Un' altra Storia

di Meli_mao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What I Have To Do ***
Capitolo 2: *** Qualcosa di Inaspettato ***
Capitolo 3: *** Alla fine avrebbe vinto! ***
Capitolo 4: *** Una Nuov Conoscenz ***



Capitolo 1
*** What I Have To Do ***




Chissà come sarebbe stato parlare di nuovo con lei dopo tanto tempo….erano passati 4 anni dall’ultima volta.
Lui era rimasto in Giappone a seguire l’università a dividersi fra una vita sociale normale e il lavoro da mercenario, lei era andata in America, dopo che il padre era morto, per stare con la sorella e aveva iniziato a frequentare là la scuola!
Strano che appena fosse tornata in Giappone avesse chiamato subito lui, e ancora più insolito che lui senza nemmeno rendersene conto aveva accettato di incontrarla per un caffè in centro.
La sua voce al telefono era sempre la stessa, allegra e dolce….lui beh….lui era cambiato di certo parecchio:
niente più divise o uniformi, solo jeans con una camicia e un maglione, più una tracolla per i libri. Si era fatto più alto, di qualche centimetro, il suo fisico si era irrobustito per via di allenamenti sempre più pesanti e aveva anche parecchio successo con le ragazze, ma forse nemmeno se ne rendeva conto.
Lei lo aveva rassicurato dicendo qualcosa come:
“Mi riconoscerai sicuramente, ho un cappello colorato”
e così eccolo lì, davanti alla stazione, con i suoi occhiali da sole in mano…glieli aveva regalati lei prima di partire.
E aspettava….aspettava…
Arrivarono diversi treni…ma lei non era su quelli.
Poi proprio mentre si rassegnava vide una donna venire verso di lui, scarpe col tacco nere che sembravano coprire piedi da fata, una gonna bianca che le copriva fino al ginocchio di tulle, una canottiera fatta a bustino che le fasciava la vita e il seno sempre abbondante…un sorriso splendido e i capelli raccolti dentro un capello rosso abbastanza ampio con un grosso fiore.
Teneva in mano una giacca e sul braccio una borse nera piuttosto grande.
Si avvicinò lentamente, fino a quando non lo vide…era diverso, ma aveva la stessa espressione seria ed orgogliosa. Gli corse incontro e si fermò a qualche metro da lui.
Si tolse il cappello e i suoi capelli scuri ricaddero sulle sue spalle, li aveva tagliati.
“Ciao”
e sentire la sua voce era come ritornare dopo anni d torpore alla realtà. Pura, calma e sensuale, più matura…
“Ciao” la sua era più bassa, calda, timorosa che lei potesse sparire per un movimento brusco.
“Sei cambiata molto” lei tacque per qualche secondo, lo guardò in modo curioso…poi tornò a sorridere.
“Spero in meglio…anche tu comunque!”
vedendo che lui non faceva altro che guardarla continuò lei:
“Allora andiamo a bere qualcosa? Sul treno c’erano solo bibite di sottomarca che sapevano di acqua, ho bisogno di un caffè…”
“Certo..” annuì sicuro lui.

Raggiunsero un bar ristorante vicino al parco…molti bambini giocavano tranquilli mentre le loro madri li richiamavano o rimproveravano di stare attenti.
“Posso portarvi qualcosa?” la cameriera distolse entrambi dai loro pensieri…o meglio dal loro silenzio forzato, dietro al quale era celata una gran voglia di dirsi tutto, tornare a guardarsi come un tempo, tornare a conoscersi come anni prima…
“Un caffè per me e…”
“…e una coppa gelato per te Sousuke immagino!” la cameriera aveva anticipato entrambi.
“Si Grazie Yukina”
quella sfoderò un gran sorriso e si voltò allegra.
“Vieni qui spesso?...è nuovo, io non lo avevo mai visto..”
“Già, l’hanno aperto qualche anno fa, due forse.. è sulla strada per la mia università, così mi fermo quasi tutti i giorni: alla mattina caffè e brioche e al pomeriggio solitamente gelato”.
Kaname si guardò un po’ intorno interessata.
“Che corsi segui qui? Immagino l’università ti impegni molto…anche col lavoro.”
E alluse alla Mithril.
“Non più del liceo…seguo corsi per lo più tecnici e informatici, più uno di storia antica”
kaname  lo fissò sorpresa:
“Tu la odiavi!”
“Già ma ho pensato potesse servirmi…non è male dopo un po’ che la fai..”
e prima che lui potesse chiederle qualcosa lei lo anticipò:
“E gli altri come stanno? Intendo Tessa, Melissa, e Kurts..”
“Tessa è stata spostata ad un altro reparto, ora per lo più la vediamo solo durante della missioni importanti, io e gli altri siamo passati di grado però Melissa ora è in maternità..”
“Cosa??? Non dirmi che…”
“Già Kurts…c’era da saperlo, nell’ultimo periodo litigavano sempre di più!”
“Ah, e allora si sono sposati?”
“Non ancora, aspettano che lei abbia partorito…manca poco comunque..”
si fermò perché la cameriera aveva portato l’ordinazione.
“Quante novità…Tessa non era molto contenta di essere spostata, quando l’ho sentita io era piuttosto infuriata”
“Già… e tu?”
“O beh solite cose, mia sorella viene arrestata spesso, non mi sopporta perché crede sia lì solo per controllarla e poi mi hanno fatto una proposta di matrimonio…solito insomma”
con un leggero movimento della mano aveva trasformato un discorso serio in qualcosa di divertente e stupido quasi.. ma Sousuke era rimasto con il cucchiaino col gelato a metà strada fra la sua bocca e la coppa.
“Matrimonio? Chi?” tremava leggermente…perché la notizia l’aveva turbato?
Lei certo si era rifatta una vita, un nuovo ragazzo, una nuova casa, una nuova scuola, una nuova migliore amica…solo lui era davvero stato così idiota da pensare che aspettava che lui la raggiungesse..
“Sicuro…un ragazzo con cui sono uscita qualche volta, ha pensato che dopo l’università potessimo fare il grande passo!” e scoppiò a ridere.
“Gli voglio bene, ma non è di certo il ragazzo con cui ho intenzione di passare il resto della mia vita..”.
Sousuke  si rilassò istintivamente…non era niente, gli aveva detto di no…eppure..
“Come l’ha presa?”
“Diciamo non troppo bene…mi faceva persino chiamate di notte per cercare di convincermi..”
“E’ per questo che sei qui? Evitare un possibile maniaco??”
“Non essere stupido…non è un maniaco…avevo solo bisogno di una vacanza, una pausa.. mia sorella starà dentro fino a quando non le pagherò la cauzione, quindi per lei sto tranquilla, e io volevo solo tornare a casa..”
i suoi occhi si incupirono, tristezza…ecco cosa provava, nostalgia del passato?
“beh Certo i suoi amici non hanno il denaro per farla uscire…ma se ti serve una mano con quel tipo, ti ho protetto a lungo e..”
“Non sono più una bambina!” aveva involontariamente alzato la voce, ma gli occhi erano fissi sulla tazzina di fronte a lei.
“Scusami.. davvero, io…”
“Nessun problema!” e  questa frase riuscì a farla di nuovo sorridere. Per lui non c’erano mai problemi.
“E’ stato un periodo movimentato…sono rientrata a far parte di una famiglia che ormai non mi considerava più, con una sorella che mi odia e parenti che credono che non sia all’altezza di nulla, più aggiungici la nostalgia di tutto questo…di Kyoko che non ho più sentito, della mia lingua madre, del mia appartamento, di Tessa che ora che è stata mandata via non ho più visto, e poi.. beh qui c’eri tu…”
“Ci sono ancora..”
“Già ma sono io quella che non c’è..”
“Torna ad esserci..”
“E per te questo comporta un NESSUN PROBLEMA!...ma la mia vita ora è tutta un problema…pensi che non abbia pensato di lasciare tutto e tornare? Ma non posso farlo…non posso..!”
più che arrabbiata sembrava stanca, stufa di non poter fare nulla per rimediare..si lasciò andare allo schienale della sedia e guardò ora davvero il ragazzo di fronte a lei…era ancora lo stesso ragazzino di anni fa. O forse lei era cresciuta troppo in fretta?
Piccoli particolare le avevano però ricordato che poteva definirlo bambino, ma era davvero cambiato tanto: il gelato, i vestiti, anche il modo di parlare…come poteva giudicare una persona che non conosceva?
“Porta qui tua sorella..”
“Per farmi odiare ancora di più?..no grazie!”
“E allora continua a disperarti fino a diventare pazza..” l’ovvietà e la durezza di quelle parole furono come una doccia fredda…lui le aveva davvero detto questo? Il Sousuke vecchio non lo avrebbe fatto, non ci sarebbe arrivato..
“Sei davvero cambiato..”
“E’ un tentativo per cambiare discorso?..non negherò di essere preoccupato per te, più di quando tutte le volte che mi arrivavano ordini credevo che tu centrassi qualcosa, che qualcuno ti avesse preso…ho convissuto con l’ansia a lungo e poi una mattina mi sono alzato e ho pensato: perché star così per una ragazza che non ti ha nemmeno chiamato per dirti che era arrivata dall’altra parte del mondo?. Quel giorno sono andato al campus, ho incontrato nuova gente, nuove ragazze e mi sono fatto conoscere..sono forse diventato quello che tu avresti voluto…ma la differenza è che non ti ho sentito dirmi: finalmente Sousuke!”
“Come puoi pretendere che riuscissi a tornare qui dopo tutto quello che mi è successo, mio padre è morto…!”
“E allora non venire a dirmi che ti manchiamo, perché non hai fatto nulla per farci capire che dovevamo aspettarti! Te ne sei andata lasciando una lettera a tutti nella posta, una lettere uguale per tutti!!!!”
“Quando tu hai fatto la stessa cosa non c’era nemmeno quella lettera per me…e quello era solo per un ordine, non perché  morto tuo padre”
“Mio padre era già morto”
il silenzio calò su tutto il bar, voltato a guardare due ragazzi che avevano alzato la voce forse un po’ troppo. Yukina si avvicinò per cercare di calmarli ma non disse nulla.
Vedeva lo sguardo deluso di lui da una parte e quello di lei sconvolto dall’altra.
“Non sei più la ragazza combattiva che conoscevo..”
“E tu invece sei il solito fissato che si crede sempre in guerra, con la differenza che hai cambiato la tua superficie, ma la sostanza è la stessa…quella di un ragazzino arrogante che ha vissuto nel suo mondo fino ad ora!” kaname si era alzata recuperando le sue cose.
“Non dare del tuo a me…ti è sempre piaciuto vivere protetta da qualcuno, nel tuo perfetto appartamento..” anche lui si era alzato.
“Perfetto appartamento certo, ma perseguitata da terroristi che volevano analizzarmi, abbandonata da quelli che più al mondo dovevano darmi affetto, e preoccupata che tu ne combinassi una davvero grossa..! ecco come era la mia vita!”
“Allora perché non l’hai detto, smettila di nasconderti…!”
Tutti e due si guardavano arrabbiati, in piedi l’uno di fronte all’altro.
Poi Kaname prese il suo portafogli lasciò dei soldi sul tavolo, si voltò verso la cameriera e disse semplicemente:
“ Per il caffè”
E uscì dal locale con addosso lo sguardo di molti, gli altri erano rimasti a guardare Sousuke che, dopo averla vista andar via, si era lasciato andare sulla sedia sbuffando!

TO BE CONTINUED…

Ecco l’inizio…non so da dove è nata e non so come continuerà…è tutto un mistero! Lasciate un commentino con idee, critiche, complimenti, quello che volete!!!




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Capitolo 2
*** Qualcosa di Inaspettato ***


Camminava lenta per quelle vie che non le erano per nulla familiari. La nuova Sengawa era fatta di grattacieli mille volte più alti e lussuosi di come li ricordava. Era tutto molto più pulito, le strade in particolare e persino la stazione, aveva notato.
Giunse senza rendersene conto davanti alla sua vecchia scuola…il suo liceo…era li che aveva incontrato la prima volta Sousuke e tutti gli altri. Quanti ricordi, e come faceva male sentirli riaffiorare nella sua mente, uno dopo l’altro…le giornate passate insieme, la gita finita male, la signora dei panini rimasta ferita e il bidello impazzito.
Sorrise teneramente e una lacrima salata le scivolò sulla guancia. L’asciugò in fretta, spaventata e veloce corse via verso l’unico luogo che, era sicura, le avrebbe dato un po’ di serenità.


Il suo appartamento era rimasto lo stesso. I soliti mobile, il solito tappeto all’ingresso; solo che ora era tutto molto impolverato e ricoperto da teli bianchi…un’assenza di quattro anni era considerevole.
Dopo quasi mezz’ora riuscì a stendersi sul divano tranquilla per rilassarsi un poco.
Ma non era facile…non era per nulla semplice starsene li e pensare che quelle parole pronunciate da LUI in quel modo così freddo e distaccato nascondevano un dolore grandissimo. Lo aveva ferito e lo sapeva. Era solo troppo sciocca per ammetterlo a se stessa.
Le aveva detto che non era più la ragazza coraggiosa che conosceva…ma l’aveva mai conosciuta veramente?
Dopo l’esperienza vissuta in america si era resa conto di essere molto diverse da come pensava. Era fragile, debole, sola e per nulla dotata di spirito d’iniziativa. Aveva perso tutte le difese; il muro, che con tanto impegno aveva innalzato tra se e gli altri, era crollato con un’incredibile facilità.
Era lei la bambina bisognosa d’aiuto. E le parole di Sousuke le avevano fatto così male perché sapeva che erano vere!
Un bussare incessante alla porta la fece ritornare in sé.
Chi sapeva che era li? Era insolito ricevere visite così presto… la paura la invase:
 un altro terrorista? No, uno che la voleva prendere di certo non bussava. E se fosse stato Leonard??? Quell’ uomo le faceva paura…non era mai riuscita a dimenticare cosa le aveva fatto quella notte sul tetto!
Si alzò lentamente…e si avvicinò alla porta piano. Sentiva il suo cuore batterle nel petto.
Pose la mano sulla maniglia e in un colpo aprì la porta chiudendo gli occhi.
….
“Ciao” una voce troppo famigliare. Aprì gli occhi quasi accecata dalla luce del tramonto davanti a lei.
“Tutto bene..?” chiese in modo incerto ancora la voce.
“Si…che vuoi?”
Sousuke la guardò poco convinto. Sul suo volto leggeva paura, e non gli piaceva.
“Ero sicuro di trovarti qui e …”
“Che vuoi?” lo incalzò lei.
“Smettila di fare la bambina, sono venuto a chiederti scusa per oggi…se mi lascia entrare magari ne parliamo”.
Non le piaceva sentirsi dare di nuovo della bambina, ma tacque e spalancò la porta facendolo passare.
“E’ sporco e disordinato…ma tu vivi nelle tende nel deserto durante le tue missioni, ti saprai adattare”.
Lui la guardò in modo strano, il suo sguardo la trapassò facendola rabbrividire.
Lo fece accomodare sul divano e si sedette in parte a lui, mantenendo una distanza.
Lui estrasse qualcosa dalla tasca e gliela porse.
“Ti è famigliare?”
“E’…è la mia lettera…l’hai conservata? Pensavo la odiassi..”
“Ho odiato la ragazza che me l’aveva scritta e il modo in cui era scritta..” fece una pausa, poi riprese.
“Kaname…non sono mai stato bravo a parole, lo sai.. e il tempo non mi ha migliorato di molto, tuttavia.. io… ho sempre voluto dirti una cosa e il giorno in cui ricevetti questa, corsi in stazione per dirtela…ma quando arrivai il tuo treno stava già partendo”
Non sapeva se il fatto che l’avesse chiamata per nome, o tutto il suo discorso, ma era ipnotizzata a guardarlo. Come aveva potuto ferirlo così?
“Tu eri il mio mondo… e perderti è stato come essere catapultato di nuovo nell’unico altro mondo che conoscevo, quello della guerra. Ho cercato di rintracciarti, ma ho pensato che forse non ti eri fatta sentire perché era troppo presto, stavi ancora combattendo col dolore per la morte di tuo padre. Ho persino preso un biglietto aereo per raggiungerti…ma non mi sono mai imbarcato. Sono stato quasi un mese sveglio di notte col telefono accanto, sperando che magari, senza ricordarti del fuso orario, mi avessi chiamato. Mi sono  inserito nel database dell’aeroporto per vedere se c’erano prenotazioni col tuo nome….e anche quando ho detto basta, io non ho mai smesso di sperare di vederti arrivare di nuovo a casa mia per chiedermi degli appunti”
Kaname non era riuscita a trattenere una lacrima…le sfuggì un singhiozzo, mentre lui invece fissava il pavimento.
Con uno scatto si inginocchiò davanti a lei, che lo guardava sorpresa dall’alto del divano.
“Ti chiedo scusa per prima…ma rivederti mi ha fatto ripensare a come avevo sofferto e a come avrei tanto voluto restarti accanto in questi anni, perché io non ho mai desiderato tanto avere con me una persona che non fossi tu!”  
Le sorrise nel modo più dolce che sapeva fare…in fin dei conti non era mai stato bravo a interagire con l’altro sesso.. e con  lei era sempre stato tutto più difficile.
Kaname singhiozzava e le lacrime ormai non si franavano più. Vederlo lì, che le diceva quelle cose, proprio lui così serio, era stato stupendo. Ma il pensiero di Leonard che la baciava la spaventò. E se fosse ricomparso ora che era tornata? E se avesse detto a Sousuke del bacio? Non poteva deluderlo ancora, vederlo distrutto per lei una volta era bastato…doveva dirglielo.
Ma come? Di certo non sorridendo…e se non glielo avesse detto? Le sue parole erano dolci ma non significavano che lui era innamorato di lei. E lei lo era di lui?
Quando era partita era sicura di quello che provava per lui, Amore. Ma 4 anni di lontananza avevano cambiato tutto…era uscita anche con altra gente.. senza però baciare mai nessuno. Il suo primo vero bacio era destinato a lui! Sorrise più serena…lui era ancora parte del suo futuro ora.  
Si asciugò gli occhi con le mani, tornando poi a guardarlo:
“Io ho sempre avuto una certezza nella mia vita…eri tu” disse con semplicità.
“Pensavo che avrei fatto tutto con te ormai, frequentato la scuola, l’università, le uscite al sabato sera…tutto, persino darti il mio primo bacio”
Sousuke arrossì senza però distogliere lo sguardo da lei.
“Qualcosa fra noi era cambiato rispetto all’inizio…io non ero più la tua missione, e tu non eri più la mia guardia del corpo combina guai.. eri solo il ragazzo che vedevo più spesso di tutti, che mi passava a prendere la mattina e mi accompagnava la sera e ne ero così felice.
Poi te ne sei andato… sei tornato certo, e solo per me! Questo mi ha reso immensamente felice Sousuke.. ma è successa una cosa quando eri lontano che io non ti ho mai detto e che ancora mi tormenta!”
Ora la guardava preoccupato, di nuovo in ansia per lei.
“Leonard Testarossa…sai chi è vero?”
“Il fratello di Tessa…”
“L’ho conosciuto la notte in cui ho convinto Wraith a portarmi da te…e mi ha baciata” sganciò la bomba, poi tacque aspettando un suo gesto.
“Lui ti ha baciata? O Vi siete baciati?”
“Lui mi ha baciata…ma cosa cambia?”
“Kurts dice che cambia…e ora che ci sono dentro, credo abbia ragione! Che ha i fatto dopo?”
“Gli ho tirato un ceffone, cosa credi…che l’abbia abbracciato?”
Sousuke sorrise di nuovo, tirando un sospiro di sollievo.
“Allora cosa ti preoccupa?”
“Non avertelo detto subito…perché io avrei tanto voluto che quel bacio spettasse a te!”
Disse in tutta sincerità.
Lui arrossì ancora…deglutì e poi, facendosi coraggio disse:
“Vuoi che rimediamo?..si insomma…magari possiamo comunque…”
e mentre lei si avvicinava a lui chiudendo gli occhi più felice che mai, e lui faceva lo stesso…squillò il cellulare.
“Scusami.. avrei dovuto spegnerlo” disse mortificato “E’ Kurts…pronto? Si….si…certo, subito ricevuto!”
chiuse la chiamata e si rivolse a Kaname:
“Melissa sta per partorire”
Kaname lo guardo sconcertata.
“Idiota te ne stai li tranquillo…muoviamoci, dobbiamo andare da lei…” prese al volo la borsa  e prendendolo per mano corse verso l’uscita mentre ancora diceva “RICEVUTO”





TO BE CONTINUED
 non è finita..no no, spero non sia stata troppo sdolcinata!
grazie a chi ha commentato...e a chi l'ha messa fra i preferiti, che invito a lasciarmi il loro parere! bacio!

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Capitolo 3
*** Alla fine avrebbe vinto! ***


La sala d’attesa aveva qualcosa d’inquietante per Sousuke…che fosse per il colore azzurro  ormai sbiadito da l tempo, o la puzza di disinfettante, o ancora il caldo asfissiante, questo proprio non lo sapeva dire. Tuttavia vedere Kaname accanto a lui e agitata per l’imminente arrivo di una nuova creatura riusciva a tranquillizzarlo.
Si alzarono di scatto entrambi quando videro Kurts avvicinarsi dalla sala parto.
“Allora???” chiese agitata la ragazza.
Kurts la guardò per qualche secondo senza nemmeno vederla poi si voltò verso il suo compagno d’armi e parve capire.
“Incredibile…” fu il suo commento.
“A cosa ti riferisci?” chiese Sousuke spiazzato.
“A te e lei di nuovo insieme…incredibile” e spostava il suo sguardo dall’uno all’altra.
I due si guardano e arrossirono.
“Beh…insomma…e Melissa???”
“Sta riposando. Era esausta” rispose tranquillo sedendosi fra loro che ancora erano in piedi.
“Si ma il bimbo”
“Bimba” la corresse il mercenario “dorme anche lei con Melissa”
“E tu sei qua fuori perché??” chiese Sousuke scocciato da queste risposte a monosillabi.
“PERCHE’ STAVO PER SVENIRE DANNAZIONE! Tu vedi tua figlia nascere tutti i giorni???
NO, ALLORA NON PUOI CAPIRE…ero in ansia, anzi ero terrorizzato e non lo sono mai stato, MAI CAPITO?? Ma tenere in mano quella creatura mi ha sconvolto. Mia figlia capito? MIA!Melissa mi ha detto che mi odia, e poi che mi ama…anche mentre sudava e spingeva per farla nascere era bella, non mi merito una donna così!”
Kaname sorrise teneramente e gli si sedette accanto.
“E’ bella la piccola vero?”
Kurts la guardò ancora trafelato e annuì con una luccichio negli occhi.
E tutti e tre rimasero li seduti ad aspettare che le due si svegliassero.

“Kaname Chidori??” chiese Melissa meravigliata vedendola entrare.
La ragazza si avvicinò al letto annuendo alla neo mamma.
“Incredibile..!”
“Anche Kurts ha detto lo stesso Mao!” fu il commento di Sousuke appena entrato nella stanza.
“Kaname Chidori con Sousuke Sagara di nuovo?....” ancora più scioccata disse la donna.
“Incredibile..” concluse per lei il l biondo.
“Wau…siete fatti l’uno per  l’altra” continuò il moro ironicamente “Vi leggete nel pensiero?”
“Fai meno lo spiritoso…” commentò acida Melissa. Poi tornò a rivolgersi a Kaname.
“Hai visto la piccola?”
“Si…o Mao è bellissima…ha tanti capelli così biondi.. ma ancora non capisco a chi assomigli”
“Al papà ovvio se vuole essere bellissima!”.
Melissa fulminò Kurts con uno sguardo.
“Intendi dire che non sono bella?” chiese irritata.
“No No…sei più che bellissima!” si affrettò a dire il ragazzo.
La mamma sorrise dolcemente e poi torno a dedicarsi a Kaname.
“Com’è vivere in America? Sei tornata da quanto? O dio sei così cambiata…sarai la madrina ti va?”
“Melissa quante domande..la madrina io? Ne sarei davvero onorata…che bello!”
“Questo vuol dire che ti fermerai per un po’ allora” chiese pronto Sousuke.
Lei lo guardò spaesata mentre Melissa annuì convinta.
“O beh.. immagino di non poter dire di no!”
“Benissimo allora! Che mi racconti..”
“Sono tornata stamattina, e l’America non è di certo il paradiso che tutti si aspettano..”

Rimasero in ospedale fino alla fine dell’orario di visita. Salutarono Kurts all’entrata mettendosi d’accordo per il giorno dopo e si avviarono alla macchina.
“E’ stato bello rivederli dopo tanto tempo…quella bambina è davvero stupenda …e parlare con Mao mi ha rilassata!”.
Partirono verso casa senza più una parola.
Solo quando furono arrivati e Chidori stava per scendere, Sousuke parlò:
“Quanto ti fermerai allora?” tuttavia non la guardava, teneva lo sguardo fisso sul volante.
“Non so…devo comunque tornare per sistemare delle cose lo sai, mia sorella ad esempio!”
“E poi ritorni in Giappone?? Allora potrei venire con te…la vedo come una vacanza” e si girò per scrutare la sua espressione.
Lei guardava fuori dal finestrino nascondendogli i suoi occhi.
“Una vacanza? Se vuoi rilassarti allora ti consiglio di non venire da me, è un caos dalle mie parti..”
“Mi stai dicendo che non mi vuoi?” chiese coraggiosamente lui.
“No..”
“No?” non sei molto convinta Chidori..”
“Kaname..” disse lei con tono irritato.
“Cosa?”
“Mi chiamo Kaname, non solo e sempre Chidori…KA-NA-ME, hai capito?”
e finalmente si voltò a guardarlo.
Si fissarono per qualche secondo che parve infinito.
“Scusa..” disse lei con un filo di voce.
“Nessun problema, buona notte”  rispose lui freddo.
“Sousuke scusa davvero…è solo lo stress, ho bisogno di un bagno caldo e sono di nuovo la solita Chidori, ok? Magari possiamo uscire a cena più tardi”
“Non posso stasera, scusami, devo sistemare una cosa..”
Lei ci rimase un po’ male, ma non lo diede a vedere. Fece per scendere ma lui le prese delicatamente il braccio.
“Ci vediamo a pranzo domani? Ti passo a prendere io per l’una, anche perché c’è una cosa che dovrei dirti..!”
“Ok!” disse lei più rincuorata scoccandogli un bacio a fior di labbra.
Poi corse verso casa sua sparendo dietro il cancello.
Il Sole stava tramontando ormai.

Sousuke si diresse al suo solito bar.
Vide Yukina andargli incontro.
“Ciao tesoro…”
“Ciao, possiamo parlare?” disse lui guardandosi intorno.
“In effetti dovremmo parlare…”ripose lei meno allegra.
“Sediamoci”
si sedettero ad un tavolo l’uno di fronte all’altra.
“Mi spieghi chi era quella di stamattina? Ti ha trattato parecchio male lo sai? Avevo un a voglia di prenderla a ceffoni..”
“Avevi detto che non lavoravi di mattina, eppure eri qui..”
“E che centra? Almeno ho visto quella li…l’hai portata qui perché non c’ero? Ci stai uscendo…? Non andate molto d’accordo comunque..” disse la ragazza ora parecchio arrabbiata.
“Era una mia vecchia amica, è tornata dall’America oggi, tutto qui. In ogni caso, non sono molto bravo con queste cose, però credo che dovremmo non vederci più, intendo oltre che al bar..” non voleva essere così serio e freddo ma non c’era riuscito.
“Mi stai mollando? Razza di…razza di…” ma scoppiò solo a piangere senza completare la frase.
“Yukina mi dispiace..”
“Odio come dici mi dispiace!” disse lei asciugandosi le lacrime.
“Scusa..”
“ODIO ANCHE COME DICI SCUSA!” lo guardò furiosa.
“E’ per quella? Mi lasci per quella??”
Sousuke non rispose…non riusciva a trovare nulla di carino da dire, non era per nulla abituato a situazioni simili.
“Chi tace acconsente.. stupido”
“Senti perché non andiamo a cena ora, ok ? Così ne parliamo con più calma..” sorrise lui. Non voleva ferirla, in fin dei conti le voleva bene, anche se non si poteva parlare d’amore per lei.
Yukina lo guardò poco convinta, poi si lasciò andare…amava davvero Sousuke Sagara! La prima ragazza venuta da chissà dove non lo avrebbe ma allontanato da lei, avrebbe lottato, e alla fine…alla fine avrebbe vinto.



Salve a tutti gente…
Ecco qui il terzo capitolo, sorry per il ritardo…ho in mente qualcosa di strano, vediamo se funziona no? Un grazie a tutti i bei commenti lasciati.. sono un po’ di fretta e non posso ringraziare tutti uno per uno! Però lo farò al prossimo! Ciao ciao bacione!


 





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Capitolo 4
*** Una Nuov Conoscenz ***


I leggeri raggi del sole che filtravano dalla tapparella cadevano sul cuscino del letto matrimoniale proprio in parte alla fronte di Kaname.
Il giorno prima era stato ricco di emozioni e di nuovi e felici, più o meno, incontri.
Aprì debolmente le palpebre abituandosi alla leggera luce, voltò lo sguardo e vide che erano già le 9.30. il suo buon proposito di svegliarsi alle 8 era sfumato!
Doveva lavarsi, fare un po’ di spesa e prepararsi per il pranzo…con Sousuke..
Ora più che mai sentiva la necessità di vederlo a averlo tutto per se.
Fece una colazione veloce con yogurt e brioche e poi si tuffò letteralmente sotto la doccia.
Asciugatasi decise di mettersi qualcosa di leggero, un vestitino a fiori scollato sul davanti e sopra una giacchetta panna abbinata alle scarpe e il suo solito cappello in testa.
La aspettavano almeno 3 ore di shopping per la casa e anche per lei, la moda giapponese le piaceva molto e si era portata pochi vestiti sicura che il suo soggiorno sarebbe durato non più di qualche giorno.


Nell’appartamento di fronte al sua intanto il sergente il questione era già alzato da un bel pezzo e camminava su e giù per casa in preda a un’ansia terribile: come avrebbe detto a Kaname che, seguendo il suggerimento di Kurts, aveva provato a rifarsi una vita partendo dall’avere una relazione? Se relazione si poteva chiamare…uscivano qualche volta e basta.
Preso da questi pensieri fu interrotto dal suonare insistente del telefono.
Alzò il ricevitore con calma e  annoiato rispose:
“Qui Sagara, chi parla?”
“Sousuke sono io, ciao!” la voce allegra che rispose era in netto contrasto con la sua.
“Yukina?...beh ciao…dimmi..” e in quel momento si rese ancora di più conto che avrebbe voluto sentire Kaname prima di tutti.
“Beh io vado in centro a fare un po’ di spesa, vuoi venire? Pensavo che ti servisse una distrazione, e non l’americana…abbiamo bisogno di stare un po’ insieme e..”
“Yukina non abbiamo bisogno di stare insieme perché non siamo insieme e l’americana, come la chiami tu, è comunque giapponese in tutto anche di nascita” il suo tono di voce suonava brusco e poco gentile e solo dopo aver ascoltato un opprimente silenzio in risposta si rese conto di quanto era stato maleducato.
“Perdonami…sono solo assonnato..”  provò a dire in tono più gentile.
“Ok, immagino che fosse un no…ci vediamo stasera?” chiese azzardando.
“Ne abbiamo già parlato ieri…forse..forse è il caso di non vederci per un po’..” sganciò la bomba e aspettò nemmeno lui seppe cosa.
“Ma non credi che sia il caso di riparlarne? Facciamo a pranzo se alla sera sei occupato..”
“Yukina..”
“Passo alle 12.30 io?” e nella sua voce c’era una nota di speranza.
“No.. a pranzo sono già  impegnato, e forse anche a cena…ne abbiamo già parlato, per favore” implorava??? Sousuke Sagara che implorava? Era proprio peggiorato in questi anni.
“Ok” rispose in tono molto deluso la ragazza.
“Ci vediamo al caffè quando passerai per la colazione..” continuò rassegnata, ma ancora non avrebbe mollato del tutto…avrebbe lottato per lui.
“Si…allora ciao, buona giornata!” e la loro conversazione si concluse così: da una parte il ragazzo più tranquillo per aver almeno sistemato, come sperava, questa faccenda, dall’altra una ragazza ancora più determinata nel suo intento.

Era più di un’ora che girava per quella via alla ricerca di un negozio che vendesse abiti eleganti con tra borse cariche di cibo. Era davvero esausta…barcollando lasciò cadere il tutto proprio davanti a quel negozio che esponeva in vetrina un vestito rosa assolutamente perfetto. Fattasi coraggio entrò.
La commessa fu subito ben disposta nei suoi confronti, le portò almeno altri sei abiti, ma nessuno le stava così bene come quello che aveva attirato la sua attenzione da subito.
“Posso provarlo di nuovo con le scarpe? Quelle li.. ecco..”
“Ma certo signorina, il camerino è tutto suo” e la ragazza sorrise comprensiva.
E mentre usciva e la commessa le sistemava la cintura in vita, stile anni 70, senti qualcosa che non le avrebbe fatto piacere, per nulla.
Al bancone la “ragazza del bar” che aveva servito lei e Sousuke il giorno prima stava animatamente conversando con la proprietaria del negozio di biancheria intima.
“Credo che sia perfetto…lascia poco spazio all’immaginazione…ma è ancora per quel ragazzo?”
“Ha un nome sai? Comunque è per lui…voglio che non abbia dubbi su chi deve scegliere tra me e l’americana” e entrambe scoppiarono a ridere.
Americana??? Ragazzo??? Non le piaceva questa storia. Ma era anche improbabile stesse parlando di Sousuke e lei, lui non era il tipo…continuò a sentirle quando smisero di ridere.
“Beh, il fatto è che è parecchio distratto…lo so che la nostra era una storia senza pretese, abbiamo cominciato ad uscire e lui non era di certo il genere di ragazzo che mi dedicava delle attenzioni, anzi…non credo nemmeno che gli piacessi all’inizio. Me un periodo a questa parte lo sentivo molto più vicino, mi sono persino convinta che mi stesse chiedendo di più per far funzionare la storia..”
“Yukina non per distruggere i tuoi sogni, ma non è che quella che dava più attenzione eri tu? Magari lui non  è per nulla cambiato, solo tu hai cominciato a vederlo in modo diverso, che ne so….più coinvolta…”
“O insomma ti dico che è così…e poi arriva quella li ed ecco che saltano fuori gli altarini di un romantico passato insieme…che sciocchezze…”
“altarini? Non mi avevi detto che avevano una storia..”
“Ma che storia…pare che lei sia partita proprio mentre avrebbe potuto nascere qualcosa…”
“E tu come le sai ste cose? Te ne ha parlato lui immagino..”
“NO no, figurati” e mosse la mano in segno di diniego “Lui non è tipo da parlare del suo passato, è timido..”
e risero ancora ma Kaname giratasi appena per vederle bene in faccia si accorse che quella Yukina aveva un sorriso triste, non spensierato e divertito come si era aspettata di vedere.
“L’ho saputo da una amica di un’amica, erano in classe insieme al liceo, conosce quella ragazza e per caso proprio stamattina l’ho scoperto”
era veramente bella pensò Kaname: aveva dei capelli corti nerissimi che erano più lunghi sul davanti, scalati…portava del rossetto rosso che le metteva in risalto il sorriso splendido e indossava degli occhiali da sole grandi rotondi che le stavano proprio bene. Sulle unghie non troppo lunge portava uno smalto rosso scuro. Era vestita in modo semplice ma a Kaname parve davvero sexy, il genere di abbigliamento da far girare la testa a un ragazzo: un paio di pantaloncini di jeans stretti e anche parecchio corti, una canottiera scollata e un paio di stivali bassi estivi.
Non si era accorta della sua bellezza vedendola al bar con la divisa del locale e senza nemmeno un filo di trucco. Nonostante il trucco pesante aveva dei lineamenti fini e dolci…gentili in fin dei conti.
Quando si tolse gli occhiali Chidori fu incantata persino dal sua sguardo, occhi verdi smeraldo si guardavano attorno scrutando apparentemente tutto. E poi si fissarono su di lei, sorpresi, quasi spaventati e soprattutto imbarazzati.
“Ciao..” sussurrò verso Kaname con voce insicura.
E lei invece le sorrise a 32 denti, forse in modo troppo finto, ma non le importava e con voce tranquilla rispose al saluto.
“La ragazza del bar giusto? Ciao..”
vedendo che quella continuava a fissarla preoccupata, e lo sarebbero stati tutti sapendo che quella di cui fino a poco fa si parlava era vicino a loro, riprese la parola:
“Io devo essere l’AMERICANA  per te…comunque mi chiamo Kaname, piacere..” e sfuggendo alle mani della commessa le andò incontro porgendole la mano.
Sapeva essere troppo espansiva a volte ma era divertente vedere le facce mortificate della gente. Si stava divertendo un mondo a sembrare la cattiva di turno…stare in mezzo a gente che non la considerava l’aveva resa apparentemente immune alle critiche…a Sousuke si decise avrebbe pensato solo fuori di li.
“O mio dio scusami.. io non pensavo che tu fossi…io non avevo l’intenzione di insultarti, non l’ho fatto infatti…era solo che, stavo parlando…”
“Cerchi scuse per il tuo comportamento…Yukina giusto?”
“O si giusto” e finalmente si decise a stringerle la mano
“Sono davvero spiacente..”
ma Kaname nemmeno l’ascoltò.
“Ora che realmente mi conosci puoi permetterti di parlare di me…ma aspetterei a giudicare una persona dopo appena due volte che la si vede, e ascoltare i pettegolezzi non rende migliori nessuno..”
quella rimase pietrificata anche perché Chidori le aveva parlato con il sorriso e il modo tranquillo e disinteressato.
E anche lei si rese conto solo ora contro chi stava competendo: una bellissima ragazza dai capelli  blu raccolti in modo  disordinato in uno chignon con ciocche lisce che cadevano fuori, con un fisico perfetto e abbronzato grazie alla permanenza all’estero, che indossava un abito anni 70 che la rendeva una vera fata…niente trucco, niente complicati occhiali e vestiti firmati…semplice, il suo opposto, ma terribilmente bella!
“Prendo questo con queste scarpe allora, grazie…vado a toglierlo” disse Kaname alla proprietaria, che guardava prima una poi l’altra avendo inteso qualcosa e piuttosto a disagio per l’amica.
Poco dopo stava uscendo dal negozio diretta a casa con mille pensieri e discorsi da fare, e spiegazioni da chiedere…tutti a Sousuke.



AUTRICE:
allora la ragazza l’ho descritta come una che avevo visto una volta sull’atb, ed era bellissima davvero…non so chi sia o cosa faccia ma ero incantata a guardarla, sembrava quasi nana, quella dell’anime..
in ogni caso ringrazio tutti coloro che leggono e che hanno inserito la fic nei preferiti, mi lasciate un commentino???
Grazie di cuore anche a chi a commentato!
Ciao..

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