Salvami

di Oh_What_The_Hell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri. ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** Presentazioni. ***
Capitolo 4: *** Inviti. ***
Capitolo 5: *** Consigli. ***
Capitolo 6: *** Preparativi. ***
Capitolo 7: *** Cena e telepatia. ***
Capitolo 8: *** Segreti o menzogne? ***
Capitolo 9: *** Dolci sorprese e.. ***
Capitolo 10: *** ...amare verità ***



Capitolo 1
*** Incontri. ***


Lo vedevo. Era già da qualche minuto che mi guardava insistentemente dall’altro lato del locale. Non uscivo da secoli e stare li ed essere osservata da degli sconosciuti mi dava due sensazioni differenti: da un lato mi sentivo in imbarazzo e quasi nauseata, ma dall’altro lato, il lato che quasi mi eccitava, sentivo la schiena percorsa da brividi e lo stomaco quasi in subbuglio.  Ma non penso che avrei reagito così alla vista di un altro ragazzo. No, definitivamente no. Lui era perfetto! Nonostante le luci offuscate del locale mi impedivano di vederlo in tutta la sua bellezza, riuscivo perfettamente a vedere il colore dei suoi occhi. Era un colore freddo e per un secondo mi si congelò il cuore.
“Funky Buddha”. Che razza di nome è? Mi sentivo stordita, ma la causa non era il nome definitivamente buffo del locale e non era nemmeno colpa della musica martellante che usciva dalle casse. La colpa era proprio li. Di fronte al mio sguardo, a pochi metri di distanza. 
“Just one last time” era il titolo della canzone che mi faceva vibrare i piedi e, in un certo modo, mi faceva battere il cuore ad un rito preoccupante. Non ero assolutamente sicura che la musica fosse la causa di quella mia improvvisa tachicardia, ma volevo cercare di pensare ad altro.
“Alzate tutti le mani! Voglio vedervi sudare questa sera” disse il Dj continuando a premere incessantemente i pulsanti sul suo piano di lavoro.
Da lontano lo vidi. Vidi questo ragazzo dai capelli ricci che alzava le mani e si scatenava con altri ragazzi. Vidi pure tre ragazze con loro, di cui una molto bella e con uno stile decisamente fuori dal comune. Non so per quale assurdo motivo mi sentii gelosa di quelle tre ragazze, forse perché immaginavo, nella mia stupida testa, che una di loro potesse essere la fidanzata di quel bel moretto dagli occhi verdi. Ma accade davvero? E’ possibile essere gelosi di qualcosa, o meglio di qualcuno, che non sa nemmeno della tua esistenza? A me è capitato e fidatevi che quello sarebbe stato solo l’inizio di tutto.
“Sono le 3:45. Cazzo, Sammi dobbiamo andare a casa immediatamente o domattina non riusciremo ad andare a lavoro” disse la mia migliore amica ,nonché coinquilina, Jessica, o come la chiamo io Jess. Il tempo di prendere la borsa da sopra il divanetto e la giacca e subito ci dirigemmo verso l’uscita, cercando di evitare tutti i movimenti bruschi dei presenti in quel locale. Prima di uscire gettai un’occhiata verso il ragazzo misterioso. Stava ridendo e, guardando le mosse di danza dei suoi amici,con fare quasi da bambino,cercava di imitarli. Indossai la giacca, sistemai la mia tracolla e uscimmo dal locale salutando il barista, che ci aveva offerto dei cocktail.
“Harry, ci vediamo domani” disse una voce alle mie spalle. Mi voltai di scatto. Non so perché, ma lo feci e fui subito sorpresa da un nuovo attacco di tachicardia. Harry. Era questo il nome del ragazzo misterioso che mi fissava,e che io fissavo a mia volta,del locale. Il ragazzo che avevo sentito aveva i capelli biondi e, sotto la luce del lampione, vidi che aveva gli occhi azzurri. Non so perché ma avrei voluto abbracciare il biondino per avermi svelato il nome del ragazzo misterioso. Sentii Jess che mi afferrava per una mano e mi tirava farneticando parolacce ma, stranamente, non riuscivo a muovermi. Ero talmente presa da pensieri assurdi su Harry che non mi ero resa conto che stava venendo dalla nostra parte. Rimasi a fissarlo come una demente, con il respiro decisamente accelerato. Non capivo più nulla. Vedevo solo Harry che,con un andamento sexy e mascolino, camminava nella nostra direzione. Aveva una maglietta nera a maniche corte, jeans neri e degli stivaletti alla Beatles marroni. Grazie alla lunghezza delle maniche riuscivo a intravedere dei tatuaggi che lo rendevano ancora più sexy e misterioso. Lo vidi prendere il telefonino dalla tasca posteriore dei jeans e cominciò a digitare qualcosa sullo schermo. Era praticamente a un metro da me, alzò lo sguardo dallo schermo del suo iPhone e in un attimo vidi i miei occhi riflessi nei suoi e mi ci persi completamente. Ritornai, si fa per dire, in me solo quando, con un sorriso malizioso e dolce al tempo stesso, mi disse “Ehi”.Stavo sognando? Era accaduto davvero, oppure ero impazzita del tutto?
Smisi di farmi domande assurde nell’istante in cui sentii Jess prendermi dalla borsa e tirarmi per costringermi a seguirla. Il tragitto verso casa era stato terribile. Non avevo fatto altro che pensare ad Harry e a quella semplice parola che mi aveva mandato il cuore in gola. Arrivata a casa gettai la borsa e la giacca per terra e mi buttai sul letto. Ero solita scrivere tutto quello che mi accadeva durante la giornata in un diario ma quella volta no. Non solo perché ero esausta, ma anche perché ero emotivamente distrutta. Già. Mi sentivo devastata a causa di un ragazzo che non conoscevo e che probabilmente non avrei mai più rivisto in vita mia. Ero sempre stata un disastro con i ragazzi ed ero sicura che Harry se ne fosse accorto. Non riuscivo a smettere di pensare alla figura di merda che avevo fatto con il ragazzo più bello di tutta la mia vita. Mi aveva detto “Ehi” e io, come una grandissima testa di cazzo, non avevo risposto ma ero rimasta a fissarlo come una pazza. Mi rimaneva una cosa da fare: chiudere gli occhi e sperare di non riaprirli mai più.

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Capitolo 2
*** Confessioni ***


7:00 Bip. Bip. Bip. Bip. Cercai la sveglia con la mano per cercare di spegnerla. Appena la trovai richiusi gli occhi e mi coprii la testa con il lenzuolo. “Sammi, svegliati! Dobbiamo andare a lavoro, quindi muovi il culo. Ah, la colazione è pronta”. Sentii Jess gridare dalla cucina. Jessica non era una snob e non era nemmeno Miss perfettina di Londra, anzi era una scaricatrice di porto. In ogni frase metteva una parolaccia e per ‘’scusarsi’’ diceva che la frase non era completa senza di essa. Ma nonostante tutto eravamo migliori amiche da almeno sette anni e abitavamo insieme da tre, andavamo d’accordo e, anche se può sembrare strano, avevamo molte cose in comune. Alzarmi dal letto fu devastante, e non solo a causa dal vento che proveniva dalla finestra che avevo lasciato aperta la sera precedente. Non saprei dirlo con certezza ma sono sicura che il motivo per cui aprii la finestra era una vampata improvvisa di calore al pensiero di Harry dentro la doccia. Smisi di fare pensieri al dir poco osceni e mi alzai dirigendomi verso la cucina. Non mi bastò nemmeno il tempo di dire ‘’buongiorno’’ a Jess che mi interruppe chiedendomi di Harry. ‘’E dunque chi era il bel figone di ieri sera?’’ disse ammiccando. ‘’Non so di chi tu stia parlando’’ stavo mentendo palesemente perché non volevo toccare un tasto dolente come quello. ‘’Ti sembro stupida per caso? Andiamo Sammi, ci conosciamo da nove anni e siamo migliori amiche da quanto tempo? Sette anni? Ci diciamo tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto.’’ ‘’Oddio Jess piantala’’ ‘’Di fare cosa?’’ domandò stupita ‘’Di mettermi in imbarazzo’’ ammisi ‘’Imbarazzo è il mio secondo nome baby’’ iniziò a ridere molto rumorosamente, tanto rumorosamente che sentimmo l’ubriacone di sotto che batteva sul suo tetto con il bastone della scopa per cercare di zittirla. ‘’Hai sentito? Con la tua risata hai svegliato il Mr. Beer’’ iniziai a ridere e facendomi seria per qualche secondo ammisi ‘’okay Jess te lo dico. Ma promettimi di non dirlo a nessuno’’. Le porsi il mignolo e quando lo afferrò con il suo le dissi molto chiaramente quello che era successo fuori dal locale la sera prima. ‘’Ti ha detto ‘hey’ e non gli hai risposto? Era l’occasione della tua vita’’ ‘’Oh grazie Jess. Sei fantastica nel far sentire meglio le persone, credimi’’. Alzai gli occhi e mi diressi verso il bagno per iniziare a prepararmi per il lavoro. Arrivammo a lavoro leggermente in ritardo, ma, nonostante ciò, il nostro capo Bob ci rivolse un’occhiataccia. Era da almeno quattro anni che io e Jess lavoravamo da Nando’s. All'inizio era un semplice ristorante e io e Jessica eravamo le uniche cameriere, ma da quando Bob aveva deciso di servire pure la colazione e il pranzo, c’erano altre tre persone, Tamara, Pedro e Charlotte. Pedro era un ragazzo gay simpaticissimo e diventammo amici sin dall'inizio. Era un ragazzo spagnolo e quindi potete immaginarvi le risate che io e Jess ci facevamo quando cercava di accalappiare qualcuno con il suo accento sexy e buffo al tempo stesso. Al contrario di Pedro, le altre due ragazze non si mostrarono molto contente di lavorare con noi e lo mostrarono sin dall'inizio. Ci vollero ben otto mesi prima di riuscire a fare amicizia e adesso siamo quasi migliori amiche. Era quasi mezzogiorno e questo significava soltanto una cosa: pausa. Io e Jess ci dirigemmo verso l’uscita per andare al bar accanto a bere un cappuccino e durante il tragitto Jess mi chiese di Harry e di quello che mi stava accadendo. ‘’Ti dico tutto appena ci saremo sedute’’ dissi sorridendo. Non volevo nasconderle nulla e, sinceramente, avevo proprio bisogno di un consiglio. Jess era sempre stata una forza con i ragazzi, aveva un talento naturale. C’è chi sa dipingere, chi sa suonare il pianoforte e poi c’è lei, che sa attirare i ragazzi a sé come gli sconti attirano tutte le donne. Ci eravamo appena sedute che Jess mi guardò con aria impaziente. ‘’E quindi? Siamo sedute adesso. Raccontami tutto’’ disse sistemandosi e mettendosi comoda sulla sedia. ‘’Okay. Come ti ho già detto ho adocchiato quel bel moretto che hai visto ieri. Mentre eravamo al locale sentivo i suoi occhi su di me e più di una volta c’è stato un contatto visivo fra me e lui. Jess, cazzo, non puoi capire che sensazione strana che ho provato quando l’ho visto per la prima volta. Avevo le farfalle nello stomaco e mi sentivo quasi mancare. Non mi era mai capitata una cosa del genere ma, non so se l’hai visto bene, lui era proprio perfetto’’ mi fermai per qualche secondo e iniziai a fantasticare su Harry e su quello che sarebbe potuto accadere se gli avessi risposto. In fondo c’è solo una risposta da dare ad un banalissimo ‘ehy’. Eppure non gli avevo risposto e mi ero decisamente persa una fantastica occasione. ‘’Ti sei innamorata di uno sconosciuto per caso?’’ disse Jess guardandomi con aria quasi perplessa. ‘’Sai come sono Jess. Io non credo a quella stronzata dell’amore a prima vista, però non so spiegarmi cosa possa essermi successo ieri notte mentre lo guardavo. Ti rendi conto? Mi sentivo perfino gelosa di tre ragazze che erano con lui e con i suoi amici.’’ ‘’Questo è amore, cazzo. Sam ti rendi conto? Innamorarsi di uno sconosciuto è assurdo. ‘’ ‘’Lo so, ed è proprio per questo che non volevo farti questa confessione’’ ammisi rattristandomi al pensiero che provavo qualcosa per uno sconosciuto che non avrei mai più rivisto. ‘’Sai almeno il suo nome?’’ chiese cercando di non farmi pensare a quello che mi aveva detto precedentemente. ‘’Harry. So solo questo. Quando siamo uscite dal locale ho sentito un suo amico con i capelli biondi che lo chiamava e gli diceva di vedersi oggi.’’ Ammisi sorseggiando il cappuccino che avevo ordinato qualche minuto prima. ‘’Hai detto che si vedranno oggi? Probabilmente si vedranno al Funky Buddha e quindi sta sera ci andremo anche noi e tu potrai rivedere il tuo amatissimo Harry’’ sorrise ammiccando e ridendo. ‘’Sei un genio. Ti adoro Jess’’ sorrisi e le battei un cinque. La sua idea era fantastica e adesso l’unica cosa che mi restava da fare era trovare un vestito decente da indossare per cercare di fare colpo su Harry. Guardai l’orologio che tenevo al polso e notai che la pausa era terminata e che quindi saremmo dovute ritornare a lavoro. Andammo a pagare e ci dirigemmo verso Nando’s e immediatamente mi accorsi che c’era qualcuno di mia conoscenza davanti alla porta d’ingresso del locale. Qualcuno che mi faceva molto piacere incontrare.

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Capitolo 3
*** Presentazioni. ***


Davanti alla porta d’ingresso vidi il biondino che avevo visto la sera prima al Funky Buddha e che mi aveva detto, anche se involontariamente, il nome del ragazzo misterioso. Guardai in mezzo al gruppo di ragazzi che si trovava insieme al biondino e riconobbi anche la ragazza dallo stile casual che era con loro la sera prima. Guardandola attentamente notai una cosa che per me era un grande sollievo. Stava tenendo la mano ad un ragazzo molto carino, con molti tatuaggi nel braccio destro e con un atteggiamento quasi da “rude boy”.  Una cosa che mi piacque di lui fu senza dubbio la T-shirt bianca con su scritto “Cool kids don’t dance”, che mi fece ripensare ad Harry e al modo in cui ballava al locale. Da questo unico pensiero mi ricordai che in mezzo a quei ragazzi io stavo cercando proprio lui. Ma non lo vidi e provai un dispiacere immenso, tanto da far capire a Jess quello che stava succedendo fuori e dentro di me. Ero solita mordermi il labbro inferiore quando ero dispiaciuta, nervosa e arrabbiata e Jess capì subito che una di queste tre emozioni mi stava facendo crollare dentro, così i prese per il braccio e mi condusse dentro il ristorante ricordandomi che avremmo dovuto lavorare.
“Erano gli amici di Harry?” disse Jess con tono pacato.
“Si, ma lui non c’era!” dissi abbassando lo sguardo e iniziando a mordere nuovamente il mio labbro inferiore.
“Sam smettila di morderti il labbro o finirai col non averne più uno!” mi disse con tono arrabbiato e preoccupato al tempo stesso. Sospirò e dopo un po’ aggiunse “dai, torniamo al lavoro altrimenti Bob ci ucciderà”.
“Hai ragione! Ma aspetta un secondo” dissi fermandomi improvvisamente e afferrando Jess per il grebiule che aveva appena indossato.
“Mi hai spaventata idiota. Dimmi” disse con aria sorpresa e con aria quasi spaventata.
“Se entrano gli amici di Harry.. ehm.. posso andare a servirli io? Ti prego.” Chiesi cercando di farle pena con una faccia da cane bastonato.
“Certo scema! Anche perché io non ho intenzione di muovere un dito, sono stremata da ieri sera” ammise, iniziando a ridere non appena si rese conto che il nostro capo aveva sentito tutto e le aveva lanciato una terribile occhiataccia.
“ahahah credo che prima o poi Bob inizierà a punirti dandoti bacchettate  sulle mani con il cucchiaio di legno, così almeno avrai la scusa di non riuscire ad alzare più un dito.” Risi a squarciagola, fermandomi improvvisamente quando mi resi conto che dalla porta d’ingresso erano appena entrati gli amici di Harry.
Lasciai passare qualche minuto prima di andare a prendere le ordinazioni in quel tavolo.  A farli accomodare era stata Charlotte, una ragazza mora proveniente dal nord dell’Inghilterra. Essendo stata lei a far sedere gli amici di Harry al tavolo, non mi capacitavo sul perché della scelta di sedersi a un tavolo con otto posti mentre loro erano soltanto sei. C’erano il biondino, la ragazza casual, il ragazzo con la maglietta stupenda, un ragazzo con una maglia a righe stile marinaio, un ragazzo con un neo al collo e un sorriso dolcissimo e una ragazza dai capelli mossi che stava accanto al finto marinaio. Mancavano due persone e quindi mi iniziai a chiedere se una di loro potesse essere Harry.
“Samantha, puoi andare tu a prendere le ordinazioni a quel tavolo io ho da fare in cucina.” Mi chiese Charlotte indicandomi il tavolo dove erano seduti gli amici di Harry.
‘’si certo, faccio io”. Accettai e mi diressi verso il tavolo prendendo in mano il block-notes su cui scrivevo le ordinazioni dei clienti.
“Ciao ragazzi, benvenuti da Nando’s. Siete pronti a ordinare?” chiesi con un sorriso decisamente forzato e che lasciava sicuramente intravedere il mio disagio di fronte a quelle sei persone.
“Ehm..stiamo aspettando ancora due persone. Puoi passare tra un po’?” rispose il biondino sorridendomi.
“Si certo, passo fra un po’!”. Sorrisi, posai il block-note all’interno della tasca del grembiule e me ne andai tirando un sospiro di sollievo. Sollievo che venne interrotto da tintinnio dei campanellini posti al di sopra della porta d’ingresso. Il capo ci aveva sempre detto di andare a dare il benvenuto ai clienti davanti la porta per mandarli direttamente al tavolo. Eseguii gli ordini, imparati parecchi anni fa, dirigendomi verso l’entrata. Mi bloccai a metà strada non appena vidi Harry con una bambina in braccio. Mi sentii sollevata  dal fatto che non era arrivato insieme ad una ragazza, ma allo stesso tempo sentii un blocco allo stomaco e sentivo quasi le gambe che cedevano sotto il peso del mio corpo. Ma mi feci coraggio e mi diressi verso di lui. Presi un po’ di aria insieme a un po’ di coraggio e gli diedi il benvenuto.
“Buongiorno. Benvenuto.. anzi, benvenuti da Nando’s” sorrisi sfiorando leggermente la guancia della bambina bionda che si trovava in braccio ad Harry.
“Piacere Harry” disse porgendomi una mano e tenendo dall’altra la bambina.
“Ehm.. piacere, Samantha” dissi arrossendo e stringendogli la mano. Mi bastò il semplice tocco di quella mano fredda a far scorrere un brivido lungo tutta la mia schiena. Non ero mai sicura di niente e anche quella volta non ero sicura che la differenza di temperatura della sua mano fosse la causa dei miei brividi.
“E lei è Lux” disse prendendole la manina e porgendomela
“Lux. Che bel nome che hai, io ho una cugina che si chiama così ed è bionda come te” dissi porgendole le mia mano e sorridendole. Poi mi rivolsi ad Harry e gli dissi “allora.. ehm.. dove volete sedere?”
“Siamo con degli amici e credo che siano già qui” disse guardandosi intorno. Non appena li vide alzò un braccio e sorridendomi si diresse verso di loro.
Non riuscivo a credere a quello che era appena successo. Avevo bisogno di parlare con Jess e dirle tutto perché dovevo sfogarmi con qualcuno e lei era proprio la persona adatta con cui farlo. Quando arrivai al bancone dove c’era Jess avevo ancora le farfalle nello stomaco e mi sentivo quasi stordita dalla bellezza di Harry.
“Cazzo. Cazzo. Cazzo. Jess non puoi capire cosa cazzo è successo. Sono felicissima e penso che inizierò a dare fuori di matto fra qualche secondo” dissi con un sorriso enorme stampato sulla faccia e con gli occhi quasi lucidi. Avevo le mani tremolanti e il respiro affannato e Jess capì che era successo qualcosa di davvero importante e serio.
“Mi stai facendo preoccupare! Sembri una psicopatica.” Disse quasi sconcertata dal io comportamento decisamente fuori dal comune.
“Tutte le ragazze innamorate sono delle psicopatiche! E io penso proprio di essere una di loro” ammisi continuando a sorridere e abbracciando Jess che si trovava ancora dall’altro lato del bancone.
“Non dirmi che c’è il tuo amoroso!”
“E invece te lo dico” dissi sorridendo e voltandomi verso il tavolo in cui era seduto Harry per farglielo vedere.
“Cazzo, alla luce del sole è ancora meglio! Tu si che hai buon gusto, dammi il cinque sorella” disse alzando una mano per battermi un cinque.
“Appena stacchiamo da questa merda ti dico tutto. Vado a prendere le loro ordinazioni” dissi lasciandomi sfuggire dalla bocca un suono davvero stridulo.
In pochi secondi cercai di ricompormi e, prendendo in mano il mio libricino delle ordinazioni, mi diressi verso di loro. “Allora cosa ordinate?” dissi sorridendo e scrivendo tutto quello che mi dicevano.
“Okay torno fra poco con le vostre ordinazioni” dissi riponendo il block-note nella tasca del grebiule.
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Inviti. ***


Sentivo l’adrenalina scorrere per tutto il corpo. Non riuscivo a credere di essere riuscita a non fare una colossale figura di merda con Harry. Ero stra-contenta ma il mio lavoro non era finito e quindi avrei dovuto finire di prendere ordinazioni prima di poter iniziare a urlare come una matta. Ero occupata a prendere le ordinazioni ad un altro tavolo e quindi non potei servire il tavolo numero 7, quello di Harry e dei suoi amici.
Per tutto il tempo non avevo fatto altro che pensare a lui e alla bambina che teneva in braccio. Non ero sicura che potesse essere sua figlia, però fu una delle tante ipotesi che mi passò per la testa. 
Avevo raccontato di questa mia cotta con Pedro durante una delle tante pause fra un’ordinazione e l’altra, e lui mi aveva consigliato di chiedere ad Harry di uscire prima che lui se ne andasse dal locale. Jess ovviamente era d’accordo con Pedro e insisteva sul farmi fare questo grossissimo passo.
Per me era quasi una cosa impensabile. Avevo solo diciotto anni e non avevo mai avuto una relazione e, di conseguenza, non avevo nemmeno mai fatto l’amore. Jess era l’unica a sapere questo segreto, un po’ me ne vergognavo perché sapevo che molte persone, soprattutto ragazzi, mi avrebbero preso in giro per questo, ma dall’altro lato non m‘importava più di tanto perché ero fiera di non aver perso la mia verginità con un ragazzo qualunque come avevano fatto molte ragazze della mia età. Non avendo mai avuto una relazione (solo un bacio a capodanno quando avevo sedici anni, ma questo non conta) non sapevo assolutamente nulla di come si flirtasse e quindi andare da Harry sarebbe stato non difficile ma impossibile. Da un lato la timidezza e il mio modo impacciato di fare mi impedivano di andare, ma dall’altro lato volevo andare. Dovevo andare. Dovevo e volevo farlo per me. Per tutto quello che avevo passato, venendo presa in giro da tutti per la mia ingenuità.
Il locale si era quasi svuotato. Rimaneva soltanto il tavolo di Harry, da cui provenivano fragorose risate, e un tavolino alla destra del locale, proprio accanto all’entrata, in cui erano sedute due ragazze più o meno della mia età.
“Io sto andando. Chiudete voi e ci rivediamo domani. Sam stai tu alla cassa, ciao” disse Bob, il capo, dirigendosi verso l’uscita per andare a casa. Era un tipo molto precisino e non gli piaceva né il disordine né il ritardo. Praticamente non gli piacevo. Il locale sarebbe rimasto chiuso dalle 17 alle 20 e poi avrebbe riaperto per servire la cena. Io e Jess oggi non dovevamo lavorare e avevamo grandi programmi per quella sera.
  1. Ordinare una pizza
  2. Non fare assolutamente niente
  3. Andare a letto
Questo era tutto quello che avremmo fatto, ma mi allettava di più l’idea di uscire con Harry e quindi presi la mia decisione. Il ragazzo vestito da marinaio si diresse verso di me che stavo alla cassa e pagò per tutti. Mi sembrò un bel gesto, molto gentile.
“Questo è il tuo resto” dissi sorridendo e porgendogli una banconota da cinque.
“Tieni pure il resto, come mancia” disse facendomi un occhiolino e voltandomi le spalle.
“Grazie mille. Ragazze, il marinaio ha lasciato la mancia” dissi tappandomi velocemente la bocca e spalancando gli occhi. Non potevo credere a quello che avevo appena detto.
“Come mi hai chiamato?” si voltò e iniziò a ridere a crepapelle guardando la mia faccia ibarazzatissima.
“Ehm.. oddio non volevo chiamarti così.. ehm.. è che tu.. ehm..” dissi cercando di trattenere le risate
“Andiamo Louis non dirmi che ti sei offeso, la ragazza ha ragione” disse Harry sorridendomi e ridacchiando insieme agli altri ragazzi che erano con loro
“Hey calmati riccio” disse il marinaio che, a suggerimento di Harry, si chiamava Louis.
“Qui da Nando’s funziona così, diamo sempre soprannomi ai nostri clienti per ricordare il tavolo a cui dobbiamo portare l’ordinazione” disse Jess venendo in mio soccorso. Beh in effetti questa dei soprannomi poteva rientrare fra le regole del locale perché era una cosa che facevamo quotidianamente.
“E allora verrò più spesso per sentire quali altri nomignoli siete in grado di inventarvi” disse Louis sorridendo e dirigendosi verso l’uscita.
“Dai vai subito da Harry” dissero in coro Jess e Pedro tenendo la voce bassa.
Feci un respiro profondo e uscii da dietro il bancone per andare da Harry. Non feci nemmeno in tempo a fare un passo che vidi Harry tornare indietro, con la piccola Lux in braccio, a prendere un peluche che era rimasto nel tavolo che avevano occupato precedentemente. Aveva un modo di trattare quella bambina così delicato che mi piacque da morire. Sentivo che rassicurava la bimba dicendogli frasi tipo “tranquilla piccola, ora troviamo il tuo peluche”.
Quando smisi di immaginarmi Harry come padre dei miei figli mi resi conto che si stava avvicinando a me.
“Posso chiederti una cosa?” disse mentre giocherellava con il peluche di Lux per cercare di farla tranquillizzare.
“Certo.. ehm.. dimmi” dissi cercando di mantenere il controllo
“Sei mai andata a mangiare da Bungaloo’s?” disse tranquillamente
“Ehm, no mai.. perché?” dissi curiosa e stranita dalla domanda che mi aveva appena posto. Mi aspettavo un classico ‘’vuoi sposarmi”… ehm, stavo fantasticando troppo così ritornai al discorso per sentire il perché di quella domanda.
“Ti va di venire a cena con me questa sera? Se non sei occupata ovviamente” disse agitando il dito per aria per indicarmi il locale.
“ehm, ne sarei davvero lieta” dissi con un sorriso gigantesco stampato sul volto.
“Okay allora ci vediamo questa sera.. se mi dai il tuo numero ti telefono e ci organizziamo meglio” disse con nonchalance. Si vedeva che ci sapeva fare con le ragazze e al contrario mio non si sentiva in imbarazzo a flirtare con una sconosciuta.
“ecco tieni” dissi porgendogli un piccolo pezzo di carta con su scritto il mio numero di telefono
“Okay allora ti chiamo dopo, ciao dolcezza” disse sfiorandomi una mano e dirigendosi verso l’uscita dove lo aspettavano i suoi amici.
“Penso che prima o poi mi farà venire un infarto quel ragazzo” dissi sospirando e guardando Jess.
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Consigli. ***


Non riuscivo a credere a quello che mi era appena capitato. Non ero mai stata una ragazza fortunata, nemmeno in amore. Eppure quella volta qualcosa stava cambiando, stava volgendo tutto per il verso giusto. Ma ero certa, anzi certissima, che prima o poi mi sarebbe accaduto qualcosa di orribile. Me lo sentivo.
Il tragitto verso casa era stato molto silenzioso perché ero immersa nei miei pensieri ed ero troppo occupata a immaginarmi il mio primo bacio con Harry. Jess era emozionata quanto me, sapeva che mi piaceva davvero quel ragazzo ed era contentissima per me. Se non fossi stata così pensierosa avrebbe passato tutto il tragitto a dirmi cosa fare e cosa non fare durante un appuntamento. Non ero sicura di volere i suoi consigli, però lei aveva sicuramente più esperienza di me in fatto di relazioni. Cercai di rompere il silenzio tossendo per cercare di attirare la sua attenzione e, stranamente, la cosa funzionò.
“Che c’è? Stai per soffocare? Non oggi ti prego! E’ il tuo primo appuntamento.” Disse ridendo
“Ahahah sei una pazza Jess. Comunque volevo chiederti un.. ehm.. un consiglio” dissi abbassando lo sguardo. Sapevo già che dai suoi consigli sarebbe stato quello di non farci sesso alla prima uscita, e la cosa mi imbarazzava parecchio.
“Sicuramente non puoi farci sesso la prima sera, ragazza. E’ una cosa severamente vietata” disse con aria quasi solenne.
“Vietata da chi?” chiesi io.
“E che ne so io, da qualcuno sarà stato vietato altrimenti devo andare a chiamare tutti i ragazzi a cui non l’ho data la prima sera ahahah” disse ridendo e prendendo il telefono dalla tasca.
“Andiamo Jess, non mi stai aiutando per niente. Come devo comportarmi? Di cosa dobbiamo parlare? Non so niente di relazioni, appuntamenti, calcio, amore.. nulla!” dissi esasperandomi.
“Stavo solo scherzando Sam. Credo che tu abbia bisogno di un calmante, non puoi di certo arrivare in questo stato dal tuo bel ragazzo” disse facendomi l’occhiolino.
“Scusami Jess, ma mettiti nei miei panni. Sono una sfigata e timida, senza nessuna relazione alle spalle e con una vita di merda. Persino i miei genitori hanno capito che ero orribile come figlia e mi hanno abbandonata. Capiscimi Jess, ho bisogno di qualcuno accanto a me. So che ci sei  tu, ma vorrei una figura maschile al mio fianco. Vorrei un ragazzo che sappia prendersi cura di me perché io non ne sono davvero capace” dissi asciugandomi una lacrima che cercava di uscire fuori mostrando a Jess che questo era davvero un argomento delicato per me. Fino a quel momento non avevo mai tirato fuori la storia dei miei genitori e della mia famiglia. Ovviamente Jess sapeva tutta la mia storia e tutto quello che in passato mi era accaduto, ma da quella volta avevo promesso a me stessa di non parlarne più, perché sapevo quanto male mi facesse.
Cercai di calmarmi e ci riuscii solo quando sentii il braccio di Jess cingermi le spalle e sentii le sue labbra posarsi delicatamente sulla tempia destra. Le sorrisi gentilmente e cercai di ritornare in me.
“Diamine Jess, questo è il mio primo appuntamento e cercherò di non rovinarlo per nessun motivo al mondo” dissi alzando una mano per cercare di darle un cinque.
“Parole sante compare, parole sante” disse dandomi il cinque e stringendomi a se con fare quasi fraterno.
Io avevo sempre voluto bene a Jess. C’era sempre stata, in qualsiasi momento, bello o brutto. Ci davamo un sacco di consigli e facevamo praticamente tutto insieme. Non avrei mai potuto immaginare la mia vita senza di lei. Mai.
“Allora continua con i tuoi consigli Jess. Ho orecchie solo per te” dissi cercando di prestare la maggiore attenzione a quello che mi avrebbe detto.
“Okay miss. Samantha Roland. Anche se preferirei  continuare la lezione nel mio appartamento” disse indicandomi il portone di casa nostra.
“Ai suoi ordini prof” dissi facendole un inchino e facendola entrare per prima all’interno del portone.
Arrivate a casa gettai, come sempre, la borsa e la giacca sul divano, e Jess fece lo stesso. Mi tolsi le scarpe e mi cambiai i vestiti, indossando un maglione enorme e un paio di leggins neri. Jess, invece, indosso la sua maglietta preferita dove vi era una scritta al dir poco volgare ma divertente.
“Bip bip motherfuckers? Che razza di maglietta è Jess” dissi indicando la maglietta che aveva appena indossato e ridendo a crepapelle per quello che vi era scritto sopra.
“Ti piace? L’ho comprata quando siamo andate a Cancun per le vacanze di primavera” disse, fiera della sua maglietta.
“Ma ti avevo detto di non comprarla perché era al dir poco imbarazzante” dissi fra una risata e l’altra
“Se non ti piace la maglietta della tua insegnante puoi anche lasciare l’aula” disse alzando la testa cercando di fare l’indignata, ma vedevo che rideva sotto i baffi.
“Oh.. scusi miss. Anderson. Vada avanti con la sua lezione” dissi facendole segno che avrei chiuso la bocca per la prossima mezz’ora.
“Allora.. ho solo un consiglio da darti..” non fece in tempo a terminare la frase che la interruppi alzando una mano. “Si, signorina Roland.” Disse guardandomi spazientita.
“Hai detto che puoi darmi solo un consiglio? Jess io ho bisogno di migliaia di consigli.. insomma, non so se mi hai vista bene ma sono un completo disastro” dissi indicando me stessa dalla testa ai piedi.
“Sam per carità chiudi quel buco dentato che hai su quel bel faccino, altrimenti vengo li e ti schiaffeggio” disse scrosciandosi le dita.
“Okay, ma spera per te che sia un consiglio utile altrimenti sarò io ad uccidere te Jess” dissi cercando di fare lo stesso con le mie mani, ma invano.
“Come dicevo, ho solo un consiglio da darti che è, però, il consiglio più importante che una persona possa mai darti: sii sempre te stessa. Per far durare un rapporto, la sincerità è alla base. Quindi non crearti una maschera, non cercare di diventare quella che non sei, altrimenti lui si innamorerà della finta te. Sei una ragazza stupenda, hai due occhi verdi che fanno invidia al mondo intero. Sei praticamente bellissima ma è la tua stupida insicurezza che ti blocca. Prendi a martellate questo cazzo di guscio Sam, non ti serve. Soprattutto oggi non puoi fare la bella statuina che arrossisce ad ogni complimento e non riesce nemmeno a ringraziare. Se ti dovesse chiedere se hai mai avuto una relazione dì di no. Perché è la verità! Non cercare di essere quello che non sei.  Il resto verrà da se. Adesso se hai un martello, posso procedere con il rompimento del guscio” completò il discorso ridendo, ma per il resto della discussione era stata seria e si vedeva che era sincera in quello che mi diceva.
“Oh Jess, certe volte sembri una stronza senza cuore e invece sei la persona più dolce del mondo” Mi alzai dal divano dove ero spaparanzata comodamente e mi diressi verso di lei,che era in piedi dietro il tavolino di legno,che si trovava di fronte al divano in cui ero io. L’abbracciai con quanta forza avevo nelle braccia e le sussurrai un lieve “grazie di tutto, Jess. Non lasciarmi più”.
“Non ti lascerei nemmeno per tutto l’oro del mondo, Sam” disse stringendomi a sua volta e lasciando uscire la Jess dolce e sensibile che era in lei. Vidi una lacrima scenderla delicatamente sulla guancia e gliel’asciugai con la manica del mio maglione preferito.
“Okay adesso basta, oppure mi verrà il diabete” disse asciugandosi le altre lacrime che volevano uscire fuori a tutti i costi.
“ Grazie dei consigli, ma adesso ho una domanda.. Cosa mi metto?” dissi cercando di farmi dare qualche consiglio di moda. La moda era sempre stata la sua più grande passione, mi aveva anche cucito qualche abito di sua invenzione. Ovviamente non amava gli abiti classici, ma era più propensa ad uno stile casual e moderno, con cui tutti avrebbero potuto esprimere la loro personalità.
“C’è molto da lavorare in questo campo” disse scoppiando a ridere e indicandomi, ridendo dei miei abiti extralarge.
“Oh bene.”
“Ma penso di poterti dare una mano, anzi due.. vado a vedere nel mio armadio se trovo qualcosa di adatto per l’occasione” disse dirigendosi verso la sua stanza che si trovava alla fine del corridoio, proprio accanto al salone.
Mentre Jess era alla ricerca di qualcosa da farmi indossare quella sera, io ero seduta comodamente sul divano, sgranocchiando patatine e guardando la tv.
Ero talmente immersa nel programma che stavo guardando, ‘Awkward’, che non mi resi conto di tutte le parolacce che stava gridando Jess perché non riusciva a trovare nulla per me.
Ci fu solo una cosa che mi distrasse dal mio programma preferito. Sentii una vibrazione provenire dalla mia borsa e mi resi conto che mi era arrivato un messaggio. Cercai frettolosamente il telefono nella borsa e appena lo trovai rimasi immobile davanti allo schermo del telefono per circa dieci minuti.
‘Sono Harry, ci vediamo al Funky Buddha verso le 20.. Ti porterò in un posto stupendo, ciao dolcezza’
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Preparativi. ***


Quel semplice messaggio mi aveva lasciato un vuoto dentro lo stomaco inspiegabile. Ormai non ero concentrata abbastanza per guardare il mio programma televisivo preferito (insieme ad altri mille altri programmi) e non facevo altro che pensare a come mi sarei dovuta comportare. Ero rimasta da sola a casa perché Jess, dopo aver svuotato il suo armadio e dopo avermi trovato un vestitino a fiori molto carino, aveva sentito la necessità di uscire con Pedro, Charlotte e Tamara per prendere un caffè con loro. Ovviamente non avrei mai potuto trattenerla con le mie solite scenate isteriche perché aveva già fatto tanto per me. Ora me la sarei dovuta cavare da sola, con le mie conoscenze dei film d’amore e con quello che Jess mi aveva consigliato di fare. Migliaia di consigli, e anche parecchi complimenti, mi erano arrivati da Pedro, che ovviamente non stava mai da parte quando si parlava di bei ragazzi. Più volte mi aveva ripetuto che avevo avuto buon gusto a scegliere Harry, ma probabilmente non aveva capito che io non avevo fatto nulla. Chiamatelo come volete, ma qualcosa ha fatto si che io ed Harry uscissimo insieme e quel qualcosa ha fatto si che fosse proprio lui a chiedermi di uscire. Chissà se quel qualcosa mi avrebbe permesso di fare in modo di non rovinare nulla come sempre, come ero solita fare. Speravo che mi portasse in un posto più romantico del Bungaloo’s perché, dalla ricerca che avevo fatto su internet per scoprire dove fosse, avevo visto che era un fast food e non avevo proprio voglia di passare il mio primo appuntamento in un posto del genere. Ora starete sicuramente pensando che non è il posto che conta ma la persona con cui si è, e da un lato avete ragione. Stavamo parlando di Harry Styles, non di un ragazzo qualunque, lui era forse il ragazzo più bello che avessi mai visto. Anzi, eliminiamo il forse. Era senza dubbio il ragazzo più bello che avessi mai visto e che mi avesse mai vista. Ero sempre stata una frana, impacciata e timida e chi l’avrebbe mai detto che oggi sarei uscita con lui? Io non l’avrei mai detto, e sono sicura che non l’avrebbero mai detto nemmeno i miei genitori.
Smisi di fare pensieri assurdi solo quando, guardando l’orologio, mi resi conto che avrei dovuto iniziare a prepararmi. Andai nella camera da letto di Jess per prendere il vestito che mi aveva gentilmente prestato e appena entrata rimasi sconcertata dall’ammasso di vestiti che si trovava sul suo letto. Io avevo al massimo una cinquantina di vestiti, fra jeans e magliette varie, ma lei su quel letto e dentro l’armadio ne aveva migliaia. Ora capivo il motivo per cui aveva sempre desiderato una cabina-armadio!
‘’Ma che cazzo?” esclamai osservando tutti quei vestiti.
Trovai comunque l’abito e decisi di andarmelo a provare per vedere se faceva al caso mio. Lo infilai dalla testa e feci fatica a chiudere la zip che si trovava sulla schiena. Indossai un paio di ballerine blu che si abbinavano ai fiori che erano stampati sull’abito. Era un vestitino che arrivava poco sopra le ginocchia, con la vita stretta e più morbido di sotto e aveva questa zip che  partiva dal collo fino a metà schiena. Era un semplice abito bianco panna con dei fiori blu stampati qua e la. Io sicuramente non l’avrei mai scelto. Ero più una ragazza da Jeans, felpa e vans (o Nike), quell’outfit era decisamente fuori dai miei canoni ma era comunque un bellissimo abito e, pur di fare una bella figura con Harry, avrei indossato i tacchi. Cosa che non feci perché non ne possedevo un paio e perché non ero obbligata a metterli.
Pettinai i capelli cercando di eliminare quell’orribile forma dello chignon che mi ero fatta precedentemente. Optai per i capelli sciolti, lisci e senza mettere prodotti orribili e puzzolenti. Avevo i capelli lisci e abbastanza lunghi (arrivavano a metà schiena), castani ma con qualche riflesso naturale ramato, e nonostante tutte le code di cavallo e gli chignon scombinati che facevo ogni giorno erano molto sani. Pettinandoli ritornarono al loro liscio naturale e mi sentii sollevata.
“E adesso passiamo al mio nemico numero uno. Il make-up” dissi prendendo fra le mani la cipria di Jess e il suo pennello.
“‘I can’t stop, can’t stop this love no matter what they say I love youuu’”.  Mentre mi preparavo ero solita ascoltare della musica per concentrarmi e per non annoiarmi. Cantavo a squarciagola, fregandomene dei vicini e della mia voce decisamente non soave come quella di un usignolo.
Nella mia playlist le canzoni scorrevano velocemente e anche io stavo acquisendo una certa dimestichezza con l’eyeliner. Cercai di fare una linea sottilissima con una piccola virgoletta alla fine, giusto per dare una forma al mio occhio. Avevo sempre pensato di avere degli occhi orrendi, ma molte persone mi facevano i complimenti. Avevo gli occhi di un azzurro chiaro, e nell’occhio destro avevo una piccola macchiolina marrone che spiccava in mezzo al blu.
Mi spruzzai un po’ di profumo, presi la borsa e in un momento mi catapultai fuori dalla porta di casa. Chiusi a chiave e iniziai a scendere le scale, cercando nella borsa il telefonino per telefonare a Jess.
“Pronto”. Dopo qualche squillo Jess finalmente rispose. Avevo bisogno di essere calmata come solo lei sapeva fare, altrimenti sarei andata completamente fuori di testa.
“Jess sono appena uscita di casa.. sono per strada e sto decisamente impazzendo” dissi gesticolando come una pazza
“Sam, cara Sam. Calmati e andrà tutto bene” disse con una voce che non sembrava nemmeno la sua.
“Jess sei ubriaca per caso?”
“Può essere.. ma sono ancora capace di comprendere e di volere e quindi sono soltanto un po’ brilla” disse scoppiando in una fragorosa risata che istintivamente mi fece allontanare il telefono dall’orecchio.
“Jess smettila di bere e dopo fatti accompagnare a casa, passami Pedro dai”
“Pronto gioia” disse Pedro con il suo solito accento spagnolo e moolto gay
“Pedro ho due cose da dirti: Per prima cosa riportate Jess a casa e mettetela a letto altrimenti combinerà un sacco di casini. E per seconda cosa devi assolutamente dirmi qualcosa di confortante perché sto per uscire con Harry e non so cosa fare né dire”
“Per Jess nessun problema e per Harry ho solo una cosa da dirti: ben fatto ragazza. Hai proprio un buon gusto in fatto di ragazzi..”
“Veramente è il primo ragazzo che mi rivolge la parola”
“oh.. ehm.. allora il mio consiglio è quello di essere te stessa e devi cercare di non parlare troppo altrimenti penserà che sei una pazza logorroica ed egocentrica. Non masticare con la bocca aperta..”
“Io non mastico a bocca aperta” dissi quasi offesa
“Lo so tesoro, lo so. E’ solo un consiglio in caso ti dimenticassi le buone maniere”
“Non succederà, lo prometto”
“E mi raccomando, niente parolacce” disse con tono quasi severo
“Okay.. cercherò di trattenermi”
“Adesso stacca e mi fai sapere TUT-TO per filo e per segno. Buona fortuna gioia” disse riattaccando il telefono senza darmi il tempo di rispondergli.
Ero praticamente arrivata davanti al Funky Buddha e, anche se ero in ritardo soltanto di qualche minuto, di Harry non ce n’era nemmeno traccia. Aspettai per circa venti minuti, sbuffando e guardando l’orologio, cercando di non iniziare a piangere per la delusione di aver preso un due di picche proprio da Harry.
“Lo sapevo non viene” dissi sospirando e, guardando il cielo coperto da stelle, cercai di non far uscire le lacrime più amare della mia vita.
“Chi è che non viene?”
Mi voltai e vidi Harry con un mazzo di fiori in mano e con un sorriso che gli scavava sue fossette stupende sulle guance.
“Pensavo mi avessi dato buca” dissi sorridendo e prendendo il mazzo di fiori che mi stava porgendo
“Se non fossi venuto non avrei mai visto una ragazza capace di risplendere anche nel buio della sera” disse sorridendo.
“Ehm.. grazie.. grazie anche per i fiori sono bellissimi” dissi sorridendo e abbassando lo sguardo. Mi sentivo imbarazzata, ma allo stesso tempo stavo provando una felicità che non avevo mai provato prima.
“Li ho comprati per farmi perdonare del ritardo, a proposito mi spiace del ritardo”
“Perdonato” dissi rialzando lo sguardo e annusando il mazzo di fiori che tenevo in mano
“Allora andiamo a cena?”
“Certo, stavo proprio morendo di fame” dissi pentendomi qualche istante dopo di quello che avevo appena detto.
“Allora andiamo, la macchina l’ho parcheggiata laggiù.. Ti porto in un posto speciale” disse Harry facendomi l’occhiolino e cingendomi la vita con il suo braccio sinistro.
“Oh, grazie” dissi sorridendo
Quel semplice tocco, quel semplice braccio attorno la vita aveva fatto iniziare una serie di effetti nel mio copro che cercavo di trattenere e che cercavo di non far notare.  Brividi lungo la schiena, battito accelerato, respiro irregolare, farfalle nello stomaco. In quel momento iniziai a fantasticare sul come sarebbe stata la mia prima volta con lui. Immaginavo Harry con il suo corpo nudo e muscoloso sopra di me che mi faceva sua. Immaginavo i suoi bellissimi occhi puntati sui miei e il suo sorriso dolce che diventava sempre più malizioso. Immaginavo i suoi riccioli scombinati e bagnati dal sudore. Immaginavo me stessa, distesa sotto di lui,con le ginocchia quasi sul seno, che gli accarezzavo i bicipiti e che gli sussurravo parole intense ma allo stesso tempo dolci…
Scrollai la testa e cercai di concentrarmi su di lui. Arrivammo alla macchina e, aprendomi lo sportello, mi prese per una mano per aiutarmi a salire.
“Grazie” dissi sorridendogli, osservandolo mentre richiudeva il mio sportello e mentre si dirigeva verso il lato guida.
“Allora dove mi porti?” chiesi guardandolo mentre era intento a mettere la cintura e a mettere la chiave per partire.
“E’ una sorpresa” disse voltandosi verso di me con uno dei suoi soliti sorrisi meravigliosi.
“Non preoccuparti, non ti mangio” continuò sorridendomi e facendomi l’occhiolino.
 
 
 
ECCOMI RAGAZZI E RAGAZZE, MI CHIAMO GAIA E SINCERMENTE NON SO PERCHE STO SCRIVENDO UNA STORIA. MI E’ VENUTA QUESTA STRANA IDEA E COSI’ HO INIZIATO A SCRIVERE QUESTA STORIA. HO DECISO DI SCRIVERVI ADESSO PERCHE’ VOLEVO VEDERE SE INTERESSAVA ALMENO MINIMAMENTE A QUALCUNO QUESTA STORIA.  SPERO DAVVERO CON   TUTTO IL CUORE CHE VI STIA PIACENDO E CHE CONTINUERA’ A PIACERVI NEI PROSSIMI CAPITOLI. DETTO CIO’ GRAZIE PER ESSERVI ACCORTI DELL’ESISTENZA DI QUESTA FAN-FICTION E RINGRAZIO ANCHE ‘DIANA MALIK’ PER LE RECENSIONI :*
P.S FATEMI SAPERE SE VI PIACE, RECENSITE E DATEMI DEI CONSIGLI. ACCETTO LE CRITICHE :) UN BACIO.
 

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Capitolo 7
*** Cena e telepatia. ***


Arrivammo, dopo circa mezz’ora di strada, in un bellissimo posto. Era un ristorante molto elegante e sinceramente mi sentivo quasi fuori luogo, perché non era decisamente nei miei canoni di ristoranti né tantomeno nel mio budget. La prima cosa che mi aveva colpito di quel posto erano sicuramente le luci, emanate in parte dai lampioncini e in parte dalla grossa scritta “Villa Isabella” che era, appunto, il nome del ristorante. Un bellissimo prato inglese faceva da cornice alla stradina in mattoni rossi che portava al cancello di entrata. Entrammo con l’auto e il parcheggiatore ci indicò un posto libero, proprio sotto un meraviglioso albero, probabilmente una quercia.
Harry si affrettò a scendere dalla macchina per venire ad aprire il mio sportello.
“Grazie, sei molto gentile” gli dissi sorridendo e afferrando la mano che mi aveva offerto per aiutarmi a scendere dalla macchina.
“Di niente” disse sorridendo
Ci voleva qualche metro prima di arrivare all’entrata vera e propria del ristorante. Mi guardai e il paesaggio si faceva sempre più elegante. Fontane in marmo bianco, prati inglesi circondati da bellissimi cespugli di rose bianche, alberi meravigliosi e lampioncini che emanavano una luce azzurrina. In lontananza vidi un gazebo con una sedia a dondolo che si affacciava su una meravigliosa piscina, illuminata anch’essa da un bel po’ lampioncini.
Harry sotto quella luce era ancora più sexy. Aveva un paio di Jeans  neri non troppo attillati, una polo (senza dubbio di marca) bianca, delle convers bianche e una giacca nera sopra la polo. Camminammo in silenzio. L’unica cosa che riuscivo a sentire era il suo sguardo su di me, che distoglieva ogni volta che mi voltavo verso di lui.
“Sei bellissima sta sera” disse Harry scompigliandosi i capelli e rimettendoli a posto.
Quel gesto aveva fatto arrivare al mio naso un odore di One Million che mi aveva stordito per un secondo. Tornai in me solo appena giungemmo davanti alla porta d’entrata del ristorante.
“Uh.. ehm.. grazie” dissi imbarazzata e ancora in preda del ricordo di quel profumo meraviglioso.
Entrati in quel ristorante mi sentii quasi stravolta dal cambiamento di intensità di luci. All’esterno vi erano delle luci offuscate e romantica, ma all’interno quelle luci erano quasi accecanti. Luci che provenivano da vari lampadari di vetro. Mi guardai intorno e vidi un bel po’ di gente che mangiava silenziosamente. Arazzi enormi erano appesi alle pareti e facevano quasi da cornice alle enormi finestre. Qualche colonna di marmo bianco separava una parte del locale all’altra e riuscii a vedere che queste colonne portavano ad una scalinata che portava ad un secondo piano.  Ero affascinata da quel posto, mi sentivo come una bambina in un negozio di caramelle o in un negozio di giocattoli.
“I vostri nomi, per favore” disse il cameriere all’entrata. Era posto dietro un leggio in legno molto spesso e aveva un enorme elenco di nomi e numeri dei tavoli.
“Styles” disse Harry
Styles. Era questo il suo cognome dunque. E’ assurdo, ero uscita con un ragazzo di cui sapevo solo il nome e il primo appuntamento era in un ristorante a cinque stelle.
“Vogliate seguirmi da questa parte” aggiunse il cameriere dopo aver trovato la nostra prenotazione sul suo enorme elenco.
Ci accompagnò ad un tavolo per due all’angolo del locale, vicino alla finestra. Attorno a noi c’erano altre coppie e altri gruppi di persone che parlavano a bassa voce e da quella parte del locale riuscivo a sentire il suono di un pianoforte. Mi sporsi un po’ dalla sedia e vidi, qualche tavolo dopo il nostro, un ragazzo seduto al pianoforte che deliziava i commensali con le melodie di Chopin e Mozart.
“E’ un posto bellissimo Harry, ti ringrazio” dissi ritornando con lo sguardo al mio posto.
“Non devi ringraziarmi, te lo meriti”
“In che senso?”
“Oggi hai lavorato tanto, ogni tanto ci vuole una bella ricompensa. Non trovi?” disse facendomi l’occhiolino e chiamando il cameriere con un schiocco di dita per farci portare il menù.
“Beh, in effetti ho lavorato duramente.” Dissi ridendo
Il cameriere portò il menù e continuò il suo lavoro. Essendo una cameriera mi dispiaceva che dovesse lavorare così duramente in un posto del genere, dove probabilmente veniva trattato come una pezza da piedi. Ma d’altra parte immaginavo quanti soldi dovesse guadagnare al mese ed  ero quasi gelosa. Ma non avevo tempo per pensare a queste sciocchezze quando, davanti a me, vi era un ragazzo che sicuramente tutte le donne in quel locale mi invidiavano.
“Allora cosa prendi?” disse Harry distogliendo lo sguardo dal suo menù e puntandolo sui miei occhi
“Sinceramente ci sono molti nomi di cibi di cui non so nemmeno il significato, giuro non li ho mai sentiti nominare” dissi sorridendogli e arrossendo vedendo che mi aveva sorriso quasi perché gli facevo compassione. Dovevo sembrare proprio una demente, vestita come una bambina, fuori luogo come sempre, e senza la minima idea di quello che c’era scritto sul menù.
“Ahahah non preoccuparti, ordino io per entrambi” disse sorridendomi e richiamando il cameriere al nostro tavolo.
Ero imbarazzata al punto che non riuscii a spiaccicare una parola per tutta la cena.
Solamente quando arrivò il dessert, decisi di dire qualcosa per rompere il ghiaccio.
“E allora.. ehm, chi era la bimba che era con te oggi? Era dolcissima” dissi cominciando a mangiare la panna cotta alla fragola che avevo ordinato.
Harry aveva ordinato un cheescake con salsa di mirtilli, e buttando giù il primo boccone, mi rispose
“Oh, Lux? Beh è la figlia della mia parrucchiera. Può sembrare strano ma ormai Lux è diventata come mia figlia” disse sorridendomi
“Sei molto dolce” dissi facendogli un sorriso e ricominciando a mangiare il mio dessert
“Grazie, anche tu.” Disse sorridendomi e continuò “Vuoi assaggiare il mio cheescake? E’ buonissimo” disse prendendo con la forchetta un pezzo del suo cheescake ai mirtilli e portandomelo vicino alle labbra.
Accettai senza esitare il boccone e feci lo stesso con il mio dessert, avvicinandolo delicatamente alle sue labbra.
“Wow, è veramente buono questo cheescake” dissi leccandomi le labbra per eliminare i resti di crema di mirtilli.
“Anche questa panna cotta non è male” disse mandando giù l’ultimo boccone di cheescake che era rimasto nel suo piatto.
“E’ stata una bellissima serata, grazie” dissi pulendomi le labbra con il tovagliolo e bevendo un sorso del vino che Harry aveva ordinato
“Anche se è stata molto silenziosa?”
“Uhm.. beh.. è che sono molto in imbarazzo e quindi non sapevo cosa dire” dissi abbassando lo sguardo e mandando giù l’ultimo goccio di vino rosso dal mio bicchiere.
“Stavo solo scherzando, posso capirti. Avremo modo di fare delle conversazioni profonde”
“Che tipo di conversazioni?” chiesi quasi imbarazzata. Non volevo che mi parlasse di sesso proprio in quel posto, avrebbe rovinato tutto sicuramente.
Vidi Harry sporgersi in avanti verso di me, prese la mia mano che stava ancora tenendo il bicchiere di vino e mi sussurrò
“Per parlare di noi” disse ritornando al suo posto e bevendo il vino dal suo bicchiere.
“Cosa intendi?” dissi sorridendogli e sentendomi sollevata dal fatto che non avesse rovinato tutto
“Intendo che sei bellissima e che voglio conoscerti, voglio sapere cosa si nasconde dietro quegli occhi impenetrabili, voglio farti mia e viverti” disse facendosi serio e facendo intravedere un semi-sorriso sull’angolo della sua bocca.
Quelle parole mi avevano fanno rabbrividire. Era assurdo che quello che mi aveva appena detto era quello che desideravo dirgli da quella sera al Funky Buddha. Avrei voluto farlo mio, avrei voluto scavare dietro quello sguardo da duro e vedere cosa si nascondeva, avrei voluto vivermi tutti i suoi pregi e scoprire se, dietro quell’apparente perfezione, ci fossero anche dei difetti.
“Tempo al tempo” fu l’unica cosa che riuscii a dire perché continuavo a ripensare a quella telepaticità che si era creata fra i nostri pensieri.
“Tutta la vita se vuoi” 
 
                

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Capitolo 8
*** Segreti o menzogne? ***


Quelle parole mi avevano dato da che pensare per tutto il resto della serata. Finito il dolce Harry si era alzato per andare a pagare e io ero rimasta seduta al tavolo. Accanto a me c’erano due ragazze che bevevano caffè e parlavano, e a giudicare dal modo in cui avevano squadrato Harry quando si era alzato dal tavolo probabilmente lui era il loro argomento principale. A un certo punto una delle due ragazze, la bionda con le meches, iniziò a guardarmi.
“psst” disse avvicinando pian piano la sua sedia alla mia per farmi sentire quello che aveva  dire. La sua amica fece lo stesso.
“Ci conosciamo?” dissi bruscamente, non so il motivo ma ero abbastanza infastidita da quelle due.
“No, piacere Toni, e lei è Amanda” disse indicando prima se stessa e poi la sua amica
“Piacere” dissi fingendo un sorriso e alzando la testa per vedere a che punto fosse Harry. Lo vidi parlare con un ragazzo, probabilmente un suo vecchio amico a giudicare dal modo in cui rideva.
“Tu sei..?” disse la biondina non avendo ricevuto una risposta da me
“Senti, non ti conosco nemmeno. Cosa diamine vuoi?
“Ehi ehi, calmati ragazza.. volevamo solo farti una domanda” disse alzando le mani come per discolparsi
“Dimmi” dissi alzando gli occhi al cielo e fingendo interesse
“Tu per caso stai con quel ragazzo?” disse guardando Harry e indicandolo con un pollice
“Se con ‘stare’ intendi fidanzata, allora no” dissi francamente
“Menomale” disse tirando un sospiro di sollievo
“Perché? Vorresti provarci con lui?” dissi guardandola quasi in cagnesco
“Assolutamente no. Non sono una masochista, so esattamente come è fatto quel ragazzo” disse facendo una faccia quasi disgustata
“Sei una sua ex per caso?” chiesi
“No, ma una mia amica lo è”
“Ed è anche più che una sua ex” aggiunse la ragazza con i capelli castani
“Cosa intendi con ‘è più di una sua ex’?” dissi guardandola aggrottando le sopracciglia.
“Forse non te ne ha parlato, e forse non te ne parlerà mai, ma la  mia amica è anche la madre di sua figlia” disse facendomi un sorriso
Non riuscivo a credere a quello che mi aveva detto. In effetti combaciava quasi tutto.. Harry mi aveva detto che la piccola Lux era la figlia di una sua cara amica, e chi può essere una sua cara amica se non la madre di sua figlia? Non mi capacitavo del fatto che si fossero lasciati e quindi iniziai a pensare che magari stessero ancora insieme o per lo meno stavano insieme segretamente. Non riuscivo a spiaccicare una parola, ma non potevo credere a quelle due pettegole. Probabilmente avevano confabulato tutto il tempo per cercare una stronzata da dirmi in modo tale da avere piazza pulita con Harry. Ma pensai che con quelle meches orrende non avrebbe mai potuto avere una chance con lui, in fondo tutti conoscevano Harry Styles come il donnaiolo  della città, tutte le donne lo volevano e tutti gli uomini lo odiavano e lo invidiavano. Beh, in effetti non avevano tutti i torti, era come il David di Michelangelo. Era come se il suo volto lo avessero scolpito gli angeli…
“La bambina si chiama Lux” disse la ragazza bionda interrompendo i  miei pensieri
“Ascolta, non mi interessa. Siamo solo amici quindi non mi interessa nulla di quello che mi dici, anzi ho finto di avere interesse per tutte le stronzate che mi hai detto fino ad ora” dissi guardando verso Harry e vedendolo arrivare
“Beh, non lamentarti se ti ritroverai con il cuore spezzato”
“Non mi preoccupo infatti, stai tranquilla” dissi prendendo la borsa e alzandomi dirigendomi verso Harry
“E comunque meches sono passate di moda, aggiornati” dissi voltandomi verso di lei. Detto ciò mi diressi verso Harry che mi cinse il fianco con il braccio destro e sentii un brivido percorrermi la schiena.
“Era una tua amica?” mi chiese Harry aprendomi la porta d’uscita
“No, non l’ho mai vista prima d’ora”
“Davvero?” disse facendomi un sorriso
“Oh, comunque grazie mille per la cena, anche se non avresti dovuto pagare tutto tu” dissi sorridendogli
“E’ la nostra prima uscita, che razza di gentleman sarei se non avessi pagato la cena ad una bella ragazza come te?”
“Fai troppi complimenti per i miei gusti”
“Sono così, mi piace dire le cose come stanno”
“Vorresti farmi capire che tutti questi complimenti li pensi davvero?”
“Certo, perché non dovrei pensarli?”
“Non saprei” dissi sorridendogli.
Nel frattempo arrivammo alla macchina ed Harry mi aprì lo sportello.
“Prego mademoiselle” disse sorridendo mostrandomi i suoi denti perfetti e le sue fossette adorabili
“Merci” dissi ricambiando il sorriso
Entrato in macchina mise un cd nella radio e cominciò a cercare una canzone specifica
“Hai qualche genere musicale preferito?” mi chiese guardandomi
“Ehm.. mi piace molto il rock” dissi
“Davvero? Non si direbbe.. Ti facevo una ragazza da musica classica” disse ridendo
“Mi sottovaluti caro” dissi sorridendo
“Beh allora che ne dici di questa canzone?” disse schiacciando il numero 24
Riconobbi subito la canzone sin dalle prime note, e iniziai a battere le dita a tempo sulle mie cosce.
“AC/DC Highway to Hell” gli dissi canticchiando l’inizio della canzone seguendo il tempo
“Wow” disse “Sei veramente una rockettara doc” continuò sorridendo e accendendo la macchina.
Varie canzoni a me note facevano quasi da sottofondo al tragitto verso casa mia, ogni tanto interrompeva quel silenzio imbarazzante con un sorriso e ogni tanto, a quel sorriso, interrompevo il silenzio con il mio battito al dir poco accelerato.
Arrivammo a casa mia. Come aveva fatto quella sera, mi venne ad aprire la portiera e, tendendomi una mano, mi aiutò a scendere.
“Grazie sei molto gentile” dissi mentre camminavamo nel vialetto che portava al portone del condominio in cui vivevo.
“Di niente” disse sorridendomi
“Okay allora, ehm.. Grazie ancora della bella serata, mi ci voleva proprio” dissi imbarazzata abbassando lo sguardo
“Ripeto: di niente. L’ho fatto con piacere. Mi è piaciuto uscire con una ragazza come te, non sei come le altre” disse
Alzai lo sguardo guardandolo dritto negli occhi, mi sentii lusingata da quell’affermazione e speravo sinceramente in un altro appuntamento.
“Davvero? Come sono le altre ragazze?” chiesi curiosa
“Sono delle ragazze facili, ragazze senza pudore e senza vergogna.. tu no, sei completamente diversa.. e mi piace” disse mostrando nuovamente il suo bellissimo sorriso
“Grazie.. ehm non sono una ragazza che esce molto e quindi non so che gente c’è in giro”
“Beh, allora sono contentissimo che tu sia uscita per andare al Funky Buddha l’altra sera”
“Allora siamo in due ad essere contenti” dissi sorridendogli
“E allora.. Ci rivedremo?” chiese
“Penso proprio di si” dissi la chiave nella serratura del portone
“Mi spiace proprio che tu debba andare”
“Dispiace anche a me, ma domani devo andare a lavoro.. E se arrivo di nuovo in ritardo il capo me la farà pagare” dissi dispiaciuta
“Okay allora buona notte, ci vediamo presto” disse dandomi un bacio sulla fronte e sorridendomi. Dopodiché si voltò e si diresse verso la macchina.
“Notte..” fu l’unica cosa che uscì.
Stavo decisamente tremando. Non era un bacio sulle labbra ma era pur sempre un bacio. Un bacio che per me significava qualcosa di buono.
Aprii la serratura e salii le scale. Non smisi per un secondo di pensare a tutto quello che era successo quella sera e sorridevo pensando che, forse, ci saremmo rivisti.
“Finalmente a casa” dissi aprendo la porta del mio appartamento e dirigendomi verso la mia stanza.
Passando dal corridoio vidi Jess che dormiva e quindi cercai di non fare nessun rumore.
“Notte Sam, parliamo domani, ti voglio tanto bene” disse Jess fra uno sbadiglio e l’altro.
“Notte Jess, ti voglio benissimo” dissi mandandole un bacio
Entrai nella mia stanza, buttai la borsa sulla poltrona che era vicina al mio letto, mi tolsi il vestito e le scarpe e misi una maglietta oversize con la scritta NIRVANA, spensi la luce e mi buttai nel letto. Mi sporsi verso  la poltrona per recuperare il telefono dalla borsa che avevo dimenticato.
La luce dello schermo mi accecò, vidi tre messaggi sullo schermo del telefono e li aprii.
‘Quando torni?’ era un messaggio di Jess.
‘Io vado a dormire, buona serata, ti adoro.. non fare cazzate’ altro messaggio di Jess.
‘Grazie per la bellissima serata, non vedo l’ora di vederti di nuovo. ‘ era un messaggio di Harry e subito entrai nel panico.
Guardai l’orario del messaggio. 00:10.
Guardai l’ora nel telefono ed era 00:30, quindi decisi di rispondergli.
‘Grazie a te, ci rivedremo presto.. spero’
Messaggio inviato.
Spensi il telefono e lo misi a caricare, dopodiché chiusi gli occhi e mi addormentai pensando a lui.




 
 Ragazzi e ragazze, sono tornata. Scusate per l'assenza ma sono stata impegnatissima. Spero davvero che vi piaccia questa Fan Fiction :) Quindi fatemelo sapere, recensite, recensite e recensite. Accetto anche delle critiche (la scrittura è fatta anche di questo). Detto ciò che ne pensate di questa storia della presunta figlia di Harry? Pensate che sia vero? rispondetemi e fatemi sapere anche come volete che si risolva questa situazione. Un bacio, vi voglio bene. :)

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Capitolo 9
*** Dolci sorprese e.. ***


Driin. Driin. Driin.
Erano le 7 in punto e stava iniziando una nuova giornata. Era strano che quella mattina Jess non fosse venuta a svegliarmi, toccava a me svegliarla e avevo una bellissima sorpresa.
Mi alzai, misi un paio di calzini perché il pavimento era fottutamente congelato, andai in cucina e presi una pentola e una padella.
Camminai verso la stanza di Jess cercando di non fare rumore.. Nella penombra della stanza vidi Jess in mutande distesa nel letto che dormiva beatamente, ma sarebbe durata ben poco.
Feci un lungo respiro e cominciai a sbattere la padella sulla pentola più forte che potevo.
“Ma che cazzo?” fece Jess prima di cadere dal letto, intrappolata dalle coperte in cui era avvolta.
“Ahahahah svegliati tesoro dobbiamo andare a lavoro” dissi ridendo a crepapelle e asciugandomi le lacrime.
“tesoro un cazzo. Tu sei morta” si alzò velocemente da terra e iniziò a inseguirmi per tutta la casa con un aria furibonda e divertita allo stesso tempo.
Dopo 5 minuti abbondanti di rincorse e risate cademmo stremate sul divano e scoppiammo a ridere.
“Mi vendicherò sappilo Sam” disse ridendo e dandomi un pugno sul braccio
“Ahahah dovevi vedere la tua faccia da idiota”
“Molto gentile.. ma adesso racconta” disse tornando seria
“Di cosa?” dissi stupita dal suo cambiamento improvviso di tono
“Come diavolo è andata ieri sera?” disse ammiccando
“Non puoi immaginarti dove mi ha portata.. Un posto stupendo a cinque stelle.. insomma ha pagato tutto lui e niente è stata una serata bellissima” dissi sorridendo al solo pensiero di quella bellissima serata
“Mmm.. E avete limonato vero?” disse ridendo
“Jess!! Ahahah sei sempre la solita, comunque no. Appena mi ha accompagnata giù davanti al portone mi ha dato un bacio sulla fronte.. Meglio di niente no?!”
“Ahahah piccola Sam” disse accarezzandomi una guancia e ridendo
“Va a vestirti idiota”
“A parte lo scherzo.. Sono contenta che ti sia divertita” disse sorridendomi e dirigendosi verso la dispensa prendendo un pacco di biscotti e facendosi un cappuccino.
“Grazie” dissi sorridendo
“Vuoi fatto un cappuccino?” disse
“No grazie.. Stranamente non ho fame…  Ah, dimenticavo! Ieri al ristorante c’erano due ragazza accanto al tavolo mio e di Harry.. Quando Harry è andato a pagare queste due hanno iniziato a parlarmi di lui, parlarmi male di lui.. Mi hanno detto che una loro amica è l’ex di Harry e che hanno una figlia insieme che si chiama Lux e questa bambina è la stessa che era in braccio ad Harry quando l’ho conosciuto.. Lui mi aveva detto che è solo la figlia della sua parrucchiera che è una sua grandissima amica.. Devo credergli?”
“Woow ragazza.. Devi proprio parlargli e chiarire questa situazione prima di ritrovarti come la rovina-famiglia di turno”
“Ma non vorrei rovinare tutto con questa storia”
“Ma non è mica colpa tua se sei venuta a conoscenza di questo suo segreto”
“Non dobbiamo trarre conclusioni affrettate.. Glielo chiederò e basta”
“Sei troppo bella per fargli cambiare idea su di te”
“Sei dolcissima.. Adesso andiamo a cambiarci o arriveremo in ritardo”
“Hai ragione..Sbrigati”
 
Alle 7:50 eravamo arrivate davanti alla porta di Nando’s.
Dentro c’era già qualcuno seduto ai tavoli che mangiava, probabilmente erano stati serviti da Charlotte che era dietro il bancone.
Entrammo e salutammo i clienti.. Molti di loro erano dei clienti abituali e ormai li conoscevamo benissimo.
Oggi mi toccava stare dietro il bancone delle ciambelle e dei cornetti a servire i clienti. Io odiavo stare li, perché l’odore delle ciambelle mi faceva venire fame ogni volta. E in più non avevo fatto colazione. Che idiota.
Arrivarono le prime persone e cominciai a servire le prime ciambelle e i primi cornetti.
Sentii la porta aprirsi e con grande sorpresa vidi Harry con Lux in braccio che si avvicinava sorridendo.
Dalla cucina sentii Jess che rideva e ripeteva ‘’allarme figlia, allarme figlia” e così iniziai a ridere e mi voltai verso di lei per non farmi vedere in quelle condizioni.
“Ehm ehm” fece Harry per farsi sentire da me
Mi ricomposi velocemente e mi voltai sorridendogli
“Ehi.. ehm ciao” dissi cercando di trattenere le risate e lanciando un occhiataccia a Jess che stava andando a servire i tavoli
“Ti ho portato qualcosa” disse porgendomi una busta bianca di una delle più famose pasticcerie della città.
Aprii la busta e vidi due ciambelle ricoperte di glassa al cioccolato e con la granella di nocciola. Il profumo era incredibile.
“Una è per la tua amica” disse sorridendomi
“Non dovevi, sei dolcissimo” dissi ricambiando il sorriso
“Sei troppo magra.. penso che dovresti mangiare un po’ di più, e sono sicuro che non hai fatto colazione”
“Hai ragione.. ero di fretta stamattina” dissi quasi dispiaciuta
“Lo sapevo.. Quindi mangia.” Disse quasi obbligandomi
“Adesso non posso.. lo mangerò dopo giuro” dissi alzando la testa in modo solenne
“Lo spero” disse guardando le ciambelle che erano esposte nel bancone
“Facciamo una cosa.. siccome sono sicura che non abbia mangiato nemmeno tu, adesso ti siedi comodo e ti porto una buonissima colazione e porto qualcosa anche a questa bellissima bambina” dissi sorridendo e indicandogli il tavolo
“Wow.. ero di fretta stamattina” disse imitando la faccia che avevo fatto io precedentemente
Lo vidi far sedere delicatamente Lux nel divanetto alla destra del bancone e lui accanto a lei.
“Jess vieni qui” dissi per darle un cambio
“Che succede?” disse ammiccando e ridendo
“Non farmi ridere ahahah.. allora io porto la colazione ad Harry e tu stai qui dietro.. Mi ha portato due ciambelle buonissime e ha detto che una è per te” dissi mostrandogli il pacchetto contenente le ciambelle
“Ora si che mi piace questo ragazzo” disse prendendo una delle due ciambelle
“Vuoi fare questo cambio si o no?” dissi supplicandola
“Certo Sam.. va e conosci la tua nuova figliastra” disse ridendo e facendomi ridere
Cominciai a preparare il vassoio che avrei dovuto portare ad Harry e volevo stupirlo. Preparai un frappé al cioccolato e panna per lui e un bicchiere di latte e cacao per Lux, presi due ciambelle, una al cioccolato e l’altra alla fragola, una bottiglietta d’acqua e due biscotti a forma di cucchiaio.
Portai il vassoio al suo tavolo e misi tutto con delicatezza sul tavolo.
“Wow. Sono davvero tante cose e mi sembrano squisite” disse guardando sbalordito il tavolo e voltandosi per mostrarmi i suoi denti perfetti e le sue fossette meravigliose
Vidi Lux battere le mani e cercare di prendere una delle due ciambelle.
La anticipai e con un tovagliolino le porsi la ciambella al cioccolato
“Non puoi sporcarti mica questo bellissimo vestito rosa” dissi porgendole la ciambella e sorridendole
“Grazie” disse affondando i dentini nella ciambella e sporcandosi tutta la faccia ridendo
“Sei meravigliosa” disse Harry
Gli risposi con un semplice sorriso. Volevo parlargli ma non era quello il posto adatto..
“Senti ti va di uscire sta sera?” dissi interrompendo quello che stava per dire
“Stavo proprio per chiedertelo io” disse sorridendomi
“Perfetto, ci vediamo sotto casa mia alle 21?”
“Perfetto”
“Oggi decido io” dissi sorridendogli
“Mi va benissimo” disse prendendo la ciambella e portandosela alla bocca
Ero quasi imbambolata da quel gesto. Volevo essere una ciambella in quel momento.
“Allora buona colazione” dissi sorridendogli e posandogli un tovagliolino sulla bocca per pulirlo dalla glassa alla fragola che era uscita fuori dalla ciambella.
“Grazie, buon lavoro” disse leccandosi le labbra e sorridendomi
Lo vidi mangiare e giocare con Lux e mi sembrava un padre amorevole. Ma sarebbe stato un colpo terribile. Avevo bisogno di sapere.

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Capitolo 10
*** ...amare verità ***


Rigiravo attorno al divano del mio appartamento in attesa di un messaggio di Harry. Aspettavo che mi dicesse qualcosa tipo “scendi” o “sono giù”.. una cosa del genere.
 Non avevo pranzato e la mia colazione era finita dritta nello stomaco di Jess. Un buco allo stomaco aveva preso il posto del cibo e mi sentivo talmente piena che ero pronta a vomitare.
Era da un po’ di giorni che avevo dei sintomi strani, nausea, debolezza, giramenti di testa. Avrei dovuto chiamare un medico, ma non volevo saperne.
Stavo passando un brutto periodo.
Probabilmente dovuto all’incontro con Harry oppure dal fatto che tra qualche giorno sarebbe stato il quarto mesiversario dalla morte dei miei genitori in un bruttissimo incidente stradale.
Morti sul colpo, dicevano.
Qualsiasi cosa fosse stata la causa della loro morte io non l’avevo superata benissimo ma, nonostante ciò, cercavo invano di nascondere tutto dietro un sorriso. Sorriso che diventava pianto la sera, quando ero da sola, nel letto, con la foto della nostra gita in Egitto sul petto che tenevo costantemente sotto il cuscino.
Agitai la testa e gettai un sospiro lunghissimo.
Sprofondai nel divano e chiusi gli occhi per qualche minuto, godendomi il silenzio di quell’appartamento in cui vivevo ormai da qualche anno.
Cik cik
Silenzio introdotto dal rumore di una chiave nella serratura.
Portai il mio sguardo verso la porta in attesa del rientro di Jess che aveva in programma una pizza e un giro per locali con Pedro, Tamara e Charlotte. Io mi ero dissociata. Dove scoprire una grande, grandissima verità su Harry.
Non volevo diventare una rovina-famiglie né tantomeno diventare la ‘’nuova’’ madre di Lux.
Ma c’era una parte di me che trovava quasi eccitante il lato paterno di Harry. Un lato che avrebbe voluto essere trattata da lui come una figlia. Con tanto di carezze e baci sulla fronte.
E magari qualcosa di più.
In quel caso l’incesto sarebbe stato legale.
“Ehi Sam.. ancora il principe azzurro non è arrivato?” disse Jess interrompendo i miei pensieri erotici su Harry e poggiando le buste della spesa sul tavolo della cucina.
“Ah ah.. Non esistono i principi azzurri” dissi quasi seccata
“Hai paura vero? Hai paura di quella che potrebbe essere la realtà dei fatti, ammettilo
“Ho sempre ammesso di avere paura della realtà Jess.. solo che adesso è tutto diverso.. ci sono di mezzo dei ‘’sentimenti’’, mi capisci?”
“Sei innamorata di lui?” chiese scioccata
“No.. ehm.. non credo. E’ troppo presto.. lo capisco pure io che sono zero con i ragazzi. Però c’è qualcosa in lui che mi piace da morire. Qualcosa che non ho mai visto in nessun altro ragazzo in vita mia. Le sue fossette, per esempio. Dannazione, ci sprofonderei in quelle fossette. Per non parlare dei suoi occhi. Riesco a vedere il mare infinito in quegli occhi. Riesco a vedere me riflessa lì dentro. Me riflessa con lui. Mi capisci? E’ qualcosa che non so spiegare. E’ troppo difficile spiegare” dissi fra un pensiero e l’altro pensando a lui e a tutto quello che riusciva a trasmettermi anche solo con uno sguardo.
“Ti capisco Sam.. Non so darti un consiglio. L’unica cosa che posso dirti è quella di fare ciò che ti dice il cuore. Se ti dovesse rivelare di avere una figlia vai oltre. Non pensarci e stai con lui. Te ne pentiresti amaramente se non lo facessi, e lo sai benissimo. Già ti stai guastando un casino, guardati. Stai diventando pelle e ossa. Cerca di mangiare e di non fare cavolate. Per qualsiasi cosa io ci sono, ti voglio bene e sempre te ne vorrò qualsiasi scelta tu farai.” Dissi prendendomi una  mano e lasciandomela subito dopo per andare a rispondere al citofono.
“Sono Pedro e le ragazze?” chiesi quasi dispiaciuta che quella conversazione dovesse finire in quel modo
“Si.. ma stai tranquilla. Ci rivediamo alle 2 di notte qui, davanti al nostro bellissimo divano, per concludere questo discorso. Ti voglio bene” disse dandomi un bacio sulla guancia e riprendendo a sistemare la spesa.
“Anche io” riuscii a dire ripensando a quello a cui andavo incontro.
 
21:02
“Sono giù J”. Era un messaggio di Harry che era arrivato puntuale come sempre.
Presi la borsa e le chiavi di casa, salutai tutti e iniziai a scendere le scale frettolosamente, saltando due o più gradini alla volta.
Aprii il portone e lì davanti, bello come un angelo, c’era Harry.
Le solite converse bianche, maglia blu scura, giacca di pelle nera, jeans neri.
Sguardo magnetico, sorriso perfetto.
Dimenticai immediatamente il monologo interiore che mi ero fatta scendendo le scale. Volevo cercare di essere fredda e dura ma vedendolo persino l’iceberg del Titanic si sarebbe sciolto.
Guardai i suoi occhi sotto la luce al neon del portone e rimasi lì. A fissarli.
“Allora.. dove mi porti?” disse sorridendo disse cingendomi una spalla con il suo braccio muscoloso
“Facciamo una passeggiata fino alla pizzeria qui all’angolo, ti spiace?”
“Cosa? La pizza o la passeggiata?” disse ridendo
“Entrambi” dissi sorridendogli
“Se sono con te non mi spiace nulla” disse stringendomi ancora di più a lui
Non riuscivo a parlare. L’unica cosa che riuscivo a fare era guardarlo mentre camminava sicuro di sé. Cingendomi le spalle con il braccio e sistemandosi i capelli scuotendoli e portandoli da un lato con l’altra mano.
Ci vollero dieci minuti per arrivare alla pizzeria.
Si chiamava ‘’Pizza Planet”. Era un posto dove l’universo e la galassia erano il tema principale.
Altri dieci minuti ed eravamo già seduti al tavolo ad aspettare la pizza che avevamo ordinato.
“Galactica.. bel nome per una pizza, non credi?” disse riempiendosi il bicchiere con la coca-cola che aveva ordinato.
“Molto fantasioso direi” dissi cercando di sembrare distaccata. Ma fino a che punto avrei resistito? Dovevo farmi forza e chiederglielo
“E allora.. come è andata la giornata” disse anticipandomi
“Come al solito.. lavoro-casa. A te?”
“In giro per negozi con degli amici e con la piccola Lux” disse sorridendo.
Ecco. Aveva iniziato lui a parlare di Lux.. era il momento giusto. Lo sapevo.
“E quindi passi molto tempo con questa bambina..” dissi cercando di posare il mio sguardo sulle punte dei miei capelli che continuavo ad attorcigliare fra le dita
“Si perché.. sei gelosa di una bambina per caso?” disse ridendo
“Non stiamo nemmeno insieme. Perché dovrei essere gelosa di quelle che ti stanno intorno?” dissi piuttosto arrabbiata cambiando quasi discorso
“Ehi, ehi calmati. Non volevo farti arrabbiare così.. C’è qualcosa che non va?”
“No nulla.. anzi.. ehm c’è qualcosa che vorrei chiederti”
“Dimmi pure”
Presi un lungo respiro, dopodiché glielo chiesi.
“Lux è tua figlia?”
“No, te ne ho già parlato Sam”
“Non mi convinci”
“Perché?” chiese quasi seccato dal mio atteggiamento
Cercai di riprendere un atteggiamento più gentile, non volevo farlo arrabbiare.
“Al ristorante l’altra volta, quelle due ragazze accanto a noi mi hanno detto che una loro amica è la tua ex ragazza e che hai una figlia con lei che si chiama Lux”
Dopo qualche minuto di silenzio e di disperazione quasi, Harry si decise a darmi delle spiegazioni.
“Oh no.. ascolta Sam tu mi piaci, nemmeno ti immagini quanto!”
“Questa non è una spiegazione”
“Non volevo rovinare tutto, facendoti scappare via dicendoti che ho una figlia. Mi spiace di non avertelo detto”
“Tu avresti tenuto questo segreto con me per sempre?”
“Assolutamente no! Te l’avrei detto prima o poi.. ma prima volevo passare più tempo con te. Volevo farmi conoscere e volevo farti conoscere il ragazzo che davvero sono”
“E come sei?”
“Non so dirti come sono. So solo che non sono come gli altri mi descrivono.. E’ vero ho una figlia e sinceramente sono fiero di prendermene cura. Ci sono ragazzi che sarebbero scappati  a gambe levate”
“Su questo hai ragione.. ascoltami, io ti credo. Però se c’è qualcos’altro che devi dirmi dimmelo adesso” dissi sorridendogli in modo quasi compassionevole
“Ho quattro capezzoli” disse ridendo
“Tu.. ehm.. cosa?” dissi scuotendo la testa per cercare di capire se quello che mi aveva detto potesse essere vero
“Ma di questo ne parleremo dopo.. ecco la nostra pizza” disse sorridendomi
“Posso vederli?” dissi arrossendo e scoppiando, in seguito, in una grossa risata
“Solo se tu mi fai vedere i tuoi” disse facendomi l’occhiolino e prendendo il primo trancio di pizza.
“Oh.. ehm..” dissi prendendo anch’io un pezzo di pizza
“E’ buonissima.. anzi è davvero galattica” disse cercando di farmi ridere, inutilmente, alla sua battuta scontata
“Che battuta pessima Harry” dissi scuotendo la testa e sorridendogli subito dopo
“Puoi chiamarmi Harold” disse ridendo
“Perché dovrei chiamarti con questo nome ridicolo?” dissi confusa
“Ehm.. Harold è il mio secondo nome” disse continuando a mangiare
Silenzio. Arrossii e iniziai a ridere.
“Mi dispiace da morire. Stavo solo scherzando, scusa”
“Non devi scusarti per ogni cosa, scema”
“Uh.. ehm scusa.. ehm volevo dire.. niente lascia stare”
“Sei buffa”
“Me lo dicono in tanti” dissi prendendo un sorso della sua coca-cola
“E ti dicono anche che sei bellissima?”
“Veramente no, sei il primo forse” dissi continuando a mangiare la pizza
“Mi piace essere il primo, mi fa sentire importante”
“Chissà..”
“Cosa?” chiese continuando a mangiare
“Chissà se diventerai davvero importante.. per me” dissi arrossendo, cercando di nasconderlo continuando a mangiare
“Lo spero”
“Anche io” disse sorridendo

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