Knight Takes Queen

di AverySwan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Insonnia - Part 1 ***
Capitolo 2: *** Insonnia - Part 2 ***
Capitolo 3: *** Back to the Palace - part 1 ***



Capitolo 1
*** Insonnia - Part 1 ***


Continuava a girarsi e rigirarsi tra le lenzuola senza riuscire a chiudere occhio, sempre più certa che fosse tutto fondamentalmente sbagliato.
Si, Anne riconosceva il suo errore, lo guardava diritto in faccia da giorni ormai ma senza saperlo affrontare.
Era qualcosa di più forte di tutto il resto, più forte soprattutto del buon senso, il pensiero di lui.
Era da quel giorno in cui le aveva salvato la vita, quel giorno quando si era ritrovata inaspettatamente tra le sue braccia, era esattamente da quel momento che non riusciva a togliersi dalla mente Aramis, uno dei più valorosi tra i moschettieri del Re suo marito.
Aveva cominciato a pensare a lui, al calore del suo corpo che era riuscito ad irradiarsi anche attraverso il vestito di lei, e aveva pensato a tante altre cose, soprattutto di notte.
Già, la mattina tra un impegno e l’altro era facile evitare quel pensiero costante, la notte era tutta un’altra storia.
La notte l’immagine dell’uomo andava a farle visita puntualmente, ed ogni notte pensava di lui sempre più profondamente rispetto alla notte precedente ; se prima si limitava a ricordarne il profumo e il tocco ora il suo pensiero vagava lontano, chiedendosi che sapore avessero quelle labbra e che effetto avrebbe potuto fare sentirle sulla sua pelle.
Si alzò di scatto seduta in mezzo al letto, grata una volta in più per non dividere le stanze con suo marito.
Si sentiva soffocare, tra quelle pareti, si sentiva soffocare sotto quelle lenzuola, e qualcosa le suggeriva che non sarebbe bastato aprire le finestre e prendere aria, per ritornare a respirare.
Si alzò dal letto, quindi, guardandosi intorno nell’oscurità : aveva bisogno di uscire di lì, di uscire da quella Reggia, aveva bisogno di sentirsi libera, o qualcosa di simile, anche solo per 10 minuti.
Era un altro errore quello che stava per commettere, era un errore molto più grave del fatto che non smettesse di pensare a quel soldato dal sorriso meraviglioso, ma ormai lei e gli errori andavano di pari passo, quindi perché farsi scrupoli?
Una passeggiata, di notte, chi lo avrebbe mai scoperto? Nessuno, se sarebbe stata attenta, e lo sarebbe stata.

Aveva messo piede fuori della Reggia da un secondo esatto ed era già pentita amaramente.
Cosa avrebbe fatto se qualcuno l’avesse riconosciuta?
E se qualcuno avrebbe provato ad aggredirla come si sarebbe difesa?
Beh, non aveva risposta a nessuno di quei quesiti, quindi continuò a camminare fino a che non ebbe lasciatosi alle spalle il cancello principale.
Aveva utilizzato un abbigliamento insolito per chiunque, soprattutto per la Regina.
Lasciati sciolti i capelli, si era infilata in un enorme mantello nero col cappuccio senza togliersi neanche la veste da notte.
Era una stupida e non sapeva perché stesse rischiando tanto, ma sapeva che doveva essere lì in strada e non in quella stanza estranea.
Aveva sentito il bisogno di uscire, come se fosse dipeso da questo la sua stessa vita e non riusciva a spiegarsi il motivo.
Riusciva ancora a scorgere la Reggia, notò voltandosi e, continuando a camminare guardando all’indietro andò a sbattere contro a qualcosa, qualcuno.
Ebbe un fremito e allungò il passo per allontanarsi dallo sconosciuto, poi una voce giunse a lei.

-Maestà ?

Chiese una voce incredula ai limiti del possibile.
Anne ebbe l’impulso di mettersi a correre e scappare, ma una Regina non scappava, il suo sangue reale non glielo avrebbe permesso, ed in fatti non lo fece.
Si voltò, decisa ad affrontare chiunque e qualsiasi cosa, e fece cadere il cappuccio mostrando il suo volto.
Sospirò a metà tra il sorpreso, il sollevato e il frustrato quando si accorse che ...

To be continued [ ... ]

Note dell'autore:
Primo capitolo/ Introduzione alla mia prima fanfiction a capitoli.
SIate clementi e ... spero seguirete le vicende della Regina e del soldato che mi hanno rubato il cuore.

 

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Capitolo 2
*** Insonnia - Part 2 ***


[...]

Si voltò, decisa ad affrontare chiunque e qualsiasi cosa, e fece cadere il cappuccio mostrando il suo volto.
Sospirò a metà tra il sorpreso, il sollevato e il frustrato quando si accorse che, tra tutte le persone contro le quali poteva andare a sbattere a Parigi, era andata a sbattere proprio contro Aramis.
Con la divisa fuori posto, senza il mantello e il cappello, agli occhi della Regina parve quasi un altro uomo.
Si chiese dove fosse diretto a quell’ora della notte e poi si chiese se stesse scappando dalle stanze di qualche gentil donna che aveva sedotto e poi si ritrovò ad essere infastidita dall’idea e fu riportata alla realtà dei fatti dalla voce dell’uomo.

-Maestà ?!

Aramis ripeté la stessa domanda di prima, soltanto con una intonazione diversa, un po’ confuso e anche sbalordito, rispetto a prima.

-Se continuate a ripeterlo allarmerete tutta la nazione, Monsieur Aramis.

Si guardò intorno, erano soli certo, ma non troppo lontani dalla Reggia ed era meglio per tutti che lui smettesse di ripetere quella cosa e, magari, cominciasse a dire altro, o andasse semplicemente via, anche quella sia accorse la Regina sarebbe stata una buona idea, almeno per la sua salute mentale che vacillava alla presenza dell’uomo, dato che ormai era di fatto.

-È successo qualcosa a Palazzo? È per questo che siete scappata?

La domanda era legittima e senza smentirsi l’uomo si voltò verso la strada che portava ai cancelli di Versailles come per assicurarsi che fosse tutto apposto, o qualcosa di simile, probabilmente si sarebbe messo a correre di lì a poco per avvertire chiunque, ma la Regina rispose per tranquillizzarlo.

-In verità non riuscivo a dormire …

Si sorprese lei stessa della spontaneità con la quale quella risposta venne fuori.
Lei era la Regina, no? Avrebbe potuto rispondergli in qualsiasi modo, perché optare proprio per la sincerità più estrema? 
Rimase un attimo in imbarazzo ed abbassò lo sguardo, in quel momento avvertì che lui stava sorridendo.

-La mia Regina non riusciva a dormire ed ha per questo deciso di intraprendere una passeggiata potenzialmente suicida nel cuore della notte? 

Chiese l’uomo, ancora genuinamente divertito dell’ingenuità della Regina che stava per replicare, ma si zittì sentendo delle voci in lontananza.
Aramis scattò in un attimo guardandosi intorno, poi le voci si fecero un po’ più vicine e lui riconoscendole si rilassò, ritornando a respirare.

-E’ soltanto Athos, della mia guarnigione, non c’è da preoccuparsi.

Si affrettò ad aggiungere per tranquillizzare la donna, che però aveva spento quel suo dolce sorriso sostituendolo con un’espressione appena corrucciata.

-Non voglio che mi veda qualcun altro, che sia un Moschettiere o un brigante. 

Si sentiva così stupida per essere lì fuori a quell’ora della notte, ed era già abbastanza che Aramis sapesse quanto lei era sciocca senza che lo sapessero anche altri.
Le voci, tuttavia, non si arrestarono e continuavano a chiamare a gran voce il nome di Aramis.
Non era solo Athos, si accorse la Regina, erano almeno in due a dar voce.

-Venite con me!

Aramis sembrò pensarci su appena prima di afferrare Sua Maestà per un braccio e trascinarla un po’ più all’interno del bosco, dove gli alberi si facevano più alti e crescevano di numero.
Si sentì un rumore, di rami spezzati, ma Anne non ebbe tempo di capire cosa fosse stato che si ritrovò con le spalle appoggiate contro il tronco di un albero e Aramis che la bloccava, guardando furtivo di lato.

-Non si rilassa mai, Monsieur?

Chiese a quel punto lei, vedendo quanto l’uomo fosse sempre allerta, lui si voltò a guardarla quasi sorpreso da quella domanda, puntando gli occhi nei suoi.
La Regina non si era accorta di quanto vicini fossero finché lui non si era voltato a guardarla.
Occhi negli occhi, in quel momento si rese conto che non passava un filo di vento tra loro.

-Quando non sono impegnato a salvaguardare la vita dei sovrani di Francia so essere un uomo molto rilassato a dire il vero …

Rispose, abbassando appena la voce, per non farsi sentire dagli altri, non accorgendosi, o forse facendolo, di quanto quel tono rendesse la situazione estremamente intima, più di quanto non fosse già.
Sapeva di doversi spostare da lei ma non era il momento di fare movimenti, quindi si sent’ quantomeno in obbligo di darle una spiegazione, o qualcosa di vagamente simile.

-Non appena l’allarme moschettieri sarà cessato sarà mia premura scortarvi nelle vostre stanze, nel mentre sarebbe meglio se nessuno dei due si muovesse, o attireremo qui tutta la guarnigione e io finirei sulla forca.

Lei sbarrò appena gli occhi a quella parola e lui sorrise, anche se era la realtà ; se qualcuno lo avesse trovato cosi, nel bosco, con la Regina di in veste da notte e lui con la divisa fuori posto, come minimo lo avrebbero impiccato prima dell’alba.
Si aspettava che la sovrana sorridesse e restasse zitta in attesa, invece lei parlò sorprendendolo.

- Mi sento come se tutti non facessero altro che proteggermi perché costretti, sai? Come se nessuno lo facesse perché fosse suo volere. Tranne voi. Voi siete davvero l’uomo più gentile, onesto e coraggioso che abbia mai incontrato in tutta la vita.

Passò da un tu involontario al voi nell’arco della stessa frase.
Non aveva progettato di dirgli quelle cose, né di fare quello scatto di frustrazione; semplicemente quando lui le girava intorno si sentiva protetta, in quel modo che ti fa venir voglia di confidare ogni cosa di te.
Aramis che aveva sempre le parole o il sorriso giusto per ogni occasione tacque per un istante, poi riordinò le idee, che erano sempre così stranamente confuse quando si trovava con la Regina, e parlò.

-È mio volere, dovere e onore, mettere la vostra vita davanti alla mia. Nessuna costrizione Maestà, e potrei parlare  a nome di tutti i moschettieri dicendo che non c’è un solo graffio o pericolo che non sia valso la pena, se è servito a tenere in vita voi e vostro marito il Re.

Anne restò ad ascoltarlo quasi incantata, neanche le stesse dichiarando amore eterno in versi.
Immaginò valesse la pena ascoltare con attenzione qualsiasi cosa uscisse da quelle labbra e quasi si dispiacque di non poter restare in silenzio, così, e dover invece “fare la Regina” e dir qualcosa.

-Forse dovrei rientrare …

Disse, nonostante di rientrare non avesse alcuna voglia.
L’altro, impeccabile soldato, annuì subito spostandosi da lei : non passò un secondo che la donna si ritrovò di nuovo incollata al tronco di quell’albero maledetto con l’uomo che la bloccava.
Si chiedeva cosa stesse succedendo e stava per chiedergli se fosse impazzito o cosa, ma lui le impedì di parlare poggiandole un dito sulle labbra e facendole segno con la testa di ascoltare.
Ascoltare …
La Regina non capì, poi sentì chiare delle voci.
Qualcuno aveva notato la sua assenza a corte.
Qualcuno la stava cercando. 

To be continued [...]

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Capitolo 3
*** Back to the Palace - part 1 ***


[...]

Le voci che chiamavano il suo nome le sembrarono quasi provenire da un sogno.
Prima lontane, poi sempre più vicine, le pareva impossibile che in così poco tempo, in quelli che era sicura non fossero stati altro che minuti, si fosse allarmate tutta la Reggia.
Ma se il respiro di quel moschettiere semi-sconosciuto, e il suo tocco erano reali, allora voleva dire che dovevano essere reali anche quelle voci che la richiamavano a se, costringendola ad interrompere così prematuramente la sua gita notturna.
Lanciò un’occhiata ad Aramis, quando si rese conto che probabilmente stare così tanto vicini era piuttosto sconveniente, una di quelle occhiate che parlano da se.
Il soldato afferrò il concetto e si allontanò appena da lei, non senza cercare di trattenere, con scarsi risultati, un sorrisetto a metà tra lo sfacciato e l’insolente.
La Regina fece finta di nulla, si sistemò la giacca da stanza e cercò di ricordarsi che era una Regina e non una contadina qualunque e che dunque non fosse normale che le guance le fossero andate in fiamme soltanto perché il primo uomo affascinante l’aveva sfiorata.
Fu grata al buio e alla situazione di panico che sembrava assorbire tutta la concentrazione del soldato che si guardava intorno quasi spaesato.

“Forse se vado loro incontro posso spiegare…”

Cominciò una frase interrompendola a metà quando si rese conto che era una pessima idea, seppure l’unica che aveva.
Aramis la guardò e poi guardò se e scosse la testa.

“Siete uscita di notte, in veste da camera e avete incontrato me nel bosco, Maestà; non servirebbero Santi per far capire a questa gente che è stato tutto un disegno bizzarro del Destino.”

Effettivamente era davvero bizzarro e persino la Regina stentava a credere che stava accadendo tutto quello.
Forse stava sognando davvero, forse fra un po’ si sarebbe svegliata, il fiato corto e i capelli spettinati, e si sarebbe resa conto che era tutto frutto di una fantasia troppo vivida.
Ma ancora una voce, ancora dei passi, si ritrovò a sospirare frustrata e Aramis rise appena.

“Dobbiamo rientrare a Corte e farlo senza che qualcuno ci veda. Siete pronta?”

Chiese e lei lo guardò con gli occhi quasi spalancati; come l’avrebbe spiegato il suo riapparire magicamente nelle sua stanze? A quanto pareva avrebbe dovuto inventarsi una buona bugia, per ora bastava che rientrassero.

“Credo che la Regina sia pronta a prendersi le sue responsabilità, si. Fa che questo piano funzioni.”

Fu quasi un appello, quello, l’ultimo di una notte cominciata e proseguita davvero male.
Lasciò che il soldato la guidasse verso il bosco, che voltasse per un sacco di strade, fidandosi di lui in una maniera quasi incosciente data la sua posizione.
Ma era un moschettiere, uno dei più valorosi, le aveva già salvato la vita altre volte, ben due per la precisione, supponeva di potersi fidare e basta.
La notte divenne sempre più pesta e lei inciampò in qualcosa, forse un ramo: non si sorprese quando Aramis la prese giusto prima che finisse a terra come una principiante.
Si rimise in piedi mantenendosi al braccio di lui che le spostò i capelli dal viso in un gesto quasi spontaneo che a lei non sembrò nemmeno sfacciato o esagerato.

“Vi ho salvata la vita più volte questa sera che non in tutta la mia gloriosa carriera.”

Disse e lei per la prima volta gli sorrise davvero, prima di rendersi conto ancora una volta che doveva necessariamente allontanarsi da lui, come sempre.
Fu proprio mentre gli lasciava il braccio che notò qualcosa al suo collo scintillare nel buio; riconobbe quasi subito la croce che gli aveva regalato settimane prima, quando lui le aveva salvato la vita la prima volta.
Sfiorò la catenina appena e fu quasi sorpresa che gli disse

“La indossate ancora.”

Lui quasi sembrò spaesato, poi abbassò lo sguardo e capì, le sembrò sorpreso della sua sorpresa.

“Non l’ho mai tolta da quando me l’avete messa, io … non me ne separo mai.”

Furono sorpresi doppiamente entrambi dopo la risposta di lui ma nessuno dei due lo diede a vedere più di tanto e dopo un istante si separarono quasi in imbarazzo mentre riprendevano a camminare.
Arrivarono alle spalle del Palazzo ed entrarono dalle cucine; Anne dovette amaramente rendersi conto che non le aveva mai viste le cucine reali che, a detta di Aramis, erano il posto meno affollato nelle situazioni di pericolo.
Erano vuote, infatti, come era vuoto metà del corridoio iniziale e per un attimo alla Regina sembrò che fosse stato tutto esagerato e che forse la situazione era molto meno complicata di come le era sembrata all’esterno.
Aramis conosceva un sacco di tunnel e scorciatoie, tante che la Regina si chiese quanto tempo passasse in quei corridoi e in quelle stanze tanto da saperne anche quelle più segrete.
Quando sbucarono nel corridoio che portava alle sue stanze quasi sospirò, ma ovviamente a cantar vittoria troppo presto si finisce sempre male.
Stavano avanzando nel corridoio quando una voce, seria e profonda alle loro spalle, pronunciò con tono quasi basito

“Aramis?”

Il soldato e la Regina si fermarono di colpo, entrambi presi alla sprovvista, così vicini che finirono l’uno contro l’altro.

To be continued [...]

Note dell'autore:
E dopo secoli I'M BACK!
Grazie a tutti per le recensioni e le bellissime parole che mi avete scritto, è solo per voi che ho ripreso! çwç
Ora ... non so dove la storia andrà a parare e può essere un pò lenta a partire, ma giuro che non ci metto altri 10 mesi per scrivere un capitolo u.u

 

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