Cuore di demone

di callmemavy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ti presento i miei ***
Capitolo 3: *** Segreti e bugie ***
Capitolo 4: *** Il profumo della vita. ***
Capitolo 5: *** Subconscio ***
Capitolo 6: *** Sangue lussurioso ***
Capitolo 7: *** Scomode verità ***
Capitolo 8: *** Risveglio ***
Capitolo 9: *** Fuga ***
Capitolo 10: *** L'uomo nero ***
Capitolo 11: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 12: *** La dura realtà ***
Capitolo 13: *** Cuore infranto ***
Capitolo 14: *** L'uomo che dorme ***
Capitolo 15: *** Lo Zing non muore mai ***
Capitolo 16: *** Come un sogno ***
Capitolo 17: *** Attraverso lo specchio ***
Capitolo 18: *** Il tepore del mattino ***
Capitolo 19: *** Chi sono io? ***
Capitolo 20: *** La madre che non ho mai avuto - parte 1 ***
Capitolo 21: *** La madre che non ho mai avuto – parte 2 ***
Capitolo 22: *** La madre che non ho mai avuto – parte 3 ***
Capitolo 23: *** La madre che non avrei mai voluto avere ***
Capitolo 24: *** Vecchi rancori ***
Capitolo 25: *** Dove sono? ***
Capitolo 26: *** L'altra faccia del nemico ***
Capitolo 27: *** Origini ***
Capitolo 28: *** Compassione? ***
Capitolo 29: *** Le sue origini ***
Capitolo 30: *** Incontri ***
Capitolo 31: *** Dimmi il tuo nome! ***
Capitolo 32: *** Scelte ***
Capitolo 33: *** Cosa definisce un mostro ***
Capitolo 34: *** Cosa definisce un mostro – parte 2 ***
Capitolo 35: *** Cosa definisce un mostro – parte 3 ***
Capitolo 36: *** Magic trip ***
Capitolo 37: *** Cuore di demone ***
Capitolo 38: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 39: *** Mezzo cuore ***
Capitolo 40: *** La verità ***
Capitolo 41: *** La vera verità ***
Capitolo 42: *** Nessuna via d'uscita ***
Capitolo 43: *** Non abbandonarmi ***
Capitolo 44: *** Non ti lascerò mai ***
Capitolo 45: *** Finale ***
Capitolo 46: *** Ghost Track ***
Capitolo 47: *** Sequel! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Mavis era ormai rassegnata, le lacrime scendevano lungo le guance e si mescolavano al sangue sul petto di Jonathan dove la ragazza poggiava il capo, il ragazzo bisbigliò qualcosa:
-Lo so che sto morendo... e so anche che hai fatto tutto il possibile... Coff, Coff, Coff...
Ma dimmi... di cosa discutevi con tuo padre, dopo la festa?-
-Allora ci hai sentiti? Stavamo parlando del tuo futuro con me, avrei dovuto chiederti se volevi diventare un vampiro per vivere in eterno con me, ma non ho avuto il coraggio, avevo paura di un tuo rifiuto e di dovermi rassegnare a vederti invecchiare e morire...-
-Mavis, mordimi...-
-Non posso... ho promesso a mio padre che non lo avrei fatto io in nessun caso, me lo ha fatto promettere dicendo che sarebbe stato pericoloso, probabilmente letale per tutti e due, ma non ha voluto dirmi altro.... mi dispiace...- 
Mavis avvicinò le labbra a quelle del ragazzo fino a dargli un bacio, un bacio dall'amaro sapore, quello del sangue.

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Capitolo 2
*** Ti presento i miei ***




Sito di questa immagine ed anche altre: http://callmemavy.deviantart.com/art/Photo-with-Jonny-Mavy-and-Drac-364619652

Salve a tutti, non sono uno scrittore e nemmeno un gran lettore, ma questo film mi è davvero piaciuto troppo e non ho resistito a metterci qualcosa di mio, spero che vi piaccia!

Mi raccomando commentate, non importa se positivamente, negativamente o per dei consigli di ogni tipo, sarete sempre ben accetti, vorrei sapere cosa ne pensate, visto che non ho mai fatto un lavoro del genere!

Pubblico il primo capitolo ora che ho già scritto i primi 14 in modo da essere sicuro di non aver nulla da aggiungere o modificare all'inizio, pubblicherò i prossimi capitoli periodicamente, i primi due faranno da introduzione, la vera storia inizierà dal 2°.

-CERCASI DISPERATAMENTE AIUTO PER TRADUZIONE IN INGLESE!-

Buona lettura!

 


CAPITOLO 1 - Ti presento i miei

I festeggiamenti del 118° compleanno di Mavis si erano conclusi con una pioggia di fuochi d'artificio che per la prima volta in più di un secolo illuminarono l'oscuro cielo sopra all'Hotel. Tutti gli ospiti, compresi Mavis e Jonathan, rimasero sorpresi da ciò, era risaputo che la segretezza dell' Hotel Transylvania era la massima prerogativa di Dracula e dei fuochi d'artificio non ne avrebbero giovato. Magari era stata quella piacevole ed inaspettata esperienza con gli umani a fargli credere che non era più necessario nascondersi, oppure era solo troppo eccitato nel vedere sua figlia felice come non lo era mai stata da dimenticarsi le sue stesse regole. Fatto sta che i mostri non si erano mai divertiti così tanto.

Dopo i lunghi applausi un unico coro si levò dalla folla:

-Discorso! discorso!-

Mavis guardò tutti gli amici mostri dall'alto del tavolo fluttuante e notò che la stavano fissando in attesa della sua risposta, intanto il silenzio scese su tutto il castello, si poteva udire solo il frinire di un grillo, ma non durò molto poiché un mostro della palude lo ingurgitò con un fulmineo colpo di lingua... Ora il silenzio totale era ancora più imbarazzante per Mavis che portò le mani chiuse a pugno alla bocca, era la prima volta in tanti anni che le veniva chiesta una cosa del genere e presa alla sprovvista non sapeva cosa dire. In un lampo di luce blu suo padre comparve dietro di lei e senza dire nulla le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla, Mavis si voltò e lo guardò negli occhi stando anch'ella zitta, Dracula ricambiò lo sguardo con un dolce sorriso paterno che le infuse sicurezza. La vampiretta fece un bel respiro e mentre si voltava verso gli invitati aprendo la bocca per iniziare, Jonathan le si piazzò bruscamente davanti, la sua innata iperattività gli impedì aspettare ancora, così prese le redini della situazione:

-Allora... sono solo due giorni che chi conosciamo ma devo ammettere che siete il miglior gruppo di persone... ehm... mostri, animali, pesci, insetti, cose inclassificabili... si, va be', quello che siete, ma non è questo il punto... dove ero rimasto? Ah si!... no, ok non me lo ricordo, comunque quello che vi volevo dire è che sono felice, anzi onorato di passare questa serata con voi e soprattutto con Mavis...- Disse sorridendo, fece scivolare la mano sul fianco della ragazza per abbracciarla, che rispose abbracciandolo a sua volta, intanto Dracula lasciò la spalla della figlia e sparò un'occhiataccia di gelosia al ragazzo, che continuò a parlare:

-Ne abbiamo passate tante assieme, ho anche rischiato di non vederla mai più per colpa di quel gelosone di Drac, ma ora è tutta acqua passata, vero?-

Dracula non sembrava tanto convinto, continuò a fare l'imbronciato anche dopo che Jonathan si era voltato verso di lui, e con voce burbera disse:

-Gli ospiti volevano sentire il discorso di Mavis non il tuo monologo insensato e sconclusionato-

Al che il ragazzo rispose facendogli il verso marcando l'accento est europeo:

-Il tuo monologo insensato e sconclusionato, blah blah blah!-

Ciò non fece tanto piacere al già alterato Dracula, ma strappò un sorrisetto a Mavis, che senza badare ai due dietro prese la parola:

-Non ci sono parole per descrivere quello che ho passato in questi ultimi giorni, sono semplicemente felice e per la prima volta nella mia vita mi sento... Completa...- Disse portandosi le mani al cuore. Avrebbe voluto far capire agli altri mostri quanto era felice in quel momento, ma non era facile descrivere una emozione così forte, così si limitò a sorridere ed i suoi occhi divennero lucidi dall'emozione. Non era tipa che piangeva spesso, anzi non succedeva da tempo immemore. La ragazza rimase imbambolata con lo sguardo verso oltre il castello, con gli invitati che la applaudivano ed elogiavano, infatti non c'è nulla di meglio che una sincera espressione per comunicare i propri sentimenti.

Jonathan si frugò in tasca e tirò fuori il suo Xperia Ray dicendo:

-Qui ci vuole una foto per immortalare questo momento!-

Allungò il braccio e si auto scattò una foto, il lampo del flash spaventò Dracula che in preda a deliri si mise le mani fra i capelli iniziò ad urlare:

-Aaaaaaaaahhhhh! Riponi quella tua arma spappola-occhi! Aaaaaaaaahhhhh! Mi sento la testa sciogliersi!-

Ma il ragazzo non gli diede peso e continuò:

-Vediamo come è venuta...-

Così girò il telefono e lo mise fra lui e Mavis in modo da far vedere anche a lei l'anteprima che aveva catturato, con Jonny con la sua solita espressione ebete sorridente, Mavy con un'aria stralunata e Drac urlante e con le mani in testa.

-Molto carina, anche con tuo padre sullo sfondo...- continuò Jonathan, che si voltò verso la vampira che aveva ancora la stessa espressione della foto.

-Ti sei incantata?- Le chiese Jonny

-E' la prima volta che mi vedo in qualcosa che non sia un dipinto... che cos'è?- Disse Mavis con gli occhi che le brillavano-

-Si chiama smartphone, è come un telefono, ma è senza fili e fa tante cose come scattare foto, girare video, riprodurre musica, mostrarti le mappe...-

Così il ragazzo sfogliò alcune foto e video delle sue vacanze, poi uscì dalla galleria per passare alla rubrica, in pochi secondi comparve una signora dai capelli ricci e folti sullo schermo

-Pronto Jonny, sei tu! E chi è la ragazza?- Continuò la signora.

-Ma può vederci?- chiese Mavis a Jonathan.

-Certo!-

-Mi chiamo Mavis e sono ufficialmente la fidanzata di Jonathan!- Disse euforicamente la vampira

-Davvero? Come sei carina! Non credevo che mio figlio avesse così occhio per scegliere le ragazze!Topino! Perché non mi hai chiamato prima? Hai passato due giorni senza farti vivo! Perché non mi hai dato la bella notizia? Tu non ci pensi mai alla tua mammina! Che figlio snaturato che ho! E se ti era successo qualcosa? Mi hai fatto stare in pensiero, sai? Ti sei lavato in questi giorni? Hai fatto il bucato? Hai mangiato abbastanza verdure? Sai che se no non vai di intestino, a proposito l'hai fatta? Speriamo che questa Mavis che ti sei trovato ti rimetta un po' in riga! Come siete carini insieme! Ma dove vi siete conosciuti? Ma quanti anni ha? La porti a casa così facciamo conoscenza?- Poi finalmente riprese fiato e si voltò, disse qualcosa a qualcuno dietro di lei, poi si rivoltò verso lo schermo:

-Ho dato la bella notizia a papà, ora arriva anche lui, è tanto eccitato!-

Sul monitor apparve anche un uomo dall'espressione apatica che disse:

-Ciao-

-Ciao- Risposero i due ragazzi in coro.

Ci furono alcuni secondi di silenzio generale, poi l'uomo continuò:

-Ti ripasso tua madre- E se ne andò.

-Hai visto quanto era entusiasta il babbo?- Riprese sua madre.

-Già, non mi aveva mai detto anche "Ti ripasso tua madre" in una telefonata... comunque ti racconterò tutto con più calma, ora sono ad una festa! Ciao mamma!-

-Ciao topino! Ciao Mavis! E ricordatevi di fare sempre s...- Jonathan riattaccò la videochiamata, non voleva far ripartire sua madre.

-Ciao topino!- Gli fece il verso Mavis ridendo.

-Non credevo esistesse qualcuno più petulante di zia Eunice...-

I due ragazzi si chiusero in un affettuoso abbraccio, Mavis gli sussurrò in un orecchio:

-Ogni volta mi sbalordisci sempre di più...-


Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo, il secondo arriverà a breve



 

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Capitolo 3
*** Segreti e bugie ***


CAPITOLO 2 - segreti e bugie

Poi Mavis alzò la testa e con voce soffusa disse:

-Sole...-

E poco dopo, come se si svegliasse da una trance, indicando le colline oltre l' Hotel urlò:

-SOLEEEEEE!-

I primi raggi di luce si fecero strada fra i tetti dell' Hotel Transylvania ed iniziarono ad illuminare la piazza dove si svolgeva il gran finale della festa, Mavis si era incantata un attimo alla vista dell'alba. Fu un boato della folla di mostri, alla maggior parte di loro la luce del giorno non faceva nulla, ma forse si erano fatti prendere un po' troppo dall'agitazione della vampira, oppure erano ancora abituati a nascondersi nell'ombra come quando erano fuori dall' Hotel. Una calca generale si formò attorno al gigantesco portone di entrata, mentre Mavis e Dracula si trasformarono in pipistrello e si fiondarono a tutta velocità attraverso la finestra di camera della ragazza. Jonathan rimase solo sopra al tavolo fluttuante, fece una alzata di spalle e volò alla finestra della camera di Mavis, avvicinandosi sentì i due vampiri discutere, quindi preferì restare fuori ad ascoltare, sembrava che il discorso riguardasse anche lui.

-Perché no, papa?-

-Ho detto che non puoi, se ciò avverrà ci penserò io-

Mavis girava agitatamente per la stanza, senza guardare suo padre, che invece la osservava stando fermo e calmo.

-Ma almeno spiegami il perché!-

-Non è facile da spiegare, fidati di me pipistrelluccia-

A queste parole la ragazza si fermò di scatto, si voltò e guardò negli occhi suo padre con aria scocciata:

-Come posso fidarmi di te dopo quello che mi hai fatto?-

Dracula si incupì in volto e non rispose, Mavis aveva volutamente toccato un tasto dolente che lasciò amareggiato il vampiro, non tanto per la frecciatina, ma perché capì che la figlia non voleva perdonarlo di averla voluta proteggere e con tono molto serio aggiunse:

-Credi sia stato facile crescere da solo una bambina e proteggerla dagli umani che già mi avevano portato via Martha? Credi sia facile resistere al desiderio irrefrenabile di vendetta? Non so neanche io dove abbia trovato tutta questa forza, non credevo di averne, soprattutto dopo Martha... il ruolo di genitore è il lavoro più complicato del mondo, nessuno ti insegna e qualsiasi cosa fai sbagli, l'unica cosa che possiamo fare è crescere insieme ed è quello che sto cercando di fare, quindi ti prego di seguirmi in questo duro compito-

Dracula non aveva mai fatto discorsi di questo tipo, ma sembrava essersi liberato di in grosso peso che da tanto portava dentro, Mavis era ancora arrabbiata per le sue menzogne, però era anche sincero il pentimento, quindi perché trattarlo così? Dopotutto aveva ragione, non se lo meritava, così la ragazza lo abbracciò forte sorridendo:

-Scusami papà, non volevo ferirti-

-Non fa nulla- Rispose Dracula che la prese in braccio, come se fosse ancora una bambina.

-Sarai sempre la mia Mavy wavy...-

Mavis lo guardò con sguardo dolce e disse:

-Ora me lo dici il perché?-

Il vampiro fece una faccia desolata, sperava che il discorso di prima fosse bastato a convincere la vampira a non farsi altre domande, ma senza neppure aspettare una possibile risposta Mavis scese dalle braccia del padre e corse verso la porta, forse perché dopo una così bella nottata non voleva rischiare una litigata con il padre e se ne andò sorridente e spensierata:

-Vado a cercare Jonny- Concluse mentre apriva la porta.

Dracula tirò un sospiro di sollievo, Jonathan intanto iniziò a scendere e sempre più perplesso pensava:

*di cosa, o di chi, discutevano? Cosa nascondeva Drac? E cosa voleva sapere Mavis a tutti i costi?*

Ma ora la cosa che più importava a Jonathan era un comodo letto dove riposare, la giornata era stata stressante ed il colpo di grazia se l'era dato quando appoggiandosi alla parete sotto la finestra della camera di Mavis chiuse gli occhi mentre origliava, si stava quasi per appisolare. Tornato con i piedi per terra rientrò in hotel in uno stato più simile a quello dei tanti zombi che lavoravano all' Hotel Transylvania. Incrociò lo sguardo di Mavis per le scale che si affrettò a raggiungerlo, mentre lui era sempre più ciondolante:

-Hey Jonny, ecco dove eri finito! Ma che hai fatto, da Jonny-Stein sei passato ad essere Jonny-Zombie?- Gli disse la ragazza ridacchiando.

-Non ti preoccupare, mi è preso un abbiocco, è normale visto che dovrei dormire di notte e non di giorno come fate voi, ma non ti preoccupare sono abituato al fuso orario dei miei viaggi e mi adatterò in fretta anche a questo.-

-Dai andiamo... ti porto a letto- e con delicatezza lo prese per mano, Jonathan fece un sorrisetto malizioso, la vampiretta lo guardò con aria interrogativa e salirono le scale in direzione della camera. Alla porta c'era Dracula che li aspettava e mentre i due entravano il vampiro si abbassò per sussurrare qualcosa a Mavis:

-Glie ne hai parlato?-

La ragazza rispose negativamente scrollando leggermente il capo, lasciò Jonathan a sedere sul letto e gli augurò:

-Buon giorno Jonny, fai buoni incubi-

Queste parole strapparono un sorriso all'umano:

-Non sono abituato a sentirmi augurare buoni incubi, sai?

Mavis fece un sorriso e gli tirò su le coperte, poi si diresse verso camera sua, dove si fece una doccia veloce e si mise una camicia da notte nera, con un pipistrello le cui ali coprivano il seno e da sotto di esse partiva la lunga gonna leggerissima, mentre lungo tutta la schiena le scorreva una trina a ragnatela. Si mise a letto senza coprirsi e rimase a pensare alla sua più bella festa di compleanno che avesse mai vissuto.

Anche Jonathan rimase da solo nel suo letto a pensare, ma lui era un po' preoccupato.

*L'idea di presentare Mavis ai miei non era male, ma ora mia madre la vorrà conoscere di persona... come faccio a dirle che la mia fidanzata è una vampira? Non so come la potrebbe prendere, è così emotiva... non oso neppure immaginare! Per lo meno papà non sarà un problema, si limiterà a dire "ho capito" come al solito... Va be' ci penserò a tempo debito...*

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Capitolo 4
*** Il profumo della vita. ***


Il buio della notte tornò presto sull'Hotel. Lungo i piani iniziò a salire il profumo delle pietanze provenienti dalle cucine, molti mostri si svegliarono proprio per la fame e facendo un gran fracasso iniziarono a correre in lungo ed in largo fra i corridoi, mentre le teste tsantsa urlavano di fare silenzio aumentando ulteriormente il rumore, ma Jonathan continuò a russare serenamente, un braccio ed una gamba erano a penzoloni dal letto scalzato con le coperte arruffate a terra.

Tock, tock, tock

La porta bussò, ma il ragazzo continuò a dormire.

-Svegliati dormiglione! O ci perderemo la colazione!- Disse Mavis a voce alta, da dietro la porta rispose ciò che le sembrò il verso di uno zombie.

*Deve essere già sceso se uno zombie gli sta già pulendo la camera* Pensò la vampiretta, poi però fece eco un botto ed un nuovo lamento più umano:

-Ohi! Che musata!- Jonathan era caduto dal letto mentre si svegliava.

-Tutto ok li dentro?-

-Si, tutto ok! Whooo, whooo!- Jonathan iniziò a vestirsi in fretta e furia, tanto che faceva fatica a tenersi in equilibrio.

Poco dopo aprì la porta e vide Mavis che lo aspettava, subito lo prese per un braccio, era eccitatissima e lo portò al piano terra. Superarono la sala mensa dove gli ospiti si stavano già ingozzando ed arrivarono in un'altra sala dove non arrivava il trambusto dei mostri, con un lunghissimo tavolo ma con solo tre posti apparecchiati.

-Buonasera Papà!- Esclamò la ragazza al padre seduto capotavola, e prese posto accanto a lui, poi continuò:

-Come mai non hai fatto apparecchiare anche per Jonathan?-

-Ma si invece, morticina mia!- e con la forchetta in mano indicò il lato opposto del tavolo, da quella distanza si vedeva appena il piatto.

Mavis lo guardò perplessa, si sentiva presa in giro...

-Gli uomini capotavola!- ribatté all'occhiata, ma si capiva che era solo una scusa...

Jonny si mise a sedere in quel posto, facendo non poca fatica per spostare la massiccia sedia dall'altissimo schienale in legno intagliato.

-Buonasera Drac! Come è il tempo laggiù?!- scherzò Jonathan per protesta.

-Come? Vuoi un vermimisù?!- Urlò Dracula in risposta, il ragazzo si batté il palmo sulla faccia dalla disperazione, poi guardò il piatto, c'era una specie di budino giallognolo con delle non ben precisabili cose dentro, ne prese una cucchiaiata e la infilò in bocca senza il coraggio di guardare, era gommosa ed appiccicosa, dolciastra ed un po' aspra, tutto sommato buona, ma non volle sapere cosa ci fosse dentro. Finì la colazione iniziando a sbucciare una mela nera.

-Auch!- gridò il ragazzo a bocca piena impastata di budino.

Dracula alzò di scatto la testa verso il ragazzo, poi posò lo sguardo su sua figlia, sembrava turbato. La ragazza invece rimase incantata sul budino quasi finito, faceva finta di nulla ma il suo cuore batteva all'impazzata, continuò a masticare anche se non riusciva ad ingoiare, si sentiva un nodo alla gola e le sue gambe tremavano, c'era qualcosa nell'aria, un odore forte, intenso ed inebriante.

-Questi coltelli sono troppo affilati!- Si lamentò il ragazzo.

Blink

Mavis sentì questo suono di goccia caduta, un suono impercettibile, ma che le rimbombò nella mente, la vampira si voltò verso il ragazzo, pur essendo lontano una ventina di metri notò per terra una macchia rossa, a cui se ne aggiunse una seconda e poi una terza vicina

Blink, Blink

quel suono continuava a echeggiarle nelle orecchie, voltò lo sguardo su Jonathan, si era tagliato con il coltello ed un rivolo rosso gli scorreva lungo il polso

*Perché quel sangue mi attrae così tanto? Ho sempre avuto fiuto per il sangue, ma mai così tanto! eppure lo sento nel naso, sulla pelle, riesco a sentirne il sapore sulla lingua... e... mi piace... ma perché? Eppure mio padre ha detto che il sangue umano è disgustoso e pieno di schifezze!*

I pensieri di Mavis si interruppero quando suo padre si alzò per andare da Jonathan.

-Mavis, puoi controllare che in cucina sia tutto a posto?- Le ordinò Dracula.

Lei non perse tempo e senza fiatare corse via, voleva trovare una scusa per fuggire da li e suo padre le risolse l'inconveniente. Non si fermò in cucina, ma fuggì diretta nel bagno del ristorante dove sputò il boccone che non riusciva ad ingoiare e finì per vomitare per l'agitazione, il sapore acre ed acido le cancellò l'odore del sangue che si sentiva ancora addosso.

Mavis si sciacquò la bocca e si bagnò il viso con l'acqua fredda per schiarirsi le idee che le vagavano caoticamente per la testa, poi si guardò allo specchio come se potesse vedersi. Si sentiva un formicolio strano in bocca, quindi la spalancò sporgendosi verso il vetro, nel mentre aprì la porta Winnie, ma la vampira se ne accorse solo quando la piccola era già salita sui lavandini.

-Sei buffa cuginetta! Tanto non ti puoi vedere!-

Mavis quasi spaventata si voltò di scatto.

-E tu quando sei entrata?- chiese avvicinandosi sorridendo e le accarezzò la testa

-Ti fanno male le zanne del giudizio?-

-No, sono decenni che mi sono cresciute!-

-Allora come mai ora le hai più lunghe?-

La domanda spiazzò Mavis, che si mise due dita in bocca per controllare.

Era vero, tutti e quattro i canini si erano allungati, non le era mai capitato, le si riaccese la preoccupazione, così fuggì di li senza dire nulla, voleva starsene da sola, ma aperta la porta fece solo pochi passi di corsa

BAM!

Andò a battere proprio contro Jonathan

-Ti sei fatta male? Allora non sono l'unico imbranato qua dentro!-

Mavis fece un sorrisetto rassicurante, stando attenta a non mostrare i denti.

-Guarda che bel cerottino che mi ha dato Drac!- Esclamò euforico facendoglielo vedere, era blu con disegnasti dei pipistrellini neri su un cielo stellato.

-Si... carino...- Rispose la vampira guardando altrove, poi continuò:

-Ora... vado un attimo in camera-

-Posso venire anche io?-

-NO- Tagliò secco Mavis che corse via.

Arrivata in camera chiuse a chiave la porta e serrò la finestra, voleva stare da sola e l'incontro non previsto con Jonathan e suo padre la agitò ancora di più.

Si sdraiò sul letto e chiuse un attimo gli occhi per rilassarsi, con la lingua sentì le zanne ritrarsi, si era calmata, ma per quanto tempo ancora?

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Capitolo 5
*** Subconscio ***


Ciao a tutti! Sono contento di aver qualcuno che mi segue anche in italiano, sinceramente non ci speravo molto!

Nei capitoli precedenti temo di essermi dimenticato di scrivere che dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che la leggono, in particolare blackmiranda e disneymaniac che mi hanno recensito, grazie mille ad entrambe!


CAPITOLO 4 - Subconscio

* Mavis... * Un sospiro, più che una parola, nel buio pesto

-Chi c'è?- Mavis ruppe il silenzio

* Mavis... *

-Chi sei?-

La vampira vedeva benissimo nel buio, ma intorno a se c'era solo il nero, non distingueva neppure se stessa.

* Sei sola poverina? *

-Vattene via!- Urlò, stava iniziando a preoccuparsi.

* Hai paura? *

-Io non no paura di nessuno!-

*Hai paura di te stessa?* La domanda della voce misteriosa la prese di sprovvista, era vero, ma non volle ammetterlo.

*Non devi aver paura, altrimenti diverrai debole*

-Cosa vuoi da me?!- Ringhiò rabbiosa Mavis

*Quello che TU vuoi...*

-Io non voglio nulla!-

La vampira indietreggiò lentamente di pochi passi, ma urtò una folta pelliccia. Subito davanti a lei si spalancò un gigantesco occhio di gatto, giallo, luminoso e carico di rancore, la luce che emanava rese lievemente visibili i contorni dell'enorme creatura che la circondava.

L'occhio le si avvicinò minacciosamente, talmente tanto che divenne l'unica cosa che Mavis riusciva a vedere attorno a se, era immenso, molto più grande di lei. L'iride era formata da migliaia di figure umane gialle sofferenti, fuse le une sulle altre in un corpo unico. I loro volti senza occhi e senza capelli erano anonimi e tenevano le bocche spalancate in cerca di un urlo disperato che non riuscivano ad emettere, mentre agitavano le braccia come fossero alghe mosse dalle maree e si dimenavano per liberarsi.

La ragazza era terrorizzata e non riusciva a muovere un muscolo, poi la sottile pupilla si allargò leggermente, essa non era altro che un varco fra quei dannati, che protrarono le mani verso la vampira fino a che non la avvinghiarono e la trascinarono dentro, si sentiva stringere e tirare sempre più in profondità in quell'inferno fino a che non si fermò.

Mavis veniva tenuta bloccata su quella parete vivente, in mezzo a quell'inferno scorse una donna matura che le dava le spalle, aveva dei lunghi capelli neri e lisci ed indossava una mantella scura, sembrava a suo agio in quel luogo.

-Mavis! Mavis! - La ragazza udì una voce maschile lontana mentre si sentì scuotere.

La donna misteriosa iniziò a voltarsi, la giovane vampira le vide solo una piccola parte del viso, ma sembrava assomigliarle molto.

-Aaaaaaaaahh!- Gridò Mavis svegliandosi di soprassalto a sedere sul letto.

-Hai fatto un brutto sogno? Ti sentivo parlare nel sonno.- Suo padre cercò di rassicurarla sedendosi di fianco a lei ed appoggiandole una mano sulla spalla, ma vedeva la figlia ancora terrorizzata che alzò le ginocchia dove poggiò il mento ed abbracciò le proprie gambe, stava tremando ed aveva gli occhi lucidi.

-Non preoccuparti, ci sono io con te, cosa c'è che ti turba? A me puoi dirlo, mia piccola bambolina voodoo!- Dracula sorrise, ma la ragazza non lo degnò neppure di uno sguardo, che continuava ad essere perso nel vuoto.

-Ho capito, vado a chiamare Jonathan...- Le parole si interruppero quando Mavis lo trattenne per una coscia.

-Voglio solo stare da sola...-

-Ok, ma ti senti male?-

-No, sto bene...- Sospirò la ragazza, ma non ne sembrava realmente convinta.

-Mica sarai preoccupata per lui? Perché si è fatto male... cioè, ti dispiace... comunque sta bene, non ti devi preoccupare...-

Il discorso di Dracula era un po' sconclusionato, ma Mavis capì che era un modo per avere informazioni in maniera indiretta su cosa stesse provando lei.

-Non mi sembrava così grave quel taglietto... credo stia bene!- Disse con un sorrisetto falso, intanto si calmò e smise di tremare.

Dracula abbracciò la figlia, sussurrandole in un orecchio:

-Qualsiasi cosa ti possa turbare sappi che io sarò sempre al tuo fianco. Ti conviene scendere, Jonny si è un po' preoccupato quando sei fuggita così...-

Mavis abbassò lo sguardo

-No... voglio stare sola per un po', non mi sono riposata bene durante il giorno e sono stanca per queste serate frenetiche- Era solo una scusa, ma se non avesse fatto altrimenti suo padre l'avrebbe tartassata di domande.

Dracula si alzò dal letto e si incamminò verso la porta, ma venne fermato dalla voce triste della ragazza:

-Papà, me lo fai un favore?-

-Certo budellina mia, tutto quello che vuoi!- Rispose il padre dolcemente, affrettandosi a tornare dall'amata figlia con un sorriso sulle labbra.

-Rimani con me? Almeno per un po'...- Poi si distese su un fianco.

-Certo, fino a quando tu vorrai.- Così si sedé sul letto, accarezzando dolcemente i capelli della figlia distesa di spalle e canticchiando a bassa voce, lei si addormentò in poco tempo.

La porta era aperta e Jonathan stava per bussare, ma notò Dracula voltarsi verso di lui. Aveva gli occhi carichi di tristezza ed insicurezza, poi vedendo il ragazzo in procinto di entrare fece un no accennando un movimento di testa. Si alzò e lo raggiunse chiudendo silenziosamente la porta dietro di se.

-Drac, che le è preso?- Chiese il ragazzo a bassa voce.

-Non lo so, ha detto che vuole riposare ancora un po', ma io l'ho vista davvero molto turbata... sono preoccupato per lei.-

-Che le può essere successo? Stasera quando mi ha svegliato era tanto briosa!-

-Non ne ho idea...- Poi gli guardò la ferita sul pollice del giovane umano.

*Che lo abbia sentito anche lei?*


Capitolo un po' cortiono, lo so, spero vi sia piaciuto lo stesso... Comunque non disperatevi perché ne pubblicherò uno nuovo a breve dove ci sarà una Mavis mai vista prima!.

Mi raccomando commentate :DDDDDD

Ci vediamo(anzi, forse è più corretto "Ci leggiamo") al prossimo capitolo! - Battuta pessima, lo so, ma che ci volete fare? La gente dice che sono un apatico perché non ho sentimenti, quindi come possono venirmi in mente battute che fanno ridere? Anche se uso le faccine sul sito il mio muso davanti al pc è sempre questo:

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Ma perché sto continuando a scrivere di me? Non è mica la mia biografia... momenti di delirio mentale nella solitudine della mia camera da letto...

Un saluto a tutti

:-|

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Capitolo 6
*** Sangue lussurioso ***


15/03/1990→15/03/2013

Tanti auguri a me, tanti auguri a me, tanti auguri Alessandro, tanti auguri a me! Applausi!
io: Grazie Mente, ti sei ricordato del mio compleanno
Mente: Ovvio, come avrei potuto dimenticarmene? Anche perché per una strana coincidenza coincide con il mio.
io: Già, misteri della vita.
Mente: Invece di perdere tempo perché non posti il nuovo capitolo?
io: Ma perché parlo da solo instaurando conversazioni con la mia stessa mente?
Mente: Lascia stare va... ti porto la torta.

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io[tono molto sarcastico]: Grazie... tu si che mi conosci, sai quanto amo i compleanni, le feste, le torte, le candeline, essere al centro dell'attenzione, gli auguri... c'è solo una cosa che odio più di queste cose, e sai quale è?

Mente: La gente ignorante?

io: Anche, ma stavo pensando a te.

Mente: Lo sapevo, l'ho pensato io.

Io: Aspettate, sto continuando a parlare da solo... ok, ho delirato a sufficienza ora la smetto sul serio.


CAPITOLO 5 - Sangue lussurioso

I due tornarono giù. Dracula era molto più serio e silenzioso, Jonathan lo aveva notato, ma non sapeva se era il caso di parlargli o no. Anche lui comunque era preoccupato per Mavis e non potendo contenere la curiosità iniziò a parlare:

-Spero non sia colpa mia...-

-No ragazzo, non ti preoccupare non credo che il problema sia tu, ma non so cosa può essere. Fino ad oggi non ha mai avuto segreti con me, ma ora sembra non si fidi più come una volta. Spero solo di non aver incrinato il nostro rapporto...-

-Non ti preoccupare, ti ha già perdonato per quello! Scommetto che si deve solo abituare a tutti i cambiamenti che le sono capitati in tre giorni!- rispose Jonathan dando due pacche sulla spalla di Dracula.

-Spero tu abbia ragione-

Poi il vampiro riprese la gestione dell' Hotel.

Jonny non sapendo che fare tornò in camera sua e si preparò un bagno caldo. Aveva notato che le stregariere avevano rimesso a posto la camera e soprattutto lavato i suoi vestiti che trovò freschi e profumati appesi nell'armadio, finalmente non doveva più faticare per fare il bucato.

Entrò nella vasca, l'acqua era caldissima e la schiuma si era gonfiata a tal punto da iniziare a traboccare, si sentiva in paradiso. Passò molto tempo prima che Jonathan decidesse di uscire. La nebbia calda aveva trasformato il bagno in una sauna ed era così fitta che fece fatica a trovare l'asciugamano che si avvolse in vita.

Si avvicinò allo specchio e con un colpo di mano tolse la condensa, si guardò negli occhi un attimo prima di iniziare a parlare con il suo riflesso:

- Mavis! Che piacere rivederti!... no... Mavis! Finalmente sei arrivata!... no, non ci siamo... Mavis! Mi sei mancata! Spero ti sia rilassata, ti andrebbe di uscire solo tu ed io?-

-Certo!- La risposta inaspettata della ragazza spaventò Jonathan tanto da farlo quasi cadere a terra se non si fosse ripreso al lavandino. Poi si rimise in piedi ridendo a crepapelle sorreggendo l'asciugamano che gli era quasi scivolato di dosso.

-Ma sei impazzita?- Disse il ragazzo fra le risate.

-Mi vuoi far prendere un infarto a comparirmi alle spalle, soprattutto quando mi vedo da solo sullo specchio?!-

Mavis ridacchiò divertita.

-E poi che ci fai qui?! Dimmi la verità, mi spii mentre faccio il bagno, vero?- Continuò Jonathan con un sorrisetto malizioso.

-No, dai Jonny. Non ti spiavo, ma dopo due ore che busso e non mi rispondi mi sono preoccupata, così sono entrata...-

-Due ore?!- Urlò Jonathan strabuzzando gli occhi, poi continuò: -Non mi sembrava di esserci rimasto così tanto... forse mi ci sono addormentato... ti ho mai raccontato di quella volta in Finlandia in cui mi sono addormentato nella vasca con il rubinetto aperto e la mattina dopo mi sono trovato la baita allagata e non potevo uscire perché l'acqua ghiacciata aveva bloccato la porta?-

-Frelandia?- Mavis alzò un sopracciglio. -Fa freddo laggiù?-

-Be', certo, non è mica calda come le Hawaii!-

Poi lo sguardo di Mavis cadde sulle mani rugose dall'umidità di Jonathan, più precisamente sul pollice tagliato, il bagno aveva fatto scollare il cerotto, e poteva vedere bene il taglio pulito

-Non ti è ancora guarito?-

-Ovvio che no, per ora si è solo cicatrizzato, ci metterà ancora qualche giorno prima di rimarginarsi del tutto.-

-Qualche giorno per un graffietto del genere? A me basterebbero poche ore, mentre mio padre avrebbe una guarigione quasi istantanea.-

-Già, i vantaggi di essere una creatura immortale, ti si riaggiustano anche i vestiti bruciati!-

-Questo riesce a farlo solo lui, ha molti più poteri di me...-

Detto ciò Mavis abbassò leggermente la testa, sempre continuando a guardare Jonny con i suoi occhi che sembravano farsi sempre più grandi e luminosi, il ragazzo aveva già visto quello sguardo, così dolce e sensuale, come poteva dimenticare gli occhi del loro primo bacio? La vampira si avvicinò lentamente a lui che era dolcemente spaventato dalle proprie emozioni, si sentiva il cuore battere all'impazzata e l'imbarazzo di essere quasi nudo peggiorò la sua ansia. Mavis gli prese la mano e delicata come la carezza di una brezza estiva le sue labbra sfiorarono il pollice tagliato donandogli un bacino.

-Così guarirà prima- Mormorò affettuosamente Mavis -O almeno è quello che ha sempre detto papà quando mi facevo male...-

Jonathan si sciolse in un grosso sorriso.

-Tutta questa dolcezza mi fa venire il mal di denti!-

Ma si accorse che Mavis sembrava non lo sentire più. Lei riaprì gli occhi e si leccò lievemente le labbra, mentre Jonathan sentì qualcosa scendere lungo il pollice, così ritirò la mano d'istinto

-Accidenti mi si è riaperto il taglio!-

Il ragazzo si voltò verso il lavandino per sciacquarsi la mano nell'acqua fredda.

-Non ti preoccupare, non è colpa tua, ho fatto un bagno troppo caldo e poi mi sono fatto prendere eccessivamente dalle emozioni!- Disse continuando a lavarsi la mano senza guardare Mavis.

La vampira era ancora paralizzata, le bastò quella mezza goccia di sangue che le era rimasta su un labbro per farla andare in estasi e provare tutte le emozioni, e forse anche di più, che avesse mai provato. Si sentì un'energia esploderle dentro talmente forte che era piacevolmente soffocante e dolorosa. Sapeva che si sarebbe dovuta trattenere, ma la verità è che non voleva, anzi, preferiva alimentarla e lasciarsi cullare da questo tripudio di sensazioni, così sciolse tutti i freni e si abbandonò a tutti i desideri che provava il suo corpo, azzittendo ciò che le dicevano la mente, il cuore o il buon senso.

Mavis alzò lo sguardo verso Jonathan ancora di spalle, lo desiderava, sentiva per lui un'attrazione spirituale, carnale, vorace ed erotica. Lo voleva con lei e dentro di lei, già assaporava il suo sangue scorrerle nelle vene, la sua anima fondersi con la propria e diventare un tutt'uno con il suo corpo. Prese il ragazzo per il collo, lo stringeva con forza, tanto da fargli perdere il fiato e lo girò di peso di fronte a se. Gli occhi della vampira erano mutati ed ormai irriconoscibili da Jonathan, si erano fatti più stretti ed accigliati con uno sguardo penetrante così famelico e lussurioso, mentre il sogghigno che si apriva sempre di più mostrò le lunghe zanne estratte, non era più lei.

Il ragazzo ora era veramente terrorizzato, non sapeva cosa aspettarsi.

*Dopotutto è una vampira e la conosco da appena tre giorni, magari il mio sangue l'ha mandata in tilt?* Pensò Jonathan.

Avrebbe voluto chiedere aiuto, ma la stretta al collo era troppo forte per riuscire a parlare, si sentiva già pizzicare gli occhi e fischiare le orecchie. Stava per perdere i sensi quando Mavis lo sbatté violentemente contro lo specchio che si incrinò. Solo allora la vampira allentò la morsa e fece scivolare la mano dietro al collo del ragazzo, oramai seduto sul lavandino, e la usò per tirarsi verso di lui fino ad arrivargli faccia a faccia e costringerlo in un bacio appassionato. Jonathan era ancora titubante, ma si lasciò andare quando sentì la lingua della ragazza scivolargli attraverso i denti fino a raggiungere la propria con cui diede vita ad una danza mai provata prima ma inspiegabilmente naturale ad entrambi. Jonny portò una mano sulla nuca e l'altra sulla testa di Mavy stringendola con forza a se, poi chiuse la mano a pugno tirandole i capelli, a lei piacque questa presa di posizione dominante e violenta da parte del ragazzo, la eccitò ancora di più, fino a che non venne spinta via con forza e sentì di nuovo quel sapore in bocca.

-Aglia!- Gridò Jonathan portandosi una mano alla bocca. -Mi hai morso!-

Lo sguardo della vampira era ancora eccitato, si leccò sensualmente le labbra e ritornò subito in azione a baciare Jonathan, ma lui era troppo agitato, capiva che colei che lo stava baciando non era la sua amata, quindi la spinse via un'altra volta.

Mavis rimase pietrificata, finalmente si era resa conto di quello che stava facendo e spaventata dal fatto di non avere più il controllo di se stessa indietreggiò di pochi passi.

La vampira iniziò a piangere, si portò le mani sul viso ed iniziò a urlare disperata:

-Non voglio che tu pensi che io sia un mostro! M-mi dispiace, non volevo... Sigh...-

-Mavis, ma tu SEI un mostro!- Disse Jonathan con sicurezza, Mavis timorosamente alzò lo sguardo sul ragazzo, per un attimo le tornò in mente la prima volta in cui Jonny le spezzò il cuore respingendola con forza poco dopo il loro primo bacio, ma prima che questi pensieri potessero ferirla il ragazzo continuò:

-Ed è per questo che mi piaci così tanto! Hai idea di quanto sia mitico stare con una ragazza vampiro carina come te?-

Queste parole fecero arrossire la ragazza, che per un attimo si sentì sollevata dai suoi problemi, lui la aveva già perdonata, ma lei non riusciva a perdonare se stessa.

-Ora però smetti di piangere, se no sembri un rospino rugoso!- Jonathan avvicinò una mano al viso di Mavis per asciugarle le lacrime.

-Stammi lontano!- Ringhiò la vampira mostrando i lunghi canini, poi per non nuocere più al ragazzo corse a tutta velocità verso camera sua, mentre lui provò ad inseguirla.

-Mavis, aspetta!-

Ma si accorse che non era vestito, quindi tornò indietro prima che venisse visto da qualcuno, indossò in fretta i primi capi che trovò per poi raggiungere la camera 174.


Vi è piaciuta la mia sexy Mavy? Spero di si!

Se vi è piaciuto il capitolo commentate, che mi mettete di buon umore :-| e quando sono di buon umore uppo più in fretta!

Un saluto.

Al prossimo capitolo.

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Capitolo 7
*** Scomode verità ***


Salve a tutti! Posto un altro capitolo prima del previsto, sono in vena di pubblicare in questo periodo.

Buona lettura!

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CAPITOLO 6 - Scomode verità

Tock Tock

-Mavis sei qua?- Non ricevé risposta, ma sentì un pianto provenire da dietro la porta, così si sedé appoggiandosi ad essa.

-Mavis... lo so che mi senti... perché sei fuggita in quel modo? Non è colpa tua, ci siamo lasciati andare e ci siamo dimenticati dei tuoi denti affilati, è stato un incidente!-

-Jonathan, di cosa state parlando?- Dracula comparve ritrasformandosi dalla forma di pipistrello spaventando il ragazzo.

-Oh, Drac sei tu?... hem... no, non dicevo nulla di che...-

-Lasciati andare?... denti affilati? e poi perché sei tutto bagnato?! Cosa hai fatto alla bocca di mia figlia?!- Continuò ruggendo avvicinandosi minacciosamente a Jonathan che sussultò

-Non è come pensi...-

Dracula non rispose a parole, ma si limitò ad aggrottare ulteriormente la fronte e fu molto esplicito. Il ragazzo sempre più preoccupato si fece piccolo piccolo schiacciandosi sulla porta che si aprì facendolo cadere dentro alla stanza, era vuota, solo le tende mosse dal vento attirarono l'attenzione dei due verso la finestra spalancata. Il vampiro ignorò Jonathan e corse verso di essa.

-Mavis, dove sei?!- Gridò, poi si trasformò in pipistrello e volò fuori, la figlia era sul tetto, il suo posto preferito quando voleva stare da sola a riflettere sotto la luna.

Dracula planò in direzione di Mavis e ritornò uomo inginocchiandosi dinnanzi a lei che piangeva raggomitolata su se stessa

-Mavis, pipistrellina mia, che cos'hai? Sai quanto ci stai facendo preoccupare? Perché non ne parli? Ti sei vista con lui poco fa, ha detto che sei fuggita di nuovo, non ti piace più?-

-Mi piace, sì... troppo...-La voce della figlia era tremolante a causa del pianto.

-E' un bravo ragazzo, è normale che ti piaccia! Ha parlato anche di un "incidente", di cosa si tratta?- Dracula era preoccupato di scoprire una imbarazzante verità, ma doveva sapere cosa succedeva fra i due...

-Non sono riuscita a trattenermi, non mi controllavo più, volevo solo dare sfogo ai miei desideri...-

-Mi ha solo baciato... Pant, pant...- La voce stremata di Jonathan veniva dall'altra parte del tetto, poi a fatica li raggiunse, riprese fiato e continuò:

-Poi però mi ha graffiato il labbro con una zanna, ma è stato un incidente.-

-Mi dispiace...- Aggiunse Mavis con un filo di voce

-Mavy non mi hai fatto male, perché continui a preoccupanti?-

-Perché ho fatto del male anche a me stessa...Ora vi prego di lasciarmi da sola...-

Dracula mise una mano sulla spalla del ragazzo

-Andiamo, ti riaccompagno giù- Detto ciò si trasformò in pipistrello, prese Jonny per la felpa e volarono di sotto entrando dalla finestra.

Il ragazzo era preoccupato e si sentiva impotente, voleva essere d'aiuto a Mavis, ma non sapeva che fare.

-Non ti preoccupare Jonny, le passerà, è solo un po' confusa.- Disse il vampiro per tranquillizzarlo, ma forse voleva solo tranquillizzare se stesso.

Jonathan abbassò lo sguardo e sospirò.

-Mi sento così inutile...-

-No Jonny, non dire queste cose, mia figlia ti vuole bene ed anche io.-

-È così strana da stamattina,anzi,da stasera, mi cerca, poi scappa, poi mi ricerca ed infine scappa di nuovo! ho paura che sia colpa mia... forse non le piaccio più?-

-No, no, no! Non devi pensare queste cose, tu sei il suo Zing! Ora vado a parlarle in privato, risolveremo tutto.- Detto ciò si trasformò in pipistrello e volò di nuovo sul tetto, sedendosi accanto all'angosciata figlia.

-Perché mi hai sempre mentito?- Mavis ruppe il silenzio.

-A cosa ti stai riferendo, budellina?-

-Tutto... tutto quanto... mi hai mai detto qualcosa di vero? Tutto ciò che so su di te, su di me, sui mostri, sugli umani... e sulla mamma... cosa c'è di vero? Fino ad ora sono vissuta serena grazie alla mia ignoranza, illusa dal castello di cristallo delle tue menzogne, ma ora quel castello sta crollando, abbattuto in un solo colpo dall'unico imprevisto capitato in questi 118 anni... speravi fosse eterno, ma non è stato così, lo so, hai cercato di proteggermi da tutti e da tutto ciò mi circonda...- Mavis alzò gli occhi lucidi verso il padre che non sapeva cosa dire e continuò:

-...ma chi mi proteggerà da me stessa?-

Queste parole lasciarono sconcertato Dracula, era confuso, ma capiva che la situazione era più grave di quanto immaginasse.

-Ti riferisci al sangue umano, vero?-

La figlia affondò la testa fra le ginocchia dalla vergogna di se stessa, così il vampiro iniziò ad accarezzarle dolcemente la schiena per rasserenarla.

-Speravo che non ti attraesse visto che te l'ho sempre fatto evitare, ma sembra essere un richiamo innato dei vampiri.

Ricordi? Ti ho già spiegato che esistono tre categorie di mostri: le creature, che sono come gli animali ma hanno un intelletto paragonabile a quello umano, come gli zii Frank e Wayne, poi ci sono gli spiriti che sono formati da pura energia non corporea, come i fantasmi o gli spettri che muovono le armature ed infine le creature magiche che sono come l'unione delle prime due, ne facciamo parte tu ed io, come tutti gli altri mostri con capacità magiche.-

-Che vuoi dire con questo discorso? Me lo hai già fatto.-

-Fammici arrivare, pipistrellina! Quello che non ti ho detto è che per usare la magia serve energia...-

-Ti riferisci alla nostra anima?- Lo interruppe Mavis.

-No... è questo il punto, l'anima è un superconcentrato di spirito, troppo unito per riuscirne a prenderne una piccola parte e trasformarla in magia, in noi c'è uno spirito che possiamo usare, in verità non dovevamo neppure avere un'anima, è essa che ci dona tutte le emozioni che proviamo...

Io una volta ero un umano, un sovrano crudele, l'unica cosa che volevo era il potere e lo esercitavo nel peggiore dei modi. Ero temuto da tutti, mi chiamavano Vlad l'impalatore, ma non mi bastava, volevo la vita eterna ed usai la magia nera alimentata dal sangue delle mie migliaia di vittime. Corruppi la mia anima e fu così che diventai un vero mostro sempre assetato di sangue, non ricordo molto di quegli anni, ho preferito dimenticare.

Solo nel 1800 nel mio vagare mi sono scontrato con tua madre, quella botta ha fatto esplodere una scintilla che lei chiamò Zing, flebile e debole, ma che ha saputo alimentare con il suo amore. Lei mi aveva donato un'anima che mai avrei creduto di avere, che mai avrei creduto avesse un mostro creato proprio da me. Mi convinse che tutti hanno una scelta e che ognuno è artefice del proprio destino.

Smisi di uccidere e vagammo per il mondo alla ricerca di altri mostri pacifici e scoprimmo che anche Frank, seppur sempre cacciato dagli umani a causa del suo aspetto, continuava ad aiutare il prossimo e cercare nuovi amici come gli era sempre piaciuto fare ed assieme a lui c'erano anche Griffin e Wayne adottati da Frank come fratelli, a cui mi unii anche io...-

-E così mio padre era un assassino ed i miei zii non sono miei parenti, non c'è più nulla che mi possa stupire o deludere, ora so perché gli umani ci chiamano "mostri" e ci odiano...-

-Mavis, devi capire che è un passato che non tornerà mai più, ora dovrai essere forte, devi fare in modo che la tua anima rimanga più potente del tuo spirito. Più sarai triste e sconsolata meno sarà forte la tua anima, la battaglia contro se stessi è la più dura, ma se ho permesso a Jonathan di stare con te è perché so che l'amore del tuo Zing ti renderà imbattibile dal demone che porti dentro. Pima o poi ti abituerai e non sentirai più quella vocina malvagia, purtroppo non potrai sconfiggerla perché è parte integrante di te, ma potrai tenerla a bada, per sempre...-

-Ho paura di fare del male a Jonny, il richiamo del suo sangue è irresistibile... quello di prima non è stato un incidente... l'ho assaggiato, era solo una goccia, ma è stato troppo bello, ero cosciente di ciò che facevo, ma non volevo smettere... perché?-

Queste parole shockarono Dracula, la sua piccina aveva assaporato quel maledetto sangue, sperava che questo giorno non sarebbe mai arrivato, ormai non aveva più senso mentire.

-A noi vampiri serve il sangue sia perché non ne produciamo di nostro, sia per mantenere vivo lo spirito demoniaco, perché nel sangue è contenuta parte dell'anima degli esseri viventi e l'anima umana è la più potente ed energetica al mondo, è per questo che risveglia il demone che è in te.

Se io ho capacità magiche molto superiori alle tue è perché mi sono nutrito di molte anime, e se fino ad ora ti ho detto che il sangue umano fa schifo è perché mi faceva schifo ciò che mi faceva diventare. Ma ti prego, non commettere i miei stessi errori, tu puoi essere più forte.-

-E' troppo difficile, manda via Jonathan, non voglio fargli del male...-

-Non voglio, se lo abbandoni stareste male per sempre entrambi ed il demone che hai in te potrebbe soggiogare la tua anima indebolita dalla tristezza e dalla solitudine. Calmati, fai un bel respiro e rilassati, vai a letto e domani sera ci troviamo tutti insieme con te che ti sei schiarita le idee, va bene? Io vado, ma tu sbrigati, che il Sole sta nascendo.- Dracula si trasformò in pipistrello e tornò in Hotel, entrò nella sua camera ed accarezzò il dipinto di Martha.

-Ho fallito... di nuovo... non sono stato in grado di proteggere te dagli umani e non sono stato in grado di proteggere nostra figlia dalla sua natura... perché quel giorno quella freccia non ha trafitto il mio cuore invece del tuo?-

Un filo di luce tagliò in due la tetra stanza, Jonathan aveva aperto la porta. Cracula gli si avvicinò, sapeva già cosa voleva il ragazzo, quindi iniziò a parlare, senza aspettare alcuna domanda:

-Le ho detto ciò che voleva sapere, domani sera, quando avrà le idee più chiare, tornerà da noi, mi raccomando Jonny, stalle vicino, dovrà superare un momento difficile e ce la può fare solo con il tuo aiuto.- Detto ciò uscì dalla stanza lasciando il ragazzo da solo, che si avvicinò al grosso dipinto.

-Ma perché voi vampiri dovete parlare sempre per enigmi?- Si voltò per uscire, ma si accorse che accanto ai suoi piedi c'erano delle macchie luccicanti per terra, incuriosito si inginocchiò.

*Queste sono gocce d'acqua? Che siano lacrime? Drac stava piangendo... Mavy che ti è successo?*


Finalmente Dracula è stato sincero fino in fondo con la figlia(forse), ma adesso riuscirà Mavis a guardarlo con gli stessi occhi, oppure il passato del padre è troppo oscuro per essere perdonato così facilmente? Inoltre, la vampira riuscirà a tenere a bada i suoi istinti predatori o si lascerà andare? Tutto questo nel prossimo capitolo! ♬Da, da, daaaa!♬ ← canzoncina per i momenti di patos di Laccio dei Croods(LINK al breve video, non ci sono veri spoiler ma siete avvertiti), l'ho visto in anteprima, molto carino...

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Capitolo 8
*** Risveglio ***


Dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che la leggeranno, in particolare a blackmiranda che mi ha fatto divertire molto con le sue recensioni, spero continuerai :-|, a disneymaniac che mi ha dedicato la sua prima recensione (me ne sono accorto solo ora, scusa) e me ne sento molto onorato, grazie :-D, ed a ElyTheHedgehog e Snow White Queen che mi seguono, scusate anche voi se non vi ho citate prima, ma non avevo visto il tasto per vedere i followers.

Piccola legenda:

-Dialoghi-

*Pensieri*

Rumori


CAPITOLO 7 - Risveglio

Durante il giorno, mentre tutti dormivano, una figura scalza dalle unghie nere camminava silenziosamente lungo i corridoi dell' Hotel. La sua leggera camicia da notte nera svolazzava a tal punto da sembrare un fantasma. Era così leggiadra che nemmeno le teste tsantsas si lamentavano.

Lei si fermò d'innanzi alla porta di Jonathan, così la testa appesa iniziò a parlare a voce alta, che nel silenzio del piano sembrava ancora più forte:

-Ehi, sei tu Mavis!-

-Zitta- Troncò a bassa voce Mavis senza neppure guardarla.

-Già di ritorno?!- Continuò la tsantsa senza abbassare minimamente il tono.

-Fa silenzio ho detto! Sveglierai tutti!- Rispose agitatamente la vampiretta, ma sempre a bassa voce, avvicinandosi col volto alla testa

-Non dovresti essere a letto a quest'ora?!-

Al che, arrabbiata, Mavis prese un mazzo di fiori appassiti da un mobiletto accanto alla porta e li sparò in bocca alla tsantsa, che si agitò molto, ma almeno stava zitta. La ragazza fece un sospiro di sollievo, poi scomparve in un lampo di luce rosato, magico ed immateriale, che riuscì a passare dallo stretto spiraglio sotto la porta come se fosse un serpente di fumo, ritrovandosi poi a svolazzare come pipistrello dentro alla stanza di Jonathan.

Senza perdere tempo la pipistrellina planò fino al letto Jonny, che dormiva su un fianco, ed atterrò sul cuscino. Si fece strada zampettando sotto il braccio proteso del ragazzo per poi ritrasformarsi in umana.

Ora Mavis era supina sul letto, la testa del ragazzo poggiava sul suo petto, mentre il braccio che prima era proteso si mosse nel sonno per abbracciarla lungo la vita e stringerla dolcemente a lui.

La vampira sentiva il calore di Jonathan su di se e questo la emozionò a tal punto da farle provare un brivido di piacere lungo la schiena. Lei fece un gran sorriso ed abbracciò Jonathan con dolcezza avvicinando il viso alla testa del ragazzo, che si mosse un attimo per accoccolarsi su di lei.

Jonathan spalancò gli occhi di colpo.

Aveva percepito di abbracciare qualcosa o qualcuno nel sonno e capì subito che non era stato un sogno quando nel buio della stanza sentì di essere appoggiato su qualcosa di molto morbido, ma che non era proprio il cuscino...

Con una serie di movimenti convulsi dovuti dalla paura, dall'agitazione e probabilmente dalla sua innata goffaggine riuscì a liberarsi dalle coperte ed a rotolare sul pavimento fino a raggiungere la parete opposta al letto. Si alzò in piedi aggrappandosi alle pareti, aveva il fiatone come se avesse corso una maratona, poi prese coraggio ed esclamò:

-Che diavolo sei? Che ci fai nel mio letto!?-

Le coperte che aveva rivoltato per fuggire dal letto avevano coperto totalmente Mavis, che si mise a sedere e, mentre le sollevava per uscirne, Jonathan terrorizzato si inginocchiò, abbassò la testa ed implorò piagnucolando:

-Non mangiarmi ti prego!-

Mavis ridacchiò, si aggiustò un ciuffo dietro l'orecchio e lo rassicurò:

-No sciocchino, non ti voglio mangiare...-

Jonathan riaprì gli occhi e guardò la vampira, poi si alzò grattandosi la testa per la vergogna, era già la seconda volta che faceva una figuraccia del genere con lei!

-Ma allora ti diverti a comparirmi accanto quando meno me lo aspetto? Poi ti ho anche toccato le...-

Il ragazzo divenne rosso per l'imbarazzo, ed iniziò a gesticolare con le mani ed a blaterare frasi incomprensibili per l'agitazione e l'imbarazzo. Mavis intanto incrociò le gambe per godersi lo spettacolo, la goffaggine di Jonathan l'aveva divertita fin dal primo schianto che fece fare Zing, poi il ragazzo continuò a piagnucolare:

-Se lo scopre tuo padre sono un uomo morto!-

Lo sguardo della ragazza cambiò, da divertito diventò malizioso, scese dal letto e camminò ancheggiando sensualmente verso Jonathan che si era imbambolato a bocca aperta di fronte a tutta quella bellezza. La sexy-vampira sussurrò accennando un sorrisetto:

-Vorresti dire che non ti è piaciuto?-

Il ragazzo non si aspettava una domanda del genere, non sapeva cosa risponderle, anzi, non sapeva nemmeno se rispondere o no, così si limitò a bofonchiare parole incomprensibili. Mavis però continuava a fissarlo aumentando lentamente il suo sorrisetto ammiccante.

Jonathan era sempre più agitato, anche se riusciva a vedere a malapena la figura a pochi metri da lui, lo sguardo penetrante della ragazza lo raggiungeva come una freccia anche senza che il ragazzo lo potesse distinguere. Non sapendo cosa fare preferì seguire lentamente la parete verso la porta, mantenendo sempre lo sguardo su di lei.

Pessima idea per Jonathan, perché l'iniziativa che non ebbe il coraggio di avere lui l'ebbe Mavy, che con un rapido scatto gli saltò addosso schiacciandolo fra le gambe al muro, la vampira aveva le ginocchia salde sulla parete, usava le sue abilità gravitazionali per pesare su Jonny, mentre gli prese i polsi bloccandogli le braccia sopra la testa al muro, in modo che non potesse muoversi di un millimetro.

Jonathan era imbarazzatissimo, invece Mavis sembrava divertirsi a stuzzicarlo sempre di più, così avvicinò la testa verso il collo del ragazzo fino a baciarlo.

-M-Mavis che stai facendo?-

Lei non rispose.

La vampira spalancò la bocca e toccò delicatamente la pelle morbida del collo di Jonathan con la punta delle zanne, lui era spaventato, ma le scariche di adrenalina che sentiva in tutto il corpo gli piacquero più delle montagne russe. Anche Mavis provava lo stesso brivido, sentiva fra le fauci il battito cardiaco del ragazzo, era tutto a disposizione per lei, se solo lo avesse voluto, ma nella testa non aveva alcuna voce malvagia, né bramava il suo sangue.

*Papà aveva ragione, posso controllarla, posso farla stare zitta...*

La vampiretta sorrise, strinse la pelle di Jonathan fra i denti che fece scivolare via senza lasciare alcun segno, poi alzò il viso all'altezza di quello del ragazzo fissandolo negli occhi.

-Mavis, ho una paura tremenda adesso.- Disse timorosamente il ragazzo.

-Sai che con me è una cosa positiva...- Sospirò lei.

Gli si avvicinò lentamente fino a che le fronti e le punte dei nasi non si toccarono. L'unica cosa che i due potevano vedere erano gli occhi dell'altro. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi le fronti si staccarono per permettere alle labbra di avvicinarsi fino a sfiorarsi, ma all'improvviso la porta si aprì leggermente illuminando i due che vennero abbagliati.

Fece capolino un volto che con spiccato accento est-europeo disse:

-Jonathan! Sei in camera? Ti devo par...- Si interruppe bruscamente Dracula, quando vide la scena alquanto ambigua, iniziò a digrignare i denti e…

CRASH!

La porta venne spalancata con tale violenza da fracassarsi sulla parete, la testa tsantsa rotolò sul pavimento e dopo essere riuscita a sputare i fiori disse:

-Ecco cara, se non mi impagliavi la bocca forse avrei potuto dire di non disturbare! Te lo avevo detto che ti saresti cacciata in un brutto guaio con tuo pa...- Un ruggito fortissimo fece zittire la petulante testa oltre a far vibrare le pareti, spaccare le finestre di camera di Jonathan e svegliare gli ospiti che impauriti ed incuriositi dal baccano uscirono in pigiama dalle camere per capire cosa stesse succedendo.

Dracula non era mai stato così furioso da quando Mavis ne aveva memoria. La ragazza scese con i piedi per terra e fece un sorriso birichino, come quello di un bambino scoperto con le mani nella cioccolata. Sperava di risolvere tutto con una risata, come era sempre successo, ma il volto della giovane tornò serio quando capì che questa volta suo padre non scherzava affatto. Dracula si stava avvicinando a loro lentamente. Da dietro l'entrata della camera fecero capolino Frank, Griffin, Waine e Murray, mentre gli altri non avevano neppure il coraggio di guardare dentro. Si fece largo fra la folla Eunice chiedendo cosa fosse tutto quel baccano e non si fece problemi ad entrare in camera, ma poco prima che riuscisse a chiedere spiegazioni a Dracula, egli strinse Jonathan per il collo e lo alzò di peso guardandolo minacciosamente negli occhi. Questo comportamento lasciò tutti di stucco, il ragazzo respirava a fatica e cercava di liberarsi scalciando e stringendo con le mani il braccio del vampiro, ma inutilmente, poi con voce roca Dracula iniziò ad urlargli in faccia:

-Dopo averti accolto nel mio segretissimo rifugio, dopo averti trattato come un amico condividendo con te il mio dolore, dopo averti inseguito sotto al Sole e dopo averti permesso di conoscere ed amare mia figlia, come puoi farmi questo?!-

A queste parole Mavis rispose urlando disperatamente in lacrime:

-Papà fermati! Lascialo! È colpa mia!-

Dracula la fissò con i suoi occhi grigi pieni di odio e le disse:

-Sta zitta, sei solo una sgualdrina.-

Queste parole furono più devastanti di un fendente di falce che trapassa il petto squartando il cuore. Mavis sentì il mondo crollare sotto ai suoi piedi precipitando nell'abisso più buio. Era ancora lì accanto a suo padre, ma lo sguardo era assente ed i suoi occhi erano spenti come il pumbleo cielo di novembre. Si sentiva morta dentro ed in quel momento avrebbe voluto esserlo veramente. Non riusciva a piangere perché nessun pianto avrebbe mai potuto sfogare il suo dolore, ma sentì un'energia incredibile crescere nel proprio cuore che la fece risvegliare, la sofferenza si stava trasformando in collera, così sfogò tutto l'odio con un pugno in pieno volto del padre, talmente forte che gli fece lasciare Jonathan e che lo scaraventò contro la parete frantumando il mobiletto e lo specchio lasciandolo tramortito dal dolore.

Mavis non perse tempo, prese in braccio Jonathan, che tossiva ancora, e si gettò dalla finestra rotta facendosi largo fra le pesanti tende rosse. Si trasformò in pipistrello lasciando una scia di fumo, ma questa volta non era quello dovuto alla metamorfosi, ma al Sole che la stava bruciando. Non si era mai esposta così tanto alla luce del giorno, ma il dolore del suo cuore era ancora talmente forte che neanche si accorgeva di bruciare.


Si, lo so, Dracula non farebbe mai una cosa del genere a Jonathan e soprattutto non lo farebbe a Mavis, ma io non lascio mai nulla al caso, ogni più piccolo dettaglio che scrivo potrebbe non essere notato in un primo momento, ma presto acquista significato. Con il prossimo capitolo si chiariranno molte cose, quindi per ora non giungete a conclusioni affrettate.

Anche in questo capitolo Mavis si diverte a provocare quel tontolone di Jonathan, mi piace questa immagine... ma nel prossimo capitolo ci sarà un'atmosfera molto più romantica.

Un saluto a tutti, al prossimo capitolo!

ps: se vi è piaciuto il capitolo(e se non vi è piaciuto doppia ragione per farlo) lasciate una recensione, anche negativa! Questa è la mia prima fanfiction e non ho esperienza nemmeno come lettore, quindi ho bisogno di consigli per migliorare il mio stile. Anche semplici commenti sono ben accetti, potete mandarmi messaggi privati in piena libertà, sarò la persona più felice del mondo a leggere le vostre impressioni ed a rispondervi. Scusate se sono un po' ripetitivo, ma mentre nella vita reale sono abbastanza sicuro di me stesso qua mi sento un pesce fuor d'acqua ed effettivamente è quello che sono.

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Capitolo 9
*** Fuga ***


Dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che seguono e che commentano il mio lavoro, è solo grazie a voi se riesco a portare avanti questa cosa, riuscite a non farmi sentire solo.


CAPITOLO 8 - Fuga

La pipistrellina volò dentro al bosco oltre il lago che circondava il castello ed arrivò ad una zona paludosa dove gli alberi erano abbastanza alti e fitti da fare ombra. Lasciò Jonathan sdraiato su un tronco deforme poco sopra all'acqua, mentre lei si tuffò a capofitto per spegnersi, riemergendo umana dall'acqua profonda fino alle ginocchia.

Il ragazzo si mise seduto per vedere come stava, la ragazza aveva molte scottature su tutto il corpo, il vestitino bruciacchiato in più punti e con una spallina rotta e la gonna ormai a brandelli galleggiava sinuosa sull'acqua.

I suoi capelli bagnati, ormai troppo pesanti per stare gonfi, le si erano incollati al volto, anche la camicia da notte le aderiva alla pelle mostrando appieno le sue curve.

Mavis stava in piedi piegata con le mani appoggiate sulle ginocchia per riuscire a sorreggersi, era stremata e dolorante.

Jonathan scese dal tronco ed avanzò fra le foglie galleggianti nell'acqua fresca verso Mavis. Lui raccolse un fiore di ninfea color rosso sfumato di bianco e raggiunta alle spalle la vampiretta glielo intrecciò fra i capelli bagnati. Lei si voltò leggermente ed appoggiò la propria mano su quella del ragazzo che ancora le stava accarezzando la testa. Jonathan, un po' preoccupato, chiese a voce bassa:

-Come stai?-

Mavis stette zitta un attimo.

-Non lo so, ma credo male, molto male...-

Non aveva tutti i torti, era devastata dentro per quello che era successo con suo padre ed ustionata fuori a causa della rocambolesca fuga sotto il Sole, ma il fiore che le aveva donato Jonathan le strappò un sorriso.

Poi lei si voltò prendendo le mani del ragazzo stringendole fra le sue ed iniziò a canticchiare sulle note del ritornello di "The Zing"(la canzone dell'ultima festa):

-♫♪Io mi sento fortunata e sai perché? Tu sei con me.♫♪-

Lui sorrise, quelle parole gli riempirono il cuore di orgoglio. Poi lei chiese:

-E tu come stai?-

-Ovvio che sto bene! Sono insieme a te, che altro potei desiderare?-

-Mio padre ti ha fatto male? Mi dispiace, è sempre stato un padre adorabile. Non so che gli sia preso...-

-Non ti preoccupare, è tutto ok, ma voi vampiri siete fissati con le prese al collo, vero?- Disse Jonny scherzando mentre si massaggiava il collo ancora dolorante. Mavis non sorrise, anzi, si accorse che il comportamento del padre non era stato tanto diverso dal suo quando attaccò Jonathan in bagno.

Lui notò che la battuta aveva angosciato ancora di più la ragazza, quindi la fissò dritto negli occhi.

-Mavis, chiudi gli occhi...- Detto ciò fece scivolare due dita sul viso della ragazza per chiuderle gli occhi.

-Aspetta e non sbirciare!- Jonathan si allontanò di pochi passi ed iniziò a scrollare un albero, poi tornò di fronte a Mavis e le appoggiò le mani sulle spalle.

- Apri gli occhi.-

La vampira aprì gli occhi lentamente, per poi spalancarli per lo stupore. Alzò lo sguardo al cielo emozionata.

- È incredibile... -

Attorno ai due c'era una pioggia di petali bianchi, scendevano lentamente, come fossero fiocchi di neve.

La ragazza iniziò a ballare attorno a Jonathan tenendolo per mano ridendo, fino a che un petalo non le si posò sul naso. Il ragazzo sorrise, poi lasciò una mano di Mavis ed avvicinò l'indice verso il nasino di Mavis.

-Poink!- Disse il ragazzo, mentre con un delicato colpetto del dito faceva cadere quel petalo dal naso.

Poi Jonathan tornò a fissare gli occhi della vampira, amava quelle gemme luminose e colorate, ma si chiusero mentre lei scivolava con la testa verso di lui, fino a donargli un bacio appassionato, quando le sue labbra toccarono quelle del ragazzo lei si sentì in paradiso.

In quel momento Mavis era libera da tutti i problemi, non le importava né di suo padre né del sangue di Jonny. Era così leggera da ogni turbamento che le sembrava di volare ed in effetti era quello che le stava accadendo realmente, i suoi piedini gocciolanti fluttuavano a mezzo metro dall'acqua splendente, ma incapace di riflettere la magica scena.

Intanto all'Hotel Transylvania il comportamento di Dracula aveva sbigottito tutti, nessuno lo aveva mai visto così arrabbiato da perdere le staffe ed aggredire verbalmente e fisicamente qualcuno in quel modo.

Il silenzio faceva da padrone nella stanza, il vampiro era ancora sdraiato sulle assi spezzate e sui vetri, poi si tirò in piedi e si portò le mani alla testa stringendosi i capelli:

-Che cosa ho fatto...-

Dracula si mise a piangere e questo sorprese ancora di più gli ospiti, nessuno di loro lo aveva mai visto piangere, tranne i suoi amici più cari, che si ricordarono quel triste giorno in cui morì Martha. Solo Frank ebbe il coraggio di farsi avanti, si avvicinò a Dracula e gli mise una mano sulla spalla rassicurandolo:

-Non ti preoccupare, lasciala calmare e vedrai che poi tornerà e vi chiarirete una volta per tutte.-

Poi anche Wanda avanzò verso di lui ed aggiustandogli la giacca disse:

-Devi capire che non potrai organizzare la sua vita per sempre, lasciala crescere, più la obbligherai a stare accanto a te e più lei si vorrà allontanare.-

-Lo so che il mio comportamento è stato sbagliato, ma mi è venuto d'istinto. Se solo potessi tornare indietro...-

-Ma allora continui a non capire!- Disse Wayne, poi continuò -Devi smetterla di vivere nel passato, più ti guardi indietro e meno potrai vivere il presente ed il futuro, è questa la tua vera rovina, possibile che tu sia così cocciuto? Prima fai fuggire Jonathan ed ora Mavis!-

Le loro parole riaccesero qualcosa in Dracula, che preso dall'euforia corse verso la finestra urlando:

-Avete ragione! Mavis vengo a riprenderti!-

Ma un attimo prima che saltasse oltre le tende venne ripreso al volo per il mantello da Griffin, che esclamò:

-Ma dove pensi di andare con questo Sole? Ti sei già "abbronzato" abbastanza la scorsa volta, per non parlare di Mavis che probabilmente l'ultima cosa che vuole ora è vederti. Tua figlia ha solo voglia di sfogarsi e di parlare con qualcuno, manda da lei Frank e Wanda che sono le due che meglio se la cavano a parole.-

-Si, si, ci avevo pensato anche io, ma non volevo essere di disturbo...- Rispose Dracula mentendo per orgoglio, così li guardò entrambi e disse:

-Ve la sentite?-

I due risposero con un sorriso, così chiamò due gargoyle che presero Wanda e Frank sulla schiena e volarono via dalla finestra verso dove erano fuggiti Mavis e Jonathan, anche se quello che portava il gigante arrancava un po'...

Mentre i due si allontanavano verso il bosco, Dracula ormai calmo chiese ai presenti con la sua solita cordialità:

-So che mi sono comportato male, e me ne scuso. Ora però è tutto a posto, potete tornare nelle vostre dimore...-

Tutti i mostri sparirono in un attimo trincerandosi nelle loro stanze. Il vampiro abbassò il capo per il disprezzo di se stesso, finché spaventava i mostri ringhiando gli andava bene, ma ora erano tutti realmente teorizzati da lui e ciò gli fece tornare in mente quando leggeva quella stessa paura negli occhi degli umani, qualche centinaio di anni prima.

Si incamminò per uscire dalla stanza, ma qualcosa lo trattenne per il mantello, era di nuovo Griffin.

-Drac, io so che non eri tu quando hai aggredito Jonny e Mavy.-

-Che intendi dire?-

-Gli occhi sono lo specchio dell'anima ed i tuoi sono di un bel colore blu profondo, proprio perché hai un cuore buono, ma quando ti sei comportato in quel modo li ho visti grigi come se tu un'anima non ce la avessi affatto... Per un attimo ho rivisto in te il vecchio Vlad Tepes di un tempo e non ti nascondo che ciò mi ha spaventato veramente.-

-Non so come ho fatto a perdere il controllo così facilmente. Martha ed io abbiamo aspettato molti anni prima di avere Mavis proprio a causa della difficoltà che avevo a controllare il mostro che avevo in me. Non posso credere che mi sia lasciato andare così facilmente, sono una delusione per tutti voi... Griffin?... Griffin?-

Dracula si guardò attorno, ma l'uomo invisibile si era già dileguato.

Intanto fuori dall'hotel, mentre planavano a bassa quota, Wanda consigliò al gargoyle:

-Sai dove Dracula aveva fatto costruire il finto villaggio di umani?-

Il mostro volante fece un cenno di approvazione con la testa.

-Allora vola in quella direzione lentamente, probabilmente cercheranno rifugio in quelle case per il giorno, non credo sappiano che sono state smantellate-

Così fecero e volarono in direzione del cimitero chiamando i nomi di Jonathan e di Mavis, pregandoli di venire fuori.

I due ragazzi, sentendo quelle voci, sciolsero il bacio e la vampira imbronciata ricadde con i piedi a mollo mettendo subito le cose in chiaro:

-Io da mio padre non ci torno!-

Così il ragazzo si nascose dietro ad un grosso tronco, mentre Mavis si trasformò in pipistrello e volò fin quasi in cima ad un albero per vedere chi li stesse cercando, era sicura di vederci suo padre, ma non c'era.

Una volta passati tornò a terra dove la accolse Jonathan che le poneva la mano, così ci atterrò sopra. Il giovane la guardò nei grandi ed azzurri occhi contornati dalla morbida peluria nera, era così soffice e dolce quello che vedeva:

-Non mi ero mai accorto quanto fossi pucciosa pipistrellina, poi il tuo svolazzare mi comunica un senso di libertà...-

-Le mie ali di pipistrello per te sono la libertà, ma per me sono solo catene...- rispose Mavis pensierosa e triste, così Jonathan le accarezzò la testa con l'indice e lei si abbandonò alle coccole, stiracchiò le ali e strusciò il capino sulla mano del ragazzo, poi lui si fermò e le chiese:

-Sai Amore, non mi hai ancora risposto ad una vecchia domanda...-

La parola "amore" fece sentire le farfalle nello stomaco della pipistrellina, non era mai stata chiamata così da nessuno che non fosse suo padre e questo la emozionò a tal punto che le diventarono lucidi gli occhi.

Lei richiuse le ali e si strinse a palla facendo sprofondare istintivamente la testa fra le spalle per nascondere l'arrossamento delle guancine, già velato dal folto pelo. Jonathan non accorgendosi del comportamento di Mavis continuò sorridendo:

-Non hai i vestiti quando sei un pipistrello? O sono in mini pipi-taglia?-

La pipistrellina fece un sorrisetto sconcertato per il modo in cui Jonathan era riuscito a far crollare quella magnifica atmosfera romantica, ma era felice così, questa naturalezza e spontaneità caratterizzavano il ragazzo per quello che era realmente e lo rendevano ancora più adorabile ai suoi occhi, così rispose sinceramente, anche se un po' imbarazzata dalla bizzarra domanda:

-Ehm... sì, cioè no, non ho vestiti quando sono una pipistrello, gli abiti a contatto con il mio corpo spariscono, mentre quelli più esterni, se ne indosso, diventano in "mini pipi-taglia" come dici tu...-

-Oooooohh, quindi posso dire di averti vista nuda?-

Mavis si limitò a ritornare umana tirandogli uno schiaffo in piena guancia lasciandogli un ben visibile segno rosso di tutta la mano.

-Aglia! Mi hai fatto male.- Disse il ragazzo massaggiandosi la guancia colpita.

-La prossima volta almeno ci pensi due volte prima di rovinare dei momenti così magici con le tue idiozie...- Rispose ironicamente la vampira ridacchiando.

-A che magie ti stai riferendo?-

-Lascia stare... uomini, non capite nulla dei sentimenti degli altri.-

I due si incamminarono verso una riva erbosa e si misero a sedere per terra.

Il Sole stava tramontando dietro i monti mentre i rami del fitto bosco facevano da cornice al rosso cielo, la ragazza si godé lo spettacolo appoggiando la testa sulla spalla di Jonathan.

Il buio si fece rapidamente largo fra le acque ormai fredde della palude, quel posto si trasformò da un paradiso di ninfee colorate ad un inquietante acquitrino dove solo il gracidare delle rane aleggiava fra le ombre.

Mavis sembrava trovarsi comunque a suo agio, mentre Jonathan era un po' timoroso, ma si sentiva al sicuro assieme al suo Zing, tanto che non gli dava fastidio il freddo che si faceva sempre più pungente a causa dei vestiti bagnati.

-Forse è il momento di ritornare all'Hotel, a me non da fastidio, ma sento che la temperatura sta scendendo.- Disse Mavis.

-Già...- Rispose Jonathan guardandosi i piedi nudi -Non mi sento più le dita...-

Mavis strinse i piedi del ragazzo con i suoi, i piedini della vampiretta erano così piccoli che li coprivano appena, ma subito si accorse che i suoi erano più freddi di quelli del giovane, così li ritirò subito per non raffreddarli ulteriormente.

-Scusami, volevo ripararti dal freddo, ma dimenticavo che voi umani siete più caldi di noi vampiri...-

-Non ti preoccupare, mi ha fatto molto piacere che tu volessi prenderti cura di me. Ma, sei sicura di voler tornate da Tuo padre?- Rispose Jonathan dolcemente abbracciando la ragazza attorno al collo ed accarezzandole i capelli.

-Certo, immagino che sarà molto preoccupato, poi so che è un bravo padre, quindi voglio parlargli, forse ha bisogno del mio aiuto. Dopotutto quando sono stata io a forti del male mi ha aiutato molto parlare con lui.-

Poi un rumore di rametti spezzati li fece voltare di scatto verso il bosco, ma il silenzio tornò sovrano, poi altri fruscii dal buio. I due si guardarono attorno, si sentivano osservati, forse Wanda e Frank li avevano trovati? No, impossibile, li avrebbero chiamati come facevano in volo alcune ore prima e poi perché si sarebbero dovuti avvicinare di soppiatto? Magari era solo qualche animale notturno uscito dalla tana, ma poi ad una ventina di metri da loro una figura uscì dal bosco più fitto. Rimase nascosta nell'ombra, sembrava indossare una giacca scura lunga come un mantello tenuta aperta fino al colletto alto che copriva il volto e sfiorava il cappello a tesa larga di colore nero. Alzò lo sguardo rivolgendosi ai due ragazzi e con tono minaccioso esclamò:

-Ragazzo, fuggi da quella bestia disumana prima da che sia troppo tardi!-


Finalmente un po' di romanticismo fra i due giovani (fortuna che anche a 118 anni la giovinezza è relativa...)

Peccato che proprio quando i due sono finalmente felici e spensierati arriva un tipo losco a rovinare tutto. Certo che sono sfortunati, i loro momenti migliori vengono disturbati prima dal sangue di Jonathan, poi da Dracula ed infine da questo.

Dal prossimo capitolo ci sarà più azione e finalmente entreremo nel tema angst.

Un saluto a tutti, al prossimo capitolo!

P.s.: mi raccomando commentate! Mi piace scambiare due parole con i miei lettori!

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Capitolo 10
*** L'uomo nero ***


Dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che seguono e soprattutto che commentano il mio lavoro, è solo grazie a voi se riesco a portare avanti questa cosa, riuscite a non farmi sentire solo.


CAPITOLO 9 – l'uomo nero

Mavis e Jonathan si guardarono disorientati. Non avevano idea di chi potesse essere quel pazzo, né capivano cosa stesse insinuando, così la vampira si alzò in piedi e con un sorriso un po' timoroso chiese:

-Tutto bene signore? Ha bisogno di a….-

-Zitta tu! Sei solo una viscida sanguisuga!- Venne interrotta bruscamente dalle parole dell'uomo.

Mavis rimase impietrita da così tanta violenza gratuita, non riusciva a capire cosa volesse da loro quell'individuo. Anche Jonathan si alzò restando sempre in contatto fisico con la ragazza, erano entrambi spaventati.

La nera figura fece alcuni passi in avanti uscendo dall'ombra, finalmente erano visibili dei dettagli in più sul suo abbigliamento, indossava guanti con nocche rinforzate, grossi anfibi, ginocchiere, gomitiere e pettorina in polimero nero opaco, ma il volto era ancora nascosto.

Tirò fuori qualcosa da sotto la giacca e con un un gesto rapido, come tirasse un fendente all'aria, essa si aprì in un arco compound in fibra di carbonio, era di piccole dimensioni, meno di mezzo metro, ma la complessità meccanica ed i materiali moderni lo rendevano temibile. Senza perdere tempo venne caricato con una freccia in fibra color bianco opaco e puntato minacciosamente verso Mavis.

Istintivamente Jonathan si piazzò davanti alla ragazza per proteggerla dal pericolo imminente, ma lei con forza lo ritirò indietro, dopotutto l'umano amato era più debole di lei e non voleva che gli venisse fatto del male.

Intanto il ragazzo vide meglio la freccia:

*Non è come quelle che ho usato spesso con i miei amici, le frecce olimpioniche hanno una piccola punta, questa è grande e termina in tre lame a coda di rondine retrattili! Non è ad uso sportivo, ma progettata per penetrare la carne e rimanere bloccata nel bersaglio grazie alle lame che si aprono all'impatto!*

L'angoscia di Jonathan aumentò

*Quest'uomo è fin troppo organizzato: protezioni militari, armi tecniche e chi sa cos'altro, non é un semplice pazzo! Questo sommato ai discorsi che ha fatto portano ad un unico risultato, non può essere altro che un cacciatore di mostri, uno come tanti di quelli che ho visto nei film horror... ma se è così come come faccio a fermarlo?*

Questi pensieri gli attraversavano la mente in un solo attimo, ma per lui sembrò un'eternità. Preso dalla disperazione, con voce tremolante iniziò a parlare a quel cacciatore:

-Ehi, calma, ti prego, non abbiamo fatto nulla di male, qualsiasi cosa tu abbia ne possiamo parlare tranquillamente... sei un cacciatore di mostri?-

Queste parole sorpresero gli altri due, ma mentre la ragazza cominciava ad essere troppo confusa per fare domande l'uomo rispose:

-Tu cosa ne sai dei mostri? Mi sembri troppo imbranato e soprattutto pazzo per essere un cacciatore. Magari sei solo un bimbetto che guarda troppi film romantici sui vampiri e ti sei invaghito di una di loro! Sappi che quella è solo finzione! Credi a me, sono Simon van Helsing, ultimo erede della più importante famiglia di cacciatori del mondo e da esperto di vampiri ti assicuro che ti dissanguerà non appena ne avrà l'occasione!-

-Non è vero!- ribatterono i due ragazzi in coro.

-I mostri non sono più malvagi come una volta, o perlomeno non lo sono tutti, esistono molti mostri buoni, non puoi ucciderli tutti indiscriminatamente!- Continuò Jonathan tirando fuori una forza ed un coraggio che mai avrebbe pensato di possedere.

-Stupido babbeo! Credi forse alle false parole di una mangia uomini?! Ora allontanati, non voglio rischiare di colpire anche te!-

-NO!- Rispose deciso il ragazzo.

Così, spazientito, Simon caricò con più vigore l'arco e scoccò. La freccia illuminata dalla luna lasciò una scia brillante come fosse una cometa e fendendo l'aria sibilando raggiunse Mavis, che chiuse gli occhi e strinse i denti per lo spavento. La freccia attraversò la ragazza a grande velocità in un lampo rosato, lei aveva fatto appena in tempo a trasformarsi in pipistrello un attimo prima che la freccia le si conficcasse mortalmente nel cuore.

-Mancata!- Disse la pipistrellina dimenando le ali per rimanere sospesa sul posto.

Simon fece una faccia sconcertata ed abbassando l'arco mormorò:

-Dannazione, questo non era previsto...-

Mavis lo guardò perplessa.

-Prima ti vanti di essere un assassino di mostri professionista, ma rimani sbalordito dalla trasformazione di un vampiro?-

L'uomo non rispose. Poi quell'odore saturò l'aria, l'odore che già l'aveva fatta impazzire al castello, ma era molto più forte della prima volta.

Mavis accorse che il cacciatore non guardava lei, ma dietro di lei, così voltò lo sguardo e vide ciò che i suoi occhi non avrebbero mai voluto vedere. Jonathan aveva la freccia conficcata in pieno petto, se la teneva con una mano come a volersela togliere, ma non aveva nemmeno la forza per chiudere le dita, tossì sangue e cadde in ginocchio. Il dolore che provava lo stringeva come una morsa che gli impediva di parlare o anche solo di urlare. Cercò di rimanere fermo, ma crollò, Mavis si ritrasformò saltandogli alle spalle inginocchiata per riprenderlo, lo teneva stretto fra le braccia. Osservò la freccia e la ferita con aria angosciata ed impotente fino a che la vista non le si annebbiò a causa delle lacrime che non poté trattenere. Non sapeva che fare, quindi cercando di far coraggio al ragazzo appoggiò la testa sul suo petto urlando:

-Non morire adesso! Ti prego non morire! È solo colpa mia, non dovevo evitare quella freccia!-

Il ragazzo che ormai respirava a fatica si limitò a spostare lo sguardo sulla vampira e mosse appena le labbra invano in cerca di parole che gli si gelarono in bocca prima di poterle pronunciare.

Mavis alzò lo sguardo verso il cacciatore e singhiozzando gli urlò:

-Perché... perché l'hai fatto!?-

Simon rimase stupito, i suoi occhi ritornarono indietro a quando era bambino, una scena straziante come questa l'aveva già vissuta: lui che piangeva... sua madre a terra grondante di sangue... il vampiro che li guardava divertito... e la solita domanda, la solita ricerca di una motivazione logica che potesse dare un senso a tutto questo dolore... Ma il sogno ad occhi aperti venne spezzato bruscamente da Mavis che gli saltò addosso ruggendo come una bestia e con gli artigli e le zanne sguainati.

L'uomo cadde a terra perdendo l'arco, mentre la ragazza in preda al desiderio di vendetta iniziò a prenderlo ad artigliate sul petto, i colpi inferti erano così violenti da far tremare il terreno.

Sembrava impossibile che tanta forza potesse uscire da una ragazza dall'aspetto giovane e minuto.

Spezzò senza fatica la pettorina rigida, ma anche dopo molti fendenti il corpetto in kevlar si sfibrava, ma resisteva ai tagli, ma i colpi durissimi furono comunque sufficienti a spezzargli alcune costole e lasciarlo senza fiato.

Mavis, non riuscendo a ledere quel tessuto, lo prese fra i pugni ed iniziò a tirarlo con tutta la forza che aveva, il velcro per la chiusura laterale non resse e si aprì facendolo sfilare.

Ora soltanto una sottile maglietta di cotone separava gli artigli della vampira e la pelle di Simon. Lei si fermò un attimo per assaporare il massacro che stava per consumare, ma poco prima che sferrasse il colpo mortale, l'uomo ne approfittò per afferrare una freccia caduta vicino e conficcargliela nel bacino facendo cadere Mavis di lato.

La ragazza si sentì bruciare dentro, come se del magma le scorresse nelle vene. La ferita fumava e la carne intorno era carbonizzata con delle crepette da cui fuoriusciva una luce rossa incandescente.

La freccia era ricoperta di puro argento, ma la forza delle emozioni della vampira non le aveva fatto sentire il bruciore del Sole ed adesso riusciva a resistere anche al dolore dell'argento, anche se centinaia di volte peggiore.

Mavis tornò sopra a Simon per immobilizzarlo e gli scaricò contro un'artigliata che gli strappò via la carne dal petto. Lei era ricoperta da quel sangue, rimase incantata un attimo a guardarsi la mano gocciolante, mentre l'uomo si contorceva dal dolore.

*Lo vuoi...*Rinacque quell'eco dentro di lei

-Lo voglio...- Sospirò la vampira

*Prendilo...*

Aprì la bocca mettendo in mostra le lunghe zanne e senza indugio sferrò il primo morso a cui l'uomo rispose con una gomitata sull'occhio che la fermò, ma ci riprovò subito, così lui la bloccò a fatica tenendola per il collo con entrambe le mani. Mavis continuava a ringhiare, ruggire e mordere l'aria come un cane rabbioso stretto al guinzaglio, così lui passò subito al contrattacco, prese la freccia conficcata su Mavis e la tirò cercando di spostare la vampira che urlava dal dolore. Riuscì a crearsi per un attimo un varco per raggiungere la cintura dove teneva un pugnale, lo estrasse in velocità in modo da scagliare subito un fendente, ma anche la ragazza era tornata all'attacco lacerando nuovamente il corpo dell'uomo, mentre la coltellata sfregiò il volto di lei da parte a parte passando in mezzo agli occhi. La ferita non era profonda, ma si aggravò bruciandosi come era successo con la freccia.

Mavis cadde all'indietro, Simon strisciò di schiena, poi i due, gravemente feriti, si alzarono a fatica guardandosi negli occhi ed aspettando ognuno la mossa altrui, ma nessuno si mosse. Entrambi sapevano che le ferite riportate erano gravi e che la lotta sarebbe finita probabilmente con la morte di entrambi. Senza dirsi una parola, il cacciatore recuperò l'arco ai suoi piedi ed indietreggiò, la vampira prese in braccio Jonathan morente.

Dopo un ultimo sguardo si dettero entrambi alla fuga sparendo nel bosco in due direzioni opposte.


Finalmente un po' d'azione, ci voleva per spezzare tutte quelle smancerie del capitolo precedente.

Jonathan sta morendo e Mavis per la prima volta ha fatto a botte, anche se non ne è uscita tanto bene.

Chi sa ma felice che sarà Drac quando i due torneranno in quelle condizioni, sempre che Mavis non faccia un pic-nic con il ragazzo... dicono che il sangue umano faccia brutti scherzi ai vampiri, soprattutto a quelli dalle zanne vergini...

Mi raccomando commentate, mi fa sempre piacere scambiare due parole con voi!

Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Corsa contro il tempo ***


Dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono. Un saluto ad _ Angel _ che ha scritto la seconda fanfiction su Hotel Transylvania in italiano ed a DjAmuStar che ha appena iniziato a seguirmi.


CAPITOLO 10 – Corsa contro il tempo

Purtroppo la freccia d'argento indeboliva Mavis e le impediva di usare i suoi poteri, perciò non potendo volare oltre il lago dovette fare la via più tortuosa intorno ad esso per arrivare al ponte, ma non aveva tempo.

Sentiva il calore del sangue di Jonathan su di se e quell'odore inebriante le dava alla testa, un istinto animale cresceva in lei, non solo lo voleva, ma ne sentiva il bisogno, aveva perso troppe energie nel combattimento ed il suo spirito di sopravvivenza le urlava di divorare quel ragazzo.

Correva e piangeva disperata, questi pensieri li sentiva come un cappio alla gola, ma il tempo non era dalla sua parte e non poteva permettersi distrazioni.

La vampira stremata cadde a terra a peso morto, vedeva il ponte, tanto vicino quanto irraggiungibile.

Non riusciva a muoversi, si sentiva stanca e senza energie, avrebbe voluto solo rimanere sdraiata per terra a riposare in pace, ma sapeva che assieme a lei se ne sarebbe andato anche Jonathan che le era sdraiato di fronte. Lo guardò un momento, strisciò a fatica e lo raggiunse per abbracciarlo, voleva solo passare questi ultimi momenti con lui fino alla fine, come un fiocco di neve che si unisce ad una goccia di rugiada per poi dissolversi assieme nel tiepido Sole del mattino.

Mavis era ormai rassegnata, le lacrime scendevano lungo le guance e si mescolavano al sangue sul petto di Jonathan dove la ragazza poggiava il capo.

Jonny bisbigliò qualcosa:

-Lo so che sto morendo... e so anche che hai fatto tutto il possibile... Coff, Coff, Coff...- Il ragazzo tossì forte sputando sangue.

-Ma dimmi... di cosa discutevi con tuo padre, dopo la festa?- Continuò dopo essersi ripreso.

Mavis aprì gli occhi sorpresa e smise di piangere, alzò a fatica il torace facendo forza sulle braccia per guardare Jonathan in volto e rispose:

-Allora ci hai sentiti? Stavamo parlando del tuo futuro con me, avrei dovuto chiederti se volevi diventare un vampiro per vivere in eterno con me, ma non ho avuto il coraggio. Avevo paura di un tuo rifiuto e di dovermi rassegnare a vederti invecchiare e morire...- Le lacrime ormai nuovamente incontenibili le scivolarono lungo il nasino e caddero sulla guancia di Jonathan, che mormorò:

-Mordimi...-

-Non posso... ho promesso a mio padre che non lo avrei fatto io in nessun caso, me lo ha fatto promettere dicendo che sarebbe stato pericoloso, probabilmente letale per tutti e due, ma non ha voluto dirmi altro... mi dispiace...- Rispose Mavis singhiozzando, poi avvicinò le labbra a quelle del ragazzo e lo baciò dolcemente, fu un bacio dal sapore amaro, quello del sangue.

Alla vampira bastò quel poco per sentirsi rinvigorire e sentì di nuovo quella maledetta voce dentro di se:

*Divoralo o morirai...*

-No!-

*Divoralo o morirai...*

-Basta!-

*Divoralo o morirai...*

-Sta zitta!- Mavis si morse un labbro dalla rabbia con così tanta forza da tagliarselo, il sapore del sangue di vampiro, il sangue di un uomo morto, era ripugnante molto più dello stesso odore che aveva fino ad ora sotto al naso, tanto che sovrastò anche quello di Jonathan.

Dopo quest'ultimo sfogo si rialzò in piedi e riprese in braccio il ragazzo.

-Mavis... qualsiasi cosa accada... sappi che ti amo, quello che è successo non è colpa tua...- Jonathan alzò una mano per accarezzarle i capelli dolcemente, ma scivolò subito facendo precipitare con se anche il fiore di ninfea insanguinato che cadde a terra.

Jonathan era incosciente così Mavis capì che non poteva perdere altro tempo e riprese a correre, sorretta da una forza misteriosa che le permetteva di andare avanti anche quando il suo corpo sarebbe dovuto crollare.

Arrivò all'altura sopra al ponte, ma non poteva allungare ancora la strada per raggiungere il passaggio segreto nel bosco, quindi si gettò nel vuoto.

L'atterraggio fu pessimo, usò il proprio corpo per fare scudo a Jonathan ma così facendo la botta le fece entrare la freccia ancora più in profondità nella carne. La vampira strinse i denti per resistere al dolore, sollevò il ragazzo e continuò a barcollare lungo il ponte, che sembrava infinito, fino alla porta rotante dell' Hotel che superò a fatica per poi cadere in ginocchio all'ingresso della hall.

Intorno a lei lo sguardo sbigottito degli ospiti che si accorsero della ragazza fecero voltare anche gli altri, poi l'urlo tremolante della vampira finì per spezzare il silenzio:

-PAPA'!-

Dracula drizzò le orecchie, era sul pianerottolo delle scale della hall che discuteva con gli amici di come organizzare la festa di "bentornata" per farsi perdonare da Mavis. Si voltò verso l'entrata e vide la figlia e Jonathan grondanti di sangue e prima che il calice di Similsan scivolatogli dalle mani si frantumasse per terra, il vampiro balzò ai piedi dei due ragazzi con così tanta velocità da far crepare le mattonelle sotto i suoi piedi e sbriciolare i vetri della porta d'ingresso.

-Che cosa è successo?!- Gridò disperato a Mavis che aveva la testa bassa e per un attimo non rispose.

-E questa...- continuò con un tono di voce più basso, ma sempre agitato, riferendosi alla freccia conficcata nel fianco della figlia che toccò cautamente, ma ritirò la mano di scatto dopo essersela bruciata:

-Auch! Una freccia d'argento... Dottor Jekyll!- Gridò.

-CHI E' STATO?- Scandì bene la frase.

-Ci ha attaccati...- Rispose Mavis con un filo di voce.

-Ha colpito prima Jonathan per errore, poi abbiamo iniziato una furiosa lotta e mi ha ferita gravemente...- Continuò la ragazza sempre senza sollevare lo sguardo.

Dracula prese Jonathan fra le braccia.

-Jonathan... no...- Bisbigliò disperato, poi vedendo gocciolare sangue dalla punta del naso della ragazza le prese dolcemente il mento e le sollevò la testa, per Dracula fu un colpo al cuore vedere lo sfregio e l'occhio nero:

-Artigliuccia, il tuo bel visino...- Continuò Dracula con i lacrimoni.

Finalmente arrivò il Dr. Jekyll, un nobiluomo di mezza età in camice bianco accompagnato da quattro mumminfermiere che portavano due barelle dove distesero i due.

Dracula fermò il Dr. Jekyll poggiandogli la mano sulla spalla:

-Rimetti in sesto mia figlia e... per il ragazzo ci penseremo dopo... le ferite sono state inflitte con armi d'argento, fai il possibile.-

-Frecce d'argento? Che barbarie.- Rispose il dottore con uno spiccato accento britannico.

-Papà... ti prego... salva Jonny...- La voce di Mavis affogava nei singhiozzi.

Dracula non sapeva cosa risponderle, sapeva che lei non avrebbe mai potuto sopportare un dolore del genere, ma non poteva nascondere la verità, non questa volta.

-Mavis, pipistrellina mia... mi dispiace, ma non c'è nulla che possiamo fare per lui...-


:-O

No comment, ma voi commentate pure!


Il prossimo capitolo è, secondo me, il migliore che abbia mai scritto, spero piaccia anche a voi. PESCE D’APRILE!

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Capitolo 12
*** La dura realtà ***


Dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano il mio lavoro.


CAPITOLO 11 - La dura realtà

La vampira per un attimo non rispose, si voltò verso il padre, gli strinse un braccio con la mano e lo guardò dritto negli occhi.

-Come sarebbe "non possiamo fare nulla"?- Mavis si alzò a sedere sulla barella sorreggendosi al padre a cui arrivò faccia a faccia, ma lui continuava ad evitare lo sguardo della figlia ed a non rispondere, così lei gli urlò

-CHE VUOI DIRE!?-

-Mi dispiace Mavis, è troppo tardi per lui, è già morto...- Rispose Dracula con voce triste, queste parole shockarono i presenti. Jonathan era stato il primo a portare un'onda di modernità e di divertimento nell'hotel, perciò tutti i mostri si erano affezionati subito a lui.

Wanda scoppiò in lacrime ed abbracciò il marito anch'egli turbato, Murray svenne afflosciandosi a terra lasciando solo le lunghe bende di lino sparpagliate su un tappeto di sabbia, Griffin si tolse gli occhiali quindi nessuno sa come reagì alla notizia, ma chi reagì peggio fu Frank che fra tutti era quello che voleva più bene al ragazzo, andò in cortocircuito ed iniziò ad avere convulsioni ed a sprigionare scintille da tutto il corpo mentre Eunice cercava invano di farlo calmare.

Mavis rimase pietrificata, poi con voce tremolante disse:

-No... No... No... Lo so che scherzi, vuoi solo punirmi per essere fuggita in quel modo, ora lo mordi e lui si alza come vampiro...- Si sforzò di fare un sorriso, ma Dracula era serio e stava con lo sguardo basso senza rispondere.

Mavis si voltò verso Jonathan sdraiato esanime accanto a lei e con voce dolce gli disse:

-Dai dormiglione, svegliati...-

-Mavis, ti prego smettila!- Dracula ruppe il silenzio con voce disperata.

-Jonny... Jonny... JONNY!- La vampira respirava affannosamente, poi presa dall'agitazione saltò giù dalla barella e raggiunse Jonathan abbracciandolo, le lacrime le solcavano il viso, mentre soffocata dai singhiozzi iniziò ad urlare:

-Jonny nooo! Ti prego non lasciarmi ora! Apri gli occhi!-

-Mavis calmati! Sei ferita, non ti puoi agitare così!- Dracula cercò di calmare la figlia, provò a farle lasciare il corpo del ragazzo con la forza, anche facendosi aiutare dal Dr. Hyde, ma più loro la tiravano e più lei stringeva la presa:

-Troverò un modo... non ti abbandonerò... non ti abbandonerò mai... perché sei il mio Zing ed io ti voglio qui, accanto a me!-

-Mavis, mi dispiace, ma non c'è nulla che possiamo fare.-

-NO! Stai mentendo, come hai sempre fatto! Se non può tornare come vampiro lo possiamo far tornare come zombie.-

-Mavis, devi capire che gli zombie sono umani senza cervello, non avrà ricordi di te e non ti amerà, sarebbe meno di un'ombra del vecchio Jonathan...-

-Non lo posso abbandonare... è tutta colpa mia!-

-Tesoro, non dire così, non è colpa tua.-

-Non dovevo evitare quella freccia che era destinata a me!-

-Mavis smettila di agitarti!-

-Lo dovevo mordere quando ero in tempo, è colpa mia che continuo a dare retta a quello che dici!-

-Mavis ora stai esagerando!-

Dracula e mr. Hyde provarono a separare la ragazza dal corpo esanime di Jonathan, ma più loro cercavano di tirarla via e più lei stringeva. Il vampiro era ormai disperato, quindi per paura che alla figlia potessero aggravarsi le ferite, le prese i capelli e con violenza le inarcò indietro la testa in cerca dei suoi occhi, fare del male alla sua adorata bambina gli uccideva l'anima, ma sapeva che era necessario.

-Ora tu cadrai in un sonno profondo.- Pronunciò solennemente il vampiro, mentre un'aura di energia rossa lo circondava.

*BOOM!*

Un botto sordo echeggiò nella hall, Dracula ed Hyde vennero spinti all'indietro cadendo sul pavimento.

-Accidenti, le sue emozioni le stanno dando un potere incontrollabile, ha respinto anche la mia ipnosi... non mi rimane altra scelta, mi dispiace piccola mia...- Detto ciò Dracula si rialzò e si avvicinò alla figlia.

-Perdonami Mavis...- Le sussurrò in un orecchio, le sue parole erano cariche di turbamento.

-Aaaaaaaaargh- La ragazza urlò dal dolore improvviso, suo padre aveva preso la freccia d'argento e la stava muovendo, anche la sua mano stava bruciando, ma il patema che provava nell'essere complice della tortura dell'amata figlia era un dolore troppo forte per riuscire a sentire anche quello fisico.

-Pant, pant, pant...- Il fiatone ed il dolore lasciarono Mavis senza parole, era troppo stremata per stringere Jonathan così iniziò a scivolare, Dracula la sorresse con delicatezza, ma la testa dalla ragazza cadde a peso morto all'indietro, il suo sguardo era vuoto e perso, come intrappolato nella nebbia.

La sollevò e la ripose sulla barella, le orecchie della vampira sibilavano e la vista si stava annebbiando, rimase ferma sul lettino, mentre le mumminfermiere la stavano portando via.

-Appena avrai finito le dovrò parlare.- Disse Dracula al dottore fermandolo per una spalla, lui rispose con un cenno di testa.

-Sicurezza! Scoprite chi è stato e dove si trova il responsabile dell'agguato!- Ordinò alle armature che risposero sull'attenti:

-Si, signore!-

Alla richiesta del padre, se pur non rivolta a lei, rispose Mavis:

-Ha detto di chiamarsi Simon... Simon Van Helsing...- Dopo aver pronunciato quel nome allungò una mano verso il ragazzo, come a cercare di raggiungerlo, magari per un'ultima carezza, ma tutte le voci si fecero distorte ed ovattate poi si sentì precipitare in un vuoto oscuro e silenzioso.


Capitolo un po' breve, ma carico di emozioni. È il mio preferito per questo.

Jonathan è morto, Mavis ha concluso la sua prima storia d'amore in 4 giorni e vissero tutti tristi e scontenti, va be', la storia non è ancora finita...

Ho problemi con il capitolo 12, non so che fare, forse ne censuro una parte, oppure lo salto direttamente... non è essenziale, ma mi piaceva quel rapporto fra la sofferenza fisica e quella spirituale. Sarebbe stato molto poetico, ma forse un po' gore... per ora aspetto e ci penso su

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Capitolo 13
*** Cuore infranto ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Versione non censurata del capitolo 12, contiene scene gore.
Ho aumentato il rating da giallo ad arancione tempo fa proprio per questo capitolo, non è cruento, ma lo faccio per sicurezza.
Avevo inizialmente postato una versione tagliata del capitolo per rispetto del regolamento riguardo alla tortura, ma leggendo meglio non c'è nessun esempio o riferimento su ciò che si può considerare tortura o no, quindi credo che vada ad interpretazione personale e personalmente non ritengo "tortura" se non c'è sadismo da parte della persona attiva, perciò pubbico il capitolo originale.
Inoltre preferisco uno splatter in cui vengono torturate le persone che un fluff dove viene torturato l'Italiano!

NB: non lo riscrivo ogni volta, perciò ricordate che Jekyll ha un marcato accento inglese.


Capitolo 12 - Cuore infranto

Tikr... crack... tic... zak...

Era buio e Mavis venne svegliata da dei rumori metallici su di se. Aveva una sensazione di oppressione, ma era ancora troppo confusa per capire cosa le stesse accadendo.

Iniziò a vedere un po' di luce, si sforzò per vedere meglio, presto le macchie persero forma ed iniziò a distinguere un suo braccio disteso su un letto di ferro. Sentiva freddo alla schiena, mentre un calore forte iniziò a bruciarle il bacino, si faceva sempre più doloroso, così con fatica girò la testa per capire cosa stesse succedendo.

La vista era sfocata, ma distinse due mumminfermiere ed il dr. Jekyll che la toccavano, poi lentamente tutto si fece più nitido, il dottore e le assistenti indossavano delle mascherine in carta e dei lunghi grembiuli bianchi, ma totalmente sporchi di sangue.

La ragazza spostò lo sguardo su quello che faceva Jekyll e notò che stava cercando di estrarre la faccia tirandola con delle vecchie tenaglie mentre si aiutava tagliando la carne attorno ad essa con un bisturi rugginoso. Continuava a girare il coltello dentro di lei, sembrava quasi divertirsi, mentre il sangue gli schizzava addosso o cadeva sul tavolo operatorio.

Più che in una sala operatoria le sembrava di essere nel mattatoio di un macellaio pazzo...

Mavis cominciò ad uscire da quello stato di semi-coma e riprese completamente conoscenza, ma con essa si fece vivo anche il dolore che fino ad allora era stato lenito dal suo stato alterato.

-Aaaaaaargh!- Mavis gridò e cercò di alzarsi, ma si accorse che i suoi polsi e le caviglie erano legati al tavolo operatorio con delle grosse fibbie in pelle.

-Accidenti, speravo non ti svegliassi- Disse il dottore lasciando la freccia.

-Mi spiace, ma lo sto facendo per il tuo bene, ora però cerca di stare ferma.-

La ragazza cercò di non muoversi, ma il dolore era troppo forte per resistere.

-Aaaargh! Non ce la faccio!-

-Infermiere datemi una mano, tenetela ferma!-

Le mumminfermiere fecero cadere dei lunghi nastri di lino delle braccia, che come serpenti si avvinghiarono al corpo nudo della ragazza tenendola bloccata al letto.

-Aaaaaaargh!- Mavis continuava ad urlare disperata, mentre il medico riprendeva l'operazione, posò il bisturi ed iniziò a tirare la freccia con entrambe le mani riuscendo nell'intento. Mise la freccia su un piatto poi tornò a guardare la ferita, ci infilò due dita dentro in profondità e la divaricò, Mavis fece una smorfia di dolore.

-Che strano... perché le vene sono danneggiate anche così lontane dalla freccia? Mavis, lo so che ti chiedo tanto, ma non ho ancora finito, devo controllare una cosa importante, ma è molto rischiosa, perciò qualsiasi cosa succeda non ti devi muovere. Purtroppo voi vampiri siete immuni ai sedativi, quindi non ti posso addormentare.- Detto questo il dr. Jekyll prese un nuovo bisturi e poggiò la lama in mezzo al petto della ragazza, ma prima di iniziare a tagliare la guardò negli occhi così grandi e spaventati:

-Forse è meglio che non guardi.- Consigliò il medico, poi una mumminfermiera le posò delicatamente una mano sugli occhi.

Mavis non poteva vedere nulla, ma sentiva la lama sprofondarle nella pelle. Era esausta, non ce la faceva più a soffrire così tanto, per quello che era successo a Jonathan e per le torture che continuava a subire.

Il dolore era insopportabile, così si limitò a stringere i denti, non poteva fare altro, mentre rimaneva inerme su quel letto freddo come la sua anima

Qualcosa in lei era cambiato, non le importava più nulla né di se stessa, né di nessun altro.

Poi iniziò a sentire tutte le ossa vibrare ad intervalli rapidi, così prese la mano che le copriva gli occhi e la spostò, vide il dottore che, con una lama a mezzaluna seghettata, le stava segando la linea intercostale, ma accorgendosi che la ragazza lo stava osservando lasciò lo strumento incastrato dove era per rimproverarla:

-Sei impazzita? ti ho già detto che non devi guardare! lo capisci che se sbaglio potrei ucciderti?-

-Che importa? Io sono già morta...- Rispose rassegnata la vampira.

-Mavis che stai dicendo?-

-Che importa? Io sono già morta...- Continuò a borbottare senza ascoltare quello che diceva l'uomo.

-Mavis?!-

-Che importa? Io sono già morta...-

-Accidenti, sta delirando!- Disse il chirurgo provando a sentire i battiti cardiaci dal polso della ragazza.

-E' colpa mia... me lo merito...- La ragazza continuava a parlare da sola, ma almeno stava ferma e calma e sembrava anche stabile, così il dottore continuò il lavoro.

Il rumore della sega sulle ossa riprese, Mavis se la sentiva in tutto il corpo, fin dentro le orecchie.

-Aaaaaargh!- Le grida ripresero, erano meno forti di prima e soffocate dal pianto, non erano urla di dolore, ma per sfogare lo strazio che la sua anima provava.

Il dottore posò la sega, poi rivolgendosi ad una assistente ordinò:

-Divaricatore costale.-

La vampira vide passare sopra di se un grosso attrezzo ossidato e sporco, poco rassicurante, che le appoggiarono sul petto, sentì dei rumori metallici dentro di se, poi il Dr. Jekyll le accarezzò i capelli dicendo:

-Mi dispiace, ma questo farà molto male...-

Detto ciò iniziò a girare una manovella.

Mavis cercò di urlare, ma dalla sua bocca non uscì un filo di voce. Non riusciva a respirare, così rimase a tremare mentre sentiva le proprie coste rompersi.(ndr. le costole sono quelle animali)

-Oh my God...- esclamò stupefatto il dottore.

Mavis alzò la testa per scoprire cosa le era successo e vide il proprio torace tenuto aperto dagli uncini del divaricatore. Il cuore era esposto e quando lo guardò iniziò a battere più rapidamente, ma la cosa più inquietante è che era pieno di macchie nere, come le vene che lo raggiungevano. Che non fosse normale lo sapeva anche lei e presa dall'agitazione fece ricadere la testa sul tavolo mentre il cuore entrò in tachicardia.

-Perché non mi dai mai retta? Ti avevo avvertita che non dovevi guardare! My darling, mi dispiace per quello che ti hanno fatto e per quello che ti ho dovuto fare io. Credo di aver capito cosa ha danneggiato il tuo cuore, nitrato d'argento, probabilmente contenuto nella punta della freccia. Non preoccuparti ora ti richiudo.-

Il Dr. Jekyll si voltò un attimo e Mavis ne approfittò per rompere una cinghia che le bloccava un polso e prendere un bisturi dal tavolino accanto con cui provò a pugnalarsi il cuore, solo i buoni riflessi delle infermiere riuscirono a fermarle il braccio e disarmarla appena in tempo, mentre il dottore si voltò sconcertato.

-Accidenti, questo da te non me lo aspettavo, purtroppo non mi lasci altra scelta.-

Jekyll prese un vecchio piede di porco rosso un po' sverniciato con cui colpì violentemente la tasta della vampira facendola svenire all'istante.


Lo so, mi sono fatto tanti problemi per nulla...

Comunque nel capitolo 12 tagliato vi avevo promesso che per farmi perdonate del capitolo a mezzo che vi avevo lasciato avrei pubblicato il 13° in breve tempo e manterrò comunque la promessa. Ci sarà un emozionante monologo, spero vi piaccia.

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 14
*** L'uomo che dorme ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano! Un saluto speciale alla nuova follower Lauretta Koizumi :-D


CAPITOLO 13 - L'uomo che dorme

Blink...

Blink, Blink...

Delle gocce d'acqua cadevano dal soffitto sul viso della ragazza.

Mavis riaprì gli occhi, si sentiva esausta e dolorante, ma almeno era sdraiata su un letto morbido.

Le faceva male la testa, quindi alzò una mano e la appoggiò sulla fronte accorgendosi di avere il viso completamente bendato.

La vampira si alzò a sedere sul letto, ma sentì una forte fitta all'addome, sciolse il nastro della sua vestaglia bianca e la aprì, anche il suo corpo era bendato.

*Speravo fosse solo un brutto sogno...* Pensò la vampira tristemente, poi si guardò intorno, la vista era ancora troppo annebbiata per vedere bene, ma sembrava essere sola.

Scivolò giù dal letto e si stropicciò gli occhi, la stanza era piccola e fredda, senza finestre e l'aria era umida e puzzava di muffa, era lo stesso odore della sala operatoria.

Sulla parete c'era solo una torcia, ma era spenta, l'unica flebile luce proveniva dalla vecchia e massiccia porta in legno con grata, le sembrava di essere in una caverna.

Mavis camminava con molta fatica appoggiando una mano al muro per tenersi in equilibrio, la pietra che sentiva sotto i piedini nudi e sotto le mani era fredda e viscida. Barcollò fino alla porta della camera e si sorresse alle sbarre della finestrella cercando di guardare fuori, vedeva il corridoio con il susseguirsi delle stanze dell'infermeria sotterranea, ma non c'era nessuno.

La vampira iniziò ad aprire la porta lentamente per non fare rumore, ma la richiuse subito, dopo aver visto un nanetto uscire da un'altra camera. Lo osservò bene, era il signor Hyde, l'architetto del castello, che teneva il cappello a cilindro appoggiato sul petto e camminava con la testa bassa, sembrava triste. Mavis sentì un dolore lancinante al cuore, tanto da farla cadere in ginocchio.

-La dentro... c'è Jonny... lo so...- Bisbigliò fra se e se.

La vampira si rialzò anche se non si era ancora ripresa dal dolore, aprì la porta e continuò la sua sofferta marcia strusciando una mano sul muro verso quella camera ardente, dove entrò ad occhi chiusi.

-Jonny?- Sospirò Mavis sperando in una risposta che non sarebbe mai arrivata.

Aprì gli occhi, la stanza era illuminata a giorno dalle candele e dai ceri lasciati in ricordo dagli ospiti dell' Hotel, al centro della stanza c'era l'ingombrante zaino appoggiato al letto coperto da un telo nero che arrivava fino a terra, sembrava un altare dove sopra era coricato Jonathan che indossava abiti eleganti scuri ed aveva i capelli pettinati, non sembrava neanche lui così ben curato, persino il volto era sereno, sembrava stesse solo dormendo.

Mavis si fece largo fra i fiori ammassati attorno al letto, si sedé accanto al ragazzo iniziò ad accarezzargli i capelli.

-Mi manchi... mi manchi tanto... sei entrato a far parte della mia vita, me l'hai capovolta sottosopra ed in così poco tempo te ne vai? Perché aprirmi il cuore per poi lasciarlo solo? Perché non sono morta con te? Almeno ora non soffrirei così tanto... sai... il frastuono dei sogni che si infrangono è il rumore più brutto che esista, ed adesso se ne sono sbriciolati veramente tanti... i viaggi che sognavo di fare con te, la libertà tanto sperata che finalmente era arrivata, lo sposarmi ed avere una famiglia da accudire, da amare e da proteggere... ma chi voglio proteggere io che non sono stata in grado di difenderti né da me stessa, né da quel cacciatore, anzi, alla fine io stessa sono stata il tuo boia.-

La ragazza portò i piedi nudi sul letto tenendo le ginocchia alte su cui appoggiò la testa, mentre si abbracciò le gambe. Lei amava stare in quella posizione quando si sentiva triste e sola perché le sembrava di venire abbracciata e consolata dalla madre che mai aveva conosciuto.

-Sulla mia testa pende la stessa maledizione di mio padre, le persone che amiamo ci vengono portate via! E' colpa mia, solo colpa mia e mi dispiace che ci sei andato di mezzo tu, l'unica tua colpa è stata quella di credere troppo in quest'amore impossibile ed innaturale. Ma come darti torto, anche io ero come te, ma ora... cosa sono? Neppure io riesco a riconoscermi. Papà ha detto che se tornassi in vita come zombie saresti solo un'ombra del mio Jonny, ma anche io che sono viva non sono altro che un'ombra di me stessa. Che senso ha l'amore? Che senso ha la vita? Che senso hanno i sentimenti? Perché dobbiamo dipendere da altre persone? Sarebbe tanto più semplice non avere un'anima e non provare emozioni, nessuna sofferenza, nessun dolore, nessuna preoccupazione...-

Mavis avrebbe voluto piangere, ma non poteva, i suoi occhi erano aridi, non aveva più lacrime da versare. Abbassò il capo ed appoggiò il viso sulle mani.

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

La ragazza alzò la testa di scatto e si guardò intorno, il rumore proveniva da una tasca dello zaino, quindi si alzò per vedere cosa fosse. Si chinò per aprirla, la ferita della freccia iniziò a darle delle forti fitte, ma non ci fece molto caso e tirò fuori il cellulare di Jonathan che stava vibrando. Sullo schermo c'era la scritta "chiamata in entrata – mamma" e sotto una freccia con scritto "scorri per rispondere", Mavis toccò il monitor e fece scivolare il dito come consigliato dalla freccia, sullo schermo comparve la madre di Jonathan con un coro chiassoso dietro:

-Ragazzi zitti che ha risposto! Mavis, sei tu? Sei ad una festa in maschera? Mi sembri vestita da mummia! Dove è il mio bel topino?-

Accanto alla donna apparvero altre sei giovani figure, erano cinque ragazzi dai capelli rossi ed una ragazza dai capelli chiari, ma la qualità della video chiamata non era molto buona a causa dello scarso segnale che arrivava nei sotterranei, quindi non erano visibili molti dettagli, ma assomigliavano tutti a Jonny perciò Mavis immaginò fossero suoi fratelli.

La ragazza non aveva il coraggio di parlare, per un attimo non disse nulla, mentre rimaneva a pensare a come dare la notizia che avrebbe demolito per sempre la felicità di quella famiglia.

-Ciao Mavis!- La voce del bambino più piccolo si fece avanti, poi partirono tutti gli altri:

-Ciao!-

-Hey!-

-Ma allora è vero!-

-Neanche io ci credevo!-

-Non vedo l'ora di conoscerti di persona!-

Essere la causa della morte di Jonathan era già un grosso fardello da portare dentro la coscienza di Mavis ed aggiungere l'essere la causa dello sfascio anche della sua famiglia sarebbe stato davvero troppo, ma doveva farlo, nascondere la polvere sotto il tappeto non risolve i problemi e se c'era una cosa che aveva imparato da suo padre era che le bugie e le omissioni non portano mai a nulla di buono, quindi si fece forza ed iniziò a parlare:

-Questo non è un travestimento da mummia, non c'è alcuna festa in maschera, la verità è che sono ferita... un uomo armato ci ha attaccati...-

-Oddio! E Jonathan come sta? Sta bene?- Rispose la donna preoccupata.

Mavis vide tutti quegli occhi avvicinarsi allo schermo, indugiò un attimo, ma non poteva fermarsi in eterno, quindi riprese a parlare:

-No, mi dispiace... Jonathan... è morto per difendermi.-

Dall'altro capo del telefono ci fu un attimo di paralisi generale, che poi scoppiò in una risata:

-Ahahahahahah! Ci avevi quasi fregati, ma non cadiamo in scherzi del genere!-

-Non scherzerei mai su queste cose.- Disse Mavis con tono molto serioso, intanto il cuore le batteva sempre più forte. Il dolore le stava togliendo il fiato e sulle bende del volto iniziò ad espandersi una macchia rossa. I parenti di Jonny smisero di ridere ed iniziarono a preoccuparsi, la vampira intanto ruotò il telefono in modo da inquadrare il corpo del ragazzo.

-Se è uno scherzo non è divertente! Dimmi che è uno scherzo di quelli che ama fare Jonathan!- La mamma del ragazzo iniziò ad alzare la voce.

-Vorrei potertelo dire...- Poi una voce interruppe Mavis:

-Piccola mia! Sei ferita, non dovresti andartene in giro! Che ci fai qua?- Era Dracula che le si avvicinò e la avvolse nel mantello abbracciandola dolcemente.

-So che quello che è successo ti ha sconvolta, ha turbato tutti noi...-

-Mavis rispondi! Che è successo a mio figlio?!- La voce dal telefono interruppe Dracula, che con aria preoccupata si rivolse alla figlia:

-Perché hai chiamato i genitori di Jonathan?-

-Avevano il diritto di saperlo, so che tu preferisci vivere nella menzogna per non affrontare la realtà, ma è meglio sapere che un caro non tornerà mai a casa che illudersi ogni giorno di poter aprire la porta e riabbracciarlo.-

Poi Mavis si sentì un forte formicolio alle braccia ed un dolore opprimente al petto, iniziò a cadere, ma venne ripresa dal padre, alzò il telefono e vide i fratelli di Jonathan disperati, la loro madre era svenuta sulla poltrona dove era seduta e si sollevò un gran vocio di domande e pianti, la vampira si sentiva troppo male per distinguerli così con un filo di voce si limitò a dire:

-Mi dispiace...- Poi il cellulare le scivolò di mano e cadde a terra facendo incrinare il monitor. La comunicazione si interruppe.

Il dolore del petto di Mavis aumentò ancora togliendole completamente le forze, cercò di sorreggersi al mantello del padre, ma la sua mano cadde giù.

Dracula prese in braccio la figlia ormai priva di sensi e la riportò a letto.


Addio all'Xperia Ray di Jonny... ma credo che dopo quello che è successo sia il meno...

Grandi sorprese arriveranno con il prossimo capitolo, saranno positive o negative? Continuate a seguirmi ed a commentare se volete! E' sempre un piacere fare due chiacchiere con voi!

Alla prossima!

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Capitolo 15
*** Lo Zing non muore mai ***


Ho aggiornato il capitolo 1 (quello dopo il prologo) con un mio disegno di una scena di quel capitolo, inoltre ho aggiunto alcune curiosità sulla storia in fondo a questo capitolo
Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano! Un saluto speciale alla nuova follower badangel_99_ :-D


CAPITOLO 14 – Lo Zing non muore mai

Mavis si svegliò, era in camera sua e suo padre era seduto accanto a lei.

-Mavis, tesoro! finalmente ti sei svegliata. Il dottore ha detto che hai avuto un infarto, sei rimasta in coma per tre giorni! Hai rischiato di morire!-

Mavis lo guardò un attimo, poi spostò lo sguardo verso il nulla.

-Perché sembro essere l' unica persona a cui non importi della mia vita? -

Queste parole furono come un pugno nello stomaco per il padre.

-Artigliuccia, non devi pensare queste cose...-

-Smettila di chiamarmi con questi stupidi nomignoli!- la ragazza interruppe il discorso del padre in malo modo.

-Come vuoi... Mavis.- La voce di Dracula era piena di amarezza, questa brutta esperienza aveva fatto crescere la sua adorata bambina in un modo che non avrebbe mai voluto. I suoi dolci occhi azzurri, brillanti e lucidi, carichi di curiosità ed amore erano ormai spenti ed aridi a tal punto da sembrare grigi, l'unica cosa che erano in grado di esprimere era la tristezza e la solitudine di una vita che non valeva più la pena di vivere.

-Papà, cancellami la memoria, ORA!-

-Ma Mavis, ci sono anche dei ricordi che non voglio tu perda. Vorresti forse rinunciare alla tua 118a festa di compleanno ed al tuo primo bacio? Inoltre, io riesco a cancellare solo i ricordi, ma non le emozioni, quindi sentiresti per sempre un voto dentro di te che non riusciresti a placare in nessun modo.-

-Non mi interessa, Jonny è morto, non mi importa più né di niente né di nessuno, voglio solo smettere di soffrire.-

-Ti dimenticheresti di lui, ma non dell'amore che ancora provi, ti sentiresti sola ed incompleta senza neanche sapere il perché e questo ti farebbe soffrire ancora di più.-

-Allora lasciami sola.-

-No, non ti lascio sola...-

-La mia non era una richiesta, ti ho detto di andartene!-

-Ed io ti ho già risposto!-

Mavis alzò la testa, era arrabbiata, Dracula venne preso da una forza misteriosa e scaraventato violentemente su una parete. La ragazza si guardò stupefatta le mani, non aveva mai avuto doti di telecinesi, intanto suo padre, anche lui stupito, le avrebbe voluto fare altre domande, ma preferì lasciarla stare. Uscì senza dire nulla per non far capire alla figlia che stava per scoppiare a piangere.

-Ti odio! Jonny è morto perché ti ho ubbidito! E' tutta colpa tua!- Urlò Mavis mentre Dracula chiudeva la porta, lui cercò di far finta di nulla, ma quelle parole gli spezzarono il cuore.

Mavis rimase un attimo seduta sul letto, ma i ricordi dei momenti passati assieme a Jonathan non le abbandonavano la mente, così si trasformò in pipistrello, che da quanto era bendato sembrava una mummia, e volò via, arrancando un po', fino al tetto, il luogo dove per la prima volta si accorse di amare Jonathan.

Ritornò umana e si sedé sulle tegole, la ferita della freccia iniziò a farle male e sulla vestaglia bianca iniziò ad ingrandirsi una macchia rossa della ferita che le si era riaperta, ma a Mavis sembrava non importarle.

Si distese e guardò la mezza Luna calante bianchissima e luminosa, circondata da una coltre di stelle scintillanti. Non c'erano luci attorno all'Hotel Transylvania quindi il cielo sopra ad esso sembrava ancora più acceso.

-Jonny, tu mi hai fatto scoprire l'alba, ma anche la Luna è altrettanto meravigliosa... quanto vorrei poterla condividere con te...-

Poi la vampira sentì un chiacchiericcio venire dal cortile sul retro del castello, quindi si alzò e camminò zoppicando dall'altro lato del tetto, si sedé sul bordo e guardò in basso. Nel cortile c'era suo padre seduto sul bordo di una immensa fontana con una statua in marmo bianco di un tritone, un uomo possente dalle gambe coperte di squame, che brandiva un lungo tridente in bronzo puntato al cielo e cavalcava Leviatano, lungo il perimetro esterno della fontana era disposta una lunga fila di trote che sputavano acqua dalla bocca fino alla grossa figura centrale.

Il vampiro aveva le mani sul volto e piangeva, mentre gli amici più cari cercavano di consolarlo.

Mavis rimase seduta sul ciglio del tetto, con i piedi nudi lasciati dondolare dal vento ed i gomiti appoggiati alle ginocchia, cercando di origliare quello che diceva Dracula.

-E' colpa mia... Mavis mi odia ed inizio a pensare che abbia ragione...-

-Drac, tua figlia ti adora, ma è ancora sconvolta per quello che le è successo.- Wayne cercò di far calmare il vampiro.

-E' vero, non ti abbattere! Troveremo quel bastardo che ha fatto tutto questo e lo massacriamo!- Continuò Griffin.

-Lei mi odia... talmente tanto che la sua collera le sta lacerando l'anima... i suoi poteri sono aumentati, le è bastato uno sguardo per lanciarmi contro una parete senza che riuscissi a contrastarla, temo si stia lasciando andare.-

-Si sta lasciando andare?!- Dissero preoccupati in coro Waine, Griffin, Murray e Frank.

-Temo di si e non so cosa posso fare, ho paura... veramente paura... da un lato un cacciatore di mostri e dall'altro Mavis che potrebbe diventare un vampiro violento ed incontrollabile.-

*Mavis...*Quella maledetta voce soffusa nella mente della ragazza tornò a farsi sentire.

-Non ci credo, ancora tu!-

*Dove è il tuo Zing adesso?*

-Sei una stronza!-

*Se mi davi ascolto a quest'ora sarebbe vivo...*

-Ti odio, vi odio tutti!-

*No, piccola vampira, tu odi solo te stessa perché sei debole...*

-Ti sbagli, io odio solo te!-

*Ma io SONO te!*

-Vattene via!-

*Perché non voli via e raggiungi una città di umani? Divorane un paio e starai bene come non lo sei mai stata prima, sai?*

-Non do retta a voci inconsistenti come te, non mi fai paura!-

*Strano, l'ultima volta che mi hai vista mi sembravi alquanto terrorizzata, eh gattina?*

A Mavis tornò in mente un flash di quell'occhio giallo e della donna misteriosa che aveva sognato qualche giorno prima.

-Eri tu in quel sogno?-

*Non stavi sognando, diciamo che la tua anima si è avvicinata troppo al mio spirito e così ci siamo incontrate di persona, ahahah!*

-Tu non mi fai più paura, adesso io non temo più nulla.-

Detto ciò Mavis si alzò in piedi sul cornicione, si voltò di schiena e si lasciò sbilanciare nel vuoto a braccia aperte, come si divertiva a fare spesso dalla finestra di camera sua.

I grandi occhi della ragazza, se pur visibili solo dalle due aperture nella fasciatura, riflettevano la Luna facendoli sembrare ancora più magici, le lacrime che si liberavano nell'aria da essi lasciavano una scia brillante come fossero stelle cadenti, tale chiarore entrava in contrasto con il nero dei capelli che danzavano al vento.

-Drac, è tua figlia quella che sta scendendo?- Disse Frank guardando il cielo.

Dracula si voltò.

-Mavis? Sei impazzita? Sai che sei ancora in convalescenza, non devi agitarti!- Le urlò preoccupato Dracula mentre si alzava in piedi, ma lei non ci fece caso.

Continuò a precipitare, ma questa volta fu diverso da ciò che tutti si aspettavano, non ci fu nessun lampo di luce rosa, nessun fumo, nessuna trasformazione.

Mavis rimase immobile nell'aria nell'incredulità generale.

La sua mano stretta a pugno si aprì lasciando cadere un foglietto accartocciato che si posò sull'acqua, era la cartolina color seppia di Paradise, che riuscì a galleggiare fino a che non venne raggiunta da una... due... tre gocce di sangue che la appesantirono e la fecero sprofondare.

Mavis era a mezz'aria come se fosse ancora in caduta libera, sul suo petto sporgevano le punte del tridente che le avevano trapassato la schiena e spezzato il cuore.

L'inaspettato ed estremo gesto di Mavis lasciò senza parole tutti presenti, persino Dracula era troppo shockato per parlare, ma fu l'unico ad avere il coraggio di avvicinarsi al corpo della figlia.

Camminò sulla superficie dell'acqua ormai completamente rossa, poi fluttuò per arrivare all'altezza della ragazza. La morte improvvisa le aveva lasciato spalancati la bocca grondante di sangue e gli occhi ormai vuoti, così il vampiro glie li chiuse con una delicata carezza della mano, poi fece scivolare le bende che le nascondevano il viso rendendo visibile il lungo sfregio ricucito in malo modo. Infine la prese fra le braccia e la portò a terra dove la distese.

Il vampiro si chinò per stringere la figlia in un ultimo forte abbraccio, mentre il mantello li avvolgeva entrambi.

Nessuna lacrima solcò il viso di Dracula e quando alzò lo sguardo verso gli altri mostri, i suoi occhi erano diventati gialli, pieni di rabbia e di vendetta, non era mai stato così tanto spaventoso, neppure ai tempi in cui veniva chiamato Vlad l'impalatore.

La sua anima si era abbandonata per la seconda volta ad essere corrotta dalle tenebre.

Il cielo si fece improvvisamente cupo a causa di una densa coltre di nuvole nere da cui scaturì un fulmine accecante ed assordante che si scaricò sul lato est del castello facendo crollare parte di esso sulla piscina.

I compagni di Dracula iniziarono ad agitarsi, non riuscivano a capire cosa stesse succedendo, l'unico a rimanere calmo ed impassibile era proprio il conte.

-L'hotel Transylvania non servirà più, troppe cose ci sono state portate via dagli umani, da oggi in poi saranno quegli schifosi scarafaggi che dovranno nascondersi da noi.- Disse il vampiro con tono solenne mentre si alzava in piedi.

Gli altri mostri stavano per controbattere le parole di Dracula, ma non fecero in tempo, Dracula alzò una mano verso i suoi amici e su di loro iniziarono a formarsi delle fiammelle nere, come se fossero fatte da ombra. Il dolore che provarono era il peggiore che avessero mai sentito, ma non durò molto, quelle fiamme oscure bruciarono tutti i loro sentimenti più buoni lasciando in loro la cattiveria e la sete di sangue che caratteriuzzavano i mostri qualche secolo prima.

-Ai mostri non serve l'anima, lasciate che ve ne liberi!-

Sul castello iniziarono ad echeggiare grida, ruggiti, ringhi e versi mostruosi di ogni tipo.

Il vampiro si stava già incamminando sul ponte e dietro di lui comparvero tutte le creature ospiti dell'hotel, non erano più mostri pacifici, ma belve violente. Le tenebre che Dracula aveva liberato avevano soggiogato anche tutti gli altri.

Dietro di loro il castello iniziò a sbriciolarsi su se stesso, inghiottendo tutti i ricordi di quei 114 anni passati in pace e tranquillità, oltre che ai corpi dei due innamorati che la morte ha separato e che, forse, la stessa morte ha riunito nuovamente.

-L'era di Vlad l'impalatore sta per risorgere, bruciate le case e mi raccomando, uccidete prima i bambini, voglio che i loro genitori, prima di morire, patiscano quello che ho patito io! Che all'alba le piazze delle città siano rosse e che le teste impalate brillino al Sole! Ahahahahah!-

FINE...?


Finale amaro, ma emozionante, non sono mai stato un tipo allegro e solare ad un mio racconto non sarebbe potuto essere molto diverso...

Un saluto a tutti quelli che mi hanno seguito e supportato e scusate se mi sono divertito a prendervi in giro, ma non ho potuto resistere, è stato troppo spassoso! Ahahahahah :-P

Commentate numerosi, mi raccomando!

 


Curiosità sulla storia:

-Capitolo 1:

il cellulare di Jonathan è veramente il Sony Ericsson Xperia Ray, è riconoscibile dal flash rotondo montato sotto l'obbiettivo e dal logo verde della Ericsson in basso, inoltre il film è prodotto dalla Sony...
 

-Capitolo 4:

l'occhio del demone gatto potrebbe ricordare quello di Sauron e le figure umanoidi attaccate alla parete potrebbero somigliare a quelle sotto il pavimento del tempio de La mummia 2 quando trascinano all'inferno Imhotep, ma sono solo casualità...

Il gatto oscuro è una citazione ad un'ombra di gatto maligna che fa la spia per Dracula e che doveva essere presente nella storia prima che venisse modificata completamente da Tartakovskij.


-Capitolo 5:

-Tutta questa dolcezza mi fa venire il mal di denti!- è una citazione di Kefka di Final Fantasy VI.

Il bacino sulle ferite per farle guarire prima è quello che faccio io quando si fa male la mia fidanzata.

-Ora però smetti di piangere, se no sembri un rospino rugoso!- è una citazione di me stesso.

 

-Capitolo 7:

La posizione(a ruoli invertiti) di Jonny e Mavy a letto è quella in cui dormiamo solitamente io e la mia fidanzata.

 

-Capitolo 8:

La scena della pioggia di petali è stata una reale giornata che ho passato con la mia fidanzata in un'ala nascosta del parco circondati dai ciliegi in fiore, invece il fiore che le ho intrecciato sui capelli era una viola.

 

-Capitolo 9:

Simon potrebbe assomigliare un po' ad una versione in nero di Alucard di Hellsing, Vash di Trigun ed Auron di Final Fantasy X, ma anche questo è solo un caso...

L'attacco di Mavis che ruggisce e salta sopra a Simon prendolo ad artigliate è un tributo all' Hunter di Left 4 dead.

 

-Capitolo 12:

Il dr. Jekyll con il piede di porco rosso mi ricorda un altro dottore, forse Gordon Freeman di Half Life?

Il nitrato di argento è un solido simile al sale da cucina, molto solubile in acqua ed ha la caratteristica di reagire con la pelle macchiandola di nero, non potevo evitare questa sostanza in grado di bruciare il cuore di un vampiro dall'interno, altrimenti che chimico sarei???

 

-Capitolo 13:

Gli occhi gialli di Dracula-demone sono un omaggio a Supernatural.

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Capitolo 16
*** Come un sogno ***


CAPITOLO 15 – Come un sogno

La Luna piena era splendente nel cielo tanto quanto il riflesso di essa negli occhi spalancati della ragazza col viso insanguinato che si svegliò di soprassalto rantolando dal dolore, un dolore così forte che mai aveva provato prima.

-E così questo è l'inferno... forse me lo merito di soffrire anche dopo la morte...-

Mavis si girò di fianco e si rannicchiò stringendo le mani al petto, come a tamponare una ferita che non aveva. Non riusciva a respirare, ma poi, il dolore iniziò a scemare fino a lasciare posto ad una fitta al fianco. La vampira spostò una mano su di esso, ma toccò qualcosa che le bruciò la mano, preoccupata si voltò di scatto per vedere cosa fosse, era la freccia d'argento di Simon.

-Lo so che sto morendo... e so anche che hai fatto tutto il possibile... Coff, Coff, Coff...- La voce stremata di Jonathan ruppe il silenzio.

-Ma dimmi... di cosa discutevi dopo la festa con tuo padre?-

Mavis era troppo sbalordita, come dentro ad un déjà vu, stava accadendo di nuovo ciò che aveva vissuto una settimana prima.

La vampira si trascinò fino al ragazzo e lo abbracciò.

-Jonathan!- La vampira avrebbe voluto dirgli più di un milione di parole, ma tutte le emozioni che provò in quel momento le chiusero la gola.

Il ragazzo sorrise.

-Mavis... è la prima volta che mi chiami con il mio nome completo.-

La ragazza contraccambiò il sorriso.

*Sto sognando... o erano un sogno tutti quei giorni... la morte di Jonny... il mio suicidio... quale è la realtà?*

Poi Mavis rispose al ragazzo per provare che non fosse un'immaginazione:

-Mi piacciono le scarpe da ginnastica col tacco a spillo.-

-Io starò morendo, ma tu stai delirando!... Sono orrende!- Jonny non aveva quasi più voce.

*Una risposta così buffa in un momento complicato come questo potrebbe farla solo il mio Jonny!*

Gli occhi di Mavis iniziarono a piangere, ma dopo tante lacrime versate per il dolore fisico e psicologico finalmente lo faceva per l'emozione e la felicità.

-Stavamo parlando del tuo futuro con me, dovevo chiederti se volevi diventare un vampiro per vivere in eterno con me, ma non ho avuto il coraggio, avevo paura di un tuo rifiuto e di dovermi rassegnare a vederti invecchiare e morire.-

-Mordimi...- Mormorò Jonathan.

Mavis avvicinò le labbra a quelle del ragazzo e lo baciò dolcemente, sentì il sapore di sangue in bocca, le bastò quel poco per sentirsi rinvigorire, ma subito in lei risorse quell'odiata voce:

*Divoralo o morirai...*

-Fottiti!- Rispose rabbiosamente digrignando i denti.

La vampira si abbandonò ai propri istinti e con una rapidità degna di un cobra i suoi canini sguainati sprofondarono nella pelle di Jonathan fra spalla e collo.

Il ragazzo fece una smorfia, poi, pur essendo più morto che vivo, si lasciò ad un tremendo urlo di dolore dimenandosi per cercare di liberarsi. Sentiva come se qualcosa gli stesse strappando i budelli dal corpo e glie li tirasse fuori dal morso della ragazza, che invece continuò a succhiare sangue indifferente della sofferenza del ragazzo.

Il suo sguardo irriconoscibile la faceva assomigliare più ad un famelico cane rabbioso che alla dolce vampira che era di solito.

-Mavis........ ti........... amo..............- Furono le ultime parole, ma più simili a rantolii, che riuscì a pronunciare il giovane prima di collassare.

Il battito cardiaco già lento di Jonathan si fece sempre più flebile fino a che Mavis stessa non riuscì più a percepirlo. Lei si risvegliò come da uno stato di trance e allentò il morso, il ragazzo ora era immobile, i suoi occhi rimasti aperti erano spenti e senza vita.

La ragazza era ancora famelica, ma doveva tornare dal padre il prima possibile, quindi prese in braccio Jonny e cominciò a correre più veloce di come non avesse mai fatto in tutta la sua vita.

Il sangue l'aveva resa più forte di prima, ma la freccia d'argento continuava a pesarle come un macigno.

Raggiunse l'altura sopra al ponte e senza fermarsi saltò, il suo slancio fu talmente forte che atterrò oltre metà ponte.

Finalmente Mavis raggiunse la porta rotante dell' Hotel, che superò a fatica per poi cadere in ginocchio all'ingresso della hall, intorno a lei lo sguardo sbigottito degli ospiti che si accorsero della ragazza fecero voltare anche gli altri, poi l'urlo tremolante della vampira finì di spezzare il silenzio:

-PAPA'!-

Dracula drizzò le orecchie, era sul pianerottolo delle scale della hall che discuteva con gli amici di come organizzare la festa di "bentornata" per farsi perdonare da Mavis, si voltò verso l'entrata e vide sua figlia e Jonathan grondanti di sangue. Anche gli altri mostri con lui videro la straziante scena e prima che il calice di Similsan scivolato dalle mani si frantumasse per terra, il vampiro balzò ai piedi dei due ragazzi con così tanta velocità che fece crepare le mattonelle sotto i suoi piedi e sbriciolare i vetri della porta d'ingresso.

-Che cosa è successo?- Gridò disperato a Mavis che aveva la testa bassa e per un attimo non rispose.

-E questa...- continuò con un tono di voce più basso, ma sempre agitato, riferendosi alla freccia conficcata nel fianco della figlia che toccò cautamente, ma ritirò la mano di scatto dopo essersela bruciata:

-Auch! Una freccia d'argento... Dottor Jekyll!- Gridò.

-CHI E' STATO?- Scandì bene la frase.

-Ci ha attaccati...- Rispose Mavis con un filo di voce.

-Ha colpito prima Jonathan per errore, poi abbiamo iniziato una furiosa lotta e mi ha ferita gravemente...- Continuò la ragazza sempre senza sollevare lo sguardo.

Dracula prese Jonathan fra le braccia, appena lo tocco sentì che era morto e ciò lo fece sobbalzare.

-Jonathan... no...- Bisbigliò disperato, poi vedendo gocciolare sangue dalla punta del naso della ragazza le prese dolcemente il mento e le sollevò la testa, per Dracula fu un colpo al cuore vedere lo sfregio e l'occhio nero:

-Artigliuccia, il tuo bel visino... e... no... i tuoi... occhi...- Continuò Dracula con i lacrimoni, il suo sguardo era diventato ancora più preoccupato, tanto che non riusciva nemmeno più a parlare, ma Mavis non capiva cosa stesse pensando suo padre, che dopo essersi ripreso dallo shock continuò:

-I tuoi occhi sono rossi, con chi ti sei nutrita?!-

Poi guardò il collo di Jonathan e notò il segno del morso, il vampiro cadde a sedere e si dové sorreggere la testa, aveva gli occhi chiusi e respirava affannosamente. Sembrava stesse per svenire e la figlia era sempre più confusa del perché suo padre si stesse agitando più per quel morso che per ciò che era successo a lei stessa.

Finalmente arrivò il Dr. Jekyll accompagnato dalle quattro mumminfermiere che portavano due barelle dove fecero sdraiare i ragazzi feriti.

Dracula fermò il Dr. Jekyll poggiandogli la mano sulla spalla:

-Rimetti in sesto mia figlia e sigilla in isolamento il ragazzo, le ferite sono state inflitte con armi d'argento, fai il possibile.-

-Frecce d'argento? Che barbarie.- Rispose il dottore.

Poi il Conte si rivolse a Mavis:

-Appena avrà finito ti dovrò parlare.-

-Sicurezza! Scoprite chi è stato e dove si trova il responsabile dell'agguato!- Ordinò alle armature che risposero sull'attenti:

-Si, signore!-

Alla richiesta del padre, se pur non rivolta a lei, rispose Mavis prima che venisse portata via verso una discesa segreta aperta sotto la reception:

-Simon Van Helsing... Uccidilo te, altrimenti lo farò io.-

Dracula rimase sconvolto, sua figlia sembrava seria e determinata e ciò lo spaventava, il sentimento di vendetta così estremo che esprimeva non era tipico della Mavis che conosceva.

Intanto queste parole fecero sobbalzare tutti i presenti che ruppero il silenzio iniziando a bisbigliare e commentare fra di loro, ma il più shockato era Dracula che non proferì parola, poi le barelle sparirono dietro al pavimento che si era richiuso dopo il passaggio.

Wayne si avvicinò con cautela al Conte e disse:

-Van Helsing il famoso cacciatore, che questo Simon sia discendente di Abraham?-

-Non osare nominare più quel nome in mia presenza!- Rispose Dracula ruggendo, poi continuò -Non mi importa chi sia, aggiusterò l'errore che commisi in passato, questa volta ucciderò Van Helsing, loro mi hanno già portato via Martha, ed ora ci sono andati vicini con mia figlia, non posso permettermi altri attacchi.-

Detto ciò si ritirò nella sua stanza, era troppo arrabbiato e preferì rimanere lontano dagli altri mostri, sapeva che in quello stato era un pericolo per tutti.

Entrò nella bara e ci si chiuse dentro, voleva riposarsi, ma aveva troppi pensieri per la testa, in più, pur trovandosi nel sottotetto e l'infermeria fosse nei sotterranei, riusciva a sentire le urla disperate di dolore della figlia mentre le rimuovevano la freccia, come se fossero nella stessa stanza.

Dracula le percepiva come spade che gli trafiggevano il cuore, avrebbe preferito morire che sentire la sua adorata Mavis soffrire a tal modo. Provò a chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie, ma era tutto inutile, non si dava pace, cominciò ad urlare ed a dimenarsi per sfogare la rabbia e la delusione che provava per se stesso per non essere riuscito a mantenere la promessa fatta all'amata moglie.

-Ho fallito Martha, spero che almeno tu mi possa perdonare, perché io non lo farò...-

Questa tortura durò svariate ore prima che il silenzio ritornasse nell'Hotel.


Oh, oh, oh! Sono uno scrittore burlone! Oh, oh, oh!

Comunque ve lo avevo detto più volte che non sarebbe finita qui...

Nessuno ha notato che nell'introduzione ho scritto che la fanfiction avrebbe contato più di 10 capitoli per oltre 20000 parole? Se contate le parole escludendo i commenti dell'autore sono solo 19250.

Il CAPITOLO 10 – Corsa contro il tempo è stato pubblicato in un giorno non casuale, inoltre provate a selezionare tutto il testo del mio commento di fine capitolo 10 e 14 (sempre senza considerare il prologo altrimenti 11 e 15) e vedete che compare hihihihi! :-D

Quando ho pubblicato il capitolo precedente non ho segnalato che la storia era completa.

La parola "Fine" con il punto interrogativo dovrebbe far riflettere...

Infine, avrei creato un personaggio ben caratterizzato come Simon Van Helsing per fargli fare solo una rapida comparsata?

Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano! Un ringraziamento speciale a Blackmiranda che ha aggiunto la mia storia a quelle da ricordare! :-D

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Capitolo 17
*** Attraverso lo specchio ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano! Un saluto speciale alla nuova follower Lallyary_Jackson :-D


CAPITOLO 16 - Attraverso lo specchio

Whaaaa! Whaaa!

Il vagare disperato dei pensieri di Dracula venne interrotto bruscamente dallo squillo del suo telefono.

Tonk!

Dracula si alzò cosi rapidamente che batté violentemente la testa sul coperchio della bara, per poi farlo volare via dalla foga di uscire dal macabro letto e si precipitò a rispondere.

-Dottor Jekyll?- Chiese speranzoso il vampiro.

Rispose una voce roca:

-No, sono Hyde... il dottore ora non c' è... ma ha lasciato un biglietto, dice:

Caro Dracula, sua figlia sta bene e si riprenderà in tempi non troppo lunghi. Ho ripulito le ferite dall'argento, ma avranno comunque una velocità di rigenerazione più lenta del normale e temo che lasceranno delle cicatrici, inoltre la punta della freccia conteneva del nitrato d'argento che le è entrato in circolo danneggiandole molti organi interni, fra cui il cuore. Per quanto riguarda il ragazzo lo tengo sedato in osservazione, ma il sangue sintetico che gli sto somministrando sembra non placare la sua sete.-

-Ma che diavolo è il "nitrato d'argento"?- Chiese Dracula.

-Dal nome sembrerebbe un composto chimico a base di argento, ma io sono solo un architetto, non uno scienziato!- ribatté il signor Hyde.

-Lei è sveglia? Come sta?-

-È sveglia, ma è rannicchiata alla finestra a guardare la pioggia che scende, da quando sono arrivato non ha aperto bocca, non risponde nemmeno alle mie domande.-

-Rimani con lei fino al mio arrivo- Ordinò il vampiro che subito dopo riagganciò con foga la cornetta per correre a tutta velocità verso i sotterranei.

Percorse il corridoio di corsa ma frenò d'un tratto quando una porta di fronte a lui si aprì per far uscire una mumminfermiera con un carrello pieno di coltelli, seghe, pinze, tenaglie ed altri arnesi rugginosi e gocciolanti di sangue.

Lungo la schiena del vampiro scese un brivido di preoccupazione, poi si fece coraggio ed alzò lo sguardo verso la stanza, ma appena riconobbe la sagoma di Jonathan disteso sul letto distolse rapidamente lo sguardo altrove, non aveva il coraggio di vederlo in quelle condizioni, infine si rivolse alla Mumminfermiera:

-Dov'è mia figlia?-

-Sala operatoria, salite le scale in fondo al corridoio.- Rispose voltandosi ed indicando le scale poco lontane.

Dracula ringraziò con un cenno della testa e si incamminò, non riusciva a correre da quanto era agitato.

Arrivato al portone, strinse di denti e fece un grosso respiro, cercava di farsi coraggio, la realtà era troppo dura da affrontare. Aprì il portone con gli occhi pieni di lacrime e subito lo raggiunse il Sig. Hyde, che lo guardò, ma capì che non c' era nulla che potesse dire per tranquillizzare il conte, così uscì stando zitto lasciando padre e figlia da soli.

-M-Mavis?- chiese il vampiro con voce flebile ed insicura, ma non ottenne risposta, quindi si addentrò nella stanza in cerca della figlia. Superò molti strumenti di tortura, quando ad un tratto un lampo illuminò per un attimo tutta la stanza facendo comparire un'ombra umana sulla finestra, a cui Dracula si avvicinò timorosamente.

- Tesoro? Sei tu? -

Non ebbe risposta, così si avvicinò fino ad appoggiarle una mano alla spalla, ma la vampira sembrò continuare a dormire ad occhi aperti.

-Lo so che non un buon momento, ma devo parlarti di alcune cose importanti.

Non voglio parlare di quel bastardo che vi ha fatto questo, ma di quello che hai fatto a Jonathan... -

Mavis continuò a non dire nulla, il suo sguardo era impassibile anche ai fulmini che ogni tanto le illuminavano il volto fasciato e che facevano vibrare la finestra.

Le gocce di pioggia scivolavano lungo il vetro come lacrime su un volto, sembrava che il castello stesso stesse piangendo per lei.

-Mordere Jonny è stato un gesto irresponsabile, ti avevo avvertita che sarebbe stato pericoloso...-

-Se non lo avessi fatto Jonny sarebbe morto.- Mavis finalmente aprì bocca e si voltò verso il padre.

-Credi che si salverà?- Aggiunse preoccupata.

-Non lo so, è per questo che ti devo parlare. Trasformare un umano in vampiro è difficile e pericoloso, un semplice morso fa solo "infettare" una persona, ma se la morte non sopraggiunge in breve tempo il corpo la debella. Inoltre per potersi trasformare, un umano deve avere in se un po' di energia magica che gli può essere trasmessa facendogli bere del sangue di vampiro. Ma la cosa che più mi spaventa è la sua anima, non so quanto tu ti sia saputa controllare, essa è contenuta nel sangue e se lo hai succhiato tutto Jonathan tornerebbe in vita come un mostro senza anima, incapace di amare e spietato come ero io tanto tempo fa ed in questo caso sarei costretto ad abbatterlo.-

Mavis rifletté un attimo poi rispose:

-Sentivo quella odiosa voce in testa che mi diceva di morderlo e...- Si bloccò un attimo.

-Cosa c'è artigliuccia?-

Mavis sorrise, le piacevano quei nomignoli ed ancora si pentiva di quello che aveva detto a suo padre in quel sogno.

-No, nulla... sentivo che stavamo morendo, quindi ho fatto l'unica cosa che potevo fare per salvarci entrambi. L'ho morso, ho provato una sensazione incredibile e non riuscivo a smettere. Avevo il viso pieno del mio sangue, ne sentivo il sapore anche in bocca, quindi credo di avergliene trasmesso almeno un po'. Spero di essere tornata in me in tempo per non bergli tutto il sangue. Quando il suo cuore ha smesso di battere mi sono spaventata e l'ho lasciato...-

Il volto di Dracula si fece ancora più preoccupato.

-Vorresti dire che Jonny ti è morto tra le mani mentre lo mordevi?-

-Si... credo di si...- Mavis si preoccupò vedendo suo padre agitarsi.

-Accidenti... piccola mia, ti devo fare una domanda un po' personale... be'... tu e Jonny... avete... cioè... vi baciate e... vorrei sapere se siete mai andati oltre...- Dracula tergiversava molto, era in imbarazzo a farle una domanda di questo tipo.

Mavis arrossì e distolse lo sguardo dal padre, si aggiustò una ciocca di capelli dietro le orecchie e rispose insicura:

-Si...-

Questa risposta fece sospirare il vampiro, che sembrava triste, ma comunque sollevato, poi Mavis continuò a parlare:

-Ci siamo baciati con la lingua... è stato troppo forte!- Disse euforicamente, poi continuò con aria più cucciolosa:

-Te lo volevo dire prima, ma mi vergognavo...-

-Be'... ho capito... sono contento che tu abbia fatto qualche nuova piacevole esperienza... ma quello che ti volevo chiedere era... se voi due siete arrivati a qualcosa di più... profondo...- Il vampiro continuava a blaterare senza arrivare al dunque.

-Più profondo di così non posso!- Rispose Mavis tirando fuori la piccola lingua in tutta la sua lunghezza.

-No, quello che sto cercando di chiederti è se sei... vergine...-

La ragazza guardò perplessa il padre, poi rispose con sicurezza:

-Ovvio che no...-

Il vampiro strabuzzò gli occhi, poi lei concluse il discorso:

-Lo sai che il 28 settembre cade nel segno della bilancia!-

Dracula si batté il palmo sul viso per la disperazione, così si fece coraggio:

-Continui a non capire piccola mia... Tu e Jonathan avete mai avuto rapporti sessuali o no?!-

Mavis guardò impietrita a bocca aperta il padre.

-Ma sei scemo? Lo amo, ma lo conosco solo da pochi giorni, per chi mi hai presa?-

Il vampiro non rispose, così la ragazza riprese ad attaccare con un tono molto disprezzante:

-Forse credi che io sia una sgualdrina?!-

Mavis si alzò in piedi e si avvicinò faccia a faccia al padre, era arrabbiatissima. Dracula avrebbe voluto volentieri sparire, ma fece ciò che la figlia non si sarebbe mai aspettata, la abbracciò forte stringendola nel suo mantello.

-Mi dispiace per quello che ti ho detto figlia mia. Non so cosa mi sia preso e non mi perdonerò mai per il dolore che ti ho fatto. Ma ora sono veramente preoccupato per te, quello che hai fatto è stato molto pericoloso. L'anima di cui ti sei nutrita era troppo potente per te e non so cosa potrebbe succederti.-

Mavis alzò la testa e guardò il padre con dolcezza ricambiando l'abbraccio:

-Non ce la faccio a rimanere arrabbiata con te, ma cosa intendi dire con "l'anima di Jonny è troppo potente"?-

-L'anima dagli esseri viventi può essere più o meno energetica a seconda di vari fattori, la più forte è senza dubbio quella umana, se poi si sommano sentimenti come il primo amore, la paura della morte propria e del proprio compagno, la determinazione nel trovare una via di salvezza, essere una persona buona e generosa disposta a sacrificarsi per il bene degli altri e soprattutto essere vergine e pura la rende potentissima ed entrambi voi soddisfate tutti questi requisiti. Inoltre Jonathan è morto mentre lo mordevi, quindi hai assaporato la sua anima fino alla fine.

Io ho cercato di ottenere quello che hai fatto tu senza mai riuscirci per centinaia di anni quando cercavo il potere assoluto, a cosa credi servano i miei poteri di controllo psichico? Per obbligare le ragazze ad innamorarsi di me, ma era comunque un amore mentale e non dell'anima. Ho il terrore che tu diventi quello che io cercavo di diventare nel mio oscuro passato.-

Mavis si allontanò di qualche passo, si vergognava del passato del padre e non ce la faceva a stargli vicino quando lui ne parlava. Ma si fermò quasi subito, come imbambolata in mezzo alla stanza, allungò una mano di fronte a se e poi riprese a camminare fino a toccare uno specchio con il palmo della mano.

Un brivido le attraversò la schiena.

-Sangue di blatta...- La voce di Mavis era strozzata dall'emozione.

-Papà, è normale questa cosa?-

Dracula voltò lo sguardo verso la figlia e rimase impietrito.

-No, tesoro, non è affatto normale...- Disse Dracula preoccupato alzandosi.

Il riflesso di Mavis sullo specchio era nitido ed il lampo di un fulmine lo rese ancora più visibile, cosa impossibile per un vampiro.

-Papà, ho paura... che mi sta succedendo?- Mavis iniziò ad agitarsi.

-Non lo so piccola mia, non lo so...-


Dopo tanto ecco un capitolo meno angosciante e con un po' di ironismo, ovviamente non potevo chiudere il capitolo senza un cliffhanger, ormai avrete capito che mi piace farne un uso spropositato...

Un saluto ed alla prossima!

Ps: tanto per la cronaca adesso sto finendo di scrivere il capitolo 21

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Capitolo 18
*** Il tepore del mattino ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano! Un saluto speciale ai nuovi follower Kikka97Starky, Oceane_7, e domsic :-D


CAPITOLO 17 - Il tepore del mattino

La vampira era come ipnotizzata, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello specchio, troppe emozioni attraversavano la sua mente per riuscire a muoversi, fino a che non sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla che la fece trasalire.

La ragazza era sola sullo specchio, così spostò lo sguardo verso suo padre che aveva accanto. Lui le sorrise, anche se dai suoi occhi Mavis capì che c'era poco per cui essere felici, ma non le importava, avere il padre accanto le dava sicurezza in qualsiasi situazione.

Poi Dracula provò a scherzarci su:

-Ora sai cosa si prova a non vedere chi si ha alle spalle dallo specchio!-

Mavis sorrise ed il vampiro continuò:

-Sai, Jonny mi ha raccontato di come lo hai spaventato in bagno, piccola vampiretta birichina!-

-Mica ti ha raccontato anche il resto, vero?- Disse Mavis ridacchiando, lasciandosi trascinare fin troppo dal clima di risate che si era venuto a creare.

Dracula smise di ridere improvvisamente e subito dopo anche Mavis che si accorse di aver parlato troppo.

-Che cosa avrebbe dovuto dirmi Jonny?-

-Ehmmmmmm...- La ragazza non aveva idea di cosa dire, ma il padre continuò a fissarla in attesa di una risposta.

-È l'occasione in cui ci siamo baciati con la lingua...- Disse Mavis con il viso completamente rosso dall'imbarazzo.

Dracula sorrise, così Mavis, un po' meravigliata, disse:

-Tutto qui? Non dici niente? Pensavo che ti saresti arrabbiato. Ruggivi per i nostri bacini...-

-Io? Arrabbiato? No! Ho solo il desiderio di accartocciare Jonny come una lettera scritta male!- Rispose il vampiro mimando con le mani l'accartocciare qualcosa con sguardo ironicamente cattivo, poi d'improvviso ritornò serio e continuò:

-Ma non sono affatto arrabbiato.-

-Papà!- Brontolò Mavis, incrociando le braccia e guardando il padre con uno sguardo di rimprovero.

I due si guardarono per qualche secondo, prima di scoppiare in una divertita risata.

Mavis fece un sospiro di sollievo dentro se stessa, suo padre non sapeva nulla di come lei si fosse lasciata trascinare dalla lussuria ed avesse preso il ragazzo con violenza.

-Dai, pipistrellina, è quasi l'alba, ti accompagno in camera, sarai stanca dopo tutto quello che è successo.-

Mavis acconsentì con un cenno della testa, quindi Dracula la prese per mano e si incamminarono.

Mentre attraversavano il corridoio dell'infermeria Mavis si voltò verso la porta della stanza di Jonathan intenta a guardarci dentro attraverso la grata, ma venne strattonata a dal padre che non si era accorto che si era fermata.

-Ahi! Che fai? Così mi fai male!-

-No, no, no...- Disse dolcemente Drac, poi la prese per le spalle guardandola in viso sorridendo: -E' meglio se non vedi Jonathan in quelle condizioni. Non ti preoccupare per lui, ci metterà un po' a stabilizzarsi visto che non ho sangue umano da potergli dare, ma si rimetterà.-

-Quanto credi che ci metterà?-

-Non lo so, la trasformazione in vampiro è completa solo quando sia il sangue che lo spirito sono sufficienti a mantenerlo in vita. Purtroppo tu hai bevuto quasi completamente il sangue di Jonathan ed gli hai infuso solo una piccola quantità del tuo, quindi è estremamente debilitato sia fisicamente che spiritualmente, per non parlare della ferita della freccia d'argento che probabilmente gli rallenterà la trasformazione.-

-Ma se l'ho quasi dissanguato anche la sua anima ora è debolissima?-

-Si, ma mentre lo spirito non si rigenera da solo, l'anima è in grado di ripristinarsi stando a riposo. In questo momento Jonathan non è abbastanza forte da controllare il proprio spirito, quindi non voglio che tu lo veda ora che è un vero mostro.-

Mavis sospirò, poi appoggiò una mano alla porta e disse sotto voce:

-Jonathan, riprenditi presto... ti prego...-

Alla vampira tornò in mente per un attimo l'orribile sogno, sempre che di sogno si trattasse, del giorno prima, ma preferì non pensarci più.

I due arrivarono alla camera di Mavis e si sederono sul letto.

La ragazza non riusciva a distogliere lo sguardo dallo specchio, era troppo strano vedere il proprio riflesso. Dracula non disse nulla, non voleva spaventare la figlia più di quanto non lo fosse già, quindi si limitò ad abbracciarla amorevolmente, poi sì voltò verso di lei.

-Non ti preoccupare, cadaverina! Ora riposati che sei ferita e non ti fa bene muoverti troppo.-

Dracula si voltò per uscire, ma venne fermato.

-Papà, c'è una cosa che devo dirti...-

-Si, dimmi pure, ti ascolto.- Disse Dracula avvicinandosi nuovamente al letto.

-Che cosa faresti se io non sopravvivessi?- Mavis era agitata e guardava in basso.

Le parole della ragazza presero alla sprovvista il vampiro, che sentì crollare quel bel clima di risate e spensieratezza che c'era fra di loro. Drac ci mise un po' per riprendersi.

-Ma che domande sono queste? Non lo dire nemmeno per scherzo!- Disse preoccupato

-Libereresti il tuo demone? Inseguiresti la vendetta?- La ragazza aveva una voce fredda che fece tornare in mente al vampiro la volta in cui Mavis gli chiese di cancellarle la memoria dopo la fuga di Jonny, così lui provò a scherzare:

-Non mi ci fare neanche pensare! Mi viene la pelle d'oca solo a parlarne! E poi perché me lo chiedi?-

-Perché so già cosa faresti, l'ho già visto...-

Dracula era confuso.

-Che intendi dire?-

Mavis rimase in silenzio un attimo, poi continuò alzando il volto verso il padre:

-Papà, noi vampiri possiamo avere delle visioni sul futuro?-

-No, abbiamo molti poteri, ma non siamo veggenti.-

-Eppure io l'ho visto...-

-Visto cosa?- Il padre continuava a non capire cosa preoccupasse tanto la figlia.

-Tutto. Era così reale che non so nemmeno se questo è un sogno o no.-

-Di cosa stai parlando, spiegati.- Dracula si inginocchiò di fronte alla figlia, in modo di essere alla sua stessa altezza.

-Ti ho ubbidito e non ho morso Jonathan, ma quando sono arrivata qui in hotel era già morto ed io presa dalla disperazione e dalla solitudine mi sono uccisa trafiggendomi il cuore con il tridente del tritone della fontana. Ho passato una settimana in quel sogno, le emozioni che provavo, il dolore delle ferite... era tutto così maledettamente reale. Anche dopo la mia morte ho continuato a vedere ciò che accadeva all'hotel, tu sei diventato crudele e vendicativo al punto da prendere il controllo degli altri mostri ed iniziare una crociata contro gli umani, facendo crollare il castello dietro di te.-

Dracula rimase sconcertato dall'orrendo racconto della figlia, abbassò la testa appoggiandola sulle mani rimanendo un attimo a riflettere su ciò che la figlia gli aveva detto.

Lui sapeva benissimo che lei aveva ragione, l'unica cosa che gli impediva di vendicarsi era proprio la figlia che voleva proteggere a tutti i costi.

Infine il vampiro rialzò lo sguardo verso Mavis.

-Ma è terribile... Sei sicura che non sia stata solo una tua immaginazione?-

-No, sono certa di aver visto il futuro. Tutto ciò che è successo nel hotel appena sono tornata era uguale a ciò che avevo sognato, per fortuna che ho potuto cambiare il mio destino...- La voce di Mavis era un po' più tranquilla.

Mavis abbracciò il padre, che lo contraccambiò e le disse con una rassicurante voce paterna:

-Piccola mia, non ti devi preoccupare, ci sono io con te e sia tu che Jonny fra poco starete bene, quindi immaginazione o premonizione non importa.-

-Ti voglio bene papà...-

La ragazza sorrise stringendo ancora di più a se il padre, si era finalmente calmata.

-Te ne voglio anche io, tesoro. Ora però ho una importante riunione, mi raccomando, devi riposati.-

Detto ciò il vampiro baciò la fronte della figlia ed uscì dalla stanza lasciandola da sola.

Mavis provò a sdraiarsi sul letto per un po', ma aveva troppi pensieri per la testa per riuscire a dormire, inoltre non riusciva a distogliere lo sguardo dallo specchio, che era certamente più grande del monitor del cellulare di Jonathan, così la ragazza scese dal letto e tornò a fissare la sua immagine riflessa.

Mavis fece scorrere gli spallini della camicia da notte lungo le braccia, la seta della vestaglia scivolò lungo il suo corpo nudo accarezzandolo dolcemente.

Non era come l'altra volta, aveva solo il ventre ed il volto fasciati, mentre sul petto non aveva segni. Quando si ricordò cosa Jekyll le aveva fatto le prese un brivido, ma fortunatamente questa volta la ragazza era riuscita, raccontando della premonizione al chirurgo, a convincerlo a non infierire sul suo corpo.

Anche le bruciature del Sole e le sbucciature della lotta erano già scomparse ed il volto era più pulito senza i graffi e l'occhio nero. Il sangue di Jonathan le aveva dato abbastanza energia da aumentarle la velocità di guarigione. Solo le ferite inferte con l'argento non si erano ancora rimarginate completamente, non poteva vederle da sotto le fasciature, ma non le facevano molto male.

Poi si guardò intensamente negli occhi rossi:

-È vero, sono bellissimi come ha sempre detto papà, solo che lui li chiamava gemme di zaffiro, ma ora sembrano rubini...-

Mentre Mavis diceva ciò, lo specchio iniziò a brillare, dalla finestra alle sue spalle arrivava la luce dell'alba.

La vampira sarebbe dovuta correre a chiudere le tende, ma sembrava che la luce del giorno non la spaventasse, così si lasciò travolgere dai raggi solari che resero i suoi occhi, ancora più colorati e splendenti, proprio come una pietra preziosa.

Ci fu un attimo di silenzio, poi si guardò le mani illuminate dal Sole, non aveva mai provato questa sensazione di tepore sulla pelle, era veramente rilassante.


Scusate per il ritardo nel pubblicare questo capitolo, avevo detto a DJ_AmuStar che lo avrei fatto due giorni fa, ma rileggendo il capitolo ho voluto aggiungere un bel po' di cose, tanto da dover dividerlo in due parti.

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Capitolo 19
*** Chi sono io? ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!


CAPITOLO 18 - Chi sono io?

-Ok, questo, non è normale... non è per niente normale...- Disse Mavis sconcertata, poi si rimise la camicia da notte ed iniziò a camminare ansiosamente in giro per la camera, pareti e soffitto compresi, come faceva ogni volta che era nervosa, parlando con se stessa ad alta voce.

-Mavis, calmati, calmati, calmati! È tutto a posto, lo ha detto anche papà che è normale che vengano gli occhi rossi se noi vampiri beviamo sangue umano, ma poi passano... per il resto... che sarà mai se ti rifletti sugli specchi o resisti alla luce del Sole? Meglio, no?-

All'improvviso la ragazza iniziò a sentire il sapore del proprio sangue e le facevano male i denti, così si portò una mano alla bocca per controllare, sfiorò un canino che si staccò dalla gengiva come se fosse un dente da latte. Mavis cadde a sedere per terra a peso morto dalla preoccupazione. Il fastidio in bocca non smetteva, quindi si rialzò e corse in bagno davanti al lavandino, dove sputò uno ad uno tutti i denti.

La ragazza si guardò allo specchio, in bocca le stavano già ricrescendo i denti, erano tutti appuntiti ed affilati, sembravano quelli dello zio Wayne.

-Be'... denti nuovi... non è poi così male come cosa... Spero solo di non staccare la lingua a Jonny con questi, ah ah ah- Ridacchiò la vampira cercando di tranquillizzare se stessa.

Ma auto-rassicurarsi non era per niente facile, così per pensare ad altro uscì dal bagno e si affacciò alla finestra. Il paesaggio che si vedeva dalla sua stanza non era mai stato così colorato e pieno di vita, infatti di notte non c'erano gli stormi di uccellini che volavano e nel buio vedeva tutto in bianco e nero. Era tutto talmente bello che per un attimo la ragazza si dimenticò dei suoi problemi.

In quel momento di emozione, Mavis si aggiustò una ciocca di capelli dietro un orecchio, che però ritornò in avanti come se non ci fosse nulla a tenerla. Stranita si portò la mano all'orecchio, ma non lo trovò, quindi si voltò e corse verso lo specchio sopra al mobiletto.

La vampira spalancò gli occhi e la bocca per la sorpresa.

-Sangue di... blatta...- Disse Mavis con un filo di voce.

Sulla testa le erano spuntate due orecchie a punta, ricoperte da una morbida peluria nera, sembravano le orecchie di quando lei era trasformata in pipistrello.

-Ok, ora è davvero troppo! Chi sei tu?!- Urlò arrabbiata al suo stesso riflesso.

CRACK

Il vetro si incrinò a ragnatela come se fosse stato colpito da qualcosa, pur non essendo stato toccato da nulla.

Lo specchio incrinato rifletteva decine di volte gli occhi rossi di Mavis che si sentì come fosse spiata da se stessa; per un attimo le parve addirittura che quei riflessi sogghignassero compiaciuti.

Presa dalla paura e dalla rabbia scaricò un pugno sullo specchio che si sbriciolò. Poi si guardò la mano, il taglio che si era fatta era profondo, ma si rimarginò istantaneamente.

Mavis si spaventò, oltre alla sua metamorfosi fisica aveva acquistato poteri che non riusciva a controllore, quindi corse fuori dalla stanza in cerca di suo padre.

Lei non sapeva dove fosse Dracula, ma riusciva a percepire la sua energia provenire dalla infermeria sotterranea, né lei, né suo padre avevano mai avuto un potere del genere, ma Mavis lo sfruttò a suo vantaggio.

La ragazza corse giù ed attraversò il corridoio dall'infermeria fino a fermarsi di fronte alla stanza di Jonathan. Lei sbirciò attraverso la grata della porta e vide il ragazzo sdraiato sul letto, era incatenato per polsi, caviglie e collo. Sul pavimento sotto di lui era disegnato un cerchio rosso con un pentacolo, rune ed altri simboli magici e dall'odore che emanava sembrava essere stato tracciato col sangue di suo padre.

Jonathan era agitato, ruggiva, urlava e si dimenava in tutti i modi per liberarsi, il suo sguardo era famelico e carico di rabbia, era un mostro, nulla di più...

Poi dall'ombra della stanza comparvero il dr. Jekyll ed uno zombie che si avvicinarono al ragazzo.

-Quindi non ti sei ancora calmato?- disse il dottore estraendo un coltello della tasca del camice che conficcò in un braccio dello zombie per ritirarlo fuori subito dopo.

-Eeeeerh- Fece il morto vivente senza sbattere ciglio, dopotutto essi non provavo dolore.

L'odore del sangue del cadavere fece accapponare la pelle a Mavis, tutti i vampiri odiano il sangue marcio e quello umano è il peggiore di tutti.

-Vediamo se ora stai buono per un po'.- Continuò Jekyll piantando il coltello sporco di sangue nella pancia del ragazzo, che emise un grido fioco per poi ridistendersi sul letto svenuto.

Mavis rimase inorridita, sapeva che i metodi del dr. Jekyll erano un po' spartani, ma non poteva sopportare che anche Jonny venisse trattato così.

Fece due passi all'indietro lentamente, ma urtò qualcuno che le mise le mani sulle spalle.

-Pipistrellina, perché sei venuta qua giù? Ti avevo detto che non sarebbe stato bello vedere Jonny in queste condizioni.- Disse Dracula dispiaciuto per ciò che la figlia aveva visto.

La ragazza si voltò, ma vide il volto del padre passare da sorridente a stupito e preoccupato.

-M-Mavis... che ti è successo?-

Mavis capì che ciò che le stava accadendo non era normale, in cuor suo già se lo immaginava, quindi presa dall'agitazione spinse indietro il padre e cercò di fuggire. Dracula si trasformò in energia pura, che come un lampo azzurro e viola, superò la figlia comparendole davanti a braccia aperte per fermarla ma non appena la toccò si trasformò in una densa coltre di fumo nero che non riuscì a trattenere e che volò via.

-Mavis, aspetta!- Provò a gridarle Dracula, ma solo l'eco del corridoio gli rispose, così si trasformò in pipistrello e volò verso camera della figlia.

Tock, tock.

-Mavis, tesoro, sei in camera?- Non rispose nessuno, ma sentiva il pianto della ragazza che era seduta appoggiata alla porta.

-Artigliuccia, non devi essere preoccupata per Jonny, presto starà bene.-

-Anche dopo che lo pugnalate e lo torturate con dello schifoso sangue di uomo morto?- Disse Mavis fra le lacrime, poi continuò:

-Lo so che quello che fa Jekyll lo fa per il nostro bene, ma non c'è proprio altro modo?-

Dracula era il primo a cui dispiaceva tutta questa situazione, appoggiò la schiena alla porta e scivolò a sedere sul pavimento, ora padre e figlia erano appoggiati schiena a schiena, solo il legno della porta li separava, ma entrambi si sentivano come se fra di loro non ci fosse nulla.

-La mia vera preoccupazione sei tu, mia piccola arancia sanguinella... ho visto le tue strane orecchie, i tuoi denti aguzzi e la tua trasformazione in fumo nero... che ti sta succ- Aaaargh! Brucia!-

Un raggio di luce passò da sotto la porta bruciando le mani di Dracula, che si alzò in piedi di scatto soffiandosi sulle scottature fumanti.

-Mavy! Ma sei impazzita? Hai lasciato aperta la finestra di camera! Il Sole potrebbe ucciderti!-Gridò ansiosamente Dracula, preparandosi a sfondare la porta, anche a costo di bruciare, per salvare la figlia dal Sole.

-No, non può...- La risposta della ragazza fu concisa e carica di tristezza, la paura di ciò che le stava accadendo trasformò quello che dapprima le sembrava un vantaggio in una nuova preoccupazione.

-Che intendi dire?- Chiese Dracula confuso, Mavis non rispose, ma si limitò ad accarezzare il pavimento di fronte alla porta con la punta delle dita, i fasci di ombre che tagliavano lo spiraglio di luce venivano proiettati sul pavimento del corridoio come nastri danzanti.

-Papà... chi sono io?- La voce della ragazza era tremolante.

-Non lo so, tesoro, m-ma se mi fai entrare ti prometto che risolvevano tutto, come abbiamo sempre fatto.-

-SIRE!- Un'armatura di guardia si mise sull'attenti accanto a Dracula.

-Che voi? Non vedi che sono in una situazione delicata?- Rispose il vampiro scocciato.

-Ma signore è un'emergenza!- Insisté la guardia.

-Ho detto che non mi importa!- Ringhiò.

L'armatura fece alcuni passi indietro, poi si mise in una posizione difensiva e timorosamente continuò:

-Lo abbiamo trovato. -

-Che cosa?!- Dracula sobbalzò.

Finalmente la guardia aveva ottenuto l'attenzione del vampiro, quindi continuò a parlare.

-È stato avvistato vicino al cimitero.-

-Al cimitero? Ma è quasi arrivato all'hotel! Come ha fatto a non essere visto da nessuno?-

-Oh, certo che è stato visto, ma gli zombie sono troppo stupidi per dare l'allarme ed i fantasmi non si possono allontanare dalla foresta che infestano...-

Dracula si batté il palmo sulla faccia sconsolato.

-Ma chi è quel citrullo incompetente che ha creato un un sistema di sicurezza del genere?- Disse con tono di rassegnazione.

-Ma signore, lo ha ideato lei.- Puntualizzò l'armatura.

-Stai zitto, il mio sistema di sorveglianza è perfetto, siete voi ad essere senza cervello!- Urlò il vampiro ancora più arrabbiato.

-Èovvio che non abbiamo alcun cervello, noi armature siamo vuote, i fantasmi sono solo spiriti e gli zombie se lo sono mangiato già da tempo!- Rispose la guardia.

Il vampiro rimase in silenzio, era stufo di battibeccare con la guardia so-tutto-io così sfiorò l'elmo con l'indice e d'improvviso l'armatura cadde a pezzi per terra, come se non ci fosse stato più alcuno spirito a sostenerla.

-Ho capito, me ne occuperò da solo.-

Poi si rivolse alla porta della camera della figlia:

-Mavis, ragnettina mia, devo fare una cosa importante, ti prometto che tornerò subito.-

Poi prese in mano l'elmo per il pennacchio e lo alzò da terra, gli altri pezzi sparsi sul pavimento iniziarono a muoversi ed infine si rimontarono tutti al proprio posto, infine la lasciò dicendo:

-Fai in modo che mia figlia non esca da qui.-

Poi Dracula si tagliò volutamente il palmo di una mano con la lancia della guardia.

-Mavis, lo faccio per il tuo bene.- Detto ciò, appoggiò la mano sanguinante alla porta iniziando a borbottare parole in una lingua incomprensibile. Il sangue gli uscì dalla ferita ed iniziò a scorrere verso l'alto lungo la porta, poi sul tetto all'interno della stanza disegnando un cerchio con vari simboli magici, simile a quello sotto il letto di Jonathan.

-Porterò a termine quello che avrei dovuto fare tanto tempo fa.- Borbottò Dracula, poi con un colpo di mantello scomparve nel nulla.


Scusate per il lungo ritardo nel postare questo capitolo, ma ho avuto molto da fare in queste ultime due settimane. Comunque da ora in poi dovrei riprendere una pubblicazione regolare come al solito.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia continui ad intrigarvi!

Un saluto, al prossimo capitolo!

Ricordate di lasciare qualche recensione!

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Capitolo 20
*** La madre che non ho mai avuto - parte 1 ***


Salve a tutti e scusate per il ritardo, mi sono accorto che per migliorare la qualità ed eliminare gli errori dai miei capitoli li devo prima tradurre in inglese(per ), in questo modo la mia rilettura è più approfondita, perciò mi sono dovuto rimettere in pari prima di riniziare a postare qui.

Inoltre, proprio quando ero in pari con la pubblicazione italiana ed inglese, un mio follower inglese, wollaceb, non che il mio beta tester che ringrazio, mi ha dato uno spunto che mi ha permesso di scrivere ulteriori tre capitoli (questo ed i prossimi due) che non avevo previsto e ciò mi ha fatto perdere altro tempo.

Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un caloroso saluto a DjTozzaHoranPayner 69e Mavis_96 che hanno iniziato a seguirmi :-D


CAPITOLO 19 - La madre che non ho mai avuto - parte 1

Mavis vide che da sopra la porta stavano entrando delle sottili linee rosse che si muovevano come serpenti e che avevano l'odore del sangue del padre, spaventata si alzò e fece qualche passo indietro, verso il centro della stanza.

In poco tempo sul soffitto si formò un cerchio magico simile a quello che aveva visto in infermeria sotto al letto di Jonathan.

-Papà? Che sta succedendo?- Provò a chiedere la ragazza, che sentì il padre borbottava qualcosa, ma non le rispose.

Mavis aveva paura a restare da sola con se stessa, perciò corse verso la porta per provare a raggiungere il padre, ma a pochi passi dalla porta si fermò. Avrebbe voluto uscire, ma c'era qualcosa dentro di lei che le impediva di andare oltre.

La ragazza alzò lo sguardo e notò che si trovava proprio sotto al bordo esterno del cerchio del pentacolo che suo padre aveva tracciato sul soffitto.

-Ma allora questo è un sigillo magico per tenermi intrappolata qua dentro... Papà non mi aveva mai chiusa in una stanza, se lo ha fatto vuol dire che sono veramente grave... e pericolosa. Ma perché... perché mi sta accadendo tutto questo? Che cosa sto diventando?-

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

La ragazza sobbalzò, era immersa nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni e questo rumore estraneo la svegliò come fosse una secchiata d'acqua fredda.

Non era la prima volta che lo sentiva, quindi si guardò intorno in cerca dello zaino di Jonathan che era sul pavimento lungo il breve corridoio che portava all'uscita appoggiato accanto al suo, i due zainetti erano così vicini che sembravano abbracciarsi.

*Lo sapevo che la madre di Jonathan avrebbe chiamato, ma questa volta non dovrò darle alcuna brutta notizia. Anzi, potrei parlarci un po' per fare conoscenza, tanto papà non è qui...* Pensò Mavis che intanto si avvicinò allo zaino.

-Dannazione...- Disse dopo essersi fermata, gli zaini erano fuori dal cerchio magico.

-Ed ora che faccio?- Si lamentò lasciando cadere testa e braccia sconsolata.

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

Il telefono intanto continuava a vibrare.

Mavis guardò in giro in cerca di qualcosa di lungo per tirare a se lo zaino.

-Ci sono!- Disse euforicamente dirigendosi rapidamente verso il letto.

Spinse via il materasso, si inginocchiò e si concentrò sulle doghe; il letto era ricavato da una bara, quindi la più lunga era quella centrale. La ragazza strinse una mano a pugno e dette un paio di colpetti sul lato di quella doga più vicino al bordo per prendere la mira prima di sferrare il vero attacco con cui avrebbe voluto spezzare l'asse.

Mavis caricò il braccio e sferrò un colpo con tutta la forza che aveva.

Pessima idea.

L'asse resse il duro colpo, ma Mavis no, che si lasciò cadere a terra dal dolore tenendosi la mano sfortunata.

-Accidenti che male! Questo sigillo riduce anche le mie capacità fisiche!-

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

Silenzio.

La ragazza alzò gli occhi verso lo zaino.

-Ha riattaccato, lo sapevo che non ce l'avrei fatta...-

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

La vibrazione riprese subito dopo.

-Anzi no, ci sta riprovando, stavolta non posso fallire. Pensa Mavis, pensa...- Disse mentre si rialzava, poi cercò con lo sguardo qualcosa di utile, ma la sua attenzione venne attirata subito.

-Che sciocca, come ho fatto a non pensarci prima...- Disse guardando l'alto candelabro in ferro battuto posto proprio accanto agli zaini, a poco più di un metro all'esterno dell pentacolo.

Mavy prese la coperta color porpora da terra e la lanciò sopra al candelabro dove si impigliò, poi con un forte tirone lo fece cadere. La ragazza lo prese prima che battesse sul pavimento, ma era troppo pesante e continuò la caduta trascinando anche lei con sé.

-Non me lo ricordavo così pesante, forse faccio troppo affidamento sui miei poteri...-

Poi, senza perdere tempo, sfruttò i piedi a zampa di leone come gancio per agguantare uno spallino dello zaino e trascinarlo a se.

-Ti prego, non riattaccare ora, non riattaccare ora!- Ripeté Mavis speranzosa.

Appena lo zaino arrivò a portata di mano, Mavis lo avvinghiò e tirò fuori dalla tasca laterale il cellulare rispondendo il più in fretta possibile.

-Pronto?... Pronto?- Mavis sentì dei rumori dall'altro capo della linea, poi una voce femminile:

-Jonathan? Sei tu? Stavo per rinunciare!- Era la madre di Jonny, ma sullo schermo non apparse nessuno, era una chiamata normale, perciò Mavis portò il telefono all'orecchio prima di iniziare a parlare.

-No signora, sono Mavis.-

-Oh, scusate ragazzi, non volevo introdurmi nella vostra intimità, richiamatemi pure quando avete fatto.- Rispose imbarazzata la signora.

-Intimità?- Chiese Mavis ingenuamente, -Comunque Jonathan non c'è adesso, ma se vuoi possiamo parlare un po'.-

-Parlare un po'? Hai trovato la persona giusta! Mi piace conoscere gente nuova, soprattutto se diverranno presto parte della famiglia! Comunque quando mi hai risposto mi sono quasi preoccupata, Jonathan avrebbe chiuso la chiamata appena avesse visto che ero io, dice sempre che se mi vuole parlare si fa vivo lui, ma sono passati due giorni senza farmi sapere nulla. Lo sa che sono sempre in pensiero per lui, anche se dice sempre che sono assillante! Va be', tu che mi dici? Dove è Jonny? Che fate? Stasera uscite? Dormite insieme o in due letti separati? Passate la nette in ostello, in albergo o a casa tua? Ma fai mangiare tanta verdura al mio topino?...-

-Signora? Signora? SIGNORA! Per favore, mi faccia una domanda alla volta, altrimenti non riesco a risponderle.- Finalmente Mavis riuscì a fermare la madre di Jonathan prima che la tempesta di domande le facesse venire il giramento di testa.

-Mi dicono tutti così... Ma non sono io che faccio troppe domande, sono gli altri che non riescono a starmi dietro!- Si lamentò scherzosamente la signora, prima di riprendere la parola:

-Piccina, scusami, non mi sono ancora presentata, che maleducata! Mi chiamo Zoé, ma puoi chiamarmi semplicemente Zo o Zezé.-

Mavis ridacchiò.

-Che nome buffo! Non lo avevo mai sentito.-

-È abbastanza comune in Svizzera dove sono nata. Significa vita e devo ammettere che mi si addice, vivace come sono! Comunque anche il tuo ti calza a pennello, significa corvino, come il colore dei tuoi capelli, se non ricordo male. È sempre meno comune il nome "Mavis" mi fa piacere che ci sia questa riscoperta dei nomi passati nelle nuove generazioni.-

-Bene signora, ehm scusa, Zezé, Hai ragione, mi piace molto cantare, soprattutto in compagnia di tuo figlio.-

-Vi immagino, siete troppo dolci insieme... Aspetta un momento, voglio fare una cosa.-

Detto ciò, Zoé riattaccò la telefonata, per poi richiamare subito dopo.

Mavis rispose alla videochiamata, ma sul cellulare c'era solo una poltrona vuota.

-Mavis! Aspetta un attimo che arrivo!- La voce di Zoé sembrava lontana.

Poco dopo la donna comparve e si mise a sedere, aveva in braccio tre piccoli bambini abbastanza vivaci. Erano tutti uguali, dimostravano circa cinque anni ed avevano i capelli rossi e riccioli.

-Eccomi qua cara. Volevo presentarti queste tre piccole pesti...-

Ma si interruppe subito, aveva una faccia stupita ed i bambini si strinsero alla madre spaventati.

-Ma che hai fatto al viso?-

Mavis si era dimenticata che il suo aspetto non era molto normale.

-Be'... ecco...- Mavis non sapeva cosa inventarsi, poi le tornò in mente quella stessa telefonata vissuta nella visione.

-Stasera Jonny ed io andremo ad una festa in maschera! Non vedo l'ora!- Disse Mavis cercando si sembrare euforica, fortunatamente le ci riuscì bene.

-Complimenti! Sembravi un vero mostro! Una affascinante ragazza pipistrello... ed il tuo cavaliere chi sarà? Il conte Dracula bhla, bhla-bhla?- Chiese Zoé ridendo.

Mavis fece un sorriso perplesso, non sapeva cosa rispondere, dopotutto ciò che Zoé aveva detto non era molto lontano dalla realtà.

-Ma come mai indossi anche quelle bande?-

-Ah, queste... mi sono tagliata cadendo da un albero.-

-Accidentaccio! Spero non ti sia fatta troppo male! Ma allora anche tu sei agitata come il mio Jonny e queste piccole pesti? A proposito, loro sono Harry, Hubert e Hamish i miei tre gemellini di cinque anni.-

Poi rivolgendosi a loro continuò:

-Fate ciao con la manina.-

I tre salutarono, ma erano ancora titubanti per lo strano aspetto della ragazza.

-Ciao piccoli!- Rispose dolcemente Mavis facendo un cenno con la mano.

La ragazza si era emozionata al punto che gli occhi le divennero lucidi. Era felicissima che la madre di Jonathan era entusiasta di farle conoscere la propria famiglia.

Inoltre si rese conto che gli umani ed i mostri non erano così diversi come pensavano tutti e fu proprio il comportamento dei bambini fece capire a Mavis che gli umani avevano la stessa paura dei mostri, di quella che quest'ultimi avevano degli umani.


Spero che il capitolo vi sia piaciuto, la seconda parte la devo finire di scrivere, ma spero di pubblicarla a breve.

Un saluto a tutti!

Ricordatevi di lasciare qualche recensione!

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Capitolo 21
*** La madre che non ho mai avuto – parte 2 ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un ringraziamento speciale a wollaceb che mi ha ispirato questo capitolo.

Un caloroso saluto a Vic la Gleek che ha iniziato a seguirmi e che ha recensito la storia :-D


CAPITOLO 20 – La madre che non ho mai avuto – parte 2

-Mi dispiace non poterti presentare mio marito e gli altri miei tre figli, sarebbero stati tutti quanti entusiasti, ma sono usciti tutti insieme poco prima che ti richiamassi.-

-Che peccato, ma credo che avremo altre possibilità per conoscerci, magari di persona.-

-Dici sul serio? Sarebbe fantastico! Oh, non vedo l'ora! Avete già deciso quando partire?- Esclamò Zoé eccitata.

-No, per ora no, ma lo faremo a breve. Ma dove abitate?-

-Ah ah ah! Dove non abitiamo vorrai dire! Da quando hanno degradato mio marito da ricercatore a rappresentante di nuove tecnologie militari venti anni fa ci siamo trasferiti non so in quante decine di posti in giro per tutto il mondo. Sai, non voglio separarmi da mio marito, quindi lo seguo in tutti i suoi viaggi di lavoro.- Disse Zoé sorridendo, ma era il finto sorriso di chi vuol convincere se stesso di stare bene.

Mavis se ne accorse, perciò provò a chiedere:

-Va tutto bene?-

-Oh, sì, sì, non ti preoccupare... È solo che per Jonathan non è stato facile.-

-In che senso?- Chiese la vampira confusa.

-Credo tu abbia notato che Jonathan sia un ragazzo esuberante ed espansivo.-

-Certo, è forse questo che più amo di lui.- Rispose Mavis sospirando amorosamente.

- Solo che per lui è stato sempre un trauma lasciare gli amici, la scuola e la città in cui si era appena ambientato anche due o tre volte in un solo anno. So quanto ci sta male e purtroppo non ho mai potuto fare nulla. Il suo periodo peggiore è stata l'adolescenza, durante la quale si è lasciato andare, era sempre a combinare guai, andava male a scuola e smise di cercare nuovi amici perché sapeva che dopo pochi mesi li avrebbe dovuti abbandonare. Cadde in depressione, ma fortunatamente i suoi fratelli gli sono sempre stati vicini.

Non so se in Romania usa avere famiglie numerose, ma in America ed in Europa raramente una coppia di genitori mette al mondo più di due figli, noi ne abbiamo ben sette per un motivo, essi sono un vero e proprio gruppo di amici che sorreggendosi a vicenda riescono a sopportare meglio lo stress dei continui traslochi.- Le parole della donna erano cariche di tristezza, era veramente dispiaciuta per lo stress che i figli dovevano sopportare a causa della loro vita.

-Jonny non mi ha mai detto nulla di tutto questo. Ma allora perché gli piace girare il mondo se già lo può fare con voi?-

-Jonathan non parla mai dei suoi problemi neppure con noi, credo che se ne vergogni. Comunque lui gira il mondo da solo perché non vuole avere legami seri con nessuno, ma dato il suo carattere estroverso gli rimane impossibile rimanere solo, perciò passa le notti negli ostelli o in campeggio assieme a persone che incontra lungo la sua strada, ma a cui non si affeziona perché sa che dopo pochi giorni non li rivedrà più.

Jonny è un bravo ragazzo, sempre scherzoso e sorridente, ma sotto al suo spirito spensierato c'è un ragazzo solo e senza patria. Lui è alla ricerca di qualcosa che noi non possiamo dargli, un luogo che possa chiamare CASA.

Ho provato a spiegargli che la casa è il luogo in cui ti puoi rifugiare quando hai bisogno, perciò ovunque siamo noi è casa sua, ma non gli basta, Johathan vuole un luogo dove si senta al sicuro ed a proprio agio anche quando è da solo, un luogo che gli manchi quando va via anche solo per una settimana, un luogo che contenga tutti i migliori ricordi della sua vita.

Questo è quello che mi ha detto quando a diciannove anni è partito in vacanza da solo per la prima volta per fare il coast-to-coast degli Stati Uniti in autostop.

Ma finalmente quest'anno ha trovato te. Speriamo tu sia la luce che illuminerà la parte più buia del suo cuore, quella che aveva dimenticato cosa vuol dire amare una persona al di fuori della famiglia.-

Poi la donna guardò giù e continuò:

-Accidenti, i tre diavoletti si sono addormentati. Mi spiace essere stata così noiosa.-

-No, Zezé, questa storia non è stata affatto noiosa, anzi... Non credevo che Jonny portasse dentro di se tutta questa malinconia. Però è vero che mentre lui conosce tutto di me, io temo di non sapere quasi nulla su di lui.-

-Temo tu abbia ragione, ma sono sua madre e riesco a capire cosa passa per la sua mente, anche se fa sempre finta che vada tutto bene. Va be', credo di aver parlato abbastanza, ora dimmi qualcosa di te. Devo ammettere che mi sei piaciuta già dal primo momento in cui ti ho vista, ma non ti credere che lascerò il mio topino in mano alla prima ragazza che capita!- Disse Zoé ridacchiando.

-Cercherò di essere una persona speciale per lui e per tutti voi.- Mavis sorrise sotto i baffi, Zoé non poteva neppure immaginare quanto questa ragazza dall'aria innocente potesse essere "speciale".

-Non ti preoccupare piccola Mavis, stavo scherzando, per piacerci ti basterà essere te stessa!-

Mavis si incupì in volto, queste parole la fecero riflettere:

*Essere me stessa... sarebbe tutto molto più semplice, ma sono un mostro e so che non mi accetterebbero mai, sopratutto se venissero a sapere che ho ucciso Jonny e l'ho trasformato in un vampiro... Già, prima o poi lo dovranno sapere, ma non so come dirglielo... Se solo il mondo fosse diverso...*

-Mavis? Tutto ok? Mi sembri pensierosa.- Disse la donna interrompendo i pensieri della ragazza.

-Sì, va tutto bene, è solo che... no, nulla.-

Poi cercò di sorridere.

-Tu invece dove vivi? Jonathan ti ha conosciuta in Transilvania, o no? Se non ha cambiato i piani sarebbe dovuto essere in Romania in questa settimana.-

-Sì, ci siamo conosciuti qui in Transilvania.-

-Ma anche tu sei una turista, vero?-

-No, io abito qui da quando sono nata.-

La donna la guardò meravigliata, tanto che Mavis credè di aver detto qualcosa che avrebbe dovuto tenere nascosto.

-Abiti davvero in Transilvania? Magari in un castello stregato?-

-In un certo senso sì, mio padre ha un castello adibito ad hotel e noi due ci abitano.-

Il volto della donna si fece ancora più stupito, intanto la preoccupazione della vampira continuava a crescere.

-Deve essere troppo forte vivere in un castello! Ma non hai paura che la notte arrivi qualche vampiro a morderti? Sai, dicono che abbiano un debole per le ragazze giovani e carine come te! Ah ah ah!-

Mavis fece un sospiro di sollievo, la madre di Jonathan voleva solo scherzare.

-Sinceramente mio padre mi ha insegnato ad aver più paura degli umani che dei mostri.-

-Tuo padre ha perfettamente ragione, di persone violente se ne sentono raccontare tutti i giorni nei telegiornali, ma di mostri cattivi non ne ho mai visti, quindi la statistica parla chiaro... Ah ha ah!-

La battuta di Zoé si rilevò più vera di quanto avesse mai potuto immaginare, e ciò la rese ancora più divertente per Mavis.

-A dire la verità io non ho avuto una vita interessante come la vostra. Ho vissuto con mio padre fino ad ora e non sono mai uscita dal bosco che circonda il castello.-

-Hai un padre troppo apprensivo?-

-Sì, mi vuole molto bene, ma ha sempre paura mi succeda qualcosa di brutto. Quindi vuole stare sempre al mio fianco per proteggermi.-

-E scommetto che il tuo più grande sogno è viaggiare.- Disse la madre di Jonathan con così tanta sicurezza da sorprendere Mavis che rispose:

-Tu come fai a saperlo?-

-Più cerchi di tener un uccellino in gabbia e più cercherà di liberarsi e volare lontano, vero tordellina? O preferisci essere chiamata pipistrellina?-

Mavis ridacchiò.

Poco dopo Zoé riprese a parlare.

-Mavis, hai parlato spesso di tuo padre, ma ancora non hai detto nulla di tua madre, che mi racconti di lei?-

Il sorriso della ragazza svanì e dopo un breve silenzio rispose:

-Purtroppo non posso dirti nulla, mia madre è morta quando avevo meno di un anno.-

D'un tratto anche il volto sorridente di Zoé si fece angosciato.

-Oh, ma è... è terribile... mi dispiace tanto. Scusa, avrei dovuto tenere la bocca chiusa, invece di costringerti a parlarne.-

-Non ti preoccupare Zezé. Non è colpa tua.- Mavis cercò di consolare la donna che si preoccupava eccessivamente per quello che aveva detto.

-Ora capisco perché tuo padre è così iperprotettivo, ha riversato tutto l'amore per sua moglie su di te ed ora ha il tenore di poterti perdere. Posso soltanto immaginare quanto ti voglia bene.-

-Già, ci sosteniamo a vicenda.-

-Dai Mavis, ora raccontami qualcosa di più felice, voglio sapere come hai incontrato il mio Jonny. Dimmi tutto, non voglio perdermi neppure un dettaglio!-

-Ma è una storia lunga...- Mavis provò ad evitare il discorso per paura di dire qualcosa che rivelasse la propria natura, ma la curiosità della donna era troppa.

-Non ti preoccupare, ho tutto il tempo che voglio, quindi dimmi tutto!- Continuò euforicamente la donna.

Mavis non poteva rifiutare di rispondere, ma doveva stare attenta a non dire qualcosa che potesse far scoprire la sua vera natura anche se non sarebbe stato facile visto che la ragazza conosceva gli umani solo da quello che le aveva detto il padre.

-Va bene, ti racconterò tutto...-


Ok, lo so, mi sto dilungando tanto con queste chiacchere e so anche che iniziano ad essere noiose. Anche il prossimo capitolo sarà così, ma quello dopo ancora sarà più interessante, spero, e poi finalmente si riprende con la storia, quindi botte da orbi!

Cercherò di pubblicare il resto più rapidamente possibile.

Ci leggiamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 22
*** La madre che non ho mai avuto – parte 3 ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un ringraziamento speciale a wollaceb che mi ha ispirato questo capitolo.

Un caloroso saluto a watanuki, Living Fearless, Cordelia89 e Argorit che hanno iniziato a seguirmi, in particolare ad watanuki e che ha recensito. :-D

Mi scuso per il ritardo di una settimana nel pubblicare questo capitolo, ma un malware ha messo ko il mio pc ed ho perso tempo per risolvere il problema.


CAPITOLO 21 – La madre che non ho mai avuto – parte 3

-...Jonny ha trovato questo albergo per caso mentre vagabondava per il bosco e si è unito alla mia festa di compleanno...-

-Quindi hai compiuto gli anni da poco, auguri! Quante candeline quest'anno?- Zoé interruppe Mavis, che rispose esuberante senza pensarci troppo:

-Centodiciotto!- Ma si accorse solo troppo tardi che aveva detto qualcosa che non doveva dire.

In quell'attimo si era scordata che suo padre le aveva detto che gli umani hanno una vita breve in confronto ai mostri, ma non aveva mai specificato quanto.

Mavis iniziò a sudare freddo dall' agitazione, fino a che la madre di Jonathan rispose:

-Scusa, non ti ho sentito bene, hai detto "compiuti diciotto", vero?-

Mavis rimase zitta e pensierosa.

*Diciotto anni saranno tanti o pochi per il mio aspetto? Dopotutto Zezé non sembrava sconvolta per quell'età che ha capito...*

-Si, ho compiuto diciotto anni il ventotto settembre.- La vampira non era per nulla convinta di ciò che stava dicendo, ma doveva sembrare tranquilla per non far nascere sospetti.

-Ma allora sei diventata maggiorenne da pochissimo! Come ti senti a non essere più una bambina?-

-Bene, bene...- Rispose Mavis -Finalmente posso iniziare il mio viaggio! E soprattutto posso scegliere con chi condividere la mia vita!-

-Mi fai quasi commuovere...- Disse Zoé con la voce tremolante dall'emozione, -Sono così contenta che il mio Jonathan abbia trovato una ragazza dolce ed amorevole come te!-

-Non dire così o mi farai arrossire!- Si lamentò scherzosamente Mavis.

-Dai, vai avanti, sono impaziente!-

-All'inizio mio padre non voleva un uma... uno straniero nell'albergo perché esso è... diciamo... esclusivo solo per i soci.-

-Ho capito, è un club privato?- Chiese la madre di Jonathan per puntualizzare.

-Si, esatto. Ma pur avendo provato più volte a cacciare Jonny senza successo, alla fine mio padre ha rinunciato e per non creare malcontento fra gli altri mos... hem, invitati, ha travestito anche lui da mostro dicendo che era un party planner.-

-Già, Jonathan era andato in Transilvania in questa settimana perché c'era il festival dei mostri di fine estate, quindi tu festeggi tutti i compleanni circondata da mostri?- Le due si abbandonarono a delle sonore risate.

-Diciamo di sì... comunque Jonny è stato davvero un ottimo party planner. Fino ad allora le feste le organizzava mio padre, ma è un tipo all'antica ed anche un po' monotono, quindi piano piano i miei compleanni sono diventati noiosi, fino all'arrivo del mio Zing...- Mavis concluse con un sospiro pieno di tenerezza ed amore.

-Zing?- Chiese perplessa Zoé.

-Sì, è un nostro termine per indicare l'amore a prima vista... anche se per noi è stato più un amore a prima testata!-

-Invece io e mio marito abbiamo avuto un "colpo di fulmine", come dicono in Italia dove ci siamo conosciuti... ci eravamo rifugiati dalla pioggia sotto un albero quando è stato colpito da un fulmine, ma non ci siamo fatti nulla. Per quanto riguarda voi... conoscendo il mio ragazzo temo di capire cosa abbia combinato...-

Mavis ridacchiò.

-E così voi due avete avuto un incontro elettrizzante! Invece Jonathan caduto dalle scale e mi ha travolta... fortunatamente ne siamo usciti doloranti, ma indenni anche noi... tranne per il fatto che ho provato una sensazione mai provata prima, è stato come se il tempo si fosse fermato ed io venivo cullata dal suo sguardo.- Mavis sorrise, mentre il suo cuore batteva forte per l'emozione che quel ricordo continuava a suscitare in lei.

-Tipico di Jonathan, la sua goffaggine è al pari solo al suo carisma che gli permette di destreggiarsi, in modi spesso improbabili, in qualsiasi situazione. Ma quando è che ti sei accorta di amarlo?-

- Be'... mi ha incuriosito fin da subito, anche perché non ci viene nessuno della mia età al castello e finalmente potevo avere un coetaneo come amico. Inoltre ha cantato una fantastica canzone tutta per me, ma... la cosa più fantastica che abbia fatto è stata mostrarmi l'alba dal tetto del castello, è stato eccezionale! Credo che sia stato quello il momento in cui mi sono accorta di amarlo.-

-Che romanticone, non credevo che Jonathan fosse così sentimentale. Ha ripreso da suo padre, anche lui sa sorprendermi sempre anche se è un tipo di poche parole a differenza del mio ometto!-

-Il primo bacio ce lo siano scambiato durante la mia festa, aveva organizzato tutto lui, le luci, la musica, gli effetti... Tutto era così fantastico... abbiamo ballato insieme per un po', poi mi sono fermata, il mio cuore batteva a mille. Ero spaventata, ma non riuscivo a distogliere il mio sguardo dal suo, poi, come se il mio corpo si movesse da solo mi sono avvicinata a lui che invece ha iniziato ad indietreggiare. Era teorizzato e mi ha detto che gli stavo facendo paura, una parte di me avrebbe voluto tappargli il becco dicendo "stà zitto e baciami!", ma era così dolce che mi sono trattenuta...-

-E poi? Lo hai baciato, vero? Come è stato?-

Mavis era un po' imbarazzata a raccontare certe cose alla madre del proprio fidanzato, ma la donna riusciva farla sentite a proprio agio come fosse una vecchia amica.

Dopo un attimo di silenzio la ragazza rispose:

-Sì, è stata la sensazione più bella che abbia mai provato!-

-Howww! Siete troppo romantici! Mi fate sciogliere il cuore! Ma tuo padre come l'ha presa? Non dicevi che ti era sempre addosso?-

-Ad essere sincera non era molto contento, ha cacciato Jonathan che se n'è andato dicendomi che non gli piacevo... È stato terribile...-

-Mi dispiace, appena torna a casa gliene dico quattro! Così impara che non si ferisce una ragazza così carina e dolce!-

-No, no! Non è colpa sua, lui era solo spaventato da mio padre!-

-Be', se la metti così... Glie ne dico quattro lo stesso perché deve imparare ad essere un uomo più coraggioso! -

-Zoé!- Rispose Mavis imbronciata.

Subito dopo le due scoppiarono a ridere.

-Mavis, ma allora come avete fatto a ritrovarvi?-

-Mio padre mi ha vista triste come non lo ero mai stata, perciò, pentito di ciò che aveva fatto, ha inseguito Jonny per convincerlo a tornare indietro. Alla fine loro due sono diventati ottimi amici.-

-Sei fortunata ad avere un padre così affettuoso... e lui è fortunato ad avere una figlia come te! Non vedo l'ora di incontrati di persona, sei come la figlia che non ho mai avuto.-

Mavis rimase un attimo in silenzio, quello che aveva detto Zoé era sincero e spontaneo e la vampira si sentì il cuore riempirsi di felicità ed orgoglio. Non sapeva se questo bel rapporto sarebbe rimasto invariato anche dopo che la donna avesse scoperto il segreto della vampira, ma, per il momento, questo sembrava non interessarle.

-E tu sei come la madre che non ho mai avuto.- Rispose Mavis.

-Non esagerare, io sono solo una donna petulante ed impicciona! Non vorresti mai essere mia figlia!-Si lamento Zoé di se stessa, ma lo fece solo per mascherare l'emozione che le parole di Mavis suscitarono in lei.

-Lo sai che non è vero, sei la madre di sette splendidi figli che ti vogliono bene... ma... aspetta... tu hai detto che sono la figlia che non hai mai avuto, ma allora chi è la ragazza dai capelli bianchi?-

Zoé rimase perplessa un attimo prima di rispondere:

-Tu come fai a conoscere Kassandra?-

Mavis spalancò gli occhi, non ripensò che aveva visto la sorella di Jonathan nella premonizione, ma prima che riuscisse a pensare qualche scusa la donna riprese a parlare:

-Sì, certo, probabilmente Jonathan non ti parla d'altro, è molto legato a sua sorella. Se prima ti ho detto che non ho figlie è perché lei non sembra proprio una ragazza... Ha diciassette anni, ma non sogna di diventare una attrice, una veterinaria o una cantante, lei vuole essere una tiratrice scelta dell'esercito! E così passa tutto il tempo libero a sparare con la carabina di mio marito, ad aggiustare il suo fuoristrada o ad allenarsi in palestra... Oltre a tirare Jonny fuori dai guai in cui si caccia in continuazione!-

-Be'...- Mavis stava per chiedere qualcosa, ma venne interrotta da delle voci sbraitanti che provenivano dal corridoio fuori dalla porta e che attirarono la sua attenzione:

-Mavis, sei li dentro?- Era una voce femminile stridula ed acuta.

-Zia Eunice?- Mormorò la vampira fra se e se, mentre l'armatura di guardia rispose con tono autorevole:

-Signori, mi dispiace, ma non potete passare!-

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Capitolo 23
*** La madre che non avrei mai voluto avere ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un ringraziamento speciale a wollaceb che mi ha ispirato questo capitolo.


CAPITOLO 22 – La madre che non avrei mai voluto avere

-Tu non sai chi sono io!- Rispose Eunice arrabbiata.

-Madama, so chi siete, ma mi duole insistere, ho l'ordine tassativo di non far passare nessuno!-

-Ma cosa è successo? Vogliamo sapere come sta.- Disse un'altra voce più calma e pacata, era Frank.

-No, io non voglio sapere, io la voglio vedere! Voglio stringerla fra le mie braccia!- Eunice non si voleva calmare.

-Madama Eunice, vi prego di non insistere, ho avuto l'ordine direttamente da sir Dracula in persona, non posso assolutamente venir meno ad un suo comando.-

-Ma almeno possiamo parlarle? Siamo tutti preoccuparti per lei. Dracula è stato schivo sull'argomento e vogliamo avere notizie.- Disse una terza voce, era Wanda.

La vampira cercò di capire chi altro ci fosse fuori dalla sua porta, ma Zoé, incuriosita, provò a chiedere:

-Mavis? Tutto ok? Che succede?-

Mavis si era dimenticata di essere al telefono con lei e visto che non voleva che la donna sentisse o vedesse troppo preferì salutarla.

-Zezé, grazie per la telefonata, è stato un piacere conoscerti, ma ora devo proprio andare che si è fatto tardi!-

-È vero, hai ragione, quando parlo il tempo vola... inoltre ho ospiti a pranzo e non ho preparato nulla... ordinerò qualcosa da asporto al ristorante e farò finta di averlo cucinato io! Allora ci sentiamo, ciao! E salutami quell'ingrato di mio figlio!-

-Sì, lo farò appena torna. Ti saluto!-

Detto ciò riattaccò la telefonata.

Intanto la situazione fuori dalla porta sembrava essere degenerata, come ogni altra volta che i mostri hanno opinioni discordanti...

Si sentiva un vociare incomprensibile misto a rumori di ferro percosso, probabilmente si stava scatenando una rissa fra i mostri ed il servizio di sicurezza.

Mavis rimase un attimo ad ascoltare la confusione che proveniva dal corridoio. C'erano spesso litigi nell'hotel, ma l'ultima volta che ne era avvenuto uno davanti a camera sua Dracula si arrabbiò così tanto che nemmeno gli uomini mosca avevano il coraggio di ronzare troppo vicino alla camera 178.

La ragazza si sedé per terra, si abbracciò le gambe ed appoggiò la testa sulle ginocchia. Era pensierosa.

*Se mio padre fosse stato qui saprebbe come calmare gli ospiti, con le buone o con le cattive... ma ora non c'è ed io non so fare nulla senza di lui... sono sola adesso...*

Mavis chiuse gli occhi e... ridacchiò.

*Dopotutto i mostri che fanno rissa sono divertenti, soprattutto perché spezzano quel clima di perfezione, calma e monotonia che caratterizzano, o per lo meno caratterizzavano, l' Hotel Transilvanya prima dell'arrivo di Jonny.

Mostri e buone maniere... Un binomio spesso impossibile... Ma quanti sono? Generalmente il giorno dopo la fine della festa la maggior parte dei mostri riparte.

Perché sono rimasti pur sapendo che Van Hellsing è sulle tracce di questo posto?*

Ma i pensieri della vampira ottennero presto risposta, infatti in mezzo a quel baccano riuscì a distinguere le parole gracchianti di un gremil, che probabilmente era vicino alla porta:

-Io e la mia famiglia eravamo già tornati a casa quando un corvo straordinario mi ha consegnato il Transylvania Times con la notizia! Avete idea di quanto abbiamo rischiato a tornare qua per stare vicini alla piccola Mavis?-

TOCK TOCK TOCK

-Mavis, sei qua dentro? Come stai? Dicci che va tutto bene! Siamo tutti in pena per... Ahia! Mettimi giù testa di latta!-

Mavis alzò la testa verso la porta di camera sua, avrebbe voluto calmare i bollenti spiriti di quei mostri litigiosi, ma non poteva uscire da quel cerchio magico.

-Ragazzi smetterla!- Disse Mavis ad alta voce, ma col tumulto che c'era nessuno la sentì.

-Smettetela di litigare ho detto!- Ripeté, ma anche questa volta le sue parole si persero fra le pareti della sua stanza.

-ORA BASTA!- Ruggì Mavis mentre una onda d'urto si liberò da lei facendo vibrare le pareti e rompete i vetri delle finestre della sua stanza e di quelle attorno alla sua, compresa quella di Jonathan, proprio mentre due zombie tuttofare la stavano finendo di aggiustare e che ritrovandosi con solo le briciole di vetro in mano si guardarono negli occhi e commentano l'accaduto con un:

-Ehrrrrr...- sconsolato.

Un silenzio tombale circondò l'hotel, gli ospiti rimasero paralizzati e solo dopo qualche attimo si sentirono dei tonfi metallici dei prezzi delle armature che cadevano dalle mani dei mostri sul pavimento in pietra.

Dopo questo primo attimo di silenzio si sentirono i mormorii dei mostri stupiti e spaventati, ma tutto sommato felici che Mavis stesse bene.

-Mavis! Co... come ti senti? Tutto bene? Ti prego, vieni fuori, eravamo così in pena per te!- Disse Eunice con un tono calmo, tanto che la sua voce non era quasi per nulla gracchiante come al solito.

-Abbiamo saputo quello che vi è successo nel bosco, è terribile...- Continuò Wayne.

-Hai notizie di Jonny? Ti prego, dimmi che si rimetterà a breve!- Esclamò Frank preoccupato mentre si appoggiava alla porta per essere sicuro di farsi sentire.

Mavis si sdraiò sul pavimento ad osservare la complessità del sigillo magico che suo padre aveva disegnato sul soffitto. Ne rimase affascinata.

*Come mi sento? Mi sento... umana... è strano, ma mi piace... non posso usare i miei poteri ed il freddo del pavimento ed il dolore alla mano mi danno fastidio. Mi sento così tanto vulnerabile che non riesco a stare da sola, ma so che posso essere un pericolo per gli altri. Jonny... quanto vorrei che tu fossi qui...*

-Sto bene, ed anche Jonny si riprenderà presto, non vi preoccupate... Ora però voglio stare da sola ancora per un po'...- La voce di Mavis era gelida, anche se il calore dei suoi amici mostri le aveva risollevato il morale era troppo preoccupata per ciò che le stava succedendo per restare calma.

-Mavis, so che quello che ti è successo ti ha turbato molto, ma se ti rifugi in te stessa starai solo peggio. Lasciati aiutare da noi!- Disse Wanda con una voce dolce e materna.

Mavis si girò di fianco e si ranocchiò in posizione fetale.

-Vorrei non dover stare sola, ma non posso fare altrimenti, mio padre ha detto che non posso vedere nessuno fino al suo ritorno e penso che abbia ragione. Rimanetemi vicino, vi prego, ma non vi posso incontrare per ora...-

-Mavis...- Sospirò tristemente Frank. Poi Wanda si avvicinò alla porta e ci appoggiò una mano.

-Volevo chiederti scusa per non essere riuscita a trovarvi, se solo ci fossi riuscita...- Ma venne interrotta dalla nipote:

-Non è colpa tua, non è colpa di nessuno di voi.-

La vampira chiuse gli occhi sperando di calmarsi, fece un bel respiro, ma una voce accanto a lei le fece spalancare gli occhi.

-Ciao piccola demonietta.-

La ragazza si guardò in giro, attorno a lei non c'era nessuno, capì subito di chi si trattava.

-Quante volte ti ho detto che non voglio più sentirti?- Rispose Mavis scocciata ed arrabbiata, -Ti ho già detto che non ho paura di te e l'ho anche dimostrato.-

-Già, non credevo che l'amore potesse cambiare così tanto una persona al punto di commettere una pazzia come quella che hai fatto tu, ma vista la potenza che questo sentimento da ad un'anima umana non mi stupisce...-

-Quell'illusione l'hai creata tu, lo sapevo che non era una vera visione del futuro.-

-Il futuro è prevedibile, ma esso è soggetto alle scelte che fanno le persone. Puoi prevedere un futuro possibile, ma non è detto che quello che hai visto si avveri realmente e tu ne sei la prova vivente.-

-Tu hai messo in scena quel teatrino mentale per convincermi a mordere Jonathan!-

-Io ti ho solo fatto un piacere, dovresti essermi riconoscente. Se non lo avessi fatto Jonathan sarebbe morto, questo è certo. Solo una cosa non capisco, come hai fatto ad innamorati di lui? Alla fine è solo un umano. -

-Lui è più di un semplice umano!- Obiettò Mavis furiosa. -Tu piuttosto sei solo una infima voce nella mia testa!-

-Una infima voce dici? Ed una infima voce potrebbe fare questo?-

Mavis si sentì toccare una spalla, così si voltò di scatto, davanti a lei c'era la donna che aveva visto nell'incubo di qualche giorno prima. La ragazza strisciò all'indietro sorpresa e spaventata, poi disse:

-Mamma?-

-Mamma? Si, è vero, io sono tua madre, come sono la madre di tutte le creature magiche.-

-No, tu le assomigli, ma non sei lei.-

-Io sono energia pura, non ho una forma propria, ma ne assumo una simile al mio contenitore. Se ho l'aspetto della tua vera madre è perché tu le somigli.-

-Ma allora chi sei?-

-Vengo chiamata La Grande Madre, Sorgente, Diavolo... Mi hanno dato nomi diversi durante le varie ere, sia gli umani che i mostri, ma a me piace essere chiamata Lilith.-

-Tu non sei reale!- Urlò Mavis, ancora seduta a terra ed incapace di rialzarsi da quanto le sue gambe tremavano per la paura.

-Io sono reale quanto puoi essere reale tu.- Disse Lilith avvicinandosi a lei, poi si inginocchiò fino ad arrivare faccia a faccia con la vampira sempre più terrorizzata.

-Ti senti reale, piccola demone?- Continuò la donna con quel tono calmo che faceva innervosire Mavis.

Intanto sopra di loro il sigillo magico era diventato rosso luminoso ed ogni tanto veniva attraversato da alcune scariche di energia simili a fulmini. Lo spirito di Lilith lo stava facendo sovraccaricare, ma le due non ci fecero molto caso.

-Perché continui a chiamarmi "demone"?- Chiese Mavis.

-Perché è quello che sei. Non hai notato cambiamenti sia nel corpo che nei tuoi poteri? Il tuo corpo non riesce a contenere tutta l'energia che hai sottratto all'umano e così si trasforma per non esplodere...- Ma venne interrotta dal grido dalla ragazza:

-Fallo smettere!-

-Perché dovrei? Se non ti piace ciò che stai diventando lascia andare la tua anima, sacrificala a me e diventerai un essere perfetto. Ma se preferisci tenerti i denti aguzzi, le orecchie a punta ed il nasino nero da gatta è una tua decisione, io non posso obbligarti.-

-Quale naso nero?- Ripeté Mavis voltandosi verso lo specchio.

Era vero, anche se parzialmente coperto dalle bende, il suo naso si era allargato e la punta era diventata nera, proprio come quello di un gatto.

-Ti avverto che andrà sempre peggio e piano piano anche il tuo autocontrollo vacillerà.-

-No, no! Non può essere vero...- Mormorò Mavis preoccupata.

-Ed invece lo è. Fattene una ragione. Hai mai visto un demone vampiro?-

-Vattene via.- Disse Mavis con una voce calma ma minacciosa, ma Lilith non si mosse.

-Vattene via!- Ripeté la ragazza ringhiando e mostrando i denti, ma la sua furia si era fatta incontrollabile ed ancora prima che Lilith potesse avesse il tempo di reagire Mavis le saltò addosso ad artigli sguainati.

La porta della camera 174 si aprì lentamente e ciò attirò l'attenzione di tutti i mostri rimasti lungo il corridoio in attesa di qualche notizia dalla ragazza.

Tutti si avvicinarono timorosamente all'ingresso e sbirciarono dentro. La Luca del Sole faceva brillare la stanza, mentre le tende sventolavano al vento mettendo in evidenza la finestra spalancata.

-Mavis?- Chiesero gli zii ed gli amici più stretti all'unisono, ma non ricevettero risposta che non fosse il sibilo della brezza.

-Non può essere volata fuori dalla finestra, sarebbe un suicidio con tutto questo Sole!- Esclamò Murray preoccupato, ma Griffin lo obiettò:

-Non sarebbe la prima volta.-

Tutti gli altri lo guardarono male, anche se nessuno sapeva dove guardare. I mostri non avevano voglia di ricordare quella brutta litigata fra Mavis e suo padre.

-Che c'è? Che ho detto?- Provò a giustificarsi l'uomo invisibile, ma nessuno gli rivolse attenzione, la preoccupazione di tutti era ben altra.

Clickclickclickclick

Uno strano rumore metallico si fece largo fra i piedi, le zampe o le pinne della folla fino a fermarsi dinnanzi ad essa, era l'elmo dell'armatura trasportata dal guanto che zampettava come un ragno.

-Per la lancia di Lancillotto! Questo pare un grosso problema!- Detto ciò la guardia, o per lo meno il poco che ne rimaneva, fece un saltello per girarsi e corse via a tua tutta velocità.

-Ma perché sarà fuggita in questo modo?- Si domandò Wanda, -Aveva detto di stare bene...-

-Forse vuol raggiungere Drac.- Disse Frank.

-Tu sai dove è andato lui?- Chiese Wayne.

-No, non lo so, ma ovunque sia andato ha lasciato sua figlia da sola in un momento disperato. Cosa può essere così importante per lui?-

Gli altri mostri rimasero un attimo a riflettere, poi spalancarono gli occhi.

-Van Helsing!- Gridarono in coro.

Questo nome fece sobbalzare gli altri mostri che erano rimasti indietro.

-Frank, non ti credevo così scaltro, senza il tuo suggerimento non ci avrei mai pensato!- Si complimentò Murray con il gigante.

-Solo perché sono un bonaccione non significa che sono tonto, sai?-

-Ragazzi!- Disse Griffin per attirare l'attenzione degli altri, -Fossi in voi chiacchiererei di meno ed agirei di più, Mavis è ferita e se invece di trovare suo padre trovasse qualcun altro?- Concluse con un tono fin troppo calmo per la situazione.

Tutti gli altri si guardarono preoccuparti e poi dissero all'unisono:

-Dobbiamo trovarla prima che si faccia male e prima che Dracula lo venga a sapere!-

Poi corsero a cercare le armature ed i Gargoyles che già si erano radunati nella hall preparati per partire.

-Wanda, tu rimani qui con i bambini.- Disse Wayne, la donna lupo annuì. Anche Frank ebbe la stessa preoccupazione:

-Eunice, rimani qui anche tu, non voglio che ti faccia male.-

-Vedete di tornare presto, Frank aspetta che ti porto il tuo maglioncino di lana!-

Eunice si incamminò verso le scale, ma l'intero gruppo partì prima del ritorno della signora Stein.


Ultimo capitolo filler, dal prossimo ricomincia la vera storia.

Adesso sono in vacanza al mare per una settimana, ma per il prossimo fine settimana dovrei riuscire a pubblicare il capitolo 23 – Vecchi rancori :-D

Un saluto a tutti, al prossimo capitolo!

Ricordate di commentare!

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Capitolo 24
*** Vecchi rancori ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale ed i miei due nuovi followers Dacky_93 e RakyKiki :-)

Dopo un po' di pausa finalmente la storia prosegue con il capitolo di cui soprattutto i miei lettori di mi richiedevano a più riprese, lo scontro fra Drac ed Helsing.

Vi avverto che non sarà una battaglia convenzionale...

Buona lettura!


CAPITOLO 23 - Vecchi rancori

Dracula arrivò in un baleno al cimitero; era giorno, ma il cielo si fece nuvoloso. Niente Sole e niente tenebre, lo scontro che sarebbe avvenuto di li a poco sarebbe stato alla pari.

L'aria era ferma e silenziosa, fin troppo calma, come se persino il vento o i rumori fossero fuggiti per la paura.

-Dracula! Ma allora esisti veramente. Iniziavo a credere fossi solo una leggenda.- Simon ruppe quell'innaturale silenzio con voce calma, quasi compiaciuta.

Dracula si girò e guardò in alto poco sopra di lui, il cacciatore era seduto sopra una cripta. Incredibile come il vampiro non fosse riuscito a sentirgli il battito cardiaco.

-Ho visto quel bel castello laggiù, è la tua dimora? Sarei curioso di farci una visita, così mi presenti ai tuoi amici e parenti. A proposito, lo sai che ho beccato una delle tue mogli che se la faceva con un allocco? Che c'è, tu non la soddisfi abbastanza?- Lo sfotté l'uomo ridacchiando sotto la sua barba rossa vecchia di qualche giorno.

-Io amavo mia moglie, ma quelli come te l'hanno uccisa! Ed ora come hai osato fare del male a mia figlia ed al suo fidanzato? Perché voi umani sapete essere così crudeli?- Rispose Dracula con voce roca, poi dal mantello tirò fuori un bastone da passeggio, da cui sguainò uno stocco che puntò minacciosamente al cacciatore.

-Tua figlia... è carina per essere un mostro, sembrava veramente dispiaciuta quando ho colpito quel ragazzo per errore. Le hai insegnato tu a mentire così bene?- Continuò Simon senza preoccuparsi della lama che gli veniva puntata contro.

-Come ci hai scoperti?- Tuonò il vampiro.

-Dall'attacco al castello di Lubov la mia famiglia ti ha cercato per generazioni, ma sembravi sparito dalla circolazione. È proprio vero che nessuno vede ciò che ha sotto al naso. La Transilvania è una regione povera, l'unica ricchezza che ha sono i suggestivi paesaggi e gli antichi castelli e per aumentare il turismo la popolazione ha soffiato sul fuoco delle leggende sui mostri. Nessun cacciatore viene in Transilvania perché ci sono migliaia di finte segnalazioni ogni anno, ma questa volta è stato diverso... ovviamente non sono così stupido da credere che un gruppo di veri mostri ha attraversato il festival dei mostri perché è palesemente una pubblicità, ma un aereo di linea dirottato da un pipistrello fumante mi ha messo la curiosità addosso. Ma dimmi, come sta tua figlia? Sai sono un po' preoccupato per lei.-

-Bastardo!- Ruggì il vampiro, poi, troppo adirato per stare fermo, partì all'attacco sferrando un fendente che venne bloccato da Simon con una katana che sguainò da dietro la schiena. Mentre le spade stridevano fra loro il cacciatore continuò a parlare incurante del pericolo:

-Arrivi già al sodo? Speravo fossi un tipo da preliminari, mi piace chiacchierare, soprattutto con nuova gente interessante. Mi dispiace doverti uccidere... Hahaha, scherzo, non mi dispiace per niente!-

Le due lame sibilarono fra loro per poi staccarsi, ma non rimasero separate a lungo poiché entrambi tornarono subito alla carica con una serie di stoccate.

-Sei troppo vecchio per queste cose!- Simon continuava a parlare come se si ritenesse troppo bravo per concentrarsi sullo scontro e ciò faceva innervosire Dracula.

Le spade rimasero in stallo lasciando i due faccia a faccia.

-Vorrai dire che ho troppa esperienza per uno come te!-

Poi il vampiro spinse con forza facendo indietreggiare l'uomo di qualche metro.

-Ma che! Tua figlia è molto più forte e spaventosa di te! Non ho mai avuto tanta paura di morire come quella volta!-

Dracula ringhiò per la rabbia, poi alzò una mano verso Simon, sembrava concentrarsi, ma non accadde nulla.

-Cosa stai cercando di fare?- Chiese perplesso l'umano, -Vuoi forse usare i tuoi poteri per uccidermi? Davvero sei così stupido?- Poi continuò con un tono molto rabbioso, -Sulla mia pelle ho più sigilli contro la magia nera che cicatrici, e fidati, a causa di voi bastardi ne ho molte.-

-Tu sarai immune alla mia magia, ma sarai immune anche a questo?- Disse il Dracula con tono di sfida, poi fece un cenno con l'indice e svariate lapidi del cimitero si sollevarono dal terreno per poi scagliarsi contro il cacciatore.

-Oh, no...- Si lamentò sconsolato appena prima che i primi blocchi di pietra lo raggiungessero, ma riuscì ad evitarli gettandosi a terra. Dracula non perse tempo e continuò a lanciargli contro altre lapidi che Simon distrusse tagliandole con la katana.

-Ma allora hai intenzione di lapidarmi?- Disse l'uomo; la battuta fece ridacchiare il vampiro che rispose:

-No, voglio vedere la tua faccia impressa su una di queste! Di "cheese" così ti faccio un'istantanea!-

-Non credevo tu avessi un senso dell'umorismo così spiccato. Dovevi fare cabaret, le tue battute fanno... morire dal ridere!- Rispose l'umano.

Dracula stava per scoppiare a ridere, ma preferì trattenersi, non voleva dare questa soddisfazione al nemico.

Simon approfittò del momento di distrazione del vampiro per tirargli tre shuriken, che Dracula riuscì a prendere al volo.

-Credevi di prendermi alla sprovvista? Io non mi faccio fregare così facil... Aaaaaargh- Gridò il vampiro lasciando cadere a terra le stelle ninjia e soffiandosi le mani bruciate.

-Chi è che non si lascia fregare così facilmente?-

-Maledetto tu e le tue armi in argento!-

-Preferisci questo?- Disse l'uomo tirando fuori l'arco ed aprendolo. Appena lo vide il vampiro si sentì ribollire il sangue, in quell'attimo rivisse ciò che aveva sofferto la figlia. Stava per partire all'attacco, ma dové rimanere sulla difensiva, poiché contro di lui stavano arrivando altri shuriken che deviò a colpi di spada. A seguirli c'era una freccia che viaggiava ad una velocità che neppure il vampiro si aspettava, riuscì a parare anche quella, ma lo stocco gli sfuggì di mano e si conficcò nel terreno.

-Potente, vero? Tu sei ancora abituato ai vecchi archi di legno? Questi compound in fibra di carbonio e carrucole sono piccoli, ma molto, molto più potenti di quanto si possa immaginare! L'ho pagato una salassata, ma ne è valsa la pena.-

-Quale mostro traditore potrebbe venderti armi come quella per un po' del tuo sangue?-

Simon fissò con delusione il vampiro, poi rispose:

-Guarda che è solo un modo di dire per una cosa pagata molto, non mi sono fatto bere il sangue dalle sanguisughe...- Poi continuò con aria molto sbeffeggiativa, -Tsh, ti ritenevo più intelligente, sai?-

-Oltre a parlare sai fare qualcos'altro?- Il vampiro era sempre più irritato da quell'irrispettoso umano.

-Neanche tu mi sembri un gran che, dal re delle tenebre mi aspettavo grandi cose!- Rispose Simon caricando un'altra freccia che scoccò senza esitazione.

La traiettoria della volata era talmente prevedibile che a Dracula bastò spostarsi leggermente per evitarla, ma si accorse troppo tardi che al fondo del dardo era legata una sfera di carta che fecendo un piccolo botto rilasciò una densa nube bianca.

-Coff, coff, coff!- Il vampiro tossì forte, gli occhi si arrossarono e faceva fatica a respirare.

-Bombe all'aglio? Che vile che sei!- Disse affannosamente Dracula.

-Viltà o arguzia? Dopotutto in guerra tutto è lecito per vincere!-

-Umani... coff, coff... siete creature senza onore!- Rispose il vampiro con disprezzo.

L'aria era ancora intrisa dell'odore di aglio e per questo Dracula si trovava in posizione di svantaggio, decise quindi di provare ad allontanarsi il più che poté da li.

Il vampiro iniziò a correre, riprese lo stocco da terra e si diresse verso un fiume che scorreva vicino al cimitero.

-Dici che sono vile e poi fuggi dal campo di battaglia? Coniglio e pure stupido! Credi di riuscire a fuggire così facilmente?- Esclamò Simon prima di caricare una freccia dalla grossa punta rossa conica poco affilata che scoccò.

Il volo era teso, ma lento a causa dell'eccessivo peso. Raggiunse il vampiro mentre stava correndo lungo un tronco che congiungeva le due rive del fiume, ma riuscì solo a trapassare il suo mantello per poi conficcarsi nel legno.

BOOM!

L'esplosione che Dracula non si aspettava Io scaraventò verso l'acqua, ma riuscì ad atterrare su un pezzo di legno galleggiante.

Anche Simon lo seguì saltando su un altro pezzo di legno.

-Ma allora è vero che voi vampiri non potete superare l'acqua corrente?-

-Non so di cosa tu sia parlando, io so nuotare benissimo! È solo che non voglio spettinarmi i capelli.-

Intanto il dislivello del terreno aumentò trasformando il fiumiciattolo in una rapida.

-Un mio amico umano mi ha detto che per andare avanti bisogna seguire il flusso... adesso vediamo dove ci condurrà!-

I due surfisti improvvisati iniziarono a prendere sempre più velocità, mentre le rocce che sporgevano dall'acqua rendevano il gioco sempre più pericoloso.

-Hey, Helsing, ti diverti anche tu a Transylvanialand?- Disse Dracula divertito nel vedere il cacciatore fare fatica a mantenere una traiettoria stabile.

-Vediamo se ti diverti anche tu dopo questa!- Rispose Simon con tono di sfida.

L'uomo si alzò in piedi sul tronco, caricò l'arco e scoccò una freccia che Dracula schivò con un semplice saltello a piedi pari.

-Hop! Mancato!- Disse il vampiro per prendersi gioco del cacciatore, ma fu solo quando riatterrò sul suo tronco che capì a cosa stesse mirando Simon con quel tiro eccessivamente basso; l'argento della freccia conficcata nel legno lo rendeva immune ai poteri di Dracula, che dopo aver cercato goffamente di rimanere in equilibrio su di esso cadde in acqua.

Helsing sorrise, ma presto si rese conto che quella piccola vittoria personale gli sarebbe costata cara. L'aria non è essenziale per i vampiri, se non possono respirare sono in grado di ricavare l'energia di cui il corpo ha bisogno grazie alla magia.

L'umano ricaricò l'arco e mirò l'acqua sotto di lui, ma a causa della corrente non poteva vedere nulla.

-Non ti puoi nascondere per sempre! Esci fuori se hai il coraggio, fifone!-

-Non eri tu a dire che in guerra tutto è lecito?- La voce del vampiro era molto più vicina di quanto Simon immaginasse. Alzò subito lo sguardo, ma Dracula stava già piombando su di lui a stocco sguainato.


Nel prossimo capitolo farà nuovamente comparsa Mavis

Un saluto a tutti!

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Capitolo 25
*** Dove sono? ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale alle nuove followers Nox594 e jamyvampire :-)


CAPITOLO 24 - Dove sono?

Mavis aveva gli occhi chiusi e sentiva il fresco solletico dell'erba umida su cui era sdraiata sul collo. Non vedeva nulla, ma sorrideva mentre si lasciava cullare dalla leggera brezza del vento che le smuoveva i capelli, dall'aria profumata di erba e fiori e dal canto gioioso degli uccellini.

La ragazza aprì gli occhi e vide il luminoso cielo azzurro, solcato da qualche piccola nuvola bianca che di tanto in tanto faceva ombra al Sole alto nel cielo.

Si strofinò gli occhi e si accorse che non aveva più né bende, né ferite sul volto, poi si mise le mani fra i capelli e con enorme sollievo sentì che le orecchie le erano tornate normali. Infine si alzò in piedi, anche la ferita al ventre non la sentiva più.

Lei era vestita come sempre, vestitino nero a collo alto con maniche in tulle, ma aveva le calze nere fino al ginocchio, una cintura rossa a tre file di borchie e le Converse a stivaletto rosse con i lacci bianchi che le ricordarono il suo stile di qualche anno prima.

L'unica cosa anomala era la resistenza al Sole, ma in confronto al resto le sembrò il male minore.

Mavis si guardò intorno, era in un boschetto, ma era meno fitto di quello che circondava l'Hotel e soprattutto molto ben curato, tanto da sembrare un immenso giardino. Molti alberi erano in fiore ed il Sole riusciva ad illuminare l'erbetta chiara che ricopriva il terreno pulito e senza sottobosco.

Il posto sarebbe stato stupendo se non fosse stato per un singolo particolare, era sola, ma all'orizzonte scrutò l' Hotel Transylvania che le ridiede sicurezza, così si incamminò in quella direzione.

Durante la camminata la testa di Mavis rimase vuota da tutti i pensieri, non si preoccupò di come fosse arrivata li, né quando, né perché...

Il tempo passava, la vampira iniziò a camminare più veloce, poi a correre, ma la stanchezza sopraggiunse in fretta, quindi decise di fermarsi in un piccolo spiazzo.

Rimase immobile a guardare l' Hotel all'orizzonte, sembrava quasi non si fosse avvicinata per niente, anzi, sembrava quasi più lontano di prima a causa della foschia in lontananza che rendeva sfocato il castello.

Mentre era ferma si accorse che c'era troppo silenzio, nessun rumore, nessun fruscio del vento fra le foglie degli alberi, nessun cinguettio degli uccellini. Tutto era fermo come se il tempo si fosse bloccato.

-C'è nessuno?!- Domandò la vampira ad alta voce guardandosi in giro, ma neanche l'eco rispose.

Mavis era ancora più angosciata, non solo era sola in un luogo sconosciuto, ma le sembrò che la natura stessa l'avesse abbandonata.

La ragazza venne soffocata dalla paura come una preda inerme fra le spire di un pitone. Non riusciva quasi più a respirare, questa sensazione di abbandono l'aveva penetrata fino al midollo, ma neppure lei ne capiva il perché.

Riprese a correre disperata verso il castello ormai scomparso dietro la foschia dell'orizzonte.

Correva, pur essendo già stremata, dentro quel bosco incantevole, ma che si era trasformato in un incubo.

Mavis si fermò, sentì dei rumori in lontananza, così decise di proseguire camminando silenziosamente, non aveva idea di cosa si nascondesse oltre la vegetazione.

La ragazza si ritrovò davanti ad un piccolo villaggio di umani, non sapeva se fossero cattivi o no verso i mostri, quindi cercò di non fare nulla di "insolito".

Uscì dal bosco ed in poco tempo il cielo si fece scuro, tanto da sembrare notte, ed iniziò a piovere.

La vampira corse superando un ponticello in pietra e continuò per una strada in terra battuta, ormai fangosa, che sembrava essere la via principale del paese.

Questo villaggio era molto simile a quello che Dracula aveva fatto costruire per convincere Mavis dei pericoli del mondo, le case erano in legno e sassi e l'illuminazione cittadina era scarsa ed affidata a qualche lampione a torcia.

Mavis si guardò attorno pensando:

*Che strano, Jonny mi ha raccontato che nelle città umane l'elettricità ha soppiantato il fuoco ed il cemento ha sostituito il legno, ma questo posto sembra fermo nel passato... sarà perché è uno sperduto paese di campagna?*

La vampira continuò a correre in cerca di qualcuno che la aiutasse, ma tutti erano troppo impegnati a trovare riparo dalla pioggia, fino a che non raggiunse le uniche due persone che stavano ferme incuranti dell' acqua.

Erano vestiti con impermeabili scuri ed armati di moschetto.

Mavis si avvicinò lentamente e sorridendo chiese loro:

-Ciao, mi chiamo Mavis e mi sono persa, potete indicarmi la via per la Transylvania?-

Uno dei due abbassò la sguardo verso la ragazza, ma anziché rispondere alzò il fucile e colpì la ragazza sul petto con il calcio dell'arma con tanta forza da farla cadere nella melma.

-Vai via stracciona! Il dottor Frankenstein non vuole disturbi di alcun tipo!- Disse l'uomo in malo modo.

Mavis rimase molto sconcertata per la brutta risposta, poi, accorgendosi del nome familiare rispose:

-Lo zio Frank è qui? Portatemi da lui!-

Le due guardie si misero a ridere in modo disprezzante.

-Non c'è nessun Frank qui, ma solo Victor.- Disse uno, poi l'altro continuò:

-Ora vattene e tornatene per la strada, il dottore si è appena sposato e non ha bisogno di una come te!-

Detto ciò umiliò ulteriormente Mavis, che cercava di rialzarsi, dandole un calcio che la fece cadere nuovamente a terra.

La vampira li guardò male, avrebbe tanto voluto stenderli, ma preferì non attirarsi troppe attenzioni indesiderate, così tornò in piedi e si allontanò senza dire nulla.

-Che maleducati, perché dovrebbero trattare così male una ragazza che si è persa? Eppure non ho fatto nulla per fargli scoprire la mia vera identità. Non posso credere che gli umani siano così tanto cattivi anche fra di loro... forse papà non aveva tutti i torti sul loro conto...-

Mavis continuò a camminare verso un pub che sembrava affollato per cercare ulteriori informazioni, ma aveva molti pensieri nella mente.

*Dottor Frankenstein... non può essere solo una coincidenza...*

La vampira provò ad entrare, dentro c'erano vari tavoli rotondi pieni di calici di birra e tutti i posti erano già occupati da gente chiassosa, visibilmente ubriaca.

Mavis si avvicinò al bancone, ma rimase in piedi guardando lo specchio posto dietro le bottiglie di alcolici.

Ormai si era abitata a vedere il proprio riflesso, ma era diverso da come se lo aspettava, gli occhi erano tornati azzurri ed i denti non erano più appuntiti, ma normali, troppo normali... neppure i canini erano più lunghi o affilati degli altri denti.

Il barista, un giovane dai capelli rossi e scompigliati, si avvicinò a lei chiedendole:

-È la prima volta che ti vedo, sei una forestiera?-

La vampira lo guardò un po' prima di rispondere:

-Sì, mi sono persa... sai dove mi trovo? E come posso tornare a casa in Transilvania?-

-Sei molto lontana da casa, molto più di quanto ti possa immaginare, sai?-

-Cosa vuoi dire? Dove mi trovo?-

-Continua a seguire il tuo istinto e lo scoprirai presto.- Detto ciò il ragazzo tornò al lavoro senza permettere alla ragazza di fare altre domande, così lei decise di uscire.

Mavis si voltò verso la locanda, i due umani armati erano ancora li che la fissavano, ma qualcosa sui tetti aveva attirato la sua attenzione, sembrava una persona, molto grande, con un lungo cappotto nero.

-Zio Frank?- Disse Mavis a voce bassa, ma piena di speranza.

Doveva raggiungerlo, ma non poteva farsi vedere da quei prepotenti, così corse dietro ad un carro di botti fermo in un vicolo buio al lato del pub, si abbassò e si guardò intorno. Non vedendo nessuno provò a trasformarsi in pipistrello, ma non accadde nulla.

-Ma che...- Borbottò confusa.

Poi provò a concentrarsi di più, ma ancora nulla.

-Maledizione, che è successo ai miei poteri?-

Mavis, non potendo volare, doveva inventarsi qualcosa, così si guardò attorno e vide un grosso albero con cui avrebbe potuto raggiungere i tetti.

Senza perdere tempo iniziò ad arrampicarsi, in hotel era una delle sue attività preferite che poteva fare senza che il padre si preoccupasse, visto che in caso di necessità poteva volare, ma questa volta non aveva il lusso di commettere errori.

Arrivata abbastanza in alto camminò lungo un ramo fino a dove esso era abbastanza robusto da sorreggerla, ma era ancora un po' troppo lontana per arrivare al tetto della casa dove le era sembrato di vedere Frank.

Ma Mavis, non conoscendo realmente il dolore di una caduta non si fece scrupoli, si alzò le maniche di tulle e provò il rischioso salto.

Si dette un forte slancio e spiccò quasi il volo, ma non fu abbastanza alto per atterrare sopra alla casa, infatti colpì di petto il cornicione, mentre soltanto le braccia erano sopra al tetto.

Il duro colpo tolse il fiato alla ragazza, ma riuscì a resistere, mentre il resto del corpo dondolava pericolosamente nel vuoto.

Ancora prima che la ragazza si riprendesse del tutto provò a tirarsi su, ma le tegole bagnate dalla pioggia erano più viscide di quanto pensasse, quindi iniziò a scivolare.

Mavis cercò un appiglio invano, provò anche a rallentare la caduta con le unghie, ma l'unico risultato che ottenne fu quello di spazzarsele, purtroppo non erano più i duri ed affilati artigli da vampiro a cui era abituata.

Riuscì a fermarsi solo quando si aggrappò al ciglio del cornicione e prima che si stancasse troppo cercò di sollevarsi, ma una tegola a cui era aggrappata si sfilò, lasciando la ragazza sostenuta per una sola mano.

La vampira guardò giù e vide la tegola sbriciolarsi per terra, era stanca e dolorante, ma se non voleva fare quella fine non doveva perdere tempo. Si dette un po' di slancio e riuscì a riportare la mano libera sulla trave ormai scoperta, infine con un ultimo sforzo si sollevò a raggiunse il tetto su cui si sdraiò stremata.

Aveva le braccia sbucciate, ma era soddisfatta ed anche un po' divertita, emozioni così forti non le aveva mai provate grazie alla sicurezza che le davano i suoi poteri.

-Non credevo fosse così difficile vivere senza magia...-

Mavis si guardò attorno, ma Frank era sparito, lei avrebbe voluto chiamarlo, ma non voleva attirare l'attenzione delle guardie.

*Se non trovo lo zio Frank posso provare a parlare con questo dottor Victor, forse lui mi aiuterà.*

Il problema era arrivare alla locanda dall'altra parte della strada, troppo lontana per essere raggiunta direttamente da dove era. L'unica via che aveva, senza passare da terra, era saltare da un tetto all'altro, separati da uno stretto vicolo, ed attraversare la strada da sopra un arco che congiungeva due case poco lontano da lei.

Mavis iniziò a correre, pur rischiando di cadere varie volte, raggiunse il tetto della locanda, ma all'improvviso udì il suono armonioso di un flauto vicino a lei.

Provò a guardarsi attorno, ma il buio nascondeva ogni cosa attorno a lei e poco dopo questa musica svanì lasciando spazio solo allo scrosciare della pioggia.

-Elizabeth!- L'urlo di un uomo preoccupato proveniva dalla strada.

La ragazza scese dal tetto al balcone e si diresse verso la finestra dell'unica camera illuminata da molte candele, ma quando provò a guardare dentro un il lampo di un fulmine la accecò.

-Elizabeth!- Nuovamente quella voce, ma questa volta proveniva da dentro la camera.

La ragazza riaprì gli occhi, ma sarebbe stato meglio per lei se non lo avesse fatto.

-Ho mantenuto la mia promessa!- Disse Frank seduto sopra una donna in abito bianco grondante di sangue.

Poi un nuovo lampo di fulmine illuminò la stanza, ma questa volta Mavis rimase ad occhi aperti, non aveva la forza di chiuderli, né di muoversi da quanto quella scena era orribile.

Frank aveva in mano il cuore ancora pulsante di quella donna e lo teneva ben in mostra ai tre uomini sconvolti che avevano fatto irruzione nella stanza, per poi spingere quel cadavere giù dal letto contro una lanterna ad olio.

-Non sta accadendo realmente, non sta accadendo realmente... la zio Frank è una delle persone più buone che conosco, non può essere un assassino. Questo è solo un incubo... Ora mi sveglio, ora mi sveglio!- Disse Mavis per convincere se stessa che ciò che vedeva non era reale.

Chiuse gli occhi, nella speranza che quando li avrebbe riaperti si sarebbe ritrovata nel proprio letto, magari svegliata proprio dal padre che si preoccupava per lei, ma non fu così.

BANG, BANG BANG

I tuoni dei colpi di moschetto riportarono alla realtà la ragazza facendola trasalire.

Suo padre le aveva parlato delle orribili armi moderne che avevano sostituito i rudimentali forconi e lanterne, ma non ne aveva mai vista una in azione.

Frank venne colpito in pieno, ma il piccolo proiettile poteva fare poco contro un gigante del genere, che uscì dalla finestra rompendola per dileguarsi nell'oscurità della notte.

Anche Mavis fuggì via gettandosi dalla terrazza, la caduta fu rovinosa, ma lei era troppo disgustata per quello che aveva appena visto per rendersi conto che si era fatta male.

Le guardie non c'erano più, così si incamminò zoppicando verso il ponte attraverso il quale era arrivata in città, ma mentre stava per attraversarlo sentì le grida di molte persone. Per un attimo pensò che fosse sempre Frank a causare panico per il villaggio, ma poi un'ombra nera la raggiunse alle spalle. Di essa riuscì a sentire solo il vento dello spostamento d'aria ed un tremendo dolore al braccio.

Mavis cadde in ginocchio a terra, il suo braccio aveva quattro lacerazioni profonde, probabilmente causate da un'artigliata.

-Argh, che male, ma cosa è stato?- Disse la ragazza stringendosi il braccio ferito.

Poi alzò la testa, per la strada c'era un caotico fuggi-fuggi di persone terrorizzate, ma Mavis non riuscì a vedere cosa la avesse attaccata.

Poi si alzò in piedi e sentì un ululato provenire da sopra di lei, quindi alzò la sguardo e sopra al tetto di una casa dove vide la sagoma di un lupo mannaro che fendeva la luce della Luna piena circondata dalle nuvole. Non aveva alcun vestito addosso, ma Mavis non fece fatica a riconoscerlo.

-Wayne, no... anche tu...- Disse la ragazza con un filo di voce rassegnato alla vergognosa realtà.

Il lupo fece un salto fino alla strada travolgendo una donna e facendo cadere le persone che le stavano vicino. Una dozzina di uomini si armò di forconi, zappe e bastoni e provavano ad affrontare quella bestia, ma fu sufficiente una zampata per scaraventarli a terra feriti.

-Zio Wayne, smettila!- Gridò Mavis correndo verso di lui, ma il lupo mannaro non si fece scrupoli ad attaccare di nuovo la nipotina con un pugno nello stomaco che la scaraventò qualche metro più indietro.

Quel colpo ferì la ragazza che tossendo sputò sangue, se Wayne avesse sferrato un'artigliata con quella forza avrebbe potuto ucciderla all'istante.

Mavis rimase a terra inerme a vedere quegli umani innocenti perire sotto le zanne del lupo fino a che la vista iniziò a sfocarsi per poi sprofondare nel buio.


Eh eh eh! No, non è la seconda parte del combattimento, questo è un piccolo break. Dovrete aspettare il prossimo capitolo per leggerlo.

Al prossimo capitolo! E ricordate di recensire!

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Capitolo 26
*** L'altra faccia del nemico ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale alle nuove followers TWKOA e _Shanna_ :-)

Mi scuso per l'eccessivo ritardo per pubblicare questo capitolo, ma non sono stato a casa in questi giorni e fra le email avevo soltanto il capitolo in inglese che mi hanno corretto e che sono riuscito a pubblicare qualche giorno fa.


CAPITOLO 25 - L'altra faccia del nemico

L'uomo fece appena in tempo a parare il colpo con l'arco, ma il tronco dove era non resse alla botta e si spezzò facendo sprofondare i due nell'acqua tortuosa.

Nuotare in quel fiume era impossibile per un umano ed il basso fondale pieno di grosse rocce poteva essere più letale di Dracula stesso, che per il momento sembrava scomparso.

Helsing cercò di tornare in superficie per respirare, ma appena fece uscire il viso dall'acqua qualcosa lo ritirò in profondità. Il vampiro lo aveva avvinghiato e non aveva intenzione di liberarlo con molta facilità.

In quel momento i loro occhi di assassini si incrociarono. Dracula voleva guardare in faccia l'uomo che ha quasi ucciso sua figlia e il suo migliore amico, lo voleva vedere morire, voleva leggergli negli occhi il terrore e la disperazione che avrebbero portato a chiedere pietà anche a chi di pietà non ne ha.

Ma non fu come si aspettava, non vide nulla di tutto questo, quegli occhi verdi erano il perfetto riflesso di quelli di Dracula, forse anche l'uomo pensava le stesse cose del mostro.

Entrambi erano in balia della corrente e non passò molto prima che i due andassero ad urtare violentemente una roccia che li divise.

Simon dopo il colpo riuscì a tornare in superficie, ma il dolore era tanto forte che gli era difficile anche respirare. Rimase comunque in guardia aspettando un nuovo attacco da parte del vampiro, ma non accadde nulla.

-Hey, cerchi me?- Il pipistrello ridacchiò, stava svolazzando poco più avanti dell'umano ed aveva una espressione soddisfatta in volto. -Questa scena non me la voglio proprio perdere!- Continuò divertito.

Simon guardò davanti a se, sembrava che il fiume ed il cielo si toccassero e ciò lo fece spaventare, sapeva che si stava avvicinando a velocità incontrollabile verso una ripida discesa, o peggio, ad una cascata.

-Vediamo se ridi anche dopo questo!- Urlò Simon mentre si avvicinava sempre di più al baratro.

Il cacciatore sparì sott'acqua un attimo prima del precipizio, per poi ricomparire saltando con la lunga giacca in mano contro il pipistrello.

Drac rimase meravigliato dal disprezzo che l'umano aveva per la morte, chiunque altro in quella situazione si sarebbe disperato, invece lui rimaneva impassibile e calmo come se fosse tutto normale.

Dracula pianificava sempre tutto nei minimi particolari preparando soluzioni utili ad ogni evenienza, ma appena qualcosa andava fuori schema non era mai in grado di affrontarla ed infatti pur avendo decine di scappatoie per sfuggire all'attacco dell'uomo il vampiro rimase fermo a svolazzare mentre lo guardava a bocca aperta come un allocco.

Simon lo raggiunse e con un rapido movimento avvolse il pipistrello nel giaccone. Su di esso iniziò ad illuminarsi di rosso un cerchio magico, precedentemente invisibile perché disegnato con inchiostro nero su pelle nera.

Dracula tornò umano ed i due iniziarono a cadere nel vuoto, fino a che non si schiantarono su un grosso masso al centro del laghetto alla base della cascata.

Le urla di dolore dei due vennero sovrastate dal continuo boato della cascata.

Dracula provò ad alzarsi, ma il dolore delle ossa rotte era troppo forte. A causa della trappola di Simon il re dei vampiri era nulla di più di un semplice umano ferito.

Helsing si alzò leggermente da Dracula, poi cercò la spada, ma il fodero che teneva sulla schiena era vuoto.

-Dannazione!- Borbottò l'uomo e subito dopo tirò fuori un pugnale dalla cavigliera con cui provò a colpire il vampiro che però riuscì a riprendersi e bloccare l'attacco appena in tempo.

Dracula stringeva con le mani il polso di Simon con tutta la forza che aveva in corpo, ma un corpo abituato alla magia non è preparato a sforzi fisici e senza poteri il vampiro non riusciva a sovrastare la forza del cacciatore, il cui pugnale si avvicinava sempre più al suo petto tanto da sentire il calore dell'argento sulla pelle.

-E così se ne va una leggenda... Voi mostri fate troppo affidamento alla magia!- Commentò Helsing con aria soddisfatta.

-Fossi in te non canterei vittoria così in fretta!- Replicò il conte, -Puoi bloccarmi la magia, ma non puoi fermare questi!- Concluse liberando una mano e sguainandone gli artigli con cui cercò di colpire Simon al volto, ma lo evitò saltando indietro.

Prima che Helsing tornasse all'attacco Drac portò una mano dietro la schiena e squarciò la giacca su cui era sdraiato rompendo il sigillo.

In un attimo si sentì le ossa tornare al proprio posto ed il dolore sparire, mentre lo sguardo spavaldo e sicuro di Simon si incrinò.

Dracula rimase immobile mentre il suo corpo magicamente si innalzava in piedi.

Ma il cliché degno dei più classici film sui vampiri non intimorì Simon che non perse l'occasione per sfottere il conte:

-Che tamarro esibizionista che sei! Perché non dici anche 'sono il conte Giacula, miiih"!-

-Credevo un "blah, blah blah"...- Rispose il vampiro ironicamente.

-Ma allora lo dici veramente?-

-No che non lo dico! Non l'ho mai detto in vita mia!- Continuò il vampiro arrabbiato, poi il suo sguardo tornò serio mentre fissava Simon e riprese a parlare, mentre scendeva dalla roccia per poi iniziare a camminare sull'acqua:

-Non ti sono rimaste molte altre carte da giocare, vero? Inoltre sei stanco ed in acqua non correrai tanto velocemente.-

-Non puoi neanche immaginate quanti assi ho ancora in serbo per te! Non sottovalutare il più grande cacciatore di mostri del mondo!- Disse Simon senza alcuna paura del nemico che si stava avvicinando. -Portarmi fino a qui è stata solo una perdita di tempo. Perché non abbiamo concluso la sfida al cimitero? Almeno avrei potuto darti una degna sepoltura!-

-Non ti permetterò di arrivare al mio castello!-

-Non ti preoccupare, quando arriverò là tu sarai già morto, quindi non è un problema che ti riguarda.- Concluse Simon e senza neppure dar tempo al vampiro di rispondere lanciò una granata m84 che scoppiò in un lampo di luce accecante emettendo un fumo denso ed un sibilo assordante.

Dracula rimase disorientato, non riusciva più né a vedere, né a sentire nulla, perfino la pelle gli bruciava talmente tanto che non sapeva se il cacciatore lo aveva già colpito o no.

Quando finalmente il vampiro riuscì a riaprire gli occhi notò che Simon era uscito dall'acqua e si era seduto per terra con la schiena appoggiata ad un albero. Era visibilmente stremato.

L'uomo senza la lunga giacca di pelle nera sembrava più giovane e magro, infatti erano le protezioni antisommossa che indossava a farlo apparire più robusto. Poi per liberarsi di un fardello inutile Simon sganciò la clip del cinturino del cappello e lo lasciò cadere a terra dove batté pesantemente, non era un normale cappello, era quasi un elmetto.

Dopo essersi alleggerito il cacciatore appoggiò la testa all'albero per riposarsi, quasi incurante del nemico che si stava avvicinando.

Sul suo viso, finalmente scoperto, c'era una lunga cicatrice probabilmente subita in battaglia, la barba rossiccia non rasata da qualche giorno ed i capelli rosso fuoco, molto più rossi di quelli di Jonathan, erano raccolti in una crocchia realizzata più per la comodità in battaglia che per l'estetica, tutto il contrario di Dracula, il quale non perse tempo e si aggiustò i capelli che lo scontro in acqua aveva scompigliato.

Dopo di che anche il vampiro uscì dall'acqua, zoppicava ed aveva tutta la pelle ustionata ed ancora fumante ed ancora non aveva iniziato a rigenerarsi.

-Non credevo che queste nuove flash bang agli ultravioletti e polvere d'argento fossero così efficaci... pant, pant... Se l'avessi saputo prima ne avrei comprate di più...- Disse il cacciatore tornando in piedi a fatica.

Dracula sguainò lo stocco, ma lo teneva con la punta appoggiata a terra da quanto era stanco e subito dopo lo lasciò cadere a terra.

Anche il conte iniziava ad essere stremato. Da quando aveva smesso di bere sangue umano non aveva perso i suoi poteri, ma aveva molta meno energia di una volta.

Il vampiro fissò l'uomo negli occhi, come a volerlo sfidare, mentre Simon si alzò in piedi, caricò l'arco e scoccò.

In quell'attimo di distrazione Dracula usò i propri poteri per scagliare la spada contro il cacciatore.

L'uomo, preso alla sprovvista, provò ad eluderla, ma venne ferito ad una gamba, mentre il vampiro si trasformò in pipistrello per evitare la freccia, ma nascosta dall'ombra della prima viaggiava un secondo colpo che il pipistrello non vide e che lo colpì ad un'ala per poi bloccarlo su un grosso albero.

L'ala iniziò a bruciare come la pellicola di un film ferma sulla luce del proiettore e non potendo mantenere la trasformazione tornò umano, mentre la freccia d'argento conficcata nella spalla gli bruciava la carne oltre a bloccargli i movimenti ed i poteri.

-Se questo fosse stato un duello al primo sangue sarebbe finito pari, ma non è così. Ora ho solo l'imbarazzo della scelta su come ucciderti.- Disse Simon dolorante, ma pieno di se, -Il paletto nel cuore è troppo scontato, vorrei qualcosa di più originale, magari potrei aspettare che spunti il Sole a cuocere i marshmallows sul tuo corpo in fiamme, oppure una bella flebo di nitrato d'argento in modo da divertirmi un a vedere i tuoi spasmi convulsi!-

Dracula ridacchiò, così Van Helsing incuriosito gli chiese:

-È così divertente morire?-

-No, siete voi umani ad essere divertenti, volete sempre essere quello che non siete, vero Simon? O dovrei chiamarti Simone?-

Van Helsing sciolse la crocchia lasciando liberi i capelli rossi ricci e lunghi ed infine si strappò via la pelle sintetica con la finta barba.. Aveva un viso mascolino, ma si vedeva che era una ragazza non più grande di 25 anni.

-Mi chiamo Victoria, sei contento ora che conosci il mio segreto? Tanto ti seguirà nella tomba.-

-Che senso ha fingersi un uomo?- Chiese il vampiro incuriosito dall'insensato comportamento umano.

-Non ho mai parlato del mio segreto con nessuno, perché lo dovrei fare ora e sopratutto con te?- Rispose Victoria rudemente, ma il vampiro non si dette per vinto:

-Ad un condannato a morte è sempre concesso un ultimo desiderio, ed il mio è di sapere il perché.-

-Sono la più grande cacciatrice di mostri al mondo, sono un'icona per gli altri cacciatori, se scoprissero che sono una donna chi si fiderebbe ancora di me?-

-Io mi fiderei, sei in gamba, una stronza bastarda, ma sei in gamba. Comunque mi chiedo perché voi umani vogliate vivere così male, che senso ha essere razzisti persino verso se stessi?-

-Sta zitto! Non accetto prediche da un mostro!- Urlò arrabbiata la ragazza caricando l'arco con una nuova freccia.

L'espressione di Dracula cambiò, la freccia incastrata nella scapola lo bloccava all'albero lasciandolo inerme. La sua vita dipendeva dal volere di Victoria e lei non era certo dalla sua parte.

Il vampiro non era preoccupato né del dolore insopportabile, né dell'imminente morte che incombeva su di lui. La sua unica preoccupazione era Mavis, non poteva lasciarla sola, non poteva abbandonarla, ma non sapeva proprio cosa fare per uscire vivo da quella pessima situazione e proteggere l'adorata figlia.


DRACULA È DESTINATO A MORIRE?!

LE COSE VANNO CERTAMENTE MALE PER LORO!

È DAVVERO LA FINE? INCREDIBILE!

SE VI PREOCCUPATE DI DRACULA, CONTINUATE A SPERARE FINO AL PROSSIMO CAPITOLO!

STESSA DRAC-ORA! STESSO DRAC-SITO!

NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA DRACMAN!

Devo smetterla di guardare le puntare di Batman del'66 prima di scrivere i commenti...

Va be'...

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Capitolo 27
*** Origini ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale alle nuove followers TheElleXfile e Roxylilly :-)


CAPITOLO 26 - Origini

Mavis si risvegliò seduta su una sedia regale e davanti a lei c'era una tavola imbandita di pietanze succulente.

Si trovava dentro alla sala di un castello, ma non era l'hotel Transylvania. Alle pareti erano appesi degli stendardi rossi con ricamato uno stemma di un drago rosso in posizione circolare con la coda attorcigliata al collo.

La vampira stava per alzarsi, ma il grande portone della sala da pranzo si spalancò facendo entrare un uomo alto con un naso aquilino, folti baffi e lunghi capelli neri e ricci. Indossava un copricapo di velluto rosso contornato di perle e con al centro un grosso rubino quadrato incastonato in una stella ad otto punte dorata, un pesante mantello rosso contornato di ermellino ed abiti regali. Sembrava un imperatore.

Mavis non aveva mai visto quell'uomo, ma quella faccia non le era nuova.

L'uomo la fissò un momento prima di iniziare a parlare in rumeno, una lingua che Mavis conosceva bene, come molte altre.

-E così abbiamo ospiti oggi! Non ne tornavano dalla pasqua di Târgovişte. Servitù!? Portate il pranzo in giardino.- (nds: mi spiace, non conosco il rumeno, quindi lascio tutti i dialoghi scritti in italiano, se qualcuno può farmi una traduzione ben venga...)

Dopo di che quattro camerieri entrarono, sollevarono il tavolo e si incamminarono fuori dal castello.

Mavis e quell'uomo li seguirono fino ad arrivare al grande portone, il quale, aprendosi, fece entrare una luce che travolse tutti. La ragazza chiuse gli occhi immersa in quel rilassante tepore mentre usciva dal tetro castello.

-Allora? Non hai fame?- Era la voce del nobile del castello.

La ragazza si voltò aprendo gli occhi d'istinto verso l'uomo, poi si guardò attorno stupita... scioccata.

Una fitta allo stomaco, poi oppressione, angoscia, paura... Mavis si sentiva il cuore in gola, tanto da non riuscire a respirare.

Gli alberi, tutti gli alberi di quell'immenso cortile erano stati tagliati e trasformati in forche dove erano state impalate decine, forse centinaia persone.

La ragazza iniziò a camminare stordita e confusa da tutta quella inaudita violenza, le sue scarpe affondavano nelle pozze di melma create dal sangue di giovani, anziani, uomini e donne tutti umani, tutti accomunati dallo stesso destino avverso.

Mavis si voltò verso l'uomo in cerca di spiegazioni, ma non riuscì a proferire parola, lui era seduto a tavola e mangiava tranquillamente, sembrava rilassarsi alla vista di tutta quella sofferenza.

-Tu... chi sei?- Riuscì a dire la giovane tremando.

Il signore alzò lo sguardo stupito per la domanda, poi si alzò in piedi.

-Sono Vlad III Draculea voivoda di Valacchia, detto "l'impalatore".- Disse vantandosi del soprannome con cui tutti lo chiamavano.

-Vlad Draculea... il tuo nome... il tuo volto... la tua voce... non è possibile...tu... non...- Ma le parole soffocate dalle lacrime della ragazza vennero interrotte da uno strano rumore che proveniva da sotto il terreno.

Mavis si allontanò di qualche passo preoccupata, mentre la terra iniziò a gonfiarsi. La ragazza spostò lo sguardo verso Vlad e notò che lui e le sue due guardie avevano brandito le spade, sembrava che nemmeno lui sapesse cosa stava accadendo.

Crack... crack...

Un flebile rumoreattirò l'attenzione di tutti su quella semisfera di terra.

Crack...

Ne uscì con vigore una mano che sembrava umana, poi subito dopo, la terra continuò a rompersi facendo uscire una donna dai lunghi capelli verdi, nuda e sporca di una sostanza viscosa rossa.

La donna alzò la testa ed aprì gli occhi gialli verso Vlad, poi si alzò in piedi, anche se di piedi non aveva, una lunga coda di serpente verde iniziava dalla vita ed era lunga alcuni metri.

Mentre il mostro strisciava verso di loro, incurante della presenza di Mavis a pochi passi da lei, i tre umani alzarono le spade in posizione offensiva.

Le due guardie stavano per intimare al mostro di fermarsi, ma si accasciarono a terra esanimi come se un soffio di morte avesse portato via le loro anime.

-Sei stato tu a versare tutto questo sangue innocente alla terra che mi ha generata?- Disse il mostro a pochi metri da Vlad l'impalatore, che impassibile rifoderò la spada e rispose:

-Si, è opera mia. Ti piace questa vista? Questo odore? E questi lamenti?-

-È uno spettacolo unico...- Sussurrò la donna guardandosi attorno, anch'ella compiaciuta quanto l'umano, poi continuò con voce sensuale, -Voglio ricompensarti, chiedimi quello che vuoi ed io ti soddisferò.-

-Voglio padroneggiare le arti magiche oscure, le mie capacità da umano sono troppo limitate.- Rispose l'uomo senza indugiare.

Le labbra nere della donna serpente sogghignarono.

-Umani, già... un'anima tanto forte, ma incapace di essere trasformata in magia. Assieme a dei veri poteri magici ti donerò anche la vita eterna, ma devi sacrificare il tuo sangue a me.-

-Ma se sacrifico il mio sangue non morirò?- Chiese Vlad incrociando le braccia.

-Non fino a quando ti nutrirai di quello altrui...-

Queste parole fecero sorridere il crudele voivoda, adesso avrebbe avuto una motivazione in più per continuare con le sue sanguinose esecuzioni.

-C'è solo una cosa, io non faccio patti con chi non conosco.- Puntualizzò l'umano.

Il mostro lo guardò stranito, poi rispose:

-Io non ho ancora un nome... ma puoi chiamarmi Mamba, sai chi sono le lamie?-

-No, e neanche mi interessa.- Rispose Vlad sgarbatamente, poi aprendo le braccia continuò, -Adesso mantieni la tua promessa!-

Il mostro avvolse fra le sue spire l'uomo portandolo verso se, lo guardò negli occhi ed infine lo costrinse ad bacio lussurioso.

-So cosa pensi...- Una voce debole e sofferta attirò l'attenzione di Mavis che non aveva mosso un muscolo da quando quella creatura era uscita dal suo uovo di terra e sangue.

-Ma... non cambiare quello che sei...-

La ragazza si voltò di nuovo e scoprì chi stava parlando, un ragazzo dai capelli rossi e scompigliati, simile, ma più giovane dell'uomo del pub; era grondante di sangue ed un palo gli trafiggeva la schiena fuoriuscendo dal petto, mentre gli arti e la testa erano ciondolanti e senza forza.

Subito Mavis ignorò suo padre e la lamia per correre in aiuto dello sconosciuto, ma una ferita del genere sarebbe stata letale persino per un mostro. L'unica cosa che poté fare fu sorreggergli la testa.

-Le origini non significano nulla... il nostro destino... lo creiamo noi...Coff, coff, coff...- Il ragazzo sputò sangue.

-Tu!?- Disse Mamba rivolgendosi ai due giovani, -Tu dovresti essere già caduto nell'oblio!-

-Non lasciarti confondere... non lasciarti traviare...- Continuò il ragazzo morente, ormai senza voce, rivolgendosi alla ragazza ormai sempre più confusa e spaventata. Poi un lampo di luce rossa avvolse il giovane nel fuoco. Mavis avrebbe voluto continuare a stargli vicino, ma le sue mani non potevano sopportare altro dolore ed abbandonarono il ragazzo, che, seppur gravemente ferito ed ustionato concluse con tono di sfida guardando la lamia che usava la sua potente magia contro di lui:

-Non ti... libererai... di me... tanto facilmente...-

Poi una seconda fiammata ancora più potente della prima investì Mavis che incrociò le braccia di fronte al viso per difendersi e quando riaprì gli occhi si ritrovò dentro ad una casa in fiamme. Sentiva l'odore acre del legno bruciato e lo scricchiolio delle travi che stavano cedendo.

Non era il castello di prima.

La ragazza cercò una via d'uscita e spalancò il portone di fronte a lei, ma ciò che trovò fuori sembrava essere più pericoloso del fuoco.

Un'orda inferocita di umani armati di torce, falci e forconi urlava e minacciava di morte i vampiri, mentre si preparava ad assaltare il castello.

Mavis spaventata fece alcuni passi indietro, fino a che qualcuno non le posò la mano sulla spalla con gentilezza, come fosse una carezza.

La vampira si voltò spaventata, ma la paura si tramutò presto in commozione, accanto a lei c'erano suo padre e... sua madre Martha, era bellissima, proprio come la vedeva nei quadri o descritta da Dracula.

-Amore mio, dobbiamo fuggire.- Disse Draula alla moglie.

-Non possiamo, nostra figlia non sa volare e sarebbe un bersaglio troppo facile.- Rispose Martha, che aggiunse, -Amore...- Ma venne interrotta dal marito:

-Vai a nasconderti, me ne occupo io.-

-Mamma, no! Non lo fare!- Disse Mavis preoccupata, ma la donna sembrava non la sentire, così provò a rivolgersi al padre:

-Papà, ti prego, almeno tu ascoltami!- Ma nemmeno lui la sentiva.

La vampira provò a prenderlo per il mantello, ma venne presa per la mano dalla madre e portata via, Mavis iniziò a seguire la madre, pur combattendo contro se stessa per impedire a Martha di andare incontro al suo destino, ma era impotente al corpo che si muoveva contro la sua volontà.

Le due vampire si rifugiarono al piano di sopra, mentre Mavis piangeva disperata perché già sapeva cosa sarebbe successo di li a poco.

Marta si fermò ed abbracciò Mavis per consolarla, la ragazza appoggiò la testa sulla spalla della madre che le disse:

-Non ti preoccupare piccola mia, andrà tutto bene, c'è la tua mamma qui con te e ti starà per sempre accanto a proteggerti. Qualsiasi cosa accada io sarò sempre accanto a te, te lo prometto.- Poi iniziò a canticchiare una dolce melodia.

Quell'abbraccio materno fu l'unico che Mavis avrebbe mai potuto ricordare ed avrebbe voluto che quello splendido momento non finisse mai, ma venne spezzato bruscamente da un grido di dolore.

Martha si accasciò a terra con una freccia conficcata sulla schiena, Mavis cercò di sorreggerla, ma era totalmente impotente.

-Martha, cosa è...? No!- Dracula le aveva raggiunte attirato dall'urlo e dopo aver visto la moglie a terra le si avvicinò inginocchiandosi accanto.

-Drac, non ti preoccupare per me, salva la bambina.-

-No! Non ti abbandonerò qui!- Dissero Mavis e Dracula assieme.

Martha si rialzò a fatica in piedi dicendo:

-Sarà già troppo difficile scappare con Mavis, se poi devi aiutare anche me che sono ferita, sarebbe impossibile. Tu vattene, li trattengo io!-

-Come posso abbandonarti? Come posso far crescere nostra figlia senza di te? E se dovessi tornare ad essere malvagio? Ti prego, fuggi te con la bambina, a loro ci penso io!-

-Eccoli, sono qua!- Era la voce di un uomo armato di un arco lungo che dava ordini alla folla.

Martha baciò Mavis sulla testa, poi sulle labbra di Dracula in lacrime.

-Amore, fammi una promessa...non inseguire la vendetta, ma proteggi nostra figlia e crea un posto sicuro per tutti noi in attesa che gli umani diventino abbastanza maturi da riuscire a vivere armonia con i mostri.-

Dracula singhiozzava troppo per riuscire a rispondere, ma lei capì che aveva accettato la promessa.

La donna si girò mentre Habrham Van Helsing caricava un'altra freccia, puntando a Dracula, ma Martha iniziò a correre verso gli umani piazzandosi lungo il tragitto della freccia appena scoccata che le colpì una spalla. La vampira continuò a correre ruggendo minacciosamente contro la folla che spaventata che si ritirò, solo Habrham rimase impassibile estraendo la sua spada.

-Mamma, non mi abbandonare, ti prego! Ho bisogno di te!- Urlò, invano, la vampiretta.

Dracula stava per correrle in aiuto, ma sapeva che la salvezza di Mavis aveva la priorità assoluta, così approfittò della copertura per fuggire appena in tempo, prima che il soffitto crollasse.

Il vampiro si trasformò in pipistrello e tenendo Mavis fra le zampe planò in una densa nube di fumo nero in modo da sparire dalla vista degli umani.

Mavis si sentì precipitare sempre più velocemente, la puzza acre di bruciato e di fumo svanì, ma attorno a se c'era solo il buio più oscuro, fino a che non colpì violentemente un suolo erboso.

Mavis riaprì gli occhi e si rese conto di essere tornata nuovamente in quel boschetto che aveva imparato ad odiare.

La ragazza si alzò in piedi e guardò il cielo sopra agli alberi, attorno a lei non c'erano più montagne e colline, anche l'hotel che era l'unica cosa a donarle sicurezza era svanito, lasciando la vampira sola e senza orientamento.


Non sapendo dove andare o cosa fare Mavis si buttò a terra e chiuse gli occhi nella speranza di risvegliarsi fuori da quell'incubo.

Lo so, speravate di leggere la fine dell'incontro fra Drac e Victoria, ma voglio farvi soffrire un altro po'... ma non vi preoccupate, dovete solo aspettare fino al prossimo capitolo!

Se il capitolo vi è piaciuto ricordatevi di lasciare una recensione per farmi tanto felice!

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Capitolo 28
*** Compassione? ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale alle nuove followers nami24_love, watashinotsubasa e Sweet_Truffle :-)

Salve a tutti! Scusatemi per l'eccessivo ritardo nella pubblicazione di questo capitolo, ma dovevo rivederne alcune parti che continuavano a non mi soddisfare.


CAPITOLO 27 - Compassione?

Proprio in quel momento una nube oscura uscì dal bosco, scorreva rasoterra verso i due che in un primo momento non si accorsero di nulla fino a che essa si sollevò facendo comparire Mavis, ancora vestita con la camicia da notte bianca dell'infermeria.

-Mavis, che ci fai qui? Torna subito al castello, è pericoloso!- Urlò preoccupato Dracula, ma la figlia non lo degnò neppure di uno sguardo.

La ragazza continuò a camminare con calma verso di loro, incurante del pericolo e del padre ferito. Il suo guardo era inespressivo e senza emozioni.

Victoria spostò l'arco per puntarlo contro Mavis dicendo:

-Dracula, goditi lo spettacolo, avrai il piacere di vedere tua figlia morire, prima di rivederla all'inferno!-

-Ti prego uccidi me, ma non fare dal male a mia figlia!- Urlò Drac disperato.

-Perché dovrei? Non sei nella posizione per negoziare e poi ho un conto in sospeso con lei.- Rispose la cacciatrice, divertita di aver distrutto le misere speranza del vampiro, -Comunque sei cambiata, non avevo mai visto un vampiro semi-trasformato in pipistrello... poco importa, cancellerò l'ennesimo errore della natura!-

Dracula si dimenò con forza per liberarsi, ma era tutto inutile.

Victoria fece un sorrisetto e scoccò la freccia che colpì Mavis in pieno petto, dritto nel cuore.

Dracula rimase folgorato, come se il dardo avesse colpito lui anziché la figlia, si sentì il cuore andare in frantumi e l'anima incenerirsi. Aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma non ci riuscì, era incapace di muoversi, di parlare, di pensare... L'unica cosa che aveva in mente era l'immagine di sua adorata figlia sorridente.

La vampira si fermò, abbassò lo sguardo verso la ferita, poi risollevò gli occhi rossi carichi di follia omicida verso la cacciatrice. Il ghigno che le si aprì sul viso mise in mostra i denti affilati, mentre il sangue che le usciva dalla ferita le macchiò di rosso il vestito. Infine sfiorò con un dito la freccia che si polverizzò all'istante.

Gli altri due rimasero paralizzati, nessun mostro sarebbe mai sopravvissuto ad in attacco del genere.

Il volto spavaldo di Victoria diventò terrorizzato in un attimo. Mavis, sempre silenziosamente, riprese a camminare verso lei, mentre il ghigno continuava ad aprirsi al punto di strappare le labbra fin quasi alle orecchie, mettendo ancora più in evidenza i denti famelici. Mavis prese con una mano le bende che aveva sul viso e se le strappò di dosso, lo sfregio era completamente guarito, ma la cicatrice era ancora marcata.

La cacciatrice provò a scagliarle svariate frecce, ma si incenerivano ancora prima di raggiungere il bersaglio. Impotente di fronte a quel mostro lei abbassò l'arco ormai rassegnata al proprio destino.

Mavis svanì a pochi metri dall'umana, sembrava sparita nel nulla, ma subito Victoria sentì un brivido di terrore lungo la schiena. La vampira era dietro di lei, riusciva a sentire il suo respiro sul collo.

Dracula sorrise compiaciuto, provava piacere nell'assistere alla caduta dei Van Helsing, ma questa felicità durò poco quando si rese conto che il mostro che aveva davanti non era l'amata figlia, ma una creatura malvagia.

Non poteva permettere che Mavis si trasformasse in un'assassina, il timore che lei potesse diventare un demone lo spaventava più dalla propria morte, addirittura più della morte della figlia stessa, tanto che queste emozioni gli dettero forza sufficiente a far scorrere il proprio corpo lungo la freccia fino a liberarsi.

Mavis spalancò la bocca, ma un attimo prima che riuscisse a mordere l'umana, Dracula avvolse Victoria nel suo mantello e la portò via a tutta velocità.

Mavis rimase ferma, avrebbe potuto raggiungerli in un attimo, ma sembrava non importarle, si limitò a riprendere il proprio cammino mentre le guancie lacerate si rimarginavano.

Dracula si fermò e si guardò attorno, fece un respiro di sollievo quando notò che la figlia non li aveva inseguiti.

-Dopo tutto quello che ti ho fatto...- Disse la cacciatrice, -Perché mi hai salvata?- La voce della ragazza era cambiata, non era più spavalda, ma stupita e stranita per l'inaspettato comportamento del mostro che fino a poco fa era il suo acerrimo nemico.

Dracula abbassò lo sguardo verso di lei, i due erano faccia a faccia avvolti nello stesso mantello. Il vampiro la guardò negli occhi e scorse qualcosa che li accomunava, come i propri anche quelli erano carichi di tristezza e rammarico per un passato troppo duro ed ingiusto.

Il conte lasciò la donna ed aprì il mantello. Victoria era calma, come se stare accanto al suo nemico giurato non la preoccupasse più.

Dopotutto lei non aveva sentito alcuna sete di sangue nel vampiro, né durante, né dopo il combattimento, a differenza degli altri mostri con cui aveva lottato fino ad ora. Si sentiva quasi al sicuro accanto a lui.

-Dicevano la verità?- Chiese Victoria più a se stessa che a Dracula, poi si rivolse a lui e continuò:

-Tua figlia e l'umano... hanno detto che esistono molti mostri buoni, è vero?-

-Farebbe alcuna differenza la mia risposta?- Disse il vampiro senza neppure voltarsi verso l'umana, -Sei davvero disposta a credere ad un mostro come me?-

-Non so più a cosa credere, non so più se sono più mostro io o tu... tutto ciò in cui credevo... tutto ciò per cui ho combattuto... tutto ciò che mi è stato detto ed insegnato... era tutto sbagliato... cosa dovrei fare adesso?- La voce di Victoria era triste e carica di pentimento e vergogna per ciò che aveva fatto, poi continuò a parlare aumentando i toni, sfogando la rabbia che provava per se stessa:

-Perché non mi hai lasciato morire?! So cosa significa perdere ciò che più si ama per mano di un mostro e rendersi conto che io non sono differente da ciò contro cui ho combattuto fino ad adesso...-

-Mi servi.- Dracula interruppe le grida della ragazza e dopo averne attirato l'attenzione continuò:

-Certo, sono estremamente forte e potrei fermare mia figlia da solo, ma visto che si tratta della mia piccolina non voglio correre rischi. Ma non farti strane idee, ti ucciderò con le mie mani appena tutto questo sarà finito.-

-Capisco... ma cosa le sta succedendo?- Chiese timorosamente Victoria.

Il vampiro si voltò verso di lei e rispose:

-Quando hai ferito il ragazzo lei è stata costretta a morderlo per non farlo morire. Purtroppo le loro anime in quel momento erano troppo cariche di energia a causa dei sentimenti che provavano, quindi Mavis ha accumulato una potenza magica tale da risvegliare il demone in lei. Ma la cosa che mi preoccupa ancora di più è...- Si interruppe immerso nei suoi pensieri.

Victoria lo guardò interrogativamente, subito dopo Dracula continuò:

-Il sacrificio del dono di Dio corromperà la purezza dell'uccello incarnazione del demone sconfitto dall'amore. Dal suo grembo sorgerà la grande madre regina del nuovo mondo.-

-Il sigillo di Lilith?- Disse preoccupata Victoria. -Ma non era solo una leggenda?-

Il vampiro era assente, sembrava quasi non sentire la voce della ragazza, poi quando quest'ultima aveva quasi rinunciato a ricevere risposta, lui continuò:

-Era tutto così facile, fin troppo per pensare al significato più diretto... migliaia e migliaia di supposizioni per capire chi potesse essere il portatore del sigillo alla ricerca di questo fantomatico uccello figlio di un demone ed invece... nessun oracolo era mai stato più diretto di così...-

-Che intendi dire.- Domandò Victoria confusa.

-Penso che l'oracolo abbia fatto i loro nomi...Jonathan significa dono di Dio, Mavis è un uccello e Dracula significa figlio del demonio. Non possono esserci altre spiegazioni, i poteri di mia figlia sono diventati impressionanti, resiste alle frecce d'argento nel cuore e si è liberata senza problemi dal mio sigillo magico. Non possono esistere mostri così potenti.-

La donna cadde in ginocchio per terra.

-Vuoi dire che potrei essere responsabile di aver iniziato la fine del mondo?-

Dracula rimase in silenzio a riflettere un attimo prima di rispondere:

-Devo salvarla...-

-Hai detto che il ragazzo è vivo, vero?- Chiese Victoria speranzosa.

-Sì, perché?- Il vampiro non capiva dove volesse arrivare.

-L'anima di tua figlia non sarà più pura, ma non è ancora stata corrotta dall'aver tolto la vita a qualcuno.-

Queste parole fecero sorridere Drac, dopo tanti problemi questa piccola buona notizia riaccese la speranza che stava svanendo del tutto.

Poi si avvicinò a Victoria porgendole la mano dicendo:

-Sei con me?-

-La seconda opzione è venire trucidata qua all'istante?-

-Si. Più o meno.- Rispose il vampiro ridacchiando.

-Allora credo che ti aiuterò...- Concluse l'umana prendendo la mano del vampiro, che tenendola salda la aiutò a sollevarsi.


Breve tregua fra Dracula il padre vampiro e Van Helsing la cacciatrice pentita, basteranno la magia del conte e la conoscenza e l'equipaggiamento di Victoria per far tornare in se la piccola Mavis?

Sarà sufficiente il ricordo sbiadito di Jonathan nella mente della ragazza per impedirle di cadere nelle grinfie della madre dei demoni?

Una battaglia molto più grande e difficile di quella fra Drac e Viky sarà quella che dovrà affrontare la piccola Mavy contro l'oscurità del suo cuore fino ad allora celata sotto la sua anima buona e gentile.

Un saluto a tutti, vi aspetto al prossimo capitolo!

Se vi piace la mia storia mi raccomando di recensire! Mi fa sempre molto piacere leggere cosa pensate del mio lavoro :-)

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Capitolo 29
*** Le sue origini ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale ai nuovi followers Trotta, Franz_Black1998, ny152, Ookami_Kirai e watashinotsubasa

Perdonate anche questo ritardo, il capitolo era già pronto, ma il pc dove era salvato è ko ed ho fatto fatica a recuperarlo, ho dovuto prendere il capitolo in inglese corretto dalle email e ritradurlo in italiano...


CAPITOLO 28 - Le sue origini

-Hai un piano?- Chiese Victoria al vampiro.

-No.- Rispose Dracula sconsolato, -Ma avrò bisogno di tutto l'aiuto possibile per fermarla a farla ragionare. Devo chiamare gli altri mostri dell'hotel.-

-Hotel?- Chiese perplessa la donna alzando un sopracciglio.

-Si, gestisco un hotel per mostri, un luogo dove trovare un po' di serenità e pace dagli umani come te.-

Victoria abbassò la testa per la vergogna.

-Faccio un volo all'Hotel, tu aspettami qui... puoi provare a scappare se vuoi, ma ricordati che saprei sentire l'odore del tuo sangue anche a chilometri di distanza.- Disse Dracula prima di trasformarsi in pipistrello, ma dopo il lampo di luce blu cadde subito a terra dimenando le ali dal dolore.

-Aaaaaargh!- Urlò il pipistrello, -Sto bruciando! Che diavolo mi hai fatto, bastarda?!-

-Oh, accidenti, deve essere il nitrato d'argento della freccia, anche se la punta ti è uscita dal corpo parte del veleno ti è entrata in circolo, troppo piccola per ferirti in forma umana, ma sufficiente per danneggiare un piccolo pipistrello.-

Il vampiro tornò umano e si rialzò in piedi ancora dolorante.

-Ci toccherà una lunga camminata...- Si lamentò Drac, il tempo non era dalla loro parte e sapeva che tornare al castello in quelle condizioni ne avrebbe fatto perdere fin troppo.

-Dracula...- Disse a voce bassa, il vampiro si voltò incuriosito verso di lei, che continuò:

-Mi dispiace per quello che ho fatto a te, a tua figlia ed al ragazzo. Non sapevo esistessero anche mostri buoni...-

Dracula guardò la ragazza nei suoi occhi verdi e carichi di rimpianto, ma spostò lo sguardo senza rispondere, lei capì che non sarebbe mai stata perdonata. Subito dopo il Conte iniziò a camminare in direzione del castello.

-Sbrigati, non abbiamo tempo da perdere.- Disse con tono serio, quasi scocciato.

Victoria fece uno scatto per recuperare i pochi metri di distacco e raggiungere il vampiro.

-Umana, toglimi una curiosità, tu chi sei veramente?- Chiese il vampiro all'improvviso.

La strana domanda lasciò Victoria perplessa, così il vampiro provò ad esprimersi meglio:

-In combattimento sembravi un'altra persona, adesso cerchi forse di impietosirmi?-

-Non cerco di impietosire nessuno, ho accettato il mio destino, adesso non ho più paura. Dopotutto me lo merito, per tutto il male che vi ho fatto... Io non sarei una persona cattiva, ma se voglio sopravvivere a questo lavoro devo essere spietata come tutti gli altri cacciatori. Se solo avessi dato retta al ragazzo quando ero in tempo...-

-Ormai il danno è fatto e pagherai per questo, ma cosa ti ha spinto a scegliere questa vita? Non sarebbe stato più facile divertirsi, innamorarsi e costruire una famiglia? Come fanno sia i mostri che gli umani.- Dracula era calmo, come se parlasse con una persona, o un mostro, qualunque; forse voleva evitare inutili tensioni con lei, oppure il sincero pentimento della cacciatrice gli ricordò che, come lui, anche lei avrebbe avuto il diritto ad una seconda possibilità, ma aveva toccato sua figlia, la sua adorata figlia e questo non glie lo avrebbe mai perdonato, mai...

Victoria sospirò pensierosa, poi iniziò a parlare. Aveva un tono di voce basso e continuava a guardare la terra che calpestava:

-Ma avrei dovuto...-

Queste parole attirarono l'attenzione del vampiro, poi Victoria alzò lo sguardo e continuò:

-Mio padre e mio fratello Simon erano cacciatori, mentre io sono stata affidata a mia madre per stare lontano dai guai, ma alla fine sono stati i guai a raggiungere noi.

Quando avevo dodici anni un vampiro ha ucciso mia madre per vendetta, davanti ai miei occhi. Mio padre e mio fratello sono riusciti ad abbatterlo prima che facesse del male anche a me e da quel giorno in poi ho dovuto seguirli nei loro viaggi per essere difesa.

Con loro imparai le varie tattiche per sconfiggere i mostri anche se non mi portavano mai a combattere.

Purtroppo otto anni fa, quando avevo quasi diciotto anni, scoprimmo una serie di scomparse sospette di neonati in Grecia. La sera prima del mio compleanno Simon e mio padre uscirono dal mulino abbandonato dove alloggiavamo e tornarono la mattina seguente. Erano pieni di ferite, ma non sanguinavano ed il loro sguardo era vuoto e spento; capii subito che qualcuno li aveva uccisi e tramutati in zombie per farli tornare alla base ad uccidere anche i compagni. Provarono ad attaccarmi così gli ho sparato in testa con il vecchio revolver porta fortuna di mio padre, che non portava più a caccia perché inaffidabile.- Concluse tirando fuori dalla fondina una Colt antica, ma tenuta a lucido.

-Che brutta storia...- Commentò il vampiro, "Hai mai scoperto chi è stato?-

Victoria si prese un momento di riflessione, poi rispose:

-Si, lamie.-

Dracula rimase un attimo senza parole per lo stupore e la preoccupazione, prima di riuscire a rispondere:

-Lamie, le donne serpente, sono mostri antichi e tanto potenti quanto malvagi, dicevano si fossero estinte tanto tempo fa. Io sono stato reso immortale con la loro mangia e come loro ho bisogno di sangue per vivere, ma nemmeno quando ero un mostro sanguinario sarei stato abbastanza crudele da divorare un neonato.

È da allora che hai preso l'identità di tuo fratello?-

- Si, io e mio fratello ci somigliavano molto, come tutti i Van Helsing, capelli ricci e rossi, alti ed atletici ed una dote innata per scovare ed abbattere i mostri.

Quando la notizia si sparse l'unica cosa che veniva comunicato alle nostre radio era la disperazione e la tristezza per la caduta dei Van Helsing. Passarono due settimane e nessuno si preoccupò di me, non importava a nessuno come stessi o cosa facessi, così decisi che dovevo iniziare a proteggermi da sola, mi vestii come Simon e mi comportai come lui. Riuscii a convincere tutti che erano stati uccisi solo mio padre e Victoria, e sai cosa mi dissero? "Grazie al cielo, credevamo fossi morto tu invece di tua sorella"-

-Lavori con gente simpatica...- Disse sarcasticamente il vampiro.

-È per questo che lavoro da sola. Chi l'avrebbe mai detto che il mio primo ed unico partner sarebbe stato proprio il conte Dracula, blah, blah blah.-

-Io non dico blah, blah blah! Non so chi ve lo abbia messo in testa a voi umani, poi chi è partner di cosa con chi?- Sbraitò il vampiro agitando le braccia.

Victoria ridacchiò, Dracula notò che assomigliava molto alla risata di Mavis e per un attimo gli sembrò di averla accanto.

-Ma cosa vai a pensare, io intendevo che sei il mio primo aiutante! Anche se devo ammettere che ti trovo interessante, poi sembra che tu accetti le coppie miste...-

Dracula si fermò, tirò fuori lo stocco dal bastone e lo puntò alla gola della ragazza, una goccia di sangue iniziò a scendere lungo la lama.

Lui non disse nulla, ma il suo sguardo accigliato era abbastanza minaccioso da farsi intendere anche senza tante spiegazioni.

-Ok, ok...- Disse Victoria timorosamente mettendo ben in vista le mani. -Non tocco più questo tasto.-

Ma il vampiro continuò a guardarla male ed a minacciarla con lo stocco.

-Ho capito, non apro più il becco, va bene?- Continuò la ragazza incrociando le braccia facendo l'imbronciata. Dracula abbassò l'arma e la rifoderò, si voltò e riprese a camminare.

-Ehi, umana, non ce la fai proprio a camminare più velocemente?-

-No, la gamba che mi hai ferito mi fa sempre più male...-

-Non credevo fosse grave, perché non ne lo hai detto subito? Ci potevamo fermare prima per curarti.- Dracula si fermò di nuovo.

-Non perdiamo tempo, posso anche correre se voglio!-

-Guarda che non mi servi a nulla se sei morente. Dai, fammi vedere.-

Victoria si appoggiò ad un albero e slacciò le fibbie delle protezioni delle gambe che lasciò cadere a terra per poi iniziare a sbottonarsi i pantaloni in kevlar anti taglio.

Dracula si voltò imbarazzato, così la ragazza iniziò a parlare:

-Che fai? Ti vergogni?- Ridacchiò, mentre si abbassava i pantaloni sotto le ginocchia e si metteva a sedere per terra, poi riprese a parlare, -Sei buffo... ed adorabile...- Ma detto ciò il suo volto si incupì e fece un sospiro pensieroso e triste. Dracula lo notò, ma fece finta di nulla, poi guardò la ferita, era profonda e continuava a sanguinare.

-È più grave di quanto immaginassi... Mi spiace, ma la mia magia nera non può guarire le ferite degli altri. Hai qualcosa per curarti?-

-Purtroppo ho finito tutta la mia essenza di dittamo per guarire le ferite che mi ha...- Victoria si fermò un attimo ed abbassò lo sguardo, poi riprese, -Ed ancora non mi sono nemmeno ripresa del tutto.-

Victoria si tolse i guanti e frugò in una grossa tasca cosciale, da cui tirò fuori un pacco di bende, ma prima che iniziasse a fasciarsi la ferita il vampiro la fermò toccandole la mano con la sua.

-Non preoccuparti, ti aiuto io.- Disse Dracula, poi premé una garza sulla ferita ed avvolse ben stretta la banda attorno alla coscia.

-Come fai a resistere all'odore del mio sangue? Generalmente i vampiri ne vanno pazzi!- Chiese la cacciatrice.

-Non è facile, soprattutto il sangue di una giovane ragazza vergine... ma ogni volta che la voglia sale mi ritorna in mente il mostro che ero una volta e da non voglio più essere.

Ecco fatto! come ti senti?-

La ragazza aspettò un attimo prima di rispondere.

-Male...-

-Hai qualche antidolorifico con te?-

Victoria sospirò.

-Non è la ferita a farmi male... non c'è cura per il rimorso... era così facile vivere da soli rinunciando a tutti i sentimenti.

Ho passato otto anni a vivere la vita di un'altra persona a combattere i mostri, ma solo adesso mi rendo conto che il vero mostro sono io, che non ho esitato ad attaccare una vampira che non aveva manifestato alcuna violenza e per di più con un ragazzo innocente sulla mia linea di tiro.

Ma dimmi, tu come stai Drac? Ti posso chiamare Drac?-

-Solo gli amici mi chiamano Drac, tu puoi chiamarmi Dracula.

Comunque, sto abbastanza bene, la ferita alla spalla fa ancora male e non sembra voglia guarire a breve, ma sopravviverò. -

-Scusa, ti sto facendo perdere tempo, ripartiamo subito.- Detto ciò Victoria si rialzò e riprese la marcia.


Comunque Dracula sembra un po' confuso su come trattare la ragazza. Il suo buonismo entra in conflitto con il suo odio per la persona che ha ferito la sua amata Mavy wavy.

Purtroppo questa passeggiata verso l'hotel Transilvania non sarà una gita di piacere, il tempo è poco e l'anima di Mavis potrebbe crollare da un momento all'altro lasciando piena libertà al vero mostro che porta dentro di sé.

IMPORTANTE!

Ma in tutto questo cosa è successo a Jonathan? Avete ragione, è un po' che io non lo rinomino, è ancora sotto sedativi al castello, mentre il suo corpo si sta preparando per la trasformazione in un vampiro, ma penso che riapparirà fra circa due capitoli.

Ho già in mente una bozza della trama in entrambi i casi, ed è qui che entrate in gioco voi lettori, dai vostri commenti potrete decidere se far trasformare Jonathan in un vampiro adesso, o farlo tornare umano e riprendere la sua trasformazione in vampiro nel sequel di questa fanfiction(che scriverei in ogni caso). Ve lo chiedo con un po' di anticipo in modo da iniziare a scrivere qualcosa da subito (adesso ho già scritto il capitolo 30). Accetto anche consigli sullo sviluppo della trama in entrambi i casi, avete fino al capitolo 30 per votare e suggerire. Non preoccupatevi se cambiate idea, è possibile modificare il vostro voto recensendo il capitolo successivo od editando la recensione stessa.

Un saluto a tutti, al prossimo capitolo!

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Capitolo 30
*** Incontri ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale ai nuovi followers Malista, Dark_Chocolate, Hey There Delilah e Reiko_Sekaiwo :-)


CAPITOLO 29 - Incontri

Dracula si mise accanto a Victoria, sembrava le volesse parlare, ma prima che potesse aprire bocca venne interrotto da una voce:

-Drac! Sei qui! Ti stavamo cercando. E lei chi è?- Era la voce di Griffin, ma lui, ovviamente, non si vedeva.

I due si guardarono intorno, ma non videro nulla.

-Hai trovato la fidanzata anche tu? Ma è una mia impressione o è umana? Sai, ho perso gli occhiali per il bosco e senza non ci vedo molto bene.- Continuò l'uomo invisibile.

-Griffin vieni fuori, non ho tempo per giocare.- Brontolò ironicamente Dracula.

-Dietro di te... - Disse Griffin, pizzicando il sedere della ragazza, la quale si voltò di scatto e senza esitare tirò uno schiaffo che colpì in pieno volto l'uomo invisibile.

-Ahi! Come hai fatto a scoprirmi? Sei più brava di Dracula in persona!-

Drac mise il broncio in segno di dissenso.

- Hai un po' di polvere addosso... è quasi impercettibile, ma ho occhio per i dettagli.- Rispose Victoria sorridendo soddisfatta.

Subito dopo, i tre vennero raggiunti da Wayne, Frank e Murray con dietro tutte le armature-guardia, i gargoyle e le streghe sulle scope.

-Drac!Ti abbiamo trovato! Hai mica visto Griffin?- Chiese Wayne.

-Ah. Ah. Ah.- La risata dell'uomo invisibile era alquanto sarcastica, -Molto spiritoso.-Concluse con lo stesso tono.

-Oh, ma allora sei già qui. E... chi sarebbe questa ragazza carina?- Disse Murray.

-Già! Chi è la ragazza?- Sottolineò Griffin.

-Mmmnnh- Mugolò il vampiro mentre cercava una scusa, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu cambiare discorso.

-E voi perché siete qui?- Domandò cercando di sembrare stupito ed arrabbiato.

Gli altri mostri si guardarono l'un l'altro, Nessuno aveva il coraggio di rispondere e cominciarono a fare discorsi incomprensibili, al che Frank, spazientito, si decise a dire la verità:

-Drac, quello che cerchiamo di dirti è che Mavis è fuggita.- Il gigante, come al solito, era calmo, ma tutti i mostri accanto a lui si erano azzittiti e messi sulle difensive spaventati della rabbia che il conte avrebbe sfogato nel sentire quella notizia, ma non fu così.

-Lo so, l'ho incontrata...- Disse a voce bassa ed apatica, -Se è riuscita a spezzare il sigillo che ho invocato attorno a camera sua vuol dire che è diventata molto più forte di me. Ho bisogno del vostro aiuto per fermarla prima che arrivi in città.-

-Non l'ha presa poi così tanto male!- Bisbigliò Griffin a Waine, che annuì.

-Ancora con questa paura degli umani? Lascia vivere tua figlia, dopotutto che male c'è se va in città? Ti sei già dimenticato di quanti umani simpatici ci sono?- Commentò Murray.

-Farà una strage.- Rispose Dracula senza mezzi termini.

-Che vuol dire "farà un strage"?- Dissero i mostri in coro.

-Il sangue di Jonathan che ha bevuto ha risvegliato lo spirito demoniaco ed ora sta prendendo il controllo.-

-Non ci credo, Mavis non farebbe del male a nessuno! Come puoi dire una cosa così brutta?- Disse Frank stupito ed un po' deluso per le parole del vampiro.

-Lei no, ma il demone che si sta impossessando di lei non avrà scrupoli.- Rispose il vampiro con la voce strozzata dall'angoscia.

-Drac, perché non ci hai avvertiti prima? Ti avremo aiutato.- Disse Wayne preoccupato, gli altri mostri fecero un cenno con la testa per confermare le parole del lupo.

-Speravo di poter tenere sotto controllo la situazione da solo, ma non non è stato così.- Rispose il conte abbassando lo sguardo per la vergogna, il suo orgoglio aveva messo in pericolo sia sua figlia che tutti i mostri dell'hotel, nonostante la promessa di proteggerli.

Ci fu un momento di silenzio carico di turbamento, così Victoria iniziò a parlare per cercare di rialzare il morale ai mostri:

-Ragazzi, non perdiamo altro tempo, la dobbiamo trovare!- Poi ordinò, -Gargoyle e streghe, voi perlustrate il cielo, mentre noi setacciamo il bosco.-

Ma nessuno si mosse. Dopotutto come potevano fidarsi di una umana che nemmeno conoscevano?

-Avete sentito la ragazza?- Prese la parola Dracula. -Andate!- Gridò ruggendo.

Senza che gli venisse detto due volte volavano via in fretta.

Subito dopo il gruppo a terra riprese a camminare.

-Allora, signorina Occhioperidettagli, vuoi dirci qualcosa su di te? Dracula sembra un po' evasivo sull'argomento...- Disse Griffin.

Victoria si voltò verso di lui, poi tornò con uno sguardo a Dracula, che continuava a guardare davanti a se, era cupo in volto, ma lei sapeva che stando zitta sarebbe risultata ancora più sospetta.

-M-mi chiamo Victoria...- Disse riferendosi ai mostri, che però continuavano a fissarla in attesa di altre presentazioni.

-Victoria... Victoria... Frances!- Continuò con un sorrisetto timoroso.

-Mi presento, mi chiamo Murray e loro invece sono Frank e Wayne...- I due fecero un saluto con la mano ed avevano un sorriso a trentadue (e quarantadue) denti stampato in faccia, intanto la mummia continuò a parlare: -...mentre invece credo che tu già conosca Dracula e Griffin.-

-E' un piacere conoscervi ragazzi!- Disse la ragazza sorridendo, però il suo cuore era di tutt'altro umore, ma solo Dracula se ne rendeva conto.

-E cosa ti ha portata fino a questo posto sperduto? Di solito gli umani hanno paura di avvicinarsi alla foresta dei fantasmi...- Domandò Wayne.

-Be'... ecco... sono... una disegnatrice! Si, una disegnatrice gotica, mi piace dipingere Vampiri ed altri mostri e questo posto è fonte di ispirazione, grazie ai castelli, cimiteri e boschi stregati che ci sono in giro, ma mai mi sarei aspettata di incontrare mostri veri!-

-Quindi sei una pittrice, posso vedere qualche tua tavola?- Chiese Murray eccitato.

-Ehm... no, mi spiace, ho perso la cartella quando Mavis mi ha attaccata.-

-Oh, mi dispiace Vichy. Mavis è una brava ragazza, spero tu la possa perdonare. Potreste diventare ottime amiche quando sarà guarita!- Disse Frank per consolarla.

-Non ti preoccupare, quando risolveremo questo problema vi farò qualche dipinto.-

-Sì! Non vedo l'ora di farmi fare qualche disegno sulle bende! Dicono che i tatuaggi piacciano alle ragazze!- Continuò Murray sempre molto agitato.

A Victoria bastò poco per farsi amici tutta la banda di mostri e questo fece riflettere Dracula.

*Per lo meno sa recitare meglio di Jonathan, riesce a trovare scuse credibili a qualsiasi domanda e sa anche come arruffianarsi la gente! Meglio così, già mi hanno fatto una sfuriata per aver nascosto la reale identità di Jonathan, figuriamoci se scoprono che sotto il naso gli ho nascosto l'erede del nostro più grande incubo!* Pensò tirando un sospiro di sollievo.

Intanto Frank osservava la ragazza ed accorgendosi che era un po' pensierosa cercò di tranquillizzarla.

-Hey, Vichy, ti vedo preoccupata, non devi aver paura di noi, siano mostri buoni! Persino il Conte Dracula non farebbe del male ad una mosca.-

-Tranne a quel bastardo che ha fatto del male a Mavis ed a Jonathan! Già, se ce lo avesse tra le mani lo polverizzerebbe!- Aggiunse Murray ridacchiando.

Victoria e Dracula si scambiarono uno sguardo terrorizzato, ma altrettanto divertito.

I due gruppi di mostri continuarono a chiamare Mavis pregandola di farsi vedere, ma invano, mentre il Sole era già tramontato oltre le montagne.

-Drac, e se avesse già raggiunto la città?- Disse Wayne.

-No, c'è un gruppo di gargoyle mimetizzati sul tetto della chiesa, se Mavis fosse vicina la avvisterebbero ce lo farebbero sapere subito.- Disse Dracula con aria sicura.

Wayne stava per aggiungere altro, ma venne fermato da una voce femminile a loro familiare.

-Ehi, un pipistrellino mi ha dritto che qualcuno mi stava cercando...-

Il gruppo alzò lo sguardo, Mavis era seduta su un ramo alto di un grosso albero e li fissava con una sfacciata aria di superiorità. Subito dopo si lasciò cadere nel vuoto.

La ragazza, oltre alla vestaglia bianca sporca di sangue, indossava anche un lungo mantello nero ad ala di pipistrello, come l'alto colletto alle cui punte sembravano esserci degli artigli. Il mantello sventolava durante la discesa e che continuò a muoversi anche quando la caduta si fermò lasciando fluttuare i piedi di Mavis a pochi centimetri dal suolo, per poi avvicinarsi ad esso lentamente ed infine posarcisi. Solo allora il mantello si distese, strascicando a terra per più di un metro. Dracula non lo aveva mai visto prima e non aveva idea di come sua figlia se lo fosse procurato.


Salve a tutti!

Anche nei commenti di questo capitolo potete esprimere il vostro voto alla domanda: faccio trasformare Jonathan in vampiro subito, o lo faccio tornare umano con un metodo già visto (Supernatural). A voi la scelta! E comunque ricordatevi di commentare se il capitolo vi è piaciuto!

Ci vediamo presto :-)

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Capitolo 31
*** Dimmi il tuo nome! ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale ai nuovi followers Albornoz, Malista e Leyna_s_heart :-D


CAPITOLO 31 – Dimmi il tuo nome!

-M-Mavis? Dai piccola mia, torniamo a casa...- Disse Dracula con voce molto cauta e spaventata.

Mavis continuò a guardarlo negli occhi senza rispondere, il suo sguardo era apatico e penetrante, sembrava quasi che quello sguardo attraversasse gli occhi del padre ed arrivasse dritto alla sua anima.

Quel momento di paura e di silenzio venne interrotto dalla voce di Victoria, che si avvicinò a Draula e gli disse:

-Mi dispiace, ma temo che lei non sia più tua figlia.-

Il vampiro sapeva che probabilmente Victoria aveva ragione, ma non voleva ammetterlo a se stesso, così riprovò a far ragionare di nuovo la figlia:

-Tesoro, non fare così, è tutto a posto. Vieni ad abbracciare il tuo papi?- Continuò il conte sorridendo, ma con voce sensibilmente spaventata e tremolante.

Ma Victoria interruppe violentemente i due.

-Dimmi chi sei!- Urlò senza paura.

Mavis si voltò lentamente verso di lei.

-Dimmi chi sei ho detto! Voi spiriti demoniaci non potete né mentire, né rifiutarvi di rispondere a chi chiede il vostro nome!- Continuò la donna urlando.

-È vero, non posso mentirti, né posso stare zitto se me lo chiedi un'altra volta, ma posso ucciderti prima...- Disse la vampira inclinando leggermente la testa di lato sogghignando; alzò una mano verso l'umana per poi chiuderla di scatto a pugno.

Victoria crollò in ginocchio con le mani a terra vomitando sangue, mentre sotto i suoi vestiti iniziarono a brillare alcune luci rosse incandescenti; erano i sigilli tatuati sul suo corpo che venivano sopraffatti dalla magia di Mavis. Nessun altro mostro era mai stato tanto potente da nullificare gli effetti di quei simboli magici.

-MAVIS, smettila!- Urlò Il vampiro disperato, ma Mavis non se ne preoccupò.

Victoria perse i sensi cadendo di fianco e Dracula non poté far altro che affrontare la figlia in uno scontro diretto per salvare l'umana. Svanì in una nube viola-bluastra per poi ricomparire di fronte alla vampira facendole perdere il contatto visivo dal bersaglio che si liberò dall'anatema, mentre gli altri mostri si avvicinarono a Victoria per aiutarla.

-Dracula, perché non mi lasci fare?- Disse Mavis con tono di sfida.

Queste parole lasciarono dell'amaro nel cuore del vampiro.

-Piccola mia... Tu non mi chiami mai per nome...-

-Dimmi... il tuo... nome...- Si fece nuovamente avanti la cacciatrice con voce strozzata dal dolore.

Mavis aggrottò la fronte ed urlò:

-Io... sono... Camazotz!- Mentre urlava il proprio nome il rosso dei suoi occhi iniziò a sfumarsi di giallo, che come una fiamma partì dall'esterno fino a raggiungere la grande e rotonda pupilla.

Dracula rimase sconvolto, venne attraversato da così tante emozioni che nemmeno lui riusciva a capire cosa realmente stesse provando, ma qualunque cosa fosse non era nulla di buono.

Victoria si alzò a fatica e provò a parlare con Dracula:

-Dracula, temo sia troppo tardi per lei, il suo spirito ha preso il controllo ed ormai è più che un semplice mezzo demone. Non è nemmeno in grado di riconoscere se stessa... Mi dispiace...-

Ma Dracula non la ascoltò, non poteva accettare di aver perso la figlia, non senza lottare, non senza fare tutto ciò che poteva, ed anche ciò che non poteva, per portarla indietro, perciò continuò a parlarle.

-No... no... tu sei Mavis Dracula, la mia dolce fanciulla. Ti prego, torna in te!- Disperazione, Dracula poteva fare tutti i discorsi che voleva, poteva cercare di mantenere quella finta calma con tutte le sue forze, ma ormai l'unica sensazione che provava e che riusciva a comunicare era la più totale disperazione di un padre ormai morto dentro.

-Perché? Perché dovrei tornare ad essere l'insulso mostro che ero?- Chiese il mezzo demone con voce carica di risentimento e di disprezzo.

-Tu non eri affatto un'insulsa! Ti vogliamo bene tutti quanti noi.- Disse Frank. Poi uno ad uno si fecero avanti anche gli altri mostri.

-Tuo zio Frank ha ragione, ti sei forse dimenticata chi siamo noi?- Chiese Griffin.

-Non ti ricordi di tutte le fantastiche feste che abbiamo fatto insieme?- Esclamò Murray.

Stufo di tutte queste chiacchiere il mezzo demone prese la parola:

-Si che mi ricordo, mi ricordo benissimo che voi siete solo degli stupidi codardi capaci solo a nascondervi nell'ombra vivendo come reietti. Questo mondo appartiene ai più forti che non sono certo gli umani.- Poi continuò con tono molto imponente -Ma oggi qualcosa cambierà... all'alba di questo giorno sorgerà un nuovo dio, un dio migliore ed allora saranno gli umani a doversi nascondere da noi mostri!-

-Mavis, non puoi dire sul serio!- Urlò Dracula con il viso tagliato dalle lacrime.

Camazotz non rispose, ma aprì il mantello mostrando ciò che realmente era, due immense ali da pipistrello che adesso teneva spalancate in tutta la loro maestosità.

-Se non ti importa più nulla né di me, né di te stessa, almeno pensa a Jonathan!- Urlò il vampiro, ormai abbandonato anche dall'ultimo barlume di speranza.

Improvvisamente lo sguardo di Mavis cambiò, i suoi occhi si spalancarono e divennero lucidi ed azzurri.

-Papà... ho paura...- Disse la ragazza con voce innocente e tremolante portando le mani al petto del padre in cerca di aiuto.

Ma dopo un battito di ciglia le pupille di Mavis divennero sottili come quelle di un gatto ed il suo volto tornò ad assumere un'espressione accigliata e malvagia.

-ROAR!- Ruggì il mezzo demone spingendo il padre che venne scaraventato a terra a svariati metri di distanza.

Dracula rimase a terra osservando la figlia mentre Victoria si avvicinò a lui. Il conte la guardò sorridendo.

-Mia figlia è ancora viva dentro se stessa, posso ancora salvarla...- Disse il vampiro ancora dolorante, ma felice di questa nuova speranza.

-Stupido codardo, perché combattermi? Lasciami uccidere questo insulso umano.-

Dracula non rispose, ma si alzò e si mise fra la figlia e Victoria, poi scorse con gli occhi tutti i mostri accanto a lui che gli si misero a fianco creando un vero e proprio muro per proteggere l'umana.

-Porta via la ragazza, qua è troppo pericoloso.- Disse Griffin rivolgendosi a Dracula.

-Ancora non ci credo che la piccola Mavis sia impazzita, ma non ti preoccupare, la teniamo noi sotto controllo fino al tuo ritorno.- Continuò Frank.

Dracula fece un cenno con la testa e sussurrò:

-Grazie...-

Subito dopo lui prese per mano Victoria, ma poco prima che fuggissero il malvagio mostro iniziò a parlare:

-Dracula! Perché continui a proteggere gli umani? Dopo tutto quello che ti hanno fatto, dopo quello che lei ti ha fatto!-

Ma il vampiro non rispose ed assieme alla ragazza corsero verso il castello.

-Dove stiamo andando?- Chiese Van Helsing.

-A salvare mia figlia.-

-Come fai ad esserne così sicuro?-

-Mi ha parlato... per un attimo si è risvegliata e mi ha detto che aveva paura. Se solo sapessi come ho fatto a farla tornare in sé...- Sospirò il vampiro pensieroso.

-Se non ti importa più nulla né di me, né di te stessa, almeno pensa a Jonathan.- Disse Victoria ripetendo le parole del vampiro, -Sono le ultime cose che hai detto prima di essere scaraventato via.-

-Ma certo!- Esclamò il conte euforicamente, -Jonathan è la chiave di tutto! Solo il loro amore può battere l'odio che sta lacerando l'anima di mia figlia.-

-Ma dove è? E soprattutto, come sta?-

-Al castello, lo stavo tenendo sedato mentre si trasforma in vampiro.-

-Un neorinato?- Commentò Victoria, -Sei sicuro di riuscire a controllarlo? Altrimenti dovremo lottare contro ben due mostri pericolosi.-

-Lo so, ma cos'altro posso fare?- Rispose Dracula fermandosi un attimo e guardando Victoria negli occhi, con quegli occhi che solo un padre pronto a tutto per salvare la vita di chi ama più di ogni altra cosa al mondo, quegli occhi che il padre della cacciatrice non aveva mai avuto perché riempiti soltanto di odio e di rimpianti.

In quel momento la ragazza capì veramente quanto l'amore potesse andare oltre il tempo e la razza, quanto gli uomini ed i mostri fossero vicini, e quanto potesse essere infinito l'amore che un padre prova nei confronti di una figlia. Già, solo ora lo poteva capire, perché lei un vero padre non lo aveva mai avuto.

Victoria aveva abbastanza protezioni magiche da essere immune anche dall'ipnosi del più potente incantatore, ma contro quegli occhi non esisteva protezione alcuna, e ne rimase incantata.

Dracula era fermo, immobile, a guardare quella folta chioma rossa e riccia poggiata sul suo petto, quelle braccia forti attorno a lui in un abbraccio improvviso ed inaspettato, la sensazione di essere stretti da un corpo caldo ed amorevole che prima d'ora non aveva mai provato realmente.

-Non ti preoccupare...- Bisbigliò la ragazza stringendo con vigore il mantello del conte con le mani, -Andrò tutto bene... te lo prometto...-

Dracula era ancora li, paralizzato e confuso, ma il bizzarro comportamento di Victoria gli infuse tanta sicurezza come non ne aveva mai avuta. Chiuse gli occhi e ricambiò l'abbraccio stringendo la ragazza con un braccio ed appoggiandole l'altra mano sulla testa per portarla ancora più vicina a se.

Ma improvvisamente il vampiro si sentì spingere via con forza tanto da indietreggiare di qualche passo. Aprì cli occhi spaventato e si accorse che era stata proprio Victoria a farlo, perciò la guardò ancora più confuso e stranito di prima.

-Scusa, scusa!- Gridò la ragazza tenendo le mani avanti e con lo sguardo rivolto a terra per l'imbarazzo, -Non so cosa mi sia preso, mi dispiace!-

Il vampiro da prima non disse una parola, non aveva idea di cosa poter dire, anche perché non aveva le idee chiare su quanto fosse appena accaduto, ma non si scompose.

-Andiamo avanti e facciamo finta di nulla.- Propose Dracula, poi riprese a correre assieme a Helsing.

I due non si scambiarono né una parola, né uno sguardo per molto tempo, fino a che la ragazza provò ad iniziare un discorso:

-Anche se Mavis fosse ancora viva credi veramente che riconoscerebbe il suo fidanzato in quelle condizioni?- Domandò Victoria timidamente.

-Non importa, è l'unica speranza che mi rimane.- Tagliò corto il vampiro.

-Forte e deciso a salvare tua figlia?- Sussurrò la ragazza.

-Certo, qualsiasi padre lo farebbe.-

-Anche il mio ci ha provato fin quando ha potuto.- La ragazza abbassò il capo pensierosa.

-Smettila di prenderti in giro!- Brontolò Drac arrabbiato, -Se voleva proteggere la propria famiglia non avrebbe dovuto cercare guai, invece ha condannato a morte non solo se stesso, ma tutti voi. Io non avevo colpe per ciò che è successo a mia moglie, lui invece se l'è cercata!-

Victoria rimase in silenzio, dopotutto Dracula aveva ragione.

-Ma quanto sei lenta umana? Sei davvero una palla al piede, sai?- Brontolò il vampiro prima di prendere in braccio la ragazza e correre a tutta velocità verso l'hotel.


Salve a tutti!

Anche nei commenti di questo capitolo potete esprimere il vostro voto alla domanda: faccio trasformare Jonathan in vampiro subito, o lo faccio tornare umano. A voi la scelta! E comunque ricordatevi di commentare se il capitolo vi è piaciuto!

Ci vediamo presto :-)

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Capitolo 32
*** Scelte ***


28 settembre 2012 – 28 settembre 2013

1 anno è passato dall'uscita ufficiale di Hotel Transylvania nei cinema americani.

Tanti auguri Mavis!


CAPITOLO 31 – Scelte

Gli alberi sempre più fitti oscurarono la Luna e le stelle e ben presto le uniche luci che Victoria era in grado di vedere erano quelle delle lucciole sparse per il bosco che rendevano quasi romantico quel momento. Ovviamente pur essendo abbracciata al vampiro lei non poteva sentirne il calore del corpo, ma dopotutto la cacciatrice non aveva idea di cosa si provasse a stare a così stretto contatto con qualcuno; i ricordi della madre erano ormai sbiaditi e suo padre era sempre troppo occupato per curarsi di lei.

Victoria strinse Dracula fra le braccia e lui la osservò incuriosito mentre continuava a correre velocemente.

Purtroppo il terreno non battuto ricco di vegetazione era troppo impervio persino per un mostro del suo calibro, soprattutto con un carico ingombrante come Victoria in braccio.

-Reggiti forte.- Borbottò il vampiro e senza aspettare alcuna risposta dalla ragazza, scomparve in una luce violacea per poi ricomparire subito dopo.

Victoria, che da prima venne lanciata in aria, cadde giù fino a ritrovarsi a cavallo di qualcosa di morbido e peloso. La cacciatrice guardò meglio, era un grosso lupo nero, una trasformazione difficile per un vampiro comune, ma certamente non impossibile per il grande Dracula.

-Ma che bel cagnolone! C'è l'hai il pedigree?- Disse la ragazza ridacchiando.

Il lupo ringhiò e Victoria rispose sbuffando.

Grazie all'agilità del vampiro in pochi minuti i due arrivarono fino a dove la foresta si interrompeva improvvisamente. Drac si fermò sul ciglio del burrone, mentre Victoria rimase stupita dall'immenso castello che sorgeva al centro del lago.

-È... È incredibile!-

-E non hai ancora visto nulla di quello che c'è dentro!- Esclamò Dracula orgoglioso, -Tu sei il primo umano ad avere l'onore del mio benestare per entrare... mai avrei pensato di portarci un umano, soprattutto un Van Helsing. Spero di non pentirmene.-

Detto ciò Dracula saltò dalla rupe ed atterrò sul lungo ponte che iniziò a percorrere in fretta.

-Ce la fai a nasconderti? È già stato uno scandalo far entrare Jonathan anche se è un bravo ragazzo, l'hotel Transylvania è e deve rimanere un luogo human-free.-

-Hai paura di rovinare gli affari a causa mia? Comunque no, ho perso giacca e cappello nel bosco.- Rispose Victoria.

-Tsh! Affari? Noi mostri non siamo attratti dai soldi come voi, forse è per questo che viviamo in pace. Il soggiorno è ad offerta libera.- Il vampiro fece appena in tempo a finire la frase che con un balzo, talmente improvviso da far quasi disarcionare Victoria, si gettò dal ponte ed atterrò sull'isola ai piedi del castello per poi tornare umano.

-Potevi almeno avvertire prima di lanciarti?- Brontolò Victoria reggendosi la schiena dolorante.

-Impara a lamentarti di meno signorina.- Borbottò Dracula senza neanche guardarla, infatti era intento a sbarbare alcuni fuscelli secchi uno ad uno fino a che uno di essi anziché staccarsi dalla terra sembrò scorrere ed in un attimo una grossa roccia poco lontano da loro si aprì a metà mostrando un passaggio segreto scavato nella collina.

I due entrarono nella grotta, era buia, ma bastò uno schiocco di dita del vampiro per accendere una lunga fila di torce appese alla parete.

La coppia proseguì il corridoio a passo spedito senza scambiarsi una parola fino a che arrivarono ad un vicolo cieco.

Dracula brontolò qualcosa fra i denti, sembrava arrabbiato.

Intanto Victoria lo superò e si avvicinò alla parete.

-Sento uno spiffero, un altro passaggio segreto? Geniale!- Esclamò la ragazza eccitata.

Drac si voltò stupito.

-Ehm, si, certo... l'ho progettato io per facilitare la fuga dei feriti di un possibile attacco umano. Che credevi, che mi fossi perso? Aspettami qua. Controllo che non ci sia nessuno.-

Detto ciò scomparve per poi rimaterializzarsi oltre il muro, era in una stanza vuota dell'infermeria.

Il vampiro fece capolino furtivamente dalla porta della camera e si guardò intorno, non c'era nessuno.

Dracula si voltò e ritrovandosi faccia a faccia con Victoria che lo aveva seguito di soppiatto fece un salto indietro spalancando la porta e cadendo sul corridoio.

Il vampiro non si era ancora abituato alla capacità della ragazza di nascondere la propria presenza in maniera così sopraffine.

-Che diavolo fai? Dovevi aspettarmi nascosta!- Esclamò il vampiro arrabbiato cercando comunque di tenere un tono basso per non farsi sentire.

-Mi sembra di riuscire nascondermi meglio di te, sai?- Rispose la ragazza fiera si sé appoggiando le mani sui fianchi.

Proprio in quel momento la porta della stanza accanto si aprì facendo uscire il dr. Jekyll che fissò incuriosito Dracula ancora sdraiato sul pavimento. Il conte, temendo che potesse vedere l'umana, usò i propri poteri per chiudere violentemente la porta.

-Signore, ha notizie di sua figlia?- Domandò il nobiluomo.

-Sì, ma ho bisogno dell'aiuto del ragazzo per riportarla a casa.- Rispose il conte cercando di mantenere un tono di voce calmo.

-Ma signore,- Esclamò il dottore esterrefatto, -La trasformazione dell'umano in vampiro non è ancora completa! Io stesso faccio fatica a tenerlo immobilizzato a letto!-

-Ho un piano.- Tagliò corto Dracula.

-Di cosa si tratta?-

-Tu limitati a far sgomberare l'infermeria.-

-Sarà fatto.- Rispose Jekyll annuendo con la testa, -Le mumminfermiere stanno riposando dentro i loro sarcofagi. Se dovesse servire il loro aiuto basta chiamarle.-

Detto ciò il medico si incamminò verso le scale per uscire dall'infermeria.

Il conte fece un sospiro di sollievo poi si voltò verso la porta che aveva chiuso poco prima e la riaprì.

-Via libera...- La voce del vampiro sfumò per poi quasi scoppiare a ridere nel vedere la ragazza appoggiata con una mano alla parete e con l'altra che cercava di tamponare il sangue che le usciva dal naso.

-Che diavolo hai da ridere? Mi hai quasi rotto il naso sbattendomi la porta in faccia.- Rispose Victoria indignata.

-Vuol dire che te lo meritavi, se invece di fare di testa tua mi avessi aspettato non ti saresti fatta male. Ora basta lamentele e seguimi.- Rispose il burbero vampiro.

Detto ciò il conte si incamminò verso un'altra porta che spalancò. Era la stanza dove era rinchiuso Jonathan. Il giovane era ancora sdraiato sul lettino, su un braccio aveva una flebo rossa a nel petto era ancora conficcato il pugnale impregnato di sangue di cadavere.

Il ragazzo aveva un respiro molto pesante e quando i due entrarono lui si voltò verso di loro ed iniziò a dimenarsi ed urlare con tutta la forza che aveva in corpo, fortunatamente le cinghie lo tenevano immobilizzato al letto ed il sigillo sotto di lui gli bloccava i poteri magici. Ma pur essendo impedito a letto lo sguardo famelico che rivolgeva a Victoria era spaventoso anche per una come lei abituata ai peggiori mostri.

-Non mi sembra nelle condizioni di salvare qualcuno, sai?- Disse Victoria perplessa, -È passato più di un giorno da quando è stato morso, eppure non ha ancora riacquistato un briciolo di razionalità, è strano...-

-No, non è strano, senza sangue umano la trasformazione è molto lenta, se non impossibile...-

La ragazza si avvicinò a Jonathan che continuava a ruggirle contro, ma lei non se ne curava, intanto Dracula rimase accanto a lei, seppur ben accorto a non entrare all'interno del cerchio magico.

Victoria prese in mano la flebo e lesse l'etichetta ad alta voce, sembrando una televenditrice:

-Similsan, sangue artificiale adatto alla dieta di tutte le creature magiche, anche dei più piccoli. 100% human free. Contenuto magico minimo 436 mega calorie. 95% trasportatori di ossigeno a base di perfluorocarburi, 5% polvere di fata. Solo aromi naturali...- Poi concluse alzando un sopracciglio e con aria confusa, -Ma che roba è?-

-Ciò con cui mi nutro,- Iniziò a spiegare il vampiro, -Sangue sintetico con una leggera carica magica. Poco utile per placare la sete di un vampiro in via di trasformazione.- Disse Drac con tono serio, era pensieroso.

Victoria lo guardò negli occhi, sapeva a cosa stava pensando il conte.

-So cosa vuoi, e per me va bene.- Disse lei.

-Non mi preoccupo certo del tuo permesso.- Rispose Dracula scocciato, -È solo che ho paura che il tuo sangue non sia sufficiente a calmare Jonny.-

Dracula si voltò e fece qualche passo per riflettere, Victoria lo raggiunse.

I due erano in silenzio, l'eco delle urla e dei lamenti di Jonathan nella stanza sotterranea erano assordanti, ma la coppia non ci faceva molto caso.

-Volendo ci sarebbe un'altra soluzione...-

Drac voltò lo sguardo verso l'umana incuriosito.

-Hai somministrato al ragazzo solo sangue sintetico, se non ha ancora bevuto sangue umano possiamo bloccargli la trasformazione.-

Lui fissò la cacciatrice, perplesso e stupito per le sue conoscenze.

-Come fai a sapere queste cose? Il rituale di purificazione di cui parli è una magia nera molto potente e pericolosa, richiede un sacrificio importante e Jonathan potrebbe non sopravvivere, anzi, la sua anima stessa potrebbe venire distrutta nel processo. Inoltre abbiamo bisogno del sangue fresco del vampiro che l'ha morso ed io posso recuperare solo quello che mia figlia ha perso durante l'operazione di rimozione della freccia...-
Sentendo quelle parole Victoria distolse lo sguardo dal vampiro per la vergogna di ciò che aveva fatto, poi Drac continuò:

-Ma è passato un giorno intero ed ormai tutto lo spirito in esso contenuto si sarà dissipato.-

La ragazza rialzò lo sguardo ed estrasse un pugnale da una tasca dei pantaloni, Dracula portò una mano dietro la schiena pronto a sfoderare il suo stocco, ma Victoria non sembrava voler attaccare.
Lei svitò il fondo dell'impugnatura del pugnale da cui uscì una piccola provetta con disegnati degli intrecci simili a tribali, conteneva del sangue.

In un battito di ciglia Drac strappò quella provetta di mano alla ragazza e violentemente iniziò a gridarle contro, anche se sembravano più ruggiti che parole:

-COSA VOLEVI FARE CON IL SANGUE DI MIA FIGLIA?!-

La ragazza non si scompose, rispose sinceramente e con una calma che lasciò spiazzato il mostro rabbioso.

-Volevo fare un incantesimo di invocazione per richiamarla all'interno di una trappola ed ucciderla con facilità. Quei sigilli bloccano la perdita di energia magica e dell'anima da quel campione di sangue.-
La freddezza della giovane lasciò Dracula senza parole, il suo sangue gli stava ribollendo nelle vene, ma si sforzò di rimanere calmo.
Dracula si voltò, sapeva che non sarebbe riuscito a parlare con la cacciatrice senza far esplodere la sua rabbia.
-È vero che se Jonathan diventasse un vampiro il tuo sangue potrebbe non bastare a placare la sua sete, ma no, non voglio rischiare.-

-E se fosse un vampiro violento? Potrebbe far peggiorare tua figlia!-

Dracula si voltò e si portò la mano sulla fronte, stava per prendere una decisione che avrebbe cambiato il destino non solo di sé stesso e della figlia, ma pure dei mostri e dell'umanità intera.

Continuò a riflettere per un po', poi rialzò lo sguardo e disse con aria seria e sicura:

-C'è solo una cosa che posso fare.-


Sì, lo so, avevo detto che avreste avuto tempo fino al capitolo 30 per votare il futuro di Jonathan, ma come al mio solito ho calcolato male i capitoli futuri ed il numero effettivo di capitoli prima del ritorno di Jonathan è aumentato. Perciò questa è la vostra ultima possibilità per votare o per cambiare la vostra decisione.

Per ora posso dirvi che il futuro è ancora incerto poiché siamo ad in totale di 11 contro 12 nei tre siti dove ho pubblicato la storia.

Grazie a tutti per la lettura, spero che il capitolo vi sia piaciuto e se sì una recensione è sempre gradita :-D

Alla prossima!

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Capitolo 33
*** Cosa definisce un mostro ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale ai nuovi followers Bodes, mbonivento, evefyty00, Kyra Blackdemon e TwinElis :-D

Scusate per l'eccessivo ritardo, lo so, sono passate più di due settimane dall'ultima volta che ho pubblicato. Purtroppo, a differenza delle altre volte, questo capitolo non lo avevo già scritto precedentemente (normalmente prima di pubblicare un capitolo aspetto di aver scritto almeno i due successivi

Bene, spero ne sia valsa l'attesa!


CAPITOLO 32 – Cosa definisce un mostro.

-La cosa migliore è farlo diventare un vampiro, se lo dovessi perdere non me lo perdonerei mai, inoltre Mavis...- Ma le parole si gelarono in bocca a Dracula che non riuscì a concludere la frase. Il solo pensiero di perdere sua figlia lo paralizzava.

Dopo un attimo di silenzio una terza voce, rauca e sadica, attirò l'attenzione dei due, era Jonathan:

-Sai cosa voglio e so che lo vuoi anche tu...-

Gli occhi del ragazzo erano iniettati di sangue e talmente carichi di follia omicida che sembravano in grado di uccidere con lo sguardo.

-Sarei curioso di vedere come sta la ragazza, voglio essere in prima fila quando Lilith risorgerà.- Continuò ridacchiando.

Dracula si voltò verso la ragazza:

-Facciamolo tornare umano.- Tagliò corto il vampiro che si era accorto dell'instabilità psicologica del ragazzo, poi concluse cercando una motivazione personale per non dar ragione alla cacciatrice, -Se diverrà un mostro per vivere con mia figlia voglio che sia una sua decisione consapevole invece che obbligata dagli eventi.-

Poi posò lo sguardo sulla provetta che aveva in mano...

Quel sangue era di sua figlia, le era stato strappato dal corpo con una pugnalata...

Una pugnalata sferrata per uccidere...

Un campione di sangue prelevato per creare una trappola mortale...

Un solo colpevole per il tentato omicidio delle due persone a cui Dracula voleva più bene...

Una sola causa per tutto il dolore che tutti i mostri (e non) dell'hotel provavano...

Un assassino...

Ed era li, davanti a lui...

*Uccidila...* Una flebile voce riecheggiava dentro alla sua testa, una voce che lui aveva imparato a chiudere dentro di sé, in un angolino del suo cuore ed a tenere a bada per molto tempo, ma che adesso era tornata a farsi sentire.

*Divorala...* Insisté.

Drac si mise una mano sulla fronte, abbassò la testa e digrignò i denti come se avesse un forte mal di testa.

-Dracula tutto ok?- Domandò Victoria cercando di guardarlo negli occhi.

Il vampiro rialzò la testa e spinse via la ragazza con rabbia.

-Lasciami in pace!- Ringhiò.

Lei fece alcuni passi indietro, capì perché era tanto arrabbiato, ma sapeva che non c'era tempo da perdere, perciò domandò:

-Hai tutto ciò che serve?-

Dracula rimase un attimo in silenzio mentre riacquistava la calma, e per il momento ci riuscì.

-Sì, me ne occupo io. Tu controlla che Jonathan sia ben legato al letto, che una volta sciolto il sigillo non sarà in grado di lanciare incantesimi, ma il suo spirito gli conferirà una forza sovrumana.-

Poi il vampiro si voltò e si avvicinò alla porta, ma si fermò un attimo prima di aprirla.

-Un'ultima cosa.- Disse, poi girò lo sguardo verso di lei, -Non fare stupidaggini.- Concluse con tono minaccioso.

La porta di fronte al vampiro si aprì senza essere toccata e lui uscì sbattendosela alle spalle.

Victoria si avvicinò al ragazzo, più simile ad un cane rabbioso che ad un umano, o vampiro, e posò una mano sul suo petto.

Una lacrima solcò la guancia della ragazza, scivolò lentamente lungo la cicatrice testimone di una vita da guerriera finalmente spezzata dai sentimenti fino ad allora sigillati nel suo cuore.

-So che non ricorderai nulla di tutto questo e so che continuerai ad odiarmi per sempre per quello che vi ho fatto e forse è giusto così, ma non credo che avrò altre possibilità per dirti quanto mi dispiace...- La voce della ragazza si spense, forse avrebbe voluto dire mille parole, ma sapeva che come quella lacrima non avrebbe cancellato la cicatrice dal suo volto, nessuna parola sarebbe bastata a cancellare tutto il male che aveva fatto.

-Troia bastarda, no che non ti perdono…- Disse Jonathan con disprezzo.

-Non stavo parlando con te…-

-No? Allora con chi, con l'anima del ragazzo? Quando io sono entrato qui dentro ero debole, ma la sua anima era ridotta a brandelli! Credi di poterlo salvare? Veramente? Sei solo una puttana illusa…-

-Ma ti ascolti quando parli? Dare della troia ad una vergine non mi sembra un grosso insulto!- Sbeffeggiò Victoria ridacchiando, -Piuttosto dimmi… come ti chiami?-

-Mavis… Mavis Dracula… ma anche se questo corpo non è stato ancora corrotto dal sangue umano e perciò sono solo un debole frammento dello spirito di un altro vampiro non vi permetterò di esorcizzarmi così facilmente… se devo essere distrutto porterò con me anche l'anima del ragazzo!-

-Che sta succedendo?- La voce di Dracula arrivò da dietro Victoria, tanto che presa di sorpresa lei ritrasse la mano, poi si voltò lentamente asciugandosi la lacrima senza farsi notare.

-Nulla di che… stavo solo spiegando a questo hamburger ambulante cosa farò all'anima del vostro amico se cercherete di esorcizzarmi…- Disse il mezzo vampiro, ma ai due sembrava non importare.

-Hai tutto? Altrimenti possiamo guarire Jonathan senza alcun rituale uccidendo il vampiro che l'ha morso!- Domandò la ragazza facendo una battuta per riacquistare la calma.

Il vampiro annuì con la testa, era cupo in volto, tanto che fece finta di non aver sentito la seconda opzione offertagli da Victoria, non sembrava affatto convinto di ciò che stava facendo.

-Hai controllato che Jonathan sia ben legato al letto?- Si limitò a chiedere mentre posava un piccolo baule per terra.

-Sì, è tutto pronto.-

Il vampiro entrò all'interno del cerchio magico, sfoderò il suo stocco ed appoggiò la punta su una linea del pentacolo. In un attimo il sigillo inizio a brillare, fece un lampo simile ad una lampadina che si brucia e svanì.

Victoria guardò il pavimento confusa e stupita.

-Ma, ma... è impossibile...- Alzò gli occhi verso Drac, -Una creatura magica non può rompere un sigillo magico...- Detto ciò rimase in silenzio in cerca di risposte dal vampiro, risposte che non arrivarono.

-Dracula...- Tornò a farsi sentire la voce del ragazzo.

-Jonath… Mavis,- Si corresse il vampiro, -Smettila immediatamente.- Ordinò.

-So che la senti anche tu e so che prima ti sei quasi lasciato andare...- Continuò il mezzo vampiro sogghignando.

-Ho detto di smetterla!- Ringhiò Dracula rabbioso, ma la reazione del conte fece sorridere ancora di più Jonathan.

-Lei mi ha fatto del male, ha fatto del male a tua figlia ed ha fatto del male a te...-

Questa volta Dracula non rispose, aggrottò la fronte e strinse i denti, stava perdendo la calma.

*Lei non ha avuto pietà per voi, perché tu ne hai per lei?*Anche quella voce dal fondo del cuore si fece viva.

Jonathan che soffiava nel fuoco della vendetta di Dracula dette ancora più potere al suo spirito malvagio, tanto da renderlo forte come lo era prima di incontrare Martha, mentre la sua anima veniva squarciata dal senso di colpa di non essere riuscito a proteggere la figlia.

-Quella ferita alla gamba... ha un odore inebriante... ne voglio solo un po', il resto te la lascio tutta per te... da quant'è che non bevi sangue umano? Che fine ha fatto il Vlad l'impalatore di un tempo?- Il ragazzo continuava ad infierire.

*Uccidila!* Continuò la voce nella sua testa.

*Uccidila!* Si fece sempre più forte...

*Uccidila!* E sempre più continua, fino a che queste voci soprammesse non diventarono un unico assordante sibilo che nessun altro poteva sentire.

Dracula cadde in ginocchio sul pavimento, si piegò in avanti e si strinse la testa con le mani come se stesse per scoppiare.

-Accidenti, Dracula! Non lo ascoltare!- Disse Victoria avvicinandosi al vampiro; provò ad appoggiargli una mano sulla spalla, ma poco prima di toccarlo lui si voltò, prese la ragazza per il collo e la sbatté al muro lasciandola con i piedi sollevati da terra.

-È tutta colpa tua!- Ruggì il vampiro dagli occhi rossi.

-Ehi! Ricordati di lasciarne un po' anche a me!- Si lamentò Jonathan da dietro di loro, ma le sue parole rimasero inascoltate dai due.

Il conte continuò a stringere sempre più forte il collo della ragazza, era pronto ad ucciderla, ma lei fece l'unica cosa che lui non si sarebbe mai aspettato, prese il coltello dalla tasca e lo lasciò cadere a terra, poi lo guardò negli occhi, nessuna paura, nessuna rabbia, nessun sentimento, il suo sguardo era quello di qualcuno già morto.

Dracula lasciò la presa e Victoria cadde a sedere sul pavimento.

Rimase un attimo immobile, ma non era affatto stupita di ciò che era accaduto, sapeva che la forza di volontà del suo nemico giurato era impressionante, ma si era accorta che faceva sempre più fatica a trattenere la sete di sangue e di vendetta e le parole del ragazzo sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

-No… Drac che stai facendo? Quanto ti sei rammollito in tutti questi anni? Dai che c'eri quas...- Ma il ragazzo venne interrotto da un lampo viola che lo colpì fasciandogli la bocca con una grossa serie di bende, limitandolo ad agitarsi senza fare più troppo rumore.

-Finalmente un po' di pace.- Commentò Drac come se non avesse fatto nulla poco prima, -Iniziamo subito.- concluse voltando lo sguardo verso Victoria, che era ancora seduta a terra con la schiena appoggiata sulla parete, sfinita, sotto di lei una pozza di sangue, probabilmente la precedente colluttazione aveva riaperto la sua ferita.

-Ehi, umana, vedi di non morire ora, mi servi viva almeno per i prossimi cinque minuti!- Disse il conte con aria quasi scocciata, anche se la colpa del dissanguamento era la sua.

-Blatera di meno e prepara quella maledetta pozione per il rituale di evocazione!- Rispose la giovane con tono altrettanto scontroso.

Dracula non perse tempo, aprì il bauletto e tirò fuori un calice la cui coppa era un mezzo geode di ametista sostenuta da una mano femminile che dopo il polso sfumava in un tronco e come base una fetta di agata blu, una comune oliera di metallo, un macinino per spezie, un barattolo di vetro vuoto ed un grosso tomo rilegato in pelle grinzosa e nera.


Mi dispiace che dopo due settimane sono riuscito a pubblicare solo una parte del capitolo, visto quanto è importante avrei voluto pubblicarlo tutto insieme, ma quando ho iniziato a scriverlo ho scritto e scritto e scritto… e mi sono accorto che a oltre 4000 parole Jonathan non era stato ancora stato esorcizzato e non avendo tempo per finirlo e tradurre tutto ho fatto quello che ho potuto. Comunque questa prima parte è meglio di nulla…

fanfiction-net: vampire: 7 - human: 13
efpfanfiction(italian): vampire: 5 - human: 2
deviantart: vampire: 3 - human: 0
Total: vampire: 15 - human: 15

A proposito, visto che la votazione è finita con un pareggio la decisione finale sul futuro di Jonathan è stata della mia fidanzata.

PS: il titolo inglese del capitolo è "What define a monster" che è l'omonimo titolo di una fanfiction su HT in inglese su che oltre ad essermi piaciuta è stata definita dall'autore "la nipote" della mia, perché essa è stata ispirata da una storia che è stata ispirata dalla mia.

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Capitolo 34
*** Cosa definisce un mostro – parte 2 ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale ai nuovi followers Fred Halliwell, KonanKohai e ChrisAndreini :-D


CAPITOLO 33 – Cosa definisce un mostro – parte 2

-Rituale di evocazione hai detto?- Chiese Dracula con aria confusa, -Non dovremo fare un esorcismo?-

Victoria fece un cenno con la mano per chiamare il vampiro vicino a lei. Lui per un attimo rimase titubante, ma poi si avvicinò, con un piede allontanò il pugnale dalla cacciatrice e solo a quel punto si abbassò al suo livello.

La cacciatrice iniziò a bisbigliare al vampiro il suo piano con un tono abbastanza basso da non poter essere sentito da Jonathan, che gli rendeva il lavoro ancora più facile continuando ad agitarsi.

-Ho esorcizzato abbastanza persone possedute nell'arco della mia vita, questo rituale è lungo e stancante sia per chi deve essere liberato che per gli esorcisti, inoltre lo spirito demoniaco ha tutto il tempo per mutilare sia l'anima che il corpo prima di venire distrutto. Hai ragione nel dire che pochi sopravvivono... ma visto che abbiamo un campione di sangue originale di quel demonio...- Victoria venne interrotta dall'occhiataccia che Drac le sparò quando lei aveva chiamato sua figlia "demonio", ma poi riprese, -Se noi facciamo un rituale di evocazione per chiamare quello spirito esso non riuscirà a teletrasportare anche il corpo a cui non si è ancora legato ed a quel punto lo possiamo esorcizzare senza che possa nuocere al ragazzo.-

-È un'idea ridicola...- Drac tagliò corto sprezzantemente, poi domandò con curiosità fintamente disinteressata, -Quante volte ha funzionato?-

-Cinque volte su sette... sette su sette per i posseduti.-

Ci fu un attimo di silenzio.

-E cosa è successo due volte?- Domandò il conte, insicuro sul voler veramente ascoltare la risposta.

-Una volta lo spirito che abbiamo liberato è riuscito ad arrivare al "tributo" e l'altra volta era più potente di quanto i miei compagni immaginassero ed ha massacrato tutti prima di venire distrutto, si salvò solo la ex-posseduta... io.-

-Tributo? Già, a meno che tu non abbia sancito un patto con lo spirito da evocare non lo puoi obbligare a raggiungerti, temo di sapere cosa offrivi per essere sicura che non rifiutassero...- Commentò Drac con tono serio.

Victoria abbassò lo sguardo prima di rispondere:

-Giovani ragazze vergini.-

Dracula si alzò, aveva le mani fra i capelli per la rabbia e l'incredulità per la crudeltà umana.

-Almeno erano consapevoli dei rischi?- Iniziò a brontolare, poi si voltò di nuovo verso di lei, -Oppure le rapivate ed ascoltavate le loro grida di terrore quando uno spettro cercava di divorarle vive?!- Il tono del vampiro salì fino ad urlare, sembrava non avere timore di essere sentito da Jonathan.

Victoria si chiuse ancora di più in se stessa, lasciò ferma solo la gamba ferita. Rimase in silenzio mentre il vampiro la fissava rabbiosamente sperando in una risposta negativa, sperando di trovare un briciolo di umanità nel cuore degli umani stessi, umanità che il silenzio confermò essere morta.

-Voi umani mi disgustate, è una fortuna che la vostra vita sia breve e senza magia.- Commentò, poi prese il libro.

-Rituale di evocazione senza patto di sangue.- Ordinò gentilmente rivolgendosi all'antico libro sulla cui copertina si aprirono lentamente due occhi assonnati ed infine iniziò a sfogliarsi da solo fino a raggiungere la pagina desiderata.

Dracula si schiarì la voce ed iniziò a leggere:

-Vediamo se è questo... ingredienti... procedimento... note, bene, vediamo un po'... rituale efficace per evocare oggetti, spiriti e creature magiche, di qualsiasi tipo e dimensione. 1)Attenzione: per evitare spiacevoli inconvenienti controllare che attorno all'altare ci sia spazio a sufficienza per contenere l'invocato...-

-Drac... qui c'è gente che muore dissanguata, ti dai una mossa?- Victoria interruppe il vampiro, la sua voce era talmente stanca che le ultime parole erano a malapena udibili.

-Non mi interrompere ragazzina, altrimenti perdo il filo!- Rispose arrabbiato, poi continuò a leggere, -2)Attenzione: se si prova ad invocare uno spirito non saldamente legato ad un corpo e/o ad un oggetto lo spirito sopracitato potrebbe separarsi danneggiando e/o distruggendo ciò che lo ospitava. Eccolo, è questo! Ma la parte "danneggiando e/o distruggendo ciò che lo ospitava" non mi piace molto...-

-Alla buon'ora!- Commentò Victoria deridendo il vampiro che si voltò e le lanciò un'occhiataccia prima di risponderle con tono saccente:

-Vorrei vedere te nelle mie condizioni...-

-Io avrei già finito visto che lo so fare a memoria.- Rispose Victoria continuando a sbeffeggiare il conte, il quale sentendosi ferito nell'orgoglio contrattaccò facendo l'imitazione della cacciatrice rispondendo con una voce stridula ed acuta tipica delle donne petulanti tipo Eunice, assolutamente non in linea con il tono mascolino di Victoria:

-Ciao a tutti, mi chiamo Victoria e sono una bambina tanto brava, conosco tutte le pozioni a memoria visto che sono la discendente del più grande professore di occulto e faccio sempre i compiti a casa blah, blah blah!-

Victoria ridacchiò per la crisi di pazzia del vampiro, prima di lanciare una nuova frecciatina:

-Lo hai detto di nuovo...-

-Cosa?- Domandò il vampiro tornato ad uno stato mentale apparentemente normale.

-Blah, blah blah!- Rispose la ragazza tirando fuori la lingua ed imitando il movimento di artigli con una mano; lei continuava a scherzare, ma non aveva nemmeno la forza per tenere gli occhi aperti.

-Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhhhhhhh!- Mugugnò Dracula irato, agitando le braccia sopra la testa come uno di quei pupazzi gonfiabili che salutano come scemi, poi ricordandosi del ridotto tempo a disposizione tornò in posizione per preparare la pozione.

-Adesso smettila di farmi perdere tempo con le tue idiozie e lasciami concentrare.- Brontolò il vampiro, poi continuò:

-Ingredienti: polvere di ali di falena blu,- Disse mentre prendeva il macinino per spezie e lo teneva sopra al calice; poi iniziò a macinare e da esso uscì una polvere blu scuro.

Intanto il mezzo vampiro iniziò ad agitarsi, tanto da liberarsi dalle bende che gli tappavano la bocca.

-No... tu non lo farai... non ti posso permettere di esorcizzarmi!- Urlò Jonathan minaccioso, ma si vedeva che cercava solo di mascherare la sua paura.

-Ed invece sì che lo farò...- Rispose Dracula sorridendo compiaciuto, poi continuò con le sue faccende.

-Farina di mica,- E macinò nuovamente, ma questa volta uscì una polvere bianca brillante, poi prese l'oliera.

-No, tu non lo farai.- Ripeté il ragazzo, stavolta sicuro di sé.

-Dracula, temo che stavolta il ragazzo dica sul serio...- Disse Victoria con voce scherzosa.

Incuriosito Drac ruotò lo sguardo verso di lei, notò che aveva in volto un sorriso sarcastico e dopo averlo guardato un attimo alzò leggermente una mano per indicare qualcosa di fronte a lei. Il vampiro si voltò in direzione di ciò che la ragazza indicava e la sua espressione tranquilla crollò in un attimo.

Jonathan era seduto sul lettino, stava curvo in avanti tenendo i gomiti appoggiati alle gambe ed il mento sui pugni.

Tutte le grosse cinghie ricoperte di rune anti-incantesimo erano aperte.

I suoi malefici occhi rossi socchiusi erano fissi sulla ragazza ferita.

Per un attimo nessuno si mosse...

Un attimo in cui l'aria era talmente tesa che non sarebbe bastato un coltello per tagliarla...

Un attimo di calma prima dell'inevitabile tempesta...

Jonathan alzò leggermente la testa per permettere alle mani di gesticolare leggermente mentre iniziava a parlare:

-Immagino che nessuno di voi era a conoscenza delle mie doti di illusionista con le funi quando ero umano? Generalmente per divincolarmi distruggevo tutto ciò che avevo in un raggio di dieci metri, ma me la cavavo bene...-

Drac e Victoria si batterono un palmo sulla faccia sconfortati.

-Ci pensi tu, vero?- Propose il vampiro rivolgendosi alla ragazza, che spalancò gli occhi terrorizzata:

-Ma gli unici due neuroni del tuo cervello hanno appena fatto un frontale?!-

-Sei o non sei il più grande cacciatore del mondo?- Sminuì Dracula.

-Ma stai dicendo sul serio?- Chiese alzando un sopracciglio, - Sono ferita, disarmata e non ho nemmeno la forza di alzarmi, che dovrei fare?!- Gridò istericamente, -E poi se mi morde col cazzo che lo riporti umano!- Continuò con voce ancora più stridula, simile a quella di Eunice.

La ragazza dalla folta chioma rossa per un attimo sperò nell'aiuto del vampiro, ma capì presto che se la sarebbe dovuta cavare da sola.

-Adesso si che sono fottuta...- Sospirò abbassando la testa, sconsolata.

-Modera il linguaggio, non intendo accettare queste rozzezze nel mio hotel.- La rimproverò Drac, -Comunque inventati qualcosa mentre io finisco i preparativi. Per adesso prendi questo.-

Detto ciò le lanciò il barattolo vuoto che lei prese al volo e tornò al lavoro.

-E con questa che ci fa...-

Ma Victoria venne interrotta bruscamente da Jonathan che le stava piombando addosso. Fortunatamente i riflessi da cacciatrice le permisero di sferrare un calcio non molto forte, ma ben mirato al volto, contro cui il ragazzo impattò con tutta la velocità del suo slancio, tanto da buttarlo al tappeto.

Purtroppo la sete del mezzo vampiro gli impediva di sentire stanchezza e dolore, così in poco tempo si rialzò e saltò addosso a Victoria che questa volta era troppo sfinita per contrattaccare, ma riuscì a prendere Jonathan per il collo con una mano bloccandolo prima che riuscisse a morderla.

-Dai, che non te la stai cavando tanto male.- Esclamò Drac, senza neppure dare uno sguardo alla ragazza in difficoltà che rispose sarcasticamente:

-Dici?-

Ma Dracula sembrava non ascoltarla, infatti era intento a continuare la preparazione della pozione, incurante del rumore e dei ruggiti del ragazzo.

-Latte di basilisco.- Ordinò il conte con voce tranquilla poi dall'ampolla che teneva in mano versò un liquido bianco con dei riflessi perlacei gialli e verdi.

Victoria notò la scena, ma non si poté distrarre a lungo perché il ragazzo, più forte di lei grazie ai nuovi poteri, le si stava avvicinando pericolosamente.

*Possibile che...* Pensò, poi con la mano libera prese il barattolo, lo stappò e lo schiacciò contro il volto di Jonathan urlando:

-Aconito!-

Il barattolo si riempì di fiori violacei secchi ed in un attimo Jonathan saltò via e si allontanò di qualche metro tossendo fortemente, tanto da inginocchiarsi a terra.

Victoria si rialzò scivolando sulla parete per aiutarsi, poi guardò il mezzo vampiro che respirava a fatica e fece un sorriso soddisfatto, infine si voltò verso Dracula per vantarsi, ma lo trovò accasciato per terra agonizzante.

-Metti subito via quella roba!- Cercò di urlare il vampiro, ma la sua voce era strozzata, -Coff, coff, coff... è peggiore persino dell'aglio!-

Ma victoria appoggiò il barattolo sul pavimento e zoppicò rapidamente a prendere l'oliera dalle mani del conte.

-Sangue di unicorno!-

-Nooo! Coff, coff, coff... Il sangue di unicorno è raro e prezioso, ne ho pochissimo!-

Victoria lo guardò un attimo, poi si versò il liquido argenteo sulla ferita, che venne assorbito dalla pelle come l'acqua dalla terra arida, guarendola e ridandole persino le forze.

-Incredibile!- Esclamò euforica, -Molto meglio dell'essenza di dittamo che uso di solito!-

Poi tornò con lo sguardo su Drac e notò che la sua pelle pallida stava diventando di un colore violaceo non troppo sano...

-Forse dovrei far sparire questi fiori...-

Detto ciò ritappò il barattolo, da cui svanì il contenuto, e lo appoggiò accanto al calice, infine si stiracchiò per sgranchirsi i muscoli in attesa della prossima battaglia.

-Hai sprecato il mio preziosissimo sangue di unicorno... questa me la pagherai cara...- Disse il vampiro con voce stremata mentre si rialzava.

-Nah... tanto che te ne fai? L'energia di una creatura sacra come quella di un unicorno fa bruciare lo spirito dei mostri demoniaci!-

Poi la ragazza si voltò per controllare come stesse Jonathan, si stava rialzando, perciò si incamminò verso il lettino e prese l'asta porta flebo con cui colpì il ragazzo alla nuca bloccandogli la testa al pavimento incastrata fra le gambe delle ruotine.

-Dracula, sbrigati, non so per quanto lo potrò trattenere!-

-Oh, già... miele di stella alpina!- Ed inclinò l'ampolla, ma da essa non uscì nulla.

-Dracula, perché non hai chiamato quell'ingrediente dal barattolo? Come fa il miele ad uscire da quel lungo beccuccio stretto?- Consigliò Victoria, ma il conte alterato dalla fatica per sbattere l'oliera nella speranza di far uscire qualcosa le rispose malamente:

-Fatti gli affari tuoi!-

Ma alla fine la perseveranza lo premiò con un sottile filo di miele che versò nel calice.

Infine raccolse il barattolo ed ordinò:

-Petali di rosa nera... speriamo di averne abbastanza in magazzino...-

Lo aprì, prese una manciata di petali neri essiccati, li lasciò cadere nel calice e subito ritirò indietro il braccio avvolgendosi nel mantello.

Ci fu un piccolo botto ed un luminoso e denso fumo scarlatto riempì la stanza.

Jonathan approfittò dell'attimo di distrazione per spingere l'asta porta flebo contro Victoria che venne colpita al ventre e cadde a terra. Il ragazzo la prese per un braccio e provò a morderlo, ma lei lo colpì con un poderoso montante al mento con cui gli spezzò un canino e lo obbligò ad indietreggiare, ma non passò molto prima che si riprendesse e provasse un nuovo attacco.


Avrei voluto pubblicare la seconda e la terza parte assieme, ma all'improvviso la mia fidanzata è riuscita ad ottenere un giorno di permesso (che prima le era stato negato) per giovedì 31 ottobre per andare al Lucca comics, perciò nei prossimi giorni sarò occupato a finire il cosplay di Drac (che avevo lasciato incompleto).

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Ricordatevi di recensire!

Alla prossima :-)

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Capitolo 35
*** Cosa definisce un mostro – parte 3 ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

31-Ottobre-2013

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Buon Halloween a tutti! Come potevo non postare una storia sui mostri proprio in questo giorno?

Oggi sarò al Lucca comics and games con la mia fidanzata, cosplay di Hotel Transylvania, ovviamente Dracula e Mavis... perché non Jonathan e Mavis visto che io ho 23 anni? Sapete già la mia ridotta affinità per quel tontolone... Oh, a proposito, esiste anche lui all'interno della storia e finalmente tornerà a fare la sua comparsa attiva, la sua ultima presenza risale al capitolo 9 – L'uomo nero, non so se vi ricordate 7 mesi fa (28/03/2013)...

Avevo detto che non avrei voluto dividere questo capitolo troppe volte, così mi sono impegnato a scriverlo e tradurlo tutto. Avevo preventivato di scrivere altre 1600-2000 parole in questa terza parte, ma come al solito il capitolo è lievitato a oltre 4100 parole...

Bando alle ciance, vi lascio al capitolo!


CAPITOLO 34 – Cosa definisce un mostro – parte 3

-Victoria, ho bisogno di te come tributo!- Ordinò il conte ancora inginocchiato davanti al calice.

-Se non ti scoccia sarei un po' occupata!- Ansimò con un filo di voce la ragazza mentre Jonathan alle sue spalle con un braccio le stringeva il petto e con l'altro avvinghiava il collo bloccandole il respiro, mentre lei impediva al ragazzo di morderla tenendogli i capelli per immobilizzargli la testa.

-Non ti vantavi di essere la più grande cacciatrice di mostri del mondo? Ormai ho iniziato il rituale, devo mantenere la concentrazione, quindi non posso né spostarmi né usate la magia. Mi manchi solo tu!-

Victoria si piegò in avanti facendo staccare i piedi di Jonathan da terra e con un ultimo sforzo fece qualche passo per avvicinarsi a Dracula per poi gettarsi a terra dinnanzi a lui.

Dracula iniziò a recitare preghiere in una lingua incomprensibile e la pozione contenuta nel calice iniziò a ribollire generando un denso fumo violaceo che iniziò a scivolare per terra come un serpente che generò un anello attorno ai tre.

Jonathan lasciò l'umana e si alzò in piedi ciondolante come uno zombie.

-Ma allora mi volete invocare veramente...- Jonathan iniziò a parlare tenendo la testa bassa e gli occhi chiusi, la sua voce era roca, più simile all'eco in una grotta che ad una voce umana, -Non so cosa abbiate in mente, ma come posso rifiutate una chiamata se mi viene offerto un tributo come lei?- Continuò alzando lo sguardo verso Victoria, i suoi occhi erano socchiusi, non sembrava nemmeno che lui la stesse guardando, ma lei si sentiva fin troppo osservata. -Puoi essere riuscita a fermare questo corpo, ma riuscirai a fermare anche me?- Concluse il ragazzo e subito dopo crollò a terra come una marionetta a cui hanno tagliato le corde.

Victoria era ancora seduta sul pavimento mentre da sotto il corpo incosciente di Jonathan iniziarono ad espandersi decine di ombre che si contorcevano come tentacoli tutti attorno a lui fino ad oscurare la stanza intera.

Buio, nient'altro che oscurità, un nero così profondo da non riuscire neppure a vedere se stessi, un nero così profondo che neppure la magia di Dracula poteva renderlo capace di vederci attraverso.

Victoria rimase immobile, tratteneva il respiro per non far rumore, ma immersa in quell'innaturale buio silenzioso, dove persino il crescente battito del suo cuore era assordante.

Poi un rumore, il rumore di metallo che struscia sulla pietra del pavimento, si fece mano a mano più vicino fino a che sfumò nuovamente in un silenzio.

Un altro rumore, lo stridere di lame fra loro, talmente vicino al suo viso che Victoria rabbrividì, qualsiasi cosa fosse non era nulla di buono. La malvagità di quella cosa era così potente che anche se non riusciva a vederla lei sentiva la sua aura agghiacciante penetrare dentro fino alle ossa.

Freddo, un freddo agghiacciante, ma non era l'aria ad essere fredda, lei stessa lo era diventata, tanto che sentiva le lacrime ghiacciarsi sugli occhi, le braccia e le gambe intorpidirsi al punto da non riuscire quasi più a mantenere l'equilibrio; non tremava, quel freddo e quella paura la paralizzavano completamente

Victoria sapeva che quello spirito era accanto a lei, che si stava preparando a colpirla, ma sapeva anche che non c'era via di fuga e che non poteva chiedere aiuto, quando si è immersi nelle Tenebre si è soli.

Solo un rituale di esorcismo avrebbe potuto salvarla, ma non ci sarebbe stato tempo, infatti uno Spirito Demoniaco libero può uccidere chiunque rapidamente. L'unico modo di salvare sia il Posseduto che il Tributo sarebbe stato iniziare l'esorcismo e prima della sua conclusione evocare lo Spirito in modo da impedirgli di fare troppo male al Posseduto. Victoria non aveva avvertito Dracula di ciò, non lo ritirava importante, ed anche se le altre volte era andata bene non voleva rischiare la vita del ragazzo, anche a costo della propria.

Il silenzio si ruppe con il rumore della lama che penetra nella carne, che gira su se stessa e che rompe le ossa.

La ragazza riaprì gli occhi lentamente e vide una luce che non si aspettava. Le Tenebre erano scomparse e finalmente le torce attaccate ai muri illuminavano la stanza di una luce gialla.

La rossa alzò lo sguardo, di fronte a lei c'era un mostro che aveva già visto, lo spirito del Demone Inferiore che origina i poteri dei vampiri. Era un pipistrello dalle fattezze umanoidi, con il corpo immateriale formato da fiammelle nere, le gambe e le ali erano un tutt' uno con le ombre che ricoprivano il pavimento e l'unica cosa che contraddistingueva il viso erano i due grandi occhi gialli, l'unica cosa luminosa di quello Spirito Oscuro.

Stava immobile con un braccio alzato, ma gli artigli lunghi ed affilati pronti ad uccidere non attaccarono, si abbassavano lentamente, mentre qualcosa, forse una bocca, si aprì sul muso di quello Spirito, che emise un innaturale suono stridulo e sofferente.

Victoria rimase stranita da ciò, ma poi si accorse cosa era successo, lo stocco di Dracula aveva trapassato quello spirito demoniaco e sembrava ferirlo.

Il vampiro tirò fuori la spada con forza e dalla ferita uscì una luce azzurra che iniziò ad espandersi fino ad inghiottire lo spettro e distruggerlo.

L'umana era senza parole.

Il conte foderò lo stocco e poi lo lasciò, ma anziché cadere esso scomparve.

-C... che cos'è? Un'arma magica non avrebbe potuto distruggere un sigillo e neppure l'argento è così potente contro gli spettri!-

-Credi di avere tu il monopolio delle armi migliori, piccola umana?- Rispose il vampiro con aria di superiorità.

-Huff... hurg...-

I due si voltarono, Jonathan si stava riprendendo.

-Jonny?- Disse Drac, preoccupato e subito lo raggiunse e gli sorresse la testa.

Il ragazzo respirava, ma era pallido e freddo.

Dracula gli accarezzò i capelli, poi avvicinò un orecchio al suo petto.

-Allora? Come sta?- Domandò Victoria che si era avvicinata con più cautela.

-Non bene, il suo battito è talmente debole che faccio fatica io stesso a sentirlo... Dopo tutto il sangue che ha perso quello sintetico non può bastargli...- Rispose il vampiro pensieroso, poi si voltò verso l'umana:

-Dall'odore mi è sembrato che il tuo sangue sia di tuo tipo zero negativo, vero?-

Victoria fece un cenno con la testa.

-Almeno siamo sicuri che sia compatibile con quello del ragazzo. Hai tutto ciò che serve per una trasfusione?-

-Sì, certo.- Rispose Drac mentre sdraiava Jonathan sul lettino.

Fatto ciò Dracula raccolse dal pavimento la flebo, che il ragazzo si era tolto dopo essersi liberato, e smontò il sottile tubo di gomma, poi da sopra il mobiletto accanto alla barella prese un ago da siringa e lo collegò all'estremità libera del tubo.

-Trasfusione diretta?- Chiese Victoria. -Ma presto la mia pressione sanguigna inizierà a crollare, a quel punto che farai?-

-Ti strizzerò come un tubetto di dentifricio finito con la mia magia, ovvio...-

-Oh... già... la stessa magia con cui hai provato ad uccidermi al cimitero?- Domandò la ragazza sarcasticamente.

Dracula si portò una mano alla fronte pensieroso.

Intanto la rossa si diresse verso il suo pugnale e lo raccolse, poi tornò vicino a Jonathan ed appoggiò l'arma sul mobiletto, il rumore del metallo che batte sul metallo fece voltare Drac incuriosito che mai si sarebbe aspettato di vedere Victoria voltata di schiena che si stava sfilando la maglia in Kevlar.

Il vampiro rimase imbambolato a guardarla, forse perché una donna si stava spogliando di fronte a lui, magari perché quella schiena e quelle braccia avevano una muscolatura un po' troppo sviluppata per una ragazza, oppure perché la sua pelle non sembrava nemmeno nuda a causa della moltitudine di tatuaggi che la ricopriva, inoltre la sua carnagione pallida ed il nero dell'inchiostro creava un contrasto chiaro-scuro quasi artistico.

L'umana finì di sfilarsi la tuta e scrollò la testa per spostare i capelli dal viso, la rossa chioma le scivolò lungo la schiena fin poco sotto le spalle regalando un po' di colore a quel dipinto in bianco e nero.

Victoria riprese il coltello e si voltò lentamente, così Dracula si girò a sua volta imbarazzato, fingendo di non aver visto nulla.

-Hai visto qualcosa che ti piace?- Domandò maliziosamente la ragazza facendo sobbalzare il vampiro che rispose cercando di mantenersi serio e calmo, anche se venne tradito dal rossore crescente sul suo volto e dalla voce tremolante:

-No...-

-No? Sono così brutta?- Disse Victoria con aria triste, fingeva, ma recitava bene.

-Sì, cioè, no, cioè...- Rispose Dracula confuso, poi provò a cambiare discorso, -Ma il pudore non te lo ha insegnato nessuno?-

-Il pudore di cosa?- Si sentirono degli sfrigolii elettrici, poi continuò con un sospiro rassegnato, -Sono solo un cadavere che cammina...- Questa volta non fingeva.

-Hai intenzione di darmi una mano o quel muro è troppo interessante?- L'umana lo rimproverò.

Dracula si voltò lentamente controllando con la coda dell'occhio che la ragazza non fosse in imbarazzo, ma lei non lo stava neppure guardando. Era a sedere sul lettino accanto alla testa di Jonathan ed usava il pugnale per tagliarsi la pelle di un braccio per spezzare i sigilli tatuati incurante del dolore.

-Ma... Non ti fa male?- Le domandò.

Victoria si fermò un attimo, fece un sospiro e poi con un colpo deciso tagliò un altro simbolo magico che generò qualche scintilla azzurrognola emettendo un rumore elettrico.

-Certo che fa male...- Rispose lei guardandosi il braccio sanguinante, -Ma sono abituata a ferite ben peggiori.-

Dracula la guardò, anche il petto e l'addome erano completamente ricoperti da tatuaggi come la schiena; c'era solo un'eccezione, otto grosse cicatrici poco sopra al seno, due serie opposte di quattro tagli profondi rimarginati frettolosamente.

-Sono quelle la "questione in sospeso" che hai con mia figlia?-

Victoria sfiorò con le dita di una mano quelle cicatrici.

-Non sono io la vittima...- Fu il suo unico commento.

-Forse hai ragione.- Concluse Dracula pensieroso, poi sguainò l'unghia del suo indice che divenne lunga ed affilata ed aiutò la cacciatrice a rompere i tatuaggi anti-magia della schiena.

Il vampiro appoggiò la mano libera sulla spalla della ragazza, come a volerla consolare, lei alzò un poco la testa e gli dette uno sguardo con la coda dell'occhio, ma poi tornò con gli occhi altrove.

Il conte poteva ammirare quella pelle vestita di inchiostro da molto vicino, e solo in quel momento capii cosa significassero tutti quei tribali senza poteri magici che facevano da sfondo ai vari sigilli a lui più o meno conosciuti, essi nascondevano ciò che c'era sotto, decine e decine di cicatrici, tagli bruciature, morsi e forse qualche foro di proiettile, da lontano erano indistinguibili, ma da vicino facevano sembrare le ferite inferte da Mavis dei semplici graffietti.

Victoria lasciò cadere il coltello sul pavimento lasciando intendere di aver finito.

Dracula era stato più lento, tagli troppo poco profondi, imprecisi e tremanti come se qualcosa in lui gli impedisse di farle del male, forse pietà? O forse l'odore del sangue lo agitava…

-Vuoi che finisca io?- Victoria interruppe il silenzio.

-No, no… è solo che… sei giovane e tutte queste ferite…- Le rispose il vampiro con un nodo in gola.

-È stata una mia scelta.- Tagliò corto la rossa, così Drac riprese il lavoro senza aggiungere altro.

Poi prese il tubo della flebo, -Te la senti?-

L'umana alzò un sopracciglio stupita.

-Tu che mi chiedi se me la sento?-

Il vampiro rispose con un'espressione ancora più stupita di quella della ragazza per quello che si era appena accorto di aver detto.

-Forse dovremo sbrigarci, in queste due ore Mavis potrebbe essere arrivata lontano.-

Dopo aver sentito le parole di Victoria lo stupore di Drac divenne terrore.

-C... Cos'hai detto?!- Urlò il vampiro tremando, -Due ore?!- E si portò le mani alla testa disperato, -Non posso credere di aver perso tanto tempo! Speravo di farne a meno, ma…- Si interruppe un attimo indeciso sul da farsi ed iniziò a camminare per la stanza, pareti e soffitto compresi, per sfogare il nervoso, bisbigliando fra sé e sé, -Ma non ho telefoni in hotel che possano chiamare l'esterno e non ho tempo di inviare un corvo espresso. Be', potrei anche farcela da solo… no, ma chi voglio prendere in giro, non stavolta, non quando c'è di mezzo la vita della mia cadaverina, non permetterò al mio orgoglio di guidarmi verso le scelte sbagliate!- Dracula si fermò improvvisamente, -Victoria, dammi un telefono, so che ne hai uno!- Gridò voltandosi verso di lei ed indicandola con l'indice per enfatizzarsi, ma rimase un attimo paralizzato da ciò che vide.

-Non eri tu ad avere fretta?- Disse Victoria che teneva il collo in tensione e se lo copriva con una mano, la ragazza si era già conficcata un ago nella giugulare, poi aprì la valvola dell'altro ago per far fuoriuscire l'aria dal canale. Il sangue uscì da esso con tre zampilli prima che l'umana richiudesse la valvola e lo iniettasse nel braccio di Jonny.

Dracula era ancora immobile in quella posizione.

-Oh, il mio telefono, ne ho uno satellitare, tieni.-

La cacciatrice sfilò dalla tasca dei pantaloni un telefono e lo lanciò al vampiro che lo prese al volo.

Il vampiro lo guardò e lo ruotò fra le mani, non era un esperto di tecnologia, anzi, non aveva mai visto alcun telefono senza fili prima dell'arrivo di Jonathan e non sapeva da che parte farsi.

-È normale che questo vetro sia rotto e che questi numeri si stacchino?-

Victoria lo guardò perplessa, perciò lui le si avvicinò porgendole l'apparecchio mal ridotto, Victoria lo prese con due dita, ridacchiando sconsolata.

-Colpa tua. Se non mi avessi picchiata così forte adesso sarebbe intero.- Lo brontolò, -Ma penso che un ragazzo giovane come Jonathan ne abbia uno.-

-Sì, glie l'ho visto, dev'essere nel suo zaino. Vado e torno, tu vedi di non muoverti!-

Detto ciò corse talmente velocemente da sembrare un turbine fino alla camera di Mavis, dove lui aveva portato gli effetti di Jonathan per far sentire meno sola la figlia, sperando che fossero ancora lì.

Il vampiro arrivò alla porta e notò che il legno era lucido ed al pomello mancava la testa rimpicciolita.

*Questo non è un buon segno...* Pensò mentre la apriva.

La prima cosa che lo colpì fu la mancanza dell'anticamera, infatti la parete del bagno era stata polverizzata ed anche il finestrone era saltato, ma non era stato ancora cambiato.

Le pietre, i pezzi di legno dei mobili distrutti, i pupazzi, i libri e le stoffe erano stati spinti verso il perimetro della stanza, era tutto bruciato. Dracula si guardò intorno carico di amarezza, il passato dell'amata figlia era stato distrutto in un attimo ed il suo futuro era tuttora incerto.

La zona centrale, quella dove si era generata l'esplosione, era completamente nera a causa del calore, sul pavimento era rimasta solo un ombra di pietra non annerita, aveva una forma umana con due grandi ali da pipistrello spalancate.

Fece un sospiro, poi spostò i detriti con i suoi poteri telepatici fino a trovare lo zainetto, era rimasto miracolosamente intatto in quella devastazione. Il vampiro lo fece fluttuare avvicinandolo a se e frugò in tutte le tasche fino a trovarlo, lo strinse nella mano e ripartì verso i sotterranei, ma prima di uscire dalla camera fece un sospiro profondo ripensando a tutti gli anni felici passati assieme alla figlia in quella stanza oramai incenerita.

Drac tornò in infermeria alla stessa velocità di quando ne era partito, talmente rapida che nessun ospite dell'hotel riuscì a distinguere chi fosse quel treno in corsa.

-Fatto veloce!- Si complimentò Victoria, che era seduta sulla barella. Provò ad alzarsi, ma le sue gambe non ressero e rischiò di cadere se il vampiro non avesse sfruttato la sua velocità per prenderla in braccio.

-È imbarazzante...- Sospirò lei, vergognandosi di non riuscire nemmeno più a tenersi in equilibrio.

-Credo tu non abbia idea di quanto sia imbarazzante per me!- Rispose Dracula con un sorriso paterno sul volto.

Victoria fece una smorfia di dolore, Dracula stava usando i suoi poteri per far defluire il suo sangue più rapidamente

-Sono stanca...- Disse la ragazza con voce assonnata, -Voglio solo riposarmi un po'...- Lei chiuse gli occhi e si strinse a Drac suscitando la testa al suo al petto facendolo arrossire in volto.

-Forse se ci fossimo conosciuti in circostanze diverse saremmo potuti essere amici...- Sospirò l'umana.

-No, non credo proprio!-

-Stronzo...- Mormorò scherzosamente Victoria, fu l'ultima cosa che riuscì a dire prima di perdere conoscenza, per la prima volta dopo tanti anni poteva finalmente riposare in pace col sorriso in volto.

-V... Viky?- Domandò il vampiro, senza ottenere risposta.

Usando i suoi poteri estrasse l'ago dalla sua gola, poi fece fluttuare la ragazza in aria, la rivestì con la telecinesi e la posò a sedere sul pavimento con la schiena appoggiata alla parete.

Dracula guardò il cellulare.

-Mi son dimenticato di chiederle come funziona questa maledetta diavoleria... ed adesso come faccio?- Disse fra sé e sé sconsolato mentre osservava la tavoletta nera, -Ti ordino di accenderti!- Disse con voce imponente, ma non accadde nulla.

Mentre continuava a studiare lo strano oggetto all'improvviso si illuminò ed emise un breve suono attirando l'attenzione del vampiro.

Il monitor riportava la scritta "Batteria scarica, collegare il dispositivo al caricabatterie" .

-Magnifico, di bene in meglio!- Brontolò sarcasticamente, ma almeno il cellulare era acceso, doveva solo capire come farlo funzionare.

Quando la finestra del pop up sparì rese visibile la foto con Drac, Mavy e Jonny impostata come sfondo che fece sorridere il conte nella speranza da quei momenti felici sarebbero tornati presto.

"Scorrere il dito per sbloccare" C'era scritto sullo schermo.

-Scorrere il dito dove? Perché non è più specifico?! Proviamo a toccare il vetro...-

Drac avvicinò un dito cautamente al monitor e lo toccò, generando un effetto simile a quello degli anelli di onde sull'acqua.

-Eh eh, carino, utilizzerà una magia simile a quella della fontana dei ricordi?-

Fece scivolare il dito divertendosi a vedere quell'effetto liquido in un solido, ma così facendo sbloccò involontariamente il dispositivo.

Sullo schermo comparvero varie scritte e simboli strani, facendo sembrare il tutto ancora più complicato.

-E ora?- Sospirò Dracula demoralizzato mentre leggeva i nomi dei vari simboli fino ad arrivare ad una cornetta bianca in un quadrato verde denominata "Telefono".

Il vampiro provò a toccarla facendo comparire una nuova schermata scena con una tastiera numerica.

-Ha ah! Nulla mi può fermare, neppure l'incomprensibile tecnologia umana!- Disse pieno di orgoglio mentre componeva un numero e si portò il telefono all'orecchio.

Non sentì nulla, così lo osservò nuovamente, confuso.

-Come diavolo si fa a far partire la chiamata?-

L'imbranato vampiro continuò ad osservare la tastiera touch screen, in particolare la cornetta verde in basso ad essa.

-O la va o la spacca!- Mormorò e poi provò a toccarla, inoltrando finalmente la chiamata.

Soddisfatto per la gloriosa impresa portò il telefono all'orecchio, impettito e professionale come un moderno uomo d'affari, ma questa sua felicità venne incrinata da un suono fastidioso e dalla solita scritta "batteria quasi scarica...".

-Ti prego, rispondi!-

... Un bisbiglio dall'altro capo della linea che solo Drac poteva sentire.

Dracula sbatté le palpebre ed un largo sorriso si aprì sul suo volto.

-Sì, mi senti? Sono Dracula.-

...

-Sì, sono proprio io.-

...

-Certo, così non devo più andare in una cabina telefonica di un villaggio umano per chiamate di emergenza, ed essendo senza fili gli umani non possono seguirli a trovare l'hotel.-

...

-COSA?! Possono intercettare il segnale? Non importa, ho cose più importanti, ti devo chiedere un favore.-

...

-Mia figlia... è una lunga storia...e... si sta trasformando in un demone...-

...

-Lo so, lo so, ma so come guarirla, ne sono certo. Ho solo bisogno di qualcuno che la fermi prima che raggiunga la città umana.-

...

-Lo so che è pericoloso, ma mi posso fidare solo di te!-

...

Il vampiro divenne confuso.

-Ha gli occhi rossi, un paio di orecchie come quelle di un gatto e due grosse ali di pipistrello... e si trasforma in un denso fumo nero.-

...

-Riconosce ancora se stessa, certo...- La voce di Dracula era tremante, stava mentendo, ma doveva rimanere calmo.

-Ti prego, ti darò tutto quello che vuoi, ho soldi ed oggetti di valore.-

...

Drac rimase perplesso.

-Allora cosa vuoi?-

...

Lui rimase paralizzato, come se le parole di colui con cui stava parlando lo avessero pugnalato alle spalle.

-No... no...- La sua voce era strozzata.

...

-Cosa? Non puoi dirlo ai Draghi, la ucciderebbero! Non puoi tradirmi così!- Dracula era tanto terrorizzato quanto adirato.

...

-Non sei mai cambiato, bastardo eri e bastardo sei rimasto... ma non credevo così tanto.- Le sue parole non erano mai state così tanto acide in vita sua.

...

-Ti prego, chiedimi qualsiasi cosa, ma non questa, e poi lei è già impegnata.- Pregò con voce piagnucolante.

...

-Be', sì, ha trovato un buon partito...-

...

-Ehm... no, a dire la verità è un umano...-

-Non c'è nulla da ridere!- Gridò.

...

-Ho detto di smetterla!- Gridò di nuovo.

...

-MA SEI PAZZO?!- Gridò ancora più forte, -Piuttosto uccido te con le mie mani!-

...

Dracula sospirò, come se gli fosse stata fatta ricordare una realtà scomoda.

...

-La amo con tutto me stesso... e va bene, hai vinto.- Disse con voce desolata ed abbattuta portandosi una mano alla fronte e stringendo i denti per la frustrazione e la vergogna per ciò che aveva appena fatto.

...

Dracula riaprì gli occhi, che si iniettarono di sangue dalla rabbia.

-SEI UN IDIOTA BASTARDO! TI SEMBRA QUESTO IL MOMENTO PER PERDERE TEMPO CON I TUOI STUPIDI SCHERZI?!-

Questo sfogo di rabbia poté essere sentito per l'intero castello da quanto era assordante.

...

-Grazie, per il compenso ne riparliamo dopo.- Concluse con un tono più calmo.

La chiamata venne chiusa dall'altro senza neppure salutare.

-Hugh... Cos'è tutto questo baccano?- Era la voce assonnata di Jonathan.

-Jonny?- Gli chiese il conte avvicinandosi a lui.

-Ouch... la testa...- Si lamentò il ragazzo portandosi le mani al volto, -Che male...-

Poi aprì lentamente gli occhi ed osservò Dracula con la sua solita espressione ebete e curiosa.

-Woh! Bello, non succhiarmi il sangue!- Disse il giovane ridendo, -Certo che qui in Transylvania anche gli ospedali ed i medici sono alquanto "mostruosi"!- Concluse guardandosi intorno.

Il vampiro lo fissò, poi con voce preoccupata chiese:

-Tu... tu sai chi sono io?-

-Certo! Tu sei "il Grande e Potente Dracula"!- Rispose Jonny sorridendo ed enfatizzando le virgolette con le dita.

Il vampiro fece un sospiro di sollievo, poi l'umano continuò:

-No, seriamente, io mi chiamo Jonathan,- E porse la mano a Dracula, -E tu chi sei?-


Chi sarà stato l'uomo dall'altro capo della linea la cui voce non era udibile? E come farà Drac a salvare la vita della figlia e di molte altre persone se Jonathan non ricorda nulla di loro?

Continuate a seguirmi e lo scoprirete presto... Per la prima domanda servirà molto, ma molto più tempo...

Se vi è piaciuto il capitolo ricordate di recensire! Infatti è grazie alla vostra vicinanza se riesco a mantenere un morale alto e continuare a scrivere con così tanta passione, e per questo vi ringrazio :-)

Alla prossima!

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Capitolo 36
*** Magic trip ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Ringrazio nuovamente The revengere of the red pen che mi ha dato l'idea dell'amnesia di Jonathan.

08 Novembre 2012 – 08 Novembre 2012

Un anno è passato dall'uscita ufficiale di Hotel Transylvanya nelle sale italiane, dopo un lungo ritardo in confronto al resto del mondo il 28 settembre...

Ho aggiornato il capitolo rimuovendo le frasi in inglese, gli errori del riconoscimento calligrafico che uso per scrivere(ho pubblicato il capitolo non corretto per errore, mi spiace) ed aggiungendo alla fine le migliori foto che mi sono fatto al Lucca comics!


CAPITOLO 35 - Magic trip

Dracula rimase di pietra alle parole di Jonathan.

-Oh, no... non ho tempo anche per questo...- Brontolò fra se e se passandosi una mano fra i capelli, poi appoggiò una mano alla spalla del ragazzo, il quale lo osservò con aria confusa.

-È il mio Esperia Ray quello?- Domandò Jonathan guardando il cellulare in mano al vampiro.

-Q... questo? Sì, certo, tieni.-

Il ragazzo lo prese e se lo tenne in mano.

-Qual'è l'ultima cosa che ti ricordi, ragazzo?-

-Mmmh... fammici pensare un momento...- Disse Jonathan grattandosi la testa e alzando gli occhi, -Sì, ricordo che facevo una scalata...-

-E di Mavis e dei mostri ricordi nulla?-

-Sì, giù in città c'è il festival dei mostri questa settimana. C'è un sacco di gente strana!-

-No, io intendevo questi mostri.- Disse Drac e si trasformò in un pipistrello per poi tornare umano.

Jonathan si mise a sedere sulla barella e rimase un attimo imbambolato.

-Accidenti, lo sapevo che non dovevo esagerare con quei funghetti allucinogeni comprati ad Amsterdam... Però devo ammettere che questo trip è fra i più fantastici che abbia mai vissuto!- Commentò Jonathan, eccitato.

-Ehi, guarda che questa è la realtà, non sei sotto l'effetto di droghe... anche se ciò spiegherebbe il perché sei così...- Disse il vampiro per prenderlo in giro.

Ma Jonathan, incurante della bizzarra situazione in cui si trovava, iniziò a cantare:

-♫♪Dracula, Dracula, Dra cha cha cha, vampiro dal nero mantello...♫♪-

-Il mio mantello è nero foderato porpora.- Rispose il conte.

-♫♪Di notte tu succhi sul collo, le donne di giovane età.♫♪-

-Guarda che io non succhio sangue umano da più di un secolo!-

-♫♪Dracula Dracula Dra cha cha cha, coi bianchi e affilati canini, tu fai spaventare i bambini, le mamme le nonne e i papà.♫♪-

-Ma che diavolo stai blaterando?-

-♫♪Non far più lo spiritoso, qualcuno può arrabbiarsi e darti pure uno schiaffone.♫♪-

-Ho detto di stare zitto!- Urlò il vampiro, arrabbiato, poi schioccò le dita e Jonathan si ritrovò con la bocca cucita.

-Mmmhm Mmmhh mmmh!- mugugnò l'umano piagnucolando, era terrorizzato.

-Ora farai il buono? La smetti con quella canzone idiota?-

Il giovane annuì con la testa più volte, così il vampiro con un leggero cenno della mano fece svanire le suture dalla bocca di Jonathan.

-Aaaaahhh!- L'umano iniziò a gridare ed a correre per tutta la stanza come un pazzo fuori controllo.

-Accidenti, ci risiamo...- Borbottò il conte piegandosi in avanti e lasciando ciondolare le braccia demoralizzato.

Intanto Jonathan inciampò sulle gambe di Victoria e cadde sul pavimento, poi guardò cosa lo aveva fatto cadere e notò la ragazza seduta appoggiata al muro, si avvicinò lentamente a lei e le sfiorò una guancia con le dita, ma le ritrasse subito quando si accorse che era troppo fredda.

-Un cadavere?- Commentò Jonathan con una calma e freddezza innaturale per lui, ma subito dopo tornò in se ricominciando a gridare ed a correre per la stanza.

Drac usò i propri poteri per spostare un paravento che posizionò di fronte a Victoria per coprirla.

Intanto Jonathan superò la porta che sbatté dietro di sé, percorse il corridoio ed entrò in una stanza a caso, era buia e per nascondersi meglio si rifugiò all'interno di un armadio.

Accese il cellulare per chiamare aiuto, ma quando iniziò a comporre il numero notò sullo schermo il riflesso di due sfere luminose verdi. Preso dal panico Jonathan si voltò lentamente tremando e scoprì di essere accanto ad una mummia che lo stava osservando incuriosita.

-Aaaaaahhh!- Il ragazzo ricominciò ad urlare come un pazzo ed uscì dal sarcofago, facendosi luce col telefono si guardò intorno e vide un'altra mezza dozzina di sarcofagi che si stava aprendo e da cui uscirono altrettante donne mummia, svegliate a causa del baccano, che indossavano cappelli da infermiera e camici bianchi ancora sporchi di sangue.

Il giovane rimase paralizzato dalla paura, continuava a fare luce attorno a sé, ma ormai era circondato dalle mumminfermiere che si stavano avvicinando a lui per aiutarlo, ma il fatto che si fossero appena svegliate rendeva i loro movimenti innaturali e convulsi, alquanto inquietanti.

-Speriamo che dai sarcofagi non esca anche qualche piramide...- Commentò il ragazzo fra se e se, con un umorismo che solo lui poteva capire.

Jonathan appoggiò il telefono a terra nella speranza che quei mostri venissero attirati dalla luce e fuggì via dalla stanza riprendendo a correre lungo il corridoio. Si voltò un attimo per accertarsi di non essere inseguito, ma andò a sbattere contro qualcuno cadendo a terra.

Il ragazzo alzò lo sguardo temendo il peggio, ma si calmò nel vedere finalmente il volto di un uomo di mezza età con un camice bianco da medico.

-La prego signore!- Iniziò ad implorare Jonathan in ginocchio e stringendo il camice al dottore, -Mi faccia uscire da questo inferno!- Piagnucolò.

-Non ti preoccupare, ti porto su, ragaz... z... gh... glh... tzbl... lololololol...-

Prima che il dottore finisse di parlare il suo corpo venne scosso dalle convulsioni, Jonny rimase in ginocchio di fronte a lui confuso, mentre l'uomo iniziò ad abbassarsi di statura fino a diventare un nanerottolo tarchiato alto quanto il giovane in ginocchio.

-Aaaaaahhh!-

Jonathan riprese ad urlare ed a correre per il corridoio fino a che non si bloccò, i suoi piedi erano staccati dal pavimento.

Dracula uscì dalla stanza accanto al ragazzo e si avvicinò a lui sbloccandogli la testa.

-Ti prego non succhiarmi tutto il sangue, non volevo cantare quella vecchia canzone su di te!- Piagnucolò l'umano, -Farò tutto quello che...-

SLAP!

Le parole del ragazzo vennero bruscamente fermate da uno schiaffo che quasi gli rigirò la testa fin quasi a staccargliela.

-Ouch! Scusami, ma non farmi del male, ti scongiuro!-

SLAP!

-B...-

SLAP!

SLAP!

SLAP!

SLAP!

SLAP!

Il vampiro non dava tregua al ragazzo, ancora prima che potesse parlare lo colpì con altre manate in pieno volto.

-D...-

SLAP!

-Dra...-

SLAP!

-DUAC, DANNAFIONE SMEFFILA!- Gridò il ragazzo coprendosi con le braccia il volto talmente tumefatto e gonfio da farlo parlare come se avesse la bocca piena.

-Oh, finalmente ti sei ripreso?-

-VIPUESO?! MI HAI UASI AMMAFFAHO DI BOFFE!- Si lamentò Jonathan, ma il vampiro invece di sentirsi in colpa si mise a ridere per lo strambo modo di parlare del ragazzo.

-Ma ove mi tovo?-

-In infermeria, al sicuro.-

-Ehi, Mavif mi ha movfo,- Disse Jonathan, poi si toccò un canino e trovandolo lungo ed affilato continuò molto eccitato, -Fono un vampivo, fantaftioh!- Infine si alzò in piedi sulla barella e saltò giù di pancia a braccia aperte urlando:

-Fosso volave!-

Ma non volò...

Il ragazzo si sfracellò a terra spezzandosi l'ultimo camino da vampiro e rompendosi il naso che iniziò a sanguinare copiosamente.

Dracula si batté il palmo sul viso borbottando:

-Ma come ha fatto Mavis a confondersi con uno come te?

Jonathan si rialzò e rispose sparando un'occhiataccia al vampiro, sembrava arrabbiato, ma non riuscì a trattenersi a lungo e scoppiò a ridere trascinando anche Drac nelle risate, ma un attimo dopo Il conte smise di gioire ed il ragazzo, vedendo il vampiro così serio, smise di ridacchiare a sua volta ed iniziò a preoccuparsi.

Dracula usò la telecinesi per portare a sé l'ampolla magica esclamando:

-Essenza di dittamo.-

Poi ne versò qualche goccia sul volto di Jonathan che guarì in pochi secondi.

-Oh, grazie amico!- Disse il ragazzo toccandosi la faccia di nuovo sana, -Drac, fra quanto cedi che riuscirò a volare?-

-Guarda che sei ancora un umano.-

-Ma avevo i canini da vampiro!- Rispose l'umano imitando con gli indici le lunghe zanne.

-Ti stavi trasformando in un vampiro violento, perciò ho bloccato la tua trasformazione. Comunque ora non hai più i canini affilati, uno te lo ho rotto per farti stare calmo e per l'altro ci hai pensato da solo.-

-Che peccato, sarei stato il vampiro più figo del mondo!-

-Ah ah ah! Dopo di me ovviamente.- Rispose Dracula ridendo, ma subito dopo si incupì sospirando pensieroso.

-Cosa c'è Drac? Che è successo dopo l'attacco di Van Helsing?-

Il vampiro abbassò lo sguardo, non sapeva come addolcire la pillola.

-Mavis dov'è? Perché non è qui adesso che mi sono svegliato?-

Dracula non rispose.

-Drac, ti prego, cos'è successo a Mavis?!- Jonathan alzò la voce preoccupato, stava già iniziando a piagnucolare.

-Mavis è viva.- Finalmente il vampiro aprì bocca, ma la sua voce era rimasta triste come se non fosse una bella notizia, infatti il ragazzo continuò ad essere preoccupato come prima, -Si sta trasformando in un mostro...-

Il ragazzo lo guardò confuso:

-Ma lei è già un mostro!-

-Qualcosa di peggiore di un mostro, una creatura malvagia e potente... tutt'ora in marcia verso la città umana più vicina per sfogare la sua follia distruttrice e la sua sete di sangue.-

-Drac! Come puoi insultare così tua figlia?! Sai benissimo quanto sia buona ed amorevole!- Gli urlò contro Jonathan, arrabbiato.

-La sua Anima è buona e gentile, ma il suo Spirito è crudele e spietato, ed a causa dell'eccessiva energia del tuo sangue che lei ha bevuto esso è diventato talmente potente da sopraffarla e prendere il controllo.-

-E... e cosa possiamo fare per salvarla?-

-Se l'amore che provi per lei è talmente forte che è riuscito a risvegliare il suo Demone, allora sarà abbastanza forte per risvegliare anche la sua Anima.-

-Dovrò farmi mordere un'altra volta?- Domandò il giovane un po' preoccupato al ricordo di quel dolore, ma altrettanto pronto ad accettare il sacrificio.

-No, l'Anima non ha bisogno di sangue per essere nutrita, ha bisogno di amore.-

-Ed allora che dovrei fare?-

-Non ne ho idea.-

Ci fu un attimo di silenzio.

-E questo sarebbe il tuo gran piano, Drac?-

-Senti ragazzino, dovevo occuparmi di mia figlia che si stava trasformando in un Demone, di te che eri peggio di un cane rabbioso prima ed un pazzo urlante smemorato poi e di Van Helsing che stava raggiungendo il castello. Ho risolto il secondo ed il terzo punto da solo rischiando persino la mia vita. Scusami se non ho avuto il tempo per pensare ad un piano perfetto per salvare Mavis!-

-Hai sconfitto Van Helsing?- Domandò il ragazzo con voce carica di ammirazione.

Dracula sorrise orgoglioso di se.

-Certo, nessuno la fa franca se fa qualcosa di male a mia figlia.- Poi il vampiro si abbassò faccia a faccia con Jonathan e continuò con tono minaccioso, -Tu compreso.-

Jonathan si ritirò indietro, spaventato, annuendo con la testa, forse sapeva a cosa si stesse riferendo Dracula.

-Be', amico, non pensi sia l'ora di andare a salvare Mavis?-

-Sì, ho perso davvero troppo tempo qua...- Poi squadrò l'umano da capo a piedi, -Magari boxer e canottiera logora e sanguinosa non sono un abbigliamento congruo.-

E con uno schiocco di dita il giovane di ritrovò vestito con i suoi abiti puliti.

I due si diressero verso le scale dei sotterranei e passando attraverso il passaggio segreto si ritrovarono nella hall dell'hotel.

I pochi ospiti che non erano tornati a casa dopo il compleanno assaltano i due investendoli di domande sia sullo stato di salute di Jonny e Mavy, sia su Van Helsing e sulla sicurezza dell'albergo, sia sul perché della totale mancanza del personale all'interno della struttura.

La hall si saturò presto della moltitudine di voci isteriche, preoccupate, arrabbiate al punto che né Drac, né Jonny avevano la possibilità di rispondere.

-Fate silenzio!- Gridò Dracula innalzandosi di qualche metro da terra e generando un'aura rossa attorno a lui.

Silenzio di tomba.

-Così va meglio, Van Helsing è stato sconfitto, Jonathan come potete vedere sta bene, ma adesso devo andare a prendere mia figlia, comunque non c'è nulla da temere.-

-Io non mi fido!- Si lamentò un gremlin.

-Già, è vero,- Prese la parola un mostro della palude, -Prima ci viene nascosta la presenza di un umano...-

-Hey!- Lo interruppe Jonathan, irritato da ciò che aveva sentito.

-Sì, senza offesa, tu sei un bravo ragazzo, ma se avessi avuto cattive intenzioni?- Si scusò l'uomo rettile.

Subito dopo tutti i mostri ricominciarono a brontolare ed a lamentarsi generando nuovamente un caos di voci nella Hall.

-Signori, Signori!- Disse Drac con voce cordiale, -Se volete lasciare l'hotel non è un problema, vi farò aiutare dagli zombie, ma così vi perderete la grandiosa festa che darò per festeggiare la guarigione dei miei due ragazzi totalmente organizzata dal qui presente party planner Jonathan!- Disse Dracula stringendo a sé il ragazzo per metterlo al centro dell'attenzione.

Ci fu un attimo di silenzio, rotto poco dopo dalle urla di gioia dei mostri.

-Basta poco a calmarli, vero Drac? Ma la organizzeremo veramente una festa?-

-Certo che sì, Jonny, ormai ho promesso.-

-Yeehaw! Allora corriamo a salvare Mavis!-

Dracula fece un cenno con la testa e subito dopo i due uscirono dall'hotel, il cielo iniziava ad essere rosato, l'alba era vicina.

-Dobbiamo sbrigarci.- Ringhiò il vampiro preoccupato, -Non abbiamo più molto tempo, spero solo tu sia riuscito a fermarla.- Borbottò fra sé e sé.

-Di cosa stai parlando?-

-No, nulla...- Sospirò Dracula, dopo di che prese l'umano per il colletto, si trasformò in pipistrello ed iniziò a volare alla stessa velocità che gli aveva permesso di raggiungere l'aereo di Jonathan qualche giorno prima.

Il giovane non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi da quanto stavano volando veloci, ma all'improvviso si fermarono.

-No...- Sospirò Dracula, soffocato dall'angoscia.

Il pipistrello iniziò ad abbassarsi di quota lentamente, intanto Jonny aveva riaperto gli occhi, ma non vedeva nulla di ciò che stava preoccupando tanto il vampiro, fino a che i due non scesero sotto le fronde degli alberi.

Dracula atterrò e tornò umano, aveva un volto rassegnato e triste, come se già avesse saputo ciò che stava vedendo, invece Jonathan era rimasto paralizzato con gli occhi spalancati dalla paura, la sua bocca era leggermente aperta e tremava come se volesse parlare, ma era troppo agitato per riuscirci.

Attorno a loro c'erano centinaia di pezzi di armatura sparsi ovunque, ramazze spezzate e streghe e gargoyles accasciati a terra.

Il vampiro tirò un sospiro di sollievo quando sentì il battito cardiaco dei mostri che erano mal ridotti e privi di sensi ma vivi, poi batté le ciglia.

-Frank! Murray! Wayne!... Griffin?- Gridò il conte correndo verso di loro, -State tutti bene?- Gli chiese una volta raggiunti.

-Ouch... Hoff...- Si lamentano.

Fortunatamente erano vivi e non sembravano feriti, a parte Frank che aveva i vari pezzi sparsi per il bosco e Griffin che Dracula non era ancora riuscito a trovare.

-Drac?- Domandò timorosamente una voce, era l'uomo invisibile.

I due si guardarono attorno cercandolo, ma ovviamente non c'era nessuno.

-Mi dispiace, ma ho avuto paura... Quando la situazione è degenerata ho preferito fuggire, ricordi cosa è successo l'ultima volta che sono andato K.O.?-

-Alla festa per la nascita di Mavis... Come dimenticare... ti sei ubriacato e sei svenuto sul piazzale dell'hotel, ti abbiamo ritrovato la notte successiva...-

-Esatto, ero diventato rosso come un peperone per colpa del Sole e mi avete trovato perché Frank correndo mi ha calpestato! Non volevo rifare quella fine!-

Jonathan rimase confuso per la prima parte del discorso di Griffin, ma non fece domande.

-Non preoccuparti, hai fatto bene a rimanere intero per prenderti cura degli altri.- Drac prese la parola, -Che puoi dirmi di mia figlia?-

Griffin sospirò.

-È stato... strano... ci eravamo piazzati tutti attorno a lei e... Un botto sordo e... buio, un buio che più oscuro non ho mai visto e... e sono fuggito...- L'uomo invisibile abbassò la testa per la vergogna di aver abbandonato i compagni, -Quella cosa...- Alzò di nuovo lo sguardo, -Non è più tua figlia... preparatevi al peggio...-

-Griffin, che intendi dire?- Domandò Jonathan, ma anche Drac avrebbe voluto chiedete la stessa cosa.

Nessuna risposta.

-Griffin?- Esclamò il vampiro, ma ancora nulla, -Odio quando sparisce...-

-Drac...- Disse Jonny tremando, le parole gli morirono in gola.

Il conte di voltò verso di lui e notò la paura sul suo volto, la paura di un uomo che rischia di perdere ciò che ha di più caro al mondo.

Il ragazzo non era riuscito a concludere la frase, ma il vampiro sapeva benissimo cosa voleva chiedergli, solo che non aveva idea di cosa poter rispondere.

-La salveremo...- Disse, forse per dare una speranza al ragazzo o per darla a sé stesso, ma la verità è che cominciava ad avere dubbi sul futuro dell'amata figlia.

Era demoralizzato, ma il ragazzo lo abbracciò forte, un abbraccio che solo un padre può ricevere da un figlio e che lasciò stupito il vampiro, facendolo sorridere nuovamente.

-Reggiti forte ragazzo!- Detto ciò si trasformò in pipistrello, afferrò il ragazzo per la maglietta e ripresero il volo ad una velocità più moderata.

Continuarono per qualche chilometro in direzione della città più vicina fino a che Jonathan esclamò:

-Drac, guarda!- Ed ottenuta l'attenzione del vampiro continuò, -Alcuni alberi sono stati abbattuti!-

-Siamo vicini!- Rispose il pipistrello.

I due proseguirono il volo per qualche minuto mentre Dracula usava la vista sviluppata per cercare la figlia.

-Dannazione!- Gridò spaventato il pipistrello, che subito tornò umano e spinse via con forza Jonathan che iniziò a cadere nel vuoto.

Confuso e spaventato il ragazzo si voltò verso il vampiro tendendogli la mano nella speranza di essere aiutato, ma egli stava guardando ben altro ed in un attimo venne investito da una fulminea e grande ombra nera che sfiorò il ragazzo stesso.

Jonathan non riuscì a vedere cosa fosse perché il suo spostamento d'aria lo aveva fatto ribaltare ed adesso era in caduta libera da un'altezza di qualche decina di metri.

Si parò il volto con le braccia e chiuse gli occhi, stava girando su se stesso e non aveva idea di quando e come sarebbe atterrato, perciò si limitò ad attendere l'imminente impatto senza pensarci troppo su.

L'unica cosa che sentì fu lo scricchiolio dei rami spezzati ed il dolore dei tagli e delle abrasioni, gli sembrò che questa tortura non finisse mai, ma si concluse nel peggiore dei modi, atterrò di inguine su un grosso ramo, poi scivolò lateralmente e finì la caduta di schiena sull'erba, piena di ricci di castagne ed altri gli piovvero addosso.

Il giovane rimase immobile sdraiato per terra a gambe aperte, il dolore del primo impatto era stato troppo forte, tutto il resto in confronto era un massaggio shiatsu.

Ci vollero alcuni minuti prima che riuscisse ad alzarsi, ma il dolore si era spostato all'addome e dopo il primo passo cade in ginocchio e si piegò in avanti fino a toccare la testa per terra.

-Devo salvare Mavis... a costo di rimetterci le palle!- Ridacchiò fra sé e sé, trovando la forza di rimettersi in piedi.

Si guardò intorno e vide la sagoma di Drac a qualche decina di metri e lo raggiunse barcollando, si reggeva così male in equilibrio che doveva guardare la terra dove metteva i piedi per non cadere. Una volta raggiunto si inginocchiò accanto a lui che era coperto dal mantello.

-Drac, come stai?- Chiese con voce dolorante mentre spostava il mantello, ma ciò che vide non gli piacque per niente, il vampiro aveva una gravissima lacerazione all'addome. Il sangue usciva copiosamente, ma il bordo della ferita si stava già iniziando a rimarginare.

-Non preoccuparti per me... Salva mia figlia!- Rispose con voce tremante.

Jonathan con la coda dell'occhio notò una grande ombra muoversi poco lontano da lui, quindi alzò lo sguardo di scatto e poi cadde a sedere spaventato.

A poche decine di metri da lui c'era un enorme drago nero accasciato a terra, la sua testa era più grande di Jonathan stesso.

-C... Che diavolo sei?- Gli Domandò Jonny, nascosto dietro al vampiro ferito, ma la creatura non rispose, rimanendo immobile a fissare l'umano, poi continuò, -Sei stato tu ad attaccare Drac? No, anche tu sembri ferito come noi, ma allora...-

-Piccola mia... cosa ti è successo?- La voce del vampiro interruppe l'umano, che si voltò verso di lui, ma il conte non stava guardando né il drago, né Jonathan, il suo sguardo era puntato verso l'alto, dietro il ragazzo.

-Drac, che stai...- Ma si bloccò quando sentì un leggero sospiro dietro di lui, la sua schiena venne attraversata da un brivido che gli gelò il sangue, doloroso come una mano che afferra il cuore e lo speme con forza. Per un attimo sentì il suo battito cardiaco fermarsi.

Dall'oscurità del bosco alle sue spalle si spalancarono due grandi occhi gialli luminosi e lentamente si ingrandì un grigno dai denti affilati in un'espressione sadica e malvagia.


Solito immancabile cliffhanger... spero che il capitolo vi sia piaciuto, come avete potuto notare mi sto impegnando a scrivere capitoli più lunghi (circa 4000 parole anziché le solite 1500), spero ne valga la pena.

Ecco le foto del Lucca comics!

http://callmemavy.deviantart.com/art/Alucard-and-Dracula-412523369
http://callmemavy.deviantart.com/art/Dracula-and-Mavis-cosplay-412522030
http://callmemavy.deviantart.com/art/Johnnystein-party-Mavis-Mavis-and-Dracula-412528233

Fatemi sapere le vostre impressioni!

Alla prossima!

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Capitolo 37
*** Cuore di demone ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!


CAPITOLO 36 - Cuore di demone

Jonathan si voltò lentamente, le sue gambe tremavano, fortunatamente era già seduto per terra, altrimenti sarebbe caduto.

L'oscurità venne illuminata dai raggi del Sole mattutino, e ciò che l'umano vide andò decisamente oltre ogni sua immaginazione.

Una creatura mostruosa lo fissava con i suoi grandi occhi gialli, maestosa, più grande del drago ferito alle sue spalle. Stava a quattro zampe e teneva la testa rasoterra per essere all'altezza del ragazzo.

-Ma... Mavy- Balbettò il vampiro.

-Q... questo mostro sarebbe Mavis?- Domandò il ragazzo pur sapendo quale sarebbe stata l'amara verità.

-Arrivi tardi figlio mio,- Ringhiò il demone pipistrello rivolgendosi a Dracula, -Mavis è già morta!-

-NOOOO!- Gridò il vampiro, strozzato dalla disperazione, poi provò ad alzarsi in piedi, ma la ferita era ancora grave e ricadde a terra.

Il demone si avvicinò lentamente ai due.

-Se non ci credi te lo posso dimostrare!- Sospirò dal suo sorriso malefico.

Si alzò in piedi mostrando appieno la sua altezza di una dozzina di metri, era magrissimo, quasi scheletrico, tanto che la forma delle sue ossa era visibile anche da sotto la folta pelliccia nera che gli ricopriva l'intero corpo, mentre l'ombra delle lunghe ali lasciate strascicare a terra immerse nuovamente tutti nell'oscurità. Poi portò una mano sopra la testa preparandosi a sfoderare un attacco contro Jonathan che rimase bloccato, vedere il suo amore diventato un terribile mostro che non ha avuto scrupoli a fare del male ai propri amici, a ferire gravemente suo padre e che adesso è pronto ad ucciderlo era troppo da sopportare.

-Perdere Mavy... No... Non lo posso accettare...- Borbottò l'umano, abbassando lo sguardo incurante degli artigli del demone che lo stavano raggiungendo.

TZA-BAM!

Un botto secco, come quello di un fulmine che scaraventò il ragazzo ed il vampiro a qualche metro di distanza, e quando riaprì gli occhi vide gli artigli del demone conficcati a pochi passi da lui. Alzò lo sguardo, quel fragore aveva alzato una densa nube di polvere, ma poté distinguere Camazotz a terra come fosse stato messo al tappeto da qualcosa.

Un'ombra saltò da sopra la testa del demone ed atterrò vicino a Jonathan, attraverso il polverone sembrava la figura di qualcuno con un bastone in mano, ma quando si avvicinò abbastanza si mostrò per ciò che era realmente, un uomo alto quasi quanto Dracula, armato di lancia che indossava un'armatura di scaglie di varie dimensioni color blu scuro molto lucente e con la parte superiore del volto coperto dall'elmo a forma di testa di drago con un due sottili pennacchi verdi lunghi fino alle gambe. Un cavaliere che sembrava uscito dai giochi e film fantasy tanto amati dal giovane.

Superò l'umano zoppicando senza degnarlo di uno sguardo e si inginocchiò accanto a Dracula.

Solo adesso Jonathan notò che quel guerriero sembrava stremato, la bellissima armatura era gravemente danneggiata ed un rivolo di sangue scendeva dall'elmo lungo la guancia.

-S...sei f... ferito?- Balbettò il ragazzo, ma rimase inascoltato dal guerriero misterioso che con un fendente di lancia trafisse la gola di Dracula e lo alzò da terra avvicinando la sua faccia alla propria.

Per un attimo Jonathan rimase impietrito da quell'improvviso e violento attacco, ma poi si fece coraggio e si scaraventò contro di lui urlando:

-Lascialo stare!-

Ma venne respinto come da un'onda d'aria che lo gettò nuovamente a terra.

-Anche se la mia lancia non ti ha voluto ferire spera di morire in battaglia...- Disse l'uomo con voce carica di disprezzo contro Dracula, -Perché quello che ti farò io sarà molto peggio!- Concluse minacciosamente, poi ritrasse la lancia che non lasciò alcun segno sulla gola del vampiro che cadde in ginocchio per terra turbato.

-Mi dispia...- Dracula iniziò a scusarsi, ma venne interrotto dalla zampa di Camazotz che iniziò a muoversi.

I tre fecero un passo indietro ed il guerriero si mise in posizione di guardia.

Il demone si alzò lentamente ridacchiando:

-Salta, salta, giovane draghiere, salta come un grillo, ma stai attento che potrei schiacciati come un insetto!-

Il draghiere spostò la lancia in posizione offensiva:

-Intanto ti ho steso!- Rispose arrogante.

-Il vanto è vano se esce dalla bocca di un cadavere!- Sentenziò il demone, -Poi perché ostinate a combattermi? Non potete nulla contro di me e se solo volessi potrei uccidervi tutti all'istante! Perché morire quando potreste finalmente essere liberi di essere ciò che siete senza la paura degli umani?!-

-Mavis, ti prego, torna in te! Tu non sei cattiva! Tu non sei un mostro del genere!- Pregò Dracula, che non si poteva rassegnare alla morte della figlia.

-Perché ti ostini a chiamarla? La sua anima è caduta nell'oblio e finalmente è libera! I sentimenti della sua anima hanno incatenato per troppo tempo la forza del suo spirito rendendola un bamboccio, ma ora posso finalmente rivelarmi in tutta la mia potenza!-

Sentendo queste parole Jonathan si rannicchiò su se stesso in stato di shock, piangendo. Ormai si era arreso al fatto che Mavis non ci fosse più.

-Piccolo umano, non piangere, è grazie a te se mi sono liberato perciò ti farò scegliere, diventi un vampiro e convinci i tuoi amici a non farmi perdere tempo o uccido tutti voi?-

L'umano non rispose.

-E questa sarebbe la tua arma segreta contro un demone?- Domandò il guerriero a Dracula con voce carica di veleno, -Un umano smidollato e frignucolone?-

Il vampiro non rispose, anzi, non ebbe neppure il coraggio di guardarlo negli occhi.

-Camazotz!- Disse il cavaliere per attirare l'attenzione del demone, -Vattene se vuoi, non sarò io a fermati, non adesso!-

Camazotz guardò l'uomo, poi voltò lo sguardo verso il cielo.

-Le tenebre della notte sono più belle...- Commentò malinconicamente, poi si riappoggiò a quattro zampe e riprese il suo cammino.

-Come puoi lasciarla andare così?- Dracula lo rimproverò.

-Io rischio la vita del mio drago e la mia per combattere un demone perché TU SAI COME SALVARLA e cosa diavolo hai fatto?! Mi hai mentito! Mi hai truffato!- Rispose il draghiere sempre più arrabbiato, poi si voltò verso il drago ed Iniziò a camminare verso di lui concludendo con voce più calma, -Il nostro contratto è caduto. Io chiamo gli altri dragoni e faccio abbattere questo Camazotz.-

-No! Ti prego, loro la uccideranno... Non voglio perdere mia figlia, è l'unica cosa che mi rimane della mia famiglia...- Lo supplicò il vampiro, -E poi sai cosa è successo durante l'ultima battaglia fra i draghi ed un demone?-

L'uomo si fermò per rispondere:

-Contro il Kraken dodicimila anni fa? Dopo un giorno ed una notte di battaglia è scomparsa un'isola più grande dell'Australia, lo so... sacrificio indispensabile...-

-È stata polverizzata Atlantide, la più grande civiltà dell'epoca, vuoi che accada di nuovo?-

-Non darmi colpe, io non c'ero, e neanche tu! E poi da un demone così potente può risorgere Lilith, e tu sai cosa è successo a causa della battaglia fra lei ed i draghi sessantacinque milioni di anni fa?-

-Ci deve essere un'altra soluzione! E non mi arrenderò fino a quando non la avrò salvata!-

Il draghiere riprese a camminare ignorando il vampiro.

-Farò tutto quello che vuoi, ma ti prego aiuta mia figlia, è tutto ciò che rimane della mia famiglia!- Piagnucolò inginocchiato dietro al guerriero.

-Ho fatto anche troppo, avrei dovuto avvertire l'Ordine del Dragone quando mi sono imbattuto in un demone invece del "mezzo demone ancora capace di riconoscere se stessa" di cui mi avevi parlato.-

-Ma loro la uccideranno!-

-Ma è l'unica cosa che posso fare, te ne rendi conto?- Rispose mentre aveva raggiunto il suo drago, ma questa volta si voltò a guardare il vampiro negli occhi, -Ho trattenuto il Camazotz fino a che tu non hai portato la tua fantomatica "arma segreta", hai fallito miseramente ed adesso o divento un eroe, e non sarebbe male visto che tutti i draghi mi detestano, oppure combatto contro un Camazotz da solo e se anche riuscissi a sopravvivere verrei condannato a morte per aver occultato l'esistenza di un demone. Capisci che non ho troppe scelte!-

Dracula abbassò la testa.

-Hai ragione, non avrei dovuto coinvolgerti...-

-Agran, andiamo.- Disse il guerriero rivolgendosi al suo drago, che si alzò, -Sei ferito? Ce la fai a volare?-

-Sì, non sono ancora ridotto così male.- Rispose il drago nero.

Intanto Dracula si avvicinò a Jonathan cercando di consolarlo:

-Jonny, non ti preoccupare, ti prometto che riusciremo a salvarla.-

-Drac, dici sul serio?- Domandò il ragazzo con un barlume di speranza.

-Non fare promesse che non puoi mantenere, e poi è brutto dare vane speranze alla gente...- Il guerriero criticò duramente le parole del conte, ma i due non gli dettero troppo peso ed insieme corsero all'inseguimento del demone.

-Voglio aiutarli...- Mormorò il drago guardando Dracula e Jonathan sparire nel fitto bosco.

Quest'ultima affermazione colse di sorpresa il cavaliere.

-Ma sei pazzo?- Lo rimproverò, -Vuoi farci ammazzare tutti? Cosa vuoi guadagnarci?-

-L'onore, hai fatto un patto e dovresti rispettarlo.-

-Tszh! Lo sai che il mio Spirito mi obbliga a rispettare contratti, promesse e patti, ma se questa volta sento la libertà di ritirarmi vuol dire che il patto non è stato rispettato dall'altra parte e perciò lo ritengo sciolto!-

-Ti serve un contratto per aiutare un amico?- Lo criticò il drago.

-Io non ho amici, sono un mercenario.-

-È per questo che gli altri draghi ti odiano, pensano che tu non abbia onore, ma io so che non è così.-

-No, mi detestano perché sono razzisti. Uno come me verrà sempre visto come il figlio dalle loro arcinemiche Lamie... e poi non c'è onore nella morte, c'è solo stupidità.-

Ci fu un attimo di silenzio, prima che Agran il drago rispondesse con aria cupa:

-Forse gli altri draghi avevano ragione su di te... Temo di essermi sbagliato, speravo fossi un guerriero valoroso, ma forse non è così...-

-Meglio tardi che mai!- Lo sbeffeggiò il draghiere, -Eppure lo sapevi quando mi hai scelto. Io sono un mercenario che si vende al miglior offerente, pronto a tradire chiunque per stare dalla parte del vincitore!-

-Fa come vuoi, ma dovrai tornare a casa senza di me!-

Il cavaliere guardò male il drago.

-Sei uno stronzo... Sai che abbandonare il proprio drago è il secondo disonore peggiore per un draghiere!-

-E dove è il problema? Hai detto di essere un guerriero senza onore!- Sogghignò sarcasticamente.


...


-Mavis, fermati!- Urlarono all'unisono Drac e Jonny.

Camazotz si fermò, si alzò su due zampe e si voltò verso i due.

-Umano... hai deciso cosa vuoi fare?-

-Non ti permetteremo di fare del male a nessuno, lascia stare Mavis!-

-Mi stai forse sfidando? Pazzo!- Disse il demone ridacchiando, -Dracula, uccidi l'umano..-

Jonathan si voltò verso il vampiro che alzò lentamente lo sguardo verso di lui.

-Drac?- Chiese timorosamente il giovane.

Il conte fese una smorfia, poi da sotto il mantello sfoderò il suo stocco.

-Woh! No, no, no!- Disse Jonny piazzando le mani di fronte a se, -Non ti ci mettere anche tu, che la situazione è già abbastanza pessima.- Concluse terrorizzato.

Dracula alzò lo stocco e lo puntò verso Camazotz, sorprendendo sia il demone che l'umano.

-La tua ipnosi non ha effetto su di me!-

-Impossibile... Tu indossi un'armatura sacra? Quale vergogna devo sopportare! Perché i miei figli dovrebbero essere alleati dei draghi?-

-Cosa? Anche tu sei un daghiere?- Gli domandò Jonathan, emozionato.

-Non proprio, sono fra i fondatori dell'Ordine del Dragone, ma sono un politico, non un combattente… Questo mantello realizzato dalle ali di una viverna nera mi protegge dagli anatemi.-

-Resisterai alla mia ipnosi, ma resisterai anche a questo?- Rispose il demone alzando una mano che iniziò a bruciare di un fuoco oscuro, più nero della notte, -Sai quale dolore si prova a sentire la propria anima bruciare?- Concluse sorridendo malvagiamente, mentre gli altri due fecero un passo indietro.

Il demone sferrò un fendente con i suoi artigli, ma Dracula riuscì a prendere Jonathan ed a metterlo in salvo.

-Affrontate il vostro destino ora, perché non potete fuggire per sempre.- Sospirò il demone.

Jonathan iniziò ad indietreggiare, ma si fermò quando notò che Dracula non lo stava seguendo.

-Drac, cos'hai? Andiamocene! Non possiamo affrontarlo in uno scontro così diretto! Abbiamo bisogno di un piano!-

L'umano non ottenne risposta.

-Drac, mi stai a...- Ma si fermò quando, toccando il vampiro, il ragazzo si accorse che stava tremando.

Si sorreggeva un braccio, sembrava se lo fosse graffiato, ma da esso stava uscendo una flebile fiammella nera.

-Dannazione...- Mormorò il vampiro, -Questa fiamma d'ombra mi brucerà l'anima se non facciamo risvegliare Mavis presto...- Continuo con voce rotta dal dolore.

-È triste, non pensi? Io stesso ho dato vita a questo vampiro uccidendo l'umano che era, ed io stesso sarò nuovamente il suo assassino, solo che questa volta non si risveglierà, né rimarrà nulla della sua anima o del suo spirito.-

La voce del demone era vicinissimo alle spalle di Jonathan, così vicino che per la seconda volta la sua aura oscura gli stritolò il cuore, ma nonostante tutto riuscì a parlare.

-Non te lo permetterò, non ti permetterò di fare del male alle persone che amo!- Disse il ragazzo voltandosi, trovando il muso di Camazotz a pochi centimetri dal suo, ma egli non si tirò indietro, -Tu non mi fai paura!- Gli urlò con voce arrogante.

-Sento il dolce sapere dalla tua paura, inutile nasconderla dietro al coraggio, paura è e paura rimane...-

Poi il demone ispirò, mentre dalla sua bocca si stava sviluppando quell'oscuro e gelido fuoco nero, Camazotz era pronto a soffiare.


Un grosso saluto a tutti, al prossimo capitolo!

Ogni recensione, critica o consiglio è sempre ben accetto :-D

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Capitolo 38
*** Faccia a faccia ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!


CAPITOLO 37 – Faccia a faccia

Jonathan ansimava, faceva fatica a respirare l'aria resa gelida da quelle fiamme d'ombra.

-Jonny... vattene...- Disse Dracula con voce spezzata dal dolore del fuoco nero che si stava espandendo lungo il suo braccio.

-Io non ne ne vado senza la mia Mavis!- Gli rispose Jonathan senza mezzi termini.

I denti affilati di Camazotz si spalancarono lentamente, ma l'umano non fece un cipiglio, armato solo di amore e coraggio soffocò la paura e rimase immobile ad osservare il demone che lo avrebbe ucciso, anzi, che gli avrebbe distrutto l'anima stessa in un attimo. Un attimo che per Jonathan divenne un'eternità sufficiente a rivivere tutti i momenti passati con il suo zing.

Un attimo in cui gli occhi di Jonathan incontrarono quelli del demone.

Un attimo in cui Jonathan vide di fronte a se la purezza della pelle pallida di Mavis, l'innocenza dei suoi occhi color acquamarina, la lucentezza dei suoi capelli mori e la vivacità del suo sorriso.

Lui alzò un braccio davanti a se, come a volerla raggiungere.

Ma lei non era più li.

Non più.

E forse non ci sarebbe stata mai più.

Il nero della pelle scheletrica di chi ha una fame insaziabile, la follia omicida degli occhi gialli, l'oscurità del pelo misto alle fiamme d'ombra, e la malvagità del suo ghigno... ciò che era realmente dinnanzi al ragazzo non era Mavis, nulla era rimasto di lei.

Ed in quell'attimo la speranza parve venir meno... ma senza il suo zing che vita avrebbe potuto vivere? Quindi perché rinunciare? Perché ritirarsi? Cosa aveva da perdere? La vita? L'anima? Nulla aveva importanza se non avesse potuto condividerlo con lei.

Era già crollato prima, ma Drac gli aveva fatto una promessa, ed i vampiri mantengono sempre le promesse, nonostante le parole di quel draghiere antipatico.

L'umano chiuse gli occhi e sorrise come a voler sbeffeggiare la morte.

Morte che non arrivò.

Solo un forte colpo che fece vibrare la terra sotto ai piedi del ragazzo e che attirò la sua attenzione.

Jonathan non poteva credere a ciò che i suoi occhi appena aperti stavano assistendo, il drago nero aveva assaltato Camazotz alle spalle e con un braccio lo aveva preso al collo, mentre l'altro gli premeva la testa verso il basso impedendogli di aprire la bocca per soffiare.

-Drac, come sta...- Provò a domandare voltandosi verso il vampiro, ma si bloccò quando si accorse che la fiamma aveva raggiunto il gomito, lasciando la mano che non era ustionata, ma era nera, in uno stato avanzato di necrosi, -Merda...- Sospirò impotente avvicinando una mano al braccio ferito.

-Non lo toccare!- Gli urlò il vampiro spingendo via il ragazzo con l'altra mano, -Potrebbe uccidere anche te.- Concluse.

-M...ma che cos'è?-

-Fiamma ombra viene chiamata. Un fuoco che distrugge qualsiasi tipo di energia, anima, magia, calore, elettricità... Urgh!- Il dolore insopportabile lo fece inginocchiare a terra, ma si fece forza e continuò, -Di ciò che brucia in quel fuoco rimane solo materia senza vita.- Poi il vampiro sospirò, osservò il ragazzo profondamente negli occhi, -Staccami il braccio.-

-C... che?- Sobbalzò Jonathan alla richiesta di Dracula, -Ma sei impazzito? Non posso!-

-Questa cosa mi sta togliendo tutte le forze, non posso farcela da solo... Argh! Ti prego, quel drago non resisterà al lungo ed io nemmeno! Usa il mio stocco!- Gli ordinò il conte porgendogli la spada.

Jonathan la prese, era molto più leggera di quanto immaginasse e per un attimo si sentì attraversato da un brivido di energia.

Poi fece scorrere una mano lungo la lama.

-Drac... ma questo è uno stocco, è appuntito, ma non ha una lama affilata...-

-Trafiggimi il braccio e smettila di blaterare!- Urlò il vampiro, arrabbiato per la titubanza del ragazzo.

Preso dallo spavento, il ragazzo strinse l'arma, chiuse gli occhi e trafisse il braccio di Dracula con forza.

La ferita attorno allo stocco cominciò a brillare e da essa una miriade di fasci di luce iniziarono a scorrere lungo le vene ed i capillari, fino a che i fasci di luce uscirono dal braccio stappando via la pelle ed il tessuto della giacca. Il fuoco d'ombra venne estinto, ma il braccio era stato completamente dilaniato.

Jonathan lasciò cadere la spada ed iniziò ad aprire la bocca come a voler dire qualcosa, ma non riuscì a parlare.

-Sei stato coraggioso Jonny.- Disse Dracula al ragazzo con voce rassicurante, -Non devi preoccuparti per me...- Concluse con un sorriso paterno.

-M...ma... il...- Il ragazzo provò a rispondere, ma era ancora troppo agitato.

-Sono uno dei vampiri più forti al mondo, ci vorrà un po', ma il mio braccio guarirà.-

Poi l'attenzione dei due venne attratta dai rumori della colluttazione delle due grandi creature nere. Il drago era forte ed il draghiere aveva colpito il demone nuovamente con uno dei suoi rapidi attacchi dall'alto, ma la creatura oscura sembrava non risentirne.

-Sono stufo di giocare con voi...- Ruggì il demone che prese il drago per il collo, se lo strappò di dosso con forza ed alzandosi su due zampe lo sollevò da terra.

Il draghiere venne disarcionato e cadde a terra, ma si rialzò subito ed iniziò a correre verticalmente lungo corpo del drago fino ad arrivare alla testa e si gettò contro il demone.

Il drago provò a divincolarsi invano dalla presa di Camazotz che caricò di fiamme d'ombra la mano libera, il guerriero aveva quasi raggiunto il suo obbiettivo, ma il demone gli lanciò occhiata divertita per poi sferrare un'artigliata al petto del drago, da cui uscì, oltre al sangue anche quella maledetta fiamma nera.

-Dannazione...-

-No...- Commentarono Jonathan e Dracula, impotenti di fronte alla straziante scena.

Solo un attimo dopo la creatura demoniaca venne colpita in pieno petto dalla lancia del draghiere che la fece cadere all'indietro liberando il drago che cadde a sua volta.

Camazotz frenò la propria caduta con la coda e sferrò una nuova artigliata che il cavaliere riuscì ad evitare, ma che colpì in pieno la lancia spezzandola.

Il draghiere si schiantò a terra con un colpo secco mentre la punta della lancia spezzata si conficcò fra lui ed il muso del drago a poca distanza. A differenza della precedente caduta, non fece nulla per atterrare in piedi, come se si fosse arreso.

-La tua lancia...- Disse il drago nero con voce sofferente, sembrava più preoccupato per quell'arma che per se stesso.

-Perché hai voluto aiutarli? Sapevi benissimo come sarebbe andata a finire...- Sospirò il draghiere, -Adesso ho perso tutto... La mia lancia... il mio drago, l'unico amico, l'unica persona a questo mondo che si fidasse di me...- Si fermò un attimo, -Ma dimmi, preferisci che io muoia per mano di un demone o per mano dei draghi che finalmente adesso avranno una valida scusa per condannarmi a morte?- Concluse con voce narra di amarezza.

-Poveri paladini, il fato che avete scelto vi è stato avverso... Sapevate a cosa stavate andando incontro, eppure non vi siete voluti fermare. Ne è valsa la pena?- Si intromise il demone, la sua voce soddisfatta e sadica, quasi divertita.

-Sì...- Rispose il drago senza indugiare.

-Non so quello che hai in mente, ma sei l'unico di cui mi fidi, e continuò a farlo fino alla fine.- Esclamò il guerriero alzandosi in piedi, -Sì, ne è valsa la pena.- Concluse pieno di orgoglio.

-Sì, ne vale la pena...- Mormorò Jonathan impettendosi caricandosi anche lui di orgoglio, -Voglio avvicinarmi di più a lei.-

-Jonny, è un suicidio e lo sai benissimo!- Rispose Dracula, sorpreso dal coraggio del ragazzo.

-Non mi importa...- Lo tagliò fuori.

-Fai ciò che senti di dover fare ragazzo. Ma non guardare Camazotz negli occhi; gli occhi sono lo specchio dell'anima a vedere lo spirito di un demone potrebbe ucciderti.-

Jonathan iniziò a correre verso Camazotz senza troppe remore.

Dracula, alzò la mano verso il ragazzo, ma vedendolo determinato come non lo aveva mai visto si bloccò.

Il demone intanto tornò a quattro zampe schiacciando il drago in una mano ed il draghiere nell'altra.

-Non c'è onore nella morte, c'è solo stupidità!- Urlò ad entrambi, -Lo hai detto tu o sbaglio?- Continuò rivolgendosi al guerriero che non rispose, ma lo fece Jonathan:

-Nessuna morte è vana se si combatte per ciò che si ama!-

Camazotz alzò lo sguardo verso l'umano in arrivo.

-Allora è questo che vuoi?-

Il ragazzo correva.

Il demone caricò la propria bocca di fiamma d'ombra, questa volta non sarebbe stato fermato.

Il ragazzo era fermo a pochi passi dalla bocca del Camazotz.

I due sguardi si incrociarono, si fissarono.

Il riflesso degli occhi di Camazotz rese gialli anche quelli verdi di Jonathan, ma anche se il suo sguardo sembrava quello di un demone, i sentimenti che essi comunicavano erano completamente differenti.

Nessuna paura.

Nessun coraggio.

Nessuna tristezza.

Nessuna felicità.

Nessun rancore.

Ma solo amore,

Puro ed assoluto.

Fino a che il riflesso giallo sugli occhi di Jonathan scomparve, fino a che lui non scomparve, inghiottito assieme a tutti gli altri nelle gelide ombre più nere della morte.


Un grosso saluto a tutti, al prossimo capitolo!

Ogni recensione, critica o consiglio è sempre ben accetto :-D

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Capitolo 39
*** Mezzo cuore ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Scusate per la lunga attesa, ma sono mstati impegnato. Per farmi perdonare il prossimo capitolo arriverà molto presto!

Buon Natale (in ritardo) e buon anno!

Non so se la versione che posto è corretta o meno, se trovate degli errori fatemelo sapere, purtroppo adesso vado di fretta!


CAPITOLO 37 – Mezzo cuore

Buio.

Un'immensa oscurità tutto attorno e me.

Stanchezza.

Tutte le mie ossa e muscoli sono doloranti.

Tristezza.

Per questa vita che non vale la pena di essere vissuta.

Solitudine.

Di chi è stato tradito dal mondo intero.

Vuoto.

Ciò che è rimasto all'interno del mio cuore.



Apro gli occhi, sono nella mia camera.

La stanza è in ombra, c'è solo un sottile raggio di sole che taglia in due il soffitto, ma è svanito all'improvviso.

Mi si giro verso la finestra, c'è un uomo alto voltato di schiena con un lungo mantello scuro che ha appena chiuso le tende.

-Papà?- Gli chiedo con la voce stanca ed assonnata.

L'uomo si gira verso di me lentamente.

-Ti sei svegliata, pipiatrellina?- Dice sorridendo, -Non ti ho svegliata io, vero?-

-C... cosa è successo?-

-Non preoccuparti per ciò che è successo, l'importante è che ora tu stia bene.-

-Mi fa male la testa...- Concludo voltandomi in parte.

Mio padre si avvicina al letto ed appoggia delicatamente una mano sulla mia testa.

-Non preoccuparti piccola mia, da ora in poi andrà tutto bene. Te lo prometto.- Mi sussurra all'orecchio mentre accarezza i miei capelli, -Voi mangiare qualcosa, artigliuccia?-

Effettivamente ho fame, quindi lo guardo e sorrido.

-Ti faccio portare subito qualcosa.-

-No, vengo giù con te.- Gli dico, con voce ancora un po' stanca.

-Ne sei sicura?- Mi chiede con voce dolce.

Mi alzo dal letto, ma non ho voglia di cambiarmi, dopotutto adoro questa camicia da notte, è leggera e le ragnatele ricamate in tulle lasciano in mostra il candore della mia schiena. Me l'hanno confezionata i ragni dell'hotel come regalo di compleanno l'anno scorso, uno dei miei regali preferiti di tutti i tempi. Chi mi ci ha vista mi ha fatto un sacco di complimenti.

-Signorina?- Mi chiama papà, -Non è in programma un pigiama party, sai?- Continua con voce mielosa, ma so benissimo che è un rimprovero.

Sbuffo annoiata, dimenticavo che da quando gli apprezzamenti degli altri mostri su di me sono arrivati alle orecchie di mio padre adesso lui non mi fa indossare nemmeno le gonne con le calze lunghe che lasciano in vista le cosce perché a suo dire troppo volgari, figuriamoci se mi manda in giro a gambe nude e schiena quasi scoperta...

Lui continua a fissarmi col suo sguardo da rimprovero dolce, così sbuffo di nuovo e preparo i miei vestiti per cambiarmi.

Esco dalla mia stanza e scendo verso la cucina salutando i vari ospiti che sembrano felici di rivedermi in buone condizioni.

Arrivo nella sala ristoro, è deserta, anche perché è pieno giorno e la maggior parte dei mostri dorme a questa ora. Attraverso il salone dorato a passo deciso ed apro la porta accanto al palco per entrare nella mia sala da pranzo privata.

C'è mio padre che parla con un gargoyle cameriere, davanti a loro c'è il lungo tavolo apparecchiato per tre persone vicine.

Mi avvicino a mio padre e gli accarezzo la schiena, lui si volta verso di me e sorride, io gli ricambio il sorriso e sposto una sedia per sedermi, ma mio padre mi mette una mano sulla spalla e mi dice:

-Siediti capotavola.-

Lo guardo un attimo stranita, era raro che concedesse il suo posto ad altri, anche quando ero piccola preferiva farmi sedere sulle sue gambe che lasciarmi la sua sedia.

-Quale onore!- Gli rispondo prima di mettermi a sedere.

Sospiro pensierosa.

-Va tutto bene piccola mia?-

lo alzo rapidamente lo sguardo verso di lui, si sta fissando, sembra preoccupato.

-Vuoi che ti riaccompagni in camera tua?-

-Oh... no, non ti preoccupare.- Gli rispondo scrollando leggermente la testa, poi abbasso la sguardo sul piatto vuoto, -Va tutto bene...- Sospiro, poco convinta, giocherellando con la forchetta per distrarmi.

Sto mentendo, e lo sa benissimo anche mio padre.

-Mavy wavy, sai che mi puoi dire tutto, qualsiasi cosa ti preoccupi ne puoi parlare con me.-

Con la coda dell'occhio vedo che si sta avvicinando lentamente, mentre la sua dolce voce paterna riesce sempre a scaldami il cuore.

Ma non dico una parola.

Non so perché... dopotutto va tutto a meraviglia, sono un po' stanca, ma mi sto bene, c'è mio padre che si prende sempre cura di me, ho compiuto centodiciotto anni e finalmente ho aperto il regalo della mamma, ma sento come se mancasse qualcosa, ma cosa?...

Mordicchio la cima dell'impugnatura della forchetta ed alzo gli occhi nascosti dietro la frangia per non farvi notare.

Mio padre è di fonte a me in attesa di una mia risposta, sorride, ma il suo sguardo sembra preoccupato.

Non so cosa dirgli, ma non voglio che stia in pensiero pe me.

-Non... non lo so, sto bene, ma sento che c'è qualcosa che non va... è come se mancasse una parte di me.-

Alzo lo sguardo e vedo mio padre preoccupato, cercava di nasconderlo, ma i suoi occhi non mentivano.

Appoggio le mani sulle mie gambe e mi accorgo che c'è qualcosa, forse un libro, lo prendo e lo alzo.

È il regalo di mia madre, non ricordavo di averlo preso.

Lo sfoglio rapidamente e mi soffermo sull'ultima pagina scritta.

-Lo zing una sola volta nella vita accade...- Bisbiglio, poi ritorno con lo sguardo verso mio padre, era strano, sembrava preoccupato, quasi spaventato.

-E quello dove lo hai trovato?- Mi chiede con voce dolce, ma un po' tremolante.

Sinceramente mi ero posta anch'io questa domanda...

-Papà...- Inizio a dire, attivando pienamente la sua attenzione, -Secondo te quando troverò il mio "zing"?- Concludo sospirando, il mio cuore batte forte e mi sento preoccupata, ma ancora non capisco il perché...

Mio padre fa un accenno di sorriso amaro.

-Non preoccuparti piccola mia, ogni cosa a suo tempo...-

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Capitolo 40
*** La verità ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Buon anno a tutti!


CAPITOLO 39 – La verità

-Papà, è tutto a posto? Sembra che tu mi stia nascondendo qualcosa...- Gli domando quasi minacciosamente. Non voglio ferirlo, ma sono stufa di tutte le sue bugie.

Mio padre si ritrae subito indietro facendo finta di nulla, ma così facendo mi rende ancora più curiosa.

-Papà?!- Provo a riprenderlo, ma continua a non rispondere.

-Cos'è successo nei giorni scorsi? Non ricordo quasi nulla! E poi perché tutti gli ospiti sono felici di "vedermi in buona salute"? Cosa mi è successo?-

Silenzio.

Sono ansiosa ed il fatto di non saperne la ragione mi rende nervosa, se poi mio padre continua a nascondermi le cose mi fa perdere la pazienza.

-Dannazione papà, mi vuoi rispondere?!- Gli urlo contro alzandomi in piedi e battendo le mani sul tavolo facendo tremare piatti e bicchieri.

Mio padre sospira sconsolato.

-Mi dispiace piccola mia, sono stato uno stupido…-

-Cosa hai fatto?- Gli chiedo preoccupata.

-Ma l'ho fatto per il tuo bene, mi devi capire… io… stavi soffrendo troppo…-

Mio padre cercava di trattenere le lacrime, ma non ci stava riuscendo molto bene.

-Cosa hai fatto?-

-Ti ho cancellato la memoria…-

Rimango fulminata da queste parole, tanto che non riesco a dire nulla.

-Ma come temevo ho cancellato solo i ricordi, mentre le emozioni sono rimaste, compreso l'amore che provi per Jonathan…- Dice mio padre voltandosi, sembra non avere il coraggio di guardarmi negli occhi dopo quello che ha fatto.

-J…Jonny…- Borbotto, questo nome l'ho già sentito, il solo pensiero mi rende felice.

-D…dov'è?-

Mio padre abbassa la testa, prende un attimo di tempo e mi risponde:

-È morto.- Mi risponde senza mezzi termini.

Non riesco a rispondere, ma volevo la verità e lui me la sta dando nuda e cruda come volevo io, ma non sono più sicura di volerla sentire.

-Quando tu eri un demone è corso verso di te mentre tu gli scagliavi contro una palla di fuoco d'ombra e ti ha abbracciato... la tua anima ha sentito il calore della sua e si è risvegliata riprendendo il controllo di te stessa… ma la fiamma ombra non gli ha dato scampo…-

-Si è sacrificato per salvare me?- Riesco a borbottare tremando.

Mio padre sospira, si volta verso di me e mi abbraccia, ma il suo abbraccio paterno non riuscirà mai a riscaldare il mio gelido cuore, nessuno potrà mai più farlo…

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Capitolo 41
*** La vera verità ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Dimenticate il capitolo precedente, volevo vedere se gwinny veniva da me a picchiarmi :-)


CAPITOLO 39 – La vera verità

-Papà, è tutto a posto? Sembra che tu mi stia nascondendo qualcosa...- Gli domando quasi minacciosamente. Non voglio ferirlo, ma sono stufa di tutte le sue bugie.

Mio padre si ritrae subito indietro facendo finta di nulla, ma così facendo mi rende ancora più curiosa.

-Papà?!- Provo a riprenderlo, ma continua a non rispondere.

-Cos'è successo nei giorni scorsi? Non ricordo quasi nulla! E poi perché tutti gli ospiti sono felici di "vedermi in buona salute"? Cosa mi è successo?-

Silenzio.

Sono ansiosa ed il fatto di non saperne la ragione mi rende nervosa, se poi mio padre continua a nascondermi le cose mi fa perdere la pazienza.

-Dannazione papà, mi vuoi rispondere?!- Gli urlo contro alzandomi in piedi e battendo le mani sul tavolo facendo tremare piatti e bicchieri.

-Cos'è tutta questa confusione?- Una dolce voce femminile, materna, arriva da dietro di me.

Mi volto incuriosita ed in un attimo la rabbia e la preoccupazione che provo svaniscono.

-Mamma?- Vorrei chiamarla a gran voce, vorrei gridare tutta la mia felicità, ma l'emozione è troppo forte e mi paralizza. Solo un ampio ed incontrollato sorriso a bocca aperta si espande sul mio volto.

Sento il cuore che mi batte in gola, mentre lei si avvicina lentamente e mi accarezza la testa con forza scompigliandomi la frangia. Io ricambio il gesto affettuoso con un abbraccio, chiudo gli occhi e lascio cullare la mia testa sul suo grembo.

-La mia piccola Mavy Wavy...- Sospira mia madre mentre mi stringe a se accarezzandomi con dolcezza la testa rimettendomi a posto i capelli.

Io rimango li, immobile, coccolata in quel caldo abbraccio... cioè... la sua pelle è fredda quanto la mia... diciamo un abbraccio che scalda il cuore!

Un abbraccio pieno d'amore...

Ma perché me lo aspettavo... caldo?

Cioè... realmente caldo al tatto...

Il mio cuore continua a battere forte, ma questa volta è per la preoccupazione.

Dovrei essere felice, perché non lo sono?

Perché mia madre, che fino ad un attimo fa amavo, adesso mi sembra una sconosciuta?

E quell'abbraccio materno che fine ha fatto? Mi sento quasi strangolare...

E tutto l'amore che sentivo? Adesso mi sembra di essere minacciata...

Lascio scivolare le braccia e la donna fa lo stesso.

Alzo lo sguardo verso di lei.

C'è un dolce sorriso sul suo volto.

Ma mi spaventa...

Perché?

Non lo so...

È bellissima, proprio come in quel dipinto con mio padre... Ma perché quel dipinto è l'unica immagine che ricordo di lei?

La mia paura cresce e sia lei che mio padre sembrano accorgersene, la loro espressione felice è cambiata.

Mi fissano confusi.

La paura cresce, il mio cuore batte sempre più forte.

Dracula si alza e si avvicina a me assieme a Martha.

La paura cresce, il mio respiro si fa sempre più affannoso.

I due mi porgono la mano gentilmente.

La paura cresce, io faccio un passo indietro per evitarli.

Quei due si fermano. Mi fissano.

La paura cresce, sento una goccia di sudore freddo scendere lungo la guancia.

I loro occhi sono tristi, probabilmente hanno paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Fino ad un momento fa sapere di essere la causa della tristezza dei miei genitori mi avrebbe distrutta, ma adesso non mi importa nulla di loro... anzi, vorrei che sparissero.

Ma perché mi sto comportando così?

Mi sento oppressa, perciò mi sposto verso il tavolo ed appoggio le mani su di esso.

Faccio dei respiri profondi per calmarmi, ma non serve a nulla.

Poi improvvisamente sento un tepore rilassante sulla schiena che mi fa venire i brividi di piacere, raggiunge le spalle, il petto ed infine lo sento su una guancia, come essere abbracciata e baciata da qualcuno che mi ama come nessuno mi ha mai amata prima.

È la sensazione più bella ch'io abbia mai provato.

Mi volto, ma non c'è nessuno che mi sta abbracciando, solo che la mia attenzione viene attirata da uno specchio appeso alla parete vicino a me. Ovviamente nessuno dei presenti compare nello specchio, ma c'è comunque qualcuno e sembrerebbe essere in piedi vicino a dove sono io.

Ha una mano leggermente alzata, come se la appoggiasse su qualcosa di invisibile. Mi tocco la spalla con una mano, non sento nulla di strano al tatto, ma quel tepore... come toccare un fantasma, soltanto che i fantasmi sono freddi...

Mi avvicino allo specchio ed il ragazzo dai capelli rossi arruffati fa lo stesso.

La testa inizia a farmi male e sento dei mormorii lontani, ma non capisco da dove vengano.

Riesco a comprendere soltanto poche parole:

"... almeno fallo per Jonathan"

Jonathan... questo nome...

Mi volto verso mio padre, ma è diverso, ha le lacrime agli occhi e mi guarda in un silenzio disperato.

Il suo volto è sporco ed i suoi vestiti sono strappati.

Non l'ho mai visto ridotto così male, ma sembra più "lui"...

Alle sue spalle vedo gli alberi e l'erba sotto i suoi piedi.

Dove sono?

Avvicina un mano a me, come a volermi raggiungere.

-Papà... ho paura...- Lo supplico, inquietata.

Ma un attimo dopo sono di nuovo in quel castello, la fredda mano di Martha che tocca la mia spalla mi ha fatto tornare a questa realtà... Ma adesso cosa è reale? Qui è tutto perfetto perché non dovrei rimanere?

-Cosa c'è che non va piccola mia?- Mi chiede mia madre.

-I... io...- Inizio a parlare mentre mi volto con lo sguardo verso lo specchio e mi interrompo.

-Tu?- Borbotto.

Il ragazzo dello specchio muove le labbra, non sento nulla, ma dal labiale sembra mi abbia detto "Tu?" come ad imitare il mio stesso tono.

-Mavy, hai detto qualcosa?- Mi chiede la donna.

Sto tremando, la testa mi fa sempre più male, e... e... mi calmo.

Stringo i pugni a nocche bianche, poi sfodero i miei artigli e li conficco con rabbia nel patto di Martha spingendola con forza fino a sbatterla alla parete.

-Mavis! Che cosa hai fatto?!- Urla Dracula correndo verso sua moglie.

Io indietreggio, sfilo le mie dita da quel corpo ed il sangue gocciola dalle mie mani sul pavimento.

Marta cade in ginocchio, sorretta da Dracula.

-Come hai potuto ferire tua madre, Mavis?- Urla Dracula, ma io non lo degno di uno sguardo.

-Mia madre è morta molto tempo fa...- Gli rispondo con indifferenza.

Con la coda dell'occhio noto che sua espressione cambia drasticamente.

Lo ignoro ed appoggio una mano sullo specchio, il ragazzo mi sorride e fa lo stesso.

-Chi sei?- Sussurro.

-Impossibile!- Urla Dracula arrabbiato e stupito.

Mi volto verso di lui.

-Ho distrutto tutti i ricordi che lei aveva di te!- Grida allo specchio ignorando me, poi sorride, -Non importa, di te è rimasto solo un debole riflesso...e fra un po' non rimarrà nulla…-

-Tu non sei mio padre!- Ringhio all'uomo, attirando la sua attenzione, -Dimmi chi sei!-

Mi sorride.

-Perché tutti volete sapere chi sono?- Lui mi domanda, ma non capisco a cosa si stia riferendo.

Lo specchio va in frantumi.

-Sei sola adesso.- Dice, poi sul suo volto si crea una crepa, come fosse una bambola di coccio incrinata, -Hai paura di me?- Mi domanda, mentre i suoi movimenti aprono nuove crepe sia nel volto che nei vestiti che si sbriciolano liberando ciò che si nasconde sotto.

-Lilith…- Ringhio in risposta.

Lei mi sorride maleficamente.

-Ti ho mostrato quanto sono malvagi i tuoi amici, ti ho mostrato quanto è malvagio tuo padre, quanto sono malvagi gli umani, ho creato persino un mondo perfetto per te, perché non accetti la mia offerta? Perché mi vuoi fermare?-

-I mostri e gli umani non sono tutti cattivi!-

-È inutile mentire a se stessi, dentro tutti voi, umani e mostri, c'è il male, lo nascondete, ma c'è, lascia che trasformi questo mondo in un mondo migliore!-

-NO!- Urlo con rabbia, -TU sei malvagia, non tutti. Sono TU non hai possibilità di cambiare, stronza!-

-Io, stronza?- Ridacchia, -Non dovresti dirmi queste cose, dopotutto sei in debito con me…-

-Io non sono in debito con te!-

-Se non fosse per me tu non lo avresti mai incontrato, il ragazzo dai capelli rossi come lo chiami tu...-

Io la guardo confusa.

-Le mie adorate incarnazioni lo hanno guidato fino a te, un concorso truccato con cui ha vinto il tour dell'Europa con arrivo in Transilvania il giorno del tuo compleanno, la gente che gli raccontava della foresta maledetta e che hanno tenuto alla larga da lui i fantasmi e i gli zombie del bosco…-

-Non ci credo…- La interrompo stupita.

-Per attirare l'attenzione di quell'umano le mie lamie hanno fatto prendere fuoco agli zombie di tuo padre durante la messa in scena del villaggio degli umani…-

-No… Tu stai mentendo!-

-Perché dovrei mentire? Tuo padre è stato un osso duro, lo ammetto, non faceva altro che cercare di separarvi e di cacciare via il ragazzo, fortuna che tu sei molto più plasmabile ed ogni volta è stato facile guidarti da lui per impedirgli di andarsene.-

-Di cosa stai parlando?!-

-Perché eri davanti alla finestra di una camera vuota? Perché eri al cimitero? Entrambe le volte hai impedito all'umano di andare via. Posto giusto al momento giusto, due volte? Difficile per essere solo una coincidenza.

-I…Io…- Chiudo gli occhi, abbasso la testa e appoggio una mano alla fronte. Il dolore è insopportabile.

-Fai fatica a ricordare, vero? Non ti preoccupare, la tua anima si sta indebolendo, Camazotz ti sta divorando lentamente e presto di te non rimarrà nulla.-

-Maledetta…- Piagnucolo, inginocchiandomi, il dolore alla testa mi impedisce quasi di parlare.

-Oh, poverina… Ma non ti ho ancora raccontato la parte più difficile e quella più divertente! Il difficile è stato convincerti a fuggire dall'hotel; l'unico modo era farti vedere tuo padre come una minaccia, ma lui ha un autocontrollo fuori dal comune. Ma per fortuna tu non sei come lui, è bastato soffiare un po' sul fuoco della tua passione e quello che tuo padre ha visto è bastato per indebolirlo.-

Mi tornano alla mente alcuni attimi di ciò che lei racconta.

-Allora sei stata tu?-

Lei mi risponde sogghignando.

-Ma la vuoi sapere qual è stata la parte più divertente?-

-Stai zitta!- Ringhio, ma lo sforzo mi fa aumentare il dolore alla testa, tanto che cado in ginocchio.

-Van Helsing…-

Questo nome… solo sentirlo mi fa male…

-Non sforzarti di ricordare piccola mia, fra poco tu stessa cadrai nell'oblio e di te non rimarrà nulla… Avremmo potuto fare grandi cose insieme…-

Lei si avvicina a me, mentre tutto ciò che ho intorno si sbriciola, in un attimo ci siamo solo Lilith ed io, attorno a noi un vuoto oscuro.

-Hai paura?- Ripete.

-Perché dovrei avere paura? Tu sei debole…- Le sorrido con uno sguardo di sfida.

Lei mi guarda confusa.

-Tu hai paura di me e del ragazzo dai capelli rossi.-

Lei acciglia la fronte, rabbiosa.

-Sento la tua paura…- Dico con una flebile voce, imitando il suo tono di quando lei stessa era una flebile voce nella mia testa, per schernirla.

-Nemmeno ti ricordi il suo nome, anzi, forse non ricordi nemmeno il tuo!-

-Io… Io…-

Stringo i denti dalla rabbia. Quella donna ha maledettamente ragione.

Subito dopo ho un forte ed improvviso giramento di testa, cado a terra, ma non c'è alcuna terra sotto di me, sto precipitando, mentre lei, che mi fissa divertita con uno sguardo altezzoso, diventa sempre più lontana.

Oscurità.

Mi sveglio.

Ho tutto il corpo intorpidito.

Cerco di alzarmi, ma cado nuovamente a terra.

Sono stanchissima.

Fa freddo, molto freddo.

Lasciatemi qui a riposare.

In pace.

Senza preoccupazioni,

Senza problemi,

Senza combattere,

Mai più.

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Capitolo 42
*** Nessuna via d'uscita ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!


CAPITOLO 40 – Nessuna via d'uscita

...

Sento delle voci familiari in lontananza.

Non so da quanto tempo sono qui.

Ma nulla è cambiato da prima.

Sento nuovamente l'eco di quelle voci, ma sono ancora incomprensibili.

Apro gli occhi e mi guardo intorno.

Bianco.

Be', finalmente qualcosa di diverso…

È tutto sfocato, mi concentro e riesco a scorgere qualcosa.

Erba, alberi ed un cielo grigio.

Mi metto a sedere e mi strofino gli occhi.

Intorno a me è tutto sommerso nella galaverna, è per questo che vedevo tutto bianco, inoltre c'è una fitta nebbia.

Mi alzo in piedi.

Sto tremando.

Freddo, rabbia e paura.

Avvolgo le mie braccia attorno a me per scaldarmi e calmarmi, ma non è facile.

Comincio a camminare, voglio uscire da qui.

Sento di nuovo delle voci in lontananza, mi fermo e mi guardo intorno.

Solo nebbia fitta.

-Chi c'è?-

Nessuna risposta.

-Vi prego, rispondetemi!-

Altri mormorii, non riesco a capire da dove vengano, ma se mi fermo non lo scoprirò mai.

Riprendo a correre, sempre più veloce, nonostante la stanchezza, nonostante la paura, nonostante la nebbia sempre più fitta, nonostante la terra ghiacciata e scivolosa, nonostante l'aria fredda che mi gela i polmoni ad ogni respiro.

Non posso fermarmi, non adesso.

Continuo la mia corsa precipitosa senza meta e…

-Whoo!- Esclamo, mentre mi getto a terra per cercare di frenarmi.

Afferro dei rovi appena in tempo, il sangue della mia mano ferita colora di rosso quel mondo bianco.

Le mie gambe penzolano nel vuoto.

Cerco un appoggio più sicuro per i miei piedi, ma la roccia cede. I rovi a cui mi tengo iniziano a sbarbarsi e la mia mano scivola ferendosi sempre di più.

Stringo i denti e cerco di resistere, mi faccio forza e porto l'altra mano sul ciglio del dirupo, afferro la roccia e mi tiro su.

Sono salva.

Rimuovo le spine dalla mano, la ferita mi brucia molto ed il sangue non smette di gocciolare per terra.

Do un'occhiata al dirupo, non riesco a vedere né il fondo, né l'altra sponda, ma è molto cupo, inoltre la nebbia la sotto sembra muoversi lentamente in circolo.

Do un calcio ad una pietra sul ciglio della scarpata, essa cade giù, colpisce un paio di volte il muro di roccia e poi… silenzio.

-Quanto diavolo è alto?-

Non mi scoraggio, se non posso superare questo ostacolo lo aggirerò.

È ormai un po' che cammino lungo il margine del burrone, sembra non voler finire. L'unica cosa che mi fa compagnia è il vapore congelato del mio respiro, tutto il resto è tremendamente immobile e morto.

La bocca e le narici sono circondate dalla brina del mio respiro, ogni tanto mi pulisco sulla spalla, ma il ghiaccio diventa sempre più duro.

I miei occhi socchiusi lacrimano, ma le gocce non riescono a scivolare sulle mie guance, esse si ghiacciano sugli occhi.

La mano ha smesso di sanguinare da tempo, ma adesso non posso aprirla.

Questo gelo mi sta paralizzando.

Anche le gambe mi stanno cedendo, continuo a muoverle, ma è ormai molto tempo che non sento nulla dalla vita in giù.

Sto per cedere.

Lo sento.

Ma…

Cos'è?

C'è qualcosa per terra a pochi passi da me.

Mi avvicino.

È… È…

No…

No… No, no, no, nooo!

Mi lascio cadere sulla terra gelida di fianco, e mi chiudo in posizione fetale.

Vorrei urlare, ma non ci riesco.

Vorrei piangere, ma non ci riesco.

Rimango immobile a guardare il terreno smosso, ma già reso nuovamente bianco dalla brina, quei rovi e quelle macchie rosse ancora ben visibili, il mio sangue.

Nessuna via d'uscita.

Nessuna salvezza.

Nessuna speranza.

-Nessuna salvezza, nessuna speranza.- Sento l'eco dei miei pensieri.

Thump thump,

Thump thump,

Thump thump… Sento il battito del mio cuore.

Alzo lo sguardo e lei è di fronte a me.

-Cosa vuoi da me…- La mia voce è secca e rauca, la mia gola stessa si sta ghiacciando.

Thump, thump…

Lei mi sorride.

-Volevo godermi la scena, lo so che così facendo ci rimetto anche io, ma non posso fare a meno di essere felice.- Si interrompe un attimo per guardarmi soddisfatta, -Sai, l'astio che tu provi per me è contraccambiato, ed adesso mi godo la tua uscita di scena!-

Thump… Thump… Il mio cuore è sempre più debole…

Continuo a fissarla, ma non rispondo, non ci riesco.

-La tua anima è sempre più debole, Camazotz ha consumato i tuoi ricordi ed adesso ha iniziato ad intaccare i tuoi sentimenti. E sai come è un'anima senza sentimenti? È gelida, è… morta…-

C-CRACK TRA-CRACK

Un grosso albero dietro Lilith crolla e cade nel precipizio.

-Il tuo subconscio è quasi completamente distrutto… Quanto ci hai messo a girarlo tutto? Fino a poco tempo fa c'erano montagne, foreste, laghi e castelli!-

Thump.

-Fer…ma…ti…- Non so nemmeno io dove abbia trovato le forze per parlare.

-Non posso fermarlo nemmeno se volessi, la tua anima sta cadendo nell'oblio, accetta il tuo destino e sarà tutto meno doloroso.-

Thu- Adesso sento un calmo e triste silenzio in me.

E così… è questa la mia fine?

Ma la fine di chi?

La mia?

'Mia'… È tutto ciò che so dire di me?

Perché dovrei essere triste?

Dopotutto…

Non so chi lascio,

Non so cosa perdo,

Non so nemmeno chi sono io.

Forse Lilith ha ragione, forse…

-Nessuna morte è vana se si combatte per ciò che si ama!- Questa voce nella mia testa interrompe improvvisamente i miei pensieri.

Nessuna morte è vana se si combatte per ciò che si ama… è vero…

Thump.

Non so per cosa combatto o chi amo, ma sento che qualcuno che amo e che mi ama esiste.

Thump… Thump…

-Io…- Borbotto.

Lilith apre la bocca, ma io la interrompo:

-Non te la darò vinta, MAI!- Riesco ad urlarle mentre mi alzo.

Thump, thump, Thump, thump… Adesso il mio cuore batte forte, adesso mi sento viva.

Lei fa mezzo passo indietro, e mi guarda con un mix di stupore e preoccupazione.

Io sono faccia a faccia con Lilith.

I nostri sguardi si incrociarono, si fissano.

Il riflesso degli occhi di Lilith rende gialli anche i miei, ma anche se il mio sguardo sembra quello di un demone, i miei sentimenti sono completamente differenti.

Nessuna paura.

Nessun coraggio.

Nessuna tristezza.

Nessuna felicità.

Nessun rancore.

Ma solo amore,

Puro ed assoluto.

Fino a che il riflesso giallo sui miei occhi scomparve, fino a che Lilith non scompare, la codarda è fuggita.

Magra consolazione visto che io non posso fuggire...

CRACK... CRACK...

Abbasso lo sguardo.

-Sangue di blatta...-

Una grossa crepa si forma in mezzo ai miei piedi e faccio appena in tempo a saltare prima che un grosso pezzo di terreno si stacca e precipita.

Presto farò la stessa fine...

Mi volto verso il bosco e vedo che a poche decine di metri da me alcuni alberi stanno cadendo.

Non mi è rimasto molto tempo, ormai la nebbia non nasconde più nulla, riesco a vedere dove questo mondo finisce.

Mi addentro in quel poco di bosco che è rimasto e mi siedo accanto ad una grossa quercia.

Mi guardo intorno, gli alberi cadono uno dopo l'altro e la terra si frantuma.

Mi lascio cadere a terra, avvolgo le mie braccia attorno alle mie gambe ed appoggio la testa sulle ginocchia.

Chiudo gli occhi, voglio svegliarmi da quest'incubo.

Sento un brusco movimento sotto di me, apro gli occhi, ma è troppo tardi.

Sto cadendo, Ma in un ultimo disperato sforzo mi aggrappo ad una radice che sporge dalla rupe, purtroppo mi sto tenendo con la mia mano ferita.

Sotto di me c'è un turbinio di nuvole, come un tornado visto dall'alto, il centro del ciclone è oscuro e sferzato da fulmini.

La mano ferita riprende a sanguinare, lo sento scorrere lungo il braccio, non devo mollare, so che sotto quella tempesta c'è il nulla più assoluto, l'oblio.

Sento le mie forze che mi abbandonano, le dita scivolano.

Non voglio morire, non voglio...

Ma perdo la presa ed inizio a cadere.

Tanta fatica, tanto dolore, perché? Perc...

Qualcosa di inaspettato mi afferra il polso, alzo lo sguardo.

-Tu?- Chiedo con voce dolce al ragazzo dai capelli rossi.

-Tu?- Ripete lui.

Io non ho paura, non più se c'è lui accanto a me.

-Sapevo che mi avresti salvata... Jonathan...-

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Capitolo 43
*** Non abbandonarmi ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!


CAPITOLO 41 –Non abbandonarmi

Jonathan sorrideva, era dinnanzi a lei.

-Non potevo abbandonarti... non ho poteri magici strafighi o super muscoli, ma posso offrirti tutto l'amore che ho.-

I due erano su una radura nel bosco, il cielo era splendente, c'era molta luce, ma Jonathan era stranamente in ombra e più basso di quanto la ragazza si ricordasse.

Mavis si voltò lentamente a destra e poi a sinistra, da una parte un guerriero e dall'altra un grande drago nero, entrambi schiacciati da grandi zampe nere pelose. Lo sguardo del Camazotz dagli occhi azzurri incrociò nuovamente quello del ragazzo, che non sorrideva più, anzi sembrava preoccupato e dispiaciuto.

Mavis lasciò la presa dai due e si fermò a guardare le proprie zampe dai lunghi artigli mentre il draghiere zoppicò frettolosamente verso il drago.

-Agran! Come stai?-

Il drago rispose con un sospiro sofferente, mentre le fiamme d'ombra si estinguevano dalle sue ferite.

-Dannazione... Dai, torna a casa,- Disse il draghiere appoggiando una mano al muso del drago, -Ti congedo.-

Il drago sospirò profondamente, poi svanì in una nebbia azzurra.

-Spero che riescano a salvarti...- Concluse il guerriero con voce carica di rammarico.

-Cosa mi è successo? Cosa ho fatto?- Domandò Mavis con voce tremante.

-Non preoccuparti per quello che è successo.- Dracula prese la parola mentre si avvicinava alla figlia, -L'importante è che sei sana e salva.- Concluse con voce dolce, ma tradita da un tremore dovuto al dolore delle ferite e delle bruciature.

Mavis si alzò, raggiungendo un'altezza tale che le sembrava di volare, da lassù notò che la radura dove si trovava non era naturale, gli ovunque poteva vedere gli alberi spazzati via, come fosse appena passato un tifone.

-Non mi devo preoccupare?!- Lei rispose al padre, -Questo disastro è opera mia?! E poi le mie mani... le mie mani odorano di sangue! Ho fatto del male a qualcuno?- I suoi enormi occhi spaventati divennero lucidi.

Jonny e Drac si guardarono negli occhi indecisi se dire la verità o meno, ma prima che potessero parlare vennero anticipati dal draghiere:

-Tuo padre ha ragione, non ti devi preoccupare, hai soltanto messo KO tutte le guardie armatura, tutti i gargoyles ed i tuoi amichetti che erano usciti a cercarti...-

-Stai zitto!- Gridò l'umano, ma il guerriero non si interruppe:

-Per non parlare del braccio di tuo padre e della fiamma ombra che hai soffiato in faccia a Jonathan e tutti noi, se ti fossi svegliata un secondo più tardi ci avresti ucciso tutti...-

-Papà? È vero...- Chiese la ragazza demone, nella tenue speranza di ottenere una risposta negativa, che il padre non le concesse, non voleva mentire, ma la verità era troppo dura da raccontare.

Quel silenzio fu l'ultima pugnalata che il cuore di Mavis poté sopportare, il rimorso e la vergogna la ferivano più di quanto non avesse fatto Lilith.

Improvvisamente scese il buio, le immense ali spalancate del demone oscurarono il Sole e con un solo battito d'ali sì sollevò da terra e volò via.

-No! Mavis aspetta!- Urlò Dracula, ma venne ignorato.

Il vampiro provò a correrle dietro, ma in quelle condizioni non poteva resistere alla luce solare come quando era in piena salute e si dové fermare all'ombra di un albero.

Jonathan corse verso l'amico, ma vedendolo molto provato spostò l'attenzione sul cavaliere che lo aveva seguito e carico d'ira si rivolse a lui.

-È colpa tua!- Disse l'umano prendendo il guerriero per l'armatura danneggiata che ormai aveva perso tutto il suo splendore, -C'era bisogno di dirle tutto adesso? Dopo quello che ha passato? Dopotutto non ha ucciso nessuno! E poi è stata colpa del demone, non sua! Che senso aveva trattarla così male?- Concluse Jonathan, ringhiando.

-Non ha ucciso nessuno?- Domandò il cavaliere con disprezzo.

L'umano lasciò la presa, -Il tuo drago può ancora salvarsi, lo hai detto tu stesso.-

-Lui forse potrà essere salvato, ma la mia lancia?!- Rispose il draghiere che con un cenno di dita attirò a sé la parte superiore della lancia spezzata in combattimento.

-È soltanto una lancia! La puoi fare aggiustare o forgiare una nuova!-

Il guerriero non rispose, ma Jonathan percepì un leggero ringhio venire dai denti digrignati dell'uomo, sembrava che l'ultima affermazione dell'umano avesse fatto innervosire molto il draghiere.

Il ragazzo si voltò verso Dracula in cerca di spiegazioni, ma anche il vampiro sembrava preoccupato a causa delle parole del ragazzo che aprì la bocca per parlare, ma venne bloccato dall'uomo che lo prese per il colletto della maglietta e lo alzò, mentre la seconda mano era pronta a pugnalarlo con la lancia spezzata, ma dalla punta ancora affilata.

-Fermati!- Lo supplicò Dracula, -Lui non può sapere...-

L'uomo abbassò lo sguardo e lasciò il ragazzo che cadde a sedere per terra.

-Hai ragione... Il bambino non può sapere,- Mormorò rivolgendosi al vampiro, -Ma TU SÌ!- Concluse colpendo Dracula nel ventre.

-Argh!- Si lamentò il vampiro, ma il guerriero non si fece impietosire ed infierì girando la lama nella ferita.

-Aaaargh!-

L'uomo lasciò cadere il vampiro a terra.

-Adesso che la mia lancia è morta ti fa male?- Domandò con collera.

-Non... ti biasimo...- Borbottò il conte con voce spezzata dal dolore.

-Bel colpo, dritto al cuore!- Si complimentò il draghiere.

Dracula, confuso dalle parole dell'uomo, alzò la sguardo e vide Jonathan che con il suo stocco aveva trafitto il guerriero alla schiena.

-Sei coraggioso o estremamente stupido giovane umano? Non lo so, ma sei bravo, lo ammetto... Prima affronti un demone faccia a faccia e riesci a domarlo, poi attacchi me...- Disse l'uomo mentre si sfilava lo stocco da dietro la schiena.

Jonathan, spaventato, lasciò la spada che si conficcò a terra.

-Hai visto caro Vlad Tepes?- Disse il draghiere, sapendo che il nome Tepes (l'impalatore) avrebbe riaperto le vecchie ferite del passato del conte, -Persino la tua spada mi da ragione e si rifiuta di ferirmi!-

Detto ciò con un pestone fece penetrare la lancia nella carne del vampiro trapassandolo fino al terreno.

-Aaaaargh!-

-Ti prego smettila! Cosa vuoi da lui?- Piagnucolò Jonathan.

Il guerriero sorrise volgendosi verso l'umano, -Secondo te lo possiamo chiamare Vlad Teapa?-

Jonathan non rispose, rimase fermo nella sua espressione accigliata.

-E dai, ragazzo! Sorridi, era una battuta!- Ridacchiò l'uomo dando due pacche sulla testa del ragazzo, che non mosse un ciglio.

-Tepesh significa "l'impalatore" e Teapa significa "l'impalato"... Ah! Lascia perdere! Forse il fatto di aver firmato la mia condanna per colpa vostra mi sta fottendo il cervello... Comunque gli altri draghi arriveranno presto e loro saranno meno gentili di me con la tua demonietta. Vai e salvala finché sei in tempo e lascia perdere il vampiro, sopravviverà...-

-Ma chi sei?- Domandò Jonathan, cautamente.

L'uomo lo osservò un attimo, il volto nascosto dall'elmo impediva al giovane di vedere la sua espressione.

-Lascia stare,- Rispose distogliendo lo sguardo da Jonathan, -Non serve sapere il nome di colui che non ha futuro... Vai cavaliere, salva la tua principessa, dai un senso al sacrificio della mia lancia, del mio drago, della mia vita... perché io un senso non lo vedo.-

Detto ciò il draghiere sprofondò lentamente nella terra come se fosse un fantasma, di lui rimase solo un'ombra sul terreno, più scura di quella degli alberi, che corse via confondendosi nel buio della foresta fitta, lasciando l'umano incredulo ed inquietato nel vedere quell'uomo, tanto misterioso quanto inquietante, trasformarsi in un'ombra ed uscire di scena in maniera sorprendente, come sorprendente era stato il suo meteorico arrivo.

-Jonny! Cosa diavolo stai aspettando? Corri da lei!- Gridò Drac.

-Ma...-

-Niente "ma"! VAI- Il vampiro interruppe l'umano ruggendo, che preso dallo spavento corse alla ricerca dell'amata.

Il giovane umano correva.

§Mavis... dove sei...§Domandava a se stesso, pensando a dove poteva essere fuggita.

Ma i suoi pensieri vennero interrotti da una miriade di ombre che passarono rapidamente sopra di lui, catturando la sua attenzione.

Jonathan alzò lo sguardo.

-Per tutti i manuali di D&D!-

Il ragazzo rimase paralizzato a bocca aperta dallo stupore, centinaia, forse migliaia di draghi di ogni colore e dimensione stavano volando in cerchio sopra di lui. Uno di loro si staccò dal gruppo e scese di quota, puntava dritto su Jonathan.

-Oh merda.- Commentò appena si accorse del pericolo imminente e dopo un attimo in cui si riprese dalla paura iniziale, fuggì a gambe levate.

Il drago nero, più precisamente una viverna, poiché senza zampe anteriori, ma con solo le ali e più piccolo del drago che era stato ferito da Mavis, atterrò a poca distanza dal ragazzo, che si nascose in un anfratto di un grosso albero.

Da una crepa nel legno l'umano riusciva a vedere anche il draghiere che lo cavalcava, indossava una lunga tunica nera con cappuccio che copriva la vera armatura di cui erano visibili solo i guanti, con cui teneva le redini, in metallo brunito.

Il cavaliere si guardò attorno, sotto il cappuccio, pur essendo illuminato, rimaneva buio come un buco nero.

-Cosa potrebbe esserci di peggio dell' essere inseguiti da un Nazgul?- Borbottò il ragazzo fra sé e sé.

Il cavaliere scese dalla viverna portando con se una vecchia falce.

-Essere inseguiti da un Nazgul con la falce di Morte... Ok, adesso non è proprio possibile essere in una situazione peggiore...-

La terribile creatura si diresse dritto verso l'albero che nascondeva Jonathan, che terrorizzato si abbassò.

-Essere inseguiti da un Nazgul con la falce di Morte che sa dove mi nascondo... Ora sì che sono fottuto...-

-Non muoverti.- Disse quel draghiere nero con voce grottesca da incubo.

L'umano tremava come una foglia.

-I...io...-

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Capitolo 44
*** Non ti lascerò mai ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutte le persone che mi seguono!

Scusate la lunghissima assenza, ma sono stato in vacanza a Londra per due settimane.

Questo è il penultimo capitolo!


CAPITOLO 42 – Non ti lascerò mai

L'umano uscì lentamente allo scoperto con le mani alzate, ma il draghiere e la viverna stavano guardando altrove.

-Fermati!- Ordinò l'oscuro cavaliere prima di partire all'inseguimento di qualcosa nel bosco, sembrava un animale, forse un lupo od un cinghiale.

-Meglio lui che io!- Commentò il giovane alzando le spalle, poi riprese a camminare in direzione opposta a dove si era diretto il cavaliere.

In poco tempo Jonathan raggiunse il gruppo di ricerca che era stato sconfitto da Mavis qualche ora prima.

Fortunatamente si erano tutti ripresi e stavano cercando in giro i pezzi mancanti delle armature.

Appena videro il ragazzo dai capelli rossi si bloccarono come se fossero stati paralizzati dai poteri di Dracula. Continuavano a fissare Jonathan in attesa che parlasse.

-Mavis adesso sta bene... cioè... è ancora demone, ma adesso ha il pieno controllo di se stessa.-

-Finalmente una bella notizia!- Esclamò con voce metallica un elmetto attaccato ad una scarpa che saltellò rumorosamente verso l'umano.

-L'abbiamo vista...- Frank iniziò a parlare, ma venne interrotto dall'umano:

-È qua?!- Disse guardandosi freneticamente intorno.

-No, non sapevamo che si era ripresa, perciò quando ci è volata sopra ci siamo nascosti. Ma Drac non è con te?- Domandò Waine.

-No, è... è solo rimasto indietro, è un po' provato...-

-Speriamo che si riprenda presto,- Disse Frank, -Anche Murray non è messo molto bene...- Concluse indicando un albero che sembrava intrecciato di carta igienica, erano le bende della mummia che alcuni gargoyles stavano cercando di snodare con scarsi risultati, solo i due grossi occhi verdi luminosi fra le foglie lo rendevano riconoscibile.

-Tutto ok lassù?- Urlò Jonathan per farsi sentire, ma ottenne in risposta solo un grugnito stanco.

-Avete visto dove è andata Mavis?- Domandò l'umano rivolgendosi agli altri mostri.

-No, ma credo al castello.- Rispose Waine.

-Non proprio,- Griffin prese la parola, -La direzione era quella, ma è atterrata prima.-

-E tu come fai a saperlo?- Gli domandò Wayne.

-Semplice, a differenza vostra io non sono abituato a nascondermi.-

-Se non è andata al castello...- Jonathan rifletté un attimo, fino a che non venne illuminato da un'intuizione, -Ma certo! Grazie Griffin!- Concluse il ragazzo rivolgendosi all'uomo invisibile, che però era da tutt'altra parte.

Detto ciò il ragazzo riprese a correre verso il castello. Fortunatamente i draghi continuavano a volare in cerchio sopra alla zona della lotta con Camazotz, fino a che fossero rimasti li lui avrebbe avuto meno problemi.

Jonathan arrivò al cimitero, si ricordava bene quel luogo, ci era stato già due volte, mentre seguiva gli zombie in fiamme, e quando ce lo aveva portato Drac dopo i giochi in piscina, ma questa era la prima volta che lo vedeva di giorno.

Era ridotto peggio di quanto si ricordasse, c'erano lapidi divelte e sbriciolate ovunque, segni di colluttazione e poi la sua attenzione venne attirata da qualcosa di luccicante attaccata ad un cipresso, era una freccia argentata sporca di nero da cima a fondo, l'albero era macchiato come se la ferita della freccia lo avesse fatto sanguinare.

L'umano si avvicinò alla freccia e la toccò con due dita, la polvere nera veniva via facilmente.

-Cenere?- Bisbigliò fra se e se.

Da così vicino Jonathan notò che l'albero non era sporco, ma la macchia nera era la corteccia carbonizzata.

-Dev'essere stata un'ardua battaglia per Drac, sono felice che abbia vinto... Mi dispiace che abbia dovuto vedere di nuovo il lato peggiore di noi umani.-

Ma i pensieri del giovane vennero interrotti dall'eco triste di un pianto lontano.

-Mavis...- Borbottò Jonathan che riprese immediatamente la ricerca della ragazza.

Il pianto diventava sempre più vicino, fino a che l'umano vide fra gli alberi il riflesso lucente dell'acqua del lago, era arrivato ad una spiaggia.

Mavis era in acqua, sdraiata su un fianco e rannicchiata su se stessa, coperta dalle sue ali.

Pur essendo di fronte ad un terrificante demone, Jonathan la trovò molto dolce.

Il ragazzo si avvicinò cautamente alla nera creatura, aveva gli occhi chiusi ed il volto triste ed accigliato. Vedendola così depressa il ragazzo provò a consolarla accarezzandole amorevolmente la fronte.

-Ancora tu?- Sospirò il demone che una volta aperti gli occhi si corresse, -Jonny?!- Esclamò allontanando il muso da lui, preoccupata, -Sono felice che tu sia bene, ma non sei un vampiro?-

-Be', no, tuo padre ha usato uno strano incantesimo per bloccarmi la trasformazione e mi ha fatto tornare umano, pensa che avevo anche i canini, ma mi si sono rotti... uno non so come, e l'altro si è spezzato quando mi sono gettato dal letto credendo di potermi trasformare in pipistrello!-

Mavis ridacchiò, le erano mancate le pazzie autodistruttive del ragazzo.

-Ma come hai fatto a trovarmi?-

-Non saresti andata al castello perché non avresti trovato tuo padre ed anche per paura di fare del male a qualcuno, l'unico posto che mi è venuto in mente è questo, nonostante quello che è successo prima e dopo... quando siano stati solo tu ed io è stata la serata più bella della mia vita.-

-Già... e... mi dispiace per quello che è successo...-

-Mavis, non ti devi scusare, non è stata colpa tua, inoltre tuo padre ha sistemato quel brutto ceffo che ha provato ad ucciderci!- Disse l'umano tirando calci e pugni all'aria in pieno stile Bruce Lee.

-Bene, ma... io intendevo ciò che ho fatto io...ed anche mio padre... Potrai mai perdonarci?-

Jonathan rimase perplesso, perciò Mavis si spiegò meglio:

-Ti abbiamo aggredito, ricordi?-

-Ohw, quello... nah! Non è successo nulla! Non avete fatto nulla di cui vi dovete scusare... Soprattutto tu Mavy!- Concluse con sguardo ammiccante.

-Toglimi una curiosità, perché sei venuto in Transylvania?-

-Oh, be', ho vinto un concorso di fotografia con smartphone ed ho vinto i biglietti aerei per fare l'intero tour dell'Europa. Le ragazze organizzatrici del concorso mi hanno detto che la Transylvania non me la sarei dovuta perdere per nulla al mondo, avevano ragione!- Esclamò ridendo.

-Che fortuna...- Disse Mavis freddamente distogliendo lo sguardo, quello che Lilith aveva detto era vero, ma allora anche il loro zing era stato pianificato, calcolato... indotto? Era vero o era finzione anche questo?

-Adesso vattene, non dovresti stare vicino a me.-

-Non esiste altro posto al mondo dove vorrei essere adesso.- Rispose Jonathan dolcemente.

-M... ma...-

-Niente "ma"... tu piuttosto non dovresti essere qui, quei draghi stanno perlustrando la zona in cerca di te! Se ti trovano ti uccideranno!-

-Forse è questa la cosa giusta, so quanto è pericoloso un demone, molto libri nella biblioteca di mio padre ne parlano.-

-Ma sei impazzita?-

-So quello che ho fatto!- Lei urlò in lacrime.

-Non è vero, sai solo ciò che ti ha raccontato quel tipo burbero. Non gli dare peso.-

-Ti sbagli, so tutto, mi ricordo tutto, sia ciò che ho visto nella mia mente, sia ciò che Camazotz vedeva... Ricordo anche le sue emozioni... Le sento ancora... quella rabbia, la sete di sangue, la voglia di violenza pura... sigh...-

Mavis scoppiò in lacrime, così Jonathan strinse la testa della ragazza sul suo petto, anche se quella testa era più grande dell'umano stesso. Ma a Mavis non importava, si sentiva protetta ed amata e presto si calmò.

-Come può una creatura ad essere così tanto malvagia?-

-Non lo so e non mi interessa, l'unica cosa che voglio è stare accanto a te.-

-Ma ti rendi conto di quello che dici? Jonathan, GUARDAMI!- Disse Mavis aumentando la voce ed alzandosi in piedi su quattro zampe, poi rimase a guardare il proprio riflesso sull'acqua, -Lo capisci che sono un demone adesso? Siamo troppo diversi!-

Il ragazzo si ritrovò sotto la pioggia che cadeva dalla pelliccia bagnata del demone.

-Diversi?- Domandò il ragazzo incrociando le braccia, quasi arrabbiato.

Mavis si calmò e si sdraiò nuovamente, così il ragazzo si tirò indietro i capelli bagnati e continuò:

-Ne fai una questione di diversità adesso? E prima? Tu eri un mostro ed io un umano, non eravamo poi così tanto "uguali", no?-

Il demone aprì la bocca, ma venne interrotta dall'umano:

-Ed anche se fossimo stati entrambi umani o entrambi mostri non saremo stati uguali lo stesso, io sono un tifone umanoide e tu una brava figlia di papà, siamo l'uno l'opposto dell'altra, l'unica cosa in comune è la voglia di viaggiare... ed anche quest'ultima è dovuta da due motivazioni opposte...-

-Io voglio girare il mondo perché sono sempre stata rinchiusa in casa, mentre tu giri il mondo alla ricerca di un luogo da poter chiamare casa...- Disse la ragazza.

Queste parole scioccarono il giovane che per un attimo rimase paralizzato, tanto che Mavis si stava quasi preoccupando.

-Tu... come fai a saperlo? Non ne ho mai parlato con nessuno, nemmeno alla mia famiglia...-

-Tua madre ti conosce bene, puoi nascondere i tuoi problemi, ma lei li scoprirà sempre.-

-Hai parlato con lei?-

-Si, mentre non eri sveglio.-

-Ora capisco perché mi ha sempre pagato i miei viaggi e perché mi lasciasse andare via da solo senza impedirmi di fare nulla... Lei ha sempre saputo quanto mi facesse soffrire la situazione che ho in famiglia.-

-Jonathan, adesso vai, se i draghi mi trovano potresti venire ferito anche tu nello scontro.-

Il ragazzo sospirò.

-Eppure hai una testa molto grande, possibile che il mio messaggio non ti ci entri?-

-E tu non vuoi capire che io SONO UN DEMONE? UN DEMONE! Un terrificante e pericoloso demone assassino!-

-Demone, demone, demone... cosa vuol dire?- Disse Jonny alzando le spalle, -Io davanti a me vedo e vedrò sempre la mia piccola e graziosa Mavy Wavey, il mio zing, il mio amore.- Concluse con naturalezza, portandosi una mano al cuore.

-M... ma ci conosciamo solo da pochi giorni!- La voce del demone era tremante dall'emozione.

-Entrambi siamo stati pronti a sacrificare le nostre vite per la salvezza dell'altro ed abbiamo corso questo rischio più volte senza nemmeno pensarci, io sarei pronto a morire per te anche adesso perché ti amo! Spero che almeno questo tu lo capisca!-

Mavis alzò le braccia dall'acqua ed abbracciò l'umano, che in un primo momento si spaventò, ma nonostante la mole del demone lei aveva il pieno controllo della sua forza e l'abbraccio fu confortevole come una tenera carezza che il ragazzo ricambiò.

Mavis piangeva, ma questa volta erano lacrime di gioia, avrebbe voluto urlare quanto lo amasse, ma tutte quelle emozioni glie lo impedirono.

-Mavy, Jonny...- Una voce poco lontano attivò i due, era Drac ed assieme a lui c'erano anche gli altri amici mostri, erano tutti fermi alla fine del bosco ad osservarli, stavano sorridendo ed avevano le lacrime agli occhi, sembravano commossi.

Il demone lasciò il ragazzo e si allontanò dalla riva, timorosa.

-Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma Mavis è in pericolo, i draghi non vi devono trovare. Devi nasconderti al castello.-

-Papà,- Disse la ragazza dando uno sguardo rapido ad i suoi zii, temeva di vederli spaventati da lei, ma non fu così, -Ragazzi... Io... Vi ho fatto del male? Non avete paura di me?-

-No, perché dovremmo? Stiamo tutti bene!- Rispose Frank, ara sincero.

-Già, soprattutto dopo quello che vi siete detti tu e Jonny!- Puntualizzò Waine, che venne guardato male dagli altri.

-Da quanto ci stavate ascoltando?- Domandò Jonathan.

Dracula sospirò, ormai erano stati scoperti.

-Da abbastanza per capire quanto tu ci tenga a mia figlia, giovane umano. E per capire che il tuo amore va ben oltre la razza e l'aspetto fisico. Nonostante la tua giovane età hai mostrato una maturità ad una saggezza non indifferente.-

-Oh, be', grazie, ma non ho fatto nulla di così speciale...- Rispose il giovane grattandosi la testa, imbarazzato.

-Papà...- Disse Mavis sdraiandosi a terra, terrorizzata.

-Mavis, che ti succede?- Gridavano tutti all'unisono.

Dracula accorse subito verso la figlia, incurante della luce del sole che lo stava bruciando, fortunatamente Frank se ne accorse e gli fece ombra con il suo corpo.

-Li sento, stanno arrivando!- Bisbigliò il demone, continuando a fissare il cielo.

-Chi, i draghi?- Le domandò il vampiro.

Lei annuì.

-Speravo che i miei uomini li trattenessero più a lungo. Adesso è troppo tardi per nasconderti...- Borbottò Drac a se stesso portandosi una mano alla fronte per riflettere, -Combattere sarebbe un disastro e la fuga è ormai impossibile...-

-Drac, proviamo a parlarci, se gli spieghiamo la situazione capiranno.- Propose l'umano.

-Magari fosse così semplice... l'Ordine dl Drago è un'alleanza di mostri nata proprio per mantenere ordine ed equilibrio ed un demone non può essere lasciato libero... Se non fosse mia figlia sarei il primo a proporre l'abbattimento.-

-Ed allora che facciamo?-

-C'è solo un modo. Mavis, devi ritrasformarti in vampira!-

-Ma papà, come faccio?-

-Non lo so, fallo e basta! Ormai il demone è morto, non dovresti avere più questa forma, perciò concentrati e... come quando hai imparato a trasformarti in pipistrello!-

Mavis chiuse gli occhi, attorno a lei c'era silenzio assoluto.

-Papà, non ci riesco!-

-Mavis, sei forte, so che ce la puoi fare!- La incoraggiò il ragazzo avvicinandosi a lei ed appoggiando una mano su una sua guancia, dopo di lui Dracula fece lo stesso e Frank lo seguì per mantenerlo in ombra, e poi fu il turno di Murray, Griffin e Waine.

-Ragazzi...- Sospirò la ragazza sorridendo, sentendo una scarica che dal proprio cuore si espanse in tutto il suo corpo.

Il corpo del demone iniziò a bruciare di un fuoco nero e poi generò una fiammata che investì tutti sommergendoli nell'oscurità.

Le tenebre svanirono portando con loro anche il demone, rimase solo una piccola creatura dalla soffice pelliccia nera in mano a Jonathan, i suoi grandi occhi azzurri guardavano l'umano con amore.

Nessuno dei presenti era stato ferito da quel fuoco d'ombra.

-Piccola aluccia, ce l'hai fatta!- Si congratulò Drac, -Ma perché non sei in forma umana?-

-Oh...be'... come dire...- Il pipistrello tergiversava guardandosi intorno, -Diciamo che... mi manca qualcosa...-

-Ti manca qualcosa?- Il padre le fece eco, fissandola mentre si avvicinava a lei che si avvolse nelle ali, sembrava imbarazzata, -Cosa ti manca?- Domandò con un tono che sembrava più un'implorazione che una richiesta.

-Sai... qualche vestito...- Concluse la vampira borbottando, mentre la sua pelliccia nascondeva il rossore del musino.

Dracula sbatté le palpebre, poi con uno scatto fulmineo prese Mavis e la nascose sotto al suo mantello.

-Togliete lo sguardo da mia figlia!- Gridò il vampiro aggiungendo qualche ruggito minaccioso, ma che ormai non spaventavano più nemmeno Jonathan.

-Papà?- Lo interrompe Mavis tornado in forma umana ad abbracciandolo da sotto il mantello che abbracciava lei, -Non credi di esagerare? Dopotutto siamo in famiglia...- Concluse sorridendo e passando lo sguardo sui suoi zii e su Jonathan che non nascose un'espressione onorata ed orgogliosa.

Ma il volto accigliato del conte non si sciolse, era ancora troppo geloso dell'adorata figlia per ammettere che avrebbe dovuto condividere il suo amore con altri che non fossero zii.

Dracula stava per aggiungere altro, ma si bloccò quando attorno a loro iniziarono ad atterrare molti draghi circondandoli.

-Mavis, nasconditi.- Ordinò a bassa voce alla figlia, che trasformandosi in pipistrello svanì sotto il mantello del padre.

-Jonny, stammi vicino.-

L'umano non se lo fece dire due volte e si mise accanto a lui.

-S... Sono veramente così pericolosi?- Domandò il ragazzo preoccupato.

-Non lo so figliolo, non lo so cosa potermi aspettare da loro...-

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Capitolo 45
*** Finale ***


Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutte le persone che mi seguono!

Alla fine sono lieto di annunciarvi l'ultimo capitolo!


CAPITOLO 43: Finale

Ci fu un attimo di silenzio, fino a che si fece largo fra i draghi una giovane donna asiatica dai lunghi capelli color verde che aveva due corna di cervo in testa; era poco più alta di Mavis ed indossava un kimono bianco con larghe maniche orlate di verde ed un hakama(un tipo di gonna lunga a pieghe) verde.

La donna misteriosa si avvicinò a Dracula a passo spedito, il rumore acuto dei suoi geta (gli infradito in legno tipici giapponesi) scandivano ogni suo passo, fino a che non arrivò di fronte a lui.

-Esigo una spiegazione, ADESSO!- Ruggì minacciosamente.

-Shin Ryu, non credevo che ritenessi la questione dell'umano così importante da scomodarti per venire fin qua...- Esclamò Drac con calma.

-Il problema dell'umano è grave, ma ne discuteremo in futuro. So che TU sei immischiato nel disastro che è successo oggi, perciò ti conviene parlare!- Continuò la donna carica di rancore.

-Forse se ci calmiamo ne possiamo parlare da persone civili...- Jonathan provò a distendere gli animi, ma venne tagliato fuori dalla donna con arroganza:

-Nessuno ti ha interpellato! Tieni la bocca chiusa umano, il tuo futuro è già abbastanza incerto...-

Il ragazzo guardò Drac nella speranza di ottenere un po' di aiuto, ed invece il vampiro lo prese per una spalla e lo fece indietreggiare, dicendo:

-Jonny, non intrometterti in cose che non ti riguardano.- La voce del costa era turbata, come se fosse sottomesso a fare qualcosa che avrebbe preferito non fare, poi si rivolse alla donna e continuò, -Penso tu abbia percepito il demone che si è svegliato poco fa.-

-Sì, un camazotz, potrei dire che è opera tua, ma sarebbe un complimento eccessivo, dopotutto nella tua famiglia non c'è nessuno in grado di dar vita ad un demone così potente.-

-Ma c'è stato qualcuno in grado di sconfiggerlo.- Rispose Drac con tono spavaldo.

-Tu e quel traditore? Non farmi ridere, non sareste in grado di sconfiggere una cocatrice da soli!-

-Mmh...- Il vampiro si guardò in torno, -Non vedo demoni in giro...- Concluse con fare beffardo.

-Un demone c'era e la vostra bravata di volerlo combattere da soli ci è costata cara, sai chi era Argan, vero?-

-E...era?- Il vampiro strinse i denti e distolse lo sguardo da Shin, senza continuare.

-Ha combattuto al mio fianco nella Grande Battaglia contro Lilith, all'epoca ero giovane e lui mi è stato vicino in quei momenti difficili. Gli devo la vita e nonostante siano passati vari milioni di anni non potrò mai dimenticare quello che ha fatto per me... l'unica cosa che non capirò mai è cosa ci vedesse di tanto importante in quello squallido ex-umano da decidere di farlo diventare draghiere.-

-È un interrogatorio ufficiale?- Chiese Drac, la sua calma iniziava a vacillare.

-No, no lo è, non sei obbligato a rispondermi. Semplicemente sentivo di essere in diritto di sapere per quale causa il mio più fidato guerriero avesse sacrificato la propria vita.- La donna si voltò, -Ricordati solo una cosa succhia sangue, le tue azioni comporteranno delle conseguenze, e fossi in te non farei troppo affidamento alla benevolenza dell' Ordine del Drago, perché anche se lo hai fondato tu, porta il mio nome per un motivo...- Detto ciò la ragazza esplose in una lingua di fuoco verde che si allungò per diversi metri in aria, poi le fiamme si dissiparono mostrando ciò che la donna era realmente, un dragone orientale, verde, serpentiforme, con un muso allungato, le corna da cervo, una fitta criniera, una cresta che percorreva tutta la schiena e due lunghi e sottili baffi, aveva anche due ali piumate bianche, ma erano sottodimensionate per la dimensione del drago, erano immobili, come se non le servissero per volare, infatti sembrava fluttuare.

-Ci rivedremo presto.- Disse Shin Riu prima di volare via venendo seguita da tutti i draghi.

Jonathan era rimasto meravigliato da ciò che aveva appena visto, nonostante al castello avesse incontrato una miriade di mostri di tutte le specie, quel drago era così possente che fece la apparire Glen, la viverna-scaldabagno di Dracula, come un chihuahua; inoltre non avrebbe mai immaginato che alcuni draghi potessero trasformarsi in umani.

Ma l'unico sbalordito era lui.

Tutti gli altri mostri, soprattutto Drac, erano molto preoccupati, tanto da cancellare il sorriso stupefatto del ragazzo e fargli smettere di guardare il cielo solcato dai draghi.

-Drac? Non... Non mi sembra andata poi così tanto male...- Disse Jonny per cercare di tirare su il morale al vampiro.

Dracula alzò le sopracciglia pensieroso, poi sospirò chiudendo gli occhi per un attimo.

-Be', effettivamente non è andata male... Certo è che dovrò dare non poche spiegazioni all'Ordine...-

-E allora di cosa ti preoccupi?- Esclamò Jonny dando un paio di forti pacche alla schiena del vampiro, -Non preoccupiamoci ora dei problemi futuri, altrimenti staremo male sia prima che dopo!-

-In pratica vorresti dirmi di vivere la giornata senza pensare al futuro?-

-Esatto!- Concluse l'umano pieno di entusiasmo.

Il vampiro alzò un sopracciglio, quasi sconvolto.

-È davvero così bello vivere nella stupidità per non vedere i problemi di questa difficile esistenza?- Domandò il conte ridacchiando.

Jonathan sbuffò e lo guardò male, -Cosa vorresti insinuare?- Gli chiese con tono minaccioso.

-Il fatto che tu non lo abbia capito sottolinea la mia tesi!- Rispose Drac con voce altezzosa, mentre gli altri mostri trattenevano le risate a fatica.

-Guarda che ti stendo con un calcio rotante in stile Chunk Norris!- Lo minacciò il ragazzo iniziando una goffa serie di pugni e calci all'aria, resa ancora più ridicola dai "Pew! Bam! Wha-Tha!" che urlava per enfatizzare i colpi.

-Ma tappati quella bocca, ragazzo!- Disse Drac sparando un fulmine dall'indice che colpì l'umano in pieno volto trasformando la sua bocca in una zip chiusa.

Ciò fece arrabbiare ancora di più Jonathan che iniziò a sbraitare ed a mugolare rumorosamente, ma prima che il vampiro potesse fare altro entrambi vennero interrotti da un lampo di luce viola che scivolò da sotto il mantello di Dracula per poi materializzarsi in un piccolo pipistrello.

-La volete smettere di comportarvi come bambini?!- Mavis sgridò entrambi, era realmente arrabbiata, non scherzava come stavano facendo suo padre e Jonathan.

-Piccola svergognata, torna sotto al mio mantello!- La esortò il padre che provò ad avvolgerla di nuovo sotto al suo mantello, ma la pipistrellina lo interruppe bruscamente:

-NO! STAI ZITTO!-

Il vampiro rimase basito, non aveva mai ricevuto una risposta così irrispettosa dalla figlia in tutta la sua vita, ma visto ciò che lei aveva passato preferì lasciarla sfogare. Ovviamente il fatto che la figlia non avesse alcun vestito, seppur tasformata in pipistrello, lo tormentava a tal punto che lanciò un'occhiataccia agli amici mostri, che sbuffando e rolling i loro occhi si voltarono.

-Jonny! Come fai a prendere ciò che è successo con così tanta leggerezza? E tu, papà, come fai ad andargli dietro?!-

-Dai, Mavis!- Jonathan iniziò a parlare, -Ha imparato tuo padre a seguire il flusso e lasciarsi i problemi alle spalle, perché tu no?-

-Jonny! Ma ti rendi conto che sono un'assassina? Lo capisci questo o sei troppo stupido? Era già dura sopportare il fatto di aver ferito i miei zii e mio padre, di aver quasi ucciso te, a di aver spezzato una lancia sacra, ma quel drago... speravo di sbagliarmi, ma so chi era Agran, conosco la sua leggenda... E per causa mia quel draghiere adesso verrà condannato a morte...-

Il piccolo pipistrello scese a terra ed abbassò i grandi occhi umidi, non aveva il coraggio di guardare Jonathan negli occhi, non dopo ciò che aveva fatto.

-Mavis, non essere così dura con te stessa, tu hai fatto molto più di quanto ti possa immaginare...- L'umano si interruppe mentre si avvicinava a lei, -Mavy guardami...- Le disse con gentilezza, ma il pipistrellino non si mosse, -Ho detto GUARDAMI!- Ripeté con un tono più alto, quasi arrabbiato.

La vampira alzò lentamente lo sguardo offuscato dalle lacrime, solo una cosa era nitida, lo sguardo dolce del ragazzo.

-Mavy, sei riuscita a sconfiggere un demone, te ne rendi conto? Camazotz avrebbe ucciso tutti noi se tu non glie lo avessi impedito! È solo sua la colpa del male che ha fatto, tu hai fatto il possibile per impedirglielo.-

-Il mio cugi ha ragione!- Disse Frank rivolgendosi a lei.

-Verissimo, sei stata molto coraggiosa.- Confermò Wayne.

Stavano tutti sorridendo orgogliosi di lei, e questo le infuse molta sicurezza, tanto da strapparle un sorriso.

L'unico imbronciato era Drac che incrociò la braccia arrabbiato d'innanzi ai suoi amici.

-Ragazzi, penso che sia l'ora di tornare in hotel, perché intanto non vi incamminate?-

I quattro si lamentarono un po' fra di loro, ma ubbidirono ed iniziarono a camminare verso il castello.

-Dai pipistrellaccia dagli occhi grandi, ti riaccompagno a casa.- Disse Jonny amorevolmente, poi la fece salire su una sua mano e la abbracciò con delicatezza.

Il vampiro sorrise, in quella scena vide il riflesso di se stesso e Martha, anche lui adorava abbracciare la sua amata quando lei era trasformata in una piccola e soffice pallina di pelo, ma il sorriso non durò a lungo e dopo un attimo di stupore l'espressione sul volto del conte divenne sempre più arrabbiato, fino a sfiorare la follia omicida.

La figlia infatti, presa dall'emozione, era tornata in forma umana per ricambiare l'abbraccio di Jonathan.

In un lampo Dracula raggiunse la figlia alle spalle, era così arrabbiato che il suo cuore iniziò a battere forte, come non aveva nei battuto nemmeno quando era umano, tanto che le vene del viso si gonfiarono, la sua pelle divenne rossa, i suoi occhi si iniettarono di sangue ed i suoi canini divennero talmente lunghi da obbligarlo a stare con la bocca spalancata; il tutto sommato alla sua faccia accigliata e cupa lo resero più terrificante di Camazotz stesso.

Jonathan in quel momento aveva gli occhi chiusi e non si era accorto della trasformazione della ragazza, ma ebbe un brivido di terrore, come se una minaccia incombesse su di lui, perciò aprì gli occhi ritrovandosi faccia a faccia a quel demonio.

Il giovane umano sbiancò, tanto che iniziò a sentire addirittura il calore del corpo, normalmente più freddo, della ragazza. Sarebbe saltato via dalla sua pelle stessa se il terrore non lo avesse paralizzato completamente.

Il vampiro non ringhiò, né ruggì come di solito faceva, questa volta non ne aveva bisogno, forse perché se avesse aperto di più la bocca non avrebbe resistito alla tentazione di staccare la testa del ragazzo a morsi.

Per cercare di provare la propria innocenza Jonathan lasciò Mavis e mise le mani in vista, poi tentò di liberarsi dalle braccia della ragazza, ma più lui si divincolava e più lei lo stringeva e più il volto di Drac diventava rabbioso; sembrava quasi che gli uscisse il vapore dalle orecchie, anzi, stava realmente fumando, al Sole si era spostato ed alcuni raggi passavano attraverso gli alberi illuminandolo dietro la testa.

Il vampiro non si era accorto di bruciare, e quel fumo lo rendeva innegabilmente più inquietante.

-Jonny, cos'è questo profumo di nutria in salsa flambé?- Domandò la vampiretta, che aprendo gli occhi si ricordò del suo "piccolo" problema e si trasformò subito in pipistrello scendendo a terra ed avvolgendosi nelle sue ali, imbarazzata, -Scusa, scusa! Spero di non averti messo in imbarazzo! Sono così maldestra a volte...-

-Giuro. Non. Ho. Visto. Niente.- Disse il ragazzo scandendo bene ogni singola parola, ovviamente la frase era più rivolta a Dracula che a Mavis.

Il vampiro prese la figlia e la portò con gentilezza sotto al suo martello, il suo volto era tornato ad essere quello di un amorevole padre, come se non fosse accaduto nulla.

Jonathan fece un sospiro di sollievo, ma la sua serenità fu breve, infatti il conte prese il ragazzo per il suo colletto e si avvicinò a lui nuovamente con quella faccia spaventosa, sussurrandogli all'orecchio:

-Se succede un'altra volta o se racconti ciò che è successo a qualcuno GIURO che ti prendo la bocca a te la tiro così tanto da renderti in grado di baciarti la nuca da solo!-

L'umano si mise una mano sulla bocca, poi la fece Scorrere fino alla nuca.

-Ma sei pazzo? Mi voi trasformare in un elefante?-

-Se preferisci posso infilarti una mano in gola e poi ti rigiro come un calzino, sai dopo a cosa assomiglieresti?-

-NO... a cosa?- Domandò Jonathan, titubante.

-Ad un umano rigirato come un calzino!-

Ci fu un attimo di silenzio.

-Come battuta non era il massimo...- Affermò l'umano un po' deluso.

-Oh... ragazzo, ma io non ho fatto alcuna battuta...- Concluse Drac, il suo volto era tornato normale, ma il suo ghigno sadico lo faceva sembrare un vero psicopatico.

Jonathan ingoiò rumorosamente e non aggiunse altro.

-Torniamo all'hotel,- Disse Drac iniziando a camminare verso il castello, -Mavis si è addormentata, penso che anche tu sia stanco... E poi mi devo far aggiustare questo braccio, è fastidioso il fatto che mi pruda pur non essendoci...-

-Mi dispiace...- Rispose Jonny sentendosi un po' in colpa.

-Sei stato molto coraggioso ragazzo. Mi hai salvato la vita.-

-È stato un onore!- Disse il ragazzo sorridendo, -Ma... posso farti una domanda?-

Il vampiro lo guardò, -Certo, dimmi pure, immagino che ci siano molte cose che vorrai sapere sul mondo di mostri.-

-Be', effettivamente sono più di una... I draghi mi hanno sempre affascinato...-

-Ti ascolto.-

-Perché tutti sembrate essere tanto preoccupati per quella lancia? È magica o qualcosa del genere?-

-Le armi sacre dei draghi, è considerata un'offesa grave definirle magiche, infatti la magia, indipendentemente se usata per fare del bene o del male, è sempre un'energia demoniaca. Non puoi sconfiggere un demone con la magia perché loro son magia pura. Le armi sacre non sono strumenti, sono creature vive, prima erano draghi vissuti per millenni in meditazione fino a che la loro anima è diventata una energia sacra purissima e che hanno sacrificato il loro corpo con cui vengono forgiate queste lance che contengono la loro anima. Sono loro che scelgono il cavaliere, e se ti concentri più addirittura sentirle parlare.-

-Non credevo che fossero così importanti...-

-Dovresti essere orgoglioso di te stesso, sei il primo umano che è riuscito a brandire un'arma dei draghi.-

-Whaa! Il primo? Davvero? Sono troppo forte!-

-Sì, sì, ma non te ne vantare in giro, scoppierebbe uno scandalo mondiale, nessuno lo riteneva possibile...- Commentò Drac, sorridendo.

-Ok... Un'altra cosa, quella donna che sembrava una sacerdotessa giapponese ha nominato un "Consiglio del Drago", cos'è?-

-Dici l'"Ordine del Drago"?-

-Sì, quello!-

-Diciamo che è un'organizzazione politica. L'idea di fondarlo è stata la mia per cercare di creare una legislazione precisa che tenesse conto delle esigenze di tutti i mostri, prima erano solo i draghi a dettare legge, inoltre così facendo i draghi si sono accorti delle potenzialità di altri mostri e così sono nati i draghieri. La prima cerchia dell'ordine è formata da otto membri, ognuno di essi rappresenta una macrocategoria di mostri, fra i quali io sono il rappresentante dei mostri delle tenebre, e la seconda cerchia è formata da venti mostri che rappresentano le venti razze più diffuse. Ci riuniamo una volta ogni cinque anni, oltre alle riunioni straordinarie quando succede qualcosa di importante e penso che a breve ne verrà indetta una per tutto ciò che è successo. Fu proprio grazie ad una di queste riunioni svolta alle Hawaii che conobbi Martha...

Comunque probabilmente verrai convocato anche tu alla prossima, perciò avrò l'opportunità di parlartene meglio.-

-Wow! Speriamo che non mi condannino a morte!-

-Oh, no, non ti preoccupare, qualcuno lo proporrà, ma la decisione definitiva raramente è così drastica!-

-Che cosa?- Jonathan sobbalzò spaventato, ma vedendo il conte ridacchiare si calmò subito.

Dracula si fermò ed iniziò a schiacciare varie pietre per terra fino a che non si aprì un passaggio sotterraneo.

I due lo attraversavano ed in poco tempo raggiunsero il lungo ponte di pietra, purtroppo in pieno Sole.

-Avrei dovuto dire a Waine di chiedere Jack di venirmi a prendere con il carro funebre...-

-Che facciamo? Vado avanti io e parlo con il tuo autista?-

-Non ce ne sarà bisogno, giovane umano.-

Jonathan guardò Drac, ma non era stato lui a parlare, così entrambi si guardarono intorno, ma non c'era nessun altro.

Poi all'improvviso i due vennero abbagliati da centinaia fasci di luce di tutti i colori, Dracula dové proteggersi sotto al suo mantello per non bruciarsi, ma Jonathan poté ammirare quell' incredibile spettacolo. Un limpido serpente d'acqua stava uscendo dal lago e la luce del Sole che lo attraversava veniva scomposta in tutti i colori dell'arcobaleno, poi dall'acqua si materializzò un grande serpente marino azzurro, con tre coppie di lunghi baffi sottili, non di peli, ma carnosi come quelli di un pesce gatto e con due grandi ali viola dietro alla testa. Il drago marino era cavalcato da un uomo alto almeno quattro metri con le gambe verdi squamose ad una folta barba nera piena di alghe e conchiglie, indossava una tunica greca e brandiva un tridente dorato.

I due assomigliavano molto alla statua del tritone su Leviatano della fontana sul giardino interno del castello, tanto che Jonny immaginò fossero loro.

La possente coppia perse tutto il suo splendore quando iniziarono a sputacchiare ed a lamentarsi:

-Drac! Quando hai intenzione di salare l'acqua di questo lago? È fastidiosa, lo sai?- Disse il draghiere ancora schifato.

-Dopo tutto questo tempo che non vieni in Transylvania la prima cosa che fai è lamentarti?-

-E tu dopo tutto questo tempo che non mi vedi mi brontoli subito?- Rispose il Tritone, -E così questo è il famoso umano? La notizia ha già fatto il giro del mondo facendo nascere il più grande scandalo di tutti i tempi. Sulla Gazzetta dell'Inquisizione la morte di Van Helsing è solo alla settima pagina... Te ne ho portato una copia!- Disse l'uomo estraendo un quotidiano gocciolante e completamente stinto, -Va be', come non detto...-

Jonathan e Dracula ridacchiarono mettendo in imbarazzo il tritone che provò a cambiare discorso:

-Se vuoi ti faccio ombra e ti accompagno al castello.-

-Sì, mi faresti un bel favore.-

L'uomo scese a terra, mentre Leviatano si trasformò in acqua e poi un'onda gigantesca si sollevò da parte a parte del ponte generando un lungo tunnel acqueo.

I tre si incamminarono dentro, l'acqua era in movimento continuo e faceva un forte frastuono.

Jonathan si guardava intorno stupefatto della potente magia di quel drago marino.

-Scusatemi se non vi ho ancora presentati, Jonathan lui è Poseidone, fa parte della Prima Cerchia dell'Ordine, rappresenta i mostri delle acque salate, mi ha accompagnato alle Hawaii per una riunione dell'Ordine, e siano diventati amici durante il lungo viaggio. Poseidone lui è Jonathan.- Disse Drac.

Il tritone porse la mano, ma l'umano rimase immobile. Il gigante lo guardò perplesso, ma poi il ragazzo iniziò a balbettare:

-P...Poseidone? Il dio degli abissi?-

-No, non esagerare, sono solo il tritone più anziano e forte, ma non sono io che scateno tempeste o maremoti... Al massimo potevo affondare una flotta un paio di millenni fa, ma con queste moderne navi al massimo faccio venire il mal di mare ai marinai...-

-Scusatemi se vi faccio questa domanda, ma cos'è la "Grande Battaglia"?-

-Vuoi avere tu l'onore?- Disse Dracula a Poseidone.

-Con piacere. È stata una battaglia durata quasi un millennio fra i draghi e Lilith, la madre di tutti i demoni. Nessuno sa come o perché lei sia nata, ma l'unica cosa che voleva era distruggere tutto ciò che avesse un'anima. Prima della sua nascita non esisteva la magia e l'unica razza intelligente sulla Terra erano i draghi, poi 66 milioni di anni fa tutto cambiò, la battaglia fu un massacro non solo per i draghi ma anche per la maggior parte degli esseri viventi del mondo intero che si estinsero in massa. Sopravvissero solo i piccoli animali e pochi draghi fra cui solo Shin Ryu e Agran hanno vissuto fino ad oggi ed adesso ne è rimasto solo uno.

Quando Lilith è stata sconfitta le schegge del suo spirito sono volate in tutto il mondo e tutti gli esseri viventi che sono stati colpiti sono diventati creature magiche, dando vita ai mostri.-

-Che storia incredibile, mi dispiace per la morte di quel drago... e non credevo che potessero esistere creature così tanto antiche!- Disse Jonathan.

-Già, infatti i draghi asiatici normalmente non hanno le ali, esse iniziano a crescere dopo più di un milione di anni di vita, e lei è l'unica della sua razza ad averne.- Poi si rivolse al vampiro, -Drac, qualsiasi cosa tu decida di fare io ti appoggerò, so che riesci sempre a scegliere la strada giusta. Mi fido di te.-

-Grazie...- Rispose il conte sorridendo, -Bene, siamo arrivati, grazie per l'ombra!-

-Di nulla! Ci vediamo!- Disse il tritone, poi saltò nell'onda ed in un attimo il tunnel d'acqua svanì.

Dracula aprì il mantello, Mavis sonnecchiava a testa in giù aggrappata alla giacca del padre. Jonny la stava guardando, lei era dolcissima, ma quando si accorse che il vampiro si era voltato verso di lui guardò altrove facendo finta di nulla.

-Sveglia dormigliona, siamo a casa.- Disse Drac con voce amorevole.

La pipistrellina aprì gli occhi ancora stanchi e suo padre con un incantesimo la ritrasformò in umana perfettamente vestita.

-Oh, grazie papà, non mi ero accorta di essermi addormentata.- Disse Mavis sbadigliando e stiracchiandosi, poi si strofinò gli occhi e si aggiustò la gonna.

-Mavis, come stai?- Le domandò Jonathan.

Lei sorrise, finalmente tutto sembrava essere tornato sulla via giusta.

-Siete arrivati finalmente,- Era la voce di Griffin, -La situazione inizia ad essere poco gestibile la dentro, Frank, Murray e Waine sono in seria difficoltà.-

-E tu perché non sei ad aiutarli?- Lo rimproverò Drac.

-Ero con loro, ma sono stato travolto dalla folla...-

-Già, infatti non hai un bell'aspetto!-

Mavis e Jonathan ridacchiarono in silenzio per non far arrabbiare ulteriormente Griffin.

-Molto spiritoso... perché invece di perdere tempo non entri? Non ti fa freddo qui fuori "sbracciato" come sei?- Commentò ironicamente l'uomo invisibile.

-Ti diverte ridere dalle disgrazie altrui? Dai seguitemi.- Concluse il conte avviandosi alla porta rotante.-

Una volta entrati nella chiassosa hall cadde il silenzio, le poche decine di mostri rimasti si fiondarono sui tre tempestandoli di domande, talmente caotiche da essere incomprensibili.

A Dracula bastò alzare l'indice per ammutolire tutti, non aveva usato alcuna magia di paralisi, semplicemente tutti gli ospiti erano pronti ad ascoltarlo.

-Va tutto bene.- Si limitò a dire.

Ci fu un nuovo attimo di silenzio imbarazzante, forse la risposta non era sufficiente a placare la curiosità dei mostri, così si fece avanti Jonathan:

-Ragazzi! Mavis sta bene, io sto bene, Drac sta bene, Van Helsing è solo un ricordo ed il castello è al sicuro come al solito, cosa volete di più?-

-Bla blvblo blublu prrrrt!- Gorgogliò uno sahuagin rosso sputacchiando in faccia all'umano che non poteva capire quel linguaggio, perciò intervenne Drac:

-Demoni? Anche io ho incontrato i draghi, ma nemmeno loro hanno trovato alcun demone e se ne sono andati. Perciò conformo che siamo tutti al sicuro.-

-E come facciamo a fidarci?- Domandò un gremlin.

-Se mio padre non fosse sicuro della sicurezza di questo posto mi avrebbe riportata qua?- Rispose Mavis scacciando ogni dubbio rimasto.

-Grazie a tutti per la comprensione e scusate per il disagio, ora però devo accompagnare i miei ragazzi in infermeria per ulteriori controlli, se non vi dispiace...- Chiese il vampiro cordialmente.

I mostri aprirono un varco ed i tre si incamminarono verso il passaggio segreto che si aprì sul pavimento con uno schiocco di dita del vampiro.

-Dove credi di andare arciduca?- Le parole di Murray facevo fermare i tre, -Qui la gente ha parlato di una certa festa... Quand'è il grande giorno?- Domandò la mummia trepidante.

-Murray, vecchio festaiolo, lasciali riposare almeno!- Gli rispose Frank.

Dracula si limitò a sorridere e poi riprese a camminare.

-Papà, non posso riposare in camera mia? Questo posto è pieno di brutti ricordi...-

-Lo so pidocchina, ma è bene rimanere in osservazione per un pochino.-

-Jonathan, potresti stare accanto a me?- Domandò la giovane al ragazzo.

-Be', sarebbe piacevole, ma deve essere d'accordo anche tuo padre...-

-Per te Jonny ho preparato un'altra stanza.- Disse Dracula con tono autoritario.

La ragazza abbassò lo sguardo un po' triste.

-Non preoccuparti vampiruccia, starò con te fino a che non ti addormenterai,- Propose Jonny, -D'accordo?- Concluse rivolgendosi a Drac, che a suo malgrado accettò con un lieve cenno del capo.

Mavis piegò la testa all'indietro per incrociare lo sguardo del padre che era proprio dietro di lei, aveva un bel sorriso luminoso.

I tre arrivarono nella stanza di Mavis che si sedé sul letto, si tolse le scarpe e si sdraiò, intanto Jonathan si sedé su una sedia accanto al letto, accarezzò i capelli dalla ragazza con le dita facendoli poi scivolare sulla sua guancia ed infine le prese la mano intrecciando le sue dita con le sue.

-Ti amo Mavy.- Sussurrò.

-Ti amo Jonny.- Rispose lei allo stesso modo.

Drac in quel momento stava parlando con una mumminfermiera alla porta e le parole della figlia gli fecero provare un brivido di piacere un po' amaro; condivideva la felicità di Mavis, ma sapeva che non sarebbe stato più lui il centro della sua attenzione, ma dopotutto aveva trovato qualcuno realmente degno di lei, qualcuno che la amasse, rispettasse e proteggesse come lui aveva fatto in questi 118 anni, e forse era giusto così.

La mumminfermiera se ne andò ed il vampiro si voltò verso la figlia, si era già addormentata.

-Jonny, ti ricordi i patti?- Disse, ma non ottenne risposta.

Era crollato anche lui, stremato, la sua testa era caduta all'indietro facendo spalancare la bocca, stava russando ed un rivolo di bava scendeva fino al collo.

Il vampiro si avvicinò a lui, tratteneva a fatica le risate, poi si soffermò un attimo sulle mani dalle dita intrecciate.

-E va bene, hai vinto, ma solo perché non voglio svegliare la mia Mavy-Wavey... Ma se rimani così ti verrà il torcicollo!-

Così Drac usò la sua magia per alzare la testa del ragazzo e con uno schiocco di dita fece comparire un cuscino dove appoggiò la sua testa, ora stavo in una posizione nettamente più comoda.

Erano passate alcune ore e dopo aver sistemato alcuni problemi e danni all'hotel dovuti ai lupetti scalmanati ed all'assenza di personale durante la ricerca di Mavis, Dracula poteva rilassarsi un attimo godendosi il suo braccio nuovo. Certo, non era altro che un braccio di uno zombie attaccato alla sua spalla con un po' di nastro adesivo. Non rispondeva perfettamente ai suoi comandi e puzzava di rancido, ma tutto sommato era meglio di niente in attesa che quello vero ricrescesse.

Il vampiro era sulla sua bara e guardava il dipinto di Martha.

-Chi lo avrebbe mai detto che la nostra piccola sarebbe cresciuta così velocemente? Be', è vero che ha la tua stessa età di quando mi hai conosciuto, ma lei ha ancora un aspetto così giovane, sembra quasi una bambina... forse è un segno dei tempi che cambiano, magari le generazioni moderne smettono di invecchiare prima... Ma come posso lasciarla andare per la sua strada? È così difficile da accettare... Se solo tu fossi qui con me a consigliarmi... io sono sempre stato quello dalla mente bloccata sulle proprie idee che rifiuta ogni cambiamento e tu eri l'unica a convincermi a provare cose nuove, ma adesso sono solo e non so che fare.-

-Devi solo imparare a vivere la tua vita...- Una voce leggera e dolce, come un lieve sospiro di una madre amorevole, -Io vivrò per sempre nel tuo cuore, ma la tua vita è incompleta senza una persona che ti ami e non puoi obbligare tua figlia a starti accanto per sempre, è da egoisti...-

-Martha? N... non è possibile!- Esclamò Drac stupefatto.

-Apri il tuo cuore ad un nuovo amore, pensi sia stato un caso salvare quella ragazza nel bosco? Era il vostro destino.-

Dracula era troppo emozionato per rispondere, ma poi notò che sulla luce della porta c'erano le ombre di qualcuno che faceva capolino e che sembravano ridacchiare, così il conte aprì il mantello con talmente tanto rapidità che sollevò un fitto polverone da terra.

-Coff! Coff! Coff!- Qualcuno poco distante da Dracula tossì rumorosamente, era Griffin reso visibile dalla polvere che si era posata su di lui.

-Dovevo immaginare che fosse opera tua, nel gioco dei mimi sei una schiappa, ma ad imitare le voci sei sempre stato un fenomeno.- Disse il vampiro puntando minacciosamente il dito verso la parete sopra Griffin, ma accorgendosi dell'errore con l'altra mano prese il braccio zombie mal funzionante e lo portò all'altezza giusta per indicare il volto dell'uomo invisibile.

-Oh, dannazione, ci ha scoperti!- Disse Wayne.

-Filiamocela!- Esclamò Murry, ma prima di potersela dare a gambe il vampiro usò la sua magia per catturarli e portarli davanti a se.

-Questo trucco te lo ha insegnato la tua amica "ho-occhio-per-i-dettagli"?- Domandò Griffin, -Oppure dopo più di cento anni ti sei accorto che questa camera aveva bisogno di una pulitina?-

-Cosa volevate fare?- Gridò il conte infuriato, -Vi sembra bello scherzare su questa cosa sapendo quanto mi fa stare male?-

-Io non ero d'accordo,- Frank iniziò a parlare, -Ma mi dispiace vederti sempre triste quando pensi a tua moglie. Dopotutto quello che Griffin ha detto è vero, è quello che anche Martha vorrebbe.-

-Tu non puoi sapere quello che Martha vorrebbe, e non puoi giudicarmi perché tua moglie è ancora viva!- Rispose Dracula, rabbioso, questa risposta lasciò sdegnati tutti.

-Anche io ero come te,- Disse Frank con un tono talmente serioso che non sembrava nemmeno lui, -Ho vagato per il mondo alla ricerca di una cosa che sembrerà minimale, ma è ciò che ci distingue dagli altri, un nome. Mio padre non me ne ha mai dato uno, mi ha sempre chiamato "esperimento" o "demonio" e solo perché è morto non vuol dire che io non possa averne uno. Devi solo imparare a vivere la tua vita staccandoti dal passato, perché non credo che Martha sarebbe contenta di sapere di essere il fardello che impedisce a te ed a Mavis di vivere veramente liberi e sereni.-

-Lo zing solo una volta nella vita accade.- Citò Drac sospirando e voltandosi.

-È vero, ma come lo zing ti ha fatto iniziare una nuova vita, la sua scomparsa, a tuo malgrado, te ne ha fatto iniziare un'altra.- Disse Frank e gli altri mostri annuirono.

-No, nel mio cuore c'è e ci sarà per sempre soltanto Martha...-

-Se è così che la pensi ci dispiace di averti preso in giro,- Rispose Wayne, -Ma Viky dov'è? Pensavamo di trovarla al castello.-

-Già, mi aveva promesso qualche tatuaggio!- Continuò Murray.

Dracula spalancò gli occhi, terrorizzato, aveva lasciato Victoria in infermeria, proprio nella stanza accanto a quella dove Mavis e Jonathan stavano riposando.

Dopo un attimo di panico il vampiro riuscì a trovare una scusa credibile:

-Mi dispiace, ma non potevo permettere l'arrivo di altri umani, già Jonny è stato una eccezione. Le ho cancellato la memoria e le ho ordinato di non tornare mai più.-

-Grazie mille conte di Noialandia!- Lo rimproverò Murray.

-Peccato, mi stava simpatica...- Esclamò Frank.

Ma il vampiro non li ascoltò e corse fuori dalla stanza urlando:

-Vado a vedere come sta Mavis, torno subitooooo~!-

I tre mostri, e probabilmente anche Griffin, alzarono le spalle, confusi per lo strano comportamento di Drac.

In un attimo il vampiro raggiunse la porta della stanza dell'infermeria, era titubante.

-O Victoria è morta dissanguata dopo la trasfusione, oppure è fuggita, perciò di cosa mi preoccupo?-

Il vampiro aprì la porta ed entrò dentro.

-Finalmente sei tornato, pensavo ti fossi dimenticato di me!-

L'inaspettata voce dalla donna fece sobbalzare Drac.

-Che diavolo ci fai ancora qui?!- Le disse avvicinandosi a lei, -Perché non sei fuggita se ti sei ripresa?-

Lei era seduta sul pavimento con la schiena appoggiata al muro.

-A dire la verità ho provato a forzare la porta di questa prigione, ma non sono riuscita a trovare la serratura.-

-Serratura? Prigione? Ma hai provato ad aprire la porta usando la maniglia? Questa è una infermeria, le porte non hanno serrature e non si possono chiudere a chiave!-

-A si? Io ho dato per scontato che fosse bloccata...- Disse Victoria, visibilmente frustrata.

Drac fece una facepalm, anch'egli avvilito.

-E tu saresti quella che mi ha quasi ucciso?-

La ragazza ridacchiò.

-Drac vuoi un po' di pistacchi?- Disse porgendo la mano piena di semi al conte.

-No, grazie... ehi, aspetta, dove hai trovato dei pistacchi?-

-Be', io adoro i pistacchi e tu hai lasciato la tua dispensa magica incustodita...-

-Maledetta ladra di pistacchi!- La brontolò il vampiro riprendendosi il vasetto magico.

-Basta scherzi, so perché sei qui.- Disse l'umana con voce improvvisamente seria.

Dracula rispose annuendo con la testa, il sorriso che aveva in volto era scomparso.

-Ma non te lo posso permettere,- Continuò, estraendo un pugnale dallo stivale, il vampiro fece un passo indietro, -Hai ucciso troppe persone, troppi innocenti... Non posso permetterti di uccidere anche me.-

Dracula aprì una mano ed il suo stocco comparve.

-Il tuo cuore è già straziato dai lamenti della tua vita passata, non voglio aggiungere anche la mia voce, non te lo meriti, sei una brava persona.- Lei concluse sorridendo, ma con le lacrime agli occhi.

Poi Victoria chiuse gli occhi, le lacrime le solcavano il viso, impugnò il pugnale con entrambe le mani e lo puntò in mezzo al proprio petto, dritto sul cuore.

Ma un attimo prima di fare forza sentì le mani fredde del vampiro toccare le proprie.

L'umana alzò lo sguardo verso il volto di Drac.

-Ti ringrazio per la generosa offerta,- Disse il vampiro, -Ma la rifiuto.-

Victoria lasciò il pugnale, era confusa.

-Ci sono cose che devo sistemare io stesso.- Dracula riprese a parlare puntando il suo stocco dove prima era appoggiata la lana del pugnale.

La ragazza chiuse gli occhi.

-Sai, non mi hai ancora brontolata.- Lei disse con voce soffice.

-Per che cosa?-

-Per averti chiamato "Drac"...-

-Potevi scegliere meglio le tue ultime parole.-

Victoria ridacchiò mentre la fredda spada del vampiro penetrava la sua carne, il suo cuore, fino a fermarsi sulla dura parete.

La ricciola testa rossa scivolò all'indietro appoggiandosi al muro, spirando, nemmeno quello stocco, che aveva spezzato il suo cuore, era riuscito a spezzare il suo sorriso.


Questo capitolo è stato il capitolo più lungo che io abbia mai scritto, come al solito credevo che sarebbe stato più breve ed invece...

Spero che questo capitolo e la fanfiction vi siano piaciuti!

Questa potrebbe essere l'ultima occasione per recensire, ho detto "potrebbe" perché come voi avrete notato ho lasciato molte cose in sospeso ed ho ancora molte idee per un possibile seguito.

Purtroppo sono molto impegnato ed iniziare un'alta lunga storia toglie molto tempo, lo faccio con piacere, ma per me è veramente dura. Non so se scriverò il continuo fra una settimana, un mese o mai, l'unica cosa certa è che se inizierò questo nuovo progetto lo porterò a termine, come ve l'ho dimostrato con la mia prima fanfiction.

Perciò fatemi sapere se volete che continui!

Ci vediamo e grazie per la lettura!

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Capitolo 46
*** Ghost Track ***


Link per “Bring me to life” by Evanescence

Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutte le persone che mi seguono!


Ghost Track

Gli occhi verdi di Jonathan erano grandi e briosi, mentre il loro colore variava al variare della luce del palco.

Gli occhi azzurri di Mavis erano grandi ed altrettanto gioiosi, il riflesso degli occhi del ragazzo era nitido, ma non ricambiato.

-Jonny...- Disse la vampira con un filo di voce attirando l'attenzione dell'umano, -Per una volta vorrei essere io a dedicarti una canzone.-

-Qualche canzone mostruosa?- Domandò Jonathan portandosi le mani poco sopra la testa e facendo finta di essere un mostro minaccioso.

-No, sciocchino! A dire la verità l'ho ascoltata sul tuo telefono stamani, prima che ti svegliassi. Spero non ti dispiaccia...-

-E va be', che ti dovrei dire? Tanto ormai hai parlato anche con mia madre senza il mio permesso!- Rispose il ragazzo scherzosamente arrabbiato.

-Quando l'ho ascoltata mi ha ricordato quello che hai fatto per me, di come mi hai salvata. Spero di essere all'altezza a trasmettere a tutti le emozioni di questa canzone.-

-Allora anch'io la dovrei dedicare a te per come mi hai salvato la vita!- Disse Jonathan sorridendo, mentre accarezzava dolcemente la guancia della ragazza, che arrossì.

Mavis si spostò da Jonny avanzando di un paio di passi verso la folla di mostri sottostante, chiuse gli occhi, impugnò il microfono con entrambe le mani e fece un respiro profondo per concentrarsi.

Il "maxischermo" di lucciole dietro di lei si spense, ed un attimo dopo si spensero anche i fari-calderoni pieni di pozioni luminose resi fluttuanti dalle streghe.

Nella piscina cadde un buio silenzioso.

How can you see into my eyes,♪ La vampira iniziò a cantare senza musica, mentre una soffusa luce si accendeva su di lei e, dietro, un gruppo di lucciole rosse disegnò la sagoma di un cuore.

like open doors♪

Si sentirono una serie di arpeggi di chitarra elettrica, il cuore dietro di loro si colorò di rosso e batté al ritmo della chitarra, Jonathan era solo un'ombra nera sul cuore rosso. E poi un nuovo silenzio strumentale.

Leading you down into my core

where I've become so numb.♪

Jonny riprese a suonare, intanto anche Griffin prese il ritmo ed iniziò a battere il tempo con la batteria, generando un leggero sottofondo.

Without a soul

my spirit's sleeping somewhere cold,

until you find it there and lead it back home.♪

Silenzio, il palco tornò buio.

Wake me up! Urlò Jonathan al microfono di Mavis rompendo fragorosamente il silenzio anche con la chitarra elettrica a ritmo sostenuto, con lui partì anche Griffin, mentre dietro di loro ci fu come un esplosione di lucciole che iniziò a travolgere l'intero palco, adesso illuminato anche dai fari. Gli spettatori gridarono stupefatti.

Wake me up inside.♪ Rispose Mavis cominciando una conversazione canora con il ragazzo.

I can't wake up!Continuò l'umano, mentre i due giovani vennero inghiottiti da oltre un milione di luci colorate.

Wake me up inside.♪

Save me!Solo adesso le lucciole iniziarono ad abbassarsi e lasciare il palco spostandosi sugli spettatori, colorando la bassa nebbia proveniente dall'acqua tiepida della piscina.

Call my name and save me from the dark.♪

Wake me up!

Bid my blood to run.♪

I can't wake up.

Before I come undone.♪

Save me!

Save me from the nothing I've become.♪

Un nuovo breve silenzio, poi ripresero con un ritmo più calmo e Mavis continuò come solista:

Now that I know what I'm without

you can't just leave me.

Breathe into me and make me real.

Bring me to life.♪

Solo una breve pausa ed i due si alternarono per cantare il ritornello.

Il singolo microfono li costringeva a stare vicini, le loro guance erano quasi una cosa sola e le loro labbra si sfioravano ad ogni parola

Wake me up!

Wake me up inside.♪

I can't wake up!

Wake me up inside.♪

Save me!

Call my name and save me from the dark.♪

Wake me up!

Bid my blood to run.♪

I can't wake up!

Before I come undone.♪

Save me!

Save me from the nothing I've become.♪

Bring me to life.

I've been living a lie.

There's nothing inside!! Coff! Coff! Coff!Cantò Jonathan con una voce bassa e roca, troppo per la sua gola. Mavis si voltò verso di lui preoccupata, ma l'umano, pur essendo ancora ricurvo su se stesso alzò un pollice per tranquillizzare tutti.

Bring me to life.♪ Continuò la vampira senza musica.

Il ragazzo si rialzò e riprese a suonare.

Frozen inside without your touch,

without your love, darling.♪ Cantò la ragazza che si voltò verso l'umano appoggiando una mano sulla sua guancia ed avvicinando lentamente il volto al suo, sempre di più...

Only you are the life among the dead.♪E le sue labbra fecero sfumare la parola dead con un bacio.

Jonathan, che per un attimo sembrava essersi sciolto con quel bacio, si staccò improvvisamente da lei, lasciandola appesa, per cantare il suo breve monologo:

All of this sight,

I can't believe I couldn't see.

Kept in the dark,

but you were there in front of me.

Il ragazzo alzò la sguardo e notò che la ragazza era imbronciata e lo guardava male, ma un attimo dopo lei riprese a cantare come se nulla fosse.

I've been sleeping a 1000 years it seems.

I've got to open my eyes to everything.♪

Poi fu il turno di Jonny:

Without a thought.

Without a voice.

Without a soul.

Don't let me die here.

There must be something wrong!Alla fine riprovò a screamare, ma per evitare pessime performance Mavis gli cantò sopra:

Bring me to life!♪

Wake me up!

Wake me up inside.

I can't wake up!

Wake me up inside.♪

Save me!

Call my name and save me from the dark.♪

Wake me up!

Bid my blood to run.

I can't wake up!

Before I come undone.♪

Save me!

Save me from the nothing I've become.

Bring me to life.

I've been living a lie.

Ma Jonathan si era incaponito a voler screamare, così sfruttò la sua ultima occasione per sfogarsi al meglio:

There's nothing inside!!!Molti avevano il dubbio che Jonathan non fosse umano, e forse non si sbagliavano, nessun umano avrebbe mai potuto emettere un suono del genere, o per lo meno nessun umano sarebbe talmente pazzo, o stupido da provarci. A livello canoro il risultato era soddisfacente, forse anche grazie al suono emesso dall' esplosione delle corde vocali, dal collasso dei polmoni e dei gorgoglii delle budella frullate che avena in corpo.

Il giovane era in ginocchio, sorretto dalla chitarra, stremato.

Mavis lo guardò un attimo, ma non gli chiese come stava, tornò verso gli spettatori e concluse:

Bring me to life!♪ Mentre le luci si attenuarono fino a lasciare in ombra tutto il palco tranne lei che si prese gli elogi ed i complimenti del pubblico con un sorriso soddisfatto in volto. Forse non si era volutamente interessata alla salute del ragazzo come poada vendetta per aver spezzato quel bacio.

Ma non riuscì a tenergli il broncio a lungo e lo raggiunse stringendolo in un forte abbraccio che lui non poté fare a meno di contraccambiare.

Tutti i mostri sembravano essersi divertiti, solo uno stava fermo in un angolo, era cupo in volto.

Perché Dracula non gioiva della bella festa?

Era forse preoccupato per il consiglio straordinario dell'Ordine del Drago?

No.

Forse perché l'assassinio di Victoria avrebbe riportato i mostri indietro di centinaia di anni?

Nemmeno.

Forse perché vedeva la figlia crescere ed allontanarsi sempre più da se?

Gli dispiaceva, ma non abbastanza da non godersi la festa.

-Sono stati fantastici!- Esclamò una signora scheletro al marito.

-Già, decisamente i migliori cantanti che questo posto abbia mai avuto!- Rispose il marito.

Dracula sentendo quelle parole storse il naso in disapprovazione.

La verità?

Quel palco era "suo", quegli applausi erano "suoi", quelle attenzioni erano "sue"... persino quella ragazza vampiro era "sua"! Ed adesso? Adesso era solo uno dei tanti.

Poteva passare sopra a molte cose, ma non al fatto di non essere più il "pezzo forte", unico ed insostituibile dell'Hotel Transylvania.

E così girò i tacchi e tornò dentro, brontolando qualcosa ed il fatto che a nessuno interessasse dove stesse andando lo fece farfugliare ancora più.

Ma Drac non fu l'unico a non divertirsi, un'ombra nera guardava il palco dall'alto della torre diroccata, mentre Jonathan e Mavis si godevano le gioie della splendida serata baciandosi ancora. Il nero di quella figura venne spezzato dal bianco del suo ghigno carico di disprezzo e dallo scintillare dei suoi canini appuntiti, prima di svanire nell'oscurità della notte.

Fine... ?


Per chi non sapesse cosa è una ghost track è quella scenetta finale che inseriscono dopo i titoli di coda in alcuni film, soprattutto quelli di animazione; memorabile è la scena del corvo che porta le sculture di legno che Merida ha acquistato nel film Brave, ma di esempi ce ne sono molti.

Poiché adoro le ghost track ho deciso di scriverne una anch'io, spero vi sia piaciuta! Inoltre avevo promesso che avrei usato la canzone "My immortal" degli Evanescence che mi era stata consigliata da Guest 10/22/13 (su fanfiction.net).

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Capitolo 47
*** Sequel! ***


Il continuo di questa storia è già iniziato qui:

Chuore di demone 2 - Un demone non può morire

Mi raccomando, continuate a seguirmi!

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