I do not remember

di Snow_Queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'oracolo di Delfi ***
Capitolo 2: *** Angelica ***



Capitolo 1
*** L'oracolo di Delfi ***


I do not remember
 
Quando sono gli Dei dell’Olimpo a cercarti..
Cosa farai?
 

Poteva vantarsi, nella sua vita, di non essersi mai disperata per amore.
Ma da quando aveva conosciuto lui..
Tormenti che non aveva mai provato in vita sua iniziarono a farle compagnia..
Non era l’uomo adatto a lei..
Non provava nulla nei suoi confronti, se non puro diletto, eppure..
Aveva perso completamente la testa per lui.. dal primo momento..
E ora aveva dovuto mettere da parte il suo lato cristiano e accettare..
 ..Un patto pagano..
 
 
Mediterraneo, 1738
 –Delfi-
 
Cosa aveva portato il prode e valoroso Capitan Jack Sparrow in Grecia? La stessa Grecia che era sotto dominio turco, con leggende e miti dietro l’angolo o ovunque si posi lo sguardo. Tre parole: Tartaro, Eris, Patto.
 C’era una leggenda.. parlava di lei. Eris, la Dea della Discordia. Gli era apparsa in cabina a bordo della Perla. Era convinto che fosse stato il rum, ma quella donna sembrava troppo reale per essere sintomo di una sbornia. Aveva movenze sensuali, sembrava un felino, e in men che non si dica Jack, intontito dal rum e da quella “visione”, aveva accettato di ritrovare il Medaglione di Kronos. Il Titano. Una divinità pre-olimpica, il cui medaglione custodiva in sé tutto il potere dei Titani, un potere superiore a quello divino. Come mai egli fosse così informato? Semplice, ne aveva sentito parlare quando era in una bettola, in allegra compagnia di una bottiglia di rum. Forse. La cosa importante era sapere come raggiungere Tartaro. Lui non lo sapeva, nessun essere vivente lo sapeva. Ma c’era qualcuno che poteva dirglielo, qualcuno della sua stessa famiglia, per giunta: Osvald J. Sparrow. Il suo bis bis bis nonno.
Tia Dalma si era mostrata per ciò che era, quindi aveva perso qualcuno che poteva aiutarlo, ma le chiacchiere degli ubriaconi di Tortuga gli avevano raccontato di alcuni sacerdoti che coltivavano ancora il culto dell’Oracolo di Delfi, nonostante i sacerdoti maggiori ne avessero distrutto il tempio. Raccontavano che si nascondevano nelle alture delle montagne intorno la nuova Delfi, ed ora era lì che si stava recando, guidato dalla sua fedele bussola. Poteva Jack Sparrow fare qualcosa senza nessun tornaconto personale, però? Ovvio che no. La dea, in cambio del medaglione, gli avrebbe concesso qualsiasi cosa egli avesse desiderato. Ricchezza, fama, potere, non aveva limiti nella sua richiesta. Croce sul cuore, l’avrebbe accontentato. Doveva fidarsi? Non aveva scelta, doveva trovarlo, anche se non era molto convinto.
Era uno scettico riguardo gli dei, ma nella sua vita aveva ben capito che nulla era impossibile. Ed ora eccolo lì, sulle alte montagne greche, alla ricerca di quattro ubriaconi che credevano di ottenere risposte dagli dei. Il loro aiuto era insicuro ma se sapeva giocare le sue carte, forse, chi poteva sapere!
Non sapeva dove doveva cercare, ma, per fortuna, sapeva cosa voleva, e quindi con l’aiuto della sua fedele bussola non doveva avere timore, infatti la sua fedele compagna l’aveva aiutato ancora una volta. Davanti ai suoi occhi si innalzavano delle colonne, che si estendevano fino ad entrare in una caverna nascosta da del fogliame di vario tipo.
Jack entrò con fare circospetto, guardandosi intorno alla ricerca di qualsiasi genere di agguato; tuttavia non sembravano esserci, quindi avanzò ancora, ma non ebbe il tempo di fare un passo che si ritrovò completamente bagnato!
«Ho capito che bisognava farsi un bagno, ma cielo, che rudezza!» esclamò, osservando l’uomo che gli stava davanti con ancora il secchio in mano.
«Bisogna purificarsi prima di poter anche solo sperare di chiedere un’udienza alla Pizia in questo sacro giorno, straniero.»
«Capito, capito.. e quanto ci vuole per far preparare la signora?» chiese il pirata, incrociando le braccia al petto. Non aveva voglia d’aspettare, voleva risolvere tutto il prima possibile, a dir il vero.
«Dipende dall’offerta che state per fare..» disse il sacerdote con un ambiguo gesto della mano, ad indicare quanto denaro Jack avesse con sé. Quest’ultimo fortunatamente non si fece trovare impreparato, infatti slacciò dalla cinghia un sacchetto.
«Oro.»
Il sacerdote si avvicinò per prendere la bisaccia, ma Jack lo spostò riagganciandola alla cintura.
«Prima la signora.. » Doveva tutelare i suoi interessi, no? Così, anche se con riluttanza, l'uomo lo condusse in una specie di camera, dove una donna era seduta al centro della stanza con un lungo velo che le copriva il volto.
«Or dunque pagano.. qual è la domanda che vuoi porre al grande Apollo, protettore dell’antica città di Troia, Dio del sole e delle arti?» la voce della donna era strana, aveva qualcosa di surreale e non era facile da ascoltare, aveva una voce irreale, come se non le appartenesse.
«Portare un velo al buio? Suvvia, non siete un caso così disperato, secondo il mio modesto punto di vista.» disse gesticolando a modo suo mentre camminava in circolo. Doveva scoprire il trucco, non voleva farsi imbrogliare: doveva esserci qualcuno che suggeriva le parole alla donna. «Dov’è Tartaro?»
 «Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu, che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovarne altre? In te si trova, occulto, il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei, non chiedere a loro ciò che sai già. Il tesoro ti è sfuggito dalle mani.. Tartaro è un monte lontano pari ad una stella al centro dell’universo, impossibile da raggiungere per un pagano..» rispose la Pizia con una voce ancora più strana.
«Conosci te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei. Uhm, interessante...» disse Sparrow, avvicinandosi a scrutarla meglio.
«Vorrei chiedervi, se è lecito, se posso sapere dove avete comprato un rum tanto buono...Sapete, tali perle di saggezza non sono da tutti, se capite cosa intendo!»
«Non prendere in giro la parola degli Dei, potresti venire punito per tale offesa. Hai ricevuto la tua risposta.» La Pizia allungò la mano, una mano candida, sembrava non aver visto mai la luce del sole.
«Ciò che è giusto è giusto» disse Jack, poggiando la sacca di monete d’oro su una specie di altarino per le offerte.
«Straniero.. Il sacchetto con le vere monete..» lo riprese la Pizia. Jack la guardò sconcertato, non si era mai voltata, come aveva potuto vedere che era un sacchetto con quattro o cinque sassolini dentro? Sbuffò e mise sull’altarino il vero sacchetto, ma quando fece per andarsene il sacerdote che l’aveva inzuppato lo richiamò.
«Ehi, queste sono monete d’argento! Torna qui, straniero..!»
«Chi, io?» Il pirata iniziò a correre come se nulla fosse, e arrivato fuori si guardò intorno, cercando un modo più veloce per scendere dalla montagna, così da non essere acciuffato. “Bingo!” Poco distante un albero era stato abbattuto e una parte del tronco, sufficiente a reggere il suo peso, era ancora là, così la prese e l’usò come slittino per scendere. «Questo è il giorno in cui avete quasi catturato capitan Jack Sparrow!» gridò, abbassandosi in tempo per evitare un ramo.
 
 
~Fine Prima Parte~

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Capitolo 2
*** Angelica ***


2
-Angelica-
 
La rottambulesca fuga era andata a buon fine e a Jack non restava che raggiungere il porto di Cirtha e recuperare la Perla Nera e partire alla vista di Tartaro, l’oracolo non gli era servito a nulla, aveva ottenuto soltanto una profezia strampalata da una donna ubriaca poco ma sicuro.. prima di partire però era d’obbligo fermarsi in una locanda, certo non era allegra come quelle a Tortuga ma almeno il rum lì non mancava.
«Dolce dolcezza un altro bicchiere del vostro miglior rum!» disse tracannando quello che aveva ancora in mano, alla prima cameriera che passava. «Arriva un momento..» gli rispose la cameriera, aveva un accento spagnolo ma non ci fece caso all’inizio.. non fino a che non gli portò il bicchiere.. la pelle baciata dal sole.. quegli occhi nocciola.. e il suo profumo inconfondibile.. «Angelica..» disse guardandola come intontito.. forse aveva esagerato con il rum.. ma se così non fosse?
La cameriera si voltò di nuovo nella sua direzione.. «Volete altro?» era lei ne era certo.. eppure.. perché? E come? L’aveva abbandonata in una magnifica spiaggia privata.. o forse era un isola deserta senza possibilità di salvezza? «Dovrei lavorare, non sono una cameriera privata» disse spazientita, si era lei.. ne era certo, solo lei sapeva essere meravigliosa anche da arrabbiata.
«Angelica Teach? Figlia di Edward Teach?» chiese guardandola con sospetto, possibile che non lo aveva riconosciuto o lo ignorasse così?
«Angelica si ma non Teach, il mio nome è Angelica Leon, dei Leon di Valencia e se volete rimorchiare ragazze avete sbagliato taverna.» lanciato il due di picche si avviò a servire ad altri tavoli.
Qualcosa non quadrava, era lei! Ne era certo! Eppure non sembrava ricordarsi ne di lui, e questo lo confortava, non l’avrebbe fatto a pezzi.. eppure.. era strano.. non capiva, perché la donna rinnegava se stessa e per di più non si ricordava di lui, qui gatta ci covava.. «Buon uomo.. chi è quella donna?» chiese all’uomo al bancone e davanti al silenzio gli avvicinò 5 scellini.
«Allora?»
«Angelica Leon, dei Leon di Valencia» gli fece il verso allungando la mano per prendere il denaro ma Jack gli torse il polso.
«Non è saggio come potrebbe sembrare prendermi in giro..» disse puntandogli la pistola con la mano libera, lì erano tutti ubriachi e non ci avrebbero fatto caso neanche se al posto della pistola gli stesse puntando un cannone.
«E’ una naufraga.. E’ arrivata qui la scorsa primavera.. non si sa molto di lei, abita in cima ad una collinetta..»
«Naufraga eh..» lo lasciò e osservò la ragazza aggirarsi felina per i tavoli, aveva un sorriso in viso che non vedeva da quando.. bhè.. forse non gli aveva mai visto un sorriso simile sul suo viso se non allora..
Con l’aiuto della notte Jack si intrufolò nella casa della ragazza “Trucchi vecchi Sparrow, stavolta non “inciampare” nel suo letto però” si disse guardandosi intorno in cerca di qualcosa che gli confermasse l’identità di Angelica, perché per lui quella era Angelica Teach e non una sosia o qualcosa che si legge solo nei romanzi come un gemello cattivo o simili.. e la prova la trovò in un portagioie.. era una croce cristiana.. come poteva dimenticarla.. gliel’aveva regalata lui dopotutto.. era difficile da vedere ma la croce era un medaglione in verità, l’aprì e ebbe l’ennesima conferma, una frase.. fatta incidere in tempi oramai andati: «Even in the worst of times, forever yours, forever mine» gli faceva uno strano effetto tenere quella croce tra le mani.. gli portava alla mente ricordi oramai lontani a cui, durante la compagnia del rum, a volte ripensava con una strana sensazione, il capitano dubitava a prescindere che fosse nostalgia ma infondo, ma davvero molto infondo, al suo cuore sapeva bene che era proprio quella. Non era un caso che quando l'aveva rivista alla taverna il cuore gli aveva mancato un battito e non per spavento..

«Chi è in casa?!» 


Snow Queen:
Salve :3 scusate se aggiorno le storie con molti giorni*cofcof*mesi*cofcof* di distanza ma purtroppo spesso e volentieri non ho tempo di scrivere o non ho inventiva ç3ç cercherò di pubblicare più spesso anche se brevi capitolini <3 così manteniamo ardente la situazione e non aspettate molto u.u
Kiss♥ 
Queen Elsa of Arendelle

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