How to find a brother

di Dama delle Comete
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trecentotrenta anni dopo ***
Capitolo 2: *** Perquisizione nel castello ***
Capitolo 3: *** Cammino e attacco ***
Capitolo 4: *** Un "vecchino inquietante" e la Reggia ***
Capitolo 5: *** Un nuovo nemico e altri simpaticoni ***



Capitolo 1
*** Trecentotrenta anni dopo ***


How to find a brother
 
Capitolo 1
 
 
 
 
 
La carta pregiata frusciò nelle mie mani e atterrò dolcemente per terra, dopo un breve volo.
Ebbi un giramento di testa, e la stanza roteò velocemente; mi sentii le gambe cedere e la vista appannarsi, mentre le dita cercavano ancora, tremanti, il foglio.
Cercai di fare come quando perdevo il controllo: tre respiri profondi e una strofinata agli occhi, ma le emozioni mi agitavano ancora, vorticanti.
Il cervello mi diceva che era uno scherzo, o comunque un falso, ma il mio cuore affermava il contrario. A chi dovevo dare retta?
Una lettera può cambiare molte cose.
Può portare buone o cattive notizie, trasmettere informazioni, far conoscere persone, rattristare o gioire. Ma quella era diversa, sconcertante.
Per calmarmi, ripensai a cosa era successo, senza tralasciare i dettagli.
 
Quella mattina, all’Osservatorio Cometa, mi ero svegliata di buonumore. Mi ero lavata e vestita, pronta per un’altra giornata.
Appena ero arrivata dove si poteva ammirare la fonte d’energia della mia casa, avevo notato uno dei miei adorati Svavillotti venirmi incontro tutto agitato.
Stringeva una busta.
La cosa strana era che le lettere non erano cosa insolita: spesso mi arrivavano notizie o richieste da vari pianeti, quindi mi sembrava strano che il piccolo fosse così emozionato.
- Chi è il mittente? - avevo chiesto.
- La busta non è firmata, ma questo parla di più! - mi aveva risposto consegnandomela.
Io l’avevo presa e mi ero accorta subito che c’era un simbolo, quasi uno stemma, stampato sulla ceralacca blu notte. Era a forma di stella, con elaborati decori intorno... non poteva essere vero.
Non l’avevo aperta subito, ma avevo aspettato di essere in camera mia.
Così l’avevo aperta curiosa, e il contenuto mi aveva sconvolta.
 
Cara Rosalinda,
sono passati trecentotrent’anni dall’ultima volta che ti ho vista.
Quando avevi dieci anni e io cinque, partisti con una navicella in cerca di una certa mamma, ma non hai più fatto ritorno; lasciasti solo un bigliettino in cui raccontavi che dovevi aiutare un tuo amico. Immagina quanto ci preoccupammo io e nostro padre.
Comunque, tutto questo è ormai passato. Se ti chiedi perché sono ancora vivo e come mai ti ho scritto solo adesso, è una storia molto lunga, ti spiegherò con calma.
Per farlo, ti chiedo di presentarti il 4 marzo nel villaggio della Pianura Rocciosa, al confine del Regno dei Funghi; chiedi di me agli abitanti.
Sono certo che ci vedremo presto.
 
Tuo fratello Lyle
 
Dopo aver riflettuto, ero certa che non era uno scherzo. Avevo notato lo stemma, che da piccoli avevamo inventato per gioco, come simbolo della nostra famiglia, e nessuno poteva sapere così tante cose su di me.
Mi chiedeva di incontrarlo il 4, dopodomani! A volte certe coincidenze mettono i briv...
Un momento, c’era un problema: la data della lettera era di un paio d’anni fa. Che fosse arrivata in ritardo? E poi, come faceva a essere ancora vivo?
Col cuore che andava a mille, corsi alla sala comandi, mentre un gruppo di Svavillotti mi venne incontro e mi seguì curioso.
- Mamma, chi te l’ha scritta?
- Sembrerebbe di mio fratello - risposi paziente e incredula di pronunciare, dopo tanti anni, quelle parole - Ma è stata scritta l’altro anno; devo parlare con Peach e gli altri.
I piccoli corsero ad avvertire gli altri, e io cominciai con le manovre per atterrare sul Regno dei Funghi.

˜
Intanto, proprio laggiù, sulla terrazza del castello, qualcuno era molto più tranquillo, almeno per il momento.
- Altro zucchero? - chiese gentilmente Peach, indicando la ciotolina di porcellana bianca.
Mario fece di no con la testa e afferrò un biscotto dal piattino.
- Per me sì, grazie - esclamò Luigi.
Lei stava per versare un po’ della dolce sostanza nella tazzina, quando un boato li fece sussultare.
- Cheaccidentièstato?! - urlò allarmato il fratello in rosso.
Udirono un movimento di eliche e un familiare “BWAHAHAH!”, che li mise subito in guardia.
- Peach, nasconditi nel castello! - le disse andò sul bordo della terrazzina.
- Te lo scordi! È mio dovere parlargli.
Sapeva essere molto testarda. Un grido li interruppe.
- EHILÀ, NANEROTTOLI! BUONPOMERIGGIO, PRINCIPESSA! - ruggì il re dei Koopa, affacciandosi da una delle navi volanti.
- Non ci provare neanche, Bowser! - gli strillò Luigi, con voce tremolante, indovinando i suoi pensieri.
Lui balzò sulla terrazza, facendo tremare il pavimento lucido.
- Bwahah! Stavolta non riuscirete a sconfiggermi, perché ho ideato un piano assolutamente geniale! Rapirò tu e tu, così non potrete fare niente e io potrò ritornare qui, più tardi, a far mia la principessa! - esclamò, indicando i fratelli.
“Se questo è quello geniale, figuriamoci il piano scadente!” pensò Mario.
- Non ci riuscirai! - disse e partì all’attacco.
Ma un fumo nero, probabilmente un nuovo trucco del nemico, accecò tutti, impedendo loro di vedere cosa stava succedendo.
Per qualche minuto si sentirono solo grida e imprecazioni, poi la nebbia si dissolse e Peach rimase raggelata da cosa stava vedendo.
Bowser se ne stava andando, con affianco Mario e Luigi, immobilizzati dagli sgherri del re dei Koopa.
- Vi verrò a salvare, lo prometto! - gridò lei.
La risposta dei due si perse nel vento, ma comunque non sembravano molto entusiasti all’idea.
Peach guardò atterrita le navi allontanarsi, mentre un debole rumore di qualcosa che atterrava si diffondeva. La principessa vide la familiare sagoma dell’Osservatorio Cometa scendere sul giardino, creando una ventata d’aria che sollevò i capelli e la gonna della ragazza.
Forse la sua amica avrebbe potuto aiutarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
MUAHAHAHAHAAAH! Sono ancora qui a tormentarvi!!
*I poveri lettori scappano in stile mandria spaventata*
Ehm-ehm, cambiando argomento... mi sono sempre divertita a immaginare come potrebbe essere il fratello di Rosie, che viene nominato nella sua storia quando lei prende il cannocchiale del padre e la retina per farfalle del fratellino.
Venite con me e lo conosceremooo!!! *sorriso da pazza*
Ah, scusate per la penosa scena del rapimento, che sa tanto da Super Princess Peach... .___.
Sembra che ci siano problemi un po’ dappertutto! xD
Al prossimo capitolo! :D
 
Dama delle Comete

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Capitolo 2
*** Perquisizione nel castello ***


How to find a brother
 
Capitolo 2
 
 
 
 
 
Quando vidi da lontano uno sciame di navi volanti dall’aspetto minaccioso, non potei fare a meno di spaventarmi un bel po’: l’ultima volta che le avevo viste, quel tiranno mi aveva rubato tutte le Megastelle necessarie all’Osservatorio per muoversi. Stranamente, però, le imbarcazioni si stavano allontanando da Regno dei Funghi, il che significava che poteva trattarsi dell’ennesimo rapimento!
Dopo aver fatto atterrare l’Osservatorio, con un breve voletto scesi sull’erba morbida del giardino, che non sentivo sotto i piedi da un bel po’.
Una principessa in rosa mi venne incontro con aria ansiosa, e vidi che sulla terrazzina del castello era apparecchiato per un the.
- Rose! Che bello vederti! - esclamò evidentemente sollevata.
- Salve! Spero di non averti schiacciato qualche fiore - aggiunsi con mezzo sorriso, contenta di vederla sana e salva.
- Non è importante - cominciò a borbottare lei - Piuttosto, devi aiutarmi! Bowser ha rapito Mario e Luigi, e ha intenzione di tornare a prendere anche me!
Ci dirigemmo verso il castello, mentre mi raccontava con foga l’accaduto.
Alla fine avevo ragione, pensai, era un altro rapimento... Ma perché il Re dei Koopa si ostinava a sequestrare le persone come se niente fosse? Doveva aver saltato qualche lezione di buone maniere.
- Ti prego, dammi una mano! Da sola non ce la posso fare a salvarli e non voglio mettere in pericolo i toad! Con la tua magia risolveremo tutto in un battibaleno! - cercò di convincermi mentre ci accomodavamo in un salottino.
- Ti aiuterò, anche se sono venuta qui proprio per chiedere il tuo aiuto - risi.
- Che è successo? Racconta.
- Oggi mi è arrivata una strana lettera: sembra che sia stata scritta da mio fratello. Credo sia veramente lui, perché sa molte cose. Però è stata scritta due anni fa, e lui mi chiede di recarmi in un luogo per incontrarlo, come faccio? - spiegai tutto d’un fiato.
- Ma... è ancora vivo? Com’è possibile? - balbettò solamente lei.
Mi strinsi nelle spalle.
- Me lo sono chiesto anch’io. Ma ora non pensiamo a questo: dobbiamo salvare i nostri amici.
 
˜
 
Uscimmo di corsa, dopo aver preso qualche provvista, Funghi 1-up e Fiori di Fuoco. Mastro Toad, preoccupatissimo, ci raccomandò di stare attente.
Peach mi condusse velocemente verso un tubo sfavillante alla luce del sole.
La guardai e annuii: ero pronta.
Lei si raccolse i capelli in una coda di cavallo e salì sul bordo, prima di buttarcisi dentro con un saltello. Feci lo stesso, assicurandomi che non mi sfuggisse di mano lo zainetto con il necessario e stringendo la bacchetta.
Quando rividi la luce, eravamo a una decina di metri da un imponente castello di pietra scura. Il caldo era atroce e la lava bollente non aiutava di certo.
- Andiamo - disse Peach deglutendo. Sapevo che non aveva molti bei ricordi di quell’edificio così massiccio.
Le strinsi la mano e ci avvicinammo al portone.
La principessa del Regno dei Funghi alzò una mano tremante chiusa a pugno e fece un respiro profondo, raccogliendo il coraggio. Esitò un momento, poi un altro.
Vederla così impaurita mi fece arrabbiare: quell’orribile mostro non aveva il diritto di terrorizzare la mia amica!
Così alzai io un braccio e martellai il portone.
- Siamo la principessa Peach e la principessa Rosalinda. Pretendiamo di entrare! E subito! - gridai, sperando che non mi bombardassero solo per aver lasciato perdere il bon-ton.
Con mia sorpresa, il portone si aprì cigolando e trascinai dentro Peach, soddisfatta. Quando ci volevano un po’ di autorità e fermezza, bastava chiamarmi.
Non pensai la stessa cosa quando mi ritrovai a un centimetro di distanza dal muso ringhiante e schiumante di rabbia di un certo Koopa inferocito.
 
˜

Se non svenni, fu grazie al mio residuo di sangue freddo.
Il mostro fece un passo indietro e riuscii a distinguere il suo corpo possente; Peach gemette e io gli puntai la bacchetta addosso.
- Tu! Non permetterti di farci del male o... - cominciai cercando di sembrare minacciosa.
- Calma, calma! - mi interruppe qualcuno alle spalle di Bowser, che non aveva ancora detto una parola - Per favore, non distruggetelo! Sua Malignità mi ucciderebbe!
Un Magikoopa spuntò a fianco del re e si affrettò a premere un pulsante su un telecomando che teneva tra gli artigli.
- Kamek! - esclamò la mia amica, mentre io osservavo l’automa fare dietrofront e sparire da qualche parte - Dov’è Bowser? E perché non ci hanno ancora catturate?
- Catturate? Non capisco... Sua Scorbuticità è impegnato con i suoi doveri di sovrano, comunque - replicò lui confuso.
Stava mentendo?
- Non scherzare, Kamek! Il tuo re è arrivato poco fa nel mio castello e ha rapito Mario e Luigi! - sbottò Peach.
Lui esitò, poi con mille scuse corse al piano di sopra a controllare. Tornò tutto trafelato e ci guardò incredulo.
- Raccontatemi tutto.
Dopo una breve spiegazione, cominciò a camminare avanti e indietro.
- Uhm, è strano: Sua Malvagità non partirebbe mai in missione senza almeno avvisarmi... Comunque - disse poi rivolgendosi a noi - Lui non è qui, per adesso. Non saprei come aiutarvi.
Sapevo che Kamek era un individuo piuttosto neutrale, ma gli stava a cuore la principessa Peach, e fu grazie a quei pensieri che mi arrischiai a fare una domanda.
- Potremmo controllare se nel suo ufficio c’è qualche indizio?
Lui mi guardò con una punta di sospetto.
- D’accordo, ma badate che mi accorgerò se manca qualcosa. La stanza è di sopra, terza a sinistra. Avvertirò i servitori della vostra presenza.
Esclamammo un “grazie” e ci dirigemmo verso le scale.
L’ufficio era piuttosto piccolo, ma bastava per contenere una scrivania, una poltrona enorme e qualche piccolo archivio. Io e Peach lo setacciammo in cerca di un indizio, ma il re era piuttosto ordinato, stranamente; quindi non trovammo scartoffie di piani per rapimenti utili alla nostra ricerca.
Mentre lei finiva di esaminare i cassetti della scrivania, presi in mano una spessa cornice che conteneva una foto sbiadita dagli anni: Bowser e Peach che ridevano davanti a una torta con dei cuccioli di koopa intorno.
- Era il mio compleanno. Raramente mi è capitato di vivere dei bei momenti qui - disse malinconica Peach, che mi aveva notata - La presenza dei Bowserotti aiuta, certo. Ma c’è qualcosa in quell’ammasso si scaglie gialle che mi fa ridere.
- Dove sono, a proposito?
- In giro per i regni nei loro piccoli castelli, credo.
Pensierosa, feci scorrere le dita sulla cornice, fino a quando sentii una fessura sul retro. La girai e vidi che formava un rettangolo lungo tutto il perimetro del legno scuro; aiutandomi con le unghie (per Bowser doveva essere più facile, con quegli artigli affilati) tirai e la cornice si aprì rivelando uno spazio sufficiente per contenere un libretto sgualcito.
- Che cos’è? - mormorò lei.
Aprii il libriccino e lessi una lista di piani d’attacco per il Regno dei Funghi, completi di data prevista per lo scontro e mappe. Corsi a leggere l’ultima pagina scritta, e lo avvicinai a Peach, affinché potesse vedere anche lei.
 
Piano n. 217:
2 marzo.
Partenza ore nove, senza avvertire Kamek (motivi nel piano n. 195). Raduno di sette navi.
Arrivo al Regno dei Funghi ore nove e un quarto. Minaccia e spiegazione di metà piano alla principessa.
Ritorno ore nove e mezza, direzione Pianura Rocciosa, Reggia Verde.
Ritorno al Regno dei Funghi ore 15.
Altre azioni da decidersi.
 
In mezzo alle strane annotazioni riuscii a distinguere con chiarezza solo quelle parole “Pianura Rocciosa, Reggia Verde”, le quali mi ricordavano qualcosa... La lettera, giusto!
“Ti chiedo di presentarti il 4 marzo nel villaggio della Pianura Rocciosa, al confine del Regno dei Funghi”... Coincidenza?
- Questo non è più o meno il posto di cui mi hai parlato? - ricordò Peach.
Annuii. - Dici che... potrei dare un’occhiata, già che ci siamo?
- Credo di sì. Allora che si fa, partiamo?
- Certo.
 
˜

Kamek ci osservò salire sul tubo, con una strana espressione.
- Fate attenzione. Quel posto è pericoloso - bofonchiò.
Peach fece un gesto di saluto e si buttò nel tubo verde, a tutta velocità verso una terra poco conosciuta. Notai che il Magikoopa mi continuava a guardare in modo bizzarro.
- Qualcosa non va? - chiesi.
- No, solo... state veramente attente, laggiù. Stano succedendo strane cose... Ma questo saprà spiegartelo meglio la tua amica. Sarà molto rischioso, soprattutto per lei.
Lo guardai perplessa. - Perché? È solo un luogo come tanti.
- No - mormorò lui scuotendo la testa incappucciata - Là i pochissimi abitanti odiano con tutto il cuore la famiglia reale, Peach compresa. Tienila d’occhio.
- Se sono così poche persone non avremo tanti problemi - replicai.
- Vedremo - mormorò solamente - Vedremo.
E con quella parola non molto beneaugurante mi congedò.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
Primo capitolo dell’anno! :3
Ho cercato di farlo più lunghetto del solito, spero che non sia troppo pesante o confusionario! >.<
Cosa sta succedendo di strano nella Pianura Rocciosa? Peach verrà attaccata?
Rosie riuscirà a scoprire qualcosa su suo fratello? Troveranno Bowser e i suoi amici?
Ci vediamo al prossimo capitolooo!! :D
 
Dama delle Comete

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Capitolo 3
*** Cammino e attacco ***


How to find a brother
 
Capitolo 3
 
 
 
 
 
Pianura Rocciosa.
Beh, il nome l’avevano azzeccato. Il suolo era privo d’erba e le uniche piante che si potevano trovare erano qualche arbusto mezzo rinsecchito. Rare pozze di acqua sporca e stagnante macchiavano il territorio, circondate da erba secca e giallastra; il terreno color ocra era in molti punti invaso da innumerevoli crepe che a volte creavano trame così fitte che io e Peach dovevamo evitarle e procedere in uno slalom estenuante.
- Il sottosuolo viene continuamente smosso durante le operazioni di scavo, in cerca d’acqua pulita. Così si formano crepe che rendono pericoloso aggirarsi qui - mi aveva spiegato lei.
Da quando eravamo arrivate non avevamo smesso di camminare, nel tentativo di cercare il villaggio. Il sole abbagliante ci faceva faticare ancora di più.
- Dovevamo chiedere una cartina a Kamek - sbuffai.
- Una delle tue magie potrebbe aiutarci? - chiese esitante Peach, asciugandosi la fronte. - Ci servirebbe un modo per localizzare quell’accidenti di paesino sperduto.
Allargai le braccia. - Mi dispiace, ma non saprei come fare e a dire la verità sono troppo stanca per magie complicate. Scusami ancora.
- No, non preoccuparti! Avevo chiesto per far prima, sai. Non voglio che ti senta costretta.
Camminammo ancora per un paio d’ore, chiacchierando tra un passo e l’altro. Mi raccontò le ultime novità del regno e come stavano gli altri, ad esempio Daisy, Wario, Waluigi, Donkey Kong...
- Però neanche io li vedo da poco. I miei impegni mi impediscono di parlar loro regolarmente... Pure Daisy non la vedo da settimane; prima era più facile, ma i doveri si sono intensificati - mi raccontò.
- Che doveri hai in questo periodo?
- Ci sono alcuni problemi qui con... - rispose lei, ma la interruppi.
- Ferma! - esclamai afferrandole un braccio.
Parlando non ci eravamo accorte di starci dirigendo verso un precipizio spaventoso, del tipo “cadi e non torni mai più”. Avevo intravisto con la coda dell’occhio il baratro e l’avevo trattenuta in tempo.
- Allontaniamoci, il terreno potrebbe cedere qui sul bordo - dissi, e tornammo indietro giusto per essere sicure di non fare una brutta fine.
Decidemmo di accamparci lì. Dopo un bel pranzo e un po’ di riposo saremmo tornate a scarpinare.
Con uno sforzo sistemai la tenda da campeggio che mi ero portata dietro, una di quelle da spiegare che stanno benissimo in una borsa; poi ci abbuffammo di panini e frutta, ringraziando il cielo d’aver fatto scorta abbondante d’acqua.
Peach rimase fuori a fare la guardia (potevano benissimo esserci nemici affamati), mentre io mi sistemai nella tenda a riprendere fiato, finalmente all’ombra.
Ripescai dallo zaino la busta con la lettera di Lyle, che avevo messo lì dentro per sicurezza e, dovevo ammetterlo, come fosse un tesoro. Guardai ancora una volta lo stemma sul retro: era in qualche modo più elaborato e formale, quasi più maturo rispetto a quello che ci eravamo inventati in uno dei pomeriggi d’inverno. Per aver avuto cinque anni quando ero partita si ricordava molte cose... Se i miei conti erano esatti, ora aveva trecentotrentacinque anni. Mi chiesi, probabilmente per l’ennesima volta, come facesse a essere in vita. Io avevo ricevuto l’immortalità dagli Spiriti, ma quella storia era molto complicata, invece lui come aveva fatto? Non mi veniva in mente nessuna ipotesi possibile.
I miei ricordi erano sfocati e confusi e solo alcuni episodi erano ancora impressi nella mia memoria. La nascita di mio fratello, la morte della mamma, alcuni compleanni, certi avvenimenti insignificanti... Molti dei quali erano giochi con il mio fratellino. Se ricordavo bene, mi pareva che fossimo molto legati, io e lui. Però il suo aspetto era appannato dagli anni; forse aveva i capelli rossi di papà, o gli occhi di nostra madre. Di sicuro il mio lato materno era già sviluppato allora, a forza di stare con lui. Un ricordo mi riscosse.
Quando avevo preso di nascosto la sua retina per farfalle, perché non si poteva sapere cosa avrei incontrato nel viaggio. L’avevo usata per raccogliere Astroschegge e poi che fine aveva fatto? Che fosse finita in uno dei miei bauli in camera?
Mi sdraiai con la lettera in mano, pensando a quei pochi ricordi che avevo, finché non mi appisolai.
 
˜
A svegliarmi fu la voce di Peach.
- Rose! Aiutami!
Uscii frettolosamente dalla tenda per scoprire che la mia amica stava affrontando una decina di Martelkoopa infuriati. Mi rituffai nella tenda per prendere un paio di Fiori di Fuoco, ne lanciai uno a Peach e l’altro lo usai per me. Mi concentrai e quello rilasciò la sua energia scomparendo, così mi ritrovai in abito rosso e capelli raccolti.
Cominciai subito a bombardare i nemici con il fuoco e riuscii a farne fuori un paio. Purtroppo non potevo fare niente con la magia, poiché i miei poteri si limitavano a incantesimi di protezione personale, fluttuare nell’aria, qualcuno debole per i nemici e altri legati all’Osservatorio. Così mi impegnai a colpire più che potevo, anche se quei mostri lanciavano martelli di continuo.
Mirai a un Martelkoopa, ma quello riuscì a schivare il colpo; probabilmente per vendicarsi mi scagliò un martello e io mi abbassai per non venir colpita. Peccato che invece finì dritto addosso a Peach, che inciampò mentre l’effetto del Fiore svaniva. Avrei voluto controllare che stesse bene, però lei si rialzò e iniziò ad assestare calci ai nemici, quindi io continuai a lanciare sfere di fuoco.
Dopo pochi minuti ne rimanevano solo due.
Con uno sguardo d’intesa a Peach colpii uno dei due, intanto lei sferrava un pugno all’altro; ero riuscita a sconfiggerlo, ma il martello rimasto in volo mi colpì e annullò i miei temporanei poteri. Invece l’altro schivò il colpo e mirò alla mia amica.
- Peach! - gridai invano, preoccupatissima.
Lei cadde a terra ferita e il Martelkoopa si girò minacciosamente verso di me. Fumante di rabbia, mi tolsi una scarpa e la lanciai verso il nemico, che ricevette un tacco dieci in faccia (a volte il mio senso materno si trasmette anche verso i miei amici...) e stramazzò a terra, KO.
Tutti gli altri si rialzarono e corsero via portando anche l’ultimo nemico che avevo colpito, ancora fuori combattimento.
Dopo aver recuperato la scarpa, corsi a chinarmi sul corpo inerme di Peach. Non si muoveva, ma almeno era solo svenuta.
La sollevai a fatica e la feci sdraiare nella tenda, dopodiché ripresi in mano lo zaino in cui misi la lettera e acciuffai un Fungo 1-Up, che feci mangiare alla ragazza. Probabilmente ci avrebbe messo un po’ a riprendersi, non essendo abituata come i fratelli Mario a subire colpi.
Uscii dalla tenda, mi sedetti a fare la guardia e accesi un fuocherello bruciando con un incantesimo un Fiore di Fuoco, visto che ne avevamo un bel po’. Rimasi lì accucciata a fissare le fiamme, rimuginando sul da farsi. Il sole stava tramontando proprio in quel momento, quindi l’indomani mattina saremmo ripartite.
Il cielo si tinse di tutte le sfumature d’arancio e oro, colorando la roccia brulla di quei colori; l’effetto era meraviglioso, infatti lo ammirai finché l’effetto non durò.
Quando la luna era già alta, abbandonai involontariamente un braccio in grembo e uno per terra, con la testa appoggiata sul tessuto della tenda. Chiusi lentamente gli occhi e la stanchezza mi portò a un sonno profondo.
 
˜
Riaprii gli occhi e mi alzai di scatto, traballante. Accidenti agli incubi!
Un po’ arrabbiata per essermi addormentata durante il turno di guardia, sbirciai se Peach era sveglia.
Effettivamente mi restituì lo sguardo, sorridente, così afferrai il suo borsone e tirai fuori un po’ di bacche e una bottiglia di succo alla pesca.
Sistemai il cibo in un piatto e chiamai: - È pronta la colazione!
Lei uscì dalla tenda e si sgranchì le braccia.
- Come ti senti? - le chiesi.
Respirò l’aria fresca dell’alba e si sedette vicino a me. - Benissimo. Sono spiacente di essere svenuta e averti lasciata sola con quei nemici - aggiunse.
- Figurati, non è stata colpa tua - dissi cominciando a mangiare il povero pasto. Al villaggio avremmo potuto fare scorta, o almeno lo speravo. - Ieri mi hai detto che ci sono stati problemi, ma ti ho interrotta.
- Ah, sì! - si illuminò - Ultimamente sono accaduti strani fatti qui, come aggressioni, bizzarri avvistamenti... Però il popolo della pianura mi ha impedito di controllare di persona.
- Sì, Kamek me lo aveva accennato. Ma perché ce l’hanno tanto con la tua famiglia?
Sospirò. - Molti anni fa, questo territorio era indipendente, non faceva parte del Regno dei Funghi. Il sovrano era crudele e avido di potere, infatti tramava di conquistare il mio regno; organizzò un attentato per eliminare mio padre, ma venne scoperto, fu arrestato e la Pianura Rocciosa divenne parte del Regno dei Funghi. I suoi sudditi, da allora, ci odiano perché pensano che sia papà quello malvagio.
- E non hai mai provato a farli ragionare? - chiesi incredula.
- Certo, ma non ha funzionato.
- Allora come possiamo fare per farti entrare al villaggio?
Mi guardò sconsolata. - Non saprei. Forse io potrei rimanere qui, mentre tu ci vai.
- Ehm... Sì, credo che sia la cosa migliore - lasciarla là da sola non mi piaceva, ma non avevamo scelta.
Scese uno strano silenzio, forse perché eravamo impegnate a riflettere su quello che ci aspettava alla Reggia Verde citata da Bowser nel suo diario.
Bevvi un sorso di succo che avevo versato in due bicchieri, guardando il cielo azzurrino.
All’improvviso Peach si girò verso di me e mi rivolse uno sguardo interrogativo.
- Perché la tua scarpa è sporca di sangue?
 
˜
Finita la colazione, radunai il necessario nello zainetto e mi girai verso Peach, ma non ero ancora convinta di cosa stavo per fare.
- Tranquilla, Rose, non mi succederà niente - mi tranquillizzò lei. Doveva aver notato che ero restia a partire. - Sei un po’ esagerata, però. Non ho due anni.
- Lo so - in effetti posso essere un po’ iperprotettiva. - Allora io vado.
Cominciai ad andarmene, rassegnata e mi girai verso la mia amica, che mi stava salutando sventolando un braccio. Alzai una mano in segno di saluto e continuai a camminare, mentre il sole sorgeva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
Parapparaparaaaapaaaaa!
Terzo capitolo appena sfornato! OuO
Ci vediamo al villaggio!! ;D

Dama delle Comete

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Capitolo 4
*** Un "vecchino inquietante" e la Reggia ***


How to find a brother
 
Capitolo 4
 
 
 
 
 Appena riuscii a distinguere la figura di un edificio, certa che non si trattasse di un miraggio, emisi un sospiro di sollievo.
Vagare per un posto sconosciuto, da sola, stanca e affaticata non era di certo l’ideale, perciò ero rimasta tesa tutto il tempo. Fortunatamente, dopo solo un paio d’ore avevo scorto la sagoma di un tetto, ma prima di esultare avevo aspettato di osservare meglio l’edificio in lontananza.
Forse perché appena mi era accorta di camminare su un prato di pallida erba avevo arricciato le labbra e affrettato il passo, ero comunque sicura di non star sognando.
Vidi il triste fiumiciattolo che mi aveva quasi seguita durante il tragitto scomparire tra i grappoli di casette colorate e mi sbracciai per salutare una donna che stava tornando al villaggio con una brocca d’acqua, talmente ero felice. Me ne pentii subito.
La donna mi gettò un’occhiata penetrante, squadrandomi da capo a piedi. Evidentemente decise che non c’era da fidarsi, infatti si girò verso di me e sbraitò: - Chi va là?
Io mi raddrizzai per darmi in qualche modo un contegno e la guardai dispiaciuta. - Sono la principessa delle Galassie Rosalinda.
- Delle galassie? Allora non vieni dal Regno dei Funghi - constatò l’altra, ancora diffidente.
- Esatto. Sto cercando la Reggia Verde.
- Ti sconsiglio di continuare la tua ricerca, allora. Però vieni a casa mia a riposarti, mi sembri piuttosto stanca, cara - propose la donna, esibendo il primo sorriso - Potrai mangiare e recuperare le forze.
Per un momento esitai: entrare nell’abitazione di una sconosciuta che per di più mi aveva guardata male fino al momento in cui avevo rivelato il mio nome era più che imprudente. Ma dovevo davvero diffidare?
Sperai di non aver appena fatto una sciocchezza e seguii la donna, che mi fece entrare in una delle casette. Era arredata in modo spartano, solo con un tavolo e un paio di sedie.
Mi sedetti su una di quelle e guardai la sconosciuta armeggiare con il focolare e qualche pentolino, per poi vederla tornare con due tazze di liquido fumante.
- Ecco qui, il mio migliore infuso. Ti rimetterà un po’ di energia.
Io annusai sospettosa, ma poi lo bevvi e sentii le dita formicolare di piacevole calore.
- Devi essere pazza ad andare in giro per la Pianura da sola, ma spero che tu abbia un buon motivo - commentò la donna. - Scusa, non ti ho detto come mi chiamo. Sono Elma.
Notai che mi si rivolgeva dandomi del “tu”, ma forse era normale per persone piuttosto povere. Decisi di fare lo stesso.
- Elma, devo trovare la Reg...
- Sì, ho capito. Ma io intendevo dire: oltre per cercare ‘sto posto, sei qui per qualcos’altro, vero? Te lo si legge in faccia - disse l’altra indicando la mia fronte.
Davvero si capisce subito? pensai imbarazzata. Forse era meglio raccontare tutto.
Mi ricordai della lettera. “Chiedi di me agli abitanti”.
- Non ti sbagli. Tieni - dissi porgendole la busta - Forse puoi aiutarmi.
Elma lesse velocemente e mi guardò accigliata.
- Vorrei aiutarti, ragazza, ma temo di non saperne niente. Sono in questo villaggio solo da qualche mese!
Oh. E adesso?
- Però il capo villaggio si ricorderà, forse ti saprà dire qualcosa. Quanto alla Reggia - sospirò - di quella parleremo dopo.
 
˜
Attraversammo mezzo villaggio, compresa una triste piazzetta piena di bambini che giocavano, e ci fermammo davanti alla casa più grande e più vecchia.
- Meglio se entri da sola, cara. Potrebbe incutere un po’ di timore, ma è una brava persona.
Così entrai.
La luce era fioca e i mobili decorati, doveva essere una dimora sfarzosa, una volta.
Senza incontrare nessuno, aprii d’istinto una delle porte del corridoio e mi ritrovai in un salottino accogliente. Ogni poltrona era enorme e imbottita, ogni tappeto un’esplosione di colori, ogni soprammobile un tesoro. Su una delle poltrone sedeva un vecchietto gobbo e raggrinzito, chino sulle proprie mani che stringevano un bastone. Il classico anziano capo villaggio.
Sobbalzai quando lui alzò di scatto il capo e mi guardò con un sorriso sul volto rugoso.
- Ci hai messo un bel po’ ad arrivare, principessa Rosalinda. Ti aspetto da due anni, sai.
Se ci fosse stata anche Daisy, lo avrebbe definito “un vecchino inquietante”. Capii che non mi aveva riconosciuta dalla corona.
- Gli somigli, sai? Sì, stessi capelli.
Trattenni il fiato.
- C-conosce Lyle? Lo ha visto?
- E come potrei non averlo visto? Arrivò qui l’altro anno, con indosso vestiti più vecchi dei miei e con un’aria stravolta. Ci disse di aver bisogno di aiuto, prima di svenire.
Mi guardò, e a giudicare dalla sua espressione, la mia doveva essere piuttosto buffa. Quell’uomo era la prova che lui mi aveva scritto, che forse era ancora vivo!
- Continui!
- Così lo risistemammo e quando si svegliò, disse di voler vedere il capo. Mi raccontò di essere nato secoli prima e di essere sopravvissuto grazie a un incidente. Voleva trovare la sua famiglia, e quando mi descrisse la sorella, non ebbi dubbi. Gli spiegai la tua storia, principessa, che lui trovò assai interessante; scrisse una lettera e la spedì, anche se io lo avvertii che la posta delle stelle può non essere molto efficiente, e avevo ragione, visto il tuo ritardo. Comunque, abitò qui per qualche mese, per poi sparire all’improvviso. Non mi feci molte domande, pensai che si fosse deciso a trovarti da solo.
Per un momento sembrò intristirsi, ma tornò subito a sorridere.
- Ci ha aiutato molto, quel ragazzo. Era volenteroso e intelligente. Peccato non averlo più visto...
Mi fece cenno di avvicinarmi, cosa che feci. Mi fissò con i suoi occhi brillanti.
- Stanno accadendo cose strane, qui nella Pianura. Se vuoi ancora andare alla reggia, fai molta attenzione. Ci sono stati avvistamenti sospetti.
Bene. Udienza dal capo villaggio, fatto.
 
˜
- Sul serio, ragazza. È un posto pericoloso, non abbassare mai la guardia.
Elma infilò un'altra pagnotta nello zaino e me lo porse.
- Me lo ripetete in continuazione. A parte questo, dovrebbe essere disabitato, giusto? Ma prima a cosa serviva? - chiesi curiosa.
- Mi hanno detto che ci viveva un nobile, o cose del genere. Forse un membro della famiglia reale - grugnì con una smorfia al nome.
Feci per chiedere cosa avevano contro la famiglia reale, ma lei mi spinse fuori dalla porta.
- Buona fortuna!
Trattenni un sospiro e imboccai il sentiero che mi aveva indicato quando le avevo raccontato cosa mi aveva detto il capo villaggio. Era rimasta impassibile per tutto il racconto, tranne quando le avevo detto che mio fratello aveva voluto spedirmi una lettera. “AH! Si vede che siete fratelli! Testardi uguali!” aveva riso.
Mi arrampicai su per una collinetta coperta di meravigliosa erbetta e scorsi una guglia. Affrettai il passo e mi ritrovai a guardare un bel castello dipinto di verde, cosa che spiegava il nome; era piuttosto alto e ricordava la casa del capo villaggio.
Il portone scolpito si aprì prima che avessi il tempo di bussare e rivelò un salone buio, tranne che per la luce di un lampadario.
Un toad in vestiti neri mi accolse con un: - Identificarsi.
- Sono la principessa Rosalinda, principessa delle gal...
Dovetti interrompermi per parare un colpo sferrato con una lancia dal toad.
Un posto dove i toad, i simpatici, affettuosi toad, attaccavano una principessa. Ma dov’ero capitata?
Creai uno scudo con la magia per proteggermi dal funghetto e lo feci diventare una bolla che imprigionò il toad. Non volevo usare la bacchetta per ferire qualcuno, soprattutto se ero abituata a conversare gentilmente con questo qualcuno.
- Dimmi dove posso trovare Mario e Luigi - dissi, decisa.
- Giù nelle segrete. Ma non riuscirai a liberarli, il capo ha posizionato allarmi e guardie dappertutto!
- Bowser non mi metterà fuori gioco con un paio di sentinelle - replicai.
Lo lasciai ingabbiato e corsi verso la prima scala che scendeva che trovai.
Seppi di aver preso la strada giusta quando vidi le prime celle. Avevo fatto pochi metri, spiando attraverso le sbarre, quando un koopa, sempre in nero, mi fermò.
Gli feci perdere i sensi prima che cominciasse a parlare e continuai a controllare le prigioni, mettendo KO ogni guardia, che fosse un toad, un tartosso o un goomba.
Mi accorsi troppo tardi di non avere pensato agli allarmi, ma ormai si sentiva una sirena.
Fermai di colpo la mia corsa quando individuai un berretto verde.
- Luigi! Luigi!
- Rosalinda! - esclamò lui svegliandosi. - Menomale che sei qui!
- Dov’è Mario?
- Qualche cella più in là, credo. Mi hanno colpito prima che avessi l’occasione di vedere bene quale.
Trovai con sollievo il mio amico baffuto tre celle a destra, che mi salutò entusiasta, così tornai da Luigi e feci esplodere la serratura. Il cancelletto cigolò quando si aprì e lui corse fuori.
- Wow! Questo non te lo avevo mai visto fare! - disse allegramente, nascondendo una gran fifa.
Feci lo stesso con quella di Mario e cominciammo a correre fuori da quel posto strano.
Attraversammo il salone principale, ma il postone era chiuso a chiave con la magia, quindi non riuscii ad aprirlo.
- Noo! Ci mancava questa! - esclamò sconsolato Luigi.
- Dai, Lu, riusciremo ad uscire di qui! - lo rincuorò il fratello.
- Mi spiace, ma non sarà così facile. Anche le finestre sono inutilizzabili - dissi io.
I due avevano un’aria così afflitta che mi ricordavano gli svavillotti quando avevano un problema. Invidiavo il rapporto tra i miei due amici, ma non era il momento per pensarci.
- Allora andremo a dare una sistematina a Bowser, che se non sbaglio dovrebbe essere ancora qui.
Loro sorrisero, pronti a lottare.
Lo ero anch’io.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
A parte il mostruoso ritardo...
*Ritardo: GROOAAAAAR!*
Ehm ehm. Volevo dire, mi spiace, ma mi era venuto uno schifosissimo blocco, e sono riuscita ad aggiornare solo la raccolta.
Comunque non credo che voi foste preoccupati, dato che nessuno la segue...
Aaalloooora. Mi è piaciuto scrivere questo cap (compreso l’accenno a come Daisy definirebbe il capo villaggio, eheh).
Pronti ad assistere a un bel combattimento? :D
Ciaoo!

Dama delle Comete
 
P.S.: ma quanto è carino Mario che chiama Lu il fratellino?? :3




 

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Capitolo 5
*** Un nuovo nemico e altri simpaticoni ***


How to find a brother
 
Capitolo 5
 
 
 
 
 Se credete che non ci sia nulla di peggio che rimanere intrappolati in un castello pieno di nemici, vi sbagliate. Infatti, in quel momento arrivò uno stuolo di scagnozzi, tutti in una volta.
Mario sembrava ansioso di combattere, Luigi si mise in posizione d’attacco deglutendo ed io sollevai la bacchetta.
Un Boomerang Bro mi si avvicinò e fece la cosa più naturale: scagliarmi boomerang.
- Hai sbagliato a metterti contro una principessa - dissi.
Disintegrai le sue armi e lanciai un raggio che lo sconfisse, stordendo i nemici vicini a lui. Iniziò così una battaglia; eliminavo quei ceffi quattro o cinque alla volta, ma ne arrivavano altri a sostituirli, ancora più grossi e arrabbiati. Ogni tanto intravedevo i due fratelli baffuti mettere al tappeto un koopa, e a un certo punto vidi Mario dare un calcio a uno Sledge Bro che aveva bloccato Luigi con uno dei suoi salti. I nemici peggiori erano quelli, insieme a Bob-ombe (possono essere davvero fastidiose) e i Categnacci.
Visto che non riuscivamo ad uscirne e i miei amici sembravano cominciare a essere stanchi, smisi di lottare e strinsi la bacchetta, chiudendo gli occhi per concentrarmi. Loro due capirono cosa avevo intenzione di fare e mi coprirono le spalle, impedendo a nemici vari di approfittare.
Accumulai energia finché non sentii la mia arma fremere e a quel punto allargai di colpo le braccia per liberarla: sentii ondate del mio potere colpire l’esercito e aprii gli occhi solo quando ebbi liberato tutta la forza.
Volevo controllare come stavano i fratelli, ma quando feci un passo mi girò la testa e caddi.
- Rosalinda! - esclamarono.
Tentai di rimettermi in piedi, ma loro mi spinsero giù. Forse avevo esagerato un po’.
- Li ho sconfitti tutti? - chiesi.
- Sì sì, e non solo quelli - rispose Mario soffocando una risata. Mi guardai confusa intorno e mi accorsi, con non poco imbarazzo, di aver appena distrutto gran parte dei vetri delle finestre.
- Direi che è meglio darcela a gambe - continuò lui - Ho il presentimento che Bowser si sia accorto che sei qui, in fondo hai solo fatto fuori tutti i nemici nel raggio di un chilometro.
Scoppiammo a ridere.
- Sì, e non sarà affatto contento - aggiunse Luigi, nascondendo un brivido.
Mi aiutarono ad alzarmi e stavamo per andarcene, quando sentimmo una voce infuriata.
- Oh no, è già qui!

 
˜

Raggiungemmo in poco tempo la stanza da cui proveniva la voce e ci fermammo sulla porta. Mario voleva vedere subito chi c’era, ma lo fermai.
- Aspetta! Senti cosa dice.
Chiunque era là dentro, era parecchio arrabbiato.
- Perché diavolo li avete portati qui, mi chiedo! Non vi ho mica detto di combinare altri disastri, imbecilli! ADESSO, PER COLPA VOSTRA, TUTTO L’ESERCITO È ANDATO A QUEL PAESE! CHE VI È SALTATO IN MENTE, EH?
- N-noi abbiamo eseguito gli ordini di Sua Maestà, ci ha detto lui di rinchiuderli qui. P-pensava che fosse meglio non averceli tra i piedi - rispose una vocina terrorizzata. Si sentì il rumore di qualcosa che andava in mille pezzi.
- QUINDI ORA È PIÙ IMPORTANTE QUELLO CHE DICE BOWSER, ALLORA! VI SIETE DIMENTICATI CHI È IL CAPO, ADESSO?
- S-s-siamo profondamente a-addolorati, signore...
- SPARITE, PRIMA CHE VI FACCIA A PEZZI, IDIOTI!
Per fortuna riuscimmo a scansarci prima che due koopa in divisa nera ci ruzzolassero addosso. Scapparono via senza neanche notarci e sbirciammo dalla porta rimasta socchiusa.
Una figura avvolta nella penombra tremava di collera, ma non riuscivo a vederla in faccia perché era rivolta verso la finestra. Un vaso in frantumi era sul pavimento insieme a dei fiori e una pozzanghera d’acqua si stava allargando proprio lì.
“Meglio filare” mimò con le labbra Mario, così ce ne andammo di soppiatto, attenti a non farci sentire.
Chiunque fosse quel tizio, era alleato con Bowser, e la cosa non ci rincuorava.


 
˜

- E così abbiamo un nuovo nemico - disse allegramente il fratello in rosso.
- E anche furibondo - disse mestamente Luigi.
- Sicura di poter camminare in quello stato, Rose? - chiese per l’ennesima volta l’altro.
- Certo, non basta un esercito per farmi crollare - replicai decisa - E poi dobbiamo trovare Peach.
Camminavamo ormai da un’ora nella Pianura, ma nonostante stessimo seguendo il mio percorso grazie a un incantesimo, della tenda non c’era traccia. E il tramonto si avvicinava.
Fortunatamente, dopo dieci minuti la trovammo. Mi guardai intorno: e Peach?
Entrai nella tenda e la trovai lì dentro, intenta a medicarsi un braccio.
- Principessa! Che è successo? - chiese ansioso Luigi.
- Oh, una cosa da niente. Un attacco, ecco tutto.
La pregammo di raccontare, ma non ne voleva sapere.
- Lo sai che siamo preoccupati per te - la rimproverai - Se ci dici cosa ti è accaduto, noi racconteremo quello che abbiamo scoperto.
- E va bene. Beh, dopo la tua partenza, io me ne sono rimasta ferma qui ad aspettare, ma non ho avuto un momento di pace. Prima, circa a mezzogiorno, è successa una cosa incredibile! Ho visto degli enormi uccelli volare nel cielo, sembravano aquile giganti! Poi, nel pomeriggio, sono uscita dalla tenda e mi sono trovata davanti un automa! E, come se non bastasse, sputava fuoco! - spiegò spalancando gli occhi azzurri. - Ha provato ad aggredirmi, allora mi sono difesa, ma prima che io fossi riuscita a distruggerlo, ha fatto in tempo a procurarmi questa ferita. Ma non è niente!
Cercò di respingerci, ma non si era accorta di una cosa.
- Uh, perché sembrate così spaventati?
Dal taglio che aveva sul braccio, stava cominciando a colare una sostanza azzurra.
 

 
 
 
 
 


 
 
 
 
Note dell’autrice
Giooooorno...
*cerca di trattenersi*
*non ci riesce*
Ok. Scusate. Scusate e ancora scusatemi, ma tra una partita al mio Super Mario 3D World nuovo fiammante e vari impegni, aggiornare è stata un’impresa. *sospira*
Adesso mi odierete, cari pochi lettori, ma sappiate che il capitolo successivo è già in lavorazione! Devo solo definire alcuni dettagli!
Parlando di questo... entra in scena un nuovo personaggio, gente! Chi sarà? E da dove vengono quegli strani uccelli e l’automa in cui si è imbattuta Peach? A proposito, cosa sta succedendo alla sua ferita?
Spero che non sia venuto troppo brutto, ed è effettivamente noioso.
Ci vediamo il prossimo capitolo, che arriverà il più presto possibile!


Dama delle Comete

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