Se sei dislessico troverai una amica

di Evola Who
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** gli errori di John ***
Capitolo 2: *** Ciao, mi chiamo Lucy ***
Capitolo 3: *** Che ne pensi dei Beatles? ***
Capitolo 4: *** logopedista Prima parte ***
Capitolo 5: *** logopedista Seconda Parte ***
Capitolo 6: *** Flash Back. ***
Capitolo 7: *** Lucy, ti presento i miei amici, amici lei è Lucy! ***
Capitolo 8: *** Resterà? ***
Capitolo 9: *** Un grande giorno per Lucy! ***
Capitolo 10: *** In studio con Sem e Martin ***
Capitolo 11: *** Tranquilla ... un pò troppo tranquilla... ***
Capitolo 12: *** Lucy Prima Parte. ***
Capitolo 13: *** Lucy Seconda Parte ***
Capitolo 14: *** Domanda imbarazzate 1. ***
Capitolo 15: *** Pranzo e dopo pranzo. ***
Capitolo 16: *** Lo scherzo. ***
Capitolo 17: *** Pace? ***
Capitolo 18: *** Domanda imbarazzate 2. ***
Capitolo 19: *** La borsa ***
Capitolo 20: *** Snoopy ***
Capitolo 21: *** Non è colpa tua ***
Capitolo 22: *** Snoopy, ti presento i miei nuovi amici. ***
Capitolo 23: *** Che cosa vorresti fare da grande? ***
Capitolo 24: *** Lucy e Sem ***
Capitolo 25: *** Migliore Amica ***
Capitolo 26: *** John e Sem ***
Capitolo 27: *** Brian, Lucy, Sem e i ragazzi... ***
Capitolo 28: *** La Cravatta ***
Capitolo 29: *** Un bacio. ***
Capitolo 30: *** Il sorriso di Sem ***
Capitolo 31: *** Alice e il paese delle meraviglie ***
Capitolo 32: *** La Mamma ***
Capitolo 33: *** E cosi.... ***



Capitolo 1
*** gli errori di John ***


Se sei disessico troverai una amica
 
 
Autunno Abbey Road Studio 1964

 
John, Paul, George, Ringo e Sem erano in studio e John stava scrivendo una canzone. Quando finì la diede a Paul che la lesse e poi disse: “Ehm... John hai scritto male qualche frase.”
 
George, Ringo e Sem erano curiosi ma John era confuso e pensò “Frasi sbagliate? Cosa?!” poi domandò a che frasi si riferissero.
 
 “Beh ... al posto di 'amore' hai scritto 'amere' e anziché 'mano' hai scritto 'ano'!” disse Paul.
 
George e Ringo lo prendevano un po' in giro: “Sai John,  possiamo tenere 'amere' ma 'ano' non possiamo proprio!” disse Ringo ridendo.
 
John non rideva, aveva uno sguardo arrabbiato e disse: “Ah, ah, ah! Divertente! Come se voi non aveste mai fatto un errore!”
 
“Oh, andiamo John! Stavo solo scherzando!” disse Ringo.
 
“E poi non è la prima volta che fai questi errori.” disse George.
 
John rimase sorpreso dicendo: “Davvero?!”
 
“Certo! A volte fai questi errori sui testi.” spiegò Paul.
 
“A volte parli troppo veloce e non riusciamo a capirti.” aggiunse George.
 
“E a volte quando mi scrivi i biglietti non riesco a capire la tua scrittura!” disse Sem.
 
“La mia scrittura è perfetta! Se tu che non la capisci!” disse John.
 
Sem prese un foglio dalla sua tasca e disse agli altri: “A sì? Allora ditemi cosa c'è scritto qui!”
 
Paul, George e Ringo si avvicinarono per vedere il foglio, ma non riuscirono a leggere.
 
 John si stufò e disse: “Oh andiamo! C'è scritto che Ringo ti ha mangiato la pizza la scorsa settimana!”
 
“Ecco chi me l’ha mangiata! E io che ho dato la colpa a George!” disse Sem sorpresa.
 
“Il punto è che tu forse hai qualche problema con il linguaggio e con la scrittura!” disse Paul cerando di non perdersi in chiacchiere.
 
“Ma quale problema?! So scrivere e parlale molto bene! Solo perché a volte sbaglio qualche frase o parlo veloce non significa avere un problema!” disse John sempre più scocciato.
 
“Quale problema?” disse Brian entrando della stanza.
 
“John ha qualche problema di scrittura ma non lo vuole ammettere.” spiegò Sem in breve.
 
“Ah. E ve ne siete accorti solo ora?” disse Brian.
 
John rimase a bocca aperta e disse: “Non ho nessun problema! Cavolo! Come diavolo lo devo dire?!”
 
Brian lo guardò e disse sedendosi in una sedia: “Sai John? Una volta ho sentito che alcuni bambini soffrono di un disturbo di apprendimento.”
 
“Cioè?” domandò George.
 
“Cioè che i bambini che soffrono di questo disturbo, sono intelligenti, a volte più della media sulla creatività, ma quando si stratta di studio cercano di concentrasi ma si distraggono facilmente e gli insegnati li prendono per stupidi e pigri. E hanno difficoltà a leggere, scrivere e a volte anche a parlare.”
 
“Beh ... ora che ci penso, tu durate le lezioni non eri molto attento!” disse Paul
 
guardano John, che disse un po' arrabbiato: “Andiamo ragazzi! Chi non è mia stato distratto alle lezioni di scuola?!”
 
“Io era sempre attenta a scuola!” disse Sem fiera.
 
“Anche io ero abbastanza attento a scuola.” disse George.
 
“Io sono stato più in ospedale che a scuola da piccolo” aggiunse Ringo.
 
“E poi ho scoperto che ci sono dei dottori per questo disturbo. Secondo me dovesti andarci!” disse Brian.
 
“Cosa?! Dovrei andare da un dottore per sapere se scrivo bene o no!? È una sciocchezza!” disse lui poco convito e scocciato.
 
“Secondo me dovresti John!” insistette Ringo.
 
“E vero! È meglio sapere cose come queste. Se hai un disturbo è meglio avere una idea più chiara” disse Sem.
 
“Sem ha ragione. Chi lo sa, potrebbe essere pericolosa o genetica....” disse Paul un po' preoccupato.
 
John si guardò attorno e vedendo gli sguardi preoccupati dei suo amici disse:“E va bene! Andrò da questo dottore! Ma solo perché così mi lascerete in pace e per dimostravi che io no ho niente! Contenti?!”
 
“Bene! Allora ti prenoto un appuntamento con il logopedista.” disse Brian.
 
Ma prima che se ne andasse John gli domandò: “Però mi accompagni?”
 
Lui ripose: “Hai più di 20 anni! Vacci da solo!” e se andò.
 
“Ma non voglio andarci da solo! “ si lamentò John.
 
“Perché?” domandò Sem.
 
“Perché non ci voglio andare da solo!” ripose lui.
 
“Non vuole sentirsi abbandonato” risposo Paul a bassa voce a Sem e lei capì.
 
“Allora devo trovami qualcun altro...” disse John guardandosi a torno, poi fissò
 
Sem, lei capì e disse subito: “No.”
 
“Okay” e guardò in basso.


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Note della autirce:
Ecco! Un altra storia in fase di corezione!
Il perchè lo sto pubblicando adesso?
Perchè ci tengo paticolamnte.... e mi piace
codividere il fatto che John Lennon era
Dislessico e di sciveci una storia sopra...
e poi la frase del titolo mi è veunta in mente
pendso alla famosa frase: "se trovi un amico torverai
un tesoro" ma io lo modificato.
Spero che vi piaccia e che vi segina quacosa!
Ciao!
Evola

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Capitolo 2
*** Ciao, mi chiamo Lucy ***


Una settimana dopo …
 
Brian trovò un logopedista in un centro specializzato di Londra.
 
 John ci andò da solo camuffato (ovviamente), vestito con: una maglia bianca a maniche lunghe, pantaloni marroni, scarpe nere, occhiali scuri e un cappello blu scuro che gli copriva tutti i capelli.
Quando John entrò nel centro specializzato, si guardò intorno, andò alla reception  e domandò:  “Mi scusi … la logopedista?”
 
“Laggiù, in fondo al corridoio.”
 
“Grazie.” rispose.
 
Andò nella sala da aspetto:
 
delle sedie in fila attaccate al muro a sinistra, a destra una porta marrone con la scritta “Dott. Anna” e in fondo a sinistra un mini tavolino con due sedie per bambini. Una bambina era lì seduta e stava disegnando.
 
John si sedette e aspettò il suo turno.
 
Poi sentì una voce femminile che diceva: “Ciao! Mi chiamo Lucy! Ti va di disegnare con me?”
 
John guardò in basso e vide la bambina di prima.
 
Era una bambina sui  cinque anni, con i capelli neri a caschetto, ma con la fronte scoperta, occhiali rosa a farfalla, un vestitino blu chiaro, calze lunghe bianche, scarpe nere, intorno alla spalla una piccola tracolla rossa e sorrideva.
 
John la guardò e domandò: “Cosa?”
 
“Ti va di disegnare con me?” ripeté sorridendo.
 
John ci pensò e disse: “Perché no!”
 
Lucy sorrise ancora di più e disse: “Che bello! Vieni con me!”
 
Così John si alzò e si sedette sula sedia dei bambini (ci stava a malapena) e cominciarono a disegnare.
 
“Sei qui per prendere tuo figlio?!” domandò Lucy subito.
 
“No.” rispose John.
 
“Tuo nipote?” domandò ancora.
 
“No.”
 
“Un tuo amico?”
 
John era sorpreso da quelle domande, la guardò e disse: “Come mai tutte queste domande?”
 
“Perché da quando vengo io non ti ho mai visto.” ripose lei tranquilla.
 
“Perché? Qui vengono solo bambini?”
 
“Si. Solo bambini, e ho pensato che il bambino che è dentro adesso con Anna forse è il tuo.”
 
“Veramente sono io che ho una appuntamento con la logopedista!” disse John sincero.
 
Lucy lo guardò a bocca aperta e disse: “Davvero? Anche tu via da Anna?”
 
“Sì.” ripose lui.
 
“Wow … è la prima volta che vedo un adulto andare da Anna … non sai leggere?” chiese Lucy sorpresa.
 
“No. È solo che i miei amici e il mio manager  rompiscatole  mi hanno praticamente costretto a venire qui!” disse John.
 
Poi domandò: “Da quanto tempo vai da Anna?”
 
“Da un po’.” rispose continuando a disegnare.
 
“Come ti chiami?” domandò Lucy.
 
“John e tu?”
 
“Lucy! Te l’ho già detto prima!” disse lei ridendo.
 
“Ah! È vero!” esclamò e rise anche lui.
 
Poi John domandò:  “Quanti anni hai?”
 
“Cinque, e tu?”
 
“Ventitre, ma ne faccio ventiquattro a ottobre.”
 
“Ah... io sei a gennaio.”
 
“Vai all’ asilo?”
 
“Sì. E tu, lavori?”
 
“Sì. E ti piace l’asilo?”
 
“No. E a te ti piace il tuo lavoro?”
 
“Sì. Ma perché non ti piace l’asilo?”
 
“Perché i compagni sono cattivi con me. Mentre loro sanno leggere e scrivere io … non so farlo e mi prendono in giro. A me mi piace venire qui da Anna. Perché dopo la visita vado a casa e non all’asilo.”  Guardò in basso con aria triste.
 
John la guardò con aria comprensiva.
 
“E all’asilo che cosa fate?” domandò John.
 
Lucy ripose con voce triste: “Niente … a parte che gli altri mi prendono in giro. Mi dicono cosi: ‘analfabeta! Analfabeta! Non sai leggere, non sai scrivere! Diventerai una barbona senza soldi, sola, sola con la spazzatura!’ e altre cose brutte … e io sono invidiosa! Perché loro sanno già scrivere e leggere e io no … e mi sento sola …”
 
E appoggiò la testa sul tavolino.
 
John la guardò tristemente, poi disse con enfasi: “No Lucy … non devi credere a quello che ti dicono i tuo compagni. Se ti dicono questo è solo perché sono stupidi!”
 
Lucy alzò la testa e disse sorpresa: “Davvero?”
 
“Certo! Anche se tu non sai né leggere né scrivere, imparerai piano piano. E non significa certo che diventerai una barbona! Anzi! Forse saranno loro i barboni!” disse John convito e con un sorriso.
 
Lucy rise e John era contento di essere riuscito a consolarla e continuò:
 
“Sai Lucy? A me la scuola non mi è mai piaciuta. A me piaceva disegnare, suonare la chitarra e scrivere canzoni! Ma la gente mi diceva che non avevo un futuro e buttavo via il mio tempo. E mia zia quando mi comprò la chitarra mi disse ‘La chitarra va bene come hobby, ma non ti darà mai da vivere’!” e rise.
 
“E poi?” domandò Lucy curiosa.
 
“Me ne sono sempre fregato di quello che dicevano gli altri su di me. Ho seguito il mio sogno e l’ho realizzato.” e sorrise
 
Lucy guardò John con un sorriso e gli occhi spalancanti e disse sicura:
“Allora vuol dire che anche io me ne fregherò di quello che mi dicono gli altri e cercherò anche io realizzare il mio sogno!”   
 
“E fai bene!” disse John scompigliandole un po’ i capelli con la mano mentre Lucy rideva


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Note della autirce:
Ecco il mio nuovo capitolo!
E si lo so che cosa penstae.
Perchè Lucy non è bionda?
Perchè dove ci sta scritto che Lucy
deve per essere per fozza bionda?!
Io lo messo con i capelli scuri perchè
p la mia storia e io ho i capelli scuri!
Ma spero che vi sia piacuto sia il
capitolo e il personaggio!
Alla prosima!
Ciao!
Evola

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Capitolo 3
*** Che ne pensi dei Beatles? ***


E in quel momento John e Lucy si sentirono entrambi dello stesso mondo immaginario dove loro erano i predoni di tutto e di tutti in perfetta sintonia!
 
E continuarono a parlare, scherzare e disegnare, ma poi Lucy guardò il disegno di John e domandò: “Che cosa stai disegnando?”
 
“Oh ... dei miei personaggi!” ripose lui.
 
“Posso vedere?” domandò Lucy.
 
“Certo!”
 
Prese il foglio e rimase un po’ sorpresa. Erano i soliti personaggi inventati con lo stile di John.
 
Lucy lo guardò e disse soltanto: “Wow! Che bei personaggi!” e rise.
 
John sorrise e poi domandò: “Tu che cosa stai disegnando?”
 
“Una bocca spaventosa!”
 
“Una bocca spaventosa?” domandò John curioso.
 
“Sì! È un gioco che mi hanno insegnato le maestre. Devi prendere un foglio, piegare ha metà, disegnarci una grande bocca spaventosa e poi fare cosi!” spiegò Lucy.
 
Poi mise il foglio con il disegno davanti alla bocca e fece un verso da mostro.
 
La sua bocca era verde, con i denti gialli, la lingua rosa e sputava sangue.
 
John fece finta di spaventarsi e disse:  “Ho mio dio Lucy! Mi hai spaventato! Per poco non ci rimanevo secco!”
 
Lei rise, abbassò il foglio e disse:“È un gioco da fare in due! In pratica devi fare il verso più spaventoso e se lo fai bene vinci! Ti va?”
 
John fece finta di pensaci e disse: “Ci sto!” e si disegnò la sua bocca.
 
Lucy disse sicura: “Vedrai che ti batterò!”
 
“Vedremo, vedremo …”
 
Quando John finì la sua bocca.
 
 Lucy diede il via: “Okay … 1,2…3 via!”
 
Si misero i disegni davanti alla bocca e cominciarono a fare i versi da mostro.
 
Dopo qualche  secondo,una voce femminile interruppe il gioco dicendo: “Lucy!”
 
John e Lucy si girarono verso la voce con i disegni davanti alla bocche.
 
C’era una donna verso i trent’anni, con un vestito blu, calze marroni, scarpe basse, i capelli legati e una borsetta.
 
“Mamma!” disse Lucy abbassando il disegno.
 
John abbassò il disegno anche lui e disse tra se e se imbarazzato: “Mamma?”
 
“Quante volte ti ho detto di non parlare con i sconosciuti?” la rimproverò.
 
“Ma … mamma …” Disse Lucy cercando di giustificasi.
 
Ma John la difese: “Oh no signora! Sua figlia mi ha chiesto se volevo disegnare con lei e io ho accettato volentieri! “ disse mentre la bambina con la testa annuiva.
 
La madre sospirò e disse:“Okay continuate, ma non fatte troppo chiasso!”
 
“Si mamma!” disse Lucy.
 
John e Lucy disegnarono, scherzarono e giocarono. Si erano conosciuti da pochi minuti, ma si sentivano già legati di una grande amicizia appena scoperta.
 
E la madre (che era seduta nella sedia a leggere una rivista) li guardò, e vedendo la figlia che rideva e scherzava con qualcuno sorrise di gioia.
 
Anche se avrebbe preferito che avesse fatto amicizia con un bambino o una bambina della sua età, si accontentò.
  
John pensò una cosa, e domandò a Lucy:  “Ehi Lucy!”
 
Lei lo guardò e disse:  “Si?”
 
“Conosci i Beatles?” domandò lui.
 
(Voleva sapere che cosa pensavano i bambini di loro.)
 
“Sì. Li ho sentiti nominare in televisione, in radio, e a volte li vedo nelle riviste che si comprano i ragazzi grandi. Ma non so i loro nomi.” ripose Lucy.
 
“Davvero?” domandò John.
 
Lucy fece sì con la testa e disse:  “Sì! E mi piacciono!” e sorrise.
 
John la guardò, pensò, le si avvicinò e spiegò:  “Sai? Io sono uno di loro …”
 
Lucy smise di disegnare, lo guardò sorpresa e disse incredula: “Davvero?”
 
“Sì!” ripose John.
 
“Non ci credo.” disse Lucy continuando a disegnare.
 
John non era molto sorpreso dalla risposta e domandò:  “Perché?”
 
“Perché di solito le star sono perfette. E non hanno difetti.”
 
“Non è vero. Anche le star hanno difetti!” disse John quasi ridendo.
 
Lucy lo guardò di nuovo e domandò sorpresa:  “Davvero?”
 
“Sì. Insomma le star sono persone con pregi e difetti come ogni essere umano. Però visto che tutta le gente conosce le persone famose, loro devono mostrare solo i loro pregi.” spiegò John.
 
“E perché non si fanno vedere con i loro difetti?” domandò Lucy.
 
“Perché la gente non li considererebbe più dei miti, e la gente famosa non diventerebbe più famosa.” rispose John.
 
“Ma … allora come ti chiami veramente?”
 
“Mi chiamo John. Perché? Pensavi che avessi usato un nome falso per non farmi riconoscere?” chiese lui.
 
“Quindi … tu sei John dei Beatles?” chiese Lucy.
 
“Esatto!” rispose lui tranquillo.
 
“E potresti toglierti gli occhiali se stai dicendo la verità?” chiese Lucy.
 
John sorrise, tolse gli occhiali per pochi secondi e se li rimise subito.
 
Lucy lo riconobbe, rimase sorpresa e disse a bassa voce: “Allora è vero! Tu sei John dei Beatles!” e sorrise.
 
John rise e disse:  “Si ma non dirlo a nessuno!”

“Tanto nessuno prede su serio una bambina di cinque anni, e se lo dicessi all’asilo tutti penserebbero che li direi solo per attirare l’attenzione e non ci crederebbe nessuno! Quindi il tuo segreto è al sicuro con me.” disse lei sorridendo.
 
“Beh … allora mi fido!” disse John e continuarono a disegnare insieme.
 
La madre di Lucy, aveva sentito tutto, e rimase molto sorpresa, ma non disse nulla e sorrise.


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Note della autrice:
Ecco il nuovo capitolo e che vi sia piacuto!
perchè a me mi piacuto scrivere questo capitolo!
E ecco una disegnio di come è Lucy!


Lo so che la foto non è venuta bene a spero che vi
piaccia i disegni!
Alla prosima!

Ciao!
Evola

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Capitolo 4
*** logopedista Prima parte ***


 “Lo sia una cosa John?” disse Lucy di  punto in bianco.
 
“Che cosa?”
 
“Sono felice di non riuscire a leggere e a scrivere.”
 
John rimase sorpreso e anche un po’ perplesso e domandò:  “Perché?”
 
“Perché? Visto che un musicista famoso fa fatica a leggere e a scrivere … beh … mi fa sentire bene! Perché forse anche io posso essere famosa anche se non so leggere e scrivere!” rispose lei
 
“Beh … questo è un piccolo simbolo di speranza, ma dovrai comunque imparare a  leggere e a scrivere. Forse lo fari a fatica ma ci riuscirai!”
 
“Chi lo sa …” disse Lucy.
 
In quel momento dalla porta uscì un ragazzino e una donna con un vestito grigio, capelli cotonati, scarpe con il tacco basso e sui trent’anni.
 
“Ciao Anna!” disse Lucy vedendola.
 
“Ciao Lucy! Come mai siete arrivati prima?” domandò Anna sorridendo.
 
Intanto John rimase a bocca aperta nel di vedere Anna e pensò: “Quella è Anna? Wow … non è male la logopedista!”
 
“La mamma ha fatto gli esami del sangue e poi siamo venuti qui.”
 
“Capisco! Allora prendo il mio prossimo paziente e poi arriverò subito da te!” disse Anna.
 
“Okay.” ripose Lucy
 
“Bene.. il signor Lennon?”
 
John si alzò dalla sedia e prima che entrasse, Lucy disse: “Buona fortuna e poi raccontami tutto!” e sorrise.
 
John ricambiò il sorriso e disse: “Grazie e sì! Ti racconterò tutto!”
 
Lucy rise e John entrò della stanza.
 
Quando entrò nello studio delle logopedista si guardò intorno: c’era una grande scrivana in fondo a sinistra con sopra una macchina da scrivere.
 
Poi vicino alla scrivania c’era un grande armadio di metallo, a destra c’era un altro tavolo per bambini con sedia, colori e qualche giocatolo.
 
E sopra alla scrivania una grande finestra con le tende chiuse.
 
Anna si sedette davanti alla scrivania e disse: “Si sieda signor Lennon.”
 
Così John si tolse gli occhiali e il capello e si sedette di fianco ad Anna.
 
Lei prese una cartella e una penna e disse: “Bene. Prima di iniziare vorrei …”
 
“Sa cosa stavo pensando?” interruppe John.
 
“Cosa?” disse lei perplessa.
 
“Dopo questa visita … potremo vederci uno di questi giorni …” disse lui piccolo sorriso malizioso.
 
Anna sorrise e disse con un tono paziente: “Mi dispiace signor Lennon ma … io non esco con i miei pazienti.”
 
“Beh … ci credo! Avranno sì e no sui cinque e sei anni!” disse lui sorridendo.
 
“Veramente spesso arrivano più adulti che bambini per sapere se soffrono di dislessia! E poi io mi devo sposare fra sei mesi. Lei potrebbe essere anche il re di questo paese oltre che una rock star, ma … non tradirei mai il mio futuro marito. È chiaro?” disse lei con un sorriso nervoso.
 
John guardò in basso e disse: “Sì … peccato.”
 
Anna ritornò seria e disse: “Come stavo dicendo prima … vorrei farle qualche domanda prima di iniziare. Per lei va bene?”
 
“Si certo!” ripose lui.
 
“Perfetto. Bene … sa quando ha cominciato a parlare?”
 
John ci pensò e disse: “Non lo so … sa? Ero un po’ piccolo per ricordare.” e rise.
 
Anna no.
 
Perché aveva  già sentito tante volte questa battuta.
 
“Comunque mia zia ha detto che ho cominciato a parlare verso i due anni …” disse John.
 
“Okay … e leggeva molto da piccolo?”
 
“Oh sì! Qualsiasi cosa che mi capitava tra le mani! Ogni volta che prendevo un libro lo divoravo subito con gli occhi.” e rise.
 
“E sullo scrivere? Ha avuto qualche difficoltà?” domandò ancora lei.
 
“Beh … non credo che di avere mai avuto grandi difficoltà a scrivere … da piccolo disegnavo molto. Ma … credo di aver imparato senza difficoltà! Credo..”
 
“E … a scuola? Com’era? Stava attento o si distraeva facilmente?”
 
“Beh.. diciamo che non era bravo ad stare attento, e poi non mi interessava molto la scuola. Soprattutto alle superiori ero un disastro. E anche un po’ alla elementari.”
 
“Ho capito.” disse Anna mentre scriveva.
 
A John venne un dubbio e domandò: “Ma tutte queste domande servono  per capire questo problema che dovrei avere, oppure sta prendendo informazioni su di me senza il mio permesso?”
 
Anna lo guardò e disse paziente:  “Signor Lennon, queste domande mi servono per capire bene come dice lei ‘se ha questo problema’,  perché i primi sintomi della dislessia si vedono già dalla tenere età,  poi le garantisco che questa visita non uscirà da queste quattro mura, quindi la prego, mi lasci fare il mio lavoro.”
 
E guardò il foglio.
 
“Mi scusi.” disse John e rimase muto.



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Note della autrice:
Ecco il nuovo capitolo!
Spero che vi sia piacutto.
Il perchè lo diviso in due?
Perchè è lungo!
Spero che vi piaccia!
Ciao!
Evola!
 

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Capitolo 5
*** logopedista Seconda Parte ***


Anna si alzò, prese un libro dall’armadietto di metallo, si sedette davanti a John e disse:  “Bene. Cominciamo dalla lettura veloce, poi proviamo a scrivere qualcosa e poi faremo qualche problema di matematica. Va bene?”
 
“Va bene!” disse John e cominciarono.
 
Prima lesse piano un pezzo di una storia a voce altra, poi velocemente. Poi provò a scrive qualche frase sia in corsivo che in stampatello e poi fecero qualche calcolo di matematica.
 
Quaranta minuti dopo …
 
“Bene! Come sono andato?” domandò John un po’ stanco.
 
“Beh … questo non è un test con voto.” disse Anna ma continuò:
 
“Ma visto il suo foglio e sentito di come ha letto … beh direi che soffre di una lieve dislessia.”
 
John rimase sorpreso e domandò:  “Cosa?”
 
“Soffre di un leggero disturbo di apprendimento. Niente di grave.” disse Anna.
 
“Mi scusi ma io non so molto su questa ‘dislessia.’!”
 
“Beh ... non molti sanno ancora di che cosa si tratta. Ma … è solo un disturbo di apprendimento che fa fare più fatica a leggere, scrivere, fare i calcoli, ad esprimersi. Ma come lo già detto il suo disturbo è molto lieve …”
 
John era sorpreso. Non immaginava di aver un disturbo di cui non sapeva l’esistenza.
“E … esiste una cura per caso?” domandò John.
 
“Non è una malattia. È un disturbo. Si può migliorare a scrivere e a leggere, e anche tanto. Ma lo terrà fino alla morte.” disse Anna e continuò:
 
“Però lei non è un caso grave . Se lo abbiamo scoperto solo a vent’anni.”
 
John pensò a Lucy e domandò: “E la bambina con gli capelli scuri e gli occhiali?”
 
“Lucy? Lei è una bambina che ha una dislessia più grave della sua.” spiegò Anna.
 
John rimase sorpreso
 
“Davvero?”
 
“Si. Ha cominciato a parlare sui i tre anni, non riesce ancora a leggere, sa solo scrivere il suo nome e piccole frasi, parla molto velocemente e non riesce a interagire con gli altri bambini.” raccontò Anna.
 
“Però è una bambina sveglia, curiosa e giocherellona! Ama molto disegnare, ma non ama fare i miei esercizi! Però se tu le spieghi bene cosa deve fare o come deve comportarsi … lei capisce bene e lo fa senza problemi. Viene qui ormai da un anno e stiamo cercando di organizzare il suo programma scolastico quando inizierà le elementari.”
 
John rimase sorpreso.
 
“Come mai questa domanda?” domandò Anna sospettosa.
 
“È solo che abbiamo disegnato insieme e ci siamo divertiti e credo che noi due ci capiamo molto bene.”
 
Anna sorrise un po’ poi si alzò e disse: “Bene. Abbiamo finto la nostra visita. Se vuole ritornare … può chiamarmi per un appuntamento.”
 
“La ringrazio, ma credo di non aver bisogno di un altro appuntamento.”
 
E si strinsero le mani.
 
“Allora addio signor Lennon.” disse lei scherzando.
 
“Addio futura signora!” disse lui scherzando a sua volta.
 
E Anna questa volta rise e lui uscì della stanza.

 
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Note della autice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
E qui finise la visita! Che ne pensate?
Beh... io da piccola non facevo questa vista!
Spero che vi piaccia!
Ciao!
Evola

 

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Capitolo 6
*** Flash Back. ***


John si imbarazzò, sorrise e disse guardando Lucy: “Lucy io devo parlare un attimo con loro in privato, tu intanto fai conoscenza con Ringo!” e la appoggiò a terra davanti a Ringo.
 
John con Brian, Paul, George e Sem andarono fuori dalla stanza mentre Ringo guardò Lucy e pensò cosa fare o dire.
 
Ma lei ruppe il silenzio dicendo: “Lo sai che hai un naso buffo?”
 
Ringo rise e disse: “Se avessi avuto un penny per ogni volta che qualcuno me l’ha detto a quest‘ora sarei già diventato multimiliardario!” e risero.
 
Intanto nel corridoio …
 
“Che cosa significa che resterà con noi per tutto il giorno?” domandò Brian.
 
“Significa che lei resterà qui con noi per tutto il giorno.” spiegò John tranquillo.
 
“Quindi … una bambina di cinque anni appena conosciuta da te resterà con noi nello studio?” domandò Sem cercando di capire la situazione.
 
John si sentì sotto pressione e disse: “Sentite! Lo so che per voi è strano ma … per me non è così! Quando io e Lucy ci siamo conosciuti mi è sembrato che … lei mi capisse e io capivo lei … come se fosse già un’amicizia … e poi ho parlato con sua madre..”
 
“E che cosa vi sete detti?” domandò George.
 
“Beh …”
 
Flash back.
 
John e la madre di Lucy nella sala da attesa quando lei è dentro con Anna.
 
“… Mi piacerebbe che parlasse con i bambini della sua età.”
 
“Ma … lei che fa all’asilo?” domandò John.
 
“Si isola, sta sempre per  fatti suoi a disegnare o a giocare da sola, parla solo con il bidello e la maestra, e i suo compagni la prendono in giro. Poi quando arriva a casa, fa merenda e guarda i cartoni animati. A volte sta chiusa in camera a giocare a volte da sola e spesso con il fratello. Quando fuori è bel tempo, la porto fuori insieme a mio figlio Jimmy al parco. Giocano insieme per un po’. Poi Jimmy va a giocare a pallone con i suoi amici e Lucy rimane sempre giocare da sola … e non vuole proprio giocare con gli altri.” spiegò la madre con un po’ di tristezza.
 
John cercò di capire la tristezza della madre, poi gli viene un’idea e domandò: “Senta signora … so che non ho l’età di sua figlia e neanche i miei amici ma … se la portassi con me?”
 
La signora lo guardò un po’ stranita e domandò: “Che cosa?...!”
 
“La prego, non pensi male. Ma ho pensato di portarla con me e con i miei amici. Cosi potrà vedere come lavorano i musicisti e tante altre cose. Ma soprattutto non sarà sola. La prometto che si divertirà!”
 
La signora lo guardò e domandò: “Oltre hai suoi amici c’è qualcun’altro?”
 
“Il mio manager, il mio produttore e la nostra amica Sem.”
 
“Samanta Facchini?” domandò lei.
 
“Sì, proprio lei. Ma tutti la chiamano Sem.” ripose.
 
“Stimo quella ragazza. Il suo carattere è un esempio per tutti.” ripose lei sorridendo.
 
“Sì … e lei è davvero brava con i bambini. Cioè, anche noi! Però lei ha fatto la babysitter prima di conoscere noi …. Quindi ha più esperienza!” spiegò John sorridendo.
 
La madre rese e John continuò: “E anche se l’ho appena conosciuta ... mi piace molto. È molto simpatica e … mi piacerebbe che si divertisse.”
 
La madre ci pensò, sospirò e disse: “E va bene. Meglio così piuttosto che vederla sul divano a guadarsi i cartoni animati. Però ad una condizione!”
 
John rimase sorpreso e domandò: “Va bene … quale?”
 
“Voglio che filmiate tutto quello che farete!”
 
John rimase confuso e domandò: “Cosa?”
 
“Prima di sposami ho lavorato come cameraman per la rete televisiva BBC. Dopo mi sono sposata e alla nascita del mio primo figlio sono diventata una casalinga. Ma mi hanno lasciate tenere le telecamere. In macchina ho una cinepresa che uso per i filmini di famiglia. Può filmare per quasi dodici ore consecutive e ha un ottimo audio, ma ora vorrei che lei la usasse per filmare tutto quello che farete oggi con mia figlia.”
 
John, sempre più perplesso domandò: “Ma.. perché?”
 
“Perché voglio vedere quello che farete e … se Lucy si divertirà … quando forse sarà più grande lo vedrà e si ricorderà sempre di questo giorno.” spiegò lei.
 
John capì e disse: “Va bene signora.”
 
E si sorrisero.
 
Fine flash back.

 
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Note della autirce
E ecco il mio nuovo capitolo!
Lo messo un pò presto del solito perchè
dopo devo andare via.
Spero che vi piaccia!

Qundi vi aguro un
buon sabato!
Ciao!
Evola.

 

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Capitolo 7
*** Lucy, ti presento i miei amici, amici lei è Lucy! ***


Fuori vide Lucy seduta vincono a sua madre con lo sguardo teso. Lo stava aspettando.
 
Quando lo vide alzò gli occhi e disse: “Allora? Com’è andata?”
 
“Bene! Sono dislessico!” disse lui sorridendo e mettendosi gli occhiali e il capello.
 
Lucy ricambiò il sorriso e andò da Anna.
 
John sentì una voce femminile: “Ti ringrazio di aver disegnato con mio figlia ‘signor John dei Beatles’!” e rise.
 
John si girò, era la madre di Lucy seduta che lo guardava.
 
“Grazie.” ripeté lei.
 
“Non mi deve ringraziare! Anzi è stato un piacere! Ma … quindi lei ha sentito tutto!”
 
“Beh … sono ancora giovane, ho un grande udito!” disse la madre sorridendo.
 
“Mi piacerebbe che facesse amicizia così anche con i bambini della sua età ma … è comunque bello che abbia socializzato con qualcuno! Di solito non lo fa neanche con suo fratello!”
 
John pensò ad una cosa: “Mi scusi signora, posso domandarle una cosa?”
 
“Sì, certo.”
 
E cominciò a parlare.
 
   
Dopo un’ ora ad Abby Road …
 
C’erano tutti (pure Brian) ad aspettare John per sapere com’era andata la visita.
 
 “Sono arrivato!”disse John aprendo la porta e facendo vedere solo la faccia.
 
“Ciao ragazzi!” disse sorridendo.
 
Tutti lo salutarono.
 
“Com’è andata la visita?” domandò Paul.
 
“Oh, bene … è stato divertente . E ho conosciuto un’amica.”
 
Tutti rimasero sorpresi.
 
Poi entrò con tutto il corpo con in braccio Lucy e disse: “Lucy, loro sono i miei amici! Ragazzi lei è la mia nuova amica Lucy.”
 
I ragazzi erano sorpresi, si alzarono e si avvicinarono a loro.
 
“Dove l’hai conosciuta?” domandò Sem.
 
“Gli ho chiesto di disegnare con me e lui mi ha detto di sì!” ripose lei sorridendo.
 
Loro lo ricambiarono e cominciarono a presentarsi.
 
“Ciao! Mi chiamo Paul. E sono felice di conoscerti!” disse lui.
 
“Tu sei quello carino!” disse Lucy indicandolo.
 
“Cosa?” disse lui perplesso.
 
“Quando vado al parco di sabato con la mamma e mio fratello ci sono sempre le ragazze più grandi sedute a leggere riviste con sopra le vostre foto. E ogni volta che le sento dicono: ‘Paul è il più carino!’” spiegò Lucy.
 
“Beh … in effetti hanno ragione!” disse Paul con modestia.
 
“Sì certo! Un cucciolo di cane con gli occhi verdi è più carino dite!” disse John scherzando e ridendo.
 
Paul si offese un po’ e disse: “Invidia!” e non disse più nulla.
 
Lucy rimase ad osservare la scena.
 
Poi si avvicinò Ringo e si presentò: “Ciao Lucy io sono Ringo e … sono felice di conoscerti!” e sorrise.
 
Lucy lo indicò e disse: “Tu sei quello buffo!”
 
“Quello buffo?” domandò lui perplesso.
 
“Sì! Le ragazze grandi dicono che tu sei buffo!” disse Lucy sorridendo e anche gli altri ridevano.
 
Ringo non rimase né sorpreso né offeso, però domandò: “Ah … ma dicono anche qualcos’altro?”
 
“Sì. A volte dicono che sei tenero e hai dei bei occhi.” ripose lei.
 
Ringo sorrise e disse modesto anche lui: “Visto? Ho dei begl’occhi!”
 
Poi arrivò George e disse: “Ciao! Io sono George! Piacere di conoscerti!”
 
Lucy lo fissò e disse: “Tu sei quello silenzioso.”
 
“Silenzioso?” domandò George perplesso.
 
“Sì. Le ragazze grandi dicono che sei silenzioso e misterioso, ma anche simpatico!”
 
George sorrise e poi domandò: “E tu gli credi?”
 
Lucy ci pensò e domandò: “Perché? Non sei veramente simpatico?”
 
Lui rise e disse: “Ma certo che lo sono! Questo è vero!”
 
“Ma a volte no!” aggiunse John e rise.
 
George non rise.
 
Poi si Sem disse: “Ciao! Io sono Samanta, ma mi puoi chiamare Sem e anche io sono felice di conoscerti!” e sorrise.
 
Lucy ricambiò il sorriso e disse: “Tu sei una ragazza vera!”
 
Sem e gli altri rimasero sorpresi.
 
“Ragazza vera?” domandò lei.
 
“Sì. Quando la mia mamma guarda una tua foto mi dice sempre che tu sei una ragazza vera. Senza grilli per la testa, senza trucchi o roba finta. Dice che rappresenti il lato positivo e anche negativo del corpo reale, non quello delle star che sono tutti perfetti ma falsi. Ma che tu sei veramente una persona reale … e a me questa cosa mi piace su di te.” E sorrise.
 
Sem si intenerì e disse: “E sai perché sono così? Perché sono semplicemente me stessa! E lo devi essere anche tu!”
 
“Me lo ricorderò sempre!” e si sorrisero.
 
Poi si avvicinò Brian e disse: “Ciao! Mi chiamo Brian Epstein e sono il manager del gruppo di Sem. Felice di conoscerti!”
 
“Tu sei il manager rompi scatole!” disse lei ridendo.
 
John rimase sorpreso e tutti gli altri risero.
 
“Cosa?” domandò perplesso Brian.
 
“John mi ha detto che tu hai detto che sei un manager rombi scatole perché …”
 
John la interruppe e disse: “I bambini! A volte dicono quello che si immaginano!”e fece un sorriso sforzato.
 
Brian lo guardò un po’ male e gli altri (tranne Sem) stavano ridendo.
 
“Beh … sono felice di conoscervi.” disse Lucy dolce.
 
“Anche noi.” disse Brian.
 
“E sono felice anche perché resterà con noi per tutto il giorno!” disse John.
 
“Cosa?!” dissero tutti sorpresi.

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Note della autirce:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che vi sua piacuto! e gotetevi il "
Cosa?!"
dei amici! Aspettate tre giorni! ;)
Ci sentiamo!
Ciao!
Evola.

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Capitolo 8
*** Resterà? ***


“Ed ecco la cinepresa!” disse John facendo vedere la custodia appoggiata nel muro. La prese, la aprì e domandò:
 
“Allora? Chi vuole filmare?”
 
Nessuno rispose. Rimasero in silenzio riflettendo sulla storia.
 
John allora decise da solo e scelse uno che per lui era perfetto.
 
“Brian!” si avvicinò a lui.
 
“Non hai niente da fare oggi,vero?”
 
“Veramente no, ma …” cercò di spiegare.
 
Ma John lo interruppe e disse:
 
“Bene! Tu sari il nostro cameraman!”
 
E diede la cinepresa a lui.
 
“John io sinceramente non so nemmeno come si accenda!”
 
“Ma è facile! Basta tenerla così, accendere questo per l’audio e questo per filmare.” spiegò John.
 
“Però te lo dico io quando inizio a filmare!” concluse.
 
Brian sopirò, ma pazientemente non disse nulla.
 
“Ma sua madre ti ha detto qualcos’altro?” domandò Paul.
 
“Oh sì! Mi ha detto che se le diciamo di fare la brava, lei lo fa, di non prenderla in giro per qualsiasi cosa che la riguarda perché è permalosa, non scherzare troppo con lei, non farla spaventare, se fa delle domande dobbiamo risponderle subito, non farla piangere, che fa merenda alla cinque e altre cose.” elencò John.
 
Tutti rimasero sorpresi e si diedero un’occhiata.
 
Poi Sem si avvicinò a lui e disse seria:
 
“John ascoltami … io sono felice di quello che hai scoperto e di quello che hai fatto ma ... non credo che tu, io o noi possiamo stare dietro a una bambina.”
 
John rimase deluso e pensava che poteva farcela e disse sicuro:
 
 “Ma certo che ce la facciamo! Infondo con i bambini siamo bravi! E poi tu hai fatto la babysitter quando sei venuta a Londra!” e indicò Sem.
 
“Sì è vero! Erano un maschio e una femmina gemelli di cinque anni, ed era impossibile farli stare fermi! E sto facendo lo stesso lavoro con voi! Resterò con Lucy volentieri, ma io alle 16 devo andare via. Ce la farete dopo da soli?” ripose Sem.
 
“E poi non è facile stare dietro ai bambini. Bisogna ascoltarli, seguirli, tenerli fermi, stare attenti che non si facciano male e a volte serve una sgridata!” aggiunse Paul.
 
“E poi tu quando Cynthia aveva detto che poteva essere incita ti sei spaventato a morte e volevi quasi scappare via.” aggiunse George.
 
Sem rimase perplessa e disse: “Cosa?” (non conosceva questa storia.)
 
John si giustificò: “Beh … chi non sarebbe spaventato per una cosa del genere! Ma per fortuna non era veramente in cinta.”
 
“Ma ti ha lasciato dicendo che aveva un altro e ha detto che stare con te era un rischio per lei.” specificò Paul.
 
“Ma se fosse stata veramente incita, avrei cercato di affrontare la situazione e sono sicuro che sarei diventato un buon padre!” si difese di nuovo.
 
“E poi Lucy è una bambina tranquilla e non credo che ci darà tanti problemi. E poi guardate come si comporta Ringo con lei.” Finì John.
 
Aprirono un po’ la porta e videro Ringo seduto in una sedia con sopra le ginocchia Lucy che le stava raccontando una piccola storia:
 
“Ed è così che sono diventato batterista di questo gruppo!” e sorrise.
 
Lucy rimase sorpresa e disse:
 
 “Wow… quindi prima di conoscere te, il gruppo non aveva un batterista decente e durante un provino dissero che non aveva talento, poi sei arrivato tu a suonare, avete passato il privino e siete diventi famosi. Tutto grazie a te?”
 
“Esatto!” rispose lui fiero.
 
“Caspita! Allora i nasoni hanno la loro importanza.”
 
“Già!” sorrise Ringo.
 
Fuori dalla stanza Brian, Sem, George, John e Paul stava ridendo della storia che Ringo aveva raccontato a Lucy.
 
 Ma George disse: “Beh … un po’ ha ragione!” e risero.
 
Poi John guardò i suoi amici e disse:
 
 “Allora? Che ne dite? Resterà?”
 
Loro si diedero delle occhiate, Brian si avvicinò a lui e disse:
 
“Va bene. Però mi raccomando, stai attento con lei, fa in modo che si senta a proprio agio, che non pianga, che non si faccia male e alte cose. Chiaro?”
 
“Sì signore!” disse John.


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Note della autirce:
E ricemo il mio nuovo capitolo!
Spero che mi piaccia!
Scusate per il ritardo! Ho avuto
un pò di inbegli e poi la mia
amica Debora puttoppo è
stata amalta! E forse chi sarà quanche errore ma
spero che ci paseta sopra!
Qundi... Bun sabaro sera e domenica!
Alla prosima! ;)
Ciao!
Evola.

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Capitolo 9
*** Un grande giorno per Lucy! ***


Poi disse di accendere la telecamera e andarono dentro alla stanza. John si avvicinò a Lucy e domandò:
 
“Allora Lucy! Ti sei mai chiesta come lavorano i cantanti?”
 
“Veramente no.” rispose lei.
 
“Perfetto! Oggi lo vedrai!” disse John sorridendo.
 
Lucy fece un piccolo sorriso, fece spallucce e disse:
 
“Okay.”
 
Così Ringo la fece scendere dalle ginocchia e si alzò, ma Lucy aveva le braccia alzate.
 
“Che cosa c’è Lucy?” domandò Paul
 
“In braccio.” rispose lei.
 
“Vorresti essere presa in braccio di nuovo?” domandò John.
 
Lei fece sì con la testa.
 
“Non vorresti camminare un po’?” domandò Ringo.
 
“No … troppi passi.” rispose lei a voce bassa.
 
Tutti risero un po’, John si avvicinò, la prese in braccio e disse:
 
 “Va bene … però poi comincerai a camminare!”
 
“Si.” rispose lei contenta.
 
E si avviarono verso lo studio.
 
Durante il cammino vide Brian con la cinepresa in mano e domandò:
 
“Perché il vostro manager rompi scatole sta filmando tutto con la cinepresa della mia mamma?”
 
“Sai Lucy? Poi chiamarmi Brian se vuoi, ma per favore non chiamarmi ‘manager rompi scatole’.”  disse Brian tranquillo.
 
“Dai Abby! Lo dice in modo affettuoso. Non per offenderti.” la difese Paul.
 
“Sta filmando tutto, così ogni volta che vorrai portai vedere quello che abbiamo fatto.” disse Sem.
 
“Brian, tu sei il cameramen. Quindi non devi parlare!” aggiunse John scherzando.
 
Poi arrivarono alla sala di registrazione dove c’era George Martin(che tutti  chiamavano  semplicemente Martin)  che li stava aspettando.
 
Sem lo chiamò, lui si girò dicendo:  “Oh! Eccovi qui ragazzi!”
 
Poi vide Lucy in braccio a John e rimase sorpreso, anche di vedere Brian che stava filmano tutto. Non capiva quello che stava succedendo.
 
“Martin, ti presento Lucy. Sarà nostra ospite per un giorno. Lucy lui è il nostro produttore Martin.” Lo presentò Ringo.
 
“Saluta Lucy!” disse John sorridendo.
 
Lei sorrise timidamente e disse:
 
“Salve signore…”                                                                    
 
Martin sorrise e disse:
 
“Salve Lucy! Come mai sei qui?”
 
“E’ una lunga storia.” rispose George.
 
“E perché Brian sta filmando?” domandò lui nidicandolo.
 
“Lunga storia anche questa.” ripose John.
 
“Però fai finta che non ci sia!” disse Paul sorridendo.


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Note della autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che vi piaccia e lo so che
lo metto tutti un pò infretta ma....
farò più piano.
Ma spero che vi sia piacuta anche se il
capitolo è un pò contro
Alla prosima!
Ciao!
Evola.

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Capitolo 10
*** In studio con Sem e Martin ***


“Ma … non ti dispiace se resterò qui per un po’ a vedere come lavori e come si registra un disco?” domandò Sem.
 
Martin guardò Lucy e disse: “Oh no! Al contrario, sarò felice di spiegare alla nostra ospite come lavoriamo noi!”
 
“Bene!” disse John mettendola giù.
 
“Dove andate?” domandò Lucy
 
“Giù in quella stanza dietro il vetro a suonare,” disse Paul indicando il vetro.
 
Lucy seguì il dito.
 
“Tu invece resterai qui a fare la brava insieme a Sem e ci guardi suonare.” aggiunse John.
 
“Poi posso venire lì con voi?” domandò lei.
 
“Ma certo! Ma prima resterai un po’ con me seduta vicino a Martin.” disse Sem prendendola in braccio.
 
“Okay?” domandò lei sorridendo.
 
Lucy ricamò il sorriso e disse: “Okay!”
 
“Bene!” disse Martin.
 
I ragazzi andarono giù e Lucy si sedette vicino al produttore e a Sem a vedere la registrazione.
 
“Okay ragazzi, cominciate.” disse Martin parlando nel microfono.
 
Loro presero gli strumenti, le cuffie e cominciarono a suonare e a cantare:
 
“Hold me close and
Tell me how you feel
Tell me love is real....”
 
Lucy si guardò attorno, vide Sem che sorrideva e muoveva la testa a ritmo di musica e Martin,  stava ascoltando e aveva davanti una grande macchina con un sacco di tasti e un nastro che girava. Rimase sorpresi che davanti a più di cento tasti, sapeva scegliere quello giusto.
 
Poi vide i ragazzi con le cuffie, con le chitarre, e una batteria suonare in microfono.
 
Poi guardò di nuovo Sem e disse a bassa voce: “Ma … tu che cosa fai di preciso?”
 
Sem la guardò senza capire la domanda e Lucy la ripeté di nuovo.
 
Sem sorrise e rispose: “Li tengo d’occhio,li do qualche consiglio e mi piace stare qui, e lo sai perché?”
 
Lucy si incuriosì e domandò:
 
“No? Perché?”
 
“Perché mi piace essere la prima persona ad ascoltare le loro canzoni e vederle nascere.” ripose lei sorridendo.
 
“Davvero?”
 
“Sì. E chi lo sa! Forse saranno ricordate nei secoli dei secoli!”
 
Lucy rimase sorpresa, poi guardò Marti, di nuovo Sem e domandò: “Ma… posso fare una domanda a Martin oppure lo disturbo?”
 
“No. Falla pure.” ripose Sem.
 
Così Lucy si avvicinò , lo chiamò a bassa voce, e domandò: “Ma come fai a sapere qual è il tasto giusto da prendere in mezzo a tutti questi?”
 
Martin sorrise e rispose:
 
 “Beh … lo so! Grazie alla tanta esperienza su questo lavoro!”
 
Lucy rimase stupita ma domandò: “Ma non ti capita mai di prendere quello sbagliato?”
 
Martin disse: “Sinceramente quasi mai!” e rise un po’ insieme a Sem.
 
Dopo tre canzoni i Beatles fecero una pausa, Sem si alzò e domandò: “Dai. Vuoi andare un po’ giù con loro?”
 
Lei sorrise e fece sì con la testa.
 
“Bene! Andiamo!”
 
Lucy le chiese di fermarsi dicendo: “Aspetta Sem. Posso farti una domanda?”
 
“Sì quale?”
 
“Sei fidanzata?” domandò incuriosita.
 
Sem rise e disse: “Lo sono stata tanto tempo fa! Ora sono senza ragazzo, ma sono felice lo stesso! Perché ho degli amici, un lavoro che mi tiene impegnata tutto il tempo, in cui devo fare la baby sitter a quattro ventenni e un altro più leggero che è stare in posa per farmi fare delle foto o recitare in qualche commedia divertente in tv!”
 
“Ma… ti vorresti sposare?” domandò ancora.
 
“Certo che voglio sposarmi! Però non ora!”


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Note della autrice:
Ecco il capitolo 10|
(Di già?!)
Lo so che è un pò corto ma spero che vi
sia piacuto!
Però per le ferie di pascqua non pubblicerò niente
(Perchè sono in ferie e poi non credo che quacuno va su
questo sito se andate via per le vacanze)
Qundi ci vediamo Lunedi! ;)
Buone vacanze a tutti!
Alla prosima!
Evola

 

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Capitolo 11
*** Tranquilla ... un pò troppo tranquilla... ***


E andarono giù. Sem vide il pianoforte con la tastiera aperta e i ragazzi girati di spalle che probabilmente non sapevano che fossero scesi.
 
A Sem venne un’idea, la disse a Lucy e lei accettò.
 
Arrivò al piano, Lucy premette i tasti tutti insieme creando un suono forte e brutto.
 
I quattro amici si spaventarono, si girarono e videro Lucy e Sem che ridevano.
 
“Ho mio Dio! Vi siete spaventati veramente!” disse Sem.
 
“Già! Avete fatto un salto come se aveste sentito un fulmine!” disse Lucy ridendo.
 
“Dammi il cinque!” disse Sem a Lucy, che batté prontamente la mano.
I ragazzi erano un po’ offesi.
 
“Ha-ha-ha! Molto divertente!” disse John ironicamente.
 
“Dai ragazzi, è solo un piccolo scherzo innocente!” disse Lucy.
 
“Già! Voi me ne fate tante a me!” aggiunse Sem.
 
Prese un sgabello per Lucy, lo mise vicino al pianoforte e lei ci si appoggiò.
 
“Okay Lucy, se vuoi stare qui, dovrai fare la brava. Qualsiasi cosa che ti serve, chiedi pure. Okay?” disse Sem.
 
“Okay.”
 
“Bene.”
 
Così Sem andò con i ragazzi e Lucy prese i suoi colori, un foglio e cominciò a colorare.
 
Per tutto il tempo rimase zitta e non disse una parola.
 
I ragazzi rimasero un po’ sorpresi.
 
Pensavano che i bambini sui cinque anni fossero un po’ più vivaci e chiacchieroni, come i gemelli che badava Sem nel suo primo lavoro.
 
E invece lei stava ferma nel suo posto, disegnava tranquilla e non parlava.
 
Alle 12:20…
 
Sem si avicnò a Lucy e le domandò: “Lucy io vado a prendere il pranzo. Tu vorresti qualcosa?”
 
Lei fece sì con la testa.
 
“Bene! Che cosa?”
 
“Beh … sua madre ha detto che non mangia verdura e frutta!” rispose John.
 
“Come ogni bambino del mondo!” disse Ringo.
 
Sem rise e disse: “Bene! Allora vuoi qualcosa di strafritto?”
 
Lucy fece sì con la testa con un sorriso.
 
Sem rise, salutò gli altri e andò via.
 
Quando Sem andò via i ragazzi decisero di palare un po’ con Lucy per conoscerla meglio.
 
Andarono intorno a lei al pianoforte,che continuava a disegnare.
 
Paul guardò il foglio e disse: “Ma che bella casa verde!”
 
“E’ un albero.” disse Lucy.
 
“Ah … e che bel gatto giallo!” disse di nuovo lui.
 
“E’ il sole.”
 
Paul non disse più niente ma poi Ringo indicò il foglio e domandò: “Questa è carta?”
 
“Sì.”
 
“Allora che bella carta!” e rise.


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Note della autrice:
Riecomi!
Si, lo so hi detto che avrei
pubblicato lunedi ma poi mi
sono resa conto che era vesta e poi
il domani partivo per la Valle d'asota
fino al 21 cosi ho penstao di pubblicare
il capitolo 11 oggi al utimo momento! :)
Spero che vi sia piacuto
Susace se è colto e
buone feste!
Ciao!
Evola!

 

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Capitolo 12
*** Lucy Prima Parte. ***


Anche Lucy rise un po’ e continuò a disegnare.
 
“Lucy ... mi domando perché non parli un po’ con noi invece di disegnare per tutto il tempo.” chiese Paul.
 
“Perché sto facendo la brava come all’asilo. Niente capricci, solo disegnare e giocare con me stessa, fare le domande utili, fare finta di ascoltare le maestre e dire ad ogni cosa che dicono ‘sì ho capito’.” spiegò Lucy.
 
“Lo sai una cosa Lucy? E’ la stessa cosa che facevamo noi a scuola!” disse John e rise.
 
“E ti comporti così quando fai la brava?” chiese George.
 
“Wow. E quando fai la cattiva che fai? Parli per tutto il tempo e scapocchi i muri?” domandò Ringo ironicamente.
 
“No. Faccio i capricci a casa, ma solo con la mamma.” spiegò lei.
 
Tutti rimasero un po’ sorpresi.
 
“Beh … strano, con me hai parlato molto e mi hai raccontato un sacco di cose. Perché non lo fai la stessa cosa con i miei amici?” chiese John.
 
“Perché nessuno vuole mai ascoltare niente di me. Dicono che sono una analfabeta fastidiosa e appiccicosa che non sa parlare. E una volta quando credevo che un mio compagno volesse sapere qualcosa su di me,  mi ha messo un ragno finto addosso. Lui mi ha detto che avevo un insetto sulla testa e sono corsa via per tutta l’asilo piangendo.” e si rattristò.
 
Loro invece rimasero un po’ impressionati dalla crudeltà dei bambini di cinque anni.
 
“E poi la mamma dice di lasciare perdere … e fare finta di niente … ma è difficile. Così non parlo con nessuno … e faccio prima.” e continuò a disegniare.
 
“E … non c’è qualcuno che vuole parlare veramente con te?”  domandò Paul.
 
“No. Solo i bidelli e le maestre, e che sono meglio dei miei compagni.”
 
John pensò ad una cosa e disse: “Però tu sei venuta da me a giocare.”
 
“Perché gli adulti non vanno mai a parlare con i bambini. E poi ho pensato che giocare con te, che poi non avrei rivisto mai più, era un rischio da poco.”
 
John rimase sorpreso, ma a anche gli altri.

A loro non sembrava una bambina di cinque anni come le altre.
 
“Sai Lucy? Fregatene di quello che dicono su di te! Perché prima o poi troverai dei veri amici.” disse Paul sorridendo.
 
Lucy smise di disegnare, lo guardò e disse: “Davvero?”
 
“Ma certo! So che troverai degli amici che ti aiuteranno, che avranno voglia di giocare con te e che ti accetteranno!” spiegò lui.
 
“E poi tu sei una bambina molto sveglia per la tua età! Vedrai che troverai ragazzi o ragazze sveglie come te!” aggiunse Ringo.
 
“E poi chi lo sa … li troverai all’asilo o forse quando sarai un po’ più grande … ma si vedrà con il tempo.” aggiunse George.
 
“E capirai da sola quando avrai trovato dei amici.” concluse John.

 
“Tipo ora?” chiese Lucy con un sorriso pieno di speranza


 Loro rimasero sorpresi e non sapevano cosa rispondere. Non volevano dare false speranze ad una bambina.
 
Ma John  mise il braccio intorno a lei e confermò: “Sì! Tipo ora!”
 
Lei lo abbracciò e tutti si intenerirono.
 
“Però purtroppo non potremo vederci spesso! Siamo quasi sempre via per suonare.” aggiunse Paul.
 
“Lo so! Ma tanto c’è la tv e le ragazze che parlano di voi quindi …” e sorrise.
 
E tutti ridevano.

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Note della autirce:
Riecomi!
Dopo una notte e due giorni in Valle d'Aosra
per le vacanze di pasqua... ecco il nuovo capitolo! :)
Perchè si chiama "Lucy Prima parte"? Perchè
ora lei sta parlado di lei e dib quello che fa,
quello che piace e quello che non gli piace
ma è lugo cosi lo divido in due parti!
Lo pubblico oggi perchè domani devo andare a studiare di
pomeriggio e li capisci che le vacanze sono finite...
Spero che vi sia piacuto! :)
Alla prosima!
Ciao!
Evola.

 

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Capitolo 13
*** Lucy Seconda Parte ***


Ricominciò a disegnare ma Paul domandò: “Allora Lucy … tu cosa fai dopo l’asilo?”
 
“Perché lo volete sapere?” domandò Lucy guardandolo.
 
“Beh … perché vogliamo conoscerti un po’.” ripose lui.
 
Lei si fermò e disse: “Strano.”
 
“Cosa?” domandò Ringo.
 
“Di solito nessuno vuole sapere quello che faccio.”
 
“Beh … ora ci sono delle persone che vogliono saperlo e ti consiglio di usare questo momento!” aggiunse John.
 
“Non lo so … ho paura di essere noiosa!” rispose Lucy un pò insicura.
 
“Beh … è perché noi siamo belli, famosi e ricchi, e siamo le persone più interessanti della terra!” disse George ironicamente.
 
Lucy rise e disse: “Va bene! Però non vi lamentate se sono noiosa!”
 
Loro risero.
 
Lucy raccontò: “Allora ... non mi piace l’asilo, a casa ho un fratello maggiore che è arrogante e presuntuoso solo perché è più grande di me di due anni!” e fece una faccia scocciata.
 
“A casa disegno, gioco da sola e guardo i cartoni! Soprattutto quelli che mi fanno ridere e i personaggi della tv!”
 
“E quali sarebbero?” domandò Ringo.
 
Lucy ci pensò e disse: “ ‘Tommy e Jerry’, ‘Looney Tunes’, ‘Braccio di Ferro ’ e Stanlio e Olio!”
 
“Ti fanno ridere Stanlio e Olio?” domandò John.
 
“A chi non viene da ridere vedendoli?” domandò Lucy.
 
 “Poi spesso la mia mamma insieme a mio fratello chi porta fuori al parco. Mio fratello gioca a palla con i suo amici e io gioco da sola, a volte ci sono delle mie compagne dell’asilo. Quelle più carine e simpatiche a tutti ma non a me. Mamma mi dice di provare a parlare con loro, ma ogni volta che ci vado per giocare, hanno sempre qualcosa da fare e se ne vanno e … questa cosa mi fa sentire triste.” Si appoggiò al pianoforte e si rattristì.
 
Loro avevano uno sguardo comprensivo. Paul mise una mano sulla sua spalla per cercare di consolarla ma Lucy continuò:
 
“Ma non mi importa poi così tanto! Perché non sono da sola! Perché ho la tv! Anche se non è una persona, è l’unica cosa che non mi prende in giro e non mi fa piangere. Mi fa ridere e mi tiene compagnia con i miei cartoni animati preferiti, e mi immagino di essere lì con loro e aiutarli a salvarsi!”
 
Rise insieme a loro.
 
“Davvero?” chiese John.
 
“Sì! E mi immagino le cose sia quando li guardo in tv che quando sono in camera mia a giocare! Mi immagino sempre delle grandi avventure con tutti i miei personaggi preferiti, ma anche con quelli cattivi! Però ci sono sempre io a salvare tutti, che ritornano alla normalità!” disse Lucy fiera.
 
“Allora vuoi fare sempre l’eroina della situazione?” domandò Ringo.
 
“E chi non lo vorrebbe?” ripose lei sorridendo e facendo spallucce.
 
Per la prima volta nella sua vita c’era qualcuno che la voleva ascoltare. Però sapeva che quando gli adulti dovevano lavorare non avevano tanto tempo, quindi cercò di non essere appiccicosa per non allontanare i suoi nuovi amici.
 
“Bene, ora vi lascio al vostro lavoro.” e continuò a disegnare.
 
Tutti rimasero un po’ perplessi da quello che aveva appena detto.
 
“Ma … non vuoi continuare a parlare delle tue avventure?” domandò Paul.
 
“Sì … ma forse dopo. So che dovete suonare e io non voglio disturbare. Però se avrò una domanda importante da farvi ve lo dirò!” e sorrise.
 
Loro la imitarono e John disse: “Va bene! Quando arriva Sem con il pranzo continueremo a parlare!”
 
I ragazzi continuarono a comporre e Lucy a disegnare.
 
5 minuti dopo …
 
Lucy ha un certo punto smise di disegnare e pensò a una cosa che aveva in testa da un po’.
 
“Ehm … ragazzi …” chiamò Lucy con un tono timido.
 
Loro si girarono verso di lei, che  disse: “Scusatemi ma posso farvi una domanda? Che di solito non si chiede all’asilo.”
 
“Ma certo! Quale?” disse Paul.
 
“Da dove vengono i bambini?” domandò lei tranquilla.


----------------------------------------------------------------------------------
Note della autrice:
Riecomi al capitolo 13! :D
Spero che vi sia piacuto e avte riso per la
domanda di Lucy! In fondo... chi non la mai fatta a 5 anni questa domanda?
Vi lascio anche una foto! (fatta male però...)
Dove ci sono in oridne Lucy, John, Paul, George e Ringo
sul piano forte e lei ha in mano un colore aracione in mano!
Vi averto che la qualità non delle miglori ma
spero che vi piaccia!
Ci vediamo!
Ciao!
Evola.


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Capitolo 14
*** Domanda imbarazzate 1. ***


Cadde il silenzio. Quella domanda era sempre la domanda che fanno i bambini verso quella età, e gli adulti sono sembra imbarazzati nel rispondere.
E infatti tutti e quatto non sapevano cosa dire.

“Allora?” insistette Lucy.

“Lucy … perché non si chiede alla asilo?” domandò George.

“Perché una volta un mio compagno lo ha chiesto alla maestra davanti a tutti e loro lo hanno portato fuori . Dopo un po’ è ritornato con una faccia sorpresa, si è seduto vicino al suo amichetto e io che ero vicina ho sentito dire questo: ‘Che cosa ti ha detto?’ e lui ha risposto solo ‘lascia perdere. Spero solo di non diventare mai povero!’.” spiegò lei

Tutti rimasero un po’ sorpresi.

“Ma … e la tua mamma? Non puoi chiederlo a lei?” disse Paul.

“No perché ogni volta che sono a casa mi dimentico sempre. E ora mi è tornato in mente e l’ho chiesto a voi.”

Tutti erano un po’ imbarazzati.

“Allora …  da dove vengono i bambini?”

John si avvicinò a lei per rispondere, ma una voce femminile disse:“Dalla pancia della mamma!”

Si girò ed era Sem con dei sacchetti che arrivava dalla scala.

“Dalla pancia della mamma?” ripeté Lucy.

“Esatto!”

“Ma … come?”

Sem si sedette vicino a lei e raccontò:  “Vedi Lucy, quando un uomo e una donna si sposano e vogliono avere un bambino, l’uomo da un seme alla donna, lei lo tiene nella pancia per nove mesi, e in quei nove mesi il seme cresce, cresce fino quando la pancia non assomiglia ad un cocomero! Alla fine di questi mesi la donna va in ospedale, i dottori le fanno un piccolo taglio sotto la pancia e viene fuori li loro figlio! Così nascono i bambini!!

Lucy rimase sorpresa e i ragazzi la ascoltarono.

“E’ così che vengono fuori i bambini? Dalla pancia della mamma?” domandò Lucy

“Esatto!” rispose Sem.

“E possono nascere anche dalla pancia dei papà?” domandò ancora.

Sem rise e disse: “No! Soltanto da quella delle donne.”

“Ma … dove trovano quel seme gli uomini?”

“Beh … lo hanno sempre avuto! E quando vogliono un bambino lui lo da a lei, che  lo ingoia e va dentro alla pancia.”

Lucy rimase affascinata ma Sem aggiunse: “Ma solo quando ti sposi potrai fare questa cosa! Chiaro?”
“Si!” rispose lei e sorrise e anche Sem.

“Allora … che cosa ci hai preso da mangiare?” domandò John avvicinandosi.

“A voi le solite cose e invece a Lucy, sto che mi ha detto che voleva qualcosa di fritto … fish e chips! Ti piace?” domandò Sem.

“Sì! Ma prima devo andare in bagno …” disse Lucy.

“Voi che ti accompagno?” domandò Sem.

“No … voglio andarci da sola …”

“Okay. Chiedi a Martin dove devi andare che lui lo sa.” aggiunse Sem.

La bambina si alzò e disse: “Grazie” e se andò.

Tutti sorridevano.

Sem si alzò raggiunse i suo amici e domandò:

“Allora? Come si è comportata?”

“Bene! Si è comportata bene! Fa un po’ fatica a parlare con le altre persone.” ripose Paul.

“Però se la mettiamo a suo agio e si soglie un po’, potrebbe parlare all’infinito!” aggiunse Ringo.

“E riesce anche molto bene a comunicare con gli adulti,  cerca di capirli e rispettarli, ha una grande fantasia ed è anche un bel po’ sveglia …” aggiunse George.

“E poi … sono contento che sei arrivata adesso, perché non sapevo come rispondere a quella domanda!” finì John.

“Beh … è normale che a quell’età facciano quel tipo di domanda. L’ho fatta anche io a cinque anni con mia madre, e io le ho risposto proprio come ha fatto lei con me.”

"Che i bambini vengono dalla pancia della mamma?” domandò Paul.

“Beh … non è una bugia! È vero che l’uomo da il seme alla donna!”

“Ma non è vero che si taglia sotto la pancia per farlo uscire.” disse John.

“Sì che è vero! Infatti si chiama ‘parto cesareo’. È cosi che è nato mio fratello!” e rimasero muti.

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Note della autrice:
Riecomi! :D
Come vedete Sem è salvato la situazione a tutti!
Perchè si chiama "Domanda imbrazate 1"?
Perchè Lucy ne rifarà un altra... qundi... tenedevi
pronte! ;)
Spero che vi sia piacuto e...
Alla prosima!
Ciao!
Evola.

 

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Capitolo 15
*** Pranzo e dopo pranzo. ***


Poi quando arrivò Lucy, si prepararono per pranzare, ma come ogni bambino del mondo, anche lei si mise a fare un po’ di capricci.
 

“Lucy prima di mangiare devi mettere il tovagliolo.” Iei disse Sem prendendo il tovagliolo bianco.
 

“Non lo voglio!” disse Lucy con braccia incrociate.


“Perché?” domandò Sem sospirando.

 

“Perché non lo voglio! Mi fa sembrare stupida e non lo voglio mettere!”
 

“E chi te la detto che ti fa sembrare stupida?” chiese Sem.
 

“Io! E i cartoni! Quando si mettono i tovaglioli per mangiare sono ridicoli e io non voglio essere ridicola!”
 

“Sì, ma devi metterlo per non macchiare di unto il tuo vestito!” spiegò Sem.
 

“Non mi importa! Tanto anche se non si sporcano di unto, si sporcheranno di qualcos’altro!”
 

Sem sopirò, voleva convincerla, ma poi arrivò John, si avvicinò a Lucy e disse: “Sai cara? Se non ti menti i tovagliolo cosa ti succederà?”
 

“No. cosa?” domandò Lucy.
 

“Ti porto su e ti faccio mangiare da sola!” ripose lui calmo

(Ovviamente non lo pensava veramente. Stava solo cercando di spaventarla per  ottenere quello che voleva.)


Lucy sorrise e con aria di  sfida disse: “Non è vero!”


John fece il suo stesso sorriso e rispose:  “Oh sì invece!”


La prese in braccio dicendo: “E lo sto facendo davvero!”


Lucy si spaventò e disse: “Okay! Okay! Mi mento il tovagliolo!”


John la guardò e domandò: “Sul serio?”


“Sì …” ripose lei con uno aria sconfitta.


“Bene!”


E la mise giù.


Lucy aveva il broncio e disse: “Comunque non sei stato carino!”


“Però ti ha convito a metterti il tovagliolo!” disse Sem mettendoglielo intorno al collo.


Cominciarono a mangiare.


Mentre Lucy mangiava il suo fish e chips con il tradizionale rotolo di giornale domandò: “Come mai il pesce e le patatine fritte si mangiano in un foglio di giornale?”


“Beh ... perché cosi la gente mentre mangia può leggere gli articoli e può dire … che ne so: ‘To! In pasticceria fanno le torte a metà prezzo per una settimana!’.” rispose Paul.

“Se il giornale non fosse della settimana scorsa!” aggiunse John e Lucy rise.


Quando smise di ridere Sem disse: “Ah! Una cosa. Dopo mangiato vado via!”


“Perché? Non andavi via alle quattro?” chiese subito Paul.


“Beh ... mi hanno anticipato sia l’intervista che il sevizio fotografico, quindi fra cinque minuti devo andare via!” rispose lei.


Paul era rimasto un po’ deluso e Lucy lo notò.


Cosi dopo il pranzo …

Sem si alzò e disse: “Bene ragazzi! Io vado!”


“Vai già via?” domandò Lucy togliendosi il tovagliolo.


“Sì, anche io lavoro!” ripose Sem sorridendo.


“E … quando ritornerai?” domandò Paul.


“Beh … forse l’ora del the ci sarò!” rispose lei.


Salutò tutti e se andò.


Lucy guardò Paul che aveva una faccia un pò triste quando Sem andò via.


“Paul. Posso farti una domanda?” disse Lucy,


Lui la guardò e disse: “Sì certo! Dimmi pure!”


“Ma a te ti piace Sem?”


Paul non rispose, mentre George, John e Ringo sghignazzavano.


“Rispondo io al suo posto. Sì!” disse Ringo.


“Davvero?” domandò Lucy sorpresa.


“Sì!” rispose John.


“E in vece no!” disse Paul un po’ scocciato.


Poi si avvicinò a Lucy dicendo: “Sem mi piace! Ma solo come amica!”


“Io pensavo che ti fossi innamorato di lei.” rispose Lucy.


“Lo è infatti!” sghignazzò George.


“No! Non lo sono!” disse Paul.


“Perché pensi che io sia innamorato di lei?” domandò lui.

“Perché avevi uno sguardo triste quando se ne è andata via, poi hai chiesto per primo a che ora tornava.” disse lei.

 

“Beh … non avevo lo sguardo triste, ti è solo sembrato, e le ho chiesto a che ora tornava tanto per sapere, tutto qui. E poi tu hai solo cinque anni. Come puoi capire se  una persona piace a qualcuno.” domandò Paul.
 

“Beh …. mica ci vuole un genio per capire se una persona è innamorata o no. Si capisce dai gesti e dai comportamenti. E poi noi bambini non siamo stupidi!”
 

“Ma … ma io non sono innamorato di Sem! E’ solo una cara e vecchia amica punto e basta! E se una persona è innamorata, non si capisce dai gesti come hai detto tu. Si capisce in un altro modo, molto più  complicato e troppo difficile da spiegare a te.” disse lui. E rintonò dal suo basso.


A Lucy non era piaciuto molto come Paul le aveva risposto, come se tutti i bambini non potessero capire.


Cosi le venne un’idea e disse con un sorriso: “Quindi tu non sei innamorato di lei?”


“No.” rispose lui.


“È solo un’amica?”


“Sì. E niente di più!”


“Bene. Perché prima Sem mi ha detto che esce con un ragazzo.” disse Lucy
tranquilla.


Tutti rimasero sorpresi, soprattutto Paul. E rimasero muti.


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Note della autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Lo pubblico oggi perchè domani iniza
la scuola e mi togo il pensiero!
(Della mia regione abbiamo fatto un
ponte lungo...)
Spero che vi sia paccuta e del
prosimo capitolo capirete come
una bambina di 5 anni può
essere vedicativa! ;)
Qundi... alla prosima!
Ciao!
Evola

 

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Capitolo 16
*** Lo scherzo. ***


(Questa storia è una versione mia “Sulla storia dei Beatles”. Qui Paul non è fidanzato con Jane. Ovvero si era fidanzato con lei nel ’63, poi si lasciarono dopo pochi mesi … ma questa è un'altra storia.)

 

“Ma cosa …” stava per dire John ma Lucy lo guardò, fece l’occhiolino, e lui capì. Poi fece capire anche agli altri tranne Paul ovviamente.

“Ma davvero?” disse John con un sorriso.

“Sì! Lo ha detto a me!” rispose lei sorridendo.

Paul era quasi scarlatto, si alzò e disse con una risata forzata: “No! Questo non è vero! È una bugia!”

“Mamma dice di non dire mai le bugie … quindi io non le  dico,  perché sono brutte da dire! E poi … perché dovrei mentire su questo fatto?” domandò Lucy con aria innocente.

Ora tutti guardavano Paul per vedere come reagiva.

Ora lui non sapeva che dire … non sapeva se diceva una verità o una bugia.

Così si avvinò, e si sedette di fronte a lei dicendo: “A sì? Allora se è vero … che cosa ti avrebbe detto di preciso?”

Tutti guardavano Lucy.

Lei sorrise e disse: “Mi ha detto che usciva con qualcuno quando le ho chiesto se era fidanzata.”

“E poi?” chiese Paul.

 “Poi quando le ho detto se gli altri lo sapevano, mi ha detto di no, che non lo sapevano.”

“Perché?” chiese ancora Paul come se la stesse interrogando in terzo grado.

“Ha detto che voleva farvi una sorpresa e mi ha detto di non dirlo a nessuno! Ma ho incrociato le dite dietro i me!” disse con un sorrisetto furbo.

Paul la guardò serio e domandò ancora: “Ha detto se per caso … è carino?”

“Oh sì! Mi ha detto che è il ragazzo più carino che abbia conosciuto in vita sua!”

Paul fece una sonora risata e disse mettendosi con le braccia incrodate:

“Impossibile! Non conosce altri ragazzi più carini di me!” e si mise in posa con uno sguardo fiero.

Intanto gli altri tre pensavano la stessa cosa: “Egocentrico!”

“Oh, invece sì! Mi ha detto che è altro, capelli rossi, occhi blu, gentile, simpatico, romantico e che sa come  trattare una donna!”

Al quel punto Paul, scoppiò in una piccola reazione di gelosia, che in realtà era già accesa quando Lucy aveva detto che Sem usciva con qualcuno, ma era anche una reazione di inferiorità per quel fantomatico ragazzo.

“Sai per caso come si chiama?!” domandò Paul.

“Sì! Lo vuoi sapere come si chiama?” chiese Lucy.

Paul fece no con la testa .

Lucy sorrise e disse: “Bene … te lo dico lo stesso … il suo nome è …”

Lasciò un po’ di attesa a Paul, poi finì dicendo: “Che è tutto uno scherzo, e tu ci sei cascato! Ah!”

E rise e anche John, George e Ringo risero a crepapelle.

Paul era confuso: “Cosa?! Era tutto uno scherzo?!”

“Sì!” disse Lucy.

“E voi eravate d’accordo?” disse Paul guardando gli altri.

“Beh ... ce lo ha chiesto lei di stare al gioco!” rispose Ringo.

“E poi non immaginavo che facessi cosi!” aggiunse John.

E risero ancora.

Paul guardò Lucy e domandò: “E perché l’hai fatto?”

“Volevo vedere e ti piaceva Sem, così mi è venuto questo scherzo per vedere la tua reazione! E visto che ti sei ingelosito … significa una sola cosa.”

Poi indicò con il dito a Paul e disse: “A Paul piace Sem, ha Paul piace Sem, Paul piace Sem!” e continuò.

Paul si arrabbiò un po’ per questo scherzo.

 Chiese a John di farla smettere, lui acconsentì, si avvicinò a Lucy e disse:

“Dai Lucy! Cosi non è divertente …”

“Ti ringrazio!” rispose Paul.

“Così è divertente!”

Indicò Paul con il dito e canticchiò: “A Paul piace Sem, a Paul piace Sem, a Paul piace Sem!” e risero.

Paul si offese e rispose: “Sei infantile Lennon! Sei davvero, davvero infantile!”

Poi Lucy canticchiò battendo le mani a tempo: “Paul e Sem si tengono per mano, sotto un albero, poi si danno un bacio, poi un altro e avranno cento figli!” e rise.

“Dove hai imparato questa canzone?” domandò Ringo.

“A scuola quando un compagno maschio parla ad una compagna femmina lo prendiamo in giro cantando questa canzone.” rispose lei

“E ha te ti è capitato che te a cantassero?” domandò George.

“Sì, ma solo una volta!”

E continuò a cantare la canzone a Paul, mentre altri risero.

Paul si stufò poi gli viene una idea e disse con un sorriso di sfida: “Lo sai che se non la pianti ti metto a testa in giù!”

Lucy rise e disse: “Non potresti farlo!”

“Beh … se non la smetti io lo faccio!” rispose lui.

“Costringimi!” e continuò a cantare.

Paul sorrise, si avvicinò dicendo: “E va bene! L’hai voluto tu!”

Cosi si alzò, la prese in braccio e la mise a testa in giù. Ovviamente era solo per scherzare, la teneva stretta per non farla cadere, cercando di non farle male,  infatti Lucy lo trovò divertente e rise.

“La smetti adesso?” domandò Paul.

“No!” rispose Lucy ridendo.

Poi Paul la scosse un po’ e domandò: “E adesso?”

“Sì!” rispose lei ridendo.

“Bene!” disse Paul continuando a tenera cosi.

George e Ringo ridevano per la situazione, ma John era un po’ preoccupato, si avvicinò a lui dicendo: “Paul sta attento! Rischi di farle male!”

Ma lui lo rassicurò dicendo: “Non ti preoccupare! La sto tenendo stretta,  non voglio certo farla cadere! E poi si sta divertendo, non vedi! Non è vero Lucy?”

“Sì!” rispose lei ridendo.

“Bene!” e risero.

“Paul?”

“Sì?”

“Mi sa che mi sta venendo su il cibo!”

Paul la mise giù dicendo: “Okay! E’ ora di ritornare con i piedi per terra!” e la appoggiò.


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Note della autirce:
E ecco il 16 capitolo!
è la storia più lunga che io
abbia pubblicato!
Spero che sia piacuto
e che vi sia diverito!
Lo so forse Lucy ha
essagerato un pò...
Ma spero che vi sia piacuto
e noi ci vediamo! :)
Ciao!
Evola.

 

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Capitolo 17
*** Pace? ***


“Comunque … scusa per lo scherzo e per le prese in giro. Ma non mi piaceva che pensassi che noi bambini non possiamo capire certe cose. Così ho fatto questo scherzo!” e si scusò.

“Lo hai fatto solo per vendicarti di quello che ti ho detto?” domandò Paul sorpreso.

“Sì … ma anche per vedere se ti ingelosivi!” e rise.

Poi smise e continuò: “Però … non avrei dovuto farlo … scusa. Pace?” e alzò la mano verso di lui per stringerla.

Paul rimase sorpreso ma sorrise e disse: “Si. Pace!” e si trigono la mano.

“Però promettimi di non dirlo a nessuno! Neanche a Sem!” disse Paul.

“Lo giuro!”

E si abbracciarono.

Quando si staccarono Paul disse: “Dai! Ora vai su con Martin che noi dovremo registrare!”

“E volete che faccio tutte quelle scale da sola? Non c’è un gentiluomo che mi accompagna?” domandò Lucy con voce tenera e occhi tristi.

“Vorresti che qualcuno di noi ti prendesse in braccio per fare degli scalini?” chiese George.

“Esatto!” disse li sorridendo.

“Dai! Ti porto su io! Per loro è già tanto lavorare!” disse John prendendola in braccio.
 
I tre non dissero nulla ma sbuffarono.

Mentre John la accompagnava da Martin in braccio domandò a bassa voce:

 “Ma … come ti è venuto in mente di fare a quello scherzo Paul?”

“In televisione!” rispose lei.

“In televisione?” disse lui confuso.

“Sì! In una serie televisiva che parla di due amici che vivono insieme e uno di loro era innamorato della vicina di casa, ma non voleva ammetterlo, così l’amico fa questo scherzo per vedere se si ingelosiva. Lui ha confessato che si era innamorato della vicina. Non ricordo come si chiama la serie ma mi fa ridere!”

John era un po’ preoccupato e disse: “Ma lo sai che tutto quello che vendi non è vero?”

“Sì lo so! Mamma ha lavorato in tv. Registrava sia i programmi che i telegiornali, e mi ha spiegato che sono finzioni, ma a me piace lo stesso a vedermele!” rispose Lucy.

John sopirò e disse: “Bene.”

E la portò da Martin, la fece sedere vicino a lui dicendo: “Bene Martin! È tutta tua!”

“Però dopo mi vieni a prendere?” domandò Lucy.

John sorrise e disse: “Ma certo! Mica ti lascio qui per sempre! Ti prometto che ti verrò a prendere e ti poterò in braccio!”

“Sì!!!” esclamò lei felice.

John le accarezzò la testa e andò via.

Lucy restò con Martin che le spiegò come modificare i suoni e le voci. Lucy ascoltò volentieri, ma si perdeva nei suoi pensieri.


Dopo un po’…

Arrivò John su e disse:“Bene Lucy! Ora come promesso ti porterò nel tuo regno, piccola principessa!”

“La ringrazio mio grande principe!” rispose Lucy e risero.

John la  prese in braccio e Lucy salutò Martin.

A John cominciò a piacere molto prendere Lucy in braccio. Sentiva il suo calore quando lo stringeva e sentiva che poteva proteggerla. Era veramente affezionato a lei e lei e lui.

Quando arrivarono in studio, John la mise vicino al pianoforte come prima … ormai per Lucy era il suo posto.

Mente gli altri parlavano lei disegnava, ascoltava e rideva dei loro litigi inutili.

Ma poi le venne in mente una domanda e disse: “Ragazzi posso farvi una domanda?”

“Sì certo!” rispose John.

“Che cosa sono le mestruazioni?”

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Note della autrice:
E riecomi dopo il primo maggio!
Spero che le avete pasato bene!
Ecco il mio nuovo capitolo
dove Lucy si è scusata con Paul
e ha fatto la 2 domanda inparazante!
(Il prechè? Perchè è può
senore una comedia no? XD)
Spero che vi sia piacuto e ci
vediamo con il prosimo
capitolo!
Ciao!
Evola







 

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Capitolo 18
*** Domanda imbarazzate 2. ***


Tutti si imbarazzarono e calò un silenzio di disagio fra i quattro amici.

Lucy, non sentendo subito una risposta  insistette: “Allora?”

“Lucy … dove hai sentito questa parola?” domandò Ringo.

“Dalle ragazze grandi! La loro panchina è vicina alla vasca della sabbia, e a me piace giocare lì, e le sento. Una volta, una ragazza stava  aspettando la sua amica, e quando è arrivatale  ha detto ‘come mai sei in ritardo?’ e lei ha risposto: ‘lascia perdere, che mi sono venute le mestruazioni!’,  però l’ha detto a bassa voce … ma le ho sentite lo stesso!” spiegò Lucy.

Tutti rimasero sorpresi.

“Wow … hai un senso udito molto sviluppato!” disse George tra se a se.

“Ma non ho mia capito che cosa sono e mi è venuto in mente adesso di domandalo a voi!”

“Ma che fortuna!” disse John con un grande sorriso imbarazzato.

(Ovviamente erano tutti imbarazzati. Perché uno: non potevano dire la verità. E due: Non sapevano cosa inventarsi!)

Lucy insistette: “Ma che cosa sono?”

John non voleva spiegarlo così si girò verso gli altri: George e Ringo fecero subito no con la testa con uno sguardo che diceva: ‘Non vogliamo essere coinvolti!

Poi guardò Paul che era solo, sorrise e disse: “Paul te lo spiegherà molto volentieri!”

Lo prese e lo portò da Lucy.

“Io?!” disse lui che era già davanti a lei.

John in vece era con George e Ringo per godesi lo spettacolo.

Paul lo incenerì con uno sguardo fulminante, ma ormai era troppo tardi. Doveva spiegare a Lucy le mestruazioni.

“Allora … le mestruazioni … vediamo …”

Pensò a qualcosa da dire ma gli venne in mente solo: ‘Vorrei tanto che Sem venisse qui a desso!’

Poi gli venne un’idea e rispose: “È una frase che usano le donna per indicare che sono impegnate!”

“Cosa?” disse lei confusa.

“Sì! Quando una donna è molto occupata o ha avuto una giornata faticosa, dice che le sono venute le mestruazioni o le sue cose.” spiegò Paul.

Lucy cercò di capire dicendo: “Allora significa che una ragazza è molto occupata o che ha avuto una brutta giornata?”

“Esatto!” disse lui.

“Lo dicono anche i maschi?”

“No. E’ una frase solo per ragazze! I ragazzi dicono solo ‘Ho avuto una brutta giornata’ o ‘Sono molto indaffarato!’.”

“Ma … allora perché le ragazze non dicono le stesse frasi dei ragazzi?”

“Perché è così è basta!”

Lucy capì però le venne un dubbio e chiese: “Ma cosa significa la parola mestruazioni allora?”

Paul si imbarazzò ancora, invece gli altri se la ridevano.

Poi gli viene un’altra idea e disse: “E’ una frase greca! Una di quelli frasi che in Greco hanno un significato. Per esempio sai cosa significa egoista?”

“Sì. Una persona che pensa solo a se stessa e alle sue cose, ma mai agli altri!” rispose Lucy.

 “Anche! Ma in greco ‘Ego’ significa io. Come egocentrico! Una persona che vuole tutta l’attenzione su di lui!”

“Come te!” aggiunse John e risero.

Paul lo guardò malissimo.

“Mestruazioni in greco che significa?” domandò Lucy.

“Ehm … ‘Mestruo’ significa impegni e ‘Zioni’ … donna! E cosi nasce la parola mestruazioni”! spiegò Paul imbarazzato.

Lucy ci credete.

(ovviamente a cinque anni non aveva ancora idea di come funzionasse il corpo umano.)

Ma  rimase sorpresa e domandò: “Quindi … in questo momento anche Sem ha le sue mestruazioni?”

Tutti si imbarazzarono ma John si avvicinò a lei e disse: “Sì … forse, chi lo sa! Ma tu non dirle niente su questo argomento! Chiaro?”

“Sì! Lo prometto!” rispose Lucy sorridendo.

John le accarezzò la testa dicendo: “Brava bambina!” e si sorrisero.

Dopo i ragazzi fecero vedere i loro strumenti a Lucy e lei provò a suonarli e si divertirono.


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Note della autrice:

Ecco il mio nuovo capitolo!
Povero Paul! Prima lo scherzo e adesso questo!
Lo fanno fare il lavotro spoccho! XD
Spero che vi sia piacuto!
Il prosimo non sarà un pò più
"profondo" che comico.
Allora... Buona domenica
e ci vediamo!
Ciao!
Evola

 

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Capitolo 19
*** La borsa ***


Dopo venti minuti …

Lucy era appoggiata sul pianoforte con la testa sopra alle braccia e stava dormendo.

Tutti la guadarono inteneriti.

Brian mise la telecamera sopra ad uno sgabello ancora accesa dicendo:

 “Bene! Fino primo tempo!” e si sedette.

“È un po’ faticoso tenere un peso del genere per ore!” continuò lui.

“Strano! Tu da ragazzino non portavi i tavolini in spalla per spostali?” chiese John ironicamente.

“Lavoravo in un negozio di mobili! E non li potavo sulla schiena!” rispose lui seccato.

Ringo gli fece cenno di stare zitti dicendo a bassa voce:

“Dai piantatela! C’è una bambina che dorme qui! Non facciamola svegliare!”

E rimasero zitti.

George la guardò meglio e disse: “Mah … forse dormendo così sta un po’ scomoda. È meglio portarla in un altro posto.”

Paul si alzò dicendo:“George ha ragione forse è meglio se …” la stava per toccare,

Ma John lo fermò dicendo a bassa voce: “No!”

E tutti rimasero sorpresi.

“Parchè no?” domandò Paul.

“Perché sua madre mi ha detto che Lucy ha un sonno molto sensibile e quindi anche un tocco di una persona o di un oggetto la può svegliare! E poi mi ha detto anche che una volta Lucy ha dormito in salotto e la portò in camera sua con le luci spente. Quando lei si svegliò, si spaventò per il cambio posto e pianse per la paura. Perché non era il posto dove dormiva prima, e in più era buio, così si era spaventata. Quindi mi ha detto di non cambiare posto se dorme. E’ molto meglio non  muoverla da lì!”

E così continuarono a lavorare. Poi John vide per terra la tracolla rosa di Lucy, si incuriosì, la prese e cominciò ad aprila.

George se ne accorse e domandò: “John che stai facendo?”

Tutti lo guardarono.

“Sto controllando questa borsa.” rispose lui calmo.

“John non poi controllare una borsa che non è la tua!” disse Ringo.

“Tanto lei non si accorgerà di niente e in più la telecamera è spenta!”

“Veramente è accesa ed è sopra quella sedia. E ti sta puntando.” disse Brian indicando la telecamera.

John fece un piccolo sorriso imbarazzato davanti alla telecamera e disse:

 “Salve signora! Non è quello che pensa. Sto solo dando un’occhiata su quello che tiene una bambina di cinque anni! Chissà! Forse troveremo oggetti che non si ricordava neppure di  avere!” e fece una piccola risata forzata.

Tutti gli altri lo guardarono pazientemente.

John cercò delle tasche e Paul domandò: “Allora? Cos’ha?”

“Allora nelle tasche ha … delle caramelle, carte di caramelle, pastelli e un piccolo pettine per le bambole” rispose lui.

Poi aprì la borsa e disse sorpreso:

“Polaroid! Delle riserve per polaroid e un …”

Questa volta John lo tirò fuori dicendo:“Un pupazzo?”

Era un pupazzo di stoffa di altezza media di Snoopy.

In quel momento Lucy si svegliò e vide John che teneva Snoopy per il collo.

Lei si paventò, lo strappò dalla mano di John dicendo arrabbiata: “Ridarmi il mio Snoopy!”

Si  girò all’indietro con in braccio Snoopy e con uno sguardo irritato.

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Nota della autrice.
Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che vi sai pacito!
Vi ha verto che forse non
petrò capitoli per un pò...
(Probemi tenici) quinidi...
codetevi Questo capitolo!
Il prosimo conoseremo meglio
Snoopy!

Qundi... Bun
pomeriggio!
Ciao!
Evola.

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Capitolo 20
*** Snoopy ***


Tutti rimasero sorpresi dalla reazione di Lucy e Brian si alzò, prese la telecamera e cominciò  a riprendere.
 
“Calma Lucy … non volevo prendere il tuo Snoopy. Hai reagito in modo davvero esagerato!” disse John.
 
“Perché? Lui è solo un pupazzo? Voi adulti vedete Snoopy come se fosse uno stupido oggetto! Ma per me non è uno stupido oggetto, è molto di più e …”
e cominciò a piangere.
 
Tutti rimasero dispiaciuti da questa reazione e dal quel pianto.
 
Paul si avvicinò a lei. Mise una mano sulla sua spalla dicendo: “Lucy … per caso qualcuno ha fatto qualcosa di brutto a te o a Snoopy?”
 
Lei fece sì con la testa.
 
“E … ne voi parlare?” domandò ancora Paul.
 
“Sì … ma con John! Da soli! E senza il manager rompiscatole con la telecamera della mamma!” rispose lei.
 
“Okay.” disse John alzandosi.
 
“Andiamo a parare in privato. Voi che ti porto in braccio?”
 
Lei fece sì con la testa.
 
“Forse questa era una domanda inutile.” disse lui, la prese in braccio e andò via.
 
Tutti guardarono la scena con un po’ di apprensione.
 
John la portò in una stanza dove c’erano sgabelli e vecchie attrezzature.
 
La mise giù e lei si sedette in uno sgabello a schiena girata, abbracciata al suo Snoopy.
 
John si sedette vicino a lei e domandò: “Allora? Dimmi che è successo per comportarti così.”
 
Lucy non lo guardò, ma raccontò a voce bassa: “Beh … tutto cominciò quando ho iniziato l’asilo. Papà prima di andare al lavoro mi legge sempre i fumetti di Charlie Brown e a me piace quando papà me le legge!”
 
Fece un piccolo sorriso a John e continuò: “E a me mi è sempre piaciuto avere Snoopy come cane, ma so che non potrebbe mai esistere un cane come lui! A Natale papà mi ha regalato questo pupazzo e io dal quel giorno lo sento pensare! Cioè so quello che pensa e solo io posso parlarci! E sono l’unica a sentirlo!”
 
John sorrise. Perché capì che quel pupazzo era l’amico immaginario di Lucy. E che lei ci teneva davvero tanto.
 
“Adoro giocarci e stare con lui e facciamo di tutto insieme! Però mamma mi dice di non portarlo mai all’asilo. Un girono l’ho messo nella mia borsa di nascosto e l’ho portato con me in classe. Ma i bambini maschi, quando mi hanno vista con Snoopy, mia hanno preso in giro, lo hanno preso e lo lanciavano come se forse uno stupido oggetto!” e cominciò a piangere.
 
“E io sentivo i suo pensieri! E aveva paura! Era spaventato e preoccupato! E loro mi prendevano in giro dicendo che ero una bambina stupida perché mi piaceva Snoopy! Ma in quel momento, io volevo solo salvarlo e portalo via da lì!” e pianse.
 
John capì, la prese, se la mise sulle sue ginocchia e domandò: “E … quindi ... quando mi ha visto che prendevo Snoopy per il collo pensavi che gli potevo fare qualcosa di male?”
 
Lei fece sì con la testa.
 
“Lucy … noi non faremmo mai una cosa del genere! Soprattutto a te!”
 
“Davvero?” domandò Lucy asciugandosi gli occhi.
 
“Ma certo! Siamo uomini adulti e non facciamo queste cose! Ma … mi dispiace di avere preso Snoopy senza il tuo permesso …” e si rattristì.
 
Lucy sorrise e disse: “Non fa niente.” e lo abbracciò.
 
“Sai? I fumetti di Snoopy sono uno dei momenti più belli con mio papà!”
 
“Che lavoro fa tuo papà?” domandò John.
 
“Non lo so … mamma dice che lavora tutto il giorno in un furgone.”
 
John non domandò altro e cercò di capire.
 
“Poi quando finisce di leggere mi dà un bacio sulle fronte e mi fa il solletico! E quando mi ha regalato Snoopy … è stato il regalo più bello della mia vita!”
 
John era monto intenerito.
 
“Anche il tuo papà faceva cosi con te?” domandò Lucy guardandolo.
 
John rimase spiazzato dalla domanda, i suoi occhi si riempirono di malinconia e disse: “No …”

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Note della autrice:
Ecco Snoopy! L'amico imaginaro di Lucy!
In fondo... chi di noi da piccoli non ha mai avoto
un puzzazo come amico?
Io da piccola ne avevo tanti!
E ecco il perchè Lucy si è arrabiata tanto
vedendo John che tebetva Snoopy per il colo.
E poi chi non consce Snoopy e tutti gli amici di Charlie Brown?
Spero che vi sia piacuto e...
alla prosima!
Ciao!
Evola

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Capitolo 21
*** Non è colpa tua ***


“No?” chiese Lucy.
 
“No … mio padre mi ha abbandonato …”  
 
Lucy rimase a bocca aperta e domandò: “E la tua mamma?”
 
“Anche lei. Sono stato cresciuto da mia zia.”
 
Lei rimase senza parole e pensò in silenzio.
 
“Però sai qual è la differenza fra mio padre e mia madre?” disse John rompendo il silenzio.
 
Lucy fece non la testa.
 
“Mia madre, quando c’era, voleva passare il tempo con me e ha cercato di volermi bene. Io ho apprezzato molto quello che ha fatto.” E sorrise malinconico.
 
“Ma mio padre …. non ha mai cercato di avvicinarsi a me! Pensava solo a se stesso e mai  a suo figlio!”
 
Il tono di voce era duro e arrabbiato mentre pronunciava le ultime parole.

Lucy cercò di capire la situazione, e pensò che era orribile essere senza genitori e che per John doveva essere stato molto brutto.
 
“Wow …. e la tua mamma che fine ha fatto?”
 
“Beh … diciamo che è andata in cielo. Perché un poliziotto ubriaco fuori sevizio, guidava troppo veloce e l’ha investita.”
 
Lucy rimase scioccata dalla sua risposta.
 
“E mio padre … beh … non so dov’è e sicuramente non mi interessa.”
 
E guardò per terra.
 
Lucy guardò John e pensò un modo per consolarlo un po’.
 
Alla fine disse mettendo un mano sulla sua: “Beh … non è colpa tua.”
 
Lui rimase sorpreso da quella frase, guardò Lucy dicendo: “Cosa?”
 
“Non è colpa tua se i tuoi genitori ti hanno abbandonato ... e poi tua zia non ti ha voluto bene? E … non ti ha cresciuto come se fossi un figlio per lei?” e lo guardò dritto negli occhi.
 
John rimase allibito. Una bambina di cinque anni aveva detto una frase che nessun adulto gli aveva mia detto.
 
E lì capì che era troppo matura per la sua piccola età. E capì che poteva crescere bene, diventare una persona speciale e fare un sacco di cose che forse nemmeno lei pensava di fare.
 
“Beh sì! In fondo ho anche dei bei ricordi!” e sorrise.
 
Lucy lo ricambiò, ma si rattristì subito dicendo: “Ora mi odierai …”
 
John scosse la testa e disse: “Perché dovrei odiarti? Perché hai dei genitori che ti vogliono bene?”
 
Lucy non rispose, ma pensava proprio così.
 
“No Lucy! Io non ti odio! Anzi! Sono contento che tu abbia una mamma e un papà che ti vogliono bene! Non vorrei che nessun altro al modo soffrisse una perdita come la mia.”
 
“Davvero?”
 
“Certo! E poi come hai detto tu … ho avuto una zia che mi ha cresciuto e che mi vuole ancora bene. E poi sono felice! Ho degli amici che mi vogliono bene, un’amica che mi piace stuzzicala e farla arrabbiare, ma quando sono nei guai mi aiuta senza bisogno che lo chieda. E sto facendo quello che ho sempre desiderato fare! Suonare in una Rock band. E … sono felice!”
 
Lucy era sollevata e disse: “Davvero?”
 
“Davvero!”
 
E si abbracciarono.
 
“Ti voglio bene John! E anche gli altri!” disse Lucy con voce luminosa.
 
John era contento e disse: “Ti voglio bene anche io Lucy!”
 
E restarono così per un po’.

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Nota della autrice:
Okay.. forse questo
è il capitolo più dolce che
io abbia mai scrtito.
E poi ho scritto ho penstao
che doveva dire "Non è colpa tua"
In fondo era vero e forse John
(Secondo me) si dava delle colpe.
Ma Lucy gli fece campiare idea
e per quacuno Lucy sarà un
peronaggio su reale per il dialogi.
Forse è vero ma lo sono anche dei film!
E poi ogni libro che sempre un pessonagio su
reale. No?
E poi oggi è la festa della mamma... qundi.
Volevo pubblicarlo verso le due ma poi ho
pensato che dovevo ancora magiare qundi lo
pubblico adesso.
Spero che vi sia piacuto,
Buna domenica,
Buona festa della mamma
e.. al prosimo capitolo!
Ciao!
Evola

 

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Capitolo 22
*** Snoopy, ti presento i miei nuovi amici. ***


Lucy si staccò, prese Snoopy che era appoggiato per terra vicino allo sgabello e lo presentò a John: “Snoopy, lui è John! Sì! Quello dei Beatles!”
 
Rise e John si divertì molto per la scena.
 
“Dai Snoopy! Non è carino da pensare!” disse le un po’ scocciata.
 
“Che ha detto?” domandò John incuriosito.
 
“Ha detto che del vivo sembri molto più vecchio!”
 
John rise e disse: “Sai? È la prima volta che qualcuno me lo dice! Ma non mi offendo!” e continuò a ridere.
 
“E poi ha detto che vuole che tu ti scusi con lui.” disse Lucy.
 
“Cosa?” chiese John smettendo di ridere.
 
“Vuole che tu ti scusi.”
 
“E perché?”
 
“Lo hai preso per il collo e per poco non lo strozzavi!” spiegò Lucy.
 
John sospirò e disse a Snoopy: “Scusami Snoopy per averti perso per il collo e per averti quasi strozzato. Mi dispiace molto … mi perdoni?”
 
Lucy disse: “Ha detto di sì e che accetta volentieri le tue scuse.”
 
“Dai! Andiamo dagli altri adesso?” domandò John.
 
Lei fece sì con la testa e la prese in braccio.
 
Quando arrivarono, gli altri erano seduti e stavano discutendo sulle canzoni, ma John li interruppe e disse: “Siamo arrivati!”
 
Tutti si alzarono e Brian prese la telecamera e ricominciò a filmare
 
“Allora? Vi siete chiariti?” domandò Ringo.
 
“Sì!” disse lui appoggiando Lucy nel suo posto vicino al pianoforte con vicino Snoopy.
 
“E abbiamo anche un nuovo ospite! Snoopy!” e indicò il pupazzo.
 
Tutti si diedero un’occhiata e Paul stava per dire qualcosa, ma John lo anticipò dicendo a bassa voce: “Sentite. Credo che sia l’amico immaginario di Lucy, lei sente i suoi pensieri e poi è un  regalo di suo padre e ci tiene molto!”
 
Tutti capirono e salutarono Snoopy.
 
“Anche Snoopy è felice di conoscervi! Anche se dice che siete meglio in televisione!” e rise.
 
Anche gli altri risero e continuarono la giornata.

 

Alle 16:40

 

Arrivò Sem dicendo: “Ciao ragazzi!”

 

“Ciao Sem!” risposero gli altri.

 

“Come sono andati i tuo impegni?” domandò subito Paul.

 

“Bene! Anche se ho incontrato il fotografo più pignolo di tutta Londra! Mezz’ora per le luci e mezz’ora per la posa! Giuro che volevo quasi picchiarlo!” e rise.

 

“Come è andata a te Lucy?” domandò Lei

 

“Bene! Mi sono divertita e mi hanno spiegato un sacco di cose!” rispose Lucy sorridendo.

 

“Ne sono felice!” rispose Sem, poi vide il pupazzo e disse: “Uh! Snoopy!” e sorrise.

“Anche a Snoopy è felice di conoscerti!” rispose Lucy.

“Dice che dal vivo sei molto più carina!” finì lei.

 
Sem capì subito che era l’amico immaginario  di Lucy e disse: “Oh! Che carino! Ma grazie. Anche se non sono un grande bellezza!” e rise.
 
“Non è vero! Sei molto carina!” disse Paul timidamente.
 
“Davvero? Più carina di Brigitte Bardot?” chiese Sem ironicamente.
 
“Beh … ora non esageriamo!” disse John e risero tutti tranne Brian e Paul,ma Sem non se la prese.
 
“E chi è Brigitte Bardot?” domandò Lucy.
 
“È  un’attrice e modella francese che si crede chi sa chi solo perché è altra, bionda, occhi azzurri e bella.” spiegò Sem.
 
“Come le Barbie?” disse Lucy
 
“Esatto! Ma almeno le Barbie stanno zitte, invece lei parla con la sua erre moscia dicendo solo cavolate!”
 
“Invidia!” disse George.
 
Ma Sem non rispose.
 
Prese Snoopy, lo accarezzò dicendo: “Comunque anche io da piccola avevo un animale da pezza come migliore amico.”

“Davvero?” disse Lucy eccitata.
 
“Sì. Era un orsacchiotto! Lo chiamavo ‘Mister Orsetto’! era altro come Snoopy con il pelo nero, occhi verdi e un bel vestito bianco, molto elegante!”
 
John dopo la descrizione di Sem guardò Paul e pensò: ‘Pelliccia nera, occhi verdi, vestito elegante ….’
 
Paul si sentì osservato, guardò John e domandò: “Che c’è?”
 
“Niente!” rispose lui guardando dall’altra parte.
 
“Era il migliore amico sia mio che di mio fratello minore. Mi ricordo che io, mio fratello e Mister Orsetto giocavamo al matrimonio!”
 
“Al matrimonio?” domandò Ringo incuriosito.
 
“Sì! In pratica andavamo in camera mia, mio fratello faceva il prete e stava dietro al mio comodino come se forse un altare, io facevo la sposa e mi mettevo un lenzuolo bianco sopra la testa e Mister Orsetto era lo sposo! Ah! Che divertimento!” e rimase per qualche secondo con un’aria nostalgica sul viso, poi mise Snoopy del suo posto.
 
“E ti piacerebbe sposati veramente?” domando Lucy.

 

 “Sì! Ma non adesso!” rispose Sem ridendo.
 

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Note della autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Lo so, lo so. Non è bello
come il capitolo precedente ma ora
tutti capitoli che posterò non sarndo belli
come il capitolo precendente.
Ma spero che vi sia piacuta ora
che Spoony è al lo
scopoerto e che sia arivata Sem!
Spero che vi piacia il personaggio!
Bene!
Spero che vi sia piacuto
e alla prosima!
Ciao!
Evola

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Capitolo 23
*** Che cosa vorresti fare da grande? ***


Poi rimasero in silenzio.
 
Dopo un po’ a John  venne in mente una domanda, andò da Lucy e chiese “Ehi Lucy! Posso chiediti una cosa?”
 
“Certo!”
 
“Che cosa vorresti fare da grande?”
 
Tutti si incuriosirono e ascoltarono.
 
“La fotografa!” rispose subito lei.
 
John non se lo aspettava e disse: “La fotografa?”
 
“Perché?” domandò Paul.
 
“Perché è uno di quei pochi lavori dove non c’è bisogno di scrivere o di leggere! Basta fare una foto e poi mostrarla e basta!” rispose lei sicura.
 
Tutti capirono i suoi sogni.
 
“Beh … non  è cosi facile come dici tu!” disse Ringo.

 

“Sì in vece! Guarda!”

 

Prese la sua tracolla , tirò fuori una Polaroid, fece una foto ha Ringo, aspettò che uscisse la foto, la prese, scrisse la data e la sua iniziale sul bordo bianco e lo fece vedere Ringo: “Visto?”

 
Era una foto in bianco e nero di Ringo con lo sguardo fisso.
 
Tutti rimasero sorpresi.

 

 

Certo la foto non era da mettere in prima di copertina, ma era venuta abbastanza bene per una bambina di cinque anni.
 
Tutti guardarono la foto.
 
“Wow.” fisse Ringo.
 
“Hai delle altre foto?” chiese Sem.
 
“Certo!” rispose lei.
Li aveva tutte in un piccolo album fotografico dentro alla tracolla. Erano delle foto di un po’ di tutto:
 
 delle foto di suo fratello, che si vedeva che era castano anche se le foto erano in bianco e nero, di sua madre che cucinava, degli oggetti di casa, delle sua camera, di Snoopy, del soggiorno, di suo padre  che assomigliava molto a Lucy, poi anche della sua casa della sua strada e altre ancora.
 
Avevano tutti la data e le iniziali di Lucy. Cioè L.D. A volte in penna e a volte a macchina.
 
Tutti rimasero ammirati per quelle foto e le guadarono con interesse.
 
“Fotografo tutto quello che penso che possa diventare una bella fotografia!” disse Lucy orgogliosa.
 
“Lucy, sono davvero delle belle foto!” disse John.
 
“Ma chi ti ha dato la Polaroid?” domandò Paul.
 
“La mia mamma. L’ho trovata fra le sue cose e ho cominciato a fare foto per vedere come funzionava, poi le ho chiesto se potevo usarla. All’inizio la mamma mi ha detto di sì, ma poi ha cominciato a lamentarsi, però papà mi ha difeso dicendole che era bello che mi piacesse fare le foto e che potevo avere un futuro come fotografa. Così è cominciata la mia passione per la  fa fotografia!”.
 
Tutti si intenerirono.
 
“Vi dispiace se vi faccio delle foto a voi?” domandò Lucy.
 
“Dispiace? Ci siamo abituati!” rispose Paul.
 
“E poi stare ferma per farmi delle foto è il mio lavoro!” aggiunse Sem  ridendo.
 
Così Lucy cominciò a fare delle foto a tutti.
 
Prima tutti e cinque divisi  sempre in posa.
 
Poi insieme, poi fece anche una foto a Brina con la telecamera in mano.
 
Poi Brian decise di fare delle foto a Lucy con I Beatles e Sem sia insieme che divisi e infine uscì la foto più bella:
 
 Lucy in piedi con in braccio Snoopy e John che le dava un piccolo bacio sulla guancia.

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Note della autrice:
Ciao a tutti! :)
Ecco il mio nuovo capitolo!
Lo so, lo so. E breve
ma spero che vi sia
piacuto lo steso! :)
In fondo chi non ama
la fotografia?
Guro che il prosimo sia
più lungo!
Qundi.. spero che vi sia
paicuto e... alla prosima!
Ciao!
Evola.

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Capitolo 24
*** Lucy e Sem ***


Dopo le foto …
 
Era l’ora del the, così si misero ognuno al proprio posto e Sem si sedette vicino al piano con Lucy.
 
Quando arrivò il the con una piccola teglia bi biscotti alla vaniglia,Sem domandò:
 
“Lucy, vuoi per caso qualche biscotto?”
 
“No grazie. Ho i miei!” rispose e tirò fuori un piccolo pacchetto di biscotti al cioccolato.
 
“Ah! È vero che tu magi solo dolci con il cioccolato!” si ricordò John.
 
“Che c’è? Il cioccolato è la cosa più buona che esista sulla terra!” rispose Lucy.
 
“Ha ragione! Infondo il cioccolato è il migliore e il peggiore amico di una donna!” aggiunse Sem.
 
Poi chiese se poteva prenderne uno. Lucy offrì volentieri a lei a anche agli altri.
 
“Però non ho capito una cosa. Perché alla cinque di pomeriggio si deve bere il the?” chiese Lucy.
 
“Beh … perché una tradizione!” rispose Paul.
 
“Nel mio paese non lo facciamo.” disse Sem.
 
“Perché? Tu non sei inglese?” domandò Lucy sorpresa e la guardò
 
“Beh … non ti sei accorta che non ha un perfetto accetto inglese,  ma un accento sgradevole?” disse John scherzando.
 
Sem lo guardò un po’ male dicendo: “Non sarò di questo paese, ma so parare un inglese migliore di tutti voi messi insieme! Chiaro?” e lo fissò.
 
John sbuffò.
 
“Ma … allora tu di dove sei se non sei di questo pese?” chiese Lucy curiosa.
 
“Beh …. sono nata in un paese del sud Europa di nome Italia!”
 
“Italia?” chiese lei sorpresa.
 
“Esatto!”
 
“In pratica viveva in un penisola a forma di stivale!” aggiunse Paul.
 
Lucy aveva gli occhi sbarrati  dicendo: “Veramente?”
 
Sem rise e disse: “Sì! Il mio paese è a forma di stivale, e non chiedermi il perché!” e sorrise.
 
“E com’è?”
 
“L’Italia è un bellissimo paese, con opere d’arte, monumenti bellissimi, mare e campagna! Certo … io sono nata in una grande città, ma cresciuta in un piccolo quartiere di una città di provincia, ma era comunque bello anche lì!” rispose lei sorridendo.
 
“E come mai sei venuta qui?” chiese lei.
 
“Prima sono andata a Parigi, poi a New York e infine volevo cominciare una nuova vita qui a Londra dove ho conosciuto loro e così … eccomi qui!” e indicò i ragazzi.
 
Lucy era sorpresa. Non aveva mai conosciuto una persona che avesse viaggiato così tanto.
 
“Però ho anche origini scozzesi! Infatti da piccola andavo sempre in estate in Scozia con mio fratello, mio padre, mia zia Rita e restavamo con i nonni parteni! È da loro che io e mio fratello abbiamo imparato l’inglese meglio dei miei amici!” e risero.
 
Loro non si offesero ma sorrisero.
 
Lucy sentiva una grande ammirazione per Sem e le voleva già molto bene e lì nacque un grande rapporto di amicizia.
 
 Dopo il the Sem prese Lucy in braccio dicendo: “Forza! Andiamo su così lasciamo i maschietti a lavorare!”
 
Lucy prese anche Snoopy.


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Note della autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Lo so che è corto ma... sepro che vi
paccia! :D
Oggi sono molto felice
perchè ho vinto il corcorso di
scritura della mia scuola!
Ed è la seconda volta! :D
Lo so che voi ne fregate ma..
lo voglio diere lo steso e sono
molto felice! :D
Spero che il capitolo sia
piacutio, buon Weekand a tutti e..
Ciao!
Evola
P.s

La foto di John e Lucy del capitolo scorso!
Lo so non è un grad c'è ma spero che vi piaccia
e scuate per la qualità della foto.



 

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Capitolo 25
*** Migliore Amica ***


Quando erano sulle scale lei disse: “Sem? voi essere la mia migliore amica?”
 
Sem rimase sorpresa: “Cosa?”
 
“Voi essere la mia migliore amica?” disse ancora Lucy.
 
Sem sorrise e disse: “E come mai?”
“Perché tutte hanno una migliore amica. Mia madre ha la vicina come migliore amica, le mie compagni hanno le loro migliori amiche, le ragazze grandi hanno anche loro le migliore amiche! Pensiono Snoopy! Tutti tranne me …”  piagnucolò abbassando la testa.
 
Arrivò allo studio insieme ha Martin, si sedettero e Sem disse: “E tu vorresti che io sia la tua migliore amica?”
 
“Sì! Infondo sarei la prima bambina che ha una amica grande, che ha visto il mondo e ha baciato dei ragazzi! Ma tu hai baciato dei ragazzi vero?” chiese Lucy.
 
“Sì!” disse lei sorridendo.
 
“E … come è baciare un ragazzo?” chiese Lucy incuriosita.
 
“Beh … non saprei come descrivere … strano!”
 
“Strano?”
 
“Esatto!”
 
“In che senso?”
 
“Lo capirai quando sarai più grande!” rispose Sem.
 
“E poi credo che sarò una brava amica! Fedele, reale, non appiccicosa e sempre disponibile per aiutati! Che ne dici?” continuò Lucy sorridendo.
 
Sem si intenerì davanti a Lucy e disse: “Sì! Sari la mia migliore amica!”
 
Lucy sorrise con gioia, la abbracciò dicendo: “Grazie, grazie, grazie!”
 
Poi le venne un dubbio, si staccò dall’abbraccio e domandò: “Ma … tu c’è l’hai già una migliore amica?”
 
“Sì! Ho una migliore amica. Ma è lontana … l’ho conosciuta a New York e lei vive ancora lì.”
 
“E che cosa fa a New York?” domandò Lucy.
 
“Beh … lavora con suo marito e ha una figlia piccola. Ci settiamo sempre per telefono e ci scambiamo parecchie  lettere. Ed è la mia migliore amica. Ma ora ho una migliore amica anche qui!” e le accarezzò i capelli.
 
Poi ascoltarono la musica.
 
Lucy guardò Paul, e si ricordò lo scherzo fatto a lui.
 
Si domandò se Sem fosse innamorata di lui, così le domandò: “Sem?”
 
“Sì?” rispose lei guardandola.
 
“Tu che ne pensi di Paul?”
 
“In che senso?”


“Come lo trovi?”
 
Sem capì e disse: “Ahhh. Beh … lo trovo carino, simpatico, gentile e tenero. A volte un po’ vanitoso ma è sempre una un grande amico e io gli voglio bene! Come a  tutti del resto!” e sorrise.
 
“Ma non ti piace?” domandò Lucy.
 
Sem rise e disse: “Cosa? No! Paul non mi piace! Nel senso che non mi piace come fidanzato ma come amico sì! È troppo carino per un maschiaccio di prima categoria come me! Perché, a te piace?”
 
“Cosa? No! Mamma dice che i maschi sono stupidi! Beh … loro no, però sono troppo piccola per loro. E poi mamma dice che bambini maschi sono stupidi!”
 
“E non solo quando da bambini …” disse Sem tra se a se.
 
“Ma … perché pensi che mi potrebbe piacere Paul?” chiese lei.
 
Lucy sorrise e disse con  tono convincente: “Niente, così per sapere!”
 
E ascoltarono suonare.
 
Lucy capì che dal tono della risata e da come parlava tranquillamente che non le piaceva veramente Paul. Capì che stava dicendo la verità.
 
E pensò: “Wow … a Paul piace  Sem ma non vuole ammetterlo, invece a Sem non piace  Paul e lo dice con tutta tranquillità! Secondo te cosa dobbiamo fare Snoopy?”
 
(Perché poteva parlare con Snoopy anche con il pensiero.)
 
Forse dovresti lasciare che se la cavino da soli! Forse un giorno Sem capirà che le piace Paul e Paul si dichiarerà! E poi tu non sei esperta in amore!” rispose lui con il pensiero.
 
Lei sorrise e pensò: “Hai ragione Snoopy! Speriamo!” e lo abbracciò.


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Note della autrice:
Bene! ecco ha voi il nuovo capitolo!
Spero che vi sia piacuto! :)
E... chi non vorebbe veramente una
amica come Sem? Tutti no?
E poi vi dico una cosa su Sem...
è ancora vergine! ;)
Spero che vi sia piacuto e ci
vediamo!
Ciao!
Evola.

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Capitolo 26
*** John e Sem ***


Dopo un’ora andarono giù.
 
Lucy si sedette al suo posto e Sem per sbaglio fece cadere dei spartiti a John.
 
Lei rise per la sua espressione un po’ scocciata e disse: “Scusa John! Te li raccolgo!”
 
“Guarda che non c’è niente da ridere per quando sei goffa!”  disse lui un po’ presuntuoso.
 
Sem si alzò e disse scocciata: “Che cosa?”
 
“Non ridere per quanto sei goffa!” ripeté John alzandosi dalla sedia e si guadarono dei occhi.
 
“Oh no …” disse Ringo sospirando.
 
“Ci risiamo!” disse Paul con pazienza.
 
Lucy guardò la scena perplessa.
 
“Quindi io sarei goffa?!” disse Sem arrabbiata.
 
“Sì! Tu sei una ragazza goffa! Fai sempre cadere tutto!” disse John con sfida.
 
“Solo perché ho fatto cadere i tuo stupidi spartiti, questo non mi fa sembrare una persona goffa!”
 
“Tu fai sempre cadere tutto! Probabilmente se fossi un po’ più alta faresti cadere anche il sole!
 
“Oh andiamo! Tu sei cieco come una talpa!” disse lei difendendosi.
 
“Non è vero!” protestò lui.
 
“Sì invece! Dovesti metterti gli occhiali ma no! Perché ‘Mister non voglio mettermi gli occhiali anche se dovrei, perché la mia faccia diventa ridicola’.”
 
“Ehi! Quegli occhiali mi servono solo per leggere! E poi io ho una vista da falco!”
 
“Ma non farmi ridere! Che solo tre giorni fa hai scambiato l’armadio per la porta! E non è la prima volta!
 
E continuarono a litigare .
 
Lucy rimase sorpresa dalla scena, e ancora più sorpresa dalla reazione di Paul, George e Ringo.
 
Seduti nelle loro posizioni tranquilli che continuavano quello che stavano facendo come se niente fosse.
 
Lucy si avvicinò a Paul e disse a bassa voce: “Ma … non dobbiamo fare qualcosa per farli smettere?”
 
“No Lucy. Smetteranno da soli, tranquilla.” La rassicurò lui.
 
“È vero! Non c’è un giorno in cui non litighino!” aggiunse Ringo.
 
“Se non lo fanno significa che stando dormendo!” finì George.
 
“Ma … non si odiano? Vero?” domandò Lucy.
 
“No Lucy! Non si odiano perché stanno litigando. Lo fanno sempre e poi fanno pace! E Sem lo aiuta fin troppo!” rispose Paul.
 
“Come ‘Tom & Jerry’?” chiese Lucy.
 
“Esatto!” disse Paul
 
“E poi i tuoi genitori non litigano mai?” domandò George.
 
“Beh … quando litigano vanno in corridoio per non litigare davanti a noi e poi fanno pace in camera loro.”


Ringo mise una mano sulla spalla di lei dicendo:“Allora vuol dire che staranno per sempre insieme!”
 
Lucy non capì ma fece finta di niente.
 
Quando smisero di litigare, Sem andò al pianoforte vicino a Lucy  per disegnare con lei.
 
“Ma come fai a stare in mezzo a tutti questi ragazzi?” domandò Lucy a bassa voce.
 
Sem sorrise e rispose sempre a bassa voce: “Ci sono abituata!”
 
“Davvero?”

“Certo! In fondo da piccola il mio migliore amico era mio fratello (e lo è ancora) , poi quando sono andata in Francia, il mio migliore amico era il mio fidanzato parigino, poi quando mi sono lasciata con lui, sono andata a New York dove ho conosciuto la mia migliore amica e quando sono arrivata a Londra ho conosciuto loro!” spiegò Sem, Lucy rimase sorpresa.
 
“Visto? Ho avuto più amici maschi che femmine! Perché questa domanda?”
 
“Beh … io non sopporto i maschi! Sono fastidiosi e stupidi! Come quelli che sono all’asilo, poi mio fratello è presuntuoso e cattivo con me solo perché è più grande! L’unico amico maschio che ho è Snoopy!” disse lei.
 
Guardò i ragazzi e disse indicandoli: “E i Beatles!” poi indicò a Brian dicendo: “E il manager rompiscatole!”
 
Parlò a bassa voce ma lui la sentì lo stesso e risero mentre Brian stava filmando.
 
Lui non si offese ma disse con pazienza: “Ma non puoi chiamai Brian?”
 
“Te lo dice in modo affettuoso!” disse Sem difendendola.
 
Poi Lucy guardò Brian e disse: “Manager rompiscatole?”
 
“Sì?” rispose lui con un sorriso.
 
“Che cosa è un manager?” domandò.
 
“Un manager è la persona che trova il lavoro ai propri artisti!” rispose lui fiero.
 
“Quindi … i concerti che fanno i Beatles e le foto i Sem li scegli tu in pratica?” domandò lei pensaci.
 
“Esatto!” rispose Brian.
 
“E senza di lui saremo presi!” aggiunse John.
 
“E … sei sposato?” domandò ancora Lucy con in piccolo sorriso malizioso.
 
Brian stava per rispondere, ma John scoppiò in una risata perfida, lasciando offeso Brian, arrabbiata Sem, sorpresa e perplessa Lucy e passivi George, Paul e Ringo.
 
“Perché ridi? Non mi sembra una persona brutta per non sposarsi.” domandò Lucy.
 
“Ride perché è stupido!” rispose Sem guardando John con rabbia.
 
Sem si alzò e disse: “John guarda lì.” e indicò un punto in alto con il dito.
 
John smise di ridere, seguì il punto indicato da Sem dicendo: “Dove?”
 
Lei gli diede un piccolo schiaffo sulla testa, non molto forte ma un po’ doloroso.
 
Gli altri ridevano. Lucy rimase sorpresa, si alzò e domandò a Paul: “Ma … perché l’ha fatto?”
 
“Perché ogni volta che John fa qualcosa che secondo Sem è stupido o fastidio, gli dà uno schiaffetto per farlo smettere.”
 
“E … e non si arrabbia?” chiese lei.
 
“No. Ormai ci è abituato.”
 
Lucy scosse la testa pensando a  quello strano rapporto fra John e Sem.
 
Pur essendo molto amici,  a volte non si sopportavano. Pensava che non era una cosa bella comportarsi così, ma poi pensò ai suoi compagni dell’asilo. Prima sono amiche del cuore, poi litigano e non sono più amiche e poi fanno pace e sono di nuovo amiche del cuore. E capì che era normale.
 
John mise la mano della testa dicendo: “Per cosa?!”
 
“Per questa stupida risata che hai fatto a Brina!” rispose lei arrabbiata.
 
Brian sorrise e disse a Sem: “Ti ringrazio, ma ormai ci sono abituato. Anche se un po’ se lo meritava!”
 
Sem sorrise e non disse nulla, John guardò Sem un po’ arrabbiato, ma non disse nulla.



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Note della autrice:
Ecco il nuovo cspitolo!
Averi dovuto prubblicarlo ieri ma
ho deciso di pubblcare
una lettera inbarazate
che ho pubblicato!
E questo capitolo parla
del rappoto di John e Sem.
Un pò litigioso no?
Spero che vi sia piacuto e...
Alla prosima!
Ciao!
Evola

 

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Capitolo 27
*** Brian, Lucy, Sem e i ragazzi... ***


“Vuol dire che …. Non sei sposato?” chiese Lucy.
 
“Sì, ma non perché sono brutto per sposami come pensa John. Perché non ho tempo per sposami, per avere un moglie a cui dare amore e attenzione e non avrei neanche tempo per avere figli, perché non avrei tempo per giocare con loro e di volergli bene. Perché sono sempre occupato con il mio lavoro, sia con loro che con i miei altri artisti.”
 
(Brian aveva altri artisti oltre ai Beatles, per esempio Andrew Loog Oloham e altri.)
 
“Quindi … non puoi sposati e avere figli per il tuo lavoro?” cercò di capire Lucy.
 
“Esatto!” rispose lui.
 
“E anche perché hai dei gusti un po’ ‘particolari’!” aggiunse John.
 
Brian non disse nulle, Lucy non capì e Sem gli diede uno schiaffo sulla spalla dicendo a bassa voce: “La voi smettere di essere cosi ambiguo!”
 
“Che c’è? Tanto è la verità!” rispose lui a bassa voce.
 
“Certo! Poi spiegalo tu a Lucy!”
 
E non si dissero più nulla.
 
(Come tutti noi sappiamo, Brian Epstein era gay. E loro lo sapevano, ma non volevano che Lucy lo sapesse. Non perché si vergognassero, ma perché sarebbe stato difficile  spiegare ad una bambina di cinque anni che cosa significa a essere gay.)
 
“Che cosa intendeva dire John?” domandò Lucy.
 
“Voleva dire che sono una persona molto pignola sulle donne!” disse Brian con un sorriso.
 
“Capisco! Anche io sono pignola sui ragazzi!” e risero.
 
“Ah sì? E … che tipo di ragazzo vorresti?” domandò Sem.
 
“Ehm … un ragazzo dolce, gentile, simpatico, bello che mi coccola, che mi ama, con cui fare un sacco di cose insieme!” disse Lucy pensandoci.
 
Tutti sorridevano, ma Paul disse: “È una bella descrizione ma … tu sei ancora troppo piccola per pensare ai ragazzi!”
 
“E poi non avevi detto che i compagni maschi dell’asilo sono stupidi?” domandò Sem ironicamente.
 
“Lo so. Però quando vado al parco, le ragazze grandi non fanno che parlare di ragazzi, di trucco e  lamentarsi dei loro genitori e della scuola,  poi parlano di voi. Ma spesso si lamentano dei ragazzi, poi dopo qualche giorno parlano bene dei ragazzi e poi dopo qualche altro giorno li odiano con tutto il cuore.”
 
Lucy pensò a quello che avevano detto le ragazze grandi sui ragazzi e disse: “Ora che ci penso … non ha senso!”
 
Risero e Sem disse: “È normale che le ragazze grandi abbiano un parere cosi ‘instabile’ sui ragazzi, ma poi avranno un’idea più precisa!”
 
“E quale sarebbe?” chiese Lucy.
 
“Che la maggior parte dei ragazzi sono tutti uguali!” rispose lei e risero.
 
“E poi quanti anni avranno queste ‘ragazze grandi’?”
 
“Non lo so ma hanno tutte le divise delle scuola superiori che si trova distante dal mio asilo. E poi una volta ho sentito dire che una di loro stava compiendo sedici anni.” rispose lei incerta.
 
Tutti capirono e non domandarono altro.
 
Continuarono a fare quello che stavano facendo.
 
Brian ad un cento punto domandò a Sem: “Sem per caso hai chiamato Stabilo Bennett?”
 
Lei si ricordò e disse: “No! Mi sono dimenticata!”
 
Lucy ascoltò e domandò: “Stabilo Bennett? Non è quel tizio che conduce quel programma comico che prede in giro la storia inglese?”
 
“Esatto! E mi ha chiesto di partecipare del suo show per una serata come ospite!” ripose Sem sorridendo.
 
“Wow, adoro quello show! Se la storia fosse stata cosi divertente, mi sarebbe interessata subito di più!” disse Lucy entusiasta.
 
“Ma Sem ha dimenticato di dare la conferma di partecipazione!” disse Brian rimproverandola.
 
“Perché pensavo che lo avessi fatto tu.” si giustificò lei.
 
“Sem te l’ho detto che lui è pignolo. Vuole la conferma direttamente  dai suoi ospiti. Te l’ho detto ieri di chiamarlo.” brontolò lui.
 
Sem si alzò, sospirò dicendo: “Va bene. Ci vado adesso. Però lo sai che ultimante sono molto  occupata anche per il mio secondo lavoro!” finì la frase indicando i ragazzi e andò via.
 
(Sem diceva sempre di avere due lavori: l’attrice e fotomodella e la “babysitter” ufficiale dei Beatles. In pratica impediva che loro facessero dei casini e stava attenta a tutti, soprattutto a John. Ma la differenza era che il primo lavoro era leggero e pagato, mentre il secondo era un po’ più pesante, un po’ più stressante e non pagato. Ma adorava comunque  tutti e due i lavori.)
 
“Sì, anche noi ti vogliamo bene!” disse John a Sem in lontananza e risero, poi cadde il silenzio.

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Note della autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Lo so, lo so...
Sta diveranto un pò lunga ma...
è solo perchè la storia sta per finire e...
mi dispiacerà molto finira...
cosi ci vado leta ancjora per un pò...
Spero che vi sia piacuto e..
alla prosima e buona domenica!
Ciao!
Evola

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Capitolo 28
*** La Cravatta ***


Lucy si stufò di disegnare, così si guardò un po’ intorno e vide la cravatta nera di Paul e rimase affascinata.
 
A Lucy piacevano le cravatte. Le trovava belle ed eleganti ed era invidiosa delle ragazze e i ragazzi grandi del liceo che avevano la cravatta blu della loro divisa.
 
Ma quelle nere gli piacevano di più.
 
Cosi andò da John, lo chiamò dicendo: “John?”
 
Lui la guardò dicendo: “Sì?”
 
“Posso chiederti un favore?” disse lei a bassa voce  e continuò: “Poi chiedere a Paul di … prestarmi la sua cravatta?”
 
John rimase sorpreso e disse: “Cosa?”
 
“Di … prestarmi la sua cravatta.” rispose di nuovo.
 
“E perché?” chiese lui.
 
“Perché a me le cravatte piacciono! Ma mamma dice che sono solo per i ragazzi! Ma non è vero! Le ragazze grandi che hanno la divisa ce l’hanno le cravatte! E ... a me mi piacerebbe indossarne una …” e fece un piccolo sorriso timido.
 
John sorrise per sua timidezza e rispose a bassa voce: “Ma … perché non glielo chiedi  tu?”
 
Lucy rispose: “Ma … secondo te … se glielo chiedo io lui dirà di sì?”
 
“Ma certo! Quindi … vai a dirglielo!” e sorrise.
 
Lucy dal sorriso di John prese coraggio, così andò da Paul e lo chiamò: “Paul?”
 
Lui la guardò dicendo: “Sì?”
 
“Posso indossare la tua cravatta?” disse con il suo sorriso timido.
 
Paul guardò la sua cravatta, poi guardò Lucy e domandò: “Beh … perché?”
 
“Mi sono sempre piaciute e mi piacerebbe provarne una.”
 
Paul disse: “Va bene! Però credo che sia un po’ lunga per te …”
 
“Starò attenta!” disse Lucy sicura.
 
Paul si convinse, sorrise, la prese in braccio dicendo: “E va bene!”
 
La fece sedere su uno sgabello, si tose la cravatta, la mise intorno al collo di Lucy e fece il nodo.
 
“Ecco fatto!” disse Paul soddisfatto.
 
“Come mi sta?” chiese subito Lucy con un sorriso.
 
Gli altri tre si avvicinavano.
 
“Oh Lucy! Ti sta benissimo! Sei molto elegante!” disse Ringo.
 
“È vero! Sembri una ragazza grande con la divisa scolastica!” aggiunse George.
 
“E sei più elegante di Paul!”  finì John.
 
Paul non disse nulla del comportamento di John ma disse a Lucy: “Ti sta benissimo! Davvero! Sei molto carina!”
 
Lucy fece un piccolo sorriso malizioso e disse con voce acuta:“Oh vi ringrazio ragazzi! Ma vi prego, basta con questi complimenti, così mi fatte arrossire!” e fece una risata finta.
 
(Stava imitando le star del cinema)
 
Tutti risero.
 
“Grazie Paul per avermi prestato la tua cravatta!” disse Lucy sorridendo e con voce sincera.
 
Paul si intenerì e disse: “Niente piccola signorina!” e gli accarezzò i capelli.
 
Lucy guardò Snoopy che era seduto al piano forte e disse: “Che ne pensi Snoopy?”
 
E silenzio .
 
“Ah,ah, ah! Sei sempre il solito modesto vero?” rispose lei.
 
“Che cosa ti ha detto?” domandò George,
 
“Ha detto che la cravatta mi sta bene. Però che  se l’avesse indossata  lui, sarebbe stato meglio di tutti noi messi insieme!” disse Lucy.
Risero tutti.
 
“Davvero modesto!” aggiunse Ringo.
 
E finirono di ridere.
 
“Lucy posso farti una foto mentre sei seduta sullo sgabello con la cravatta?” domandò John avvicinandosi.
 
“Ma certo! Però quando hai fatto la foto, devi mettere le tue iniziali e la data sul bordo della foto!” ripose Lucy.
 
John sorrise e disse: “Si signora!”
 
Così prese la Polaroid, si avvicinò a Lucy, lei si mise in posa femminile, scattò, uscì la foto , scrisse le sue iniziali e la data.
 
“Fatto!” e la fece vedere.
 
“Wow! Sono venuta benissimo!” disse lei guardando la foto.
 
“È vero! Sei veramente una piccola signorina!” commentò John.
 
Lucy sorrise, era felice ma anche sorpresa. Non si era mia sentita così apprezzata e adorata da qualcuno che non fosse i suoi genitori. Era felice perché finalmente si sentiva apprezzata e parte di un gruppo di amici fidati, divertenti e a volte un po’ sciocchi. E non  la “barbona che non sa leggere
 
Ed era contentissima, ma non si montò tanto la testa su questa cosa e ringraziò tutti per i complimenti.
 
Lucy scese dallo sgabello dicendo: “Voglio andare su per farla vedere a Martin e poi a Sem quando arriva!”
 
E corse via verso le scale mentre tutti la guardavano.
 
Erano un po’ preoccupati per la lunghezza della cravatta, che arrivava fino al pavimento e c’era il rischio che potesse inciamparvi.
 
Paul disse: “Lucy, non è meglio che ti porti io da Martin? C’è il rischio che potresti …”
Non finì la frase perché si sentì un tonfo e un pianto.
 
“Cadere …” finì la frase.
 
Era inciampata sulla cravatta per le scale.
 
John si alzò come una molla dicendo: “Oh mio Dio Lucy!”


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Note della autrice:
Ecco il nuovo capitrolo!
Spero che vi piaccia!
Lo so forse è un pò corto
ma spero che v è piacuto
la cravatta e la reazione di
John.
Guro che il prosimo
è più tenero e carino!
Vi saluto!
Ciao!
Evola

 

 

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Capitolo 29
*** Un bacio. ***


Gli altri lo guardavano dai loro posti e Brian lo seguì con la telecamera.
Quando John arrivò alle scale, Lucy era sdraiata sui gradini e stava piangendo.
John la prese in braccio e lei gli mise le braccia intorno al collo.

Le bisbigliò con tono rassicurante: “No … no … è tutto okay … è tutto okay … non è successo niente … non è successo niente …”

Lei si calmò, e stare con la testa sul petto di John con le braccia intorno a lui ... era come abbracciare suo padre. Si sentiva calma, tranquilla, sicura e coccolata con il suo calore.
John quando teneva Lucy così, si sentiva forte, sicuro, tranquillo e pronto a proteggerla da qualsiasi cosa. E fu l’ennesima conferma di quando le voleva bene.

“Tutto a posto?” disse John guardando Lucy.

Lei fece sì con la teste, ma aveva ancora le lacrime agli occhi e  tirava su con il naso.
John le tose la cravatta dicendo: “Poverina … ti sei spaventata? Dai, asciughiamoci queste lacrime.”
Le tolse gli occhiali e cominciò ad asciugarle le lacrime con la cravatta.

“Ma … ma … questa è la cravatta di Paul.” disse lei.

“Tranquilla! Tanto non si arrabbierà! E poi a casa ne ha un milione uguali a questa!”

Le mise la cravatta sul naso dicendo:“Su! Soffia!”

Lucy soffiò il naso, John mise a posto la cravatta, le rimise gli occhiali e domandò: “Ora va meglio?”

Lei fece sì con la testa.

“Infatti mi sembrava che la cravatta fosse troppo lunga per te! Ti sei fatta male?”

Lucy si guardò le gambe e vide che sul ginocchio sinistro aveva la calza un po’ rotta.

Si rattristì dicendo:“No! Le mie calze! Mamma si arrabbierà! Perché mamma si lamenta sempre che mi rompo le calze, e mi sgrida tutte le volte!” e abbassò la testa.

John le fece appoggiare la testa sul suo petto dicendo: “No, no … vedrai che non si arrabbierà questa volta!” e sorrise.

“Ti fa male il ginocchio?” domandò ancora.

“Sì. Un po’ sì.”

Non dissero nulla.

“Me lo baci?” domandò Lucy guardandolo.

John rimase sorpreso e domandò: “Cosa?”

“Ogni volta che io e mio fratello chi facciamo male la mamma ci bacia la ferita e il dolore se ne va via come per magia.” rispose Lucy sorridendo.

John ricambiò il sorriso dicendo: “E va bene!”

Così si inginocchiò vicino al suo ginocchio e lo baciò, poi cominciò a fare con la bocca le pernacchie sulla guancia di Lucy.

Lei si mise a ridere di gioia dicendo: “Dai smettila! Mi fai il solletico!” e rise.
John smise e domandò: “Ora non ti fa più male?”

“No! E ti ringrazio!” rispose Lucy e lo abbracciò con gioia.

John sorrise e disse alzandosi: “Dai! Ora andiamo dai altri!”

Così la prese in braccio, prese la cravatta e andarono giù.

Quando arrivarono Ringo domandò: “Ora come ti senti?”

“Molto meglio!” ripose lei felice.

John la mise del suo posto al pianoforte.

Poi diede la cravatta a Paul dicendo:“Tieni Paul!”

La prese e vide che era un po’ sgualcita e capì che la avevano usata come fazzoletto.
“Ti ringrazio John!” disse Paul con tono sarcastico.

“L’avevo detto che la cravatta era tua, ma mi ha detto che non ti arrabbiavi.” spiegò Lucy.

“No Lucy, ormai conosco John. Lo fa solo per dispetto!” rispose lui.

Lucy rimase confusa e domandò: “Dispetto su cosa?”

“Su tutto! E poi … ti ho dato io la cravatta … quindi è colpa mia se ti sei fatta male. Scusa.” e abbassò la testa.

“Non mi devi chiedere scusa! In fondo non è colpa tua!” disse Lucy e sorrise.

“Wow! Per avere cinque anni … è molto comprensiva!” pensò Paul ricambiando il sorriso.
“Ma … da quando tempo vi conoscete voi altri?”

“Da molto, molto tempo!” dissero tutti insieme ridendo.

Anche Lucy non rise e non disse niente.


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Note della autrice:
ecco il nuovo capitolo!
Siamo già a 29? Wow!
Spero che iòcapitolo vi sia piacuto
e interito! ;)
In fondo chi dei nostri
genitori non chi ha baciato una
ferita quando ci faciamo male?
Bene!
Alla prosima!
Ciao!

Evola.

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Capitolo 30
*** Il sorriso di Sem ***


Pochi minuti dopo …

Arrivò Sem dicendo: “Scusatemi se c’è voluto tanto, ma era in studio a provare e ho dovuto aspettarlo al telefono!”

Si sedette vicino a Lucy dicendo:“Allora? Che cosa avete fatto?”

“Beh … è che io …” disse Paul.

Sem vide che Lucy aveva gli occhi rossi per il pianto e una calza bucata e disse un po’ preoccupata: “Lucy … ma tu hai pianto?!”

“Sì …” disse Lucy.

“E Perché?!” domandò sempre più preoccupata.

“Perché ho chiesto a Paul di farmi indossare la sua cravatta, e lui me l’ha fatta indossare, mi hanno fatto i complimenti e anche una foto. Poi volevo andare su per farla vedere a Martin e a te quando saresti arrivata, ma sono inciampata su per le scale.” spiegò Lucy.

Sem era ancora un po’ in ansia, ma non voleva farlo notare e chiese: “Poi?”

“Poi è arrivato John a consolami, mi ha baciato la ferita e mi ha fatto le pernacchie sulla guancia!” e sorrise.

Sem, Ringo, George e Paul erano sorpresi,  invece John era fiero di quello che aveva fatto.

“Davvero?” domandò lei.

“Certo! Poi mi ha tenuto in braccio e mi sono sentita meglio. Non è stato gentile?” chiese lei.

Sem guardò John dicendo: “Sì … è stato davvero gentile!” disse guardandolo.

Non avrebbe mai immaginato John così tanto premuroso con una bambina e gli fece il più smagliante dei suoi sorrisi.

Lui conosceva quel sorriso. Significava che era fiera di lui e si sentì apprezzato sia da Lucy che da Sem.

La giornata era quasi finita, ma Lucy si divertì tanto con loro e ammirava tanto la loro amicizia, il loro spirito di gruppo, la loro rivalità e i loro piccoli litigi. E in quel gruppo si sentiva apprezzata e accettata.


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Note della autrice:
Ciao a tutti e buon Weekend!
(E siamo ha già 30 capitoli!)
Spero che vi state riposando e che da me
la scuoma finisce il 7! (Ma spero senza ricupriri)
ecco il mio nuovo capitolo!
Lo so è un pò preve ma... la storia
sta quasi per finire qundi... la
lascio ancora un pò per le lugne.
Spero che vi sia piacutto!
Alla prosima!
Ciao!
Evola


 

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Capitolo 31
*** Alice e il paese delle meraviglie ***


Ormai erano quasi le otto di sera e gli altri stavano andando via, ma quando vide John da solo lo chiamò dicendo: “John … posso chiederti una cosa?”

“Cero! Dimmi pure!” rispose lui con tono caldo.

“Mi leggeresti una storia prima di andare via?” chiese timida.

John rimase sorpreso e domandò: “Perché?”

“Perché mamma non ha mai tempo di farlo e papà arriva sempre tardi a casa. E mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi raccontasse una favola prima di andare a dormire.” spiegò lei a testa bassa.

John si dispiacque, ma si intenerì lo stesso, la  prese in braccio, si sedette sullo sgabello e si appoggiò al pianoforte. Mise Lucy sulle sue ginocchia mentre lei aveva Snoopy tra le braccia dicendo:“Okay … che storia voi che ti legga?”

“ ‘Alice e il paese delle meraviglie’!” rispose lei sorridendo.

“Okay … ma dov’è?” domandò lui.

“Sulla borsa lì!” e indicò dietro di lui.

John la prese, trovò il libro e sorrise: “ ‘Alice e il paese delle meraviglie’. Adoro questa storia!”
“Anche la mia maestra. Me l’ha regalata lei! Dice che è una storia molto surreale, ma con un messaggio profondo.” disse Lucy.

John sorrise e disse: “Bene! Allora la leggiamo!”

Cosi Lucy appoggiò la testa nel suo petto per vendere anche le figure del libro.
John aprì il libro e cominciò a leggere:
 

“ ‘CAPITOLO 1
NELLA TANA DEL CONIGLIO
Alice cominciava a essere veramente stufa di star seduta senza far nulla accanto alla sorella sulla riva del fiume. Una o due volte aveva provato a dare un'occhiata al libro che sua sorella stava leggendo non c'erano né figure né filastrocche. "Che me ne faccio d'un libro senza figure e senza filastrocche?" pensava Alice …’.”

 
E continuò.
(Stava leggendo il libro originale. Non i soliti libri ridotti per bambini.)

In tanto Sem, Paul, George, Ringo e Brian stavano ascoltando e vedendo di nascosto incuriositi e anche inteneriti la scena e Brian stava filmando tutto ovviamente.

Rimasero sorpresi di vedere John che stava raccontando una storia ad una bambina. Perché non era cosa molto tipica di John, ma lo stava facendo bene ed erano felici per loro.
Dopo un po’ erano arrivati all’ultimo paragrafo dell’ultimo capitolo:

‘… Alla fine tentò d'immaginare la sua sorellina nel tempo in cui sarebbe diventata donna: avrebbe conservato attraverso gli anni più maturità cuore semplice e affettuoso di adesso? Chissà se un giorno avrebbe raccolto intorno a sé altre bambine per far sì che i loro occhi brillassero come stelle al racconto del suo (ormai tanto lontano) viaggio nel Paese delle Meraviglie. Chissà se avrebbe saputo partecipare ancora con lo stesso cuore ai loro piccoli dispiaceri e alle loro semplici gioie nel ricordo della sua vita di bambina e dei suoi felici giorni d'estate. Lei era certa che Alice ne sarebbe stata capace.’.
 
Chiuse il libro dicendo: “Fine.”

Lucy aveva gli occhi quasi chiusi ma aveva ascoltato tutta la storia e spesso lo aveva interrotto per dire la sua.

“Allora che ne pensi?” chiese John con un sorriso.

Lucy ricambiò il sorriso e disse con un tono un po’ assonnato: “È una delle più belle storie che io abbia mai sentito! Ti ringrazio!”

E lo abbracciò dicendo: “Anche io vorrei tanto essere come Alice …”

“No, no … tu sei già come Alice! Hai una grande immaginazione e fantasia come nessun’altro! E poi oggi sei entrata delle tana del Bina coniglio!” e rise, ma lo pensava seriamente.
“Davvero?” chiese Lucy sorpresa.

“Certo! Hai una fantasia che neanche Alice avrebbe!” e rise.

Lucy chiuse gli occhi, appoggiò la testa sul suo petto e disse con una piccola voce tenera ma assonnata:
“Ti voglio bene John! E voglio bene anche a tutti i tuoi amici e vi ringrazio tanto per la bellissima giornata di oggi! Mi sono divertita davvero tanto! Quindi … grazie.”

Sorrise e si addormentò sul suo petto con in braccio Snoopy.
Quando John vide Lucy addormentata, si intenerì.  Vederla  con gli occhi chiusi, la bocca  mezza aperta con in braccio Snoopy gli fece stringere lo stomaco dall’emozione.
La abbracciò, la tenne bene stretta in braccio e si alzò.
Anche gli altri  si alzarono e andarono subito su.

Quando John la portò su in braccio sorridendo, aprì la porta e vide Brian ancora con la cinepresa in mano.

John lo fissò poi fece vedere Lucy addormentata e con il dito alzato verso le labbra fece: “Shhh …” e sorrise.

Brian capì che era ora di spegnere tutto.



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Note della autrice:

E qui fisce una bellisma gionata ma non la storia.
Spero che vi sia paicuto e vi rigrazio tante a tutti
quelli che mi anno segutito.
Forse vi domantate il perchè la storia
"Alice e il paese delle meraviglie"?
Perchè uno mi piace
e Due dicono che era la storia
preferita di John...
Non so se è vero ma... spero di si.
Spero che vi sia piaciuto!
Ciao!
Evola

 

 

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Capitolo 32
*** La Mamma ***


Quando spense la cinepresa tutti si avvicinarono intorno a lui inteneriti.

“Allora? Andiamo a casa?”

“Sì … ho l’indirizzo dalla casa di Lucy, me l’ha dato sua madre.”disse prendendo il foglio dalla tasca.

“Vuoi che veniamo con te?” domandò Paul a bassa voce.

Loro vivevano tutti insieme in un casa a due piani con una camera a testa in un quartiere molto isolato. E avevano una solo macchina. Una Fiat 600 del ‘58 di Sem.

“No … preferisco andarci da solo …” rispose lui.

Poi vide Brian e disse: “Brian mi puoi chiamare un taxi per favore?”

Brian stava per dire qualcosa, ma John lo interruppe dicendo: “Ho una bambina in braccio addormentata. Non posso svegliarla.”

Brian lo guardò con, non disse nulla e andò a chiamare il taxi.

“Ma … la borsa?” domandò Ringo riferendosi alla borsa rosa di Lucy.

John disse:“Oh Cavolo! Me ne sono dimenticato!”

E andò giù senza lasciare Lucy.

10 minti dopo …

Fuori dallo studio c’era un taxi nero e gli altri erano già andati via.
Mise la cinepresa dentro dal taxi con Lucy in braccio ed entrò con la sua borsa sulle spalle.

Il taxista domandò dove doveva andare e John gli lesse l’indirizzo di Lucy, poi partirono.
“Allora … sua moglie è andata dalle amiche per giocare a carte e gli ha lasciato la figlia alle calcagna!” disse il taxista mentre guidava ridendo.

(Non riconobbe John ovviamente)

“Mi scusi, la bambina sta dormendo. Per favore non la svegli con le sue chiacchiere.” disse John con un tono calmo e senza rispondere alla battuta.

“Oh andiamo mammina! Stavo solo scherzando. Se lo faccio ancora cosa mi farà? Mi picchierà con la sua borsetta?” e rise.

“Senta! Se non la smette con queste battute lo faccio davvero! E niente mancia! Chiaro?” disse John serio, deciso e anche stufo di queste battute.

Il taxista rimase sorpreso e anche spaventato e non disse più nulla.

Dopo 20 minuti …

Il taxi si fermò davanti a una casa inglese in un normale quartiere medio.
John chiese al taxista di aspettare  e scese.

Andò davanti alla porta, bussò e aprì la madre di Lucy. Sorpresa e anche a bocca
aperta.

“Salve signora! Sua figlia è temporaneamente spenta!” disse John a bassa voce e rise.
La madre rise di gusto.

“Ecco... la sua cinepresa, la borsa di sua figlia e … sua figlia.”
E diede a tutto lei.

Quando prese Lucy in braccio si accorse che aveva in mano il pupazzo.

“Aveva Snoopy nella borsa vero?” domandò lei.

“Già … ce lo ha  fatto conoscere! È davvero un cane simpatico!” disse John sorridendo.

“Già. Da quando glielo ha  regalato mio marito per Natale non se ne è più staccata. Adora tanto Snoopy e adora anche i fumetti!” disse la madre sorridendo.

“Già … ce l’ha detto.” rispose John sorridendo.

“Beh … vado a metterla a letto. Se vuole può entrare, c’è mio figlio in salotto e …”

Lui la interruppe dicendo: “No, grazie signora. Mi piacerebbe, ma ho il taxi che mi sta aspettando, quindi non posso. Però posso aspettare qui un attimo!”

“Okay … allora torno subito.”

Appoggiò la cinepresa sulla porta e andò verso le scale.

Quando lei andò via John guardò un po’ l’ingresso: una carta da parati a strisce blu e verde, dei mobili di legno con sopra qualche vaso e centrino, pavimento di legno e sopra alla pareti foto in bianco e nero del matrimonio dei genitori di Lucy.

Poi arrivò la madre e domandò:“Allora … come si è comportata? E che cosa avete fatto per farla stancare così tanto?”

“Oh beh … ha disegnato, ha parlato, ha fatto uno scherzo a Paul, ha fatto i capricci perché non voleva mettere il tovagliolo, Paul le ha messo la cravatta, ma si è inciampata e ha pianto, ma le è  passata subito e altre cose che potrà vedere con la cinepresa.” spiegò tutto John.

“E … che cosa ha mangiato?” domandò lei.

“Del fisch & cips. Poi ha fatto merenda alle cinque con tè e biscotti e poi basta.”
E non dissero più nulla.

“Suo marito è in casa?” domandò John.

“No. Mio marito è al lavoro. Consegna e aggiusta finestre per un’azienda. Fa consegne e riparazioni tutta Londra e anche fuori.”

“Infatti Lucy mi ha detto che suo padre lavora tutto il giorno in un furgone!” e rise.

“Già! Lo dice sempre quando qualcuno chiede che lavoro fa tuo padre! Ma di sera aggiusta le finestre fino a tardi per poi consegnarle il giorno dopo.” spiegò lei.

“Ma … comunque Lucy è stata davvero brava e si è divertita molto. Ha scherzato, ha disegnato molto, e ha fatto un sacco di domande! E ... ci ha anche un po’ sorpresi per … quando è matura.” disse lui abbassando la testa con un sorriso timido.

La madre si intenerì vedendo John così, sorrise e disse: “Sai? Mi ricordi mio marito.”
“Come?” chiese John alzo la testa.

“Quando ho partorito Lucy, mio marito era ansioso e spavento. Perché era nata con il cordone ombelicale intorno, praticamente le mancava l’aria ed era blu in faccia e c’era il rischio che non ce la facesse. Ma … ce la fece. Quando mio marito lo ha saputo, volle subito prenderla in braccio. E quando lo fece si era commosso. Era nata la sua prima bambina. ‘La mia piccola bambina’ diceva. E aveva il tuo stesso sguardo. Timido ma premuroso e pronto a tutto per proteggerla.” raccontò lei sorridendo.

 “Beh … allora io vado … salutami Lucy quando si sveglierà e le dica anche che John si è divertito!”

E andò verso il taxi sapendo che non avrebbe rivisto mai più Lucy.
Quando la madre vide John andare via cosi triste, con la testa bassa, pensò a quando si fosse divertito insieme a sua figlia, e alla cosa gusta da fare,  sentendosi in colpa.

Lo chiamò, lui si girò dicendo: “Si?”

“Ti andrebbe a te e ai tuoi amici di rivedere Lucy per una altra giornata del genere?”

John rimase sorpreso, si avvicinò a lei dicendo: “Sì! Sì, sarebbe una cosa fantastica!”
“Bene.” rispose lei.

Dal comodino prese un foglio e una penna, scrisse un numero, lo diede a John dicendo: “Ecco. Questo è il numero di casa. Quando hai tempo per Lucy puoi chiamare e io la porterò.” e sorrise.

John sorrise con gioia e disse prendendo il numero: “La ringrazio signora! E poi non tutti lascerebbero le loro figlie a delle persone adulte che non conosce bene!”

“Beh … mi sentirei una pessima madre se impedissi a Lucy di rivedere probabilmente l’unico gruppo di amici che avrà. Poi lei si sente sempre al suo agio con gli adulti e voi mi sembrate affidabili. Ma … soprattutto se il suo migliore amico è dislessico come lei sarà una gioia.” e sorrise di più.
 
John la ricambiò.

“Mamma!” disse una voce maschile in lontananza.

“Arrivo tesoro!” rispose lei.

Guardò John dicendo: “Allora … ci vediamo signor Lennon.”

“La prego! Mi chiami John signora.”

“Oh ti prego! Chiamami Prudence.”

John rimase sorpreso e disse: “Prudence?”

“Si lo so … non è un nome molto comune ma … era il nome di mia nonna quindi …”

“Oh no, no! Anzi è un bel nome! Davvero!” e risero.

“Allora arrivederci John!” disse.

“Arrivederci Prudence!” e se andò.

 


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Note della autrice:
Salve! Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che vi piaccia.
Lo so... potevo dividero in due parti ma...
ho preferito no.
Qundi ecco il capitolo lungo ma emozionate!
E sabato (Che è il mio utimo giorno di scuola)
pubblicerò l'utimo capitoli. (Sono già triste)
Allora... a Sabato!
Ciao!
Evola.

 

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Capitolo 33
*** E cosi.... ***


Dal quel girono la vita di Lucy cambiò. I bambini la prendevano in giro e non volevano parlare con lei.

Ma non le importava più. Perché lei era l’amica dei Beatles. Il miglior gruppo di amici che si poteva desiderare.

E lei li vedeva come persone e non celebrità. E la loro amicizia era destinata a durare per sempre. Come il filmato di quel bellissimo giorno in studio.
E poi si ricordò di tutto quello che le avevano insegnato …
 
Una settima dopo …

Lucy e suo fratello Jimmy entrarono in casa e la loro madre era seduta sul divano, leggendo una rivista e bevendosi del the.

“Ciao Mamma!” dissero insieme.

Andarono in cucina sapendo che c’era la merenda.

“Ciao Ragazzi! Come è andata a scuola oggi?” domandò lei.

“Bene!” rispose Jimmy.

“Beh … io ho avuto le mie mestruazioni!” rispose Lucy calma.

La madre che stava bevendo un sorso di the, sentendo quella frase si strozzò, poi disse sorpresa ma spaventata: “Cosa?!”
 
FINE
 
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Notte della autrice:
Ciao! Ecco l'utimo capitolo
della mai stroia pubblicata
del utimo giorni di scuola...
E sapete qualle è la diferezza
tra le due cose?
E che quando iniza la scuola
non vedi l''ora che finisce
e quando finisce ti seni triste.
Ma quando scrivi una storia 
non la forsti che finisce ma ,...
quando finisce uti senti triste per un pò.
ma la cosa ugalie che inizi sempre sia 
la scuola e una nuova storia.
Ma spero che vi sia piacuta la storia e rigrazio a tutti
quelli che l'anno seguta come Chiara_LennonGirl06
che seseguto la storia fino alla fine. Grazie
E anche a Deborah che mi ha coretto la storia.
qundi... se non chi fosse lei non la vrei pubblicata.
E ricodate. Se una ragazza scriva male.
Vo dire che è come lucy e John.
Buone vaanze a tutti!
Ciao!
Evola

 

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