Un nuovo nemico

di JeegRobot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quiete? ***
Capitolo 2: *** Operazione sorriso ***
Capitolo 3: *** Ad ognuno il suo! ***
Capitolo 4: *** Dragone ***
Capitolo 5: *** La promessa ***



Capitolo 1
*** Quiete? ***


Quiete? A Konoha era una splendida giornata, erano già un paio di settimane che i vari team erano rientrati dalla loro missione alla ricerca di Sasuke, ed al momento la situazione era tranquilla: nessuna guerra imminente, nessuna missioniea dir poco suicida, nessun evento da dover preparare…niente di niente insomma. E così, sotto ad un bel sole di inizio estate, il villaggio era animato da tutti i suoi cittadini, felici di poter trascorrere giornate serene come quelle senza alcuna preoccupazione.
Per quanto riguarda i ninja, ognuno tentava di  ingannare il tempo a suo modo. Izumo e Kotetsu, come al solito di turno alle porte del villaggio, passavano il tempo giocando a carte, distratti di tanto in tanto solo dal maestro Gai e da Rock Lee intenti nel compiere uno dei loro pazzi allenamenti: cinquanta giri intorno al villaggio saltellando su un piede solo…tutto questo naturalmente in nome della loro famosa “forza della giovinezza”, che faceva rabbrividire ogni volta Neji e Ten Ten e sogghignare chiunque altro li vedesse coinvolti in quegli strambi esercizi.
Il Team 8 era come sempre intento ad allenarsi(o forse più semplicemente a far venire sera)nel bosco limitrofo. Shino cercava di ritagliarsi un angolo di pace alla ricerca di insetti rari da aggiungere alla folta schiera che già possedeva, Hinata provava a perfezionare la tecnica della rotazione suprema, anche se con scarsi risultati, dato che non faceva altro che pensare al povero Naruto, ancora sotto shock dopo aver ricevuto la notizia della morte di Jiraya-Sama, mentre Kiba scorrazzava allegramente con Akamaru, disturbando come loro solito tutti i presenti, con la scusa che stavano cercando di mettere in pratica una nuova tecnica, anche perché viste le dimensioni a dir poco “eccessive” di Akamaru, la marcatura dinamica cominciava ad essere davvero scomoda da effettuare!
Naruto, trascinato fuori casa da Sakura e da un Sai che, fedele libro alla mano, cercava di capire i sentimenti provati dal suo compagno in quel momento, era finito ad allenarsi come ai vecchi tempi col maestro Kakashi coadiuvato dal capitano Yamato, che con la scusa di aiutarlo a perfezionare il rasenshuriken(e di offrirgli una porzione maxi del ramen di Teuchi), erano riusciti a rinvigorire un po’ il ragazzo tirandogli su il morale.
A qualche centinaio di metri di distanza intanto qualcuno si stava godendo un meritato(?) riposo, rannicchiato sotto le coperte e con le serrande ben chiuse, onde evitare di potersi svegliare anche solo per sbaglio. Peccato per lui che quell’idillio si stava apprestando a finire in una maniera alquanto brusca ed improvvisa…
- SHIKAMARU NARA! RAZZA DI SCANSAFATICHE! SOTTOSPECIE DI UOMO DALLA PIGRIZIA INUMANA! TI VUOI ALZARE??? – si fece sentire fin dal piano inferiore di casa Nara Yoshino, col suo solito “savoir faire”.
- Hhm…dai mamma, è presto, lasciami dormire un altro po’…- rispose la voce sonnacchiosa che pareva provenire dall’oltretomba di uno Shikamaru che si trovava ancora ben stretto tra le braccia di Morfeo.
Per qualche istante non si sentì più alcun rumore, e solo allora il genio della Foglia, in un istante di lucidità, capì che doveva trattarsi della famosa “quiete prima della tempesta”.
Non fece in tempo ad aprire entrambi gli occhi che la porta si spalancò, rivelando sulla soglia, in penombra, la figura di una persona armata di qualcosa di non ben indefinito…qualcosa che gli fu scagliato violentemente in fronte, costringendolo ad aprire entrambi gli occhi e massaggiarsi la parte colpita.
- RAZZA DI PELANDRONE! MA LO SAI CHE ORE SONO! LE 11.30! DIMMI, VUOI PER CASO ANDARE IN LETARGO COME FANNO GLI ORSI? ED ORA MUOVITI A SCENDERE, CHE CI SONO VISITE – urlò la “dolce” Yoshino mentre toglieva le lenzuola dal letto e spalancava le imposte, riappropriandosi poi mentre tornava indietro della sua arma, ovvero la ciabatta con cui poco prima aveva colpito Shikamaru.
Dopo circa dieci minuti il ragazzo scese dalle scale, la tuta da Chunin infilata alla bell’e meglio, il codino sfatto ed un enorme sbadiglio non coperto dalla mano.
- Ce ne hai messo di tempo eh? – fece una voce cristallina ed anche un po’ troppo acuta – ma si può sapere come fai a dormire così tanto? –
- Mpf…abitudine – disse Shikamaru lanciando un’occhiata ancora parecchio assonnata ad Ino – sai, dovresti provare anche tu. Aiuta a rilassarsi e ad essere meno nevrotiche e  petulanti…-
Choji non riuscì a trattenere una risatina, mentre ad Ino iniziava a pulsare una vena in fronte.
- Comunque, mio caro “bello addormentato”, Tsunade-Sama ha richiesto la tua presenza a palazzo – continuò Ino dopo aver sbollito la rabbia – immediatamente. – aggiunse con un sorrisino.
- E ti pareva – sentenziò Shikamaru, la solita aria annoiata – per una volta che potevo dormire in santa pace, figurati se quella maledetta vecchiaccia non poteva non lasciarmi stare…faccio colazione e poi mi incammino con calma. -
- No mio caro signorino, non hai proprio capito – lo fece rabbrividire Yoshino alle sue spalle, armata di matterello – tu parti subito, ed anche di corsa! Guai a te se fai aspettare l’Hokage! –
- Pff…va bene, va bene, ora vado – disse Shikamaru infilandosi i sandali, portandosi una sigaretta alle labbra ed aprendo la porta di casa, per poi aggiungere sottovoce: - che seccatura -.
- Guarda che ti ho sentito! Ed ora muoviti, se non vuoi che ti ci accompagni direttamente io a palazzo!- lo minacciò Yoshino brandendo minacciosa il matterello.
- Shikamaru non se lo fece ripetere due volte e cominciò ad incamminarsi, sguardo verso il cielo e mani in tasca come suo solito, mentre sua madre continuava ad inveire contro la dinastia dei Nara ed i suoi compagni di team se la ridevano osservando la scenetta. Ripetitiva, ma pur sempre divertente.




- Credi davvero di riuscire a distruggere Konoha da solo? -  chiese Madara Uchiha.
- Non sottovalutarmi – disse Sasuke - d’altronde se nemmeno tu sei riuscito ad avvicinarti a me, grazie al “regalino” lasciatomi da mio fratello, chi credi che sia in grado di contrastarmi? Una vecchia ed un manipolo di stupidi ninja? Non farmi ridere! -
- L’amaterasu, seppur potentissimo, non è incontrastabile, ricorda che dalla loro hanno Kyubi…- gli ricordò Madara.
- Allora mio caro antenato cosa proporresti per ovviare a questo inconveniente? – chiese scettico Sasuke, la consueta arroganza nella voce.
- Il tuo problema è che sei troppo giovane, e fin troppo arrogante anche solo per comprendere certe situazioni. Cosa credi di poter fare da solo, ragazzino? Per non parlare poi dei membri del tuo gruppo…un branco di pivelli! Il piano di Pain era geniale, avrebbe dato agli uomini tutto quello che hanno sempre desiderato: denaro, potere e vendetta! – disse Madara, un brillio d’ambizione nell’unico occhio visibile attraverso la maschera. – Peccato che al momento l’Akatsuki conti solo quattro membri, me compreso, e debba ancora mettere le mani sulle ultime due code…prima di poter sferrare un attacco diretto alla Foglia, occorre come minimo riformare l’organizzazione e catturare l’ottavo jinchuuriki.-
Sasuke, a quelle parole voltò di scatto la testa, risentito. “Questo maledetto vecchio non ha ancora capito con chi ha a che fare”, pensò.
Karin si limitò ad imprecare mentalmente contro Madara, mentre Juugo non diede peso a quelle parole.
Ben meno paziente fu invece Suigetsu, che aveva già portato mano alla “Taglia teste” appartenuta al defunto Zabusa, sguainandola in direzione di Madara.
A quella mossa Kisame, che fino ad allora era rimasto in silenzio annuendo alle parole pronunciate da Madara, scoppiò in una fragorosa risata, per poi aggiungere: - Hey, Sasuke, dì al tuo amichetto qua di stare tranquillo se non vuole incontrare presto il legittimo proprietario della spada che brandisce!-
- Ride bene chi ride ultimo Hoshigaki, e ricordati che sarò io a ridere sul tuo cadavere, sottraendoti la tua tanto amata Samehada! – gli ruggì Suigetsu in risposta, prima di essere ammutolito da una feroce occhiata scoccatagli da Sasuke, che poi, indirizzato a Madara disse: - Allora, quale è il tuo piano?-
- Vedi ragazzo, per estrarre gli ultimi due bijuu, c’è bisogno di dieci membri in grado di svolgere il rituale, e come ti ho detto un momento fa, al momento siamo parecchio rimaneggiati…tu potresti benissimo prendere il posto di tuo fratello, il potenziale ce l’hai, devi solo imparare a prendere più confidenza con le tue abilità – disse schiettamente Madara – ma mancano ancora cinque membri. La mia idea è quella di aiutare Pain a cercare nuovi elementi per riformare il gruppo, così potremo ripartire da dove eravamo arrivati…-
- E col jinchuuriki di Kyubi come facciamo?- chiese Kisame – ora che ha scoperto che il suo caro maestro è stato ucciso, farà di tutto per cercare Pain e cercare di vendicarsi.-
- Ottima osservazione amico mio, ma vedi… - disse Madara lasciandosi sfuggire una leggera risatina -  ho già pensato anche a questo. Mentre noi cercheremo i nuovi membri dell’Akatsuki, il Paese della Pioggia, guidato silenziosamente da quello che ritengono la loro divinità, ovvero Pain, attaccherà improvvisamente la Foglia, così che noi saremo lasciati liberi di agire. -
Detto questo osservò un po’ i presenti, poi, dato che nessuno aveva niente da aggiungere, soprattutto Sasuke, a cui sembrava andasse bene prendere il posto del fratello, disse risoluto: - Partiamo? Il primo papabile per entrare a far parte dell'organizzazione è qua vicino, non dovrebbe essere difficile convincerlo.- E detto questo si alzò dalla roccia sulla quale era seduto e si incamminò verso la nuova meta, seguito a ruota da Kisame e più indietro da Sasuke(con l’aria stranamente assorta ed un'inquietante luce negli occhi)col suo gruppo.

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Capitolo 2
*** Operazione sorriso ***


Operazione sorriso Col suo solito passo strascicato e l’aria annoiata, Shikamaru era giunto, non proprio immediatamente, al palazzo dell’Hokage. Con un cenno appena percettibile della testa salutò un paio di guardie all’ingresso e si diresse verso lo studio di Tsunade.
“Maledetta vecchia” pensò tra sé e sé “e dire che oggi avevo un sacco di cose da fare. Passare dal negozio di Ino per comprare dei fiori da portare al cimitero per il maestro Asuma, andare a trovare la maestra Kurenai per farle un po’ compagnia, guardare le nuvole con Choji sulla nostra terrazza e godermi un po’ di riposo sdraiato sull’erba…che seccatura, mi toccherà rimandare tutti i miei impegni…”
Arrivato davanti all’ufficio, ancora immerso nei suoi pensieri,  sbuffò, poi, vedendo la porta socchiusa la aprì con un calcetto sgraziato ed entrò, come sempre con le mani in tasca ed una sigaretta accesa in bocca.
Tsunade, vedendolo entrare in quella maniera, ancorò saldamente le mani alla scrivania, onde evitare di balzare addosso a quel ragazzino e dargli una lezione per il suo comportamento, mentre Shizune, con l’immancabile Ton Ton in braccio, lanciava sguardi preoccupati alla sua maestra, implorandole di mantenere la calma.
Dopo qualche istante, una volta sbollita l’irritazione, Tsunade iniziò: - Non si usa bussare a casa tua? E spegni quella sigaretta! Ti ricordo che questo è pur sempre lo studio dell’Hokage! Maleducato di un ninja ritardatario che non sei altro!  –
Shikamaru tolse una mano dalla tasca per grattarsi la nuca e si avvicinò ad una finestra aperta per gettare la sigaretta, poi disse: - Bussare sarebbe stato seccante, poi la porta era già socchiusa, e uffa, la sigaretta l’avevo accesa da poco, e…- stava per aggiungere altre lamentele, ma incrociato lo sguardo dell’Hokage(alle volte quella donna somigliava davvero fin troppo a sua madre…), già palesemente irritata sia per il suo comportamento strafottente che per il ritardo, decise di chiudere lì l’argomento e, dopo aver incassato la testa fra le spalle ed assunto un’espressione un po’ meno annoiata, chiese: - Comunque, Tsunade-Sama, come mai mi avete mandato a chiamare? E’ successo qualcosa?- Tsunade, dopo essersi calmata ed aver assunto la solita postura col mento appoggiato alle mani incrociate, con un tono di voce molto mesto e gli occhi bassi iniziò a spiegare: - Come ben sai, da quando Naruto è venuto a sapere della morte di Jiraya, è cambiato totalmente. E’ caduto nello sconforto più totale e gli allenamenti con Kakashi, per cui una volta andava matto, riescono a malapena a distrarlo. Dal momento che tu sei uno dei suoi migliori amici fin dai tempi dell’accademia, e hai passato le stesse cose al momento della morte del maestro Asuma, ti chiedo di pensare a qualcosa per tirargli su il morale. Ho dato disposizioni all’ufficio smistamento missioni affinché nessuno dei vecchi team 7 – 8 - 9 e 10 venga impegnato al di fuori del villaggio, così potrai appoggiarti anche agli altri per tentare di organizzare qualcosa. – Ci fu qualche secondo di più totale silenzio, poi alzato lo sguardo ed assunta la solita espressione combattiva concluse: - Nara Shikamaru, conto su di te. Sappi che considero questo compito al pari di una missione importantissima. Inizia a sfruttare i tuoi 200 punti di QI e datti da fare! –
Il chunin, capita al volo l’importanza della cosa per l’Hokage, si fece serio e senza proferire parola chiuse gli occhi congiungendo le mani nella sua classica posa riflessiva. Dopo qualche istante li riaprì e, con un tono di voce più risoluto che mai ed un piano infallibile già in mente, disse: - Bene, per prima cosa ho bisogno che venga inviato immediatamente un falco a Suna. Vista l’amicizia che ultimamente è nata tra Naruto e Gaara, è necessario che siano presenti anche il Kazekage ed i suoi fratelli. Poi avrò bisogno dell’accesso all’appartamento di Naruto, e che lui sia tenuto fuori casa da mattina a sera. –
- Tenerlo fuori casa non sarà un grosso problema, basterà dire a Kakashi e Yamato di continuare ad allenarlo ed offrirgli i pasti all’Ichiraku. Anche entrare nel suo appartamento sarà semplice, considerando che Satura ha una copia delle chiavi. Sarà invece difficile far arrivare la delegazione da Suna. Capisco che questo sia un periodo relativamente tranquillo, soprattutto per loro, che dopo l’ultimo attacco da parte dell’Akatsuki non ne hanno più subiti, ma non credo che il Kazekage possa lasciare il suo paese tanto facilmente, e soprattutto senza scorta e senza dare nell’occhio…-
- Gaara è astuto, e basterà scrivere nel messaggio che si tratta di Naruto. Vedrete che arriverà qua in men che non si dica. Ora scusatemi, ma devo andare a cercare gli altri per iniziare i preparativi. – Detto questo Shikamaru fece un veloce inchino, si girò ed uscì dalla porta, lasciando Shizune e Ton Ton a bocca aperta per la sorpresa di un cambiamento così repentino, mentre sul volto del quinto Hokage andava a delinearsi un sorriso. Incredibile come quel ragazzo infinitamente pigro e svogliato riuscisse a diventare terribilmente serio e geniale nei momenti di vero bisogno e quando venivano interessate direttamente le cose e le persone a cui teneva davvero. Sarebbe stato un leader perfetto, un ottimo Hokage in futuro. Certo non aveva né l’enfasi di cui era dotato Naruto, né il carisma di Neji o Gaara, ma aveva la capacità di risolvere i problemi che sembravano insormontabili ai più e di prendere decisioni cruciali in brevissimo tempo, calcolando anche quali sarebbero state le ripercussioni di queste scelte. Una caratteristica fondamentale, ben più importante di enfasi, carisma, allegria, intraprendenza socievolezza e spirito d’iniziativa. Non per niente era stato l’unico promosso agli esami dei chunin, nonostante si fosse arreso con la vittoria in pugno contro Temari perché stanco. Ma chissà, forse anche quella mossa era studiata fin da principio…




Suigetsu continuava a fissare la Samehada sulla schiena di Kisame, passandosi la lingua sulle labbra e lasciandosi sfuggire risatine appena percettibili di tanto in tanto, pregustando già il momento in cui l’avrebbe sottratta al corpo senza vita del mukenin del Villaggio della Nebbia.
Juugo ogni tanto lo guardava di sottecchi, ma comunque senza preoccuparsi, in quanto aveva imparato a convivere con quella specie di uomo liquido con qualche rotella fuori posto.
- Allora Madara, o preferisci continuare ad essere chiamato Tobi… - ridacchiò Kisame – chi sarebbero i papabili per aspirare alla carica di nuovi membri dell’Akatsuki? -
- Tobi, prego. Preferisco mantenere segreta ancora per un po’ la mia identità. Mi piacciono le entrate a sorpresa! – ghignò Madara Uchiha. – Tu non ti preoccupare e seguimi, e vedrai che in poco tempo avremo riformato l’organizzazione. -
- Uhm, come vuoi. Ma dimmi un po’, i conti non mi tornano. Hai detto che siamo rimasti in quattro, ma ti sbagli, siamo cinque: Io, te, Pain, Konan e Zetsu. – disse Kisame, contando i nomi sulle dita di una mano. – Anzi, sei, dal momento che tecnicamente Hidan è ancora vivo. -
- Ora capisco come mai tra te ed Itachi quello che parlava e prendeva decisioni era l’Uchiha – ghignò Tobi senza voltarsi – Sasuke, vuoi spiegarglielo tu? Così vediamo se sei intelligente come tuo fratello. -
- Hidan – iniziò lui con fare saccente – è sepolto in mille pezzi in una buca in un bosco di Konoha. Sarà pur sempre immortale, ma non vale la pena di cercarlo e ricucirlo, dato che ormai il suo potere è già conosciuto e ribasterebbe Nara da solo per rifargli fare la stessa fine. Per quanto riguarda i quattro membri effettivi dell’originale organizzazione Alba, escludi pure Pain, perché Naruto, seppure sia un pivello ed un buono a nulla, non appena gli metterà le mani addosso gli farà fare la stessa fine che ha riservato a Kakuzu, se non peggio. Ed allora il nuovo capo diverrà il qui presente Madara Uchiha, in arte Tobi. -
- Ahahah, mi fai ridere piccolo Uchiha – disse Hoshigaki – arrogante e saccente come tuo fratello! Deve essere una vostra abilità innata! Ahahah! -
Sasuke lo incenerì con lo sguardo, poi si voltò risentito, mentre Suigetsu si faceva sempre più famelico ed impaziente. Poi, rivolto verso Karin, chiese: - Allora, non senti ancora niente? –
- Mi spiace Sasuke, ancora nulla – rispose un po’ imbarazzata la ragazza, per poi cambiare radicalmente atteggiamento e rivolgersi in tono irritato a Tobi: - Hey, tu, sei sicuro di aver preso la strada giusta? E poi, si può sapere che diavolo devo cercare? Mi saresti un po’ più d’aiuto se invece di macchinare sulle tue ambizioni di potere mi dicessi chi o cosa devo cercare! Hey, sto parlando con te, brutto str…- ma l’insulto le morì sulle labbra, avendo captato improvvisamente un’aura di chakra discretamente potente provenire poco lontano da loro. – Lo sento, è un flusso continuo proveniente da circa 500 passi a sud ovest.-
- Bene – ridacchiò Tobi – allora ce l’hai davvero qualche abilità. Pensavo che fossi nel gruppo solo per soddisfare l’Uchiha. -
Karin, dapprima intenzionata a scagliarsi contro di lui, arrossì poi vistosamente, nella speranza che le cose fossero davvero come aveva detto l’uomo con la maschera.
Sasuke invece, con la sua usuale freddezza, nemmeno scalfito dalle frasi velenose del suo antenato, cambiò bruscamente rotta verso il punto in cui doveva trovarsi il primo candidato. “Voglio proprio vedere di chi si tratta” pensò “e se può anche solamente competere col mio potere, o se è soltanto un incapace come tutti gli altri che mi trovo appresso”.
- Bene, state per fare la conoscenza di un personaggio parecchio interessante – disse Tobi, nascondendo sotto la maschera una risatina – spero sarà di vostro gradimento. -  E detto questo svoltò anche lui verso sud ovest riprendendo la testa del gruppo.

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Capitolo 3
*** Ad ognuno il suo! ***


Ad ognuno il suo - Maledizione a lui! – sbottò un Kiba alquanto stizzito alzandosi a sedere da terra e sputando un filo d’erba – ci ha convocati qua in tutta urgenza e di lui invece non c’è ancora traccia! –
- Effettivamente è già mezz’ora che lo aspettiamo… – fece notare Ten Ten.
- Classico di Shikamaru! – sentenziò Ino staccandosi un attimo di dosso da un Sai intento a dipingere un panorama  – non è mai in orario! –
- Fo-forse Shi-shikamaru-kun h-ha a-avuto un c-c-contrattempo...- fece la flebile voce di un’Hinata rintanata come suo solito in un angolo a torturarsi le dita.
- Ahah – rise Choji infilandosi una cospicua dose di patatine in bocca e scotendo la testa – nessun contrattempo, starà dormendo all’ombra di qualche albero come suo solito! –
- Contrattempo o no, fatto sta che non è buona usanza far aspettare la gente, soprattutto quando la si invita ad un incontro – disse Neji serio ed impeccabile come sempre, l’unico ad essere rimasto ancora in piedi dall’orario di ritrovo.
- Potevate impiegare il tempo utilmente come ho fatto io – si fece sentire Rock Lee, intento da una ventina di minuti buoni a fare flessioni sulle dita – perché non lasciate che lo spirito della giovinezza vi invada l’animo e vi trasporti? -
- Già, Neji ha ragione – sbuffò sconsolata Satura, inorridendo alle parole di Rock Lee e gettandosi a terra con la schiena, probabilmente per non vedere il suo pollice alzato ed il suo sorriso stampato in faccia – ma comunque, qualcuno sa il perché di questa convocazione? E come mai ci siamo tutti all’infuori di Naruto? –
- E’-è vero, ma-manca Na-naruto-kun – disse Hinata, arrossendo di botto al solo pronunciare il nome del ragazzo che le faceva perdere la testa.
- Semplice – rispose una voce proveniente da dietro di loro – siamo qua riuniti perché dobbiamo fare in modo di risollevare il morale a Naruto, e non mi sembrava opportuno chiamare anche lui all’organizzazione della sua festa a sorpresa. E Hinata…cerca di fare qualcosa, non puoi arrossire anche al solo nominarlo! –
Tutti si girarono e videro Shikamaru appoggiato ad un albero che si grattava la nuca e sbadigliava vistosamente infrangendo senza pudore ogni regola del bon ton. - Hey tu! Ti sembra questa l’ora di arrivare? – gli ringhiò contro Kiba.
- Pigrone che non sei altro! Immagino che sarai stato da qualche parte a sonnecchiare mentre noi eravamo qua ad aspettarti! – rincarò la dose Ino, un pugno ben alzato in direzione del genio di Konoha.
- Mpf…seccature – mugugnò Shikamaru – comunque se proprio volete saperlo, ero dal Quinto per definire gli ultimi dettagli del mio piano. –
- E dicci un po’, Nara, renderai partecipi anche noi delle tue idee geniali? – disse sarcasticamente Neji.
Shikamaru fece finta di non sentirlo, limitandosi a guardarlo male con la coda dell’occhio, poi, avvicinatosi al gruppo e sdraiatosi a terra con lo sguardo rivolto verso il cielo, iniziò: - Come ben sapete negli ultimi tempi Naruto non se la passa un granchè bene…da quando ha appreso della morte di Jiraya è caduto quasi in depressione. Ha meno enfasi, meno voglia di allenarsi e, strano a crederlo, anche meno appetito. L’Hokage in persona mi ha chiesto di fare qualcosa per rimetterlo in sesto, ed è per questo che vi ho chiamati tutti qua. –
Tutti i ragazzi si fecero seri di colpo, in effetti, a parte Sakura, Hinata ed un po’ Sai, nessuno si era reso conto che il biondino fosse davvero così giù.
- Allora Nara cosa hai intenzione di fare? – chiese Shino rompendo l’imbarazzante silenzio venutosi a creare poco prima.
- Già, cosa vuoi fare? Su diccelo! – fecero Ino, Sakura e Ten Ten in coro.
- Semplice, come stavo dicendo prima che voi iniziaste ad aggredirmi per il mio ritardo – disse il ragazzo col codino ad ananas scoccando occhiatacce a chi di dovere – gli organizzeremo una festa a sorpresa. Naruto ha sempre vissuto da solo in quell’appartamento, ma fra tre giorni ci faremo trovare tutti da lui al suo rientro a casa, sperando così di ridargli il sorriso e fargli passare una bella serata. Il tempo e la certezza di avere degli amici pronti ad aiutarlo anche nei momenti più difficili poi faranno il resto, ed in breve tempo riavremo indietro il nostro buon vecchio, casinista, goffo ma soprattutto amato Naruto, anche se forse più baka che mai! Chiaro, no? – concluse sorridendo.
- Bah…per me il vero baka sei tu – disse Kiba con un’aria non molto convinta – e si può sapere cosa dovremmo fare noi? E poi perché tra tre giorni? –
- Ah, stupido! – gli urlò nell’orecchio Ino, assestandogli un pugno in testa – si vede proprio che sei un maschio e che come tale capisci poco! Noi dobbiamo addobbare l’appartamento, preparare da mangiare, organizzare qualcosa per la serata…Già, ma perché fra tre giorni? Ce l’avremmo fatta benissimo in un giorno solo! –
- Uff…certo che se mi lasciaste finire di parlare per una volta, forse evitereste di farmi tutte queste domande – sbuffò Shikamaru accendendosi una sigaretta. – La faremo fra tre giorni per dare in modo a Gaara e ad i suoi fratelli di raggiungerci, così che possano partecipare anche loro. Sapete bene anche voi quanto siano legati Naruto e Gaara, soprattutto dopo la brutta avventura vissuta dal Kazekage. -
Sai sollevò lo sguardo dal dipinto e lo portò verso Satura, poi, col solito sorriso e la naturalezza di un bambino, le chiese: - Sono legati? Vuol dire che stanno insieme? –
Tutte le ragazze avvamparono, mentre Choji e Kiba, Shikamaru e Rock Lee scoppiarono in una fragorosa risata, ed anche l’imperturbabile e glaciale Neji perse per un attimo il suo self control lasciandosi andare un attimo ad una smorfia divertita, per poi riprendere la sua classica espressione compassata prima che qualcuno potesse notarla. Solo Shino restò impassibile(come sempre, del resto), o perché non considerava la cosa così divertente, o forse perché, come sosteneva Kiba, aveva un senso dell’umorismo pari a zero e non capiva mai le battute.
Una volta ripresasi dallo shock, anche se ancora un po’ rossa,  Sakura scattò in piedi e rifilò un potente cazzotto in testa a Sai, urlandogli: - Ma sei scemo? Basta, adesso quel tuo libro sulle emozioni umane lo butto via, perché ho già capito che ti fa solo della confusione in testa! E non azzardarti a fare uscite del genere quando arriverà qui il trio della Sabbia, capito? O giuro che te la spacco questa testa bacata che ti ritrovi! –
Sai, che non riusciva proprio a capire come mai la sua compagna di team avesse dato così tanto in escandescenza, col suo solito sorriso le disse: - Lo sai che quando perdi la pazienza ci assomigli davvero tanto ad un cagnaccio rabbioso? – E nel giro di poche frazioni di secondo un pugno ancora più potente del precedente lo investì in pieno spedendolo a diversi metri di distanza.
Ancora tremante di rabbia, Sakura venne tirata a sedere per le braccia da Ino e Ten Ten, onde evitare di perdere sin da subito un membro del gruppo organizzatore della festa.
Sinceratosi delle condizioni di Sai con un’occhiata distratta, Shikamaru ripartì da dove era stato interrotto. – Allora, dicevo che la festa si terrà fra tre giorni a casa di Naruto, ed ho bisogno della stretta collaborazione di tutti, quindi per favore i litigi lasciateli al giorno successivo. Sakura, ho bisogno che tu ci fornisca la copia delle chiavi dell’appartamento di Naruto e che aiuti Ino con gli addobbi floreali. Ten Ten, Hinata e Choji, voi vi occuperete della spesa e della preparazione di qualcosa da mangiare. Kiba, Rock Lee, Neji e Shino, voi invece vi occuperete della pianificazione della serata e degli altri addobbi. Mi raccomando, niente disegni di insetti o cani, ma soprattutto niente frasi sull’ineluttabilità del destino o sulla forza della giovinezza, capito? – detto questo scoccò un’occhiata poco rassicurante ai quattro in questione, poi continuò – Sai, se ti va di fare qualche disegno da appendere, ben venga, d’altronde qua in mezzo sei tu l’artista. Il budget per la festa è gentilmente offerto dall’Hokage, ma vedete di non esagerare con le spese. Un’ultima cosa, mi raccomando. Non fatevi sfuggire niente con anima viva, ci vuole pochissimo perché la sorpresa salti, ok? –
Tutti annuirono, chi più entusiasta e chi meno per il compito assegnatogli, poi qualcuno iniziò a riflettere sull’assegnazione dei compiti appena sentita, come se mancasse qualcosa, o meglio qualcuno, all’appello…
- Bene, se non ci sono domande allora io andrei che ho da fare, ci ritroviamo qua giovedì alle 11 – disse con nonchalance Shikamaru, già di spalle e con una mano alzata in segno di saluto, ma il suo modesto tentativo di fuga fu subito smascherato, ed il nostro genio venne placcato da un’azione combinata di Rock Lee, Kiba ed Akamaru.
- Dove credi di andare signorino? – gli chiese l’Inuzuka immobilizzandogli le mani, per paura che potesse ricorrere alla tecnica del controllo dell’ombra per liberarsi dei suoi inseguitori – come mai noi dobbiamo fare tutti qualcosa mentre tu non fai niente? –
- Non si trattano così gli amici! E poi il lavoro di squadra è fondamentale! – gli fece eco il genin con la tutina verde.
- Io veramente sarei incaricato fare da ambasciatore ai tre della Sabbia, non è vero che non ho niente da fare, è una seccatura che cederei volentieri a qualcun altro! – si lamentò Shikamaru, la faccia premuta ancora a terra.
- Sì, certo, come no – ridacchiò Ino, lo sappiamo bene quanto “ti secchi” rivedere Temari e portartela a spasso per Konoha, mentre lasci Gaara da Tsunade e smolli Kankuro in un bar! –
Il chunin avvampò fino alla punta dei capelli, mentre i suoi amici se la ridevano di gusto ed i suoi assalitori lo lasciavano libero mollandogli amichevoli pacche sulle spalle.
- Allora mio caro Casanova va e fatti valere! – gli urlò dietro Kiba – E mi raccomando – si aggiunse Ino sghignazzando – mantieni alto l’onore della Foglia! –
Shikamaru sbuffò sonoramente, mugugnando come sempre qualcosa di molto simile ad un “che seccatura”, poi salutò gli amici con un cenno della mano e si allontanò dal prato in cui si erano ritrovati.
“Dai che forse faccio ancora in tempo a passare a salutare il maestro Asuma” pensò, scomparendo a poco a poco dalla vista dei ragazzi che continuavano a ridere e scherzare, ignari di ciò che di lì a poco avrebbe sconvolto per l’ennesima volta le loro giovani vite.

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Capitolo 4
*** Dragone ***


04-Dragone - Miei cari compagni di viaggio, eccoci arrivati – disse Tobi fermandosi davanti ad una piccola locanda che sorgeva in uno spiazzo nel bel mezzo della foresta. – Prego, dopo di voi – riprese, facendosi da parte ed indicando agli altri l’entrata del locale.
Sasuke non se lo fece ripetere due volte ed entrò per primo, seguito a ruota dal suo gruppo e dai due membri dell’Alba a chiudere la fila.
- Gentili viaggiatori, cosa vi porta in questo luogo solitario? – chiese loro amabilmente un vecchio da dietro il bancone – Desiderate rifocillarvi per poi ripartire per il vostro cammino? Posso servirvi qualcosa da bere? –
Sasuke non lo degnò nemmeno di uno sguardo, intento come era a cercare il loro obiettivo all’interno di quello sgangherato locale deserto. Poi, per accelerare i tempi, rivolto a Karin chiese: – Allora, dove si trova? Non dirmi che si è accorto della nostra presenza ed è scappato…non ho assolutamente voglia di giocare a nascondino. –
La ragazza si concentrò qualche istante per decifrare la provenienza del chakra, ma prima che potesse aprire bocca, Tobi con aria cordiale si rivolse all’oste dicendo: - Tranquillo vecchio, non siamo qua per mandare a monte i tuoi affari illeciti, puoi anche dire al tuo collega di far uscire il vostro ospite, che abbiamo una proposta da fargli. –
L’anziano signore inizialmente fece finta di non capire, ma poi, vista l’insistenza con cui Suigetsu si passava la lingua sulle labbra mettendo mano all’elsa della spada legata alla schiena, decise di collaborare. “In fondo di vite se ne ha una sola, mentre i clienti vanno e vengono…” pensò, prima di battere una serie di colpi scanditi a tempo contro lo scaffale alle sue spalle.
Doveva trattarsi di un codice segreto, perché dopo pochi istanti nella parete adiacente allo scaffale andò a delinearsi una porta da cui uscì una figura, mentre il vecchio indietreggiava pian piano, l’espressione visibilmente preoccupata.
Un uomo alto, ben piazzato, dai capelli corti e corvini e con un po’ di barba incolta uscì del tutto dal passaggio segreto, andando ad appoggiarsi al bancone. Indossava un paio di pantaloni scuri ed una casacca scollata e senza maniche, che metteva in luce il fisico possente. A risaltare maggiormente erano però tre particolari: due occhi azzurrissimi(che per un attimo fecero precipitare Sasuke in un abisso sconfinato di ricordi), un tatuaggio rappresentante un dragone che partiva dalla spalla destra e culminava con la testa sul dorso della stessa mano, ed un coprifronte, legato all’altro braccio, che simboleggiava una sorta di freccia rivolta verso il braccio, solcato a metà da un profondo sfregio.
Fissò i presenti con aria interrogativa, soffermandosi qualche istante in più su Karin, che incrociando quei due opali azzurrissimi non potè fare a meno di arrossire vistosamente sciogliendosi un po’ sulle gambe.
- E così finalmente ci incontriamo di persona, Towaru “Dragone” Nakayama – esordì Tobi col solito fare a metà tra il sarcastico e l’allegro – cosa ci fai qua nel Paese dell’Erba? Sei sempre in giro per lavoro, eh? –
Il diretto interessato sogghignò, distogliendo finalmente l’attenzione da Karin ed incrociando lo sguardo del suo diretto interlocutore. – Bisogna pur sopravvivere a questo mondo, no? E ci vuole sempre qualcuno che si occupi del lavoro sporco. E…a proposito – si interruppe per qualche istante tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una serie di fogli spiegazzati – grazie a voi sì che sopravvivrei bene. La taglia su voi due è decisamente alta! Avrei la vecchiaia assicurata! – concluse esplodendo in una fragorosa, ed alquanto macabra, risata.
- Bah – si intromise Kisame – voi della Cascata siete proprio fissati coi soldi…saresti il degno erede di Kakuzu! Un avido e bastardo cacciatore di taglie! –
- Così mi lusinghi – rispose continuando a ridere il mukenin – ma sai, come ho già detto, c’è sempre qualcuno che deve fare il lavoro sporco, e poi una volta morto il più famoso c’era bisogno di un nuovo punto di riferimento, non credi? Allora, con chi comincio? – concluse poi facendosi serio.
Tobi andò a sedersi ad un tavolo, poi estrasse da una tasca un anello simile a quello che portava lui. – Vedi Towaru, non siamo qui per combattere, ma per offrirti un’occasione unica – disse giocando col piccolo oggetto che teneva tra le mani – come ben saprai, siamo  rimasti in pochi nell’organizzazione, e stiamo cercando nuove leve. Ti sto offrendo l’opportunità di diventare un membro effettivo dell’Akatsuki, che vuol dire avere soldi, potere ed una copertura costante per mandare avanti i tuoi illeciti. Che ne pensi, ti interessa la mia proposta? –
Lui sembrò rifletterci un po’, poi chiese: - E cosa vi aspettate da me in cambio? –
- Cooperazione, fedeltà, e se ce ne sarà strettamente bisogno, una parte delle ricompense per le taglie che ti aiuteremo ad incassare. Allora, ci stai? – gli rispose Tobi, lanciandogli l’anello.
Il ninja traditore della Cascata ci pensò un po’ su poi, infilandosi l’anello rise di gusto dicendo:
- D’accordo, ma non più del 50% dei ricavi! –
- Ottimo, affare fatto allora – disse Tobi, frugandosi ancora in tasca ed estraendo un altro anello – Sasuke, questo era l’anello di tuo fratello. Mi raccomando, non deludere le mie aspettative. –
Questi l’afferrò al volo e rimase un po’ a guardare l’oggettino, ripensando al racconto fattogli da Madara sulla vera storia di Itachi. Poi se l’infilò deciso e decretò: - Bene, uno l’abbiamo trovato, avanti verso il prossimo obiettivo allora – e detto questo uscì spedito dalla locanda.




- Eddai, che ti costa? Per favore! – chiese implorante Kiba a Neji – Lo sai che né io né Shino possiamo riuscirci, se ne accorgerebbero subito in casa! Per non parlare di Rock Lee, lui diventa pericoloso solo se ci si avvicina! A Villa Hyuga ce ne sarà in abbondanza, vedrai che non se ne accorgeranno nemmeno che mancano un paio di bottiglie! –
- Tecnicamente ha ragione – gli fece notare Shino da dietro le sue lenti nere, la solita aria pacata - in quanto minorenni il sakè non ce lo venderebbero. –
- Ho detto di no – rispose lapidario Neji, per poi aggiungere a voce un po’ incerta – non mi va di rischiare di finire nei casini con mio zio Hiashi… -
- Ma lo sai che il buon esito della serata dipende da questo! – cercò di convincerlo Kiba – Servirà per rompere il ghiaccio e divertirci un po’! –
- Inuzuka, piantala. Nei casini va a finire che ci vado io se qualcosa va storto. E poi chi l’ha detto che senza alcool non ci si diverte? –
- Eddai, vedrai che non se ne accorgerà nessuno! Con tutta la gente che c’è a casa tua, vuoi che se la vengano a prendere con te, “ l’integerrimo Neji, grande promessa del clan “? – proclamò Kiba con fare sostenuto, nel tentativo, peraltro riuscito, di scimmiottare Hiashi Hyuga.
A Neji scappò un sorriso, che però tentò di reprimere subito. Non stava bene che si prendesse in giro l’onorevole zio, anche se tuttavia doveva ammettere che faceva ridere. – Non saprei, davvero. Dovrei imparare i turni dei servitori per poter accedere alle cantine e fare tutto nella più assoluta tranquillità e sicurezza…ci vuole del tempo per elaborare un piano infallibile…ed invece noi abbiamo solo due giorni a disposizione… -
Kiba aggrottò un po’ la fronte, erano terminati in un vicolo cieco, da lì non c’era verso di schiodarsi. Poi, d’un tratto, il buon Akamaru, intento a ringhiare ad un gatto, gli fece venire un’illuminazione. Rimase ancora un momento a pensare a come buttarla giù, mentre Neji continuava a crucciarsi ed a tirare fuori innumerevoli scuse e problemi, dicendo di tanto in tanto che forse non era destino che portassero il sakè alla festa…
Kiba, sul viso una finta espressione profondamente amareggiata e sconsolata, si avvicinò a Neji ponendogli una mano sulla spalla quasi a consolarlo. A quel gesto Shino sussultò lievemente dietro le lenti: quello era il segnale che la pantomima aveva inizio!
- In fondo ti capisco…- esordì l’Inuzuka, lo sguardo verso il cielo, la mano saldamente appoggiata alla spalla del suo interlocutore – nemmeno io sarei in grado di fare un affronto simile ad un membro così stretto della mia famiglia…sono sicuro che ci divertiremo lo stesso, in fondo ciò che conta è stare tutti insieme, poi Lee con lo Spirito della Giovinezza ci farà capire cosa conta davvero nella vita… -
Neji, che in un primo momento era rimasto spiazzato dal comportamento così comprensivo del suo amico, al sentire “Spirito della Giovinezza” rabbrividì di colpo e lanciò un’occhiata preoccupante a Lee, che stava già ardendo del “Fuoco della Giovinezza” per l’emozione e la responsabilità che avrebbe avuto. “Forse in fin dei conti una bottiglietta potrei anche chiederla in prestito allo zio…” si ritrovò a pensare.
Kiba, visto il momento di defaillance del ragazzo, colse l’occasione per sferrare l’attacco finale, continuando: -… vedrai che le ragazze capiranno, anche se ci tenevano. Ma sì, dai, alla fine non è quello che conta! E poi magari lo faremo comprare a  Kankuro il sakè, lui in fondo è maggiorenne! Pensa, diverrà l’eroe della serata, avrà tutte le ragazze intorno! –
Lo Hyuga stava per cedere, ma c’era bisogno ancora di qualcosa per farlo capitolare…serviva un vero e proprio colpo di grazia!
- Ok, è deciso, appena Kankuro arriverà a Kohoha lo incaricheremo di comprare un po’ d’alcolici. Vedrete come sarà contento, è tanto che non lo vediamo, e l’ultima volta mi disse che aveva veramente voglia di tornare a trovarci, soprattutto per vedere… – Kiba si fermò un attimo, per dare più effetto a ciò che stava per dire - come era che la chiamava? Ah, sì! Quella bella brunetta combattiva! Diceva che era veramente rimasto ben impressionato in tutti i sensi da Ten Ten! Capisci cosa intendo, no? – concluse dando di gomito all’amico.
Colpito ed affondato. Nell’orgoglio, nell’onore, ovunque. Non poteva certo permettere a quella sottospecie di pagliaccio di portargli via la sua(?) Ten Ten. Assolutamente no.
- Ok – disse poi Neji dopo essersi ripreso – tre bottiglie di sakè bastano per la festa, vero? - 

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Capitolo 5
*** La promessa ***


05-La promessa - Domani è il grande giorno e non abbiamo ancora preparato niente! – sbuffò Ten Ten – Mi sarebbe piaciuto presentarmi con qualcosa di più che qualche pacchetto di stuzzichini! –
- C’è anche il ramen istantaneo per Naruto – disse Choji ingoiando una manciata delle sue immancabili patatine.
- Già…patatine e ramen…sai che banchetto… - rispose sarcastica Ten Ten.
“Beh, non è poi così male” pensò fra sé e sè l’Akimichi, assiduo divoratore di entrambe le pietanze. A dire il vero, conoscendolo, a lui sarebbe andata bene qualunque cosa…
- Se s-se volete – intervenne titubante Hinata -  p-potrei chiedere ai cuochi di casa mia di preparare qualcosa. N-non dovrebbe essere un grosso problema per loro. –
- Sarebbe fantastico! – disse raggiante Choji, che già pregustava tutte le leccornie che avrebbe potuto mangiare alla festa.
- Grazie mille Hinata, ci faresti un grosso favore – la ringraziò con un gran sorriso Ten Ten – ma non esagerare, bastano un paio di torte e qualche tramezzino, ricordiamoci che è pur sempre una festa. Il resto, cioè gli stuzzichini, il gelato, le bibite e – sospirò – il ramen istantaneo, provvederemo a comprarlo noi direttamente domani.
Alla vista di quel sorriso sincero Hinata arrossì lievemente poi, iniziando a giocherellare come suo solito con le dita disse: - F-figurati, n-non c’è di che. –
Chi invece rimase deluso fu Choji, che di colpo si vide sparire dalla propria immaginazione tutte quelle sontuose portate che stava già pregustando. Peccato…si fece però coraggio pensando che almeno una volta arrivato a casa, sua madre l’avrebbe accolto con un pranzo degno di nota.


Il campanello suonò insistentemente per tre volte, prima che il padrone di casa si decidesse di andare ad aprire la porta. Sulla soglia c’era una ragazza dai capelli rosa che lo guardava con fare molto interrogativo.
- Si può sapere che stai facendo ancora in casa a quest’ora? – chiese in tono aspro la ragazza – vuoi per caso diventare come quello scansafatiche di Shikamaru? –
Il ragazzo, irriconoscibile, lo sguardo basso, mormorò un flebile – scusa – poi si voltò e tornò all’interno dell’appartamento, lasciando la ragazza sulla soglia di casa.
Furente entrò sbattendo la porta, gridando: - Ti sembra questo il modo di trattare gli ospiti? E poi ti prego, apri un po’ le finestre, qua dentro si muore! –
Con un altro – scusa – appena udibile il ragazzo si avvicinò alla finestra vicina al tavolo e l’aprì, venendo così investito da una ventata d’aria fresca, che lo ridestò leggermente dal suo stato semi-comatoso.
La ragazza, irritata da un comportamento così remissivo, lo raggiunse, lo prese per le spalle e lo voltò di colpo per guardarlo bene in faccia. Stava per alzare la voce, quando si rese conto dello stato dell’amico. Occhi gonfi, di un azzurro opaco, spento. Profonde occhiaie, capelli spettinati e guance solcate da lacrime che chissà per quanto tempo erano scese ininterrotte. Quella visione la fece intenerire profondamente, non si aspettava proprio di trovarlo in quelle condizioni. Istintivamente, senza nemmeno pensarci, lo strinse a sé abbracciandolo.
Lui, nonostante la superasse in altezza, chinò il capo sulla sua spalla ed iniziò a mormorare: - Se ne è andato anche lui…sono rimasto solo…ogni volta che trovo qualcuno a cui voglio bene veramente, qualcuno che considero come un familiare, questo se ne va e mi lascia solo… - poi, la voce rotta dai singhiozzi – Sakura…ti prego…non lasciarmi anche tu… -
Lei lo strinse a sé maggiormente, accarezzandogli i capelli e schioccandogli un leggero bacio sulla guancia: - Sta tranquillo Naruto, sei troppo importante per me. Non ti lascerò da solo, mai. Ed ora piangi, sfogati che ne hai bisogno, non tenerti tutto dentro. Non ti fa bene restare sempre da solo. –
Lui le si avvinghiò con le braccia, scoppiando in un pianto incontrollato. Ma questa volta non era amaro come quelli che l’avevano accompagnato ogni notte dalla notizia della morte di Jiraya. Stavolta aveva un retrogusto dolciastro, probabilmente merito del profumo dei capelli della compagna di squadra che stringeva a sé.
Poi, d’un tratto, alzando il viso andò ad incrociare gli occhi di lei, altrettanto umidi ed in procinto di lacrimare. La guardò fisso per qualche istante, poi quasi ad implorarla le disse: - Ti prego, promettimi che non mi abbandonerai anche tu…promettimelo, ho bisogno di saperlo! –
- Te lo prometto Naruto – rispose teneramente lei – te lo prometto. E poco a poco lacrime calde iniziarono a rigare anche le sue guance.




- Si può sapere cos’hai da fissarmi così intensamente? – chiese Towaru rivolto a Suigetsu, pur continuando nella sua corsa. – E’ da quando siamo partiti che mi ritrovo il tuo sguardo viscido addosso. Ti conviene darmi una spiegazione plausibile, prima che mi arrabbi. -
- Oh, niente di che – rispose placidamente l’interpellato – è solo che mi stavo chiedendo quali fossero le tue reali doti. Cioè, siamo sicuri che tu valga davvero qualcosa? –
- Al momento opportuno mostrerà a tutti il suo valore, statene certi – si intromise Tobi – per ora cerchiamo di non perdere tempo in dispute inutili e muoviamoci, il prossimo obiettivo non è molto lontano, e poi dobbiamo allontanarci il più possibile dal confine col Paese del Fuoco. Domani gli uomini della Pioggia guidati da Pain sferreranno un’offensiva contro Konoha, giusto per tenere impegnati per un po’ di tempo i ninja della Foglia, dandoci così modo di concludere la nostra ricerca. Quindi Sasuke dì al tuo sottoposto di non disturbare, altrimenti mi vedrò costretto a prendere seri provvedimenti. –  concluse fermandosi e voltandosi a guardare Suigetsu.
Questi lo guardò fermarsi e sputò in terra, in segno di spregio, poi lo fissò in volto con aria di sfida. Da vero stolto non aveva fatto i conti con le abilità oculari degli Uchiha. Fu questione di una frazione di secondo prima che il mangekyou sharingan entrasse in azione e lo catapultasse in un mondo fittizio di atroci ed interminabili sofferenze.
Dopo una manciata di secondi Tobi interruppe il genjutsu, facendo crollare a terra la sua vittima. Poi, rivolto agli altri, disse: - Questo era solo un avvertimento, la prossima volta farò sul serio. Quindi siete pregati di non disturbare durante questa missione e di conservare le vostre forze per il momento del vero scontro. –
Ci fu il più assoluto silenzio per una decina di secondi, poi continuò : - Ci fermiamo cinque minuti per riposarci un attimo e dar modo a quell’incapace di riprendersi. Sono stato clemente, entro domani avrà recuperato appieno le sue forze. Mi auguro che gli serva di lezione. -
Karin, e Juugo guardarono sbigottiti il leader di quella spedizione, inconsapevoli del vero potere che poteva celarsi nello sharingan. Se era riuscito a mettere al tappeto in così poco tempo un tipo come Suigetsu, significava che quell’abilità innata era davvero temibile e potentissima. D’ora in avanti sarebbe stato meglio seguire rigorosamente le sue direzioni.




“Oh, come si sta bene al calduccio sotto le coperte. Niente missioni, niente seccature, nessuno che dist…” – NARA SHIKAMARUUUUU!!! – I pensieri del giovane ninja vennero interrotti bruscamente, per l’ennesima volta, dalla “dolce” voce della sua “dolce” madre.
Fu questione di una manciata di secondi prima che la porta venisse spalancata.
- RAZZA DI SCANSAFATICHE! MA DOVEVI PROPRIO EREDITARE TUTTI I DIFETTI DI TUO PADRE? – chiese(o meglio asserì)Yoshino, arrabbiata come sempre.
- Mhn…che c’è? – mugugnò Shikamaru, gli occhi ancora chiusi e la testa ben rannicchiata sotto al cuscino.
- C’è che è arrivata una comunicazione per te, e devi recarti urgentemente dall’Hokage. Quindi ora ti alzi e corri immediatamente là. E se fra due minuti non sei fuori di casa, giuro che a palazzo ti ci porto io a calci, figlio degenere! Intesi? –
“Mio padre deve averla davvero combinata grossa stavolta per renderla così furente” pensò il giovane Nara. “Qua è meglio scappare, prima che la situazione degeneri!” Ed in fretta e furia si scaraventò fuori dal letto, e si infilò al volo la divisa, il tutto sotto lo sguardo non proprio amorevole di Yoshino che impugnava il solito mattarello.
Scese le scale di corsa e fece per dirigersi verso l’ingresso, quando notò un corpo inerme disteso sul divano. Per la precisione si trattava di suo padre. Sembrava dormire placidamente, non fosse per l’enorme bernoccolo che si ritrovava in fronte. Doveva essere stata colpa del mattarello…
Senza che se ne accorgesse, si ritrovò sua madre alle spalle, che gli sussurrò in un orecchio: - Visto cosa succede a farmi arrabbiare? Vuoi un ricordino in fronte anche tu, tesoro? –
Shikamaru, che in un primo momento era rimasto irrigidito a causa dello spavento, riprese di colpo il controllo sul suo corpo e si fiondò fuori di casa in men che non si dica.
“Quella donna è un vero demonio” pensò una volta raggiunta una debita distanza di sicurezza da casa sua “chissà cosa ha portato mio padre a sposarla? Uno di questi giorni devo ricordarmi di chiederglielo…”
Immerso nei suoi pensieri, stava cercando di sfruttare il suo notevole QI per cercare di capire cosa avesse spinto suo padre a prendere una decisione tanto folle, quando quasi senza rendersene conto si trovò davanti al palazzo dell’Hokage.
Salutò come suo solito le guardie all’ingresso e si diresse fino all’ufficio del Quinto. Stavolta però, memore dell’ultimo incontro e del fatto che una volta arrabbiata Tsunade poteva assomigliare tremendamente a sua madre, decise di bussare.
Una volta ricevuto il permesso di entrare aprì la porta e si diresse verso la scrivania dove era seduta l’Hokage. – Mi avete mandato a chiamare? – chiese poi una volta avvicinatosi.

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