Quando gli incubi diventano realtà

di Dovahlene
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La paura ***
Capitolo 2: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 3: *** Notte di terrore ***
Capitolo 4: *** Vacanze romane ***
Capitolo 5: *** KM ***



Capitolo 1
*** La paura ***


A volte la paura non viene rispettata, anzi viene derisa, qiella stessa paura che col suo potere ha causato la morte di migliaia di persone....la paura non ama essere presa in giro. Questa è la storia di un ragazzo che rideva in faccia alla paura. Lorenzo teneva le cuffie al massimo del volume, aveva un blocco note in mano e annotava su di esso il programma dei video che avrebbe dovuto fare una volta tornato dalle vacanze: una nuova serie horror, recuperi su happy wheels e infine purtroppo per lui, era stato rilasciato cat mario 5 e avrebbe dovuto fare una live per i suoi fan che amavano quando sclerava. Il treno correva lungo le rotaue veloce, il suo rumore metallico era assordante ma era attenuato da madness la canzone tecno che pompava nelle grosse cuffie dello youtuber. La testa d'un tratto si fece più pesante, e i suoi occhi cominciarono a chiudersi, anche la musica finì e lentamente Lorenzo chiuse gli occhi e si abbandonò al torpore. Si ritrovò in una stanza buia e silenziosa, si sentiva un odore acre come di sostanze chimiche e l'aria era pesante come se fosse stata di piombo. L'istinto gli suggerì di alzarsi ma non vi riuscì abbassò gli occhi e vide con orrore che era Incatenato al logoro divano su cui era seduto, uno spiffero gelido gli fece stringere le spalle ossute in un brivido...il silenzio era opprimente, tanto che quasi poteva sentire il suo cuore battere. Dei passi si mossero al piano di sopra Lorenzo li poteva sentire nitidamente, il suo respiro aumentò, alzò lo sguardo e vide il grosso lampadario di ferro sospeso sulla sua testa vibrare paurosamente ad ogni tonfo, poi sentì il suo ospite scendere delle scale....il respiro era sempre più affannoso... La porta si aprì lentamente scricchiolando. Lorenzo aprì la bocca per parlare ma non ne usci alcun suono, sentiva l'aria densa spostarsi al suo passo...qualsiasi cosa fosse era corporea, "non ho paura di te",disse con forza, il silenzio rispose..."sono abituato a tutto questo" urlò con qianto fiato aveva in gola...ancora silenzio,....d'un tratto mani fredde e scheletriche gli afferrarono il collo...sentì la bocca dell'intruso avvicinarsi al suo orecchio e gli sussurrò "COLUI CHE NON RISPETTA LA PAURA SARÀ PUNITO, COLUI CHE RIDE INVECE DI URLARE ORA PIANGERÀ, LA FIGLIA DELLA PAURA STESSA ARRIVERÀ PER RENDERE I SUOI INCUBI REALTÀ"...."corri FAVIJ...CORRI" le catene che gli premevano sul petto, si dissolsero crepitando come zampette di insetti, Lorenzo scattò verso la porta che al suo contatto si dissolse, il ragazzo si ritrovò in un lungo corridoio buio alla cui fine si vedeva una minuscola e flebile luce, una risata agghiacciante squarciò il buio come una lama, doveva correre. I suoi piedi poggiavano veloci sul viscido pavimento...lo sentiva alle sue spalle lo sentiva urlare "5 NOTTI SENZA LUCE....5 NOTTI DI TERRORE, e imparerai ad amarla la paura". Lorenzo si stava lanciando verso la luce che era li a pochi passi e che ora era molto più ampia tanto da illuminare il corridoio ma un mano stretta sulla sua spalla arrestò la sua corsa, fu allora che la vide: era alta e magra aveva la pelle bianca come la calce, occhiaie violacee e i capelli scuri che le cadevano lungo le spalle...e infine gli occhi., grandi ed infossati, rossi come una foglia d'autunno, e da cui cadevano lacrime di sangue che le sporcavano gli abiti candidi e le mani esili...ma la cosa che più inquietava di quella creatura era il fatto che fosse in qualche modo UMANA,strinse la presa e disse "ricorda" poi ridendo diede una spinta a Lorenzo che cadde travolto dal fascio di luce.

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Capitolo 2
*** Un incontro inaspettato ***


La stanza che avevano assegnato a Lorenzo era la numero 289, era grande, forse un po’ troppo e aveva lunghe parete dipinte di un verde menta molto acceso, la stanza aveva perfino un piccolo bagno e un balconcino che dava sul parco interno dell’hotel romano dove lo youtuber si trovava, i suoi amici lo avrebbero raggiunto tra 5 giorni, eh si per la prima volta da quando aveva compiuto 18 anni sarebbe rimasto davvero solo, sperava soltanto che i suoi incubi si fermassero almeno per le cinque notti in cui sarebbe stato solo. Posò le valigie a un angolo della stanza, fece un mezzo carpiato e atterrò sul letto, era davvero distrutto e sul treno per colpa di quel dannato incubo non era riuscito a riposare, si allungò per spegnere la luce e poi poggiò la testa sul cuscino…i suoi bei capelli (senza un senso logico) vi si schiacciarono contro espandendosi e sorridendo Lorenzo chiuse finalmente gli occhi. Il suo riposo però durò davvero poco perché  due…e dico due minuti dopo qualcuno entrò nella sua stanza facendo un fracasso infernale, Lorenzo si alzo di scatto e si ritrovò, seduto sul letto, a fissare un mucchio di vestiti sotto i quali si muoveva qualcosa, da quella montagna di rosa blu e verde acqua emerse una ragazza. Si alzò dal letto e si avvicinò alla ragazza che tentava invano di liberarsi dai suoi vestiti, “chi diamine sei tu?” chiese Lorenzo con tono più divertito che minaccioso “io..io..ecco..sono Elena” “e perché sei qui?”…la ragazza prese una pausa, sembrava che stesse cercando una scusa plausibile“io cercavo di entrare nella mia stanza ma le valigie mi pesavano e così mi sono appoggiata alla tua porta e…”, lui sorrise e si avvicinò tendendogli la mano, “e visto che la porta era aperta sei caduta nella mia stanza, ahahahaah”…”si” disse lei con un tono tutt’altro che convinto, quando emerse dalla sua biancheria finalmente Lorenzo la vide bene, non era altissima ma neanche bassa, aveva i fianchi alti e delle belle gambe…il viso era proporzionato anche se il mento sporgeva un po’ ma la cosa che più lo colpì furono i suoi bei occhi che lo osservavano come un gatto, grandi e color nocciola, il sinistro più scuro del destro, era bella ma anche dolce e estremamente impacciata. Con mille scuse si congedò gettando alla rinfusa i suoi vestiti nelle grosse valigie blu che aveva a seguito, stava per uscire quando Lorenzo la fermò “ehm..h-hai dimenticato questo” e le mostrò un tanga color rosa confetto, Elena diventò del colore dei pomodori glielo strappò di mano e entrò correndo nella sua stanza che si trovava di fronte alla 289, Lollo sorrise, quella ragazza era stata la prima bella sorpresa della giornata.
Spalancò l’armadio in cerca di qualcosa da mettersi, “felpe, mmm no, t-shirt neanche… ecco questa si” afferrò la sua camicia preferita e se la appoggiò sulle spalle allacciò il bottone de suoi jeans e fece scorrere le maniche della camicia lentamente, era pronto… il tramonto cominciava a scendere e la notte stava lentamente calando sulla capitale italiana, Lorenzo attraversò il pianerottolo e fece scivolare sotto la porta numero 291 un bigliettino con scritto: “perdonami per oggi, ti va di mangiare una pizza per rimediare?” era ancora inginocchiato davanti alla porta di noce quando Elena aprì la porta, si guardarono imbarazzati per qualche istante, Lorenzo si stava davvero pentendo di quel idea, lei gli chiuse la porta in faccia, passarono 5 secondi che sembrarono interminabili e poi Elena riaprì, “aspetta che mi prepari”disse lei trattenendo le risate, Lorenzo sorridendo si appoggiò al muro del corridoio, aspettandola. Scesero lungo le scale chiacchierando del più e del meno e decisero di andare ad Anzio anziché in pizzeria dopotutto se sei nel Lazio almeno una volta ci devi andare ai castelli a mangiare in una fraschetta. Lorenzo scoprì che Elena era li per vacanza, fu molto vaga su questo, lei le raccontò che avrebbe dovuto iniziare l’università da li a poco e che avrebbe voluto specializzarsi in Archeologia, poi arrivarono gli ordini e così pane casereccio, salame, porchetta, formaggio e stuzzichini vari vennero serviti, fu quando lei allungò la mano per prendere una coppietta che Lorenzo si accorse di qualcosa di assolutamente esilarante “ e questo?” le chiese scoprendole il polso, lei aveva scritto con l’inchiostro indelebile il suo Nickname sul polso destro, quella scritta (FAVIJ) era contornata di cuoricini azzurri, Elena sorrise arrossendo un po’, “aehm…ecco si…va bene lo ammetto sono una tua fan”, “ahahahaah e perché non me lo hai detto subito??” “ mi vergognavo un po’”…” e di cosa?”…” bhe dopo la figuraccia di stamattina… quanto mi sono accorta che eri tu sarei voluta morire”…”naaa non preoccuparti, e poi bhe, vedila così se tu non fossi caduta nella mia stanza non ci saremmo mai conosciuti”, lui la guardò negli occhi quello sguardo le fece riscaldare il cuore “già” rispose lei ricambiando lo sguardo e scoppiò a ridere così all’improvviso, c’era tutta la vergogna del pianeta in quella risata.
Passarono il resto della serata a parlare di youtube, poi decisero di fare una passeggiata, al chiaro delle stelle, tutto sembrava più misterioso ma anche più romantico sotto quella flebile luce, si sedettero sulle altalene di un parco giochi per bambini, lui cominciò a girare su se stesso e fece girare anche lei, le loro altalene si avvicinavano sempre di più così come le loro bocche… ecco il momento perfetto, la notte il silenzio e due ragazzi pronti ad innamorarsi. Elena si avvicinò un po’esitante le loro labbra erano ormai a pochi millimetri di distanza, lui la guardò negli occhi ma…ci vide riflessa…LEI, la creatura del suo incubo, la luna scomparve all’improvviso e lei fece un cenno verso Lorenzo, poi dei tentacoli familiari comparvero sulla sua schiena la creatura si alzò a dismisura e il suo volto divenne totalmente bianco, Lorenzo si scostò chiudendo gli occhi,Elena si fermò tenendo la testa bassa “oh ecco ok…se-non-ti-piaccio, perdonami”, Lorenzo si fermò un istante a riflettere guardò Elena e si ricordò di cosa stava facendo, lei lo fissava con lo sguardo più deluso della terra “n-no nonno non è colpa tua,ma…”,-: “ma??”,   “ecco credevo di aver visto…”…”cosa?, Lorenzo ti senti bene?, stai sudando!!”… “s-si, ma si è fatto tardi forse è meglio tornare all’albergo”, si alzarono e seguirono la strada fino al grande ed antico Hotel, presero le scale che si rivelarono più faticose del solito, o forse era più esatto dire che il ragazzo si sentiva distrutto, Elena lo lasciò sul pianerottolo e si congedò dandogli un bacio sulla guancia, “buonanotte”…”buonanotte Ele, grazie per la bella serata”…lei sorrise forzata e sbattè la porta, ecco ora Lorenzo era di nuovo solo. 

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Capitolo 3
*** Notte di terrore ***


Allora!! eccoci qui al terzo capitolo, sono contenta che vi piaccia la mia ff, lo speravo!! In questo capitolo vedremo come Lorenzo affronterà la prima notte, vediamo chji indovina quale sarà il suo primo incubo!! Spero che vi piacera leggete…e divertitevi
 
PS: perdonatemi per l’assenza ma ho un molto da fare…spero di riuscire a ridurre i buchi perché voglio finirla la storia!!
 
Un bacio a tutti!! (specialmente al mio Lollo!!) <3

 
 
 
 
 
Lorenzo continuava a pensare…alla sua visione, quello era…-:NO non poteva essere lui, NO!!:- Fece un cenno con la testa come a dire no e poi cominciò a spogliarsi, la luce della luna illuminava debolmente la sua stanza, lanciò camicia e pantaloni sulla sedia nell’angolo, e stropicciandosi gli occhi si sdraiò, ci volle ben poco per far cadere Lorenzo tra le braccia di Orfeo che lo strinsero come una madre amorevole.
La stanza era di nuovo scura, il divano era di nuovo lì e per la seconda volta ci si trovò seduto sopra, stavolta però poteva muoversi liberamente, e così senza pensarci due volte si precipitò nel corridoio pronto a scappare al minimo rumore, cominciava a fare freddo in quel corridoio con la carta da parati distrutta, Lorenzo notò che il suo respiro si condensava in nuvole di vapore…sempre più spesse, “Lorenzo” sentì sussurrare d’improvviso, “Lorenzo” qualcuno lo stava chiamando, non avrebbe voluto ma come sospinto da una forza sconosciuta si diresse verso il punto da cui proveniva il sussurro, ora lo sentiva più nitidamente era qualcuno che chiamava ininterrottamente il suo nome…il ragazzo si fermò davanti a una porta di ferro ed il sussurro cessò, lui allungò la mano e lentamente girò la maniglia, mise un piede avanti e fu dentro. Ora non era più semplice buio era notte, e Lorenzo poteva vedere il cielo, avanzò lentamente nell’oscurità ma cadde a terra,il suo piede era incastrato in qualcosa, la tastò era… era…una radice, -:dove diamine mi trovo?:-pensò,poi la sua mano finì su qualcosa di freddo e lungo qualcosa di metallico,”UNA TORCIA”, urlò come se qualcuno potesse sentirlo così si rialzò pulendosi dalla terra scura che gli macchiava la felpa e i jeans con cui era vestito, spinse con forza il bottone di gomma e un fascio di luce illuminò il paesaggio intorno a lui, si trovava in una foresta. Un pensiero orrendo pervase la sua mente…e se quello di quella mattina non fosse stato un sogno…insomma…era qui e non capiva come ci fosse arrivato, ed era tutto così reale!!, No stava sognando queste cose esistono solo nei film e nei videogiochi non è reale, “ e se lo fosse invece”, Lorenzo girò la testa alla ricerca di chi avesse parlato,  ma non vide nessuno “dove sei?”…”sono ovunque” sembrava essere stato il vento a parlare, ed il respiro del ragazzo cominciò a farsi di nuovo affannoso. Passarono alcuni minuti ma alla fine decise di muoversi, doveva uscire di li e alla svelta!, cominciò ad incedere con passo incerto ma poi constatata la tranquillità del luogo prese sicurezza e si avviò a lunghi passi verso quella che sembrava una strada, allora… vide in lontananza quello che sembrava, si era proprio un magazzino e c’era una luce dentro, -:persone!:- corse lungo la colline verso il magazzino e si precipitò contro la porta , bussò più volte ma nessuno rispose, cominciò ad urlare ma non sembrava ci fosse nessuno, poi controllò la serratura, chiusa…-:Bene, stiamo messi meglio del  cazzo!!:-aggirò il lungo magazzino grigio strano gli ricordava tanto uno di quei posti in cui i mostri dei suoi video si nascondevano, e non aveva tutti i torti. Sul retro della costruzione c’erano alcune scatole e un camion che sembrava essere lì da anni, la ruggine lo ricopriva,e sembrava non fosse mai stato usato, fu mentre controllava se ci fosse qualcosa di utile al suo interno che notò qualcosa di spiacevole, illuminò la parete grigia del magazzino e vide…si era una pagina, una di quelle tanto odiate pagine, e lui sapeva cosa significava… ora lo comprendeva…la foresta, lo torcia e poi la pagina…SLENDERMAN, -:bhe, almeno ora so cosa devo fare:- prese la pagina la piegò e la mise nella tasca della felpa, ecco la ricerca era iniziata una altra volta, ma ora non era il personaggio del gioco a rischiare e sebbene non fosse ancora del tutto certo che questo fosse reale, in questo posto di certo il bottone di restart non esisteva, e lui…lui era sempre più vicino, lo sentiva! lo aveva sentito sin da quando era entrato in quella dannata foresta, qualcuno lo guardava, pronto ad ucciderlo al primo passo falso. Cominciò a girare per la foresta alla ricerca delle otto pagine stringeva i pugni e si ripeteva di non guardarsi indietro-:se non lo vedi non può farti del mal…la sua riflessione soffocò in un urlo di terrore, vedeva tutto come se avesse infilato la testa in un televisore rotto, e un punto bianco in lontananza che non prometteva nulla di buono, cominciò a correre si girò e lo rivide più vicino “CRISTO, non devo girarmi non ora!!”,  vide un albero con su la seconda pagina la prese al volo e si allontanò da quel mostro alto due metri, che lo seguiva per scopi nefasti, ecco la terza la quarta, lui era lì sempre più vicino , il suo volto era sempre fisso, e Lorenzo sapeva che non solo lo slender lo stava osservando, c’era anche lei lo sapeva lei era accanto allo slender e si beava del suo terrore…ero solo questo quello che voleva… terrorizzarlo!!! Corse verso quello che sembrava un vecchio sito di costruzione in abbandono….alcune case erano già state costruite ma poi per qualche strano motivo quel cantiere doveva essere stato abbandonato, si getto verso la porta più vicina e la chiuse dietro di se. Vicino a una finestra senza vetro trovò un'altra pagina “go away” urlava quel foglio di bianco….interferenze oh no di nuovo!! “corri cazzo, corri!!!”, si rifugio dietro ad un muro eretto per metà, quando un pensiero orribile gli venne in mente! E se fosse come in slender the arrival? E se oltre a quel mostro tentacolare ci fosse anche lei?, alla sua domanda rispose il suono di qualcuno che correva e veniva proprio nella sua direzione “NO CAZZO NON LEI!! NON LEI” corse più velocemente di quanto gli permettessero le sue esili gambe e ad un tratto lei svanì…alzò gli occhi e vide un'altra pagina!!.
Girando aveva trovato le pagine mancanti, ora era alla ricerca dell’ultima e sapeva cosa significava….morte, aveva incontrato lo Slenderman e la sua “assistente” alcune volte ma era sempre riuscito a scappare, ora però mancava l’ultima pagina e da quella non c’era via di fuga, fruscii di passi dietro di lui, una lieve interferenza che finì subito, Lorenzo aumentò il passo, senza guardarsi indietro, camminava nell0scurità tenendo la torcia alta ad illuminare il più lontano possibile, vide il profilo di qualcosa stagliarsi contro la nebbia, resa più chiara dalla flebile luce lunare, si asciugò il sudore con la manica della felpa e si diresse verso quello che sembrava essere un recinto. Il recinto di ferro battuto continuava in due direzioni, ma la nebbia era troppo fitta per vedere al suo interno, tenendo una mano sul recinto, vecchio e arrugginito Lorenzo tocco (NDA:si lo so è un doppio senso bruttissimo xD) qualcosa di più grosso, lo illuminò stringendo gli occhi per vedere meglio un immenso cancello di ferro, nero come la pece lo sovrastava tentò di leggere l’iscrizione in cima, ma quella era praticamente distrutta, spinse il cancello e quello lentamente si aprì, la nebbia si diradò leggermente lasciando trasparire un lungo viale costellato di altri e dritti cipressi, Lorenzo percorse il sentiero selciato stringendo la torcia a se “vai avanti e non girarti! Vai avanti e non girarti”, si ripeteva!! Arrivò in un largo spiazzale…vide delle fiammelle che tremolavano nella nebbia e di istinto le seguì pur non capendo cosa fossero, l’ultima fiammella fermava davanti ad una piccola costruzione a cupola fatta di marmo verde, senza pensarci troppo entrò…il freddo gli fece venire la pelle d’oca, la costruzione era piccola e finiva subito “a che senso farmi venire qui se non c’è nulla?” disse tra se e se scuotendo la testa, poi si avviò verso l’uscita quando notò qualcosa sulla parete destra della costruzione,un nome scritto con lettere d’oro, a prima vista non riusci a capire bene per la poca luce ma poi illuminandolo meglio, lesse “qui giace”…la frase si fermo a metà , Lorenzo soffoco un grido e divenne pallido come la morte, lo illuminò più volte ne era sicuro era una lapide e c’era scritto “qui giace Lorenzo Ostuni”. Illuminò di fuori ancora sconvolto e le vide, tante lapidi alcune nuove altre consunte dal tempo, piane di candele e fiori…uno spettacolo orrendo, strinse i pugni e fece per spingere il cancello non voleva stare in quel mausolei una secondo di più, allungo la mano verso la maniglia del cancello e spinse spinse con quanta forza aveva, ma nulla il cancello era sbarrato, il suo respiro ricominciò ad affannarsi si sedette in un angolo con lo sguardo fisso verso la porta impotente e solo, poi quando alzò lo sguardo, notò sull’architrave una macchia bianca no non era una macchia era l’ultima pagina, si mise in punta di piedi e riuscì ad afferrarla per miracolo, quando le sue mani sfiorarono la carta ruvida un brivido lo scosse fino all’anima e tutto calòi un gelo tombale, neanche più il vento urlava, solo un freddo che congelava le ossa ed il silenzio. Lorenzo si sentì toccare una gamba lentamente si girò ora stringeva le mani così forte che le unghie gli stavano perforando la carne, il suo movimento fu lento e meccanico girò la testa e cerco nell’oscurità l’intruso che gli aveva toccato la gamba…un tentacolo nero lungo e viscido era apparso dal muro, e insieme a lui altri uscivano dalla parete umida e muffita, Lorenzo gemette i tentacoli si stavano avvinghiando a lui con una stretta mortale, mani bianche e scheletriche uscirono dal muro seguite da un esile corpo alto e minaccioso e poi il suo viso…quel bianco cerchio di morte senza occhi ne bocca senza vita, senza senso. Ora i tentacoli si stringevano a lui bloccandone ogni movimento, a Lorenzo esplodeva a testa, visioni offuscate gli comparivano nella testa e tutto si scuriva sempre di più, poi lui divenne lei…quella dannata risata agghiacciante era peggio di mille torture urlava ridendo il suo nome  mentre la lapide alla sua sinistra la SUA lapide si aprì, “povero stupido ragazzo,hai sfidato la paura eh??, vediamo se avrai tanto fegato da sfidare anche la morte”… “io non ho mai sfidato nessuno” urlò col poco fiato che rimaneva, “sul fondo della terra avrai tutto il tempo per meditare su ciò che hai fatto, sarai sepolto vivo per l’eternità!!” ora la bara era completamente aperta, e mani insanguinate di anime dannate, bramavano il corpo di Lorenzo tanta era la fame che gli attanagliava le viscere da secoli!, lei lo fissò con i suoi occhi gelidi e sorridendo lo lanciò nell’oblio. “LORENZO” qualcuno stava urlando “LORENZO!!”… “Svegliati ti prego, SVEGLIATI”,  il ragazzo aprì gli occhi e urlando come un indemoniato strinse le mani attorno al collo della figura che gli stava davanti gettandola a terra, “F-fermati,sono io!!”, Lorenzo si placò, la vena pulsante sul suo collo si sgonfiò e si rese conto di ciò che stava  facendo, Elena lo fissava con uno sguardo di terrore aveva gli occhi umidi, e tremava, lui tolse subito le mani dal suo collo e la fissò uno sguardo che sembrò durare un anno “non volevo…” sussurrò poi la sua bocca si avvicinò a quella di Elena e le rubò un dolce innocente bacio.   

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Capitolo 4
*** Vacanze romane ***


Lorenzo si svegliò sul letto con un forte mal di testa, non ricordava nulla della sera prima se non quel dannato incubo, quei tentacoli stretti alla vita, la bara e la sua risata gelida...ma dopo questo il vuoto. Si alzò barcollando un poco e si diresse verso il bagno, avvicinò l'orecchio e sentì rumore di acqua scendere qualcuno so stava facendo la doccia!!, chi diamine era?, il rumore dell'acqua si fermò e Lorenzo senti l'intruso zampettare verso la finestra del bagno, ora che era di spalle era il momento migliore...tre,due,uno!! Entrò spalancando la porta "chiunque tu sia,arrenditi!!", Elena urlò tentabdo di coprirsi, Lorenzo sbattè le palpebre incredulo e poi continuò a fissare la bella vicina di stanza nuda e completamente bagnata, fu lei a svegliarlo dal trance "oh per l'amor di dio CHIUDI GLI OCCHI"...lui come se fosse stato appena svegliato con una secchiata di acqua gelata sobbalzò e finalmente si decise a coprire gli occhi con le mani "che diamine ci fai qui...e perchè sei nuda??!!"..."idiota sono rimasta con te tutta la notte"...il suo tono d'improvviso cambiò e si ece più malizioso..."davvero?...e cosa abbiamo fatto?" quel sorrisetto da malandrino che faceva morire Elena comparve sul volto di Lorenzo, lei lo fissò Imbambolata per qualche secondo e poi tornò alla realtà..."frena i bollenti spiriti, lo non è successo nulla"..."oh io non ricordo nulla"..."e molto semplice verso l'una e quarabta mi sono svegliata pervhe qualcuno stava urlando come un addanato, sono uscita sul pianerottolo e ti ho sentito urlare così sono entrata e ti ho visto che ti contorcevi come un matto...continuavi a urlare frasi sconnesse e disperate" Lorenzo divenne pallido "e-e poi?" Disse deglutendo..."ho incominciato a chiamarti e a scuoterti, tu ti sei svegliato di botto e...ecco si hai tentato di strangolarmi" Lorenzo divenne livodo quasi morto gli si inumidirono gli occhi "d-davvero?", "si ma ti sei fermato subito...era solo una reazione all'incubo mi hai buttato a terra...mi hai baciato e poi sei svenuto, e siccome non me la sentivo di lasciarti da solo ho dormito con te" Lorenzo rimase a bocca aperta per quello che sembrò un interminabile minuto, poi si ricompose si avvicinò a lei e le sussurrò "com'è stato?", "cosa il bacio o il tentato omicidio?" Rispose lei sarcastica..."RISPONDI!!" disse lui con un tono che non ammetteva repliche, "perche non riprovi e constati di persona" Lorenzo le si avvicinò leo lo guardava con un misto di sfida e desiderio ci volle Un secondo e le loro lavbra si incontrarono proprio come la notte precedente...ma stavolta non fu un bacio dolce e innocente, iniziarono le labbra precise perfette incollate lebraccia di Elena si intrecciarono al collo di Lorenzo, che la spinse con forza contro la parete bloccandole le mani "allora che ne pensi?" Lei si morse il labbro e lo bacio con ancora più passione, sentì la lingua di lui muoversi e cercare la sua, fu una mattina che iniziò col fuoco. Lorenzo la stringeva a se tracciando i contorni della sua pancia con le dita esili, le mani di Lorenzo dio cos'erano...perfette così come il suo sorriso, leo appoggiata al suo petto sentiva il ritmo del suo cuore lento e regolare, d'un tratto le venne da ridere..."perchè ridi"..."bho forse perche questa scena me la ero immaginata diversa"..."in che senso?".."bhe sai come siamo noi ragazze ci facciamo sempre film mentali, e questa scena era totalmente diversa da come pensavo"..."c'è qualcosa che non va" chiese lui con una lieve smorfia di preoccupazione "no no assolutamente, è anche meglio!!" Luibsorrise compiciuto e le stampò un bacio sulla bocca a tradimento, "senti ti va di uscire un po'?"..."ok dove mi porti?"..."vedrai!!". Le vie di Roma erano affolate Come al solito e i due rafazzi si ritrovarono a passeggiare mano nella mano in quegli stretti vicoli parlando del più e del meno, si sdraiarono sui prati di villa borghese mangiando panini e patatine di Mc donald's e Lorenzo si stupì di quanto riuscisse a mangiare lei, incontrarono alcuni fan che gli chiesero una foto e qualche autografo, e poi fu Lorenzo a fare una richiesta a uno di loro, si misero sotto il glicine vicino al bel vedere di villa borghese e sotto la luce del tramonto si scambiarono il bacio più romantico della terra mentre il fan gli scattava una foto luli ringraziò e si unì ao suoi amici, "questo sarà per sempre il mio sfondo" Elena arrossì lievemente e si andò a sedere sul murette dello strapiombo "sai" disse lui tenendole le mani "questo potrebbe essere l'inizio di qualcosa di grande", si aggiravano per i vicoli della città alla ricerca di qualcosa di interessante, lui le regalò una rosa e insieme si diressero alla metro, li vicono c'era un negozioetto una minuscola e polverosa libreria semi nascosta e prima di andare via decisero di entrare, lei si diresse verso i libri fantasy, lui invece si addentro nella parte più antica del negozio. Tomi enormi e polverosi torreggiavano su alti scaffali sospesi Sopra la sia testa, in equilibrio davvero precario a suo avviso, rovistò alla ricerca di qualcosa di interessante ma il silenzio opprimente e la paura di stare da solo lo spinsero a tornare nella parte anteriore del negozio, dove c'erano persone stava per uscire quando la sua attenzione fi attirata da un piccolo libretto nascosto sotto ad una antica edizione della divina commedia..vi soffiò sopra, era completamente rilegato in pelle e a giudicare da quanto era consumato doveva essere piuttosto vecchio...sul libro vi era uno stemma divenuto illegibile a causa del tempo...era la descrizione dettagliata di una villa stanza per stanza, una piantina...e la storia del proprietario, non saoeva perche ma doveva leggerlo. Era tutto assorto nella lettura quando sentì una mano gelida posarsi sulla sua spalla si girò pensando che fosse Elena...ma era di nuovo lei stavolta non disse nulla, teneva solo la mano gelida sulla sua spalla quando come colpita da una scarica elettrica cominciò a scuotersi tutta, il suo corpo stava cambiando Lorenzo sentì la mano diventare di duro legno ed il malvagio volto di qiella tagazza divenne quellobdi un manichino di legno "no, non di nuovo" sussurrò, tolse la mano dalla sua spalla e lei scomparve.Elena comparve sulla soglia della porticina "amore andiamo?"..."s-si andiamo a casa per favore", si infilò il libricino in tasca senza pensarci ed uscirono.

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Capitolo 5
*** KM ***


Lorenzo le diede il bacio della buona notte, lei lo fissò per qualche istante incerta sul dafarsi e poi lasciò le sue mani “a domani!!”, “ a domani piccola mia” Elena sorridendo chiuse la porta dietro di se si sedette sul pavimento e iniziò a ridere….era successo davvero? Il suo idolo il suo youtuber preferito l’aveva appena baciata e l’aveva chiamata piccola…come si fa con un partner? O mio dio pensò-:se domani mi sveglio e scopro di essere nel letto a casa mia urlo!!:-. Lorenzo per la seconda volta da quando era arrivato a Roma si sentiva completamente solo, con mosse automatiche simili a quelle della sera prima si spogliò lanciando i vestiti sulla poltroncina di velluto verde che adornava la stanza in modo semplice, era un buon momento per registrare pensò magari non un gioco ma un vlog di sicuro, prese il suo portatile e sorridendo in camera come faceva sempre iniziò a parlare della novità che avrebbe fatto una volta tornato, ah voleva anche presentargli una persona…ma a questo ci avrebbe pensato dopo, il telecomando dell’hotel era un po’ diverso dal suo ma non importava se lo lanciò in mano e salutandoci tutti spense lo schermo, era bellissimo quando lo faceva!!, tuttavia si accorse che era troppo tardi per editare e così decise di rimandare al giorno seguente, spense la web cam ma notò qualcosa di strano, il suo sfondo…quando aveva messo lo stemma di KRAVEN MANOR?? Bha probabilmente era stanco e non se ne era neanche accorto -:sarà meglio andare a dormire, a furia di tenere gli occhi aperti sto impazzendo!!!:-. Il sonno calò come un velo su Lorenzo che ben presto si ritrovò a ronfare copiosamente!!, sembrava tutto apposto e poi…NO non di nuovo!! La stanza muffita il divano verde “e che cazzo!! Non mi dai tregua” a quelle parole le catene si sciolsero ancora una volta e Lorenzo fu di nuovo libero di muoversi, la porta si aprì scricchiolando “oh avanti vediamo cosa hai in serbo per me stavolta”, la figura ammantata nell’ombra lo fissava con odio!! Quella sua strafottenza gli faceva sanguinare gli occhi più del solito, “stupido ragazzo continui a provocarmi , non capisci che questa sarà la tua rovina!!”. Lorenzo dapprima non vedette nulla poi con uno sfrigolio un miriade di lampadine coperte da spessi paralumi illuminarono flebilmente un enorme salone di ingresso ai lati era pieno di librerie, alla fine della sala si vedeva una massiccia scala che portava al piano superiore, ma era quello che c’era in mezzo che fece capire a favij dove si trovava…era lei la Kraven Manor, quella dannata casa infestata lo riconosceva dalla teca di vetro ancora intatta e su di essa il pesante stemma bronzeo che riportava le lettere K e M diamine se era lì voleva dire che alzò lo sguardo e un fulmine illuminò la cima delle scale, quel dannato manichino di bronzo era lì e lo fissava!, sentiva il suo sguardo penetrargli la carne e le ossa aveva voglia di fargli male e gliene avrebbe fatto alla prima occasione appena Lorenzo avesse smesso di guardarlo negli occhi, “almeno so cosa devo fare!!”, allungò la mano e prese la torcia dal tavolino, “avanti andiamo a cercare questi dannati pezzi”, si avvicinò alla porta della libreria ed entrò richiudendola subito dietro di se. Nella stanza regnava una calma insolita, il silenzio era interrotto solo dal flebile rumore delle pioggia attutito dagli spessi vetri colorati, Lorenzo cominciò a camminare in punta di piedi quando senti qualcuno corrergli alle spalle si girò tenendo stretta la torcia “chi va la?” nessuno rispose, si avvicinò al retro di quella immensa biblioteca qua è la apparivano montagne di vecchi tomi coperti da uno spesso strato di polvere, ragnatele adornavano in modo macabro la stanza. Alla fine del lungo muro verde c’era un piccolo tavolino seminascosto eccolo lì il modellino della cantina e l’atto di costruzione della casa, era stata costruita nel 1892 su ordine di un tale: sir Jhonatan Kraven, Lorenzo sospirò e si infilò la nota in tasca, poi prese il modellino e l’intera stanza tremò e il ragazzo senza pensarci due volte si fiondò fuori dalla stanza. La cantina era l’ultimo posto dove sarebbe voluto entrare, sposto in avanti la pesante porta di mogano ed entrò , c’era un forte odore di alchool e muffa e due topolini dall’aria innocente che gli passarono davanti lo fecero trasalire, guardando il pavimento notò qualcosa di orrendo, c’era una lunga macchia rossa di quello che sembrava (o almeno sperava) fosse vino, si decise a seguirla voleva sapere dove portava, la macchia finiva in un vicolo cieco, il muro davanti a se era pieno di muschio e sporco di rosso come il pavimento, Lorenzo si infilò la mano in tasca e sentì qualcosa di piccolo e oblungo, lo tirò fuori… “un fiammifero? Come diamine l’ho avut…” “usalo” una voce aveva parlato nel buio e Lorenzo tremante sfrego la testa rossa del legnetto contro il muro ruvido parti una piccola scintilla e la macchia rossa sulla parete si infiammò “get out of there”la scritta era viva e minacciosa e Lorenzo per la prima volta provò quella sensazione chiamata paura. Sentì dei passi alle sue spalle si girò lentamente e lo vide era fisso, bronzeo e lo guardava con un cipiglio vuoto, Lorenzo rimase immobile come congelato per qualche istante poi il mostro gli afferrò il braccio facendolo urlare per il dolore, era come mettere il braccio su una piastra bollente lottò con tutte le sue forze e alla fine riuscì a liberarsi, corse via senza osare girarsi notò il pesante sigillo delle segrete luccicare su uno scaffale lo prese al volo utilizzando il braccio sano e si gettò fuori sbarrando la porta. Lasciò cadere in terra il sigillo, e si piegò per il dolore aveva l’intero braccio sinistro macchiato di sangue pieno di tagli e di bruciature che sfrigolavano in modo tremendo, si sentì morire per un attimo pensò di arrendersi e di lasciare che il mostro lo prendesse
Intanto lei, aggrappata nel ombra sull’enorme lampadario appeso al soffitto se la godeva, stava rinunciando e tra poco sarebbe morto quello stupido umano, non pensava ad altro che allo sguardo soddisfatto che avrebbe avuto la madre sua, sicuramente dopo quell’impresa la paura si sarebbe resa conto che lei sarebbe stata una degna erede del suo potere, solo quello voleva… il potere!, si lasciò sfuggire una risatina e Lorenzo la sentì si alzò barcollando e raccolse il sigillo,poi guardò in alto da lì era arrivato il suono, si era accorto che lo fissava e non gliela avrebbe mai data vinta, aveva un buon motivo per uscire da quell’incubo infondo Elena lo aspettava nella realtà. Poggio il sigillò sull’incavatura del muro dietro le scale e si rivelò il passaggio nascosto, doveva essere stato chiuso da anni, sapeva già cos’era quel posto, era il corridoio che portava al misterioso e ormai laboratorio di Sir Jhonatan, avrebbe dovuto correre se ne ricordava. L’aria li dentro sapeva di chiuso e di sostanze chimiche, la prima stanza che visitò era bianca e contornata da lastre di vetro, al suo interno degli attrezzi da chirurgo ancora macchiati di sangue così come il lettino, scosto la coperta verde che lo copriva parzialmente e lanciò un urlo di terrore, c’era un braccio umano mozzato nascosto li sotto, tremando si portò una mano alla bocca dello stomaco poi si appoggiò ad una parete e vomitò l’ansia lo stava divorando insieme al terrore. Dopo essersi ripreso leggermente iniziò a correre ma superata la terza stanza tutte le luci esplosero facendo piovere una cascata di piccoli vetri era tutto di nuovo immerso nel buio ed il corridoio che prima sembrava aperto si trasformò in un labirinto di specchi, cerco a tastoni un’altra uscita ma tocco qualcosa di liscio e duro, il manichino davanti a lui urlò al suo tocco e varie pareti vitree a contatto con le potenti onde sonore esplosero, un pezzo di vetro volò e si conficcò nella coscia di quel povero ragazzo era circondato ora manichini che comparivano dietro ogni vetro, tentò di zoppicare ma tutto si faceva sempre più nero lei strisciò alle sue spalle cantando una fastidiosissima cantilena poi lo prese sulle sue spalle come si fa con un bambino e accompagnato da quella lamentosa nenia il mondo si oscurò. Venne scosso da uno spiffero e si alzò, era di nuovo nella sua stanza e cominciò a sorridere era passata anche questa infine “ne sei così sicuro?” era il vento ad aver parlato?, “ti sembro il vento” la sua orribile visione gli comparve davanti agli occhi illuminata dai pallidi raggi della luna piena, strano ora che la vedeva meglio aveva qualcosa di familiare, il sangue che piangeva cominciò a colare sulle sue coperte e lentamente gli avvolse il corpo Lorenzo non sapeva se il suo stomaco avrebbe retto ancora, “fermati dannata strega,cosa vuoi da me!!”, “shh tra poco sarà tutto finito, non soffrirai più… non sentirai più nulla in realtà”, la sua pelle cominciò ad irrigidirsi sentì un sapore metallico  e le dita fondersi tra loro “c-cosa mi hai fatto” , “ora sarai esattamente come loro amore mio” il bronzo gli avvolse il collo e la testa e con l’ultima immagine che vide prima di diventare completamente cieco lei lo salutò sorridendo malignamente. Urlò con quanto fiato aveva in gola si guardò le mani e si accorse che erano tornate normali respirò affannosamente per alcuni istanti ma un dolore fortissimo gli mozzo il respirò scostò le coperte e notò con orrore che le lenzuola erano impregnate di sangue osservò le bruciature sul braccio, lentamente allungò la mano verso la coscia e rantolò per il dolore aveva bisogno di aiuto e subito cerco di scendere dal letto ma si trascinò dietro la lampada appoggiata sul comodino che si ruppe facendo un fracasso infernale, il sangue aveva fatto già una piccola pozza sulla moquette e Lorenzo pensò che era perduto, e poi come un angelo lei lo salvò di nuovo. Elena spalancò la porta spaventata dall’urlo e dal fracasso che aveva udito poco prima e si portò le mani alla bocca con orrore, Lorenzo sdraiato a terra sopra a una macchia di sangue si teneva la gamba ed il braccio e vide che alcuno lacrime di dolore gli scendevano sul volto, per un solo istante la ragazza si sentì impotente cosa poteva fare?, no non era momento di farsi prendere dal panico ora bisognava solo salvare il ragazzo di cui si era innamorata.
 
 
 
NDA. Eccomi finalmente tornata con il quinto capitolo mi scuso davvero per l’attesa ma a causa della scuola ho avuto molto da fare, bhe enjoy <3

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