Diversi, Potenti: Speciali

di DiamanteLightMoon
(/viewuser.php?uid=616359)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- L'inizio ***
Capitolo 2: *** pensieri ***
Capitolo 3: *** piccoli dubbi ***
Capitolo 4: *** Grossi dubbi I° parte ***
Capitolo 5: *** Grossi dubbi II° parte ***
Capitolo 6: *** Grossi dubbi III° parte ***
Capitolo 7: *** enormi dubbi ***
Capitolo 8: *** V. Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** sogni-scherzi-risate ***
Capitolo 10: *** la stanza segreta ***
Capitolo 11: *** LA STORIA DI GODRIC GRIFONDORO ***
Capitolo 12: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Prologo- L'inizio ***


Prologo

In un'epoca lontana il Male regnava incontrastato, ma il suo regno era destinato a finire per mano di due prescelti.
 

I due bambini si guardarono. Noah tese la mano ed Elise l'afferrò stringendola forte. Portarono le braccia parallele al terreno, con un urlo liberarono l'energia che sentivano dentro. Un lampo di luce verde e oro illuminò il buio. Elise si girò di scatto portandosi dietro anche no ah. Cominciarono a correre, arrancando nella notte infinita. Un grido rimbombò nel silenzio: due nomi gridati ininterrottamente da molte voci, i loro nomi. Animati da quelle voci i due bambini continuarono a correre, in poco tempo arrivarono al limitare del bosco. Furono accolti da pianti di gioia e caldi abbracci. Ma la felicità del momento fu subito interrotta: dense ombre entrarono nel cono di luce delle torce. Elise si staccò da sua madre e si parò davanti alla sua famiglia.
-Voi non toccherete nessuno di loro- ringhiò alzando le mani. Noah le andò accanto e fece lo stesso. Le ombre indietreggiarono fino a scomparire.

 

10 anni dopo

 

Elise si svegliò di soprassalto, accanto a lei Noah ansimava. Lo guardò negli occhi e vi lesse la stessa paura che era sicura ci fosse nei suoi, la paura che ciò che avevano visto fosse reale, ma c'era anche qualcos'altro: consapevolezza. In quel momento Elise fu sicura che il ragazzo avessero sognato esattamente la stessa cosa. Si alzarono e cominciarono a svegliare la casa. Dopo mille proteste e minacce della serie “provaci ancora e ti uccido” tutti gli abitanti furono riuniti nella sala grande. Con poche parole i due spiegarono la situazione, ciò che erano e la missione per la quale erano nati.
-Siete grandi ormai, ma non abbastanza per essere considerati adulti, nel nostro mondo. Avete solo quindici anni, non possiamo rischiare di perdervi- disse loro il padre di Elise. La madre di Noah piangeva disperata, da quando aveva perso suo marito era morto era diventata una donna molto più fragile. E perdere anche il suo unico figlio potrebbe distruggerla, rifletté Elise. Voltò le spalle a suo padre e alle sue due sorelle e guardò fuori dalla finestra. Una delle pochissime finestre più grandi dell'oblò di una nave. Il paesaggio sembrava quello di un film horror di serie B (*), una distesa senza fine di terra grigia interrotta raramente da solitari alberi contorti. Un lampo rosso sangue attraversò il cielo ed Elise si tappò le orecchie per non sentire i litigi delle persone dietro di lei.
-BASTA!- sbottò girandosi-non ne posso...- il resto delle sue parole fu coperto dal fragore di un tuono. Un lampo rosso lo seguì. Andò verso Noah e gli tese la mano, quando il ragazzo gliela afferrò si diresse verso la porta. Arrivata all'uscio esclamò:
-Non si è mai troppo grandi o troppo piccoli per tentare di salvare delle vite- detto questo se ne andò.

 

Si rifugiarono in camera di Elise e cominciarono a riflettere. Un'idea balenò nella mente di Noah che disse:- Non possiamo fare tutto da soli abbiamo bisogno di aiuto. E io so come far venire questo aiuto- Elise lo guardò e aggrottò le sopracciglia- mandiamo un messaggio a tutti i maghi e chiediamo loro di aiutarci-

-Buona idea- fece lei- ma come?- aggiunse.
Noah scosse la testa per dire che non lo sapeva poi disse: -Potremmo usare un incantesimo-
-Si, ma quale, non ce ne sono per questo scopo-
-Potremmo inventarne uno noi-
-Noah sei un genio- esclamò Elise
-Lo so- rispose lui
-E pure modesto- aggiunse con sarcasmo la ragazza guadagnandosi un'occhiataccia.

 

Per giorni pensarono a come creare l'incantesimo. Dopo una settimana Elise e Noah si riunirono nella camera di quest'ultimo. Elise sprizzava energia da tutti i pori e Noah se ne accorse.
-Ho trovato il giusto incantesimo!- gridò la ragazza

-Ah, ecco perchè sembrava che avessi appena bevuto dieci litri di caffè- rispose Noah sarcastico
Elise lo guardò malissimo ed esclamò:-Expecto Patronus!- dalla punta della sua bacchetta spuntò un filo bianco argenteo che si trasformò in una lontra, la ragazza chiuse gli occhi e penso intensamente a delle parole. La lontra argentata le ripetè con la sua voce. Poi Elise interruppe l'incantesimo. Noah la guardava sbalordito.
-Avanti provaci anche tu- lo incoraggiò Elise.

 

Quando i due ragazzi ebbero sviluppato il loro patrono lo mandarono in giro per il mondo con un messaggio. Molti maghi risposero al messaggio e vennero a casa loro per la grande magia.
Il Muro poteva essere ristabilito. Elise e Noah però non sapevano che per quella missione rischiavano la vita.

 

Angolo autrice

Vi prego non uccidetemi, lo so avete una grande voglia di farlo, ma trattenetevi. Ho scritto che è una dramione e lo sarà, fidatevi, questo prologo serve per farvi capire meglio la storia. Spero di avervi incuriosito. Per favore recensite ci tengo a sapere il vostro parere, vanno bene anche le critiche così posso migliorare. Au revoir Diamante

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** pensieri ***


Capitolo 1

Pensieri

-Muori- pensò Hermione risalendo dai sotterranei. Era la quarta volta quel giorno che Malfoy la insultava, non ne poteva letteralmente più. Non capiva il motivo di quei continui litigi, non c'era coversazione che finiva bene. L'unica volta che si erano parlati civilmente era stato ottoe anni prima, sul treno quando ancora non erano a conoscenza delle lpro diversità. La guerra aveva peggiorato il loro rapporto, da una parte lui mangiamorte pentito, dall'altra lei salvatrice del mondo magico, eppure lei ci sperava ancora. Più volte si era maledetta per quella farsa speranza che la sua contorta immaginazione le ava dato.
Era già di pessimo umore ma la giornata doveva peggiorare ancora di più. Infatti ecco arrivare di gran carriera Pansy Parkinson che riusciva a far sembrare volgare anche le sottane di sua nonna, non che sua nonna gosse volgare per carità.
-Granger- la chiamò con voce starnazzante, sicuramente un'oca sarebbe stata gelosa. Hermione si fermò controvoglia. Pansy la raggiunse e disse:
-Mezzosangue, non osare provarci con il mio Draco!-
Hermione esasperata rispose:-Senti, Faccia di Carlino, non ho alcuna intenzione di rubarti "il tio Draco", ho cose migliori a cui pensare. E parlare con te non rientra nei miei progetti!- così dicendobuttò indietro i capelli imitando le movenze dell'oca e compagni bella, facendole rimanere di sasso.
Si avviò verso il dormitorio per la via più lunga per limitare i danni ai compagni Grifondoro e quindi sbollire la rabbia. Non funzionò. Quando entrò nella sala comune trovò Harry e Ginny in situazione top secret. Appena videro Hermy si allontanarono bruscamente, o almeno ci provarono. Dopo essersi sgarbugliato dall'intrecciodi gambe e bracciaHarry vide chiaramente, dal viso dell'amica, la rabbia che aveva dentro, la quale le disegnava come aloni scuri inrno agli occhi. Siccome era stato testimone a diverse sfutiate di Hermione captò pericolo ed avendo tatto suggerì a Ginny di lasciarla in pace. Ma Ginny, che di tatto non ne aveva, non si curò della parole del fidanzato e chiese con aria innocente:
-Che problema hai, Hermy?- intanto la giardava piena di aspettativa.
-Non ho nessun problema, grazie Ginny- detto questo corseverso gli scalini del dormitorio femminile però la rossa non era disposta a lasciarle l'ultima parola.
-Ma, ma.....che cosa ho fatto?- chiese affranta, Harry sospirò sommessamente cecando di trattenere un sorriso per l'espressione buffa aul viso di Ginny.
-Tu non hai fatto assolutamente nulla!- rispose Hermione guardando Harry che con il fondoschiena appoggiato allo schienale del divanetto e l'espressione pensosa sembrava un serial-killer intento a studiare la scena del delitto. Capendo le sue intenzionisi affrettò a scollarsi dal divano per raggiungere Ginny.
-Tesoro, vieni dai, lascia stare Hermy- la ragazza fu lì lì per ribattere, ma quando vide la faccia di Harry le parole le morirono in gola. Si lasciò guidare verso il caminetto e Hermione ringraziò il rqgazzo con lo sguardo. Salì di corsa le scale ed entrò nella sua stanza sbattendosi la porta alle spalle. Con uno slancio si buttò nel letto ribollendo di rabbia. Poi lentamente si calmò un poco e si addormentò.



Draco guardò Hermione allontanarsi, i capelli che ballavano sulle schiena mentre camminava. Un perfido sorriso gli sorse sulle labbra ricordando la furia che aveva visto negli occhi della rgazza, stranamente però Draco non era compiaciuto come si aspettava anzi non lo era per niente. Ecco bhe, forse un pochino!
-Draco!- il suo nome risuonò secco nei corridoi dei sotterranei.
-Arrivi professore- rispose il ragazzo e si girò verso la porta. Entrò nell'aula coi piedi a strasciconi e con le mani affondate nelle tasche. Piton stava in fondo alla stanza e armeggiava con ingredienti e alambicchi. Mentre Draco si aaavvicinava a lui spense il fuoco sotto il calderone, in cui riolliva qualcosa dal colore indefinito e lo spostò dal fornello per farlo raffreddare.
-Bene, ragazzo, vedo che qualcosa ti turba!- esclamò Piton quando Draco fu di fronte a lui.
-Bhe, in effetti ha ragione professore, ma non ho la minima idea di che cosa- Draco era frustrato, odiava non sapere quello che succedeva.
-Centra una ragazza per caso?- chiese a bruciapelo Piton.
A quella domanda Draco quasi si strozzò con la saliva e prese a tossire. Battendosi una mano sul petto cercò di fermare la la tosse e disse:-Cosa glielo fa pensare?!- suonava più come un'esclamazione che come una domanda. Piton capì di

ave fatto centro guardando la reazione del ragazzo e sorrise nel rispondere:-Hermione?- indicò  la direzione presa dalla ragazz. Draco prese a tossire ancora più forte e quando si calmò chiese di nuovo:
-Che cosa glielo fa pensare?!-
-Il modo in cui la guardi, il modo in cui ti comporti con lei e adesso la tua reazione- disse com il tono di chi la sa lunga, cosa che effettivamente era vera-tutto questo mi fa pensare che tu sia...- s'interruppe bruscamente guardando la porta. Draco si voltò dai scatto e si pentì immediatamentw di averlo fatto: Faccia di Carlino era in piedi nell'arco di luce.
-Draco- gridò Pansy correndo verso di lui-ti ho trovato finalmente- gli gettò le braccia al collo e lo trascinò fuori della stanza. Il ragazzo lanciò un'occhiata di supplica a Piton, il quale si limitò ad alzare un sopracciglio. Draco capì la domanda inespressa e annuì impercettibilmente. Poi Pansy lo tirò via e Draco scomparse alla vista di Piton che sorrise improvvisamente sollevato

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** piccoli dubbi ***


Capitolo 2
Piccoli Dubbi

Hermione fu svegliata dalle urla. Bruscamente si sollevò dal letto e si guardò attorno stropicciandosi gli occhi, ma non vide nessuno. O meglio nessuna persona perché in fondo al suo letto c'era un gatto rosso acciambellato: Grattastinchi. Dormiva della grossa sbuffando appena quando espirava. Pensò che le grida fossero state solo un sogno, fece per ributtarsi sul letto, ma appena si mosse Grattastinchi rizzò le orecchie ed Hermione poté sentire chiaramente le voci dei suoi compagni di Grifondoro che salivano da sotto. Confusa, si alzò e corse nella sala comune; di solito era tranquillo e le uniche cose che si sentivano erano i bisbigli dei ragazzi e  il crepitio del fuoco nel camino; ora sembrava che al suo interno fosse stata organizzata una gara di urla. Quando emerse dalle scale, Ginny la notò e richiamò l'attenzione di Harry e Ron. Il Trio si avvicinò.  “Ma che cavolo succede??” domandò Hermione gridando per farsi sentire sopra il frastuono, unendo anche la sua voce al coro. “Due stanno litigando per non so quale motivo” rispose Harry con un sorriso diabolico stampato in faccia.
“Chi?” chiese allora la Regina dei Grifoni.
“Due, credo siano del secondo anno, non mi ricordo chi sono” questa volta a dare la risposta fu Ron che  si voltò a guardare l'amico che stava dietro Ginny sogghignando, l'amico fece lo stesso.
“Oh ma piantatela, per favore!” esclamò Ginny rivoltà al fidenzato e al fratello.
“Che cavolo sta succedendo?!?!” domandò di nuovo Hermione, questa volta leggermente irata.
“Ma non l'hai capito? E tu che sei una secchiona!” le rispose Ginny.
“Che c'entra il fatto che io sia una secchiona, non ho capito, che c'è di male nel dirmelo?!”ribatté Hermione.
“Ma che cosa vuoi saper, di grazieìa!” esclamò a quel punto Harry; la ragazza si voltò a guardarlo. Harry stava sulle punte dei piedi per guardare oltre le teste dei compagni, aveva un braccio intorno alla vita di Ginny che, come lui, si sforzava di vedere al centro della stanza. Hermione sollevò un sopracciglio in direzione di Ron che le sorrise sornione. La ragazza incrociò le braccia e lo guardò minacciosa, in una posa che ricordava tremendamente Molly Weasley quando si arrabbiava; solo a quel punto Ron rispose con fare annoiato guardandosi le unghie: “Due si stanno menando per non so cosa, p forse lo so ma non te lo voglio dire, comunque sono circa al centro della sala comune.....”. Hermione lo lasciò li a parlare e si diresse verso il punto che Ron le aveva detto. Dopo aver dato e ricevuto un bel po' di gomitate riuscì a vedere ciò che accadeva.
“Ti dico che è la verità, li ho visti con i miei stessi occhi e li ho sentiti con queste orecchie e d è tutto vero” strillava un ragazzino dai corti capelli neri schivando pugni. L'altro, un giovane alto e magro, continuava a ribattere:”Stai mentendo, non può essere vero, è semplicemente impossibile e assurdo.” non guardava neanche se i colpi che tirava andavano a segno tanto era occupato a sbraitare in faccia al suo rivale.
“Basta!”. Il grido di Hermione si espanse in tutta la sala, improvvisamente silenziosa. I due rivali si voltarono verso la ragazza. Dopodiché ricominciarono a lottare e il brusio riempì di nuovo la sala. Hermione sbuffò, prese un bel respiro e riprovò: “Ora smettetela immediatamente! BASTA!!!”


Draco trattenne uno sbadiglio annoiato, mentre Pansy non la finiva più di parlare. Non aveva smesso un secondo da quando l'aveva trascinato via dall'aula di Pozioni. Il ragazzo si era già stufato  di ascoltarla ancora prima che lei aprisse la bocca, ovviamente per dire cattiverie e pettegolezzi. Draco pensava, pensava alla conversazione con Piton, pensava ad Hermione, pensava a come sbarazzarsi di Pansy.La stridula della ragazza lo riportò alla realtà, sbatté le  palpebre e capì perché: la professoressa McGranitt. Improvvisamente comprese cosa fosse cambiato; Pansy si era zittita, era stato il silenzio a risvegliarlo. La McGranitt superò senza problemi i due e prima che Pansy ricominciasse con le sue chiacchiere disse:”Scusa, Pansy, mi sono appena ricoradto che devo fare qualcosa di molto importante” la frase fu accompagnate da un sorriso smagliante e questo gli diede campo libero; e se la svignò più in fretta che poteva. Camminava assente fra i corridoi, controllando che Pansy non fosse nei paraggi. I piedi lo portarono in biblioteca. Entrò.
“La biblioteca. Il regno di Hermione, la sua stanza preferita” pensò “…..aspetta, sto veramente pensando a queste cose?!?!”.
“I libri, la vita, Hermione... Oh mio Dio, sto sul serio pensando queste cose!!!” Gli scaffali, il silenzio, la voce burbera della bibliotecaria, oh Hermione!”  “Devo essere impazzito, non posso avere simili pensieri”.
Il dialogo interiore di Draco bruscamente interrotto dalla bibliotecaria. “Per l'appunto!” altro pensiero.
Girovagò per gli scaffali sperando che Hermione si fosse rifugiata lì. Non c'era. Dopo aver girato per tre volte l'intera biblioteca e aver dato anche una lunga occhiata al Reparto Proibito si accertò dell'assenza di Hermione. Con uno sforzo immane si allontanò dalla strada per la Torre di Grifondoro.
Casino, grida, insulti. Così trovò la sala comune dei Serpeverde.
“Ma che bella accoglienza” pensò sarcastico Draco. Nessuno sembrò notarlo e lui andò dritto da Tiger e Goyle.
-”Che cosa sta succedendo???”- chiese ai due, che come da copione, scossero la testa e alzarono le spalle. -”Ma perché siete così idioti???”- chiese esasperato lui;”Domanda inutile” disse la sua coscienza,”Ti ringrazio” rispose con ironia il ragazzo alla sua mente; “Sempre al tuo servizio”disse la coscienza.
Frustrato Draco si infilò nella folla; dopo molti spintoni e vari gomiti nello stomaco vide cosa entusiasmava tutti: due ragazze, una dai capelli biondo platino e l'altra dalla chioma rosso fuoco stavano comodamente sedute su due divanetti neri. Stavano chiaramente litigando, ma la cosa che stupiva i Serpeverde era che non si stavano azzuffando.
-”Ti dico che è così”- ringhiò la rossa, mentre la bionda scuoteva la testa.
-”Guarda che c'ero anche io-”ribatté. Le voci dei compagni di casa che le incitavano a continuare, magri arrivando anche ad una rissa, rimbombavano nella testa di Draco. Un grido gli nacque in gola.
-”BASTA!!!!”- ovviamente non lo ascoltarono, a quel punto si arrabbiò sul serio. Salì su una sedia e urlò più forte che poté:-”FINITELA”-.
Nello stesso istante una ragazza aveva appena fatto la stessa identica cosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Grossi dubbi I° parte ***


Capitolo 3
Grandi Dubbi 1°parte

-Hermione! Svegliati!- la ragazza alzò una palpebra e vide Ginny che si stava chiudendo la cerniera della gonna. Mugugnò e rimase a poltrire nel letto.
-Cacchio, Hermy alzati, se no che la sente la McGranitt!- eslamò di nuovo Ginny- alza le.tue bellissime chiappe da letto, altrimenti lo faccio io per te- la frase finì con un ringhio sommesso. Solo allora Hermione mise da parte le coperte. Rabbrividendo, appoggiò i piedi a terra e con un'incantesimo si rese presentabile.
-Allora che è successo ieri?- le chiese curosa.Ginny. La riccia si voltò a guardarla alzando un sopracciglio. Scesero le scale per andare in mensa anche se ormai era troppo tardi per fare colazione.
-Non lo so- rispose stringendosi le spalle-ho solo detto loro di smetterla-
-No, Hermione, hai fatto qualcosa, tutti, (persino Neville) hanno provato a dividerli, nessuno di loro ci è riuscito. Harry stava per andare a chiamare la McGranitt quando sei arrivata tu. Poi hai gridato di piantarla e loro come per magia hanno smesso, si sono perfino scusati, ma la cosa più inquietante è che per un attimo hai brillato- Ginny finì il discorso col fiatone. Tutti quelli nel corridoio si girarono a guardarle. -Bhe, che c'è?!- domandò
-Ecco, hai urlato, ma solo un po', leggermente- rispose Hermione sarcastica. Ginny le fece la linguaccia ed entrò di filsta nell'aula di Incantesimi imbarazzata. Hermione seguì il gruppo di Corvonero diretti a Trasfigurazione.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Grossi dubbi II° parte ***


Capitolo 4
Grandi dubbi 2°parte

Quella mattina Draco fu letteralmente buttato giù dal letto. Zabinicon un colpo di bacchetta sollevò il materasso dove il ragazzo dormiva beatemente.
-Sveglia bell'addormentato!- esclamò con voce squillante. Draco grugnì dal groviglio di lenzuola spiaccicato sul pavimento. Zabini trattenne una risata, ma non potè impedirsi di sorridere. Dopo essersi sbrogliato dal nodo delle lenzuola Draco gli lanciò un'occhiata assassina.
-Se uno sguardo potesse uccidere, tu saresti morto stecchito- disse Draco all'amico, già pronto per la giornata. A questo punto Zabini non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, guadagnansi un'altra occhiataccia. Draco si rese conto di essere ancora in pigiama, si vestì in un lampo tenendo il brocio. Uscì dalla sua stanza controvoglia, lanciando uno sguardo sognante al letto sfatto. Varcò la porta del dormitorio dei Serpeverde scuro in volto, accanto a lui Zabini trotterellava allegro, il biondo si girò verso il ragazzo:
-Come mai tutto questo entusiasmo?- Zabini alzò le spalle:
-Cosa è succeso ieri?-
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda-
-Da quando in qua rispetti le regole?-
-A quando in qua ti poni questi quesiti?-
Zabini sbuffò ma non rispose. Restarono in silenzio per il resto della strada per la serra 3. "Erbologia, io odio Erbologia" pensò Draco indilandosi i guanti.


Nota autrice
Mi scuso per la divisione del capitolo cosi strana. Diamante
P.s c'e una III parte

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Grossi dubbi III° parte ***


Capitolo 5
Grandi Dubbi 3°parte

La giornata passò per alcuni lenta (Draco), per altri fin troppo veloce (Hermione). L'ultima lezione della giornata era Pozioni sia per Draco che per Hermione. Entrambi non vedervano l'ora di incontrarsi e, allo stesso tempo, desideravano che quel fatidico momento non arrivasse mai. Hermione entrò in aula a testa bassa e si sedette in prima fila; Draco, invece, scelse uno dei bamchi in fondo. Eppure Draco non riusciva a distogliere gli occhi dalla schiena di Hermione, da quei capelli che le ricadevano dolcemente sui fianchi e al qulle spalle esili. Ogni tanto la ragazza si girava, allora, Draco affilava lo sguardo rendedolo gelido e glaciale. Quando però lo sguardo di Hermione tornava girarsi in avanti l'odio si trasformava in dolcezza, cosa piuttosto insolita per uno come lui. Poco prima della fine della lezione la porta si spalancò di colpo, facendo sobbalzare tutta la classe; e dietro alla porta un' ansimante professoressa McGranitt disse:
-Granger, Malfoy, vi vuole il prof. Silente I-M-M-E-D-I-A-T-A-M-E-N-T-E!


Nota autrice: ho diviso il cap. in tre parti per mia comodità. Spero vi piaccia.
Diamante

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** enormi dubbi ***


CAPITOLO IV
Enormi Dubbi


-Che succede professoressa McGranitt?- chiese Hermione mentre correva per tenere il passo veloce della donna. Malfoy la seguiva appresso e ricaricò la dose.
-Già, che sta succedendo?- Hermione si girò a guardarlo e lui alzò le spalle come per dire “Beh che c'è?!”. La ragazza scosse la testa tornando a guardare la strada di fronte a sé. La McGranitt pronunciò la parola d'ordine (muffin alle more) e le scale del suo studio si aprirono con uno scricchiolio. Appena entrati nella stanza i quadri smisero di colpo di parlare. Sia Hermione sia Draco chinarono il capo davanti al quadro di Silente, imponente sopra la scrivania e lo scranno che adesso occupava la McGranitt. Con un gesto la professoressa li invitò ad accomodarsi.
-Bene- disse Silente- credo ce vogliate sapere il perché di questa mia convocazione urgente- fece una pausa durante la quale Hermione e Draco annuirono- mica vi mangio, potete alzare gli occhi! Allora, per rispondere alla vostra domanda devo risalire all'alba dei tempi.
Quando i primi maghi comparvero sulla terra, con loro venne al mondo una creatura fatta di terrore puro e circondata dalle tenebre: il Male. Per combatterlo tra le schiere dei maghi nacquero due bambini speciali. Fin da piccoli più potenti degli altri delle specie, in grado di compiere magie potentissime con il minimo sforzo. Da molti temuti e ammirati, crebbero senza sapere che il loro destino era segnato: sconfiggere il Male. Ma non ci riuscirono; nessuno li aveva addestrati a controllare e incanalare i loro poteri. Morirono entrambi all'età di quattordici anni, uccisi nel sonno dal nemico. Dopo la loro morte il mondo precipitò nel caos. Il Male prese ne possesso, le tenebre inglobarono la luce che scomparve. Il bene fu cancellato dal male, la paura pese il sopravvento. Il genere umano visse anni di terrore, immerso in un notte infinita, ma priva del bagliore rassicurante della luna e delle stelle. Bagliori rossi come sangue illuminavano di rado il cielo. Nessuno dei sopravvissuti sapeva chi in realtà fossero quei due ragazzini, noi si però- aggiunse poi facendo una pausa ad effetto- un muro, un muro che impediva alle Ombre di risorgere, un muro che le rispediva nel Vuoto, un muro che teneva a bada il Male. Quando i ragazzi furono uccisi questo muro è crollato e il nostro mondo è stato invaso. Il regno del Male durò mille anni, poi iniziò a declinare. Non perché il esso aveva perso potenza, ma perché erano nati di nuovo quei due bambini speciali. Il muro piano piano andava a ricostruirsi. Quando i ragazzi compirono quindici anni fecero un sogno e capirono il loro compito: rinforzare la barriera. Con l'aiuto di molti maghi del mondo la ristabilirono e con enorme sforzo rispedirono le Ombre e il Male nel Vuoto. I ragazzi si fusero con la barriera e la loro energia vitale completò l'opera. Da quel momento il Male non fu più in grado di comparire sulla terra. Da quel giorno scomparve. Ma il muro va rinnovato, ogni mille anni tra i maghi nascono due bambini che hanno il compito di farlo- Silente finì di parlare nel silenzio più assoluto. Hermione e Draco si guardarono confusi, poi Hermione chiese titubante:- Sa qualcosa di più riguardo ai due bambini?-
La McGranitt sorrise come se divertita dalla domanda, ma non rispose.
-Sì- fu la secca risposta di silente. Draco si fece coraggio e domandò:
-Potrebbe dircelo?- il tono era incerto ed Hermione se ne meravigliò.
-Certo- disse annuendo- come ho già detto, ogni mille anni nascono un maschio e una femmina con poteri speciali. Uno nasce tra i purosangue, l'altro tra i babbani. Si riconoscono grazie alla luce che emanano- vedendo le espressioni confuse dei giovani davanti a lui spiegò- si vede dagli occhi, essi sono più luminosi in loro, brillano in qualche modo. I due devono essere addestrati, devono imparare a controllare i loro poteri e usare la loro intelligenza, a sfruttare l'astuzia; devono imparare ad essere forti. Il loro compito è di sconfiggere il Male. Perché la barriera sta cominciando a cedere; ormai da duemila anni non viene rinnovata e il Male a poco a poco sta superando il muro. Diciotto anni fa sono nati quei bambini speciali, la nostra unica speranza. Senza di loro ben presto dovremo affrontare nemici ben peggiori di Voldemort, e questa volta senza uno come Harry- concluse. Hermione e Draco erano ancora più confusi di prima.
-Ma... noi che cosa centriamo in tutto questo- disse Hermione indicando se stessa e Draco.
-Non lo avete ancora capito?- disse la McGranitt- I bambini speciali siete voi-  


Angolo autrice
spero vi piaccia, gran finale lo ammetto. Non è un granchè ma ci sta, ciao alla prossima!!!
Vostra Diamante

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** V. Chiarimenti ***


Capitolo V

Chiarimenti

-Non lo avete ancora capito?- disse la McGranitt- I bambini speciali siete voi-

Un silenzio sbigottito seguì le parole della professoressa. Gli occhi di Hermione rischiavano di uscire dalle orbite mentre la mascella di Draco stava per staccarsi dalla sua faccia. Dall'espressione di Silente si vedeva che si aspettava quella reazione dai due ragazzi. Li guardò apprensivo e così la McGranitt. I professori si scambiarono uno sguardo e annuirono.
-Ragazzi, forse volete una spiegazione- disse la donna.
-No, è tutto chiarissimo- rispose sarcastico Draco guadagnandosi un'occhiataccia da parte dei due adulti.-Che c'è?! Era solo una domanda- aggiunse alzando le mani sopra le spalle. Hermione si portò una mano sulla fronte e scosse la testa.
-Sei impossibile, Malfoy- gli disse sconsolata, per risposta ricevette l'occhiata assassina del ragazzo.
-Granger, Malfoy- li riprese Silente- ascoltate!-
-Ci scusi- esclamarono in coro.
-E comunque vorremmo la spiegazione, come fate a sapere che siamo noi?- chiese Hermione.
-Allora- incominciò la McGranitt- abbiamo osservato il vostro comportamento, le vostre parole, i vostri amici e le vostra famiglie. Infatti poco prima dalla nascita dei Primi* fu annunciata una profezia. Dice così:

Maschio e femmina saranno,
Purosangue uno, il contrario l'altro,
Dapprima a morte si odieranno,
Poi sotto un altro aspetto di vedranno,
Straordinari poteri avranno,
Insieme si completeranno

e, solo uniti, il nemico sconfiggeranno.

Ecco perchè voi: siete maschio e femmina, siete un purosangue-tu Draco- l'altro il suo contrario cioè nato babbano-te Hermione-, voi vi odiate odiate a morte, ma è da un po' che avete cambiato atteggiamento uno verso l'altra- dopo queste parole sia Hermione che Draco avvamparono, il ragazzo fece per parlare, ma Silente lo interruppe con un cenno-non negate, continuate a provocarvi si, ma non come prima, inoltre siete entrambi molto potenti-.
-Ehm, però anche Harry è potente- fece notare Hermione. La McGranitt annuì-
-Sì, anche noi ci abbiamo pensato, all'inizio pensavamo che fosse lui, poi abbiamo letto e analizzato la profezia. Harry non è purosangue. E degli scritti ci hanno confermato che la nostra intuizione era giusta. Lui doveva essere purosangue e nato all'inizio di giugno, il mese in cui si passa dalla primavera all'estate. Lei nata babbana e nata a metà settembre, poco prima che l'estate lasci spazio all'autunno. A quanto ci risulta voi combaciate con questi tratti. Quindi sì, siamo sicuri che i Bambini Speciali siete voi.-
Hermione e Draco si guardarono sollevando le sopracciglia come per dire:”Ma ci credi!?”.
-ah, un'altra cosa, non parlate con nessuno di quello che vi abbiamo detto. Con un gesto della mano Silente li congedò.

Uscirono dallo studio della preside come in trans. Rimasero affiancati per un po' prima di riprendersi e rendersi conto con chi e dove erano. Con un saluto impacciato e distaccato si divisero. Spedita Hermione ritornò nella sala comune dei Grifondoro. Appena mise piede nella torre fu “aggredita” da Harry, Ron e Ginny curiosi di sapere quello che era successo. La tempestarono di domande, ma Hermione non rispose limitandosi ad attraversare la sala in silenzio. Con passo veloce si diresse verso la sua stanza e si chiuse dentro con uno scatto del polso. Il chiavistello suonò interrompendo la raffica di domande da parte dei suoi amici.

Draco camminava lentamente, ripensando alle parole della prof e di Hermione. Arrossì quando arrivò alla parte dove lui e la ragazza si erano guardati, soprattutto perchè non aveva potuto impedire alla sua mente contorta di pensare a quanto fosse bella. Arrivato di fronte al muro della casa dei Serpeverde si fermò poi disse la parola d'ordine ed entrò. Zabini gli andò subito incontro ma Draco fece un cenno di diniego con la testa e si diresse verso la sua stanza chiudendosi a chiave dentro.

*i primi maghi speciali

Angolo dell'autrice pazzoide e con i sensi di colpa

non uccidetemi vi prego *schiva una serie di pallottole tirate contro il suo petto*. Lo so sono in stra ritardo, ma date la colpa alla scuola: in questo periodo tra interrogazioni e compiti in classe ho avuto il tempo a malapena di dormire. Comunque vi è piaciuto il capitolo? È un po' corto ma il bello verrà non preoccupatevi.
Draco:ho seri dubbi in proposito.
Io: zitto tu non hai il diritto di fare del sarcasmo.
Draco:guarda che non ero sarcastico dicevo sul serio
Io:non hai il diritto di parola allora!
Draco: ma....ma....
Io:zitto!!! *lo fulmina con un'occhiata di fuoco e poi lo spegne con una secchiata di acqua gelida* muahahahahahaha come sono cattiva.
Ok, dopo questa uscita dubito molto della mia sanità mentale (“E ci credo!””Be quiet, Draco”)

spero che vi sia piaciuto. E per favore recensite ci tengo.
DIAMANTE

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** sogni-scherzi-risate ***


SOGNI-SCHERZI-RISATE

Hermione aspettò che le urla fuori dalla porta si acquietassero, poi chiuse gli occhi e fece un sospiro sommesso. Strinse forte le coperte rosse del suo letto. sentì dei colpi sommessi giungere dalla porta. Qualcuno stava bussando. contò i colpi: due rapidi e successivi, un leggero e dopo due secondi uno pesante. Ginny. Hermione rotolò e afferrò la bacchetta che aveva lasciato sul comodino; la mosse e mormorò un incantesimo. La serratura scattò e il viso incorniciato di rosso di Ginny si affacciò nella stanza. Con un cenno del capo Hermione  la invitò ad entrare.
-Allora, mi vuoi spiegare che cosa è successo nell'ufficio della preside?- chiese gentilmente Ginny- e anche perché hai brillato di nuovo?- la bruna la guardò, le sopracciglia aggrottate.
-Cosa?- domandò- ma che stai dicendo?- aggiunse, forse un po' troppo brusca.
-Quando sei arrivata brillavi già un pochino, poi quando sei corsa su per le scale sembravi una stella. Un'altra cosa strana è che nessuno tranne me sembrava notarlo- Ginny si mise le mani davanti agli occhi e fissò Hermione tra le dita-sto impazzendo?-
-Oh, tesoro, no!- disse Hermione abbracciandola.
''Non sai quante volte ho creduto di impazzire in questi due giorni!'' pensò. Si tennero strette per lunghi minuti finché Ginny si addormentò tra le braccia della maggiore. La ragazza la prese in braccio e la portò nel suo letto. guardò l'orologio e solo in quel momento notò quanto tardi era rimasta sveglia. Si sfilò lentamente la divisa e altrettanto lentamente indossò il pigiama. Si infilò sotto le coperte e si stese a pancia in su. con le mani dietro la testa Hermione fissava il soffitto coperto dalla stoffa rossa del baldacchino. Pensieri si formavano nella sua mente, pensieri che contenevano orrori e sangue. Usava quasi tutte le sue forze per scacciarli. Poi il sonno prese il sopravvento.


La fanciulla vestita di bianco correva, agile e silenziosa. Ma non era una corsa giocosa, era una corsa disperata come se dovesse scappare, come se fosse inseguita. La ragazza si voltò e Draco poté vederne i lineamenti regali, con le labbra piene e rosse, in naso sottile e i profondi occhi verdi. I capelli neri volarono nell'aria quando riprese a correre. Suo malgrado Draco venne portato in avanti come se fosse attaccato a quella misteriosa Dama Bianca. Qualcosa passò a pochi centimetri dalla testa della ragazza, fischiando. Improvvisamente il buio lasciò lo spazio alla luce.
-Noah- gridò-Noah-. Un ragazzo si precipitò fuori dalla porta dell'edificio più grande.
-Elise- esclamò sorpreso quando la vide in mezzo alla piazza, il vestito stracciato, i capelli spettinati, il volto graffiato-Elise, che è successo?- chiese Noah, tendendole la mano per aiutala ad alzarsi.
-Loro- rispose lei e Draco ebbe l'impressione che quel pronome fosse con la lettera maiuscola-erano dietro di me- aggiunse. Noah guardò prima lei poi una piccola finestra al secondo piano della casa dalla quale era uscito.
-Non lo so nemmeno io come faccio a essere fuori dalla mia stanza, un attimo prima mi stavo pettinando i capelli e quello dopo ero i mezzo al bosco- chiarì Elise ancor prima che Noah aprisse bocca . Un ruggito li fece voltare entrambi e a Draco si gelò il sangue nelle vene. due felini fatti completamente d'ombra avanzavano minacciosi verso di loro. Noah ed Elise si scambiarono uno sguardo d'intesa. Si presero per mano e alzarono le braccia. Spalla contro spalla aspettarono che i nemici fossero  a pochi metri di distanza; nei loro occhi bruciava tutta la rabbia e la paura che provavano in quel momento. Con un urlo liberarono il loro potere aumentandolo con le emozioni: un lampo di luce pura partì dalle loro dita intrecciate, si trasformò in un leone e colpì in pieno i due felini ombrosi. Quando la luce si spense, Draco vide i due ragazzi accasciarsi a terra, stretti l'uno all'altra.
_Noah, Elise- urlò una voce femminile.
-Siamo qui mamma- rispose Noah con voce appena udibile. La donna lo sentì lo stesso oppure qualcosa le aveva suggerito di uscire perchè uscì. Li vide lì, deboli e affannati, in mezzo alla piazza in piena notte..... Draco si sentì strappare verso l'alto.


Draco si svegliò di soprassalto; si alzò e uscì dai sotterranei. Si avvicinò alla prima finestra che incontrò. A quell'ora non era consentito stare fuori dai dormitori, ma a lui non importava. La luna era ancora nel cielo, bassa sull'orizzonte. Era quasi l'alba. Un brivido di freddo scosse il corpo del ragazzo che strinse a se il pigiama (cioè un maglietta aderente verde e un paio di pantaloni corti). Che significava ciò che aveva sognato? Perché si era svegliato così inquieto? Perché aveva quella strana sensazione allo stomaco come se ci fosse qualcosa di strano?
Draco si faceva tutte quelle domande guardando il cortile della scuola illuminarsi a poco a poco. ''Non posso permettermi di vacillare'' pensò ''Non devono vedermi debole, devo essere il solito Draco, duro, freddo, distaccato, crudele''. Sbuffò passandosi una mano tra i capelli. Si girò e si diresse verso il dormitorio dei Serpeverde. Posò la fronte sulla fredda pietra e mormorò la parola d'ordine. Nella sala comune non c'era nessuno se si escludeva un furetto bianco. Draco salì le scale dopo aver guardato male l'animale. Quando entrò nella sua stanza Blaise Zabine e Theodore Not dormivano ancora. Un sorriso diabolico spuntò in faccia la biondo. con uno scatto del polso mosse deciso la bacchetta e fece apparire due trombe formato gigante sulle teste dei suoi compagni. Due piatti comparvero nella sua mano sinistra mentre con la destra insonorizzava la stanza. Si rese momentaneamente sordo e incominciò a divertirsi. Fece suonare alle trombe un motivetto allegro sparato al tutto volume e amplificato con un altro incantesimo mentre lui saltellava per la stanza sbattendo i piatti uno sull'altro, prima vicino a Theo poi vicino a Blaise. Entrambi si svegliarono di soprassalto alzando la testa di scatto e sbattendola contro le trombe che suonarono ancora più forte, nelle orecchie dei due. Si tapparono quest'ultime con le mani gridando a squarciagola e rituffandosi nei rispettivi letti. Seppellirono la testa sotto montagne di coperte e cuscini, ma il rumore insopportabile non cessava.
-Draco- urlò Zabini con tutto il fiato che aveva in corpo-io ti uccido, brutto figlio di una serpe- imprecò rivolto al ragazzo che rideva a crepapelle senza smettere di suonare i piatti. Not uscì dal groviglio di coperte e si alzò per andare da Draco.
-Te  le suono sai?!- strillò contro di lui. Nonostante non sentisse, il biondino lesse le sue labbra e ricominciò a ridere più forte di prima, tenendosi la pancia.
-Me le suona- esclamò con voce rotta dall'ennesima risata-avete sentito, me le suona, lui!- disse al pubblico invisibile. Intanto anche Zabini aveva raggiunto l'altro e squadravano Draco minacciosi. Lui interruppe l'incantesimo e tutti gli strumenti scomparvero insieme alla sua sordità.
-Sei morto bello- minacciò Zabini e Theodore confermò annuendo. Con un altro colpo di bacchetta Draco tolse l'insonorizzazione alla stanza e disse:
-Mi dispiace, non potete uccidermi ora tutti sentiranno la maledizione che direte- fece un sorrise sorione e si infilò la divisa in fretta e furia. Prima che gli altri due capissero cosa intendesse era già filato via. A meta scalinata sentì un urlo pazzesco provenire dai sotterranei -Draco!-. Accelerò e trafelato fece per imboccare l'ultima rampa, ma andò a sbattere conto qualcuno. Qualcuno che aveva lunghi riccioli castani e caldi occhi marroni. Hermione.



Angolo autrice (morta)
lo so sono in strasupermega ritardo, ma ho avuto un sacco di impegni. Nelle vacenze di Pasqua ho dovuto aiutare i miei con l'albergo, nei tre giorni di scuola avevo due compiti ogni giorno e il 4 maggio sono partita per l'Inghilterra e sono tornata il 10, la domenica ho dormito fino alle due del pomeriggio,  il lunedì sono andata a Firenze e sono tornata a casa alle otto di sera e il giorno dopo alle 10 avevo l'aereo per Amsterdam. Sono tornata ieri pomeriggio alle quattro. Tutto con la scuola...... comunque vi è piaciuto il capitolo? Spero di si, l'ho scritto in aereo quando ero mezza addormentata. ammetto che all'inzio Draco è un po' OOC, ma poi l'ho di nuovo fatto stronzo come sempre (''Ehi, vacci piano con le offese'' by  Draco). Ora ha due amichetti alle calcagna ma..... incontra Hermione!!! cosa succederà? alla prossimapuntata per scoprirlo. ok ora basta scleri...
Diamante

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** la stanza segreta ***


Hermione. Tra tutte le persone che poteva incontrare Draco proprio lei. Draco aveva fretta, molta fretta. Doveva correre se non voleva essere ucciso da Blaise Zabini e Theodore Not. L'unico problema era la ragazza che si trovava di fronte e gli impediva di passare. Draco la guardò meglio e solo allora notò i capelli arruffati e la divisa spiegazzata come se non si fosse pettinata e avesse indossato la divisa in fretta e furia. Si rese conto che lui doveva avere lo stesso aspetto “vissuto”. Gli occhi di Hermione brillavano di divertimento e di qualcos'altro, come se ti invitassero a sfidarla. “Esattamente come i miei” pensò distrattamente facendo un passo indietro.
-Bhè, ciao- azzardò Hermione, massaggiandosi una spalla. Draco stava per rispondere da alcune rampe sotto di loro giunsero le voci e i passi degli inseguitori di Draco. Ma le voci e i passi non venivano solo da sotto.
-Oh no!- esclamarono in coro Draco ed Hermione.
-Ginny e Calì- disse la ragazza
-Balise e Theo- ribattè lui. Si guardarono negli occhi poi spostarono lo sguardo sulle scale ai loro piedi. Scossero la testa e corsero nella direzione opposta.

Draco. Di tutte le persone che c'erano ad Hogwars proprio lui le doveva capitare. Ma adesso aveva altri problemi da risolvere. Prese Draco per una braccio e lo guidò verso la Sala Grande, anche se lui sapeva benissimo la strada.
-Hermione, lì ci troveranno subito!- protestò i ragazzo, lei lo fulminò con un'occhiataccia. Entrarono nella Sala Grande di corsa, fianco a fianco.
-Prendi qualcosa e fila subito fuori- sibilò Hermione poi si diresse verso il tavolo dei Grifondoro. Draco ci mise alcuni secondi per capire il senso del comando, una volta afferrato andò al tavolo Serpeverde. La ragazza afferrò due muffin e una stecca di liquirizia. Si voltò e corse verso la porta , Draco la affiancò e insieme uscirono dalla stanza. Sguardi allibiti li accompagnarono fino ai corridoi. Un pensiero inespresso aleggiava nella stanza: Da quando in qua Hermione Granger e Draco Malfoy facevano qualcosa di diverso dal litigare furiosamente?

Hermione e Draco attraversarono i corridoi della scuola, la ragazza in testa. Raggiunsero la biblioteca e trafelati spinsero la porta per entrare. Hermione marciò decisa verso la quinta libreria sulla sinistra. Contò i libri da destra a sinistra sul quindicesimo scaffale. Arrivata al ventiseiesimo libro lo spinse all'interno. Quello affondò come se fosse stato risucchiato dal legno. L'intera struttura vibrò e si spostò di lato. Un'apertura di circa mezzo metro si aprì.
-Forza, entra lì- ordinò Hermione a Draco. Lui la guardò incredulo e lei aggiunse- oppure vuoi che i tuoi amichetti Serpeverde ti torturino?!- e con questa “felice” uscita si infilò nel buco. A Draco non rimase altra scelta che seguirla.
La botola finiva con uno stretto corridoio buio. Draco imprecò più volte mentre lo percorreva. Una luce fioca apparve, ma venne subito coperta dalla figura di Hermione che lo precedeva.
-Siamo arrivati- annunciò lei, poi saltò. Draco scattò in avanti e battè la testa su soffitto basso. Gemette, ma continuò ad avanzare; mise una mano nel vuoto, il suo peso corporeo lo sbilanciò e cadde. Gridò e vide Hermione che lo fissava in piedi davanti a lui.
Hermione non sapeva che pensare. Prima aveva provato la grande imbecillità del genere maschile ora stava testando quella di Draco. Sconsolata disse:
-Draco, guarda in basso e smetti di gridare- il ragazzo fece come gli era stato ordinato e vide il pavimento a venti centimetri da suo naso. Borbottò qualcosa che somigliava ad una formula e cadde sul freddo pavimento di pietra.
-Era ora, erano cinque minuti che urlavi- commentò sarcastica Hermione da qualche parte alla sua destra. Draco si alzò facendo leva sulle braccia.
-Ma dove cavolo siamo?- domandò dopo aver dato un'occhiata attorno a sé.
-In una stanza che ho scoperto anni fa e che ci tornerà utile adesso- rispose Hermione.
-Per quanto tempo pensi di stare chiusa qua dentro, non possiamo mancare alle lezioni!- fece Draco.
Hermione lo fissò:
-Oh mio Dio. Draco Malfoy, il flagello degli studenti Gifondoro, vuole andare a lezione mentre io Hermione Granger, secchiona della scuola non lo vuole fare- disse sarcastica.
-Voglio andarci non perchè io voglia partecipare alle lezioni, ma perchè tutti ci hanno visto insieme e se entrami non ci presentiamo penseranno male facendosi filmini mentali, cosa che vorrei evitare- replicò lui.
-Giusta considerazione, Malfoy- osservò una voce. Una voce che non apparteneva ne a lui ne a Hermione.



Angolo autrice
Abbiate pietà... è molto corto come capitolo lo so, ma molto intenso. Comunque.... che sarà quella stanza? Di chi sarà quella voce? Che cosa ha combinato Hermione? Tutte queste risposte alla prossima puntata di Diversi, Potenti: Speciali.
Diamante

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** LA STORIA DI GODRIC GRIFONDORO ***


LA STORIA DI GODRIC GRIFONDORO

Capitolo XI
-Giusta considerazione, Malfoy- osservò una voce. Una voce che non apparteneva ne a lui ne ad Hermione.

Draco si voltò di scatto, subito seguito dalla ragazza. La luce sulla punta delle bacchette non bastava per illuminare tutta la stanza per cui la persona che aveva parlato rimaneva completamente nell'ombra.
-Chi sei?- domandò Hermione.
-Prova ad indovinare- fu la risposta. Hermione guardò Draco e lui vide riflessa nei suoi occhi la stessa confusione che provava lui.
-Sei un professore?- chiese allora. Sia lui che lei davano per scontato che egli fosse un mago.
-Sì e no, posso definirmi tale anche se non lo sono più da tempo ormai-
-Non mi sono mai piaciuti gli enigmi, tanto meno le persone che parlano attraverso essi- disse ancora Draco.
-Insolente come sempre vedo, piccolo Malfoy- fece di nuovo la voce, prendendo una nota sarcastica- sai credo che l'essere così, diciamo... antipatici derivi dal cognome. Malfoy. Sì anche il Malfoy che conoscevo io era come te. E come te lo assegnarono a Serpeverde- aggiunse.
-Ti puoi mostrare? Sai mi sto stancando di parlare con qualcuno di “invisibile”. È maleducazione non guardare una persona in faccia quando si parla- disse Hermione stringendo forte la bacchetta.
-Hai la grinta e il coraggio di una vera Grifondoro, ragazzina- questa volta la voce è diversa, più profonda, crudele. Disse “Grifondoro” come se fosse un insulto.
-Io. Non. Sono. Una. Ragazzina.-ringhiò Hermione, gli occhi ridotti a due fessure. Draco la fissò, indeciso se ammirare il suo coraggio oppure giudicarla una matta priva di limiti. Fece tutte e due le cose.
-Credo che sia arrivato il momento di mostrarci- si sentì uno schiocco e improvvisamente una luce calda invase la stanza, rivelandone le vere dimensioni. Draco aveva immaginato che fosse grande, per via dell'eco che le parole producevano, ma non quanto la sala che si presentò davanti ai loro occhi. Era rettangolare, grande poco più di un campo da calcio, interamente di pietra come il resto della scuola. Sulla parete sinistra un pannello di legno di quercia la ricopriva completamente. E su di essa erano appese ogni tipo di arma medioevale: archi curvi e alti con faretre piene di frecce piumate, spade ad una e a due mani, dalla lama stretta o larga, pugnali con l'elsa finemente decorata, asce a lama singola o doppia, balestre e così via. Sul fondo si notava una struttura fatta di legno scuro e robusto che arrivava al centro della stanza. Appoggiata al muro destro stava una lastra di un materiale scintillante simile la vetro sopra la quale una decina di bacchette davano bella mostra di sé. Il passaggio da cui erano entrati Draco e Hermione era su una delle pareti corte e sotto di esso si notava una scaletta in bronzo che scintillava alla luce delle torce.
-Nox- disse Hermione rompendo il silenzio, il ragazzo si girò a guardarla più sorpreso che altro.
-Beh che c'è? La luce della bacchetta non serve più- spiegò lei.
-Sono dell'opinione che saresti stata bene in Corvonero- di nuovo una voce parlò, ma era una voce femminile. Sia Draco che Hermione si guardarono intorno cercando le persone a cui appartenevano le voci. Involontariamente si avvicinarono l'uno all'altra. Le braccia di Draco si alzarono contemporaneamente, quello con la bacchetta in avanti, l'altro in fuori come per coprire Hermione. La ragazza si portò dietro di lui sbirciando da sopra la sua spalla. Prima che potessero anche solo rendersi conto delle posizioni prese davanti a loro comparvero quattro figure spettrali. All'inizio erano solo colonne di vapore azzurrino successivamente si trasformarono in persone. D'istinto i due ragazzi fecero un passo indietro, poi rendendosi conto di quello che avevano davanti tirarono un sospiro di sollievo. “Sono solo dei fantasmi” pensò Draco.
-Aspetta, Draco, loro non sono solo dei fantasmi- lo bloccò Hermione- loro sono i fantasmi dei quattro fondatori di Hogwarts- il ragazzo era troppo impegnato a stupirsi e a provar che la ragazza avesse ragione per rendersi conto che lei aveva sentito il suo pensiero.
-Cosa?- domandò sbalordito.
-La piccola Grifondoro ha ragione- disse il fantasma in mezzo- noi siamo i fondatori di questa scuola. Io sono Godric Grifondoro, questa affascinante signora accanto a me è Priscilla Corvonero-indicò alla sua destra- lei invece è Tosca Tassorosso- la donna alla sua sinistra salutò con la mano- mentre il misterioso signore in fondo è...-
-Salazar Serpeverde- finirono Draco  Hermione in coro. Per tutta risposta lo spettro si inchinò.
-C'è una cosa che non capisco, anzi più di una- fece Hermione. Con un gesto della mano Godric la invitò a parlare e lei si scostò da Draco per fare una passo avanti. Congiunse le mani davanti al petto
-Allora, per cominciare: che cosa è questo posto? Quando lo scoprii mi era sembrato molto più piccolo. Come mai i vostri fantasmi sono in questa scuola? credevo che non vi avessero seppellito qui- fece un respiro profondo prima di continuare- e sopratutto, perchè vi siete mostrati a noi?-
Draco condivideva i suoi dubbi anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.
-Venite- disse Priscilla indicando il fondo della stanza. Hermione e Draco si guardarono. Il ragazzo alzò le spalle e andarono avanti.

Si sedettero sopra quella struttura di legno che avevano visto da lontano. Da vicino appariva ancora più immensa. I fantasmi si limitarono a fluttuare davanti a loro.
-Per rispondere alle tue domande dobbiamo andare indietro nel tempo-iniziò a parlare Godric- quando noi tutti eravamo giovani come voi. Circa mille anni fa quindi.
Voi sapete cosa siete?- Draco e Hermione annuirono- bene allora sono obbligato a dirvi che lo siamo anche io e Priscilla-
-CHE COSA?- urlarono in coro i due giovani maghi
-Ragazzi, calmatevi, vi prego- cercò di rabbonirli Tosca, con  voce gentile. I due avevano gli occhi fuori dalle orbite, inutile dire che la notizia non li avesse sorpresi.
-Ora, mi hai chiesto che cosa è questa stanza. È una sala progettata per il vostro allenamento. È invisibile agli occhi dei comuni maghi, persino Silente e la McGranitt non possono vederla e Tosca e Salzar hanno dovuto aspettare di morire per poterla vedere. Solo un Bambino Speciale avrebbe potuto trovare questa stanza, scoprire il meccanismo che la celava- Hermione aprì la bocca- sul libro è stato fatto un incantesimo, sa riconoscere il tocco di un mago con poteri speciali, se un vostro compagno avesse preso il libro la libreria non si sarebbe mossa- sorrise- il mio fantasma e quello di Priscilla sono qui perchè abbiamo un compito: addestrarvi. Salazar e Tosca invece si sono impegnati ad aiutarci. Ho soddisfatto la vostra curiosità?-
-Sì- rispose semplicemente Draco, Hermione si limitò ad annuire.


Angolo Autrice
sono profondamente pentita di avervi fatto aspettare tanto, non mi uccidete vi prego!*Schiva una decina di Avada Kedavra*
so che il capitolo è corto, ma non vi preoccupate il prossimo sarà più lungo, ve lo giuro col migliolo
Diamante

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** AVVISO ***


-Avviso- ciao, sono Diamante e volevo avvertirvi che questa storia è momentaneamente sospesa per alcuni morivi che vi illustrerò: 1) mancanza di ispirazione, ho metà storia in mente, l'unico problema è che è la parte finale, 2) problemi di connessione, spesso mi capita che il mio computer non prenda, 3) andrò al mare, in Grecia, da mia nonna e dal 18 Agosto ho un campo scout. mi dispiace tantissimo di non aver postato il capitolo e di aver deluso le vostre aspettative. Con estremo dispiacere e affetto vostra Diamante

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2488733