Il Pozzo e la Luna

di Grilka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ministero della Magia ***
Capitolo 2: *** Il Dipartimento ***
Capitolo 3: *** La Zona Proibita ***
Capitolo 4: *** Reparto di Isolamento ***
Capitolo 5: *** Garou ***
Capitolo 6: *** Due in Fuga ***
Capitolo 7: *** Interludio di mezzo inverno ***
Capitolo 8: *** Il Patto dei Lupi ***
Capitolo 9: *** Fantasmi e apparizioni ***
Capitolo 10: *** L'odore del tradimento ***
Capitolo 11: *** Il Pozzo ***
Capitolo 12: *** Discese e sorprese ***



Capitolo 1
*** Il Ministero della Magia ***


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1- Il Ministero della Magia

Ore 11 della mattina, l'atrio del ministero della magia era gremito di folla in movimento come se fosse un formicaio impazzito. Le voci si sovrapponevano una sull'altra e fra tutte spiccava quella stridula di un mago di mezza età impegnato a litigare con un funzionario agitando una pila di fogli.
«COOOOSA! I Frigglors si occupano di coltivazione di funghi cappellomatto da cinquant'anni! Non ho nessuna intenzione di limitarne la vendita!»
«Mattew calmati! Quei dannati funghi fanno spuntare dei tentacoli sulla faccia! Non puoi venderli come cura per l'acne!!» tentò di calmarlo un piccolo funzionario ministeriale.
«Beh, non ho mai detto che fossero una cura contro i problemi di pelle!»

In mezzo al marasma di gente, di strane creature che andavano e venivano un uomo alto, con un pastrano estremamente malridotto teneva in mano una pergamena consultandola con un espressione perplessa.

Provvedimento amministrativo di restrizione per semiumani, metamorfi e affetti da maledizioni permanenti.
Con la presente si rende noto che i soggetti interessati dal presente provvedimento dovranno presentare preventivamente domanda al Ministero per qualsiasi impiego remunerativo o senza scopo di lucro che comporti una collaborazione con altri maghi, babbani o creature magiche. La domanda sarà valutata entro un termine di 1 anno dalla presentazione e durante tale periodo il richiedente non dovrà svolgere altre attività presso terzi. Il permesso di lavoro verrà rilasciato entro la scadenza di tale termine se la domanda sarà ritenuta idonea. Le decisioni dell'Ufficio Preposto non sono contestabili.

Cercò con lo sguardo uno degli impiegati tentando di placcarlo prima che gli sgusciasse via.
«Mi perdoni, dove devo rivolgermi per questa?»
L'impiegato rivolse un occhiata alla lettera, si sistemò gli occhiali e disse con voce professionale accompagnata da una notevole espressione da puzza sotto il naso «uhm.. Remus Lupin... provvedimento... ah sì, deve andare al Dipartimento Controllo e Regolazione Creature Magiche»
«Grazie molte»

Remus, pallido, dall'aspetto un po' malato, ripiegò la lettera in maniera esageratamente pignola, quasi volesse rifletterci sopra ancora per qualche secondo prima di decidere. Infine prese fiato e si incamminò verso la cancellata dell'ascensore, entrò e si sistemò tra un ometto seduto sopra una cassa di legno imbizzarrita che non faceva altro che sobbalzare e un impettito burocrate.
Dopo qualche piano una voce femminile atona annunciò «Quarto Livello, Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche»
L'uomo si incamminò sul corridoio mentre una decina di areoplanini di pergamena sfrecciavano sulla testa imboccando le porte degli uffici.

*./\.*

Continua....

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Capitolo 2
*** Il Dipartimento ***


Dopo una breve introduzione iniziamo ad entrare nel vivo. E' qui che ho avuto l'indea di introdurre una specie di enigma, molto loffio forse... beh vedremo cosa ne pensate.

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2- Il Dipartimento

Le porte dell'ascensore gli si chiusero alle spalle, davanti a lui si allungava un corridoio deserto, con una serie di porte, ognuna di foggia diversa, che si alternavano da un lato all'altro. La prima porta che incontrò, sul lato sinistro, era di mogano lucido con un elegante pomello di ottone altrettanto lustro e una targhetta che recitava con calligrafia elegante 'Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose'. Remus non potè fare a meno di pensare quanto fosse ironico e inquietante trovare, come primo ufficio, proprio quello che decideva dell'eliminazione fisica di ciò di cui si occupava il dipartimento. Passò oltre e sul lato opposto trovò una porta a vetri con una maniglia in metallo dalla forma di zampa di leone, sulla vetrata vi era scritto con uno smalto verde e caratteri gotici 'Ufficio Permessi S. M. e A. da M. P.'.
Allungò la mano per aprirla ma si bloccò per un secondo a guardare il resto del corridoio. Una porta di faggio si trovava a pochi metri a fianco di quella dell'Ufficio Permessi, poi, ancora più avanti sul lato sinistro, una in legno antico, ricolma di incisioni barocche e altre ancora fino al termine del corridoio. Distolse lo sguardo con un battito di ciglia, fu allora che sentì una strana sensazione strisciargli addosso, aliena e insidiosa, poi scosse la testa scacciando quei pensieri e aprì la porta entrando nell'ufficio.

La scena era decisamente diversa dal silenzioso corridoio, un guazzabuglio di creature e maghi si accalcavano attorno all'unico sportello aperto dei sette disponibili, agitando pergamene simili a quella di Lupin.
«Per favore! Prendete il biglietto!» urlava un impiegato con un buffo cappello a tricorno, cercando inutilmente di sovrastare la confusione.
Remus aveva avanti a sè una fila caotica di almeno una trentina di elfi domestici, veela, uomini dalla pelle sospettosamente cerulea, satiri e perfino una donna con i capelli che assomigliavano a tanti piccoli serpentelli, malamente nascosti da un foulard a fiori. Una delegazione di folletti della Gringott, piuttosto accigliati e dall'aria particolarmente arcigna, parlava concitatamente con un giovane impiegato che non faceva altro che ascoltare e asciugarsi la fronte. Su una bacheca, ricolma di ciclostilati e circolari, spiccava un foglio con la foto di una donna tarchiata con la faccia da rospo, una permanente malfatta ed un golfino di un ributtante rosa confetto. La circolare annunciava l'ennesimo provvedimento a favore di una regolamentazione più serena tra maghi e semiumani ad opera di una certa D. J. Umbridge.

Remus sospirò e dopo un occhiata decise di desistere nell'impresa, sentendo una frustrazione rabbiosa montargli implacabile e improvvisa. La sentiva crescere secondo dopo secondo, trasformandosi da un fastidioso disappunto fino a diventare vero e proprio distillato d'ira e, per un attimo, gli balenò il pensiero di farsi largo tra la fila dilaniando e mordendo i presenti.
Accadde nel giro di un respiro e immediatamente ritornò in sè sbattendo le palpebre, sconcertato... come poteva essere? Mancavano settimane al plenilunio e non era mai successo una cosa del genere... si portò una mano alla tempia richiamando alla mente le nozioni di Occlumanzia che ricordava: non si trattava di sensazioni sue, di questo ne era sicuro.
Nessun altro dava a vedere di percepire quelle grida silenziose nè di aver notato lui, e mentre teneva a bada il flusso di emozioni, venne folgorato da una certezza: qualcosa gli era sfuggito, qualcosa che era stato sotto i suoi occhi... Probabilmente niente che avesse a che fare con i pensieri sconosciuti che gli stavano invadendo la mente, qualcosa fuori posto.
Lupin si guardò intorno febbrilmente, concentrandosi per quanto possibile, e dopo alcuni secondi comprese. Si dette una pacca sulla fronte, un trucco davvero elementare, così semplice che lo aveva quasi tratto in inganno.

*./\.*

Continua...

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Capitolo 3
*** La Zona Proibita ***


Davvero ringrazio le persone che mi hanno lasciato un commento fino ad ora, è sul serio uno stimolo incredibile a scrivere ancora. ;-) Questo capitolo, anche se breve, è per voi e, fra parentesi, il trucco dello scrivere capitoli brevi ma a breve distanza mi pare un ottimo espediente psicologico per evitare di arenarmi prima della fine in stile balena spiaggiata.
Riuscirà il nostro Remus a svelare il segreto nascosto nei meandri del Ministero?
Ma soprattutto riuscirò io a non andare troppo fuori dai binari? Avvertitemi quando notate qualcosa che non vi torna o quando i caratteri dei personaggi sono troppo fuori sintonia rispetto a come li descrive la Rowling.

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3- La Zona Proibita

Remus indietreggiò verso la porta ostentando una forzata disinvoltura e, fortunatamente, gli astanti erano così impegnati e concentrati verso lo sportello che nessuno fece caso a lui, così sgusciò nuovamente nel corridoio, chiudendo dietro di sè il gran vociare dell'Ufficio Permessi.
Osservò nuovamente, sulla parete davanti a lui, la porta in mogano e diversi metri più a destra quella con i fregi barocchi. Davvero incredibile non essersene accorto subito: lo spazio tra le due porte era troppo ampio e, nell'alternarsi a destra e a sinistra degli Uffici, mancava una porta all'appello. Era abbastanza esperto per riconoscere un incantesimo sfuggente quando gli se ne parava uno davanti, e quella che vedeva era una fattura di disturbo con i controfiocchi. Chiunque si fosse voltato verso quella porzione di parete avrebbe provato l'irresistibile desiderio di guardare altrove, prima ancora di posarci gli occhi sopra, ed avrebbe avuto la certezza di non aver visto altro che un muro vuoto. Raccolse tutta la concentrazione di cui poteva disporre ripetendo mentalmente le controfatture per contrastare l'incantesimo e, lentamente, tremolante, quasi emergesse da un miraggio, apparve una piccola porticina di metallo, così spessa e piena di borchie e rinforzi d'acciaio da sembrare una cassaforte.

«E adesso?» si chiedeva cosa avrebbe fatto ora che aveva scoperto la porta segreta, non aveva davvero pensato sul serio di entrare in una zona che il ministero aveva ritenuto di nascondere agli occhi di tutti? Non aveva già abbastanza problemi con i nuovi decreti per crearsene di nuovi con la legge?
Gli echi mentali, che lo avevano colto di sorpresa dentro l'ufficio, tornarono prepotenti a invadergli le orecchie e questa volta, notò con sorpresa, non erano furiosi ma colmi di urgenza e di bisogno... un assordante richiesta d'aiuto.
Osservò la porticina e lesse la targa in ferro battuto: 'Reparto isolamento, vietato l'ingresso ai non addetti', nessuna maniglia o serratura visibile, evidentemente era un entrata per soli maghi e le creature al suo interno non avrebbero portuto aprirla.

(*) Si passò una mano tra i sottili capelli castani, mentre ricordava le due occasioni in cui aveva sentito nominare quel luogo, e in entrambi i casi non erano state situazioni che Remus avrebbe definito piacevoli. L'ultima volta era stata l'anno precedente quando il Ministero, istigato da Lucius Malfoy, aveva chiesto la condanna dell'ippogrifo Fierobecco così che il Comitato per la Soppressione aveva deliberato di incarcerare la bestia alata in attesa della sentenza, nel Pozzo dello Snowdon. Era questo un luogo di cui il mondo magico non parlava spesso, arroccato tra gli enormi massi del Galles del nord, nascosto dalle coltri nebbiose che da millenni proteggevano i segreti dei monti cambriani, era il luogo di detenzione dove le creature magiche ritenute pericolose venivano confinate e talvolta dimenticate. Il Reparto di Isolamento era da sempre l'anticamera dove i condannati sostavano, in attesa di essere trasferiti definitivamente al Pozzo e solo l'intervento di Silente aveva fatto in modo che Fierobecco aspettasse la fine del processo a Hogwarts in catene, sorvegliato da Hagrid.
L'episodio precedente, in cui lo spettro del Pozzo gli si era parato davanti, era per Remus un ricordo assai più doloroso e personale e preferì scacciarlo dalla mente prima che potesse riviverlo di nuovo.

La freccetta dentro l'indicatore dei piani, posto sopra alle porte dell'ascensore, iniziò a muoversi verso il numero quattro e Remus udì il suo sferragliare sommesso che si avvicinava sempre di più. Qualcuno stava scendendo a quel piano, sarebbe stato a rimirare quella porta finchè non si fossero accorti che l'aveva scoperta?
L'ascensore emise uno scampanellio e la freccia si fermò, Lupin lo guardò, combattuto sul da farsi, spostando lo sguardo sulla porticina segreta. Non aveva davvero pensato di infilarsi in una zona chiaramente proibita, no?
Le porte scorrevoli dell'ascensore iniziarono ad aprirsi, mentre già le circolari a forma di areoplanino guizzavano fuori dalla stretta apertura, e quando gli impiegati e i visitatori ne uscirono... trovarono un corridoio deserto davanti a loro.

*./\.*

Continua...

(*) Questa parte l'ho inserita a poche ore di distanza dalla prima pubblicazione, Effettivamente N F LEYDEN diceva giusto! Era un capitolo davvero troppo corto anche per i miei standard. Così ne approfitto per parlare di qualcosa che avrei fatto nel possimo episodio.

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Capitolo 4
*** Reparto di Isolamento ***


Leggere, rileggere in continuazione.. ormai questo capitolo me lo sono imparato a memoria a forza di spulciarlo. Ecco spiegato perchè ogni episodio è breve... se fosse più lungo ci invecchierei sopra, però ho cercato di mantenermi dello standard di almeno una pagina di word. n.b. Occhio al capitolo precedente in cui avevo aggiunto un pezzo segnato con (*) ;-)
Riassunto: Lupin è al Ministero per questioni di lavoro e metre attende il suo turno avverte pensieri non suoi entrargli nella mente e chiamarlo, scopre una porta segreta nel corridoio dell'Ufficio Regolamentazione Creature Magiche e...

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4- Reparto di Isolamento

Da dietro la piccola porta metallica non udiva nessun tipo di rumori, era in un atrio abbastanza ampio, illuminato da poche lanterne e Remus iniziava a chiedersi se avesse realmente una vaga idea del perché lo stesse facendo. Sapeva solo che in qualche modo qualcuno stava chiedendo aiuto e dovette ammettere che l'aver ritrovato Sirius, alcuni mesi prima, lo aveva riportato indietro, ai tempi di Hogwarts, quando ogni occasione era buona per un'avventura ai limiti del permesso. Una stretta scala a chiocciola si dipanava verso il piano sottostante, immersa in una penombra appena sufficiente per vedere i gradini. Avrebbe potuto essere la trappola di una qualche insidiosa creatura ma era difficile resistere ad un'invocazione così prepotente, soprattutto conoscendo quello a cui sarebbe andata incontro la fonte di quelle emozioni. Walden Macnair, il boia che si occupava dell'eliminazione fisica delle creature condannate dall'Ufficio Soppressione, recentemente nominato sovraintendente alla sicurezza dell'intero dipartimento, era un individuo che non avrebbe augurato di incontrare a nessuno. Il suo passato sospetto, da presunto Mangiamorte, rendeva il tutto una ragione più che valida per controllare con i propri occhi cosa stesse succedendo.

Iniziò la discesa in punta di piedi, avanzando cautamente ad ogni passo, poiché non osava effettuare nessun incantesimo di luce, per non far avvertire la sua presenza. Sembrava stesse scendendo da un eternità in quello stretto budello fin verso le viscere della terra, quando iniziò distintamente ad udire l'eco di un ruggito e di schianti ripetuti. Finalmente si ritrovò in un lungo corridoio con decine di celle ai lati, una sfilata di battenti in metallo dai cardini rinforzati e una moltitudine di simboli magici cesellati sulla superficie. L'ultima porta era illuminata e la luce filtrava da un ampio spioncino chiuso da una grata, almeno due uomini stavano parlando concitatamente quasi sovrastati dai ruggiti rabbiosi.
Scivolò fino lì e si sporse leggermente riuscendo a vedere nel suo interno: Macnair ed un altro mago dal collo tozzo e gli occhietti minuscoli avevano le bacchette in pugno puntate verso una gabbia enorme. Ogni sbarra era ricoperta da simboli arcani, amuleti e fatture di costrizione ma a malapena riusciva a contenere la forma che vi fremeva dentro.

«Bel colpo Walden, ancora qualche centimetro e me lo avrebbe staccato!» il mago si teneva un braccio sanguinante e la manica stracciata.
«Che sia maledetto se non sarò io a decapitare questo mostro!» rispose Macnair scoprendo le gengive in una smorfia orribile.
Il boia si passò un dito sui curatissimi baffi neri, arricciandone le punte e ignorando i gemiti del mago ferito «L'avevo detto che era una perdita di tempo ma Malfoy non vuole sentir ragioni»
Si voltò di scatto «E per tutti i diavoli, cosa aspetti a andare a farti rattoppare quel braccio! Stai spargendo sangue ovunque, non farai che aizzare ancora di più quella cosa!» ebbe un gesto di sufficienza verso il compare «Cammina! Vengo con te, devo fare rapporto, la situazione è cambiata»

I due si incamminarono a grandi passi verso l'uscita, decisi ad aprire la porta dietro a cui si trovava Lupin. Remus cercò di aprire una delle celle a fianco ma era chiusa da un incantesimo e avrebbe fatto troppo chiasso aprendo magicamente quei chiavistelli arrugginiti. Si appiattì al muro vicino alla porta e una frazione di secondo dopo, Macnair e il mago ferito entrarono nel corridoio, spalancandola così che l'anta si aprì in modo da nascondere Remus. Il boia la richiuse con un calcio, senza guardarsi indietro, mentre sorreggeva il compagno con una mano.
«Dannazione, non posso far apparire una barella, non ci passerebbe per le scale!» Se si fossero voltati avrebbero visto l'intruso proprio dietro di loro.
Quando furono spariti Remus poté riprendere a respirare e ebbe un sospiro di sollievo, si massaggiò il naso colpito violentemente dalla porta, si aggiustò il soprabito malridotto e entrò all'interno dell'ampia cella. Il riverbero delle torce rendeva l'interno della gabbia dai contorni indistinti, avanzò di alcuni passi e finalmente vide il suo occupante.
Non poté fare a meno di inarcare le sopracciglia, incredulo per quello che vide, anche se certamente ciò spiegava almeno alcune cose.

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Continua... il prossimo episodio sarà pronto domenica

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Capitolo 5
*** Garou ***


In effetti è un po' il mio divertimento stare a limare le frasi, spulciare tra i sinonimi, leggere e rileggere per vedere come suona. E' un filo maniacale forse *_* (ok, anche senza il forse)
Penso troppo alla costruzione e in fin della fiera la storia perde un po' di mordente? Per esempio fino ad ora ho adottato il truccaccio (infame) di far finire i capitoli sempre in un momento di rivelazioni, il rischio può essere che alla lunga venga a noia. Ditemi se anche questo sembra troppo "artificioso", ho cercato di limitarmi un pò ;-)
Dunque eravamo rimasti con Lupin che trova in un sotterraneo dell'Ufficio Regolamentazione Creature magiche un mostro che non si sarebbe aspettato...

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5- Garou

Si avvicinò alla gabbia, con cautela, sentendo salire sempre più alto il ringhio rabbioso, finché non riuscì finalmente a scorgere le fauci da cui proveniva. Zanne color avorio di una lunghezza esageratamente sproporzionata per appartenere ad un normale animale, sovrastate da degli occhi così selvaggi da parere folli, splendenti come due monete d'oro nella penombra della sua prigione.
Remus si trovava di fronte ad una creatura dalle fattezze di un lupo e che eppure non poteva esserlo, molto più grande degli agili predatori della foresta con il folto manto di un bianco accecante come se dovesse sopportare rigide temperature. Non c'erano dubbi, quelle emozioni, che lo assaltavano a ondate quasi a farlo barcollare, provenivano dalla bestia e di certo non si sarebbe avvicinato a meno di due metri vedendo come snudava le zanne e gli ruggiva contro.
Notò un incartamento sul tavolaccio vicino e prese a sfogliarlo velocemente in cerca di spiegazioni, cogliendo pochi e brevi stralci.

Garou non autorizzato... probabile provenienza Irlanda del sud... due Dissennatori scongiurati... richiesta detenzione nel Pozzo dello Snowdon...

«Scongiurati... Notevole» pensò Remus, valutando le implicazioni di tale scoperta.
Non era certo di sapere cosa avesse in mente ma tornò davanti alla gabbia e all'animale che ormai schiumava di furia repressa, si inginocchiò e, incurante del suo ringhiare, parlò con voce sommessa .
«Lo so che mi capisci» fece una pausa per accertarsi che la bestia lo avesse sentito, cosa che sembrava improbabile tanto il suo tono era basso, ma la creatura non dava segni di comprendere una sola parola.
Lupin notò che una delle zampe posteriori aveva un angolo innaturale ed chiaramente spezzata, la tensione che la animava e i movimenti minacciosi dovevano provocargli dolori atroci. Estrasse la vecchia bacchetta da una tasca interna del cappotto e con movimenti lenti la puntò verso la zampa rotta.
«Septemòsteo» disse con voce chiara, tentando il miglior incantesimo di cura che conoscesse e immediatamente le ossa si mossero sotto la folta pelliccia producendo sinistri scricchiolii rinsaldandosi l'una all'altra.
«Accidenti. Non sono mai stato un granché nella magia curativa...» borbottò per niente soddisfatto.

La bestia smise di ringhiare per osservare la sua zampa con i brillanti occhi a mandorla in cui si rifletteva un'espressione interrogativa.
L'uomo rimise la bacchetta nel pastrano e, tenendo le mani libere ben in vista, continuò «Non sono del Ministero, voglio aiutarti»
Si ritrovò gli occhi del lupo bianco piantati dritti nei suoi e incredibilmente da quelle fauci uscì una voce roca, distorta da una bocca non umana, ma tuttavia comprensibile. «Aiutami»
Remus fu preso alla sprovvista da quella reazione inaspettata.
«Ti farò uscire da qui, ma non posso portarti fuori dal Ministero adesso» Parve valutare le enormi dimensioni di quel lupo, passando in rassegna a tutti gli incantesimi di occultamento che non mettessero in allarme i sistemi antimagia non autorizzata del Ministero.
«Cambierò» disse faticosamente la creatura.

Il prudente Remus, il riflessivo Remus dov'era finito? Probabilmente era rimasto in fila nell'Ufficio Permessi, mentre nel sotterraneo era sceso il signor R. J. Lupin che esegui controfatture e esorcismi finché i lucchetti della gabbia cedettero.
La creatura attese pazientemente scrutandolo con quegli occhi enigmatici e una volta aperta la gabbia ne uscì, trascinando la zampa malamente rinsaldata, si fermò davanti a lui e iniziò la propria metamorfosi. Mentre il manto color neve spariva e le membra si rimodellavano secondo un altro schema, Lupin fu ipnotizzato e sbalordito da quello che stava comparendo davanti ai suoi occhi. Bisogna dire che gli ci volle qualche secondo prima che pensasse di levarsi il soprabito consumato e offrirlo alla creatura che aveva liberato.

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Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Martedì

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Capitolo 6
*** Due in Fuga ***


Facendo la parodia di Lucarelli... se fosse un film, questo sarebbe la fine del primo tempo, ci sarà una puntata di intermezzo e poi altre 6 fino alla fine, devo dire che mi piace l'idea di fare 13 capitoli, mi torna bene come numero ^^
Remus è arrivato nelle celle segrete dell'Ufficio Regolamentazione e trova una specie di lupo enorme che da bestia si trasforma in...

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6- Due in Fuga

Accasciata sul pavimento di pietra dei sotterranei dell'Ufficio di Regolamentazione Creature Magiche stava la donna più bella che avesse mai visto, la pelle candida e i capelli scarmigliati color neve, che le arrivavano alle spalle, ricordavano il manto della sua forma lupesca. Soprattutto gli occhi a mandorla, contornati da un ombra scura, ancora animaleschi, che lo fissavano con un espressione indecifrabile e aliena lo lasciarono quasi senza fiato.
Sussurrò «Aspetta» e goffamente la avvolse nell'ampio soprabito notando solo allora quanto le costole fossero evidenti sotto la pelle e il volto affilato da lunghe privazioni. La donna lupo non oppose resistenza e allora più che mai pareva sfinita e priva di forze.
«Puoi alzarti?» Lei gli annuì di rimando e, sorreggendosi alle braccia di Remus, si mise in piedi, titubante, come se camminare in posizione eretta fosse qualcosa di strano o di dimenticato.
Lupin controllò le tasche, tirò fuori un ampio fazzoletto a fiori e fece per avvicinaglielo ma la donna si ritrasse scoprendo i denti candidi con un breve ringhio di avvertimento, il brillio in quegli occhi dava chiaramente a intendere che fosse prudente agire con molta lentezza.
«Scusa, è solo un fazzoletto, non devi destare attenzione, ti prego te lo voglio solo legare in testa»
La donna lasciò che le sistemasse il fazzoletto alla bell'e meglio annodandoglielo sotto il mento.
«Bene, dovrà bastare, adesso andiamo... c'è una scalinata abbastanza lunga da fare.»

Lupin afferrò la maniglia per tornare verso il corridoio e stava per spalancare la porta quando la donna lo bloccò, ghermendogli il braccio con un mano simile ad un artiglio. Pochi secondi di sorpresa e Lupin si rese conto di sentire l'eco di passi venire verso di loro. Macnair stava tornando e non avevano via di fuga.

Remus, Remus in che guaio ti sei cacciato per qualcuno che non conosci nemmeno, anche se avrai la meglio su Macnair, lui ti vedrà e saprà chi cercare, passerai il resto della vita a scappare o nel caso peggiore finirai al Pozzo, lo stesso posto da cui volevi salvare quella creatura facendo l'eroe.

Stava per sfoderare la bacchetta e sfruttare l'effetto sorpresa quando vide una minuscola porta di legno dalla parte opposta della stanza, quasi nascosta da catene, casse e bastoni. Sollevò la donna bianca per i fianchi e corse, portandola di peso, aprì la porticina con una spallata e vi si infilarono dentro. Quando si accorsero dove erano finiti non c'era più tempo per scegliere un altro nascondiglio.
Erano entrati nello sgabuzzino delle scope, i sacchi, le bottiglie e l'armamentario accatastato sfidarono le leggi di gravità e miracolosamente non gli rovinarono addosso. Si strinsero trattenendo il respiro mentre i passi di Macnair rimbombavano tra le mura della stanza finché lo sentirono fermarsi proprio dietro la porta e, da sotto il battente videro filtrare l'ombra del boia immobile. Remus Stringeva la bacchetta, pronto ad usarla nel momento in cui il boia avrebbe spalancato la porta, ma la donna lo precedette e con uno scatto fulmineo dette un calcio alla porta spalancandola di colpo e entrambi udirono distintamente uno schianto all'esterno. Il contraccolpo la fece piegare in due sulla gamba mal curata, gemendo in modo molto simile ad un guaito.
Fecero capolino dal nascondiglio e trovarono Macnair, privo di sensi, steso sul pavimento con un un vistoso bernoccolo sulla fronte.

Andarsene dal Ministero fu relativamente semplice, anche se la risalita sù per la scala a chiocciola fu faticosa e il percorso in ascensore fino al piano terra parve interminabile. Il lungo cappotto di Lupin addosso alla donna strisciava per terra nascondendo i piedi nudi e, coperta dal fazzoletto, la chioma albina era meno vistosa. Remus non seppe ipotizzare cosa lei pensasse in quei momenti, se provasse paura o sollievo o chissà cosa... ciuffi di capelli scomposti davanti gli occhi le nascondevano le fattezze e non osò dirle niente per timore che li spostasse rivelando quegli occhi a mandorla dorati così inquietanti. Avrebbe avuto modo di scoprirlo da lì a pochi giorni, quando ormai sarebbe stato così coinvolto dagli eventi da non potervi più porre rimedio.
Bene o male passarono inosservati e con grande stupore di Lupin si ritrovarono all'esterno nel vicolo davanti ad una cabina telefonica malmessa.

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Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Sabato

ok, in questo episodio sono stata abbastanza prevedibile no? ;) una piccola concessione...

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Capitolo 7
*** Interludio di mezzo inverno ***


Episodio di transizione questo, devo dire che da quando ho letto la spiegazione di cosa sia Mary Sue ho il terrore di inserire nuovi personaggi °_°
Dunque dopo essere riuscito a scappare dal Ministero con una creatura mezzo lupo e mezza umana ecco cosa succede.

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7- Interludio di mezzo inverno

Era passato meno di un giorno da quando aveva portato via illegalmente dal ministero una creatura destinata sicuramente ad una tragica fine, Lupin guardava fuori dalla finestra dalle tendine a fiori, scrutando la strada sterrata appena visibile nella foschia. La vecchia casetta dei suoi, in una nebbiosa periferia nell'Hertfordshire, era il posto più discreto dove nascondersi e difatti solo il camioncino del lattaio era passato all'alba per le consegne ai cottage più isolati. Non vi tornava da molto tempo e non vi aveva mai più abitato veramente dalla morte dei genitori, ormai era polverosa di mesi e mesi di incuria ma, nonostante le sue condizioni economiche fossero disastrose, non aveva mai avuto cuore di venderla.

La donna aveva perso i sensi alcune ore prima di arrivare lì, durante il tragitto tra uno dei camini della metropolvere dentro ad una villa abbandonata e la casa di campagna di Remus, e non si era ancora svegliata. Non aveva potuto portarla da un guaritore vero ma la gamba, che aveva malamente rinsaldato, era guarita da sola in poche ore, come se non avesse mai subito alcun trauma. L'aveva portata in braccio su per le scale, fino alla camera più grande al primo piano e adagiata sul letto che era appartenuto ai signori Lupin. Rimase a fissarla per quasi mezz'ora finché non fu rassicurato dai battiti forti e regolari del suo cuore.

Si allontanò dalla finestra e accese il fuoco nel vecchio caminetto del salotto, estrasse da una tasca la pergamena trovata nelle segrete del Ministero e finalmente lesse attentamente il suo contenuto, seduto su una vecchia sedia a dondolo tarlata.

In data odierna il gruppo di battitori capitanati dal guardacaccia Rufus Locklace hanno catturato l'ultimo Garou non autorizzato presente sull'isola britannica.

Molti credevano che i Garou fossero fole per bambini, al pari dei Snorticoli Cornuti, a causa della loro natura sfuggente che rendeva praticamente impossibile studiarli, infatti l'unica cosa accertata era che si trattasse di esseri di forma lupesca in grado di mutare aspetto.

La probabile provenienza di suddetta creatura e delle precedenti è l'Irlanda del Sud, si suppone che siano giunti usando un traghetto babbano. Sale a due il numero dei Dissennatori scongiurati, attaccati mentre svolgevano il loro compito e per tale ragione è stata fatta richiesta di detenzione nel Pozzo dello Snowdon.

«Un autentico scongiuro, interessante.» I demoni come i Dissennatori non potevano essere uccisi per la loro stessa natura, ciò che si poteva fare era scacciarli o imprigionarli o venirci a patti come aveva fatto il Ministero. Lupin ricordò il racconto di Silente su come il patronus di Harry avesse preso forma e consistenza tali da spazzare via decine di Dissennatori per proteggere Sirius. Lo Scongiuro era invece una forza così potente da disperdere l'essenza stessa del Dissennatore e strapparlo dal piano di esistenza materiale, in altre parole era la morte dei demoni.

«Macnair...» tornò con la memoria alla cella del Reparto di Isolamento e a ciò che aveva detto il boia. Un paio di vecchi Mangiamorte erano interessati al Garou che dormiva sul suo letto.
La stanchezza e la tensione accumulata ebbero lentamente la meglio, senza accorgersene, gli occhi di Remus si chiusero e piombò in un sonno leggero e agitato dove una miriade di immagini si rincorrevano all'impazzata. Sognò confusamente brevi episodi del passato, quando si diceva che Voldemort, all'apice del suo potere, stesse reclutando soggetti affetti da licantropia. Erano stati tempi difficili per lui, in cui pareva dovesse camminare sul filo di un rasoio, sempre in pericolo di subire denunce e venire portato al Pozzo.
«Il pozzo... perché non ad Azkaban?» mormorò tra sè.
In quel dormiveglia vigile, così come succede talvolta nei sogni, gli parve che i pezzi del mosaico si ricomponessero miracolosamente e che il disegno misterioso acquistasse finalmente un senso. Poi la chiarezza con cui aveva intravisto la soluzione si infranse il sogno perse di consistenza e la consapevolezza di aver intuito qualcosa di grande si dissolse in fine nebbiolina umida.

Si stropicciò gli occhi cercando di tornare alla realtà e li volse nuovamente verso la finestra, solo allora si accorse che qualcuno era davanti a lui e guardava intensamente la spettrale campagna al di là del vetro.
«Ehm.. tutto bene?» era una frase abbastanza stupida da dire, ma non gli venne altro.
La donna bianca indossava di nuovo il suo lungo pastrano e si girò per fissarlo, i suoi occhi riflettevano i bagliori delle fiamme che scoppiettavano nel piccolo caminetto, ma non rispose. Poi si mosse per andare a accoccolarsi davanti al fuoco e lì, senza preamboli, con voce roca e scandendo le parole una ad una gli disse «So cosa sei. Ho patto da proporti»

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Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Mercoledì

in realtà avrei voluto fare questo capitolo molto più lungo per iniziare e concludere un discorso che invece accorperò nel prossimo capitolo, ma sapete che gli episodi troppo lunghi mi mandano nei pazzi.
Oh gente grazie per continuare a seguirmi ;)

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Capitolo 8
*** Il Patto dei Lupi ***


Ciao Ludmilla ;) Garou credo che voglia dire.. Mannaro... che fantasia! Però mi piaceva la parola e in effetti vedrai quale relazione ci sia tra Garou e Lupi mannari.
Anche questo capitolo mi è venuto un po' più lungo.. credo che anchei prossimi (gli ultimi 5) saranno così.
nota: il parco dello Snowdon nel Galles esiste davvero e si dice che fosse la tomba di Merlino.
Dunque Lupin e la creatura che ha aiutato a fuggire dal Ministero sono nella vecchia casa dei suoi...

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8- Il patto dei lupi

«Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per mag...»
«Certo Stan, grazie, due biglietti per favore» tagliò corto Remus salendo sull'autobus a tre piani.
«Beh... Uhm... Allora dov'è che volete andare?» chiese il brufoloso bigliettaio, cercando di sbirciare sotto l'enorme foulard che nascondeva il compagno di viaggio di Lupin.
«A LLamberis, Galles» rispose l'altro spingendo il secondo passeggero imbacuccato su una poltroncina in velluto davanti ad un tavolino da tè.
Era pomeriggio inoltrato quando presero l'utilissimo autobus dei maghi, era ancora abbastanza incredulo del come fosse riuscito per la seconda volta a farsi convincere così facilmente, malgrado l'intera faccenda puzzasse di bruciato. Quella stessa mattina aveva parlato per la prima volta con la donna lupo e non poteva dirsi soddisfatto di ciò che lei gli aveva detto.

Le pareva perfettamente naturale fuggire da una cella del Ministero per poi trovarsi in una casa in mezzo al niente e lanciare una bomba come quella così, tranquillamente, come se fosse una cosa normale. Quella mattina stessa, nel piccolo salotto di casa Lupin, dopo che la donna diafana aveva accennato a chissà quale patto, si udiva solo lo scoppiettare del fuoco nel camino. Remus non aveva di nuovo intenzione di farsi guidare ciecamente e decise di condurre lui le danze.
«Prima di parlare di qualsiasi tipo di patto è meglio che tu mi dica chi sei e cosa sia successo in quella cella» disse incrociando le braccia sul petto.
«Lo sai chi sono» gli rispose la donna con la sua voce rauca e incolore, scandendo le parole lentamente.
«Bene, allora ricominciamo. Io sono Remus Lupin, tu come ti chiami?»
Guardarla era come guardare una sfinge, una splendida sfinge di marmo assolutamente impenetrabile, eppure un leggero movimento del sopracciglio gli fece capire che dentro di lei c'era una bestia impaziente che non amava perdere tempo in sottigliezze.
«Anni fa... un mago mi chiamava Alma» Remus percepì che il tono controllato della voce fosse più che altro indice di un malcelato tentativo di autocontrollo piuttosto che di inesperienza nel linguaggio umano.
«Così va meglio, Alma. Cosa mi hai fatto nelle celle?»
La maschera perlacea della creatura piantò i suoi occhi dorati sull'uomo come se volesse perforarlo. «Davvero non lo sai?»
«Era una specie di ipnosi?»
«Non hai fatto niente che tu non volessi»
«Non hai risposto alla mia domanda»
Alma si alzò di scatto con le mani contratte ad artiglio, anche se il suo volto era perfettamente disteso e impassibile era chiaro quanto fosse disturbata dal troppo parlare.
«Remus Lupin, quelli come noi... non hanno bisogno di parole».
«Non sono un Garou» disse Lupin di rimando, guardandola di sbieco.
«Sei quello che chiamano Licantropo» nel dirlo le passò sul volto scolpito un espressione come di disgusto, vi si posò solo per pochi istanti per poi svanire «So cosa ti tormenta. io so come fare»
«Non esiste una cura»
«Cura?» la donna inclinò la testa da un lato «Sì, c'è... quello che cerchi io posso darti»
«Cosa intendi dire?»
«Aiutami a trovare chi sto' cercando, lui può curarti»

Nuovamente Remus si rese conto che la creatura aveva sviato il discorso su un altro piano. Niente poteva togliergli dalla testa che avesse agito con una qualche tipo di influenza su di lui facendogli compiere azioni che, nel pieno possesso delle facoltà mentali, non avrebbe mai fatto.
Gli tornò improvvisamente in mente un brano del rapporto trovato nella cella: "suddetta creatura e delle precedenti...".

«Un altro Garou? E che può fare?»
«Sì, ci chiamano così. Chi ti ha dato... può anche togliere.»
«Mi stai dicendo che lupi mannari vengono dai Garou?» Il primo tassello era andato al suo posto e una frase del vecchio libro di testo sulle creature magiche gli rimbalzava in testa: "rispondono al richiamo della loro specie". Ovvio e preoccupante.
«Non l'ho detto. Chi cerco è nel luogo chiamato il Pozzo»
Parlare con la donna era come ricomporre un puzzle mescolato da un folle e la mente analitica di Remus ne inserì un altro pezzo. Azkaban non poteva essere una prigione per lupi mannari, alla prima luna piena sarebbero fuggiti senza problemi, riducendo in brandelli di ectoplasma i Dissennatori se... avessero avuto lo stesso potere di scongiuro dei Garou.
Eppure la cosa non quadrava. Alma voleva andare al pozzo e ce l'avrebbero portata secondo il documento di Macnair. perché allora aveva invocato aiuto per fuggire? Entrare da ladri non sarebbe stato meglio che entrarvi da prigionieri viste le misure di sicurezza di cui si vociferava. Aveva la sottile sensazione che avesse omesso qualcosa di importante ma non ci fu verso sapere niente altro di significativo. Pareva che Alma giudicasse sufficienti le scarne informazioni che Remus le aveva praticamente estirpato con le tenaglie. Quale logica e buonsenso lo avrebbe spinto a prendere anche solo in considerazione di aiutarla ad entrare in una fortezza come il Pozzo dello Snowdon?
Un breve movimento fulmineo fuori dalla finestra, tra i cespugli sui bordi della stradella, catturò la sua attenzione, poco più di un battito di ciglia e l'ombra indistinta sparì nella campagna nebbiosa.
«Dovunque dobbiamo andare... è meglio partire adesso» disse Lupin chiudendo le tendine.

Il viaggio sul Nottetempo fu silenzioso, anche perché nessuno dei due aveva molta voglia di parlare quanto di mantenersi in equilibrio. Il vecchio autista sembrava preda del delirium tremens e Remus ebbe il suo daffare per tenere calma la donna che stringeva convulsamente i braccioli della poltrona scivolando da un lato all'altro dell'autobus ad ogni curva.

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Continua.... il prossimo episodio sarà pronto Sabato

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Capitolo 9
*** Fantasmi e apparizioni ***


Non avevo calcolato che sabato sarebbe stato Natale :P per cui arriva con un giorno di ritardo questo capitolo 9. Ditemi se sono troppo approssimativa nel raccontare questa storia, forse mi lascio troppo andare in descrizioni che in fin dei conti non servono alla trama. Alcune cose che sembrano lasciate in sospeso si scopriranno prossimamente e comunque i personaggi di questa storia vi ringraziano per seguirli nella loro avventura ;)
Sia come sia, Alma e Lupin si mettono alla ricerca della prigione delle Creature magiche chiamata il Pozzo. Alma convince Lupin ad aiutarla in cambio di una fantomatica cura contro la licantropia.

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9- Fantasmi e apparizioni

Il Nottetempo scomparve nella nebbia rombando e con un gran stridore di gomme. Alma e Lupin lo guardarono svanire con sollievo mentre assaporavano la confortevole sensazione del terreno solido sotto i loro piedi. Remus si aggiustò la cravatta e si girò verso la sagoma, vagamente distinguibile nella coltre nebbiosa, che corrispondeva al massiccio dello Snowdon, imponente, immerso in una brughiera selvaggia rimasta intatta da millenni. Dalla parte opposta si intravedevano i tetti e i comignoli della poco ridente cittadina di LLamberis. Gli alberi parevano sottili scheletri le cui dita si allungavano tra la soffice foschia che avviluppava l'intera zona.
Il sole del tardo pomeriggio illuminava fiocamente la montagna, da cui prendeva il nome la regione, e si stagliava verso l'alto con la sua superficie impervia e ruvida. Un terreno permeato da forze magiche, che scorrevano in fiumi sotterranei fino ad intersecarsi in luoghi di potere mistico altissimo, non era un inverosimile che proprio in quei luoghi si dicessero sepolte le vestigia di uno dei più grandi maghi mai vissuti.

«Non ho idea di come trovarlo» ammise Lupin «L'unica volta che sono stato lì ho viaggiato con una passaporta» Alma lo guardò con il solito sguardo impersonale, probabilmente se avesse detto di esserci arrivato con uno Shuttle avrebbe avuto la stessa non-reazione.
«Lo so io dov'è» disse lei sfiorandogli una spalla con la mano pallida «Ma solo tu potrai farci arrivare» si tolse il foulard e annusò l'aria.
«Dubito che un solo mago possa arrivare a meno di un chilometro dal pozzo, ma ormai siamo qui»
Lei indossava un paio dei pantaloni di Lupin e un vecchio maglione sformato ma malgrado questo, nella nebbia, con i capelli liberi e candidi sembrava un apparizione incorporea, e nuovamente ebbe la precisa idea di essere in qualche modo manovrato. La donna si girò a guardarlo, facendogli cenno di seguirla e notò un velo di ansia passarle volto. Si chiese quali effetti potesse avere la forma umana su una creatura che non vi era abituata, in ogni caso pensò che l'avrebbe portata ovunque avesse voluto, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.

Si inerpicarono per il brullo pendio che costituiva la base dello Snowdon, vaghi sprazzi di rocce ferrose emergevano di tanto in tanto tra i banchi di nebbia che parevano avere una consistenza solida. A volte i riflessi delle luci del tramonto li modellavano in forme quasi umane o in volti, tant'è che Lupin cominciò ad avere l'impressione che la nebbia li stesse guardando. Più volte gli sembrò di vedere vaghe ombre scure muoversi alle loro spalle, rametti schiacciati ciottoli che rotolavano improvvisamente e la sottile sensazione di essere spiati. Si convinse di aver ragione quando una coltre nebbiosa particolarmente densa gli sorrise, mostrando una dentatura mostruosa fatta di zanne lunghe e sottili come spilli.
«Non credo che siamo molto lontani... è la strada giusta.»
«E' una strada giusta su cui siamo passati almeno due volte» rispose Alma.
«Ah!» esclamò Remus ammirato. Il gruppo che si occupava degli incantesimi di disturbo al Ministero era davvero in gamba. Si trovava di nuovo di fronte ad un incantesimo che provocava la perdita dell'orientamento in modo impercettibile, probabilmente senza i sensi animaleschi della donna avrebbero girato in tondo per sempre, convinti di andare in linea retta.
«Non possiamo basarci sulle nostre percezioni, ma visto che più che altro è un incantesimo per non far scappare né entrare creature magiche... suppongo che dovremmo affidarci alla magia»
La nebbia si condensò intorno a loro in forme vagamente umane e le bocche tonde spalancate in urla silenziose, il buio, appena rischiarato da una debole luce lunare, li avviluppò.
«Distruggi questo incantesimo» gli sussurrò Alma in un orecchio.
Cercando di reprimere un brivido involontario che gli stava scivolando lungo la schiena Lupin rispose «Eliminarlo metterebbe in allarme i guardiani del pozzo, ne usciremo senza farci accorgere.»
Mormorò rapidamente alcune parole e la bacchetta che stringeva in mano puntò sicura e ferma verso una direzione ben precisa.
«Bene, sappiamo dov'è il nord, non correremo il rischio di deviare ancora.»
I fantasmi di vapore acqueo allungavano i loro artigli verso di loro, ormai avevano abbandonato ogni parvenza di segretezza e avevano cominciato a svolazzargli davanti cercando di fargli cambiare strada. Lupin mantenne la concentrazione ma non poté evitare di pensare che i fantasmi non potevano far rotolare sassi o spezzare rami secchi e che stranamente tutto stava andando troppo liscio.

La nebbia si diradò, almeno in parte, appena giunsero ad un zona pianeggiante al cui centro si ergevano tre alti monoliti. Proprio dietro a quegli enormi massi scolpiti si allungava un crepaccio, una ferita nella roccia che andava da una parte all'altra del pianoro per metri, perdendosi nel buio. Erano arrivati al Pozzo.
«Ci siamo!» disse Alma visibilmente in agitazione.
«Un attimo... è troppo facile.» borbottò Remus «Dove sono i guardiani? Lumos!» dalla punta della bacchetta si diffuse una luce biancastra che andò ad illuminare il terreno intorno a loro.
Sul piano roccioso notò macchie di bruciature recenti, poco più in là alcune gocce di sangue e improvvisamente...
«EXPELLIARMUS!» tuonò una voce dal buio.
Remus venne scaraventato a qualche metro di distanza, fino a sbattere la schiena contro una parete rocciosa, mentre la sua bacchetta roteava chissà dove tra rocce e nebbia.
Una sagoma scura gli si stagliò davanti, frapponendosi tra loro e l'entrata del Pozzo
«Fossi in voi non farei un altro passo» disse lo sconosciuto con voce profonda puntandogli contro la bacchetta magica.
Non fece in tempo a finire la frase che Alma gli si stava correndo contro con ampie falcate, gli occhi fiammeggianti e i tratti delicati che già si stavano deformando per la prossima trasformazione bestiale.
«Siste Mutatum!» gridò l'uomo e un fiotto di luce argentea inondò la donna avviluppandola in un globo accecante. Immediatamente la luce si esaurì e la Garou cadde a terra dibattendosi e ringhiando furibonda ancora nella sua perfetta forma umana.
«Signor Lupin, dovrebbe saperlo che chiunque sia stato iscritto sul registro dei Lupi Mannari viene sempre tenuto sotto controllo, non è stato difficile scoprire da uno degli uscieri che era al Ministero il giorno dell'evasione di questo Garou» continuò l'uomo imperterrito con voce salda.
Tenendoli entrambi sotto tiro si avvicinò a loro e venne illuminato dai pochi raggi della falce di luna. Era stato facile non distinguerlo nel buio della notte, la sua pelle nera come l'ebano e un piccolo anello d'oro all'orecchio brillava appena.
«Chi... chi è lei?» gemette Lupin massaggiandosi la nuca e tentando di rimettersi in piedi.
«Kingsley Shaklebolt, divisione Auror» rispose l'uomo di colore «Con l'autorità conferitami dal Ministero della Magia vi dichiaro in arresto per la violazione degli articoli dal 12 al 45 bis in materia di favoreggiamento di creature magiche pericolose e probabile assassinio delle guardie poste a difesa di questo luogo»

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Continua...il prossimo episodio sarà pronto Lunedì o Martedì, queste feste mi hanno mangiato tutto il tempo libero ;)

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Capitolo 10
*** L'odore del tradimento ***


Ora siamo tutta in discesa eh! ancora soli tre capitoli per sbrogliare questa matassa incomprensibile.
Alma e Lupin sono stati fermati da Kingsley Shakebolt proprio mentre erano arrivati al Pozzo..

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10 - L'odore del tradimento

L'uomo di colore si guardò intorno, corrucciato «E a quanto vedo avete già provveduto a eliminare i guardiani del Pozzo»
«Shaklebolt, non siamo stati noi» disse Lupin faticosamente.
«Mi prendete per stupido?» estrasse dal taschino una specie di incrocio tra una bussola e un giroscopio.
«Siamo appena arrivati! Come avremmo potuto farlo?» continuò Remus.
Alma annusava l'aria freneticamente, con gli occhi fuori dalle orbite «Sono qui...» ringhiava sommessamente.
«Di che sta' parlando?» l'Auror fece per aprire il coperchio del marchingegno dorato. «Gli unici che saranno qui sono i maghi dell'Unità di Cattura Lupi Mannari»
Remus vide Alma che pareva fuori di sé e cercò di guadagnare tempo «L'Unità ci stava seguendo?» non osava spostare lo sguardo per terra per timore che l'altro capisse che stava cercando la bacchetta.
«No, credevano che andaste nel Galles per prendere i pescherecci che portano a Dublino e pensavano di aspettarvi al porto di Fishguard, non credevano che foste così stupidi da tentare di entrare qua dentro»
«Allora...» Remus si passò una mano trai capelli cercando di ricostruire la storia «Chi abbiamo sentito nella nebbia ha messo fuori gioco di guardiani... per questo era stato troppo facile...» fece vagare distrattamente lo sguardo sul terreno fiocamente illuminato.
«Signor Lupin, queste creature» e indicò Alma con la bacchetta «Riescono a influenzare i Lupi Mannari con facilità, non ha capito che si è servita di lei per arrivare fin qui? Da sola non avrebbe mai superato gli incantesimi di dissimulazione.»
Remus non riuscì a trovare una buona risposta anche perché sapeva in fondo al cuore che Shaklebolt non stava mentendo, però ugualmente c'era qualcosa che non tornava.
«Un Auror che si occupa di Lupi Mannari? Cosa c'è sotto?» intravide il manico della logora bacchetta sporgere, appena nascosta tra un mucchio di sassi.
«Dovreste saperlo, questo Garou è stato visto in compagnia di alcuni Mangiamorte nostalgici alcune settimane fa, ho deciso di occuparmene personalmente appena letto il rapporto ma sfortunatamente quando sono arrivato lo aveva già fatto scappare.»
«Mangiamorte? Non ha senso!»
«Le dò una possibilità di cavarsela Lupin, mi dica adesso quali erano i vostri piani e le darò un ora di vantaggio sull'Unità di Cattura»
«Non so di cosa diavolo sta parlando, ma non siamo soli qui!»
«Lei non è in condizioni di minacciare!»
«SONO QUI!» ruggì Alma artigliando il soprabito di Remus.
«CHI SONO?!!» Lupin la afferrò per le braccia bloccandola e scuotendola.
«Hai promesso di farmi entrare! Bugiardo!» continuò la donna lupo furibonda e gli ruggì snudando una dentatura bestiale che non aveva niente di umano.
«Seduti a terra e non muovetevi!» intimò l'Auror.

Un lampo azzurrino colpì Shaklebolt sbalzandolo nel buio e mandando in frantumi il marchingegno placcato. Tre sagome indistinte emersero dalla nebbia, figure umane coperte da tuniche nere come la notte.

«Grazie a tutti per averci aspettato» disse canzonatoria la voce sgradevole di uno incappucciati. «Per un attimo avevamo temuto che non ce la faceste ad accorgervi dei fantasmi disturbatori. Meno male che abbiamo fatto un buon lavoro per spianarvi la strada» una chiosa di denti bianchi brillò sotto al cappuccio scuro.
Remus tentò di spostarsi verso la bacchetta con qualche passo, cercando di distrarli. «Perché tutto questo?»
«Pensavo che uno come lei avesse potuto afferrarlo fin dall'inizio, signor Lupin» disse rimarcando le ultime parole come per deriderlo «Fortunatamente abbiamo potuto contare sulla sua ottusità»
«Uno come me?» fece un altro passo distratto verso la bacchetta.
«Un licantropo e un Garou che liberano i prigionieri del Pozzo seminando il Caos, quale magnifica occasione per risolvere un piccolo problema.»
«Il Garou prigioniero?»
«I Garou vorrà dire» il sorriso si fece ancora più affilato «Ahhh ma capisco, la bestia le ha mentito, Signor Lupin, non è così?»

Un freccia bianca passò davanti agli occhi di Remus e si scagliò contro i Mangiamorte schiacciandone uno al suolo, l'enorme lupo bianco si lanciò verso il crepaccio e vi scomparve.
Uno degli sconosciuti in nero urlò «Stupeficium!» mancando di poco la bestia orma scomparsa.
«Fermo idiota!» l'apostrofò il Mangiamorte che per primo aveva parlato «Non vorremo mai che tutto il lavoro fatto dal Signor Lupin venga vanificato»
«Non volevate fermarci??»
«Signor Lupin... noi volevamo che arrivaste fin qui... ma ora la sua presenza è diventata di intralcio, ha svolto bene il suo compito ed è perito tragicamente lottando contro un Auror. Non ci resta che aspettare con pazienza che la signorina bianca esca di nuovo dal Pozzo e... » Puntò la bacchetta lì dove si intravedeva la sagoma di Shaklebolt a terra «Avad...» non terminò la frase perché un getto cristallino di luce lo investì e le sue gambe presero a dimenarsi come in presa alle convulsioni.
Remus in una frazione di secondo si era gettato a terra rotolando fino alla bacchetta e lanciando un incantesimo di Tarantallegra con la rapidità di un fulmine.
Shaklebolt balzò dal buio con un vistoso taglio sulla fronte «Protego!» ruggì innalzando un invisibile scudo magico che respinse gli incantesimi degli altri due Mangiamorte.
Chi avesse alzato gli occhi, ai piedi del monte Snowdon, guardandone la sommità, avrebbe visto una tempesta di lampi, fulmini e deflagrazioni come se fosse in corso una piccola tempesta localizzata. Incredibilmente ShakleBolt e Lupin si trovarono dalla stessa parte a duellare a colpi di magia e di astuzia contro i servi dell'Oscuro Signore.

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Continua... il prossimo episodio sarà pronto Mercoledì, salvo contrattempi °.°

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Capitolo 11
*** Il Pozzo ***


Una vacanza imprevista mi ha fatto slittare il capitolo, in effetti comincio ad avere un po' di patema visto che mi mancano solo due capitoli per arrivare in fondo.
Lupin e Shaklebolt fronteggiano alcuni Mangiamorte che hanno un misterioso interesse per la Garou aiutata da Lupin, la quale approfitta della confusione per entrare nella prigione per creature magiche.

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11 - Il Pozzo

Più che un duello testa a testa fu uno scagliare incantesimi e maledizioni alla cieca, tra la nebbia, il buio e lampi accecanti fu solamente il caso a decidere chi avesse avuto la meglio.
Una frusta di luce si abbatté sul masso dietro a cui si stava riparando Shaklebolt, disintegrandolo in uno schianto. Lupin approfittò della nuvola di frantumi e polvere per scagliare un incantesimo verso il Mangiamorte più vicino che venne colpito ad un braccio. Nel giro di pochi secondi la mano gli si contorse e avvizzì fino a diventare come un uncino e facendo cadere a terra la bacchetta. Grida, tetri bisbigli e in un attimo degli incappucciati non vi era più traccia. Dopo la tempesta una quiete innaturale avvolgeva lo sterrato spettrale su cui dominavano i monoliti, i due uomini si guardarono l'un l'altro, con i sensi all'erta.
«Dannazione Lupin, ma da che parte sta?» disse l'Auror ansimando, il sangue si era coagulato sul taglio sulla fronte.
«Non so cosa abbiano in mente ma non ho mai collaborato con.... loro» esitò Lupin, incerto se pronunciare l'appellativo con cui chiamavano se stessi i seguaci di Voldemort più di dieci anni prima.
«Prima compaiono alla Finale di Quidditch... poi attaccano il Pozzo... cosa sta' succedendo?» Shaklebolt era incredulo e stava realizzando la cosa mentre l'adrenalina del combattimento ancora gli scorreva addosso.
«Non c'è tempo per discutere. Vogliono che la Garou liberi i suoi compagni ed è una ragione sufficiente per impedirglielo. Da solo non ce la farà, per cui mettiamo da parte la storia dell'arresto fintanto che non avremo risolto il problema»
«Non si illuda di farla franca per questo»
«Io suggerirei di non perdere tempo»
L'Auror era combattuto, la logica di Remus non faceva una piega. Alla fine gli fece cenno e si diressero verso l'oscuro crepaccio che i maghi chiamavano il Pozzo.

Pochi mesi prima, la prima apparizione dei Mangiamorte era stata presa con leggerezza un po' da tutti, il mondo magico sembrava rifiutare l'idea stessa di un possibile ritorno dell'Oscuro Signore e dei suoi seguaci. Nessuno avrebbe detto fino a che punto l'evidenza sarebbe stata negata e respinta con forza perfino dal Ministero della Magia anche se da lì a poco se ne sarebbero resi ben conto. Mai l'Auror avrebbe immaginato che fossero davvero tornati ad organizzarsi e a compiere un atto studiato come assaltare la prigione dello Snowdon. Da molto tempo i Mangiamorte erano considerati dispersi, in prigione, incapaci di rialzare la testa senza il loro Oscuro Signore... Lupin poteva capire cosa passasse per la testa di Shaklebolt: iniziava a intuire che Voldemort stava tornando e cosa avrebbe significato, per qualunque mago era qualcosa di sconvolgente.

Quell'enorme breccia sul terreno roccioso si apriva su un precipizio che sprofondava nell'oscurità totale, strette scale incassate nella pietra scendevano in basso sfidando le leggi di gravità. Era assai probabile che solo la magia le costringesse a non crollare. Dopo alcuni minuti, in cui le strette scalinate si snodavano a serpentina, a volte pure balzando con arcate da brivido da un lato all'altro delle pareti dell'abisso, si trovarono davanti ad una porta in legno scuro completamente divelta. Un battente cigolava leggermente appeso all'unica cerniera rimasta intatta.
«Dicono che quaggiù sia un labirinto» bisbigliò Skaklebolt.
«Suppongo che ci basti seguire il filo d'Arianna» disse Lupin indicando alcune piastrelle di tufo in cui spiccavano recenti artigliate.
«Arianna? E chi è?»
La risposta di Lupin non arrivò mai e, prima che potesse aprire bocca, le loro orecchie vennero riempite da echi incessanti di ululati. Grida bestiali strazianti che gelavano il sangue nelle vene e rimbalzavano sulle pareti dell'enorme prigione, certamente prodotte da più di una gola.

«Forza! prima che sia troppo tardi!» disse Lupin a denti stretti.

L'interno del pozzo pareva una enorme cantina a più piani, altissime volte di pietra si innalzavano su per il soffitto, così che sembrava di trovarsi dentro la pancia di un drago. Ci sarebbe stato da credere che fosse adatto a contenere qualsiasi tipo di creatura di qualsiasi dimensione. La strana geometria di quel luogo produceva effetti ottici incredibili, talvolta le stanze erano alte poco più di un metro e mezzo e una volta arrivati all'altro capo ci si rendeva conto del soffitto alto più del doppio. Un reticolo di scale vertiginose imboccate in discesa che finivano salendo a chiocciola, colonnati e archivolti che si slanciavano verso l'alto e che dietro un angolo si trasformavano in basamenti per nuove allucinanti architetture. Senza dubbio il luogo era così impregnato di magia da dimenticare le leggi della fisica del resto del mondo.

Lupin non badava alle stranezze del Pozzo, si malediceva per aver assecondato la donna e per non essersi fatto delle domande quando poteva. In quel momento, lontano da lei e da quegli occhi dorati, riusciva a vedere tutto più chiaramente e la sua mente lucida tornava a lavorare senza influenze esterne. Per nessuna ragione valida aveva infranto i sigilli del ministero, senza motivo aveva portato via una creatura potenzialmente letale, senza spiegazioni l'aveva portata fin qui. Si dette mentalmente dello stupido. Le traballanti scuse che aveva penosamente costruito non sarebbero bastate in un momento in cui avesse avuto il pieno possesso delle sue facoltà. Bah! Si era autoconvinto di averla portata via a causa dei Dissennatori scongiurati, di aiutarla per ottenere una fantomatica cura... perché si sentiva affine...

«Signori! ehi signori!!»
Shaklebolt e Lupin si voltarono in direzione della vocetta stridula che li aveva chiamati. Proveniva da una minuscola porticina con una finestrella chiusa da una grata a forma di foglie e rami intrecciati. Due paia di occhi grandi come palle da biliardo di color pistacchio li guardavano, stranamente maliziosi.
«Piluk scommetterebbe il suo naso che state seguendo il cane, sì signori?» un larghissimo sorriso affilato si allargò sotto gli occhi enormi «Piluk conosce il pozzo. Oooooh sì, potete scommetterci i vostri calzini»

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Continua... il prossimo episodio sarà pronto Giovedì

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Capitolo 12
*** Discese e sorprese ***


Meno male che mi manca solo l'ultima puntata! Altrochè! Perdo colpi e ci metto un sacco di tempo per fare l'episodio successivo! Forse proprio perchè sono alla fine e devo tirare le fila del tutto o forse solo perchè sono una pigra maledetta.
Lupin e Shaklebolt dopo aver messo in fuga i Mangiamorte che volevano ucciderli entrano nel Pozzo all'inseguimento di Alma per impedirle di liberare i Garou rinchiusi. Una strana guida offre loro i suoi servigi.

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12 - Discese e sorprese

«Dov'è andato?» chiese Shaklebolt bruscamente.
L'enorme paio di occhi si allontanò di colpo dalla grata, leggermente impaurito «Piluk lo sa ma non vede bene da dietro la porta».
«Facciamolo uscire, faremo più velocemente se sa dove andare» disse Lupin.
L'Auror gli puntò un indice come ad avvertirlo di non aggiungere una parola «Se è qui dentro un motivo c'è e non ho intenzione di avere un altro problema libero di circolare!».
«Quanto tempo dobbiamo perdere ancora??» Un ululato in lontananza parve sottolineare la frase di Remus.
«Per la barba di Merlino! Ma è una mania la sua di far scappare chiunque le sia a portata di mano??»
Incrociarono gli sguardi e involontariamente scappò sui loro volti un sorriso involontario che finì in una risata nervosa.
«Roba da non credere» continuò Shaklebolt appoggiandosi con una mano alla parete «Ci siamo persi dentro un labirinto facciamo gli spiritosi...»
«D'accordo, ascolti» Lupin si ricompose «Lo terremo d'occhio, ma dobbiamo decidere se preferire Garou e Mangiamorte insieme o il fastidio momentaneo di un elfo domestico.»
«Ehi! Fastidio? Piluk vi sente, eh!» ribatté una vocetta petulante.

Dopo qualche minuto si aggiravano per i surreali corridoi del Pozzo con la piccola e vivace creatura che gli saltellava davanti facendo strada.
«Ahhh! Piluk sempre aiuta i maghi! I maghi sono buoni con Piluk» le lunghe orecchie rimbalzavano flosce su e giù ad ogni salto.
Era impossibile orientarsi in qualsiasi maniera, anche gli ultimi echi degli ululati rimbalzando da una parete all'altra arrivavano distorti ed era un impresa senza speranza cercare di individuare la direzione da cui provenivano, l'elfo però pareva sicuro di dove bisognasse andare. Lupin e Shaklebolt non erano lo stesso rassicurati dall'ampio sorriso di Piluk che pareva sempre più falso via via che si addentravano nelle prigioni.
Più volte trovarono i corpi accasciati dei guardiani del Pozzo, apparentemente privi di sensi, alcuni giacevano in posizioni scomposte o innaturali tanto da far temere che qualsiasi aiuto potesse giungere troppo tardi. Incantesimi di letargia gli avrebbero garantito ancora qualche tempo di tranquillità per poter agire e sarebbero state necessarie troppe spiegazioni se si fossero risvegliati.
Finalmente arrivarono in una sala rotonda piuttosto ampia, con il soffitto a volta, e i guaiti e gli ululati si fecero vicini. Ai lati delle mura, che si aprivano a cerchio davanti a loro, si succedevano una dopo l'altra molte inferriate ricoperte di simboli. Dall'entrata divelta di una di esse volò fuori come un proiettile una spessa catena che andò a sbattere sulla parete opposta con gran sferragliare. ShakleBolt e Lupin si avvicinarono in punta di piedi e bacchette in pugno, appena coscienti del fatto che l'elfo domestico si era dileguato in un istante in una nuvola di fumo azzurrino. Sapevano che anche se i Garou respingevano gran parte degli incantesimi diretti, potevano ugualmente essere trattenuti o immobilizzati con magie che non li colpissero direttamente.
Si avvicinarono rasenti al muro e dopo un silenzioso cenno con la testa si lanciarono sulla soglia gridando «PETRA ENC...» ma non finirono la frase.

Il Mangiamorte aveva detto il vero, c'erano altri due Garou nella cella insieme ad Alma. Quest'ultima aveva ripreso aspetto umano e stringeva a se un bambino o e una ragazzina coperti di stracci. Si ritrovarono sei occhi ambrati piantati addosso e chiunque avrebbe potuto quanto fossero uguali tra loro. Dai loro volti ugualmente inespressivi traspariva una grande sofferenza, quasi palpabile. Non seppero se era il modo con cui Alma aveva circondato le sue magre braccia intorno ai due giovani o gli sguardi carichi di ansia ma nessuno dei due terminò l'incantesimo che avrebbe eretto un muro magico di solida pietra davanti alla porta.
«Cosa... perché...» iniziò Lupin senza nemmeno sapere da che parte cominciare.
«I miei figli... Sono stati troppo tempo al chiuso» mormorò la donna bianca in un soffio «Non hanno più la forza di cambiare» e mentre guardava le sue creature una piccola ruga le increspò la fronte e fu più evidente di un grido di disperazione.
«Perché non mi hai detto la verità?»
«Non mi avresti aiutata altrimenti» ribatté lei con tono fiero.
«Non ci hai nemmeno provato e adesso non sappiamo cosa aspettarci»
«Voi... è così difficile capirvi... mostrate le zanne quando siete felici, date cibo ai demoni quando li temete, trattate con i non maghi ma fate attenzione a controllarli e catalogarli, dite una cosa e ne pensate un'altra. Io credevo che fosse questo il vostro modo di comunicare.»
«Con le menzogne?»
«Lui... l'uomo che venne al Branco e ci insegnò la vostra lingua ci disse così.»
«Va bene, va bene, ora spiegami cosa hai a che fare con i Mangiamorte»
«Loro vennero nella verde Irlanda» la donna lupo si soffermò un attimo, come se quella parola le avesse risvegliato ricordi amati «Vennero nella nostra foresta, nessuno di voi era mai tornato dopo il primo. Ci chiesero di fare qualcosa per loro, ma i Garou non combattono per nessuno e non ci fidavamo dei maghi. Riuscirono però a convincere loro con la promessa di un ritorno glorioso e da allora non li ho più visti.» accarezzò la testa ricciuta del bambino selvaggio che aveva capelli come la notte e un volto dai tratti così ferini che non era difficile immaginarlo in forma di lupo «Venni qui su una nave da carico e i maghi neri mi trovarono nella brughiera. Tornarono a farmi la stessa offerta e dissero che altrimenti non li avrei più rivisti. Allora ho fatto in modo da andare al pozzo come prigioniera ma una volta che mi sono fatta catturare mi dissero che non mi avrebbero portata qui ma sarei rimasta lì dove mi hai trovata.» la ragazzina non dimostrava più di dieci anni e fissava in modo inquietante le gole dei due uomini come se volesse azzannargliele da un momento all'altro «Poi nel momento più nero ho sentito la tua mente, era debole e soffocata, ululava nella sua prigione e l'ho chiamata»
«Quale... prigione?» chiese Lupin con timore.
«Quella che tu hai costruito per te stesso»risposte Alma col tono di chi afferma una banalissima ovvietà .
«Inizio a farmi un idea» disse Shaklebolt parlando per la prima volta «Direi che possiamo rimandare i dettagli a più tardi, cosa volevano i Mangiamorte dai Garou?»
Alma lo guardò valutando con cura la risposta, poi senza esitazione rispose «Attaccare Azkaban e liberare chi è rinchiuso».

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Continua... il prossimo episodio sarà pronto... uhm... approssimativamente sabato o domenica... più o meno ;)

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