I'm in love with you and all these little things.

di Dangerous_ZM
(/viewuser.php?uid=620077)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piacere,mi chiamo NIENTE. ***
Capitolo 2: *** E' tempo ancora di divertirsi. ***
Capitolo 3: *** La mia unica fortuna sei tu. ***



Capitolo 1
*** Piacere,mi chiamo NIENTE. ***


Chapter one.

 
Vorrei volare anche io come la schiuma che con un soffio va via dalla mia mano,tirai un sospiro mettendomi comoda nella vasca piena d’acqua tiepida e di schiuma,mi faceva rilassare,togliere tutti i pensieri maligni dalla mente,svuotarla del tutto.
-Ti muovi ad uscire da questo maledetto bagno?-
Ecco qua,a portarmi sul pianeta Terra fu mio fratello James.
-Aspetta che ti fa bene-
Rispondo a mia volta appoggiandomi alla vasca,si sentì lui fuori dalla porta sbuffare e sorrisi,decisi di uscire dalla vasca,facendo attenzione a non scivolare e prendere qualche botta giusto ora,misi l’asciugamano intorno al mio corpo ancora pieno di schiuma e tolsi il tappo infondo alla vasca facendo scorrere l’acqua e tutta la schiuma facendo produrre un suono strano,girai la chiave nella porta e c’era lui ancora ad aspettare.
-Manco un bagno posso farmi in questa casa?-
Dico alterandomi neanche uscita da là e andandomene in camera mia sbattendo la porta in modo violento che rimbombò in tutto il corridoio.
Indossai il pantalone della tuta e la felpa di sopra,asciugai i capelli col phone e mi gettai sul letto a pancia in giù per poi voltarmi,il mio cellulare fra le mani,controllo nei messaggi,la casella era vuota,e ovviamente chi poteva cercare una come me?chi poteva mai volermi?un mostro come me meritava di invecchiare da sola ed essere dimenticata oppure ricordata come la ragazza più sfigata al mondo.
Non potevo uscire di casa,potevo solo per andare a scuola,ero stata messa in punizione,per aver preso un rapporto da parte della professoressa di spagnolo,mi faceva alterare e l’ho risposta,due settimane senza uscire e senza vedere nessuno,che bella cosa.
-La cena è pronta-
Era la frase detta da mamma,così mi alzai calzando le mie pantofole e scendere giù mettendomi a tavola,con la famiglia riunita,l’unica cosa che si sentiva era la televisione,nessuno parlava.
-Allora stai imparando qualcosa dalla tua punizione?-
Domandò papà rompendo il ghiaccio che si era formato in quella cucina,sospirai.
-Si-
Risposi fredda,altro che imparato non avevo manco cominciato a studiarla anzi a capirla,mi era passata la voglia di mangiare,mi spostai con la sedia e mi alzai.
-Dove credi di andare?non hai toccato nulla in quel piatto-
Mi rimproverò mamma.
-Mi è passata la fame,vado a dormire-
Rispondo salendo di sopra dirigendomi verso la mia camera,chiudendo la porta,ripresi il cellulare in mano e vidi un messaggio,forse qualcuno mi aveva cagata finalmente,visualizzo.
-Gentile cliente il suo credito sta finire…-
Non finisco di leggere che butto via il cellulare,non solo sembri un’animale in gabbia nessuno neanche mi considera,forse perché solo così vogliono che sia un animale intrappolato,ma fanculo tutto.
Mi buttai sul letto stropicciandomi gli occhi pensando a quanto fosse schifoso questo mondo con tutta la gente che c’è,tanto che presi dal cassetto del mio comodino accanto le cuffie le infilai nelle orecchie e agganciai al mio cellulare,mettendo della musica l’unica cosa che mi faceva stare di buon umore,ma anche loro la mia vita,la mia anima,una parte di me,quel gruppo di cinque ragazzi normali che si sono presentati ognuno per conti suoi ad X-Factor,e da lì cominciò tutto,la loro storia e la loro amicizia in una boy-band chiamata One Direction.
Mi hanno sempre preso in giro che io li ami e stimi con tutta me stessa,nessuno può capire che quando metto play alle loro canzoni tutto cambia,è come se fossero davvero dedicate a me e mi danno conforto,mi piaceva canticchiarle con loro mi dava la sensazione che fossero qua vicino a me a consolarmi.
 
‘I know you’ve never loved the sound of your voice on tape,
you never want to know how much you weight,
you still have squeeze into you jeans,
but you’re perfect to me.
I’ve just left these little things slip out of my mouth,
because it’s you,oh it’s you,it’s you,they add up to
and I’m in love with you and all these little things’
 
E facendomi trasportare dalla canzone mi addormentai beata pensando che un giorno di sicuro li avrei incontrati e ringraziati di esistere su questo pianeta,erano le undici quando di sopra salì mamma,era da un bel po’ che non mi sentiva e di solito avevo la musica col volume a mille e venne a controllarmi.
Mi trovò addormentata,non ci pensò due volte a togliermi le cuffie nelle orecchie,spegnere la musica e mettermi le coperte addosso,io quando dormivo non sentivo nulla,non me ne fregava di nulla.


 

Continua.

*Spazio Autrice*
Eccomi qua,il primo capitolo della mia nuova fanfiction,spero vi piaccia,lasciate una recensione ne sarei felice :')



 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** E' tempo ancora di divertirsi. ***


Chapter two.

 
Il sole stava inondando tutta la mia stanza dal balcone,cominciava a darmi fastidio e girarmi nel letto ogni poco,la sveglia cominciava a torturare i timpani delle mie orecchie tanto che stringermi il cuscino ad entrambi i lati,ma era impossibile.
-Ma non si può dormire la mattina?-
Guardai l’orario,erano appena le sette,mi lasciai cadere all’indietro sul letto sbuffando,si cominciava un altro inutile giorno,mi alzai da letto stiracchiandomi per bene sentendo maggior parte delle mie ossa scricchiolare,calzai le pantofole e andai in bagno,dove guardandomi allo specchio vidi delle occhiaie proprio sotto gli occhi,eppure dormivo,mi sciacquai la faccia con tanto di mani e tornai di là.
Cosa avrei indossato oggi? Di sicuro nulla di troppo visibile,sono una normale ragazza,così presi dal cassettone la mia maglietta a maniche corte bianca con scritto LOVE ME in nero e sopra con i brillantini,jeans stretti,amavo portarli così e poi le mie converse nere,mi guardai allo specchio,perfetto.
Quando vidi i miei capelli tutti arruffati,sbuffai e così presi la spazzola in bagno cominciando a pettinarli per bene e renderli lisci come prima,occhiaie andate viaa,mi passai del correttore sotto per toglierle,un po’ di matita intorno agli occhi e presi il mio labello per tenere le labbra morbide.
-Hai fatto?-
Domandò James appoggiandosi alla porta del mio bagno,sospirai.
-Si,devo mettermi la giacca-
Rispondo sorpassandolo prendendo la mia giacca tipo felpa varsity ma fatta a giacca leggera,eravamo in primavera,afferrai la mia borsa a tracolla appoggiandola sulla spalla e scendere dopo di lui.
-Buona scuola ragazzi-
Disse mamma dalla cucina,nessuno dei due rispose come sempre insomma,ci dirigemmo verso la scuola,incasinata come al solito,ma io dico avere diciotto anni e finirla del tutto?no eh?vi fareste male solo a pensarlo.
-Angelo mio-
Era la voce della mia Meg,che mi diede un bacio sulla guancia.
-Giorno anche a voi-
Ricambiando sia a lei che a Jay,mentre James si incamminò fino infondo raggiungendo il suo gruppetto di cannati,seriamente non erano normali e non capivo come facesse a uscirci.
-Dov’eri finita?Ieri ti ho cercata ovunque-
Mi disse subito Jay guardandomi,sospirai.
-Bene preparatevi a starvene in giro senza di me per tipo due settimane-
Rispondo alzando gli occhi al cielo,mi guardarono in modo strano.
-Aspetta come sarebbe due settimane?-
Ribatté subito Meg.
-Sono in punizione,hanno saputo del rapporto grazie ad una persona che non chiude mai la bocca,e non posso uscire di casa per due settimane,posso solo per venire a scuola o fare dei progetti che ci danno-
Mi sorrisero subito a quell’affermazione,non capivo.
-Sisi poi mi spiegherete forza andiamo-
Ribatto subito prendendole per il braccio portandole fino in classe,oggi non era così brutto l’orario,due ore di informatica quindi saremo andati in sala computer,un ora di geografia,un ora di narrativa cioè su Romeo e Giulietta chissà perché mi dicono fare sempre la parte di lei di sicuro per il mio nome,e infine educazione fisica e non avremo fatto nulla di certo.
-Non mi avete ancora spiegato quel sorrisetto di stamattina-
Dico stringendo bene la mano vicino alla cinta della borsa.
-Eh boh,era spontaneo-
E a ridere,loro erano poco normali e lo sapevo,così uscimmo di scuola,raggiunsi James e andammo via,tornando a casa.
-No non mangio nulla,meglio che mi tolgo i compiti di mezzo almeno posso stare col pensiero tranquillo di averli fatti una volta per tutte-
Rispondo entrando dentro.
-Io invece ho fame,chissà che c’è rimasto del pranzo-
Risponde James correndo verso la cucina,sospirai chiudendo la porta d’ingresso e andando di sopra,posando la borsa a terra e sedendomi alla scrivania,pc acceso già tutto fatto,misi la musica mi rilassava i nervi e afferrai i miei libri dallo scaffale,tenendo i capelli con una pinzetta mi misi subito all’opera.
Ore sette e mezzo,praticamente avevo finito ora di impararmi storia dell’arte,la testa cominciava ad uccidermi,il momento che mi stavo per accasciare sul letto arrivò un sassolino dritto sul vetro del balcone e così altri di seguito,mi alzai,aprendo entrambe le porte e mi affacciai.
-Cosa ci fate qua?-
Dico a bassa voce per non farmi sentire.
-Siamo venute a portarti via da qui-
Risponde Meg anche lei sottovoce.
-Ma cosa?siete impazzite?se mi beccano mi ammazzano-
Rispondo in preda alla paura che mi potrebbero aumentare i giorni di punizione.
-Dai,non ti vorrai perdere la festa in spiaggia?sarai una sfigata,tutti ci vanno,fai qualcosa,metti dei cuscini sotto alla coperta,muoviti-
Risponde subito Jay da furba,sospirai,avevano ragione non volevo passare la fine della sfigata che ha paura.
-Va bene,datemi dieci minuti-
E rientrai dentro,chiudendo la porta a chiave,così mettendomi all’opera dei vestiti,decisi di mettermi degli shorts,con sopra un top nero e bianco con le blazer nere.
Mi feci metà capelli mossi,matita intorno agli occhi e labello passato sulle labbra,tornai in camera,mettendomi addosso la mia giacca,prendendo poi i cuscini e mettendoli sotto la coperta,in modo che sembrassi io,riapro la porta e vidi passare James.
-Sentite non rompete che sto in camera a dormire,ho studiato troppo e sono stanca,buona notte-
Dico io guardandolo,senza che mi vedesse vestita in un altro modo.
-Fai come vuoi-
Risponde lui andandosene in camera,così chiusi la porta a chiave e mi dirigo verso il balcone,chiudendo le porte dietro di me,e così mi calai da là pian piano,oppure mi sarei rotta una gamba.
-Attenzione-
E feci un balzo giù,mi presero loro per farmi rialzare e corremmo via da là,più a metà strada camminavamo per poi arrivare in spiaggia.
Che confusione! Musica a tutto volume messo dal dj,quanti di loro che ballavano scatenandosi in pista,tutti ubriachi da come vedevo,ci avviammo al bar sedendoci,io girata a guardare la gente.
-Che prendete ragazze?-
Ci domandò il ragazzo che era in servizio dietro al bancone del bar.
-Tre bottiglie di birra-
Guardammo Meg che ci sorride,mi misi a ridere,che sarà mai una bottiglia di birra,e subito stappandole ce le diede,facemmo un brindisi e poi a bere.
-Le ragazzine come voi non dovrebbero essere a casa?-
Ci domandò d’un tratto qualcuno che si appoggiò al bancone,lo conoscevo?non credo proprio,coperto dal cappuccio e occhiali scuri.v -E tu chi saresti per dire quello che dovremmo fare?-
Risposi io,perché cominciava a darmi sui nervi.
-Nessuno,ma dico che qui è pieno di gente ubriaca e non ne vale la pena-
Facendo spallucce.
-Bene,non ti conosco nemmeno,anche delle ragazzine sanno divertirsi,un altro giro-
Dico al barista subito dopo due minuti,le ragazze a urlare,e noi a bere,fin quando non eravamo brille del tutto,e trovarci in pista a scatenarci,erano l’una quando cominciammo a riprenderci e girava tutto,le luci che giravano mi provocavano allucinazioni forti,non ci reggevamo in piedi.
-Oddio che serata,ma che ore sono?-
Domandò ad un tratto Jay.
-Hmm le undici,no le dieci,nono le nove,ci rinuncio-
Risponde buttando le braccia all’aria sedendosi giù sul gradino di una casa,era tutto così silenzioso per strada,controllai l’orario non riuscivo a capirci,ma vedevo che erano l’una di notte,sarei morta se non torno a casa.
-Devo andare,di sicuro avranno abboccato al trucco del cuscino,ed ho bisogno di un bagno caldo,puzzo d’alcool-
Dico io annusando la giacca,e i capelli?erano infestati di fumo.
-Sisi,andiamo anche noi vero Meg?-
Risponde Jay e lei annuì,così ci dividemmo,e tornarcene a casa,io dovetti scavalcare di nuovo,e chiudere il balcone,dovetti aprire pian piano la porta,e controllare che non ci sia nessuno per il corridoio,tutto silenzioso e così pian piano in punta di piedi mi dirigo verso la porta del bagno,quando di colpo la luce si accende e mi ritrovo più indietro mamma in vestaglia con le braccia incrociate.
-E tu?non eri a dormire?-
Domandò subito lei.
-Si..dovevo andare in bagno-
Rispondo girandomi verso di lei.
-E perché sei vestita così?-
Mi squadrò per bene,e ora che dicevo?
-Perché oggi pomeriggio dopo aver studiato volevo provare dei vestiti che avevo da parecchio tempo per vedere se mi entravano e mi sono addormentata vestita-
Non mi accorsi però che avevo le guance rosse,e l’odore di alcool stava invadendo tutto.
-Ma cos’è questa puzza?è alcool.-
Indietreggiai,lei si avvicinò annusando la giacca.
-Ma sei tu,altro che dormire-
Risponde lei guardandomi furiosa.
-Mamma posso spiegarti tutto-
Rispondo subito io impaurita,era ovvio,ora mi ammazzavano.
-E infatti domani faremo i conti signorina,ora va a lavarti-
E lei tornò in camera,ed io sbuffando entrai in bagno,dove là subito mi immersi nell’acqua tiepida e piena di bagno schiuma,pensando a questa serata,non è stata per niente brutta,anzi il contrario mi ero divertita come non mai,e soprattutto chi era quel tipo col cappuccio?che ne sapeva di quello che facevamo?quanti pensieri per la testa,sapevo solo che ero nei guai,in guai tanto seri,non sarei mai più uscita di casa questo è possibile,ma la mia voglia di divertirmi mi dice di violare ancora le regole.


 

Continua.

*Spazio Autrice*
Scusate il ritardo,ma ora il secondo capitolo è pronto per essere letto:) Lasciate una recensione,ne sarei felice se la seguiste c:



 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La mia unica fortuna sei tu. ***


Chapter three.

 
-Si ho capito,ma perché?un sacco di ragazze escono ed io devo stare chiusa in casa come un animale dentro una gabbia-
Rispondo sbuffando incrociando le braccia stando seduta sulla sedia in cucina.
-Non m’interessa,quando avrai capito cosa vuol dire RISPETTO per le persone che ti circondano là potrai fare qualsiasi cosa,e per prima cosa non osare mai più uscire per andare ad una festa in cui ci sono quelli più grandi di te,ci siamo capiti?-
Risponde subito papà alzando il tono della voce.
-Ma non è valido ed ora devo andare-
Rispondo andandomene prendendo la borsa e andandomene via,senza più sentirli nelle orecchie,rispetto,ma se loro il rispetto non ce l’hanno neanche per me come pensano che io lo abbia per loro?o per i professori?bell’idiozia.
Ero a metà strada per arrivare a scuola,quando mi sentivo praticamente inseguita,ma non c’era nessuno,mi voltai e mi ritrovai un ragazzo avanti,sbatto contro di lui.
-Ma cosa?tu sei quello della festa..-
Lo riconobbi a vista d’occhio,lui sfoggiò uno dei suoi sorrisi più belli che abbia mai visto,ma poi quelle fossette,mi sembrava di averle già viste.
-Si può sapere chi sei?e cosa vuoi da me?-
Rispondo fredda incrociando le braccia,attendendo una sua risposta,quando lui si tolse il cappuccio e gli occhiali il mondo mi stava per cadere addosso,il mio cuore prendere a battere a mille nel petto che quasi lo lasciava uscire e farlo rimbalzare ovunque,e le mie guance diventare rosse ma di un rosso davvero acceso.
-Ho fatto una figuraccia,me lo sarei immaginata-
Dico subito abbassando lo sguardo.
-Nah,trattami come una normale persona,perché è quello che sono,non trattarmi anche tu come uno famoso,voglio avere una vita normale come tutti-
Annuisco,alzando lo sguardo,il rosso stava scomparendo.
-Posso sapere il tuo nome bellissima?-
Disse lui subito sorridendo,quelle fossette,quegli occhi verdi,Harry era la morte mia.
-Ehm..sono Juliet-
Rispondo distogliendo lo sguardo dal suo,era troppo imbarazzante fissarlo a lungo.
-Allora Juliet..-
Prende lui il discorso.
-July può bastare-
Rispondo sorridendo,ricambiò.
-July,dove vai a quest’ora?-
Lo guardai incerta.
-A scuola,no?-
Rispondo ridendo,aveva fatto una faccia da idiota.
-Giusto..lascia perdere la mia idiozia,posso accompagnarti?magari ci conosciamo meglio-
Risponde lui facendo finta di non aver fatto nessuna figuraccia,mi misi a ridere,annuendo,non potevo ancora crederci,io Juliet Roberts,una comune ragazzina di 16 anni che parla per strada col suo idolo in carne ed ossa,potevo morire felice.
-Okay traguardo raggiunto..non posso andare oltre per ora,sai com’è-
Disse lui facendo un passo indietro,annuisco.
-Sisi,capisco perfettamente,beh io devo entrare-
Facendo per andare dentro,ma lui mi fermò afferrando il mio polso e facendomi girare.
-Ci rivedremo?-
Domandò lui guardandomi.
-Non credo così facilmente,sai mi è stata privata la libertà dai miei genitori per due settimane-
Rispondo facendo spallucce,che figuraccia numero tre.
-Ma comunque,mi farebbe piacere sentirti di nuovo,dammi il tuo braccio-
Lui lo allungò,io gli alzai la maglia e con la penna gli scrissi praticamente il mio numero di cellulare,per poi dargli un bacio sulla guancia,lui mi sorrise abbassandosi la maglia della felpa,così entrai e mi recai anche io in classe con tutto il resto,e sedermi vicino a Meg.
-Ti hanno beccata?-
Dice lei aprendo subito il discorso della festa.
-Già,mia mamma-
Rispondo mettendo la borsa sul banco appoggiando la schiena allo schienale della sedia.
-Non solo a te,ho avuto una di quelle stonature a prima mattina,e non puoi permetterti di uscire senza permesso,di puzzare d’alcool e di bere,hai solo sedici anni..e blah blah-
Risponde Jay da dietro facendo la voce di suo padre,scappammo a ridere,spiegazioni alquanto noiose,oggi non facevano che parlare,parlare,parlare,che quasi mi sembrava ci sia papà al loro posto,ma una volta che chiudessero la bocca,mai?.
Quando a farmi tornare con la testa sulla Terra fu il cellulare che mi vibrò sul banco,vidi un messaggio di un numero che non conoscevo,visualizzo.
-‘Il tuo sorriso è indescrivibile,ne ho visti di stupendi ma il tuo è la perfezione’-
E ora chi era?uno stalker?non ci pensai due volte a rispondergli.
-‘Grazie..ma posso sapere chi sei?’-
Speravo a che non fosse un maniaco perché ero fottuta per le belle,quando il cellulare riprese a vibrare.
-‘Il ragazzo di questa mattina,ricordi?’-
Sorrisi,l’idiozia di Harry andava oltre al solito.
-‘Scusami Harry,mi ero dimenticata che fossi tu’-
Era riuscito a riportarmi con la testa fra tutti quanti,era un ragazzo dal cuore d’oro,altro che puttaniere o cose del genere che osavano dargli degli stupidi paparazzi che non lo conoscevano neanche bene,esco fuori con Meg e Jay,fino a davanti al cancello,quando passò una macchina nera,si abbassò il finestrino.
-La signorina ha bisogno di un passaggio?-
Intravidi Harry.
-Mi farebbe piacere,ma vado a piedi non preoccuparti-
Rispondo sorridendo alla sua affermazione.
-Insisto,tanto non mangio nessuno-
Sospirai.
-Va bene-
Rispondo per poi girarmi verso le ragazze che mi guardarono perplesse,così feci loro spallucce ed andai verso la macchina,salendoci sopra e lui andò via,si tolse il cappuccio ma tenendo gli occhiali da sole.
-Perché porti sempre il cappuccio?-
Gli domandò guardandolo.
-Perché è un periodo piuttosto scomodo,e insomma i paparazzi stanno ovunque e non voglio farmi riconoscere-
Risponde lui per poi alzarsi gli occhiali scuri e metterli sul suo capo tra i suoi capelli.
-E funziona,non ti avevo per niente riconosciuto-
Rispondo ridendo.
-Approposito ci vai forte alle feste per essere una ragazzina-
Mi guardò sorridendo.
-Già,peccato che abbia avuto delle lamentele da parte dei miei,ho solo 16 anni,è tempo che io mi diverta non credi?-
Rispondo guardandolo,lui annuì.
-Ti capisco perfettamente,anche io alla tua età avevo mia mamma che mi stava appiccicata addosso,neanche con le ragazze riuscivo a parlare che lei era da quelle parti,sembrava un agente dell’FBI-
Scappai a ridere,e anche lui con me.
-Dico sul serio,non ridere di me-
Gli avevo già indicato casa mia,e ci arrivammo,dovevano solo vedermi qua dentro ed era la fine.
-Quella è casa tua?-
Domandò indicandola ed io annuì,per poi guardarlo.
-Beh,allora ci si vede in giro-
Riprese lui il discorso tenendo una mano ferma sul volante.
-Sisi certo-
Rispondo sorridendo quando poi stavo mentendo non potevo per niente uscire,figuriamoci se sapevano che se sarei uscita con qualche ragazzo,mi avrebbero messa direttamente in carcere,scesi prendendo la borsa e avviandomi verso l’ingresso,salutai Harry girandomi e lui ricambiò suonando il clacson,rientrai dentro,nessuno diceva niente meglio così,scappai di sopra e andai in camera.
-Sei qua?- ecco la voce di James portarmi alla realtà.
-Che hai perso?- dico scendendo giù accorciandomi le maniche della maglietta.
-Calma bellina,volevo dirti se volevi venire stasera al Luna Park con me e i miei amici,visto che stai con me credo che ti lasceranno venire mamma e papà-
Disse subito lui mettendo le mani in tasca,mi misi a ridere.
-Con quegli idioti dei tuoi amici?Scordatelo-
Rispondo cambiando espressione,quando il cellulare nella mia tasca mi vibrò,lo afferrai e visualizzai il messaggio.
-‘Certo che mi manchi subito tu,quando possiamo rivederci?’-
Era il numero di Harry,me lo ricordavo e sorrisi.
-E va bene,ci vengo-
Dico per poi andarmene di sopra.
-Non è che perché mi stai facendo un favore,ma perché mi fai pena vederti chiusa qua dentro- risponde lui dalla sua camera.
-Per tutto sto tempo che ti ho chiesto di venire con te,ora ti faccio pena?potevi trovartela meglio la scusa-
Rispondo chiudendo la porta di camera mia e mi buttai sul letto col cellulare in mano rispondendo al suo messaggio.
-‘Che ne dici di questa sera alle otto al Luna Park?’-
Rispondo subito,avrò sbagliato qualche parola ma fa niente era comunque leggibile,mi passai una mano tra i capelli sospirando,subito il cellulare vibrò,visualizzo il messaggio.
-‘Impegno preso allora,ci si vede stasera bambola’-
A quell’affermazione arrossisco di colpo in faccia,girandomi e premendo il viso sul materasso e cacciare un urlo che per fortuna non sentì nessuno,ecco che subito mi ritrovo seduta pensando a cosa avrei indossato stasera,mi alzai e apro l’armadio,comincio a tirare tutto all’aria.
-Juliet-
Ed ecco la voce di mia mamma di mia mamma arrivare dalla porta,e la mia camera che sembrava un campo di battaglia.
-Cos’è successo in questa camera?è passata una mandria di bufali?-
Riprese a parlare,entrando in camera.
-Stavo..facendo pulizie nell’armadio-
Lei mi guardò.
-Buttando tutti i vestiti puliti così?ti do tre secondi per rimettere tutto in ordine o non sai che ti succede-
E se ne andò via,sbuffai riordinando tutto per bene.
Cosa c’era di peggio?a me Harry piaceva più di ogni altra cosa e non mi avrebbero permesso di stare con uno più grande di me,soprattutto di tre anni,ma quando si tratta di lui,tutto cambia,anche il mio stato d’animo,da fredda ed egoista a dolce e timida,mi fa sentire più che bene e non sopporterei stare lontana da lui di nuovo,la fortuna comincia ad essere dalla mia parte…lo spero.


 

Continua.

*Spazio Autrice*
Spero possiate perdonare il mio lunghissimo ritardo:c Ma l'ho messo,mi farò perdonare,lasciate una recensione se volete,gnaw



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2515312