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di kaliko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sofia ***
Capitolo 2: *** Lidja ***
Capitolo 3: *** Fabio ***
Capitolo 4: *** Karl ***
Capitolo 5: *** Ewan e Chloe ***



Capitolo 1
*** Sofia ***


Entrò in quel mondo tutto suo. Draconia era là, bella e malinconica come sempre. C’era, però, qualcosa che non andava: tutto sembrava meno splendente del solito, come se un’entità malvagia avesse provato a portare il male e ci fosse riuscito in parte. Sofia iniziò a girare per la città; generalmente si limitava a stare vicino al bordo e a godersi la sensazione di libertà e di essere se stessa. Durante il tragitto iniziò a vedere numerose immagini di draghi e uomini che coesistevano in armonia. “I draghi non esistono…” pensò la parte razionale del suo cervello. Erano stupendi, maestosi, con ali possenti e zanne lunghe e affilate. Essi stavano combattendo tra di loro, sotto la supervisione di altri draghi più anziani. Continuò a camminare e vide un uomo che curava un drago. “Anche se sono così diversi si aiutano comunque a vicenda” pensò Sofia con amarezza “solo io sono sola. Voglio vivere per sempre qui, questa è la mia vera casa”. Dopo un po’ arrivò davanti a un albero immenso, ma terribilmente triste: per terra c’era un tappeto di foglie morte, il tronco era visibilmente ammalato e i rami andavano verso l’alto in un’inutile richiesta d’aiuto. Cadde a terra, si mise a piangere: Sofia era seriamente dispiaciuta per quell’albero, sapeva che in un qualche modo era parte di lei. Un attimo dopo si accorse di alcuni oggetti per terra: erano cinque sfere di cinque colori diversi, verde, rosa, giallo, azzurro e viola. In quel momento sentì una voce: “Sofia, Sofia, il pericolo è alle porte!”
“Chi sei?”
“Prendi a tua sfera… il pericolo è vicino!”
“Chi sei? Dove sei?”
“Un giorno ci vedremo…”
Sofia percepì l’arrivo di qualcuno veramente cattivo e acchiappò una sfera a caso, quella verde, e sperò di aver preso quella giusta. Corse tantissimo, come mai aveva fatto, fino al bordo della città. Guardò in basso e gridò: non vedeva più il cielo azzurro, c’era solo il nero più profondo. Improvvisamente, in quell’oscurità, si aprirono due occhi rossi e Sofia si sentì mancare. C’era troppo odio da sopportare, ma una forza dentro di lei la costrinse a reggere lo sguardo. Quell’essere, però iniziava a sovrastarla. “Cosa posso fare, sono solo io” pensò. La sfere, che era sempre stata nelle sue mani, cominciò a cambiare forma, si allungò fino a diventare una spada. Presa dall’istinto, Sofia la scagliò contro l’essere che, incredibilmente, sembrò risentire del colpo. Una voce cavernosa risuonò nella testa di Sofia: “Non puoi battermi, io sono il più forte, il più grande”. L’oscurità iniziò ad avvolgere la ragazza, la quale iniziò a urlare e a piangere, finché tutto diventò buio. Spalancò gli occhi e si ritrovò su un letto in una camera bianca; sentiva odore di disinfettante. “Buongiorno bella addormentata!!” trillò una voce familiare. Era Giovanna. Le raccontò che mentre stavano tornando dalla passeggiata era scivolata a causa della pioggia. Aveva battuto la testa ed era svenuta, ma il medico aveva assicurato che non era in pericolo e ora si trovava nell’infermeria dell’orfanotrofio. Sofia si mise a pensare: era la prima volta che sognava qualcosa di diverso da Draconia e ciò la preoccupava. Poi la stanchezza arrivò di nuovo e scivolò in un sonno privo di sogni.
 
 
Angolo autrice
È la prima storia che pubblico e sono agitatissima. Le recensioni sono ben accette e ho bisogno di critiche costruttive. Il prossimo capitolo sarà di Lidja, ma non so proprio quando riuscirò a metterlo, ma sicuramente arriverà entro e non oltre sabato. Mi scuso per eventuali errori, se sono presenti fatemelo sapere così li correggo. Mi scuso anche per il titolo, il mio cervello non ha saputo fare di meglio. Ciao ciao!!!
Kaliko 

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Capitolo 2
*** Lidja ***


All’epoca avevo sette anni, ero la cucciola del circo e il mio compito era quello di portare occasionalmente oggetti in scena durante gli spettacoli. Un giorno, era una calda mattina di inizio maggio, mi fecero una proposta senza senso:”Vuoi imparare ad andare sul trapezio?”. Io li fissai allibita:”Come scusa?” chiesi. Sentii qualcuno sghignazzare, probabilmente avevo la faccia più confusa del mondo. “Sei abbastanza sveglia da capire, Lidja, vuoi o non vuoi?” “Ma siete matti o cosa? Non ci penso neanche!” Avevo la faccia tosta a quell’età e, lo ammetto, ero anche un po’ fifona: c’erano due fratelli, conosciuti dal pubblico come Tizio e Caio, che facevano i trapezisti e che, dopo una brutta caduta, avevano abbandonato l’attività circense. Quindi avevo stabilito che poi mai avrei usato i trapezi. Quello stesso giorno decisi di andare a casa di un amico che avevo conosciuto da poco, Marco, per giocare un po’; dopo essere arrivata gli raccontai dell’offerta che mi avevano fatto ed egli scoppiò subito in una fragorosa risata. “La grande Lidja, che riesce a sconfiggermi nella lotta, che si fa spaventare da una proposta così banale! Non ci credo, mi deludi un sacco!!” disse prendendomi in giro. A quel punto divenni viola, tipo una melanzana. “Io non sono affatto fifona!” sbottai “E’ solo che… che…” “Che?” mi chiese Marco di rimando. “E va bene!! Domani ci proverò, contento?” gli risposi. Ero e sono molto orgogliosa, quindi accettai la proposta che mi avevano fatto e il giorno dopo mi preparai per provare i trapezi, sperando che marco non venisse a vedere il mio fallimento, ma quel maledetto giunse apposta per me. Finito di fare stretching salii sulla scala che mi avrebbe portato al trapezio; mi assicurarono che la rete sottostante era solida e che non mi sarei fatta male. Ero arrivata in cima alla scaletta e i trovavo su una piattaforma da dove mi sarei dovuta lanciare con il trapezio; il mio cuore assomigliava più a un martello che a un organo, m ami imposi di calmarmi e di respirare in modo regolare. Decisi di contare fino a cinque e poi di buttarmi: uno, due, tre, quattro… quattro e mezzo… oh al diavolo!!! Mi lanciai con un piccolo grido e subito un senso di esaltazione infinita invase il mio corpo. L’aria mi sferzava il corpo e dava la netta impressione di volare: sembrava di andare su un’altalena gigante. La paura di cadere passò subito, sentivo che le mie mani avevano una presa salda sul trapezio. Purtroppo nulla dura per sempre mi accorsi che stavo perdendo velocità: volevo provare a fare una capriola appena dopo essermi staccata, ma non ci riuscii e sbattei la pancia contro la rete. Mi alzai con un sorriso immenso e urlai:”Voglio rifarlo!! Posso? Posso?”. Tutti i presenti mi applaudirono e mi chiesero il bis e il tris. Fu un giorno memorabile, dove Lidja, la cucciola del circo, divenne Lidja la trapezista.
Angolo autrice
Sono felicissima perché il capitolo di Sofia ha raggiunto 51 visualizzazioni e per me è un risultato pazzesco. Non sono molto convinta di questo capitolo, temo di aver cambiato troppo il personaggio di Lidja, in ogni caso fatemi sapere. Ringrazio tantissimo Drachen per aver recensito e per le parole dolcissime che mi ha detto. La prossima storia riguarderà Fabio; spero di riuscire a postarla entro martedì, perché poi parto per la gita e fino a sabato non potrò ne scrivere ne tantomeno postare un altro capitolo. Ciao ciao!!

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Capitolo 3
*** Fabio ***


Free me
Free me
Free me from this world
I don’t belong here
It was a mistake imprisoning my soul
Can you free me? Free me from this world
Perché sono qui, rinchiuso in questo orfanotrofio? È troppo tempo ormai che non ci sei e io sto male, male e non trovo la luce in questo buio. Perché mi hai abbandonato? Ero piccolo e avevo bisogno di te, ma tu te ne sei andata. Ora mi rimane solo il ricordo, vivido e impresso nel mio cuore. Ti odio, ti odio con tutto me stesso, mi hai lasciato sapendo che non ce l’avrei fatta. Sapevi che dentro di me esisteva un potere spaventoso e terribile, ma mi liquidavi dicendo che ero speciale. Io non sono speciale, sono un ragazzo ombroso e irraggiungibile, non ho amici, non ho nessuno. Liberami, liberami, liberami da questo mondo, io non vi appartengo, era un errore che imprigionava la mia anima, puoi liberarmi? Liberami da questo mondo. Ti odio e ti amo allo stesso tempo, ma può esistere un sentimento del genere? Sento la mia anima dilaniata e solo il tuo ricordo mi fa andare avanti. Quando si conosce qualcuno, e gli si vuol bene, questo prende una parte di te. La nostra anima è formata così: tanti o pochi pezzi che occupano uno spazio a seconda di quanto è importante per te quella persona. Quando questa muore, i frammenti della sua anima vanno via e si prova dolore perché il tuo spirito si lacera. La mia anima era formata da te, tu eri la mia guida, la mia famiglia, il mio tutto. Ho voglia di vendicarmi, ma con chi? Mi rimane solo il ricordo del tuo sorriso, delle tue parole e dei tuoi incoraggiamenti e se puoi liberami da questo mondo.
ANGOLO AUTRICE Buonasera a tutti!! Come prima cosa mi scuso per non aver postato prima, ma lunedì e martedì sono stata molto impegnata, mentre in questi ultimi tre giorni sono andata in gita. Passando al capitolo: questo è il mio preferito perché sono riuscita a esprimere il mio pensiero e spero che anche voi riusciate a percepirlo. Ringrazio Cristina Cuman e Drachen per aver messo la storia tra le seguite. Un grande grazie a Drachen che con poche parole riesce a darmi un grande sostegno. Il capitolo riguardante Karl arriverà venerdì, sperando che quei maledetti idioti dei miei prof i miei professori non mi riempiano di verifiche. Dimenticavo di dirvi che i versi all'inizio della pagina sono dei Muse, della canzone Explorers, che mi è stata di ispirazione per questa storia. Alla prossima!! Kaliko

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Capitolo 4
*** Karl ***


Karl non si era mai considerato normale. Normale, una parola quasi sconosciuta: un ragazzo che spara ghiaccio ha dei seri problemi per i comuni mortali. A scuola si ritrovava spesso da solo, a disegnare i mille progetti che aveva i testa, con i compagni che lo deridevano. Egli era quello adottato, quello che preferiva il freddo al caldo, quello sempre sovrappeso. Tante volte era tentato di scappare via, di continuare la ricerca dei frutti e con un po’ di fortuna vivere con altri Draconiani. Poi pensava a Effi, al suo sguardo dolce, agli enormi sacrifici che aveva fatto per lui e si convinceva ad andare avanti. Certo, era dura, ma per lei avrebbe sopportato tutto. La sua anormalità ebbe la prova della sua esistenza quando, con la scuola, andò a fare un corso di pattinaggio. Era la prima lezione per tutta la classe e ognuno di loro provava emozioni diverse: gioia, eccitazione, frustrazione e terrore. Karl faceva parte di quest’ultima categoria: egli e l’attività fisica non… andavano molto d’accordo. A casa si allenava solo con i poteri del suo drago; era certo che sarebbe caduto anche se si fosse attaccato con la colla alla balaustra e che gli altri, atletici e sempre preparati, avrebbero riso perché non sarebbe stato capace di fare le cose più semplici. Comunque riuscì a entrare nella pista senza troppi problemi e subito una sensazione di pace lo avvolse. Si sentiva bene, nel suo elemento, sentiva Aldibah fremere dentro di lui. Iniziò a pattinare come se lo facesse da sempre, sempre più veloce e sentiva gli sguardi dei compagni su di lui. Sapeva tutto quello che doveva fare, aveva un controllo del suo corpo incredibile; avrebbe tanto voluto che il suo drago fosse accanto a lui, anche se in quella pista sarebbe stato difficile far stare una creatura di quelle dimensioni. Stava così bene, fino a quando Abel, un suo compagno decisamente idiota, decise di spintonarlo e Karl finì a gambe all’aria. Tutta la classe si mise a ridere; Karl divenne tutto rosso e la rabbia lo inondò. Il ghiaccio intorno a lui iniziò a creparsi; “mettiti a dieta che il ghiaccio si rompe” gli disse una voce all’interno del gruppo. Avevano esagerato veramente. Il Draconiano gridò e il ghiaccio iniziò a rompersi. Tutti i presenti caddero a terra e subito arrivò il silenzio. Ogni persona guardava Karl esterrefatto; il raggazzo si sentiva smarrito, non capiva cosa era successo, ma sapeva che doveva andarsene. Si tolse in fretta i pattini e corse fuori, senza prendere le scarpe e la giacca. Il suo unico pensiero er a di andare lontano. “Aldibah, Aldibah, che succede?” La tua rabbia era al culmine, ho provato a impedire il peggio, non ho fatto abbastanza… Karl era terrorizzato, non gli era mai capitato di perdere il controllo in quel modo. Decise di tornare alla pista di pattinaggio e aspettarsi il peggio.
ANGOLO AUTRICE Buonaseraaaaaa!!!! Sono strafelice perché a scuola questa è stata una settimana fantastica, il capitolo di Sofia ha superato le 100 visualizzazioni, sono riuscita a postare il capitolo prima del previsto e un sacco di altre cose!!! Ok mi calmo. Passando al capitolo: fa schifo. Vi giuro, ho provato a pensare qualcosa di più decente, ma non ci sono riuscita; il finale poi… una cosa tremenda. Veramente mi scuso tantissimo. Per quanto riguarda la prossima storia sono indecisa se fare Chloe ed Ewan insieme o separati, in ogni caso il capitolo arriverà entro e non oltre venerdì prossimo. Vado perché ho sonno!! Kaliko

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Capitolo 5
*** Ewan e Chloe ***


Follow through
Make your dreams come true
Don't give up the fight
You will be alright
'Cause there's no one like you in the universe
Don't be afraid
What your mind conceives
You should make a stand
Stand up for what you believe
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
During the struggle
They will pull us down
But please, please
Let's use this chance
To turn things around
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
Do it on your own It makes no difference to me
What you leave behind
What you choose to be
And whatever they say
Your souls unbreakable
During the struggle
They will pull us down
But please, please
Let's use this chance
To turn things around
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
Together we're invincible
During the struggle
They will pull us down
Please, please
Let's use this chance
To turn things around
And tonight We can truly say
Together we're invincible
Together we're invincible

Era una festa straordinaria, musica, gente che si scatenava e poi per Chloe ed Ewan era la prima vera festa a cui partecipavano, dove solo i cool erano ammessi. Era stata organizzata nella palestra della scuola, per avere tanto spazio gratis. Il ragazzo era corso subito sulla pista a flirtare, mentre la ragazza, più timida, si era messa a parlare con alcune sue compagne. “Se mi hanno invitata è solo grazie a lui” pensò divertita Chloe guardando il fratello, che ammaliava la maggior parte delle sue compagne con il suo fascino. Le sue amiche la invitarono a ballare e lei acconsentì un po’ a malincuore: non era il tipo da musica tunz tunz, però si sforzò di sembrare felice e corse in pista. La maggior parte della serata passò così, tra un bicchiere di coca-cola e una canzone, finché non le sentì.
“Guarda Chloe, che sfigata…”
“Perché?”
“Non lo sai? Il padre non l’ha mai conosciuta e la madre è pazza, ho sentito dire che si trasferisce spessissimo perché crede che i figli siano mostri…”
“Oddio!! Perché è qui? In questa festa non sono ammessi gli sfigati…”
“Per via del fratello, è un gran figo. Probabilmente non sarebbe venuto se non avessero invitato anche lei…”
A quel punto Chloe esplose: “Come vi permettete di giudicare me, mia madre e mio padre. Voi non sapete nulla di me, di cosa ho dovuto passare per tutta la mia vita. Comunque Ewan non è assolutamente interessato a voi, fa così con tutte.” Così si girò con gli occhi pieni di lacrime e corse via, sentendo le risate di quelle merde. Si andò a nascondere nell’ex spogliatoio della palestra, sicura che nessuno l’avrebbe cercata là, sapendo perfettamente che lì dentro era sporco e pieno di polvere. Passò circa un’ora a piangere, quando sentì la porta aprirsi.
“Chiunque tu sia vattene!” gli urlò contro Chloe.
“Chiunque tu sia non se ne va!” le rispose una voce a lei familiare.
“Ewan, vai a quella stupida festa dove tu non sei uno sfigato a differenza mia”
“Ehm, temo di non essere più il benvenuto…” le disse con un tono molto imbarazzato.
“Cosa-hai-fatto” replicò la ragazza scandendo bene le parole e regalandogli un timido sorriso.
“Diciamo che ho scambiato due chiacchiere con quelle oche e i loro fidanzati mi stavano per picchiare…”
“Ewan!” lo rimproverò Chloe.
“Comunque è stata dura trovarti. Prima ho cercato nel bagno delle ragazze, per fortuna non c’era nessuno. Poi ho pensato che quel posto fosse troppo scontato e tu ti diverti a complicarmi la vita, quindi dopo aver girato per tutta la scuola, cortile compreso, ho sentito i tuoi singhiozzi e sono venuto.”
“Ti diverti a cambiare argomento vero? In ogni caso che facciamo? Non mi va di rimanere ancora qui dentro.”
“Ho un’idea, seguimi” Ewan e Chloe uscirono dalla scuola e arrivarono nel cortile. “Non trovi che il cielo sia bellissimo questa sera?” le chiese il ragazzo. Chloe rimase in silenzio. Il firmamento era spettacolare, non c’erano nuvole e nonostante le luci della città si vedevano molto bene le stelle, splendide e luminose come non mai. La ragazza sentì una canzone. La loro canzone: Invincible. “Vedi sorellina, anche noi possiamo dire che questa notte siamo invincibili, non trovi?” Chloe gli lanciò un sguardo pieno di gratitudine. “E poi” continuò Ewan “possiamo sempre scatenare un bel temporale sul giardino di quelle ragazze” risero entrambi, danzando e cantando quella magnifica canzone sotto le stelle di una serata memorabile.

ANGOLO AUTRICE Buonasera a tutti!!! Sono arrivata alla fine e ho nel corpo una sensazione di felicità. Mi piace tanto questa storia e penso sia venuta benina. Spero di riuscire a tornare presto con nuove storie sulla Ragazza Drago, perché ora ho in mente altri racconti nel mondo di Percy Jackson. Grazie tanto a Drachen che ha recensito tutti i precedenti capitoli, sempre a lei e a Cristina Cuman perché seguono la storia e a tutti quei lettori che rimangono nel silenzio, ma che non mi passano inosservati. Penso di dover ringraziare anche Licia Troisi, perché senza di lei non avrei potuto scrivere nulla e tutti noi non avremmo potuto leggere quella fantastica saga. La canzone della storia è sempre dei Muse, miei grandi amori. Mi piacerebbe dire “al prossimo capitolo”, ma non posso, quindi mi limito a un "arrivederci e grazie!!" <3<3<3
Kaliko

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