Demoni e incubi

di kamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Occhiali ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Libro ***
Capitolo 3: *** cap.3 biblioteca e cellulare ***
Capitolo 4: *** Cap.4 stringa e mano ***
Capitolo 5: *** cap.5 palestra ***
Capitolo 6: *** cap.6 Cancellino ***
Capitolo 7: *** cap.7 Mensa ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Lavagna ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Aula ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Laboratorio ***



Capitolo 1
*** Cap.1 Occhiali ***


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INCONTRO

Occhiali

Libro

biblioteca

Cellulare

Stringa

mano

Progressi: 1/6


Il potere delle emozioni


Cap.1 Occhiali


Muraki si tirò su gli occhiali sul naso, sorrise piegando in avanti il capo e la frangia argentea frusciò facendo intravedere l'occhio dalla pupilla sottile. Allungò la mano stringendo il mento di Hisoka, i capelli di donna ricoperti di sigilli grandi un'unghia premettero sulla pelle candida del ragazzino tagliandola. Hisoka aprì la bocca, socchiuse gli occhi e ringhiò.
"Muraki" sibilò.
Muraki sospirò, si sfilò gli occhiali con la mano libera e avvicinò il volto a quello del ragazzino.
"Sei di nuovo tra me e Tsuzuki, ragazzino" disse.
Hisoka dimenò il bacino, i capelli gli tagliarono la pelle dei fianchi lasciata scoperta dalla maglia e sentì i legacci sfregare contro le caviglia. Sputò saliva e sangue colpendo la lente degli occhiali di Muraki. Il dottore sollevò gli occhiali, sospirò e li pulì sul camice.
"Non so cosa fare con te. Prima ho dovuto domarti e maledirti, poi ucciderti e tormentarti come shinigami. E ancora appari nei momenti meno opportuni".
Infilò gli occhiali e attirò a sé il volto di Hisoka, i capelli segarono il collo del ragazzo facendo colare sangue sulla maglia e sui capelli che gli stringevano il petto.
"Credo dovrò farti ripassare la lezione" sibilò.
Hisoka vide il brillio degli occhiali nel dottore, sentì una sensazione di calore al cavallo dei pantaloni e tremò.
< Il suo desiderio per me... la sua ossessione per Tsuzuki... i suoi sentimenti... > pensò.
Piegò il capo all'indietro, dimenò le braccia e i fili gli tagliarono i polsi. Vide la lente dell'occhiale del dottore brillare e sentì delle fitte.
< Tutto questo... è come si riflettesse nei vetri dei suoi occhiali invece che nella sua anima > si disse.
Vide nero e la testa gli ricadde di lato, il respiro si regolò e il corpo si rilassò.


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Capitolo 2
*** Cap.2 Libro ***


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INCONTRO

Occhiali

Libro

biblioteca

Cellulare

Stringa

mano

Progressi: 2/6


Il potere delle emozioni

Cap.2 Libro


Hisoka ansimò, barcollò e poggiò il braccio sulla parete al suo fianco. Vide il pavimento sotto di sé doppio, gocce di sangue ticchettavano sulle mattonelle cadendo dai bordi sfilacciati dei jeans. Sentì le ginocchia tremare, continuò a camminare lasciando una scia cremisi sulla parete, il petto gli diede una serie di fitte.Allungò la mano verso la maniglia della porta, l'aprì e cadde in avanti battendo il capo. Poggiò la mano in terra, fece leva e le scie di sangue che colavano dalle ferite sulle braccia macchiarono il pavimento. Alzò il capo socchiudendo gli occhi smeraldo, intravide il retro del collo e la chioma argentea di Muraki oltre lo schienale della sedia.

"Muraki" sibilò Hisoka.

Muraki fece ruotare la sedia, abbassò il capo osservando il ragazzo e chiuse il libro che aveva sulle gambe.

"Vedo che hai ripreso conoscenza, ragazzino".

Sorrise, scosse il capo e socchiuse l'occhio umano.

"Ma non facoltà di fuggire, se appena sciolto dai capelli sei corso da me" disse.

Hisoka ansimò, si tirò in ginocchio e dagli strappi nella maglia colò del sangue vermiglio. Deglutì, poggiò la pianta del piede in terra sentendo delle fitte alle ginocchia sanguinandi.

"Cosa vuoi fare, sta volta?" ringhiò.

Muraki si passò una mano tra i capelli, sospirò.

"Non capisco perché tutto questo accanimento nei miei confronti" si lamentò.

Si sporse in avanti, il libro cadde dalle sue pagine aprendosi e Muraki sogghignò.

"Non mi è parso che la mia ospitalità ti dispiacesse" sussurrò.

Hisoka sentì una sensazione di calore invaderlo, arrossì annaspando e percepì il basso ventre pulsare.

 

Muraki gli divaricò maggiormente le gambe, gli strinse la coscia destra e si piegò su di lui.

"Voglio sentirti gridare il mio nome, bambolina" mormorò.

 

Hisoka ansimò, voltò il capo e spalancò gli occhi vedendo un pentagono con dentro una stella sulle pagine del libro aperto.

"Tu ... demoni ... cosa ... " balbettò.

Muraki si piegò, raccolse il libro e lo chiuse. Si alzò, raggiunse Hisoka e gli sollevò il mento.

"Non c'è che dire, sei sempre il solito impiccione" sibilò.

Hisoka ricadde all'indietro con gli occhi vitrei, Muraki gli si stese sopra e gli baciò la guancia.

"Non ti hanno insegnato che i libri degli adulti sono solo degli adulti, ragazzino?" chiese.

Passò la mano sul fianco di Hisoka e sogghignò facendo brillare l'iride inumana.

"Credo che anche sta volta dovrò farti dimenticare tutto. Non vogliamo rivelare al signor Tsuzuki cosa c'era scritto nel mio libro, vero?" sussurrò.

Premette la mano sulla fronte di Hisoka e sentì il ragazzino urlare. Lo lasciò, si alzò in piedi e tornò alla scrivania. Prese il libro, sorrise e sospirò.

"Sarà per la prossima volta" mormorò.

Svanì in un soffio di vento azzurro-grigiastro.



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Capitolo 3
*** cap.3 biblioteca e cellulare ***


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Occhiali

Libro

biblioteca

Cellulare

Stringa

mano

Progressi: 4/6


Il potere delle emozioni



Cap.3 I° parte Biblioteca


Tsuzuki si voltò a destra e a sinistra, strinse i denti e socchiuse gli occhi. Osservò la porta e si appoggiò alla colonna, strinse l'impermeabile con una mano e con l'altra uscì un foglio con un sigillo. Il suo corpo era invisibile e i capelli gli aderivano al viso. Si girò di scatto e fece un paio di passi lungo il corridoio. Vide una porta aperta ed entrò. Guardò a destra e avanzò. Guardò dei fogli di libro spiegazzati sul pavimento, gli passò di lato e superò una sedia antica in legno di mogano. Sollevò lo sguardo, vide le decorazioni a forma di rosa della balaustra del secondo piano. Sentì uno squittio, si voltò dall'altro lato di scatto e vide un topo appeso a un lampadario di cristallo. La luce della luna rossastra entrava dal vetro della finestra.
"E' una libreria" sussurrò.
Si avvicinò al ripiano dei libri, guardò i primi due gialli, un terzo rosso e un quarto di volume triplo rispetto ai precedenti di stazza uguale al suo capo.

Cap.3 II° parte Cellulare

Il suono del cellulare che squillava riempì l'intera stanza rimbombando. Tsuzuki si aprì l'impermeabile nero, tolse il cellulare dalla prima tasca interna e lo avvicinò all'orecchio. Premette il pulsante verde e socchiuse gli occhi.
"Pronto?"domandò.
"E' un piacere sentirla di nuovo .. signor Tsuzuki" disse la voce di Muraki dall'altro lato dell'apparecchio.
"Muraki!" gridò il castano.
Avanzò fino a una scrivania e il respiro gli si fece irregolare.
"Oh ... mi ha riconosciuto?" chiese Muraki.
La risata suonò metallica attraverso il cellulare, si udirono una serie di fruscii.
"Si sarà sicuramente accorto che il ragazzino non è in zona".
"Mi dica dov'è Hisoka, ora!" ordinò Tsuzuki.
Una boccetta d'inchiostro sulla scrivania esplose, i frammenti di vetro si sparpagliarono su delle carpette ingiallite e il calamaio fu ricoperto della sostanza nerastra.
"Lei è sempre così irruento. Finirà con il ferire qualcuno" disse Muraki.
Il tono calmo assunse una tonalità roca attraverso il cellulare, si sentirono il suono di passi.
"Mi sto occupando io della nostra ... piccola bambola". Continuò.
Si udì il cigolio di una porta seguito da dei mugolii.
"Se vuole recarsi nel ristorante dove abbiamo cenato la prima volta, potremmo parlarne lì".
"Non osare fare del male a His ..." ribatté Tsuzuki.
Si sentì il click del telefono e lo shinigami si zittì. Strinse le labbra fino a farle sbiancare, si girò e si rimise in marcia verso l'uscita.
-La vedremo, Muraki- pensò.

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Capitolo 4
*** Cap.4 stringa e mano ***


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Occhiali

Libro

biblioteca

Cellulare

Stringa

mano

Progressi: 6/6


Il potere delle emozioni




Cap.4 I° parte Stringa

Hisoka mugolò, sentì la testa girare e batté le palpebre. Vide qualcosa di sfocato davanti a sé, deglutì sentendo una sensazione di pesantezza all'altezza del petto.
"Tsu ... zu ... ki ... " sussurrò.
Il più grande gemette, le mani gli fumavano, si spostò di lato evitando una cesta colma di lattughe con due carote e il materasso di metallo dietro la schiena del giovane prigioniero cigolò tremando.
"Un attimo" mormorò-
Hisoka scosse il capo, sentì la gola pizzicare e batté le palpebre.
"Tsuzuki! Idiota, è una trappola! Perché diamine sei di nuovo venuto!" strillò.
Deglutì, sentì le dita del maggiore sfiorargli la pelle e s'immobilizzò.
"E non toccarmi! Non toccarmi!".
Tsuzuki afferrò i lacci che tenevano bloccata una mano del ragazzo, una scarica elettrica lo attraverso e la mano gli andò a fuoco. Il castano strinse i denti e l'energia proveniente dal laccio accanto lo sbalzò indietro. Sgranò gli occhi color ametista, sbatté con la schiena contro il tavolo e il tritacarne sbatté contro l'angolo dell'altro mobiletto e atterrò sul pavimento di legno con un tonfo. Hisoka sgranò gli occhi, sentì la propria mano bruciare e il suo corpo tremò.
"Tsuzuki! Un giorno capirai cosa vuol dire 'Non toccarmi'?!" gridò.
Ansimò, le guance erano arrossate e il collo gli gocciolava. Mosse la mano libera e si tolse i legacci attorno al collo e alle braccia. Si piegò, tolse quelli alle gambe e cadde in terra. Gattonò in avanti passando di fianco ad un cesto di verdura, sentì una serie di fitte e ricadde sdraiato.
"Hisoka" chiamò Tsuzuki e la voce gli tremò.
Si strinse il polso della mano per metà rigenerata e avanzò rimanendo arcuato in avanti. Si piegò in avanti flettendo le ginocchia e gli sfiorò la schiena. Una fiammata lo colpì al fianco e lo fece volare di lato, rovesciò un ceppo di legno con sopra due mannaie, gemette rompendo un vaso con la testa, il piatto soprastante e il contenuto si rovesciarono in terra, colpì con la schiena un sacco pieno di ceci sentendo le ossa della spina dorsale scricchiolare e con la spalla rovesciò un secchio pieno di zuppa che gli finì sul capo. Il liquido gociolò lungo la sua faccia e i capelli gli aderirono unti e gocciolanti al viso.
"Non erano i lacci" biascicò.

Cap.4 II° parte Libro

Si sentì un battito di mani, Hisoka alzò il capo e ringhiò.
"Muraki!".
Il dottore avanzò, teneva un libro sottobraccio e la frangia argentea gli copriva un'occhio.
"Meraviglioso ... il vostro modo di cadere in trappola è senza eguali".
Tsuzuki si diede la spinta con un colpo di reni mettendosi seduto.
"Non avvicinarti al mio collega!" ordinò.
Muraki porse la mano verso Hisoka, sorrise e l'occhio inumano brillò.
"Vieni con me, piccola bambola".
Gli occhi smeraldo di Hisoka divennero vitrei, allungò la mano e afferrò quella del dottore. Muraki lo tirò su e lo strinse a sé, gli avvolse la vita con un braccio e sorrise.
"Il nostro piccolo non riesce davvero ad allontanarsi da me, non crede, signor Tsuzuki?".
Tsuzuki saltò in piedi, attivò i suoi poteri e un cerchio di fuoco si alzò intorno a lui. Alzò il capo e recitò la formula. La gigantesca fenice rossa aprì le ali, i vetri dei barattoli di confettura, di cetriolini e di ciliegie andarono in pezzi e la creatura si abbaté contro Muraki. Muraki avvolse Hisoka con l'impermeabile bianco, saltò evitando la fiammata e atterrò su una mensola, una serie di barattoli di ferro esplosero.
"La capacità di sentire le emozioni è importante, nelle persone, signor Tsuzuki. Ma sa cos'è ancora più importante?" chiese.
Balzò evitando un'altra fiammata e i capelli gli mulinarono alle spalle.
"Farle materializzare in poteri in grado di uccidere!".
La fenice stridette, girò il capo e dimenò le code infuocate, cercò di beccare l'avversario. Tsuzuki evocò anche la tigre che cercò di tagliare a metà l'avversario con gli artigli. Il tetto iniziò a tremare, alcune scafflature caddero a terra, i cocci di legno e ceramica si sparpagliarono sulle verdure appoggiate sul pavimento. Due salami caddero a terra e un frigorifero si rovescio con un tonfo rompendo alcune assi. Ovattate dai piani superiori arrivano le grida dei proprietari del ristorante. Muraki evitò l'artigliata spostandosi di lato, saltò sulla credenza che tremò sotto di lui e strinse Hisoka.
"Se continua così ucciderà non solo le persone qui dentro, ma anche il prezioso patner che vuole proteggere" disse il dottore.
Afferrò con la mano destra il volto di Hisoka, lo baciò e il corpo del ragazzino brillò di rosso. La maglia bruciò scoprendo il simbolo demoniaco che gli ricopriva la pelle. Muraki si rizzò, balzò in terra e porse la mano a Tsuzuki.
"Venga con me, o lasci che tutto bruci a causa sua".
"Che cosa gli sta facendo?" urlò il castano.
La fenice scomparve in una fiammata e la trigre cercò di mordere il dottore. Muraki balzò evitando il morso, salì su una panca accanto ad un sacco di farina rovesciato e strinse Hisoka. Tese maggiormente la mano, sospirò.
"Allora non ha ascoltato la mia spiegazione".
Scosse il capo, l'occhio dalla pupilla sottile brillò sotto la frangia.
"Non importa. Venga, o queste persone e il ragazzino moriranno. E sarà colpa sua".
"Cosa mi assicura che non gli farai del male?" domandò Tsuzuki.
Evitò un secchio di cipolle, dei cavoli erano arsi e dei sacchetti vicino a lui presero fuoco. Muraki socchiuse gli occhi sogghignando.
"Perché ci sarà anche lei, naturalmente".
Il tetto tremò e dei calcinacci caddero in terra, il crepitio delle fiamme fu superato dalle urla. Muraki si piegò, allungò la mano.
"Allora?".
Tsuzuki strinse gli occhi e allungò la mano verso Muraki. Muraki l'afferrò, gli strinse la mano e lo attirò a sé accanto al corpo di Hisoka. I tre svanirono in un turbine azzurrino.


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Capitolo 5
*** cap.5 palestra ***


Cap.5

Palestra

Tsuzuki sbatté un paio di volte gli occhi, il capo gli doleva e sentiva un pulsare all'altezza delle tempie. Allargò le gambe, quella destra gli diede una fitta e sentì un dolore raschiargli il petto. Si diede la spinta e si alzò seduto, della polvere grigiastra gli cadde dai capelli castani e si grattò la testa. Rotolò di fianco e gattonò in avanti, schivò i vetri delle finestre spaccati. Vide dei palloni da basket dentro un contenitore di metallo, alzò lo sguardo seguendo un fascio di luce e vide delle finestre. Socchiuse gli occhi e intravide delle barriere semi-trasparenti tendenti all'azzurro.

-Sigilli- pensò.

Si mise in ginocchio, appoggiò le mani a terra e si diede la spinta con un colpo di reni. Guardò i muri a cui mancavano pezzi d'intonaco ingrigiti e segnati da fori di proiettili. Allungò la mano e sentì una fitta, tolse la mano e intravide un sigillo violaceo. Si voltò e sgranò gli occhi, le iridi ametista gli si schiarirono.

"Hisoka!" gridò.

Si mise a correre e raggiunse il corpo del ragazzino riverso sul tabellone di un canestro da basket spezzato. Si chinò e lo abbracciò, il corpo era nudo e sulla pelle pallida risaltavano i sigilli brillanti di luce rossa. Appoggiò il biondo al suo petto e lo scosse.

"Svegliati, ragazzino" mormorò.

Gli accarezzò la guancia tenendolo stretto a sé e si voltò. Si rizzò e si mise a correre, schivò  dei tubi, pezzi d'intonaco anneriti, una porta dal calcio semidistrutta e un altro contenitore di ferro con dentro dei palloni. Un paio di tubi erano storti e uno ricurvo era ripiegato su se stesso. Tsuzuki raggiunse la porta e cercò di abbatterla con un calcio, fu sbalzato indietro dalla barriera, fece una capriola in aria tenendo il giovane e atterrò acquattato. Hisoka mugolò, batté le palpebre e alzò il capo.

"Tsuzuki" sussurrò.

Sentì delle fitte alla testa, i muscoli gli pulsavano e percepì l'aria mancare.

< E' spaventato perché siamo rinchiusi > pensò.

Tsuzuki socchiuse gli occhi, strinse più forte Hisoka con un braccio e si passò la mano sopra e sotto i vestiti.

-Non ho le carte con i sigilli, non posso evocare gli shikigami - pensò.

Hisoka ansimò, strinse le gambe al petto e i sigilli brillarono.

 

Tsuzuki corse in avanti, batté contro una superficie dura e si voltò verso destra. Corse fino a trovarsi davanti un'altra parete, si voltò e vide un muro venirgli incontro. Corse all'indietro e un'onda rosso cremisi si formò dal pavimento. Tsuzuki premette le spalle contro il muro dietro di sé e le mani contro le pareti ai lati.

"Sei in trappola, demone" disse Muraki.

 

Hisoka urlò, il sigillo rosso brillò più forte e il terreno tremò.

"E adesso che cosa succede?" ringhiò Tsuzuki.

Saltò di lato evitando un pezzo di soffitto, le casse con i palloni si rovesciarono e questi rotolarono seminandosi sul pavimento. Hisoka smise di urlare, si portò le mani alla tempia e il sigillo brillò avvolgendolo in una luce rossastra. Ringhiò sfregando i denti tra loro.

 

Tsuzuki mostrò i denti appuntiti, le lunghe unghie delle mani gocciolavano sangue e gli occhi ametista avevano la pupilla da serpente.

"Ora basta!" urlò.

Una serie di fiamme nere e rosse si sollevarono intorno a lui avvolgendo il luogo.

 

Il sigillo prese a bruciare e Hisoka poggiò le mani sul petto di Tsuzuki. Le dita del ragazzino brillanti di rosso presero fuoco, lui spinse Tsuzuki e cadde in terra rotolando. Lo shiningami più grande gridò, sgranò gli occhi e si colpì ripetutamente il petto con le mani. La maglietta e l'impermeabile bruciavano e la pelle gli si annerì. Rotolò sul pavimento urlando e riuscì a spegnerle. Ansimò, strinse le labbra e chiuse gli occhi, il volto era sudato. Il battito cardiaco gli accelerò, rabbrividì e strinse i pugni. Gattonò in avanti, strisciò fino a Hisoka e gli mise

una mano sulla spalla.

"Svegliati collega, anche tu sei tutta la mia famiglia" mormorò con voce tremante.

Hisoka gli schiaffeggiò il braccio, ansimò e deglutì.

"Le tue ... emozioni" sussurrò.

Scosse il capo, la luce del sigillò si attenuò.

"Muraki deve aver fatto qualcosa".

"Mi stai facendo morire di paura moccioso, cosa ti senti?" domandò il più grande.

Si sporse e gli sistemò una ciocca di capelli sudati dietro l'orecchio accarezzandogli la fronte con il pollice. Hisoka tremò, si strinse le braccia con le mani e indietreggiò strusciando sul pavimento della palestra. Passò accanto ad un pallone da basket in terra vicino a dei calcinacci, deglutì.

 

Tsuzuki si portò le mani ai capelli, scosse il capo chiudendo gli occhi.

"Non riesco ad aiutare nessuno, non riesco a salvare nessuno" disse.

Si rannicchiò su se stesso, la pelle pallida del corpo nudo brillava leggermente.

"Rimarrò di nuovo da solo ...".

 

Il sigillo sul corpo di Hisoka brillò forte e una serie di fulmini colpirono il pavimento, uno dei canestri ricadde in avanti abbattendosi sul terreno con un tonfo.

"Non riesco a controllarlo! Appena provo qualcosa ... si manifesta!" strillò Hisoka.

Tsuzuki indietreggiò, deglutì e abbassò il capo.

"Noto" sussurrò.

Si lasciò cadere seduto, si grattò il petto quasi del tutto rigenerato e fece un sorriso storto.

"Tranquillo però, ti porterò via da questa palestra. Che tra l'altro hai quasi del tutto distrutto, ragazzino" mormorò.

 

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Capitolo 6
*** cap.6 Cancellino ***


Cap.6 Cancellino

Muraki sorrise, osservò Tsuzuki in terra e si alzò.
"A quanto pare i miei narcotici hanno effetto duraturo perfino sui demoni" disse.
Scese le scale che passavano tra le due file di banchi raggiungendo la lavagna. Prese un gesso, premette la punta sulla superficie.
< Mi dispiace dover tenere separate due così belle bambole, ma il ragazzino dovrà aspettarmi in mensa mentre mi occupo del signor Tsuzuki > pensò.
Graffiò con il gesso la lavagna producendo un suono stridulo. Tsuzuki gemette, allungò il braccio e strusciò con il bacino sul pavimento. Gemette, la guancia gli aderiva al pavimento e un rivolo di sudore gli scese lungo la pelle pallida. Socchiuse un occhio e l'iridi ametista divenne vitrea come vetro. Osservò il piede oltre delle basi di banchi e si leccò le labbra.
"C ... chi ..." biascicò.
"Non mi riconosce, signor Tsuzuki?" chiese Muraki.
Poggiò il gesso sulla lavagna, afferrò il cancellino e lo strinse. Osservò il gesso residuo macchiargli le dita pallide, strinse le labbra e sorrise alzando il capo. Tsuzuki alzò di scatto la testa, appoggiò una mano a terra e si diede la spinta per alzarsi. Le gambe gli formicolarono, il braccio cedette e ricadde a terra con un tonfo. La vista gli si annebbiò e vide la visuale farsi sfocata.
"E' ora quale idea folle ti è venuta? Dov'è Hisoka?" domandò.
Muraki sospirò, si poggiò alla cattedra.
"La prego, non sia così duro con me. E' stato faticoso spostare lei e il ragazzino in due stanze separate, dopo quel che avete combinato nella palestra".
Poggiò il cancellino sulla cattedra accanto ad un libro.
"Vede, lei è senza ombra di dubbio un demone, visto il colore insolito dei suoi occhi. Ma non è l'unico, signor Tsuzuki".
Tsuzuki sentì le braccia intorpidite, alzò il capo e ansimò, avvertiva un ronzio nelle orecchie e sentì salire un senso di nausea. Si leccò le labbra sentendole secche.
"Io sono umano, gliel'ho già detto" biascicò.
Muraki scosse il capo, si tolse gli occhiali e li pulì sul camice bianco. Li infilò, si tolse il ciuffo da dietro la lente portando le ciocche argentee davanti all'occhio inumano.
"E lei ci crede perché l'ha detto il ragazzino, vero?" chiese.
Sorrise, prese il cancellino e raggiunse la lavagna.
"Vede, c'è una cosa che lei non sa. O meglio, non ne sa molte di Hisoka, ma una in particolare".
Poggiò il cancellino sulla lavagna, lo premette.
"Aveva poteri anche da vivo. E lei saprà che gli umani non hanno poteri".
Tsuzuki si puntellò sui gomiti e strisciò in avanti, sbatté contro una sedia e questa cadde a terra con un tonfo che risuonò nell'aula. Deglutì a vuoto, la nausea aumento e sentì la gola bruciargli.
"Era un ragazzino che lei ha ucciso e violentato, mi basta questo" ringhiò.
Muraki piegò il capo, batté le palpebre e ridacchiò.
"Mi meraviglio lei ricordi questo dettaglio!" disse.
Strinse gli occhi, i ciuffi di capelli si sollevarono e l'iride inumana brillò.
"Le risparmio futili convenevoli, allora. Lei servirà come corpo per evocare il demone di Taki e utilizzerò il nostro ragazzino come mia personale bambolina per sbarazzarmene. Finalmente me ne libererò una volta per tutte!".
Tsuzuki ricadde in avanti, un colpo d'acido gli fece bruciare le narici e la bocca risalendo su per la gola e lo shiningami si piegò in avanti vomitando. Muraki ghignò, strinse il cancellino e lo sfregò sulla lavagna facendola stridere.
"Tu e il ragazzino sarete gesso sulla lavagna che è Taki ... ma io sarò il cancellino che vi eliminerà tutti".








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Capitolo 7
*** cap.7 Mensa ***


Cap.7 Mensa

Hisoka batté le palpebre e intravide delle macchie bianche. Scosse il capo facendo ondeggiare i capelli castano biondo, chiuse gli occhi stringendoli e li riaprì. Una serie di tavoli allineati con quattro sedie ciascuno stavano davanti a lui fino ad una porta bianca. Hisoka poggiò le mani sul tavolo, dei capelli mori gli segarono i polsi facendo colare il sangue sulla tovaglia bianca e il ragazzino sollevò il bacino sentendo le corde di capelli segare la pelle nuda.
"Muraki! So che sei qui!" urlò.
Aprì le gambe e sentì i capelli segargli la pelle nuda delle gambe, arrossì sfregando il ventre contro il bordo del tavolino.
< Quel bastardo mi ha rubato i vestiti! > pensò.
Ringhiò, mosse il capo sentendo i capelli segargli il collo e qualcosa gli tirò i capelli. Voltò il capo e intravide gli occhiali di Muraki. Muraki sorrise, gli strinse i capelli e aderì al corpo nudo di Hisoka con il proprio. Il ragazzino avvampò, le iridi verdi si scolorirono e sfregò i denti tra loro.
"Che vuoi, maledetto?! Dov'è Tsuzuki?" gridò.
Muraki gli strinse una coscia facendogli allargare le gambe, del sangue gli macchiò la mano dalla pelle candida sporcandogli le unghie lunghe.
"Non sei mai stato una bambola facile da gestire" sussurrò.
Gli carezzò la coscia e Hisoka sobbalzò sentendo il proprio petto diventare caldo, gli occhi si fecero liquide e le gambe gli tremarono.
"Non sono la tua bambola!" strillò con voce trillante.
Muraki gli sfiorò i glutei, gli morse il lobo dell'orecchio e soffiò.
"Sei il mio piatto principale in questa mensa, ragazzino".
Hisoka sentì i muscoli rilassarsi, scivolò verso il basso e la sua schiena aderì al petto nudo di Muraki. La testa gli girò, vide nero e percepì una sensazione di calore al basso ventre. Muraki salì con le dita sfiorandogli il sigillo demoniaco, ghignò e le iridi brillarono dietro gli occhiali.
"Un demone come il signor Tsuzuki" sussurrò.
Hisoka sgranò gli occhi, sentì il sigillo bruciare e spalancò la bocca annaspando. Muraki ghignò, strinse la natica di Hisoka con la mano e ne sfiorò l'apertura con le unghie.
"Questa mensa, mia giovane bambola" sussurrò.
Si leccò le labbra, l'iride inumana gli si assottigliò brillando.
"Sarà il luogo in cui tornerai solo mio".

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Capitolo 8
*** Cap.8 Lavagna ***


Ringrazio anche solo chi legge.

SCUOLA

cancellino

lavagna

aula

palestra

mensa

laboratorio

Progressi: 0/6

 


Cap.8 Lavagna

Muraki piegò il capo e i corti capelli argentati gli aleggiarono intorno al viso, coprendogli un occhio. Si sedette sulla cattedra, accavallò le gambe e osservò la lavagna. Appoggiò il gessetto bianco sulla superficie nera e sorrise.
"Categoria demoni in ordine di potenza crescente stilata dal dottor Muraki" scrisse.
L'iride nascosta gli brillò, la luce della luna filtrava dalle finestre dell'aula illuminandolo.
"Dee del fulmine. Hanno la capacità di lanciarne, la loro stazza minuta è in contrapposizione con le loro aguzze corna e la loro forza è sottolineata dal gigantesco tamburo che riportano sulla schiena" scrisse. Alzò e abbassò ritmicamente un piede. Si voltò guardando il bicchiere di vino appoggiato a una bambola di porcellana sistemata sulla cattedra sopra un tappeto di petali di rosa rossa. Si girò nuovamente verso la superficie nera.
"Megami del lago. Sono donne maledette costrette a girovagare sulla terra. Essendo obbligate a lavarsi tutti i giorni ed essendo costrette a diventare schiavi di chi ruba il loro velo mentre si occupano di questa mansione, prendono l'aspetto di fenicotteri per non essere riconosciute" vergò ancora.
Sentì un cigolio metallico, si girò dietro di sé e osservò una reliquia a forma di bastone dentro un cilindro metallico ricolmo di una sostanza verde luminescente.
pensò.
Tornò a fissare la lavagna.
"Yukionna: Spiriti della neve che fanno morire assiderati gli uomini imprudenti. Verdi, annegano e hanno una specie di ciotola piena d'acqua in testa. Se si svuota muoiono. Uguali ai kappa, ma blu e più potenti fisicamente" scrisse.
Un paio dei pipistrelli sul suo capo lanciarono dei versi, uno di loro sbatté le ali e tre si mossero rimanendo appesi al soffitto dell'aula.
"Gli Ashinaga hanno braccia e gambe di otto metri, sopravvivono di pesca" scrisse ancora.
Sentì un ticchettio, si girò e vide uno dei pipistrelli strisciare sulla superficie di uno dei banchi dimenando le ali dalle membrane nere. Si voltò nuovamente e sorrise, mostrando i denti bianchissimi.
Mio nonno diceva sempre che un lavoro bisogna farlo per bene, se lo si fa" mormorò.
"Kami: Spiriti nobili, ma che non si sono staccati dal mondo terreno. Si uniscono a oggetti che hanno prodotto del male e riprendono vita come uomini con caratteristiche dell'oggetto. Se si corrompono possono diventare demoni molto potenti dagli aspetti demoniaci occidentali tipo cani neri. Riprendono le sembianze dell'oggetto e chiunque lo usa fa una specie di patto demoniaco con loro che lo porterà alla morte" scrisse. Corrugò la fronte e assottigliò gli occhi.
"Perché uno scialbo ragazzino che aveva un kami in un violino vi ha allontanato così a lungo da me? Eppure signor Tsuzuki, lui ti confondeva con un banale umano e adombrava la luce della mia bambolina" sibilò.
Scrisse Kami in grande e due punti, sporse il capo e rifece i bordi del cerchio fino a rendere i due punti due cerchi apparentemente perfetti.
"Il Nue: Molto più letale, perchè diviene una nuvola di pestilenza che uccide interi popoli. Ed è l'ultima creatura che può essere 'uccisa' tra i demoni.
Il Nue può non avere aspetto di nuvola. In questi casi ha la testa di una scimmia, il corpo di un tanuki, le zampe di una tigre, la coda di un serpente ed emette il verso di un tordo dorato. Il Qilin: chimera".
Muraki scoppiò a ridere, appoggiò il gessetto sulla cattedra sopra un petalo di rosa imbiancandolo e unì le mani.
"Oh signor Tsuzuki, il tuo viso stupendamente terrorizzato quando ti ho mandato addosso le mie chimere mezzosangue, puramente nate dalla scienza. E tu Hisoka, come saresti stato di ceramica se solo fossi riuscito a renderle anche di fuoco!" gridò entusiasta.
Il pipistrello dietro di lui spiccò il volo sbattendo le ali, Muraki riprese il gessetto e si riavvicinò alla lavagna.
"Tanuki: Procione mutaforma dai genitali giganteschi. Tengu: Colibrì grande quanto un uomo, dalla faccia umana. Si divertono a rendere nervosi e pericolosi gli Oni, per loro natura invece pacifici e li obbligano in alcuni determinati periodi e festività a commettere omicidi ed efferatezze. Gli uomini discendenti degli Oni possono impazzire per merito loro e commettere le peggio cose. Tsukumogami: Oggetti che dopo cento anni prendono vita, hanno un'anima. Mantengono il loro aspetto di oggetti, ma con coscienza e qualche differenza, anche di stazza. Tra gli tsukumogami più “famosi” (apparsi anche in molti cartoni nipponici) vi sono il Bakezori (il sandalo di paglia), il Karakasa o Kasa Obake (l’ombrello con una sola gamba e un occhio), il Chochinobake (la lanterna fantasma), il Morinji-no-okama (la teiera), ed il Kameosa (otre di sake). Di questi fanno parte anche i fuochi fauti che seguono gli spettri. Yama-uba: strega che prende fattezze di una donna bellissima, ma una volta presa in trappola la sua preda torna vecchia, rugosa e brutta e divora la vittima con una bocca che ha sulla nuca nascosta dai capelli.
Molti pensano che a questo punto ci siano gli yurei, ma è un errore popolare. In realtà questi sono gli spettri che vagano sulla terra, certe volte spacciandosi per vivi e portano morte intorno a loro con la loro sola presenza. Non è perchè sono demoniaci, ma perché la morte attira altra morte" scrisse.
Saltò giù dalla cattedra, si voltò e avanzò camminando, si fermò e tornò indietro. Ghignò e fece girare il gesso tra indice e pollice sporcandosi le dita affusolate e pallide.
"Il signor Tsuzuki è simile a uno spettro, perché la morte lo circonda e continuerà a perseguitarlo, avrei potuto anche scambiarlo per questo e compromettere la mia ricerca; ma la scienza ha prevalso grazie alla documentazione che mi ha lasciato mio nonno. Non può essere altro che un diverso demone" sussurrò.
Si fermò davanti alla lavagna e allungò la mano.
"Demoni superiori: Yokai. Nella loro totalità sono henge: mutaforma. Tutti loro hanno aspetto animale" scrisse. Alzò lo sguardo, sporse il labbro e scrisse in piccolo: "Gerarchia dal meno potente al più potente".
Indietreggiò sbattendo contro il bordo della cattedra e vi si risedette. Un pipistrello sbatté ripetutamente contro la porta della classe e altri tre volarono fuori dalla finestra lanciando versi striduli. Muraki si leccò le labbra.
"Passero, Corvo, Ragno, Tartaruga, Grande demone cane" scrisse.
"Il guardiano della mia bambola, il 'mio' demone cane dagli occhi ametista" sibilò.
"Il degno demone di mio fratello. Solitario e infedele che con i suoi artigli ha tranciato i miei cari, morto prima che io riuscissi ad ucciderlo. Richiamandolo nel corpo del signor Tsuzuki, userò la mia bambola per avere vendetta" disse ad alta voce.
Le sue parole furono coperte dai versi striduli di tutti i pipistrelli che si fiondarono contro la porta dell'aula, la sfondarono e uscirono dalla classe. Muraki avvicinò alla lavagna il gessetto rosso.
"Kitsune: volpe" scrisse.
Scoppiò nuovamente a ridere.

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Capitolo 9
*** Cap.9 Aula ***


Ringrazio anche solo chi legge.





Cap. 9 Aula

Muraki puntò lo scettro della resuscitazione sul petto di Tsuzuki. Il corpo del demone fu scosso da una serie di fremiti. Il dottore indietreggiò e si sedette sulla cattedra. Il corpo di Tsuzuki rotolò giù dal banco su cui era steso, fu colto da una serie di tremiti. Tirò un calcio a un banco staccandone due gambe e facendolo franare a terra, allungò le braccia e con i pugni alzati ne sfondo un altro. L'energia che si dimanò da lui fece volare via gli altri banchi nella sala. Tsuzuki si mise a gattoni, chinò il capo e i corti capelli castani gli si allungarono divenendo bianchi. Alzò il capo verso la finestra e le iridi color ametista rifletterono la luce della luna.

 

Dalle finestre entrava una luce rossastra, una striscia che illuminava solo intorno ai vetri da cui usciva. Tsuzuki cerco di alzarsi, le gambe gli scricchiolarono e il corpo non gli rispose. Sentì un sapore di nausea, gli occhi gli si chiusero e si addormentò.

 

La bocca gli si allungò e sul volto gli apparve un muso aguzzo, i denti gli si allungarono facendogli sanguinare le gengive. I vestiti gli si strapparono.

Sopra i glutei la pelle si squarciò facendolo ruggire di dolore e le orecchie gli si aguzzarono ricoprendosi di pelo bianco.

 

L'odore dei cadaveri nella stanza gli pungeva le orecchie mischiandosi agli effluvi dei malati che tossivano. La camera tremò e fuori si sentì il fischiare delle bombe. Una serie di fitte provenivano da tutto il corpo, cercò di aprire gli occhi, ma fu colto da un capogiro e li strinse più forte. Le orecchie gli fischiavano, una lacrima gli scese lungo la guancia.

 

L'intero corpo pallido di Tsuzuki si ricoprì di peluria bianca, le unghie gli s'ingrossarono prendendogli quasi tutta la mano e questo accadde anche all'altra mano e a quelle dei piedi.

Muraki ghignò, girò lo scettro e da esso uscì il verso stridulo di un felino. Osservò il demone davanti a lui avanzare, le iridi ametista brillavano di riflessi rossastri, il pelo bianco era folto, alcuni ciuffi erano sopra le zampe e il canide ansimava tenendo la lingua di fuori. Lo spirito volò verso l’animale ed entrò dentro di lui la fronte. Il dottore appoggiò lo scrigno sulla scrivania.

“Quest’aula assisterà alla prima fusione tra due demoni” sancì.

 

 

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Capitolo 10
*** Cap.10 Laboratorio ***


Ringrazio anche solo chi legge.



SCUOLA

cancellino

Lavagna

aula

palestra

Mensa

laboratorio

Progressi: 6/6



Cap.10 Laboratorio

 

Muraki accavallò le gambe, sorrise e piegò di lato il capo. L’iride argentea nascosta dai capelli grigio chiaro brillò. Si portò una rosa alle narici, inspirò e sorrise. Guardò i simboli sul corpo di Hisoka brillare. Osservò il ragazzino avanzare, le braccia gli oscillavano e le iridi color smeraldo erano liquide. Il giovinetto ansimava, il corpo era scosso da una serie di brividi e le ginocchia erano piegate in fuori.

“Solo una creatura come te può emanare tanta forza così ignuda e inerme. E’ un peccato doverti manovrare, ma presto sarai libero” sussurrò il dottore. Dei cilindri contenenti del liquido verde e viola facevano brillare il demone alla sinistra di Muraki, dinnanzi a Hisoka. Tsuzuki ringhiò, il petto era rigonfio, si dimenò facendo cigolare le catene che lo cingevano.

“E’ il momento, mostrati”. Incitò Muraki, lasciando cadere a terra la rosa, i petali vermigli volarono tutt’intorno. Hisoka spalancò la bocca, i canini si allungarono e i marchi sul suo corpo scomparvero in uno scintillio tutt’intorno.  Un alone candido lo circondò, si piegò sistemandosi in ginocchio. Gli crebbero nove code, i capelli biondi si allungarono creando una serie di liane e la sua pelle pallida si arrossò. Kyuubi guardò negli occhi ametista il demone cane, questo uggiolò. Dal suo corpo si alzò uno spirito nerastro dalle corna lunghe un braccio che ruggì.

Il ragazzino piegò di lato il capo, ai suoi piedi comparve una tunica vermiglia che strisciò sul terreno. Si tramutò in un serpente che raggiunse lo spettro e lo divorò. Le iridi color smeraldo di Hisoka brillarono e i cilindri si trasformarono in fiammate verdi. Tsuzuki cadde lateralmente con un tonfo, la pelliccia si ritirò lasciando il suo corpo nudo, i corti capelli castani gli coprirono il viso ingrigito.

“Sì, sì! La mia bambola ha distrutto finalmente il tuo spirito dannato fratello! Ho avuto la mia vendetta!” ululò Muraki. Si alzò in piedi, allargò le braccia alzando le dita delle mani aperte a conca verso il soffitto. Una ciocca dei lunghissimi capelli di Hisoka s’indurì, assunse il colore dell’oro e divenne aguzza sulla punta. Scattò in avanti e trapassò la gola del dottore, il sangue vermiglio schizzò tutt’intorno.

“Finalmente non sentirò più i tuoi sentimenti” biascicò il giovinetto. I capelli si ritirarono tornando un caschetto, le iridi smisero di brillare e le nove code scomparvero. Ricadde sul pavimento del laboratorio con un tonfo, perdendo i sensi.

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