dark angel

di silviacecy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


È notte, notte buia e fredda, fredda gelida sono coperta fino al collo, felpa e sciarpa che arriva a coprirmi persino il mento.
Solo la luce della luna illuminava il mondo, il mio mondo, non so perché sono fuori, è notte inoltrata, sto camminando con le mie cuffie, solo io e la mia musica, forse… Ne sono convinta, continuo a camminare verso il mio albero, mio, si fa per dire, è mio perché quando ho voglia di star sola prendo e vengo in questo parco: rumoroso e affollato, pieno di bambini che giocano tranquilli e mamme che cercano in tutti i modi di far in modo che i loro bimbi non si sporchino, di coppiette che amoreggiano stese sul prato, di vecchiette che camminano e spettegolano su qualcuno, ma io sotto il “mio” albero riesco ad isolarmi completamente.
I miei pensieri si bloccano, c’è qualcun altro sotto il mio albero, lo so, lo vedo, la luna fa brillare la sua pelle diafana. Non m'interessa; continuo a camminare, pesto l’erba umida, mi avvicino, il suo volto bianco fa risaltare anche nella notte i suoi occhi neri come la pece, è seduto con la schiena appoggiata al tronco, una gamba stesa e l’altra piegata, mi guarda e sorride si limita ad un “ciao” contraccambio e mi siedo anch’io con la schiena a ridosso del tronco, non lo conosco, non l’ho mai visto, so solo che la sua bellezza è disumana.
Non m'importa chi è, ho bisogna di stare sola, sola io e la mia musica io e i miei brutti pensieri, io la mia musica e i miei perché. Il ragazzo si avvicina, mi preme l’indice nel braccio, cosa vuole? Premo pausa, lo ascolto: con una voce roca e piccante mi dice:
-Tu hai qualcosa che m'interessa- lo guardo storto, vorrà il mio mp3, non gli rispondo neppure, glielo porgo e basta, lui mi sorride:
-No, non quello, qualcosa di tuo, qualcosa che è tuo fin dalla tua nascita- si sarà fumato qualcosa di pesante e ora sta delirando non ho paura di lui, me ne frego, voglio stare sola con la mia musica sto per premere il tasto play ma la sua mano mi ferma, un brivido mi percorre tutto il corpo, la sua pelle è gelida, più fredda di questa notte; mi toglie abile la sciarpa e una folata d'aria fredda e pungente mi sfiora il collo. Mi si avvicina al collo e mi sussurra:
-Intendo il tuo sangue…- rabbrividisco ora un po’ di paura ce l’ho, credo nella magia e in tutto ciò che è soprannaturale. Ma mi sembra così impossibile. Mi alzo ma lui è più veloce di me, con un braccio mi cinge i fianchi con l’altro mi tiene ferme le braccia:
-Non ti farò male me ne prendo solo un po’ …- non riesco più a muovermi, ci provo ma non ci riesco, vorrei dire qualcosa, qualcosa ma non so cosa ma non importa, ci provo ma le mie labbra non si muovono. È così che devo morire?
-Ti prego però non parlare a nessuno di questa notte.- Mi sussurra con voce flebile all’orecchio.
Mi lascio andare, lo sente e mi lascia le braccia, mi scosto i capelli dal collo e lo lascio fare.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Glaucopide
grazie del commento nessuona offesa!anzi mi ha fatto piacere avere un commento a fin di bene! oggi ho postato di fretta la prossima controllo meglio la punteggiatura^^


Mi sveglio di soprassalto, tutta la fronte bagnata di sudore, ho fatto un incubo… camminavo sola al parco diretta verso il mio solito albero dove mi crogiolo tutte quelle volte che voglio isolarmi dal mondo e li c’era un presunto ragazzo, in realtà non era un ragazzo ma un… vampiro, che per di più mi aveva morsa.
Ovvio che è solo un incubo eppure sembrava così reale!
Mi accorgo di non essere nella mia stanza, le lenzuola sono ruvide e il cuscino mollo, mi guardo attorno, le pareti sono completamente bianche, non un poster appeso, le finestre troppo grandi per una casa e uno strano odore di disinfettante mi apre le narici: sono in un ospedale, non capisco, cosa ci faccio qui? Una strana paura mi assale, istintivamente porto la mano destra al collo, sento qualcosa che tira nel polso e il dolore mi impedisce di portare la mano al collo, nelle vene del mio polso è conficcato un ago che si collega ad un tubicino: una flebo. Sfilo delicatamente l’ago dal polso, quando la mano arriva finalmente al collo sento due piccoli buchi… strani. Forse non era solo un incubo… ma non può essere, ricomincio a sudare…
-Tranquilla! Quella ferita non è niente di preoccupante, sicuramente te li sei procurata cadendo…- una voce nuova che non conosco arriva dalla porta, il camice bianco e l’aspetto ben curata mi fa capire che è un dottore.
“Ti prego però non parlare a nessuno di questa notte” le parole di quel ragazzo riecheggiano nella mia mente, non era un incubo era la realtà! Annuisco al dottore, lo lascio alla sue convinzioni da laurea ma so che non è stata una caduta a procurarmi quei due buchi, ma un morso.
Il freddo, le cuffie, quel ragazzo che era un vampiro la sua strana richiesta e io che lo accontento, è tutto vero. Eppure così strano…
-Perché sono qui?- la mia voce era poco più che un soffio…
-Il guardiano del parco ti ha trovata questa mattina eri svenuta sotto un albero, hai solo bisogno di riposarti, tranquilla oggi pomeriggio sarai libera Syria!- Syria… sono io… io che sono stata morsa da un vampiro, e adesso? Le leggende saranno vere? Mi trasformerò anche io in un vampiro o resterò una semplice ragazza con un segreto in più? Poggio la testa sul cuscino mollo e poco a poco mi addormento…

“si è vero è strano ma poco a poco ti ci abituerai… ho pensato che avessi bisogno di cambiare un po’ la monotonia della vita, di vedere il mondo sotto un altro aspetto, sotto il punto di vista di un vampiro… perché è quello che adesso sei…” è di nuovo la voce di quel ragazzo, mi sveglio ansimando nel letto dell’ospedale, questo era davvero un sogno, ma forse rispecchia la realtà…
Un odore aspro mi apre le narici non è più solo odore di disinfettante ma è mischiato all’odore del sangue, mi assale una strana voglia… fame… ho voglia di sangue… ma come è possibile? Allora è vero? Sono diventata un vampiro… non so che fare, come mi devo comportare ora? Tutto il mondo non si è accorto di niente per loro sono una normalissima ragazza stesa in un letto di ospedale che la notte si diverte a scavalcare i cancelli dei parchi per poi svenire sotto un albero… ma io so che sono cambiata… mi alzo dal letto lentamente, nel pavimento si riflette la luce del sole mi fermo di colpo, la leggenda che se un vampiro morde un umano anche esso si trasforma è risultata vera, quindi cosa impediva a quel raggio di sole di uccidermi? Niente… torno al letto e scendo dall’altra parte abbasso la tapparella il raggio di sole non minaccia più di uccidermi… vado verso lo specchio, sono ancora io non sono cambiata: i capelli neri sono sempre li lisci con un ciuffo a coprire l’occhio destro, ma gli occhi ora erano diversi, alla prima occhiata allo specchio non me ne sono accorta i miei occhi non sono più verdi come lo erano prima ma neri, poco più chiari della pupilla… Tutto il resto era uguale, la mia solita altezza e il mio solito corpo nulla era diverso tranne gli occhi… una domanda sale improvvisa in testa: perché io? Perché ero li e pronta all’uso? In fondo non sono molte le persone che di notte si intrufolano nel parco, ma perché non mi ha uccisa? Perché mi ha risparmiato la vita? “… ho pensato che avessi bisogno di cambiare un po’ la monotonia della vita, di vedere il mondo sotto un altro aspetto, sotto il punto di vista di un vampiro…” le parole del vampiro nel mio sogno tornano subito come un flash nella mia mente… voleva cambiare la monotonia della mia vita… ma non mi sembra così diverso il mondo visto attraverso gli occhi di un vampiro…
L’odore del sangue si fa sempre più forte, l’unica cosa che mi trattiene dall’uscire della mia stanza è la luce del sole che illumina il corridoio dell’ospedale… l’orologio sopra la porta indica che sono le cinque del pomeriggio, decido di tornare a letto il dottore aveva detto che sarei uscita nel pomeriggio e io non posso uscire, non voglio rischiare di perdere la mia nuova vita…

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