Alchimia dei sensi.

di Meg___X3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'umana in più. ***
Capitolo 2: *** L'incontro con Sesshoumaru. ***
Capitolo 3: *** I fratelli Taisho. ***
Capitolo 4: *** Notte di Novilunio: prima parte. ***
Capitolo 5: *** Notte di Novilunio: parte seconda. ***
Capitolo 6: *** Il Gazebo di Rose. ***
Capitolo 7: *** Terribile tentazione. ***
Capitolo 8: *** L'umano Sentimento. ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni Pericolose. ***



Capitolo 1
*** Un'umana in più. ***


fanfiction

 

Alchimia dei sensi.

 

Ma buongiorno a tutti XD Io sono Meg, di nome vero Linda, scrittrice alla prima pubblicazione *cominciano a tremarle le gambe* Difatti… XD Beh, cosa dire? Questa storia dovrebbe avere dei toni comici… ma mi sa che alla fine sarà parecchio avventurosa, perché quello è il mio genere e finisco per fare sempre quello XD Ovviamente ci sono tutti i nostri più adorati personaggi: Inu, Kaggy, Miro, Sango, Sesshi e Rin. E le coppie potete benissimo immaginarle… >O< Cos’altro posso dirvi? È ambientata nel nostro tempo, a Tokyo, e beh… ci saranno parecchi segreti da svelare… *_* (o almeno credo X3) Mi raccomando, lasciatemi un commento, gentilmente <3 Bacioni, Meg.

 

 

 

 

 

Capitolo uno

Un’umana in più.

 

 

 

«No che non voglio un’altra umana per casa» sussurrò un frustrato Sesshoumaru.

Inuyasha annuì, fervido. «Pure io!» esclamò, testardo.

La donna anziana li fissò, al limite dell’indifferenza. «Cavoli vostri miei cari» replicò, sistemando accuratamente i libri sulle mensole. «quella ragazza ha ogni diritto di soggiornare in casa sua» disse, riprendendo a spazzare la polvere.

Inuyasha si infervorò velocemente. «Casa sua?!» ripetè, acuto «questa non è casa sua!».

Sesshoumaru la fissava, atono. «È scritto nel testamento di nostro padre, vero?». Gli occhi color ambra del demone si puntarono in quelli marroni della donna.

A quella domanda Inuyasha si zittì, sorpreso.

«Ma certo. Non ve l’avevo forse detto?» disse, cadendo dalle nuvole.

Il sopracciglio di Inuyasha sfiorò il cielo. «No stupida vecchiaccia!».

La donna lo fulminò con un solo sguardo, mettendo a tacere qualsiasi altra esclamazione velenosa. «Quella ragazza verrà ad abitare qui. Se non vi fidate di ciò che dico, guardate voi stessi il testamento» borbottò, indignata.

Sesshoumaru tentò di calmare le acque. «Kaede, grazie dell’informazione» poi lanciò un’occhiata ad Inuyasha «non avremo bisogno di conferme».

L’anziana donna sorrise radiosa al primogenito. Era sempre così riflessivo e responsabile… tutto il contrario di Inuyasha, testardo e irascibile! Condividevano proprio gli estremi caratteriali del loro padre. Però Inuyasha non ha preso proprio niente da sua madre, riflettè, sconsolata, una donna straordinaria. «Meglio per voi».

Inuyasha ridusse gli occhi dorati a due fessure, quasi dovesse incenerirla. Stava per mandarla direttamente a quel paese quando Sesshoumaru lo strattonò per il braccio, trascinandolo nella stanza accanto.

«La smetti di fare il bambino?» esclamò, serafico.

Il mezzodemone puntò lo sguardo in quello del fratello. «E tu la smetti di fare l’adulto?» replicò, velenoso.

«Mh… che noia» borbottò «Inuyasha, non siamo più bambini in continua rivalità. Ragiona e smettila di aggrapparti all’orgoglio».

L’hanyou incrociò le braccia, ostentando un’offesa che non c’era. «Io non sono orgoglioso» biascicò, convinto.

Sesshoumaru alzò un sopracciglio cesellato. «…Certo» concluse, sarcastico «ma ti prego di fidarti di Kaede e di accettare l’arrivo di questa ragazza. Casa nostra è grande e non sarai costretto a vederla ogni istante».

Inuyasha lo fulminò con uno sguardo. «Com’è che improvvisamente sei contento che arrivi?» domandò, indagatore.

«È nel testamento» rispose, semplicemente.

L’hanyou aggrottò le sopracciglia. «Non è che cominci ad essere gentile verso gli umani?» soffiò, maligno.

Sesshoumaru sospirò. «Smettila» lo zittì.

«Gentile…» ripetè, divertito.

«Non sono gentile» esordì, infastidito «era una richiesta di nostro padre. Punto».

Inuyasha lo fissò, atono.

«…E io voglio rispettare i suoi ultimi voleri, ecco tutto».

Il mezzodemone sospirò. «Va beh. Un’umana in più…» sussurrò, più a se stesso che al fratello maggiore. «Ma solo una!» esclamò, livido. Non ne poteva più di quel fetore umano che emanavano. Erano davvero fastidiosi.

Sesshoumaru gli lanciò uno sguardo di comprensione. Anche lui faticava a sopportarne l’odore.

 

 

 

 

 

«Kachan, ma sei davvero sicura…?» sussurrò, preoccupata.

La ragazza annuì, fervida. «Ma certo Rin. Sono persone ricche. Credi che abbiano problemi ad ospitare una persona in più?» borbottò, ricontrollando scrupolosamente il borsone ed i suoi averi.

La piccola Rin la fissò. «Beh… forse è comunque il caso di avvisare…» suggerì.

Kagome scosse la testa, intenta a controllare da cima a fondo la stanza. «Non ti preoccupare Rin! Stai tranquilla» infilò la testa nel bagno, lasciando qualche momento di silenzio «e poi tu sei sotto la mia tutela».

La piccola si lasciò andare sul divano. «Questo è vero, ma…» biascicò, lasciando cadere il discorso. Indossava una svolazzante gonna bianca ed una canottiera rosa. «Kachan, quando arrivano… a prendere i mobili?» domandò, curiosa, guardandosi attorno. Le sarebbe mancata la loro piccola casa. Ora non più loro.

La risposta giunse ovattata. «Credo nel pomeriggio».

Rin sospirò.

Kagome ritornò in salotto con in mano la spugna della doccia. «L’avevo dimenticata…»  disse, imbarazzata.

Rin scoppiò in una risatina. Kagome era tremendamente sbadata. Non era goffa - non fisicamente per lo meno; però aveva tutta l’aria di esserlo. Era ritardataria, smemorata e poco amante degli sport. «Che novità» replicò, con un sorrisino.

Kagome la inchiodò con uno sguardo fintamente offeso. «Ehi, piccola antipatica, guarda che tu sei a tutti gli effetti alle mie dipendenze!» esclamò, autoritaria, lanciandosi su Rin e cominciando a farle il solletico.

La piccola lo soffriva terribilmente, e dappertutto, per sua sfortuna. Cominciò a ridere e singhiozzare allo stesso tempo, dimenandosi come un animale in gabbia. «No Kachan… no… Ka…» esclamava, acuta, fra le risate smorzate.

La mora, a cavalcioni su di lei, placava la sua ira tramite la vendetta. Quando un calcio la colpì sullo stomaco, si accasciò sul lato e la lasciò libera. «Ora sei ufficialmente in debito con me» esordì, seria.

Rin aggrottò le sopracciglia. «E per quale motivo?» domandò la pimpante sedicenne.

«Ma è ovvio» esclamò la mora «perché ti ho perdonato quella battuta insolente!».

La piccola Rin la fissò, con la bocca spalancata. Offesa, esordì un «Ah si?!» ed afferrò in fretta il cuscino, tirandoglielo in volto «Ecco, ho saldato il mio debito!» urlò, cominciando una frenetica battaglia di cuscini.

Saltarono in piedi sul divano, cominciando a lanciarsi tutti i cuscini che gli capitavano a tiro.

«Ehmm… scusate!» fu un commento maschile alla loro sinistra. Un uomo, avvolto da una massa maschile in tuta, era a pochi metri da loro, decisamente contrariato.

Le due arrossirono di botto e scesero velocemente dal divano. Che sciocche! I traslocatori erano arrivati prima del previsto.

«Ops» esordì Kagome, gettando un’occhiata fugace a Rin «scusateci, non volevamo disturbare il vostro lavoro. Ora ce ne andiamo» borbottò, avviandosi direttamente verso il suo borsone e il trolley.

«Non disturbavate affatto!» fu il commento malizioso e provocatore di uno, nascosto fra la folla.

Kagome si sentì avvampare di umiliazione e si affrettò ad allontanarsi. «Scusate ancora… Rin?» chiamò, subito dopo, vedendo che anche la piccola era parecchio indaffarata a coricarsi di valigie.

«Ehm.. si… arrivederci» sussurrò acuta, abbozzando un sorriso. Un uomo le fece una veloce radiografia e si sentì decisamente fuori posto.

Schizzarono fuori dall’appartamento ad una super velocità. Presero l’ascensore, mute, e non appena si chiusero le porte, sospirarono entrambe. Poi scoppiarono a ridere.

«Kachan, guarda cosa ci hai fatto fare!» esclamò, un pochino arrabbiata. Per Rin era insolito fare figuracce e gaffe: le capitava di rado di esserne vittima, e le detestava particolarmente. Kagome, invece, col suo animo testardo e a volte insolente, era più che abituata. Aveva una certa faccia tosta.

«Scusa Rin» mormorò «pardon» disse, sarcastica.

L’altra sbuffò. «Dobbiamo chiamare un taxi» disse, imitando l’accento francese dell’amica.

Kagome annuì. «Lo faccio subito» esordì, mentre l’ascensore suonava debolmente, indicando che erano giunte al piano terra. Uscirono, cariche, e si diressero vicino alla Portineria del palazzo. La mora prese il cellulare dalla tasca e digitò velocemente il numero del servizio taxi. «Salve, senta vorrei…».

Rin si voltò, distratta, incrociando con lo sguardo le auto veloci che sfrecciavano di fronte al portone in vetro. Rimase un tempo indeterminato impalata a fissarle, ricordando quando una notte si era ritrovata quasi presa sotto da una di loro…

«Cinque minuti e arriva»  esplicò la voce di Kagome, che le carezzò delicatamente una spalla. «Ricordi ancora?» domandò, dolcemente.

Lei annuì, delicatamente. «Sempre» ammise.

Kagome non ebbe nulla da dire, perché si allontanò da lei e si avvicinò alle cassette della posta. «Ehi! Hanno già messo un altro nome!» esordì, offesa «non ce ne siamo neanche andate!» biascicò.

Rin scoppiò in una risatina. «Kachan, noi – per loro – ce ne siamo andate eccome» mormorò. Il suo sguardo cadde sul citofono. Anche lì il loro cognome era scomparso.

«Saitou?! Che schifo di cognome è?! Così corto… e…» esclamò, vaneggiando su un’offesa non subita.

Rin scosse il capo. Il taxi si fermò proprio di fronte al portone. «Ehi Kachan! È arrivato».

Raccolsero in fretta le valigie e con l’aiuto del taxista, salirono sull’auto.

«Residenza No Taisho, grazie».

 

 

 

 

 

Sesshoumaru No Taisho era inclito a non fidarsi delle persone. Solitamente non accettava l’aiuto di nessuno, e questo gli aveva permesso di diventare una persona in grado di cavarsela da sé. Tuttavia, non era nemmeno un egoista – non normalmente, e finiva quasi sempre per aiutare coloro che ne avevano bisogno. Un esempio era proprio Inuyasha, il quale si ficcava sempre nei pasticci. In rari casi, però, si prendeva il merito di una buon’ azione. Preferiva essere considerato un asociale, piuttosto che un benefattore.

Il Demone entrò nello studio di suo padre. Era una sala rotonda, ben arredata, con stile inconfondibile: sulla parte troneggiava un enorme albero genealogico della famiglia Taisho, fin dalla prima fondazione, il loro tris-trisnonno. Oltrepassò i divanetti in pelle e raggiunse a grandi falcate la scrivania in mogano. Nel secondo cassetto a destra, chiuso a chiave – di cui vi era una sola copia esistente – c’era il testamento di Inu No Taisho.

Aprì il cassetto con due veloci mandate ed estrasse l’allegato di fogli e clausole legali. Era tutto avvolto in una cartelletta marrone, rilegata con un nastro rosso. Lo sciolse e lo aprì. Suo padre aveva scritto tre pagine di discorso d’addio, prima della sua morte, ed erano state lette al suo funerale. Dov’era dunque la clausola che permetteva a questa ragazza di soggiornare nella sua casa?

In fondo alla cartelletta, adocchiò un foglio mai visto. Da dov’era uscito? Lo prese in mano, controllò la firma e la scrittura. Erano assolutamente autentiche. Le confrontò anche con il discorso, e combaciavano.

 

Tokyo, 30 giugno 2006

 

Sesshoumaru rilesse velocemente la data. Era stato scritto prima del discorso funerario. Prima di tutti gli altri testamenti che erano giunti fino a loro.

 

Io sottoscritto Inu No Taisho, reclamo il bisogno di trasmettere la seguente informazione ai miei figli, Sesshoumaru No Taisho e Inuyasha No Taisho, o chiunque abbia il possesso della Residenza No Taisho.

 

Il demone aggrottò le sopracciglia. Parlava della casa.

 

L’albero genealogico presente nel mio studio, nella Residenza No Taisho, riporta tutti i nomi, cognomi, data di nascita e morte dei nostri parenti passati, presenti e prossimi. Il valore di quest’opera è enorme: revoco ogni mia precedente disposizione e ne affido la custodia ai miei posteri, Sesshoumaru o Inuyasha, o chiunque discenda da loro.

 

Come mai? Nel discorso lo aveva ceduto a chiunque avesse comprato la casa. Come mai ora lo dava a loro?

 

In questo albero genealogico ci sono tutti i tesori della famiglia No Taisho, anche se, non è questo ciò di cui vi voglio parlare. Questo mio scritto, è rivolto ai possessori della Residenza No Taisho, al fine di permettere la salvaguardia di una vita.

 

La salvaguardia di una vita…? Lo rilesse, pensoso. Poi decise di andare avanti. Si accucciò sulla poltrona di suo padre.

 

La mia seconda moglie, Izayoi Inezumi, ed io, ci sposammo nel settembre del 1990, convolando a nozze un amore cresciuto lentamente nei nostri animi. Quello stesso anno, venne alla luce il piccolo Inuyasha, il mio secondogenito. Due mesi dopo, assistetti al terzo parto della mia vita.

 

Sesshoumaru spalancò gli occhi sconvolto… non era possibile… Izayoi aveva avuto un altro figlio?

 

La sorella di mia moglie, Sumiko, aspettava una bambina. Il legame fra Izayoi e Sumiko era infrangibile. Me ne accorsi quando si dovettero separare, per permettere alla mia amata di raggiungermi alla Residenza No Taisho.

 

Lanciò un sospiro di sollievo ma la curiosità lo divorò, e riprese a leggere.

 

Sumiko aveva ereditato un lato caratteriale della madre che Izayoi non possedeva: l’ingenuità. Fu così che la piccola appena nata, ebbe un padre disgraziato, scialacquatore di beni e dedito alla poligamia. Capì subito che quell’unione non sarebbe durata, e se anche lo fosse, la piccola bambina sarebbe nata sbagliata, senza un’infanzia felice. E fu per quello che promisi a me stesso di prendermi cura di lei.

 

Sesshoumaru fu completamente assorbito dalla lettura. Erano particolari scottanti… non era a conoscenza di tante verità su suo padre.

 

Promisi ad Izayoi, che qualunque cose fosse successo, avrei accolto quella piccola nella mia casa, proteggendola da un padre tanto crudele.

 

         E con questo scritto, dunque, che richiedo ed esigo, che Kagome Higurashi, figlia di Sumiko Inezumi e Kaii Higurashi, in caso di bisogno, esigenza o necessità, soggiorni nella mia dimora (Residenza No Taisho) per tutto il periodo di cui abbia bisogno. Nessuno potrà impedire che questo avvenga.

 

In fede e con amore, Inu No Taisho.

Lì, Residenza No Taisho, Tokyo, Giappone.

 

Sesshoumaru alzò lo sguardo sorpreso. Quanti altri segreti nascondeva quel testamento? Quante altre clausole nascoste sarebbero presto comparse?

Ripiegò il tutto e richiuse il nastro rosso con cura. Ripose la cartelletta nel cassetto e lo bloccò con due mandate.

«Padre… quante altre cose nascondi?» domandò, nel silenzio. Si alzò dalla poltrona e si avvicinò alla porta. Il suo sguardo cadde sull’albero genealogico, scritto da diverse mani minuziose. Si avvicinò all’ultimo ramo, dove compariva anche il suo nome e quello di Inuyasha. Seguì il filo di Izayoi. Come avevano fatto a non accorgersene prima? Di fianco, compariva il nome Sumiko. E più, sotto, Kagome.

 

 

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...

 

 

 

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Capitolo 2
*** L'incontro con Sesshoumaru. ***


fanfiction

 

Alchimia dei sensi.

 

Allora... grazie grazie grazie per le recensioni *_* E le letture! E le aggiunte ai preferiti! ^^ Ma dopo vi ringrazierò meglio... vi lascio al capitolo! Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

Capitolo due

L'incontro con Sesshoumaru.

 

 

 

Il taxi di Kagome e Rin arrivò dopo due ore di viaggio. La villa dei Taisho era fuori città, immersa nelle foreste interne del Giappone. Si affacciava su un piccolo specchio d’acqua che molto spesso attirava turisti dalla città, pronti a vedere il meraviglioso riflesso del sole che all’alba ricopre interamente l’acqua cristallina. Per quanto ne sapessero, anche la Residenza No Taisho era meta di molti giri turistici, soprattutto per il fatto che aveva almeno trecento anni buoni e perché il suo aspetto faceva decisamente spalancare la bocca: marmo, statue, stile nettamente occidentale. Era risaputo che i Taisho non avevano origini giapponesi, e si raccontava che chi la fece costruire fosse in realtà europeo. Ciò non è comunque una novità, perché all’inizio la comunità demoniaca era talmente estesa che comprendeva tutto il globo.

Quando superarono il cancello in ferro battuto, rimasero come chiunque avrebbe reagito a quella vista: sorprese.

Il prato era verdeggiante, costellato di piccoli laghetti, contornati da alcune statue bianche, sprazzi di fiori colorati e fontane con guizzi alti e sottili. La strada biforcava in due ben distinte, che seguivano una forma rotonda, fino a giungere di fronte a quella celestiale residenza. Il colore dei muri era bianco, ma molti decori erano beige, e spiccavano le statue bianche fra le colonne. La villa era di forma rettangolare, su diversi piani. Nella parte centrale c’erano delle deliziose arcate sorrette da colonne prive di decorazioni. L’incredibile dose di opere a tutto tondo rendeva l’abitazione ancora più straordinaria di quanto non lo fosse. Esattamente al centro, si aprivano due scalinate laterali che conducevano alla porta d’ingresso.

Rin e Kagome si resero conto di essere col naso appiccicate al finestrino solo quando sentirono il rumore del bagagliaio aprirsi.

«Wow» biascicò la diciottenne, con lo sguardo inchiodato a quella straordinaria opera d’arte. Per quel poco di arte che aveva studiato, poteva dire appieno che non era sicuramente in stile orientale. Si domandò se tutte le ville europee fossero così.

Rin rimase con la gola secca. Non aveva mai visto una cosa del genere. Anzi, a dir la verità aveva visto ben poco. Non era mai andata in vacanza, ne in gita scolastica. Esistevano quelle meraviglie, e lei non lo sapeva.

«Signorine, benvenute alla Residenza No Taisho» esclamò il taxista, forse abituato ad accogliere turisti affascinati. Aprì la portiera del taxi e permise alle due ragazze di uscire.

Kagome e Rin si affrettarono a muoversi, cercando di guardare quella villa da tutte le angolazione. Non avevano mai visto tanto sfarzo, soprattutto concentrato in un’opera così… strana ed accattivante!

«Oh… beh… grazie» borbottò Kagome, che sembrava aver di colpo perso la sua faccia tosta. Si avvicinò al taxista e gli domandò quanto gli doveva, mentre Rin si guardava attorno, sognante.

Sembrava di essere in una piccola radura, avvolte dalla foresta. La lunga strada che li aveva condotti alla villa sembrava così lontana… in quel piccolo angolo di paradiso. La villa brillava dei riflessi del sole… sembrava così eterea. Forse era perché non aveva mai visto una cosa del genere, ma si sentì subito a suo agio. Prese il suo trolley e lo zainetto, avvicinandosi alla scalinata. Fece il primo gradino.

Chissà come sarebbe scenderla con un vestito elegante… pensò, dolcemente. Magari con lo strascico! Adorava fantasticare su quelle storie. Per quanto avesse sedici anni, ragionava e pensava abbastanza ingenuamente. Non aveva la smania di crescere, come le sue compagnie di scuola. Molto spesso ripensava alla sua infanzia con incredibile nostalgia, sperando di avere qualche anno di meno. Ecco perché Kagome la chiamava sempre “piccola”.

«Ehi Rin!» la richiamò, la diciottenne. Il taxista se ne era andato, e si trovava a pochi passi da lei, col trolley e il borsone sulle spalle. «Direi che… come nuova casa è decente, no?» azzardò, con un sorrisino.

Rin non seppe che rispondere, e finì per annuire solamente. All’inizio le era parso strano trasferirsi così, da degli amici di famiglia… ma a quanto pare Kagome sapeva già tutto di ciò. Sua mamma le aveva riferito che Izayoi aveva conservato un posto per loro, nella villa di suo marito.

«Beh, andiamo dai» mormorò, cominciando a salire le scale. Giunsero in fretta di fronte al portone, indecise se suonare.

«Pazzesco» esclamò Kagome, sorpresa «non c’è il campanello!».

Rin rise un istante. «Forse dovremmo bussare…» disse, indicando le enormi maniglie posizionate al centro del portone.

«Se ci fossero più ragnatele, meno luce e più nebbia sarebbe come stare in un film dell’orrore» borbottò, afferrandone una e sbattendola delicatamente contro l’entrata. Fece un respiro profondo.

La porta si aprì delicatamente, senza alcun cigolio sinistro. All’entrata vi era una donna anziana. «Oh…» esclamò alla vista di Rin «Benvenute…» disse, aggrottando le sopracciglia.

Rin comprese perfettamente e si portò in avanti, dispiaciuta. «Mi scusi Signora, avevo proposto di avvisare, ma Kagome è davvero cocciuta!».

La signora si voltò dunque verso la diciottenne. «Dunque tu sei Kagome Higurashi…» ne studiò lentamente i tratti, pensosa. «Quando hai detto di essere nata?».

«Il 18 marzo del 1990» rispose, confusa da quella domanda inaspettata. L’aveva fatta anche al telefono il notaio.

«Oh… si, proprio due mesi dopo quel rompiscatole» esclamò, mostrando un sorriso gioioso «le nipoti del Signore e sua moglie sono sempre benvenute!» disse, dolcemente.

Rin però si fece avanti. «Oh ma io… non sono…» biascicò.

Kagome la precedette. «Lei è Rin, ed è sotto la mia tutela da circa tre mesi. Però vive con me da quando ho nove anni» spiegò, gentilmente.

L’anziana donna scrutò la piccola a lungo. Poi sorrise. «Scusami. È solo che siete molto simili».

Rin scosse le spalle, come a dirle di non scusarsi. Erano effettivamente accumulate da alcune similitudini: avevano entrambe i capelli lunghi e mossi, scuri, anche se un occhio attento poteva distinguere che quelli di Kagome erano color ebano, mentre quelli di Rin marrone scuro. Ad assomigliarle era anche il volto perlaceo e ovale, e la forma degli occhi.

«Molto spesso ci scambiano per sorelle» mormorò Kagome, guardando dolcemente la piccola Rin «ed è come se lo fossimo» disse, in un impeto di gentilezza. Non era solita esprimere i suoi sentimenti, Rin era molto più affettuosa.

Le prese difatti la mano e la strinse, amorevole. «Già».

L’anziano donna le fissò, commossa, e poi tossì. «Scusate, non mi sono neanche presentata» mormorò, porgendo la mano ad entrambe «io sono Kaede, e se non ci fossi io questa casa sarebbe un’immondizia».

Scoppiarono tutte e tre in una risatina, prima che Rin, rinsavita, poggiasse una mano sul braccio della donna. «Non è che disturbo, vero?» domandò, apprensiva.

Kaede scosse il capo. «No di certo. Qua ci sentiamo così soli» spiegò, indicandole di entrare. «Lasciate pure qui le valigie, vi porto a fare un giro della casa».

 

 

 

 

«E così si tratta di mia cugina…» sussurrò Inuyasha, dopo aver appreso da suo fratello del nuovo pezzo di testamento. «Bene» esordì, serio.

Sesshoumaru lo fissò, attendendo il suo efficace ragionamento.

«Così non romperà le scatole» borbottò.

Il demone alzò un sopracciglio. «Inuyasha, è tua cugina» disse, serio.

Quello lo fissò, come a dire “E allora?!”.

Sesshoumaru sospirò pesantemente. «Beh, sei tu che devi fare gli onori di casa» disse, indicandolo prepotentemente con le mani «sei tu che dovrai farle compagnia».

Il mezzodemone spalancò gli occhi. «Cosa?! Neanche per sogno!» esclamò, rude «non farò da balia ad una ragazzina!» tuonò.

Sesshoumaru sospirò nuovamente, frustrato. «Hai letto il testamento, Inuyasha. È solo di due mesi più piccola di te».

«Appunto! È una ragazzina» borbottò testardo «e non sono interessato a fare la sua conoscenza!».

Il demone alzò le braccia al cielo. «Parli come se dovessi sposarla!» esordì, infastidito «Si tratta solo di essere gentile con una persona, non è così difficile!».

Inuyasha lo fulminò con lo sguardo. «Sai che lo è».

«No stupido hanyou, non è così difficile, maledizione!» urlò, scocciato. Era stata una settimana difficile: Inuyasha continuava a lamentarsi, aveva dovuto intrattenere un colloquio privato col preside della scuola, a quanto pare devastata da una rissa provocata proprio da suo fratello… Aveva tutti i diritti di sentirsi stressato.

Inuyasha lo fissò, ferito. Si mise una maschera d’orgoglio e si alzò, freddamente. «Beh, lo stupido hanyou se ne va nella sua stanza» esordì, uscendo dall’ufficio «che quella ragazzina vada affanculo».

Sesshoumaru si mise una mano nei capelli.

 

 

 

 

«Di qua ci sono le stanze dei proprietari…» esclamò Kaede, indicando il piano superiore. «Non so se è una buona idea andarci» borbottò «non sono soliti accettare visite di cortesia».

Kagome e Rin aggrottarono le sopracciglia, guardandosi. Che strani padroni. Non è che erano come nella Bella e la Bestia, vero?

«Kaede?» esclamò una voce maschile da sopra le scale. Un paio di gambe muscolose fasciate in pantaloni di altissima fattura comparvero sugli ultimi gradini della scala a chiocciola. Era impossibile vederne il volto, ma l’anziana signora parve riconoscerlo. «Si, sono io Sesshoumaru. Sto facendo visitare la casa alle nostre ospiti».

«Ospiti?» domandò dubbioso «Vengo subito» esordì quella voce, che Kagome catalogò come molto affascinante. Non pareva certo quella di una bestia: era roca, profonda… ma bella.

Rin seguì l’entrata dello sconosciuto con strana ansia: non capiva perchè ma lo temeva leggermente. Forse aveva paura di ciò che avrebbe potuto essere.

Si trattava di un uomo adulto, dai capelli argentati come la Luna e gli occhi color dell’Oro. Il volto era ovale, perlaceo. Sulla fronte aveva una mezzaluna violacea, e sugli zigomi delle striature del medesimo colore. Aveva gli occhi sottili, come lame affilate, il naso dritto e la bocca sottile. Le spalle erano larghe e la vita stretta, cinta in una camicia bianca molto elegante.

Era serio in volto, emanava freddezza. Sentì le sue paure accrescere: com’era quell’uomo? Era buono?  Sentì i suoi occhi vagare su di lei per un lungo momento, e la sensazione che ne provò la lasciò scombussolata: non era come quando quel traslocatore l’aveva guardata… ma non era nemmeno piacevole. Era… strano… quasi… doloroso.

Kaede si frappose fra loro. «Loro sono Kagome Higurashi e Rin…» disse, ignorando il cognome della piccola.

Lei si sporse in avanti, imbarazzata. «Ehm… non lo so nemmeno io» sussurrò, cercando di non farsi sentire da Sesshoumaru. Idea alquanto stupida, perché lui era un demone cane. Rizzò la schiena e ritrovò difatti i suoi occhi dorati inchiodati nei suoi.

Kaede le sorrise vagamente. «Rin» puntualizzò, con un sorriso. «E lui è Sesshoumaru No Taisho, primogenito del marito di Izayoi» disse, pensando le due lo sapessero.

Kagome annuì, difatti. «Piacere» disse, abbassando leggermente il capo. Durante il viaggio in taxi aveva pensato a cosa dire e fare di fronte al padrone di casa: inchino o stretta di mano? Alla fine aveva optato per un semplice movimento della testa, dandosi della stupida per certi pensieri.

«Il piacere è mio» replicò, con un leggero inchino del capo. Aveva modi eleganti e perfetti, ma il viso era forse troppo serio perché risultasse gentile e caloroso.

Kaede sorrise, contenta della buona riuscita di quella presentazione.

«Qual è la stanza che vi è piaciuta di più?» domandò il demone, spostando lo sguardo da Rin a Kagome.

La diciottenne rimase a pensarci un po’ su. «La biblioteca» rispose, sincera. Era abbastanza studiosa… in particolare di materie teoriche, apprendibili facilmente con lo studio. Con la matematica, ad esempio, non ci andava affatto d’accordo.

Sesshoumaru sorrise, evidentemente soddisfatto della risposta.

Rin invece arrossì lievemente. «La sala da ballo» ammise, con voce carezzevole.

Il demone la fissò, accigliato, poi ritornò a guardare Kagome.

Rin si sentì decisamente offesa. Come… come mai prima aveva continuato a guardarla ed ora la ignorava? Scacciò via quel pensiero, confusa.

«E quella che avete preferito di meno?» domandò poi, pacato.

«La sala dei dipinti» esordì Kagome, sicura «veramente belli… ma troppi».

Sesshoumaru stortò il capo. «Commento curioso».

Rin lo fissò, imbarazzata. Era sicura di stare per fare una brutta figura… ma fu comunque sincera. «Il… suo ufficio. È così… cupo» confessò, stringendo le spalle.

Due lame dorate, luccicanti, si piantarono nei suoi occhi, talmente ammaglianti da lasciarla leggermente a bocca aperta. Ancora quella strana sensazione… ne fastidiosa, ne piacevole. Strana.

Sesshoumaru lanciò un’occhiata a Kaede. «Parlando di cose serie…» disse, cambiando discorso.

Rin si sentì nuovamente umiliata e abbassò il capo, stringendo lievemente i pugni. La stava ignorando! Platealmente!

«Posso sapere chi sei?» domandò, guardandola negli occhi.

Rin alzò il capo, sorpresa di sentirlo rivolgersi a lei. Era una domanda strettamente personale, molto sfacciata. Difatti aggrottò le sopracciglia, leggermente scocciata da quella richiesta. «Il mio nome è Rin» rispose, caparbia, forse un po’ troppo esuberante «e sono sotto la tutela di Kagome fin da quando ho sette anni».

Lui parve non reagire a quella risposta, e guardò Kagome, che prese a parlare, lucida. «È esatto. È stata trovata da mia mamma una notte. Era stata quasi… investita da un auto. L’abbiamo allevata come una di famiglia. È come una sorella minore, per me».

«Benvenuta nella mia dimora» disse, con un’eleganza che la affascinò. Era un uomo strano. Sembrava… perfetto. Un principe azzurro. Con quel volto liscio e intagliato nel marmo… i capelli argentati… gli occhi dorati… beh, forse da piccola lo immaginava biondo e con gli occhi azzurri, ma per il resto ci assomigliava.

«Grazie…» biascicò, imbarazzata. Le aveva rivolto un’occhiata di fuoco. Ardente.

«Ora, scusate, ma vorrei ritirarmi nelle mie stanze» esordì, gentile «Kaede, voi sapete qual è la stanza riservata alle ospiti, no?».

L’anziana donna parve tentennare, e si sporse fino al suo orecchio, allontanandolo di qualche passo.

Rin e Kagome si guardarono, ignare di quello che i due stessero parlando.

Il demone e la donna ritornarono da loro, pacati. «Grazie Sesshoumaru» esordì, con venerazione.

«Grazie a voi» continuò lui, galante. Risalì in fretta le scale e scomparve dalla loro vista.

Rin sentì un peso sul cuore scomparire velocemente.

«Bene» disse Kaede, rilassata «avete fame?».

 

 

 

 

Kagome raggiunse in fretta la sua camera. Era in fondo al corridoio, spaziosa e con tante finestre. Aveva i tendaggi bianchi ed i mobili in legno beige, ed il letto a baldacchino era favoloso. Si sentì una piccola principessa, infilandosi sotto le coperte circondata da teli bianchi e lenzuola di seta.

Sesshoumaru è strano, si disse. Educato ma scostante. Era come se volesse in realtà… essere diverso da com’era. Voleva essere forse più trasandato? Che sciocchezza, chi poteva desiderare di essere rozzo? Nessuno.

Ci rimuginò sopra ancora un po’ e poi si addormentò.

 

 

 

 

Rin si guardò attorno. Accidenti, quella stanza era favolosa. Rosa, con pareti decorate a mano, le tende trasparenti e una vista sul lago cristallino. Com’era possibile che avesse avuto la fortuna di abitare in quella villa? Probabilmente aveva fatto qualcosa di straordinario nella sua vita precedente. Si tolse i vestiti e si infilò la camicia da notte, corta fin sopra le ginocchia e con un delizioso fiocco su entrambe le spalline. Si sdraiò sul letto, dolcemente, avvolgendosi con le soffici lenzuola.

Ora si che poteva augurarsi una buona notte.

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...

 

 

 

 

Allora... sono lusingata da tutte le vostre recensioni!! Non mi aspettavo assolutamente che piacesse così tanto!!! GRAZIE davvero a tutti! Recensori e lettori!

Comunque, ritornando al capitolo... ebbene, ecco finalmente l'arrivo a casa Taisho! Non potevo non metterci dentro il mio orgoglio italiano e far diventare Inuyasha un europeo! XD Beh, discendente... poi lui è comunque giapponese nelle vene. E poi... come potevo non scegliere una villa italiana? Esatto, la casa è realmente esistente, anche se purtroppo non l'ho mai visitata ç_ç Si chiama Villa Mansi ed è a Lucca. ^^

Ora... passiamo ai ringraziamenti per le recensioni...

 

lilysol: abbiamo lo stesso nome?! *_* Ma che bello! Sei la seconda Linda che conosco in tutta la mia vita XD E ti svelo un segreto... sono stata due ore sul dizionario dei sinonimi per comporre questo titolo!!! ^__* Grazie davvero per i complimenti!!! Spero continuerai a seguire la storia ^^ E sono contenta che ti intrighi... era il mio obiettivo! :)

 

Onigiri: oddio... *ç* Grazie! Mi hai descritta in maniera straordinaria... sono commossa! Sei davvero gentile! ;) Ed ecco il tuo adorato continuo! Spero ti sia piaciuto ;) Ci ho messo un bel pezzo di me... praticamente le risposte di Kaggy alle domande di Sesshy erano le mie ^^ Sto cercando di creare dei caratteri ben delineati... come vedi, Inuyasha sta piano piano prendendo forma... ma anche Sesshy... ^^ Insomma... speriamo in bene! ;) Grazie ancora!

 

Kaimy_11: Allora, allora... Dal testamento e la storia di Izayoi e Sumiko, si, Kagome e Inu sono cugini, per di più di primo grado. (Sumiko e Izayoi sono sorelle) ^^ E Rin e Sesshy... beh, vedi Kagura da qualche parte?! XD E comunque, continua pure a rompermi le scatole in questo modo, è stimolante! ^__* Grazie, grazie e ancora grazie!!!

 

Marty_Roro: oh... grazie ^^ In effetti non è proprio la mia prima... nel senso che scrivevo anche alcune cose a casa... ma non ne ho mai pubblicata nessuna! Ed è comunque la prima su Inuyasha <3 E grazie ancora per i complimenti, sono lusingata, lo ripeto! XD Spero continuerai a seguirmi ^^ Baci!

 

roro: che nome adorabile!! ^^ Grazie! Sono contante che la storia ispiri... temevo non piacesse per il legame di parentela fra inu e kaggy... >.< Ma avviso che bisogna stare a vedere... ^^ Continua a seguirmi e grazie ancora!!

 

Ichigo wehara: ehehehe, tu hai centrato il problema! XD Beh, loro sono... effettivamente, cugini. Sumiko e Izayoi sono sorelle. Ma ti chiedo comunque di seguirmi e pazientare... ci sono troppi segreti ancora da scoprire!! <3 Bacioni!!!

 

elita: ciao anche a te! XD exact... scoprirai tutto andando avanti... ^^ Si, Inu No Taisho non era proprio sincero con i suoi figli... non che fosse una persona cattiva, anzi! Io lo immagino buono e generoso, capace di amare infinitamente una persona (beata Izayoi *çççççç*) Dunque... continua a seguirmi... e dimmi come ti è sembrato questo capitolo! =) Baci!

 

Michiyochan: eheheh... grazie per i complimenti! E beh, che dirti per Inu e Kaggy? Pazientare, pazientare, pazientare... non si sa mai che l'amore sbocci anche con il loro legame di parentela! E poi... hai visto com'è il carattere di Inu, no? Molto difficile... Kagome sarà in grado di sopportarlo?? *_* Ti lascio il quesito XD Grazie ancora!!! Kiss!

 

mikamey: wow, grazie mille! Sono contenta che già ti piaccia!!! XD Spero continuerà a piacerti anche più avanti...!!! =) Beh... cos'altro posso dirti? Spero di ricevere un'altra tua recensione... e grazie ancora!! Baci!!

 

e.... fine!!! Wow, siete nove!! Incredibile!! Grazie davvero!! Siete gentilissime!! *me si commuove di nuovo* XD

 

Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia fra i preferiti:

1 - baby_dark
2 - dany chan
3 - Toru85

 

Grazie davvero! E beh... al prossimo capitolo!!!! =)

Baci, Meg.

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Capitolo 3
*** I fratelli Taisho. ***


fanfiction

 

Alchimia dei sensi.

 

Ciao! Come sempre, i ringraziamenti completi giù... ma grazie in anticipo a tutti i recensori dello scorso capitolo ed in particolare a yuly, che ha postato la recensione del primo capitolo mentre inserivo il secondo... e non ho potuto ringraziarla degnamente! ^^ Buona lettura!

 

 

 

 

Capitolo tre

I fratelli Taisho.

 

 

«Kaede» la chiamò Sesshoumaru, il giorno successivo, dopo aver fatto colazione. Aveva dato l’ordine di lasciare dormire le ospiti fino a quando avrebbero voluto.

L’anziana donna lo raggiunse, preoccupata. «Dimmi» esordì, curiosa.

«Inuyasha non è sceso a colazione, vero?» domandò, quasi si aspettasse la risposta.

«Esatto» replicò, osservando il posto vuoto sulla tavolata. La sua colazione era ancora immobile.

«Portategliela in camera» propose «e non dirglii che è stata un’idea mia. Si rifiuterebbe di mangiarla».

Kaede lo fissò, accigliata. «Avete per caso litigato?».

Lo sguardo del demone si affilò. «Non è la prima volta».

La donna sorrise amaramente. «Sesshoumaru, conosci il suo carattere. È inclito ad arrabbiarsi, offendersi ed offendere a sua volta» spiegò, difendendolo quasi.

Sesshoumaru la fissò, difatti, quasi stranito. Non intercorreva buon sangue fra Inuyasha e Kaede: si mal sopportavano reciprocamente. L’odio di Inuyasha nasceva indubbiamente da un capriccio, visto che non andava d’accordo con nessuno, ma Kaede aveva un buon motivo per mal sopportarlo: era rozzo, maleducato e disobbediente. Oltre al fatto che non ascoltava mai nessuno e faceva sempre di testa sua.

«Gliela porto immediatamente» mormorò, distratta.

Sesshoumaru le fece segno di andare.

 

 

 

 

Inuyasha era rinchiuso nella sua stanza a tempo indeterminato. Così aveva deciso. Non aveva nessuna intenzione di vedere suo fratello, ne fare da balia ad una ragazzina. E l’unica soluzione era dunque chiudersi a chiave nel suo mondo.

La camera era arredata con mobili color mogano, e i tendaggi erano bordeaux. Alla sua sinistra c’era il letto matrimoniale, cinto in federe preziose e morbide, ancora sfatto. A destra vi era la scrivania e la libreria, che conteneva tutti quegli insulsi libri scolastici. Le grandi porte finestre davano su un balcone privato, che sporgeva sul lago.

Si voltò di scatto quando udì bussare alla sua porta.

«Inuyasha, sono Kaede» mormorò l’anziana donna, con apparente gentilezza «visto che non sei sceso a mangiare, ti ho portato qui la colazione».

Il mezzodemone fissò la porta, arcigno. «Si, come no. Con il veleno dentro» replicò, acido.

La donna poggiò il vassoio per terra. «Può darsi» rispose, con una risatina. Un grosso frastuono si abbattè sulla porta. «Che cos’hai lanciato?!» domandò, preoccupata per l’argenteria.

«Quattro o cinque libri» rispose. «Se entrerai saranno dieci» la minacciò, ringhiando.

Lei fece un risolino. «E come faccio? Hai chiuso la porta».

Il mezzodemone alzò un sopracciglio. «Mi credi forse stupido, vecchiaccia? Guarda che lo so che hai le chiavi di tutte le stanze…».

Kaede rise ancora. «Arrangiati Inuyasha. Qui c’è la colazione» e detto ciò se ne andò, lasciandolo decisamente di cattivo umore.

 

 

 

 

Sesshoumaru ricontrollò l’elenco dei migliori studenti del collegio frequentato da Inuyasha. Necessitava di uno studente preparato su tutte le materie, ben disposto a frequentare assiduamente quell’ingrato e pronto a fare di tutto per avere i soldi delle ripetizioni. Peccato che la maggior parte degli studenti adatti fossero studentesse, e la cosa non lo metteva di certo di buon umore, visto che - nonostante il caratteraccio, Inuyasha era in grado di sedurre una donna senza tanti problemi.

Alla fine si arrese all’evidenza e puntò ogni sua speranza su una ragazza. Era fin troppo bella, ma il suo curriculum splendeva più di lei… Voti eccellenti in tutte le materie, numerosi crediti scolastici, una borsa di studio vinta, e soprattutto… una famiglia povera. Quella era la chiave.

«Sango Hirai… bene, bene» mormorò, digitando il suo numero sul cordless. Dall’altra parte della cornetta sentì degli squilli a vuoto.

«Pronto?» rispose una voce flautata.

«Buongiorno, il mio nome è Sesshomaru No Taisho e sono il fratello maggiore di Inuyasha No Taisho. Lo conoscete?» domandò, diretto.

«Ah… certo…» replicò, quasi schifata.

Il demone sorrise, evidentemente soddisfatto. «Sono molto contento di udire che il vostro tono non è affatto contento, signorina Hirai».

Dall’altro capo arrivò un balbettio confuso. «…C-come conoscete il mio nome?».

«Il preside mi ha fornito una lista degli studenti più promettenti, e suppongo sappiate che eravate in cima alla lista» replicò, piccato.

«Ma certo. Conosco benissimo l’impegno e la dedizione che applico nello studio» rispose, un poco infastidita.

«Mio fratello necessita di molte ripetizioni, affinché l’anno prossimo sia in grado di sostenere l’esame» spiegò, conciso «ed io ritengo che voi abbiate ciò che cerchiamo».

«Mi ripeterebbe il suo nome, per favore?» domandò, confusa.

Sesshoumaru si distese sulla poltrona. Era a cavallo. «Sesshoumaru No Taisho. Cosa vuole sapere? Se ho per caso ereditato tutti gli averi di mio padre?» esalò, sfacciato.

Sango si zittì. «Come osa insinuare una cosa del genere? Non ho alcun interesse a sincerarmi del suo patrimonio finanziario».

Sesshoumaru rise a bassa voce. «Signorina Hirai… non venite a mentire a me. Voi necessitate di soldi, ed io sono pronto a darveli» sussurrò «l’unico obbligo è venire qui per il tempo necessario affinché Inuyasha impari quello che già dovrebbe sapere».

Si udì un lungo respiro. «Quanto pagate?».

«Sono vitto, alloggio… e 300 yen al giorno» propose, sicuro. Era un affare troppo vantaggioso perché lei lo rifiutasse.

«300 yen al giorno?» ripetè, sbalordita. Poi tossì. «E dovrei soggiornare nella vostra villa?».

Il demone annuì. «Si, signorina Hirai» e ben deciso a convincerla, aggiunse «potrete fare la conoscenza di altre due mie ospiti: Kagome e Rin Higurashi. Hanno più o meno la vostra età». Con quello era certo che non avrebbe avuto timori di soggiornare nella sua dimora.

«Va bene, accetto» rispose la ragazza «ma ci vorranno un paio di giorni prima che arrivi, ed inoltre voglio il pagamento anticipato di una settimana».

«Non c’è alcun problema» rispose, vittorioso «Arrivederci Signorina Hirai».

«Arrivederci a lei… e grazie» aggiunse, anche se a fatica. Chiuse la chiamata.

Sesshoumaru sorrise. Si aspettavano un umana soltanto e ne sarebbero arrivate tre. Che curiosa la vita.

Inuyasha avrebbe dato di matto. Oramai lui si era abituato al fetore umano: poteva ignorarlo facilmente, perché poteva affinare a piacere uno o più sensi, ed acquietare gli altri. Inuyasha, però, che era un mezzodemone, era costretto a convivere col lato demoniaco ed umano insieme, e dunque non poteva controllare le sue abilità.

Si alzò, pronto ad andare da suo fratello. La litigata era finita.

 

 

 

 

Inuyasha sapeva che prima o poi Sesshoumaru sarebbe andato a trovarlo. Diceva sempre di lasciarlo da solo a sbollire la rabbia, ma sotto sotto era impaziente quanto lui.

Non si stupì dunque, quando alzandosi, notò suo fratello in piedi sul balcone. Il sole era ormai alto nel cielo.

Alzò un sopracciglio, indeciso se aprirgli o lasciare che spaccasse il vetro. Forse era meglio preservare i danni.

«Il fatto che esistano le porte è poco importante, vero?» commentò, sarcastico, girando la manopola della porta finestra.

Il demone lo sorpassò. «Inuyasha» pronunciò, serio «noi non andiamo sempre d’accordo» precisò «ed è comprensibile. Siamo diversi».

Inuyasha stortò il capo. «Te lo concedo, io non sono falso come te».

Sesshoumaru lo fissò, glaciale. «Rimetti a posto la tua lingua biforcuta ed ascoltami».

Il mezzodemone si gettò sul letto, mettendosi comodo. «Ti ascolto» replicò, provocandolo.

Il demone ingoiò quell’insulto. «Sei solo uno sciocco se credi che facendo i capricci avrai tutto ciò che vorrai».

L’hanyou rise. «Guarda da che pulpito viene la predica…» replicò, piccato «sbaglio o non sono io quello pretende continue menzogne? Soprattutto da se stesso?».

Lo sguardo di Sesshoumaru si affilò, duro. «Che sentimentalismi».

Inuyasha rise, di nuovo. Una risata fredda, vuota. «Fratellastro… nostro padre ti voleva educato, fedele, gentile, buono e umano… e lo sei quasi diventato» rispose, alzandosi in piedi, circospetto «peccato che si sia dimenticato di una cosa… tu non sei umano».

Sesshoumaru alzò le spalle, come in segno di resa. «Che vuoi farci? Si tratta di un piccolo dettaglio». Era tremendamente tranquillo.

Il mezzodemone prese posto sulla seggiola alla loro destra. «Ha cercato di rendere te più docile e me più crudele…».

«Questa era la sua bilancia d’equilibrio» esalò il demone.

«Una bilancia manomessa in partenza» gli fece eco, amaro.

«Una bilancia che ha retto la famiglia per 23 anni» riprese, duro.

Inuyasha alzò un sopracciglio. «Sesshoumaru, guarda in faccia alla realtà. La nostra famiglia era in rovina. Nostro padre non ci guardava nemmeno, perso nella scelta delle sue future mogli» disse, abbassando il capo.

Il demone lo fissò, atono. «Lui ha fatto il massimo per tutti noi».

«La smetti di difenderlo!?» tuono, scocciato «ogni volta lo proteggi!! Lui non è come vuoi tu, maledizione!!! Era solo un demone ossessionato dall’umanità!».

Il rosso vermiglio inondò nuovamente le pozze dorate di Sesshoumaru. «Come osi insultare nostro padre?» esordì, talmente glaciale che Inuyasha sentì la schiena rabbrividirgli.

«Io non lo sto insultando. Sto dicendo la verità».

Quando la frusta di luce gli sfiorò il braccio capì come sarebbe finita quella conversazione.

 

 

 

 

Kagome e Rin si guardarono, spaventate. Un frastuono terribile proveniva dai piani superiori, e faticavano ad immaginare chi potesse creare tali rumori. Kaede si affrettò e le raggiunse.

«Ehm… ragazze… che ne dite se ci spostiamo in salotto? E più…» ma non riuscì a concludere, perché un terribile rumore di vetri infranti sormontò la sua voce.

Gli stessi vetri infranti che precipitarono di fronte alla finestra atterrando sull’erba fresca. Poco dopo li seguirono due figure snelle e muscolose.

Kagome spalancò gli occhi e Rin si portò una mano alla bocca, sconvolta.

A quanto pare, Sesshoumaru e suo fratello stavano combattendo ferocemente. Si muovevano a velocità incredibili, e faticavano a distinguerli. Inoltre, parevano molto simili: entrambi avevano la chioma lunga argentata ed un fisico asciutto. Uno, però, sfoderava una specie di frusta luminosa. L’altro ne era sprovvisto.

Kaede sospirò. «Quello con la frusta è Sesshoumaru. L’altro è suo fratello, Inuyasha».

Kagome rimase impietrita, incantata quasi. Rin non riuscì a staccarsi da quel vetro neanche per un istante. Le loro urla trapassavano la finestra e giungevano con rumori soffocati e gemiti taciuti.

«Accade…spesso?» domandò Kagome, sconvolta. Sembravano… pronti ad uccidersi.

«Mh… ogni tanto» ammise Kaede, riluttante a raccontare le vicende di casa Taisho «ma ora è il caso che ci spost…». Fu nuovamente interrotta.

Inuyasha si era accasciato a terra, di botto, dopo essersi alzato in volo con un balzo.

Kagome sobbalzò di scatto spaventata, e a Rin cadde la tazza dalle dita, frantumandosi a terra. Cielo, pareva grave.

«Kaede, non dovremmo intervenire?» domandò, la diciottenne, ansiosa.

Rin raccattò velocemente i cocci, ma pareva molto scossa.

«Non preoccupatevi ragazze, va tutto bene… significa che stanno appianando le loro vicissitudini» rispose, fiduciosa.

Kagome si domandò cosa sarebbe accaduto se avessero deciso di ammazzarsi veramente.

 

 

 

 

«Sesshoumaru…» balbettò Inuyasha, sputando un rivolo di sangue «stai dando un bello spettacolo alle tue ospiti…» disse, indicando con gli occhi la finestra della sala da pranzo. Due figure sottili erano immobili, di fronte al vetro.

Il demone arricciò il volto in un’espressione di diniego. «Se credi che mi importi così tanto di loro…» esalò, freddo.

Inuyasha sorrise. «Si, certo… sotto sotto sei crudele… ma ancora più sotto sei buono… quindi è inutile che fingi con me… un po’ di umanità l’hai acquisita» esclamò, divertito.

Il demone non gli lasciò tempo di respirare e lo colpì con una frustrata.

Un guaito fuoriuscì dalle labbra dell’hanyou, ancora immobile a terra. «Vuoi mostrare di essere forte? Oppure ne approfitti perché sono debole?» sussurrò, flebile l’hanyou.

Il demone alzò lo sguardo. «Oh… dai la colpa della tua debolezza al fatto che stanotte ci sarà il novilunio… quando invece sei tu ad essere debole» gli giunse al fianco. «Inuyasha… non atteggiarti al demone che non sei… resta al tuo posto ed io resterò al mio».

Il mezzodemone digrignò i denti, ma parve più un ghigno.

Sesshoumaru si voltò verso la villa. In un balzo, giunse di fronte alla finestra.

 

 

 

 

«Kami sama!» esclamò spaventata Kagome, colta di sorpresa.

Il demone si era fermato esattamente di fronte alla finestra, ed un rivolo di sangue gli colava lungo la guancia perfetta. La camicia bianca era strappata, e sul petto marmoreo spiccavano cinque lunghi graffi, poco profondi.

Rin sentì lo sguardo del demone su di lei a lungo. Troppo a lungo per riuscire a sostenerlo.

«La vostra presenza qui non è giustificata» disse Sesshoumaru. La sua voce giungeva ovattata ma comprensibile.

Kaede le prese per le spalle, delicatamente. «Ehm… ragazze… venite di là».

Rin non riuscì a rinunciare a quegli occhi dorati ma fu costretta a voltare il capo. Quelle lame luccicanti la stavano studiando, ancora.

Kagome riuscì a gettare uno sguardo ad Inuyasha. Era ancora accasciato a terra… ma si stava rialzando. Guardò Sesshoumaru. Poi si voltò, distratta.

Quella famiglia era molto più strana della villa stessa.

 

 

 

 

Kagome e Rin erano sedute nel salotto. La tensione che aleggiava nell’aria era palpabile. Quello che avevano visto era forse troppo strano, forse troppo incomprensibile da non lasciarle scosse.

«Kaede…» la chiamò Kagome, interdetta. Aveva in mano una piccola tazza di latte. L’aveva richiesta poco prima, per calmarsi. «…» tentò di dire qualcosa ma non riuscì a formulare una frase. Scosse il capo.

Rin la fissò comprensiva.

La donna, sorrise amara. «Vuoi sapere se per caso hanno mai ucciso qualcuno?» disse, atona «non lo sappiamo». Poi tossì «Inuyasha non ne è in grado. È un mezzodemone».

Rin e Kagome la seguivano, attente. Non avevano mai visto un mezzodemone… solitamente si nascondevano. I demoni invece, fieri della loro natura, convivevano al pari degli umani.

«Come farete a riparare il vetro?» domandò Kagome, cercando improvvisamente di cambiare discorso.

Kaede parve essere confusa. «Oh… il vetro della camera di Inuyasha» rispose, cadendo dalle nuvole «non preoccuparti. È accaduto così tante volte che ce ne siamo fatti dare di più. Lo sostituiremo al più presto».

«Rischiate i furti» mormorò la diciottenne.

L’anziana signora sorrise divertita. «Furti? Che sciocchezza».

Rin si unì finalmente alla conversazione. «Non li temete? Avete molte cose di valore, qui».

La donna si chinò in avanti, guardinga. «Vi rivelo un segreto… ho il sonno leggero» azzardò, con un sorriso.

Kagome e Rin scoppiarono in una risata.

«Siamo seri… non c’è da preoccuparsi, Inuyasha e Sesshoumaru sono pronti a proteggere la casa».

Kagome annuì, bevendo un ultimo sorso di latte. Lanciò uno sguardo a Rin, poi tornò a fissare il liquido bianco. Si, ma chi avrebbe protetto la casa da loro?

 

 

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...

 

 

 

Ciao!!! Allora… come state? Spero che nessuno sia svenuto, non avendo letto l’ormai agognato incontro fra Kaggy e Inu XD Beh… che posso dirvi? Non potevo certo farla correre in mezzo ai due con le lacrime agli occhi… XD Bisogna aspettare un po’, eh! (Ma non molto, ve lo concedo… ^^)

Vi è piaciuto il capitolo? A me molto. Come vedete, la mia idea di Sesshy non era proprio: “buono e gentile al limite dell’umanità”… Lo ritengo un personaggio molto più complicato per rovinarlo così! XD E Inu… beh, forse gli ho donato un pizzico di sarcasmo che non possiede… ma che dite, non è più affascinante? *ç*

RINGRAZIO di nuovo tutti i recensori, siete magnifici! Molto gentili, e soprattutto attenti alla trama! Non mi aspettavo recensioni così lunghe neanche se avessi descritto scene hot X°DD

Beh… passiamo direttamente ai ringraziamenti veri e propri… ^^



Onigiri: In effetti sto abbastanza attenta per quanto riguarda quello che scrivo…^^ È che temo di sbagliare qualcosa o dimenticarmi qualche dettaglio…! Allooooooora… Sesshoumaru è uno dei personaggi che mi intriga di più: ti rivelo, mi sto facendo di quei giri mentali su di lui e sulle sue prossime azioni che non puoi immaginare! XD Non dico che è praticamente il protagonista maschile, perché offenderei il povero Inu, ma procedendo con la storia, assumerà davvero un ruolo centrale *_* Mi sta a cuore la sua sensuale presenza XD Inu, invece, ora come ora lo sto plasmando… ve lo sto praticamente presentando. Molte di voi hanno già intuito come sarà l’inizio della storia fra inu e kaggy, visto i caratteri di entrambi… e vi garantisco che ci metterò tutto il mio humour e tutta la grinta che possiedo per scrivere la loro storia!! E Rin… beh, Rin è dolcissima. La volevo adulta (perché sennò come faccio a piazzarla con Sesshy? XD) ma speravo conservasse un animo abbastanza ingenuo ed infantile… e con qualche permesso ce l’ho fatta. Quella piccola è una specie di sole, una luce nella fic *__* GRAZIE! Grazie infinite dei tuoi complimenti!! Baci!



 Roro: No, no, non scherzavo affatto, il tuo nick mi piace <3 Tornando alla storia… si, hai ragione, ho controllato anche io prima di iniziare a scrivere: i matrimoni tra cugini non sono affatto proibiti (non qui in Italia per lo meno XD) e quindi potete stare tranquille >O< Grazie per i complimenti sulle descrizioni… quando decido di farle penso ad un libro che ho quasi letto tutto: dico quasi perché saranno più di cinquecento pagine scritte fitte fitte! XD Si tratta dei “Pilastri della Terra” che è abbastanza famoso. Nel libro sono ricorrenti descrizioni minuziose e fa-vo-lo-se di chiese e abbazie! Mia mamma me lo ha letto qualche estate fa mentre ero convalescente (mal di pancia) e mi è rimasto molto impresso! =) GRAZIE per i complimenti, per l’aggiunta fra i preferiti e spero di non tradire la tua fiducia – come ho già detto, mi pare – rovinando i prossimi capitoli. Quando si parte con un certo livello, bisogna mantenerlo, e quella è la parte più difficile! ;) Aspetto la tua recensione, baci!



Kaggi_Inu91: Non ti preoccupare… sei scusata! XD A patto che tu commenti questo capitolo! Altrimenti sarai ripudiata dall’ A.R.I.G. a vita!!! (A.R.I.G. = Albo Recensori In Gamba) XDDD Lo so, ho un pessimo sarcasmo ù.ù Spero questo capitolo ti sia piaciuto, e beh… che altro dire? GRAZIE infinite per la tua recensione e baci! *_*



Mikamey: Uhuhu… Assomigli a Kaggy? Allora assomigli a me! XD Non so se è un bene per te XD Tornando alla storia… Sesshy dolce e gentile? Uhm… mi sa allora che ho accontentato le tue richieste! Io non ce lo vedo così amichevole… ^^ Anche se non è nemmeno crudele. Beh, poi lo scoprirete! Su Inu… ti devo contraddire… non è per niente altero! Come vedi è abbastanza capriccioso e tende ad arrabbiarsi facilmente… chissà chi lo renderà più docile?! X°D Sumiko e Izayoi… beh, non posso dire nulla… “Silenzio stampa” XD A proposito di Rin… beh, ovvio, sarà accoppiata (volente o nolente <3) con Sesshy! Come lo vedrete presto… *risata satanica* Beh… spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e che l’aggiornamento sia stato veloce! Tanto io sono a casa e in due orette (se la dea dell’ispirazione lo permette…) riesco a scrivere un capitolo, quindi dovrei aggiornare quasi ogni giorno. Poi cerco di farvi stare sulle spine un po’…XD ma alla fine cedo perché voglio sapere che ne pensate! GRAZIE di tutti i complimenti e spero continuerai a seguirmi! Baci!



Callistas: Una new entry! Benvenuta fra gli A.R.I.G.! (Albo Recensori In Gamba XD) Purtroppo non ho altre fic da aggiornare… ma mi porto avanti su questa! ^^ Uhm… qualche spoiler su Inu e Kaggy? Naaaaaaa… non voglio fare anticipazioni… se non che… beh, il prossimo capitolo te lo devi leggere! <3 GRAZIE della recensione e spero continuerai a seguirmi! Ciao!



Pretty: Un’altra new entry! Ciao! XD No problem per il mancato commento, perdonata ^^ Inu e Sesshy scambiati? Non so se lo dirai ancora dopo questo capitolo… ^O^ Però devo ammettere che forse sono andata un po OOC con i loro caratteri… eheh Vabbè, io li adoro. Tu che dici? XD GRAZIE per i complimenti e continua a seguirmi! Bacioni!



Ary22: La mia fanfiction è invisibile… *lacrime di coccodrillo* XD GRAZIE mille davvero, sono contenta che anche se magari al primo colpo sembra noiosa o poco interessante, poi ti sia sembrata piacevole… vuol dire che miglioro di capitolo in capitolo? Dimmi tu… ^^ Bacioni!



Elita: Ahahaha! Devo dire che con i caratteri di Inu e Kaggy non pensavo ad un’ amore platonico e smielato… XD Sono entrambi combattivi e fieri, quindi tale sarà il loro amore! ^O^ Ecco quindi il terzo capitolo… spero ti sia piaciuto, anche se non si sono ancora incontrati Inu e Kaggy…<3 Aspetto la tua recensione! Baci!



Lilysol: Ecco il mio recensore favorito…. (scusate, ma faccio ovviamente favoritismi… ù.ù Lei ha il mio stesso nome! XD) Beh… mi dispiace averti deluso… ma niente incontro! Sto dando un poco di spazio anche a Rin e Sesshy e dovevo far comparire Sango… (via telefono XD) E poi arriverà Miroku… ma per Inu e Kaggy prometto qualcosa nel prossimo capitolo! Ho già in testa il loro incontro! *ç*  GRAZIE di tutti i complimenti (non smetterò mai di ripeterlo) e spero recensirai anche questo!!! P.S. Ti ho aggiunto al mio contatto <3 Sono felice di entrare nella community *_*



Kaimy_11: Oh…una super fan di Rin e Sesshy! XD Avrai ciò che cerchi!!! ^__- Su Inu e Kaggy… beh, devi aspettare… però sono certa che faranno scintille insieme! O almeno, io gliele farò fare! XDXDXD GRAZIE dei complimenti sul mio modo di scrivere e sulle descrizioni: ne sono lusingata! E per la cronaca, anche tu sei mitica!



…TUTTE VOI SIETE MITICHE! Grazie di sostenermi così appassionatamente! *me si commuove di nuovo*



Ed inoltre… ecco un ultimo spazio per ringraziare anche chi mi aggiunge fra i preferiti^^ Siamo saliti a quota SEI! *_*



1 - baby_dark
2 - dany chan
3 - eiby
4 - mikamey
5 - roro
6 - Toru85



E grazie anche a tutti coloro che hanno solo letto ma non recensito!

Baci! Meg.

 

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Capitolo 4
*** Notte di Novilunio: prima parte. ***




Alchimia dei sensi.

 

Capitolo quattro.
Notte di Novilunio: prima parte.

 

 

Kaede si era dimostrata gentile dopo che avevano concluso la loro colazione. Si erano svegliate alle undici, e col senno di poi si era fatto velocemente mezzogiorno. Rifiutarono dunque di pranzare, e chiesero alla donna anziana di poter visitare il giardino. Gli fu loro concesso, ed uscirono all’aperto, favorite dal sole splendete e da un soffice venticello – che per quanto afoso, era decisamente piacevole.

«Questi giardini sono stupendi» mormorò Kagome, rapita.

Rin fissava estasiata le fontane e le siepi perfettamente tagliate, l’erba fresca di irrigazione e le foreste verdeggianti. «Si… e il lago è…».

Stava per dire romantico, quando si accorse di un battello abbastanza vicino alle coste. Un sacco di turisti erano affacciati verso di loro, muniti di macchine fotografiche e telecamere.

Ammutolì.

«… pieno di turisti» disse Kagome, scoppiando a ridere.

La ragazza dai capelli color cioccolato si unì a lei. «Veramente volevo dire romantico… ma credo valga lo stesso».

«Per fortuna che siamo sul retro…» borbottò «altrimenti avrebbero notato il vetro rotto».

Rin annuì e si zittì un istante. «Sono…».

«…violenti?» disse Kagome, piccata.

Rin si imbronciò. «La smetti di concludere le mie frasi!?» la ammonì, arrabbiata.

La diciottenne scoppiò in una risata contagiosa. «Che ci posso fare? Mi viene spontaneo!».

«No! Lo fai apposta!» sbottò, tra il divertito e l’irritato.

«Oh Rin…» disse, in mezzo alle risate, respirando «mi fa male la pancia».

Lo sguardo della piccola saettò. «Smettila».

Ridacchiò ancora, poi tossì. «Ok, scusa» sussurrò «dicevamo?».

La piccola si schiarì la gola. «Come ti sembra… Sesshoumaru?» biascicò, arrossendo vagamente sulle gote.

Kagome parve non notare minimamente la cosa. «È… uhm… come dire… strano» poi rifletté su quella domanda, guardandola maliziosa «comunque è certamente un uomo bellissimo».

Rin arrossì ancor di più. «Dici?».

«Beh… si, uno di quegli uomini con il fascino misterioso e altezzoso…» mormorò, pensosa.

«…Ma?» la anticipò Rin.

La diciottenne la fissò negli occhi. «Ma con il rovescio della medaglia».

«Mh?» domandò, confusa.

Kagome si incamminò per fare ritorno alla villa. «Mah si… è un modo di dire. Vuol dire che ha… qualcosa da nascondere».

Rin aggrottò le sopracciglia, seguendola. «È così che ti è sembrato?».

«Si, in effetti. Mi sembrava nascondesse qualcosa» mormorò, distratta. Non sapeva neanche cosa, sinceramente.

«Ah» biascicò solo, pensosa. Non le era sembrato nascondesse qualcosa… era più che altro… scostante. E strano… Come i continui sguardi che le lanciava. Erano… brucianti. Ma non fastidiosi… non sembravano… non lo sapeva neanche lei.

Questa volta fu il turno di Kagome a porre domande. «Invece cosa ne pensi di Kaede?» chiese, gentile.

Rin aggrottò le sopracciglia. «Kaede?» domandò, confusa «io la trovo una persona gentilissima e molto buona». Era l’unica di cui si fidava ciecamente, a parte Kaggy. «Perché me lo chiedi?».

La ragazza dai capelli color ebano scosse il capo. «Uh… no, così» rispose, vaga.

Rin la fissò, perspicace. Quella domanda aveva un fine preciso. Kagome non parlava a vanvera – quella era lei. Che non si fidasse di quella deliziosa signora? Non le era parsa strana. Anzi, molto affettuosa con Sesshoumaru e gentilissima con loro. La seguì senza fiatare e ritornarono velocemente nella villa.

 

 

 

«Padre…» sussurrò Sesshoumaru.

Fra le mani stringeva la fotografia di Inu No Taisho, suo padre, il suo pilastro. La sua guida.

 

“ Era solo un demone ossessionato dall’umanità! ”

 

Quella frase lo stava lacerando. Come poteva Inuyasha aver solo osato insultare in quella maniera suo padre? Il demone che lo aveva dato alla luce, contro i pregiudizi e contro qualsiasi regola!

Quella foto ritraeva loro tre insieme. Senza sua madre, senza la madre di Inuyasha. Solo loro tre…

 

“ Come osi insultare nostro padre? ”

 

Strinse la foto fra le dita, piegandola. Rovinandola. Distruggendola.

Inuyasha non aveva la minima concezione del sacrificio che aveva compiuto Inu No Taisho per darlo alla vita. Era solo un ingrato. Un capriccioso hanyou.

 

“ Io non lo sto insultando. Sto dicendo la verità. ”

 

Una vena rosso vermiglio spuntò fra i suoi occhi dorati. «Padre…»

 

 

 

Il sole stava lentamente calando ad est, e una soffice brezza fresca smuoveva le fronde degli alberi. Il buio richiamava velocemente le stelle a sé, ma una in particolare mancava, quella sera: la Luna.

«Inuyasha, stai fermo» esclamò Kaede, stizzita.

Il mezzodemone voltò il capo, sbuffando. «Stupida vecchiaccia, non mi servono queste bende!» sbottò, infastidito. I lunghi capelli color argento si erano trasformati in crini neri come la notte, e gli occhi dorati come il miele ora erano di un cangiante marrone scuro tinto di riflessi violacei.

La donna borbottò qualcosa, a bassa voce, conscia che lui non l’avrebbe sentita. Le sue orecchie canine, bianche e rosa, erano diventate semplici orecchie umane, con tutte le conseguenze del caso.

Lui si infuriò ancora di più, scattando in avanti nel tentativo di colpirla. Invece lanciò un urlo di dolore e ritornò nella posizione di prima, tastandosi debolmente il petto. Dolorante, trafisse la donna con uno sguardo. «Brutta vecchia antipatica… la pagherai per questo!».

Lei rise debolmente, tornando da lui con una pezza bagnata. «Lascia che ti tamponi le ferite» mormorò, gentile. Sesshoumaru lo aveva colpito ripetutamente sul braccio e sul petto, e la notte di Novilunio aveva contribuito ad interrompere il suo processo di guaritura. «Ora stai fermo» intimò, seria.

Inuyasha la fissò, glaciale, pronto a stringere i denti per non urlare. Non poteva mostrarsi debole. Nessuno aveva il diritto di vederlo in quello stato.

La vecchia donna gli tamponò gli squarci superficiali che gli ricoprivano gli addominali scolpiti e i pettorali marmorei. «Ora aspetta, ti bendo». Si allontanò, andando nella stanza a fianco.

Inuyasha sbuffò, nascondendo la sofferenza dietro alla sfacciataggine. Guarda che cosa gli toccava fare.

 

 

 

Kagome gironzolava per il castello alla ricerca di Kaede. Aveva bisogno urgentemente di parlarle. Lei e Rin, dopo essere tornate dalla visita dal giardino, avevano raggirato il lato est della casa ed erano entrate dalle cucine.

E lei l’aveva visto. In un attimo. La porta finestra che era stata distrutta era integra, perfettamente a posto, come se non fosse mai stata distrutta.

Incredibile. Non avevano fatto alcun rumore. Chi aveva piazzato il nuovo vetro? E come avevano fatto a non accorgersene?

Svoltò per la seconda volta a destra, bussando a varie porte. Molte delle stanze dell’ultimo piano erano vuote, anche se arredate. Quando non riceveva risposta le apriva, lentamente, curiosando all’interno. I mobili erano sfarzosi e lussuosi, e tutte le stanze sembravano riprendere un colore particolare od un motivo decorativo.

Bussò anche questa volta.

 

 

 

Inuyasha si voltò di scatto, di malumore. Qualcuno aveva bussato.

Non voleva che suo fratello lo vedesse in versione umana, soprattutto con quelle insulse bende sul corpo o con le ferite in bella vista. Non vedeva l’ora di andare nella sua stanza e chiudercisi dentro.

Ritornò a guardare l’arcata che dava sulla stanza a fianco, riserva di medicinali appartenenti a Kaede. Proprio ora doveva sparire quella maledetta vecchiaccia? Magari era morta…

Si lasciò distrarre da quei pensieri fino a che non percepì chiaramente uno sguardo perforargli la schiena.

 

 

Kagome aveva aperto la porta, lentamente. Che male c’era, in fondo? Poteva benissimo sbirciare qua e là. Kaede non aveva detto nulla su parti della casa non visitabili.

Il suo sguardo cadde su muri bianchi come il marmo. Lo stesso marmo che ricopriva il pavimento e sembrava brillare come riflessi lunari. Spalancò leggermente di più la porta, rimanendo a bocca aperta.

Al centro della stanza vi era una lunga scrivania, color noce, ricoperta di vasi di fiori e centrini. E al centro di essa, sedeva un ragazzo.

Non seppe come ma le gambe le cedettero di colpo e si poggiò d’istinto alla maniglia della porta, tremando. Era come se le avessero lanciato addosso un secchio d’acqua bollente.

Era un ragazzo seduto di schiena. La pelle era color alabastro, lucida e lucente. I lunghi capelli neri come la notte gli solcavano i dorsali guizzanti, illuminando la stanza di riflessi violacei.

Strinse violentemente la maniglia, sormontata da un senso di angoscia e umiliazione, da una consapevolezza che la colse impreparata.

Lui si voltò verso di lei.

 

Aveva il volto ovale, perfettamente delineato. La luce illuminava la pelle perlacea del volto, facendo ombra sugli zigomi. I capelli ribelli gli ricadevano sulla fronte e sugli occhi scuri, creando frastagliati giochi di luce. Il naso era dritto e ben proporzionato, le labbra sottili ma affascinanti.

 Rimasero a fissarsi per un tempo indefinito. Kagome sentiva il bisogno di imprimersi quel volto nella mente, e lo fece. Si sentì incredibilmente meglio.

«…Ehm… ciao» biascicò, arrossendo vagamente sugli zigomi. Si sentiva… impacciata. Non si era mai sentita così.

Lui la fissò, poi un angolo delle labbra si sollevò, in un mezzo sorriso. «Ciao» le fece eco «ragazzina».

Kagome lo fissò, a metà fra un senso di rabbia ed uno di confusione. Il suo volto si arrossò ancora di più. «Come mi hai chiamato?!» esclamò, acuta.

Lui si voltò di spalle. «Mi hai sentito benissimo».

Lei aggrottò le sopracciglia, una vivida confusione ancora nella mente. Era la presenza di quel ragazzo a darle tanta incertezza? Si impose di non lasciarla condizionare. «Come hai osato?» sussurrò, offesa.

Lui rise debolmente. «L’ho semplicemente fatto» rispose, guardandola negli occhi color cioccolato. Il suo sguardo era caldo, incandescente, magnetico.

Kagome rimase a fissarlo, inebetita. Che risposta era, quella? «Non puoi farlo» gli intimò, cercando di sfoderare tutta la sua sicurezza.

«Si che posso» esordì, voltandosi di nuovo «io sono il Signore di questa villa» disse, con una nota arrogante nella voce.

Kagome spalancò gli occhi sbigottita. «Stai mentendo» borbottò. «Il signore è Sesshoumaru e suo fratello Inuyasha». Ed avevano entrambi i capelli argentati – voleva aggiungere, ma si trattenne.

Kaede rispuntò proprio in quel momento. In mano aveva un paio di bende. Fissò Kagome un poco sorpresa, poi sorrise. «Oh… ciao Kagome» mormorò «vedo che hai fatto la conoscenza di Inuyasha».

Il ragazzo si voltò verso di lei lanciandole un sorriso vittorioso, scrutando i suoi occhi color cioccolato.

La diciottenne spalancò gli occhi e le labbra piene, confusa. Quel ragazzo era Inuyasha? Sentiva quegli occhi scuri scrutarle il volto e represse l’idea di dimostrarsi accondiscendente. Lanciò una piccola occhiata acida al ragazzo. «Già» mormorò, all’indirizzo dell’anziana signora.

Kaede si avvicinò al ragazzo e cominciò a bendargli il petto.

Kagome la fissò, riconoscendo che effettivamente Inuyasha doveva essersi ferito durante il combattimento con Sesshoumaru. I suoi dubbi si attenuarono un po’.

La donna concluse il suo lavoro con un sorriso.

«Feh! Ora me ne vado» borbottò il ragazzo, scontroso.

Il sorriso della donna aumentò. «Prego».

Inuyasha si diede una spinta con le braccia forti e scese dalla scrivania, afferrando con la mano destra un indumento stropicciato. Probabilmente la maglia.

Kagome sentì il suo cuore tamburellare troppo velocemente per i suoi gusti e si impose di non guardare il petto muscoloso di Inuyasha. Scostò il capo insistentemente, fino a che non sentì la porta chiudersi alle sue spalle.

Quando riportò gli occhi sulla stanza, notò che Kaede la fissava profondamente. «Tutto bene, Kagome?» domandò la donna anziana, con un piccolo sorriso.

«Tutto a posto» rispose, mascherando il suo stato d’animo. Si sentiva un po’ confusa. Quando lui le era passato al fianco, l’aveva sentito. Eccome. Le era sembrato che il cuore volesse rimbalzare fuori dal petto. Che diamine le stava succedendo? Non conosceva quel ragazzo se non da pochi minuti.

«Sicura?» domandò la donna, atona.

«Si si» rispose frettolosa «ora… vado a dormire» biascicò, allontanandosi.

«Buona notte, Kagome».

Rialzò lo sguardo un’ultima volta. «Buona notte a te, Kaede».

 

 

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...

 

 

Allora, ciao a tutti! Come state?? Io benissimo, anche se sono un po’ dubbiosa su questo capitolo… anzi, molto dubbiosa! Effettivamente era pronto per sabato, ma quando l’ho riletto non mi era piaciuto per niente – soprattutto l’incontro fra inu e kaggy, e così l’ho riscritto. Ma non mi convince neanche questo. *sbuffo*

 

Cominciamo col dire alcune cose. Molte di voi cominciano ad avanzare ipotesi molto interessanti, e sono molto contenta di ciò. Vuol dire che la mia storia vi stimola la fantasia e quindi ho raggiunto il mio obiettivo.

 

L’incontro fra Inu e Kaggy: ve lo aspettavate così? Una cosa più entusiasmante? Mi dispiace avvisarvi che sarà molto più importanti il secondo incontro. Perché… beh, che senso ci sarebbe se ve lo direi? Diciamo che questo non era proprio il loro “primo” incontro. A buon intenditor…

 

Rin e Sesshy: si si, scusate! Non sono comparsi praticamente mai in questo capitolo… ma vi confido che nella seconda parte di “Notte di Novilunio”, darò spazio solo a loro. Come vi aspettate che sia? Ditemelo!

 

E su Miroku? Che idee avete? Comunicatemele. Sarei davvero curiosa di saperlo. Magari utilizzerò un vostro suggerimento per scrivere! =)

 

Per il resto vi RINGRAZIO come al solito, perché mi sostenete molto affettuosamente e con tanta pazienza… non so come fare se non ci foste, miei amati lettori! Probabilmente non andrei più avanti. =_=’’

 

Lascio lo spazio alle recensioni singole… e, bye bye! Al prossimo capitolo!

 

Roro: ehi ciao! Spero davvero di non rovinare la storia… sono molto dubbiosa… te l’avevo detto che scrivo in base al mio stato d’animo, ed ora sono un po’ confusa <3 Spero di aver reso bene il loro incontro, soprattutto dalla parte di kaggy. Non dico altro. Kiss e GRAZIE.

 

Pretty: ciao! Una fan di miro e sango, giusto? Anche io lo sono. Devo ancora dedicarmi molto a loro due, ma sono sicura che non li lascerò da parte… mi piacciono troppo insieme. ^^ GRAZIE e bacioni!

 

Yuly: GRAZIE mille, sei molto gentile! Spero ti sia piaciuto il continuo, anche se a me non soddisfa molto… kiss!

 

Mikamey: ciao! Mi dispiace non aver aggiornato ogni giorno… ma come ho spiegato questo famoso incontro fra Inu e Kaggy mi ha fatto patire un po’! Probabilmente perché c’era molta aspettativa e lo volevo perfetto. Ribadisco: non è importante come il secondo incontro. XD Per Rin & Sesshy mi dispiace… perché in questo capitolo non hai visto molto. Prometto che il prossimo li riguarderà da vicino =) Baci e GRAZIE!

 

Kaggy_Inu91: ciao!! Oh… vedo che il mio Inu e il mio Sesshy te gustano!! XD Anche a me!! Tornando seri… voglio sapere complimenti, critiche e consigli (le tre famose C! ^_^) su questo incontro, visto che lo aspettavi ansiosamente! Baci e GRAZIE!

 

Onigiri: fai sempre delle recensioni molto lunghe… e di questo ti RINGRAZIO infinitamente, perché mi riempiono di gioia e mi fanno crescere dal punto di vista “letterario”. Ma parliamo un po’ di ADS (Alchimia dei sensi XD). Sono contenta che Sesshoumaru ti piaccia, la mia testa sta faticando molto per renderlo come lo voglio io. Anche su Inu sto lavorando molto, ma credo che la sua “vera essenza” sarà più visibile fra due capitoli. Uhm… su Inu e Kaede… il loro rapporto mi è uscito così, di getto. Non avevo deciso nulla su di loro, se non il fatto che Inuyasha avrebbe continuato a chiamarla “vecchiaccia”. Ecco dunque quello che è venuto fuori! =) Sango non vedo l’ora che arrivi… perché resta comunque la migliore amica di Kagome, nonostante lei abbia Rin, così vicina a lei. Io trovo che saranno tre personaggi straordinari messi assieme, così come lo sono anche da soli Inu e Sesshy. Miroku è – ovviamente – una sagoma, e sarà la figura che mi permetterà di rendere un po’ più divertenti le situazioni. Io lo vedo con un carattere pungente e sarcastico, ma sicuramente molto “adulto”: cioè in grado di prendere decisioni serie e importanti. Inuyasha, a dispetto suo, è un po’ più infantile, più… come dire… menefreghista, ecco. ^_^ GRAZIE dei complimenti e sono contenta di averti fatto leggere l’incontro fra inu a kaggy… anche se credo che ti abbia lasciato deluso. ^^ Baci!

 

Elita: ciao!!! Mmmmmmmmmh…. Sumiko ed izayoi? Beh, non posso dire niente… ho la bocca cucit… cioè, le mani legate XD Dimmi un po’ come ti è sembrato questo attesissimo incontro… ^^ Baci e GRAZIE!

 

Michiyochan:  oddeo, spero non distruggano tutta la casa… XD GRAZIE anche se non hai recensito il capitolo precedente, mi fa comunque molto piacere. Come ti è sembrato questo capitolo? Aspetto il tuo parere. Ciao!

 

Come sempre grazie a tutti i lettori che non commentano, ma che magari leggono anche solo una riga… ^^ Grazie anche a chi mi ha aggiunto fra i preferiti! Lo scorso capitolo erano sei, questa volta sono…nove! *__*

 

1 - ary22
2 - baby_dark
3 - dany chan
4 - eiby
5 - Lella92
6 - mikamey
7 - Onigiri
8 - roro
9 - Toru85

 

GRAZIE ancora, senza di voi probabilmente non ci sarebbe questo capitolo. E scusate per il tono cupo e triste che sto usando… colpa mia. ^^ In realtà sono felice di poter postare, anche se non del tutto convinta.

Baci, vi voglio bene. Meg.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Notte di Novilunio: parte seconda. ***


 

Alchimia dei sensi.



 

Capitolo cinque.
Notte di Novilunio: parte seconda.

 

 

Rin dormiva pacatamente. Avvolta nelle sue lenzuola color panna, si rigirava tranquilla sul materasso, ignara di quello che stava accadendo.

 

 

 

 

Sesshoumaru si rizzò in piedi. Aveva fatto ancora quel maledetto sogno. Era la seconda volta che vedeva il volto della ningen. Occhi da cerbiatta, capelli scuri dai riflessi marroni, pelle nivea, labbra rosse come il fuoco. Avvolta fra le lenzuola color panna, immersa nella sua stanza rosa…

 

Era una tentazione.

 

Un’incredibile tentazione. E terribilmente forte. Perché lo sentiva. Percepiva costantemente l’odore di quell’umana nella sua stanza. Sentiva i suoi respiri oltre il muro, capiva i suoi movimenti. Comprendeva quando i vestiti le scivolavano oltre le curve infantili, quando si pettinava i lunghi capelli setosi.

 

Era sempre con lui.

 

E non faceva nulla per impedirlo.

Si guardò intorno, constatando che la stanza era sempre la stessa.

 

Era lui ad essere cambiato.

 

Osservò con lo sguardo ogni centimetro della stanza. I muri bianchi, puri. I mobili scuri, dello stesso colore della notte. Le federe immacolate. La porta nera come le tenebre.

 

Il gioco dei contrasti.

 

E poi il balcone. Un balcone stretto, a ben vederlo. Inutile. Il Sole non penetrava da quella finestra, la stanza era costantemente al buio, come voleva lui.

 

Che le tenebre ti accolgano…

 

Ma quel balcone era la sua salvezza.

Si alzò in piedi, lasciando che le lenzuola bianco latte scivolassero oltre il suo corpo plasmato nel marmo. Una pelle di porcellana. I muscoli sodi, torniti, tesi. Si trascinò, avvolgendosi nella vestaglia nera come l’ignoto.

 

…Che il paradito ti attenda.

 

Aprì la porta finestra con uno scatto della mano. Era fredda. La notte pungeva. Il suo sguardo glaciale corse allo scorri mano. Sottile, debole. Lo sorpassò con un balzo, atterrando nel balcone a fianco. Lo aprì.

 

Satana ti domina, angelo rinnegato…

 

E lei era là. Il suo incubo, il suo sogno. La sua tentazione, la sua salvezza. Avvolta in lenzuola meno lisce della sua pelle, in un candore meno puro di lei stessa…

 

…Ma Dio ti è vicino.

 

Il suo cuore, rimasto fermo per secoli, cominciò a battere furiosamente. E rise quasi per lui, mentre attraversava la stanza della piccola ningen, fissando il suo corpicino velato da umili vesti.

 

Hai la possibilità…

 

Si rigirava nel letto, tranquilla. Ingenua. Un ghigno gli spuntò fra le labbra sensuali. La sua mano sfiorò inevitabilmente quella culla di perfezione. Cosa lo stava spingendo entro quelle catene? Chi lo avrebbe liberato?

 

…di redimerti, angelo rinnegato.

 

Seguì il bordo del letto, sfiorando il materasso. Il petto di lei si alzava e si abbassava ritmicamente, su è giù, su e giù… come una danza. I capelli era sparsi sul cuscino, scompigliati, ed il volto rosato pareva richiamare il suo tocco.

 

Sfiora il peccato…

 

La sua mano corse a quel volto perlaceo. Era così vicina a lui… I suoi artigli saggiarono il piacere di toccare quel mento liscio, voltandolo verso di lui. Le labbra rosse della ningen si schiusero come boccioli. 

 

…e trasformalo in sacramento.

 

 

 

 

 

 

Si sa, quando la luce ritorna, illumina anche le situazioni più buie. Nulla sfugge di fronte alla verità.

 

 

 

 

 

«Mhh…» fu molto soave il mormorio della piccola Rin, al suo risveglio. Sentiva il suo corpo pesante come piombo, ma come rigenerato. Aprì le palpebre, scuotendo le lunghe ciglia nere, e notò un filo di luce illuminare il pavimento. Stropicciò le braccia, insonnolita.

Ma fu un fastidioso rumore a destarla del tutto. «Rin! Ci sei?!». Riconobbe immediatamente quella voce. Kagome Higurashi, in una delle sue giornate nere.

Si alzò a fatica, avviandosi alla porta con la veste da notte. Era un pigiama delizioso, decorato con piccoli gattini. Rigirò la chiave e fu sopraffatta da “Tornado-Kagome”.

«Rin! Finalmente! Sono dieci minuti che busso alla tua porta!» esclamò, con un misto di rabbia, esasperazione ed ansia. Entrò nella stanza velocissima, battendo i piedi furiosamente.

Rin alzò un sopracciglio, chiudendo la porta. Come poteva essere così sveglia a quell’ora? Parlando di orari, guardò il suo orologio, costatando che erano le dieci. Neanche tanto presto… e pensare che aveva così sonno.

Kagome si voltò verso di lei, fissandola negli occhi ancora socchiusi. «Ho bisogno di parlarti».

 

 

 

 

 

Kagome Higurashi era una ragazza spigliata. Non aveva molti problemi a dire ciò che pensava, ne si vergognava di ciò che diceva. Anzi, molto spesso veniva colpevolizzata di parlare troppo.

Tuttavia, quando iniziò a raccontare, la sua voce sembrò scomparsa.

«Ieri ho conosciuto Inuyasha No Taisho» esordì, come preludio.

Rin attese che proseguisse.

«E mi sento strana» ammise, con una certa confusione negli occhi.

La piccola la fissò stranita. «Strana in che senso? Stanca, affaticata, svogliata…?».

«No, no!» la bloccò, tempestiva «mi sento… a pezzi».

Rin aggrottò le sopracciglia. «L’avevo capito io che ti sentivi stanca…è il viaggio, Kaggy, lascia per…» ma fu nuovamente interrotta dalla voce squillante della sua effettiva sorella.

«Io intendevo… nel senso letterale della parola».

 

 

 

 

 

Inuyasha No Taisho aveva dormito fuori dalla sua stanza. Testardo come pochi, aveva testato il suo corpo umano dormendo su un albero. Non fu dunque una sorpresa risvegliarsi con un filo di mal di schiena.

«Maledizione…» borbottò, malevolo. Si tastò la pelle e si rese conto che gli faceva male piegarsi. «Maledetta Luna Nuova!» tuonò, fissando iracondo il cielo di un tenero azzurrino.

I suoi occhi erano tornati dorati come il miele candito, i capelli argentati come la Luna stessa, che fuggiva da quel rivale così perfetto.

Sbuffò, e con un balzo scese dalla quercia sulla quale aveva soggiornato. I suoi occhi corsero alla villa e al giardino, nei quali già operavano i giardinieri.

Si affrettò a raggiungere la sua stanza.

 

 

 

 

«Nel senso letterale della parola?» ripetè Rin, senza aver compreso. Come potesse capire una cosa del genere a quell’ora, era un mistero per lei. L’unica cosa che desiderava era dormire.

«Si!» disse, riepilogativa «non sono… riuscita a dormire» borbottò.

La piccola lasciò cadere la testa all’indietro. «Kagome… tu hai bisogno di riposarti. Ci credo che ti senti a pezzi. Devi dormire… ne hai bisogno».

Lei scosse il capo. «Non capisci!» esclamò, acuta. Non mi capisce, pensò afflitta. Si sentiva a pezzi dentro. E la cosa incredibile è che era tutta la notte che cercava di ignorare il pezzo mancante. Perché era una follia, una sciocchezza. Pazzia pura. «Io…».

Rin puntò le braccia sui fianchi. Aveva bisogno di dormire, e sentire Kagome blaterare frasi senza senso non la aiutava di certo. «Kachan, sono sicura che puoi risolvere la cosa tranquillamente» la rassicurò. Le cinse la schiena con le braccia, conducendola fino alla porta «scusami, ma io ho bisogno di dormire».

Detto ciò, la spinse oltre lo stipite e si chiuse a chiave dentro.

«Ohhh…» mormorò, riabbracciando le coperte. Chiuse gli occhi, cullata dalle braccia di Morfeo.

 

 

 

 

 

Kagome si guardò in giro, indispettita. Non solo aveva conosciuto un ragazzo arrogante. Non solo non aveva dormito. Era pure stata buttata fuori dalla camera di sua sorella!

Quella giornata pareva sempre più nera.

Zampettò fino alle scale, ben decisa a scendere in cucina e mangiare senza di lei. Ben gli stava.

Era talmente nervosa che non si appigliò allo scorri mani. Saltò a due a due i gradini, fino a che ciò che si presumeva accadde. Il suo piede scivolò, e sentì la terra mancarle sotto i piedi.

Sarebbe sicuramente caduta se due mani forti non l’avrebbero afferrata per le braccia e sostenuta con pochi sforzi.

Aggrottò le sopracciglia, incredula, ed alzò gli occhi.

Fu come morire.

Due occhi dorati come il Sole più caldo la stavano trapassando da parte a parte, cercando la sua anima, fra gli occhi color cioccolato. Sentì il corpo tremarle di fronte a quella creatura.

«Ragazzina» disse, a mo’ di saluto, Inuyasha No Taisho.

Era tornato… ad aspetto normale. Riprese il controllo delle sue gambe e le poggiò sui gradini, ben salde. Eppure quelle braccia continuavano a toccarla. E bruciavano.

Gli occhi di Inuyasha scivolarono su tutto il suo corpo e sentì di prendere fuoco. Un pizzicore le colse le mani.

Lui si stacco da lei violentemente, con una certa confusione nello sguardo. «Evita di ammazzarti la prossima volta» esordì, senza cattiveria. Sembrava… spaurito.

Annuì. Rabbia, frustrazione, stanchezza… spariti. Sentiva solo quel calore incommensurabile e il pizzicore alle mani.

Lui la fissò ancora. Lo sguardo era fermo; e se gli occhi scuri della notte precedente le erano parsi ammalianti, quelli dorati di quella mattina erano indescrivibili. Fuoco caldo, afoso, distruttore…

Inuyasha si allontanò risalendo le scale con passò elegante.

Kagome ne guardò la figura scomparire, poi fissò il muro davanti a se.

Il cuore le correva all’impazzata.

 

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...

 

Ehi, ciao! Vi sono mancata? XD Vi RINGRAZIO subitissimo… davvero non vi ho lasciati delusi?? Immaginavo che vi aspettaste qualcosa di più… come dire, emozionante… *//* Beh, vi prometto che la loro storia d’amore sarà così…. E beh, vi mentirei se non vi dicessi che ieri sera sono rimasta alzata fino a mezzanotte e il mio cervello ha lavorato su tutti i prossimi capitoli… perfino sulla fine! ^__^ Dunque con molta probabilità ora sarò abbastanza spedita, ma con amarezza vi devo confessare che sabato parto. Non tornerò prima di quattro settimane, ed in vacanza non potrò aggiornare… anche se continuerò a commentare le vostre magnifiche fic una volta a settimana, promesso! *_* Al ritorno prometto che posterò capitoli favolosi! <3

 

Ma ora parliamo di questo quinto capitolo…

Avevo promesso un bel po’ di Rin e Sesshy e credo di avervelo dato…! XD Forse vi sembra pazzesco… ma andando avanti con la storia sarà tutto spiegato… ^^ Vi dico solo che è tutto legato al titolo… e beh… vediamo chi di voi ci si avvicina di più! =) E poi… ditemi come vi è sembrato, attendo recensioni lunghissime sulla nottata di Sesshy e sulla reazione di Rin al mattino ^^

Sango… fra poco arrivaaaaaaaaaa XD Non vedo l’ora sinceramente. <3

A Miro non ci ho ancora pensato… ^^’’ Scusate, so che aspettate il suo arrivo, ma vi prego di non uccidermi, che sto lavorando molto su Rin, Kaggy, Sesshy ed Inu… proprio non ho idee per lui – in questo momento. >_<

Giusto! Kaggy ed Inu… *_* Allora? Questo secondo incontro vi è sembrato più che normale…? Ma presto rivelerò la sua importanza… *sguardo sadico* A me è piaciuto, anche se è abbastanza banale che la sorregga… uff! Però mi sono divertita a scrivere di Kaggy mezza arrabbiata… XD

 

RINGRAZIO come sempre i lettori, i recensori…. Tutti! Anche la piccola community su msn, che mi sorregge valorosamente e mi sprona a scrivere! (soprattutto te, Roro ^^)

Onigiri: hai battuto tutti i tuoi precedenti record in fatto di lunghezza, e per questo mi inchino di fronte a te! *sfioro il pavimento con la fronte* XD Andiamo per gradi… E chi non vorrebbe abitare in questa favolosa villa? *_* La sto plasmando sui miei desideri e sarà dunque fa-vo-lo-sa! XD Per quanto riguarda il mio stile ti sei spiegata benissimo, e tutto ciò che mi hai detto mi lusinga. Ho letto molte storie con dialoghi difficili (magari abbastanza lenti… ^^) ma apparivano comunque scorrevoli e piacevoli, e devo dire che sto cercando di seguire anch’io quello stile. ^^ La domanda di Kagome su Kaede è… bhe… non è difficile capirlo. Lo ha detto lei stessa: è sorpresa che avessero già riparato il vetro, soprattutto senza aver destato alcun rumore. Inoltre è abbastanza diffidente di natura, la nostra Kaggy… Rin è un po’ più ingenua, ecco… Difatti non nota minimamente la – come l’avete definita voi – “maschera” di Sesshy.  Parlando di lui… sentivo che avrebbe amato suo padre, lo rispetta pienamente… e lo protegge. Purtroppo devo confessare che… no, no, non confesso nulla ^^’’  L’incontro di inu e kaggy: sono contenta che ti sia piaciuto. La mia idea era di farli incontrare mentre era mezzo nudo *ç* e descrivervi una prepotente attrazione fisica: difatti lo avevo fatto… ma poi la cosa mi era parsa molto carnale, e quello di inu e kaggy è… non lo so… non così carnale. Confesso che invece lo sarà quello di Rin e Sesshy (sto pensando di passare al rating rosso o_O’’) Ahaha. Chissà se vi farebbe piacere >O< Grattacapi? XD Ehmm… forse… ^^’’ Ok, confesso… ho fatto un elenco dei segreti che ancora dovete sapere…. Ahahah! XP Ti RINGRAZIO infinitamente, e spero di essere stata all’altezza di questa tua recensione, sia col capitolo che con i ringraziamenti <3 Baciii!

 

Pretty: ciao!!! Si… Rin è molto intrigata da Sesshy… e lui… beh… °///° Giudica tu XD Te lo dico anche a te: ti piacerebbe se alzassi il rating da arancione a rosso? Io sono dubbiosa… ma mi piacere spingermi un po’ più in là, soprattutto con Rin e Sesshy… (come hai visto già in questo capitolo non si tratta indubbiamente di un amore platonico… =_=) Per quanto riguarda Miro… oh, no! Lui non farà di certo ingelosire Inu! ^_^ Non potrebbe mai riuscirci… perché… ehm… è spoiler! Lo capirai più avanti. ^^ GRAZIE ancora! Baci!

 

Elita: ciaooooo!!!! Sono contenta che l’incontro ti sia piaciuto… come vedi siamo già a quota due *_* Ma vedremo un po’… ^^ Miro?? Uhm… confesso che non ho ancora idea di come farlo entrare in scena!!! XD Ma ci entrerà… ovvio ^^ Miro/Sango è una coppia che non può mancare <3 GRAZIE mille!

 

Ary22: ciao!!!! Scusami ancora per l’inconveniente su msn XD Sono un disastro ç_ç …Mi sa che le parole “Kagome” e “cotta” non posso stare insieme nella stessa frase… (so che questo ti farà storcere il naso, ma devi aspettare per sapere perché…. *W*) GRAZIE davvero, bacioni!!!

 

Yuly: ciaoooo!!! Permetti… ? Cosa vuol dire “kurato wi”? *me curiosa* O_O’’ Non ne ho la più pallida idea XD Miro ci sarà senza dubbio. I personaggi confermati di questa storia sono: Inu, Kaggy, Rin, Sesshy, Sango e Miro. Koga e Ayame sono fuori, ma prometto che in un’altra storia mi dedicherò anche a loro ^^ GRAZIE, tvb! Kiss!

 

Mikamey: ciaooooo!! Sono contenta che Miro  e la mia idea ti ispirino… *ç* Io lo voglio così! Senza alcun dubbio… :Q_____ GRAZIE dei complimenti, sono lusingata e gioiosa, come sempre d’altronde, dopo aver letto i vostri commenti. Sono molto felice di non averti deluso con l’incontro fra Inu e Kaggy… e spero di aver fatto lo stesso con Rin e Sesshy… ho già spoilerato su questo… e quindi posso ripeterlo… saranno una coppia abbastanza hot *_* XD E mi raccomando, dimmi se ti è piaciuto il famoso e tanto atteso XD secondo incontro di Inu e Kaggy! <3 Ok… spoilero di nuovo… (mi dispiace tenervi sulle spine) il secondo incontro era più che altro importante per inu… a buon intenditor… XD

 

Roro: ehi ciao!!! XD Lascia perdere le scuse per non aver commentato prima… XD Chissene <3 Hai visto? Non solo Rin e Sesshy in questo chap… ma anche Inu e Kaggy! *_* Contenta? Ti RINGRAZIO infinitamente perché mi sostieni anche su msn… e tutto il tuo entusiasmo mi coinvolge. Ti voglio bene *W* Bacioni!!!

 

Michiyochan: Ah ah! Allora… l’incontro fra rin e sesshy? Che ne dici di questo loro modo di “conoscersi”? XD Ti domandi cosa sia successo dopo quella carezza? Tranquilla… (altro spoiler =_=) nulla… almeno per ora XD Guarda… l’idea di far incontrare miro e sango durante una lezione mi era venuta per kagome XD Cioè, all’inizio volevo che inu e kaggy si incontrassero durante una lezione di sango ^^ Ma poi… altre idee… e siamo arrivati qui. Ora non so… vedremo x3 Come ho detto sopra, sono andata avanti “mentalmente” con la storia… e quindi ho immaginato la fine ma non i prossimi capitoli!! XD E il secondo incontro… ho già spoilerato… dipende tutto da inu ^^ Baci e GRAZIE!!!

 

Kaggy_Inu91: ehhhhhh XD allora… GRAZIE innanzitutto, e poi… ciao! XD Inu e Kaggy si sono incontrati, con vostra somma gioia… ed ho già scritto il secondo incontro! Scommetto che sarete contenti! <3 Io molto! Ahaha, è vero, Kaggy è stata colta di sorpresa!! Ma la sua reazione dipende da qualcos’altro… *sguardo sadico di chi sa ma non vuole dire* XD baci!!!

 

Bchan: uhuhuh, sbaglio o sei una new entry?? Benvenuta fra i recensori <3 Questo ti sembra un aggiornamento fatto “in fretta”?! Spero di si! <3 E come hai visto, non ho parlato solo di Rin e Sesshy… ^^ Questo era il loro vero primo incontro.. come ho detto prima, soprattutto per inu…

 

..e vi sto che vi sto ponendo molti quesiti, li ribadisco, e chissà che qualcuno non ci azzecchi! Alla prima domanda potete dare una risposta (anche esatta!) mentre alla seconda direi che potete azzardare delle ipotesi…^^

Perché questo secondo incontro – Per Inu e Kaggy – era come il loro primo incontro? (Spoilerino… riguarda Inu ^^)

E su Rin e Sesshy che dite? Sogno o son desto?

E un’altra piccola domanda… Vorreste che il rating passasse da arancione a rosso? (in pratica NC17) Ditemi i vostri pareri! ^_^

 

Grazie a chi mi ha aggiunto ai preferiti… chissà se c’è qualcuno di nuovo… altrimenti ribadisco un enorme GRAZIE a chi mi ha già aggiunto prima! *_*

…Non ci credo!! Siete 11 *OOO* Eravate nove, prima! GRAZIE!!!

 

1 - ary22
2 - baby_dark
3 - Bchan
4 - dany chan
5 - eiby
6 - Lella92
7 - mikamey
8 - Onigiri
9 - roro
10 - sunsunset
11 - Toru85

 

Cos’altro dire se non… al prossimo capitolo!

Bacioni, Meg.

 

 

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Capitolo 6
*** Il Gazebo di Rose. ***


 

Alchimia dei sensi.


 

 

 

Capitolo sei.
Il Gazebo di Rose.

 

 

 

Dopo che Kagome aveva fatto colazione, Kaede era scomparsa oltre le scale. Aveva sorpassato il primo corridoio delle camere da letto ed era arrivata di fronte alla stanza di Sesshoumaru No Taisho. La aprì tranquillamente, col suo mazzo di chiavi personale.

Entrò nella stanza superando i divanetti. Il suo obiettivo era la scrivania, e la raggiunse a grandi falcate. Sfilò il mazzo di chiavi dalle sue mani, cercandone una in particolare. Dorata, sottile, piccola. La prese fra le dita infilandola nella serratura del secondo cassetto a destra. La girò due volte, poi lo aprì.

La cartelletta marrone del testamento, rilegata con un nastro rosso, spiccava fra il legno color mogano. La tirò fuori, delicatamente, e la poggiò sulla scrivania.

«Quanti segreti, Inu No Taisho» pronunciò, con un mezzo sorriso.

Ricontrollò i fogli presenti, e come già sospettava, ne trovò un altro. Sorrise.

In alto a destra, compariva la data. Più sotto, un titolo che già prometteva l’argomento di quel documento.

 

“Revocazione di ogni mia precedente disposizione,

 in favore delle richieste di mia moglie Izayoi Inezumi.”

 

 

 

 

 

Sango Hirai era una ragazza brillante, ingegnosa, studiosa. Aveva un intelletto molto sviluppato, una memoria precoce ed un’insana bravura con i calcoli matematici. Una specie di piccolo genio.

La sua devozione, però, andava alle scienze, alla natura. Non era una ragazza da laboratorio o scavo archeologico: blandiva le nuove tecnologie in favore di quelle antiche. Per lei, compiere una ricerca su un testo antico, era indubbiamente migliore che attuarla tramite un sito internet.

Vi era un particolare motivo per cui aveva accettato di soggiornare nella Villa Taisho, quell’estate. In primis, necessitava di denaro liquido, urgentemente. Doveva sfamare suo fratello e la sua famiglia, lacerata dal pagamento dei suoi studi. In secondo luogo, villa Taisho conservava – e avrebbe conservato, piante inesistenti in altri luoghi del Giappone. Il suo bisogno di studiarle l’avevano convinta a accettare le richieste di Sesshoumaru No Taisho.

Quella mattina era partita verso le nove, chiamando un taxi. Suo padre era occupato col lavoro, e sua mamma doveva fare la baby-sitter part tyme. Inutile dunque richiedere a loro la possibilità di essere accompagnati.

La sua famiglia le sarebbe mancata. Erano sempre sul lastrico, ma erano eccellenti persone, gentili e buone. Tuttavia, colui che le sarebbe mancato più di tutti era Kohaku Hirai, il suo fratellino di undici anni. Era un bambino delizioso, molto intelligente e furbo.

Il taxi sfrecciava veloce fra le vie di Tokyo, e Sango si ritrovò a domandarsi come sarebbe stato vivere a Villa Taisho. Noioso? Non lo credeva possibile. Affascinante? Quello era ovvio. Aveva fatto una gita di classe dedicata esclusivamente a Villa Taisho, e per quanto avesse visto gli interni solo in fotografia, sapeva che erano meravigliosi. Fastidioso? Indubbiamente. Inuyasha No Taisho era solo un bambino viziato, e l’idea di dovergli fare da tutor la scandalizzava. Si trattava di uno di quei ragazzini che non comprendevano minimamente la pesantezza delle loro azioni. Comprensibile che avesse distrutto mezza palestra in una rissa.

Continuò a fissare oltre il finestrino, in attesa.

 

 

 

 

 

«Vedo che ti sei degnata di scendere» mormorò una caustica Kagome, notando la figura longilinea di Rin comparire nel salotto. I suoi occhi si assottigliarono. Non era realmente arrabbiata con lei: voleva solo fare l’offesa.

La piccola la ignorò con lo sguardo. «Buon giorno, Kachan» disse, e si avviò verso la cucina.

La diciottenne spalancò gli occhi, sbalordita, e scattò in piedi, seguendo sua sorella. «Rin!» la chiamò, sorpresa.

Lei si voltò verso di lei. «Uhm?» chiese.

«Mi stai evitando?» domandò, piccata.

La piccola scosse il capo. «Ma che dici?!» esclamò, sorpresa «volevo solo dare il buon giorno a Kaede».

Kagome aggrottò le sopracciglia. «Ah. Pensavo fossi… arrabbiata con me per stamattina» biascicò, scegliendo con cura le parole.

Rin la fissò, atona. «Stamattina?» ripetè, come se non capisse.

La diciottenne annuì. «Si… scusami, non volevo entrare così di botto… è che… beh… scusa» disse, grattandosi la nuca con le dita affusolate.

La piccola la guardò a bocca semi aperta. «Oh…non c’è… problema!» concluse, con un sorriso. «Scusami tu».

Kagome sorrise a sua volta. «No davvero, mi dispiace… ma sono contenta che tu non ce l’abbia con me» mormorò, stampandole un bacio sulla guancia «piccola Rin».

Si sorrisero, dolci. «Kachan, vado a salutare Kaede. Sai dov’è?».

«Stamattina ha fatto colazione con me… però ora non saprei» borbottò.

«Oh… non importa. La cerco io» la rassicurò.

«Non c’è né bisogno» esordì la voce affabile di Kaede, comparendo alla loro destra.

Kagome la fissò, alzando un sopracciglio. Com’è che questa donna ha la capacità di comparire dal nulla? si domandò, stizzita.

«Seguitemi. Devo comunicarvi una notizia in privato» esordì, seria.

Kagome e Rin si guardarono, curiose.

 

 

 

 

 

«L’ufficio di Inu No Taisho…» sussurrò Kagome, guardandosi intorno, sorpresa. Lo immaginava esattamente in quel modo, in effetti. Mobili belli ma non sfarzosi… colori un poco spenti ma eleganti… Ricordava Inu No Taisho come l’uomo che quando era piccola giocava ogni tanto con lei, la prendeva in braccio e la faceva volteggiare per aria. Da quando aveva compiuto dieci anni, però, non lo aveva più rivisto…

«È bello» mormorò Rin, fissando l’albero genealogico. Era una cosa straordinaria. Largo almeno due metri, alto tre, segnalava tutti i nomi dei membri della famiglia Taisho… con calligrafia stranissime ma bellissime. I primi nomi erano abbastanza sbiaditi, ma l’ultimo splendeva particolarmente: Kagome. «Ci sei anche tu, Kachan» mormorò, sorpresa.

La diciottenne aggrottò le sopracciglia, non capendo. Le si avvicinò velocemente, notando che di fianco al nome “Izayoi” compariva “Sumiko” ed infine il suo. Cercò la legenda, alla sua destra. I legami di parentela stretta erano segnati col rosso. Cioè che univa Izayoi a Sumiko era un ramo decisamente color vermiglio. Sospirò.

«Buongiorno, Kaede» fu l’esclamazione perfettamente controllata di Sesshoumaru No Taisho, fermo sulla porta, con lo sguardo inchiodato su loro tre. Si concesse un istante per osservare completamente la figura sinuosa di Rin, e lei sentì le guance diventarle bordeaux.

Oh Kami… pensò, non appena lo vide. La notte prima lo aveva sognato. Ed era stato tutto così maledettamente… vero. L’aveva dolcemente carezzata… aveva sentito il suo alito freddo come il ghiaccio sfiorarle il collo… si era saggiata di quelle lame dorate che la guardavano, rapite. E cielo, aveva fatto lo stesso sogno ben due volte.

Un rumore simile ad una corsa interruppe quello strano silenzio che si era venuto a creare.

«STUPIDA VECCHIACCIA…!» la voce di Inuyasha inondò la stanza «…che cavolo vuoi?». I suoi occhi erano corsi con orrore a Kagome, dilatandosi. Notò anche la presenza di suo fratello fissarlo più che profondamente, e indossò nuovamente la sua maschera di freddezza. «Che diavolo ci facciamo qui?» domandò, scontroso.

Kagome sentì il suo cuore battere all’impazzata. Cosa accidenti le stava accadendo? Non era comprensibile. Non poteva… diamine, le prudevano le mani. Era così fastidioso! Scansò lo sguardo dall’affascinante mezzodemone.

La donna anziana li fissò, indicando loro di prendere posto sui divanetti.

Kagome si sedette vicino a Rin, il più lontano possibile dall’hanyou. Lui parve fare lo stesso, e si posizionò esattamente di fronte a lei, di fianco a Sesshoumaru.

«Bene. Sono qui per comunicarvi che è stato rivelato un altro documento del testamento di Inu No Taisho».

La reazione di Inuyasha e Kagome fu immediata: il mezzodemone fissò Kaede imbronciato, sbottando parole poco gentili: «E allora perché queste due sono qui?!».

Kagome si sporse in avanti, nello stesso istante. «Mi scusi, ma noi cosa centriamo?».

Al sentire la voce dell’altro sopra la propria, Inuyasha e Kagome si fissarono, e la rabbia gli ricoprì il volto. Ma la diciottenne continuò a percepire il prurito alle dita. Cominciò ad attorcigliarsele, nervosa.

Kaede sorrise. «Vi prego di stare calmi. Vi leggo cosa dice il nuovo documento». Detto ciò si avvicinò alla scrivania e prese la cartelletta marrone fra le mani, estraendone un foglio. Si schiarì la voce.

 

Tokyo, 23 maggio 2006.

Io sottoscritto, Inu No Taisho, revoco ogni mia precedente disposizione in favore delle richieste di mia moglie Izayoi Inezumi.

 

Kagome si impose di stare zitta, continuando a rigirarsi le mani fra loro, nervosa. Sesshoumaru la fissò, algido, passando dalla sua espressione ai suoi gesti frenetici.

Poi guardò Rin.

 

Nei documenti precedenti, avevo ceduto Villa Taisho e tutti i terreni circostanti alla mia prole. Revoco questa disposizione a proposito del Gazebo di Rose, la costruzione privata che ho fatto edificare e progettare esclusivamente per mia moglie Izayoi.

 

La piccola sentì uno sguardo trapassarla da parte a parte. Con lentezza, spostò i suoi occhi in quelli di Sesshoumaru. Sentì il suo corpo prendere fuoco. Le stesse fiamme che ardevano in quelle lame dorate che la fissavano.

 

Il Gazebo di Rose e la sua manutenzione, dopo la mia morte, sarà compito di Kagome Higurashi.

 

Gli occhi di tutti i presenti si puntarono in quelli color cioccolato della ragazza, che aggrottò le sopracciglia, confusa. «M-mia…?».

Kaede socchiuse gli occhi, col preciso intento di andare avanti.

 

Piccola Kagome, rimembro ancora quando ti facevo volteggiare in aria sotto gli occhi vigili di tua madre. Spero che anche tu abbia un piccolo ricordo di me, come spero li avrai di Izayoi. L’amore che provava per te era l’amore che avrebbe provato per la sua stessa figlia.

 

La diciottenne sentì la commozione salirle fino agli occhi, ma si impose di non piangere. Certo che vi ricordo! urlò nella sua testa, gioiosa. Ricordo ogni singolo istante.

Inuyasha fissò la mora a lungo, percependo il suo stato d’animo. Fu incredibile come gli parve di capire la ragazza come mai prima d’ora, e fu soprattutto difficile resistere a quella morsa allo stomaco che lo invitava a consolarla e stringerla fra le sue braccia per sempre.

 

Sono certo che sarai in grado di curare il Gazebo di Rose come nessun altro potrebbe fare: è il luogo più incantevole di tutta Villa Taisho, e sono sicuro che quando lo vedrai te ne renderai conto anche tu.

In fede e con amore, Inu No Taisho.

Lì, Residenza No Taisho, Tokyo, Giappone.

 

Un’innaturale silenzio calò nella stanza.

Kagome era incredula: per quale motivo le avevano donato una parte della casa? Lei non era di famiglia! Come poteva meritarlo?

Rin lasciò scivolare la sua mano in quella di sua sorella, con un largo sorriso. Ignorò il pesante sguardo di Sesshoumaru su di se e si concentrò sulla persona a lei più cara. Si guardarono, dolcemente.

Inuyasha fissò la ragazza, atono. Poi si alzò di botto, facendola sussultare. I suoi occhi dorati sembrava lanciare scintille di rabbia. Uscì sbattendo la porta.

«Kagome, non ti preoccupare…» asserì Kaede, riferendosi a quella sconvolgente uscita.

La diciottenne fissava ancora la porta, con quell’incessante batticuore. Il prurito alle mani era sparito. «Io…» sussurrò, confusa «potete mostrarmi il Gazebo di Rose?».

 

 

 

 

 

Quando Kagome giunse di fronte al Gazebo di Rose sentì la commozione ritornare nuovamente a prendere possesso di lei.

L’ingresso era nascosto in mezzo alla fitta boscaglia, sulla sponda sinistra del Lago. Vi si giungeva seguendo un tortuoso sentiero, costellato però di fiori colorati e bellissimi: spiccavano le rose rosse, rosa e bianche.

Ma quando finalmente arrivavi di fronte al Gazebo, era come vedere un’esplosione di luce. La costruzione era in legno scuro, quasi grigio, dal tetto a cupola. L’intero gazebo era ricoperto di rose: rosse, rosa e bianche, in sprazzi grandi e piccoli, con fiori cadenti, dallo stelo lungo e corto. Sui lati i fiori si diradavano lentamente, sfociando in una distesa erbosa perfettamente irrigata. E quel piccolo ingresso ricurvo sembrava invitarti ad entrare, con un’atmosfera magica.

Kagome non seppe trattenersi ed una piccola lacrima le sfiorò la guancia rosea. Mosse qualche passo, incerta se il muoversi avrebbe distrutto quel momento. I suoi occhi ondeggiavano sulle rose, su quel buio che pareva richiamarla a se…

Vi entrò.

E fu rapita dalla sua bellezza. Vi era un tavolo circolare, al centro, e la panca seguiva il contorno di tutto l’edificio. Una fiaccola giaceva spenta, al centro, ma Kagome si lasciò cadere sul bordo della panca.

Nuove lacrime corsero ai suoi occhi, copiose. Si portò le dita al volto, ridendo e piangendo allo stesso tempo.

 

 

 

 

 

Non notò al centro del tavolo un incisione fatta scioccamente con un taglierino. Non un lavoro perfetto, ma un lavoro bellissimo. Un enorme cuore, al cui centro vi erano scritte due iniziali:

I.I.










 

Inuyasha, appollaiato su un albero, lanciò un’occhiata al Gazebo, sentendo l’odore di sale pur non volendolo. Qualunque cosa lo legasse a quella ragazzina, era indistruttibile.

Alzò lo sguardo verso il cielo blu.

 

 

 

 

«Grazie dell’accoglienza» esclamò Sango Hirai, prendendo sotto braccio le valigie. Alzò gli occhi sulla villa, entusiasta.

«Prego. Vi auguro nuovamente il benvenuto nella Residenza No Taisho».

 

 

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...

 

 

Ciao a tutti ^^ Come state? Io sono di ottimo umore, perché stasera sono andata avanti con i capitoli ed il prossimo mi piace particolarmente. (Roro e Marty sanno perché >_<)

 

Allora… scommetto che siete rimasti un po’ a bocca asciutta per la scarsa presenza di scene “love-love” XD Perdono, ma avevo bisogno di riportarvi un po’ all’argomento principale: i misteri *_* Come mai Izayoi ha lasciato questo gazebo proprio a Kaggy? Ehehe… E di chi sono le iniziali sul tavolo del gazebo? (evviva le domande facili…^_^’’)

 

E poi… finalmente arriva Sango! ^_^ Come vi sembra? Vi spiace se l’ho resa un genietto? Beh… vedrete un po’ più avanti… <3 Figuratevi che io odio scienze, ma … non lo so, ce la vedo Sango ad amare la natura e a studiare botanica. *-*

 

E ricordate? Nel primo capitolo Sesshoumaru apriva il cassetto del testamento con una chiave, che lui affermava essere “l’unica copia esistente”… che ne dite? Sarà stata quella di Kaede, oppure Kaede ne ha un’altra? (mi diverto a porvi dei rompicapi assurdi… >_<)

 

Ora vi RINGRAZIO infinitamente come al solito, perché mi sostenete, mi commentate, mi volete bene e mi aggiungete anche ai preferiti. =) Ma andiamo per gradi.^^

 

Bchan: ciao!!! Il tuo ragionamento non fa una piega… ^^ sulle scale è la prima volta che inu la incontra da mezzodemone, ed io volevo proprio dire questo. Complimenti!!! ^_^ Un’altra fan delle lemon… *_* beh, vedremo, per ora non ho in programma nulla… anche perché sesshy sembrerebbe agire di notte XD ed inu e kaggy sono ancora abbastanza “distanti” …. Vedremo dal prossimo capitolo <3 GRAZIE mille, ti voglio bene! Mi dispiace molto che quando torno io tu parti… ma spero che al tuo ritorno ti aggiornerai sulle mie pubblicazioni! *_* Kiss!

 

Pretty: ciao!!!! Uhm… si, ti confermo che sessho si è limitato, come hai visto… (rin dice che l’ha accarezzata tutta notte **) E GRAZIE per i complimenti sulla descrizione della scena… anche a me piacerebbe <3 e poi, sognare non fa male! XD Su Kaggy hai ragione, che idiota =_= (ehi! O.O ndKaggy) XD Per quanto riguarda il rating il tuo ragionamento mi sembra il migliore… anche perché io non credo di essere in grado di scrivere storie vietate ai minorenni… (ma non si sa mai, ogni tanto sfodero il mio lato perverso… XD) E per le vacanze…. Davvero anche tu non ci sarai??? Ç_ç Uffi… mi sentirò sola!! Ç_ç Vabbè… io continuerò a postare e spero di rivedervi al più presto <3 Bacioni!

 

Onigiri: ciaoo!!!! Allora… ^^ Sono contentissima che la parte su sessho e rin ti sia piaciuta, perché anche io sono molto simile a te… nel senso che vedo rin, non come la sua amante ma come qualcosa di più puro. Però io… volevo questo loro rapporto. Comunque poi vedrai come si evolve… è tutto molto più complicato di quello che sembra, deve ancora venire fuori un dettaglio molto importante. Probabilmente quando lo leggerete, capirete (quasi) tutto XD e GRAZIE di ritenere la mia fic così bella e favolosa! *_* Sei davvero gentile. Su rin… che non si sveglia… questo beh, è più complicato da capire, dovete “lasciarvi andare” molto alla fantasia, da adesso in poi, sia per inu/kag che per sesshy/rin… ve lo consiglio. ^^ E Inu e Kag… grazie, grazie. ^^ Davvero hai avuto il batticuore due volte? Me onorata! (allora aspetta con ansia il prossimo capitolo… *-*) Per quanto riguarda le vacanze: si, sono vacanze.. U_U ma lo ammetto, mi mancherete davvero. Per la vostra costanza nel commentare, per il sapere che comunque voi siete “lì”. Mi aiutate davvero *_* GRAZIE. Per quanto riguarda i misteri… beh, io non demordo! Provaci <3 E sul rating… sto piano piano maturando la mia idea. Credo che lo lascerò così. Vorrei avvisare all’inizio del capitolo, ma da un altro punto di vista non vorrei farlo… vi anticipo già tutto! XD Quindi vedremo… ^^ Spero davvero di non deluderti, e GRAZIE ancora! Ciao, ti voglio bene! Kiss!!!

 

Mikamey: ciao!!! Sono contenta che la parte di sesshy e rin ti sia piaciuta, spero di riuscire a scriverne altre simili. (avrete capito che andrà avanti di notte in notte… ._.) Su Kaggy… oh! Una che ha notato che è sempre sicura di se e poi non lo è più… la confusione regna in lei <3 Vedrai nel prossimo capitolo <3 Il tuo ragionamento sul vedere la parte debole di inu e poi esserlo è stupefacente, mi piace moltissimo!! *_* non ci avevo minimamente pensato!!! Per il rating, ribadisco, io scriverò quel che scriverò… poi, boh vedremo. Ma l’idea di avvisare mi piace sempre meno… perché poi capireste che c’è una scena hot *_* e questo non mi garba. (si è inteso che amo i misteri… XD) GRAZIE di tutti i tuoi complimenti e alla prossima <3 baci!!!!

 

Kaimy_11: ciao!!! Come va?? Io molto bene ^^ (ma che fai?! Ti rispondi da sola ndTu) XD Ma parliamo della storia. Su Inu e Kaggy hai detto tutto tu, e con gioia ti confermo che sarà così. (il prossimo capitolo, lo anticipo… è per i fan di inu e kaggy… >.<) Attratti è una parola un po’ priva di significati per il loro rapporto… ma vabbè, ora come ora è così. Più avanti non lo sarà. ^^ Sesshy… si, ha bisogno di sentirla. Perché lui si impone di non farlo, e alla fine cede, ma non vuole distruggere il suo orgoglio, e lo fa nel sonno. =_=’’ Insomma, un testone… XD GRAZIE del tuo commento così gentile e pieno di complimenti!!! Baciii!!!

 

Yuly: ok! Adesso finalmente ci intendiamo XD accetto tutti i prossimi “wii” che arriveranno *_* Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ed aspetto la recensione anche per questo, ok? ^__- Kiss e GRAZIE!!

 

Michiyochan: ciao!!!! Velocissima?? XD Sono a casa quasi tutto il giorno, senza avere nulla da fare (compiti nada… -_-’’) Niente modi di conoscersi normali per quei due… era scontato dirsi ciao XD Per te Rin era sveglia…? Uhm… parrebbe di no! In questo capitolo confessa di averlo “sognato”… ma cosa succederà se sesshy si spingerà oltre alle carezze? *ç* Per il secondo incontro.. Bchan l’ha capito, è perché inu era finalmente mezzodemone, e questo significa molto… (nel prossimo capitolo sarà lui stesso a dirlo…. O_O oddeo quanti spoiler sto facendo!) Si, parto, ma mi mancherete e la mia testa continuerà a lavorare su questa storia *_* Baci e GRAZIE!!!! Tvb!

 

Kaggy_Inu91: ciao!! No problem per i commenti… ^^ GRAZIE per i complimenti su rin/sesshy e inu/kag *_* Aspetto il commento lungo, eh?! XD Nuu, scherzo. Fai quel che vuoi. GRAZIE ancora per il tuo commento e baci!!!

 

Roro: ciao!!! Dopo tutto quello che ti ho anticipato, ti spetta un bellissimo ringraziamento XD E smettila di dire che sono brava se poi ti sminuisci subito ò.ò Comunque… GRAZIE davvero *_* Sono felice che il II incontro di inu e kaggy ti sia piaciuto! Per la scena sesshy/rin… mi sono scervellata per quelle frasi in corsivo XD  E anche se favorisci sempre inu/kag >.> sono contenta che ti sia piaciuto il primo pezzo! Per kaggy ed inu se ne prevedono delle belle… (il prossimo chap *ççççç*) lo confermo!!! XD E rin, si è abbastanza indifesa… per ora^^ perché sesshy la vede tale. Ma in realtà ha un carattere forte, ha subito tanto. Per il dilungarti… fai pure!!! Sei hai notato, più sono lunghe le recensioni più sono lunghi i ringraziamenti e questo mi rende felice… mi piace avere un rapporto con voi, scambiarmi idee sulla fan… *__* GRAZIE infinite, ti lovvo!!! Kiss!!!

 

Aryuna: ciao!!!!! Come stai?? XD Non ti preoccupare se non ricordi più nulla… capita anche a me ^^ Mi sembra di avere il vuoto al momento di fare le recensioni <3 Si, Inu e Sesshy sono da sbavo *_* anche se ti confesso che preferisco Inu per quel che so io su questa storia… *ç* La famosa frase è rimasta impressa a tutti… xD Volevo una frase ad effetto per la fine del chap, e voilà!!! >.< Sai che non ho idea di quanti soldi spendano? Non lo voglio nemmeno sapere… =_=’’ E sango!! Arriva!!! Nel prossimo capitolo sarà ufficialmente nel cast! (guarda che non è un film ù.ù ndSango) ops, già XD Beh, arriva! Sesshy cancellare la memoria? Uhm.. no, sei fuori strada… ^^ E per il titolo… probabilmente ti riferisci al senso pratico di “alchimia”… ma non è quello che intendevo io… ^_^’’ E comunque, i tuoi commenti non sono affatto inutili! Hai provato a rispondere ai miei quesiti e mi fa molto piacere… continua così!!! GRAZIE per il commento e baciiii!!!

 

Ci ho messo un sacco a ringraziarvi tutti ma ne è valsa la pena… XD Come al solito, grazie anche ai lettori e a coloro che mi aggiungono ai preferiti, che sono diventati 16! *O* Vi amo!!!

 

1 - ary22
2 - Aryuna
3 - baby_dark
4 - Bchan
5 - dany chan
6 - Dolce Sango91
7 - eiby
8 - jessy101
9 - Kaimy_11
10 - Lella92
11 - mikamey
12 - Onigiri
13 - Rohchan
14 - roro
15 - sunsunset
16 - Toru85

 

Non immaginavo sareste mai arrivati a questo numero… ç_ç grazie!

Al prossimo (fatidico e atteso XD) capitolo!

Baci, Meg.

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Capitolo 7
*** Terribile tentazione. ***


 

Alchimia dei sensi.



 

 

Capitolo sette.
Terribile tentazione.

 

 

 

 

 

«Sono molto contenta di conoscerti, Sango» mormorò Kaede, gentilmente, stringendo la mano alla nuova venuta. «In questo momento Inuyasha non è in casa, mi dispiace».

Molto meglio, si disse dentro di se. Poi sorrise. «Questa villa è favolosa» mormorò, con gli occhi luccicanti. Guardò i soffitti alti, i quadri ed i pavimenti di marmo…

«Questo mi lusinga, Signorina Hirai» esordì una voce maschile alle sue spalle. Sesshoumaru No Taisho era giunto dal salotto, cinto in pantaloni neri eleganti ed in una camicia inamidata. «Benvenuta».

Lei abbassò il capo, in segno di rispetto. «Spero siano bene accette… le lusinghe» rispose, con un sorriso indisponente.

Il demone la fissò, atono. «Lo sono sempre» mormorò.

La ragazza lo guardò attentamente. Era un uomo sui vent’anni, forse di più. Aveva un portamento elegante ed impeccabile, ma il suo volto sembrava molto freddo e scostante… risultava addirittura fastidioso, se corredato alla sua voce da serpente.

«Sono molto contento che siate arrivata. La vostra stanza è al piano superiore, e spero che il soggiorno sia di vostro gradimento».

«Non ho alcun dubbio al riguardo» ammise, con tacito sarcasmo.

Lui la guardò, glaciale. «Organizzatevi voi stessa con Inuyasha. Se volete, stasera sono disponibile, arrivederci». Si congedò molto formalmente, e si avviò alla sua destra.

In tutto quel discorso, Kaede era scomparsa. Sango fece un respiro profondo.

«Una ragazza della mia età?!» fu l’esclamazione che raggiunse le sue orecchie. Sembrava fosse stata una voce femminile a dirla. Lasciò a terra il borsone e si sporse nella sala da pranzo. Kaede stava discutendo con una ragazza dai capelli color ebano e gli occhi color cioccolato.

«Ciao» mormorò, gentile, al suo indirizzo.

La ragazza che aveva chiesto di lei si voltò dalla sua parte, sorpresa. Poi sorrise. «Oddio! Hai davvero la mia età!» esclamò, sorpresa «e sei una ragazza!» mormorò, al culmine della gioia.

Sango aggrottò le sopracciglia. «Eh… già» sussurrò.

«Piacere, io sono Kagome!» corse verso di lei e le porse la mano, affabile. «Vieni da Tokyo, vero? L’ho capito dai tuoi abiti» mormorò, indicando i jeans a sigaretta e la canottiera nera. «Ma non hai caldo?» borbottò, guardando la minigonna e il top bianco che indossava lei stessa.

Sango si sentì tempestata di domande e la sua espressione – molto probabilmente - lo trasmise.

Kagome portò le mani avanti, in segno di scuse. «Perdonami, ma quando sono agitata o felice comincio a parlare a macchinetta!» disse, ridendo.

«Il che accade veramente molto spesso…» esordì un’altra voce. Un’altra ragazza aveva fatto il suo ingresso nella sala da pranzo. Aveva il volto più infantile che avesse mai visto: gli occhi grandi, le ciglia lunghe, il naso piccolo e le labbra carnose. Poteva dimostrare si e no dodici anni, fino a che non osservavi il suo corpo maturo.

«Lei è Rin, ed è la mia sorellina adottiva» mormorò Kagome, calcando con acidità il nome della piccola.

Che caratterino. «Piacere» disse, educata.

«E tu?» chiese Kagome, impaziente «come ti chiami?».

«Sango Hirai» mormorò, pacata.

Rispetto a lei, la diciottenne dagli occhi color cioccolato sembrava un tornado. «Vieni da Tokyo?».

«Si… dal quartiere Adachi» mormorò.

Kagome spalancò gli occhi. «Oh.. ma è proprio qui vicino!».

Sango annuì, mentre Rin le si avvicinava. «E voi da dove venite?» domandò, prendendo finalmente l’iniziativa.

La diciottenne dagli occhi color cioccolato ne fu entusiasta e sorrise gioiosamente. «Da Suginami. Abitavamo in un tempio».

Lo sguardo di Rin si incupì lievemente.

Sango fu sinceramente interessata a quell’informazione. «Davvero? Risalente a che epoca?».

«Medioevo» rispose, gentile.

Rin sorrise. «Sei qui in visita?» domandò, incuriosita.

«Oh, no» disse, scuotendo il capo «devo fare da tutor ad Inuyasha No Taisho».

Kagome sussultò visibilmente.

«Tutto ok?» le domandò Sango, preoccupata.

La mora annuì, con un vago rossore sul volto. «Oh… si, si» poi tossì «da tutor ad… Inuyasha?» biascicò, faticando a pronunciarne il nome.

«Si, me lo ha chiesto suo fratello». Sango alzò un sopracciglio vedendo ripetersi un sussulto ma – questa volta, proveniente da Rin. Le fissò, stranita. «E voi come mai soggiornate qui?».

«Io» disse Kagome, prendendo parola «sono… cugina di Inuyasha» ammise, con un lieve tremore. Sorrise falsamente.

«Ah. Non ne sembri felice» azzardò, con un sorriso «hai ragione, è davvero insopportabile».

Kagome arrossì furiosamente. Non è affatto quello che intendevo! «Eh… già…» sussurrò «ma tu come lo conosci?».

Sango sospirò. «Vado nella sua stessa scuola» disse «ma non ci ho mai parlato, non lo sopporto».

Rin aggrottò le sopracciglia. «Come mai? Sembra una brava persona» mormorò, gentile.

La nuova ospite spalancò gli occhi, incredula. «Una brava persona?!» scoppiò in una risatina isterica «è un vandalo senza alcun senso di responsabilità!» sbottò, infastidita «per colpa sua il preside ha richiesto ad ogni studente una quota per ricostruire la palestra!».

Kagome la fissò, sorpresa. Un vandalo?, pensò, sconvolta. «Ricostruire la palestra…?».

«Si, l’ha praticamente distrutta in una rissa» esclamò, piccata «e a noi tocca pagare». Era ovvio che si fosse trattenuta dall’esclamare un fitto elenco di parolacce.

Kagome e Rin si guardarono, stupite.

«In effetti è… quasi sempre arrabbiato…» ammise Rin, alzando le spalle.

Sua sorella la ignorò. Quando l’ho visto da umano non era arrabbiato, si disse, dolcemente. Anzi, pareva tranquillo. Poi aggrottò le sopracciglia. Però forse lo era perché era proprio umano.

«Quanto ti fermerai?» domandò Rin, felice di avere un’amica in più.

«Non ne ho la più pallida idea» ammise lei, scuotendo le spalle «penso a lungo… visto che quello là ha da recuperare almeno cinque materie».

Rin spalancò gli occhi. «Oddio! Cinque!? Poverino!».

Kagome si zittì. Cosa gliene importava a lei di quante materie doveva recuperare Inuyasha No Taisho? …Già, proprio niente. Oh, ma che sciocchezza! A lei gliene importava eccome! Era davvero preoccupata. Un vandalo, un picchiatore? Eppure sembrava così… pacato. Beh, pacato forse no, ma controllato si. Controllato…

«Ehi Kaggy? Ci sei?» domandò Rin, con una risatina. Poi si voltò verso Sango. «Ogni tanto se ne va nel mondo dei sogni…». Qualche istante dopo si diede della sciocca per quella battuta: chi era quella che se ne andava davvero nel mondo dei sogni? Sorrise tirata.

«Scusate, ero sovrappensiero» mormorò, fissando la nuova arrivata. Aveva il volto ovale e di carnagione molto chiara. Gli occhi erano allungati e molto affascinanti, di un impreciso color nocciola, con riflessi simili all’ametista. Il naso era dritto e sottile, le labbra allungate e carnose. Non aveva mai visto una ragazza così bella. Le venne spontaneo porgerle quella domanda. «Oh Sango, sei fidanzata?».

Lei rimase un istante immobile, poi arrossì come un semaforo. «No! Cosa te l’aveva fatto credere?!» mormorò, con una certa foga.

Kagome alzò le spalle. «Beh… sei una bellissima ragazza…».

Rin annuì. «Davvero!».

Sango arrossì nuovamente e questa volta abbassò il capo. «Ehm… grazie…» biascicò, imbarazzatissima.

Le due sorrisero, intenerite, poi Kagome la abbracciò di slancio. «Mi stai già simpatica!» esclamò, gioiosa.

Rin annuì, con un sorrisone.

Sango le fissò, con un piccolo sorriso. Sono molto simpatiche, ammise a se stessa. Di solito non dava così tanta confidenza. «Beh… grazie dell’accoglienza».

«In quale stanza dormirai?» domandò Kagome, entusiasta.

Si voltarono verso Kaede, ed ovviamente non la trovarono. La diciottenne dai capelli color ebano si lasciò andare ad uno sbuffo. «Possibile che sparisca sempre…?».

«È normale?» chiese Sango con un risolino.

«Oh si!» rispose Kagome, sconsolata, scatenando l’ilarità di Rin «e poi riappare sempre quando meno te lo asp…».

Non riuscì a concludere che sentì qualcuno picchiettarle sulla spalla.

«…etti» biascicò, di fronte al sorrisone di Kaede. Rise istericamente.

Rin e Sango scoppiarono a ridere di quella pessima figura e la tensione si sciolse velocemente.

«Sango alloggerà nella stanza di fianco alla tua, Kagome» mormorò, poi ebbe un’improvvisa illuminazione «Dimenticavo, Kagome: i giardinieri aspettano le tue disposizioni per il Gazebo di Rose».

Lei aggrottò le sopracciglia, ed annuì. «Ma certo! Vado subito!». Si voltò verso Rin e Sango, indaffarata. «Scusate ma devo scappare!» e detto ciò si allontanò a passo spedito.

Sango fissò la sua figura allontanarsi. «Ma dove va?».

«Al Gazebo di Rose. Il padrone di questa villa gli ha lasciato in eredità quell’edificio, e deve curarlo lei» spiegò, gentile.

Kaede annuì. «E non è un lavoro semplice!» esclamò, indicando le scale «seguimi, Sango. Ti accompagno nella tua stanza».

Ma la ragazza fissò nuovamente il giardino. Chissà com’era quel Gazebo... Scosse il capo e si affrettò a seguire Rin e Kaede.

 

 

 

 

 

Kagome era corsa in giardino, dove un folto gruppetto di giardinieri la aspettavano sbuffando. Quando si avvicinò, notò che confabulavano fra loro, ed uno sembrava essere il “giardiniere-capo”.

«Oh! Salve, molto piacere! Io sono Kagom..» ma non riuscì a concludere, perché proprio quell’uomo, la sovrastò con la sua voce.

«Si, certo, ma noi siamo pagati a giornate e vogliamo fare in fretta» sbottò, più che maleducato, guardandola dall’alto in basso.

Kagome socchiuse gli occhi, offesa, ma decise di lasciar perdere. «Benissimo, allor…».

Lui la zittì. «Sbrighiamoci» tuonò, seguito dagli altri giardinieri.

La diciottenne lo fissò, cercando di addolcire la pillola, e si incamminò con lui sul sentiero che conduceva al Gazebo.

«Il Gazebo ed il terreno circostante coincide a nord con l’Osmunda, e questo rovina la crescita delle rose» le comunicò, frettoloso.

Kagome lo fissò, confusa. Osmunda?

«…e c’è un Pollone che ostruisce la crescita delle rose e rovina la visuale est. Lo dobbiamo tagliare?».

«Ehmm…» tentò, senza sapere minimamente cosa dire. Un Pollone? Cos’era, un pollo grasso?! Fissò con orrore i volti dei giardinieri, che attendevano la sua risposta. «Beh… direi…».

Il sopracciglio del “giardiniere-capo” si alzò precipitosamente.

«Tagliate quel pollone alla radice e sistemate gli argini» esclamò una voce autoritaria alle sue spalle.

Kagome si voltò, incontrando lo sguardo dorato di Inuyasha No Taisho. Arrossì fino alla punta dei capelli. Il mezzodemone indossava stranamente una camicia bianca e ciò lo rendeva decisamente molto sexy. I suoi occhi color miele non incrociarono neanche un istante i suoi, ma il prurito alle mani la colpì senza lasciarle scampo.

La sorpassò senza guardarla. «Inoltre sistemate l’irrigazione attorno alle rose e potate le siepi e l’erba».

I giardinieri annuirono, pendendo dalle sue labbra.

Kagome lo fissò, imbarazzata. Che orribile figura aveva fatto! Le veniva incaricato un lavoro e non era nemmeno in grado di svolgerlo! «…g-grazie…» biascicò, imbarazzata. Che diamine le stava succedendo? Balbettava!? Lei non aveva mai balbettato!

Lui si voltò verso di lei, scatenando l’inferno.

Quelle pozze dorate ardevano come fiamme, tanto che sentì una vampata di calore in tutto il corpo. La gola le si seccò di colpo e dovette socchiudere le labbra per respirare. Erano vicini, troppo vicini.

«Non sai che cos’è un pollone, vero?» le sussurrò, roco, guardandola magneticamente negli occhi color cioccolato.

Non riuscì ad interrompere quel contatto visivo, mentre il mondo attorno a lei scompariva come un fiume in piena. Il prurito alle mani sembrò sfocarsi, come la rabbia nei confronti dei giardinieri… Il suo sguardo era smarrito come lei.

«È un ramo cresciuto sul tronco dell’albero…» sussurrò, avvicinandosi inaspettatamente.

Il mondo cominciò a girare, attorno a quegli occhi dorati.

«…e va tagliato, perché altrimenti rovina le altre rose…» soffiò, vicino alle sue labbra.

Si era chinato verso di lei lentamente, ed il suo alito caldo le sfiorava la pelle morbida.

 

Tu-tum. Tu-tum.

 

Rimasero a fissarsi per un tempo indefinito. Miele nel cioccolato. Sembravano cercarsi, rincorrersi, perdersi e poi ritrovarsi. In un gioco di occhiate in cui nessuno poteva uscirne vincitore.

 

Tu-tum. Tu-tum.

 

Kagome sentì il suo respiro affrettarsi, ed il prurito alle mani ritornare improvvisamente a colpirla, con fastidiosa insistenza.

Lui le catturò le labbra in un bacio.

Aveva la bocca ruvida ma piacevole, sensuale. Le sfregò le labbra con le sue, fino a che Kagome non le socchiuse, permettendo di approfondire quel delizioso contatto.

 

Tu-tum, tu-tum, tu-tum…

 

Inuyasha le afferrò il mento fra le dita, con delicata violenza, sfiorando il suo palato sapientemente. La labbra di lei sapevano di una delicata essenza in grado di sconvolgerlo, di distruggere placidamente tutte le sue barriere e sfidare secoli di atroce solitudine.

Kagome sentì le gambe cedergli di scatto, come morbide pezze di stoffa, e la testa girare vorticosamente. Tutto scomparve nuovamente, immischiata in quel bacio mozzafiato che sapeva di qualcosa di sconosciuto ma decisamente bello.

 

Tu-tum, tu-tum, tu-tum…

 

Era un delizioso sottofondo romantico, mentre Inuyasha lasciava scivolare la sua mano callosa sul collo da cigno di lei, fino ad afferrarle saldamente la nuca. Ora non sarebbe più scappata. Le strinse debolmente i capelli, tirandole la testa indietro, assaporando quella bocca così sensuale e deliziosa.

Kagome si aggrappò alla camicia di lui, inebriata da quel bacio passionale e tranquillo, lento ed inesorabile. Qualcosa stava entrando di lei e sapeva che non ne sarebbe più uscito. Affondò le unghie nella stoffa inamidata, rendendosi conto che il prurito era scomparso.

 

Tu-tum, tu-tum, tu-tum…

 

Era una strana sensazione, uno scontro piacevole, un assaporarsi profondo e perfetto. Le loro lingue si univano e si abbandonavano come ammaliate, guidate da una forza superiore.

Inuyasha si lasciò avvolgere da quel profumo talmente forte che sarebbe stato in grado di percepirlo a chilometri di distanza, tanta la sua dolcezza, il suo sapore speziato e delicato… così buono.

I muscoli di Kagome si rilassarono completamente, come mai prima era accaduto, con una tale sicurezza nel concedersi a lui. Il mondo sfocato ruotava ancora attorno a lei, ma i perché e i come non esistevano più.

 

Tu-tum. Tu-um.

 

Si allontanarono lentamente, facendo scivolare le proprie labbra le una contro le altre, con debole piacere, fino a che l’ossigeno non entrò prepotentemente in loro.

Kagome sentì le palpebre pesanti, e quella sensazione di debolezza era talmente piacevole che non le aprì, percependo ancora l’alito caldo di Inuyasha sul suo volto.

Lui non volle lasciare la sua presa. Fece una lieve pressione sulla nuca di lei, raddrizzandole il volto, e con insana indecisione, scivolò con le labbra lunga la sua guancia, inebriandosi del suo profumo buonissimo.

Kagome conficcò le unghie nella camicia di lui, sfiorando la sua pancia piatta. L’alito caldo dell’hanyou la stava uccidendo.

Inuyasha seguì un ideale percorso lungo la sua pelle nivea, sfiorandole le ciglia lunghissime, affondando fra i suoi capelli, soffiandole nell’orecchio, scivolando lungo la sua mandibola. Si stava cibando di lei. E ne era incredibilmente affamato.

Kagome smosse le palpebre, incredula di aver la forza di muoversi. Le aprì lentamente, scuotendo le lunghe ciglia. La prima cosa che vide fu il volto tremendamente perfetto di Inuyasha Hanyou ed un affascinante sorriso che aleggiava sulle sue labbra. Il fiato le si mozzò alla sua vista.

Richiuse gli occhi per l’imbarazzo.

«Quando ti ho visto…» sussurrò lui, a voce talmente bassa che le pareva un soffio di vento «sulle scale… » continuò, sfiorandole la mascella col naso.

Kagome si appoggiò completamente alla sua mano, lasciandosi cullare da quella voce sensuale a pochi centimetri da lei.

«Sono rimasto sconvolto…» esalò, sfiorandole il mento con l’altra mano «eri così bella…» le sue dita corsero alle sue labbra «ed il tuo odore mi stava distruggendo i sensi…» vi passò un dito sopra, sentendole così morbide al tocco «eri così maledettamente invitante…» soffiò, allontanando la sua mano.

Kagome si lasciò sfuggire un gemito roco di protesta.

Lui non le permise di lamentarsi oltre, e le sfiorò le labbra con le sue, continuando a carezzarle con le dita. «ma eri così lontana da me…così irraggiungibile…».

Lei socchiuse le labbra, il respiro affrettato per quel bacio mancato. Il suo capo si adagiò sulla mano di lui, in completa balia dell’hanyou.

Inuyasha non attese oltre e le catturò nuovamente la labbra gonfie per il bacio precedente. Questa volta fu più violento, più roco, come un ruggito di liberazione.

Kagome strinse la sua camicia in una morsa fatale, mentre Inuyasha le piegava la testa a suo piacimento, sfogando una rabbia sconosciuta che lo aveva invaso senza tremori. Le succhiò rabbiosamente il labbro inferiore, facendola gemere sotto le sue cure.

Lei mosse selvaggiamente le mani sul petto muscoloso del mezzodemone, come se quella rabbia fosse giunta anche a lei. Una passione impossibile la costrinse a scivolare sui fianchi del ragazzo fino a cingergli la schiena liscia. La strinse a se.

Inuyasha navigò nella sua bocca facendola sua più volte, fino a che il ritmo di quel bacio non rallentò, come una musica che si spegne, ma che resta sempre bellissima.

Le lasciò lentamente la nuca, sfiorandole i capelli color ebano. Quegli occhi dorati ardevano come mai prima, ed il miele si era oscurato a causa del desiderio.

Kagome rialzò il capo lentamente, col respiro affannoso ed i battiti cardiaci accelerati. Riaprì gli occhi, vedendo il volto perlaceo dell’hanyou. Vi lesse una profonda inquietudine e vi vide lo stesso qualcosa che lei percepiva in quel momento.

Gli occhi di lei brillavano, luccicanti come stelle del firmamento, accerchiati da quelle ciglia lunghissime che non faceva altro che renderla ancora più sensuale di quanto non lo fosse. Le guance erano rosse come mele mature, le labbra gonfie e carnose reclamavano altre piacevoli torture. Il petto si alzava aritmicamente, e le sue mani erano ancora strette attorno a lui.

Le afferrò le dita affusolate, staccandole dalla sua schiena e portandole davanti a lui. Erano calde, bollenti. Le sfiorò.

Kagome guardò il suo volto chinarsi, il suo sguardo allontanarsi da lei ed un tremore scuoterle il corpo. Sentiva freddo. Aveva bisogno del caldo. Gli strinse le mani grandi, cercando i suoi occhi dorati.

Lui alzò il volto, guardandola. Vi leggeva confusione in quelle pozze cioccolatose, preoccupazione e desiderio… il desiderio che quel momento si fermasse per sempre. Allontanò il tocco bruciante di lei dal suo, ed una morsa di gelo lo colse impreparato.

«Ragazzina…» disse, roco. E nemmeno lui comprese se era un saluto, un insulto, un invocazione od una semplice parola.

Si voltò e si allontanò da quella terribile tentazione.

 

 

 

 

 

«Grazie Rin, di avermi accompagnata…» mormorò Sango, sulla porta della sua stanza. I muri erano di un delicato bianco, mentre le lenzuola e le tende blu scuro. E le piaceva. Molto.

Rin sorrise. «E di cosa?» replicò, gioiosa. «La mia stanza è la quinta a destra, ok?».

«Ok» disse, affabile «ora…» mormorò, indicando la stanza «devo svuotare la valigia» mormorò, con un sorriso stanco.

Rin rise un istante. «Ok, ti lascio. Ci vediamo dopo» esclamò, allontanandosi. Percorse il corridoio con grandi falcate, e svoltò a sinistra. In fondo, si stagliava la figura di Sesshoumaru No Taisho.

Rin ammutolì, incapace di pensare. Cosa faccio? si domandò, scioccamente. Mosse qualche passo a rallentatore, fino a che non si rese conto che lui la stava guardando. Arrossì di botto.

Se prima aveva deciso di bloccarsi, ora era più che certa che doveva correre. Abbassò il capo frettolosamente e senza dare nell’occhio, cercò di appiattirsi contro il muro opposto a lui.

Il demone la fissava, atono. Non leggeva alcuna emozione in quel volto. Ma quando riuscì a vedere bene i suoi occhi, fu tutt’altra cosa. Bruciavano, come fiamme infernali, come sempre li aveva visti. E questo la faceva fremere.

Dun tratto notò un particolare. Stava entrando nella stanza affianco alla sua. Kami-sama!, urlò dentro di se, senza un motivo preciso. «Quella è… la vostra stanza…?» domandò, in un sussurro, quando fu a due metri da lui.

Il volto del demone parve imperscrutabile. «Si» rispose solo. Aveva la mano posata sul pomello della porta, ma pareva non volerla aprire.

Rin arrossì nuovamente, immobile in corridoio, guardando quelle lame dorate. Erano come quelle del suo sogno… Solo che nel sogno lui le parlava dolcemente. La sua voce così autoritaria era in realtà molto piacevole, così bassa e roca… Un rossore la colse nuovamente. «A-arrivederci» sussurrò, e a capo chino si affrettò a scendere in giardino alla ricerca di Kagome. Non si guardò indietro, con la paura di incontrare di nuovo quello sguardo ardente.

 

 

 


Kagome era seduta dentro al Gazebo. Poteva considerarlo il suo rifugio, oramai. Era riservato, bellissimo e l’atmosfera era rilassante.

Si lasciò andare ai suoi pensieri.

Cosa diamine stava succedendo? Quello non era stato un bacio.

Il suo primo bacio l’aveva dato ad un ragazzo a scuola, perché aveva avuto una cotta per lui. Una cosa abbastanza infantile: però la cotta c’era. E quel bacio – quello con Inuyasha, era stato infinitamente migliore. Non era possibile che fosse stato migliore perché Inuyasha era un gran baciatore – ma arrossì al ricordo delle sue labbra sulle sue. Non poteva essere solo quello.

Era stato… profondo. Ricordava perfettamente ogni istante, ogni movimento… mentre del suo bacio con quel ragazzino non ricordava nulla. Era come un marchio a fuoco: sentiva sulla sua pelle il nome di Inuyasha No Taisho bruciare dolorosamente.

«Kachan!» esordì Rin, entrando di colpo nel Gazebo.

Kagome sussultò, e si voltò verso di lei. «Oh ciao» mormorò «cosa ci fai qui?».

Rin aggrottò le sopracciglia. «Volevo ripescarti in mezzo a tutte queste piante» mormorò. Si guardò attorno. «Accidenti se è bello questo posto» mormorò, con un sorriso estasiato. «e le rose sono bellissime…».

Kagome annuì. «Si… non capisco ancora perché sia stato donato a me».

La piccola sorrise debolmente. «Io non ricordo molto Izayoi…» ammise «è morta quando avevo otto anni…» sussurrò.

La diciottenne annuì. «Si, me lo ricordo. Eravamo al funerale» poi aggrottò le sopracciglia «ora che ci penso…I-inuyasha» Possibile che balbettasse ogni volta che parlava di lui? «…non c’era».

Rin la fissò, confusa. «Non c’era? Io mi ricordo un ragazzo con gli occhi dorati e i capelli argentati…».

Kagome scosse il capo. «Era Sesshoumaru. Aveva le tracce violacee» biascicò, pensosa. «Che strano».

Rin alzò le spalle. «Magari era malato».

«Ed era assente al funerale di sua mamma? Che sciocchezza» .

«Magari non la amava» sussurrò.

Kagome fissò il legno dei muri, sempre più pensosa. Come faceva a non amare sua mamma? E se invece la amava, come mai non era stato al funerale? Scosse il capo. Perché mi interesso così tanto a lui?

«Kachan, sta scomparendo il sole» disse Rin, sporgendosi oltre la porta del Gazebo «che ne dici se andiamo a mangiare? Probabilmente sono già le sette passate» propose.

Kagome si tirò su in piedi, ma il suo sguardo cadde sul tavolo circolare. «Ehi!» esordì, sorpresa «c’è un incisione qui!» mormorò. Era un enorme cuore intagliato… e al centro c’erano due iniziali.

«I.I.» mormorò Rin, sportasi in avanti per leggerlo. «Sembra… un pegno d’amore o qualcosa del genere».

«Chi ha queste iniziali?» disse, assorta.

«Inuyasha e suo padre, e poi, Izayoi».

Kagome annuì. «Mia mamma… mi aveva parlato di… questo… non ricordo bene… c’entrava con questa incisione… parlava di… chimica, forse… bah».

«Chimica?» ripetè Rin, non capendo.

«Si… una cosa del genere… e mi aveva detto che Inu No Taisho e Izayoi… non ricordo bene. Forse… che si amavano per quello o qualcosa del genere».

Rin sorrise debolmente. «Ci penserai con la pancia piena. Andiamo».

Kagome annuì e la seguì, cercando di ricordare il resto di ciò che le aveva detto sua mamma. Sconsolata, seguì sua sorella verso la Villa.

Forse non era il momento giusto per ricordare.

 

 

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo...





Oddeo, questa volta mi sono data alla pazza gioia *_* è più lungo degli scorsi capitoli… ^^ Di solito arrivavo a sei, sette pagine di word… oggi sono dieci <3 Vabbè.. parliamo del capitolo!

 

Sango!! È arrivataaaaaa! Yatta *W* Però come vedete non è ancora nel vivo della storia… piano piano… >.<

 

Inu e Kaggy… *_* com’era questo bacio? Com’era? Io l’ho detto anche a Roro, ieri sera, che ero rimasta piacevolmente sorpresa da quello che avevo scritto… *ç* Insomma, mi piace molto… credo di essere riuscita ad elevare quel bacio a qualcosa di più… il che era quello che volevo. Ditemi come vi è parso, mi raccomando!! =)

 

Niente scene Sesshy/Rin… questo perché, suppongo lo abbiate capito, mi viene difficile scrivere due scene d’amore nello stesso capitolo… è uno scervellamento terribile! XD Faccio meno fatica a fare capitolo per capitolo. Ma non è detto che sia per sempre… difatti sono riuscita a inserire almeno un pezzettino. È che per ora ho le mani legate… Sesshy va nei suoi sogni… e Kaggy ed Inu si vedono di giorno… quindi non posso far altro che andare di capitolo in capitolo ^_^’’

 

Che sarà mai quello strano discorso di Kaggy? Chimica… ? O cos’altro? Non prevedevo di citarlo così presto… ma la situazione è a mio favore. ^^ Avrete tutti capito di cosa parlava… (o almeno spero XD) ma a cosa si riferisce? Soprattutto quella frase: “Forse… che si amavano per quello” Cosa ne dite?? Altri segreti infittiscono la vita di Kagome e Rin Higurashi <3

 

E poi… uhm… mi pare di non aver parlato di nient’altro di interessante. Ah, ma certo. Si è svelato un po’ di più sulla vita di Inu: picchiatore… ancora quella maledetta rissa! Ma che avrà combinato?? XD

 

Mi stanno venendo delle idee per Mirochan e il suo arrivo… e beh, forse saranno un po’ banali… ma perché no? X3 Non so quando entrerà in scena, ma spero entro due capitoli. Vedremo!!!

 

Ora passo ai ringraziamenti… *_*

 

Roro: ciao carissima!!!!!! Mi fa piacere il tuo commento… ma non sentirti costretta a farlo in una maniera particolare… dì quello che vuoi ^_^ Allura… beh, la donazione di Izayoi a Kaggy è ancora tutta da scoprire… come mai? Eheheh >_< E concordo con te, il Gazebo di Rose è praticamente il mio sogno *_* Non credo esista in natura una cosa del genere XD Parlando di Sango…visto? Un po’ timida… (un po?! O.O ndTe) XD Ok, è timidissima. Di certo è l’opposto di Kaggy, così solare ed espansiva >_< Le nostre amate coppie si stanno formando… come hai visto in questo cap *ç* Devi dirmi assolutamente i tuoi pareri su questo bacio (bacio? Erano due! *ç* ndInu) tanto atteso e di cui tanto ti avevo parlato <3 Impressioni, supposizioni, commenti… voglio tutto!!! ^_^ Su Inu No Taisho ed Izayoi… vedrai *_* io sinceramente li trovo una coppia bellissima, anche se… beh, con questo chap ho cominciato a rivelare qualcosa… ma confermo che si amavano da morire ** Sesshy e Rin… ahhhh… -.- Lui è un disastro, un disastro assurdo.. XD Già detto… è attratto da lei, se ne accorge, ma fa di tutto per non mostrarlo… soprattutto a gli altri… Ma c’è un motivo dietro: poi si vedrà… ^^ Kaede misteriosa… eccome!!! E direi anche che è fondamentale nella storia… J vedrete!!! Sono contentissima che il mio stile migliori (anche se non me ne ero accorta =_= ma dici sul serio?!) e che ti sia piaciuta. GRAZIE mille del commentone e di essere fiera di avermi come amica! Anche io sono felicissima!! *_* Bacioniiii!!

 

Bchan: ciaoooo!!! Si, il testamento-sforna-pagine XD E le chiavi singole, doppie, universali… ahahahahaha Non vi biasimo se vi cominciaste a far male la testa mentre leggete la mia fan XD GRAZIE del tuo commento, sono contenta che la storia ti piaccia e si… il Gazebo di Rose è a dir poco romantico *_* (tipico che venga fuori dal mio cervello smielato… XD) Bacioni!!!!

 

Jessy101: uhuhu! Una new entry!!! Ciao <3 Evviva l’alone di mistero di Villa Taisho… *_* E viva i rapporti fra cugini XD Deduco quindi che questo capitolo ti sia piaciuto!!! J Le iniziali potrebbero essere nomi, oppure cognomi… e per quel che se sappiamo i nomi più probabili sono “Inu No Taisho” e “Izayoi Inezumi” *_* Non posso confermare ne nulla… ma si tratta ovviamente di una coppia ù.ù GRAZIE del tuo commento e spero recensirai anche questo, visti soprattutto gli sviluppi attorno ad inu/kag ^^ Kiss!!!

 

Mikamey: ciaoooo!!!!! XD Anche io mi ero quasi dimenticata del testamento.. per fortuna che tengo un elenco di quello che ho fatto accadere =_=’’ se no mi ero già dimenticata tutto! XP  L’alone di mistero è ancora intatto, e quindi nessuno spoiler su chi mette i fogli… non potrebbero essersi messi da soli? XD Rin ed il suo sogno… un sogno “reale” certo. E noi sappiamo benissimo che lo era. Però lei lo ha sognato. Possibile che il suo inconscio abbia vissuto le carezze di Sesshoumaru come un sogno? ^_^ Vedremo! Inu e Kag… come avrai letto in questo capitolo sono entrambi coinvolti in qualcosa più grande di loro, fin dalla seconda volta in cui si sono visti… e ricordate che io molto spesso ometto i pensieri di uno o due personaggi… quindi dietro ad azioni presenti potrebbero esserci stati ragionamenti più o meno lunghi. Sulla storia del Gazebo… non è proprio il tempismo l’importante… più che altro è il perché… io lo so, voi no… ma lo saprete presto ^^ E poi, le rose… bellissime, ma anche pericolose… ** chissà che non ci hai azzeccato? E l’arrivo di Sango… uhm… ora hai letto la reazione di kaggy, sesshy e rin… ma il più temibile è inu XD GRAZIE di questo commento favoloso e dei complimenti nei miei confronti!! E ti confido… >.> io adoro le recensioni lunghe J quindi no problem! Kiss!!!

 

Pretty: ciaoo!!!! Allora… come hai visto (per sango^^) non ci sono molte possibilità che si affezioni ad inu, visto che lo odia… e neanche a sesshy, perché non ha avuto una buona impressione su di lui… J quindi, miro ha campo libero XD Kaede… eh beh… lei ha le chiavi di tutte le stanze (almeno secondo inu…) ma chissà se ha anche quella dei cassetti di inu no taisho! >_< Vedremo!!! Il Gazebo di Rose, più che essere un gesto carino… è un gesto d’amore… come ha detto inu no taisho, izayoi le voleva bene come una figlia. ^^ Per le iniziali… mistero XD Beh, i nomi possibili sono tre… e attorno vi è un cuore… quante possibilità ci sono? J GRAZIE del commento anche se da mezza addormentata… XD nuuu, scherzo ^^ Bacioni!!!

 

Aryuna: ciaoooo!!! J come stai??? Io meravigliUosamente XD Ahahahah! Kaede, la nonnina dei misteri X°DDD D’ora in poi sarà il suo nome in codice xP (smettila O\/O ndKaede) XD Ordini di Inu No Taisho? *me si cuce la bocca* GRAZIE dei complimenti sul gazebo *_* e sul resto!! E Rin e Sesshy… uhuhu, come vedi dovrai attendere ancora un po’… ma in compenso ti ho regalato un po’ di inu-kaggy-moments XD Bacioniii!! Tvb!

 

Onigiri: ciaoooo!!! J Sono contenta che aspetti così ansiosamente la fine della storia… non pensavo di riscuotere un tale successo, e sono ancora mezza intontita quando leggo che ho 55 recensioni!!! XD Ma cominciamo dall’inizio… Kaede… °-° Kaede, lo ammetto… XD ha i suoi segretucci, che saranno rivelati a tempo debito… XD Ed è proprio vero, compare e scompare quando meno te lo asp… *sguardo perforante nella mia schiena* ehmm… °/////° XD …GRAZIE dei complimenti per la scena del testamento… *_* Volevo far capire che la tensione c’era, ma rimanere comunque sull’argomento “dobbiamo leggere il testamento” ^_^ Spero di esserci riuscita! GRAZIE anche per i complimenti sulle descrizioni… devo dire che questa volta è stato più difficile, perché per descrivere Villa Taisho mi sono anche basata sulla “vera” villa, e ho scritto come la vedevo io. Ma un Gazebo come il mio non lo trovavo… e alla fine ho lavorato di fantasia =_=’’ Dunque i tuoi complimenti mi lusingano ancora di più!!! J Sango… beh… è un genio quella ragazza… ma come vedi è anche molto timida, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi perché è molto, come dire… “protettiva” nei confronti di se stessa. Preferisce rinunciare ad amare piuttosto che soffrire… (ed in questo devo ammettere che è uguale a me -_-’’) Riguardo a questo capitolo… allora??? Voglio commenti succosi, eh! XD Soprattutto sul bacio fra inu e kaggy *_* GRAZIE ancora per tutti i tuoi complimenti… e ribadisco: mi sono affezionata molto a tutti voi, i miei lettori e i miei recensori… e spero davvero di non deludervi. ^^ E concordo con te, probabilmente è anche la vostra presenza che mi ispira a scrivere… quindi, GRAZIE infinite! <3 Allora ti lascio… e bye bye!!

 

Kaggy_Inu91: ciaoooo!! J Beh… non sentirti in dovere di fare un commento lungo, dì quello che senti e basta ^_^ Allora… il colpo di scena era previsto nella mia mente, ma si è delineato in questi ultimi tempi… è incredibile come inventi delle cose e piano piano ne aggiungo altre, unendo tutti i tasselli… è una cosa che non avevo mai provato! *_* Ma tornando a noi… le iniziali… beh, è una coppia… io direi che è moooooolto banale. ^-^ Poi… non ringraziarmi per la recensione… lo meritavi!! J E ti ho mandato una mail col mio contatto <3 (Ma lo trovi anche nel profilo, se vuoi…^^) E beh… che dire? Aspetto la tua recensione e GRAZIE mille!!! Kiss!!!

 

Kaimy_11: ciaoooo!!! J Inu No Taisho si fa sentire dall’altro mondo… XD c’hai ragione!!! Che uomo *_* Oddeo… vuoi Rin e Sesshy… prometto per il prossimo cap *me giura solennemente* si, si! ^__^ Ma spero commenterai la scena di Inu e Kaggy <3 Izayoi, si, era molto legata a Kaggy… ^^ come una figlia. Per le recensioni… io le leggo tutte, quindi ho letto anche le tue! Le ho anche commentate J Beh… GRAZIE del commento e spero ti sia piaciuto questo capitolo… kiss!!!

 

Michiyochan: ciaoooo!!! J Per il rating sono sempre più convinta di lasciarlo così ed avvisare (anche se toglie tutta la sorpresa U_U) invece che alzarlo ^^ Ma hai ragione… di questo passo… XD Eh si…l’avrai visto anche in questo chap… inu dice (se non ricordo male XD) “la prima volta che ti ho vista… sulle scale…”. In pratica non conta nemmeno quando era umano. Dipende ovviamente dal fatto che non percepiva il suo odore, che secondo me è importantissimo. ^^ E beh… dimmi se ti è piaciuto il bacio <3 E si, il gazebo è di kaggy *-* Beata lei! Ma come vedi ha già avuto un bel po’ di problemi… XD meno male che c’era inu… ^_^ GRAZIE della recensione e bacioni!!!

 

…GRAZIE come sempre ai lettori, ai recensori, a chiunque insomma. Non smetterò mai di dirlo ^_^ E vediamo un po’ come siamo con le aggiunte ai preferiti… 18 *_* grazieee!!! Vi voglio bene!!

 

1 - ary22
2 - Aryuna
3 - baby_dark
4 - Bchan
5 - dany chan
6 - Dolce Sango91
7 - eiby
8 - jessy101
9 - Kaggi_Inu91
10 - Kaimy_11
11 - Lella92
12 - lollyna
13 - mikamey
14 - Onigiri
15 - Rohchan
16 - roro
17 - sunsunset
18 - Toru85

 

Qui i ringraziamenti si fanno sempre più lunghi… O_O temo lo diventino più del capitolo!! X°D Grazie, vi voglio bene!

Bacioni, Meg.

 

 

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Capitolo 8
*** L'umano Sentimento. ***


 

Alchimia dei sensi.

 

Capitolo otto

L'umano sentimento.

 

 

 

Rin Higurashi non poteva certo definirsi una stupida. Era, al contrario, molto intelligente e pacata. Si guardò dunque intorno, quella sera, quando entrò nella sua stanza.

Aveva voluto credere che si trattasse di un sogno.

Ma il suo buon senso le diceva che poteva anche non esserlo. Sesshoumaru soggiornava proprio nella stanza accanto. Chi le diceva che non avesse le chiavi di tutte le stanze?

Ma lei voleva davvero credere che fosse la realtà?

Non molto. Aveva paura, paura che quei sentimenti, quelle sensazioni del sogno fossero reali. Si era sentita confortata dal dolce tocco di quelle mani, dalle frasi sussurrate da quella voce bassa e profonda. Si era sentita al sicuro.

Come mai prima d’ora.

E voleva continuare ad esserlo. Ma Sesshoumaru, nella realtà, era freddo e scostante. Non le rivolgeva la parola, non la coccolava come se fosse stata sua. E preferiva continuare a sognarlo e basta.

Pur di averlo.

Controllò accuratamente di aver chiuso la porta, e la porta finestra. Che sciocchezza, sarebbe davvero passato da lì? Scosse il capo, incredula.

Perché farlo, poi.

Già. Quella era la domanda che le riempiva la testa da un giorno all’altro, da quel delizioso sogno. Perché entrare nella sua stanza, durante la notte, e coccolarla? Perché non farlo nella realtà? Non aveva alcun senso.

 

 

 

 

 

 

Inuyasha era chiuso nella sua stanza, nel buio più completo. Chi avesse visto la sua dimora, si sarebbe spaventato. Le finestre coperte dalle tende scure, gli specchi nascosti.

Il principe mezzodemone voleva forse nascondersi?

Si, da se stesso. Fin da quando si era reso conto che il suo sangue era metà e metà, un incrocio, una bastardata. Da piccolo era stato coccolato da suo padre, e da sua madre, che gli dicevano continuamente che non era stato un errore.

Appigli poco solidi.

E quando erano morti, il mondo gli era crollato addosso. Non c’era più stato nessuno che gli dicesse quanto era importante, quanto valeva. C’era solo una figura scomoda, superiore, ingombrante. Suo fratello.

Il Re.

E lui aveva dovuto misurarsi con lui. Ed aveva fallito. Un sentimento umano a lui sconosciuto l’aveva invaso: la vergogna. La debolezza, la sofferenza, il rimorso, il dolore. E di colpo si era sentito fragile, indifeso. Si era chiuso in una morsa, distruggendo qualunque cosa potesse dimostrare che era un sangue sporco.

Se stesso.

E poi, di colpo, l’arrivo di quella ragazzina. E il suo animo, già duramente provato, scosso da qualcosa di incredibilmente più forte, più terribile. Qualcosa di fatale, di catartico.

Un ostacolo.

Da eliminare. Evitare, distruggere. Voleva nascondere la presenza di quella ragazza al suo lato umano, al suo cuore, ai suoi pensieri. Ma il suo profumo lo rincorreva, la sua presenza era costante.

Arrendersi.

Si, arrendersi a quel qualcosa di indimenticabile. Tentare di aggirare l’ostacolo, senza riuscirci. Ed infine, affrontarlo, a schiena dritta, come uno youkai dovrebbe fare.

Perdita o vittoria?

E scoprire di poter avere entrambe. Di non poter vincere, ma di poter godere della perdita. Inuyasha No Taisho scoprì di poter avere un nuovo appiglio. Lei. Sentì che quel qualcosa di sconosciuto poteva farlo stare meglio.

O peggio?

Sentiva il vuoto sotto di lui, la mancanza della terra su cui poggiarsi. Non aveva con se nessuna certezza, se non che poteva andare peggio e meglio.

Salto nel vuoto.

E lui, con coraggio, aveva staccato i piedi da terra, compiendo un balzo difficile come la vita stessa. Baciare lei. Appagare quel lato umano che tanto lo tormentava. Scoprendo che anche il lato demoniaco si sentiva meglio.

E dunque la confusione.

Come poteva uno youkai concedersi ad un’umana? Cosa lo spingeva a bramarla? Perché suo padre, Inu No Taisho, aveva improvvisamente lasciato la madre di Sesshoumaru per Izayoi? Cos’avevano gli umani, di così attraente?

Lui l’aveva scoperto, con un bacio.

 

 

 

 

 

Rin si era addormentata da almeno due ore. Il suo sonno, però, non era tranquillo. Rivedeva la sera in cui Kagome l’aveva trovata, sul ciglio della strada, ferita e sperduta. Risentiva i clacson delle auto e le urla delle persone, sconvolte per l’incidente.

Uno scricchiolio le fece inevitabilmente aprire gli occhi.

 

 

 

 

 

Per Sesshoumaru fu impossibile non sentire i lamenti della piccola umana nella stanza a fianco. Pur non volendo, sorpassavano l’intonaco e giungevano a lui.

Si sentiva debole.

E la curiosità lo divorava. Com’era essere debole? Gli sembrava solo strano. Allora perché suo padre aveva deciso di esserlo? Ed era stato anche felice? E poi cosa significava essere “felici”? Già il vivere era fonte di felicità.

Desiderare qualcosa di più.

Dunque perché scegliere la debolezza, e non la forza? Perché? Questo dubbio lo assillava continuamente, portandolo a compiere studi approfonditi sull’argomento, sull’amore e tutti quei sentimenti esclusivamente umani. Fra demoni non c’era amore. C’era condivisione, possesso. E basta. Nessuna smanceria, nessun “ti amo” romantico, come fra i ningen.

E allora perché scegliere l’amore?

Cosa dava di più? Debolezza, e basta. Non dava forza. E poi, come poteva un demone provare “amore”? Andava contro ogni legge della natura. Come aveva potuto suo padre, provare amore per Izayoi, così bella ma così… insulsa? Non poteva essersi innamorato della sua bellezza, sua madre era ancora più affascinante. Eppure, in una giornata come un’altra, era tornato a casa ed aveva comunicato il suo divorzio… e sua mamma non aveva opposto resistenza.

Dubbi e misteri.

Si alzò, cercando di dimenticare quegli strani quesiti, e si diresse senza indugi verso la porta. La aprì, e poi entrò in quella della piccola.

Capì subito che era sveglia.

 

 

 

La porta si era aperta ed era entrato qualcuno, ne era certa. Socchiuse gli occhi, cercando di affinare tutti i senti, ma il suo cuore iniziò inevitabilmente a battere più forte.

«Sento che siete sveglia» esordì la voce, giungendo sempre più vicina. Aveva passi felpati ed eleganti, e lei seppe subito dargli un volto. Sesshoumaru No Taisho.

Aprì gli occhi, temendo di far scomparire tutto. Invece inquadrò il volto perfetto del demone, accanto a lei. Sembrava scocciato, ma allo stesso tempo tranquillo. «Signor… No Taisho?» biascicò, sorpresa. Si tirò su il lenzuolo fino al mento, arrossendo.

«Inutile che vi nascondete» replicò, atono. Prese posto di fianco a lei, sul materasso. Pareva perfettamente a suo agio. «È come se vi vedessi».

Lei arrossì ancora, indecisa se allontanarsi da lui. Alla fine decise di non muoversi. «Voi… siete venuto qui anche… la notte scorsa?» sussurrò, a bassissima voce. Le sembrò quasi di non aver parlato.

Sesshoumaru la guardò. Non aveva lo stesso sguardo ardente che le rivolgeva di giorno, ne quello dolce che le aveva donato nel sogno. Era fermo, sicuro. «Si, piccola ningen».

Si. Non era stato un sogno. Lui era venuto da lei. «Perché?».

Lei vide un guizzo solcargli gli occhi dorati. «Avevo bisogno di sapere come ci si sente ad essere deboli» disse solo, come se non gli costasse nulla quella rivelazione. Chi sa di valere è orgoglioso di tutto ciò che dice.

Rin aggrottò le sopracciglia. «E giungere in una stanza di notte vi fa sentire debole?» gli chiese, stupita. Non si aspettava una tale risposta, le pareva strana.

«No» esordì. «Voi mi fate sentire debole. E non so perché. Non siete particolarmente affascinante, ne intraprendente come vostra sorella. Non avete l’intelligenza di molte donne, ma la vostra figura mi evoca sentimenti umani» spiegò, come se guardasse un semplice quadro.

Lei non si sentì offesa. Semplicemente, non capiva. Non capiva quel demone tanto bello quanto misterioso, ne le sue spiegazioni. «Quali sentimenti umani?» domandò, tremante. Non seppe – o non volle – sapere perché, ma temeva e bramava la risposta allo stesso tempo.

«Gelosia, rabbia, timore. Debolezza. Attrazione, desiderio, rancore. Possessione, protezione» elencò, come se quelle parole non avessero valenza per lui.

Rin arrossì piano piano che parlava. «Io vi… scateno questi sentimenti?» biascicò, completamente rossa in volto e col cuore che le rotolava nel petto.

«Si» esplicò, poi abbassò lo sguardo sul suo petto «ma per me non siete altro che un corpo in cui batte un cuore».

Lei sentì quella frase abbattersi su di lei come una frusta. «Voi possedete un cuore» affermò.

«Il mio è una parte esclusivamente anatomica del corpo» replicò, tacitamente. I suoi occhi erano calmi e tranquilli. «mentre il vostro sembra vivere».

Rin aggrottò le sopracciglia, addentrandosi in quel discorso. «Anche il vostro vive» replicò «ha provato sentimenti verso di me! Significa che respira e si nutre».

Sesshoumaru parve ponderare quel quesito. «Vive esclusivamente con voi» ribatté «non vive in altro modo».

Rin arrossì. Forse lui non si capacitava di ciò che diceva, ma per i ningen, dire che un cuore vive per una persona, era come affermare di amarlo. «Voi volete farlo vivere?» gli sussurrò, dimenticandosi del lenzuolo e della loro vicinanza.

Il demone si zittì, un minuto. «Solo un istante».

«Allora l’ha già vissuto» replicò «con me». Cercava di spiegargli che il suo cuore non andava a comando, che non era un robot. Viveva, e si nutriva. Di sentimenti.

«E perché qualcuno dovrebbe decidere di farlo vivere per sempre?» le chiese, quasi in trance. I suoi occhi avevano ripreso a brillare, ma con strana luce di conoscenza, di mistero.

Il silenzio divorò quella stanza rosa. «Perché farlo vivere… fa vivere anche noi stessi» rispose, semplicemente. Amare qualcuno era come vivere pienamente.

Ma per un demone, tale concetto non aveva senso. «Piccola ningen, io vivo anche senza che il mio cuore respiri e si nutra» mormorò «anche tu».

«Ma è una vita noiosa» azzardò, subito «vuota».

«È una vita» disse solo, atono.

Rin si sporse in avanti, sorpresa. «Ma voi demoni per cosa vivete?».

Sesshoumaru No Taisho, sorpreso, si zittì. Riscoprì ogni riga letta in passato, ma non seppe trovare alcuna risposta a quella domanda. «Voi umani per cosa vivete?».

Rin scosse le spalle. «Dipende. Alcuni per guadagnare, altri per il successo. Chi per appagarsi intellettualmente, chi per trovare l’amore».

«E perché cercano l’amore?» la incalzò. Era quello che voleva sapere. Perché volere essere debole, perché cercare l’amore, perché scegliere Izayoi.

«Perché l’amore ci completa» mormorò «ci rende felici, tristi, gioiosi, ma ci appaga amare ed essere amati».

Il demone era immobile, sembrava non usare un muscolo. «Ma se dona anche la tristezza, non è meglio evitarlo?».

«La tristezza porta anche amore, Signor No Taisho» replicò, silenziosa. Si era abituata a quella strana conversazione, decisamente piacevole. «La vita è fatta di dolore e gioia. Non si può avere l’uno senza l’altro. Così anche l’amore».

«Fra demoni non c’è tristezza» spiegò «solo appartenenza».

Rin sbattè le ciglia. «Dunque non c’è neanche amore?» chiese, in un sussurro.

«Noi non amiamo» esordì, ed un silenzio calò nella stanza. Registrò perfettamente le reazione della ningen: il suo cuore si era bloccato di colpo, sconcertato, e gli occhi si erano spalancati.

«Voi… non amate?». La sua voce era talmente bassa che sembrò un sospiro.

«No».

Rin si bloccò, immobile, sconvolta. Non amavano. Niente amore. E pensare che era la cosa più bella al mondo! Era cresciuta con l’aspettativa di amare ed essere amata… «Voi non avete mai amato!?».

«Mai» esalò, semplice. «Il vostro cuore ha rallentato, piccola ningen. Perché?». La sua era sincera curiosità.

«È... orribile. Come… come potete non amare? È… vuoto… non è… amare è la cosa più bella al mondo!» esclamò, ad alta voce.

Il demone rimase impalato a fissarla. «Perché voi umani siete tutti… innamorati dell’amore?».

Rin sorrise debolmente. «Non lo so. È così e basta».

«Non è salutare. Soffrite. È una debolezza» replicò, con un briciolo di nervosismo.

Rin aggrottò le sopracciglia. «Non è da deboli, amare!» disse, quasi ridendo «al contrario! È così difficile far battere il proprio cuore verso qualcuno… chi ci riesce è fortissimo».

Quegli occhi dorati si serrarono come lame affilate. «Chi ama è debole» esalò, glaciale. Era il suo ultimo appiglio. Lui era forte, non debole.

Rin si spaventò. «Perché pensate questo?».

Sesshoumaru, questa volta, parve non voler rispondere. Poi però parlò. «Fa fare cose sdegnose e vergognose».

La piccola sentiva che le sfuggiva qualcosa in quel discorso, ma non riusciva a capire cosa. «Cosa, ad esempio?».

Lui la guardò, a lungo. Il suo sguardo parve brillare, un istante. «Rompere il legame di appartenenza».

Rin si immobilizzò. Rompere il legame di appartenenza. Demoni, dunque. Però lui non aveva mai amato. Dunque chi… Inu No Taisho. Ed Izayoi. Aprì gli occhi, sentendo di aver finalmente compreso il tassello mancante di quel puzzle. «Vostro padre…» sussurrò solamente, ed intravide un lampo passare in quelle iridi dorate.

«Mio padre…?» replicò, come una domanda. Era immobile, una statua di ghiaccio seduta sul letto con lei.

«Vostro padre… ha… rotto il legame di appartenenza con vostra madre per Izayoi» azzardò, abbassando il capo. Il buio la aiutava incredibilmente.

«È esatto» ammise, solo.

 

 

 

 

 

 

In una stanza più in là, il cellulare di Sango vibrò, durante la notte. Appoggiato sul comodino in legno, faceva un fracasso terribile. La ragazza mugugnò pesantemente, già pronta ad inveire su colui che le aveva mandato il messaggio.

Il suo braccio scattò di lato, irrequieto per il movimento, e prese in mano un vecchio Nokia che pareva averne passate di cotte e di crude. Sullo schermo compariva debolmente la scritta “Nuovo Messaggio”.

Con gli occhi insonnoliti, pigiò il tasto di “Ok” e la piccola grafia del cellulare le comparse davanti.

 

“Ehi ciao dolcezza, come vedi non demordo. Posso sapere dove sei finita? 
Non ti vedo più in giro. Ormai mi annoio da morire senza di te”

 

Sango, pur avendo la vista offuscata, riconobbe perfettamente di chi era quel messaggio. Anche perché il numero era registrato in rubrica sotto il nome “Stronzo scocciatore”.

Gettò il cellulare a terra – ecco spiegate le ammaccature, e si rinfilò fra i morbidi cuscini e le lenzuola di seta, con un umore sotto le scarpe.

 

 

Dieci minuti dopo.

 

 

Sango si rizzò in piedi inferocita come un toro dopo aver sentito per la seconda volta, in quella nottata, mentre dormiva, il fastidiosissimo suono del cellulare. Afferrò il povero e malcapitato Nokia pigiando i tasti come se dovesse conficcare un pugnale in un vampiro.

 

“Certo che non sei affatto carina con i tuoi ammiratori. Non mi rispondi neanche! 
E pensare che io sono qui sveglio a pensare a te…”

 

Digrignò i denti, più infastidita che mai, e cliccò immediatamente il tasto “Rispondi”.

 

“Senti, vaffanculo! Sono le tre del mattino e tu pensi a me??
Ma non hai niente da fare?!?!”

 

Si gettò sul letto, infuriata come non mai. Questo idiota…, pensò, furiosa. Le mandava i messaggini alle tre del mattino?! Digrignò nuovamente i denti e strinse le lenzuola fra le dita, quasi decisa a lacerarle.

Il suono della vibrazione la fece riscuotere da quelle manie omicide.

 

“Devo dire che sei molto banale negli insulti. Due settimane fa mi dicevi la stessa cosa. 
E comunque, no, direi di no, sono sbronzo e avevo voglia di sentirti”

 

Lei strinse a pugno al mano destra. Quel ragazzo non faceva che importunarla tramite cellulare e la cosa la scocciava alquanto. E la spiava pure a casa. Chiunque avrebbe potuto sentire i lamenti del cellulare, nel quale si conficcavano le unghie curate della ragazza.

 

“Io almeno non sono petulante e fastidiosa, stupido pervertito!
Ma perché invece di messaggiare con me non vai affanculo!?”

 

Inviò velocemente, sperando che non le rispondesse, offeso. Ma era anche più che certa che non avrebbe abbandonato la caccia alla “preda difficile”. Difatti, pochi istanti dopo, il cellulare vibrò.

 

“Ci vieni con me?”

 

Arrossì di botto: per la rabbia, si disse. Maledetto Miroku Houshi. Maledetta la sua mania perversa, maledetto il fatto che abitasse di fianco a casa sua e maledetto il fatto che avesse il suo numero di cellulare. Fortuna invece che non partecipasse mai alle lezioni, se no lo avrebbe visto pure a scuola.

 

Spense il cellulare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Ommioddio credo di avercela fatta! Ecco il capitolo, il tanto atteso ottavo capitolo!!! ^_^ Ed ha sconvolto pure me! Soprattutto la scena Rin/Sesshy… Dunque, visto questo improvviso cambio di rotta, avviso tutti che: SPOILER BANDITI! Esattamente, mi dispiace molto, ma molti si sono rivelati infondati! Ç_ç Avevo detto che Sesshy avrebbe continuato ad andare nel sonno, ma così non sarà. Dunque, invece di fare castelli per aria e promesse al vento, non ne faccio più. ^^ Spero non vi dispiaccia per questo folle disastro!!! Perdonatemi!

Beh, che ne dite? Vi piace? O no? E Miro?! Pensavate sarebbe entrato in scena così!? XD Io no!! Ahahaha. E Sesshy, così calmo? Ed i suoi dubbi? E i pensieri di Inu? Buon scervellamento! XD

Avviso anche che oggi le recensioni saranno leggermente un po’ più corte perché non ho molto tempo ^__^’’ Sono un disastro, lo so. Ma vi voglio bene.

 

Dolce Sango91: Grazie, grazie grazie. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, ed anche io, per la cronaca, adoro Sango. E Miro *_* Kiss.

 

Roro: la lunghezza della tua recensione mi spaventa! XD No, scherzo. Beh, non so che dirti, se non grazie infinite per la tua presenza, sensei. *_* Si, Sango è importante. Sarà una figura portante nella storia, la colonna, il bastone per Kaggy. Rin sarà coinvolta intimamente da qualcosa di più grande di lei, l’amore per Sesshy. E ci sarà Sango, anche se pure lei (lo hai letto) ha le sue gatte da pelare… o diciamo, i suoi pervertiti da ammazzare XD Grazie… ^^ ti adoro.

 

Jessy101: ciao tesoro!! Grazie, quel bacio mi piace particolarmente anche a me. Chissà se saprò descriverne altri del genere? Boh. °_° Lo spero! Grazie grazie grazie! Bacioni.

 

Pretty: ciaoo!! Rissa rissa… Inu è un disastro. In questo capitolo hai scoperto che è molto suscettibile… chissà se la tua ipotesi è vera? ^_^ è anche abbastanza sconvolto dentro. La mancanza di qualcuno che gli dicesse che è importante lo uccide. Meno male che c’è kaggy *_* e sango è si, molto schiva. E quel bacio… *ç* se ci ripenso… GRAZIE. Bacioni.

 

Bchan: Zao. L’amore è questione di chimica? Certo, ma non ci hai azzeccato. Mi dispiace. ^_^ Ma non ti preoccupare, a tempo debito saprai tutto… c’è una persona che brama di sapere tutto ciò al più presto… (arduo quesito, o forse no?) Grazie, tvb.

 

Onigiri: Direi… WOW. Solo per la lunghezza della tua recensione. XD Ma passiamo al contenuto. Sango si deve ambientare, è una persona schiva, lo ribadisco. E Kaggy e Rin invece sono più aperte. Ovvio che non facciano scintille al primo incontro ^_^ Già… Inu e Kaggy sono cugini XD a volte me ne dimentico! O_O’’ E il bacio, si, ormai non faccio che ripeterlo: GRAZIE! Ed oggi una scena Rin/Sesshy. Ma scommetto che non era come te la aspettavi… niente romanticherie: un Sesshy curioso di sapere ed una Rin pronta a dargli risposte, fin che può. Lei riesce a compensare i suoi dubbi, questo era ciò su cui volevo puntare. Sesshy per me è riflessivo, interessato a sapere, soprattutto a scoprire perché suo padre lasciò sua madre. E in Rin trova la risposta, perché è attratto da lei. Non accetta questi sentimenti, ma li affronta pacatamente.  Grazie ancora per tutti i complimenti, mi fanno tantissimo piacere. Baci!

 

Kaggy_Inu91: Siao caVa! Avevo in mente di fare un flash back del sogno.. e magari lo farò, per accontentarvi ^^ Dimmi se ti è piaciuto! Kiss.

 

Kaimy_11: ciao! La fantasia è una dota rara, cara Kaimy. (oggi mi sento saggia XD) Si, Sango per me è così, ma non garantisco molta tranquillità per Inu e Kaggy. Anzi, non garantisco nulla. XD Come ti è sembrato questo capitolo? Dimmi le tue impressioni? Soprattutto la parte su Inu, la sua prima rivelazione. Grazie e bacioni.

 

Mikamey: Non devi assolutamente chiedere perdono, non ti preoccupare. ^_^ Preciso una cosa: a mio parere Inu non odia gli umani. Odia se stesso, purtroppo. Anche se lo nasconde ù.ù E Kaggy viene travolta nel suo mondo, come in un vortice. E non può fare altro che affogare (pure melodrammatica….) Invece Sesshy affronta la cosa con il cervello, con il suo lato pensante. E anche Rin, che (e dicevi niente spoiler?) lo accompagnerà alla scoperta del suo cuore. GRAZIE e baci.

 

Michiyochan: ehi, tao! La chimica.. ehehe… Ma ecco Rin e Sesshy, che forse  cominciano a tirarsi fuori… come ti sono parsi? Aspetto il tuo commento. ^^ Kiss, e grazie.

 

Maryku: new entry!! Mi fa molto piacere ^_^ Sesshy ha decisamente confessato di non esserle indifferente. Anzi. Però come vedi affronta la cosa ignorando completamente di cosa si tratti, ed è comprensibile, perché è un demone e per giunta distaccato. ^^ No problem per le vacanze, goditele ma attendo il tuo ritorno. GRAZIE! Baci.

 

Monik: ciao! Hojo… oddeo, no! Mai e poi mai XD E Naraku? Ma va XD Neanche per sogno >O< Grazie per i complimenti, sono felice che l’hai aggiunta ai preferiti. *smile* Baci.

 

 

 

 

Grazie a tutti i recensori e ai lettori ^_^ Vi voglio bene, lo sapete.

Al prossimo capitolo! Meg.

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Rivelazioni Pericolose. ***


Alchimia dei sensi.








Capitolo nove

Rivelazioni Pericolose.







Kagome alzò lo sguardo, ancora assonnata. Nel soggiorno si era appena affacciata Sango, con sguardo truce.

Rin aggrottò le sopracciglia. «Buongiorno!» esclamò, un poco tentennante.

«Ma quale buongiorn…?!» replicò, ma la sua voce venne sovrastata da una suoneria abbastanza vivace. Sango abbassò lo sguardo, aprendo furiosamente il cellulare. «Smettila!» urlò, stizzita. Chiuse il telefonino alla velocità della luce, e prese posto al tavolo.

Kagome e Rin si guardarono, confuse. «Ehm… Sango?» prese parola, la più grande.

Lei sbuffò. «Scusatemi, è tutta notte che mi arrivano messaggi e telefonate e non ho dormito granchè» disse, ma più che parole parevano grugniti.

La mora la fissò, sorpresa. «Chiamate? Ma da chi?».

Nel salotto entrò una cameriera, e si avvicinò all’ospite. «Signorina Sango, desiderate la colazione?» domandò, pacata.

«No, no, grazie» rispose, asciutta. Poi si voltò verso le ragazze. «Si tratta del mio… vicino di casa».

Rin si sporse verso di lei, curiosa. «Davvero? Un ragazzo?» chiese, acuta.

Sango annuì, sconsolata. «Io direi un animale. A quanto pare quello scemo questa notte si è ubriacato e mi ha tempestato di chiamate» blaterò, scocciata.

Kagome sorrise, debole. «E per dirti cosa?».

«Ovvio, che gli manco» replicò, quasi schifata.

Rin ammutolì. «Oh… ma avevi detto…» mormorò, ripensando alle sue dichiarazioni in merito allo status di single.

Sango arrossì furiosamente. «Ma cosa?! Io non sono mica fidanzata con quello!» tuonò, furiosa, scuotendo il capo velocissima «è solo un pervertito che cerca di abbordare l’unica ragazza che – a quanto pare, lo rifiuta!!!».

«Dunque è un bel ragazzo…» sussurrò Rin, pensosa.

«B-bel r-ragazzo?!» ripetè, Sango, arrossendo come un semaforo. «N-non… beh… è passabile!!!». Ok, è bellissimo, ma… - si bloccò, scioccata. Ma che diavolo dico?!?!

Kagome ridacchiò. «E ha una cotta per te?».

«No, beh!...» balbettò «io non… che ne so!». La mente le diceva di si, ma il battito furioso del suo cuore le provocò un panico immediato, e cambiò immediatamente argomento. «Avete visto Kaede?» domandò, a bruciapelo.

Kagome e Rin si guardarono. «No, mi dispiace. Ma sarà qui in giro».

La sorella maggiore si fece guardinga. «Giurerei che potrebbe comparire tra un istante…» .

Rimasero in silenziosa attesa, ma non venne.

Kagome sospirò. «Strano».

«Non importa, grazie. Vado a cercarla» mormorò Sango, alzandosi.

Rin e Kagome annuirono. «Va bene…».

«A dopo» esordì, e si allontanò alla ricerca della donna.

 

 

 

 

 

 

 

«Che strano» mormorò Rin, sorridendo «mi sembrava davvero imbarazzata mentre parlava del suo vicino».

Kagome storse il capo. «Non lo sembrava» replicò, seria «lo era proprio».

 

 

 

 

 

 

 

 

Sesshoumaru prese posto sulla sua seggiola preferita. Una deliziosa poltrona color bordeaux, nascosta dietro una suntuosa scrivania color mogano. Sopra il legno raffinato erano posati alcuni fogli di carta, dei posacenere e alcune penne.

Alzò lo sguardo, curioso, fissando lo scaffale alla sua destra. Moltissimi libri lo ricoprivano, in tutta la sua altezza, e la scala che conduceva alle mensole superiori era poggiata al terz’ultimo scaffale.

Comincia la ricerca.

 

 

 

 

 

 

Sango percorse frettolosamente il corridoio che portava alla biblioteca. Aveva fermato il primo maggiordomo che aveva visto, chiedendo di Kaede, ed aveva scoperto che aveva appena accompagnato il Signor Sesshoumaru proprio in quella stanza.

Svoltò l’angolo ed individuò la donna anziana in piedi di fronte ad un’enorme porta in legno, finemente decorata. «Kaede-sama!» la chiamò, affannata.

La donna alzò lo sguardo. «Oh, buongiorno Sango.» chiarì, debole.

«Posso chiedervi una cosa?» mormorò, pacata.

«Ma certo». Si fermarono in mezzo al corridoio, con alle spalle una fila di ritratti dipinti divinamente e un lungo tappeto rosso sotto le scarpe.

«Posso sapere dov’è il Signor Sesshoumaru?».

Kaede annuì. «È in biblioteca, ma mi ha chiesto di non essere disturbato» replicò, con un sorriso.

Sango sospirò. «Devo parlargli del mio pagamento. Oggi ho… intenzione di iniziare le ripetizioni per Inuyasha».

Kaede annuì. «Mi dispiace, non potete parlargli. Ma mi ha lasciato precise indicazioni per voi. Sa che volevate un compenso anticipato, ma il dubbio del Signore è che Inuyasha si rifiuti di prendere parte alle vostre lezioni. Ha dunque raccomandato di mostrargli la vostra lezione, e successivamente vi pagherà il doppio di quanto prestabilito».

Sango spalancò gli occhi. «Il doppio?» ripetè, sorpresa.

«Esattamente».

«V-va bene» mormorò, mostrando un sorriso di convenienza. «Grazie dell’informazione, Kaede-sama».

La donna sorrise. «Di nulla, Sango».

La ragazza si allontanò a passo spedito, ma prima di svoltare, si voltò nuovamente. «Posso sapere dove si trova Inuyasha?».

«È nella sua stanza» replicò, asciutta «se volete ve lo chiamo».

«Molte grazie. Lo aspetto… nella sala da pranzo, se possibile» esordì, pensosa.

«Ma certo» rispose, sorridendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kagome e Rin si trovavano ancora nella sala da pranzo. In realtà, non sapevano proprio cosa fare. Dopo i primi giorni iniziali, le visite e la sorpresa per la bellezza della villa, si annoiavano un po’. Certo, sembrava ci fossero ancora molti segreti attorno a quel luogo, ma non era il primo pensiero delle due.

Kagome stentava ancora a credere ai sentimenti che l’avevano invasa baciando Inuyasha, allo strano comportamento del ragazzo e alla confusione che dominava il suo cuore.

Rin, d’altro canto, era impegnata a pensare alla nottata prima, quando aveva scoperto che quel sogno, così dolcemente protettivo, era semplicemente la realtà.

 

“Piccola ningen, smettila di tremare. Non voglio ucciderti. Voglio solo guardarti.”

 

«Ragazze!» mormorò Sango, entrando nella stanza con in mano una pila di libri e quaderni, e fra le labbra un piccolo astuccetto.

Kagome e Rin balzarono in piedi, sorprese. «Ma a cosa ti serve tutta sta roba?!» sbottò la prima, prendendole parte dei libri.

Rin le tolse l’astuccio dalla bocca.

«Sono libri… comincia il mio lavoro da tutor» mormorò, sconsolata.

Kagome arretrò di un passo. «T-tutor?». A Inuyasha? Sorrise falsamente. «Ah ma certo! Ce lo avevi detto…» disse, fingendo tranquillità.

Sango annuì. «Già… purtroppo».

Chissà perché tutto questo astio per lui… - pensò Kagome, curiosa. Beh, forse non era uno studente modello… ma perché odiarlo così? «Beh, in bocca al lupo!».

«Letteralmente!» replicò Rin ridacchiando.

Sango sorrise, debolmente. «Restate qui con noi?» domandò, gentilmente, spargendo i libri sul tavolo e sistemando perfettamente penna, matita e gomma.

Kagome spalancò gli occhi. «NO!» urlò, rendendosi poi conto della figura «Cioè… ehm..» guardò Rin, spaurita «non vorremmo disturbare…ehehe» biascicò.

Sango scrollò le spalle. «Non c’è problema. Tanto dobbiamo solo studiare».

Con Inuyasha! – urlò dentro di se Kagome, nel panico. Afferrò Rin per un braccio. «Beh, grazie dell’offerta… ma devo… parlare a Rin di una cosa!». La trascinò con sé, anche se riluttante. «Ciao, ciao!».

Sango salutò debolmente con la manina. Quelle due non me la raccontano giusta…

 

 

 

 

 

 

 

 

Sesshoumaru lasciò scivolare la scala ancora più a destra, tra gli scaffali polverosi.

Niente.

Com’era possibile che non avesse ancora trovato quello che cercava? Aveva letto tutti i libri sugli umani, sull’amore… ma nulla sembrava risolvere il suo quesito.

Forse sto solo ingigantendo la cosa.

Scosse il capo. No, c’era qualcosa. Nulla poteva giustificare quello che aveva sentito la notte prima, a contatto con quella piccola ningen. Quando le loro mani si erano sfiorate…

 

 

Sesshoumaru la guardò, scrutando i suoi occhi color cioccolato. «Certo» chiarì, più duro del previsto.

Rin sembrò in difficoltà. «Capisco…». Rompere il legame di appartenenza era una cosa disdicevole. Che sciocca, avrebbe anche potuto non chiederlo. Era ovvio che fosse una cosa orribile.

Il Principe dei Demoni la guardò, a lungo. «Mentite» sibilò.

Rin ammutolì. «M-mentite?» biascicò, presa in contromano.

Non riuscì a individuare il motivo, ma ora sentiva una rabbia cieca fluirgli nelle vene. Quella che fino a pochi istanti prima era una creatura eterea che si muoveva di fronte ai suoi occhi, era diventata un obiettivo da distruggere. I suoi occhi si affilarono, come lame infuocate, pronte a tagliare la carne. «Mentite» esalò, serrando la mascella «voi non sapete proprio nulla. Siete un’insulsa ningen, non potete conoscere le tradizioni millenarie degli youkai. Voi siete solo una ningen».

Rin sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. Facevano così male quelle parole… ma erano così vere… Cosa ne sapeva lei? Perché stava parlando con lui? Cosa ci faceva in quella casa? Come aveva potuto sperare che un demone condividesse con lei i suoi pensieri…? «Già. Io vi… vi chiedo perdono» sussurrò, abbassando il capo. Strinse furiosamente il lenzuolo nella mano destra.

Il silenzio sembrò dominare quella stanza, ed il ticchettio dell’orologio fisso alla parte divorò ogni parola, ogni insulto.

Fino a quando Rin non alzò gli occhi.

Gli occhi di Sesshoumaru erano contratti in un’espressione nuova, un misto di pietà, compassione… dispiacere? La guardavano senza vederla realmente, sembravano esplorare la propria anima. Ed inaspettatamente, lei potè leggervi dentro. Rabbia, perdono, scuse…

«V-voi…» tentò di dire, allungando la mano. Le pareva talmente debole da dover essere coccolato.

Sesshoumaru mosse la sua mano di scatto, che andò ad infrangersi contro quella di lei. In quel misero, brevissimo istante, una scarica elettrica li colse, lasciandoli attoniti.

Il demone, ancora confuso da quella rabbia, serrò la mascella, fissando quelle dita esili, a mezz’aria. Alzò lo sguardo in quegli occhi color cioccolato, nel viso perfettamente ovale, sfiorando con lo sguardo le ciglia lunghe e le labbra sapientemente disegnate dalla mano divina di un pittore cinquecentesco.

In un istante, intrecciò le dita in quelle di lei. Per la scienza – inneggiò, dentro il suo animo, determinato.

Rin sentì la sua intera linfa vitale fluire in quel tocco, come se lo aspettasse da secoli. Il silenzio divenne un quiete brusio, il buio si trasformò in debole luce, fino a che tutto non esplose.

Sesshoumaru sentiva le orecchie impazzirgli, le mani bruciarle come se avessero toccato il fuoco, mentre una fortissima luce gli impediva di vedere ciò che aveva intorno. Solo le sue dita, improvvisamente così sensibili, così vive, richiamavano il tatto di altra pelle, di altro calore.

Rin percepì il suo corpo scuotersi con una forza disumana, il cervello spegnersi e riattivarsi di colpo… stava rinascendo! Le orecchie percepivano rumori fortissimi, uno stridulo incredibile, la vista era accecata, e quel dolore, quel dolore atroce era una tortura piacevole.

Staccarono la mano di scatto, increduli.

Sesshoumaru spalancò gli occhi, ed il buio lo divorò. Quando vide il corpo di Rin, sentì un’improvvisa certezza fluirgli nelle vene. Era lei. Lei. LEI! La sua mente urlava quella parola, come in un latrato di dolore, di consapevolezza. Si alzò di scatto, spaventato. Cos’era quella cosa che le stava divorando il cervello?

Gli occhi di Rin si dilatarono per lo stupore, e poi il dispiacere. Lui aveva paura, lui stava scappando… Lui, lui, LUI! Si allungò sul letto, cercando di richiamarlo a se, ma fuggiva. «Signor Sessh…!» ma prima che ebbe concluso, lui era scomparso oltre la porta.

 

 

Si bloccò a mezz’aria, rivivendo quelle scene. Sentiva ancora quel fragore nella sua testa, e al pensiero di lei, mille voci gridavano il suo nome, impedendogli di pensare.

Devo trovarlo.

 

 

 

 

 

 

Inuyasha sentì bussare alla porta. Grugnì. «Miroku, vai al diavolo!» sbraitò, buttando il telefono sul letto e concludendo la chiamata.

Corse alla porta, mentre la sua suoneria riecheggiava nella stanza. «Chi diav… ah, ma certo» borbottò, vedendo la figura della vecchia signora «Kaede, e chi se non tu?».

La donna storse il capo in un’espressione di diniego. «Questa suoneria spacca i timpani, Inuyasha!» esclamò, furiosa.

«Lascia perdere. Che vuoi?!» tuonò, più deciso che mai a far fuori qualcuno quel giorno.

«Vai immediatamente in salotto. C’è qui il tuo tutor, mio caro» mormorò, con un sorriso sadico.

Inuyasha strinse ferocemente la mano a pugno. Sesshoumaru gli aveva detto che lo avrebbe fatto… «Brutto stronzo! Ora lo ammazzo!».

Kaede alzò un sopracciglio. «Veramente è una lei».

«Mi riferivo a quel baka di Sessh…» poi si bloccò, di colpo. «Una lei?». Il suo cuore cominciò a trotterellargli nel petto, mentre il cervello mandava poderosi segnali di allarme. Kagome! «Ehm… chi è?» domandò.

La donna lo guardò, sospettosa. «Si chiama Sango Hirai, Inuyasha, ma non sono affari tuoi. Ciò che vi lega è un rapporto strettamente professionale» spiegò.

«Sango Hirai…ah» biascicò. Sentì le sue speranze andare in fumo come cenere, e lanciò un ringhio sommesso. «Che vada a quel paese!».

Chiuse la porta di scatto, girando velocemente la chiave all’interno.

La suoneria suonava ancora a vuoto, furiosamente. Afferrò il cellulare e lo aprì. «MIROKU! Smettila!».

«Che voleva Kaede?» chiese, dall’altro lato del capo.

Inuyasha si lanciò sulle coperte, con l’umore sotto le scarpe. «Rompermi i coglioni come al solito, ovvio» replicò, amaro.

Miroku rise. «Ovviamente».

«Senti, ma cosa vuoi, eh? Non mi interessano i tuoi diverbi sentimentali con… come diavolo si chiama?» borbottò.

«Sango. Sango Hirai» chiarì, facendone lo spelling.

«Ecco, Sango» ripetè. Spalancò gli occhi di scatto. «SANGO?!» urlò, e fu certo che metà Villa lo aveva sentito.

«Cazzo, Inu, ho dovuto allontanare il cellulare dall’orecchio…» mormorò, scocciato «si, si chiama Sango. Cosa c’è che non va?».

Il mezzodemone si portò una mano al mento, pensoso. «È una brava studentessa?» chiese, dubbioso.

«Ma certo!» rispose, brevemente «se tu guardassi ogni tanto i tabelloni con i voti scopriresti che è la migliore nel nostro Istituto».

«Ah, bene» mormorò «ora devo andare» spiegò, rapido.

Miroku si insospettì. «Dove?» chiese, a bruciapelo.

«A lezione» replicò «bye bye». Chiuse la chiamata, a razzo.

Bene, bene… Dunque la sua tutor era quella famosa ragazza…

 

 

 

 

«Kagome, ma che hai?» domandò, Rin, sorpresa, notando che la conduceva verso il Gazebo di Rose.

«Beh, ecco… devo… raccontarti un paio di cose…» biascicò, arrossendo come un semaforo. «Io… ecco… ti ho tenuto all’oscuro di una cosa…su me e… Inuyasha No Taisho…».

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Non. Ci. Credo. Ce l’ho fatta! Finalmente, il nono capitolo di “Alchimia dei Sensi”! Non potere immaginare quanto ne sia soddisfatta… *_* Ho superato la crisi, yeeeeeaaah <3 Beh, si, dovete saperlo, ma ero caduta in un baratro senza fine…che mi aveva persino portato a pensare di abbandonare questa storia (e anche le altre ç_ç), ma oggi, così, mi sono messa a scrivere e ne è uscito qualcosa di buono! ** Davvero, mi dispiace in maniera infinita per questo ritardo, ma devo dire che sono comunque orgogliosa di me. Temevo davvero che fosse la fine di ADS… e invece… *meg raggiante*

 

Beh, non dilunghiamoci! Come vi sembra? Ditemi per filo e per segno tutto, e anche se non lo fate subito, ribadisco: nessun problema! Potete recensire anche fra dieci giorni, io lo leggerò comunque e con la stessa gioia. Spero vi piaccia la parte Sesshy/Rin, e anche il fatto che l’arrivo di Miroku si avvicina sempre di più… >.< Kaggy ha deciso di dire a Rin tutto! Alla buon’ora! Fa sempre bene rivelare un poco i nostri problemi. E cosa sarà successo fra Sango e Miro, prima del suo arrivo alla Villa? X_X E poi… cosa cerca Sesshoumaru? E soprattutto, lo troverà? >.> Io dico di si…ihih.

 

Ora vi lascio per tornare a parlare direttamente con voi, tramite le vostre favolose e sempre gradite recensioni ^_^ Spero me ne lascerete altrettante U_U

 

 

Kaggy_Inu91: Innanzitutto, ciao! Sono così contenta di tornare a fare i ringraziamenti… ne sono onorata! Ma torniamo al capitolo U_u Allora, che ne dici? Lord Fluffy è alla ricerca di una risposta… ma qual è la domanda? E quello che è accaduto fra lui e Rin, come – o cosa – vi sembra? Mi raccomando, dimmi tutto! Per quanto riguarda Inu… è successo poco, riguardo a lui, anche se potrai notare che Kagome lo evita… Sono parecchio confusi i due XD Aspetto la tua recensione, caVissima! Bacioni e GRAZIE!

 

Roro: caVa! Non sai quanto sono FELICE di tornare a ringraziare (l’hai già detto U_U ndRoro) … Lo so, ma sono così contenta!!! *meg mostra il suo sorriso a 362 denti* *cof cof* Torniamo serie, và. Si, Sesshoumaru è una persona complicata. Lui è un demone. E questo dice molto. Ma in lui vi è innata la curiosità di suo padre, quel senso della scoperta, il bisogno di sapere. E lui deve, in ogni modo, capire perché è successo tutto ciò. Perché sua madre è stata lasciata. Lo vuole sapere. E ti confido, lo saprà. E poi… se lo accetterà… beh, questo è ancora da vedersi. XD Si Inu… oh, lui è… come dire… nasconde le sue debolezze, perché ha di fianco una persona come Sesshy. Ma, anche lui, in fondo, ha un lato umano. E uscirà. Ma  come sempre, non ne apprezza la vera forza… U_U E Miro… Miro è un genio, te lo concedo!!! XD Ma non posso rivelare altro, se no farei spoiler… Ma come vedrai dal prossimo capitolo, è davvero da venerare! *meg ha una statua di Miro in salotto* U_U GRAZIE dei complimenti, mi riempi come sempre di lusinghe, e questo mi rende ancora più desiderosa di scrivere!!! Bacioni, ti voglio tantissimo bene.

 

Argentey: Sono contenta che il nome Meg ti piaccia U_U <3 GRAZIE dei complimenti, sono contenta che non ci siamo drammi stile beautiful ^^ Non ho neanche pensato di inserirceli, a dir la verità. *meg si chiede se ha qualche problema* X_X Uhmm… beh, non importa. Sono contenta che ti piaccia. Oui. Bacioni, alla prossima recensione!!

 

Kaimy_11: GRAZIE per i complimenti sulla parte di Inu, hai capito appieno ciò che ho scritto. E questo mi fa piacere, perché vuol dire che riesco a trascrivere bene i miei pensieri. ^_^ Sesshy, è forse, un pelino OCC su questo punto. Lui ha questo estremo bisogno di sapere, scoprire. È il genere di “persona” che vuole avere tutto sotto controllo. Al contrario di Rin, che si lascia andare, tranquilla, che non ha paura di amare… Sono due opposti. *_* Per quanto riguarda Miro, si, hai ragione, può sembrare un pervertito di prima categoria, ma c’è anche una storia dietro. Se sono giunti a questo punto… c’è un motivo U_U E presto lo scoprirai. GRAZIE! Tvb, bacioni!

 

KAGOlove: ciaoo!! Ma certo che mi ricordo di te U_U Per quanto riguarda Sesshy: sono contenta che ti sia piaciuto, io ce lo vedo. Il mio – XD – Lord Fluffy è così. Per quanto riguarda Inu, resta e resterà sempre un indeciso *muahuahua* No beh, farà la sua scelta. Come vedi, ha avuto una certa reazione quando ha sentito parlare di un Tutor, femmina per di più! Su Miro e Sango… Non ti preoccupare, lei è fredda e molto timida, ma sappiamo tutti che il pervertito è in grado di far breccia nel suo cuore!! (e Meg se la cava senza spoiler… =_= ndTu) ehehe, già XD GRAZIE davvero, di cuore. Ti voglio bene.

 

Mikamey: caVa!!! Prego! E di cosa, poi? U_U Già, ihihi. Niente più visite notturne… - ma chi lo sa? XD *meg sadica* Sesshy però, a differenza di Inu, ha un’altissima opinione di se. Per lui, rivelare i suoi pensieri, non è assolutamente da deboli. L’unica cosa che ritiene essere per i deboli è l’amore. U_U GRAZIE dei complimenti su questa parte *_* Su Inu… oh, si, hai ragione. Sono così simili!!! Ma non lo capiscono -.- Su Miro e Sango… ihihih, lei poteva spegnerlo il cellulare… già. Sango, perché non ci hai pensato?? *sguardo malizioso* (ehehhhmmmm… *///////////* ndSango) Lascio a te ogni intuizione >.> Eh si, io credo fermamente nel proverbio “Gli opposti si attraggono” U_U *meg serissima* Ora ti mando un grosso bacio e spero in una – positiva? – recensione… XD TVB!

 

Aryuna: Aryyyyyyyyyy <3 CaVa *_* Come staiii? ^^ Oddeo, povera te! Maledetto pc! *meg picchia il pc di ary* Non importa, proseguiamo *meg legge il commento di Ary* Eh si, cari lettori, confermo la malattia di Ary… non porta ad alcun danno, ma risulta altamente fastidiosa se portata a livelli esagerati… (ç_ç ndAry) *cof cof* Suuuu XD Scherzo, ovviamente <3 AWWWWHH!!! GRAZIE per tutti i complimenti! XP *_* Anche iu tifo per Miro! *Sango-chan sempre più depressa* Ma anche per te, ovviu U_U *Sango rinasce* XD Cara Ary, condivido i tuoi scleri, uniamoli insieme e conquisteremo il mondo!!! *risata satanica* (O_O ndLettoreSconosciuto) Ihihi >o< Io. Adoro. I. Tuoi. Scleri. – sappilo. *_* Ne voglio altri, intese?! Baci, ti voglio bene!!

 

Onigiri: caVissima! *_* Non c’è problema, recensioni piccole, corte, lunghe, grosse… sono sempre ben accette! U_U Ehhh Sesshy si era dimostrato protettivo e coccolone nel suo sogno – che altro non era che la realtà, e d’improvviso si ritrova con un uomo (demone U_U ndSesshy) ehm, demone, freddo e distaccato. Comincia ad essere confusa! ^_^ GRAZIE dei complimenti sulle mie analisi profonde nei confronti di Rin e Inu, ne sono lusingata. Sono d’accordo con te… In Inu non prevaricherà ne l’uno ne l’altro lato del suo carattere, ma sarà semplicemente una via di mezzo. U_U E questo, noi lo sappiamo, è un incredibile fortuna. *_* Su Rin e Sesshy… hai perfettamente centrato il nocciolo della questione. Lui, calcolatore, desideroso di sapere, lei ingenua e dispersa. Due opposti, direi. *_* GRAZIE mille dei complimenti, e sappi che perdonerò ogni tuo ritardo, ogni piccola recensione, perché con tutte quelle meravigliose che mi hai fatto per i capitoli precedenti, puoi anche permetterti di non commentare più XD Bacioni!!!

 

Kirarachan: ciao caVa! *_* Hai detto due volte di essere senza parole XD E questo mi fa mooooltissimo piacere *_* Vuol dire che è vero!! *meg estasiata* GRAZIE grazie grazie! Non so come dirtelo.. e poi, non è da tutti leggerla tutto dun fiato, complimenti!! Aspetto la recensione, allora <3 Baci!

 

Bchan: Ehhh, mi sa che sei partita. Ma magari sei già tornata… uhmmm *meg pensosa* Non importa, puoi anche recensire i prossimi o non farlo, sono comunque contenta di averti regalato un capitolo ^_^ GRAZIE dei complimenti, ne sono come sempre entusiasta! Baci!

 

Maryku: eeehiii, ciao <3 Sono contenta che tutto ti piaccia, che mi fai così tanti complimenti… *_* GRAZIE! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, caVa! Bacioni!!!

 

 

 

…e con questo concludo i ringraziamenti. *_* GRAZIE però anche a chi ha solo letto, oppure ha aggiunto la storia ai preferiti. U_U E parlando di questo, aggiorniamo un po’ la lista…Ora siete in 31 O_O AAAWWWWHHH!! (-.- ndAry) Mi sa che occupo un sacco di spazio a mettere tutto l’elenco… ma sappiate che vi ringrazio INFINITAMENTE!!

Bacioni, ed al prossimo, ritardatario e complicatissimo, capitolo!

Meg.

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