Rebirth

di Dumbgirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Beginning-Prologo ***
Capitolo 2: *** The Orphanage ***
Capitolo 3: *** A Normal Life ***



Capitolo 1
*** The Beginning-Prologo ***


Eravamo rinchiusi in una stanza semibuia,gelida. I brividi sulla pelle si facevano sentire. Erano ore che eravamo chiusi dentro in quello scantinato,avevamo paura e tremavamo dal freddo. Il tramonto stava arrivando,la luce che trapassava oltre alla finestrella in altro era flebile. Ci eravamo rannicchiati nell'angolo,stretti l'uno all'altro,come per alleviare il dolore di quella tragica situazione. Entrò un uomo nella stanza. Aveva le mani consumate,sporche e aveva la faccia ricoperta dalla barba scura,unta,il volto era pieno di rabbia,aveva gli occhi di un uomo che non aveva mai visto l'amore.
"Voi due,alzatevi e venite con me" disse l'uomo rivolgendosi a mio padre e mia madre.
Aveva la voce piena di disprezzo e di superiorità.
I miei genitori si alzarono,a malapena. Erano stanchi e avevano paura,come del resto ce l'avevamo io e i miei due fratelli.
"Voi state qui fermi e zitti" ci disse minacciosamente,per poi andarsene.
"Ho paura" dissi a Liam.
"Shh,ci sono qui io"
Il buio era calato,ed era già da un po' che i miei genitori erano andati con quell'uomo.
Ad un tratto nel silenzio,sentii delle urla di dolore. I miei genitori.
Udii due spari.Le sirene della polizia si facevano sempre più vicine a noi,una luce mi accecò gli occhi,e poi il buio.




Buonaseraaa,questa è la mia prima ff,spero che vi piaccia.
Mi farebbe piacere se lasciaste una piccola recensione dove mi dite che ne pensate.
Dumbgirl xx

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Capitolo 2
*** The Orphanage ***


 Mi svegliai urlando,di soprassalto. La fronte grondava di sudore e il respiro affannava. Maledetti incubi. Guardai l'ora dal mio telefono. Le tre e tre quarti. Sentii la porta aprirsi lentamente.
"Chi è?" Chiesi impaurita.
"Sono io Jas" rispose Harry venendo verso di me. "Ti ho sentita urlare. Ancora incubi?" Mi chiese,sedendosi sul letto,accanto a me.
"Ogni volta la stessa storia,continuo a ricordarmi di quella notte Harry" gli risposi.
Lui non disse niente,mi guardò e mi strinse a se,come se avesse capito  tutto ciò che provavo in quel momento. Harry era l'unico a sapere la mia storia,oltre al personale. Dopo la morte dei miei genitori,non avendo parenti stretti,mi avevano rinchiuso dentro ad un orfanatrofio,i miei fratelli,Liam e Amy erano stati adottati da una famiglia poco tempo dopo il nostro arrivo qui,ed io ero rimasta sola. Odiavo stare li,le persone erano scorbutiche con me e mi trattavano come "quella diversa". Harry era l'unico di cui mi potevo fidare. Era stato abbandonato davanti all'orfanatrofio quanto aveva ancora pochi mesi.
Mi addormentai e mi risvegliai solo quando arrivò la signora Greem con la sua voce acuta a svegliare il dormitorio.
Entrò in camera mia per darmi le pillole per l'ansia,com'era d'abitudine ogni mattina.
Appena vide Harry esclamò: "Ragazzino che ci fai qui? Esci immediatamente"
Ridacchiai e lui mi fulminò con lo sguardo. Presi le mie pillole senza esitazione,l'unica cosa che volevo era che quella vecchia uscisse dalla mia stanza.
Appena se ne andò aprii la finestra. L'aria mattutina inebriava le mie narici,la primavera era alle porte e i primi germogli sbucavano sui fitti rami.
Mi vestii e mi preparai per andare a scuola.
Odiavo la scuola. Più che la scuola in sè,odiavo le persone che vi erano dentro. Erano tutti dei figli di papà,viziati e scontrosi. Si credevano sempre migliori di quelli come noi che i genitori non ce li avevano,ti guardavano dall'alto al basso come se fossi inferiore.
Mi incamminai per il viale alberato. Non c'era nessuno in giro,segno che ero come sempre in ritardo. L'unico rumore che percepivo era la ghiaia sotto ai miei piedi. Raggiunsi l'autobus. Salii e andai a sedermi nei posti in fondo che Harry aveva riservato.
"In ritardo come al solito eh" mi disse ridacchiando.
"Ha ha ha, il solito simpaticone" risposi ironicamente io.
Ci guardammo e scoppiammo a ridere. Eravamo due idioti e questo era il comun denominatore della nostra amicizia.
"Come stai?" Mi chiese,ritornando serio.
"Sto" gli risposi. "Tu come stai?"
"Bene" rispose sorridendo.
Eravamo arrivati a scuola.
"Jas,ci vediamo a pranzo al solito posto" mi ricordò Harry.
"Va bene"
Gli scocchiai un bacio sulla guancia e mi incamminai verso la mia classe.
Entrai in classe,e come al solito tutti iniziarono a guardarmi e ridere.
"Vai sempre in giro con quello sfigato?" Mi chiese Ashley,una mia compagna di classe,con un tono di superioritá.
"Oltre che sfigato,è anche orrendo" si intromise Georga.
È vero,Harry non era ne bello ne popolare. Ma a me questo non importava,mi trovavo bene con lui.
Le guardai con un tono di disprezzo. Non gli avrei neanche risposto,non mi abbassavo ai loro livelli.
Mi sedetti al mio posto. Le ore passarono lentamente,era stancante ascoltare il professore parlare e stare concentrata per tutti quei minuti. Finalmente la campanella suonò e mi diressi verso il posto dove io e Harry mangiavamo. Era un posto tranquillo,lontano dalla mensa, lontano dalle persone. Si trovava sotto a una quercia,nel giardino dell scuola.
Arrivai ma non trovai Harry. Strano,arrivava sempre prima di me.
Avevo una fame da lupi,quindi iniziai a mangiare,quando ad un tratto sentii una voce.
"Grazie per avermi aspettato ahahah"
Era Harry.
"Scusa,è che avevo una fame da lupi. Ti ho aspettato ma non arrivavi più" dissi mortificata.
"Il professore mi ha trattenuto in classe,per questo sono arrivato in ritardo" rispose.
Si sedette accanto a me e inizió a mangiare il suo panino.
Tra chiaccherate e risate la pausa pranzo finí.
"Ci vediamo dopo sul bus" mi disse Harry.
Lo salutai e tornai in classe. Le ultime due ore passarono relativamente in fretta. Quando suonò la campanella uscii di corsa per dirigermi al bus che mi avrebbe riportata all'orfanatrofio.
Salii sull'autobus ma harry non c'era. Strano.
Appena giunsi a destinazione andai in camera mia. Ero triste,anche se non sapevo bene il motivo del mio stato d'animo. Presi la chitarra e iniziai a canticchiare sulle note della mia canzone preferita: "Don't look back in anger" degli Oasis.

"So Sally can wait, she knows its too late as we're walking on by
Her soul slides away, but don't look back in anger I hear you say"

Tradotta "Non guardare indietro con rabbia". Titolo,che in un certo senso mi rappresentava. La mia vita non era mai stata perfetta. Dalla morte dei miei genitori alla vita in orfanatrofio,ne avevo passate di tutti i colori. Ma nonostante questo,cercavo di vivere la mia vita felicemente. Come mi diceva sempre mio padre "la vita è una sola,vivila."

Fui interrotta da Harry. Entrò frettolosamente in camera mia. Mi guardò con un sorriso a trentedue denti. Io non capii e lo guardai interrogativa.
"Jas,Jas non sai che notizia ho da darti" disse con il fiatone.
"Mi ha appena detto la signora Greem,che hanno trovato una coppia disposta ad adottarmi" disse felice.
Mi sentii morire dentro,Harry era l'unica cosa importante che mi rimanevama,ma non potevo di certo rovinargli questo momento di gioia.
Gli sorrisi. "Oh Harry,sono cosi contenta per te,tra quanto te ne vai?" Gli chiesi.
"Stasera, i miei futuri genitori mi vengono a prendere dopo cena" risposte entusiasto.
"Ohw,te ne vai così presto" dissi con un toni di malinconia.
"Verrò tutti i giorni a trovarti,te lo prometto. Tu tieni questa collana così ti ricorderai sempre di me." Mi abbracciò per l'ultima volta.

Quella fu l'ultima volta che vidi Harry.




Eccoci qui al primo capitolo. Spero vi sia piaciuto,se avete qualche osservazione o critica da farmi sarei grata se me lo diceste,almeno potrei migliorare. Grazie per chi ha recensito il prologo o chi l'ha letto solamente. Un bacio e alla prossima.

Dumbgirl xx

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Capitolo 3
*** A Normal Life ***


"Jasmineeeee,svegliati che è tardi".
La voce stridula di mia madre Jane rimbombò per tutta la casa e non fece a meno di svegliarmi. La luce del sole filtravaa dalla veneziana, la voglia di alzarzi era poca,alzai una palpebra e guardai le ore dalla sveglia del mio comodino,le sette e mezza.Maledizione sono in ritardo.Mi alzai dal letto con malavoglia e scesi in cucina per fare colazione.
Erano passati tre anni da quando ero stata adottata. Ora frequentavo il liceo,avevo una migliore amica,due genitori e un fratello. Avevo costruito un muro di mattoni tra me e il mio passato. Alcune volte gli incubi facevano capolinea durante la notte,ma mi bastava prendere dei calmanti per ristabilire la situazione.
"Buongiorno mamma,Buongiorno papà" dissi con voce assonnata.
"Buongiorno raggio di sole" dissero mamma e papà contemporaneamente.
Mi sedetti e presi la Nutella. Quanto non si puo' amare la nutella? Che tu sia triste o felice la Nutella c'è sempre. Ne spalmai un po' sul pane e mangia di fretta. Mi cambiai mettendomi la solita divisa scolastica e presi la cartella.
"Ciao" li salutai prima di uscire.
Mi diressi verso la fermata dell'autobus,che,era stranamente in orario.
Salii,mi sedetti e misi la musica dell'iPhone in riproduzione casuale. Dopo pochi minuti di tragitto mi sentii toccare la spalla. Levai la cuffietta destra e alzai lo sguardo. 
"È libero il posto?" Mi chiese il ragazzo.
Deglutii.
"Si,siediti pure".
Era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Aveva un viso familiare,mi ricordava vagamente qualcuno,ma non ci feci caso. Aveva due occhi verdi. Ma non un qualsiasi verde,no. Era un verde velato,con dell'accenno di grigio,l'iride era più chiaro verso la pupilla e più scuro verso l'interno. I suoi capelli. Erano castani,ricciolini. Aveva il ciuffo,tirato all'indietro,che gli dava un aria dolce ma ribelle allo stesso tempo. Indossava un paio di jeans neri,una maglietta bianca con sopra una camicia di jeans chiara con le maniche risvoltate fino ai gomiti e un paio di converse bianche. Era bello,bello come il sole. Mi aveva ipnotizzata.
"Ti serve qualcosa?" Mi chiese ridacchiando.
Merda. Si è accorto che lo stavo fissando. Diventai paonazza.
"Ehm nono" dissi risvegliandomi dalla mia ipnosi.
Fortunatamente eravamo arrivati a scuola. Scesi dall'autobus più in fretta che potevo e andai dalla mia migliore amica, Megan.
"Ciao Meg" le dissi saltandole addosso.
"Ei piano che rischi di spaccarmi le ossa il primo giorno di scuola" disse ridendo.
"Non ricordarmi che oggi inizia l'inferno". 
Suonò la campanella. Sfortunatamente io e Meg frequentavamo due corsi diversi,e quindi eravamo in classe diverse. La salutai e mi recai in classe.
"Buongiorno ragazzi, io sono il professor Wood e quest'anno vi insegnerò matematica" disse un uomo sulla cinquantina,tutto sorridende.
Che poi mi chiedo,perchè ridi? Trovi divertente il fatto che per nove mesi noi poveri ragazzi saremo costretti a sentire le tue pallosissime lezioni di matematica? Odiavo la scuola,odiavo matematica. L'unica cosa positiva era che potevo vedere Megan.
Iniziai a vagare con la mente. Iniziai a pensare a ciò che avrei potuto fare una volta finite le lezioni. Decisi che una volta uscita da questa prigione mi sarei guardata "Harry Potter e la pietra filosofale" uno dei miei film preferiti in assoluto.
Le quattro ore successive passarono lentamente. Fu un sollievo sentire la campanella che segnava l'ora si pranzo.
Incontrai Meg davanti alla mensa e andammo a sederci al nostro solito tavolo.
Stavo mangiando tranquillamente il panino che mi aveva preparato mia madre,quando ad un tratto sentii qualcosa di caldo arrivarmi sulla schiena. Misi la mano dietro per controllare cosa fosse. Pasta con il formaggio. Mi girai e vidi dei ragazzi al tavolo ridere e uno che mi guardava mortificato. Era il ragazzo del bus.
Vuoi la guerra? E che guerra sia.
Andai verso il ragazzo del bus.
"Tu cos'hai osato fare?" Gli chiesi con un tono minaccioso.
"Scusa volevo tirarlo addosso a.."
Cercò di giustificarsi,ma non fece in tempo a finire la frase che gli versai la mia bottiglietta di acqua in testa.
Iniziò una vera e propria guerra di cibo.
Fummo interrotti da una voce.
"Voi due subito in presidenza,senza discutere".
Andammo in presidenza,e ovviamente ci beccammo una punizione. Dovevamo restare a scuola nel pomeriggio,a pulire la mensa dal danno che avevamo procurato.Ecco,l'idea di quel ragazzo perfetto che mi ero fatta stamattina era crollata. Lo odiavo. Anzi,odiare era una parola troppo grossa,detto grossolanamente,mi stava proprio sul culo.
Uscii dalla presidenza camminando velocemente. 
"Dove stai andando? Aspettami" disse il ragazzo raggiungendomi.
"Senti,devo andare mi hai già procurato abbastanza casini. Ora ti levi ok? Ok" gli risposi con tono duro.
"Non la pensavi cosi stamattina sull'autobus".
Non gli risposi.
Stavo per entrare in classe e chiudere la porta quando sentii dire "ah comunque io sono Harry."
Gli sbattei la porta in faccia.




Scusate il ritardo,scusate lo schifo. Lo so,non è lungo e giuro che la prossima volta mi impegnerò di più. Mi farebbe molto piacere se lasciaste una recensione dive mi dite che ne pensate. Un bacio.

Dumbgirl xx

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