Ricordi dall'era dei Malandrini

di 365feelings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhiali ***
Capitolo 2: *** Nuvole che corrono ***
Capitolo 3: *** È una femmina, sana ***
Capitolo 4: *** Mare ***
Capitolo 5: *** Animal I have become ***
Capitolo 6: *** Lupi ***
Capitolo 7: *** Perso nei sogni ***
Capitolo 8: *** Nessuno lo saprà mai ***
Capitolo 9: *** Non fare rumore ***
Capitolo 10: *** Fiamme gemelle ***



Capitolo 1
*** Occhiali ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Ricordi dall’era dei Malandrini
Personaggio: James Potter
Rating: verde
Avvertimenti: drabble, missing moments, prequel
Genere: introspettivo, generali
Prompt: 13 - occhiali
Note: scritta per il geniale Writing day; come al solito finisco per scrivere dei Malandrini.
Telyn in un suo commento mi ha gentilmente fatto notare che i Boccini sono molto costosi e che probabilmente sono usati solo nelle partite. Però io credo che i Potter fossero ricchi e l'idea di James che a casa ha un Boccino che lo attende mi piaceva.

 
 
Si è reso conto della sua miopia a undici anni, quando non ha visto il boccino sfrecciargli a tre metri di distanza.
«Che succede, figliolo?» gli ha chiesto suo padre, affiancandolo a cavallo della scopa «Non lo perdi mai di vista».
La settimana dopo il giovane James rincasa a villa Potter con un paio di occhiali sul naso.
Allo specchio, osserva la sua nuova immagine riflessa e non gli piace ciò che vede - lo chiameranno quattrocchi e lui non è un bambino da lasciarsi chiamare quattrocchi.
Si passa una mano tra i capelli, come se il taglio non fosse già in disordine, allenta il colletto della camicia e lascia scivolare gli occhiali sulla punta del naso: già meglio. Sorride, quel sorriso malandrino che gli fa brillare gli occhi, e lo specchio ora riflette un’immagine che inizia a piacergli - l’immagine di chi sa rendere i propri difetti i miglior pregi.
Scrolla le spalle e corre in giardino, dove suo padre lo attende per un’altra partita, l’ultima prima dell’inizio della scuola.

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Capitolo 2
*** Nuvole che corrono ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Ricordi dall’era dei Malandrini
Personaggio: Dorcas Meadowes
Rating: verde
Avvertimenti: drabble, missing moments, prequel
Genere: malinconico
Note: scritta per il geniale Writing day; per comprendere meglio il personaggio leggete qui (breve presentazione del pg + link alle storie su di lei, se vi interessasse).



 
L’aria fredda di Londra graffia le gote e si insinua sotto la giacca; per scaldarsi solo una tazza di the e una sigaretta appena accesa tra le dita laccate di rosso.
Ha lo sguardo lontano, la giovane Strega: scruta oltre i tetti, segue le nuvole che corrono nel cielo plumbeo, cerca di dimenticare i suoi doveri. Ma quelli tornano, il vento si alza e glieli sbatte in faccia: c’è una guerra Dorcas, non puoi rilassarti.
Le nuvole, in quel momento, non sono mai sembrate più lontane - eppure lei potrebbe, si potrebbe, prendere la scopa e volare via, il vento tra i capelli, bucando le nuvole, piroettando nel cielo.
Ma sa che non lo farebbe. Ci sono troppe cose, lì, sulla terra. C’è Sirius, prima di tutto, e ci sono i suoi amici. C’è Voldemort e c’è l’Ordine. C’è una guerra. E lei si è schierata, ha preso posizione - non ha mai avuto veramente intenzione di mollare, è una Grifondoro. Magari quando tutto quel casino sarà finito, la prenderà davvero la scopa, ma non ora, non senza Sirius.
Finisce il the e poi si avvia, ha una famiglia di Nati Babbani da aiutare a lasciare Londra. 
 
Nel vicolo umido i rintocchi dell’orologio hanno cessato da un pezzo di risuonare, sentenza di morte. Sull’asfalto rimane il corpo freddo di Dorcas.
Le nuvole, in cielo, corrono e non aspettano.

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Capitolo 3
*** È una femmina, sana ***


Autrice: KumaCla
Titolo: È  una femmina, sana
Personaggio: Druella Rosier in Black
Rating: verde
Avvertimenti: flash fic, prequel, missing moments
Genere: introspettivo, malinconico
Note: scritta per il geniale Writing day; quanto amo i Black e quanto adoro le tre sorelle! Solo con Narcissa Druella riesce ad entrare davvero nel ruolo di madre, questo perché se la mette via e, dal momento che lei stessa non è una stella, è finalmente pronta ad accogliere una figlia che come lei non porta il nome di una costellazione e alla quale quindi si sente più vicina. Con quel «nome che per Cygnus è una maledizione» intendo che sceglie Narcissa proprio per “maledire” se stesso per aver sposato Druella (che dev’essere stata bella da giovane) e sua figlia per non essere un maschio (e quindi non le concede una costellazione, facendola restare a terra proprio come il fiore, il Narciso). Si, un po’ contorto il ragionamento.
Prima classificata parimerito al Drabble & Flashfic - Contest per edite ed inedite di ~frouis




 
È con orgoglio che accoglie il primo calcio della vita che porta in grembo: sotto gli occhi attenti degli altri Black (sotto lo sguardo infuriato di Walburga), Druella sorride e assicura che sta bene, poi aggiunge con soddisfazione «È un vero combattente».
Ma quando il bambino nasce, tra grida e sangue, la levatrice annuncia «È una femmina, è sana» e, nonostante la felicità di aver portato a termine il parto senza complicazioni e la gioia di poter stringere a sé il primo nato, il sorriso di Druella si affievolisce - non un maschio, una femmina; non un erede, una femmina.
Abbassa lo sguardo, non ha il coraggio di affrontare gli occhi del marito da cui aspetta un rimprovero, una minaccia, qualsiasi cosa, ma non quel silenzio che solo il pianto della bambina spezza.
«Bellatrix» dice alla fine Cygnus, prendendo in braccio sua figlia.
 
 
Le doglie le spezzano la schiena e, se non avesse già partorito una volta, crederebbe di star morendo. Spinge con tutte le forze che ha e prega, prega che sia un maschio, in salute, un bel bambino che possa portare avanti il nome dei Black. Ce la può fare, lei è in grado di dare alla luce un erede, lo sa, Druella ne è convinta nonostante i commenti di Walburga.
«È una femmina, sana» annuncia però, ancora una volta, la levatrice. Una femmina, un’altra.
Lo sguardo di Cygnus è pesante da sopportare: di nuovo Druella abbassa gli occhi e attende, attende che il marito si infuri o la perdoni. 
Ma ciò che brucia, dentro di lei, più della febbre, più della vergogna, è la rabbia - la rabbia di non essere in grado di partorire un maschio, proprio come Walburga aveva malignamente predetto.
 
 
Questa volta lo sa, Druella è certa che si tratti di una femmina e non è triste o arrabbiata o delusa: per la prima volta la donna è felice di portare in grembo una bambina.
«È una femmina, sana»: l’annuncio, ormai consueto tra quelle mura, è accolto con serenità dalla madre.
Cygnus è furioso, lo sa anche senza doverlo guardare, ma questa volta non se ne cura e se tiene basso lo sguardo è per poter osservare la sua bellissima bambina.
Prima di uscire la camera sbattendo la porta, l‘uomo grida, irato «Narcissa».
Non ci sono più stelle per l’ultima nata e quel nome che per Cygnus è una maledizione (perché non avrebbe mai dovuto sposare Druella, anche era ricca, anche se era bella), per la madre è il presagio di un futuro radioso.
«Diventerai bellissima».

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Capitolo 4
*** Mare ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Ricordi dall'era dei Malandrini
Pairing: James/Lily
Rating: verde
Avvertimenti: drabble
Genere: generale, sentimentale
Prompt: Esercizio 1: scrivere una storia dal punto di vista di un oggetto inanimato comunemente associato all'estate
Note: ritorno a scrivere per il Writing Day :3 Forse non è poi così chiaro, ma la voce narrante è il mare.


Lily ha un enorme sorriso in volto, un sorriso che James non vede da molto ormai - li colgo subito questi dettagli, io. Come non mi sfugge che l'ombra scura di una minaccia incombente che li accompagna di passo in passo, ma che esita a manifestarsi qui, davanti a me.
Camminano mano nella mano lungo la battigia, i piedi scalzi e la sabbia tra le dita. Sono sereni; la tensione si è sciolta con un respiro a pieni polmoni e la stanchezza è svanita, mentre i muscoli si sono rilassati e gli occhi si sono accesi di gioia ed eccitazione - è l'effetto che faccio a chi mi vede per la prima volta.
Parlano poco, si permettono qualche risata, qualche previsione per il futuro («Si potrebbe tornare» «Piacerebbe anche agli altri» «Una giornata intera»), si baciano: sono giovani, sono innamorati e non c'è niente di più bello da vedere. Ma sento i bisbigli del vento, le voci che mi porta dalla capitale - pericolo, guerra, morti. Un periodo buio per gli umani, Maghi e Babbani, molto, molto buio.

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Capitolo 5
*** Animal I have become ***


Autrice: kuma_cla (Amaranth93 sul forum)
Titolo: Animal I have become
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: drabble, prequel
Rating: verde
Ambientazione temporale: era del Malandrini, primi anni ad Hogwarts quando ancora Remus nascondeva la sua natura agli amici e durante le trasformazioni si feriva
Introduzione: l'ennesimo risveglio in Infermeria e la consapevolezza di non avere il controllo di sé - che nulla cambierà mai l'animale che è diventato.
Note: è la prima volta che scrivo di Remus e della sua licantropia e ho scelto uno dei momenti in cui, secondo me, era più vulnerabile, quando ancora i Malandrini non sapevano. Credo che i suoi risvegli in Infermeria fossero dolorosi e che all’epoca, più che negli anni successivi, fosse fermamente convinto di non meritare nulla in quanto Licantropo, di essere diverso, peggiore, senza alcuna possibilità di redenzione. Eppure lo stesso un bambino, che piange, perché fa male, perché non è giusto.

Storia scritta per il contest Ossofast: un contest alla Madama Chips indetto da ChocoCat e classificatasi prima con un punteggio di 29.5/30.





Apre gli occhi su un soffitto che conosce fin troppo bene e per lunghi istanti lo fissa senza vederlo davvero, senza essere davvero lì – e chissà dov’è, Remus, dodici anni e un terribile, oscuro, inconfessabile segreto.
Un battito di ciglia, il tempo che impiega una lacrima a bagnare il cuscino e tutto diventa vero, concreto: l’Infermeria assume un contorno, le lenzuola acquistano consistenza, i tagli sotto le bende iniziano a far male. E insieme al dolore, quasi più forte, sente il senso di colpa farsi strada nella sua mente – spaccargli il cervello. La luna piena, gli artigli, le zanne, il sangue, la ferocia di quei morsi: non è stato un incubo, ma la mostruosa realtà. Nulla cambierà mai l’animale che è diventato.

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Capitolo 6
*** Lupi ***


Autrice: kuma_cla
Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin
Rating: verde
Avvertimenti: flash fic, missing moment
Note: scritta per il prompt numero 22 del Writing Day. 
Questo è un mio head canon: Sirius proviene da una famiglia antica e aristocratica e sebbene se ne dissoci, sappiamo che ha conservato dei comportamenti da Black (come quando tratta male il suo elfo domestico, ad esempio). Per questo mi piace pensare che prima di diventare un Animagus a occhi chiusi, abbia avuto qualcosa su cui riflettere, qualcosa (proveniente dalla sua educazione, dal suo retaggio) con cui fare i conti.





Ci sono cose della tua infanzia, della tua educazione che ti rimangono dentro anche se non lo vuoi. È questo quello a cui Sirius riesce a pensare ora, dopo che Remus ha rivelato il suo segreto e lo ha fatto solo perché lui e James hanno insistito, anche se aveva detto loro che era meglio non sapere. E adesso Sirius gli dà ragione. 

Sua madre non è come le altre mamme; non che abbia molti altri metri di paragone, ma Sirius ha sei anni e Walburga è stata molto parca di abbracci, assai meno di schiaffi. Inoltre non gli ha mai raccontato le favole della buona notte ed è quasi certo che le altre madri lo facciano: si siedono sul bordo del letto e iniziano a parlare, poi baciano i figlia sulla fronte e spengono la luce - o forse questo è solo il suo sogno.
La fredda Walburga gli narra, invece, storie terribili, che fanno paura. Storie in cui le ombre sono lunghe, in cui i mostri esistono e non c'è nessuno a fermarli.
Ha quattro anni quando sente per la prima volta parlare di lupi mannari e ricorda di non aver chiuso occhio per tutta la notte: la sua fervida immaginazione ha trovato terreno fertile nelle parole di sua madre e ora se chiude gli occhi vede occhi rossi come il sangue e fauci pronte ad inghiottirlo - o peggio, a contaminarlo.
Adesso che di anni ne ha ben sei, Sirius non è più terrorizzato dai licantropi, ma ricorda bene le notti di terrore trascorse da solo nel suo grande letto (ogni tanto gli capita ancora di lanciare qualche occhiata timorosa alla luna piena che una volta mese fa capolino dalla sua finestra) e non vuole che anche Regulus provi le sua stessa paura.

La verità, il segreto inconfessabile, è che Remus Lupin (quel Remus Lupin così gentile e simpatico) è proprio uno di quei mostri che sua madre gli ha insegnato a temere (anche se forse il suo vero obiettivo era quello di installargli il disprezzo). La verità è che ci sono cose che rimangono dentro di te anche se credi di averle superate, come la paura di un lupo che dilania le sue vittime nelle notti di luna piena; cose che restano sotto pelle.
E poi ci sono altre cose che fanno male, che bruciano come il cazzotto che James gli ha tirato e hanno il sapore del proprio sangue.


 

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Capitolo 7
*** Perso nei sogni ***


Autrice: kuma_cla
Personaggi: Franck ed Alice Paciock, Neville
Rating: verde
Genere: triste, malinconico
Avvertimenti: flash fic
Prompt: perso nei sogni (500themes)
Note: qualche giorno fa alister, kuruccha e io ci siamo trovate su Skype per darci un prompt e scrivere; ovviamente abbiamo fatto tutto tranne quello che avevamo in mente XD Alla fine io sono riuscita a buttare giù qualcosa: sempre temi allegri, eh. Le ripetizioni sono volute, ma spero non risultino comunque troppo ridondanti.
È da un po' che non rileggo i libri, quindi temo di essermi presa qualche licenza, come quella di mettere i coniugi Paciock in camera insieme (lo sono anche nel libro o hanno stanze separate?) o di renderli del tutto inconsapevoli del mondo (hanno rari momenti in cui sono lucidi e magari ci si può psparlare o il loro stato è irreversibile?).






Se ne sta in piedi davanti a voi; ha undici anni ed è terribilmente goffo. Ha l'aria spaventata di chi teme la propria ombra e negli occhi la solitudine. È vostro figlio e non ha il coraggio di guardarvi; per entrare la nonna l'ha costretto, una presa ferrea sul polso e un bisbiglio furente. Ma quello che cogliete è solo un bambino (lo sapete cos'è un bambino, vero?) — «Che bel nome Neville!» «Chi è?» «Mio figlio?» «Ho un figlio?» «Neville? Non lo co-no-sco».

Sono anni che non viene, ma non ve ne siete accorti (come avreste potuto? Le stagioni seguono un ritmo diverso solo per voi): è cresciuto allampanato e impacciato. L'età non gli ha tolto né la goffaggine né la paura, ma adesso non si nasconde più e vi guarda negli occhi — «Neville? Chi è Neville?» «Non conosco nessuno» «Che cos'è un figlio?» «Sono stanca, voglio dormire, ho detto che voglio dormire!»

Adesso di anni ne ha diciannove e dicono che sia un eroe di guerra, ma voi non lo potete sapere. Non avete occhi per vedere le cicatrici e il volto stanco, la felicità di chi ha vinto, il dolore per le perdite; sareste stati anche voi così, se la vostra guerra l'aveste vinta? In piedi, fieri, l'ombra di paura e folle coraggio nello sguardo — «Neville Neville Ne-vil-lle» «La mamma non vuole che giochi con gli sconosciuti» «Chi è mio figlio?» «No, non dire il suo nome!»

Perso nei sogni c'è un bambino che si è fatto uomo, che si è fatto eroe.
Lo hai tenuto in grembo per nove mesi, Alice — davvero non lo ricordi? La gioia, il dolore, la preoccupazione e la speranza: tutto si confonde e quello che resta non ti raggiunge là dove sei precipitata.
Hai scelto tu il nome, Frank — davvero non riesci a ricordare? Le liste, i battibecchi, i consigli rifiutati e poi la decisione: sembra accaduto così tanto tempo fa, ma è davvero accaduto?
Persa tra i sogni c'è la sensazione, la confusa consapevolezza di conoscere Neville Paciock, di sapere che è importante — perché lo avete voluto, lo avete amato, avete combattuto per lui, avete perso; ma non ricordate e non è colpa vostra.

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Capitolo 8
*** Nessuno lo saprà mai ***


Autrice: kuma_cla
Personaggio: James Potter
Rating: verde
Genere: drammatico, triste
Avvertimenti: drabble
Prompt: 85. X scopre che Y ha rivelato a Z un suo segreto. Come reagirà? (Maritombola di Maridichallenge)
Note: sono certa che in migliaia abbiano scritto su questo momento, chi meglio e chi peggio. Non ho certo la speranza di essere stata originale né altro; solo, leggendo il prompt ho pensato subito a James e al tradimento di Peter. E al fatto che nessuno saprà mai come avrebbe reagito.


Il 31 ottobre 1981, James Potter non ha tempo.
Non ne ha per raggiungere la bacchetta e combattere. Non ne ha per difendere Lily e il bambino; forse, se non fosse stato disarmato, ci sarebbe riuscito. Forse — nessuno lo saprà mai.
Quando Voldemort (ormai non ha più senso evitare il suo nome) è piombato in casa sua, prima della paura, prima ancora della consapevolezza della sua presenza, c'è stata la sorpresa: non dovrebbe essere qui.
Il Signore Oscuro è una macchia stonata nel suo salotto, gli si staglia davanti nero e terribile: ha negli occhi la morte e sul volto la soddisfazione di chi pregusta la vittoria — perché lui la bacchetta l'ha salda in pugno e tra le labbra un Avada Kedavra.
In quella notte di incubi e mostri, James Potter non ha tempo per riflettere, per chiedersi come abbia fatto ad entrare; al tradimento di Peter Minus ci penseranno altri (Sirius Black per primo, per dodici anni, ad Azkaban). Come avrebbe reagito lui, nessuno lo saprà mai.
In quella notte c'è solo il suo corpo che si muove di riflesso, che si mette tra Voldemort ed Harry, che regala a Lily qualche secondo, che cade a terra freddo.
Il 31 ottobre 1981, James Potter ha solo il tempo di morire. 

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Capitolo 9
*** Non fare rumore ***


Autrice: kuma_cla
Pairing: Andromeda/Ted
Rating: rosso arancione
Genere: commedia (?), sentimentale
Avvertimenti: flash fic
Prompt: Non fare rumore
Note: Clà e il p0rn fest parte tre.
Non ho la minima idea del dove e del quando, ma sicuramente dalla fine del settimo anno in poi.




«Non fare rumore» gli ha detto, come se fosse facile: non è lei quella alta un metro e ottanta in uno spazio angusto come quello in cui sono ora.
Ted si chiede perché, tra tutte le donne in circolazione, lui si sia innamorato proprio di Andromeda Black, con i suoi natali altolocati e una sorella che non esiterebbe un istante a stecchirlo con un Avada Kedavra.
«Non fare rumore» gli ripete, con quel tono di voce pacato ma inflessibile; ha scoperto presto che quello è il modo della ragazza di dare gli ordini, un modo piuttosto raffinato, deve concederglielo.
«A che pensi?» gli chiede, avvicinandosi ancora di più a lui e giocando con l'orlo del maglione. Ted avverte già un brivido, quando le mani si soffermano sul cavallo dei pantaloni.
«A tua sorella» risponde e nella penombra la vede inarcare un sopracciglio.
«Dovrei essere gelosa?» domanda, mentre fa scivolare i pantaloni del ragazzo verso il basso.
«Bellatrix» ci tiene a precisare «Pensavo a l'intensità con cui mi vuole morto».
«Mi pare il momento adatto» ma non sembra arrabbiata, anzi lo bacia.
Ted decide di fregarsene di tutte le Maledezioni Senza Perdono che pendono sul suo capo e di concentrarsi sulle labbra morbide di Andromeda.
È perché lo sta baciando e sarebbe davvero un peccato interrompersi proprio in quel momento, ma il ragazzo è certo che se potesse gli direbbe ancora una volta di non fare rumore, perché ha appena urtato qualcosa. E sempre se anche lui non fosse occupato in altro, le risponderebbe che non è lei ad avere le mani della propria ragazza nei boxer.
«Pensa se ci scoprisse adesso» gli sussurra all'orecchio. È solo perché Bellatrix si trova a centinaia di chilometri da loro e di certo ha di meglio da fare che smaterializzarsi in quello sgabuzzino, che entrambi ci scherzano.
Le cerca nuovamente le labbra, il fiato corto e un'eccitazione crescente, mentre le mani sono perse tra i suoi capelli, sulla sua schiena, sotto il maglione. Le accarezza i fianchi snelli, risale verso il seno, lo palpa. La sente gemere contro la propria bocca, stringersi a lui, chiedere di più ed Ted è ben contento di concederglielo.
Cade qualcosa, ma adesso sono entrambi troppo occupati per curarsene: la gonna di Andromeda viene prontamente alzata, l'intimo calato.

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Capitolo 10
*** Fiamme gemelle ***


Nickname sul forum: Amaranth93
Nickname su EFP: kuma_cla
Titolo della storia: Fiamme gemelle
Pacchetto scelto: Garofano
Fascia oraria: 75 ore
Coppia: Sirius/Dorcas
Rating: giallo
Contesto: ultimo anno a Hogwarts dei Malandrini, prima guerra magica
Genere: malinconico, introspettivo, sentimentale
Note/avvertimenti: one shot, het
Note dell'Autore: era da un po' che non scrivevo su questo fandom e più precisamente su questa coppia, temo di essere un po' arrugginita. Le Fiamme Gemelle non ho idea di cosa siano; ce ne aveva parlato la prof di inglese del liceo (era una molto peace&love) e ho pensato che James potrebbe essere uno che crede a queste cose, mentre Sirius mantiene una posizione scettica. Per Dorcas rimando a questa pagina. Seconda classificata al contest One shot a ore di Mary Black





Mentre osserva il fuoco nel camino davanti al letto, Sirius svuota piano piano la mente da ogni pensiero cupo e ritorna ai momenti felici dell'ultimo anno a Hogwarts — prima che la guerra li coinvolgesse tutti in prima persona. È un esercizio che gli richiede tempo e concentrazione, che non sempre gli riesce; con un brivido si chiede cosa succederà quando le cose brutte supereranno quelle belle.
Al suo fianco Dorcas borbotta qualcosa, forse chiede l'ora, ma non si preoccupa di risponderle perché la ragazza si riaddormenta subito. Le accarezza distrattamente la spalla nuda che spunta dal lenzuolo e considera che è da un bel po' che non la sente ridere; ed è stata proprio la sua risata a dare il via a tutto, a loro.

*

Getta indietro la testa e ride scoprendo i denti bianchi.
Ha gli occhi socchiusi, le iridi che luccicano: intrappolate tra le ciglia brillano alcune lacrime di divertimento.
La risata gorgheggia fresca ed esce con prepotenza dalla sua gola.
Non c’è nulla dell’abituale contegno che Dorcas sfoggia in aula e improvvisamente, senza sapere perché, si chiede se con le amiche sia sempre così.
Mentre la osserva, si rende conto di volerla sentire ancora, quella risata; ha qualcosa di selvaggio, sa di libertà e ribellione. Gli ricorda il fragore delle onde sulla scogliera. Gli piace, gli piace tanto.
Stanno tutti ridendo, le bottiglie di Whiskey Incendiario mezze vuote, ma nell’intimità della loro Sala Comune, illuminati dalle fiamme basse del camino, Sirius nota solo Dorcas, la treccia sfatta sulla spalla e le gote arrossate.
Stanno tutti ridendo, ma lei ha la risata più forte.

*

Il ricordo della risata di Dorcas si perde nel crepitare del fuoco; è di nuovo nel presente e le fiamme nel camino proiettano lunghe ombre su di loro.
All'improvviso gli sovviene un'altra memoria e si stupisce della lucidità con cui ricorda la discussione che ha avuto con James sulle Fiamme Gemelle.
Le labbra si increspano in un involontario sorriso mentre la mente, chissà perché, lo riporta a quel preciso momento, un pallido pomeriggio di fine febbraio, l'ultimo trascorso a Hogwarts — una fitta di nostalgia lo coglie impreparato e gli fa rimpiangere quei giorni ormai lontani.

*
 
Sono entrambi in Biblioteca e stanno studiando; è un evento così insolito che alcuni studenti, riconoscendoli, li fissano. Sirius vorrebbe alzarsi e chiedere loro se non hanno mai visto due ragazzi chini sui libri, ma si trattiene. Sono lì per studiare, non per scatenare una rissa. Anche se in realtà la sua mente, più che sulla pergamena, è persa altrove.
«James» lo chiama sottovoce e poi prende tempo giocando con la piuma che ha in mano «Ricordi, ricordi quella cosa di cui mi parlavi?»
«Ti ho parlato di tante cose, sii più specifico».
Sirius borbotta qualcosa di incomprensibile, tanto che è costretto a ripetere e questa volta pare ringhiare: «Le Fiamme Gemelle».
Dietro le lenti, James sgrana gli occhi e le labbra si arricciano in un ghigno compiaciuto.
«Come mai ti interessano queste cose adesso?» chiede canzonatorio «Non eri tu a dirmi che si trattava solo di “un mucchio di colossali stronzate per femminucce”?»
«Sì, va bene, puoi ripetere quello che raccontavi a riguardo?» insiste bruscamente, ignorando il commento ed evitando lo sguardo indagatore dell’amico.
«Dicevo – e faresti meglio ad ascoltarmi la prossima volta – che le Fiamme Gemelle sono una cosa molto rara. Riguarda l’anima e chi trova la propria Fiamma Gemella non è perché l’ha cercata, ma perché è pronto a riceverla e -»
«No va bene, ho sentito anche troppo» lo interrompe Sirius e ha sul volto un’espressione schifata «Sono davvero un mucchio di colossali stronzate per femminucce».
Per non lasciare a James il tempo di chiedergli altro, aggiunge: «Se non ti conoscessi, crederei che tu sia gay».


*

Lancia un'occhiata a Dorcas e si chiede se sia lei la sua Fiamma Gemella, poi ride di se stesso, perché lui non crede a tutte quelle storie sull'amore eterno e le anime destinate a ritrovarsi. Lui non è James Potter, è Sirius Black e Sirius Black crede...a cosa crede Sirius Black?
Nemmeno un anno prima era convinto che non sarebbe stato con una ragazza per più di due settimane, che la sua vita sarebbe dovuta girare attorno a lui e lui soltanto per ancora un po' di tempo e che solo dopo, forse, si sarebbe sistemato. 
Ma in un anno cambiano molte cose: le persone iniziano a sparire — iniziano a morire, i Malandrini si uniscono all'Ordine della Fenice e Dorcas apre gli occhi al suo fianco, chiedendogli quanto ha dormito.
Alla luce fioca del camino acceso, le occhiaie e il colorito pallido della ragazza si notano ancora di più; dovrebbe riposare ancora un po', dovrebbero tutti riposare un po' di più. Il ritmo infernale che Malocchio ha imposto loro di questo passo li ucciderà prima che lo facciano i Mangiamorte e allora chi la combatterà quella maledetta guerra?
Un anno prima non avrebbe neanche mai detto che avrebbe preso parte ad una guerra e se qualcuno glielo avessero rivelato avrebbe riso in faccia a quel qualcuno. Perché lui è Sirius Black, il primo ad iniziare una rissa; ma una guerra, quella è cosa troppo grande e complessa e brutta e nemmeno un folle come lui scenderebbe mai in guerra. La stessa espressione, a pensarci, suona ridicola. Gli rievoca immagini di prodi guerrieri in armatura, le spade intrise di sangue e l'espressione feroce sul volto, non certo giovani Maghi e Streghe ancora inesperti della vita (figuriamoci della morte) come lo sono loro.
Anche se intontita dal sonno, Dorcas sembra intuire i suoi pensieri (sembra riuscirci sempre e un giorno le chiederà come ci riesce — un giorno, forse, le dirà molte cose), perché gli passa una mano tra i capelli e poi gli accarezza il volto, distraendolo.
«Mi piace» commenta riferendosi all'ombra di barba lungo la linea della mandibola «Ti dà un certo che». 
Sirius annuisce con un sogghigno e si chiede come abbia fatto a non accorgersi prima di Dorcas Meadowes, della sua risata, dei suoi modi sbarazzini, della sua dedizione e del suo coraggio — quanto tempo ha sprecato? Quante occasioni non ha saputo o non ha voluto cogliere?

*
Dorcas sta alle spalle di Mary e studia la scacchiera, mentre Peter si lamenta che non è valido, ma nessuno lo ascolta. Remus legge un vecchio tomo polveroso, lui e James stanno giocando con due aeroplani di carta.
Quando Lily entra nella Sala Comune, quello di Ramoso si schianta contro il vetro della finestra e Sirius rimane solo. Improvvisamente far volare un pezzo di pergamena non è più divertente: l'aeroplano piroetta svogliatamente nell'aria, poi viene dimenticato.
Il ragazzo cerca una nuova distrazione che non implichi la lettura e con grande disappunto, non trovandola, occupa una delle poltrone accanto il camino.
Da quella posizione può osservare il profilo di Dorcas: la treccia appoggiata sulla spalla, l'aria concentrata quando si china per suggerire a Mary una mossa, perfino la smagliatura della calza all'altezza del ginocchio sinistro. E osservare Dorcas era proprio quello che voleva evitare.
Sentendolo sbuffare, Remus guarda l'amico e nota il modo in cui sta osservando la loro compagna di Casa. Gli lancia un'occhiata che suona come un è inutile che neghi, ti piace, cosa stai aspettando? A cui Sirius risponde con un'altra occhiata — torna al tuo libro.

*

A riportarlo al presente sono le labbra di Dorcas che si posano sul suo collo e risalgono alla ricerca della sua bocca. La giovane Strega è prepotente e richiede attenzioni e Sirius tende a dimenticarsene, perché Dorcas è anche silenziosa e talmente ben educata, che la prima volta credeva gli avrebbe chiesto il permesso per baciarlo; invece lo aveva preso per il bavero del giubbotto e aveva fatto scontrare le loro labbra.
«Non è saggio sprecare il poco tempo che abbiamo a disposizione» gli sussurra «L'Ordine potrebbe avere bisogno di noi da un momento all'altro».
Sirius sogghigna ancora una volta e la stende sotto di sé, accarezzandole i fianchi snelli.
Non ne è certo, ma potrebbe essersi innamorato di Dorcas Meadowes e mentre la bacia considera che potrebbe persino piacergli coniugare i verbi al plurale  — questo, a James, non lo ammetterà mai. 

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