Bleeding out for you

di Yoan Seiyryu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prisoner ***
Capitolo 2: *** We are equal ***
Capitolo 3: *** The Illusionist ***
Capitolo 4: *** Loyalty ***
Capitolo 5: *** Bravery ***
Capitolo 6: *** Heartdust ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prisoner ***


ATTENZIONE: La storia contiene spoiler del film 'Thor: the dark world'



 






I

Prisoner







 
Asgard
Gli occhi verdi, intensi, furbi, bugiardi si soffermano in quelli di Odino, il padre che ha rifiutato tanto tempo prima, ostinati e sicuri. Non è più il fratello, ombra di Thor. Non è più il figlio geloso, amato più da sua madre. Un giorno otterrà quel trono ed Asgard cadrà nelle sue mani insieme a tutti i Nove Regni, nessuno sfuggirà alla sua brama di potere. Ha ucciso senza timore del sangue e ha quasi raggiunto il suo scopo, quasi.
‘Non vi sembra semplice? Non è questo il vostro stato naturale? È la verità taciuta dell'umanità: voi bramate l'asservimento, il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia della vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un'identità. Voi siete nati per essere governati. Alla fine vi inginocchierete sempre’
Non si sarebbe mai fermato, nemmeno nel buio delle prigioni, nemmeno se il suo animo si fosse stancato di una vita privata della luce del sole.
Sorride di fronte al Padre degli Dèi, con quei suoi occhi colmi di ostilità e di bramosia, sorride anche mentre viene trascinato lontano da lui, consapevole che non si sarebbero più rincontrati. Sua madre, dice? E' lei a volerlo salvare, a non far cadere la scure sul suo collo. La morte ha un sapore così amaro e al tempo stesso è qualcosa che ha concesso a molti degli uomini che si sono intromessi sul suo cammino.
Sorride ancora, persino mentre viene spinto via dal Palazzo di Odino per essere condotto lì dove i prigionieri non hanno anima, né corpo. Diventano solo pezzi di antiquariato pronti a consumarsi su loro stessi, incartocciandosi su ciò che hanno rappresentato un tempo. Lui non è forse una delle tante reliquie di Odino? Non è stato strappato via dalla sua casa, impedendogli di diventare il legittimo re? Quel posto sarebbe stato suo, prima o poi.
Mentre attraversa il lungo corridoio che lo avrebbe condotto lontano dalla sala del trono, si avvede della presenza di Fandral e Lady Sif, che lo osservano immobili accanto ad una delle alte colonne. Volstagg ed Hogun si sono rifiutati di assistere al ritorno del traditore, tanto che non hanno presenziato al suo arrivo, ma hanno preferito attendere all’esterno nel mentre che si organizza l’imminente battaglia di Vanaheim.
- Buona eterna permanenza in prigione, Loki – le parole del migliore spadaccino dei Nove Regni si fa strada nelle orecchie del traditore, che arresta il passo tintinnante per rivolgergli un sorriso sghembo.
Inclina appena la testa di lato e scrolla le spalle, come a volersi liberare di quel peso che gli avvinghia polsi e caviglie.
- L’eternità è abbastanza lunga da permettermi di trovare una via d’uscita, non credi Fandral? – è una provocazione che alle orecchie di chi lo ascolta non può stare in piedi, è impossibile qualsivoglia fuga dalla prigionia imposta da Odino.
- Se mai dovessi tentare di evadere ci saranno molti uomini pronti ad ucciderti, faresti loro un gran piacere – interviene Lady Sif con il suo tono perentorio e sicuro.
I loro sguardi si incrociano per un lungo istante e nessuna parola è aggiunta a ciò che entrambi sembrava dirsi tacitamente. Lei sarebbe in grado di ucciderlo seduta stante, non lo ha mai perdonato per averli ingannati a tal punto da esser riuscito a bandire Thor sulla terra per impossessarsi di un trono che non sarebbe mai stato suo.
- O preferiresti dire: molte donne? Lo percepisco, vorresti vedermi morire inginocchiato ai tuoi piedi solo per togliermi questo sorriso dalle labbra, non è così, mia buona Lady Sif? – imita il fratello incurvando la schiena verso di lei, così da poter coprire la distanza eccessiva che si è volutamente creata.
Fandral cerca di trattenere la compagna d’armi ma quest’ultima non è in vena di ironizzare, la rabbia che racchiude in sé è eccessiva ed incontrollabile, tanto da farle sferrare un pugno verso il prigioniero che incassa il colpo senza indietreggiare minimamente. Eppure quel sorriso non è riuscita a toglierglielo lo stesso. Loki porta entrambe le mani legate a sfiorare il rivolo di sangue che scivola lungo il labbro inferiore e tira su col naso in modo alquanto soddisfatto.
- Ho sempre apprezzato questo tuo lato combattivo, mi chiedo il motivo per cui Thor si ostini a volersi legare a quell’umana, quando qui ad Asgard…
- Portatelo via, prima che ci obblighi a farlo tacere con la forza – ordina Fandral alle guardie, se non fosse intervenuto in tempo probabilmente non sarebbe riuscito a fermare la sua compagna da un gesto impetuoso e sciocco.
Loki si inumidisce le labbra, asciugando il sangue amaro e denso, lasciando ricadere il suo sguardo in quello di lei che imperterrita lo sfida a continuare, così da poterlo finire una volta per tutte. Ma quello scontro termina immediatamente poiché viene trascinato via, lontano da lei e dalle provocazioni che sarebbero nate. D’ora in poi non lo avrebbe più rincontrato e il suo rancore si sarebbe sciolto insieme a tutti i ricordi.
Il traditore, incatenato a se stesso, è riposto all’interno della cella, destinato a marcire lì per tutto il resto dell’eternità, come Fandral ha predetto o peggio ancora, augurato. Ma quanto è lunga l’eternità? Abbastanza da poter evadere, abbastanza da tornare in azione.
Una volta che  solo in quella cella dalla pareti bianche si getta a sedere su una delle sedie a sua disposizione, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Avverte ancora il lieve fastidio della ferita che gli ha procurato Lady Sif, non è la prima volta che lo ferisce.








 
**




 
Asgard, 949 d.C
 
-Perché dovrei lottare contro una ragazzina? – la voce di Loki era tiepida, silenziosa e si insinuò nelle orecchie di Thor come un sussurro che non voleva essere di richiamo a tutti gli altri che si sfidavano all’interno della piccola arena.
Spesso si recavano insieme sul ponte Ygsdar per portare avanti gli insegnamenti che loro padre aveva perpetrato, affinché diventassero un giorno grandi guerrieri. Thor era sempre stato il più forte dei due, impavido e coraggioso, non terminava mai uno scontro senza aver consumato tutte le sue energie. Persino quando sembrava spacciato si lasciava cadere a terra per rialzarsi ancora e continuare, dimostrando le sue abilità di guerriero.
Loki, al contrario, non aveva mai avuto grande resistenza né forza da potersi permettere incontri che superassero il limite consentito dal suo corpo. Piuttosto si dimostrava rapido e veloce, insieme ai suoi fedeli pugnali ed in più non mancava mai di usare la magia a proprio piacimento per volgere il duello in suo favore.
- Hai paura di perdere contro di lei, fratellino? – ridacchiò Thor che intanto si era seduto e veniva avvicinato da Volstagg il quale teneva in mano un cosciotto da sgranocchiare nel mentre che attendeva la fine della sua pausa.
- Certo che no! – ribatté Loki che si adombrò in viso – Solo che avrei voluto un avversario alla pari, così è troppo facile vincere. Io devo diventare il migliore.
Thor scoppiò a ridere e si strinse nelle spalle.
- Io non sottovaluterei la piccola Sif, ci sa fare – lui aveva già affrontato una lotta contro di lei e sapeva bene quanto nel corpo di quella ragazzina scorresse il sangue di un vero guerriero.
Loki storse le labbra e si costrinse ad accettare la sfida, nonostante avesse preferito battersi con Hogun che ancora non era riuscito a sconfiggere. Tant’è che lo osservò allenarsi insieme a Fandral, il quale iniziava a diventare un formidabile spadaccino.
Sif era immobile, al centro della piccola arena che era formata da un cerchio disegnato a terra, il quale delimitava i confini da cui non si poteva uscire. Teneva le braccia incrociate al petto e aveva lo sguardo piuttosto annoiato. Era l’unica ragazza che si allenava sul Ponte Ygsdar ma questo non la preoccupava minimamente, aveva giurato a suo padre che un giorno sarebbe diventata la guerriera migliore di Asgard.
Non appena Loki entrò all’interno del cerchio non ebbe il tempo di reagire abbastanza in fretta perché la piccola Sif si gettò contro di lui tirandogli un fendente con una lama a doppio taglio, cercando di colpirlo direttamente alla testa. Loki, d’altro canto, non si aspettava un attacco così mirato e l’unico modo che trovò per salvarsi fu quello di usare un’illusione che andò a prendersi il colpo al suo posto. Una volta ritrovatosi alle spalle di lei cercò di colpirla ma Sif si voltò in tempo per sferrargli un calcio allo stomaco che quasi riuscì a portare a termine.
- Non ti hanno detto che non si colpisce mai alle spalle di un nemico? E’ un comportamento vile! – lo rimproverò con forza mentre continuava a sferrare colpi che non riuscirono ad andare a segno.
- Perché dovrebbe esserlo? Se il mio nemico non riesce a prevedere una simile possibilità allora merita di cadere! – esclamò lui che non si aspettava di essere ripreso e nessuno aveva mai cercato di insegnargli il modo migliore per combattere.
Sif si fermò per un istante, ansimante per uno scontro che non sembrava avere alcun risultato positivo da nessuna delle due parti e gli gettò addosso uno sguardo carico di fuoco.
- Bisogna onorare il proprio avversario, non schernirlo. Che sapore può avere una vittoria strappata con l’inganno? – gli inveì contro con rabbia sempre più crescente tanto da costringerla a sferrare un altro fendente diretto alla testa di lui.
Questa volta Loki sollevò il pugnale per parare il colpo, senza utilizzare la magia, voleva guardarla negli occhi.
- Una vittoria è pur sempre una vittoria, non importa il modo in cui la ottieni – rispose con tono altrettanto adirato.
Sif a quel punto, quando si rese conto che lui aveva abbassato tutte le difese, gli tirò un calcio allo stomaco che questa volta Loki non poté fermare e cadde a terra, uscendo fuori dalla linea del cerchio.
Lei si avvicinò per potergli tendere una mano ed insegnargli qualcosa che probabilmente non sarebbe mai riuscito ad imparare. Era convinta che durante un duello fosse doveroso rispettare il proprio avversario affinché si arrivasse ad una vittoria onesta e meritata. Loki, al contrario, era certo che per vincere bastasse un po’ di astuzia per far cadere l’altro in un tranello.
- Non voglio il tuo aiuto – sibilò lui che si rialzò da solo, mentre sentiva le risatine di Thor e Volstagg che lo indicavano da lontano come spettatori entusiasti per aver assistito ad una scena simile.
Loki si allontanò senza aggiungere nulla, stringeva i pugni delle mani con rabbia, mentre Sif lo osservava dall’arena con la mano che fu costretta a ritrarre, vuota e fredda. 

 
 


 
**
 
 



 
Vanaheim

Il sangue scivola lungo le spade, sui corpi esanimi, negli occhi di chi osserva la guerra. Lady Sif non è mai stata una fanciulla dall’animo semplice ed innocente, dentro  le sue vene scorre l’impeto delle battaglie, della vittoria sui nemici, di una luce che non tutti possiedono. I suoi occhi sono limpidi, cupi come la notte trapuntata di stelle e mai si sono fermati a provare pietà o compassione per chi di onestà non riesce a vivere.
Quando trafigge un altro tra i soldati avversari è trascinata a terra con esso che l’ha avvinghiata a sé, disposto a non lasciarla andare. Rivede in lui un paio d’occhi che non avrebbe dimenticato facilmente, quegli stessi occhi che il giorno prima aveva visto illuminarsi sul viso di uno squilibrato condotto nelle prigioni di Asgard.
Lo detesta per ciò che ha fatto, lo odia ancora di più per aver insinuato ciò che il suo cuore ha tentato più volte di nascondere a se stessa e al mondo intero. La sua infatuazione per Thor dura sin dall’infanzia, pochè ha sempre tenuto in considerazione quell’onestà e quella bontà d’animo che è riuscito a tirare fuori solo dopo esser stato bandito su Midgard. Ma quel suo sentimento, che ormai è noto a chiunque la conosca, deve essere represso per mitigare i mali dell’animo. Dovrebbe pensare soltanto alla guerra, alla serenità che prova durante una battaglia e al suo modo impavido di mostrarsi a tutti i suoi avversari. Era stata schernita, un tempo, quando si era ripromessa di diventare il guerriero più forte di tutta Asgard. Nessuno aveva avuto fiducia in lei, nessuno tranne Thor.
Si rialza da terra facendo leva sulla lama che si è conficcata al suolo e si volge dietro di sé dove un altro nemico cerca di attaccarla, ma è più rapida e il suo colpo mette fine allo scontro. 
- Che ti prende, Sif? Oggi sembri particolarmente motivata! – esclama Fandral che le si affianca per liberarla da alcuni avversari che iniziano a crescere numericamente.
- Immagino che ognuno di loro sia Loki e non hai idea di quanto mi piaccia vederli cadere a terra – sospira lei che si accosta alla schiena del compagno per proteggersi a vicenda dagli attacchi imprevedibili.
- Non sei mai stata rancorosa, che motivo avresti? – sorride tra sé Fandral che aggancia un nemico per il collo e gli taglia la gola con la lama della spada.
- Non c’è bisogno di un motivo!
- Hai ragione, piacerebbe anche a me infilzare Loki con la mia spada. Ma è pur sempre stato un nostro compagno, meglio saperlo chiuso in cella visto che è quello che si merita. La morte è una liberazione, non una punizione – e a quelle parole si allontana per andare ad aiutare un altro dei suoi compagni in difficoltà.
Lady Sif si ferma un solo istante per riflettere su quella considerazione. Si asciuga la fronte con il dorso della mano e scosta indietro i lunghi capelli scuri come la notte. Non desidera la morte di Loki ma al tempo stesso l’ha bramata nel proprio cuore. Perché? Perché lui conosce il suo segreto più grande, quel segreto che ormai è a conoscenza di tutti. Si sente fragile di fronte a quegli occhi verdi che la scrutano fino in fondo all’anima ed è l’unico in grado di farla sentire in quel modo. L’unico che possa metterla con le spalle al muro.
Il flusso dei pensieri muta non appena Thor giunge a Vanaheim per scatenare la sua forza e liberare i propri compagni da quella lunga e stancante battaglia. Non appena tutto volge al termine e il mostro che affronta viene distrutto, Sif si concede un lungo momento di riposo lontano dallo scontro.
Ai suoi piedi giacciono i corpi esanimi degli avversari che ha sconfitto e il sangue si mescola alla polvere, tanto da creare pozze scure e dense che è facile calpestare. Quello è il momento che più detesta alla conclusione di una battaglia, il silenzio ostinato delle lame che sono cadute e di quelle che sono state riposte nelle guaine.
Il suo animo è in guerra sin dalla nascita e non ha mai anelato a lunghi periodi di pace, poiché è costretta a far uscire ogni sentimento brutale per sentirsi viva, incoraggiata ad andare avanti. La tranquillità, la calma, non fanno parte di ciò che credeva di poter essere. Il suo costante movimento, il desiderio di guerra sono rafforzati dall’improvvisa assenza di una battaglia vinta.
- Immagino che io debba ringraziarti, Lady Sif.
La voce di Thor è calda, sicura, forte. L’avrebbe riconosciuta tra mille, anche tra i clamori dei festeggiamenti.
- Effettivamente ti ho salvato la vita una volta o due, non è così? – si stringe lei nelle spalle, lanciandogli uno sguardo che esprime tutta la sua felicità di poterlo rincontrare.
Thor ha fatto ritorno ad Asgard soltanto il giorno prima, per consegnare a suo padre il traditore, da allora non avevano avuto modo di parlare né di raccontarsi le reciproche vicende
- Ultimamente mi chiedo che valore abbia la vita di un uomo come me – è quasi un sussurro, ma lei riesce ad afferrarlo perfettamente.
Si siedono su un tronco d’albero caduto prima di affrontare il viaggio di ritorno, nel mentre che i tre guerrieri si adoperino ad aiutare gli abitanti del villaggio che è stato messo a ferro e fuoco.
- Che intendi dire?
- Per tutto questo tempo sono stato cieco, non ho saputo riconoscere la gelosia negli occhi di mio fratello. Né la bramosia che l’ha portato a diventare un pericolo per Asgard e per i Nove Regni. Come posso diventare re se non sono in grado di proteggere nemmeno un membro della mia famiglia da se stesso? – si accusa mentre sospinge lo sguardo davanti a sé, raccogliendo in una sola volta le macerie che per giorni avrebbero giaciuto sulla terra impolverata del sangue nemico.
Lady Sif sorride all’angolo delle labbra, quasi non riesce a riconoscere il suo compagno d’armi. Da quando è stato bandito su Midgard è diventato un uomo diverso, ha maturato un senso di giustizia che in precedenza era più simile alla voglia smodata di dimostrare al mondo le sue capacità. Ora invece lascia emergere un cuore onesto che desidera espiare tutte le proprie colpe.
- Non ti addossare responsabilità che non ti appartengono. Loki ha scelto di intraprendere una strada diversa dalla tua ed ora il tuo compito è quello di diventare un grande re, così come tuo padre e tuo nonno. Dagli errori non si può che imparare.
- Sei sempre molto saggia, mia buona Lady Sif – aggiunge Thor in un mezzo sorriso, poi si alza di nuovo in piedi e richiama a sé il Mjöllnir per far ritorno verso casa.
Sif accusa quelle parole con un velo di tristezza, per lui non sarebbe mai stata altro che una valida compagna, un’amica su cui poter sempre contare. Può intravedere nei suoi occhi l’ombra di una donna che è rimasta sulla terra, quella che ha rapito completamente il cuore di lui.





 
**

 
 
 Asgard, 965 d.C.
 
Il Bifrost era andato distrutto, Loki perduto per sempre. Il dolore sul volto di Thor era visibile a tutti, persino a lei che aveva cercato di essere felice per quella morte che non doveva essere un triste avvenimento. Loki l’aveva ingannata così come aveva fatto con tutti gli altri. L’aveva resa vulnerabile e fragile, fine a se stessa. Si era meritato quella fine, eppure allo stesso tempo detestava se stessa per quella imposizione che andava cercando. Essere lieta per la morte di un suo compagno, come poteva pretendere tanto? Osservava l’universo dalle sue camere all’interno del Palazzo di Odino, alla ricerca di una risposta che non riusciva a trovare, poiché persino la domanda sembrava assolutamente ambigua.
Thor era tornato ed Odino si era svegliato dal suo sonno, Loki era stato sconfitto. Strinse i pugni delle mani con vigore e poi le batté con forza sul davanzale della finestra, mentre il vento le accarezzava il viso arrossato per la rabbia.
- Sei sempre stato uno stupido.
E quel sussurro volò via, come se potesse raggiungerlo. 












// NdA: 


° Il titolo della long proviene dalla canzone 'Bleeding Out' degli Imagine Dragons. 

Salve a tutti! 
Dopo essermi data al cross-over ho optato per iniziare ad una long basata su una coppia di cui non ero molto convinta, almeno fino a qualche giorno fa. 
Le vicende dei due personaggi si intrecceranno nel presente, che abbiamo visto nell'ultimo film, ed un passato precedente anche alla presa di posizione di Loki su Odino. 
La storia non dovrebbe avere molti capitoli, ma sarà in via di costruzione. 
Se vi va di seguire gli aggiornamenti ho un gruppo dove posto le storie del fandom di Once upon a time e quelle su Thor (sì, ne scriverò altre) insieme agli album dei personaggi, i soundtrack e via dicendo. 
Il link è questo --->  


https://www.facebook.com/groups/507038592717142/?fref=ts

Graze, 
Yoan 

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Capitolo 2
*** We are equal ***




 

II

We are equal 

 

 
Ogni tanto, solo ogni tanto, Loki riesce a percepire il riflesso dei suoi occhi verdi sul vetro della cella. Sembrano ordinargli di fuggire, di trovare una soluzione a quell’assurda prigionia. Immotivata, dal suo punto di vista. In fondo che colpe ha lui, per ciò che la natura gli ha ordinato di fare? Non può esimersi dal diventare ciò per cui è nato e un giorno darà dimostrazione di sé a tutti, tutti coloro che fino a quel momento non hanno creduto alla sua grandezza. Un ego smisurato, un desiderio infantile, in quale altro modo lo dipingono?
Se ne sta seduto sulla sedia, ancora un altro giorno, un’altra di quelle maledettissime ore che non passano mai. Alcuni lo hanno persino additato come un folle! Folli loro che non comprendono quanto invece non lo sia affatto. Un sognatore, certo, questo lo è eccome. Il Dio degli Inganni che costruisce storie, favole mentali per se stesso? No, solo per gli altri. Lui ci crede nei suoi desideri e non li abbandonerà facilmente, solo perché una cella di vetro ostacola i piani già progettati da tempo. Non è la prima volta che si ritrova chiuso in gabbia ma di una cosa è certo: quella sarà l’ultima.
- Loki?
Una voce dolce, rassicurante, sembra più simile ad un ricordo.
- Allora non hai dimenticato il mio nome.
E’ un rimprovero carico di amarezza ma privo di alcuna ostilità. Incontra il suo riflesso accanto al proprio e si alza per poterla guardare sul serio. Gli occhi azzurri di sua madre sono tiepidi come il vento caldo della sera ed annunciano sempre quella dolcezza che ha riposto in un angolo del proprio cuore.
- E tu non hai ancora perso la voglia di scherzare.
Loki sorride disgustato di fronte a quell’affermazione. Come può asserire una cosa simile? Erano trascorsi anni dall’ultima volta che si erano visti e non si erano lasciati in modo affatto naturale, visto che si era lasciato cadere nell’infinitezza dell’universo, senza neppure un addio. Ma in fondo che importa? Nessuno lo ha mai rimpianto.
- Non dovresti essere qui, ti è stato proibito di incontrarmi, ricordi? – la rimprovera mentre porta le braccia al petto e spinge il suo sguardo intenso in quello di lei, ostinatamente serafico.
- Il Padre degli Dèi non punirà sua moglie, lo sai bene. Dovevo vederti e assicurarmi che non ti mancasse nulla.
Loki solleva un sopracciglio e scioglie lentamente le braccia dal petto, osservando distrattamente l’arredamento della cella che è di certo più confortevole rispetto a quelle degli altri prigionieri: ancora più bianche, più spoglie, più nullificanti.  Perché la prigione ha esattamente quella funzione: annullare il proprio essere, mortificarlo affinché fosse schiacciato sotto il peso della colpa. Ma lui non ne ha di questi problemi, poiché spera nella lunga, interminabile eternità.
- E’ questa la tua preoccupazione, madre? – assapora con gusto quell’ultima parola, fresca e dura sulle labbra di colui che viene considerato un traditore – Ai tuoi occhi ero morto, meno che una manciata di polvere e le prime parole che vieni a dirmi sono queste? Riguardano il fatto che non mi manchi nulla… in cella?! – sorride con gli occhi e si arresta, crollando poi sulla sedia e gettando la testa indietro prima di socchiudere gli occhi – risparmiami questa tortura, te ne prego.
Frigga non accenna ad alcun passo falso, conosce perfettamente suo figlio e il suo modo di rapportarsi con lei. Ciò che dice non è sempre ciò pensa, Loki ama lasciare che siano gli altri a decidere se quel che dice sia vero o meno.  
- Ti farò avere dei libri, almeno potrai riempire il tempo.
- Premuroso da parte tua, sopperire alla  mancanza di affetto con un po’ di sana lettura – la sbeffeggia lui continuando a tenere la testa leggermente inclinata ma senza aprire gli occhi.
Non vuole guardarla in volto perché sa perfettamente che se dovesse farlo non avrà il coraggio di parlarle in quel modo, di rivolgersi a lei in modo ingrato, dopo tutto ciò che ha fatto per lui. Lei è l’unica ad amarlo davvero ed incondizionatamente. Solo una madre può amare un figlio considerato alla stregua di un mostro.
- La scelta che ho fatto di certo ti aprirà la mente su determinati aspetti della tua vita.
- Non sono qui per redimermi o per chiedere perdono, non rinnegherò mai ciò che ho fatto.
- Io credo di sì – sentenzia Frigga che è sicura dal profondo del suo cuore di vedere ancora una luce negli occhi chiusi di suo figlio.
Ma Loki sa bene che nulla di tutto questo avverrà mai, non muterà la sua natura, per nulla al mondo. E’ come chiedere ad un fiore di non essere più un fiore, o ad un colore di diventarne un altro.
Frigga lo lascia nuovamente solo nel suo tetro silenzio, svanendo come una delle sue tante illusioni. A quel punto Loki può riaprire gli occhi e rientrare in contatto con il suo riflesso disperato.






 
**



 
 
Asgard, 949 d.C.


La piccola Sif era seduta con le gambe penzolanti sul ponte di Ygsdar, aveva riflettuto a lungo su ciò che era accaduto il giorno in cui lei e Loki si erano affrontati per la prima volta e da allora non si erano rivolti granché la parola, in più non facevano altro che fuggire ogni volta che si incrociavano sulla stessa strada. Loki detestava essere rimproverato, soprattutto da qualcuno che giudicava inferiore. Sif invece non poteva fare a meno di riprendere quei comportamenti che giudicava errati. Eppure entrambi si somigliavano solo sotto un punto di vista: erano diversi da tutti gli altri. Loki non sarebbe mai diventato un guerriero di eccezione, utilizzava il potere delle parole e l’astuzia di cui era dotato per raggirare gli avversari; Sif semplicemente era una ragazzina fuori dal comune, non per il desiderio di combattere, ma perché i suoi valori non si accostavano all’amore verso la famiglia, come spettava ad una donna, quanto invece a qualcosa di molto più grande.
- Aspetta, non andare via come al tuo solito. Siediti qui.
Sif dai lunghi capelli come l’oro si voltò per incontrare Loki che si era recato lì per allenarsi in solitudine, per evitare gli sguardi  di chi poco sopportava. Se avesse saputo di incontrare lei non si sarebbe minimamente mosso dalle proprie stanze.
- Come al mio solito?
- Non è la prima volta che mi trovi qui e nemmeno la prima in cui te ne vorresti andare senza dire una parola.
Loki incurvò le labbra in una smorfia distante e disgustata. La detestava, odiava il modo in cui voleva imporsi su di lui con quel suo modo di fare saccente e presuntuoso. O semplicemente era qualcosa di sé che rivedeva anche in lei? Questo non l’aveva ancora compreso.
- Sai bene che non mi piaci per niente.
Loki difficilmente era sincero, ma quando accadeva riusciva a pungere come una spina piena di veleno. Nonostante ciò andò a sedersi accanto a lei, tenendo le braccia incrociate al petto, indicando il fatto che non aveva intenzione di trattenersi troppo a lungo.
- Non manchi mai di farlo notare, questo è vero – Sif gli sorrise dolcemente, come mai aveva fatto prima.
Lei era sempre stata seria, meticolosa, razionale. Le sue labbra difficilmente formavano sorrisi.
- Sei arrabbiato perché ancora non sei riuscito a battermi? – lo provocò quasi per scherzo.
- No.
Quella risposta secca non la stupì, bensì rimase senza parole quando ascoltò il proseguimento.
- Sono arrabbiato perché tu non sei poi così diversa da me, ma tutti ti ammirano, tutti vorrebbero prenderti a modello. Io invece non sono mai abbastanza.
La piccola Sif sgranò gli occhi scuri come la notte, non era mai capitato che Loki sprigionasse con tanta facilità ciò che gli ronzava nella testa. Era sempre stato solitario, raramente conversava con i propri compagni, al contrario del fratello.
- Ti sbagli.
La voce di Sif si incrinò e gli occhi verdi di Loki decisero di incrociare quelli di lei per incoraggiarla a spiegarsi.
- Nessuno ha fiducia nella mie capacità, mi reputano piuttosto brava ma non credono che io un giorno riesciurò a diventare il più grande guerriero di tutta Asgard. A volte mi sembra di rincorrere un’illusione anziché un sogno.
Loki comprese ciò che voleva dire e storse appena le labbra prima di gettare uno sguardo al di là del ponte Ygsdar e soffermarsi a guardare la cascata di acqua fredda che scivolava verso il fiume sotto di loro. Rimase in silenzio perché non aveva nulla da dire o semplicemente non voleva condividere con lei nient’altro.
- Un giorno anche tu avrai un sogno e saprai conquistarlo con tutto le tue forze, se sarai onesto con gli altri e con te stesso.
Sif si alzò in piedi e gli tese una mano, quella stessa mano che settimane prima lui aveva rifiutato. Loki inarcò un sopracciglio, non se la sentì di rifiutare quell’offerta di pace, in fondo Sif era pur sempre utile ai suoi scopi, soprattutto per metterlo in buona luce. Raccolse l’invito e afferrò la mano.



 
 
 
**


 
 
 
Il pugno di Volstagg arriva dritto allo stomaco. Non è mai accaduto che Sif accusasse un colpo in quel modo, anzi a dire il vero non è mai capitato che si facesse sorprendere tanto da finire in ginocchio. Stringe con forza il pugno della mano e lo sguardo corre sul pavimento di pietra all’interno del Palazzo, uno dei luoghi più  utilizzati per gli allenamenti. Sono appena tornati dalla battaglia di Valaheim e già si sono rimessi tutti al lavoro, nonostante i festeggiamenti serali che sarebbero andati avanti per qualche settimana.
- Che accidenti ti prende Lady Sif? E’ la seconda volta che ti colpisco nello stesso punto e tu non riesci ad evitarlo.
La voce di Volstagg, potente e calda, giunge alle sue orecchie come un rimprovero. Lei alza gli occhi lentamente in quelli di lui e stringe i pugni con rabbia mentre riprende l’equilibrio. Non ha indossato  l’armatura e non è immune a nessun attacco, d’altro conto Volstagg non si è permesso di caricare i suoi pugni con meno forza, non sarebbe stato onesto e non l’avrebbe rispettata come guerriera.
- E’ distratta, non riesce a concentrarsi.
Fandral, seduto di fronte a loro,  li osserva con aria annoiata, tenendo una mano appoggiata dietro la nuca in attesa del suo turno. Sif gli rivolge uno sguardo adirato e sospira infastidita.
- Forse oggi non è una buona giornata.
A quelle parole Volstagg scoppia a ridere fragorosamente ed incrocia le braccia al torace imponente, poi si avvicina per poterla guardare negli occhi e sorriderle senza risparmiarle nulla.
- Sei tormentata dagli incubi?
La guerriera stringe ancora di più i pugni tanto da conficcarsi le unghie nelle carni, ma non desidera sprecare fatica per un umore che non vuole sistemarsi.
- Ha discusso con Loki il giorno del suo ritorno. Anzi, a dire il vero è stato solo uno scambio di poche battute ma deve essere rimasta molto turbata – spiega Fandral con un sorriso dipinto sulle labbra.
- Potresti evitare di rispondere al mio posto? Io sono qui, non ho bisogno di un portavoce.
Le parole di Sif sono dure e vanno dritte al punto, non desidera che quei due si immischino in questioni che  riguardano lei e soltanto lei. Ma una cosa è vera, la notte dopo la battaglia di Valaheim non è riuscita a dormire a causa dei sogni che ha avuto. Tutto questo è causato da Loki e dal suo ritorno, dal terrore di doverlo rivedere negli occhi, in quegli occhi carichi di rabbia e follia che ha rivisto dopo tanto tempo. Lo odia e continua ad odiarlo per non essere morto perché solo la morte avrebbe potuto mettere a tacere quegli atti terribili che ha perpetrato nei confronti degli umani e verso Thor, suo fratello.
- Non hai nulla da temere in ogni caso, Loki non potrà uscire dalla sua cella e terminerà i suoi giorni chiuso lì dentro.
Volstagg la rassicura ma è del tutto inutile.
- E credi che se ne rimarrà buono nel suo angolo di redenzione in attesa della fine del mondo? No, sono piuttosto certa che stia già escogitando un piano per cavarsela.
Fandral scoppia a ridere e si alza da dove è seduto,  si avvicina per circondarle una spalla con un braccio, come a volerla rassicurare e ad  evitarle tutte quelle preoccupazioni.
- Se dovesse uscire dovrà vedersela con noi, e questa volta neppure il Padre gli Dèi potrà salvarlo.
Quella confidenza la rincuora fino ad un certo punto, sa bene che può fidarsi dei propri compagni ma al tempo stesso sa che Thor non permetterà a nessuno di fare del male a Loki. Nonostante tutto lui continua ad amarlo, ha perso ogni speranza verso una sua possibile redenzione, ma al tempo stesso non vuole lasciare andare i tiepidi ricordi della loro infanzia. Quando Sif solleva lo sguardo incontra la figura di Thor e di Odino che la osservano dall’alto di una terrazza, come se stessero studiando il mondo intero sotto di loro. La guerriera distoglie  gli occhi da quella che le pare soltanto una visione, raccoglie l’arma che ha lasciato cadere a terra e si ritira per poter far ritorno all’interno del Palazzo e nascondere tutte le sue preoccupazioni.
La debolezza, la fragilità, non devono far parte di lei. Desidera nascondere  persino a se stessa il turbinio all’interno del suo cuore per rifugiarsi nell’ombra di quello che sta emergendo, giorno dopo giorno. Loki è un mostro che ha fatto di sé un emblema di ingiustizia, disonestà ed inganno. Lei invece ricerca tutto il contrario, proprio quello che Thor può offrire. Ma in fondo lei sa che non potrà mai ottenere nulla da quest’ultimo se non una profonda riconoscenza e amicizia.
- Smettila di tormentarmi con la tua presenza e tornatene nel tuo angolo d’oblio.
Sussurra quelle parole con rabbia crescente mentre attraversa i corridoi del Palazzo per rifugiarsi ancora una volta nelle proprie camere e dimenticare.






 
**
 



 
Asgard, 949 d.C.
 
- Avanti, tagliali.
La piccola Sif era seduta sul bordo di una fontana di pietra costruita all’interno del giardino di corte. Teneva le mani strette le une nelle altre e le labbra erano serrate con forza, aveva paura, perché stava per scoppiare a piangere.
Loki era dietro di lei e non osava pronunciare una sola parola, tant’è che si era limitato a rimanere in silenzio e a guardarle i lunghi capelli dorati che le scivolavano in boccoli sulla schiena. Erano bellissimi, come tutti quelli degli asgardiani. Lui solo era nato in modo diverso, lui solo aveva su di sé il colore della notte.
- Ti ho detto di tagliarli!
Urlò lei con rabbia sempre più crescente e a quel punto finì per piangere. Le lacrime scivolarono sul viso arrossato e si voltò per implorarlo, ancora un istante e avrebbe rischiato di cambiare idea, cosa che non doveva assolutamente accadere.
- Perché dovrei farlo?
Non riusciva a comprendere perché Sif lo avesse trascinato nel cuore della notte all’interno del giardino reale. Aveva sonno e freddo, voleva soltanto tornarsene nella propria stanza e non dover sottostare alle lamentele di una ragazzina capricciosa.
- Se mi taglierai i capelli potrò dimostrarti che la diversità non è un difetto e imparerai ad apprezzarla.
Loki scoppiò a ridere di fronte a quella confessione: Sif aveva un cuore troppo puro per i suoi gusti.
- Credi che possa bastare questo per farti cambiare? – la rimproverò lui che stancamente si sedette sul bordo della fontana.
Sif ricercò i suoi occhi per soffermarvisi brevemente, voleva  comprendere che cosa gli passasse per la testa: cosa che non le riusciva mai. Loki non era mai sincero con nessuno e forse lui stesso non aveva idea di dove risiedesse la verità.
- Tagliami questi stupidi capelli. Io sono come te, voglio farti capire che non c’è bisogno di essere come tutti gli altri per farsi accettare.
Loki non comprendeva il motivo secondo cui Sif desiderasse tanto somigliargli. Gli sembrava una richiesta inutile e priva di senso, non sarebbero mai stati simili in nulla, nemmeno con un taglio di capelli. La verità era che quella ragazzina voleva continuare ad insegnargli qualcosa che lui rigettava con tutto se stesso, sembrava averlo preso come un giocattolo con cui divertirsi per dimostrare  che i suoi valori erano esatti  e che avrebbe potuto cambiare il mondo. Ma Loki non sarebbe mai stato al suo gioco.
- E va bene.
Accondiscese alla sua richiesta ma invece di usare le forbici sfruttò il potere della magia e fece scivolare via dalla sua testa la lunga chioma bionda, orgoglio degli asgardiani e al suo posto iniziarono a crescere capelli neri come le ombre della sera. Sif non riuscì a credere a ciò che era accaduto, non si aspettava nulla di simile e si alzò in piedi ad osservare ciò che di nuovo possedeva. Le lacrime continuavano a scorrere negli occhi, imperterrite, feroci.
- Loki, cosa hai fatto?
Lei voleva solo accorciarli per distinguersi dalle altre donne, ma lui l’aveva ingannata e si era presa gioco di quel desiderio così assurdo. Credeva che gliel’avrebbe fatta passare liscia? Per nulla al mondo, era esattamente ciò che si meritava per aver osato sentirsi come lui. Nessuno ci sarebbe mai riuscito, tantomeno una ragazzina di quel calibro.
- Ora sai esattamente come ci si sente ad essere diversi.
Quella volta, nonostante la malefatta, non sorrise e si allontanò dal giardino con passo serafico e carico di soddisfazione. Sif non avrebbe mai dimenticato quella punizione così dura per essersi spinta tanto oltre. Rimase seduta sul bordo della fontana per ore, tanto da soffrire il freddo gelido della notte che si insinuò sulle pelle come aghi pungenti. Si asciugò le lacrime e prese ad osservare le ciocche scure di capelli per poi passare alla chioma bionda che aveva perso per sempre. Loki era un mostro.

 



 
**
 


 
Lui ha sempre preferito i capelli neri di Sif. La rendono più vivace, meno indisponente, più affascinante. E’ il colore della discordia e del rancore che non l’avrebbe mai abbandonato. E lui è felice di ricordare quel momento perché nessuno si sarebbe dovuto permettere di comprenderlo, nessuno doveva azzardarsi a compatirlo.
Si rigira dall’altra parte del giaciglio chiudendo le palpebre sugli occhi, in attesa che il sonno lo lasciasse riposare in quell’infinita agonia che è la prigione eterna. 
 





 
// NdA: 

Salve a tutti! 
Sono riuscita a pubblicare il capitolo prima di quanto avrei creduto, solo perché ho già pronto il capitolo terzo, se riesco a portarmi avanti il lavoro dovrei riuscire a pubblicare abbastanza spesso. 
I flashback sui Loki e Sif bambini sono finiti, dal prossimo ce ne saranno altri ma saranno già creciuti. In più si incontreranno anche nel presente e scoprirete  come.
Vorrei rinraziare Viola Banner, Hikina88, Lady Elizabeth, Serendipity_, silvermoon74 per aver recensito; Aliaaara, Ally M, Detiel_Doped, La bambina fantasma, little black cat, LoStregatto, Malika, O n i c e, Serendipity_, silvermoon74, Zigo, G_J_ e _MiRma_ per aver inserito la storia tra le seguite e Clio93, Lady Elizabeth e missgenius per averla inserita tra le preferite. 
Grazie mille!

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Capitolo 3
*** The Illusionist ***






 

III 

The Illusionist






 

L’eco dei festeggiamenti per la vittoria di Vanaheim non può arrivare alle orecchie del prigioniero, ma riesce ad immaginare gli schiamazzi, le risate, i brindisi dei valenti guerrieri. E Thor, anche lui sta prendendo parte alla festa in suo onore? Loki serra le labbra sottili in una smorfia di disgusto alla sola idea di sentirsi così lontano da tutto il resto del mondo. E’ rimasto sin troppo tranquillo all’interno della cella senza avere la possibilità di distrarsi rispetto ad una prigionia che probabilmente lo avrebbe condotto alla follia. Giorno dopo giorno non fa che ripetere le medesime azioni e i pensieri si affossano con rabbia nella propria testa. Il momento di agire è giunto, deve solo accelerare i tempi e divertirsi un po’ con gli asgardiani di sua conoscenza o forse soltanto con una di loro.
Si siede composto sul giaciglio e si concentra con attenzione, la cella riduce i propri poteri ma non li annulla. Non può evadere, ma è riuscito a trovare il modo di creare delle illusioni che possano trasportarlo all’esterno. Il tempo a disposizione sarà sicuramente poco, non riuscirà a mantenere la concentrazione così a lungo.
In meno di un battito d’ali la sua forma illusoria si ritrova al centro dei festeggiamenti, sulla terrazza in cui molti degli asgardiani brindano ancora una volta alle vittorie conseguite. Si nasconde dietro ad una delle colonne e rimane ad osservare e a studiare ciò che accade davanti a sé. Affacciati al parapetto vi sono Lady Sif e suo fratello, intenti a conversare di chissà quali sciocchezze. A Loki però non sfugge quel sorriso disorientato di lei, confuso e forse anche affranto. Thor esce dalla sua visuale e se ne va nell’unico luogo dove vorrebbe rimanere, per vegliare sulla donna a cui ha lasciato il proprio cuore.
Sif, al contrario, rimane immobile con le mani vuote e gli occhi colmi di nulla.  L’infatuazione che prova  nei suoi confronti non è mai stata più forte come in quel momento poiché si rende perfettamente conto che non riuscirà mai a far parte della sua vita. Loki sorride, lui conosce ogni suoi pensiero e sa come affliggerla ancora di più.
Quando Lady Sif si volta verso il colonnato si rende conto di aver intravisto un paio d’occhi verdi, quegli stessi occhi che rifiuta di vedere ancora. Eppure li ha visti, ne è certa. Loki ne approfitta per giocare un po’ con lei e fa spostare la propria illusione alla colonna accanto. Questa volta Lady Sif è sicura di aver visto proprio il prigioniero muoversi liberamente, come se non si trovasse più in cella.
Quando si avvicina per accertarsi che non sia diventata pazza, l’illusione viene trascinata all’interno del Palazzo, in uno dei corridoi vuoti che nessuno avrebbe attraversato poiché tutti  presi dai festeggiamenti all’esterno.
- Loki?
La prima cosa che le viene in mente di fare è quella di andare a cercare la spada attaccata alla cintura, ma si ricorda solo dopo di non averla  con sé. Deglutisce a vuoto, si sente improvvisamente impotente.
- Mi piace essere temuto in questo modo.
La voce di lui, così rigidamente scostante, le perfora le orecchie e la fa cadere nel timore che il peggio possa realmente accadere. Sif si volta per tirare una gomitata dietro di sé ma ciò che incontra è soltanto l’ombra dell’illusione che svanisce all’improvviso, così come è apparsa, cosa che la confonde ancora di più.
Loki, dall’interno della cella, alza gli occhi al cielo e sospira con un certo fastidio. Deve  concentrarsi ancora per riproporre quella magia e di nuovo spedisce la sua ombra nei corridoi del palazzo.
- Ti pregherei di fare attenzione, non è così facile come può sembrare – la rimprovera con il suo solito tono sarcastico prima di appoggiarsi ad una delle pareti ed incrociare le braccia al petto.
Lady Sif si ritrova nuovamente a doversi confrontare con quell’ombra, la rabbia che prova è sempre più crescente ed è pronta a spedirla di nuovo nel luogo da dove è venuta.
- Che vuol dire tutto questo?
Loki sorride all’angolo delle labbra, osservandola da capo a piedi. E’ vestita con il suo abito da guerriera e una pelliccia di lupo calcata sulle spalle che la rende ancora più accattivante. Sinceramente non riesce a comprendere il motivo secondo cui suo fratello si senta attratto da una mortale qualunque, quando può accontentarsi della migliore guerriera di Asgard.
- Sono stanco della solitudine, avevo voglia di divertirmi un po’ ma sai, sono chiuso in una cella già da qualche settimana e la compagnia non è esattamente delle migliori.
- Potevi pensarci prima, non ti pare? – risponde lei mentre intreccia le braccia al petto – Come posso sapere che tutto questo non è un trucco, che non sei riuscito ad evadere?
Vuole prendere tempo per riflettere, farlo fuggire o attaccarlo non risolverebbe nulla, anzi non le avrebbe dato modo di studiare la situazione per decidere il da farsi. E’ da tanto tempo che non si mettono a confronto l’uno con l’altra, da soli. L’ultima volta gli aveva tirato un pugno sul viso per punirlo delle sue parole che avevano osato troppo, ma adesso le sembra di esser tornata indietro nel tempo, come quando trascorrevano le loro serate a discutere dei problemi che li affliggevano.
- Ti basterebbe andare a controllare di persona, in più credi davvero che se fossi evaso ora mi troverei qui?  Inoltre sono sotto stretta sorveglianza, se ne sarebbero accorti subito.
Sif sospira e va a stringere i pugni delle mani, ha ragione, ma al tempo stesso ha paura. Loki si è trasformato in un mostro e ha tolto di mezzo tutti coloro che si sono frapposti sul suo cammino, o quasi. E’ cambiato, e’ diventato esattamente ciò aveva sempre temuto diventasse. Ed è vivo, non morto. Non come aveva sperato.
- Allora spiegami il motivo di questo assurdo trucchetto.
Se è stato in grado di utilizzare i suoi poteri illusori vuol dire che anche in futuro li avrebbe potuti sfruttare a proprio piacimento e questo la preoccupa non poco.
- Dubito che debba esistere per forza un motivo a tutto questo: avevo solo voglia di sgranchirmi le gambe, in senso figurato ovviamente.
Loki sorride all’angolo delle labbra, come è abituato a fare sempre. Sif si innervosisce, detesta quel suo modo di fare così eccentrico ed è pronta a mettere fine a quella follia. Lo guarda con attenzione, lo vuole studiare per comprendere che cosa sia cambiato in lui. Ha sempre avuto fiducia nelle sue qualità e in quella diversità che un tempo credeva li accomunasse, invece ora davanti a sé non vi è che un estraneo.
- Smettila di prendere tutto come un gioco, manchi sempre di serietà – lo rimprovera proprio come accadde un tempo. Lei lo faceva sempre e lui si adirava in maniera incommensurabile per questo.
- E tu dovresti sorridere più spesso – per una volta Loki non si lascia sopraffare dalla rabbia.
Il suo scopo non è solo quello di intraprendere una poco piacevole chiacchierata ma si rende conto di aver perso sin troppo tempo e sa che deve dileguarsi. Le sue riserve di energia stanno per venire a mancare e in più avverte una voce in lontananza che pronuncia proprio il nome di Lady Sif. Non può rimanere ancora con il rischio che qualcuno possa accorgersi di lui.
- Verrò a trovarti di nuovo, mia buona Lady Sif.
Ancora una volta Loki la canzona, prendendola in giro per quel sentimento che non riesce a scacciare via. Lei di nuovo vuole colpirlo per quell’impudenza ma non vi riesce poiché l’illusione svanisce e rimane sola, con il pugno tirato in alto in procinto di attaccare. E’ costretta a riabbassarlo e chiude gli occhi. Cosa deve fare? Avvertire Thor di quello che Loki è in grado di fare o rimanere in silenzio e diventare complice del prigioniero?
 
 

 
**
 


 
Asgard, 961 d.C.

Quella di Álfheimr non era che una delle innumerevoli battaglie che avevano affrontato i Tre guerrieri, Lady Sif e i due principi di Asgard. Ma non avevano previsto che il loro soldato migliore sarebbe caduto nelle mani della fazione avversaria, catturato con l’inganno e trascinato lontano per essere portato al cospetto del capo nemico. Non era mai accaduto prima che Thor perdesse una battaglia. Ed era stata Lady Sif a gridare quando lo vide allontanarsi insieme alla schiera avversaria, avvolto da un incantesimo impossibile da spezzare. Scaraventò via coloro che si frapposero sulla sua strada macchiandosi di altro sangue e di morte. Le sue mani non avevano più nulla di naturalmente femminile, le dita erano piene di calli causate dalla mancanza di guanti. Aveva sempre preferito lasciare che la durezza della guerra le dilaniasse la carne, senza preoccuparsi dell’estetica e di quello che avrebbe comportato.
- Sif, torna indietro! Così ti farai uccidere!
Le grida di Volstagg non valsero a nulla perché lei non volle arrendersi, continuava a trascinarsi all’interno della battaglia facendo strage dei propri avversari. Ma questi aumentavano sempre di più e se avesse insistito sarebbe di certo caduta. Non voleva arrendersi, non poteva lasciare Thor senza fare nulla.
- Ora basta, stai esagerando.
Quel rimprovero scivolò nelle orecchie di lei con fastidio, nessuno doveva immischiarsi, nessuno doveva impedirle di salvare Thor. Vide un’altra se stessa materializzarsi davanti alla propria figura e lì si gettarono i nemici carichi di violenza, mentre lei veniva trascinata fuori dalla battaglia dall’unica persona che non avrebbe dovuto permettersi di farlo.
- Lasciami andare, Loki!
Cercò di liberarsi dalla sua presa ma lui serrò la mano sul suo polso ed Heimedell aprì il bifrost perché potesse ricondurli ad Asgard. Non appena si ritrovarono all’osservatorio di suo fratello, Sif si gettò con rabbia su Loki spintonandolo lontano da lei.
- Che cosa hai fatto? Non possiamo lasciare Thor nelle loro mani, dobbiamo tornare indietro!
Loki si morse il labbro inferiore, detestava quel suo comportamento così poco rispettoso nei suoi confronti. Era un principe, non uno dei tre guerrieri, non si sarebbe dovuta prendere quella confidenza.
- Non è facendoti uccidere che riuscirai a riportarlo qui. Mio padre si occuperà della questione e vedrai che si risolverà nel migliore dei modi.
- Nel migliore dei modi per chi, per te Loki? – la voce di Sif era sprezzante, le lacrime emergevano dagli occhi e con furia venivano trattenute.
Detestava mostrarsi così debole e al tempo stesso detestava fargli comprendere quanto fosse fragile. Era sempre stato così. Loki conosceva il lato più profondo e vero di lei, mentre gli altri non avevano la minima idea di chi Sif fosse davvero.
- Io amo mio fratello ma so anche cosa è meglio per tutti noi. Immolarsi in modo stupido non potrebbe che peggiorare la situazione.
- Sei sempre stato geloso di lui – gli rinfacciò con ostinata rabbia, lo faceva sempre quando capitava. Sfogava su di lui ogni sentimento negativo come se Loki potesse comprendere perfettamente che cosa le passasse per la testa.
- Se ci fossi stato tu al suo posto lui non sarebbe fuggito con la coda tra le gambe. Sei un codardo, tu muori di paura perché non potrai mai essere al suo livello!
Loki la fissò a lungo ed in silenzio, non riuscì ad emettere nemmeno una parola. Si sentì terribilmente sbeffeggiato con una crudeltà che non apparteneva a Sif, non si era mai esposta a quel modo. Lei si rese conto della durezza delle proprie parole e non riuscì a tornare sui propri passi, aveva il viso contratto e linee di sangue nemico si estendevano sulla fronte e su quelle guance serrate con forza.
- Io non voglio essere come lui – sibilò dopo qualche istante, spezzando quell’insostenibile silenzio – ma la tua fedeltà nei suoi confronti ti fa onore, Lady Sif.
In quel momento furono raggiunti dai tre guerrieri che erano stati incalzati dagli avversari e non erano riusciti a farsi strada tra i combattimenti. Thor era in pericolo e non l’avevano protetto come avrebbero dovuto fare. Quel breve momento di discussione finì con l’uscita di scena di Loki che fece ritorno al Palazzo per mettere al corrente il Padre degli Dèi della cattura del suo figlio prediletto.
Tutti loro avevano sempre preferito Thor a lui che era  il secondo in classifica, l’ombra di un fratello che raccoglieva in sé ogni valore e qualità. Lui non era altro che un’immagine sfocata, come una delle sue tante illusioni. Thor era tutto e lui niente.
Mentre si spingeva nella sala del trono con passi veloci ma misurati ripensò al volto di Lady Sif, contratto dalla rabbia: non l’avrebbe perdonata nemmeno per quella volta, per averlo messo così alle strette verso se stesso.



 

 
**
 



Lady Sif è seduta nella taverna dove Fandral e Volstagg sono intenti a consumare il migliore idromele di tutta Asgard. L’uno si diverte insieme a due giovani donne, quelle tante che variano a seconda della vittoria riportata; l’altro che consuma un nuovo pasto che fa contento l’oste. Lei non riesce a guardare davanti a sé e rimane immobile con le braccia incrociate e la mascella serrata, con mille dubbi che si affollano nella testa. Sente di aver tradito Thor, di aver tradito tutti loro nel non aver accennato alla possibilità di Loki di far muovere le illusioni al di fuori della cella. Perché non ne ha fatto parola? Perché insiste nel non volerlo fare? C’è qualcosa che Loki ha spezzato dentro di lei, qualcosa che non riesce a nominare né a controllare. Stanca degli schiamazzi e delle inutili chiacchiere si alza e nemmeno saluta i propri compagni, rammaricata per mentire così spudoratamente a loro, con i quali ha affrontato mille infaticabili battaglie. Il percorso che prende per far ritorno al Palazzo è impervio perché non ricorda nemmeno quale sia la strada da prendere. Il tradimento di Loki, la sua presunta morte, il suo essere ritornato come prigioniero ad Asgard dopo aver scatenato il caos su Midgard: tutto questo la fa sentire persa, destabilizzata, priva di equilibrio.
Quando riesce a percorrere la strada giusta per far ritorno al Palazzo, con sua grande sorpresa si ritrova davanti alla Regina, la quale sembra che la stia aspettando. Frigga le sorride con dolcezza e allunga una mano verso di lei perché si avvicini con fiducia.
- Lady Sif, valorosa guerriera, è da tanto tempo che non abbiamo occasione di parlare.
- Mia Regina – è l’unica risposta che esce dalle sue labbra, ancora troppo tesa per mostrarsi in modo naturale.
Non è mai stata capace di mentire, né di nascondere le proprie emozioni e la Regina è perspicace quanto suo figlio, il traditore.
- Sono felice di averti incontrata – la invita a camminare insieme a lei, nonostante l’ora tarda in cui i festeggiamenti stanno quasi per volgere alla fine.
- Vostra maestà voleva parlarmi?
- Sì, non lo nego. Non ho potuto evitare di constatare il tuo cambiamento d’umore, Lady Sif, da quando mio figlio ha fatto ritorno dal suo esilio su Midgard.
- Un esilio auto-imposto – si affretta a rispondere la guerriera, tenendo la testa alta mentre guarda di fronte a sé.
Frigga sorride e la guarda in tralice come se volesse ammonire quel suo commento fuori luogo. Tutti sono concordi nel dire che Odino è stato sin troppo indulgente nei confronti di Loki, ma lei ha fatto di tutto per convincerlo ad abbandonare l’idea di una esecuzione per alto tradimento.
- Per quanto tu stia cercando di negare l’evidenza, so che il tuo rapporto con Loki era molto stretto e anche se hai deciso di non darlo a vedere, ne stai soffrendo molto.
Lady Sif si sente morire le parole in gola e non sa cosa rispondere, non può che evitare di far uscire allo scoperto la verità: cioè che il suo ritorno l’ha scossa più di qualunque altra cosa.
Né il tradimento, né le mostruosità che Loki ha perpetrato l’hanno resa più furibonda del suo esser tornato, vivo per altro. Ha desiderato la sua morte così a lungo da non riuscire a dimenticarlo neppure per un giorno. Nessuno sembrava soffrire della sua perdita, tranne lei e per questo si era dannata di continuo.
- Non potrei che provare rabbia per ciò che ha fatto.
Frigga annuisce lentamente.
- Perché lui rappresenta l’esatto contrario dei tuoi valori. Sei una donna integerrima, Lady Sif, ma anche tu hai una debolezza e temo che mio figlio l’abbia compresa. Per questo non riesci a gettare via la rabbia e ti torturi inutilmente.
- Mia Signora, qual è il fine di questo discorso?
La Regina si ferma ed intreccia le mani tra loro per poterla guardare negli occhi, scrutandola con attenzione all’interno dei suo occhi scuri come l’ombra della notte. Persino i suoi capelli possiedono la medesima luce poiché sono stati tessuti con la magia di Loki.
- Voglio che tu abbia fiducia in lui. Nessuno, né suo padre né suo fratello nutrono speranza nei suoi confronti. Ma io so che può essere salvato da se stesso, dal rancore e dalla vendetta. Ha solo bisogno che qualcuno riesca a fidarsi della sua natura. Non è folle, è solo molto arrabbiato.
Lady Sif non riesce a pronunciare una sola parola, non è certa di aver udito bene quelle parole che arrivano come spine di ghiaccio a graffiarle la pelle. Non dice nulla di quello che Loki ha tentato di fare quella sera ed ora la Regina le prega di aver fiducia in lui?
Forse Frigga sta solo cercando un modo per convincere il Padre degli Dèi a perdonare suo figlio e a dargli la possibilità di redimersi. In fondo lei stessa ha sempre sperato che una cosa simile accada e quella è una speranza che a lungo ha serbato nel proprio cuore, sin da bambina.
- Non posso promettervi nulla, mia Regina, ma tenterò.
Frigga sorride dolcemente.
- Sapevo di poter contare su di te. Ora vai, non voglio trattenerti un istante di più, continua a divertirti per questa sera.
La guerriera non se lo fa ripetere e si allontana dopo essersi congedata da lei, ancora confusa da quella richiesta. Conosce perfettamente lo stretto rapporto che intercorre tra Frigga e suo figlio, se lei ha fiducia in lui perché deve rinunciare a fare lo stesso?


 
 
**
 



Frigga sorride. Il suo sorriso si tramuta in un ghigno, il ghigno di un demone dagli occhi verdi che torna ad assumere la sua vera forma. L’incanto si ferma e l’illusione torna nel corpo di chi la comanda, il prigioniero dall’animo oscuro. Loki riapre gli occhi e può rincontrare la visione del suo riflesso sul vetro che gli rimanda un’immagine consumata di se stesso. Convincere Lady Sif a fidarsi di lui sarebbe stato un lavoro complesso, ma non impossibile.
Nonostante la rabbia, il rancore, il senso di vendetta che ancora gli premono sul cuore, non può che notare una latente verità: Sif è davvero certa di poterlo aiutare a sfiorare la luce. Lo aveva sempre sperato, attraverso i suoi consigli e rimproveri rabbiosi. Inoltre non ha accennato ad alcuno delle illusioni che quella sera stessa ha sfruttato per portare avanti quel lavoro di strategia, dunque ha un’alleata da poter usare a proprio piacimento. Sorride nel suo stesso riflesso e si alza in piedi per gettare uno sguardo al di fuori della cella. Sarebbe uscito da quel posto e il trono finalmente sarebbe stato suo. 

 
 





 
// NdA: 

Salve a tutti!
Intanto vorrei ringraziare le ragazze che hanno lasciato una recensione negli scorsi capitoli, siete state gentilissime e sono contenta che la storia vi sia piaciuta. Spero di non avervi deluso con questo capitolo e che possano piacervi anche i successivi. Ringrazio anche coloro che hanno inserito Bleeding Out tra le storie preferite, seguite e ricordate, sono davvero tante! 
Ad ogni modo, non so ancora quanti capitoli usciranno in tutto ma non saranno molti. Qui avete potuto vedere come Loki riesce ad entrare in contatto con Sif e ha già un piano per uscire di prigione. La trama si ricollegherà a ciò che accade nel film, in ogni caso. 
Vi ringrazio ancora, al prossimo capitolo! 

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Capitolo 4
*** Loyalty ***





IV

Loyalty 







Loki sa, è riuscito ad introdursi negli angoli più disparati del Palazzo. La sua magia si è indebolita a causa degli incantesimi di sicurezza  protratti all’interno della cella, ma riesce ancora ad usarla. Si domanda come mai suo padre non si sia prodigato a prosciugare i suoi poteri, che un giorno volesse liberarlo? Sciocchezze, questi sono  sogni e i sogni fanno male, ti illudono. E lui sa perfettamente cosa sono le illusioni.
E’ venuto a conoscenza in una delle sue campagne di ricerca fuori dalla cella, dell’arrivo di Jane Foster e pare che dentro di sé porti una malattia incurabile, anche se  non se ne conosce esattamente la portata. Suo fratello dunque deve essere totalmente preso dalla sua presenza per potersi preoccupare di ciò che gli accade intorno, di certo questo sarebbe tornato tutto a suo vantaggio.
Sa che è sera, lo intuisce, le guardie sono annoiate e stanche. All’interno della cella si perde totalmente la cognizione del tempo e ci si dimentica di quando è giorno e quando è notte. Stufo di leggere l’ennesimo libro consigliato da sua madre decide di uscire ancora una volta: la riserva di magia è poca, ma abbastanza per concentrarsi e far apparire una sua illusione nella stanza di Lady Sif, la quale è seduta sul davanzale della finestra, rivestita da un lungo abito bianco per la notte e l’armatura leggera ancora fissata al busto.
- Mi sono sempre domandato se andassi a dormire con quella.
Sif sussulta, presa alla sprovvista. Si alza in piedi e caccia sull’illusione di Loki uno sguardo preoccupato e adirato. E’ sempre lui che la coglie di sorpresa e che la destabilizza. Da quando ha conversato con  la Regina non ha fatto altro che riflettere sulla possibilità di fidarsi davvero di lui, o almeno di concedergli una speranza.
- Che ci fai qui?
Il suo benvenuto.
- Mi pare ovvio, sono venuto per richiedere un po’ della tua compagnia – Loki alza appena le spalle, come se fosse del tutto naturale, come se fosse semplice.
Lady Sif stringe lievemente i pugni delle mani ma non accenna ad avanzare di un passo. Il vento leggero che entra dalla finestra le scosta lentamente i capelli neri che si posano sulle spalle.
- Se qualcuno dovesse sapere che sei in grado di fare questo…
- Non possono scoprirlo, a meno che non sia tu stessa a farne menzione. Ma non lo hai fatto e dubito che lo farai. Solo mi chiedo perché.
Loki si avvicina e Sif di rimando indietreggia, come scottata da quella vicinanza, cosa che lo fa sorridere. Questa è la dimostrazione che ha ancora potere su di lei. Sa leggere nel suo cuore e quando la risposta non arriva si premura di darla al suo posto.
- Tu credi ancora che io possa cambiare, è così?
- Non dire sciocchezze, Loki. Abbiamo conosciuto tutti il tuo vero volto e non c’è speranza per un…
- Mostro?
Conosce tutti gli appellativi che gli hanno dato, le prigioni pullulano del vociare di corte e di tutti i pettegolezzi. Nonostante questo non gli tocca minimamente essere considerato tale, soprattutto perché arriverà il giorno in cui riuscirà ad ottenere ciò che desidera.
- Lo hai voluto tu – sospira Sif che abbassa un attimo le difese e si sofferma a guardare i suoi occhi illusori.
Li ha sognati tanto spesso, quegli occhi verdi. Occhi che si chiudevano e morivano. Occhi che la schernivano e ridevano. Occhi che la capivano.
- Oh no, non credere che io sia la causa della mia natura. Sono cresciuto nella menzogna e questo è il risultato della mia educazione: sono pieno di rancore.
Sif torna a sedersi sul davanzale della finestra ed incrocia le braccia al petto, spingendo lo sguardo in quello di lui. Non riuscirà mai a leggere in profondità ciò che davvero pensa, ormai ha totalmente perso il contatto con la sua anima dannata e disperata.
- Il rancore si combatte, Loki. Hai mai pensato che tutti noi siamo pronti a perdonarti, nonostante tutto quello che hai fatto?
Quella domanda gli fa scaturire una risata accorata anche se flebile, poi una volta tornato serio si avvicina per poterla guardare negli occhi scuri. Non è la prima volta che si trovano da soli nella sua stanza, c’è stato un tempo in cui Loki è riuscito a confidarsi con lei, le uniche volte in cui è stato davvero sincero, in cui non ha mentito. E Sif ha conosciuto ciò che molti altri non hanno visto.
Un cuore come il suo, che soffre e si danna, è anche in grado di amare ma ripudia quello stesso amore perché non sarà mai abbastanza, non lo renderà mai soddisfatto.
- Io non voglio il vostro perdono – sibila lentamente.
Ed ecco di nuovo il suo errore, per un attimo si maledice. Perché proprio ora sceglie di essere sincero? Perché ha già toccato il fondo e sfiorato l’abisso di oscurità da cui non vuole riemergere. Sif gli procura sempre quel fastidioso desiderio di parlare apertamente riguardo i propri sentimenti ma si ricorda che ora non può permettersi di farlo, soprattutto se vuole trovare un modo per uscire di prigione.
- So che non riuscirei a conquistarlo – sussurra poco dopo per salvare la precedente affermazione.
Vuole che Sif si fidi di lui in ogni modo e mentirà ancora una volta per potersela cavare.
Lei scioglie la barriera che ha creato da quando si è presentato nella sua stanza e fa scivolare le braccia lungo i fianchi, vorrebbe essere più forte e non credere nemmeno ad una sua parola. Ma ascolta più se stessa, più i suoi desideri che non lui.
- Però puoi dimostrarci il contrario, Loki. Non possiamo dimenticare quello che hai fatto ma al tempo stesso tutti hanno diritto ad avere una possibilità.
Loki accenna ad un mezzo sorriso prima di far sedere la propria illusione sul bordo del letto. Continua a mantenere una certa distanza da lei e preferisce che per ora si proceda in questa direzione. Con calma la distruggerà.
- Nessuno mi offrirà mai una qualche opportunità, Sif. Il Padre degli Dèi mi ha rifiutato la clemenza e neppure vuole vedermi; Thor è preso da progetti che non riguardano me e mia madre non fa che consolarmi con la lettura di libri insulsi e privi di spessore.
La voce trema, ma è quasi irreale e lui questo lo sa bene. Sif al contrario, ci crede. Sa quanto sia difficile fidarsi di lui ma sa anche che la Regina spera di riuscire a portarlo in salvo da quel castigo eterno. Nonostante Loki in passato l’abbia derisa riguardo i propri sentimenti e le proprie debolezze, è stato l’unico ad accettarla per ciò che è, poiché è l’unico a conoscere davvero ciò gli altri non hanno mai visto.
- Io sono pronta a crederti se mi dimostrerai che non ho torto a darti la mia fiducia.
Loki spalanca appena gli occhi e si alza lentamente, tenendo le mani strette in pugni sottili ma pieni di vigore.
- Sai che ti deluderò.
- Cerca di non farlo – rimbrotta lei prima di voltarsi di spalle – ora ti prego, vattene.
Loki finge un sospiro ma prima di andarsene davvero, aggiunge semplicemente un particolare.
- Fammi indovinare, sei così tesa a causa della presenza di Jane?
Lady Sif si volta mostrando un’espressione sorpresa: come pensava, non sa assolutamente nulla della sua presenza ad Asgard. Riesce a leggere sul suo volto il segno di una ferita indelebile e di una sofferenza che difficilmente riuscirà a farla guarire.
- Oh, Thor non ti ha detto nulla – scuote la testa Loki – mio fratello tende ad essere riservato quando vuole mantenere un segreto, persino con i suoi migliori amici.
La riserva di energia termina e l’illusione scompare dalla stanza di Lady Sif, la quale rimane atterrita all’angolo della finestra.
Loki, all’interno della cella, riapre gli occhi e ghigna con soddisfazione. Le persone sentimentali sono quelle che possono sempre darti una mano ad uscire dai guai.
 
 



 
**



 
Asgard, 961 d.C.
 
Non avevano avuto più occasione, Loki e Sif, di parlare dopo quella discussione. A dire il vero si erano evitati la maggior parte del tempo, cambiando corridoio quando si incontravano e spostando lo sguardo se si trovavano l’uno davanti all’altra. Ma per quella sera Sif non aveva potuto fare a meno di recarsi da lui quando l’aveva visto seduto nei giardini reali, sull’erba fresca umida di rugiada e intento a studiare le costellazioni.
Loki aveva udito i suoi passi tintinnati  dovuti all’armatura che Sif non si era ancora tolta. Lei senza chiedere il permesso gli si sedette accanto e si schiarì la voce come principio di conversazione.
- Credevo fossi adirata con me.
La voce di Loki era tiepida ma senza rancore, non ne aveva alcun motivo, non in quel momento almeno.
- Lo ero. In realtà ero più arrabbiata con me stessa per non esser stata in grado di aiutare Thor.
Era davvero così. Dopo ciò che era accaduto ad Alfhemeir non si era perdonata e ogni sera fino a quel momento non aveva fatto altro che prendersela con se stessa.
- E scaricare le colpe sugli altri ti ha fatto sentire meglio? – le rinfacciò mentre andava a guardarla, era visibilmente preoccupata per suo fratello. Lui invece no, Thor non era uno sprovveduto.
- No, mi dispiace per quello che ti ho detto.
- Cosa ti ha fatto cambiare idea così all’improvviso?
Sif si inumidì le labbra e alzò gli occhi verso il manto stellato sopra di sé.
-Mi è stato detto che domai partirai per salvare Thor e che hai chiesto a tuo padre di seguirlo.
Loki sorrise al suo solito modo, con quel ghigno che sapeva di tristezza. Quella era solo la sua occasione per dimostrare a tutti che era in grado di fare qualcosa, che non solo Thor poteva essere un eroe.
- Infatti è così – rispose secco per poi sospirare a lungo e guardare anche lui verso le stelle – dunque anche tu cedi che mio fratello sia più adatto di me a regnare.
Era una affermazione che aveva un gusto amaro e dirlo ad alta voce gli produsse un sussulto che tentò di coprire nel migliore dei modi, schiarendosi semplicemente la voce.
- Siete così diversi, Loki.
Sif non riuscì a dire altro ed alzò le spalle. Lui non fu affatto soddisfatto di quella risposta poiché confermava esattamente ciò che aveva detto.
-A volte mi chiedo se sono davvero figlio di mio padre. Non ho ripreso nulla da lui, assolutamente nulla. Ed è talmente fiero di Thor, così poco di me – sussurrò in un filo di voce.
Quello fu l’ultimo momento in cui Loki le mostrò la propria debolezza, a nessun altro avrebbe permesso di avvicinarsi in quel modo alla sua anima. Sif comprese quanto dovesse essere difficile vivere all’ombra di un padre autoritario come Odino e un fratello valoroso come Thor.

 

 
 
**


 
 
Se c’è una cosa che Sif detesta è proprio mettere in dubbio Thor, anche solo per un breve istante. Come ha potuto permettere a Loki di agire nuovamente all’interno dei suoi sentimenti? Perché gli ha concesso di mirare ancora alla sua debolezza?
Eppure l’idea di essere rimasta all’oscuro di tutto la fa rivoltare sotto le lenzuola con rabbia. Fandral e Volstagg sono informati della presenza di Jane ad Asgard? E che storia è quella della malattia? Loki pur essendo un prigioniero ne sa più di lei e questo la fa rabbrividire. Avverte costantemente i suoi occhi puntati dietro la schiena e così non riesce a prendere sonno.
Si alza dal letto, consapevole di non dormire e indossa l’armatura per scivolare fuori dalle sue stanze e recarsi all’esterno del Palazzo, lì sul ponte Ygsdar.
L’unico modo che ha per sciogliere la tensione è quello di allenarsi e così fa roteare la spada in finti attacchi verso un nemico immaginario.
E’ arrabbiata, perché crede a Loki. E’ arrabbiata perché Thor non le ha confidato nulla. Come possono due fratelli essere tanto diversi? E soprattutto provocarle sentimenti così diseguali. Il primo ha sempre saputo indagare in lei, il secondo ha riposto fiducia nelle sue capacità. Sì, è vero. Lei è sempre stata innamorata di Thor perché incarna quel suo senso di fedeltà e onore che tanto le piace propinare agli altri. Ma al tempo stesso è con Loki che più si è lasciata andare, mostrandogli rabbia, dolore, odio. Lui è stato sempre come un’ombra soffocante da cui ha tentato invano di fuggire, per paura di incontrare nei suoi occhi la vera se stessa.
Sif si ferma, china la spada quando scorge in lontananza proprio la persona che più ama al mondo: Thor. Ma non da solo, sta passeggiando insieme alla mortale, a Jane. Dunque Loki non le ha mentito per prendersi gioco di lei ancora una volta, le ha detto la verità, è stato sincero. Si allontana in gran fretta per discostarsi dai due che stanno arrivando e sa già dove deve andare: verso le prigioni. Deve parlare con lui immediatamente, ha bisogno di vederlo. Si sente come se fosse tornata bambina all’improvviso, come quando correva da Loki per confessargli qualche segreto e lui ci rideva su, prendendo tutto alla leggera.
In un istante si ritrova a percorrere la strada verso il luogo più oscuro di Asgard. Bastano poche parole per convincere le guardie a farla passare e subito si ritrova davanti alla prima cella e si rende conto che Loki non sta affatto dormendo ma è impegnato nella lettura di un libro. Con forza batte un pugno sulla parete di vetro, dall’esterno non c’è alcuna sicurezza magica e lo fissa con una certa ostinazione.
Loki alza appena la testa ma non è affatto sorpreso di vederla lì. Chiude lentamente il libro e si avvicina al vetro, tenendo le mani dietro la schiena.
 - Sei l’essere più spregevole di tutti i Nove Regni…
- Piano con i complimenti.
Loki ha sempre avuto il pessimo vizio di spezzare i discorsi ed è una cosa che Sif detesta.
- Non mi interrompere! Sei l’essere più spregevole di tutti i Nove Regni, hai ucciso senza pietà, hai manipolato tutti noi per il tuo stupido desiderio di grandezza, hai tradito tuo fratello – batte un nuovo pugno sulla parete – nonostante questo io continuo a credere che tu possa salvarti perché so che hai un cuore. Io lo so – gli strepiti terminano in un sussurro, la mano rimane aperta sul vetro come a voler eludere quella barriera.
Sif ha il viso arrossato, le sopracciglia aggrottate e l’espressione corrucciata.
Loki sa esattamente cosa dire ma non risponde e si fa avanti, tenendo la mano aperta verso il vetro. Non può sfiorarlo e lo sa, quindi si arresta a pochi centimetri da esso.
- Oh Sif, se solo sapessi quanto mi sei cara.
Non riesce a credere alle proprie orecchie e infatti distacca la mano, portandola lungo i fianchi. Ancora una volta è totalmente soggiogata al suo potere.
- L’hai visto insieme a lei, non è così? Ti avevo detto che…
Ancora una volta quello sguardo che si spinge oltre alla ricerca di una risposta da trovare negli occhi di lei che lo rifuggono per paura, perché sa che riuscirà ancora a leggerle l’anima.
- Sì, li ho visti. Deve essere accaduto qualcosa se Jane si trova qui ad Asgard e lo scoprirò. Ma ad ogni modo credo di potermi fidare di te.
Si affretta a dire con la speranza di non tornare su quell’argomento, sa ancora troppo poco per potere dire altro. Loki però non riesce a frenarsi e si spinge ancora in avanti per poter catturare il suo sguardo che si è improvvisamente indebolito, rovesciato in una timidezza che non le appartiene ma che dura solo un istante.
- Mi aiuterai?
Una domanda a cui Sif non sa rispondere. Loki è il traditore, colui che ha ingannato tutti, con le sue manie di grandezza ha quasi fatto cadere un intero pianeta. Può davvero permettersi di dargli la sua fiducia? In nome di quello che sono stati, forse sì.
- Probabile. Ma prova solo a fare un passo falso e diventerò il tuo incubo peggiore.
Legge negli occhi di lui l’accettazione di una tale risposta, in fondo se lo aspettava.
- Se tutti gli incubi avessero il tuo volto…
Sif evita di sorridere di fronte a quella battuta. Conosce esattamente il suo modo di fare e sa anche che non direbbe mai nulla del genere se non per schernirla. Il loro rapporto non è altro che un gioco, una linea sottile tra la leggerezza e la pesantezza dell’anima, tra l’amore e l’odio. Forse per questo non gli ha perdonato di essere vivo: da morto non avrebbe avuto più alcun potere e soprattutto ai morti si perdona tutto ciò che hanno fatto e che sono stati. Da morto, lo ha perdonato. Da vivo, deve ricominciare dall’inizio.
- Sta’ zitto. Non sono ancora convinta delle tue parole ma ho speranza, come ne ha anche Frigga.
Loki torna composto e raddrizza la schiena.
- Come sta lei?
- Preoccupata per te.
Lui accenna ad un mezzo sorriso per poi voltarsi e andare a sedersi su una delle sedie, la mancanza di sonno è evidente negli occhi di entrambi che hanno consumato in quell’istante tutte le parole che non hanno detto.
- Torna al Palazzo Lady Sif, conviene che tu capisca cosa sta accadendo. Temo che qualcosa molto più grande di noi stia cercando di mettere la mani su Asgard.
- Da quando ti interessi delle sorti di Asgard?
Non avrebbe dovuto farla quella domanda, perché ora può indagare nei suoi occhi. Forse davvero Loki è pronto a redimersi, forse davvero è in grado di compiere un cambiamento volto a migliorare. Non gli dà il tempo di aggiungere altro e Sif si dilegua per uscire da quel luogo.



 
**




Loki, di nuovo solo all’interno della cella, sorride con soddisfazione all’angolo delle labbra. Non credeva che sarebbe stato così facile conquistare la fiducia di Lady Sif. Invece ora ce l’ha in pugno e può tentare davvero di evadere da lì per potersi riprendere il trono che gli spetta. Si stende sul giaciglio per tentare di dormire, ma la mente è affollata da sin troppi pensieri. 







// NdA: 

Salve a tutti! 
Ed ecco qui il quarto capitolo della storia. Non so ancora quanti ne usciranno in tutto ma non credo di andare oltre gli otto, come dicevo anche all'inizio questa è una mini-long e anche una prova per testare questa coppia a cui mi sono interessata da poco. 
Vorrei ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito questa storia, sono molto felice che vi stia piacendo. Ringrazio anche tutti i lettori che l'hanno inserita tra le seguite e le preferite :3. 
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso, alla prossima settimana! 

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Capitolo 5
*** Bravery ***




 

V

Bravery 



 

Ha perso il conto dei giorni. Ormai non ha la minima idea di quanto tempo abbia trascorso all’interno di quella cella, ma è stanco di starsene immobile con le mani in mano in un rettangolo che non propone alcuna via d’uscita. Frigga lo ha appena lasciato dopo aver affrontato una discussione a dir poco piacevole, ma non ha potuto fare a meno di rinfacciare persino a lei la menzogna che hanno tessuto su un figlio che non appartiene ad Asgard, una delle tante reliquie di Odino. Loki ricorda lo sguardo carico di ammonizione da parte del Padre degli Dèi ma questo non lo tocca quanto il dolore provato da sua madre. Lei lo ha sempre amato senza mostrare alcuna predisposizione nei confronti di Thor, il suo affetto è incondizionato anche dopo aver osservato il modo in cui Loki si è trasformato per diventare un principe sanguinario. Ma il sangue non sarebbe mai stato abbastanza per lui, almeno finché non sarebbe riuscito ad impossessarsi del trono. E’ intento a leggere uno dei tanti libri con fare piuttosto annoiato, arrivano nuovi prigionieri ma lui non se ne dà cura, nonostante avverta su di sé lo sguardo di Lady Sif che sta seguendo i due guerrieri rimasti per accertarsi che le prigioni abbiano cura dei carcerati.
Sorride di sottecchi anche nel momento in cui lei torna indietro e gli lancia un nuovo sguardo, è assolutamente certo che lei debba sentirsi in estrema difficoltà. Non ha rivelato nulla riguardo i suoi giochi illusori ma le si legge in viso quanto si senta debole in una simile situazione. Sta reggendo un peso più grande di lei: dare fiducia al fratello cattivo o rimanere fedele al fratello buono?
Non appena anche lei esce dalle prigioni Loki si decide a chiudere il libro e a concentrarsi affinché possa spedirle il suo doppio in una delle camere del Palazzo dove lei si sarebbe recata a breve. Il riflesso di lui si sofferma di fronte ad una colonna e vi appoggia la schiena tenendo le mani incrociate. Desidera grandemente poter uscire dalla cella per farlo realmente, ma fino a quel momento dovrà accontentarsi di quel poco e di immaginarlo soltanto. Lady Sif sussulta nel momento in cui si trova all’interno della camera in cui avrebbe atteso l’arrivo di un’altra persona.
- Sembri sorpresa, è così?
Sif strige le labbra ed annuisce appena mentre gli si avvicina, scoccando un’occhiata intorno per essere certa che non vi sia davvero nessuno.
- E’ pericoloso e qualcuno potrebbe scoprire quello che riesci ancora a fare. Dovresti riporre più attenzione, tra poco mi raggiungerà Thor e…
- Ah, fammi indovinare, non vuoi che ci scopra a confabulare segretamente – la risata soffusa di Loki è calda ma è volta anche a schernire la guerriera che per un attimo si è lasciata ferire, abbassando tutte le misure difensive di cui è disposta.
- Certamente no e sai bene che non conviene nemmeno a te essere scoperto – sussurra lei di rimando prima di incrociare le braccia.
Loki continua a sorridere e a tenere l’illusione appoggiata alla colonna con attenzione, per evitare di svanire in fretta. La sua magia è debole al momento ma può ancora permettersi di agire con una certa libertà di movimento.
- Hai così paura dell’opinione di mio fratello che stai addirittura tremando. Che c’è Lady Sif, temi forse che lui possa perdere la fiducia in te? In fondo Thor al momento è occupato con un’altra donna, non devi crucciarti in questo modo, nemmeno si accorgerà dei tuoi turbamenti. Non ne è mai stato in grado.
Sif contrae la mascella e anche il pugno della mano. Loki conosce quello sguardo e sa che lei è pronta a schiaffeggiarlo nuovamente, o peggio ancora. Ne sarebbe assolutamente capace e quello sguardo fiero in fondo non gli dispiace affatto. E’ l’unica a cui permetterebbe di tenergli testa.
- Smettila di giocare, Loki.
La voce è un tremore ma mantiene il suo tono forte e risoluto. Loki ride ancora per schernirla, è completamente nelle sue mani. Le persone pure sono facilmente manovrabili e si possono macchiare con la forza di un sospiro, Sif non è da meno, i suoi sentimenti la rendono vulnerabile ed in più al momento tende a dubitare persino di se stessa.
- Giocare? Ti ricordo che sono rinchiuso in una cella per l’eternità.
- Di giocare con i miei sentimenti! Di fare leva su quello che provo per Thor ricordandomi che io non potrò mai essere alla sua altezza! – questa volta la voce trema ma si alza di grado e finisce per investire la copia del principe che tende ad inclina appena la testa, ascoltando con un certo interesse ciò gli è stato appena rivelato.
- Lo hai ammesso, dunque.
- Di che cosa stai parlando?
- Del fatto che tu, mia cara Lady Sif, provi qualcosa per mio fratello – gracchia quella parola con un certo fastidio, ma deve farlo affinché lei non ponga alcun dubbio riguardo le sue intenzioni.
Sif si adombra in viso e scioglie lo sguardo altrove, nonostante abbia davanti solo un’illusione si sente totalmente soggiogata e sta perdendo il controllo di sé. Alza gli occhi al cielo e sospira in modo stanco, quasi arrendevole, cosa che colpisce particolarmente Loki.
- Non fingere di non saperne nulla, mi hai strappato questa confessione molto tempo fa [1].
- In un modo piuttosto interessante, oserei dire.
Lady Sif scuote la testa e gli dà le spalle per poi avvicinarsi alla grande finestra da cui entra una luce calda e rassicurante. Si limita ad osservare all’esterno ma sente su di sé gli occhi illusori che la scrutano a fondo, non vuole ricordare quel momento e farà di tutto per non farlo. E’ la prima volta che Loki ha occasione di vederla in quelle condizioni, stanca e affranta. Sif ha sempre avuto con sé una grande forza d’animo e i suoi ideali sono sempre stati sintomo di un animo sicuro e forte. Al momento invece appare come una donna debole insieme alle sue paure.
- Le mie parole probabilmente non cambieranno nulla Sif, ma credimi: è lui a non essere alla tua altezza – l’illusione si accostò lentamente a lei, tenendo le mani dietro la schiena e osservandole il viso nascosto dai lunghi capelli neri come la notte, quei capelli che lui stesso le ha donato – ti sei sempre dimostrata fedele nei suoi confronti, hai combattuto al suo fianco con ogni mezzo e sei una donna forte, diversa da tutte le altre. Invece lui ha scelto la mortale, Jane Foster, e nessuno riesce a comprenderne il motivo.
Sif è costretta a mordersi l’interno della guancia ma non accenna a mostrare alcuna emozione, nemmeno gratitudine. Non desidera compassione, soprattutto da chi come Loki non è in grado di provarne. Lui ama giocare con i sentimenti altrui e questo lo sa bene. Si volta dalla sua parte e scuote lievemente la testa come a voler cacciare via quell’argomento che le sta così stretto, per tornare a qualcosa di più importante.
- Sono certa che tu non sia qui per intrattenerti in una piacevole conversazione riguardante le mie problematiche. Avevi ragione, qualcosa di pericoloso incombe su Asgard e temo che Jane Foster sia la protagonista di tutto questo.
Loki non riesce a trattenersi e scoppia a ridere vigorosamente, cercando poi di abbassare il tono perché nessuno desti curiosità alla camera in cui si trovano entrambi. Sfila di nuovo verso la colonna e torna a sorridere ironicamente.
- Comprendo la tua poca simpatia nei suoi confronti, ma additare lei stessa per…
- Loki, smettila. Non è una questione di gelosia, ci sono cose molto più importanti, tra cui ciò che potrebbe accadere. Pare che Jane sia affetta da un morbo che nessuno riesce ad identificare e probabilmente ne morirà.
Loki inarca un sopracciglio, non riesce a comprendere il motivo per cui dovrebbe essere interessato alla salute fisica della mortale. Anzi, sapere che Thor potrebbe perderla lo rende piuttosto felice e quasi se lo augura. Le fa segno di proseguire, con la speranza che il discorso si infittisca.
- Non mi è ancora chiaro di cosa si tratti ma a quanto pare non è un morbo proveniente da Midgard, è un male tanto antico quanto pericoloso. Mi è stato riferito che quando le guardie hanno tentato di portarla via dalla camera di guarigione sono state respinte da una forza incredibile che si è sprigionata dal suo stesso corpo.
Ecco, questo è senz’altro interessante e potrebbe tornargli utile un’informazione del genere. La cosa più importante però è che Thor sarà occupato a preoccuparsi di Jane e non terrà d’occhio la situazione ad Asgard, tanto meno si accorgerà di quello che sta architettando alle sue spalle. La fuga dalle prigioni sarà imminente grazie a Lady Sif, la quale ormai è sotto il suo controllo.
- Vorrei davvero sapere da quale tipo di morbo è affetta la mortale, ma immagino che per ora le informazioni siano segrete.
L’illusione di Loki porta una mano sotto al mento come a voler riflettere sulla situazione, tutto però viene scombussolato quando si sentono passi pesanti avvicinarsi all’ingresso della camera. Sif impallidisce e in un gesto istintivo colpisce la copia illusoria per rispedirla da dove è arrivata, salvandosi in tempo dall’essere scoperta a conversare con il prigioniero.
Loki apre gli occhi all’interno della cella e porta una mano alla tempia, infastidito da quell’interruzione violenta che gli scatena un leggero mal di testa.
- Non vedeva l’ora di farlo, dannazione – sussurra per poi alzarsi in piedi e portare indietro i capelli che gli sono scivolati sulla fronte.
Deve scoprire di più, deve sapere di più su ciò che sta accadendo ma è certo che quel momento arriverà presto.




 
**
 

 
Asgard, 961 d.C.
 
Odino era riuscito a stringere un patto con i nemici affinché Thor fosse restituito ad Asgard sano e salvo. Era stato fatto cadere in un sonno profondo per evitare che fuggisse e il martello era rimasto sul campo di battaglia, nessuno riuscì mai a sollevarlo, solo il legittimo possessore avrebbe potuto farlo. Cosa che accadde poco dopo il suo lento risveglio. Prima di arrivare a lui però vi fu un violento scontro in cui Loki cadde ferito ed Odino stesso rischiò di essere colpito dalla furia dei nemici. Il ritorno di Thor ad Asgard non poteva che essere festeggiato grandiosamente, l’erede al trono meritava la migliore accoglienza possibile e nessuno si preoccupò di chi era rimasto nell’ombra ad osservare quell’avvenimento.  
Loki aveva riportato una ferita lungo l’intero braccio sinistro ed era stato ricoverato nella camera della guarigione a lungo affinché fosse curato nel migliore dei modi. Thor gli aveva fatto visita spesso per accertarsi che stesse bene e per ringraziarlo di essere andato in suo aiuto per soccorrerlo. Era visibilmente adirato per esser caduto nella trappola dei nemici così facilmente, ma Loki glielo aveva detto di non fare nulla di avventato, cosa che ovviamente non accadde. Quando il ferito poté rimettersi in piedi non pensò minimamente di partecipare ai festeggiamenti e rimase chiuso nella propria camera a lungo, senza chiudere occhio per tutta la notte. Sua madre era andata a fargli visita nel corso della serata ma lui l’aveva rispedita indietro, non era un ragazzino e non aveva bisogno di tutte quelle cure. Le ferite si rimarginavano, le cicatrici forse sarebbero rimaste per sempre. Non importava quanto si battesse per gli altri, nessuno lo avrebbe mai considerato all’altezza del fratello, sarebbe rimasto sempre la sua ombra. Ciò che non si aspettava era la visita di Lady Sif al finire della festa in onore di Thor. Bussò alla porta in attesa di avere il permesso di entrare e non appena si fece avanti si ritrovò all’interno della camera del principe, seduto sul davanzale della finestra intento a leggere un libro usando la luce di una candela.
- Non dirmi che anche tu sei preoccupata per la mia salute. Puoi stare tranquilla, sopravvivrò.
Non aveva nemmeno voltato la testa per guardarla in viso, in fondo non ve ne era bisogno, conosceva a memoria tutte le sue espressioni.
Sif inclinò appena la testa e si fece avanti con coraggio.
- Sì, questo lo so bene. Ma è stato solo un colpo di fortuna, avresti potuto perdere la vita.
Loki a quel punto sollevò gli occhi e chiuse il libro di scatto gettandole addosso uno sguardo furibondo.
- Oh, non dirmi che importerebbe a qualcuno se morissi! O che non vi dimentichereste di me il giorno dopo la mia morte!
C’era rabbia nei suoi occhi, una rabbia che Sif aveva visto molto tempo prima ma che ormai da tanto non usciva fuori. Non si lasciò intimidire e stringendo i pugni si avvicinò tenendo le braccia strette sotto al seno.
- E’ la compassione che vuoi, Loki? Ti stai comportando come un bambino. Quando si ama qualcuno non si ha bisogno di prove mentre tu non fai che cercarne – lo rimproverò con veemenza come aveva sempre fatto.
Loki appoggiò il libro sul davanzale e scese lentamente così da coprire la distanza che lo divideva da lei. Il dolore al braccio era fastidioso e probabilmente gli produceva ancora più rabbia.
- Io non ho mai detto di voler essere amato.
Ma non voleva essere disprezzato o lasciato da parte senza che alcuno si ricordasse di lui. Suo fratello gli aveva fatto visita, sua madre altrettanto ed ora anche lei. Ma Loki non voleva parole gettate al vento, lui desiderava dimostrare di meritarsi l’affetto che andava cercando ma che non voleva ammettere di aver bisogno. Era un sogno infantile, in quel momento preferiva qualcosa che andasse oltre, qualcosa che non era ancora in grado di controllare.
- Se fossi morto a me sarebbe importato – aggiunse Sif che sviò per un attimo gli occhi da un’altra parte – per quanto io ti detesti.
Loki udendo quelle parole sciolse i pugni delle mani e rilassò i muscoli, la tensione stava svanendo poco a poco. Non ebbe il coraggio di rispondere ed infatti rimase in silenzio.
- Hai dimostrato coraggio e anche se gli altri non sembrano essersene accorti, hai rischiato la vita per salvare Thor. Questo ti fa onore.
Sif si inumidì le labbra e tirò un sospiro di sollievo. Credere in lui era sempre stato difficile ma in fondo sapeva di fare la cosa giusta. Loki si voltò e tornò a sedersi sul davanzale, scostando leggermente il libro e tamburellandovi sopra con i polpastrelli.
- Ti ringrazio per la visita.
Era un modo chiaro per dirle che sarebbe dovuta andare ma senza introdurre alcuna scortesia. Lady Sif comprese la sua volontà e non disse nulla in contrario. Non desiderava rimanere ancora in quella camera poiché lo sguardo pesante di Loki le avrebbe fatto solo del male e non poteva permettersi di indebolirsi.
- Buonanotte, Loki.
Quest’ultimo fece un cenno con la mano e poi la guerriera uscì dalla stanza, lasciandolo solo con i suoi pensieri.

 


 
 
**
 


 
Dopo la visita della copia di Loki, Lady Sif si è intrattenuta a lungo insieme a Thor affinché le spiegasse il mistero riguardante Jane Foster. La guerriera non può che mostrarsi fintamente indifferente alla presenza della mortale su Asgard e al contempo trattenere ogni sentimento che prova nei suoi riguardi. Le intuizioni di Loki sono esatte, c’è qualcosa di molto più grave ad incombere sul regno e Jane è la protagonista di un problema che saranno costretti ad affrontare, se non sapranno come risolverlo. Thor è consumato dalla stanchezza e Sif non può che posare una mano sul suo braccio per confortarlo.
- Sono certa che troveremo una soluzione, non lasceremo che Jane venga consumata da questa malattia.
- Sei sempre così fiduciosa Lady Sif. A volte vorrei possedere il tuo coraggio – sussurra lui accettando di buon grado il suo gesto.
- Forse Thor non ha dimostrato coraggio in tutto questo tempo?
- La mia è ostinazione, caparbietà e determinazione ma non coraggio. Se fossi coraggioso sarei andato a trovare Loki almeno una volta dal momento in cui è stato imprigionato.
Lady Sif comprende e fa scivolare il braccio verso il basso, lasciando che quel lieve contatto si sciolga e non venga più ripreso. Thor non ha fatto visita al fratello per ovvi motivi, suo padre gli ha impedito di farlo obbligando Loki alla più totale reclusione. Se solo sapessero che lui è in grado di aggirarsi all’interno del Palazzo attraverso le illusioni, non vi sarebbe stata alcuna opposizione alle visite quotidiane dei familiari. Ma Loki è un manipolatore, per questo è stato impedito a Thor e a Frigga di andare a trovarlo, per non lasciare che entrambi ne rimanessero soggiogati, proprio come sta accadendo a Lady Sif. Lei però non vuole credere che sia ancora una menzogna, ha speranza.
- Non puoi disobbedire al Padre degli Dèi, questo lo sai bene.
- La sua saggezza è incommensurabile, ma se non fosse questa la strada giusta da prendere? Mio padre è saggio ma non per questo prende sempre la strada giusta.
Le confessioni di Thor sono una lama di ghiaccio nel cuore di Lady Sif, la quale vorrebbe raccontargli tutto. Chi se non con lui potrebbe liberare Loki dalla prigionia? Lei gli ha dato fiducia e speranza, ora non può tirarsi indietro dopo il legame di complicità che ha stretto con lui. Solo Thor è in grado di aiutare suo fratello e lei deve fare in modo di convincerlo affinché riesca nell’intento.
- Dovrà pur esserci un modo. Non è possibile mettere alla prova Loki affinché dimostri il suo cambiamento?
Thor udendo quelle parole scuote lievemente il capo, con un velo di afflizione negli occhi chiari.
- E’ troppo rischioso e non possiamo permettere che ci sfugga di mano.
Lady Sif tenta di andare contro quell’affermazione ma vi è qualcosa che scuote entrambi e li fa desistere dal continuare il loro discorso. L’allarme di pericolo proveniente dalle prigioni di Asgard si fa più intenso e giunge alle loro orecchie con forza, tanto da ridestarli.
- Che sta accadendo?
- C’è solo una persona che potrebbe causare problemi.
Si guardano negli occhi e comprendono di aver pensato la medesima cosa: Loki deve aver architettato qualcosa. Corrono via dalla camera per potersi avviare all’esterno del Palazzo dove Heimdall sta raggiungendo Odino in fretta, in una fuga frenetica. Asgard sta per essere attaccata ed un prigioniero ha lasciato evadere quasi tutti i compagni di cella, il Palazzo verrà invaso a breve da un nemico ancora sconosciuto. Thor si preoccupa di affidare Jane alla madre Frigga che prontamente la conduce con sé nelle proprie stanze, al riparo da chiunque voglia avvicinarsi poiché ormai è una certezza: chiunque sia giunto è lì per lei. Lady Sif e i due guerrieri sono incaricati di recarsi alle prigioni per fermare i fuggitivi affinché non ritrovino la libertà perduta. Mentre Sif si avvia insieme a Fandral e Volstagg fuori dal Palazzo, non riesce a far tacere il dubbio riguardo Loki.




 
**
 



Ciò che accade va completamente fuori dalle sue aspettative. Loki è seduto comodamente di fronte alla parete di vetro della cella e spinge lo sguardo all’esterno, ha appena indicato al fuggitivo la strada più veloce per recarsi da Odino, il Padre degli Dèi, così forse la sua morte arriverà in fretta. Non ha idea di chi si tratti ma percepisce il pericolo, tant’è che i due guerrieri insieme a Lady Sif si scomodano ad arrivare fin lì per tenere sottocontrollo la situazione ed accertarsi che almeno lui non sia fuggito.
- Che cosa hai fatto?
Gli urla contro Volstagg prima di essere assalito da uno dei fuggitivi che mette immediatamente a terra.
Loki solleva un sopracciglio insieme al libro che tiene tra le mani.
- Io? Sono l’unico ad essere rimasto chiuso in cella. Dubito che tu abbia trovato il colpevole a questo gran bel disastro – sorride all’angolo delle labbra per poi tornare ad immergersi nella lettura.
- Non mi sembra questo il momento adatto per discutere! – esclama Sif che viene aiutata da Fandral ad atterrare altri prigionieri.
La situazione sta degenerando e il caos appena scatenato non sarà facile da placare. Le intuizioni di Loki si confermano ancora una volta esatte, c’è qualcosa che sta tramando contro Asgard. Solo che ora il piano di Loki è costretto a cambiare.
 
 
 
 

Note: 


[1] Sarà presente nel flashback del Capitolo VI 







// NdA: 

Salve! 
Prima di tutto chiedo perdono per aver lasciato passare così tanto tempo dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo. Purtroppo ho avuto un lungo periodo difficile e particolare in cui non ho avuto la possibilità di proseguire la storia, ma abbiate fede, la porterò a termine, manca davvero poco! 
Ne approfitto per ringraziare chi ha recensito gli scorsi capitoli e ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. In più ne approfitto per dire che la long Sigyn/Loki riprenderà appena possibile, per chi ha iniziato a seguire anche quella storia.
Se per caso voleste aggiungermi su facebook, sulla pagina dell'autrice troverete il link :3. 
Grazie e a prestissimo! 


 

 
 

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Capitolo 6
*** Heartdust ***




 

VI 

Heartdust

 
 
 
Non dobbiamo piangere
che è la resa del corpo
nei confronti del cuore,
nient'altro che la prova
che non siamo in grado
di gestire ciò che chiamiamo cuore.  ~ Bleach







Nessuno. Nessuno ha avuto il coraggio di portargli la notizia. La notizia più bruciante che avesse mai potuto ricevere. Né suo fratello, né suo padre hanno osato fargli visita e comunicargli ciò per cui le sue orecchie ora sanguinano. Come l’ultimo dei più miserabili è stato avvertito da una guardia, lasciato poi da solo con se stesso. Le prigioni sono vuote e silenziose, Loki riempie ormai solo la propria ma la confusione che annebbia la mente è fastidiosa. Distruggere tutto ciò che vi è all’interno della stanza rettangolare e bianca diventa facile ed ogni pezzo si sgretola fino a trasformarsi in caos. Il conforto che sua madre ha tentato di creare svanisce in un istante di follia o di disperazione, proprio perché lei stessa non c’è più. E’ andata via e lui non l’ha potuta nemmeno salutare. Lui non si è potuto far perdonare. Non sarà forse il perdono che ha desiderato fino in quel momento? No, affatto. La vendetta ha fatto parte di tutta la sua vita ed anche ora, nel dolore, non emerge altro sentimento. Vuole distruggere ogni cosa, così come sta facendo nella cella. Vuole annullare ogni istante, ogni attimo, ogni essere vivente.
Si lascia scivolare lungo la parete e non si cura del sangue che ricopre il pavimento, non riesce a sentire più nulla. Le ferite che si è procurato in quell’atto di sofferenza estrema non bruciano e non infastidiscono. Il respiro si fa più cadenzato e dà l’impressione di annullarsi da un momento all’altro. I capelli scuri come le ombre della notte ricadono sul viso per coprire gli occhi macchiati di dolore. Senza di lei, ora, chi avrà cura di lui?
Il tempo trascorre inesorabile e Loki non si è azzardato a muoversi più da quando è caduto in quello stato d’angoscia. Deve essere notte, poiché le guardie mostrano segni di stanchezza e alcune di loro si affacciano all’ingresso delle prigioni. E’ il momento del funerale, ne è certo. Può solo immaginare che cosa stia accadendo all’esterno, nell’alto dei cieli di Asgard ad infiammare le stelle che un tempo ha studiato proprio con la donna che ora le costellazioni stanno onorando. I fuochi devono essere splendidi, mille luci che sfiorano l’aria e gli occhi addolorati di chi ha la forza di sollevare lo sguardo. E la barca, la barca brucia. Loki vuole immaginare con tutto se stesso il corpo di Frigga consumarsi sotto le ardenti fiamme delle frecce scagliate dai propri cari. Potrebbe creare una delle sue illusioni e spiare quel momento fatidico, ma non può. Non vuole.
Trascorre l’intera notte avvolto dalla consapevolezza di aver mancato l’ultimo saluto. L’unica donna che avrebbe potuto definirsi Madre. L’unica asgardiana che non sarebbe dovuta morire. Lui l’avrebbe protetta. I rinnovati pensieri che si instaurano nella propria mente lasciano andare lo sprezzante dolore per trasformarlo in rabbia distruttrice e famelica. Non ha più nulla da perdere ed ora è arrivato il momento di riacquistare ciò che da sempre è stato suo. Con le poche forze rimaste schiude gli occhi umidi di lacrime, arrossati e gonfi, per poi creare un suo doppio dall’aria ghignante che spedisce nelle camere di Lady Sif, ancora una volta.
I raggi della prima alba insorgono quasi inavvertitamente ma il giaciglio è vuoto e probabilmente non è stato nemmeno sfiorato durante quella notte. Loki volge lo sguardo verso la figura della guerriera accostata ad una delle colonne bianche circondata da un lungo manto di seta che la ricopre per intero. Il volto fiero è contraddistinto dalla tristezza e gli occhi sono colorati dell’ambra generata dal timido sole. Potrebbe rimanere immobile ad osservarla senza dire nemmeno una parola, ma il tempo che gli rimane per conservare ferma l’illusione è poco.
- Quando sopraggiunge la morte è difficile credere che il cielo si sveglierà ancora. Invece l’universo non dà ascolto ai lamenti di chi vive.
Lady Sif non sembra affatto sorpresa di ritrovare il doppio di Loki nelle proprie camere e infatti si volta lentamente verso di lui, mostrando un’espressione altera e composta. Sul suo viso non si scorge altro che fermezza ed una incredibile dignità.
- Loki.
Non sa dire altro e lui non se ne stupisce. Così sopravanza verso di lei tenendo le mani bene intrecciate dietro la schiena ed una volta giunto nei suoi pressi arresta il passo, fermando lo sguardo in quello di lei.
- Le stelle si nutrono delle nostre lacrime ma non piangono assieme a noi. Il nostro destino è quello di non morire finché qualcuno  decide di interrompere la nostra lunga e stancante vita.
Lady Sif tenta in ogni modo di sostenere quegli occhi verdi colmi di rancore e di tanto in tanto inumidisce le labbra o le morde per non lasciarsi andare ad alcun sospiro. Per una volta avverte quasi il bisogno di sfiorarlo come forma di consolazione, anziché di rabbia frustrata nei suoi confronti.  Ma lui appena nota quel gesto accennato muove un passo indietro e si dirige verso la terrazza che si apre di fronte al maestoso paesaggio asgardiano.
- Aiutami Sif.
E’ un sussurro quello che giunge alle orecchie della guerriera, il cui passo segue quello dell’illusione per poter comprendere meglio a cosa sia dovuta un’affermazione tale, una richiesta che non si aspetta di ricevere. Lei si limita a cercare gli occhi verdi senza dire una parola, solo per trovare un significato nascosto.
- Non posso rimanere a guardare dopo ciò che è accaduto a mia madre. Convinci mio fratello a farmi uscire di prigione, solo il tempo di compiere la mia vendetta e poi tornerò nel posto dove dovrò trascorrere l’eternità. Ma ti prego, aiutami affinché si fidi di me.
Madre, fratello. Sono parole che fino a quel momento ha rigettato con tutto se stesso, ma ora le sente vicine più che mai. Solo per raggiungere i propri scopi.
- La vendetta è ciò che cerchi, Loki? Non hai ancora imparato niente dalla tua storia?
Sif non è cambiata affatto e questo lui lo sa bene. Ha sempre tentato di far mutare la sua natura affinché abbracciasse la strada migliore ma mai è riuscita a condurlo lì dove avrebbe desiderato portarlo.
- Cos’altro dovrei cercare, altrimenti? Sono destinato ad una vita d’oblio, dunque lasciami la possibilità di mettere pace al mio animo. Non chiedo altro.
Avverte il tentennamento da parte della guerriera che pare essere avvolta da un turbinio di nuovi pensieri. Loki è consapevole della sua volontà di aiutarlo davvero e potrebbe persino essere pronta a perdonarlo, dunque perché non fare pressioni su un animo tanto puro?
I puri cadono, sempre.
- Non posso prometterti nulla Loki ma tu prova soltanto a tradire la mia fiducia… - la voce di Sif è un sussurro, mai ha raggiunto tono così flebili – e non sarà la prigione ad aspettarti al tuo ritorno.
Così facendo la guerriera solleva la mano per accarezzare la guancia dell’illusione che all’immediato contatto scompare.
Una carezza senza peso, né forma. Una carezza che ha il sapore della disperazione e che non potrà mai essere nulla di diverso.
Loki chiude gli occhi una volta esaurita l’energia per la creazione illusoria e torna nuovamente allo stato vegetativo che ha tenuto per tutta la notte.





**
 
 
La notte impallidiva di fronte alla lunga chioma nera di Sif che si disperdeva sulle spalle a coronare l’armatura d’argento che aveva indosso. Nonostante fosse la seconda settimana di festeggiamenti per il ritorno di Thor, non riusciva a districarsi dalla corazza che per tanto tempo l’aveva protetta. A volte si sentiva estremamente debole ed incline all’inettitudine senza di essa. Era come se disarmata non avesse forza e non potesse combattere. Tanta fragilità nella Dea della Guerra era poco credibile e nessuno sembrava accorgersi dei tumulti del suo cuore, tranne uno.
Il portico che conduceva al ponte Ygsdar riluceva di nuovi bagliori, le grida di festa erano ancora alte e le occasioni per brindare alla salute di Thor sembravano non scemare mai. Eppure lei in quei pochi istanti in cui si ritrovava da sola con se stessa, costretta a confrontarsi con il suo io, non riusciva ad essere felice. Nonostante fosse una guerriera non era immune da ciò che le donne amano chiamare cuore. Le tribolazioni dell’animo non l’avevano sviata e anzi la opprimevano, ricordando quanto invece desiderasse qualcosa che non avrebbe potuto avere.
- I festeggiamenti non sono di tuo gradimento, mia buona Lady Sif?
La voce calda e rassicurante di Thor si insinuò nelle sue orecchie e con una dolcezza che i suoi occhi non avevano mai mostrato si voltò verso la sua direzione, lasciando ergere la schiena appena incurvata.
- A volte preferisco ricavare un po’ di spazio per me, ecco tutto.
- La tua mancanza è sin troppo evidente, nessuno ha ancora dato inizio alle risse notturne dopo un paio di boccali di idromele.
Thor arrestò il passo per sostare accanto a lei, sotto l’arco di marmo che incorniciava le loro figure e da cui emergeva la luna alta ad osservare i loro gesti.
- Non sempre è bene consumare tutte le proprie energie. Dunque sentivi la mia mancanza?
- Non valeva la pena rimanere nella mischia senza di te – sorrise all’angolo delle labbra prima di afferrare la mano di lei e sollevarla appena per stringerla nella propria – cos’è che ti tormenta, mia buona amica? Sono giorni ormai che noto sul tuo volto un’espressione poco cordiale e affatto incline al buon’umore.
Lady Sif avvampò di fronte a quel gesto inaspettato, tanto che ammorbidì la presa della mano per evitare di sentire il calore profondersi sulla sua pelle. Una vicinanza tanto desiderata non poteva essere più respinta dal suo animo confuso.
- Così mi stupisci Thor: non credevo che fossi diventato un acuto osservatore.
Lui stesso ampliò il sorriso di fronte a quell’affermazione e poiché le parole erano cessate tutto d’un tratto, non poté che accadere l’inevitabile. L’unione confortevole delle loro mani condusse all’istante che Sif non avrebbe mai dimenticato per tutta la sua vita. Ogni imbarazzo, tentennamento o tormento scomparvero di fronte alla rinnovata vicinanza che si creò tra loro. Le labbra si incontrarono in un bacio affamato che parve non avere mai termine,almeno fin quando il calore delle mani di Thor non scomparve per lasciare spazio ad un freddo irresistibile che invase le dita di Sif.
Il suo intero mondo crollò sotto i piedi quando riaprì le palpebre e ciò che incontrò non fu altro che il verde scintillante degli occhi di Loki, pronti a schernirla per ciò che era accaduto.
- Dunque anche Lady Sif ha una debolezza. Una debolezza piuttosto interessante.
Per la prima volta lei ebbe il sentore di avvertire le lacrime formarsi, le iridi lucide erano pronte a lasciar andare ciò che il suo cuore le stava comandando di fare. Un silenzio improvviso si formò su labbra che non avevano mai temuto di dire ciò che pensavano e l’unica sentenza che ne uscì fu il sordo rumore di uno schiaffo che colpì il viso carico di ironia di Loki.
Aveva concesso un suo bacio al più incomprensibile tra gli asgardiani. Si era lasciata raggirare da lui come una sciocca senza spina dorsale. Non solo, gli aveva anche dato la possibilità di scoprire tutti i suoi misteri più profondi, lasciando che le portasse via il segreto che con maggior cura aveva tentato di oscurare. Ed ora davanti a lei non vi era che un dio sorridente che sembrava esser rimasto ancora bambino quando quei giochi potevano avere un senso. Non lo avrebbe perdonato facilmente.
- E’ questo tuo modo di fare che ti rende odioso di fronte a tutta Asgard. Le tue illusioni non fanno che mascherare le tue paure, sei e rimarrai sempre un codardo Loki.
Parole che lasciavano sangue dietro di sé, parole condotte via dai passi frenetici di Sif che correvano via dal portico per non lasciare più nulla se non tracce di dolore.



 
**
 

Ogni ricordo è un ago pungente che sfida ogni punto debole. E lei è così piena di debolezza che potrebbe cadere in ogni singolo istante. E’ riuscita a convincere Thor affinché si affidasse alla presenza di suo fratello, il prigioniero, per poter liberare Jane Foster dalla sua malattia.
Liberarla dalle sue camere e dalla supervisione di Odino non è stato difficile ma doverla addirittura proteggere durante quel lungo percorso per la sua salvezza, le sembra persino troppo. E’ la donna che Thor ama, la donna che non è lei. Mentre avanzano l’una accanto all’altra Sif non può che lanciarle sguardi in tralice come a volerla studiare nei minimi dettagli. Così piccola e fragile che sfiorandola probabilmente si spezzerebbe. Cos’è che Thor ama di lei? Più cerca di comprendere più si allontana dalla soluzione. Un’altra debolezza e non può permettersi di averla.
Ancora non riesce a spiegarsi il motivo per cui si sia lasciata convincere da Loki, non sono stati solo i suoi occhi colmi di rammarico a fare leva sul suo cuore, ma qualcosa di molto più profondo. Forse è qualcosa che doveva anche a Frigga. Nessuno ha intenzione di fidarsi di lui, nessuno gli concederebbe una seconda possibilità.
Un tempo ha desiderato la sua morte. Un tempo è stata lieta della sua morte. Questo sembrava l’unico modo per liberarlo dalle catene della sua anima corrotta che lei non era stata in grado di spezzare. Da quando ha fatto ritorno ad Asgard il suo fantasma lo ha tormentata per notti intere e persino di giorno, poiché la speranza di renderlo migliore è più forte di qualunque altra cosa.
Ugualmente diversi, ma sin troppo distanti.
Jane Foster rimane in silenzio, anche lei di tanto in tanto le rivolge timidi sguardi circospetti, ma nessuna delle due ha il coraggio  o l’intenzione di proferire anche una sola parola di rimando. Sif non si ostina a trovare una soluzione, semplicemente la guida lì dove il suo amato la attende finché non viene accolta da lui stesso a braccia aperte. E proprio mentre Jane viene rapita dallo sguardo di Thor, Sif si concede il lusso di nascondere quella vista così dolorosa per lei e rifugiarsi sulla figura di Loki che sosta accanto ad entrambi.
I polsi sono incatenati proprio come quando ha fatto rientro ad Asgard e gli occhi permeano sul medesimo sorriso. Soddisfazione o forse pallida ironia, quella che lo ha sempre contraddistinto.
- Il tuo sguardo è una vera e propria minaccia. Mi chiedo però se sia rivolto a me o alla deliziosa Jane Foster.
Lady Sif è costretta a soffocare una risposta aggressiva di fronte a quella provocazione che seppur sussurrata rischia di arrivare alle orecchie dei due poco distanti da loro. Lo afferra per la manica del soprabito e lo trascina dietro ad una delle colonne, ora che non è un’illusione può sferrare pugni al vero Loki e prendersi la soddisfazione meritata.
- Smettila di comportati in questo modo – lo osserva con attenzione e per un istante avverte un brivido correrle lungo la schiena. Per quanto abbia i polsi legati e non possa usare la magia, sa che il vero potere di Loki risiede nelle parole, dunque non si sente affatto al sicuro. – Prova ad ingannare Thor e…
- Sì, lo so. Anche tu mi ucciderai, sono sulla lista di molte persone a quanto pare. Eppure non credi che dovresti salutarmi in un altro modo? Potrei non tornare più, in fondo sto per rischiare la vita proprio come il tuo amato – parole che sanno di rimprovero.
Sif aggrotta le sopracciglia e stringe con maggiore forza l’alabarda, pronta a sferrare un attacco contro il suo nemico più grande.
- Sei già morto una volta, posso abituarmi facilmente.
Loki lascia assottigliare le labbra in un sorriso divertito e a quel punto sospinge il viso verso di lei con fare provocatorio.
- Riservi ancora troppa speranza nei miei confronti – solleva appena i polsi incatenati – un giorno forse riuscirai a togliermi persino queste catene.
La debolezza ancora una volta. La sente, è presente nel suo cuore, accovacciata misteriosamente in un angolo buio e pronta a prendere il sopravvento. Cos’è che brama in realtà Lady Sif? Cos’è che crede di amare?
Thor è l’ombra di un amore che non potrà mai avere ma chi è che sa davvero come sia composta la sua anima, di quali pezzi abbiano l’incastro adatto? Loki ha sempre conosciuto ogni debolezza ed ogni qualità di lei e non l’ha mai risparmiata dal suo gioco di inganni. Thor al contrario non è mai caduto negli abissi della sua anima e non ha mai toccato il fondo, ha solo potuto apprendere la superficie di una Sif che a stento è riuscita a conoscere se stessa. A quel punto tutto diventa istinto e persino la freddezza che la contraddistingue si scioglie di fronte a quel sorriso carico di ironia. Basta un solo slancio a sospingerla verso di lui affinché si appropri di quelle labbra fredde e gelide che non ha mai pensato di desiderare così tanto. Ma cos’è quella sensazione che si trasforma in brividi frustranti lungo le braccia? E’ davvero un desiderio o l’idea del desiderio? Eppure tutto, ogni dubbio si annulla nel circoscrivere quel bacio che assapora con tutta se stessa, ricambiato con altrettanto trasporto.
- Non ho mai apprezzato il sapore di una battaglia – il sussurro di Loki è come una lama a doppio taglio – fino a questo momento.
Parole che a Sif giungono solo come ombra del vero. Quanto potrà davvero credergli? La sua natura è talmente forte in lui che nessuno, forse nemmeno lei, potrà mai davvero comprendere che cosa pensi realmente. Si allontana dalla sua debolezza prima che ne rimanga incatenata per sempre e gli volge le spalle perché non venga compromessa fin nel profondo.
L’attesa del suo ritorno sarà crudele per un cuore in pieno tumulto.
 
 
**
 
 
Un codardo. Loki era davvero un codardo? O tutto per lui era simile ad un gioco? Nei suoi occhi non vi era che il sapore dell’incertezza e l’unico modo che aveva per sollevarsi era nascondersi dietro le proprie illusioni, nel trovare mille altre maschere da mostrare ad un mondo che in ogni caso non sembrava accettarlo. Svelare la debolezza di Lady Sif non era stato che un divertente passatempo, nulla più di uno scherzo infantile. Desiderava comprendere quanto la Dea della Guerra fosse in realtà una donna fragile anch’essa. Cadere nell’abisso delle anime era interessante quanto stupefacente, ognuno aveva da dire più di quello che dimostrava al mondo.
Eppure Loki non riusciva a comprendere se stesso. Nonostante fosse così perspicace verso gli altri, non aveva la minima idea di ciò che vagasse all’interno del suo labirinto. Strade inerpicate erano costruite nella propria anima e difficilmente ne sarebbe venuto a capo.
Quel bacio, ad esempio, lo aveva scosso. Rimasto immobile sotto l’arco di marmo volse gli occhi verso il cielo notturno per ricoprire lo sguardo delle stelle che aveva sempre amato e studiato con tanta ostinazione. Il sapore della conoscenza era dolce quanto difficile da conquistare. Ed ora il sapore di quelle labbra aveva assunto un interesse più profondo che sembrava addirittura radicato da tempo. Perché? Che senso aveva?
Lady Sif ai suoi occhi non era che qualcuno da schernire insieme ai suoi compagni, I tre Guerrieri. Eppure non doveva essere così semplice.
Lei era stata l’unica, a differenza di tutti gli altri, a volersi avvicinare a lui. A voler comprendere chi in realtà fosse. Non le aveva mai permesso una confidenza tale da svelare tutte le maschere poiché desiderava tutto meno che la compassione. Nessuno doveva tentare di comprenderlo, nessuno doveva tentare di cambiarlo.
Sif credeva di poterlo fare poiché aveva visto in lui un barlume di somiglianza, quella diversità che lei era riuscita a trasformare in oro, a differenza della sua che era rimasta ghiaccio.



 
 
**
 
 
Un tempo sarebbe rimasto scaldato da quel gesto. Un tempo i dubbi lo avrebbero assalito. Ma oggi non è più ciò che era e nemmeno Lady Sif, quella che era stata una sua debolezza, potrà scalfire le sue intenzioni. Inscenare la sua morte è quasi un gioco da ragazzi di fronte ad un petulante Thor che sfoga tutte le sue lacrime. Lacrime che Loki gli farebbe ingurgitare per lasciarlo poi annaspare in un mare in tempesta. Ed è proprio a questo che pensa mentre il suo corpo finge di sgretolarsi e diventare polvere. Il bacio che Sif è tremendamente diverso da quello che lui gli ha dato un tempo. Questa volta non ha provocato in lui alcun effetto, non vi è rimasto più nulla e soprattutto non ha avvertito il bisogno del dubbio.
La morte di Frigga non ha fatto che rafforzare la sua intenzione di impossessarsi del trono di Asgard, calpestando anche coloro che hanno creduto in lui fino alla fine.
Lady Sif non può cambiare la natura del Dio degli Inganni, nemmeno con la sua purezza. Forse proprio in virtù di essa. Per quanto abbia tentato innumerevoli volte Loki non può essere costretto ad inginocchiarsi di fronte a nessuno, soprattutto davanti a quelli che gli altri giudicano dei torti. Lui merita il Regno, ha diritto al trono che gli è stato portato via al momento della sua nascita. Punirà tutti coloro che lo hanno gettato in una prigione incolore e hanno desiderato la sua morte, per la seconda volta. Ora può accontentarli e dimostrare che nessuno può prendersi gioco dell’Ingannatore. 











Specchietto --> Arrivati a questo punto credo sia il caso di fornire qualche spiegazione più esplicita riguardo il rapporto che ho cercato di creare tra Lady Sif e Loki. 
Per quanto riguarda Lady Sif credo che sia un personaggio troppo positivo per poter sorreggere o accettare l'animo di Loki. Dunque immagino che lei abbia la volontà di cambiarlo, proprio perché lo sente in qualche modo il più vicino a sé. Il loro rapporto è turbolento, instabile e incostante. Loki stesso si sente attratto da lei perché è stata l'unica tra tutti che ha tentato di conoscerlo e che ha provato a fare un passo indietro per stare al suo fianco. Ma al tempo stesso, dal mio punto di vista almeno, non credo che a Loki piaccia essere compreso. Soprattutto come Dio degli Inganni, essere smascherato non è conveniente. 


Il prossimo capitolo - ahimè - sarà l'ultimo. Secondo voi ci sarà un lieto fine? Sono curiosa di vedere se il finale vi desterà sorpresa o meno, ad ogni modo ricordo che la storia ripercorre tutti i fatti della trama di Thor II con una aggiunta di particolari in cui ho inserito il rapporto tra Sif e Loki. 
Spero di riuscire a pubblicare l'ultimo capitolo la prossima settimana!
Per chi segue la Sigyn/Loki dovrei aggiornare appena concluderò questa mini-long, vorrei dedicarmici con maggiore attenzione. 
Ringrazio Mania e Silvermoon che hanno recensito lo scorso capitolo e tutti coloro che hanno inserito tra le seguite/ricordate/preferite la storia. Grazie mille e a presto! 

Yoan 

 

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Capitolo 7
*** Epilogo ***




 

Epilogo 






Le mani aggrovigliate corrono a stringersi tra loro mentre i bisbigli del messaggero giungono alle orecchie della sincera, leale Lady Sif. Uno stesso nodo si forma al cuore e non si scioglie, persino il respiro viene mozzato nel momento in cui poche ma devastanti parole raggiungono le sue paure.
Loki è morto.
Sistema la schiena alla colonna dietro cui si è nascosta per ascoltare di soppiatto una notizia che sperava non udire mai. Come si può morire per la seconda volta?
Il groviglio addensato all’altezza del petto la percuote e gli occhi tremano, scombussolati. Non può rimanere immobile in quella posizione e allora esce dalla sala del trono, dimentica di esservi rimasta così a lungo. Non importa se qualcuno noterà la sua presenza non richiesta. Conduce il passo veloce verso quelle terrazze che un tempo hanno raccolto i suoi pensieri e un tramonto rosso quanto il colore del sangue si dipinge all’orizzonte. Persino i lunghi capelli d’ebano si affrettano ad uniformarsi a quei riflessi caldi e le iridi scure si trasformano per assecondare la volontà del paesaggio. Non ha pietà, quel sole.
Poco a poco la scossa provocata da quell’amara notizia inizia a scemare e un vuoto si crea dentro di sé. Quello stesso vuoto provato nel momento in cui Loki cadde dal Bifrost e fu creduto perduto per sempre. Nemmeno il sapore della battaglia ora potrebbe aiutarla a ridestare quei pensieri così intensi, nemmeno il ricordo di un bacio rubato che ora vorrebbe rinnegare con tutta se stessa.
Loki è morto.
- Dunque hai saputo.
La voce di Fandral è dolce e soffusa, come miele. Non si sarebbe accorta del suo arrivo se non avesse  parlato.
- Cosa te lo fa credere? – attaccare per difendersi, ha sempre reagito in questo modo, Lady Sif.
- Il solo fatto di ritrovarti qui è una risposta piuttosto chiara – si avvicina lo spadaccino interrompendo il flusso dei suoi pensieri e sistemandosi di fronte al parapetto, lasciando che i colori temperati lo inglobassero a loro volta.
Lady Sif preferisce non dare conto a quell’affermazione e recuperare un tono di voce meno flebile.
- Poco dopo che Loki perse il senno mi sono domandata spesso se la colpa di tutto ciò che era accaduto non fosse semplicemente nostra. Se l’avessimo ascoltato, se avessimo cercato di scoprire le sue ombre, forse nulla sarebbe accaduto .
Fandral scuote lievemente la testa. Poche volte ha svelato la sua saggezza, nascondendosi sempre dietro ad un’immagine di sé ben distante dalla serietà.
- Cerchi sempre delle giustificazioni, Sif. Qualunque cosa accada non fai altro che porti miriadi di ‘se’ e di ‘ma’. A volte dovresti semplicemente accettare ciò che accade. Loki ha fatto una scelta in passato e nessuno dovrebbe addossarsene la colpa, se non lui stesso. Il tuo compito non è mai stato quello di riportarlo sulla via più giusta da prendere. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni e che ci piaccia o meno spesso le decisioni che prendiamo non corrispondono alle migliori dal punto vista altrui.
La guerriera per un attimo volge uno sguardo verso di lui, cogliendo nei suoi occhi d’ambra uno spirito maturo e costellato di certezze create a lungo andare. Fandral ha ragione, da sempre ha tentato di creare giustificazioni possibili affinché potesse spiegare gli eventi passati, invece di accettarli e trovare un modo per andare avanti.
Loki è morto.
Crederlo sembra quasi irreale. Sarebbe forse diventato un eroe? Caduto in battaglia per sostenere un fratello con cui non condivideva il medesimo sangue. In Odino stesso ha notato un barlume di tristezza. Frigga ne sarebbe rimasta addolorata, proprio come un tempo fu.  
- Forse solo la morte poteva salvarlo – sorride Sif, in modo così affilato da sembrare un ghigno addolorato.
- Era l’unico modo che aveva per dimostrare di essersi ravveduto – suggerisce Fandral prima di posare una mano sulla spalla dell’amica come gesto di consolazione.
Lady Sif si limita ad annuire e per la prima volta decide di accettare la vicinanza di un amico. Sin da bambina è cresciuta con l’idea di cavarsela da sola, non ha mai accettato l’aiuto di nessuno e soprattutto da parte di coloro che le sono sempre stati accanto. Ma si sente debole, ora che crede di aver perso tutto.
Vorrebbe dare sfogo a tutte le sue lacrime e cadere in ginocchio, lasciandosi confortare da parole di circostanza, proprio quelle che non ha mai desiderato. Ma la mano che Fandral ha posto sulla sua spalla è abbastanza, non vuole aggiungere altro.
Susseguono diversi tramonti dal giorno della nefasta notizia ma Sif non riesce ad allontanarsi da quella terrazza, né da quei colori così caldi che sembrano essere i soli a scaldarle il cuore. Si allontana da quello spazio ritagliato per il suo ego colmo di rammarico solo per partecipare ai pranzi e ritirarsi poi la sera nelle proprie camere.
Persino Thor è andato via. E’ stato lui stesso a cercarla per comunicarle la sua partenza, farà ritorno a Midgard per trascorrere il resto della sua vita con Jane, la donna di cui si è perdutamente innamorato. Quella notizia non ha potuto che creare un rinnovato vuoto nel cuore di Sif, poiché anche colui verso il quale ha nutrito teneri sentimenti non vi sarà più. L’epoca d’oro ha raggiunto ormai la sua fine. E di lei, che ne sarà di lei? Rimarrà alla corte di Odino come fedele guerriera di Asgard. Non vi saranno che sangue e battaglie nella sua vita, come un tempo aveva deciso. Il suo destino alla fine si realizzerà.




**


 

Guardie dai lunghi capelli biondi irrompono nelle stanze di Lady Sif.
E’ notte e la luna è offuscata da nuvole cariche di pioggia. La camera in cui la guerriera è intenta a riposare viene invasa dagli uomini di Odino che la costringono ad allontanare il sonno. Dorme con l’armatura, Lady Sif. Pronta per la battaglia in ogni momento, non si lascia ingannare da quella presa alla sprovvista in cui è stata colta.
- Cosa sta succedendo? – grida a gran voce una volta che assesta un pugno sullo zigomo di una delle guardie, la quale però non si intimidisce e avanza per poterla trattenere.
- Lady Sif e I Tre Guerrieri sono stati dichiarati in arresto per Alto Tradimento – la comunicazione giunge alle sue orecchie come uno scherzo, un gioco a cui non dar retta.
Inizia a crederlo serio solo nel momento in cui i polsi vengono costretti da catene pesanti che ricadono in avanti. Perché mai Odino avrebbe dovuto dare un simile ordine?
Liberare un prigioniero di Asgard, soprattutto un prigioniero come Loki, andando contro la volontà del Padre degli Dèi dunque costerà loro la vita intera? E’ questa la punizione che le spetta?
Invano tenta di liberarsi da quel morso ed è persino inutile porre resistenza, rischiando di peggiorare ancora di più la situazione. Lady Sif si chiude in un muto silenzio e decide di rimandare ogni domanda al momento opportuno. Il sangue freddo di cui è disposta le congela l’istinto di massacro che potrebbe scatenare.
Viene trascinata fuori dalle sue stanze e per un attimo ha il sentore di aver già vissuto una scena simile. Il ritorno di Loki ad Asgard si è contraddistinto proprio da una marcia d’afflizione lungo i corridoi del Palazzo Reale. Non sta accadendo a lei la medesima cosa? Condotta via, con lunghe catene permeate sui polsi, verso le prigioni più temute di tutti i Nove Regni.
Solo per caso il suo passo tende ad incontrare quello di Odino, intento ad abbandonare la sala del trono. Lady Sif sospinge lo sguardo verso di lui per poter richiamare a sé una risposta concreta. Si svolgerà un processo o sarà condannata a rimanere segregata a vita nella condizione di prigioniera eterna?
Un sorriso affilato si dipinge sulle labbra di Odino. Un sorriso che non è nuovo e non risente nemmeno della pesantezza degli anni, o di una vecchia saggezza. Lady Sif insiste nel cercare l’occhio scoperto e per un attimo crede di aver notato un lampo verde schiudersi dentro l’iride semi-nascosta dalle ombre della notte.
Una sensazione divorante si sospinge dentro di lei, che le stringe lo stomaco fino a mozzarle il respiro.



 

**
 
 
 
Il tempo non scorre all’interno di una cella.
Non ha pronunciato una sola parola da quando vi è stata condotta all’interno. I suoi compagni sono giunti poco dopo di lei, gettati nella medesima condizione di isolamento, ognuno nel proprio rettangolo bianco e spoglio. Riesce a sentire le grida di Volstagg e tutta la costernazione all’interno della sua voce. Riesce a percepire la rabbia silenziosa di Fandral.
Lei, lei cosa prova? L’idea dell’ultimo sguardo gettato da Odino le provoca un brivido improvviso lungo la schiena. Quel lampo verde circoscritto all’interno dell’iride stanca non può esser stato solo un caso e l’idea di aver frainteso ogni cosa la fa sentire incapace di qualsivoglia risoluzione. Si adagia lentamente alla parete, incrociando le braccia al petto. Non ha mai utilizzato altre copertura che non fosse il ferro della sua spada. Ora però non ha più nulla con sé, il vuoto che si è creato la distrugge.
- E’ così facile ingannare voi asgardiani.
Una voce trema nelle sue orecchie. Alza lo sguardo vitreo ma non scorge nulla. Si guarda intorno e si distacca dalla parete per poter girare su se stessa.
- Non credevo che sareste caduti in questo piccolo tranello.
Ancora una volta. E’ una voce che conosce sin troppo bene, una voce che l’ha fatta sanguinare e che continuerà – evidentemente fino alla fine dei suoi giorni – a farla sanguinare. Perché non è mai cambiato nulla tra loro. Il sanguinamento è stato all’apice del loro rapporto, che fosse provocato da ferite sulla carne o sull’anima.
- Cosa vuol dire tutto questo? – Lady Sif tira fuori la sua di voce, alla ricerca dell’invisibile interlocutore.
Una rabbia cieca inizia a crescere dentro e le mani formicolano in cerca di una spada. Vuole tagliargli la testa, lasciarlo morire lentamente come avrebbe dovuto fare tempo fa.
Due occhi verdi si soffermano dietro la sua schiena e la guerriera non può fare altro che voltarsi ed incontrare l’esile figura di Loki.
Loki non è morto.
Un ologramma. Un’illusione. Un doppio.
- Ti credevo morto. Tutti ti credevamo morto e ti abbiamo pianto. Cos’hai fatto? – sussurra lei disturbata dal fatto di ritrovarsi in una situazione di dislivello.
- Mi chiedo il motivo per cui vi ricordiate di me soltanto nel momento in cui decido di morire. Non sei lieta di constatare che sto bene? – sorride come suo solito, con quelle labbra affilate che potrebbero tagliare persino il vento.
- Non appena Thor saprà…
- Mio fratello non saprà. Ha compiuto la sua scelta ed ora vivrà la sua misera vita al fianco dell’umana di cui è innamorato. Gli affari di Asgard non sono più di sua competenza ed ora il Regno è in mano mia. Ma non potevo permettere a te, né agli altri tuoi compagni di vagare indisturbati, con il rischio di svelare il mio inganno.
Una spiegazione che punge Sif, che la immobilizza.
- Perché? – non riesce a dire altro.
Stringe con forza i pugni delle mani e dopo qualche istante tenta nuovamente – perché non vuoi farti amare per ciò che sei? – una domanda in cui è costretta a soffocare il tremolio appena accennato della voce.
Non riesce a credere che Loki sia riuscito ad ingannarla ancora una volta. Non può nemmeno pensare al fatto che lei stessa è stata l’artefice della sua rovina. Lei gli ha dato ascolto, lei ha consigliato di liberarlo. Lei ha creduto in lui per la millesima volta. Perché non si è mai arresa? Perché ha sempre tentato, provato, senza gettare via ogni speranza?
- Oh, Sif – l’illusione di Loki compie un passo avanti e si sofferma di fronte a lei – bella, forte, leale Sif. Ero innamorato di te quando eravamo giovani e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo – si inumidisce le labbra e piega appena la testa per poter cercare una reazione all’interno degli occhi di lei.
Falsità, inganni, bugie. Anche quell’ultima frase non rappresenta che una menzogna da cui Sif deve fuggire.
- Ma l’amore è una debolezza ed anche si trattasse di questo, ciò che più mi importa è l’esser riuscito ad impossessarmi di Asgard e di tutti i Nove Regni. Rimarrai imprigionata per sempre, tutti si dimenticheranno della Dea della Guerra.
Lady Sif non può che gettarsi in avanti per sferrare un pugno all’altezza del suo viso, ma l’illusione si dissolve e come se nulla fosse stato le riappare al fianco.
- Non ti libererai mai delle tue colpe. Siamo noi stessi le vere prigioni, mia leale amica. Buona eterna permanenza – l’ultimo sussurro di Loki, l’illusione svanisce.
Un nodo alla gola si forma e Sif non riesce quasi a respirare. Incatenata per sempre a causa di un suo errore di valutazione. I suoi amici, il Regno interno è caduto per il suo sciocco desiderio di cambiare la persona che fino a quel momento ha creduto essere più vicino a lei.
La cecità dei sentimenti ha offuscato ogni ragionevolezza.



**


 
Soddisfazione. C’è soddisfazione negli occhi verdi di Loki. Ora che è comodamente seduto sul trono di Odino può agire indisturbato e a proprio piacimento. Ingannare Lady Sif è stato facile come giocare con un bambino. Utilizzare i suoi sentimenti, farle credere di essersi ravveduto, ha funzionato ed ora ha ottenuto tutto ciò che ha sempre desiderato.
Il Regno di Loki ha appena avuto inizio. 








// NdA: 

Salve a tutti!
Prima di tutto vorrei ringraziare chi ha recensito il penultimo capitolo, perdonatemi se non ho risposto alla recensioni ma sono sempre di fretta e quasi sempre connessa con cellullare. 
Siamo arrivati all'ultimo capitolo e come probabilmente avrete immaginato, non c'è lieto fine per questa coppia. Sin dall'inizio ho immaginato per loro un destino intrecciato che però non li avrebbe mai fatti toccare davvero. 
Loki e Sif provano davvero qualcosa l'un l'altra? Sì, ma se sia amore non ne sono certa nemmeno io. 
Loki, per quanto possa provare una certa simpatia verso di lei, non credo potrebbe mai anteporre se stesso o i suoi desideri ad una donna. Soprattutto ad una donna che vuole cambiarlo. 
E Sif, di rimando, è innamorata di lui? Per quel che mi riguarda, c'è un grande dubbio. 
Mi sono divertita ad intrecciare le loro storie e spero che questa mini-long vi sia piaciuta, per quanto sia con davvero poche pretese. 
Immaginatevi però un futuro migliore, di certo Thor tornerà a salvare i propri amici, perciò il finale è decisamente aperto! 
Vi ringrazio per aver seguito fin qui <3 
 

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