Più forte della morte

di AveJackson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due occhi indecifrabili ***
Capitolo 2: *** 2-Nuovi ludi ***
Capitolo 3: *** 3-Un padre pericoloso ***
Capitolo 4: *** Tu non sei sola ***
Capitolo 5: *** 5-La profezia è stata cambiata ***
Capitolo 6: *** 6-I capelli di Leo vanno a fuoco ***
Capitolo 7: *** 7-Un sogno fin troppo reale ***
Capitolo 8: *** 8-La diet coke di Connor fluttua nell'aria ***
Capitolo 9: *** 9-Prima di andare ***
Capitolo 10: *** 10-Attacco aereo ***



Capitolo 1
*** Due occhi indecifrabili ***


Percy Jackson: Più forte della morte.

 

1-Due occhi indecifrabili

 
Percy appena vide la nave scendere dal cielo ebbe un tuffo al cuore, finalmente avrebbe rivisto Annabeth, ciò che però lo tormentava, era il fatto di come l’avrebbe presa Jason visto che lui aveva preso il suo posto quando era scomparso, dopotutto era diventato pretore di nuova Roma, un ruolo che spettava a lui di diritto, ma non ebbe il tempo di pensare ad altro che una ragazza dai capelli biondi si avventò su di lui facendolo cadere per terra:
-Percy! Ti ho cercato ovunque, ma finalmente ti ho ritrovato!
Lui non sapeva cosa risponderle, ma avvertì il desiderio di stringerla a sé, aveva ritrovato finalmente la persona che amava.
-Annabeth, io….-
-Silenzio Testa di Alghe e piuttosto fatti abbracciare!
Dopo questo incontro Percy riuscì a conoscere gli altri componenti della nave: Leo figlio di Efesto che negli occhi aveva una luce di follia, ma sembrava un tipo a posto, Piper figlia di Afrodite molto timida a quanto pareva e Jason figlio di Giove. Appena lo vide Percy cercò di giustificarsi:
-Jason io non volevo prendere il tuo posto, ti giuro che non volevo…
-Non ti preoccupare Percy è tutto a posto.
Eppure Percy era timoroso verso quel ragazzo era pur sempre figlio di Giove!
Dopo aver parlato con loro, Percy si accorse che una ragazza lo stava fissando era alta e portava un taglio molto corto asimmetrico, non capiva come, ma emanava un aura di potere così forte che anche se non fossi stato un mostro te ne saresti accorto.
Percy si avvicinò e notò nei suoi occhi qualcosa non umana: erano rossi e blu, quei due colori si mescolavano fra loro come in un armonia impossibile: fuoco e acqua. Ciò che però trovava ancora più strano, era una specie di tatuaggio sulla sua mano sinistra sembrava una falce, ma prima di poterle chiedere chi fosse gli si avvicinò Annabeth che gli disse:
-Oh che sbadata non vi ho presentati, Percy lei è Gea, ed è la nostra migliore componente della Argo 2°.  (scusate non so come si scrive il numero romano).








Spazio autrice:

Buona sera, questa è la mia prima volta che pubblico una storia e quindi sono una novellina, spero che recensirete sia in modo positivo che negativo così da darmi delle dritte su questa storia. Un bacione a tutti<3

AveJackson

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Capitolo 2
*** 2-Nuovi ludi ***


Percy Jackson: Più forte della morte

 

2- Nuovi ludi

 
Annabeth non riusciva ancora a credere di aver rivisto Percy, credeva di averlo perso, ma ora aveva giurato a se stessa che avrebbe fatto in modo di non perderlo di nuovo, ciò che però la fece ritornare con i piedi per terra fu la risposta imbarazzata di Gea al suo complimento:
-Annabeth guarda che è stato un onore salire su questa barca, ho cercato di fare solo il mio dovere.
-Solo il tuo dovere?!? Sei una delle migliori semidee che ho visto maneggiare una qualsiasi arma con così tanta destrezza e tu mi dici che hai fatto solo il tuo dovere?!?
A quel punto le guance di Gea si colorarono dello stesso colore dei suoi strani occhi, ma fu l’arrivo di Jason a salvarla da altro imbarazzo:
-Ragazzi Reyna vuole darci un caloroso benvenuto, ma ho notato che Ottaviano non ne sia molto contento, comunque sbrighiamoci!
Tutti insieme si precipitarono verso il Principia e Percy intrecciò la sua mano in quella di Annabeth ma dalla sua espressione sembrava molto preoccupato:
-Percy che hai? Sei molto pallido.
-Sto bene solo che vorrei capire chi è quella ragazza, ha un aurea di potere così forte……
-Anche a me la prima volta che l’ho vista mi ha fatto quel effetto, ma è una tipa apposto, solo che ha detto di aver fatto tutta strada fino a Long Island da sola, senza che l’aiutasse un qualunque satiro, molto strano per una semidea e ciò che però mi ha spaventato di più è stato il mostro che si è riformato solo per ucciderla: l’idra.
Dopo quest’ultima parola il viso di Percy sbiancò ancora di più di prima, sembrava sul punto di svenire, ma Annabeth non fece in tempo a dire altro che un suono di una conchiglia richiamò l’attenzione di tutti e Reyna cominciò a parlare:
-Romani accogliete questi nuovi semidei venuti dal Campo Mezzosangue per unirsi a noi in questa guerra contro i giganti. Fra di noi ci sono sempre state ostilità, ma Jason e Percy si sono guadagnati la fiducia dei rispettivi campi, quindi non diffideremo di voi. Ma ora passiamo a cose più allegre: per dare il benvenuto a voi Greci organizzeremo entro stasera i primi ludi di guerra fra Greci e Romani.
A quest’ ultima affermazione Annabeth vide tre reazioni diverse da parte dei Romani: la prima furono urla di gioia, la seconda, risatine sommesse (forse perché non vedevano l’ora di distruggerli), la terza, il silenzio.
Tutti i Greci si guardarono imbarazzati nessuno di loro aveva mai partecipato ai ludi perciò Frank e Hazel si offrirono per la spiegazione. Leo sorrideva vistosamente e dalla luce che aveva negli occhi, Annabeth capì che aveva qualcosa mooolto pericolosa nella testa. Piper sembrava fosse impaziente di iniziare, infatti correva a radunare tutti i mezzosangue migliori in battaglia. Clarisse che era venuta insieme a loro sorrideva cinicamente e intanto lucidava la sua terza lancia elettrica. In quella occasione non era potuta mancare Talia insieme al suo gruppo di cacciatrici che davano da mangiare ai loro lupi bianchi. Infine c’era Gea che cercava fra le armi una che le andasse bene, Annabeth pensò come mai ne cercasse una visto che gliela avrebbe data proprio lei, ma notò che ogni volta che Gea allungava il braccio per prendere un arma, la sua cicatrice sembrava brillare e lei ritirava la mano velocemente, Annabeth la guardò in faccia e vide che stava piangendo.
Alla fine notò Ottaviano che fino a quel momento stava stritolando un peluche a forma di orso, aveva cominciato a sorridere in modo crudele, come se un'idea geniale gli era balenata nella mente, stava nascondendo qualcosa.




 

Spazio autrice:

Eccomi per il secondo capitolo, miei dei credo che sia troppo corto, ma spero che renda lo stesso. Ringrazio katniss potter jackson per aver recensito. spero che la storia che sto scrivendo alla fine vi piaccia. Che gli dei siano con voi.

AveJackson
 

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Capitolo 3
*** 3-Un padre pericoloso ***


Percy Jackson: Più forte della morte

 

3-Un padre pericoloso

 
Il resto della serata, Leo la passò a ultimare il suo piano. Si era sistemato vicino alla polena della nave, vicino alla testa di Festus, eppure non era riuscito a concentrarsi sul serio, pensava ancora al modo in cui era arrivata Gea al campo, non riusciva a toglierselo dalla testa. Era stato qualche giorno dopo la loro impresa e lui si trovava nella fucina insieme ai suoi fratelli, quando verso sera sentì il suono dei corni, capì che stava succedendo qualcosa, infatti tutti si erano precipitati fuori e lui decise di seguirli. Tutti si stavano radunando all’ingresso del campo e vide qualcosa di sconcertante: c’era Gea con la maglietta insanguinata e con un vistoso taglio sul viso che correva inseguita dall’idra, chiedeva aiuto e così, Leo gli aveva lanciato una spada; e proprio mentre il sole calava, Gea aveva cominciato a brillare e con una mossa fulminea aveva ferito l’idra tanto da indurla a scappare. Dopo che aveva fatto questa incredibile impresa  Gea era svenuta e Leo con l’aiuto di Jason, l’aveva portata in braccio fino all’infermeria. Dopo quel episodio Leo sentiva che era cambiato qualcosa dentro di lui e sentiva il desiderio di proteggere Gea, vederla in quello stato lo aveva turbato parecchio. Non riuscì a pensare ad altro e arrivò Piper con l’armatura:
-Leo vieni, i Ludi stanno per cominciare.
-Arrivo, Miss Mondo.
Anche in armatura Piper era sempre bellissima anche quando era arrabbiata e questo non solo perché era la figlia di Afrodite.
-Smettila di chiamarmi così .
Insieme corsero verso il campo di battaglia. Siccome la sfida era disputata fra greci e romani, Percy era in squadra con loro, mentre Jason era con i romani. Annabeth stava raddrizzando l’armatura di Percy e borbottava in greco antico. Talia aprì in quel momento il suo scudo magico: l’egida facendo venire come sempre i brividi a Leo. Clarisse intanto stava indossando la sua armatura rosso sangue e parlava con Gea che si stava bendando la mano sinistra. Leo vide che Frank e Hazel parlottavano con Reyna e osservavano delle pergamene. Sembrava tutto normale solo che non vedeva dove fosse finito Ottaviano, forse stava sventrando uno dei suoi peluche pensò Leo e in quel momento un corno romano suonò.
Tutti i ragazzi fermarono quello che stavano facendo per correre verso il campo di battaglia, tutti i greci circondarono Percy che cominciò a parlare:
-ragazzi l’obiettivo di questa sfida è recuperare la bandiera rinchiusa nel forte romano. Ci divideremo in gruppi: Clarisse tu guiderai l’attacco insieme a Talia.
-Non chiedo di meglio!
Urlò Clarisse, Talia annuì mentre radunava le sue cacciatrici.
-Leo, tu distrarrai il nemico insieme ai tuoi fratelli.
Leo annui, era proprio quello che sperava.
-Piper, tu e un gruppo a tua scelta cercherete di entrare da una via secondaria e infine io, Annabeth e Gea cercheremo anche noi un entrata principale.
Leo guardò Gea: al chiaro di luna i suoi occhi bicolore diventavano inquietanti, vestita in armatura faceva veramente paura.
In quel momento risuonò di nuovo il corno, bisognava andare.
 
******
 
Clarisse e Talia si schierarono di fronte al forte insieme ai loro compagni.
-Forza distruggiamoli.
-Aspetta Clarisse, non è ancora il momento e poi i romani sono famosi per i loro trucchi.
-Ah va’ al tartaro Talia, è un sacco di tempo che non combatto lasciami divertire un po’! Ehi è il segnale, attacchiamo!
-Clarisse……
 
******
 
-La trappola è pronta, dobbiamo solo innescarla e i romani si prenderanno un bello spavento.
-Ok Leo, ma è necessario conciarsi così?!?
-Suvvia Jake, dopotutto è un gioco.
 
*****
 
-Piper non avrai mica intenzione di……
-Dai ragà è l’unico modo per entrare e poi ci faremo quattro risate.
-Ok……
 
*****
 
-Percy quella è la mia gamba!!!
-Scusa Annabeth…… AHIA!! GEA!!!
-Scusa, ma mi hai appena messo un piede in faccia.
-Ragazzi smettetela non dobbiamo fare rumore o ci scopriranno. Percy ho visto sulla mappa che qui affianco c’è un entrata secondaria, distrai le guardie, io e Gea cercheremo di entrare.
 
*****
 
-Hazel vedi qualcuno?
-No Frank, ma ho una bruttissima sensazione e……AHHHHH.
-COSA C’E’????
-GARDA LI’.
 
*****
 
Il piano di Leo stava funzionando alla perfezione: avevo riflesso su un enorme telo la sagoma di un dragone e con il fuoco lo aveva fatto apparire e lui insieme ai suoi fratelli si erano vestiti da dracene e altri mostri per attirare l’attenzione dei romani. Infatti avevano cominciato a lanciar loro delle frecce.
In quello stesso istante le squadre di Talia e Clarisse si erano lanciate in attacco seminando il panico.
Piper con il suo potere della lingua ammaliatrice era riuscita a penetrare nel forte seguita dai suoi compagni.
Intanto Percy, Annabeth e Gea dopo aver fatto scappare le guardie riuscirono a entrare nella sala principale e a prendere la bandiera, ma inaspettatamente si udirono tutti i corni suonare: il segnale del pericolo.
Gea era diventata a un certo punto più pallida e balbettando disse:
-No, non può essere!
Si precipitò fuori seguita da Percy e Annabeth che cercavano di capire cosa fosse successo e davanti a loro si presentò uno spettacolo terribile:
Dei mostri altri quattro metri stavano sputando fuoco bruciando le case dell’accampamento romano, tutte le truppe greche e romani stavano partendo all’attacco dei mostri e davanti a loro giacevano esamini alcuni dei loro compagni. Verso di loro corsero Leo e Jason entrambi mezzi carbonizzati e feriti:
-Percy non so come sia successo, ma sono entrati dei mostri al campo fra cui……
-L’idra!
Gea aveva un aspetto orribile eppure aveva avuto la forza di parlare:
-Finalmente ho capito come bisogna fare, lasciatemeli a me questi mostri!
-Ma……
-Salvate gli altri!
Leo si accorse di quanto fosse determinata, non l’aveva mai vista così, ma le diede una pacca sulle spalle:
-Va bene, ma cerca di rimanere viva.
Lei arrossì, ma corse all’attacco dei mostri, gli altri guardarono Leo a bocca aperta, subito dopo però corsero a radunare i superstiti.
Gea avanzo verso i mostri, non aveva più la mano fasciata e si poteva vedere chiaramente la sua cicatrice brillare.
-Ecco la figlia del cielo che viene incontro alla morte!
Sbraitò un mostro mentre l’idra si avvicinava lentamente a lei.
-LASCIATE STRARE I MIEI AMICI!
A quel punto si scatenò l’Ade: Gea urlò con tutta se stessa e sembrò che nella sua mano ci fosse un arma e in quel momento, un enorme meteorite grande quanto una casa, si riversò sui mostri schiacciandoli completamente e sollevando un polverone.
Quando la polvere ritornò a terra tutti rimasero a bocca aperta, Gea stringeva in mano una falce e intorno a lei vibrava un aurea di potere fortissima. Tutti rimasero a bocca aperta e si inginocchiarono, finché Reyna parlò con voce tremante:
-Ave a te Gea White, figlia di Urano.




 

Spazio aurice:

Eccomi di nuovo, ho finito il mio terzo capitolo e sono riuscita a farlo più lungo spero vi piaccia.

AveJackson

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Capitolo 4
*** Tu non sei sola ***


Percy Jackson: Più forte della morte

 
4- Tu non sei sola

 

Gea, si sentiva come un mostro, come qualcuno da condannare al rogo, come una strega! Tutti stavano lontano da lei perché avevano paura, altri invece gli lanciavano occhiate divertite, ma a debita distanza come se avesse potuto far piombare dal cielo un altro meteorite. Gea si lanciò verso il bosco, aveva voglia di distruggere qualcosa, ma non osava perché pensava che avrebbe contribuito ad isolarla ancora di più. Si fermò vicino a un tronco caduto e si sedette. Tirò fuori un regalo da parte di Leo: un piccolo album di fotografie che si poteva rimpicciolire e portare ovunque. Gea sfogliò le pagine: la sua prima caccia alla bandiera che aveva vinto, una foto insieme ad Annabeth e Piper, una con lei e gli altri che giocavano a pallavolo e l’ultima, la più recente: lei sulla Argo 2° che abbracciava tutti i suoi amici. A quel punto si mise a piangere il dolore era troppo forte.
In quel momento una foce femminile parlò alle sue spalle:
-Belle foto.
-Hazel!
Si era proprio Hazel, vestita con la divisa del campo Giove e con un pacchetto fra le mani.
-Ti stavo cercando, volevo sapere come stai…
Si sedette vicino a Gea e gli prese la mano con l’ormai visibile simbolo della falce.
-Sono un mostro…… sono figlia del padre dei titani……
-Non dire così e poi anch’io ero un tempo diffidata da tutti.
-Davvero?
-Si durante la mia prima vita……
-COME DURANTE LA TUA PRIMA VITA?!? NON SARAI MICA…
-Morta? Eh già…… ma questa e un’ altra storia che poi ti racconterò, comunque…… tutti mi disprezzavano perché credevano che fossi una strega, perché portavo dentro di me una maledizione terribile, io mi sentivo sola, ma poi sono arrivati Frank e Percy che mi hanno aiutato, ma io non voglio vederti soffrire, tu porti un grande peso è vero,ma sento che sarai tu la nostra ancora di salvezza nei momenti di bisogno, sento che grazie a te noi non ci dimenticheremo di avere fiducia nel mondo, io penso che sarà sicuramente così.
-Hazel……
-Ah! Me ne stavo dimenticando, ero venuta a cercarti pure per questo!
 E gli porse il pacchetto sopra di esso era scritto a grandi lettere il nomi di chi l’aveva fatto: Percy, Leo, Annabeth, Jason, Piper, Frank e tanti altri.
-E sta un idea di Leo, ma abbiamo contribuito tutti, perché ti vogliamo bene.
 Gea tra una lacrima e l’altra aprì il pacchetto c’erano le magliette dei due campi, ma con la differenza che su ognuno di essa era scritto “Si te stessa e non cambiare mai, noi ti vogliamo bene” infondo al pacchetto trovo una specie di cartoncino bianco.
-E un regalo magico, ci abbiamo messo tutti quanti i nostri poteri, è un mezzo magico che ti farà vedere la verità nelle cose.
Gea guardò commossa Hazel, i suoi occhi si colorarono di un forte sentimento la felicità. Subito Gea strinse Hazel in un grande abbraccio.
-Grazie di nuovo Hazel.
In quel momento arrivò Frank tutto trafelato e ansimante. Hazel gli scoccò un occhiataccia, ma quando vide il suo volto si preoccupò immediatamente.
-Frank, cosa succede?!?
Frank non aveva ripreso ancora il fiato guardava prima Gea, poi Hazel, poi di nuovo Gea.
-Ottaviano sta radunando tutti, vuole accusare voi Greci!
Gea si alzò come una furia dal tronco caduto, si asciugò immediatamente le lacrime e si senti avvolgere dalla rabbia, il simbolo gli bruciava, ma parlò con voce sicura:
-Sapevo che l’avrebbe fatto.
-Cosa?!?
-Andiamo.
 


 

Angolo autrice:

Buona sera a tutti, mi scuso per la lunghezza del capitolo, ma volevo lasciare la sorpresa scusatemi ancora e un bacio a tutti.

AveJackson

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Capitolo 5
*** 5-La profezia è stata cambiata ***


Percy Jackson: Più forte della morte

 

5-La profezia è stata cambiata.

 

Frank non aveva ripreso fiato, che già doveva ricominciare a correre, da un momento all’altro sarebbe crollato come un sacco di patate, ma non si fermò perché voleva capire ciò che aveva appena detto Gea. Mentre correvano nel buio Frank decise di trasformarsi così avrebbe trasportato Hazel e Gea, e in un attimo si trasformò in un orso bruno, facendo spaventare a morte Gea che cadde all’indietro.
-Tranquilla Gea è solo Frank che usa il suo potere.
-O-okay.
Ripresero a correre sulla groppa di Frank che in quel momento si ritrovò a pensare a quel motivo così assurdo da provocare la paura di tutti nei confronti di Gea, anche se lui stesso a volte era un po’ titubante verso di lei , ma ricacciò via quel pensiero, era una sua amica e lui l’avrebbe difesa.
Corsero ancora un po’ finche una voce urlò:
-Un orso! Alle armi!
-Fermo Dakota, è Frank, non vorrai colpire il nostro centurione?
-Scusa Hazel, ciao Frank. Ehi c’è pure……
Gea scese in quel momento dalla groppa di Frank che si ritrasformò in umano, aveva un espressione mista tra la rabbia e il dolore. Dakota si accorse del suo errore e cambiò immediatamente il discorso:
-Ehm, vi volevo avvisare che la seduta al senato sta per iniziare e Ottaviano vuole che siano presenti tutti.
Frank si era completamente scordato di Ottaviano, quel traditore stava architettando un colpo basso verso i suoi amici.
Gea sembrava non stare meglio di lui, i suoi occhi erano diventati completamente rossi e il simbolo sulla sua mano brillava.
-Venite, sono curiosa di vedere che ha complottato quello……
Non finì la frase che una figura indistinta corse ad abbracciarla, era Leo.
-Gea! Dove eri finita, ti cercavamo tutti, ma ora vieni ho una brutta sensazione.
Gli occhi di Gea ritornarono di nuovo del suo colore abituale e il simbolo smise di brillare.
-Si Leo, vengo subito.
E tutti insieme corsero verso il senato.
Mentre entrarono videro Ottaviano che passeggiava per la sala e blaterava:
-I greci sono dei traditori! Noi li abbiamo fatti entrare, li abbiamo accolti e loro ricambiano facendo entrare nel nostro campo un esercito di mostri e……
-Non ti azzardare a dire un’altra cazzata come questa, conosco i miei amici uno a uno e so che non farebbero mai una cosa del genere.
Chi aveva parlato era Percy, Frank non lo aveva mai visto così però se lo aspettava, lui non aveva mai permesso che qualcuno parlasse male dei suoi amici. In quel momento si alzò anche Jason:
-Su questo sono d’accordo con Percy, anch’io sono stato al campo mezzosangue con loro e sono tutta brava gente.
Ottaviano ripresosi dallo shock per l’interruzione riprese a parlare:
-E allora perché hanno fatto entrare tutti quei mostri? Fin da subito ho sospettato che ci fosse qualcosa che non andava e ho avuto la conferma quando sono andato a vedere le nostre guardie e come temevo sono state tutte colpite di spalle, cosa impossibile per un mostro……
-Che cosa stai insinuando, lurido…
Annabeth era riuscita a fermare Clarisse, ma non in tempo per evitare il guaio.
-Sto insinuando che siete stati voi greci ad uccidere le nostre guardie!
La sala piombò nel silenzio: tutti i Greci sembravano sul punto di distruggere Ottaviano e alcuni Romani lanciarono alcune occhiate risentite verso di loro.
Frank si volò a guardare Gea e per un attimo si spaventò davvero: i suoi occhi brillavano di un rosso sangue e anche il simbolo della falce brillava, ma di un colore nero e nel suo sguardo vide una luce assassina. Si alzò molto lentamente, guadagnandosi lo sguardo di tutti i presenti.
-Ottaviano……
Mentre scandiva il suo nome, la temperatura si abbassò in una manciata di secondi e Frank cominciò a preoccuparsi.
-Sei stato tu ad uccidere le guardie, tu hai fatto entrare i mostri e ho le prove, per farli entrare ti sei bruciato le mani, l’ho hai fatto durante i ludi quando tutti erano distratti.
E con un gesto delle mani, le fasciature che prima Frank non aveva notato, volarono via, mostrando le mani viola di Ottaviano.
In quel momento nessuno ebbe il coraggio di parlare, chi era troppo sbigottito per la rivelazione e per la reazione di Gea, chi era pronto a balzare su Ottaviano e chi in quel momento era svenuto. Prima che accadesse il qualcosa di irreparabile, un rumore di zoccoli si sentì nella sala e comparve in tutta la sua forma equina Chirone che portava sul suo dorso Rachel che era in divisa scolastica.
-Scusate se non sono potuto venire prima, ma ora non importa, perché sta accadendo qualcosa di spavent…
Rachel scese giù dal suo dorso come una furia e ansimando disse:
-Non riesco a controllare lo spirito di Delfi e come se……
Non riuscì a dire altro che cadde in ginocchio, i suoi occhi diventarono verdi e una voce antica e profonda parlò attraverso Rachel
Che cosa stai facendo?!? Tu non puoi cambiare la profezia non p…. Rachel si contorse, il suo corpo irradiò una luce verde e proclamò:
Sette mezzosangue alla chiamata risponderanno.
Fuoco o tempesta il mondo cader faranno.
Con l’ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere,
e alle Porte della Morte, i nemici armati si dovran temere.
Ma tutto questo non potrà avvenire,
se la figlia del cielo non dovrà soffrire.
I suoi compagni aiuterà,
e la speranza tornerà.

Proclamato l’ultimo verso Rachel cadde a terra svenuta e in quel momento si scatenò l’Ade.




 

Angolo autrice:

Buona sera a tutti, scusate se non ho potuto scrivere prima, ma ho avuto alcuni proplemi a scuola e non avevo tempo per scrivere, comunque sperò vi piacerà il capitolo. Un bacio a tutti.

AveJackson

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Capitolo 6
*** 6-I capelli di Leo vanno a fuoco ***


Percy Jackson: Più forte della morte

 

6- I capelli di Leo vanno a fuoco.

 

Jason pensava che ormai nulla potesse più sorprenderlo: l’attacco improvviso di una banda di mostri antichissimi, Gea che fa piovere dal cielo un meteorite, Ottaviano che tradisce Roma per il potere e subito dopo fugge e infine Rachel che crolla dopo aver pronunciato la grande profezia solo che era stata modificata…… Ormai era sicuro che nulla lo sorprendesse più, ma come al solito si sbagliava.
Era passato un giorno da quello che era successo e lui gironzolava per le vie del campo Giove: Hazel, Piper e Annabeth ridevano scompostamente per via delle battute di Leo e per gli scherzi che faceva a Frank mentre lui si prendeva la testa fra le mani sconsolato, Gea si allenava con la spada mentre un gruppetto si era avvicinato per dargli dei consigli.
 “I soliti superficiali” pensò Jason “ Prima la ignorano perché all’inizio non è nessuno, poi continuano ad ignorarla per la paura e adesso fanno a gara per parlare con lei perché ha smascherato Ottaviano”. In tutto quel trambusto Jason però non vide Percy e così decise di andarlo a cercare.
Non lo trovò da nessuna parte finché decise di cercarlo agli alloggi dei pretori.
Corse per le vie di Nuova Roma si sentiva di nuovo a casa: gli artigiani aprivano le loro botteghe, i figli dei semidei correvano rincorrendo i loro cani, alcuni ragazzi si erano riuniti per suonare la lira e la chitarra. Jason in tutti questo vide un immagine di serenità e pensò di rimanere lì fra la sua gente per sempre, ma quel pensiero gli lacerò il cuore tanto che lo fece quasi cadere, ma lui si riscosse subito e ricominciò a correre verso gli alloggi dei pretori. Un tempo lui viveva proprio li, ma da quando Era aveva rubato la sua memoria e lo aveva fatto andare al Campo mezzosangue ora ci viveva Percy. Con il fiatone solcò la porta di ingresso e vide Percy seduto sul letto che si rigirava fra le mani la sua collana del campo, aveva gli occhi rossi.
-Percy stai bene?
Quest’ultimo si alzò di scatto per la sorpresa, ma si rilassò subito quando vide Jason.
-Si, va tutto bene…
-Eh no! Tu non me la racconti giusta, avanti dimmi cosa è successo!
Percy si lasciò ricadere sul letto.
-Jason questa non è la mia casa, anche se Era mi ha rubato i ricordi so che non potrei vivere qui, non voglio essere un pretore, ma non voglio lasciare Hazel e Frank sono i miei amici, però io non riesco ad immaginare la mia vita senza Annabeth…… AH NON C’E’ LA FACCIO!
Si seppellì la testa fra le mani e Jason capì di doversi girare da un'altra parte, ma subito dopo si sedette a fianco a lui.
-Percy, anche per me è difficile, il Campo Mezzosangue non è il mio posto, ma nemmeno io voglio lasciare quel combina guai di Leo e nemmeno Piper lei per me……
Si interruppe bruscamente rendendosi conto che la sua voce si era incrinata, questo mosse qualcosa dentro il cuore di Percy che si rimise in piedi e porgendogli la mano disse:
-Tutti noi abbiamo persone care che non vorremmo abbandonare, ma faremo in modo di riuscire ad abbandonarne nessuna.
Jason fissò Percy: i suoi occhi erano tornati luminosi e riflettevano l’oceano dopo una mareggiata. Jason sorrise:
-Giusto!
E afferrò la sua mano. Jason si sentì pervadere da una forza nuova: erano una squadra e si sarebbero aiutati.
-Direi che dovremmo tornare dagli altri o si preoccuperanno.
-Si, andiamo.
Quando raggiunsero gli altri videro che un drago stava inseguendo Leo che urlava come un pazzo lui stava per afferrare la spada quando Piper lo bloccò.
-Tutto a posto Jason! E’ solo Frank che si è infuriato con Leo per gli scherzi. In quel momento i capelli di Leo andarono a fuoco, ma nessuno si preoccupò perché Leo era immune al fuoco, ma la scena era troppo divertente che tutti cominciarono a ridere. In quel momento tornò Gea dal suo allenamento e portava sulle spalle la sua falce.
-Mi sono persa qualcosa.
Tutti la guardarono, intorno a lei sembrava che l’aria si fosse rarefatta e il suo corpo sembrava brillare come una stella, i suoi poteri stavano crescendo nel giro di poco tempo tutti i mostri si sarebbero messi alla sua calcagna.
-Nah…… Solo Leo che prendeva fuoco.
Rispose Annabeth e tutti risero. Quella sera tutti durante la cena si sistemarono vicino a Rachel che sembrava essersi ripresa da quello che era successo il giorno prima. Annabeth abbracciava Percy e lo chiamava per il suo nomignolo facendolo sbuffare, Frank che aveva fatto pace con Leo, rideva e si rovesciava di continuo addosso la Coca Cola, Gea cercava di battere il suo record nel lanciare i pop corn senza che cadessero, Clarisse cercava di fare l’alfabeto dei rutti mentre Talia rideva a crepapelle rischiando di cadere dalla sedia, i fratelli Stoll avevano appena fatto uno scherzo a Jake Manson che li stava inseguendo con una specie di lanciafiamme.
-Era da tanto che non avessimo una serata così tranquilla.
Disse Piper. Jason la trovava ancora più bella di notte; i suoi occhi mandavano delle scintille e aveva quel sorriso così dolce e naturale che sembrava rendesse tutto più facile.
-Già, ma questa pace non durerà per sempre, ora che abbiamo Gea, sarà veramente difficile vivere tranquilli.
-Beh……sarà pure vero, ma almeno godiamoci questa serata.
In quel momento arrivò proprio Gea accompagnata dagli altri, teneva una chitarra in mano.
-Ehi, vi va di ballare al ritmo di musica?
-Non sapevo che sapessi suonare la chitarra…
-Beh sono una ragazza piena di sorprese… e ora scatenatevi!
Risero e quella volta si divertirono davvero.



 

Spazio autrice:

Buona sera a tutti, mi dispiace di non aver pubblicato prima per via della scuola e pure per il fatto che volevo scriverlo bene questo capitolo. L'ispirazione mi è venuta mende portavo a spasso il mio cane perciò avevo un poco di tempo libero. Spero vi sia piaciuto. Ringrazio le persone che mi seguono e anche i lettori silenziosi. Un bacio a tutti.

AveJackson

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Capitolo 7
*** 7-Un sogno fin troppo reale ***


Percy Jackson: Più forte della morte.

 

7-Un sogno fin troppo reale.

 

Per Gea quella fu una delle migliori serate della sua vita da semidea, prima di allora aveva un fugace ricordo della sua vecchia vita: il volto di sua madre, la scuola in cui non riusciva a concentrarsi, i compagni di classe che la prendevano in giro, le uscite…… ma tutto era avvolto in un fitto velo di angoscia e Gea non riusciva mai ricordare i particolari, beh questa era una cosa normale per lei: era iperattiva, ma a differenza degli altri semidei non era dislessica.
Quella sera dopo aver ballato e suonato intorno al fuoco insieme ai suoi amici decise di andare a letto, in fondo quando aveva deciso una cosa del genere, il sole stava facendo capolino fra le montagne e tutti ormai si reggevano in piedi a stento.
Gea prima di congedarsi aveva abbracciato a turno tutti i suoi amici e per un attimo pensò che i suoi avessero dimenticato tutti i loro problemi. Dopo aver salutato tutti, cercò quasi arrancando gli alloggi dei Greci che erano stati allestiti dai Romani per ospitarli, dopo essere entrata nella sua tenda tolse tutto ciò che aveva in tasca: un plettro per la chitarra, una matita e il regalo dei suoi amici, era certa che un giorno gli sarebbe servito. Si spogliò e si accasciò nel letto, subito il contatto con il materasso servì a farla addormentare e in quel momento si presentò il sogno.
La prima cosa che vide fu un esplosione di stelle davanti ai suoi occhi e la terra sotto di sé. Cacciò un urlo, ma non udì la sua voce, in quel momento si accorse di tre cose:
-Uno: si trovava nello spazio;
-Due: non poteva sentire la sua voce perché nello spazio non si propaga il suono;
-Tre: stava respirando;
In quel momento andò nel panico e  percepì che l’universo stava vibrando finché in quel momento una voce nella sua testa non parlò:
-Non dovresti agitarti così, potresti provocare l’esplosione di qualche pianeta.
Gea si girò vide qualcosa di straordinario: sembrava che una miriade di stelle avesse formato un volto e Gea percepì in quel essere qualcosa di familiare.
-Padre……
In quel momento in quella specie di volto si formò un sorriso.
-Ascolta figliola, non abbiamo molto tempo, fra non molto ti sveglierai e tu devi sapere delle cose…… tu dentro di te hai un potere così forte che se non fosse stata per la mia volontà adesso saresti ridotta in cenere perché…ah. È meglio partire dall’inizio, quando Gea era incinta di Crono io sperai che fosse il migliore dei miei figli e quindi trasmisi dentro di lui il potere che hanno ora gli dei, ma invece di essere trasmesso dentro di lui i miei poteri andarono ai miei nipoti: Zeus, Poseidone e Ade. Ora il mio potere è stato trasmesso pure a te, ma mentre quello dei Pezzi Grossi e stato trasmesso da il padre ai figli……
-Il mio potere e più forte di quello degli dei perché me lo hai trasmesso direttamente.
Concluse Gea, la rivelazione era sconcertante, era davvero un mostro, un arma da guerra capace di distruggere gli dei, una potenza che avrebbe messo in pericolo tutti i suoi amici,era troppo per lei e sarebbe svenuta se Urano non l’avesse rincuorata.
-Devi accettare la tua nascita perché solo così potrai sconfiggere Gea, anche se non fai parte della profezia dei sette proteggerai i tuoi amici e in oltre devi ringraziare Percy e Annabeth se ora sono risorto.
Un'altra rivelazione, Gea non c’è la faceva più ma ebbe la forza di chiedere:
-Ma siete stato annientato completamente da Crono con la sua falce, nessuno più credeva alla vostra storia…
-Ero stato annientato, ma il mio essere era confinato nella zona più lontana dell’universo, ma grazie all’amore di Percy e Annabeth sono tornato, il loro amore e qualcosa che può battere perfino l’annientamento totale.
-Più forte della morte……
In quel momento l'universo tremolò e il volto di Urano cominciò a sbiadirsi.
-Vorrei poter ancora parlarti, ma ti stai per svegliare e ti devo dare ancora questo.
Dal nulla si plasmò una specie di braccialetto che sembrava risplendere la forza dell’universo, sembrava fatto con fili di argento ed era leggerissimo.
-Aprilo.
Gea non riusciva a capire come sarebbe riuscita ad aprirlo, ma provò a fare la stessa cosa che aveva fatto quando aveva provato ad usare la falce e subito il braccialetto brillò e si trasformò in una specie di scudo: era particolarmente bello e vi era incisa la via lattea, era stato costruito con un materiale che non conosceva, non era né bronzo celeste né oro imperiale.
-Ora devi andare figlia mia, fai buon uso del mio dono, non dimenticare il potere che scorre in te, vai dove le radici della civiltà sono più antiche, ma soprattutto stai attenta a…
In quel momento l’universo si spense e Gea ebbe la sensazione di precipitare e urlò.
-Padreeee
Questa volta sentì la sua voce e aprì gli occhi, in quel momento vide le facce preoccupate di Annabeth e Piper.
-Gea stai bene? Urlavi nel sonno e non riuscivamo a svegliarti.
Gea si drizzò a sedere, ed ebbe un brivido, si accorse che aveva sudato e mormorò.
-Va tutto bene era solo un sogno……
Notò che Annabeth e Piper non sembravano molto convinte della sua risposta, ma non chiesero altro.
-Vieni Gea, Chirone vuole riuniti tutti entro mezzogiorno ed è già tardi.
Detto questo uscirono. Gea mentre si alzava si accorse che al polso della mano destra teneva il braccialetto che gli aveva donato il padre.
-Quello non era solo un sogno……
Mormorò fra sé e sé. Si vestì mettendosi jeans, maglietta del Campo Mezzosangue e giacca a vento e uscì dalla tenda pensando a su che cosa aveva cercato di metterla in guardia Urano.

 
 

Angolo autrice:

Buona sera, semidei, ho pubblicato il nouvo capitolo e mi scuso per il mio modo stupido di pubblicare le storie un giorno si e uno no, ma ho una gran voglia di scrivere. Comunque tornando alla storia avevo pensato di incentrarla su Piper, ma volevo che questo capitolo trattasse del sogno di Gea, ma prometto che il prossimo sarà su Piper. In ogni caso se recensirete (lo spero tanto) volevo chiedervi su quale personaggio volete che incentrassi per il nono capitolo. Un abbraccio e che gli dei siano con voi.

AveJackson
 
  
 

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Capitolo 8
*** 8-La diet coke di Connor fluttua nell'aria ***


Percy Jackson: Più forte della morte.

 

8-La diet coke di Connor fluttua nell’aria

 

Piper si era veramente spaventata per Gea quella mattina, era andata a svegliarla e l’aveva vista che tremava nel sonno, aveva chiesto aiuto ad Annabeth e insieme avevano cercato di svegliarla, ma sembrava quasi non respirasse e intorno a lei si creavano piccolo bagliori di luce che si spegnevano subito. Erano veramente preoccupate quando Gea si svegliò di botto e Piper intravide nei suoi occhi la paura. Non aveva creduto a quello che Gea gli aveva detto e ora si stava dirigendo di corsa verso la tenda di Jason. Quando aprì la tenda vide Percy che creava dei piccoli mulinelli nella mano mentre ascoltava Jason annoiato. Piper si precipitò dentro spaventando i ragazzi, ma appena raccontò la situazione, sui loro volti si formò la preoccupazione.
-Dobbiamo dirlo a Chirone, tu Piper dovresti parlare con Gea dobbiamo capire cosa le è successo.
Piper sentiva che il suo cuore si stesse strappando, aveva passato dei mesi fantastici con Gea era diventata un’ amica fidata e ora era seriamente preoccupata per lei. Si fiondò tra le braccia di Jason e lui sorpreso gli mormorò:
-Ehi va tutto bene, lo sai che noi semidei facciamo sempre sogni pericolosi, forse Gea avrà fatto un sogno premonitore.
Piper tirò su col naso, ma capì che Jason aveva ragione: pure lei aveva avuto dei sogni terribili. Salutò i ragazzi e andò a cercare Gea, corse fino a raggiungere l’entrata del campo Giove e la vide seduta su un masso vicino al piccolo Tevere. Si sedette vicino a lei facendola sobbalzare, sembrava che oggi sarebbe riuscita a spaventare tutti i suoi amici.
-Sai Gea, credo che il tuo non sia stato un semplice sogno e credo anche tu mi nasconda qualcosa.
Gea guardò in faccia Piper e in quel momento i suoi occhi si colorarono di rosso e sembrava mandassero lampi, ma poi diventarono di un azzurro quasi grigio e notò l’angoscia nei suoi occhi.
-Ho sognato mio padre, mi diceva che il mio potere è più potente dei pezzi grossi e questo mi ha dato la conferma di essere un mostro, in oltre mi ha detto di andare dove la radici della civiltà sono più profonde e infine mi ha donato questo.
Gli mostrò il suo braccialetto che in quel momento si trasformò in un magnifico scudo.
-Non so di che materiale sia fatto, non sembra bronzo celeste e nemmeno oro imperiale, tu lo sai?
Piper osservò lo scudo meglio, anche se lei non era mai stata un esperta in armi però era sicura di non conoscere quel materiale: era di un blu elettrico e ogni volta che il sole si specchiava nello scudo le immagini incise sembravano illuminarsi.
-No, non credo di conoscerlo però sono sicura che Leo saprà di cosa è fatto.
Gli occhi di Gea si illuminarono e si alzo di scatto e porgendo la mano a Piper gli disse:
- Si glielo chiederò, però credo che dovremmo andare, mi hai detto proprio tu che Chirone ci aspetta.
Piper accolse la sua mano e prima che si incamminassero le rispose:
-Bene andiamo e Gea…… tu non sei un mostro.
Gea le sorrise e Piper sentì un gran calore entrare dentro di lei, quel sorriso gli aveva riscaldato l’anima ed era felice di vederla sorridere.
Quando arrivarono nel luogo dove si sarebbe tenuta quella specie di riunione, Piper vide Chirone che discuteva con Percy e dal suo volto notava  chiaramente la preoccupazione, ma quando vide Gea i muscoli del suo viso sembrarono rilassarsi. Nella sala erano presenti Jason, Annabeth, Frank, Hazel, Leo, Thalia, Clarisse, Connor, Trevis, Reyna, Nico e perfino Grover che Piper non vedeva da quando era arrivata al campo Giove. Tutti si sedettero in torno al tavolo, chi non trovò posto si sedette per terra, in quel momento Chirone provò a parlare, ma non riuscì a farsi sentire a causa del chiasso che si era formato a causa dei fratelli Stoll che avevano scambiato la lancia di Clarisse con una di cera che si era sciolta con un pernacchio e le stavano prendendo dalla proprietaria. Chirone dovette battere gli zoccoli per riuscire a farsi sentire. Dopo essere riuscito a separare Clarisse da Connor che aveva un occhio nero parlò:
-Ora che siete riusciti a darvi una calmata devo dirvi alcune cose. Jason mi ha riferito che Porfirio sta per attaccare l’originario Monte Olimpo in Grecia perciò i componenti dell’ Argo II dovranno essere pronti a partire.
Fece una piccola pausa e Piper si sentì gelare, aveva visto una volta sola Porfirio e gli bastava. Chirone prima di riprendere a parlare guardò per un istante Gea.
-C’è un'altra cosa che dovete sapere, sull’Argo II devono salirci solo gli eroi della profezia e quindi anche Gea ora che la profezia è stata cambiata.
Piombò il silenzio e tutti si voltarono a guardare Gea che sembrò aver acquisito interesse per i suoi anfibi.
-Inoltre avevamo pensato che se i poteri di Gea sono così potenti dovremmo scoprirli tutti, perché potrebbero tornarci utili.
Gea ritornò a guardare Chirone ed esclamò:
-Ma come?!? Io stessa non riesco a capire i miei poteri figuriamoci a controllarli.
Ripiombò il silenzio, sembrava che tutti si fossero messi a pensare, Piper rifletté sui poteri di Urano finché capì.
-Gea tuo padre ha soprattutto potere sulla gravità quindi potresti averlo pure tu, prova a concentrarti su un oggetto.
Gea la guardò incerta.
Sei sicura che non combinerò un guaio?
-Sicurissima ora provaci.
Gea titubante si guardò attorno finché il suo sguardo non si posò sulla Diet coke che Connor teneva sull’occhio nero e chiuse gli occhi. In quel momento la lattina scappò via dalle mani del proprietario, fluttuò nel aria e mentre si capovolgeva, tutto il contenuto si riversò fuori sottoforma di palline. In quel momento tutti lanciarono un urlo di sorpresa e Gea riaprì gli occhi così velocemente che la lattina cadde sul tavolo spargendo tutto il succo.
Chirone che era rimasto sorpreso balbettò:
-Impressionante…
Leo subito si alzò dalla sua sedia e urlò:
-Gea è incredibile, se tu riuscissi a controllare la gravita sui corpi potresti volare.
Anche Annabeth scattò in piedi.
-Scommetto che questo è niente in confronto a quello che tu saprai fare.
Tutti in quel momento saltarono addosso a Gea letteralmente: chi gli diede delle pacche sulla schiena, chi l’abbracciò e chi fantasticò su i suoi poteri. Piper capì che Gea non era abituata a questo genere di cose e avrebbe voluto trascinarla via di li, perché sembrava sul punto di collassare tanta era la gente che aveva addosso. Percy, Annabeth, Leo, Jason, Hazel, Frank e lei prima che Gea potesse scappare, la caricarono sulle spalle, uscirono dalla sale e quasi correndo
-ORA SIAMO PIU’ FORTI E SIAMO PRONTI A LOTTARE.
E in quel momento Piper credette veramente che il cielo in quel momento, stesse sorridendo.

 

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Capitolo 9
*** 9-Prima di andare ***


Percy Jackson: Più forte della morte
 

9-Prima di andare

 

Quando Percy riuscì a ritornare al dormitorio crollò sopra il suo letto, avevano discusso a lungo con gli altri per prepararsi alla partenza, inoltre, era stata una stata una strana giornata e da quello che gli aveva raccontato Piper riguardo a Gea, era molto preoccupato. La conosceva da nemmeno una settimana, eppure, sentiva che era importante averla al suo fianco, l’aveva vista combattere e Percy era sicuro che c’era bisogno di lei in quella battaglia. Prima che potesse togliersi l’armatura si addormentò.
Fu una notte agitata e siccome i semidei sognano da schifo, si ritrovò in una caverna cosparsa di pietre preziose. Di tanto in tanto la grotta sembrava si muovesse e le pietre cadevano e si fondevano con il terreno.
Percy avvertì una presenza oscura e pericolosa, fece per prendere Vortice, ma si accorse di non averla. In quel momento sentì un rombo e il ragazzo vide formarsi un volto femminile nel terreno: aveva gli occhi semichiusi e le rughe del suo volto creavano solchi nella terra. In quel momento quel essere parlò:
-E così il mio ex marito, ha avuto una figlia. Eppure questo non fermerà il mio risveglio, Porfirio è pronto ad attaccare l’olimpo e le mie armate stanno crescendo, è il momento di arrenderti, figlio del dio del mare! Sarai la mia pedina e se non farai ciò che ti dico……tu non vorrai far morire degli innocenti?
“Gea!”
Percy cercò di urlarle contro, ma non riusciva a dire nulla, come se una forza lo impedisse di parlare.
-Ricorda le mie parole e nessuno si farà male.
E in quel momento il terreno si squarciò e lo inghiottì.
Percy si svegliò di scatto proprio nel momento in qui entrò nella stanza Annabeth:
-Sveglia, Testa di Alghe! Dobbiamo andare.
La partenza! Percy se n’era proprio dimenticato, dovevano partire proprio quel giorno alla volta della Grecia.
-Ah già la partenza! Arrivo subito.
Sul volto sorridente di Annabeth si formò una ruga di dubbio.
-Scommetto che te neri dimenticato! Be’ hai 5 minuti per prepararti, ci vediamo in piazza. Ah! Vedi di toglierti l’armatura prima di dormire.
E uscì dalla stanza: tipico della sua ragazza!
Sbuffando, Percy si alzò dal letto e si ritrovò pieno di crampi dovuti a come aveva dormito. Cercò di prepararsi uno zaino decente e uscì dalla stanza ancora preoccupato per la visione avuta durante la notte.
Quando uscì senti lo stesso suono che aveva sentito quando era arrivata la nave. La Argo II era lì, imponente e maestosa: Leo trafficava con i cavi, pescava oggetti dalla sua cintura magica degli attrezzi e agitava un telecomando Wii e Percy non riusciva a capire come faceva a fare tutto questo nonostante fosse iperattivo persino per Percy sembrava impossibile. Frank provava ad aiutarlo trasformandosi in falco per far passare le corde tra le vele, nonostante quei due non andassero d’accordo si aiutavano lo stesso. Hazel con l’aiuto di Piper caricava gli zaini contenenti le provviste nella stiva della nave. Percy in quel momento vide Jason, Reyna e Talia che discutevano animatamente:
-Non potremo correre in vostro aiuto, il campo è stato già attaccato e noi non possiamo permetterci distrazioni, avremo bisogno di tutti i semidei e di tutte le cacciatrici disponibili.
Jason guardò con rabbia Reyna:
-E va bene, ma vedete di ritrovare Ottaviano, può essere parecchio pericoloso, io lo conosco bene.
Percy aveva saputo che prima che era rubasse la memoria a Jason, quei due si piacevano, ma sembrava che adesso tutto fosse cambiato a causa di quella guerra. In quel momento Talia disse:
-Mio fratello e i sette dovranno partire da soli, ma nemmeno il campo Mezzosangue non può essere lasciato incustodito. Propongo di dividerci.
Percy decise di intervenire:
-Si, Talia ha ragione, non dobbiamo metterci uno contro l’altro, è questo quello che il nemico vuole.
Reyna e Jason annuirono e se ne andarono in due direzioni opposte.
Percy dopo aver aiutato a caricare gli zaini, si accorse di non aver ancora visto Gea quel giorno.
-Annabeth, hai visto Gea? Non capisco dove…
-Tranquillo è andata a salutare degli amici, se vuoi potresti andarla a chiamare? Dobbiamo andare.
-Certo.
Il ragazzo corse a cercarla finché non la trovò a parlare con due bambini dagli occhi lucidi: erano Marcus e Flavius, figli di semidei, dai capelli corvini e gli occhi azzurri, avevano all’incirca 5 anni ed erano gemelli.
“Non vorrai far morire degli innocenti?”
Quella frase stava distruggendo Percy, eppure sapeva che era un trucco, Gea cercava di distrarlo, avrebbero fermato Porfirio e tutto sarebbe finito, ma Percy non avrebbe permesso che sarebbero morte altre persone.
Intanto i due stavano pregando Gea:
-Ti prego, non te ne andare stai con noi.
Gea si inginocchiò e li abbracciò.
-Mi dispiace cuccioli, quando finirà tutto questo giocheremo insieme è una promessa.
I piccoli tirarono su con il naso.
-Almeno prima di andartene ci fai vedere qualcosa? Per favoooore.
-E va bene.
Gea si alzò e con un movimento della mano, l’acqua che stava dentro una fontana vicina eruppe e fluttuò nell’aria dando forma a due cavalli che corsero intorno ai bambini nell’aria circostante.
Marcus e Flavius esultarono:
-Un giorno diventeremo come te e potremo combattere insieme.
Gea scompigliò loro i capelli.
-Diventare come me? Oh no, voi sarete meglio di me, ne sono sicura.
I piccoli corsero ad abbracciarla e in quel momento Gea si accorse di Percy:
-Ciao Percy! Possiamo partire ora.
Percy non si era ancora ripreso dallo shock e la mascella gli pendeva in una angolatura strana.
-Gea! C-come diavolo hai fatto?!?
La diretta interessata arrossì, ma prima che potesse dire qualcosa, una massa di capelli rossi la investi:
-Ragazzi dovete andare siete in un atroce ritardo e lei non c’è la fa a tenere la nave ferma per tutto questo tempo.
Rachel trascinò Gea via, inseguita da Percy. Quando finalmente arrivarono videro i ragazzi di tutti e due i campi che abbracciavano il loro compagni in partenza:
-Piper ti prego, si prudente e ricordati di….
-Tranquilla Lacy, ho tutto.
-Leo quel pulsante non va messo lì.
-Jake! Mica esplode la camera di combustione! I razzi vanno messi lì, comunque mi mancherai.
-Hazel… Frank… Portate onore a Roma…
-Gwen non piangere, andrà tutto bene.
-Annabeth ti prego…
-Malcom, calmati! So badare a me stessa!
-Ah Jason! Se spacchi la testa a qualche mostro puoi darci qualcosa di loro sai… dobbiamo fare un lavoretto.
-Connor! Travis! Non vorrete combinare un guaio mentre sono via?!?
Quel momento per Percy fu quasi come un pugno nello stomaco, lui odiava gli addii e se pensava che anche uno solo di loro sarebbe…… no! Non ci voleva pensare.
Proprio allora arrivò Grover:
-Peeeercy… non potremo essere al tuo fianco, questa non è un impresa qualunque…
Percy non c’è la fece più e lo abbracciò:
-Grover, ho paura, non voglio che gli altri soffrano, non per causa mia…
Il ragazzo-capra gli diede un colpetto.
-Eh no! Non provare a darti la colpa! Noi ci daremo da fare e insieme, tutti insieme c’è la faremo.
Percu sorrise e per un attimo dimenticò tutto. Grover felice, gli lanciò un sacchetto pieno di dracme.
-Ricordati di chiamarci.
Percy prese al volo il sacchetto.
-Certo che lo farò.
Con un ultimo gesto della mano salì a bordo della nave e raggiunse Annabeth che stava parlando con Leo mentre quest’ultimo trafficava con la sua cintura magica e il telecomando Wii.
-Se non ci sono altri addii credo che possiamo andare. Inoltre non penso di riuscirne a reggerne così tanti.
-Non dirlo a me.
Disse Piper, mentre arrivava in quel momento seguita da Jason, Frank e Hazel.
In quel momento Gea si era sistemata sulla prua della nave e si reggeva a delle corde, alla luce del tramonto emanava molta più forza che durante la giornata e aveva un espressione solenne, ma allo stesso tempo vivace e i suoi occhi spettacolari trasmettevano qualcosa di indescrivibile.
Annabeth srotolò una pergamena e in quel momento Percy l’abbracciò da dietro. La ragazza con un sussulto gli chiese:
-Sei pronto?
-Si, andiamo.



 

Angolo autrice:

Eccomi con il nono capitolo e scusate se l'ho pubblicato dopo molto tempo, ma non mi erano venute idee. Il prossimo capitolo lo pubblicherò sabato prossimo (almeno ci provo) e spero che recensirete perché ci tengo veramente tanto. Un saluto a tutti e che gli dei siano con voi.

AveJackson

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Capitolo 10
*** 10-Attacco aereo ***


Percy Jackson: Più forte della morte.

 

10- Attacco aereo

 

Jason risentì di nuovo quella fantastica sensazione che provava quando si ritrova in aria, il vento e le nuvole lo facevano sentire a casa e solo lì,
riusciva veramente a pensare. Cosa che non si poteva certo dire di certo per Percy: era incollato all’albero maestro mormorando parole incomprensibili e solo Annabeth era riuscita a farlo calmare dopo non poco tempo. Jason sapeva che Percy si comportavo così per via del fatto che Zeus lo avesse minacciato non poche volte di ridurlo in un miliardo di pezzi. Annabeth stava osservando una pergamena insieme a Leo, forse doveva essere una specie di cartina stradale, mentre Piper guardava un notiziario sulla Grecia insieme ad Hazel. Jason si avvicinò a lei e le chiese:
-Cosa stai guardando?
 -Zitto, ascolta.
Jason posò lo sguardo sul mini televisore incorporato della nave e vide una donna bionda che parlava tenendo alcuni fogli in mano.
“…stato di allerta sulla penisola della Grecia dove si stanno verificando temporali e tempeste anomale, il governo è  pronto a dare il rischio di calamità naturale, le autorità sono pronte a evacuare la zona del Peloponneso…”
-Questa non è per niente una buona notizia……”
Questo fu il commento di Hazel.
-Porfirio ci aveva avvertito che era pronto ad invadere la Grecia, dobbiamo sbrigarci. Leo! Ha quanto può andare veloce questa nave?
Leo si girò mentre stava tenendo timone, cosa che provocò non poca ansia a Jason.
-Be’ se siamo così pazzi posso inserire il turbo e potremmo andare a una velocità di 3OO Km/h…
-Ma una nave normale può andare a una velocità di 25 nodi.
Gli urlò Percy che era ancora attaccato all’albero. Leo si mise a ridere.
-Ma questa non è una nave normale, amico.
Frank anche lui preoccupato per il fatto che Leo ormai avesse mollato il timone gli disse:
-Ehm… Leo… potresti guardare avanti visto che sei il timoniere? Sai… non vorremmo precipitare…
Leo sghignazzò e si rigirò avanti. Per tutta la conversazione Gea non aveva parlato, anzi si era sistemata sulla prua della nave e siccome quel giorno tutti avevano voglia di far venire a Jason dei mini infarti, le sue gambe penzolavano nel vuoto.
-C’è qualcosa che non va?
Gea inarcò le sopracciglia, ma non si girò.
-Jason non sentì niente?
Il ragazzo provò ad ascoltare, ma non senti che il rumore delle corde e delle vele della Argo II.
-No, perché.
Gea stavolta, si girò verso di lui.
-Percepisco qualcosa che sta arrivando qualcosa di grosso e pericoloso non so spiegarmi il perché, ma sento che è così.
-Suvvia, Gea non essere pessimista e poi di guai ne abbiamo abbastanza non credi?
La ragazza abbozzò un piccolo sorriso anche se un po’ incerto.
-Dai vieni, gli altri si staranno chiedendo perché te ne stai qui da sola.
-Va bene vengo…
Proprio mentre Gea stava per scendere dal parapetto, una massa informe si scontrò con la nave, l’urto fu così potente che fece volare Gea dal parapetto della nave e cadde nel vuoto  senza darle nemmeno il tempo di gridare.
-GEAAAAA!
Jason nel urto era caduto rovinosamente a terra, ma si rialzò e si sporse dal parapetto, ma non la vide da nessuna parte, non si era formato nemmeno un piccolo buco in quel mare di nuvole per segnare la caduta di un corpo, niente di niente.
Sconvolto, si guardò intorno e vide che quella massa si era trasformata in una tempesta elettrostatica e in cavalli. In quel momento sentì Leo urlare:
-Tutti ai propri posti, siamo sotto attacco.
Tutti i suoi compagni stavano combattendo contro quel mostro persino Percy si era staccato dall’albero e menava fendenti verso la nube insieme e Hazel e Frank che con le loro spade cercavano di disintegrare la creatura a stoccate. In quel momento Annabeth si affiancò a Jason,  la ragazza aveva un brutto taglio sul viso e la sua gamba destra sanguinava.
-Jason quelli sono ventus! Se non li distraiamo non possiamo distruggerli.
Annabeth si allontanò dopo aver spedito nel tartaro un ventus che stava arrivando alle sue spalle.Il ragazzo prima che potesse estrarre la spada donatagli da Era, un ventus sotto forma di cavallo lo caricò buttandolo a terra. Nel momento in cui il suo corpo urtò violentemente il ponte, un esplosione di dolore sulla scapola investì Jason e si accorse che il suo braccio sinistro stava sanguinando.
-JASOON!
Il ragazzo riuscì ad alzare lo sguardo e vide Piper che si stava facendo largo nella nebbia a colpi di pugnale. La ragazza quando lo raggiunse, lo trascinò lungo la poppa della nave e lo nascose dietro una fila di barili e cannoni. Jason con la poca forza che gli rimaneva cercò di dire:
-Piper, d-dove è Gea?
-Non ora sei ferito.
Ma prima che la ragazza potesse fare qualcosa, la fila di barili e cannoni che poco prima li copriva, schizzarono via e un volto mostruoso si formò davanti a loro.
-Bene bene bene… due in un colpo solo e questa volta non ci sarà Gea a salvarvi.
Jason intuì che non c’è l’avrebbero fatta a scappare, lui non poteva alzarsi e Piper non lo avrebbe abbandonato. Strinse a se la ragazza e chiuse gli occhi aspettando di essere ucciso, ma non sentì nulla tranne l’urlo strozzato di Piper. Quando si decise a riaprire gli occhi vide una sagoma familiare che fluttuava in aria brandendo una falce e uno scudo. Il volto mostruoso urlò di frustrazione:
-NOOOOOOOO.
L’essere scagliò un fulmine verso la figura, ma venne assorbito dallo scudo.
-Nessuno può toccare i miei amici.
La figura scagliò la falce verso il voltò, che si sbriciolò al contatto con essa, riversando una pioggia dorata. In quel momento i ventus fuggirono via e Piper urlò:
-GEA!
La ragazza tornò a terra e a Jason cominciò a girargli la testa, la voce di Piper e quella dei suoi compagni diventarono ovattate e il ragazzo svenne.

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