Diario di un Mangiamorte

di Celaena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Accetto ***
Capitolo 2: *** Il Principe Mezzosangue ***
Capitolo 3: *** La Gazzetta del Profeta ***
Capitolo 4: *** Rosso ***
Capitolo 5: *** La Foresta Proibita ***
Capitolo 6: *** Il Signore Oscuro ***
Capitolo 7: *** Lily ***
Capitolo 8: *** Again ***
Capitolo 9: *** La Gazzetta ***
Capitolo 10: *** Il Platano Picchiatore ***
Capitolo 11: *** Lupo mannaro ***
Capitolo 12: *** Silenzio ***



Capitolo 1
*** Accetto ***


Malfoy procedeva avanti nel buio. Avevano quasi raggiunto la Foresta Proibita. -S-sei sicuro?- chiese l'altro, avvolto in una giacca consumata troppo grande per lui. -Paura, Piton?- fu la risposta di Lucius, arrogante come al solito. Tuttavia, quando il chiarore lunare gli illuminò il viso, Severus notò che era, se possibile, più pallido del solito. -Ovviamente no, volevo solo accertarmi che tu sapessi dove andare.-. La luna era piena mentre i due si addentravano attraverso alberi e rami caduti. Il vento freddo preannunciava un temporale invernale. Il buio celava oscuri misteri. Mentre avanzavano sentirono un ululato. "Lupin" pensò immediatamente Severus. Questo significava che, quella notte, non ci sarebbero stati solo dei giovani Serpeverde che stringevano un patto. Sarebbero arrivati, e forse erano già lì, James Potter e la sua banda di idioti. "Lily" si disse il ragazzo. Ormai non parlavano più da un anno, e, nonostante lei avesse sempre sostenuto il contrario, sapeva che era spaventata dalle nuove compagnie del Serpeverde. Ma non poteva capire. Non capiva che, quando cadi, non importa chi ti aiuti a rialzarti. Non capiva che l'unico modo per allontanarsi dal dolore era quello di far parte del loro gruppo. "Come i Malandrini", si disse con disprezzo, " si aiutano a vicenda". La voce di Malfoy lo distolse dal pensiero di Lily, dei suoi occhi verdi che lo fissavano consapevoli della strada che aveva intrapreso, dal pensiero delle sue braccia incrociate quando stava per scagliare una maledizione su qualcuno e lei glielo impediva. -Siamo arrivati- sussurrò Lucius. In una piccola radura c'erano altri cinque studenti incappucciati. Non riusciva a vedere i loro volti, ma immaginò che fossero Nott, Lestrange, Black(Bellatrix, cugina dell'insopportabile Sirius Black), Goyle e Macnair. -Noi siamo pronti- gracchiò impaziente Bellatrix. Molti la trovavano affascinante, soprattutto Lestrange, ma Severus sapeva che quella ragazza era capace di grandi atrocità. Lo condussero al centro della radura. Malfoy disse:- Accetti di diventare un servo dell'Oscuro Signore, di servirlo fino alla morte, e di giurargli fedeltà?- Accetta. Non farlo. -Accetto.-

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Capitolo 2
*** Il Principe Mezzosangue ***


22 gennaio 1976. Il rigido inverno aveva portato la neve. Hogwarts era coperta da un mantello bianco, e gli studenti trascorrevano le ore più noiose guardando quel bianco che cadeva dal cielo fuori dalle finestre. Nei sotterranei, però, era impossibile trovare questo tipo di distrazione, e gli studenti del sesto anno cercavano di fare attenzione alle parole dell'insegnante. Gli studenti di pozioni di quell'anno erano solo quindici in tutta la scuola. Potter, Black e Lupin si erano iscritti al corso perché era necessario per diventare Auror, Minus non li aveva seguiti, visto che aveva solo Accettabile al GUFO. Lily Evans seguiva più corsi di chiunque altro ed era la preferita di Lumacorno. Altri studenti erano Bones, Macmillan, Corner, Johnson, e il gruppo dei Serpeverde. Severus era seduto all'ultimo banco. Il suo libro, preso in prestito dalla scuola era pieno di appunti che lo studente aveva segnato. Per ogni pozione esisteva un metodo migliore, che gli permetteva di essere il primo della classe. Al livello di Lily. Mentre mescolava la pozione del giorno( in grado di far cambiare colore alla pelle delle persone che la bevevano) la maniche gli caddero larghe sui polsi, scoprendo per un attimo il Marchio. Era stato doloroso, ma necessario. Era il segno che ormai apparteneva ad un gruppo, che non era più solo, che era oscuro e potente. Ma una parte di lui continuava a chiedersi cosa avrebbe pensato Lily se glielo avesse raccontato. Si sarebbe innervosita, sarebbe impallidita e forse sarebbe corsa via. Alla fine della lezione i Grifondoro si allontanarono compatti, mentre Potter fissava Lily. Sbuffando, Severus li superò. Nel dormitorio di Serpeverde tutti ammiravano Voldemort, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, Tu-Sai-Chi, il Signore Oscuro. Come poteva un nome suscitare tanta paura e tanto rispetto? Severus pensò al proprio cognome babbano. Non voleva appartenere a quel mondo insulso e debole. Voleva avvicinarsi al mondo dei maghi ancora di più, cambiare nome. Trascorse molto tempo a pensare, appuntando su un foglio le alternative. Alla fine scelse il cognome di sua madre :'Prince'. Tuttavia mancava qualcosa. Qualcosa che, in qualche modo, lo descrivesse. -Ehi, Mezzosangue!- lo salutò Lucius. 'Mezzosangue'. Catturato da quel meccanismo infernale, incapace di liberarsi dagli stereotipi esterni, Severus decise di rendere le sue debolezze un tratto oscuro. 'Principe Mezzosangue'. Aprì la prima pagina del libro di pozioni e lo annotò.

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Capitolo 3
*** La Gazzetta del Profeta ***


Da 'La Gazzetta Del Profeta' del 24 febbraio 1976. I seguaci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato aumentano. Pare che si facciano chiamare 'Mangiamorte'. Nell'ultima settimana sono state ritrovate solo tre delle quindici persone scomparse a Londra, in stato confusionario. Sembra che siano state sotto l'effetto della maledizione Imperius, anche se gli Auror non hanno rilasciato interviste. Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Bartemius Crouch sui nuovi poteri da concedere agli Auror, e la sua ostinazione nel volere a tutti i costi l'adozione di 'misure più severe per combattere il nuovo male'( ma ovviamente sappiamo tutti che il caro Barty vuole solo accaparrarsi il posto di ministro). Il ministro intanto si dichiara 'preoccupato per lo stato attuale', mentre molti sostengono che Albus Silente saprebbe, al suo posto, affrontare la situazione con maggiore coraggio. Nonostante ciò che dicono alcune fonti, l'attuale preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts non sembra intenzionato a, come sostiene lui, 'abbandonare la scuola'. Secondo il mio parere, cari lettori affezionati, Silente sa che si renderebbe ridicolo come ministro. (Rita Skeeter)

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Capitolo 4
*** Rosso ***


3 marzo 1976. I Serpeverde facevano sempre molti scherzi di pessimo gusto ai Grifondoro, e viceversa. Severus se lo ripeteva per imprimerselo nella mente, per trovare una giustificazione per quello che aveva fatto. 'James Potter avrebbe fatto lo stesso con me' si disse. Eppure sapeva che non era così. Negli ultimi tempi si era documentato sugli incantesimi proibiti in biblioteca. Quando ne trovava uno particolarmente interessante lo annotava sul libro di pozioni, che era diventato per lui una sorta di diario. Lo portava con se' dovunque, perfino nella Sala Grande. Era il più fidato dei suoi perfidi amici, che gli facevano rimpiangere e desiderare Lily. Quel pomeriggio Bellatrix Black e il suo ragazzo Lestrange lo avevano guidato fino al campo di Quidditch 'per fare esperienza', come avevano sostenuto loro. Si erano seduti e, in silenzio, avevano aspettato la fine degli allenamenti dei Grifondoro. Severus ne era stato piuttosto irritato. Insomma, avrebbe preferito maledire Potter invece di doversene stare lì al freddo a vederlo giocare divinamente e a sentire le sue ammiratrici che sospiravano! Ma non aveva il coraggio di parlare. Non poteva, soprattutto, tradire la fiducia dei suoi nuovi amici, nè mostrarsi debole in loro presenza, e continuava a chiedersi cosa significasse 'fare esperienza'. Dopo averci pensato un pò, si era risposto che avrebbero maledetto qualcuno. La risposta era sempre stata nella sua mente, ma il giovane Serpeverde non riusciva ad ammetterlo. In fondo aveva accettato, e non poteva tirarsi indietro. -Vieni- gli disse brusca Bellatrix, strattonandolo con forza. Con un ultimo sguardo al Marchio, Severus la seguì. Gli allenamenti erano finiti, e quasi tutti i giocatori si erano allontanati, compreso Potter. Qualcuno era ancora negli spogliatoi, perché i tre sentirono dei passi. La porta si aprì. Johnson, uno dei battitori di Grifondoro. Appena svoltò l'angolo e li vide rimase a bocca aperta. -Cos..?- -Fallo tu- sussurrò Bellatrix, con i suoi occhi folli e la voce lieve. Lestrange sorrideva compiaciuto per la malvagità della ragazza. Severus attese. Uno, due,... sette secondi. Dopodichè lo fece. -Sectumsempra- disse, e tutto divenne rosso.

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Capitolo 5
*** La Foresta Proibita ***


4 marzo 1976. Il corridoio che conduceva allo studio di Silente era illuminato solo dai raggi di luce lunare che filtravano, come un disegno sul pavimento, dalle finestre. Severus si ritrovò a contare i passi che, dal dormitorio di Serpeverde, portavano alla statua del gargoyle. Il professor Lumacorno aveva convocato lui, Bellatrix e Rodolphus , dicendo che il preside voleva parlare con loro. Quella mattina i Grifondoro avevano discusso molto, in gruppetti, e a turno erano andati in infermeria per Johnson. Severus aveva intravisto Lily che parlava con le sue amiche. Lei gli aveva rivolto un'occhiata che sembrava essere una domanda. Lily sapeva chi erano i colpevoli. Doveva averglielo letto in faccia, almeno per quanto riguardava lui. Tra i Serpeverde tutti sapevano, ma nessuno avrebbe mai denunciato l'accaduto. Nessuno aveva parlato neanche quando i tre erano stati chiamati e si erano allontanati in silenzio. Bellatrix era l'unica a mantenere intatto un ghigno crudele sul viso. Severus aveva provato a non pensare al giorno precedente. Dopo l'incantesimo, Bellatrix aveva eseguito un sommario incantesimo di memoria, che evidentemente era servito a ben poco. Mentre si allontanavano in fretta, avevano visto James Potter che tornava indietro nel campo di Quidditch. Ormai ad Hogwarts era un vero eroe per tutti." Aveva anche 'salvato' uno studente", si disse il Serpeverde. Qualunque cosa facesse, Potter era ammirato, anche quando si trattava di fare perfidi scherzi ad uno studente più debole e meno viziato. Ormai avevano raggiunto la scala, e il professore aveva pronunciato la parola d'ordine( Cioccorane). Nell'ufficio di Silente il preside era stato l'unico a parlare. Aveva detto, con tono grave, che Johnson ricordava i loro visi. Non ricordava chi lo avesse ridotto in quel modo, ma di sicuro loro erano stati lì, e altri Grifondoro avevano confermato la loro presenza al campo di Quidditch. Il preside aveva chiesto spiegazioni, ma nessuno aveva risposto. -Molto bene- aveva concluso. -Questa sera stessa sarete in punizione nella Foresta Proibita-. Il professor Lumacorno sembrava imbarazzato quando li aveva accompagnati fino all'ufficio di Gazza. Gazza li aveva poi condotti, borbottando sinistre opinioni sulle punizioni ad Hogwarts, fino alla casa di Hagrid. I Serpeverde lo avevano sempre disprezzato, un mago gigante che non usa la magia. Malfoy sosteneva che era stato punito per qualcosa, ma nessuno sapeva esattamente per quale ragione. Mentre si apprestavano ad addentrarsi nell'oscurità, Severus osservò i volti dei compagni, pallidi alla luce della luna, e irritati, se non spaventati. Si disse che quella avrebbe dovuto essere anche la sua espressione, e, ripensando ad un'altra notte nella Foresta, ben più fredda, che era il suo incubo ricorrente, seguì Hagrid.

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Capitolo 6
*** Il Signore Oscuro ***


4 aprile 1976. Dopo la stupida punizione nella Foresta Proibita, pericolosa e ricca di ricordi, Severus aveva evitato Bellatrix e Lucius. Non voleva mettersi di nuovo nei guai per colpa loro. Johnson era guarito e lo evitava, lanciandogli occhiate d'accusa come tutti i Grifondoro. Severus si era sentito più solo che mai. James Potter e i suoi amici provavano sempre a fargli scherzi e a lanciargli incantesimi, ma lui stava attento a non incontrarli più del necessario. Lily spariva per ore intere in biblioteca, seguita da Potter che sperava di attirare la sua attenzione e riceveva ogni volta i rimproveri di Madame Pince, la bibliotecaria. Negli incubi di Severus c'era un continuo e rapido, doloroso susseguirsi di marchi, alberi, buio, freddo, rosso, campi di Quidditch, occhi verdi che gli scrutavano l'anima alla ricerca dell'amico che lui era stato per Lily, genitori, grida, litigi, lacrime, solitudine, e ancora buio. La vita reale non era migliore. Il Serpeverde aveva l'impressione di essere disposto a rinunciare a tutto per cambiare vita. Ma ormai non poteva. Da quando aveva litigato con Lily le idee che avevano sfiorato la sua mente erano varie e totalmente opposte: chiederle scusa e accettare, per essere il suo migliore amico, di rinunciare a quel nulla di cui era entrato a far parte, che nei sogni incuteva meno timore della realtà, proseguire con la propria strada, rinunciando alla vita che avrebbe desiderato perché sapeva che, ormai, non poteva tornare indietro, fare in modo che lei lo ascoltasse. Non l'aveva mai vista come una persona egoista, ma il fatto che lei rifiutasse di parlare con lui, di accettare le sue scelte, gli appariva come un'ingiustizia. Al suo posto lui si sarebbe ascoltato? Negli incubi e nelle noiose ore trascorse da solo si ripondeva di sì. Quel giorno a pranzo tutta Hogwarts era stata sconvolta da una notizia riportata sulla Gazzetta del Profeta. Un'intera famiglia era scomparsa, e sulla loro casa era stato visto e fotografato chiaramente il Marchio di Voldemort. Nell'articolo si diceva che la famiglia era nota per essersi opposta al Signore Oscuro. La notizia aveva destato scalpore e, quella sera, prima di tornare nei dormitori, Severus aveva scoperto che una Grifondoro, amica di Lily, era la figlia maggiore dei coniugi uccisi con i loro bambini. Qualcuno aveva affisso la notizia fuori dalla Sala Comune dei Grifondoro, con la scritta, rosso sangue: "Morte ai traditori del loro sangue".

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Capitolo 7
*** Lily ***


7 aprile 1976. La sorveglianza ad Hogwarts era aumentata. Anche se non lo dicevano, gli insegnanti assegnavano molti compiti agli studenti per fare in modo che, occupati e stanchi, si tenessero lontani dai pericoli esterni. Non erano stati trovati i colpevoli dell'affissione del giornale e della minaccia fuori dalla Sala Comune dei Grifondoro, anche se Severus sospettava di Bellatrix. Quella ragazza era ossessionata da Voldemort. Negli ultimi giorni i Grifondoro erano diventati sempre più uniti, ottenendo anche la solidarietà di gran parte dei Tassorosso e dei Corvonero. Era pericoloso dichiarare apertamente opposizione e accettazione nei confronti del Signore Oscuro, anche se Severus, più che di accettazione, avrebbe parlato piuttosto di 'sottomissione'. Quel giorno decise di parlare con Lily. Era deciso e ci pensava da un pò. Al termine della lezione di pozioni, attese che tutti uscissero. Lily era sempre l'ultima. Quando anche Lumacorno fu andato via, Severus le si avvicinò. -Lily-iniziò, incerto. Sarebbe stato peggio se lo avesse preso a shiaffi o lo avesse maledetto, ma quello che disse lo lasciò senza parole. Lily si girò lentamente. I suoi occhi erano freddi, il verde ricordava un oceano ghiacciato, e le sue parole furono un sibilo. -Stammi alla larga, Mangiamorte-. Dimenticando quello che intendeva dirle, il Serpeverde rimase fermo, consapevole di aver perso un'amica, di aver perso la persona a cui teneva di più al mondo, di aver eliminato ogni possibilità di far avverare i propri sogni. Lo sguardo severo di lei rimase impresso nella sua memoria. Il fatto che lei lo avesse chiamato 'Mangiamorte' gli fece comprendere la realtà di quello che aveva accettato di diventare, una realtà che ormai non avrebbe mai potuto amare. Una realtà che, si accorse, non aveva mai capito fino in fondo. Aveva perso per sempre Lily, in cambio di un marchio e di un soprannome su un libro di pozioni, in cambio di un padrone crudele. 'Lily' pensò.

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Capitolo 8
*** Again ***


25 aprile 1976. Severus si svegliò al suono di grida laceranti. La Sala Comune dei Serpeverde era nei sotterranei, sotto il Lago. Era abbastanza isolata dall'edificio principale ed era dunque raro che fosse possibile sentire, così nitidamente, qualcuno che gridava. 'Forse', riflettè alzandosi, 'forse era un Serpeverde ad urlare'. Sentì un groppo in gola. Non aveva veri 'amici' tra i Serpeverde, ma percepiva comunque orrore nei propri respiri veloci, nei battiti irregolari del cuore. Corse in Sala Comune, dove un cerchio di persone circondava una ragazza bionda e dagli occhi azzurri del quarto anno. Poco più in là, Bellatrix sollevava la bacchetta. 'Maledizione Cruciatus' si disse Severus. -Ne hai abbastanza, Nott?- La ragazza era accasciata a terra, negli occhi un'espressione di sofferenza. -B-basta- sussurrò. -Bene. Questa adorabile ragazzina ha spifferato al suo fidanzatino Corvonero chi ha colpito Johnson. Da lì a Silente il passo è breve...- -NON DIRA' NULLA- gridò tra i singhiozzi. -Oh, no, non lo farà.- Bellatrix sorrise, un sorriso sadico nel suo viso bello, bello più del solito ma acceso di una strana luce. -Lucius, Severus-disse, rivolgendo ai due uno sguardo che indicava che voleva essere seguita. Lucius non sembrava contento di sporcarsi le mani. In quanto a Severus, riuscì a malapena a mascherare lo stupore e la frustrazione misti a rabbia che quelle parole avevano generato in lui. Di nuovo. Avrebbe obbedito di nuovo al suo padrone. Mentre i tre si avviavano lungo i corridoi di Hogwarts, Severus si concesse di osservare gli altri studenti. Studenti ancora liberi di scegliere e agire. Lui era prigioniero. Prigioniero di sbarre che aveva chiesto, di catene che si era lasciato infilare. Si diede dello stupido, del debole. Mai come allora, mentre stava per aggredire un nuovo studente che non conosceva, si sentì inerme. E si chiese se qualcuno sarebbe mai riuscito ad aiutarlo, ad essergli amico.

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Capitolo 9
*** La Gazzetta ***


26 aprile 1976. La Gazzetta del Profeta. Aggressioni ad Hogwarts. Sono sempre più frequenti, nella nota scuola di Magia e Stregoneria, atti di violenza e intolleranza nei confronti di alcuni studenti. Suddetti 'Mezzosangue', Grifondoro e studenti che potrebbero conoscere la verità su fatti accaduti vengono messi a tacere. Ieri, 25 aprile, alle ore 10.34 è stato trovato, nell'aula di Trasfigurazione, Jonathan Corner, uno studente di Corvonero del quinto anno. Corner era in uno stato di grande confusione mentale. Ha dichiarato di essere stato colpito violentemente alla testa da uno spettro e altre sciocchezze simili. Insomma, affezionati lettori, come è possibile che il futuro del mondo magico debba subire atti simili? Albus Silente è davvero in grado di gestire Hogwarts? Ma ovviamente no! E pensare che c'è chi lo vorrebbe ministro! Al Ministero non sono state rilasciate dichiarazioni, ma ad Hogwarts abbiamo scoperto, grazie a due studentesse molto coraggiose, che Voi-Sapete-Chi avrebbe dei Mangiamorte tra gli studenti. Sarà vero? Perché il Ministero rifiuta di parlare? Cosa nascondono? Albus Silente è davvero un buon preside? Cosa hanno fatto al povero Corner? Si riprenderà mai? A questi e, ahimè, molti altri interrogativi, cercherò una risposta. Rita Skeeter.

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Capitolo 10
*** Il Platano Picchiatore ***


1 maggio 1976. Gli studenti, che più di ogni altra cosa avrebbero desiderato uscire e godersi il sole, erano sempre più difficili da gestire per gli insegnanti. Quel clima particolare di euforia che si creava poco prima della pausa estiva era il periodo preferito di chi, come James Potter, aveva degli amici con i quali godersi l'ultimo periodo di lezioni. Severus aveva trascorso gli ultimi giorni con la consapevolezza della propria solitudine come unica amica. Invidiava i Grifondoro che parlavano con Lily, le persone a cui lei si rivolgeva, anche solo per rimproverarle. In particolare invidiava James Potter. Quel giorno, mentre passava davanti al suo gruppetto, i 'Malandrini', sentì uno stralcio di conversazione. Sirius Black stava dicendo:-...stasera. Allora ci vediamo al Platano Picchiatore alle undici?- -Sì, ok.- rispose Potter. Il Platano Picchiatore? Alle undici? Severus si fermò, fingendo di frugare nella propria borsa e bloccando il passaggio nel corridoio al primo piano. -Spostati.- disse una voce. Una voce gentile che apparteneva ad una ragazza dai capelli rossi. Severus si voltò e si accorse con sconforto che Lily Evans, la sua Lily, stava parlando con James Potter, che, come il Serpeverde potè notare, intralciava il passaggio persino più di lui, con i suoi amici e una piccola folla di ammiratori. -Solo se esci con me, Evans.- sorrise Potter. A quel punto, prima di poter sentire la risposta di lei, il Serpeverde si allontanò. Non voleva sentire. Non gli importava. O forse gli importava così tanto che ogni volta che incrociava quegli occhi verdi avrebbe desiderato essere chiunque altro pur di starle vicino. Che fosse vero o no, prima di raggiungere i sotterranei Severus aveva già deciso: avrebbe seguito Potter, gli avrebbe impedito di prendere ciò a cui lui teneva di più al mondo, gli avrebbe impedito di prendersi anche Lily. 'Ma tu l'hai già persa' gli ricordò una sorta di voce sommessa, quella del suo io più profondo, quella che avrebbe cambiato il passato se avesse potuto, quella che non sarebbe riuscita a cambiare il futuro.

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Capitolo 11
*** Lupo mannaro ***


1 maggio 1976. Il buio era talmente fitto che Severus ebbe l'impressione di camminare nei propri incubi mentre si avvicinava al Platano Picchiatore. Era stato piantato pochi anni prima, quando il Serpeverde aveva appena iniziato a frequentare Hogwarts. Da allora tutto era cambiato. 'In peggio' si disse. Era difficile camminare senza poter usare un incantesimo per vedere al buio, dato che, in quella fitta oscurità, un 'Lumos' avrebbe dato troppo nell'occhio. Era quasi arrivato quando si sentì trascinare verso il basso, gridando. Il mantello si era impigliato in dei rami secchi. Severus si maledisse per aver gridato, e notò tre figure lontane. Corse a nascondersi dietro un albero e attese. I tre dovevano essere Potter, Black e Minus. Dov'era il quarto? Il Serpeverde, in preda all'agitazione, al timore di essere scoperto, e alla curiosità di scoprire cosa avessero organizzato, decise di seguirli. Le tre figure, due alte e una più bassa, si avvicinarono al Platano Picchiatore. -Prima tu, Felpato!- diceva Potter. Con una risata, Black estrasse la bacchetta. I suoi lineamenti iniziarono a contorcersi, mentre lui scompariva dalla visuale di Severus. Poi fu il turno di Minus, che squittendo scomparve come l'amico. 'Un passaggio nel Platano' riflettè Severus. La curiosità lasciò il posto ad una rabbia trionfante. Tre studenti che usavano un pericoloso passaggio segreto, in piena notte. Silente avrebbe avuto dei buoni motivi per punirli, stavolta. Il Serpeverde avrebbe voluto allontanarsi, ma era troppo curioso di scoprire cosa avrebbe fatto Potter. Avanzò di alcuni passi. E poi ancora. Iniziò a pensare al fatto che i tre, quando erano arrivati poco prima, sembravano comparsi dal nulla. Inoltre era difficile che tre studenti potessero allontanarsi indisturbati da Hogwarts a quell'ora. Lui ci era riuscito solo perché era stato rapido e aveva distratto Gazza con un incantesimo che aveva animato una vecchia armatura al primo piano. Forse aveva inconsapevolmente aiutato anche loro. Eppure quella mattina sembravano così sicuri di riuscire ad allontanarsi dalla scuola... Severus aveva continuato a camminare meccanicamente, mettendo con cautela un piede davanti all'altro. Ormai era poco distante da James Potter. Erano soli, gli studenti che più si odiavano ad Hogwarts. Se lo avesse colpito nel buio nessuno avrebbe mai scoperto che il colpevole era lui. Stavolta avrebbe potuto vendicarsi. Pensò a Lily, ai suoi occhi verdi e ai capelli rossi, la rivide da bambina mentre gli sorrideva. 'Ciao Sev' gli diceva ogni giorno. Doveva lasciarsi alle spalle tutto, ormai era un Mangiamorte. Un ululato profondo squarciò il silenzio. Proveniva dal Platano Picchiatore. Una strana figura uscì barcollando, mentre Potter estraeva la bacchetta e la puntava contro di se'. Severus avanzò. Gli occhi della creatura erano familiari, ma fu solo quando James disse:-Lunastorta!- che il Serpeverde comprese. Ormai era tardi. Inciampò di nuovo, senza riuscire ad alzarsi. -Piton!- il sussurro di Potter esprimeva puro terrore. Severus si sentì trascinare via mentre la trasformazione di Lupin era quasi completa. James Potter stava trascinando il suo peggior nemico al sicuro tra gli alberi. James Potter gli aveva appena salvato la vita.

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Capitolo 12
*** Silenzio ***


2 maggio 1976 Silente misurava la stanza a grandi passi senza parlare. Severus si era aspettato rimproveri e punizioni, quando quella mattina presto era andato in presidenza. Eppure, da quando aveva raccontato l'accaduto, il preside, dopo aver ascoltato in silenzio, non aveva pronunciato una parola. -Professor Silente?- chiese Severus. Silente si voltò. Sembrava preoccupato. -Hai rischiato la tua vita-disse.-E James Potter ti ha salvato.- -Assolutamente no! Ero lì per colpa sua!- -Ciò non toglie che ti abbia salvato la vita. Dovresto essergli grato. Ora conosci il segreto del signor Lupin. Ti devo chiedere, Severus, di mantenerlo. Io farò in modo che i suoi amici non si allontanino più di notte dal castello. E lo stesso vale per te. Non sarai punito. Rischiare la vita è una punizione sufficiente, in questi casi.- Detto questo, si sedette alla sua scrivania. -M-ma, professore, e loro? Saranno puniti?- Severus sapeva di dover tacere, ed era stupito di cavarsela senza punizioni, eppure voleva che Potter e la sua combriccola fossero puniti. Dovevano esserlo. -Mettere a repentaglio la vita di uno studente e poi salvarla è forse l'unico modo per pagare il proprio debito nei suoi confronti. Ritengo adeguato impedire, semplicemente, altri rischi come quello di ieri sera. Non saranno puniti. A volte, Severus, le punizioni non sono necessarie, e ti chiederei, se possibile, di non portare rancore nei confronti di Potter, Black, Minus e Lupin. Ma temo che mi sia impossibile.- il suo sguardo era indecifrabile. Sembrava rivolto al passato, riflettè Severus. -A volte il rancore sfugge al nostro controllo. Prova, Severus, a non lasciare che accada. Ora immagino che tu abbia lezione. La professoressa McGranitt non ama i ritardatari.- Mentre camminava verso l'aula, Severus riflettè sulle parole del preside. Aveva dei buoni motivi per odiare Potter. Ed era perfettamente in grado di controllarsi. Quasi si scontrò con due studenti che parlavano camminando in direzione inversa. All'inizio registrò solo una macchia di colore rosso e un paio di occhiali, poi li distinse chiaramente. Lily. Che parlava con James Potter. Era troppo, in poche ore. Si allontanò senza chiedere scusa. Voleva solo andarsene.

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