Something Great.

di FrancescaMicera_1D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm not afraid! ***
Capitolo 2: *** Him. ***
Capitolo 3: *** Don't take it anymore.. ***



Capitolo 1
*** I'm not afraid! ***


Capitolo uno.
 
-Flash back-
"Ei bambolina! Portami un'altra birra!"
"Subito signore!"
 
Andai a prendere quella maledetta birra e gliela portai.
 
"Sai, sei molto carina."
Mi avvicinò a lui prendendomi per i fianchi.
"Grazie signore, ma ora mi lasci lavorare.."
"Chiamami pure Dan! Dai, resta un po' qui con me!"
"La prego, mi lasci lavorare!"
"Ok, ma tu stasera vieni via con me! Ho tanta voglia di divertirmi un po'!"
 
Era un'uomo sulla quarantina, aveva l'alito che puzzava di alcol mischiato alla puzza di fumo.. Odiavo qull'odore.. Non mi diede il tempo di replicare che lasciò la presa dei miei fianchi e mi spinse, facendomi cadere e facendo rompere anche tutti i bicchieri che avevo sul vassoio.
 
"Ally!"
 
Mi chiamò il capo..
 
"Cosa hai combinato?"
"Mi scusi, non accadrà più!"
Dissi abbassando la testa.
"Sarà meglio per te! Altrimenti sarò costretto a licenziarti! Ora ritorna a servire i clienti!"
 
Posso dire che mi odiava anche lui, mi aveva assunta solo perchè aveva pietà di me.. Quanto avrei voluto lasciare quel lavoro, quel posto con tutti quegli ubriaconi.. Ma mi serviva per poter vivere.. Così ritornai a servire.. Alla fine del turno, mi tolsi il grembiule e ritornai in sala per poter uscire.. Passai vicino ai biliardi, e mi si avvicinò quel signore che mi aveva spinta facendomi cadere.. Stava fumando ancora e con arroganza mi prese il braccio..
 
"Mi lascì andare!"
Iniziai a gridare.
"Dove credi di andare? Già hai dimenticato?"
E cacciò il fumo sulla mia faccia. Iniziai a tossire.
"Per piacere, mi lasci!"
Mi diede uno schiaffo..
"Ho detto che tu vieni con me, e così sarà!"
 
Continuava a stringere forte il mio braccio e mi tirava. Poco dopo arrivammo vicino ad una macchina, mi fece salire, salì anche lui e chiuse la serratura.. Correva un po' troppo per i miei gusti.. La velocità aveva portato via i miei genitori.. Arrivammo al cancello di una casa. Era immensa.. Era talmente grande che sembrava che il bianco che ricopriva la facciata non finisse più. Entrammo in casa e subito una signora ci corse incontro.
 
"Buonasera signore. Com'è andata la serata?"
Si chinò.
"Bene! Ora noi andiamo di sopra, non venire a disturbarci!"
 
Continuava a stringermi con forza il braccio e mi trascinò su. Mi fece salire su per una scalinata che si trovava al centro del salone, e alla fine di essa c'era un corridoio pieno di stanze.. Entrammo nella prima a sinistra. Era fredda e puzzava di muffa.
 
"Questa sarà la tua nuova stanza! Sistemati e spogliati, ho tanta voglia di assaggiare il sapore del tuo corpo."
 
Uscì dalla stanza e a chiuse a chiave.. Forse aveva paura che potessi scappare.. Quello di qui ero certa è che avrei passato molto tempo in quella casa.. Pensando a ciò, scoppiai in lacrime.. Non bastava già quello che mi era capitato.. Dopo poco ritornò in stanza e mi ritrovò per terra a piangere.
 
"Eccola! Un'altra debole! Non ti sei ancora spogliata? Vuol dire che lo farò io!"
 
Iniziai ad agitarmi, le gambe magre iniziarono a tremare e sul mio volto comparve una smorfia di dolore..
 
"Va be'! Per questa sera sarai libera! Tanto da qui non puoi scappare!"
 
Mi diede un'altro schiaffo, e se ne andò chiudendo la porta.
 
-Fine flash back-

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Capitolo 2
*** Him. ***


Capitolo due.
 
Erano ormai tre anni che vivevo con lui, mi aveva praticamente sequestrata.. Non avevo la libertà di fare niente. Non mi lasciava neanche uscire .. Mi faceva schifo tutto di lui, e ogni volta che incontravo i suoi occhi, potevo vedere che voleva solo una cosa da me: ‘divertirsi’. Dietro quel viso d’angelo si nascondeva l’uomo più crudele e schifoso di questo mondo. Era difficile sopportare ciò tutti i giorni.. Stavo cadendo in depressione, una grandissima depressione.. L’unica cosa buona di quella casa era la domestica.. Era davvero simpatica, e inoltre era bravissima a cucinare.
 
“Buongiorno Ally!”
“Buongiorno Penny..”
“Come hai dormito?”
“Ehm.. Bene..”
 
Accennai un sorrisino. Lei ricambiò e poi ritornò a cucinare.
 
“Ally!”
Mi chiamò Dan dal salone.. Andai da lui e mi prese per il bacino, avvicinandomi.
“Tra un po’ arriveranno degli ospiti! Nascondi bene le ferite! Hahaha!”
 
Non so cosa avesse da ridere, sta di fatto che non sapevo cosa avesse in testa.. Il tempo passò e arrivato il tardo pomeriggio, suonò il campanello.
 
“Ally! Vieni!”
Chiamò con la sua voce irritante. Sbuffai leggermente, e lo seguì. Mise il suo braccio sulla mia spalla e aprì la porta ed entrarono cinque ragazzi, che lui salutò in modo amichevole. Rimasi pietrificata alla vista di quei ragazzi.. Non sapevo se potevo fidarmi di loro, se erano delle persone come quell’orco di Dan.. Insomma, si può dire che avevo paura delle figure ‘maschili’.. Rimasi in estasi alla vista di uno di loro: era biondo, alto e con un viso angelico, mi guardava in modo strano.. Dopo un po’, il riccio chiese a Dan chi fossi..
 
“Dan, ci è questa bella ragazza?”
“Beh Harry, è la mia ragazza!”
 
Mi presentò come sua fidanzata. Non ci potevo credere, finge così bene che avrebbe potuto ottenere tutti gli oscar possibili.. Dopo un po’ mi diede un pizzicotto, e capì che dovevo dire qualcosa..
 
“Ehm, si, sono la sua ragazza..”
 
Sorrisi mentendo, ormai ne ero abituata. Qualche istante dopo chiesi a quello stronzo di Dan, di spiegarmi chi fossero e cosa ci facevano a casa. Dan mi spiegò che erano dei suoi vecchi amici, avrebbero passato da ‘noi’ un po’ di tempo, i loro nomi erano: Liam, Louis, Harry, Zayn e il biondo di prima Niall. La domanda che stava rivoltando la mia testa era: ’Quei ragazzi sono come lui?’ La mia testa si sforzava di pensare il più ottimista possibile, ma per quanto ci provassi, non ci riuscivo…
[…]
 
La sera era arrivata, la cena era sulla tavola e noi tutti eravamo attorno al tavolo, serviti dalla domestica. Fu sempre il riccio a parlare..
 
“Allora Dan.. Come ti trovi qui a Londra?”
 
Dan sorrise e iniziò a raccontare le sue solite palle.. Disse che era diventato un avvocato e che quella casa gigantesca l’aveva ottenuta grazie al duro lavoro.. Invece no.. Faceva parte di qui giri in qui ti trovi per le mani tanti soldi senza aver fatto nulla, e lui spesso li usava per spacciare droga.. Quella cena fu un inferno, Dan continuava a raccontare un sacco di bugie e poi c’erano quei poveri sciocchi che gli credevano anche. Il mio momento preferito era arrivato, il dessert era sulla tavola, Penny, la domestica, come ho già detto, cucina benissimo, e il dessert era la parte migliore. Neanche lei purtroppo mi conosceva come la ragazza sequestrata, lei sapeva solo che ero ‘la ragazza di Dan’, e pensava che Dan fosse un bravo uomo, come tutti del resto.. Io e Penny aveva legato molto rimanendo sempre da sole quando Dan usciva, lei mi faceva come da madre, era l’unica persona di cui mi potevo fidare, anche se non gli confidavo tutto, e questo solo perché mi è stato proibito. 
 
“Grazie.”
 
Sorrisi a Penny, che ricambiò e passò a servire gli altri. La seguivo con lo sguardo, e quando arrivò al biondino, Niall, abbassai lo sguardo su di lui e notai che mi fissava.. Non capì il perché, ma non volevo neanche saperlo, così abbassai lo sguardo e continuai a mangiare..
[…]
 
Più tardi, dopo la partita a biliardino dei ragazzi, Dan mi guardò dalla testa ai piedi. Orami sapevo cosa voleva.. Continuava a guardarmi con quello sguardo malizioso e poi disse:
 
“Scusate, vi lascio un secondo, devo parlare un secondo con Ally..”
 
Mi prese per il braccio e andammo nella sua camera. Mi faceva venire i brividi.. Era gelida, come il suo cuore…
“Sai già cosa voglio, vero?”
 
Fece una risatina.
 
“Certo che lo so.”
 
Deglutì rumorosamente.
 
“Anche per oggi sarà una cosa veloce, non posso far attendere gli ospiti!”
 
Rise ancora. Quella risata mi irritava, la odiavo.

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Capitolo 3
*** Don't take it anymore.. ***


Capitolo tre.
 
“Che tortura hai in mente ora per me?”
 
Chiesi sconfitta, avvicinandomi a lui.
 
“Non la chiamerei tortura. Io mi diverto tanto!”
 
Disse sussurrandomi nell’orecchio. Un brivido mi percosse e le sue labbra si appoggiarono sul mio collo, diventando pian piano una sanguisuga. La mia testa volò indietro seguita dai miei capelli. Le sue mani erano poggiate sui miei fianchi, qualche istante dopo si spostarono sul mio intimo in pizzo nero, i suoi pollici si collocarono tra la mia pelle e il tessuto dell’intimo, poi fece scivolare il tessuto che arrivò all’incirca sopra le caviglie. Staccò momentaneamente le sue labbra dal mio collo, che avevano ormai creato un livido rosso che con il passare di poco tempo sarebbe diventato violaceo. Ad un tratto sentì le sue fredde mani avvicinarsi sempre di più alla mia intimità… ci era arrivato. Senza dire niente il suo indice perforò la mia intimità, gemetti fortemente, a quel gesto le sue labbra si posarono sulla mia bocca, per coprire i gemiti successivi. Andò avanti per qualche minuto, ne erano entrate due. Inarcai la schiena, ero quasi arrivata al limite della mia sopportazione.
 
“Ti prego, smettila!”
 
Qualche istante dopo le mie parole, si fermò, sfilò le sue dita dalla mia intimità, si sciacquò le mani e prima di raggiungere i cinque aggiunse freddamente.
 
“Vedi di muoverti”
 
Annuì.
Appena chiuse la porta, mi feci scivolare a terra, qualche lacrima cominciò a scendere, non ce la facevo più, avevo davvero bisogno di qualcuno. Avevo troppi segreti da far uscire, il mio cuore non ce la faceva più, aveva bisogno che tutto quel dolore venisse cancellato con l’amore di qualcuno. Avevo bisogno di trovare il mio ‘Superman’. Pensai per un po’ a cosa potevo fare… Di certo il masochismo era escluso, ricevo già male dagli altri, e farmi del male dal sola non serviva a nulla, avrei solo peggiorato il tutto. Pensai ancora un po’,ma nessuno idea girava per la mia mente… Un po’ per il tempo, un po’ perché avevo solo voglia di piangere, ma non potevo anche quello mi era stato proibito. Mi rivestì, mi asciugai quelle poche lacrime ed uscì dallo studio, dove probabilmente lavorava Dan. Mi diressi in cucina dove ritrovai nuovamente gli altri. Mi guardarono, ma subito dopo ripresero a giocare, tranne il Biondo che ancora una volta si soffermò a guardarmi.
 
“Niall! Tocca a te!”
 
Rise Dan.
Niall distolse lo sguardo da me e riprese con il gioco.
[…]
 
-La mattina seguente-
Mi svegliai, accanto non trovai nessuno, corsi in bagno, mi lavai e mi vestì, poi scesi giù in cucina dove trovai tutti.
 
“Buongiorno.”
 
Annunciai cordialmente.
Ricambiarono.
 
“Ally, oggi porto i ragazzi a vedere il paese, vieni anche tu?”
 
Chiese.
 
“Ok.”
 
Risposi.
Tanto se avessi detto di no mi avrebbe obbligata con la forza, quindi ,meglio evitare.
[…]
 
“E questa è la chiesa.”
 
Indicò Dan ai cinque.
I suoi comportamenti con loro erano così diversi, sembrava davvero un uomo dolce e simpatico, quasi ammirevole, peccato che non era così. Sembrava davvero un gran gentiluomo, sapeva mentire molto bene. I nuovi arrivati osservavano curiosi, sembravano interessati.
 
“Scusa, cos’è quella?”
 
Mi chiese una voce al quanto sconosciuta. Mi girai e mi ritrovai il biondo: Niall. Guardai per un attimo i suoi occhi color ghiaccio, erano davvero lucenti vispi e belli. Poi risposi.


Scusate se vi ho fatto aspettare tanto per pubblicare il nuovo capitolo, ma tra i compiti per la scuola e i vari impegni, non ho quasi mai tanto tempo per continuare a scrivere.. Spero che vi piaccia :)

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