Sad fate

di Riko chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Avevo intenzione di postare il primo capitolo insieme al 4° di “Halloween Party” (ci sono quasi non l’ho abbandonata X°D) Y_Y ma alla fine mi sono decisa a postarlo anticipatamente.
Si può dire che questa è la mia prima fan fiction su una serie anime/manga O_O, non avevo mai pansato di scriverne una prima di scoprire Kuroko no basket (questo è amore U_U XD) e spero tanto che non daluda le/i fan.
Ero indecisa se postarla o no perché parla principalmente di Akashi e degli altri membri del Rakuzan, quindi contiene un sacco di spoiler per chi segue l’anime o il manga in italiano.
Ringrazio  Sabry_Ace_Will_Never_Die che con la sua Fan fiction, mi ha incoraggiato a postare e a continuare la mia.


Era l’ultimo anno delle medie, per tutti quello era il memorabile giorno in cui la teikou vinse per la terza volta il campionato nazionale, ma per Yume Kuroko quella fu la prima volta che vide la disperazione sul volto del fratello.
Quel giorno, il suo cuore andò in frantumi…
Perché era stato proprio lui a fargli questo?
Non voleva mai più vedere Tetsuya soffrire in quel modo....
    
Nei giorni di dolore ti terrò stretta e ti cullerò
prenderò il tuo dolore e lo farò mio.
Piangerò quando piangerai,
e soffrirò quando soffrirai.
Cercheremo insieme di arginare
il fiume di lacrime e disperazione,
proseguendo il nostro cammino
per le strade dissestate della vita.

Nicholas Sparks


Non è mai così facile come sembra….

-Tetsuya..-
Il ragazzo fece cadere il pallone e si girò a guardare la sorella seduta sul pavimento con il viso nascosto tra le braccia conserte, sapeva cosa stava per dirgli:
-Non potrò più fare il tifo per te, per il Seirin…saremo rivali-
-lo so- disse con un filo di voce
-Sii sincero Tetsu. Sono una persona orribile?-
-no Yume- disse chinandosi e accarezzandole i lunghi capelli azzurri
-Ma io…nonostante tutto… ho scelto lui invece che te! Avevo promesso che ti sarei sempre stata vicino.-
-Io sto bene, e voglio che anche tu sia felice….- le prese le mani poco più piccole delle sue e le strinse dolcemente – qualsiasi cosa succederà d’ora in avanti non cambierà niente tra di noi. Non eri tu a dire che siamo una cosa sola?-
La ragazza di asciugò le lacrime con la manica della camicetta azzurra e bianca, gli accennò un sorriso forzato: – Ti ho sempre ammirato fratellone. Hai sempre affrontato le difficoltà senza mai arrenderti! Fin da piccoli tutti dicevano che ero io quella forte ma si sbagliavano, sono sempre stata io quella che si aggrappava a te per paura di rimanere indietro.-
-Non è così, mi hai sempre protetto e mi sei stata vicina ogni volta che pensavo di non farcela….-
-Ma ora non hai più bisogno di me, Tetsu.-  

Suo fratello era cambiato, era cresciuto. Non era più il sesto giocatore fantasma della Teikou, che puntava alla vittoria prima di tutto! Era diventato un’importante giocatore del Seirin amato e rispettato da tutti i suoi compagni. Ora era arrivato il suo turno di maturare, e anche se la sua scelta era probabilmente sbagliata, ormai l'aveva presa.
-Io non farò mai niente che potrebbe ferirti fratellone, ma forse è meglio se le nostre strade abbiano preso una direzione diversa per una volta. -
Uscendo, non si voltò a guardarlo, perchè se lo avesse fatto sicuramente i dubbi l'avrebbero nuovamente assalita.
Non poteva cambiare idea proprio ora! nonostante tutto...voleva ancora dare una possibilità a quella persona.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Era una bella giornata di sole, una brezza leggera soffiava tra gli alberi, annunciando l’inverno che stava arrivando.
Yume Kuroko non riusciva a fare altro che pensare a quello che sarebbe potuto succedere d'ora in avanti, fino a quel momento era sempre stata accanto a suo fratello Testuya e al Seirin, anche se come semplice supporto morale, ma con l’imminente inizio della Winter Cup non avrebbe più potuto stare con loro, non avrebbe più potuto tifare per Testuya e non avrebbe più potuto incoraggiarlo nei momenti di sconforto come aveva sempre fatto sin da quando erano bambini, ed era stata una sua scelta.
Aveva scelto Seijuro nonostante tutto ciò che aveva fatto al suo amato fratello.
Vide la sua immagine riflessa sulla finestra della palestra, quel viso così simile a quello di Tetsuya non faceva altro che aumentare i suoi sensi di colpa.
Si era ripromessa di non avere ripensamenti ma non era così facile, e giorno dopo giorno si domandava perché non fosse ancora tornata da suo fratello.
Non aveva mai amato particolarmente il basket, per lei era sempre stato uno sport come un altro, ma fin da piccola aveva sempre amato guardare Tetsuya impegnarsi con tutto se stesso, sperando di migliorare e di riuscire a fare un canestro.
Aveva sempre invidiato la sua passione e la sua tenacia.
Iniziò ad amare il basket quando vide giocare quelle 5 meraviglie: Aomine Daiki, Kise Ryouta, Modorima Shintaro, Murasakibara Atsushi e Akashi Seijuro. Erano dei veri e propri talenti in grado di brillare quando scendevano in campo, nessuno era riuscito ad eguagliare la fantomatica generazione dei miracoli della scuola media Teikou, vedere giocare quei prodigi e il suo amato fratello l’aveva resa felice come non lo era mai stata...
però....come un fulmine a ciel sereno, quelle stelle diventate così in fretta splendenti diventarono egoiste, crudeli...rendendo velocemente i bei momenti tristi ricordi capaci di trafiggere come lame affilate.
Yume iniziò ad odiare il basket con tutta se stessa.
Poteva un semplice gioco provocare tanta sofferenza?
Si era infuriata con Testuya quando aveva saputo che si era iscritto al club di basket del Seirin, aveva così paura che potesse di nuovo soffire, non voleva più vederlo piangere in quel modo, non voleva più vedere il suo cuore finire a pezzi, nonostante lui continuasse a ripeterle di non preoccuparsi, lei non poteva farne a meno, soprattutto dopo aver conosciuto Kagami Taiga.
Kagami era dotato dello stesso indiscutibile talento di cui erano dotati quelli della generazione dei miracoli la prima impressione che le fece la prima volta che lo vide fu quella di un ragazzone poco sveglio dallo sguardo torvo, con un appetito anormale e che col tempo sarebbe diventato esattamente come quei cinque.
Ogni sera Tetsuya le parlava della squadra, di quanto fossero diversi dalla Teikou, voleva che almeno una volta assistesse a una partita ma lei si era sempre rifiutata.
Ma si era sbagliata.
Aveva assistito riluttante al primo incontro contro la Tōō gakuen, la squadra dove attualmente gioca Aomine, che un tempo era stato la “luce” di suo fratello. La partita non era finita nel migliore dei modi e Yume era sicura che quella sconfitta avrebbe reso di nuovo Testuya infelice.
Invece nonostante lo sconforto iniziale lo vide determinato, così Yume decise di voler conoscere la Seirin e Kagami Taiga.
Più passava del tempo con loro si rendeva conto di quanto quella squadra fosse diversa. Seppur senza giocatori con talenti speciali ogni membro dava il massimo per i propri compagni e anche Kagami era diverso dalla generazione dei miracoli, nel suo sguardo ingenuo come quello di un bambino, non vi era nessuna traccia di superiorità e Tetsuya se ne era accorto fin dall'inizio.
Yume sorrise, Testuya se la sarebbe cavata anche senza di lei, la seirin era diversa dalla teiko.
Distolse per un attimo lo sguardo dalla finestra rivolgendolo al ragazzo dai capelli rossi che si allenava faticosamente nonostante sapesse che non avrebbe mai perso, qualsiasi sfida avrebbe affrontato, contro qualsiasi avversario. Come al solito lui non l'aveva degnata di un solo sguardo da quando erano li ma ormai c'era abituata, eppure, non riusciva a separarsi da lui.
Sarebbe potuta andare alla Seirin con Testuya ed essere felice tifando per quella squadra, invece aveva seguito Seijuro al liceo Rakuzan nonstante ciò che aveva fatto l’ultimo anno delle medie e nonstante ultimamente non la considerasse minimamente.
Eppure non era stato sempre così, ricordare i momenti felici passati insieme le stringeva il cuore, forse era per questo motivo che non riusciva a lasciarlo.
O forse..aveva solamente paura….
Che fine aveva fatto il Seijuro Akashi che aveva amato?
Distolse lo sguardo prima che lui si accorgesse che lo stava fissando, non voleva incrociare i suoi occhi, era stanca di rimanere immobile immersa in orribili e tristi pensieri, decise di fare qualcosa per ingannare il tempo, si avvicinò ad un bilanciere con dei pesi che sembravano molto pesante; si legò i lunghi e folti capelli azzurri con il mollettone ha forma di fantasma che le aveva regalato Tetsuya e cercò di sollevarlo senza successo.
Si sentì così patetica, sperò che nessuno l’avesse vista.
-forse dovresti provare con qualcosa di meno pesante Yu-chan-
Reo Mibuchi aveva osservato la sua deludente prestazione alquanto divertito.
- ti stavi allenando anche tu Reo-chan non ti avevo visto- disse cercando di nascondere l’imbarazzo
Il ragazzo le sorrise - sappiamo tutti che hai occhi solo per Sei-chan e per il tuo amato fratellone-
In un certo senso era proprio così.
Reo le lanciò scherzosamente l'asciugamano che teneva attorno al collo
-Spero che non sia quello che hai appena usato- disse lei divertita prendendolo al volo
-Dato che sei negata per queste cose perché non andiamo a prendere qualcosa da bere? Sei-chan ne avrà ancora per molto- disse facendole l'occhiolino.
-ok- rispose accennando un sorriso.

Yume guardò nuovamente Seijuro, non si curò minimamente del fatto che loro stavano uscendo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ed ecco il terzo capitolo *w* spero che i primi due vi siano piaciuti e che anche questo non vi deluda.

 
Reo infilò delle monete nel distributore automatico, dove una vasta varietà di bibite dagli svariati gusti erano inserite una accanto all’altra, digitò i numeri delle bibite prescelte e attese che le due cadessero nel cassetto sottostante, infine porse gentilmente una lattina di Coca Cola Cherry a Yume, mentre per se si era limitato ad una semplice bottiglietta di acqua naturale.
-grazie - disse lei prendendola, la mano di Mibuchi era così morbida, si sedette sulla banchina accanto al distributore e lo guardò mentre apriva la bottiglia.
Reo era quel tipo di ragazzo che quasi tutte sognano di incontrare, il classico "principe azzurro" che avrebbe potuto far innamorare qualsiasi ragazza se avesse voluto: era gentile, educato e bellissimo! C’era solo un piccolo problema……a Reo non interessavano le ragazze e non si preoccupava di nasconderlo.
-Mi sembri giù di morale Yu-chan - le disse inginocchiandosi di fronte a lei per poterla guardare negli occhi.
Yume sospirò, non pensava di essere così trasparente, ma sapeva di non essere brava a nascondere le proprie emozioni, sorseggiò la bibita e poi rispose:
-Reo-chan..io ti piaccio?-
- come?- domandò convinto di non aver capito bene
– perchè non ci mettiamo insieme?- continuò la ragazza
Reo rischiò di soffocarsi con la bibita che stava bevendo colto alla sprovvista da quella domanda.
- Che-che ti salta in mente all’improvviso?!-
- Beh..io e te andiamo d’accordo non è così? e poi Sei….- non terminò la frase.
- C’è qualche problema con Sei-chan?-
Yume si guardò le ginocchia, non riusciva a guardarlo negli occhi, perché se lo avesse fatto era sicura che gli avrebbe raccontato tutto, nessuno della squadra sapeva esattamente cosa fosse successo nei tre anni delle medie al Teikou, avevano provato a chiedere qualcosa, per curiosità, a Seijuro il quale si era solamente limitato a rispondere che aveva passato dei bei momenti con i suoi ex compagni, nient’altro.
- Mi piacerebbe raccontarti una cosa che è successa l’ultimo anno delle medie…-
Reo le si sedette accanto, nonostante avesse appena terminato gli allenamenti emanava un buon profumo di sapone alla violetta, la guardò con quei suoi dolci occhi come per dirle che poteva parlare se voleva.
- La prossima volta- si limitò a dire lei accennando un sorriso forzato.
-come vuoi…. Ma smettila con quel broncio! diventi orribile quando non sorridi. E una ragazza orribile non è degna di Sei-chan-
Yume scoppiò a ridere, sapeva quanto Mibuchi ammirasse Seijuro e che anche Akashi provasse rispetto nei suoi confronti, infatti era uno dei pochi al quale concedeva tanta confidenza al punto da farsi chiamare Sei-chan.
Rimasero in silenzio finchè lo sguardo della ragazza si posò sull’orologio appeso alla parete, era veramente tardi!
-ah devo tornare a casa, o mio fratello si preoccuperà!- esclamò alzandosi di scatto dalla panchina -Lui dice di non rincasare da sola con il buio o gli spiriti maligni mi porteranno via- continuò cercando di rimanere seria, Tetsuya si preoccupava sempre eccessivamente per lei.
- Cosa sei una bambina?- le chiese lui divertito
Era stato bello parlare con lui anche se la conversazione non era durata molto, ma per quel breve istante, le aveva fatto dimenticare qualsiasi problema, proprio come quando aveva passato dei piacevoli momenti in compagnia di Tetsuya e dei ragazzi del Seirin.
Si rese conto che non aveva mai passato tanto tempo al di fuori dell’ambito scolastico o sportivo con Mibuchi e gli altri del Rakuzan.
-Senti Reo.chan…perché domani non usciamo insieme?-
-Di nuovo con questa storia?-
-No…ecco- nascose il viso tra i folti e mossi capelli, lo faceva ogni volta che si sentiva in imbarazzo o a disagio
-intendevo…io e Sei e tu e…qualcun altro. Un’uscita a 4!-
-Non dovreste stare soli voi due?-
-Si..ma mi sento a disagio nel stare da sola con lui in questo momento..se ci sarai tu con me….ti pregoooo-
Era difficile riuscire a dirle di no quando mostrava quell’espressione da cucciolo bagnato, con tanto di finte lacrimucce degne di un’attrice Holliwoodiana che le illuminavano i grandi occhi azzurri, soprattutto per i tipi come Mibuchi.
Il ragazzo sospirò –però…non ho ness..-
-Non preoccuparti ci penso io Reo-chan! vado a parlare con Sei.. ci vediamo domani, ti manderò un messaggio con scritto l’ora e il luogo.-
Prima che il ragazzo potesse ribattere, lei se ne era già andata. In quel momento si pentì di aver cercato di tirarla su di morale, aveva passato abbastanza tempo con lei da sapere che domani sarebbe stata una lunga e faticosa giornata, ma soprattutto, quelle ultime parole: << ci penso io >> pronunciate da Yume Kuroko gli avevano messo paura, molta paura.
 
Yume attese che Seijuro terminasse l’allenamento, era ammirevole il fatto che nonostante tutto non sottovalutasse mai il proprio avversario e che si allenasse sempre duramente, non appena ebbe finito gli porse un'asciugamano:
-Grazie - rispose lui prendendolo e iniziando ad asciugarsi le gocce di sudore che gli colavano sul viso
- ti sono cresciuti molto i capelli- disse lei spostandogli istintivamente un ciuffo dalla frangia, quando se ne rese conto retrasse la mano.
- Si, prima o poi dovrei decidermi a tagliarli- rispose lui per poi scrutarla con quei suoi occhi rossi e interrogatori – volevi chiedermi qualcosa?-
Yume era titubante, solo pochi mesi fa le sarebbe venuto naturale chiedergli di uscire, di parlare, ora si sentiva a disagio domandargli anche una cosa così semplice.
-sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa, Yume- cercò di tranquillizzarla lui mettendole una mano sulla spalla
-Domani ci sarà l’inaugurazione del nuovo centro commerciale di Tokyo, volevo chiederti se ti andrebbe di venirci…ci sarà anche Reo-chan.- disse velocemente.
Il ragazzo la guardò! Lei sapeva benissimo che non era mimicamente interessato a queste cose e che il suo tempo, ma quella sarebbe stata una prova per vedere se ancora gli importasse qualcosa di lei.
-Va bene- rispose semplicemente
-d-davvero?- domandò incredula -bene...allora...ci vediamo domani-
- Vuoi che ti accompagni a casa?-
-N-no grazie mi piace prendere l’autobus- rispose sorridendo e poi si allontanò a passo svelto come se stesse fuggendo.
Tirò un sospiro di sollievo non appena fu fuori, si sentiva come se si fosse tolta un grosso peso. Alzò lo sguardo al cielo, Il sole era già tramontato e un vento gelido le soffiava sul viso, si coprì con la lunga sciarpa di lana blu con una farfalla ricamata sopra portandola fino alla bocca, era così morbida e calda.
Si fermò in attesa dell’autobus che l’avrebbe portata a casa; si sedette sulla panchina accanto ad una signora anziana e a un bambino di 4 anni che molto probabilmente era il suo nipotino, il quale dopo averle sorriso le porse un sacchetto di carta con dentro delle caramelle gommose, la ragazza ricambiò il sorriso e dopo averlo ringraziato ne prese una, aveva la forma di un koala.
Dopo pochi minuti l'autobus arrivò e non appena fu seduta si mise a frugare nella borsa in cerca del cellulare, scrisse brevemente e inviò un messaggio, sapeva benissimo a chi chiedere di uscire con loro il giorno seguente, ed era sicura che avrebbe accettato, anche se sapeva che Reo non avrebbe apprezzato.
Le piaceva davvero viaggiare in autobus. Osservare la città e la gente dal finestrino la rilassava anche se in quei momenti mille pensieri si accumulavano nella mente mentre lei cercava di ignorarli tutti.
 
Era finalmente arrivata davanti ai gradini che portavano agli appartamenti pensò mentre Tetsuya giungeva nello stesso momento, si guardarono per un’istante e poi si sorrisero:
- Com’è andata la giornata?- le domandò il gemello mentre apriva la porta di casa
- Tutto bene fratellone e a te?-
-Davvero?- le domandò appoggiandole una mano sulla testa
La ragazza sorrise, come al solito capiva subito come si sentiva –…..la Winter Cup è ormai vicina -
-Sei così sicura che perderemo?- le chiese senza guardarla negli occhi
-No….NO!- esclamò
Sapeva che potevano farcela contro le altre squadre, aveva visto allenarsi e crescere il Seirin ma conosceva bene anche Akashi e la forza del Rakuzan, che sarebbe sicuramente arrivato in finale. Se anche il Seirin riuscisse ad arrivarci, battendo Aomine e gli altri ragazzi della generazione dei miracoli, per quanto fossero diventati forti, per quanto potessero ancora migliorare, Yume vedeva ben poche speranze nella loro vittoria e lei non voleva pensare di stare li ad assistere alla loro sconfitta seduta sulla panchina della squadra avversaria.
- Qualsiasi cosa succeda, non sarà mai come l’ultimo anno delle medie- cercò di tranquillizzarla il ragazzo
- Domani forse capirò ciò che voglio veramente- disse la ragazza mentre varcavano la soglia
- te lo auguro Yume- si limitò a rispondere lui mentre si addentrava nel buio appartamento, dopo di che non si dissero più niente per tutta la serata.

Dopo un bel bagno caldo e rilassante, si buttò sul letto e prese un libro dallo scaffale, proprio in quel momento sentì il cellulare suonare, lo prese dalla borsa, sapeva che si trattava di lui:
-Ciao!- disse entusiasta rispondendo alla chiamata – sei impegnato domani?-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ed ecco finalmente il capitolo 4! Chiedo scusa per la lunga attesa, ma ho avuto poco tempo e nonostante fosse finito non riuscivo mai a correggerlo. Quando finalmente il tempo me lo ha permesso e mi sono messa di buona lena, c’erano come al solito un sacco di cose che non mi convincevano così, cambiando e cambiando l’ho riscritto quasi tutto! X°D =_=’’’’’.
Concludo ringraziando veramente di cuore chi segue e chi ha messo tra i preferiti la mia fanfic, mi avete reso molto felice. *inchino profondo*
 
 
-Pio Pio sveglia! Pio Pio Sveglia!-
La pulcino-sveglia che Yume aveva vinto a una fiera lo scorso anno avvisò, alle 8:00 in punto, che era giunta l’ora di alzarsi, lei la spense abbassando una delle ali che continuavano a muoversi dall’alto verso il basso meccanicamente e poi si rintanò sotto le coperte per impedire anche ai raggi del sole che filtravano dalla finestra di svegliarla definitivamente. Toccò come ogni mattina a N°2, il cucciolo di Husky che suo fratello aveva trovato abbandonato in uno scatolone, a doverla costringere ad alzarsi correndo e abbaiando per tutta la stanza fino a saltare direttamente sul letto.
-Ho capito…ho capito- borbottò la ragazza con voce assonnata alzandosi a sedere – sono solo le 8:30 - continuò guardando la pulcino-sveglia riversa sopra al comodino – forse.. potrei dormire ancora un pochino?! –
Il cucciolo come risposta afferrò con i denti un lembo della coperta e la tirò a fatica per poi inciampare e rotolare in fondo al letto, la ragazza rise divertita, lo prese e lo accarezzò mentre lui la guardava con quei suoi grandi occhi azzurri -d'accordo! iniziamo questa giornata!- disse infine alzandosi.
Diede una veloce occhiata allo specchietto sulla scrivania costatando che come ogni mattina, i suoi capelli erano spaventosamente in disordine, sospirò, ci avrebbe messo un sacco di tempo per sistemarli, perché solo nei film le ragazze si svegliano con i capelli perfettamente a posto?
Appena uscì dalla camera, udì dei rumori e un profumo di latte e cacao e di spremuta d'arancia provenire dalla cucina:
- Buon giorno- la salutò dolcemente Tetsuya non appena la vide arrivare, anche i suoi capelli erano terribilmente disordinati.
- Buon giorno fratellone- lo salutò abbracciandolo affettuosamente rischiando di fargli cadere la ciotola che teneva in mano. - Che programmi hai per oggi?- gli domandò subito dopo.
- Abbiamo un altro allenamento speciale –
-Riko-chan vi fa lavorare sodo come al solito- disse divertita
–…. a tutti farebbe piacere rivederti- disse poi con lo sguardo fisso sulla ciotola.
Erano passate quasi due settimane dall’ultima volta che Yume aveva visto Riko e gli altri ragazzi del Seirin, aveva voglia di riabbracciarli tutti ma non aveva il coraggio di ripresentarsi davanti a loro ora che avrebbe tifato per una squadra avversaria, pur sapendo che a loro non importava.
-anche a me farebbe piacere- disse quasi sussurrando
-soprattutto a Kagami-kun- continuò il fratello come se non l’avesse ascoltata
-come?-
-niente, niente…allora, oggi è un giorno speciale?- le chiese ancora
-lo spero fratellone- si limitò a rispondere lei mentre si rovesciava del succo d’ananas nel bicchiere, la sperava davvero.
 
 
Si guardò riflessa nella vetrina di un negozio vicino alla fermata dell’autobus: i capelli erano in ordine, legati sul lato destro in una coda con un fermaglio a forma di farfalla. Per quel giorno aveva scelto un grazioso vestito rosa e bianco che le aveva regalato sua madre ma che non aveva mai messo e, in vita, una cintura marrone con una grossa fibbia argentata. Indossava un paio di stivaletti bianchi, anch’essi nuovi e senza tacco, non voleva essere alta come o più di Seijuro e infine, si era curata il trucco più del solito.
Sospirò impannando il vetro, si sentiva a disagio con quel look elegante, così poco adatto a lei che era abituata ad abiti più comode o meno appariscenti. Ieri sera aveva passato più di un'ora davanti all'armadio cercando qualcosa di adatto e alla fine le erano tornati in mente i consigli che Satsuki Momoi le aveva dato alle medie, voleva essere più che carina quel giorno: << andiamo! >> pensò determinata incamminandosi.
 
Reo e Seijuro stavano attendendo davanti al parcheggio del centro commerciale, il primo sembrava al quanto agitato mentre il rosso aveva stampato sul volto la solita espressione di superiorità, quanto la vide arrivare le venne incontro accennandole finalmente un sorriso.  I loro sguardi si incrociarono finchè lei non distolse come al solito il suo: << che stai combinando Yume? >> pensò sentendosi una stupida, come se fosse al suo primo appuntamento.
-scusate il ritardo- disse cercando di nascondere l’agitazione che provava in quel momento, alla fine era riuscita anche a tardare di 5 minuti.
- sei sempre in ritardo- le fece notare Mibuchi poco interessato – piuttosto…non sei l’unica- aggiunse guardandosi attorno nervosamente, quel suo modo di fare la tranquillizzò:
- tranquillo Reo-chan – gli disse con un ghigno dispettoso – sono sicura che arriverà a momenti -
-si..certo, come se potessi tranquillizzarmi, dimmi almeno chi è?!-
- Sorpresa!- rispose facendogli l’occhiolino – se può farti sentire meglio, è qualcuno che conosci bene-
Il ragazzo ci pensò un istante e poi sgranando gli occhi disse –non sarà uno di loro…..-
-Hei!- urlò qualcuno alle loro spalle mettendo fine all’attesa
-ah eccolo!- esclamò Yume voltandosi:
 Kotaro Hayama corse verso di loro, rumoroso come al solito, urlando a squarcia gola i loro nomi attirando su di se l’attenzione della gente attorno.
-Kotaro-nee- Urlò con altrettanta enfasi la ragazza correndo verso di lui e gettandoglisi addosso, finchè non avvertì una presenza minacciosa e inquietante.
-Yumeeee- era raro che Reo la chiamasse per nome senza usare il suffisso “chan” e se lo faceva, significava che era veramente adirato.
-Visto Reo-chan? ti ho scelto un ragazzo vivace e carino, e soprattutto che conosci, così eviterai l’imbarazzo del primo incontro - lo prese in giro la ragazza sottovoce
-tra tutte le persone…proprio lui-
- Tetsu non lo lascio a nessuno! -
- vogliamo entrare?- domandò Seijuro seccato dal chiasso che stavano facendo – penso che abbiate attirato l’attenzione anche abbastanza.-
 
Era il più grande centro commerciale che avessero mai visto! Davanti ad ogni entrata vi era stata piazzata una cartina, dove c'era elencato tutto ciò che vi era all’interno dell’edificio: 6 piani di negozi di vario genere, ristoranti e fastfood, sale giochi e tanto altro ancora. Tutto quello che desideri, nel più grande centro commerciale di Tokyo! recitava la ragazza nella pubblicità sul maxi-schermo affisso ad una parete. 
-Riusciremo a vederlo tutto?- domandò Hayama guardandosi attorno
-Abbiamo tutto il giorno Kotaro-nee- rispose la ragazza meravigliata
-Non me lo ricordare- borbottò Mibuchi
Hayama lo guardò: -Che c’è Reo-nee?-
-Sta zitto! Scommetto che non sai neanche qual è la vera ragione per cui sei qui!-
Effettivamente Yume, aveva omesso un piccolo particolare nel messaggio che aveva inviato, Kotaro non sapeva che quello era un appuntamento e che era in coppia con Mibuchi, ma non aveva assolutamente intenzione di dirglielo proprio ora:- DAI! Forza e coraggio mettiamoci in cammino!- esclamò alzando il braccio in aria e avviandosi seguita da Akashi.
-Non fare finta di niente! Ne riparleremo dopo!- la minacciò Mibuchi.
Al centro del piano terra, avevano allestito uno splendido Carosello dai colori pastello dove i bambini, ma anche gli adulti, potevano salire sui cavalli bianchi che dondolavano e giravano intorno al ritmo di una delicata musichetta, Yume ne rimase incantata….
-È molto bella- disse Seijuro di fianco a lei facendola trasalire
-ah? si…- si limitò a rispondere
Rimasero in silenzio ad osservare quella giostra che sembrava uscita da un mondo incantato, la ragazza finalmente riuscì a guardarlo anche se lui non se ne accorse: <<  meglio così >> pensò accorgendosi poi di non riuscire a smettere di fissarlo.
Cercò nuovamente di convincersi che quello era lo stesso Seijuro di qualche mese fa, voleva davvero con tutta se stessa cancellare tutti i brutti ricordi come se non fossero mai accaduti, avvicinò la mano per afferrare la sua, voleva stringergliela per fargli capire che lei ci teneva ancora a loro e anche per scoprire quale sarebbe stata la sua reazione ma la voce di Reo, che rimproverava kotaro perché troppo chiassoso, costrinsero Akashi a  voltarsi e lei a ritrarsi di nuovo.
 –Allora, proseguiamo?- domandò Hayama afferrando la ragazza per il braccio
-Si- rispose malinconicamente lei – andiamo, Kotaro-nee-
 
Iniziarono entrando nei negozi meno affollati, anche se essendo il primo giorno d’apertura, non era facile trovarne qualcuno che non fosse pieno di gente. Dopo vari e vani tentativi scorsero, in fondo al primo piano, un piccolo negozio che vendeva strani cappelli: al suo interno, oltre a due commesse, c’era solo un gruppo di signore.
-qui ci entreranno solo le vecchiette eccentriche- disse Hayama per niente interessato
-entriamo lo stesso?- domandò Yume
- Non dirmi che ti piacciono queste cose Yume-nii?!-
-Ho visto qualcosa d’interessante-
-allora andiamo!- esclamò trascinandola all’interno del negozio.
 
-Era questo che intendevo!- disse la ragazza infilandogli sulla testa un buffo cappello con delle lunghe orecchie da segugio, lui si guardò allo specchio e iniziò a muovere la testa a destra e a sinistra facendo svolazzare le orecchiette, suscitando anche le risate delle due commesse.
- E io come sto?- domandò poi lei che aveva indossato un ampio cappello pieno di piume
-ahahah ti sta benissimo –
-Yume- si intromise Mibuchi tirandola in disparte -che stai combinando? Sembra che tu stia in coppia con Kotaro,,,per me va bene ma….-
-Reo-chan, cosa mi prende?- domandò lei senza riuscire a guardarlo, sapeva che aveva ragione ma non riusciva a farne a meno, dopo essersi allontanati dal Carosello non era più riuscita neanche a dire una sola parola a Seijuro.
Il ragazzo sospirò – dovresti sapere meglio di me, che questo non è un posto dove Sei-chan verrebbe di solito ma lo ha fatto per te, ora sei tu che devi darti una mossa-
-hai ragione…-
- e allora muoviti!- esclamò spingendola in direzione di Akashi.
Era grata per tutto quello che Reo stava facendo per aiutarla ma ciò non cambiava il fatto che, ogni volta che il rosso la guardasse era come se il suo cervello andasse in tilt.
Uscì frettolosamente dal negozio e si diresse verso la mappa, voleva trovare un posto dove sarebbe riuscita ad essere se stessa e che sicuramente sarebbe piaciuto anche a Seijuro, fece scorrere con lo sguardo la lista dei nomi dei vari negozi e stand finchè il suo sguardo si posò sulla sezione sportiva: aveva sentito dire che nei sorretterranei avevano allestito un centro sportivo, fortunatamente c’era anche un campo da basket!
-al piano di sotto c’è un campo da Basket, andiamo a vederlo!- urlò mentre gli altri tentavano di raggiungerla facendosi spazio tra la folla, senza neanche aspettarli iniziò ad avviarsi.
Riusci a entrare nell’ascensore poco prima che le porte si chiusero, insieme a lei c’era solo una coppietta, sembravano molto felici, nel vederli così provò un po’ di nostalgia e invidia, fino a pochi mesi fa anche lei aveva avuto lo sguardo come quella ragazza?
 
Il campo era più grande di quanto si aspettasse: non mancava proprio niente, dalle numerose panchine per gli spettatori, agli spogliatoi per i giocatori, chissà se un giorno vi avrebbero giocato anche dei professionisti.
In quel momento c’erano solo tre ragazzi che stavano giocando, anche se non sembrava conoscessero molto bene le regole del basket, quando si accorsero di lei si fermarono e si misero a parlottare tra di loro: erano tutti e tre molto alti, due di loro, uno con i capelli neri pieni di gel e l’altro biondo che sembrava uno straniero, dovevano essere alti quanto Mibuchi, mentre il terzo, moro con indosso una canottiera rossa, qualche centimetro di più.
-ciao bambolina- le fece uno di loro avvicinandosi mentre gli altri due ridacchiavano stupidamente – vuoi giocare con noi?-.
-No grazie- rispose lei fulminandolo con gli occhi capendo subito le loro intenzioni – sto aspettando due amici e il mio RAGAZZO-
- Scommetto che ti divertiresti di più con noi- insistette
Non era difficile capire che non l’avrebbero lasciata stare così facilmente, fortunatamente si accorse che l’ascensore era in funzione, qualcuno stava scendendo, sperò che fossero Seijuro e gli altri ma le sarebbe andato bene chiunque in quel momento era sufficiente che quei tipi la lasciassero stare, girò i tacchi senza neanche rispondere, ma quello che le aveva parlato l’afferrò per l’avambraccio blocandola; La sua mano erano enorme: - Insistiamo, bambolina-.
Quelli erano il tipo di persone che Yume odiava: arroganti, violenti, che credono di poter ottenere tutto ciò che vogliono con la forza, la facevano sentire debole, indifesa, e lei non voleva essere così.
 
-chiedo scusa- intervenì Seijuro fulminando il ragazzo con lo sguardo – ti dispiace lasciarla andare?-
 -tutto a posto Yu-chan?- domandò Mibuchi squadrando anch’egli i tre tizi, lei riuscì a divincolarsi dalla stretta approfittando di un attimo di distrazione del teppista, provocato dallo sguardo di Akashi che continuava a fissarlo senza nessun timore nonostante fosse più basso e meno muscoloso di lui.
Il biondo e il moro scoppiarono a ridere – e tu preferisci stare con questi tre invece che con noi bambolina?- domandò il primo
-come?..- Kotaro stava per rispondere a tono ma fu fermato da Seijuro che lo bloccò prima che potesse fare qualcosa
-Andiamocene-
-aspettate…aspettate!- li bloccò biondo – non vorrete mica andarvene così-
-giusto- aggiunse il tipo con il gel sui capilli – se non possiamo divertirci con lei, dovrete pagare per potervene andare..-
<< c’era da aspettarselo >> pensò Yume guardandosi attorno << ma non ci dovrebbero essere delle telecamere in questo posto? >>
-Perché invece non risolviamo la cosa giocando?- domandò Akashi – se vinciamo noi, ci lascerete andare senza creare problemi-
I tre si guardarono, discussero tra di loro per qualche secondo e alla fine accettarono, sicuri che avrebbero vinto loro, ma Yume, che li aveva visti giocare era certa non avevano alcuna speranza e questo lo sapeva benissimo anche Akashi.
Che li volesse umiliare?
 
-Giocherà Yume al posto mio- disse Seijuro quando i tre teppisti si furono allontanati per discutere la loro “tattica di gioco”.
-.Cosa?- domandò la ragazza incredula, non sarebbe stato difficile per quei tre ragazzoni bloccarla o rubarle la palla.
-Andrà tutto bene- si limitò a rispondere lui senza aggiungere altro, aveva preso la sua decisione e sapevano tutti che non avrebbe cambiato idea, comunque ne Mibuchi, ne Hayama sembravano minimamente preoccupati.
 << va bene >> pensò Yume << basteranno Reo-chan e Kotaro-nee per vincere contro questi idioti.  >>
Le due squadre si ritrovarono una di fronte all’altra: non sarebbe stata una partita normale, chi avesse segnato per primo 30 punti avrebbe vinto! Nessun’altra regola.
- Il piccoletto ha mandato la sua ragazza perché troppo spaventato?- lo schernì uno dei ragazzi
-No, vi sta solo facendo un favore- rispose Yume stringendo il pallone tra le mani, sapeva benissimo che Akashi aveva in mente qualcosa e che non era di certo per fare un favore a quei tre, voleva metterla alla prova in qualche modo oppure semplicemente non aveva voglia di sprecare energie per tipi del genere?
-siete pronti?- domandò scacciando ogni pensiero inutile dalla mente
- Certo bambolina- rispose il tipo con il gel sui capelli.
- un’ultima cosa- puntualizzò la ragazza iniziando a far palleggiare la palla, almeno questo lo sapeva fare – non chiamatemi più bambolina!- la passò a Kotaro che come un fulmine schizzò verso il canestro avversario segnando sotto lo sguardo sbigottito dei tre teppisti - I primi punti sono nostri!- esultò infine.
-Dobbiamo solo fare attenzione a quello con la faccia da scemo, il fighettino e la bambolina non sembrano gran chè¨- disse il biondo
-faccia da cosa?-
-Non ti scaldare Kotaro-nee- cercò di calmarlo lei –invece, tu hai sentito Reo-chan?-
Il ragazzo non rispose ma sia lei che Hayama sapevano che alla prima occasione, dovevano passargli la palla, la vendetta di Yaksha si sarebbe abbattuta su quei tre.
I suoi movimenti erano eleganti e sinuosi, Mibuchi tirò e fece uno dei suoi spettacolari tiri da tre punti per poi concludere fulminando con lo sguardo i tre avversari, ormai era chiaro anche a loro che non avevano alcuna speranza di vittoria.
Per tutti i 10 minuti di gioco trascorsi, gli avversari erano riusciti a segnare solo 6 punti a causa della scarsa abilità di Yume che non riusciva a farmarli in nessun modo, finendo sempre per essere spintonata a terra.
-Tutto a posto Yume-nii?- le domandò Kotaro mentre Reo rubava la palla di mano al biondo e correva a segnare gli ennesimi tre punti.
-si sto bene- rispose lei rialzandosi per poi guardare Seijuro, era questo che voleva? Vederla continuamente venire sopraffatta da quegli energumeni? Possibile?
<< No, non esagerare Yume >> pensò scuotendo la testa –andiamo Kotaro-nee non lasciamo che segnino altri punti- il ragazzo annuì.
Il vantaggio era ormai enorme, non c’era alcuna possibilità che i tre teppisti potessero vincere, a loro mancava poco per vincere e terminare quell’insulsa partita e poi....quando mancavano solo due punti per terminare la partita, Yume si ritrovò sotto al canestro con la palla in mano.
- Perchè l’hai lanciata a me!- rimproverò Hayama
- ho agito istintivamente, sei la più vicina al canestro!-
-Smettila di parlare e tira Yu-chan- urlò Mibuchi correndo verso di lei
<< tanto abbiamo già vinto. >> pensò guardando prima il pallone e poi il canestro sopra di lei, le sembrava così immensamente alto. <<  Anche se sbagliassi...non cambierebbe niente, o Reo-chan o Kotaro-nee segnerebbero subito dopo. >>
Eppure, voleva provarci.
Focalizzò nella mente le posizioni che aveva visto fare un sacco di volte dagli altri giocatori, le aveva impresse vivide nella mente… infine, saltò e tirò! La palla, girò sull’anello come se fosse indecisa sul da farsi e alla fine..entrò.
Yume non credeva hai suoi occhi…
-Ho..segnato- disse con un filo di voce –ho segnato!- ripetè questa volta urlando, era quella l’emozione che provavano i ragazzi ogni volta che facevano un canestro?
 
-Yu-chan!- la chiamò Mibuchi correndole incontro mentre Hayama era intento a esultare.
-Hai visto Reo? Ho segnato! E non hanno neanche cercato di fermarmi-
Il ragazzo si chinò verso di lei – forse perché sono stati distratti dalle tue mutande a pallini rossi..- sussurrò sistemandole velocemente la gonna che le si era impigliata nella cintura durante il salto, la ragazza si sentì sprofondare dalla vergogna, lo sapeva che quel vestito non era adatto a lei.
-fortunatamente Sei-chan non ha visto niente, e comunque...sei stata grande!- la tranquillizzò facendole l’occhiolino
-grazie – rispose lei sorridendo
- SEI STATA GRANDE YUME-NII!- si congratulò anche Kotaro correndo verso di loro per poi prenderla di peso e farla roteare.
Anche Akashi si unì a loro ma senza dire niente, si limitò a guardarla per un istante per poi voltarsi e rivolgersi ai teppisti – abbiamo vinto noi.-
Il tipo con il gel digrignò i denti – la partita non è valida, avete imbrogliato!- disse avventandosi contro di lui per colpirlo con un pugno, Yume lo afferrò per il braccio e con il piede lo colpì dietro al ginocchio destro costringendolo a inginocchiarsi a terra, era riuscita ad atterrare quel tipo che era in tutto il doppio di lei, i tre anni di Karate fatti fin’ora erano serviti di nuovo a qualcosa.
- Non se lo aspetta mai nessuno da una tipa così gracile come te- disse Kotaro divertito
- Non mi faccio sottomettere facilmente da nessuno!- esclamò lei orgogliosa
Ciò nonostante i due compagni del ragazzo non sembravano minimamente intimoriti e si apprestarono a seguire l’esempio dell’amico, Yume non era sicura di potercela fare contro entrambi…
-non fare altro Yume- le sussurrò Seijuro attirandola verso di se evitando così che venisse colpita dal biondo, proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprirono e Il servizio di sicurezza arrivò intimando ai due teppisti di fermarsi, infine li costrinsero a seguirli.
- li hai chiamati tu Sei-chan? – domandò Mibuchi
- C’era da aspettarsi che non ci avrebbero lasciato andare così facilmente- rispose
-Meglio così- disse Yume – non avrei voluto macchiare il pavimento con il loro sangue-
-Non esagerare sbruffona- la rimproverò divertito Mibuchi
-beh!.. andiamo a prendere qualcosa? Tutto questo movimento mi ha messo sete- disse Hayama stiracchiandosi.
- io voglio un frappé alla fragola – rispose la ragazza.
 
Yume rallentò per poi fermarsi, Seijuro aveva fatto lo stesso come se lo fosse aspettato, mentre Mibuchi e Hayama non si accorsero di niente intenti a parlare tra di loro avviandosi verso l’ascensore;
 - Perché hai voluto far giocare me?- gli domandò
- so benissimo che non ti piace passare per la ragazza debole e indifesa, ti ho solo dato il modo di fargliela pagare -.
- Alla fine sei stato tu ad aiutarmi, e lo hanno fatto anche Reo e Kotaro! Me ne sono accorta, mi tenevano d’occhio per tutto il tempo.-
Lui sorrise, uno di quei suoi sorrisi arroganti: - …perché so quello che vuoi veramente.-
-Sai..cosa voglio veramente? Ne sei sicuro?-
-Ti conosco meglio di chiunque altro Yume, anche meglio di Tetsuya.-
Ogni volta che le parlava così, le ricordava di quanto fosse diverso dal Seijuro Akashi che aveva conosciuto in prima media, ma finalmente era determinata a parlargli...
- ehi per quanto volete rimanere li?- urlò kotaro spazzando via in un secondo quell’attimo di tensione e tutto. A quelle sue parole seguirono un: – ahi, Reo-nee! perchè mi hai picchiato?- e un :- ah!...ho capito fate con calma!-
 
<< tempismo perfetto come al solito Kotaro-nee >> pensò la ragazza sospirando nuovamente, era la seconda volta a poche ore di distanza che rovinava gli unici momenti in cui riusciva a trovare il coreggio di parlare chiaramente con Seijuro. Forse anche quello era dovuto all'involontaria vendetta di Yaksha?!
-andiamo?- le domandò Akashi
-si- si limitò a rispondere lei, non importava poi tanto, ora finalmente, ogni timore era sparito, avrebbe sicuramente trovato un’altra occasione per parlare da sola con lui.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


E si! Sono viva. Questo capitolo mi ha dato veramente un sacco di problemi =_=. L’ho praticamente riscritto perchè rileggendolo, non mi convinceva per niente e poi ho odiato a morte il mio computer quando si è bloccato facendomi perdere le ultime parti scritte e riscritte (non potete immaginare la rabbia e la disperazione che ho provato in quel momento). Comunque, alla fine sono riuscita a terminarlo e mi ritengo soddisfatta, finalmente XD, di come è venuto.
 
 
Le porte dell’ascensore si aprirono e i quattro ragazzi scoprirono con sommo stupore che il numero di visitatori era aumentato ulteriormente nonostante non fosse passata più di mezz’ora. Davanti a loro, una fila di persone si accalcava per entrare nell’abitacolo lasciando giusto un piccolo spazio per consentirgli di uscire. Yume non poté fare a meno che demoralizzarsi ulteriormente guardando la massa che riempiva i locali e i negozi lasciandole poche speranze di trovare un posto libero dove potersi sedere. Era stata una pessima idea venire proprio il giorno dell’inaugurazione fu il suo pensiero.
-Non credo che riusciremo a trovare un posto libero- disse Kotaro guardandosi attorno.
-Ci conviene provare a guardare in un altro piano- aggiunse Mibuchi
-Non saranno mica venuti tutti qui per sedersi!- esclamò la ragazza che non aveva intenzione di arrendersi! si mise a scrutare la zona: alla loro destra e alla loro sinistra c’erano due bar ma ogni posto sembrava occupato, si accorse poi di una coppia di anziani che stavano per lasciare libera la panchina accanto ad un gruppo di studentesse e senza esitare si affrettò facendosi spazio tre la gente per riuscire a occupare in tempo i posti.
- Ottimo dribbling- disse sarcastico Reo non appena la raggiunsero.
- Per lo meno abbiamo un posto dove sederci.-
-Non mi dirai che sei già stanca Yume-nii- la schernì Kotaro sedendole accanto mentre Mibuchi e Akashi rimasero in piedi, non sembravano a loro agio in mezzo al quel caos e doveva ammettere che anche a lei iniziava a dare fastidio.
Doveva pensare a qualcosa e subito, non voleva che quella giornata andasse sprecata senza che lei fosse riuscita a parlare seriamente con lui, doveva farlo anche per Reo che aveva accettato, suo malgrado, di aiutarla. Si alzò dalla panchina e disse: - Ho visto un bar non tanto affollato dietro quel negozio, è inutile che ci andiamo tutti, andrò io a prendevi da bene.”
“Ti accompagno” si propose Seijuro
-Non ti preoccupate..- disse lei facendolo sedere sulla panchina –Mi accompagnerà Reo-chan..vero?- guardò il ragazzo con la sua solita e convincente espressione sperando che anche questa volta stesse al suo gioco.
-S-si, non preoccuparti Sei-chan..- rispose lui sforzando un sorriso.
 
 
-Cosa vuoi?- le domandò Mibuchi mentre attendevano al bancone di uno del bar che qualcuno si liberasse per prendere le ordinazioni, sapeva benissimo che voleva chiedergli l’ennesimo favore.
-Scusami Reo-chan- rispose con il capo chino rivolto verso il pavimento come una bambina capricciosa che era appena stata rimproverata dalla madre.
-Lascia perdere, ti sdebiterai a tempo debito...dimmi cosa vuoi.-
- Vorrei che mi lasciassi sola con Sei per un pò.- disse guardandolo con determinazione.
-Vedo che finalmente ti sei svegliata- disse lui spostandosi dei ciuffi all’indietro che però gli ricaddero subito sulla fronte. –Non sarebbe meglio se io e Kotaro ce ne andassimo?-
-No…non sarebbe giusto nei confronti di Kotaro-nee- rispose – non sa qual è il vero motivo per cui è qui.-
-Non dire stupidaggini!- la rimproverò dandole un leggero scappellotto sulla nuca. - Lui capirebbe, è stupido ma fino a un certo punto-.
-Davvero! Mi basta avere anche soltanto mezz'ora da sola con lui. Da quando abbiamo terminato le medie, ho cercato in tutti i modi di evitarlo, ma non posso continuare così. -
- E pensi che qualche minuto in un posto del genere possa schiarirti le idee? Yu-chan neanche tu sei così stupida.-
- Se non ci provo ora, ho paura che non riuscirò più a trovare il coraggio. Lui mi rende debole, riesce e distruggere in un attimo ogni mia sicurezza.-
Mibuchi la guardò e sospirò: - D’accordo Yu-chan! Solo un’ultima cosa. Non so cosa sia successo alle medie, neanche Sei-chan ne parla molto, ma se ti ha fatto soffrire così tanto da non riuscire a perdonarlo, perché non lo hai ancora lasciato?-
Non rispose. Si era fatta la stessa domanda un sacco di volte ma non aveva mai neanche cercato di trovare la risposta giusta! Quella che teneva da tempo rinchiusa dentro al cuore e che aveva forse paura di far uscire. La decisione migliore che le dettava la mente, era di lasciare quel ragazzo che aveva fatto del male a suo fratello, eppure ogni volta che ci pensava una morsa le stringeva il cuore. 
-Comunque..- continuò Mibuchi – a me la risposta sembra così ovvia-.
 
 
-Kotaro, verresti un attimo con me?- domandò Reo porgendogli una lattina di aranciata e cercando di mostrare uno dei suoi sorrisi migliori che però ebbe uno strano effetto su Hayama facendolo rabbrividire.
-P-perché?- domandò alquanto spaventato da quell’espressione amorevole/minacciosa che solitamente non presagiva niente di buono.
- Credo di aver visto qualcosa che ti potrebbe interessare nella vetrina di quel negozio…proprio laggiù- rispose indicando un punto a caso alle sue spalle.
-Cosa? Davvero?- Hayama si alzò e senza fare ulteriori domande si mise a correre nonostante non avesse la minima idea di dove andare precisamente, Reo si mise una mano sulla fronte e prima di allontanarsi guardò verso Yume mostrandole tre dita. Lei capì subito che significavano: mi devi tre favori, non scordartelo.
 
Probabilmente quella sarebbe stata l’ultima occasione di quella giornata movimentata, in cui sarebbero riusciti a stare da soli, ma non era facile riordinare le idee con il vociare della gente, il chiacchiericcio del gruppo di ragazze sedute di fianco a loro e con i bambini che correvano da tutte le parti inseguiti da dei genitori esasperati che tentavano di calmarli. 
-Andiamo Sei?- gli domandò
- Non aspettiamo Reo e Kotaro?-
-No, lasciamoli da soli per un po’-.
Lui sorrise e si alzò, Yume era cerca che avesse capito che era tutto stato architettato da lei per rimanere soli, non era stupido, ma non importava, ciò che contava ora era trovare un posto tranquillo dove poter parlare.
 
Erano passati dieci minuti circa da quando Reo e Kotaro si erano allontanati e ancora la ragazza non era riuscita a trovare un posto dove poter stare in pace con Seijuro per qualche minuto, persino nel piccolo spazio adibito a giardino, al 4 piano, era pieno di persone che sedute sulla finta erba di plastica parlavano del più e del meno.
<< un completo disastro >> pensò la ragazza fermandosi.
Come se non bastasse, quelle scarpe messe solo quel giorno cominciavano a farle male. Si chinò massaggiandosi la parte dolente sperando che così facendo il dolore sarebbe diminuito ma quando si rialzò, si rese conto che Akashi non era più di fianco a lei, solo volti sconosciuti in ogni direzione.
 
 
Prese il cellulare e cercò il suo numero nella rubrica, ma quando il ragazzo finalmente rispose l’unica cosa che riuscì a sentire fu: -Bene gente! Abbiamo il 500° visitatore!- Urlò una voce altisonante proveniente da un negozio di moda di fianco a lei. Un uomo: bassino, sulla trentina, con indosso un elegante abito blu scuro, uscì insieme ad una ragazza che doveva essere poco più grande di lei. L’uomo comunicò nuovamente tramite un microfono che la fortunata aveva vinto un coupon da spendere nel loro negozio e che altri 4 visitatori avrebbero avuto lo stesso premio. Non appena ebbe terminato di parlare, una folla di gente si precipitò verso di loro, curiosi di vedere chi fosse il fortunato e sperando di riuscire anch’essi a ottenere il coupon.
Yume si vide costretta a interrompere la conversazione per non rischiare che il cellulare le cadesse di mano, mentre veniva spintonata dalla massa che incurante la sbatteva a destra e a sinistra.
-S-scusate…p-ermesso- ogni suo tentativo di allontanarsi da lì mentre la gente continuava ad arrivare sembrava inutile, nessuno sembrava accorgersi della sua presenza, in quel momento capì cosa provasse suo fratello ogni volta che nessuno lo notava, anche se lui sicuramente se la sarebbe cavata benissimo in quella situazione.
Qualcuno l’afferrò per il braccio attirandola fuori dalla folla.
 - Stai bene?- le domandò Seijuro non appena furono lontani.
Come poteva stare bene?
Le lacrime le uscirono dagli occhi senza che potesse fare qualcosa per fermarle ma non voleva assolutamente che la vedesse piangere, cercò di asciugarsi gli occhi con le maniche del vestito finendo per sporcarle con il mascara, si era scordata di averlo messo, per l’imbarazzo si sciolse i capelli e lasciò che le coprirono il viso.
-Devo andare un attimo in bagno.- si limitò a dire.
 
 
Si guardò nello specchio ovale posto sopra al lavandino, il mascara le era colato sotto gli occhi e due linee nere le scendevano lungo le guancie, come se indossasse una triste maschera. Sarebbe stata perfetta come personaggio in un film di Burton fu il suo pensiero. Prese un fazzoletto, lo bagnò e cercò di rimediare al danno, una ragazza entrò proprio in quel momento: aveva sul viso un trucco molto pesante, la sua pelle aveva uno strano colorito, molto probabilmente dovuto a una lampada venuta male e una folta chioma cotonata tinta di Arancione. Si guardò allo specchio mettendosi sulle labbra un altro strato di rossetto di un colore rosso acceso e poi la guardò da capo a piedi prima di scoppiare a ridere e poi uscire.
<< un’altra giornata da dimenticare >> pensò Yume dandosi un’ultima occhiata non appena di fu tolta tutto il trucco.
Seijuro la stava aspettando poco lontano da li ma non era solo, stava parlando con la stessa ragazza che pochi minuti prima l’aveva derisa, Yume faticava a credere ai suoi occhi: << questo è veramente troppo da sopportare >> pensò  mentre Il sangue iniziò a ribollirle nelle vene, le sembrava come se il mondo si fosse messo contro di lei giusto per farle un orribile dispetto. Era stanca! Veramente stanca di quella giornata dove niente andava per il verso giusto! Affrettò il passo e si mise tra i due facendo quasi cadere l’intrusa. Solo allora notò il volantino che teneva in mano, aveva frainteso? Voleva semplicemente chiedergli un’informazione? Tentò di scusarsi ma la ragazza se ne andò furiosa dopo aver insultato entrambi.
 
Akashi la guardò con quel suo fastidioso sguardo divertito.
-Non ci trovo niente di divertente- bofonchiò la ragazza. –Ho solo fatto un errore tutto qui!-
Lui non rispose.
- Sono stanca – confessò la ragazza seccata dai suoi continui silenzi. – Ho costretto Reo-chan a mettere in scena questo falso appuntamento a 4…. ho ingannato Kotaro-nee….questi stupidi stivali mi fanno male ai piedi….e tu non fai altro che prenderti gioco di me!- Era convinta che fosse sul punto di piangere nuovamente, si morse il labbro inferiore ma questa volta non distolse lo sguardo da quello del ragazzo.
-Non mi sto affatto prendendo gioco di te – rispose lui.
- Certo come se non ti conoscessi! La sfida a basket…e non avresti mai rivolto la parola a quella ragazza neanche per gentilezza!-.
Sorrise arrogantemente di nuovo: -Mi hai scoperto.. – quelle sue parole erano come lame affilate, una conferma che non avrebbe mai voluto ricevere. – semplicemente..volevo essere certo di trovarmi ancora di fronte a Yume Kuroko. Beh. Credo che questa falsa sia giunta alla fine…- le voltò le spalle e si incamminò.
Improvvisamente, la rabbia che Yume aveva provato svanì in un istante come spazzata dal vento, cosa significava quella frase? Non era poi così difficile da capire…
Volevo essere certo di trovarmi ancora di fronte a Yume Kuroko.
Non era stata più se stessa dopo quel giorno, era questo che aveva cercato di farle capire? Quelle parole erano il suo desiderio che tornasse come prima? Allora forse…c’era ancora qualche speranza.
  
Corse verso di lui per raggiungerlo e lo afferrò per un lembo della maglietta costringendolo a fermarsi.
-Non è ancora finita la giornata!- disse quasi urlando.
Frugò nella borsetta e tirò fuori un depliant che aveva trovato nella cassetta della posta, diceva: Il ristorante delle stelle….rimarrete incantati davanti al magnifico panorama della più bella e luminosa città del Giappone…  prossimamente nel più grande centro commerciale di Tokyo.
-Lo inaugureranno tra una settimana- lesse il ragazzo
- significa che ora non c’è nessuno- disse prendendolo per mano, le sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che l’aveva fatto, sperò di non essere arrossita come una ragazzina. – andiamo!-
-Non credo sia una buona idea, è vietato l’ingresso prima dell’inaugurazione.- rispose lui divincolandosi dalla stretta.
Era rimasto deluso da lei e ora tentava di allontanarla ma non glielo avrebbe permesso così facilmente: -D’accordo allora ci andrò da sola, ma aspetterò finchè non arriverai.- 
Facendosi spazio tra la folla, corse verso l’ascensore sperando che il ragazzo la stesse seguendo, non si voltò a guardare se fosse dietro di lei neanche prima che le porte si chiusero.
La salita le sembrò lunga e interminabile, guardò con impazienza i numeri cambiare di piano in piano fino a raggiungere il 6° e ultimo.
Apparentemente, sembrava non esserci nessuno, non udiva nessun rumore, nessuna voce, era un toccasana quel posto dopo essere stata nel casino. Comunque se l’avessero scoperta avrebbe fatto l’ingenua ragazza che era capitata li per sbaglio, era brava ad ingannare la gente grazie al suo viso dolce e infantile.
Quando Seijuro la raggiunse lei lo stava aspettando proprio davanti alle porte dell’ascensore, gli accennò un sorriso arguto e divertito, come per dirgli: ero certa che saresti venuto.
Ora era lei che lo stava sfidando.
 
Aprì le porte a vetro sopra le quali vi era una piccola insegna di legno con sopra inciso accuratamente il nome del ristorante: I tavoli erano ancora ricoperti da un telo bianco, il pavimento piastrellato nero era sporco di vernice, residui di calce e terra, mentre sul soffitto era stato dipinto un cielo stellato con tante piccole lampadine che una volta accese, avrebbero dovuto dare l’effetto delle stelle. Sarebbe stato bellissimo vederlo una volta sistemato pensò Yume.
Al posto delle pareti vi era un’unica e ampia finestra che dava una vasta visuale della città: la Tokyo Tower era ben visibile davanti a loro anche se lontana. << chissà che spettacolo di sera, con le luci multicolori della città e delle macchine che sfrecciano >>.
 
Akashi si mise di fianco a lei a osservare quel panorama, Yume lo guardò! era così bello.
Non aveva quel tipo di bellezza, come Mibuchi o come Kise, in grado di attirare l’attenzione su di sé grazie a dei bei lineamenti, ma era dotato di quel fascino e di quegli occhi magnetici che erano in grado di stregare qualsiasi persona. Lei compresa.
No! Non poteva neanche pensare di poter separarsi da quella persona e da quegli occhi, anche se fosse stato il male in persona! Ora ne era certa. Era quella la risposta che non aveva mai voluto ascoltare, ora finalmente si era tolta quel terribile peso.
-Sono diventata così patetica- disse appoggiando la testa contro il vetro.- mi sono sempre ripetuta di non lasciarmi sottomettere da nessuno, volevo essere forte per essere sempre pronta a proteggere Tetsuya e credevo che sarei stata al suo fianco ovunque fosse andato.- lo guardò: –e poi sei arrivato tu Seijuro Akashi….che cosa sei? Uno stregone? – rise.
Aspettò un istante sperando che lui le dicesse qualcosa ma così non fu, aspettava che lei continuasse. - Sai, quando eravamo alle medie, sognavo come sarebbe stata la nostra vita da adulti: Io sarei diventata una grande archeologa e tu un famoso giocatore di Basket o di Shogi, Avremmo avuto una grande casa con un cane di nome Heinrich e tre gatti: Eleanor, Matisse e Harriet.. – rise di nuovo – Testuya, Satsuki, Daiki, Midorima-kun, Atsushi e Ryouta sarebbero venuti spesso a trovarci…..- il suo tono divenne malinconico – Speravo che saremmo rimasti sempre uniti come una squadra.-
-Te l'ho già detto Yume! i cambiamenti sono necessari a volte.- Quelle parole erano così egoiste, proprio degne del Sejuro Akashi che era diventato. Solo il suo cambiamento era sbagliato? Lui non provava alcun rimpianto di come era prima?
Yume lo abbracciò, stringendolo forte e nascondendo il viso sul suo petto, aveva quasi dimenticato quanto fosse buono il suo profumo e caldo il suo corpo.
-Satsuki non ha abbandonato Dai-chan solo perché è cambiato..- disse alzando lo sguardo –continua a stargli accanto perché spera che un giorno torni quello di prima…in questo, è molto più forte di me che non ho fatto altro se non demoralizzarmi, avere paura di te, lasciare che quegli avvenimenti mi cambiassero. Mi sono chiesta più volte perché non lo lasci?- si fermò un istante, quelle ultime parole pronunciate dalla sua stessa bocca la fecero stare male. – La risposta era così ovvia ma io non volevo ascoltarla per orgoglio! – si staccò da lui per guardarlo dritto negli occhi che ora non le incutevano più alcun timore, erano soltanto dei normalissimi occhi rossi. –Testuya non ha più bisogno di me! In verità non ne ha mai avuto bisogno, ero io che usavo la scusa di volerlo proteggere per tenermi stretta l’unica persona che credevo fosse in grado di capirmi e accettermi. Non ti libererai di me! Neanche se mi minacciassi, o se decidessi di lasciarmi perché ti sei stancato di me! Anche io voglio rivedere l’Akashi Seijuro di prima.– gli mise una mano tra i capelli rossi e alzandosi leggermente sulle punte in modo da raggiungere il suo viso, gli sfiorò le labbra con le sue. Un innocente e breve bacio a fior di labbra ma che sperava gli facesse capire quanto ancora lo amasse.
Lo guardò, cercando di nascondere l’imbarazzo per quel gesto avventato, ma l’espressione del ragazzo non era cambiata, non era sorpreso né tantomeno sembrava mostrare alcun tipo di emozione.
<< non ci pensare. >> si disse tentando di soffocare i cattivi pensieri che stavano tentando di riavviorarle nella mente.
Devo diventare più forte di lui!
-Andiamo Sei- disse sorridendogli e porgendogli la mano - Kotaro e Reo hanno aspettato anche abbastanza-
Lui gliela strinse.
 
 
Mibuchi a Hayama li stavano aspettando vicino alla stessa panchina dove si erano separati. Yume gli corse incontro abbracciandoli entrambi con loro sorpresa. Quando li lasciò andare, cercò con lo sguardo quello di Reo che capì e le sorrise.
-Mi sembri diversa Yume-nii- le fece notare Kotaro fissandola
- Dici? Non saprei…io sono sempre la solita Yume- rispose lei sorridendogli.
- Mi sembri più…luminosa- continuò il ragazzo ricambiando il sorriso
- Beh? Che vogliamo fare ora?- si intromise Reo
- Ah! Io voglio ancora quel frappè alla fragola- rispose la ragazza.
-Allora andiamo!-
Yume guardò Seijuro che ricambiò lo sguardo –Andiamo Sei?-
-Si, andiamo- rispose accennando un sorriso.
 
L’auto nera si fermò davanti all’appartamento e Yume aprì lo sportello per scendere: - grazie per il passaggio- disse guardando Seijuro seduto di fianco a lei mentre l’autista li guardava dallo specchietto retrovisore.
Il ragazzo scese insieme a lei accompagnandola fino al portone:-Alla fine è stato divertente no?-
-Stai parlando di quando Kotaro ha rovesciato l’aranciata su quella signora al bar?- rispose sarcastico lui
- Ahahaha ammettilo stavi cercando di scappare! ti ho visto voltarti dall’altra parte....è stato un incidente!-
Non rispose.
-Ci vediamo allora Sei- si voltò e si avviò verso le scale ma prima che il ragazzo si allontanasse le parve di avergli sentito dire: Bentornata Yume….
<< Si! Alla fine non è andata così male >> pensò.

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