High School Life.

di xsusanbo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** We are teenagers. ***
Capitolo 3: *** Love in confusion, like an illusion. ***
Capitolo 4: *** The dog always comes back from the master. ***
Capitolo 5: *** Punches and Kisses. ***
Capitolo 6: *** The mand prevails. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***



Prologo.


 
Una vita liceale che quasi tutti i sedicenni vivono. Siamo nella Linguist High School, luogo in cui quasi tutta l'adolescenza trova amicizie, primi amori, litigi e inganni.
Susan e Alexya sono due ragazze comuni, divertenti e simpatiche, frequentano il terzo anno e non si separano mai. La loro vita però sta per cambiare, entreranno due ragazzi, belli e forti che fanno parte della squadra di basket della scuola. Susan conoscerà il suo terribile incubo e Alexya il più ingenuo della classe, ma entrambe avranno due nemiche, ma più che nemiche....Troie.
Susan vive con suo fratello maggiore Thomas e con sua sorella minore Hally, hanno perso da poco i genitori. Alexya vive con sua sorella Maggie anch'essa ha perso i genitori in un terribile incidente, tre anni fa.
Cosa succederà a queste due ragazze? Indifese e deboli...Entreranno a far parte di un nuovo mondo, conosceranno nuove persone, nuovi modi di fare...
Entreranno a far parte di una vera e propria vita da liceale.

Continued.....


-Sù&Ale.

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Capitolo 2
*** We are teenagers. ***



Chapter 1.
We are teenagers.
 
 

 
 
 
 (scusate per gli,
eventuali errori.)
 
 
 
 
Susan Pov’s.
 
 
 
Ormai tutte le mattine è sempre la stessa storia. Il camion della spazzatura che fa un rumore terribile per via della finestra sempre aperta, il rumore delle fabbriche affianco il mio quartiere e così via. Non ho più un attimo di pace, per non parlare delle nottate che Hally mi fa fare, a volte io e Thomas facciamo a turno su chi deve farla addormentare. Le sue condizioni non sono gravi ma le colichette le impediscono di dormire e mi fa male vederla così.
-Giorno eh!- Salutai Thomas che era seduto su uno degli sgabelli della cucina, aveva due occhiaie nere sotto agli occhi ma non posso dire di meno per i miei capelli, sembro uno spaventa passeri.
-Giodhh.- Mugugnò Thomas toccandosi la faccia.
-Eh?- Alzai un sopracciglio prendendo la prima bottiglia di latte che mi passava tra le mani.
-GIORNO!- Urlò infastidito il ragazzo versando involontariamente il caffè sul tavolo.
-Che c’è adesso te la vuoi prendere con quella povera bambina perché il grande signorino Thomas non ha dormito come si deve?- Sbottai seccata dal suo solito comportamento da egoista.
-Io non ho detto proprio nien…-
-Non voglio ascoltarti. Già sto nervosa per via di questa scuola di merda, ora con permesso vado, alla prossima sua maestà.- Mi inchinai sarcasticamente per poi salire di sopra e prepararmi. Scesi subito da casa dopo aver dato un bacio ad Helly che dormiva intensamente, e come al solito mi avviai a scuola. L’unica cosa positiva di questa giornata è che almeno fuori scuola ci sarà l’unica persona che forse mi conforta, Alexya, e poi l’altro ragazzo, bello, forte, gentile, Jace. Ma sfortunatamente io non sono alla sua altezza e quindi posso solo sognarmi di avere un suo saluto la mattina, ma non posso di certo negare che gli sguardi e quelle sfrecciatine non me le da, anzi, ultimamente già gli sono caduta addosso troppe volte e mi sono sempre fatta vedere come quella ragazza antipatica, sbadata e sempre con le cuffie nelle orecchie che a volte sembra che me le abbiano incollate con il cemento.  Aspettate, ho mancato di descrivervi la mia grande nemica, una troia che a quanto pare gironzola sempre attorno a Jace, Nassia Palmer, tutta culo e tette e usa la scuola solo per colpire i ragazzi e portarseli a letto. Spero solo che Jace non faccia la stessa fine, li sarebbero gravi guai. L’unico guaio che avevo e che mi è rimasto è Edward, il puttaniere della scuola. Due anni fa siamo stati insieme, ma lui si prendeva solo gioco di me, un giorno mi ha violentata, il suo ricordo vive ancora sulla mia pelle che si intravedono piccoli lividi sulle gambe. E’ un mostro, molte notti l’ho sognato, ormai è diventato il mio incubo e non voglio più averci a che fare.
 
 
 
Alexya Pov’s.
 
 
 
Porca ciabatta, che mal di testa.
Devo smetterla di litigare continuamente con Maggie, mia sorella.
Litighiamo sempre, anche per le cazzate.
Devo sempre starle dietro…ne ha venti, ma è  come se ne avesse dieci, devo
prepararle la colazione e cibo....insomma ho il ruolo di madre, anche se sono la minore.
Controllo il mio iPhone per vedere se c’è qualche messaggio…ma la mia attenzione cade sull’orario.
Sono le sette e mezza e ancora devo fare una beata minchia, perfetto.
Scendo in cucina e vedo Maggie stesa che dorme sul divano…beata lei porca trota,ha finito la scuola e lavora in un negozio…
-Maggieee sveglia!-.
-noamkd-Disse qualcosa di simile ad un ‘no’.
-Fai quel che vuoi, se fai tardi..cazzi tuoi.-
Faccio colazione,preparo la borsa per la scuola…metto gli appunti di matematica visto che abbiamo il compito, mi preparo e invio un messaggio a Susan per dirgli che stavo arrivando.
Esco di casa, metto le cuffie…e ascolto ‘a thousand years’ di Cristina Perrie.


 
have died everyday waiting for you
Darling don’t be afraid I have loved you
For a thousand years

I love you for a thousand more….
 
 
 
Diciamo che io e la mia migliore amica siamo diverse.
Viviamo la vita giorno per giorno…siamo migliori amiche, ma siamo come il mare e la montagna…tanto diverse ma alla fine siamo uguali.
Entrambe siamo fottutamente innamorate…io lo sono di David.
…ora siamo buoni,anzi buonissimi amici.
Ma c’è sempre qualcuno che rovina tutto…lei la puttana della situazione AVILA MAISON..non che la ex. di David, si sono lasciati perchè lei lo ha tradito con Cory Powell..il cretino della classe che mi sta dietro da circa un anno, e di questo David ne è geloso..parecchio.
 

Ecco che arrivo a scuola e incontrò Susan.
 

 
 
[Punto di vista del narratore.]
 

 
Susan e Alexya arrivarono a scuola contemporaneamente e si strinsero in un forte abbraccio.
-Hai ripetuto per il compito di matematica?- Domandò Alexya alzando il pollice come per incoraggiarla.
-C’era un compito?- Scrollò le spalle Susan che fino ad un minuto fa pazzeggiava sorridente col telefono. Solo dopo quando Susan si ricordò dell’assegno sul diario, elemento che non ha proprio sfiorato, si portò una mano nei capelli.
-Mai una volta che studi?- Rise Alexya portandosi una mano alla pancia.
-Guarda questa settimana fa veramente cagare. Non ti dico le nottate che sto facendo per via di Hally, sono stanchissima e ho voglia di dormire.- Sbuffò la ragazza che si avviò assieme all’amica nell’atrio della scuola. Si sentivano schiamazzi di un sacco di alunni e rumori di armadietti che si chiudevano qua e là.
Susan fissò Alexya quasi come se le stesse parlando attraverso il pensiero. Alexya sospirò e poi scrollò le spalle.
-Ho capito, ti farò copiare-.
-Grazie Chiocciola-. Gli sorride Susan.
Ecco che gli vanno incontro David e Jace.
-Hey ragazze, tutto bene’-. Domandò David.
-Hey Dà, a me bene ma a quanto pare alla signorina accanto a me va di male in peggio-. Disse Alexya riferendosi all’amica.
-Come mai?-. Spuntò Jace dal nulla.
Susan per un momento rimase bloccata…poi Alexya le calpestò il piede e Susan si riprese poco dopo.
-Eh?-.Domandò confusa Susan.
-come mai a male?-. Domandò preoccupato Jace.
-Nulla per via d-del compito di matematica-. Rispose Susan quasi balbettando
-Ah..Capisco-.Rispose Jace.
-Mi sa che è ora di andare..voi che corsi avete?-. Domandò Alexya nella speranza di avere insieme David.
- Matematica, tu?-. Rispose David.
-Matematica-. Rispose Alexya felice.
Intanto Jace e Susan continuavano a guardarsi…poi si avviarono verso l’aula di matematica.
 
-Hey Alexya-. Spuntò Avila dal nulla.
-Ciao-. Rispose fredda la ragazza.
-Non è che mi faresti copiare?-. Domandò Avila.
-Certo-.Disse Alexya.
-Davvero?!- Rispose felice Avila.
-NO!-. Rispose sicura Alexya…
Intanto David,  e Susan se la ridevano.
Jace però non c’era…come al solito ci provava con le altre troiette della classe..
Susan appena girò lo sguardo su di lui e vide che Nassia gli stava in braccio..abbassò la testa spezzando la matita.
Alexya se ne accorse.
-Fottitene Scimmia-. La incoraggiò Alexya.
-Come cazzo faccio se vedo una troia con il mio mondo tra le mani?-. Sbottò Susan, spezzando stavolta…la mia matita.
-Hey…capisco che sei incazzata, ma non prendertela con la mia matita-. Disse ironicamente Alexya.
Susan si girò verso di lei e gli alzò il dito medio.
Qualche minuto dopo entrò il professore consegnandoci i compiti.
 
 
Alexya Pov's.


La giornata passò abbastanza velocemente….
E’ andato tutto bene, sono stata interrogata in storia e ho preso 8.
Non vedi David quindi decisi di cercarlo
Feci girarmi ma vidi una cosa che mi suscitò solamente schifo…stavo per svenire.
 
 
 
 
To be continued….
 
 
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Salve ragazze, questo è il primo capitolo della storia…
Speriamo che vi piaccia! :3
 
-Ale&Su.xx

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Capitolo 3
*** Love in confusion, like an illusion. ***


Chapter 2.
Love in confusion, like an illusion.




-Sono tornata!- L'eco del portoncino blindato che si chiuse rimbombò nel corridoio della grande casa moderna. Il parquet era lucidissimo e si sentiva l'odore della cera, Susan, amante dei pasti, scorse subito un odorino familiare e corse in cucina.
-Hey fratello! Cosa hai cucinato di tanto bello?- Rappò Susan rubando il cappello della NY di suo fratello e lo poggiò sulla propria testa.
-Fai leggermente pena con le rime e comunque tua sorella dormiva come un ghiro prima che tu sbattessi la porta.- Thomas posizionò un piatto di maccheroni caldi a tavola e subito corse in camera da Hally che piangeva.
-E menomale che stamattina era lui quello innervosito dal pianto di Hally.- Sbuffò Susan sedendosi a tavola e addentando qualche maccherone. Mentre mangiava ripensava a ciò che era successo stamattina in classe. Non potava assolutamente sopportare che la sua grande nemica si strusciava addosso al suo principe dei sogni, certo, è stata brava a nascondere la tristezza dietro un pò di rabbia e odio rompendo qualche matita di Alexya ma lo sapeva troppo bene che questo scudo non sarebbe rimasto intatto per troppo tempo, ha sempre cercato di attirare l'attenzione di Jace senza riuscirci ma ogni volta che lo fa vede in Jace solo un sentimento di amicizia anche se quelle poche volte che la saluta sono davvero rare e questo gli spezza il cuore. Dopo la cosiddetta ''relazione'' avuta con Edward vuole voltare pagina e dimenticare quel terribile incubo che più che incubo era un inferno, si è sentita in colpa dopo averlo lasciato solo per il semplice motivo che si è fatta scappare un' occasione che non le sarebbe mai ricapitata, ovvero lasciar perdere Edward e stare vicino a Jace che a quei tempi era single e in lutti familiari. Invece si è fatta condizionare dalla sensualità e superbia di Edward, credeva di riuscire a sciogliere il suo cuore di ghiaccio ma la povera ragazzina è rimasta con le mani vuote, e di lui rimane solo la delusione. 
-Hai finito?- Thomas spuntò dalla porta della cucina e si appoggiò al bancone per preparare il latte ad Hally.
-Emh...si.- Mugugnò Susan scacciando via quei pensieri.
Thomas si girò mentre puliva qualche bicchiere e la osservò bene.
-C'è qualcosa che non va?- Domandò poi quasi disinteressato.
-No, tutto bene, tu continua a pulire.- Susan si alzò velocemente, mise il piatto nel lavandino e andò di sopra. Prese il cellulare e chiamò Alexya.
-Pronto?- Rispose la ragazza dall' altro capo.
-Alexya, sto venendo da te con Hally, devo parlarti.- Asserì Susan mentre si cambiava i pantaloni, poi andò nella camera affiancò e, mantenendo il telefono con la spalla, cercò di sistemare Hally.
-Ma ver...-
-Niente ma, tranquilla vengo io da te non c'è bisogno che vieni tu, non ci metto niente, a dopo.- Attaccò Susan che si precipitò subito fuori casa con Hally in braccio.


Alexya Pov's.

E' possibile che ogni volta che cerco di stare, almeno per poco tempo, con David, qualcuno o qualcosa deve rovinare tutto? Non ho niente contro Susan, anzi, ma dico...lasciamo stare, m'inventerò qualcosa al suo arrivo. 
-Chi era al telefono?- Domandò curioso David raggiungendomi nel corridoio.
-Nessuno, le solite promozioni.- Gli sorrisi lievemente e ritornammo in cucina davanti ai libri. Era stupendo stare con lui. E poi è bravissimo in Italiano, non c'è professore più bravo e più bello di lui....ho detto bello? Oh...allora si, volevo intendere anche bello. Continuava a spiegare ma io nonostante fossero solo le quattro continuavo a non capirci niente e a fissarlo, quasi incantata da un qualcosa di luccicoso, come i suoi occhi ad esempio.
I miei fantastici sogni svanirono col suono del campanello. Avevo detto di inventarmi una scusa, qualcosa, ma non ne ho idea e quindi mi precipitò ad aprire alla porta.
-Hey Alex...-
-Shh!- Interruppi la ragazza mettendogli una mano alla bocca e portandola fuori in giardino.
-Mi hanno dato un pacco, torno subito, nel frattempo potresti completarmi quell'equazione tanto difficile?- Feci il labbruccio provocandolo.
-Va bene.- Rise lui continuando a scrivere. Gli sorrisi e ritornai fuori socchiudendo la porta.
-Ma che cazzo hai? Ci sono gli sbirri in casa oppure ci troviamo in un film giallo?- Sbottò Susan infastidita. Non è un atteggiamento appropriato, anche perchè non mi sono mai comportata così, almeno con lei, ma lo faccio per il mio bene.
-C'è David dentro.- Sussurrai seria scorgendo dalla finestra la sua immagine, seduto al tavolo.
-Ah...scusa..non.- Balbettò Susan dopo un pò di silenzio.
-Se vuoi me ne vado, tanto non dovevo dirti niente.- Asserì lei voltandosi.
-No ferma, entra, una in più non fa male.- Le presi il braccio sorridendole ma lei non sembrava per niente allegra.
La osservai attentamente, di solito per capire se finge di stare bene o male ce ne metto di tempo, ma è come se adesso riuscissi a vederla debole, perchè anche lei è debole ma non lo fa vedere, perciò sto incominciando a preoccuparmi seriamente.
-Che è successo?- Sussurrai.
-Era proprio di questo che volevo parlarti, ma non credo sia il momento.- Asserì Susan guardando David dalla finestra, la seguii con la sguardo e poi le sorrisi.
-Puoi non pensarci per un'oretta? Stiamo un pò insieme e poi mi racconti tutto. Hai portato anche Hally?- Sorrisi strappandola dalle braccia di Susan e incominciando a baciarla dappertutto.
Entrammo in casa e raggiungemmo David.
-Ciao Dav!- Esclamò Susan.
-Hei, guarda chi si vede!- Ricambiò lui alzandosi e raggiungendoci in soggiorno. 
Ridiedi Hally a Susan e andai in cucina per preparare tre bicchieri di aranciata, intanto vidi con la coda dell'occhio che David fissava in continuazione Susan in silenzio.
-E' tua figli?- Domandò turbato.
-NO!....Cioè no, è ..mia sorella.- Esclamò imbarazzata Susan, percepivo il suo imbarazzo da tre metri di distanza.
-Scusa non volevo..- Si scusò David grattandosi la nuca.
-Tranquillo, si sbagliano sempre tutti.- Rise impacciata Susan.
-Okay va bene, tralasciando gli stati di famiglia, allora è vero che Avila fa una festa in piscina?- Cercai di tagliare quel filo appeso parlando di altro e servendo i bicchieri.
-Oh si, io e Jace ci siamo informati meglio e ci sarà sabato.- Hally lanciò un piccolo gridetto alla pronuncia di Jace, David guardò confuso Susan.
-Non ci fato caso, ha dei mal di pancia ed è sotto cura.- Mentì la ragazza portando Hally sul tappeto della cucina dove c'erano dei piccoli giocattoli, dimenticati da lei tempo fa.
-Comunque.- Riprese David. -Ha detto che ci saranno quasi tutti quelli del terzo anni, quarto e quinto. Ha detto di portarci i costumi e ci saranno tante donne, Jace addirittura vuole portarsi i preservativi.- Susan, che stava bevendo, sputò tutto a terra e rimase a bocca aperta. Le sussurrai che avrebbe lavato lei dopo che se ne sarebbe andato Dav.
-Avete sentito del ragazzo nuovo?- Alzò un sopracciglio Dav mentre sorseggiava l'aranciata.
-Emh..no, chi è?- Domandai confusa. Si confusa perchè di solito, visto che la nostra scuola è una merda, nessuno ci viene a studiare per cinque anni, quindi dovrei dedurre che le coglione siamo io e Susan. 
-Si chiama Louis Donnel, è del quarto superiore e non so per quale motivo tutte le ragazze della scuola parlano sempre di lui.- 
-Forse perchè sarà bono e perchè la maggior parte delle ragazze nella nostra scuola sono tutte troie?- Ipotizzò Susan facendo spallucce.
-Può darsi.- Affermò Dav.
-Comunque io devo andare, poi, Alexya!- Si girò verso di me e mi sorrise. -Se vuoi, possiamo andarci insieme alla festa, dicono che ci si deve venire accompagnati.- Le mie guance stavano letteralmente prendendo fuoco, non ci credevo, era tutto così reale che, dio...sto per svenire.
-E dalle rispondi!- Susan mi diedi uno schiaffo dietro la schiena e il dolore mi fece riprendere.
-Oh, si, certo!- Esclamai sorridendogli e accompagnandolo fuori, come un robot.
Una volta uscito mi gettai sul divano con aria di chi aveva appena cavalcato un unicorno arcobalenato.
-Alexya e David scoperanno. Alexya e David scoperanno. Alexya e David scoperanno!- Susan incominciò a lanciarmi cuscini addosso ripetendo quelle maledettissime parole, ricambiai offrendogli una battaglia di cuscini. Vinse lei, ovviamente.
-Okay, devo andare!- Si alzò poi dal divano prendendo Hally.
-Come? E quella cosa che dovevi dirmi?- Gli andai dietro curiosa.
-Oh, si è fatto tardi, poi te lo dirò in un altro momento, adesso il biberon mi aspetta.- Si aprì la porta e uscì fuori.
-Ah, dimenticavo! Domani pomeriggio. Vestito. Tacchi. Shopping. Ci accompagna Thomas!- Esclamò da lontano.
-Già glielo hai domandato?- Gridai facendomi sentire.
-Di sicuro dirà di si, addio putty!- Gridò lei.
-Addio troy!- Ricambiai. Entrai dentro e mi gettai di nuovo sul divano. Ancora dovevo realizzare ciò che era appena successo. 


Susan Pov's.

Io davvero non capisco. Non capisco proprio come ci riesce. Come ci riesce ad ottenere sempre ciò che vuole, eppure anche io mi ci impegno ma la sfortuna mi perseguita, dio quanto mi odio, sono anni che cerco di attirare Jace ma sono talmento così orrenda che neanche un cane mi amerebbe. Beata Alexya, per me ci vuole solo una preghiera, sempre se la preghiera riuscirebbe a cambiare le cose a meno che non sia un mago.
La strada per andare era abbastanza corta, Hally si era portata dietro uno dei suoi giocattoli dimenticati a casa di Alexya, continuava a lanciare gridolini, vorrei potergli trovare un medico buono, ma sfortunatamente non sono una maga.
D'un tratto andai a sbattere davanti qualcosa o qualcuno e Hally fece cadere il suo sonaglio.
-Scusa, non ti avevo vista.- Una voce maschile mi fece sobbalzare.
-Scusami tu, sono un po’ spacciata.- Sorrisi imbarazzata, intanto mi porse da terra il sonaglio di Hally, che nel frattempo rideva.
Era un ragazzo abbastanza alto, capelli castani e degli occhioni blu mare, incredibili. Se non mi piacerebbe Jace così tanto direi che questo ragazzo è il top.
-Io sono Troy, piacere di conoscerti.- Il ragazzo mi porse la mano e io la strinsi sorridendo.
-Io mi chiamo Susan, sei nuovo da queste parti? Non ti ho mai visto.- Risi imbarazzata.
-Oh si, vengo da Mullingar, io e mio fratello Jack ci siamo trasferiti qui assieme a mia nonna per via di difficoltà economiche, direi che ci troviamo abbastanza bene!- Esclamò alzano il lato destro delle labbra. Ogni suoi atteggiamento mi imbarazza, non me lo spiego.
-Capisco, io invece vivo con mio fratello Thomas e lei, Hally.- Indicai mia sorella che avevo in braccio e che sbadatamente porse il suo giocattolo al ragazzo che mi si prestava davanti. Vi do un consiglio, se avete fratelli o sorelle più piccoli non dovete mai, e dico mai, portarli con voi a qualche appuntamento con il vostro ragazzo, sono capaci di farti fare figure di merda persino con degli sconosciuti appena conosciuti.
-Domani sarà il mio primo giorno di scuola alla Linguistic High School e mi sento fin troppo ansia.- Sorrise imbarazzato guardandosi le scarpe.
-Figo! Anche io frequento quella scuola, da due anni ormai.- Risposi dispiaciuta per via del bruttissimo tempo che ho passato in quella scuola degli orrori.
-Perfetto, se non ti disturbo, potresti raccontarmi come funziona? Sai, mia nonna è andata ad iscrivermi ma non ci hanno raccontato niente, anzi non mi hanno fatto sapere nulla.- Si vedeva che era un ragazzo timido, era così dolce che se gli dava uno schiaffo poteva piangere, non ha niente di imperfetto.
-Tranquillo, ti racconto tutto mentre torno a casa, ci sono tantissime cose che devi sapere, iniziando da....- E così incominciai a parlare senza più smettere.
Gli ho raccontato di tutte le troie e puttanieri che possiedono la scuola. Noi della Linguistic High School siamo ben distinti in gruppi culturali, tipo secchioni, nerd, bulli, troie, roba così.
Gli roccantai anche di Alexya facendogli capire che, a quanto pare, io e lei siamo le uniche ragazze tradizionali, anzi più che tradizionali siamo semplici, che fortunatamente si salvano in quello schifo di scuola. Spero solo che non si sia spaventato da ciò che ho detto, speriamo non cambi scuola, se no mi sentire in colpa.


AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAMBOOOOOOOO'
Salve a tutti, eccoci con un nuovo capitolo
Ci abbiamo messo anni ed anni, ma siamo vive
siamo tornate belle dolciose per sfornarvi
il secondo capitolo al cioccolato, okay basta
se no ci viene fame. Adessso bando alle chiacchiere.
Le cose incominciano a complicarsi ehehe.
Susan si sta facendo debole, oh porella mentre
Alexya si è guadagnata grazie a dio David e se la sta spassano
ma non per molto ehehe e.e siamo perfide.
Comunque, visto che abbiamo già scelto i ruoli
per i protagonisti ve li facciamo vedere, shua.

Edward Powell = Colton Heynes


Jace Parker = Logan Lerman 


Alexya Walker = Lucy Hale


Susan Collins = Ashley Benson 


David Stevens = Chece Crawford


Cory Powell = Paul Wesley 


Nassia Palmer = Amanda Seyfried 


Avila Maison = Barabara Palvin



E l'ultimo arrivato è ..................
no, è un segreto.
Anzi lo scoprirete nella prossima puntata, byee babeeees.

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Capitolo 4
*** The dog always comes back from the master. ***


Chapter 3.
The dog always comes back from the master.


 




" -Avvicinati.- Sussurrò un ragazzo dai capelli castani e corti. Mi porgeva le mani, quasi come per sostenermi da qualcosa, da un pericolo.
Mi avvicinavo sempre più lentamente a lui, sapevo che dovevo averne paura ma non sentivo niente, nessun allarme. Vedevo sfuocato, astento riuscivo a distinguere i colori. La sua voce mi risuonavano nelle orecchie come echi, come se fossi in una campana.
-Non ti farò del male.- Replicò il ragazzo che mi sfiorava le mani. Dopo qualche secondo l'immagine che mi si prestava davanti incominciò a vedersi chiara e misi a fuoco. Era Edward. Avevo paura, urlai di non toccarmi, mi divincolavo ma senza nessun risultato, ero terrificata dalla sua comparsa, cercavo di scappare ma era come se la sua mano si fosse incollata alla mia, urlai per l'ultimo volta poi, il buio. "


-Edward!- Sobbalzai dal letto. Ero tutta sudata e non riuscivo a regolare il mio affanno. 
-Ti sto chiamando da un'ora, che ti è successo?- Thomas, che era seduto affianco a me sul letto, sbigottì.
Presi fiato lentamente e mi misi a sedere a mò di indiano. Mi passai una mano tra i capelli e poi mi decisi ad aprire bocca.
-Niente, è stato solo un incubo.- Mi giustificai abbassando il grado di preoccupazione di Thomas che stava sudando quasi come me dalla paura.
-Ma com..-
-Che ore sono?- Lo interruppi con un filo di voce calmo e sottile.
-Le sette e mezza.- Thomas si alzò dal letto e staccò la sveglia dal comodino.
-La butto, ci serve un'affare che ti sveglia anche nel bel mezzo di un incubo.- Asserì uscendo dalla camera.
Non potevo credere a ciò che era successo secondi fa. Ero orgogliosa di averlo dimenticato una volta per tutta, non capisco perchè adesso è ritornato nella mia mente, eppure ci ho messo poco a sbarazzarmi di lui, dopo tutto quello che mi ha fatto.
Mi alzai e mi vestii velocemente, sempre con quel pensiero in mente, uscii di casa e con Troy mi avviai a scuola come se fossi un razzo.



Alexya Pov’s

-Maggie, scappo, fai da te, mi sono rotta di fare tardi per colpa tua.- Sbottai prendendo la borsa e gettando la maglia addosso a Maggie.
-Ma Al...-
Non feci in tempo a sentirla imprecare che subito chiusi la porta, dio che peso allo stomaco. Finalmente mi sono liberata, spero di non rivederla più per il resto della giornata. Arrivai a scuola presto e mi sedetti, come sempre, sulle gradinata del parchetto dietro la scuola, di solito è il mio punto di incontro con Susan, che a quanto pare non se ne vede neanche l'ombra.
-Ti piace stare da sola?- Un ragazzo alto si sedette affianco a me, era il solito rompicoglionicoryvaivia. Stavo così bene prima del suo arrivo.
-Lasciami in pace Cory.- Feci per alzarmi ma lui mi bloccò con il braccio.
-Sei di cattivo umore già di prima mattina? Voglio soltanto aprire una conversazione pacifica.- Si scusò lui facendo il labbruccio, il solito comportamento da lecca culo.
-E io no, adesso grazie ma sto aspettando Susan, prego.- Gli indicai il lato opposto del cortile, un segno cortese per mandare a fanculo le persone, ma va bene.
Sbuffò e se ne andò, mi piace vederlo arrendersi, infatti è proprio questo che odio di lui, che pure se gli piaccio non si impegna per conquistarmi, ecco perchè lascio perdere.
Abbassò la testa sul libro di storia e scaccio via quel pensiero. Lentamente vedo Susan da lontano con la coda dell'occhio che cambia direttamente verso, sta entrando a scuola e la sua faccia mi racconta tutto, menomale che ci sono io a portare allegria.
Mi alzò e mi avviò dentro, giusto in tempo al suono della campanella.
Cerco inutilmente la figura di Susan in mezzo agli studenti che si accavalcano sugli armadietti rossi, sembra una corsa ad ostacoli ma finalmente arrivo al mio armadietto e prendo fiato.
-Hey, buongiorno! Vedo che sei in ottima forma!- Esclamo sdrammatizzando. Le sue palpebre e le sue labbra si rilassano facendo risaltare un viso pallido e lucido, penso che abbia la febbre.
Le metto una mano alla fronte e analizzo bene la sua temperatura.
-Niente febbre.- Le sorrido ma lei non mi valuta proprio.
-Odio quando fai così, parla, che succede?!- Alzo il tono della voce prendendogli un braccio e irritandomi, odio quando le persone stanno zitte.
-Madonna, lasciami in pace!- Sbottò buttando il mio braccio per aria e correndo in  classe con la solita espressione.
Certe volte non la capisco proprio, prima è felice, poi è trista, prima si arrabbia, poi grida. Odio i suoi sbalzi d'umore giuro.
Continuo ad osservarla da lontano finchè un ragazzo mi oscurò la visuale. 
-Ciao Alexya!- Esclamò David con un sorriso a trentadue denti. Mossi il capo velocemente e poi gli sorrisi.
-Ciao! Tutto bene?- Ogni volta che mi sta vicino divento una specie di peperone misto pomodoro.
-Si, ho chiesto a quello nuovo e ad Edward di sedersi con noi a pranzo, per te e Susan va bene?- Fece spallucce e si appoggiò all'armadietto.
-Si!- Continuavo a fissarlo, ogni cosa che diceva non mi interessava, era interessata solo ai suoi occhi, alle sue labbra, al suo sorriso e al su....
-Okay allora ci vediamo dopo, ciao.- Se ne andò interrompendo i miei pensieri. Continuavo a cavalcare il solito unicorno arcobalenato, poi, mi ripresi dal suono del campanello che avvisava l'inizio della prima ora di Storia. Come odio.
Quando entrai in classe mi sedetti al banco affianco a quello di Susan. Faceva finta di non conoscermi, ma non solo con me, persino con David, potrei dedurre che stia guardando Jace ma neanche quell'ipotesi mi soddisfa.
Appena Mrs. Vains si girò alla lavagna lanciai una pallina di carta a Susan. L'aprì e la lesse.
"Mi spieghi che hai? Lo sai che non mi piace vederti così. Tanto meno stare allo scuro di ciò che ti succede." 
Riaccartocciò la pallina di carta e la buttò nel cestino. Fece canestro.
Okay, parliamone, non va in piscina, non gioca a calcio nè a pallavolo, e lei, Susan Collins, è riuscita a lanciare una pallina di carta in un cestino? Questa me la devo segnare.
-Non mi va di parlarne adesso, meglio per te se non mi fai ricordare il motivo del mio stato.- Sussurrò senza guardarmi in faccia. Potrei pensare che ce l'ha con me, ma non credo, perchè quando mi vuole morta fa di tutto per farmi passare una giornata di merda, invece oggi è moscia, pallida e posso intravedere delle occhiaie nere sotto ai suoi occhi.
Non ci penso due volte che mi giro verso la professoressa ripensando a David e realizzando che domani andrò al ballo con lui. Sembro una bambina ma non m'importa, in questo momento mi importa solo di lui e ovviamente anche di Susan.
Mi volto verso di lei e socchiudo gli occhi.




Susan Pov's

-Ricordatevi di fare il riassunto sulla seconda guerra mondiale e non scordate la ricerca domani!- Esclamò la prof. mentre sistemava i suoi libri sulla cattedra.
Pft, qui l'unica guerra mondiale presente è quella nel mio cuore, come se mi interessasse un cazzo di ciò che dice. Sono confusa, mi sento a pezzi, quell'incubo mi ritorna in mente in qualsiasi ora giornaliera, non ce la faccio più è frustrante. 
Prendo i libri dal banco ed esco dalla classe, mi avvio al mio armadietto e senza esitare un attimo corro in bagno. Visto che sono una merda l'unico posto ideale per me è il cesso, e ci rimarrò a vita. 
Il fatto che stia così non è tanto per quell'incubo ma per la netta convinzione di essermi innamorata follemente di Jace. Invece no, c'è ancora il segno di tutto, del passato, e questo mi rende una cogliona debole e indifesa. Io non sono così cazzo! E nemmeno voglio esserlo.
Chiusi l'anta del bagno a chiave e senza accorgermene, e dico senza rimorsi, una lacrima mi rigò il viso, poi due e poi tre. Fino ad arrivare ad un mascara colato persino sulla maglia. Vorrei sfogarmi con Alexya, ma non riesco a fare nemmeno quello.
Mi asciugo il viso con la mano, poi mi soffermo a guardare le mie gambe. Scosto il pantalone più in basso e mi fermo a guardare per un attimo quei lividi. Li ho nascosti per un sacco di mesi, ma ci sono ancora, come se fossero dei tatuaggi incisi sulla mia pelle, stessa cosa sulle braccia.
Sento la porta del bagno aprirsi. Dato che la nostra scuola fa schifo non ci sono i bagni singoli, ma sia quello delle donne che quello dei maschi, sono unici. Può sembrare impossibile, ma è così. Non ci sono soldi per niente, nemmeno per un cibo di ottima qualità in mensa. 
Asciugai in fretta e furia il viso e uscii dalla toilette con la testa abbassa.
-Susan.- Esclamò un ragazzo dietro di me. Era la voce di Jace. Intanto rimasi immobile, ma non avevo il coraggio di girarmi. Feci un sorriso finto e presi coraggio.
-Ciao Jace!- Esclamai contenta. Si, contenta.
-Ti ho vista mentre entravi stamattina. Ti era successo qualcosa?- Domandò preoccupato, come se gli interessasse, ma lo fa solo per consolarmi, giustamente uno ti caga solo quando sei vittima.
-Come mai tutto quest'interesse?...Comunque sto bene.- Sorrisi sarcasticamente e uscii dal bagno senza salutarlo. Si okay, sono cambiata, l'ho notato. Ma almeno non ho scrupoli di ciò che faccio, anzi, ho fatto bene, io non sono un giocattolo, già lo sono stata una volta e non ho più gambe e braccia di ricambio.
Mi avvio in mensa senza farmi notare o mettermi in mostra, oggi non ho voglia di fare un cazzo. Passo davanti all'anziana col retino che sembra voglia uccidermi. 
-Solo ketchup, grazie.- Asserii con il mio panino portato da casa, non mi fido di ciò che servono qui.
-Non diamo ketchup a chi non mangia i nostri panini.- La donna alzò un sopracciglio quasi per sfidarmi.
-Allora vorrà dire che mi accontenterò da sola.- Salii sul bordo del bancone con i miei scarponi neri e feci un salto dal lato delle cuoche, presi il ketchup e risaltai per andarmi a sedere. Tutto ciò sotto gli occhi di tutti che mi guardavano a bocca aperta, nessuno se lo aspettava e nessuno lo aveva mai fatto prima, figo.
-Ah dimenticavo. Grazie per la vostra gentilezza!- Esclami tornando indietro e lanciando in faccia alla donna l'insalata caduta sul bancone, tutto con indifferenza.
Odio chi si mette contro di me, ho soltanto chiesto del ketchup non un servizio di cibo cinese.
Mentre andavo a sedermi scorsi l'immagine di Edward che mi guardava da lontano, con la solita faccia seria e misteriosa. Abbassai lo sguardo e mi sedetti ad un tavolo.
Gli alunni presenti in mensa continuavano a guardarmi, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
-Che c'è? Continuate a mangiarvi il vostro cibo schifoso!- Urlai infastidita.
-Susan Crystall Collins!- Una voce squillante dietro di me mi fece sobbalzare, ecco ci risiamo, la preside pronta a darmi una sospensione, lo sapevo, maledetti voi tutti che volete mandarmi nella merd....
-Ma che hai fatto? Potevano sospenderti!- Esclamò poi la stessa voce sedendosi al mio fianco. Fortunatamente era Alexya.
-E' stato pazzesco, giuro che stavo morendo quando ho visto la faccia sconvolta della cuoca!- David e Jace si sedettero alla mia destra, ero a capo tavola.
-Wow, tu mi hai raccontato di tante cose, ma non mi hai mai raccontato che sapevi fare questo.- Esclamò Troy che mi mise le mani sulle spalle, soddisfatto di me.
-Oh, allora avrò dimenticato qualche passaggio.- Ridemmo all'unisono.
-Aspetta aspetta, voi vi conoscete?- Domandò Jace alzando un sopracciglio.
-Si, è Troy ed è quasi il mio vicino di casa, ieri gli ho raccontato come vanno le cose e niente.- Sputai il ketchup nel vassoio, persino questo fa schifo.
-Oddio Susan, potevi farlo in un fazzoletto.- Esclamò Alexya fissando ciò che avevo sputato nel vassoio con una faccia traumatizzata.
-Si, potevo farlo se i fazzoletti esistessero in questa mensa.- Allineai le labbra e ci guardammo perplesse.
-Ma tu non avevi detto che ti chiami Louis?- David si grattò la nuca guardando perplesso Troy.
-Si ma quello è il mio secondo nome, mi ero dimenticato di dirtelo.- Si scusò lui sorridendo. Ha una faccia troppo coccolosa.
Dopo un paio di secondi Edward si sedette a capo tavola, difronte ma distante da me.
Smisi di parlare. E' più forte di me. Alexya continuava a guardarci entrambi e mi sento sempre di più in imbarazzo, più che in imbarazzo non mi sentivo a mio agio.
Alexya senza farsi vedere mi strinse la mano sotto al tavolo e mi fissò. Ci capiamo a sguardi, ha capito il perchè dell'atteggiamento di stamattina e di sicuro ha capito anche cosa dovevo dirgli ieri.
-Allora? Tutti pronti per domani sera?- Esclamò David con il suo fare da giocherellone.
-Io non so che cazzo mettere!- Si disperò Alexya spalancando gli occhi.
-Idem.- Risposero all'unisono David e Jace.
Giravo e rigiravo il mio panino tra le mani fissando negli occhi Edward, è difficile non guardarlo, ma lo sta facendo anche lui. Mentre gli altri parlavano speravo in un "possiamo andarci insieme al ballo" da parte di Edward, ma invece si ostinava solo a fissarmi, il suo sguardo era come una lama che ti tagliava in due, era proprio la sua faccia che mi metteva paura ma allo stesso tempo ne rimanevo dipendente.
-E tu Susan, cosa ti metti?- Jace, che si era accorto di tutto, cerco di inserirmi nel discorso.
-Oh, non so, forse non vengo.- Feci spallucce guardando il panino.
-Cosa?! NO! No, tu non puoi non venire, ci devi essere...no, ti prego.- Balbettò Alexya che cercava, con frecciatine indirizzate a Dav, di farmi capire che aveva bisogno di me nel caso David la spiazzasse in pista da ballo. Alzai il lato destro delle labbra e scossi il capo.
-Devo guardare mia sorella.- Mentii.
-Ma se avevi detto che la guardava tuo fratello?- Sbottò Alexya. La fulminai con lo sguardo e mi sussurrò uno 'scusa'.
Continuavano a chiedermi perchè, tranne Edward, che non apriva bocca.
-Davvero ragazzi non posso ven...-
-Non sa ballare.- Asserì Edward. Mi fissò, mi fece un sorrisetto malizioso e se ne andò.
-Ma com'è possibile? Avevi detto che hai frequentato una scuola di ballo da piccola?!- Sbigottì Alexya gesticolando con le mani.
-Si ma ero una frana e saltavo le lezioni.- In realtà anche il fatto che frequentavo una scuola di ballo era una palla. Non volevo mostrarmi come una cretina.
-E lui come lo sapeva?- La voce Jace si fece seria e dura e il suo sguardo si fece cupo.
-Dettagli. Quando una ragazza non va ad un ballo, gli uomini pensano che non sappia ballare, è intuitiva la cosa.- Ci giravo attorno per non arrivare al punto, già sto male per fatti miei e non ci tengo a raccontare ciò che è successo due anni fa. 
Edward sa tutto di me, anche qualcosa che Alexya non sa. Mi fidavo di lui, era un  bravo ragazzo, gentile e logorroico. Ma quando ci frequentammo qualcosa lo cambiò e si trasformò in un mostro, fino a distruggermi e ad abbandonarmi.



Alexya Pov's

Tornai a casa accompagnata da Dav, non mi aspettavo che mi desse un passaggio ma di certo non è stato brutto, anzi, se la cava col motorino, non è uno di quei pivellini che col motorino ci fanno solo corse e sgommate.
-Grazie per avermi portata a casa tutta intera!- Sospirai sorridendogli ironicamente.
-Oh, grazie per il complimento.- Finse di offendersi e poi scoppiò a ridere.
-Scherzavo.- Cercai di togliermi il casco, ma senza riuscirci.
-Vieni qui, è un pò difettoso.- Mi avvicinai a lui, era abbastanza imbarazzante ma...fottutamente stupenda come scena.
-Fatto, allora ci vediamo domani, ti vengo a prendere.- Asserì aggiustandosi il casco e accendendo la moto.
-Va bene, ciao!- Aspettai che se ne andasse per poi saltare come una cogliona ed emanare piccoli gridetti. Maggie aprì la porta di casa ed io continuai a fare quella specie di scena orribile vietata ai bambini di diciotto anni.
-Tu dovresti essere mia sorella?- Maggie spalancò gli occhi, si guardò attorno e mi chiuse fuori.
-Dai cogliona aprimi!- Ridevo come un criceto, mi mantenevo la pancia e per poco non mi accasciai a terra.
Finalmente la cretina si decise ad aprire ed io corsi di sopra a chiamare Susan che non si era più fatta vedere dopo aver mangiato in mensa.
-Pronto?- Una voce sottile e candida si accentuò dall'altro capo.
-Susan, sono Alexya, tu adesso vieni con me a fare shopping, non m'importa se hai la testa di cazzo, se stai male per Edward, tu adesso vieni con me e ci cerchiamo un vestito.- Asserii senza esitare.
-Ma n...-
-Niente ma, ti aspetto fuori casa tua tra dieci minuti.- Attaccai e scesi di casa. Almeno gli faccio pensare ad altro e cerchiamo qualcosa di decente per la festa, non voglio andarci con dei pantaloni ed una maglia, per quanto odio farlo, dobbiamo essere il 'più' di Avila e Nassia, che di sicuro, saranno il top. Inoltre dovremmo stare anche in costume, quindi è meglio se ci mettiamo all'opera.






BELLAZIAAAAAAAAA!
Queste entrate sono stupende, mi commuovo c’:
Allooora, partendo dal fatto che Susan è crollata nel 
vero senso della parola qua le cose si stanno complicando 
ma tranquilli che Alexya non riderà per molto
Muahahaha, siamo crudeli sisi.
Comunque vi avevo lasciato in sospeso col nome
del personaggio che interpreta Troy ed è….
Nessuno, abbiamo lasciato libero spazio
alla vostra immaginazione per quanto riguarda
il suo personaggio, lo stesso per Maggie.
Adesso ce ne andiamo e vi lasciamo leggere in pace.
Addddddiooooooo.

 

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Capitolo 5
*** Punches and Kisses. ***


Chapter 4.
Punches and kisses.






 
 
-Guarda questo com'è carino!- Esclamò Alexya per l'ennesima volta mentre prendeva un' altro di quei vestitini appesi alle pareti.
Sbuffai e andai dall'altra parte del negozio, vicino al reparto maschile. Mi annoiava lo shopping, soprattutto se dovevo prendere un vestito elegante, per un party, a casa della mia più grande nemica, per fare colpo, o almeno provarci, con il ragazzo che mi piace, ma anche evitando terribilmente, colui che mi ha distrutta. Ah, com'è difficile comprare un vestito..
-Susan! Guarda, questo mi piace moltissimo, mi sa che lo compro.- Chinai il capo e socchiusi gli occhi.
-Prendilo, ti sta benissimo!- Dissi mettendo le mani nelle tasche posteriori.
-E tu? Che hai trovato?- Alexya ritornò in camerino e gli andai dietro per aiutarla con i vestiti.
-Niente, mi sono ricordata che ho un vestito di mia mamma da qualche parte nell'armadio.- Non stavo mentendo, mi sono davvero ricordata del vestito di mamma. E' un abito nero, corto fin sopra al ginocchio, nero e fatto di velo, almeno mi porterà fortuna, speriamo.
-Ah, capito, andiamo a bere qualcosa?- Feci si con la testa e dopo aver pagato ci avviammo al bar.
Ci sedemmo ad un tavolino e guardammo le persone che passavano. In questi pomeriggi primaverili si sente quell'aria di festa e di tutte quelle persone che sfoggiano nei vicoletti prestigiosi in cui prevalgono negozi di alta qualità.
-Allora? Ti ha parlata?- Alexya si pulì la bocca col fazzoletto e mise i gomiti sul tavolo.
-Chi?- Alzai un sopracciglio.
-Come chi? Edward.- Sorrise lei.
-No. E' indifferente, stessa cosa che faccio io con lui.- Feci spallucce e appoggiai la tazzina alle labbra.
Lei fece spallucce e allineò le labbra.
-A te invece vedo che va tutto liscio.- La fissai.
-In un certo senso.- Socchiuso un occhio e ammiccò con le labbra Come se non fosse felicità quella che brilla nei suoi occhi. Sbuffai e misi la tazzina sul tavolo.
-Ammettilo. Vorresti gridare e urlare il suo nome dappertutto. Vorresti urlare di felicità ed essere super epilettrica, ma non capisco perchè lo nascondi.- Stavolta ero un tantino irritata.
-Lo faccio per te, perchè so che sei in una brutta situazione.- Si scusò gesticolando con le mani.
-Tu non mi freghi. C'è altro, dai raccontami.- Sorrisi lievemente.
-Okay. Due giorni fa, mentre navigavo su internet, scrissi il nome della nostra scuola e mi uscirono vari siti. Cliccai su un blog, il primo. Era gestito da una certa Nà così decisi di seguire quel blog. Postavano tutto ciò che succedevano a scuola, persino le cose più imabarazzanti, anche se facevano ridere le cose che postavano non era bello nei confronti degli altri, così sto cercando di stare sulle mie e di stare più sveglia possibile, per evitare che una situazione del genere può capitare anche me, e ti consiglio di fare la tessa cosa.- La fissai serie, poi scoppiai a ridere.
-Oddio che stronza, mi stai prendendo per una pazza?- Alexya finse di offendersi ed io, in preda all'asfissione totale, mi portavo mani alla bocca per bloccarmi. Sto per morire, aiuto.
-No scusa...sc..scusami.- Non riuscivo a parlare per via delle risate, feci un lungo sospiro e mi fermai.
-Okay, facciamo finta che non ho sentito, spiegati meglio prima che ti chiamo uno psicologo.- Risi per l'ultima volta.
-Oddio non è solo per quello che sto così, è anche perchè il gestore di quel blog mi fa due messaggi al giorno, dicendomi di stare lontano da Dav e di farmi i cazzi miei oppure, un giorno, potrei essere una delle sue vittime, non sai quanto mi fa paura questa cosa.- Aggrottò la fronte.
-Okay va bene, ti credo, seriamente. Comunque seguirò il tuo consiglio e cercheremo di smascherare questo anonimo.- Ammiccai l'occhiolino  e gli sorrisi.
Dopo qualche minuto mi squillò il cellulare, lo sfilai dalla tasca e risposi.
-Pronto?- Tirai su col naso.
-Susan, sono Jace.- Stavo per gridare ma mi contenni.
-Ciao Jace.- Abbassai lo sguardo sorridendo mentre Alexya mi faceva delle smorfie buffe.
-Volevo avvisare te ed Alexya che il party è stato spostato a stasera verso le sette.- Guardai l'orologio, portava le quattro, spalancai gli occhi.
-Oh grazie mille, ci vediamo staserai.- Esclamai.
-A stasera.- Attaccai e presi Alexya per le spalle.
-Il party è stato spostato a stasera, dobbiamo muoverci!- La dondolai per le spalle.
-Okay calmati, a cosa deve tutto questo entusiasmo?- Presi la borsa e la giacca e ci avviammo a casa in fretta.
-Devo coprire le occhiaie e devo fare qualche miracolo a questa faccia da morta.- Sbottai.
-Oh, capisco.- Aggrottò la fronte e mi toccò la spalla.
-Chi arriva per ultima non scoperà mai.- Urlò incominciando a correre. La odio di più ma non la amo di meno.

 
-------------

 
 
-Porca puttana!- Imprecai lanciando nel lavandino il correttore. Non riuscivo a coprire le occhiai ed ero in ansia.
-Susan calmati, fai finta che devi andare ad una festa di compleanno, non è niente.- Mi tranquillizzò lei che era già vestita, truccata e tutto.
-Ma se devo ancora mettermi le scarpe?!- Sbuffai.
-Cosa? Vuoi metterti le converse sotto ad un vestito così bello?- Lei aveva un vestito bordeaux molto moderno e dei tacchi color oro.
-Scordati che mi metto i tacchi. Non li so portare e non li voglio portare.- Sbottai entrando ed uscendo da una stanza all'altra con Alexya dietro che mi seguiva con le braccia in aria.
-No signorina!- Esclamò bloccandomi il braccio. -Tu adesso indossi quei tacchi argento e muovi il culo!- Quando fa la seria mi fa davvero paura.
Eseguii gli ordini e mi sedetti sul divano, guardando nel vuoto.
Stavo pensando di scappare, di fare finta di non sentirmi bene per non andare a quel maledetto party, tanto per ricordarlo, lo sto facendo solo per Alexya. Mi sento così stupida.
-Susan, stanno suonando, vai ad aprire!- Scattai dal divano ed andai ad aprire.
-Non c'è bisogno di alzare la voce!- Gridai verso Alexya, ma quando mi girai avrei tanto voluto non aprire.
-Ciao.- Era l'unico ragazzo che non avrei mai voluto vedere, soprattutto questa sera, Edward.
-Che ci fai qui?- Sbottai abbassando lo sguardo.
Lui sospirò ed entrò dentro sedendosi sul divano. Era vestito in giacca e cravatta.
-Sono venuto per avvisarti che hai bisogno di un accompagnatore.- Alzò lo sguardo su di me.
-E' inutile perchè con te non ci vad..-
-Allora non potrai andare al party.- Mi fece un sorrisetto malizioso. Sospirai e portai le mani sui fianchi.
-Dato che nessuno ti vuole ho pensato di accompagnarti io.- Incrociò le braccia.
-Pensavo avessi già dieci accompagnatrici.- Ammiccai un sorriso finto.
-Tu non mi conosci.- Sorrise avviandosi alla porta ma lo bloccai prendendogli il braccio.
-Ti conosco fin troppo bene, talmente tanto che già so come andrà a finire. Dovrò trascinarti fino a casa mia, ubriaco e per niente sobrio, per poi lavarti e metterti a dormire aspettando che diventi lucido e questo solo per colpa della tua irresponsabilità in occasioni del genere, non la passerai liscia stasera.- Ormai i nostri sguardi si contrapponevano, ero seria.
-Senti.- Si posizionò davanti a me minacciosamente. -Non ho voglia di litigare con una cocciuta come te, voglio soltanto accompagnarti per farti entrare, soltanto come amici, se così ci possiamo chiama..-
-Conoscenti.- Asserii.
-Conoscenti...- Si corresse e mi strinse il polso. -Adesso andiamo, entriamo e poi fai tutto quello che vuoi, sto cercando di essere un bravo ragazzo.- Mi lasciò il polso e si girò.
-Si certo.- Risi.
Alexya, che era rimasta chiusa in bagno per tutta la 'chiacchierata' uscì e ci raggiunse.
-Oh, ciao Edward.- Salutò confusa Alexya, ma lui si limitò solo ad alzare il capo.
-Okay, possiamo andare.- Uscimmo fuori e fissai Alexya che, a quanto pare, ha già capito tutto. Ormai non c'è bisogno di parlare con lei, siamo sincronizzate come un computer ma anche di più.
Dopo qualche secondo arrivò Dav con la sua moto ed Alexya andò con lui, erano perfetti insieme, se non li conoscessi potrei pensare che siano una coppia, ma tanto lo diventeranno fra poco tempo.
-Quella è la mia macchina.- Ed indicò una Ferrari rossa parcheggiata sul marciapiede, intelligente.
-Vuoi che ti apra la porta?- Mi fece l'occhiolino.
-Caro Edward.- Gli sorrisi sarcasticamente. -Se vuoi fare il galante le cose non si domandano.- Tornai seria ed entrai in macchina sbuffando. Il tragitto, almeno per me, è stato lunghissimo, per non parlare delle complicazioni che ci sono state. Gli dicevo che sentivo freddo e lui metteva l'aria condizionata a 10°, gli dicevo di chiudere il finestrino e lui fumava fuori al finestrino. Insomma, se non era per lui adesso profumerei e starei bene, invece è il contrario.
-Giuro che la prossima volta chiamo un taxi!- Esclamai uscendo dalla macchina e raggiungendo Alexya che era già arrivata lì e si stava togliendo il casco.
-Dio, mi fai salire il porca puttana. Da quando sei così irritante e fastidiosa?- Sbottò Ed entrando dentro voltandomi le spalle.
Forse da quando mi ha usata come un giocattolo per poi abbandonarmi senza scrupoli.
-Hey! Fammi un sorriso!?- Alexya mise il broncio e incominciò a fare facce buffe.
-Sei un caso perso.- Risi ed entrai nella grande villa. Se avessi tutti i soldi di Avila e di Nassia messi insieme mi comprerei un centro commerciale grande quanto uno stadio e alta quanto la London Eye. Il cortile era gigantesco, con una piscina ed un barbecue. L'ingresso della casa era formato da una scala in marmo grandissima, aveva tre piani ed era lussuosa. I soldi gli escono dal culo proprio.
C'era quasi mezza scuola e non si capiva niente, c'era chi già si era tuffato in acqua e chi invece era in pista da ballo, che si trovava dall'atro lato della villa. Potrei perdermi, mi ci vuole una cartina.

 
[Punto di vista del narratore]


 
-Ah, siete arrivate, credevo che sareste rimaste a casa.- Una voce squillante risuonò nelle orecchie delle due ragazze che si trovavano di spalle al soggetto che aveva appena parlato, come non riconoscerla, era Avila, ovviamente accompagnata da Nassia, non c'è uno senza due.
Alexya sospirò, si girò e sorrise.
-Si, siamo arrivate solo per te! Guarda siamo felicissime di essere venute, non avevamo nessun impegno, guarda che fortuna!- Alexya sorrideva e batteva le mani, era una presa in giro ovviamente.
Avila sorrise sarcasticamente e se andò.
-Giuro che diventerò una militare solo per lei.- Asserì Susan mentre la guardava con una faccia da assassino.
La serata scorreva normalmente, Alexya e Susan giravano per la villa, scherzavano con Jace e Dav anche se per Susan era una frustrazione, visto che Jace pensava solo a spassarsela con altre ragazze.
-Vado in bagno.- Alexya ormai non riusciva più a trattenersi, visto che è rimasta per tutto il tempo con Dav, tranne per gli ultimi dieci minuti.
Incominciò a cercare invano la presenza di Avila, per sapere dove si trovassero il bagno visto che non sembrava una villa ma un labirinto. Salì le scale convincendosi di cavarsela da sola ed entrò nel salone, era abbastanza grande con un pavimento in marmo. L'arredamento era classico, i lampadari erano formati da swaroski e cristalli che potevano acciecare.
Alexya salì al piano di sopra e passò per un corridoio lunghissimo ed un tappeto rosso. C'erano tante stanze, così decise di bussare nel caso ci fosse qualcuno. Arrivò alla penultima porta ma non bussò, era socchiusa. Sbirciò da un piccolo spiffero la stanza all'interno. Era una camera in rosa, classica e molto piccola. Lo sguardo della ragazza cadde sul letto, c'erano Avila e Dav e di certo non si trattava di una chiacchierata tra amici. Si baciavano continuamente e nessuno dei due si stava annoiando.
Alexya che aveva assistito solo ad un quarto di tutta quella scena, scappò in lacrime.
Andò di sotto, prese il suo cappotto e uscì fuori.
-Hey, ce l'hai fatt..-
Susan si bloccò alla vista della sua amica che, singhiozzando, la ignorò totalmente correndo fuori. Era uno di quei momenti in cui Susan voleva corrergli dietro e consolarla fino a farla sorridere ma sapeva che non poteva così si limitò solo a seguirla nello scopo di bloccarla.
-Alexya!- Arrivò sul marciapiede della strada e grazie ad un lampione ancora acceso fermò l'amico per un braccio.
-Cosa ti è successo?- La fissò negli occhi, lucidissimi, ed il viso rigato.
Alexya non riusciva a risponderle così l'abbracciò di scatto. Susan continuava a non capire, non riusciva a vederla così triste.
-Okay, Ale, ascoltami.- Le prese il viso con le mani e la fissò negli occhi. -Non m'importa cos'è successo, voglio solo che ti asciughi quelle lacrime e che torni a casa. Adesso chiamo Thomas e ti faccio dare un passaggio, ti lavi e vai a dormire, dimenticando tutto ciò che è successo, purtroppo non posso raggiungerti, sai la mia situazione con Edward. Tranquilla, va tutto bene.- Si abbracciarono per la seconda volta. Susan chiamò Thomas ma risultava occupato così, dando un'occhiata in giro, trovò Cory libero e gli chiese di portare Alexya a casa, il ragazzo non ci pensò due volte che subito mise in moto la macchina ed eseguì l'ordine, anche se più che ordine era un favore.
Si era trasformato da un party ad una serata di pugni e di baci, ormai nè Alexya e nè Susan erano più felice come due giorni fa, anzi, le cose si erano complicate moltissimo, peccato...erano così delle brave ragazze. Ma tutti lo sanno, le brave ragazze sono quelle più colpite e affondate.
 







OMAAAAAAAAAALLEAAAAAAA.
Salve a tutti biricchini.
Eccoci con il quinto capitolo. Io ve lo 
avevo detto che Alexya prima o poi veniva fregata ehehe
perchè noi può, hihi. No vabbè, comunque lo sorprese
ancora devono finire e state certi che succederanno anche
altre cose, più pericolosi e molto sconvolgenti, muah.
Vi lasciamo, addiooooooooos.

 

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Capitolo 6
*** The mand prevails. ***


Chapter 5 .
The man prevails.




-Oh guarda ho un coniglio in testa.- Edward continuava a barcollare e a dire cose insensate. Non so più cosa fare, si sta facendo riconoscere da tutti, come sempre. Per niente calma mi avvicinò a lui e lo annuso bene.
-Vodka.- Incrociai le braccia al petto.
-Ah si, sai dov'è finita la mia bottiglia? Mi sa che si è messa a correre.- Rise a squarciagola e si appoggiò a me. Queste situazioni mi sono sempre parse imbarazzanti, purtroppo non posso lasciarlo marcire qui, combinerebbe un casino, sinceramente non so neanche io perchè voglio portarlo a casa, forse perchè io, al contrario di lui, ci tengo alle persone.
Presi il cappotto e la borsa, uscì dalla villa e trascinai Ed in macchina. L'unica cosa che mi preoccupa in questo momento è il fatto di saper guidare una macchina come questa, non ho la patente, ho speso il corso da qualche giorno per via della scuola quindi se faccio un'incidente farò pagare al signorino qui affianco.
-Lo sai che sei davvero bella!- Continuava a parlare con quel tono confuso, dove non sapevi se era serio o scherzava. Aveva gli occhi rossi e puzzava da impazzire.
Misi in moto la macchina e mi diressi verso casa mia. Mentre guidavo diedi un'occhiata al cellulare, c'era un messaggio da parte di Thomas che diceva di essere andato a casa di un suo amico e che si era portato anche Hally.
Feci scendere Edward dalla macchina e misi il suo braccio dietro al mio collo, menomale che in questa strada vanno a dormire quasi tutti alle otto e mezza. Inserii le chiavi nella serratura e girai velocemente, entrai dentro e catapultai Edward sul divano. 
La casa puzzava anch'essa di un odore strano, sembrava che qualcuno avesse scaricato quintali di pappine per bambini. Levai il cappotto, mi lavai e feci lo stesso con Edward. Ero costante, indifferente, ormai era come se stessi rivivendo quei momenti passati un anno fa con lui, quelli però erano ingenui, non sapevo cosa mi sarebbe successo. 
In tutto ciò Ed continuava a delirare, lo misi a dormire nel mio letto, non avrei voluto ma ho dovuto farlo per forza, farlo dormire a terra in quelle condizioni non era proprio la cosa giusta. Io invece andai a dormire sul divano del salone, mi odio, lo odio, andate a fanculo tutti.



Alexya Pov's.

-Allora è così che ti ha tradito quel bastardo?!- Imprecò Cory con i denti stretti. Mi asciugai il viso e sospirai.
-Non stiamo insieme.- Appoggiai la testa al finestrino e fissai la linea bianca sull'asfalto.
-Capisco. Giuro che lo uccido.- Continuava ad imprecare e ad alterarsi, cià che fa anche nell'orario di grado scolastico anche se in quel caso è molto più stupido e meno intelligente, tanto da non capire il filo logico di ciò che accade.
-Forse è meglio se ti concentri sulla strada.- Asserii dopo che la macchina ebbe quasi sfiorato un camion di scatolette di tonno. Cory correva come un matto e mi faceva altamente paura.
-Scusami. Dovrei distrarti invece sembro tuo padre.- Rise scostando lo sguardo prima su di me e poi sulla strada. 
Risi anch'io, ma per poco.
-Grazie comunque.- Tirai su col naso. Il sedile su cui ero seduta era bianco in pelle e sentiva un certo odore di menta.
-Dovrei ringraziarti io visto che stavo quasi per bere della vodka, mi spiace per Edward che invece è rimasto lì a sbronzarsi.- Mi fece capire che se non era per questo spontaneo incidente lui adesso starebbe scopando qualcuno per via di una cattiva vodka andata a male.
-Susan mi ha detto che ci pensava lei, perciò non hanno potuto accompagnarmi loro.- Gesticolai con le mani.
-E' qui casa tua?- Cory chinò la testa fuori al finestrino e gli indicai dove fermarsi. Scendemmo dall'auto ed io entrai in casa.
-Posso entrare? In questo momento dovrei essere a dormire da mio cugino, ho dovuto mentire oppure non sarei andato alla festa.- Che cosa strana. Ieri mattina sembrava cretino adesso si è trasformato in uno di quei ragazzi nelle case di lusso. Aggrottai la fronte e mi scansai per farlo passare.
Entrò calmo e osservò il salone, sembrava compiaciuto.
-Siediti pure sul divano. Prendo un paoio di barattoli di gelato.- Mi diressi in cucina con lo scopo di deprimermi ingozzandomi di gelato al cioccolota, eh si. Non m'importa se ingrasso.
Prendo i brattoli dal congelatore e mi andai a sedere sul divano, affianco a Cory.
Incomincia ad ingoiare cucchiaiate di gelato osservando il film in tv. Cory scostò lo sguardo su di me e poi di nuovo alla televisione. Ho una tremenda voglia di morire.
-Comunque se vuoi...puoi abbracciarmi...se ti consol...- Non finì la frase che mi precipitai nelle sue braccia, dopotutto qualche lacrima non poteva mancare, avevo bisogno di conforto e visto che in quel momento Susan non c'era ma aveva preso il suo posto Cory, tanto vale che sfruttare l'occasione.
Mi sono illusa troppo. Credevo di essermi innamorata seriamente di Dav, ma invece, lui non ci tiene per niente a me. Ho soltanto porso la mano a chi, senza accorgersene, me l'ha respinta.
Appoggiai la testa sul petto di Cory, mi accarezzò i capelli e continuammo a guardare il film, sempre se un film può tirarmi su di morale, o addirittura, tirarmi su la vita.



Edward Pov's

Un mal di testa terribile mi svegliò d'improvviso, mi guardai attorno e realizzai che non mi trovavo nella mia camera, o meglio, nel mio sgabuzzino. Era una stanza rosa, abbastanza grande e profumata, ma quell'odore sparì quando sbadigliai, il mio alito puzzava di Vodka. Le coperte erano di cotone, decorate con dei fiori strani. L'arredamento era quello tipico di una ragazza e non ci misi tanto a capire che mi trovavo nel letto di qualcuno, dopo aver fatto qualcosa, anche se....Ho capito tutto. Mi alzai dal letto per andare in bagno ma scasualmente calpestai qualcosa.
-Mhh.- Mugugnò Susan sdraita sul tappeto.
-Sei caduta?- Domandai in preda ad una risata.
-No, cretino!- Si alzò portando una mano dietro la schiena. I suoi capelli disordinati le donano.
-Ho dormito sul tappeto per far dormire te...- Puntò il dito contro il mio naso. -Perchè eri ubriaco, per tenerti sotto controllo e perchè non avevo un altro letto a disposizione.- Sbuffò uscendo dalla stanza.
-Addirittura ieri hai urlato: 'Giuro su ubriaco che non sono Gesù'.- Continuava a blaterare, intanto io non mi ricordo un cazzo. Passai davanti allo specchio del corridoio e mi bloccai davanti ad esso. Avevo degli occhi rossi, occhiaie nere e il viso di uno che ha appena partorito. Minchia.
-La colazione?- Gli corsi dietro aspettando una risposta.
-Un grazie non sarebbe scortese.- Effettivamente...
-Grazie.- Mi sedetti sul bancone della cucina, un rumore da tromba mi fece sobbalzare.
-Non farci caso, sono i giocattoli di mia sorella. Orrendi.- La fissai, indossava una canotta blu e un pantaloncino bianco. La cucina era moderna, del resto la casa per intero non era di meno. In confronto alla mia spacca, anche se la mia non è una vera e propria casa, più che altro è un appartamento, sfatto e mal ridotto, d'altronde ci vivo solo io e mio fratello.
-Non sei male come sorella.- Fece cadere un bicchiere e si girò di botto verso di me.
Un lungo silenziò cadde in cucina, poi...
-E tu cosa ne sai del mio ruolo da sorella?- Strinse i denti ed alzò il tono. Quando fa così mi fa sentire colpevole, lo sono è vero, ma io sto cercando terribilmente di rimediare.
-Tu non sai niente di me.- Sussurrò quasi calma. Scesi dal bancone e mi imposi davanti a lei.
-E' vero. Non so niente di te. Non so cosa hai provato in passato, non so cos'hai fatto per tua sorella e per tuo fratello, non so cosa provi quando ti innamori cercando di dimenticare tanto dolore. Ma una cosa è certa. Io so cosa si prova dopo aver violentato una ragazza, e credimi, i rimorsi e i sensi di colpa valgono di più del dolore di una vittima, soprattutto se quella vittima è stata la tua ragazza e che dopo un'anno che non la vedi più, tutto ad un tratto la trovi dietro ad un tuo amico che guarda caso fa di tutto per conquistare, e mi sento male, al solo pensiero che tu possa finire nelle mani di qualcun'altro come un oggetto, ed io odio trattare qualcuno come se fosse un oggetto.- Alzai i tacchi e presi la giacca sul divano, uscì e mi avviai a scuola.
Avrei preferito non dirgliele tutte quelle cose, ma almeno adesso sa che non è stata l'unica a soffrire e che anche io dopotutto ho avuto il ruolo di vittima.



Alexya Pov's 

-SVEGLIA!- Urlai tirando un cuscino addosso a Cory. Osservai  attentamente ciò che c'era attorno e mi accorsi che non mi trovavo nel soggiorno ma nella mia stanza, nel letto con Cory. Io lo ammazzo.
-Sei un cogline!- Gridaiv continuando a tirargli il cuscino in faccia finchè non prese il cuscino e lo lanciò per aria.
-Ma sei pazza? Sarei potuto morire, non ci si sveglia così.- Sbuffò ritornando con la faccia nel suo cuscino.
-Perchè ci troviamo nel mio letto?!- Sbottai levandogli la coperta di dosso. Era in mutande, okay mi sto preoccupando. Spalancai gli occhi.
-Ieri ti ho portata a letto e ci sono rimasto anch'io, ma non abbiamo fatto niente di ciò che stai pensando.- Si alzò è andò in bagno.
-Stai facendo come se fosse casa tua.- Urlai dietro la porta.
-No, sto soltanto facendo ritardo per la scuola!- Aprì la porta di botto e mi scansò per passare. E' ritornato il solito rompicoglionicoryvaivia.
-E io che credevo ci fosse stato un miracolo. A quanto pare sei rimasto lo stesso coglione di prima.-Sbuffai prendendo una bottiglia di latte dal frigo.
-Se non vuoi farti vedere da mia sorella meglio che te ne vai adesso!- Gridai per farmi sentire. Cory prese le sue ultime cose dalla cucina e si avvicinò a me.
-Sono sempre lo stesso.- Asserì e se andò.
Giuro che vorrei offrire un girone all'inferno a tutti quanti. Prima Dav, poi lui adesso chi altro? Mi sto leggermente scocciando di essere l'ostaggio di tutti, non sono fatta per essere presa per il culo io. 
Bevvi il latte e andai a vestirmi. Oggi c'è lezione di canto, quindi dovrei portarmi dietro quella specie di karaoke visto che il mio professore ha dato l'incarico a me di portarlo, giusto, devo sempre tutti io, che palla.
Dopo qualche secondo suonò il campanello e andai ad aprire.
-Tutto apposto? Stai bene? Come cazzo ha potuto? Io lo uccido.- Susan si precipitò su di me e mi controllò dalla testa ai piedi, era euforica.
-Tranquilla. Sono ancora viva...esteticamente, tralasciamo. Comunque devi farmi un favore.- La guardai seria.
-Dimmi..-
-Non devi opporti a Dav. Non voglio fargli sapere che l'ho visto con Avila, così almeno avrò la possibilità di allontanarmi da lui senza creare casini.- Misi le mani in tasca, lei mi guardò perplessa.
-Peccato, volevo spaccargli la faccia, anche se qualcuno forse gia lo farà.- Fece spallucce.
-Come scusa?- Aggrottai la fronte, in che senso qualcuno già lo farà?
-Bhe, ho visto Cory qualche minuto fa e credimi, era furioso.- Abbassai lo sguardo. Adesso capisco perchè era così calmo e strano. Comunque non è affatto di aiuto, anzi, ci saranno soltanto problemi.
Presi lo zaino e tirai Susan per un braccio, dobbiamo arrivare in tempo a scuola prima dell'ambulanza o addirittura del preside in encandescenza.


[Punto di vista del narratore]

La campanella che suona, boati nei vari punti del cortile, incominciava la prima ora di scuola. Di Cory non si vedeva neanche l'ombra, stessa cosa anche per Edward mentre David e Jace erano appoggiati ai propri armadietti facendo da scudo ad una ragazza, molto carina, anche se ciò che aveva di più carino era soltanto il lato B. 
-Smettila di tirarmi il braccio, hai avisto anche tu no? David è ancora intatto.- Sussurrò Susan dando uno schiaffo sulla mano di Alexya. Si trovavano dietro al muro di un corridoio e stavano sbirciando i due ragazzi.
-Possiamo andarcene prima che si mettono a fare una cosa a tre nei corridoi della scuola?- Susan sembrava infastidita da ciò che vedeva ma più che altro era infastidita da Jace.
-Aspetta, vedo qualcuno.- Le due ragazze chinarono il capo e videro Cory che si avvicinava, senza farsi vedere, a David.
-Ma non hai niente di meglio da fare?- Sputò il ragazzo dagli occhi blu.
-Oh, ma guarda chi si rivede.- Dav e Jace spinsero via la ragazza con cui stavano 'giocando' e si avvicinarono a Cory.
-Sono due contro uno, è ingiusto!- Tifò Susan.
-Smettila cogliona.- Sbottò Alexya che con uno scattò passò dietro ad un armadietto per avvicinarsi e osservare meglio la situazione, stessa cosa Susan.
-In questo momento vedo solo un coglione. Ti sei divertito ieri?- Sputò di nuovo Cory che si trovava ad un cm di distanza dal viso di Dav. Di sua spontanea volontà Jace si allontanò quando vide il suo schermo del cellulare accendersi e spegnersi, lasciando i due da soli in preda ad una rissa.
-Stai parlando di Avila?- Cory alzò le sopracciglia.
-Oh, mi hai messo in difficoltà, sono talmente tante quelle che ti sei scopato. Comunque si, sto parlando di Avila.- Dav fece un passo indietro.
-E' scontato se ti dico si?- David fece spallucce e sorrise maliziosamente. Dopo due minuti di puro silenzio Cory sferrò un pugnò drittò al viso di Dav che cadde a terra senza la forza di ricambiare.
Dopo qualche secondo si rialzò e ricambio il pugno, questa volta con più forza. 
-Sei un grande bastardo!- Cory si alzò e diede il pugno finale facendo cadere di testa Dav che perdeva sangue dal naso. Si guardono per l'ultima volta poi David si arrese e scappò via. 
Nel frattempo Alexya e Susan erano rimaste in silenzio per tutto il tempo ad osservare la scena, poi se ne andarono in classe, dritte al corso di biologia. Erano rimaste a bocca aperta. Non avevo mai assistito ad una rissa, soprattutto se fatta all'oscuro di tutti in un corridoio della scuola. Comunque sia David ha avuto una lazione che non si dimenticherà mai, per quanto riguarda il naso di Cory, bhe, quello neanche si dimenticherà.


SHAAAAALAAAAAAAA
Lascio la scritta rossa perchè me garba.
Allora volevo avvisarvi che la ff sarà continuate sul mio
profilo wattpad, visto che niente è sicuro vi avviserò io, per ora
questo sarà l'utlimo capitolo su efp, tranquilli vi avviserò. adiooos.
scappooo.

 


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