Il sangue dei lupi

di mamie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Orgoglio di lupo ***
Capitolo 2: *** Albero ***
Capitolo 3: *** Acqua ***
Capitolo 4: *** Rakuen ***
Capitolo 5: *** Illusione ***



Capitolo 1
*** Orgoglio di lupo ***


Nota: Questa storia era stata scritta in origine per il Mahjong contest di My Pride, ma alla fine non ha partecipato. Ringrazio My Pride per avermi dato il permesso di pubblicarla ugualmente.


Orgoglio di lupo
 
Ricordo male o eri tu a dire che il tuo orgoglio di lupo ti impediva di mostrare la tua forma umana? Dov’è finito quell’orgoglio a cui tenevi tanto?
Noi siamo lupi.
I lupi non sono buoni. I lupi non sono cattivi.
Noi siamo lupi e basta.
Corriamo.
Abbiamo fame.
Urliamo alla luna la nostra rabbia e il nostro dolore.
Ce ne stiamo fuori dal calore delle case, le nostre orme affondano nella neve gelata. Siamo ladri perché gli umani ci hanno fatto diventare ladri. Non abbiamo nulla da dividere con nessuno.
Io non ho nulla da dividere con nessuno. No, Kiba, neanche con te. Con te meno che con gli altri.
Non lo vedi? Noi due siamo uguali.
 
No. Non badare a quello che dico. Io sono solo un codardo. Io sono solo uno che ha rotolato nel fango la sua povera carcassa cercando di vivere ancora, un giorno alla volta, senza un branco, senza un futuro, senza niente.
Senza un sogno, Kiba.
Invece tu ce l’hai un sogno, giusto? Il Rakuen, Cheeza, il Paradiso dei Lupi.
Mi piacerebbe crederci.
Mi piacerebbe crederci, specialmente adesso che mi sta sfuggendo tutto e azzanno a vuoto come un cucciolo inesperto.
Non so se esiste il Paradiso, ma l’Inferno esiste di sicuro. Gli uomini se lo sono costruiti con le loro mani. Si sono messi in prigione da soli e ora scuotono con rabbia quelle sbarre che non riescono più ad aprire. Ora vogliono mettere tutti nella loro prigione, per questo hanno paura.
Paura di noi.
I lupi.
Quelli che non stanno alle loro regole, quelli che disprezzano le loro leggi.
 
Abbiamo corso per tutto questo tempo, abbiamo fatto tutta questa strada. Alla fine non c’è più niente. Solo una distesa di neve ghiacciata e bianca, solo un posto in cui morire.
Toboe era solo un cucciolo. Voleva qualcuno da amare, qualcuno cui stare vicino. Voleva solo vivere, correre, abbaiare, voleva essere felice. Hige voleva trovare una bella femmina e stare con lei. Anche lui voleva essere felice. E io?
Io non ho mai voluto niente, niente se non smettere di pensare, smettere di vedere la miseria in cui sono caduto. Per questo corro e mordo e faccio finta che questa sia tutta la mia vita. Per questo sono quasi felice di essere alla fine.
 
Vai, Kiba, non ti fermare. Non hai bisogno di compagni, tu. Forse ne avevo bisogno io, anche se non volevo ammetterlo, ma ora basta, non serve più. Corri, Kiba, corri. Sei un lupo.
Corri.
 
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Nota: le parti in corsivo sono tratte direttamente dal manga.

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Capitolo 2
*** Albero ***


Albero
 
Foglie.
Ti ricordi delle foglie. Qualcosa che cade lentamente, danzando. Monete d’oro su un tappeto verde. Cos’era? È così lontano nella memoria che non sai nemmeno più come si chiamava…. Autunno?
Fiori.
Ti ricordi ancora dei fiori.
Una distesa bianca nell’erba. Fiorivano solo quando la luna era tonda e grande e sembrava così vicina che sarebbe bastato un salto per poterla afferrare. Era in quelle notti che i lupi ululavano al cielo.
Poi ti ricordi del fuoco. Le foglie che crepitavano bruciando, il bosco intero che si inceneriva e poi nero, nero di alberi bruciati, nero di carboni spenti e poi bianco. Bianco di neve.
Ora c’è solo l’inverno.
La neve ha un odore freddo e pulito, non sa di olio di macchine, di fumo, di spazzatura. La neve non sa di paura, non ha quell’odore che ti fa arricciare il naso di disgusto e arruffare il pelo.
Albero.
Ti sei trascinato in quella città di morte fino a trovare le radici di quell’unico albero. Radici spesse, profonde. Un verde di minuscole foglie, così intenso da fare male. La corteccia grossa, rugosa come pietra. Ti sei trascinato fin lì e hai pensato che saresti morto… e che quello era un posto abbastanza buono per morire. Cullato fra le radici di un antico albero. L’unico rimasto, forse, in quella città di muri sbrecciati e vicoli scivolosi.
Poi è arrivato il lupo grigio. E allora hai morso, hai azzannato, gli hai abbaiato contro tutto il tuo disprezzo. Ci hai messo un po’ a capire che era come te, che era l’altra faccia di te stesso.
Tsume.
La solitudine.
 
Quando stavi nella gabbia, fermo e immobile a fiutare l’odore del sangue e del ferro, l’odore malevolo degli umani, è venuto il lupo fulvo e ha detto quella parola. Sopravvivere. Sopravvivere come lupo. Non mostrare il proprio vero aspetto. Gli umani si spaventano così facilmente. Qualsiasi cosa che non sia come loro li impaurisce. Qualsiasi cosa che non sanno come dominare li mette in allarme. Ecco perché vanno in giro con i fucili.
Non hanno abbastanza fiuto per sentire il pericolo vero. Non hanno abbastanza zanne per difendersi. Allora inventano i fucili per uccidere i lupi e a volte anche se stessi.
Ma il lupo fulvo ti trascina via, segue il suo naso e trova cibo e trova riparo per tutti e due. È allegro, è un buon compagno. Con lui forse potresti anche metterti per strada e la strada sarebbe meno cupa, meno pesante e sordida.
Hige.
La leggerezza.
 
Alla fine è arrivato anche il cucciolo. Tenta di sembrare un lupo adulto, ma a volte gli vedi quella luce negli occhi, quella luce ballerina dei cuccioli che giocano. E poi non vuole stare solo.
Si vede che è cresciuto con gli umani, non riesce a starne lontano. Inutile dirgli che sono pericolosi, che non c’è da fidarsi. Lui ha bisogno di qualcuno, ha bisogno di un branco, della sua sicurezza, della sua forza protettiva.
Toboe.
La tenerezza.
 
E tu, Kiba? Tu che vai sempre avanti e corri più forte inseguendo un fiore di luna e un paradiso che non si sa se c’è. Tu che cosa sei?
Le foglie cadono. Le foglie bruciano. Le foglie si muovono nel sole frusciando come le onde di un mare che non hai mai visto. Le foglie succhiano acqua alla terra e preparano il nido per i fiori.
Cheeza.
La speranza.
 

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Capitolo 3
*** Acqua ***


Acqua
 
È fredda l’acqua.
Ti abbraccia e ti sostiene, ti lava via il sangue come una carezza gelida.
Nel lago si specchia la luna. Nella sua quiete immobile hai la tentazione di lasciarti andare.
Il silenzio ti avvolge come una coperta quieta. Gli uomini sono lontani. Esseri impauriti che non hanno nulla a rassicurarli se non i loro fucili.
È fredda l’acqua. Nel lago si specchia la luna. Una culla gelida per il tuo corpo esausto. È come se ti cantasse una nenia che non hai più sentito, il tenero uggiolare di tua madre.
Tua madre, te la ricordi? Tutto è perso in quella lontananza di fuoco: la foresta che brucia, i lupi che bruciano come torce atroci, spargendo scintille che incendiano altri alberi. Chi è stato? Chi ti ha portato via tutto? Perché?
Nessuno te lo ha mai rivelato. Non hai fatto che correre e correre inseguito dall’odio, verso qualcosa che non sai, che non puoi spiegare, che non riesci a dimenticare.
L’odore dei fiori. Il suo odore. Diverso da quello di qualsiasi altro fiore, diverso da quello dei fiori della terra, perché lei è il fiore della luna e la luna si specchia sull’acqua.
Acqua.
Fiore.
Luna.
Un rumore lontano ti fa riaprire gli occhi, qualcosa di più pericoloso dei fucili, ma anche qualcosa d’altro.
Il suo profumo.
Ti strappi gemendo dal conforto freddo dell’acqua, costringi il tuo corpo ad alzarsi, grondante, come se ti avesse benedetto la pioggia che aspettavate da tempo.
Ora il ronzio è diventato un rombo, il cielo è caduto, dal bagliore del lampo scende quella figura, le braccia a croce come un’offerta. Il suo profumo diventa insostenibile.
Ti ha sempre aspettato.
E nel suo abbraccio ritrovi finalmente il senso del tuo essere lupo.
 

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Capitolo 4
*** Rakuen ***


Rakuen
 
Perché avete fatto tutta quella strada?
Ora te lo chiedi, Tsume, e la risposta non la sai, non arriva ben chiara né al lupo che sei né all’uomo che fingi di essere.
Precipiti nel pozzo della tua solitudine senza sapere niente, senza avere capito niente.
Volevi essere “buono”? Volevi per una volta essere dalla parte giusta? E chi ha stabilito qual è la parte giusta?
Volevi sentirti finalmente in pace con la tua coscienza sporca, o forse volevi chiedere perdono, magari all’ombra di Gehl, che non sei riuscito a salvare. O a quella di Toboe che non hai saputo proteggere e anche a quella di Hige che hai dovuto uccidere.
Perdono.
Perché avete fatto tutta quella strada?
Il Rakuen.
Il Futuro.
Il futuro si troverà continuando a procedere e superando il dolore per ciò che si è perduto.
Il futuro. Ma dov’è il futuro?
Non ci hai mai creduto, Tsume. E allora perché.
Dimmelo.
Perché.
Avete fatto tutta questa strada?
Forse solo per morire avendo fatto la cosa giusta. La cosa giusta, per una volta.
 

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Capitolo 5
*** Illusione ***


Illusione
 
Anche se tutto ciò fosse un’illusione creata da qualcuno, la strada che abbiamo percorso è reale.
La luna brucia.
È tinta di sangue. C’è sangue dappertutto. Il sangue dei lupi.
La luna brucia.
La terra è gelata, sotto le zampe ferisce con aghi di ghiaccio.
Non correte più. Il vostro è solo un penoso trascinarvi per cercare di arrivare in tempo.
In tempo per cosa?
La sua voce è lontana. Camminate come se i vostri cuori fossero stati strappati via.
È lui che aspettate.
Il lupo bianco.
Eppure è un’ombra nera che si mette sulla vostra strada, un’ombra disperata che sa di morte e di delirio, un lupo impazzito che distrugge ogni cosa. Il vento che vi investe in gelide folate e poi la neve, la neve ovunque, bianca, sempre più bianca. Il sogno si è trasformato in un incubo, o forse lo era fin dal principio.
La strada è reale. È tutto quello che resta.
 
Prima che arrivi la pioggia.
 

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