Il potere di Yeon

di Woonie_cutest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Angeli? ***
Capitolo 3: *** Piacere, sono Jong-dae ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


NOTA DELL'AUTRICE: Allora... Ciao a tutti/e! Questa è la prima volta che scrivo una ff con gli EXO, quindi siate clementi... Non si tratterà di una yaoi, anche se devo ammettere che ero molto tentata... Però ho avuto l'ispirazione per una storia "diversa"... Spero vi piaccia!! Ah, nel primo capitolo non compare ancora nessuno degli Exo, si tratta solo di un prologo al racconto vero e proprio... Non temete: arriveranno presto! Quindi, leggete e recensite in tanti *ditemi anche se ho fatto errori di qualsiasi genere* !!!!!!!! Last thing: più o meno verso la metà troverete personaggi come Elvis o Kennedy... Non ridete, non sapevo chi inserire... *capirete leggendo xD *
Annyeong ^_^


Era una giornata nebbiosa e si poteva vedere ben poco della strada. Eppure Yeon era lì, a guidare alle dieci di sera su una sperduta via della campagna della fascia meridionale della Corea. Non si trattava della solita nebbia leggera leggera... Yeon doveva stare molto attenta, perché qualsiasi pericolo poteva essere in agguato, visto che già la sera precedente il tempo aveva giocato un brutto scherzo in quella zona, portando un temporale così forte da aver abbattuto almeno una dozzina di alberi!

Così Yeon continuava il suo tragitto, con le mani salde sul volante e gli occhi ben aperti. La macchina avanzava metro per metro, lentamente e prudentemente. Ma ad un certo punto, Yeon notò che c’era qualcosa sulla strada e l’unico modo per evitarlo era passargli accanto, spostandosi sulla sua sinistra. Così superò l’ostacolo, ma al momento del ritorno sulla destra, la macchina scivolò sul fango, fino a toccare la protezione a margine della carreggiata, distruggerla e rimanere in bilico, lì, metà sulla terraferma, metà nel vuoto assoluto. Nessuno sarebbe potuto andare ad aiutare Yeon, il telefono non prendeva e la prima casa si trovava a cinque chilometri da lì... Ed era la sua... Iniziò a battere un vento fortissimo e la macchina continuava a muoversi in su e in giù, dando allo stesso tempo speranza e terrore alla ragazza.
Tuttavia il vento le fu avverso e decise che la macchina dovesse perdere la sua stabilità sulla terra e cadere nel vuoto. E così avvenne.

Yeon si risvegliò. Dove si trovava? Cos’era successo? Era ancora viva? Notò che attorno a lei c’erano delle pareti bianche, una striscia nella loro parte superiore composta da stelle, piccole rispetto a quelle gigantesche che la ragazza aveva studiato a scuola, ma comunque vere e che, se toccate, sembravano avere l’essenza dei fiocchi di neve. In un angolo della stanza c’era un letto con una testiera ben lavorata con due angioletti ai margini; vicino al letto una piccola scrivania, con una luce che illuminava l’intera camera. Dall’altra parte, vide un armadio, sempre bianco, con all’interno decine e decine di vestiti, rigorosamente bianchi, candidi, di tipologie diverse. Improvvisamente sentì qualcuno bussare.

TOC-TOC-TOC-TOC-TOC

- Ehm... Avanti?- disse Yeon, non sapendo in quale altro modo rispondere.
- Buongiorno Yeon, vedo che ti sei svegliata presto oggi! Allora, forza cambiati con un altro vestito e raggiungimi nel corridoio. Il grande Capo vuole parlarti e spiegarti un po’ di cose. So che sei molto agitata e nervosa, dato che non sai cosa ti stia capitando. Non è un sogno, è la realtà, ma per comprendere meglio, fa’ come ti ho detto e io ti aspetterò fuori. Su, su, sbrigati, mi raccomando!- rispose un angelo dalla faccia conosciuta. Chi mai poteva essere? Perché sembrava avere così tanta confidenza con lei? Mah... “Meglio prepararsi per ora, poi si vedrà”, pensava.
Si vestì in fretta con uno degli abiti che aveva trovato nell’armadio. Stranamente le stava molto bene e si sentiva bellissima.
Una volta finita di prepararsi, Yeon uscì dalla sua camera e lì, in corridoio, c'era l'angelo con cui aveva parlato e che le fece segno di avviarsi lungo la strada, con decine e decine di porte a destra e a sinistra, che probabilmente portavano ad altrettante stanze. Era per caso un albergo? Un manicomio? Il paradiso? Ahahah.... Non poteva essere... Forse era in vacanza e tutta la storia della macchina caduta nel vuoto era solamente stato un brutto sogno. Fatto sta che l'angelo prese per mano la ragazza e camminando a passo molto spedito la portò davanti a un'imponente porta, con quattro angeli che la decoravano e una figura imponente al centro, con il dito puntato in fuori, come stesse indicando la persona davanti ad essa. L'angelo disse solo:- Dubu- e fu come se la figura centrale avesse preso vita, dal momento che fece l'occhiolino agli ospiti. La porta si aprì e da dentro si sentì un imponente "Avanti". Yeon era molto spaventata, ma l'angelo la spinse dentro, richiudendo la porta dopo essere uscita. La ragazza si ritrovò da sola, fece qualche passo e arrivò davanti a una gigantesca scrivania in legno, massiccia, pesante, che però riusciva anche a dare un'idea di leggerezza. Sulle pareti c'erano tanti quadri con vari soggetti, ma uno era quello sempre presente.... Un grande e vecchio uomo con la barba e i capelli lunghi e bianchi e un vestito a tunica, rigorosamente bianco. Accanto a lui c'erano molte celebrità, come Elvis, Marilyn, Martin Luther King, Kennedy, anche Michael Jackson! Si trattava della stessa persona che all'improvviso si girò con la sua sedia in pelle verso la ragazza, che si trovava dall'altra parte della scrivania.
- Ciao Yeon, mi riconosci? Sai chi sono?-
- Veramente... No... Mi dispiace... Chi è lei?- rispose Yeon nervosa
- Sono Dio... Pensavo che la barba bianca e i tre metri d'altezza servissero a qualcosa... Vabbé, non è questo l’'importante... Ora dobbiamo pensare ad altro... Allora, Hwanjoo ti ha già detto qualcosa?- "Hwanjoo? Ma era la mia migliore amica al liceo! È morta qualche mese fa... Per me è stata come la sorella che non ho mai avuto! Dov'è Hwanjoo?”
- Ma come, non l'hai riconosciuta?-
- Lei può leggermi nel pensiero?- chiese Yeon atterrita
- Ti ho già detto che sono Dio... Io posso fare tutto!- e sorrise alla ragazza per infonderle un po' di conforto. Non capitava tutti i giorni di trovarsi davanti a
Dio!
- L’angelo che mi ha accompagnata qui è Hwanjoo??- domandò Yeon
- Sì, è proprio lei! Pensavo avresti avuto bisogno della tua amica per abituarti al posto. Yeon, sei ufficialmente entrata in Paradiso! E ti dobbiamo già affidare una missione... Vedi, le persone più meritevoli sono incaricate di portare a termine certe missioni sulla Terra, prendendo le sembianze di angeli, e dato che è come se tu lo fossi già stata da viva, anche da morta ti sei trasformata in un angelo. Per questo tutti i vestiti nell'armadio sono bianchi. È il vostro colore tipico, diciamo- Dio sorrise. Era da tanto tempo che non era rimasto così sorpreso da una persona come lo era stato con
Yeon!
- Quindi mi ha fatta morire perché devo compiere una missione?- chiese Yeon, non comprendendo a fondo la questione.
- No, il tuo incidente era già scritto... Io ho provato a fare di tutto per salvarti, ma non ce l'ho fatta... Mi dispiace molto Yeon...-
- È ok, Signore, non ho sofferto troppo e questo è l'importante! Vediamo, chi devo aiutare ora?- rispose Yeon, un po' con tristezza e un po' con il suo solito sorriso che inteneriva sempre tutti.
- Allora, Hwanjoo mi ha segnalato una giovane ragazza a Seoul che sta passando un momento terribile... I suoi genitori sono giunti qui la scorsa settimana in seguito ad un incendio nella loro casa. Tutto ciò che avevano è andato in fumo, la sorella della ragazza che devi aiutare è finita in una casa-famiglia in cui è amata e coccolata, ma l'altra è sola, abbandonata a se stessa e non sa come comportarsi giorno per giorno. La sua unica fortuna è avere alcuni amici che la possono ospitare a turno, in modo tale da avere almeno un tetto sopra la testa e non dormire fuori. Tuttavia questa storia non potrà andare avanti in eterno. Sta risparmiando tutto il possibile per potersi permettere una vita quantomeno dignitosa, ma la sua è una lotta molto dura e ha bisogno dell'aiuto di qualcuno… Qualcuno di speciale... Come di un angelo custode. Diventa il suo angelo custode e dalle una mano... Falle tornare la voglia di vivere e non lasciarla mai sola, soprattutto nei momenti di difficoltà! Per favore…-
- Lo farò, Signore, non si preoccupi. Sarò il suo nuovo angelo custode! Ma... Potrei farle solamente una domanda?-
- Certo Yeon, dimmi pure!-
- Come si chiama questa ragazza?-
- Min-
- Min? Ma… Io la conosco!-

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Capitolo 2
*** Angeli? ***


- Come stanno mamma e papà?-
- Bene, l’ultima volta che li ho visti è stata quando sono andata a mangiare da loro la scorsa settimana. Sentono la tua mancanza, lo sai-
- Lo so… Mancano tanto anche a me-
- Ma scusa, Hwanjoo, ma non puoi andare a trovarli *senza farti vedere* o almeno vederli da quassù? Sei pur sempre un angelo, giusto?-
- Sì, sono un angelo, ma non voglio farlo… Anzi, non posso-
- Perché?-
- Per colpa di una stupida legge imposta agli angeli-
- Quale legge?-
- Allora, a meno che tu non abbia una missione da compiere, non puoi avvicinarti agli umani, soprattutto a quelli che ti hanno voluto bene più di tutti, perché a causa del forte legame che vi univa, il contatto tra terreno e divino farebbe aumentare la sofferenza delle persone sulla Terra, ma anche quella del soggetto divino. In pratica, se mi avvicinassi ai miei genitori, proprio per questo nostro legame, il dolore per la mia perdita crescerebbe notevolmente nei loro cuori, ma allo stesso tempo anch’io proverei tristezza e sofferenza. So che è un ragionamento complicato, ma è tutto collegato-
- Sì, è veramente complicato e strano, direi-
- Però è una legge naturale e non può essere modificata, se non per mano di Dio-
- Allora perché non gli hai mai chiesto di fare un’eccezione?-
- Perché ultimamente è molto impegnato e quando ci ho provato una volta, mi ha detto che è una cosa che si può fare solo ed esclusivamente in casi particolari, estremi… Quindi non credo che mi sarà mai possibile…-
Con il mio aiuto, sì” pensò Yeon.
- Hwanjoo, puoi dirmi esattamente cosa devo fare? Dove devo andare? Come devo comportarmi?-
- Dio ti ha detto come si chiama la ragazza, esatto?-
- Sì, Min. La conosco, perché ho letto la notizia dell’incidente sul giornale-
- Bene, allora tu devi diventare il suo angelo custode-
- Questo lo so! Ma come?-
- Quando sarai tornata sulla Terra, assumerai le sembianze di una diciassettenne, come Min. Avrai una casa, dei vestiti, vivrai con tua zia *dirai che anche i tuoi genitori sono morti e che vivi con la zia, che non c’è mai*, andrai nella sua stessa scuola, starai in classe con lei e dovrai diventare la sua migliore amica. Devi proteggerla-
- Proteggerla?-
- Sì, da chiunque cerchi di farle del male. Proteggila-
- Ok, lo farò-
- E-
- E?-
- E ci sono delle regole che devi rispettare:
1.Non devi dire a nessuno che sei un angelo, nemmeno a Min!
2.Non devi innamorarti di nessuno durante la tua missione
3.Possiedi, da angelo, una certa quantità di magia. Quando ti troverai sulla Terra, potrai usarla solo in casi di estremo pericolo. Capito?-
- Capito-
- Ah, e ci sarà un altro angelo, che dovrà assicurarsi che tu non combini guai-
- Perché?-
- Perché è la tua prima missione-
- Va bene… Posso parlare con quest’angelo prima di partire?-
- No, non puoi… Si farà riconoscere lui-
- Come vuoi-
- Un’ultima cosa: puoi tornare qui tutte le volte che vuoi, ma non esagerare. Ogni settimana dovrai fare il resoconto a Dio per sapere come sta procedendo la missione, ok?-
- Ok, sarà fatto! Ora posso andare?-
- Certo Yeon, vai pure-
- Ah, Hwanjoo…-
- Sì?-
- Ti voglio bene-
- Anch’io ti voglio bene… E mi sei mancata-
- Anche tu Hwajoo, anche tu-


Yeon si svegliò sdraiata sul marciapiede; vicino a lei c’era un ragazzo, non troppo alto, ma molto bello, i capelli castani, gli occhi profondi, una camicia bianca e i jeans, le mani nelle tasche e uno sguardo divertito.
- Perché ridi?-
- Chi? Io? No, niente… Vederti così mi fa ridere-
- Ah, *grazie*-
- Hai intenzione di stare ancora per molto lì per terra?-
- Scusa, ma tu chi sei?-
- Ahahahah… Non hai ancora capito chi sono? Pronto!! Devo farti la guardia… Mi hanno costretto a venire qui con te per assicurarmi che tu non faccia casini-
- Quindi sei tu? Almeno dimmi come ti chiami-
- Baekhyun-
- Baekhyun… Ok, io sono…-
- Yeon-
- Yeon… Ehi, come fai a saperlo?-
- Mi hanno dato tutte le indicazioni per questa missione, dovevo pur sapere come ti chiami, no?-
- Esatto… Allora… Adesso cosa dobbiamo fare?-
- Ah, ma lo devi sapere tu! Io sono tuo cugino, il figlio di quella zia che ti ospita, ok?-
- Va bene, dov’è la nostra casa?-
- Si trova esattamente dietro di te-
Yeon si voltò e vide la casa in cui avrebbero dovuto abitare: erano davanti a un condominio, grande, spazioso, con un piccolo giardino nella parte frontale e un ingresso con una porta in legno, ben lavorata e con un angelo sulla sua sommità.
Mmmm… Certo che gli angeli sono proprio dappertutto!”
- Sì, è vero, sono proprio dappertutto- Baekhyun si girò verso Yeon e sorrise.
- Anche tu puoi leggermi nel pensiero?-
- Tutti gli angeli e le figure divine possono leggere nel pensiero degli altri!-
- Anch’io?- 
- Sì, anche tu! Devi solo imparare a farlo… Ti insegnerò io tutto-
- Grazie Baekhyun, mi sarai molto utile!-
- Dai, entriamo in casa…-
- Andiamo-


Il giorno successivo Yeon e Baekhyun uscirono di casa, presero il pullman assieme ad altre comitive di studenti, annoiati, stanchi, assonnati. Arrivarono alla loro nuova scuola venti minuti dopo e fecero un giro attraverso l’edificio, per studiarlo per bene. Poi entrarono attraverso le porte della Joongdong e si ritrovarono in un grande corridoio, con decine e decine di ragazzi e ragazze che si dirigevano nelle rispettive classi. I due angeli si incamminarono per quel corridoio, ma ad un certo punto:
-Yeooooooon, fa’ attenzione!!!!!!-
Un ragazzo si imbatté in Yeon, facendola cadere per terra.
- Scusami tanto! Non volevo… Non ti ho vista-
- Ah, no tran…-
- Kyungsoo muoviti!!! Dobbiamo andare in classe!- disse un suo compagno.
- Sì, arrivo subito! Tutto bene?-
- Ehm? Ehm… Sì… Tutto bene, grazie-
- Bene, io allora vado. Ciao-
- Ciao-
- Yeon stai bene???-
- Sì sì, sto bene Baekhyun, grazie… Allora, come la troviamo Min?-
- Sai com’è fatta?-
- Sì, guarda, ho una foto-
- Fammi vedere… Aspetta… Ma io l’ho già vista oggi! Vieni! Corri!-
- Cos… Aspettami!!!-
- Guarda, la vedi? Credo, anzi sono sicuro, che sia lei, quella lì, sulle scale-
- Sì, è lei, andiamo-
- No, aspetta, sei scema? Non possiamo andare così da lei… Cosa vuoi dirle? Ciao, noi siamo Yeon e Baekhyun e siamo i tuoi angeli custodi?-
- A-a-a-angeli?- Kyungsoo era appena arrivato dietro ai due ragazzi…

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Capitolo 3
*** Piacere, sono Jong-dae ***


- A-a-a-angeli?-
- Angeli? Chi? Cosa? Dove? Quando? Perché?-
- Voi… Siete… Angeli?-
- Noi?-
- Sì, voi!-
- Ehm… Ehm… Ehm… Noi… Non siamo angeli, cosa te lo fa pensare?-
- Ma prima avete detto…-
- Ah… No, stavamo scherzando! Eheheh… Come facciamo ad essere angeli? Ahahah… Giusto Yeon?-
- Aha… Aha… Aha… Giusto Baekhyun…-
- Yeon? Tu sei Yeon?-
- Sì, perché?-
- Sei nella mia classe allora-
- Ah, ok, quindi puoi dirmi tu dove devo andare?-
- Certo, ti accompagnerò io, angelo…-
- Ti ho detto che non siamo angeli!-
- Sicuro…-
- Prima di andare però devo parlare con una persona-
- Con chi?-
- Min, la conosci?-
- Sì, ovviamente, sono in classe con lei-
- Bene, allora vado a chiamarla così andiamo a lezione-
- No, lasciala stare, lei entrerà dopo-
- Perché?-
- Perché oggi deve andare a visitare i suoi genitori-
- Ma i suoi genitori…-
- Esatto, va a portare loro dei fiori-
- Quindi stamattina non parteciperà alle lezioni?-
- No, tornerà a scuola solo oggi pomeriggio-
- Allora perché è venuta a scuola?-
- Perché la preside la vuole accompagnare-
- Capito… Allora è meglio se andiamo in classe-
- Certo, andiamo-
Yeon, Kyungsoo e Baekhyun si avviarono verso la loro classe al secondo piano dell’edificio scolastico e, quando vi giunsero, la professoressa di inglese li stava già aspettando all’interno.
- Professoressa, scusi il ritardo, ho accompagnato i due nuovi studenti della nostra classe. Loro sono Yeon e Baekhyun-
- Buongiorno professoressa-
- Ah, giusto, sapevo che dovevate venire. Prego, sedetevi nei posti liberi-
- Grazie-

Per tutta la lezione Yeon non fece altro che pensare a Min. Chissà come doveva sentirsi in quel momento, quando nessuno poteva farla sorridere, quando il solo pensiero dei suoi genitori era come un colpo al cuore, come una pugnalata dalla quale non sgorgava sangue, ma solo tanta sofferenza e tanto dolore, quando la solitudine è l’unica cosa tollerata, quando stare in gruppo non aiuta per nulla, quando il solo fatto di essere stata separata dalla sorella rende la situazione ancora più difficile. Yeon non sapeva come comportarsi, come fare il primo approccio. In fondo lei non era mai stata nella situazione di Min, non aveva mai perso i suoi genitori, non aveva mai sofferto come lei, se non dopo l’incidente e la morte di Hwanjoo. Com’era stata dura per lei superare la morte dell’amica. Era come una sorella, condividevano tutto, tutte le passioni, tutti i momenti della vita; si raccontavano tutti i minimi dettagli della giornata, anche quelli più insignificanti, più piccoli e invisibili, più stupidi. E finalmente si erano ritrovate, finalmente erano di nuovo insieme e non si sarebbero più lasciate… Non potevano… Non dovevano… Ormai erano entrambe angeli e Dio stesso non avrebbe permesso che accadesse. 
- Yeon? Yeon!-
Qualcuno stava chiamando Yeon, ma solo dopo qualche minuto la ragazza si accorse di ciò.
- Yeon!-
- S-s-sì?-
- Yeon, eri attenta?-
- C-c-come?-
- Hai sentito quello che ho detto fino ad ora?-
- S-scusi professoressa, non ero attenta-
- Beh, devi imparare a prestare maggiore attenzione alla lezione. Invece di quel posto vicino alla finestra, vieni qui, vicino a Jong-dae, in prima fila-
“Jong-dae? E chi è?” pensò Yeon, e cercò di scorgere con lo sguardo le persone in prima fila.
- Qui, Yeon, proprio qui- la professoressa indicò a Yeon il posto, dall’altra parte della classe, rigorosamente in prima fila, vicino ad un ragazzo di media statura, capelli castani, corti, spettinati, occhi scuri e grandi, una bocca che nascondeva denti perfetti, la camicia della divisa leggermente sbottonata alla cima, la cravatta allentata e la giacca aperta. 
- Ehm… Ciao-
- Ciao, io sono Jong-dae-
- Piacere, io Yeon-
“Dov’è che l’ho già visto? Mi sembra familiare…”pensava Yeon “Mmmm… Aspetta! Ma è il ragazzo che ha chiamato Kyungsoo prima!”
Dieci minuti dopo suonò la campanella e la professoressa uscì dall’aula.
- Da quanto tempo sei qui?- disse Jong-dae, voltatosi verso Yeon.
- Chi? Io?-
- Sì. Ho sentito da Kyungsoo che sei tornata qui dal Sud quando è successa… Ehm… La storia dei tuoi genitori…-
- Hai ragione… La zia è stata gentile e ha deciso di ospitarmi. Baekhyun, il ragazzo seduto là in fondo è mio cugino, il figlio di mia zia-
- Non l’ho mai visto prima-
- Sì, perché lui ha vissuto per un periodo a casa mia, perché voleva “cambiare aria”… Diciamo che qui non si sentiva tanto a suo agio-
- Ah, capisco… Comunque se hai bisogno di qualcosa, dato che siamo diventati compagni di banco, fammelo sapere-
- Certo, lo farò, grazie mille-
Jong-dae sorrise, mostrando i suoi denti bianchi e perfetti e scostando i capelli con un colpo di testa. 
La mattina passò lenta, lentissima. Trenta minuti, venti, dieci, cinque, due, uno, sessanta secondi, cinquanta, quaranta, venticinque, quindici, sette, tre, uno… Ogni secondo era scandito dal toc dell’orologio… Tic toc… Tic toc… Un secondo dopo l’altro avvicinava Yeon al momento dell’incontro con Min… Passò la prima ora, passò la seconda, la terza e la quarta… E finalmente arrivò il pomeriggio.

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