Zaffiro puro

di FelicisHeart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il libro ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** Nella tana del lupo ***



Capitolo 1
*** Il libro ***


All'ombra di un grosso pino in una calda giornata di estate, sedeva una ragazzina smilza,dal viso pallido e scavato, capelli lisci ,di un biondo sporco, con un enorme tomo verde in grembo, le pagine ingiallite dal tempo; con le sue lunghe dita affusolate accarezzava la rigida copertina del libro, su cui spiccavano grandi lettere d'argento vivo,che si univano a formare il titolo  "Manuale d'incantesimi per principianti". I suoi piccoli occhi grigi celavano una gelida ombra di paura; tremava Merope,nonostante l'asfissiante calura estiva . Sapeva che quello che stava facendo era proibito: rubare un libro di magia dalla già scarsamente fornita biblioteca del padre Orvoloson durante la sua assenza, con il rischio di essere scoperta dal suo violento e squilibrato fratello Orfin, non era certo l'idea più allettante per una piccola Magonò come lei. 

Ma il desiderio che ardeva nel suo cuore era più forte di qualsiasi minaccia, qualsiasi divieto, qualsiasi schiaffo inflittole da Orfin: voleva essere una strega anche lei , la piccola Merope ,discendente diretta del grande e memorabile Salazar Serpeverde, uno dei 4 mitici fondatori di Hogwarts. E , con una misera e mal funzionante,consunta bacchetta , si esercitava per ore e ore, fuori alla fatiscente catapecchia in cui viveva ormai nella paura e in compagnia della violenza da 17 anni.
Ogni scintilla che scaturiva da quel piccolo pezzo di legno, le faceva spuntare sul volto ossuto un sorriso appena accennato ,che scompariva non appena varcava la soglia di casa. Da lì in poi,schiaffi,pugni,calci,lacrime. Ma non si perdeva d'animo, Merope : sarebbe diventata anche lei una strega, un'invincibile strega, e finalmente avrebbe trovato il suo posto nel mondo. Con questo pensiero, si addormentò,ignorando il dolore lancinante dei lividi viola sulle ginocchia.

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


Il giorno dopo, Merope uscì di buon mattino con un piccolo sacco malconcio e sudicio,dove aveva nascosto il suo "tesoro" la sera prima. Orfin si era alzato all'alba per andare a caccia , e la giovane Magonò aveva approfittato della situazione per esercitarsi .  Mentre agitava interrottamente la bacchetta nel tentativo di compiere un incantesimo di librazione , sentì d'improvviso un sordo rumore di zoccoli. Spaventata, Merope si nascose dietro un folto cespuglio,raccogliendo frettolosamente il libro da terra. Lo scalpicciare del cavallo si fece man mano più vicino, finchè non comparve nella radura un possente destriero dal manto nero come la pece.  Il ragazzo che lo cavalcava, accarezzò il cavallo con fare distratto , mentre guardava gli alberi che lo circondavano : era bello,tremendamente bello, pensò Merope trattenendo il fiato ; i capelli corvini incorniciavano armonicamente il viso magro, e la carnagione chiara si intonava perfettamente con un paio di splendidi occhi turchesi,del colore del cielo spoglio di nuvole . Furono proprio quegli occhi,quegli zaffiri lucenti, a penetrare nel cuore di Merope, che prima d'ora non aveva visto niente del genere : il fratello e il padre non le avevano mai permesso di entrare in contatto con gli abitanti babbani del villaggio,tanto meno con i coetanei maschi. Il giovane posò lo sguardo sul cespuglio dove era nascosta la ragazza: riuscì a notare il lembo di un vestito color blu notte e, aggrottando le sopracciglia, esclamò con voce sorpresa :" C'è qualcuno lì dietro? Esci fuori, non aver paura,non ho alcuna intenzione di farti del male!" Merope trasse un gran respiro per prendere coraggio e uscì fuori dal suo nascondiglio. Il ragazzo le sorrise: " E' la prima volta che capito da queste parti per una passeggiata, ma probabilmente questo intenso odore di giglio ha attirato Memole,il mio cavallo." disse con voce calda e profonda " Vengo dal villaggio, mi chiamo Tom Riddle" Tom Riddle. Questo nome risuonò più e più volte nella mente di Merope, che non riusciva a trovare le parole adatte per quell'affermazione. Tom le rivolse uno sguardo incuriosito e al contempo divertito :" Cosa succede, perchè non parli?" Come se si fosse risvegliata da un sonno profondo, Merope scosse la testa e disse con voce flebile: "M-mi chiamo Merope...A-abito in quella casa" e , afferrando di fretta e furia il sacco sudicio, scappò via correndo.

"E' la figlia di Orvoloson Gaunt, il vecchio folle e sorella di Orfin, stupido babbeo" pensò Tom tra sè e sè , sulla via di ritorno verso casa. La ragazzina ossuta e sporca l'aveva turbato,con quel suo assurdo comportamento da colpevole,come se avesse commesso chissà quale orrendo crimine contro l'umanità . I suoi occhi grigi,però erano vivi e accesi di un piccola luce, aveva notato il giovane, ripensando al viso di...come aveva detto che si chiamava? Ah si, Merope. I vestiti lerci,i capelli scompigliati, segni di un'evidente trascuratezza. Eppure quegli occhi...Tom scacciò immediatamente via quel pensiero dalla mente. 



Da quel giorno Merope non riusciva a togliersi dalla testa Tom. Ogni mattina si affacciva dalla finestra nella speranza di vederlo comparire in sella al suo cavallo nero, splendente in tutto la sua bellezza. Sospirava, sapendo di essersi innamorata di un muro invalicabile,una persona che non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti. Nonostante questo, continuava a desiderare di riuscire a vederlo almeno un'altra volta , a potergli parlare finalmente in maniera decorosa, senza fuggire via come una vigliacca.

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Capitolo 3
*** Nella tana del lupo ***


Arrivò l'inverno e con esso incominciò a formarsi un candido strato di neve che gunse a coprire completamente il verde manto della radura. In un gelido pomeriggio di febbraio, Merope fu costretta a uscire nel bel mezzo di una tempesta , poichè Orfin le aveva ordinato di cercare un po' di legna per il caminetto. Ma Merope, estremamente cagionevole di salute, non riusciva a tollerare un gelo simile: nonostante i guanti, tremava incontrollabilmente dalla punta dei capelli fino ai piedi,le sue labbra sottili diventarono viola; all'improvviso le cambe le cedettero, la mente si rabbuiò e cadde a terra affondando nella neve , come una piccola bambola di pezza.


Quando aprì gli occhi, Merope non riuscì a capire dove si trovava esattamente. Era distesa su un soffice letto, posto al centro di una grande stanza , dai muri color zaffiro puro. Come i suoi occhi, si ritrovò immediatamente a pensare la ragazza. "Ben svegliata" una voce calda la fece sobbalzare . Tom Riddle si ergeva davanti a lei, alto , magro e tremendamente bello come se lo ricordava. Merope arrossì inevitabilmente "Non tremare. Non avere paura. Qui sei al sicuro. Nessuno ti farà del male." Sorrise , e quel sorriso sghembo inondò il cuore di Merope di un calore mai provato. Tutto il freddo e il gelo della notte precedente l'aveva abbandota completamente. Tom le raccontò di come l'avesse trovata priva di sensi distesa a terra, quasi assiderata; le spiegò come inspiegabilmente era stato attratto nuovamente in quella radura, spinto da una forza misteriosa, da un fenomeno inspiegabile, quasi per magia . Magia. Merope sorrise raggiante al pronunciare di quella parola. MAGIA ! E senza rendersene conto, improvvisamente lo baciò sulla bocca . E lui non si ritrasse.

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