Dark Paradise

di LittleSmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Prologo 

Ella:

Nessuno può capire un bulimico....
Una di quelle persone che si sentono in colpa per qualunque cosa. Quelle che soffrono sempre solo per delle parole dette al vento. Quelle che si vedono grasse. Sole e impaurite. Nessuno capisce che odiano anche solo delle stupide risatine, i commenti sotto voce. Nessuno capisce che sono sole al mondo, che vedersi grasse è doloroso ma mai quanto un commento.
Una vera bulimica sa perché lo fa, sa perché viene allontanata. Sono fiera della bulimica che è dentro di me. Nessuno mi farà cambiare idea. Ho una vita orribile, insulti sentirsi ripete mille volte “sei grassa” o “sei inutile”. I miei veri genitori sono morti e sono sola. Ho un passato orribile in una famiglia quello che dovrebbe fare mio padre aveva abusato di me per cinque volte all’età di soli quattordici anni, tutto questo mi ha spinto a quello che sono.
Mi ammiro. Perché esserlo mi porta avanti ogni giorno. Voi direte che sono una psicopatica e una malata di mente…Ma ricordate che voi non come si sente ad essere bulimica.
Mi fa stare bene…

Alison:

Nessuno può capire un autolesionista...
Una di quelle persone che si sentono in colpa per qualunque cosa. Quelle che soffrono sempre. Quelle che si nascondono dietro altri problemi. Sole e impaurite. Nessuno capisce che odiano il fatto di sentirsi in soggezione, al centro dell'attenzione ma anche terribilmente sole. Nessuno capisce che sono sole al mondo e che gli sta bene cosi. Perché una vera autolesionista sa perché lo fa, sa perche viene allontanato.
Sono fiera dell'autolesionista che e dentro di me. Nessuno mi farà cambiare idea. Ho una vita davvero orribile,provo troppo dolore, la gente mi usa per i loro problemi nessuno mi capisci, amo il ragazzo sbagliato.
Mi ammiro. Perché esserlo mi porta avanti ogni giorno. Chiamatemi anche psicopatica e malata di mente…Ma ricordate che voi non sapete come si sente ad essere autolesioniste.
Mi fa stare bene…
 
-------------------------------------------------------------------------

*Spazio Autrice*

Allora gente, vi devo fare una premessa ci sono errori di ortografia e lo so, sono dislessica e questo si sta curando con il tempo ma sono consapevole del fatto che non c’è una cura definitiva, mi dispiace che ci sono questi errori ma non voglio smettere di scrivere mi rende felice è tutto quello che mi resta per sorridere, La storia diciamo che è ripresa in piccole parti ad una storia vera, ovvero esistono queste due persone e sono Bulimica e Autolesioniste, ma ovviamente non hanno incontrato i ragazzi, per il resto cosa dire spero che vi piaccia e che sarò all’altezza di scriverla, per il resto grazie a tutti per aver letto.

Un bacio anche da voldemort -..-*

P.s. non fateci caso 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

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Pov Alison

 
New York 12 settembre ore 7.30
Mi alzo dal letto e vado in bagno mi levo la maglia e subito i tagli freschi di ieri sera perdono sangue, come biasimarli ieri sera sembrava che invece di avere una lametta avessi una moto sega per quanto sono profondi, ma dovevo liberare completamente la  mente, mentre lavo via il sangue la porta della mia camera si apre prendo un asciugamano e nascondo i tagli, mia madre apre anche la porta del bagno.
-Tesoro vuoi che ti accompagno?-mi chiede.
-No tranquilla, vado a piedi preferisco-le affermo sorridendo.
-Ok, allora io vado a lavoro.-dice prima di stamparmi un bacio sulla fronte, appena esce finisco di pulire il sangue, per poi lavarmi mi vesto e non mi trucco sono troppo svogliata per farlo, scendo le scale e come ordinato dalla mamma, faccio colazione non voglio sentirla lamentare che vede che l’ho buttato e poi ho un po’ di fame, ha preparato i biscotti con le gocce di cioccolato e me ne ha lasciti cinque su un piatto con un bicchiere di succo, sapendo che il latte mi da molto fastidio di mattina. Mi siedo aziono il mio Ipod e sotto le note di Try Hard dei 5 Second Of Summer , (sono una loro grande fan) faccio la mia colazione.
Sono le otto e prendo lo zaino sto camminando a passo molto lento per arrivare a scuola, come l’anno scorso la mattina arrivo sempre prima di tutti, così mi porto un bel libro da leggere e mi siedo sulla panchina del cortile sotto albero e inizio a leggere.

 

Pov Ella

 
New York 12 settembre ore 8.30
 
Questa maledetta mattina devo andare in una nuova scuola, nuovi genitori, nuova città,  nuova scuola, nuova merda…
Prendo la mia borsa e scendo le scale saluto con un cenno della mano Cher la mia tutrice che sorridente mi saluta con un “ciao” per poi uscire di casa, niente colazione come sempre, prendo il mio Ipod-regalato da mia zia-e ascolto Biside You dei 5 Second Of Summer...la musica ad alto volume mi accompagna fino a scuola, appena arrivo vedo un gruppo di ragazzi al quanto antipatici e poi vedo una ragazza sola seduta su una panchina sotto gli alberi, chi sa magari è nuova anche lei i capelli mori e mossi le ricadono sulle spalle, il suo sguardo si alza facendo vedere i suoi occhi verde smeraldo e un sorriso compare sulle sue labbra rosse, non credo sia rivolto a me infatti, mi giro e un ragazzo moro dagli occhi azzurri la saluta con la mano, mentre si dirige dal gruppetto di antipatici noto che ha un bellissimo lato B.
La campanella suona e sbuffando entro nella nuova scuola, vado in segreteria e ritiro i diversi libri e il foglio con gli orari e la mia password per l’armadietto, che conoscendo la mia solita fortuna sarà rotto come in tutte le scuole; continuo a non capire perché mi capiti sempre il “394”.
Va bene, capisco che sono una potteriana ma sembra che lo fanno apposta, immetto la password e dando i due colpetti lo apro, estraggo i libri della mia prima lezione Fisica, materia in cui faccio schifo da anni, unica materia dove veramente se frequenterei una scuola dove c’è solo quella materia, diciamo che sarei bocciata in me che non si dica.
Entro in classe e l’unico banco vuoto è proprio vicino a una  ragazza dai capelli biodi e il sorriso invitante, si trova la penultimo banco al centro perfetto per dormire, sorridendo mi avvicino.
-Scusa posso?-la ragazza sempre sorridendo annuisce,  già bella annoiata decido di fare qualche parola con lei.
-Ciao io sono Ella-dico porgendogli la mano lei l’afferra sorridendo.
-Io sono Loren-ci sorridiamo.-Nuova?-mi chiede.
-Si tu invece sei da molto in questa scuola?-la ragazza mi guarda come se quella domanda fosse quasi scomoda.
-Si, ormai è il quinto anno che la frequento e ti confermo che fa abbastanza schifo, attento alla prof di fisica è mezza suonata.-le sorrido, prima che il professoressa di fisica entra e inizi la stupida e noiosa lezione di fisica che nessuno sta ascoltando, la campanella suona e mi dirigo nell’aula di arte, una delle ore che preferisco visto che amo disegnare e si può dire che me la cavicchio.
Anche queste due ore passano velocemente insieme a quella di Storia con la professoressa Miss. Tatty. (?)
Mi dirigo in mensa, uhmmm…bel problema non conoscendo nessuno non so dove sedermi, così con il mio solito carattere decido di saltare il pranzo attraverso tutta la mensa sotto gli occhi di tutti per poi uscire dalla porta, il giardino dietro la scuola è molto curato mi siedo e prendo un libro che sto leggendo da un po’ di giorni “Il rumore dei tuoi passi”. Dopo un po’ distolgo lo sguardo dal mio libro solo dopo rendendomi conto del ragazzo seduto sulla panchina davanti all’albero che mi fissa.
-Tu devi essere Helena, la bulimica?-mi chiede sfacciatamente, come faceva a saperlo, di solito nessuno sapeva niente della mia vita quando andavo nelle scuole nuovo.-Se ti stai chiedendo come lo so? Ti posso solo dire che io sono Harry Styles e so sempre tutto.-fulmino il ragazzo dai capelli ricci.
-Senti Harry o meglio dovrei chiamarti Harold?-e già sapevo anch’io tutto di lui, ma non credevo che l’avrei incontrato così presto anzi non l’avevo riconosciuto.
-Vuoi continuare ad importunarmi o mi abbracci?-mi chiede, con un passo veloce mi alzo e l’abbraccio, era ed è il mio migliore amico, ci siamo incontrati in un corso di riabilitazione per bulimici, stesso problema, nessuno dei due ne è uscito eravamo e siamo bravi a mentire persino agli psicologi.
-Credevo che non mi avresti riconosciuto sai.-mi dice Harry.
-Sai non ci vediamo da due anni, ma ci sentiamo si e no tutti i giorni, ma da quanto tempo è che sei a New York?-gli chiedo.
-Due anni.-gli sorrido, Londra la prima volta ci siamo visti lì anche se lui è Francese e io Irlandese, i suoi genitori l’hanno abbandonato in un orfanotrofio, mentre a me sono morti siamo molto uguali in alcuni aspetti ,forse anche per questo è che siamo migliori amici.
-Ti ho sempre chiesto dove ti trovavi non me l’hai mai detto, bastardo-dico dandogli un schiaffo amichevole sulla spalla.
-Non l’ho fatto perché prima che io partissi,  mi avevi detto che dovunque sarei andato mi saresti venuta con me e non volevo rischiare che ti cacciassi in altri casini.-ma che ragazzo carino che mi sta diventando.
-Allora quando avrò l’onore di conoscere questa Loren?-gli chiedo alludendo alla ragazza con cui ormai sta da qualche mese e che mi parla spesso di lei.
-Presto, ti avverto lei non sa niente del mio problema-mi avverte subito.
-Harry!-lo rimprovero.
-Voglio vedere te cosa fai quando sarai fidanzata-mi dice rimproverandomi.
-Ma sai che io non mi fidanzo, ormai ho preso l’abitudine ad essere sola…-dico in tono piatto senza n tristezza ne felicità.
-Te l’assicuro  basta trovare la persona giusta, sai benissimo che solo l’amore ci può salvare da questo inferno, con la solitudine non si risolve niente.

 

*SPAZIO AUTRICE*

Ciao lettrici!!
Pressentiamo qualche personaggio:

Alison

 ( Nina Dobrev )

Ella
 ( Ashley Olsen )


E poi Harry Styles in tutto il suo splendore 

Allora cosa dire lo so lo so è corto ma mi serve solo per presentare e fare qualche appunto niente di che, il prossimo sarà più lungo promesso <3.
Intanto fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace, vi fa cagare,  vomitare, vi sa carino, accettabile, o meglio che mi suicido…
So che c’è qualche errore mi dispiace ma uno lo rilegge lo rilegge tante volte da abituarsi a quello che è ha scritto e lascia gli orrori (errori)

*perdonatemi*


Il prossimo capitolo si vedrà anche di più la vita di Alison grazie a Ella si scoprirà una cosa nuova ;)
- LittleSmile :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Pov Ella

-Allora vuoi conoscere questi miei amici?-mi chiede Harry mentre comminiamo per andare a scuola, non ho molta voglia ma cosa posso fare, conoscendo Harry mi rompe fino alla fine dei miei giorni così l’accontento, esausta delle sue continue ripetizioni annuisco. Arriviamo davanti alla scuola Harry mi prende per mano e corriamo verso il gruppo di ragazzi.

-Harry Buon Giorno-gli dice il ragazzo moro a cui avevo ammirato il lato B il giorno prima.
-Ciao Louis, ragazzi voglio presentarvi la mia migliore amica Ella-dice lui tutto contento io sono super imbarazzata tanto che lo prenderei a botte, e soprattutto per lo sguardo fisso di un ragazzo biondo.
-Piacere sono Zayn-mi dice un ragazzo dagli occhi nocciola, ora posso anche svenire, questo è un fico, ha farli tutti così no eh?. Gli stringo la mano e sorrido per non saltargli addosso.
-Ella, che piacere conoscerti, Harry parla spesso di te.- dice un ragazzo con gli occhi color cioccolato, dal sua atteggiamento sembra molto dolce.  
-Liam!!-lo sgrida Harry.
-Harry possiamo parlare-dico tirandolo via dal gruppo di ragazzi che ci guarda male.
-Dimmi?-mi chiede preoccupato.
-Loro, Beh…sanno del mio segreto?-chiedo molto preoccupata.
-No, tranquilla sanno che ci siamo conosciuti al supermercato, non sanno nemmeno il mio segreto-scoppio a ridere al solo pensiero di esserci incontrati al supermercato, anche Harry scoppia in una risata che attira l’attenzione di tutti i ragazzi nel cortile della scuola, la campanella suona Io e Harry entriamo. Le quattro ore di lezioni corrono velocemente e all’ora di pranzo vado in giardino come avevo fatto ieri, qui trovo Harry.
-Sei cresciuta molto in questi due anni-sorrido e annuisco, osservo la stessa ragazza della mattina precedente dai capelli mori e gli occhi verdi, Harry se ne accorge e mi dice.
-Lei è Alison, l’anno scorso è stata con Louis poi si sono lasciti mi è dispiaciuto tanto lei era molto carina e si è rivelata molto dolce con lui e con tutti noi, certo molto riservata ma anche amichevole, il perché si siano lasciati non me l’anno voluto mai dire, anche se con Louis ho insistito molto lui mi ha detto che non è stato nulla di importante una bottarella, ma so che si amavano si vedeva dai loro occhi, si amavano tanto, non ho mai visto Louis tanto felice con una ragazza e non ho mai visto ridere tanto lei quando stavano insieme, erano perfetti ma ad un tratto tutto è finito, non so, comunque lei è tornata la ragazza cupa di prima e solitaria solo qualche sorriso così veloce e un saluto ma con noi non ha più parlato mentre con Louis è rimasta un po’ “amica”.-mi spiega Harry, sorridendo e osservandola, la vediamo lasciare il libro che aveva in mano e scoppiare in lacrime, tutti e due rimaniamo stupidi da questo atteggiamento, ci guardiamo.
-Andiamo.-dico convinta, ma prima che possiamo camminare lei si alza e correndo via piangendo e la perdiamo di vista.
[…]
Harry mi ha invitato ad andare a studiare a casa sua, con noi è venuto anche il biondo -Niall- è un ragazzo simpatico e anche molto carino.
Arriviamo a casa e Harry va al bagno così rimango da sola con Niall.
-Allora come mai qui a New York?-mi chiede lui sedendosi su una sedia.
-Sono stata adottata da questa famiglia un’ anno fa e  David per lavoro si è dovuto trasferire qui.-dico anch’io sedendomi.
-Ah capito, i miei genitori sono separati infatti sono qui a New York con mia madre, ma in realtà sono di origini Irlandesi come mio padre.-lo guardo confusa-Mio padre si è fatto un'altra famiglia.-in quel momento mi senti come dire inutile, mi senti in colpa come ormai mi sento sempre per qualsiasi cosa succede sicuramente è l’abitudine, il campanello suona rompendo il silenzio tomba mi alzo e vado ad aprire…

Pov Alison

Suono al campanello di Harry tremando e una ragazza dai capelli biondi un sorriso raggiante e due occhi azzurri chiarissimi mi apre, rimango sbalordita dal fatto che sia a casa di Harry se non mi sbaglio è la nuova arrivata a scuola.
-Cerco Harry-dico alla ragazza, che mi sorride, in questo momento vorrei trovarmi sotto un treno, dopo aver visto quello che ho visto.
-è in bagno-dietro di lei appare proprio la figura di Harry.
-Ho fatto-dice alla ragazza che gli sorride.
-Harry ti volevo avvisare che Louis ha avuto un incidente.-riesco a dire prima che le lacrime compaiono sui miei occhi.
 -Cosa?-mi chiede Harry prendendo la sua giacca.
-Si.-non riesco a smettere di piangere.
-Un ambulanza la trasportato in ospedale, dobbiamo andare.-riesco a dire lui esce di casa, mentre la ragazza bionda rimane di pietra dietro di lei appare un Niall preoccupato e sconvolto.
-Harry io arrivo tra poco, prima accompagno lei a casa.-dice Niall, sulla porta Harry annuisce e entra in macchina seguita da me.
La corsa con l’auto all’ospedale mi devasta un senso di colpa di dolore, mi fa sentire orribile. So che è tutta colpa mia, solo e soltanto colpa mia. Arriviamo all’ospedale e entriamo.
-Signorina, cerchiamo Louis Tomilson.-le dico alla signorina in portineria.
-Lo stanno operando.-mi afferma.
-Che piano?-le chiediamo all’unisco io e Harry.-la signorina controlla sul computer.
-Secondo, stanza 97.-la ringraziamo e correndo sulle scale arriviamo al quinto piano. Entriamo nel corri doglio e arriviamo nella stanza 97 ci sono delle sedie e possiamo solo sederci ed aspettare. Dopo alcuni minuti vedo in lontananza Niall con dietro la ragazza bionda.
-Ma lei che ci fa qui?-chiedo ad Harry,al quanto infastidita non la sopporto.
-è mia amica si sarà preoccupata.-dice Harry, sbuffo e chiudo gli occhi, l’incidente di pochi minuti prima mi passa davanti al viso.

-Basta, non posso andare avanti con il sapere che ti tagli mi avevi promesso che avresti smesso.-mi urla contro un'altra volta Louis.
-Louis io non riesco a smettere perdonami, ti prego io ho bisogno di te.-l’ho imploro.
-L’anno scorso quando sono venuto a saperlo mi avevi fatto una promessa, non ti saresti più tagliata, erano passati quattro mesi in cui mi hai mentito dicendo non mi taglio più invece lo facevi sulle gambe,io ti avevo aiutato con tutto l’amore del mondo, lo so non ti dovevo abbandonare ma non l’ho fatto completamente ti sono rimasto vicino come amico, io Ti amo ancora ma basta io mi sono stufato di sentire queste cazzate.-mi urla contro non mi aveva mai detto ti amo, non so cosa rispondergli, mi sento così strana, lo vedo andarsene via correndo.
-Louis!-urlo lui si girà pochi attimi una macchina lo prende in pieno, il suo corpo cade a terra la macchina fa marcia indietro, per poi allontanarsi dal corpo e continuare la sua corsa senza ritegno. Corro verso di lui tutti i passanti hanno visto la scena e sono allibiti, mi avvicino mi inginocchio vicino a lui, che non da segni di vita, il cuore mi batte all’impazzata mi sento male non vivo più mi sento indifesa e inutile, so che è solo colpa mia.
-Louis-urlò-Louis-urlò di nuovo, inizio a piangere come non avevo mai fatto, un senso di colpa e vuoto mi distrugge, una signora mi si avvicina.
-Credo sia meglio chiamare un ambulanza-mi dice annuisco continuando a stringergli la mano, mentre la mia faccia si ricopre di lacrime. Il sangue esce dalla testa e mi spaventa cerco di fermarlo con una mano, anche essa si sporca di sangue. 
-Louis io so che sei forte, io so che c’è la puoi fare, non mi puoi lasciare sai quanto sono fragile, sai ogni mio segreto, ogni mio dolore, non mi puoi lasciare ti prego no, anch’io ti amo, capito anch’io.- l’ambulanza arriva e lo caricano.
 

Un medico esce.
La sua faccia è sconvolta, questo mi rende ancora più preoccupata di prima.
-Signorina mi dispice…-inizio a piangere, le braccia di Liam mi stringono-le posso solo dire che ha lottato molto, ma bisogna capire anche l’età 98 anni.- 98 anni? Cosa?- Mi dispiace dirle che il signor Mark è morto.-lo guardo confusa come tutti gli altri ragazzi.
-Mi scusi ma noi siamo amici di Louis-afferma Zayn.
-Ho scusatemi pensavo fosse la famiglia Fiennes.-guardai la ragazza bionda spalancare gli occhi  a quel cognome.
-Sono io la moglie del signor Mark.-dice un anziana signora dagli occhiali e due occhi azzurri chiari.
-Signora condoglianze, mi dispiace dirle che suo marito a perso la vita.-dice il medico, la donna inizia a piangere silenziosamente sedendosi sulla sedia dove prima era seduta l’amica di Harry.

Pov Ella

Quella signora mi sembra di conoscerla gli occhi l’aspetto, il cognome è proprio il mio, si non ho cambiato cognome ho lasciato quello dei miei vecchi genitori. Mi avvicino.
-Mi scusi l’intrusione.-dico alla signora che alza lo sguardo a me.-Lei è di origini Irlandesi?-forse quella non era la domanda opportuna da fare in quel momento, l’anziana annuisce.
-Lo so che le sembri strano ma io credo di conoscerla.-le dico, la donna mi scruta.
-Posso sapere il tuo cognome?-mi chiede la donna in tono dolce.
- Fiennes.-la donna sbarra gli occhi.
-Oh mio Dio.-dice lei alzandosi e abbracciandomi ricambio l’abbraccio anche se non ne capisco l’essenziale.-Tuo padre è morto prima che tu nascessi e tuo madre mentre ti dava al mondo.-dice piangendo di nuovo, rimango parecchio sbalordita dalle parole della donna.
-Mi scusi non capisco?
-Tu sei mia nipote…

TO BE CONTINUED…

*SPAZIO AUTRICE*

Muahahahh!
 
Mi dispiace ma lo termino con questo colpo di scena! Sua Nipote? O.o
E Louis come sta? L’incidente? E i segreti verranno rivelati agli altri?
Troppe domande, vero?  Basterà leggere il prossimo capitolo :D
p.s.  se vi piace o per qualsiasi dubbio o domanda lasciate un commento vi risponderò. <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

*il giorno dopo*

Pov Alison

Louis era entrato in coma, non si sa se si sarebbe più ripreso, ma io ho tanta paura così ho chiesto hai medici se potevo entrare, così sono qui a stringergli la mano, non so se mi sente ma sto piangendo ancora credo che non smetterò mai di piangere è troppo doloroso tutto questo, lui era l’unica persona che conosce il mio segreto e che in qualche modo mi sta aiutando.
Nella stanza entra anche l’amica di Harry di cui non conosco ancora  il nome, mi sorride mentre io non la guarda nemmeno, e mi asciugo qualche lacrima.
-Alison.-dice avvicinandosi.
-Senti io non so chi sei, non so come ti chiami, non so cosa vuoi, ma una cosa la so mi stai antipatica.-affermo a lei che turbata dalle mie parole si siede sulla sedia davanti.-non ti ho detto di sederti, voglio restare sola.-le dico guardando la mia mano intrecciata a quella di Louis.
-Sai, anche io ero proprio come te, uguale stesso carattere acido testardo credevo di poterci riuscire da sola, potevo credere che io sarei stata capace di poter affrontare il mondo senza l’aiuto di nessuno, ma sai mi sono resa conto di una cosa, nessuno c’è la fa da sola in questo inferno, nessuno ne può uscire da solo.-la guardai stranita, era molto più matura e comprensiva di quanto potessi credere era cresciuta prima del previsto forse erano i capelli biondi che la facevano credere un po’ stupida.
-Tu non sai che io indosso una maschera, io non sono così-le dico sottovoce quasi per non farle sentire niente, ma lei sorride.
-Non ho mai raccontato la mia storia a nessuno, ma sono davanti al mio fratellastro in coma e una ragazza in lacrime credo che nessuno mi possa ascoltare davvero.-dice lei, già Louis era il suo fratellastro, ma non ho capito come l’ha scoperto non mi fregava molto ieri ero troppo preoccupata.-Allora inizio dall’inizio, Io sono Ella Fiennes  sono nata il 12 Febbraio del 1994 nella cittadina di Dublino in Irlanda, da quello che so quella notte nevicava molto, mia madre mi diete alla luce ma nulla filò liscio come l’olio fin dalla nascita dovevo soffrire mia madre mi ha dato alla luce, ma è morta io sono nata morta ma mi hanno rianimato, facevano meglio a lasciarmi morta credo che a nessuno importasse molto, sicuramente non avrei vissuto questa vita di merda.-una lacrima le corre lungo la sua guancia-beh poi sono passati gli anni e sono finita in orfanotrofio all’età di 10 anni una famiglia mi adottato, ma all’età di 13 anni a questa famiglia è finalmente nato un figlio così mi hanno “abbandonato”-dice facendo le virgolette-poi all’età di 14 anni è iniziato il mio inferno una famiglia Londinese mi adotta fino a qui tutto ok, dopo un mese colui che doveva essere mio “padre”-dice facendo di nuovo le virogolette-ha abusato di me.-le parole gli si bloccano nella gola si ferma e guarda il vuoto più totale, un punto impreciso della stanza con gli occhi sbarrati ne un filo di dolore ne un filo di felicità nessuna emozione le scorre addosso ma i suoi occhi troppo fermi sono ancora più scuri e più tenebrosi tristi  impauriti la vedo come svegliarsi da questo trans.- da lì ho iniziato ad essere bulimica, era come per pulirmi da una macchia lasciata da lui, una macchia che non si toglie dal corpo nemmeno con il vomito, insulti dei compagni come sei grassa o sei orribile o ancora meglio zitta puttana tutto questo mi aveva distrutto, nessuno sapeva che avevo due segreti ovvero che ero una bulimica e che un uomo ha abusato di me cinque volte, ma tanto non sarebbe importato a nessuno di Ella Fiennes  tanto lei non ha sentimenti distruggiamole la vita, non è nessuno ridiamo di lei, tanto non ha un cuore, uccidiamola di parole tanto lei non esiste e poi a noi che ci frega se lei piange non è mica un nostro problema…-la vedo perdere il controllo e iniziare a stringere il braccio della sedia e alzare il tono della voce-poi ho incontrato Harry,-appena nomina il suo nome come se fosse un calmante si calma e riprende a parlare con la testa china sulle scarpe e con la voce calma e pacata di prima- lui sa tutto della mia vita, sa ogni mio piccolo segreto e io so tutto di lui o almeno spero di sapere tutto di lui, so cosa significa isolarsi dal mondo, ma come ti ho detto prima ci si salva solo se si ha qualcuno io, prima quando Harry era con me a Londra, vomitavo meno ero più felice avevo qualcuno, poi lui ha cambiato famiglia è partito se ne andato, certo ci sentivamo ogni giorno ma io non ho mai smesso di essere una bulimica, poi anche io ho cambiato famiglia ed eccomi qui ritrovo la mia vera nonna, e scopro che mio nonno è morto che la madre di Louis e la mia sono la stessa persona e che lui non sa niente lui sa di essere nato dall’attuale madre e tutto il resto, e soffro di bulimia nervosa incontrollabile. –dice alzando il viso pieno di lacrime non so per quale motivo, per istinto per voglia non lo so, ma mi alzo e l’abbraccio un abbraccio che ricambia a pieno anche lei e insieme iniziamo a piangere, passano alcuni minuti di silenzio rotto solo dalle nostre lacrime non ci muoviamo prima che una porta si apri e entri Harry.
-Scusate ma Helena, la signora Swan ti cerca.-lei annuisce.
-Arrivo subito Harry.-lui esce e io silenziosa e imbarazzata mi risiedo sulla sedia.
-Perché mi hai raccontato tutto questo?-le chiedo capendone poco il senso.
-Sono una persona che entra sempre nei problemi degli altri sempre,-dice alzandosi dalla sedia e avvicinarsi.-e sai ho degli occhi infallibili, non sbagliano mai quando vedono i tagli.-dice tirando su la mia manica, rimango impietrita.
-Solo una cosa perdonami per averti annoiato con la mia inutile storia, scusa se ho visto i tagli e scusa se ho pianto, ma tutto questo ti vuole far solo capire che non sono una puttanella come posso apparire ma una persona molto diverse e soprattutto io ci sono, io ti ho detto la mia storia quando vorrai sarò pronta a sapere la tua, so cosa si prova nel piacere di sentirsi in qualche modo liberi, ma cerca di smettere, in questo momento capisco che sarà ancora più difficile visto che lui è entrato in coma, ma sorridi alla vita, ricorda è solo un brutto giorno non una brutta vita.-mi dice prima di uscire dalla stanza, l’ammirazione verso di lei è piena, è così forte e matura ed ha una storia molto triste…
Penso alla mia vita così diversa ma piena di sofferenze uguali alle sue,
Una persona NON si taglia per attirare l'attenzione e per avere tutti intorno che preoccupati chiedono "Che hai fatto?"
La gente si taglia perché non ha nessuno che la capisce, tutti che la prendono in giro.
La gente si taglia quando capisce di non essere mai all'altezza di ogni cosa. Quando si accorge di quanto sia inutile.
Quando vede che non vale niente e quanto sia terribilmente brutta e grassa.
Una volta che si comincia si crea una dipendenza, è facile dire "Devi smettere", voi non avete mai provato un simile dolore.

Pov Ella

-Harry dove è Cher?-chiedo ad Harry seduto sulla sedia qui davanti, si alza e mi abbraccia.-Ma che ti prende?-gli chiedo abbracciandolo.
-Posso darti l’oscar per il discorso?-sorrido-Cosa ti a spinto a farlo?
-Una cosa, che non so se scoprirai mai.-dico riferendomi hai tagli.
-Ed dai sai che odio i segreti.-mi implora.
-E sai che alcuni segreti devono restare tale come il tuo-dico sferrandogli uno sguardo gelido.
-Non puoi guardami con uno sguardo gelido già hai gli occhi di ghiaccio mi guardi in quel modo qui tra poco nevica-dice ironico, che battute davvero pessime.
-Simpatico.-dico facendo una finta risata.
-Nervosa?-mi chiede lo fulmino di nuovo.-Cher ti aspetta qui fuori ha detto che ti deve parlare.-annuisco.-Quando hai fatto torna qui tanto io so quello che ti deve dire-lo guardo storto e annuisco, scendo le scale non ho voglia di perdere l’ascensore che puzza di medicine poi mi ricorda il centro dove ero rinchiusa quando ero in Inghilterra per la mia bulimia.
 Tutto è partito da quei tagli visti mentre si torturava aspettando una risposta dello stato di salute di Louis, tutto gli si è complicato, povera, la capisco la mia condizione è molto simile, sono arrivata a piano terra, non so per quale motivo abbraccio Cher, che sorridente mi accoglie tra le sue braccia è come una mamma per me, lei è molto dolce e sola visto che David è molto spesso in ufficio fino a tardi.
-Tesoro, devo partire per due settimane a Los Angeles e non ho voglia che rimani da sola a casa visto che David lavora ho pensato che lasciarti da Harry sia la cosa migliore, so che sei molto legata a lui.-mi dice sorridente.
-Grazie-dico abbracciandola di nuovo, lei sapeva alcune piccole cose della mia vita.
-Hai le chiavi di casa le valigie lo già preparate, basta che vai a casa e le prendi, magari ogni tanto vai a trovare David se è da solo a casa.-mi dice sorridendo.
-Tranquilla baderò io ha lui-dico in tono scherzoso.
-Ci vediamo tra due settimane tesoro ciao-mi dice baciandomi una guancia.
-Ciao Mamma.-mi lascio sfuggire, mentre lei è girata per andarsene si gira  e sbalordita mi abbraccia.
-Mi hia chiamato mamma? Davvero?-annuisco, le escono qualche lacrima di emozione.
-Non vuoi?-le chiedo dolcemente imbarazzata.
-Stai scherzando è una cosa bellissima, sognavo da tempo sentirmi chiamare Mamma.-le sorrido, ci abbracciamo e poi lei deve andare, purtroppo lei e David non possono avere figli, ma lei non sa che è la prima che chiamo mamma, perché è anche la prima che mi ha dato vero amore e che mi ha sostenuta sempre in qualsiasi situazione, lei c’è sempre stata per me. L’anziana signora che mi ha confessato di essere mia nonna mi passa accanto.
-Signora Finnes!-urlo all’anziana che mi sorride mi avvicino a lei.
-Cara, stavo proprio cercando te sapevo che saresti rimasta da quel ragazzo.-dice sorridente.
-Dopo ieri non mi ha finito di spiegare la mia storia.-affermo, lei sorride.
-Oh giusto cielo, posso raccontartela da capo se no mi dimentico delle cose?-annuisco non mi aveva detto molto ieri so solo che è una donna molto forte dopo tutto che gli è morto il marito viene a cercarmi capisco che sono sua nipote ma il dolore per lui le si legge in faccia.
Allora sediamoci sulla panchina davanti hai giardini staremo più comode. Appena sedute estrae alcune foto.

TO BE CONTINUED…

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