Il Pozzo e la Luna di Grilka (/viewuser.php?uid=2293)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ministero della Magia ***
Capitolo 2: *** Il Dipartimento ***
Capitolo 3: *** La Zona Proibita ***
Capitolo 4: *** Reparto di Isolamento ***
Capitolo 5: *** Garou ***
Capitolo 6: *** Due in Fuga ***
Capitolo 7: *** Interludio di mezzo inverno ***
Capitolo 8: *** Il Patto dei Lupi ***
Capitolo 9: *** Fantasmi e apparizioni ***
Capitolo 10: *** L'odore del tradimento ***
Capitolo 11: *** Il Pozzo ***
Capitolo 12: *** Discese e sorprese ***
Capitolo 1 *** Il Ministero della Magia ***
*./\.*
1- Il Ministero della Magia
Ore 11 della mattina, l'atrio del ministero della magia era gremito di folla
in movimento come se fosse un formicaio impazzito. Le voci si sovrapponevano
una sull'altra e fra tutte spiccava quella stridula di un mago di mezza età
impegnato a litigare con un funzionario agitando una pila di fogli.
«COOOOSA! I Frigglors si occupano di coltivazione di funghi cappellomatto
da cinquant'anni! Non ho nessuna intenzione di limitarne la vendita!»
«Mattew calmati! Quei dannati funghi fanno spuntare dei tentacoli sulla
faccia! Non puoi venderli come cura per l'acne!!» tentò di calmarlo
un piccolo funzionario ministeriale.
«Beh, non ho mai detto che fossero una cura contro i problemi di
pelle!»
In mezzo al marasma di gente, di strane creature che andavano e venivano un
uomo alto, con un pastrano estremamente malridotto teneva in mano una pergamena
consultandola con un espressione perplessa.
Provvedimento amministrativo di restrizione per semiumani, metamorfi e affetti
da maledizioni permanenti.
Con la presente si rende noto che i soggetti interessati dal presente provvedimento
dovranno presentare preventivamente domanda al Ministero per qualsiasi impiego
remunerativo o senza scopo di lucro che comporti una collaborazione con altri
maghi, babbani o creature magiche. La domanda sarà valutata entro un
termine di 1 anno dalla presentazione e durante tale periodo il richiedente
non dovrà svolgere altre attività presso terzi. Il permesso di
lavoro verrà rilasciato entro la scadenza di tale termine se la domanda
sarà ritenuta idonea. Le decisioni dell'Ufficio Preposto non sono contestabili.
Cercò con lo sguardo uno degli impiegati tentando di placcarlo prima
che gli sgusciasse via.
«Mi perdoni, dove devo rivolgermi per questa?»
L'impiegato rivolse un occhiata alla lettera, si sistemò gli occhiali
e disse con voce professionale accompagnata da una notevole espressione da puzza
sotto il naso «uhm.. Remus Lupin... provvedimento... ah sì, deve
andare al Dipartimento Controllo e Regolazione Creature Magiche»
«Grazie molte»
Remus, pallido, dall'aspetto un po' malato, ripiegò la lettera in maniera esageratamente pignola, quasi volesse rifletterci sopra ancora per qualche secondo prima di decidere. Infine prese fiato e si incamminò verso la cancellata dell'ascensore,
entrò e si sistemò tra un ometto seduto sopra una cassa di legno
imbizzarrita che non faceva altro che sobbalzare e un impettito burocrate.
Dopo qualche piano una voce femminile atona annunciò «Quarto Livello,
Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche»
L'uomo si incamminò sul corridoio mentre una decina di areoplanini di
pergamena sfrecciavano sulla testa imboccando le porte degli uffici.
*./\.*
Continua.... |
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Capitolo 2 *** Il Dipartimento ***
Dopo una breve introduzione iniziamo ad entrare nel vivo. E' qui che ho avuto l'indea di introdurre una specie di enigma, molto loffio forse... beh vedremo cosa ne pensate.
*./\.*
2- Il Dipartimento
Le porte dell'ascensore gli si chiusero alle spalle, davanti a lui si allungava
un corridoio deserto, con una serie di porte, ognuna di foggia diversa, che si
alternavano da un lato all'altro. La prima porta che incontrò, sul lato
sinistro, era di mogano lucido con un elegante pomello di ottone altrettanto lustro
e una targhetta che recitava con calligrafia elegante 'Comitato per la Soppressione
delle Creature Pericolose'. Remus non potè fare a meno di pensare quanto
fosse ironico e inquietante trovare, come primo ufficio, proprio quello che decideva
dell'eliminazione fisica di ciò di cui si occupava il dipartimento. Passò
oltre e sul lato opposto trovò una porta a vetri con una maniglia in metallo
dalla forma di zampa di leone, sulla vetrata vi era scritto con uno smalto verde
e caratteri gotici 'Ufficio Permessi S. M. e A. da M. P.'.
Allungò la mano per aprirla ma si bloccò per un secondo a guardare
il resto del corridoio. Una porta di faggio si trovava a pochi metri a fianco
di quella dell'Ufficio Permessi, poi, ancora più avanti sul lato sinistro, una
in legno antico, ricolma di incisioni barocche e altre ancora fino al termine
del corridoio. Distolse lo sguardo con un battito di ciglia, fu allora che sentì
una strana sensazione strisciargli addosso, aliena e insidiosa, poi scosse la
testa scacciando quei pensieri e aprì la porta entrando nell'ufficio.
La scena era decisamente diversa dal silenzioso corridoio, un guazzabuglio
di creature e maghi si accalcavano attorno all'unico sportello aperto dei sette
disponibili, agitando pergamene simili a quella di Lupin.
«Per favore! Prendete il biglietto!» urlava un impiegato con un
buffo cappello a tricorno, cercando inutilmente di sovrastare la confusione.
Remus aveva avanti a sè una fila caotica di almeno una trentina di elfi domestici,
veela, uomini dalla pelle sospettosamente cerulea, satiri e perfino una donna
con i capelli che assomigliavano a tanti piccoli serpentelli, malamente nascosti
da un foulard a fiori. Una delegazione di folletti della Gringott, piuttosto
accigliati e dall'aria particolarmente arcigna, parlava concitatamente con un
giovane impiegato che non faceva altro che ascoltare e asciugarsi la fronte.
Su una bacheca, ricolma di ciclostilati e circolari, spiccava un foglio con
la foto di una donna tarchiata con la faccia da rospo, una permanente malfatta
ed un golfino di un ributtante rosa confetto. La circolare annunciava l'ennesimo
provvedimento a favore di una regolamentazione più serena tra maghi e semiumani
ad opera di una certa D. J. Umbridge.
Remus sospirò e dopo un occhiata decise di desistere nell'impresa, sentendo
una frustrazione rabbiosa montargli implacabile e improvvisa. La sentiva crescere
secondo dopo secondo, trasformandosi da un fastidioso disappunto fino a diventare
vero e proprio distillato d'ira e, per un attimo, gli balenò il pensiero
di farsi largo tra la fila dilaniando e mordendo i presenti.
Accadde nel giro di un respiro e immediatamente ritornò in sè sbattendo le
palpebre, sconcertato... come poteva essere? Mancavano settimane al plenilunio
e non era mai successo una cosa del genere... si portò una mano alla tempia
richiamando alla mente le nozioni di Occlumanzia che ricordava: non si trattava
di sensazioni sue, di questo ne era sicuro.
Nessun altro dava a vedere di percepire quelle grida silenziose nè di
aver notato lui, e mentre teneva a bada il flusso di emozioni, venne folgorato
da una certezza: qualcosa gli era sfuggito, qualcosa che era stato sotto i suoi
occhi... Probabilmente niente che avesse a che fare con i pensieri sconosciuti
che gli stavano invadendo la mente, qualcosa fuori posto.
Lupin si guardò intorno febbrilmente, concentrandosi per quanto possibile,
e dopo alcuni secondi comprese. Si dette una pacca sulla fronte, un trucco davvero
elementare, così semplice che lo aveva quasi tratto in inganno.
*./\.*
Continua... |
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Capitolo 3 *** La Zona Proibita ***
Davvero ringrazio le persone che mi hanno lasciato un commento fino ad ora, è sul serio uno stimolo incredibile a scrivere ancora. ;-) Questo capitolo, anche se breve, è per voi e, fra parentesi, il trucco dello scrivere capitoli brevi ma a breve distanza mi pare un ottimo espediente psicologico per evitare di arenarmi prima della fine in stile balena spiaggiata.
Riuscirà il nostro Remus a svelare il segreto nascosto nei meandri del Ministero?
Ma soprattutto riuscirò io a non andare troppo fuori dai binari? Avvertitemi quando notate qualcosa che non vi torna o quando i caratteri dei personaggi sono troppo fuori sintonia rispetto a come li descrive la Rowling.
*./\.*
3- La Zona Proibita
Remus indietreggiò verso la porta ostentando una forzata disinvoltura
e, fortunatamente, gli astanti erano così impegnati e concentrati verso
lo sportello che nessuno fece caso a lui, così sgusciò nuovamente
nel corridoio, chiudendo dietro di sè il gran vociare dell'Ufficio Permessi.
Osservò nuovamente, sulla parete davanti a lui, la porta in mogano e
diversi metri più a destra quella con i fregi barocchi. Davvero incredibile
non essersene accorto subito: lo spazio tra le due porte era troppo ampio e,
nell'alternarsi a destra e a sinistra degli Uffici, mancava una porta all'appello.
Era abbastanza esperto per riconoscere un incantesimo sfuggente quando gli se
ne parava uno davanti, e quella che vedeva era una fattura di disturbo con i
controfiocchi. Chiunque si fosse voltato verso quella porzione di parete avrebbe
provato l'irresistibile desiderio di guardare altrove, prima ancora di posarci
gli occhi sopra, ed avrebbe avuto la certezza di non aver visto altro che un
muro vuoto. Raccolse tutta la concentrazione di cui poteva disporre ripetendo
mentalmente le controfatture per contrastare l'incantesimo e, lentamente, tremolante,
quasi emergesse da un miraggio, apparve una piccola porticina di metallo, così
spessa e piena di borchie e rinforzi d'acciaio da sembrare una cassaforte.
«E adesso?» si chiedeva cosa avrebbe fatto ora che aveva scoperto
la porta segreta, non aveva davvero pensato sul serio di entrare in una zona
che il ministero aveva ritenuto di nascondere agli occhi di tutti? Non aveva
già abbastanza problemi con i nuovi decreti per crearsene di nuovi con
la legge?
Gli echi mentali, che lo avevano colto di sorpresa dentro l'ufficio, tornarono
prepotenti a invadergli le orecchie e questa volta, notò con sorpresa,
non erano furiosi ma colmi di urgenza e di bisogno... un assordante richiesta
d'aiuto.
Osservò la porticina e lesse la targa in ferro battuto: 'Reparto
isolamento, vietato l'ingresso ai non addetti', nessuna maniglia o serratura
visibile, evidentemente era un entrata per soli maghi e le creature al suo interno
non avrebbero portuto aprirla.
(*) Si passò una mano tra i sottili capelli
castani, mentre ricordava le due occasioni in cui aveva sentito nominare quel
luogo, e in entrambi i casi non erano state situazioni che Remus avrebbe definito
piacevoli. L'ultima volta era stata l'anno precedente quando il Ministero, istigato
da Lucius Malfoy, aveva chiesto la condanna dell'ippogrifo Fierobecco così
che il Comitato per la Soppressione aveva deliberato di incarcerare la bestia
alata in attesa della sentenza, nel Pozzo dello Snowdon. Era questo un luogo di
cui il mondo magico non parlava spesso, arroccato tra gli enormi massi del Galles
del nord, nascosto dalle coltri nebbiose che da millenni proteggevano i segreti
dei monti cambriani, era il luogo di detenzione dove le creature magiche ritenute
pericolose venivano confinate e talvolta dimenticate. Il Reparto di Isolamento
era da sempre l'anticamera dove i condannati sostavano, in attesa di essere trasferiti
definitivamente al Pozzo e solo l'intervento di Silente aveva fatto in modo che
Fierobecco aspettasse la fine del processo a Hogwarts in catene, sorvegliato da
Hagrid.
L'episodio precedente, in cui lo spettro del Pozzo gli si era parato davanti,
era per Remus un ricordo assai più doloroso e personale e preferì
scacciarlo dalla mente prima che potesse riviverlo di nuovo.
La freccetta dentro l'indicatore dei piani, posto sopra alle porte dell'ascensore,
iniziò a muoversi verso il numero quattro e Remus udì il suo sferragliare
sommesso che si avvicinava sempre di più. Qualcuno stava scendendo a
quel piano, sarebbe stato a rimirare quella porta finchè non si fossero
accorti che l'aveva scoperta?
L'ascensore emise uno scampanellio e la freccia si fermò, Lupin lo guardò,
combattuto sul da farsi, spostando lo sguardo sulla porticina segreta. Non aveva
davvero pensato di infilarsi in una zona chiaramente proibita, no?
Le porte scorrevoli dell'ascensore iniziarono ad aprirsi, mentre già
le circolari a forma di areoplanino guizzavano fuori dalla stretta apertura,
e quando gli impiegati e i visitatori ne uscirono... trovarono un corridoio
deserto davanti a loro.
*./\.*
Continua...
(*) Questa parte l'ho inserita a poche ore di distanza dalla prima pubblicazione, Effettivamente N F LEYDEN diceva giusto! Era un capitolo davvero troppo corto anche per i miei standard. Così ne approfitto per parlare di qualcosa che avrei fatto nel possimo episodio. |
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Capitolo 4 *** Reparto di Isolamento ***
Leggere, rileggere in continuazione.. ormai questo capitolo me lo sono imparato a memoria a forza di spulciarlo. Ecco spiegato perchè ogni episodio è breve... se fosse più lungo ci invecchierei sopra, però ho cercato di mantenermi dello standard di almeno una pagina di word.
n.b. Occhio al capitolo precedente in cui avevo aggiunto un pezzo segnato con (*) ;-)
Riassunto: Lupin è al Ministero per questioni di lavoro e metre attende il suo turno avverte pensieri non suoi entrargli nella mente e chiamarlo, scopre una porta segreta nel corridoio dell'Ufficio Regolamentazione Creature Magiche e...
*./\.*
4- Reparto di Isolamento
Da dietro la piccola porta metallica non udiva nessun tipo di rumori, era in un
atrio abbastanza ampio, illuminato da poche lanterne e Remus iniziava a chiedersi
se avesse realmente una vaga idea del perché lo stesse facendo. Sapeva
solo che in qualche modo qualcuno stava chiedendo aiuto e dovette ammettere che
l'aver ritrovato Sirius, alcuni mesi prima, lo aveva riportato indietro, ai tempi
di Hogwarts, quando ogni occasione era buona per un'avventura ai limiti del permesso.
Una stretta scala a chiocciola si dipanava verso il piano sottostante, immersa
in una penombra appena sufficiente per vedere i gradini. Avrebbe potuto essere
la trappola di una qualche insidiosa creatura ma era difficile resistere ad un'invocazione
così prepotente, soprattutto conoscendo quello a cui sarebbe andata incontro
la fonte di quelle emozioni. Walden Macnair, il boia che si occupava dell'eliminazione
fisica delle creature condannate dall'Ufficio Soppressione, recentemente nominato
sovraintendente alla sicurezza dell'intero dipartimento, era un individuo che
non avrebbe augurato di incontrare a nessuno. Il suo passato sospetto, da presunto
Mangiamorte, rendeva il tutto una ragione più che valida per controllare
con i propri occhi cosa stesse succedendo.
Iniziò la discesa in punta di piedi, avanzando cautamente ad ogni passo,
poiché non osava effettuare nessun incantesimo di luce, per non far avvertire
la sua presenza. Sembrava stesse scendendo da un eternità in quello stretto
budello fin verso le viscere della terra, quando iniziò distintamente
ad udire l'eco di un ruggito e di schianti ripetuti. Finalmente si ritrovò
in un lungo corridoio con decine di celle ai lati, una sfilata di battenti in
metallo dai cardini rinforzati e una moltitudine di simboli magici cesellati
sulla superficie. L'ultima porta era illuminata e la luce filtrava da un ampio
spioncino chiuso da una grata, almeno due uomini stavano parlando concitatamente
quasi sovrastati dai ruggiti rabbiosi.
Scivolò fino lì e si sporse leggermente riuscendo a vedere nel
suo interno: Macnair ed un altro mago dal collo tozzo e gli occhietti minuscoli
avevano le bacchette in pugno puntate verso una gabbia enorme. Ogni sbarra era
ricoperta da simboli arcani, amuleti e fatture di costrizione ma a malapena
riusciva a contenere la forma che vi fremeva dentro.
«Bel colpo Walden, ancora qualche centimetro e me lo avrebbe staccato!»
il mago si teneva un braccio sanguinante e la manica stracciata.
«Che sia maledetto se non sarò io a decapitare questo mostro!»
rispose Macnair scoprendo le gengive in una smorfia orribile.
Il boia si passò un dito sui curatissimi baffi neri, arricciandone le
punte e ignorando i gemiti del mago ferito «L'avevo detto che era una
perdita di tempo ma Malfoy non vuole sentir ragioni»
Si voltò di scatto «E per tutti i diavoli, cosa aspetti a andare
a farti rattoppare quel braccio! Stai spargendo sangue ovunque, non farai che
aizzare ancora di più quella cosa!» ebbe un gesto di sufficienza
verso il compare «Cammina! Vengo con te, devo fare rapporto, la situazione è cambiata»
I due si incamminarono a grandi passi verso l'uscita, decisi ad aprire la porta
dietro a cui si trovava Lupin. Remus cercò di aprire una delle celle
a fianco ma era chiusa da un incantesimo e avrebbe fatto troppo chiasso aprendo
magicamente quei chiavistelli arrugginiti. Si appiattì al muro vicino
alla porta e una frazione di secondo dopo, Macnair e il mago ferito entrarono
nel corridoio, spalancandola così che l'anta si aprì in modo da
nascondere Remus. Il boia la richiuse con un calcio, senza guardarsi indietro,
mentre sorreggeva il compagno con una mano.
«Dannazione, non posso far apparire una barella, non ci passerebbe per
le scale!» Se si fossero voltati avrebbero visto l'intruso proprio dietro
di loro.
Quando furono spariti Remus poté riprendere a respirare e ebbe un sospiro
di sollievo, si massaggiò il naso colpito violentemente dalla porta,
si aggiustò il soprabito malridotto e entrò all'interno dell'ampia
cella. Il riverbero delle torce rendeva l'interno della gabbia dai contorni
indistinti, avanzò di alcuni passi e finalmente vide il suo occupante.
Non poté fare a meno di inarcare le sopracciglia, incredulo per quello
che vide, anche se certamente ciò spiegava almeno alcune cose.
*./\.*
Continua... il prossimo episodio sarà pronto domenica |
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Capitolo 5 *** Garou ***
In effetti è un po' il mio divertimento stare a limare le frasi, spulciare tra i sinonimi, leggere e rileggere per vedere come suona. E' un filo maniacale forse *_* (ok, anche senza il forse)
Penso troppo alla costruzione e in fin della fiera la storia perde un po' di mordente? Per esempio fino ad ora ho adottato il truccaccio (infame) di far finire i capitoli sempre in un momento di rivelazioni, il rischio può essere che alla lunga venga a noia. Ditemi se anche questo sembra troppo "artificioso", ho cercato di limitarmi un pò ;-)
Dunque eravamo rimasti con Lupin che trova in un sotterraneo dell'Ufficio Regolamentazione Creature magiche un mostro che non si sarebbe aspettato...
*./\.*
5- Garou
Si avvicinò alla gabbia, con cautela, sentendo salire sempre più
alto il ringhio rabbioso, finché non riuscì finalmente a scorgere
le fauci da cui proveniva. Zanne color avorio di una lunghezza esageratamente
sproporzionata per appartenere ad un normale animale, sovrastate da degli occhi
così selvaggi da parere folli, splendenti come due monete d'oro nella penombra
della sua prigione.
Remus si trovava di fronte ad una creatura dalle fattezze di un lupo e che eppure
non poteva esserlo, molto più grande degli agili predatori della foresta
con il folto manto di un bianco accecante come se dovesse sopportare rigide temperature.
Non c'erano dubbi, quelle emozioni, che lo assaltavano a ondate quasi a farlo
barcollare, provenivano dalla bestia e di certo non si sarebbe avvicinato a meno
di due metri vedendo come snudava le zanne e gli ruggiva contro.
Notò un incartamento sul tavolaccio vicino e prese a sfogliarlo velocemente
in cerca di spiegazioni, cogliendo pochi e brevi stralci.
Garou non autorizzato... probabile provenienza Irlanda del sud... due Dissennatori
scongiurati... richiesta detenzione nel Pozzo dello Snowdon...
«Scongiurati... Notevole» pensò Remus, valutando le implicazioni di tale scoperta.
Non era certo di sapere cosa avesse in mente ma tornò davanti alla gabbia
e all'animale che ormai schiumava di furia repressa, si inginocchiò e,
incurante del suo ringhiare, parlò con voce sommessa .
«Lo so che mi capisci» fece una pausa per accertarsi che la bestia
lo avesse sentito, cosa che sembrava improbabile tanto il suo tono era basso,
ma la creatura non dava segni di comprendere una sola parola.
Lupin notò che una delle zampe posteriori aveva un angolo innaturale
ed chiaramente spezzata, la tensione che la animava e i movimenti minacciosi
dovevano provocargli dolori atroci. Estrasse la vecchia bacchetta da una tasca
interna del cappotto e con movimenti lenti la puntò verso la zampa rotta.
«Septemòsteo» disse con voce chiara, tentando il miglior
incantesimo di cura che conoscesse e immediatamente le ossa si mossero sotto
la folta pelliccia producendo sinistri scricchiolii rinsaldandosi l'una all'altra.
«Accidenti. Non sono mai stato un granché nella magia curativa...»
borbottò per niente soddisfatto.
La bestia smise di ringhiare per osservare la sua zampa con i brillanti occhi
a mandorla in cui si rifletteva un'espressione interrogativa.
L'uomo rimise la bacchetta nel pastrano e, tenendo le mani libere ben in vista,
continuò «Non sono del Ministero, voglio aiutarti»
Si ritrovò gli occhi del lupo bianco piantati dritti nei suoi e incredibilmente
da quelle fauci uscì una voce roca, distorta da una bocca non umana,
ma tuttavia comprensibile. «Aiutami»
Remus fu preso alla sprovvista da quella reazione inaspettata.
«Ti farò uscire da qui, ma non posso portarti fuori dal Ministero
adesso» Parve valutare le enormi dimensioni di quel lupo, passando in
rassegna a tutti gli incantesimi di occultamento che non mettessero in allarme
i sistemi antimagia non autorizzata del Ministero.
«Cambierò» disse faticosamente la creatura.
Il prudente Remus, il riflessivo Remus dov'era finito? Probabilmente era rimasto
in fila nell'Ufficio Permessi, mentre nel sotterraneo era sceso il signor R.
J. Lupin che esegui controfatture e esorcismi finché i lucchetti della
gabbia cedettero.
La creatura attese pazientemente scrutandolo con quegli occhi enigmatici e una
volta aperta la gabbia ne uscì, trascinando la zampa malamente rinsaldata,
si fermò davanti a lui e iniziò la propria metamorfosi. Mentre
il manto color neve spariva e le membra si rimodellavano secondo un altro schema,
Lupin fu ipnotizzato e sbalordito da quello che stava comparendo davanti ai
suoi occhi. Bisogna dire che gli ci volle qualche secondo prima che pensasse
di levarsi il soprabito consumato e offrirlo alla creatura che aveva liberato.
*./\.*
Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Martedì |
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Capitolo 6 *** Due in Fuga ***
Facendo la parodia di Lucarelli... se fosse un film, questo sarebbe la fine del primo tempo, ci sarà una puntata di intermezzo e poi altre 6 fino alla fine, devo dire che mi piace l'idea di fare 13 capitoli, mi torna bene come numero ^^
Remus è arrivato nelle celle segrete dell'Ufficio Regolamentazione e trova una specie di lupo enorme che da bestia si trasforma in...
*./\.*
6- Due in Fuga
Accasciata sul pavimento di pietra dei sotterranei dell'Ufficio di Regolamentazione
Creature Magiche stava la donna più bella che avesse mai visto, la pelle
candida e i capelli scarmigliati color neve, che le arrivavano alle spalle, ricordavano
il manto della sua forma lupesca. Soprattutto gli occhi a mandorla, contornati
da un ombra scura, ancora animaleschi, che lo fissavano con un espressione indecifrabile
e aliena lo lasciarono quasi senza fiato.
Sussurrò «Aspetta» e goffamente la avvolse nell'ampio soprabito
notando solo allora quanto le costole fossero evidenti sotto la pelle e il volto
affilato da lunghe privazioni. La donna lupo non oppose resistenza e allora più
che mai pareva sfinita e priva di forze.
«Puoi alzarti?» Lei gli annuì di rimando e, sorreggendosi alle
braccia di Remus, si mise in piedi, titubante, come se camminare in posizione
eretta fosse qualcosa di strano o di dimenticato.
Lupin controllò le tasche, tirò fuori un ampio fazzoletto a fiori
e fece per avvicinaglielo ma la donna si ritrasse scoprendo i denti candidi con
un breve ringhio di avvertimento, il brillio in quegli occhi dava chiaramente
a intendere che fosse prudente agire con molta lentezza.
«Scusa, è solo un fazzoletto, non devi destare attenzione, ti prego
te lo voglio solo legare in testa»
La donna lasciò che le sistemasse il fazzoletto alla bell'e meglio annodandoglielo
sotto il mento.
«Bene, dovrà bastare, adesso andiamo... c'è una scalinata
abbastanza lunga da fare.»
Lupin afferrò la maniglia per tornare verso il corridoio e stava per
spalancare la porta quando la donna lo bloccò, ghermendogli il braccio
con un mano simile ad un artiglio. Pochi secondi di sorpresa e Lupin si rese
conto di sentire l'eco di passi venire verso di loro. Macnair stava tornando
e non avevano via di fuga.
Remus, Remus in che guaio ti sei cacciato per qualcuno che non conosci nemmeno,
anche se avrai la meglio su Macnair, lui ti vedrà e saprà chi
cercare, passerai il resto della vita a scappare o nel caso peggiore finirai
al Pozzo, lo stesso posto da cui volevi salvare quella creatura facendo l'eroe.
Stava per sfoderare la bacchetta e sfruttare l'effetto sorpresa quando vide
una minuscola porta di legno dalla parte opposta della stanza, quasi nascosta
da catene, casse e bastoni. Sollevò la donna bianca per i fianchi e corse,
portandola di peso, aprì la porticina con una spallata e vi si infilarono
dentro. Quando si accorsero dove erano finiti non c'era più tempo per
scegliere un altro nascondiglio.
Erano entrati nello sgabuzzino delle scope, i sacchi, le bottiglie e l'armamentario
accatastato sfidarono le leggi di gravità e miracolosamente non gli rovinarono
addosso. Si strinsero trattenendo il respiro mentre i passi di Macnair rimbombavano
tra le mura della stanza finché lo sentirono fermarsi proprio dietro
la porta e, da sotto il battente videro filtrare l'ombra del boia immobile.
Remus Stringeva la bacchetta, pronto ad usarla nel momento in cui il boia avrebbe
spalancato la porta, ma la donna lo precedette e con uno scatto fulmineo dette
un calcio alla porta spalancandola di colpo e entrambi udirono distintamente
uno schianto all'esterno. Il contraccolpo la fece piegare in due sulla gamba
mal curata, gemendo in modo molto simile ad un guaito.
Fecero capolino dal nascondiglio e trovarono Macnair, privo di sensi, steso
sul pavimento con un un vistoso bernoccolo sulla fronte.
Andarsene dal Ministero fu relativamente semplice, anche se la risalita sù
per la scala a chiocciola fu faticosa e il percorso in ascensore fino al piano
terra parve interminabile. Il lungo cappotto di Lupin addosso alla donna strisciava
per terra nascondendo i piedi nudi e, coperta dal fazzoletto, la chioma albina
era meno vistosa. Remus non seppe ipotizzare cosa lei pensasse in quei momenti,
se provasse paura o sollievo o chissà cosa... ciuffi di capelli scomposti
davanti gli occhi le nascondevano le fattezze e non osò dirle niente
per timore che li spostasse rivelando quegli occhi a mandorla dorati così
inquietanti. Avrebbe avuto modo di scoprirlo da lì a pochi giorni, quando
ormai sarebbe stato così coinvolto dagli eventi da non potervi più
porre rimedio.
Bene o male passarono inosservati e con grande stupore di Lupin si ritrovarono all'esterno nel vicolo davanti ad una cabina telefonica malmessa.
*./\.*
Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Sabato
ok, in questo episodio sono stata abbastanza prevedibile no? ;) una piccola concessione... |
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Capitolo 7 *** Interludio di mezzo inverno ***
Episodio di transizione questo, devo dire che da quando ho letto la spiegazione di cosa sia Mary Sue ho il terrore di inserire nuovi personaggi °_°
Dunque dopo essere riuscito a scappare dal Ministero con una creatura mezzo lupo e mezza umana ecco cosa succede.
*./\.*
7- Interludio di mezzo inverno
Era passato meno di un giorno da quando aveva portato via illegalmente dal ministero
una creatura destinata sicuramente ad una tragica fine, Lupin guardava fuori dalla
finestra dalle tendine a fiori, scrutando la strada sterrata appena visibile nella
foschia. La vecchia casetta dei suoi, in una nebbiosa periferia nell'Hertfordshire,
era il posto più discreto dove nascondersi e difatti solo il camioncino
del lattaio era passato all'alba per le consegne ai cottage più isolati.
Non vi tornava da molto tempo e non vi aveva mai più abitato veramente
dalla morte dei genitori, ormai era polverosa di mesi e mesi di incuria ma, nonostante
le sue condizioni economiche fossero disastrose, non aveva mai avuto cuore di
venderla.
La donna aveva perso i sensi alcune ore prima di arrivare lì, durante
il tragitto tra uno dei camini della metropolvere dentro ad una villa abbandonata
e la casa di campagna di Remus, e non si era ancora svegliata. Non aveva potuto
portarla da un guaritore vero ma la gamba, che aveva malamente rinsaldato, era
guarita da sola in poche ore, come se non avesse mai subito alcun trauma. L'aveva
portata in braccio su per le scale, fino alla camera più grande al primo
piano e adagiata sul letto che era appartenuto ai signori Lupin. Rimase a fissarla
per quasi mezz'ora finché non fu rassicurato dai battiti forti e regolari
del suo cuore.
Si allontanò dalla finestra e accese il fuoco nel vecchio caminetto
del salotto, estrasse da una tasca la pergamena trovata nelle segrete del Ministero
e finalmente lesse attentamente il suo contenuto, seduto su una vecchia sedia
a dondolo tarlata.
In data odierna il gruppo di battitori capitanati dal guardacaccia Rufus
Locklace hanno catturato l'ultimo Garou non autorizzato presente sull'isola
britannica.
Molti credevano che i Garou fossero fole per bambini, al pari dei Snorticoli
Cornuti, a causa della loro natura sfuggente che rendeva praticamente impossibile
studiarli, infatti l'unica cosa accertata era che si trattasse di esseri di
forma lupesca in grado di mutare aspetto.
La probabile provenienza di suddetta creatura e delle precedenti è
l'Irlanda del Sud, si suppone che siano giunti usando un traghetto babbano.
Sale a due il numero dei Dissennatori scongiurati, attaccati mentre svolgevano
il loro compito e per tale ragione è stata fatta richiesta di detenzione
nel Pozzo dello Snowdon.
«Un autentico scongiuro, interessante.» I demoni come i Dissennatori
non potevano essere uccisi per la loro stessa natura, ciò che si poteva
fare era scacciarli o imprigionarli o venirci a patti come aveva fatto il Ministero.
Lupin ricordò il racconto di Silente su come il patronus di Harry avesse
preso forma e consistenza tali da spazzare via decine di Dissennatori per proteggere
Sirius. Lo Scongiuro era invece una forza così potente da disperdere
l'essenza stessa del Dissennatore e strapparlo dal piano di esistenza materiale,
in altre parole era la morte dei demoni.
«Macnair...» tornò con la memoria alla cella del Reparto
di Isolamento e a ciò che aveva detto il boia. Un paio di vecchi Mangiamorte
erano interessati al Garou che dormiva sul suo letto.
La stanchezza e la tensione accumulata ebbero lentamente la meglio, senza accorgersene,
gli occhi di Remus si chiusero e piombò in un sonno leggero e agitato
dove una miriade di immagini si rincorrevano all'impazzata. Sognò confusamente
brevi episodi del passato, quando si diceva che Voldemort, all'apice del suo
potere, stesse reclutando soggetti affetti da licantropia. Erano stati tempi
difficili per lui, in cui pareva dovesse camminare sul filo di un rasoio, sempre
in pericolo di subire denunce e venire portato al Pozzo.
«Il pozzo... perché non ad Azkaban?» mormorò tra sè.
In quel dormiveglia vigile, così come succede talvolta nei sogni, gli
parve che i pezzi del mosaico si ricomponessero miracolosamente e che il disegno
misterioso acquistasse finalmente un senso. Poi la chiarezza con cui aveva intravisto
la soluzione si infranse il sogno perse di consistenza e la consapevolezza di
aver intuito qualcosa di grande si dissolse in fine nebbiolina umida.
Si stropicciò gli occhi cercando di tornare alla realtà e li
volse nuovamente verso la finestra, solo allora si accorse che qualcuno era
davanti a lui e guardava intensamente la spettrale campagna al di là
del vetro.
«Ehm.. tutto bene?» era una frase abbastanza stupida da dire, ma
non gli venne altro.
La donna bianca indossava di nuovo il suo lungo pastrano e si girò per
fissarlo, i suoi occhi riflettevano i bagliori delle fiamme che scoppiettavano
nel piccolo caminetto, ma non rispose. Poi si mosse per andare a accoccolarsi
davanti al fuoco e lì, senza preamboli, con voce roca e scandendo le parole una ad una
gli disse «So cosa sei. Ho patto da proporti»
*./\.*
Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Mercoledì
in realtà avrei voluto fare questo capitolo molto più lungo per iniziare e concludere un discorso che invece accorperò nel prossimo capitolo, ma sapete che gli episodi troppo lunghi mi mandano nei pazzi.
Oh gente grazie per continuare a seguirmi ;) |
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Capitolo 8 *** Il Patto dei Lupi ***
Ciao Ludmilla ;) Garou credo che voglia dire.. Mannaro... che fantasia! Però mi piaceva la parola e in effetti vedrai quale relazione ci sia tra Garou e Lupi mannari.
Anche questo capitolo mi è venuto un po' più lungo.. credo che anchei prossimi (gli ultimi 5) saranno così.
nota: il parco dello Snowdon nel Galles esiste davvero e si dice che fosse la tomba di Merlino.
Dunque Lupin e la creatura che ha aiutato a fuggire dal Ministero sono nella vecchia casa dei suoi...
*./\.*
8- Il patto dei lupi
«Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per mag...»
«Certo Stan, grazie, due biglietti per favore» tagliò corto
Remus salendo sull'autobus a tre piani.
«Beh... Uhm... Allora dov'è che volete andare?» chiese il brufoloso
bigliettaio, cercando di sbirciare sotto l'enorme foulard che nascondeva il compagno
di viaggio di Lupin.
«A LLamberis, Galles» rispose l'altro spingendo il secondo passeggero
imbacuccato su una poltroncina in velluto davanti ad un tavolino da tè.
Era pomeriggio inoltrato quando presero l'utilissimo autobus dei maghi, era ancora
abbastanza incredulo del come fosse riuscito per la seconda volta a farsi convincere
così facilmente, malgrado l'intera faccenda puzzasse di bruciato. Quella
stessa mattina aveva parlato per la prima volta con la donna lupo e non poteva
dirsi soddisfatto di ciò che lei gli aveva detto.
Le pareva perfettamente naturale fuggire da una cella del Ministero per poi
trovarsi in una casa in mezzo al niente e lanciare una bomba come quella così,
tranquillamente, come se fosse una cosa normale. Quella mattina stessa, nel
piccolo salotto di casa Lupin, dopo che la donna diafana aveva accennato a chissà
quale patto, si udiva solo lo scoppiettare del fuoco nel camino. Remus non aveva
di nuovo intenzione di farsi guidare ciecamente e decise di condurre lui le
danze.
«Prima di parlare di qualsiasi tipo di patto è meglio che tu mi
dica chi sei e cosa sia successo in quella cella» disse incrociando le
braccia sul petto.
«Lo sai chi sono» gli rispose la donna con la sua voce rauca e incolore,
scandendo le parole lentamente.
«Bene, allora ricominciamo. Io sono Remus Lupin, tu come ti chiami?»
Guardarla era come guardare una sfinge, una splendida sfinge di marmo assolutamente
impenetrabile, eppure un leggero movimento del sopracciglio gli fece capire
che dentro di lei c'era una bestia impaziente che non amava perdere tempo in
sottigliezze.
«Anni fa... un mago mi chiamava Alma» Remus percepì che il
tono controllato della voce fosse più che altro indice di un malcelato
tentativo di autocontrollo piuttosto che di inesperienza nel linguaggio umano.
«Così va meglio, Alma. Cosa mi hai fatto nelle celle?»
La maschera perlacea della creatura piantò i suoi occhi dorati sull'uomo
come se volesse perforarlo. «Davvero non lo sai?»
«Era una specie di ipnosi?»
«Non hai fatto niente che tu non volessi»
«Non hai risposto alla mia domanda»
Alma si alzò di scatto con le mani contratte ad artiglio, anche se il
suo volto era perfettamente disteso e impassibile era chiaro quanto fosse disturbata
dal troppo parlare.
«Remus Lupin, quelli come noi... non hanno bisogno di parole».
«Non sono un Garou» disse Lupin di rimando, guardandola di sbieco.
«Sei quello che chiamano Licantropo» nel dirlo le passò sul
volto scolpito un espressione come di disgusto, vi si posò solo per pochi
istanti per poi svanire «So cosa ti tormenta. io so come fare»
«Non esiste una cura»
«Cura?» la donna inclinò la testa da un lato «Sì,
c'è... quello che cerchi io posso darti»
«Cosa intendi dire?»
«Aiutami a trovare chi sto' cercando, lui può curarti»
Nuovamente Remus si rese conto che la creatura aveva sviato il discorso su
un altro piano. Niente poteva togliergli dalla testa che avesse agito con una
qualche tipo di influenza su di lui facendogli compiere azioni che, nel pieno
possesso delle facoltà mentali, non avrebbe mai fatto.
Gli tornò improvvisamente in mente un brano del rapporto trovato nella
cella: "suddetta creatura e delle precedenti...".
«Un altro Garou? E che può fare?»
«Sì, ci chiamano così. Chi ti ha dato... può anche
togliere.»
«Mi stai dicendo che lupi mannari vengono dai Garou?» Il primo tassello
era andato al suo posto e una frase del vecchio libro di testo sulle creature
magiche gli rimbalzava in testa: "rispondono al richiamo della loro
specie". Ovvio e preoccupante.
«Non l'ho detto. Chi cerco è nel luogo chiamato il Pozzo»
Parlare con la donna era come ricomporre un puzzle mescolato da un folle e la
mente analitica di Remus ne inserì un altro pezzo. Azkaban non poteva
essere una prigione per lupi mannari, alla prima luna piena sarebbero fuggiti
senza problemi, riducendo in brandelli di ectoplasma i Dissennatori se... avessero
avuto lo stesso potere di scongiuro dei Garou.
Eppure la cosa non quadrava. Alma voleva andare al pozzo e ce l'avrebbero portata
secondo il documento di Macnair. perché allora aveva invocato aiuto per
fuggire? Entrare da ladri non sarebbe stato meglio che entrarvi da prigionieri
viste le misure di sicurezza di cui si vociferava. Aveva la sottile sensazione
che avesse omesso qualcosa di importante ma non ci fu verso sapere niente altro
di significativo. Pareva che Alma giudicasse sufficienti le scarne informazioni
che Remus le aveva praticamente estirpato con le tenaglie. Quale logica e buonsenso
lo avrebbe spinto a prendere anche solo in considerazione di aiutarla ad entrare
in una fortezza come il Pozzo dello Snowdon?
Un breve movimento fulmineo fuori dalla finestra, tra i cespugli sui bordi della
stradella, catturò la sua attenzione, poco più di un battito di
ciglia e l'ombra indistinta sparì nella campagna nebbiosa.
«Dovunque dobbiamo andare... è meglio partire adesso» disse
Lupin chiudendo le tendine.
Il viaggio sul Nottetempo fu silenzioso, anche perché nessuno dei due
aveva molta voglia di parlare quanto di mantenersi in equilibrio. Il vecchio
autista sembrava preda del delirium tremens e Remus ebbe il suo daffare per
tenere calma la donna che stringeva convulsamente i braccioli della poltrona
scivolando da un lato all'altro dell'autobus ad ogni curva.
*./\.*
Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Sabato |
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Capitolo 9 *** Fantasmi e apparizioni ***
Non avevo calcolato che sabato sarebbe stato Natale :P per cui arriva con un giorno di ritardo questo capitolo 9. Ditemi se sono troppo approssimativa nel raccontare questa storia, forse mi lascio troppo andare in descrizioni che in fin dei conti non servono alla trama. Alcune cose che sembrano lasciate in sospeso si scopriranno prossimamente e comunque i personaggi di questa storia vi ringraziano per seguirli nella loro avventura ;)
Sia come sia, Alma e Lupin si mettono alla ricerca della prigione delle Creature magiche chiamata il Pozzo. Alma convince Lupin ad aiutarla in cambio di una fantomatica cura contro la licantropia.
*./\.*
9- Fantasmi e apparizioni
Il Nottetempo scomparve nella nebbia rombando e con un gran stridore di gomme.
Alma e Lupin lo guardarono svanire con sollievo mentre assaporavano la confortevole
sensazione del terreno solido sotto i loro piedi. Remus si aggiustò la
cravatta e si girò verso la sagoma, vagamente distinguibile nella coltre
nebbiosa, che corrispondeva al massiccio dello Snowdon, imponente, immerso in
una brughiera selvaggia rimasta intatta da millenni. Dalla parte opposta si intravedevano
i tetti e i comignoli della poco ridente cittadina di LLamberis. Gli alberi parevano
sottili scheletri le cui dita si allungavano tra la soffice foschia che avviluppava
l'intera zona.
Il sole del tardo pomeriggio illuminava fiocamente la montagna, da cui prendeva
il nome la regione, e si stagliava verso l'alto con la sua superficie impervia
e ruvida. Un terreno permeato da forze magiche, che scorrevano in fiumi sotterranei
fino ad intersecarsi in luoghi di potere mistico altissimo, non era un inverosimile
che proprio in quei luoghi si dicessero sepolte le vestigia di uno dei più
grandi maghi mai vissuti.
«Non ho idea di come trovarlo» ammise Lupin «L'unica volta
che sono stato lì ho viaggiato con una passaporta» Alma lo guardò
con il solito sguardo impersonale, probabilmente se avesse detto di esserci
arrivato con uno Shuttle avrebbe avuto la stessa non-reazione.
«Lo so io dov'è» disse lei sfiorandogli una spalla con la
mano pallida «Ma solo tu potrai farci arrivare» si tolse il foulard
e annusò l'aria.
«Dubito che un solo mago possa arrivare a meno di un chilometro dal pozzo,
ma ormai siamo qui»
Lei indossava un paio dei pantaloni di Lupin e un vecchio maglione sformato
ma malgrado questo, nella nebbia, con i capelli liberi e candidi sembrava un
apparizione incorporea, e nuovamente ebbe la precisa idea di essere in qualche
modo manovrato. La donna si girò a guardarlo, facendogli cenno di seguirla
e notò un velo di ansia passarle volto. Si chiese quali effetti potesse
avere la forma umana su una creatura che non vi era abituata, in ogni caso pensò
che l'avrebbe portata ovunque avesse voluto, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe
fatto.
Si inerpicarono per il brullo pendio che costituiva la base dello Snowdon,
vaghi sprazzi di rocce ferrose emergevano di tanto in tanto tra i banchi di
nebbia che parevano avere una consistenza solida. A volte i riflessi delle
luci del tramonto li modellavano in forme quasi umane o in volti, tant'è
che Lupin cominciò ad avere l'impressione che la nebbia li stesse guardando.
Più volte gli sembrò di vedere vaghe ombre scure muoversi alle
loro spalle, rametti schiacciati ciottoli che rotolavano improvvisamente e la
sottile sensazione di essere spiati. Si convinse di aver ragione quando una
coltre nebbiosa particolarmente densa gli sorrise, mostrando una dentatura mostruosa
fatta di zanne lunghe e sottili come spilli.
«Non credo che siamo molto lontani... è la strada giusta.»
«E' una strada giusta su cui siamo passati almeno due volte» rispose
Alma.
«Ah!» esclamò Remus ammirato. Il gruppo che si occupava degli
incantesimi di disturbo al Ministero era davvero in gamba. Si trovava di nuovo
di fronte ad un incantesimo che provocava la perdita dell'orientamento in modo
impercettibile, probabilmente senza i sensi animaleschi della donna avrebbero
girato in tondo per sempre, convinti di andare in linea retta.
«Non possiamo basarci sulle nostre percezioni, ma visto che più
che altro è un incantesimo per non far scappare né entrare creature
magiche... suppongo che dovremmo affidarci alla magia»
La nebbia si condensò intorno a loro in forme vagamente umane e le bocche
tonde spalancate in urla silenziose, il buio, appena rischiarato da una debole
luce lunare, li avviluppò.
«Distruggi questo incantesimo» gli sussurrò Alma in un orecchio.
Cercando di reprimere un brivido involontario che gli stava scivolando lungo
la schiena Lupin rispose «Eliminarlo metterebbe in allarme i guardiani
del pozzo, ne usciremo senza farci accorgere.»
Mormorò rapidamente alcune parole e la bacchetta che stringeva in mano
puntò sicura e ferma verso una direzione ben precisa.
«Bene, sappiamo dov'è il nord, non correremo il rischio di deviare
ancora.»
I fantasmi di vapore acqueo allungavano i loro artigli verso di loro, ormai
avevano abbandonato ogni parvenza di segretezza e avevano cominciato a svolazzargli
davanti cercando di fargli cambiare strada. Lupin mantenne la concentrazione
ma non poté evitare di pensare che i fantasmi non potevano far rotolare
sassi o spezzare rami secchi e che stranamente tutto stava andando troppo liscio.
La nebbia si diradò, almeno in parte, appena giunsero ad un zona pianeggiante
al cui centro si ergevano tre alti monoliti. Proprio dietro a quegli enormi
massi scolpiti si allungava un crepaccio, una ferita nella roccia che andava
da una parte all'altra del pianoro per metri, perdendosi nel buio. Erano arrivati
al Pozzo.
«Ci siamo!» disse Alma visibilmente in agitazione.
«Un attimo... è troppo facile.» borbottò Remus «Dove
sono i guardiani? Lumos!» dalla punta della bacchetta si diffuse una luce
biancastra che andò ad illuminare il terreno intorno a loro.
Sul piano roccioso notò macchie di bruciature recenti, poco più
in là alcune gocce di sangue e improvvisamente...
«EXPELLIARMUS!» tuonò una voce dal buio.
Remus venne scaraventato a qualche metro di distanza, fino a sbattere la schiena
contro una parete rocciosa, mentre la sua bacchetta roteava chissà dove
tra rocce e nebbia.
Una sagoma scura gli si stagliò davanti, frapponendosi tra loro e l'entrata
del Pozzo
«Fossi in voi non farei un altro passo» disse lo sconosciuto con
voce profonda puntandogli contro la bacchetta magica.
Non fece in tempo a finire la frase che Alma gli si stava correndo contro con
ampie falcate, gli occhi fiammeggianti e i tratti delicati che già si
stavano deformando per la prossima trasformazione bestiale.
«Siste Mutatum!» gridò l'uomo e un fiotto di luce argentea
inondò la donna avviluppandola in un globo accecante. Immediatamente
la luce si esaurì e la Garou cadde a terra dibattendosi e ringhiando
furibonda ancora nella sua perfetta forma umana.
«Signor Lupin, dovrebbe saperlo che chiunque sia stato iscritto sul registro
dei Lupi Mannari viene sempre tenuto sotto controllo, non è stato difficile
scoprire da uno degli uscieri che era al Ministero il giorno dell'evasione di
questo Garou» continuò l'uomo imperterrito con voce salda.
Tenendoli entrambi sotto tiro si avvicinò a loro e venne illuminato dai
pochi raggi della falce di luna. Era stato facile non distinguerlo nel buio
della notte, la sua pelle nera come l'ebano e un piccolo anello d'oro all'orecchio
brillava appena.
«Chi... chi è lei?» gemette Lupin massaggiandosi la nuca
e tentando di rimettersi in piedi.
«Kingsley Shaklebolt, divisione Auror» rispose l'uomo di colore
«Con l'autorità conferitami dal Ministero della Magia vi dichiaro
in arresto per la violazione degli articoli dal 12 al 45 bis in materia di favoreggiamento
di creature magiche pericolose e probabile assassinio delle guardie poste a
difesa di questo luogo»
*./\.*
Continua...il prossimo episodio sarà pronto Lunedì o Martedì, queste feste mi hanno mangiato tutto il tempo libero ;) |
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Capitolo 10 *** L'odore del tradimento ***
Ora siamo tutta in discesa eh! ancora soli tre capitoli per sbrogliare questa matassa incomprensibile.
Alma e Lupin sono stati fermati da Kingsley Shakebolt proprio mentre erano arrivati al Pozzo..
*./\.*
10 - L'odore del tradimento
L'uomo di colore si guardò intorno, corrucciato «E a quanto vedo
avete già provveduto a eliminare i guardiani del Pozzo»
«Shaklebolt, non siamo stati noi» disse Lupin faticosamente.
«Mi prendete per stupido?» estrasse dal taschino una specie di incrocio
tra una bussola e un giroscopio.
«Siamo appena arrivati! Come avremmo potuto farlo?» continuò
Remus.
Alma annusava l'aria freneticamente, con gli occhi fuori dalle orbite «Sono
qui...» ringhiava sommessamente.
«Di che sta' parlando?» l'Auror fece per aprire il coperchio del
marchingegno dorato. «Gli unici che saranno qui sono i maghi dell'Unità
di Cattura Lupi Mannari»
Remus vide Alma che pareva fuori di sé e cercò di guadagnare tempo
«L'Unità ci stava seguendo?» non osava spostare lo sguardo
per terra per timore che l'altro capisse che stava cercando la bacchetta.
«No, credevano che andaste nel Galles per prendere i pescherecci che portano
a Dublino e pensavano di aspettarvi al porto di Fishguard, non credevano che foste
così stupidi da tentare di entrare qua dentro»
«Allora...» Remus si passò una mano trai capelli cercando
di ricostruire la storia «Chi abbiamo sentito nella nebbia ha messo fuori
gioco di guardiani... per questo era stato troppo facile...» fece vagare
distrattamente lo sguardo sul terreno fiocamente illuminato.
«Signor Lupin, queste creature» e indicò Alma con la bacchetta
«Riescono a influenzare i Lupi Mannari con facilità, non ha capito
che si è servita di lei per arrivare fin qui? Da sola non avrebbe mai
superato gli incantesimi di dissimulazione.»
Remus non riuscì a trovare una buona risposta anche perché sapeva
in fondo al cuore che Shaklebolt non stava mentendo, però ugualmente
c'era qualcosa che non tornava.
«Un Auror che si occupa di Lupi Mannari? Cosa c'è sotto?»
intravide il manico della logora bacchetta sporgere, appena nascosta tra un
mucchio di sassi.
«Dovreste saperlo, questo Garou è stato visto in compagnia di alcuni
Mangiamorte nostalgici alcune settimane fa, ho deciso di occuparmene personalmente
appena letto il rapporto ma sfortunatamente quando sono arrivato lo aveva già
fatto scappare.»
«Mangiamorte? Non ha senso!»
«Le dò una possibilità di cavarsela Lupin, mi dica adesso
quali erano i vostri piani e le darò un ora di vantaggio sull'Unità
di Cattura»
«Non so di cosa diavolo sta parlando, ma non siamo soli qui!»
«Lei non è in condizioni di minacciare!»
«SONO QUI!» ruggì Alma artigliando il soprabito di Remus.
«CHI SONO?!!» Lupin la afferrò per le braccia bloccandola
e scuotendola.
«Hai promesso di farmi entrare! Bugiardo!» continuò la donna
lupo furibonda e gli ruggì snudando una dentatura bestiale che non aveva
niente di umano.
«Seduti a terra e non muovetevi!» intimò l'Auror.
Un lampo azzurrino colpì Shaklebolt sbalzandolo nel buio e mandando
in frantumi il marchingegno placcato. Tre sagome indistinte emersero dalla nebbia,
figure umane coperte da tuniche nere come la notte.
«Grazie a tutti per averci aspettato» disse canzonatoria la voce
sgradevole di uno incappucciati. «Per un attimo avevamo temuto che non
ce la faceste ad accorgervi dei fantasmi disturbatori. Meno male che abbiamo
fatto un buon lavoro per spianarvi la strada» una chiosa di denti bianchi
brillò sotto al cappuccio scuro.
Remus tentò di spostarsi verso la bacchetta con qualche passo, cercando di distrarli.
«Perché tutto questo?»
«Pensavo che uno come lei avesse potuto afferrarlo fin dall'inizio, signor
Lupin» disse rimarcando le ultime parole come per deriderlo «Fortunatamente
abbiamo potuto contare sulla sua ottusità»
«Uno come me?» fece un altro passo distratto verso la bacchetta.
«Un licantropo e un Garou che liberano i prigionieri del Pozzo seminando
il Caos, quale magnifica occasione per risolvere un piccolo problema.»
«Il Garou prigioniero?»
«I Garou vorrà dire» il sorriso si fece ancora più
affilato «Ahhh ma capisco, la bestia le ha mentito, Signor Lupin, non
è così?»
Un freccia bianca passò davanti agli occhi di Remus e si scagliò
contro i Mangiamorte schiacciandone uno al suolo, l'enorme lupo bianco si lanciò
verso il crepaccio e vi scomparve.
Uno degli sconosciuti in nero urlò «Stupeficium!» mancando
di poco la bestia orma scomparsa.
«Fermo idiota!» l'apostrofò il Mangiamorte che per primo
aveva parlato «Non vorremo mai che tutto il lavoro fatto dal Signor Lupin
venga vanificato»
«Non volevate fermarci??»
«Signor Lupin... noi volevamo che arrivaste fin qui... ma ora la sua presenza
è diventata di intralcio, ha svolto bene il suo compito ed è perito tragicamente lottando contro un Auror. Non ci resta che aspettare
con pazienza che la signorina bianca esca di nuovo dal Pozzo e... » Puntò
la bacchetta lì dove si intravedeva la sagoma di Shaklebolt a terra «Avad...»
non terminò la frase perché un getto cristallino di luce lo investì
e le sue gambe presero a dimenarsi come in presa alle convulsioni.
Remus in una frazione di secondo si era gettato a terra rotolando fino alla
bacchetta e lanciando un incantesimo di Tarantallegra con la rapidità
di un fulmine.
Shaklebolt balzò dal buio con un vistoso taglio sulla fronte «Protego!»
ruggì innalzando un invisibile scudo magico che respinse gli incantesimi
degli altri due Mangiamorte.
Chi avesse alzato gli occhi, ai piedi del monte Snowdon, guardandone la sommità,
avrebbe visto una tempesta di lampi, fulmini e deflagrazioni come se fosse in
corso una piccola tempesta localizzata. Incredibilmente ShakleBolt e Lupin si
trovarono dalla stessa parte a duellare a colpi di magia e di astuzia contro
i servi dell'Oscuro Signore.
*./\.*
Continua... il prossimo episodio sarà pronto Mercoledì, salvo contrattempi °.° |
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Capitolo 11 *** Il Pozzo ***
Una vacanza imprevista mi ha fatto slittare il capitolo, in effetti comincio ad avere un po' di patema visto che mi mancano solo due capitoli per arrivare in fondo.
Lupin e Shaklebolt fronteggiano alcuni Mangiamorte che hanno un misterioso interesse per la Garou aiutata da Lupin, la quale approfitta della confusione per entrare nella prigione per creature magiche.
*./\.*
11 - Il Pozzo
Più che un duello testa a testa fu uno scagliare incantesimi e maledizioni
alla cieca, tra la nebbia, il buio e lampi accecanti fu solamente il caso a decidere
chi avesse avuto la meglio.
Una frusta di luce si abbatté sul masso dietro a cui si stava riparando
Shaklebolt, disintegrandolo in uno schianto. Lupin approfittò della nuvola
di frantumi e polvere per scagliare un incantesimo verso il Mangiamorte più
vicino che venne colpito ad un braccio. Nel giro di pochi secondi la mano gli
si contorse e avvizzì fino a diventare come un uncino e facendo cadere
a terra la bacchetta. Grida, tetri bisbigli e in un attimo degli incappucciati
non vi era più traccia. Dopo la tempesta una quiete innaturale avvolgeva
lo sterrato spettrale su cui dominavano i monoliti, i due uomini si guardarono
l'un l'altro, con i sensi all'erta.
«Dannazione Lupin, ma da che parte sta?» disse l'Auror ansimando,
il sangue si era coagulato sul taglio sulla fronte.
«Non so cosa abbiano in mente ma non ho mai collaborato con.... loro»
esitò Lupin, incerto se pronunciare l'appellativo con cui chiamavano se
stessi i seguaci di Voldemort più di dieci anni prima.
«Prima compaiono alla Finale di Quidditch... poi attaccano il Pozzo... cosa
sta' succedendo?» Shaklebolt era incredulo e stava realizzando la cosa mentre
l'adrenalina del combattimento ancora gli scorreva addosso.
«Non c'è tempo per discutere. Vogliono che la Garou liberi i suoi
compagni ed è una ragione sufficiente per impedirglielo. Da solo non ce
la farà, per cui mettiamo da parte la storia dell'arresto fintanto che
non avremo risolto il problema»
«Non si illuda di farla franca per questo»
«Io suggerirei di non perdere tempo»
L'Auror era combattuto, la logica di Remus non faceva una piega. Alla fine gli
fece cenno e si diressero verso l'oscuro crepaccio che i maghi chiamavano il Pozzo.
Pochi mesi prima, la prima apparizione dei Mangiamorte era stata presa con
leggerezza un po' da tutti, il mondo magico sembrava rifiutare l'idea stessa
di un possibile ritorno dell'Oscuro Signore e dei suoi seguaci. Nessuno avrebbe
detto fino a che punto l'evidenza sarebbe stata negata e respinta con forza
perfino dal Ministero della Magia anche se da lì a poco se ne sarebbero
resi ben conto. Mai l'Auror avrebbe immaginato che fossero davvero tornati ad
organizzarsi e a compiere un atto studiato come assaltare la prigione dello
Snowdon. Da molto tempo i Mangiamorte erano considerati dispersi, in prigione,
incapaci di rialzare la testa senza il loro Oscuro Signore... Lupin poteva capire
cosa passasse per la testa di Shaklebolt: iniziava a intuire che Voldemort stava
tornando e cosa avrebbe significato, per qualunque mago era qualcosa di sconvolgente.
Quell'enorme breccia sul terreno roccioso si apriva su un precipizio che sprofondava
nell'oscurità totale, strette scale incassate nella pietra scendevano
in basso sfidando le leggi di gravità. Era assai probabile che solo la
magia le costringesse a non crollare. Dopo alcuni minuti, in cui le strette
scalinate si snodavano a serpentina, a volte pure balzando con arcate da brivido
da un lato all'altro delle pareti dell'abisso, si trovarono davanti ad una porta
in legno scuro completamente divelta. Un battente cigolava leggermente appeso
all'unica cerniera rimasta intatta.
«Dicono che quaggiù sia un labirinto» bisbigliò Skaklebolt.
«Suppongo che ci basti seguire il filo d'Arianna» disse Lupin indicando
alcune piastrelle di tufo in cui spiccavano recenti artigliate.
«Arianna? E chi è?»
La risposta di Lupin non arrivò mai e, prima che potesse aprire bocca,
le loro orecchie vennero riempite da echi incessanti di ululati. Grida bestiali
strazianti che gelavano il sangue nelle vene e rimbalzavano sulle pareti dell'enorme
prigione, certamente prodotte da più di una gola.
«Forza! prima che sia troppo tardi!» disse Lupin a denti stretti.
L'interno del pozzo pareva una enorme cantina a più piani, altissime
volte di pietra si innalzavano su per il soffitto, così che sembrava
di trovarsi dentro la pancia di un drago. Ci sarebbe stato da credere che fosse
adatto a contenere qualsiasi tipo di creatura di qualsiasi dimensione. La strana
geometria di quel luogo produceva effetti ottici incredibili, talvolta le stanze
erano alte poco più di un metro e mezzo e una volta arrivati all'altro
capo ci si rendeva conto del soffitto alto più del doppio. Un reticolo
di scale vertiginose imboccate in discesa che finivano salendo a chiocciola,
colonnati e archivolti che si slanciavano verso l'alto e che dietro un angolo
si trasformavano in basamenti per nuove allucinanti architetture. Senza dubbio
il luogo era così impregnato di magia da dimenticare le leggi della fisica
del resto del mondo.
Lupin non badava alle stranezze del Pozzo, si malediceva per aver assecondato
la donna e per non essersi fatto delle domande quando poteva. In quel momento,
lontano da lei e da quegli occhi dorati, riusciva a vedere tutto più
chiaramente e la sua mente lucida tornava a lavorare senza influenze esterne.
Per nessuna ragione valida aveva infranto i sigilli del ministero, senza motivo
aveva portato via una creatura potenzialmente letale, senza spiegazioni l'aveva
portata fin qui. Si dette mentalmente dello stupido. Le traballanti scuse che
aveva penosamente costruito non sarebbero bastate in un momento in cui avesse
avuto il pieno possesso delle sue facoltà. Bah! Si era autoconvinto di
averla portata via a causa dei Dissennatori scongiurati, di aiutarla per ottenere
una fantomatica cura... perché si sentiva affine...
«Signori! ehi signori!!»
Shaklebolt e Lupin si voltarono in direzione della vocetta stridula che li aveva
chiamati. Proveniva da una minuscola porticina con una finestrella chiusa da
una grata a forma di foglie e rami intrecciati. Due paia di occhi grandi come
palle da biliardo di color pistacchio li guardavano, stranamente maliziosi.
«Piluk scommetterebbe il suo naso che state seguendo il cane, sì
signori?» un larghissimo sorriso affilato si allargò sotto gli
occhi enormi «Piluk conosce il pozzo. Oooooh sì, potete scommetterci
i vostri calzini»
*./\.*
Continua... il prossimo episodio sarà pronto Giovedì |
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Capitolo 12 *** Discese e sorprese ***
Meno male che mi manca solo l'ultima puntata! Altrochè! Perdo colpi e ci metto un sacco di tempo per fare l'episodio successivo! Forse proprio perchè sono alla fine e devo tirare le fila del tutto o forse solo perchè sono una pigra maledetta.
Lupin e Shaklebolt dopo aver messo in fuga i Mangiamorte che volevano ucciderli entrano nel Pozzo all'inseguimento di Alma per impedirle di liberare i Garou rinchiusi. Una strana guida offre loro i suoi servigi.
*./\.*
12 - Discese e sorprese
«Dov'è andato?» chiese Shaklebolt bruscamente.
L'enorme paio di occhi si allontanò di colpo dalla grata, leggermente impaurito
«Piluk lo sa ma non vede bene da dietro la porta».
«Facciamolo uscire, faremo più velocemente se sa dove andare»
disse Lupin.
L'Auror gli puntò un indice come ad avvertirlo di non aggiungere una parola
«Se è qui dentro un motivo c'è e non ho intenzione di avere
un altro problema libero di circolare!».
«Quanto tempo dobbiamo perdere ancora??» Un ululato in lontananza
parve sottolineare la frase di Remus.
«Per la barba di Merlino! Ma è una mania la sua di far scappare chiunque
le sia a portata di mano??»
Incrociarono gli sguardi e involontariamente scappò sui loro volti un sorriso
involontario che finì in una risata nervosa.
«Roba da non credere» continuò Shaklebolt appoggiandosi con
una mano alla parete «Ci siamo persi dentro un labirinto facciamo gli spiritosi...»
«D'accordo, ascolti» Lupin si ricompose «Lo terremo d'occhio,
ma dobbiamo decidere se preferire Garou e Mangiamorte insieme o il fastidio momentaneo
di un elfo domestico.»
«Ehi! Fastidio? Piluk vi sente, eh!» ribatté una vocetta petulante.
Dopo qualche minuto si aggiravano per i surreali corridoi del Pozzo con la
piccola e vivace creatura che gli saltellava davanti facendo strada.
«Ahhh! Piluk sempre aiuta i maghi! I maghi sono buoni con Piluk»
le lunghe orecchie rimbalzavano flosce su e giù ad ogni salto.
Era impossibile orientarsi in qualsiasi maniera, anche gli ultimi echi degli
ululati rimbalzando da una parete all'altra arrivavano distorti ed era un impresa
senza speranza cercare di individuare la direzione da cui provenivano, l'elfo
però pareva sicuro di dove bisognasse andare. Lupin e Shaklebolt non
erano lo stesso rassicurati dall'ampio sorriso di Piluk che pareva sempre più
falso via via che si addentravano nelle prigioni.
Più volte trovarono i corpi accasciati dei guardiani del Pozzo, apparentemente
privi di sensi, alcuni giacevano in posizioni scomposte o innaturali tanto da
far temere che qualsiasi aiuto potesse giungere troppo tardi. Incantesimi di
letargia gli avrebbero garantito ancora qualche tempo di tranquillità
per poter agire e sarebbero state necessarie troppe spiegazioni se si fossero
risvegliati.
Finalmente arrivarono in una sala rotonda piuttosto ampia, con il soffitto a
volta, e i guaiti e gli ululati si fecero vicini. Ai lati delle mura, che si
aprivano a cerchio davanti a loro, si succedevano una dopo l'altra molte inferriate
ricoperte di simboli. Dall'entrata divelta di una di esse volò fuori
come un proiettile una spessa catena che andò a sbattere sulla parete
opposta con gran sferragliare. ShakleBolt e Lupin si avvicinarono in punta di
piedi e bacchette in pugno, appena coscienti del fatto che l'elfo domestico
si era dileguato in un istante in una nuvola di fumo azzurrino. Sapevano che
anche se i Garou respingevano gran parte degli incantesimi diretti, potevano
ugualmente essere trattenuti o immobilizzati con magie che non li colpissero
direttamente.
Si avvicinarono rasenti al muro e dopo un silenzioso cenno con la testa si lanciarono
sulla soglia gridando «PETRA ENC...» ma non finirono la frase.
Il Mangiamorte aveva detto il vero, c'erano altri due Garou nella cella insieme
ad Alma. Quest'ultima aveva ripreso aspetto umano e stringeva a se un bambino
o e una ragazzina coperti di stracci. Si ritrovarono sei occhi ambrati piantati
addosso e chiunque avrebbe potuto quanto fossero uguali tra loro. Dai loro volti
ugualmente inespressivi traspariva una grande sofferenza, quasi palpabile. Non
seppero se era il modo con cui Alma aveva circondato le sue magre braccia intorno
ai due giovani o gli sguardi carichi di ansia ma nessuno dei due terminò
l'incantesimo che avrebbe eretto un muro magico di solida pietra davanti alla
porta.
«Cosa... perché...» iniziò Lupin senza nemmeno sapere
da che parte cominciare.
«I miei figli... Sono stati troppo tempo al chiuso» mormorò
la donna bianca in un soffio «Non hanno più la forza di cambiare»
e mentre guardava le sue creature una piccola ruga le increspò la fronte
e fu più evidente di un grido di disperazione.
«Perché non mi hai detto la verità?»
«Non mi avresti aiutata altrimenti» ribatté lei con tono
fiero.
«Non ci hai nemmeno provato e adesso non sappiamo cosa aspettarci»
«Voi... è così difficile capirvi... mostrate le zanne quando
siete felici, date cibo ai demoni quando li temete, trattate con i non maghi
ma fate attenzione a controllarli e catalogarli, dite una cosa e ne pensate
un'altra. Io credevo che fosse questo il vostro modo di comunicare.»
«Con le menzogne?»
«Lui... l'uomo che venne al Branco e ci insegnò la vostra lingua
ci disse così.»
«Va bene, va bene, ora spiegami cosa hai a che fare con i Mangiamorte»
«Loro vennero nella verde Irlanda» la donna lupo si soffermò
un attimo, come se quella parola le avesse risvegliato ricordi amati «Vennero
nella nostra foresta, nessuno di voi era mai tornato dopo il primo. Ci chiesero
di fare qualcosa per loro, ma i Garou non combattono per nessuno e non ci fidavamo
dei maghi. Riuscirono però a convincere loro con la promessa di un ritorno
glorioso e da allora non li ho più visti.» accarezzò la
testa ricciuta del bambino selvaggio che aveva capelli come la notte e un volto
dai tratti così ferini che non era difficile immaginarlo in forma di
lupo «Venni qui su una nave da carico e i maghi neri mi trovarono nella
brughiera. Tornarono a farmi la stessa offerta e dissero che altrimenti non
li avrei più rivisti. Allora ho fatto in modo da andare al pozzo come
prigioniera ma una volta che mi sono fatta catturare mi dissero che non mi avrebbero
portata qui ma sarei rimasta lì dove mi hai trovata.» la ragazzina
non dimostrava più di dieci anni e fissava in modo inquietante le gole
dei due uomini come se volesse azzannargliele da un momento all'altro «Poi
nel momento più nero ho sentito la tua mente, era debole e soffocata,
ululava nella sua prigione e l'ho chiamata»
«Quale... prigione?» chiese Lupin con timore.
«Quella che tu hai costruito per te stesso»risposte Alma col tono
di chi afferma una banalissima ovvietà .
«Inizio a farmi un idea» disse Shaklebolt parlando per la prima
volta «Direi che possiamo rimandare i dettagli a più tardi, cosa
volevano i Mangiamorte dai Garou?»
Alma lo guardò valutando con cura la risposta, poi senza esitazione rispose
«Attaccare Azkaban e liberare chi è rinchiuso».
*./\.*
Continua... il prossimo episodio sarà pronto... uhm... approssimativamente sabato o domenica... più o meno ;) |
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