we can break the world, togheter.

di _Naira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Fear and happyness. ***
Capitolo 3: *** after rain there's rainbow. ***
Capitolo 4: *** News and... Surprise! ***
Capitolo 5: *** Maybe we're destined to be together. ***
Capitolo 6: *** Come Back. ***
Capitolo 7: *** Pain of love. ***
Capitolo 8: *** welcome to the jungle baby. ***
Capitolo 9: *** Cry. ***
Capitolo 10: *** Love and friendship. ***
Capitolo 11: *** it's Not too late. ***
Capitolo 12: *** New lifes ***
Capitolo 13: *** snow and pain. (part 1) ***
Capitolo 14: *** snow and pain. (part 2) ***
Capitolo 15: *** We have broken the world. ***



Capitolo 1
*** prologo ***


"Hey principessa! Sveglia!" Marco irrompe in camera mia.
"Mhmh." Mormoro. 
"Daiiiiiiiiiiiii! Alzati!" Urla ridendo. 
"Mhmh." Ripeto coprendomi la testa col cuscino. 
"Enry, almeno tu ti alzi?" Si rivolge al ragazzo sdraiato accanto a me. 
"5.. 5 minuti..."
"Sono le 9!" Ribatte il moro saltando sul letto in mezzo a noi. 
"Va bene, va bene, mi alzo!" Il mio ragazzo si alza e io lo seguo stile zombi.




Spazio autrice
È cortissimo lo so, ma è un prologo :) ci vediamo fra poco col primo capitolo! Un bacio isy_94. 

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Capitolo 2
*** Fear and happyness. ***


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Pov Enrico
È passato solo un giorno da quando ci siamo rimessi insieme, sembra che non ci siamo mai separati. Oggi è l'ultimo giorno di transumanza, ma quest'anno so che per Naira sarà meno doloroso, dato che i pastori non se ne vanno, i cavalli anche e noi... beh noi fra poco vivremo insieme, dobbiamo solo sistemare alcune cose burocratiche, di cui si sta già occupando mio papà. 
Sto ritornando da vedere i cavalli, ho lasciato Naira a riposare, il gesso la fa impazzire, le prude, le fanno male i punti e i chiodi, ha bisogno di stare sdraiata il più possibile, ma non sembra pensarla così, dato che appena appare nel mio campo visivo non è sdraiata nel letto ma in piedi su una panchina con Romeo affianco. Non mi ha notato perciò mi fermo e mi concedo qualche minuto per osservare che cosa sta tentando di fare, cerca di salire a cavallo. Si tiene stretta al pomo come una bimba terrorizzata, ha messo il piede sano nella staffa e ora sta cercando di darsi la spinta per salire, mi fa una tenerezza immensa, sa che non potrà salire ma ci prova lo stesso, lotta perché sa che solo combattendo potrà riuscirci, è testarda la mia biondina, forse più di quanto lo sia io. Si da la spinta e non appena si siede il peso del gesso le fa perdere l'equilibrio e scivola sul fianco, sta per cadere, scatto per prenderla, ma Romeo mi anticipa piegando il muso verso di lei per fermarla.
"Lo sai che sei una testa di cazzo?!" Le dico ridendo
"Mi hai spaventata!" Mi risponde sobbalzando. 
"Ahahah! Era quello il mio scopo!" Rido.
"Coglione!" Mi segue nella risata.
"Scendi dai, ti si strapperanno i punti." Continuo serio.
"Non ho 2 anni! E poi non la sforzo!" Ribatte stizzita. 
"Dai stellina. Più tardi saliamo insieme, ok?!"
"Mh, voglio andare adesso." Mi dice col broncio.
 
 
Pov Naira
"È va bene! Fammi spazio!" Conclude Enrico salendo a cavallo dietro di me.
"Dove vuoi andare?" Mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire.
"Dai pastori." 
Prende le redini e fa partire Romeo al passo, qualche minuto dopo arriviamo al campo dove c'è un sacco di gente che balla a ritmo della musica country. Mi prende in braccio per farmi scendere e poi ci sediamo sul fieno, i cowboy iniziano a ballare facendo facce buffe che mi fanno ridere. Ad un tratto vedo Christopher sbucare da un angolo e incamminarsi verso di noi, mi irrigidisco stretta tra le braccia di Enrico che sentendomi mi lancia uno sguardo interrogativo per poi alzare lo sguardo, incrociarlo con quello del rasta e stringermi più forte, rimaniamo a fissarlo avvicinarsi e fermarsi distante un paio di metri.
"Ciao Naira." Saluta serio.
"Ciao Chris." Rispondo timida. 
"Che hai fatto alla gamba?!" Chiede.
"Sono caduta da cavallo." Taglio corto. 
"Vedi, se stessi ancora con me non sarebbe successo." 
"Intendi dire che non mi prendo cura di lei?!" Si intromette Enrico con tono alterato.
"Intendo proprio questo. Se fosse insieme a me non sarebbe più andata a cavallo." Continua l'uomo davanti a noi.
"Stronzate!!! Ci sarei andata lo stesso! E poi non ti azzardare a dire che lui non si prenda cura di me! Hai capito??!"
"Non te l'avrei permesso! Saresti rimasta in casa a pulire e cucinare! E se non mi porti rispetto ti spezzo le altre ossa con le mie mani!" Urla infuriato e mi spaventa. 
"Tu prova ad avvicinarti e vedi che succede." Il mio ragazzo si alza e lo sfida guardandolo in cagnesco. 
"E tu da solo cosa potresti mai farmi?!" Chiede ironico Christopher. 
"Non è da solo!" I pastori si avvicinano a loro.
"Io vi ammazzo a tutti, Ahahah illusi!" 
"Siamo qui!" È Aldo a parlare. 
In un istante vedo Christopher scagliarsi contro il pastore, Enrico saltargli sulla schiena, gli altri cercano di capire come fare a non colpire tutti, poi sento delle urla, capisco poco dopo che sono le mie, sono terrorizzata, vedo qualcosa nella mano del rasta luccicare alla luce del sole e prima di collegare cosa sia mi ritrovo contro il suo corpo con un coltello piantato nel gesso. Tutto il resto è confuso. 
 
 
Pov Enrico
Sto cercando di  farlo svenire stringendogli il collo, ma riesce a tirarmi davanti a lui e vedo che alza una mano stringendo qualcosa che riflettendo mi abbaglia, stringo gli occhi per capire cos'è e in una frazione di secondo il corpo di Naira si intrappone tra me e lui, vedo la sua testa sbattere contro l'asfalto e il panico mi riempie ogni cellula del corpo, Aldo arriva alla schiena dell'uomo e lo tira via, Giacumassu e Nevio lo pestano finché Silvio e Angelo li bloccano, sanguina e ha perso i sensi, ma non me ne frega un cazzo di lui, anche Naira è svenuta e mi preoccupa di più, la prendo in braccio e la porto a casa. Mi stendo accanto a lei abbracciandola, passa qualche ora e si sveglia, quando mi vede sano e salvo vicino a lei sorride e mi stringe forte a se iniziando a piangere. 
"Hey, calmati biondina, non è successo niente." La tranquillizzo accarezzandole i capelli.
"Per un momento pensavo che ti avrebbe portato via da me." Dice fra le lacrime. 
"Nessuno lo farà mai, hai capito?! Nessuno se non te potrà farmi andare via." Ribatto serio ma tenendo un tono dolce.
Si calma sotto il mio tocco e mi ritrovo a pensare che non ci sia cosa più bella, sensazione migliore di averla mia, si riaddormenta stretta al mio petto, sto ancora qualche minuto fermo e poi pian piano mi alzo cercando di non svegliarla. Quando la copro noto il coltello piantato nel gesso che si è crepato, non vedo sangue e deduco che non sia arrivato alla sua pelle, se no si sarebbe dovuto rompere, lo estraggo cercando di essere il più delicato possibile, la copro e raggiungo gli altri rimasti al campo.
"Come sta?!" Mi chiedono in coro.
"Bene, dorme, lo stronzo dov'è?"
"Abbiamo chiamato i carabinieri che l'hanno portato via." Mi spiega Angelo. 
"Bene, meglio così."
"Enry ascolta, vieni con me a prendere la roba a casa?" Mi chiede mio papà. 
"No, non voglio lasciare sola Naira.''
"Vado io da lei, tu scendi giù, tranquillo, quando si sveglia ti chiamo." Mi dice Marco. Acconsento e vado a casa con mio padre.
 
Pov Naira
La gamba inizia a farmi male e mi sveglia, mi guardo intorno cercando Enrico ma vedo solo Marco seduto sulla poltrona poco distante. 
"Buongiorno principessa, Enrico arriva, è andato giù a prendere la roba." Mi spiega.
"Ok, quanto tempo ho dormito?"
"Un paio d'ore, ah, fra un po devo andare via, chi vuoi che venga a tenerti compagnia?" 
"Non sono una bambina che ha bisogno della babysitter, posso rimanere sola, vai pure se devi!" Gli sorrido e contraccambia alzandosi, mi lascia un bacio sulla fronte ed esce dicendomi di chiamare Enrico. 
Prendo il telefono e vedo che c'è una chiamata di Marta a cui non ho risposto, ma qualcuno l'ha fatto, le mando un messaggio e chiamo il mio ragazzo. 
 
 
Pov Marco
Mentre Naira dormiva le è suonato il telefono e vedendo che era una sua amica ho risposto io, le voglio fare una sorpresa, per questo ora sto andando all'aeroporto. 
 
 
 
Pov Naira
"Tesoro! Mi hai fatto prendere un coccolone! Stai bene?" Lexy irrompe in camera mia urlando felice. 
"Sì sì, stai tranquilla, mi tieni compagnia?" Chiedo sorridendo.
Salta sul letto vicino a me e iniziamo a parlare, un'oretta dopo Enrico arriva seguito da Silvio e Marco, sono tutti vestiti a festa, allegri e profumati, non capisco il perché.
"Amore fatti bella! Andiamo a ballare." Mi dice Enrico. 
"Io resto qui."
"Perché?" 
"Come faccio a ballare con questo abominio addosso? Non posso neanche farmi bella, non posso camminare." Dico disgustata guardando il gesso. 
"Amore, non ti preoccupare, ci sono io con te, ok?" Mimo un si con la testa e mi alzo facendomi aiutare, mi informano che c'è una sorpresa per me dove di solito mangiamo, ci andiamo e ci sediamo vicino al dj. Dopo un minuto spariscono tutti, aspetto li da sola un tempo indefinito, poi le luci si abbassano e parte somebody's me, la nostra canzone, mi commuovo, non pensavo che se la potesse ricordare. Enrico mi viene incontro sorridendo e tendendomi una mano, gli sorrido anch'io, con le lacrime agli occhi, forse non capirà mai quanto amore provo per lui, non lo capisco nemmeno io, è un amore immenso che mi fa esplodere il cuore, un amore per cui ho dovuto aspettare, cambiare e combattere con le unghie e con i denti, un amore talmente distruttivo e allo stesso tempo ricostruttivo, un amore sincero, fatto di lacrime e sorrisi, fatto di ricordi e canzoni, fatto di morte e vita. 
"Balla con me." Mi dice avvicinandosi. 
"Non riesco col gesso." Rispondo triste.
"Fidati di me." Ribatte facendomi alzare e mettere i piedi sui suoi, mi stringe contro di lui mettendo la testa nell'incavo del mio collo e iniziamo a ballare, mi accarezza la schiena, appoggiata contro la sua spalla sento i battiti impazziti del suo cuore e per un attimo mi dimentico tutto il male che mi ha fatto, tutte le lacrime che ho versato per lui, mi viene in mente quel giorno in cui l'ho conosciuto, quel giorno di tanti anni fa in cui mai più mi sarei immaginata di finire così. 
Si stacca e mi guarda sorridendo per poi baciarmi, un bacio dolce e pieno di promesse non dette, pieno di amore, paura, gioia, dolore, felicità, pieno di una cosa che non mi sarei aspettata da lui: la promessa di rimanere con me. 
Quando mi stacco vedo Angelo e Silvio che ballano facendo i coglioni e Marco che balla con una ragazza mora, ho la sensazione di conoscerla, ma essendo che è girata di schiena non posso vedere se è così. 
"Chi è?" Chiedo ad Enrico. 
"Gelosa?!" Mi schernisce. 
"No! Mi sembra di conoscerla." Spiego. 
"Chiedi a lui!" Sorride. 
"Adesso vado." Gli rispondo sorridendo a mia volta, faccio cenno a Marco di raggiungermi e lui dice qualcosa all'orecchio della ragazza per poi lasciarla con Gabriele, Gabriele?!? Non può essere lui, lui è in Sicilia, non qui. 
"Dimmi tutto!" Marco interrompe i miei pensieri. 
"Chi è quella?" Chiedo sorridendo. 
"Un'amica, sei gelosa?" Mi deride.
"Nono! Ma lui lo conosco e non è di qua!" Dico confusa. 
La canzone finisce e ritorno a sedermi, vedo Enrico avvicinarsi alla ragazza e Gabriele, sono sempre più confusa, spiazzata, ma che succede?! Ad un certo punto parte un video con let Her go e vedo una figura mettersi davanti allo schermo, con la luce alle sue spalle non vedo il viso, stringo gli occhi per cercare di mettere a fuoco, ma niente. Si avvicina e solo quando arriva a pochi metri la riconosco: è Marta! È lei! È la mia migliore amica, quella che volevo vedere da una vita, inizio a piangere contenta, e rido mentre lei mi corre incontro abbracciandomi forte e iniziando a piangere pure lei.
"Vita miaaaaa!" Mi urla in un orecchio. 
"Ma ma ma come mai non mi hai detto che salivi?!" Chiedo urlando. 
"Ti ho chiamato ma mi ha risposto Marco e mi ha detto che ti avremmo fatto una sorpresa! E così non ti abbiamo detto niente, sei contenta?!" 
"Siiiiiiiiiii!!!!" Urlo di nuovo. 
Parliamo per un po e poi Gabriele, Riccardo e Simon si avvicinano, Marta me li presenta e conoscendoli già li saluto. Ridiamo e scherziamo tutti insieme fino a notte fonda, poi andiamo a casa a dormire. 
Enrico si sdraia vicino a me, mi abbraccia e mi addormento sentendo il battito del suo cuore.
 
 
Pov Enrico
L'accarezzo ancora un po prima di crollare cullato dal suo profumo, dal suo respiro, dal calore del suo corpo. 
 
 
 
 
Spazio autrice
Eccomi col primo capitolo, spero vi piaccia :) aspetto di sapere cosa ne pensate, un bacio isy_94. 

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Capitolo 3
*** after rain there's rainbow. ***


Image and video hosting by TinyPic Pov Naira
"Ti prometto che tutto andrà meglio." Quelle poche parole, quello sguardo forte e sicuro, quella voce. È tutto così reale. Ma cosa vuol dire?! Glielo chiedo.
"Cosa significa?!" 
"Non siamo destinati a stare insieme, ma ti prometto che tutto andrà meglio." Non capisco cosa intenda dire, calde lacrime iniziano a rigarmi il viso quando lo osservo allontanarsi. 
Mi sveglio di sopprassalto e mi volto per avere la conferma che lui ci sia ancora e lo trovo sdraiato vicino a me con un braccio appoggiato sulle mie costole, lo sposto con delicatezza per alzarmi e, con l'aiuto delle stampelle, andare in cucina a bere un bicchiere d'acqua. Quando sbuco dalla porta vedo che Marta ha avuto la mia stessa idea, dato che sta rovistando al buio nello scolapiatti alla ricerca di un bicchiere. 
"Hai bisogno d'aiuto?" Salta sul posto sentendo la mia voce.
"Amore mi hai spaventata, cosa ci fai sveglia a quest'ora?" Mi chiede sottovoce.
"Ho fatto un sogno strano." Le confesso sedendomi davanti a lei e prendendo il bicchiere che mi porge.
"Anch'io, cos'hai sognato?" 
Gli racconto il mio sogno e lei mi fissa con gli occhi sgranati. 
"È lo stesso che ho fatto io." Mi spiega guardandomi incredula.
"In che senso scusa?!" 
"Nel senso che ho sognato Enrico che diceva quelle parole a qualcuno. Poi mi svegliavo e ti chiamavo." Racconta. 
"Davvero strano." Le dico. 
"Sì, molto." 


Pov Enrico
Mi sveglio sentendo il tessuto freddo sotto la mano, mi giro a cercarla e non la vedo, mi alzo e sentendo delle voci provenienti dalla cucina vado a vedere. Trovo lei e Marta sedute con una sigaretta tra le dita e un bicchiere in mano, perse a leggere due libri spessissimi.
"Cosa siete voi due?! Vampiri?! La notte si dorme!" Dico sorridendo. Le ragazze si spaventano girando si terrorizzate.   
"E tu allora?! Che vai in giro terrorizzando povere fanciulle indifese come noi?" Ribatte Marta sarcastica. 
"Beh, ma cotanta bellezza non può terrorizzare!" Continua il ragazzo indicandosi. 
"Cotanta non si può sentire e per favore copriti!" Marta replica ridendo. 
"Perché dovrei?! Hai paura di arrossire?" la punzicchio.
"Sei proprio un coglione!" Conclude la ragazza mora. 


Pov Naira
"Avete finito voi due?!" Li riprendo, mi sembra di fare la babysitter a due bambini che si stuzzicano. Il mio ragazzo si siede vicino a me sporgendosi per vedere il contenuto del libro, poi mi da un bacio sulla guancia, continuiamo a sfogliarlo senza trovare niente di utile. Dato che ormai sono le 5 e fra mezz'ora, 40 minuti gli altri si svegliano per andare a lavorare io e Marta ci mettiamo ai fornelli per preparare la colazione, sotto lo sguardo assonnato di Enrico che si sta accasciando sul divano affianco a uno dei nostri cani. 

"Buongiorno signorine!" Marco entra in cucina stiracchiandosi. 
"Giorno!!" Lo salutiamo in coro.
Si siede a mangiare mentre pian piano arrivano anche i pastori che ci salutano, si siedono e si avventano sulla colazione come se non mangiassero da anni. 
Sono usciti da qualche ora e noi, rimaste in casa, ci annoiamo, Lexy sta preparando la sala per pranzo, gli altri sono dagli animali. Ci guardiamo spazientite, Marta ha la febbre e le hanno intimato di non mettere il naso fuori e io, beh, con questo affare attaccato alla gamba da sola non riesco a scendere la rampa di scale che divide la nostra casa dall'esterno, quindi non mi posso muovere. 


Pov Enrico
Sono ore che bestemmio dietro al trattore che non va e preferirei di gran lunga stare vicino a Naira, da quando ho rischiato di perderla seriamente vorrei starle affianco ogni secondo, forse per paura che possa succedere qualcos'altro, forse per senso di protezione, forse perché la sento mia e non voglio vederla allontanarsi da me, forse semplicemente perché la amo. Se qualcuno prima che la conoscessi mi avesse detto che avrei amato una persona così tanto penso che gli avrei riso in faccia dandogli del pazzo, non ci credo ancora adesso, non riesco ancora a credere quanto amore provo per lei, quanto ne abbia bisogno, forse più di quanto lei possa mai immaginare, più di quanto potrò mai dimostrarle. Adesso che ci penso non le ho mai regalato niente, escluso Romeo, le vorrei regalare un anello, ma non saprei quale, mi alzo da sotto questo maledetto trattore e cerco Marco con lo sguardo, lo trovo impegnato a strigliare un puledro, lo raggiungo. 
"Devi coprirmi." 
"Prenditi una coperta!" Mi risponde ironico. 
"Cretino, devo andare via, ma se mio padre mi vede mi uccide."
"Ahh, coprire in quel senso. Okok, no problem, gli dirò che sei andato sui pascoli alti a vedere le greggi." Mi spiega. 
"Sei un angelo!"
"No, sono Marco, Angelo è mio papà." Scoppia a ridere e lo seguo pensando a quanto stupido sia.
"Ahahah, è pessima. Comunque ci vediamo fra un paio d'ore."
"Ma dove vai?" 
"Cazzi miei!" Rido. 
"Se devo pararti il culo almeno dimmi dove vai." Mi minaccia.
"Okok! Vado a comprare un regalino a Naira." Scuote la testa e ride.
Lo saluto e mi incammino verso la macchina stile 007, mi sento stupido. Arrivo in un negozio e mi metto a guardare tutti gli anelli, fedine, ecc che possiedono, non mi colpisce neanche una. Ho quasi perso le speranze quando una fedina colpisce la mia attenzione, è d'oro bianco con diamanti incastonati, bianchi e neri, è molto fine, ed è perfetta. Chiamo la commessa per dirle che dopo un'ora sono riuscito a scegliere, arriva sorridente e dopo essersi complimentata per il mio buon gusto torna alla cassa, la seguo.
"Se vuoi possiamo inciderci qualcosa, ci vuole qualche minuto."
"Si, vorrei inciderci una frase." Mi porge carta e penna, la scrivo poi gliela consegno e aspetto che sia pronto, nel frattempo mi faccio un giro per il negozio. Dopo qualche minuto ritorna con l'anello inciso, lo impacchetta e me lo consegna.
"Posso chiederti una cosa?" Mi chiede. 
"Certo!" Rispondo. 
"Che significa la frase?"
"È la nostra canzone." Spiego sorridendo. 
"È fortunata ad avere un ragazzo come te."
"Non ci giurerei." Concludo uscendo. 


Pov Naira
Si sta facendo buio e dei ragazzi non c'è ancora traccia, chiamo Marco, non mi risponde, Marta chiama Simon, suona a vuoto, ci stiamo preoccupando, chiamo Silvio, almeno lui mi risponde. 
"Dimmi nana!"
"Dove minchia siete finiti?!" 
"La finezza." Ride Marta. 
"Stiamo dando da mangiare agli animali, Marco è in passeggiata, Angelo ha una lezione e mio figlio credo sia sui pascoli alti."
"Come credi?" Domando allarmata. 
"Marco mi ha detto così un'ora e mezza fa, ma non mi sembrava molto convinto." Ride.
"Ahhh ok, va beh provo a chiamarlo." Lo saluto e chiudo.
Chiamo Lexy per vedere se ha bisogno ma rifiuta il mio aiuto e mi congeda con la promessa di arrivare dopocena, chiamo Enrico, non prende, sarà ancora sui pascoli. Io e Marta ci sdraiamo sul divano a guardare un film, che altro possiamo fare?! 
Passano ancora un paio d'ore dopodiché arrivano i pastori,  ma dei miei due uomini nessuna traccia. 
"Angelo, tuo figlio?!"
"Non ne ho idea, siamo tutti di fretta, stasera andiamo a mangiare fuori." Mi spiega camminando velocemente avanti e indietro per la casa. 
"Divertitevi!" Rispondo sorridendo. 
"Ma che hai capito?! Nel noi siete incluse anche voi! Forza andatevi a preparare!" Urla Silvio dalla sua camera.
"Ma mancano ancora i ragazzi! Marco, Riccardo, Simon, Gabriele, Enrico..." replica Marta. 
"Ci raggiungono all'Italia!" Nevio sbuca dalla cucina. Non ci sto più capendo niente!
"E Lexy?" Chiedo.
"Viene su con noi!" Aldo. 
"Ma andiamo da Crauto?!" Domando di nuovo. 
"Siiiiiiiiiii!!!! Muovetevi!" Giacumassu, ci mancava.
"Potreste parlare uno solo, mi state rincoglionendo!" Si lamenta Marta alzandosi per poi aiutarmi a farlo.
Siamo in macchina verso il ristorante/albergo del mio ex capo (Crauto), arriviamo mezz'oretta dopo, c'è un sacco di gente, il ragazzo ci accoglie con un sorriso che abbaglia, poi si ferma a fissare il mio gesso.
"Che hai combinato tesoro?!"
"Incidente culetto d'oro!" Lo chiamo così da una vita, e diciamo che è il soprannome più azzeccato visto il culo che ha!
"Non dico niente Và! Tesoro il vostro tavolo è il solito!"
"Grazie culetto d'oro." Sorrido e mi avvicino al tavolo in cui ho cenato e pranzato per anni, mentre i pastori, Lexy e Marta si siedono io vado a salutare i cuochi, torno indietro e mi siedo, mancano ancora Marco, Gabriele, Riccardo, Simon ed Enrico. Parlottiamo un po con Crauto che mi racconta le ultime novità, ad un certo punto lo vedo fissare un punto dietro di noi, sorridere e riprendere a parlare con noi, un secondo dopo le luci si spengono il ragazzo davanti a me ride, gli altri si scambiano sguardi confusi, sento qualcuno che mi tappa gli occhi, provo a togliergli le mani ma il risultato è l'aumento della loro pressione. Marta sogghigna, non capisco che succede, passa ancora qualche secondo poi le mani mi liberano la visuale e ciò che mi appare davanti mi commuove, Enrico è in piedi davanti a me con un mazzo di rose, mi alzo a fatica e mi avvicino a lui che mi passa le rose, noto una scatola al centro di esse, la prendo, le luci si accendono, la gente ha smesso di mangiare e ci guarda, i miei amici sorridono, il mio ragazzo inizia a parlare.
"Sai benissimo che non sono bravo con le parole, però volevo dimostrarti quanto ti amo, ah adesso che ci penso, non ti ho mai chiesto di stare con me, perciò te lo chiedo ora: vuoi stare insieme a me biondina? Vuoi sopportarmi ogni giorno, vuoi incazzarti per tutte le volte che sbaglierò? Vuoi addormentarti tra le mie braccia? Vuoi amarmi ogni giorno come solo tu sai fare?! Vuoi.." 
"Si, lo voglio!" Lo interrompo ridendo, mi sorride per poi avvicinarsi e baciarmi. I pastori, i ragazzi e i clienti iniziano ad applaudire, rido sulle sue labbra, quando mi stacco mi mette davanti al naso la scatolina, lo guardo sospettosa, la prendo e la apro.
È l'anello più bello che abbia mai visto, è fatto per me, sorrido e gli do un bacio sussurrandogli un grazie, lo metto al dito e lo guardo, ci sediamo affianco a Marta. 
"Sono stato bravo?!" Chiede in generale. 
"Per me rimani sempre un coglione." Risponde Marta. 
"Ah si?!" 
"Si!" 
"Allora il coglione non ti dice una cosa su Gabriele." La ricatta il mio ragazzo avvicinandosi a lei e abbassando la voce. 
"COSAAAA??!! Sputa il rospo daltonico!" Replica stizzita la mia migliore amica. 
"Ahahah, da coglione a daltonico, che salto di qualità." Perde tempo Enrico. 
"Non provare a farmi distrarre, PARLA!" Continua lei puntandogli un dito sulla punta del naso. 
"Ahahah! Diciamo che ho parlato con il tuo dolce tesorino per cui ti scogli ogni volta che parla." Ride.
"E che ha detto?! Di che avete parlato?" Chiede incuriosita.
"Di te, naturalmente!" Esclama il biondo addentando una forchettata di gnocchi.
"E cosa ti ha detto?!" 
"Eh eh! Mistero della fede." 
Marta continua a tartassarlo per farlo parlare ma lui la ignora, finiamo di mangiare e torniamo a casa. 


Pov Enrico
Siamo tutti in sala a guardare un film, vedo Marta lanciarmi occhiatacce per poi guardare Gabriele, lui ricambia il suo sguardo, mi sembra di vedere me e Naira qualche anno fa, oggi ci ho parlato e ciò che mi ha detto mi ha stupito molto, tuttavia non lo dirò a lei, è giusto che sia lui a farlo, ma ora che le ho messo la pulce nell'orecchio non mi lascerà vivere. 
"Amore, guarda." Naira mi sussurra indicando Marco e Lexy seduti vicini.
"Quanto ci scommettiamo che sta nascendo qualcosa?!" Le dico sussurrando a mia volta.
"Una pizza! Secondo me fra una settimana si baciano."
"Io gli do 3 giorni." Concludo abbracciandola.


Pov Naira
È questa la vita che ho sempre sognato, vivere e lavorare con i miei amici, no. Sono molto di più, sono la mia famiglia, quella che è andata a pezzi 3 anni fa. Loro sono la cosa migliore che la vita mi abbia regalato, non potrei andare avanti senza anche solo uno di loro. E lo sanno tutti, dal primo all'ultimo sanno quanto gli voglia bene e quanto abbia bisogno di loro. Tutto ciò che ho sempre desiderato, il lavoro che amo, le persone che amo, la vita che voglio, felice ma faticosa, triste ma eccentrica. Tutti loro sono la mia vita. Con questi pensieri e avvolta dal calore delle braccia di Enrico mi lascio cadere in un sonno profondo, questa giornata è stata monotona, ma anche una delle più belle della mia vita. 


Pov Enrico
Naira si è addormentata, aspetto ancora un po prima di alzarmi e portarla a letto, anche Marta è crollata e costringe Gabriele a portarla a letto e a rimanerle vicino, gli dico anche di riferirle che può considerarlo il mio regalo di benvenuto. Inizio a ridere pensando alla scena che si svolgerà domani mattina quando la mora aprirà gli occhi. 



Spazio autrice
Eccomi col 2° capitolo, spero vi piaccia :) bene bene, si sono cattiva :) vediamo che pian piano si scoprono i vari rapporti tra i coinquilini di questa "casa famiglia" aspetto le vostre recensioni. Un bacio isy_94

P.s. Marta non mi uccidere xD 

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Capitolo 4
*** News and... Surprise! ***


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Pov Enrico
Sono le 6, sono sgattaiolato nelle stanze di Marco e Simon, gli ho svegliati e siamo entrati in quella di Marta, abbiamo messo il mio telefono sul comò che sta registrando, sarà una scena epica e voglio vederla all'infinito. Rido già immaginandola, penso che mi ucciderà, torno in camera a dormire ancora qualche ora, abbraccio Naira che si sveglia. 
"Dove sei andato?" Mi chiede aprendo un occhio con voce impastata.
"Fra un po vedrai." Le sorrido dandole un bacio sulla fronte. 
"Mhmh" mormora sistemandosi tra le mie braccia per poi addormentarsi. 
Mi addormento anch'io, dopo non so quanto delle urla mi svegliano all'improvviso, anche Naira scatta seduta con gli occhi preoccupati e assonnati, mi guarda e scoppio a ridere. 



Pov Marta
Un raggio di sole che entra dalla finestra mi disturba il sonno, così apro gli occhi, la prima cosa che noto è il profumo di Gabriele, ma considerando che impregna tutta casa quando se lo mette non mi preoccupo più di tanto, mi stiracchio ma qualcosa me lo impedisce, rimanendo con le braccia tese sopra la testa abbasso lo sguardo sulle mie costole e mi manca il fiato vedendo una mano che conosco troppo bene, giro la testa terrorizzata e quando vedo la sua sagoma sdraiata vicino a me urlo. Lui si sveglia di sopprassalto cadendo giù dal letto. 
"Chi è morto?" Urla pure lui spaventato.
"Che cazzo ci fai qui?!" Chiedo urlando. 
"Enrico mi ha detto di dirti che puoi considerarmi il suo regalo di benvenuto." Spiega sempre urlando. 
"Io lo ammazzo." Dico sottovoce, scatto giù dal letto ed esco in corridoio. 
"COGLIONEEEE! DOVE SEI?! IO TI AMMAZZO!!!" Urlo infuriata svegliando tutti che escono preoccupati.
Lo trovo in cucina che ride, mi avvento per picchiarlo ma scappa via, prima di andargli dietro trovo un mattarello, lo prendo e lo inseguo urlando:
"COGLIONEEEE, DALTONICO, STRONZO!!! FATTI VEDERE!" Lo vedo scappare in soggiorno lo raggiungo. 


Pov Naira
Mi alzo preoccupata dagli insulti urlati di Marta, quando mi appare davanti agli occhi la ragazza che cerca di pestare Enrico con un mattarello, ma il ragazzo si sta riparando dietro una sedia, mi sembra di vedere due uomini del medioevo con spada e scudo, sorrido, i pastori e i ragazzi si sono riuniti intorno alla scena e ridono.
"Che bello! Ora il coglione non sono più io ma lui." Dice Gabriele vicino a me. 
"Non cantare vittoria troppo presto coglione." Gli rispondo sorridendo. 
"Ufffa! Ma non sono coglione io!"
"Ohhh si che lo sei fratello." Simon lo corregge ridendo.
"Dobbiamo dividerli?!" Chiedo a Marco. 
"Se non vuoi diventare vedova direi di si!" Mi prende in giro. 
"Vai allora!" Lo incoraggio.
"Nono! Tuo ragazzo, tua migliore amica, tua responsabilità." Dice imitando un vucunprà. 
"Io sono momentaneamente disabile, quindi tuo migliore amico, tuo compito!" Controbatto.
"Che palleeeeee!" Conclude incamminandosi verso di loro.
"Scusate... io vorrei."
"Non ci provare! Lo ammazzo!" Lo interrompe Marta. 
"Devo dire che il mio regalo ti è piaciuto!" La stuzzica Enrico. 
"COGLIONEEEE!!!" Marta da un'altra mattarellata alla sedia.
Mi avvicino cauta, la chiamo dolcemente. 
"Marta, vita, ascoltami."
"Dimmi amore." Mi risponde fermandosi.
"Andiamo a fare una passeggiata a cavallo?!" Chiedo timida. 
"Ok, ma quando ritorno finisco di uccidere il tuo ragazzo!" Conclude minacciosa superandomi per uscire.



Pov Enrico
Siamo finalmente andati a lavorare, se ripenso alla scena inizio di nuovo a ridere. Io, Marco e Gabriele stiamo sistemando le balle di fieno, il biondo non ha più spiccicato parola da stamattina, Marco continua a guardarmi e ridere. Lavoriamo tranquillamente tutto il giorno, l'unica cosa che Gabriele mi ha detto è stata che stasera parlerà con Marta, menomale, pensavo non ci sarebbe mai riuscito, dovrei parlarle anch'io, ma so già che mi ucciderà prima di dirle ciao.
Abbiamo appena finito di lavorare, ho salutato Naira e ora sono sotto la doccia, mi ci voleva un po di acqua calda per rilassarmi,questi ultimi giorni sono stati davvero duri, vedo Naira triste per via del gesso, non lo vuole, si sente in gabbia, estranea al suo corpo e la capisco, ce la sto mettendo tutta per aiutarla, per strapparle un attimo di felicità, ma so che non succederà fino al giorno in cui le toglieranno tutta sta roba. Spengo l'acqua, prendo un asciugamano da legarmi in vita ed esco, vado in cucina a prendere un bicchiere di coca e sento la voce di Gabriele provenire dalla sala, mi avvicino un po per origliare qualcosa ma Simon e Marco arriviamo spaventandomi. 
"Lo sai che non si origlia?" Chiede Marco ridendo. 
"Non da solo!" Aggiunge Simon mentre si avvicinano anche loro e origliano con me.



Pov Naira
Sono sdraiata nel letto e mi annoio, mando un messaggio ad Enrico chiedendogli di venire qui, ho bisogno di lui, mi manca, si lo so! Viviamo insieme, ma lui lavora tutto il giorno e la sera è stanco, quindi si addormenta presto, non vedo l'ora di poter iniziare a lavorare con loro. Quando abbiamo deciso di aprire il locale ci siamo dati dei compiti: Lexy in sala a servire, la fidanzata di Silvio e la moglie di Aldo in cucina, i pastori da pecore e mucche e infine io e Marco dai cavalli, Angelo ci aiuta se abbiamo bisogno. I piani però sono cambiati quando è tornato Enrico, quando sono arrivati Marta e gli altri, adesso è solo un gran casino. Ma sono sicura che appena mi potrò muovere le cose si sistemeranno, mentre sono persa nei miei pensieri vedo Enrico entrare dalla porta con l'asciugamano in vita, rimango sorpresa dal suo fisico scolpito, con tutto quello che è successo non siamo più riusciti ad avere un attimo di intimità. Lo guardo imbambolata e lui sorride avvinandosi a me per poi saltare sul letto vicino a me e tendermi un braccio. Mi tira sul suo petto nudo e una scarica di brividi mi attraversa il corpo, penso che per quanto tempo passerà non smetterà mai di farmi questo effetto. 



Pov Marta
"Posso parlarti un attimo?" La voce di Gabriele mi arriva alle spalle, quella voce che amo, mi volto e incrocio il suo sguardo e per un attimo credo di crollare sotto il peso del sentimento che non ricambierà mai.
"Adesso mi parli?!" Mantengo freddezza e sarcasmo.
"Sì, Enrico mi ha aiutato a riflettere e vorrei parlarti."
"Dubito che qualcuno possa farti riflettere e tanto meno lui." Dico acida. 
"Ti prego, ascoltami." Continua. Gli faccio cenno di continuare.
"Bene, so cosa provi per me, anche se non sono sicuro sia ancora così dopo quello che è successo, ma se non è cambiato niente ti prego, fidati di me e dì di si a ciò che sto per chiederti." Fa una pausa e gli faccio cenno con la mano di andare avanti. 
"Marta,  vorresti provare a stare insieme a me?! Sono stato un coglione lo so ma."
"Cos'hai detto?!" Lo interrompo. 
"Ho detto se vuoi provare a stare insieme a me, sono stato un coglione lo so ma."
"No, non ho capito." Lo interrompo ancora, incapace di credere a quelle parole.
"Hai sentito benissimo Marta, so che sono stato un coglione, ma questo coglione ha bisogno di te, ti prego." Ho la bocca aperta, gli occhi sgranati pieni di lacrime, il mio cuore è impazzito, il respiro affannoso. Le parole sono incastrate tra le corde vocali. Non riesco a parlare. Gli mimo un si con la testa e lui sorride avvicinandosi a me per poi baciarmi, mi sembra di sognare,  eppure è tutto così reale, ho paura di aprire gli occhi e capire che sia tutto un sogno. 
"Ohhhhh, era quasi l'ora che ti dichiarassi!" La voce di Enrico mi spaventa e mi fa staccare da lui. Mi giro a guardare quell'essere che ha osato interromperci e ottengo uno sguardo vittorioso.
"Ora tolgo il disturbo." Dice ridendo e scomparendo in corridoio. 


Pov Naira 
Marta entra in camera mia come un uragano, parlando, saltellando, ridendo, urlando. Ma che le è successo? 
"Amore, amore, amore, non puoi capire cos'è successo!!!" Mi urla felice saltellando sul letto. 
"Che è successo?! Il tuo ragazzo è un grande!" 
"Cosa?! Ma se fino a 2 minuti fa volevi ucciderlo!" Rispondo ridendo. 
"Si ma poi Gabriele mi ha detto awawawaw!!!" Ok, è impazzita.
"Che ti ha detto?" Le chiedo. 
Mi spiega tutto con un sorriso a 32 denti, con una nuova luce negl'occhi, sono davvero contenta che finalmente il suo dolore per quel ragazzo troppo schizofrenico l'abbia abbandonata, sono contenta che finalmente la sua vita sia migliore, perché ha il ragazzo che ama e si allontanata da quel paese che le stava stretto. 



Pov Enrico
Oggi finalmente le tolgono quel maledetto gesso, siamo in ospedale e un'infermiera sta prendendo un flessibile per tagliarlo, il bianco candido originale è stato riempito di scritte incise da tutti:
'Questo non ti fermerà! -Silvio. 
Ti amo vita! -Marta.
Sono geloso! Solo io posso amarti! -io.
Dai principessa fra un po spaccherai il culo a tutti. -Marco. 
La prossima volta ti fa furba! Aldo.
Romeo ti morsicherà per averlo trascurato! -Nevio. 
Ma mandali tutti a fanculo! -Giacumassu. Ecc ecc.'
Una volta liberata l'infermiera le ricorda che potrà camminare con i chiodi, ma dovrà fare attenzione a dislivelli e scale, dovrà camminare con le stampelle o col bastone. Poi una volta passati 2 mesi toglieranno anche quelli e dovrà iniziare la fisioterapia, le ha anche fatto una ramanzina perché è salita a cavallo. Torniamo a casa dove troviamo tutti ad accoglierci, sono tutti felici di vederla quasi come prima, erano tutti preoccupati per lei, ormai siamo una grande famiglia e lei, che esclusa Marta è la più piccola, era la "figlia" di tutti i pastori e la sorella degl'altri ragazzi, abbiamo sempre cercato di proteggerla dai pericoli, ma la sua cocciutaggine ha sempre reso difficile questo compito. Finalmente la vedo sorridere di più,  è più leggera e spensierata. 


Pov Naira
La nostra famiglia sta per allargarsi ancora, oggi pomeriggio mi ha chiamato Crauto dicendomi se avevo un letto in più per lui.

Flashback 3 ore prima. 

"Ciao tesoro, hai un letto in più per un vecchio amico?!" Parla la voce maschile dall'altro capo del telefono. 
"Che succede culetto d'oro?" Chiedo preoccupata.
"Ho litigato a  a morte con mio padre che mi ha sbattuto fuori da casa mia! Te ne rendi conto??!!" Lo sento innervosirsi. 
"Mi dispiace tesoro, ne parlo con gli altri e ti chiamo." 
"Ok, tranquilla, io intanto preparo le valigie, al limite chiamo qualcun altro." Conclude chiudendo la chiamata. Mi alzo e riunisco tutti in sala, gli spiego tutto nei minimi dettagli, poi aspetto una loro risposta che non tarda ad arrivare, è positiva, anzi direi che non vedono l'ora di avere un altro coinquilino. Lo richiamo e confermo, mi dice che arriverà verso le 8.

Presente.

È appena arrivato e tutti lo salutano calorosamente, Marta e Gabriele ormai dormono insieme, quindi c'è una stanza libera, ce lo accompagno e poi gli facciamo fare un tour di casa, quando torniamo nelle nostre rispettive camere ormai sono passate 2 ore, Enrico si sdraia sul letto ed accende la TV. Mi metto vicino a lui e cerco di dormire. 
"FUORI DI QUI!" Le urla infuriate di Marco non me lo permettono. Ci guardiamo preoccupati e ci alziamo per andare a vedere a chi sono riferite.
"Ti prego, ho bisogno di parlargli." Una voce femminile singhiozza e mi da l'impressione di conoscerla. 
"NO! FUORI!" Continua imperterrito il moro. Quando sbuchiamo dalla sala e vedo chi è davanti alla porta mi si gela il sangue, Arianna sta piangendo pregando Marco di farla entrare ma lui non ne vuole sapere. 
"Che succede?" Domanda Enrico. 
"Ti prego, ho bisogno di parlarti." Continua la ragazza tra le lacrime. 
"Sono qui." Risponde il biondo tramutando il viso in una maschera gelida, quasi non lo riconosco e mi fa paura. 
"Posso entrare?"
"No! Esco io." Conclude lanciandomi un'ultima occhiata  prima di superarla e uscire. 
È passata mezz'ora e di lui non c'è traccia, inizio a preoccuparmi e Marco notandolo mi si avvicina e mi abbraccia.


Pov Enrico
"Che.cosa.vuoi?" Chiedo duro, il solo vederla mi da la nausea. 
"Devo parlarti."
"Grazie a sto cazzo, sai dire solo queste due parole?"
"Ti prego, cerca di calmarti."
"Calmarmi?! È già tanto che sia qui, quindi o parli o me ne vado."
"Ok, ma non sarà una bella notizia."
"PARLA." Ringhio furioso. 
"Sono incinta." Inizia a piangere stringendosi le mani in grembo.
"E perché dovrebbe interessarmi?!" Chiedo.
"Perché sei tu il padre." Spiega fredda.
"Ahahah! Bel tentativo, ci ho quasi creduto, se non fosse che non ti ho mai toccata." Cambio il tono di voce da ironico a tagliente. 
"Eri ubriaco, la sera del compleanno di Tomas." Continua. La guardo incredulo, in effetti non mi ricordo molto di quella sera, ma la mattina mi ricordo di essermi svegliato vestito.
"Non ti credo." Sputo acido.
"Ho fatto il test di paternità, non ci sono dubbi." Mi porge un foglio spiegazzato, lo prendo e lo apro con un terrore che non so se riesco a nascondere. Su di esso ci sono scritte un sacco di parole tecniche e poi una frase che mi fa mancare l'aria: 'in base al test del DNA, risulta che il padre biologico sia il Sig Enrico.' Rileggo quella frase per almeno due minuti di orologio, poi una rabbia cieca mi attraversa.
"E si può perché non me lo hai detto prima?!" Le urlo in faccia. 
"Perché non ne ero sicura, quando ho fatto il test pensavo fosse del mio attuale ragazzo, così ho deciso di fare il DNA ed è risultato che eri tu!" Mi punta un dito contro.
"Allora crescitelo con la tua dolce metà e rimani fuori dalla mia vita!"
"Mi ha lasciato quando ha saputo che non era lui il padre! Crede che l'abbia tradito!" Urla esasperata.
"Non me ne frega un cazzo! Crescitelo da sola, abbandonalo, fallo adottare, uccidilo, fai il cazzo che vuoi non mi interessa, ma sta fuori dalla mia vita! Se mai vorrò diventare padre, lo diventerò del bambino che porterà in grembo Naira, sono stato chiaro?!" Stringo i denti e la guardo infuriato.
"Se starà ancora insieme a te quando lo saprà!" Mi minaccia. 
"Non ti preoccupare, stasera glielo dirò." Mi volto per andarmene quando mi blocca. 
"Spero sarai felice con lei, pensavo fossi un uomo e invece sei solo un ragazzino viziato che non ha imparato niente crescendo con i genitori separati!" Ora la uccido!
"Sentimi bene brutta puttana, avrò anche sbagliato a non stare attento, ma tu quella sera eri sobria, quindi avresti potuto pensarci al posto mio. Punto primo. Punto secondo, dalla mia famiglia cos'ho imparato e cosa no sono cazzi miei e tu non sei un cazzo di nessuno per poter giudicare. Punto terzo, ti ripeto, stai lontano dalla mia vita o non ci penserò due volte a darti una lezione e questa non è una minaccia, è una promessa. In ultimo, fanne cosa vuoi del tuo fottuto bambino!" Mi volto e me ne vado. Quando entro è tutto immerso nel silenzio, sentendo la serratura scattare, i miei coinquilini si sono sporti dalle camere per vedere se fosse tutto apposto. Il mio sguardo si posa su Naira che mi sorride, ricambio anche se so che fra qualche minuto quel sorriso si trasformerà in lacrime e che forse sarà l'ultima volta che la vedrò. 



Spazio autrice 
Ta da da dannnn! Che colpo di scena! Non età previsto ma mentre scrivevo mi è balenata l'idea. :) spero vi piaccia :) vediamo che ci sono anche 2 Pov Marta, beh, li ho messi perché metteva male descrivere quelle scene sotto gli occhi degli altri. E poi questa splendida ragazza avrà un ruolo fondamentale nella vita di Naira ed Enrico e nella loro relazione.  Un abbraccio isy_94. 

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Capitolo 5
*** Maybe we're destined to be together. ***


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Pov Enrico
"Amore, devo dirti una cosa." Le dico dolcemente. Mi guarda preoccupata mettendosi a sedere sul letto.
"Mi devo preoccupare?!" Chiede.
"Si."
"Dimmi." 
Le racconto tutto osservando ogni minima sfumatura del suo sguardo, ogni movimento impercettibile del suo corpo e quando ho finito attendo una sua reazione che non tarda ad arrivare, seppur non è quella che speravo. 
"Che hai intenzione di fare?" Domanda gelida.
"Non tornerò da lei, se hai paura di questo." Lo dico con un tono troppo duro e acido rispetto a quello che volevo usare. 
"Non iniziare a fare la povera vittima, non hai scuse per questo." 
"Scusa?! Ero ubriaco marcio, e lo ero a causa tua, lo ero perché mi hai lasciato!" Alzo la voce. 
"L'ho fatto due anni prima! E non è colpa mia se preferisci alcolizzarti invece di affrontare i problemi! Mi sorprende che tu non sia ancora andato al bar." La sua voce è ironica e pungente, fa male.
"Questo non è vero! Non bevo per affogare il dolore nell'alcool!" 
"E allora perché lo fai?" Mi gela sul posto. 
"Per staccare la spina qualche ora." Rispondo iniziando a chiedermi quale sia effettivamente il motivo per cui mi riduco a non stare in piedi. 
"Ah certo,  perché staccare la spina non comprende affogare il dolore." Continua ironica.
"Ma non è quello il motivo!" Urlo.
"Allora spiegami perché cazzo di motivo ti ubriachi e poi combini casini! Credevo che fossi cambiato e invece non è così! Hai sempre mandato tutto a puttane la nostra relazione, come ogni altra cosa nella tua vita!" Mi è appena arrivata una pugnalata.
"Sono cambiato! Ma quando ti ho vicino! E ho fatto degli sbagli però non puoi rinfacciarmi che non mi sono mai impegnato a rimediare!"
"È inutile riparare le cose quando prima le hai rotte buttandole per terra!" 
"Non era mia intenzione fare quegli sbagli! Non mi sono svegliato una mattina dicendo: Mh, oggi quasi quasi faccio chiamare Naira da Malika e farle spifferare tutto! Non mi sono svegliato una mattina dicendo: Mh, oggi mi sa che litigherò con Naira perché ha la camicia di Marco addosso!" Urlo infuriato. 
"Ah si?! Ma pensa un po!" 
"Comunque non preoccuparti, non ti rovinerò più la vita! Non siamo destinati a stare insieme."
 
 
Pov Naira
"Comunque non preoccuparti, non ti rovinerò più la vita! Non siamo destinati a stare insieme." Non siamo destinati a stare insieme.... calde lacrime iniziano a rigarmi il viso quando lo osservo recuperare la sua roba e uscire, il mio peggiore incubo si è appena avverato, mi lascio cadere con la faccia sul cuscino e lascio uscire violenti singhiozzi non appena sento la porta d'ingresso sbattere. Il mio cuore si è appena spezzato,  una fitta lancinante lo squarcia, urlo premendo il cuscino con più forza, sento dei passi che si fermano e poi corrono, una mano mi accarezza la testa e poi inizia a scuotermi chiamando preoccupato. Marta ha sentito tutto e ora cerca di capire come mai anziché in due ci sia solo io qui, piango talmente tanto che non riesco a respirare, la sento chiamare Marco urlando, poco dopo arriva anche lui che, essendo più forte di lei, mi tira su e mi stringe a lui, mi aggrappo alla sua maglia che sa di casa e continuo a piangere, tremare e urlare 3 parole, solo quelle riescono ad uscire. 
"Se n'è andato!" Lo ripeto mille volte.
"Shhh principessa, calmati, respira, ci siamo noi qui, sistemeremo tutto." La sua voce dolce e calda riesce a calmare le mie lacrime, anche se non le ferma. Alzo gli occhi per incrociare i suoi preoccupati, Marta è seduta vicino a noi e mi guarda anche lei con la stessa preoccupazione, mi accarezza una guancia catturando una lacrima.
"Vita, stai tranquilla, vuoi dormire con me?" Mi chiede. 
Mimo un no con la testa e la riappoggio al petto del ragazzo che in risposta mi stringe più forte. 
"Cosa vuoi fare principessa?" Domanda il moro.
"Niente." Sussurro. 
"Usciamo un po?!" Tenta Marta. 
"No." Sussurro ancora. 
La vedo alzarsi, prendere il telefono e uscire, so cos'ha in mente, ma il solo pensare a lui mi fa riniziare a piangere. 
 
 
 
Pov Enrico
Sto guidando senza meta da ore, cerco conforto nel buio nella notte, le mie guance sono bagnate da mille lacrime, non sarei dovuto andare via, ma ho avuto paura e purtroppo questo lato codardo del mio carattere non è mutato. Il mio telefono inizia a suonare, guardo il display che lampeggia il nome di Marta, non so se rispondere o buttare giù, ma so già che mi chiamerà all'infinito quindi rispondo.
"Si?" Dico in tono asciutto, stanco, svuotato.
"Si può sapere che cazzo ti è passato per quel neurone down che ti ritrovi?" Chiede incazzata nera. 
"Cazzi miei!" Rispondo acido.
"Non ci provare! Lo so che stai male, quindi vedi di riportare il tuo miserabile culo qui prima che sia troppo tardi!" 
"È già troppo tardi, so che lei si è rifugiata tra le braccia di Marco, guardali, sono fatti per stare insieme, solo che non lo ammettono. Lui la ama come io non potrò mai fare, non la ferirà mai come ho fatto io. Guardali bene e dimmi se sbaglio." Dall'altro lato del telefono c'è un momento di silenzio e mi da la conferma che ho ragione. 
"Non dire cazzate! Quello che li lega è affetto, niente di più! Lei ti ama! Ti ama cazzo! Quando accetterai questa cosa?! Quando capirai che questo è un amore puro, che non ti spezzerà il cuore come ha fatto non so chi sia?!" Chiede retorica. 
Non le rispondo, butto giù, continuo a guidare pensando a tutto, mi fermo dopo qualche ora e mi ritrovo dove mi ha detto 'ti amo' la prima volta, a 2220 metri di altezza, in mezzo a montagne infinite, il mare che sbuca timidamente in fondo all'orizzonte, il sole sta nascendo, era un giorno come questo, avevamo portato il gregge qui e ci eravamo fermati a dormire. Questo paesaggio puro e lontano dal deturpamento dell'uomo, silenzioso, ma viene rovinato dal rumore dei miei pensieri, l'istinto di tornare indietro è forte, tuttavia lo reprimo, sono convinto che vivrà meglio senza di me. 
Mi sdraio sull'erba rigogliosa e guardo l'alba cercando di non pensare, cosa alquanto impossibile, penso a dove posso dormire, a come sta, a cosa fa, penso a cosa farò da ora in poi, dove vivrò, dove lavorerò. 
 
 
Pov Naira
Mi sono addormentata tra le braccia di Marco, mi ritrovo sdraiata nel letto con Marta seduta da una parte vicino a me che mi osserva e Marco seduto dall'altra parte con gli occhi puntati su di me, li guardo confusa. 
"Quanto ho dormito?" Chiedo. 
"Esattamente 18 minuti." Risponde la ragazza. Si scambiano un'occhiata triste e poi sento il moro richiamare la mia attenzione. 
"Principessa, dobbiamo dirti una cosa." Parla con dolcezza eppure trovo una traccia di compassione nella sua voce. 
"Che cosa?" 
"Enrico non credo tornerà e non sappiamo dove sia." Continua Marta. 
"Che cosa!!?" Chiedo preoccupata con voce stridula. 
"Gli ho parlato ieri e non aveva intenzione di tornare, Marco ha provato a chiamare stamattina ma non prende." Spiega dolcemente e il panico mi attanaglia lo stomaco. 
Mi blocco a fissare il vuoto, Marco mi informa che deve andare a lavorare e mi chiede se voglio scendere ad aiutare Lexy, mimo un no e lasciandomi un bacio sulla fronte esce. Non so quanto tempo sia passato quando sentiamo bussare alla porta, mi risveglio e quando mi alzo per andare ad aprire il buio mi circonda, sento la testa girare, le gambe cedere, il cuore rallentare, quasi fermarsi, di dopo non ricordo più niente, se non quelle parole che mi rimbombano in testa. 
 
 
 
Pov Marta
Ho visto Naira crollare ai miei piedi senza che avessi il tempo di prenderla, ho provato a svegliarla ma non ho ottenuto niente, eravamo sole in casa e non sapevo che fare, sono stati attimi di panico, ho chiamato i ragazzi che sono corsi subito a casa. Ora siamo in ospedale a parlare con i medici che l'hanno visitata e quello che ci ha appena detto mi fa venire i brividi. 
"Il suo corpo ha smesso di lottare." Pronuncia il medico. 
"In che senso?" Domanda Marco. 
"Vedete, quando il corpo umano subisce qualche trauma fisico o emotivo molto forte può capitare che ceda, che si arrenda. Ha lamentato dolori al cuore?" 
"Non ci ha detto niente." Rispondo. 
"Ma cosa le è successo?" Domanda di nuovo Marco. 
"In poche parole il suo cuore si è fermato qualche secondo e poi ha ripreso a funzionare, si è arreso e ho paura che non sia l'ultima volta." Spiega il medico. 
"Ma come può essersi fermato, stava bene fino a qualche secondo prima." Continuo. 
Sono convinta che non possa esistere un amore così forte da intaccare il funzionamento dei muscoli involontari, ma Naira forse mi ha dimostrato il contrario, per quanto mi possa sforzare di quantificare l'amore che prova per quel ragazzo troppo giusto eppure troppo sbagliato, troppo coglione per superare la convinzione che tutti lo feriscono e quindi quando il dolore gli pizzica la pelle scappa a gambe levate, se solo capisse un quarto di questo amore forse supererebbe tutto, ma è troppo coglione e cocciuto per capirlo. 
 
 
 
Pov Naira 
Mi sveglio nel mio letto, mi guardo intorno stordita, le ultime cose che ricordo sono che lui se n'è andato anche se fatico a credere che sia realmente accaduto, mi giro convinta di trovarlo vicino a me ma l'altro lato del letto è vuoto.  Marta entra timidamente insieme a tutti gli altri coinquilini. 
"Come stai?"
"Non lo so." Rispondo atona.
"Tieni, ti abbiamo portato qualcosa da mangiare." Silvio si fa avanti con un vassoio contenente un piatto di pasta e uno di carne cruda. 
"Non ho fame." Dico allontanando con la mano il cibo.
"Ma devi mangiare." Replica Lexy preoccupata.
"Ho detto che non ho fame." Ribatto secca. Si scambiano sguardi tristi ed escono lasciandomi sola, prendo il telefono e metto la musica, le prime note di somebody's me si diffondono nella stanza e inizio a piangere, sono coltellate che trafiggono ogni muscolo, un conato di vomito mi costringe ad andare in bagno. 
 
 
Pov Enrico
Entro nella casa che mi ha visto crescere, saluto mia sorella e mi madre, mia madre?! Che ci fa qui?! 
"Ciao figliolo." Mi saluta imbarazzata.
"Che cazzo ci fai qui?" Chiedo stringendo i denti. 
"Eli era preoccupata per te e mi ha chiamato." Mi si avvicina e io mi allontano schifato. 
"Sto bene, non vedo perché dopo 20 anni tu debba tornare a preoccuparti di me." La odio e la sua presenza in questa casa mi fa saltare i nervi. 
"Figliolo ti prego, non voglio combattere con te." 
"Non sono più tuo figlio da quando hai varcato quella porta!" Urlo infuriato facendole vedere i denti.
"Ti prego." Supplica.
"Si prega la madonna." Sputo ironico e me ne vado in camera. 
Quando entro le foto appese all'armadio colpiscono la mia attenzione, sono 3, due sono quelle che ci aveva scattato Tomas sulla spiaggia e una non l'avevo mai vista, ritrae me e Naira alla transumanza sdraiati sul fieno, io che le sorrido e lei che mi punta un dito sul naso cercando di rimanere seria ma i suoi occhi sorridono, non sapevo l'esistenza di questo pezzo di ricordi, mi stava sgridando per averle rubato il posto. 
"È davvero una bella ragazza." La voce di mia madre mi distoglie dal suo ricordo.
"Fuori da camera mia!" Mi volto urlando.
"Enry, sei arrivato!" Mia sorella la supera e mi corre incontro abbracciandomi. 
"Falla uscire da qui." Le dico riferendomi a quella donna in piedi sulla soglia della porta.
"Ok, mamma esci un attimo." Le dice Eli con cortesia. 
"Fratellone che hai combinato?" Mi chiede la ragazza.
"Ho fatto il coglione." Ammetto abbassando la testa deluso.
Mia sorella prende la foto appesa e la guarda.
"Sai, stamattina è sceso papà e mi ha dato una busta con questa e.." tira fuori un foglio piegato dalla tasca "questa." Conclude porgendomelo. Lo apro scettico, poi vedo la scrittura di Naira e mi si blocca il cuore, inizio a leggere:
'e nonostante tutto ciò che ti fa andare avanti non sono gli amici, non è la famiglia, non è sperare che il domani sia un giorno migliore, è la forza che trovi quando sei da solo, sdraiato in un letto a guardare il soffitto, con una sigaretta fra le dita, che ormai non ti gratifica, non ti rilassa, semplicemente speri che  buttando fuori il fumo con esso escano pure i pensieri che ti distruggono la mente, che non ti fanno dormire e ti rigano il viso con lacrime amare cariche di delusione, per un'ennesima botta quando pensavi di riuscire ad alzare dinuovo la testa per poter guardare il sole... Ciò che ti fa andare avanti quando sei solo, sdraiato in un letto a fissare il soffitto sentendo la pioggia che batte è te stesso e nessun altro.... Poche persone sanno realmente che vuol dire essere soli, persi, incatenati in una vita sbagliata, o perlomeno in una vita che non vogliono.... E poi quando credevi che tutto ciò che ti aiutava ad andare avanti era la persona che se ti sfiora senti brividi lungo la schiena, che se ti guarda sorridendo impazzisci, che se ti sorride perdi il contatto con la realtà, arriva la delusione più grande.... Eppure speri sempre che le cose cambino, ma non è cosi, le cose non cambiano, per quanto tu possa sforzarti, per quanto tu possa metterci corpo, anima e cuore non cambia niente, perchè sarai sempre e solo quella che c'è sempre.  E nonostante tutto tu non vai avanti, rimani bloccata in un presente che non vuoi e in un futuro che odi... Sognavi un amore epico, come quello delle favole, sapendo bene che le favole non esistono, eppure ci credevi, e adesso?!? In cosa credi? Credi nelle canzoni, credi nelle piccole emozioni che ti sforzi di provare guardando un tramonto, o vedendo le persone intorno a te felici, ma tutto ciò che diventerai sarà un essere di forma umana plasmato e corroso dentro, con un vuoto incurabile... Senti come piove?! Vedi, alla fine siamo sotto lo stesso cielo, eppure perchè sei cosi distante da me?' 
Rileggo quelle ultime frasi milioni di volte e capisco che non posso stare senza lei, che non sarà mai felice senza di me, capisco quanto amore mi da e che lei non mi abbandonerà come ha fatto mia madre, mi infilo la lettera in tasca, lascio un bacio sulla guancia a mia sorella e corro fuori, mi imbatto in mia madre che mi chiede dove corro.
"Dalla donna che amo!" Le urlo prima di saltare in macchina e partire.
 
 
 
 
Spazio autrice
E voilà, un altro capitolo, voi direte che sono sadica, ma purtroppo questi due sono testardi ed orgogliosi quindi i momenti felici sono rari, ma si amano... ringrazio le splendide meraviglie che mi sostengono sempre :) un bacione enorme isy_94. 

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Capitolo 6
*** Come Back. ***


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Pov Naira
Sono ore che cerco quel foglio spiegazzato che ho scritto ieri notte, ho messo a soqquadro tutta casa ma sembra sparito, eppure ero convinta di averlo lasciato sul mio letto. Mentre sono indaffarata sento la porta d'ingresso aprirsi, convinta che sia Marta non dò molto peso alla cosa e continuo a cercare tenendo lo stereo a volume abbastanza alto, axl rose* sta cantando la prima strofa di November Rain, mi blocco un secondo a pensare come mai Marta non mi abbia ancora urlato dietro per il casino che regna sovrano sulla casa, mi giro in direzione della porta e... non riesco a pensare, parlare, muovermi, credere. Credere che sia lui, che sia lui il ragazzo appoggiato allo stipite con un sorriso timido a piegargli le labbra, che sia lui il ragazzo che stringe in mano quel foglio che ho cercato ore, insieme a quella foto scattata a nostra insaputa eppure così stupenda, lo guardo stupita con gli occhi sgranati pieni di lacrime e non sono in grado di realizzare che sia tornato ancora una volta, che il suo amore sia stato più forte delle ferite che gli ho causato con le mie parole, che la voglia di una vita con me abbia preso il sopravvento sulla paura. Lui si avvicina e mi abbraccia, non lo faceva da tempo, non in questo modo almeno. Rimango immobile e sorrido, il mio corpo inizia a rispondere e lo abbraccio anch'io, rimaniamo stretti, aggrappati l'uno all'altra per minuti interminabili, poi si scatta e affonda quegl'occhi scuri nei miei, in quegl'occhi posso vedere il mare.
"Giuro, sono sobrio!" Mi dice ridendo. 
"Testa di cazzo!" Gli tiro uno schiaffo. "Questo è per essere scappato via!" Continuo incrociando le braccia sotto il seno. 
"Me lo merito. Però me lo dai un bacio per essere tornato?" Chiede sorridendo, lo faccio anch'io. 
"No!" Rispondo fingendo di essere arrabbiata.
"Dai amore mio, mi sei mancata! So di essere un coglione, ma sono il tuo coglione." 
Sorrido e gli do un bacio a stampo, lui mi riprende tra le braccia e mi lascia un bacio sul collo. 
 
Pov Enrico
Mentre la stringo fra le braccia Marta fa il suo ingresso in casa chiamando Naira. 
"È impegnata!" Le urlo ridendo. 
"Dalti, Dalti! Sei tornato! Vieni qui tè tè, Dalti, Dalti, vieni così posso prenderti a calci in culo fino a stasera!" Il suo tono passa da quello che si usa per chiamare un cane a quello ironicamente incazzato. 
"Dalti, Dalti?! E cosa sono un cane?!" Rispondo fintamente offeso.
"Siete nudi?!" Chiede entrando in camera con una mano sugl'occhi. 
"Si!" Si libera la visuale e vedendo che l'ho presa in giro si sfila una ciabatta e me la tira in testa.
"Coglione!" Mi sgrida.
" Ahahah! Pervertita! Se lo fossimo stati davvero ti saresti bloccata la crescita e non sei così alta da potertelo permette!" La punzicchio ridendo.
"Deficente testa di minchia!" Ribatte.
"Ahahah! Mi sei mancata anche tu!" Continuo sempre sorridente. 
"Ma vaffanculo!" Conclude seria per poi scoppiare a ridere. 
Naira ci guarda ridendo e penso che gli piaccia come ci stuzzichiamo, ma in fondo le voglio bene, anche se non lo ammetterò mai, entrano anche tutti gli altri e vedendomi hanno reazioni diverse, Lexy, Crauto e Marco mi tirano uno schiaffo insultandomi e poi abbracciandomi mentre gli altri mi abbracciano e mi salutano. Silvio mi insulta per poi obbligarmi a ringraziarlo per aver rubato il foglio a Naira è averlo dato ad Eli, Naira lo fulmina con lo sguardo e poi lo ringrazia. Ci sediamo a mangiare parlando del più e del meno, ad un certo punto il telefono dell'agriturismo suona e vado a rispondere. 
"Agriturismo Black stallion, posso aiutarla?"
"Salve, chiamo dalla scuola forestale, volevo sapere se c'era posto per 5 classi, sono un centinaio di ragazzi." 
"Un attimo, le passo la mia ragazza che si occupa delle prenotazioni." Faccio un cenno a Naira che si alza e mi raggiunge.
"Si?! Sono Naira, avete bisogno di fare una prenotazione?"
"Naira! Sono Patty! Si, volevamo scendere, siamo un centinaio." La voce della mia ex professoressa mi piega le labbra in un sorriso malinconico. 
"Patty! Per voi c'è sempre posto! Quando arrivate?!" 
"Per la transumanza! Volevo essere sicura di trovare posto!"
"E mi chiami quasi 6 mesi prima?!" Domando retorica e rido.
"Si! Ci vediamo due giorni prima allora!" Conclude, la saluto e torno a tavola. 
 
Finalmente oggi mi tolgono sti fottuti chiodi dalla gamba, il male che mi stanno facendo è quasi insopportabile se non fosse che sto stritolando la mano si Marta che cerca di scappare e quella di Enrico che ride e mi accarezza. Siamo dalla fisioterapista che mi ha appena reso felice dicendo di andare a cavallo il più possibile in modo da non scendere tutti i giorni da lei, sono felicissima, non vedo l'ora di essere a casa e sellare Romeo, in più mancano due mesi alla transumanza. 
 
 
Pov Enrico
Andare in passeggiata con lei è qualcosa di fantastico, era tanto che non lo facevamo a causa del gesso, ma ora potremmo farlo sempre e questo mi piace, stiamo andando sui pascoli alti, ai piedi di una grande cascata, è un luogo magico e con lei è ancora meglio. Ci siamo fermati a far bere i cavalli e mi siedo tirandola sulle mie gambe, mi mancavano questi contatti innocenti, spontanei ma pur sempre i più belli, lei si gira e mi abbraccia. 
Torniamo a casa dove troviamo Arianna seduta fuori dal portone, inizia a salirmi il nervoso e anche lei la vedo diventare tesa, con i nervi appena sotto la pelle, pronti a scattare ad ogni minimo movimento, Arianna si alza e ci viene in contro, la sua pancia è cresciuta, adesso si vede sotto al vestito largo.
"Ciao." Saluta.
"Cosa vuoi?" Chiedo duro. 
"Vedere se eravate ancora insieme." Risponde con un sorriso malefico. 
"Non ci molleremo solo perché tu sei stata più stupida di lui." Ribatte Naira con ironia e le sorride vittoriosa.
"E non vi mollerete neanche perché il bambino sarà nella vostra vita?" Continua la ragazza.
"No! Io non voglio quel bambino nella mia vita!" Controbatto gelido e infuriato. 
"Ma sei suo padre." Spiega triste.
"Un padre è colui che ti cresce, non  chi dopo 5 secondi di godimento ti ha riempita." Il tono di Naira è sarcastico ma so che in questo momento vorrebbe ucciderla.
"Ah se la pensi così. Io la penso diversamente, e voglio che lui sia presente nella vita di mio figlio." Imperterrita continua la sua lotta.
"Non me ne frega un cazzo di cosa pensi, non sarò nella vita di nessun bambino se non quello che avrà lei nella pancia." Dico indicando Naira. Lei mi guarda stupita e poi fa partire Romeo al passo passando davanti ad Arianna.
"Con permesso." La saluta con un sorriso vittorioso e poi in tutta la sua finezza la sento chiamare Marco urlando.
"Testa di cazzo! Mi dai una mano?" Sorrido e la seguo, senza degnare di uno sguardo Arianna che se ne va abbassando la testa delusa. 
 
 
Pov Naira
Siamo tutti accasciati sul divano letto matrimoniale che abbiamo aperto per riuscite ad incastrarci in modo da non far sedere nessuno per terra, quando il campanello suona, ci troviamo in difficoltà a trovare qualcuno che vada ad aprire, io, Enrico, Marta, Gabriele e Marco siamo seduti attaccati alla testiera con Silvio, Crauto, Lexy, Simon e Riccardo sono sdraiati con la testa sulle nostre gambe e i pastori con le gambe sotto le loro e le teste appoggiate ai cuscini. Ci guardiamo un attimo e poi in coro urliamo: 'avanti!' 
Patty seguita dai ragazzi della scuola sbuca timidamente in sala e quando ci vede scoppia a ridere.
"Come fate a stare comodi?!" Ci chiede stupita.
"Eh, abbiamo i nostri segreti!" Risponde Enrico. 
"Teste di cazzo! Come state?" Ale sbuca dal groviglio umano e ci saluta.
"Ciao cucciolo, mi sei mancato!" Lo punzicchia Enrico ridendo. 
"Tendenze gay! Vita fossi in te mi preoccuperei!" Marta mi guarda ridendo. 
"Ahahah! No, con loro due sono tranquilla!" Rido prendendoli in giro e mi becco due occhiatacce.
"Dove dormiamo?!" Interrompe Patty. 
"Qualcuno qui e gli altri nelle altre stanze." Spiego cercando di uscire da quel tetris umano.
Come riesco a sfilare le gambe Crauto mi da una gomitata sul culo e mi fa catapultare giù dal letto e finire per terra, mi alzo fulminandolo e poi scoppio a ridere seguendo tutti gli altri. 
Accompagno i ragazzi nelle stanze e poi torno distrutta in camera mia, dove trovo Enrico sdraiato nel letto che mi guarda sorridendo, mi ci sdraio accanto e mi accoccolo tra le sue braccia forti, inizia a baciarmi e ci perdiamo in questo momento che abbiamo dovuto evitare per colpa del gesso. È notte fonda, un conato di vomito mi sveglia e mi costringe a correre in bagno, quando torno mi fermo a fissare il mio ragazzo che dorme tranquillamente, il suo viso è rilassato con un abbozzo di sorriso, torno vicino a lui e mi infilo nuovamente tra le sue braccia. 
 
 
Pov Enrico
La sveglia suona, la spengo nascondendo il viso tra i capelli di Naira che si sveglia e mi butta giù spingendomi, mi alzo controvoglia e vado in cucina, dimenticandomi di essere nudo, Marta sta facendo colazione e quando si gira per salutarmi urla.
"AHHHHHH!" Si gira dandomi la schiena.
"AHHHHHH!" Urlo anch'io spaventato.
"COPRITIIIII!" Continua. 
"Eh che palle, non posso neanche girare in boxer?!" 
"NON CE LI HAI I BOXER!" Urla ancora, mi guardo e noto che ha ragione, torno in camera ridendo e mi metto i boxer, per poi ritornare sui miei passi. 
"Sei vestito?" Mi chiede la ragazza senza voltarsi.
"Si. Ahahaha! Dovevi vedere la tua faccia!" Concludo sedendomi a tavola e addentando una brioche. 
Naira arriva stropicciandosi gli occhi seguita dagli altri. 
"Vita per favore, prima di buttare il tuo ragazzo fuori a calci almeno fallo vestire!" La saluta Marta ridendo.
"Vita non è colpa mia se esce nudo."
"Mangi qualcosa?" Le chiede cambiando discorso. 
"No, ho nausea." Conclude la mia ragazza andandosi a cambiare. Andiamo tutti a lavorare e lei inizia una lezione di equitazione ai ragazzi della scuola. 
 
 
Pov Naira
Dopo una settimana le nausee sono passate, eppure c'è qualcosa che non va, mi sento strana, il ciclo deve arrivarmi fra un paio di giorni, ma non ho sintomi, come sempre. 
Stamattina è l'ultimo giorno di transumanza e siamo tutti accasciati sul fieno, come al solito, i ragazzi della scuola stanno imparando a ballare la musica country e noi li osserviamo dall'alto stanchi morti, avere 100 ragazzi per una settimana di fila da sfamare è pesante, anche se sentivo la mancanza del clima scolastico. 
 
Una settimana dopo. 
"Amore, vai a farti vedere." Mi dice Enrico. 
"Lo sai che non ho il ciclo puntuale." Controbatto sicura.
"Anche con la pillola?!" Chiede retorico.
"Beh, si, di un paio di giorni."
"Ma sto mese non sono un paio di giorni di ritardo, ti sono letteralmente saltate, non è normale." 
"Do ragione a lui vita, non è normale." Marta supporta il mio ragazzo. 
"Va bene, domani vado alla visita!" Concludo frustrata. 
 
 
Pov Enrico
Stamattina ha la visita dal medico di famiglia, l'ansia mi accompagna da quando mi ha detto del suo ritardo, è l'ansia di sapere se diventeremo genitori, se la nostra famiglia si allargherà oppure se è solo un falso allarme e poi c'è la paura, la paura di non essere un bravo papà, di non essere all'altezza della situazione, di non riuscire a portarne il peso, di non riuscire a starle vicino come vorrebbe, sono tutti ansiosi, è una sorella per i ragazzi e una figlia per i pastori, sono più in ansia loro di me, li vedo controllare l'ora ossessivamente, guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa che si muova, alla ricerca di lei. Marta che è vicino a me e Gabriele continua a dire: 'ma quanto ci mette?! Ma non è che c'è qualcosa che non va?!' Sto per ucciderla, quando alzo gli occhi e la vedo sbucare con un sorriso a 32 denti, un sorriso dolce, un sorriso che abbaglia. Le vado in contro abbracciandola e mi bacia.
"Allora?" Chiedo sorridendo. 
"Ciao papà!" Quelle parole dette dolcemente mi fanno impazzire il battito cardiaco, una scarica di adrenalina mi perquote, la prendo in braccio e giro su me stesso, gli altri vedendo la scena ci corrono incontro mollando ciò che stavano facendo. 
"DIVENTERÒ ZIAAAAA!" Urla Marta correndo.
"DIVENTERÒ NONNO!!!" Urla mio padre esaltato.
"Fermi, devo dirvi una cosa." A quella frase si bloccano tutti e il mio sorriso scompare.
"Non è ancora sicuro che non sia a rischio aborto spontaneo, dato che ho continuato la pillola per una settimana dopo il concepimento." 
"Ma se la smetti dovrebbe essere tutto apposto giusto?" Chiedo preoccupato.
"Si!" Risponde sorridendo e buttandomi le braccia al collo.
 
 
Pov Naira
Quando quel medico che mi ha visto crescere mi ha sorriso dicendo: 'tesoro, sono felice di poterti dire che sei incinta, diventerai mamma!' Sono scoppiata a piangere. Sono corsa da lui, vederlo così felice mi ha fatto esplodere il cuore. Dovranno passare ancora 9 mesi prima di poter vedere quel bambino che sta crescendo dentro di me, non vedo l'ora di sapere se sia un maschio o una femmina. Riniziamo a lavorare, sono tutti esaltati, felici che fra un po ci sarà una nuova risata, una nuova camminata, delle nuove lacrime, un o una nuovo/a coinquilino/a. 
 
 
 
Spazio autrice
Salve, Salve. Ho pensato di regalare un po di
felicità a tutti, e cosa c'è di meglio di un bimbo?! Comunque la felicità è solo una pausa tra un dolore e un altro. 
*il cantante dei Guns n ' Roses. 
 
SPOILER
"TU SEI PAZZA!"
"IO TI AMO!"
"SPIEGAMI COME CAZZO TI È SALTATO IN MENTE?! RINGRAZIA DI ESSERE DONNA PERCHÉ SE NON FOSSE STATO COSÌ TI AVREI GIÀ AMMAZZATO DI COLPI!"
 
 

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Capitolo 7
*** Pain of love. ***


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Pov Naira
Sono passati 3 mesi da quando ho scoperto di essere incinta, il clima in casa è notevolmente migliorato, sono tutti più felici e si prendono cura di me come non hanno mai fatto in precedenza, vorrebbero che stessi a casa, ma voglio lavorare, mi sento inutile se non lo faccio. Sto andando a fare un controllo, Enrico è dovuto rimanere su per via di un gruppo scolastico in gita, sono quasi arrivata all'ospedale quando vedo una macchina invadere la mia corsia e accelerare per venirmi addosso, cerco di spostarmi per evitare che mi picchi dentro ma lo faccio troppo tardi, l'ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi intrappolata in quel pezzo di ferro capovolto è il viso sorridente di Arianna. 



Pov Marta 
Entro in casa a prendere le sigarette e il telefono inizia a suonare all'impazzata, corro a rispondere. 
"Pronto?" 
"Salve, con chi parlo?!"
"Marta, posso aiutarla?" Chiedo. 
"Lei conosce Naira?" Il panico mi assale.
"Certo! Va tutto bene?" 
"No signorina, chiamo dal pronto soccorso, è appena stata ricoverata per un incidente stradale, fra quanto possono sopraggiungere i parenti?" Mi si gela il sangue nelle vene, non riesco a capire quelle parole, tuttavia rispondo senza rendermene conto.
"Arriviamo subito." Butto giù e corro dagli altri ignari di cosa sia successo. 
Quando mi vedono arrivare sconvolta e con le lacrime agli occhi si guardano straniti e preoccupati, gli spiego la conversazione appena conclusa e mi stringo fra le braccia di Gabriele scoppiando a piangere, non perdiamo un secondo di più,  saltiamo in macchina e corriamo giù. Siamo scesi solo noi ragazzi, i pastori sono rimasti a casa a tenere a bada la situazione, Marco sta guidando a una velocità troppo elevata per le strade di qui, in 10/15 minuti siamo davanti alla reception del pronto soccorso cercando di far capire a quell'infermiera imbecille che siamo i "parenti" di Naira. Dopo un po Enrico sbotta e glielo urla facendo calare il silenzio in tutta la stanza.
"LE HO DETTO CHE LA MIARAGAZZA È RICOVERATA QUI, NON SO COME STA, COME STA MIO FIGLIO, CAPISCE LA PAROLA INCINTA?! QUINDI CI FACCIA ENTRARE A VEDERLA PRIMA CHE TIRIAMO GIÙ TUTTO!" Sembra un leone in gabbia, ha i nervi che tremano sotto la pelle, le vene sul collo che pulsano ed uno sguardo assassino, non l'ho mai visto così e sinceramente mi fa paura, il suo viso è mutato in una maschera rabbiosa, ed è irriconoscibile. L'infermiera intimorita come me apre la porta e ci accoglie nel piccolo stanzino dove di solito si prendono i dati personali, ci informa che purtroppo Naira è in sala operatoria e che non possiamo vederla, comunque non appena il medico uscirà ci saprà dire qualcosa. Usciamo e ci sediamo fuori, fumiamo una quantità industriale di sigarette, accendendone una con il mozzicone di quella appena finita, dopo un'ora passata in un silenzio teso e carico di dolore, speranza, attesa, nervosismo e lacrime trattenute il medico esce e si avvicina togliendosi la mascherina.
"La ragazza era incinta?" Chiede. Ha usato 'era' perché l'ha detto al passato?! Le lacrime mi rigano le guance, la paura mi attanaglia lo stomaco, non può averlo perso, non può essere morta! No! Naira è forte e si riprenderà! 
"Che vuol dire era?!" Chiede Enrico col panico ad agitargli lo sguardo. 
"Non siamo riusciti a trovare il battito cardiaco del feto, lei è in stato di incoscienza, non sappiamo se supererà la notte e se lo farà non so se il feto farà lo stesso. Mi dispiace, abbiamo fatto il possibile." Mi manca l'aria, mi aggrappo a Gabriele, sconvolto quanto me, Marco è appena crollato sulla sedia affianco a noi e ha nascosto il viso tra le mani, Lexy si è messa a piangere sulla sua spalla, Enrico è rimasto in piedi davanti al medico con un'espressione gelida e le lacrime che scorrono copiose sul viso, vorrei avvicinarmi ma ho paura che scatti e combini qualche casino.



Pov Enrico
"Chi ha causato l'incidente?" Chiedo duro nonostante le lacrime che mi riempiono la bocca di sale.
"Una ragazza, la polizia ha  detto che è stato intenzionale." Spiega il medico. 
"Dov'è?" Chiedo di nuovo. 
"Lei sta bene, girava qui intorno. Vogliate scusarmi ma devo rientrare." Conclude l'uomo sparendo dietro la porta.
Rimango immobile ancora qualche minuto poi vedo Arianna comparire in sala d'attesa con una busta di ghiaccio premuta sulla tempia destra, una rabbia cieca mi annebbia la vista, un solo pensiero sovrasta gli altri: ti ammazzo. Aspetto che esca e quando si ritrova davanti a me la prendo per il collo sbattendola con forza contro il vetro davanti a me. 
"IO TI AMMAZZO! HAI CAPITO!?" Le urlo in faccia stringendo la presa sul suo collo. 
"L'ho fatto per noi, e per il nostro bambino!" Spiega cercando di farmi allentare le mani. La tiro avanti e la risbatto sul vetro con più forza, i miei amici si sono alzati e avvicinati ma nessuno ha il coraggio di sfiorarmi, sanno che in questo momento non riconosco nessuno e potrei prendermela con uno di loro anziché con lei. 
"TU SEI PAZZA!"
"IO TI AMO!"
"SPIEGAMI COME CAZZO TI È SALTATO IN MENTE?! RINGRAZIA DI ESSERE DONNA PERCHÉ SE NON FOSSE STATO COSÌ TI AVREI GIÀ AMMAZZATO DI COLPI!" Urlo infuriato facendole vedere i denti. 
"A TE NON È MAI IMPORTATO DI NESSUNO SE NON DI LEI! NON TI IMPORTA DEL NOSTRO BAMBINO!" 
"E PER QUESTO VAI IN GIRO TENTANDO DI AMMAZZARE LE PERSONE?! TU SEI PSICOPATICA! SPARISCI DALLA MIA VISTA PRIMA DI DIVENTARE TU QUELLA RICOVERATA IN TERAPIA INTENSIVA!" Mollo di colpo la presa e lei cade a terra, la gente che era in sala d'attesa si è avvicinata a vedere la scena, nessuno si muove, nessuno parla, nessuno ha il coraggio di commentare o giuridicare. Marco mi si avvicina lentamente, mi posa una mano sulla spalla e mi guarda cercando di capire se glielo permetto, lo guardo e allargo le braccia, lui mi stringe in un abbraccio fraterno e crollo in un pianto disperato, anche gli altri si stringono a noi, le persone che prima mi guardavano sconvolte ora ci guardano con compassione mista a tenerezza. Continuo a piangere e inizio a dar voce ai pensieri che mi fanno più paura. 
"Non posso perderla! Non posso! Non vivo senza di lei! Non posso perdere lei e il nostro bambino!" Parlo singhiozzando. Marta si fa spazio tra il groviglio di braccia e mi prende il viso fra le mani e mi guarda. 
"Non la perderai hai capito?! Non perderai nessuno dei due, ce la faranno, lei è testarda e suo figlio, beh, dato che siete voi due i genitori ti lascio dire quanto sia testa di minchia! Ce la faranno! Ce la faremo, tutti insieme, hai capito?!" Mi rassicura.
"Non è vero! Tu menti!" Rispondo con la voce rotta. Mi tira uno schiaffo. 
"Ahia! Mi hai fatto male!" Continuo.
"Ti sta bene! Riprenditi!" 


Pov Marta
I medici ci hanno mandato a casa, quando siamo arrivati abbiamo trovato i pastori con gli sguardi speranzosi ma vedendo i nostri tristi, le nostre labbra gonfie e le facce sconvolte si rabbuiano. Gli spieghiamo tutto, non mangiamo, ci infiliamo nei rispettivi letti e rimaniamo in silenzio a guardare il soffitto, Marco ha obbligato Enrico a dormire con lui, non vuole lasciarlo solo e lo capisco. 
Quando suona la sveglia ho ancora gli occhi spalancati rivolti al soffitto, mi alzo come un automa e quando arrivo in cucina vedo che gli altri non sono messi meglio di me, li saluto tristemente e loro rispondono con la stessa intonazione. 
"Ci occupiamo noi di mandare avanti il lavoro, voi scendete a vedere se ci sono novità." Dice Angelo.
"Va bene." Conclude Marco alzandosi. 
Noi abbiamo mangiato il minimo indispensabile, Enrico invece non ha toccato cibo, scendiamo in ospedale ed entriamo nel reparto di terapia intensiva, chiediamo del medico che ci ha parlato ieri, trovato gli chiediamo notizie. 
"Non ci sono miglioramenti, vorrei tanto dirvi il contrario." Trovo una traccia di compassione nella voce.
"E del bambino ci sono novità?" Chiedo preoccupata. 
"No, siamo in attesa di un miglioramento da parte di Naira prima di fare esami al feto." Conclude il medico accompagnandoci nella stanza della ragazza.Enrico entra e si siede sul letto, inizia ad accarezzarla dolcemente, noi entriamo rimanendo in piedi, Gabriele mi abbraccia e ricambio dandogli un bacio a stampo. 


Pov Enrico
Continuo ad accarezzarla da ore, so che non può sentirmi e sinceramente non ho parole da dirle, non trovo le parole da ieri sera, sono stravolto, svuotato,  arrabbiato e allo stesso tempo non provo sentimenti. Non ho voglia di parlare, di pensare, di piangere. Dopo essere stati un'ora dalla fine dell'ora di visita ci hanno sbattuto fuori, torniamo a casa e ci infiliamo in camera e ci sdraiamo a pensare. 
Marta e Gabriele sono sdraiati vicino a me, si aggrappano l'uno all'altra, stanno bene insieme, si amano e sono felice per loro. Marta dopo qualche ora si addormenta tra le braccia del suo ragazzo che la prende in braccio e la porta in camera fermandosi vicino a lei. Io e Marco rimaniamo immobili con lo sguardo perso nel vuoto, suona la sveglia, ci alziamo e ci cambiamo, una volta pronti tutti scendiamo di nuovo in ospedale. 


Una settimana dopo. 
Pov Marta
Sono tra le braccia di Gabriele, abbiamo appena finito di fare l'amore, trovo conforto nel calore del suo corpo, Naira non si è ancora svegliata, non ci sono stati miglioramenti e questo preoccupa tutti, Enrico dimagrisce di giorno in giorno, oggi Marco, Angelo e Silvio l'hanno immobilizzato mentre Crauto e Gabriele lo fanno mangiare a forza. Io e Lexy guardiamo la scena inorridite, si dimena cercando di liberarsi.
"Non possiamo permettere che crolli pure tu!" Gli urla Silvio.
Per fortuna è finito, scendiamo in ospedale, ormai il reparto lo conosciamo a memoria, entriamo nella sua stanza e. 


Pov Naira
Mi sono svegliata in ospedale, non mi ricordo molto, poi l'infermiera mi spiega cos'è successo, iniziano a farmi milioni di esami, tuttavia quando chiedo del bambino non mi rispondono, non lo sento muovere e la cosa mi preoccupa, mi riportano in camera, mi sdraio sul letto e inizio a guardare fuori, poco dopo sento dei passi che si avvicinano, so già di chi si tratta e un sorriso mi spunta sulle labbra, entrano tristi e quando mi vedono sveglia si bloccano tutti sgranando gli occhi, la prima che si muove è Marta che mi corre incontro buttandomi le braccia al collo, poi Enrico la segue baciandomi milioni di volte le labbra e abbracciandomi, Marco mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla fronte, Lexy mi stritola e inizia a farmi milioni di domande senza che il sorriso le abbandoni le labbra. 
"Sei sveglia, non ci credo!" Enrico si impossessa di nuovo del mio corpo, mi avvolge con le sue braccia forti, mi lascia un bacio sui capelli e si siede vicino a me.
"Quando ti mandano a casa?" Chiede Marco. 
"Non lo so." Rispondo abbassando la testa. 
"Il bambino?" Domanda Enrico speranzoso.
"Non mi hanno detto niente." Spiego cercando di sembrare tranquilla. 
"Io l'ammazzo quella puttana." Sibila a denti stretti. 
"Amore l'importante è che possa essere ancora qui." Dico cercando di calmarlo. 
Il medico arriva dicendo che dovrò stare ancora una settimana in osservazione così vedranno i risultati degli esami che mi hanno fatto oggi. 


Pov Enrico
Vederla sveglia, sana e salva mi ha fatto rivivere, pensavo che non ci fosse più speranza invece lei ha combattuto ed è qui, è ancora viva e sta bene. Rimaniamo fino alla fine dell'ora di visita poi dobbiamo tornare a casa senza di lei, ma so che mi aspetterà, mi sdraio sul letto e finalmente, dopo una settimana riesco a chiudere occhio, l'unica cosa che mi tormenta è che non sappiamo se il bambino sia sopravvissuto oppure sia... non riesco neanche a dirlo, a pensarlo, ma ho imparato che la speranza è l'ultima a morire. Morire.... che brutta parola, la nostra vita è stata segnata dalla morte, chi ha perso zii, nonni, genitori, mogli, eppure è questo che ci unisce, la morte, la comprensione del nostro dolore, i pastori conoscono il nostro dolore come noi conosciamo il loro, lo capiamo perché lo abbiamo vissuto anche noi. Abbiamo un passato che è meglio resti tale, ma nonostante tutto siamo ancora tutti qui, tutti insieme, legati come una vera famiglia e questo legame non si spezzerà mai. 


Spazio autrice
Buona sera :) allora l'inizio di questo capitolo è molto triste, tuttavia la fine è migliore. Non si sa ancora nulla del bambino, speriamo bene :( un bacione isy_94.

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Capitolo 8
*** welcome to the jungle baby. ***


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Pov Naira
Stamattina il medico mi ha visitato e mi ha portato i risultati degli esami.
Ora sono qui che mi sto preparando il borsone mentre aspetto Marco che mi venga a prendere, volevo guidare ma i medici mi hanno minacciato di legarmi al letto e sedarmi, quindi ho deciso che era meglio dargliela vinta. Il moro è appena arrivato, gli chiedo se mi accompagna a fare due commissioni, voglio fare una sorpresa a tutti. Passiamo a prendere un cd con un video, una torta, festoni e l'immancabile alcool, più precisamente bourbon, poi arrivati a casa ed essendo soli lo ingaggio ad aiutarmi, sistemiamo tutto, accendiamo il proiettore in quella che noi chiamiamo: stanza cinema in casa e prepariamo il video, dato che solo lui sa che uscivo oggi nessuno mi aspetta, sento dei passi salire le scale e corro a nascondermi nella stanza cinema, la porta si apre, sento i pastori e i ragazzi che salutano Marco. 
"Che minchia ci fai qui da solo?" Chiede finemente il mio ragazzo. 
"Ehm... mi stavo allacciando le scarpe." Tenta il moro.
"Ma hai gli stivali." Continua scettico Enrico. 
"Appunto, ci ho messo un'ora per cercare le stringhe." Mi metto una mano sulla fronte e scuoto la testa ridendo, tanto vale che gli dicesse che stava cercando un pony volante. 
"Ma che ti sei fumato? Sei strano!" Marta lo studia.
"Io sono norrrrmalissimo!" Controbatte Marco.
"Cosa nascondi?" Chiede Enrico alzando un sopracciglio. 
"Io?! Come potrei mai nascondere che, beh, niente." Sto per ucciderlo, ma è possibile che non sia in grado di omettere una parte di verità. 
"Non si vede un cazzo! Accendo la luce." Interrompe Gabriele, decido di far partire il video non appena vedo il bagliore causato dalla lampadina.


Pov Enrico
Appena Gabriele accende la luce sento partire una canzone dalla stanza infondo al corridoio, mi avvicino per capire come mai e non appena sbuco dalla porta il cantante inizia la prima strofa, parte una scritta:
'Amore mio, 3 mesi fa avremmo fatto un anno insieme, insieme?! Mi suona ancora strano, ma dato che siamo testardi ci siamo mollati, poi rimessi insieme, non so te, ma è come se avessi dedicato la mia vita a starti vicino, per noi non sono importanti i mesi, i giorni, gli anni che passiamo insieme, ma come li passiamo. Ti amo, e spero che questo piccolo regalo ti piaccia. Naira.' La prima foto ritrae noi due quando ci siamo conosciuti, io seduto sulla sedia della pizzeria e lei, con i vestiti del corteo, seduta in braccio a me, la seconda scattata sempre lo stesso giorno è di noi due a cavallo, Enrique Iglesias continua a cantare, le immagini continuano a scorrere, poi una cattura la mia attenzione, è un'ecografia di un feto, l'occhio mi cade sui dati incisi in fondo: sogg. Naira. Età feto. 93 giorni. Data. 23 dicembre. Inizio a piangere sollevato, il più bel regalo di Natale che avessi mai desiderato, gli altri mi hanno raggiunto, Marta inizia a piangere insieme a me, mio papà pure, non l'ho mai visto così commosso. Le immagini hanno ripreso il loro inseguimento, sono tutte le foto di noi due, c'è pure quella che ci aveva scattato Marco qualche mese prima di lei con la testa sulla mia pancia che gli fa vedere il medio mentre io ho la mano tesa verso la fotocamera facendo le corna e la linguaccia. La canzone finisce insieme alle foto e un'altra scritta compare:
'Diventeremo uno in più fra un po amore mio, non potrei amarvi di più! Grazie per tutto!' Le lacrime continuano a scorrere e le luci si accendono facendomi trovare Naira davanti a me con le lacrime e un sorriso stupendo, non perdo un secondo e l'abbraccio stringendola più che posso, gli altri si uniscono a noi formando un abbraccio unico, la amo, la amo più della mia stessa vita. 
"Vita quindi non l'hai perso?" Le chiede Marta. 
"No! Ed è un maschietto!"
"POVERI NOI! UN DALTI DALTI JUNIOR!!" Urla la mora felicissima. 
"Hey! Che hai contro di lui?!" Domando fingendomi arrabbiato. 
"Mi fa pena, crescere con te e soprattutto col tuo sangue in circolo!" Ride, la seguo anch'io insieme agli altri. 


Pov Naira 
Oggi è Natale, quando sono passata davanti alla finestra ho visto che c'erano 50 cm di neve, sono corsa a svegliare tutti e poi sono uscita insieme a Marta, in pigiama, sempre correndo e saltellando come due bambine al parco giochi. 
Adesso siamo riuniti a tavola per il pranzo a base di carne al sangue, formaggio, torta du patate, pasta alla carbonara, streppa, cioccolata calda e, non per ultimo, tiramisù. Mangiamo come maiali, penso che le sedie stiano per rompersi, ci alziamo ci corichiamo sul divano e fumiamo una sigaretta, ho trattato due giorni col medico per raggiungere un accordo sulle sigarette che posso fumare, mi sembrava di contrattare con un vucunprà, alla fine me ne ha concesse 3 al giorno. Mettiamo un film, si chiama Capitan Harlock, è a dir poco stupendo! Finito andiamo a lavorare, togliere la neve non è così bello come vederla cadere, ma ci divertiamo e giochiamo come bambini, stiamo morendo dal ridere, Marco ed Enrico si sono messi d'accordo e hanno riempito Gabriele di palle di neve, Simon e Riccardo hanno fatto lo stesso con Marta, poi tutti e 4 hanno costruito una barriera stile trincea, spuntando e sferrando colpi ai due malcapitati. Gabriele stava parlando e gli è arrivata una palla in piena bocca, poi Enrico s'è alzato urlando: 'sono un cecchino natoooo!' La sua vittima si è vendicata colpendolo in piena faccia.
"Sembri l'uomo delle nevi!" Urla Marta ridendo e indicandolo.  Continuiamo a spalare e giocare fin quando non viene buio, dopodiché ceniamo con gli avanzi e ci sdraiamo nuovamente sul divano, mi rifugio tra le braccia di Enrico, quanto mi è mancato questo contatto, quanto ho desiderato le sue braccia forti in quei giorni bui, quanto ho voluto sentirmi a casa quando avevo paura, mi addormento con il calore del suo corpo, cullata dal suo respiro. 
Mi sveglio con la luce fioca del sole e mi ritrovo nel letto in camera mia, con il mio ragazzo vicino a me, ha una mano appoggiata sulla mia pancia, mi soffermo ad immaginarlo padre, me lo immagino mentre lo tiene in braccio o mentre lo fa giocare, presa dalla tenerezza mi spavento quando lo vedo aprire gli occhi e sorridermi.
"Buongiorno biondina." Mi saluta dandomi un bacio sulla fronte. 
"Buongiorno a..." vengo interrotta dalle urla infuriate di Silvio, ci guardiamo un attimo preoccupati e corriamo in direzione di quei suoni, quando arriviamo vedo una donna bionda, ha gli stessi occhi del mio ragazzo, cerca di parlare ma Silvio furioso non glielo permette, sono accorsi tutti e ora lei si gira a guardarmi, mi studia. Ha uno sguardo da pantera, le unghie lunghe e laccate, i capelli sciolti, Enrico mi passa un braccio intorno alla vita e mi tira a sé, sento i nervi fremere sotto la sua pelle d'acciaio, vedo il labbro contrarsi insieme a tutto il viso.
"Ciao, sono Michelle, la mamma di Enrico." Mi tende una mano, la fisso ma non la stringo. 
"Naira." Rispondo. 
"Sei italiana, Naira?" Chiede ripetendo il mio nome con disgusto. 
"Si, sono di qui." Rispondo sfidandola con lo sguardo.
"Hai coraggio ragazza, te lo concedo, ma non ti permetterò di portare via Enrico alla sua ragazza." Sgrano gli occhi stupita, Enrico scatta.
"LEI È LA MIA RAGAZZA!" 
"No figliolo, non è quella giusta per te, Arianna invece.."
"NON TI AZZARDARE A FINIRE LA FRASE! LEI È LA RAGAZZA GIUSTA PER ME È QUESTO LO DECIDO IO! E TI DIRÒ DI PIÙ, LA AMO COSÌ TANTO CHE STIAMO PER AVRERE UN BAMBINO!" Il mio ragazzo è a dir poco fuori di sé, se non fosse che mi sono aggrappata alla sua maglia penso le sarebbe saltato al collo, Silvio si è avvicinato a me e mi tiene una mano sulla schiena, la guarda con odio, vuole proteggermi, lo capisco da come mi si para davanti seguito dal figlio quando la donna fa un passo verso di me. 
"Scusate." Li faccio spostare mettendogli le mani sugli avambracci. "Allora, mettiamo in chiaro un paio di cose: punto primo, io non ho portato via Enrico da nessuna, punto secondo, è maggiorenne e vaccinato quindi può benissimo scegliere da solo, punto terzo, è la SUA vita e se la vive come vuole, punto quarto, non mi conosci quindi non ti permettere di giudicarmi perché non puoi sapere se sono giusta per lui! Il ruolo di un genitore è quello di consigliare un figlio e quando lo si vede felice bisognerebbe essere felici con lui non cercare di mandare tutto a puttane!" Finisco di parlare e la sfido.


Pov Enrico
Naira ha puntato i suoi occhi in quelli di Michelle, sono diventati quasi trasparenti e mi fanno paura, poi la donna tira fuori l'unico argomento che avrebbe dovuto evitare. 
"I tuoi genitori non ti hanno insegnato il rispetto per gli adulti?" Naira la guarda infuriata, i suoi occhi se possibile sono diventati ancora più chiari e rabbiosi, sembrano due lastre di ghiaccio dove si vede l'acqua scorrere sotto di essi.
"NON TI AZZARDARE A TOCCARE I MIEI GENITORI, HAI CAPITO? NON SAI UN CAZZO DELLA MIA VITA! LE VEDI TUTTE QUESTE PERSONE QUI INTORNO?! LORO SONO LA MIA FAMIGLIA, MI SONO STATO VICINO QUANDO I MIEI GENITORI MI HANNO ABBANDONATA! E NON TI PERMETTERÒ DI PORTARNE VIA ANCHE SOLO UNO! COSTI QUEL CHE COSTI!!!" Le urla a due cm dalla faccia e per la prima volta vedo quella donna farsi piccola piccola sotto il peso delle urla di qualcuno, di solito combatteva per avere l'ultima parola, ma non questa volta, non sotto quello sguardo letteralmente gelido, non con Naira. Michelle la guarda ancora un po e poi si dilegua senza fiatare, rimaniamo immobili finché la mia ragazza non si gira e ci guarda con gli occhi di sempre, mi avvicino a lei, l'abbraccio e la bacio.
"Brava amore mio." Le dico sorridendo. 



Pov Naira
Sono al nono mese di gravidanza, è maggio, il sole splende, sto andando in ospedale, dato che domani scade il tempo, sono nervosa, entro nel reparto e un'infermiera mi accompagna nella mia camera, non abbiamo ancora trovato un nome al bambino, penso che non appena lo guarderemo negli occhi il nome ci verrà naturale. La mia pancia non è cresciuta molto in questi mesi, i miei nove mesi sono come i sei delle altre ragazze qui dentro, mi distendo sul letto e aspetto cena, Enrico arriverà domani mattina, data la bella stagione il Black stallion è stracolmo di gente. Mi addormento poco dopo essere arrivata e mi sveglio sentendo le sue dita che percorrono leggere la mia guancia, apro gli occhi e lo trovo seduto vicino al mio letto con la testa appoggiata sul bordo, lo saluto dandogli un bacio e vedo comparire Marta dalla porta con due caffè in mano, mi saluta esaltata e si siede dall'altro lato del letto, parliamo per un'oretta poi una fitta lancinante colpisce il mio basso ventre, mi sento fradicia, il mio unico pensiero oltre al dolore è: 'ci siamo' i due si agitano, obbligo Marta a chiamare l'infermiera che arriva correndo e mi porta in sala parto, il medico mi incita a spingere ma fa un male cane, non ho voluto nessuno con me, già mi sento claustrofobica con tutti sti medici, infermieri, anestesisti, e chi più ne ha più ne metta, le ore passano e mi sembrano interminabili, ad un certo punto il medico mi urla di dare l'ultima spinta, lo faccio, il dolore è passato, il silenzio diventa padrone della stanza e poi... e poi quel pianto, innocente, il pianto di mio figlio, non c'è emozione più bella, piango commossa, il medico mi chiede se voglio prenderlo in braccio per prima o se voglio farlo tenere al padre, il padre, suona strano pensare a padre ed Enrico nella stessa frase, gli dico di portarlo a lui e così fa.



Pov Enrico
Sono ore che aspettiamo, penso di poter esplodere da un momento all'altro, poi Marta inizia a scuotermi il braccio tenendo lo sguardo fisso alla mia destra, la guardo per poi voltarmi e scorgere il medico arrivare con una fagottino tra le braccia, mi alzo sorridendo e gli vado incontro, mi fermo a fissare quel neonato, mio figlio, Wow! Quel bambino è mio figlio! Lo prendo in braccio e vedendo che la sua testolina a momenti è grossa quanto un mio polso mi viene paura di fargli male.
"Ho paura di romperlo!" Confesso al medico che scoppia a ridere, mi informa che fra qualche minuto porteranno Naira in camera, ci avviciniamo e poi l'aspettiamo fuori, quando entra mi siedo vicino a lei porgendole il bambino, dobbiamo dargli ancora un nome. Guardo la mia vita che si è persa ad osservare nostro figlio, ha i capelli del mio colore, gli occhi del suo, le mie labbra, il suo naso, è il perfetto miscuglio di noi. 
"Alarick." 
"Cosa?" Chiedo.
"Ti piace il nome Alarick?" Chiede sorridendo. 
"Alarick sia!" Confermo.
"Ma che significa?" Continuo.
"Re/signore di tutto." Conclude accocolandosi tra le mie braccia. 



Spazio autrice
Buon salve, eccomi con un altro capitolo molto allegro, esclusa la comparsa di Michelle. 
PER MARTA: eccoti il tuo piccolo Dalti Dalti junior xD 
Il nome che ho scelto, beh, chi segue the vampire diaries, sa chi è il personaggio, volevo fargli un 'tributo' dato che ci ha abbandonato :"(  spero che vi sia piaciuto :) un bacio isy_94.  

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Capitolo 9
*** Cry. ***


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Pov Naira
Sono passati due mesi da quando è nato Alarick, è il cocco di tutti anche perché di notte dorme e di giorno gioca tranquillamente, per fortuna non ha preso da noi due su questo. Stiamo lavorando, c'è un sacco di gente e fa un sacco caldo, alle 2 Marta mi chiama dicendomi di salire subito a casa, presa dall'ansia mi precipito su con Enrico, quando arriviamo troviamo Michelle seduta in cima alle scale in attesa e Marta sbuca dalla porta d'ingresso tenendola quasi completamente chiusa.
"Mi ha detto che voleva vedere il bambino, non l'ho fatta entrare." Mi spiega la mia migliore amica. 
"Hai fatto bene." Risponde Enrico per poi guardare la donna "Cosa vuoi?" Chiede duro.
"Vedere mio nipote!" Alza la voce alzandosi. 
"Allora fai un figlio e aspetta che partorisca." Continua sarcastico il biondo. 
"Tu sei mio figlio!" Lo fronteggia sicura.
"Non lo sono più!" Urla stringendo i denti. 
"Non è vero! Tu sei mio figlio!" Continua imperterrita.
"Se lo ero davvero non ci lasciavi per il primo stronzo che ti ha trombato!" 
"Cosi mi fai male." Sussurra la donna.
"È proprio ciò che voglio fare!" Conclude il ragazzo sorpassandola ed entrando in casa.
"E a te sta bene che tratti così sua madre?" Chiede Michelle riferendosi a me. 
"Non mi fa ne caldo ne freddo, sono affari vostri!" Rispondo gelida seguendo Enrico e sbattendo la porta con forza. Ci sediamo sul divano aspettando che se ne vada, intanto controlliamo Alarick che dorme tranquillamente.


Pov Enrico
"Rick chicco, vieni a cavallo con me?" Urlo chiamando mio figlio. 
"Si papi." Mi risponde iniziando a corrermi incontro, ha quasi 3 anni è cresce ogni giorno di più.
Lo tiro su per un braccio e lo siedo davanti a me, ogni volta che salgo per andare in passeggiata lui viene con me, si diverte, partiamo con una coppia di fidanzatini per fare un'ora. 
"Papi, dov'è la mamma?" Chiede il ragazzo. 
"A lavorare col nonno." Rispondo sorridendo.
Michelle per fortuna non ci ha più rotto le palle, spero che abbia capito come stanno le cose. Quando torniamo Rick salta in braccio a Marco, Naira mi viene a dare un bacio e poi prende al volo nostro figlio appena lanciato dal moro, sto bambino crescerà pazzo, ogni giorno gliene facciamo una. Mi perdo ad osservare lo sguardo di Naira che rivolge al piccolo, si ci legge amore incondizionato, fierezza, dolcezza e felicità, Rick le sta raccontando cosa ha visto e fatto a cavallo con me. Non sono mai stato così felice in vita mia e spero che questo non cambierà mai, Marta sbuca affianco a me facendomi sobbalzare, la saluto e lei va a prendere il bimbo. Decidiamo di andare a mangiare sulle nostre montagne, in un posto magnifico e magico, un mondo a cui non si può rinunciare, non dopo esserne stati partecipi almeno una volta, raccogliamo tutto, selliamo i cavalli e partiamo. Arriviamo in un pezzo di prato costeggiato dal fiume a sinistra e da alcuni alberi a destra, in fondo all'orizzonte si può vedere il mare, il sole di giugno illumina le montagne infinite, l'erba rigogliosa, l'acqua del fiume e noi. Torniamo a casa verso sera, una macchina parcheggiata davanti alle nostre cattura la mia attenzione, non è una macchina di qualcuno del paese, tuttavia non ci do molto peso, andiamo a dormire con un brutto presentimento. 


Pov Naira
È mattina presto, decido di fare una passeggiata da sola, come mi alzo Rick si sveglia. 
"Mamma, posso venire con te?" Mi chiede stropicciandosi gli occhi. 
"Dormi ancora un po patato." Rispondo comprensiva. 
"Non ho più sonno, voglio venire con te." Continua testardo.
Acconsento aiutandolo a vestirsi e poi usciamo nell'aria gelida del mattino, decido di usare un puledro, prima di attraversare la strada prendo Rick per mano, la macchina di ieri sera non è più parcheggiata, un brutto presentimento mi stritola lo stomaco, in un secondo mio figlio mi lascia la mano per correre in mezzo alla strada dietro una volpe.
"Rick! Vieni subito qui!" Gli urlo infuriata. 
Il rombo di un motore mi giunge alle orecchie, si sta avvicinando, il panico mi invade. 
"Rick!!! Vieni qui!!" Urlo terrorizzata. Non mi ascolta, la macchina di ieri sera sbuca dalla curva ad una velocità folle, inizio a correre verso il mio bambino che si è paralizzato guardando quel mostro nero con gli occhi sgranati dalla paura. 
"Alarick!! Amore! Spostati!" Lo chiamo sperando che la macchina freni o che lui si sposti. Non succede niente, sento qualcuno che sta correndo dietro di me, quella maledetta macchina si sta avvicinando, deve averlo visto per forza, perché non si ferma!? 

Bum.

L'ultimo suono che sento, il mondo si è appena fermato, il silenzio è arrivato man mano che la macchina si allontanava, il mio cuore cade per terra come mille pezzi di vetro, crollo in ginocchio anch'io, ho raggiunto quella vita troppo tardi, lui era la mia felicità, lui era... non è, era. Una mano si posa sulla mia spalla, quella mano che amo, che cerca di darmi forza ma allo stesso tempo cerca in me un appoggio per non crollare, una lacrima che cade si mischia alle mie copiose, restiamo così, immobili mentre ci sgretoliamo, dopo un tempo che non riesco a quantificare il mio ragazzo mi supera, si abbassa a prendere tra le sue braccia forti quel corpicino sanguinante, lo stringe a sé sporcandosi le guance di sangue, piange, torna sui suoi passi tendendo nostro figlio stretto. Mi alzo seguendolo, sono vuota, mi sembra di vedere me stessa compiere le azioni, come se fossi la spettatrice di un film, un massacrante film horror, i ragazzi che nel frattempo ci sono venuti incontro si paralizzano quando i loro sguardi incrociano la scena, Marco è il primo che si avvicina ad Enrico, gli parla sottovoce e quando cerca di prendere in braccio Rick il biondo gli ringhia mostrando i denti e spostandosi. A quel punto il moro annulla la distanza tra noi e senza dire una parola mi abbraccia, i singhiozzi sfuggono dalle labbra come lame, lacerano i muscoli, la carne, i nervi, mi stringe ancora di più, vuole farmi capire che c'è, che è qui, con noi,per noi.


Pov Enrico
Mi giro nel letto e non sentendo nessuno apro gli occhi, il presentimento della sera prima mi spinge a correre fuori casa per vedere quella macchina ancora parcheggiata, ma quando arrivo sento solo le urla terrorizzate di Naira, mi guardo intorno cercando di capire da dove arrivino e poi mi precipito verso di esse, quando il mio sguardo scorge la scena sento il rumore del mio cuore che si spezza, mi avvicino cauto, guardo mio figlio sdraiato sull'asfalto privo di sensi, sto un po immobile vicino a Naira che piange, poi prendo Alarick tra le braccia, un brivido mi scuote, una lame mi ha appena ucciso, è freddo, come una lastra di ghiaccio, Marco cerca di portarmelo via, non glielo permetto, Marta mi si stringe piano, non mi muovo per qualche minuto, poi inizio a camminare verso il cimitero, gli altri mi seguono preoccupati, poso Rick vicino alla tomba dello zio di Naira e senza dire una parola me ne vado, prendo qualche vestito, salgo in macchina e quando arrivo all'aeroporto compro il primo volo per un qualsiasi altro posto. 


Pov Naira
Sono ore che piango, mio figlio se n'è andato, il mio ragazzo anche, la mia famiglia rimane stretta a me, ma non è lo stesso senza loro due, senza le due metà del mio cuore, Marco mi prende in braccio e mi porta a casa, solo ora mi rendo conto che è buio, mi stende nel suo letto e mi si sdraia vicino, Marta fa lo stesso dall'altro lato, continuo a piangere, mi manca il fiato, inizio a boccheggiare in panico, inizio a urlare in cerca d'aria, i ragazzi mi accarezzano cercando di farmi calmare, una frase si fa spazio tra i miei pensieri: l'urlo nero della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo. Quelle parole gridano nella mia testa, non mi accorgo che sono le mie corde vocali ad emettere questo suono straziante, non riesco a smettere, non ci riesco nemmeno quando Marco mi abbraccia tenendomi premuta contro il suo petto. Ad un certo punto l'energia mi abbandona e crollo. 



Pov Marta
Le siamo stati accanto tutta la notte, ma non è servito a farla calmare, dormiva e piangeva, piangeva e urlava nel sonno quel nome: Rick. Siamo tutti distrutti, svuotati e silenziosi ma non possiamo permetterci di crollare, non ora che lei ha bisogno di noi, non ora che lei è crollata e non riuscirà mai ad alzarsi.
Sono preoccupata, Naira è una settimana che non mangia, non parla con nessuno, lavora e piange, ho paura che svenga, che si senta più male di come già sta. Per quanto le possiamo starle vicino non l'aiuteremo mai, ha bisogno di Enrico, ha bisogno di Rick, ma purtroppo non si può tornare indietro nel tempo e lui non tornerà mai. Il funerale è stato qualcosa di orribilmente terrificante, c'era un sacco di gente, tutti addolorati per questa perdita prematura, Marco ha tenuto in piedi Naira che non smetteva di piangere aggrappata alla maglia del moro, è stato più forte di tutti noi, ha pianto senza farsi vedere da lei, l’ha fatto senza emettere un suono, lui ce l'ha fatta, l'ha fatto perché le vuole bene, l'ha fatto per lei, ma può esistere un bene che ti permette di fare tutto questo?! O è qualcosa di più?! Le è sempre stato accanto come un fratello. 
La casa è avvolta da silenzio e tristezza, nessuno ha notizie di Enrico, lui che doveva rimanere se n'è andato, non posso biasimarlo, ma avrebbe dovuto essere qui, accanto alla sua ragazza, avrebbe dovuto essere qui a prendere il posto di Marco. Mi sdraio vicino alla mia migliore amica e l'abbraccio, lei si stringe dentro esso e inizia a piangere, devo riportarle l'amore della sua vita, quell'amore che l'ha distrutta e rigenerata, quell'amore che le fa mancare l'aria se viene meno e che la fa respirare se c'è, lo stesso amore che chiunque vorrebbe, lo stesso che scrivono sui libri, che cantano nelle canzoni, quell'amore unico, il suo amore.  Il loro. 


Pov Enrico
Sbatto il bicchiere sul bancone di un bar perso nei vicoli di New Orleans, ho perso il conto di quanti ne ho bevuti, mentre alzo una mano per chiamare il barista, una ragazza bionda mi si avvicina. La guardo scettico, lei si siede vicino a me e mi sorride, le do la schiena chiamando nuovamente il ragazzo infondo al bancone. 
"Cosa ti porta qui?" Sento la sua voce richiamarmi. 
"Non sono affari tuoi." Rispondo gelido.
"Sei italiano vero? Cosa ti ha portato così lontano da casa?" Chiede di nuovo.
"Mio figlio." Abbasso lo sguardo nascondendole una lacrima. 
"Come puoi avere un figlio grande abbastanza da vivere fuori casa?" Continua. 
"Non ce l'ho infatti." 
"Non capisco." Mi guarda confusa. 
"Non ce l'ho perché è morto." Lo dico a voce alta per la prima volta da quando è successo. 
"Mi dispiace, non pensavo... quanti anni aveva?" Vedo la compassione nei suoi occhi. 
"3... aveva 3 anni." Concludo lasciando i soldi sul bancone ed uscendo nell'aria fresca della sera, mi accendo una sigaretta e me ne vado a casa, facendolo guardo le stelle, come se sperassi di vederne una nuova. Mi viene in mente una frase che fino ad ora non avevi mai soppesato più di tanto: E se le stelle non fossero ciò che crediamo?
Se la luce che viene da lontano non fosse generata dai raggi di sole distanti ma dalle nostre ali quando ci trasformiamo in angeli... 
Queste fottutissime parole mi risuonano in testa e non mi fanno dormire. Mi manca Naira, mi manca come l'ossigeno sott'acqua, ma non si può tornare indietro nel tempo, non posso tornare come se niente fosse, non posso farle vedere come sono caduto a pezzi, come sono crollato.



Spazio autrice
Salve, Salve allora... non saprei come descrivere questo capitolo, non trovo le parole giuste. Vi dico solo che spero vi sia piaciuto. Un abbraccio isy_94.  

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Capitolo 10
*** Love and friendship. ***


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Pov Enrico
Sono seduto al bancone dello stesso bar di ieri sera, ho già buttato giù mezza bottiglia di vodka liscia e sono solo le 8 di mattina, la stessa bionda di ieri entra e prende posto sullo sgabello.
"Ciao forestiero!" Mi saluta. 
"Ancora tu?! Dovresti capire che se qualcuno è seduto da solo è perché vuole stare così: solo!" Le dico acido.
"Uh, come sei scorbutico, dormito male?" Continua. 
"Non ho dormito affatto!" Alzo la voce. 
"Comunque, io sono Caroline." Mi tende la mano.
"Enrico." Rispondo stringendogliela. 
"Piacere, allora, Enrico, non hai ancora trovato il coraggio di tornare a casa?" 
"No." Concludo secco tirando fuori il portafoglio per pagare.
Quando lo apro noto che in una tasca c'è un foglio, possibile che non me ne sia mai accorto?! Lo apro e riconoscendo la scrittura mi pietrifico, calde lacrime fanno capolino, inizio a leggere. 
'Hey, non so neanche perché sto scrivendo, quando potrei semplicemente svegliarti e parlarti. Oggi è passato esattamente 1 anno dell'incidente, non ti ho mai detto quello che pensavo... Non ti ho mai detto che quando ero sdraiata sull'asfalto e tu mi ha stretto a te non desideravo altro, non ho mai desiderato niente se non passare tutta la vita fra quelle braccia, non ti ho mai detto che quando mi sono vista passare davanti tutta la mia vita mi sono resa conto che ho iniziato a vivere solo con te, tutto il resto è una parentesi inutile, non ti ho mai detto che ti sceglierei mille altre volte se necessario, che ti perdonerei altrettante, che solo in quel momento mi sono resa conto di quanto amore ci sia fra noi, di quanto vero sia, mi sono venute in mente le parole di Marco: ' lui per te è sempre stato l'unico... non guarderai mai nessuno come guardi lui, con gli stessi occhi, lo stesso sorriso, lo stesso amore. Lui è il tuo amore più vero e grande che hai mai avuto.' Ha ragione, tu sei il mio amore, sei la mia vita, sei la cosa migliore che mi sia capitata... non ti ho neanche mai detto che in quel momento ho trovato la forza di amarti più di prima, ho trovato la forza di starti accanto ogni giorno della mia vita, ti amo e lo farò per sempre. Ognuno aspetta il suo miracolo, tu sei il mio miracolo e non voglio nient'altro che te.
               Naira 19 settembre '13'
Stringo quel foglio al cuore mentre le lacrime accumulate nelle ciglia strabordano, quanto tempo è passato da quella data, quanto dolore abbiamo affrontato insieme, insieme... perché noi esistiamo solo quando siamo insieme, sblocco il telefono e lo sfondo di noi due che ci baciamo a cavallo con Rick seduto sulle mie spalle mi fa spezzare il cuore, ho un messaggio, lo apro:
' Ti avevo giurato che vi avrei fatto lasciare, e cos'è migliore della morte per separare qualcuno?! Arianna <3'
Leggendo quelle parole le immagini della morte di Rick invadono prepotenti la mia testa, una furia omicida mi fa lanciare il telefono contro il muro, Caroline sobbalza spaventata.
"Tutto bene?" Mi chiede con un filo di voce. 
"NO! QUELLA MALEDETTA PUTTANA! HA UCCISO MIO FIGLIO!" Urlo infuriato. Lei mi osserva silenziosa, mi alzo di scatto ed esco, controllo i voli, non ce n'è neanche uno che va in Italia fino al prossimo mese, stringo i pugni e torno a casa. 



Pov Naira
Sono settimane che non apro bocca, sono vuota e tutto mi sembra inutile, pure parlare, pure respirare e vivere. 
Sto parcheggiando vicino al centro di Imperia, ho dovuto accompagnare Lexy a fare delle commissioni, mentre passeggiamo sotto i portici vedo Arianna col bambino in braccio venire verso di noi, tiro Lexy per un polso e cambio strada, non appena la imbocchiamo sbatto contro qualcuno, incrocio il suo sguardo e mi paralizzo, quegl'occhi, per un attimo credo che sia tornato, poi un ricciolo biondo ricade in mezzo ad essi e mi rendo conto che quegl'occhi sono di Michelle. 
"Naira." Sussurra il mio nome sorpresa, dispiaciuta.
"..." La guardo scettica senza dire una parola, lei mi abbraccia e mi irrigidisco. 
"Mi dispiace molto, non so come farmi perdonare, vorrei starvi vicino in questo momento." Dice tenendomi stretta a lei.
"Enrico se n'è andato, signora." La informa Lexy. 
Michelle si stacca e guarda la ragazza dietro di me.
"Scusa? E dov'è?" Chiede stupita. 
"Non lo sappiamo." Conclude la mora per poi prendermi la mano e portarmi via.
Torniamo a casa, sello Romeo e decido di andare sui pascoli alti, come salgo Marco mi si avvicina in sella a Mora, lo guardo come per dire di non seguirmi, lui mi sorride e continua a starmi affianco. Non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto questo. 



Pov Marta
Sono sdraiata sul divano, gli altri lavorano, sento il rumore degli zoccoli, mi affaccio e vedo Marco che sorride a Naira. Li osservo e mi domando cosa provino l'uno per l'altra, ho sempre sostenuto che l'amicizia tra maschio e femmina esiste, poi mi sono innamorata e fidanzata con il mio migliore amico, poi vedo i loro sguardi, i loro sorrisi, sono convinta che Naira non amerà mai nessun altro che non sia Enrico, ma Marco?! Da quando lo conosco l'unica ragazza con cui l'ho visto così è Naira, ci ha provato con Lexy, ma è finita ancor prima di iniziare. Aspetterò il suo ritorno per chiarire i miei dubbi, ritorno sul divano e metto un film.

4 ore dopo

Sento qualcuno che sale le scale, considerato che non urla capisco che è Naira, la serratura scatta e lei fa capolino dall'ingresso, mi saluta con la mano e un bacio sulla guancia, il suo silenzio mi uccide, non è più lei, è solo una persona che ci assomiglia, una persona fatta solo di ossa e qualche pezzo di carne, non ha sentimenti, non ha vita, non ha niente. Ricambio il suo saluto e la seguo con gli occhi mentre recupera qualche vestito pulito e si chiude in bagno, un altro rumore di passi, un'altra chiave che fa scattare la serratura, mi volto e Marco compare nella mia visuale. 
"Dobbiamo parlare!" Lo trascino in camera mia senza dargli il tempo di ribattere.
"Che cos'ho fatto?" Chiede confuso. 
"Niente, posso chiederti una cosa?" Mima un sì con la testa. 
"Sei innamorato di Naira?!" Domando sicura.
"Cosa?! Ma come ti viene in mente una cosa.... sì." Ammette interrompendosi da solo e abbassando la testa. 
"Da quanto?" Chiedo ancora.
"Da tutta la vita. La amavo quando eravamo bambini e lei mi chiedeva di aiutarla a salire su Gordon, la amavo quando entrava nell'adolescenza e diventava ogni anno più bella, la amavo quando sorrideva a qualcun altro, la amo tutt'ora col sorriso incastrato sotto quintali di dolore, con gli occhi spenti e tristi, con le ossa che sbucano ogni giorno di più." Dice serio con gli occhi lucidi tormentati da una cosa tenuta troppo allungo sepolta. Sto per ribattere quando mi accorgo che lo scroscio dell'acqua è cessato e la luce che filtrava sotto la porta è stata oscurata, il mio sguardo commosso viene sostituito da uno scioccato e terrorizzato. Il moro mi osserva guardare la porta e si volta collegando anche lui che quell'ombra appartiene a Naira e che può aver sentito tutto. Come il ragazzo muove un passo in quella direzione l'ombra si dilegua senza far rumore, apro la porta e la casa è silenziosa, ci guardiamo intorno e non c'è traccia della ragazza. 



Pov Naira
Uscendo dalla doccia ho sentito qualcuno parlare, passando per andare in camera mia ho riconosciuto la voce di Marco. 
"Da tutta la vita. La amavo quando eravamo bambini e lei mi chiedeva di aiutarla a salire su Gordon, la amavo quando entrava nell'adolescenza e diventava ogni anno più bella, la amavo quando sorrideva a qualcun altro, la amo tutt'ora col sorriso incastrato sotto quintali di dolore, con gli occhi spenti e tristi, con le ossa che sbucano ogni giorno di più." Rimango immobile con lo sguardo perso davanti a me, quelle parole mi hanno scioccato, non pensavo che provasse questo per me, sento il legno del parquet scricchiolare, mi dileguo uscendo senza far rumore, salto su Romeo e lo lancio al galoppo verso quella maledetta chiesetta. 
Inizia a fare buio, non so quanto tempo sia passato da quando sono arrivata, sento qualcuno che si avvicina apro gli occhi e la sagoma di Marta mi appare nella visuale, si siede vicino a me sull'erba, mi appoggia la testa su una spalla.
"Hai sentito tutto, vero?" Mi chiede dolcemente. Mimo un si. 
"Che vuoi fare?" Domanda ancora, mi metto la testa fra le mani scuotendola. 
"Naira, ti prego, parlami! Te lo chiedo per favore!" Continua esasperata. 
"Non lo so, ok?!" Rimango a bocca aperta sentendo la mia voce rimbombarmi nelle orecchie. 
"Vita è il tuo migliore amico..." 
"Lo so, ma non riesco a vederlo mentre mi abbraccia con amore mentre io lo faccio con affetto! Non posso neanche pensare a quanto gli sia costato vedermi felice con un'altra persona, con un bambino che non era il suo, non riesco a pensare che lui possa sopportare tutto questo! Vita cazzo è la persona più sincera e dolce che abbia mai conosciuto e non merita di vivere questa vita, in quella casa con una persona che non lo amerà, non merita tutto questo dolore, non merita di soffrire per me! Vita, merita una che lo ami incondizionatamente, non me, e finché starà qui non la troverà, finché si occuperà di me non la troverà! Deve lasciarsi tutto questo alle spalle!" Parlo singhiozzando, non so quando ho iniziato a piangere. 
"Ma non voglio lasciarmi questo alle spalle." La sua voce mi fa sobbalzare, alzo lo sguardo e lo trovo a pochi passi da noi. Lo guardo scioccata, impaurita, dispiaciuta.
"Devi." Continuo, lui si siede vicino a me e sospira pesantemente. 
"Non volevo che lo sapessi, perché sapevo che sarebbe finita così, tu che tu fai mille problemi e io che cerco di farti ragionare." Mi spiega tranquillamente. 
"Non voglio che tu soffri per me."
"Io non soffro per te, soffro con te, come lo fa Marta, come lo fanno tutti. Non voglio andare via di qui perché ho bisogno di te nella mia vita. E preferisco averti come amica che non averti proprio. Sono orgoglioso di essere ciò che sono per te e questo non cambierà le cose. Quando piangerai ti asciugherò le lacrime, quando riderai lo farò con te e quando  sarai incazzata andrò a saccagnare chi ti ha fatto arrabbiare. Mi occuperò di te finché ne avrai bisogno, non chiedo altro, non voglio fare altro nella vita." Sto continuando a piangere, lui, che fin'ora aveva le braccia appoggiata sulle ginocchia piegate ne passa una intorno al mio collo e mi trascina sul suo petto per poi abbracciarmi. Lo stringo forte anch'io mentre un mezzo sorriso mi inclina le labbra. Sono fortunata ad averlo qui e mi sento una merda a non amarlo come vorrebbe. Penso che sarei già morta da un pezzo se non fosse stato per lui e Marta, mi giro a guardarla e la vedo che ci fissa con la tenerezza negl'occhi, la tiro per un braccio e la faccio infilare sotto le braccia del ragazzo, ci abbracciamo tutti e tre sorridendo.
Quando torniamo a casa vedo Michelle seduta in sala, ci allarmiamo un attimo, poi Silvio sbuca davanti a noi e inizia a parlare. 
"L'ho fatta entrare io, l'ho trovata in lacrime davanti alla porta mentre bussava e chiamava sia te che..." lascia cadere la frase prima di pronunciare quel nome che non viene detto da quasi un mese ormai.
"Non ti preoccupare." Dico tranquilla.
"Tu parli!!!!" Urla stupito ed esaltato. 
"Si, non farti venire un coccolone però eh." Lo prendo in giro. 
"Michelle, hai bisogno di qualcosa?" Chiedo guardando la bionda.
"Voglio trovare mio figlio." Dice sicura ma mantenendo un tono dolce. 
"L'aiuteremo noi, voi andate a preparare da mangiare." Interrompe Marco guardandomi. 
Andiamo in cucina a preparare cena mentre loro cercano qualcosa e gli altri guardano la tv, si rincorrono con un mattarello e una bomboletta di panna spray, no aspetta! Mattarello? Panna spray? Mi giro allarmata e vedo Gabriele che insegue Marco con il mattarello mentre il moro gli spruzza la panna in faccia, scoppio a ridere seguita da Marta, Michelle li guarda con gli occhi sgranati, hanno lanciato panna ovunque, poi Marco ha preso una confezione di farina e l'ha lanciata addosso al biondo facendolo diventare completamente bianco. Sto per sentirmi male da tanto sto ridendo.
"Non tu preoccupare, è tutto normale." Sento Silvio mentre cerca di tranquillizzare Michelle. 



Pov Enrico
È passato esattamente un mese, 2 giorni, 15 ore e 32 minuti da quando me ne sono andato e mi ritrovo davanti al portone di quella stessa casa in cui ho giurato di non entrare mai più. Guardo l'ora: 2 e 25 del mattino, sono convinto che Naira sia ancora sveglia, busso piano... silenzio... riprovo... il rumore inconfondibile della porta di camera nostra si espande nella casa, la serratura scatta e lei mi appare davanti mentre si stropiccia gli occhi, quando mi vede fa un passo indietro tremando e sgranando gli occhi, le sorrido, non so cosa dirle, cosa fare.
"Io.." Non ho tempo di finire una frase che non aveva una fine perché mi ritrovo le sue braccia al collo e il suo corpo che si attacca al mio, tremo, quanto mi è mancato questo contatto, quanto mi è mancata lei. La stringo forte e la sollevo girando su me stesso, mi rendo conto di quanto sia magra e rabbrividisco, si stacca da me, mi lascia un bacio a stampo e mi fa segno di entrare, lo faccio, poso il borsone vicino all'ingresso e le tendo una mano. La afferra e mi conduce in camera, ci sdraiamo nel letto e l'abbraccio, mi sembra passata una vita dall'ultima volta che l'ho fatto. 



Spazio autrice
Buona sera ^-^ mi darete della pazza per averlo pubblicato a quest'ora, Comunque, uhm, un capitolo molto particolare, ho faticato a trovare un titolo adatto.. poi ho deciso per love and friendship, mi sembrava il più indicato. Un abbraccio isy_94 :)

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Capitolo 11
*** it's Not too late. ***


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Non è mai troppo tardi, perchè alcuni amori non muoiono mai, solo cambiano, diventano più forti, diventano diversi.
-Cit. 

 
 
Pov Naira
Intorno a me vedo solo buio, sento Rick che mi chiama.
"Sono qui amore mio!" Urlo ma non mi sente. Piango disperata urlando, non cambia niente, il mio bambino continua a chiamarmi, a piangere, a urlare. Mi tappo le orecchie e poco dopo sento due braccia che mi avvolgono, un petto che mi accoglie, un profumo che mi si infila in ogni cellula del corpo, è tutto così reale che mi sto convincendo del fatto che sia sveglia. Mi stringo fra le sue braccia forti e lo sento accarezzarmi i capelli mentre mi sussurra di tranquillizzarmi. 
"Non lo potrai trattenere per sempre. Devi lasciarlo andare. Lascialo libero." La sua voce mi fa rabbrividire, chi sto trattenendo? Chi devo lasciare andare? Alzo lo sguardo verso il suo viso e vedo una faccia sfigurata piena di sangue, mi stacco da lui iniziando a correre ed urlare. Posso ancora sentire il calore del suo corpo, la forza delle sue braccia, mi guardo intorno ma non lo vedo. Apro gli occhi, sono seduta sul letto, era solo un sogno, mi volto per vedere l'ora e rivedo quella maschera seduta vicino a me, urlo e allontanandomi cado giù dal letto. Silvio entra preoccupato, poi il suo sguardo si posa affianco a me, un sorriso enorme gli allarga le labbra. 
"Figlio mioo! Sei tornato!" Lo abbraccia e solo ora riconosco che colui che avevo affianco è e sempre sarà Enrico, tiro un sospiro di sollievo e mi alzo per andare da loro.
"Hai avuto un incubo?" Mi chiede l'uomo. 
"Si, Silvio è sempre lo stesso." Rispondo.
"Dai, passerà. Venite a far colazione, dai." Ci mette una mano sulla schiena e ci spinge verso la cucina.
Michelle sta preparando la colazione e quando vede il biondo gli salta addosso abbracciandolo, lui ci guarda interrogativo, Silvio gli spiega cosa si è perso negli ultimi mesi, Marco lo prende a pugni, Marta a schiaffi, io mi siedo vicino ad Angelo e addento una brioche. 
"Era ora che mangiassi qualcosa nana!" Mi riprende l'uomo. 
Finiamo di mangiare, c'è imbarazzo in casa, la maggior parte di noi non sa come comportarsi con Enrico, cosa dirgli, neanch'io lo so, ieri sera quando me lo sono trovato davanti l'ho perdonato di tutto, ma ora non so cosa dire, non so che tipo di relazione c'è fra noi, ne cosa prova. Andiamo a lavorare, lui rimane in casa a chiarire con Michelle. 
 
 
Pov Enrico
Quando sono tornato non ho messo in conto la reazione e le conseguenze che ci sarebbero state da parte degli altri, di tutto mi aspettavo tranne Michelle, ho accettato di chiarire con lei solo perché mi hanno detto che è stata molto vicino a Naira. 
"Senti, mi dispiace per la sofferenza che ti ho causato, ma siamo umani e sbagliamo. Non ho mai voluto abbandonarvi, ho capito che per tuo padre era meglio non vedermi." Mi spiega la donna con gli occhi lucidi. 
"Quel che è fatto è fatto. Ho accettato di chiarire, ma non significa che le cose cambino." Rispondo freddo e vedendo la tristezza in quegl'occhi uguali ai miei mi sento in colpa.
"Lo so, ma tu non hai mai fatto errori con Naira?" Chiede.
"Troppi." 
"Vedi! Lei ti ha sempre perdonato perché ti ama, perché non vuole perderti, spero che anche tu lo farai un giorno, con me." Continua dolcemente. 
"Ci proverò. Ma non ti assicuro niente." Concludo per poi sorriderle. Lei ricambia il mio sorriso e mi abbraccia, la stringo anch'io godendomi per un momento l'amore materno che non ho avuto per 19 anni della mia vita. Inizio a chiedermi se davvero ci proverò oppure se ci sono già riuscito, inizio a chiedermi come dovrei comportarmi con Naira, cosa dovrei dirle o spiegarle, poi un'immagine si fa spazio tra i miei pensieri, quel messaggio. Devo dirglielo, mi stacco da Michelle. 
"Dov'è Naira?" Chiedo improvvisamente.
"Ah, non lo so. A Imperia credo, con Angelo." Mi guarda preoccupata.
"Devo parlarle, quando arriva?" 
"Stasera, dovevano andare da Maurizio a provare dei cavalli. Chiamala." La guardo scettico un secondo, poi prendo il telefono e digito il numero. Non mi risponde, richiamo lei e poi chiamo Angelo che non risponde. Faccio per uscire di casa quando Marco mi si para davanti seguito da Gabriele e Crauto, mi circondano e iniziano a chiedermi cos'abbia intenzione di fare questa volta, perché se non mi comporterò più che bene mi sbatteranno fuori a calci, gli spiego tutto ciò che è successo in questi ultimi mesi sottolineando il messaggio di Arianna, mi guardano incazzati neri, senza aprir bocca escono di casa dopo essersi scambiati un paio di sguardi. 
 
 
Pov Marta
Sono ad Imperia con Naira, Angelo e Lexy, mentre i primi due sono impegnati a montare due cavalli noi li osserviamo sedute sulla staccionata, una macchina arriva alle nostre spalle ma non le diamo la benché minima attenzione, una ragazza che non conosco si avvicina a noi e ci sorride, ricambiamo e continuiamo a studiarla. 
"Chi è Naira di voi 3?" Chiede la bionda.
"Tu chi sei per chiederlo?" Chiedo acida a mia volta.
"Non ha importanza, voglio solo parlarle." Risponde tranquilla. 
Guardo Lexy confusa e poi la ragazza bionda interrompe i nostri sguardi. 
"Allora mi dite chi è Naira?" Continua. 
"Sono io." La voce della mia migliore amica mi fa sobbalzare. 
"Dovrei parlarti un attimo in privato." 
Naira la guarda diffidente e poi le fa cenno di seguirla mentre si allontana. Non riusciamo a sentire niente di quello che si dicono ma osservando il cambiamento di Naira capisco che non è una bella cosa, ci viene incontro con furia omicida, nel frattempo la bionda ritorna in macchina. 
"Vit..." 
"Andiamo a casa." Mi interrompe brusca.
Saltiamo giù e le corriamo dietro cercando di capire come mai sia così incazzata, in tempo record arriviamo a casa e Naira sale le scale stile toro impazzito. Mentre saliamo anche noi sentiamo uno schiocco e la vediamo scendere di corsa, rimaniamo li senza capire cosa sia successo.
 
 
Pov Enrico
Vedo Naira entrare in casa, le vado incontro per salutarla e in un secondo mi tira uno schiaffo, poi si volta e torna sui suoi passi, la guardo confuso senza capire il perché, rimango immobile a guardare il vuoto per un po poi Marta, Lexy ed Angelo entrano e mi guardano confusi.
"Che le ha preso?" Chiedo.
"Non chiedermelo, eravamo da Mauri quando una tizia bionda è sbucare dal nulla, le ha parlato e si è incazzata." Mi spiega Lexy. La guardo un attimo senza capire, poi sello Mercedes e vado verso la chiesetta, sono sicuro di trovarla li, infatti non appena arrivo la vedo seduta sulla panchina, mi avvicino cauto e mi siedo vicino a lei.
"Che succede biondina?" Domando dolce.
"Spiegami per che cazzo di motivo una tizia bionda che arriva da New Orleans devi dirmi che mio figlio è stato ucciso da quella puttana di Arianna!" Mi guarda gelida, il suo tono è fintamente calmo.
"Sono tornato per dirtelo." Spiego abbassando la testa. 
"Solo per quello sei tornato? Cosa credi? Di poter andare via e ritornare quando vuoi che la sottoscritta ti aspetterà sempre?" Continua urlando.
"Si, sono tornato solo per quello e per lasciarti andare. Sono sbagliato per te, ti ho rovinato la vita, ogni volta che ti sto vicino tu soffri. Non voglio che sia così, voglio che tu sia felice e lo sarai solo senza di me." Le mento guardandola negli occhi, quegl'occhi che si stanno velando di lacrime, quegl'occhi segnata dal dolore, quegl'occhi che non smetterò mai di amare. 
"Sei uno stronzo, è colpa tua se Rick è morto, tua e del fatto che non riesci a tenertelo nelle mutande per più di 2 minuti! Sparisci dalla mia vita! Ora!" Mi urla contro tirandomi pugni sul petto.
"È davvero questo che pensi di me?" Chiedo duro. 
"Perché non sei realmente così? Cosa sei allora?" Domanda retorica. 
"Hai ragione, non mi vedrai più." Concludo alzandomi ed asciugandomi una lacrima. 
 
 
 
Pov Naira
Quelle parole mi hanno ucciso, dopo tutto questo tempo, dopo tutto quello che abbiamo passato, mi sono resa conto che è stata tutta una presa per il culo, torno a casa piangendo e sperando di non vederlo, appena apro la porta vedo tutti i miei coinquilini in piedi ad aspettarmi con le facce tristi, li guardo con gli occhi arrossati e le lacrime che corrono lungo le guance. 
"Vita?" Marta è la prima a parlare.
"Vita tutto bene?" Chiede preoccupata. 
"Sì. Certo. Mai stata meglio." Mento, fingendo un sorriso.
"Non è vero principessa e lo sai, vai subito a chiarire con quel coglione." Mi ordina Marco mantenendo un tono dolce. 
"Non c'è niente da chiarire." Ribatto secca. 
"Invece si!" Controbatte Marco. 
Sbuffo pesantemente e mi avvio verso la mia camera, non appena metto piede all'interno trovo Enrico seduto sul letto con gli occhi da cane bastonato. 
"Che ci fai qui?" Chiedo stringendo i denti. 
"Mi dispiace che tu l'abbia saputo così." 
"Cosa vuoi ancora? Ti ho detto di andare via." Continuo imperterrita.
"Ti prego biondina, non lo penso davvero ciò che ho detto, ero arrabbiato e stanco." Tenta di spiegare, non lo ascolto, sono troppo ferita.
"Non me ne frega niente, fuori da casa mia." 
"Ok, ma non tornerò più." Conclude alzandosi per un secondo ripeto quelle parole nella mia testa e mi rendo conto che non voglio vederlo andare via per sempre, non sono ancora disposta a perderlo. Mi giro a guardarlo e le parole mi sfuggono prima che riesca a fermarle. 
"Aspetta. Fermati." Lui rimane con la mano all'altezza della maniglia e mi guarda sorridendo ma allo stesso tempo confuso.
"Dimmi."
"Non andartene."
"Non lo farò." Mi si avvicina.
"Promettimi una cosa."
"Cosa?" 
"Promettimi che non scapperai più, promettimi che saremo dinuovo felici, che torneremo ad essere quei ragazzi complicati di anni fa, quei ragazzi che amavano stare insieme e sognavano una vita felice, promettimi che mi amerai anche nei periodi più bui, che sarai sempre vicino a me, promettimi che riusciremo di nuovo a provare l'emozione di essere genitori." Dico tutto d'un fiato con gli occhi lucidi. 
"Te lo prometto, te lo prometto, ti prometto qualsiasi cosa. Ti amo amore mio." Il suo sorriso torna quello di una volta, quel sorriso proibito che amo, che ho sempre amato, quel sorriso che per quasi un anno era sparito. Mi abbraccia e mi stringo inesso. Mi è mancato più dell'aria che respiro, non posso immaginare una vita senza di lui, neanche un secondo senza lui. Ci mettiamo a dormire rimanendo abbracciati. 
 
 
Pov Enrico
La luce del sole mi sveglia, apro gli occhi e vedo i capelli di Naira, rimango immobile a guardarla dormire con un sorriso rilassato sulle labbra, era tanto che non la stringevo così, mi è mancata. L'accarezzo dolcemente per il tempo restante prima della sveglia, quando si alza mi guarda sorridendo, mi sciolgo all'interno di essi, mi alzo anch'io e l'abbraccio stringendola più del necessario, si appoggia al mio petto, pochi secondi dopo Marta irrompe in camera per dirci che la colazione è pronta, la seguiamo e poi andiamo a lavorare. 
Naira non mi parla da ieri sera, penso debba ancora accettare il fatto che sia stato qualcun altro a dirle di Rick, la guardo mentre sta spiegando ad una bambina come tenere le redini, mi sale la voglia di essere padre, ancora una volta, spero che prima o poi anche lei lo desideri tanto da pensare di provarci di nuovo. 
"Enry, Enry. Terra chiama Enrico!" Sento la voce di Marco e ci metto un po a capire che mi sta chiamando. 
"Eh, dimmi." Rispondo girandomi verso di lui.
"Mi dai una mano con la scuola?" Chiede. 
"Che scuola?" Chiedo a mia volta alzando un sopracciglio.
"I.t.t. di Imperia." Spiega sorridendo. 
"E che minchia di scuola è?" Concludo seguendolo dagli studenti. 
"Buongiorno ragazzi, io sono Marco e questo stordito affianco a me si chiama Enrico. Starete qui per 3 giorni in cui vedrete le principali attrazioni turistiche e se volete imparerete qualcosa sull'equitazione, vi accompagneremo noi due. Domande?" Guardo il moro sorridendo per il fantastico discorso del cazzo che ha appena fatto.
"Io ne avrei una." Una ragazza mora alza la mano.
"Dimmi." 
"Ehm, come ci muoveremo per il paese?" Marco fa per risponderle ma lo precedo. 
"Noi a cavallo naturalmente e voi a piedi." 
"Sono il professore di francese, siete qualificati per parlare altre lingue?" Chiede strafottente. 
"Ma certo! Non si preoccupi, siamo afferratissimi non solo in italiano, ma anche in dialetto. Se ne vuole qualcun'altra chiede alla mia ragazza, ne parla 7, le possono bastare?" Rispondo tagliente con un sorriso, gli altri professori e alunni ridono. 
Ci avviamo per il paese spiegando i vari punti principali, stranamente sono tutti interessati anche se non capisco a cosa. Torniamo a casa per pranzo, Naira e Marta oggi fanno le cameriere, sono buffissime con gonna e camicia, Gabriele e gli altri sono seduti al tavolo vicino alla scuola, un ragazzo sta guardando le ragazze con gli occhi da pesce lesso e la bava alla bocca, mi viene voglia di tirargli una sprangata sui denti, mi siedo vicino a lui mentre i pastori ridono per la mia faccia. 
"Ehhh Enry, Enry la gelosia è una brutta bestia." Giacumassu mi prende in giro. 
"Tu parti e io ti seguo zio." Si intromette Gabriele. 
"Non sono geloso, ciò che è mio non si tocca." Specifico mostrando i denti. 
"Hey nana!! Vieni qui!" Aldo alza la mano chiamando Naira. Come lei si avvicina al tavolo il ragazzo le sorride diventando rosso.
"Dimmi tutto!" 
"Qui qualcuno è geloso marcio." La informa Silvio. 
"Ahahah, chi? Tu?" Chiede ridendo.
"No, mio figlio!" Mi indica e il ragazzo si gira a guardarmi, lo fulmino. 
"Dai, non essere geloso Dalti, Dalti se no ti viene male al fegato." Scoppia a ridere seguita dagli altri, fulmino anche lei.
Mangiamo con sto qua che continua a fissarle il culo, giuro che lo ammazzo. Una ragazza fissa me imbambolata, non la considero, appena finito di servire le ragazze si siedono con noi, Marta in braccio a Gabriele e Naira tra me e il tipo che la guarda sognante.
"Ciao, sono Luca." Dice porgendole una mano.
"Naira." Risponde tranquilla. 
"Sei tu che fai lezione di equitazione?" Chiede lui.
"Si!" 
"Allora verrò ad imparare volentieri." Ok, ora gli spacco quella faccia da cazzo. Mi alzo ed esco incazzato nero. 
 
 
 
Pov Naira
Passo il pomeriggio a fare lezione ai ragazzi, Luca continua a provarci e io continuo a far finta di niente, vedo Enrico che mi tiene sott'occhio da lontano, decido di far capire a sto qua che è inutile continuare a provarci.
"Hey, gnocco!" Urlo chiamando Enrico. 
"Si ce l'ho con te." Continuo quando il biondo si indica. 
"Dimmi biondina." 
"È rossaaaaa! Daltonico!" Urla Marta esasperata. 
"Stasera andiamo a ballare?" Chiedo sorridendo e mimando di stare al gioco. 
"Certo amore mio, tutto quello che vuoi!" Conclude dandomi un bacio a stampo. 
Rido mentre si allontana guardando Luca soddisfatto. 
 
 
 
Spazio autrice
Buona sera, so che sono in ritardissimo, spero vi sia piaciuto :) bene bene, l'inizio è un po lunatico, ma poi le cose tornano più o meno alla normalità. È un capitolo di passaggio, più che altro, nel prossimo ci saranno enormi novità. Un bacione _Naira. 

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Capitolo 12
*** New lifes ***


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Pov Enrico 
Mi sto vestendo per andare a ballare con Naira, lei sta ancora facendo lezione, la guardo dalla finestra, quel Luca la guarda sognante e giuro che gli spacco la faccia. Scendo per avvisarla che sono pronto ma la moretta che mi fissava imbambolata mi blocca.
"Hey, Enrico giusto?" Chiede arrossendo. 
"Si, hai bisogno?" Fingo cortesia.
"Ehm... si.. no.. cioè, volevo chiederti se tu e il tuo amico potevate accompagnarci a ballare, i prof vi vogliono cosi sono più tranquilli." Spiega timida. Ecco mi ci mancavano anche loro, penso scocciato. 
"Ma certo, vado ad avvisare gli altri." Concludo con un sorriso falso dipinto in faccia.
Esco e vado nelle scuderie ad avvisare i pastori e Marco che mi lancia una corda mostrando il suo disappunto. 
"Testa di minchia non è colpa mia!" Urlo ridendo.
Torno indietro per chiamare Naira e vedo Luca che le sorride, mi avvicino con calma, non si è accorto di me.
"....quindi tu sei..." 
"Fidanzata." Lo interrompo serio. Si gira infastidito e mi fulmina, sostengo il suo sguardo e lo sfido.
"Enry, mi cambio e andiamo." Naira irrompe fra noi e si dilegua, Enry, mi ha chiamato Enry! Ricalco i suoi passi furioso. 
La raggiungo e quando apro la porta la trovo con una maglia nera che le fa da gonna e le scopre una spalla, leggins bianchi con teschietti neri sparsi ovunque, un paio di scarpe tacco 10 nere stile punk e una cintura bianca tappezzata di brillantini, la guardo a bocca aperta, è bellissima, lei mi guarda, sorride e poi la sua espressione viene travolta dal disgusto, alzo un sopracciglio perlesso, lei mi guarda ancora un secondo, poi si posa una mano davanti alla bocca e corre in bagno. 
 
 
Pov Naira 
Ho appena finito di rigettare, avrò mangiato qualcosa di strano, torno in sala e aspetto i ritardatari, Enrico mi si avvicina e mi passa una mano sulla schiena chiedendomi se sto bene, gli sorrido rassicurandolo e una volta arrivati gli ultimi ragazzi andiamo a ballare. Luca mi rapisce per un ballo in un momento in cui Enrico è distratto dai pastori.
"Posso chiederti il numero? Vorrei sentirti ogni tanto." Luca mi guarda sorridendo.
"No, sono fidanzata e non voglio casini." Rispondo acida tornando da Enrico, mi sento le gambe molli, non capisco come mai, buio, sento delle braccia prendermi, poi più niente. Mi sveglio in un letto di ospedale, mi guardo intorno e vedo un dottore avvicinarmisi, lo guardo confusa.
"Che è successo?" Chiedo preoccupata. 
"È svenuta signorina, e c'è dell'altro... lei è fidanzata?" 
"Si perché, che è successo?" Richiedo preoccupatissima. 
"Niente di grave, sono lieto di informarla che è incinta." Conclude sorridendo. Incinta, incinta,.incinta. oddio. Rimango immobile a fissarlo con gli occhi sgranati, ci metto qualche secondo a metabolizzare che è riniziato tutto da capo, non mi rendo conto che sono rimasta da sola, ripreso a Rick e una lacrima mi solca il viso, mi accarezzo la pancia pensiero. Un'infermiera interrompe i miei pensieri dicendomi che ho visite, Marta entra sorridendo e corre ad abbracciarmi, saltella esaltata.
"Vita vita, devo dirti una cosa!" Urla felice.
"Anch'io." Rispondo seria, scossa, inquieta, lei vedendo la mia faccia si blocca e si preoccupa.
"Vita che succede?" Chiede.
"Niente di grave, dimmi la tua novità." Le sorrido. 
"Vita sono incinta!! Ora dimmi che c'è." Urla felicissima. 
"lo sono Anch'io." Dico e sento il mio cuore alleggerirsi. 
"Cosa? Felice?" Chiede non capendo.
"No, incinta, sono incinta." Continuo e sorrido felice. Ora devo solo trovare le parole per dirlo ad Enrico. Marta urla e mi salta in braccio continuando a saltellare felice, il medico entra e mi da il foglio delle dimissioni. 
 
 
 
Pov Enrico 
Sono a casa sdraiato sul divano affianco a Gabriele, siamo tutti e due in attesa delle nostre ragazze, ho uno strano presentimento, non so cosa sia, la serratura scatta e noi la imitiamo saltando in piedi, Marta ha un sorriso enorme che le piega le labbra, invece Naira è scossa, assente, mi avvicino cauto, l'abbraccio e le lascio un bacio sulla fronte.
"Amore dobbiamo parlare." Sento Marta dire quelle parole a Gabriele, dopodiché lo prende per mano e si chiudono in camera. Riporto il mio sguardo su Naira, mi scontro col suo inquieto. 
"Anch'io dovrei parlarti." Dice la mia ragazza con quelle pozze di ghiaccio serie e tormentate.
"Dimmi tutto piccola." La incito dolcemente. 
"Io..non so come dirtelo..." La guardo preoccupato, aspettando che continui.
"Io... io... io sono...." Si blocca terrorizzata.
"Tu sei cosa?" Le chiedo cercando di sembrare tranquillo.
"Io..sono... io sono incinta!" Dice tutto d'un fiato. La guardo impietrito, no. Sto sognando. Non può essere vero. Non ho idea di cosa dirle, sono felice, preoccupato, elettrizzato, impaurito. 
"È... fantastico!" Urlo esaltato e lei sobbalza. 
"Davvero?" Chiede. 
"Siiiiii!" L'abbraccio e le faccio fare un giro suo se stessa. La bacio una, due, tre, milioni di volte, Marco entra e ci guarda perplesso, anche i pastori lo imitano, nel frattempo Gabriele arriva correndo.
"Diventerò padre!" Urla a tutti.
"Wow! Siamo felici per voi!" Risponde Marco. 
"Anch'io!" Urlo a mia volta. I presenti si fermano e mi guardano straniti. Poi Naira sorride accarezzandosi la pancia, la guardano con gli occhi sgranati e urlano un 'Siiiiii' in coro, ci intraplolano in un abbraccio collettivo. 
 
 
Pov Marta 
Sono passati 5 mesi da quando abbiamo scoperto di essere incinta, io e Naira oggi scopriremo di che sesso sono i bambini o bambine, stiamo girovagando per Imperia mentre aspettiamo che arrivi l'ora della visita, siamo nervose, molto nervose, entro prima io e la mia migliore amica si siede vicino a me. 
"Signorina la sua bambina sta crescendo benissimo!" La ginecologa sorride. 
"La bambina?! È femmina?" Chiedo mentre una lacrima di gioia mi riga il viso.
"Si signorina. Ora tocca a lei." Conclude indicando Naira, la ragazza si sistema sul lettino e alza la maglia.
"Il suo invece è un maschietto, è forte il ragazzino." Sorride nuovamente la dottoressa, Naira guarda guarda lo schermo e inizia a piangere, la capisco, ha emozioni contrastanti e sapere che è un maschietto le ricorda Rick, è dura ma ce la farà. 
Torniamo a casa e informiamo i nostri ragazzi, Gabriele esulta, desiderava una femmina ed è ciò che ha avuto, Enrico le sorride dolcemente ma nei suoi occhi leggo lo stesso dolore che ha anche Naira. Andiamo a dormire, sono stati mesi duri, mi svegliavo nel cuore della notte per correre in bagno, gli sbalzi d'amore, le voglie, ora mancano 4 mesi e potrò vedere il risultato del nostro amore, al sol pensiero mi vengono i brividi. 
 
 
Pov Naira 
Stiamo tranquillamente facendo colazione quando Marta irrompe in cucina col pigiama completamente bagnato, ci guarda terrorizzata.
"Ga! Gaaaa!" Urlo chiamando il suo ragazzo. 
"Dimmi, che hai fatto pulce, ti sei pisciata addosso?" Chiede alla sua ragazza.
"Coglione, le si sono rotte le acque, portala in ospedale fra un po iniziano le contrazioni." Gli rispondo dandogli uno scappellotto in testa.
"Vado vado." Si mette a correre avanti e indietro per casa non concludendo niente.
"Muoviti!" Lo incita Marta. Partono, noi ci cambiamo e li seguiamo, arrivati in ospedale l'ostetrica ci informa che sono iniziate le contrazioni e che vuole me in sala parto, guardo i miei coinquilini agitata, loro mi sorridono rassicuranti, mi alzo e seguo la dottoressa, quando entro mi avvicino a Marta e la prendo per mano, iniziano le spinte, le urla, mi sento nervosa, il mio bambino si agita nella mia pancia, per fortuna dopo qualche ora la mia migliore amica stringe tra le braccia la sua bambina.
"Hope, la chiameremo Hope." Dice guardando sua figlia, dai capelli corvini e gli occhi azzurri. 
Sono passate 3 settimane da quando ha partorito Marta e mi sveglio sentendo un mal di pancia allucinante, sveglio Enrico che si lamenta e mi faccio portare in ospedale, dopo ben 4 ore sento il pianto disperato di mio figlio, mi rilasso abbandonandomi sul letto, l'infermiera mi chiede se voglio essere io la prima o voglio sia il padre a prenderlo in braccio per primo, le dico di portarlo pure a lui nel frattempo mi rivestono e mi portano in camera, guardo fuori dalla finestra mentre aspetto che Marta, Gabriele ed il mio ragazzo entrano, il biondo mi si avvicina con mio figlio in braccio, si siede sul detto e me lo passa. Lo guardo, ha i capelli biondo scuro e gli occhi azzurri macchiati di nocciola, è bellissimo. 
"Come lo chiamiamo?" Chiede dolcemente Enrico. 
"Alarick." Rispondo come se fossi la protagonista di un flashback. 
"Va bene stellina." Conclude il ragazzo dandomi un bacio sulla fronte.
Torniamo a casa dove i pastori ci investono per vedere il nuovo arrivato, lo prendono in braccio tutti e lui li guarda curioso, Enrico mi si avvicina e mi tira a sé. 
"Che ne dici se li lasciamo a fare da babysitter e andiamo a fare un giro a cavallo?" Lo guardo e gli sorrido rispondendogli con gli occhi, prendiamo i chaps e saltiamo a cavallo, lui ha Mercedes e io Amos, andiamo fino alla chiesetta e ci stendiamo nello stesso punto dove eravamo quando è iniziato tutto.
"Sai, quando ti ho conosciuto quel giorno non capivo perché mi facevi quell'effetto che nessun'altra mi aveva mai fatto, ora dopo tutti questi anni mi fai ancora lo stesso effetto di quel giorno ma ho capito il perché me lo fai. Me lo fai perché sei l'unica persona che voglio vicino a me tutta la vita, sei la mia metà, la ragazza che mi ha insegnato ad amare e se potessi tornare a quel giorno sapendo questo non ti avrei mai lasciato andare." Lo guardo con le lacrime agl'occhi. 
"Se non mi avessi lasciato andare quel giorno magari non saremmo qui ora." Gli rispondo dandogli un bacio a stampo.
"Hai ragione amore, mi chiedo come hai fatto ad avere tutta questa pazienza con me."
"Me lo chiedo anch'io!" Scoppio a ridere seguita da lui. Ci prediamo ancora un attimo tutto nostro e poi torniamo a casa da nostro figlio, Wow. Devo ancora abituarmi a dire mio figlio, Rick mi manca da morire ma sono convinta che ameremo ancora di più  questo bambino. 
 
 
Pov Enrico 
"Papaàà! Hope mi ha dato un bacio, che schifo!" Urla mio figlio correndomi incontro. 
"Principino, fra un po ti arrabbierai quando le donne non te ne daranno baci." Lo schernisco ridendo e mi becco un'occhiataccia da Naira che poi mi segue nella risata, si avvicina a noi e prende in braccio Rick, poco dopo arriva Marta con Hope per mano che molla sua mamma e mi corre incontro saltandomi in braccio. 
"Zio, zio Rick non mi vuole." Dice mettendo il broncio.
"Dai principessa non fare il sapin*." Le dico dandole un bacio in fronte. 
La faccio scendere e va a giocare con Rick, Marta e Naira li osservano mentre parlano tranquillamente, decido di andare a parlare con Marco. 
 
 
Pov Marco 
"E se io e Naira ci mollassimo?" Enrico è seduto sul fieno impegnato a giocherellare con un pezzo di esso, mi guarda sconsolato.
"Non succederà, stai tranquillo." Lo rassicuro. 
"E se non fossi all'altezza di essere un bravo papà?" Chiede.
"Lo sei già stato una volta, e lo sarai anche questa, migliorerai." Lo rassicuro nuovamente. 
"Non voglio perdere Rick ne tanto meno Naira, non lo sopporterei un'altra volta." Continua il biondo cupo.
"Hey, ascolta quella ragazza ti ama con tutto il cuore, non ti lascerà mai e poi mai." Concludo poggiandogli una mano sulla spalla. Il mio migliore amico si alza e mi sorride poi se ne va, finisco di lavorare e torno a casa, quando entro vedo Naira addormentata con Rick in braccio, li guardo intenerito, dopo qualche secondo vado a farmi la doccia.
Michelle mi porta il piatto sedendosi tra me ed Enrico, mangiamo tranquillamente fino a quando non sentiamo qualcuno che bussa alla porta, mi alzo e vado ad aprire, un ragazzo biondo platino mi compare nella visuale, lo guardo male.
"Salve, cercavo Naira." Dice il tizio.
"Chi la cerca?" Chiedo duro.
"Sono Joe, il suo ex." Spiega.
"Non è qui." Rispondo secco sbattendogli la porta in faccia. Torno a sedermi e bussano di nuovo, sta volta è Enrico ad alzarsi ed andare ad aprire.
"Chi Cazzo sei tu?" Lo sento dire.
"Voglio parlare con Naira." Risponde Joe. 
"Non è qui." Sta per chiudergli di nuovo la porta in faccia ma lui ci mette un piede.
"Ti prego, ho bisogno di lei." Continua il biondo.
"Ti ho detto che qui non c'è." Ripete Enrico mostrando i denti.
"Lo so che è qui." Ribatte.
"Fuori da casa mia." 
"Devo parlare con lei." Continua ancora.
"Lei non vuole parlare con te!" Vedo Naira alzarsi e dirigersi verso la porta.
"Naira. " il biondo la guarda imbambolato.
"Che cosa vuoi?" Dice la ragazza avvicinandosi ad Enrico. 
"Voglio tornare insieme a te." Spiega il tizio. 
"Non è possibile." Conclude Naira prima di voltarsi per prendere in braccio Rick che le è corso incontro. 
"Mamma.. sei mamma?" Lo stupore del biondo gli colora il volto.
"Si. Ora vattene." Conclude la ragazza andando via.
"Io ti amo ancora!" 
 
 
 
 
Spazio autrice 
*Sapin: fare il broncio.
Buongiorno ragazzuole: ) eccomi con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia: ) fatemi sapere: ) 
Un bacione enorme _Naira. 

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Capitolo 13
*** snow and pain. (part 1) ***


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Pov Naira
gli chiudo la porta in faccia e me ne vado‚ seguita da Enrico che mi scruta perplesso.
“amore perchè è venuto qui?” chiede il mo ragazzo.
“non lo so, probabilmente gliel’ha detto mia madre dove vivevo.” Spiego con noncuranza.
“non mi convince molto...” Continua perplesso.
“amore mio stai tranquillo, io amo te e voglio stare con te.” Gli lascio una carezza sulla guancia e mi avvio verso la camera da letto.
Entro accendendo la luce e vedo un biglietto sul letto, lo prendo e leggo: ‘in camera mia. ORA! Devo farti vedere una cosa.... Marco.’ Rileggo il biglietto per essere sicura di aver capito bene, dopodichè mi dirigo verso la camera del mio migiore amico, busso, un ‘avanti’ mi giunge all’orecchio ed entro, lui mi fa cenno di sedermi sul letto davanti alla tv e poi l’accende mettendo un video. La prima immagine è quella di un porta bianca, si apre lentamente, la voce di Enrico si espande, la sua figura girata di schiena è tutto ciò che vedo, poi iniziano quelle parole, che non ho mai ricordato.
‘Naira, ti prego, non so se ti ricorderai quello che sto cercando di dirti, ma spero di si. Naira io ti amo, non so più come fartelo capire, tu mi sei entrata nel cuore dal primo momento in cui mi hai guardato, te lo ricordi?! Mi guardavi imbambolata mentre arrivavo con Mercedes, quando ci siamo scontrati, l'ho fatto apposta a venirti addosso, volevo sentire il tuo profumo, non te l'ho mai detto perché tentavo di negarlo anche a me stesso, ma non ci sono riuscito. Ti voglio nella mia vita perché tu sei la mia vita. Sei stata l'unica persona che abbia mai amato e che sia riuscita a leggermi dentro con un solo sguardo, sei l'unica che abbia avuto la pazienza di insegnarmi ad amare, tu sei il mio amore, sei l'unica cosa che mi fa ancora credere che il mondo sia un posto migliore, lotta per noi amore mio, lotta per svegliarti e pigliarmi a schiaffi, lotta per urlarmi in faccia, lotta per tutte le persone che, come me, hanno bisogno di te, perché saremmo tutti persi senza te. Io e te insieme avremmo potuto spaccare il mondo, lotta per questo biondina.’ Inizio a piangere, non ho mai sentito parole più belle, guardo il mio tatuaggio, sorrido consapevole che lui è sempre stato con me, ci sarà sempre, come tutta la mia famiglia.
“io vado via.” La voce di Marco mi riporta alla realtà.
“cosa?” chiedo scioccata.
“non hai più bisogno di me, è ora che me ne vada.” Continua tranquillo.
“no, no, no non puoi andartene, non puoi, ho bisogno di te, abbiamo bisogno di te, non mi puoi abbandonare.” Parlo tra i singhiozzi.
“hey, principessa.. guardami...” mi prende il viso fra le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi. “non ti abbandono, vado via per un po, ti scriverò, se avrai bisogno verrò da te, ma devo cambiare aria. Devo iniziare un’altra vita.” Continua tranquillo.
Lo abbraccio cercando di calmare i singhiozzi, non posso credere che vada via, è come se portasse con sè una parte di me, non ricordo l’ultima volta che lui non era qui con noi. Mi stacco e senza dire una parola esco, vado da Rick ed Enrico che dormono abbracciati nel letto, mi stendo vicino a loro ma non riesco a dormire. Dopo mezz’ora a fissare il soffitto mi alzo e vado in cucina, dove trovo Marta che litiga con un pezzo di pane, mi siedo vicino a lei e le chiedo se vuole fare due passi con me, accetta, ci vestiamo e usciamo nell’aria gelida di dicembre. Guardo il cielo, le nuvole offuscano la luna e qualche fiocco solitario inizia a scendere silenzioso, Marta interrompe il silenzio chiedendomi se Marco mi ha detto che sarebbe andato via, mimo un si la testa e continuo a camminare, cade di nuovo il silenzio, seguito dai fiocchi cpiosi che ricoprono di bianco tutto ciò che è intorno a noi, il mio telefono vibra, sblocco lo schermo, un messaggio di Enrico: ‘stellina dove sei?’ gi rispondo che fra qualche minuto arriverò e rimetto il telefono in tasca tornando verso casa. Entro in camera senza far rumore, il biondo è seduto sul letto e quando mi vede mi viene incontro dandomi un bacio a stampo ed abbracciandomi, mi stringo tra le sue braccia in cui ho sempre trovato il mio rifugio, la mia casa, gli racconto cosa mi ha detto Marco e lui mi guarda sgranando gli occhi.
“non mi ha detto niente.” Dice con un tono triste.
“te l’avrebbe detto.” Lo rassicuro, mi prende in braccio portandomi a letto.
Mi addormento coccolata da lui, un raggio di sole penetra dalla persiana e mi sveglia, oggi Marco va via, ho bisogno di scaricarmi un po, mi alzo silenziosamente e vado nella stalla, prendo Romeo e inizio a salire per una strada sterrata coperta di neve ce porta verso i pascoli alti, irraggiungibili in questa stagione, sto salendo lungo una salita ripida quando romeo si ferma di colpo.
“hey, patato, che c’è? Dai, andiamo.” Dico incitandolo con i talloni.
Lui sbuffa ripartendo incerto, poco dopo scivola, si riprende mentre mi aggrappo alla sella, un nitrito si espande, cerco di tranquillizzarlo battendogli la mano sul collo, dopo pochi passi una ventata gelida ci invade, lui si innervosisce nuovamente e cercando di tornare indietro si spinge verso il burrone, cerco di calmarlo per evitare di farci cadere di sotto, si calma e quando alzo gli occhi vedo un muro di neve venirci incontro, sgrano gli occhi e cerco di trovare una sluzione che non comprenda farci male. Troppo tardi, la valanga ci travolge, un freddo tagliente mi invade, non riesco a respirare, nono so dove sia stata catapultata, so solo che ho appena sbattuto la shiena contro una pietrae il dolore mi invade ogni cellula del corpo, svengo.
 
 
Pov Marco
Sto preparando le valigie, non ho ancora visto Naira, l’ha presa male ma credevo che fosse passata a salutarmi, vado nella stalla e vedo che Romeo non è nella stalla, uno strano presentimento mi si insinua nello stomaco, torno in casa e chiedo se qualcuno ha visto Naira, Silvio mi risponde che è uscita stamattina a cavallo, quel presento mi chiude lo stomaco, prendo Mora e seguo le sue impronte sulla neve, quando faccio per imvboccare la strada che porta ai pascoli alti vedo che una valanga l’ha bloccata tutta, le impronte finiscono dove inizia la valanga, smonto e inizio a cercare un qualsiasi segno della ragazza e di Romeo, poco più lontano vedo un puntino marrone macchiare la neve, mi avvicino tolgo un po di neve ed il muso di Romeo salta fuori dalla neve con gli occhi pieni di terrore, lo attacco a Mora che lo tira fuori, sta in piedi tenendo una zampa alzata, il muso ha un grosso taglio e sulla gamba che tiene sollevata ha un altro taglio, non riesco a tenerlo fermo, è terrorizzato, inizia a correre verso il muro di neve ma riesco a fermarlo prima che si rompa le gambe, lo lego ad un albero vicino alla giumenta e cerco di ispezionare la neve per trovare Naira, il panico mi fa tremare le mani, urlo il suo nome ma non mi risponde nessuno, continuo a scavare sperando di trovarla, sto piangendo, ho paura, paura di perderla, ho paura che sia morta, ho una fottuta paura, l’ho abbandonata e lei si  fatta male, non avrei mai dovuto lasciarla, non avrei mai dovuto pensare di farmi una vita lontano da lei, sento dei passi avvicinarsi e poi iniziare a correre, qualcuno mi tira su di peso e mi scrolla, lo guardo senza vederlo.
“Marco! Marco che cosa è successo?” Mio padre mi guarda terrorizzato.
“NON LA TROVO! NON LA TROVO CAZZO!” Gli urlo contro piangendo.
“va’ a casa, scaldati e traquillizzati, a lei ci penso io.” Continua.
“non me ne vado senza di lei.” Ribatto sicuro.
“ok, allora la cerchiamo insieme.” Conclude dirigendosi verso la strada sottostante la valanga.
Ritorno a scavare qualche metro più lontano da dov’ero prima, le immagini di tutto quello che abbiamo passato nsieme mi invadono la mente e mi fanno lacrimare gli occhi, non posso perderla, non posso, non voglio vivere un secondo senza di lei. Sta diventando buio e ancora non abbiamo trovato niente, ho le mani viola, tremo dal freddo ma non mi importa, non finchè saprò che è sana e salva a casa da suo figlio e da coloro che ama. Mi sposto un’ultima volta iniziando a scavare, qualche centimetro dopo sbuca una mano bianca come il manto che la circonda, mi si gela il sangue, scavo più a fondo liberando tutto il corpo, urlo a mio padre di venire subito, la stringo fra le braccia, è gelida, bianca, immobile.
“è fredda!!” urlo in preda al panico quando mio papà mi raggiunge.
Continuo a tenerla stretta tra le braccia alzandomi e andando verso la macchina, l’uomo dietro di me prende i cavalli, come slega Rmeo scappa verso casa, lui cerca di raggiungerlo con Mora, la porto in pronto soccorso e mi siedo vicino a lei, i dottori hanno detto che  coma, non è ancora stabile e che molto probabilmente visto il colpo alla schiena non camminerà più, le prendo la mano, è ancora gelida, rabbrividisco, penso ad Enrico, Rick,Marta e gli altri ancora ignari di tutto ciò, penso che mio padre gliel’abbia detto una volta recuperato Romeo, ma non capisco come mai non siano ancora arrivati. La guardo, mi sento in un film, non riesco a credere che sia proprio lei la ragazza sdraiata davanti a me, non riesco a credere che sia la mia migliore amica.
“principessa... mi dispiace.” Le sussurro all’orecchio. “sono stato stupido, mi dispiace, non avrei mai voluto che finisse così, non avrei mai dovuto pensare di poterti lasciare sola, principessa non ho maivoluto una vita senza te, senza il tuo sorriso o le tue lacrime...ti ricordi quando avevi 6 ani, e quando mi vedevi mi saltavi in braccio.. anno per anno diventavi sempre più bella, sempre più felice di vedermi... ti ricordi quando montavi Gordon e mi dicevi stammi vicino?!ogni anno aspettavo settembre per poterti vedere... ogni anno contavo i giorni.. ho sempre sostenuto che ti volessi bene come ad una sorella, poi le cose sono cambiate sei cresciuta, sono cresciuto, non contavo più i giorni...ci siamo allontanati fino a nion parlarci più, gli anni passavano e noi eravamo sconosciuti, ci siamo persi, poi quel settembre... quel giorno... ti ho vista parlare con mio padre, com’eri bella... ma il tuo sorriso non era per me...quanto avrei voluto parlare con te, ma sono stato timido... e tu ti sei innamorata del mio migliore amico... ho deciso di proteggerti rmanendo nell’ombra... quel giorno mi sono accorto che ti ho sempre amato.. ho promeso che non avrei creato più nessun rapporto con te.. dopo quasi un anno non sono riuscirta a mantenerla.. esattamente un anno dopo ti ho visto, con gli occhi spenti, con la sofferenza sul viso.. non sono riuscito a starti lontano, a non cercare di miglorarti la vita... abbiamo legato un sacco, siamo diventati migliori amici, sei la persona migliore che esista nella mia vita ma.. c’è sempre un ma.. ma nonostante tutto io ti amo ancora... ti amo principessa, con anima e cuore e non posso permettermi di perderti, di starti lontano, lotta principessa, per il ragazzo che ti ama più della sua stessa vita, per il tuo bimbo che ha bisogno di te, la sua mamma, per la tua migliore amica, per tutti coloro che sono la tua famiglia, resta con noi, ti prego, non mi abbandonare...” parlo singhiozzando, mi si spezza il cuore a vederla così, piccola, indifesa, sento la porta aprirsi e vedo Enrico entrare cauto, con gli occhi arrossati e il dolore che gli incrina il viso, mi alzo e lo faccio sedere al mio posto.
“perchè non mi hai mai detto cosa provi per lei?” mi chiede paralizzandomi sul posto.
“perchè ha sempre e solo avuto occhi per te, non volevo complicare le cose.” Spiego cercando di sembrare tranquilo.
“il vero motivo per cui te ne andavi era lei? Era il fatto che sta con me?” chiede di nuovo.
“no, siete i miei migliori amici e sono felice che finalmente potete stare insieme tranquillamente, avevo solo bisogno di cambiare trovare la mia felicità in qualcun’altra come tu l’hai trovata in lei.” Concludo uscendo per andare a fumare una sigaretta.
Fuori trovo Marta, Lexy,Gabriele e Crauto, con le sigarette fra le dita e gli sguardi terrorizzati, gli dico quello che mi hanno spiegato i medici e me ne accendo una anch’io, fumiamo silenziosi come la notte fredda in cui ci troviamo, un’oretta dopo ci raggiunge anche Enrico che si siede vicino a me accendendosi una sigaretta, vedo il dolore nei suoi occhi, mi sento cosi in colpa, se non le avessi detto che andavo via non sarebbe successo niente.
 
 
Pov Enrico
Sono seduto vicino a Marco e ripenso alle parole che ha dedicato a Naira, era convinto che non le avessi sentite, si è sbagliato, non sono geloso, solo che so di non amarla neanche un quarto di quanto la può amare lui, penso che Rick crescerà meglio con lui al mio posto, devo solo trovare il modo per dirglielo, lo guardo, lui mi ricambia,ritorno a guardare per terra, lo guardo una seconda volta, non voglio scappare, ma non voglio neanche togliergli il diritto di essere felice con lei, lui merita una persona come Naira,non io, non colui che non potrà mai amarla come lui, non sono adatto a lei, lui si. Devo dirglielo, lo so che anche lei prova qualcosa per lui,so che piano piano senza di me imparerà ad amarlo, che mi dimenticherà, ma io dimenticherò mai lei? Lei che mi ha dato una casa, una famiglia, un figlio, la felicità, lei che mi ha dato tutto la dimenticherò mai?
 
 
 
 
Spazio autrice
Prima cosa: non uccidetemi o non saprete mai come va a finire...
Seconda: salve salve xD si sono sadica, lo so.. comunque, in questo capitolo ci sono dei grossi cambiamenti nelle vite dei nostri ragazzi, spero vi siano piaciuti.
Un bacione _Naira. 
 

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Capitolo 14
*** snow and pain. (part 2) ***


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Pov Enrico 
Sono passate 2 settimane e lei è ancora in coma, non ce la faccio ad andarmene ora, Rick gioca tranquillamente con Hope, le manca Naira ma non ci pensa più di tanto, noi invece.. noi siamo distrutti, ormai sono anni che viviamo una vita fatta di dolore, dolore e ancora dolore, ogni tanto ci illuminano che si possa di nuovo essere felici, ma come ho detto è solo un'illusione, una fottutissima illusione, Marco sta malissimo, si da la colpa per quello che è successo e io non so come aiutarlo. Accendo la macchina per andare in ospedale da lei, i sensi di colpa mi stanno sbranando, se non mi avesse mai conosciuto a quest'ora magari sarebbe felice, con una persona che ama e una vita facile, fatta di risate e amore, non sarebbe in un letto di ospedale a dimagrire giorno dopo giorno, entro in camera trovando un medico che le fa un'ecografia alla pancia, lo guardo scettico alzando un sopracciglio.
"Buongiorno Enrico!" Mi saluta l'uomo. 
"Ciao Giorgio, come mai le controlli la pancia?" Chiedo. 
"Vieni a vedere, abbiamo notato che deperiva troppo in fretta per la sua condizione, guarda qui." Dice indicandomi un punto dello schermo. 
"Cos'è?!" Chiedo riuscendo a vedere solo una massa informe bianca e nera.
"Un feto." Risponde sorridendomi. 
"Cosa?" Sgrano gli occhi. 
"Si, Rick avrà un fratellino, o una sorellina. Sperando che si svegli presto e riesca a portarlo avanti." Dice abbassando il tono.
Mi saluta ed esce, rimango a fissare la mia ragazza, non mi aspettavo mai più che fosse incinta, dicono che lo è da un mese, sono felicissimo ma non si sa neanche se riuscirà a portarla fino alla fine, chiamo i pastori per informarli, sento un casino della madonna, urlano, ridono, applaudono, sono pazzi. Chiudo con loro, mi alzo, sto per varcare la soglia dalla porta quando un gemito mi fa sobbalzare, mi volto, vedo Naira iniziare a muoversi.
"Giorgio! Giorgio vieni subito!" Urlo in corridoio per poi correre affianco a lei.
L'accarezzo, il medico arriva e la guarda stupito, la controlla. Poi mi guarda e sorride, si congeda con un 'vi lascio soli' lei apre gli occhi, mi guarda cercando di dire qualcosa, sembra spaventata da me. Cerco di accarezzarla ma si sposta, non è spaventata, è terrorizzata, non riesce a parlare. 
"Stellina, sono io, non mi riconosci?" Le dico dolcemente,  ricevendo un no mimato con la testa, mi si spezza il cuore, ma rimango li e le racconto tutto quello che è la sua vita da quando l'ho conosciuta. Mi guarda intensamente, inizia a piangere, le sto vicino, anche se fa male. Il medico ha detto che questa amnesia può essere temporanea e che entro fine giornata dovrebbe riuscire a parlare, spero vivamente che sia così perché nessuno di noi si merita anche questo. Lei mi chiede a gesti un sacco di cose, le rispondo cercando di sorridere, poi mi chiede una cosa che mi spiazza: 'sei tu Marco?' La guardo scioccato, cerco di legare tutto al coma, all'amnesia ma non riesco a darmi pace.
"No, io sono Enrico, Marco è il tuo migliore amico." Le spiego dolcemente. 
 
 
Pov Naira 
Sono qui in ospedale e ho un ragazzo davanti, ma chi è? Non l'ho mai visto, me lo ricorderei, ma perché sono in ospedale e domanda fondamentale: chi sono? Come mi chiamo? Perché non mi ricordo niente e non riesco a parlare? Milioni di domande mi invadono la testa che inizia a pulsare violentemente. Il ragazzo seduto vicino a me mi racconta di tutta la mia vita e mi dice di essere il mio fidanzato, inizio a piangere, mi sento in colpa per la sofferenza che vedo nei suoi occhi e mi arancio con me stessa perché non ricordo nulla, qualche ora dopo entra un sacco di gente, volti di cui non ho ricordi che mi guardano tristi e felici allo stesso tempo, volti che ho paura di non ricordare mai, piango di nuovo e una ragazza mora mi si avvicina con delicatezza e mi abbraccia, lo ricordo quel contatto, ma non basta a farmi tornare in mente tutto, si siedono tutti intorno al mio letto e iniziano a parlare, raccontano tutti un pezzo della mia vita con loro, rido, ne abbiamo passate davvero tante insieme, ma perché non le ricordo?! Perché questo? La cosa più importante sono i ricordi che hai con le persone che ami, perché non ho neanche più quelli? Li guardo uno per uno cercando disperatamente di farmi tornare in mente le loro storie, le loro paure e felicità, ma niente, gli altri se ne vanno e colgo l'occasione per farmi una dormita, Enrico rimane vicino a me con la testa appoggiata al materasso. Penso che quello che ci lega sia più dell'amore stesso, se solo lo ricordassi, mi addormento con la sua mano appoggiata sulla mia pancia, mi sento in colpa per il dolore che sta passando a vedermi cosi, come un libro con le pagine bianche.
Chiudo gli occhi e mi ritrovo in una stanza buia, si illumina, attaccate ai muro ci sono le foto dei volti di coloro che sono stati con me, le guardo, ad un certo punto un bambino mi prende per mano. 
"Mamma, vieni con me." Dice. 
Mi guida lungo un corridoio fermandosi davanti ad un portone, lo apre rivelando un giardino intriso di momenti che ho passato con tutti, sono tutti confusi li uni con gli altri, il bambino mi guarda sorridendo e dice.
"Ricordati di coloro che ami, perché loro si ricorderanno di te." Guardando quel bambino un nome si fa spazio nella mia mente facendomi scoppiare a piangere: 'Rick'. 
Mi sveglio di soprassalto, mi guardo intorno e vedo Enrico seduto in un angolo buio infondo alla stanza, mi alzo e cerco di andargli incontro, ho ancora le lacrime agli occhi, mi avvicino piano, non capisco se dorme oppure no, quando allungo la mano per accarezzarlo si alza di colpo facendomi spaventare e saltare lontano da lui. 
"Ho fatto un sogno strano..." inizio a parlare.
"Naira, torna a dormire, sono le 4." Continua lui seccato.
"Mi ricordo tutto." Concludo tornando a letto e lasciandolo spiazzato.
"Cosa?" Chiede senza ricevere risposta.
 
 
 
Pov Enrico 
Quelle parole mi hanno spiazzato totalmente, torna a dormire senza dare risposta ai miei dubbi,  stamattina il medico ha firmato il foglio delle dimissioni, l'ho aiutata a prepararsi mentre gli altri scendevano a prenderci, quando arrivano Angelo e Silvio scendono sventolando due foglietti, li guardiamo alzando un sopracciglio, si avvicinano sorridendo e allargando le braccia.
"Andiamo in vacanza!" Urla mio padre.
"Ma dove, come, quando? E i cavalli, il maneggio?" Gli risponde Naira. 
"Allora, andiamo nella terra degli indiani d'America, direi in aereo, partiamo ora e abbiamo pensato al resto." Spiega Angelo. 
Li guardiamo scioccati, gli indiani ormai vivono nelle riserve, non come una volta, dove hanno intenzione di andare?! Nelle gabbie tipo animali da circo? Saliamo in macchina e Naira si addormenta con la testa nell'incavo del mio collo. Dopo quasi 20 ore di viaggio siamo arrivati, un indiano con delle piume in testa ci aspetta, mi ricorda un gallo... Angelo lo saluta poi lo accompagna da noi.
"Naira, ti presento tuo nonno." A quelle parole fra un po ci viene un infarto. 
"Cosa? Ma non è possibile." 
"Tua madre è stata adottata da piccolina, lui è il suo vero padre. Tuo nonno, vivono in una delle ultime tribù che non sono state invase, nelle terre dei mustang." 
La ragazza lo guarda studiandone ogni centimetro, gli gira intorno, lo fissa negli occhi ritrovando il suo stesso sguardo, un indiano dagli occhi azzurri era più unico che raro e lei ha ereditato questa rarità proprio da lui, fa uno strano effetto vedere lo sguardo che amo incastonato in un altro viso.
 
 
 
Pov Naira 
Ormai sono due settimane che viviamo in questa tribù, riesco a malapena a ricordare la mia vita di prima, qui è tutto diverso, l'unico grande problema è come stare comodi durante la notte, niente fantasmi di un passato troppo presente, niente problemi che ti esauriscono fino allo stremo, niente di niente, solo cielo e terra, solo notte e stelle, ma prima o poi bisogna ritornare alla realtà, penso che se non fosse per l'amore che ci lega alla nostra terra, al nostro paese, alle nostre montagne non ripartiremo più. Le altre due  settimane passano in fretta ed è tempo di ritornare a casa, quando varchiamo la porta il profumo famigliare della nostra vita ci investe, tiriamo un lungo sospiro, posiamo le valigie e usciamo per metterci a lavoro, Enrico non mi molla più un secondo, penso che si sia dato la colpa dell'incidente, che non si riesca a perdonare il fatto di non averlo evitato, è diventato silenzioso, molto silenzioso, non lo riconosco quasi più. Saliamo a cavallo insieme, dobbiamo accompagnare una decina di ragazzi, mi appoggio nell'incavo del suo collo e mi addormento stretta fra le sue braccia, sono più di 24 che non chiudiamo occhio.
 
 
Pov Enrico 
Si è appena addormentata fra le mie braccia, sento il suo respiro rilassarsi, non posso ancora credere di averla di nuovo qui con noi, con me, per me. Siamo ritornati nella nostra vita, nonostante il fatto che abbiamo avuto la possibilità di non farlo più siamo troppo legati a questo posto magnifico e unico, qui ci siamo nati, cresciuti, conosciuti, ci ha dato talmente tanto che nessuno di noi ha la forza di andarsene per sempre, qui ci sono milioni di problemi ma li affrontiamo a testa alta perché speriamo in un giorno migliore, è l'amore per questa terra che ci accomuna e forse è proprio per questo che siamo di nuovo qui, tutti insieme, più uniti di prima. 
Quella notte ci amiamo come era tanto che non lo facevamo, ci siamo amati per non dimenticarci mai, ci siamo amati come se fosse l'ultima volta.
 
8 mesi dopo.
 
"Congratulazioni, è una femmina!" Il medico mi porta un fagottino rosa e mi accompagna da Naira. 
"Ragazzi devo chiedervi che nome volete darle." Continua l'uomo. 
"Valkyrie." Gli rispondo sorridendo a Naira. 
"Wow, il nome delle antiche donne che salvavano gli uomini morti in battaglia." Commenta il medico scrivendo il nome sul braccialetto. 
 
 
 
Pov Naira 
Valkyrie cresce ogni giorno di più, Rick la ama, dice che ha gli occhi di papà e la bellezza della mamma. Stiamo mangiando tutti insieme, Enrico e Gabriele si stanno lanciando addosso cocacola e farina, colpendo Marta che li insulta e Marco che li minaccia di morte col mattarello in mano.
Finito di mangiare mi indolo sotto la doccia, quando esco mi guardo allo specchio, le mie gambe sono piene di smagliature, la mia pancia, una volta piatta, è rimasta un po' morbida, i miei occhi sono stanchi, sono un mostro. Esco velocemente e vado a coricarmi, Enrico si sdraia vicino a me e mi abbraccia. 
"Tu mi ami?" Gli chiedo fissando il vuoto.
"Certo stellina, perché me lo chiedi?" Chiede a sua volta preoccupato.
"Non sono più la ragazza carina che hai conosciuto, sono diventata un mostro." Dico quest'ultima frase con le lacrime che mi rigano il viso.
"Non è vero amore, sei ancora più bella di prima, lo diventi ogni giorno di più, perché pensi questo?" 
"Guardami!" Rispondo esasperata. 
"Lo sto facendo. E vuoi sapere cosa vedo?" Continua serio.
"si." 
"Vedo la ragazza della mia vita. Mi hai reso una persona migliore, mi hai dato modo di conoscere il vero significato della famiglia, mi hai dato tre creature magnifiche, mi hai amato nei momenti più bui e in quelli più belli, hai lottato per me, con me, vedo la persona che amo di più a questo mondo e ti dirò di più: penso che sia bellissima, lo sarà quando avrà i capelli bianchi e le rughe, lo sarà con qualche chilo in più, lo sarà vestita da sposa." Per la prima volta da quando ha iniziato a parlare lo guardo, mi sorride.
"Cosa?" Chiedo. 
"Cosa cosa? Ho detto qualcosa di strano per caso?" Fa un sorrisino sarcastisco, giuro che lo uccido qualche giorno.
"Hai detto che lo sarà vestita da sposa." Cito le sue parole.
"E quindi?" Continua facendo finta di niente.
"Non sono mai stata vestita da sposa." Faccio il suo gioco anche se a dir il vero non  ho realmente capito dove voglia andare a parare.
"Appunto." 
"Ma..."
"Devo farti vedere una cosa." Mi interrompe, mi prende per mano e mi porta in cucina, gli altri sono tutti vestiti a festa e ci guardano.
"Andiamo?" Chiede Silvio. 
"Ma dove?" Chiedo. 
"A vedere i fuochi di San Giovanni." Aldo mi risponde come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Scendiamo ad Imperia, c'è un casino disumano, Enrico mi prende per mano, Gabriele fa lo stesso con Marta, io e lei facciamo lo stesso, poi il mio ragazzo inizia a correre in mezzo alla folla ridendo, lo seguiamo tutti e arriviamo sotto a dove cadranno le ceneri dei fuochi, il biondo mi abbraccia da dietro e rimaniamo cosi, con gli occhi al cielo abbracciati, guardiamo tutti quelle meravigliose luci momentanee, l'ultimo che sparano di solito è un cuore con la data della festa, invece quest'anno vengono sparati 4 fuochi in successione, con scritta una frase che ricorderò tutta la vita.
'Naira vuoi sposarmi?' Il tutto circondato da un cuore.
 
 
 
 
Spazio autrice
Eheh, salve salve, non uccidetemi, giuro che non centro niente, il nostro protagonista maschile ha deciso di intervenire. Comunque che ne dite? Siamo stati bravi? Bacioni.
_Naira & DaltiDalti. XD

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Capitolo 15
*** We have broken the world. ***


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Pov Naira 
È il giorno del matrimonio, il 23 settembre, il giorno in cui tutto è iniziato, sono nervosissima, Marta mi sta aiutando a mettere il vestito, un vestito da principessa, blu notte con dei ricami bianchi che partono sul fianco della gonna e terminano su quello opposto affianco al seno, è il vestito più bello che abbia mai visto, metto un girocollo di brillanti blu e bianchi, il velo e sono pronta, esco, Amos è tutto imbardato attaccato ad una carrozza bellissima, lo accarezzo e gli do un bacio. Salgo accompagnata da Marta, Silvio fa partire Amos, poco dopo arriviamo davanti alla chiesa, scendo con il cuore che batte velocissimo, Angelo mi accompagnerà all'altare, entro, la chiesa è spettacolare ci sono rose rosse, bianche, nere, sparse ovunque, tutta la mia famiglia in piedi che mi guarda commossa e poi c'è lui, che mi guarda con la bocca aperta, cammino lentamente anche se in questo momento vorrei correre fra le sue braccia. La cerimonia inizia, vedo solo lui, penso di poter svenire da un momento all'altro, il prete continua a parlare, poi annuncia il momento di recitare le nostre promesse.
Panico. Non ho scritto niente.
"Naira, dal primo giorno che ti ho vista mi sono reso conto che volevo averti vicino a me per la vita, ho sbagliato tante, tantissime volte, ma sono ancora qui perché ti amo, ti amerò per sempre, voglio averti vicino a me fino alla fine dei giorni, tu sei tutto ciò che ho, tutto ciò che di più bello abbia mai avuto. Ti amo stellina." Due lacrime strabordano dai miei occhi, ingoio a vuoto e cerco le parole giuste.
"Enrico, tutto è iniziato questo stesso giorno, quando ti ho visto mi sono innamorata di te, non potevo crederci, ti ho amato con tutta me stessa e anche di più." Lo scricchiolio della porta mi interrompe facendomi voltare, Arianna e Joe sono appena entrati e ci guardano. Prendo un bel respiro e continuo.
"Non credevo che potessimo arrivare cosi lontano, ma ogni volta che ti guardavo negli occhi mi rendevo conto che io e te insieme avremmo potuto spaccare il mondo, ogni volta che mi abbracciavi mi rendevo conto che il mio posto era ed è quello: fra le tue braccia, ho avuto paura tante volte di perderti, ma ogni volta che andavi via sceglievi sempre di ritornare, ti ho sempre aspettato, l'avrei fatto per il resto della vita, lo farei per il resto della vita, perché tu sei la persona che ho amato e amo di più al mondo, sei la parte migliore di me. Ti amo." Vedo i suoi occhi farsi lucidi, il prete pronuncia le ultime parole. 'Puoi baciare la sposa.' 
Enrico mi accarezza il viso e mi bacia sotto gli applausi di tutti, Marco corre a prendere il microfono. 
"Vorrei dire una cosa." Marta gli si avvicina pronunciando un 'anch'io' .
"Vorrei dire che questi due sono le teste di cazzo più grandi che abbia mai conosciuto ma sono fiero di loro, perché hanno avuto la forza di stare insieme e di farlo per tutta la vita. Vi voglio bene ragazzi!" Ridiamo tutti, la mia migliore amica gli ruba il microfono.
"Io volevo dire che quando sono arrivata qui non credevo di poter trovare delle persone cosi speciali, mi avete fatto ricredere, mi avete fatto capire che il mondo non è un posto di Merda se con te ci sono le persone che ami. Grazie, tanti auguri e basta figli!" Conclude ridendo, la seguiamo anche noi per poi uscire dalla chiesa ed andare a mangiare, ci sediamo a tavola mangiando di tutto e di più, beviamo, ridiamo, scherziamo, alle 5 siamo ancora lì dentro, usciamo portando i bambini a casa, dopodiché a Gabriele viene in mente di andare a ballare vestiti così, stasera è il penultimo giorno di transumanza e fanno musica, andiamo a ballare, balliamo ridendo, siamo felici, felicissimi. 
 
 
 
Pov Enrico 
La guardo mentre balla ridendo, è così bella ed è mia moglie, che strano, mia moglie, mi sembra quasi impossibile. Balliamo fino alle 3 stremati andiamo a sederci sul fieno, è una tradizione ormai, questa festa è parte di noi, Naira è salita su Amos giocandoci un po' io e Marco ci fumiamo una sigaretta guardandola, il suo vestito al buio si confonde col manto corvino dello stallone, mentre gioca con lui Arianna e Joe spuntano vicino a me, li guardo male, non mi rovineranno questa giornata.
"Congratulazioni!" Dice lei.
"Grazie, dobbiamo fingere di conversare civilmente?" Chiedo tagliente.
"Mi dispiace per tutto quello che ho fatto, non ho scuse." Dice colpevole, forse sono ubriaco e mi sto immaginando tutto.
"Che ti sei tirata?" Le chiede Marco dando voce ai miei pensieri. 
"Niente, mi dispiace davvero." Ribatte sicura. 
"Ok, e quindi?" Chiedo indifferente. 
"Volevo solo che lo sapeste." Conclude andandosene. Joe rimane in piedi a fissare Naira, lo guardo male.
"Sei davvero fortunato, trattala bene." Dice.
"Meglio di te sicuramente." Gli rispondo per poi girarmi a guardare Naira. Lui se ne va, lei scende da cavallo e viene a sedersi davanti a me, l'abbraccio dandole un bacio sul collo, sono felice di poterla avere tutta per me, finalmente i fantasmi del passato sono rimasti nel passato, finalmente viviamo felici in un posto che siamo fieri di chiamare casa. 
 
 
 
Pov narratore
La loro vita trascorse felice affrontarono i problemi come avevano sempre fatto, senza mai scoraggiarsi, vivevano la loro passione: i cavalli. Marta e Gabriele ebbero un altro figlio, lo chiamarono Alex. Marco trovo una ragazza da amare, non come Naira ma tuttavia la sposò ed ebbero una bellissima bimba dagli occhi azzurri come lui. 
"Che bella storia mamma." 
"Sono contenta che ti piaccia piccola." 
"Ma è vera?" Chiese la bambina.
"Certo amore, è la vita dei tuoi nonni." Le rispose Valkyrie. 
"Wow, deve essere stato fantastico." Concluse Neitiry sbadigliando.
"Lo è stato, ora dormi. Domani potrai andare alla transumanza con papà." Disse la donna lasciandole un bacio sulla fronte.
"Buonanotte mamma." 
La bambina quella notte sognò i suoi nonni, sognò la loro vita, sognò di poterli rivedere un'ultima volta per vedere il loro amore. La mattina quando si svegliò andò a salutare suo zio Alarick per poi chiedergli di accompagnarla al cimitero a salutarli. Rick accettò la sua richiesta con felicità, andarono al cimitero e Neitiry lesse una frase che ricordò tutta la vita, impressa sulla pietra delle loro tombe.
'Insieme abbiamo spaccato il mondo, tutti insieme.' Era una frase particolare, poi andò a vedere quella di Marco e ve ne lesse un'altra bellissima. 
' ma nonostante tutto io ti amo ancora... ti amo principessa, con anima e cuore e non posso permettermi di perderti.' Le vennero le lacrime agli occhi, pianse perché era nata troppo tardi per poter avere dei ricordi con loro, strinse al petto quel quadernetto scarabocchiato da sua nonna, li c'era tutta la loro vita, tornò indietro con suo zio e si diressero al campo, dove c'era la transumanza, seguì con lo sguardo Rick che andò a baciare una targa appesa dove mangiavano tutti.
'Ai pastori e ai ragazzi, grazie di averci fatto vedere che il mondo è un posto migliore con accanto le persone che si amano.' 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice 
Buonasera ragazze, ora mi ucciderete, questa storia è arrivata alla fine. Sto più male io di voi mi sa.... comunque che ne pensate? Vi è piaciuta? Vi chiedo scusa per il capitolo che è rimasto corto ma credo che sia pieno di significato. Un bacione la vostra _Naira & DaltiDalti & il cowboy dagli occhi azzurri.. :) 

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