L'amore è una debolezza

di _Marlee_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La linea di confine. ***
Capitolo 2: *** A volte il cambiamento è inevitabile ***
Capitolo 3: *** Gesti inaspettati ***
Capitolo 4: *** La solitudine stanca. ***
Capitolo 5: *** I migliori Toast al formaggio ***
Capitolo 6: *** L'amore è forza ***



Capitolo 1
*** La linea di confine. ***


 

Mia madre mi ha sempre insegnato che possedere nobiltà d'animo è il primo punto a tuo favore per una vita felice, sono cresciuta sempre con questa sua frase in testa “Un cuore buono non può che essere ripagato con la stessa moneta, la bontà” e devo dire che non ho mai pensato che avesse torto, ho sempre tenuto fede a quello che lei desiderava per me, una vita felice, una famiglia e amore. Ho sempre seguito il suo esempio, lei non ha mai fatto mancare niente ne a me ne alle mie sorelle, oltre ad averci insegnato ad andare in bicicletta, e oltre ad averci letto tanti libri di favole lei ci ha insegnato ad amare e a credere. Ho passato la mia vita a credere in questo suo ideale che poi era diventato anche il mio, era la mia linea guida, che mi aveva portata dritta alla felicità. Avevo un fidanzato, la sua famiglia mi adorava, la mia migliore amica era rimasta tale dal liceo e con lei potevo parlare di tutto, e non sentirmi giudicata, avevo una proposta di lavoro alquanto fantastica alla quale dovevo solo rispondere, insomma avevo amore e carriera, tutto cio che mia madre desiderava per me, sentivo che in qualche modo lei era sempre vicino a me nonostante non lo fosse piu gia da tempo, sentivo di averla resa orgogliosa, ero diventata quello che lei voleva: FELICE.

Ripeto, non avevo mai messo in dubbio il fatto che un cuore buono potesse dare e ricevere solo bontà, ma forse era arrivato il momento di farlo.

Tornando a casa dall'ufficio notai che le luci di casa mia erano accese, il che non mi preoccupava piu di tanto, sapevo che Ryan sarebbe tornato prima da lavoro, ma nel mio vialetto, non c'era solo la sua macchina, c'era anche la macchina di Aria, la mia migliore amica, neanche questo mi sorprese piu di tanto, spesso al ritorno dal lavoro la trovavo gia a casa mia che mi aspettava magari per una serata nostra, della serie Drink e Film, parcheggiai la macchina appena fuori ma appena entrai c'era qualcosa di diverso, non di strano, era tutto come sempre, ma c'era qualcosa di diverso, sono rimasta un po li, poi tutto mi era chiaro, ho capito. Ci sono dei momenti, in cui so cosa sta per capitare, cosi sono salita al piano di sopra, cercavo di prepararmi a cosa avrei visto, sono inciampata in un vestitino che non era di certo mio, ma sapevo a chi apparteneva, quello mi ha spiazzata, perche sapevo che non solo entrando in camera mia avrei trovato il mio ragazzo che mi tradiva, ma il mio ragazzo che mi tradiva esattamente con la mia migliore amica “Aspetta Sara, non è come pensi” disse lui seguendomi “Abbia almeno la decenza di non seguirmi nudo, e poi cosa scusa? Non è quello che sembra? Eri a casa mia, nel mio letto a fare sesso con la mia migliore amica” dissi io dirigendomi infuriata alla porta “Abbiamo solo bevuto un po troppo, entrambi” mi fermai di colpo “Sai cosa, non importa, fa niente, hai preferito la storia di una notte alla storia di una vita, me ne farò una ragione, ma adesso basta, non farò piu quella accondiscendente, da adesso comando io, e ti voglio fuori da casa mia in cinque secondi, partendo da ora” poi allungai lo sguardo dietro di lui “E tu, credi che per te l'immediato futuro sia tanto diverso, vestitevi o no, fate quello che volete, ma andate fuori di qui” In effetti non ci misero molto, lei si infilò quel vestitino che avevo notato nel pavimento del mio corridoio, poco prima che entrambi fossero davanti alla porta presi per il braccio Aria, avvicinandola a me e tenendo i miei occhi neri fissi sui suoi, mi bastò sorridere per farle capire che lei con me non avrebbe mai piu avuto a che fare “Sara, ti prego, non buttare la nostra amicizia cosi” disse lei piangendo “Tranquilla non sarò io a portarne il peso” dissi io continuando a fissarla, poi le lasciai il braccio “E adesso, fuori!” Strano, le sue lacrime non mi spezzarono il cuore, fu un altra cosa a farlo, sapevo di non essermi comportata come mia madre mi aveva insegnato, ormai il mio cuore era macchiato, e non potevo tornare indietro, sarei potuta solo andare avanti, andare avanti con la mia vita. Mi sentivo diversa, lo ero, del mio sorriso quella sera non c'era nemmeno l'ombra, mi dissi che era normale, ma anche il giorno dopo e quello dopo ancora, il mio sorriso non tornò piu, i miei occhi erano piu neri, cosi come il mio cuore. Non ci pensai due volte, andai nel mio ufficio presi la proposta di lavoro, Los Angeles, aspettami. Nuova vita, nuovo inizio, basta cuore buono, ormai ho capito come si fa a non soffrire piu, e il cuore mi è solo d'intralcio. L'amore è solo una debolezza.

Comprai un biglietto per Los Angeles, e la sera stessa stavo gia sorvolando quella linea che divideva il Messico dagli Stati Uniti, la stessa linea che dividerà il mio passato dal mio futuro e la stessa che terrà separato il mio cuore da me.

 

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Capitolo 2
*** A volte il cambiamento è inevitabile ***


Arrivata a Los Angeles, presi una stanza d'albergo decisi che se dovevo ricominciare dovevo farlo al meglio cosi optai per un albergo con il massimo delle stelle, prenotai una delle suite, e quando fu il momento di pagare la caparra aprii il mio portafoglio e scelsi la sua carta di credito, perche io ho sacrificato il mio cuore per lui e a lui toccava il conto, ma quelle ore di volo mi sono servite a pianificare tutto cio di cui avevo bisogno, lui non avrebbe bloccato la sua carta di credito, non se ero io ad usarla, quella volta decise lui di mettere quella clausola, la sua carta di credito era la mia e se continuavo ad usarla a nome Ramirez, bhe, lui non avrebbe potuto far altro che venirsela a riprendere, cosa che non farà. Credo che quando la parte cattiva di ognuno di noi sconfini verso quella buona e le piacesse, non sarà facile farla tornare al suo posto, perche la sua fame di gentilezza, bontà e generosità diventerà insaziabile fino al limite del possibile cosi, del cuore buono non può che rimanere il ricordo. Nel pomeriggio andai agli studi, il lavoro che mi avevano proposto era in una serie tv molto popolare, e io, che ero una ragazza alla quale non piaceva essere al centro dell'attenzione, non avevo ancora accettato, ma adesso sono pronta, sono pronta a tutto quello che mi succederà “Scusa ma lei chi è?” chiese una strana donna all'entrata “Sara Ramirez, vorrei parlare con la signora Rhimes” dissi io “Seconda porta a destra e poi dirtta fino alla porta blu” mi indicò lei “La ringrazio” camminai a passo spedito sentendo rimbombare il ticchettio dei miei tacchi, bussai e poco dopo mi fece entrare “Lei dev'essere la signorina Ramirez?” chiese lei anzandosi dalla sedia e porgendomi la mano “Si, in carne ed ossa” il colloquio fu piu veloce di quanto previsto, alla fine mi consegnò il copione e le chiavi di quella che sarebbe stata il mio camerino. Mi disse che avrei conosciuto tutti un po alla volta, non era una cosa che mi entusiasmava molto, ma questo lavoro mi avrebbe portato ad essere qualcuno, dovevo accettarne tutte le conseguenze. UN ANNO DOPO Nonostante sia passato un anno, non è cambiato quasi niente, molta gente è andata altrettanta ne è venuta, un sacco di persone hanno toccato la mia vita, con Eric si è creato un legame fisico piu che altro, ci usiamo a vicenda, alla sera lui viene nella mia stanza d'albergo, facciamo quello che dobbiamo fare poi lui torna dalla sua famiglia e io resto in una camera del tutto impersonale che il mio ex fidanzato sta ancora pagando in silenzio. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai vestito i panni di una rovina famiglie, perche so il dolore che portano, l'esperienza con mio padre e con Ryan mi ha aiutato a capire questo, ma c'ero capitata, poi lui sembrava bravo a mentire, e io non mi sentivo usata, perche ero io la prima ad ammettere che lo usavo per i miei bisogni a lui andava bene cosi. E da un po di giorni che nel cast è entrata una ragazza nuova, non riesco a sopportarla, lei e quei suoi occhi azzurri, odiosi e quei capelli biondi, che ho desiderato fino alla nausea, poi ogni mattiva aveva un'energia alquanto irritante, lei è una di quelle persone che portano luce all'interno di una stanza vuota. Me la ricordo questa frase, me la ripetevano spesso giu in Messico, dicevano che ero solare e che mettevo gioia, ma oggi come oggi guardandomi allo specchio non vedo altro che un anima nera alquanto affascinante, di certo non portavo allegria ma almeno mi sono tolta quell'aria da sfigata che solo a pensarci mi viene il voltastomaco, sempre con il sorriso, non fa per me, non piu. “Ehi Sara, Shonda vuole parlare con noi” comparve dal nulla quella donna salterina che mi faceva saltare i nervi “Come sai il mio nome?” chiesi io senza degnarla di uno sguardo “Sai qui non conosco quasi nessno e quei pochi ai quali ho chiesto di te, mi hanno detto solo il tuo nome e il tuo carattere” disse lei continuando a camminarmi di fianco “La mia fama mi precede” affermai io con il mio solito sorriso, arrivammo finalmente allo studio di Shonda, altri due secondi con la biondina e l'avrei attaccata al muro “Ciao ragazze, vi ho convocate qui per dirvi che tu, Jessica, interpreterai una pediatra tutta arcobaleni e fiocchi rosa, e sarai la nuova fiamma della dottoressa Torres” disse lei lasciandomi perplessa al massimo “C-cosa?” chiesi io “Si, Callie e Arizona saranno la nuova coppia, e nei miei piani lo saranno per molto tempo” disse lei ridendo, mentre osservava Jessica, mi pare si chiami cosi “Che bello, sono super eccitata, super” io salutai la regista e cercai di scappare prima che quel concetrato di gioia mi si appicciasse addosso ancora, andai a cercare Eric “Eccoti, ti stavo cercando, vieni nel mio camerino, facciamo tra 5 minuti?”

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Capitolo 3
*** Gesti inaspettati ***


“E tu cosa ci fai qui?” chiesi perplessa vedendo Jessica sulla mia porta e non Eric “Non sono mai stata una che si fidava delle chiacchere di corridoio, volevo capire se sei veramente come tutti ti descrivono” disse lei pensando che fossi disposta a farmi conoscere “Temo che non ci sia niente da fare qui, sono esattamente come tutti mi descrivono” dissi io chiudendole la porta in faccia “Non mi faccio chiudere la porta in faccia da nessuno e tanto meno da una che vuole fare la bulletta” disse lei entrando nel camerino, troppo dentro, per quanto mi riguarda “Esci” dissi io chiedendolo gentilmente “No, non me ne andrò da qui finche non toccherò con mano la tua cattiveria” disse lei sfidando qualcosa sicuramente piu grande di lei “Perche dovresti toccarla, accontentati di sapere che c'e” ribattei io sperando gettasse la spugna, ma questa ragazza era piu tosta di chiunque persona io avessi mai sfidato, in un anno sono successe tanto cose ed è per quelle che la gente qui dentro mi odiava “Non mi accontento, perchè ne sono certa, tu non sei cattiva, c'è del buono in te” disse lei avvicinandosi troppo “Il tuo cuore non è ancora perso per sempre” contiunò lei posando la sua mano nel mio petto, ma rimase li neanche un secondo che io le voltai le spalle “Esci” dissi io con un tono di voce piu alto “D'accordo ma non finirà qui” lei lasciò la stanza. Quella donna saltellante si rivelò molto piu tosta e dura di qualsiasi altra, per la prima volta dopo tanto tempo ho trovato quella persona che riesce a tenermi testa, e per questo sarà piu divertente. In quell'istante bussarono alla porta, questo era lui, entrò nel mio camerino, bellissimo come sempre e come sempre finimmo sul divano, solo a lui era permesso invadere il mio spazio vitale. Ma oggi l'aveva fatto anche lei con quel suo tocco quasi impercettibile sul mio petto. La mattina successiva abbiamo girato la scena, il primo bacio tra Callie e Arizona, lei era cosi entusiasta di tutto questo, io non sono mai stata d'accordo sul fatto che io e lei avremmo dovuto essere una coppia. Finita la scena tornai nella mia tana “Si può sapere cosa ti ho fatto?” disse lei entrando nel mio camerino senza bussare “Oh non hai fatto niente, solo che mi piace, io sono fatta così” dissi io sempre di spalle fissavo la sua figura tramite lo specchio “Ecco perchè qui ti odiano tutti, sei tu che li allontani perche non possano ferirti, hai paura di farti male” disse lei avanzando verso di me “No, sono loro che hanno paura ad avvicinarsi a me, io non mi ricordo di aver mai ucciso o scannato nessuno” risi io “E' come se lo facessi, credimi” disse lei sorridendo, in una stanza dove il buio regna sovrano lei riusciva a sorridere “Non possono spezzarmi il cuore se io non ce l'ho, quindi non è un problema” dissi io voltandomi, e lei non indietreggiò neanche di un centimetro “E non capisco il fatto per il quale tu sia ancora qui” continuai io “Perche io sono sicura, che tu non sei quella che vuoi far credere di essere” disse lei sorridendo ancora “Sai è la convinzione che frega la gente” e con questo andai alla porta e glie la aprì per farle capire che la volevo fuori dal mio camerino, lei capì ma poco prima di uscire si alzò in punta di piedi e mi baciò sulla guancia, un gesto inaspettato e veloce, che non respinsi.

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Capitolo 4
*** La solitudine stanca. ***


Chiusi la porta, andai allo specchio, fissai il mio riflesso su quel pezzo di vetro, niente di diverso, occhi neri come sempre, sopra ciglia aggrottate e neanche l'ombra di un sorriso. Forse quella curva sul mio viso mi mancava un po, ma è troppo tardi per tornare indietro. E poi non voglio farlo. Il pomeriggio fu intenso di prove, e di cambi di sceneggiatura, ora di sera ero esausta, decisi però di aspettare Eric, perche nonostante lo stessi usando infondo era l'unica persona che mi era vicino, nonostante tutto. “Hai finito anche tu?” arrivò lei con la sua solita super allegria “Si, sto aspettando Eric” dissi io mostrandomi completamente disinteressata a quella conversazione “E se andassimo a berci qualcosa al bar? La trovi una brutta idea?” mi chiese lei “Si la trovo una pessima idea, non capisci che mi irritata dalla tua presenza?” dissi io guardandola negli occhi come non avevo mai fatto prima, e proprio perche non l'avevo mai fatto, non mi ero accorta di quanto i suoi occhi fossero blu, e di quanto fossero profondi “Non credo sia per questo, credo di irritarti solo perche sono in grado di tenerti testa, non credi?” chiese lei inclinando il viso per aspettare una mia risposta “Dipende dai punti di vista” chiusi il discorso, in quel momento arrivò Eric e lei se ne andò “Non dovresti trattarla cosi, lei che è l'unica che sta provando ad avvicinarsi a te, l'unica alla quale non interessano i pregiudizi o le voci, a lei interessi tu” disse lei “Sono solo un altro mistero che lei deve risolvere?” dissi io, perchè infondo un po iniziavo a crederci “No, per lei non sei un mistero, lei vuole solo che tu capisca come sei veramente, e ora va a chiederle scusa” disse lui convito “Non chiedo scusa a nessuno” continuai io, non ero di certo la donna che chiede scusa, se non in casi estremi e questo non mi sembra affatto estremo “Metti da parte il tuo orgoglio e va da lei” proseguì lui “Senti io sono qui per te, vuoi farlo o no? Non ho tempo da perdere” conclusi io “Sai che ti dico, va in quella stanza d'albergo, stai sola e per una volta prova a ragionare su te stessa” finì lui andando verso la hall “Attento a quello che fai o dici” “E' una minaccia” chiese lui con quel fare irritante che ha anche lui quando vuole provocarmi “Non mi abbasso certo al livello delle minacce, consideralo un avvertimento” e questa volta lasciai lui li come uno stupido mentre mi dirigevo nel camerino, forse per riflettere, forse per non tornare a casa da sola, forse per prendere una decisione una volta per tutte. Quando aprii la porta del mio camerino non fui sorpresa di trovare lei seduta sulla mia poltrona “Sapevo che saresti tornata” disse lei sorridendo “Oh adesso anticipi addirittura le mie mosse” insinuai io andando verso lo specchio “Finche sono prevedibili si, le anticipo” mi rispose lei, e questa era un altra cosa che non avevo trovato in nessuna persona ancora, la capacità di avere sempre la risposta pronta “Adesso sarei diventata una prevedibile” proseguii io “Non parlavo di te, ma delle mosse” stava giocando e questa cosa mi irritava, mi annoiava ma infondo mi piaceva “Andiamo a prenderlo questo drink?” continuò Jessica senza nessun timore “Non sono tornata perche volevo parlarti, ma perche ho dimenticato... questa matita” cercai di inventarmi qualcosa “Oh andiamo vorresti farmi credere che sei tornata qui per questa? Non credo sia possibile” disse lei facendomi superare il limite “Infatti non è la verità, sono tornata indietro perche avevo bisogno di stare da sola, e averti trovato qui non mi aiuta, quando dico SOLA intendo senza ragazze salterine attorno a me” risposi io in tono alquanto minaccioso “Credo che tu sia anche stanca di stare da sola no?” iniziò a provocarmi lei “Se la solitudine l'hai voluta non ti è permesso stancartene” sottolineai io “Si invece, perche solo gli stupidi non cambiano idea” forse aveva ragione, ero stanca di stare sola, ero stanca di essere temuta ed ero stanca di dover aspettare un uomo che usavo pur di non farmi vedere sola “Il fatto che tu non possa stancarti non ti impedisce di farlo” continuò lei “Hai ragione, sono stanca, ma non di stare da sola, sono stanca di sentire nelle mie orecchie un brusio troppo fastidioso, che a quest'ora diventa praticamente insopportabile, cioè la tua voce” dissi io provando almeno a ferirla “Non ti da fastidio la mia voce, ma cio che dico, che è esattamente cio che non vuoi sentire” avevo capito qual'era il suo scopo, lei voleva farmi scoppiare, sapevo che tutto cio che diceva era vero, aveva ragione sul fatto che ero stanca di essere sola e sul fatto che non volevo che qualcuno ferisse i miei sentimenti ancora “A volte la verità fa male ed è per questo che mentiamo, iniziamo a mentire, finche non riusciamo piu a farne a meno, mentiamo su noi stessi, su quello che proviamo, spesso mentiamo anche quando si tratta di altre persone, ma mentiamo perche la verità ci ferisce maledettamente e per questo tentiamo di sotterrarla sotto una marea di bugie, contenta?” dissi io esasperata, e sentì come se un sassolino smettessi di opprimermi il petto, come se iniziare a dire la verità potesse eliminare piano piano quell'enorme roccia che mi fa mancare l'aria “Visto, ho sempre avuto ragione, tu menti per proteggerti, per proteggere il tuo cuore, che tu credi non esisti piu, ma è li, da qualche parte” disse lei avvicinandosi a me e posando la sua mano nell'esatto punto in qui l'aveva posata qualche giorno prima “Perchè volevi a tutti i costi scoprire il mio unico pezzo di cuore buono se sapevi gia che esisteva?” domandai io rimanendo immobile “Io sapevo che esisteva ma tu no e volevo che lo scoprissi” rispose lei senza spostare di un millimetro la sua mano dal mio cuore, che per la prima volta dopo tanto avevo sentito pulsare sotto il suo tocco “Perche?” chiesi “Perche tutti meritano una seconda occasione” posai la mia mano sulla sua e dolcemente la spostai.

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Capitolo 5
*** I migliori Toast al formaggio ***


“Non tutti la meritano, per esempio io no” continuai io “E invece credo che tu sia quella persona per la quale questo frase è stata scritta” disse lei sorridendo, un sorriso dolce, che non era piu fastidioso come un paio di giorni fa, ma era diventato qualcosa di bello, e sano “Sei una persona molto sicura” “No, non sempre per esempio adesso ho bisogno di sapere una cosa.. Se ti abbracciassi cosa mi succederebbe?” a quella sua buffa domanda tornò nel mio viso quel sorriso che avevo perso, sorrisi leggermente, per poi risponderle “Non ti succederà niente” cosi lei mi abbracciò, non era un abbraccio normale, ma lo sentivo diverso, non strano, ma diverso, le sue braccia attorno a me mi scatenavano delle strane reazioni nel mio corpo, e non potevo far altro che ricambiare stringendola piu forte, quella donna era riuscita a distruggere le barriere e a pulire il mio cuore, per sbaglio o per destino posai il mio sguardo sullo specchio. Mi era mancato, quel sorriso mi mancava piu di qualsiasi altra cosa “Grazie” era l'unica cosa che ero in grado di dirle e l'unica che rendesse l'idea, lei sciolse l'abbraccio “Non permettere che la paura di perdere qualcuno che ami ti impedisca di amare” disse lei accarezzandomi il viso “Jessica, io.. non so cosa dire, ho spinto la gente ad odiarmi per questo, perche sono una codarda” risposi io, rivolgendo lo sguardo verso il basso e lei con una mano mi alzò il mento per permettere ai suoi occhi di incastrarsi perfettamente con i miei “Essere codardi non significa avere paura, ma significa non lottare per superare le paure, e io credo che tu non abbia ancora gettato la spugna, quando vedrò che lo farai allora sarò la prima a dirti che sei codarda, ma adesso posso solo dirti che sei una donna fantastica che ha paura di soffrire” disse lei, alleggerendo un po la mia coscienza “E se fosse troppo tardi? E se un domani facessi soffrire anche te?” chiesi io temendo una sua risposta “Ne sono certa, non succederà, non mi ferirai mai e io non ferirò te, e credimi Sara, non è mai troppo tardi, e adesso andiamo a prendere il nostro drink, che sennò chiudono il bar” continuò lei ridendo “E in quel caso sarebbe troppo tardi”. Jessica mi aveva liberata, era riuscita a risolvere la difficile equazione che mi teneva imprigionata, lei ha fatto di tutto, ha subito di tutto, ma non si è arresa, non ha lasciato perdere, ha continuato e insistito fino a che non ho ammesso che lei ha sempre avuto ragione fin dall'inizio, mi ha salvata, e adesso le devo tutto. Voglio un secondo nuovo inizio. La serata non poteva andare meglio, ma stava finendo e io sarei tornata all'albergo e Jessica a casa sua, ma non poteva finire cosi, non per me, ci salutammo e poi lei andò verso la sua macchina “Jessica, aspetta” urlai io facendola voltare, con un sorriso che sono lei era in grado di fare, corsi da lei nonostante i tacchi mi rendessero un po difficile farlo, ma anche lei iniziò a correre, ma non verso di me. Possibile che avesse sempre voglia di giocare? Nonostante fosse mezzanotte “Oh andiamo, cosi mi distruggi” forse aveva capito le mie intenzioni e stava temporeggiando, magari non era sicura di cio che voleva, poi si fermò di colpo, e io feci lo stesso, non capivo cosa stesse facendo, poi vienì verso di me “Adesso sono io che ho bisogno di chiederti una cosa” dissi io, e per la prima volta sentì che non ero stabile, mi sentivo vulnerabile “Se ti baciassi cos..” “Fallo e basta” rispose lei interrompendo la mia domanda e aspettando che le nostre labbra si unissero, potevo sentire il suo respiro, il suo profumo e percepivo che anche lei come me desiderava questo bacio piu di qualsiasi altra cosa. Quella sera non volevo fare niente con lei, ma non volevo tornare da sola e non sapevo come chiederle di tornare con me senza sembrare una troia che implora una notte di sesso “Senti, non voglio che tu fraintendessi quello che sto per dirti” dissi io cercando di introdurre l'argomento “Per te è stato un errore? Non ti è piaciuto, perche insomma posso capirlo, non ho mai baciato una d..” doveva smetterla di parlare e cosi la baciai di nuovo “Stai zitta, non è stato un errore, mi è piaciuto, non sottovalutarti, solo che non so come chiedertelo, vuoi venire a casa con me? Ma non per fare cose strane, solo perche sono stanca di stare da sola” dissi io rivolgendo lo sguardo verso il basso “Vengo a casa con te volentieri, e passeremo la notte a guardarci un bel film e ti cucinerò i miei toast al formaggio” mi baciò la punta del naso scappando verso la mia macchina. All'inizio dicevano che portava la luce in una stanza buia solo con il suo sorriso, ma non ho mai creduto alle chiacchere, e adesso ne ho la prova, è riuscita a far entrare la luce nel mio cuore che prima di lei poteva solo camminare a tentoni nel buio. Appena arrivate in camera, lei sembrò spaesata “Non ho una casa, vivo qui” dissi io cercando di spiegarle la situazione “Non importa, a me basta il tostapane” io iniziai a ridere, perche a lei non importava sul serio, non stava mentendo, poi si bloccò improvvisamente “Tu adesso dammi una ragione valida del perche tu abbia nascosto quella meraviglia per piu di un anno, sei bellissima in entrambi i casi, ma quel sorriso non meritava di nascondersi!” disse lei, pensavo che stesse per dire qualcosa di piu preoccupante “Se questo sorriso ci fosse sempre stato probabilmente non saremmo qui adesso” risposi “Hai ragione, in questo momento saremmo in una villetta a Santa Monica a spegnere la tv prima di addormentarci” concluse lei lasciandomi spiazzata, non risposi, anche perche non sapevo cosa dire, cosi le presi la mano e la diressi verso la cucina “Partiamo dai Toast al formaggio, poi vedremo” la baciai e lei ricambiò, non era delusa al fatto che non le avessi risposto. Non vorrei azzardare, ma credo che lei mi abbia capito piu di qualsiasi altra persona. Assaggiai quei toast, erano buonissimi, forse lo erano piu che altro perche la cuoca era lei. “Li hai divorati, aahha, buoni?” chiese lei “Li so fare anche io, ma credo che questi siano piu buoni solo perche la cuoca eri tu” le feci capire che nel mio sgabello potevamo starci in due, cosi lei si sedette sulle mie gambe “Non mi sono comportata bene per meritarmi tutto questo” dissi io guardandola negli occhi “Hai ragione, non ti sei comportata bene, ma non è certo la fine del mondo, l'hai fatto per te stessa” concluse lei, cosi io mi avvicinai a lei e la baciai, ancora e ancora.

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Capitolo 6
*** L'amore è forza ***


Quella sera le lasciai il mio letto, perche capivo che forse dormire insieme non era un idea geniale “Ti lascio la mia stanza, io vado nel divano, insomma siamo solo all'inizio” dissi io “C..certo, però io dovrei dormire sul divano, devi riposare” dopo una breve discussione su chi dovesse dormire sul letto e chi sul divano, lei andò in camera, perche nonostante tutto avevo imparato ad essere convincente e persuasiva, mi appisolai, non so esattamente quanto abbia dormito prima di svegliarmi per prendere l'acqua, passai davanti alla stanza e vederla li indifesa, con quei capelli biondi che le accarezzavano le spalle, mi fece venire voglia di sedermi vicino a lei, ma dovevo stare attenta a quello che facevo, insomma entrambe eravamo alle prime armi e non potevamo sbagliare mosse proprio adesso, cosi tornai nel divano, ma pochi minuti dopo sentii dei passi, aveva tutti i pregi di questo mondo ma il passo leggero non era tra questi “Soffro di monofobia” disse lei all'improvviso “Ho paura di rimanere da sola in una stanza” continuò guardando verso il basso come una bambina, io sorrisi, mi alzai e prendendola per mano andai nella stanza da letto “In due va meglio?” chiesi e lei annuì.. Si sistemò nel letto e io dopo di lei, poco dopo si accoccolò a me proprio come fanno i bambini, io sorrisi nel buio, e sentii sorridere anche lei “Jess, adesso va meglio?” chiesi io massaggiandole la schiena “ Si, la tua voce che mi tranquillizza, il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi, con quel nomignolo che mi riservi, l' hai mai fatto un viaggio importante? Anche breve, uno di quelli che ti portano a fare un esame universitario, un' interrogazione, un colloquio, una visita medica urgente. L' hai mai fatto?” chiese lei e io non riuscivo a capirne il senso cosi risposi “Credo proprio di sì.” “Ecco. Stare tra le tue braccia è il viaggio di ritorno, quando finalmente è tutto ok, quando si tratta di stare con te mi sento al sicuro” e ci addormentammo cosi, i baci e lei tra le mie braccia era quello che volevo, non da molto lo desideravo, ma questo non rende il momento meno speciale. La mattina a lavoro abbiamo deciso di andarci insieme, il fatto che Patrick e Ellen ci abbiano viste scendere dalla macchina insieme ha scatenato dei chiacchiericci inutili, perche una cosa l'avevo notata, Jessica all'inizio parlava con tutti, tutti le sorridevano e tutti avevano piacere a stare con lei, poi pensandoci con il tempo queste attenzioni diminuivano, forse perche era passato l'effetto novità, ma poi capii che piu lei si avvicinava a me piu loro la evitavano ed ecco perche nessuno si scomodò di chiederle il perche fossimo arrivate insieme, ma preferivano sparlarci alle spalle. Io andai nel mio camerino e lei nel suo, poco dopo bussarono alla porta “Ehi, che ci fai qui?” chiesi io vedendo Eric “In altre circostanze non mi avresti fatto tante domande” rispose lui “In altre circostanze si, ma in questa no” lasciò la porta aperta e poco dopo passò Jessica e si affacciò “Ci vediamo sul set” mi fece l'occhiolino e andò via “Sei innamorata Ramirez!” disse Eric ridendo, io gli diedi una pacca sulla spalla “Oh andiamo, non dire sciocchezze” risposi io probabilmente diventando rossa “Ho visto come l'hai guardata, e l'ho riconosciuto, è quell'amore che non finirà mai” aveva ragione, in poco piu di un mese ha fatto quello che nessuno aveva mai fatto per me, forse l'amavo o forse no, ma Eric aveva ragione, il sentimento che provavo per lei, qualunque fosse, non sarebbe mai finito “Ho permesso alle mie ferite di trasformarmi in quello che non sono, e adesso basta” dissi io “Sara, non sei mai stata la Regina Cattiva, solo che avevi bisogno di qualcuno di speciale che ti mettesse davanti la verità, ci ho provato anche io, ma non ero abbastanza speciale, serviva quella persona che con il suo pezzettino di riuscisse a completare il puzzle, e questa persona, che ti piaccia o no, è sempre stata Jessica” disse lui, e io non so come mi ritrovai ad abbracciarlo, lui rimase immobile poi ricambiò l'abbraccio, piu forte che mai “Grazie Eric, di esserci stato quando ero sola, di avermi accompagnata a casa tutte le sere, e di avermi fatto tornare in camerino, grazie perche nonostante il mio modo arrogante e presuntuoso tu c'eri” lui andò via e io corsi a cercare Jessica, ma prima di lei incontrai Ellen e Patrick “Scusate, posso parlarvi un secondo?” Loro rimasero sorpresi, ma sorrisero “Volevo scusarmi per tutto, per avervi ferito qualche volta e non posso neanche dire che non era mia intenzione, perche lo era, ma adesso sto provando a rimettere insieme i pezzi della mia vita, e quindi vi dovevo delle scuse! Però un favore ve lo chiedo lo stesso, se mi odiate fa niente, ma non escludete anche Jessica, perche lei non è come me, lei ha avuto il cuore talmente tanto grande da buttarsi in questa impresa per salvarmi, lei non merita le vostre chiacchiere di corridoio, io si, ma ormai mi sono fatta una corazza, a me non fanno male, ma a lei si, lo so, quindi ve lo chiedo per favore” non li lasciai neanche rispondere, che andai definitivamente da lei, gli chiusi gli occhi da dietro lei posò le mani sulle mie e si girò trovandosi automaticamente tra le mie braccia “Ciao Regina Cattiva” disse lei sorridendo, forse non avrei dovuto dirlo, forse era troppo presto, ma non sono mai stata brava a cogliere il momento giusto “Ti amo” lei rimase spiazzata poi i suoi occhi si riempirono di lacrime “Sara, ho sempre desiderato tutto questo, una fidanzata, una casa e forse un giorno una famiglia, prima di adesso era tutto poco chiaro, ancora troppo confuso, ma adesso vedo il viso della mia ragazza e riesco ad immaginare la nostra casa e se mi sforzo un po riesco anche ad immaginare gli occhi e i sorrisi dei nostri bambini, ti amo è riduttivo, tu sei tutto cio di cui ho bisogno per respirare” la baciai, cosi davanti a tutti, davanti a Eric che sorrideva soddisfatto, davanti ad un cast che fino ad adesso mi credeva una donna senza cuore, davanti allo stupore di tutti nel vedermi come non mi avevano mai visto prima “L'amore non è una debolezza, l'amore è forza”.

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