Got me trippin' super psycho love

di Rota
(/viewuser.php?uid=48345)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vasca ***
Capitolo 2: *** Zucchero filato ***
Capitolo 3: *** Labbra ***
Capitolo 4: *** Vaniglia ***
Capitolo 5: *** Gatto ***
Capitolo 6: *** Tenda ***
Capitolo 7: *** Drink ***
Capitolo 8: *** Occhiali ***
Capitolo 9: *** Freccia ***
Capitolo 10: *** Mani ***
Capitolo 11: *** Ombrello ***
Capitolo 12: *** Neve ***
Capitolo 13: *** Ciocca ***
Capitolo 14: *** Occhi ***



Capitolo 1
*** Vasca ***


*Autore: Rota
*Titolo: Got me trippin' super psycho love
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Mibuchi Reo, Akashi Seijuro
*Generi: Romantico, Sentimentale
*Avvertimenti: What if, Missing Moment, Yaoi, Spoiler, Flash
*Rating: Arancione
*Dedica: A Assasymphonie (L)
*Note autore: L'amore per questa ship è nato solo ultimamente, perché ultimamente ho letto gli ultimi capitoli del manga. È una raccolta di piccole flash, con generi e avvertimenti abbastanza disparati. I prompt mi sono stati dati, io li ho solo sviluppati. Ci sono giusto un paio di prompt appena più “lime”, per questo il rating è alto.
La colonna sonora della raccolta è “Super Psycho Love” di Simon Curtis, da cui ho preso anche il titolo. Ascoltatela a ripetizione, perché è perfetta per loro.
Se c'è OOC – cosa che prevedo assolutamente – per favore davvero, davvero ditemelo perché io non sono abituata a trattare questi due e quindi ho necessità di pareri.
A voi (L)

 

 

 

 

 

 

Prompt: Vasca

 

Reo sospira, piano, stendendo le gambe al di sotto la superficie dell'acqua calda, cercando nel tepore una tranquillità rasserenante e rassicurante. Dietro di lui, c'è una pietra fresca a sostenere la sua schiena, e un asciugamano candido attorno ai suoi fianchi per fasciare la carne giovane.
Si guarda attorno e vede gli altri membri della sua squadra alle prese con un momento di pace, tra un allenamento e l'altro, che l'allenatore Shirogane ha concesso loro come premio per l'ultima delle vittorie raggiunte.
Nessuna sorpresa, quindi se Kotaro urla come una scimmia e spruzza acqua ovunque attorno a lui, disturbando tutti e tutto con i suoi schiamazzi, o se Eikichi urla altrettanto e mangia anche ai bordi della vasca piena d'acqua calda, contravvenendo a una delle regole fondamentali del luogo. Dovrebbe urlare contro di loro qualcosa di particolarmente acido, ma non trova né la forza né la voglia, dentro di sé.
C'è Akashi, accanto a lui, che regala un'occhiata di sufficienza alla scena e torna alla propria indifferenza, con le braccia incrociate al petto e una calma quasi zen che non lo altera proprio mai, neppure in quel momento di ordinaria amministrazione.
Reo lotta contro sé stesso per diverso tempo, ma alla fine cede alla tentazione e si piega in avanti, perché l'altro lo possa vedere senza troppo sforzo in viso.
-Sei- chan, posso massaggiarti la schiena?
Sorride, come al solito, e non tradisce l'aspettativa che sta provando. Akashi conosce anche lui, per questo temporeggia qualche istante per rispondergli e per vagliare tutte le possibili conseguenze di una eventuale risposta affermativa.
Ma sono in pubblico, in un ambiente protetto e Reo davvero non oserebbe fare niente contro il suo volere: gli concede la propria schiena e chiude gli occhi, aspettando le sue mani con totale fiducia.
Reo osa – e quella giornata diventa davvero perfetta, tutto di colpo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Zucchero filato ***


Prompt: Zucchero filato

 

La bellissima Kyoto festeggia, come ogni città giapponese che si rispetti, la Festa di Primavera, per accogliere il nuovo anno con il giusto entusiasmo e il giusto omaggio. E come la capitale storica della nazione, così anche tutte le sue scuole e i suoi licei, a cominciare dai più prestigiosi.
Un festival della Cultura è, d'altronde, un modo oltremodo adeguato per partecipare all'evento, e il Rakuzan High non può essere da meno della propria fama. E per fare certi cibi non occorre altro che un recipiente pieno d'aria e una busta di zucchero bianchissimo.
-Sei- chan!
Seijuro Akashi fa tanto d'occhi quando vede il proprio compagno di squadra arrivargli vicino con un batuffolo gigantesco e candido in mano dalla dubbia natura, il sorriso placido di sempre diventato qualcosa di così luminoso e grande da occupargli l'intera faccia.
Il giovane capitano ha pensato, ingenuamente, di essersi messo al sicuro una volta parcheggiati Hayama e Nebuya rispettivamente a una bancarella col gioco dei pesci e al bar addetto ai muffin, ma non ha fatto i conti con la persistenza del suo tiratore.
Mibuchi si siede accanto a lui, su quella panchina in mezzo al parco, e gli offre quanto ha in mano.
-È buono, prova ad assaggiarlo!
Seijuro lo guarda con sospetto e cerca di ipotizzare qualche approccio, prima di ammettere il proprio problema.
-Come lo mangio?
Reo non si lascia scoraggiare da quell'inconveniente e subito vi rimedia.
-Oh, lascia a fare a me!
Finisce così che le sue dita ne prendono un pezzo, strappandolo dal resto, e lo offrono alle labbra del più giovane, che deve essere incoraggiato ancora prima che acconsenta ad aprire la bocca per mangiare.
-Ti piace?
Non si abbandona ad alcun tipo di imbarazzo, pur riconoscendo una certa punta di malizia nel tono di lui – e, per rispondergli in maniera educata e metterlo a tacere, gli prende il bastone con cui lo zucchero filato si regge e comincia a mangiare per conto proprio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Labbra ***


Prompt: Labbra


 

Reo trattiene il fiato in gola e il dolore nello sguardo quando Seijuro, facendo per errore trasparire un poco di irritazione nei suoi gesti, prende i suoi capelli tra le dita e strattona la sua testa fino ad allontanarla dal proprio corpo. Lo guarda fiero, senza aggiungere una sola parola, e l'altro ragazzo nasconde l'ansia nel sorriso dolce, quando sente il dovere di giustificarsi.
-È solo un bacio, Sei-chan...
Sì, solo un contatto di labbra in uno spogliatoio vuoto. Contro il collo. Senza preavviso.
Akashi non è uno sprovveduto: sa da sempre di Mibuchi – ma prevedere quando si sarebbe proposto, probabilmente, non era stato per lui di così grande interesse da sprecarci più di un pensiero. Per questo, Reo si è preso l'onore della sua sorpresa.
Solo un bacio.
Reo non ha smesso di guardarlo, mentre la sua vista s'è persa nei meandri dei propri pensieri, e quando torna a vederlo davvero, troppo vicino a sé, nota come l'espressione del suo viso non sia tanto tirata alla paura né tanto preoccupata da risultare alterata.
Sfrontato, oltre che molesto. E questa non è cosa che si possa ignorare.
Akashi restituisce il contatto di labbra di cui è stato vittima pochi secondi prima con decisione e due occhi aperti. Sempre sul collo. Sempre senza preavviso.
Reo si apre alla sorpresa, ripagandolo adeguatamente. Akashi lascia i suoi capelli e lui torna, piano e inconsapevolmente, dritto di fronte al proprio capitano. Qualche istante di silenzio dopo, quando l'altro ragazzo sottolinea il punto focale di quello scambio.
-Solo un bacio.
Nient'altro che labbra sulla pelle.
Quelle di Reo ricordano come si sorride, arricciandosi all'insù.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Vaniglia ***


Prompt: Vaniglia

 

Akashi bacia poco – lo ha fatto esattamente quattro volte, da quando hanno cominciato tutto quello: Reo le ha contate con cura, come ha notato e registrato ogni dettaglio e ogni gesto l'altro gli abbia rivolto. E le espressioni. E gli sguardi.
Akashi da poco di sé, e Reo è costretto a raccogliere tutti i cocci, anche quelli più piccoli, per ritrovarsi tra le mani qualcosa da amare.
Sotto le unghie, in quel momento, si ritrova la possibilità di graffi e segni rossi; se non muove le dita a quelle azioni non è per il timore di una ritorsione tra morsi e spinte più secche del bacino, ma perché ha timore di rovinare una perfezione che venera come una divinità, e allora lascia quel corpo sudato e attivo immacolato, sopra di sé.
Akashi gli entra dentro di nuovo, e amplia il movimento con tutto il corpo, fino a portare indietro anche la testa – si strofina contro l'interno del gomito del braccio di lui, con la guancia. Torna a guardarlo in viso, e Reo è così coinvolto nell'atto che unisce il suo inguine a quello dell'altro che trova ancora più bello ogni dettagli di lui, a partire dalla fronte corrucciata per finire nelle labbra schiuse a un respiro più pesante e accelerato del solito.
Le mani che lo reggono sono appoggiate ai lati del capo di Mibuchi, e le dita si stendono quando Seijuro si tende in avanti, più in profondità dentro di lui. Reo sospende ogni sensazione in quel preciso istante, anche se le gambe sono piegate in modo doloroso e la schiena tesa al volere dell'altro.
Sente – sente davvero, sia con i sensi che con qualcosa di più intimo – il proprio nome uscire dalle sue labbra e da un tono vibrante che sa di eccitazione e piacere.
Con la testa affondata nel cuscino del letto, gli restituisce lo sguardo e si lascia accarezzare dalla sua fronte e dai suoi capelli, sul petto. Lo abbraccia stretto, mentre lo sente riprendere a muoversi lento, nell'unica forma d'amore che gli può concedere.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Gatto ***


Prompt: Gatto


 


Reo miagola e Akashi lo guarda.
Reo miagola anche mentre Akashi lo guarda, e muove le gambe scoperte dal lenzuolo bianco, una avanti e una indietro e poi al contrario, in un movimento allegro.
Reo miagola e Akashi comincia a guardarlo male; lo vede sorridere, ma questo non migliora la sua espressione. Lascia la sua persona per qualche secondo, per andare a recuperare uno dei vestiti che ha sparso per tutta la stanza, prima dell'amplesso, e quando vede la cravatta della propria divisa sulla sedia, si alza dal letto e si appresta a raggiungere quella.
Reo miagola ancora e Akashi si volta a guardarlo di nuovo.
-Ne hai ancora per molto?
Reo affossa la testa nelle spalle, accusando il colpo, ma non smette di sorridere e rotola sul materasso, ancora avvolto dal lenzuolo, e finisce disteso di schiena. Allunga le braccia verso di lui e siccome non gli piace, non gli piace proprio per niente, quel silenzio teso in cui il suo Sei- chan si chiude ogni volta dopo aver fatto l'amore, riempie l'aria di un altro miagolio. Non ha la pretesa di ispirargli dolcezza, non troppa almeno, perché ha ben imparato che non è toccato da questo genere di sentimenti e certo non si impietosisce per una cosa del genere – a ben vedere, lui di pietà non ne vuole: desidera solo un poco d'attenzione.
Akashi gli da le spalle per tutto il tempo che impiega a vestirsi, con calma, nonostante quello continui a miagolare. Una volta completata l'opera, lo guarda ancora, e lo trova con il viso affondato nel cuscino e le lenzuola tutte sparpagliate sopra di lui. Sospira, e quando Reo sente di nuovo dei passi pensa di essere lasciato di nuovo solo.
Poi sente il materasso piegarsi sotto un peso e le labbra di Seijuro all'altezza dei capelli, per un istante.
-Ci vediamo a scuola, Reo.
Si ritrova felice, pur dietro a una porta chiusa.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tenda ***


Prompt: Tenda

 

C'è una folata di vento che ne muove il bordo leggero, facendolo quasi schioccare come una frusta in aria, verso il centro della stanza. Akashi ha la schiena poggiata al muro che sorregge la finestra, e strattona la tenda con un gesto che tradisce una certa irritazione: non gli piace avere la vista offuscata, anche solo per qualche istante.
Dietro la tenda bianca, ritrova l'espressione ilare di Reo, ancora più divertita dalla visione della sua – tesa di quel poco da risultare diversa dal solito, non più interessante ma diversa.
E Reo adora quel tipo di diverso che coincide con i particolari in più della persona di Akashi: li colleziona, scrupolosamente, e li tiene per sé come qualcosa di prezioso.
Il primo bacio, per esempio. La prima volta che gli ha toccato i capelli. La prima sorpresa. La prima parola. La prima volta che Akashi ha teso le dita verso la sua cravatta, per afferrarla e portarlo a sé, come in un ordine taciturno.
Quella non è la prima volta, ma Reo asseconda di nuovo il suo volere e si ritrova a doversi reggere con le mani sul muro, per non cadergli addosso e dargli un motivo per cui essere ancora più irritato.
Lo sguardo di Mibuchi diventa più intimo e complice, anche se quello di Seijuro non cambia affatto pur mentre lo bacia: rimane perfetto, inavvicinabile.
Sono le mani del più grande, poi, a usare quella stessa tenda per nascondersi, nasconderlo, nasconderli, assieme a quell'ennesimo particolare splendido.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Drink ***


Prompt: Drink


 

I sensi alterati gli rimandano una non precisa percezione della realtà che lo circonda – come, per esempio, il peso notevole di Reo Mibuchi che gli preme sul fianco e la sua mano appoggiata, quasi ancorata, alla sua spalla, senza contare i suoi capelli sul viso e quasi in bocca – e questo lo confonde giusto quei due secondi che impiega a scansare l'altro e a riappropriarsi del proprio spazio vitale.
C'è la squadra che festeggia, in quel locale, sotto la supervisione del professor Shirogane, la fine dell'ultimo capitano conclusa nella classica e scontata vittoria. Ovviamente c'è chi urla come Hayama, c'è chi sbraita come Nebuya, e chi invece si approfitta di un ordine sbagliato e di un drink erroneamente alcolico per superare il limite fisico imposto dal pudore e dall'educazione. Ha perso, a conti fatti, non altro che cinque istanti di vuoto, su quel divano elegante di pelle scura.
Non ha mai visto così grande il sorriso di Reo, ed a tratti è quasi inquietante, senza contare che dalla sua espressione può tranquillamente dedurre quanto lui non sia in alcun modo alterato.
-Sei- chan, ti stai divertendo?
Lo guarda male, anche con le guance rosse, mentre beve un altro sorso di liquido fruttato e giallastro, e Mibuchi ha abbastanza buon senso da capire che deve farsi un poco più in là prima di ricevere, da parte sua, anche qualche parola sgradevole: solo per non pesargli addosso.
La mano, però, rimane sulla spalla, nel peso che l'alcol sancisce tra l'abbastanza presente e il non insopportabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Occhiali ***


Prompt: Occhiali

 

Akashi chiude le palpebre – asseconda l'istinto, più che altro – e respira piano, a pieni polmoni, l'aria fresca della primavera di Kyoto. Nel vento leggero, sente la danza dei petali rosa di ciliegio e dei passi che proseguono in avanti, fino a raggiungere la panchina del parco dove si trova seduto. Non ha bisogno neanche di percepire il peso sopra le travi di legno o di lasciargli la parola per capire chi è.
Rimane composto, immobile nella propria posizione. Però lo chiama, pur con voce ferma.
-Reo.
Solo allora Mibuchi si siede accanto a lui, prendendo posto alla sua sinistra. Akashi non vede il sorriso morbido sulle sue labbra, al di là degli occhiali scuri che indossa, né può immaginare l'espressione di dolcezza che gli sta rivolgendo.
Muove un braccio quando lo sente troppo silenzioso, andando a sbattere contro il suo petto – Reo glielo prende tra le mani, per rassicurarlo della sua effettiva presenza.
-Sono qui.
La sua mano tocca le dita dell'ex capitano, ed è l'unico contatto sensibile che possono instaurare: la vista, consumata dall'Imperatore, è stata sigillata assieme alle sconfitte del passato come un fatto terribile, da dimenticare. Reo è l'ultima delle cose che lo lega a quel mondo visibile che non gli appartiene più – ed è il suo viso uno dei pochi dettagli che ancora ricorda con precisione.
Lo stringe ancora, senza tirarlo a sé.
Attraverso la percezione del ritmo del suo cuore, riesce a recuperare lo stato di quiete che lo ha abbandonato per qualche istante, e la primavera di Kyoto torna nel suo odore, nel suo rumore e nella sua calma placida e mai scomposta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Freccia ***


Prompt: Freccia

 

Gli occhi di Reo brillano quando l'ennesima freccia scocca dall'arco di Seijuro, e con precisione traccia nell'aria un'unica e dritta scia che dal ragazzo la portano al centro esatto del bersaglio, proprio nel cerchio più interno e colorato di rosso.
È meraviglia, ammirazione e forse anche altro: preso in un contesto agonistico, gli sembra che Akashi riesca a esprimersi al meglio o a fondere quelle due parti di sé con un'armonia tutta propria e particolare.
Che sia basket, in una divisa larga e chiara, o una delle sei arti confuciane, il tiro con l'arco, con uno di quegli abiti tradizionali ed eleganti che gli donano un'aria ancora più eterna e mai vissuta e mai passata, poco importa.
Il suo capitano abbassa le braccia e lo sguardo, arretrando appena di un passo, sentendo una gratificazione unicamente interna e morigerata assieme allo sfrigolio di un orgoglio sempre acceso. Cerca la fodera piena delle altre frecce, e dopo averla trovata nota anche la mano di Mibuchi che regge e gliene offre una dalle piume nere, particolarmente elegante. Deve averla scelta per puro gusto estetico.
Lo guarda di sfuggita, mentre prende l'oggetto dalla punta delle sue dita, facendola sfilare dai suoi polpastrelli, e mettendosi di nuovo in posizione punta al bersaglio: centro perfetto, un'altra volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Mani ***


Prompt: Mani

 

Le mani di Reo sono abili, ben addestrate e dalle movenze sicure, allenate da anni di pratica e valorizzate da una fama degna di ogni secondo speso nell'allenamento e nella fatica – Akashi non riesce a contare le volte che le ha viste all'opera, con la superficie dura di una palla tonda contro il palmo morbido, domando ai gesti quasi una valenza magica e ancestrale, dal sapore antico quanto la pratica della religione.
Le mani di Reo non sono particolarmente grandi, hanno addirittura qualche callo sul profilo delle dita e una pelle sottile, che ricorda alla vista l'immagine di un foglio sottile di carta – non si vuole chiedere, Akashi, quale sia invece la sensazione al tatto, perché sarebbe un quesito troppo insidioso a cui rispondere e rischierebbe di far sfociare la questione in tematiche strane, non usuali per lui.
Le mani di Reo, in questo preciso momento, sono appoggiate al tavolo della biblioteca, durante una delle solite ore di studio in un normale tempo di scuola; hanno appena sfogliato l'ennesima pagina del libro di biologia e si sono posate, con la solita grazia caratteristica, sulla superficie orizzontale, mentre il loro padrone è impegnato a rimproverare Nebuya e a ricordargli il silenzio dovuto al luogo.
Seijuro abbassa lo sguardo con un movimento fluido, per niente sospetto o agitato, e riprende esattamente a leggere il paragrafo di storia lì dove l'ha lasciato qualche istante prima, senza perdersi o smarrirsi. Mibuchi abbassa la voce di qualche grado, si sporge verso di lui e gli chiede anche qualcosa – le sue dita si intrecciano e le mani sostengono il viso sorridente, proprio davanti a lui.
Deve sbattere le palpebre un paio di volte e chiedergli di ripetere la domanda, a quel punto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Ombrello ***


*Prompt: Ombrello

 

 

 

Lo scrosciare della pioggia di marzo, tipica della zona dei monsoni e tipica persino di quella stagione di mezzo, si infrange in una melodia battente e regolare contro il tessuto impermeabile dai colori vivaci e cade poi rapidissima, in lunghe lingue di acqua cristallina, dagli angoli sporgenti, fino a giungere a terra e scivolare sul cemento in fluenti scie fredde.
Reo Mibuchi sostiene il suo passo con falcate regolari delle alte gambe, senza la minima difficoltà; tiene la propria borsa quasi in braccio, contro il petto, perché non sporga fuori dalla zona protetta dall'acqua. È piena di libri ma sembra leggero se portato da lui – o forse il ragazzo è tanto impegnato a far altro da non badare troppo a quel dettaglio.
Akashi si ferma sul bordo della strada, nello stesso identico punto dove una delle macchine dei domestici di casa, quella mattina, lo ha depositato. Macchina su cui ha dimenticato il proprio ombrello in un momento di particolare disattenzione.
Inizia una silenziosa attesa, fermo in una posizione elegante e statica, che esplica in ogni angolo preciso l'educazione rigida che ha ricevuto. Però, qualcosa lo smuove dalla propria indifferenza.
-Non devi andare a casa?
Reo gli sorride, stringendosi nelle proprie spalle.
-Posso rimanere ancora cinque minuti, non è un problema.
Il giovane capitano non aggiunge più nulla – e i due rimangono ad ascoltare la pioggia che cade.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Neve ***


*Prompt: Neve/Mafia!Au



 

Akashi rimane sempre magnifico, agli occhi di Reo: il rosso così particolare, da ricordare facilmente il fuoco come la passione, spicca per intensità nel fondo bianco della neve immacolata.
Lui rimane lì, appoggiato con le ginocchia al freddo, e non sente i fiocchi cadergli sopra il capo o sopra le spalle, non sente neppure il freddo dell'inverno intrufolarsi tra le pieghe della giacca aperta – è lì da qualche ora e non sente niente, né il tempo che scorre né l'aria che lo morde.
Non bada neppure a quei cadaveri vestiti di nero che lo circondano, o la ferita che gli fa gocciolare il fianco forato e gli macchia di porpora l'elegante camicia.
Però, percepisce la pelle tirare, quando smuove la guancia e tenta la pronuncia di una parola. Dalle labbra rigide gli esce soltanto uno sbuffo di vapore opalescente e null'altro; se ne addolora, perché avrebbe così tante parole da rivolgere al suo Seijuro che gli manca persino l'ordine.
La vittoria è tutto: Seijuro l'ha sempre detto. Non uno stile di vita, non un credo da cui essere illuminati, ma essenza pura da cui essere riempiti.
Nel corpo rigido e privo di spirito, aperto in una pozza di sangue, l'ultimo dei capo clan Akashi esprime nel proprio atto finale questa particolare metodologia di vita. Mibuchi è l'unico rimasto, sul campo, e continuerà la propria esistenza come testimone prezioso – è legato alla vita da questo vincolo indistruttibile, come dalla memoria dello stesso Seijuro.
Reo non ha osato neanche chiudergli gli occhi, e ora pare che una lacrima, formatasi da un cristallo di neve sciolto sulla palpebra aperta, vi scivoli fuori e tracci il proprio passaggio sulla pelle immobile.
Lo contempla per un'ultima volta, nel suo rosso vivissimo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Ciocca ***


*Prompt: Ciocca



 

Lo ha scorto, a dire la verità, già quella mattina, lungo i corridoi della scuola. Non l'ha riconosciuto subito, nonostante l'altezza e la familiarità medesima che l'intera figura dell'altro gli ha comunicato, per quanto fugace immagine passeggera dietro un angolo buio.
Quando si è presentato all'allenamento quotidiano, quel pomeriggio, lo ha potuto guardare con tanto d'occhi per un paio di istanti, prima di riconoscere davvero il suo sorriso.
-Sei- chan!
Reo ha fatto un paio di palleggi contro il suolo della palestra, lucido di pulito, e lo ha salutato con il solito sorriso di sempre. Akashi si è permesso di guardare il suo nuovo taglio di capelli con una punta di scetticismo ancora per qualche istante.
Reo lo ha notato subito.
-Ti piaccio, così?
Seijuro non ha voluto rispondere, a quel punto, preferendo cominciare gli esercizi di sempre. Così, si è ritrovato di fronte il ragazzo, di nuovo, verso sera, ad allenamento finito.
-Questo è per te.
Gli porge un fazzoletto piegato, bianchissimo, e comprendendo che Akashi non capisce, esplicita il contenuto del dono.
-Una ciocca dei miei capelli.
Akashi spalanca gli occhi, e questo già basta per allarmare l'altro.
-Si faceva così, nell'Europa antica.
Non dice nulla, non si azzarda a fiatare per non far trasparire il proprio disappunto e il proprio sconcerto; Reo rimane fermo nel proprio sorriso, così tanto ottimista nell'espressione che quasi fa male.
Seijuro si comporta come dovrebbe un uomo dell'Europa antica che ha appena ricevuto un dono: lo accetta con gratitudine, espressa rigorosamente alla maniera giapponese – ovvero con un silenzio religioso, seguito quindi da un movimento di spalle e un allontanamento veloce.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Occhi ***


*Prompt: Occhi


 

Akashi chiude le palpebre, lentamente, oscurando la propria vista per qualche istante. Quando le riapre, l'immagine che ha lasciato poco prima è ancora lì, perfettamente intatta: il corpo di Reo che si muove sopra il suo inguine. Non gli pesa addosso – non lo ha mai fatto, neppure la prima volta che si è accomodato sopra di lui e si è lasciato prendere come se fosse la cosa più naturale del mondo, oppure un momento desiderato troppo a lungo.
In quel momento ha il mento rivolto verso l'alto, tanto che Seijuro può vedere tutto il collo allungato e il pomo d'Adamo che sporge appena dalla pelle; le spalle strette aprono a un petto glabro e dai muscoli definiti, che si gonfia di respiro profondo ma non accelerato, non scomposto o irrazionale; il ventre piatto finisce, chiudendosi in una sorta di cono morbido, in una soffice peluria chiara sul pube, dove il movimento allarga le cosce a ritmo e le chiude con fluidità sapiente.
Tutta la figura del tiratore esprime desiderio e seduzione, non occorre certo l'Occhio dell'Imperatore per vederlo, tanto palese e sfacciato.
Akashi solleva le mani ai suoi fianchi, perché ogni suo movimento sia accompagnato da quell'ennesimo contatto: non lo trattiene e non ha intenzione di guidarlo, in quello, lasciandolo fare, conscio del ruolo proprio e quello dell'altro. Reo si china in avanti e ha i capelli che gli coprono il viso, le mani che cercano il suo cuore sotto la pelle.
Un bacio, uno solo, unisce il polpastrello del dito indice di Mibuchi con le labbra di Seijuro – poi un morso e una lingua rossa, mentre lo sguardo severo cede spazio a quella giusta dose di complicità e partecipazione che monta, nel sangue e nel desiderio, un facile orgasmo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2494779