Hermione Granger e la fondazione di Hogwarts

di severus89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera ***
Capitolo 2: *** Il Libro ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** Il ballo ***
Capitolo 5: *** L'idea ***
Capitolo 6: *** Il luogo, Il Cappello Parlante ***
Capitolo 7: *** Le sale comuni ***
Capitolo 8: *** L'apertura della scuola- l'attacco ***
Capitolo 9: *** Routine e scherzi ***
Capitolo 10: *** Fine?? ***



Capitolo 1
*** La lettera ***


Capitolo 1 la lettera

 

Il Signore è la Signora Granger, erano due comunissimi dentisti che abitavano al numero 20 di Oxford Street. Insieme a loro viveva la loro unica figlia, Hermione, una bella bambina dai capelli ricci e gli occhi del colore dell’ambra.

Era diversa rispetto alle altre bambine: non solo era un genio a scuola, ma, ultimamente, capitavano attorno a lei parecchie cose strane; per questo motivo non aveva amici, considerata da tutti come la secchiona stramba.

I genitori non sapevano spiegarsi il motivo di questi eventi, anche se l'ultimo era stato parecchio preoccupante: nascosti dietro la porta, avevano visto la figlia cercare disperatamente un libro che, alla fine, era arrivato volando da sotto un letto.

Questi misteri che accadevano intorno alla bambina, con il passare degli anni incominciarono a diventare sempre meno frequenti, tanto che alla fine non ci fecero più caso. Fino all'età di 11 anni.

Da qui comincia la nostra storia.

 

La mattina del suo compleanno, Hermione era molto eccitata di aprire i suoi regali, tanto che scese giù dalle scale in tutta fretta.

-Mione…- disse suo padre. -… non è il caso di correre così altrimenti ti fai male.-

-Andiamo tesoro, lo sai che il giorno del suo compleanno non si contiene. Falla divertire un po'.-

Hermione cominciò a saltellare in giro per casa dicendo: -dove sono i libri che mi avete promesso? Non vedo l'ora. ..-

Non avava neanche avuto il tempo di finire la frase, che bussarono alla finestra.

Finestra. Chi mai potrebbe bussare alla finestra? pensò Hermione.

Insieme ai suoi genitori,andò a vedere: trovarono un gufo appollaiato al davanzale.

Guardò i genitori e disse: -mamma, ma i gufi non volano di notte e dormono di giorno?-

-Certo tesoro, infatti è molto strano. Che dite? Apriamo per vedere cosa vuole?-

Suo padre annuì e aprì la finestra, facendo entrare il gufo che deposito' una lettera e volo' via. La famiglia si guardò a bocca aperta; in tutti vi era la stessa domanda: cosa stava succedendo?

Hermione prese la busta e lesse: Signorina H. Granger Stanza da letto 20, Oxford Street, London.

-Questa lettera è indirizzata a me-

-Su allora che cosa aspetti ad aprirla?- disse suo padre.

La busta era spessa e pesante, di pergamena giallastra. Girando la busta, Hermione vide un sigillo con uno strano stemma e una grossa H. Tiro' fuori la lettera e ne lesse il contenuto, dopo di che scoppio' a ridere dicendo: -sicuramente questo è uno scherzo di pessimo gusto, anche se mi devo complimentare per il fattore gufo-

-Che cosa c'è scritto?-

-Beh mamma, qui c'è scritto che io sono una strega che dovrà frequentare una scuola di magia e, un insegnante della suddetta, domani verrà a spiegare tutto quanto.- Dicendo questo Hermione si mise di nuovo ridere, mentre i suoi genitori si guardarono sospirando.

Quindi sua madre disse: -questo spiegherebbe gli strani fenomeni che capitano intorno a te.-

Hermione li guardò allibiti infine sbottò. -Non direte sul serio, vero?-

-Pensaci Mione, questa sarebbe una soluzione plausibile, non credi? Per il momento non ci pensiamo, vediamo domani cosa succederà, nel frattempo perché non apri i tuoi regali?-

Senza pensarci due volte, Hermione si tuffò in mezzo ai suoi doni, dimenticandosi così della sua lettera fino al giorno successivo.

Hermione, dopo una notte tranquilla di sonno, era in camera sua a leggere il libro che il giorno prima i suoi genitori le avevano regalato; ma, dopo un paio di minuti, suo padre la chiamò.

-Mione, vieni qui per favore. C'è una persona per te.-

-Arrivo- disse lei. Sbuffando posò il libro sul comodino e scese in salotto.

Davanti a lei vi era una donna dall'aspetto piuttosto severo, che portava un paio di occhiali e i suoi capelli neri erano raccolti in uno chignon, e addosso aveva uno strano mantello verde smeraldo.

Hermione la guardò per un momento, fino a quando la strega parlò.

- Buon giorno, sono la professoressa Minerva Mcgranitt. Ieri avete ricevuto la lettera della scuola, esatto?- chiese guardandola dritto negli occhi.

-La lettera dove c'era scritto che io sono una strega?-

Lei annuì, così Hermione la prese dal tavolo dove l'aveva lasciata la sera prima.

-Pensavo fosse uno scherzo- disse.

-No. No, non è uno scherzo, scommetto che in passato sono successi dei fatti strani intorno a lei- ribatté la signora. -Ad esempio, cose che spariscono o compaiono all'improvviso.-

Hermione la guardò allibita e annuì in segno di conferma, come i suoi genitori.

-Effettivamente, è successo tutto quello che ha detto, e penso che ha questo punto sia la soluzione più probabile- disse suo padre.

-Si, infatti. La magia si manifesta nei bambini già da quando sono piccoli.-

Mentre diceva ciò, Hermione penso' alle cose che le successero da un paio di anni. Infine capi' che era l'unica soluzione possibile; venendole in mente le parole di Sherlock Holmes: una volta eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile che sia, è la verità.

Anche se questo è veramente assurdo.

-Adesso che cosa succederà? - chiese mia madre.

-Andremo a prendere il materiale della scuola. Un'ultima cosa: Il giorno 11settembre, dovrete portare vostra figlia tra il binario 9 e il 10 della stazione di King's Cross. Si chiama il binario 9 e 3/4, dove l’aspetterà il treno per andare ad Hogwarts.-

-Dove si può prendere il materiale?-

-Signor Granger, qui a Londra c'è un locale chiamato “Il Paiolo Magico”. È il luogo da dove si può accedere al mondo magico. Domani vi ci porterò.- Infine la strega scomparve nel nulla con un sonoro Pop.

Hermione guardò i genitori dicendo: -alla fine non era uno scherzo.-

La abbracciarono entrambi e suo padre disse: -no tesoro, conviene aspettare domani è vedere cosa succede.-

-Sappi solo che ti vogliamo bene qualunque cosa accada.-

Abbracciandoli anche lei aggiunse: -guardate in che cosa ci siamo imbattuti…-

Si misero tutti a ridere, anche se Hermione non vedeva l'ora che arrivasse l’indomani.

 

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Capitolo 2
*** Il Libro ***


Capitolo 2 Il libro


Era passato appena qualche giorno da quando, sotto l’esperta guida della professoressa Minerva McGranitt, Hermione e i suoi genitori avevano visitato Diagon Alley. Eppure la bimba aveva già esaminato ogni stramberia acquistata, sfogliato gran parte dei libri di testo e proprio ora, alla vigilia della partenza, era tutta concentrata a leggerne uno in particolare.

Quando qualcuno bussò alla sua porta.

-Allora, come sta la mia streghetta preferita?-

La bimba sorrise radiosa. -Oh, benone!- rispose. –Questa roba è… wow! Lo sapevi che la scuola è un castello? Lo dice proprio qui, in questo libro! Ed è stata fondata da due maghi e due streghe potentissimi e quando arriverò lì mi metteranno un cappello parlante in testa! Ti rendi conto? Un cappello parlante!-

Il Signor Granger soffocò una risata davanti all’evidente entusiasmo di sua figlia. -Dev’essere un posto davvero interessante, questa Hawargs.-

-Non Hawargs, papà- replicò lei con un sorrisetto saccente. -Si chiama Hogwarts.-

-Oh, scusa, scusa. Hogwarts- si corresse l’uomo, decisamente divertito. Pensò che gli sarebbe mancata la sua piccola durante la sua assenza, ma scacciò dalla mente quel pensiero e la raggiunse sul letto. Le sedette accanto. -E a che capitolo sei arrivata?-

-Ventuno- rispose lei soddisfatta. -Me ne mancano solo tre, poi saprò tutto quel che c’è da sapere su Hogwarts!-

-Di già?-

Hermione annuì. -La maggior parte dei miei compagni si sono preparati a dovere negli anni passati, io non voglio esser da meno. Arriverò preparata, non vi farò fare brutta figura!-

L’uomo sorrise ancora, fiero. -Brava la mia bambina, così mi piaci.- Sì, pensò, gli sarebbe mancata da morire. La strinse in un tenero abbraccio, le scoccò un bacio sulla fronte e la lasciò alla sua lettura, raccomandandole di non fare tardi poiché l’indomani avrebbe affrontato uno dei viaggi più incredibili della sua vita.

Hermione annuì ancora, ricambiò la buonanotte e s’immerse nuovamente tra le righe del vecchio libro.

In verità, sapeva la piccola, non avrebbe dovuto averlo lei.

***

-Oh, wow! Questo posto è… straordinario!-

Il Ghirigoro era una delle librerie più frequentate di Diagon Alley. Lì, le venne spiegato, la maggior parte degli studenti di Hogwarts acquistavano i libri di testo e questo era il motivo per il quale anche loro avevano varcato la sua soglia. Ma non solo: il Ghirigoro era anche una delle librerie più fornite del Mondo Magico e gli scaffali gremiti di ogni genere di volume ne era la dimostrazione.

-Signorina Granger, è libera di visitarlo se vuole ma la prego di non allontanarsi troppo. Come il mondo dei babbani, quello magico più essere più o meno sicuro per una bambina della sua età.-

-Babbani?-

Che termini buffi utilizzava a volte la professoressa McGranitt, doveva ancora abituarsi.

-Babbani, certo. Qualcosa o qualcuno privo di magia, esattamente come i suoi genitori. E questo mi fa pensare che dovrebbe chiedere loro il permesso prima di andare.-

Afferrato il concetto, Hermione rivolse uno sguardo implorante ai due. -Posso? Per favooore!-

I coniugi Granger si guardarono e, con un sorriso, annuirono all’unisono. Bastò questo per far sparire la loro figlioletta tra gli scaffali e fu proprio in quell’occasione che la bimba vide per la prima volta quel vecchio libro, ingiallito e consumato, intitolato “Storia di Hogwarts”.

Una volta a casa, lo scoprì tra i propri libri di testo senza sapere come e quando vi fosse capitato.

-Forse dovrei restituitlo…- si era detta subito. Ma poi aveva fatto spallucce e aveva deciso di studiarlo prima di riportarlo in libreria e dichiararlo ufficialmente un “errore di distrazione”.

***

Un movimento accanto alla porta le fece alzare lo sguardo. Ferma sulla soglia c’era la sua mamma, con il suo bel sorriso e lo sguardo assorto nella contemplazione della sua bambina.

-Oh,non far caso a me. Continua pure a leggere- disse la donna. Hermione sorrise e accantonò il libro.

La donna si avvicinò lentamente, la camicia da notte rosa antico frusciava ad ogni passo, finché cessò nell’attimo in cui si accomodò accanto alla figlia.

-E’ interessante?- le chiese.

La piccola annuì. -Molto.-

Ci fu un attimo di silenzio, in cui la donna la scrutò bene in volto. -Come ti senti?-

-Bene! Benissimo!- rispose lei.

-Hermione…-

La bimba sbuffò appena. -Dico davvero, mamma. Sto bene.-

La donna parve riflettere un attimo. -Hermione, tesoro, forse potrai darla a bere a tuo padre ma non a me.-

Hermione abbassò lo sguardo sulle proprie mani.

-Cosa c’è che non va?-

-Nulla…-

La Signora Granger sospirò, un sorriso mesto le piegava le labbra.

-E’ solo che…- riprese la piccola. -… è successo tutto così in fretta. Sembra assurdo, davvero, però è tutto vero e…-

-Sei tesa- concluse per lei la madre.

Hermione annuì.

-Amore mio, è normale.- La donna strinse le mani della bambina tra le proprie e le carezzò sui dorsi con i pollici. -Sfido chiunque a restare tranquillo dopo tutto quel che è accaduto. E vuoi sapere una cosa?- Si chinò in avanti, avvicinando il volto a quello della figlia. -Ho paura anch’io- le sussurrò, proprio come fosse un segreto.

Hermione la guardò un po’ stupita.

-Ma tengo duro, e sai perché?-

La bimba scosse la testa.

-Perché so quanto tu sia coraggiosa e intelligente e sveglia e sono sicura che starai benissimo. E quando tornerai a casa sarai la strega più brava, più forte e più bella di tutte e io sarò orgogliosa di te, ancor più di adesso.- Sentimenti contrastanti trapelavano dalla sua voce. -E poi avrai pur ripreso da qualcuno, sono o non sono la tua mamma?-

Hermione si sciolse in un tenero sorriso commosso e gattonò fino a raggiungerla, accoccolandosi tra le sue braccia. La donna la strinse forte, le accarezzò i capelli ricci per un tempo indefinito; quando parlò, la sua voce tremò appena.

-Hermione- la chiamò. -Qualunque cosa accada, in qualsiasi momento tu decidessi di tornare a casa non devi far altro che dircelo. Verremo a riprenderti immediatamente.-

La bambina annuì, dopo un po’ salutò sua madre per la notte e con un sospiro sollevato tornò al suo libro. Sfogliò le ultime pagine come ad accertarsi del numero preciso, quando giunse all’ultima un’iscrizione dorata spiccava in fondo alla pagina. Era certa che prima non ci fosse.

Assottigliò gli occhi, vi passò sopra i polpastrelli e questa parve illuminarsi ancora di più. Hermione si inumidì le labbra e lesse ad alta voce:

Oggi il tempo al suo posto deve tornare
e con lui ti toccherà giocare.
Non c’è modo che tu lo possa evitare,
gli orologi indietro bisogna riportare.

Non appena terminò di pronunciare quelle parole, l’intero libro brillò di luce propria inondando l’intera stanza di un bagliore dorato tanto affascinante quanto spaventoso che costrinse Hermione a serrare gli occhi per non ritrovarsene accecata. Si sentì avvolta da una strana sensazione, radunata in prossimitià dell’ombelico; era come se qualcuno cercasse di trascinarla e d’istinto si strinse al vecchio tomo che avrebbe tanto voluto scaraventare via ma che, in contraddizione, sentiva essere la sua unica via di salvezza. Aveva le vertigini, la sua cameretta iniziò a vorticare e- L’ultima cosa che udì fu la sveglietta suonare.

L’attimo successivo la luce era sparita e con lei anche la piccola strega.

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Capitolo 3
*** L'incontro ***




Capitolo 3 L'incontro

Era una giornata molto afosa, una di quelle dove, la maggior parte delle persone sarebbe stata in vacanza al lago oppure in casa a fare nulla.
C'era un bambino che, invece di rilassarsi, si allenava nella nobile arte magica.
Suo padre era molto potente e lo stava istruendo a casa.
Il suo nome era Merlino Emrys.
Si stava allenando con gli schiantesimi, fino a quando non senti' un forte rumore provenire da dietro il cespuglio.
Una volta avvicinato con cautela, la bacchetta puntata verso il rumore, Merlino notò che di fronte a lui, vi era svenuta una bambina.
Aveva folti capelli bruni con dei vestiti piuttosto insoliti: una maglietta a maniche corte di colore giallo, e un paio di pantaloncini, anche essi corti di colore nero.
Che cosa ci faceva nel suo maniero era un mistero.
- Merlino- disse suo padre quando arrivò vicino a lui.
-Non ti dovresti allenare? Cosa ci fai vicino ad un cespuglio?-
- Padre, qui di fronte a me vi è una bambina comparsa dal nulla-
-Sciocchezze, i bambini non cadono dal cielo- Mentre si avvicinò la bambina incominciò a svegliarsi.


L'ultima cosa che la bimba ricordava, era una luce proveniente dal libro, poi il nulla totale.
-Che cosa è successo?- chiese Hermione mentre si stava riprendendo dallo stordimento iniziale.
-È quello che vorremo appurare anche noi signorina...?-
Sentendo una voce a lei sconosciuta, Hermione aprì di scatto gli occhi, trovandosi di fronte due persone: uno era un bambino che, all'incirca doveva avere la sua stessa età. Occhi verdi, capelli castani, e uno sguardo attento e calcolatore.
Quello che la terrorizzava di più, era l'uomo che le puntava la bacchetta contro: era identico al bambino, solo che a differenza sua, lo sguardo era molto freddo.
-Mi...Mi chiamo H...Hermione G...Granger, signore-.
-Molto bene signorina Granger, che cosa ci fa nei pressi di casa mia?-
Hermione ripenso' a cosa era successo prima di trovarsi in questa situazione assurda e, puntando l'occhio davanti a lei vide:
-Il libro!- disse Hermione improvvisamente, ricordandosi l'accaduto.
Si alzò da terra, quando il mago adulto disse:
-Un libro cosa centra...- Interruppe l'uomo dicendo:
-Centra tutto signore, ero a casa che leggevo questo libro, quando vidi una nota a fondo pagina...- Aprì il libro, notando che la scritta riguardante il tempo stava scomparendo, lasciando attonite le tre persone.
-Da quello che ho letto signorina, lei ha appena viaggiato indietro nel tempo, una magia rara ma non impossibile-.
Hermione sentemdo questo stava per svenire, sorretta poi dal bambino disse:
-Come.... Come è possibile ciò, e soprattutto quanto ho viaggiato...?-
-Di quanto signorina questo è un mistero, ma noi siamo nel 930 d.c.- *Mille anni!!
Aveva viaggiato per più di mille anni.*
Hermione pensò ai suoi genitori, che in questo momento la stavano cercando, e incominciò a piangere, sentendosi sola in un posto a lei sconosciuto.
-Suvvia!- disse l'uomo -Non pianga, ad ogni soluzione c'è tutto. Perché non viene in casa, prendiamo una tazza di tè e discutiamo il da farsi? A proposito, io mi chiamo Benjamin, lui è mio figlio Merlino- indicando il bimbo di fronte a Hermione.
Hermione annuì non sapendo cosa altro fare, quindi Merlino che fino a quel momento era rimasto in silenzio disse:
-Si dai, vieni, non ho mai avuto una sorrella con cui giocare.-
Benjamin li guardò sorridendo; suo figlio aveva appena risolto il dilemma della povera ragazza: finché non fossero riusciti a trovare una soluzione sarebbe diventata loro figlia. Egli sperava, non solo che la bambina avesse accettato, ma che sua moglie Martha fosse d'accordo:poiché quella bambina le ispirava simpatia.
Hermione, in un primo momento, era rimasta estasiata dalla villa di fronte a lei: un giardino con tanti alberi, e due fontane situate al centro, raffiguranti due draghi.
L'ingresso della villa invece,aveva una scalinata che portava ad un cancello sontuoso.
Era rimasta talmente abbagliata, da fermarsi per ammirare il paesaggio circostante.
-Allora Hermione ti piace casa mia?- disse Merlino una volta entrati.
-Certo- annuì Hermione che non poteva dire diversamente: c'era lusso ovunque.
-Hermione,perché non giochi con Merlino mentre il mio elfo non prepara del tè?- detto questo di fronte a Hermione comparve una strana creatura:
-Lei è Tippy, mentre sei qui puoi chiederle qualunque cosa-
L'elfo in questione scomparve in un sonoro pop, e prima che Hermione potesse dire qualcosa, sentì scendere le scale, e davanti agli occhi della bimba, apparve la donna più bella che avesse mai visto.
Aveva un viso a cuore e un fisico asciutto, minuto ma con le curve al punto giusto; capelli castani e occhi marroni tendenti al miele.
Squadro' Hermione da capo a piedi, dopo di che, rivolta al marito disse:
-Benjamin tesoro, chi è questa bimba?-
-Lei amore, si chiama Hermione Granger, so che rimmarrai stupita quando sentirai la sua storia, pertanto ti consiglierei di sedreti-
Una volta che si fu seduta la donna disse:
-Ciao Hermione, mi chiamo Martha, che ne dici di raccontarmi la storia che dice mio marito-
Hermione annuì, incominciando a raccontare per filo e per segno quello che le era accaduto, a partire dal libro fino a quando non era caduta, trovandosi di fronte Benjamin e Merlino.

Martha la guardò stupita per un momento guardando sia la bambina che il marito, notando che la bambina si stava mettendo a piangere disse:
-Tesoro, per quanto possa sembrare incredibile ti credo, perché non vai a giocare con Merlino mentre io e mio marito discutiamo il da farsi?-
Mentre guardava la bambina correre da Merlino, Martha disse al marito:
-Mi sembra incredibile quello che è successo, ma nonostante questo sappiamo entrambi che la magia è imprevedibile, perciò... Cosa pensi di fare con la bambina?-
Benjamin guardò sua moglie dicendo:
- L'unica soluzione possibile per me è quella di adottarla: non so se hai notato, ma come bambina è molto intelligente, potrebbe giovare a Merlino. Inoltre non volevi avere una figlia femmina?- Conclusa la sua arringa, guardò speranzoso la moglie che disse:
- Ti sei già affezionato alla bimba non è vero? Per me va bene possiamo dire, che dei nostri parenti sono morti affidandoci la loro figlia- .
I due annuirono in accordo, infine andarono nella stanza dei bambini.
Spiegarono la situazione a Hermione che entusiasta accettò immediatamente: d'altronde si era già affezionata a loro, anche se le mancavano moltissimo i suoi genitori.
-Molto bene- disse Martha:
-Da oggi sei conosciuta come Hermione Emrys, figlia adottiva, del fratello scomparso di Benjamin. Questo, fino a che non troveremo una soluzione al tuo problema-. Vedendo Hermione attenta alla discussione, continuo' dicendo:
- Tesoro, ora che fai parte della nostra famiglia, devi sapere due cose.
La prima: dovrai allenarti con la bacchetta; fino a quando non sarai in grado di padroneggiare sia, incantesimi difensivi, sia quelli offensivi. Imparare l'arte della pozione e trasfigurazione: queste le insegnerà mio marito.
La seconda: facendo ora parte della nostra famiglia dovrai imparare tutte le sottigliezze riguardanti i nobili di rango, e questo lo insegnero' io. Intesi?-
-Si, signora- disse Hermione.
Ridendo Martha disse:
-Puoi benissimo chiamarci per nome tesoro: è benvenuta nella nostra famiglia-.






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Capitolo 4
*** Il ballo ***




Erano passati diversi mesi da quando Hermione si stabilì definitivamente con la famiglia Emrys.
Benjamin e Martha erano due genitori fantastici, le avevano insegnato non solo l'utilizzo della magia, ma anche come comportarsi in quel tempo.
Certo le mancavano i suoi genitori, ma essendo una bambina, i ricordi di loro si stavano affievolendo.
-Expelliarmus- grido' Merlino, facendo volare la bacchetta di Hermione nelle sue mani.
-Che c'è sorella, stai perdendo colpi?-
Hermione sorrise di rimando:
-Non ancora caro fratellino! Accio- Urlò, e la bacchetta tornò in mano alla proprietaria.
Stavano per continuare, quando suo padre (ormai lo considerava tale) incominciò a ridere dicendo:
-Ottimo lavoro, perché non vi riposate?-
I due bambini annuirono contenti, così andarono a giocare, ma furono bloccati da Martha che disse:
-Bambini, siamo stati invitati al ballo annuale del primo Ministro, inoltre i nostri amici sono tornati, sabato saranno presenti-.
-Quali amici?- chiese Hermione curiosa.
-Sono Quattro famiglie con la quale io e mio marito abbiamo un ottimo rapporto da quando siamo piccoli. Inoltre anche loro hanno dei bambini, di sicuro non vi annoierete-
Detto questo lanciò un'occhiata eloquente a Merlino, che sorrise dicendo:
-Bene, così ti posso presentare a loro.
Il giorno del ballo era arrivato, e la famiglia Emrys fece il suo ingresso nel salone,dove si sarebbero tenute le danze.
Hermione rimase abbagliata dalla stanza: era molto grossa, lussuosa e sfarzosa. Sulle pareti, c'erano quadri e arazzi antichi con delle decorazioni in oro.
Le persone presenti, portavano tutti abiti molto appariscenti, le donne vestiti molto ampi con drappi e finimenti in pizzo ed oro, mentre gli uomini dellle spallette, con medaglie e abiti sempre molto sfarzosi.
Gli Emrys si avvicinarono ad alcune persone ben distinte, che avevano appresso a loro quattro bambini un po' più grandi.
-Ben, è bello vederti amico mio, come stai?-
Guardando incuriosito Hermione disse:
-È questa bella fanciulla chi è? -
-André anche per me è bello vederti, lei è Hermione, era la figlia di un mio parente che la affidata a noi dopo la sua prematura morte- Nel frattempo Hermione si era inchinata come voleva la tradizione.
-Mi dispiace tanto, cara vieni che ti presento questi quattro birbanti-
-Ma mamma...- disse il bambino dai capelli rossi e gli occhi azzurri.
-Zitto tesoro, lui che ha appena parlato è mio figlio, si chiama Godric Grifondoro ed è testardo come suo padre-
Il padre in questione stava parlando con gli uomini: era praticamente uguale e identico al figlio, tranne per l'età.
-Lui invece- disse indicando il bambino dagli occhi neri e capelli castani.
-Si chiama Salazar Serpeverde- il bambino fece il baciamano che Hermione ricambiò con un inchino,
-Mentre loro sono Tosca Tassorosso e Cosetta Corvonero- Fu il turno delle due bambine: la prima era biona occhi azzurri, la seconda mora con occhi verdi.
Hermione fece un inchino a tutti loro, pensando:
*Mio dio ho appena conosciuto i quattro fondatori della scuola di magia che dovevo frequentare prima di venire qui*
Senza indugio, Salazar si inchino' a lei dicendo:
-Posso avere l'onore di questo ballo?-
Lei annuì, così iniziarono a ballare un valzer e una volta finito Salazar disse:
-Grazie, siete un'ottima ballerina-.
Si avvicinarono al gruppo di bambini ed incominciarono a parlare del più e del meno, facendo così amicizia.
La serata trascorse piacevolmente, e la famiglia tornò a casa di buon umore, avendo invitato i loro amici a cena, il giorno dopo.

Un nuovo giorno venne segnato all'orizzonte, e per la famiglia Emrys era giunto il momento di iniziare la giornata.
Hermione era molto eccitata, poiché il giorno prima aveva avuto il piacere di conoscere i fondatori, inoltre, stasera sarebbero venuti a cena.
Incominciò così, ad allenarsi con Merlino, aspettando il loro arrivo.
Anziché usare la bacchetta magica, oggi avrebbero provato a volare su manici di scopa. Fuori c'era il sole, quindi era l'ideale per poter iniziare a praticare.
-Allora- disse Ben -Cosa aspettate, avvicinatevi alla scopa e gridate in modo chiaro: Su-
Hermione e Merlino si guardarono, quindi entrambi gridarono la parola detta dal padre, ma, mentre a Merlino la scopa andò direttamente sulle mani, ad Hermione rimase completamente ferma.
-Devi essere sicura, sei tu che la devi comandare, pensa ad un incantesimo lanciato e dillo con la stessa intensità-
Hermione annuì convinta, quindi ripeté la parola molto più sicura di sé, ed il manico volò direttamente nella sua mano.
-Molto bene, ora dovrete eseguire esattamente tutti i miei movimenti, se avete paura non esitate a scendere.
Così, per tutto il giorno, eseguirono i movimenti del padre alla perfezione, riuscendo ad imparare le basi del volo.
Il tempo era passato velocemente, e il gruppo di amici arrivò finalmente per la cena.
I bambini, adoravano Hermione, reputandola una bambina molto intelligente, con cui si poteva parlare di qualunque cosa.
Hermione aveva scoperto che, i quattro fondatori avevano quattordici anni: erano un po' più grandi di Hermione e Merlino, avendo un esperienza maggiore nel campo della magia.
Si erano messi così, d'accordo ad allenarsi tutti insieme.
Dopo un pasto molto ben cucinato, erano tutti seduti, ognuno godendo della reciproca compagnia; a fine serata si salutarono con la promessa di vedersi l'indomani.

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Capitolo 5
*** L'idea ***


Capitolo 5 L'idea

I raggi del sole colpivano la faccia di Hermione, e il venticello, provocava una dolce brezza.
La via era molto trafficata, e i passanti la guardavano per via del suo aspetto.
Aveva una tunica da combattimento nera, con una spada legata in vita ed un arco appoggiato sulla spalla. Il fatto strano era appunto l'arco: non vi erano frecce da scagliare con esso.
Ignorando curiosi, entrò decisa nel locale situato di fronte a lei provocandole un sorriso; sapendo che di li a poco avrebbe rivisto i suoi compagni.
Dal giorno che li aveva conosciuti erano passati nove anni. Molte cose erano successe: tra le tante, avevano saputo che lei veniva da futuro ma non si fecero problemi, dicendo che non volevano sapere cosa li aspettava.
Avevano fatto poi un accordo: una volta compiuto diciassette anni, sarebbero partiti da soli per una loro formazione.
Era appunto da tre anni, che non vedeva quei ragazzi scapestrati.
-Bella, perché non vieni a bere con noi?- lei cercò di ignorare gli uomini ubriachi, ma uno di loro con fare spavaldo si avvicinò.
-Prova ad avvicinarti a mia sorella e, giuro che ti farò pentire di essere nato-.
A parlare fu suo fratello Merlino, che si stava avvicinando al suo tavolo; l'uomo di prima si allontanò borbottando.
-Possibile che ti vai a cacciare sempre nei guai?- disse Salazar entrato in quel momento nel locale; gli altri li raggiunsero subito dopo. Ordinarono da bere, e poi si sedettero con lei.
-Non sono io che mi caccio nei guai, sono loro che inseguono me- disse Hermione.
Risero di quella battuta e poi, Cosetta cambiando argomento disse:
-Allora, come avete passato questi anni?-
Tutti parlarono di cosa avevano studiato e appreso, e una volta finito, guardarono Hermione che disse:
-Be', che c'è da dire? Ho viaggiato, finendo in Giappone e in una grotta ho incontrato un'eremita dei rospi, da cui ho appreso diverse tecniche interessanti-
-Davvero? Sarebbe divertente fare un duello- disse Tosca.
-Non lo so, dire i nostri segreti non sarebbe giusto. Ma Hermione è vero quello che si sente in giro su di te?-
-Cioè? Cosa avete sentito?-
-In giro si dice che hai fatto un patto di sangue con dei vampiri, e che gli elfi (non quelli domestici)
ti hanno fatto entrare nella loro comunità-.
Hermione sorrise rimanendo però in silenzio:
-Lasciate perdere i duelli e Hermione, e ascoltate cosa ho scoperto- disse Godric; si vedeva lontano un miglio che era eccitato di non si sa cosa.
-Ho sentito che nei pressi di una foresta, vicino ad un lago, c'è un castello che stanno cercando di vendere, ma non essendoci acquirenti stanno facendo fatica-.
-Come mai ti interessa quel terreno?-domandò Hermione.
-Be'- disse nervoso -Stavo pensando: perché con le nostre conoscenze non apriamo una scuola? Sarebbe bello poter insegnare ciò che abbiamo appreso, non trovate?-
Dopo quel commento, Hermione sorrise di nascosto: ecco come tutto era iniziato.
Salazar tossì dicendo:
-Una scuola? Perché vorremmo fare una scuola?-
Tosca era pensierosa , lei era affascinata dall'idea, come poteva notare anche da Cosetta.
-Sarebbe fantastico: una scuola che accetta chiunque di Magico, compresi i Babbani. I bambini possono finalmente avere un posto dove andare a imparare, se sono troppo poveri per i tutor! O...- Godric arrossi' fermandosi a metà frase:
-E 'una buona idea, non è vero?-
Si guardarono tutti quanti infine annuendo:
-Dobbiamo solo vedere il luogo e come è protetto, poi possiamo mettere anche noi delle protezioni-
Disse Hermione entusiasta anche lei dell'idea.
E brindando insieme come una squadra dissero:
-Alla scuola-
Sapendo che sarebbe stata un'ottima idea.


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Capitolo 6
*** Il luogo, Il Cappello Parlante ***


Capitolo 6 Il luogo, il Cappello Parlante

Il giorno dopo,i ragazzi si trovarono di fronte al Ministro della Magia, pronti ad acquistare il terreno: lo avevano visto e per la gioia del venditore, era immediatamente piaciuto a tutti.
-Visto che siete così sicuri di compralo lo vendo a 300
galeoni-.
Godric senza dire una parola, tirò fuori i soldi che tutti avevano messo da parte e pagò l'uomo; infine uscirono dopo averlo ringraziato.
Tirando fuori la passaporta Salazar disse:
-Bene ora che abbiamo finito che dite di andare al villaggio vicino alla nostra proprietà per il pranzo?-
Attivarono la passaporta che li portò a Hogsmeade.
Si ritrovarono in un locale chiamato Tre Manici di Scopa, non avendo mai mangiato da quelle parti, stupendosi di quanto fosse buono il cibo.
Dopo aver mangiato un lauto pasto, i sei protagonisti si incamminarono verso il castello dove avrebbero fondato la loro scuola.
-Oggi inizieremo con gli incantesimi di protezione se per tutti va bene?- chiese Cosetta, annuirono tutti in accordo, e senza ulteriori indugi incominciarono a modificare l'aspetto del castello.
Nel tempo della costruzione, ci furono parecchie litigate; chissà perché, ma Hermione voleva a tutti i costi che le case di Hogwarts (così avevano deciso di nominare il castello) fossero quattro e non sei! come tutti avevano pensato.
Merlino ricordandosi di come aveva trovato Hermione, e con che cosa disse:
-Ragazzi, non litighiamo, se Hermione vuole così facciamola contenta, per me non c'è nessun problema, io e mia sorella saremo si fondatori, ma a differenza delle case, daremo una mano con il resto e il personale- Hermione annuì convinta, gli altri rassegnati accettarono il compromesso.
Il castello era così suddiviso in modo equo.
Vi erano quattro case con il nome di: Grifondoro avente come simbolo un leone, Serpeverde avente come simbolo un serpente, i Corvonero con simbolo un'aquila, ed infine Tassorosso come simbolo un tasso.

-Voglio un Basilisco che protegga la scuola- disse un giorno Salazar.
I cinque ragazzi che in quel momento erano rilassati nelle stanze del personale lo guardarono allibiti e all’unisono risposero:
-Scordatelo-
-Sei uscito fuori di senno?- chiese Godric -L'unico che lo potrebbe controllare saresti tu, e poi è troppo pericoloso- finì.
-Non è vero, anche Hermione parla Serpentese-
-Sal!!- Urlò indignata Hermiome, era un loro segreto, e lui lo aveva spiattellato così, senza neanche consultarla.
-Perché diavolo non c'è lo hai detto prima?- Ha chiesto irritato Merlino.
-Beh, in teoria doveva rimanere un segreto almeno fino a quando non avremmo organizzato uno scherzo, Ops- disse poi Hermione.
-Mia, perché diavolo lo hai detto?- A questo punto stavano iniziando a duellare interrotti da un:
-Silencio- di Tosca.
-Allora, niente Basilisco intesi? Per quanto riguarda voi due provate a farci uno scherzo e la pagherete cara intesi?-
La costruzione stava andando relativamente bene a parte qualche dibattito ben favorito, che spezzava la routine.

-Sentite qui- disse un giorno Tosca mentre erano tutti riuniti per il pranzo in Sala Grande.
-Abbiamo deciso le case, lo stemma e la loro ubicazione, ma come ci occuperemo dello smistamento?-
Cosetta sorrise dicendo:
-Ho la soluzione perfetta, perché non utilizziamo un cappello? Possiamo fare un incantesimo, fargli dire come vogliamo smistare gli studenti- vedendo che nessuno replicava continuò dicendo:
-Ho letto un incantesimo da qualche parte che farebbe al caso nostro-
-E' una fantastica idea- disse Godric in risposta per tutti
- Potremmo usare Il mio vecchio cappello-aggiunse poi.
- Ognuno di voi dovrebbe decidere le caratteriche delle rispettive case-disse Merlino.
Ci pensarono un attimo e la prima a rispondere fu Tosca che disse:
-Tassorosso deve essere leale e sincero-
-Corvonero intelligente e creativo-
-Serpeverde ambizioso e furbo-
-Infine Grifondoro leale e coraggioso-
Dopo aver deciso le caratteristiche delle case, presero quindi il cappello di Godric, fecendo i vari incantesimi mettendoselo ognuno nella sua testa.
Una volta finito, poiché il cappello era un gran chiacchierone fu chiamato Cappello Parlante.
Oltre al Cappello dettarono altre regole tra le quali quella dell'età dei bambini che avrebbero frequentato la scuola: tra gli undici e i diciassette anni di età.
A scegliere i professori ci avrebbe pensato Hermione date le sue conoscenze; sapendo per certo che ne mancavano pochi per completare il corpo insegnati, poiché ognuno di loro aveva scelto una professione.
Godric sarebbe stato insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, Tosca di Incantesimi, Cosetta di Trasfigurazione, Salazar Erbologia (tra lo stupore generale aveva detto che preferiva le piante alle pozioni) Hermione di Pozioni, mentre Merlino Astronomia.



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Capitolo 7
*** Le sale comuni ***


Capitolo 7 Le sale comuni

Pov Godric

In quel periodo si stava divertendo davvero molto, era con i suoi migliori amici, e stavano lavorando ad un progetto veramente unico.
Pensava a questo mentre gironzolava vicino alle torri: quella era la sua zona, e con un consiglio di Hermione l'aveva modificata a suo piacimento.
Aveva scelto la sala comune degli studenti, nascondola con un ritratto un po' particolare: una Signora Grassa con uno strano vestito rosa. Per entrare bastava dirle la parola magica che solo un vero Grifondoro poteva dire.
-Mamma mia quanto rosso- disse Salazar una volta entrato all'interno per una visita.
I compagni annuirono, mentre Godric disse:
-Pensatela come volete ma a me piace così-.
La Sala Comune di Grifondoro si presentava a detta di Godric, come una stanza accogliente a pianta rotonda, arredata con soffici poltrone. Il pavimento era ricoperto da uno stupendo tappeto rosso vermiglio e oro, mentre le pareti erano tappezzate di drappi e magnifici arazzi dei colori della Casa. Gran parte della sala era occupata dall'immenso camino di marmo, ornata anche da alcune armature.
-Venite vi faccio vedere i dormitori-disse Godric.
Aprì una porta che conduceva ai dormitori delle ragazze, mentre una scala a chiocciola conduceva a quelli dei ragazzi.
Una volta spiegato ciò Tosca disse:
-Hai davvero fatto un ottimo lavoro, mi piace qui-.
-Umpf, scommetto che la mia Sala Comune vi piacerà di più-
-Davvero Sal? Perché non c'è la fai vedere?-disse sorridendo Godric.
-Con molto piacere-.

Pov Salazar

Quell'arrogante, scommetto che se vedrà quello che ho fatto si stupirà.

Scesero fino ai sotterranei, perché appunto, la sala comune di Serpeverde si trova nei sotterranei di Hogwarts, dietro a un’entrata nascosta sotto il Lago Nero.
Una volta entrati fecero tutti una faccia stupita: era fantastico, le finestre della sala si affacciavano sulle profondità del lago di Hogwarts. L'atmosfera era avvolta da un’aura di mistero; una luce smeraldina che penetra dalle finestre si irradiava ovunque. Si aveva l'impressione di essere in un relitto in fondo al mare.
L'arredamento della sala comune di Serpeverde era costituito da poltrone e sofà neri, tappeti verdi e argento. L'unica fonte di calore era un colossale camino di marmo, abbellito da statuette, teschi e l'immancabile effige di un serpente. -Caspita che lusso- disse Merlino, mentre si avvicinavano ai dormitori.
I Dormitori erano molto eleganti e accoglienti con antichi letti a baldacchino, tende in seta verde e copriletti ricamati con filo argentato.
-Devo ammettere che non è niente male- disse Hermione.
-Si, tipico di Salazar esagerare-
-Cosa vorresti dire?- dissi io alterato.
-Su non litigate, io e Tosca non vediamo l'ora di mostrarvi le nostre-
-Scommetto che saranno piu belle delle vostre- aggiunse poi Tosca.
-Vedremo- rispondemmo in coro io e Godric seguendole.

Pov Tosca

Ora toccava a Tosca far vedere ai suoi amici la sua sala comune.
Avevano visto quella di Salazar e Godric, ed erano rimasti stupiti, ma la sua non era da meno.
Condusse i suoi amici vicino alle cucine. Oltrepassò la grande natura morta che costituiva l'entrata di queste ultime, e si avvicinò al lato destro del corridoio. Si trovavano una pila di grosse botti in una buia nicchia di pietra. Aprì quindi la seconda botte a partire dal basso.
Entrarono dentro la botte, dove un cunicolo li portò davanti a un'accogliente sala rotonda dal soffitto basso, che ricordava vagamente la tana di un tasso. La stanza era arredata con la vivace combinazione del giallo e del nero.
Una colorata moltitudine di piante sembra godersi l’atmosfera della sala comune di Tassorosso.
Andarono poi verso i dormitori, i quali avevano tutti porte rotonde come coperchi di botti, decorati con variopinti arazzi raffiguranti i simboli di Tassorosso e lunghi tappeti con bei motivi giallo-neri.
-Però- disse Merlino stupito.
-Mica male-.
Guardò le facce stupite di Godric e Salazar:
-Vedete? Anche Tosca ha fatto un buon lavoro. Ora tocca a me- disse Cosetta.

Pov Cosetta

Cosetta rideva delle buffonate dei suoi amici. Erano davvero una bella squadra: l'arrivo di Merlino ed Hermione aveva portato un po' di freschezza nelle loro vite.
Vedeva come Salazar e Godric erano attaccati alla ragazza, e di come lei Tosca e Merlino interagivano.
È vero che erano un gruppo di sei persone, ma erano divisi in due triadi.
Da un lato Salazar, Godric e Hermione: giocherelloni e coombina-guai. Dall'altra parte: lei, Tosca e Merlino, molto più calmi e riflessivi. Si completavano a vicenda.
Pensava a questo memtre si dirigevano verso la sua Sala
Comune. Si trova sulla sommità della Torre Ovest.
Diversamente dalle altre Case, che avevano tutte ingressi segreti per raggiungere la propria Sala Comune, i Corvonero non ne avevano. La porta, si trovava in cima a un’alta scalinata a chiocciola. Non aveva maniglia, ma un batacchio incantato in bronzo, a forma di aquila. Quando qualcuno bussa alla porta, il batacchio pone una domanda e, se l'interpellato non rispondere in modo corretto, lo lascia entrare altrimenti no.
Questa era stata una sua idea che riteneva geniale.
Entrarono nella stanza che era circolare, ampia e ariosa. Vi erano finestre ad arco e sulle pareti erano appesi drappi di seta blu e bronzo. Il soffitto era a cupola, e sia questo sia la moquette, erano trapuntati di stelle. Le finestre ad arco disposte lungo i muri, disponevano di una vista spettacolare: il lago, la Foresta Proibita, il campo di Quidditch e i giardini di Erbologia. Nessun’altra Casa della scuola aveva una vista così.
Tutti fischiarono in segno di apprezzamenti non appena videro fuori dalla finestra.
Si complimentarono con Cosetta, dopo di che andarono a mangiare entusiasti del lavoro svolto.


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Capitolo 8
*** L'apertura della scuola- l'attacco ***



Capitolo 8 L'apertura della scuola - l'attacco

Nei giorni seguenti l'intera popolazione magica, aveva appreso la notizia dell'apertura di una scuola di magia, nei pressi di un villaggio chiamato Hogsmeade.
I cittadini erano curiosi ed eccitati di vedere la scuola, tanto da aver iscritto i bambini.
Rimasero delusi solamente quando seppero di non poter entrare.
A detta del corpo insegnati per la sicurezza del loro castello; al momento sarebbero entrati solo i bambini.

Gli insegnanti che aspettavano gli studenti nella Sala Grande, erano ansiosi di cominciare, per vedere le reazioni dei piccoli che avrebbero istruito.
Sentirono i mormorii della folla che entrava, con l'eccitazione salire al massimo.
Godric era pronto per il suo discorso, vedendo quanto i bambini sembravano impressionati dal castello, e soprattutto dal cielo stellato che illuminava il soffitto.

-Buongiorno a tutti e benvenuti nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, gli studenti che frequenteranno la scuola, saranno smistati nelle quattro case. Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso.-
Prese un bel respiro e continuò:
- E sse saranno la vostra famiglia, punti saranno tolti o dati da come vi comporterete. Ma non indulgiamo, pronti per lo Smistamento-.
Dopo che lo smistamento era finito la festa procedeva senza intoppi, infine Hermione si alzò in piedi dicendo:
- Alcune regole dovranno essere rispettate: la Foresta Proibita, e' appunto Proibita-
qui tutti risero della battuta :
- In quanto vi sono creature pericolose. Si può andare ai confini solo in alcune classi come Cura delle Creature Magiche e Erbologia. I capi della vostra casa vi porteranno nella Sala Comune.-
I prossimi mesi che precedettero il Natale, volarono in un turbine di classi, scherzi, duelli e detenzioni.
Per la prima volta gli studenti tornarono a casa dai genitori, che avevano accettato con entusiasmo la scuola e le loro idee.


-L'apertura della scuola non mi aiuta mica nel mio compito! Basta che pagano bene!- disse sbuffando un uomo.

Pioveva nel villaggio di Hogsmeade, Tuoni e fulmini lampeggiavano nel cielo. Le strade erano completamente deserte, ad eccezione di un uomo.
Quello che aveva appena parlato,era il guardiano del villaggio, e da qualche giorno anche della scuola di Magia che aveva aperto da poco.
Il suo compito era di controllare che tutto andasse bene.
Al momento non era così; qualcosa non andava:
-Expecto Patronum-.
Una lince apparve nell'oscurità e il guardiano disse:
-Avvisa i professori, c'è bisogno del loro aiuto, un esercito di goblin sta invadendo il territorio-.
Detto questo la lince scomparve nel nulla, portando il messaggio ai diretti interessati.


-Ci mancava solo questo- disse Salazar a cena: la lince era arrivata portando scompiglio fra studenti e insegnanti, gli unici a rimanere calmi erano i nostri sei protagonisti.
-Sonorus- disse Merlino.
-Ascoltate tutti, mantenete la calma, questo problema si risolverà. Gli insegnanti scorteranno gli studenti nei dormitori-.
Fatto ciò si sedette; così, il resto della serata passò, con i fondatori che escogitavano dei piani e venire per vincere questa battaglia.

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Capitolo 9
*** Routine e scherzi ***



Capitolo 9 Routine e scherzi

L'esercito dei maghi era capeggiato dai fondatori, sistemati prima del confine del villaggio, aspettavano con ansia i goblin che non tardarono ad arrivare.
-Questa- disse Godric prima di iniziare lo scontro:
-Sarà una dura battaglia, mi aspetto il massimo da ognuno di voi-.
Tutti annuirono convinti, d'altronde Ric era un leader nato, è sapeva infondere coraggio.

Bacchette alla mano, e lo scontro incominciò: incantesimi di tutti i generi volavano addoso ai goblin, che rispondevano di conseguenza; quella che faceva più paura era Hermione.
A differenza delle altre persone stava usando un arco, delle frecce incandescenti comparivano dalla sua mano e nessuna di esse mancava un bersaglio.
-Davvero complimenti- disse Sal che come la maggior parte dei fondatori usava la tecnica della spada-magia.
-Questo non è niente, dovresti vedere certe mie tecniche. Ma ora non è il momento.-
Schivo' un attacco da parte di un goblin e subito dopo colpi' centrando il bersaglio.

Dopo quelle che parvero ore infinite, la battaglia giunse al termine con la vittoria dei maghi; con poche perdite, grazie all'intervento dei fondatori.

I giorni passavano, e ben presto la gente si dimenticò della battaglia tornando alla solita routine quotidiana:
-Nono, e così difficile da capire? Jordan cosa c'è scritto, nell'ultima riga?-
Il ragazzo tremante guardò la lavagna e rispose alla domanda:
-Girare sei volte in senso orario, professoressa Emrys-.
Hermione a quel punto fece scomparire il calderone, che stava quasi per esplodere e disse:
-Esattamente, sei, non dieci, è difficile contare?-
Prima che potesse aggiungere altro, la lezione finì e i bambini scapparono dall'aula.
Hermione sospirando si sedette alla sua scrivania, e stette con gli occhi chiusi fino a quando, un cucciolo di tigre fece le fusa per avere un po' di coccole.
Hermione la accontento':
-Kira, perché non ho scelto Erbologia, questi mi stanno facendo impazzire sono delle teste di legno-.
Per risposta la tigre la guardò negli occhi come per dire: non è colpa mia.
-Ti va di bere qualcosa con noi?-
Disse qualche minuto dopo Sal, entrando con Ric e due bottiglie di Wisky-.
-Certo mi ci vuole proprio- disse lei entusiasta.
-Giornata difficile?- chiese Ric versando una dose abbondante nei loro bicchieri.
-Nella norma... che ne dite di fare qualche scherzo, la scuola è rimasta piuttosto calma ultimamente-.

Ci eravamo organizzati bene, avevamo convinto gli elfi ad aiutarci: non si aspettavano che fossero dei burloni.

Il giorno dopo ogni studente, si era trovato con i capelli arancioni, beh, l'unico insegnante che era stato nostro bersaglio era Morgan. Persona odiosa che non faceva altro che deridere il lavoro degli altri.
(Questo insegnante non lo aveva approvato Hermione, ma il Ministro della Magia per vedere come andava la scuola).
Merlino guardò il nostro lavoro sorridendo, ma Cosetta e Tosca erano furiose, e la seconda disse guardandoci:
-Se scopro che siete stati voi...- non fini' la minaccia che Sal disse:
-Noi? Come pensi avremo fatto una cosa del genere...-
-...Se per tutto il tempo...- disse Godric.
-...Siamo rimasti con voi?- concluse Hermione di rimando.
Sbuffò infastidita, ma anche lei poi sorrise.
Ogni tanto facevano bene questi piccoli scherzi. Giusto per staccare la routine.

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Capitolo 10
*** Fine?? ***



Capitolo 10 Fine??

Erano passati diversi anni da allora e Hermione era in pace con se stessa: i suoi due migliori amici erano Salazar e Godric, insieme erano soprannominati il trio dei burloni, per la disperazione di Cosetta Tosca e Merlino.
Amavano fare scherzi di qualunque genere ai danni di tutti soprattutto al professor Morgan (senza mettersi d'accordo, una volta avevano aizzato contro di lui i loro animali domestici, un serpente una tigre e un leone; lo avevano talmente spaventato che promise vendetta nei loro confronti anche se lo scherzo non era stato divulgato agli altri.).
Hermione era contenta anche di quello che aveva imparato.

Chissà perché ma sapeva che per lei il tempo era quasi finito.
Con sgomento, mentre era in vacanza dal suo maestro eremita, apprese una tecnica che sommata ad un incantesimo, l'aveva fatta andare nel passato.
Così lei lo aveva lanciato nel libro che sapeva, la bambina di undici anni avrebbe poi trovato.

C'era solo una cosa che non capiva: nel libro di Hogwarts vi era scritto che Salazar e Godric avevano litigato, ma non era vero. Cosa mai poteva essere successo?

Mentre pensava a questo, Sal la chiamò dicendo che c'era una riunione in corso.
Andando nella stanza dove di solito si riunivano, trovò i suoi amici che la stavano aspettamdo.
-Hermione, vogliamo che tu sappia una cosa- disse Cosetta mentre si sedeva.
Era preoccupata, avevano tutti sguardi seri:
-Cosa...-
-Non interrompere, è una cosa seria-.
-Merlino ha ragione. Allora, sappiamo che presto, volendo o no andrai via- disse Tosca.
-Per quanto ci dispiaccia, volevamo farti tutti un dono- aggiunse Sal.
Si misero tutti in cerchio dicendo una litania in latino.
Sapeva che cosa era, ma prima che potesse fermali l'incantesimo era finito.
Piangendo disse:
-Perché lo avete fatto, non era il caso di...-
-Mione...- disse Godric.
-L'incantesimo dell'unione del sangue era giusto da fare. Adesso hai un pezzo di noi dentro di te. Sei l'erede delle nostre famiglie. Questo è ciò che vogliamo-.
-Siamo fieri di te, e volevamo che non ti dimenticassi di noi.- disse Sal.
Ognuno di loro le diede una copia delle loro chiavi non solo della banca, ma anche dei castelli.
-In questo momento sei la persona più ricca e potente del mondo magico- disse Merlino
-Festeggiamo-.



Una sera mentre rileggeva il libro, una luce apparve di nuovo, e così ritornò nel suo tempo, ad essere una bambina di undici anni.

-Tesoro tutto bene? Pronta per la scuola?-
Hermione aprì di scatto gli occhi, ed andò ad abbracciare i suoi genitori dicendo:
-Mamma, Papa' sono così contenta di vedervi, mi siete mancati tanto-.
I signori Granger la guardarono stupiti abbassandosi alla sua altezza dicendo:
-Sicura di stare bene? Non ci siamo allontanati neanche un po'-

Hermione li guardò stupita: possibile che fosse stato solo un sogno?

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