Non mi innamorerò mai...forse

di ciaohello
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amore non esiste (prologo) ***
Capitolo 2: *** Forse quest'anno non sarà così male... ***
Capitolo 3: *** Alla ricerca di un batterista ***
Capitolo 4: *** Ti vogliamo nella band ***
Capitolo 5: *** Affrontare i ricordi ***
Capitolo 6: *** Anche se può sembrare, non è amore ***
Capitolo 7: *** Vere amiche ***
Capitolo 8: *** Il ritorno della fidanzata ***
Capitolo 9: *** Anch’io so piangere ***
Capitolo 10: *** Ce la farò da sola (o quasi) ***
Capitolo 11: *** Sherlock Jodie ***
Capitolo 12: *** La verità ***
Capitolo 13: *** Appuntamento al luna-park ***
Capitolo 14: *** Dolce vendetta ***
Capitolo 15: *** Una cenerentola con le corna ***
Capitolo 16: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** L'amore non esiste (prologo) ***


L’amore non esiste (prologo)



Innamorarsi, fidanzarsi, baciarsi, tenersi per mano, detta in una sola parola “Amore”….CAZZATE, questo è un sentimento falso e passeggero. Come fa una persona a dire che amerà qualcuno per tutta la vita e poi mollarlo dopo, solo, un mese. Io non mi sono mai innamorata e mai lo farò…questo era quello che pensavo prima di conoscere lui.
 
***
                          
La scuola è la solita noia, tutte le ragazze sono delle smorfiose e si credono chissà che, anche se in realtà sono tutte delle racchie. Sono stanco di vedere sempre lo stesso teatrino della ragazza che inciampa “accidentalmente” e mi finisce addosso, non voglio avere a che fare con nessuna di loro e men che meno mi voglio innamorare, di nuovo, e ritrovarmi a soffrire come l’ultima volta…questo era quello che pensavo prima di conoscere lei.




Hello, gente:
Questa è la mia prima ff che scrivo e ammetto che mi vergognavo un po' a postarla ma ho deciso di farmi coraggioe di postarla, quindi, che dire, spero vi piaccia e che commentiate in molti, accetto molto volentieri consigli e critiche (prego affinchè siano positive XD)
Baci da ciaohello

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Capitolo 2
*** Forse quest'anno non sarà così male... ***


Forse quest’anno non sarà così male…

 

Drin drin
-Uffa,prima o poi la butterò fuori dalla finestra- dissi sbuffando mentre spegnevo quella dannata sveglia, senza però alzarmi dal letto.
Dopo qualche minuto decisi che era venuta l’ora di svegliarsi, alzai la testa dal cuscino e mi guardai intorno, tentando di non vomitare alla visione di quella stanza, che ormai da 3 settimane era diventata la mia stanza. Era tutta bianca con alcuni fiori lilla disegnati sulla parete destra, vicino alla porta c’era un armadio a doppia anta tutto rosa, sul pavimento c’era un tappeto rotondo piuttosto grande di colore fucsia con delle sfumature viola scuro, però, la cosa che mi dava più fastidio di tutte era il mio letto: tutto rosa e sulle lenzuola c’era raffigurato un mazzo di rose bianche.
Dopo aver osservato la mia stanza per un po’ decisi di scendere dal letto e mi diressi verso il bagno per farmi una doccia veloce per poi andare a scuola…già, la scuola, odiavo con tutta me stessa quel posto di montati e smorfiose ma questo non potevo certo dirlo, potevo pensarlo ma non dirlo. Decisi di scacciare quei pensieri dalla mia testa e concentrarmi su cosa mettere per andare a scuola.
Aprì l’armadio rosa e iniziai a rovistare tra quei vestiti uno che potesse andare bene per il primo giorno di scuola, in una nuova scuola per di più. Alla fine decisi di mettermi una gonna bianca che mi arrivava fino a metà coscia, una maglietta a maniche corte azzurra con sopra scritto “I’m an angel”e un paio di all star anch’esse bianche con una stella gialla sui lati esteriori. Quando finì di vestirmi mi misi davanti allo specchio per truccarmi un po’ e per pettinarmi.
Mentre mi specchiavo mi misi a pensare che i miei capelli erano l’unica cosa che esprimesse il mio vero carattere, infatti, erano neri come il carbone mentre le punte rosso fuoco mi arrivavano fino a metà schiena, anche se può non sembrare il mio colore di capelli è del tutto naturale.


Dopo essermi sistemata andai in cucina per mangiare qualcosa ma, mentre uscivo dalla mia stanza mi scontrai contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno. Appena alzai gli occhi per vedere chi fosse mi trovai davanti un ragazzo alto con i capelli argentei e gli occhi etero cromatici, infatti l’occhio destro era color oro mentre quello sinistro era blu ed un abbigliamento in stile vittoriano.

J (Jodie) -Scusa Lysandre, non ti avevo visto- mi affrettai a dire cercando di comparire il più dispiaciuta possibile, cosa che mi venne perfettamente, scatenando una risatina del ragazzo che doveva aver creduto al mio finto dispiacere.

L (Lysandre) -Non ti preoccupare, Jodie, sono stato io che ti sono venuto contro, non devi sentirti dispiaciuta-

J:-Hai ragione, ma come mai sei davanti camera mia?- chiesi fingendomi sorpresa e curiosa, anche se non me ne importava molto perché in quel momento il mo unico pensiero era quello di poter andare in cucina e mangiare qualcosa.

L:-Ero venuto a vedere se eri sveglia, visto che non eri ancora venuta a fare colazione-

J:-Stavo, giusto, venendo ora a fare colazione- dissi chiudendo la porta della mia stanza  e dirigendomi in cucina.


Appena entrai in cucina posai la borsa sul tavolo e aprì il frigo in cerca di qualcosa di buono da mangiare ma le uniche cose che c’erano dentro erano un paio di yogurt del gusto che più odiavo, agli agrumi, ma qualche giorno prima avevo detto che quello yogurt era il mio preferito quindi non mi rimase molta scelta se non quella di mangiarne uno, per non far capire il mio vero carattere.

L:-Hai visto che ti ho comprato i tuoi yogurt preferiti?-

J:-Si, grazie mille, avevo proprio voglia di mangiarne uno- dissi sfoggiando uno dei sorrisi più falsi che avevo ma che nessuno aveva mai notato.

L:-Ma è tardissimo!!! Jodie, devo scappare oggi dovevo andare a scuola prima per fare le prove della band-

J:-Non ti preoccupare, ci penso io a sistemare i piatti, tu vai pure-

L:-Sei sicura? Oggi è anche il tuo primo giorno di scuola, non vuoi che ti accompagni?-

J:-No, no, vai pure tranquillo, ci vediamo a scuola- dissi mentre lo spingevo fuori di casa.


Appena chiusi la porta, feci sparire il sorriso che avevo in faccia da quando mi ero scontrata con Lysandre e ritornai in cucina, dove presi il barattolo di yogurt che stava sul tavolo e lo buttai nella spazzatura, ringraziando il cielo che Lysandro se ne fosse andato perché se no avrei dovuto mangiarne uno per fargli vedere che li adoravo. Così iniziai a cercare qualcos’altro da mangiare ma il frigo era vuoto come la dispensa e, l’unica cosa che riuscì a trovare fu una scatola di biscotti al cioccolato dove ne erano rimasti solo due, che decisi di mangiare in sala.
Mi buttai sul divano rosso che si trovava in sala e, mentre mangiavo i biscotti, accesi la TV per vedere se c’erano degli anime ma, per mia sfortuna, l’unica cosa che si vedeva a quell’ora era il telegiornale e anche se non mi piacesse decisi che quello era meglio di niente.
Dopo un po’ il mio occhio cadde sull’orologio che segnava le 7:55 ma non me ne curai molto, anzi, avrei voluto mandare al diavolo la scuola e rimanere a guardare la televisione tutto il giorno però avevo detto a Lysandre che ci saremmo visti a scuola e non avrei potuto non andare, così feci un bel respiro e lentamente mi alzai dal divano per poi andare in cucina a prendere la borsa e correre a scuola visto che erano già le 7:59.


Arrivare in orario non fu difficile visto che nella corsa ero velocissima e la scuola non era lontana, ma appena mi trovai davanti a quell’edificio che sarebbe diventato la mia scuola mi maledì per non aver seguito l’idea che mi era venuta di rimanere a casa a guardare la TV tutto il giorno e di essere così brava nella corsa. Il cancello della scuola era di un rosa accecante con scritto: “Dolce Amoris” in lilla con mille cuori rossi tutti intorno. Mi vennero i conati di vomito per la seconda volta in solo una mattinata.
E la cosa non migliorò quando mi guardai in giro per vedere com’era l’ambiente di quella scuola, però, ancor prima che potessi farmi un’idea delle persone che mi circondavano mi sentì spingere e quando mi voltai per vedere chi fosse il colpevole vidi tre ragazza: quella in mezzo era slanciata, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, mentre dietro di lei c’erano altre due ragazze che non guardai neanche perché avevo capito che era stata la bionda a spingermi

A (Ambra):-Guarda dove metti i piedi, che cosa succederebbe se io,Ambra, la ragazza più bella del liceo mi dovessi ferire-

J:-Mi dispiace molto, non volevo- mi affrettai a dire con voce imbarazzata.

A:-Visto che ti sei scusata per questa volta passi ma se lo farai un’altra volta giuro che me la pagherai- disse mentre se ne andava.

Sentì la rabbia passarmi per tutto il corpo, avrei voluto tirargli un pugno in faccia e riempirla di insulti ma avevo stretto i pugni per trattenermi e non attirare l’attenzione su di me già dal primo giorno di scuola e per non far vedere a tutti come sono realmente, però, se mi fosse comparsa d’avanti un’altra volta l’avrei uccisa.
“Ora ne sono sicura, questa è una scuola di smorfiosi” pensai mentre ancora decidevo a come avrei ucciso quella ragazza ma, i miei pensieri omicidi vennero interrotti dal suono della campanella che segnava l’inizio delle lezioni vidi e un ammasso di ragazzi che si dirigevano nelle proprie classi, mentre io mi trovavo ancora in cortile a cercare di far sparire tutta la mia rabbia.

??:-Lavati dai piedi piccoletta- disse una voce mentre per poco una moto non mi tirò sotto, che mi fece cadere a terra per lo spavento.
La moto si fermò poco più avanti a me e da essa scese un ragazzo piuttosto alto, che si tolse il casco facendo cadere i suoi capelli rosso sulle spalle e che mi si avvicinò tendendomi una mano per rialzarmi.

J:-Mi dispiace, non ti avevo visto arrivare con la moto- dissi mentre prendevo la sua mano per rialzarmi.

??:-Colpa mia, piccoletta, non ti avevo visto. Comunque sei molto audace ad arrivare in ritardo sapendo che punizione ti aspetta-

J:-Punizione? Non lo sapevo, sono nuova e non so dove andare-

??:-Mi spiace ma non è compito mio mostrarti la scuola-

J:-Dimmi almeno dove si trova la presidenza- dissi con voce supplichevole.

??:-Stammi a sentire a me non piacciono le persone che non hanno carattere e mi sembra che un foglio di carta abbia più carattere di te, quindi stammi lontana, capito piccoletta?- quelle parole mi scatenarono una grande rabbia e avrei voluto tirargli uno schiaffo in faccia ma qualcosa mi fermò, non capivo perché ma quel  ragazzo mi piaceva, non aveva quell’aria da smorfioso bensì quella di un ragazzo con le sue idee e questo mi piaceva molto. Senza accorgermene iniziai a sorridere in modo sincero, cosa che non accadeva ormai da anni, però decisi di continuare con la recita della brava ragazza.

J:-Mi dispiace, non ti infastidirò più, ma…-

??:-Ma?? Senti, tagliamo corto, non ho tutto il giorno-

J:-Per poterti evitare devo almeno sapere come ti chiami, me lo diresti per favore?-

C (Castiel):-Per favore?? Ma come siamo educati, io sono Castiel e ora che te l’ho detto vedi di sparire-

J:-Va bene, ciao Castiel- dissi mentre lo superavo e mi dirigevo verso l’edificio di scuola a testa e senza mai smettere di sorridere. Non capivo il perché ma quella giornata di scuola iniziata male iniziava a migliorare, pochi metri prima della porta d’ingresso mi girai verso il giardino e vidi che il ragazzo dai capelli rossi stava sistemando la sua moto e mi venne da sorridere ancora di più.

J:-Forse quest’anno non sarà così male…-






Hello, gente:
Ecco qui il primo capitolo, che spero vi piaccia, ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa ff, quelli che l'hanno messa nelle: preferite, seguite. Ringrazio in particolare:

R e i k a
nina_rocc
iansomerhalderbinak

Katherine Striges
Che hanno commentato il prologo e spero di non aver deluso le vostre aspettative.
Baci da ciaohello

 

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Capitolo 3
*** Alla ricerca di un batterista ***


Alla ricerca di un batterista
 

POV Castiel:

Ormai la scuola era iniziata da 1 ora e tutti erano nelle proprie classi, ma io no, non volevo andare a quelle noiose lezioni, così decisi di andare sulla terrazza della scuola dove di solito andavo per poter stare da solo. Presi dalla tasca un pacchetto di sigarette e me ne accesi una mentre guardavo il panorama che ogni volta mi dava l’ispirazione per poter suonare qualcosa di nuovo sulla chitarra.
Dopo aver finito di fumare la sigaretta la buttai giù dal terrazzo e, il mio sguardo si posò sull’immenso cortile che si trovava d’avanti alla scuola e mi venne in mente l'incontro avuto quella mattina con quella piccoletta.

“Quelle come lei sono solo una scocciatura, speriamo di non incontrarla di nuovo, non sopporterei i suoi modi troppo educati” pensai mentre prendevo la mia chitarra per suonare qualcosa ma dopo aver provato ad azzeccare qualche accordo, senza però riuscirci, decisi di rimettere via la mia chitarra e iniziai a guardare il cielo sperando che mi venisse in mente qualcosa da fare ma fu tutto inutile.
Dopo un po’ sentii la porta della  terrazza aprirsi e vidi il mio migliore amico avvicinarsi a me, così mi misi a sedere.


C:-Ciao Lys, ti vedo felice, è successo qualcosa?-

L:-Hai indovinato amico, oggi la mia sorellina inizia la scuola e io sono al settimo cielo-

C:-Sorellina? Ma tu non eri figlio unico?-

L:-Non te l’avevo detto? Mia madre si è risposta e il mio nuovo patrigno ha una figlia -

C:-COSA?!?!? Tua madre si risposa e non mi dici nulla, che bell’amico che sei…va bhe sono felice per te, dopotutto avere una sorellina è sempre stato il tuo sogno-

L:-Mi dispiace di non avertelo detto ma mi è proprio passato per la mente-


Parlammo per parecchio tempo e Lysandre mi raccontò per filo e per segno tutta la storia di come sua madre e il suo padrigno si fossero conosciuti e soprattutto tutti i momenti passati con la sua “adorata sorellina” ma la mia mente faceva fatica ad ascoltarlo perché davanti a me continuava a comparirmi l’immagine di quella fastidiosa ragazza che avevo incontrato quella mattina.

“Anche se i suoi modi e il suo abbigliamento mi infastidivano non poco, devo ammettere che i suoi capelli mi hanno colpito, non avevo mai visto dei capelli così…così…stupendi, si stupendi, non ci sarebbe un altro modo per descriverli.
Erano neri come la notte e diventavano sempre più rossi man mano che scendevano sulle punte fino a diventare rossi come i miei sulle.
Chissà se sono naturali? Un colore del genere non l’avevo mai visto in tutta la mia vita”

Lysandro  mi fece uscire dalla trance in cui ero piombato mentre pensavo a quella piccoletta

L:-Ma mi stai ascoltando?-

C:-Cosa? Certo che ti sto ascoltando…-

L:-Sentiamo allora cosa ho detto-

C:-Ehm…stavi parlando della tua sorellastra-

L:-No…- disse sbuffando –Stavo parlando del concerto che si terrà tra due settimane, dopotutto dobbiamo trovare ancora un batterista-

C:-Hai ragione, ma tutti e batteristi che abbiamo sentito non erano molto bravi.
Noi abbiamo bisogno di un batterista fantastico non uno mediocre-

Lysandre non fece in tempo a rispondermi che suonò la campanella che segnava l’inizio dell’ora successiva.

L:-Io torno in classe, tu cosa fai? Salti anche la prossima ora?-

C:-Si non ho voglia di andare in classe, ci vediamo dopo-

L:-Va bene, comunque ho appeso altri volantini per le auduzioni di un batterista- e così dicendo se ne andò e io mi ritrovai di nuovo solo su quella immensa terrazza ma questa volta non mi misi a pensare a quella piccoletta bensì al problema del nuovo batterista.
 



POV Jodie:

Ormai era da dieci minuti che camminavo avanti ed indietro per i corridoi della scuola alla ricerca della presidenza ma sembrava che quel posto fosse inesistente e avrei giurato di essermi persa almeno una quindicina di volte.

“Questa scuola è peggio di un labirinto, non so più dove sono e non so nemmeno come tornare indietro” sbuffai “Questa scuola mi piace sempre meno, oltre ad avere un colore a dir poco orrendo è frequentata da smorfiose e da pomodori…pomodori di nome Castiel” ridacchia per il paragone che avevo fatto e che mi sembrava azzeccatissimo per quel ragazzo. Mentre pensavo a quel “pomodoro” sentì qualcuno gridare dietro di me e appena mi girai vidi una signora sulla sessantina con i capelli grigi e che indossava una camicia e una gonna rosa che la facevano assomigliare ad un enorme confetto.


??:-SIGNORINA CHE COSA CI FA FUORI DALLA CLASSE A QUEST’ORA?!?!?!-

J:-Mi scusi, ma oggi è il mio primo giorno di scuola e non so dove andare, stavo cercando la presidenza ma mi sono persa…-

Pr (Preside):-Oh…scusami, sono io la preside, lei devi essere la signorina Jodie, mi segua la porto nella sala delegati dove Nathaniel le spiegerà tutto quello che c'è da sapere su questa scuola-

Durante tutto il tragitto non aprì bocca perché la preside mi faceva molta paura, non avevo mai visto qualcuno arrabbiarsi così tanto, in quel momento credevo che mi sarebbe saltata addosso come un cane inferocito.
Dopo qualche minuto arrivammo davanti alla sala delegati.

Pr:-Bene signorina Jodie ora la lascio ho delle cose da fare, chieda pure a Nathaniel se ha bisogno di qualcosa-

J:-La ringrazio signora preside- in tutta fretta entrai nella sala delegati perché meno stavo con quella donna meglio era.
Appena entrai non feci in tempo a fare qualche passo che venni sommersa da dei fogli che mi fecero cadere per lo spavento. Quando alzai lo sguardo per capire cosa fosse successo mi trovai davanti un ragazzo alto con gli occhi color oro che mi guardavano in modo preoccupato, i capelli biondi arruffati che indossava una camicia bianca e dei pantaloni blu scuro.


??:-Mi dispiace, scusami, sono inciampato nella scrivania e non credevo ci fosse nessuno, ti sei fatta male?- disse mentre mi porse una mano.

J:-Si, sto bene. Fortunatamente non mi sono fatta niente, ma tu come mai avevi tutti quei fogli in mano? E' pericoloso-

N (Nathaniel):-Si hai ragione ma volevo sbrigarmi per andare in classe, comunque io sono Nathaniel e tu sei…-

J:-Mi chiamo Jodie e sono nuova, la preside mi ha detto di venire da te-

N:-E’ vero la preside mi aveva avvisato che oggi sarebbero due nuovi alunni, mi dispiace me ne ero completamente dimenticato-

J:-Due?- “Chi è quel malato di mente che si è iscritto in una scuola come questa?”

N:-Si due nuovi alunni, la preside non ti ha detto niente? Va bhe…mentre aspettiamo l’altro ragazzo potresti darmi una mano a riordinare i fogli?-

J:-Si certo- dissi mentre gli sorrisi “Non mi va di sistemare i fogli ma non ci posso fare nulla” sospirai “Speriamo solo che il ragazzo nuovo arrivi presto così che me ne posso andare”

Mentre sistemavamo i fogli io e Nathaniel parlammo del più e del meno e anche se non l’avrei mai ammesso mi stavo divertendo “Questo ragazzo mi sembra un bambino, si è scusato per più di dieci minuti e in tutto quel tempo era rosso dall’imbarazzo, però quando stava sistemando i fogli aveva uno sguardo serio. Questo ragazzo è molto strano però in fondo non mi sembra una cattiva persona” pensai mentre raccoglievo gli ultimi fogli da terra.

N:-Mi dispiace molto di averti fatto raccogliere tutti quei fogli-

J:-Non ti preoccupare l’ho fatto volentieri- dissi mentre sfoggiavo un sorriso a trentadue denti, anche se avrei preferito fare qualsiasi altra cosa al posto di sistemare quei dannati fogli che erano più del previsto “Ma dove cazzo è quel nuovo studente, se fosse arrivato io non avrei mosso un dito, appena me lo ritrovo davanti io…io…” non riuscì a finire la frase che sentì la porta spalancarsi e una voce dire:

??:-Sono in ritardo, mi dispiace- non poteva essere vero, conoscevo fin troppo bene quella voce e appena mi gira i vidi un ragazzo alto con i capelli corti e castani, gli occhi di un verde intenso, aveva dei pantaloni milatari con molte tasche, una canottiera nera aderente che faceva notare i suoi pettorali e una camicia bianca sportiva aperta e tirata su fino ai gomiti.


J:-KEN!!!!!!!- gridai sorpresa mentre lui si avvicinava.

N:-Voi vi conoscete già?-

K (Ken):-Si, andavamo nella stessa scuola, sono molto sorpreso di vederti qui non sapevo che saresti venuta in questa
scuola- disse con uno dei suoi sorrisetti strafottenti.

“No, non è possibile, che cosa ci va qua Ken, questa dev'essere un’allucinazione…si una brutta allucinazione…”

N:-Bene visto che vi conoscete non servono le presentazioni, questi sono i vostri orari- disse mentre ci dava in mano un foglio –Siete nella stessa classe la 2C, che si trova al piano superiore, vi basta prendere la rampa di scale e avanzare fino alla quinta porta sulla destra, volete che vi accompagni?-

J:-No grazie, non ti preoccupare la troveremo, grazie per tutto Nathaniel, ci vediamo- dissi mentre prendevo sotto braccio Ken e alla velocità della luce uscì dalla stanza e iniziai a correre alla ricerca di un posto tranquillo. Appena vidi il ripostiglio mi ci viondai dentro sempre trascinando Ken con me. Quando fummo entrati chiusi la porta a chiave.

J:-MI VUOI SPIEGARE CHE CAZZO CI FAI NELLA MIA NUOVA SCUOLA?!?!?!?!-

K:-Dai, non ti agitare, ho pensato che senza di me ti saresti sentita sola, dimmi la verità ti ha fatto piacere vedermi- disse mostrando uno dei suoi soliti sorrisini.

J:-Tu e la tua stupida presunzione, se credi che mi ha fatto piacere vederti ti sbagli di grosso e poi potrei sapere come farei a sentirmi sola senza di te?!?!- dissi ancora arrabbiata per la sua comparsa.

K:-Perché sono l’unico al mondo che conosce il tuo vero carattere e ho pensato che se non ti saresti potuta sfogare con qualcuno prima o poi saresti esplosa, quindi non arrabbiarti con me e ammettilo che ti sono mancato, dopotutto non ci vediamo da tre mesi-

“E’ vero, Ken è l’unico che mi conosce veramente e che non mi evita per questo, in questi tre mesi non ho mai mostrato il mio vero carattere e sentivo che stavo per sentirmi male, questa sfuriata mi serviva proprio” sospirai, era inutule arrabbiarsi con lui visto che mi aveva seguita perché era preoccupato.

J:-Hai vinto, è vero che sono felice di vederti e che mi sei mancato molto, almeno non sono sola in questa scuola- dissi sorridendo e arrossendo leggermente.

K:-Ahahah, ogni volta che mi dici qualcosa di carino arrossisci subito, non ci sei proprio abituata-

J:-Fai silenzio!!! Andiamo in classe che è meglio, siamo già in ritardo- dissi mentre aprivo la porta.

Appena feci un passo fuori dallo stanzino sentii di aver pestato qualcosa ed alzai subito il piede, raccolsi velocemente quello che c’era per terra e notai che era un volantino per un’audizione.

K:-Perché ti sei fermata? Che cos’è quello?- disse indicando il volantino.

J:-Non lo so, sembra un volantino per una audizione per…BATTERISTI?!?!?-

K:-Batteristi? Fammi vedere- disse strappandomi il foglio dalle mani.

J:-Quindi anche in questa scuola c’è una band e sembra che stiano cercando un batterista, perché non fai l’audizione?-

K:-Io? Fare l’audizione? Tu sei matta…-

J:-IO NON SONO MATTA!!!!! Era solo un consiglio, visto che tu ami la batteria e ti sei pure classificato primo ai Nazionali per il miglior batterista, non capisco perché tu abbia deciso di smettere di suonare…-

K:-Ho smesso perché dovevo stare dietro a te, e poi io suono solo se sei tu a cantare, non mi trovo bene con nessun altro. Se ti proponi come cantante io faccio quell’audizione-

J:-Ma che stai dicendo, io ho smesso di cantare da anni e poi non stanno cercando una cantante ma un batterista- sbuffai –Adesso basta, andiamo in classe-





Hello, gente:
Ecco, finalmente, il secondo capitolo, qui fanno la loro comparsa Nath e Ken (ovviamente quello figo di Ken se no che gusto c'era a scriverlo XD) spero che vi sia piaciuto questo capitolo e ringrazio tutti quelli che hanno commentato la mia storia e che l'hanno messa nelle preferite/seguite/ da ricordare. Spero che commenterete questo capitolo e se lo farete io posterò ogni fine settimana (questa non è una proposta ma una minaccia *risata malvagia*)
Baci da ciaohello e continuate a seguirmi <3<3

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Capitolo 4
*** Ti vogliamo nella band ***


Ti vogliamo nella band
 

POV Jodie:

Appena arrivammo davanti alla nostra aula bussammo alla porta ed entrammo.

K:-Buongiorno, siamo i nuovi alunni-

Prof (Professore):-Si mi avevano avvisato che sarebbero arrivati due nuovi alunni, io sono il professore di scienze. Vi pregerei di non arrivare in ritardo alle prossime lezioni, per questa volta passi perché siete nuovi-

J:-Va bene, ci scusi professore-

Prof:-Bene, ora potete presentarvi-

K:-Ciao a tutti, mi chiamo Ken-

J:-Io sono Jodie, piacere di conoscervi- dissi in maniera educata ed appena mi voltai per guardare Ken notai che tratteneva a stento le risate dai miei modi educati che lui non era abituato a vedere.

Prof:-Ora che abbiamo fatto le presentazioni, Ken tu ti puoi sedere in secondo banco vicino alla ragazza dai capelli viola che si chiama Violet, mentre Jodie tu ti puoi sedere in ultimo banco vicino a Iris la ragazza coi capelli rossi e la treccia-

Mi diressi spedita verso il mio banco perché gli sguardi dei miei nuovi compagni iniziavano veramente a infastidirmi, le ragazze non mi guardavano perché erano prese dallo sbavare dietro a Ken mentre i ragazzi mi guardavano come se fossi un oggetto raro e questo mi irritava non poco “Ma che hanno da guardare questi idioti? Che si facciano i fatti loro” prima che potessi pensare a un’altra cosa sentì qualcosa, o meglio qualcuno, tirarmi il braccio e fui costretta a sedermi sulla sedia.

I (Iris):-Ciao io sono Iris-

J:-Piacere di conoscerti io sono Jodie-

I:-Senti posso farti una domanda?-

J:-Dimmi…- “Ora mi farà la stessa domanda che mi fanno tutti appena mi conoscono” pensai seccata.

I:-I tuoi capelli sono naturali o sono tinti, li ho notati appena sei entrata- “Appunto…” sospirai senza farmi vedere.

J:-Si, lo so che sono strani ma sono del tutto naturali-

I:-Non sono strani per niente, anzi, sono bellissimi. Ti ho chiesto se erano tinti solo perché mi sembrava strano che i tuoi genitori ti avessero permesso…- non riuscì a sentire la fine della frase perché il mio cervello si era bloccato a quelle tre semplici, ma per me letali, parole “I tuoi genitori…già, i miei genitori, oramai non esistono più queste parole nella mia vita, esistono solo due parole distinte "mamma" e "papà", ricordo ancora il giorno in cui quell’unica parola “genitori” scombarve dalla mia vita…


INIZIO FLASHBACK


“Finalmente è finita la scuola e da ora in poi ci saranno le vacanze estive. Fortuna che alla fine delle elementari non danno i compiti, così potrò passare tutto il giorno a giocare con la mamma e il papà” con questi pensieri inizia a correre verso casa a perdifiato per arrivare il prima possibile. Ma quando varcai la soglia ti casa tutta quella felicità che provavo fino a pochi secondi prima, scomparve come per magia, perché la prima cosa che vidi appena entrai in casa fu la scena di mio padre che tirava uno schiaffo a mia madre.

In quel momento non capii cosa fosse successo e, ogni parte del mio corpo mi diceva che sarei dovuta intervenire ma il mio corpo sembrava diventato pensante di colpo e prima che potessi fare qualsiasi cosa mi sentii strattonare per il braccio e vidi mio padre che mi stava tirando verso la porta di casa.
Poco prima di chiudere la porta dietro di noi mio padre si girò verso mia madre che ci stava venendo incontro con la mano appoggiata alla guancia, orami rossa, e le lacrime agli occhi e guardandola con rabbia le disse:

Ge (George, papà di Jodie):-NON TI AVVICIINARE MAI PIU’ A ME E A MIA FIGLIA, NON TI PERDONERO’ MAI PER QUELLO CHE HAI FATTO!!!- e chiuse violentemente la porta.


FINE FLASHBACK


In quel momento non capii il perché delle azioni di mio padre, scoprii la verità solo quando sentii parlare mio padre al telefono con l’avvocato per le pratiche di divorzio. E in quel momento mi fu chiaro il motivo delle azioni di mio padre: la mamma ci aveva traditi. Aveva abbracciato un altro uomo, l’aveva baciato e c’era andata a letto.
E’ da quel giorno che io maschero il mio carattere, per non fare preoccupare papà, per non fargli ricordare la mamma perché anche se la cosa non mi piace il mio vero carattere assomiglia molto al suo. Io…io…non voglio che soffra più dopo quella volta.”

A farmi tornare alla realtà fu la campanella che segnava la fine dell’ora.

I:-Finalmente è finita- disse mentre si stiracchiava sulla sedia.

I:-Allora Jodie, come ti è sembrata la tua prima ora ti lezione?-

J:-Scienze non è la mia materia preferita ma non mi sono annoiata- menti, in realtà non avevo ascoltato una sola parola della lezione perché immersa nei miei pensieri.

I:-Beata te, io mi sono annoiata a morte. La prossima ora abbiamo storia, speriamo sia migliore di questa-

Nell’ora seguente io e Iris non la smettemmo di parlare nemmeno per un secondo, ignorando i continui richiami della prof, e scoprii molte cose su di lei: faceva parte del club di giardinaggio, adorava la musica rock e questo dovevo ammetterlo mi stupii non poco ma ne ero felice, perchè quello era il mio genere preferito. Continuando a parlare la giornata passo velocemente e prima che me ne accorgessi era già arrivata la fine delle lezioni.

I:-Senti Jodie, vuoi che ti faccia fare un giro della scuola? Tanto manca ancora un’ora all’inizio delle attività del mio club-

J:-Perché no, ho proprio bisogno di imparare le strade per le varie aule, pensa che questa mattina mi sono persa mentre…- non riuscii a finire di parlare che sentii il mio telefono squillare e appena lo presi vidi che avevo ricevuto un messaggio da Lysandre:

“Ciao Jodie, oggi ho delle cose da fare nella sala prove, perché non vieni a dare un’occhiata mi farebbe molto piacere.
Tuo fratello”


Lysandre aveva preso benissimo la faccenda di avermi come sorellastra, si considerava come mio fratello di sangue, però a me tutta questa confidenza “fraterna” infastidiva parecchio, lo conoscevo da solo 2 mesi.

I:-Andiamo Jodie-

J:-Mi dispiace ma il mio fratellastro mi ha mandato un messaggio e devo andare-

I:-Non fa niente, sarà per la prossima volta, comunque ero veramente stupita quando mi hai detto che Lysandre, uno dei ragazzi più belli della scuola, è il tuo fratellastro-

J:-Ahahah e io non credevo che lui fosse così popolare, ora però vado. Ken andiamo-

K:-E dove andiamo?- disse mentre mi seguiva fuori dalla classe.

J:-Andiamo ad assistere alle prove di Lysandre, non voglio andarci da sola, quindi tu verrai con me- dissi continuando a camminare per il corridoio pieno di gente.

K:-E sei io non volessi venire…-

J:-Non era una proposta la mia ma un ordine e ora muovi il culo o ti spacco la faccia-

K:-Anche se ti ho vista cambiare carattere da un momento all’altro, un centinaio di volte, mi stupisce sempre-

J:-Sei sempre il solito idiota con la faccia da schiaffi e ora cerchiamo la sala prove-

In quel momento vidi Ken infilare la mano in tasca e tirare fuori in foglio piuttosto stropicciato ma che riconobbi subito: era il volantino che avevamo trovato dopo che eravamo usciti dallo stanzino delle scope.

K:-Credo che basti seguire le indicazioni su questo volantino, allora, dobbiamo scendere le scale fino al sottoscala. Andiamo?-

J:-Ok, però mi devi spiegare come mai hai preso quello stupido volantino?-

K:-Chi lo sa, ma questo “stupido volantino” ci ha appena detto dove andare- disse con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

“Tsk, adesso mi prende pure per il culo” pensai mentre camminammo verso la  sala prove.




POV Castiel:

Era da giorni che cercavamo un bravo batterista per la band ma nessuno di loro andava bene, e oggi avremmo dovuto ascoltare altre 50 ragazzi che sarebbero venuti all’audizioni.

D (Dake):-Speriamo che vengano delle batteriste carine alle audizioni di oggi, sono stanco di vedere i soliti ragazzi-

C:-A me non importa se è maschio o femmina, voglio solo trovare un batterista e poi non dovrebbe importare neanche a te Dake, tu sei qui come bassista della band non come ragazzo in cerca di una da scopare-

D:-Come sei noioso Castiel, lo so anch’io che stiamo cercando un batterista ma non ci vedo nulla di male a sperare che sia femmina, non ho ragione Lys?-

L:-Come?...avete detto qualcosa?- rispose mentre guardava fuori dalla porta alla ricerca di qualcosa o qualcuno.

C:-Che cos’hai Lys? Mi sembri nervoso-

L:-E’ vero, ho invitato mia sorella ad assistere alle prove e sono un po’ nervoso-

D:-Sorella? E’ carina?- disse con sguardo malizioso.

L:-NON OSARE AD AVVICINARTI A MIA SORELLA!!!-

D:-Va bene, va bene…però non è giusto.
Non sapevo che avessi una sorella-

L:-Sorellastra, mia madre si è risposata-

La discussione finì velocemente perché dovemmo iniziare a fare le audizioni, dopo averne sentiti cinque o sei, tutti orribili, sentimmo la porta aprirsi e quello che vidi entrare nella stanza mi lasciò senza parole.
La ragazza che avevo visto quella mattina era proprio davanti alla porta seguita da un ragazzo alto con i capelli castani e gli occhi verdi.

L:-Jodie sei arrivata-

J:-Ciao Lysandre, ti dispiace se ho portato un amico? Si è trasferito anche lui oggi ed eravamo compagni anche nella vecchia scuola-

L:-No, non ci sono problemi, io sono Lysandre il fratellastro di Jodie, piacere. Questi invece sono gli altri componenti della band il ragazzo con i capelli biondi è Dake…-

D:-Piacere di conoscerti, bellezza, devo proprio dirti che Jodie è un nome bellissimo proprio come te-

L:-DAKE SMETTILA!!! Scusatelo ma è un dongiovanni, quello invece con i capelli rossi è…-

J:-Castiel- finì la piccoletta al posto di Lys.

L:-Esatto…voi due vi conoscete?- chiese sorpreso.

C:-Non proprio, ho incontrato questa piccoletta davanti alla scuola questa mattina, e ora che abbiamo finito con le presentazione possiamo tornare alle audizioni?-

L:-Hai ragione, Jodie e…-

K:-Ken, mi chiamo Ken-

L:-E Ken potete sedervi lì e ascoltare le prove-

J:-Va bene- disse con un sorriso che mi fece accapponare la pelle.

Quella piccoletta non mi piaceva, le sue maniere educate mi infastidivano, anche la sue camminata era educata: camminava con la schiena dritta a passi svelti e i suoi occhi blu trasmettevano una dolcezza che quasi mi fece venire il diabete.

Passarono delle ore e finalmente quelle strazianti audizioni finirono e io e gli altri componenti della band uscimmo dalla stanza perché non volevo che i due “intrusi” ascoltassero la nostra decisione.

L:-Jodie, noi usciamo un secondo per decidere chi scegliere, torniamo subito-

J:-D’accordo, noi aspettiamo qui-

Appena uscimmo io mi appoggiai alla parete e mi passai una mano tra i capelli prima di iniziare a parlare.

C:-Ragazzi non ci siamo, tutti quelli che abbiamo sentito non andavano bene-

L:-Hai ragione ma non possiamo più aspettare, non possiamo più fare delle altre audizioni dobbiamo scegliere, qui e subito-

D:-Lys ha ragione, l’ultimo che abbiamo sentito non era male, era il migliore fra tutti-

C:-NO NO E ANCORA NO!! Io voglio un gran batterista non uno mediocre, ci sarà qualcun altro a cui possiamo rivolgerci-

L:-Castiel, prova a ragionare, mancano solo due settimane al concerto e non abbiamo ancora scelto il
batterista, se non lo facciamo oggi non avremo il tempo di prepararci a dovere-

Sospirai. Lys aveva ragione ma l’idea di prendere il migliore fra i peggiori non mi allettava.

C:-Va bene, prendiamo l’ultimo che abbiamo sentito, e speriamo che vada tutto bene-

Lys mi mise una mano sulla spalla e stava per dirmi qualcosa quando sentimmo il suono di una batteria e ne rimanemmo tutti e tre stupiti, chiunque stesse suonando la batteria era bravissimo, così mi girai di scatto e socchiusi la porta per vedere chi stesse producendo quella musica e mi stupì ancora di più.

Il ragazzo che aveva accompagnato la piccoletta stava suonando la batteria in modo deciso ma aggraziato (http://www.youtube.com/watch?v=pLxofCmSGic&hd=1  questo è il link di quello che sta suonando Ken, spero che vi piaccia <3)
Ma la cosa che mi colpì di più non fu il ragazzo bensì la piccoletta che se ne stava appoggiata al muro con le braccia conserte mentre batteva il tempo con il piede destro. Dalla sua faccia era sparito il sorriso dolce e si era trasformato in un sorriso compiaciuto e i suoi occhi che prima mi avevano dato fastidio ora mi incuriosivano, stava guardando il ragazzo che suonava la batteria con uno sguardo determinato che trasmetteva…desiderio?!?
“Perché mai la piccoletta dovrebbe provare del desiderio per la musica rock, oppure quello sguardo è diretto al ragazzo, mi piacerebbe essere guardato con quegli occhi…ma che cosa vado a pensare?!?!?”

L:-Ma è bravissimo…-disse quasi sussurrando ma in qualche modo i due dentro la stanza li sentirono e si girarono di scatto.

J:-Lysandre,ragazzi, che cosa state facendo?-

C:-Questo lo dovremmo chiedere noi a quel ragazzo-

K:-Mi dispiace, ho usato la vostra batteria senza chiedervelo- disse alzandosi e poggiando le bacchette sul tavolo che si trovava vicino agli strumenti.

L:-No, no, non ti preoccupare, ci siamo solo stupiti, sei stato grandioso Ken-

K:-Gr…grazie-

L:-Credo di star parlando a nome di tutta la band facendoti questa domanda…-

Quel ragazzo, che se non sbaglio si chiamava Ken, ci guardò sorpreso e poi guardo la piccoletta come per chiederle se avesse capito che cosa intendesse Lys e che cosa avrebbe dovuto fare. Lei per tutta risposata gli fece un altro dei suoi sorrisi che non sopportavo, ma avrei giurato di vederle scuotere la testa. Ken però sembrò rilassarsi e ritornò a guardarci però con uno sguardo serio.

L:-Vuoi unirti alla nostra band?-
 

 

POV Jodie:

Il pomodoro e i suoi compagni uscirono dalla stanza per decidere il batterista e io iniziai a dondolarmi sulla sedia.

J:-Mamma mia che noia, nessuno dei “batteristi”, se si possono chiamare così, era bravo, facevano tutti schifo-

K:-Io non sono d’accordo, alcuni se la cavavano. Ma tu sei abituata troppo bene, dopotutto, hai sempre sentito suonare uno bello e bravo come me, alla fine li paragoni a me e così ti sembra che tutti facciano schifo-

Iniziai a ridacchiare mentre mi alzavo dalla sedia e mi dirigevo verso la batteria.

J:-Hai dimenticato di dire che sei anche modesto, ma forse hai ragione, ho sentito suonare solo te fino ad oggi e paragonati a te quelli erano solo dei pivelli-

K:-Ti ringrazio per il complimento, ma vai dritta al punto, non mi fai mai dei complimenti in cambio di nulla, che cosa vuoi?- disse alzando un sopracciglio divertito.

J:-Mi conosci proprio bene, vorrei che mi suonassi qualcosa alla batteria- dissi passandogli le bacchette.

K:-Sai che non suono da più di due anni e che ho smesso-

J:-Lo so, lo so, me lo ripeti ogni volta che ti faccio questa richiesta, ma tanto qui non c’è nessuno, i ragazzi sono usciti e siamo da soli, un brano solo-dissi facendolo alzare, a forza, dalla sedia e spingendolo verso la batteria.

K:-Va bene, ho capito, ma un brano solo e speriamo che nessuno ci senta-

Ken si sedette dietro la batteria e iniziò a suonare, senza accorgermene incrociai le braccia e mi appoggiai al muro a guardare Ken mentre suonava la sua “adorata batteria” come la chiamava lui.

“Mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi quando andavo a casa sua a cantare mentre lui suonava la batteria, quanti ricordi, mi piacerebbe tornare a quei tempi ma vedere Ken sorridere così mi rende felice”

In quel momento sentii il desiderio di afferrare il microfono che stava in mezzo alla stanza e iniziare a cantare a ritmo ma, non potevo farlo, non DOVEVO farlo.

L:-Ma è bravissimo…-

Sentii la voce di Lysandre, così io e Ken, che aveva smesso di suonare, ci girammo di scatto e vedemmo i tre ragazzi in piedi fuori dalla porta. In quel momento iniziai a sudare freddo e sperai che non avessero sentito Ken suonare, ma qualcosa dentro di me mi diceva che mi sarei dovuta preparare al peggio.
Appena riacquistai un po’ di lucidità decisi di dire qualcosa.

J:-Lysandre,ragazzi, che cosa state facendo?-

C:-Questo lo dovremmo chiedere noi a quel ragazzo-

Deglutì per provare a far sparire il nodo che avevo in cola, ma non servì a niente.

K:-Mi dispiace, ho usato la vostra batteria senza chiedervelo-disse cercando di sembrare il più calmo possibile ma io lo conoscevo e sapevo che anche lui aveva iniziato a sudare freddo.

L:-No, no, non ti preoccupare, ci siamo solo stupiti, sei stato grandioso Ken-

K:-Gr…grazie-

L:-Credo di star parlando a nome di tutta la band facendoti questa domanda…-

In cuor mio pregai di star sbagliando le miei previsioni e che Lysandre non gli avrebbe chiesto quello che pensavo. Ma prima che potesse continuare a parlare Ken mi guardò con espressione sorpresa, ma quella espressione fu subito sostituita da una faccia preoccupata.
In quel momento avrei voluto gridargli di non fare quella sua faccia del cazzo e di non preoccuparsi perché avremmo sistemato tutto, però non potevo farlo perché c’erano i ragazzi quindi mi limitai a sfoggiare uno dei miei finti sorrisi ma scossi leggermente la testa, senza farmi notare, per provare a incoraggiarlo e sembrò funzionare perché lui si rilassò e ritornò a guardare Lysandre con un’aria seria.
Dentro di me mi sentii un mostro, era solo colpa mia se stava accadendo tutto questo.

“Non avrei mai dovuto chiedergli di suonare, sono stata una deficiente, è tutta colpa mia”

Abbassai lo sguardo e iniziai a fissare il pavimento aspettando quella domanda che ci avrebbe messo nei guai fino al collo, e alla fine arrivò.

L:-Vuoi unirti alla nostra band?-

“E’ la fine…”





Hello, gente:
Questo è il capitolo più lungo che abbia scritto e spero vi sia piaciuto, devo ammettere che all'inizio non ero molto ispirata a scrivere finchè ieri a scuola durante l'interrogazione di storia mi è venuto il colpo di genio per poter scrivere, ma la prof non credo gradisca molto che si inventino ff durante l'interrogazione (sopratutto se sei l'interrogata XD), lo dimostra l'insufficienza che mi ha messo -.-''
Ma lasciamo stare la mia disastrosa vita scolastica XD ringrazio sempre tutti quelli che commentano e che hanno messo la mia storia nelle preferite/seguite/da ricordare, vi aspetto al prossimo capitolo.
Baci da ciaohello e continuate a seguirmi <3<3

 

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Capitolo 5
*** Affrontare i ricordi ***


Affrontare i ricordi.


POV Jodie:

L:-Vuoi unirti alla nostra band?-

“E’ la fine…”

Abbassai lo sguardo e inizia a guardare il pavimento come se fosse la cosa più interessante del modo mentre aspettavo che succedesse qualcosa, non sapevo che cosa sarebbe potuto succedere, ogni volta che chievano a Ken di tornare a suonare la batteria la sue reazione cambiava sempre, a volte si infastidiva, a volte ci passava sopra ma la cosa più  probabile è che si sarebbe arrabbiato. Stavo ancora guardando il pavimento quando quella che stavo aspettando accadde.

K:-Mi dispiace ragazzi ma non voglio entrare nella vostra band-

D:-Come non vuoi? Poco fa sei stato grande devi assolutamente suonare con noi-

K:-Per favore non insistete…-

C:-Aaah ho capito, questo qui a paura- disse con un sorriso compiaciuto sul viso.

Capii subito le sue intenzioni, Castiel voleva sfidarlo per farlo entrare nella band ma lui non sapeva che è meglio non provocare Ken quando si parla di questo argomento.
Infatti pochi secondi dopo Castiel si ritrovò spalle al muro con Ken che lo teneva per il colletto della maglia.

K:-TU NON SAI PROPRIO NIENTE!!! QUINDI EVITA DI SPARARE CAZZATE- disse stringendo ancora di più il colletto come se volesse strangolarlo e avrei giurato che lo avesse fatto se non fosse intervenuto Lysandre.

L:-Lascialo andare non vedi che lo stai soffocando-

A quelle parole Ken sembrò recuperare un po’ di lucidità e lo lasciò andare, uscendo dalla stanza sbattendo violentemente la porto dietro di se.

Dake e Lysandre si guardavano sorpresi mentre Castiel tossiva per recuperare l’ossigeno che aveva perso. Io invece continuavo a guardare il pavimento, sempre nello stesso punto.

“Mi dispiace per Castiel ma il suo piano di infastidirlo per farlo entrare nella band non è servito a nulla, anzi, lo ha fatto arrabbiare. Qui dentro sono tutti sorpresi tranne me, ovviamente, oramai sono abituata alle sue arrabbiature quando qualcuno gli chiede di tornare a suonare” continuavo a pensare e non mi accorsi nemmeno che Lysandre mi stava parlano.

L:-Jodie ma cosa gli è preso al tuo amico?-

C:-Te lo dico io, quello è pazzo, non lo voglio nella band anzi non lo voglio in questa scuola-

Le parole di Castiel mi fecero tornare alla realtà e mi venne una gran voglia di picchiarlo con le mie stesse mani, lui non sapeva quando avesse sofferto Ken e si permetteva di criticarlo?!?! Ma decisi di non pensarci e di concentrarmi sul problema di Ken.

J:-Ragazzi io vado a vedere come sta Ken- dissi mentre iniziai a correre, ignorando le urla di Lysandre nel tentativo di farmi tornare indietro.

Cercai di raggiungere Ken e lo trovai in giardino che se ne stava andando a casa così decisi di chiamarlo.

J:-Ken aspetta, fermati!!-

Ma Ken non si fermò anzi velocizzò la camminata, il che mi fece arrabbiare non poco, iniziai a correre più velocemente e lo fermai per il braccio costringendolo a fermarsi.

J:-MA SEI SORDO O COSA?!?! TI HO DETTO DI ASPETTARMI CERETINO- ma tutta la mia rabbia scomparve come per magia quando vidi i suoi occhi.

Quegli occhi verdi smeraldo che trasmettevano sempre felicità e contentezza erano spariti, ora c’erano solo due occhi spenti in cui si poteva vedere solo tristezza. Tolsi d’impulso la mano dal braccio di Ken.

J:-Ken che ti è successo?- conoscevo già la risposta ma sperai di essermi sbagliata e che avesse avuto ragioni diverse per comportarsi in quel modo, lo speravo sempre, ogni volta che entravamo in questo argomento ma ogni volta mi sbagliavo e anche questa volta mi sarei sbagliata.

K:-E me lo chiedi anche, sai benissimo cosa mi è preso-

J:-Certo che so che cos’è successo,idiota. Ma devi smetterla di comportarti così lo vuoi capire o no?-

K:-COME POSSO SMETTERLA DOPO QUELLO CHE E’ SUCCESSO?- disse gridando ma sembrò calmarsi quasi subito perché si mise le mani in tasca e iniziò a guardare per terra come se volesse scusarsi di avermi gridato contro.

J:-Ken entra nella loro band, torna a suonare la batteria-

K:-Come fai a chiedermelo? Oppure ti sei già dimenticata quello che è successo?-

Sentii un tuffo al cuore e istintivamente mi portai una mano sulla spalla sinistra dove potei sentire una rientranza della pelle che mi percorreva tutta la pelle dall’inizio della spalla fino a metà braccio.

J:-No, non l’ho dimenticato…-

 
INIZIO FLASHBACK
 

Era una bellissima giornata di giugno e io stavo seduta su una altalena del parco in cui giocavo da piccola mentre strappavo in mille pezzi un foglio per cercare di calmarmi, inutilmente. Quando all’improvviso sentii qualcuno spingere l’altalena e quando mi girai vidi il mio migliore amico, Ken.

K:-Posso sapere che cosa ti ha fatto quel povero foglio di carta per essere ridotto così?-

J:-Smettila di fare il cretino come al solito e per una volta comportati da adulto-

Lo sentii scoppiare a ridere mentre mi spingeva sempre più in alto.

K:-Senti chi parla, quella che nasconde il proprio carattere. Non vorrai farmi credere che il tuo comportamento sia da adulto-

J:-Di sicuro sono più matura di te-

Rimanemmo qualche minuto in silenzio ma Ken non smise di spingermi sull’altalena. Alla fine decisi di rompere quel silenzio che stava iniziando ad essere noioso.

J:-Allora sei nervoso per oggi?-

K:-Per cosa?- risponde fingendo di non aver capito solo per farmi innervosire.

J:-Hai capito benissimo e se non mi rispondi entro dieci secondi inizio a picchiarti-

K:-Ahahaha come siamo violente oggi-

J:-7,6…-

K:-Non stavi scherzando?!?!- chiese sorpreso –ho capito, ti rispondo, è vero sono un po’ nervoso ma sono sicuro di vincere-

J:-Ti sei salvato al pelo, stavano per finire i secondi-

K:-Adesso tocca a me farti la stessa domanda: sei nervosa?-

J:-Stai scherzando io non sono mai nervosa- mentii cercando di essere il più convincente possibile ma Ken se ne accorse perché fermò l’altalena e si mise davanti a me con il viso a pochi centimetri dal mio.

K:-Non sei per niente sincera, dopotutto oggi dirai a tuo padre del tuo vero carattere e so che sei spaventata-

Rimasi a guardarlo per un po’ e mi stupii ancora una volta, lo conoscevo da anni ed era l’unico che si accorgeva quando mentivo oppure no, neanche mio padre ci era riuscito, infatti avevo deciso di dirgli tutta la verità.

J:-E se lui smettesse di volermi bene?- chiesi preoccupata senza però smettere di guardare Ken.

K:-NON SUCCEDERA’ MAI! La tua vera personalità è mille volte meglio di quella che mostri e se gli altri non se ne accorgono peggio per loro, non credi?-

J:-Hai ragione, ora però è meglio che tu vado oppure vuoi arrivare tardi, vuoi che ti ricordi che stai andando a competere per il titolo di miglior batterista della nazione?-

K:-Come sei noiosa, tanto io diventerò il migliore batterista, le nazionali sono una cosa da poco-

J:-Prima però vincile- dissi iniziando a ridere.

Le mie risate furono fermate da un clacson di un’auto.

K:-Mi sa che devo andare- disse guardando la macchina.

J:-Ci vediamo domani e vedi di non fare il cretino come sempre-

K:-Ahahah ci proverò, a domani-

Salutai Ken con la mano senza alzarmi dall’altalena dove ero ancora seduta. Quando la macchina si allontanò tirai fuori il cellulare e guardai l’ora.

“E’ ancora presto, papà tornerà a casa più tardi, cosa posso fare fino ad allora?”

Rimasi in quel parchetto per un po’ finché non decisi di andare a fare un giro per negozi prima di tornare a casa.

Guardare le vetrine mi annoiò non poco, stare in posti affollati non mi piaceva, ma per arrivare a casa quella era l’unica strada così mi immersi in quella marea di gente per poter tornare a casa.
Appena arrivai davanti alla porta di casa feci un respiro profondo per provare a calmarmi, ma fu tutto inutile.

“Cavolo Jodie non puoi essere così fifona, Ken si sta impegnando per vincere i nazionali e tu devi vincere la tua paura”

Feci un altro respiro profondo, spalancai la porto e stavo per gridare che ero tornata quando sentii delle voci provenire dalla sala così decisi di andare a vedere senza però farmi vedere. Appena mi avvicinai un po’ di più riuscì a distinguere le voci, una era quella di mio padre mentre l’altra non l’avevo mai sentita, era una voce di una donna.
Ero troppo curiosa di vedere chi fosse, anche se una parte di me mi diceva di non guardare, così mi misi a guardare dal piccolo buco che avevo creato quando ero piccola per sbaglio con un trapano e quello che vidi mi congelò il sangue nelle vene, mio padre, un uomo sulla cinquantina con il suo solito vestito formale e i capelli neri stava abbracciando una donna dai capelli neri e con vestito rosso.
In quel momento mi pentii veramente di non aver ascoltato quella voce che mi dice di non guardare.

G:-E’ stata una vera fortuna conoscerti, Lucy-

Lu (Lucy):-Io preferisco chiamarlo destino, comunque credo che sia arrivato il momento di dire a tua figlia di noi, dopotutto tra non molto ci sposeremo e io la voglio conoscere-

G:-Hai ragione, ma sono un po’ preoccupato per la sua reazione, fortunatamente non ha ereditato il suo carattere-

L:-Amore, credo di non capire, da chi non ha ereditato il suo carattere?-

G:-Dalla donna con cui ero spostato, Jodie ha un carattere tranquillo e dolce, sono felice che non abbia ereditato il carattere il suo carattere esuberante e ribelle-

Mi sentii come se mi avessero pugnalato al cuore.

“Quella donna?...come puoi chiamarla così? Lei è mia madre, tua moglie fino a qualche anno fa, anche dopo quello che ci ha fatto, io le voglio bene perché tu no? E poi chi è quella donna che stai abbracciando? Il matrimonio? Non ci capisco più niente, perché mi hai tenuto tutto segreto?” scossi la testa, non ci volevo pensare.

Corsi fuori casa e mi accorsi che il bel tempo che c’era fino a qualche minuto prima era sparito e che aveva lasciato il posto a un gran temporale, ma non mi importava, non mi importava più di niente, corsi lontano sperando che tutto quello che stavo vivendo fosse un incubo e che tra poco mi sarei svegliata, ma sapevo che non era così.
Corsi per non so quanto e alla fine inciampai in una pozzanghera e caddi sull’asfalto freddo ma non mi mossi, non ne avevo la forza.

Qualche minuto dopo decisi di rialzarmi sostenendomi con il muro e quando fui in piedi notai che i miei leggins si erano strappati sulle ginocchia, ormai sbucciate e da cui usciva sangue, e che ero sporca dalla testa ai miei, ma non mi importava.

Tirai fuori il cellulare dalla tasca della giacca e composi il numero di Ken ma poco prima di inoltrare la chiamata mi bloccai.

“Non posso chiamarlo, Ken si sta impegnando per realizzare i proprio sogni ed io non posso distruggerglieli solo per un capriccio, non posso farlo, non devo farlo”

Mi infilai il cellulare in tasca e iniziai a camminare per le strade, senza pensare a niente, la mia testa era andata in tilt, si rifiutava di fare qualsiasi cosa.

Non sapevo da quanto tempo stessi camminando quando ad un certo punto sentii un rumore proveniente da dietro di me così mi girai e  vidi due luci che mi costrinsero a sbattere le palpebre più volte, avevo capito che si trattava di un’auto ma il mio corpo si rifiutava di muoversi e anche la mia testa mi diceva di non spostarmi.

In pochi secondi sentii un dolore lancinante su tutto il corpo tranne sul braccio sinistro, quello non lo sentivo proprio. I mie occhi erano aperti e l’unica cosa che vedevano era l’asfalto grigio che pian piano veniva coperto da un liquido rosso molto caldo. Sentivo delle voci gridare ma non riuscivo a capire cosa dicessero.

Pochi minuti dopo persi del tutto la sensibilità su tutto il corpo ma i miei occhi erano ancora aperti, non volevo chiuderli, credevo se li avessi chiusi avrei visto tutto buio per sempre.

“Perché sto ancora combattendo? Ormai non ne ho più una ragione: Ken sta avverando il suo sogno, papà si risposerà e la mamma…già la mamma, anche quando sto per morire penso a lei, quanto vorrei dirle che non sono più arrabbiata con lei e che vorrei che mi venisse a trovare ma adesso è tardi, sono stanca di combattere…”

Lentamente chiusi gli occhi pensando a tutte le persone a cui volevo più bene e tutte le voci che sentivo in lontanaza sparirono.

 
FINE FLASHBACK
 

J:-No, non l’ho dimenticato…-

Ancora una volta mi sentii sola e vuota. Sempre, mi capitava sempre quando pensavo a quell’incidente.

J:-Quel giorno credetti veramente di morire ma ora sono qui e la colpa di quello che è successo non è di nessuno se non mia-

K:-NON E’ VERO…se io avessi insistito di più a rimanere quello non sarebbe mai successo, ti avrei aiutato ma non ci sono riuscito-

J:-CHA CAZZATA, dici di non avermi aiutato ma ti sbagli di grosso, quando mi sono svegliata in ospedale e vicino a me c’erano mio padre e quella donna l’unica cosa che mi ha spinto a continuare a vivere e a non staccarmi quelle macchine che mi tenevano in vita sei stato tu…-

K:-Io?!?!- chiese sorpreso.

Sospirai. Come poteva un essere umano essere così stupito?
Decisi di mettere da parlare il mio orgoglio e di dirgli tutto quello che pensavo.

J:-Si, proprio tu.
Ora ascoltami bene perché non lo dirò mai più in tutta la mia vita, neanche sotto tortura. Nei giorni in cui sono stata in ospedale e ho conosciuto la mia futura matrigna mi sono sentita un’idiota per non aver capito prima che mi padre si stava rifacendo una vita e il rimpianto di non essere morta quel giorno cresceva sempre di più ma un deficiente veniva a trovarmi tutti i giorni e mi faceva dimenticare tutta la tristezza che provavo, è per quel cretino che ho deciso di continuare a vivere- sorrisi al ricordo di Ken che si comportava in modo buffo solo per farmi ridere.

Ken mi guardava come se avesse avuto davanti la Madonna in persona, fortunatamente dopo un po’ si riprese e senza capirne il perché mi abbracciò.

K:-Grazie Jodie…ho deciso che entrerò a far parte di quella band-

Per un secondo mi sentii morire ma era così che doveva andare.
Ken ogni volta che doveva suonare la batteria mi lasciava sola, ma non lo faceva di proposito era una cosa più forte di lui.

“So di essere egoista ma una parte di vorrebbe che Ken non tornasse a suonare la batteria ma è giusto che lui torni a suonare…
Aaaaah sto diventando troppo smielata devo ritornare in me”

Con una spinta allontanai via Ken che cadde a terra.

J:-Il mio debito con te l’ho ripagato quindi, che sia chiaro, non ti aiuterò mai più, siamo d’accordo?-

Ken si alzò in piedi iniziò a correre verso la scuola, ma prima di entrare si girò verso di me e mi gridò:

K:-ORA SIAMO PARI-

Scoppiai a ridere, Ken era un’idiota. Ma quella risata si affievolì sempre di più fino a sparire.
Mi misi una mano sulla spalla dove c’era la cicatrice.

“Questa cicatrice dell’operazione mi accompagnerà per tutta la vita per ricordarmi che non devo mostrare il mio vero carattere per non far soffrire gli altri. Chissà se anch’io, un giorno, come Ken riuscirò affrontare le mie paure e i miei ricordi…”

Scossi la testa, non era il momento per pensare a certe cose, dovevo muovermi per non perdermi l’audizione di Ken ed era una cosa che non mi sarei mai persa.





Hello, gente:
Ecco qui il nuovo capitolo, vi è piaciuto l'incidente di Jodie?
Se devo essere sincera ero molto titubante su questo capitolo e quando l'ho finito ero esausta ma il destino ha voluto punirmi (forse perché ho mangiato il biscotto di mio fratello XD) e tutto il capitolo si è cancellato e all'alba dell'una del mattino ho dovuto riscriverlo tutto e l'ho finito solo tre ore dopo -.-'' ma non importa per quelli che mi seguono questo ed altro. Bhe che dire, ci vediamo al prossimo capitolo e mi raccomando commentate.
Baci da (una assonnata) ciaohello <3<3

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Capitolo 6
*** Anche se può sembrare, non è amore ***


Anche se può sembrare, non è amore



POV Castiel:

Erano passati alcuni minuti da quando la piccoletta e il suo amico erano usciti e l’aria che si sentiva nella stanza non era delle migliori: Lys era preoccupato per la reazione del ragazzo ma lo era ancora di più per la sua “sorellina”, Dake era sorpreso per quello che era appena successo mentre io ero indifferente. Mi aveva infastidito che quel ragazzo mi avesse quasi messo K.O. ma la cosa che in quel momento volevo era che lui entrasse nella nostra band.

L:-Adesso basta!! Vado a vedere…- non riuscì a finire la frase che la porta si aprì e la piccoletta insieme al suo amico entrarono.

K:-Mi dispiace per prima, ma non suono da anni e ho smesso per un motivo…- fece un respiro profondo -…ma voglio farmi perdonare, è ancora valida l’offerta di entrare nella band?-

Ero molto stupito della sua reazione, ma mi stupii di più quando Lys gli si avvicinò e gli strinse la mano.

L:-Non ti preoccupare, avrai avuto i tuoi motivi comunque da ora fai parte della nostra band- disse con un sorriso a 32 denti.

“Ma fino ad un secondo fa non era preoccupato per la sua reazione, invece ora gli stringe la mano come se non fosse successo niente?!?! Sarà anche il mio migliore amico ma a volte non lo capisco proprio” pensai mentre mi avvicinavo alla mia chitarra.

C:-Visto che abbiamo chiarito possiamo provare a suonare qualcosa per vedere come ce la caviamo insieme?-

D:-Cass ha ragione, cosa sai suonare, Ken?-

K:-Di rock, non saprei…- disse sedendosi dietro alla batteria.

C:-Non tirarla tanto per le lunghe, la conosci “Comatose” degli Skillet?-

K:-Si, per me va bene-

L:-Bene possiamo iniziare, siete pronti- chiese e tutti noi annuirono.

La piccoletta si appoggiò al muro vicino all’amplificatore. E poco dopo iniziammo a suonare.
Iniziai a suonare perché il primo strumento in questa canzone era la chitarra e poco dopo mi seguirono anche la batteria e il basso, finché anche Lys non iniziò a cantare.

I hate feeling like this  (odio sentirmi così)
I'm so tired of trying to fight this (sono così stanco di cercare di combatterlo)
I'm asleep and all I dream of (sono sveglio e tutto ciò che sogno è)


Is waking to you (venire da te)
Tell me that you will listen (dimmi che ascolterai)
Your touch is what I'm missing (il  tuo tocco è ciò che mi manca)
And the more I hide I realize I'm slowly losing you (e più lo nascondo più capisco che ti sto lentamente perdendo)


Comatose (sono in coma)
I'll never wake up without an overdose of you (non mi sveglierò senza un’overdose di te)

I don't wanna live (non voglio vivere)
I don't wanna breathe (non voglio respirare)
‘les I feel you next to me (se non ti sento accanto a me)
you take the pain I feel (tu prendi il dolore che sento)
waking up to you never felt so real (svegliarsi avendoti accanto non mi era mai sembrato così reale)

I don't wanna sleep (non voglio dormire)
I don't wanna dream (non voglio sognare)
‘cause my dreams don't comfort me (perché i miei sogni non mi consolano)
The way you make me feel (il modo in cui mi fai sentire)
Waking up to you never felt so real (svegliarsi avendoti accanto non mi era mai sembrato così reale)


I hate living without you (odio vivere senza di te)
Dead wrong to ever doubt you (è stato terribilmente sbagliato dubitare di te)
But my demons lay in waiting (ma i miei demoni giacciono in attesa)
Tempting me away (loro mi tentano)
Oh how I adore you (oh quanto ti adoro)
Oh how I thirst for you (oh quanto ho sete di te)
Oh how I need you (oh quanto ho bisogno di te)


Non avevamo ancora finito di suonare quando la piccoletta cadde su un cavo attaccato all’amplificatore.

J:-Mi dispiace tanto, non volevo, sono inciampata- disse rialzandosi in piedi.

L:-Ti sei fatta male?-

J:-No, non è niente ma sarà meglio che vada, siete stati bravi, ciao!- disse prendendo la sua cartella e uscendo alla velocità della luce.

“Ma che le sarà preso, fino a poco fa era tranquilla e di punto in bianco si è innervosita, quella è pazza” non riuscì a pensare ad altro che il grido di Dake mi fece tornare coi piedi per terra.

D:-Siamo stati grandiosi!!! Il concerto sarà stupendo!!-

K:-Che concerto?- chiese sorpreso.

L:-E’ un concerto che si terrà tra due settimane e in questo periodo dobbiamo provare molto, quindi ci eserciteremo prima e dopo la scuola e non voglio ritardi, ci siamo capiti Cass?-

Io sbuffai, non mi andava di esercitarmi così tanto ma non avevo molta scelta, dopotutto il concerto si sarebbe tenuto a breve.
 

I giorni passarono velocemente e il giorno successivo si sarebbe tenuto il concerto ed eravamo tutti nervosi.




POV Jodie:

Erano passate quasi due settimane da quando Ken si era unito alla band di Lysandre ed avevo saputo che presto avrebbero tenuto un concerto. Ero felice per loro ma sfortunatamente non ero più riuscita a parlare con Ken da sola perché era troppo preso dalle prove ma non mi potevo lamentare avevo conosciuto meglio Iris e Violet, che era la compagna di banco di Ken, ed avevo scoperto che erano ragazze piuttosto simpatiche a parte il fatto che certi loro comportamenti, come portarmi a fare shopping con loro per ore, mi infastidivano parecchio. Ma non era questo che mi preoccupava, bensì quello che era successo quando avevo sentito suonare Castiel.

Mentre suonava non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, era veramente bello e se non fossi caduta sul filo mi sarei messa a cantare con loro e gli sarei saltata addosso.

“Saltargli addosso? Ma che vai a pensare Jodie? Va bene che è stato bravo ma addirittura saltargli addosso, questo NO” scossi la testa per cercare di mandare via quegli stupidi pensieri.

K:-Ma che stai facendo?-

Mi girai e vidi Ken che mi sorrideva, mentre mi faceva segno di seguirlo, io anche se ero sorpresa per quello che aveva fatto decisi di seguirlo e mi portò dietro la scuola in uno spazio isolato.

K:-Qui non viene mai nessuno, quindi puoi par…- non riuscì a finire la frase perché gli tirai un calcio in pancia che lo fece cadere e accovacciare (Violenta la nostra ragazza nd. me) (Se non chiudi la bocca tiro anche a te un calcio nd. Jodie) (-.-’’ nd. me)

K:-Ma che co…- ancora una volta non lo feci parlare e lo interruppi prima.

J:-CAZZO KEN, SONO DUE SETTIMANE CHE NON CI PARLIAMO, SAI QUANTO E’ DIFFICILE FINGERE DI ESSERE GENTILE SENZA POTERSI SFOGARE, STAVO PER ESPLODERE- dissi tutto d’un fiato con la rabbia al posto sangue.

Ero furiosa, più con me che con lui, perché non riuscivo a capire che cosa fosse quella sensazione ch avevo provato mentre guardavo Castiel suonare e prendermela con qualcuno mi avrebbe aiutato.

K:-Mi dici che è successo?!?- chiese seduto per terra mentre si massaggiava la pancia.

J:-Sono nervosa, terribilmente nervosa e avevo bisogno di sfogarmi un po’ quindi ti ho colpito- dissi sospirando e sedendomi vicino a lui.

K:-La prossima volta che sei nervosa picchia qualcun altro e non il tuo migliore amico, ma se è successo qualcosa perché non sei venuta alle prove della band? Avremmo potuto parlare un po’-

Scossi la testa, vedere Castiel sarebbe stato ancora peggio.

J:-No, sarebbe stato ancora peggio perché lo avrei visto-

K:-Visto chi? Senti Jodie partiamo dal principio, racconta cosa è successo…-

Lo guardai un po’ titubante ma dopotutto a lui potevo raccontare ogni cosa così gli dissi cosa era successo il giorno in cui avevo sentito suonare Castiel e delle emozioni che avevo provato e dopo aver raccontato mi sarei aspettata una reazione pensierosa da parte di Ken che invece scoppiò a ridere.

J:-Si può sapere cosa c’è da ridere?- chiesi scocciata.

K:-Ma come fai a non averlo ancora capito? Ti sei innamorata Jodie-

“Innamorata? No, non era possibile, io ho sempre criticato quelli che dicevano di essersi innamorati e poi l’amore non esiste, come si può provare qualcosa che non esiste?”

J:-Ma che cazzate spari? Come posso provare un sentimento che nemmeno esiste?- dissi alzandomi in piedi e iniziando a camminare.

K:-Ancora con questa storia? Anche se l’amore tra i tuoi genitori non è andato bene non vuol dire che non esista, vedi di fartelo entrare in quella testa bacata che ti ritrovi-

“Tesata bacata? Ah si, ora ti faccio vedere chi ha la testa bacate” dissi stringendo il pugno e portandoglielo davanti agli occhi.

J:-Se mi insulti un’altra volta giuro che ti colpisco su quel tuo bel faccino- dissi con un sorrisino sadico sulle labbra. Ed avrei potuto giurare di sentirlo deglutire. (Oltre che violenta è sadica, ma che cavolo di protagonista è? nd. me) (Gurda che sei tu che mi hai creato così ed ora non rompere con tutte queste apparizioni, infastidisce i lettori oltre che me nd. Jodie) (E' vero ma non ho potuto resistere a fare la mia comparsa XD nd. me)

K:-Va bene, ho afferrato il concetto ma tornando al discorso di prima non puoi negare che provi per Castiel qualcosa che non provi per nessun altro, vero?- disse abbassandomi il bugno.

In quel preciso momento capii che cosa provavo per Castiel.

J:-Ho capito- dissi sorridendo.

K:-Vuoi finalmente ammettere di esserti innamorata?-

J:-Innamorata? Ma non scherziamo, il mio è semplicemente istinto-

K:-Istinto?- chiese stupito.

J:-Esatto, io mi sento attratta da e Castiel e questo non lo nego ma…-

K:-Ma?- chiese curioso.

J:-Ma non c’entra niente con quello che tu chiami amore, è tutta colpa dell’ossitocina-

K:-Ossito che?-

J:-Ossitocina o l’organo dell’amore, quest’organo fa provare attrazione verso il sesso opposto, lo abbiamo studiato nelle lezioni di scienze- esclamai contenta per aver capito cosa mi stava succedendo.

Mentre io ero felice Ken mi sembrava scioccato, si mise una mano sulla fronte e sospiro.

K:-Questa è la cazzata più grande che io abbia mai sentito-

J:-Non è una cazzata!!!- esclamai convinta ed anche un po' offesa.

Vidi Ken alzarsi e con sguardo serio mi guardò negl’occhi.

K:-Adesso devi smetterla di comportarti da bambina e crescere, quella che hai appena raccontato è una cavolata bella e buona e lo sai anche tu, quindi vedi di accettare la realtà così com’è e non nasconderti dietro le tue bugie-

Sospirai,Ken aveva ragione ma io cosa potevo farci se non capivo che cosa mi stesse succedendo.

J:-Hai ragione, hai dannatamente ragione, ma non capisco cosa mi stia succedendo- sospirai di nuovo -però la faccenda non cambia il fatto che io non creda nell’amore, forse hai ragione sul fatto che per me Castiel è diverso dagli altri ma non so cos’è questo sentimento che provo. Quindi finché non l’ho capito non farmi pressioni- dissi sinceramente.

K:-Va bene, mi basta il fatto che tu abbia capito che prima avevi detto una cavolta, ora però devo andare alle prove, ci sentiamo dopo-

J:-Ciao-

Mi diressi verso il cortile perché avevo promesso a Iris e a Violet che saremmo tornate a casa insieme.

V (Violet):-Jodie, siamo qui!!- disse scuotendo il braccio per farsi vedere.

J:-Allora andiamo?- dissi avvicinandomi.

I:-Certo-

Mentre camminavamo parlavamo del più e del meno finché con la coda dell’occhio non vidi Castiel che stava andando alle prove e sentii una fitta al cuore ma non dolorosa bensì calda e piacevole e senza accorgermene mi misi una mano sul petto.

I:-Che cosa ti succede Jodie? Ti senti male?- chiese preoccupata.

Smisi di seguire con lo sguardo Castiel e guardai Iris.

J:-Eh? No non è niente, sto benissimo-

“O almeno spero…”





Hello, gente:
Ed anche questo capitolo è andato, forse ad alcuni non piacerà che sia comparsa nella storia ma non ho proprio resistito, ho letto una ff dove la scrittrice l'ha fatto ed ho voluto provarci anch'io XD, ditemi se vi piace o se non vi piace così mi adatto a come vi piace.
Jodie a scoperto di provare qualcosa per Castiel ma non capisce cosa (cerco che è scema -.-)
Nel prossimo capitolo descriverò il concerto e un piccolo incidente che complicherà la vita Jodie (ma come sono cattiva XD), continuate a seguirmi perchè il prossimo capitolo sarà uno dei più belli.
Baci da ciaohello <3<3

 

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Capitolo 7
*** Vere amiche ***


Vere amiche



POV Castiel:

Ormai era giunto il gran giorno…quello del concerto e tutta la band si stava preparando per sistemare gli ultimi preparativi.
Io stavo sistemando le luci quando mi sentii chiamare da Lys.

L:-Castiel, le luci sono a posto?-

C:-Si, sono a posto, spero solo di riuscire a finire in tempo- sbuffai preoccupato.

L:-Stai tranquillo, ce la faremo e poi ho chiesto aiuto…-

Lo guardai stupito, a chi mai poteva chiedere aiuto?
Non riuscii a finire di parlare che dietro di lui comparve la piccoletta insieme alle sue amiche.

J:-Ciao ragazzi, siamo venute per aiutare-

Poco dopo si avvicinarono anche gli altri ragazzi.

D:-Ora che abbiamo l’aiuto di queste belle ragazze sono sicuro che il concerto andrà benissimo- disse sorridendo.

I:-Allora cosa possiamo fare?-

Lys si passo una nei capelli con fare pensieroso finché il suo volto non si illuminò.

L:-Ci sono, Violet tu vai con Ken a controllare gli strumenti mentre Iris vieni con me e Dake a parlare col proprietario di questo posto, invece per quanto riguarda te…- disse girandosi verso la piccoletta –rimani qui ad attaccare gli amplificatori - disse prima di andarsene seguito dagl’altri.

“Uffa, non mi va proprio di stare con lei ma non ci posso fare niente, non è il momento di fare il bambino” pensai mentre mi dirigevo verso l’amplificatore.

C:-Il tuo compito te l’ha già spiegato Lys ed anche se non vorrei se hai bisogno d’aiuto dimmelo, non vorrei mai che il concerto venissine rovinato per colpa tua, capito piccoletta?-

Lei si limitò ad annuire e ad avvicinarsi all’amplificatore.
Con mia grande sorpresa non mi chiese niente, anzi, fece tutto alla perfezione.

C:-Come fai ad essere così brava?-

La vidi sobbalzare e lentamente si girò verso di me.

J:-Brava a fare cosa?- chiese sorpresa ma sempre con quel suo stupido sorriso.

C:-Con l’amplificatore, non sembra la prima volta che ne usi uno-

La vidi guardarsi attorno come se fosse alla ricerca di una via di fuga.

C:-Allora?!?!- chiesi irritato.

J:-Ehm…- poi tornò a guardarmi sorridendo ancora di più –ho imparato grazie a Ken, quando suonava lo aiutavo sempre, niente di più e poi non mi sembra di essere così brava-

“Mmmh...non me la racconta giusta, non mi sta dicendo tutta la verità”

Mi avvicinai a lei per chiarire le cose ma inciampai su un filo e caddi per terra, chiudendo gli occhi.

Quando gli riaprii la scena che vidi mi fece mozzare il fiato: ero sopra la piccoletta con la gamba destra in mezzo alle sue mentre lei mi guardava ma non con i suoi soliti occhi dolci e da brava ragazza ma con occhi profondi come il mare ed io mi incantai a guardarli, poi il mio sguardo si posò sulla sua camicia che si era leggermente aperta e lasciava vedere la parte superiore del suo reggiseno.
Dovevo alzarmi subito da lì se no rischiavo di impazzire, non solo per le emozioni che provavo ma anche perché il mio “amichetto” nei pantaloni iniziava a svegliarsi, ma non riuscivo a muovermi, il suo sguardo mi aveva catturato.
Solo quando sentii dei rumori provenire da fuori riuscii a riacquistare un po’ di lucidità e mi rialzai.

C:-Mi dispiace, sono scivolato-

J:-Poteva capitare chiunque- disse rialzandosi e quando mi guardò aveva ancora lo stesso sguardo di poco fa ma che fece scomparire in pochi secondi, sostituendolo con il suo solito sguardo dolce ma fastidioso –cioè…non ti preoccupare-

C:-Io ho finito, vado ma tu vedi di lavorare bene- dissi prima di uscire.

Appena fui fuori dalla stanza mi appoggiai alla parete.

“Ma cosa diamine è successo poco fa? Non posso essermi incantato, ma soprattutto non posso essermi eccitato per quella piccoletta”

Mi guardai i pantaloni e vidi un rigonfiamento, sbuffai, non capivo che cavolo fosse successo poco prima.
Feci spallucce e andai in bagno per cercare di far tornare normale il mio “amichetto”




POV Jodie:

Mi ritrovai per terra con Castiel sopra di me mentre mi guardava negl’occhi.

In quel momento la mia mente si svuotò, tutti i  miei pensieri sparirono: il pensiero di mantenere la mia maschera, il pensiero di non far scoprire a nessuno il mio carattere, tutto…era tutto sparito.
Sul quel pavimento non c’era la Jodie dolce e timida, bensì la vera Jodie. La sua vicinanza non mi dava fastidio, anzi, mi piaceva, era da giorni che non lo vedevo e quando ero entrata nella stanza e lo avevo guardando il mio cuore si era fermato.
Dopo un po’ si alzò.

C:-Mi dispiace, sono scivolato-

J:-Poteva capitare chiunque- dissi alzandomi e lo guardai in faccia ma quando notai la sua espressione sorpresa capii che non stavo più sorridendo da ebete come facevo di solito e in men che non si dica mi affrettai a mostrare la mia maschera –cioè…non ti preoccupare-

C:-Io ho finito, vado ma tu vedi di lavorare bene- disse prima di uscire.

Appena la porta si chiuse io mi sedetti sull’amplificatore sospirando.

“Ma che cazzo mi succede ogni volta che vedo Castiel, per non parlare della posizione in cui eravamo poco fa” pensai mentre mi grattavo la testa nervosamente.

In quel momento sentii la porta aprirsi e credendo fosse Castiel scattai in piedi ma mi rilassai subito dopo quando vidi entrare Iris e Violet.

V:-Jodie, noi abbiamo finito e pensavamo di andare a prendere qualcosa da bere, vuoi venire?-

J:-Certo che vengo-

I:-Scusa ma dov’è Castiel? Non dovrebbe essere qui?- chiese guardandosi in giro.

J:-Se n’è andato un attimo fa, andiamo?- dissi cercando di non parlare di lui.

I:-Certo-

Non ci mettemmo molto ad arrivare al bar ed a prendere qualcosa da bere ma quando uscimmo venimmo accerchiate da due ragazzi.

??:-Ehi belle ragazze, volete divertirvi un po’ con noi?-

I:-No, ci dispiace ma siamo in ritardo, andiamo ragazze- disse cercando di andarsene ma venne trattenuta per un braccio.

??:-Non così di fretta carina-

Stavo per intervenire quando l’altro ragazzo non mi mise un fazzoletto sulla bocca ed inizia a sentirmi sempre più stanca finché non vidi più nulla.
 

Quando mi svegliai mi trovavo in magazzino e per fortuna vicino a me c’erano Iris e Violet che mi guardavano spaventate.

V:-Jodie stai bene?-

J:-Si, ma cos’è successo?-

I:-Non ti ricordi? Eravamo uscite dal bar e si sono avvicinati due ragazzi, uno dei due ti ha addormentato, non sai quando eravamo preoccupate- disse con gli occhi lucidi.

“Preoccupate? Loro erano preoccupate per me?” pensai sorpresa e prima di accorgemene stavo sorridendo.

J:-Io sto bene sul serio-

??:-Non sono sicuro che starai bene ancora per molto-
Mi girai e vidi i due ragazzi che ci avevano rapite. Uno dei due prese Violet per il braccio leccandosi le labbra.

??:-Ora ci divertiamo-

Strinsi i pugno, ero furiosa, quei due cretini stavano per far del male alle mie amiche, le prime che si siano preoccupate per me, non potevo permetterlo.
Abbassai la testa.

J:-Lasciala stare…-

??:-Che cosa? Non vuoi vedere la tua amica soffrire, che dolce- disse prima di scoppiare a ridere.

Mi alzai in piedi e lo guardai negl’occhi.
I miei occhi trasmettevano tutta la mia rabbia, non erano più gli occhi dolci che mostravo a tutti, stavo mostrando il mio carattere ma non mi importava, dovevo proteggere Iris e Violet e questa era l’unica cosa importante.

J:-HO DETTO DI LASCIRLA ANDARE BASTARDO!!!- dissi scattando in avanti e tirandogli un pugno in piena faccia, facendogli lasciare la presa su Violet.

J:-Violet, Iris andiamocene- dissi indicando la porta.

Anche se erano stupite per la mia reazione annuirono  e iniziarommo a correre verso la porta ma l’altro ragazzo ci bloccò la strada.
Non gli lasciai il tempo di fare niente che gli diedi un calcio tra le gambe e lui si accovacciò per terra.
Quando fummo alla porta mi girai verso i due ragazzi, ormai a terra, sorridendo.

J:-Così imparate brutti stronzi bastardi!!- dissi facendogli il medio con la mano destra.

Dopo aver corso per un po’ ci fermammo, controllando che quei ragazzi non ci avessero seguito.

J:-State bene?- dissi avvicinandomi a Violet ed Iris, ma ogni passo avanti che facevo loro ne facevano uno indietro.

Anche se il fatto di fargli paura mi distruggeva decisi di sedermi su una panchina lì vicino e le sorrisi tentando di calmarle.

J:-Credo di dovervi delle spiegazioni, però dovete avvicinarvi, posso capire che abbiate paura ma…- non riuscii a finire la frase che Iris mi interruppe.

I:-NON ABBIAMO PAURA! Solo non capiamo cosa ti sia successo-

Lentamente si avvicinarono e si sedettero vicino a me.

J:-Per cominciare diciamo subito che quella era la vera me-

V:-La vera te?- mi chiese confusa.

J:-Si, quello è il mio vero carattere. La ragazze sorridente e altruista è soltanto una pagliacciata che faccio per nascondere il mio vero carattere-

I:-Credo di aver capito, il tuo carattere è pittosto…ribelle, invece quello da brava ragazza è una maschera, ma perché lo fai?-

J:-Bella domanda, all’inizio lo facevo per mio padre, per non farlo soffrire ma adesso credo di farlo per paura che alle persone non piaccia il mio vero carattere-

V:-Perché per tuo padre?-

Deglutii, non volevo dire il perché ma di loro mi volevo fidare, le guardai e sorrisi.

J:-Quando ero piccola mia madre tradii mio padre e per lui fu un colpo durissimo, ogni volta che mi vedeva si ricordava di mia mamma perché le assomiglio molto, non solo esteriormente ma anche caratterialmente così un giorno ho deciso di non farlo più preoccupare ed ho iniziato a comportarmi da “brava bambina” l’unico che conosce il mio vero carattere è Ken e da adesso in poi anche voi-

Violet e Iris si alzarono e si misero davanti a me.

V:-Ora ti faremo l’ultima domanda, la più importante-
I:-Anche se nascondevi il tuo carattere ci consideri delle amiche?- disse tutto d’un fiato.

Quella domanda proprio non me l’aspettavo ma loro si sono fatte coraggio e me lo hanno chiesto, ora tocca a me dirglielo. Mi alzai e le guardai in faccia.

J:-Si, vi ho sempre considerato delle amiche, delle vere amiche non quelle con cui parlo sono perché ci sono costretta per comparire gentile-

Subito dopo aver finito di parlare Iris e Violet mi abbracciarono con le lacrime agl’occhi.

V:-Meno male-

Risposi all’abbraccio, ero veramente felice di avere delle amiche a cui da ora in avanti avrei detto ogni cosa.

J:-Grazie, ma ora staccatevi mi state infastidendo-

Loro si staccarono subito e mi guardarono stupite ma poi scoppiarono a ridere.

I:-Sarà meglio andare, guardate che ore sono- disse indicando l’orologio della fermata degli autobus.

J:-CAZZO!!! Il concerto-

V:-Oramai lo abbiamo perso, che si fa?- chiese sospirando.

I:-Non ci possiamo fare niente, possiamo solo sperare che quando arriveremo non siano troppo arrabbiati-

J:-Prima, però dobbiamo capire dove siamo finite-

Scoppiammo a ridere tutte e tre insieme dirigendoci verso la fermata dell’autobus.





Hello, gente:
Finalmente riesco a postare il nuovo capitolo, era da giorni che avevo quest'idea in testa ma ero troppo pigra per scrivere XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, sopratutto il piccolo incidente tra Castiel e Jodie XD se devo essere sincera all'inizio non pensavo di scrivere quella parte ma poi Katherine Striges mi ha fatto promettere di inserire una parte romantica e ho deciso di farlo (non so proprio resistere ai suoi occhi da cucciolo -.-')
Nel prossimo capitolo arriverà una vecchia conoscenza di Castiel...riuscite a capire chi è? XD
Baci da ciaohello <3<3

 

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Capitolo 8
*** Il ritorno della fidanzata ***


Il ritorno della fidanzata




POV Jodie:

Fortunatamente dopo aver girato per 1 ora alla ricerca di una via conosciuta, siamo arrivate d’avanti al bar dove avevamo incontrato i ragazzi.

J:-Finalmente un posto che riconosciamo, non ce la facevo più a camminare ed  è tutta colpa di quei deficenti, se li rincontro gli faccio il culo- sbraitai sedendomi su una panchina.

I:-Certo che sei davvero diversa da come appari, comunque non è il momento di riposarsi-

V:-Forza, gli altri saranno preoccupati-

Mi alzai a mala voglia dalla panchina e ci dirigemmo verso il locale dove c’era il concerto, ormai finito. Ma a pochi minuti dalla meta Iris si fermò di colpo.

I:-Jodie tu hai detto che solo Ken sa del tuo vero carattere, giusto?-

Alzai un sopraciglio, non capivo perché mi avesse fatto quella domanda ma soprattutto perché adesso.

J:-Si, ma perché mi lo chiedi?-

Iris si mise una mano sotto il mento e sembrava stesse pensando a qualcosa di molto importante.

I:-Quindi si può dire che è il tuo migliore amico?-

Annuì leggermente, se prima ero confusa adesso ci capivo sempre meno.

I:-Allora come mai in questi giorni non vi ho mai visto parlare?-

Sobbalzai, tutto mi aspettavo tranne che questa domanda.

“Che cosa faccio? Gli dico che è per colpa di quello stupido pomodoro o mi invento una scusa? No, è inutile mentire, loro sanno come sono fatta e non mi hanno criticata, devo dirgli la verità. Magari mi aiutano a capire cosa provo per lui…”

J:-Diciamo che è complicato, non ci siamo parlati perché lui passava tutto il tempo in sala prove e io non volevo vedere Castiel…-

V:-Castiel?- chiese sorpresa.

J:-Esatto, ogni volta che mi avvicino a lui senza accorgermene la mia maschera scompare e non capisco perché-

V:-Non è che ti sei innamorata?-

J:-MA CHE DICI?!?! Io non credo nell’amore…-

Violet e Iris si guardarono stupite e dopo un po’ scoppiarono a ridere.

I:-Solo perché non ci credi non vuol dire che non esista- disse mettendomi un braccio intorno al collo.

J:-L’amore non esiste punto e basta-

V:-Ne sei sicura? Allora come ti spieghi le sensazioni che provi?-

Abbassai lo sguardo in modo colpevole…colpevole? Perché dovevo sentirmi colpevole, io so che l’amore non esiste…forse. (Dai che forse riusciamo a fartelo capire nd. me) (Non rompere e continua a scrivere la storia Ò_ó nd. Jodie) (Va bene, ho capito -_- nd. me)

Violet sembrò notare il mio atteggiamento e mi prese la mano.

V:-Non ci pensare, prima o poi lo capirai-

Dopo  aver camminato per un po’ arrivammo, finalmente, al locale che ormai era vuoto.

C:-DOVE CAVOLO ERAVATE?!?!-

Ci girammo e vedemmo Castiel arrabbiato nero.

“Ottimo, non ci voleva solo il tentato stupro ma ora devo pure sorbirmi l’ira di questa donna mesturata” (Oddio, non so da dove mi sia uscito ma dovevo assolutamente scriverla XD nd. me) (Non sono una donna mesturata nd. Castiel) (Se se, come vuoi nd. me) pensai rotando gli occhi senza farmi notare ma Violet e Iris mi videro e iniziarono a ridacchiare.

L:-Ragazze dove eravate? Non avete visto il concerto?- disse arrivando alle spalle di Castiel insieme a gli altri componenti della band.

I:-Siamo andate a prendere qualcosa da bare a un bar-

C:-Certo, per prendere qualcosa da bere ci vogliono 4 ore-

K:-Non è che vi è successo qualcosa?- chiese preoccupato.

V:-Non è successo niente-

Iris, Violet ed io ci guardammo un secondo prima di scoppiare a ridere sotto lo sguardo sorpreso dei ragazzi.

D:-Ragazze ma state bene?-

J:-Si, non è successo niente ora però vi aiutiamo a sistemare-

C:-Sarà meglio- disse andandosene.

Io mi diressi verso la batteria e iniziai a sistemarla e dopo qualche minuto mi si avvicinò Ken.

K:-Jodie sei sicura che non sia successo niente?-

Io lo guardai trattenendo una risata.

“Certo, essere rapite da dei ragazzi che poi tentano anche di violentarti e per questo essere costretta a mostrare il tuo vero carattere davanti ad Iris e Violet…no, non è successo niente” pensai sospirando, non potevo certo dirglielo si sarebbe preoccupato a morte.

J:-Diciamo che sono successe delle cose…-

K:-Delle cose? Jodie dimmi cos’è successo- disse severo.

In quel momento pregai tutti gli dei della terra di aiutarmi e con mia grande sorpresa fu così.

I:-Scusate se disturbo la vostra discussione ma volevo sapere a che punto siete nello smontare la batteria-

J:-Andrei molto più veloce se non avessi questo scocciatore tra i piedi- dissi indicando.

Ken mi guardò sorpreso per la mia reazione ma subito dopo si trasformò in un’espressione preoccupata. Non potevo dargli torto, lui non poteva certo immaginare che Iris e Violet sapessero del mio vero carattere.

K:-Ahaha smettila di recitare, sai Iris poco fa gli ho chiesto di fingersi un’altra ragazza…- disse cercando una scusa.

J:-Puoi portarmelo via così che io riesca a finire il mio lavoro, se no non tornerò più a casa-

Iris si guardò in giro per controllare che nessuno fosse girato dalla nostra parte e dopo si portò la mano sulla fronte facendo il saluto militare.

I:-Sisignore, ai suoi ordini- disse prendendo Ken sottobraccio.

J:-E digli anche di oggi, tralasciando alcuni dettagli…-

Iris mi fece l’occhiolino e poi si allontanò con Ken che continuava a guardarmi sorpreso.
Dopo un po’ finii di sistemare la batteria e tornai a casa stravolta per la giornata.
 


Il mattino dopo mi svegliai ancor prima che la sveglia suonasse, così decisi di farmi una doccia veloce e poi mi vestii.
Mi misi una gonna scozzese blu e nera, una camicia bianca, un golf azzurro lungo, delle calze bianche e azzurro che mi arrivavano sopra il ginocchio e delle all-star bianche.
Poco prima di uscire dalla mia stanza mi guardai l’ultima volta allo specchio e come ogni mattina pensai che quella che vedevo non ero io. Scossi la testa, non ci dovevo pensare, dovevo solo pensare a sorridere e ad andare a scuola ma sentivo lo stomaco chiuso in una morsa ed avevo uno strano presentimento però decisi di non pensarci.

Appena entrai in cucina vidi mio papà, la mia matrigna e Lysandre intenti a fare colazione.

J:-Buon giorno a tutti- dissi sorridendo.

Lu:-Buongiorno tesoro, dormito bene?-

J:-Si, comunque oggi non mangio-

G:-Come mai? Lo sai che la colazione è il pasto più importante della giornata-

Non avevo per niente fame, il mio stomaco si rifiutava persino di pensare al cibo facendomi venire la nausea ma non potevo certo dirlo e così cercai di trovare una scusa.

J:-Lo so però…- in quel momento mi venne in mente una scusa plausibile –avevo promesso che avrei fatto colazione insieme a delle mie amiche e sono anche in ritardo, ci vediamo dopo- dissi prendendo la cartella e uscendo velocemente di casa.

Appena fui per strada tirai fuori il cellulare e mandai un messaggio a Iris e Violet per dirgli di coprire la mia bugia e, fortunatamente, loro accettarono a patto che gli avrei dovuto raccontare il perché di quella bugia.

Dopo aver camminato per un trovai un piccolo parco e decisi di sedermi sul prato.
Mentre stavo guardando il cielo sentii un ringhio dietro di così mi alzai di scatto e vidi un cane marrone piuttosto grande che sembrava arrabbiato. Sbuffai, volevo riposarmi e invece mi trovavo d’avanti a un chihuahua troppo cresciuto.

J:-Senti sacco di pulci non è giornata, ho mal di pancia quindi via- dissi seccata.

Il “chihuahua” inclinò la testa verso destra e dopo un po’ si sdraiò vicino a me mettendo la sua testa sulle mie ginocchia.

J:-Allora mi ringhiavi perché credevi che fossi una di quelle ragazze perfette- dissi iniziando ad accarezzargli la testa.

“Non è normale parlare con un cane, ma è bello accarezzargli la testa e sembra abbia capito chi sono veramente” pensai sorridendo.

Era ormai da dieci minuti che accarezza quella testolina quando sentii una voce che conoscevo fin troppo bene.

C:-DEMON, DOMEN! DOVE SEI?-

Mi alzai velocemente e mi sistemai i vestiti cercando un posto dove nascondermi e poco più in là vidi un cespuglio, ma mentre tentai di andare a nascondermi sentii qualcosa trattenermi e appena mi girai vidi che il cane mi stava mordendo la gonne per fermarmi. Sorrisi e gli accarezzai la testa.

J:-Da quel che ho capito ti chiami Demon e sei il cane di quel pomodoro, ascoltami bene io adesso devo nascondermi perché non voglio che il tuo padrone mi veda ma tu non devi assolutamente avvicinarti a me, capito?- dissi cercando di non pensare a quanto fossi strana a parlare con un cane, ma con mia grande sorpresa il cane abbaiò come se avesse capito e si mise seduto.

Mi nascosi dentro il cespuglio appena in tempo perché Castiel comparve poco dopo.

C:-Eccoti finalmente, ma che ti è successo? Di solito non ti allontani da me? Va bhe, ora dobbiamo andare- disse sorridendo.

“E’ la prima volta che lo vedo sorridere, certo che è davvero bello…ma cosa vai a pensare Jodie!!! Però è vero che è splendido soprattutto quando sorride, mi piacerebbe che mi sorridesse in quel mo…NO, BASTA!! Smettila subito di pensare Jodie”

Mi colpì la testa con la testa per far sparire quei pensieri e ritornai a guardare la scena da dentro il cespuglio: Castiel affiancato dal cane se ne stavano andando. Ma a un certo punto il cane si girò verso di me e abbaiò per poi iniziare a correre via seguito da Castiel che cercava di riprenderlo.

J:-Quel cane è proprio intelligente diversamente dal suo padrone- dissi uscendo dal cespuglio e incamminandomi verso la scuola.

Appena arrivai davanti alla scuola vidi Iris e Violet che parlavano così decisi di avvicinarmi.

J:-Ciao-

I:-Ciao Jodie, come va?-

J:-Bene, credo-

V:-Credi? Jodie che succede? E come mai questa mattina ci hai chiesto di dire che facevamo colazione insieme?-

J:-Mi sono svegliata con lo stomaco sottosopra e non avevo voglia di mangiare ma se lo avessi detto a mio pare si sarebbe preoccupato quindi mi sono inventata una bugia-

Continuammo a parlare finché non suonò la campanella e così andammo in classe e ci sedemmo ai nostri posti, poco dopo arrivò il prof e iniziammo la lezione anche se io non ascoltavo ma mentre provavo ad impilare cinque matite una sopra l’altra mi venne in mente una cosa così presi un foglio e iniziai a scrivere.

“Iris com’è andata ieri con Ken, gli hai spiegato che tu e Violet ora sapete del mio “segreto”?”

Appena finito di scrivere lo passai a Iris, poco dopo mi tornò indietro

“Si, gli ho spiegato tutto omettendo le cose che sono successe dopo che siamo uscite dal bar. Non ti preoccupare l’ha presa benissimo era felice di sapere che ci avevi detto il tuo “segreto” come lo chiami tu”

Appena finii di leggerlo notai che Iris era arrossita leggermente così mi avvicinai a lei senza farmi vedere dalla prof e le parlai a bassa voce.

J:-Che cos’è successo dopo?- chiesi con un sorriso malizioso sulle labbra.

I:-NON E’ SUCCESSO NIENTE!!-

Tutta la classe si girò verso Iris che era arrossita ancora di più.

Prof:-Se non è successo niente gradirei che non gridasse durante la lezione-

I:-Scusi…-

Quando la lezione rincominciò io passai un altro biglietto a Iris.

“Sicura che non sia successo niente? A me lo puoi dire”

Lei leggendo quel biglietto sospirò e si mise a scrivere su un foglio. Quando finalmente ebbe finito me lo passo.

“Va bene te lo dico: dopo che gli ho spiegato quello che era successo lui mi ha chiesto che cosa pensassi di te e io gli ho risposto che per me non cambiava niente anzi che da quel momento in poi ti avrei voluto più bene di prima.
Ken mi era sembrato felice e ha iniziato ad accarezzarmi la guancia e dopo un po’ ci siamo baciati”


Per poco non mi venne un colpo dopo aver finito di leggere il messaggio. Ken che si interessava a una ragazza non lo avevo mai visto ma decisi che se entrambi erano felici li avrei appoggiato così mi girai verso Iris e le feci un occhiolino.




POV Castiel:

Quella mattina mi ero svegliato prima del previsto così decisi di portare Demon al parco.

Quando arrivammo al parco vicino a casa Demon iniziò a correre sul prato senza mai allontanarsi troppo così decisi di sedermi sotto un albero a guardare il cielo.

Dopo un po’ decisi di tornare a casa se no sarei arrivato tardi a scuola, così chiamai Demon ma di lui neanche l’ombra.

“Che strano, di solito non si allontana mai, sarà meglio cercarlo” pensai mentre mi alzavo.

Passarono alcuni minuti ma non l’avevo ancora trovato e in quel momento iniziai a preoccuparmi seriamente.

C:-DEMON, DOMEN! DOVE SEI?-

Poco più in là sentii l’abbaiare di un cane così mi avvicinai e per fortuna trovai Demon seduto che mi guardava.

C:-Eccoti finalmente, ma che ti è successo? Di solito non ti allontani da me? Va bhe, ora dobbiamo andare-

Il mio cane si avvicinò a me però dopo aver fatto qualche metro si voltò e abbaiò a un cespuglio. Decisi di avvicinarmi ma Demon iniziò a correre e dovetti seguirlo.
Appena lo raggiunsi gli misi il guinzaglio per non farlo più scappare.

C:-Mi vuoi spiegare che ti succede oggi? Prima ti allontani e poi ti fai rincorrere per metà parco- dissi cercando di riprendere fiato.

 
Appena arrivai a casa diedi da mangiare a Demon e dopo aver preso la cartella andaii a scuola con la mia moto. Quando arrivai a scuola vidi in lontananza la piccoletta insieme alle sue amiche.

“Non le parlo da ieri, da quando sono scivolato su di lei” sospirai “ancora non capisco come può avermi fatto quell’effetto una come lei, l’esatto opposto della tipa che mi piace”

L:-Hei Cass, come va?- disse facendo un sorriso a 32 denti.

C:-Ciao Lys, tutto ok ma come mai sei così felice?- chiesi scendendo dalla moto.

L:-Il proprietario del locale di ieri ha detto che siamo stati così bravi che ci ha chiesto se volevamo fare un concerto ogni settimana-

C:-Davvero?-

Lys annuì.

“Che fortuna abbiamo un ingaggio fisso”

In quel momento suonò la campanella.

L:-Lo diremo dopo agl’altri ora andiamo in classe o vuoi saltare la prima ora com’è tuo solito?-

C:-Ah. Ah. Ah. stai tranquillo vengo in classe, non posso più permettermi di saltare le ore di inglese oppure mi bocciano- dissi incamminandomi verso la classe seguito da Lys.

Per mia fortuna le lezioni passarono velocemente e arrivò l’intervallo. Io e Lys andammo nella sala prove sperando di trovare anche gli altri per dirgli dell’ingaggio.

L:-Bene ragazzi vedo che ci siamo tutti ho una cosa importante da dirvi-

D:-Che cosa è successo?-

L:-Per farla breve il proprietario del locale di ieri ci ha chiesto di esibirci ogni fine settima lì-

Dake si alzò dalla sedia facendola cadere e si avvicinò a Lys con un sorriso sulle labbra.

D:-Sul serio? Non stai scherzando? E’ GRANDIOSO!!-

K:-Che fortuna-

C:-Non è stata fortuna ma bravura, siamo stati bravi e il proprietario lo ha notato- dissi sedendomi sul tavolo.

L:-Cass ha ragione-

D:-Allora bisogna festeggiare-

In quel momento sentimmo bussare alla porta e poco dopo la piccoletta insieme alle sue amiche entrarono.

I:-Ciao ragazzi, che stat…- non riuscì a finire la frase che Dake la prese in braccio e la lanciò in aria.

D:-ABBIAMO UN INGAGGIO!!!-

Lys stava per intervenire ma Ken mi precedette colpendo Dake ed abbracciando la ragazza.

K:-NON PRENDERLA IN BRACCIO!!!-

D:-Stavo solo scherzando, ma come mai ti comporti come se fossi il suo fidanzato?-

A quella affermazione sia Ken che la ragazza arrossirono, così ne approfittai per divertirmi un po’.

C:-Ma bene quindi state insieme, allora fino a che punto vi siete spinti- dissi con un sorriso malizioso.

I:-Ma ma ma…MA CHE COSA TI VIENE IN MENTE!?!?! Ragazze…- disse voltandosi verso la piccoletta in cerca di aiuto.

V:-Prima avete parlato di un ingaggio…- disse cercando di cambiare argomento.

J:-Violet ha ragione, che ingaggio è?- disse parandosi d’avanti alla nuova ragazza di Ken.

K:-E’ un ingaggio settimanale nel posto dove abbiamo fatto il concerto ieri-

J:-Ma è fantastico-

In quel momento mi venne un’idea.

“L’ora dopo abbiamo geografia e non ho voglia di rimane a scuola” pensai mentre mi avvicinavo alla piccoletta.

C:-Che ne dite di andare a festeggiare in un bar e saltare le ultime ore?-

D:-Si perché no, sarà divertente-

V:-Ma è sbagliato…-

L:-Non ti preoccupare per qualche ora non succederà niente- disse cercando di convincerla.

C:-Allora è deciso, tu sei d’accordo piccoletta?-

J:-Se andate tutti vengo anch’io- disse sorridendo.
 

Senza farci vedere uscimmo dalla scuola ma quando ci ritrovammo fuori vidi una persona che credevo non avrei mai più rivisto.

??:-Cass, amore mio-

C:-DEBRAH?!?!-

De (Debrah):-Tesoro sono tornata per te- disse prendendomi sotto braccio.

C:-Ma non avevi cambiato città?!?- chiesi sorpreso.

De:-Si ma sono tornata per te-

K:-Castiel, chi è lei?- chiese e mi ricordai che c’erano anche gli altri.

Guardai velocemente i ragazzi e ognuno di loro aveva uno sguardo diverso. Lys stava fulminando con lo sguardo Debrah, Ken mi guardava sorpreso, Dake mi guardava con lo sguardo da pervertito, Iris mi guardava arrabbiata, Violet sembrava preoccupata mentre Jodie aveva stampato il suo solito sorriso sulla faccia.

De:-Ciao io sono la fidanzata di Cass-

Arrossi leggermente, anche se mi aveva abbandonato adesso era tornata per me. (Sei proprio scemo a crederle nd. me) (Sei tu che l’hai creato così stupido T.T nd. Jodie) (Non hai tutti i torti -.-' nd. me)

L:-Già la stessa fidanzata che lo ha abbandonato un anno fa- disse acido.

De:-Dai Lys è successo tanto tempo fa e ora sono tornata-

C:-Comunque noi adesso dobbiamo andare ala bar ma se vuoi puoi venire- dissi girando la testa per nascondere il mio rossore.

Anche se Lys non sembrava d’accordo non disse nulla e andammo al bar dove tutti ordinammo qualcosa tranne Jodie.

De:-Tu ti chiami Jodie se non sbaglio, come mai non hai ordinato niente?-

J:-Ho mangiato molto a colazione e adesso non ho fame-

L:-E’ vero, oggi hai mangiato con Iris e Violet. Hai davvero mangiato così tanto?-

V:-Si, si ha mangiata tre brioche e due yogurt è normale che adesso non abbia più fame-

Il resto del pomeriggio passo velocemente ed arrivò l’ora di tornare a casa.

De:-Io torno a casa con Cass, spero di rivedervi ragazzi- disse prendendomi sotto braccio e iniziando a tirarmi.

Ma con la coda vidi che Jodie mi stava guardando con occhi spenti. Quegl’occhi che mi avevano colpito per la loro profondità erano diventati vuoti e senza sentimento. Non riuscì a vedere nient’altro che Debrah mi tirò di nuovo e si avvicinò al mio orecchio.

De:-Andiamo a casa tua così ti faccio vedere quanto mi sei mancato- disse prima di ritornare a camminare con me sottobraccio.

In quel momento non ascoltai nemmeno quello che mi disse, nella mia testa continuava a rimbombarmi una domanda.

“Perché mi hai guardato in quel modo piccoletta?”





Hello, gente:
Ed ecco qui il tanto atteso settimo capitolo, volevo scusarmi subito per non aver aggiornato la settimana scorsa ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo più lungo (E credi che basti solo questo per farti perdonare?!?! nd. Jodie) (Spero proprio di si... nd. me) (E sentiamo che cosa è successo da non averti fatto aggiornare? Scrivi un capitolo a settimana, non puoi saltare un aggiornamento cretina nd. Jodie) (*scoppia in lacrime* mi dispiace, mi dispiace ma è stato un periodo d'inferno. A scuola hanno scoperto che alcuni di noi hanno saltato la scuola e così hanno fatto il terzo grado a tutti *tira su col naso* e ci hanno riempiti di verifiche a sorpresa e interrogazioni a tappeto nd. me) (Mi dispi... nd. Jodie) (Che è successo? *vede l'autrice piangere* Jodie che cosa le hai fatto? nd. Ken) (Niente... nd. Jodie) (*prende in braccio l'autrice* su su, non piangere è tutto finito nd. Ken)
*si soffia rumorosamente il naso* spero che non siate arrabbiati per non aver postato la settimana prossima, mi dispiace veramente tanto, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo.
Comunque ora che è tornata Debrah che cosa succederà tra Castiel e Jodie? E visto che voglio vedicarmi su Jodie per avermi fatta piangere nel prossimo capitolo me la prenderò con lei XD
Baci da (una mortificata) ciaohello <3<3
PS= BUONA PASUA A TUTTI!!!!! <3<3<3<3<3

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Capitolo 9
*** Anch’io so piangere ***


Anch’io so piangere




POV Jodie:

Mi rigirai per la millesima vota nel letto, non riuscivo ad addormentarmi nonostante avessi bevuto 3 camomille di fila. Risultato: ogni 10 minuti correvo in bagno per pisciare.

“Ormai non mi addormenterò più quindi…Jodie alza il culo a fai a fare qualcosa” mi imposi mentalmente mentre con una mano cercavo di prendere la sveglia per vedere l’ora.

4:37

“Oddio, sono solo le quattro e mezza del mattino, va bhe…vorra dire che uscirò a prendere una boccata d’aria” pensai mentre mi alzai dal letto.

Appena appoggiai i piedi sul pavimento rabbrividì per il contatto così freddo e quella poca voglia di dormire sparì del tutto. Mi diressi verso l’armadio a passi lenti e scelsi di indossare dei leggins neri con sopra una maglia lunga azzurra con sopra stampato una stella blu, mi misi le mie scarpe da ginnastica bianche ed andai in bagno per pettinarmi.

Rimasi sconvolta del mio aspetto: ero bianca come un lenzuolo e l’unico colore che si vedeva era il viola delle occhiaie che mi erano venute sotto gli occhi, per non parlare dei capelli, erano tutti arruffati e sembrava che un uccello ci avesse appena fatto il nido sopra.

“Fantastico e ora come faccio a sistemarmi? Mi servirebbe un restauratore per sistemarmi altro che trucco”
sospirai prendendo il fondo-tinta.

Dopo una buona mezzora riuscii a rendermi decente e mi raccolsi i capelli in una treccia laterale, appena fui pronta decisi di uscire. Aprii leggermente la porta della mia camera e diedi un’occhiata per controllare che non ci fosse nessuno e così era, dopotutto non potevo aspettarmi altro erano passate da poco le cinque del mattino.

Entrai in cucina con l’idea di mangiare qualcosa ma appena aprii un barattolo di biscotti mi venne la nausea. Era da due giorni che non toccavo cibo ed appena ci provavo l’odore mi faceva venire la nausea, così rimisi a posto il barattolo di biscotti e uscii di casa.

Camminai per un po’ e senza accorgermene mi ritrovai nel parco della mattina precedente così decisi di sdraiarmi nello stesso posto del giorno prima ed iniziai a guardare il cielo.
Le nuvole che mi avevano sempre tirato su di morale in quel momento invece non mi facevano nessun effetto, ma poi perché mi sentivo così male?

Era da quando quella gallina era arrivata che tutto era cominciato, la sua presenza mi infastidiva e non ne capivo il perché. Ma ormai mi capitava spesso di provare delle emozioni e non capirne il perché.
Il pensiero venne interrotto da un verso di un cane, aprii gli occhi e mi ritrovai il mio chihuahua preferito che mi guardava scodinzolando.

J:-Hei sacco di pulci, ci rincontriamo-dissi rimanendo sdraiata e muovendo solo la testa per vederlo.

Lui per tutta risposta si sdraiò sopra di me.

J:-Guarda che non sei una piuma, pesi parecchio, non credi di dover metterti a dieta?- dissi iniziando ad accarezzargli la testa.

Dopo un paio di minuti Demon si alzò e si allontanò di qualche metro per poi girarsi verso di me ed iniziare ad abbaiare. Mi sollevai sui gomiti e lentamente mi alzai, anche se mi ero rilassata per un po’ non stavo per niente meglio.

J:-Vuoi che ti segua? D’accordo, tanto non ho nulla da fare per le prossime due ore e mezza- e così iniziai a seguirlo.

Appena si accorse che gli ero vicino il cane iniziò a correre ed io dovetti inseguirlo.
Si fermò vicino ad una quercia grandissima e notai che stava guardando dietro l’albero così mi avvicinai e mi appoggiai al tronco per riprendere fiato.

J:-Si può sapere perché hai iniziato a correre? Va bene che io sono piuttosto veloce ma ho faticato a starti dietro.
Ed adesso che cosa stai guardando?- chiesi mentre mi sporgevo per vedere che cosa stesse guardando il cane.

In quel momento mi si congelò il sangue nelle vene e smisi di respirare. D’avanti a me c’erano Castiel e quella gallina che si stavano baciando e quello non era certo un bacio da bambini, no quello era un bacio passionale e vidi Castiel che infilava una mano sotto la maglia di quella ma non riuscii a vedere bene perché mi girai appoggiando la schiena al tronco della grande quercia e mi accasciai sull’erba.
Solo in quel momento riuscii a respirare di nuovo mentre mi misi la testa tra le gambe.

“Rilassati Jodie, non è successo niente. Perché vedere quella quercia mi ha fatto così male?”

Sentì qualcosa sulla guancia destra così aprii gli occhi, che avevo chiuso, e mi girai di scatto vedendo Demon che mi stava leccando.

J:-Tranquillo, non è colpa tua se non mi sento bene, tu volevi solo farmi vedere quest’albero, non potevi sapere che ci fosse il tuo padrone con quella gallina- dissi accarezzandogli la testa.

Demon continuò a leccarmi per un po’ finché non si staccò e non si avvicinò al pomodoro.

“Certo che quel cane è proprio strano, sembra abbia capito che stavo male e che abbia provato a tirarmi su di morale.
Chissà adesso che vuol fare.” Pensai mentre mi sporgevo per vedere che cosa stesse facendo.

Demon si avvicinò ai ragazzi ed iniziò a fare le feste a Castiel: normale, dopotutto era il suo padrone.

C:-Eccoti qui, in questi giorni ti stai allontanando parecchio, hai trovato un nuovo amico?-

De:-Ciao Demon, sei cresciuto tantissimo in questi anni- disse avvicinandosi al cane per accarezzarlo.

In quel momento Demon iniziò a ringhiare alla gallina che indietreggio cadendo in una pozza di fango. Castiel si alzò velocemente per aiutarla.

C:-Demon ma che fai?-

Per tutta risposta il cane si girò dall’altra parte ed iniziò a correre mentre la gallina si rialzava  e se ne andava ma prima di andare si girò dalla mia parte ed io mi nascosi dietro il tronco dell’albero.

“Fa che non mi abbia visto, fa che non mi abbia visto.
Quel cane mi sta proprio simpatico, farla cadere in quel modo è stato proprio…proprio” non riuscì a finire la frase che mi tornò in mente la gallina sporca di fango e scoppiai a ridere.

Rimasi sotto bella quercia per delle ore e finalmente dopo due giorni riuscii a non pensare a niente, le foglie che si muovevano a contatto con il vento mi fecero rilassare, forse anche troppo perché appena presi il cellulare vidi che mancavano solo due minuti all’inizio delle lezioni.

J:-CAZZO, SONO IN UN RITARDO MOSTRUOSO!!!- gridai mentre mi alzai ed iniziai a correre il più velocemente possibile verso la scuola.

Fortunatamente in un quarto d’ora arrivai nel cortile della scuola ma non mi fermai nemmeno lì, entrai nell’edificio correndo verso la mia classe ed appena arrivai aprii la porta.

J:-Scusi per il ritardo-

Prof:-Signorina, le sembra questa l’ora di entrare in classe? La lezione è iniziata da ben 15 minuti-

J:-Mi scusi, non accadrà più-

Prof:-Lo spero per lei ma le segnerò comunque il ritardo-

Andai al mio banco con lo sguardo basso, fingendomi dispiaciuta anche se in realtà non lo ero per niente.

“Che cosa cambia arrivare tardi e perdere la prima parte della lezione ed arrivare puntuale e non ascoltare quello che dice?” mi chiesi sedendomi al mio banco.

Appena l’attenzione di tutti non fu più su di me appoggiai la testa sul banco e provai a recuperare il fiato che avevo perso durante la corsa, ma la mia carissima amica Iris non sembrava del parere di farmi riposare.

I:-Jodie, che cosa ti è successo? Come mai sei arrivata in ritardo? Perché non mi hai mandato un messaggio per dirmelo?- mi chiese a bassa voce per non farsi sentire.

Non avevo per niente voglia di rispondere alle sue domande così mi limitai a farle il segno della vittoria con la mano e poi mi misi a guardare il cielo che si stava annuvolando ignorando le continue domande di Iris, ma sapevo benissimo che all’ora di pranzo mi avrebbe fatto il terzo grado.

Per mia sfortuna il pranzo arrivò presto ed appena suonò la campanella Iris e Violet mi portarono nell’aula di musica che a quell’ora era sempre vuota.

I:-Ora siamo da sole quindi…PARLA!!-

V:-Perché sei arrivata in ritardo?-

Sospirai, non c’era modo di evitarle, avevo pensato di fuggire dalla finistre ma eravamo al terzo piano e molto probabilmente non sarei sopravvissuta così presi un bel respiro e iniziai a spigare tutto quello che era successo.

I:-Ora ho capito perché eri in ritardo, comunque avrei voluto vedere Debrah nel fango, quella ragazza non mi piace per niente-

V:-Però è strano che tu non abbia dormito-

J:-E’ da due giorni che non dormo e non mangio niente-

I:-NON MANGI DA DUE GIORNI?!?!-

V:-Non va bene, devi mangiare qualcosa. Tieni assaggia un po’ della mia insalata- disse prendendo una vaschetta di plastica.

Appena alzò il coperchio e ne sentii l’odore mi ritornò il senso di nausea ma questa volta molto più forte e fui costretta ad uscire dalla stanza e correre in bagno, mi scontrai contro qualcuno mentre correvo ma non mi fermai e arrivai in bagno appena in tempo e iniziai a vomitare.

Rimasi lì a vomitare anche l’anima mentre Iris e Violet mi stavano vicino anche se non sapevano che fare ed appena finii mi aiutarono ad alzarmi ed a darmi una sciacquata.

V:-Ti senti un po’ meglio?-

Scossi la testa, non riuscivo nemmeno a parlare ma quando mi sentii qualcosa sulla testa alzai lo sguardo e vidi che Violet aveva una mano sulla mia fronte.

V:-Forse hai anche un po’ di febbre, sarebbe meglio che tornassi a casa-

Scossi ancora la testa, non volevo andare a casa.

I:Non fare la bambina, adesso chiamiamo tuo padre e gli diciamo di venirti a prendere, non puoi tornare a casa da sola e poi ha iniziato a piovere-

Questa volta annuì, sapevo che Iris e Violet mi avrebbero mandato a casa anche a costo di legarmi così aiutata da loro due uscimmo dal bagno e tornammo in classe ma in corridoio fummo fermati da Lysandre e dagli altri ragazzi.

L:-Ragzze, avete visto i nostri spartiti di musica?-

V:-Spartiti?-

D:-Si, li avevamo messi sul tavolo della nostra sala prove ma ora non li troviamo più-

V:-No, non li abbiamo visti, non entriamo nella sala prove da ieri-

C:-Speriamo che non li abbia presi nessuno, altrimenti gli spacco la faccia-

K:-Jodie, stai bene? Non hai una bella cera-

In quel momento tutti si girarono verso di me e maledì quel cretino del mio migliore amico per avermelo chiesto, così sorrisi velocemente cercando di non far vedere il mio malessere.

J:-Ma certo, sto benissimo-

Lysandre stava per chiedermi qualcos’altro ma arrivò la gallina con in mano…il mio zaino. Che cosa ci faceva lei con il mio zaino ma soprattutto chi gli ha dato il permesso di prenderlo?!?!

De:-Ragazzi ho trovato gli spartiti qui dentro, nella borsa di Jodie-

J:-Ma non ho mai visto quegli spartiti- dissi cercando di giustificarmi, il mio sesto senso mi diceva che se non lo avessi fatto quella ragazza si sarebbe inventata qualcosa.

De:-E allora come mai sono nella tua borsa-

Stavo per rispondere ma Castiel mi precedette.

C:-Allora ti sei avvicinata alla nostra band solo per rubarci le canzoni? Non me lo aspettavo proprio-

Al solo sentire quelle parole, qualcosa dentro di me si ruppe e non ascoltai più quello che i ragazzi si dicevano.

“Quindi è questo che pensi di me? Se quella gallina dice che sono una ladra allora io ai tuoi occhi divento subito una persona cattiva”

Mentre pensavo a quelle cose l’immagine di Castiel e della gallina che si baciavano mi tornò in mente e sentii una fitta al petto così iniziai a correre non prestando ascolto ai richiami dei ragazzi.
Uscii dalla scuola e sentii la pioggia  che mi bagnava ma non mi fermai e continuai a correre.

“A lui non importa niente di me, io valgo meno di zero.
Perché? Perché non mi hai creduto? Mi basta che solo tu mi credessi, avrei accettato di non essere creduta dagl’altri ma almeno tu, solo tu credimi”

Corsi per secondi, minuti, forse anche ore ma non mi importava volevo solo scappare da quello che mi sembrava un incubo.

Sentivo i polmoni bruciare per mancanza di ossigeno, la testa mi girava e la pioggia mi bagnava il viso.
Ma la pioggia è calda?
Mi avvicinai a uno vetrina di un negozio e vidi che quello che mi scendeva sulle guance non era pioggia, bensì lacrime…si, stavo proprio piangendo, le mie prime lacrime sprecate per una cosa inutile. Io che non avevo mai pianto, neanche quando i miei genitori si separarono io piansi invece adesso piangevo come una bambina solo perché la persona che amavo non mi credeva.

“Aspetta, la persona che amo?!?! No, io non posso essermi innamorata, l’amore non esiste. Io non posso provare quel sentimento ma se è così perché sento di amare Castiel”

Ritornai a passare per la città ma questa volta camminando sperando di smettere di piangere ma non fu così, al contrario le mie lacrime aumentavano facendo spazio a dei singhiozzi che non fermai.
 

Era da ore che camminavo, ne avevo avuto la conferma dal campanile che suonava le 6 di pomeriggio ma non volevo ancora fermarmi, non sapevo dove fossi, volevo solo camminare. Ero in una strada piena di gente, tutti con l’ombrella e molto indaffarati, alcuni erano così indaffarati che quando un signore mi venne contro non se ne accorse nemmeno.
Quando mi scontrai col terzo signore di fila sentii le mie ultime forze abbandonarmi e mi preparai a sentire il freddo cemento ma con mia grande sorpresa non finii stesa sul marciapiede ma sentii due braccia afferrarmi la vita e sorreggermi.

??:-Jodie, Jodie mi senti?-

Chi era? Avevo già sentito questa voce ma a chi apparteneva?

??:-Jodie riprenditi-

Dovevo ammettere che stare tra le sue braccia era molto rilassante ed anche il suo profumo era molto buono. Avrei voluto aprire gli occhi per vedere chi fosse la persona che mi avesse appena salvato ma mi sentivo sempre più debole e in pochi secondi non sentii più nulla, solo il buio.





Hello, gente:
Eccomi qui con il nuovo capitolo, bhe che dire finalmente la nostra Jodie ha capito che è innamorata di Castiel, ma lui si è comportato da grande stronzo, chissà adesso cosa succederà e poi chi è il ragazzo che ha preso Jodie prima che svenisse?
Se devo essere sincera neanche io lo so ma vedrò di farmi venire un'idea in mente XD
Al prossimo capitolo e ringrazio tutti quelli che hanno commentato nello scorso capitolo, avete commentato ben in 7 spero che commenterete anche in questo capitolo ;D
Baci da ciaohello <3<3

 

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Capitolo 10
*** Ce la farò da sola (o quasi) ***


Ce la farò da sola (o quasi)




POV Castiel:

“Non ci posso credere, non posso credere a quello che ha fatto…come ha potuto rubare le nostre canzoni e poi perché l’ha fatto? Non ci capisco più niente, la testa mi sta scoppiando e di certo questa situazione non aiuta...”

Effettivamente vedere Lys camminare avanti e indietro nervoso, Dake fermo su un banco e Ken confabulare insieme alle amiche della piccoletta non era piacevole.

Debrah:-ADESSO BASTA!!- disse alzandosi dal banco su cui era seduta affianco a me.

Debrah:-Non è il momento di deprimersi, prima bisogna assicurarsi che Jodie non abbia fatto vedere le
vostre canzoni a qualche altra band-

Iris:-LEI NON HA FATTO NIENTE! Non è stata lei a prendere le vostre canzoni-

Violet:-Iris ha ragione, lei non lo farebbe mai- disse affiancandosi alla sua amica.

Dake:-Allora come mai aveva i nostri spartiti nello zaino?- chiese riprendendosi dallo stato di bella statuina in cui era.

Ken:-Non lo so, magari qualcuno glieli ha messi nella borsa ma vi posso assicurare che lei non può averlo fatto-

Sospirai, litigare non serviva a niente ma anch’io sotto sotto mi sentivo tradito e non ne capivo il motivo. Io e la piccoletta non avevamo mai parlato troppo ma quegli occhi con cui mi aveva guardato più di una volta mi avevano colpito...

Castiel:-La volete smettere?!? Litigare non servirà a molto, tu cosa ne pensi Lys?-

Lys a quella domanda si fermò, si mise a sedere su una sedia e si passò una mano tra i suoi capelli bianchi. Si poteva vedere dai suoi occhi che era abbattuto, quegli occhi oro e azzurro adesso non avevano più quello splendore che li distingueva dagli altri.

Lysandre:-Io...io non lo so, non posso credere che abbia fatto una cosa del genere-

Iris:-Infatti non è stata lei!!- disse grattandosi la testa nervosamente, così facendo alcune ciocche rosse che erano raccolte nella treccia le uscirono ma lei non se ne preoccupò.

Dake:-Allora perché è scappata?-

La ragazza non rispose, sicuramente neanche lei sapeva dove fosse andata, non credo che si aspettasse una sua fuga.

Violet:-Ora la chiama- disse prendendo il cellulare.

Appena compose il numero tutti rimasero in silenzio aspettando che rispondesse ma con grande sorpresa sentimmo una suoneria all’interno della borsa della piccoletta.
Dovevamo aspettarcelo, era corsa via senza prendere la borsa era ovvio che non avesse il cellulare.

Violet:-Non ha il cellulare, dobbiamo fare qualcosa sta piovendo e inizia ad essere tardi, potrebbe esserle capitato qualcosa-

Iris:-Violet ha ragione, è pericoloso girare a quest’ora dobbiamo andare a cercarla-

Castiel:-Non contate su di me, non vado alla ricerca di una che ci ha rubato le canzoni- dissi sbuffando. (Che stronzo nd. me) (A chi lo dici nd. Jodie) (Aspetta ma tu non dovresti con il tuo salvatore misterioso? Che ci fai qui? Torna subito al tuo posto è_é nd. me) (Va bene, non rompere ma almeno posso sapere chi è? nd. Jodie) (*si avvicina al suo orecchio* NOOOO!!! Nd. me)

Ken:-Castiel, non credo sia il momento di pensare a cose del genere-

Debrah:-Io sono d’accordo con Cass- disse prendendomi a braccetto.

Lysandre:-No, ha ragione Iris dobbiamo andare a cercarla-

E così dicendo si alzò e si diresse verso la porta seguito da tutti tranne che da me e Debrah.

Una parte di me mi diceva di non andare che di una come quella non bisognava aiutarla ma una vocina piccolissima mi diceva di correre da lei e anche se era piccola decisi di seguirla così mi diressi fuori dalla scuola ignorando le proteste di Debrah.

Appena uscii in giardino venni travolto da una volata di vento seguita da uno scroscio d’acqua. In quel momento tutte le cellule del mio corpo mi dicevano di rientrare ma non le ascoltai e mi misi a correre verso il centro sperando di trovarla.



Continuai a correre per molto andando in tutti i posti che conoscessi ma della piccoletta nessuna traccia e così decisi di tornare in centro.
Quando passai davanti a una vetrina e guardai il riflesso della mia immagine mi stupii: i pantaloni di jeans si erano incollati alla mia pelle come la maglia rossa, il giacchino  di pelle si era rovinato per la pioggia e i miei capelli rossi mi impedivano un po’ la visuale perché mi coprivano gli occhi.
Sospirai e mi rimisi alla ricerca ma quando mi girai vidi in lontananza il Signor Perfettino.

“Fantastico, non solo sono bagnato dalla testa ai piedi ma ora incrocio anche quell’idiota, giornata peggiore di questa non poteva esistere, sarà meglio cambiare strada” pensai mentre feci retromarcia e mi diressi verso una panchina che avevo visto poco prima.

Mi lascia cadere a peso morto sulla panchina e mi misi a guardare il cielo. Anche se qualche volta mi entrava dell’acqua negli occhi non smisi di guardare quei nuvoloni che si estendevano per tutto il cielo.
Ancora non riuscivo a capire come mai mi fossi precipitato a cercare la piccoletta, ma ogni volta che pensavo a quegli occhi che tanto mi avevano colpito, che qualche volta avevo anche sognato, mi nasceva il desiderio di vederli di nuovo. Forse mi attiravano così tanto perché anch’io dopo che Debrah se ne era andata avevo quello sguardo.

Sospirai, pensare così tanto non era proprio da me. (Perché tu sai pensare?!?! O.o nd. me) (Stai zitta e continua a scrivere!! nd. Castiel) (T.T nd. me)

Mi alzai dalla panchina e mi rimisi alla ricerca della piccoletta.
 



POV Jodie:

Aprii lentamente gli occhi e tentai di mettere a fuoco ma la vista era appannata. Sentivo di essere su qualcosa di veramente morbido. Che cos’era? Un letto?
Finalmente riuscì a vedere e notai che ero sdraiata su un letto tutto bianco con delle lenzuola blu scuro e un cuscino azzurro.

“Fantastico anche qui sono circondata dall’azzurro...ma poi dov’è “qui”? Non mi ricordo niente” ma proprio in quel momento mi ricordai del litigio con i ragazzi, della mia fuga, dello svenimento e del ragazzo che mi aveva salvato.

Provai ad alzarmi facendo leva sui gomiti ma mi sentivo troppo debole e fui costretta a sdraiarmi di nuovo sul letto, anche se non riuscivo ad alzarmi riuscii a girare la testa per vedere la stanza.

Tutte le pareti erano bianche, non c’erano molti mobili solo una scrivania di legno con un computer grigio sopra a un lato della stanza, un armadio anch’esso di legno vicino alla scrivania, uno specchio vicino alla porta ed il letto su cui ero sdraiata ma la cosa che mi colpii maggiormente fu una libreria di metallo piena di libri.

“Wow ci saranno almeno 500 libri lì, chissà se li ha letti tutti? Aspetta...ma cosa vado a pensare, non è questo il momento. Sono in una stanza che non conosco e qui mi ha portata un tizio che potrebbe essere un maniaco, devo andarmene”

Con tutte le forze che avevo in corpo riprovai a sedermi e dopo vari tentativi ci riuscii ma avevo il fiatone come se avessi appena corso una maratona.
Appena riuscii a riprendere un po’ di fiato notai che non avevo più i miei vestiti ma una camicia bianca dda uomo che mi arrivava fino a metà coscia.

“Io non mi ricordo di essermi cambiata...deve essere stato quel maniaco. Devo andarmene via da qui al più presto, ma questa camicia mi è familiare mi sembra di averla già vista...” pensai ma ricacciai via quel pensiero, non era il momento di pensare a quelle cose, dovevo trovare un modo per andarmene ma prima che potessi trovare una via di fuga sentii la porta aprirsi.

Lentamente mi girai e con lo sguardo sul pavimento lo alzai leggermente, vidi che aveva delle scarpe da ginnastica bianche con delle strisce nere e dei pantaloni azzurri, alzai ancora lo sguardo e vidi la sua maglietta giallo fosforescente con delle strisce arancioni anch’esse fosforescenti. Con un po’ di coraggio decisi di alzare ancora lo sguardo per poterlo guardare in faccia e mi stupii...

Quei capelli che avevano il colore del grano, quegli occhi di color oro e quel sorriso contagioso erano inconfondibili.

Jodie:-Nathaniel?!?!-

Nathaniel:-Finalmente ti sei svegliata, è da due ore che dormi iniziavo a preoccuparmi- disse avvicinandosi a me e sedendosi sul letto.

Non riuscivo a parlare, l’unica cosa che riuscivo a fare era guardarlo ma quando mi sventolò una mano davanti agli occhi mi ripresi.

Jodie:- Nathaniel??  Nathaniel!! Tu? Che..che cosa è successo?-

Lui vedendo la mia faccia stupita scoppiò a ridere e in quel momento avrei voluto picchiarlo, odiavo essere vista mentre stavo male soprattutto da uno che non mi conosceva ma non potevo certo farlo.

Nathaniel:-Adesso ti spiego tutto ma tu non picchiarmi- disse facendomi l’occhiolino.

Lo guardai sorpresa era come se mi avesse letto nel pensiero, ma dovevo riprendermi lui non doveva immaginare il mio vero segreto.

Jodie:-Ma cosa dici? Perché dovrei picchiarti?-

Nathaniel:-Non so, ho avuto la sensazione che volessi farlo dopotutto sarebbe nel tuo carattere pensare una cosa del genere-

Iniziai a preoccuparmi seriamente, lui aveva capito il mio carattere senza che io glielo dicessi ma la cosa peggiore era che avevo sentire che la ragazza con cui mi ero scontrata il primo giorno di scuola, Ambra, era sua sorella e se lei lo avesse saputo dopo poco lo avrebbero saputo tutti a scuola e questo non doveva accadere.

Jodie:-Ma no, perché dici questa cosa? Io non mi sono...-

Nathaniel:-...mai comportata così- finì al mio posto -è vero davanti agli atri non lo fai ma ti ho vista qualche volta parlare con Ken e le tue amiche e poi io so riconoscere quando qualcuno mente-

Jodie:-Come hai fatto a capire che quello non era il mio vero carattere?- dissi facendo scomparire il sorriso che avevo, sostituendolo con uno sguardo glaciale.

Nathaniel:-Capisco quando le persone si comportano diversamente. Di sicuro avrai sentito che Ambra è mia sorella e a scuola non si comporta molto bene-

Annuì non capendo cosa centrasse Ambra con me.

Nathaniel:-Lei a casa invece si comporta benissimo, in modo diverso da come fa a scuola e così dopo un po’ di tempo ho imparato a capire quando qualcuno mente-

Jodie:-Ho...capito- fu l’unica cosa che riuscii a dire, non avevo mai conosciuto uno che capisse il mio vero carattere, la possibilità che qualcuno mi scoprisse non mi era mai passata per la mente “E adesso cosa faccio?”

Nathaniel:-Vado a prenderti qualcosa da mangiare così dopo prendi le medicine- disse alzandosi e andando verso la porta ma prima di uscire si girò verso di me sorridendomi dolcemente.

Nathaniel:-Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno- dissi per poi sparire dietro la porta.

Mi girava la testa forse perché Nathaniel aveva scoperto il mio carattere o forse perché mi ero appena ripresa. Mi sdraiai di nuovo sul letto sperando che il dolore alla testa passasse.

Nathaniel:-Ti ho portato del riso- disse entrando con un vassoio in mano.

Jodie:-Senti Nathaniel- non riuscii a finire di parlare che lui mi interruppe.

Nathaniel:-Chiamami Nath-

Sbuffai, odiavo essere interrotta ma decisi di non rinfacciarglielo dopotutto mi stava aiutando.

Jodie:-Come stavo dicendo Nath, come mai mi trovo a casa tua e perché non si sente neanche una mosca volare? Mi sarei aspettata un casino nella casa di Ambra-

Nathaniel:-La casa è silenziosa perché i miei genitori ed Ambra sono andati alle terme ma io avevo delle cose da fare e non sono potuto andare per quanto riguarda il perché sei a casa mia è perché per tua fortuna ero andato a comprare dei quaderni e mentre tornavo a casa ti ho vista tra la folle e ho provato a chiamarti ma tu non ti giravi così mi sono avvicinato e in quel momento sei svenuta e ti ho portato qui. Pe...però ho dovuto toglierti i vestiti bagnati, ma l’ho fatto ad occhi chiusi- disse arrossendo.

In un momento normale mi sarei messa a ridere per la su innocenza ma non lo feci perché la testa mi faceva troppo male  e Nath sembrò notarlo.

Nathaniel:-Però ora mangia così poi puoi prendere le medicine e dopo ti sentirai subito meglio. Hai una bella febbre quindi è meglio se ti rimetti sotto le coperte-

Nath mi aiutò a rimettermi a letto e in quel caldino mi sembrò di stare un po’ meglio e decisi anche di mangiare sperando che la nausea non si ripresentasse e con mia grande sorpresa non solo non stetti male ma chiesi anche il bis.

Jodie:-Ora si che sto molto meglio, ma non si può dire la stessa cosa del tuo senso dello stile- dissi stiracchiandomi.

Nathaniel:-Come mai? Non ti piace la mia maglia?- chiese facendomi scoppiare a ridere ma subito dopo si mise anche lui a ridere.

Jodie:-Comunque ti ringrazio per tutto- dissi asciugandomi le lacrime per le risate.

Nathaniel:-Figurati, ma ora sarà meglio chiamare per avvertire che stai bene e che sei qui, saranno preoccupati-

Jodie:-Non credo, quelli lì mi considerano un ladro- dissi sbuffando e coprendomi la faccia con le coperte tentando si ricacciare dentro le lacrime. Ora che avevo pianto avevo scoperto che non mi piaceva per niente.

Nathaniel:-Un ladro? Che cosa è successo?-

Sopirai, dovevo raccontargli tutto oppure non mi avrebbe mai lasciato riposare. Così gli raccontai tutta la storia non dicendo però che avevo capito di essermi innamorata di quel pomodoro che non mi aveva creduto, bastardo.

Nath si alzò dalla sedie della scrivania ed iniziò a camminare per la stanza con fare pensieroso e parlò dopo qualche minuto.

Nathaniel:-Deve essere stata Debrah-

Jodie:-Lo penso anch’io- dissi alzandomi di scatto dal letto ma lo feci troppo velocemente e fui costretta a sdraiarmi e a portarmi una mano sulla fronte per il dolore.

Nathaniel:-Stai bene? Devi fare più attenzione- disse avvicinandosi e aiutandomi a sedermi sul letto.

Annuì.

Jodie:-Ma perché lo avrebbe fatto?-

Nathaniel:-E’ probabile che ti abbia visto come una minaccia con Castiel, non mi sorprenderei affatto- disse sedendosi vicino a me.

Avrei voluto chiedergli perché non lo avrebbe sorpreso ma la tristezza che vidi nei suoi occhi mi blocco.

Jodie:-Non mi importa perché l’ha fatto devo trovare un modo per far capire che sono innocente-

Nathaniel:-Ti aiuterò- disse alzandosi e dandomi le spalle.

Jodie:-No, devo farlo da sola. Sono più che sicura che entro domani la voce si sarà già sparsa per tutta la scuola e mi eviteranno, non credo che qualcuno voglia un ladro come amico-

Nathaniel:-Lo voglio fare lo stesso- disse girandosi.

Avrei voluto ribattere ma nei suoi occhi e nella sua voce sentivo che lui non voleva farlo ma doveva farlo.

Jodie:-D’accordo ma solo tu, ora sarà meglio chiamare Ken, Violet ed Iris per dirgli di starmi lontani per un po’-

Nathaniel:-Ti ringrazio e i ragazzi li ho già chiamati e stanno arrivando-

Non riuscii ad arrabbiarmi con lui per quello che aveva fatto che suonò il campanello e Nath andò ad aprire.
In meno di pochi secondo mi ritrovai stritolata da una Iris e uan Violet preoccupatissime e da un Ken furibondo per la mia fuga.

Iris:-Non ti devi preoccupare la faremo vedere noi a Debrah-

Ken:-Iris ha ragione, tu non preoccuparti-

Abbassai lo sguardo, non volevo che loro fossero coinvolti.

Jodie:-No...-

Violet:-Cosa?- chiese stupita.

Jodie:-Voi non farete niente, voglio pensarci da sola-

Ken:-Ma che cosa stai dicendo?!?!-

Jodie:-La verità, Ken tu fai parte della band di Castiel non puoi metterti contro la sua ragazza il gruppo ne risentirebbe. Iris, Violet da domani sono sicura che la gente inizierà ad evitarmi dopo aver sentito quello che è successo e non voglio che isolino anche voi-

Violet:-Jodie...-

Alzai lo sguardo per vederli e loro si sorpresero di vedere i miei occhi lucidi pronti a piangere.

Jodie:-Vi prego...- dissi supplichevole e i ragazzi furono costretti ad accettare.

Dopo i ragazzi mi salutarono, Violet mi prestò alcuni vestiti che aveva in più e Ken mi assicurò che avrebbe inventato una bugia per mio padre e gli altri.
Finalmente tutti se ne andarono mi sdraiai sul letto pronta per dormire.

“Domani sarà una giornata lunga però ora non ci voglio pensare, voglio solo riposare e rimandare tutto a domani” e con questi pensieri mi addormentai.





Hello, gente:
Ed ecco qui il nuovo capitolo, siete contente di chi sia il ragazzo misterioso? Spero prioprio di si.
Comunque nei commenti del precedente capitolo mi avete dato molti suggerimente e spero di averli messi in pratica ma voglio chiedere a tutti quelli che mi leggono di dirmi se vi piace di più il nome per intero prima del dialogo o preferivate l'abbreviazione.
Spero che mi diciate il vostro parere perché sarete proprio voi a decidere se fare il nome per intero oppure il sopranno ;)
Adesso la smetto perché inizia a sembrare un gioco televisivo XD
Che cosa succederà adesso alla nostra povera Jodie? Cosa combinerà quella p*****a di Debrah?
Vi basterà aspettare il prossimo capitolo XD
Baci da ciaohello <3<3

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Capitolo 11
*** Sherlock Jodie ***


Sherlock Jodie




POV Jodie:

Mi svegliai per colpa di un raggio di sole che entra dalla finestra, appena aprii gli occhi fui subito costretta a chiuderli per l’eccesso di luce.
Mi girai dell’altra parte del letto e mi misi il cuscino sulla faccia per non vedere la luce e mi stavo per riaddormentarmi quando la porta si spalancò ed entrò Nath con il suo solito sorriso.

Nathaniel:-Jodie, è ora di alzarsi!-

Spostai il cuscino dalla faccia quel tanto che bastasse per vederlo. Indossava dei pantaloni marrone chiaro, una camicia bianca e una cravatta blu, i capelli a differenza della sera prima era pettinati e continuava a sorridermi.

“Forse ho capito come si sente il pomodoro quando mi vede sorridere da ebete”

Mi stropicciai gli occhi e mi girai verso il comodino su cui stava un orologio digitale grigio e per poco non morii dopo aver visto l’ora.

Jodie:-Nath...- dissi sorridendogli dolcemente.

Nathaniel:-Dimmi Jodie-

Feci un respiro profondo e tornai a guardarlo.

Jodie:-PER QUALE CAZZO DI MOTIVO MI SVEGLI ALLE 5 DEL MATTINO?!?!- gridai furibonda.

Non ci potevo credere, quale persona sana di mente si sveglierebbe tre ore prima dell’inizio delle lezioni per andare a scuola? E poi da quello che avevo capito Nath abita affianco alla scuola.
Mi sarei aspettata qualche reazione sorpresa invece Nath si limitò ad avvicinarsi alla porta continuandomi a sorridermi.

Nathaniel:-I vestiti che ti ha portato Violet li ho spostati in bagno che si trova di fronte a questa stanza, muoviti a vestirti che la colazione è quasi pronta-

Sbuffai e mi alzai dal letto stiracchiandomi, per fortuna adesso riuscivo ad alzarmi senza problemi e il mal di testa era sparito.
Mentre mi diressi in bagno mi fermai davanti allo specchio e non mi sorpresi minimamente di vedere che ero bianca come la camicia che mi aveva prestato Nath. Mi sembrava di essere una tela di un pittore dove gli unici colori fossero il nero e il rosso dei miei capelli e il blu degli occhi. Mi accarezzai i capelli sin dalla testa nera fino alle punte rosse.

Sospirai e mi diressi in bagno e per poco non vomitai la cena del giorno prima, tutto era rosa, persino il gabinetto era di un fottuto rosa.

“Oddio ma dove sono finita? Mi sembra di essere in un enorme confettiera”

Mi vestii il più velocemente possibile per poter uscire da quel mondo rosa e per poterlo fare dovetti usare la spazzola fucsia per pettinarmi i capelli.
Appena uscii dal bagno mi soffermai a guardare i vestiti che mi aveva prestato: una maglietta bianca leggermente visibile dal golf grigio che aveva una scollatura a V con dei bordi viola, una gonna corta grigia con dei merletti viola, delle calze anch’esse grigie che mi arrivavano sopra il ginocchio e delle ballerine viola scuro.

“Non c’è che dire, sono una seconda Violet. Se non fosse per i capelli sono sicura che ci scambierebbero per gemelle”

Sospirai, di certo il look di Violet non era il mio preferito ma era sempre meglio di niente.

Fortunatamente la casa non era molto grande e riuscii a trovare la cucina praticamente subito. Appena entrai vidi Nath spalmare della marmellata di arance su una fetta biscottata.

Jodie:-Eccomi- dissi sedendomi vicino a lui.

Nathaniel:-Tieni- disse passandomi la fetta biscottata con la marmellata -devi mangiare qualcosa così poi puoi prendere le medicine, mi sembra che tu stia molto meglio-

Presi la fetta biscottata e iniziai a mangiarla senza dire niente, ma alla fine mi venne in mente una domanda che gli avrei voluto fare dalla sera precedente.

Jodie:-Senti Nath volevo chiederti una cosa: come fai ad essere così bravo con i malati? Anche ieri quando non riuscivo a mangiare niente tu sei riuscito a cucinare qualcosa che non mi abbia fatto venire il vomito e sai esattamente che medicine usare per la febbre e il resto...-

Nathaniel:-So queste cose perché ho studiato, mi piacerebbe diventare un medico quando sarò grande, vorrei poter aiutare la gente. E poi credo che tu abbia visto i libri che ho in camera, più della metà sono di medicina-

Annuì.

“Più della metà dei libri...aspetta, questo vuol dire...”

Jodie:-HAI LETTO TUTTI QUEI LIBRI?!?- dissi sorpresa.

Nathaniel:-Certo, li leggo soprattutto la sera-

Jodie:-Fammi capire, tu al posto di uscire la sera leggi libri?-

Nathaniel:-Si, cosa c’è di strano?- mi chiese come se fosse la cosa più normale del mondo.

Jodie:-Non c’è nulla di strano per uno sfigato- dissi prima di mandar giù le medicine.

Nathaniel:-Farò finta di non aver sentito perché dobbiamo andare- disse prendendo i piatti e mettendoli nel lavandino.

Jodie:-Io però non ho libri per le lezioni di oggi, la cartella ce l’ho a scuola però i libri sono quelli di ieri-

Nathaniel:-Non ti preoccupare ti presto i miei, abbiamo gli stessi libri però ora andiamo-

Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso l’uscita mentre Nath andava a prendere i miei libri, ormai sapevo orientarmi.
Nath arrivò poco dopo con tutto il necessario per la scuola e così uscimmo fuori casa.

Durante il tragitto nessuno dei due parlava così decisi di interrompere quel momento imbarazzante, almeno per lui, avevo notato che era imbarazzato.

Jodie:-Senti ma come mai dobbiamo andare a scuola così presto? Mancano ancora due ore all’inizio delle lezioni-

Nathaniel:-Per prima cosa io devo finire del lavoro per la scuola e per secondo non credo che a te sarebbe piaciuto scontrarti con le fan dei ragazzi già di prima mattina-

Jodie:-Fan? Di chi?- domandai alzando un sopraciglio.

Nathaniel:-I ragazzi della band di Castiel, dopo che hanno fatto quel piccolo concerto qualche giorno fa quasi tutte le ragazze sono diventate fan della band-

Non feci in tempo a rielaborare quello che mi aveva detto che ci trovammo davanti alla scuola.
Appena entrammo in corridoio mi ritornarono in mente i ricordi del giorno prima ma questa volta non era sconforto e tristezza quello che sentivo bensì rabbia.

Volevo farla pagare a quella puttana (Questa a tutta per Alis 234 XD) che mi aveva incolpato ma non se credeva che io sarei rimasta ferma a incassare il colpo si sbagliava di grosso, gliela farò pagare con tanto di interessi però prima dovevo dimostrare la mia innocenza.

Jodie:-Vado a prendere la mia borsa in classe-

Nathaniel:-Va bene poi vieni in sala delegati-

Annuì e iniziai a correre verso la mia classe e in meno di 5 minuti avevo recuperato la mia cartella ed ero arrivata davanti alla sala delegati. Aprii la porta senza bussare ed entari.

Nathaniel:-Hai fatto veloce, visto che sei così rapita mi aiuti a compilare questi moduli?-

Jodie:-Non ci penso neanche, sei tu il segretario occupatene tu- dissi sedendomi sulla scrivania vicino alla sua e mettendoci i piedi sopra.

Nathaniel:-Non mettere i piedi sulla scrivania-

Non lo ascoltai, presi il mio mp3 dello zaino, mi misi le cuffie e andai a cercare la cartella con le canzoni degli Skillet, la mia band preferita, appena feci partire la musica alzai al massimo il volume ignorando i continui richiami di Nath che mi pregava di abbassare.
Mi concentrai sulla musica cercando di dimenticare almeno per un po’ il mondo esterno, in quel momento esistevamo solo io e la musica. Senza accorgermene chiusi gli occhi.

Nathaniel:-Jodie, Jodie svegliati! Le lezioni stanno per cominciare- disse scuotendomi leggermente la spalla.

Lentamente aprii gli occhi e mi accorsi di essere seduta su una sedia con una gamba sulla scrivania mentre l’altra era caduta ed era appoggiata a terra. Mi alzai dalla sedia e mi sistema la gonna che si era alzata quasi del tutto.

Nathaniel:-Tu ti addormenti ovunque-

Jodie:-Non mi sarei addormentata se un cretino non mi avesse svegliato alle 5 del mattino- dissi fulminandolo con lo sguardo.

Nathaniel:-Almeno adesso sei più riposata, hai dormito per un’ora e mezza, ora però bisogna andare in classe-

Jodie:-Adesso vado Signor Cretino- dissi uscendo dalla sala delegati.

Fortunatamente entrai poco prima della prof, così non parlai con nessuno. Non avevo proprio voglia di stare vicino a Iris e Violet, si sarebbero preoccupate di più di quanto non fossero già, ma la cosa che mi colpì di più furono le occhiatacce delle miei compagne.

“Ma che hanno da guardare? Va bene che sono la copia di Violet ma non credo di suscitare tanto scalpore...non è che quello che mi ha detto Nath è vero? Sono tutte arrabbiate perché credono che io abbia rubato le canzoni? Certo che sono delle cretine, fino a un mese fa non li conoscevano nemmeno e adesso li adorano”

Per mia fortuna le ore di lezione passarono velocemente e appena suonò la campanella mi precipitai fuori dalla classe e corsi in bagno. A casa di Nath mi ero preparata velocemente per uscire da quel “mondo rosa” e non ero riuscita a pisciare (Sempre molto delicata nd. me) (E che cosa dovevo dire: “Devo liberare il mio condotto urinario”? nd. Jodie) (Non hai tutti i torti T.T nd. me)

Mi stavo lavando le mani quando mi ritrovai sbattuta sul pavimento, appena alzai lo sguardo vidi le ragazze della mia classe.

Ragazza1:-Debrah ci ha detto quello che hai fatto ai ragazzi, non ti vergogni a mentire agli altri? Fingi di essere gentile ma in realtà sei solo un’arpia-

Due ragazze che erano dietro di lei si avvicinarono con in mano un secchio pieno d’acqua.

Jodie:-Che...che cosa volete fare?- dissi cercando di sembrare spaventata, anche se in realtà sentivo una rabbia crescermi dentro ma non potevo permettere di far scoprire il mio vero carattere.

Ragazza2:-I ragazzi sono troppo gentili per punirti ma noi non abbiamo problemi a farlo-

Prima che potessi ribatte mi rovesciarono l’acqua addosso ed io mi ritrovai bagnata dalla testa ai piedi.

Ragazza3:-Così impari brutta stronza-

Mi alzai in piedi guardando il pavimento ed uscii dal bagno senza però mai alzare lo sguardo, l’unica volta che lo alzai vidi con la coda dell’occhio Castiel che mi guardava sorpreso ma sua sorpresa aumentò quando lo fulminai con lo sguardo, ma me ne infischiai e continuai a correre fino ad arrivare alla sala delegati. Ci entrai e chiusi la porta a chiave.

Nathaniel:-Posso aiutar...Jodie ma che cosa ti è successo?- disse alzandosi dalla sedia e venendomi incontro.

Fortunatamente non c’era nessun’altro nella stanza così potei sferrare un pugno contro la parete per alleviare un po’ la rabbia ma non servii a niente.

Jodie:-Sono state quelle puttane delle miei compagne, come avevi detto tu le fan della band si sono arrabbiate-

Nathaniel:-E’ meglio se ti siedi, ti porto un asciugamano e dei vestiti puliti- disse iniziando a frugare in una sacca da ginnastica bianca e grigia che si trovava dietro la scrivania.

Mi andai a sedere sulla sedie di quella mattina e mi lasciai cadere sullo schienale esausta chiudendo gli occhi.

Nathaniel:-Tieni puoi usare questi vestiti per cambiarti-

Aprii gli occhi e vidi che aveva in mano una tuta da ginnastica rossa e un asciugamano. Appena li presi Nath si girò e mi diede le spalle, di sicuro si vergognava molto a stare nella stessa stanza di una ragazza che si stava cambiando. Scoppiai a ridere per la sua innocenza.

Jodie:-Non ti preoccupare, ci metto poco a cambiarmi-

Dovevo ammettere che chiunque fosse stato il proprietario della tuta aveva buon gusto, la maglia a maniche corte era nera, i pantaloni rossi e il golf rosso con delle strisce nere. Di sicuro era di un ragazzo perché tutto mi stava enorme: dovetti fare 5 risvolti ai pantaloni per riuscire a camminare senza inciampare, la maglia mi arrivava a metà coscia e le maniche che sarebbero dovute essere corte mi arrivavano ai gomiti, per non parlare del golf che mi arrivava fino alle ginocchia.

Jodie:-Ho finito, ora puoi girarti- dissi a Nath che era ancora girato.

Nathaniel:-Che cosa vuoi fare adesso?-

Jodie:-Non lo so, ma di sicuro non rimarrò ancora a scuola. Tanto le lezioni non le seguo mai e non ho intenzione di sopportare ancora quelle pazze fan quindi torno a casa tua-

Nathaniel:-D’accordo- disse sedendosi dietro la sua scrivania.

Lo guardai sorpresa, davvero non aveva capito che sarebbe venuto con me? Per quanto fosse intelligente in certe occasioni diventava un’idiota. Mi avvicinai alla scrivania e prendendogli un braccio lo costrinsi ad alzarsi.

Jodie:-Mi dispiace deluderti ma tu verrai con me-

Nathaniel:-Ma...-

Jodie:-Niente ma, sbaglio o sei stato tu a dirmi di volermi aiutare? Quindi ora non fare il poppante e andiamo-

Non gli lasciai il tempo di ribattere che iniziai a tirarlo fuori dalla scuola.
 


Arrivammo a casa sua in pochi minuti e decidemmo di pensare a un modo per dimostrare la mia innocenza.

Nathaniel:-Di sicuro il fatto che tu sia entrata in ritardo non facilita la situazione-

Jodie:-Così non aiuti, pensa a una maniera per far capire che non sono colpevole- dissi buttandomi sul letto a pancia in su e iniziando a muovere le gambe, finché non colpii qualcosa con piede.

Mi misi in ginocchio e tirai fuori da sotto il letto quello che avevo colpito. La “cosa” che avevo colpito era una custodia di una chitarra.

Nathaniel:-Aspetta...- disse cercando di portarmi via la custodia ma senza riuscirci.

Appena la aprii rimasi estasiata dal contenuto, dentro c’era una chitarra elettrica tutta nera con delle fiamme rosse e blu. Era a dir poco stupenda.

Jodie:-Tu suoni la chitarra?- chiesi voltandomi verso Nath che invece si era rabbuiato.

Nathaniel:-La suonavo, ora non più...-

Mi sorpresi della sua reazione, lui che sorrideva sempre ora era triste.

Jodie:-Suonala ancora-

Nathaniel:-Ti ho appena detto che no...-

Jodie:-Suonala ancora- ripetei passandogli la chitarra.

Avevo capito che c’era qualcosa di strano ma qualunque cosa fosse doveva affrontarla e il mio sesto senso mi diceva che aveva a che fare con la sua insistenza ad aiutarmi. Sapevo di essere l’ultima persona ad incitare una persona ad affrontare le proprie paure, dopotutto io nascondevo il mio carattere per paura ma proprio per questo volevo che nessun’altro provasse il mio stesso dolore.

Lentamente Nath prese la chitarra e dopo qualche minuto di silenziosi iniziò a suonare.
Non ci potevo credere, Nath suonava benissimo, in un modo a dir poco perfetto, e si vedeva che amava suonare però...però quel modo di suonare mi ricordava qualcun altro. Ma chi? Aspetta...questo modo di suonare è uguale a quello di...

Jodie:-Castiel...-

Nath smise di suonare e sulla sua faccia comparve un sorriso malinconico.

Nathaniel:-Già...io e lui suoniamo in modo simile-

Jodie:-Simile? E’ uguale, com’è possib...- in quel momento riuscii a collegare tutti i pezzi del puzzle -tu e lui eravate amici? E’ per questo che ci tenevi così tanto ad aiutarmi e poi questa mattina hai definito la band “di Castiel” di solito si dice che la band è del cantante, non del chtarrista-

Vidi Nath sospira e sedersi vicino a me appoggiando la testa sulla mia spalla.

Niente...non sentivo nulla, perché con la sua vicinanza non sentivo nulla e invece mi bastava guardare Castiel per sentirmi morire?

Nathaniel:-Castiel ed io eravamo migliori amici, l’idea di creare una band fu mia e Castiel ne fu subito entusiasto, così iniziammo a cercare dei membri e dopo qualche tempo trovammo Lys e Dake, invece per il batterista non trovammo nessuno così iniziammo a suonare solo noi quattro. Castiel non sapeva suonare la chitarra, sono stato io a insegnarglielo, è per questo che suoniamo in maniera simile.
Qualche tempo dopo si unì anche Debrah alla nostra band e lei e Castiel si misero insieme poco dopo ma- fece un gran respiro e poi continuò -ma le cose non durarono per molto.
Un giorno sentii Debrah parlare al telefono con un tizio e gli diceva che era perfetta per fare la cantante ma che il resto del gruppo non era un gran che. Quando si accorse della mia presenza ha subito provato a convincermi a sfondare insieme a lei ma quando ha capito che non lo avrei fatto è corsa da Castiel dicendo che ci avevo provato con lei subito lui le ha creduto-

Jodie:-Da quel che ho capito lei però se n’è andata, perché non avete fatto pace dopo?-

Nathaniel:-Forse perché lui credeva ancora in lei, lo dimostra il fatto che ora sono tornati insieme-

Piombo.

Ecco quello che sentivo nel cuore dopo quella affermazione, non potevo credere che dopo tutto quello che gli aveva fatto Castiel era stato così cretino da crederle.

Nathaniel:-Però sono sorpreso che tu abbia capito tutto, sei meglio di un detective- disse alzandosi e tornando a sorridere.

Jodie:-Che vuoi che ti dica, sono intelligente. Ma ora che so la storia la rabbia che provo verso quella stronza è salita, quindi dobbiamo muoverci a smascherarla- dissi saltando in piedi e dirigendomi verso la porta -Andiamo?-

Nath mi seguì e uscimmo dalla casa.

Jodie:-Adesso che facciamo?-

Nathaniel:-Facciamo la strada che porta da casa tua alla scuola sperando che qualcuno ti abbia vista- disse iniziando ad andare verso casa mia.

Passai oltre i fatto che sapesse dove fosse casa mia, perché non era proprio questo il momento.

Jodie:-In realtà ho fatto un strada più lunga, sono passata per un parco poco lontana da qui-

Ci dirigemmo verso il parco fermandoci ogni tanto a chiedere a qualcuno se mi avesse vista quella mattina ma non trovammo nessuno.

Jodie:-E’ come cercare un ago in un pagliaio- dissi arrabbiata.

Nathaniel:-Hai ragione ma continuiamo a cercare ancora un po’-

Jodie:-Comunque non è che mi insegneresti a suonare la chitarra? Ho sempre voluto imparare ma alla fine non l’ho mai fatto-

Nath sembrò rabbuiarsi ma poi tornò a sorridermi.

Nathaniel:-D’accordo ma in cambio dovrai farmi un favore-

Jodie:-Che favore?- chiesi curiosa. Mi sarei aspettata di tutta ma non che mi chiedesse un favore in cambio di lezioni.

Nathaniel:-Mi dovrai accompagnare a un parco divertimenti, mi hanno regalato due biglietti e non so con chi andarci, mi sembra un peccato sprecarli-

Jodie:-Ci sto-

Fantastico, avrei preso due piccioni con una fava: avrei imparato a suonare la chitarra e sarei andata sulle montagne russe e tutto questo...GRATIS.
Tornai a guardarmi in torno cercando qualcosa che potesse aiutarmi finché non visi quella forse sarebbe stata la mia ancora di salvezza.

Jodie:-Nath...- dissi senza distogliere lo sguardo da quello che mi avrebbe fatto provare la mia innocenza.

Nathaniel:-Si?-

Jodie:-Credo di aver trovato quello stavamo cercando- dissi indicando la mia salvezza...





Hello, gente:
Mi scuso subito per il ritardo ma essendo gli ultimi giorni la scuola mi sta massacrando (ho fatto 4 verifiche e 3 interrogazioni in due giorni) e mi scuso anche per non averdato importanze a Castiel ma questo capitolo "di passaggio" andava fatto. Almeno abbiamo capito cos'è successo tra Nath e Castiel e l'odio per Debrah è aumentato, Yheee.
Avrei un favore da chiedere, neglu ultimi due capitoli siamo arrivati a 9 commenti riusciamo ad arrivare a 10 in questo capitolo? Pleaseeee.
Che cos'è la "cosa" che salverà Jodie? E cosa succederà tra Castiel e Jodie ora che è arrivato Nath a far ingelosire Castiel? ^.^ Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Baci da ciaohello <3<3

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Capitolo 12
*** La verità ***


La verità




POV Jodie:

“Finalmente oggi succede qualcosa di buono”

Nathaniel:-Che cosa devo vedere?- chiese guardandosi intorno.

Jodie:-Ma sei cretino o cosa? Sto parlando della videocamera di sorveglianza-

Nathaniel:-Hai ragione, se sei passata di qui deve averti registrato ma- si passò una mano tra i capelli -non
credo che ci mostreranno i filmati-

Tutta la felicità che provavo fino a pochi secondi prima crollò in un istante, non ci avevo proprio pensato

“Dopotutto le registrazioni sono top secret e non credo che quel negozio faccia eccezione...” pensai sospirando.

Jodie:-E allora come facciamo?- chiesi avvicinandomi alla vetrina e guardandoci dentro.

Mi sorpresi quando vidi che era un negozio di dolci, in vetrina c’erano esposti tantissime varietà di dolci, dalla sacher al mont blanc ma quello che mi colpì maggiormente fu una torta al cioccolato a due strati, il primo strato era ricoperto da una glassa rossa mentre il secondo aveva le fragole sopra come per creare una corona.

Nathaniel:-Ti piace quella torta?- chiese risvegliandomi dalla trance in cui ero caduta guardando la torta.

Jodie:-Si, Nath visto che dobbiamo convincere i proprietari a farci vedere le registrazioni è meglio se entriamo-

Lui per tutta risposta scoppiò a ridere e si incamminò verso la porta ed io lo seguii.
Appena entrammo mi accorsi che l’arredamento era come me l’ero immaginata vedendolo dalla vetrina. Lo stile era tipicamente rustico, le pareti e i tavoli erano in legno chiaro, le finestre erano circolari con le tende rosse e il bancone dei dolci era l’unica cosa in legno scuro.
Tutto sommato era un bel posto e i colori mi piacevano molto. Ma prima che potessi dare un’altra occhiata al posto comparì davanti a noi un anziano che indossava un’uniforme da cuoco bianca e il cappello anch’esso bianco.

??:-Benvenuti, volete sed...Jodie? Sei tu piccola Jodie?- chiese avvicinandosi e prendendomi le mani.

Ero sorpresa, come faceva questo signore a conoscermi? Dovevo ammettere che aveva un’aria familiare ma proprio non mi veniva in mente dove potessi averlo già visto così guardai Nath sperando che lui ci avesse capito qualcosa ma sembrava più confuso di me e prima che potessi chiedergli qualcosa lui si mise a chiamare sua moglie, almeno credevo visto che ripeteva “tesoro” e pochi secondi dopo dalla porta dietro il bancone uscii una signore circa della stessa età dell’uomo che mi stringeva le mani. La donna indossava una gonna lunga rossa e una maglia a maniche corte rosa mentre i capelli grigi erano raccolti un una treccia.

??:-Cosa succede caro? Ma...Jodie? Piccola sei davvero tu?-

Ok, se prima ero confusa ora non ci capivo una mazza ma stare zitta non mi avrebbe aiutato a capirci qualcosa.

Jodie:-Scusate ma voi chi siete?-

??:-Ma come piccola non ti ricordi di noi? Credo che sia normale dopotutto avevi solo 5 anni l’ultima volta che ci siamo visti. Io sono Karen mentre lui è mio marito Alex-

Jodie:-5 anni? Mi sembrate familiari ma non mi ricordo do ve vi ho già visto- dissi togliendo le mani da quelle del signore che da quel che avevo capito si chiamasse Alex.

Alex:-Quando eri piccola venivi spesso nella nostra pasticceria con tua mamma e ti incantavi a guardare i dolci ma quando avevi 5 anni noi ci siamo dovuti trasferire in questa città per stare più vicino ai nostri nipotini-

Mentre Alex spiegava mi tornò in mente un giorno in cui ero uscita con la mamma a fare una passeggiata ed eravamo entrate in una pasticceria e mentre lei mi teneva in braccio e parlava con i proprietari io guardavo i dolci.

Jodie:-Voi eravate i proprietari di quella pasticceria vicino alla mia vecchia casa, ora mi ricordo! Certo che abbiamo avuto culo, vero Nath?-

Lui mi guardò come se avessi detto la cosa più strana del mondo e io non resistetti a scoppiare a ridere.

Jodie:-Cosa ti è successo? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiesi continuando a ridere.

Nathaniel:-No, ma come mai abbiamo avuto culo?-

Jodie:-Ma sei cretino o cosa? Visto che conosco i proprietari basterò chiedere che ci prestino le registrazioni-

Karen:-Piccola credo di non capire, di cosa state parlando?-

Prima di rispondere alla sua domanda mi sedetti in un tavolo vicino al bancone dei dolci e mi lasciai andare sullo schienale della sedia.

Jodie:-E’ una lunga storia quando è meglio che ci sediamo mentre mangiamo quella torta- dissi indicando la torta al cioccolato che avevo visto prima.

Karen:-Non sei cambiata per niente: ribelle e golosa. Vado a prendere la torta-

Dopo alcuni minuti Karen e Alex si sedettero vicino a me e così iniziai a raccontargli tutta la storia iniziando dal momento in cui decisi di mostrarmi gentile fino a quello che era successo a scuola però tralasciando dei dettagli come il motivo per il quale avevo nascosto il mio carattere, non potevo dirglielo, almeno non ancora visto che al tavolo c’era anche Nath.

Alex:-Ma è terribile, come si permettono di trattarti così-

Karen:-Hai perfettamente ragione ma continuo a non capire a cosa serve la registrazione della nostra videocamera di sicurezza- disse cercando di far calmare suo marito.

Nathaniel:-Ne abbiamo bisogno per dimostrare che Jodie è passata di qui mentre le lezioni era già iniziate e quindi non possa aver preso le canzoni-

Alex:-Le registrazioni sono in quella stanza- disse indicando una porta vicino al bagno -prendete tutte le registrazioni che volete-

Ringraziammo Alex e Karen ed entrammo nella stanza che era piena di CD con scritto delle date che corrispondevano al giorno filmato.

Jodie:-Chiunque pensa che i vecchi non siano tecnologici dovrebbe vedere questa stanza- dissi iniziando a cercare il CD giusto.

Dopo più di un’ora finalmente riuscimmo il CD giusto ma il quella stanza non c’era un computer dove poter guardare il filmato.

Jodie:-Rimangio tutto quello che ho detto prima, i vecchi non sono tecnologici. Come si fa a non avere un computer con tutti questi CD?-

Nathaniel:-Dovremmo usare il mio, ti fermi a dormire a casa mia?-

Sbuffai, di andare a casa non se ne parlava proprio. Non avevo voglia di sopportare la presenza di Lysandre così mi limitai ad annuire.

Dopo aver salutato Karen e Alex iniziammo a correre verso la casa di Nath il più velocemente possibile, volevo vedere quel filmato, volevo dimostrare di essere innocente e quel filmato mi avrebbe aiutato.
Appena entrammo in casa corsi in camera sua ad accendere il computer  seguita da Nath che inserii il CD.

Nathaniel:-Sei pronta?-

Jodie:-Mai stata così pronta ed ora fai partire quel cazzo di CD-

Appena il filmato partì dovemmo mandarlo andanti veloce e dopo qualche minuto vedemmo una ragazza dai capelli neri con le punte rosse e gli occhi blu che correva e l’orario che segnava la registrazione era...
8:13

Nathaniel:-Eccoti qui, ce l’abbiamo fatta. Ora passiamo dimostrare che tu non hai rubato niente-

Rimasi qualche secondo a guardare lo schermo del computer finché alla velocità della luce non presi il cellulare e scrissi un messaggio a Ken, Iris e Violet.

“Ragazzi domani venite alla sala prove prima dell’inizio delle lezioni e portate anche Castiel, Lysandre, Dake e Debrah. Convinceteli a venire, legateli se proprio volete”

Jodie:-Adesso faremo i conti puttana...-
 



POV Castiel:

Era da ore che provavamo ma avevo la testa altrove, continuavo a pensare alla piccoletta.

“Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei messo a pensare a lei però non riesco a non farlo. Però quando l’ho vista correre tutta bagnata mi sono sentito un mostro, di sicuro saranno state le nostre fan ma quando mi ha fulminato con lo sguardo ho sentito un brivido lungo la schiena”

Scossi la testa, non dovevo pensare a queste cose, dovevo pensare solo a suonare.

Debrah:-Tesoro mi hai sentita?-

Castiel:-No, scusa cosa dicevi?-

Debrah:-Stavo dicendo che oggi non sei in forma, è successo qualcosa?- mi chiese mettendomi le braccia attorno al collo.

Castiel:-Niente di speciale-

“Già a parte il fatto che non riesco a smettere di pensare alla piccoletta” pensai staccandomi Debrah di dosso, non avevo nessuno voglia di avercela appiccicata e la anticipai prima che lei potesse attaccarsi di nuovo a me.

Castiel:-Continuiamo le prove-

I ragazzi annuirono e Debrah tornò a sedersi vicino a Iris e Violet che ormai guardavano ogni nostra singola prova ma prima che potessimo suonare una sola nota dei telefoni iniziarono a suonare.

Dake:-Di chi sono i telefoni?-

Iris, Violet e Ken alzarono la mano prendendo il cellulare e guardando quello che a mio parere doveva essere un messaggio.

Ken:Ragazzi diciamo la verità, oggi facciamo schifo è meglio se riprendiamo domani prima delle lezioni- disse iniziando a mettere via le sue cose.

Castiel:-Cosa? Non te ne puoi andare-

Dake:-Ken ha ragione, oggi non riusciamo a suonare è meglio se riprendiamo domani-

Sbuffai, avevano ragione e io volevo andare a casa.

Castiel:-D’accordo, ci vediamo domani mattina prima dell’inizio delle lezioni-

Debrah:-Amore torniamo a casa insieme?- disse attaccandosi al mio braccio ma io la allontanai e rimisi via
la chitarra velocemente.

Castiel:-Mi spiace ma devo fare delle cose- dissi uscendo dalla porta.
 

Appena arrivai a casa fui travolto da Demon che mi saltò addosso leccandomi la faccia.

Castiel:-Ho capito, ho capito ora però lasciami che ti do da mangiare-

Appena sentii la parola “mangiare” si staccò subito e corse verso la ciotola del cibo. Mi alzai dal pavimento e presi i suoi croccantini preferiti e glieli misi nella ciotola.

Castiel:-Io vado a letto, domani devo provare prima delle lezioni quindi mi devo svegliare prima del previsto- dissi accarezzandogli la testa mentre mangiava i croccantini.

Mi diressi in camera mia e mi buttai sul letto, addormentandomi subito.
 

Dovetti aprire gli occhi perché sentii un peso sullo stomaco e appena riuscii a mettere a fuoco l’immagine vidi Demon sdraiato sulla mia pancia che mi guardava.

Castiel:-Adesso ti porto a spasso, però ti devi alzare-

Demon si alzò e iniziò a scodinzolare e così fui costretto ad alzarmi e in meno di 10 minuti ero pronto sulla porta con Demon al guinzaglio.
Decisi di portarlo al solito parco e appena arrivammo iniziò a tirare, così lo seguii e mi portò in una parte d’erba in cui non ero mai stato e dovevo ammettere che era stupendo. Però Demon sembrava non pensarla come me perché continuava a guardarsi intorno e alla fine si sdraiò per terra.

Castiel:-Che ti succede? Di solito corri ovunque, non è che è qui che incontravi un tuo amico?- dissi guardandomi in giro -però sembra che oggi non ci sia-

Provai a farlo giocare tirandogli un bastone o una pallina ma nulla sembrava interessante così decisi di riportarlo a casa visto che dovevo anche andare a scuola.
Dopo quasi mezz’ora ero davanti alla scuola ad aspettare gli altri che non tardarono ad arrivare.

Castiel:-Finalmente siete arrivati, muoviamoci oppure non riusciremo a recuperare il tempo perso-

Lysandre:-Che succede Cass? Sei più nervoso del solito-

Non risposi e mi incamminai verso la sala prove seguito dagl’altri soprattutto da Ken e le amiche della piccoletta che mi stavano alle costole.

“Ma cos’è oggi? Il giorno delle stranezze? Prima Demon che si deprime e adesso loro che sembrano la mia ombra” pensai aprendo la porta della sala e mi sorpresi di quello che vidi.

La piccoletta era seduta sul tavolo con le gambe a penzoloni con le braccia conserte. Indossava una maglia a maniche corte azzurra e dei jeans a pinocchietto e i capelli erano legati in una coda alta.

Jodie:-Ciao- disse scendendo dal tavolo.

Debrah:-Che ci fai qui? Rubavi altre canzoni?-

Jodie:-Io non ho rubato niente e qui ho le prove- disse indicando un computer vicino a lei.

Castiel:-Sei coraggiosa piccoletta-

Mi aspettavo tutto tranne che questo. Quando abbiamo scoperto che aveva rubato le nostre canzoni mi sarei aspettata che chiedesse aiuto ai suoi amici per convincerci del contrario ma lei non si è avvicinata a loro neanche una volta e ci ha portato le prove della sua innocenza.
Ero colpito.

Ken:-Che cosa c’è nel computer?- chiese sorridendo.

Jodie:Vi faccio vedere- disse accendendo il computer e facendo partire una registrazione di una via.

Debrah:-Che cosa dovrebbe dimostrare? E’ solo una strada-

Stavo per ribattere anch’io quando nel video si vide Jodie che correva.

Jodie:-Questa è una registrazione del giorno in cui avrei “rubato” le vostre canzoni ma non ci sarei mai riuscita visto che ero in ritardo e questo video mostra che io lo ero davvero perché se vede l’ora indicata sullo schermo sono le 8:13 e ci vogliono 10 minuti per arrivare da lì alla scuola quindi sono innocente-

Iris e Violet corsero ad abbracciarla con le lacrime agli occhi.

Lysandre:-Scusaci Jodie per non averti creduto-

Jodie:-Non è successo niente, l’importante è che abbiate capito, vero Debrah?- chiese sorridendo ma avrei giurato che in quella frase avesse sfidato Debrah.

Debrah:-Hai ragione ma ora i ragazzi devono provare quindi è meglio sederci-

Le ragazze si sedettero senza che Violet ed Iris si staccassero dalla piccoletta e noi iniziammo a suonare però a differenza del giorno prima questa volta suonammo in modo perfetto.





Hello, gente:
Inizio subito scusandomi per il piccolo ritardo, questo week-end sono stata male così visto che oggi ero a casa malata mi sono messa a scrivere e mi dispiace se questo capitolo non è un gran che ma il scrivere con il mal di testa non è il massimo ma l'ho fatto volentieri per le persone che seguono la mia storia.
Nel prossimo capitolo si vedrà la gelosia di Castiel...non vi dico nient'altro XD
Baci da ciaohello <3<3

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Capitolo 13
*** Appuntamento al luna-park ***


Appuntamento al luna-park




POV Jodie:

Era passata una settimana da quando ero tornata a stare con i ragazzi e anche se il mio piano per far capire la mia innocenza era finito passavo molto tempo con Nath, oltre al fatto che mi divertivo molto a prenderlo in giro dovevamo ancora organizzare l’uscita al parco divertimenti.
L’idea di andare a più di 100 Km orari mi faceva impazzire, le montagne russe erano sempre state le mie attrazioni preferite ma come tutti immaginano alle “brave ragazze” non piacciono quel tipo di attrazione.

La campanella suonò la fine delle lezioni.

Jodie:-Finalmente sono finite, un altro minuto e sarei impazzita-

Iris:-Hai ragione, l’ora di italiano è la più noiosa-

Violet:-Ma cosa dite ragazze? L’argomento che abbiamo fatto oggi è stato interessantissimo-

Io e Iris ci guardammo un attimo prima di scoppiare a ridere, Violet era la tipica ragazza a cui piaceva studiare.

Jodie:-Adesso che abbiamo sentito l’opinione della secchiona andiamo alle prove dei ragazzi-

Insieme ci dirigemmo verso la sala prove, quel giorno non avrei voluto andare a sentire i ragazzi avrei preferito tornare a casa a farmi una bella dormita ma non potevo mancare a un prova, da quando Debrah mi aveva incolpati di aver rubato le canzoni non mi perdevo una prova.
Appena entrammo vedemmo che i ragazzi erano già presenti e c’era anche quella stupida oca attaccata a Castiel, la ignorai come facevo tutti i giorni ma la voglia di saltarle addosso e strangolarla aumentava ogni minuto di più.

Ken:-Salve ragazze, ora che siete arrivate possiamo iniziare a suonare- disse avvicinandosi a Iris dandole un bacio sulle labbra.

Dopo i saluti e le effusioni di Irsi e Ken i ragazzi iniziarono a suonare. Mentre suonavano non riuscivo  a smettere di guardare Castiel, da quando avevamo sistemato le cose non ci eravamo ancora rivolti la parola. Sospirai e tirai fuori il cellulare cercando di distrarmi. Le ora passarono velocemente e le prove finirono poco prima del tramonto.

Lysandre:-Bene ragazzi per oggi abbiamo finito, visto che domani è sabato vi va di andare a provare a casa
di Castiel?-

Castiel:-Perché proprio a casa mia?-

Dake:-Non fare così, la tua casa è quella più grande quindi non ti lamentare-

Tutti i ragazzi si unirono per convincere il pomodoro e alla fine lui cedette. Anch’io era entusiasta all’idea di andare a casa sua, un po’ per vedere com’era e un po’ per rivedere Demon che non vedevo da giorni ma poi mi ricordai che quel giorno dovevo andare al luna-park con Nath.

Jodie:-Mi spiace ragazzi ma io domani non posso venire-

Tutti si girarono verso di me e m guardavano confusi finché Iris e Violet non si ricordarono del mio “appuntamento” se così lo vogliamo chiamare.

Violet:-E’ vero ci avevi detto che uscivi con Nath-

Jodie:-Esatto e ora sarà meglio che vada, ci sentiamo domani- dissi prendendo lo zaino e dirigendomi verso la porta.

Iris:-Va bene e divertiti domani- disse iniziando a ridacchiare mentre io uscivo dalla stanza.

Appena richiusi la porta dietro le spalle soffocai una risata per la faccia che aveva fatto Castiel appena aveva saputo che uscivo con Nath, avevo capito che in qualche modo lo incuriosivo anche se non ci eravamo parlati e dovevo ammettere che vederlo così mi divertiva parecchio.


Appena arrivai casa aprii l’armadio e iniziai a scegliere i vestiti per il giorno seguente e alla fine optai per dei pantaloncini corti neri, una canottiera rossa e degli stivali neri che mi arrivavano sotto le ginocchia. Per mia fortuna Nath mi aveva detto che il luna-park era a due ore di treno e potevo vestirmi come volevo visto che non mi avrebbe riconosciuto nessuno.

Jodie:- Finalmente ho finito-

Mi buttai sul letto e in pochi secondi mi addormentai.


Alle 6 del mattina la mia sveglia suonò e per lla prima volta in vita mia non dovetti impormi di alzarmi ma lo feci con felicità. In meno di mezz’ora ero davanti alla stazione dove mi sarei trovata con Nath.

Nathaniel:-Eccomi Jodie, sei pronta per una giornata al luna-park?- mi chiese facendomi l’occhiolino.

Jodie:-Scherzi vero? Come potrei non essere pronta ad andare a 150 km all’ora?- dimmi prendendogli la mano ed iniziando a correre verso il nostro treno.

Era da quando vivevo ancora con la mamma che non andavo al luna-park e per quel giorno sarei tornata bambina e mi sarei lasciata andare dopotutto nessuno mi conosceva quindi potevo rilassarmi.
Per tutto il viaggio in treno guardavo il paesaggio fuori dal finestrino mentre Nath continuava a parlarmi di non so cosa, va bene che ero felice di andare sulle montagne russe ma dall’essere felice all’ascoltarlo mentre parla di cose noiose c’era una fossa. Così dopo due ore arrivammo a destinazione e per nostra fortuna il parco divertimenti era proprio davanti alla stazione.

Appena entrammo nel parco portai Nath sulle montagne russe più veloci che c’erano e poi per tutte le altre ignorando le sue lamentele per la velocità. Continuava a tirarlo per la mano quando alla fine per disperazione mi offrì un pranzo per cercare di calamarmi e io accettai subito, tutti quei giri sulle montagne russe mi avevano stancata e non c’era niente di meglio che un buon piatto di pasta per farmi tornare in forza.
Mentre pranzavamo non smettevo un attimo di ridere, non sapevo perché ma quel posto mi ricordava molto il giorno che avevo passato da piccola con mia madre e mio padre e questo mi faceva sorridere.

Nathaniel:-Oggi sorridi molto di più-

Jodie:-E la cosa ti da fastidio?- gli chiesi mentre bevevo un sorso del mio tè freddo.

Nathaniel:-No per niente, mi stavo solo chiedendo come mai non mostri il tuo carattere secondo me è
migliore di quello che mostri, forse non molto educato ma di sicuro migliore-

Lo guardai per un secondo sorpresa per poi riconcentrarmi sulla mia bibita e giocare con la cannuccia.

Jodie:-E’ una lunga storie e...non voglio rovinare questa giornata quindi non pensiamoci-

Senza chiedermi nulla si limitò ad annuire e a cambiare discorso. Ecco un altro motivo per cui Nath mi stava simpatico, non chiedeva mai niente di personale, di sicuro un’altra persona mi avrebbe fatto mille domande invece lui no, invidiavo quella parte che non si preoccupava dei giudizi altri. Scossi la testa e tornai a concentrarmi sul discorso di Nath in cui mi supplicava di andare su attrazioni più...lente, avrei voluto mandarlo a quel paese solo per averlo pensato ma dopo averci pensato per un po’ decisi di accettare dopotutto gli dovevo molto e questo era un modo per sdebitarmi.
Appena uscimmo dal ristorante fu Nath a prendermi la mano e iniziare a correre verso la giostra successiva.




POV Castiel:

Quella notte non ero riuscito a dormire, ogni volta che stavo per addormentarmi mi veniva in mente l’immagine della piccoletta insieme a quel perfettino e tutto il sonno svaniva così alle 5 e mezza del mattino decisi di alzarmi e mettendomi una semplice tuta da jogging portai fuori Demon.

Dopo averlo portato al parco decisi di fare un giro per il centro della città, mi piaceva girare per le strade deserte e a quell’ora non c’era quasi nessuno così prima che potessi accorgermene ero arrivato fino alla stazione, stavo per andarmene quando la vidi. La piccoletta era appoggiata a un muro mentre si guardava intorno come se stesse cerando qualcuno ma la cosa che mi colpì di più furono i vestiti: aveva dei pantaloncini neri molto aderenti che non lasciavano spazio all’immaginazione, una canottiera rossa con la scollatura a V e degli stivali neri lucidi col tacco che le facevano risaltare di più le gambe.
Vederla vestita in quel modo mi aveva stupito ma lo stupore si trasformò in rabbia quando vidi arrivare il perfettino anche se non ne capivo il perché dopotutto sapevo che avevano un appuntamento ma tra sapere e vedere c’era sempre stata una grossa differenza.

Non seppi neanche io il perché ma quando vidi la piccoletta prenderlo per mano e poi correre dentro la stazione li seguii, per tutto il viaggio il Signor Perfettino parlava ma la piccoletta non lo ascoltava e continuava a guardare fuori dalla finestra e questo mi fece calmare un po’ ma non dirò a lungo perché quando scesero dal treno la piccoletta lo prese per mano e corse a fare la fila per una montagna russa.
Per tutto il giorno corsero da una giostra all’altra senza fermarsi e mi stupii di vedere che tutte le attrazioni erano montagne russo o qualsiasi altra attrazione andasse a più di 100 km orari ma la cosa che mi scioccò di più fu l’atteggiamento della piccoletta: non smetteva un secondo di ridere ma non era quella risata fastidiosa che faceva tutti i giorni quella era una risata vera e molto spesso era causata da una figuraccia del perfettino e la cosa che mi colpì di più era che la piccoletta lo sfotteva alla grande e riusciva a farlo salire sulle giostre che voleva lei.

Dopo che entrarono in un ristorante decisi di smettere di seguirli, un po’ perché se fosse entrato mi avrebbero visto e un po’ perché iniziavo e sentirmi penoso a seguirli così decisi di tornare a casa.

“Ma poi perché mi importa così tanto con chi esce quella piccoletta mica sono innamorato di lei...” alzai la testa di scatto per poi scuoterla, non ero innamorato di lei...




POV Jodie:

Mi stiracchiai mentre camminavo, ormai era il tramonto e avevo passato una giornata stupenda, anche se il pomeriggio era stato meno emozionante dovevo ammettere che mi ero divertita un sacco.

Jodie:-E’ tardi che ne dici di mangiare una pizza prima di tornare a casa?-

Nathaniel:-Per me va benissimo e fammi indovinare, devo pagare io-

Jodie:-Esattamente, vedo che stai imparando a conoscermi-

Lo vidi sospirare e aprire la bocca per ribattere ma io lo fermai prima perché avevo sentito una voce conosciuta e odiata così lo presi per la camicia e mi avvicinai a un cespuglio lì vicino nascondendomi dentro.

Nathaniel:-Ma che co...- non lo lasciai finire che gli tappai la bocca con la mano mentre con l’altra gli indicai una figura poco più avanti e appena si girò anche lui vide la stupida gallina parlare al telefono.

Debrah:-Si,si ti ho già detto che riuscirò a portare Castiel in America-

Appena sentii quella frase mi sporsi in avanti per ascoltare meglio, non capivo quello che stesse dicendo ma il mio sesto senso mi diceva che centrava con il suo ritorno.

Jodie:-Presto Nath passami il cellulare, muoviti- gli dissi sotto voce per non farmi sentire e lui intuendo il mio pensiero mi passò il telefono.

Pochi secondi dopo stavo riprendendo le conversazione di Debrah.

Debrah:-Te l’ho già detto che sono tornata qui solo per convincere Castiel a lasciare quegli sfigati e unirsi alla nostra band-

La conversazione durò ancora un po’ e si smaschererò con  le proprie mani e la parte migliore era che non se ne accorgeva nemmeno.

Jodie:-Cara la mia puttana ora sei nelle mie mani...-





Hello, gente:
*si inchina* perdonatemi per questo ritardo ma sono stata colpita da una malattia che prima o poi ci colpisce tutti...la prigrizia XD e sembra che io sia il suo persaglio preferito ma oggi mi sono impegnata e all'alba delle tre del mattino mi sono messa a scrivere e ora il capitolo è pronto.
In realtà oggi ho voluto postare perché....*rullo di tamburi* E' IL MIO COMPLEANNO!!!!! XD
Ho voluto festeggiare con questo capitolo e avrei voluto iniziare anche una nuova storia ma dovrò rimandare alla settima prossima e vi consiglio di prestare attenzione perché sarà la mia migliore storia di sempre.
Al prossimo capitolo e alla prossima storia.
Baci da ciaohello <3<3

 

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Capitolo 14
*** Dolce vendetta ***


Dolce vendetta




POV Jodie:

Jodie:-Secondo voi come potremmo usare questa registrazione?- chiedo sventolando il CD si cui ho masterizzato il video fatto con il cellulare di Nath.

Violet:-Secondo me dovremmo farlo vedere subito ai ragazzi-

Ken:-Stai scherzando? Ora che abbiamo quel video possiamo ricattare Debrah-

Guardai la scena che mi si presentò d'avanti: Ken continuava a gesticolare per convincerci a ricattare Debrah, Iris stava cercando in tutti i modi di calmarlo, Violet sembrava assorta nei suoi pensieri mentre Nath scriveva al computer.
Mi sporsi un po' per vedere cosa faceva Nath e vedi che stava sistemando un programma e il titolo era..."Assemblea degli studenti".

Jodie:-Che cos'è Nath?-

Nathaniel:-E' l'assemblea degli studenti che si terrà domani, i professori mi hanno chiesto di organizzarla-

In quel momenti mi venne in mente un'idea...e che idea.

Jodie:-E ci saranno tutti gli studenti?-

Nathaniel:-Certamente, tutti gli studenti sono obbligati a partecipare, ma come mai tutto questo interesse?- mi disse alzando lo sguardo dal computer per guardarmi. Di sicuro non si aspettava tanto interesse da parte mia.

Misi le gambe sul tavolo e iniziai a dondolarmi sulla sedia su cui ero seduta.

Jodie:-Violet ha perfettamente ragione, bisogna mostrare il video ai ragazzi ma proprio a TUTTI i ragazzi...di questa scuola, si intende-

I ragazzi mi guardarono stupiti come se avessi annunciato la terza guerra mondiale, ma dopo qualche minuto si ripresero.

Iris:-E come intendo mostrarlo a tut...- non finì la frase che si zittì, forse aveva capito il mio piano e come lei lo avevano capito anche gli altri.

Nathaniel:-Jodie non credo che potrà funzionare-

Jodie:-Perché? Perché non potrebbe funzionare? Voglio che quella stronza se ne vada da questa scuola e non inganni più nessuno, è sbagliato pensarla così? Voglio vendicarmi per quello che mi ha fatto e se non sei d'accordo puoi anche non aiutare- dissi tutto d'un fiato.

Mi ritrovai tutti che mi guardavano scioccati per le mie parole ma non mi importava, era quello che pensavo e se Nath non ci avrebbe aiutato avremmo fatto tutto da soli.

Nathaniel:-Va bene- disse scuotendo la testa rassegnato ma si vedeva che stava sorridendo -durante l'assemblea verrà mostrato un video sui vari club, mostreremo il video alla fine come gran finale-

Il resto del pomeriggio lo passammo a sistemare gli ultimi dettagli per il piano del giorno dopo, fortunatamente quel giorno non c'erano le prove della band così potevamo fare con calma.



La mattina successiva eravamo i primi ad essere entrati nella palestra dove ci sarebbe stata l'assemblea.

Castiel:-Che noia, le assemblee sono sempre noiose-

Debrah:-Hai proprio ragione, speriamo che finisca presto-

Jodie:-Qualcosa mi dice che non sarà tanto noiosa- sussurrai per non farmi sentire.

Qualche minuto dopo le luci si abbassarono e la preside fece la sua comparsa sul palcoscenico allestito per l'occasione. Ogni volta che la vedevo mi convincevo sempre di più che fosse una bomboniera, era sempre vestita di rosa.

Preside:-Salve a tutti ragazzi, come ogni assemblea parleremo dei vari club scolastici-

L'assemblea era più noiosa di quel che mi aspettassi, mi sarei volentieri addormentata se non fosse che il mio video stava per vedersi. Dopo che noiosissimi club fecero vedere il loro video la preside tornò sul palco chiedendo di riaccendere le luci ma non successe niente.
Tutti gli alunni iniziarono a guardarsi in giro per capire cosa stesse succedendo, io non ne avevo bisogno, sapevo perfettamente quello che sarebbe successo infatti pochi secondi dopo comparì il video di Debrah sullo schermo.

Mi guardai un po' in giro per vedere le facce dei ragazzi e ognuno aveva un'espressione diversa ma quella che più mi colpì fu quella di Castiel: aveva gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta.
Appena il video finisce Castiel si alza di scatto dalla sedia e la sua espressione stupita di prima si era trasformata in pura rabbia.

Castiel:-CHE CAZZO ERA QUELLO?!?! Tu sei venuta qui solo per convincermi ad abbandonare i miei amici come hai fatto tu anni fa, sei una stronza, una puttana
e una bastarda-

Debrah:-Castiel...- cercò di dire ma fu fermata dalla furia del pomodoro.

Castiel:-Castiel niente!! Sei solo un'opportunista, mi fa schifo il fatto di essermi avvicinato di nuovo a te, mi fai pena- disse prima di uscire dalla palestra
sbattendo la porta.

Tutti i presenti stavano guardando Debrah che invece non mosse un muscolo per alcuni minuti per poi dirigersi verso l'uscita secondaria borbottando parolacce...tutto come previsto.
Appena aprì la porta le cadde addosso un secchio che la sporcò dalla testa ai piedi, quella scena scatenò una risata generale. Gli unici che non ridevano erano Violet, Iris e Nath che si girarono verso di me e Ken che ridevamo come matti.

Ken:-Non ci posso credere, è andato tutto come avevi previsto-

Jodie:-Te l'avevo detto ma la scena è stata più esilerante del previsto- dissi tenendomi la pancia che aveva iniziato a farmi male per le troppo risate.

Nathaniel:-Si può sapere che cosa cavolo avete fatto?-

Io e Ken ci guardammo negli occhi per poi girarci verso Nath cercando di smettere di ridere...impresa impossibile.

Jodie:-Non abbiamo fatto proprio niente, ho solo pensato che Ken si sarebbe sentito triste visto che avevamo bocciato la sua idea di ricattare Debrah così abbiamo pensato a questa piccola vendetta-

Iris:-Ma si può sapere che cosa c'era in quel secchio?-

Il mio migliore amico ed io ci girammo verso la porta dove ormai era rimasta solo una chiazza marroncina e poi rispondemmo all'unisono "caramello" come se fosse la cosa più normale del mondo.
Nath ci guardava con la bocca aperta mentre Iris e Violet scoppiarono a ridere seguite subito da me. Forse avevamo esagerato ma la scena di quella stronza tutta sporca di caramello sarebbe rimasta nella mia mente per tutta la vita.

Violet:-Jodie ora però devi andare a cercarlo- disse diventando seria.

Jodie:-Che intendi dire?- chiedo non capendo a cosa si stesse riferendo.

Iris:-Vai a cercare Castiel, muoviti-

Guardai stupita le miei amiche ma poi decidi di andare, uscire dalla palestra non fu molto difficile visto che tutti i professori stavano cercando di far calmare gli alunni e farli tornare nelle loro classi. Sapevo benissimo dove andare a cercare, una volta Lysandre mi aveva detto che ogni volta che Castiel si sentiva solo andava sempre nello stesso posto ed era quella la mia destinazione...
 



POV Castiel:

Non ci potevo credere, non riuscivo a credere a quello che avevo sentito. Debrah mi aveva ingannato...di nuovo.
Guardai la vista che mi si parava davanti, dal tetto si riusciva a vedere tutto il giardino e qualche casa fuori dalla scuola. Quel paesaggio riuscì a calmarmi almeno in parte la mia arrabbiatura. Come potevo aver creduto a Debrah dopo quello che mi aveva fatto anni prima?

Castiel:-Sono un'idiota...-

Jodie:-Non sei un'idiota-

Mi girai e vidi la piccoletta guardarmi dalla porta che conduce al tetto.

Jodie:-Forse un po' ingenuo ma idiota no- disse avvicinandosi e sedendosi vicino a me.

Castiel:-Come ho fatto a crederle?- domandai più a me stesso che a lei.

In una situazione normale l'avrei mandata via ma in quel momento avevo  bisogno di sfogarmi con qualcuno.

Jodie:-E' normale credere ciecamente in una persona quando si è innamorati, non puoi sentirti in colpa sarebbe potuto succedere a tutti- mi disse continuando a sorridere ma senza smettere di guardare il panorama.

Non risposi a quell'affermazione ma mi venne il dubbio che io non fossi veramente innamorato di Debrah, certo ci avevo fatto sesso ma niente di più. Quando l'avevo rivista non sentii le stesse emozioni che provavo due anni fa.

Castiel:-Sono rimasto sorpreso di vedere la sua cattiveria, non me lo sarei mai aspettato-

Jodie:-Nessuno mostra il proprio carattere al 100% ognuno ne nasconde una parte per motivi differenti, è impossibile conoscere veramente una persona, almeno io la penso così-

Non si era girata verso di me ma avevo visto che aveva smesso di sorridere. Passarono diverse ore e alla fine decisi di rompere quel silenzio perché mi stava facendo impazzire e dicisi di prenderla un po' in giro.

Castiel:-Quindi anche tu nascondi parte il tuo carattere?- le chiesi ghignando pensando alle sue possibili reazione.

Jodie:-Certamente- mi disse tranquillamente sorprendendomi.

Le stavo per rispondere ma la campanella di fine lezioni mi precedette.

Jodie:-Ora devo proprio andare, ho promesso a Iris e Violet di andare con loro a fare shopping- disse alzandosi.

Si sistemò i pantaloni neri e la maglietta bianca e poi si incamminò verso la porta.

Jodie:-Stai su col morale Castiel- mi disse prima di chiudere la porta.




Hello, gente:
La vendetta è un piatto che va servito fretto (o col caramello XD) spero che vi sia piaciuta la vendetta di Jodie, mi dispice di non aver fatto un capitolo molto lungo ma ho dovuto concentrarmi su...*rullo di tamburi*...LA MIA NUOVA STORIA!!! *applauso*
Esattamente, ieri ho postato il primo capitolo della mia nuova storia che si chiama "Hai mai ucciso per amore?" non pensate male non è una storia lugubre ma è piuttosto originale perché...è ambientata nelle epoca Sengoku.
Non vi dico più niente e vi chiedo di leggerela, mi fareste molto felice (e magari commentarla) ma non vi preoccupate questa storia la continuerò regolarmente.
Baci da ciaohello <3<3

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Capitolo 15
*** Una cenerentola con le corna ***


Una cenerentola con le corna




POV Jodie:

Sbuffai per spostandomi una ciocca di capelli che avevo sul viso e anche un po’ per stanchezza, ormai era più di un’ora che Violet e Iris parlavano della imminente festa in maschera di quella sera.

Erano passati due mesi dall’assemblea degli studenti e tutto era tornato normale senza quella Debrah, anche se una cosa era cambiata. Castiel tentava sempre di continuare il discorso che avevamo fatto sul tetto ma ogni volta che lo faceva riuscivo a trovare una buona scusa per andarmene.
Mi piaceva il fatto che Castiel continuasse a cercarmi ma la parte migliore era che ogni volta che non riusciva a ottenere le risposte che cercava si arrabbiava ed era esilarante vedere le sue sfuriate, anche se tentava di nasconderle.

Iris:-Allora? Che cosa ne pensi, Jodie?-

Jodie:-Cosa?- chiesi non avendo ascoltato la conversazione perché troppo immersa nei miei pensieri.

Violet:-Iris ti ha chiesto se ti andava di andare a casa sua prima della festa per vestirsi-

Jodie:-Per me va bene ma vorrei tanto sapere da cosa mi vestirò- dissi lanciando un’occhiataccia a Violet.

Violet aveva promesso che avrebbe fatto lei il mio costume e quello di Iris visto che era una patita di moda ma non ci aveva detto che cosa avremmo indossato. Come io sviavo le domande di Castiel lei era capace di fare la stessa cosa con me, si vedeva che ci teneva molto alla festa ma io odiavo non sapere qualcosa e dovevo ammettere, controvoglia, che lei riusciva benissimo a tenermi tutto all’oscuro.

Iris:-Ti devi arrendere Jodie, non sapremo come ci vestiremo fino a questa sera-

Jodie:-Non è giusto comunque ora me ne vado, ho una lezione con Nath-

Salutai Iris e Violet e mi diressi verso la casa di Nath. In quei due mesi avevo iniziato a fare a fare lezioni di chitarra con lui ed ero veramente brava, sfortunatamente Nath viveva con quella reginetta di Ambra e per fare lezioni senza di lei tra i piedi dovevamo vederci subito dopo la scuola mentre lei era fuori con quelle oche che la seguivano sempre.

Appena arrivai davanti a casa sua suonai il campanello e in meno di un minuto la porta si aprì e vidi Nath con dei pantaloni della tuta, delle scarpe da ginnastica bianche e la sua solita maglia giallo fosforescente che faceva a pugni con il buon gusto.

Jodie:-Non importa quanto tempo passi ma tu avrei sempre un pessimo gusto in fatto di vestiti-

Nathaniel:-Ti ricordo che sono il tuo insegnate e dovresti portarmi rispetto  e...-

Jodie:-E non dovrei prenderti ingiro e  bla bla bla...- risposi conoscendo già la frase.

Da quando avevamo iniziato le lezioni di chitarra quella era diventata la nostra routine: un mio insulto sul suo pessimo gusto nel vestire, la sua ramanzina sul rispetto e il mio interromperlo.
Lanciai la borsa per terra e mi buttai sul suo letto come se fosse stata casa mia visto che ormai conoscevo tutta la casa a memoria e ero stata in tutte le stanza, escluso il bagno di sua sorella da cui mi ero sempre tenuta a debita distanza.

Jodie:-Oggi che cosa faremo di bello?-

Nathaniel:-Continueremo quello che stavamo facendo ieri, una scala-

Sbuffai contrariata, avevo imparato a fare solo delle scale i vari accordi, niente di più ma Nath si era rifiutato di insegnarmi delle canzoni finché non avrei imparato gli accordi a memoria.
La lezione continuò per un paio d’ore e poi me ne andai perché da lì a poco sarebbero tornati i genitori di Nath e sua sorella ed io dovevo andare a casa di Violet. Anche se non volevo darlo a vedere ero molto curiosa di sapere che vestito mi aveva preparato.

Ci misi un’ora per arrivare a casa di Violet visto che abitava dall’altra parte della città e gli autobus non passavano così spesso.

Iris:-Finalmente sei arrivata, io e Violet ci siamo già vestite- disse aprendo la porta.

Rimasi sorpresa di vederla già vestita: aveva de leggins neri, una maglia blu scuro a cui era cucito un
mantello del medesimo colore, delle scarpe col tacco e un cappello da strega. Era veramente bella.

Jodie:-Hei streghetta mi fai accomodare o no?-

Iris si spostò per farmi entrare e mi mostrò dove fosse la sua stanza, appena entrata vidi Violet vestita con abito azzurro e pieno di fronzoli delle scarpe con tacco e una tiara culla testa.

Jodie:-La strega e la principessa non mi hanno aspettato, che cattive- le presi ingiro sedendomi sul letto.

Violet:-E adesso tocca a te ma sarà una sorpresa fino alla fine-

Prima che potessi dire qualcosa Iris mi bendò gli occhi e iniziarono a vestirmi loro. Era veramente imbarazzante ma scappare non sarebbe servito a nulla, anche perché ci avevo già provato. Pochi minuti dopo mi tolsero la benda senza però farmi aprire gli occhi ed iniziarono a truccarmi.

Violet:-Ora puoi aprire gli occhi-

Rimasi scioccata da quello che vidi, non sembravo nemmeno io: avevo una gonna nera aderente, una maglia nera che metteva in risalto il seno, degli stivali del medesimo colore ma la cosa più sorprendente è che dietro la schiena avevo delle ali nere come la pece e sulla testa delle corna.

Violet:-Ti piace?-

Annuì incapace di parlare, non riuscivo a far altro che guardare il mio riflesso nello specchio.

Iris:-Guardati i capelli-

Feci come mi aveva detto e notai che erano neri...tutti neri. Le punte rosse erano sparite del tutto.

Iris:-Ti abbiamo tinto i capelli con dello sprai per i capelli, basta lavarli per farli tornare normale e adesso il tocco finale- disse passandomi delle lenti a contato.

Me le misi e i miei occhi blu diventarono  rossi come lo erano i miei capelli.

Violet:-Ho pensato che volessi divertirti a questa festa così ti ho fatto questo vestito in modo che nessuno ti riconosca-

Jodie:-Hai fatto un capolavoro e adesso andiamo alla festa oppure arriveremo in ritardo-

Fortunatamente le mamma di Iris ci accompagnò alla festa e non smise un attimo di farci i complimenti sui vestiti.
Appena arrivammo mi separai da Iris e Violet per non essere riconosciuta dai nostri amici ed andai a prendere da bere.

Dovevo ammettere che la festa era stupenda, la palestra della scuola era stata decorata con dei nastri e dei palloncini, dal soffitto scendeva una sfera stroboscopica ed era stato allestito un palco dove suonava una band.

??:-Hei, sei da sola?-

Mi girai di scatto riconoscendo quella voce e rimasi incantata. Castiel era vestito da vampiro con tanto di mantello nero e canini.

Jodie:-Già, sono sola soletta- dissi tentando di parlare con una voce più bassa per non farmi riconoscere e dovevo ammettere che come attrice ero piuttosto brava visto che sembrava non sospettare nulla.

Castiel:-Potremmo passare la serata insieme, sono Castiel e tu?-

Mi irrigidì un secondo pensano a un nome da dire ma poi mi venne in mente un’idea che mi avrebbe fatto divertire.

Jodie:-Non si vede? Sono una diavoletta ma se mi inviti a ballare potrei dirti il mio nome-

Castiel:-Interessante...- disse prendendomi la mano e portandomi sulla pista da ballo.

Visto che non mi aveva riconosciuta potevo tranquillamente lasciarmi andare e quando lo avevo visto con quel costume addosso avevo avuto la voglia irrefrenabile di provarci.
Ballammo per diversi minuti finché non misero un lento e allacciai le braccia dietro il suo collo mentre Castiel mi stringeva la vita. Era la prima volta che stavamo così vicini e senza accorgermene chiusi gli occhi ma fui costretta a riaprirli quando sentii qualcosa sulla bocca.

Castiel mi stava baciando!

Non ci potevo credere a quello che stava succedendo. Ero scioccata ma chiusi gli occhi per godermi il momento e quando sentii la lingua di Castiel sulle labbra aprii la bocca così che il bacio diventasse più passionale. Sentire la lingua dentro la sua bocca era una sensazione stupenda.

Continuammo a baciarci per minuti, ore...ormai non lo sapevo più e neanche mi importava finché Castiel non si allontanò un po’ continuando a stringermi.

Castiel:-Ti va di bere qualcosa?-

Annuì incapace di parlare e lo vidi allontanarsi verso il tavolo delle bibite. Mi allontanai dalla pista da ballo e vidi l’orologio della palestra.

Cazzo, era già mezzanotte.

Dovevo andarmene, Iris mi aveva detto che a certo punto della festa mi sarei dovuta cambiare per far vedere che la Jodie che tutti conoscevano era venuta così uscii dalla palestra e andai in bagno dove Violet mi aveva lasciato il cambio.
Mi vestii il più velocemente possibile anche se non fu molto facile visto il costume che aveva scelto Violet: era un vestito azzurro senza spalline che arrivava sopra le ginocchia, dei sandali con un po’ di tacco del medesimo colore e due ali bianche dietro la schiena.


"Ovviamente. Se prima ero un diavolo adesso sono un angelo"

Prima di uscire mi tolsi le lenti e mi tamponai i capelli con un asciugamano bagnato per farli tornare normali.
Appena ritornai in palestra mi diressi subito verso i ragazzi. Ken era vestito da lupo mannaro, Lysandre da zombie mentre Dake aveva dei pantaloni neri e una camicia bianche aperta che faceva risaltare gli addominali.

Jodie:-Scusa Dake ma da cosa ti sei vestito?-

Dake:-Non è ovvio? Sono vestito da spia- mi spiegò tutto raggiante.

Di sicuro aveva scelto quel vestito per abbordare qualche ragazza, non avevo mai conosciuto un ragazzo più dongiovanni di lui ma infondo, molto infondo, era un ragazzo simpatico.
Proprio in quel momento si avvicinò Castiel e sembrava stesse cercando qualcuno, sorrisi sospettando che fossi io quel “qualcuno” dopotutto l’avevo lasciato lì ed ero sparita senza dire niente.

Dake:-Castiel ma chi stai cercando? Fammi indovinare, hai trovato una ragazza e ora l’hai persa di vista-

Castiel:-Più o meno, comunque avete visto una ragazza vestita da diavolo?-

Violet ed Iris si girarono di scatto verso di me e io mossi la mano destra per far capire che gli avrei detto tutto dopo.

Violet:-Noi...noi non abbiamo visto nessun diavolo-

Iris:-Già, qui c’è solo un angelo- disse indicandomi.

Castiel sembrò notare la mia presenza solo in quel momento. Appena incrociai il suo sguardo avrei voluto saltargli addosso.

“Saltargli addosso? Stupido pomodoro, mi sta facendo diventare un pervertito”

Passai il resto della serata con Violet visto che Iris e Ken erano appiccicati e non si staccavano nemmeno per un minuto. Avrei voluto parlare can Castiel ma appena mi avvicinavo la voglia di baciarlo aumentava. Di solito erano i ragazzi ad avere questi pensieri e invece adesso sembravo Dake 2 la vendetta.
Avevo bisogno di calmarmi. Ne avevo proprio bisogno...




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Jodie:-Vi siete stancati di farmi delle canne dopo aver letto un capitolo di questa storia per migliorare i pochi neuroni che vi sono rimasti? Vi basta leggere una fanfiction migliore di questa e io so anche quale: "Three Shades of Love - Le tre
ombre dell'amore" una storia bellissima e molto originale. Ormai in questo fanfom si trovano storie di merda come questa quindi vi consiglio di leggerla
Ciaohello:-CHE CAZZO FAI?!?!?! Mi spieghi perché stai facendo pubblicità ad un'altra storia e continui ad insultare la mia dove, ti ricordo, TU sei la protagonista-
Jodie:-Ne farei volentieri a meno ma l'autrice di quella storia mi ha minacciato per fare sta minkiata e mi ha detto che se ti fossi arrabbiata avrei dovuto dirti che l'autrice si chiama Sharry J qualcosa
Ciaohello:-Sherry Jane Myers? Se ti ha minacciato lei allora va bene. Questo ed altro per la mia cara cugina ^_^
Jodie:- O.o cugine? Avrei dovuto sospettarlo, mi minacciate nello stesso modo -.-'





Hello, gente:
Mi scuso subito per il ritardo e per la...pubblicità (?) e ci tengo a dire che ha fatto tutto Jodie ed io non ho fatto nulla (stile: scarica barile XD)
Finalmente Castiel e Jodie si sono baciati *inizia a ballare* non ci speravo più. Devo ammettere che all'inizio questo capitolo era del tutto differente e senza scena del bacio ma alla fine non so perché ho deciso di inserirla (quindi ringraziate gli dei per avermi fatto cambiare idea XD)
Che cosa succederà d'ora in poi? Castiel scoprirà il vero carattere di Jodie? Tutte domande a cui nemmeno io so dare una risposta.
Ah ora che mi ricordo, la settimana prossima non posterò perché *rullo di tamburi* vado a New York e lì potrò imparare molto sulla città perché ho in mente una ff ambientata nella grande mela ma non dico nulla di più XD
Ragazzi stiamo per arrivare alle 100 recensioni e per chi scriverà la centesima ci sarà un premio ;)
Baci da ciaohello <3<3

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Capitolo 16
*** Avviso ***


Avviso

Salve a tutti, in questo momenti vi starete chiedendo perché il titolo del capitolo sia "Avviso" e forse alcuni penseranno al peggio ma vi tranquillizzo subito che non sospenderò la storia...non definitavemente. Ho deciso di sospendere temporaneamente la storia perché in questi giorni non mi sento molto bene e ho bisogno di staccare da tutto per un po' potrà sembravi strano e forse mi insultere visto che interrompo così la storia dopo che non posto da un po' ma non mi sento dell'umore di continuare  e quelli che come sono degli autori possono capire che scrivere senza entusiasmo è brutto.
Mi scuso ancora per la sospensione e vi prometto che tornerò al più presto.
Baci da ciaohello <3<3

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