Hall of fame.

di Ino chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


 

 

New Orleans
(Rampart Street)

 

E’ una missione facile Stark , non ti spettinerai nemmeno.
E’ così che Fury te le mette nel culo, etichettando come missioni facili casi da bollino rosso.  Tony digrigna i denti sballottato nella sua armatura,  questa è la volta buona che crea il Sindacato dei Supereroi Sfruttati Uniti  e  blocca lo SHIELD con una vertenza sindacale coi controcoglioni.
-HULK SPACCA!-
Tony riprende fiato di faccia sull’asfalto bollente di Rampart Street, Hulk ha deciso di usarlo come mazza per spazzare via quanti più droni dell’Hydra. possibili e non capisce se quello che sente frullare in basso, infondo alla gola, sia il suo cuore o il fegato che si è spostato di botto.
-Hulk, mi lasci?-
Hulk lo solleva di nuovo, lo guarda, guarda i droni rimasti che stanno compattando le difese e con tutta la naturalezza di questo mondo lo lancia fra di loro come una palla. Tony non può fare a meno di chiedersi se il comportamento di Hulk sia dettato solo dalla sua natura di caterpillar verde o da qualche vena d’odio di Bruce nei suoi riguarda che si sfoga quando è l’Altro a guidare le danze.
Atterra di culo  producendo una pioggia di scintille  e lentamente  alza la testa.
-J.A.R.V.I.S?-
-Potenza al 12% signore.-
In poche parole sono fottuto.
Due droni vengono segati a metà da un tiro perfetto di Steve e tre ne rimangono. Lo scudo in vibranio taglia l’acciaio come se fosse un foglio di carta, ma purtroppo non è dotato di un effetto boomerang e Tony ne ha altri tre di gioccattolini  dell’HYDRA addosso.
-J.A.R.V.I.S.-
La voce del maggiordomo artificiale arriva distorta, Tony non riesce a capire cosa stia dicendo fino a quando  un enorme dieci inizia a lampeggiare a tutto schermo. Non riesce a vedersi, ma è sicuro che la luce del reattore Arc sta sfarfallano come una lampadina che sta per fulminarsi.
-Merda.-
Questo è uno di quei momenti in cui Tony vorrebbe tanto aver dato ascolto a Pepper e appeso l’armatura al chiodo dopo i fatti del Mandarino. Si prepara a sentire del vero dolore e per uno che è stato usato come mazza da Hulk è tutto dire , ma invece di avventarsi verso di lui, i droni si alzano di un due  metri e si voltano.
Hanno tre frecce a testa piantate nella schiena e una in quelle brutte testacce a cupola che li fanno somigliare a delle grosse cassette delle lettere dotate di braccia e con un insalatiera come testa.  Tony li guarda puntare verso una palazzina di tre piani con la facciata a mattoncini rossi e i balconcini orlati di fiori infondo alla strada.
-Hawkeye.- annuncia la voce di Natasha nel suo auricolare e Tony deve avvicinare l’immagine per scorgere la figura dell’arciere resa scura dal sole che gli muore alle spalle.
-Non aveva avuto un esaurimento nervoso Legolas?-

 

Brooklyn
(Prospect Park)

 

Darcy Lewis lo giura, quando ha lasciato le dipendenze di Jane sperava di trovare qualcosa di meglio di  un lavoro altrettanto sottopagato in una tavola calda. Infondo ha contribuito a salvare il mondo quella volta a Londra. 
Arrotola il grembiule sotto il giaccone e facendo forza cerca di convincere la  vespa giallo fluorescente con la bandierina della tavola calda afflosciata dalla pioggia ad uscire dal pantano dove ha deciso di arenarsi come una balena.
-Quanto pesi!- geme affaticata.
Si rimbocca le maniche, si sputa sulle mani come ha visto fare in televisione quando il gioco si fa duro, ma subito se ne pente e con una smorfia di disgusto se le pulisce sui pantaloni. Imbronciata in un puro piglio di sfida stringe di nuovo  la presa sul manubrio della vespa, porta il piede destro avanti e mettendoci tutto il peso cerca di spingere in avanti quella maledetta carcassa gialla.
Devo smetterla di cercare scorciatoie, finisce sempre in tragedia.
Lancia un gridolino affaticato, avanza di un passo, spinge con tutta la forza che ha in corpo e sentendo male in zona renale,  riesce finalmente  a liberare le ruote del motorino. Finisce di pancia sull’acciottolato sbucciandosi il mento e le palme .
-AHIA!-
Si siede  sulle gambe ripiegate e come faceva da piccola, lecca le ferite  e succhia il sangue che le bagnano .
-Maledizione.-
Ormai il cliente avrà chiamato al locale per lamentarsi per il ritardo, e il signor Rossi starà urlando per tutta la tavola calda che non avrebbe dovuto assumere una ragazza con più tette che cervello. E’ proprio vero quello che dicono degli italiani, sono tutti dei maledetti maschilisti.
Tira fuori il cellulare dalla tasca, e proteggendolo come può dalla pioggia, cerca nella rubrica e preme il tasto di avvio chiamata.

-Mi vieni a prendere?-

 

 

New Orleans
(Rampart Street)

 

Infatti non è Clint Barton  la persona che Tony si ritrova a ringraziare per la salvata all’ultimo secondo, ma una ragazza di una ventina d’anni più bassa di lui di tutta la testa.
-E questa chi diavolo è?-
-Kate Bishopo, ma puoi chiamarla Hawkeye.- risponde Natasha sovrappensiero.
-Hawkeye?-
Oltre le spalle della ragazza Tony nota l’
arco compound che ha costruito per Barton e la faretra. Le stanno così grandi che Tony non può fare a meno di chiedersi come faccia a non cadere all’indietro ad ogni passo.
-Come mai li hai tu?-
Kate si acciglia mentre fissa la luce azzurrina del reattore Arc sul petto di Tony - Diciamo che li sto tenendo in caldo in attesa che il loro legittimo proprietario si decida a tornare ad usarli.-

 

 

Brooklyn
(Prospect Park, nei pressi dell’ingresso nord)

 

Il furgoncino sbanda pericolosamente sulla destra e i suoi occupanti urlano assieme alla volta del guidatore. Gli inseguimento sotto la pioggia sono un casino belli da guardare al cinema, ma farli in prima persona è tutto un altro paio di maniche. Phil Couson si raddrizza aggrappandosi con entrambe le mani alla maniglia interna della portiera- Ward sarebbe carino se non ci uccidessi tutti…-
Il furgoncino affronta l’ennesima curva quasi su due ruote e se Phil viene catapultato addosso al finestrino, i quattro dietro finiscono in un groviglio di corpi che prende tutta la superficie del cassone. Le esclamazione colorite di Skye, non sono nulla rispetto all’espressione con cui May si solleva e toglie le gambe da dosso a Simmons - Se non sai guidare sotto la pioggia potevi lasciare a me il volante.-
Ward digrigna i denti e il furgoncino gira come una trottola per seguire  Mike Peterson che sembra vagare senza meta saltando sulle auto come una cavalletta.  Simmons si ritrova a far da punta di una bizzarra colonnina di corpi, mentre May con una capriola affonda il tacco dell’anfibio sul fianco di Fitz che guaisce soffocato.
Phil sul sedile passeggero è convinto di stare per vomitare - Così moriamo prima di riuscire a raggiungerlo.-geme  aggrappandosi al cruscotto  - Non potresti…FRENAA!-
Il furgoncino sobbalza e  Skye alzando la testa da sotto il braccio di Simmons ci mette qualche secondo per capire che è ammaccatura vista dall’interno quella sopra la loro testa  -Che diavolo?- urla cercando appiglio al sedile dove è seduto Coulson.
-Ci è saltato addosso!-

 

Helicarrier.

Bruce Banner non è tipo da lasciarsi andare a volgari imprecazioni, ma quando riesce a scendere dall’aereo  sul quale stava rischiando di vomitare anche l’anima, non riesce a trattenere una gragnola di insulti verso Tony -SEI UN PAZZO FURIOSO STARK.-
Natasha lo brucia con un occhiata assassina e Steve, pallido come la morte, si sfrega le labbra con una mano cerca di trattenere i conati che sente risalire a ondate .
Quando Kate riesce a mettere entrambi i piedi sul ponte dell’Helicarrier ha l’istinto di buttarsi sulle ginocchia e di baciarlo come ha visto fare alla televisione a quegli astronauti tornati sulla Terra per pura botta di culo. Incespica,  ed è grazia a Steve che la regge per un gomito e la tira verso di sé, se non finisce stesa a pelle d’orso.
-Stark ti rendi conto che stavi per farci ammazzare?-
Tony  alza un sopracciglio educatamente confuso e Steve  strabuzza gli occhi -Dici sul serio?-
-Ho solo fatto qualche miglioria alla vecchia carretta.- La vecchia carretta  a cui Tony si riferisce è uno  
SST ovvero un aereo supersonico di valore complessivo stimato a quello dell’intera Brooklyn  .
-Mentre eravamo in aria.-
-E allora?-
Steve si batte una mano sulla fronte frustrato  mentre Kate gira lentamente la testa verso di lui - Dice sul serio?- gli chiede - Stava per farci schiantare.- Il pilota cade come un sacco  e strisciando cerca di arrivare all’interno. Kate lo segue con gli occhi prima di tornare a guardare Tony  che fa spallucce.
-Imparerai a conoscerlo.- mormora Steve .
-Sembrerà strano detto da una donna sopra la soglia della menopausa, anzi diciamo proprio da una donna, ma non voglio conoscerlo.-  Steve ridacchia lasciandole andare il braccio e Kate  si ritrova di culo sulla pista d’atterraggio. Si gira e come il pilota prima di lei si mette a strisciare per arrivare all’interno.
-E’simpatica Puffetta non trovi?-
Steve se ne va scrollando la testa - Sei incorreggibile  Stark.-

 

 

Brooklyn
(Prospect Park, ingresso nord)

 

Illuminata dalla luce gialla del lampione a goccia sopra di lei la figura di Darcy risulta ancora più desolata e patetica.  Coperta di fango  fino alle ginocchia  con il viso schizzato e il berretto afflosciato sulla testa, potrebbe venire tranquillamente scambiata per una sopravvissuta ad alluvione. Passa le mani sulle ginocchia, si strofina con il grembiule che si è sfilata, ma se c’è qualcosa che non viene via facilmente dai vestiti è il fango. Prova allora a pulirsi il viso, ma si rende conto di aver fatto l’ennesima cazzata della serata quando avverte un lungo rivolo di fango colarle lungo la guancia fino al collo.
-Oh andiamo.- sbotta e in preda alla frustrazione, appallottola il grembiule e sfoga su di lui lanciandolo per terra. Lo pesta anche un piede mentre dei fari la illuminano all’improvviso facendole lacrimare gli occhi - Ce ne ha messo di tempo.-
Si volta e  non fa a tempo a realizzare che se non si toglie di mezzo verrà travolta che qualcosa come un braccio la colpisce e la fa girare su sé stessa come una trottola . Cade senza un lamento sentendo il lato sinistro del viso bruciare come se fosse stato colpito da una trave. Alza la testa, il tizio che l’ha investita si volta a guardarla, ha metà faccia increspata da un ustione che gli ha tirato un occhio e arricciato bizzarramente un angolo delle labbra.
Darcy collassa e Peterson  riprende a correre.

 

-Strano non risponde.-
Cassy Raynolds è una gigantesca Mami caraibica di cinquantadue anni che per vivere vende le paradisiache torte alla banana . E’ la cuoca del Blue Bell,  il pub che Clint ha rilevato qualche mese dopo aver lasciato lo SHIELD con la scusa di non essere più in grado di tenere in mano un arco, ed è l’unica fra le sue conoscenze che arrivata a quest’ora della sera non è completamente ubriaca -Probabilmente è in un punto che non prende.-
A New York esistono punti del genere?
Clint si passa una mano sulle labbra pensoso. Nell’ultimo anno si è fatto crescere la barba e allungare i capelli, Kate dice che questo look gli dona, ma che non è veramente lui con quella zazzera a mezzo collo e tutte le mattine gli propone in viaggetto dal barbiere infondo alla strada.
Un agente di livello quattro non ha la minima idea di quanti nemici si guadagni assieme alla reputazione di arciere migliore del mondo.
-L’altra ragazzina ha chiamato?-
Le ruote della mustang stridono fastidiosamente, i centocinquanta chili d’amore di Cassy sono un bel peso da sopportare per un simile pezzo da museo. Clint arriccia il naso mentre per istinto s’aggrappa al cruscotto con una mano. Prima o poi, è sicuro, le ruote della mustang scoppieranno come palloni o le sospensioni cederanno di botto, facendoli ammazzare - Chi? Kate?- chiede sovrappensiero mentre ricompone il numero di Darcy - Sì, è andato bene il suo giro.-
-Giro?- Clint porta il cellulare all’orecchio -Eri così preoccupato perché era andata a fare una passeggiatina con le amiche?-
Touché.
-Lo sai perché sono protettivo con lei.-
-Tu sei protettivo con tutti, è questo che ti frega ragazzo mio.-
La mustang  si immette in un paesaggio apocalittico al seguito di due autoambulanze a sirene spiegate e un carro attrezzi.  Clint riesce contare già alla  prima occhiata tre auto ribaltate e una schiantata addosso ad una cassetta delle lettere - C’è stato un incidente?- chiede  Cassy stupita mentre Clint si guarda attorno sentendo un sottile timor di tragedia affiorare.
-Accelera.-
-Cosa?-
-ACCELERA!-

 

 

Il furgoncino inchioda sollevando uno spruzzo d’acqua che ricade sul corpo immobile di Darcy, Coulson scende con un salto, e si china sulla ragazza. Se la rigira fra le braccia, le toglie i capelli dal viso e quasi la fa cadere quando la riconosce.
-Coulson, così lo perdiamo!- urla Ward sporto per metà dal finestrino.
Phil appoggia delicatamente Darcy  a terra e in un improvviso moto di protezione la copre con la sua giacca. Senza  sapere di aver appena fatto un idiozia, risale sul furgoncino che riparte sgommando. Chiama il 911 mentre i fari di una mustang verde bottiglia illuminano il corpo immobile della ragazza a terra.
 -DARCY?-

 

 

FINE CAPITOLO.

La storia conta 12 capitoli ed è CONCLUSA. Se vi va fatemi sapere che ve ne pare  del suo inizio.

 


Note e Disclamers:
* arco compound: è un tipo di arco moderno usato nel tiro con l'arco.
* Mike Peterson: Deathlok

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 



 

 

 

 

 



  

 



 






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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


New York
(
Presbyterian Hospital)

 

Solitamente fare la cosa giusta porta una certa dose di sensi di colpa, e Phil Coulson non fa eccezione. Sono passate poche ore da quando ha lasciato Darcy sotto la pioggia di Brooklyn e  benché sia riuscito a non far trapelare nulla, è stato letteralmente sui carboni ardenti fino a quando, messo piede in ospedale, non  è riuscito a farsi dire le condizioni della ragazza spacciandosi per suo padre.
-Più lo spavento che il danno.- chioccia la bella infermiera a cui Phil rivolge un espressione sollevata, la prima vera espressione che ha da ore e che gli fa dolere tutti i muscoli del viso. Si copre il mento con una mano e facendo smorfie con la bocca, decide di tornarsene dagli altri prima che inizino a chiedere dove diavolo sia finito o peggio ancora, ad accapigliarsi come un gruppo di bambini dell’asilo che si litigano lo stesso giocattolo.
A volte si domanda perché non abbia colto la palla al balzo e non sia andato in pensione. Chiunque al posto suo non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e a quest’ora sarebbe a godersi la buonuscita sulle spiagge dell’Havana.
-Io non ci credo che non mi sono rotta la mascella- Phil agisce prima di pensare, infila la prima porta alla sua destra e si schiaccia contro la parete accanto ad essa - Mi fa un casino male.-
Darcy ha effettivamente il lato destro del viso enormemente gonfio , come se avesse del mangiare in bocca, ma di sicuro se avesse la mascella fratturata non riuscirebbe ad articolare mezza parola. Clint che l’accompagna non può fare a meno di farglielo notare con un sospiro.
Phil ha l’improvvisa, quanto violenta sensazione di stare per vomitare  la cena alla loro vista, probabilmente sono i postumi della guida spericolata di Ward perché si rifiuta, categoricamente, di avere le farfalle nello stomaco come un ragazzino. Clint e Darcy superano la porta e Phil esce in corridoio.

 

-Sta sorridendo signore?- 
Phil vorrebbe chiedere cosa c’è di divertente di dare del lei a qualcuno con cui hai appena fatto sesso, ma è Clint Barton quello che ha steso accanto e  sono anni che ha smesso di cercare di analizzare le sue azioni. Sono stesi sul pavimenti, dietro la scrivania del suo ufficio,  con i pantaloni alle ginocchia e articoli da cancelleria più o meno costosi sparsi attorno.
Phil scrolla la testa e sollevandosi sui gomiti Clint entra nella sua visuale - Mi sto solo chiedendo come diavolo faremo ad uscire da qui.-
Perché si vede lontano un miglio che diavolo hanno combinato.
-Possiamo dire che ce le siamo date, infondo non sarebbe la prima volta.-
-Quel pugno te lo sei meritato Barton, stavi per farci scoprire.-
-Io parlavo del calcio in pieno fegato che mi ha dato quando ho cercato di vendere la sua collezione di teli da bagno di Capitan America su eBay.-
-Anche quello ti sei meritato. Soprattutto quello.-
-La mamma non glie l’ha mai detto che la violenza non è mai la soluzione?-
Phil si volta e Clint preme le labbra contro le sue. Ora che Phil ci pensa, questo è il loro primo bacio ed è così casto che Phil non riesce a non sorridere,  stavolta davvero, come un idiota -Non avevi detto niente baci?-
-E tu non avevi detto che non avresti mai avuto una relazione con un sottoposto? Direi che siamo pari Phil.-

In quel momento nessuno dei due sapeva che non si sarebbero più rivisti. 

 

Phil esce in corridoio, il senso di perdita è così forte da chiudergli la gola.
Nel corso di quest’ultimo anno ha  diligentemente ignorato ogni input di quella parte di cuore che è rimasta legata a quelle ore rubate al lavoro e al senso del dovere. Ha evitato di lasciarsi prendere dalla nostalgia ripetendosi, ogni volta  con meno convinzione , che era solo sesso e che non sarebbe durata.
Sarebbe stato più facile crederci se solo Clint non l’avesse baciato quell’ultima volta.
Clint si gira, corrugando la fronte e Darcy si ferma qualche passo più avanti.
-Che c’è?- gli chiede tornando indietro.
Clint si guarda attorno, nessuno sembra badare a lui eppure per un momento ha avuto la sensazione che qualcuno lo stesse fissando. Scrolla la testa e appoggiandole una mano sulla spalla le fa segno di riprendere a camminare.
-Nulla, mi sono sbagliato.-

 

 

-Mio padre?-
Darcy sgrana l’occhio buono, l’altro è chiuso dall’enorme livido sul suo viso , e  dopo un momento di sorpresa scrolla la testa - Guardi, a parte che mio padre al momento è una convention su Star Trek a
Tijuana, è  proprio impossibile.-
L’infermiera non demorde, controlla sul computer, è più che convinta che quell’uomo tanto gentile che le ha offerto il caffè abbia chiesto di Darcy Lewis - Sì, Lewis, un signore distinto con un completo nero.- e quest’ultima scoppia a ridere anche se le fa un casino male farlo.
-Le assicuro che Jared Lewis ha indossato un completo solo il giorno del suo matrimonio. Il giorno del mio battesimo, per dire, aveva su una maglietta : Green fig, salviamo la gnocca  e le infradito.-
Clint vorrebbe dire che ora capisce un sacco di cose, ma si trattiene -Giura.-  esclama solamente, affascinato come poche volte lo è stato,  mentre l’infermiera  improvvisamente intimorita  si allontana camminando all’indietro.
-Per evitare che il parroco lo inseguisse armato di aspersorio mia madre l’ha costretto ad aspettare fuori.-
L’infermiera tossisce per riavere l’attenzione - In ogni caso, passi all’ufficio oggetti per avere la sua giacca signore.-
Clint corruga la fronte -La mia giacca?-
-Sì, la giacca che copriva la signorina quando è arrivata.-

 

SHIELD

-Dove diavolo è finito?-
Phil si infila le mani nelle tasche dei pantaloni,  controlla quella interna della giacca, mentre dall’altra parte delle porte a vetro, Hill lo guarda con un sopracciglio sollevato.
-Che succede Coulson?-
La domanda della vicedirettrice è coperta dallo sbuffo delle porta automatiche che si aprono, Phil alza su di lei uno sguardo confuso mentre una sorta di timore martellante inizia a fargli tremare i polsi e ronzare il sangue nelle orecchie.
-Ho perso il badge di riconoscimento.-
Hill sospira  -E’ una scocciatura, ma non è la fine del mondo.-
Phil è di tutt’altro parere - Era nella giacca che ho lasciato su Darcy Lewis.-

 

 

Blue Bell Pub
(Brooklyn)

 

Il Blue Bell Pub non è di certo il sogno segreto di ogni ristoratore, anzi, ma è la prima volta che entrando Kate ha la sensazione che stia per crollarle addosso. Illuminato dalla luce che filtra dalla strada l’ampio stanzone con le pareti ricoperte di legno e il pavimento di cotto sembra lo scenario disastrato dello scoppio di una bomba.
-Che diavolo è successo qua?-
Cassy torce il grembiule fra le mani, quando Kate è arrivata l’ha trovata in strada assieme a suo marito Lou e una decina fra fedelissimi del locale e condomini del palazzo -Non ne ho idea, sembrava totalmente fuori di sé, ci ha buttato fuori e ha iniziato a spaccare tutto.-
Kate deglutisce a vuoto, quella manica di ubriaconi non hanno idea di quanto abbiano rischiato a trovarsi nel perimetro di un agente di livello 7 incazzato come una bestia - Scusaci se ti abbiamo chiamato, ma non sapevamo che fare.-
-Avete fatto bene.-
 Kate si chiude la porta alle spalle e facendo attenzione a dove mette i piedi, avanza fino a guadagnare il centro del locale -Barton sei morto?- chiede portano le mani ai fianchi e torcendo il busto prima verso destra e poi verso sinistra - Si può sapere che diavolo è successo? La tizia della tabaccheria te l’ha di nuovo fatta annusare e non te l’ha data?-
-Ti ho giù detto che non ci andrei con quella nemmeno se ce l’avesse quadrata.-
Kate aggrotta le sopracciglia, la voce di Clint viene da dietro il bancone. La ragazza lo scavalca agilmente  e atterra a piedi  pari accanto a lui - Che diavolo hai combinato?-  Clint ha entrambe le palme delle mani distrutte da una serie di tagli trasversali più o meno profondi - Cristo guarda che casino.-
Clint geme per il dolore alla prima stretta della giacca di Kate attorno alle mani, cerca di farsi indietro, ma la ragazza, con un ceffone ben assestato, doma ogni suo tentativo di fare il duro della situazione.
-Vedi di non fare l’idiota.-
Sobbarcandosi, incredibilmente vista la sua taglia ridotta, buona parte del suo peso riesce a portarlo  verso uno dei tavolini.
-Siediti.- ordina  - Dove hai messo la cassetta del pronto soccorso?-
Clint pensa che  servirebbe di più quella del cucito, ma evita di commentare, visto che le sberle di Kate sono quasi forti come i pugni di Natasha. Apre le mani, delicatamente e la ragazza inizia a buttare sulle ferite alcol denaturato - Che è successo?-
-Kate mi faresti un favore?-
Kate corruga la fronte mentre cerca di capire a occhio se c’è bisogno di un lavoro di sarta sulle ferite  che sta annegando nel disinfettante - Dipende.- fa concentrata e Clint per farsi guardare in viso spinge la fronte contro la sua - Che favore vuoi?-
-Devi infiltrarti nell’ufficio di Fury.-
Kate ci mette qualche secondo per reagire - Una fetta di culo, no?-

 

 

 SHIELD
(Ufficio di Nick Fury)

 

Ci sono solo due conclusioni possibili per questa follia, o finirà con il farsi scoprire e Fury pretenderà il suo scalpo come trofeo da mettere sul caminetto o finirà con  il perdersi e farà la fine del Fantasma dell’Opera vivendo negli scantinati e apparendo solo per rapire giovani agenti fascinosi.
Di pancia nel condotto dell’aria che attraverso l’ufficio di Fury, Kate si fa il segno della croce, si maledice per essere fisicamente incapace di dire di no a Clint Barton e puntando i piedi fa cadere la grata che cade in un cigolio dei cardini a cui è appesa. Facendo attenzione si lascia scivolare e con un ultimo saltello atterra sulla scrivania di Fury.
-Fortuna che mi sono tolta le scarpe.- mormora scendendo un piede alla volta .

 

-Stark smettila di fare il bambino.-
-Io non sto facendo il bambino Rogers.-
-Tu come lo definisci andare a lamentarti da Fury perché io ho l’armadietto più spazioso del tuo?- 
Tony si ferma e mentre osserva le sue spalle Steve, per un momento, pensa di essere riuscito a farlo ragionare - Armadietto che tu non usi neanche, tra l’altro.- rincara la dose , e Tony riprende a camminare spedito verso l’ufficio di Fury.
-Non lo uso perché ho una palestra di gran lunga più fornita di quello dello SHIELD, ma è una questione di principio. Mio padre mi diceva sempre che è dalle piccole cose che si misura il rispetto che una persona nutre per te.-
Steve alza un sopracciglio -Tuo padre dava anche fuoco ai suoi peti per scommessa.-
Tony si gira di scatto con la bocca comicamente spalancata e Steve alza le mani -Ehi, l’ho visto con i miei occhi.-

 

 

Kate ha la sensazione di veder passare tutta la sua vita davanti quando la lucida maniglia in ottone si abbassa e la porta si apre. Manda un gridolino soffocato e senza stare a guardare il grado di avanzamento della barra di download sfila la pennette USB e se la ficca in bocca. Sale sulla scrivania , ma  quando la porta si apre è un trafelato Steve Rogers quello che incrocia il suo sguardo spiritato -Signore mi scusi, ma…EH?-
Si fissano entrambi attoniti, Steve alza e abbassa gli occhi su di lei, mentre Kate sputa la pennetta e con entrambi gli indici sulle labbra soffia un disperato -SSSSSSSH!- nella sua direzione. Steve aggrotta le sopracciglia mentre alle sue spalle, un incazzato Tony Stark , bercia un -Mi hai fatto lo sgambetto!-
Steve si volta e Kate coglie l’occasione per aggrapparsi al bordo del condotto di areazione con un salto e issarsi su con un colpo di reni, così quando Steve torna a guardare verso di lei vede solo la grata che si alza e si incastra  nelle guide con un clack.
-Rogie che ti prende? Sembra che hai visto un fantasma.-
Steve si passa una mano sulle labbra, scrolla la testa e con una spallata poco gentile  fa allontanare Tony dalla porta -Andiamo Stark, non avevi detto che volevi provare su di me la tua nuova armatura?-

 

 

Brooklyn
(Appartamento di Clint Barton)

-Mi ha beccata, ti rendi conto che mi ha beccata?-
-Impossibile, alle 11.30 Fury ha la pausa cacca.-
Kate vorrebbe tanto sapere come diavolo ha fatto Clint a scoprire l’orario in cui Fury è solito andare al bagno, ma al momento la sua mente è presa da tutt’altri affari. Passeggia avanti indietro davanti al vecchio divano che ormai ha preso la forma del culo di Clint tenendosi la testa fra le mani -Ti rendi conto che il Golden Boy  farà rapporto a Fury e io , se sarò fortunata, finirò a pulire cessi alla turca in Marocco? Che poi, perché si chiamano bagni alla turca? I bagni turchi sono un’altra cosa…BARTON MI ASCOLTI?-
-Katie.- Kate lascia cadere le braccia, di solito quando Clint la chiama Katie, la catastrofe è in arrivo - Ho bisogno del mio arco e della faretra.- 
Ha lo sguardo fisso sullo schermo del  portatile che la ragazza gli ha allungato ed è così pallido che Kate potrebbe quasi confonderlo con la parete dietro di lui se non fosse per i capelli - Che ci devi fare?- gli chiede improvvisamente diffidente.
-Ci devo ammazzare qualcuno.-

 



 

Note e Disclmers:

1.  Nel mio headcannon, Darcy  somiglia da morire  al suo papà xD

2.  Green fig, salviamo la gnocca © Luciana Littizzetto

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


SHIELD
(corridoi)

 

Essere un agente di livello quattro allo SHIELD vuol dire valere poco di più della macchina del caffè del quarto piano e poco meno del distributore di dolciumi , quello difettoso che con una sola moneta fa cadere due merendine, del terzo piano.
Vuol dire obbedire agli ordini, sempre, in qualsiasi momento , anche quando hai in mano una rivista e stai per varcare la porta del bagno delle signore per una meritata pausa pupù dopo una mattina passata ad abbattere sagome di cartone e polli di plastica lanciati per aria - Bishop il Direttore vuole vederti.-
Kate si volta lentamente e l’agente Emily Marshall, livello sette appena raggiunto, ricambia la sua occhiata strabuzzando gli occhi. In diciotto anni di servizio ne ha viste di pivellini spaventati a morte, ma l’espressione di puro terrore  che la ragazza  le  rivolge è così intensa da sfiorare il comico.
-Kate che diavolo hai combinato?-
-Niente signora, che cosa dovrei aver combinato?-

 

SHIELD
(ufficio del Direttore Fury)

 

Nei cinque minuti che impiega per raggiungere l’ufficio di Fury, Kate vaglia tutte le opzioni che le vengono in mente per riuscire ad evitare l’incontro. Pondera di nascondersi nel carrello della biancheria, di farsi scivolare nel condotto e scappare nei camion della lavatrice prima di ricordare che le lavanderie sono interne e  il  giorno  in cui passano a ritirare il bucato è il giovedì.
Allora pensa di scappare dalle cucine, di nascondersi nel camion dei rifornimenti, di arrivare al porto e di imbarcarsi di una nave della pesca dei tonni.  Non ci mette molto per capire che  nemmeno questo piano è fattibile visto che è positivamente certa che non ci siano navi per la pesca dei tonni alla fonda nel porto di New York.
Così si ritrova a non poter fare altro che bussare, attendere l’invito ad entrare e chiudersi la porta alle spalle. Il Direttore è seduto alla sua scrivania e il capitano Rogers è  in piedi di fronte ad essa. Kate gli lancia uno sguardo che vuol dire “Spia!Spione!” mentre va ad affiancarlo.
-Voleva vedermi signore?-
-Visto che Barton non sembra ancora intenzionato a riprendere il suo posto allo SHIELD, direi che puoi momentaneamente puoi rimpiazzarlo tu Bishop. Alla squadra manca un tiratore e dopo di lui sei il meglio in circolazione.-
Kate sospetta che sia una trappola, che Fury stia solo attendendo il momento giusto per saltarle alla gola come un puma. Rimane in silenzio serrando la stoffa dei pantaloni fra le dita.
-Hai qualcosa da dire in merito?-
-Nulla signore.-
-Allora puoi andare.-
Kate sgrana gli occhi, volta la testa verso Steve che ricambia la sua occhiata con un sopracciglio sollevato -Davvero?- chiede voltata verso di lui.
Fury alza lo sguardo dallo schermo del pc - Che ti prende Bishop?-
-Nulla signore.-



SHIELD
(pista d’atterraggio)

 

In realtà Clint è molto più vicino allo SHIELD di quanto Fury non pensi. Nonostante Kate prima di uscire l’abbia legato mani e piedi al letto per evitare di fargli fare qualche stronzata come uccidere a frecce Phil Coulson o direttamente a botte, è riuscito a liberarsi e a raggiungere la base d’atterraggio privata dell’agenzia poco fuori la città di New York.
Nel bel mezzo del niente, la sagoma nera del jet, spicca contro la parete rocciosa e gli alberi che nascondono a chi passa in strada , la presenza della pista.
Phil esce per ultimo e alle sue spalle la rampa di salita si solleva sparendo alla vista. Borsone in spalla, sta mangiando un tramezzino. Clint non ha bisogno di sapere cosa c’è dentro, purtroppo.

Tonno e pomodoro, signore?
Grazie Barton.
Cambiare ogni tanto non le farebbe male.
Non mi piace cambiare quello che mi piace.
E’ per questo che è l’unico che non mi ha mai detto di darmi una calmata e di crescere un po’?

Scrolla la testa, non è il momento di percorrere il viale delle rimembranze questo. Phil esce dal perimetro recintato, passa sotto l’albero su cui Clint è appollaiato e al secondo passo alza gli occhi verso di lui con la bocca ancora piena.
-Signore è proprio vero quel che si dice:“La morte ti fa bella.”-
-Clint?-

 

STARK INDUSTRIES
(Ufficio del Direttore Generale)

 

Darcy Lewis a soli ventisette anni può dire di averne viste parecchie di stranezze eppure riesce ancora a sorprendersi. Si trova nell’ufficio del Direttore Generale della Stark Industries da una decina di minuti, il lato del viso gonfio nascosto da un abbondante dose di trucco e una ciocca di capelli quando  la porta si spalanca .
-Salve mi chiamo Darcy Lewis e mi presento per quell’impiego da…Signor Stark perché ha i pantaloni calati?- Non che Darcy non trovi la vista dell’Iron – popò più che godibile , ma Tony sembra sommamente terrorizzato.
-Darcy?- fa eco Tony guardandosi attorno.
-Sì, il professor Selvig dovrebbe averla chiama…Si può sapere che diavolo sta facendo?-
Tony , e i suoi pantaloni calati, l’hanno fatta delicatamente spostare da davanti la scrivania  che ora stanno addossando contro la porta.
-Quanti anni hai Darcy?-
-Ventotto a maggio, perché?-
-Quando avrai passato la soglia dei trentacinque anni e sentirai l’orologio biologico ticchettarti nelle orecchie per tutto il tempo sarai presa da una malattia universalmente conosciuta come desiderio di maternità.-
Darcy annuisce falsamente attenta visto che sta fissando le guancie posteriori di Tony: L’armatura non gli rende giustizia, pensa sentendo l’acquolina in bocca.
-E quando sarai sotto l’effetto di questo terribile male, diventerai una specie di mantide religiosa.-  la scrivania sbatte contro la porta e Tony si lascia cadere con uno sbuffo - E quel pover’uomo che avrai accanto avrà la sensazione di avere un tizzone nelle mutande visto che , per quanto Madre Natura sia stata benigna con lui ha ormai superato quell’età in cui si ha un erezione anche a versarsi il latte alla mattina.-
-Mi sta dicendo che la signorina Potts vuole un bambino e la sta costringendo a sedute di sesso ininterrotte?-
-Esattamente,  ha una specie di aggeggio e quando ha la temperatura giusta  diventa un indemoniata.-
Darcy è divisila fra  la tentazione di abbracciare quell’uomo in mutande seduto per terra e l’impulso di scoppiare a ridergli in faccia.
-Se vuole posso aiutarla io.-
-Davvero?-
-In cambio però deve dare a me il lavoro.-
-Se me la togli di torno per almeno un ora e mi recuperi un sacchetto per il ghiaccio ti dono anche il mio cuore.-
Darcy solleva entrambe le sopracciglia
-Ehi, è un pezzo da collezione.- Tony picchietta con le dita la luce che filtra dalla stoffa della camicia - Non fare quella faccia.-

 

 

SHIELD
(pista d’atterraggio)

 

Phil è convinto di essersi giocato almeno due costole contro le ginocchia di Clint, ma riesce lo stesso a trovare la forza  per rotolare e cercare di toglierselo di dosso. Gli è saltato sopra  senza dire una parola, mirando a fargli male  e  dopo il primo pugno andato a vuoto ne ha subito cercato un altro. Ogni agente dello SHIELD è addestrato alla lotta corpo a corpo, ma Phil non è così sicuro delle sue capacità da credere di poter uscire con tutte le ossa al posto giusto da uno scontro con Clint.
-BARTON CALMATI! CALMATI!-
May li osserva a distanza, non ha permesso a nessuno dei ragazzi di avvicinarsi -E’ una cosa fra loro, non vi preoccupate, non si faranno troppo male.-
-Sicura? A me il biondo sembra incazzato nero.-
-Anche tu lo saresti al suo posto Fitz, fidati.-
Clint si ritrova schiena a terra con il poco peso di Phil addosso. Non se lo ricordava così magro, e quando lo afferra per i fianchi per lanciarlo, non può fare a meno di chiedersi se gli ha sempre sentito le ossa iliache a quel modo mentre lo stringeva.
Phil atterra di sedere sull’asfalto  -CLINT HAI INTENZIONE DI FARMI PARLARE O VUOI SOLO PESTARMI?-
Clint lo fissa incerto, è riuscito a  mollargli due pugni mentre rotolavano e Phil ha la parte inferiore del viso coperta di sangue. Pensava che fargli male sarebbe bastato per sentirsi di nuovo bene con sé stesso, ma la realtà è che ora si sente in colpa come un ladro in chiesa.
Si morde le labbra –SEI UN PEZZO DI MERDA, NON ABBIAMO NULLA DA DIRCI!-
-Clint...-
Si rimettono assieme in piedi, e Clint dopo uno sguardo al pubblico che ha assistito alla scazzottata, in particolare a May, se ne va accompagnato dal lievissimo sorriso di comprensione  di quest’ultima.

-Coulson vagli dietro.- Phil aggrotta le sopracciglia verso  la donna che lo strattona malamente  per una manica della giacca -Avanti, non fare l’idiota. Rincorrilo.-
-Perché dovrei May? Non l’hai sentito?-
-Proprio perché l’ho sentito. Avanti!-

Skye si volta verso Fitz e Simmons ,  visibilmente perplessi quanto lei e poi verso Ward con entrambe le sopracciglia sollevate - Perché ho la sensazione che ci manchi qualche passaggio importante.-
-Perché ci manca.-



SHIELD
(tetto)


Ormai Kate è certa che non arriverà viva a fine giornata così affronta con la spensieratezza di un condannato a morte  Steve Rogers e il suo piglio indagatore. L’ha seguito senza fiatare una volta usciti dall’ufficio del Direttore Fury, chiedendosi più di una volta perché non l’abbia denunciata, ma  una volta usciti sul tetto, ogni domanda ha lasciato spazio alla serena consapevolezza di essere nella merda fino al collo.
-Probabilmente ti stai chiedendo perché non ti ho denunciata a Fury.-
Kate annuisce apparentemente pacifica, visto che sta decidendo come porre fine ai suoi giorni. Indecisa fra il scolarsi una bottiglia di whisky dopo aver mandato giù un flacone di pillole o mettersi a giocare a mosca cieca sull'autostrada, il sapere perché Steve non l’ha denunciata è l’ultimo dei suoi problemi.
-Il fatto è che ho bisogno che tu faccia qualcosa per me.-
Kate spalanca gli occhi.
-Non fraintendermi, prima di maturare questa decisione mi sono assicurato che tu non sia una spia al soldo dell’HYDRA o di qualsiasi altra organizzazione criminale nemica dello SHIELD. Ho controllato anche quali dati hai copiato.-
-Non sembra sconvolto dalla notizia che Phil Coulson sia ancora vivo.-
-Risulto come agente di livello sette all’interno dell’organizzazione dello SHIELD, l’ho saputo poche settimane dopo i fatti di New York che era ancora in vita.-
-E anche la Romanoff lo sa?-
-E’ un agente di livello sette.-
E non l’ha detto a Clint?
-Come dicevo, vorrei che tu facessi qualcosa per me.-
Kate si strofina il viso con entrambe le mani -Mi dica.-
-Vorrei che tu ti fingessi la mia ragazza.-
Kate alza la testa -Come prego?-


 

 

FINE CAPITOLO:

Sono di corsa, ma ci tengo veramente tanto a ringraziare Alley e Gosa per le loro recensioni alla storia, chi ha messo questa mia fra le preferite/seguite/ricordate e chi semplicemente, prova piacere nel leggerla. Ho paura di essere andata parecchio OOC in questo capitolo : ( spero che sia comunque di vostro gradimento.

 

 

 

 

NOTE E DISCLAMERS:

* La morte ti fa bella (Death Becomes Her) è un film del 1992 interpretato da  Meryl Streep e Goldie Haw
*La gerarchia degli agenti è di mia invenzione.

 
   

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


SHIELD
(tetto)

E’ tutto al suo posto.
Il cielo è ancora azzurro, nel sole non si riflette un bambino sorridente come nei Teletubbies e non stanno zampillando ranocchie dai tombini aperti, ma Kate è lo stesso convinta di stare facendo un sogno. Un sogno particolarmente realistico, visto che non sapeva di aver registrato così tanto particolari del capitano Rogers, ma pur sempre un sogno.
-Temo di non aver capito.- ripete sconvolta.
-Ho bisogno che tu ti finga la mia fidanzata.-
-E perché?-
Steve sospira come chi è alle prese con una persona particolarmente lenta di comprendonio - Vedi  Stark non fa che prendermi in giro sulla mia inesperienza nel campo femminile e io sono stufo di stare ad ascoltarlo.-
Kate annuisce attenta anche se una parte di lei sta bella che correndo nuda per i campi lanciando petali di fiori. I primi passi verso la follia più totale sono sempre inaspettatamente gradevoli.
-Tu sei molto graziosa, così ho pensato che se Stark crederà che fra noi c’è una relazione, smetterà di parlare a vanvera ogni volta che può. Speranza vana forse, ma tentar non nuoce.-
Kate inizia a sentire uno strano spasmo a livello della guancia destra. Il sorriso  che le ha  tirato le labbra è spezzato da un violento tic nervoso che ne fa tremare un angolo, ma Steve non sembra farci caso.
-Quindi se tu mi farai questo favore, io non ti denuncerò a Fury.-
-E se non lo faccio?-
Steve alza gli occhi al cielo - Ho sentito dire che la Groenlandia è splendida in questo periodo.-

 

SHIELD
(pista d’atterraggio)

Clint è appoggiato al tettuccio della sua mustang quando Phil lo raggiunge. La testa bassa, le dita intrecciata sulla nuca, inspira ed espira profondamente nella speranza di calmarsi.
Il suo corpo copre malamente l’impronta del suo anfibio sulla portiera.
Phil arriccia un angolo delle  labbra in un sorriso che ha il sapore della nostalgia più nera- Ecco perché non ti ho mai fatto avvicinare a Lola.-
Clint alza la testa e si volta verso di lui. Ha l’aria stravolta di chi sta cercando di digerire quello che ha fatto e non ci riesce. Phil gli si avvicina facendo tintinnare il mazzo di chiavi che tiene in mano e Clint, dopo uno sguardo assente nella sua direzione, sbarra gli occhi e torna a guardarlo -Quelle sono  mie.-
Si tasta la giacca, infila le mani nelle tasche dei pantaloni, mentre Phil annuisce facendole tintinnare ancora fra le sue dita -Ti sono cadute mentre mi pestavi.-
Clint si morde le labbra,  allunga la mano per riaverle e Phil scrolla la testa infilandosele in tasca - Signore deve aver capito che non sono dell’umore adatto  per scherzare.-  sibila avvicinandosi e Phi non arretra di un millimetro - Lo sa che la morte l’ha fatta diventare ancora più stronzo?-
-Mi sei mancato anche tu Clint.-
Clint lascia cadere il braccio colpito a tradimento.
-Ogni giorno. Ogni notte. Mi sei mancato da morire. -
Cint abbassa gli occhi . E’ mirare sotto la cintura questo. Colpire i punti vitali. Si morde le labbra mentre Phil gli si avvicina   -Non odiarmi per qualcosa che non ho deciso io.-
-Non ti odio.-
-Allora guardami.-

Tentare di vaccinarsi contro la vita è uno spreco di energie.
Cercare di tenere le emozioni fuori dalla porta è inutile.
Ogni difesa, anche la più impenetrabile, può essere abbattuta con un solo sguardo.

Clint sente le ginocchia tremare e una colonia molesta di farfalle muoversi nel suo stomaco quando, per la prima volta in quasi due anni, incrocia lo sguardo di Phil. Agisce senza pensare, lo afferra per la giacca e lo bacia senza dargli il tempo di  dire altro.

 

Brooklyn
(appartamento di Clint Barton)

Quando Clint riesce finalmente ad aprire la porta ha la bocca completamente invasa dalla lingua di Phil. Si strattonano a vicenda per entrare, troppo presi per allontanarsi anche solo per chiudere la porta come si deve.
Inciampano prima nella giacca di Clint, poi nella cravatta di Phil, prima che un lieve colpo di tosse li distragga e li spinga a voltarsi assieme verso il fondo del corridoio. Uno con le mani sulla cintura dell’altro fissano Kate, seduta a terra in slip e canottiera, che ricambia il loro sguardo da dietro la bottiglia di whisky smezzata che  tiene in pugno.
-BISHOP!- Phil lo spinge via così forte che Clint finisce prima addosso al mobile del telefono e poi per terra come un sacco - Ch-Che ci fai qui?-
-Vi do’ un dieci per la passione, ma un cinque per l’esecuzione. Avete rischiato di finire per terra due volte.-
Clint si tira su massaggiandosi la testa -Ci abita.- risponde lui per la ragazza visibilmente alticcia che si stende di fianco sul pavimento - Da quando il padre l’ha diseredata.-
Derek Bishop, il padre di Kate e capo indiscusso delle industrie Bishop è una quelle persone che non accettano un no come risposta. Quando la sua bella figliola si è rifiutata di convolare a giuste nozze programmate con Percy Van Douter , erede delle fortune Van Douter,  omosessuale dichiarato con la passione per i bei maschietti coreani, ha ben deciso di cancellarla dal suo albero genealogico con un colpo di penna e una telefonata all’avvocato.
Kate gira su sé stessa per mettersi di pancia.
-Katie che è successo?- le chiede Clint.
-Sono la fidanzata di Capitan America lo sai?-
Phil si avvicina sorpreso mentre Clint si accuccia sulle ginocchia -La fidanzata del Capitano?- fa eco e Clint alza su di lui uno sguardo un filo geloso.
-Non fare quella faccia, sono solo curioso.-
Kate alza su di lui il viso deliziosamente arrossato dall’alcol - Oh sì! Invidioso eh?- Si aggrappa ai pantaloni di Clint per mettersi seduta e  allungandosi strattona Phil per la giacca per farlo chinare su di lei - Sono così fortunata che il Gallo d’Oro d’America è in realtà uno psicopatico alla Christian Grey [*]-
-Alla chi?- fa eco Clint e Phil alza le spalle.
-Ci mancava solo che mi facesse firmare il contratto come quella cogliona di Anastasia.-
-Ma di che parla?-
-Secondo te io lo so?-

Con le braccia attorno ai fianchi di Clint e la testa sulle sue cosce Kate borbotta un - Siete inutili, tutti e due. E proprio vero che Dio li fa e poi li accoppia.-

 

Brooklyn
(appartamento di Clint Barton)

 

-COULSON!-
Phil quasi finisce per terra travolto dalla foga dell’abbraccio di Darcy e sorride guancia a guancia con la ragazza che strilla felice e saltella contro di lui. Le appoggia una mano al centro della schiena e paterno le molla una pacchetta affettuosa.
-Anche a me fa piacere vederti Darcy.-
La ragazza si allontana, grida ancora eccitata e sul divano Kate si copre la testa con il cuscino mettendosi sedere all’aria. Ha un paio di slip rosa con il musetto di Hello Kitty stampato sopra  e Clint borbotta un -Sei imbarazzante.- scrollando la testa.
-Quindi voi tre abitate assieme ora.-
Clint sospira alzando gli occhi al soffitto - Lei te l’ho detto perché. - La lei in questione è Kate che sembra essersi addormentata con la testa sotto al cuscino -Darcy è stata rapinata il giorno del suo arrivo a New York da Clara la zozza*.-
Phil annuisce, Clara è una signora di mezza età, sucida come se vivesse rintanata fra i rifiuti che Clint gli ha presentato la mattina che l’ha portato a casa dall’ospedale dopo un volo di svariati metri a picco sul balconcino di un adorabile famigliola peruviana.
Clara vive in un minuscolo appartamento con trenta gatti, si nutre del loro cibo e  invece di parlare miagola.
-Un bel spavento.- mormora comprensivo.
Darcy si porta una mano al petto -Non hai idea.-
-Aveva perso soldi, documenti, è entrata al Blue Bell piangendo con le scarpe in mano chiedendo qual’era il ponte più vicino così…- Clint alza le spalle -…Mi ricordavo di averla vista in Messico assieme alla Foster e visto che avevo già lei in casa le ho detto che poteva stare da me.-
-Questo quanto tempo fa?-
-Due mesi la prossima settimana.- risponde Kate da sotto il cuscino.

SHIELD
(palestra)

Kate Bishop non è quello che si dice una persona perspicace, ma  non può fare a meno di chiedersi il perché degli sguardi d’odio che le sue compagne di corso le scoccano  da quando ha messo piede in palestra. Che si sia già sparsa la voce del suo ingresso negli Avengers?
Attende con le altre che l’istruttore la chiami per la solita sessioni di tiri , la testa leggera per via della  sbornia clamorosa del giorno, quando Meggy Sunders, angente di livello cinque, spintonando le si fa accanto.
-E’ vero quello che si dice Bishop?-
Sgradevole come poche persone, l’agente Sunders nel corso degli anni si è costruita la meritatissima reputazione da stronza vessando gli e le agenti più deboli caratterialmente, spingendoli ad abbandonare il corso per l’esasperazione. Inutile dire che la sua vittima preferita è Kate dal primo giorno che si sono incrociate.
-Che si dice Sunders?-
-Che oltre che con il tuo ufficiale reclutatore.- Clint per la cronaca -Te la fai anche con il Capitano Rogers.-
Kate sgrana gli occhi,  non c’ha messo molto Steve a far circolare la voce -In realtà sei tu l’unica che dice che me la faccio con l’agente Barton.- risponde dopo un momento, recuperata la sua consueta faccia da poker - E per quanto riguarda Steve.- si volta verso la ragazza appena più alta di lei e decisamente più bella con quelle guancie rosee da bambina e i riccioli biondi - E’ proprio vero, mi ha chiesto di uscire e ho accettato.-
Gli sguardi da “Brutta puttana” si moltiplicano attorno a Kate che sospira sconsolata. Chissà se Rogers ha la minima idea di che situazione le ha creato attorno.
-E l’agente Barton?-
-Non ti preoccupare per lui, sta più che bene.-
A quest’ora si starà facendo Coulson su qualsiasi superficie praticabile di casa.

 

Brooklyn
(appartamento di Clint Barton)

 

Le ultime spinte sono così frenetiche e bisognose che Phil sente gli occhi riempirsi di lacrime. Si aggrappa alle sbarre della testiera del letto con entrambe le mani mentre Clint lo costringe a sollevare le ginocchia e a portarle  verso il petto.
Completamente esposto, vulnerabile come poche volte è stato nella sua vita, viene con un grido rauco seguito dopo pochi altri affondi da un gemito di gola di Clint che sfinito gli crolla addosso.
Phil aveva dimenticato di quanto fosse bello sentirlo godere, di quanto lo gratificasse la certezza di essere stato lui e solo lui a farlo freme e ansimare fino all’estasi.
Lo stringe a sé con un braccio e quando Clint cerca di tirarsi su per non schiacciarlo, lo trattiene facendo forza -Peso.- gli farfuglia Clint all’orecchio e lui scrolla la testa avvolgendogli il fianco di nuovo con la gamba per tenerlo giù su di lui.
Non è mai stato tipo da coccole Phil, ma è certo che la situazione lo richieda.
Clint gli si sistema addosso, senza chiedergli spiegazioni e lui  porta lo sguardo alla porzione di cielo che si vede dal lucernaio sopra di loro. Cielo azzurro, nuvole bianche, ricorda di aver visto un cielo simile l’ultima volta che sono stati assieme.
-Sto per addormentarmi.-
-Nessuno ti vieta di farlo.-
-Non è che quando mi sveglio tu non ci sei vero?-
Phil preme le labbra una contro l’altra mentre passa le dita su quei ciuffetti biondi scuriti dal sudore -E’ molto probabile .-
Clint annuisce premendo le labbra contro la sua spalla - Non esiste il lieto fine per quelli come noi.-
Phil scrolla la testa -No, ma ci sono delle certezze a volte.-
-Che certezze?-

…Che non ci sarà mai nessun’altro per me.



 

-L’arena è pronta signore.-
Ian Quin sorride osservando il sole sparire oltre la densa macchia d’alberi che si stende ai suoi piedi. Tutto sta andando secondo i piani del Chiaroveggente. Torna alla scrivania e alle foto sparse su di essa.
-E ora scegliamo i partecipanti e il loro premio.-

 

FINE CAPITOLO:


Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Uno saluto Ino chan.
 

 

NOTE E DISCLAMERS

*Kate fa riferimento alla trama del libro  50 sfumature di grigio.
*Clara la zozza. Il soprannome è ispirato ad un personaggio del libro The Hunger Games

 

 

 


    

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


RICORDO che questa storia è un crossover con il telefilm  Marvel Agents Of SHIELD.

 

 

 

 

Clint è solo quando si sveglia e le lenzuola sono fredde accanto a lui. Phil l’aveva detto che non ci sarebbe stato al suo risveglio ed è stato di parola. Un addio netto, senza  parole a tradirli o sguardi a legarli,  è la cosa più dolce che potevano concedersi.
Sul cuscino c’è un bigliettino giallo. Clint  si limita ad appallottolarlo e  a buttarlo nel cestino. Non gli serve leggere per sapere cosa Phil ha scritto.

Non credo che ci rivedremo più, addio e dimenticami. Io farò altrettanto.

 

DUE MESI DOPO…

 

Brooklyn
(Appartamento di Clint Barton)

In poco meno di due mesi Kate Bishop può dire di essere stata bersaglio di ogni scherzo da caserma possibile e immaginabile. Ha perso il conto di quante volte le hanno infilato la testa nel cesso, le puntine da disegno negli stivali e riempito la borsa di dentifricio.
- E tutto per quell’idiota che non è in grado di trovarsi una vera fidanzata!-
Kate gronda acqua e rabbia sul pavimento mentre sbatte la borsa sul tavolino  fra  Clint e Darcy che sollevano appena a tempo i piatti, ma non riescono a salvare bicchiere e bottiglie che si rovesciano in un'unica onda giallo birra - Mi hanno ficcato la testa nel cesso tre volte oggi. TRE VOLTE. Io vorrei sapere cosa diavolo mi lavo più i denti  fare visto che ogni santa mattina che Iddio ha messo sulla terra mi ritrovo a fare i gargarismi con l’acqua del water.-
Clint e Darcy rimettono lentamente i piatti a loro posto, ma Kate non sembra intenzionata a volerli far mangiare in pace. Prende a camminare in torno al tavolo sbraitando e spintonandoli ogni volta che provano a infilare qualcosa in bocca per essere sicura di avere la loro attenzione -Poi c’è quella gatta morta della Carter che ci prova in una maniera così spudorata che secondo me a breve gli lancerà dietro le mutande e lui, idiota, non se ne accorge. Sharon è un membro validissimo dello SHIELD, sono sicuro che ti sbagli. Ieri gli si è quasi buttata addosso di tette e il demente non se n’è accorto.-
Darcy lampeggia con le sopracciglia alla volta di Clint che se la ride poggiato al tavolo con un gomito. Kate ignara del discorso a segni fra i suoi coinquilini continua imperterrita - Stiamo assieme, no? Da due mesi. Non puoi arrossire come una mammoletta ogni volta che provo a darti un bacio. Sei un uomo, hai…- si ferma, prova a contare sulle dita, poi scaccia via  agitando le mani all’aria - … Sei un uomo cazzo.-
Kate si ferma dal suo girare, afferra Clint per il colletto della camicia e gli stampa un bacio rude sulle labbra, fa il giro e fa altrettanto con Darcy. I due la fissano sbigottiti  - Ecco, vedete, maschio gay e femmina etero. Non arrossite. Lui perché arrossisce. Mi fa sentire come se tentassi di stuprarlo  tutte le volte.-
-Veramente a me piacciono ancora le donne.- Clint agita debolmente una mano, ma Darcy scrolla la testa verso di lui - Cosa?-
-Ha rifiutato la corte di quella tettona, non puoi più definirti un maschio etero.-
-Chi è la tettona?- chiede Kate notando solo ora la chiazza di  birra a terra e la bottiglia rovesciata sul tavolo.
-Barbara Morse.-
-Quella ha due tette da infarto.-
Clint si copre il viso con entrambe le mani - Non stavamo parlando di me, ma del fatto che la nostra Kate è rimasta fregata.-
-Fregata?-
Clint e Darcy si guardano, poi guardano Kate che li fissa perplessa con  una comica gocciolina d’acqua appesa alla punta del naso Darcy sa essere di una stronzaggine assoluta se vuole , Kate la fissa inespressiva mentre chiede a Clint di poter essere lei a spiegare la situazione  e questo le prende una mano e ne bacia il dorso con deferenza. - Tesoro sei gelosa. Sei gelosa marcia.-
-E di chi?-
Clint sospira - Del Capitano. Del fatto che Sharon ci provi con lui. Per me a furia di fingere di essere la sua fidanzata ti sei presa una bella cotta per lui, sai?-
Kate guarda prima uno e poi l’altra con la bocca comicamente spalancata in una “O” e poi scrolla la testa furiosamente -NON MI SONO PRESA UNA COTTA PROPRIO PER NESSUNO!-
-Tesoro hai appena detto, più di una volta, che hai cercato di baciarlo.-
Kate incrocia le braccia sulla difensiva - Siamo una coppia no?-
-In realtà no.-
-LO SIAMO PER GLI ALTRI.-
Clint ridacchia - Anch’io ero come te.- Kate aggrotta le sopracciglia mentre lo fissa -Non volevo ammettere di essere rimasto fregato.-

 

Stark Tower
(Laboratori)

-Signor Stark.-
Tony alza la testa di scatto dal piano di lavoro e punta su Darcy, sua assistente personale da quasi due mesi, lo sguardo di un uomo distrutto. In quest’ultimo periodo Pepper ha avuto ben due falsi allarmi che hanno esasperato il suo desiderio di maternità e Tony si vergogna quasi ad ammetterlo, ma gli manca il farsi semplicemente le coccole prima di andare a letto.
-E’ una busta di funghi surgelati quella?-
-Non sapevo che altro fare per darmi un po’ di refrigerio.-
Darcy tossisce per nascondere l’inizio di una risata mentre Tony si alza e a gambe larghe se ne va verso la macchina del caffè. E’ in  boxer e Darcy non può fare a meno di notare che ha le gambe un po’ troppo magre rispetto al resto del corpo e decisamente storte.
Sembra Lupin III, ridacchia fra sé e sé.
-Avevi qualcosa da dirmi?-
-Il Direttore Fury vorrebbe vederla.-
-Non ha creduto alla scusa che sono partito per il Congo per vaccinare bambini?-
Darcy sospira - Con tutto il rispetto, lei ci avrebbe creduto?-
Tony la fissa, la fissa e la fissa - Certo, se avessi usato la voce lacrimevole come ti avevo detto di fare. Sei scoppiata a ridere a metà palla…- scrolla la testa - …Un vero errore da principianti.-
Svuota due tazze di caffè ed è pronto ad attaccare la terza quando Darcy glie la toglie di mano e con il pollice  gli pulisce la guancia da un baffo di grasso - Spazio personale.- borbotta mentre la ragazza cerca di spogliarlo a strattoni  - E molestie sessuali.-
Alza le braccia e Darcy dopo avergli sfilato la maglietta , gli allunga una camicia -Che devo farci con questa?-
-Indossarla.-
-E perché?-
-Fury.-
Tony alza gli occhi al soffitto adorabilmente pensoso mentre Darcy decide di usare le maniere forti. Lo aiuta a infilare la camicia come farebbe con un bambino e brontolando chiude uno ad uno i bottoni - Non pensavo che lei fosse davvero come la dipingono i giornali.-
-Oscenamente bello e intelligente?-
-Difficile da gestire come un bambino di tre anni.- Tony sporge il labbro inferiore donandole uno sguardo tristissimo -Facciamo due e mezzo.-
-Sei nervosa, come mai sei nervosa?-
-Io non sono nervosa.-
-L’appuntamento al buio non è andato bene?-
Lo sguardo di Darcy si fa simile a quello di un cervo illuminato da i fari di un auto e Tony sente lo spirito della comare che c’è in lui ardere con la potenza di mille soli. Le si avvicina di un passo  piegando la testa  - Che è successo? Racconta.-
-Le posso solo dire che all’antipasto il tipo  aveva già tirato fuori la foto della sua ex fidanzata, una specie  di miss Patato…- Tony grugnisce per  trattenere una risata -…Incrociata con uno Yeti. Quando siamo arrivati al dolce avevo i braccioli e la ciambella visto che stavo affogando nelle sue lacrime.-
-Ha pianto?-
Darcy sospira mentre passa ad annodargli la cravatta.
-Non ci posso credere.-

 

The Bus

Nel giro di una settimana Phil ha consumato una scatola di tamponi d’ovatta e  una di analgesici. I due cazzotti in bocca che Tony gli ha rifilato per festeggiare il suo ritorno dal mondo dei morti non gli hanno solo rotto un ponte e scheggiato un dente, ma anche scatenato un mal di testa bestiale.
Sputa sul palmo della mano di Simmons mentre Fitz, dall’altra parte del tavolo, arriccia il naso disgustato. L’ovatta è pulita  per la prima volta in sette giorni e l’agente la controlla soddisfatta - Apra la bocca per piacere.-
Phil apre la bocca e tira indietro la testa per permettere a Simmons di controllare lo stato delle sue gengive con uno specchietto odontoiatrico -Molto bene signore, direi che per cena può tranquillamente ordinare un cheeseburger.-
Phil tira un sospiro di sollievo, dopo una settimana passata a mangiare roba frullata stava iniziando a sentirsi molto più vecchio di quanto non sia -Ha una carie però, dovrebbe contattare al più presto il suo dentista.-
-Simmons.- farfuglia Phil con la bocca spalancata per non morderla.
Tornato in ufficio  si sciacqua la bocca per eliminare il sapore fastidioso del cotone e come sempre evita accuratamente di guardarsi allo specchio. Non per i due tagli al labbro inferiore , ma per l’aria infelice che da questi due mesi a questa parte non riesce proprio a togliersi di dosso e che ha spinto tutti i suoi sottoposti, compresi Fitz e Ward a chiedergli cosa c’è che non va.


E’ che sono passati due mesi, ma fa male come se fosse il primo giorno.

 

SHIELD
(Sala riunioni)

Non credo che ci rivedremo più, addio e dimenticami. Io farò altrettanto.
Kate ha trovato il bigliettino appallottolato nel cestino della camera da letto di Clint facendo ordine, così quando per la prima volta rivede Coulson due mesi, il suo primo impulso è quello di provare a stenderlo con un pugno, la seconda quella di inveirgli addosso.
Non fa nulla di tutto questo, ma quando Phil le si avvicina per salutarla, sfrutta la mole di Steve per mettere spazio fra di loro -Kate?- chiede perplesso l’agente mentre il Capitano si trova a venire spinto malamente fra di loro .
-Agente Coulson.-
-Capitano.-
Kate incrocia le braccia indispettita e nonostante più di uno sguardo si appunti su di lei -e su Coulson che sembra  capire  poco della sua reazione - non  spiccica  una parola di spiegazione.
-Che succede?- le chiede Steve piegandosi su di lei per parlarle in un orecchio.
-Niente.-
-Kate.-
Kate si volta. La pulce nell’orecchio che le hanno messo a pranzo e lì sta saltellando felice nel suo cervello quando incontra quegli occhi schifosamente blu che la osservano curiosi - Ecco, vedi…- comincia a spiegare sottovoce quando  l’Agente Carter fa il suo ingresso nella sala.
Avvolta in una tuta integrale di spandex che mette in risalto le sue forme da urlo, l’agente si ferma accanto a Steve sorridendogli ammiccante - Salve Capitano.-
-Salve Agente Carter.-
-Salve agente Carter.- gli fa eco Kate con una vocina in falsetto.
-Mi stai prendendo in giro?- le chiede Steve e la ragazza si porta una mano al petto con gli occhi comicamente sgranati - Si,tu.-
-No assolutamente, perché dovrei prenderti in giro?-
Steve sospira  e Tony, dall’altro lato della stanza, ride quando Kate finge di pulirgli la bava dal mento - Ehi.- si china su Darcy -Quant’è che  quei due si decideranno di mettersi assieme sul serio?-
Darcy alza le spalle sorridendo - Non lo so.-

 

“Sospettiamo che Ian Quin si sia legato all’HYDRA. Molti agenti di spicco dell’organizzazione sono stati visti entrare o uscire dal grattacielo Quin a diverse ore del giorno e della notte. Quin stesso è stato fotografato assieme a Madame HYDRA e sembravano andare molto d’accordo.”

 

Le diapositive proiettate sulla parete di fondo della sala mostrano Quin intento a  frugare nella procace scollatura della signora. Fury, onde evitare commenti sarcastici da  parte di qualcuno (Stark) clicca velocemente sul mouse per cambiare foto.  Kate alza entrambe le sopracciglia  mentre Steve, dietro di lei, si china per parlarle in un orecchio - Mi ha catturato una volta.-
-Davvero?- gli chiede la ragazza girandosi verso di lui.
-Sì, all’epoca era intenzionata ad avvelenare le acque di New York.-

 

“Consiglio quindi a tutti la massima attenzione. L’HYDRA non è più potente come un tempo, ma non è sconfitta.”

 

SHIELD
(corridoi)

Non è così che Darcy immaginava la vita dell’assistente personale di un supereroe. Ok, secondo i fumetti, Alfred non aiuta mai Batman nelle sue avventure, al massimo lucida l’argenteria mentre il suo padrone  è in giro a spaccar culi , ma fare le fotocopie è così degradante.
Tira fuori la tesserina e raccoglie i fogli in un mazzetto. Non ha capito la metà di quello che ha sbirciato, e quella metà che ha letto le ha fatto storcere il naso. Qualcosa chiamata HYDRA  sta costruendo qualcosa visto che sono spariti materiali per svariati miliardi di dollari, ma nessuno sa dove e cosa.
Esce dalla sala fotocopie intenta a ficcanasare, infondo è nel suo club del libro è sempre la prima trovare la soluzione dei gialli, cammina spedita e a testa bassa,    non si accorge quindi di stare per  finire dritta fra le braccia di -Dottor Banner!-
Una pioggia di fogli le casca sui piedi mentre l’uomo l’afferra per le braccia per evitare che finisce per terra di sedere. Bruce le sorride divertito e Darcy sente una colonia di farfalle fare a cazzotti nel suo stomaco.
- Lo sa che quando sorride ha delle adorabile rughette ai lati degli occhi?-
Bruce solleva un sopracciglio divertito - Sì, capita quando invecchi.-
Darcy scrolla la testa e arrossisce fino alla radice dei capelli. Non è mai stata tipo da badare troppo alle parole, ma Bruce Banner ha il dono di scucirle ogni freno e di farle dire ogni cosa le passi per la testa.
-Scusi.- Si raddrizza con un colpo di tosse e si china per raccogliere i fogli.
Sbatte la testa contro quella di Bruce, già accucciato che scoppia a ridere tenendosi il bernoccolo con entrambe le mani - Ehi, piano che ho una certa età!-

Brooklyn
(Williamsburg)

 

Mike Peterson dorme raggomitolato nel sottoscala di una palazzina di sei piani quando  LORO si fanno sentire. Non ha mai creduto davvero di essere riuscito a scappare, ma dopo due mesi di vita vagabonda il pensiero che si fossero dimenticati di lui aveva iniziato a martellargli nella testa.

Vuoi vedere tuo figlio? Lampeggia la scritta a margine del suo campo visivo.

Mike infila una mano in tasca e rapidamente scrive  di sì sul taccuino che si è trovato in tasca il giorno del risveglio. Quando dopo aver spintonato Ian che gli aveva appena donato la protesi per la gamba si è lanciato verso la prima finestra utile.

Questa volta farai qualsiasi cosa ti diciamo?

Di muovo Mike scrive di sì sul suo taccuino.

Portaci gli Avengers  e potrai vedere tuo figlio.

 
Brooklyn
(Blue Bell Pub)

Clint asciuga l’ultimo boccale della serata e voltandosi l’appoggia sullo scaffale.
Il Blue Bell non chiude mai le porte prima del mattino,  ma è sempre una serata fiacca quella di domenica quando la porta si apre non è una luce rosata a fargli strizzare gli occhi, ma quelli di fare di passaggio.
-Signore siamo …-
L’uomo che occupa da solo tutto il vano della porta ha la pelle del viso increspata da un ustione terribile che gli ha arricciato in maniera grottesca un angolo della bocca  e una protesi meccanica al posto di una gamba.
Clint trattiene la presa al manico del boccale mentre l’uomo entra all’interno del pub e fissa su di lui lo sguardo -Il locale è chiuso.-

-Agente di livello sette Clinton Francis Barton[*]. Nome in codice Hawkeye.-


Brooklyn
(Down under Manhattan  Bridge overpass aka DUMBO)

L’appartamento di Natasha Romanoff sorge all’interno di una fabbrica di televisori dismessa. Quattro stanze disposte a soppalco su una vecchia catena di montaggio in disuso sono  quanto più vicino ad una vera casa Natasha ricorda di aver mai avuto e di cui è dannatamente orgogliosa.
Non che sia nulla di speciale, anzi, lo si potrebbe quasi definire spoglio.
Non ci sono tendaggi, piante d’appartamento a rendere l’aria più profumata e Black, il gatto che Clint le ha regalato per la festa delle zitelle del 2008, si è rifatto le unghie ovunque tranne sul suo tiragraffi,  ma ci sono le  foto e non c’è nulla che una foto non riesce a rendere più bello.
La prima volta che ha messo piede nel suo appartamento, perfino quel frivolo di Stark è rimasto affascinato dalle pareti letteralmente ricoperte di foto attaccate quasi una sull’altra con le puntine o con pezzi di nastro adesivo e che rendono la sua abitazione  un caleidoscopio di immagini .
In silenzio si è fatto il giro delle stanze, chiedendo dove fosse scattata una o l’altra foto, senza nemmeno notare la biancheria che Natasha aveva dimenticato sul letto o la tristissima cena da single che stava consumando davanti alla televisione.
-E’ un bel posto dove vivere questo.- le ha detto alla fine e per la prima volta da che lo conosce, Natasha gli ha sorriso.

Natasha è rientrata da solo dieci minuti e ha ancora su la giacca quando  qualcuno bussa alla sua porta. Black il gatto sta miagolando come un forsennato fra i suoi piedi e lei sta combattendo con la rotella dell’apriscatole che non vuole saperne di girare.
-Un secondo Clint.-
Perché non può essere nessun’altro se non Barton.
-Un attimo ho detto.-
Altri colpi, colpi forti e prima che Natasha possa rendersene conto la porta viaggia attraverso il salotto e si spacca contro il muro di fondo. Una volta Steve ha fatto una cosa del genere con un sacco da boxe, ma  non crede che sia lui.
Un uomo di colore avanza fra la polvere dei calcinacci. Ha una metà del viso ustionata e la bocca tirata in un ghigno innaturale.
Black, il gatto,soffia  drizzando il pelo.

- Agente di livello sette Natalia Alianovna Romanova[*]. Nome in codice Black Widow.-

 

Brooklyn
(Blue Bell Pub)

Quando Phil varca la soglia del Blue Bell il desiderio di vomitare che l’ha assalito nel momento in cui ha risposta alla chiamata di Hill si fortifica al punto che deve fermarsi per riprendere fiato. Il pub che Clint gli ha detto essere il suo orgoglio è ridotto ad un campo di battaglia e sangue è sparso ovunque.
Fitz e Simmons sono intenti a fare i rilevamenti del caso mentre May lo fissa  - Esci prima di svenire.- Phil le rivolge uno sguardo sprezzante, ma non c’è scherno sul suo fiso, anzi - Me ne occupo io. Prenditi un momento per ricomporti.-
Phil esce in strada, grato come non mai di quella notte di sbronza che lo ha spinto a rivelare il suo segreto a Melinda, e l’aria fredda del mattino lo schiaffeggia facendogli lacrimare gli occhi. Si appoggia ad una  cassetta delle lettere prima con una mano, poi con entrambi i gomiti e alla fine scivola in avanti con la testa per premere la fronte sulle dita intrecciate.
Non è il momento di farsi prendere il panico idiota! si sibila contro.
-Coulson.- risponde distrattamente al telefono con qualche secondo di ritardo rispetto al solito. La voce dall’altra parte della linea è così scossa da essere irriconoscibile.
-Agente Coulson sono Darcy.-
Phil alza la testa - Darcy non è il momento.-
-Signore, non riusciamo più a trovare il signor Stark.-
- Si sarà imboscato come al solito.-
Darcy sospira (o singhiozza?) prima di parlare - No signore, qualcuno ha distrutto la sua Audi e l’ha portato via assieme all’armatura che aveva nel bagagliaio. Quella che si porta sempre dietro per le emergenze.-
Phil si sfrega le labbra spaccate con la mano libera - Ok, grazie. Me ne occupo io.-
Non fa a tempo a riattaccare che il cellulare squilla ancora.
-Coulson.-
-Coulson abbiamo perso le tracce anche di Rogers, Banner e Bishop oltre a quelle della Romanoff..-
Simmons esce dal pub tenendo fra le mani il suo palmare, si guarda attorno e  si blocca alla vista di Phil aggrappato alla cassetta delle lettere. Sembra un naufrago alla deriva su una zattera.
 - Signore?- lo chiama avvicinandosi.
Phil abbassa lentamente il cellulare mentre la giovane agente gli va a lato - Signore che succede?-


-Hanno rapito gli Avengers.-

 FINE CAPITOLO:

Sono di corsa, ma ci tengo, come sempre a ringraziare ALLEY E GOSA per i loro commenti a questa storia.

 

 

 

Note e Disclmaers:

 

[*]E’ il nome completo di Clint.

[*] E’ il vero nome di Natasha.

 

 



 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


A Gosa per i suoi commenti a questa storia.
Grazie mille.

 

 

 

 

 

The bus.

Spazzatura, è così che vengono definiti buona parte di programmi televisivi di oggi. Sesso, violenza e ancora sesso, ogni giorno non c’è qualcuno che non si lamenti che quei bei programmi che facevano tanto bene all’educazione dei bambini e ridere intere famiglie non ci sono più. I reality show hanno preso il sopravvento e anche se le lamentele fioccano ad ogni nuovo programma sui generis, tutti sono curiosi di vedere quanto in basso può cadere una persona se messa in condizione di scoppiare come una bomba.
Phil osserva il logo rosso a sfondo nero e pensa che chiunque sia stato ad inventarsi una cosa del genere ha una mente perversa, ma anche, deve ammetterlo, geniale. Alle cinque del mattino, ogni televisione americana è stata invasa dallo stemma dell’HYDRA, il teschio tentacolato in campo nero e una voce  elettronica ha annunciato il via di un programma televisivo sponsorizzato da madame HYDRA in persona. Alle otto il teschio si è spostato ad un angolo dello schermo, mostrando l’immagine di Stark e gli altri che grazie a delle pedane spuntavano nel bel mezzo di una foresta a coppie di due.
-Le regole del gioco sono semplici. Avete tre giorni di tempo per arrivare al centro di essa e salvare il vostro amico.-gli Avengers, e gli spettatori da casa, hanno visto una specie di finestra aprirsi in cielo Capitan America comatoso racchiuso in una cella  a picco su un mare di lava ha strappato più di un ansito sorpreso. La reazione di ognuno  a quella vista, ha scoperto Phil, è stata trasmessa più di una volta alla nazione intera con in sottofondo di risate registrate - I telespettatori da casa chiamando il numero in sovrimpressione potranno fornirvi le armi con cui siete stati catturati. Quelle che avete ora sono il minimo perché non moriate subito.-
Kate ha notato Phil riguardando le immagini sul computer,  ha sulle spalle lo scudo di Steve che le sta così grande che quasi le arriva alle cosce. Clint ha la faretra, ma non l’arco. Tony un guanto della sua armatura e uno stivale mentre Natasha un  pugnale infilato in una guaina legata alla coscia. Il dottor Banner stava osservando scettico una fiala verde oliva infilata in una siringa quando è stato inquadrato .

-CHE DIAVOLO SPERI DI OTTENERE CHIUNQUE TU SIA?-

-Quello che spero di ottenere signor Stark è dimostrare che non c’è niente che un uomo ami di più che vedere i suoi idoli cadere in basso.-

 

-Riesci a capire da dove trasmettono?-
Skye ha gli occhi cerchiati di nero e le guancie pallide mentre alza lo sguardo verso di lui.  L’ha buttata giù dal letto alle cinque del mattino, praticamente all’alba per lei, e  sono dodici ore che non le permette di alzarsi se non per andare in bagno - Le immagini passano da un server fantasma all’altro, potrei stare qui fino alla fine dei miei giorni senza riuscire a capire dove si trovano.-
-Io forse ho un idea.-
Simmons  è ferma davanti al monitor incassato alla parete con una mano sollevata quando Phil si volta verso di lei. Sta osservando un fermo immagine di Banner  che avanza nella foresta al seguito di Natasha.
-Cosa?-
-Potremmo cercare di riconoscere le piante che li circondano.-
-E con  questo potremmo capire dove sono?-
-Esattamente signore.-
-Fallo.-


???
(Clint Barton e Kate Bishop)

Lo scudo di Capitan America è molto più leggero di quanto si pensi. Kate quasi non lo sente mentre avanza nella foresta piegando bene le ginocchia  per non rimanere impigliata da nessuna parte - Stiamo andando dalla parte giusta secondo te?-
Clint si ferma a qualche passo di distanza da lei. Ha il lato destro del viso completamente scorticato tanto da non riuscire a tenere l’occhio aperto e le croste fresche attirano ogni tipo di insetto -Da quello che si è visto Steve è appeso sopra ad un mare di lava, no?-
Kate annuisce mentre cerca di pulirgli la ferita con il fazzoletto che ha bagnato nella fonte d’acqua che hanno trovato qualche chilometro più giù -  Quindi credo che quella montagna che si vede là in fondo sia un vulcano.-
Clint preme sulla ferita la stoffa fresca del fazzoletto e torna a procedere in un tintinnare di frecce nella faretra - Vorrei trovare gli altri prima di arrivare, ma non credo che saremmo così fortunati. Chiunque c’ha portato qui vuole vederci morire uno dopo l’altro e lo sa che insieme siamo più che pericolosi anche senza armi.-

 

???
(Tony Stark)

Come previsto da Clint la montagna che si nota dalla foresta è un vulcano e Steve si trova al suo interno. Un po’ volando e un po’ cadendo, Tony l’ha raggiunta immediatamente e ora se ne sta appollaiato sul sostegno in ferro della gabbia nella speranza di capire come fare per aprirla senza che questa si sganci e faccia cadere Steve.
-Tony?- chiama questo debolmente e  Tony va ad affacciarsi con la testa strappandogli un sorriso -Dove sono gli altri?-
-L’isola dove ci troviamo è piuttosto piccola, ma credo che ai ragazzi, camminando ci vorrà comunque un po’ per arrivare qui.- Steve annuisce sconsolato - Sempre che Hulk non se li prenda tutti sotto braccio  e inizi a correre.-
Steve scoppia a ridere e immediatamente porta una mano alla testa - Non farmi ridere!-

 

The bus.

-Hai sentito che ha detto Stark?-
-Sono su un isola e in mezzo all’isola c’è un vulcano.-
Simmons annuisce da sopra il tavolino olografico mentre Skye agguanta la tazza di caffè che Coulson le ha portato in un moto di umanità e Fitz, sempre impegnato a mangiare mentre lavora,  sgranocchia rumorosamente  una manciata di popcorn.
-Dev’essere un vulcano attivo.- riflette ad alta voce l’ingegnere.
-Questo non restringe di molto il campo.-
-Su un isola.- specifica Skye.
-Questo lo restringe.-

???
(Natasha Romanoff e Bruce Banner)

-Siediti.-
Bruce sbuffa affaticato e mortificato assieme. Appoggiato di sedere ad un tronco di un albero sta cercando di riprendere fiato da una decina di minuti buoni, visto che da bravo topo da laboratorio non è fatto per un attività fisica  maggiore al farsi il caffè la mattina.
-Mi dispiace.- si lascia cadere a sedere mentre Natasha gli si accuccia accanto.
Le mani sulle ginocchia il mento fra di esse e i lunghi capelli rossi a coprirle la schiena a riccioli fino alla vita, sembra quasi una bambina.
Bruce le sorride e Natasha gli rivolge uno sguardo perplesso.
-Cosa?- gli chiede.
-Sono poche le volte che ricordo che sei solo una ragazza infondo.-
Natasha piega la testa verso una spalla per poi scrollarla - In realtà, dottore, sono molto più vecchia di quello che sembro.-
Bruce la guarda stranito e Natasha gli sorride di un sorriso realmente divertito. Uno di quelli che, fino ad ora, probabilmente può dire di aver visto solo Clint o al massimo Coulson  -Quanti anni ho secondo te?-
Bruce la fissa pensoso -Non so.- si chiude nelle spalle - Trenta? Trentuno?-
Natasha gli prende il viso fra le mani e mentre Darcy, a casa, spezza una matita per i nervi, lo avvicina a per sussurrargli in un orecchio.

 

-In realtà, dottore, sono molto più vecchia di te.-

 

???
(Clint Barton e Kate Bishop)

Nonostante i rami degli alberi creino un ombra protettiva, il caldo è atroce. Kate sente lo scudo sulla sua schiena farsi di secondo in secondo sempre più caldo e ha la sensazione, che a breve, farà la fine della tartaruga  cotta nel suo guscio. Clint si ferma per asciugarsi la fronte con il dorso della mano, sono stati fortunati a trovare quella fonte d’acqua o a quest’ora starebbero delirando per la disidratazione.
-Ci fermiamo un pochino?-
-Sì, un pochino.-
Kate si lascia cadere seduta a terra e Clint la segue poggiando una spalla contro la sua.
-Credi che Steve stia bene?-
Clint spinge la fronte contro la sua - Certo, è di Capitan America che stiamo parlando, a quest’ora starà cercando di allargare le sbarre come Bender*.- Kate ridacchia -Non temere, il tuo principe in tutina azzurra non è così facile da battere.-

-Lo stesso non può essere detto da voi.-

 

The bus.

Phil non sa cosa lo stia trattenendo dall’urlare verso lo schermo.
Kate rotola in avanti, protetta dall’attacco verso di lei dallo scudo che ha alzato all’ultimo secondo a coprire la testa tirando le bretelle verso il basso e Clint si trova da solo ad affrontare un uomo vestito completamente di nero e con la porta inferiore del viso coperta da una maschera.
-Non è possibile.-
-Signore?-
-L’ho spinto io stesso giù da quel burrone.-
Phil sposta lo sguardo verso Melinda che automaticamente porta una mano al ventre. Ward, che la guarda perplesso come gli altri, sa che li ha una profonda  cicatrice da taglio.
-Coulson vuole spiegare anche a noi chi è quel tizio?-
-Quello è Soldato d’Inverno…- la voce di Phil è roca per la sorpresa -…Uno degli agenti più spietati dell’HYDRA.-
-Dato per morto da circa cinque anni dopo uno scontro con noi due e Barton.-
Lo sguardo di tutti è su Melinda  e la sua espressione costernata.

 

???
(Clint Barton e Kate Bishop)

 

-Kate posa lo scudo e corri.-
Kate si tira su a fatica impicciata dallo scudo, gli occhi azzurri dello sconosciuto sono fissi su di lei, avidi come quelli di un leone che ha appena puntato una preda - Chi è?-
-Qualcuno che a quanto pare non muore nemmeno se l’ammazzi.-

 

 

FINE CAPITOLO.

 

Ovviamente anche se in questa storia è presente Soldato d’Inverno, non si rifà assolutamente al film di Capitan America xD Quindi leggete tranquilli, la storia l’ho scritta e finita mesi fa.

 

DISCLAMERS:

 

Ora posso scrivere questa disclamer senza spoilerare troppo.
TRAMA LIBERAMENTE ISPIRATA ALLA TRILOGIA THE HUNGER GAMES.

*Bender: Il robot ubriacone di Futurama.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


 

 

Pendleton_Oregon
-5 anni prima-

 

La missione semplice che finisce in tragedia è quello che  Phil Coulson odia  più di qualsiasi altra cosa al mondo. Per questa ragione, quando atterra malamente sul marciapiede non è alla spalla che scrocchia dolorosamente che pensa ,non subito almeno, ma al rapporto chilometrico che dovrà fare per spiegare per quale motivo una semplice missione di protezione è diventata un massacro. Melinda K.O. anche lei, sputa un grumo di sangue e saliva che si apre come una rosa fra le sue mani piantate a terra. Si guardano e come al solito  non gli serve parlare per capire che sono  nella merda fino al collo.
Fra il fumo e le fiamme dell’auto distrutta la sagoma di Soldato d’Inverno è ancora visibile. Se ne sta fermo quasi a rimirare il suo lavoro, con le braccia lungo i fianchi e il capo appena sollevato.

Sollevato?
Phil segue lo sguardo dell’uomo e sul tetto, con il sole alle spalle, Clint prende la  mira con calma. Perché è questo il bello  di uccidere qualcuno guardandolo da lontano, quei secondi di calma prima che la consapevolezza di essere un assassino monti. Clint incocca la freccia, Soldato inclina la testa e Phil non può credere a quello che sta vedendo.
Clint quasi lascia cadere l’arco quando il suo obbiettivo, dopo aver attraversato la strada, punta dritto verso l’edificio su cui è appollaiato, ma invece di imboccare il portone, si attacca alla parete con entrambe le mani.
Una cosa del genere solo Spider Man dovrebbe saperla fare.
-BARTON!-
Clint non risponde alla trasmittente, ed è allarmante visto quanto è logorroico.
-BARTON SCENDI!-
May si alza, stordita dall’esplosione dell’auto del governatore della California saltata in aria come petardo, si tocca il lato destro del viso. Dall’orecchio cola un rivolo denso di sangue che le macchia il colletto della tuta. Phil si tira in piedi a fatica e dallo sguardo che Melinda gli rivolge,  e dalla mancata percezione dei suoi a destra, si rende conto di essere nella stessa condizione.
-BARTON!- urlano assieme mentre l’arciere sul tetto cerca di combattere come gli hanno insegnato ovvero scoccando frecce a ripetizione. In piedi sul cornicione cerca di puntare alla testa di Soldato, di trapassargliela da cima in fondo, ma questo si sposta  troppo rapidamente perfino per uno come lui.

 ???
(Clint Barton_Kate Bishop)

 

 

Aver la fama da assassino a distanza a volte è fin troppo utile. Clint non può non notare il lampo di sorpresa negli occhi di Soldato quando riesca a schivare il suo gancio largo e con un colpo di reni cerca di colpirgli il viso con entrambi i piedi proiettandosi verso di lui con tutta la forza.
Sul bus  Simmons saltella eccitata aggrappata ad una manica del magione di Fitz, e May sussurra ad uno sconvolto dall’impotenza Coulson un -Gli hai insegnato bene, eh?-
Phil accenna un sorriso tirato, aveva diciotto anni Clint Barton quando lo SHIELD lo ha reclutato e diciannove quando gli è stato affidato. Sì, può dire di essere stato lui ad avergli insegnato le basi del combattimento corpo a corpo, ma quello che Clint sta mostrando, per lo più, è farina del suo sacco.
Clint sfila una freccia dalla faretra che gli sbatte sulla schiena ad ogni movimento, la impugna come un arma bianca e da come gli occhi di Soldato si stringono, si capisce che sta sorridendo divertito.

-Che ti ridi?- gli chiede Clint ansimando .

Soldato accenna ad un punto dietro di lui con un cenno della testa, Clint aggrotta la fronte e si volta e in quel preciso momento Soldato gli balza addosso. Clint non fa a tempo a vedersi perso che si accorge che sono i piedi della spia a colpirlo. Casca all'indietro come un sacco e Soldato prende a correre in quella direzione.
La direzione presa da Kate quando ha deciso di obbedirgli e scappare.

 

-FIGLIO DI PUTTANA!-

 

Kate non si è allontanata molto quando uno strattone allo scudo , che non ha voluto abbandonare, la spedisce a terra di schiena. Scivola per qualche metro e tramortita dal colpo, rimane un attimo a fissare quel piccolo fazzoletto di cielo azzurro.
Si tira a sedere e Soldato è lì, a torreggiare su di lei - Cazzo.- mormora facendo appena a tempo a togliersi lo scudo dalle spalle per parare il diretto al suo viso. Sente i polsi, i gomiti, le spalle dolore per via della forza del colpo che crea un clangore di ferro contro ferro e quando Soldato tira indietro il braccio per il secondo colpo, Kate sa che quello scontro sarà l'ultimo della sua vita, ma non sa che lo schermo in cielo lo sta proiettando a favore di tutta la squadra.

 

Pendleton_Oregon
-5 anni prima-

Le ruote destre del furgoncino fanno saltare la ghiaia a lato della stradina mentre, sul cassone, Clint impreca aggrappato al tettuccio dell’abitacolo. E’ riuscito a scappare allo scontro con Soldato d’Inverno lanciandosi nel vuoto con un balzo all’ultimo secondo. Usando una delle sue frecce a espulsione di corda ha evitato di fare la fine della frittata, ma è comunque caduto per due metri buoni su un terrazzino.
-SIGNORE!- urla menando un pugno sul metallo arroventato dal sole.
Phil si scusa a denti stretti mentre cerca di rimettere l’auto in carreggiata. Accanto a lui, Melinda, ferita da uno dei micidiali pugnali di Soldato, geme debolmente aprendo gli occhi scuri. -Coulson.- bisbiglia.
Phil vorrebbe dirle che andrà tutto bene, che non deve preoccuparsi di nulla, ma sa che sarebbe inutile. Quello che li sta inseguendo incazzato nero con loro per essere stato visto mentre terminava una missione è il miglior assassino dell’HYDRA.
La gip che Soldato ha rubato sperona per l’ennesima volta il fianco del furgoncino,  Coulson sterza bruscamente e Clint bestemmia frenetico mentre cerca di tenersi. Soldato gli punta addosso i gelidi occhi azzurri e prima che Clint possa capire quanto è nella merda,  uno spruzzo di sangue si apre sul lunotto posteriore alle spalle di May e Coulson che si voltano assieme.
-Barton ti ha ferito?-
Clint geme e Phil sente  il sangue ghiacciarsi nelle vene.
-CLINT RISPONDIMI!-
Clint ricorderà questo come il momento in cui per la prima volta in cui Phil Coulson l’ha chiamato per nome - Colpo di striscio al fianco signore.-
Phil  cerca di vederlo sporgendosi - Ho un idea, cerca di tenerti più forte che puoi.-

???
(Tony Stark e Steve Rogers)

 

Nonostante la ferita alla testa a stordirlo Steve sbraita verso Tony intento a sbloccare le cerniere della gabbia che lo intrappola. Tony lavora lentamente, stando bene attendo ad ogni rumore proveniente dalla struttura per paura che il bussolotto che avvolge Steve se ne caschi come un sasso nella lava.
-CAP SMETTILA DI GRIDARE!-
-IO NON STO GRIDANDO!-
-NO INFATTI, URLI SOLTANTO COME UN GORILLA.-
Sullo schermo in cielo, Kate sta vendendo cara la pelle. Come Clint è stato addestrato per i primi tre anni da recluta da Coulson, lei è stata addestrata da Clint che non le ha soltanto insegnato a tirare con l'arco.
I due la vedono puntare i piedi all'ultimo secondo per frenare con tutta la forza un attacco portato con lo scudo che Soldato le ha strappato dalle mani e poi rotolare fuori dalla sua portata riprendendo fiato dalla bocca sporca di sangue.
-Hanno detto che chiamando la gente può aiutarci, perchè non le mandano l'arco e le frecce?- chiede  Steve con lo sguardo fisso allo schermo.
-Perchè il tizio che ha combinato tutto questo ha ragione Capitano.- Steve lo guarda perplesso -Non c'è niente che la gente ami di più che vedere chi crede superiore in qualche cosa cadere nel fango.-
Kate, sullo schermo, raspa la terra mentre cerca di tirarsi in piedi, ma Soldato è fin troppo veloce, l'afferra per la cintura dei pantaloni e la solleva con una mano sbattendola contro il ramo basso di un albero come se fosse un pallone.
-Non ci credo.-
-Credici amico.-
Steve digrigna i denti mentre si specchia negli occhi nocciola di Tony . Non lo sta prendendo in giro, non stavolta almeno, lo capisce dalla nota di gelida rassegnazione che riesce a scorgere in lui.
-Tony spostati.-
Tony alza un sopracciglio, e si fa di lato.
-VOI!- urla Steve - Quella che vedete combattere non ha nulla a che fare con noi. Non è stata mutata in un laboratorio, non è un genio delle scienze, non è niente di tutto questo.-
Sullo schermo passa l'immagine di un piccolo paracadute color argento con lo stemma dell'HYDRA impresso che si apre in cielo e plana dolcemente verso Kate. E' una faretra colma di frecce che la ragazza vede atterrare ad una decina di metri da lei. E' stata la telefonata di Darcy a mandargliela.
-Ha solo ventiquattro anni, una collezione davvero imbarazzante di DVD della Disney e una passione smodata per la cioccolata che si nasconde da sola quando decide di mettersi a dieta.-
Steve non sa nemmeno lui che sta dicendo, non si accorge dell'espressione addolcita sul viso di Tony che per la prima volta da che si conoscono non sembra sul punto di prendersi gioco di lui. Sa solo che deve fare qualcosa a vedere Kate venire massacrata a quel modo senza poter far niente per aiutarla.
-Vorrebbe saper cucinare , ma non è capace di seguire una ricetta. Una volta ha confuso lo zucchero con il bicarbonato e il caffè faceva le bolle. -
Kate sullo schermo cerca di usare una freccia come un pugnale ma si ritrova a venir afferrata per il collo e sollevata in aria come una bambola.
-Immaginate che sia vostra figlia, vostra sorella, la vostra migliore amica, la vostra vicina di casa che è finita quasi per sbaglio in un qualcosa più grande di lei.-

 

“Avevo quindici anni quando sono stata aggredita * e  Clint mi ha salvato.”
“Ed è per questo che sei diventata un Agente?”
“Volevo stare vicino a lui.”

-Vi prego!-

Un secondo paracadute plana sulla scena del combattimento. E’ un arco compound nero, l’arco di Clint che viene raccolto al volo da quest’ultimo in arrivo di corsa giù per una scarpata. Tony urla verso lo schermo in cielo, Steve sorride così tanto che sembra brillare di luce propria mentre Darcy abbraccia Pepper in uno slancio di pura euforia.
Clint si ferma solo per scoccare la freccia che si pianta sul braccio sinistro di Soldato.
Questo piega leggermente la testa per guardarlo non accorgendosi del sorriso sul viso di Kate ha la stessa nota di trionfo di quello di Clint.

 

???
(Bruce Banner e Natasha Romanoff)

-Natasha?-
Natasha fissa lo schermo in cielo con un espressione che Bruce non le credeva capace. Le appoggia una mano sulla spalla, stringe con delicata fermezza e la donna si gira verso di lui battendo le palpebre come se si fosse appena risvegliata da un sogno ad occhi aperti.
-Che succede Natasha?-
-Quello…- Indica lo schermo –…Quello è mio marito.-

 

 

FINE CAPITOLO:

Clint è senza dubbio il mio personaggio preferito e trovo sempre il modo per fargli fare bella figura. Sarà perché in The Avengers ha avuto così poco spazio xD

NOTE E DISCLAMERS

*Secondo i fumetti, Kate subisce uno stupro. Nella storia, Kate viene salvata da Clint da qualcosa di più lieve.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


 

???

L’esplosione causata dalla freccia è così forte che Kate vola letteralmente all’indietro fra le braccia di Clint che finisce seduto a terra sotto al suo peso. Si tirano a sedere assieme mentre Soldato giace in un mucchio, fumando dalla spalla sinistra come un fuoco da campeggio su cui hanno versato dell’acqua sopra.
Clint spinge una mano sulla schiena di Kate -Andiamo.-  cerca di farla alzare facendo forza sui reni  per  mettersi in piedi assieme a lei – Era il braccio meccanico, non gli ho fatto nulla.-
Infatti la testa scura di Soldato si alza e il  suo viso si sporge oltre la spalla sinistra, Kate ne ha visti di sguardi incazzati, ma quello che l’uomo a terra le rivolge potrebbe anche ghiacciare un tizzone dell’inferno.
Risalgono la scarpata da cui è venuto Clint tenendosi per mano per essere sicuri di non lasciarsi indietro a vicenda -Si può sapere chi diavolo è questo tizio?- chiede Kate con il poco fiato che la corsa e le costole sbriciolate le lascia a disposizione.
-Lo chiamano il Soldato d’Inverno.- le spiega Clint più o meno nelle sue condizioni - E’ un agente HYDRA.- si guarda attorno alla ricerca di una direzione da prendere. Kate si sistema per bene lo scudo sulla schiena, Clint infila il braccio fra la corda e il corpo dell’arco  per metterselo in spalla.
-A destra.-
-Come fai a conoscerlo?-
Clint intreccia le dita  per fare da scaletta e Kate punta il piede appoggiandogli le mani alle spalle - Perché c’ero quando Coulson ha speronato la sua auto e l’ha buttato in un burrone di trenta metri.-
-Se l’è legata al dito.- ansima Kate mentre cerca di issarsi a forza di reni sul ramo a cui si è aggrappata.
-Più di quanto m’aspettassi da una spia assassina.-

 

In realtà Soldato d’Inverno ha dimenticato il volo che Coulson l’ha costretto a fare, ma non lo scudo che Kate porta sulla schiena.

 

Un vetro nel bel mezzo della foresta, Natasha usando le mani capire quando sia largo mentre Bruce, appoggiato ad un albero, cerca di riprendere fiato e un battito cardiaco decente. Dopo aver sganciato la bomba Natasha ha iniziato a correre e Bruce ha dovuto dare fondo a tutte le sue energie per non perderla di vita.
-Natasha.- ansima - Non faremmo prima a tornare indietro e provare a fare il giro lungo?-
Natasha non si gira, non sembra sentirlo.
-Natasha.- ripete Bruce -Natasha.-
Natasha finalmente si gira -COSA!?- scatta avvicinandosi ad ampie falcate al dottore che alza gli occhi verso l’alto con un sorriso quasi divertito -Guarda su.- Natasha corruga la fronte e Bruce è costretto a prenderla per le spalle per farla girare.
Kate e Clint sono appollaiati a circa dieci metri d’altezza sull’albero subito dopo il vetro che ha sbarrato loro la strada.
-Oh.- esclama la donna mentre Clint la saluta con una mano .


La calma non dura che pochi minuti e Clint sente tutto l’albero tremargli sotto i piedi ad ogni colpo che Soldato mena al tronco. Lancia uno sguardo a Kate  accanto a lui  che cerca di prendere la mira per piantargli una freccia in testa e quando fallisce le rivolge un espressione comprensiva. Anche lui ha fallito in passato un colpo del genere.
- Cerca di atterrare con i piedi, rotola e riprendi a correre.-
-Non possiamo correre per sempre.-
-Lo so, cercherò di trattenerlo  per bene stavolta. Tu nasconditi.-
Kate gli rivolge uno sguardo allarmato e Clint scrolla la testa - E’ un ordine Agente.-
-Non puoi più darmi ordini.-
Clint le rivolge un sorriso accattivante -No, ma posso lanciarti da qui.-
Kate non fa a tempo nemmeno a gridare che il suo corpo reagisce per lei. Atterra di piedi, si butta in avanti e grazie allo scudo, non si fa male a finire di schiena con tutto il peso del corpo. Si tira su e  dopo uno sguardo all’albero inclinato riprende a correre.
Clint ancora sul ramo  sospira sollevato mentre  Soldato sembra  deciso a rincorrere Kate.
-Sono io il tuo avversario bello.-
 

Ancora vetro  e  Natasha è quasi tentata di urlare per i nervi mentre Bruce si ferma - Dottore non mi dire che sei ancora stanco!- esclama voltandosi verso di lui. Bruce le indica qualcosa alla loro destra e quando Natasha si volta riesce solo a vedere l’albero cadere in un polverone e uccelli che s’involano spaventati.
-Clint.-
Torna indietro a rompicollo, scivolando  e  cadendo e quando  ritrova il punto dove ha visto Kate e Clint sull’albero trova il tronco abbattuto e il compagno di squadra impegnato a combattere non tanto per la sua vita, ma per impedire al nemico di  raggiungere la sottoposta.
Tipico di Clint Barton rischiare la vita per i pivelli.
-CLINT!- urla Natasha scagliandosi contro il vetro.
Clint alza gli occhi blu verso di lei nella pausa che precede un nuovo attacco da parte di Soldato che non bada a lei. Natasha ne segue i movimenti sentendo il cuore contrarsi ad ogni pulsazione.
Non sembra minimamente ricordarsi di lei.
-James!-

Clint ha la sensazione di avere ogni osso del corpo ormai in briciole quando Soldato, dopo averlo sollevato da terra per il collo lo sbatte per terra con tutta la forza di cui è capace. Inarca la schiena per riflesso in cerca d’aria e finalmente riesce a capire cosa Natasha sta gridando dall’altra parte del vetro che li separa.
Sta chiamando lui e - James?- fa eco.
-JAMES! JAMES SONO IO, SONO NATALIA! JAMES!-
Soldato si ferma per qualche istante, lo sguardo verso Natasha con entrambe le mani premute sul vetro e lo sguardo così addolorato da non sembrare quasi più lei.
-Chi è James?-

Kate riprende fiato seduta fra le radici di un albero, le mani poggiate al fianco sinistro e il viso arricciato in un espressione di dolore. Non ha mai avuto trappa resistenza alla corsa e le costole che quello stronzo le ha frantumato non la stanno sicuramente aiutando.
Usando la bocca per prendere più aria tenta di riprendere un ritmo respiratorio decente, me il dolore che le riempie le viscere di fiele ad ogni fiato non l’aiuta per nulla a calmare il respiro.
Si volta sporgendosi oltre il tronco dell’albero contro cui si è lasciata cadere e probabilmente è grazie all’adrenalina che le viaggia nelle vene se riesce ancora a sentire i rumori dello scontro fra Clint e Soldato.
-Coulson.- ansima - Devi trovarci. Per favore, sbrigati.-


THE BUS

 

Phil ha quasi l’istinto di accarezzare lo schermo dove Kate respira dalla bocca con la testa reclinata all’indietro e gli occhi chiusi -Sto facendo del mio meglio Kate.- mormora  solamente mentre, alle sue spalle, i suoi sottoposti stanno cercando di analizzare fotogramma per fotogramma la flora dell’isola.
-Saranno tutti morti prima che avremo finito.-
-Hai altre idee Ward?-
Phil si volta  a guardare sopra una spalla i due ragazzi della squadra fronteggiarsi come due galli in un pollaio. Simmons cerca di tirare verso di sé il compagno di laboratorio  mentre May  fa altrettanto con Ward strattonandolo per un gomito  senza la grazia tipica di Jemma nei modi di fare -Smettetela tutti e due!-
I quattro si voltano verso di lui assieme mentre Skye arricciata sul portatile borbotta a bassa voce e come sempre, quando è concentrata, fa spuntare un pezzetto di lingua dalle labbra.  Phil la guarda perplesso - Skye?-
-Coulson indovina chi ha ordinato nel corso di cinque mesi quasi due chilometri di pannelli di vetro.- gli occhi nocciola della ragazza brillano deliziati mentre alza lo sguardo verso il superiore che arrotonda entrambe le sopracciglia dando al viso un espressione confusa.
-Chi?-
-Ian Quin.-
Phil spalanca gli occhi memore dell’ultima riunione. Quin è un nuovo affiliato di quello scampolo dell’HYDRA sopravvissuta alla morte di Teschio Rosso, perché diavolo non c’ha pensato prima?
-Quin ha un isola privata.- riflette May ad alta voce.
-Ultima posizione?- chiede Ward a Skye.
-Grattacielo Quin a Manhattan secondo le ultime notizie.-
Coulson digrigna i denti - Andiamo a prendere quel bastardo.-

 

???

 

Tony afferra il paracadute che plana dolcemente verso di lui e speranzoso lo apre. Magari qualcuno l’ha visto bestemmiare dietro la serratura  della cella che trattiene  Steve e ha deciso di telefonare per dargli una mano. 
Srotola il pacchetto e  socchiude le labbra sorpreso - E con questa che ci dovrei fare?- sbotta.
Steve socchiude gli occhi sull’uomo seduto sulla sommità della sua cella - Cos’è?- gli chiede e  Tony infilando una mano attraverso le sbarre gli porge una siringa ipodermica.
-E’ una siringa.- mormora Steve girandosela fra le mani.
-Grazie Capitano , non ci sarei mai arrivato da solo.-
Steve ignora la frecciatina e dopo un momento alza la manica della felpa e scopre l’avambraccio. Apre e chiude il pugno un paio di volte, stringe e tende nella speranza di rendere visibile qualche vena - Che stai facendo Rogers?- gli chiede Tony .
-Una prova.-
Steve si pianta l’ago nella carne facendo rabbrividire Tony, profondamente avverso alle siringhe fin da bambino, e  tirando su lo stantuffo preleva il sangue necessario per riempire tutta la fialetta. Sfila l’ago e avvicinandosi alla porta della cella, infila la mano fra le sbarre e cerca di spingere la  siringa fino a metà corpo nel buco della serratura che Tony ha definito il più strano mai visto .
Stark vede tutto il sangue prelevato da Steve defluire all’interno della serratura, spalanca gli occhi sempre di più fino a che questa non scatta facendolo sussultare - Non ci sarei mai arrivato.-

Steve si chiude nelle spalle -Il mio sangue è parecchio importante.-

 

???

-Perché ti rifiuti di cedere?-
-Perché la ragazzina con cui ti sei fissato è la MIA ragazzina.-
Lo sguardo di soldato non ha il minimo guizzo mentre Clint torna in piedi per l’ennesima volta. Benche una parte di lui ammiri la tenacia del suo avversario a tornare in piedi dopo ogni colpo come se il dolore fosse solo una parte infinitesimale dello scontro, un’altra si sta chiedendo come fare per eliminare la seccatura una volta per tutte.
Clint si asciuga la bocca con il dorso della mano mentre oltre il vetro Natasha cerca ancora di  attirare l’attenzione di Soldato, ma più di uno sguardo non riesce ad ottenere.
-E’ tua?-
Clint annuisce. Ricorda ancora quello scricciolo insanguinato fra la neve, le mani premute sul ventre per cercare di trattenere con le mani gli intestini. L’attentato alla famiglia del noto industriale Bishop che è costato la vita alla signora e che ha lasciato Kate con un metro di intestino in meno è stato uno degli eventi più sanguinosi a cui è trovato ad essistere.
-Quando per la prima volta salvi la vita a qualcuno quel qualcuno diventa tuo e continuare a proteggerlo diventa quasi una missione!-
Soldato indietreggia di un passo, Clint  lo guarda aggrottare la fronte e poi portare una mano ad un lato della testa. Nonostante i capelli lunghi riesce a vedere l’espressione di dolore che gli  passa per il viso.

 

 

-Non avresti dovuto prendere le mie difese.-
Steve arrotola fra le mani una garza e con attenzione gli la spinge  nella narice con attenzione, Bucky cerca di tirarsi indietro, ma la mano poggiata sulla sua testa gli impedisce di allontanarsi -Stavolta erano troppi anche per te.-
E’sempre così, dopo le botte, è Steve a prendersi cura delle sue ferite come mai nessuno ha fatto da quando i suoi genitori sono morti.
-Figuriamoci per te, allora.-
Steve si chiude nelle spalle mentre prepara il secondo tampone - Ormai ci sono abituato.-
-Io non credo che mi abituerò mai a vederti pestare Steve.-

 

-Che ti prende?-
Lo sguardo che Soldato rivolge a Clint è qualcosa di indescrivibile, un misto fra terrore e rimpianto che non può passare inosservato. Clint abbassa l’arco mentre il suo avversario barcolla all’indietro tenendosi la testa fra le mani -Ehi.- lo richiama Clint - Amico, che hai?- No, non pensa a dargli il colpo di grazia, è abbastanza onesto da non abbattere un nemico in difficoltà.
- Chi diavolo è Steve?-

 

 

Ian Quin è fermo davanti al grattacielo che porta il suo nome quando la squadra di Coulson fa irruzione. Tranquillo porta una mano al cellulare infilato nella tasca interna della giacca e  preme il tasto uno sulla tastiera touch  - Il secondo esperimento sta arrivando signore.-

 

FINE CAPITOLO.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


 

 

 

 

-Questo io lo chiamo invito.-
-Figlio di puttana.-
Coulson colpisce con il palmo della mano il grosso mappamondo  montato in cima ad un sostegno di legno che entrando come un tornado nell’ufficio di Quin si è trovato praticamente in mezzo ai piedi.  May si avvicina per leggere il nome dell’isola dove è piantata la minuscola bandierina arancione che ha attirato l’attenzione del suo superiore e fatto infuriare - E’ piuttosto lontano, ci conviene sbrigarci.-
  

 

White Island
(Nuova Zelanda)

 

Quando Kate riprende conoscenza uno spicchio di luna illumina fiocamente il cielo e ha la punta del naso completamente ghiacciata.  Raddrizza la schiena tenendo lo stomaco avvolto con un braccio e lentamente si guarda attorno. Deve aver perso conoscenza di colpo e a giudicare da quanto è alta la luna in cielo sono minimo cinque ore che è K.O.
Si alza a fatica, sentendo il dolore riempirle la pancia ad ogni movimento e dopo un momento di incertezza decide di risalire il lieve pendio che ha disceso a rotta di collo per scappare da Soldato.
Non vede quasi nulla, la falce di luna è troppo sottile e l’intrico di rami che la sovrasta troppo spesso, così per evitare di sbattere tiene una mano alzata per ripararsi il viso, viso che le due quasi al paro del fianco su cui sta esercitando una pressione inutile con il braccio.
La vista dell’albero abbattuto  su cui quasi inciampa le  strappa un ansito sbalordito. Nella foga del momento, in preda all’istinto di sopravvivenza, non si era bene resa conto prima che quell’uomo, a mani nude, stava buttando giù un albero di quindici metri circa.
Si lascia cadere sulle ginocchia come svuotata. A quest’ora Clint potrebbe essere stato mangiato da qualche bestia feroce e stare tirando l’ultimo respiro in qualche dirupo.
Tutto per permettere a lei di scappare.

 

“Come ti chiami?”
Ka-Katherine.”
“Io mi chiamo Clint, Clint Barton. Non ti preoccupare Kate, mi occuperò io di te.”


Il primo singhiozzo è così improvviso da farle male, il secondo le fa svuotare ogni riserva di lacrime. Si copre gli occhi con una mano mentre si accuccia sul braccio che tiene ancora attorno alla vita. 
Stupida lei! Non avrebbe dovuto scappare. Sarebbe dovuta rimanere lì. Non si abbandona un compagno. Mai.
Tira su con il naso, si pulisce la bocca quando un frusciare di foglie alla sua sinistra attira la sua attenzione. Si alza, sfila una freccia dalla faretra e quando la sagoma di un uomo si delinea tira con tutte le sue forze.
-EHI!- esclama una voce conosciuta.
Kate lascia cadere la mano mentre Steve si sposta a fare della poca luce lunare che filtra attraverso l’intrigo di rami e foglie sopra la loro testa tenendosi la ferita al braccio - Mi hai fatto male.-
-Steve?-
Steve accenna ad un sorriso e Kate mette da parte  anche la più piccola traccia di orgoglio. Incespicando nei suoi stessi piedi gli corre incontro buttandogli le braccia al collo in salto visto il portentoso stacco d’altezza fra loro. Steve la sostiene  prendendola per le cosce, visto l’impiccio dello scudo che la ragazza porta sulle spalle,  inginocchiandosi subito dopo per farla sedere a cavalcioni sul suo grembo.
-Kate ssssh. Kate smetti di piangere.-
L’allontana da sé e le toglie i capelli dal viso per poterla guardare bene. Ha un occhio nero, il labbro inferiore spaccato e sangue secco alle narici. Le sfrega le guancie con i pollici impolverati abbozzando una risata - Sei orrenda in questo momento sai?-
Kate cerca di spingerlo via  -Stronzo! Mi sono menata con uno che ha abbattuto un albero a pugni, ringrazia che sono ancora qui!-
-Così la prossima volta che ti chiederò di allenarti con me mi dirai di sì.-
-Ti dirò di no lo stesso per partito preso.-

 

-Si può sapere che diavolo aspetti a baciarla?-


Steve sgrana gli occhi visibilmente imbarazzato mentre Tony spunta alle sue spalle tenendo le mani ai fianchi - Non hai il minimo senso del romanticismo Rogers.-

 

Con braccia e gambe ancorate attorno a Tony , Kate viene a sapere che è rimasta tutto un giorno priva di sensi e che  Steve stava impazzendo visto che non riusciva a trovarla e in cielo lo schermo non l’ha mai mostrata.
-Clint ha detto che il tipo si chiama Soldato d’Inverno. -
Tony che , grazie alle telefonate di Darcy e Pepper ha ottenuto  l’altro stivale dell’armatura e il guanto abbassa gli occhi su Steve intento a scendere a fatica un sentiero di massi -Sentito parlare?-
Steve scrolla la testa alzando la testa e riparandosi gli occhi dal sole con una mano.
-Ha abbattuto un albero a pugni, una cosa che pensavo solo tu potessi fare.-
Gli occhi chiari di Steve si spostano da Tony a Kete sulle sue spalle - Non sono l’unico mostro in circolazione.-

 

White Island
(Nuova Zelanda)

 

Clint non sa dire quale santo sia stato ad aiutarlo, ma sa che è un miracolo se è ancora vivo.  Soldato per cancellare quel minuscolo momento di debolezza gli si è lanciato contro come un toro, spezzandogli un braccio e mettendogli le mani al collo. Non fosse stato per Bruce o meglio dire Hulk non sarebbe sopravvissuto.
Si ferma, è  mattina inoltrata e il caldo inizia di nuovo a farsi sentire. Rivoli di sudore gli bagnano la schiena mentre risale una scarpata  tenendosi al vetro con una mano.  Ha perso Natasha nel gorgo della distruzione di Hulk e non ha la minima idea di dove si sia rintanata Kate. 
Si ferma chiudendo gli occhi e sussulta al bussare del vetro .
-Non è possibile.-
Coulson sorride poggiando entrambe le mani al vetro.
-Signore?-
Coulson annuisce, probabilmente l’ha capito leggendogli le labbra, e Clint teme di essere sul punto di frignare come un ragazzino. Alle spalle di Phil, May si toglie dalla vita una cintura e  portandosi al fianco del suo superiore, si inginocchia e inizia a scavare nella terra.
Phil la guarda per un momento, per poi tornare a Clint.
-Allontanati.- dice spiccando bene ogni lettera in modo  che possa essere capito  e Clint camminando all’indietro mette la distanza di una decina di metri dal vetro. May si tira su tenendo quello che sembra una cordicella fra le dita e dopo che Coulson si è messo al riparo, da’ uno strattone e corre nella sua direzione.
L’esplosione è abbastanza forte da spedire Clint per terra per il rinculo d’aria.

White Island
(Nuova Zelanda)

 

-Un esplosione?-
Natasha si volta a guardare il pennacchio di fumo che si solleva dalla macchia d’alberi poco sopra di lei  per poi voltarsi verso il gigante verde che la segue docile come un agnello - Tieniti pronto Hulk.-
-Hulk spacca?-  le chiede il mostro.
Natasha gli appoggia una pacchetta quasi affettuosa sull’enorme bicipite mentre riprende a risalire -Ma certo.- Bruce  si è trasformato nel momento giusto per salvare Clint, lanciandosi contro il vetro con la potenza di un treno e facendolo volare in pezzi e James non ha potuto fare altro che mettere distanza fra lui e la sua vittima, prima di trovarsi a scappare dalla furia del gigante .
-Lui dov’è?-
Natasha alza gli occhi verso Hulk - Lui? Intendi Hawkeye?-
Hulk annuisce .
-Non lo so. Hai fatto un bel casino ieri sai?-
Hulk le rivolge uno sguardo confuso - Sono corsa dietro a te, non so dove sia Clint ora.-


White Island
(Nuova Zelanda)

 

-…E il braccio destro rotto.-
Clint apre gli occhi sul bel viso di Jemma Simmons voltato verso l’alto, lo segue a fatica, incontrando una sagoma resa scura dal sole alle spalle. Strizza gli occhi , ma Coulson deve avvicinarsi per far si che lui riesca a vederlo.
-Signore.-
-Te la sei vista brutta, eh Barton?-
-Non è la prima volta  e non sarà l’ultima.-
Phil deve letteralmente soffocare il desiderio  folle di baciare quel maledetto sorriso idiota che Clint gli rivolge prima di perdere conoscenza fra le mani di Simmons che delicatamente lo solleva in posizione semiseduta e gli fa poggiare la testa contro il suo seno.
-Coraggio agente Barton deve restare sveglio.-
Clint apre gli occhi con il viso premuto contro il collo della giovane.
-Capisco che ora si è rilassato, ma temo che abbia un trauma cranico, deve rimanere sveglio ancora un po’.-
Una che ha modi così gentili non dovrebbe fare l’Agente, pensa confusamente Clint prima che l’esplosione li travolga e senta il sangue caldo della ragazza scorrergli addosso.

 

Quando Coulson alza la testa, stordito dall’esplosione e dalla rapidità degli eventi, Soldato d’Inverno sta sovrastando Simmons  coperta di sangue e Clint che  sta alzando lentamente la testa. La bomba è rotolata fra loro ed è scoppiata nel giro di qualche secondo senza dare ne a lui ne a Jemma la possibilità di fare nulla. La vista della ragazza che, mostrando un istinto più da medico che da scienziato ha protetta col suo corpo Clint, gli strappa una fitta di dolore.
A distanza di un centinaio di metri, Fitz lascia cadere la barella che era tornato indietro a prendere con gli altri e inizia a risalire il pendio di corsa inciampando e cadendo .
-JEMMA!-

 


-Agente Coulson è un piacere vederla.-
Phil si alza tramortito mentre Soldato si fa di lato per mostrare Quin incorniciato dai rami più bassi di due alberi vicini. L’uomo sorride accattivante e Phil porta immediatamente mano alla pistola -Io non lo farei se fossi in lei.-  Soldato punta una pistola al capo di Jemma rannicchiata sul petto di Clint  che cerca di trascinarsi via assieme a lei - Per quanto l’agente Barton sia dotato di una tempra eccezionale non credo che riuscirà ad evitare  il colpo  destinato alla piccola Simmons.-
-Bastardo.-
Quin sorride mentre Coulson lascia cadere la sua arma e alza le mani - Ora dovrebbe fare qualcosa per me Agente Coulson.-
-Cosa?-
-Riempire questa siringa del suo sangue.-

 

Nonostante abbia la sensazione di perdersi dieci parole su undici, Clint riesce a capire cosa sta accadendo. Vede Phil  allungare una mano per prendere la siringa  che Quin gli offre e togliersi la giacca senza fare storie. Gli rivolge uno sguardo perplesso che fa il paio con quello di May e gli altri a distanza di qualche metro.
-Oh, non mi dica che nessuno dei suoi sottoposti sa nulla.-
Phil alza su Quin uno sguardo rabbioso mentre  arrotola una manica della giacca.
-Avanti agente Coulson, dica loro la sua data di nascita.-
Phil indugia guardando verso Clint .
-AVANTI.- lo sprona Quin alzando la voce, Soldato rinsalda la presa all’arma rivolgendogli un occhiata di sottecchi - Se non vuole che il mio amico uccida la ragazza e l’agente Barton.-
-Sono nato…- comincia Phil mentre dalla parte sinistra della radura spuntano Tony e Kate in volo  - Sono nato il 13 settembre 1938.-
Clint sbarra gli occhi mentre Tony quasi non lascia cadere Kate.
- Quindi, se non sbaglio, lei ha settantasei anni.- Phil digrigna i denti - Però se li porta davvero bene.-
-Come diavolo è possibile?- mormora Kate dalle spalle di Tony.
-Vuole rispondere alla bella signorina Agente Coulson?- gli chiede  Quin - Magari  rivelandogli il suo nome in codice.-
Phil guarda verso Kate, poi per terra, fra i suoi stessi piedi - Esperimento tredici del siero del Super Soldato.-

-E’ così che sei sopravvissuto alla pugnalata di Loki?-
Phil annuisce -Mi rigenero.-

Clint sente la testa improvvisamente leggera mentre Phil riempie la siringa di sangue e l’allunga verso Quin che la intasca - Uccidili.- esclama questo voltandosi.
Soldato alza di poco la pistola e prima che Clint possa ribaltare la sua posizione con Simmons facendole lui stavolta scudo con il corpo  lo  scudo di Steve freccia a velocità folle attraverso la radura colpendo Soldato in pieno viso.

 

 



Zan zan zan u.u

[*] A differenza dei film, nei cartoni animati, Hulk è in grado di dialogare con il prossimo, anche se in maniera piuttosto elementare.

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


Sono di corsa, ma come sempre, vorrei ringraziare chiunque dedichi un minuto del suo tempo a questa storia.

 

White Island
(Nuova Zelanda)

 

Il tempo sembra dilatarsi all’infinito mentre lo scudo finisce la sua corsa contro il tronco di un albero e Soldato porta una mano ad abbracciare i mento. Si volta, mostrando la parte bassa del viso fino a quel momento coperta dalla maschera.
Avrà la mia età...E’ il pensiero che attraversa la mente di Kate alla vista dei lineamenti precisi dell’uomo. Il naso dritto, le labbra piene, la mascella squadrata. Se Kate l’avesse incrociato per la strada sicuramente si sarebbe fermata per donargli una seconda occhiata.
Steve spunta dalla foresta sbracciando per liberarsi la strada mentre Soldato si china a raccogliere lo scudo che per poco non lo decapitava e si volta verso di lui.
Kate ne ha viste di espressione sconvolte da quando lavora allo SHIELD, ma lo sguardo che Steve rivolge a Soldato è qualcosa di indescrivibile. Un misto di sorpresa e orrore prima che il tempo torni a scorrere normalmente e Soldato si lanci su di lui sbattendolo per terra.
-STEVE!-urla dalla schiena di Tony.
Coulson, dal canto suo, carica a testa bassa Quin afferrandolo per la giacca, sollevandolo quasi non pesasse nulla per poi lanciarlo a terra. L’uomo si dibatte per toglierselo di dosso, ma a Phil  basta solo un potentissimo pugno per metterlo k.o.   
Si alza dal corpo di Quin ansimando  mentre Fitz solleva Simmons dal petto  di Clint e le toglie i capelli dal viso. Ha il braccio destro, la spalla , il collo e la guancia coperta da una spessa patina di crosta di sangue.
-Dobbiamo portarla subito all’Autobus.-
-Andate.- Lo sguardo che Fitz rivolge a Clint è quasi allucinato - Andate. Poi verrete a prenderci, andate.-

 

Steve punta un piede sul petto di Soldato e con un colpo di reni lo fa volare all’indietro, tira su la testa e le spalle e quando l’altro lo imita puntando i gomiti, non può sentire la forza dell’assurdo impossessarsi di lui.
Quello è Bucky. Lo stesso Bucky che gli ha insegnato ad andare in bicicletta senza le rotelle  aggrappato al portapacchi per i primi metri per dargli l’equilibrio giusto. Quello che lo faceva salire sulle sue spalle per poter rubare la torta che la signora Williams lasciva a raffreddare sul davanzale e che gli è scivolato di mano senza che potesse fare nulla quel dannato giorno del ’43.
-Bucky.- mormora -Bucky, sono io.- Soldato aggrotta le sopracciglia creando una minuscola ruga di espressione al centro della fronte -Sono Steve.-
-Steve?-

-Siete stati la prima parola uno dell’altro.-
C’è tanto sole in quella piccola cucina e la signora Rogers  ha un baffo di farina su una guancia. E’ una donna minuscola, come suo figlio, con i capelli biondi raccolti in una crocchia e gli occhi azzurri. A  James piace perché a un modo di fare naturalmente dolce che riesce a far sentire importante chiunque le rivolga la parola.
-Vi siete chiamati a vicenda, eravate proprio là, su quel tappeto.-
Steve borbotta imbarazzato chino sul suo libro di matematica, a lui non piace sentire questa storia, mentre a James sì.
-Solo che non ti ha chiamato James, ti ha chiamato Bucky.-
-E lui mi ha chiamato Steve, lo sappiamo mamma.-
James sorride mentre Steve si alza e tirandosi dietro la coperta va a sedersi accanto alla finestra. Ha la febbre, come al solito, e come al solito quando è malato è di cattivo umore.
-A me piace sentirti raccontare questa storia Sarah.-


Soldato strizza gli occhi, scrolla la testa per scacciare il ricordo e alla fine sibila un-Io non ho idea di chi tu sia.- alzando in piedi. Sfila dalla cintura un pugnale e Steve si costringe ad alzarsi mentre lo fa girare fra le dita - E chi sia questo Bucky.-

 

La prima cosa che Kate fa una volta appoggiati i piedi a terra si fionda a prendere l’arco volato dalla spalla di Clint. Lo imbraccia, incocca la freccia e voltandosi punta alla schiena di Soldato impegnato con Steve. Digrignando i denti lascia andare la corda. La freccia si pianta alla spalla sinistra dell’uomo che si volta verso di lei.
Accanto a Kate, Tony, alza entrambe le mani -Bishop ti sembra saggio farlo infuriare?-
-Aspettiamo che faccia fuori Steve?-
Steve rotola per poggiare le mani a terra e alza la testa da terra. Non ha menato un colpo , non ha evitato quelli dell’avversario. Traumatizzato, è la parola che sia Kate che Tony userebbero per descrivere il suo modo di fare e la faccia che ha su.
Soldato si gira verso i due ponendosi di tre quarti - Non si attacca alle spalle.-
-Sì, siamo due stronzi.- bofonchia Tony mentre fa partire  due raggi laser - Denunciaci.-
Kate gli rivolge uno sguardo mentre Soldato schiva elegantemente la bordata e si lancia su di loro -Tony fortuna che non dovevamo provocarlo.-
-Non lo faccio a posta a provocare la gente.-

Kate  è la prima ad andare al tappeto. Troppo debole fisicamente parlando per resistere ad uno scontro diretto con Soldato, finisce a terra di schiena così forte che per un momento teme che la faretra le abbia spezzato in due la spina dorsale. Rotola di pancia e mentre Steve alza lentamente la testa per guardare lei e Tony poco più in là intento a schivare, allunga la mano per riprendere l’arco e la freccia.
-Kate.- la  blocca Steve.
-Che vuoi?-gli chiede la ragazza barcollando dopo essersi alzata.
-Non attaccarlo.-
Kate si volta stupefatta mentre  Tony viene afferrato per una gamba, tirato giù a forza e sbattuto per terra come un pallone - E per quale motivo di grazia?-
-Quello è Bucky.-

-Bucky?- fa eco Coulson mentre sostiene  Clint in piedi sobbarcandosi buona parte del suo peso.
-Sai chi è?- gli chiede questo piatto mentre con gli occhi segue i tentativi di Tony di rialzarsi.
-Sergente James Barnes, era nella divisione del Capitano.- spiega Coulson assorto - Secondo i libri di storia è morto durante l’attacco ad un treno…Perché mi guardi così?-
Clint sospira -Ora che so che hai settantasei anni, si spiegano un sacco di cose.-

 

Troppo preso a seguire lo scontro fra Tony e Soldato, Coulson non si accorge che Quin ha ripreso conoscenza. L’uomo dopo un momento di stordimento scatta seduto e mette mano alla siringa di sangue che è riuscito a borseggiare dai pantaloni di Coulson , la guarda sorridendo.
-Heil HYDRA!- sussurra nascondendola nel pugno.
Rivolge uno sguardo a Soldato, poi sfila dalla giacca quella che sembra una penna.
-COULSON!- grida Tony in aria, ma è troppo tardi. Nel momento in cui Phil si volta, Quin ha già sfilato con i denti il cappuccio della penna azionando le cariche esplosive piazzate per tutta l’isola.

 

Tutta l’isola viene scossa dalle fondamenta da una serie di esplosioni mentre Quin fugge in direzione della spiaggia Kate si ritrova a camminare all’indietro a causa dei continui sussulti della terra sotto ai suoi piedi. Casca seduta, capriola all’indietro e senza nemmeno capire di stare per cadere, all’improvviso sente il vuoto sotto.
-KATE!- nonostante le ferite , soprattutto il braccio rotto, Clint imbraccia l’arco che la ragazza ha fatto cadere e cerca di raggiungerla con una freccia ad espulsione di corsa. Il dolore di tirare indietro il braccio destro è così forte da farlo urlare.
La freccia parte,  ma Kate non riesce ad afferrarla, cade in acqua da un salto di un quattro metro sparendo alla vita dei compagni.

 

Whithe Island
-Spiaggia-


Non è stata solo Kate a cadere in acqua. A distanza di qualche metro da lei, Soldato ha fatto la stessa fine senza poter fare nulla. Mi sono sicuramente rotto qualcosa,pensa mentre si appoggia di gomiti alla spiaggetta creata dall’esplosione  e issandosi non riesce a trattenere un urlo di dolore.
Riprende fiato bocconi sulla spiaggia e alzando la testa scorge Kate riemergere dall’acqua con una sbracciata e aggrapparsi proprio come ha fatto lui. La ragazza dopo aver fatto forza con le braccia fa spuntare anche una gamba per darsi la spinta necessaria e rotolare all’asciutto.
L’isola è ancora scossa da esplosioni e un pennacchio di fumo si leva dalla cima del vulcano. Soldato si avvicina alla ragazza a terra e con la punta della scarpa la rivolta facendola finire di schiena.
Una ragazzina, si dice mentre la osserva respirare appena dalle labbra spaccate.
Giocherella con il secondo pugnale che tiene alla cintura indeciso sul da farsi. Un colpo secco, un lavoro pulito e potrebbe dire di aver concluso almeno un sesto della sua missione. Eppure non riesce ad ucciderla così a sangue freddo.
Una vocina dentro di lui gli sta dicendo che è sbagliato uccidere qualcuno che non può difendersi ed è una vocina che non ricorda aver mai sentito.
Si accovaccia sui calcagni  passa un dito sul viso di Kate. Dalla tempia lungo la guancia fino al collo. Quand’è stata l’ultima volta che ha toccato una donna non per ucciderla? Non se lo ricorda e questo gli crea un brivido.
Poggia la mano, la sua vera mano, sul petto della ragazza, fra i seni, il cuore batte a fatica, quasi fosse schiacciato da una pressione interna . Deve averle fatto parecchio danno durante il loro scontro.
Fa scivolare la mano fino alla  pancia,  fino a sentire sotto le dita pelle intirizzita dal freddo.
Corruga la fronte e alza un po’ la maglia zuppa.
Una profonda cicatrice percorre il basso ventre di Kate. Larga almeno un dito, e profonda abbastanza da risultare sgradevole perfino a uno come lui,  per un momento gli fa pensare all’incisione di  parto cesareo particolarmente difficile, ma poi si ricorda di aver già visto una cicatrice simile su di lui.
Si tocca la pancia.
Kate apre gli occhi e si volta. Lo fissa per un lungo momento prima di capire che è veramente lui quello che le sta accovacciato accanto. Manda un urlo e voltandosi gattona qualche passo prima di cadere di pancia e girarsi di nuovo per mettersi seduta e non dargli la schiena.
-Se avessi voluto ucciderti l’avrei fatto mentre eri priva di conoscenza.-
Kate si tira giù la maglia sullo stomaco fissandolo spiritata.
-Sei in grado di arrampicarti?- le chiede Soldato.
La ragazza continua a fissarlo terrorizzata, Soldato si alza e senza che Kate possa impedirglielo l’afferra per il collo e la costringe a stendersi sovrastandola. La ragazza annaspa scalciando l’aria mentre preme entrambe le mani sul suo petto –Rispondimi.-
-Arrampicarmi?-
L’uomo alza gli occhi chiari verso l’alto -Questa è un isola vulcanica.- le spiega - Le esplosioni potrebbero innescare una eruzione.-
Kate si volta verso il vulcano che riesce ad intravedere a malapena -Merda.-
-Sei in grado di arrampicarti?- le ripete Soldato lasciandola andare.
-Sì, sono capace.-
-Ottimo.-

Facile a dirsi , ma non a farsi.
Kate non ha mai avuto problemi nelle esercitazioni di arrampicata, ma non  si è mai dovuta issare per una parete a pendenza novanta gradi con  non sa quante lesioni interne. Riesce a tirarsi su per un paio di metri, prima di perdere la pesa a piombare di sedere a terra. Crolla all’indietro  e poi si gira per appallottolarsi con le braccia attorno lo stomaco.
-Dove diavolo sono gli altri?- mormora.
-L’esplosioni hanno liberato i droni.- Kate tira su la testa di scatto e Soldato scende l’ultimo mezzo metro di parete con un balzo  -Sono impegnati.-
- E tu che diavolo ci fai ancora qui?-
Lo sguardo dell’uomo, ragazzo , è più un ragazzo con quella faccetta,  si fa per un momento perplesso, prima di rispondere - Non lo so.-
-Come non lo sai?-
-Avevi il suo scudo.-
Kate alza le sopracciglia perplessa mentre Soldato si volta e  piega un ginocchio a terra per mettersi allo stesso livello della ragazza ancora seduta a terra - Sali.-
-Ti sei drogato?-
-Non farmelo ripetere.-
-Vuoi aiutarmi?-
-Sfrutta l’occasione agente o morirai qui.-

Assurdo. Assurdo. Assurdo.
Aggrappata a Soldato con le braccia e le gambe, Kate non riesce a non ripetersi che è tutto profondamente assurdo. L’uomo che l’ha quasi ammazzata ora la sta portando in salvo sobbarcandosi il suo peso lungo una parete di roccia che farebbe vacillare qualsiasi scalatore visto che non ci sono appigli visibili e a volte bisogna scavare con le dita per crearseli.
Lo sente gemere per il male e cerca di farsi il più leggera possibile  - Fermati un attimo, prendi fiato.-
Kate punta le mani sulla parete di roccia, a fatica fa altrettanto con i piedi e per qualche momento è lei a sostenere il nemico mentre riprende fiato - Sei umano anche tu allora.- commenta sentendo la schiena dell’uomo scontrarsi contro il suo petto ad ogni respiro affaticato che compie.
-Sì, a quanto pare.-
Kate osserva la nuca spettinata di Soldato e poi alza gli occhi verso l’alto dove sente , effettivamente, arrivare rumori di battaglia - Ti chiami Bucky?-
-No.-
-Conosci Steve?-
-No.-
-Mi hai detto che mi volevi aiutare perché avevo il suo scudo.-
-Te l’hanno mai detto che parli troppo?-
Kate si sente afferrare per un braccio prima che si fa passare attorno al collo, poi per una coscia che le fa premere con forza contro il suo fianco - Tieniti forte.-

White Island
(Nuova Zelanda)

 

La prima a spuntare oltre il bordo del burrone è Kate. La ragazza afferra una manciata di ciuffi d’erba per mano e si tira su,  gemendo per il male e crollando bocconi sul prato. Non si  da’ tempo di prendere fiato, come farebbe chiunque  al suo posto e si gira per aiutare qualcuno. Qualcuno che afferra per le cinghie di una delle tre fondine che l’altro ha addosso e tira a sé facendosi male .
Soldato le crolla per metà sulle gambe mentre lei non ha più abbastanza cellule celebrali per sentire dolore.
-Sei vivo?-
-Sì.-
Soldato le gattona accanto , si gira e si lascia cadere seduto accanto a lei riprendendo fiato con una mano premuta contro un fianco. Lo stesso che Kate sente mandarle stille di dolore da due giorni.Guarda la mano premuta malamente sulla blusa di pelle, poi il volto dell’uomo contratto in un espressione di dolore e non può fare a meno di sbottare in un -Questo si chiama Karma.-
Soldato si gira a guardarla.
-Mi hai rotto le costole allo stesso fianco.-
Soldato abbassa gli occhi verso la mano che Kate tiene premuta poco sotto il seno- Oh.-
-Oh come ci godo.-
-Non sei molto gentile con chi ti ha appena salvato la vita.-
La ragazza si tira in piedi a fatica - Non lo sono mai con chi cerca di uccidermi.-
Si guarda attorno, lo scudo di Steve  che viaggia verso un drone aprendolo a metà e poi il suo proprietario che raddrizza la schiena appena la scorge.
-Kate.-


Kate muove qualche passo incerto verso Steve prima di sentirsi afferrare malamente per un gomito. Si gira dandosi della stupida , perché anche se l’ha salvata, ha girato la schiena ad una bambola assassina dell’ HYDRA, ma invece di trovarsi un coltello in pancia sente le labbra dell’uomo premere con forza sulle sue.
Non reagisce, troppo sconvolta, e prima che il cervello elabori anche il pensiero più elementare sente la lingua di Soldato sulla sua e lungo il palato.
Steve quasi non crede a quello che vede mentre Tony, in volo, fischia ammirato - Ehi Steve, era così che avresti dovuto fare quando l’hai incontrata sai?-
La mente di Kate finalmente riesce a processare , alza la mano destra e l’abbatte con tutta la forza che le rimane sul viso dell’uomo che incassa senza colpo ferire - TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?- strepita mentre Soldato si massaggia la guancia pacifico e come se nulla fosse s’incammina verso la spiaggia.
-Prego agente Bisphop.-
Steve vorrebbe fermarlo, chiedere spiegazioni a Kate, fare qualcosa, ma l’unica reazione che riesce ad avere è mormorare un incredulo -Non è possibile...-


 

 

Alla Stark Tower, Darcy lancia uno sguardo a Pepper seduta accanto a lei da circa tre giorni -Non ho capito, ora se la litigano due figoni?- chiede alla padrona di casa che alza le spalle stupefatta.


Fine capitolo:


POVERO STEVE u.u 
Mancano due capitoli alla fine di questa prima storia, fan della Phil/Clint, se siete in ascolto, mettete giù i forconi è.é vi avverto di già.

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


 

 

 

White Island
(Nuova Zelanda)


Quando l’isola viene squassata da una seconda serie di esplosioni , Kate ha ancora le mani premute sulle labbra e le guancie in fiamme. Non crede di essersi  mai vergognata tanto in vita e sua e così  non può fare a meno di distogliere lo sguardo da quello costernato di Steve. Tony una volta abbattuto il suo drone, le passa avanti e con un movimento della testa le fa segno di salirgli sulla schiena - Avanti bellezza, farai atto di contrizione più tardi.-
Kate gli passa le braccia attorno alle spalle e con un colpo di reni, che le fa dolore praticamente tutto dalla bocca dello stomaco alle ginocchia, gli aggancia le gambe attorno ai suoi fianchi.
-Pronta?-
-No, ma fa lo stesso…CAZZOOOOO!-
Tony scatta in avanti in un ronzare di propulsori di guanti e stivali e Kate crede di stare per volare via tanto per un momento la forza dell’aria si fa forte su di lei. Strizza gli occhi e serra la presa attorno al suo mezzo di trasporto che mugugna contrariato afferrandole un polso con una mano.
-Buona così mi strozzi.-
A terra Steve si carica su una spalla Clint, incurante delle sue proteste, e inizia a correre verso la spiaggia che si intravede ai piedi dalla scarpata  a lato della spianata su cui si sono ritrovati a combattere. Scende a scivolare il primo tratto, fra le imprecazioni di Clint e si volta per controllare che Coulson lo stia seguendo.
Questo casca seduto alla sua sinistra dopo essere atterrato malamente di piedi.
-Tutto ok?-
Phil alza gli occhi chiari e fissa preciso oltre di lui -Steve.-
-Cosa?- chiede Steve mentre sulla sua spalla Clint inizia ad agitarsi  e a tamburellargli la schiena di pugni con la mano sana - Barton no…-
Si volta giusto in tempo per assistere alla caduta del primo albero.

 

In aria Kate e Tony riescono a vedere sia Soldato salire flemmatico sull’elicottero con lo stemma del teschio tentacolato sulla fiancata, sia i tre compagni rimasti indietro schivare correndo decine di alberi che crollando come pedine di domino al loro passaggio.
-Mai visto nulla del genere in vita mia.- mormora Kate da sopra la spalla di Tony.
-Sono le esplosioni.- le risponde questo alzando una mano per sbriciolare un albero in caduta  su Coulson che si protegge la testa con entrambe le mani - Stanno creando delle frane e gli alberi cascano come se fosse…ATTENTI AD HULK!-


Inferocito dalle esplosioni, che l’hanno preso di sorpresa e spaventato, Hulk appare fra la macchia d’alberi in caduta con i pugni serrati e lo sguardo spiritato. Clint lo indica a Coulson che senza provare a spiegare si butta sulla schiena di Steve per spingerlo a correre più velocemente. Cascano assieme a causa di un improvviso smottamento della terra sotto i loro piedi e quando si rialzando Hulk è su di loro.
Clint schiacciato dal dolce peso di Steve e Phil poco più in là alzano assieme la testa verso il mostro verde mentre in aria Tony e Kate si guardano sbalorditi.
Loro due, al sicuro, hanno notato la presenza di una figuretta attaccata alla schiena del gigante che, sfruttando il momento di calma , spunta per la testolina rossa oltre la sua spalla sinistra -Tranquilli non ce l’ha con voi.-
-NAT NON SONO STATO MAI TANTO FELICE DI VEDERTI!-

The bus.

Crollano assieme sul pavimento.
 Steve sotto il peso di Clint, Coulson poco più in là, accanto a Hulk che si siede con uno sbuffo facendo scendere Natasha dalla sua schiena. Tony  con una specie di mezza capriola in aria ha trascinato Kate in una caduta epica che li ha visti atterrare uno sull’altra a pochi centimetri da Lola.
-Mi piace questa macchina.-  si lamenta  Tony  mentre si alza dalla schiena della ragazza su cui è finito cadendo e si mette a sedere.
-Grazie.- sospira Phil sedendosi anche lui e appoggiando le mani sulle ginocchia con uno sbuffo.
-E’ tua Agente? Però, hai gusto per le auto.-

-Vi siete persi una figata pazzesca, l’isola è sprofondata!-

Le teste dei sei vendicatori si voltano assieme verso Skye sulle scale,  la ragazza  li guarda a sua volta prima di tossicchiare imbarazzata dietro un pugno chiuso - Scusate.-
Phil si alza tenendosi una mano sul collo - Come sta Simmons?- le chiede.
-May dice che sta bene, che il danno è solo esterno e che con un trapianto di pelle andrà tutto a posto.- scende le scalette mentre anche Steve guadagna la posizione seduta e Natasha passa una mano su un braccio di Hulk, per rabbonirlo, visto il suo ringhiare nervoso.
-Siamo sicuri che…- Skye accenna ad Hulk che le rivolge uno sguardo da sotto in su.
-Sì, non ti preoccupare. E’ solo spaventato.- le risponde Natasha - Vero che farai il bravo?-
Hulk annuisce mentre Tony  lancia uno sguardo a Kate appoggiata di schiena alla portiera di Lola -Alla fine abbiamo scoperto l’anima gemella della Romanoff.-
Kate sorride chiudendo gli occhi e abbandonando la testa all’indietro - Non so a te , ma a me non sconvolge.-

 

The bus.
-box medico n°1-

 

-Pronto?-
-NO!-
Bruce allenta per un momento la presa sul braccio e la spalla di Clint e questo allunga la mano sulla maglietta che si è tolto e  dopo averla appallottolata contro il petto se la preme sulle labbra. Annuisce senza voltarsi e il dottore inspira profondamente. Lo scrocchiare che fa la spalla quando torna in sede è così forte che anche Phil strizza gli occhi in preda ad un per simpatia.
Clint morde la stoffa fino a riempirsi la bocca. Urla  così forte da diventare paonazzo, fino a farsi gonfiare ogni vena del collo e della fronte. Bruce lo lascia andare e lui rischia di finire bocconi giù dal lettino.
-Ehi.-
Finisce di faccia sul petto di Phil che lo sostiene e lo costringe a stendersi.
-Il braccio è sicuramente rotto , non posso occuparmene io.-
Clint non da segni di aver capito, così pensa Phil ad annuire per lui - Grazie dottore.-
Banner accenna ad un sorriso mentre va verso la porta - Se avete bisogno sono dall’agente Simmons.-


-C’era almeno qualcosa di vero in quello che mi hai raccontato?- Non è tanto la domanda a colpire Phil, ma il fatto che Clint gli dia del tu - Della tua infanzia, di tua madre. E erano solo un mucchio di balle.-
Phil afferra una sedia e si accomoda accanto al lettino occupato da Clint - Non erano tutte balle.- mormora.
Clint apre gli occhi e alza piano la testa dal lettino -Rispondimi.-
-Sono nato a Brooklyn, mia madre era una prostituta, è stata uccisa dal suo pappone  che avevo  da poco compiuto sei anni a sette ero già nel laboratorio dello SHIELD a fare da cavia umana.- Phil sputa la verità sul suo passato come se fosse un grumo di fiele incastrato in gola - Quindi sì, sono rimasto solo che ero piccolo e no, mia madre non faceva la pasticcera, ma la puttana.-
Clint si tira a sedere in mezzo al lettino - Perché non me l’hai detto?-
-Che sono un esperimento?-
Clint si passa una mano sul viso.
-Non potevo.-
-Non potevi o non volevi?-
Phil preme le labbra una contro l’altra osservando il suo riflesso al vetro della porta.
-Non è che io e te siamo stati molto alle regole negli ultimi tempi Phil.-

Se questa non è la prima volta che Clint lo chiama per nome è la seconda.

- Clint.- mormora Phil voltandosi.
-Cosa?- gli chiede questo - Andiamo è chiaro.- si alza poggiandosi al lettino - Fino a quando c’era da scopare era tutto a posto, come cercavo di conoscerti meglio ecco che tiravi su il muro. Per ogni domanda che ti facevo rispondevi con una domanda su di me e io come un coglione a raccontarti tutto.-
-Andiamo, come l’avresti presa a sentirti dire…-
-…COSA? CHE TUA MADRE BATTEVA?- gli chiede Clint afferrandolo per la giacca - Secondo te me ne sarebbe fregato qualcosa?-
Phil non si sposta.
-Secondo il mio stato di servizio potrei essere annoverato fra i più grandi serial killer della storia, tua madre si vendeva per mangiare, io ammazzo la gente, pensavi che mi sarei messo a fare il moralista?-
Phil sente le guancie bruciare per quella che può essere solo vergogna.
-O a sentirti dire che in realtà hai l’età per essere mio nonno?-
-Mi hanno fatto cose che…- tenta Phil sottovoce ma Clint ormai è un treno in corsa.
-Di le come stanno Phil, volevi solo il giocattolino. Un povero coglione da sbatterti e che ti sbattesse senza fare domande, per questo  non mi hai mai cercato , per questo dopo che abbiamo fatto quello che io credevo amore mi hai lasciato un cazzo di bigliettino per dirmi di scordarmi di te.-
-No, adesso stai travisando.-
Phil cerca di afferrarlo per le spalle, ma Clint glie lo  impedisce proiettandosi in avanti con la testa e spaccandogli il naso con un solo colpo. Barcolla all’indietro ansimando mentre Phil piomba contro la porta tenendosi il naso con una mano.

-Esci da qui.- sibila Clint sfregandosi la fronte.
-Clint fammi parlare.-
-NO!- urla Clint -Adesso sono io a dirtelo: scordati di me, io farò altrettanto.-

 

Quando Kate trotterella nel box Clint è steso su un fianco sul lettino.
La ragazza fa il giro e ignara delle sue condizioni, emotive, gli si acciambella accanto poggiando la fronte contro la sua spalla .
-Che c’è?- le chiede  Clint ad occhi chiusi spostando la gamba per  intrecciarle con quelle dell’allieva.
-Sto scappando da Steve.-
Clint inspira profondamente - Parlagli.- mormora - Niente ammazza meglio una relazione di un segreto.-


SHIELD
(Pista d’atterraggio)

Darcy attraversa correndo la pista d’atterraggio e come un tornado si abbatte su Kate che  quasi non finisce a terra . Saltellano assieme in coro di gridolini  udibili praticamente solo dai cani e dai pipistrelli,  prima che Clint venga travolto dalla coinquilina che, ignara del braccio rotto e la spalla lussata, lo stritola in un braccio da boa.
-Darcy gli fai male così.-
Darcy volta confusa la testa verso Steve  per poi guardare Clint che ha gli occhi strizzati in un espressione di puro dolore.
-ODDIO SCUSA!-
Poco più in là, Pepper sta sussurrando qualcosa all’orecchio di Tony che sgrana gli occhi e cambia colore. Prima che qualcuno possa chiedergli che succede, il genio, miliardario , playboy e filantropo crolla al suolo come un sacco di patate.
Phil alza entrambe le sopracciglia -Ma che gli hai detto che sei incinta?-
-Già.- annuisce Pepper ad occhi bassi sul compagno.
Lo sguardo di tutti i presenti si fa su Pepper che li guarda a sua volta stranita -Cosa?-
-Ho l’impulso di svenire anch’io a sapere che la razza degli Stark non si spegnerà con Tony.- borbotta Steve scrollando la testa.

 

FINE CAPITOLO

*sventola il proseguo della storia* Non potete uccidermi è.é o non saprete mai come andrà a finire.

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici ***


A GOSA E ALLEY PER IL LORO SOSTEGNO.
A MOGLIEH PERCHE’ SOPPORTA I MIEI SCLERI.

 

 

 

HYDRA
_Laboratori di Atene_

 

Dal sangue di Steve e Phil gli scienziati dell’HYDRA sono riusciti in meno di un mese a creare un nuovo siero e Soldato costretto in un lettino lo vede calare all’interno del suo corpo mentre un altro medico applica degli elettrodi sul suo petto.
I ricordi, la sua vera personalità, viene sedata a suon di elettroshock, ma presto anche questo problema verrà risolto per sempre.
-Andrà tutto bene ragazzo mio.- sussurra una voce alla sinistra del lettino, una voce che Soldato sa di aver ascoltato prima di diventare un fantasma -  Tutti i brutti ricordi che ti tormentano spariranno presto.-

 

SHIELD
- Area Relax-

 

Era in ...
Steve non fa che ripeterselo mentre riguarda ancora una volta le immagini della caduta di Kate e Bucky giù dalla scogliera e dalla loro risalita. Tipico di Bucky baciare una ragazza solo per farle dispetto, Steve non sa quante volte glie l’ha visto fare e poi l’ha sentito riderci sopra.
Era lui…
Avrebbe potuto lasciare Kate a morire,  e invece se l’è portata in spalla lungo quella parete di roccia con il rischio di cadere ancora e uccidersi stavolta .
Perché non è rimasto?
Steve si passa una mano sul viso mentre la porta alle sue spalle si apre e Kate entra tenendosi sul viso un sacchetto di gel ghiacciato. Steve le rivolge un occhiata perplessa mentre la ragazza si siede accanto a lui con uno sbuffo.
-Desumo che il primo allenamento dopo la convalescenza non sia stato una passeggiata.-
Kate allontana il sacchetto dal viso mostrando l’occhio sinistro chiuso da un livido rossastro.
-Natasha?- le chiede Steve cercando di trattenere una risata.
La ragazza sospira lasciandosi cadere all’indietro contro la spalliera del divano - Già.- mormora - Temo che non abbia preso bene il fatto che suo marito mi abbia baciata.-
Steve alza un sopracciglio -Non credo, ha detto che sono passati molti anni.-
Kate afferra il lembo inferiore della maglietta e solleva fino a sotto il seno mostrando un livido a perfetta forma di piede ad altezza delle costole appena risanate  - Tu dici?- gli chiede la ragazza.
-Oh andiamo, non avrebbe motivo di essere gelosa, non sei mica stata tu a baciarlo.-
Kate gli allunga il sacchetto del ghiaccio e Steve l’afferra poggiandolo sul bracciolo -Dovresti tenerlo ancora un po’…KATE!- Kate non gli da’ retta  e finisce di abbassarsi i pantaloni della tuta mostrando le mutandine a pantaloncino e le macchie violacee sulle cosce.
Steve deve ricredersi, Natasha si è accanita un po’ troppo con una ragazza chiaramente molto più debole di lei.
-Oh andiamo, ma dov’era Clint durante il massacro?- esclama Steve sfiorandole un livido poco sopra il ginocchio con la punta di un dito per non farle male.
-La risposta del mio AMATISSIMO maestro è stata: Sorry baby, ci tengo alle palle.-
Steve sbotta a ridere guardando Kate da sotto in su.
-Poi io non dovrei abbandonarlo sull’autostrada appena viene l’estate,no.-

 

SHIELD
-Palestre-

-Non sei stata un po’ troppo dura con la ragazzina?-
Natasha alza gli occhi dalla fasciatura alla mano sinistra che sta disfacendo, e spazientita decide di usare i denti per scioglierle più in fretta.
-Non mi pare, è stata lei a chiedermi di insegnarle le basi del corpo a corpo.-
Clint soffia dalle narici mentre avvolge con il braccio sano quello che tiene ancora appeso al collo - Non è colpa sua se tuo marito l’ha baciata.-
Natasha infila un paio di monete nel distributore e si china per tirare a sé lo sportello del vano di recupero-Non ce l’ho mica con lei.-
-Lo spero, perché non è che tu hai vissuto nel suo ricordo in questi anni.-
Natasha afferra una bottiglia di acqua che svita con dita tremanti mentre Clint si china su di lei per parlarle ad un orecchio -Basta contare le volte che io e te siamo andati a letto fino a quattro anni fa.-


Prima che Clint perdesse la testa per Coulson.

-Mi stai dando dell’ipocrita?- gli chiede Natasha senza voltarsi.
Clint le appoggia un bacio sulla testolina ricciuta -Solo un pochino. Per il resto sei semplicemente un essere umano come tutti noi.-


SHIELD
- Area Relax-

 

Steve sfila la VHS dal videoregistratore e la chiude nella sua custodia mentre Kate continua a tamponarsi l’occhio ridotto ad una bistecca con la punta del sacchetto di ghiaccio - Steve.-
Questo alza gli occhi verso di lei mentre recupera la borsa in cui è infilato il suo assetto da battaglia da vicino il divano -Tu, hai visto che io il tuo amico non l’ho  per niente incoraggiato, vero?-
Steve raddrizza la schiena sorpreso mentre Kate continua a fissare lo schermo ormai spento.
-Sì, Bucky è fatto così.-
O forse dovrei dire era?
-Bacia le donne, così? Per divertimento?-
Steve arriccia un angolo delle labbra in un sorriso - Sì.-
Kate si gira a guardarlo imbronciata - No, perché…- si muove nervosa sul divano - …Non volevo che…- si gratta il mento mentre Steve si butta la sacca sulla spalla e se ne va verso la porta della sala .
-Kate fra dieci minuti devo essere su un aereo.-
Kate storce la bocca mentre si alza -Hai la sensibilità di una paracarro.-
Steve si appoggia alla porta con una mano - E questo complimento perché?-
La ragazza lo indica con la borsa del ghiaccio -Perché brutto idiota sto cercando di dirti una cosa importante e te mi parli da aerei da prendere!-
-Lo sai che non mi piace farmi attendere.-
Kate si batte una mano in viso, e subito la ritira con un gemito di dolore -ALLORA VAI!-Torna seduta con uno sbuffo incrociando le braccia e accavallando le gambe.
-Adesso mi dici cosa c’è, invece.-
-Invece no.-
Steve alza gli occhi al soffitto -Kate.-
-A ME PIACI TU, OK?- Steve torna a guardarla sbalordito - E non volevo che ti fossi incazzato perché quello…- Kate indica lo schermo con una mano mentre Steve lascia cadere la borsa - …Ha preso e m’ha baciato in diretta mondiale. Però a quanto pare non te ne frega nulla, quindi ciao, buon viaggio.-
Steve fa il giro del divano, afferra Kate per le spalle tirandola su come se non pesasse nulla e prima che la ragazza possa razionalizzare quello che sta per accadere , il suo corpo agisce per lei. Butta le braccia al collo di Steve che la stringe a sé con una delicatezza impensabile per uno capace di alzare una macchina con la giusta dose di rabbia in corpo.

La prima volta che Steve ha baciato una ragazza non è riuscito ad assaporare quasi nulla di lei. Il bacio che ha dato a Peggy era più il pegno di una promessa che purtroppo non è riuscito a mantenere.
Questa volta invece riesce a sentire tutto. Dall’odore di Kate, al sapore delle sue labbra e al modo in cui, anche se l’ha accettato con slancio, risponde  impacciata al suo bacio.
Poggia la guancia contro la sua mentre le accarezza i capelli con una mano - Vedi di non farti massacrare finché sarò via, ci vediamo presto.-


E questa volta sarebbe stato davvero così.

 

 

I più grandi studiosi di DNA e del genoma umano sono riuniti a Berna per un simposio quando Soldato compare come la Morte Falciatrice fra loro. L’orgia di sangue che segue è ripresa dalle telecamere di mezzo mondo che parlano del solito attacco terroristico da parte di centri islamici contrari alla sperimentazione sull’uomo ventilata nel simposio diventato una mattanza sotto gli occhi del mondo.
Diciotto fra le migliori menti del pianeta vengono uccise, altre quattro vengono portate via, tutte le agenzie di intelligence brancolano nel buio, compresa lo SHIELD, che a differenza loro, conosce nome e cognome del fantasma che ha spazzato via in poco meno di un ora la meglio gioventù scientifica.
Le industrie Stark e la Stark Tower vengono attaccata da membri dell’HYDRA, Bruce Banner in forze alla Tower da quasi due anni con un progetto sulla modificazione cellulare viene rapito sotto lo sguardo della neo signora Stark che descrive il suo assalitore come un uomo completamente ricoperto di scaglie di roccia. Il giorno stesso, allo SHIELD, uno sconvolto Charles Xavier interrompe una riunione ai vertici per informare che l’uomo che ha portato via il Dottor Banner è uno dei suoi studenti sparito durante una gita scolastica.
Bruce viene trovato un mese dopo a Boston, in  uno stato confusionale da non riconoscere i due agenti che gli sbarrano la strada, Clint Barton e Natasha Romanoff ovvero il neo ritrovato Delta  Team.
Il mondo scivola lentamente nel caos mentre nuovi fatti di sangue si aggiungono alla catena. La distruzione di un agenzia farmaceutica  poco fuori Dublino che costa la vita a centotto persone,  l’assassino di un gruppo di scienziati italiani ad altri venti,  c’è qualcosa nell’aria, come un drappo nero pronto a scendere sul mondo.


E’ successo a Central Park, un mese dopo la sparizione di un intero team di ricerca austriaco, due anziani signori stavano discutendo sommessamente attorno ad una scacchiera quando una giovane donna li ha avvicinati. Il bambino che ha assistito a l’incontro ha riferito che i due sembravano enormemente sorpresi di vederla, l’uomo sulla sedia a rotelle ,una fighissima sedia a rotelle con gli ingranaggi delle ruote coperti da una placca a forma di X stilizzata, e la testa liscia senza nemmeno un capello, ha perfino urlato mentre l’altro è balzato in piedi rovesciando tutte le pedine .
Il bambino ha raccontato alla polizia prima e a Melinda May poi, che l’uomo in piedi ha steso un braccio verso una delle panchine e l’ha fatta volare come un missile verso la ragazza, ma che questa si è coperta di minuscoli frammenti di vetro.

Sembrava la lente del mio caleidoscopio, signorina.

-Il professor Xavier e Magneto sono stati rapiti da una donna che risponde alla descrizione di Emma Frost .- ha tirato le sue conclusioni l’agente Coulson dal suo Autobus ad un Nick Fury sempre più stressato.
-Emma Frost ha quasi ottantuno anni, non può essere descritta come una ragazza bionda e bella.-
-Emma Frost è sparita dalla casa di riposo dov’era ricoverata da quasi sei mesi.-

 

 

LABORATORI HYDRA
_Budapest_

-Erik smettila.-
Erik si accascia all’ennesima scossa elettrica proveniente dal collare che si è ritrovato addosso trovandosi seduto a terra al fianco di Charles. Infila le dita fra la pelle e il ferro e tirando indietro la testa cerca di guadagnare qualche centimetro. Ha la sensazione di essere tornato indietro, quando Shaw lo trattava alla stregua da un cane da laboratorio.
-Calmati.- ripete Charles mentre segue con lo sguardo all’avanti e indietro oltre le sbarre delle loro celle sospese a mezzo metro da terra  nel bel mezzo di un laboratorio gremito di camici bianchi.
-Non riesco .- sibila Erik tornando a fissare il lettino  su cui è steso l’uomo colpevole del massacro di Berna -Che vorranno fargli secondo te?-
Charles preme le labbra una contro l’altra mentre liscia il collare, identico a quello di Erik, che blocca i suoi poteri e che lo ripaga con una dolorosa scossa elettrica ogni volta che prova ad usarli - Credo che lo scopriremo presto.-
-E scopriremo anche come mai Emma dimostra trent’anni.-
I due voltano la testa assieme verso la donna appoggiata morbidamente alla spalla di Ian Quin  e che  sorride accattivante nella loro direzione.
-Qualunque cosa sia, credo che non ci piacerà  amico mio.- mormora Charles mentre le due ali ai lati del lettino su cui Soldato d’Inverno è steso  si chiudono attorno a lui creando una specie di sarcofago e le sue urla di dolore rimbombano fino ai due mutanti.

 

 

 

FINE.

 

La prima parte della storia è finita. Ringazio chiunque abbia avuto la bontà di seguirla e vi do’ appuntamento sulle pagine di HALL OF FAME II_A HERO FALLS. il suo seguito.

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