The theft (I want to save your life)

di Aryuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un bacio non richiesto ***
Capitolo 3: *** Ti tengo d'occhio! ***
Capitolo 4: *** Il trio Nekomata ***
Capitolo 5: *** Il colpo ***
Capitolo 6: *** I want to save you life ***
Capitolo 7: *** Epilogo - Diario ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The Theft

The theft

(I want to save your life)







Prologo




Kagome guardò quel demone che stava avventandosi contro suo fratello. Urlò a Sota di spostarsi, ma il bambino era troppo terrorizzato. Guardava quegli occhi rossi, nei quali spiccava l’iride verde, assetati di sangue. Questo bastava per impedirgli qualunque movimento.

La ragazza agì d’impulso, quando si lanciò tra i due, parandosi davanti al fratellino. Gli urlò di scappare, di andare via. Preferiva morire e salvarlo, piuttosto che lasciarlo a quel mostro dai capelli d’argento.

Chiuse gli occhi, attendendo il dolore che confermasse il contatto con lui, aspettando che i suoi artigli colpissero la sua carne.

“Che misera morte” pensò “avrei tanto voluto sopravvivere a questa guerra, poter dire a Sota che era tutto finito, che non dovevamo più nasconderci…”

Lui arrivò, implacabile e senza controllo. Ma non era a lei che mirava, mirava al bambino. Quando gli si piazzò davanti, non fece in tempo ad evitarla, né a colpirla.

Si scontrarono, cadendo entrambi a terra.

Kagome lo sentì, sentì il contatto con il suolo, e il suo corpo premuto addosso. Ma non avvertì il dolore di una ferita. Arrossì quando capì cosa era successo.





Salve a tutti!

Questa è la mia seconda fanfic, ho avuto l’ispirazione in una delle mie tante notti insonni. Al momento la sto pubblicando in contemporanea con “Profumo”, quindi andrà avanti lentamente. Nel frattempo ho voluto pubblicare il prologo. Il titolo mi ha fatto penare, per cui ho messo anche il sottotitolo! XD

Spero che vi piaccia, scriverò il seguito appena avrò tempo!

Aryuna

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Capitolo 2
*** Un bacio non richiesto ***


The Theft

Salve a tutti!

Mi scuso per il ritardo, ma n questi giorni c’è un’accesa battaglia per il pc a casa >.>

Oltretutto, essendo in vacanza, non sto a casa per troppo tempo XD

Cercherò di pubblicare il prima possibile il prossimo capitolo di Profumo, siamo vicini alla fine! Un bacio a tutti, e buona pasqua!

Aryuna

Un bacio non richiesto




Giorno Sconosciuto, l’ennesima battaglia.

Non so perché continuo a tenere questo diario mentale. Fosse scritto avrebbe un senso, così è totalmente inutile. Forse sto impazzendo, e comincio a parlare da solo. Meglio parlare da soli che guardare la morte che mi sta attorno. Ieri mi hanno di nuovo mandato in battaglia. Non so quante persone ho ucciso. Quando mi sono svegliato ero solo ricoperto di sangue e ferite. Ho veramente creduto di morire. Noi hanyou non veniamo curati, per noi non esiste un’infermeria, un ospedale, nulla. Sesshomaru ha voluto così. Ci cura Jinenji con i mezzi che ha a disposizione. E quando i demoni lo beccano, lo picchiano. E’ quasi il tramonto, presto verranno a chiamarci, a picchiarci per farci impazzire e perdere coscienza. La metà delle ferite che riportiamo è per causa loro…


<< Ehi, hanyou >> chiamò un demone con aria altezzosa. Inuyasha alzò lo sguardo, fissandolo con aria truce. O forse omicida.

<< E’ il tuo turno >> aggiunse lo youkai sghignazzando.

<< Era ieri il mio turno. Mi hanno quasi ammazzato >> rispose l’altro in un ringhio. Sapeva che era proibito rispondere, ma il suo carattere scontroso e le regole non andavano d’accordo. Lo youkai gli tirò un calcio allo stomaco, e Inuyasha si piegò in due dal dolore. Poi il demone lo colpì al collo, e lui perse i sensi.



20 luglio, un altro giorno di guerra.


Ho perso la voglia di scrivere su questo diario. Ormai le giornate si susseguono senza novità. Ogni giorno un bombardamento da parte nostra, un attacco ai civili da parte loro. Le scuole sono chiuse da talmente tanto che mi sorprendo a ripensare con nostalgia alla mia vita da studentessa.

Girano voci che il generale Sesshomaru stia perdendo quasi tutte le sue truppe, e che presto i demoni si arrenderanno. Non so se sia vero o meno. Questa guerra sembra infinita e…


<< Kagome! >> chiamò la madre dalla cucina. La ragazza scese le scale, lasciando a metà la pagina scritta.

<< Che c’è? >> chiese, cercando di mantenere un tono gentile. Tutta quella situazione la rendeva nervosa. Solo la madre riusciva a rimanere così calma. Kagome era sicura che, sotto a quella faccia sorridente, era quella che stava peggio di tutti. Erano due anni che il marito era partito per il fronte, e ancora non avevano notizie di lui.

<< Sota è uscito per prendere i viveri che distribuiscono al quartiere, ma ancora non è tornato. Tra un po’ scatta il coprifuoco, ti prego, vai a cercarlo >> chiese la madre. Kagome annuì, lanciando un’occhiata triste alla gamba ingessata della donna: un crollo, mentre andava a ritirare le razioni della settimana.

Uscì di corsa, per cercare Sota. I demoni erano soliti attaccare a sorpresa prima del coprifuoco, e non mancava molto. Possibile che suo fratello fosse così stupido?

<< Sota! >> chiamò, non trovandolo. Si morse il labbro. Cominciava ad essere nervosa.

Quella guerra tra umani e demoni andava avanti da troppo tempo. Tutto per i vari incidenti che avvenivano continuamente con gli youkai. Si ricordava ancora quando, alla televisione, avevano detto di quel demone, Naraku, che aveva sterminato un’intera famiglia. Era stata la goccia che fece traboccare il vaso. Quel demone era stato condannato a morte, e gli altri si erano ribellati. Inu no Taisho, generale delle armate degli youkai, aveva provato a sedare la rivolta, ma venne ucciso in un attentato. Suo figlio Sesshomaru prese il suo posto; un guerrafondaio nato.

<< Sota! >> chiamò nuovamente Kagome. Ormai aveva girato tutto il quartiere. Mancava solo il parco, ma perché mai avrebbe dovuto andarci?

Un urlo le gelò il sangue nelle vene. Quella voce…

<< SOTA! >> strillò tendendo le orecchie. Sentì un altro urlo. Veniva dal parco. Cominciò a correre in quella direzione. Che fosse…? No, non potevano avere già attaccato. Ma forse uno youkai si era staccato dalle truppe.

Corse oltre il cancello del parco. Mancava poco. C’era poca luce, solo quel colorito arancione che segue il tramonto, ma li vide, nello spiazzo.

Sota era a terra, terrorizzato. Si reggeva il braccio, e Kagome scorse una macchia rossa sulla manica.

<< So…sorellona >> disse il bimbo sul punto di piangere. La ragazza si voltò verso il suo aggressore, e si sentì morire.

Aveva davanti un demone robusto e imponente, con lunghi capelli argentati. Aveva dei segni violacei sul volto, delle zanne spaventose, ma la cosa peggiore era il suo sguardo. Gli occhi rossi, con l’iride verde accesa, totalmente privi di umanità.

Non c’era tempo per chiamare i soccorsi, ma che fare? Kagome deglutì, diventando sempre più pallida.

Lo youkai ringhiò preparandosi a colpire. Lo sguardo di Kagome si concentrò sugli artigli, e poi su suo fratello. No, non glielo avrebbe permesso.

<< Sota, scappa! >> urlò, correndo verso di lui. Lo youkai non sembrò notarla. Era concentrato sulla sua vittima. Sota guardò la sorella con gli occhi colmi di lacrime. Aveva paura, troppa paura. Non riusciva a muovere un dito.

Kagome strinse i pugni. Quel mostro stava per attaccare, Sota non si muoveva, e lei non aveva alcuna intenzione di vederlo morire. Ma poi lo youkai si lanciò verso il bambino. Non c’era più tempo per scegliere.

Kagome corse tra i due, parandosi davanti al fratello. Ecco, stava per morire. Che morte stupida. Se solo fosse andata lei a prendere i viveri, tutto quello non sarebbe successo. Chiuse gli occhi, in attesa.

<< Sota, corri! >> urlò per ultimo. Non sapeva se l’avrebbe fatto, ma non aveva più importanza ormai. Eppure…

Kagome sentì lo youkai finirgli contro. Non l’aveva colpita, ma sentì le sue labbra premute contro le sue. Arrossì tremendamente. Si stava baciando con un… demone?! D’accordo, era un bacio a stampo, ma… ma…

Fu breve, perché poi cadde all’indietro, e il demone sopra di lei. Sentì un gemito di dolore provenire da quella creatura, e si sollevò, spostandosi da sotto il suo corpo, spaventata. Sota era ancora immobile al suo posto. Spostò lo sguardo sullo youkai, e incrociò i suoi occhi… ambrati? Lo fissò incredula, mentre vedeva le zanne ritirarsi, gli artigli accorciarsi e i segni violacei scomparire. Ma il suo sguardo, d’un tratto così umano, la colpì. Era un hanyou. Allora era vero che li facevano impazzire e li mandavano in battaglia. Lui la fissò per un momento interminabile, ma poi il suo volto si contorse in una smorfia, e lanciò un urlo lancinante. Kagome si spaventò, saltò in piedi e corse da Sota.

<< Scappiamo! >> gli disse prendendogli la mano. Il bambino annuì alzandosi. Un altro urlo. Kagome si voltò verso l’hanyou, e impallidì. Era circondato da una pozza di sangue. Le cicatrici che aveva sul corpo si erano aperte, scoprendo ferite profonde.

<< Sorellona…? >> chiamò Sota confuso. Lei si morse un labbro. L’hanyou respirava affannato, cercando di rialzarsi. Incrociò nuovamente il suo sguardo sofferente.

<< Se lo trovano lo uccideranno >> mormorò la ragazza. Il fratello la guardò confuso.

<< Kagome, è normale. E’ un demone >>

<< E’ un hanyou! >> protestò lei << Non è colpa sua >>

Si rese conto di quanto insensata fosse la sua protesta. Non potevano riportarlo al campo nemico, né nasconderlo, perché senza cure sarebbe sicuramente morto. Non potevano nemmeno portarlo a casa!

O sì?

Kagome si avvicinò al ragazzo, e si accucciò accanto a lui, a debita distanza.

<< Come ti chiami? >> domandò, ancora impaurita. Lui la guardò, prima di distogliere lo sguardo.

<< Se non me lo dici non ti aiuto! >> protestò lei.

<< Non ho bisogno di aiuto >> disse lui, con una voce debole che confermava l’esatto contrario. Kagome sbuffò. Il tipico orgoglioso.

<< Vuoi morire per uno stupido nome? >> fece notare, sedendosi a gambe incrociate. L’hanyou sbuffò. Che ragazzina insistente.

<< Inuyasha >> disse voltandosi nuovamente a guardarla.

<< Bene, Inuyasha. Prometti che non mi ucciderai? me né la mia famiglia? >> domandò Kagome fissandolo sospettosa. Lui sbuffò di nuovo.

<< Keh! Pensi che mi diverta ad ammazzare la gente? >>

<< Ti è così difficile rispondere alle domande? >> chiese Kagome perdendo la pazienza. Lui abbassò le orecchie. Solo in quel momento la ragazza le notò. Erano due adorabili orecchiette da cane. D’impulso si avvicinò, e le prese con le mani, cominciando ad accarezzarle.

<< Ehi, io starei morendo >> fece notare il ragazzo.

<< Non si direbbe, considerando il tuo senso dell’umorismo >> rispose lei lasciandogli le orecchie.

<< E va bene! Prometto che non ucciderò te, tuo fratello, la tua famiglia e l’intero quartiere, ti sta bene? >> sbraitò lui seccato. Kagome poteva dirsi soddisfatta. In quelle condizioni non poteva fare nulla, e appena arrivati a casa avrebbe provveduto a mettergli un rosario anti-demone per non rischiare.

<< Bene. Sota, dammi una mano! >> chiamò, prendendo un braccio di Inuyasha e passandolo dietro al collo. Il fratello alzò gli occhi al cielo, ma alla fine la aiutò. Tanto se lo sarebbe portato a casa anche senza il suo aiuto.

Si avviarono verso casa, più veloce possibile. Ormai il coprifuoco era vicino, e non dovevano farsi trovare in giro con Inuyasha.

<< Tu? >> domandò improvvisamente il ragazzo, attirando l’attenzione di Kagome.

<< Come, scusa? >> chiese lei confusa.

<< Il tuo nome >> spiegò lui, sospirando. Come se fosse ovvio!

<< Kagome >> rispose la ragazza sorridendo. Lui la osservò per un attimo, prima di concentrarsi sulla strada. Stavano lasciando una scia di sangue, ma la ragazza aveva detto di non preoccuparsi.

L’hanyou sospirò, lanciando un’occhiata a Sota. Che strana famiglia.

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Capitolo 3
*** Ti tengo d'occhio! ***


The Theft

Ok, se volete uccidermi, ne avete tutti i diritti! XD

Mi dispiace, è passato un mese dall’ultimo aggiornamento, mi vergogno di me, vorrei sotterrarmi ç.ç

Ora, passiamo alle spiegazioni, almeno per placare la vostra ira >.>

Chi mi seguiva in “Profumo”, forse ricorderà che una volta ho citato di un concorso di scrittura che stavo facendo >.>

Ecco… diciamo che tra quindici giorni ho la consegna, e sono solo a metà XD

Per questo, sto scrivendo come una matta, e non trovo nemmeno il tempo per pensare alle mie fan fic! Emiko conosce bene la mia sofferenza ç.ç

Vi prego, perdonatemi! (me mi inchino profondamente!)

Passiamo alla storia, non so se ho già scritto che The Theft è una ficci corta, probabilmente di sei capitoli, con epilogo. Forse potrebbe sembrare che i personaggi si evolvono in fretta, ma sto cercando di fare del mio meglio XD

Il prossimo capitolo, arrivano quattro personaggi, vediamo se indovinate chi! ^^

Un bacio, cercherò di aggiornare appena posso!

Aryuna

Ti tengo d’occhio!




Arrivati davanti casa, Kagome si pose veramente il problema di come far entrare un hanyou sanguinante.

<< Ok, adesso dobbiamo inventarci qualcosa >>, disse, lanciando un’occhiata preoccupata al fratello. In particolar modo al maglione del fratello. Sota, come intuendo i pensieri della sorella, si fece indietro.

<< Inuyasha, come vanno le ferite? Si stanno rimarginando? >>, chiese Kagome, osservandolo. Si rispose da sola, vedendo che, anche rimanendo di un forte colore scarlatto, non sanguinavano più, tranne la più profonda. In compenso, la pelle attorno alle ferite era di un preoccupante blu verdastro, che sembrava urlare “infezione in corso”.

<< Sota, dammi il maglione >>, ordinò Kagome. Lui scosse la testa, deciso.

<< Usa la tua di maglietta! >>, rispose, ma subito perse la sua audacia, vedendo lo sguardo infuocato della sorella.

<< TU hai fatto tardi, TI sei perso e TI sei quasi fatto ammazzare da un hanyou, quindi TU mi darai il tuo maglione per bloccare il sangue! >>, mormorò Kagome con tono minaccioso. Sota si tolse il maglione, e la ragazza si affrettò a premere sulla ferita.

<< Adesso, entra in casa, e dì che sali in camera mia per farti disinfettare la ferita. Io ti aspetto alle scale, così mi aiuti a portarlo su >>, spiegò lei, aprendo la porta. Sota a guardò con gli occhi spalancati.

<< In camera TUA? >>, domandò con voce troppo acuta.

<< No, in camera del nonno, così ci beccano subito! >>, rispose la sorella con sarcasmo. Inuyasha alzò gli occhi al cielo, rassegnandosi a morire lì mentre i due litigavano.

Sota entrò in casa, e subito Kagome sentì le urla della madre, causate dalla vista del braccio insanguinato. Il bambino la rassicurò, recitando la sua parte alla perfezione, e le disse che andava a farsi medicare dalla sorella. Kagome si annotò mentalmente di scritturarlo come attore, non appena la guerra fosse finita. I due portarono Inuyasha su per le scale, non senza difficoltà, e si chiusero nella camera della ragazza. Il primo pensiero che colpì Kagome fu uno: il rosario.

<< Sota, prendi il rosario dal cassetto mentre medico Inuyasha >>, disse rapida, aprendo la scatola del pronto soccorso. Sota obbedì, e frugò dentro al disordinatissimo cassetto, alla ricerca dell’oggetto. Inuyasha gemette quando Kagome lo distese sul letto, ma subito si trattenne. Era già abbastanza umiliante venire salvati dal nemico, non voleva mostrarsi debole. Kagome alzò gli occhi al cielo, come intuendolo. Chiuse la porta a chiave, per prudenza, e cominciò a disinfettare con cura le ferite. Inuyasha tratteneva qualunque lamento, ma non poteva evitare di sussultare ogni qual volta Kagome, per evitare infezioni, premeva con forza il disinfettante sui tagli. Inoltre, quel disinfettante pizzicava da morire!

Sota tornò vittorioso, con il rosario in mano, e Kagome interruppe il suo lavoro da infermiera.

<< Grazie, Sota >>, disse, sorridendo al fratello, e voltandosi verso Inuyasha, << Alza un po’ la testa >>.

L’hanyou la guardò contrariato. Ma come? Aveva promesso e lei gli metteva un rosario? Kagome lo ignorò, infilandogli la collana e sistemandogliela.

<< Questa è una precauzione, ma ti avverto! Se mi costringerai ad usarla, ti scopriranno. Non è molto discreta >>, spiegò la ragazza, rimettendo mano alle ferite. Inuyasha sbuffò, con fare offeso, ma perse quasi subito la sua espressione risentita, per lasciare spazio ad un volto pensieroso, quasi malinconico.

Kagome continuò a disinfettare le ferite a lungo, per essere sicura di aver fatto un buon lavoro, e poi le fasciò strette. Sota fu costretto a medicarsi da solo, sbuffando offeso per la mancanza di affetto della sorella, ed uscì dalla stanza, prendendo il suo maglione insanguinato.

<< Bene, ora dovrebbe andare >>, disse soddisfatta la ragazza, chiudendo nuovamente la porta a chiave. Inuyasha spostò per un attimo gli occhi ambrati su di lei, ma li distolse quasi subito, imbarazzato. Sapeva bene cosa doveva dire, e non aveva intenzione di farlo. Era incredibile come un semplice “Grazie” riuscisse a metterlo in crisi. Kagome aspettò per qualche minuto, ma poi, offesa, uscì dalla stanza, richiudendola nuovamente con rapidità. Si mise la chiave in stanza, e si sedette, con la schiena contro il muro, nel corridoio.

Che cosa mi potevo aspettare, da un demone? È ovvio che non mi ha ringraziata”, pensò, dandosi della scema. Eppure, questo la rendeva tremendamente triste. Forse, in quell’hanyou morente, aveva intravisto una possibilità: la possibilità di convivere. Forse voleva solo dimostrare a se stessa che quella guerra poteva essere evitata, e che i demoni erano solo pedine nelle mani di Sesshomaru. Stava cercando di convincersi che erano tutti vittima di qualche tiranno, ma in fondo sapeva che non era vero: i tiranni hanno sempre qualcuno che li appoggia.



22 luglio, il secondo giorno di convivenza.


Ormai sono due giorni che divido questa stanza con un mezzodemone. Inuyasha non mi parla, e io non gli parlo quasi mai. Almeno potrebbe ringraziarmi, dato che lo faccio dormire sul mio letto! Inoltre, divido con lui tutti i miei pasti, già miseri senza bisogno del suo intervento. Non mi sembra violento, ma non riesco a seguire il filo dei suoi pensieri. Ha sempre un volto malinconico, e non riesco a capire se si sente a disagio o vuole semplicemente andarsene. Comunque, lo tengo d’occhio.



Che giorno è oggi? Ah, sì! Sul calendario, Kagome ha cerchiato il 22 luglio.


E’ il secondo giorno che sono qui, e le mie ferite stanno migliorando. Kagome le medica tre volte al giorno, e sono convinto che, entro domani, sarò in piena forma. Lei sembra a disagio, con me in stanza, forse dovrei provare a parlargli. Però è così umiliante! Tra un po’ dovrebbe essere ora di pranzo, forse potrebbe essere l’occasione giusta…



<< Kagome! Vieni a prendere il pranzo! >> , chiamò la mamma dal piano terra. L’hanyou perse il filo dei suoi pensieri, e Kagome chiuse il diario.

<< Torno subito >>, sussurrò a Inuyasha. Lui non capì se si trattava di una rassicurazione o di un avvertimento. Si mise seduto, e aspettò il ritorno della ragazza. Vide Sota sbirciare dalla fessura della porta, e poi scappare via. Già, era questo l’effetto che faceva alle persone: paura.

Kagome tornò, richiuse la porta, e si sedette sul letto, accanto a lui. Già questo lo mise in crisi. Si voltò dall’altra parte, arrossendo, ma la ragazza lo interpretò come un gesto di rifiuto. Sospirò, infilzando una patata.

<< So che non sopporti di essere qui, e che vorresti essere con i tuoi compagni, ma mangia almeno! >>, lo riprese, scocciata. Inuyasha la osservò offeso. Credeva che fosse per quello che non parlava?

<< Keh, non ho fame >>, rispose istintivamente. “Scemo”, pensò subito dopo. Kagome lo guardò sorpresa. Incredibile, aveva parlato! Un evento da segnare sul calendario!

<< Le ferite non si rimargineranno se non mangerai >>, fece notare la ragazza. Sapeva bene che gli hanyou guarivano in fretta, ma questo non giustificava il digiuno. Lui sbuffò nuovamente, ma poi si girò verso il piatto. Gli era passato l’imbarazzo, e non aveva più bisogno di guardare da un’altra parte. Kagome mangiò la patata, poi porse forchetta e piatto al ragazzo.

<< Mangia prima tu, ma lasciamene metà >>, lo ammonì. Lui si rese conto che aveva fame, ma non voleva farlo notare. Era fatto così, in fondo. Non era abituato a mostrare le sue emozioni. Così, mangiò lentamente, e poco.

<< Tieni, non ho fame >>, ripeté, restituendo il piatto. Kagome alzò gli occhi al cielo. Un “grazie” era chiedere troppo? Mangiò il resto, e riportò il piatto in cucina. Non tornò per diverse ore, e il mezzodemone si scervellò sulla sua deficienza, e su un modo per farsi perdonare. Per Kagome doveva essere un grande sforzo tenerlo lì, ma lui non riusciva proprio a mostrargli la sua gratitudine.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse che si era fatta sera, e che Kagome non tornava. La spiegazione era semplice. Quella sera, il nonno aveva annunciato che si sarebbero trasferiti in un’altra ala della casa, più sicura, ma Kagome non era d’accordo.

<< Non voglio, voglio restare nella mia stanza! >>, si lamentò la ragazza, per l’ennesima volta.

<< Tu farai come dico io! >>, strillò il nonno, adirato. La ragazza gli fece una smorfia, e corse alle scale.

<< Io mi chiudo nella mia stanza, prova a farmi cambiare idea! >>, urlò, per poi correre nella camera e chiudersi a chiave. Rimase immobile, poggiata alla porta, con l’hanyou che la fissava perplesso. Lo sguardo di lei era… languido, strano.

<< KAGOME, TORNA SUBITO GIÙ! >>, urlò il nonno. E a quel punto, la ragazza scoppiò a piangere.

Inuyasha si trovò in difficoltà, senza sapere cosa fare. Kagome si accoccolò alla base della porta, piangendo, mentre il nonno saliva le scale. Bussò violentemente alla porta, continuando ad urlare. Inuyasha abbassò le orecchie, infastidito, e si alzò. Prese Kagome per un braccio, la tirò sul letto, e la abbracciò. Lei non pensò a nulla, in quel momento, ma si accoccolò al petto del ragazzo, singhiozzando.

“Bene, ho appena abbracciato una ragazza in lacrime… ma che altro potevo fare? Non avevo molta scelta”, pensò lui, a disagio. Quel gesto gli era venuto istintivo, perché non richiedeva parole. Parlare, per lui era difficilissimo.

Kagome, piano piano, si calmò, e il nonno rinunciò, andandosene, non sentendo risposte dalla nipote. Lei rimase accoccolata sul petto di Inuyasha, finché non fu sufficientemente lucida da capire quello che stava succedendo. Si staccò di scatto, e lui non la trattenne.

<< I… io… >>, balbettò, arrossendo. Ma come gli era venuto in mente di farsi abbracciare?

<< Scusa. È che piangevi, e non sapevo come fare >>, rispose lui, distogliendo lo sguardo imbarazzato. Kagome sorrise. No, non era affatto cattivo. Si alzò, per guardarsi allo specchio. Aveva gli occhi rossi, e ancora lucidi.

<< Kagome… >>. La ragazza si voltò, sorpresa. L’aveva chiamata per nome? O, forse, era stata solo una sua impressione. Ma lui la stava fissando intensamente, segno che non aveva sognato.

<< Che c’è? >>, chiese, prendendo un fazzoletto, per soffiarsi il naso e rimuovere le lacrime.

<< Perché non vai anche tu nell’altra ala della casa? >>, domandò, arrossendo. Si pentì subito della domanda. Che diritto aveva di chiederglielo? Kagome lo guardò, sorpresa. Poi ricordò che Inuyasha aveva un udito superiore alla media.

<< Keh, non che mi importi! >>, aggiunse l’hanyou sbuffando. La ragazza alzò gli occhi al cielo. Tipico di Inuyasha!

Tipico di Inuyasha?! Ma che stava pensando? Lo conosceva solo da tre giorni, anzi, “conoscere” era un parolone!

Inuyasha interpretò il lungo silenzio come un rifiuto, e si concentrò, imbarazzato, sulle tende della finestra.

<< Stasera, niente cena >>, annunciò la ragazza, sistemando il sacco a pelo sul pavimento. Lui non rispose, e lei continuava a pensare alla domanda che gli aveva fatto. Già, perché non si trasferiva anche lei? Quando il nonno aveva annunciato il trasferimento, doveva ammettere che aveva subito pensato a Inuyasha. Non poteva trasferirsi, perché lo avrebbero scoperto subito. Era lei che manteneva la copertura, che evitava che lo trovassero. E che lo uccidessero.

A quel pensiero rabbrividì. Possibile che non ci fosse un modo per salvarlo? Era condannato a morire per una guerra che non voleva combattere? Ma, in fondo, lei non gli aveva mai chiesto se lui combatteva o meno per scelta.

<< Inuyasha… >>, chiamò, a bassa voce. Uno sbuffò le fece capire che la stava ascoltando.

<< Tu… tornerai al tuo campo, quando sarai guarito? >>, chiese, in difficoltà. Quel pensiero, la faceva sentire triste.

<< Non posso tornare >>, rispose lui, secco.

<< E allora, dove andrai? >>, domandò perplessa la ragazza. Lui non rispose subito, tanto che Kagome credette di averlo fatto arrabbiare.

<< Mi nasconderò, sperando che la guerra finisca presto >>.

Kagome si accoccolò nel letto. Poteva nascondersi lì, ma alla fine li avrebbero beccati. Se solo Inuyasha non fosse stato un hanyou

“Un hanyou? Giusto, il problema è che è un hanyou!”, pensò Kagome, illuminandosi. Aveva la soluzione, sapeva come salvarlo.

<< Inuyasha, a te piace essere un hanyou? >>, domandò lei, appoggiandosi sui gomiti. Incrociò lo sguardo dorato del ragazzo, che subito lo distolse, arrossendo.

<< N… no. Preferirei essere un demone >>, rispose, con sincerità.

<< Non un umano? >>.

<< Ma che ti importa? >>, chiese lui scontroso, in difficoltà. Kagome ci rimase male, ma poi decise di ignorarlo.

<< Conosco un modo per farti diventare umano. Non dovrai nasconderti, e non ti arresteranno >>, annunciò lei, allegra. Inuyasha schizzò seduto, osservandola incredulo.

<< Che cosa? >>, mormorò, mentre la mente si riempiva di speranze.

<< La mia famiglia è in possesso di un gioiello, la Shikon no Tama, che ottiene il potere di esaudire un desiderio ogni volta che nasce una figlia femmina. Questo perché discendiamo da una potente sacerdotessa. Solo noi conosciamo la formula per compiere il desiderio, ma sarò felice di usarlo per te >>, spiegò la ragazza. In effetti, poteva anche chiedere di trasformare Inuyasha in demone, ma in quel caso… lui sarebbe andato via. Sentì una fitta al petto a quel pensiero, e scosse la testa per cacciarlo via.

<< E… dov’è questa sfera? >>, chiese il ragazzo, entusiasta.

<< Nel museo! >>, rispose lei, con semplicità, ma poi si sentì gelare.

Giusto, la sfera era nel museo. E lei non aveva accesso al museo. Poteva chiedere al nonno di prenderla, ma avrebbe dovuto anche dargli spiegazioni. Come faceva?

Un rumore improvviso, di vetri infranti, fece sobbalzare i due ragazzi. Kagome lanciò un’occhiata all’orologio: l’una passata. Di sicuro, gli altri dormivano. E poi, si erano tutti trasferiti nell’altra ala della casa.

<< Vado a controllare, non ti muovere >>, lo ammonì Kagome, aprendo la porta. Inuyasha rimase immobile, tendendo le orecchie. La famiglia di Kagome era rumorosa, ma lui non aveva sentito nulla, prima di quel rumore. Poi, tre odori sconosciuti raggiunsero il suo naso, ed uno lo fece sobbalzare.

Demone. Demone gatto.

<< Oh no, Kagome >>, mormorò, impallidendo.

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Capitolo 4
*** Il trio Nekomata ***


The Theft

Ecco il cap del giorno (sarebbe meglio dire della settimana >.>), il commento alla fine!

Aryuna

Il trio Nekomata




Kagome scese le scale, silenziosamente. Qualcuno stava mormorando.

<< … sei un idiota! Sapevo che non dovevo portarti >>.

<< No, aspetta! Raccolgo subito i cocci >>, bisbigliò una voce maschile.

<< Macchè raccogli! Muoviti, e fai attenzione a non schiacc… che succede? >>, chiese la voce femminile. Un ringhiò sommesso fece sobbalzare la povera Kagome.

<< Che c’è? >> chiese il ragazzo.

<< Kirara ha sentito qualcosa… >>.

Kagome urlò, quando venne aggredita da un’enorme tigre, con due folte code e denti a sciabola. Era buio, ma la distingueva molto bene.

<< KAGOME! >> stillò Inuyasha, saltando tutte le scale e colpendo la tigre con un pugno. Quella mugolò, e si rimpicciolì, diventando un piccolo gatto bianco, striato di nero.

Kagome, accese la luce, cercando di riprendersi. Due ragazzi, vestiti di nero, erano in piedi, terrorizzati. Uno era poco più di un bambino, l’altra era una ragazza molto bella, con lunghi capelli neri. A Kagome ricordò l’aiutante di Diabolik.

<< Kirara! >>, disse il bambino, soccorrendo la gatta. Inuyasha alzò un sopracciglio, confuso. Un umano preoccupato per un demone?

Nello stupore generale, chi per la presenza di un demone, chi per la presenza di un hanyou, Kagome ebbe la lucidità necessaria per acchiappare il cordless e comporre il numero della polizia.

<< Pronto, polizia? Ci sono dei ladri in casa… >>, cominciò, ancora con la voce tremante per la paura.

<< Ohi ohi >>, fece la ragazza in nero, lanciando un’occhiata al bambino.

<< E’ colpa tua se ci hanno scoperto! Kohaku, sei un’incapace >>, lo sgridò, prendendo un oggetto da una tasca. Ma Inuyasha, rapido, le prese la mano, e la storse, facendogliela aprire.

<< Ahia, ma sei pazzo? >>, si lamentò lei, mentre l’hanyou osservava l’oggetto incriminato. Una bomboletta di gas soporifero.

<< Stanno arrivando >>, disse Kagome sollevata, ma subito impallidì. E adesso, Inuyasha dove lo nascondeva?

<< Inuyasha… tu >>.

<< Non ti preoccupare. Appena arriva la polizia, scappo >>, la tranquillizzò, tenendo d’occhio i tre ladri.

<< E… la sfera? >>, domandò Kagome, tristemente.

<< Aspetterò la fine della guerra, non fa nulla. D’altronde, come pensi di prenderla, dal museo? >>, le chiese lui, centrando il problema. Kagome aprì la bocca, e la richiuse. Cosa poteva fare, adesso?

<< Dovete rubare al museo? >>, chiese la ragazza, imbronciata. Kagome si illuminò. Ma certo! Bastava rubarla. Tanto, in teoria, era sua, quindi non ci sarebbero stati troppi problemi. L’avrebbe presa, e poi l’avrebbe riposta. Non se ne sarebbe accorto nessuno.

<< Giusto, rubiamola! >>, disse quindi, allegra.

<< E come la mettiamo con gli antifurti? >>, chiese Inuyasha.

<< Io sono un hacker e un esperto di elettronica, li disattivo io >>, intervenne il ragazzo di nome Kohaku. Kagome si voltò verso di loro, confusa.

<< Scusate… perché tutta questa partecipazione? >>, domandò, sicura di trovarci la fregatura.

<< Ecco… se voi diceste alla polizia che siamo scappati… >>, cominciò la ragazza, arrossendo. “Ecco, lo sapevo”, pensò Kagome.

<< E chi mi assicura che mi aiuterete a rubare quello che mi serve? Bel tentativo, ma mi spiace per voi >>.

<< Ti prego! In questo periodo di guerra, siamo in difficoltà, è per questo che rubiamo >>, disse Kohaku, tristemente. Kagome li guardò, confusa. Era sicura che si trattava di un trucco, ma gli facevano pena.

<< Come ti chiami? >>, chiese alla ragazza.

<< Sango >>.

<< Sango…? >>.

<< Sango Nekomata >>, terminò Kohaku, e la sorella gli tappò la bocca. Troppo tardi, però.

<< Nekomata? Il trio Nekomata? Altro che guerra, voi siete quei famosi ladri! >>, disse Kagome a voce troppo acuta.

<< Senti, è umiliante rubare nelle case, ma gli affari vanno male. E mio fratello non è bravo a fare nulla che non riguardi i computer. Prometto che ti aiuteremo, ma lasciaci andare >>, disse Sango, in un ultimo tentativo.

<< Eh no, neanche per sogno! >>, rispose Kagome, sconvolta. Grazie al cielo che quel bambino aveva fatto rumore, o si sarebbe ritrovata con la casa svuotata.

Le sirene le fecero capire che stava arrivando la polizia.

<< Io vado >>, disse Inuyasha, e Kagome si sentì invadere dalla tristezza. Era arrivato il momento, e gli faceva male.

Kohaku infilò una mano nella tasca, e Inuyasha, prontamente lo fermò.

<< Che cosa vorresti fare? >>, ringhiò, prendendo un’altra bombola di gas. Sango ne approfittò per slanciarsi contro Kagome, e tirò fuori un coltellino.

<< Fermo, o la ragazza muore >>, minacciò, premendole la lama sul collo. Inuyasha fece una smorfia, in difficoltà. Il rumore di una porta distrasse la ladra, e lui ne approfittò per colpirle la mano.

<< Ahi >>, strillò, prendendo la mano sanguinante. C’erano due graffi superficiali, ma ampi.

<< Fermi tutti! >>, strillò una voce maschile, e presenti si voltarono verso l’uomo in divisa. Era giovane, con i capelli scuri legati in un piccolo codino, e la pistola ben impugnata, rivolta verso i… ben cinque sospetti, per mille fulmini!

<< Chi ha chiamato? >>, chiese l’uomo, facendo attenzione ai movimenti dei cinque sospetti. Kagome alzò la mano.

<< Vieni qui, vicino a me >>, le disse.

<< Anche lui >>, fece Kagome, indicando Inuyasha. Il poliziotto strabuzzò gli occhi.

<< Un… un hanyou? Signorina, vi hanno stordito? >>.

<< Veramente, è lui che mi ha appena salvato da lei >>, ribatté Kagome scocciata, indicando Sango. Il poliziotto era sempre più confuso: il suo sguardo scorreva tra il sospettissimo Inuyasha e Sango, che lo fissava con sguardo innocente, ma il quale vestito confermava l’opposto.

<< Inuyasha è buono, non si preoccupi >>, cercò di rassicurarlo Kagome, lanciando al ragazzo occhiate speranzose. Ma Inuyasha si sentiva in pericolo. Kagome era sicura che era pronto a scappare, e ad usare la violenza, se necessario.

<< Inuyasha, non ti muovere, ci penso io >>, sussurrò, in un tono impercettibile. Ma il volto dell’hanyou si rilassò, e questo le fece capire che l’aveva sentita.

<< Ehi, ehi, cerchiamo di ragionare! >>, cominciò Sango, in difficoltà.

<< Con un coltello? >>, la provocò Inuyasha, dondolandolo nella mano.

<< Butta giù quell’arnese! >>, strillò il poliziotto preoccupato. Il ragazzo lo lanciò a terra, davanti all’uomo. Sango schioccò la lingua, infastidita: era troppo lontano, per prenderlo. Kagome sorrise, soddisfatta.

<< Tu… >>, chiamò il poliziotto.

<< Mi chiamo Kagome >>, rispose la ragazza.

<< Bene, Kagome, raccogli il coltello da terra >>, ordinò l’uomo.

<< Se lo faccio, farà venire qui anche Inuyasha? >>, domandò lei, furba. L’uomo la guardò preoccupato. Quella ragazza diceva sul serio? Era una pazzia! Un hanyou dentro casa, e in pieno periodo di guerra! Oh, perché era l’unico poliziotto disponibile in quella zona? Con quella stupidissima guerra, erano tutti concentrati nei punti “a rischio”.

<< Ti prego, Kagome >>, mormorò Kohaku, terrorizzato.

<< Non chiamarmi del nome, non darmi del tu e non mi pregare >>, rispose lei gelida, senza pietà. Kohaku rimase in silenzio per qualche istante.

<< La scongiuro, signorina Higurashi! >>, disse poi, piagnucolando. Sango alzò gli occhi al cielo, ma li concentrò subito, speranzosa, sulla ragazza. Kagome era scettica. Sapevano anche il suo cognome!

Miroku, Miroku! In che guaio ti sei cacciato”, pensava intanto l’agente, scorrendo lo sguardo dai ragazzi all’hanyou, e viceversa, “Però, le ragazze sono carine”.

<< Kagome, prometto sul mio onore di ladra che ti aiuterò a rubare qualunque cosa dal museo! >>, la pregò Sango, facendo sobbalzare il poliziotto.

<< Che cosa? >>, chiese confuso, osservando Kagome. Sango schizzò in avanti, rapida, per prendere il coltello. Miroku si voltò, ma non abbastanza velocemente. Inuyasha, invece, non si fece fregare. Balzò in avanti, acchiappando Sango per la spalla e sbattendola a terra.

<< Che avevi intenzione di fare? >>, ringhiò, minaccioso. Quella ragazza era davvero un pericolo pubblico! Kagome era rimasta a bocca aperta, senza sapere come comportarsi. Sango sarebbe stata di grande aiuto, nel furto, ma di sicuro voleva scappare. Inoltre, non aveva alcuna intenzione di lasciare una banda di ladri libera. Però, se quel poliziotto li avesse tenuti d’occhio, forse…

<< Va bene, facciamo così >>, cominciò la ragazza, facendo segno a Inuyasha di lasciare la ladra. Lui ubbidì, di malavoglia.

<< Ho bisogno di voi per il furto, ma sono sicura che avete un piano per scappare. Quindi, chiederò all’agente di sorvegliarvi fino a domani. Faremo il colpo e vi lascerò liberi >>, spiegò lei, convincente. Nella sua mente apparve un sorriso furbo: dopo il furto, li avrebbe fatti arrestare.

<< Va bene >>, disse Sango, subito. “Dopo il furto, distrarrò questo idiota e scapperò”, pensò la ragazza, lanciando un’occhiata a Miroku.

<< Ma cosa…? >>, cominciò l’uomo, confuso.

<< Non è un vero furto, quell’oggetto mi appartiene. Solo che mio nonno non me lo fa usare, quindi devo prenderlo di nascosto >>, spiegò Kagome.

Miroku pensò che, in effetti, il museo Higurashi era molto famoso. E quella, era casa Higurashi. “Dopo il furto, mi basterà arrestare questi ladri da quattro soldi, e con un po’ di rinforzi, prenderemo anche l’hanyou! E chissà, magari quella ladra è di facili costumi…”.

Kohaku guardò Kirara: “Speriamo si riprenda in fretta”.

<< Non sono sicuro che sia una buona idea >>, ammise l’uomo.

<< Su, ti prego >>, fece Sango, con sguardo seducente.

<< E va bene, ma solo per un giorno >>, concesse subito Miroku. Il pensiero di tutti fu uno: “Che maniaco!”. << Li porto a casa mia, li perquisisco e li lego da qualche parte, per non farli fuggire >>.

<< Non perquisisca troppo a fondo >>, commentò Inuyasha, provocando rossore sulle guance della ragazza.

<< Comunque, io sono Miroku Houshi, al vostro servizio >>, disse, l’uomo, prendendo per mano Sango.

<< Oh, piacere! Io sono… >>. La ragazza si interruppe, accorgendosi cosa aveva “preso” l’altra mano dell’uomo.

<< Pervertito! >>, strillò, lanciandogli uno schiaffo. Kohaku guardava la scena a bocca spalancata, come anche Kagome e Inuyasha. Quell’uomo era una vergogna!

<< Oh, mi scusi, mi è scivolata! >>, disse Miroku subito.

<< Veda di non farla scivolare ancora >>, minacciò Sango. Cambiò subito tono, quando figurò che quell’uomo poteva decidere o meno il suo arresto.

<< Se vuole, comunque, le lascio il mio numero! >>, aggiunse subito, allegra. “Numero sbagliato, ovviamente”, pensò furba.

<< Oh, grazie! >>.

Continuarono così per un po’, finché Kagome non riportò tutti all’ordine. Decisero le basi del piano, e Sango, Miroku e Kohaku promisero di tornare la notte successiva con il piano completo.

<< Bene, venite da me >>, disse Miroku, legando, per sicurezza, i componenti del trio con le manette. Kirara venne stordita con del gas soporifero, per assicurarsi che non si svegliasse.

<< A proposito, uno di voi dormirà sul divano >>, annunciò il poliziotto. Sango alzò subito la mano.

<< Ci dormo io… certo, il letto sarebbe più comodo >>.

<< Oh, non si preoccupi, non mi vergogno a dormire con una donna! >>, disse Miroku ridendo.

<< Ahahah… già >>, rise tristemente Sango, senza farsi vedere. Kohaku era sempre più sconvolto.

Inuyasha e Kagome videro il gruppo allontanarsi, shockati.

<< Non so chi dei due è peggio >>, affermò Kagome.

<< Già >>, disse Inuyasha. Un urlò riecheggiò nella notte, seguito da un sonoro “sciaff”.

<< MANIACO! >>.

I due ragazzi si guardarono, scuotendo il capo.

<< È peggio Miroku >>, disse Kagome.

<< Già… >>.

“Speriamo bene”, pensò la ragazza, rendendosi conto che la vita di Inuyasha era nelle mani di tre malviventi e di un poliziotto maniaco e incapace.







Allora, vi piace l’entrata dei personaggi? ^^ Come potete notare, cercano tutti di fregarsi a vicenda, escluso l’innocente Kohaku, preoccupato per la sua gatta XD

Cercherò di aggiornare il prima possibile!

X Emiko: Ti risp qui, xké non ho soldi! Sto bene, anche se tormentata dall’odio (ODIO!!! è.é), cmq grazie! Ecco il cap, comunque ^^

Torniamo alla normalità, ringrazio tutti quelli che leggono, commentano, ecc, ecc, ecc

Goten, grazie per leggermi, adoro le tue storie! XD

Roro, continua così, le tue storie sono carinissime!

E adesso basta, i ringraziamenti completi alla fine dei sei capitoli XD

Bye!

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Capitolo 5
*** Il colpo ***


No, cari amici, non avete letto male, sono proprio io, Aryuna, con il nuovo capitolo di The theft! Questo capitolo e il successivo erano fusi, ma è stato talmente faticoso riscriverlo dopo la morte del pc che ho deciso di dividerli, e quindi da 6 capitoli sono diventati 7!

Spero vi piaccia, a presto il seguito! ^^

Aryuna

P.S: Io e Emiko abbiamo creato un account insieme, KazeToHi! Presto pubblicheremo il prologo della nostra prima storia a due mani (profumo ci andava molto vicino, ma ero comunque io a scrivere!). Speriamo leggerete numerosi, ci vediamo presto con “The last time”!

Il colpo




Kagome continuava a tamburellare nervosa sulla scrivania. Inuyasha era tornato silenzioso, probabilmente per la tensione. Da quel colpo dipendeva la sua vita.

Miroku aveva mandato un messaggio sul cellulare di Kagome (che non voleva nemmeno sapere come si era procurato il numero), informandola che quella notte sarebbero passati a prenderli intorno all’una. Guardò nervosa l’orologio, per la millesima volta in quel minuto. Erano ancora le 22 e 56 minuti.

<< Kagome, calmati, è questo il trucco >>, sussurrò Inuyasha inarcando un sopracciglio, tenendo gli occhi chiusi. Kagome si voltò a guardarlo, così concentrato. Come faceva a rimanere così calmo? Il pensiero della futura libertà lo tranquillizzava? Già, una volta rubata la sfera, cosa avrebbe fatto Inuyasha?

Poteva sparire, andare via per sempre, o rimanerle accanto come amico…

Amico. Questa parola le bruciava, sentiva di non potersi accontentare dell’amicizia. Arrossì di quei pensieri; conosceva Inuyasha da così poco, il loro incontro era stato tutt’altro che normale, eppure…

Si immaginò la schiena dell’hanyou mentre si allontanava, e sentì una fitta terribile allo stomaco.

<< Kagome, se ti tranquillizza possiamo parlare >>, mormorò il ragazzo. Kagome alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi ambrati, così magnetici e profondi. Gli occhi le divennero lucidi, ma subito li chiuse, annuendo. Doveva pensare solo al furto, il resto non era importante.

<< Ok, proviamo, forse non pensare troppo mi farà bene >>, disse sorridendo. Inuyasha non poteva immaginare certo i suoi pensieri, come Kagome non poteva immaginare quelli dell’hanyou.

“Ok, come posso approcciare il discorso ‘Kagome, non è che posso venire a vivere con te dopo la guerra?’”, pensò il ragazzo. Cercava di mantenere la calma, per evitare che le sue guance si imporporassero, ma era terribilmente in imbarazzo. Non gli era mai successo di sentirsi così attratto da una persona, al solo pensiero della sua assenza sentiva un malessere generale, nel corpo e nello spirito.

Ricordò con un sorriso una domanda che da piccolo aveva fatto alla madre:

<< Mamma, esistono i colpi di fulmine? >>.

<< Certo >>, aveva risposto lei con un sorriso, << è stato così tra me e tuo padre >>.

Quello che stava vivendo era un colpo di fulmine? Assomigliava così tanto a suo padre da innamorarsi con un solo sguardo di un’umana?

, solo sguardo, in fondo l’aveva baciata, no?

Ecco, il suo tentativo di non imbarazzarsi era fallito. Divenne inevitabilmente rosso.

<< Che succede? >>, domandò Kagome confusa.

<< Nulla >>, rispose lui frettolosamente, aumentando i sospetti della ragazza. Decise comunque di non insistere, non conveniva litigare poco prima di un furto, anche se non era un vero proprio furto… Si convinse di non pensare più a questo dettaglio. Non dovevano farsi prendere, quindi doveva pensare al colpo come se stesse rubando a casa di uno sconosciuto.

Inuyasha la osservò, e la ragazza distolse lo sguardo. Per farlo, si impose violenza. Le sembrava che i suoi occhi bruciassero per l’assenza di quello sguardo.

Fecero qualche breve chiacchierata, tutte futili e senza conclusione, giusto per spezzare il silenzio e la tensione che pesava su di loro.

Kagome guardò l’orologio: mezzanotte e cinquanta.

<< Devo prepararmi >>, sussurrò, prendendo degli abiti neri dall’armadio. Si voltò a guardare Inuyasha.

<< Ehm… potresti girati? >>, domandò in imbarazzo. Lui inarcò un sopracciglio.

<< Perché? >>.

<< Devo cambiarmi, e non posso uscire. Se per caso mi vedono… >>.

<< Non stanno nell’altra ala della casa? >>, chiese il ragazzo confuso.

<< Vuoi rischiare? >>, ribatté la ragazza con un’occhiata tutt’altro che amichevole. Inuyasha decise di non insistere, e si voltò.

<< Non sbirciare! >>, lo ammonì la ragazza.

<< E chi sbircia >>, brontolò lui. Kagome si svestì, e indossò un dolcevita nero e dei pantacollant dello stesso colore. Inuyasha, sbirciò, di tanto in tanto, senza farsi vedere. Era davvero bellissima.

<< Fatto >>, disse la ragazza, per farlo voltare. In realtà lui già sapeva che aveva finito, ma se si fosse voltato prima del suo avviso lei avrebbe capito che aveva spiato. Non era il caso di fare “Miroku, il poliziotto deviato 2: la vendetta”.

Rimasero in silenzio, Kagome poteva percepire l’adrenalina nell’aria, quando un sasso colpì il vetro della finestra. La ragazza la aprì e si affacciò.

<< Kagome, scendete >>, disse Miroku piano. Alla mano sinistra aveva una manetta, collegata al polso di Sango, che a sua volta era attaccata al fratello. Solo Kirara era libera, ma perché non poteva certo abbandonare i padroni così!

Kagome guardò il muro della casa. Era un po’ troppo alto per saltare giù…

Non finì di formulare questo pensiero che si sentì prendere di peso, sotto alle ginocchia e dietro al collo, e in meno di un secondo, dopo un forte vento, stavano in giardino.

Aveva gli occhi strabuzzati dalla paura, mentre Inuyasha la teneva ancora in braccio. Stava completamente rannicchiata sul petto del ragazzo, incapace di muoversi. Era stato talmente veloce che Miroku non aveva fatto nemmeno in tempo a mettere mano alla pistola, e lo fissava sconvolto.

<< Kagome, tutto ok? >>, domandò osservando lo sguardo pallido di lei. La ragazza concentrò lo sguardo omicida sul rosario del ragazzo. Suvvia, bastava una parolina e gli avrebbe dato una bella lezione per quello scherzo! Ringraziando il cielo, l’ira lasciò posto quasi subito alla calma, e la ragazza si trattenne. Intimò solo al mezzo demone di non farlo MAI PIÙ!

Inuyasha annuì colpevole, abbassando le orecchie.

Kagome sorrise. Era troppo carino per prendersela con lui quando faceva il cane bastonato.

Miroku, dal canto suo, osservava la scena allibito. Litigavano come due fidanzati.

Sango percepì perfettamente che nei loro sguardi c’era molto più che amicizia.

Kohaku cercava di ricordare se aveva dato o meno la pappa a Kirara.

Insomma, un bel quadretto.

<< Muoviamoci, il museo è qui dietro >>, disse Sango, tirandosi dietro tutti gli altri. Kagome li osservava, uno per uno, con una speranza: se anche uno solo di loro avesse sbagliato, Inuyasha sarebbe morto. Deglutì, pensando alla gente alla quale stava affidando la vita del ragazzo: due ladri, un demone e un poliziotto. Tutti conosciuti la notte precedente, e tutti che volevano ottenere qualcosa in cambio. E sapeva bene cosa voleva ottenere Miroku, nessun poliziotto si lascerebbe sfuggire un hanyou in piena guerra.

Prima di raggiungere il museo, si riunirono in un piccolo vicolo buio.

<< Allora, il piano è questo. Inuyasha, Kirara e Sango prenderanno la sfera, tu le terrai d’occhio >>, disse l’agente al ragazzo, che annuì serio, << io e Kohaku disattiveremo gli antifurti, al nostro segnale entrate in azione >>.

<< E io? >>, domandò Kagome. Miroku la guardò con lo sguardo con cui si guardano i novellini, e questo la infastidì.

<< Tu, farai il palo >>.


Kagome si dondolava davanti all’ingresso del museo, cercando di sembrare vaga. Il cellulare, stretto nella sua mano, era pronto per chiamare il cellulare di Miroku in caso di emergenza, che fosse polizia o demoni.

Le strade erano deserte, quasi tutti i lampioni fulminati, e un vento gelido creava un’aria talmente tetra che la ragazza non poteva evitare di rabbrividire. Cercava di distrarsi, pensando a quello che stavano facendo Inuyasha e Sango…


<< Ti tengo d’occhio >>, ripeté Inuyasha per l’ennesima volta, mentre Sango si guardava attorno alla ricerca di vie di fuga. La ragazza sbuffò, infastidita, mentre attendeva il segnale per utilizzare il suo kit. La serratura davanti a lei era troppo invitante, e lei adorava aprirle in un batter d’occhio con la sua abilità.

Inuyasha lanciava qualche occhiata alla strada, dove vedeva Kagome dondolarsi. Lei non poteva vederlo di certo, con quegli occhi umani.


<< Allora, hai fatto? >>, domandò Miroku, osservando Kohaku mentre armeggiava con un portatile.

<< No, dammi un minuto e trovo la password di quest’aggeggio >>, si lamentò il ragazzo. Miroku sospirò; avrebbe voluto essere con Sango, ma sapeva bene che si sarebbe distratto e lei sarebbe fuggita, dileguata come aria.

Kohaku prese il cellulare, compose il numero della sorella, aspetto che squillasse e riattaccò. Miroku, inizialmente sovrappensiero, fissò lo sguardo sull’apparecchio telefonico. Capperi, era identico al suo! Aveva anche lo stesso… lo stesso…

Si tastò le tasche, e fissò lo sguardo incredulo sul ragazzo.

<< Quando diamine l’hai preso? >>, domandò a voce troppo acuta, mentre quello gli faceva cenno di abbassare il tono, totalmente privo di sensi di colpa.


Sango aprì la serratura senza fatica, ed entrò nella hall del museo. I suoi occhi brillarono a vedere così tanti oggetti preziosi! Inuyasha la squadrò, intuendo i suoi pensieri tutt’altro che onesti.

<< La sfera >>, disse secco, strappando la ladra al mondo dei sogni.

<< Ah, giusto. Kagome mi ha spiegato la strada, da questa parte >>, disse sbrigativa, avviandosi. Doveva trovare un modo per staccarselo di dosso.

Vide la piccola teca in lontananza, grazie all’oggetto luminoso al suo interno, e Kirara la precedette, per controllare che la via fosse libera. Ad un miagolio di conferma, Sango e Inuyasha entrarono nella stanza.

Sui muri erano appese antiche collane, rosari e amuleti, e al centro troneggiava la teca della sfera, che brillava più che mai, emanando una luce rosata.

<< Ecco la famosa Sfera dei quattro spiriti, la Shikon no tama>>, mormorò la ragazza, avvicinandosi prudente. Sembrava che Kohaku avesse disattivato anche i dispositivi di sicurezza attorno alla teca, e Sango si affrettò ad aprire i lucchetti che tenevano il vetro ancorato alla colonna che lo sorreggeva.

Inuyasha drizzò le orecchie. Aveva sentito un rumore tutt’altro che positivo.

<< Sango… >>.

<< Che c’è? Non mi distrarre! >>, si lamentò lei, litigando con una serratura difettosa.

<< Spicciati! >>, ringhiò lui, avvicinandosi alla teca.

<< Perché? Si può sapere che hai? >>, domandò la ragazza confusa.

<< Stanno arrivando >>.


Ok, Kagome doveva decisamente ammettere che lo sguardo che Miroku le aveva rivolto era più che giustificato: non era nemmeno capace di fare il palo.

Fissava deglutendo la macchina della polizia, appostata davanti al museo. Il poliziotto le stava facendo segno di avvicinarsi da un minuto buono. Prese un respiro profondo.

“Coraggio, vorranno solo chiederti che ci fai qui, da sola, durante il coprifuoco e alle due e mezza di notte, mantieni la calma”, pensò, in preda al panico.

“E COSA DIAMINE GLI RISPONDO!?”.

<< Mi scusi signorina, volevo gentilmente chiederle… MA È PAZZA PER CASO? >>, strillò l’uomo in divisa, facendo sobbalzare la ragazza. Ma bene, le doveva capitare pure il poliziotto cattivo!

<< Come le viene in mente di vagare per la città a quest’ora! Se non lo ha notato siamo in guerra >>.

<< Ecco… io veramente >>, cercò di giustificarsi lei.

<< Stia zitta e salga in macchina. La porto in commissariato, lì avrà tutto il tempo per sentirsi in colpa e prendersi una bella strigliata dai suoi genitori! >>.

Kagome arretrò, e il poliziotto, sbuffando, scese dalla macchina deciso a prenderla di peso. Poi, vide un movimento nell’ombra, e scattò.

<< STIA GIÙ! >>.


Il suono di uno sparò.

Anche Sango lo sentì distintamente.

<< Merda >>, imprecò, il lucchetto scattò, e acchiappò al volo la sfera.

<< Dobbiamo uscire >>, strillò Inuyasha. Il suo pensiero era fisso a lei. Kagome.

Sango saltò su Kirara, che in un baleno si era trasformata, e spiccò un saltò nel museo.

<< Ci vediamo, Inuyasha! >>, disse ridacchiando, stringendo la sfera nella mano. L’hanyou la fissò, incredulo. L’aveva fregato! Ringhiando, inseguì la ragazza, ma Kirara era troppo veloce, non poteva raggiungerla in tempo.

Miroku prese la pistola, e acchiappò la spalla di Kohaku.

<< Stai attento >>, sibilò, avvicinandosi all’uscita.

<< Kohaku! >>, chiamò Sango, allungando il braccio. Il ragazzo, prontamente, lo afferrò, e Miroku se li vide passare davanti, rimanendo immobile e con un’espressione ebete sul volto. Kohaku si sistemò sul dorso della nekomata, mentre Sango gli faceva una linguaccia.

<< Addio pervertito! >>.

<< Miroku, fermali! >>, urlò Inuyasha, sopraggiungendo.

<< E come? >>, chiese il poliziotto spiazzato, brandendo la pistola, ma senza il coraggio di fare fuoco.

I due uscirono dalla porta principale, e Kirara si alzò in volo, sparendo rapidamente nella notte.

Kagome vide la nekomata allontanarsi, a terra e terrorizzata. Davanti a lei, un demone aveva appena fatto scempio del poliziotto che voleva trattenerla. Un enorme demone viola, con occhi rossi e artigli e corna nere come l’ebano.

Tremava come una foglia, ma quando lo sguardo dello youkai si posò su di lei, urlò.

Il poliziotto nella macchina chiamò i rinforzi, ed uscì dalla macchina, con la pistola puntata sul mostro.

<< Non ti muovere! >>, intimò, ma il demone sghignazzò, con voce profonda e roca.

<< Stupido umano, cosa vorresti fare con quell’arnese? Non hai visto il tuo collega? Faresti meglio ad andartene, questa ragazza è sicuramente molto più tenera di te, e molto più piacevole da divorare >>.

Kagome era paralizzata dalla paura, non riusciva nemmeno a piangere. Il poliziotto sparò, ma il demone fu più veloce. In pochi secondi, anche l’altro uomo era stao fatto a brandelli.

Kagome venne colpita da schizzi di sangue, il demone era sporco di sangue, l’asfalto era ricoperto dal liquido cremisi.

Sangue ovunque.

E Kagome urlò.

<< INUYASHA! >>.

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Capitolo 6
*** I want to save you life ***


Ho aggiornato in fretta, visto! XD Non mi falciate, ve ne prego ç.ç Il prossimo è l’ultimo!

Messaggio pubblicitario: leggete The last time! (appena la pubblico)

Aryuna

I want to save your life




Il demone si avvicinò, i suoi passi pesanti facevano tremare il terreno. Kagome lo fissava, senza riuscire a fare altro. Non riusciva neppure a battere le palpebre, e aveva il fiato mozzato.

Lo youkai alzò gli artigli, pronto a colpirla: una sola zampata, e sarebbe morta. E allora perché non scappava? Con Inuyasha era riuscita a muoversi. Eppure, in questo demone non scorgeva neppure un minimo di umanità.

Uno sparo.

Il demone osservò la zampa, forata, e con un ringhio si voltò verso il proprietario dell’arma.

<< Perché non te la prendi con me? >>, domandò Miroku, con la pistola ancora alzata. Lo youkai ruggì, avvicinandosi pericolosamente all’uomo, che batté in ritirata nel museo, giusto in tempo per evitare che gli artigli del demone lo ferissero.

<< Tsk, stupido umano >>, ghignò il demone, tornando a concentrasi su Kagome.

<< Ma dove… >>, disse confuso, non vedendola più al suo posto. Subito sentì il suo odore alla sinistra, sul tetto di un palazzo.

<< Kagome, ti ha ferito? >>, domandò Inuyasha, tenendola ancora in braccio. Doveva ringraziare Miroku per la copertura.

Kagome tremava, con gli occhi ancora spalancati, anche se aveva ancorato le mani alla veste rossa dell’hanyou. La stringeva talmente forte che le facevano male i pugni, ma il solo pensiero di lasciarla la terrorizzava più di quanto già non fosse.

<< Kagome, non ti muovere >>, disse Inuyasha con voce fredda. Il demone li aveva visti, e in lontananza si sentivano le sirene della polizia.

<< N… no >>, balbettò la ragazza osservandola con gli occhi impauriti e lucidi. Lui staccò le mani delicate della ragazza dal suo abito, talmente dolcemente che lei non riuscì ad opporsi.

<< Torno subito >>, le sussurrò, e saltò giù per affrontare lo youkai.

<< Devi essere uno di quei ribelli di qui si parla, se proteggi un’umana >>, ringhiò lui, osservandolo, << ma contro di me non puoi nulla, hanyou >>.

<< Non sottovalutare il nemico, coccodrillo troppo cresciuto >>, lo provocò Inuyasha.

Il demone lo attaccò, ma l’altro lo schivò prontamente, partendo a sua volta nella lotta. Cercò di ferirlo alla spalla, ma una zampa dello youkai lo colpì prima.

<< Inuyasha! >>, strillò Kagome, affacciandosi dal tetto. Il ragazzo si alzò in piedi, quasi subito, con un’escoriazione sulla guancia.

<< Keh, non mi fai nemmeno il solletico >>, disse, strofinando il kaginu sulla ferita, per rimuovere il sangue che gli annebbiava la vista. Spiccò un salto in avanti, passando una mano nel sangue che ricopriva l’asfalto.

<<Hijin Tessou>>, urlò, lanciando lame di sangue verso il demone. Quello venne inevitabilmente colpito, ma partì subito all’attacco, e imprigionò con una mano Inuyasha contro il muro.

<< E adesso, vediamo chi è il più forte, piccoletto >>, sghignazzò, << Grazie a te, quella ragazza è imprigionata su quel palazzo, appena ti avrò finito mi divertirò con lei >>.

<< Non toccare Kagome >>, ringhiò Inuyasha, ma il demone strinse la presa, e lui urlò. Aveva sentito decisamente qualcosa di rotto.

Le sirene erano sempre più vicine, e Inuyasha continuava ad urlare ogni volta che il demone stringeva la mano.

Sentì il sangue ribollire nelle vene. Stava perdendo il controllo, lo sentiva. Strinse i pugni, arrivando a ferirsi la carne, ma fu tutto inutile. I suo occhi divennero rossi, le zanne si accentuarono, e con uno sguardo disumano, ruggì.

Un ruggito che raggelò il sangue a Kagome.

<< Inuyasha… >>, mormorò osservando la scena terrorizzata e tremante.

L’hanyou si liberò dalla presa , lasciando lo youkai di stucco, e lo morse sul collo.

<< Maledetto! >>, ringhiò il demone, prendendolo e scaraventandolo sull’asfalto.

Le auto della polizia girarono l’angolo, e frenarono violentemente, circondando il demone. Inuyasha, a terra, cercava di rialzarsi.

Kagome vide che una macchina era un camioncino, e da dietro uscì una squadra speciale, con un’enorme arma dall’aria pericolosa, stile spara missili. Poi, la sua vista venne coperta. Alzò gli occhi, verso l’enorme demone che si era aggrappato con gli artigli al cornicione, e la osservava con gli occhi rossi.

<< Sembra sia ora di andare, addio >>, ringhiò, aprendo le fauci minacciose. Kagome urlò.

“Ecco, ho perso di nuovo il controllo… chissà che starò facendo ora, chissà come sta Kagome…”, pensò Inuyasha.

Un urlò spezzò il silenzio del luogo buio dove si trovava, solo puro spirito.

E i suoi occhi, si aprirono di scatto, pensando ad un unico nome.

<< KAGOME! >>.

I suoi occhi, con tratti demoniaci ma di un limpido color ambra, fissarono il demone che sormontava la ragazza.

E i poliziotti, che rapidi cercavano di liberarsi del demone, non videro la ragazza: spararono con il lanciamissili, sicuri di colpire il bersaglio.

Ma il demone sentì il fischio , e balzò via prontamente.

Kagome non vide quello che avvenne. Si sentì prendere di peso da due mani artigliate, che le graffiarono la schiena e le gambe, e il contraccolpo dell’esplosione la fece sbalzare via. Inuyasha la strinse a sé, e la protesse con il suo corpo quando caddero a terra. L’urto fu tremendo, ma il sangue demoniaco era ancora predominante, anche se ora aveva il controllo della sua mente.

Kagome aprì gli occhi, chiusi per lo spavento, e vide il volto demoniaco di Inuyasha contratto in una smorfia di dolore. Si spaventò, ma venne immediatamente tranquillizzata da quei caldi e profondi occhi ambrati.

<< È finita >>, disse lui con il fiatone. Kagome sorrise, e lo abbracciò forte. Inuyasha arrossì, finché non sentì la ragazza singhiozzare e piangere. Sorrise dolcemente, stringendola a sé, stavolta con delicatezza, per non ferirla ulteriormente con i suoi artigli.

<< Torniamo a casa >>, le sussurrò in un orecchio, prendendola in collo e avviandosi, tenendosi nell’ombra.


Kagome stava medicando le sue ferite, Inuyasha aveva insistito, liquidando con un “tanto io guarisco subito”. In effetti, continuava a mantenere la sua forma demoniaca, e tutte le sue ferite erano risanate. Diceva che, anche tornando normale, non si sarebbero riaperte.

Kagome si morse il labbro, decisa a intraprendere l’argomento che più gli premeva.

<< Inuyasha ma… la sfera? >>.

<< Sango ci ha fregati a tutti, ed è scappata >>, disse subito lui, con sguardo pensieroso. Così, loro due sarebbero stati costretti a separarsi.

Kagome lo abbracciò da dietro, silenziosa, e l’hanyou rimase sorpreso. Fece per voltarsi, ma lei lo fermò.

<< Ti prego… solo per un po’ >>, disse, stringendolo. Lui le prese la mano, e rimase immobile. Sentiva il corpicino delicato di lei premuto contro la sua schiena.

No, non voleva lasciarla per nulla al mondo.

<< Inuyasha >>.

<< Si? >>.

<< Posso farti tornare normale? >>, domandò lei, alzando lo sguardo. Lui si voltò, sempre tenendogli la mano, e osservandola. Kagome prese quel silenzio per un sì.

Prese il suo volto tra le mani, e delicatamente lo baciò.

Un bacio casto, sulle labbra, ma che ben presto venne travolto dalla passione. Sentì un turbine dentro di lei, e Inuyasha la strinse a sé, approfondendo il bacio con passione. Le loro lingue si sfiorarono, si separarono e si rincontrarono, in una danza desiderata da entrambi, e finalmente ottenuta.

Inuyasha distese Kagome accanto a sé, carezzandola dolcemente, mentre lei scorreva le mani sulla sua schiena.

<< Ehehm… >>, tossì una voce dalla finestra. I due si separarono, arrossendo, e fissarono lo sguardo sulla ragazza che, tranquillamente seduta sul davanzale, dondolava una piccola pallina nella mano.

<< Credo che questa sia vostra >>. L’imbarazzo lasciò spazio all’incredulo.

<< Sango! >>, esclamarono insieme, mentre la ladra lasciava rotolare la Shikon No Tama sul pavimento.

<< Credevate molassi così i colleghi? E poi io non ci faccio nulla con questa, dato che solo Kagome può esprimere il desiderio >>, disse lei con tranquillità.

Saltò Giù, sulla groppa di Kirara che attendeva sospesa in aria sotto la finestra.

<< Sango, sono in debito! >>, le urlò Kagome mentre la ladra si allontanava.

<< Non ti preoccupare, mi hai già pagato! >>, rispose lei, prima di sparire nella notte.

Kagome la guardò preoccupata; che voleva dire?

Inuyasha raccolse la sfera da terra, e gliela porse.

<< Ok, esprimo il desiderio, ma solo ad un patto >>, disse lei sedendosi a terra, davanti a lui.

<< Quale? >>, domandò.

<< Rimani con me >>.

Inuyasha sorrise, il sorriso più radioso che Kagome avesse mai visto.

<< Credevi di liberarti di me così facilmente? Certo che rimango, non mi hai ancora offerto un pranzo decente >>, disse ironico.

Kagome lo abbracciò di slancio, baciandolo. Lui ricambiò il bacio, stringendola possessivo, ma dolce.

Ora, lei era l’unica cosa che voleva desiderare.

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Capitolo 7
*** Epilogo - Diario ***


Eccoci all’epilogo. I ringraziamenti alla fine!

Aryuna

Epilogo – Diario




Caro diario,

sono passati diversi anni dall’ultima volta in cui ti ho scritto.

Io ed Inuyasha avevamo deciso di bloccare il tempo, almeno fino a quando non sarebbe stato possibile far tornare tutto come allora.

La notte del furto, Sango ci ha riportato la Shikon No Tama, e noi l’abbiamo utilizzata per salvare la vita ad Inuyasha.

Farlo diventare umano è stata per me una terribile sofferenza.

È stato difficile farlo accettare dalla famiglia, ma mia madre si è schierata dalla mia parte.

Dopo otto mesi, la guerra è finita. Koga, il capo dei rivoltosi, capeggiando tutti gli hanyou e gli youkai ribelli, ha preso il comando delle truppe dei demoni, imprigionando Sesshomaru. Il generale è fuggito pochi giorni dopo, e da allora non ne hanno più traccia.

Io e Inuyasha ci siamo sposati, e abbiamo avuto una bimba, grazie alla quale ora tutto è tornato alla normalità.

La piccola bimba scorreva veloce le righe, cercando di imparare i caratteri.

Sbuffando, si arrese, e corse con piccoli passi veloci nel corridoio della casa.

<< Mamma! >>, chiamò, entrando in una camera da letto. Un donna con lunghi capelli neri e spettinati, si alzò assonnata, liberandosi dal braccio del marito che le cingeva la vita.

<< Tesoro, dovresti essere a letto >>, si lamentò, fissando le iridi cioccolato sulla bimba.

<< Ma mamma, voglio che mi racconti di nuovo la storia di te e papà! >>, si lamentò quella, mettendo il broncio. La donna si alzò, rassegnata, prese il diario nelle mani della bimba e andarono assieme nella cameretta della piccola.

<< Caro Diario… >>, cominciò a leggere Kagome, con un sorriso sulle labbra. La bimba ascoltava rapita, con occhi sognanti.

Quando la madre terminò la lettura, si preparò alle domande che, ogni sera, la figlia le faceva. Sempre le stesse e nello stesso ordine.

<< Come ha fatto papà a tornare un hanyou? >>.

<< Quando sei nata abbiamo espresso il desiderio di farlo tornare normale, perché la guerra era finita >>, spiegò Kagome, sorridendo a quel ricordo.

<< E il poliziotto che voleva arrestarlo? >>.

<< Non sappiamo più nulla di lui da tanti anni >>.

La bimba fece una pausa, assaporando la sua domanda preferita.

<< E la ladra? >>.

<< Lei è sparita, dicendo che avevamo già saldato il debito con lei. Dovevi vedere la faccia del tuo bisnonno quando ha scoperto che i gioielli e le pergamene del museo erano sparite! Ogni tanto sentiamo ancora il suo nome su qualche giornale >>, raccontò Kagome.

<< Sango! >>, disse allegra la bimba.

<< Esatto >>, confermò la madre, dandole un bacio sulla fronte e rimboccandole le coperte << proprio come te. E adesso dormi, che è tardi >>.

Kagome uscì dalla stanza, tornando nella sua camera, dove Inuyasha attendeva il suo ritorno con le braccia incrociate e il volto assonnato.

<< Sango è andata a dormire? >>, domandò con voce biascicante. Kagome annuì, e si sdraiò accanto al marito. Cominciò a giocare con le sue orecchie da cane.

<< Quanto mi sono mancate >>, disse sospirando, ripensando al periodo in cui lui era un umano.

<< Perché, non ti andavo bene da umano? >>, la stuzzicò lui, abbracciandola.

Kagome si voltò a guardarlo, e gli diede un rapido bacio sul naso.

<< Eh no! Tu sei il mio bell’hanyou, e tale devi rimanere >>, sussurrò, prima di spengere la luce, e baciarlo con passione.



FINE…







































…oppure no?



Cinque anni prima…


Miroku fissava la televisione, sospirando.

Quella maledetta lo aveva fregato e gli aveva pure rubato il cellulare! Era una vergogna per il corpo di polizia.

Si sdraiò sul divano con questi pensieri, e si appisolò.

TUNK.

<< Mhhh, mamma non voglio andare a scuola >>, brontolò nel sonno.

TUNK.

Si rotolò infastidito nel divano.

TUNK.

Cadde dal divano.

<< No, è un errore, non è come pensi, non stavamo facendo nulla! >>, urlò alzandosi di scatto. Si accorse in quel momento che non c’era nessuna bella donna nel suo letto, e nessuna che lo aveva beccato.

Sbuffò.

TUNK.

Si voltò verso la finestra, e vi si avvicinò. Qualcuno stava lanciando sassi su una finestra al settimo piano di un palazzo? La aprì, e non vide nessuno. Inizialmente perplesso, notò poi sul davanzale un piccolo apparecchio rettangolare, che cominciò a squillare subito dopo. Uno squillo rapido, ma vide il nome, registrato in rubrica, apparire sul monitor.

Sango, chiamata”.





















Eccoci al finale della storia, spero vi sia piaciuto e non lo abbiate trovato scontato.

Riguardo Miroku e Sango, so che il finale è totalmente irreale, ma mi sembrava simpatica come idea, quindi l’ho inserita comunque!

Ringrazio tutti coloro che hanno letto, commentato, aggiunto ai preferiti, ecc ecc ecc…

Emiko92: che dire, lo sai già, ma grazie di tutto!

E adesso, passiamo alla lista completa ^^


Ringraziamenti


Roro: Credo sia dovuto inserirti nel trio iniziale, assieme a Goten e IchigoWehara! Siete tra le mie autrici preferite, avere commenti da voi è un onore *.* Inoltre, se non ci fossi stata tu a minacciarmi creo che la storia sarebbe tutt’ora incompleta >.>

Ichigo Wehara: Che dire, la prima a commentare, glassie *.* Anche tu mi hai chiesto di aggiornare, come per Roro, grazie per avermi spinto a scrivere il finale ^^ Spero ti siano piaciute le scene romantiche tra Inu e Kag, anche se sono poche, ma d’altronde non sono riuscita a produrre altro in sole 27 pagine di storia XD Grazie per avermi letto!

Goten: Oh, ti ho tenuta per ultima stavolta! Innanzitutto, chiedo umilmente perdono per la totale assenza di questa storia per periodi non lunghi, di più! Se non ci fossi stata tu adesso stavo ancora a scrivere il capitolo 3 ç.ç Chiedo tanto perdono, e grazie di tutto! *.*

Robylee: Una tra le prime a commentare, grazie *.* Non sai quanto siano importanti per me i primi commenti, capisco o meno se la storia è decente e degna di proseguire la sua esistenza o no >.> Spero la storia ti sia piaciuta, e spero ti piaceranno anche le prossime che scriverò ^^ Un bacio!

Intery: Anche tu tra le prime, mi hai dato energia e voglia di scrivere ^^ Spero ti sia piaciuta la storia, un bacio!

Maryku: Mi ha fatto piacere che hai commentato, I tuoi commenti sono sempre scorrevoli e allegri ^^ Grazie mille anche a te, sperando il finale sia stato di tuo gradimento ^^

Only_a_illusion: Spero la storia ti sia piaciuta, a suo tempo non ti volevi sbilanciare, ora che mi dici? Attendo il tuo verdetto! Un bacione!

Krikka86: Grazie mille per i tuoi commenti, sempre molto piacevoli da leggere ^^ Spero continuerai a leggere le mie storie, grazie di tutto!

Thedarkgirl90: Allora, piaciuta la storia? Fammi sapere, una bacio e grazie mille per avermi letto!

RyanFovever: Che mi dici, il finale ti è piaciuto? Dispiace un po’ anche a me che sia finita, spero solo non sia venuto male o troppo affrettato! Fammi sapere, ciao!

Bchan: Ciao, spero il finale ti abbia chiarito meglio rispetto allo scorso capitolo ^^ A proposito, Kagome diceva se poteva farlo tornare normale nel senso se poteva farlo tornare Hanyou con un bacio ^^ Alla prossima, e grazie!

Pikkola_kaggi: Spero il finale ti sia piaciuto, sono felice che ti siano piaciuti i ruoli dei personaggi ^^ Un bacio, ciao!


Ringrazio per i preferiti:

1 - akuby_ge: grazie mille per avermi spinto a scrivere, anche se non riesci mai a commentare so che leggi, grazie!
2 - Allimac
3 - baby_dark
4 - Bchan
5 - Elychan
6 - Emiko92
7 - FlyingSquirrel
8 - Goten
9 - Hope35
10 - Ichigo wehara
11 - Isy_264
12 - Lella92
13 - pikkola_kaggy
14 - roro
15 - sunsunset
16 - thedarkgirl90
17 - _Dana_












Spero seguirete le mie prossime storie, Neko To Inu e The Last Time (scritto con Emiko)!

Ci sentiamo (magari anche su Beauty and the Beast^^)

Aryuna

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