza si voltò lentamente fino ad incrociare lo sguardo di colei che riteneva sua amica, -Parli della sete di sangue?- Domandò con voce bassa e tremolante.
La donna rispose con un leggero sorriso, -Puoi anche correre in cucina e bere i tuoi surrogati sintetici fino a scoppiare, ma non cambierà nulla. Da quando lo hai assaggiato il tuo corpo chiede di meglio, è naturale istinto di sopravvivenza.-
-Ma mio padre è riuscito a smettere ed anche io fino ad ora!- Piagnucolò Mavis, quindi Erzsebet la abbracciò dicendo:
-Ti hanno mai detto che tuo padre ci ha messo più di un secolo per sconfiggere la sua natura? E che spesso aveva degli attacchi d'ira così violenti che Marta ed i suoi amici hanno rischiato di morire a causa sua? Un vampiro in astinenza da sangue è come un neo-rinato, violento ed incontrollabile.-
-Sì, mi ha accennato questa cosa, è per questo che hanno aspettato ad avere un figlio. Quindi credi che farò molta fatica a guarire?- Disse la giovane.
La donna prese la testa di Mavis e poi si spostò faccia a faccia con lei, -Tu. Non. Sei. Malata.- Disse scandendo ogni singola parola, -Non c'è nulla di male in te, non c'è nulla da cui devi guarire.-
Concluse con un tono abbastanza autoritario.
-No...- Bisbigliò la ragazza in collera con se stessa per non essere abbastanza forte da reprimere i propri istinti, -È sbagliato fare del male agli altri, non voglio uccidere nessuno!-
Erzsebet lasciò Mavis che sembrava sull'orlo di scoppiare a piangere.
-E tutti gli scorpioni ed i piccioni che ti diverti a cacciare?- Ruthven si intromise, -A loro non fai del male? Dopotutto amche gli umani sono animali, dovresti anche tu prenderli per quello che sono, come dovresti accettate te per quello che sei.-
Mavis fece una smorfia, irritata per quello che aveva appena sentito. Erzsebet se ne accorse, perciò trovò subito un modo per rattoppare l'eccessiva schiettezza del Lord prima che perdesse lei fiducia in loro.
-Non far caso a quello che dice mio marito, non è mai stato bravo a parole...- Disse ridacchiando leggermente, -Quello che vuole dire è che c'è modo e modo di bere il sangue umano, ed è stato proprio questo che ha fatto incrinare i rapporti fra noi e tuo padre. Il suo problema è che spesso è di vedute un po'... Come dire... Ristrette!-
Mavis a queste parole rispose con un'occhiataccia che fece ridere Erzsebet la quale esclamò ironicamente:
-Che c'è? Vorresti dire che non è vero?-
-Hai ragione!- La giovane ridacchiò divertita, dopo di che la donna continuò:
-Dracula rinnega il bere sangue umano, noi invece lo facciano senza fare del male né obbligare nessuno, cosa c'è di sbagliato?-
Mavis rimase perplessa, questo ragionamento non faceva una piega, ma lei continuava a non essere pienamente d'accordo.
-Mavy?- Esclamò Ruthven,- Il Sole è tramontato, abbiamo meno di mezzora prima che ci sia abbastanza buio da svegliare tutti. Non possiamo permetterti di incontrare Jonathan nelle tue condizioni. Vieni con noi, possiamo aiutarti.- Concluse il nobiluomo prendendo una mano della ragazza, ma lei si ritirò subito.
-Mi volete far bere sangue umano?!- Gridò inorridita guardandoli entrambi.
-Non ti vogliamo obbligare, sei libera di fare quello che vuoi. È solo che siamo preoccupati per te.
-Grazie, ma non ne ho bisogno.- Rispose freddamente.
-Come vuoi, ma lascia che ti dia un ultimo consiglio, chiudi gli occhi ed ascolta.-
Mavis fece un'alzata di spalle e chiuse gli occhi. Dopotutto non le costava nulla.
Tump, tump... tump, tump...
Udì chiaramente nel silenzio delle scale un ritmato battito, era calmo e piacevole, tanto da esserne irresistibilmente attratta, ma d'un tratto la ragazza trasalì, terrorizzata.
-Il rosso ti dona, anche più dell'azzurro!- Esclamò la donna divertita, e Mavis la guardò stranita, -Parlo dei tuoi occhi, adesso ti sei calmata, ma un attimo fa i tuoi occhi bramavano sangue. Hai sentito il battito di Jonathan ed è bastato quello per far vacillare la tua forza di volontà; pensa cosa accadrebbe se fosse davanti a te. Sei davvero sicura di voler ferire le persone che ami?-
-Mio padre mi aiuterà.-
-Ne sono certa, proprio come ha aiutato Jonathan quando era un neo-rinato; un sigillo magico, catene ed un pugnale imbevuto di sangue di cadavere...-
-Taci!- Sbottò Mavis, solo il ricordo di ciò che aveva visto la feriva più del pugnale stesso che aveva usato suo padre per tenere sedato Jonathan, -Come fai a saperlo?-
-Le notizie viaggiano veloci e poi non mi stupisce, era lo stesso metodo che il tuo paparino usava su se stesso durante le sue crisi peggiori. Purtroppo è l'unico modo per tenere a bada un vampiro senza ucciderlo.-
La ragazza strinse i pugni, -Non ho altra scelta, per favore aiutatemi!-
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Capitolo 10 *** Lascia che vada ***
Dedico
questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e mi
supportano.
CAPITOLO 9 – Lascia che vada
-Non perdiamo altro tempo.-
Disse Ruthven, appoggiando una mano sulla spalla di Mavis, Erzsebeth fece lo
stesso sull'altra spalla ed entrambi spinsero la ragazza facendola cadere, ma
invece di impattare sul pavimento ci entrò dentro. La ragazza stava precipitando
nell'oscurità, sopra di lei poteva vedere il corridoio da cui era caduta al di
la di un'apertura che si faceva sempre più lontana, mentre sotto di se c'era
una seconda apertura da cui arrivava una luce tremolante. Ben presto la vampira
la attraversò atterrando nella camera da letto di Ruth e Erzsy, che arrivarono
un attimo dopo.
Mavis alzò lo sguardo, c'era come
una pozza di bitume nero lucido increspato come l'acqua di una piscina, stava
sul soffitto come se avesse una gravità propria.
-Un portale per scendere
quattro piani?- Domandò Mavis, -Se non avevate voglia di prendere le
scale potevano prendere l'ascensore!-
-Purtroppo sai che non siamo
ben voluti, domani è una giornata importante per te e non voglio che tuo padre
la passi imbronciato, sai che non gli fa piacere che passi tempo con noi.-
Mavis fece un sorrisetto, ma
subito dopo si incupì nuovamente, sapeva perché era li e non le faceva affatto
piacere.
-Allora, Mavis sei pronta?-
Domandò Erzsebet.
-No che non lo sono, ma cos'altro
posso fare?-
-Va bene, seguimi.- Disse
la donna camminando verso la porta, Ruthven invece si mise a sedere sul letto
ed iniziò ad appuntare qualcosa su un piccolo diario; Mavis lo guardò un
attimo, e lui, accorgendosene, con un gentile gesto della mano fece capire alla
ragazza che poteva andare.
Le due uscirono dalla suite ed in
pochi passi raggiunsero la porta successiva.
Erzsebet bussò alla porta e subito
dopo entrò accendendo le torce con i suoi poteri.
La stanza era molto minimalista, a
differenza della lussuosa suite barocca, c'era solo un grande armadio e quattro
letti con altrettante ragazze accanto ad ogni uno di essi. Erano tutte vestite
con una semplice camicia da notte bianca e lunga, ma nonostante fossero tutte
vestite uguali, erano tutte di etnie diverse e stavano immobili sull'attenti
con le braccia incrociate dietro alla schiena.
-Allora Mavis,- Erzsebet
iniziò a parlare, -Sei libera di scegliere quella che più ti aggrada. Le mie
damigelle sono state scelte selezionando i migliori esemplari di ogni tipo di
razza umana ed il loro sangue è puro e di eccelsa qualità. Hai solo
l'imbarazzo della scelta-
-Mi chiamo Chun e se vuoi il
sapore deciso di noi instancabili orientali sono qui per te.- Disse una
ragazza dai capelli neri a caschetto e gli occhi a mandorla, facendo un leggero
inchino.
-Oppure un aroma
speziato, sono Shanti dall'india.- Esclamò un’altra ragazza, aveva i
capelli neri e lunghi, la pelle scura ed un bindi rosso al centro della fronte.
-Perché non la dolcezza di noi
amorevoli sudamericane? Sono Jewel.- Disse la giovane dalla pelle mulatta ed i
lunghi rasta soffiando un bacio.
-Se vuoi qualcosa che ti
tenga sveglia fai una colazione salata, i sapori mediterranei sono i più
apprezzati al mondo, mi chiamo Maria e provengo dalla Sardegna.-
Disse l'ultima ragazza dai capelli neri e lisci, gli occhi marroni e la pelle
abbronzata.
Mavis era rimasta ad ascoltarle,
ma pur essendo contrariata dal loro comportamento non le interruppe mai.
-Voi... voi vi vedete così?
Come vacche al mercato da pubblicizzare?- Protestò Mavis,
addolorata per loro.
-Mavis,- Disse Chun con una
spensieratezza che contrastava con la tensione della giovane vampira, -Non è
proprio come pensi, questo è solo un piccolo pezzo che siamo felici di pagare.
Noi umani siamo così limitati, la giovinezza per noi dura così poco e non c'è
cosa più orribile che stare a guardare impotenti il proprio corpo invecchiare.
Eterna giovinezza, è questo che ci hanno promesso ed un vampiro mantiene sempre
le proprie promesse.-
Mavis si sentiva spezzata in due,
non riusciva a concepire la loro scelta, ma dopotutto sembravano felici così, -Forse
avete ragione…- Borbottò, compatendo le quattro ragazze che invece erano a
loro agio.
Chun si avvicinò a Mavis, le prese
le mani gentilmente e le portò dietro al proprio collo, poi Chun le lasciò e la
abbracciò facendo in modo che il proprio collo fosse vicino alla bocca della
vampira.
-N... No, non voglio...-
Borbottò la giovane vampira, riluttante, mettendo le mani sui fianchi
dell'umana, come a volerla spingere via, ma non stava facendo alcuna forza.
-Se non si vuoi perché non mi
lasci andare?- Bisbigliò la ragazza con uno sprezzante tono di sfida
nell'orecchio di Mavis, mentre spezzava l'abbraccio.
Mavis reagì come non si sarebbe
aspettata, era vero, c'era qualcosa in lei che le impediva di lasciare quella
preda, e strinse le mani afferrandola con forza, tanto che lei non riuscì a
trattenere una smorfia di dolore. Poi la vampira la avvicinò a se, fino a che
le sue labbra arrivarono a sfiorare quel collo così caldo e succulento, poteva
persino sentire il battito delle arterie col semplice tatto e per un attimo si
fermò cullata da quella rilassante sensazione.
La ragazza spostò i propri capelli
dal collo per evitare che infastidissero la giovane vampira ed inclinò leggermente
la testa.
Mavis non poté più resistere ed
affondò le proprie zanne affilate nel collo della ragazza che reagì con un
semplice sorrisetto soddisfatto. Questa volta la vampira era più rilassata, non
solo perché non era ferita o in pericolo, ma sopratutto perché non sentiva più
nella testa quella voce demoniaca che tanto detestava. Questa volta era tutto
tranquillo a piacevole, tanto che Mavis riuscì a controllarsi talmente bene che
né il morso, né il dissanguamento furono dolorosi per la vittima.
Lei bevve fino a sazietà e quando
ebbe finito lasciò la ragazza che venne soccorsa dalle altre tre ed aiutata a
mettersi a letto.
La giovane vampira la guardò
carica di senso di colpa, lei ricambiò lo sguardo, sorridendo, così vedendola
stare bene anche Mavis sorrise timidamente a sua volta, ma rimase ferma,
pensierosa, fino a che i suoi pensieri non vennero interrotti da Erzsebeth:
-Non mi sembra stata una
esperienza così brutta, non credi?-
La ragazza prese un po' di tempo
prima di rispondere:
-Avevate ragione, forse mi sono
fatta influenzare troppo da ciò che mi diceva mio padre e dalla mia orribile
prima volta...-
-Allora piccola Mavis,-
Disse Ruthven che aveva assistito alla scena appoggiato alla porta chiusa,
Mavis non lo aveva sentito entrare, -Come stai? Com'è sentire tutta questa
energia scorrerti dentro? Non ne vorresti avere ancora ed ancora?-
Mavis lo guardò perplesso, -Perché
dovrei volerne ancora? Questo sangue è molto più energetico di quello
sintetico, probabilmente basterà anche per un paio di settimane ed in ogni caso
voglio evitarlo il più possibile.-
Il Lord rimase di stucco a questa
risposta, mentre la contessa riuscì a contenere maggiormente il proprio stupore
e fingendosi preoccupata cercò di deviare l'argomento:
-Oh! Mavy! Accidenti, è tardi,
tuo padre sarà già sveglio e ti starà cercando!-
-Sangue di blatta, hai ragione,
sarà meglio che vada!- Esclamò Mavis mentre si preparava a correre in
camera sua, ma venne fermata dalla voce della donna:
-Mavy, aspetta, è troppo tardi.
È meglio se ti cambi ora.- Disse e con uno schiocco di dita la giovane si
ritrovò vestita con una camicia a maniche lunghe nera con i bottoni ed i
risvolti rossi, pantaloni di jeans neri corti, le sue calze nere a strisce
rosse e stivali da tracking neri.
-Così dovresti essere comoda
per la tua piccola avventura. E tieni pure quei vestiti, sono troppo poco
eleganti per i miei gusti, ma tu ci stai un incanto.- Disse Erzsebet, poi
usò i propri poteri per aprire la porta, -È meglio se ti sbrighi adesso!-
Concluse.
Ruthven si spostò leggermente
senza aggiungere niente.
-Grazie Erzsy, sei un'amica.-
Disse gentilmente Mavis prima di trasformarsi in pipistrello, la donna in un
primo momento sorrise, ma quando il pipistrello volò via si accigliò.
-Dannazione!- Lei sbottò
sbattendo la porta con la propria magia quasi a scardinarla, -Che diavolo è
successo? Come fa a mantenere un autocontrollo così forte? Eppure non è
abituata al sangue umano!- Continuò rabbiosa.
-Trovato un osso troppo duro
per te?- Disse Ruthven prendendola in giro, ma la cosa che fece infuriare
ancora di più la contessa fu la sua calma ed il totale disinteresse.
Lei si avvicinò al lord, lo prese
per il bavero della camicia e lo sollevò di peso, infuriata, ma lui non
sembrava curarsene, anzi, era divertito nel vederla sempre più arrabbiata. Lo
guardò negli occhi, poi, senza dire nulla lo lasciò e lui atterrò lentamente a
terra, -Ti comporti come un bambino, sai quanto è importante la
nostra missione.- Lo rimproverò.
-E tu ti comporti da vecchia
acida. Datti una calmata o ti verranno le rughe! So qual è il nostro
obbiettivo, ed urlare e sbraitare non ci servirà di certo...-
La donna si voltò e si incamminò
verso la porta, -Hai ragione, il tempo stringe. Cambiamo strategia,
sono stufa di fare da babysitter a quella mocciosetta. Organizziamo qualcosa di
più diretto.- Concluse uscendo dalla porta.
Il lord sorrise, -Finalmente…
Ammettilo, ci sono persone che non puoi piegare alla tua volontà!- Disse
prendendosi gioco di lei.
La vampira si fermò, offesa, -Posso
piegare chiunque, con lei mi ci vorrebbe più tempo che però non abbiamo.-
-Mavy wavy? Che ore sono?-
Domandò giocosamente Drac irrompendo bruscamente nella camera della giovane
figlia, ma non vi trovò nessuno e ciò lo lasciò confuso ed un po' preoccupato.
-È tempo dell'avventura!-
Rispose Mavis eccitata e già equipaggiata per l'escursione con il grande zaino
regalatole da suo padre, forse anche troppo carico per quel breve viaggio.
-Cadaverina, sei già pronta?
Non vedevi l'ora di partire, vero?- Mavis saltò giù sul pavimento e
sorrise, ammettendo che suo padre aveva ragione. -Ma non pensi di aver preso
un po' troppa roba?- Continuò Drac.
-Un vero viaggiatore porta con
se tutto ciò che potrebbe servire, ed anche ciò che gli sembra inutile. Non si
sa mai quanti imprevisti possono capitare in un viaggio last minute!- Jonathan
si intromise nella conversazione, anche lui con il suo grande zaino in spalla.
-Jonny!- Squittì Mavis
sprizzante di gioia e corse dall’amato abbracciandolo, -Riesci a crederci
Jonny, riesci a crederci?-
-Magari la seconda è la volta
buona.- Era Griffin, con i suoi soliti commenti pungenti, anche lui
arrivato per dare il buongiorno alla ragazza.
-Griffin!- Lo brontolò
Wanda prima che lo facesse Derc, intanto erano arrivati proprio tutti, -Perché
devi essere sempre così cattivo?- E poi avvicinandosi a Mavis, -Oh,
cara, sei un incanto, ho portato un paio di cose di cui potresti avere bisogno,
ecco a te un bel golfino di lana…- Disse dandole un golf fatto ai ferri, ma
non era ben messo, infatti era un po’ sbilenco, aveva una manica più lunga ed
una più corta, qualche piccolo strappo qua e la ed era pieno di peli di cane, -Si,
so che non è perfetta, ma con questa banda di scatenati è difficile fare la
maglia in pace… e poi è meglio se prendi anche queste, non saranno un bazooka,
ma è il massimo che sono riuscita a rimediare.- Concluse dandole un paio di
granate a frammentazione.
-E che cosa sarebbero?- Domandò
Mavis incuriosita da quelle specie di mini_ananas di ferro verdi.
-Ma quelle sono bombe! Sono
fatte per uccidere!- Gridò Jonathan, poi rivolgendosi a Wanda, -Ma come
ti è venuto in mente di regalarle qualcosa di così pericoloso?!-
Ma sembrò essere ignorato.
-Jonny?- Mavis richiamò la
sua attenzione, -Come ci starei con un bell’anello?- Continuò guardandosi il
luccicante anello di acciaio sull’anulare.
L’umano sbiancò di colpo, tanto
che se ne accorsero tutti, -Tu... tu... tu...- Balbettò lui terrorizzato al
punto da non riuscire a parlare, -Hai rimosso la sicura della spoletta?-
Mavis lo guardò ed alzò un
sopracciglio, -Intendi l'anellino di ferro? Sì, l'ho sfilato da qui.-
Disse, mostrando al ragazzo la granata, ma facendo ciò allentò la presa e la leva
d'armamento saltò via. -Ops, è normale?-
Jonathan si lanciò dietro il letto
per trincerarsi, mentre gli altri rimasero impassibili.
-Dicono che portebbe
esplodere...- Disse Waine con aria fin troppo calma, come se non si
rendesse conto del pericolo. Drac, spazientito, prese la bomba innescata,
schiacciò un piede a Murray che urlò per il dolore ed il vampiro ne approfittò
per gettargli la bomba in bocca. L'esplosione fece un rumore cupo, come quello
di un tuono in lontananza e fece gonfiare la mummia per un attimo per poi
tornare normale.
-Questa ananas di ferro mi
rimarrà sullo stomaco per un po'…- Disse Murray piegandosi per il mal di
pancia.
-Non dire baggianate, Murray,
lo sappiamo tutti che il tuo stomaco è in un canopo al British Museum.- Disse
Dracula, poi tornando da Mavis, -Sarà meglio che quest'altra la porti dove
nessuno potrà mai trovarla.- E la granata sparì in una nube viola, -Bene,
andiamo a fare colazione, visto che voi due ragazzi siete così trepidanti non
vi voglio far attendere oltre.- E si voltò in direzione della porta, -A
proposito, Jonny, vuoi rimanere nascosto tutto il giorno?-
Il ragazzo fece capolino da dietro
al letto e si guardò attorno, -State tutti bene ragazzi?-
-Si, e stiamo aspettando tutti
te per far colazione!- Disse Frank ridacchiando.
-Tutti tranne me, sono già
sazio.- Puntualizzò Murray.
Mentre il gruppo usciva dalla camera,
Wanda si affiancò a Mavis, sussurrando:
-Scusa per il pessimo regalo,
le ho trovate mentre cercavo qualcosa di utile in un accampamento militare
abbandonato, ma non ho mai saputo come si usassero e quali effetti avessero.
Volevo darti qualcosa per proteggerti-
-Non ti preoccupare zia Wanda, sono
cresciuta ed ho imparato a difendermi da sola.-
La donna lupo sorrise orgogliosa, -Forse
hai ragione, sei cresciuta molto, non hai più bisogno di una balia. Sono così
orgogliosa per te, questo sarà un gran bel giorno.-
-Già, lo voglio immortalare,-
Rispose la giovane vampira, -Jonny, ricordati di prendere il telefono,
voglio farmi un album pieno di foto di questo grande giorno!-
Il ragazzo si voltò verso di lei,
sembrava un po’ triste, -Mi dispiace piccola, la batteria è completamente
andata, è stato troppo nuvoloso in questi ultimi giorni per usare il carica
batterie solare. Ma una giornata così emozionante non te la dimenticherai così
facilmente!-
-No, che peccato, Frank, puoi
fare qualcosa? Sei tu l’esperto di elettricità dell’hotel- Rispose Mavis a
quella brutta notizia.
Il gigante blu abbassò lo sguardo
e vide Jonathan che gli porgeva il telefono attaccato al carica batterie.
-Hmmm, funziona al centodieci o
al duecentotrenta volts?- Domandò Frank al ragazzo.
-Entrambi.-
-Io funziono al duecentotrenta
volts.- E detto ciò Frankenstein prese spina e la inserì nel naso causando
il disgusto degli altri, ma il telefono si accese mostrando in modalità di
ricarica.
-Funziona?- Domandò Frank
con voce che sembrava raffreddata, mentre si metteva il telefono nella tasca
della giacca.
-Be’… si, funziona, ma… che
schifo!- Rispose Jonathan facendo una grossa risata assieme a tutti gli
altri.
La colazione fu molto veloce ed,
una volta finito, Dracula, Jonathan, Mavis e ed i suoi zii uscirono sul
piazzale dove li attendeva il carro funebre e l’autista senza testa il quale
aprì lo sportello per far salire i tre.
-Non si preoccupi,- Il
conte gli disse, -Mavis, vuoi avere te l’onore?-
La vampira sbatté le palpebre, -Dici
sul serio? Vuoi che guidi io?-
-Be’, a me basta che tu sappia
guidare meglio di me,- Si intromise Jonathan, -Ho distrutto quattro
auto, un gommone ed un dirigibile, ma quest’ultimo non lo guidavo io, ci sono
volato addosso con la mia terza auto… e non chiedetemi come ho fatto a farla
volare fin lassù.-
-Allora sta lontano dal vecchio
triciclo di mia figlia!- Lo prese in giro Drac mentre saliva nel carro
funebre.
-Non faccio così tanti danni su
un triciclo, ho solo abbattuto un frigorifero il Natale in cui me lo hanno
regalato e poi non è più successo nulla, anche perché è rimasto schiacciato dal
frigo ed i miei genitori non me lo hanno ricomprato…- Rispose il ragazzo
seguendo il vampiro.
-Siete
pronti ragazzi? Mettete le cinture che si parte!- Disse Mavis entusiasta e
senza neppure aspettare che i due chiudessero lo sportello e salutassero i mostri che li avevano accompagnati al piazzale, schiacciò
l’acceleratore a tavoletta facendo rotolare all’indietro Jonny e Drac che si
schiantarono sul lunotto posteriore e con una stridente sgommata il vecchio
carro funebre partì e percorse a tutta velocità il lungo ponte che separava la
casa della giovane vampira dalla libertà.
Spero che il capitolo vi sia
piaciuto anche se un po’ fiacco.
Alla prossima!
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