It's not a matter of luck (it's just a matter of time).

di JD Jaden
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 000 - They are all guilty. ***
Capitolo 2: *** 001 - Even presidents need to eat ***
Capitolo 3: *** 002 - Even president need to be comforted ***



Capitolo 1
*** 000 - They are all guilty. ***


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PROLOGO

They are all guilty

 

E' arrivato il quindicesimo giorno di giugno, c'è un vento frizzante che soffia su Panem. Porta aria di festa a Capitol City. Dopo mesi di calma piatta, in cui l'avvenimento più interessante è stato il divorzio inaspettato di Berenice Stewart e Victor Flame, la più illustre coppia di stilisti della capitale, finalmente ricominciano i preparativi per il periodo migliore dell'anno.
Hunger Games. La ricorrenza più importante di Panem.
Gli strateghi si riuniscono per accordarsi sugli ultimi punti in programma, ma ormai la nuova edizione è praticamente pronta. Mancano solo i tributi.
Gli abitanti della periferia si danno al risparmio, sperando di entrare nell'élite degli sponsor, anche solo di minoranza. Una scommessa per cambiare la propria vita per sempre.
Gli abitanti del centro spendono il loro esubero di denaro in abiti all'ultima moda per le cerimonie in programma, in cui potrebbero anche essere ripresi dalle telecamere, per qualche secondo. Loro non hanno bisogno di risparmiare, sanno già che potranno scommettere senza problemi.
L'unico che non si scompone, in questo clima di frenesia, eccitazione e curiosità, è il presidente Coriolanus Snow. Il quarantenne dai lunghi capelli brizzolati, i lineamenti stravolti dalla chirurgia estetica e l'espressione da serpente, si rilassa nella serra segreta della sua residenza, al centro di Capitol City. E' seduto immobile su una panca bianca, circondato da rose di tutti i colori e a prima vista pare addormentato.
Un inserviente vestito di rosso entra a passo sicuro nella serra e gli rivolge un inchino. E' il cameriere personale di Snow ed è l'unico autorizzato ad entrare in quella specie di santuario, per curare i fiori, tenere pulita la stanza e servire il presidente. Ma oggi è qui per un altro motivo. Deve comunicare una cosa importante al suo padrone.
Snow alza lo sguardo e incatena i suoi occhi azzurri a quelli grigi dell'uomo.
«Feldman, mio caro, hai buone notizie per me?»
«Sì. Sono iniziate, signor presidente. In tutti e 12 i distretti.»
«Hai scoperto il motivo dei ritardi?»
«Niente di preoccupante, solo un guasto alla linea ferroviaria.»
«Bene, buono a sapersi. Temevo che fosse in atto l'ennesimo tentativo di ribellione. E non vogliamo che anche gli Hunger Games di quest'anno debbano essere truccati a causa di persone fastidiose da domare, giusto?»
«Certo che no, signore. Quest'anno è tutto regolare, niente problemi... per ora.»
«Per ora Feldman? Cosa vuoi dire?»
«Che quegli sciocchi abitanti dei distretti si credono troppo furbi per i miei gusti. Secondo me sono tutti colpevoli, chi prima, chi poi.» un sorriso increspa appena il viso di Snow.
«Sei un buon amico, Girolamo. Non certo un semplice inserviente. Mi piace il tuo acume... potrei addirittura pensare ad una promozione, per te.»
«Lei è troppo gentile, signor presidente!»
«No, nessuna gentilezza, solo che ti vedrei bene come prossimo Capo Stratega...»
«Mi perdoni, signore. Non credo di esserne in grado, è una responsabilità troppo grande per un semplice cameriere!» Snow scoppia a ridere.
«Tu credi? Forse hai ragione. Bisognerebbe chiederlo a Jaden, l'attuale Capo Stratega. Lei sì che mi ha dato delle soddisfazioni, ma ormai sono 4 anni che occupa quel posto. E' forse ora di rinnovare lo staff, anche se credo che quest'anno si sia superata, nella scelta dell'arena...»
«A proposito di rinnovo, signore. Chi sarà il presentatore di quest'anno?»
«Caesar Flickerman, naturalmente. Lui è intoccabile!»
«Ma signore, lei crede che sia prudente, dopo quello che è successo con quella ragazza...?»
«Non posso fare a meno di Caesar, lui è il miglior presentatore che si possa desiderare! E poi il pubblico lo ama... Le persone con cui passa il suo tempo libero, non sono affar mio.»
«Come crede, signor presidente... io ora andrei, se non ha bisogno di altro.» Girolamo Feldman teme di aver parlato troppo, ma la sua posizione gli permette di spingersi fin quasi al limite. Però ora vorrebbe proprio andarsene da li. Il profumo di rose inizia a fargli girare la testa...
«Solo un'ultima cosa, Feldman... preparami un tè caldo con pasticcini nel salone degli Ori, per l'ora delle prime repliche. Voglio godermi le Mietiture in santa pace.»
«Come desiderate, signore...»


SPAZIO DELLA STRATEGA

Ciao a tutti, premetto che questa non è una storia interattiva scritta per aumentare le recensioni. I personaggi sono stati creati da alcune lettrici, è vero, ma nessuna fase preparatoria della storia si svolgerà su efp. E' la prima volta che scrivo qualcosa del genere e ho un sacco di idee in mente, per cui cominciamo subito.
Prima di tutto le regole:
I personaggi sono già stati prenotati altrove per cui le recensioni hanno il solo scopo di dire la propria opinione sulla storia e sono assolutamente FACOLTATIVE!
Ho già creato un gruppo su Facebook per tutte le burocrazie varie.
Sono ripetitiva, ma è importante: questa storia non è scritta allo scopo di aumentare le recensioni, ma solo per condividere qualcosa di diverso dal solito, con nuovi punti di vista e personaggi originali (alcuni miei altri no), per cui in tutte le fasi della storia, per le comunicazioni e l'interazione fra personaggi, farà fede il gruppo Facebook o al limite i messaggi privati a questo account!
Anche la scaletta per la scheda, l'album per i presta-volto dei tributi, dei famigliari e chi più ne ha più ne metta, sono nella pagina Facebook, quindi non fate pasticci qua. Avete tutto il tempo che volete, ma leggete bene le varie cose sulla pagina ;)
Spiegherò in seguito come si sponsorizza un tributo, ma in ogni caso non voglio recensioni per questo scopo!
Insisto ma è vitale: qui verrà riportata la sola storia, che è il prodotto finale di una collaborazione con altre persone, è vero, ma nessuna è obbligata a recensire. In questo modo non violo in alcun modo il regolamento del sito.
Spero che l'iniziativa vi piaccia e che partecipiate in tanti, ma soprattutto che vi piaccia la storia! L'avventura è partita... non avete idea di quanto io sia emozionata!
A presto e... "possa la fortuna sempre essere a vostro favore" anche se non è questione di fortuna, è solo questione di tempo ^^

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Capitolo 2
*** 001 - Even presidents need to eat ***


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CAPITOLO 1

Even presidents need to eat

 

Il salone degli Ori è una grande stanza di cortesia, situata al piano -1 della residenza presidenziale. Pensata in origine come caveau, era rimasta vuota e inutilizzata per anni, dopo che i valori erano stati trasferiti in una sede più sicura. E' stata in seguito fatta trasformare in salotto dal presidente Snow, il quale desiderava un luogo appartato, tranquillo, silenzioso e chiuso da combinazione in cui svolgere i suoi affari. Oggi Snow è qui per pensare, per bere un tè e, sì, anche per guardare le Mietiture. E' comodamente adagiato su una soffice poltrona di pelle rossa, davanti a lui c'è un tavolino basso, in legno di noce lucido, ancora vuoto. Nella stanza era stato installato anche un enorme schermo a scomparsa, che ora è li, a riempire un'intera parete in attesa di trasmettere qualcosa. Al momento è spento, tuttavia l’uomo lo sta osservando con un'espressione molto concentrata, tanto da sembrare nel pieno di un tentativo di accenderlo con la forza della mente...
La porta blindata circolare del salone si apre alle spalle del presidente e il profumo di tè e pasticceria invade la stanza, raggiungendo il delicato olfatto del presidente.
«Ecco, signore. Come mi avete chiesto.» Feldman lascia un vassoio d'argento finemente lavorato sul tavolino. Una tazza candida, col manico a forma di rosa, è posata al centro del vassoio, circondata da pasticceria fresca e secca dall'aria deliziosa. Sulla sinistra c'è la teiera e sulla destra il bricco del latte, entrambi del servizio preferito di Coriolanus, come la tazza.
«Sei in anticipo, Girolamo...» il presidente sorride vagamente, ma le sue sopracciglia sono separate da un solco profondo e gli occhi sono freddi come un cadavere.
«Pensavo che le avrebbe fatto piacere dare un'occhiata all'elenco dei Tributi, prima della replica ufficiale, così le ho portato i documenti. Sono sicuro che rimarrà piacevolmente colpito dall'accuratezza con cui sono stati selezionati i ragazzi di quest'anno...» un sorriso deciso increspa il viso di entrambi, quando i loro sguardi si incrociano. Si sono già capiti...
«Purtroppo però ci sono stati anche alcuni disguidi, per questo ho pensato anche che fosse il caso di anticipare il tè» i sorrisi si scuriscono nuovamente.
«Premuroso come al solito, mio caro, sei stato davvero gentile. Tu sei l'unico che mi capisce davvero, Girolamo. Le schede, i miei pasticcini preferiti...»
«Anche i presidenti hanno bisogno di mangiare, dopo tutto. E lei mio signore è un grande presidente! Sono certo che la sua merenda sarà oltremodo... illuminante.»
«Mi rallegri, amico mio. Ma non voglio mangiare da solo... resta con me.»
«Come desiderate signore...» Feldman è agitato, nervoso e eccitato. Non vedeva l'ora di mostrare al presidente quelle schede e illustrargli il piano che lui stesso ha abilmente orchestrato, per rendere felice il suo padrone ed ora ecco la sua occasione... Se solo non fosse stato per quei piccoli inconvenienti!
Snow inizia quindi a sfogliare velocemente l'album con i documenti dei nuovi tributi, mentre Feldman si accomoda sulla poltrona accanto alla sua e inizia a versare un po' di tè al suo padrone.
 
Circa un'ora più tardi, quando il vassoio dei pasticcini è quasi vuoto, lo schermo s'illumina e vi compare il sigillo di Panem. I due uomini interrompono le loro chiacchiere e sollevano lo sguardo, per concentrarsi sulle Mietiture vere e proprie. Snow tiene sott'occhio le schede del primo distretto, mentre le immagini iniziano a scorrere di fronte a lui.

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E’ TUTTA UNA GUERRA – Distretto 1
Io, Luxurya Willhelmina Kirtle, sono l’accompagnatrice del Distretto 1. Me lo sono meritato. Non ho rubato il posto a nessuno. Semplicemente, due anni fa, la ragazza del distretto che accompagnavo ha vinto, mentre l’anno scorso entrambi i miei tributi sono finiti tra i finalisti. Sono stata molto brava! Meritavo questa promozione. Quel Wollie può dire ciò che vuole, ma non è colpa mia se sono quattro anni che i suoi Tributi muoiono...
Oltretutto lui non ha il mio stile, non si è mai abbinato al distretto, mentre io con il tema del lusso posso finalmente sbizzarrirmi! Mi sono fatta cotonare talmente tanto i bei capelli biondi e lunghissimi, che ora sono spumosi e ingombranti, a riccioli intrecciati in nastri dorati, arricchiti di pietre preziose; e poi sono vestita letteralmente d’oro, con il mio abito corto, da 24 carati, che pesa un po’ troppo, ma ne vale la pena, soprattutto abbinato alle decolté incrostate di pietre preziose. Sono semplicemente radiosa, luccico addirittura.
E tocca pure a me, devo smetterla di farmi venire i dubbi! Salgo sul palco con una certa agitazione, il cuore che mi batte a mille. Devo dare il massimo, coraggio Wily, puoi farcela.
«Buon pomeriggio a tutti voi, cari abitanti del Distretto 1, sono felice di essere qui fra voi, in questo giorno così importante. Lascio la parola al vostro sindaco, per il video di rito, poi potremo finalmente cominciare con la Mietitura!» mi faccio da parte con gesti calcolati, da vera esperta. Conosco bene il mio lavoro, non sono certo una novellina! Giuro che me la pagherà per le sue insinuazioni, maledetto Wollie.
Quando il video finisce, con misurata lentezza prendo nuovamente posto dietro al microfono, ma non faccio in tempo ad aprire bocca perché, dal gruppo delle ragazze, si alza una voce fredda e chiara.
«Mi offro volontaria come Tributo.» non sono abituata a questo genere di cose, ero convinta che per lo meno si provasse ad estrarre un nome, prima che qualcuno potesse offrirsi... avrei dovuto seguire con più attenzione le mietiture degli altri distretti, ora sono impreparata... devo inventarmi qualcosa, non voglio servire a Wollie un’occasione per ridere di me!
«Vieni avanti cara, sei stata rapidissima eh? Volevi fregare tutti?» sfodero uno dei miei sorrisi migliori, sotto le labbra tinte di nero, secondo la moda attuale. La ragazza mi raggiunge, ma non risponde alla mia domanda. Se ne rimane dritta come un fuso, lo sguardo alto e fiero, bella, coi suoi liscissimi capelli dorati e gli occhi azzurri come il cielo. La sua bellezza però risulta un po’ oscurata dall'espressione cupa e seria. Una perfetta Favorita, certo, ma questo non mi aiuta affatto!
«Qual è il tuo nome, tesoro? Coraggio, parlaci un po’ di te.» vediamo se così le sciolgo un po’ la lingua...
«Io sono Kimberly Drepton, ho 17 anni e sono qui per vincere. Nient’altro.» la ragazza è dunque di poche parole. Non si scompone, neanche fosse un soldato sull'attenti. Meglio così, almeno possiamo passare oltre, ma sta volta non mi farò sorprendere.
«Benissimo, complimenti Kimberly. Ora il ragazzo, ehm, c’è qualche volontario?» prego che qualcuno si faccia avanti, ma purtroppo per me più di un braccio si solleva. Sono nuovamente in difficoltà. Mi volto verso il sindaco, solo per un istante, ma in quel breve lasso di tempo mi perdo ciò che succede alle mie spalle. Quando torno a guardare verso la folla un grosso ragazzo tutto muscoli sta salendo le scale, mentre gli altri camminano sconsolati verso il loro posto. Evidentemente c’è un criterio di valutazione, ma mi informerò meglio, per ora va bene così.
«Benvenuto ragazzo, tu sei?» ora che si è avvicinato noto quanto sia bello, con quegli occhi azzurri cristallini e i capelli castani spettinati, quasi da ribelle. Le orecchie a punta, un po’ a sventola, non rovinano il quadro del suo viso, i lineamenti decisi e le labbra rosee. Ok, forse devo smettere di fantasticare sull’aspetto dei Tributi...
«Sono Hurricane Arson, ho 18 anni e vincerò per mia nipote. Per fortuna io non ho solo la bellezza, per aiutarmi a raggiungere il mio obiettivo.» sbaglio o questa è una frecciatina per la ragazza? Oddio, spero solo che non inizino a litigare o il mio lavoro diventerà ancora più difficile! Meglio chiudere in fretta con questa Mietitura.
«Sono sicura che avrete tutti modo di dimostrare i vostri numerosi talenti. Benissimo, ora stringetevi amichevolmente la mano e andiamo.» pare proprio che i due ragazzi cerchino di spaccarsi le ossa a vicenda, altro che stretta amichevole.

***
«Nulla di nuovo, insomma. Due Favoriti in competizione. Difficilmente potremo mai attuare i nostri piani nei distretti privilegiati.» il presidente sembra quasi annoiato, o forse deluso, probabilmente la visione delle Mietiture sarebbe addirittura deprimente se non fosse per la presenza costante di Feldman, a tirargli su il morale.
«Troveremo un modo, mio signore, a costo di legarli tutti a dei ceppi per evitare che alzino la mano per offrirsi volontari!» nei suoi occhi c’è uno strano luccichio, come se l’idea lo eccitasse.
«Non credo che sarà necessario arrivare a tanto, ma ammiro la tua ambizione. Sono sempre più sicuro che ti meriti una bella promozione. Sei sprecato come cameriere.» è sempre più ammaliato da quel uomo dai capelli neri, lucidi e curati, con quegli occhi azzurri, limpidi e brillanti.
«Mi onora, signor presidente, ma poi chi potrebbe servirle il suoi pasticcini preferiti?» il commento fa scoppiare a ridere Snow. Era una frase sconveniente, come un rifiuto educato, ma pur sempre un rifiuto. Dalle labbra di Girolamo, però, avrebbe potuto uscire qualunque cosa: non sarebbe mai riuscito ad arrabbiarsi davvero con lui.
Nel frattempo, sullo schermo, è comparsa la seconda Mietitura...
 
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ANTICHI GUERRIERI SI NASCE – Distretto 2
Mi sento lo stomaco sottosopra. E' il primo anno che faccio l'accompagnatrice e certo non mi aspettavo che sarei stata assegnata subito ad un distretto tanto importante! Il Distretto 2 è conosciuto per la serie di guerrieri e vincitori che ha sfornato in questi anni. Qui i ragazzi si offrono volontari, per cui questa fase del mio lavoro è quasi inutile, è solo una facciata. Ciò non toglie che sarò al centro dell'attenzione, sul palco, di fronte agli abitanti del distretto e in televisione, sugli schermi di tutta Panem. Per questo motivo ci ho messo un'intera settimana per scegliere cosa indossare e due giorni per truccarmi, acconciarmi e prepararmi a dovere! Ho studiato tutto nei minimi dettagli: ho letto su una rivista di moda, che moltissimi anni fa, prima della nascita della nostra società, esisteva un popolo di guerrieri, chiamati Indiani d'America. Mi è parso che il look piumato e colorato da indiana si adattasse alla perfezione al Distretto 2, per questo motivo oggi indosso un abito marrone chiaro con decorazioni rosse e ocra e frange agli orli, un copricapo con una fascia nera, rossa, verde e gialla e trecce bianche e rosse con inserti piumati, a ricoprire i miei capelli castani. Mi sono truccata in modo pesante, con colori abbinati all'abito, ma non credo di risultare pacchiana: ho comunque rispettato la moda attuale... però mi sento molto agitata lo stesso!
Salgo sul palco e comincio il mio show.
«Buongiorno a tutti, cari abitanti. Io sono Noemy Terry Leory, la nuova accompagnatrice del vostro distretto e sono lieta di annunciarvi che è finalmente giunto il momento che tanto attendevamo: fra pochi minuti selezioneremo una giovane donna e un giovane uomo che avranno l'onore di venire con me a Capitol City, per partecipare al più importante reality di tutti i tempi! Signore e signori, che gli Hunger Games abbiano inizio... cominciamo con un video speciale, solo per voi.»
Mi emoziono sempre quando vedo il video e ora che posso ammirarlo da uno dei distretti è ancora più eccitante! Certo la storia dello "speciale, solo per voi" è una cosa assurda, che sono obbligata a dire da copione, però suona così bene che adoro il fatto che finalmente tocchi a me pronunciare quelle parole...
«Benissimo! E ora possiamo iniziare con la selezione. Prima le signore! C'è una volontaria fra le file delle coraggiose, giovani donne?»
«Io.» una ragazza magra e slanciata con una criniera di capelli arancioni e l’espressione più tipica della capitale, che dei distretti, si avvicina con passo deciso al palco. Lo vedo subito che si sente superiore. A me, alle telecamere, forse al mondo intero. Spero solo che non mi creerà problemi.
«Eccoti, cara, dicci come ti chiami.» la ragazza si sistema fiera dietro al microfono e con voce limpida e chiara, si rivolge al pubblico, come se non avesse fatto altro per tutta la vita.
«Alexis Robin Meredith Siegel.» che nome curioso, sembra più maschile che femminile, ma chi le capisce le tradizioni dei distretti?
«E quanti anni hai?» possibile che non possa presentarsi e basta? Devo proprio fare tutto io, qui?
«Ho 17 anni. Ma non ha importanza quanti anni ho, sarò io a vincere, sono pronta, sono bella e quando voglio qualcosa lo ottengo.» il suo tono non sembra altezzoso, è quasi come se recitasse un copione, eppure risulta proprio una ragazzina viziata. Potrebbe addirittura farmi concorrenza! Ma non mi farò mettere in difficoltà...
«Che bello vedere che sei sicura di te… Ehm, perfetto, ora il giovane uomo! La domanda è sempre la stessa: c'è un coraggioso volontario fra di voi?»
«Io! Mi offro volontario come tributo.»
Come immaginavo, un volontario: un ragazzino dalla pelle scura, i capelli riccioli e dei begli occhi dorati sale, sicuro di se, sul palco. Subito vedo i suoi numerosi orecchini e piercing e penso che potrebbe anche piacermi, ma poi noto la cicatrice sulla guancia e rimango di sasso: possibile che non possa togliersela in qualche modo? Orribile... Pazienza, ci penseranno a Capitol City, l'importante è che ora siamo al completo, ancora pochi secondi e ce ne andremo da questo posto. Ok, è stato emozionante stare sotto i riflettori per un po', ma questo posto inizia a starmi stretto, non vedo l'ora di tornare alla capitale, nel lusso e nelle comodità.
«Bravissimo giovanotto, qual è il tuo nome?»
«Ismael.»
«Ismael e poi?» che noia quando le persona non mi capiscono all'istante.
«Niente, Ismael e basta.» certo che in questo distretto la gente è proprio strana, oh beh, non è un problema mio.
«Fantastico Ismael-e-basta, quanti anni hai?»
«15 signora.» signora? Ma come si permette. Rilassati Noemy, continua a sorridere!
«Ottimo, stringi la mano alla tua compagna e andiamocene da qui» regalo un ultimo sorriso smagliante, più alle telecamere che alla folla, mentre i ragazzi si stringono la mano, quindi li prendo a braccetto e li trascino dentro il Palazzo di Giustizia.
Devo stare ad aspettare che i loro cari vadano a trovarli e poi finalmente potrò risalire sul treno... questa parte dell'accompagnatrice è più faticosa di quello che mi aspettavo. E anche un tantino noiosa, fino ad ora!

***
«Che noia Girolamo, sono tutti uguali questi Favoriti. Mi sto pentendo di aver dato loro questa possibilità di allenarsi. E’ come se avessi creato una fabbrica di cloni! Tutti ad offrirsi e fare i duri. Non sanno che agli Hunger Games, i forti e i coraggiosi, muoiono allo stesso modo dei deboli e dei codardi?»
«Non si preoccupi, mio signore, il bello deve ancora venire. Il ragazzo mi preoccupa, però...»
«Cosa c’è che non va?» Snow non sembra affatto preoccupato, solo scocciato. Afferra uno degli ultimi pasticcini, un bignè ripieno di soffice panna montata, e inizia a sbocconcellarlo con aria sempre più annoiata.
«Quell’Ismael risulta essere il fidanzato della vincitrice dell’anno scorso, la stessa che ha figliato con Caesar Flickerman.»
«Ancora con questa storia, Feldman? Oleander Myree non creerà problemi. Me ne sono accertato personalmente.»
«Non è per lei che mi preoccupo, mio signore...» ma non ha il tempo di concludere la frase, perché lo schermo sta ricominciando a trasmettere...
 
 
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DICHIARAZIONI RISCHIOSE E PROSSIMI LICENZIAMENTI  – Distretto 3
«Bene abitanti, guardatevi sto video che ho portato da Capitol City per voi, anche quest’anno.» dico con aria annoiata. È l’ennesimo anno in questa fogna di distretto. Certo è vero che poteva andarmi peggio, ma dovrebbe essere chiaro ormai che io odio questo posto pieno di cervelloni e pazzi senza rotelle.
Ma cosa dici? Sono tutti così carini! Non vedi come sono adorabili, con i loro piccoli occhietti che ci guardano spaventati, come pulcini bagnati.
Zitta Enrichetta. Esci dalla mia testa! Ho una Mietitura da presentare, non ho tempo di ascoltarti. Voglio liberarmi in fretta di questa cosa e tornare finalmente a Capitol City...
Uffa! Mi avevi promesso che avremmo presentato insieme, quest’anno. Mi sono anche truccata per bene, con l’ombretto duo verde e giallo che abbiamo trovato in quel bel giornale!
Non era certo nei piani che mi facessi tagliare metà barba per farti vedere dall’esterno. Io sono un uomo, non dovrei avere mezza faccia da donna solo perché ci sei tu nella mia testa!
Ma io ci sono. Noi siamo un tutt’uno ormai da molti anni, era ora che mi permettessi di uscire in superficie! Coraggio, dai il video è finito, tocca a me, fatti da parte! Mi giro di mezzo profilo, per mostrare ai capitolini il mio lato femminile e inizia il divertimento...
«Vi è piaciuto cari? Sono sicura di sì! È tutto così emozionante! Allora, cominciamo con la Mietitura» volo al contenitore delle femmine e afferro un bigliettino, quindi torno saltellando al microfono «per le signorine, quest’anno ci sarà... Irene Eagle! Cara, Sali sul palco, fatti vedere» mentre la ragazza sale sul palco, puoi farmi il favore di ridarmi il controllo del mio corpo?! Mi stai facendo sembrare un ridicolo adulatore.
Stai forse dicendo che sono ridicola? Sei proprio un bruto! E va bene, tieniti il tuo corpo, ma non dire che non ti ho avvisato quando ci rimprovereranno per i tuoi modi scortesi!
Oh, taci Enriquetta! Io sono Christian Virgilio Procopof e sono un uomo, non una sciacquetta qualunque. Esci dalla mia testa o mi farai impazzire!
Mi ero pure fatta i boccoli per l’occasione... hai rovinato tutto!
Zitta! Guarda come è bella la ragazza che sta salendo, invece di discutere: con quei capelli così scuri e morbidi, proprio come piacciono a me... ha pure gli occhi azzurri! Voglio parlarle io, sparisci Enry!
«Ciao, bellissima! Dicci, quanti anni hai? Parla un po’ di te…» le dico col mio miglior tono suadente.
«Ho 18 anni e so che conquisterò la capitale!» mi risponde sicura, affascinante, intraprendente. Già la amo, lo so.
Ma piantala Chry, sei il solito cascamorto! Ci stai rovinando la reputazione, sappilo!
Dai, lo sai che non posso resisterti: continua pure tu, col ragazzo...
Finalmente lo ammetti! Bene tocca di nuovo a me...Mi incammino verso il contenitore dei bigliettini maschili, ne prendo uno a caso e torno al microfono, tutta sculettante.
«Ed ora signore e signori, vediamo chi sarà il bel ragazzo di quest’anno: Dominique Dawn Mycroft Smith! Sali tesoro, coraggio...» il ragazzo che si fa avanti è davvero particolare: ha capelli ricci e neri, un po’ ribelli e due occhi che emanano mistero ad ogni sguardo, sembra che ci stia guardando l’anima, Chry! E con quel mento squadrato e affascinante... mi piace, sai?
Non mi esprimo, sono entrato in sciopero.
Bene, così continuo io!
«Ciao tesoro, quant...»
«Sì, sì conosco il copione. Dovresti proprio curarti, sai? Il disturbo della personalità di cui soffri non è da sottovalutare. Inoltre credo di poter affermare con una certa sicurezza che anche il vostro capo, il presidente, colui che ci guarda dall’alto della sua imponente e onnisciente presenza, sta per licenziarti: non ti ha nemmeno detto che questa mietitura è truccata.» quel ragazzino mi ha zittita, Chry! Come ha potuto? E di cosa va blaterando poi? Non possono licenziarci! Noi siamo fantastici...
Sciopero. Togliti da sola da questo guaio, non voglio saperne niente.
«Di cosa stai parlando, ragazzo?» gli chiedo con cautela.
«E’ molto semplice: nella teca con i biglietti maschili c’è solo il mio nome.»
«Non dire idiozie, tesorino, questa cosa non è possibile!» sento che stanno per arrivare guai, Chry...
Sciopero!
Ma il ragazzo ha la mano nel contenitore dei biglietti dei maschi! Non credo si possa fare...
«Ecco a voi la verità: ho pescato un altro bigliettino e contiene anch’esso il mio nome. Ora, io non ho mai preso delle tessere, non ne ho bisogno. E’ vero che, avendo io 18 anni, in questa teca il mio nome c’è ben 7 volte, ma quante probabilità ci sono che su migliaia di biglietti il mio nome esca due volte? Non voglio tediarvi con noiosi calcoli, ma sappiate che sono veramente poche. Se poi io pescassi un altro biglietto, le probabilità che contenga anch’esso il mio nome, diventano infinitesimali. Eppure...» Dobbiamo fermarlo! Ha pescato tre volte il suo nome. C’è qualcosa che non quadra, forse quel signorino la sa più lunga di noi...
Mi hai convinto, fine dello sciopero. Ora riprendo il controllo io!
«Senti ragazzo, non puoi venire qui e fare i tuoi comodi! Ora sei un Tributo, il tuo compito è stringere la mano a quella bella ragazza e andare a dire addio ai tuoi cari. Niente di più!»
«Vedo che sei tornato tu... bene, come vuoi. Tanto ho terminato, possiamo pure andare...»
 
***
«Come vede siamo riusciti a far selezionare il ragazzo che ci stava creando tutti quei problemi con le sue storie malsane, i suoi calcoli e le sue indagini in giro per il Distretto 3...» si pronuncia cautamente Feldman, dopo qualche istante di teso silenzio.
«Già, ma a quale prezzo? Quel piccolo bastardo ha sbandierato al mondo il nostro segreto.» la voce di Snow tremava appena, ma era rimasto serio e impassibile.
«Siamo riusciti contenere i danni. Jaden sa il fatto suo, a quanto pare: ha interrotto la diretta appena ha potuto e a Capitol City nessuno ha sentito il discorso sulle probabilità. Nelle repliche pubbliche la scena verrà tagliata e non si vedrà nulla di anomalo. Certo restano gli abitanti del 3, ma non credo che abbiano il coraggio di creare problemi. In fondo si tratta solo di una manica di cervelloni, credo proprio che abbiano capito bene il significato di ciò che è successo.» il caro Girolamo ha sempre la risposta pronta, fortunatamente per lui, ma il presidente non è ancora convinto.
«E quale sarebbe, questo significato?»
«Se parli troppo, muori.» risposta pronta, di nuovo.
«Sei un genio, mio buon amico.» Coriolanus guarda il suo cameriere con orgoglio. Lui è la persona giusta da tenere al suo fianco. Non si può fidare di nessun altro, quanto di lui!
«E poi, come ha giustamente detto il ragazzo: questo è l’ultimo anno di quel Christian Virgilio Procopof. Finalmente ci libereremo di lui, di loro o di quel che è. E senza volerlo, il piccolo Tributo ci ha anche fornito una motivazione valida...»
Il sorriso del presidente si illumina compiaciuto, proprio mentre anche il megaschermo si illumina per mostrare la Mietitura successiva...
 
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SCHERZI DEGLI ORMONI O VERI SBALZI D’UMORE – Distretto 4
Che voi ci crediate o no io, Liala Effie Frozenshine, in questo momento vorrei essere da tutt’altra parte: a casa mia, tranquilla, a seguire tutto comodamente seduta sul mio bel divano rosa corallo, facendomi servire e riverire da mio marito, Tormakle Trinket. Non odio il mio lavoro, ma speravo davvero che a sette mesi di gravidanza, il Presidente Snow, mi avrebbe lasciata in maternità! L’ampio abito turchese, con grandi fiori a sfumature violacee che indosso con eleganza e contegno invidiabile, non basta a coprire il mio ventre prominente e ho dovuto già da un po’ rinunciare ai tacchi alti, a favore di più comode ballerine lilla, perché il mal di schiena mi logora. Eppure sono ancora qui, nel distretto della pesca, che per fortuna è un posto tutto sommato civile, a estrarre ragazzini per gli Hunger Games. Sarà per questa vita che sta crescendo dentro di me, ma ho una sensazione sgradevole a riguardo... non so, forse è meglio se comincio, non è il caso di pensarci troppo. Per fortuna che il video di presentazione è finito.
«E ora, cari abitanti del Distretto 4, estraiamo i due ragazzi che verranno con me a Capitol City, per il reality show più atteso di tutta Panem! Ovviamente, prima le signore...» mi incammino goffamente verso la boccia delle ragazze, tenendomi una mano sulla schiena, all’altezza dei reni, per alleviare il dolore che non mi da tregua. Estraggo alla svelta un bigliettino, prendendolo fra quelli più in superficie e faccio dietrofront.
«La coraggiosa signorina selezionata è... Riley Ithel Rooney.» mentre una graziosa ragazza bionda, con occhi chiarissimi e lentiggini su naso e guance, con un vestitino rosso, di quelli che io non metterei mai, perché troppo semplice sale sul palco, apparentemente calma e decisa, le lacrime mi pizzicano gli occhi: anche la mia bambina potrebbe nascere biondina e con gli occhi azzurri! Certo, a Capitol City il suo aspetto sarebbe molto diverso, ma non posso fare a meno di pensare che se fossimo nati nei distretti il nostro destino potrebbe essere il medesimo della famiglia di questa ragazza... Devo smetterla di pensare certe cose!
«Nessun volontario? Ok, quanti anni hai, tesoro?» la mia voce risulta leggermente incrinata e prego che nessuno ci faccia troppo caso o rischio di perdere il lavoro.
«Ho 17 anni...» appare così tranquilla, ma anche intimidita, non so proprio cosa pensare, di lei.
«E ora vediamo chi accompagnerà Riley in questa avventura.» dico quasi balbettando, prima di intraprendere il percorso dal microfono alla boccia dei ragazzi e ritorno.
«Viene selezionato...»
«Mi offro volontario!» nel momento in cui il bel ragazzo alto e atletico, dai capelli rossicci e ribelli esce dalle fila dei ragazzi, osservo un curioso cambiamento nel viso della diciassettenne al mio fianco. Sicuramente lo conosce già, perché la sua espressione è scioccata, quasi infastidita. Nel frattempo il giovane proprietario di quel corpo magro, dalla carnagione scura, ha raggiunto il palco con aria fredda, quasi distaccata. Qualcosa cambia nel sua espressione vagamente strafottente, quando vede bene in viso la sua compagna di distretto. E’ come se i suoi occhi di ghiaccio si sciogliessero, ma è un qualcosa di impercettibile, che non saprei spiegare. Il ragazzo afferra il microfono e si presenta.
«Sono Vidal Johnson, ho 18 anni e farò impazzire tutta Capitol City!» decisamente sicuro di se, il giovanotto, bene... comunque sia abbiamo finalmente finito e posso riposarmi un po’ prima del viaggio.
«Ora, ragazzi, una stretta di mano e si parte.» gli occhi dei giovani neo-tributi si incrociano e un alone di tristezza pare attraversare entrambi. O forse è solo la mia sensibilità estrema, dovuta a questi maledetti ormoni della gravidanza, che mi fa vedere ciò che non c’è!
 
***
Il presidente è soddisfatto, seduto comodamente nella sua poltrona, a merenda finita.
«Una prostituta in meno, ad allettare quei sempliciotti dei pescatori.» dice tutto compiaciuto, rivolto ad un sorridente Feldman.
«Una famiglia sfortunata, quella dei Rooney. Davvero sfortunata.» risponde il cameriere, senza la minima traccia di tristezza nella voce. Le disgrazie degli abitanti dei distretti non toccano il cuore dei capitolini. Non di quelli ai piani alti, comunque...
«E che mi dici di lui, potrebbe creare problemi?» il pensiero non sembra preoccupare troppo Snow: ha le armi giuste, per placare anche le onde più pericolose.
«E’ un classico Favorito fresco di accademia, con precedenti per rissa e minacce, ma tutte cose interne al distretto, nulla di pericoloso per la capitale. Comunque consiglio come sempre prudenza, con gli abitanti dei distretti non si può mai stare tranquilli.» dice Girolamo, alzandosi e apprestandosi a portare via il vassoio, ormai vuoto.
«Non lasciarmi solo, amico mio, non ora che iniziano i distretti più lontani dalla capitale! Ho bisogno dei tuoi saggi consigli.» una punta di amarezza si è insinuata nella voce fredda di Coriolanus.
«Non era mia intenzione andarmene, mi sarei assentato solo un paio di minuti, ma se preferisce attenderò la fine delle repliche, per risistemare...»
«Sì, è ciò che preferisco, mio fedele consigliere.»
E proprio in quel momento, mentre il cameriere, sostanzialmente promosso a consigliere, si risiede accanto al suo presidente, lo schermo torna a trasmettere...
 
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ALLA RICERCA DI VINCITORI FRA GRANDI ORATORI – Distretto 5
E’ ingiusto che io sia costretto a fare l’accompagnatore di un distretto povero e puzzolente, pieno di graffiti e strani edifici grigi, come questo: ero l’accompagnatore del Distretto 1, mi ero sudato quel compito e ora me lo sono fatto scappare. Maledetta sia quella Luxurya, con i suoi modi da diva e l’aria da so-tutto-io! Ah ma il mio nome verrà osannato ancora, è una promessa: i miei tributi vinceranno e allora tutti osanneranno Wollie Brian Smith!
Mi passo una mano fra i riccioli, neri e lunghi, facendola scivolare poi sul mento, ricoperto di barba ispida. Vado controcorrente rispetto la moda di Capitol City che vuole uomini sbarbati, dai capelli corti, magari colorati, ingellati o pettinati in forme strane. Non mi sono mai sentito parte di questo mondo modaiolo, ma nemmeno vorrei vivere nei distretti... insomma, mi accontento di sopravvivere alle varie sciocchezze che gli stilisti propongono, tenendo fede al mio essere stravagantemente normale e trasandato. Un ultimo sguardo ai miei abiti, più simili a quelli delle persone che mi stanno davanti, che a quelli dei capitolini: pantaloni della tuta grigi, maglietta rosa con una stampa astratta, giacca bianca dai trascorsi eleganti, che ora appare come un pugno in un occhio, inserito in un abbigliamento poco curato, scarpe da ginnastica nere e vissute. Sono cosciente di risultare ridicolo, ma a me piace così e rido all’idea di ciò che direbbe Wily se mi vedesse. Nel frattempo il video che, anche in questo buco dimenticato da Dio, gli abitanti sono costretti a guardare ogni singolo anno, è finito.
«Signore e signori, ora selezioniamo i candidati alla vittoria dei giochi di quest’anno! Prima di tutto la giovane donzella...» mentre mi avvicino alla teca femminile prego che sia bella, aggraziata, facile da proporre agli sponsor. Afferro un biglietto, torno al microfono e leggo tutto d’un fiato.
«Mary Anne Miller McGrover!» dopo di che osservo la ragazza che mi si avvicina leggermente shoccata, sentendo la delusione crescere dentro di me: non posso dire che sia brutta, ha un bel viso, tutto sommato, occhi castani da cerbiatta, labbra rosee, molto truccata, i capelli del medesimo colore, lisci e ben curati, elegantemente vestita, porta addirittura i tacchi alti... ma non posso nemmeno dire che sarà facile farla piacere agli abitanti della capitale, a causa della sua corporatura decisamente robusta.
Giunta sul palco fa un cenno con la testa, alzando appena il mento, al sindaco del distretto, che mi appare decisamente sconvolto, ma non si scompone. Sono certo che sono parenti, forse è addirittura sua figlia, eppure non si lascia andare in scene disperate, quindi lei si volta verso il pubblico afferra il microfono e inizia il suo show.
«Non ha importanza se sono stata scelta per gli Hunger Games. Io resto migliore di tutti voi e anche se ho solo 17 anni, tornerò vincitrice, così potrete continuare ad amare la mia splendida persona... Andiamo a spaccare qualche ossicino!»  conclude con un ghigno crudele, freddo. Un breve inchino e si fa da parte. Forse tanta sicurezza potrebbe essermi utile. Potrei usarla in suo favore per farla piacere al pubblico... ma come potrà sopravvivere in una qualsiasi arena, con quel fisico tutt’altro che allenato?
«E ora il giovanotto...» spero che almeno lui sarà più semplice da portare alla vittoria...
«Peter Harrys Foremann!» mi deprimo alla vista di un imberbe scricciolo dall’aria patita e malaticcia, che si stacca dalle file dei dodicenni, tremando. Sono rovinato, con tributi del genere non scalerò mai le classifiche degli accompagnatori di talento. Proprio mentre mi sto disperando sempre di più, dal fondo si alza un braccio.
«Mi offro volontario come tributo!» un volontario? Perfino qui, in un distretto povero? Non potevo sperare in niente di meglio: il prestante ragazzone che si fa avanti, superando un Peter in preda al più grande sospiro di sollievo che io abbia mai visto, ha un fisico decisamente atletico ed è davvero bello. I capelli biondo scuro, corti e mossi, incorniciano il suo bel viso, mentre gli occhi azzurri, scintillano di una luce strana. L’espressione è decisa, è convinto di ciò che sta facendo e forse non aspettava altro da tutta la vita...
Da vicino noto la cicatrice che ha sulla guancia, ma non mi scompongo: a Capitol City ci metteranno meno di un minuto a nasconderla! Lui potrebbe essere il mio vincitore.
«Vuoi dirci qualcosa di te?» dico quasi emozionato, pentendomi immediatamente.
«Eccome se voglio dire qualcosa. Levati di torno!» mi spinge da parte e prende possesso del microfono. E mentre parla i miei sogni di gloria si sgonfiano lentamente...
«Il mio nome è Axel Reyes, ho 18 anni e vincerò per mostrare che nonostante le difficoltà che la vita mi ha messo davanti niente può battermi, nemmeno i Giochi della Fame! Dimostrerò a tutti che la capitale non è invincibile, che anche lei può bruciare! Perché come diceva un antichissimo saggio, Oscar Wilde, il grande vantaggio del giocare col fuoco è che non ci si scotta mai. Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto...» tutte queste minacce velate non lo aiuteranno a sopravvivere, devo calmare i suoi bollenti spiriti o saranno guai per tutti noi.
Lo vedo anche dalla stretta di mano, che avrò problemi: dagli occhi di entrambi sembrano uscire fulmini e saette, mentre cercano di rompersi le ossa a vicenda.
 
***
Una risata isterica riempì la stanza al termine del filmato.
«Una cicciona e un bell’imbusto. Andiamo, non si accorgono di essere ridicoli, con tutti quei discorsi da divi del cinema?» Snow continua a ridere, mentre Feldman raccoglie le cartelle dei tributi, che sono cadute di mano al suo presidente, quando il neo-tributo del Distretto 5 aveva pronunciato le sue parole di minaccia. Non voleva darlo a vedere, ma era preoccupato. Era necessario prendere provvedimenti a riguardo: non potevano permettersi un vincitore sovversivo e nel caso in cui l’avessero avuto, era loro dovere trovare un modo per sedarne il desiderio di ribellione...
«Sono lieto di vedere che non teme questi due oratori, signor presidente, ma prima o poi potrebbe porsi il problema di... tappare loro la bocca.» dice Girolamo con cautela, posando le schede sul tavolino, nuovamente ordinate.
«Quando e se si porrà questo problema, decideremo come agire. Per il momento preferisco non pensarci» si era ripreso dall’attacco di risa e la sua espressione era nuovamente seria e imperturbabile. In fondo aveva spento molti altri fuochi, nel corso della sua carriera; uno più uno meno, non faceva differenza: bastava la forza dell’acqua. A quel pensiero il filmato riprese...
 
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COLPI DI SCENA AD UNA CARRIERA SEGNATA – Distretto 6
Mio padre mi diceva sempre che noi, i Karai, siamo discendenti di un antichissimo pilota di auto da corsa. Il mio secondo nome era il suo: Tamas. Da piccolo la cosa mi piaceva molto, ma non credevo che sarebbe diventata la mia maledizione! Sono sempre stato l’accompagnatore del distretto dei trasporti e temo che non ne uscirò mai... Ormai sono Gullielme Tamas Karai, eterno e frustrato accompagnatore del Distretto 6! Vorrei provare l’ebbrezza di visitare altri luoghi, vedere facce diverse, anziché i soliti visi ostili o terrorizzati. E invece sono qua, a mostrare il solito video alla solita popolazione, mentre in disparte mi rifaccio il trucco un po’ sgualcito dal viaggio. Cerco sempre di essere alla moda, di seguire tutte le tendenze, per farmi notare e aspirare ad una promozione, ma sembra non funzionare... però io non demordo.
«Signore e signori, spero che il video abbia emozionato voi, quanto me» bugia: il video è di una noia mortale, ma devo mostrarmi convincente, devo piacere al pubblico.
«Sorteggiamo ora i Tributi della trentasettesima edizione degli Hunger Games!» dico con tono frizzante e allegro, senza però ricevere un seguito alle mie parole. Solo il fischio stridulo del microfono, seguito da silenzio. Eppure quando lo dice Caesar Flickerman, a Capitol City le folle esplodono in boati spacca timpani. Cosa che chiaramente non avverrà mai al Distretto 6.
«La fortunata ragazza di quest’anno è... Gloryel Sunday! Coraggio cara, fatti avanti.» mentre una graziosa donzella si fa avanti tremando appena, noto un brusio crescere fra la folla, oltre le schiere di bambini e ragazzi sorteggiabili. Dal fondo del viale principale arrivano degli urli e riesco a scorgere una figura allungata e sottile che si avvicina a tutta velocità alla piazza. Improvvisamente un gruppo di pacificatori sbuca da una via secondaria e si fionda all’inseguimento della figura solitaria. Poco dopo, quando ormai quello che riconosco essere un ragazzo dall’arruffata e ribelle criniera di capelli biondo paglia ha raggiunto la piazza, anche un altro gruppo di persone balza fuori da un vicolo e intrappola il corridore, immobilizzato fra i due gruppi di inseguitori. Si legge il panico negli occhi quasi invisibili di quel ragazzino, che si guarda attorno spaesato, come accorgendosi solo ora di dove è arrivato. Pacificatori da una parte e semplici cittadini dall’altra, si stringono sempre più su di lui, come sfidandosi a vicenda in una gara a chi lo cattura per primo e all’improvviso, quando stanno per afferrarlo...
«Mi offro volontario come tributo!» Grida quello con tutto il fiato che ha in gola. Sono seriamente spiazzato, ma devo fare il mio lavoro.
«Non puoi offrirti adesso, stiamo sorteggiando le ragazze e tu sei un maschio. Aspetta il tuo turno! Ti sei già registrato, sì? Perché scappavi, maledizione. Torna subito fra i sorteggiabili e attendi che finisca con le femmine!» ho appena finito di dirgli questo, fra lo sgomento dei suoi ormai ex inseguitori e lo stupore di tutta la piazza, quando l’ennesimo imprevisto si fa strada in questa maledetta giornata.
«Mi offro io volontaria per la ragazza, così siamo al completo.» dice una bellissima ragazza, decisamente alta, dai lunghi capelli castani e con zigomi alti spruzzati di lentiggini. I suoi occhi azzurri e affascinanti si incatenano ai miei, guardandomi con odio, come sfidandomi a contraddirla, mentre sale sul palco con passo deciso, sicura di se, padrona del proprio corpo e della propria mente fino in fondo. Lo sento che mi detesta, ma non ha importanza, la sua bellezza mi affascina al punto da farmi quasi dimenticare il mio ruolo qui.
«Certo, sì... A questo punto è inutile fare troppe cerimonie, salite entrambi e che sia finita qui.» dico spaesato da tutto il trambusto, dai volontari imprevisti e dalla perdita ufficiale di ogni possibilità di promozione. Per l’ennesimo anno.
 
***
«Questa moda di offrirsi volontari, quest’anno ci ha messo un po’ i bastoni fra le ruote, come le accennavo, ma se vogliamo c’è anche un lato positivo: il ragazzo è l’ultimo discendente di una delle due bande del Distretto 6. E’ un’occasione per liberarcene, o almeno per provarci. Uno spacciatore in meno. Quanto a lei non c’è molto da dire: viveva solo col fratello maggiore, perché entrambi sono orfani. Non dovrebbe creare troppi problemi...» un Girolamo sicuro di sé presenta così la mietitura dell’ennesimo distretto.
«Non sembri troppo sicuro... Come sono morti i genitori?»gli risponde dubbioso un Coriolanus sempre all’erta.
«Lei capisce sempre subito quali sono i problemi, signor presidente. Vede, il padre è morto in una edizione dei giochi, quindici anni fa e la madre morì di parto quello stesso anno. Ora, non dico che lei si sia offerta per vendicare la fine della propria famiglia, ma è comunque meglio essere previdenti.»
«Hai ragione, mio caro, ah se hai ragione! Non dobbiamo mai fidarci di loro.» e dopo questa affermazione il presidente e il suo cameriere rimasero in silenzio, ad attendere di vedere la mietitura successiva...


SPAZIO DELLA STRATEGA

Il fatto che state leggendo queste parole, è la prova che ho avuto tutte le schede (o almeno quanto mi serviva per scrivere le mietiture), per cui possiamo festeggiare: iniziano le danze! E alcune dame e cavalieri stanno già danzando, come avete visto. 
Ma andiamo per gradi: anzitutto il titolo del capitolo, che come i partecipanti sanno è una citazione del secondo libro "anche i presidenti hanno bisogno di mangiare", che Snow dice alla mamma di Katniss al villaggio dei vincitori. La qual cosa ha permesso ad una partecipante di vincere un bonus, ma non annoierò oltre con questa storia, che tanto è già stata chiarita sulla pagina Facebook.
Seconda cosa ora sapete anche che cos'è la fatidica "sorpresa" di cui tanto (?) si è parlato sul gruppo: ebbene sì, ho graficato un po' con le foto dei vostri Tributi e il risultato è quella sorta di mini-banner che sovrasta ogni singolo sottocapitolo. Sono pazza, lo so, ma è per voi: un piccolo omaggio per ringraziarvi del fatto che mi sopportate quando rompo le scatole ;)
Ora i tributi. Spero davvero di averli caratterizzati bene e nel caso fatemi sapere che ne pensate, perché ho letto migliaia di volte le schede per non perdermi richieste, consigli, desideri, storie ecc. però sono umana e se ho sbagliato qualcosa ditelo che correggo ^-^ idem per gli eventuali errori di battitura/distrazione & Co. che vista l'ora tarda in cui aggiorno sono facili da lasciare indietro...
Infine parlo di aggiornamento, una cosa che non faccio mai nelle mie fanfiction, ma che qui è d'obbligo visto che mancano gli altri 6 sottocapitoli! Devo ancora ultimare il nuovo capitolo, ma cercherò di fare tutto entro la settimana prossima o comunque non più tardi di due settimane. Giuro e prometto! *e prega anche*
E nulla per ora JD la Stratega vi saluta,
A presto e... "possa la fortuna sempre essere a vostro favore" anche se non è questione di fortuna, è solo questione di tempo ^^

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Capitolo 3
*** 002 - Even president need to be comforted ***


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CAPITOLO 2

Even presidents need to be comforted

 

Nel salone degli Ori l’uomo alto e grigio, sulla quarantina corruga la fronte in un espressione decisamente preoccupata. Sempre fedelmente al suo fianco, il moro dall’elegante smoking rosso esprime a parole il problema.
«Non ha detto i loro nomi. Nel trambusto degli eventi la cosa è passata in secondo piano, ma fortunatamente i nomi dei tributi compaiono sullo schermo, durante la presentazione ufficiale che mandano in onda dopo la replica delle Mietiture.»
«Non è comunque un comportamento professionale. Ricordami il nome di quell'accompagnatore, Girolamo...» domanda ridestandosi il presidente.
«Gullielme Tamas Karai, signore. La sua famiglia lo ha raccomandato per quel ruolo e per quello soltanto, ma lui chiede da tempo di essere trasferito altrove.» risponde pronto Feldman, lieto di servire al meglio il suo presidente.
«Credo che esaudirò i suoi desideri. Il Distretto 12 ha bisogno di un nuovo accompagnatore, quello di quest’anno sta per andare in pensione.» e con questa dichiarazione di retrocessione, lo schermo riprende a trasmettere...
 
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MUTE DICHIARAZIONI SENZA SPIEGAZIONI – Distretto 7
Non sono più un novellino, ormai lo so come vanno le cose da queste parti. Conosco gli sguardi di odio che ogni singolo abitante mi riserva, da quando salgo sul palco, fino a quando non rientro nel Palazzo di Giustizia, da ben 7 anni. Odiano il mio trucco femminile e marcato, i miei tatuaggi e il mio modo di fare esuberante. Odiano perfino il mio accento! Una parte di me sa che hanno ragione ad odiarmi, però so anche che questo è il mio lavoro, che non posso oppormi. E in fondo mi piace la mia vita, mi piacciono il lusso e i comfort e chi me lo fa fare di ribellarmi? In questa vita posso avere denaro, una discreta fama e tutti gli uomini che desidero. Non si dica mai che Barnie Barbie Jonsons non è un Capitolino fiero!
Salgo sul palco a testa alta, ignorando il disgusto negli occhi della folla. Il sindaco Amethyst ha appena finito il suo discorso di apertura ed è finalmente arrivato il mio turno.
«Signore e signori rieccomi fra voi per una nuova, fantastica, edizione degli Hunger Games!» ovviamente nessuno si entusiasma. A volte penso di odiare questo lavoro!
«Cominciamo, come sempre, con lo speciale video solo per voi.» e mentre quello stupido, vecchio video scorre sui mega schermi ne approfitto per ritoccarmi il trucco, che male certo non può fare.
«Molto bene, ora è il momento dell'estrazione. Non voglio lasciarvi sulle spine, vado subito all'anfora delle signore. Dunque la fortunata è...»
«Si offre volontaria!» una voce fra il gruppo delle ragazze diciottenni. Cosa diavolo sta succedendo qui? Alzando gli occhi vedo un braccio alzato e capisco tutto: la proprietaria del braccio, piuttosto minuta, dai capelli ramati fermati da un cerchietto bianco e con grandi occhi molto graziosi, è la ragazza muta. E' piuttosto conosciuta perché è la figlia del sindaco. Chissà se lui sa... no evidentemente no, a giudicare dalla sua faccia sconvolta.
«Una volontaria dunque. Credo ci dovrebbe essere una procedura, ma...» mi volto nuovamente verso il sindaco, che a questo punto non può più essere d'aiuto: sta seduto immobile e fissa la figlia con aria triste. «Oh al diavolo, sali ragazzina, su svelta! Coraggio, presentati.» la ragazza scrive qualcosa sulla sua lavagnetta, che poi gira verso tutti noi.
"Sono Starshine Amethyst e ho 18 anni" quindi cancella tutto e riprende a scrivere.
"Voglio tornare a cantare, per questo vincerò!"
Il sindaco scoppia in un pianto silenzioso, ma non si scompone troppo. Rischierebbe solo di peggiorare la situazione, già molto delicata.
«Molto bene tesorina, ora vediamo chi sarà il tuo compagno...»
«Mi offro volontario!» ancora? Cosa sta succedendo in questo distretto? E' esasperante!
«Fantastico, un altro volontario. Sali, tanto ormai la procedura è andata a farsi friggere assieme alle crocchette di patate che ho mangiato al brunch!» un ragazzo esile, pallido, con disordinati capelli corvini e meravigliosi occhi dorati (incredibilmente simili a quelli del mio gatto Palla di Neve), sale un po' tremante sul palco.
«Chi sei, cuccioletto?» mi ricorda proprio il mio gattino!
«Cucciol-? Che cosa? Oh, io sono Ryder Andersen, ho sedici anni e... e basta.»
«Perfetto, abbiamo finito!» era ora oserei aggiungere, è stato tutto troppo strano quest'anno. «Tributi, stringetevi la mano!» alzo lo sguardo e noto che nel cielo, proprio sopra di noi, sta volando un falco. Spero che non decida di fare i suoi bisogni proprio ora! 
E detto ciò finalmente ci incamminiamo nel Palazzo di Giustizia. Non posso farne a meno: nel tragitto tento di accarezzare i capelli del ragazzo, il quale aumenta il passo e cerca in tutti i modi di scansarsi... quanto mi manca Palla di Neve!
 
***
«Feldman, come mai tutti questi volontari in un distretto sfavorito? Capisco la ragazza, ma quel Ryder che centra? Non avevamo dei piani per il posto di Tributo maschio del Distretto 7?» dice il presidente con aria contrariata.
«Sì, mio signore, avremmo dovuto mietere il figlio di quel taglialegna sovversivo, Fred Tomas Mason, l’ex fuorilegge ricercato e di sua moglie, la vincitrice di una delle prime edizioni, Liliane Isabelle Thorgard. Ma non importa, ci penseremo il prossimo anno... in fondo ha solo 12 anni, abbiamo tutto il tempo che vogliamo.» gli risponde un Girolamo più calmo e distaccato.
«Già, ma prima viene estratto, meno possibilità avrà di tornare vincitore come sua madre!» l’aria si fa più delicata, la tensione si taglia col coltello, mentre gli uomini si guardano. Il presidente rilassa i muscoli e si concede un sorriso.
«Non era mia intenzione alzare la voce. Sono molto stressato, queste mietiture mi uccideranno!» a sciogliere definitivamente il clima teso, lo schermo si illumina subito dopo, attirando l’attenzione dei due...
 
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STORIA DELLA MODA FRA VARI LIVELLI DI FOLLIA – Distretto 8
E’ ormai il terzo anno che mieto i ragazzini del Distretto 8 e sono piuttosto soddisfatta del mio lavoro. Certo, non posso dire di essere amata fra gli abitanti del distretto, però credo di esserlo abbastanza fra quelli di Capitol City... in fondo sono sempre alla moda, ma con grazia ed eleganza tutti miei. Non sono mai eccessiva, come molti miei colleghi, né scialba e poco curata come altri. Tutto ciò che di me si vede è mio naturale, solo io, Julliette Viola Vitton, niente chirurgia estetica, modestamente! Insomma sono bella e loro lo sanno. I miei abiti rispecchiano sempre con cura il distretto dei tessuti: ogni anno punto sulla trama e sul tessuto che vanno più di moda in città e la mia stilista personale lo esalta al massimo. L’anno scorso andavano il tulle di seta e gli arcobaleni, così mi ha confezionato uno splendido tutù multicolore; quest’anno però vanno le piume, i gioielli vistosi e il nero, così indosso un meraviglioso abito da cocktail nero, ricoperto di piume e diamantini, con tanto di maniche a sbuffo piumate. I miei capelli sono intrecciati in fili neri e argentei e completo il look con grandi orecchini d’argento con pietre nere e scarpe tacco quindici, anch'esse argentate. Trucco sobrio, perché non amo esagerare, in nessuna circostanza.
Proprio per questo motivo, al termine del video di presentazione, con gesti pacati e una finezza invidiabile mi appresto a selezionare i due pargoli.
«La signorina che rappresenterà il Distretto 8 ai Giochi di quest’anno è... Enbizaka Corinne Mounde! Che bel nome, coraggio vieni fra noi, tesoro.» vedo già una cosa che mi piace: la bella ragazza dai lunghissimi capelli rossi che, ondeggiando al sole, mandano riflessi aranciati indossa un semplice kimono blu, lungo e a mezze maniche. E’ un capo che andava di moda l’inverno scorso e naturalmente non posso più indossarlo, ma lo adoravo!
Quando mi raggiunge, composta e impassibile, mi fissa coi suoi grandi, e leggermente inquietanti, occhi color ghiaccio e un lieve senso di disagio mi pervade. Dura solo un istante, ma mi lascia con l’impressione che voglia farmi del male o comunque che trami qualcosa...
«Quanti anni hai, Enbizaka?» le chiedo con cautela, sperando di non far notare al pubblico il mio disagio.
«Ho diciassette anni.» dice con voce convincente, calma, innocente. Non so davvero come inquadrarla, questa ragazzina. Proseguo, che è meglio: è un sollievo allontanarmi per qualche istante, giusto il tempo di recuperare il secondo bigliettino. Dopo di che la tensione scompare e torno a rilassarmi. Sarà stata solo una sensazione, nulla di più.
«E ora conosciamo il nome del tuo compagno di distretto... Lesley Lincoln Writer!» curioso, un nome femminile, eppure ad avvicinarsi al palco, con le lacrime agli occhi, un pennarello in mano e un braccio completamente scarabocchiato con scritte che non riesco a leggere, è un ragazzo. Un bel ragazzo, aggiungerei: la pelle olivastra, gli occhi verdi e quei capelli scompigliati gli danno un’aria molto affascinante, anche se decisamente non sarebbe il mio tipo, così stravagante e mal curato...
«E tu, quanti anni hai, caro?» una odore vagamente stantio colpisce le mie narici quando si avvicina al microfono per dire, fra i singhiozzi, che ha diciassette anni. Dopo di che stringe gli occhi e ricomincia a pasticciarsi il braccio, come se l’unico mondo reale fosse quello all'interno della sua testa, tradotto nelle parole che continua a scrivere, fra le lacrime. 
Si interrompe solo per stringere la mano della sua compagna di distretto, senza guardarla negli occhi, come se lo intimidisse. Dopo di che voltiamo le spalle al pubblico e ci incamminiamo verso l’ingresso del Palazzo di Giustizia. Rimango un paio di passi indietro e tengo d’occhio i due Tributi. E’ così che noto il gesto, quasi impercettibile, della ragazza: la sua mano destra si infila nelle pieghe del kimono e ne estrae un paio di grandi forbici dall'aria affilata, che fa schioccare un paio di volte, producendo un rumore sinistro, che pare rimbombare per tutta la piazza... Sono seriamente spaventata dai ragazzi che mi sono stati assegnati quest’anno!

***
«E’ lei, quella di cui mi parlavi tempo fa?» chiede immediatamente Snow al suo cameriere.
«Sì. Non si lasci influenzare dal suo bel faccino, signor presidente, si tratta sicuramente di lei.»
«Molto bene. Finalmente l’abbiamo presa. E che mi dici di lui?» ora Coriolanus pare più sereno, ma la sua curiosità non si è certo spenta.
«E’ solo uno scrittore, ma come le accennavo è stato scelto per rendere le cose più... interessanti» anche Girolamo è decisamente soddisfatto.
«Sono certo che sarà così: se quello che mi hai raccontato è vero, potremmo vederne delle belle...»
«Ci conti, mio signore.» concluse Feldman, accavallando una gamba e spostando l’attenzione verso lo schermo, nuovamente intento a trasmettere...
 
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VOGLIA DI CRESCERE FRA INFANTILI DISCORSI E NOMIGNOLI – Distretto 9
“Ti ho trovato un bellissimo lavoro”, diceva mamma... “sarai l’accompagnatrice dei Tributi del Distretto 9, è un grandissimo onore!”. Non avevo idea che questa cosa avrebbe comportato tutto ciò...
Ho dovuto svegliarmi addirittura alle 10:30 di ieri mattina, per prendere il treno. La mamma è venuta con me, perché ho solo 17 anni e non si è fidata, e così ha pure fatto una pettinatura assurda con i miei lunghissimi capelli biondi, che non taglio dalla nascita: è fatta di trecce che partono piccole vicino alla testa e salgono in cerchi, come una specie di corona, ingrandendosi a mano a mano che salgono. Sarà anche alla moda, ma mi sento sbilanciata, in precario equilibro, con questo enorme cerchio di capelli che ho in testa! La pettinatura è pure abbinata ad un pomposo abito blu, con ampie maniche a sbuffo che contribuiscono a farmi sentire ingombrante...
Il treno poi, mi ha portata in questo posto assurdo, pieno di grandi piazze, ricoperte da strani bastoncini gialli che si piegano al vento. Spighe di grano, mi ha detto la mamma. Dice che ci fanno la pasta e in effetti, qui è pieno anche di piccole fabbriche... non sapevo che i piatti di pastasciutta nascessero sotto forma di queste spighe, onestamente.
Il vero problema però, è che tutta questa “vegetazione” mi provoca una terribile allergia!
Ora sono sul palco e sto guardando il noiosissimo film che trasmettono ogni anno in tutti i distretti, una trama fin troppo vecchia, che parla di guerre e ribellioni, cose lontanissime da noi, che non possono ripetersi... eppure sono costretta a mostrarlo ai cittadini, nel caso in cui non fosse ancora chiaro che se ti ribelli muori. Che noia!
Finalmente il film finisce e posso presentare questa benedetta Mietitura, che tra l’altro è truccata perché so già quale sarà il nome della ragazza, me l’ha detto anche questo mamma...
«Ciao a tutti, sono di nuovo io, Korinna Princess Aronnel, e ora estrarrò i Tributi di questa edizione degli Hunger Games.» parlo in tono un po’ esasperato, mentre leggo dai bigliettini che mi ha lasciato mamma, dopo di che, fra uno starnuto e l’altro, vado a prendere i due biglietti, sia quello maschile che quello femminile, per fare prima, quindi torno al microfono.
«Per le ragazze è stata sorteggiata...» ma un improvviso spiffero d’aria mi fa sfuggire di mano il bigliettino, così fra le imprecazioni tento di recuperarlo, ma finisce dritto in un tombino, sotto il palco, impossibile da recuperare. Presa dal panico ed esasperata dalla situazione, faccio l’unica cosa che mi viene in mente:
«Oh, al diavolo! Alaska Faith Browning, sali sul palco.» e così una rassegnata ragazza, decisamente bella e con un’espressione vagamente impertinente, viene verso di me. Ha una bella massa di capelli neri e mossi e i suoi grandi occhi azzurri, pesantemente contornati di eye-liner, squadrano il mondo con un'aria a metà tra il divertito e l'irritato. Non pensavo che anche nei distretti ci fossero persone così stravaganti, ma lei è piena di tatuaggi colorati e ha persino un piercing ad anellino sul naso, come quello che vorrei farmi io, ma la mamma me lo ha vietato fino ai 21 anni.
«Bene, quanti anni hai?» chiedo tamponandomi il naso con un fazzolettino azzurro e con la voce resa nasale dall'allergia che peggiora ogni minuto di più.
«Quindici.» la voce è inespressiva, l’espressione enigmatica. Non so se devo avere paura di lei o compatirla... ma passiamo finalmente al ragazzo e andiamo via di qui in fretta!
«Bene, il ragazzo invece sarà... Tyler Jones!» questa volta ho tenuto ben saldo il bigliettino, anche perché non conoscevo in anticipo il nome del tributo maschile, che presumo sia stato estratto regolarmente.
«E tu quanti anni hai?» chiedo al poco più che bambino che si ferma al mio fianco con espressione irritata, come se gli avessi appena pestato un piede.
«Tredici, Testa di Tappeto.» ma cosa... Testa di Tappeto a me? Ok, ho una pettinatura particolare, ma di certo non sembro un tappeto!
«Come ti permetti, poppante? Devi portarmi rispetto, sono la tua accompagnatrice!» il pallido biondino dagli occhi di ghiaccio mi squadra con espressione schifata, poi fa un cenno con le spalle, come se non gli importasse di niente e nessuno, quindi si volta e si dirige da solo all'interno del Palazzo di Giustizia, senza nemmeno stringere la mano alla sua compagna, la quale dal canto suo, se ne sta in piedi e mi osserva per qualche istante con aria truce, dopo di che mi volta le spalle e lo segue.
Mi faranno impazzire, già lo so.
 
***
«L’incompetenza di questi accompagnatori sta rasentando l’imbarazzante, Girolamo. Dimmi, per quale strana ragione abbiamo accettato quella ragazzina?» Snow appare stanco, senza nemmeno più la forza di arrabbiarsi.
«La madre vuole andare in pensione a breve e ha fatto domanda per istruire la figlia, per tramandarle il proprio mestiere... però dubito che la cosa durerà per più di quest’anno. La ragazza non è idonea, lo si vede subito. Aveva un aspetto pessimo, si soffiava il naso in diretta! Cose inaccettabili per una rappresentante della capitale. E poi con quella gaffe del bigliettino ci ha praticamente smascherati, quasi quanto il Tributo del 3.» la risposta pronta del cameriere non stupisce il presidente, il quale compiaciuto cambia discorso.
«Per fortuna però abbiamo preso la ragazza. Le sue colpe non resteranno impunite...»
«Assolutamente, mio signore. Una cosa molto positiva, ma se posso...» il video ricomincia a trasmettere, le parole di Feldman vengono coperte ed eclissate dalla trasmissione dell’ennesima Mietitura...
 
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MALDESTRE MALEDIZIONI E PAURE INFONDATE – Distretto 10
Fuoco. Questo è l’elemento da cui traggo ispirazione nella mia esistenza. Il mio look, l’arredamento della mia casa, il mio modo di esprimermi e pensare. Tutto deriva dal fuoco, è fuoco. Letteralmente ardo di passione. Ardo. Come il mio abito, pensato proprio per la Mietitura del Distretto 10.
Sono Camille Heater Grill, e anche il mio cognome ricorda il fuoco, che brucia e cuoce. Era destino che questo elemento caratterizzasse la mia intera esistenza, già dal giorno del mio secondo compleanno, quando ci entrarono i ladri in casa e mia madre, per lo spavento e la foga di nascondermi, mi spinse nel grande camino del nostro salotto, che per fortuna si era spento da poco. Le braci ancora calde mi bruciarono la pelle degli avambracci e delle gambe, ma a Capitol City ci vuole poco a riparare un corpo. E da allora quel calore lo sento dentro di me, non mi ha più abbandonata.
Indosso dunque un vestito lungo e leggero, rosso e arancione, ondeggiante e trasparente come il vero fuoco. E’ formato da strati diseguali di un tessuto speciale, che mi fa sembrare preda delle più temibili fiamme dell’inferno. Un effetto speciale ideato dal mio truccatore personale, fa sembrare fiammeggiante anche il mio viso di porcellana, rendendo ancora più brillanti i miei occhi color argento liquido. I miei capelli sono pettinati in trecce attaccate alla nuca, e ricordano anch'essi una corona di fiamme.
«Signore e signori del Distretto 10, che la Mietitura abbia inizio. Spero caldamente che il video sia stato di vostro gradimento. Ora, passiamo direttamente alla selezione della ragazza che vi rappresenterà a Capitol City.» la mia voce è ovattata e calda, non stridula e fastidiosa come quella delle altre donne della capitale. Io sono il fuoco. Perfino mentre quasi fluttuo, su tacchi di vetro che a prima vista sembrano invisibili, per recuperare il bigliettino col nome femminile.
«Salga sul palco... Wicka Artemisia Spellman!» non si muove una foglia. Possibile che nessuno risponda a questo nome?
« Wicka Artemisia Spellman! Coraggio Wicka, dove sei? Fatti vedere!» una ragazzina piuttosto bassa, minuta e dalla strana massa di capelli biondi addobbati con fermagli di dubbia provenienza si riscuote da chissà quali pensieri e si decide ad uscire dal gruppo delle ragazze. Ha l’aria imperturbabile, come se nulla di particolare stesse succedendo. Mi raggiunge e posso quindi notare il pallore del suo viso, il verde dei suoi occhi obliqui, le lentiggini sul suo naso non particolarmente dritto. Non si direbbe affatto, dal suo aspetto trasandato, ma c’è il fuoco anche in lei, posso percepirlo...
«Quanti anni hai, piccola?» le chiedo da copione.
«Quindici.» risponde educata e tanto calma da risultare inquietante.
«C’è qualcosa che vuoi dire al pubblico?» proseguo col mio tono professionale, forse un po’ falso, ma questo è il pane quotidiano del mio mestiere.
«Niente di particolare, solo... da quanto tempo ha quel terribile brufolo sul naso?»
«Che cosa...?» di quale brufolo sta parlando? Mi sono controllata prima di salire sul palco e la mia pelle era liscia e perfetta come sempre! Non è possibile... recupero uno specchietto dalla mia piccola borsetta rossa a sacco, da cui non mi separo mai e mi osservo. Agghiacciata noto che la piccola peste ha ragione: sul mio bel nasino, in un punto in cui il trucco infuocato è assente, spicca un enorme brufolo giallo che sembra sul punto di esplodere! Che schifo, devo concludere in fretta questa Mietitura e correre ad aggiustarmi... recupero il bigliettino maschile quasi correndo.
«Sì, sbrighiamoci, salga sul palco Alfred Foster Jones!» se credevo che questa giornata non potesse andare peggio di così, mi sbagliavo di grosso. Il ragazzo dai capelli color cioccolato e gli occhi azzurro cielo che mi viene incontro scocciato non sarebbe affatto brutto, se non fosse per l’ascia insanguinata che regge nella mano destra e per il volatile che gli sta appollaiato sulla spalla.
Come se non bastasse ancora, mentre la ragazza che sta al mio fianco borbotta una qualche parola che non capisco, un disgustoso ratto sbuca chissà da dove e inizia a zampettarmi fra i piedi. Angosciata da tutta la situazione mi lascio sfuggire un grido disperato e un istante dopo quel Jones fa atterrare la sua disgustosa ascia sanguinolenta a pochi centimetri dai miei piedi in un vano tentativo di affettare la bestia, che nel frattempo è fuggita giù per le scale ed è scomparsa.
«Volevo salvarla, signorina. Non si preoccupi, ora la bestiona è fuggita. Tutto merito della mia Guillotine che l’ha spaventata! Piacere, io sono Alfred, ma può chiamarmi Al... oppure Hero, i miei amici mi chiamano così. Oh e ho diciotto anni, sì.» l’unico elemento positivo che posso constatare in questo ragazzo è che con la sua parlantina mi ha liberata dal peso di intervistarlo. Possiamo andarcene, finalmente!
«Perfetto ragazzo, metti giù quell'arma e l’animale che tieni sulla spalla, stringetevi la mano e andiamocene di qui.»
«E’ un aquila, sa? Si chiama Liberty...» due pacificatori si avvicinano per recuperare ascia e bestia, per concludere i farneticamenti del ragazzo, ma l’animale non ha alcuna intenzione di separarsi dal suo compagno, tanto da beccare a sangue i poveri uomini.
«Di al tuo animale di lasciar stare i signori Pacificatori, Alfred. Subito!» dico irritata e esausta. Ad un suo cenno l’aquila spicca il volo e possiamo finalmente raggiungere il Palazzo di Giustizia.
 
***
«Che significato devo attribuire a questo teatrino?» uno Snow sempre più esasperato si rivolge ad un sogghignante Girolamo.
«Incompetenza dell’accompagnatrice, forse. E aggiungerei una buona dose di sfortuna nella selezione dei tributi, dal momento che in questo distretto non abbiamo attuato ritocchi di alcun tipo. Se mi permette, signor presidente, è stato un intermezzo simpatico. Spezzerà la tensione e divertirà il popolo della capitale.» non riesce proprio a trattenere la risata che gli solletica l’ugola e alla fine anche il presidente ne viene contagiato.
«Spero che sarà così. In fondo i due tributi mi sembrano pressoché innocui, non creeranno disagi all'interno del programma. Mi piacciono, lo ammetto.» il sorriso intacca l’espressione cupa del presidente e fra le risate si conclude la pausa. Il video sta nuovamente trasmettendo...
 
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LA FRETTA CONTRASTANTE E I SENTIMENTI OPPOSTI  – Distretto 11
Odio Capitol City. Odio Panem. Odio il presidente e i suoi tirapiedi. Odio il mio lavoro. Odio sapere che i ragazzi che sto per selezionare molto probabilmente moriranno entrambi.
Mi ripeto queste frasi nella testa, ogni mattina prima delle Mietiture, da ormai cinque anni. Sembrerò una bugiarda, una finta ribelle, dato il mio aspetto decisamente capitolino, ma è tutta una facciata per non venire uccisa o torturata. Ho un compagno che fa lo stilista e che si occupa del mio aspetto, perché se dipendesse da me andrei in giro vestita di stracci piuttosto che coprire la mia pelle d’ebano con creme colorate e impiastriccianti, abiti succinti e paillettati, guanti a rete e agghindamenti vari, né tantomeno mi riempirei i capelli di enormi ventagli e spray colorati. Sono disgustata da me stessa, ma per lavorare si fa anche questo...
«Salve a tutti, sono sempre io, Grimmel Faith Blend. Vi lascio nelle buone mani del vostro sindaco per il discorso di rito e per il video, a tra poco.» parlo sempre il meno possibile, senza esaltarmi come fanno solitamente i miei colleghi, ma devo stare attenta a quel che dico o rischio la pelle. Mi sembra sempre che tutta la routine delle Mietiture duri troppo: personalmente credo che tutto quel tirarla per le lunghe, la finta suspense, i sospiri prima di leggere il nome, siano tutte forme di tortura, per questo al termine del video taglio sempre corto.
«Coraggio ragazzi, facciamo una cosa veloce... estraiamo prima le ragazze.» tengo sempre le due bocce dei nomi vicine al microfono, così in un istante ho già pescato il bigliettino.
«Lilith Hughes.» leggo semplicemente il nome e attendo che la sua proprietaria si faccia avanti. E a farlo, quest’oggi, è una ragazza piuttosto bassa, magra, dai lunghi capelli ramati e con gli occhi azzurri, la cui espressione pare a metà fra il rassegnato e il compiaciuto. Non ho mai visto una tale espressione su qualcuno che si dirige verso morte quasi certa. E’ incredibile, davvero incredibile... come la reazione dei cittadini, che paiono tirare un sospiro di sollievo, come fossero un sol uomo. Ora però devo proseguire, avrò tempo in seguito per indagare sul carattere dei miei protetti.
«Qual è la tua età?» chiedo, solo perché devo farlo. Preferirei non conoscere l’età esatta dei bambini che mando a morire, così come preferirei non conoscere il loro nome, il loro aspetto...
«Ho quindici anni.» quindici. Decisamente troppo piccola. Anche se non si è mai abbastanza grandi per morire. Sento l’improvviso bisogno di accendermi una sigaretta!
«E ora il ragazzo.» estraggo il biglietto e leggo il nome dello sfortunato, Freud Picasso Neanderthal, il quale si fa avanti con andatura baldanzosa, salendo due gradini alla volta, mentre si passa una mano fra i capelli biondi già spettinati per conto loro, con un sorriso vagamente incrinato, da quella che suppongo sia paura, stampato sulle labbra. Quando mi raggiunge alza lo sguardo e incrocio i suoi occhi verde foresta, decisamente belli, degni del resto del viso, comunque: gli zigomi alti, la mandibola ben disegnata, il mento leggermente pronunciato, con una spolverata di barba bionda ad intaccare il pallore inusuale della sua pelle... non molto alto, forse, ma decisamente affascinante.
La reazione che il suo nome ha suscitato nei cittadini è decisamente opposta a quella della sua compagna di distretto: tutti paiono più che dispiaciuti, ma comunque nessuno è disposto ad offrirsi per salvarlo.
«Eccomi, sono Picasso e ho diciassette anni. Infiammerò i cuori della capitale e gelerò l’animo del presidente.» non sono sicura di aver capito bene la sua frase, so solo che alla parola “infiammerò” Lilith ha avuto come un tremito, dovuto a Dio solo sa cosa.
«Perfetto, stringetevi la mano e andiamo.»
Quando finalmente ci incamminiamo verso il Palazzo di Giustizia, posso fumarmi una sigaretta in santa pace. La recupero dalla borsetta, assieme all'accendino e quando lo faccio scattare la ragazza nuovamente ha una specie di brivido, che mi fa venire il dubbio che abbia qualche problema col fuoco...
«Che per caso me ne offrirebbe una?» mi chiede invece il ragazzo, guadagnandosi un’occhiataccia.
 
***
«Come vede, abbiamo la Piromane e l’Esiliato, finalmente.» esordisce Girolamo con tono allegro. Il presidente è ancora un po’ perplesso, ma i continui discorsi confortanti del suo cameriere lo stanno decisamente rassicurando.
«Conto sul fatto che daranno un discreto spettacolo, all'interno dei giochi.» dice quindi vedendo che Snow non proferisce parola.
«Lo spero davvero, amico mio, abbiamo decisamente bisogno di animare le folle annoiate di Capitol City... spero solo che non creeranno problemi, lo sai bene che il rischio c’è sempre.» risponde dunque Coriolanus, ancora poco convinto.
«Sappiamo bene entrambi come si tratta con i ribelli, dico bene mio signore?»
«Dici molto bene, Girolamo caro. Dici molto bene... ma per fortuna siamo giunti quasi alla fine, sono molto stanco.» la complicità fra i due è esorbitante, cosa che compiace molto entrambi. Feldman conosce già il significato di quelle parole, sa già cosa deve fare al termine delle Mietiture.
Lo schermo s’illumina per l’ultima volta a mostrare il distretto più povero di tutti...
 
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SOGNI SPEZZATI E ANIMI AFFINI – Distretto 12
Questo sarà l’ultimo anno in cui io, Jeanjaques Bill Foreman, accompagnerò i tributi agli Hunger Games. Non sembra, ma ho ormai una certa età e la pensione è finalmente vicina. Sono ben trent'anni che faccio l’accompagnatore, portando su e giù per vari distretti il mio look dark, fino ad approdare qui nel 12, a causa di una parola di troppo. Essere accompagnatori di questo distretto è un po’ la punizione che il presidente ama infliggere a chi non è impeccabile, ma non mi importa poi molto. Ammetto con orgoglio che, a discapito di ciò che si dice, gli ultimi tre anni sono stati i migliori, perché ho potuto sfogare tutto il mio sadismo su ragazzini veramente disagiati. Adoro il mio lavoro e so che mi dispiacerà andare in pensione...
So anche che non c’è nulla che posso fare per indorarmi la pillola, se non sfogarmi ancora di più quest’anno! Per questo faccio vedere per ben due volte il video che gli abitanti dei distretti odiano tanto, prima di dedicarmi al momento che preferisco: l’estrazione. Adoro le faccette preoccupate dei bambini, le espressioni terrorizzate degli sfortunati selezionati e il modo in cui tremano, pur cercando di sembrare forti per le telecamere... sono così adorabili!
«Carissimi, è il momento. Siete eccitati? Ma certo che lo siete! Questi sono gli Hunger Games, il miglior reality di tutti i tempi, ed è un onore farne parte...» so che loro detestano ogni sillaba che esce dalle mie labbra e la cosa mi compiace molto. Ma ancor di più mi eccita camminare con passi corti verso l’anfora che contiene i nomi femminili, vederli trattenere il fiato quando inserisco la mano nell'apertura e faccio scorrere le dita indecise fra i bigliettini, afferrare con deliberata lentezza uno di essi e tornare al microfono in tutta calma.
«Il Tributo femmina della trentasettesima edizione degli Hunger Games sarà...» e poi la suspense! Ah quella è la parte migliore di tutte in assoluto...
«Juliette Risked! Vieni avanti tesoro.» questa è bella! La ragazzina dai capelli biondi e gli occhi verdi che esce dalla massa, indossa quello che ha tutta l’aria di essere un abito da sposa. Interessante! La sua espressione è vagamente allarmata, come se pensasse al modo migliore per tenere nascosto qualcosa, ma la cosa più evidente è il mezzo mancamento che ha una volta giunta a metà strada, neanche si fosse accorta solo ora del vero problema. Eh sì, tesoro: il tuo matrimonio rasenta i record della capitale in quanto a brevità e tu stai camminando verso le fauci della belva! Come mi piace fare questi paragoni...
«Presentati cara...»
«Sono Julie, ho diciassette anni e... e non so davvero che altro dire.» il suo tono di voce è limpido e chiaro, certo non intaccato da timidezza, ma solo dal terrore. Lo percepisco nel suo viso pallido, da ragazzina benestante: non conosce di certo la fame, che è alla base dei giochi.
«Benissimo, allora passiamo al Tributo maschio.» accenno a compiere il consueto rito della passeggiata, ma una voce maschile mi blocca.
«Mi offro volontario!» un volontario eh? Maledetto lui, mi rovinerà i piani, già lo so...
«Vieni avanti, allora.» sì, non dovrei mostrarmi tanto irritato, non è professionale, ma che m’importa in fondo? Tanto l’anno prossimo sarò in pensione.
Il coraggioso volontario è un bel ragazzo decisamente alto, dalla pelle dorata, con i capelli castano-ramati e gli occhi di un curioso color ambra, davvero molto belli. Già, è pure bello porca miseria! Sale sul palco con l’aria di star facendo la cosa più normale del mondo, tenendo le mani in tasca e si sistema dietro al microfono tenendo lo sguardo fisso in un punto fra il pubblico. Dietro di se ha lasciato un silenzio innaturale, nessuno fiata.
«Sono Aleksander Grim, ho sedici anni e sono qui per fare del male.» comincio a rivalutare questo tizio: mi piace il suo modo di pensare, mi è affine. Potrei perfino contare su di lui per concludere col botto la mia carriera...
«Benissimo, allora stringetevi la mano e... andiamo a fare del male!»
 
***
Nel salone l’ambiente è finalmente un po’ più rilassato. La replica è finita e restano solo gli ultimi due Tributi da analizzare, dopo di che il presidente potrà concedersi un meritato riposo. C’è però un’ultima preoccupazione che lo attanaglia.
«Un altro volontario, Girolamo? Nel distretto che solitamente mi da più soddisfazioni, per giunta!»
«Avete ragione mio signore, ma guardate i lati positivi: il ragazzo sembra un concorrente promettente, è combattivo e sadico al punto giusto, ci darà delle soddisfazioni, ne sono certo; e la ragazza sembrerebbe la classica persona con una storia da raccontare, sicuramente contribuirà allo show e fornirà pane per i denti di Caesar...» continua a consolare il suo adorato presidente, Feldman, incurante di qualunque altra cosa, come se quel uomo fosse la sua unica ragione di vita...
«Sei stato fantastico Girolamo, davvero. Non ce l’avrei fatta ad affrontare tutto ciò senza di te! Non so davvero come ringraziarti...» il tono del quarantenne è sinceramente grato.
«Si figuri, signor presidente! E’ il mio lavoro, perché in fondo anche i presidenti hanno bisogno di essere confortati.»
«In questo caso, avresti voglia di fare un’ultima cosa per me?»
 
La camera da letto del presidente è una grande stanza quadrata, dominata da un mastodontico letto a baldacchino, in noce intarsiato. Le calde coperte di lana, finemente decorate in oro su fondo rosso, erano state scostate con cura, rendendo visibile uno spicchio di lenzuola di seta candida. Uno scaldino era stato posto in fondo al letto, all'altezza dei piedi del futuro occupante. Una tisana fumante, al mirtillo, stava posata sul comodino.
La cena di apertura era stata decisamente pesante, molte volte l’uomo era andato a vomitare le numerose portate, per far spazio alle successive e lo stomaco non era particolarmente d’accordo con questo stile di vita. Non era più un ragazzino, Coriolanus. Una sedia dallo schienale alto e dritto era posata accanto al letto e Girolamo vi stava seduto sopra, in attesa del suo presidente, con un libro posato sulle ginocchia.
«Tutto perfetto, come sempre, vedo.» alle parole di uno Snow già pronto, in tenuta da notte, il cameriere si alza e fa un breve inchino.
«Comodo, comodo. Quale lettura mi proponi, per questa sera?»
«Un classico intramontabile, mio signore. Harry Potter e il Calice di Fuoco. Il suo preferito della saga...» un sorriso a trentadue denti compare sul viso tirato del presidente. La giornata non avrebbe potuto concludersi in un modo migliore...
 
 


SPAZIO DELLA STRATEGA

Eccomi nuovamente qui, a concludere le Mietiture. Seguo anche io la routine, come i nostri amici accompagnatori e vi lascio un paio di avvisi. 
Anzitutto vi ringrazio di tutto per il seguito della storia, per i complimenti, per le risate che mi avete regalato con le recensioni e per la forza che mi date, anche su Facebook, mi sprona molto a continuare. Siete fantastici ^-^
Finita la parte romanticah passo alla parte in cui vi chiedo perdono per l'attesa, per gli errori che sicuramente ci saranno perché non ho voglia di rileggere a queste ore della notte, per le stupidaggini inserite (in primis Harry Potter) e per le licenze poetiche che mi sono presa su alcuni tributi. Spero davvero che tutti siano caratterizzati al meglio, secondo le schede (che ho letto davvero centinaia di volte, ma non si sa mai, qualcosa può sempre scappare).
Sarò felicissima se mi farete sapere che ne pensate, sia i possessori di tributi sia i lettori occasionali, che spero ci siano e che non siano annoiati dal meccanismo dell'interattiva...
Dico l'ultima cosa e poi vi lascio in pace, non so quando aggiornerò, perché è complicato seguire tutto e sto per iniziare a lavorare, per cui avrò pochissimo tempo. Spero di trovare presto il tempo di proseguire, ma in ogni caso non temete: l'interattiva non verrà abbandonata! Nel peggiore dei casi ci vorranno altri 8 mesi xD 
No beh... scherzo! Spero...
Ok, JD la Stratega vi amah!
A presto e... "possa la fortuna sempre essere a vostro favore" anche se non è questione di fortuna, è solo questione di tempo ^^

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