Alchimia dei sensi. di Meg___X3 (/viewuser.php?uid=51543)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'umana in più. ***
Capitolo 2: *** L'incontro con Sesshoumaru. ***
Capitolo 3: *** I fratelli Taisho. ***
Capitolo 4: *** Notte di Novilunio: prima parte. ***
Capitolo 5: *** Notte di Novilunio: parte seconda. ***
Capitolo 6: *** Il Gazebo di Rose. ***
Capitolo 7: *** Terribile tentazione. ***
Capitolo 8: *** L'umano Sentimento. ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni Pericolose. ***
Capitolo 1 *** Un'umana in più. ***
fanfiction
Alchimia dei
sensi.
Ma buongiorno a tutti
XD Io sono Meg, di nome vero Linda, scrittrice alla prima pubblicazione
*cominciano a tremarle le gambe* Difatti… XD Beh, cosa dire? Questa storia
dovrebbe avere dei toni comici… ma mi sa che alla fine sarà parecchio
avventurosa, perché quello è il mio genere e finisco per fare sempre quello XD
Ovviamente ci sono tutti i nostri più adorati personaggi: Inu, Kaggy, Miro,
Sango, Sesshi e Rin. E le coppie potete benissimo immaginarle… >O<
Cos’altro posso dirvi? È ambientata nel nostro tempo, a Tokyo, e beh… ci saranno
parecchi segreti da svelare… *_* (o almeno credo X3) Mi raccomando, lasciatemi
un commento, gentilmente <3 Bacioni, Meg.
Capitolo
uno
Un’umana in
più.
«No
che non voglio un’altra umana per
casa» sussurrò un frustrato Sesshoumaru.
Inuyasha
annuì, fervido. «Pure io!» esclamò, testardo.
La
donna anziana li fissò, al limite dell’indifferenza. «Cavoli vostri miei cari»
replicò, sistemando accuratamente i libri sulle mensole. «quella ragazza ha ogni
diritto di soggiornare in casa sua»
disse, riprendendo a spazzare la polvere.
Inuyasha
si infervorò velocemente. «Casa
sua?!» ripetè, acuto «questa non è casa sua!».
Sesshoumaru
la fissava, atono. «È scritto nel testamento di nostro padre, vero?». Gli occhi
color ambra del demone si puntarono in quelli marroni della
donna.
A
quella domanda Inuyasha si zittì, sorpreso.
«Ma
certo. Non ve l’avevo forse detto?» disse, cadendo dalle
nuvole.
Il
sopracciglio di Inuyasha sfiorò il cielo. «No stupida vecchiaccia!».
La
donna lo fulminò con un solo sguardo, mettendo a tacere qualsiasi altra
esclamazione velenosa. «Quella ragazza verrà
ad abitare qui. Se non vi fidate di ciò che dico, guardate voi stessi il
testamento» borbottò, indignata.
Sesshoumaru tentò di
calmare le acque. «Kaede, grazie dell’informazione» poi lanciò un’occhiata ad
Inuyasha «non avremo bisogno di conferme».
L’anziana donna
sorrise radiosa al primogenito. Era sempre così riflessivo e responsabile… tutto
il contrario di Inuyasha, testardo e irascibile! Condividevano proprio gli
estremi caratteriali del loro padre. Però
Inuyasha non ha preso proprio niente da sua madre, riflettè, sconsolata, una donna straordinaria. «Meglio per
voi».
Inuyasha ridusse gli
occhi dorati a due fessure, quasi dovesse incenerirla. Stava per mandarla
direttamente a quel paese quando Sesshoumaru lo strattonò per il braccio,
trascinandolo nella stanza accanto.
«La smetti di fare il
bambino?» esclamò, serafico.
Il mezzodemone puntò
lo sguardo in quello del fratello. «E tu la smetti di fare l’adulto?» replicò,
velenoso.
«Mh… che noia» borbottò «Inuyasha, non siamo
più bambini in continua rivalità. Ragiona e smettila di aggrapparti
all’orgoglio».
L’hanyou incrociò le
braccia, ostentando un’offesa che non c’era. «Io non sono orgoglioso» biascicò,
convinto.
Sesshoumaru alzò un
sopracciglio cesellato. «…Certo» concluse, sarcastico «ma ti prego di fidarti di
Kaede e di accettare l’arrivo di questa ragazza. Casa nostra è grande e non
sarai costretto a vederla ogni istante».
Inuyasha lo fulminò
con uno sguardo. «Com’è che improvvisamente sei contento che arrivi?» domandò,
indagatore.
«È nel testamento»
rispose, semplicemente.
L’hanyou aggrottò le
sopracciglia. «Non è che cominci ad essere gentile verso gli umani?» soffiò,
maligno.
Sesshoumaru sospirò.
«Smettila» lo zittì.
«Gentile…» ripetè,
divertito.
«Non sono gentile»
esordì, infastidito «era una richiesta di nostro padre.
Punto».
Inuyasha lo fissò,
atono.
«…E io voglio
rispettare i suoi ultimi voleri, ecco tutto».
Il mezzodemone
sospirò. «Va beh. Un’umana in più…» sussurrò, più a se stesso che al fratello
maggiore. «Ma solo una!» esclamò, livido. Non ne poteva più di quel fetore umano
che emanavano. Erano davvero fastidiosi.
Sesshoumaru
gli lanciò uno sguardo di comprensione. Anche lui faticava a sopportarne
l’odore.
«Kachan, ma sei
davvero sicura…?» sussurrò, preoccupata.
La ragazza annuì,
fervida. «Ma certo Rin. Sono persone ricche. Credi che abbiano problemi ad
ospitare una persona in più?» borbottò, ricontrollando scrupolosamente il
borsone ed i suoi averi.
La piccola Rin la
fissò. «Beh… forse è comunque il caso di avvisare…»
suggerì.
Kagome scosse la
testa, intenta a controllare da cima a fondo la stanza. «Non ti preoccupare Rin!
Stai tranquilla» infilò la testa nel bagno, lasciando qualche momento di
silenzio «e poi tu sei sotto la mia tutela».
La piccola si lasciò
andare sul divano. «Questo è vero, ma…» biascicò, lasciando cadere il discorso.
Indossava una svolazzante gonna bianca ed una canottiera rosa. «Kachan, quando
arrivano… a prendere i mobili?» domandò, curiosa, guardandosi attorno. Le
sarebbe mancata la loro piccola casa. Ora non più loro.
La risposta giunse
ovattata. «Credo nel pomeriggio».
Rin
sospirò.
Kagome ritornò in
salotto con in mano la spugna della doccia. «L’avevo dimenticata…» disse, imbarazzata.
Rin scoppiò in una
risatina. Kagome era tremendamente
sbadata. Non era goffa - non fisicamente per lo meno; però aveva tutta l’aria di
esserlo. Era ritardataria, smemorata e poco amante degli sport. «Che novità»
replicò, con un sorrisino.
Kagome la inchiodò con
uno sguardo fintamente offeso. «Ehi, piccola antipatica, guarda che tu sei a
tutti gli effetti alle mie
dipendenze!» esclamò, autoritaria, lanciandosi su Rin e cominciando a farle il
solletico.
La piccola lo soffriva
terribilmente, e dappertutto, per sua sfortuna. Cominciò a ridere e singhiozzare
allo stesso tempo, dimenandosi come un animale in gabbia. «No Kachan… no… Ka…»
esclamava, acuta, fra le risate smorzate.
La mora, a cavalcioni
su di lei, placava la sua ira tramite la vendetta. Quando un calcio la colpì
sullo stomaco, si accasciò sul lato e la lasciò libera. «Ora sei ufficialmente
in debito con me» esordì, seria.
Rin aggrottò le
sopracciglia. «E per quale motivo?» domandò la pimpante
sedicenne.
«Ma è ovvio» esclamò
la mora «perché ti ho perdonato quella battuta insolente!».
La piccola Rin la
fissò, con la bocca spalancata. Offesa, esordì un «Ah si?!» ed afferrò in fretta
il cuscino, tirandoglielo in volto «Ecco, ho saldato il mio debito!» urlò,
cominciando una frenetica battaglia di cuscini.
Saltarono in piedi sul
divano, cominciando a lanciarsi tutti i cuscini che gli capitavano a tiro.
«Ehmm… scusate!» fu un
commento maschile alla loro sinistra. Un uomo, avvolto da una massa maschile in
tuta, era a pochi metri da loro, decisamente contrariato.
Le due arrossirono di
botto e scesero velocemente dal divano. Che sciocche! I traslocatori erano
arrivati prima del previsto.
«Ops» esordì Kagome,
gettando un’occhiata fugace a Rin «scusateci, non volevamo disturbare il vostro
lavoro. Ora ce ne andiamo» borbottò, avviandosi direttamente verso il suo
borsone e il trolley.
«Non disturbavate
affatto!» fu il commento malizioso e provocatore di uno, nascosto fra la folla.
Kagome si sentì
avvampare di umiliazione e si affrettò ad allontanarsi. «Scusate ancora… Rin?» chiamò, subito dopo, vedendo che
anche la piccola era parecchio indaffarata a coricarsi di
valigie.
«Ehm.. si…
arrivederci» sussurrò acuta, abbozzando un sorriso. Un uomo le fece una veloce
radiografia e si sentì decisamente fuori posto.
Schizzarono fuori
dall’appartamento ad una super velocità. Presero l’ascensore, mute, e non appena
si chiusero le porte, sospirarono entrambe. Poi scoppiarono a
ridere.
«Kachan, guarda cosa
ci hai fatto fare!» esclamò, un pochino arrabbiata. Per Rin era insolito fare
figuracce e gaffe: le capitava di rado di esserne vittima, e le detestava
particolarmente. Kagome, invece, col suo animo testardo e a volte insolente, era
più che abituata. Aveva una certa faccia tosta.
«Scusa Rin» mormorò
«pardon» disse,
sarcastica.
L’altra sbuffò.
«Dobbiamo chiamare un taxi» disse,
imitando l’accento francese dell’amica.
Kagome annuì. «Lo
faccio subito» esordì, mentre l’ascensore suonava debolmente, indicando che
erano giunte al piano terra. Uscirono, cariche, e si diressero vicino alla
Portineria del palazzo. La mora prese il cellulare dalla tasca e digitò
velocemente il numero del servizio taxi. «Salve, senta
vorrei…».
Rin si voltò,
distratta, incrociando con lo sguardo le auto veloci che sfrecciavano di fronte
al portone in vetro. Rimase un tempo indeterminato impalata a fissarle,
ricordando quando una notte si era ritrovata quasi presa sotto da una di
loro…
«Cinque minuti e
arriva» esplicò la voce di Kagome,
che le carezzò delicatamente una spalla. «Ricordi ancora?» domandò,
dolcemente.
Lei annuì,
delicatamente. «Sempre»
ammise.
Kagome non ebbe nulla
da dire, perché si allontanò da lei e si avvicinò alle cassette della posta.
«Ehi! Hanno già messo un altro nome!» esordì, offesa «non ce ne siamo neanche
andate!» biascicò.
Rin scoppiò in una
risatina. «Kachan, noi – per loro –
ce ne siamo andate eccome» mormorò. Il suo sguardo cadde sul citofono. Anche
lì il loro cognome era scomparso.
«Saitou?! Che schifo di cognome è?! Così
corto… e…» esclamò, vaneggiando su un’offesa non subita.
Rin scosse il capo. Il
taxi si fermò proprio di fronte al portone. «Ehi Kachan! È
arrivato».
Raccolsero in fretta
le valigie e con l’aiuto del taxista, salirono sull’auto.
«Residenza No Taisho,
grazie».
Sesshoumaru No Taisho
era inclito a non fidarsi delle
persone. Solitamente non accettava l’aiuto di nessuno, e questo gli aveva
permesso di diventare una persona in grado di cavarsela da sé. Tuttavia, non era
nemmeno un egoista – non normalmente,
e finiva quasi sempre per aiutare coloro che ne avevano bisogno. Un esempio
era proprio Inuyasha, il quale si ficcava sempre nei pasticci. In rari casi, però, si prendeva il merito
di una buon’ azione. Preferiva essere considerato un asociale, piuttosto che un
benefattore.
Il Demone entrò nello
studio di suo padre. Era una sala rotonda, ben arredata, con stile
inconfondibile: sulla parte troneggiava un enorme albero genealogico della
famiglia Taisho, fin dalla prima fondazione, il loro tris-trisnonno. Oltrepassò
i divanetti in pelle e raggiunse a grandi falcate la scrivania in mogano. Nel
secondo cassetto a destra, chiuso a chiave – di cui vi era una sola copia esistente –
c’era il testamento di Inu No Taisho.
Aprì il cassetto con
due veloci mandate ed estrasse l’allegato di fogli e clausole legali. Era tutto
avvolto in una cartelletta marrone, rilegata con un nastro rosso. Lo sciolse e
lo aprì. Suo padre aveva scritto tre pagine di discorso d’addio, prima della sua
morte, ed erano state lette al suo funerale. Dov’era dunque la clausola che
permetteva a questa ragazza di soggiornare nella sua casa?
In fondo alla
cartelletta, adocchiò un foglio mai
visto. Da dov’era uscito? Lo prese in mano, controllò la firma e la scrittura.
Erano assolutamente autentiche. Le
confrontò anche con il discorso, e combaciavano.
Tokyo, 30 giugno
2006
Sesshoumaru rilesse
velocemente la data. Era stato scritto prima del discorso funerario. Prima di
tutti gli altri testamenti che erano giunti fino a loro.
Io sottoscritto Inu No
Taisho, reclamo il bisogno di trasmettere la seguente informazione ai miei
figli, Sesshoumaru No Taisho e Inuyasha No Taisho, o chiunque abbia il possesso
della Residenza No Taisho.
Il demone aggrottò le
sopracciglia. Parlava della casa.
L’albero genealogico
presente nel mio studio, nella Residenza No Taisho, riporta tutti i nomi,
cognomi, data di nascita e morte dei nostri parenti passati, presenti e
prossimi. Il valore di quest’opera è enorme: revoco ogni mia precedente
disposizione e ne affido la custodia ai miei posteri, Sesshoumaru o Inuyasha, o
chiunque discenda da loro.
Come mai? Nel discorso
lo aveva ceduto a chiunque avesse comprato la casa. Come mai ora lo dava a
loro?
In questo albero
genealogico ci sono tutti i tesori della famiglia No Taisho, anche se, non è
questo ciò di cui vi voglio parlare. Questo mio scritto, è rivolto ai possessori
della Residenza No Taisho, al fine di permettere la salvaguardia di una
vita.
La salvaguardia di una
vita…? Lo rilesse, pensoso. Poi decise di andare avanti. Si accucciò sulla
poltrona di suo padre.
La mia seconda moglie,
Izayoi Inezumi, ed io, ci sposammo nel settembre del 1990, convolando a nozze un
amore cresciuto lentamente nei nostri animi. Quello stesso anno, venne alla luce
il piccolo Inuyasha, il mio secondogenito. Due mesi dopo, assistetti al terzo
parto della mia vita.
Sesshoumaru spalancò
gli occhi sconvolto… non era possibile… Izayoi aveva avuto un altro
figlio?
La sorella di mia
moglie, Sumiko, aspettava una bambina. Il legame fra Izayoi e Sumiko era
infrangibile. Me ne accorsi quando si dovettero separare, per permettere alla
mia amata di raggiungermi alla Residenza No Taisho.
Lanciò un sospiro di
sollievo ma la curiosità lo divorò, e riprese a leggere.
Sumiko aveva ereditato
un lato caratteriale della madre che Izayoi non possedeva: l’ingenuità. Fu così
che la piccola appena nata, ebbe un padre disgraziato, scialacquatore di beni e
dedito alla poligamia. Capì subito che quell’unione non sarebbe durata, e se
anche lo fosse, la piccola bambina sarebbe nata sbagliata, senza un’infanzia
felice. E fu per quello che promisi a me stesso di prendermi cura di
lei.
Sesshoumaru fu
completamente assorbito dalla lettura. Erano particolari scottanti… non era a
conoscenza di tante verità su suo padre.
Promisi ad Izayoi, che
qualunque cose fosse successo, avrei accolto quella piccola nella mia casa,
proteggendola da un padre tanto crudele.
E con questo scritto, dunque, che richiedo ed esigo, che Kagome
Higurashi, figlia di Sumiko Inezumi e Kaii Higurashi, in caso di bisogno,
esigenza o necessità, soggiorni nella mia dimora (Residenza No Taisho) per tutto
il periodo di cui abbia bisogno. Nessuno potrà impedire che questo avvenga.
In fede e con amore,
Inu No Taisho.
Lì, Residenza No
Taisho, Tokyo, Giappone.
Sesshoumaru alzò lo
sguardo sorpreso. Quanti altri segreti nascondeva quel testamento? Quante altre
clausole nascoste sarebbero presto comparse?
Ripiegò il tutto e
richiuse il nastro rosso con cura. Ripose la cartelletta nel cassetto e lo
bloccò con due mandate.
«Padre… quante altre
cose nascondi?» domandò, nel silenzio. Si alzò dalla poltrona e si avvicinò alla
porta. Il suo sguardo cadde sull’albero genealogico, scritto da diverse mani
minuziose. Si avvicinò all’ultimo ramo, dove compariva anche il suo nome e
quello di Inuyasha. Seguì il filo di Izayoi. Come avevano fatto a non
accorgersene prima? Di fianco, compariva il nome Sumiko. E più, sotto,
Kagome.
Continua nel
prossimo capitolo...
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Capitolo 2 *** L'incontro con Sesshoumaru. ***
fanfiction
Alchimia dei
sensi.
Allora... grazie grazie grazie per le recensioni *_* E le
letture! E le aggiunte ai preferiti! ^^ Ma dopo vi ringrazierò meglio... vi
lascio al capitolo! Buona lettura!!!
Capitolo due
L'incontro con Sesshoumaru.
Il taxi di Kagome e
Rin arrivò dopo due ore di viaggio. La villa dei Taisho era fuori città, immersa
nelle foreste interne del Giappone. Si affacciava su un piccolo specchio d’acqua
che molto spesso attirava turisti dalla città, pronti a vedere il meraviglioso
riflesso del sole che all’alba ricopre interamente l’acqua cristallina. Per
quanto ne sapessero, anche la Residenza No
Taisho era meta di molti giri turistici, soprattutto per il fatto che aveva
almeno trecento anni buoni e perché il suo aspetto faceva decisamente spalancare
la bocca: marmo, statue, stile nettamente occidentale. Era risaputo che i Taisho
non avevano origini giapponesi, e si raccontava che chi la fece costruire fosse
in realtà europeo. Ciò non è comunque una novità, perché all’inizio la comunità
demoniaca era talmente estesa che comprendeva tutto il globo.
Quando superarono il
cancello in ferro battuto, rimasero come chiunque avrebbe reagito a quella
vista: sorprese.
Il prato era
verdeggiante, costellato di piccoli laghetti, contornati da alcune statue
bianche, sprazzi di fiori colorati e fontane con guizzi alti e sottili. La
strada biforcava in due ben distinte, che seguivano una forma rotonda, fino a
giungere di fronte a quella celestiale residenza. Il colore dei muri era bianco,
ma molti decori erano beige, e spiccavano le statue bianche fra le colonne. La
villa era di forma rettangolare, su diversi piani. Nella parte centrale c’erano
delle deliziose arcate sorrette da colonne prive di decorazioni. L’incredibile
dose di opere a tutto tondo rendeva l’abitazione ancora più straordinaria di
quanto non lo fosse. Esattamente al centro, si aprivano due scalinate laterali
che conducevano alla porta d’ingresso.
Rin e Kagome si resero
conto di essere col naso appiccicate al finestrino solo quando sentirono il
rumore del bagagliaio aprirsi.
«Wow» biascicò la
diciottenne, con lo sguardo inchiodato a quella straordinaria opera d’arte. Per
quel poco di arte che aveva studiato, poteva dire appieno che non era sicuramente in stile orientale. Si
domandò se tutte le ville europee fossero così.
Rin rimase con la gola
secca. Non aveva mai visto una cosa del genere. Anzi, a dir la verità aveva
visto ben poco. Non era mai andata in vacanza, ne in gita scolastica. Esistevano
quelle meraviglie, e lei non lo
sapeva.
«Signorine, benvenute
alla Residenza No Taisho» esclamò il taxista, forse abituato ad accogliere
turisti affascinati. Aprì la portiera del taxi e permise alle due ragazze di
uscire.
Kagome e Rin si
affrettarono a muoversi, cercando di guardare quella villa da tutte le
angolazione. Non avevano mai visto tanto sfarzo, soprattutto concentrato in
un’opera così… strana ed accattivante!
«Oh… beh… grazie»
borbottò Kagome, che sembrava aver di colpo perso la sua faccia tosta. Si
avvicinò al taxista e gli domandò quanto gli doveva, mentre Rin si guardava
attorno, sognante.
Sembrava di essere in
una piccola radura, avvolte dalla foresta. La lunga strada che li aveva condotti
alla villa sembrava così lontana… in quel piccolo angolo di paradiso. La villa
brillava dei riflessi del sole… sembrava così eterea. Forse era perché non aveva
mai visto una cosa del genere, ma si sentì subito a suo agio. Prese il suo
trolley e lo zainetto, avvicinandosi alla scalinata. Fece il primo
gradino.
Chissà come sarebbe
scenderla con un vestito elegante… pensò, dolcemente. Magari con lo strascico! Adorava
fantasticare su quelle storie. Per quanto avesse sedici anni, ragionava e
pensava abbastanza ingenuamente. Non aveva la smania di crescere, come le sue
compagnie di scuola. Molto spesso ripensava alla sua infanzia con incredibile
nostalgia, sperando di avere qualche anno di meno. Ecco perché Kagome la
chiamava sempre “piccola”.
«Ehi Rin!» la
richiamò, la diciottenne. Il taxista se ne era andato, e si trovava a pochi
passi da lei, col trolley e il borsone sulle spalle. «Direi che… come nuova casa
è decente, no?» azzardò, con un
sorrisino.
Rin non seppe che
rispondere, e finì per annuire solamente. All’inizio le era parso strano
trasferirsi così, da degli amici di famiglia… ma a quanto pare Kagome sapeva già
tutto di ciò. Sua mamma le aveva riferito che Izayoi aveva conservato un posto
per loro, nella villa di suo marito.
«Beh, andiamo dai»
mormorò, cominciando a salire le scale. Giunsero in fretta di fronte al portone,
indecise se suonare.
«Pazzesco» esclamò
Kagome, sorpresa «non c’è il campanello!».
Rin rise un istante.
«Forse dovremmo bussare…» disse, indicando le enormi maniglie posizionate al
centro del portone.
«Se ci fossero più
ragnatele, meno luce e più nebbia sarebbe come stare in un film dell’orrore»
borbottò, afferrandone una e sbattendola delicatamente contro l’entrata. Fece un
respiro profondo.
La porta si aprì
delicatamente, senza alcun cigolio sinistro. All’entrata vi era una donna
anziana. «Oh…» esclamò alla vista di Rin «Benvenute…» disse, aggrottando le
sopracciglia.
Rin comprese
perfettamente e si portò in avanti, dispiaciuta. «Mi scusi Signora, avevo
proposto di avvisare, ma Kagome è davvero cocciuta!».
La signora si voltò
dunque verso la diciottenne. «Dunque tu sei Kagome Higurashi…» ne studiò
lentamente i tratti, pensosa. «Quando hai detto di essere
nata?».
«Il 18 marzo del 1990»
rispose, confusa da quella domanda inaspettata. L’aveva fatta anche al telefono
il notaio.
«Oh… si, proprio due
mesi dopo quel rompiscatole» esclamò, mostrando un sorriso gioioso «le nipoti
del Signore e sua moglie sono sempre benvenute!» disse,
dolcemente.
Rin però si fece
avanti. «Oh ma io… non sono…» biascicò.
Kagome la precedette.
«Lei è Rin, ed è sotto la mia tutela da circa tre mesi. Però vive con me da
quando ho nove anni» spiegò, gentilmente.
L’anziana donna scrutò
la piccola a lungo. Poi sorrise. «Scusami. È solo che siete molto
simili».
Rin scosse le spalle,
come a dirle di non scusarsi. Erano effettivamente accumulate da alcune
similitudini: avevano entrambe i capelli lunghi e mossi, scuri, anche se un
occhio attento poteva distinguere che quelli di Kagome erano color ebano, mentre
quelli di Rin marrone scuro. Ad assomigliarle era anche il volto perlaceo e
ovale, e la forma degli occhi.
«Molto spesso ci
scambiano per sorelle» mormorò Kagome, guardando dolcemente la piccola Rin «ed è
come se lo fossimo» disse, in un impeto di gentilezza. Non era solita esprimere
i suoi sentimenti, Rin era molto più affettuosa.
Le prese difatti la
mano e la strinse, amorevole. «Già».
L’anziano donna le
fissò, commossa, e poi tossì. «Scusate, non mi sono neanche presentata» mormorò,
porgendo la mano ad entrambe «io sono Kaede, e se non ci fossi io questa casa
sarebbe un’immondizia».
Scoppiarono tutte e
tre in una risatina, prima che Rin, rinsavita, poggiasse una mano sul braccio
della donna. «Non è che disturbo, vero?» domandò,
apprensiva.
Kaede scosse il capo. «No di certo. Qua ci sentiamo così
soli» spiegò, indicandole di entrare. «Lasciate pure qui le valigie, vi porto a
fare un giro della casa».
«E così si tratta di
mia cugina…» sussurrò Inuyasha, dopo aver appreso da suo fratello del nuovo
pezzo di testamento. «Bene» esordì, serio.
Sesshoumaru lo fissò,
attendendo il suo efficace
ragionamento.
«Così non romperà le
scatole» borbottò.
Il demone alzò un
sopracciglio. «Inuyasha, è tua
cugina» disse, serio.
Quello lo fissò, come
a dire “E allora?!”.
Sesshoumaru sospirò
pesantemente. «Beh, sei tu che devi
fare gli onori di casa» disse, indicandolo prepotentemente con le mani «sei tu che dovrai farle
compagnia».
Il mezzodemone
spalancò gli occhi. «Cosa?! Neanche per sogno!» esclamò, rude «non farò da balia
ad una ragazzina!» tuonò.
Sesshoumaru sospirò
nuovamente, frustrato. «Hai letto il testamento, Inuyasha. È solo di due mesi più piccola di
te».
«Appunto! È una ragazzina» borbottò testardo «e non sono
interessato a fare la sua conoscenza!».
Il demone alzò le
braccia al cielo. «Parli come se dovessi sposarla!» esordì, infastidito «Si
tratta solo di essere gentile con una persona, non è così
difficile!».
Inuyasha lo fulminò
con lo sguardo. «Sai che lo è».
«No stupido hanyou,
non è così difficile, maledizione!» urlò, scocciato. Era stata una settimana
difficile: Inuyasha continuava a lamentarsi, aveva dovuto intrattenere un
colloquio privato col preside della scuola, a quanto pare devastata da una rissa
provocata proprio da suo fratello… Aveva tutti i diritti di sentirsi
stressato.
Inuyasha lo fissò,
ferito. Si mise una maschera d’orgoglio e si alzò, freddamente. «Beh, lo stupido
hanyou se ne va nella sua stanza» esordì, uscendo dall’ufficio «che quella
ragazzina vada affanculo».
Sesshoumaru si mise una mano nei capelli.
«Di qua ci sono le
stanze dei proprietari…» esclamò Kaede, indicando il piano superiore. «Non so se
è una buona idea andarci» borbottò «non sono soliti accettare visite di
cortesia».
Kagome e Rin
aggrottarono le sopracciglia, guardandosi. Che strani padroni. Non è che erano
come nella Bella e la Bestia, vero?
«Kaede?» esclamò una
voce maschile da sopra le scale. Un paio di gambe muscolose fasciate in
pantaloni di altissima fattura comparvero sugli ultimi gradini della scala a
chiocciola. Era impossibile vederne il volto, ma l’anziana signora parve
riconoscerlo. «Si, sono io Sesshoumaru. Sto facendo visitare la casa alle nostre
ospiti».
«Ospiti?» domandò
dubbioso «Vengo subito» esordì quella voce, che Kagome catalogò come molto
affascinante. Non pareva certo quella di una bestia: era roca, profonda… ma bella.
Rin seguì l’entrata
dello sconosciuto con strana ansia: non capiva perchè ma lo temeva leggermente.
Forse aveva paura di ciò che avrebbe potuto essere.
Si trattava di un uomo
adulto, dai capelli argentati come la
Luna e gli occhi color dell’Oro. Il
volto era ovale, perlaceo. Sulla fronte aveva una mezzaluna violacea, e sugli
zigomi delle striature del medesimo colore. Aveva gli occhi sottili, come lame
affilate, il naso dritto e la bocca sottile. Le spalle erano larghe e la vita
stretta, cinta in una camicia bianca molto elegante.
Era serio in volto,
emanava freddezza. Sentì le sue paure
accrescere: com’era quell’uomo? Era buono? Sentì i suoi occhi vagare su di lei per
un lungo momento, e la sensazione che ne provò la lasciò scombussolata: non era
come quando quel traslocatore l’aveva guardata… ma non era nemmeno piacevole.
Era… strano… quasi… doloroso.
Kaede si frappose fra
loro. «Loro sono Kagome Higurashi e Rin…» disse, ignorando il cognome della
piccola.
Lei si sporse in
avanti, imbarazzata. «Ehm… non lo so nemmeno io» sussurrò, cercando di non farsi
sentire da Sesshoumaru. Idea alquanto stupida, perché lui era un demone cane.
Rizzò la schiena e ritrovò difatti i suoi occhi dorati inchiodati nei suoi.
Kaede le sorrise
vagamente. «Rin» puntualizzò, con un sorriso. «E lui è Sesshoumaru No Taisho,
primogenito del marito di Izayoi» disse, pensando le due lo
sapessero.
Kagome annuì, difatti.
«Piacere» disse, abbassando leggermente il capo. Durante il viaggio in taxi
aveva pensato a cosa dire e fare di fronte al padrone di casa: inchino o stretta
di mano? Alla fine aveva optato per un semplice movimento della testa, dandosi
della stupida per certi
pensieri.
«Il piacere è mio»
replicò, con un leggero inchino del capo. Aveva modi eleganti e perfetti, ma il
viso era forse troppo serio perché risultasse gentile e
caloroso.
Kaede sorrise,
contenta della buona riuscita di quella presentazione.
«Qual è la stanza che
vi è piaciuta di più?» domandò il demone, spostando lo sguardo da Rin a
Kagome.
La diciottenne rimase
a pensarci un po’ su. «La biblioteca» rispose, sincera. Era abbastanza studiosa…
in particolare di materie teoriche, apprendibili facilmente con lo studio. Con
la matematica, ad esempio, non ci andava affatto
d’accordo.
Sesshoumaru sorrise,
evidentemente soddisfatto della risposta.
Rin invece arrossì
lievemente. «La sala da ballo» ammise, con voce
carezzevole.
Il demone la fissò,
accigliato, poi ritornò a guardare Kagome.
Rin si sentì
decisamente offesa. Come… come mai prima aveva continuato a guardarla ed ora
la ignorava? Scacciò via quel
pensiero, confusa.
«E quella che avete
preferito di meno?» domandò poi, pacato.
«La sala dei dipinti»
esordì Kagome, sicura «veramente belli… ma troppi».
Sesshoumaru stortò il
capo. «Commento curioso».
Rin lo fissò,
imbarazzata. Era sicura di stare per fare una brutta figura… ma fu comunque
sincera. «Il… suo ufficio. È così… cupo» confessò, stringendo le
spalle.
Due lame dorate,
luccicanti, si piantarono nei suoi occhi, talmente ammaglianti da lasciarla
leggermente a bocca aperta. Ancora quella strana sensazione… ne fastidiosa, ne
piacevole. Strana.
Sesshoumaru lanciò
un’occhiata a Kaede. «Parlando di cose serie…» disse, cambiando
discorso.
Rin si sentì
nuovamente umiliata e abbassò il capo, stringendo lievemente i pugni. La stava
ignorando! Platealmente!
«Posso sapere chi
sei?» domandò, guardandola negli occhi.
Rin alzò il capo,
sorpresa di sentirlo rivolgersi a lei. Era una domanda strettamente personale,
molto sfacciata. Difatti aggrottò le sopracciglia, leggermente scocciata da
quella richiesta. «Il mio nome è Rin» rispose, caparbia, forse un po’ troppo
esuberante «e sono sotto la tutela di Kagome fin da quando ho sette
anni».
Lui parve non reagire
a quella risposta, e guardò Kagome, che prese a parlare, lucida. «È esatto. È
stata trovata da mia mamma una notte. Era stata quasi… investita da un auto.
L’abbiamo allevata come una di famiglia. È come una sorella minore, per
me».
«Benvenuta nella mia
dimora» disse, con un’eleganza che la affascinò. Era un uomo strano. Sembrava…
perfetto. Un principe azzurro. Con
quel volto liscio e intagliato nel marmo… i capelli argentati… gli occhi dorati…
beh, forse da piccola lo immaginava
biondo e con gli occhi azzurri, ma per il resto ci
assomigliava.
«Grazie…» biascicò,
imbarazzata. Le aveva rivolto un’occhiata di fuoco. Ardente.
«Ora, scusate, ma
vorrei ritirarmi nelle mie stanze» esordì, gentile «Kaede, voi sapete qual è la
stanza riservata alle ospiti, no?».
L’anziana donna parve
tentennare, e si sporse fino al suo orecchio, allontanandolo di qualche
passo.
Rin e Kagome si
guardarono, ignare di quello che i due stessero parlando.
Il demone e la donna
ritornarono da loro, pacati. «Grazie Sesshoumaru» esordì, con
venerazione.
«Grazie a voi»
continuò lui, galante. Risalì in fretta le scale e scomparve dalla loro
vista.
Rin sentì un peso sul
cuore scomparire velocemente.
«Bene» disse Kaede, rilassata «avete fame?».
Kagome raggiunse in
fretta la sua camera. Era in fondo al corridoio, spaziosa e con tante finestre.
Aveva i tendaggi bianchi ed i mobili in legno beige, ed il letto a baldacchino
era favoloso. Si sentì una piccola principessa, infilandosi sotto le coperte
circondata da teli bianchi e lenzuola di seta.
Sesshoumaru è strano,
si
disse. Educato ma scostante. Era come
se volesse in realtà… essere diverso
da com’era. Voleva essere forse più trasandato? Che sciocchezza, chi poteva
desiderare di essere rozzo? Nessuno.
Ci rimuginò sopra ancora un po’ e poi si
addormentò.
Rin si guardò attorno.
Accidenti, quella stanza era
favolosa. Rosa, con pareti decorate a mano, le tende trasparenti e una vista sul
lago cristallino. Com’era possibile che avesse avuto la fortuna di abitare in
quella villa? Probabilmente aveva fatto qualcosa di straordinario nella sua vita
precedente. Si tolse i vestiti e si infilò la camicia da notte, corta fin sopra
le ginocchia e con un delizioso fiocco su entrambe le spalline. Si sdraiò sul
letto, dolcemente, avvolgendosi con le soffici lenzuola.
Ora si che poteva
augurarsi una buona
notte.
Continua nel
prossimo capitolo...
Allora... sono
lusingata da tutte le vostre recensioni!! Non mi aspettavo assolutamente che
piacesse così tanto!!! GRAZIE davvero a tutti! Recensori e lettori!
Comunque, ritornando
al capitolo... ebbene, ecco finalmente l'arrivo a casa Taisho! Non potevo non
metterci dentro il mio orgoglio italiano e far diventare Inuyasha un europeo! XD
Beh, discendente... poi lui è comunque giapponese nelle vene. E poi... come
potevo non scegliere una villa italiana? Esatto, la casa è realmente esistente,
anche se purtroppo non l'ho mai visitata ç_ç Si chiama Villa Mansi ed è a Lucca.
^^
Ora... passiamo ai
ringraziamenti per le recensioni...
lilysol: abbiamo lo
stesso nome?! *_* Ma che bello! Sei la seconda Linda che conosco in tutta la mia
vita XD E ti svelo un segreto... sono stata due ore sul dizionario dei sinonimi
per comporre questo titolo!!! ^__* Grazie davvero per i complimenti!!! Spero
continuerai a seguire la storia ^^ E sono contenta che ti intrighi... era il mio
obiettivo! :)
Onigiri: oddio... *ç*
Grazie! Mi hai descritta in maniera straordinaria... sono commossa! Sei davvero
gentile! ;) Ed ecco il tuo adorato continuo! Spero ti sia piaciuto ;) Ci ho
messo un bel pezzo di me... praticamente le risposte di Kaggy alle domande di
Sesshy erano le mie ^^ Sto cercando di creare dei caratteri ben delineati...
come vedi, Inuyasha sta piano piano prendendo forma... ma anche Sesshy... ^^
Insomma... speriamo in bene! ;) Grazie ancora!
Kaimy_11: Allora,
allora... Dal testamento e la storia di Izayoi e Sumiko, si, Kagome e Inu sono
cugini, per di più di primo grado. (Sumiko e Izayoi sono sorelle) ^^ E
Rin e Sesshy... beh, vedi Kagura da qualche parte?! XD E comunque, continua pure
a rompermi le scatole in questo modo, è stimolante! ^__* Grazie, grazie e ancora
grazie!!!
Marty_Roro: oh...
grazie ^^ In effetti non è proprio la mia prima... nel senso che scrivevo anche
alcune cose a casa... ma non ne ho mai pubblicata nessuna! Ed è comunque la
prima su Inuyasha <3 E grazie ancora per i complimenti, sono lusingata, lo
ripeto! XD Spero continuerai a seguirmi ^^ Baci!
roro: che nome
adorabile!! ^^ Grazie! Sono contante che la storia ispiri... temevo non piacesse
per il legame di parentela fra inu e kaggy... >.< Ma avviso che bisogna
stare a vedere... ^^ Continua a seguirmi e grazie ancora!!
Ichigo wehara:
ehehehe, tu hai centrato il problema! XD Beh, loro sono... effettivamente,
cugini. Sumiko e Izayoi sono sorelle. Ma ti chiedo comunque di seguirmi e
pazientare... ci sono troppi segreti ancora da scoprire!! <3
Bacioni!!!
elita: ciao anche a
te! XD exact... scoprirai tutto andando avanti... ^^ Si, Inu No Taisho non era
proprio sincero con i suoi figli... non che fosse una persona cattiva, anzi! Io
lo immagino buono e generoso, capace di amare infinitamente una persona (beata
Izayoi *çççççç*) Dunque... continua a seguirmi... e dimmi come ti è sembrato
questo capitolo! =) Baci!
Michiyochan: eheheh...
grazie per i complimenti! E beh, che dirti per Inu e Kaggy? Pazientare,
pazientare, pazientare... non si sa mai che l'amore sbocci anche con il loro
legame di parentela! E poi... hai visto com'è il carattere di Inu, no? Molto
difficile... Kagome sarà in grado di sopportarlo?? *_* Ti lascio il quesito XD
Grazie ancora!!! Kiss!
mikamey: wow, grazie
mille! Sono contenta che già ti piaccia!!! XD Spero continuerà a piacerti anche
più avanti...!!! =) Beh... cos'altro posso dirti? Spero di ricevere un'altra tua
recensione... e grazie ancora!! Baci!!
e.... fine!!! Wow,
siete nove!! Incredibile!! Grazie davvero!! Siete gentilissime!! *me si commuove
di nuovo* XD
Ringrazio anche chi ha
aggiunto la storia fra i preferiti:
1 - baby_dark 2 - dany chan 3 - Toru85
Grazie davvero! E
beh... al prossimo capitolo!!!! =)
Baci, Meg.
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Capitolo 3 *** I fratelli Taisho. ***
fanfiction
Alchimia dei
sensi.
Ciao! Come sempre, i ringraziamenti completi giù... ma
grazie in anticipo a tutti i recensori dello scorso capitolo ed in particolare a
yuly, che ha postato la recensione del primo capitolo mentre inserivo il
secondo... e non ho potuto ringraziarla degnamente! ^^ Buona lettura!
Capitolo tre
I
fratelli Taisho.
«Kaede» la chiamò Sesshoumaru, il giorno successivo, dopo
aver fatto colazione. Aveva dato l’ordine di lasciare dormire le ospiti fino a
quando avrebbero voluto.
L’anziana donna lo
raggiunse, preoccupata. «Dimmi» esordì, curiosa.
«Inuyasha non è sceso
a colazione, vero?» domandò, quasi si aspettasse la
risposta.
«Esatto» replicò,
osservando il posto vuoto sulla tavolata. La sua colazione era ancora immobile.
«Portategliela in
camera» propose «e non dirglii che è stata un’idea mia. Si rifiuterebbe di
mangiarla».
Kaede lo fissò,
accigliata. «Avete per caso litigato?».
Lo sguardo del demone
si affilò. «Non è la prima volta».
La donna sorrise
amaramente. «Sesshoumaru, conosci il suo carattere. È inclito ad arrabbiarsi,
offendersi ed offendere a sua volta» spiegò, difendendolo
quasi.
Sesshoumaru la fissò,
difatti, quasi stranito. Non
intercorreva buon sangue fra Inuyasha e Kaede: si mal sopportavano
reciprocamente. L’odio di Inuyasha nasceva indubbiamente da un capriccio, visto
che non andava d’accordo con nessuno, ma Kaede aveva un buon motivo per mal
sopportarlo: era rozzo, maleducato e disobbediente. Oltre al fatto che non
ascoltava mai nessuno e faceva sempre di testa sua.
«Gliela porto
immediatamente» mormorò, distratta.
Sesshoumaru le fece segno di andare.
Inuyasha era rinchiuso
nella sua stanza a tempo indeterminato. Così aveva deciso. Non aveva nessuna
intenzione di vedere suo fratello, ne fare da balia ad una ragazzina. E l’unica
soluzione era dunque chiudersi a chiave nel suo mondo.
La camera era arredata
con mobili color mogano, e i tendaggi erano bordeaux. Alla sua sinistra c’era il
letto matrimoniale, cinto in federe preziose e morbide, ancora sfatto. A destra
vi era la scrivania e la libreria, che conteneva tutti quegli insulsi libri
scolastici. Le grandi porte finestre davano su un balcone privato, che sporgeva
sul lago.
Si voltò di scatto
quando udì bussare alla sua porta.
«Inuyasha, sono Kaede»
mormorò l’anziana donna, con apparente gentilezza «visto che non sei sceso a
mangiare, ti ho portato qui la colazione».
Il mezzodemone fissò
la porta, arcigno. «Si, come no. Con il veleno dentro» replicò,
acido.
La donna poggiò il
vassoio per terra. «Può darsi» rispose, con una risatina. Un grosso frastuono si
abbattè sulla porta. «Che cos’hai lanciato?!» domandò, preoccupata per
l’argenteria.
«Quattro o cinque
libri» rispose. «Se entrerai saranno dieci» la minacciò,
ringhiando.
Lei fece un risolino.
«E come faccio? Hai chiuso la porta».
Il mezzodemone alzò un
sopracciglio. «Mi credi forse stupido, vecchiaccia? Guarda che lo so che hai le
chiavi di tutte le stanze…».
Kaede rise ancora. «Arrangiati Inuyasha. Qui c’è la
colazione» e detto ciò se ne andò, lasciandolo decisamente di cattivo
umore.
Sesshoumaru
ricontrollò l’elenco dei migliori studenti del collegio frequentato da Inuyasha.
Necessitava di uno studente preparato su tutte le materie, ben disposto a
frequentare assiduamente quell’ingrato e pronto a fare di tutto per avere i
soldi delle ripetizioni. Peccato che la maggior parte degli studenti adatti
fossero studentesse, e la cosa non lo
metteva di certo di buon umore, visto che - nonostante il caratteraccio, Inuyasha
era in grado di sedurre una donna senza tanti problemi.
Alla fine si arrese
all’evidenza e puntò ogni sua speranza su una ragazza. Era fin troppo bella, ma
il suo curriculum splendeva più di lei… Voti eccellenti in tutte le materie,
numerosi crediti scolastici, una borsa di studio vinta, e soprattutto… una
famiglia povera. Quella era la
chiave.
«Sango Hirai… bene,
bene» mormorò, digitando il suo numero sul cordless. Dall’altra parte della
cornetta sentì degli squilli a vuoto.
«Pronto?» rispose una
voce flautata.
«Buongiorno, il mio
nome è Sesshomaru No Taisho e sono il fratello maggiore di Inuyasha No Taisho.
Lo conoscete?» domandò, diretto.
«Ah… certo…» replicò,
quasi schifata.
Il demone sorrise,
evidentemente soddisfatto. «Sono molto contento di udire che il vostro tono non
è affatto contento, signorina Hirai».
Dall’altro capo arrivò
un balbettio confuso. «…C-come conoscete il mio nome?».
«Il preside mi ha
fornito una lista degli studenti più promettenti, e suppongo sappiate che
eravate in cima alla lista» replicò, piccato.
«Ma certo. Conosco
benissimo l’impegno e la dedizione che applico nello studio» rispose, un poco
infastidita.
«Mio fratello
necessita di molte ripetizioni, affinché l’anno prossimo sia in grado di
sostenere l’esame» spiegò, conciso «ed io ritengo che voi abbiate ciò che
cerchiamo».
«Mi ripeterebbe il suo
nome, per favore?» domandò, confusa.
Sesshoumaru si distese
sulla poltrona. Era a cavallo. «Sesshoumaru No Taisho. Cosa vuole sapere? Se ho
per caso ereditato tutti gli averi di mio padre?» esalò,
sfacciato.
Sango si zittì. «Come
osa insinuare una cosa del genere? Non ho alcun interesse a sincerarmi del suo
patrimonio finanziario».
Sesshoumaru rise a
bassa voce. «Signorina Hirai… non venite a mentire a me. Voi necessitate di soldi, ed io sono
pronto a darveli» sussurrò «l’unico obbligo è venire qui per il tempo necessario
affinché Inuyasha impari quello che già dovrebbe sapere».
Si udì un lungo
respiro. «Quanto pagate?».
«Sono vitto, alloggio…
e 300 yen al giorno» propose, sicuro. Era un affare troppo vantaggioso perché
lei lo rifiutasse.
«300 yen al giorno?»
ripetè, sbalordita. Poi tossì. «E dovrei soggiornare nella vostra
villa?».
Il demone annuì. «Si,
signorina Hirai» e ben deciso a convincerla, aggiunse «potrete fare la
conoscenza di altre due mie ospiti: Kagome e Rin Higurashi. Hanno più o meno la
vostra età». Con quello era certo che non avrebbe avuto timori di soggiornare
nella sua dimora.
«Va bene, accetto»
rispose la ragazza «ma ci vorranno un paio di giorni prima che arrivi, ed
inoltre voglio il pagamento anticipato di una settimana».
«Non c’è alcun problema» rispose, vittorioso
«Arrivederci Signorina Hirai».
«Arrivederci a lei… e
grazie» aggiunse, anche se a fatica.
Chiuse la chiamata.
Sesshoumaru sorrise.
Si aspettavano un umana soltanto e ne sarebbero arrivate tre. Che curiosa la vita.
Inuyasha avrebbe dato
di matto. Oramai lui si era abituato al fetore umano: poteva ignorarlo
facilmente, perché poteva affinare a piacere uno o più sensi, ed acquietare gli
altri. Inuyasha, però, che era un mezzodemone, era costretto a convivere col
lato demoniaco ed umano insieme, e dunque non poteva controllare le sue
abilità.
Si alzò, pronto ad
andare da suo fratello. La litigata era finita.
Inuyasha sapeva che
prima o poi Sesshoumaru sarebbe andato a trovarlo. Diceva sempre di lasciarlo da
solo a sbollire la rabbia, ma sotto sotto era impaziente quanto
lui.
Non si stupì dunque,
quando alzandosi, notò suo fratello in piedi sul balcone. Il sole era ormai alto
nel cielo.
Alzò un sopracciglio,
indeciso se aprirgli o lasciare che spaccasse il vetro. Forse era meglio
preservare i danni.
«Il fatto che esistano
le porte è poco importante, vero?» commentò, sarcastico, girando la manopola
della porta finestra.
Il demone lo sorpassò.
«Inuyasha» pronunciò, serio «noi non andiamo sempre d’accordo» precisò «ed è
comprensibile. Siamo diversi».
Inuyasha stortò il
capo. «Te lo concedo, io non sono falso come te».
Sesshoumaru lo fissò,
glaciale. «Rimetti a posto la tua lingua biforcuta ed
ascoltami».
Il mezzodemone si
gettò sul letto, mettendosi comodo. «Ti ascolto» replicò,
provocandolo.
Il demone ingoiò
quell’insulto. «Sei solo uno sciocco se credi che facendo i capricci avrai tutto
ciò che vorrai».
L’hanyou rise. «Guarda
da che pulpito viene la predica…» replicò, piccato «sbaglio o non sono io quello
pretende continue menzogne? Soprattutto da se stesso?».
Lo sguardo di
Sesshoumaru si affilò, duro. «Che sentimentalismi».
Inuyasha rise, di
nuovo. Una risata fredda, vuota. «Fratellastro… nostro padre ti voleva
educato, fedele, gentile, buono e umano…
e lo sei quasi diventato»
rispose, alzandosi in piedi, circospetto «peccato che si sia dimenticato di una
cosa… tu non sei
umano».
Sesshoumaru alzò le
spalle, come in segno di resa. «Che vuoi farci? Si tratta di un piccolo
dettaglio». Era tremendamente tranquillo.
Il mezzodemone prese
posto sulla seggiola alla loro destra. «Ha cercato di rendere te più docile e me più crudele…».
«Questa era la sua
bilancia d’equilibrio» esalò il demone.
«Una bilancia
manomessa in partenza» gli fece eco, amaro.
«Una bilancia che ha
retto la famiglia per 23 anni» riprese, duro.
Inuyasha alzò un
sopracciglio. «Sesshoumaru, guarda in faccia alla realtà. La nostra famiglia era
in rovina. Nostro padre non ci guardava nemmeno, perso nella scelta delle sue
future mogli» disse, abbassando il capo.
Il demone lo fissò,
atono. «Lui ha fatto il massimo per tutti noi».
«La smetti di
difenderlo!?» tuono, scocciato «ogni volta lo proteggi!! Lui non è come vuoi tu, maledizione!!! Era solo un demone ossessionato
dall’umanità!».
Il rosso vermiglio
inondò nuovamente le pozze dorate di Sesshoumaru. «Come osi insultare nostro
padre?» esordì, talmente glaciale che Inuyasha sentì la schiena
rabbrividirgli.
«Io non lo sto
insultando. Sto dicendo la verità».
Quando la frusta di luce gli sfiorò il braccio capì come
sarebbe finita quella conversazione.
Kagome e Rin si
guardarono, spaventate. Un frastuono terribile proveniva dai piani superiori, e
faticavano ad immaginare chi potesse creare tali rumori. Kaede si affrettò e le
raggiunse.
«Ehm… ragazze… che ne
dite se ci spostiamo in salotto? E più…» ma non riuscì a concludere, perché un
terribile rumore di vetri infranti sormontò la sua voce.
Gli stessi vetri
infranti che precipitarono di fronte alla finestra atterrando sull’erba fresca.
Poco dopo li seguirono due figure snelle e muscolose.
Kagome spalancò gli
occhi e Rin si portò una mano alla bocca, sconvolta.
A quanto pare,
Sesshoumaru e suo fratello stavano combattendo ferocemente. Si muovevano a
velocità incredibili, e faticavano a distinguerli. Inoltre, parevano molto
simili: entrambi avevano la chioma lunga argentata ed un fisico asciutto. Uno,
però, sfoderava una specie di frusta luminosa. L’altro ne era
sprovvisto.
Kaede sospirò. «Quello
con la frusta è Sesshoumaru. L’altro è suo fratello,
Inuyasha».
Kagome rimase
impietrita, incantata quasi. Rin non
riuscì a staccarsi da quel vetro neanche per un istante. Le loro urla
trapassavano la finestra e giungevano con rumori soffocati e gemiti
taciuti.
«Accade…spesso?»
domandò Kagome, sconvolta. Sembravano…
pronti ad uccidersi.
«Mh… ogni tanto»
ammise Kaede, riluttante a raccontare le vicende di casa Taisho «ma ora è il
caso che ci spost…». Fu nuovamente interrotta.
Inuyasha si era
accasciato a terra, di botto, dopo essersi alzato in volo con un balzo.
Kagome sobbalzò di
scatto spaventata, e a Rin cadde la tazza dalle dita, frantumandosi a terra.
Cielo, pareva grave.
«Kaede, non dovremmo
intervenire?» domandò, la diciottenne, ansiosa.
Rin raccattò
velocemente i cocci, ma pareva molto scossa.
«Non preoccupatevi
ragazze, va tutto bene… significa che stanno appianando le loro vicissitudini»
rispose, fiduciosa.
Kagome si domandò cosa
sarebbe accaduto se avessero deciso di ammazzarsi veramente.
«Sesshoumaru…»
balbettò Inuyasha, sputando un rivolo di sangue «stai dando un bello spettacolo
alle tue ospiti…» disse, indicando con gli occhi la finestra della sala da
pranzo. Due figure sottili erano immobili, di fronte al
vetro.
Il demone arricciò il
volto in un’espressione di diniego. «Se credi che mi importi così tanto di
loro…» esalò, freddo.
Inuyasha sorrise. «Si,
certo… sotto sotto sei crudele… ma ancora più sotto sei buono… quindi è inutile
che fingi con me… un po’ di umanità
l’hai acquisita» esclamò, divertito.
Il demone non gli
lasciò tempo di respirare e lo colpì con una frustrata.
Un guaito fuoriuscì
dalle labbra dell’hanyou, ancora immobile a terra. «Vuoi mostrare di essere
forte? Oppure ne approfitti perché sono debole?» sussurrò, flebile
l’hanyou.
Il demone alzò lo
sguardo. «Oh… dai la colpa della tua debolezza al fatto che stanotte ci sarà il
novilunio… quando invece sei tu ad
essere debole» gli giunse al fianco. «Inuyasha… non atteggiarti al demone che
non sei… resta al tuo posto ed io resterò al mio».
Il mezzodemone
digrignò i denti, ma parve più un ghigno.
Sesshoumaru si voltò verso la villa. In un balzo, giunse di
fronte alla finestra.
«Kami sama!» esclamò
spaventata Kagome, colta di sorpresa.
Il demone si era
fermato esattamente di fronte alla finestra, ed un rivolo di sangue gli colava
lungo la guancia perfetta. La camicia bianca era strappata, e sul petto marmoreo
spiccavano cinque lunghi graffi, poco profondi.
Rin sentì lo sguardo
del demone su di lei a lungo. Troppo a
lungo per riuscire a sostenerlo.
«La vostra presenza
qui non è giustificata» disse Sesshoumaru. La sua voce giungeva ovattata ma
comprensibile.
Kaede le prese per le
spalle, delicatamente. «Ehm… ragazze… venite di là».
Rin non riuscì a
rinunciare a quegli occhi dorati ma fu costretta a voltare il capo. Quelle lame
luccicanti la stavano studiando, ancora.
Kagome riuscì a
gettare uno sguardo ad Inuyasha. Era ancora accasciato a terra… ma si stava
rialzando. Guardò Sesshoumaru. Poi si voltò, distratta.
Quella famiglia era molto più strana della villa stessa.
Kagome e Rin erano
sedute nel salotto. La tensione che aleggiava nell’aria era palpabile. Quello
che avevano visto era forse troppo strano, forse troppo incomprensibile da non lasciarle
scosse.
«Kaede…» la chiamò
Kagome, interdetta. Aveva in mano una piccola tazza di latte. L’aveva richiesta
poco prima, per calmarsi. «…» tentò di dire qualcosa ma non riuscì a formulare
una frase. Scosse il capo.
Rin la fissò
comprensiva.
La donna, sorrise
amara. «Vuoi sapere se per caso hanno mai ucciso qualcuno?» disse, atona «non lo
sappiamo». Poi tossì «Inuyasha non ne è in grado. È un
mezzodemone».
Rin e Kagome la
seguivano, attente. Non avevano mai visto un mezzodemone… solitamente si
nascondevano. I demoni invece, fieri della loro natura, convivevano al pari
degli umani.
«Come farete a
riparare il vetro?» domandò Kagome, cercando improvvisamente di cambiare
discorso.
Kaede parve essere
confusa. «Oh… il vetro della camera di Inuyasha» rispose, cadendo dalle nuvole
«non preoccuparti. È accaduto così tante volte che ce ne siamo fatti dare di
più. Lo sostituiremo al più presto».
«Rischiate i furti»
mormorò la diciottenne.
L’anziana signora
sorrise divertita. «Furti? Che sciocchezza».
Rin si unì finalmente
alla conversazione. «Non li temete? Avete molte cose di valore,
qui».
La donna si chinò in
avanti, guardinga. «Vi rivelo un segreto… ho il sonno leggero» azzardò, con un
sorriso.
Kagome e Rin
scoppiarono in una risata.
«Siamo seri… non c’è da preoccuparsi, Inuyasha
e Sesshoumaru sono pronti a proteggere la casa».
Kagome annuì, bevendo
un ultimo sorso di latte. Lanciò uno sguardo a Rin, poi tornò a fissare il
liquido bianco. Si, ma chi avrebbe
protetto la casa da loro?
Continua nel
prossimo capitolo...
Ciao!!! Allora… come
state? Spero che nessuno sia svenuto, non avendo letto l’ormai agognato incontro
fra Kaggy e Inu XD Beh… che posso dirvi? Non potevo certo farla correre in mezzo
ai due con le lacrime agli occhi… XD Bisogna aspettare un po’, eh! (Ma non
molto, ve lo concedo… ^^)
Vi è piaciuto il
capitolo? A me molto. Come vedete, la mia idea di Sesshy non era proprio: “buono
e gentile al limite dell’umanità”… Lo ritengo un personaggio molto più
complicato per rovinarlo così! XD E Inu… beh, forse gli ho donato un pizzico di
sarcasmo che non possiede… ma che dite, non è più affascinante? *ç*
RINGRAZIO di nuovo
tutti i recensori, siete magnifici! Molto gentili, e soprattutto attenti alla
trama! Non mi aspettavo recensioni così lunghe neanche se avessi descritto scene
hot X°DD
Beh… passiamo direttamente ai ringraziamenti veri e propri…
^^
Onigiri: In effetti sto abbastanza attenta per quanto
riguarda quello che scrivo…^^ È che temo di sbagliare qualcosa o dimenticarmi
qualche dettaglio…! Allooooooora… Sesshoumaru è uno dei personaggi che mi
intriga di più: ti rivelo, mi sto facendo di quei giri mentali su di lui e sulle
sue prossime azioni che non puoi immaginare! XD Non dico che è praticamente il
protagonista maschile, perché offenderei il povero Inu, ma procedendo con la
storia, assumerà davvero un ruolo centrale *_* Mi sta a cuore la sua sensuale
presenza XD Inu, invece, ora come ora lo sto plasmando… ve lo sto praticamente
presentando. Molte di voi hanno già intuito come sarà l’inizio della storia fra
inu e kaggy, visto i caratteri di entrambi… e vi garantisco che ci metterò tutto
il mio humour e tutta la grinta che possiedo per scrivere la loro storia!! E
Rin… beh, Rin è dolcissima. La volevo adulta (perché sennò come faccio a
piazzarla con Sesshy? XD) ma speravo conservasse un animo abbastanza ingenuo ed
infantile… e con qualche permesso ce l’ho fatta. Quella piccola è una specie di
sole, una luce nella fic *__* GRAZIE! Grazie infinite dei tuoi complimenti!!
Baci!
Roro: No, no, non scherzavo affatto, il tuo
nick mi piace <3 Tornando alla storia… si, hai ragione, ho controllato anche
io prima di iniziare a scrivere: i matrimoni tra cugini non sono affatto
proibiti (non qui in Italia per lo meno XD) e quindi potete stare tranquille
>O< Grazie per i complimenti sulle descrizioni… quando decido di farle
penso ad un libro che ho quasi letto tutto: dico quasi perché saranno più di
cinquecento pagine scritte fitte fitte! XD Si tratta dei “Pilastri della Terra”
che è abbastanza famoso. Nel libro sono ricorrenti descrizioni minuziose e
fa-vo-lo-se di chiese e abbazie! Mia mamma me lo ha letto qualche estate fa
mentre ero convalescente (mal di pancia) e mi è rimasto molto impresso! =)
GRAZIE per i complimenti, per l’aggiunta fra i preferiti e spero di non tradire
la tua fiducia – come ho già detto, mi pare – rovinando i prossimi capitoli.
Quando si parte con un certo livello, bisogna mantenerlo, e quella è la parte
più difficile! ;) Aspetto la tua recensione, baci!
Kaggi_Inu91: Non ti preoccupare… sei scusata! XD A patto
che tu commenti questo capitolo! Altrimenti sarai ripudiata dall’ A.R.I.G. a
vita!!! (A.R.I.G. = Albo Recensori In Gamba) XDDD Lo so, ho un pessimo sarcasmo
ù.ù Spero questo capitolo ti sia piaciuto, e beh… che altro dire? GRAZIE
infinite per la tua recensione e baci! *_*
Mikamey: Uhuhu… Assomigli a Kaggy? Allora assomigli a me!
XD Non so se è un bene per te XD Tornando alla storia… Sesshy dolce e gentile?
Uhm… mi sa allora che ho accontentato le tue richieste! Io non ce lo vedo così
amichevole… ^^ Anche se non è nemmeno crudele. Beh, poi lo scoprirete! Su Inu…
ti devo contraddire… non è per niente altero! Come vedi è abbastanza capriccioso
e tende ad arrabbiarsi facilmente… chissà chi lo renderà più docile?! X°D Sumiko
e Izayoi… beh, non posso dire nulla… “Silenzio stampa” XD A proposito di Rin…
beh, ovvio, sarà accoppiata (volente o nolente <3) con Sesshy! Come lo
vedrete presto… *risata satanica* Beh… spero che questo capitolo ti sia
piaciuto, e che l’aggiornamento sia stato veloce! Tanto io sono a casa e in due
orette (se la dea dell’ispirazione lo permette…) riesco a scrivere un capitolo,
quindi dovrei aggiornare quasi ogni giorno. Poi cerco di farvi stare sulle spine
un po’…XD ma alla fine cedo perché voglio sapere che ne pensate! GRAZIE di tutti
i complimenti e spero continuerai a seguirmi! Baci!
Callistas: Una new entry! Benvenuta fra gli A.R.I.G.! (Albo
Recensori In Gamba XD) Purtroppo non ho altre fic da aggiornare… ma mi porto
avanti su questa! ^^ Uhm… qualche spoiler su Inu e Kaggy? Naaaaaaa… non voglio
fare anticipazioni… se non che… beh, il prossimo capitolo te lo devi leggere!
<3 GRAZIE della recensione e spero continuerai a seguirmi! Ciao!
Pretty: Un’altra new entry! Ciao! XD No problem per il
mancato commento, perdonata ^^ Inu e Sesshy scambiati? Non so se lo dirai ancora
dopo questo capitolo… ^O^ Però devo ammettere che forse sono andata un po OOC
con i loro caratteri… eheh Vabbè, io li adoro. Tu che dici? XD GRAZIE per i
complimenti e continua a seguirmi! Bacioni!
Ary22: La mia
fanfiction è invisibile… *lacrime di coccodrillo* XD GRAZIE mille davvero, sono
contenta che anche se magari al primo colpo sembra noiosa o poco interessante,
poi ti sia sembrata piacevole… vuol dire che miglioro di capitolo in capitolo?
Dimmi tu… ^^ Bacioni!
Elita: Ahahaha! Devo dire che con i caratteri di Inu e
Kaggy non pensavo ad un’ amore platonico e smielato… XD Sono entrambi combattivi
e fieri, quindi tale sarà il loro amore! ^O^ Ecco quindi il terzo capitolo…
spero ti sia piaciuto, anche se non si sono ancora incontrati Inu e Kaggy…<3
Aspetto la tua recensione! Baci!
Lilysol: Ecco il mio
recensore favorito…. (scusate, ma faccio ovviamente favoritismi… ù.ù Lei ha il
mio stesso nome! XD) Beh… mi dispiace averti deluso… ma niente incontro! Sto
dando un poco di spazio anche a Rin e Sesshy e dovevo far comparire Sango… (via
telefono XD) E poi arriverà Miroku… ma per Inu e Kaggy prometto qualcosa nel
prossimo capitolo! Ho già in testa il loro incontro! *ç* GRAZIE di tutti i complimenti (non smetterò
mai di ripeterlo) e spero recensirai anche questo!!! P.S. Ti ho aggiunto al mio
contatto <3 Sono felice di entrare nella community *_*
Kaimy_11: Oh…una super fan di Rin e Sesshy! XD Avrai ciò
che cerchi!!! ^__- Su Inu e Kaggy… beh, devi aspettare… però sono certa che
faranno scintille insieme! O almeno, io gliele farò fare! XDXDXD GRAZIE dei
complimenti sul mio modo di scrivere e sulle descrizioni: ne sono lusingata! E
per la cronaca, anche tu sei mitica!
…TUTTE VOI SIETE MITICHE! Grazie di sostenermi così
appassionatamente! *me si commuove di nuovo*
Ed inoltre… ecco un ultimo spazio per ringraziare anche chi
mi aggiunge fra i preferiti^^ Siamo saliti a quota SEI! *_*
1 - baby_dark 2 - dany chan 3 - eiby 4 - mikamey 5 - roro 6 - Toru85
E grazie anche a tutti
coloro che hanno solo letto ma non recensito!
Baci!
Meg.
|
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Capitolo 4 *** Notte di Novilunio: prima parte. ***
Alchimia dei sensi.
Capitolo
quattro.
Notte di Novilunio:
prima parte.
Kaede
si era dimostrata gentile dopo che avevano concluso la loro colazione.
Si erano
svegliate alle undici, e col senno di poi si era fatto velocemente
mezzogiorno.
Rifiutarono dunque di pranzare, e chiesero alla donna anziana di poter
visitare
il giardino. Gli fu loro concesso, ed uscirono all’aperto,
favorite dal sole
splendete e da un soffice venticello – che per quanto afoso,
era decisamente piacevole.
«Questi
giardini sono stupendi» mormorò Kagome, rapita.
Rin
fissava estasiata le fontane e le siepi perfettamente tagliate,
l’erba fresca
di irrigazione e le foreste verdeggianti. «Si… e
il lago è…».
Stava
per dire romantico, quando si
accorse
di un battello abbastanza vicino alle coste. Un sacco di turisti erano
affacciati verso di loro, muniti di macchine fotografiche e telecamere.
Ammutolì.
«…
pieno di turisti» disse
Kagome,
scoppiando a ridere.
La
ragazza dai capelli color cioccolato si unì a lei.
«Veramente volevo dire
romantico… ma credo valga lo stesso».
«Per
fortuna che siamo sul retro…» borbottò
«altrimenti avrebbero notato il vetro
rotto».
Rin
annuì e si zittì un istante.
«Sono…».
«…violenti?» disse Kagome,
piccata.
Rin
si imbronciò. «La smetti di concludere le mie
frasi!?» la ammonì, arrabbiata.
La
diciottenne scoppiò in una risata contagiosa. «Che
ci posso fare? Mi viene
spontaneo!».
«No!
Lo fai apposta!» sbottò, tra il divertito e
l’irritato.
«Oh
Rin…» disse, in mezzo alle risate, respirando
«mi fa male la pancia».
Lo
sguardo della piccola saettò. «Smettila».
Ridacchiò
ancora, poi tossì. «Ok, scusa»
sussurrò «dicevamo?».
La
piccola si schiarì la gola. «Come ti
sembra… Sesshoumaru?»
biascicò, arrossendo vagamente sulle gote.
Kagome
parve non notare minimamente la cosa.
«È… uhm… come
dire… strano»
poi rifletté su quella domanda, guardandola maliziosa
«comunque
è certamente un uomo bellissimo».
Rin
arrossì ancor di più. «Dici?».
«Beh…
si, uno di quegli uomini con il fascino misterioso e
altezzoso…» mormorò,
pensosa.
«…Ma?» la anticipò Rin.
La
diciottenne la fissò negli occhi. «Ma con il
rovescio della medaglia».
«Mh?»
domandò, confusa.
Kagome
si incamminò per fare ritorno alla villa. «Mah
si… è un modo di dire. Vuol dire
che ha… qualcosa da nascondere».
Rin
aggrottò le sopracciglia, seguendola.
«È così che ti è
sembrato?».
«Si,
in effetti. Mi sembrava nascondesse qualcosa»
mormorò, distratta. Non sapeva
neanche cosa, sinceramente.
«Ah»
biascicò solo, pensosa. Non le era sembrato nascondesse
qualcosa… era più che
altro… scostante. E strano… Come i continui
sguardi che le
lanciava. Erano… brucianti. Ma
non
fastidiosi… non sembravano… non lo sapeva neanche
lei.
Questa
volta fu il turno di Kagome a porre domande. «Invece cosa ne
pensi di Kaede?»
chiese, gentile.
Rin
aggrottò le sopracciglia. «Kaede?»
domandò, confusa «io la trovo una persona
gentilissima e molto buona». Era l’unica di cui si
fidava ciecamente, a parte Kaggy. «Perché
me lo chiedi?».
La
ragazza dai capelli color ebano scosse il capo.
«Uh… no, così» rispose, vaga.
Rin
la fissò, perspicace. Quella domanda aveva un fine preciso.
Kagome non parlava
a vanvera – quella era lei. Che
non
si fidasse di quella deliziosa signora? Non le era parsa strana. Anzi,
molto
affettuosa con Sesshoumaru e gentilissima con loro. La seguì
senza fiatare e
ritornarono velocemente nella villa.
«Padre…»
sussurrò Sesshoumaru.
Fra
le mani stringeva la fotografia di Inu No Taisho, suo padre, il suo
pilastro.
La sua guida.
“
Era
solo un demone ossessionato dall’umanità!
”
Quella
frase lo stava lacerando. Come poteva Inuyasha aver solo osato
insultare in quella maniera
suo padre? Il demone che lo aveva dato alla luce, contro i pregiudizi e
contro
qualsiasi regola!
Quella
foto ritraeva loro tre insieme. Senza sua madre, senza la madre di
Inuyasha. Solo loro tre…
“
Come
osi insultare nostro padre? ”
Strinse
la foto fra le dita, piegandola. Rovinandola.
Distruggendola.
Inuyasha
non aveva la minima concezione del sacrificio che aveva compiuto Inu No
Taisho
per darlo alla vita. Era solo un ingrato. Un
capriccioso hanyou.
“
Io non
lo sto insultando. Sto dicendo la verità. ”
Una
vena rosso vermiglio spuntò fra i suoi occhi dorati.
«Padre…»
Il
sole stava lentamente calando ad est, e una soffice brezza fresca
smuoveva le
fronde degli alberi. Il buio richiamava velocemente le stelle a
sé, ma una in
particolare mancava, quella sera: la Luna.
«Inuyasha,
stai fermo» esclamò Kaede, stizzita.
Il
mezzodemone voltò il capo, sbuffando. «Stupida
vecchiaccia, non mi servono
queste bende!» sbottò, infastidito. I lunghi
capelli color argento si erano
trasformati in crini neri come la notte, e gli occhi dorati come il
miele ora
erano di un cangiante marrone scuro tinto di riflessi violacei.
La
donna borbottò qualcosa, a bassa voce, conscia che lui non
l’avrebbe sentita.
Le sue orecchie canine, bianche e rosa, erano diventate semplici
orecchie
umane, con tutte le conseguenze del caso.
Lui
si infuriò ancora di più, scattando in avanti nel
tentativo di colpirla. Invece
lanciò un urlo di dolore e ritornò nella
posizione di prima, tastandosi
debolmente il petto. Dolorante, trafisse la donna con uno sguardo.
«Brutta
vecchia antipatica… la pagherai per questo!».
Lei
rise debolmente, tornando da lui con una pezza bagnata.
«Lascia che ti tamponi
le ferite» mormorò, gentile. Sesshoumaru lo aveva
colpito ripetutamente sul
braccio e sul petto, e la notte di Novilunio aveva contribuito ad
interrompere
il suo processo di guaritura. «Ora stai fermo»
intimò, seria.
Inuyasha
la fissò, glaciale, pronto a stringere i denti per non
urlare. Non poteva mostrarsi
debole. Nessuno aveva il diritto di
vederlo in quello stato.
La
vecchia donna gli tamponò gli squarci superficiali che gli
ricoprivano gli
addominali scolpiti e i pettorali marmorei. «Ora aspetta, ti
bendo». Si
allontanò, andando nella stanza a fianco.
Inuyasha
sbuffò, nascondendo la sofferenza dietro alla
sfacciataggine. Guarda che cosa
gli toccava fare.
Kagome
gironzolava per il castello alla ricerca di Kaede. Aveva bisogno
urgentemente
di parlarle. Lei e Rin, dopo essere tornate dalla visita dal giardino,
avevano
raggirato il lato est della casa ed erano entrate dalle cucine.
E
lei l’aveva visto. In un attimo. La porta finestra che era
stata distrutta era integra,
perfettamente a posto, come se non fosse mai stata distrutta.
Incredibile.
Non
avevano fatto
alcun rumore. Chi aveva piazzato il nuovo vetro? E come avevano fatto a
non
accorgersene?
Svoltò
per la seconda volta a destra, bussando a varie porte. Molte delle
stanze
dell’ultimo piano erano vuote, anche se arredate. Quando non
riceveva risposta
le apriva, lentamente, curiosando all’interno. I mobili erano
sfarzosi e
lussuosi, e tutte le stanze sembravano riprendere un colore particolare
od un
motivo decorativo.
Bussò
anche questa volta.
Inuyasha
si voltò di scatto, di malumore. Qualcuno aveva bussato.
Non
voleva che suo fratello lo vedesse in versione umana, soprattutto con
quelle
insulse bende sul corpo o con le ferite in bella vista. Non vedeva
l’ora di
andare nella sua stanza e chiudercisi dentro.
Ritornò
a guardare l’arcata che dava sulla stanza a fianco, riserva
di medicinali
appartenenti a Kaede. Proprio ora doveva
sparire quella maledetta vecchiaccia? Magari era
morta…
Si
lasciò distrarre da quei pensieri fino a che non
percepì chiaramente uno
sguardo perforargli la schiena.
Kagome
aveva aperto la porta, lentamente. Che
male c’era, in fondo? Poteva benissimo sbirciare
qua e là. Kaede non aveva
detto nulla su parti della casa non
visitabili.
Il
suo sguardo cadde su muri bianchi come il marmo. Lo stesso marmo che
ricopriva il
pavimento e sembrava brillare come riflessi lunari. Spalancò
leggermente di più
la porta, rimanendo a bocca aperta.
Al
centro della stanza vi era una lunga scrivania, color noce, ricoperta
di vasi
di fiori e centrini. E al centro di essa, sedeva un ragazzo.
Non
seppe come ma le gambe le cedettero di colpo e si poggiò
d’istinto alla
maniglia della porta, tremando. Era come se le avessero lanciato
addosso un
secchio d’acqua bollente.
Era
un ragazzo seduto di schiena. La pelle era color alabastro, lucida e
lucente. I
lunghi capelli neri come la notte gli solcavano i dorsali guizzanti,
illuminando la stanza di riflessi violacei.
Strinse
violentemente la maniglia, sormontata da un senso di angoscia e
umiliazione, da
una consapevolezza che la colse impreparata.
Lui
si
voltò verso di lei.
Aveva
il volto ovale, perfettamente delineato. La luce illuminava la pelle
perlacea
del volto, facendo ombra sugli zigomi. I capelli ribelli gli ricadevano
sulla
fronte e sugli occhi scuri, creando frastagliati giochi di luce. Il
naso era
dritto e ben proporzionato, le labbra sottili ma affascinanti.
Rimasero a fissarsi per un
tempo indefinito.
Kagome sentiva il bisogno di
imprimersi quel volto nella mente, e lo fece. Si sentì
incredibilmente meglio.
«…Ehm…
ciao» biascicò, arrossendo vagamente sugli zigomi.
Si sentiva… impacciata. Non
si era mai sentita così.
Lui
la fissò, poi un angolo delle labbra si sollevò,
in un mezzo sorriso. «Ciao» le
fece eco «ragazzina».
Kagome
lo fissò, a metà fra un senso di rabbia ed uno di
confusione. Il suo volto si
arrossò ancora di più. «Come mi hai
chiamato?!» esclamò, acuta.
Lui
si voltò di spalle. «Mi hai sentito
benissimo».
Lei
aggrottò le sopracciglia, una vivida confusione ancora nella
mente. Era la
presenza di quel ragazzo a darle tanta incertezza?
Si impose di non lasciarla condizionare. «Come hai
osato?» sussurrò, offesa.
Lui
rise debolmente. «L’ho semplicemente
fatto» rispose, guardandola negli occhi
color cioccolato. Il suo sguardo era caldo, incandescente, magnetico.
Kagome
rimase a fissarlo, inebetita. Che
risposta era, quella? «Non puoi farlo»
gli intimò, cercando di sfoderare
tutta la sua sicurezza.
«Si
che posso» esordì, voltandosi di nuovo
«io sono il Signore di questa villa»
disse, con una nota arrogante nella voce.
Kagome
spalancò gli occhi sbigottita. «Stai
mentendo» borbottò. «Il signore
è
Sesshoumaru e suo fratello Inuyasha».
Ed
avevano entrambi i capelli argentati – voleva
aggiungere, ma si trattenne.
Kaede
rispuntò proprio in quel momento. In mano aveva un paio di
bende. Fissò Kagome
un poco sorpresa, poi sorrise. «Oh… ciao
Kagome» mormorò «vedo che hai fatto la
conoscenza di Inuyasha».
Il
ragazzo si voltò verso di lei lanciandole un sorriso
vittorioso, scrutando i
suoi occhi color cioccolato.
La
diciottenne spalancò gli occhi e le labbra piene, confusa.
Quel ragazzo era
Inuyasha? Sentiva quegli occhi scuri scrutarle il volto e represse
l’idea di
dimostrarsi accondiscendente. Lanciò una piccola occhiata
acida al ragazzo. «Già»
mormorò, all’indirizzo dell’anziana
signora.
Kaede
si avvicinò al ragazzo e cominciò a bendargli il
petto.
Kagome
la fissò, riconoscendo che effettivamente Inuyasha doveva
essersi ferito
durante il combattimento con Sesshoumaru. I suoi dubbi si attenuarono
un po’.
La
donna concluse il suo lavoro con un sorriso.
«Feh!
Ora me ne vado» borbottò il ragazzo, scontroso.
Il
sorriso della donna aumentò. «Prego».
Inuyasha
si diede una spinta con le braccia forti e scese dalla scrivania,
afferrando
con la mano destra un indumento stropicciato. Probabilmente la maglia.
Kagome
sentì il suo cuore tamburellare troppo
velocemente
per i suoi gusti e si impose di non guardare il petto muscoloso di
Inuyasha.
Scostò il capo insistentemente, fino a che non
sentì la porta chiudersi alle
sue spalle.
Quando
riportò gli occhi sulla stanza, notò che Kaede la
fissava profondamente. «Tutto
bene, Kagome?» domandò la donna anziana, con un
piccolo sorriso.
«Tutto
a posto» rispose, mascherando il suo stato d’animo.
Si sentiva un po’ confusa.
Quando lui le era passato al fianco, l’aveva sentito.
Eccome. Le era sembrato che il cuore volesse rimbalzare
fuori dal petto. Che diamine le stava succedendo? Non conosceva quel
ragazzo se
non da pochi minuti.
«Sicura?»
domandò la donna, atona.
«Si
si» rispose frettolosa «ora… vado a
dormire» biascicò, allontanandosi.
«Buona
notte, Kagome».
Rialzò
lo sguardo un’ultima volta. «Buona notte a te,
Kaede».
Continua
nel prossimo capitolo...
Allora,
ciao a tutti! Come state?? Io benissimo, anche se sono un po’
dubbiosa su
questo capitolo… anzi, molto dubbiosa! Effettivamente era
pronto per sabato, ma
quando l’ho riletto non mi era piaciuto per niente
– soprattutto l’incontro fra
inu e kaggy, e così l’ho riscritto. Ma non mi
convince neanche questo. *sbuffo*
Cominciamo
col dire alcune cose. Molte di voi cominciano ad avanzare ipotesi molto
interessanti, e sono molto contenta di ciò. Vuol dire che la
mia storia vi
stimola la fantasia e quindi ho raggiunto il mio obiettivo.
L’incontro
fra Inu e Kaggy: ve lo aspettavate così? Una cosa
più entusiasmante? Mi
dispiace avvisarvi che sarà molto più importanti
il secondo incontro. Perché…
beh, che senso ci sarebbe se ve lo direi? Diciamo che questo non era
proprio il
loro “primo” incontro. A buon intenditor…
Rin
e Sesshy: si si, scusate! Non sono comparsi praticamente mai in questo
capitolo… ma vi confido che nella seconda parte di
“Notte di Novilunio”, darò
spazio solo a loro. Come vi aspettate che sia? Ditemelo!
E
su Miroku? Che idee avete? Comunicatemele. Sarei davvero curiosa di
saperlo.
Magari utilizzerò un vostro suggerimento per scrivere! =)
Per
il resto vi RINGRAZIO come al solito, perché mi sostenete
molto affettuosamente
e con tanta pazienza… non so come fare se non ci foste, miei
amati lettori!
Probabilmente non andrei più avanti.
=_=’’
Lascio
lo spazio alle recensioni singole… e, bye bye! Al prossimo
capitolo!
Roro:
ehi ciao! Spero davvero di non rovinare la storia… sono
molto dubbiosa… te
l’avevo detto che scrivo in base al mio stato
d’animo, ed ora sono un po’
confusa <3 Spero di aver reso bene il loro incontro, soprattutto
dalla parte
di kaggy. Non dico altro. Kiss e GRAZIE.
Pretty:
ciao! Una fan di miro e sango, giusto? Anche io lo sono. Devo ancora
dedicarmi
molto a loro due, ma sono sicura che non li lascerò da
parte… mi piacciono
troppo insieme. ^^ GRAZIE e bacioni!
Yuly:
GRAZIE mille, sei molto gentile! Spero ti sia piaciuto il continuo,
anche se a
me non soddisfa molto… kiss!
Mikamey:
ciao! Mi dispiace non aver aggiornato ogni giorno… ma come
ho spiegato questo
famoso incontro fra Inu e Kaggy mi ha fatto patire un po’!
Probabilmente perché
c’era molta aspettativa e lo volevo perfetto. Ribadisco: non
è importante come
il secondo incontro. XD Per Rin & Sesshy mi
dispiace… perché in questo
capitolo non hai visto molto. Prometto che il prossimo li
riguarderà da vicino
=) Baci e GRAZIE!
Kaggy_Inu91:
ciao!! Oh… vedo che il mio Inu e il mio Sesshy te gustano!!
XD Anche a me!!
Tornando seri… voglio sapere complimenti, critiche e
consigli (le tre famose C!
^_^) su questo incontro, visto che lo aspettavi ansiosamente! Baci e
GRAZIE!
Onigiri:
fai sempre delle recensioni molto lunghe… e di questo ti
RINGRAZIO
infinitamente, perché mi riempiono di gioia e mi fanno
crescere dal punto di
vista “letterario”. Ma parliamo un po’ di
ADS (Alchimia dei sensi XD). Sono
contenta che Sesshoumaru ti piaccia, la mia testa sta faticando molto
per
renderlo come lo voglio io. Anche su Inu sto lavorando molto, ma credo
che la
sua “vera essenza” sarà più
visibile fra due capitoli. Uhm… su Inu e Kaede…
il
loro rapporto mi è uscito così, di getto. Non
avevo deciso nulla su di loro, se
non il fatto che Inuyasha avrebbe continuato a chiamarla
“vecchiaccia”. Ecco
dunque quello che è venuto fuori! =) Sango non vedo
l’ora che arrivi… perché
resta comunque la migliore amica di Kagome, nonostante lei abbia Rin,
così
vicina a lei. Io trovo che saranno tre personaggi straordinari messi
assieme,
così come lo sono anche da soli Inu e Sesshy. Miroku
è – ovviamente – una
sagoma, e sarà la figura che mi permetterà di
rendere un po’ più divertenti le
situazioni. Io lo vedo con un carattere pungente e sarcastico, ma
sicuramente
molto “adulto”: cioè in grado di
prendere decisioni serie e importanti.
Inuyasha, a dispetto suo, è un po’ più
infantile, più… come dire…
menefreghista, ecco. ^_^ GRAZIE dei complimenti e sono contenta di
averti fatto
leggere l’incontro fra inu a kaggy… anche se credo
che ti abbia lasciato
deluso. ^^ Baci!
Elita:
ciao!!! Mmmmmmmmmh…. Sumiko ed izayoi? Beh, non posso dire
niente… ho la bocca
cucit… cioè, le mani legate XD Dimmi un
po’ come ti è sembrato questo
attesissimo incontro… ^^ Baci e GRAZIE!
Michiyochan: oddeo, spero non
distruggano tutta la casa…
XD GRAZIE anche se non hai recensito il capitolo precedente, mi fa
comunque
molto piacere. Come ti è sembrato questo capitolo? Aspetto
il tuo parere. Ciao!
Come
sempre grazie a tutti i lettori che non commentano, ma che magari
leggono anche
solo una riga… ^^ Grazie anche a chi mi ha aggiunto fra i
preferiti! Lo scorso
capitolo erano sei, questa volta sono…nove! *__*
1
- ary22
2 - baby_dark
3 - dany chan
4 - eiby
5 - Lella92
6 - mikamey
7 - Onigiri
8 - roro
9 - Toru85
GRAZIE
ancora, senza di voi probabilmente non ci sarebbe questo capitolo. E
scusate
per il tono cupo e triste che sto usando… colpa mia. ^^ In
realtà sono felice
di poter postare, anche se non del tutto convinta.
Baci,
vi voglio bene. Meg.
|
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Capitolo 5 *** Notte di Novilunio: parte seconda. ***
Alchimia
dei sensi.
Capitolo
cinque.
Notte di Novilunio:
parte seconda.
Rin
dormiva pacatamente. Avvolta nelle sue lenzuola color panna, si
rigirava
tranquilla sul materasso, ignara di quello che stava accadendo.
Sesshoumaru
si rizzò in piedi. Aveva fatto ancora quel maledetto
sogno. Era la seconda volta che vedeva il volto della ningen. Occhi da
cerbiatta, capelli scuri dai riflessi marroni, pelle nivea, labbra
rosse come
il fuoco. Avvolta fra le lenzuola color
panna, immersa nella sua stanza rosa…
Era
una tentazione.
Un’incredibile
tentazione. E terribilmente forte. Perché lo sentiva.
Percepiva costantemente
l’odore di quell’umana nella sua stanza. Sentiva i
suoi respiri oltre il muro, capiva
i suoi movimenti. Comprendeva quando
i vestiti le scivolavano oltre le curve infantili, quando si pettinava
i lunghi
capelli setosi.
Era
sempre con lui.
E
non faceva nulla per impedirlo.
Si
guardò intorno, constatando che la stanza era sempre la
stessa.
Era
lui ad essere
cambiato.
Osservò
con lo sguardo ogni centimetro della stanza. I muri bianchi, puri. I
mobili
scuri, dello stesso colore della notte. Le federe immacolate. La porta
nera
come le tenebre.
Il
gioco dei
contrasti.
E
poi il balcone. Un balcone stretto, a ben vederlo. Inutile.
Il Sole non penetrava da quella finestra, la stanza era
costantemente al buio, come voleva lui.
Che
le tenebre ti
accolgano…
Ma
quel balcone era la sua salvezza.
Si
alzò in piedi, lasciando che le lenzuola bianco latte
scivolassero oltre il suo
corpo plasmato nel marmo. Una pelle di porcellana. I muscoli sodi,
torniti,
tesi. Si trascinò, avvolgendosi nella vestaglia nera come
l’ignoto.
…Che
il paradito ti
attenda.
Aprì
la porta finestra con uno scatto della mano. Era fredda. La notte
pungeva. Il
suo sguardo glaciale corse allo scorri mano. Sottile, debole. Lo
sorpassò con
un balzo, atterrando nel balcone a fianco. Lo aprì.
Satana
ti domina,
angelo rinnegato…
E
lei era là. Il suo incubo, il suo
sogno. La
sua tentazione, la sua salvezza.
Avvolta in lenzuola meno lisce della sua pelle, in un candore meno puro
di lei
stessa…
…Ma
Dio ti è vicino.
Il
suo cuore, rimasto fermo per secoli, cominciò a battere furiosamente. E rise quasi per lui,
mentre attraversava la stanza
della piccola ningen, fissando il suo corpicino velato da umili vesti.
Hai
la possibilità…
Si
rigirava nel letto, tranquilla. Ingenua. Un
ghigno gli spuntò fra le labbra sensuali. La sua mano
sfiorò inevitabilmente
quella culla di perfezione. Cosa lo stava spingendo entro quelle
catene? Chi lo avrebbe liberato?
…di
redimerti, angelo
rinnegato.
Seguì
il bordo del letto, sfiorando il materasso. Il petto di lei si alzava e
si
abbassava ritmicamente, su è giù, su
e
giù… come una danza. I capelli era
sparsi sul cuscino, scompigliati, ed il
volto rosato pareva richiamare il suo
tocco.
Sfiora
il peccato…
La
sua mano corse a quel volto perlaceo. Era
così vicina a lui… I suoi artigli
saggiarono il piacere di toccare quel
mento liscio, voltandolo verso di lui. Le labbra rosse della ningen si
schiusero come boccioli.
…e
trasformalo in
sacramento.
Si
sa, quando la luce ritorna, illumina anche le situazioni più
buie. Nulla sfugge
di fronte alla verità.
«Mhh…»
fu molto soave il mormorio della piccola Rin, al suo risveglio. Sentiva
il suo
corpo pesante come piombo, ma come rigenerato. Aprì le
palpebre, scuotendo le
lunghe ciglia nere, e notò un filo di luce illuminare il
pavimento. Stropicciò
le braccia, insonnolita.
Ma
fu un fastidioso rumore a destarla del tutto. «Rin! Ci
sei?!». Riconobbe
immediatamente quella voce. Kagome Higurashi, in una delle sue giornate
nere.
Si
alzò a fatica, avviandosi alla porta con la veste da notte.
Era un pigiama
delizioso, decorato con piccoli gattini. Rigirò la chiave e
fu sopraffatta da
“Tornado-Kagome”.
«Rin!
Finalmente! Sono dieci minuti che busso alla tua porta!»
esclamò, con un misto
di rabbia, esasperazione ed ansia. Entrò nella stanza
velocissima, battendo i
piedi furiosamente.
Rin
alzò un sopracciglio, chiudendo la porta. Come
poteva essere così sveglia a quell’ora? Parlando
di orari, guardò il suo
orologio, costatando che erano le dieci. Neanche
tanto presto… e pensare che aveva così
sonno.
Kagome
si voltò verso di lei, fissandola negli occhi ancora
socchiusi. «Ho bisogno di
parlarti».
Kagome
Higurashi era una ragazza spigliata. Non aveva molti problemi a dire
ciò che
pensava, ne si vergognava di ciò che diceva. Anzi, molto
spesso veniva
colpevolizzata di parlare troppo.
Tuttavia,
quando iniziò a raccontare, la sua voce sembrò
scomparsa.
«Ieri
ho conosciuto Inuyasha No Taisho» esordì, come
preludio.
Rin
attese che proseguisse.
«E
mi sento strana» ammise,
con una
certa confusione negli occhi.
La
piccola la fissò stranita. «Strana in che senso?
Stanca, affaticata,
svogliata…?».
«No,
no!» la bloccò, tempestiva «mi
sento… a
pezzi».
Rin
aggrottò le sopracciglia. «L’avevo
capito io che ti sentivi stanca…è il
viaggio, Kaggy, lascia per…» ma fu nuovamente
interrotta dalla voce squillante
della sua effettiva sorella.
«Io
intendevo… nel senso letterale della parola».
Inuyasha
No Taisho aveva dormito fuori dalla sua stanza. Testardo come pochi,
aveva
testato il suo corpo umano dormendo su un albero. Non fu dunque una
sorpresa
risvegliarsi con un filo di mal di schiena.
«Maledizione…»
borbottò, malevolo. Si tastò la pelle e si rese
conto che gli faceva male
piegarsi. «Maledetta Luna Nuova!» tuonò,
fissando iracondo il cielo di un
tenero azzurrino.
I
suoi occhi erano tornati dorati come il miele candito, i capelli
argentati come
la
Luna stessa,
che fuggiva da quel rivale così perfetto.
Sbuffò,
e con un balzo scese dalla quercia sulla quale aveva soggiornato. I
suoi occhi
corsero alla villa e al giardino, nei quali già operavano i
giardinieri.
Si
affrettò a raggiungere la sua stanza.
«Nel
senso letterale della parola?» ripetè Rin, senza
aver compreso. Come potesse
capire una cosa del genere a quell’ora, era un mistero per
lei. L’unica cosa
che desiderava era dormire.
«Si!»
disse, riepilogativa «non sono… riuscita a
dormire» borbottò.
La
piccola lasciò cadere la testa all’indietro.
«Kagome… tu hai bisogno di
riposarti. Ci credo che ti senti a pezzi. Devi dormire… ne hai bisogno».
Lei
scosse il capo. «Non capisci!» esclamò,
acuta. Non mi capisce, pensò
afflitta. Si sentiva a pezzi dentro. E la
cosa incredibile è che era tutta la notte che cercava di
ignorare il pezzo
mancante. Perché era una follia, una sciocchezza. Pazzia pura. «Io…».
Rin
puntò le braccia sui fianchi. Aveva bisogno di dormire, e
sentire Kagome
blaterare frasi senza senso non la aiutava di certo. «Kachan,
sono sicura che
puoi risolvere la cosa tranquillamente»
la rassicurò. Le cinse la schiena con le braccia,
conducendola fino alla porta
«scusami, ma io ho bisogno di dormire».
Detto
ciò, la spinse oltre lo stipite e si chiuse a chiave dentro.
«Ohhh…»
mormorò, riabbracciando le
coperte. Chiuse gli occhi, cullata dalle braccia di Morfeo.
Kagome
si guardò in giro, indispettita. Non solo aveva conosciuto
un ragazzo
arrogante. Non solo non aveva dormito. Era pure stata buttata fuori
dalla
camera di sua sorella!
Quella
giornata pareva
sempre più nera.
Zampettò
fino alle scale, ben decisa a scendere in cucina e mangiare senza di
lei. Ben
gli stava.
Era
talmente nervosa che non si appigliò allo scorri mani.
Saltò a due a due i
gradini, fino a che ciò che si presumeva accadde. Il suo
piede scivolò, e sentì
la terra mancarle sotto i piedi.
Sarebbe
sicuramente caduta se due mani forti non l’avrebbero
afferrata per le braccia e
sostenuta con pochi sforzi.
Aggrottò
le sopracciglia, incredula, ed alzò gli occhi.
Fu
come morire.
Due
occhi dorati come il Sole più caldo la stavano trapassando
da parte a parte, cercando
la sua anima, fra gli occhi color cioccolato. Sentì il corpo
tremarle di fronte
a quella creatura.
«Ragazzina»
disse, a mo’ di saluto, Inuyasha No Taisho.
Era
tornato… ad aspetto normale.
Riprese
il controllo delle sue gambe e le poggiò sui gradini, ben
salde. Eppure quelle
braccia continuavano a toccarla. E bruciavano.
Gli
occhi di Inuyasha scivolarono su tutto il suo corpo e sentì
di prendere fuoco.
Un pizzicore le colse le mani.
Lui
si stacco da lei violentemente, con una certa confusione nello sguardo.
«Evita
di ammazzarti la prossima volta» esordì, senza
cattiveria. Sembrava… spaurito.
Annuì.
Rabbia, frustrazione, stanchezza… spariti.
Sentiva solo quel calore incommensurabile e il pizzicore alle mani.
Lui
la fissò ancora. Lo sguardo era fermo; e se gli occhi scuri
della notte
precedente le erano parsi ammalianti, quelli dorati di quella mattina
erano
indescrivibili. Fuoco caldo, afoso, distruttore…
Inuyasha
si allontanò risalendo le scale con passò
elegante.
Kagome
ne guardò la figura scomparire, poi fissò il muro
davanti a se.
Il
cuore le correva
all’impazzata.
Continua
nel prossimo capitolo...
Ehi,
ciao! Vi sono mancata? XD Vi RINGRAZIO subitissimo… davvero
non vi ho lasciati
delusi?? Immaginavo che vi aspettaste qualcosa di
più… come dire, emozionante…
*//* Beh, vi prometto che la loro storia d’amore
sarà così…. E beh, vi mentirei
se non vi dicessi che ieri sera sono rimasta alzata fino a mezzanotte e
il mio
cervello ha lavorato su tutti i prossimi capitoli… perfino
sulla fine! ^__^
Dunque con molta probabilità ora sarò abbastanza
spedita, ma con amarezza vi
devo confessare che sabato parto. Non
tornerò prima di quattro
settimane, ed in vacanza non potrò
aggiornare… anche se continuerò a commentare le
vostre magnifiche fic una volta
a settimana, promesso! *_* Al ritorno prometto che posterò
capitoli favolosi!
<3
Ma
ora parliamo di questo quinto capitolo…
Avevo
promesso un bel po’ di Rin e Sesshy e credo di avervelo
dato…! XD Forse vi
sembra pazzesco… ma andando avanti con la storia
sarà tutto spiegato… ^^ Vi
dico solo che è tutto legato al titolo… e
beh… vediamo chi di voi ci si
avvicina di più! =) E poi… ditemi come vi
è sembrato, attendo recensioni lunghissime
sulla nottata di Sesshy e sulla reazione di Rin al mattino ^^
Sango…
fra poco arrivaaaaaaaaaa XD Non vedo l’ora sinceramente.
<3
A
Miro non ci ho ancora pensato… ^^’’
Scusate, so che aspettate il suo arrivo, ma
vi prego di non uccidermi, che sto lavorando molto su Rin, Kaggy,
Sesshy ed
Inu… proprio non ho idee per lui – in questo
momento. >_<
Giusto!
Kaggy ed Inu… *_* Allora? Questo secondo incontro vi
è sembrato più che
normale…? Ma presto rivelerò la sua
importanza… *sguardo sadico* A me è
piaciuto, anche se è abbastanza banale che la
sorregga… uff! Però mi sono
divertita a scrivere di Kaggy mezza arrabbiata… XD
RINGRAZIO
come sempre i lettori, i recensori…. Tutti! Anche la piccola
community su msn,
che mi sorregge valorosamente e mi sprona a scrivere! (soprattutto te,
Roro ^^)
Onigiri:
hai battuto tutti i tuoi precedenti record in fatto di lunghezza, e per
questo
mi inchino di fronte a te! *sfioro il pavimento con la fronte* XD
Andiamo per
gradi… E chi non vorrebbe abitare in questa favolosa villa?
*_* La sto
plasmando sui miei desideri e sarà dunque fa-vo-lo-sa! XD
Per quanto riguarda
il mio stile ti sei spiegata benissimo, e tutto ciò che mi
hai detto mi
lusinga. Ho letto molte storie con dialoghi difficili (magari
abbastanza lenti…
^^) ma apparivano comunque scorrevoli e piacevoli, e devo dire che sto
cercando
di seguire anch’io quello stile. ^^ La domanda di Kagome su
Kaede è… bhe… non è
difficile capirlo. Lo ha detto lei stessa: è sorpresa che
avessero già riparato
il vetro, soprattutto senza aver destato alcun rumore. Inoltre
è abbastanza
diffidente di natura, la nostra Kaggy… Rin è un
po’ più ingenua, ecco… Difatti
non nota minimamente la – come l’avete definita voi
– “maschera” di
Sesshy. Parlando di
lui… sentivo che
avrebbe amato suo padre, lo rispetta pienamente… e lo
protegge. Purtroppo devo
confessare che… no, no, non confesso nulla
^^’’
L’incontro di inu e kaggy: sono contenta che ti
sia piaciuto. La mia
idea era di farli incontrare mentre era mezzo nudo *ç* e
descrivervi una
prepotente attrazione fisica: difatti lo avevo fatto… ma poi
la cosa mi era
parsa molto carnale, e quello di inu e kaggy è…
non lo so… non così carnale. Confesso
che invece lo sarà quello di Rin e Sesshy (sto pensando di
passare al rating
rosso o_O’’) Ahaha. Chissà se vi farebbe
piacere >O< Grattacapi? XD Ehmm…
forse… ^^’’ Ok, confesso… ho
fatto un elenco dei segreti che ancora dovete
sapere…. Ahahah! XP Ti RINGRAZIO infinitamente, e spero di
essere stata
all’altezza di questa tua recensione, sia col capitolo che
con i ringraziamenti
<3 Baciii!
Pretty:
ciao!!! Si… Rin è molto intrigata da
Sesshy… e lui… beh…
°///° Giudica tu XD Te
lo dico anche a te: ti piacerebbe se alzassi il rating da arancione a
rosso? Io
sono dubbiosa… ma mi piacere spingermi un po’
più in là, soprattutto con Rin e
Sesshy… (come hai visto già in questo capitolo
non si tratta indubbiamente di
un amore platonico… =_=) Per quanto riguarda
Miro… oh, no! Lui non farà di
certo ingelosire Inu! ^_^ Non potrebbe mai riuscirci…
perché… ehm… è spoiler!
Lo capirai più avanti. ^^ GRAZIE ancora! Baci!
Elita:
ciaooooo!!!! Sono contenta che l’incontro ti sia
piaciuto… come vedi siamo già
a quota due *_* Ma vedremo un po’… ^^ Miro??
Uhm… confesso che non ho ancora
idea di come farlo entrare in scena!!! XD Ma ci
entrerà… ovvio ^^ Miro/Sango è
una coppia che non può mancare <3 GRAZIE mille!
Ary22:
ciao!!!! Scusami ancora per l’inconveniente su msn XD Sono un
disastro ç_ç …Mi
sa che le parole “Kagome” e
“cotta” non posso stare insieme nella stessa
frase…
(so che questo ti farà storcere il naso, ma devi aspettare
per sapere perché…. *W*)
GRAZIE davvero, bacioni!!!
Yuly:
ciaoooo!!! Permetti… ? Cosa vuol dire “kurato
wi”? *me curiosa* O_O’’ Non ne ho
la più pallida idea XD Miro ci sarà senza dubbio.
I personaggi confermati di
questa storia sono: Inu, Kaggy, Rin, Sesshy, Sango e Miro. Koga e Ayame
sono
fuori, ma prometto che in un’altra storia mi
dedicherò anche a loro ^^ GRAZIE,
tvb! Kiss!
Mikamey:
ciaooooo!! Sono contenta che Miro
e la
mia idea ti ispirino… *ç* Io lo voglio
così! Senza alcun dubbio… :Q_____ GRAZIE
dei complimenti, sono lusingata e gioiosa, come sempre
d’altronde, dopo aver
letto i vostri commenti. Sono molto felice di non averti deluso con
l’incontro
fra Inu e Kaggy… e spero di aver fatto lo stesso con Rin e
Sesshy… ho già
spoilerato su questo… e quindi posso ripeterlo…
saranno una coppia abbastanza
hot *_* XD E mi raccomando, dimmi se ti è piaciuto il famoso
e tanto atteso XD
secondo incontro di Inu e Kaggy! <3 Ok… spoilero di
nuovo… (mi dispiace
tenervi sulle spine) il secondo incontro era più che altro
importante per inu… a buon
intenditor… XD
Roro:
ehi ciao!!! XD Lascia perdere le scuse per non aver commentato
prima… XD
Chissene <3 Hai visto? Non solo Rin e Sesshy in questo
chap… ma anche Inu e
Kaggy! *_* Contenta? Ti RINGRAZIO infinitamente perché mi
sostieni anche su
msn… e tutto il tuo entusiasmo mi coinvolge. Ti voglio bene
*W* Bacioni!!!
Michiyochan:
Ah ah! Allora… l’incontro fra rin e sesshy? Che ne
dici di questo loro modo di
“conoscersi”? XD Ti domandi cosa sia successo dopo
quella carezza? Tranquilla…
(altro spoiler =_=) nulla… almeno per ora XD
Guarda… l’idea di far incontrare
miro e sango durante una lezione mi era venuta per kagome XD
Cioè, all’inizio
volevo che inu e kaggy si incontrassero durante una lezione di sango ^^
Ma poi…
altre idee… e siamo arrivati qui. Ora non so…
vedremo x3 Come ho detto sopra,
sono andata avanti “mentalmente” con la
storia… e quindi ho immaginato la fine
ma non i prossimi capitoli!! XD E il secondo incontro… ho
già spoilerato…
dipende tutto da inu ^^ Baci e GRAZIE!!!
Kaggy_Inu91:
ehhhhhh XD allora… GRAZIE innanzitutto, e poi…
ciao! XD Inu e Kaggy si sono
incontrati, con vostra somma gioia… ed ho già
scritto il secondo incontro!
Scommetto che sarete contenti! <3 Io molto! Ahaha, è
vero, Kaggy è stata
colta di sorpresa!! Ma la sua reazione dipende da
qualcos’altro… *sguardo
sadico di chi sa ma non vuole dire* XD baci!!!
Bchan:
uhuhuh, sbaglio o sei una new entry?? Benvenuta fra i recensori
<3 Questo ti
sembra un aggiornamento fatto “in fretta”?! Spero
di si! <3 E come hai
visto, non ho parlato solo di Rin e Sesshy… ^^ Questo era il
loro vero primo incontro..
come ho detto prima, soprattutto per inu…
..e
vi sto che vi sto ponendo molti quesiti, li ribadisco, e
chissà che qualcuno
non ci azzecchi! Alla prima domanda potete dare una risposta (anche
esatta!)
mentre alla seconda direi che potete azzardare delle
ipotesi…^^
Perché
questo secondo
incontro – Per Inu e Kaggy – era come il loro primo
incontro?
(Spoilerino… riguarda
Inu ^^)
E
su Rin e Sesshy che dite? Sogno o son
desto?
E
un’altra piccola domanda… Vorreste
che il
rating passasse da arancione a rosso? (in pratica NC17)
Ditemi i vostri
pareri! ^_^
Grazie
a chi mi ha aggiunto ai preferiti… chissà se
c’è qualcuno di nuovo… altrimenti
ribadisco un enorme GRAZIE a chi mi ha già aggiunto prima!
*_*
…Non
ci credo!! Siete 11 *OOO* Eravate nove, prima! GRAZIE!!!
1
- ary22
2 - baby_dark
3 - Bchan
4 - dany chan
5 - eiby
6 - Lella92
7 - mikamey
8 - Onigiri
9 - roro
10 - sunsunset
11 - Toru85
Cos’altro
dire se non… al prossimo capitolo!
Bacioni,
Meg.
|
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Capitolo 6 *** Il Gazebo di Rose. ***
Alchimia
dei sensi.
Capitolo
sei.
Il Gazebo di Rose.
Dopo
che Kagome aveva fatto colazione, Kaede era scomparsa oltre le scale.
Aveva
sorpassato il primo corridoio delle camere da letto ed era arrivata di
fronte
alla stanza di Sesshoumaru No Taisho. La aprì
tranquillamente, col suo mazzo di
chiavi personale.
Entrò
nella stanza superando i divanetti. Il suo obiettivo era la scrivania,
e la
raggiunse a grandi falcate. Sfilò il mazzo di chiavi dalle
sue mani, cercandone
una in particolare. Dorata, sottile, piccola. La prese fra le dita
infilandola
nella serratura del secondo cassetto a destra. La girò due
volte, poi lo aprì.
La
cartelletta marrone del testamento, rilegata con un nastro rosso,
spiccava fra
il legno color mogano. La tirò fuori, delicatamente, e la
poggiò sulla
scrivania.
«Quanti
segreti, Inu No Taisho» pronunciò, con un mezzo
sorriso.
Ricontrollò
i fogli presenti, e come già sospettava, ne trovò
un altro. Sorrise.
In
alto a destra, compariva la data. Più sotto, un titolo che
già prometteva
l’argomento di quel documento.
“Revocazione
di ogni mia precedente disposizione,
in favore delle richieste di
mia moglie Izayoi
Inezumi.”
Sango
Hirai era una ragazza brillante, ingegnosa, studiosa. Aveva un
intelletto molto
sviluppato, una memoria precoce ed un’insana bravura con i
calcoli matematici.
Una specie di piccolo genio.
La
sua devozione, però, andava alle scienze, alla natura. Non
era una ragazza da
laboratorio o scavo archeologico: blandiva le nuove tecnologie in
favore di
quelle antiche. Per lei, compiere una ricerca su un testo antico, era
indubbiamente migliore che attuarla tramite un sito internet.
Vi
era un particolare motivo per cui aveva accettato di soggiornare nella
Villa
Taisho, quell’estate. In primis, necessitava di denaro
liquido, urgentemente. Doveva
sfamare suo fratello e la sua famiglia, lacerata dal pagamento dei suoi
studi.
In secondo luogo, villa Taisho conservava – e avrebbe
conservato, piante
inesistenti in altri luoghi del Giappone. Il suo bisogno di studiarle
l’avevano
convinta a accettare le richieste di Sesshoumaru No Taisho.
Quella
mattina era partita verso le nove, chiamando un taxi. Suo padre era
occupato
col lavoro, e sua mamma doveva fare la baby-sitter part tyme. Inutile
dunque
richiedere a loro la possibilità di essere accompagnati.
La
sua famiglia le sarebbe mancata. Erano sempre sul lastrico, ma erano
eccellenti
persone, gentili e buone. Tuttavia, colui che le sarebbe mancato
più di tutti
era Kohaku Hirai, il suo fratellino di undici anni. Era un bambino
delizioso,
molto intelligente e furbo.
Il
taxi sfrecciava veloce fra le vie di Tokyo, e Sango si
ritrovò a domandarsi
come sarebbe stato vivere a Villa Taisho. Noioso?
Non lo credeva possibile. Affascinante?
Quello era ovvio. Aveva fatto una gita di classe dedicata
esclusivamente a
Villa Taisho, e per quanto avesse visto gli interni solo in fotografia,
sapeva
che erano meravigliosi. Fastidioso? Indubbiamente.
Inuyasha No Taisho era solo un bambino viziato, e l’idea di
dovergli fare da
tutor la scandalizzava. Si trattava di uno di quei ragazzini che non
comprendevano minimamente la pesantezza delle loro azioni.
Comprensibile che
avesse distrutto mezza palestra in una rissa.
Continuò
a fissare oltre il finestrino, in attesa.
«Vedo
che ti sei degnata di scendere» mormorò una
caustica Kagome, notando la figura
longilinea di Rin comparire nel salotto. I suoi occhi si
assottigliarono. Non
era realmente arrabbiata con lei: voleva solo fare l’offesa.
La
piccola la ignorò con lo sguardo. «Buon giorno,
Kachan» disse, e si avviò verso
la cucina.
La
diciottenne spalancò gli occhi, sbalordita, e
scattò in piedi, seguendo sua
sorella. «Rin!» la chiamò, sorpresa.
Lei
si voltò verso di lei. «Uhm?» chiese.
«Mi
stai evitando?» domandò, piccata.
La
piccola scosse il capo. «Ma che dici?!»
esclamò, sorpresa «volevo solo dare il
buon giorno a Kaede».
Kagome
aggrottò le sopracciglia. «Ah. Pensavo
fossi… arrabbiata con me per stamattina»
biascicò, scegliendo con cura le parole.
Rin
la fissò, atona. «Stamattina?»
ripetè, come se non capisse.
La
diciottenne annuì. «Si… scusami, non
volevo entrare così di botto… è
che… beh…
scusa» disse, grattandosi la nuca con le dita affusolate.
La
piccola la guardò a bocca semi aperta.
«Oh…non c’è…
problema!» concluse, con un
sorriso. «Scusami tu».
Kagome
sorrise a sua volta. «No davvero, mi dispiace… ma
sono contenta che tu non ce
l’abbia con me» mormorò, stampandole un
bacio sulla guancia «piccola Rin».
Si
sorrisero, dolci. «Kachan, vado a salutare Kaede. Sai
dov’è?».
«Stamattina
ha fatto colazione con me… però ora non
saprei» borbottò.
«Oh…
non importa. La cerco io» la rassicurò.
«Non
c’è né bisogno»
esordì la voce affabile di Kaede, comparendo alla loro
destra.
Kagome
la fissò, alzando un sopracciglio. Com’è
che questa donna ha la capacità di comparire dal nulla? si
domandò,
stizzita.
«Seguitemi.
Devo comunicarvi una notizia in privato» esordì,
seria.
Kagome
e Rin si guardarono, curiose.
«L’ufficio
di Inu No Taisho…» sussurrò Kagome,
guardandosi intorno, sorpresa. Lo
immaginava esattamente in quel modo, in effetti. Mobili belli ma non
sfarzosi…
colori un poco spenti ma eleganti… Ricordava Inu No Taisho
come l’uomo che
quando era piccola giocava ogni tanto con lei, la prendeva in braccio e
la
faceva volteggiare per aria. Da quando aveva compiuto dieci anni,
però, non lo
aveva più rivisto…
«È
bello» mormorò Rin, fissando l’albero
genealogico. Era una cosa straordinaria.
Largo almeno due metri, alto tre, segnalava tutti i nomi dei membri
della
famiglia Taisho… con calligrafia stranissime ma
bellissime. I primi nomi erano abbastanza sbiaditi, ma
l’ultimo
splendeva particolarmente: Kagome. «Ci sei anche tu,
Kachan» mormorò, sorpresa.
La
diciottenne aggrottò le sopracciglia, non capendo. Le si
avvicinò velocemente,
notando che di fianco al nome “Izayoi” compariva
“Sumiko” ed infine il suo.
Cercò la legenda, alla sua destra. I legami di parentela
stretta erano segnati
col rosso. Cioè che univa Izayoi a Sumiko era un ramo
decisamente color
vermiglio. Sospirò.
«Buongiorno,
Kaede» fu l’esclamazione perfettamente controllata
di Sesshoumaru No Taisho,
fermo sulla porta, con lo sguardo inchiodato su loro tre. Si concesse
un
istante per osservare completamente la figura sinuosa di Rin, e lei
sentì le
guance diventarle bordeaux.
Oh
Kami… pensò,
non appena lo
vide. La notte prima lo aveva sognato. Ed era stato tutto
così maledettamente… vero.
L’aveva dolcemente carezzata…
aveva sentito il suo alito freddo come il ghiaccio sfiorarle il
collo… si era
saggiata di quelle lame dorate che la guardavano, rapite.
E cielo, aveva fatto lo stesso sogno ben due
volte.
Un
rumore simile ad una corsa interruppe quello strano silenzio che si era
venuto
a creare.
«STUPIDA
VECCHIACCIA…!» la voce di Inuyasha
inondò la stanza «…che cavolo
vuoi?». I suoi
occhi erano corsi con orrore a Kagome, dilatandosi. Notò
anche la presenza di
suo fratello fissarlo più che profondamente, e
indossò nuovamente la sua
maschera di freddezza. «Che diavolo ci facciamo
qui?» domandò, scontroso.
Kagome
sentì il suo cuore battere all’impazzata. Cosa
accidenti le stava accadendo?
Non era comprensibile. Non poteva…
diamine, le prudevano le mani. Era così fastidioso!
Scansò lo sguardo dall’affascinante
mezzodemone.
La
donna anziana li fissò, indicando loro di prendere posto sui
divanetti.
Kagome
si sedette vicino a Rin, il più lontano possibile
dall’hanyou. Lui parve fare
lo stesso, e si posizionò esattamente di fronte a lei, di
fianco a Sesshoumaru.
«Bene.
Sono qui per comunicarvi che è stato rivelato un altro
documento del testamento
di Inu No Taisho».
La
reazione di Inuyasha e Kagome fu immediata: il mezzodemone
fissò Kaede
imbronciato, sbottando parole poco gentili: «E allora
perché queste due sono
qui?!».
Kagome
si sporse in avanti, nello stesso istante. «Mi scusi, ma noi
cosa centriamo?».
Al
sentire la voce dell’altro sopra la propria, Inuyasha e
Kagome si fissarono, e
la rabbia gli ricoprì il volto. Ma la diciottenne
continuò a percepire il
prurito alle dita. Cominciò ad attorcigliarsele, nervosa.
Kaede
sorrise. «Vi prego di stare calmi. Vi leggo cosa dice il
nuovo documento».
Detto ciò si avvicinò alla scrivania e prese la
cartelletta marrone fra le
mani, estraendone un foglio. Si schiarì la voce.
Tokyo,
23 maggio 2006.
Io
sottoscritto, Inu
No Taisho, revoco ogni mia precedente disposizione in favore delle
richieste di
mia moglie Izayoi Inezumi.
Kagome
si impose di stare zitta, continuando a rigirarsi le mani fra loro,
nervosa.
Sesshoumaru la fissò, algido, passando dalla sua espressione
ai suoi gesti
frenetici.
Poi
guardò Rin.
Nei
documenti
precedenti, avevo ceduto Villa Taisho e tutti i terreni circostanti
alla mia
prole. Revoco questa disposizione a proposito del Gazebo di Rose, la
costruzione privata che ho fatto edificare e progettare esclusivamente
per mia
moglie Izayoi.
La
piccola sentì uno sguardo trapassarla da parte a parte. Con
lentezza, spostò i
suoi occhi in quelli di Sesshoumaru. Sentì il suo corpo
prendere fuoco. Le stesse fiamme
che ardevano in
quelle lame dorate che la fissavano.
Il
Gazebo di Rose e la
sua manutenzione, dopo la mia morte, sarà compito di Kagome
Higurashi.
Gli
occhi di tutti i presenti si puntarono in quelli color cioccolato della
ragazza, che aggrottò le sopracciglia, confusa.
«M-mia…?».
Kaede
socchiuse gli occhi, col preciso intento di andare avanti.
Piccola
Kagome,
rimembro ancora quando ti facevo volteggiare in aria sotto gli occhi
vigili di
tua madre. Spero che anche tu abbia un piccolo ricordo di me, come
spero li
avrai di Izayoi. L’amore che provava per te era
l’amore che avrebbe provato per
la sua stessa figlia.
La
diciottenne sentì la commozione salirle fino agli occhi, ma
si impose di non
piangere. Certo che vi ricordo! urlò
nella sua testa, gioiosa. Ricordo ogni
singolo istante.
Inuyasha
fissò la mora a lungo, percependo il suo stato
d’animo. Fu incredibile come gli
parve di capire la ragazza come mai prima d’ora, e fu
soprattutto difficile
resistere a quella morsa allo stomaco che lo invitava a consolarla e
stringerla
fra le sue braccia per sempre.
Sono
certo che sarai
in grado di curare il Gazebo di Rose come nessun altro potrebbe fare:
è il
luogo più incantevole di tutta Villa Taisho, e sono sicuro
che quando lo vedrai
te ne renderai conto anche tu.
In
fede e con amore,
Inu No Taisho.
Lì,
Residenza No
Taisho, Tokyo, Giappone.
Un’innaturale
silenzio calò nella stanza.
Kagome
era incredula: per quale motivo le avevano donato una parte della casa?
Lei non era di famiglia! Come poteva
meritarlo?
Rin
lasciò scivolare la sua mano in quella di sua sorella, con
un largo sorriso.
Ignorò il pesante sguardo di Sesshoumaru su di se e si
concentrò sulla persona
a lei più cara. Si guardarono, dolcemente.
Inuyasha
fissò la ragazza, atono. Poi si alzò di botto,
facendola sussultare. I suoi
occhi dorati sembrava lanciare scintille di rabbia. Uscì
sbattendo la porta.
«Kagome,
non ti preoccupare…» asserì Kaede,
riferendosi a quella sconvolgente uscita.
La
diciottenne fissava ancora la porta, con quell’incessante
batticuore. Il
prurito alle mani era sparito. «Io…»
sussurrò, confusa «potete mostrarmi il Gazebo di
Rose?».
Quando
Kagome giunse di fronte al Gazebo di Rose sentì la
commozione ritornare
nuovamente a prendere possesso di lei.
L’ingresso
era nascosto in mezzo alla fitta boscaglia, sulla sponda sinistra del
Lago. Vi
si giungeva seguendo un tortuoso sentiero, costellato però
di fiori colorati e
bellissimi: spiccavano le rose rosse, rosa e bianche.
Ma
quando finalmente arrivavi di fronte al Gazebo, era come vedere
un’esplosione di luce. La
costruzione era in
legno scuro, quasi grigio, dal tetto a cupola. L’intero
gazebo era ricoperto di
rose: rosse, rosa e bianche, in sprazzi grandi e piccoli, con fiori
cadenti,
dallo stelo lungo e corto. Sui lati i fiori si diradavano lentamente,
sfociando
in una distesa erbosa perfettamente irrigata. E quel piccolo ingresso
ricurvo
sembrava invitarti ad entrare, con un’atmosfera
magica.
Kagome
non seppe trattenersi ed una piccola lacrima le sfiorò la
guancia rosea. Mosse
qualche passo, incerta se il muoversi avrebbe distrutto quel momento. I
suoi
occhi ondeggiavano sulle rose, su quel buio
che pareva richiamarla a se…
Vi
entrò.
E
fu rapita dalla sua bellezza. Vi
era
un tavolo circolare, al centro, e la panca seguiva il contorno di tutto
l’edificio. Una fiaccola giaceva spenta, al centro, ma Kagome
si lasciò cadere
sul bordo della panca.
Nuove
lacrime corsero ai suoi occhi, copiose. Si portò le dita al
volto, ridendo e
piangendo allo stesso tempo.
Non
notò
al centro del tavolo
un incisione fatta scioccamente con un taglierino. Non un lavoro
perfetto, ma
un lavoro bellissimo. Un enorme
cuore, al cui centro vi erano scritte due iniziali:
I.I.
Inuyasha,
appollaiato su un albero, lanciò un’occhiata al
Gazebo, sentendo l’odore di
sale pur non volendolo. Qualunque
cosa lo legasse a quella ragazzina, era indistruttibile.
Alzò lo
sguardo verso il cielo blu.
«Grazie
dell’accoglienza» esclamò Sango Hirai,
prendendo sotto braccio le valigie. Alzò
gli occhi sulla villa, entusiasta.
«Prego.
Vi auguro nuovamente il benvenuto nella Residenza No Taisho».
Continua
nel prossimo capitolo...
Ciao
a tutti ^^ Come state? Io sono di ottimo umore, perché
stasera sono andata
avanti con i capitoli ed il prossimo mi piace particolarmente. (Roro e
Marty
sanno perché >_<)
Allora…
scommetto che siete rimasti un po’ a bocca asciutta per la
scarsa presenza di
scene “love-love” XD Perdono, ma avevo bisogno di
riportarvi un po’
all’argomento principale: i misteri *_* Come mai Izayoi
ha lasciato questo
gazebo proprio a Kaggy? Ehehe… E di chi sono le iniziali sul
tavolo del gazebo?
(evviva le domande facili…^_^’’)
E
poi… finalmente arriva Sango! ^_^ Come vi sembra? Vi spiace
se l’ho resa un
genietto? Beh… vedrete un po’ più
avanti… <3 Figuratevi che io odio scienze,
ma … non lo so, ce la vedo Sango ad amare la natura e a
studiare botanica. *-*
E
ricordate? Nel primo capitolo Sesshoumaru apriva il cassetto del
testamento con
una chiave, che lui affermava essere “l’unica copia
esistente”… che ne dite?
Sarà stata quella di Kaede, oppure Kaede ne ha
un’altra? (mi diverto a porvi
dei rompicapi assurdi… >_<)
Ora
vi RINGRAZIO infinitamente come al solito, perché mi
sostenete, mi commentate,
mi volete bene e mi aggiungete anche ai preferiti. =) Ma andiamo per
gradi.^^
Bchan:
ciao!!! Il tuo ragionamento non fa una piega… ^^ sulle scale
è la prima volta
che inu la incontra da mezzodemone, ed io volevo proprio dire questo.
Complimenti!!! ^_^ Un’altra fan delle lemon… *_*
beh, vedremo, per ora non ho
in programma nulla… anche perché sesshy
sembrerebbe agire di notte XD ed inu e
kaggy sono ancora abbastanza “distanti”
…. Vedremo dal prossimo capitolo <3
GRAZIE mille, ti voglio bene! Mi dispiace molto che quando torno io tu
parti…
ma spero che al tuo ritorno ti aggiornerai sulle mie pubblicazioni! *_*
Kiss!
Pretty:
ciao!!!! Uhm… si, ti confermo che sessho si è
limitato, come hai visto… (rin
dice che l’ha accarezzata tutta notte **) E GRAZIE per i
complimenti sulla
descrizione della scena… anche a me piacerebbe <3 e
poi, sognare non fa
male! XD Su Kaggy hai ragione, che idiota =_= (ehi! O.O ndKaggy) XD Per
quanto
riguarda il rating il tuo ragionamento mi sembra il
migliore… anche perché io
non credo di essere in grado di scrivere storie vietate ai
minorenni… (ma non
si sa mai, ogni tanto sfodero il mio lato perverso… XD) E
per le vacanze….
Davvero anche tu non ci sarai??? Ç_ç
Uffi… mi sentirò sola!! Ç_ç
Vabbè… io continuerò
a postare e spero di rivedervi al più presto <3
Bacioni!
Onigiri:
ciaoo!!!! Allora… ^^ Sono contentissima che la parte su
sessho e rin ti sia
piaciuta, perché anche io sono molto simile a te…
nel senso che vedo rin, non
come la sua amante ma come qualcosa di più puro.
Però io… volevo questo loro
rapporto. Comunque poi vedrai come si evolve… è
tutto molto più complicato di
quello che sembra, deve ancora venire fuori un dettaglio molto
importante.
Probabilmente quando lo leggerete, capirete (quasi) tutto XD e GRAZIE
di
ritenere la mia fic così bella e favolosa! *_* Sei davvero
gentile. Su rin… che
non si sveglia… questo beh, è più
complicato da capire, dovete “lasciarvi
andare” molto alla fantasia, da adesso in poi, sia per
inu/kag che per sesshy/rin…
ve lo consiglio. ^^ E Inu e Kag… grazie, grazie. ^^ Davvero
hai avuto il
batticuore due volte? Me onorata! (allora aspetta con ansia il prossimo
capitolo… *-*) Per quanto riguarda le vacanze: si, sono
vacanze.. U_U ma lo
ammetto, mi mancherete davvero. Per la vostra costanza nel commentare,
per il
sapere che comunque voi siete “lì”. Mi
aiutate davvero *_* GRAZIE. Per quanto
riguarda i misteri… beh, io non demordo! Provaci <3 E
sul rating… sto piano
piano maturando la mia idea. Credo che lo lascerò
così. Vorrei avvisare
all’inizio del capitolo, ma da un altro punto di vista non
vorrei farlo… vi
anticipo già tutto! XD Quindi vedremo… ^^ Spero
davvero di non deluderti, e
GRAZIE ancora! Ciao, ti voglio bene! Kiss!!!
Mikamey:
ciao!!! Sono contenta che la parte di sesshy e rin ti sia piaciuta,
spero di
riuscire a scriverne altre simili. (avrete capito che andrà
avanti di notte in
notte… ._.) Su Kaggy… oh! Una che ha notato che
è sempre sicura di se e poi non
lo è più… la confusione regna in lei
<3 Vedrai nel prossimo capitolo <3
Il tuo ragionamento sul vedere la parte debole di inu e poi esserlo
è
stupefacente, mi piace moltissimo!! *_* non ci avevo minimamente
pensato!!! Per
il rating, ribadisco, io scriverò quel che
scriverò… poi, boh vedremo. Ma
l’idea di avvisare mi piace sempre meno…
perché poi capireste che c’è una scena
hot *_* e questo non mi garba. (si è inteso che amo i
misteri… XD) GRAZIE di
tutti i tuoi complimenti e alla prossima <3 baci!!!!
Kaimy_11:
ciao!!! Come va?? Io molto bene ^^ (ma che fai?! Ti rispondi da sola
ndTu) XD Ma
parliamo della storia. Su Inu e Kaggy hai detto tutto tu, e con gioia
ti
confermo che sarà così. (il prossimo capitolo, lo
anticipo… è per i fan di inu
e kaggy… >.<) Attratti è una parola
un po’ priva di significati per il
loro rapporto… ma vabbè, ora come ora
è così. Più avanti non lo
sarà. ^^
Sesshy… si, ha bisogno di sentirla. Perché lui si
impone di non farlo, e alla
fine cede, ma non vuole distruggere il suo orgoglio, e lo fa nel sonno.
=_=’’
Insomma, un testone… XD GRAZIE del tuo commento
così gentile e pieno di
complimenti!!! Baciii!!!
Yuly:
ok! Adesso finalmente ci intendiamo XD accetto tutti i prossimi
“wii” che
arriveranno *_* Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ed
aspetto la
recensione anche per questo, ok? ^__- Kiss e GRAZIE!!
Michiyochan:
ciao!!!! Velocissima?? XD Sono a casa quasi tutto il giorno, senza
avere nulla
da fare (compiti nada… -_-’’) Niente
modi di conoscersi normali per quei due…
era scontato dirsi ciao XD Per te Rin era sveglia…?
Uhm… parrebbe di no! In
questo capitolo confessa di averlo
“sognato”… ma cosa succederà
se sesshy si
spingerà oltre alle carezze? *ç* Per il secondo
incontro.. Bchan l’ha capito, è
perché inu era finalmente mezzodemone, e questo significa
molto… (nel prossimo capitolo
sarà lui stesso a dirlo…. O_O oddeo quanti
spoiler sto facendo!) Si, parto, ma
mi mancherete e la mia testa continuerà a lavorare su questa
storia *_* Baci e
GRAZIE!!!! Tvb!
Kaggy_Inu91:
ciao!! No problem per i commenti… ^^ GRAZIE per i
complimenti su rin/sesshy e
inu/kag *_* Aspetto il commento lungo, eh?! XD Nuu, scherzo. Fai quel
che vuoi.
GRAZIE ancora per il tuo commento e baci!!!
Roro:
ciao!!! Dopo tutto quello che ti ho anticipato, ti spetta un bellissimo
ringraziamento XD E smettila di dire che sono brava se poi ti sminuisci
subito
ò.ò Comunque… GRAZIE davvero *_* Sono
felice che il II incontro di inu e kaggy
ti sia piaciuto! Per la scena sesshy/rin… mi sono
scervellata per quelle frasi
in corsivo XD E
anche se favorisci
sempre inu/kag >.> sono contenta che ti sia piaciuto il
primo pezzo! Per
kaggy ed inu se ne prevedono delle belle… (il prossimo chap
*ççççç*) lo
confermo!!! XD E rin, si è abbastanza indifesa…
per ora^^ perché sesshy la vede
tale. Ma in realtà ha un carattere forte, ha subito tanto.
Per il dilungarti…
fai pure!!! Sei hai notato, più sono lunghe le recensioni
più sono lunghi i
ringraziamenti e questo mi rende felice… mi piace avere un
rapporto con voi,
scambiarmi idee sulla fan… *__* GRAZIE infinite, ti lovvo!!!
Kiss!!!
Aryuna:
ciao!!!!! Come stai?? XD Non ti preoccupare se non ricordi
più nulla… capita
anche a me ^^ Mi sembra di avere il vuoto al momento di fare le
recensioni
<3 Si, Inu e Sesshy sono da sbavo *_* anche se ti confesso che
preferisco
Inu per quel che so io su questa storia… *ç* La
famosa frase è rimasta impressa
a tutti… xD Volevo una frase ad effetto per la fine del
chap, e voilà!!!
>.< Sai che non ho idea di quanti soldi spendano? Non lo
voglio nemmeno
sapere… =_=’’ E sango!! Arriva!!! Nel
prossimo capitolo sarà ufficialmente nel
cast! (guarda che non è un film ù.ù
ndSango) ops, già XD Beh, arriva! Sesshy
cancellare la memoria? Uhm.. no, sei fuori strada… ^^ E per
il titolo…
probabilmente ti riferisci al senso pratico di
“alchimia”… ma non è quello
che
intendevo io… ^_^’’ E comunque, i tuoi
commenti non sono affatto inutili! Hai
provato a rispondere ai miei quesiti e mi fa molto piacere…
continua così!!!
GRAZIE per il commento e baciiii!!!
Ci
ho messo un sacco a ringraziarvi tutti ma ne è valsa la
pena… XD Come al
solito, grazie anche ai lettori e a coloro che mi aggiungono ai
preferiti, che
sono diventati 16! *O* Vi amo!!!
1
- ary22
2 - Aryuna
3 - baby_dark
4 - Bchan
5 - dany chan
6 - Dolce Sango91
7 - eiby
8 - jessy101
9 - Kaimy_11
10 - Lella92
11 - mikamey
12 - Onigiri
13 - Rohchan
14 - roro
15 - sunsunset
16 - Toru85
Non
immaginavo sareste mai arrivati a questo numero…
ç_ç grazie!
Al
prossimo (fatidico e atteso XD) capitolo!
Baci,
Meg.
|
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Capitolo 7 *** Terribile tentazione. ***
Alchimia
dei sensi.
Capitolo
sette.
Terribile tentazione.
«Sono
molto contenta di conoscerti, Sango» mormorò
Kaede, gentilmente, stringendo la
mano alla nuova venuta. «In questo momento Inuyasha non
è in casa, mi
dispiace».
Molto
meglio, si
disse dentro di se.
Poi sorrise. «Questa villa è favolosa»
mormorò, con gli occhi luccicanti.
Guardò i soffitti alti, i quadri ed i pavimenti di
marmo…
«Questo
mi lusinga, Signorina Hirai» esordì una voce
maschile alle sue spalle.
Sesshoumaru No Taisho era giunto dal salotto, cinto in pantaloni neri
eleganti
ed in una camicia inamidata. «Benvenuta».
Lei
abbassò il capo, in segno di rispetto. «Spero
siano bene accette… le lusinghe»
rispose, con un sorriso indisponente.
Il
demone la fissò, atono. «Lo sono sempre»
mormorò.
La
ragazza lo guardò attentamente. Era un uomo sui
vent’anni, forse di più. Aveva
un portamento elegante ed impeccabile, ma il suo volto sembrava molto
freddo e
scostante… risultava addirittura fastidioso, se corredato
alla sua voce da
serpente.
«Sono
molto contento che siate arrivata. La vostra stanza è al
piano superiore, e
spero che il soggiorno sia di vostro gradimento».
«Non
ho alcun dubbio al riguardo» ammise, con tacito sarcasmo.
Lui
la guardò, glaciale. «Organizzatevi voi stessa con
Inuyasha. Se volete, stasera
sono disponibile, arrivederci». Si congedò molto
formalmente, e si avviò alla
sua destra.
In
tutto quel discorso, Kaede era scomparsa. Sango
fece un respiro profondo.
«Una
ragazza della mia età?!» fu
l’esclamazione che raggiunse le sue orecchie.
Sembrava fosse stata una voce femminile a dirla. Lasciò a
terra il borsone e si
sporse nella sala da pranzo. Kaede stava discutendo con una ragazza dai
capelli
color ebano e gli occhi color cioccolato.
«Ciao»
mormorò, gentile, al suo indirizzo.
La
ragazza che aveva chiesto di lei si voltò dalla sua parte,
sorpresa. Poi
sorrise. «Oddio! Hai davvero la mia
età!» esclamò, sorpresa «e
sei una ragazza!»
mormorò, al culmine della gioia.
Sango
aggrottò le sopracciglia. «Eh…
già» sussurrò.
«Piacere,
io sono Kagome!» corse verso di lei e le porse la mano,
affabile. «Vieni da
Tokyo, vero? L’ho capito dai tuoi abiti»
mormorò, indicando i jeans a sigaretta
e la canottiera nera. «Ma non hai caldo?»
borbottò, guardando la minigonna e il
top bianco che indossava lei stessa.
Sango
si sentì tempestata di domande e la sua espressione
– molto probabilmente - lo
trasmise.
Kagome
portò le mani avanti, in segno di scuse.
«Perdonami, ma quando sono agitata o
felice comincio a parlare a macchinetta!» disse, ridendo.
«Il
che accade veramente molto spesso…»
esordì un’altra voce. Un’altra ragazza
aveva fatto il suo ingresso nella sala da pranzo. Aveva il volto
più infantile
che avesse mai visto: gli occhi grandi, le ciglia lunghe, il naso
piccolo e le
labbra carnose. Poteva dimostrare si e no dodici anni, fino a che non
osservavi
il suo corpo maturo.
«Lei
è Rin, ed è la mia sorellina adottiva»
mormorò Kagome, calcando con acidità il
nome della piccola.
Che
caratterino. «Piacere»
disse,
educata.
«E
tu?» chiese Kagome, impaziente «come ti
chiami?».
«Sango
Hirai» mormorò, pacata.
Rispetto
a lei, la diciottenne dagli occhi color cioccolato sembrava un tornado.
«Vieni
da Tokyo?».
«Si…
dal quartiere Adachi» mormorò.
Kagome
spalancò gli occhi. «Oh.. ma è proprio
qui vicino!».
Sango
annuì, mentre Rin le si avvicinava. «E voi da dove
venite?» domandò, prendendo
finalmente l’iniziativa.
La
diciottenne dagli occhi color cioccolato ne fu entusiasta e sorrise
gioiosamente. «Da Suginami. Abitavamo in un tempio».
Lo
sguardo di Rin si incupì lievemente.
Sango
fu sinceramente interessata a quell’informazione.
«Davvero? Risalente a che
epoca?».
«Medioevo»
rispose, gentile.
Rin
sorrise. «Sei qui in visita?» domandò,
incuriosita.
«Oh,
no» disse, scuotendo il capo «devo fare da tutor ad
Inuyasha No Taisho».
Kagome
sussultò visibilmente.
«Tutto
ok?» le domandò Sango, preoccupata.
La
mora annuì, con un vago rossore sul volto.
«Oh… si, si» poi tossì
«da tutor ad…
Inuyasha?» biascicò, faticando a pronunciarne il
nome.
«Si,
me lo ha chiesto suo fratello». Sango alzò un
sopracciglio vedendo ripetersi un
sussulto ma – questa volta, proveniente da Rin. Le
fissò, stranita. «E voi come
mai soggiornate qui?».
«Io»
disse Kagome, prendendo parola «sono… cugina di
Inuyasha» ammise, con un lieve
tremore. Sorrise falsamente.
«Ah.
Non ne sembri felice» azzardò, con un sorriso
«hai ragione, è davvero
insopportabile».
Kagome
arrossì furiosamente. Non
è affatto
quello che intendevo! «Eh…
già…» sussurrò «ma
tu come lo conosci?».
Sango
sospirò. «Vado nella sua stessa scuola»
disse «ma non ci ho mai parlato, non lo
sopporto».
Rin
aggrottò le sopracciglia. «Come mai? Sembra una
brava persona» mormorò,
gentile.
La
nuova ospite spalancò gli occhi, incredula. «Una
brava persona?!» scoppiò in
una risatina isterica «è un vandalo senza alcun
senso di responsabilità!»
sbottò, infastidita «per colpa sua il preside ha
richiesto ad ogni studente una
quota per ricostruire la palestra!».
Kagome
la fissò, sorpresa. Un vandalo?, pensò,
sconvolta. «Ricostruire la palestra…?».
«Si,
l’ha praticamente distrutta in una rissa»
esclamò, piccata «e a noi tocca
pagare». Era ovvio che si fosse trattenuta
dall’esclamare un fitto elenco di
parolacce.
Kagome
e Rin si guardarono, stupite.
«In
effetti è… quasi sempre
arrabbiato…» ammise Rin, alzando le spalle.
Sua
sorella la ignorò. Quando
l’ho visto da
umano non era arrabbiato, si disse, dolcemente. Anzi, pareva tranquillo. Poi
aggrottò le sopracciglia. Però
forse lo era perché era proprio umano.
«Quanto
ti fermerai?» domandò Rin, felice di avere
un’amica in più.
«Non
ne ho la più pallida idea» ammise lei, scuotendo
le spalle «penso a lungo…
visto che quello là ha da recuperare almeno cinque
materie».
Rin
spalancò gli occhi. «Oddio! Cinque!?
Poverino!».
Kagome
si zittì. Cosa gliene importava a lei di quante materie
doveva recuperare
Inuyasha No Taisho? …Già, proprio niente. Oh,
ma che sciocchezza! A lei gliene importava eccome! Era
davvero preoccupata.
Un vandalo, un picchiatore? Eppure sembrava così…
pacato. Beh, pacato forse no,
ma controllato si. Controllato…
«Ehi
Kaggy? Ci sei?» domandò Rin, con una risatina. Poi
si voltò verso Sango. «Ogni
tanto se ne va nel mondo dei sogni…». Qualche
istante dopo si diede della
sciocca per quella battuta: chi era quella che se ne andava davvero nel mondo dei sogni? Sorrise
tirata.
«Scusate,
ero sovrappensiero» mormorò, fissando la nuova
arrivata. Aveva il volto ovale e
di carnagione molto chiara. Gli occhi erano allungati e molto
affascinanti, di
un impreciso color nocciola, con riflessi simili
all’ametista. Il naso era
dritto e sottile, le labbra allungate e carnose. Non aveva mai visto
una
ragazza così bella. Le venne spontaneo porgerle quella
domanda. «Oh Sango, sei
fidanzata?».
Lei
rimase un istante immobile, poi arrossì come un semaforo.
«No! Cosa te l’aveva
fatto credere?!» mormorò, con una certa foga.
Kagome
alzò le spalle. «Beh… sei una
bellissima ragazza…».
Rin
annuì. «Davvero!».
Sango
arrossì nuovamente e questa volta abbassò il
capo. «Ehm… grazie…»
biascicò,
imbarazzatissima.
Le
due sorrisero, intenerite, poi Kagome la abbracciò di
slancio. «Mi stai già
simpatica!» esclamò, gioiosa.
Rin
annuì, con un sorrisone.
Sango
le fissò, con un piccolo sorriso. Sono
molto simpatiche, ammise a se stessa. Di solito non dava
così tanta
confidenza. «Beh… grazie
dell’accoglienza».
«In
quale stanza dormirai?» domandò Kagome, entusiasta.
Si
voltarono verso Kaede, ed ovviamente non la trovarono. La diciottenne
dai
capelli color ebano si lasciò andare ad uno sbuffo.
«Possibile che sparisca
sempre…?».
«È
normale?» chiese Sango con un risolino.
«Oh
si!» rispose Kagome, sconsolata, scatenando
l’ilarità di Rin «e poi riappare
sempre quando meno te lo asp…».
Non
riuscì a concludere che sentì qualcuno
picchiettarle sulla spalla.
«…etti»
biascicò, di fronte al sorrisone di Kaede. Rise
istericamente.
Rin
e Sango scoppiarono a ridere di quella pessima figura e la tensione si
sciolse
velocemente.
«Sango
alloggerà nella stanza di fianco alla tua, Kagome»
mormorò, poi ebbe
un’improvvisa illuminazione «Dimenticavo, Kagome: i
giardinieri aspettano le
tue disposizioni per il Gazebo di Rose».
Lei
aggrottò le sopracciglia, ed annuì. «Ma
certo! Vado subito!». Si voltò verso
Rin e Sango, indaffarata. «Scusate ma devo
scappare!» e detto ciò si allontanò
a passo spedito.
Sango
fissò la sua figura allontanarsi. «Ma dove
va?».
«Al
Gazebo di Rose. Il padrone di questa villa gli ha lasciato in
eredità
quell’edificio, e deve curarlo lei»
spiegò, gentile.
Kaede
annuì. «E non è un lavoro
semplice!» esclamò, indicando le scale
«seguimi,
Sango. Ti accompagno nella tua stanza».
Ma
la ragazza fissò nuovamente il giardino. Chissà
com’era quel Gazebo... Scosse
il capo e si affrettò a seguire Rin e Kaede.
Kagome
era corsa in giardino, dove un folto gruppetto di giardinieri la
aspettavano
sbuffando. Quando si avvicinò, notò che
confabulavano fra loro, ed uno sembrava
essere il “giardiniere-capo”.
«Oh!
Salve, molto piacere! Io sono Kagom..» ma non
riuscì a concludere, perché proprio
quell’uomo, la sovrastò con la sua voce.
«Si,
certo, ma noi siamo pagati a giornate e vogliamo fare in
fretta» sbottò, più
che maleducato, guardandola dall’alto in basso.
Kagome
socchiuse gli occhi, offesa, ma decise di lasciar perdere.
«Benissimo, allor…».
Lui
la zittì. «Sbrighiamoci»
tuonò, seguito dagli altri giardinieri.
La
diciottenne lo fissò, cercando di addolcire la pillola, e si
incamminò con lui
sul sentiero che conduceva al Gazebo.
«Il
Gazebo ed il terreno circostante coincide a nord con l’Osmunda, e questo rovina la crescita
delle rose» le comunicò,
frettoloso.
Kagome
lo fissò, confusa. Osmunda?
«…e
c’è un Pollone che
ostruisce la
crescita delle rose e rovina la visuale est. Lo dobbiamo
tagliare?».
«Ehmm…»
tentò, senza sapere minimamente cosa dire. Un
Pollone? Cos’era, un pollo grasso?! Fissò
con orrore i volti dei
giardinieri, che attendevano la sua risposta.
«Beh… direi…».
Il
sopracciglio del “giardiniere-capo” si
alzò precipitosamente.
«Tagliate
quel pollone alla radice e sistemate gli argini»
esclamò una voce autoritaria
alle sue spalle.
Kagome
si voltò, incontrando lo sguardo dorato di Inuyasha No
Taisho. Arrossì fino
alla punta dei capelli. Il mezzodemone indossava stranamente una
camicia bianca
e ciò lo rendeva decisamente molto sexy. I suoi occhi color
miele non
incrociarono neanche un istante i suoi, ma il prurito alle mani la
colpì senza
lasciarle scampo.
La
sorpassò senza guardarla. «Inoltre sistemate
l’irrigazione attorno alle rose e
potate le siepi e l’erba».
I
giardinieri annuirono, pendendo dalle sue labbra.
Kagome
lo fissò, imbarazzata. Che
orribile
figura aveva fatto! Le veniva incaricato un lavoro e non era
nemmeno in
grado di svolgerlo!
«…g-grazie…»
biascicò, imbarazzata. Che diamine le stava
succedendo? Balbettava!? Lei non
aveva mai balbettato!
Lui
si voltò verso di lei, scatenando
l’inferno.
Quelle
pozze dorate ardevano come fiamme, tanto che sentì una
vampata di calore in
tutto il corpo. La gola le si seccò di colpo e dovette
socchiudere le labbra
per respirare. Erano vicini, troppo
vicini.
«Non
sai che cos’è un pollone, vero?» le
sussurrò, roco, guardandola magneticamente
negli occhi color cioccolato.
Non
riuscì ad interrompere quel contatto visivo, mentre il mondo
attorno a lei
scompariva come un fiume in piena.
Il
prurito alle mani sembrò sfocarsi, come la rabbia nei
confronti dei
giardinieri… Il suo sguardo era
smarrito
come lei.
«È
un ramo cresciuto sul tronco
dell’albero…» sussurrò,
avvicinandosi
inaspettatamente.
Il
mondo cominciò a girare, attorno a quegli occhi dorati.
«…e
va tagliato, perché altrimenti rovina le altre
rose…» soffiò, vicino alle sue
labbra.
Si
era chinato verso di lei lentamente, ed il suo alito caldo le sfiorava
la pelle
morbida.
Tu-tum.
Tu-tum.
Rimasero
a fissarsi per un tempo indefinito. Miele
nel cioccolato. Sembravano cercarsi, rincorrersi, perdersi e
poi
ritrovarsi. In un gioco di occhiate in cui nessuno poteva uscirne
vincitore.
Tu-tum.
Tu-tum.
Kagome
sentì il suo respiro affrettarsi, ed il prurito alle mani
ritornare improvvisamente
a colpirla, con fastidiosa insistenza.
Lui
le catturò le labbra in un bacio.
Aveva
la bocca ruvida ma piacevole, sensuale. Le sfregò le labbra
con le sue, fino a
che Kagome non le socchiuse, permettendo di approfondire quel delizioso
contatto.
Tu-tum,
tu-tum,
tu-tum…
Inuyasha
le afferrò il mento fra le dita, con delicata violenza,
sfiorando il suo palato
sapientemente. La labbra di lei sapevano di una delicata essenza in
grado di
sconvolgerlo, di distruggere placidamente tutte le sue barriere e
sfidare
secoli di atroce solitudine.
Kagome
sentì le gambe cedergli di scatto, come morbide pezze di
stoffa, e la testa
girare vorticosamente. Tutto scomparve nuovamente, immischiata in quel
bacio
mozzafiato che sapeva di qualcosa di
sconosciuto ma decisamente bello.
Tu-tum,
tu-tum,
tu-tum…
Era
un delizioso sottofondo romantico, mentre Inuyasha lasciava scivolare
la sua
mano callosa sul collo da cigno di lei, fino ad afferrarle saldamente
la nuca. Ora non sarebbe più
scappata. Le strinse
debolmente i capelli, tirandole la testa indietro, assaporando quella
bocca
così sensuale e deliziosa.
Kagome
si aggrappò alla camicia di lui, inebriata da quel bacio
passionale e
tranquillo, lento ed inesorabile.
Qualcosa stava entrando di lei e sapeva che non ne sarebbe
più uscito. Affondò
le unghie nella stoffa inamidata, rendendosi conto che il prurito era scomparso.
Tu-tum,
tu-tum, tu-tum…
Era
una strana sensazione, uno scontro piacevole, un assaporarsi profondo e
perfetto. Le loro lingue si univano e si abbandonavano come ammaliate,
guidate
da una forza superiore.
Inuyasha
si lasciò avvolgere da quel profumo talmente forte che
sarebbe stato in grado
di percepirlo a chilometri di distanza, tanta la sua dolcezza, il suo
sapore
speziato e delicato… così buono.
I
muscoli di Kagome si rilassarono completamente, come mai prima era
accaduto,
con una tale sicurezza nel concedersi a lui. Il mondo sfocato ruotava
ancora
attorno a lei, ma i perché e i come non esistevano
più.
Tu-tum.
Tu-um.
Si
allontanarono lentamente, facendo scivolare le proprie labbra le una
contro le
altre, con debole piacere, fino a che l’ossigeno non
entrò prepotentemente in
loro.
Kagome
sentì le palpebre pesanti, e quella sensazione di debolezza
era talmente piacevole che non le
aprì, percependo
ancora l’alito caldo di Inuyasha sul suo volto.
Lui
non volle lasciare la sua presa. Fece una lieve pressione sulla nuca di
lei, raddrizzandole
il volto, e con insana indecisione,
scivolò con le labbra lunga la sua guancia, inebriandosi del
suo profumo
buonissimo.
Kagome
conficcò le unghie nella camicia di lui, sfiorando la sua
pancia piatta.
L’alito caldo dell’hanyou la stava uccidendo.
Inuyasha
seguì un ideale percorso lungo la sua pelle nivea,
sfiorandole le ciglia
lunghissime, affondando fra i suoi capelli, soffiandole
nell’orecchio,
scivolando lungo la sua mandibola. Si stava cibando di lei. E ne era
incredibilmente affamato.
Kagome
smosse le palpebre, incredula di aver la forza di muoversi. Le
aprì lentamente,
scuotendo le lunghe ciglia. La prima cosa che vide fu il volto
tremendamente
perfetto di Inuyasha Hanyou ed un affascinante sorriso che aleggiava
sulle sue
labbra. Il fiato le si mozzò alla sua vista.
Richiuse
gli occhi per l’imbarazzo.
«Quando
ti ho visto…» sussurrò lui, a voce
talmente bassa che le pareva un soffio di
vento «sulle scale… »
continuò, sfiorandole la mascella col naso.
Kagome
si appoggiò completamente alla sua mano, lasciandosi cullare
da quella voce
sensuale a pochi centimetri da lei.
«Sono
rimasto sconvolto…» esalò, sfiorandole
il mento con l’altra mano «eri così
bella…» le sue dita corsero alle sue labbra
«ed il tuo odore mi stava
distruggendo i sensi…» vi passò un dito
sopra, sentendole così morbide al tocco
«eri così maledettamente
invitante…»
soffiò, allontanando la sua mano.
Kagome
si lasciò sfuggire un gemito roco di protesta.
Lui
non le permise di lamentarsi oltre, e le sfiorò le labbra
con le sue, continuando
a carezzarle con le dita. «ma eri così lontana da
me…così irraggiungibile…».
Lei
socchiuse le labbra, il respiro affrettato per quel bacio mancato. Il
suo capo
si adagiò sulla mano di lui, in completa balia
dell’hanyou.
Inuyasha
non attese oltre e le catturò nuovamente la labbra gonfie
per il bacio
precedente. Questa volta fu più violento, più
roco, come un ruggito di
liberazione.
Kagome
strinse la sua camicia in una morsa fatale, mentre Inuyasha le piegava
la testa
a suo piacimento, sfogando una rabbia sconosciuta che lo aveva invaso
senza
tremori. Le succhiò rabbiosamente il labbro inferiore,
facendola gemere sotto
le sue cure.
Lei
mosse selvaggiamente le mani sul petto muscoloso del mezzodemone, come
se
quella rabbia fosse giunta anche a lei. Una passione impossibile la
costrinse a
scivolare sui fianchi del ragazzo fino a cingergli la schiena liscia.
La
strinse a se.
Inuyasha
navigò nella sua bocca facendola sua più volte,
fino a che il ritmo di quel
bacio non rallentò, come una musica che si spegne, ma che
resta sempre
bellissima.
Le
lasciò lentamente la nuca, sfiorandole i capelli color
ebano. Quegli occhi
dorati ardevano come mai prima, ed il miele si era oscurato a causa del
desiderio.
Kagome
rialzò il capo lentamente, col respiro affannoso ed i
battiti cardiaci
accelerati. Riaprì gli occhi, vedendo il volto perlaceo
dell’hanyou. Vi lesse
una profonda inquietudine e vi vide lo stesso qualcosa
che lei percepiva in quel momento.
Gli
occhi di lei brillavano, luccicanti come stelle del firmamento,
accerchiati da
quelle ciglia lunghissime che non faceva altro che renderla ancora
più sensuale
di quanto non lo fosse. Le guance erano rosse come mele mature, le
labbra
gonfie e carnose reclamavano altre piacevoli torture. Il petto si
alzava
aritmicamente, e le sue mani erano ancora strette attorno a lui.
Le
afferrò le dita affusolate, staccandole dalla sua schiena e
portandole davanti
a lui. Erano calde, bollenti. Le sfiorò.
Kagome
guardò il suo volto chinarsi, il suo sguardo allontanarsi da
lei ed un tremore
scuoterle il corpo. Sentiva freddo. Aveva
bisogno del caldo. Gli strinse le mani grandi, cercando i suoi occhi
dorati.
Lui
alzò il volto, guardandola. Vi leggeva confusione in quelle
pozze cioccolatose,
preoccupazione e desiderio… il desiderio che quel momento si
fermasse per sempre.
Allontanò il tocco bruciante
di lei dal suo, ed una morsa di gelo lo colse impreparato.
«Ragazzina…» disse, roco. E nemmeno lui comprese se
era un saluto, un insulto,
un invocazione od una semplice
parola.
Si
voltò e si allontanò da quella terribile
tentazione.
«Grazie
Rin, di avermi accompagnata…» mormorò
Sango, sulla porta della sua stanza. I
muri erano di un delicato bianco, mentre le lenzuola e le tende blu
scuro. E le
piaceva. Molto.
Rin
sorrise. «E di cosa?» replicò, gioiosa.
«La mia stanza è la quinta a destra,
ok?».
«Ok»
disse, affabile «ora…»
mormorò, indicando la stanza «devo svuotare la
valigia»
mormorò, con un sorriso stanco.
Rin
rise un istante. «Ok, ti lascio. Ci vediamo dopo»
esclamò, allontanandosi. Percorse
il corridoio con grandi falcate, e svoltò a sinistra. In
fondo, si stagliava la
figura di Sesshoumaru No Taisho.
Rin
ammutolì, incapace di pensare. Cosa
faccio? si domandò, scioccamente. Mosse qualche
passo a rallentatore, fino
a che non si rese conto che lui la stava guardando. Arrossì
di botto.
Se
prima aveva deciso di bloccarsi, ora era più che certa che
doveva correre.
Abbassò il capo frettolosamente e senza dare
nell’occhio, cercò di appiattirsi
contro il muro opposto a lui.
Il
demone la fissava, atono. Non leggeva alcuna emozione in quel volto. Ma
quando
riuscì a vedere bene i suoi occhi, fu tutt’altra
cosa. Bruciavano, come fiamme
infernali, come sempre li aveva visti. E questo la faceva fremere.
Dun
tratto notò un particolare. Stava entrando nella stanza
affianco alla sua. Kami-sama!, urlò
dentro di se, senza un
motivo preciso. «Quella è… la vostra
stanza…?» domandò, in un sussurro,
quando
fu a due metri da lui.
Il
volto del demone parve imperscrutabile. «Si»
rispose solo. Aveva la mano posata
sul pomello della porta, ma pareva non volerla aprire.
Rin
arrossì nuovamente, immobile in corridoio, guardando quelle
lame dorate. Erano
come quelle del suo sogno… Solo
che
nel sogno lui le parlava dolcemente. La sua voce così
autoritaria era in realtà
molto piacevole, così bassa e roca… Un rossore la
colse nuovamente.
«A-arrivederci» sussurrò, e a capo chino
si affrettò a scendere in giardino
alla ricerca di Kagome. Non si guardò indietro, con la paura
di incontrare di
nuovo quello sguardo ardente.
Kagome era seduta dentro al Gazebo. Poteva considerarlo il suo rifugio,
oramai.
Era riservato, bellissimo e l’atmosfera
era rilassante.
Si
lasciò andare ai suoi pensieri.
Cosa
diamine stava succedendo? Quello non
era stato un bacio.
Il
suo primo bacio l’aveva dato ad un ragazzo a scuola,
perché aveva avuto una
cotta per lui. Una cosa abbastanza infantile: però
la cotta c’era. E quel bacio – quello con
Inuyasha, era stato infinitamente migliore.
Non era
possibile che fosse stato migliore perché Inuyasha era un
gran baciatore – ma
arrossì al ricordo delle sue labbra sulle
sue. Non poteva essere solo quello.
Era
stato… profondo.
Ricordava
perfettamente ogni istante, ogni movimento… mentre del suo
bacio con quel
ragazzino non ricordava nulla. Era come un marchio a fuoco: sentiva
sulla sua
pelle il nome di Inuyasha No Taisho bruciare dolorosamente.
«Kachan!»
esordì Rin, entrando di colpo nel Gazebo.
Kagome
sussultò, e si voltò verso di lei. «Oh
ciao» mormorò «cosa ci fai
qui?».
Rin
aggrottò le sopracciglia. «Volevo ripescarti in
mezzo a tutte queste piante»
mormorò. Si guardò attorno. «Accidenti
se è bello questo posto» mormorò, con
un
sorriso estasiato. «e le rose sono
bellissime…».
Kagome
annuì. «Si… non capisco ancora
perché sia stato donato a me».
La
piccola sorrise debolmente. «Io non ricordo molto
Izayoi…» ammise «è morta
quando avevo otto anni…» sussurrò.
La
diciottenne annuì. «Si, me lo ricordo. Eravamo al
funerale» poi aggrottò le
sopracciglia «ora che ci
penso…I-inuyasha» Possibile
che balbettasse ogni volta che parlava di lui? «…non
c’era».
Rin
la fissò, confusa. «Non c’era? Io mi
ricordo un ragazzo con gli occhi dorati e
i capelli argentati…».
Kagome
scosse il capo. «Era Sesshoumaru. Aveva le tracce
violacee» biascicò, pensosa.
«Che strano».
Rin
alzò le spalle. «Magari era malato».
«Ed
era assente al funerale di sua mamma? Che sciocchezza» .
«Magari
non la amava» sussurrò.
Kagome
fissò il legno dei muri, sempre più pensosa. Come
faceva a non amare sua mamma?
E se invece la amava, come mai non era stato al funerale? Scosse il
capo. Perché mi interesso
così tanto a lui?
«Kachan,
sta scomparendo il sole» disse Rin, sporgendosi oltre la
porta del Gazebo «che
ne dici se andiamo a mangiare? Probabilmente sono già le
sette passate»
propose.
Kagome
si tirò su in piedi, ma il suo sguardo cadde sul tavolo
circolare. «Ehi!»
esordì, sorpresa «c’è un
incisione qui!» mormorò. Era un enorme cuore
intagliato… e al centro c’erano due iniziali.
«I.I.»
mormorò Rin, sportasi in avanti per leggerlo.
«Sembra… un pegno d’amore o
qualcosa del genere».
«Chi
ha queste iniziali?» disse, assorta.
«Inuyasha
e suo padre, e poi, Izayoi».
Kagome
annuì. «Mia mamma… mi aveva parlato
di… questo… non ricordo bene…
c’entrava con
questa incisione… parlava di… chimica,
forse… bah».
«Chimica?»
ripetè Rin, non capendo.
«Si…
una cosa del genere… e mi aveva detto che Inu No Taisho e
Izayoi… non ricordo
bene. Forse… che si amavano per quello o qualcosa del genere».
Rin
sorrise debolmente. «Ci penserai con la pancia piena.
Andiamo».
Kagome
annuì e la seguì, cercando di ricordare il resto
di ciò che le aveva detto sua
mamma. Sconsolata, seguì sua sorella verso la Villa.
Forse
non era il momento giusto per ricordare.
Continua
nel prossimo capitolo...
Oddeo,
questa volta mi sono data alla pazza gioia *_* è
più lungo degli scorsi
capitoli… ^^ Di solito arrivavo a sei, sette pagine di
word… oggi sono dieci
<3 Vabbè.. parliamo del capitolo!
Sango!!
È arrivataaaaaa! Yatta *W* Però come vedete non
è ancora nel vivo della storia…
piano piano… >.<
Inu
e Kaggy… *_* com’era questo bacio?
Com’era? Io l’ho detto anche a Roro, ieri
sera, che ero rimasta piacevolmente sorpresa da quello che avevo
scritto… *ç*
Insomma, mi piace molto… credo di essere riuscita ad elevare
quel bacio a
qualcosa di più… il che era quello che volevo.
Ditemi come vi è parso, mi
raccomando!! =)
Niente
scene Sesshy/Rin… questo perché, suppongo lo
abbiate capito, mi viene difficile
scrivere due scene d’amore nello stesso capitolo…
è uno scervellamento
terribile! XD Faccio meno fatica a fare capitolo per capitolo. Ma non
è detto
che sia per sempre… difatti sono riuscita a inserire almeno
un pezzettino. È
che per ora ho le mani legate… Sesshy va nei suoi
sogni… e Kaggy ed Inu si
vedono di giorno… quindi non posso far altro che andare di
capitolo in capitolo
^_^’’
Che
sarà mai quello strano discorso di Kaggy?
Chimica… ? O cos’altro? Non prevedevo
di citarlo così presto… ma la situazione
è a mio favore. ^^ Avrete tutti capito
di cosa parlava… (o almeno spero XD) ma a cosa si riferisce?
Soprattutto quella
frase: “Forse… che si amavano per
quello”
Cosa ne dite?? Altri segreti infittiscono la vita di Kagome e Rin
Higurashi
<3
E
poi… uhm… mi pare di non aver parlato di
nient’altro di interessante. Ah, ma
certo. Si è svelato un po’ di più sulla
vita di Inu: picchiatore… ancora quella
maledetta rissa! Ma che avrà combinato?? XD
Mi
stanno venendo delle idee per Mirochan e il suo arrivo… e
beh, forse saranno un
po’ banali… ma perché no? X3 Non so
quando entrerà in scena, ma spero entro due
capitoli. Vedremo!!!
Ora
passo ai ringraziamenti… *_*
Roro:
ciao carissima!!!!!! Mi fa piacere il tuo commento… ma non
sentirti costretta a
farlo in una maniera particolare… dì quello che
vuoi ^_^ Allura… beh, la
donazione di Izayoi a Kaggy è ancora tutta da
scoprire… come mai? Eheheh
>_< E concordo con te, il Gazebo di Rose è
praticamente il mio sogno *_*
Non credo esista in natura una cosa del genere XD Parlando di
Sango…visto? Un
po’ timida… (un po?! O.O ndTe) XD Ok, è
timidissima. Di certo è l’opposto di
Kaggy, così solare ed espansiva >_< Le nostre
amate coppie si stanno
formando… come hai visto in questo cap *ç* Devi
dirmi assolutamente i tuoi
pareri su questo bacio (bacio? Erano due! *ç* ndInu) tanto
atteso e di cui
tanto ti avevo parlato <3 Impressioni, supposizioni,
commenti… voglio
tutto!!! ^_^ Su Inu No Taisho ed Izayoi… vedrai *_* io
sinceramente li trovo
una coppia bellissima, anche se… beh, con questo chap ho
cominciato a rivelare
qualcosa… ma confermo che si amavano da morire ** Sesshy e
Rin… ahhhh… -.- Lui
è un disastro, un disastro assurdo.. XD Già
detto… è attratto da lei, se ne
accorge, ma fa di tutto per non mostrarlo… soprattutto a gli
altri… Ma c’è un
motivo dietro: poi si vedrà… ^^ Kaede
misteriosa… eccome!!! E direi anche che è
fondamentale nella storia… J
vedrete!!! Sono contentissima che il
mio stile migliori (anche se non me ne ero accorta =_= ma dici sul
serio?!) e
che ti sia piaciuta. GRAZIE mille del commentone e di essere fiera di
avermi
come amica! Anche io sono felicissima!! *_* Bacioniiii!!
Bchan:
ciaoooo!!! Si, il testamento-sforna-pagine XD E le chiavi singole,
doppie,
universali… ahahahahaha Non vi biasimo se vi cominciaste a
far male la testa
mentre leggete la mia fan XD GRAZIE del tuo commento, sono contenta che
la
storia ti piaccia e si… il Gazebo di Rose è a dir
poco romantico *_* (tipico
che venga fuori dal mio cervello smielato… XD) Bacioni!!!!
Jessy101:
uhuhu! Una new entry!!! Ciao <3 Evviva l’alone di
mistero di Villa Taisho…
*_* E viva i rapporti fra cugini XD Deduco quindi che questo capitolo
ti sia
piaciuto!!! J
Le iniziali potrebbero essere nomi,
oppure cognomi… e per quel che se sappiamo i nomi
più probabili sono “Inu No
Taisho” e “Izayoi Inezumi” *_* Non posso
confermare ne nulla… ma si tratta
ovviamente di una coppia ù.ù GRAZIE del tuo
commento e spero recensirai anche questo,
visti soprattutto gli sviluppi attorno ad inu/kag ^^ Kiss!!!
Mikamey:
ciaoooo!!!!! XD Anche io mi ero quasi dimenticata del testamento.. per
fortuna
che tengo un elenco di quello che ho fatto accadere
=_=’’ se no mi ero già
dimenticata tutto! XP L’alone
di mistero
è ancora intatto, e quindi nessuno spoiler su chi mette i
fogli… non potrebbero
essersi messi da soli? XD Rin ed il suo sogno… un sogno
“reale” certo. E noi
sappiamo benissimo che lo era. Però lei lo ha sognato.
Possibile che il suo
inconscio abbia vissuto le carezze di Sesshoumaru come un sogno? ^_^
Vedremo!
Inu e Kag… come avrai letto in questo capitolo sono entrambi
coinvolti in
qualcosa più grande di loro, fin dalla seconda volta in cui
si sono visti… e
ricordate che io molto spesso ometto i pensieri di uno o due
personaggi… quindi
dietro ad azioni presenti potrebbero esserci stati ragionamenti
più o meno
lunghi. Sulla storia del Gazebo… non è proprio il
tempismo l’importante… più
che altro è il perché… io lo so, voi
no… ma lo saprete presto ^^ E poi, le
rose… bellissime, ma anche pericolose… **
chissà che non ci hai azzeccato? E
l’arrivo di Sango… uhm… ora hai letto
la reazione di kaggy, sesshy e rin… ma il
più temibile è inu XD GRAZIE di questo commento
favoloso e dei complimenti nei
miei confronti!! E ti confido… >.> io adoro le
recensioni lunghe J
quindi no problem!
Kiss!!!
Pretty:
ciaoo!!!! Allora… come hai visto (per sango^^) non ci sono
molte possibilità
che si affezioni ad inu, visto che lo odia… e neanche a
sesshy, perché non ha avuto
una buona impressione su di lui… J
quindi, miro ha campo
libero XD Kaede… eh beh… lei ha le chiavi di
tutte le stanze (almeno secondo
inu…) ma chissà se ha anche quella dei cassetti
di inu no taisho! >_<
Vedremo!!! Il Gazebo di Rose, più che essere un gesto
carino… è un gesto
d’amore… come ha detto inu no taisho, izayoi le
voleva bene come una figlia. ^^
Per le iniziali… mistero XD Beh, i nomi possibili sono
tre… e attorno vi è un
cuore… quante possibilità ci sono? J
GRAZIE del commento
anche se da mezza addormentata… XD nuuu, scherzo ^^
Bacioni!!!
Aryuna:
ciaoooo!!! J
come stai??? Io meravigliUosamente XD
Ahahahah! Kaede, la nonnina dei misteri X°DDD D’ora
in poi sarà il suo nome in
codice xP (smettila O\/O ndKaede) XD Ordini di Inu No Taisho? *me si
cuce la
bocca* GRAZIE dei complimenti sul gazebo *_* e sul resto!! E Rin e
Sesshy…
uhuhu, come vedi dovrai attendere ancora un po’…
ma in compenso ti ho regalato
un po’ di inu-kaggy-moments XD Bacioniii!! Tvb!
Onigiri:
ciaoooo!!! J
Sono contenta che aspetti così
ansiosamente la fine della storia… non pensavo di riscuotere
un tale successo,
e sono ancora mezza intontita quando leggo che ho 55 recensioni!!! XD
Ma
cominciamo dall’inizio… Kaede…
°-° Kaede, lo ammetto… XD ha i suoi
segretucci,
che saranno rivelati a tempo debito… XD Ed è
proprio vero, compare e scompare
quando meno te lo asp… *sguardo perforante nella mia
schiena* ehmm… °/////° XD
…GRAZIE dei complimenti per la scena del
testamento… *_* Volevo far capire che
la tensione c’era, ma rimanere comunque
sull’argomento “dobbiamo leggere il
testamento” ^_^ Spero di esserci riuscita! GRAZIE anche per i
complimenti sulle
descrizioni… devo dire che questa volta è stato
più difficile, perché per
descrivere Villa Taisho mi sono anche basata sulla
“vera” villa, e ho scritto
come la vedevo io. Ma un Gazebo come il mio non lo trovavo…
e alla fine ho
lavorato di fantasia =_=’’ Dunque i tuoi
complimenti mi lusingano ancora di
più!!! J
Sango… beh… è un genio quella
ragazza… ma
come vedi è anche molto timida, soprattutto per quanto
riguarda i ragazzi
perché è molto, come dire…
“protettiva” nei confronti di se stessa. Preferisce
rinunciare ad amare piuttosto che soffrire… (ed in questo
devo ammettere che è
uguale a me -_-’’) Riguardo a questo
capitolo… allora??? Voglio commenti
succosi, eh! XD Soprattutto sul bacio fra inu e kaggy *_* GRAZIE ancora
per
tutti i tuoi complimenti… e ribadisco: mi sono affezionata
molto a tutti voi, i
miei lettori e i miei recensori… e spero davvero di non
deludervi. ^^ E
concordo con te, probabilmente è anche la vostra presenza
che mi ispira a
scrivere… quindi, GRAZIE infinite! <3 Allora ti
lascio… e bye bye!!
Kaggy_Inu91:
ciaoooo!! J
Beh… non sentirti in dovere di fare un
commento lungo, dì quello che senti e basta ^_^
Allora… il colpo di scena era
previsto nella mia mente, ma si è delineato in questi ultimi
tempi… è
incredibile come inventi delle cose e piano piano ne aggiungo altre,
unendo
tutti i tasselli… è una cosa che non avevo mai
provato! *_* Ma tornando a noi…
le iniziali… beh, è una coppia… io
direi che è moooooolto banale. ^-^ Poi… non
ringraziarmi per la recensione… lo meritavi!! J
E ti ho mandato una
mail col mio contatto <3 (Ma lo trovi anche nel profilo, se
vuoi…^^) E beh…
che dire? Aspetto la tua recensione e GRAZIE mille!!! Kiss!!!
Kaimy_11:
ciaoooo!!! J
Inu No Taisho si fa sentire dall’altro
mondo… XD c’hai ragione!!! Che uomo *_*
Oddeo… vuoi Rin e Sesshy… prometto per
il prossimo cap *me giura solennemente* si, si! ^__^ Ma spero
commenterai la
scena di Inu e Kaggy <3 Izayoi, si, era molto legata a
Kaggy… ^^ come una
figlia. Per le recensioni… io le leggo tutte, quindi ho
letto anche le tue! Le
ho anche commentate J
Beh… GRAZIE del commento e spero ti
sia piaciuto questo capitolo… kiss!!!
Michiyochan:
ciaoooo!!! J
Per il rating sono sempre più convinta
di lasciarlo così ed avvisare (anche se toglie tutta la
sorpresa U_U) invece
che alzarlo ^^ Ma hai ragione… di questo passo…
XD Eh si…l’avrai visto anche in
questo chap… inu dice (se non ricordo male XD) “la
prima volta che ti ho vista…
sulle scale…”. In pratica non conta nemmeno quando
era umano. Dipende
ovviamente dal fatto che non percepiva il suo odore, che secondo me
è
importantissimo. ^^ E beh… dimmi se ti è piaciuto
il bacio <3 E si, il
gazebo è di kaggy *-* Beata lei! Ma come vedi ha
già avuto un bel po’ di
problemi… XD meno male che c’era inu…
^_^ GRAZIE della recensione e bacioni!!!
…GRAZIE
come sempre ai lettori, ai recensori, a chiunque insomma. Non
smetterò mai di
dirlo ^_^ E vediamo un po’ come siamo con le aggiunte ai
preferiti… 18 *_*
grazieee!!! Vi voglio bene!!
1
- ary22
2 - Aryuna
3 - baby_dark
4 - Bchan
5 - dany chan
6 - Dolce Sango91
7 - eiby
8 - jessy101
9 - Kaggi_Inu91
10 - Kaimy_11
11 - Lella92
12 - lollyna
13 - mikamey
14 - Onigiri
15 - Rohchan
16 - roro
17 - sunsunset
18 - Toru85
Qui
i ringraziamenti si fanno sempre più lunghi… O_O
temo lo diventino più del
capitolo!! X°D Grazie, vi voglio bene!
Bacioni,
Meg.
|
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Capitolo 8 *** L'umano Sentimento. ***
Alchimia dei sensi.
Capitolo otto
L'umano sentimento.
Rin
Higurashi non poteva certo definirsi una stupida. Era, al contrario,
molto
intelligente e pacata. Si guardò dunque intorno, quella
sera, quando entrò
nella sua stanza.
Aveva
voluto credere
che si trattasse di un sogno.
Ma
il suo buon senso le diceva che poteva anche non esserlo. Sesshoumaru
soggiornava proprio nella stanza accanto. Chi le diceva che non avesse
le
chiavi di tutte le stanze?
Ma
lei voleva davvero
credere che fosse la realtà?
Non
molto. Aveva paura, paura che quei sentimenti, quelle sensazioni del
sogno
fossero reali. Si era sentita confortata dal dolce tocco di quelle
mani, dalle
frasi sussurrate da quella voce bassa e profonda. Si era sentita al sicuro.
Come
mai prima d’ora.
E
voleva continuare ad esserlo. Ma Sesshoumaru, nella realtà,
era freddo e
scostante. Non le rivolgeva la parola, non la coccolava come se fosse
stata sua. E preferiva continuare a
sognarlo e
basta.
Pur
di averlo.
Controllò
accuratamente di aver chiuso la porta, e la porta finestra. Che
sciocchezza,
sarebbe davvero passato da lì? Scosse il capo, incredula.
Perché
farlo, poi.
Già.
Quella era la domanda che le riempiva la testa da un giorno
all’altro, da quel
delizioso sogno. Perché entrare nella sua stanza, durante la
notte, e
coccolarla? Perché non farlo nella realtà? Non
aveva alcun senso.
Inuyasha
era chiuso nella sua stanza, nel buio più completo. Chi
avesse visto la sua
dimora, si sarebbe spaventato. Le finestre coperte dalle tende scure,
gli
specchi nascosti.
Il
principe
mezzodemone voleva forse nascondersi?
Si,
da se stesso. Fin da quando si era reso conto che il suo sangue era
metà e
metà, un incrocio, una bastardata. Da piccolo era stato
coccolato da suo padre,
e da sua madre, che gli dicevano continuamente che non era stato un
errore.
Appigli
poco solidi.
E
quando erano morti, il mondo gli era crollato addosso. Non
c’era più stato
nessuno che gli dicesse quanto era importante, quanto valeva.
C’era solo una
figura scomoda, superiore, ingombrante. Suo
fratello.
Il
Re.
E
lui aveva dovuto misurarsi con lui. Ed aveva fallito. Un sentimento
umano a lui
sconosciuto l’aveva invaso: la vergogna. La debolezza, la
sofferenza, il
rimorso, il dolore. E di colpo si era sentito fragile, indifeso.
Si era chiuso in una morsa, distruggendo qualunque cosa
potesse dimostrare che era un sangue sporco.
Se
stesso.
E
poi, di colpo, l’arrivo di quella ragazzina. E il suo animo,
già duramente
provato, scosso da qualcosa di incredibilmente più forte,
più terribile. Qualcosa
di fatale, di catartico.
Un
ostacolo.
Da
eliminare. Evitare, distruggere. Voleva nascondere la presenza di
quella
ragazza al suo lato umano, al suo cuore, ai suoi pensieri. Ma il suo
profumo lo
rincorreva, la sua presenza era costante.
Arrendersi.
Si,
arrendersi a quel qualcosa di indimenticabile. Tentare di aggirare
l’ostacolo,
senza riuscirci. Ed infine, affrontarlo, a schiena dritta, come uno
youkai
dovrebbe fare.
Perdita
o vittoria?
E
scoprire di poter avere entrambe. Di non poter vincere, ma di poter
godere
della perdita. Inuyasha No Taisho scoprì di poter avere un
nuovo appiglio. Lei.
Sentì che quel qualcosa di
sconosciuto poteva farlo stare meglio.
O
peggio?
Sentiva
il vuoto sotto di lui, la mancanza della terra su cui poggiarsi. Non
aveva con
se nessuna certezza, se non che poteva andare peggio e meglio.
Salto
nel vuoto.
E
lui, con coraggio, aveva staccato i piedi da terra, compiendo un balzo
difficile come la vita stessa. Baciare lei.
Appagare quel lato umano che tanto lo tormentava. Scoprendo
che anche il
lato demoniaco si sentiva meglio.
E
dunque la
confusione.
Come
poteva uno youkai concedersi ad un’umana? Cosa lo spingeva a
bramarla? Perché
suo padre, Inu No Taisho, aveva improvvisamente lasciato la madre di
Sesshoumaru per Izayoi? Cos’avevano gli umani, di
così attraente?
Lui
l’aveva scoperto,
con un bacio.
Rin
si era addormentata da almeno due ore. Il suo sonno, però,
non era tranquillo.
Rivedeva la sera in cui Kagome l’aveva trovata, sul ciglio
della strada, ferita
e sperduta. Risentiva i clacson delle auto e le urla delle persone,
sconvolte
per l’incidente.
Uno
scricchiolio le fece inevitabilmente aprire gli occhi.
Per
Sesshoumaru fu impossibile non sentire i lamenti della piccola umana
nella
stanza a fianco. Pur non volendo, sorpassavano l’intonaco e
giungevano a lui.
Si
sentiva debole.
E
la curiosità lo divorava. Com’era essere debole?
Gli sembrava solo strano.
Allora perché suo padre aveva deciso di esserlo? Ed era
stato anche felice? E poi cosa
significava essere
“felici”? Già il vivere era fonte di
felicità.
Desiderare
qualcosa di
più.
Dunque
perché scegliere la debolezza, e non la forza?
Perché? Questo dubbio lo
assillava continuamente, portandolo a compiere studi approfonditi
sull’argomento, sull’amore
e tutti
quei sentimenti esclusivamente umani. Fra demoni non c’era
amore. C’era condivisione,
possesso. E basta. Nessuna smanceria, nessun “ti
amo” romantico, come fra i
ningen.
E
allora perché
scegliere l’amore?
Cosa
dava di più? Debolezza, e basta. Non dava forza. E poi, come
poteva un demone
provare “amore”? Andava contro ogni legge della
natura. Come aveva potuto suo
padre, provare amore per Izayoi, così bella ma
così… insulsa? Non
poteva essersi innamorato della sua bellezza, sua
madre era ancora più affascinante. Eppure, in una giornata
come un’altra, era
tornato a casa ed aveva comunicato il suo divorzio… e sua
mamma non aveva
opposto resistenza.
Dubbi
e misteri.
Si
alzò, cercando di dimenticare quegli strani quesiti, e si
diresse senza indugi
verso la porta. La aprì, e poi entrò in quella
della piccola.
Capì
subito che era sveglia.
La
porta si era aperta ed era entrato qualcuno, ne era certa. Socchiuse
gli occhi,
cercando di affinare tutti i senti, ma il suo cuore iniziò
inevitabilmente a
battere più forte.
«Sento
che siete sveglia» esordì la voce, giungendo
sempre più vicina. Aveva passi
felpati ed eleganti, e lei seppe subito dargli un volto. Sesshoumaru No
Taisho.
Aprì
gli occhi, temendo di far scomparire tutto. Invece inquadrò
il volto perfetto
del demone, accanto a lei. Sembrava scocciato, ma allo stesso tempo
tranquillo.
«Signor… No Taisho?»
biascicò, sorpresa. Si tirò su il lenzuolo fino
al mento,
arrossendo.
«Inutile
che vi nascondete» replicò, atono. Prese posto di
fianco a lei, sul materasso.
Pareva perfettamente a suo agio. «È come se vi
vedessi».
Lei
arrossì ancora, indecisa se allontanarsi da lui. Alla fine
decise di non
muoversi. «Voi… siete venuto qui anche…
la notte scorsa?» sussurrò, a
bassissima voce. Le sembrò quasi di non aver parlato.
Sesshoumaru
la guardò. Non aveva lo stesso sguardo ardente che le
rivolgeva di giorno, ne
quello dolce che le aveva donato nel sogno. Era fermo, sicuro.
«Si, piccola ningen».
Si.
Non era stato un sogno. Lui era venuto da lei.
«Perché?».
Lei
vide un guizzo solcargli gli occhi dorati. «Avevo bisogno di
sapere come ci si
sente ad essere deboli» disse solo, come se non gli costasse
nulla quella
rivelazione. Chi sa di valere è orgoglioso di tutto
ciò che dice.
Rin
aggrottò le sopracciglia. «E giungere in una
stanza di notte vi fa sentire
debole?» gli chiese, stupita. Non si aspettava una tale
risposta, le pareva
strana.
«No»
esordì. «Voi mi fate sentire debole. E non so
perché. Non siete particolarmente
affascinante, ne intraprendente come vostra sorella. Non avete
l’intelligenza
di molte donne, ma la vostra figura mi evoca sentimenti
umani» spiegò, come se
guardasse un semplice quadro.
Lei
non si sentì offesa. Semplicemente, non capiva. Non capiva
quel demone tanto
bello quanto misterioso, ne le sue spiegazioni. «Quali
sentimenti umani?»
domandò, tremante. Non seppe – o non volle
– sapere perché, ma temeva e bramava
la risposta allo stesso tempo.
«Gelosia,
rabbia, timore. Debolezza.
Attrazione, desiderio, rancore. Possessione, protezione»
elencò, come se quelle
parole non avessero valenza per lui.
Rin
arrossì piano piano che parlava. «Io
vi… scateno questi sentimenti?»
biascicò,
completamente rossa in volto e col cuore che le rotolava nel petto.
«Si»
esplicò, poi abbassò lo sguardo sul suo petto
«ma per me non siete altro che un
corpo in cui batte un cuore».
Lei
sentì quella frase abbattersi su di lei come una frusta.
«Voi possedete un
cuore» affermò.
«Il
mio è una parte esclusivamente anatomica del
corpo» replicò, tacitamente. I
suoi occhi erano calmi e tranquilli. «mentre il vostro sembra
vivere».
Rin
aggrottò le sopracciglia, addentrandosi in quel discorso.
«Anche il vostro vive»
replicò «ha provato sentimenti verso di me!
Significa che respira e si nutre».
Sesshoumaru
parve ponderare quel quesito. «Vive esclusivamente con
voi» ribatté «non vive
in altro modo».
Rin
arrossì. Forse lui non si capacitava di ciò che
diceva, ma per i ningen, dire
che un cuore vive per una persona, era come affermare di amarlo.
«Voi volete
farlo vivere?» gli sussurrò, dimenticandosi del
lenzuolo e della loro
vicinanza.
Il
demone si zittì, un minuto. «Solo un
istante».
«Allora
l’ha già vissuto» replicò
«con me». Cercava di spiegargli che il suo cuore
non
andava a comando, che non era un robot. Viveva, e si nutriva. Di
sentimenti.
«E
perché qualcuno dovrebbe decidere di farlo vivere per
sempre?» le chiese, quasi
in trance. I suoi occhi avevano ripreso a brillare, ma con strana luce
di
conoscenza, di mistero.
Il
silenzio divorò quella stanza rosa.
«Perché farlo vivere… fa vivere anche
noi
stessi» rispose, semplicemente. Amare qualcuno era come
vivere pienamente.
Ma
per un demone, tale concetto non aveva senso. «Piccola
ningen, io vivo anche
senza che il mio cuore respiri e si nutra» mormorò
«anche tu».
«Ma
è una vita noiosa» azzardò, subito
«vuota».
«È
una vita» disse solo, atono.
Rin
si sporse in avanti, sorpresa. «Ma voi demoni per cosa
vivete?».
Sesshoumaru
No Taisho, sorpreso, si zittì. Riscoprì ogni riga
letta in passato, ma non
seppe trovare alcuna risposta a quella domanda. «Voi umani
per cosa vivete?».
Rin
scosse le spalle. «Dipende. Alcuni per guadagnare, altri per
il successo. Chi
per appagarsi intellettualmente, chi per trovare
l’amore».
«E
perché cercano l’amore?» la
incalzò. Era quello che voleva sapere. Perché
volere essere debole, perché cercare l’amore,
perché scegliere Izayoi.
«Perché
l’amore ci completa» mormorò
«ci rende felici, tristi, gioiosi, ma ci appaga
amare ed essere amati».
Il
demone era immobile, sembrava non usare un muscolo. «Ma se
dona anche la
tristezza, non è meglio evitarlo?».
«La
tristezza porta anche amore, Signor No Taisho»
replicò, silenziosa. Si era
abituata a quella strana conversazione, decisamente piacevole.
«La vita è fatta
di dolore e gioia. Non si può avere l’uno senza
l’altro. Così anche l’amore».
«Fra
demoni non c’è tristezza»
spiegò «solo appartenenza».
Rin
sbattè le ciglia. «Dunque non
c’è neanche amore?» chiese, in un
sussurro.
«Noi
non amiamo» esordì, ed un silenzio calò
nella stanza. Registrò perfettamente le
reazione della ningen: il suo cuore si era bloccato di colpo,
sconcertato, e
gli occhi si erano spalancati.
«Voi…
non amate?». La sua voce era talmente bassa che
sembrò un sospiro.
«No».
Rin
si bloccò, immobile, sconvolta. Non amavano. Niente
amore. E pensare che era la cosa più bella al
mondo! Era
cresciuta con l’aspettativa di amare ed essere
amata… «Voi non avete mai
amato!?».
«Mai» esalò,
semplice. «Il vostro cuore
ha rallentato, piccola ningen. Perché?». La sua
era sincera curiosità.
«È...
orribile. Come… come
potete non
amare? È… vuoto… non
è… amare è la cosa più
bella al mondo!» esclamò, ad alta
voce.
Il
demone rimase impalato a fissarla. «Perché voi
umani siete tutti… innamorati
dell’amore?».
Rin
sorrise debolmente. «Non lo so. È così
e basta».
«Non
è salutare. Soffrite. È una debolezza»
replicò, con un briciolo di nervosismo.
Rin
aggrottò le sopracciglia. «Non è da
deboli, amare!» disse, quasi ridendo «al
contrario! È così difficile far battere il
proprio cuore verso qualcuno… chi ci
riesce è fortissimo».
Quegli
occhi dorati si serrarono come lame affilate. «Chi ama
è debole» esalò,
glaciale. Era il suo ultimo appiglio.
Lui era forte, non debole.
Rin
si spaventò. «Perché pensate
questo?».
Sesshoumaru,
questa volta, parve non voler rispondere. Poi però
parlò. «Fa fare cose
sdegnose e vergognose».
La
piccola sentiva che le sfuggiva qualcosa in quel discorso, ma non
riusciva a
capire cosa. «Cosa, ad
esempio?».
Lui
la guardò, a lungo. Il suo sguardo parve brillare, un
istante. «Rompere il
legame di appartenenza».
Rin
si immobilizzò. Rompere il legame di appartenenza. Demoni,
dunque. Però lui non
aveva mai amato. Dunque
chi… Inu No Taisho. Ed
Izayoi. Aprì gli
occhi, sentendo di aver finalmente compreso il tassello mancante di
quel
puzzle. «Vostro padre…»
sussurrò solamente, ed intravide un lampo passare in
quelle iridi dorate.
«Mio
padre…?» replicò, come una domanda. Era
immobile, una statua di ghiaccio seduta
sul letto con lei.
«Vostro
padre… ha… rotto il legame di appartenenza con
vostra madre per Izayoi»
azzardò, abbassando il capo. Il buio la aiutava
incredibilmente.
«È
esatto» ammise, solo.
In
una stanza più in là, il cellulare di Sango
vibrò, durante la notte. Appoggiato
sul comodino in legno, faceva un fracasso terribile. La ragazza
mugugnò
pesantemente, già pronta ad inveire su colui che le aveva
mandato il messaggio.
Il
suo braccio scattò di lato, irrequieto per il movimento, e
prese in mano un
vecchio Nokia che pareva averne passate di cotte e di crude. Sullo
schermo
compariva debolmente la scritta “Nuovo Messaggio”.
Con
gli occhi insonnoliti, pigiò il tasto di
“Ok” e la piccola grafia del cellulare
le comparse davanti.
“Ehi
ciao dolcezza, come vedi non demordo. Posso sapere dove sei
finita?
Non ti vedo
più in giro. Ormai mi annoio da morire senza di te”
Sango,
pur avendo la vista offuscata, riconobbe perfettamente di chi era quel
messaggio. Anche perché il numero era registrato in rubrica
sotto il nome
“Stronzo scocciatore”.
Gettò
il cellulare a terra – ecco spiegate le ammaccature, e si
rinfilò fra i morbidi
cuscini e le lenzuola di seta, con un umore sotto le scarpe.
Dieci
minuti dopo.
Sango
si rizzò in piedi inferocita come un toro dopo aver sentito
per la seconda
volta, in quella nottata, mentre dormiva,
il fastidiosissimo suono del cellulare. Afferrò il povero e
malcapitato Nokia
pigiando i tasti come se dovesse conficcare un pugnale in un vampiro.
“Certo
che non sei affatto carina con i tuoi ammiratori. Non mi rispondi
neanche!
E
pensare che io sono qui sveglio a pensare a te…”
Digrignò
i denti, più infastidita che mai, e cliccò
immediatamente il tasto “Rispondi”.
“Senti,
vaffanculo! Sono le tre del mattino e tu pensi a me??
Ma non
hai niente da fare?!?!”
Si
gettò sul letto, infuriata come non mai. Questo
idiota…, pensò, furiosa. Le mandava i
messaggini alle tre del mattino?!
Digrignò nuovamente i denti e strinse le lenzuola fra le
dita, quasi decisa a
lacerarle.
Il
suono della vibrazione la fece riscuotere da quelle manie omicide.
“Devo
dire che sei molto banale negli insulti. Due settimane fa mi dicevi la
stessa
cosa.
E comunque, no, direi di no, sono sbronzo e avevo voglia di
sentirti”
Lei
strinse a pugno al mano destra. Quel ragazzo non faceva che
importunarla
tramite cellulare e la cosa la scocciava alquanto. E la spiava pure a
casa.
Chiunque avrebbe potuto sentire i lamenti del cellulare, nel quale si
conficcavano le unghie curate della ragazza.
“Io
almeno non sono petulante e fastidiosa, stupido pervertito!
Ma
perché invece di messaggiare con me non vai
affanculo!?”
Inviò
velocemente, sperando che non le rispondesse, offeso. Ma era anche
più che
certa che non avrebbe abbandonato la caccia alla “preda
difficile”. Difatti,
pochi istanti dopo, il cellulare vibrò.
“Ci
vieni con me?”
Arrossì
di botto: per la rabbia, si disse.
Maledetto
Miroku Houshi. Maledetta la sua mania perversa, maledetto il fatto che
abitasse
di fianco a casa sua e maledetto il fatto che avesse il suo numero di
cellulare. Fortuna invece che non partecipasse mai alle lezioni, se no
lo
avrebbe visto pure a scuola.
Spense
il cellulare.
Angolo
Autrice:
Ommioddio
credo di avercela fatta! Ecco il capitolo, il tanto atteso ottavo
capitolo!!!
^_^ Ed ha sconvolto pure me! Soprattutto la scena
Rin/Sesshy… Dunque, visto
questo improvviso cambio di rotta, avviso tutti che: SPOILER BANDITI!
Esattamente, mi dispiace molto, ma molti si sono rivelati infondati!
Ç_ç Avevo
detto che Sesshy avrebbe continuato ad andare nel sonno, ma
così non sarà.
Dunque, invece di fare castelli per aria e promesse al vento, non ne
faccio
più. ^^ Spero non vi dispiaccia per questo folle disastro!!!
Perdonatemi!
Beh,
che ne dite? Vi piace? O no? E Miro?! Pensavate sarebbe entrato in
scena così!?
XD Io no!! Ahahaha. E Sesshy, così calmo? Ed i suoi dubbi? E
i pensieri di Inu?
Buon scervellamento! XD
Avviso
anche che oggi le recensioni saranno leggermente un po’
più corte perché non ho
molto tempo ^__^’’ Sono un disastro, lo so. Ma vi
voglio bene.
Dolce
Sango91: Grazie, grazie grazie. Spero che il capitolo ti sia piaciuto,
ed anche
io, per la cronaca, adoro Sango. E Miro *_* Kiss.
Roro:
la lunghezza della tua recensione mi spaventa! XD No, scherzo. Beh, non
so che
dirti, se non grazie infinite per la tua presenza, sensei. *_* Si,
Sango è
importante. Sarà una figura portante nella storia, la
colonna, il bastone per
Kaggy. Rin sarà coinvolta intimamente da qualcosa di
più grande di lei, l’amore
per Sesshy. E ci sarà Sango, anche se pure lei (lo hai
letto) ha le sue gatte
da pelare… o diciamo, i suoi pervertiti da ammazzare XD
Grazie… ^^ ti adoro.
Jessy101:
ciao tesoro!! Grazie, quel bacio mi piace particolarmente anche a me.
Chissà se
saprò descriverne altri del genere? Boh. °_°
Lo spero! Grazie grazie grazie!
Bacioni.
Pretty:
ciaoo!! Rissa rissa… Inu è un disastro. In questo
capitolo hai scoperto che è
molto suscettibile… chissà se la tua ipotesi
è vera? ^_^ è anche abbastanza
sconvolto dentro. La mancanza di qualcuno che gli dicesse che
è importante lo
uccide. Meno male che c’è kaggy *_* e sango
è si, molto schiva. E quel bacio…
*ç* se ci ripenso… GRAZIE. Bacioni.
Bchan:
Zao. L’amore è questione di chimica? Certo, ma non
ci hai azzeccato. Mi dispiace.
^_^ Ma non ti preoccupare, a tempo debito saprai tutto…
c’è una persona che
brama di sapere tutto ciò al più
presto… (arduo quesito, o forse no?) Grazie,
tvb.
Onigiri:
Direi… WOW. Solo per la lunghezza della tua recensione. XD
Ma passiamo al
contenuto. Sango si deve ambientare, è una persona schiva,
lo ribadisco. E
Kaggy e Rin invece sono più aperte. Ovvio che non facciano
scintille al primo
incontro ^_^ Già… Inu e Kaggy sono cugini XD a
volte me ne dimentico! O_O’’ E
il bacio, si, ormai non faccio che ripeterlo: GRAZIE! Ed oggi una scena
Rin/Sesshy. Ma scommetto che non era come te la aspettavi…
niente
romanticherie: un Sesshy curioso di sapere ed una Rin pronta a dargli
risposte,
fin che può. Lei riesce a compensare i suoi dubbi, questo
era ciò su cui volevo
puntare. Sesshy per me è riflessivo, interessato a sapere,
soprattutto a
scoprire perché suo padre lasciò sua madre. E in
Rin trova la risposta, perché
è attratto da lei. Non accetta questi sentimenti, ma li
affronta pacatamente. Grazie
ancora per tutti i complimenti, mi
fanno tantissimo piacere. Baci!
Kaggy_Inu91:
Siao caVa! Avevo in mente di fare un flash back del sogno.. e magari lo
farò,
per accontentarvi ^^ Dimmi se ti è piaciuto! Kiss.
Kaimy_11:
ciao! La fantasia è una dota rara, cara Kaimy. (oggi mi
sento saggia XD) Si,
Sango per me è così, ma non garantisco molta
tranquillità per Inu e Kaggy.
Anzi, non garantisco nulla. XD Come ti è sembrato questo
capitolo? Dimmi le tue
impressioni? Soprattutto la parte su Inu, la sua prima rivelazione.
Grazie e
bacioni.
Mikamey:
Non devi assolutamente chiedere perdono, non ti preoccupare. ^_^
Preciso una
cosa: a mio parere Inu non odia gli umani. Odia se stesso, purtroppo.
Anche se
lo nasconde ù.ù E Kaggy viene travolta nel suo
mondo, come in un vortice. E non
può fare altro che affogare (pure
melodrammatica….) Invece Sesshy affronta la
cosa con il cervello, con il suo lato pensante. E anche Rin, che (e
dicevi
niente spoiler?) lo accompagnerà alla scoperta del suo
cuore. GRAZIE e baci.
Michiyochan:
ehi, tao! La chimica.. ehehe… Ma ecco Rin e Sesshy, che forse cominciano a tirarsi
fuori… come ti sono
parsi? Aspetto il tuo commento. ^^ Kiss, e grazie.
Maryku:
new entry!! Mi fa molto piacere ^_^ Sesshy ha decisamente confessato di
non
esserle indifferente. Anzi. Però come vedi affronta la cosa
ignorando
completamente di cosa si tratti, ed è comprensibile,
perché è un demone e per
giunta distaccato. ^^ No problem per le vacanze, goditele ma attendo il
tuo
ritorno. GRAZIE! Baci.
Monik:
ciao! Hojo… oddeo, no! Mai e poi mai XD
E
Naraku? Ma va XD Neanche per sogno >O< Grazie per i
complimenti, sono
felice che l’hai aggiunta ai preferiti. *smile* Baci.
Grazie
a tutti i recensori e ai lettori ^_^ Vi voglio bene, lo sapete.
Al
prossimo capitolo! Meg.
|
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Capitolo 9 *** Rivelazioni Pericolose. ***
Alchimia dei sensi.
Capitolo nove
Rivelazioni Pericolose.
Kagome
alzò lo sguardo, ancora assonnata. Nel soggiorno si era
appena affacciata
Sango, con sguardo truce.
Rin
aggrottò le sopracciglia. «Buongiorno!»
esclamò, un poco tentennante.
«Ma
quale buongiorn…?!» replicò, ma la sua
voce venne sovrastata da una suoneria
abbastanza vivace. Sango abbassò lo sguardo, aprendo
furiosamente il cellulare.
«Smettila!» urlò, stizzita. Chiuse il
telefonino alla velocità della luce, e
prese posto al tavolo.
Kagome
e Rin si guardarono, confuse. «Ehm…
Sango?» prese parola, la più grande.
Lei
sbuffò. «Scusatemi, è tutta notte che
mi arrivano messaggi e telefonate e non
ho dormito granchè» disse, ma più che
parole parevano grugniti.
La
mora la fissò, sorpresa. «Chiamate? Ma da chi?».
Nel
salotto entrò una cameriera, e si avvicinò
all’ospite. «Signorina Sango,
desiderate la colazione?» domandò, pacata.
«No,
no, grazie» rispose, asciutta. Poi si voltò verso
le ragazze. «Si tratta del
mio… vicino di casa».
Rin
si sporse verso di lei, curiosa. «Davvero? Un
ragazzo?» chiese, acuta.
Sango
annuì, sconsolata. «Io direi un animale.
A quanto pare quello scemo questa notte si è ubriacato e mi
ha tempestato di
chiamate» blaterò, scocciata.
Kagome
sorrise, debole. «E per dirti cosa?».
«Ovvio,
che gli manco» replicò, quasi schifata.
Rin
ammutolì. «Oh… ma avevi
detto…» mormorò, ripensando alle sue
dichiarazioni in
merito allo status di single.
Sango
arrossì furiosamente. «Ma cosa?! Io non sono mica
fidanzata con quello!» tuonò,
furiosa, scuotendo il capo velocissima «è solo un
pervertito che cerca di
abbordare l’unica ragazza che – a
quanto
pare, lo rifiuta!!!».
«Dunque
è un bel ragazzo…» sussurrò
Rin, pensosa.
«B-bel
r-ragazzo?!» ripetè, Sango, arrossendo come un
semaforo. «N-non… beh… è passabile!!!».
Ok, è bellissimo, ma… - si
bloccò, scioccata. Ma che diavolo
dico?!?!
Kagome
ridacchiò. «E ha una cotta per te?».
«No,
beh!...» balbettò «io non…
che ne so!». La mente le diceva di si, ma il battito
furioso del suo cuore le provocò un panico immediato, e
cambiò immediatamente
argomento. «Avete visto Kaede?» domandò,
a bruciapelo.
Kagome
e Rin si guardarono. «No, mi dispiace. Ma sarà qui
in giro».
La
sorella maggiore si fece guardinga. «Giurerei che potrebbe
comparire tra un
istante…» .
Rimasero
in silenziosa attesa, ma non venne.
Kagome
sospirò. «Strano».
«Non
importa, grazie. Vado a cercarla» mormorò Sango,
alzandosi.
Rin
e Kagome annuirono. «Va bene…».
«A
dopo» esordì, e si allontanò alla
ricerca della donna.
«Che
strano» mormorò Rin, sorridendo «mi
sembrava davvero imbarazzata mentre parlava
del suo vicino».
Kagome
storse il capo. «Non lo sembrava»
replicò, seria «lo era proprio».
Sesshoumaru
prese posto sulla sua seggiola preferita. Una deliziosa poltrona color
bordeaux, nascosta dietro una suntuosa scrivania color mogano. Sopra il
legno
raffinato erano posati alcuni fogli di carta, dei posacenere e alcune
penne.
Alzò
lo sguardo, curioso, fissando lo scaffale alla sua destra. Moltissimi
libri lo
ricoprivano, in tutta la sua altezza, e la scala che conduceva alle
mensole
superiori era poggiata al terz’ultimo scaffale.
Comincia
la ricerca.
Sango
percorse frettolosamente il corridoio che portava alla biblioteca.
Aveva
fermato il primo maggiordomo che aveva visto, chiedendo di Kaede, ed
aveva
scoperto che aveva appena accompagnato il Signor Sesshoumaru proprio in
quella
stanza.
Svoltò
l’angolo ed individuò la donna anziana in piedi di
fronte ad un’enorme porta in
legno, finemente decorata. «Kaede-sama!» la
chiamò, affannata.
La
donna alzò lo sguardo. «Oh, buongiorno
Sango.» chiarì, debole.
«Posso
chiedervi una cosa?» mormorò, pacata.
«Ma
certo». Si fermarono in mezzo al corridoio, con alle spalle
una fila di
ritratti dipinti divinamente e un lungo tappeto rosso sotto le scarpe.
«Posso
sapere dov’è il Signor Sesshoumaru?».
Kaede
annuì. «È in biblioteca, ma mi ha
chiesto di non essere disturbato» replicò,
con un sorriso.
Sango
sospirò. «Devo parlargli del mio pagamento. Oggi
ho… intenzione di iniziare le
ripetizioni per Inuyasha».
Kaede
annuì. «Mi dispiace, non potete parlargli. Ma mi
ha lasciato precise
indicazioni per voi. Sa che volevate un compenso anticipato, ma il
dubbio del
Signore è che Inuyasha si rifiuti di prendere parte alle
vostre lezioni. Ha
dunque raccomandato di mostrargli la vostra lezione, e successivamente
vi
pagherà il doppio di quanto prestabilito».
Sango
spalancò gli occhi. «Il doppio?»
ripetè, sorpresa.
«Esattamente».
«V-va
bene» mormorò, mostrando un sorriso di
convenienza. «Grazie dell’informazione,
Kaede-sama».
La
donna sorrise. «Di nulla, Sango».
La
ragazza si allontanò a passo spedito, ma prima di svoltare,
si voltò
nuovamente. «Posso sapere dove si trova Inuyasha?».
«È
nella sua stanza» replicò, asciutta «se
volete ve lo chiamo».
«Molte
grazie. Lo aspetto… nella sala da pranzo, se
possibile» esordì, pensosa.
«Ma
certo» rispose, sorridendo.
Kagome
e Rin si trovavano ancora nella sala da pranzo. In realtà,
non sapevano proprio
cosa fare. Dopo i primi giorni iniziali, le visite e la sorpresa per la
bellezza
della villa, si annoiavano un po’. Certo, sembrava ci fossero
ancora molti
segreti attorno a quel luogo, ma non era il primo pensiero delle due.
Kagome
stentava ancora a credere ai sentimenti che l’avevano invasa
baciando Inuyasha,
allo strano comportamento del ragazzo e alla confusione che dominava il
suo
cuore.
Rin,
d’altro canto, era impegnata a pensare alla nottata prima,
quando aveva
scoperto che quel sogno, così dolcemente protettivo, era semplicemente la realtà.
“Piccola
ningen,
smettila di tremare. Non voglio ucciderti. Voglio solo
guardarti.”
«Ragazze!»
mormorò Sango, entrando nella stanza con in mano una pila di
libri e quaderni,
e fra le labbra un piccolo astuccetto.
Kagome
e Rin balzarono in piedi, sorprese. «Ma a cosa ti serve tutta
sta roba?!»
sbottò la prima, prendendole parte dei libri.
Rin
le tolse l’astuccio dalla bocca.
«Sono
libri… comincia il mio lavoro da tutor»
mormorò, sconsolata.
Kagome
arretrò di un passo. «T-tutor?». A
Inuyasha? Sorrise falsamente. «Ah ma certo! Ce lo
avevi detto…» disse,
fingendo tranquillità.
Sango
annuì. «Già… purtroppo».
Chissà
perché tutto
questo astio per lui… - pensò
Kagome, curiosa. Beh, forse non era uno studente
modello… ma perché odiarlo così?
«Beh, in bocca al lupo!».
«Letteralmente!»
replicò Rin ridacchiando.
Sango
sorrise, debolmente. «Restate qui con noi?»
domandò, gentilmente, spargendo i
libri sul tavolo e sistemando perfettamente penna, matita e gomma.
Kagome
spalancò gli occhi. «NO!»
urlò, rendendosi poi conto della figura
«Cioè… ehm..»
guardò Rin, spaurita «non vorremmo
disturbare…ehehe» biascicò.
Sango
scrollò le spalle. «Non c’è
problema. Tanto dobbiamo solo studiare».
Con
Inuyasha! – urlò
dentro di se
Kagome, nel panico. Afferrò Rin per un braccio.
«Beh, grazie dell’offerta… ma
devo… parlare a Rin di una cosa!». La
trascinò con sé, anche se riluttante.
«Ciao, ciao!».
Sango
salutò debolmente con la manina. Quelle
due non me la raccontano giusta…
Sesshoumaru
lasciò scivolare la scala ancora più a destra,
tra gli scaffali polverosi.
Niente.
Com’era
possibile che non avesse ancora trovato quello che cercava? Aveva letto
tutti i
libri sugli umani, sull’amore… ma nulla sembrava
risolvere il suo quesito.
Forse
sto solo
ingigantendo la cosa.
Scosse
il capo. No, c’era qualcosa. Nulla poteva giustificare quello
che aveva sentito
la notte prima, a contatto con quella piccola ningen. Quando le loro
mani si
erano sfiorate…
Sesshoumaru
la guardò,
scrutando i suoi occhi color cioccolato. «Certo»
chiarì, più duro del previsto.
Rin
sembrò in difficoltà.
«Capisco…». Rompere il legame di
appartenenza era una cosa disdicevole. Che
sciocca, avrebbe anche potuto non chiederlo. Era ovvio che fosse una
cosa
orribile.
Il
Principe dei Demoni
la guardò, a lungo. «Mentite»
sibilò.
Rin
ammutolì.
«M-mentite?» biascicò, presa in
contromano.
Non
riuscì a
individuare il motivo, ma ora sentiva una rabbia cieca fluirgli nelle
vene.
Quella che fino a pochi istanti prima era una creatura eterea che si
muoveva di
fronte ai suoi occhi, era diventata un obiettivo da distruggere. I suoi
occhi
si affilarono, come lame infuocate, pronte a tagliare la carne.
«Mentite»
esalò, serrando la mascella «voi non sapete
proprio nulla. Siete un’insulsa
ningen, non potete conoscere le tradizioni millenarie degli youkai. Voi
siete
solo una ningen».
Rin
sentì le lacrime
pizzicarle gli occhi. Facevano così male quelle
parole… ma erano così vere…
Cosa ne sapeva lei? Perché stava parlando con lui? Cosa ci
faceva in quella
casa? Come aveva potuto sperare che un demone condividesse con lei i
suoi
pensieri…? «Già. Io vi… vi
chiedo perdono» sussurrò, abbassando il capo.
Strinse furiosamente il lenzuolo nella mano destra.
Il
silenzio sembrò
dominare quella stanza, ed il ticchettio dell’orologio fisso
alla parte divorò
ogni parola, ogni insulto.
Fino
a quando Rin non
alzò gli occhi.
Gli
occhi di
Sesshoumaru erano contratti in un’espressione nuova, un misto
di pietà,
compassione… dispiacere? La guardavano senza vederla
realmente, sembravano
esplorare la propria anima. Ed inaspettatamente, lei potè
leggervi dentro.
Rabbia, perdono, scuse…
«V-voi…»
tentò di
dire, allungando la mano. Le pareva talmente debole da dover essere
coccolato.
Sesshoumaru
mosse la
sua mano di scatto, che andò ad infrangersi contro quella di
lei. In quel
misero, brevissimo istante, una scarica elettrica li colse, lasciandoli
attoniti.
Il
demone, ancora
confuso da quella rabbia, serrò la mascella, fissando quelle
dita esili, a
mezz’aria. Alzò lo sguardo in quegli occhi color
cioccolato, nel viso
perfettamente ovale, sfiorando con lo sguardo le ciglia lunghe e le
labbra
sapientemente disegnate dalla mano divina di un pittore cinquecentesco.
In
un istante,
intrecciò le dita in quelle di lei. Per la scienza
– inneggiò, dentro il suo
animo, determinato.
Rin
sentì la sua
intera linfa vitale fluire in quel tocco, come se lo aspettasse da
secoli. Il
silenzio divenne un quiete brusio, il buio si trasformò in
debole luce, fino a
che tutto non esplose.
Sesshoumaru
sentiva le
orecchie impazzirgli, le mani bruciarle come se avessero toccato il
fuoco,
mentre una fortissima luce gli impediva di vedere ciò che
aveva intorno. Solo
le sue dita, improvvisamente così sensibili, così
vive, richiamavano il tatto
di altra pelle, di altro calore.
Rin
percepì il suo
corpo scuotersi con una forza disumana, il cervello spegnersi e
riattivarsi di
colpo… stava rinascendo! Le orecchie percepivano rumori
fortissimi, uno
stridulo incredibile, la vista era accecata, e quel dolore, quel dolore
atroce
era una tortura piacevole.
Staccarono
la mano di
scatto, increduli.
Sesshoumaru
spalancò
gli occhi, ed il buio lo divorò. Quando vide il corpo di
Rin, sentì
un’improvvisa certezza fluirgli nelle vene. Era lei. Lei.
LEI! La sua mente
urlava quella parola, come in un latrato di dolore, di consapevolezza.
Si alzò
di scatto, spaventato. Cos’era quella cosa che le stava
divorando il cervello?
Gli
occhi di Rin si
dilatarono per lo stupore, e poi il dispiacere. Lui aveva paura, lui
stava
scappando… Lui, lui, LUI! Si allungò sul letto,
cercando di richiamarlo a se,
ma fuggiva. «Signor Sessh…!» ma prima
che ebbe concluso, lui era scomparso
oltre la porta.
Si
bloccò a mezz’aria, rivivendo quelle scene.
Sentiva ancora quel fragore nella
sua testa, e al pensiero di lei, mille voci gridavano il suo nome,
impedendogli
di pensare.
Devo
trovarlo.
Inuyasha
sentì bussare alla porta. Grugnì.
«Miroku, vai al diavolo!» sbraitò,
buttando
il telefono sul letto e concludendo la chiamata.
Corse
alla porta, mentre la sua suoneria riecheggiava nella stanza.
«Chi diav… ah, ma
certo» borbottò, vedendo la figura della vecchia
signora «Kaede, e chi se non
tu?».
La
donna storse il capo in un’espressione di diniego.
«Questa suoneria spacca i
timpani, Inuyasha!» esclamò, furiosa.
«Lascia
perdere. Che vuoi?!» tuonò, più deciso
che mai a far fuori qualcuno quel
giorno.
«Vai
immediatamente in salotto. C’è qui il tuo tutor,
mio caro» mormorò, con un
sorriso sadico.
Inuyasha
strinse ferocemente la mano a pugno. Sesshoumaru gli aveva detto che lo
avrebbe
fatto… «Brutto stronzo! Ora lo ammazzo!».
Kaede
alzò un sopracciglio. «Veramente è una lei».
«Mi
riferivo a quel baka di Sessh…» poi si
bloccò, di colpo. «Una lei?».
Il suo cuore cominciò a
trotterellargli nel petto, mentre il cervello mandava poderosi segnali
di
allarme. Kagome! «Ehm…
chi è?»
domandò.
La
donna lo guardò, sospettosa. «Si chiama Sango
Hirai, Inuyasha, ma non sono
affari tuoi. Ciò che vi lega è un rapporto
strettamente professionale» spiegò.
«Sango
Hirai…ah»
biascicò. Sentì le sue
speranze andare in fumo come cenere, e lanciò un ringhio
sommesso. «Che vada a
quel paese!».
Chiuse
la porta di scatto, girando velocemente la chiave all’interno.
La
suoneria suonava ancora a vuoto, furiosamente. Afferrò il
cellulare e lo aprì. «MIROKU!
Smettila!».
«Che
voleva Kaede?» chiese, dall’altro lato del capo.
Inuyasha
si lanciò sulle coperte, con l’umore sotto le
scarpe. «Rompermi i coglioni come
al solito, ovvio» replicò, amaro.
Miroku
rise. «Ovviamente».
«Senti,
ma cosa vuoi, eh? Non mi interessano i tuoi diverbi sentimentali
con… come
diavolo si chiama?» borbottò.
«Sango.
Sango Hirai» chiarì, facendone lo spelling.
«Ecco,
Sango» ripetè. Spalancò gli occhi di
scatto. «SANGO?!» urlò, e fu certo che
metà Villa lo aveva sentito.
«Cazzo,
Inu, ho dovuto allontanare il cellulare
dall’orecchio…» mormorò,
scocciato «si,
si chiama Sango. Cosa c’è che non va?».
Il
mezzodemone si portò una mano al mento, pensoso.
«È una brava studentessa?»
chiese, dubbioso.
«Ma
certo!» rispose, brevemente «se tu guardassi ogni
tanto i tabelloni con i voti
scopriresti che è la migliore nel nostro Istituto».
«Ah,
bene» mormorò «ora devo
andare» spiegò, rapido.
Miroku
si insospettì. «Dove?» chiese, a
bruciapelo.
«A
lezione» replicò «bye bye».
Chiuse la chiamata, a razzo.
Bene,
bene… Dunque
la sua tutor
era quella famosa ragazza…
«Kagome,
ma che hai?» domandò, Rin, sorpresa, notando che
la conduceva verso il Gazebo
di Rose.
«Beh,
ecco… devo… raccontarti un paio di
cose…» biascicò, arrossendo come un
semaforo. «Io… ecco… ti ho tenuto
all’oscuro di una cosa…su me e…
Inuyasha No
Taisho…».
Note
dell’autrice:
Non.
Ci. Credo. Ce l’ho fatta! Finalmente, il nono capitolo di
“Alchimia dei Sensi”!
Non potere immaginare quanto ne sia soddisfatta… *_* Ho
superato la crisi,
yeeeeeaaah <3 Beh, si, dovete saperlo, ma ero caduta in un
baratro senza
fine…che mi aveva persino portato a pensare di abbandonare
questa storia (e
anche le altre ç_ç), ma oggi, così, mi
sono messa a scrivere e ne è uscito
qualcosa di buono! ** Davvero, mi dispiace in maniera infinita per
questo
ritardo, ma devo dire che sono comunque orgogliosa di me. Temevo
davvero che
fosse la fine di ADS… e invece… *meg raggiante*
Beh,
non dilunghiamoci! Come vi sembra? Ditemi per filo e per segno tutto, e
anche
se non lo fate subito, ribadisco: nessun problema! Potete recensire
anche fra
dieci giorni, io lo leggerò comunque e con la stessa gioia.
Spero vi piaccia la
parte Sesshy/Rin, e anche il fatto che l’arrivo di Miroku si
avvicina sempre di
più… >.< Kaggy ha deciso di dire a
Rin tutto! Alla buon’ora! Fa sempre
bene rivelare un poco i nostri problemi. E cosa sarà
successo fra Sango e Miro,
prima del suo arrivo alla Villa? X_X E poi… cosa cerca
Sesshoumaru? E soprattutto,
lo troverà? >.> Io dico di si…ihih.
Ora
vi lascio per tornare a parlare direttamente con voi, tramite le vostre
favolose e sempre gradite recensioni ^_^ Spero me ne lascerete
altrettante U_U
Kaggy_Inu91:
Innanzitutto, ciao! Sono così contenta di tornare a fare i
ringraziamenti… ne
sono onorata! Ma torniamo al capitolo U_u Allora, che ne dici? Lord
Fluffy è
alla ricerca di una risposta… ma qual è la
domanda? E quello che è accaduto fra
lui e Rin, come – o cosa – vi sembra? Mi
raccomando, dimmi tutto! Per quanto
riguarda Inu… è successo poco, riguardo a lui,
anche se potrai notare che
Kagome lo evita… Sono parecchio confusi i due XD Aspetto la
tua recensione,
caVissima! Bacioni e GRAZIE!
Roro:
caVa! Non sai quanto sono FELICE di tornare a ringraziare
(l’hai già detto U_U
ndRoro) … Lo so, ma sono così contenta!!! *meg
mostra il suo sorriso a 362
denti* *cof cof* Torniamo serie, và. Si, Sesshoumaru
è una persona complicata.
Lui è un demone. E questo dice molto. Ma in lui vi
è innata la curiosità di suo
padre, quel senso della scoperta, il bisogno di sapere. E lui deve, in
ogni
modo, capire perché è successo tutto
ciò. Perché sua madre è stata
lasciata. Lo
vuole sapere. E ti confido, lo saprà. E poi… se
lo accetterà… beh, questo è
ancora da vedersi. XD Si Inu… oh, lui
è… come dire… nasconde le sue
debolezze,
perché ha di fianco una persona come Sesshy. Ma, anche lui,
in fondo, ha un
lato umano. E uscirà. Ma
come sempre,
non ne apprezza la vera forza… U_U E Miro… Miro
è un genio, te lo concedo!!! XD
Ma non posso rivelare altro, se no farei spoiler… Ma come
vedrai dal prossimo
capitolo, è davvero da venerare! *meg ha una statua di Miro
in salotto* U_U
GRAZIE dei complimenti, mi riempi come sempre di lusinghe, e questo mi
rende
ancora più desiderosa di scrivere!!! Bacioni, ti voglio
tantissimo bene.
Argentey:
Sono contenta che il nome Meg ti piaccia U_U <3 GRAZIE dei
complimenti, sono
contenta che non ci siamo drammi stile beautiful ^^ Non ho neanche
pensato di
inserirceli, a dir la verità. *meg si chiede se ha qualche
problema* X_X Uhmm…
beh, non importa. Sono contenta che ti piaccia. Oui. Bacioni, alla
prossima
recensione!!
Kaimy_11:
GRAZIE per i complimenti sulla parte di Inu, hai capito appieno
ciò che ho
scritto. E questo mi fa piacere, perché vuol dire che riesco
a trascrivere bene
i miei pensieri. ^_^ Sesshy, è forse, un pelino OCC su
questo punto. Lui ha
questo estremo bisogno di sapere, scoprire. È il genere di
“persona” che vuole
avere tutto sotto controllo. Al contrario di Rin, che si lascia andare,
tranquilla,
che non ha paura di amare… Sono due opposti. *_* Per quanto
riguarda Miro, si,
hai ragione, può sembrare un pervertito di prima categoria,
ma c’è anche una
storia dietro. Se sono giunti a questo punto…
c’è un motivo U_U E presto lo
scoprirai. GRAZIE! Tvb, bacioni!
KAGOlove:
ciaoo!! Ma certo che mi ricordo di te U_U Per quanto riguarda Sesshy:
sono
contenta che ti sia piaciuto, io ce lo vedo. Il mio – XD
– Lord Fluffy è così.
Per quanto riguarda Inu, resta e resterà sempre un indeciso
*muahuahua* No beh,
farà la sua scelta. Come vedi, ha avuto una certa reazione
quando ha sentito
parlare di un Tutor, femmina per di più! Su Miro e
Sango… Non ti preoccupare,
lei è fredda e molto timida, ma sappiamo tutti che il
pervertito è in grado di
far breccia nel suo cuore!! (e Meg se la cava senza spoiler…
=_= ndTu) ehehe,
già XD GRAZIE davvero, di cuore. Ti voglio bene.
Mikamey:
caVa!!! Prego! E di cosa, poi? U_U Già, ihihi. Niente
più visite notturne… - ma
chi lo sa? XD *meg sadica* Sesshy però, a differenza di Inu,
ha un’altissima
opinione di se. Per lui, rivelare i suoi pensieri, non è
assolutamente da
deboli. L’unica cosa che ritiene essere per i deboli
è l’amore. U_U GRAZIE dei
complimenti su questa parte *_* Su Inu… oh, si, hai ragione.
Sono così
simili!!! Ma non lo capiscono -.- Su Miro e Sango… ihihih,
lei poteva spegnerlo
il cellulare… già. Sango, perché non
ci hai pensato?? *sguardo malizioso*
(ehehhhmmmm… *///////////* ndSango) Lascio a te ogni
intuizione >.> Eh
si, io credo fermamente nel proverbio “Gli opposti si
attraggono” U_U *meg
serissima* Ora ti mando un grosso bacio e spero in una –
positiva? –
recensione… XD TVB!
Aryuna:
Aryyyyyyyyyy <3 CaVa *_* Come staiii? ^^ Oddeo, povera te!
Maledetto pc!
*meg picchia il pc di ary* Non importa, proseguiamo *meg legge il
commento di
Ary* Eh si, cari lettori, confermo la malattia di Ary… non
porta ad alcun
danno, ma risulta altamente fastidiosa se portata a livelli
esagerati… (ç_ç
ndAry) *cof cof* Suuuu XD Scherzo, ovviamente <3 AWWWWHH!!!
GRAZIE per tutti
i complimenti! XP *_* Anche iu tifo per Miro! *Sango-chan sempre
più depressa*
Ma anche per te, ovviu U_U *Sango rinasce* XD Cara Ary, condivido i
tuoi
scleri, uniamoli insieme e conquisteremo il mondo!!! *risata satanica*
(O_O
ndLettoreSconosciuto) Ihihi >o< Io. Adoro. I. Tuoi.
Scleri. – sappilo.
*_* Ne voglio altri, intese?! Baci, ti voglio bene!!
Onigiri:
caVissima! *_* Non c’è problema, recensioni
piccole, corte, lunghe, grosse…
sono sempre ben accette! U_U Ehhh Sesshy si era dimostrato protettivo e
coccolone
nel suo sogno – che altro non era che la realtà, e
d’improvviso si ritrova con
un uomo (demone U_U ndSesshy) ehm, demone, freddo e distaccato.
Comincia ad
essere confusa! ^_^ GRAZIE dei complimenti sulle mie analisi profonde
nei
confronti di Rin e Inu, ne sono lusingata. Sono d’accordo con
te… In Inu non
prevaricherà ne l’uno ne l’altro lato
del suo carattere, ma sarà semplicemente
una via di mezzo. U_U E questo, noi lo sappiamo, è un
incredibile fortuna. *_*
Su Rin e Sesshy… hai perfettamente centrato il nocciolo
della questione. Lui,
calcolatore, desideroso di sapere, lei ingenua e dispersa. Due opposti,
direi.
*_* GRAZIE mille dei complimenti, e sappi che perdonerò ogni
tuo ritardo, ogni
piccola recensione, perché con tutte quelle meravigliose che
mi hai fatto per i
capitoli precedenti, puoi anche permetterti di non commentare
più XD Bacioni!!!
Kirarachan:
ciao caVa! *_* Hai detto due volte di essere senza parole XD E questo
mi fa
mooooltissimo piacere *_* Vuol dire che è vero!! *meg
estasiata* GRAZIE grazie
grazie! Non so come dirtelo.. e poi, non è da tutti leggerla
tutto dun fiato,
complimenti!! Aspetto la recensione, allora <3 Baci!
Bchan:
Ehhh, mi sa che sei partita. Ma magari sei già
tornata… uhmmm *meg pensosa* Non
importa, puoi anche recensire i prossimi o non farlo, sono comunque
contenta di
averti regalato un capitolo ^_^ GRAZIE dei complimenti, ne sono come
sempre
entusiasta! Baci!
Maryku:
eeehiii, ciao <3 Sono contenta che tutto ti piaccia, che mi fai
così tanti
complimenti… *_* GRAZIE! Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto, caVa!
Bacioni!!!
…e
con questo concludo i ringraziamenti. *_* GRAZIE però anche
a chi ha solo
letto, oppure ha aggiunto la storia ai preferiti. U_U E parlando di
questo,
aggiorniamo un po’ la lista…Ora siete in 31 O_O
AAAWWWWHHH!! (-.- ndAry) Mi sa
che occupo un sacco di spazio a mettere tutto
l’elenco… ma sappiate che vi
ringrazio INFINITAMENTE!!
Bacioni,
ed al prossimo, ritardatario e complicatissimo, capitolo!
Meg.
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