Don't stop believing.

di bkfrsb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The First Time Ever I Saw Your Face ***
Capitolo 2: *** Courage. ***
Capitolo 3: *** Goodbye my friends. ***



Capitolo 1
*** The First Time Ever I Saw Your Face ***


Nessuno poteva capire cosa provavo.

Mi sentivo più solo che mai, non avevo nessuno con cui poter parlare liberamente. Mercedes era la mia migliore amica, ma da un po’ di tempo non riuscivo a confidarmi neanche con lei.
Ero stanco. Sempre sul punto di scoppiare. Avevo solo bisogno di respirare un’aria nuova.

«Renditi utile, vai a spiare la concorrenza» mi aveva detto Puckerman, sperando che mi levassi di torno.
Quella mattina il professor Schuester ci aveva comunicato quali sarebbero stati i Glee Club che avremmo affrontato alle provinciali, e mi ero incuriosito a sentir parlare degli Usignoli.
Andai alla Dalton Accademy. Molti ragazzi correvano, ne fermai uno per chiedere cosa stesse succedendo.
Nell’istante in cui si voltò per guardarmi, sentii come se il mio cuore avesse fatto una capriola. Sentii come se tutto il mio corpo mi dicesse: “è lui”.

Blaine mi spiegò che gli Usignoli stavano per improvvisare un’esibizione, e che tutta la scuola correva ad ascoltarli ogni volta che cantavano. «Gli Usignoli sono delle rockstar!» disse.
Cantarono Teenage dream, Blaine fu il solista. La sua voce era a dir poco angelica, ma forte allo stesso tempo, era praticamente perfetta. Lui era perfetto.
Mi guardava mentre cantava, e io non potevo fare a meno di sognare che stesse cantando per me.

Più tardi parlai con Blaine e altri due ragazzi della scuola, che mi spiegarono come funzionava lì. Era un’accademia maschile, in cui i gay erano trattati come tutti gli altri, nessuno veniva preso di mira. L’opposto della mia scuola, pensai.

Era proprio quello di cui avevo bisogno.


#spazioperme
la mia prima fanfiction su glee!:)
Non è una vera e propria fanfiction, ho solo tanta voglia di scrivere, e la storia di Kurt e Blaine è la mia preferita in assoluto.

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Capitolo 2
*** Courage. ***


Inizialmente pensavo che le cose fossero migliorate da quando Blaine era entrato a far parte della mia vita, ma poi tornai alla realtà.
Il giorno dopo a scuola cominciò come tutti gli altri, le lezioni, l'incontro con il Glee, le spinte di Karofsky nei corridoi...
Proprio mentre mi rialzavo un'altra volta, dopo l'ennesima spinta che mi fece cadere a terra, pensai alle parole che aveva usato Blaine quando gli avevo parlato dei problemi che avevo a scuola con quel ragazzo. Mi aveva consigliato di affrontarlo, di non scappare davanti alle difficoltà, di essere coraggioso.
Mi feci forza. Andai verso di lui, convinto che mi avrebbe preso a pugni.
Discutemmo, urlavo senza pensare tanto.
«Colpiscimi, i tuoi pugni non cancelleranno né la mia omosessualità e né la tua ignoranza.» dissi.
Mi aspettavo il peggio.
Ma fu molto peggio di quanto mi aspettavo.
Karofsky mi baciò.
Ci misi qualche secondo per capire cosa stesse succedendo. Lui provò a riavvicinarsi, ma quando lo respinsi se ne andò via infuriato.
Avrei voluto morire.
Non si può descrivere cosa sentivo, fu il mio primo vero bacio, non me lo sarei mai immaginato così.
E non l’avrei mai voluto così.
Ne parlai con Blaine, che decise di venire nella mia scuola a discutere con Karofsky. Lui cercava di negare quanto fosse successo, e quando Blaine provò a essere comprensivo, andò su tutte le furie.
Non poteva prendersela con Blaine, non era giusto, doveva togliere immediatamente le mani dalla sua giacca. Lo spinsi via.
Parlai ancora con Blaine. Mi faceva davvero bene parlare con lui, era l’unica persona di cui avevo bisogno in quel momento. Sentivo che potevo fidarmi di lui, che non mi avrebbe abbandonato.
Sentivo che lui sarebbe rimasto al mio fianco.

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Capitolo 3
*** Goodbye my friends. ***


Non ci potevo credere, papà e Carol si sarebbero sposati!
Quella mattina erano arrivati a scuola e l’avevano detto a me e Finn, ero davvero entusiasta e felice, felice davvero, come non lo ero da tanto.
Ero felice per mio padre, perché da quando mia madre morì lui non frequentò più nessuno, facemmo fatica ad andare avanti, ma lui fu tutto per me. Era tutto ciò che mi era rimasto, senza di lui non ce l’avrei fatta e non sarei qui ora. Pensai che si meritasse tutta la gioia del mondo.
Immediatamente cominciai a pensare all’organizzazione del matrimonio, ovviamente me ne sarei occupato io, perciò tutto avrebbe dovuto essere perfetto.
E poi non poteva mancare la musica. Il Glee Club doveva cantare al matrimonio, l’avrebbe reso davvero speciale.
Proprio mentre pensavo con quali canzoni avremmo potuto esibirci, mi apparve Karofsky davanti alla faccia.
Era come se fosse spuntato fuori dal nulla, facendomi prendere un colpo. Mi si raggelò il sangue quando mi guardò dritto negli occhi.
Da quando aveva pronunciato quelle parole ero continuamente terrorizzato, anche quando non era nei dintorni avevo paura.
E lui se ne stava lì, a pochi centimetri di distanza da me, con lo sguardo più minaccioso che avessi mai visto.
Stringevo la statuina dei due sposi che avremmo dovuto mettere sulla torta nuziale. Lui me la strappò dalle mani, senza un perché.
Quasi tremavo, avrei voluto urlare, correre, scappare, ma restai fermo, come paralizzato.
Andai insieme al professor Schuester a riferire tutto alla preside, ma lei disse che non avrebbe potuto fare niente. In realtà avrebbe potuto eccome, ma evidentemente non le importava dato che non era un suo problema. A chi importava di me?
Non ne avevo parlato a nessuno, non ci riuscivo.
Finn e mio padre mi avevano chiesto di insegnare loro a ballare in occasione delle nozze e io avevo accettato. Eravamo in aula canto, stavo provando qualche passo con Finn quando passò Karofsky. Non disse nulla ma ci imitò.
Papà se ne accorse subito.
«E quello che vuole?» chiese guardandolo.
«Niente, niente» mi affrettai a rispondere.
«Quello non era niente, ti stava prendendo in giro! Come diavolo si chiama?»
«Diglielo» disse Finn.
«Di che parli?» chiese papà.
«Se no glielo dico io.»
«Si chiama David Karofsky, lui... mi dà fastidio da un po’ di settimane.» dissi.
«Cioè in che senso?»
«Solo qualche spintone, qualche provocazione.»
«Che altro? C’è qualcosa che non vuoi dirmi?»
«Ha minacciato di uccidermi» dissi senza pensarci.
Era ciò che mi tenevo dentro da giorni. Non l’avevo detto a nessuno prima, avevo troppa paura.
“Se lo dici a qualcuno ti ammazzo” queste parole aveva usato. Si riferiva al fatto che anche lui fosse gay.
«Che cosa?» Finn era stupito. «Perché non me l’hai detto? Burt!»
Papà aveva iniziato a correre. Appena lo vide, si scaraventò contro Karofsky, che rimase senza parole. Appena io e Finn li separammo, lui andò via.
Andammo dalla preside e dopo aver saputo cosa era successo, lei decise di espellere Karofsky.
Ero davvero sollevato, pensavo che finalmente avrei potuto andare a scuola senza pensieri, come tutti gli altri.
Mi sbagliavo.
Il Consiglio d’istituto decise di riammetterlo a scuola, dato che nessuno aveva testimoniato contro di lui e non vi erano prove che mi avesse minacciato.
La paura tornò a impossessarsi di me. L’indomani sarebbe tornato, ancora più furioso di prima.
E io non volevo più affrontarlo.
Mio papà e Carol vedendo quanto ero preoccupato, decisero di rinunciare alla loro luna di miele per mandarmi alla Dalton, la scuola di Blaine.
Fu davvero difficile comunicarlo ai ragazzi del Glee Club. Loro non volevano crederci e non volevano accettarlo, ma ormai avevo deciso e non sarei tornato indietro.
Appena uscii dalla scuola scoppiai a piangere.

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