Problemi da ragazza

di AnnaDax
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredici ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***





Tsunade lasciò il foglio scivolare dalle sue dita e morse la punta della propria penna.

Cattive notizie.

Mei Terumi, la Mizukage, non se la stava cavando bene. La sua salute, insieme a quella del bambino non ancora nato, andava peggiorando. I ninja medici di Kirigakure non erano abbastanza esperti per gestire la situazione.

E lei lo era. Ma era anche l'Hokage. Non poteva lasciare Konoha e andarsene dall'altra parte del mondo ninja.

La donna sospirò e piantò la testa tra i palmi delle mani. Erano le 9 di mattina e aveva già bisogno di sakè.

“Shizune,” chiamò la bionda. Nel giro di un attimo la sua fidata aiutante entrò nell'ufficio, tenendo Tonton tra le braccia. Il maiale guaì ma non c'era tempo per gli abbracci ora.

“Sì, Tsunade-sama?”

“Potresti chiamarmi Sakura, per favore? Ho una missione per lei.”

La mora annuì e se ne andò. Strofinandosi le tempie, l'Hokage sospirò e si stese sullo schienale della sedia.

Più di due anni erano passati dalla Quarta Grande Guerra Ninja e le cose stavano finalmente tornando a posto. La Haruno aveva superato le sue aspettative. Ora sapeva molto più di Tsunade stessa, e a questo la donna sorrise. Parecchie persone sottovalutavano la ragazza dai capelli rosa, ma lei era un prodigio, proprio come i suoi ex compagni di squadra.

Naruto stava lentamente venendo istruito per diventare un grande Hokage. E lei non vedeva l'ora di ritirarsi, era arrivato il momento per lei di uscire da quell'ufficio al meglio.

E per quanto riguardava Sasuke Uchiha – lui era bene o male lo stesso. Insieme all'Uzumaki, aveva combattuto e vinto contro Madara e Obito. E anche se il ritorno del ragazzo non era stato accettato amabilmente, le persone si stavano già lentamente abituando alla presenza della sua oscura aura in giro per le strade.

A parte questo, era un uomo libero solo con la specifica condizione che fosse costantemente monitorato da Kakashi, Naruto o lei stessa. Doveva fare rapporto giornalmente e a malapena gli venivano assegnate delle missioni. Tanto bastava per renderlo ancora più odioso, ma la bionda donna amava punzecchiarlo.

La porta dell'ufficio si aprì e gli occhi verdi incontrarono quelli d'ambra.

“Volevi vedermi?”

L'Hokage annuì e indicò alla ragazza di sedersi di fronte a lei. Sakura obbedì immediatamente, un leggero sorriso sulle labbra. Queste missioni segrete erano sempre un piacere.

“Sakura, ho bisogno di mandarti nel Paese dell'Acqua, così potrai curare la Mizukage. Mi ha scritto per chiederci di aiutarla.”

“Cos'è successo?”

“E' incinta.”

La ragazza storse la bocca. “Il bambino?”

“Entrambi. Non può mangiare correttamente, né dormire. Mei sta perdendo peso e i medici non possono fare nulla a riguardo.”

La Haruno annuì con determinazione. “Posso partire subito.”

“Beh, è urgente, ma abbiamo un problema. E' tenuta in un convento, per protezione. E' situato su una piccola isola vicino Kiri. Ad ogni modo, è un convento di sole donne.”

“Quindi?”

“Quindi, sia Tenten che Ino sono in missione, e non torneranno in tempi brevi. Hinata può accompagnarti ma non sarebbe abbastanza.”

“Perché? Sai può portarmi lì, viaggeremmo su uno dei suoi uccelli d'inchiostro. E in qualunque momento io debba tornare indietro, potrà venirmi a prendere.”

“Ci sono stati molti attacchi contro la Mizukage. Sembra che stiano cercando di farla fuori ora che è più vulnerabile. Non posso lasciarti andare da sola. E Hinata è l'Erede degli Hyuuga. Voi due sareste solo un grossa esca per i criminali di quelle terre.”

Sakura si accigliò. “Chi altri può venire? Voi dovete rimanere qui, no?”

“Sfortunatamente, sì.”

Le due si guardarono, pensando a fondo. Tutte le kunoichi di Konoha che passarono nella mente di Tsunade furono scartate in fretta. Una non era abbastanza grande, l'altra non era abbastanza forte... Non c'era scampo, tutte le ragazze utili non erano disponibili.

Improvvisamente, la ragazza con gli occhi di smeraldo che aveva davanti si alzò, un largo sorriso sul volto.

“Cosa?” chiese la donna.

“Naruto.”

“Cosa?” ripeté l'Hokage, non sicura di aver sentito correttamente.

“Naruto,” sentenziò Sakura. “Ha una tecnica che lo trasforma in ragazza.”

“Tsunade restò a bocca aperta. “La Sexy-no-Jutsu? Non essere ridicola,” disse, ma non poteva fare a meno di immaginarsela in pratica.

“Perché no? Naruto, da pervertito quale è, ha padroneggiato la tecnica alla perfezione. Probabilmente può rimanere in forma femminile per giorni. Magari settimane. Inoltre, non sarebbe la migliore scorta possibile, specialmente se Hinata viene con noi?”

“E' una cosa da pazzi.”

“Lo so,” chiarì la Haruno. Dopo essersi scambiate uno sguardo, le due risero.

“Sarai capace di frenarlo dal fare qualsiasi cosa di stupido?”

“Ovvio,” la ragazza fissò e sistemò il guanto sulla sua mano in modo aggressivo. “A parte che non sarò io la sua maggiore preoccupazione. La sua ragazza è perfettamente capace a tenerlo fuori dai guai.”

Tsunade rise ma tornò presto a essere seria. “E ancora, anche se possiamo spingerci a tanto, Naruto non sarebbe comunque abbastanza. Pensi che Sai sarebbe contrario a impelagarsi in questa situazione?”

“No, rispose Sakura, uno strano guizzo negli occhi. “Ma Sasuke lo sarebbe.”

-.-.-.-.-.-.-.

“Tu... Mi stai spedendo in una missione... Dove dovrei impersonare una ragazza?”

L'Hokage annuì.

“Sei assolutamente seria?”

“Sì.”

Lui sbatté le palpebre. Gli occhi blu si mossero dalla donna a Sakura e, infine, a Hinata che sedeva tranquilla sul sofà alla sua destra, un vago sorriso sulle labbra rosate.

A quel punto Naruto tornò alla donna e le rivolse il più grande sorriso di cui era capace. “Quando partiamo?”

“Appena insegni a Sasuke quel... jutsu.”

La mascella dell'Uzumaki cadde. Per un momento rimase scioccato. Poi notò che fosse una cosa razionale da fare, considerando quanto fosse importante quella missione. Poi realizzò anche quanto fosse spassosa, ed era in procinto di scoppiare in una risata, quando la porta dietro di lui si aprì.

Sasuke Uchiha fece il suo ingresso, gli occhi neri fissi su Tsunade. Si fermò di fronte alla scrivania, ignorando con il suo freddo atteggiamento tutti i presenti nella stanza.

“Voleva parlarmi.” Era più un'asserzione che una domanda.

La bionda donna lo guardò e non poté trattenere un sorriso. I suoi occhi incontrarono quelli di Sakura ma riportò subito l'attenzione sul giovane uomo.

“Sì. Ho una missione per te.”

Lui alzò un sopracciglio. Non gli erano state assegnate missioni per mesi. Dopo la guerra non si fidavano di lui per qualsiasi cosa che riguardasse il villaggio. Considerando le strane occhiate che le altre persone nella stanza gli lanciavano, non doveva aspettarsi nulla di buono.

“Che missione?”

“Una missione di livello 'A'. Potrebbe rivelarsi persino una 'S'.”

Il suo volto si girò a lato per guardare Naruto che si era buttato sul sofà vicino alla Hyuuga, affondando la testa nei suoi capelli. Da quella direzione arrivava uno strano suono. Stava ridendo?

“Che bisognerebbe fare?”

“Voi tre scorterete Sakura al Paese dell'Acqua così che possa curare la Mizukage in malattia.”

“E sarebbe una missione di livello 'A'?”

“Sì.”

“Perché?”

“Perché... sarà... difficile. Vedi, il posto in cui riposa Mei-san, è un convento. Per sole donne.

“Quindi dovremmo infiltrarci all'interno?”

“Dovrai esserlo.”

Sasuke sbatté le palpebre. All'inizio voleva chiederle che cosa intendesse. Poi lentamente realizzò. Diede un'altra occhiata a Naruto, immaginando esattamente il perché fosse coinvolto. Il suo jutsu diventa-ragazza era un segno distintivo del Jinchuuriki.

Ruotando sui tacchi, l'Uchiha si voltò e si diresse dritto verso la porta. Sfortunatamente, sembrava che il suo ex-compagno di squadra se lo aspettasse e se lo ritrovò davanti, a bloccargli la strada.

“Spostati, dobe.”

“Dai, non fare così. Sarà divertente.”

“No, non lo sarà. Ora muoviti.”

“Sasuke.”

Il moro si girò per fissare l'Hokage con la coda dell'occhio.

“E' una specie di scherzo?” chiese a denti stretti.

“Assolutamente no. E' più che seria come faccenda. La vita di Mei, come quella del bambino, dipendono da noi e dalla nostra pronta esecuzione. Purtroppo, la maggior parte delle ragazze che avrei potuto assegnare a questa missione sono via. Se anche Hinata fosse stata assente, probabilmente avrei coinvolto persino Sai.”

Sasuke non poteva farcela e si stampò il palmo della mano sul viso. “Non lo farò.”

“Inoltre,” continuò la donna, “ricordi il patto che abbiamo stipulato con il resto dei Kage, vero? Dopo la guerra è stato deciso che potessi tornare un uomo libero se avessi obbedito ai miei comandi.”

“Qua stiamo parlando di umiliazione.”

“Sì. Umiliazione in cambio di una vita umana. Anzi, le vite in palio sono due.”

Il ragazzo la guardò con sguardo feroce. Per quanto non volesse ammetterlo, le sue argomentazioni erano valide.

“Comunque,” Narutò parlò alle sue spalle, “dovremo semplicemente stare lì e sembrare delle ragazze. Alla fine della giornata, nelle nostre camere, potremo essere maschi quanto ci pare.”

I due ragazzi si scambiarono un lungo, concentrato sguardo. Poi Sasuke si voltò verso Tsunade.

“No.”

Provò ancora ad andarsene ma l'Uzumaki lo trattenne. Con loro stupore, Tsunade si alzò, i palmi pericolosamente piazzati sulla scrivania.

“Sasuke, ti rendi conto che dire no significa disobbedire al diretto ordine dell'Hokage, vero? Ciò vuol dire prigionia immediata.”

“Bene,” esclamò, riuscendo a liberarsi dalla presa di Naruto. “Mi dica qual'è la mia cella che ci vado da solo.”

La donna sbatté le palpebre. “Ascoltami,” si sedette di nuovo, cercando di controllare se stessa. “Non rischierò che la vita di una mia amica, la vita del leader di Kirigakure, venga sprecata perché tu sei troppo orgoglioso per accettare questa missione. Senza contare che sono i tuoi compagni quelli da proteggere. Io ti sto assegnando a questa missione. Sakura la guiderà, quindi ne risponderai a lei. Hai un giorno per imparare la Sexy-no-Jutsu.”

Detto questo, Tsunade tirò fuori una pila di documenti da uno dei cassetti della scrivania e cominciò a leggere. Un chiaro segno che l'incontro era finito.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

“Sasuke, smettila di essere così testardo. E comunque, dove stai andando?”

“Ad ammazzarmi,” spiegò il ragazzo.

Naruto rise. Si stavano dirigendo entrambi alla tenuta degli Uchiha. Una lunga catena di abitazioni completamente disabitate. Vivere là da solo sembrò molto deprimente all'Uzumaki.

I due ragazzi camminarono verso la casa principale. Sasuke provò a scacciarlo, ma il biondo non mollava. Alla fine i due si sedettero al tavolo da pranzo e diedero inizio a una delle solite battaglie di sguardi.

“Guarda, lo facciamo per proteggere Hinata e Sakura.”

“Sono abili kunoichi, possono proteggersi da sole.”

Naruto sospirò. “E comunque, nessuno lo verrà a sapere. E' importante per noi rimanere sotto copertura mentre saremo lì, ricordi? Questo significa che nessuno ne sarà a conoscenza. La tua reputazione rimarrà intatta.”

“No.”

“E' importante.”

“Ho detto no.”

“Beh, come ti ha detto Tsunade, non hai molta scelta. Ora lasciami spiegare.”




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Se anche a voi piace veder soffrire l'Uchiha questa è la fic che fa per voi! XD

Link all'originale----->Girl Problems

Ciauu :D

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***





Dopo ore di inutili tentativi per convincerlo, Naruto aveva finalmente desistito. Per il momento.

Sasuke andò a letto presto quella sera, cercando di ignorare e dimenticare tutta la faccenda. Ma il mattino successivo, poco dopo che il sole si era alzato, un sonoro bussare alla porta annunciò il ritorno dell'Uzumaki. Come se non fosse già pessimo per conto suo, non era solo.

“Chi sei,” chiese l'Uchiha vedendo lo strano ragazzino con un ancora più strano cappello in testa.

“Io sono-”

“Veramente, non mi interessa,” sentenziò e sbatté la porta sulle loro facce. A ogni modo, venne riaperta da un Rasengan un attimo dopo. Espirando, il moro decise che fosse troppo presto per discutere con Naruto e il suo fan numero uno.

“Io sono Konohamaru, il figlio del-”

“Lo so chi sei.”

“Allora perché me l'hai chiesto?”

“Che volete?”

“Siamo qui per darti lezioni private.”

“Andatevene via ora che sono ancora assonnato per picchiarvi.”

“Sasuke-kun.” I tre ragazzi si girarono e videro Sakura. Era apparsa sul ciglio della porta con una busta della spesa in mano. “Posso parlarti?”

L'Uchiha quasi si lasciò scappare un lamento. Si girò e si diresse verso la cucina alla disperata ricerca di un po' di caffè. Prima di maledirsi per non essersi ricordato di comprarlo, la ragazza gliene porse un pacchetto ancora sigillato. Borbottò un 'grazie' e riempì il barattolo.

Con sua sorpresa, Naruto e l'altro fanatico erano ancora in attesa alla porta d'entrata. Sakura aveva davvero dei modi convincenti per persuadere le persone dal fare o non fare qualcosa. Voleva parlargli da sola.

“Se è per la missione, allora puoi scordartelo.”

I suoi occhi verdi si fissarono nei suoi occhi neri. I capelli di lui erano scapigliati, il suo sguardo ancora sonnolento. La sua alta e magra figura era ora piegata sulla superficie della cucina. Sasuke prese un sorso dalla sua tazza e aspettò la sua risposta.

E' per la missione.”

“Allora-”

“No,” lo interruppe. “Ascolta. Lo so che è ridicolo. Ma questa missione è importante. Dimentica il jutsu di Naruto per un momento. Se va tutto liscio, sarà un gigantesco punto a tuo favore. Senza contare che piaci alla Mizukage. Potrebbe intercedere per te. Prendilo come un lungo, doloroso passo verso la libertà.”

Si fissarono. Lui continuava a sorseggiare lentamente dalla sua tazza, e la ragazza provava a non fissare il modo in cui le sue labbra toccavano la porcellana, o come i suoi occhi fossero incollati ai suoi, immobili. Il nero in quegli occhi era come l'oceano più profondo.

Si stava facendo ancora distrarre dalla sua visione, così finalmente spostò lo sguardo, espirando, chiedendosi quando la sua cotta per lui l'avrebbe lasciata. Aveva rinunciato a provare a impressionarlo molto tempo fa. Dopo la guerra aveva finalmente capito che non potevano essere nient'altro che amici e vecchi compagni di squadra. Ma lui continuava a essere così bello.

A parte tutto, sembrava che quanto aveva detto avesse scavato nella sua testa. Stava in effetti considerando i pro della missione, così ella decise di continuare.

“Vedi,” ricominciò, “gli altri Kage dubitano che le tue abilità funzionino come quelle di una persona normale. Completare una missione di rango 'A' lascerà una buona impressione. Dopotutto, mostreresti che puoi gestire anche una missione ridicola come questa. Andrebbe tutto a tuo favore.”

Facendo un passo indietro, raggiunse la porta. Aveva funzionato. Lui non aveva risposto né detto una singola parola, ma l'espressione del suo viso si spiegava da sé. Lo conosceva fin troppo bene. Tornò a guardarlo, mostrandogli un leggerissimo sorriso.

“E poi, lasciarmi con la versione femminile di Naruto... avrei preferito costringerti a forza a un po' di buon senso piuttosto che rinunciare.”

-.-.-.-.-.-.

Sasuke era seduto sul divano, fissando apatico il biondo e il suo strano amico. Odiava gli ospiti e questi due in particolare erano troppo rumorosi perché gli piacessero.

Ma quanto aveva detto Sakura era giusto. Se lo faceva, le cose sarebbero potute cambiare di molto. Stava iniziando a marcire dalla noia a Konoha. Aveva bisogno di più missioni. E, per quanto questa fosse da pazzi, poteva, e lui si sarebbe assicurato che lo fosse, andare a suo favore.

“Vedi, devi fare così...” Naruto continuava a cianciare mentre l'Uchiha gli riservava davvero poca attenzione. D'altronde quasi sputò il suo caffè quando una bionda ragazza nuda apparve nel suo salotto.

Quando fu certo che la tazza fosse a debita distanza, riportò lo sguardo sull'Uzumaki, fissandolo dritto negli occhi.

“I vestiti non sono contemplati, dobe?”

“Già,” confermò Konohamaru. “Ti piace così?”

Una ragazza dai capelli scuri, estremamente formosa apparve di fronte a lui completamente svestita.

Sasuke nascose il viso dietro il palmo della mano, strofinandosi le tempie. Aveva chiuso gli occhi e cercava di mantenere la calma, ascoltando mentre le due “donne” battibeccavano su chi avesse il seno più abbondante.

-.-.-.-.-.-.-.

Quattro dolorose ore dopo, i tre ragazzi si dirigevano verso il palazzo dell'Hokage. Naruto e Konohamaru erano estremamente fomentati, ma l'Uchiha si sarebbe voluto nascondere. Non aveva avuto il coraggio di controllare la sua forma femminile allo specchio. Voleva vedere il meno possibile di questa missione.

Il ragazzino li lasciò proprio mentre entravano nell'ufficio. Senza sprecarsi a bussare, Sasuke fece il suo ingresso, facendo trasalire Shizune e il maialino che stava stringendo per chissà quale ragione.

“Cosa vi porta qui così presto, ragazzi?”

Gli occhi neri fissarono Tsunade. “Ho padroneggiato lo stupido jutsu. Quando partiamo?”

La donna sbatté le palpebre. Diede un'occhiata all'Uzumaki che aveva un'espressione molto soddisfatta in volto. Quindi l'Uchiha aveva finalmente deciso di andare avanti con questa storia? Sorprendente.

Lasciò il mento riposarsi sulle dita incrociate delle mani e lo fissò. “Fammi vedere.”

“Perché?”

“Che vuol dire perché? Devo essere certa che lo fai bene. Non posso giudicare la tua valutazione né quella di Naruto. Come donna, voglio vedere quanto bene l'hai padroneggiata.”

Sasuke voleva protestare, ma sarebbe stato inutile, lei aveva ragione. Sospirando, eseguì velocemente i sigilli di cui aveva bisogno. Si trasformò in uno sbuffo di fumo e incrociò le braccia al petto. Aveva appena realizzato che la sua maglietta bianca aveva una scollatura profonda che metteva in mostra fin troppo il suo... décolleté.

Tsunade si alzò e lo raggiunse, gli girò attorno, fissandolo come un avvoltoio. L'improvviso cambio di altezza era una cosa nuova per lui, non era abituato a vedere il mondo da quella prospettiva. Per quanto non volesse ammetterlo, sapeva che gli sarebbe stato necessario passare molto tempo in questa forma per abituarsi.

“Abbassa le braccia,” ordinò l'Hokage.

Obbedì nonostante la voglia di imprecare. Qualche momento ancora e la donna tornò al suo posto, un sorriso divertito sul volto.

“Devo ammetterlo,” cominciò, “voi due avete superato voi stessi. Naruto, farti collaborare con Konohamaru è stata una buona idea, guarda quanto in fretta siete riusciti a istruirlo. E Sasuke – ben fatto. Non ho nulla da obiettare. L'unica cosa che dovete fare ora, è incontrarvi con Sakura e Hinata. Le informerò di ritrovarvi immediatamente alla tenuta Uchiha, per vostra comodità e privacy. Ci sono ancora un paio di cose su cui vorrei che lavoraste. Naruto, questo include anche te. Vedete di essere il più veloci possibili. Partirete stanotte.”

-.-.-.-.-.-.-.

Irritato fino al limite, Sasuke tornò a casa, in compagnia di quel dobe del suo ex compagno di squadra. E, come gli aveva spiegato l'Hokage, Sakura e la Hyuuga apparvero presto all'ingresso.

Come già detto, lui odiava avere ospiti. Nessuno gli aveva mai fatto visita e l'improvvisa confusione in casa sua lo rendeva inaspettatamente aggressivo.

“Perché siete state spedite qui, comunque?” Naruto si avvicinò alla sua ragazza e la abbracciò, guardandola mentre il suo viso diventava rosso.

“Tsunade-sama vuole che ci assicuriamo che voi due siate delle ragazze credibili,” spiegò lei.

“Lei già sa di cosa siamo capaci,” rispose il biondo.

“Il problema è che voi avete l'aspetto di ragazze. Ma dovete imparare a comportarvi anche come delle ragazze.”

Sasuke guardò la rosa e ponderò sulle sue parole. Erano nel suo salotto, lui con le braccia incrociate sul petto e la schiena al muro, guardando gli altri, un'improvvisa voglia di cacciarli tutti via e andare ad allenarsi. Era troppo fastidioso per lui.

“Iniziamo,” sentenziò la Haruno e si tirò appresso Hinata così che potesse starle accanto. “Prendete la vostra forma femminile.”

L'Uchiha sospirò. Per quanto volesse ottenere la libertà con questa missione, non aveva ancora digerito completamente quello a cui sarebbe dovuto passare. Digrignò i denti e formò i sigilli. A differenza sua, l'Uzumaki si trasformò riluttante in una bionda.

“Naruto, vestiti,” disse Sakura.

“Oh, già, me ne dimentico sempre.”

Tornò alla sua forma normale e immediatamente tornò a essere una ragazza, questa volta indossando la sua solita tuta arancione, che era troppo larga sul corpo che aveva ora. I pantaloni caddero a terra, ma fortunatamente, la giacca era abbastanza lunga per coprirlo. Gli arrivava quasi alle ginocchia.

La rosa si spalmò teatralmente il palmo della mano sul viso e spostò gli occhi verdi su Sasuke. A quel punto fece un passo avanti e iniziò a osservare le due 'ragazze', proprio come la sua maestra e Hokage aveva fatto poco prima.

Sorrise. Camminando dietro Sasuke, rimase esterrefatta nel constatare quando fosse carina. E' stupendo in qualsiasi forma, pensò e scosse la testa.

I suoi capelli erano ora molto lunghi, forse più di quelli di Hinata, ed erano tirati su in una coda di cavallo. Aveva un volto minuto, con gli zigomi definiti e le labbra rosate. I suoi occhi erano grandi e le ciglia folte e allungate. I ciuffi davanti dei capelli gli coprivano parzialmente il viso, come al solito.

Entrambe le 'ragazze' erano della sua stessa altezza. Ma la femmina Uchiha sembrava più magra della Uzumaki.

Sakura indietreggiò e fissò Hinata, la cui faccia era stranamente arrossita. I suoi occhi bianchi erano fissi sul pavimento. Stava sorridendo. E lei non poteva certo biasimarla. Era davvero strano vedere due dei più ammirati ragazzi di Konoha, pretendere di essere donne. E avevano fatto davvero un ottimo lavoro.

“Allora, com'è?” chiese Naruto.

La sua ex compagna volse i suoi occhi verdi in quelli blu di lui. “Dovrebbe funzionare. Ora sedetevi.”

Gli uomini obbedirono. Le due ragazze sedute di fronte ridacchiarono, sussurrandosi l'una qualcosa all'altra, e ciò portò Sasuke a irritarsi ulteriormente.

“Prima di tutto,” dichiarò Hinata, “potete sembrare delle ragazze, ma ci sono un paio di cose che dovete considerare.”

“Per esempio,” continuò la Haruno, “Naruto, se guardo attentamente, riesco a vedere che al momento sei senza mutande. Dovete imparare a sedervi come ragazze.”

Le ginocchia della bionda si chiusero immediatamente mentre si tirava giù la giacca. I suoi occhi incontrarono quelli bianchi che aveva di fronte e fece l'occhiolino alla ragazza, causandole ancora più rossore. Sasuke d'altra parte sospirò, incrociando le gambe come stava facendo la rosa.

“Bene,” sentenziò Sakura. “Cercate di fare sempre così. Ora alzatevi e camminate. Naruto, devi fare passi più piccoli. Sasuke, sciogli quelle braccia dal petto. Le ragazze non camminano così.”

-.-.-.-.-.-.-.

Era stato divertente per tutti, tranne che per Sasuke. Le ragazze vere avevano smesso con le lezioni e i due erano finalmente tornati alla loro forma originaria. Il moro si stiracchiò, godendo della sua altezza, dei suoi muscoli e della mancanza di un paio di cosette.

Si diressero tutti verso la porta, dovevano essere pronti per partire e il moro non vedeva l'ora di avere un po' di privacy.

“Come siamo andati, Sakura-chan?” chiese Naruto mentre usciva dal palazzo principale.

La ragazza puntò gli occhi verdi in quelli dell'Uchiha, un leggero cipiglio sulle labbra.

“Credo solo che non sia valido che Sasuke abbia le tette più grosse delle mie.”

Risero, mentre quello sbatteva loro la porta in faccia.




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Vedo che questa storia piace!! E non ne dubitavo :)

Grazie davvero per le frizzanti recensioni! *____*
Se continuerete a incoraggiarmi così credo che riuscirò a postare due volte a settimana :P Ma dipende da voi! ^^

Grazie anche a chi l'ha già messa nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite as well :D

Rendetevi conto che le paturnie di Sasuke sono solo all'inizio!! :D

Ciauu :D

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***





Appoggiato al muro, Sasuke guardava il cielo notturno, continuando a combattere tra il dover prendere parte alla missione o il tirargli un pacco. Aveva ancora tempo per tornare a casa indisturbato.

Proprio mentre si convinceva che tutto ciò fosse troppo da gestire per il suo orgoglio da Uchiha, una voce familiare lo strappò dai suoi pensieri.

“Sasukeee!”

I suoi occhi neri si mossero per vedere Naruto. Il biondo camminava allegro e sorridente verso il suo ex-compagno.

“Sei in ritardo, dobe.” Il gruppo si sarebbe dovuto incontrare ai cancelli di Konoha un'ora fa.

“Stavo facendo shopping notturno con Sakura. Abbiamo bisogno di vestiti nuovi. Se usassimo i nostri soliti, potremmo essere riconosciuti. E nessuno deve sapere chi siamo.”

Il moro alzò un sopracciglio. E ancora, prima che potesse chiedere altro, Sakura si fece vedere, camminando a passo svelto, con la Hyuuga al fianco. Il ninja medico gli porse una borsa e gli sorrise in modo ambiguo, prima di spostare lo sguardo sull'Uzumaki.

“Entrate nella vostra forma femminile e cambiatevi, ci rincontreremo qui.”

Sasuke diede un'occhiata alla borsa per vedere quali vestiti ci fossero dentro. Era ovvio. Avevano bisogno di un nuovo abbigliamento per riuscire a mantenere al meglio la copertura. Il ragazzo sospirò. Seguì il biondo nel bosco vicino, sentendo una brutta emicrania partire dalla base della sua testa.

Sakura e Hinata diedero un'occhiata ai due ragazzi mentre si immergevano nell'oscurità. Non c'era nessuno nei paraggi, ma era bene essere comunque molto cauti. Solo che neanche un minuto dopo, Sasuke fece ritorno ancora nella sua normale forma e con un'espressione estremamente scocciata in viso. Lanciò la borsa alla rosa e la fissò impavido negli occhi.

“Non mi metterò quella roba.”

La ragazza quasi scoppiò in una risata, ma si trattenne mordendosi l'interno della guancia. “Qual'è il problema?” chiese, anche se sapeva perfettamente il perché fosse furioso.

Il ragazzo non parlò. Si limitò a riprendere la borsa, tirarne fuori i panni uno a uno e alzarli in aria così che potesse vederli meglio nonostante l'oscurità. I suoi occhi verdi squadrarono i pantaloncini che stava tenendo. Pantaloncini... molto -ini.

Aprì bocca con la speranza di trovare il miglior modo di convincerlo a fregarsene e a infilarseli, ma una dolcissima vocetta la interruppe.

“E dai, Sasuke-kuuun, sarai carinissimo con quelli!”

Una ragazza bionda emerse dalle ombre e camminò verso l'Uchiha, passando le sottili braccia attorno al suo collo. Gli occhi blu lo guardavano attenti, a pochi centimetri dal suo viso, un ghigno malefico sulle labbra.

Per la prima volta in vita sua Sakura vide Sasuke completamente bloccato. I suoi occhi erano spalancati, puntati ancora verso il paio di pantaloncini, completamente fissi, il viso bianco e smunto. In un paio di secondi però, sembrò recuperare la sua compostezza. Le sue braccia si mossero veloci e spinsero lontano la ragazza, quasi fosse contagiosa.

Naruto Uzumaki lo fissò, il viso carino da ragazza ora imbronciato. “Non dovresti essere così cattivo con le ragazze, Sasuke-kun.”

Il moro aprì la bocca, poi la chiuse, la riaprì, ma sembrava a corto di parole. I suoi occhi d'onice sbirciarono la 'ragazza'.

'Lei' ora indossava una maglietta viola senza maniche dal collo ampio e alto. La maglietta di per sé era abbastanza stretta da enfatizzare tutte le curve che il dobe aveva acquisito con la Sexy-no-Jutsu, ma era comunque abbastanza lenta da lasciarlo muovere liberamente. Era lunga, raggiungendo i cortissimi pantaloncini che indossava, proprio come quelli che teneva ancora Sasuke. Più di tutto, aveva un paio di lunghe calze nere che raggiungevano la metà delle cosce. I lunghi capelli biondi erano legati in due lunghi ciuffi su entrambi i lati della testa.

L'Uchiha sentiva le proprie mani tremare. Non era di sicuro capace di gestire quella missione.

La ragazza camminò verso Hinata e l'abbracciò attorno alla vita, dandole un bacio sulla guancia. “Sono carina così, Hinata-chaaan?”

La Hyuuga fissò il proprio ragazzo ad occhi spalancati. La faccia divenne rossa, quasi brillava al buio. “S-sì,” borbottò.

Tempo un attimo e tutti tornarono a guardare Sasuke, concentrando lo sguardo su di lui.

“No,” sentenziò.

“Sasu-”

“Ho detto no,” ripeté, alzando di un tono la voce, felice d'aver interrotto l'Uzumaki. Non riusciva a sopportare la sua voce da femmina.

Un profondo respiro arrivò da Sakura. Fece un passo avanti e lo fissò. “Non hai scelta.”

Lui aprì bocca. “Non mi interessa.”

“E dai, teme!” anche il nuovo Naruto si avvicinò a lui. “Fai quel che devi fare. E' una missione.”

La sua mano scattò di nuovo in alto e ondeggiò i super cortissimi pantaloncini neri. “Non voglio mettermi questi.”

“Staranno benissimo sulle tue lunghe gambe da ragazza,” sentenziò l'Uzumaki ridacchiando, schivando poi i pantaloncini che gli erano stati tirati contro.

“E' ridicolo,” disse di nuovo. “Io odio il verde.”

Guardò il resto del gruppo, realizzando lentamente che non c'era nulla che potesse fare. La sua libertà dipendeva da questo. Comunque, era chiaro che l'Hokage fosse il principale colpevole di quel nuovo guardaroba. Sospirando, riprese i pantaloncini e si diresse nel bosco.

-.-.-.-.-.-.-.-.

Avevano corso per tutta la notte. Fortunatamente, il clima era mite, altrimenti Sasuke avrebbe potuto prendersi un malanno.

Poco dopo che il sole era sorto avevano raggiunto il confine del Paese del Fuoco. Fissando la costa, ora dovevano solo trovare la nave in attesa che li avrebbe portati sull'isola dove era tenuta la Mizukage.

Il gruppo arrivò al porto a grandi passi, la marea si stava alzando. Il venticello era piacevole ma mandava l'Uchiha fuori di testa.

Il suo nuovo abbigliamento consisteva in quei pantaloncini neri. Sopra aveva una gonna che non serviva ad altro che a minare la sua dignità. Era verde chiaro, molto corta e con due alti spacchi ai lati. Per il resto dei vestiti, indossava una maglietta reticolata e una canotta mimetica che non arrivava a coprirgli neppure lo stomaco. All'inizio era stato grato che gli fosse stata data una blusa da mettere sopra, finché non aveva capito che quel pezzo di tessuto nero non aveva neppure una forma. Era così lenta che il davanzale appena acquisito era costantemente in mostra, e lo stesso valeva per la pancia, cosa che lo disturbava molto.

Stringendosi i vestiti con entrambe le mani con la speranza che non si spostassero molto, seguì il gruppo sulla nave. Appena saliti a bordo, furono salutati da un uomo alto con indosso un haori verde. L'occhio destro era coperto da una benda. Aveva i capelli blu e indossava il copri fronte di Kirigakure.

Lo shinobi si inchinò in fretta e fissò Sakura.

“Grazie per essere arrivati così presto, Haruno-san.”

“Mi fa piacere essere d'aiuto, Ao-san. Come sta la Mizukage?”

L'espressione dell'uomo cambiò da seria a triste. Guardò da un'altra parte, l'occhio blu ora inumidito. “Lei... Loro stanno peggiorando. E io non sono nemmeno autorizzato a mettere un piede su quella maledetta isola.”

“Non preoccupatevi,” la rosa provò a confortarlo. “E' per questo che siamo qui. Mi accerterò che sia lei che il vostro bambino si ristabiliscano in poco tempo.”

L'uomo sorrise. “Avete bisogno di riposarvi?”

“Ci riposeremo durante il viaggio.”

“Allora do ordine di far salpare la nave?”

“Sì.”

La sua espressione triste tornò a essere seria, con una leggera punta di gratitudine. “Vi ringrazio, ragazze.”

-.-.-.-.-.-.-.

Il gruppo fu guidato verso la stiva in una stanza dove c'era solo un tavolino da tè e un paio di letti. Sasuke lanciò la sua sacca da viaggio a terra e si buttò su uno dei letti. Gli altri lo seguirono. Rimasero per un momento in silenzio.

“Ci sono un paio di cose che dovete sapere,” iniziò Sakura guardando l'Uchiha e Naruto, che si era sdraiato sul letto a fianco dell'ex-compagno. “Come sapete, siete in assoluto incognito in questa missione. E' per questo che abbiamo pensato per voi a dei nomi diversi.”

Il moro, ora mora, spalancò gli occhi. Non ci aveva proprio pensato. E questa non era una buona cosa. Se l'Hokage, o peggio – Naruto, avevano pensato a un nuovo nome, non sarebbe stato di sicuro qualcosa di decente.

“Naruto,” continuò la kunoichi e aspettò che si sedesse. “Tu sarai Nariko. E' abbastanza somigliante ma non troppo sospettosamente simile. E per quanto riguarda il tuo clan se qualcuno te lo chiedesse, fai parte degli Yamanaka.”

“Occhi blu, capelli biondi, vestiti viola, ci sono,” constatò l'Uzumaki.

“Per quanto riguarda te,” Sakura si voltò verso Sasuke, uno strano guizzo negli occhi verdi. “Tu sarai Satsuki. Del clan Nara.”

Le labbra da ragazza si schiusero. “Satsuki,” bisbigliò tra sé e sé per gustarne il suono, poi chiuse la bocca immediatamente. Ascoltare per la prima volta la sua voce da femmina lo fece sussultare. Era una tortura. “E' per questo che indosso roba verde?”

"Sì,” annuì lei.

Già andava meglio. Era una cosa accettabile sapere che i suoi vestiti avevano almeno una ragione d'essere così. Uno strano suono arrivò da dove si trovava Naruto e si voltò per vederlo sghignazzare.

“Shikamaru ne sarebbe così onorato.”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Tutto quel viaggio si stava rivelando estremamente lungo. Il sole sarebbe tramontato presto e loro erano ancora in alto mare. Come se non fosse abbastanza, avere Nariko attorno era decisamente irritante. E solo due giorni prima Sasuke aveva pensato che la bionda non potesse certo essere più esasperante.

Satsuki Nara uscì fuori, piegandosi sulla ringhiera del ponte. Guardava le onde, cercando di schiarirsi la mente da tutte le cose in cui era passato e tentando di pensare più come una ragazza. Non stava funzionando. E poi a cosa pensavano le ragazze?

“Non rischi di prenderti un raffreddore così?”

Sasuke si voltò e vide un uomo camminare verso di lui, con uno strano sorriso sulle labbra. Era uno dei marinai che lavoravano sul ponte.

“Starò bene,” disse, provando a non suonare troppo aggressivo.

“Sai,” l'uomo si avvicinò alla ragazza poco vestita e si appoggiò anch'egli al parapetto. “Posso aiutare a riscaldarti se vuoi.”

Gli occhi neri si mossero verso di lui. “Hai qualche vestito normale da prestarmi?”

Il marinaio sbatté le palpebre per poi ridere. “No. Ma ho qualcosa di meglio...”

Il suo braccio si alzò lentamente, indirizzato verso la vita della ragazza. Ci volle qualche momento a Sasuke per rendersi conto di cosa stesse accadendo.

Era una ragazza adesso. Una ragazza semi-nuda, da sola sul ponte. E quell'uomo ci stava provando con lui.

Con una brusca mossa schiaffeggiò via la mano e fissò l'uomo con furia. Il fatto è che quello non sarebbe dovuto essere uno schiaffo.

L'Uchiha voleva prendere il braccio e torcerlo dietro la schiena dell'uomo, forzandolo a schiantare la faccia sulla ringhiera, prima di essere buttato in mare. Ma la sua manina femminile era troppo piccola, troppo debole per eseguire una tale manovra.

Preoccupandosi del fatto che il suo corpo gli sarebbe stato d'impiccio a combattere opportunamente, Sasuke fece ciò che ogni ragazza normale avrebbe fatto in una situazione del genere: scattò correndo in preda al panico, andando a nascondersi sotto il ponte.

-.-.-.-.-.-.-.

“Che sta succedendo, Satsuki-chaan?”

Nariko guardò la mora fiondarsi nella stanza e dirigersi dritta in bagno. I suoi occhi blu si mossero confusi verso quelli verdi di Sakura.

“Odio tutto questo!” la voce da ragazza di Sasuke urlò dall'altra parte della porta. “E' ridicolmente seccante!”

La bionda rise e la sua voce risuonò come una campanella nella piccola stanza. “Ora sì che sembri proprio un Nara!”




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Mwahahah Sasuke molestato!! Povera fanciullina indifesa :D

Rega' siete stati fantasticissimi *____* Grazie per le fantastiche recensioni! :D

Il prossimo chap sarà più che altro un capitolo di assestamento, le nostre eroine arriveranno finalmente dalla Mizukage! Cosa troveranno sull'isola? :P

Vi aspetto numerosi ^^

Ciauu :D

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***





Quando finalmente Sasuke accettò di uscire dal bagno, andò dritto al suo letto e vi si sdraiò, rivolgendo la schiena agli altri.

“Cos'è successo, Satsu-chaaan?”

Improvvisamente la ragazza dagli occhi neri scattò, sedendosi sul letto, lo sguardo feroce. Fissava Nariko, che sedeva sul letto adiacente e aspettava una risposta.

“Nulla che ti riguardi, dobe.”

Ascoltare la sua voce da femmina continuava a dargli sui nervi. Era tanto stanco quanto aggressivo ma i suoni che produceva sembravano più una ninna-nanna che una minaccia.

“Avanti, diccelo!” l'Uzumaki insisteva, imbronciato.

“Lasciami perdere.”

Stava per sdraiarsi di nuovo e pretendere che non fosse successo nulla ma una risatina catturò la sua attenzione. Fissò la bionda e la vide coprirsi la bocca con le mani.

“Non dirmi che qualcuno ci ha provato con te?” Guardando lo shock sul suo viso e gli occhi neri spalancati, Nariko scoppiò a ridere. “Oddio, sei arrossito!”

“Questo è troppo! Ora ti gonfio!”

Naruto nella sua forma fin troppo femminile cacciò un urlo e provò a correre via prima di venire acchiappato da Sasuke femmina. Caddero entrambi sul letto dell'Uzumaki e iniziarono a lottare cercando di dominare l'uno sull'altro.

Dall'altra parte della stanza, Sakura e Hinata li fissavano, gli occhi sbarrati, la bocca spalancata. Nariko era premuta contro il letto, sdraiata sulla schiena e Satsuki le stava sopra pronta a tirare un pugno in faccia alla bionda.

Comunque, non era altro che un litigio da ragazzine. Nariko tratteneva decisa i polsi dell'altra ragazza e ciò causò all'Uchiha di perdere l'equilibrio. Cadde dritto sulla bionda e lei ne approfittò per rotolare via. I due riuscivano solo a infliggere qualche graffio, premendo i loro seni l'uno contro l'altro con violenza e urlando i soliti insulti.

Alla fine Sakura dovette intervenire. Questo o avrebbe rischiato di svenire per colpa di un'emorragia nasale. Si diresse verso le due ragazze e le allontanò l'una dall'altra tirandole per i capelli. Con un grido, le due si separarono, continuando a fissarsi in cagnesco.

A Sasuke ci volle un momento per capire qualcosa di orribile. A causa dell'assoluta differenza della forma del suo corpo, la struttura e i muscoli, era completamente inabile a lottare come un normale shinobi. Lui, o meglio lei, era ora patetica. Si sedette di nuovo sul letto, fissandosi le mani e le dita piccole e snelle.

E poi la misura del suo petto era ridicola. Se solo avesse avuto qualcun altro come insegnante di quel jutsu... Naruto era un pervertito oltre l'umana comprensione.

Con la coda dell'occhio guardò la kunoichi dai capelli rosa tornare al suo posto e sedersi sul suo letto, sospirando.

“Bene voi due, vedete di calmarvi o sarò costretta a menarvi. E credetemi, a differenza vostra, so come usare un corpo da ragazza per infliggere dolore.”

Entrambi i ragazzi la fissarono immediatamente. Erano abbastanza a conoscenza delle tecniche di cui era capace, cioè quelle che Tsunade le aveva insegnato. Naruto inoltre le aveva già provate sulla sua pelle, per questo non poté fare a meno che il ricordo di quel doloroso momento gli si dipingesse sul volto da femmina.

“Bene,” continuò la Haruno. “Ora ascoltatemi. Arriveremo presto all'isola. E prima di questo dovete capire una cosa molto importante: nessuno dovrà scoprire chi siete veramente. Se qualcuno dovesse rivelare la vostra vera identità, la missione sarebbe conclusa. Qualcuno probabilmente darà di matto, cominceranno ad attaccarci, e questo probabilmente porterà dei gravi danni alla Mizukage e al suo bambino. E non non possiamo permetterci che questo succeda.

Ciò vuol dire che entrambi avete bisogno di stare attenti a ciò che fate. Naruto, sei riuscito a nascondere perfettamente i baffi ma stai attento a non dimenticartene per sbaglio. Inoltre, dimentica la Modalità Eremitica, il Kyuubi, il Rasen-Shuriken e la tecnica della Moltiplicazione del Corpo. Se devi creare un clone, che non sia più di uno.”

Il biondo si accigliò. Questo gli portava via praticamente tutto quello di cui era capace. Ma quando vide la faccia da donna di Sasuke con un'espressione d'orrore sopra, quasi si mise a ridere.

“E Sasuke,” ricominciò la ragazza, “tu dovresti già sapere che mostrare lo Sharingan è fuori questione. E' per questo che devi lasciare anche la tua Kusanagi. Non potrai usare le tue tecniche oculari, e neppure il Susanoo.”

Strinse la mascella. “Questo mi lascia senza difese.”

“Non è vero. Hai ancora il Chidori e le tecniche del fuoco. Inoltre, siete entrambi eccellentemente dotati nel taijutsu e nel ninjutsu, L'unico modo per usare le vostre normali tecniche, o abilità innate, sarebbe se doveste essere certi di non lasciare testimoni.”

Questo rialzò il morale dell'Uchiha. “Si può fare.”

-.-.-.-.-.-.-.

Quando fu calata l'ancora, Ao andò a prenderli per portarli sull'isola. Solo che appena aveva provato ad avvicinarsi alla costa, era stato immediatamente circondato da donne che gli puntavano tutte addosso delle lance. Sembravano tutte guardie, vestite in tuniche lunghe fino a terra dal collo alto. Anche le maniche erano lunghe e larghe per facilitare i movimenti.

L'uomo alzò le mani in alto, mostrando che fosse disarmato. Provò anche a parlare, ma le donne si fecero più vicine a lui e fu costretto a indietreggiare. Fissando Sakura con occhi supplicanti, tornò sul ponte della nave.

“Non preoccupatevi, Ao-san. Mi prenderò cura di Mei-sama. E' in buone mani.”

Un sorriso amaro apparve per un momento sulle sue labbra prima che se ne andasse.

Le stesse donne si voltarono verso di loro e si inchinarono. Il gruppo di Konoha rispose all'inchino e si incamminarono tutti verso la foresta che avevano di fronte.

Camminando in fila, Sasuke guardava la schiena di Sakura e si chiedeva dove stessero andando. Per quanto riusciva a vedere notava solo alberi. Era notte, e quel posto era molto umido. Poteva sentire i vestiti, per quanto striminziti fossero, appiccicarsi alla sua pelle come se stesse piovendo. Sospirando, fu felice di vedere che non c'erano più uomini in giro. Le donne non erano interessate a ragazze sudaticce dai vestiti bagnati e dalle gonne tentatrici.

Si sentiva come se avessero camminato per ore. Ma prima che qualcuno di loro potesse stancarsi, un'immensa costruzione comparve davanti ai loro occhi. Era enorme e nessuno del gruppo riuscì a capire come non avessero potuta vederla tra i fitti alberi. Probabilmente a causa di un jutsu.

L'edificio era molto largo ma alto solo un paio di piani. L'entrata principale era spalancata e all'interno vi erano molte altre guardie donna. Li stavano aspettando.

Entrando, Sasuke rimase senza parole. Il palazzo era arredato in stile tradizionale Giapponese e ciò gli ricordò profondamente la magione degli Uchiha quando era un bambino. Scosse la testa e guardò Nariko, che ora fissava il soffitto, la piccola bocca completamente aperta. Gli occhi blu saettavano da una parte all'altra, meravigliandosi della bellezza di quel convento.

Sospirando, l'Uchiha riportò gli occhi sulla schiena di Sakura, fissando il simbolo circolare del suo clan. Lo teneva occupato. Non era ancora sicuro che Naruto fosse più sopportabile da femmina o se così gli desse più fastidio.

Il gruppo fu indirizzato al secondo piano.

“Questa sarà la vostra stanza,” spiegò una vecchia donna. “Riposate un po'. Sakura-san, vi scorteremo dalla Mizukage più tardi.”

La rosa annuì e guardò le guardie andare via. Entrarono nella stanza e lei si sbrigò a chiudere la porta scorrevole dietro di lei.

I suoi occhi verdi corsero per la stanza con sorpresa. Era piccola, con un paio di letti a castello attaccati sulle pareti opposte. Quello in basso era a qualche centimetro dal pavimento e, per chissà quale ragione, era più largo degli altri. Quello sopra era più piccolo. Senza aspettare, Sasuke si diresse verso i letti sulla destra e lanciò la borsa sul letto di sotto. Quello più largo e spazioso. Sentì un lamento da dietro e si girò per vedere Nariko che veniva nella sua direzione con espressione triste.

“Non è giuuusto!” risuonò la sua voce mentre lasciava le sue cose sul letto di sopra. La scaletta per salire era posizionata ai piedi dei letti. Lanciando un'occhiataccia a Sasuke salì in cima, stringendosi sul lettino. “Perché devo stare io sopra?”

“Perché sei un dobe.”

Il viso della bionda apparve oltre il bordo, dando a Sasuke un'altra occhiata cattiva. “Bene. Ma il letto non ha la rete. Se ti casco sopra non è un mio problema.”

“Cadi sopra di me e ti gonfio.”

“Tsk, come se potessi fare qualcosa con le tue manine delicate.”

Sasuke, che era ora sdraiato sul suo letto, diede un calcio al materasso di sopra, facendo squittire l'Uzumaki. Con la coda dell'occhio guardò Sakura che a voce bassa cercava di convincere la Hyuuga a prendere il letto di sotto. Quando Hinata rifiutò per la decima volta, la Haruno si limitò a salire sul letto più in alto concludendo la faccenda.

“Pensavo che ci avrebbero dato camere separate,” notò quando tutti si furono sdraiati sui propri letti per riposare.

“Lo pensavo anche io. Ma non possiamo certo metterci a negoziare per qualcosa del genere, no? Dobbiamo lavorare con ciò che abbiamo.”

La ragazza con gli occhi neri sospirò e si massaggiò le tempie. Sakura aveva ragione. Non era di nessuna utilità litigare o scatenare una scenata per una cosa del genere. Avrebbe dovuto accettarlo.

-.-.-.-.-.-.-.-.

Due ore dopo furono chiamati per vedere la Mizukage. Solo Sakura era richiesta ma il resto del gruppo si era rifiutato di lasciarla andare da sola. Alla fine le guardie donna non avevano avuto altra scelta che acconsentire.

Furono guidati giù per le scale in un lungo corridoio, alla cui fine c'era una porta sola. Entrarono e furono lasciati soli con la puerpera.

Aveva un aspetto terribile. La pelle era bianchissima con un sottotono grigio, le labbra pallide. Gli occhi erano scuri, nonostante normalmente erano di colore verde. La donna provò a sorridere ai nuovi arrivati ma lo trovò troppo difficile. Le sue mani erano strette sul proprio stomaco, che non era poi così grande come Sasuke si sarebbe aspettato. Era probabilmente al sesto mese di gravidanza.

La rosa non perse tempo con i saluti. Andò dal medico, che si trovava sul retro della stanza, alla ricerca della documentazione.

Gli ospedali avevano sempre fatto sentire Sasuke in modo sgradevole. E questa, a parte il modo tradizionale con cui era arredata, sembrava esattamente una stanza d'ospedale.

Improvvisamente, notò che quegli scuriti occhi verdi erano fissi su di lui. Lentamente, si mossero da lui a Naruto, poi tornarono. La donna allora alzò una mano e la ondeggiò, catturando l'attenzione del medico che stava spiegando qualcosa a Sakura.

La donna si avvicinò alla Mizukage e si piegò su di lei. Fu sussurrato qualcosa. Il medico le rivolse uno sguardo interrogativo ma poi annuì, sorrise e uscì dalla stanza.

Un largo sorriso apparve sul volto di Mei. “Tsunade-sama... non smetterà mai di stupirmi.”

La Haruno si diresse verso di lei e posizionò il palmo che riluceva di verde chakra sulla sua fronte. Le due si scambiarono un'occhiata. “Tsunade-sama ogni tanto ha qualche idea interessante.”

“Mi aspettavo qualcosa di interessante. Ma... i più stupendi uomini di Konoha... che fingono di essere donne...”

Rise brevemente prima di stringersi il ventre, il dolore dipinto in viso. Sakura si sbrigò e posizionò le mani sul suo stomaco. Rimasero tutti in silenzio.

“Hinata,” chiamò Sakura e la Hyuuga si fece avanti. Senza bisogno di altre istruzioni, attivò il Byakugan e fissò il bambino nel ventre della madre.

La ragazza con gli occhi bianchi che osservava e quella con i capelli rosa dalle mani illuminate dal verde chakra rimasero immobili. Quando finalmente Hinata fece un passo indietro, c'era una espressione pietosa sul suo viso.

“Il flusso del chakra è irregolare. La circolazione non è corretta. E' che... non c'è quasi più movimento.”

“Co... come?” Mei provò ad alzarsi ma Sakura la fermò. “I medici... Mi hanno detto che stava migliorando...”

“Questi medici...” la Haruno tornò a posizionare il palmo sulla fronte della donna. “Quanto vi fidate di loro?”

“Gli affiderei la mia vita,” spiegò la Mizukage.

“Hinata,” la ragazza si girò verso di lei. “Puoi assicurarti che siamo soli?”

La Hyuuga annuì. Le vene apparvero sulle sue tempie mentre si guardava attorno. Fissava oltre i muri. In un paio di secondi riportò gli occhi su quelli verdi. “Siamo soli,” confermò.

“Beh... Io riconsidererei quanto ha detto. Voi non siete malata. Siete stata avvelenata.”

Passò un altro momento di assoluto silenzio. “Non è possibile.”

“Mi dispiace ma è così.”

La donna riuscì finalmente a tirarsi a sedere sul letto e fissò la kunoichi di fronte a lei. “Ho iniziato a stare male mesi fa. Quando ero ancora a Kirigakure.”

“Allora,” sentenziò l'Haruno chinandosi per parlare il più basso possibile, “qualcuno sembra molto persistente nel voler cercare di farla fuori.”

“Ma... Come fanno i medici qui a non accorgersene?”

“Ci sono due opzioni. O sono dei medici pessimi, o sono coinvolti in tutta questa situazione. Il livello del veleno è basso. Questo vuol dire che... Mei-san, vi viene costantemente servito qualcosa che contiene questo veleno. Molti medici probabilmente non sono capaci di notarlo. Può sembrare molto più come una qualche infezione interna. Solo che un'infezione non causa certi spiacevoli problemi alla circolazione del chakra. Ci sono invece alcuni veleni che fanno proprio questo.”

La Mizukage sbatté le palpebre. Le ci volle un poco per liberarsi dallo shock e ritrovare il controllo. “Può essere curato?”

“Sì. Ma dovremmo essere lenti e discreti. Lasciamoli pensare che non ne sappiamo nulla. E in un niente troveremo chi c'è dietro a tutto questo.”

“Beh, tanto non andavo da nessuna parte.”

Sakura sorrise. Indietreggiò di qualche passo e si unì ai suoi vecchi compagni di squadra. “Siamo fortunati. Normalmente questo trattamento sarebbe sia dolorosissimo e pericolosamente lento. Ma con... Satsuki qui... potrei riuscire a curarla molto più in fretta.”

“Cosa intendi dire?” chiese la donna incinta.

“Vede, qualcuno, ai tempi, ha speso un po' di tempo di qualità con un certo errante ninja medico. Uno shinobi che lo ha reso immune a tutti i veleni conosciuti dall'uomo. Dovrei essere capace di usarlo per trovare la cura.”




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Un attimo di trama era necessaria :P Ricordiamoci che siamo qui per salvare delle vite!! ^^

Torneremo a far saltare i nervi del vendicatore nel prossimo capitolo! :D

Grazie a tutti quelli che hanno recensito!! Love ya *___*

Ciauu :D

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***





Sasuke fissava la Hyuuga. Non importava quante volte avesse visto il Byakugan attivato, continuava a essere intrigato dal suo funzionamento. Quelle vene sembravano dolorose. Quell'abilità innata era qualcosa di completamente differente dallo Sharingan, eppure così simile...

I suoi occhi scuri incontrarono quelli blu dall'altra parte della stanza. Nariko aveva una strana espressione in faccia e fissava malignamente l'Uchiha.

Roteando gli occhi, Sasuke tornò a osservare Hinata. I suoi occhi bianchi si muovevano lenti per tutta la stanza, controllandola con attenzione. Era tentato di far diventare cremisi anche il suo sguardo, ma non era ancora sicuro che fossero soli.

“Che cosa stai fissando?”

La voce femminile di Naruto era molesta. Era fin troppo piacevole all'orecchio, per quanto Sasuke non volesse ammetterlo.

Erano tornati nella stanza che era stata data loro all'arrivo sull'isola. Sakura era in bagno, preparando qualsiasi cosa avesse pianificato di fare. Lui era seduto sul proprio letto, direttamente opposto all'altro paio di mobilia dall'altra parte della stanza, attualmente occupato dalla Hyuuga e dalla ragazza dobe.

“Che problema hai?” chiese l'Uchiha.

“Perché stai fissando Hinata così?”

Satsuki sbatté le palpebre. “Cosa?”

Improvvisamente, la ragazza dagli occhi bianchi alzò leggermente la mano per prendere quella della bionda. Il suo sguardo si mosse sull'altro volto per rivelare uno strano miscuglio di dolcezza e preoccupazione. Un attimo solo e riportò l'attenzione sul suo obiettivo – essere sicuri che nessuno li stesse spiando.

“Tieni gli occhi su di te, teme.”

Prima che l'Uchiha potesse reagire, Sakura tornò nella stanza, trasportando un vassoio di metallo con sopra qualche strano ago e sospettose bottigliette. Si sedette accanto alla ragazza con gli occhi d'onice e sospirò.

“Smettetela di litigare, ragazze.” Prese una siringa e guardò Sasuke. “Satsuki-chan, ho bisogno un momento del tuo braccio.”

Sospirando, obbedì. Sembrava che la Hyuuga volesse mantenere il jutsu attivo durante tutto il processo, il che era una buona idea. Avere un utilizzatore del Byakugan in squadra era parecchio utile.

“Avrai bisogno di un altro trapianto d'occhi se continui così, teme.”

Gli occhi neri si spostarono su quelli blu. La rabbia sul volto di Nariko era genuina, eppure dava al volto della ragazza solo un leggero rossore. C'era qualcosa di anche solo remotamente aggressivo in una donna? Tutto quello che possono fare è essere carine. Lo era anche lui ora? Scosse la testa, tentando di schiarirsi la mente e smetterla di ricordare a se stesso di quello che era successo con il marinaio bastardo.

E poi capì. Naruto entrava nella categoria dei fidanzati gelosi. Sospirò ancora, girò la testa per guardare Sakura che gli stringeva una striscia di gomma sopra il gomito femminile per prelevare un po' di sangue.

“Non ho interesse per la tua ragazza, per l'amor del cielo.”

Gli occhi verdi dell'Haruno scattarono in alto per un attimo, stava facendo del suo meglio per rimanere seria. Era sempre un piacere andare in missione con i suoi ex compagni di squadra, ma questo era molto più divertente di quanto avesse immaginato.

“Allora perché la stavi guardando in quel modo inquietante?”

“Stavo controllando la sua abilità innata,” sibilò lui, cercando di mantenere la calma. L'ago gli entrò in vena.

“Beh, controlla qualcos'altro.”

“Stai zitto.”

“Ci sono,” continuò l'Uzumaki girandosi verso Hinata. “La fisserei anche io, se fossi in te.”

Sasuke roteò gli occhi annoiato. “Per l'ultima volta, non sono interessato a lei.”

“E a cosa saresti interessato, teme?”

“Perché dovrei dirtelo, dobe?”

“Sei interessata agli uomini, Satsuki-san?”

Tutti gli occhi saettarono verso la Hyuuga, che non poteva avere un sorriso più genuino sul viso. Sakura si sbrigò a togliere l'ago dal braccio di Sasuke prima di rischiare qualche danno. Tratteneva a forza la risata. Chi l'avrebbe mai detto che Hinata potesse fare certe domande.

“Cosa?” finalmente l'Uchiha riuscì a riprendersi. “No!”

“E allora?”

Sentì improvvisamente il viso bruciare e si voltò a guardare da un'altra parte.

“Ah, io lo so,” evidenziò Nariko e mise la manina attorno al polso della sua ragazza. “Tu sei interessato solo a te stesso.”

“Beh, faccio sicuramente la ragazza meglio di te.”

Sakura quasi fece cadere la bottiglia di spirito a terra. Prese un profondo respiro per calmarsi. Chi l'avrebbe mai detto che Sasuke avesse senso dell'umorismo. “Ragazze, calmatevi.”

Il ninja medico si alzò e andò al piccolo tavolo a lato. Prese la siringa e fece uscire alcune gocce di sangue in una bottiglia piena di roba verde. A ogni modo, sembrava non avesse avuto la reazione che si aspettava, tanto era il disappunto sul suo viso. Compì la stessa procedura con le altre bottiglie, tutte contenenti liquidi colorati e tornò al letto.

“Dimmi, Satsuki-chan, cosa esattamente Tu-Sai-Chi ti ha fatto?”

“Puoi mostrarci dove ti ha toccato su questa bambola.” Nariko alzò un orsetto di peluche, probabilmente di Hinata. Un cuscino volò dall'altra parte della stanza e colpì il biondo in faccia, facendolo sbattere all'indietro.

“Ho preso un po' di pozioni.”

“Quante sono esattamente 'un po''?”

“Circa sei.”

Sakura gli rivolse un'occhiata preoccupata. “E tu ti fidavi abbastanza di lui per prenderle senza preoccuparti che potesse cercare di avvelenarti?”

“Voleva il mio corpo. Non c'era nessuna ragione per lui per volerlo distruggere.”

“Ewww!” L'Uzumaki s'era rialzato con espressione disgustata. “Questo è troppo perverso, persino per me.”

Anche la Hyuuga sembrava disturbata. Schiarendosi la gola, Satsuki decise di chiarire qualche cosetta nella speranza di far suonare le cose un po' meglio. “Ovviamente, non avrei mai lasciato che mi possedesse. L'ho ucciso con piacere.”

Hinata si guardò i piedi per un po', mantenendo il silenzio. Al contrario, la bionda scoppiò a ridere sonoramente. “E' un metodo un po' rude per rompere con qualcuno, non credi?”

Sasuke provò a saltargli addosso sperando di vincere questa litigata ma fu trattenuto da Sakura.

“Sto parlando seriamente!” E lo era veramente visto che stava dando il meglio di sé per non ridere. “Sai che tipo di pozioni fossero? Puoi ricordarti l'odore o il sapore?”

“Non ho idea di cosa fossero fatte. Ma avevano tutte un sapore disgustoso.”

“Uh, questo non mi aiuta per niente...”

Sospirando, spostò lo sguardo e lo puntò sulle bottiglie sul tavolo, nessuna di esse aveva fatto reazione con il suo sangue. Aveva bisogno di più informazioni.

“Beh,” continuò Satsuki, “potrei essere capace di... mostrarti cosa ho preso. Ma dovrei usare una certa tecnica.”

La ragazza riportò lo sguardo su chi gli era seduto accanto. Trovava ancora difficile accettare il fatto che quella fosse Sasuke. Scosse la testa, affondò il viso nelle mani e si massaggiò le tempie.

“Prenderà molto tempo?”

“Solo qualche secondo.”

“Allora va bene. Ma solo perché è importante. E solo questa volta. Hinata-”

“Via libera.”

“Allora vai avanti.”

La rosa concentrò gli occhi su quelli d'onice che aveva di fronte. In un attimo divennero cremisi. E in un attimo lei non era più nella stanza.

Era in un posto buio, fissando il muro a pochi passi da lei. Una larga asse di legno, che faceva da letto era attaccata a esso, su di essa era sdraiato un ragazzo dai capelli scuri, la schiena rivolta verso di lei. Lei sbatté le palpebre, sussultando alla voce proveniente dalle sue spalle.

“Questo è uno dei nascondigli di Orochimaru. Quello dove mi avete trovato voi.”

A qualche centimetro di distanza dietro di lei c'era Sasuke con la sua normale forma maschile. Le mani erano intrecciate sul petto mentre guardava se stesso alzarsi dal letto.

Sakura aprì a vuoto la bocca per un momento, ma velocemente riprese il controllo di se stessa. Non era abituata a essere sotto il controllo di un genjutsu. E inoltre non si era aspettata di vedere l'uomo con la sua normale apparenza, sentire la sua voce... E stare in una stanza con due Sasuke le faceva girare la testa.

Un bussare alla porta di legno la riportò coi piedi per terra. Guardò l'uomo dai capelli bianchi, Kabuto, portare un vassoio di legno con una dozzina di bottiglie sopra. Lo posò su un piccolo comodino. Si girò verso il ragazzo e gli spiegò che quelle pozioni le aveva preparate Orochimaru stesso, e lo avrebbero reso immune alla maggior parte, se non a tutti i veleni. Poi lasciò la stanza.

Sakura si sbrigò a cercare di controllare le pozioni prima che il giovane Sasuke le consumasse. Comunque, con sua sorpresa, il ragazzo rimaneva fermo, seduto sul letto, i gomiti poggiati sulle ginocchia, fissando nel vuoto. Completamente fisso.

“Hai... bloccato il tempo?”

“No,” il Sasuke attuale si mosse verso di lei e guardò la sua controparte più giovane. “Qua stavo solo pensando a qualche strategia.”

“Oh,” notò la ragazza.

Fortunatamente, le bottiglie erano di vetro e ciò rendeva visibili i colori dei liquidi. Uno era chiaro, uno era torbido e un altro aveva un fitto colore semitrasparente. Stava cominciando a capire. Solo qualche erba medica e determinate sostanze potevano colorare l'acqua in quel modo. A parte questo non avevano odore. Era un ricordo. Non era qualcosa di reale che potesse sentire.

“Dovresti essere capace di notare l'odore quando lo berrà. Normalmente è così che funziona questo jutsu.”

La ragazza annuì e riportò gli occhi sulle bottiglie. Rivedere l'Uchiha nei suoi panni normali la faceva sentire a disagio. Ma lei doveva concentrarsi. Qualche secondo e il ragazzo sul letto raggiunse e prese la pozione blu. Era una dose abbondante, così che ella ebbe abbastanza tempo per sentire l'odore e il sapore di essa mentre la deglutiva con disgusto. Strano, era come se la stesse bevendo lei stessa.

Era terribile. Liquido amaro, davvero difficile da deglutire, puzzava di uova marce. Il seguente era particolarmente piccante, questo spiegava il rosso accesso di cui era colorato.

Una a una, la ragazza prese in considerazione ogni pozione, percependone ogni singola parte. Sapeva cosa contenessero ognuna di esse. Tutti quegli anni spesi a fare ricerche sulle erbe la stavano finalmente ripagando.

“Grandioso. Credo che sia tutto quello che mi serve.”

Sasuke annuì.

In un attimo la Haruno realizzò che erano tornati di nuovo nella stanza del convento. Fissava gli occhi neri di Satsuki. Per un po' i loro sguardi rimasero legati finché lei non si sbrigò e saltò a prendere un foglio di carta. Furiosamente, la rosa cominciò a scrivere, così che fosse sicura di non perdere il più piccolo dettaglio.

Splendido, sapeva esattamente con cosa cominciare. Girandosi verso gli altri, sorrise.

“Domani, comincerò a fare esperimenti. Preparerò una pozione e se non funziona passerò a un'altra. Prima o poi una funzionerà-”

Nariko le rivolse un largo sorriso e Hinata annuì. Disattivò il Byakugan, si strofinò gli occhi e quasi cadde sul letto quando la bionda si sporse verso di lei e le baciò una tempia.

Sasuke lasciò che la sua schiena colpisse il materasso. Per qualche ragione si sentiva molto stanco. Tutta questa pazzia gli stava risucchiando le energie.

“Dormiamo un po'. Ne discuteremo ancora domani.”

Sbadigliando, Naruto si mosse sonnolento lungo la stanza e si arrampicò sul letto di sopra. Entrambi i ragazzi mostrarono la loro schiena alle ragazze, dando loro un po' di privacy per fare qualsiasi cosa le ragazze facessero prima di andare a letto. La luce fu spenta e l'Uchiha chiuse gli occhi. Non avrebbe mai sbirciato in una situazione del genere, era troppo orgoglioso e ben educato per certe stupidaggini. Il problema era che poteva sentire chiaramente Naruto ridacchiare sopra di lui...

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Anche da ragazza, il russare dell'Uzumaki era ridicolo. Non era rumoroso, ma estremamente irritante. Calciare il letto non diede a Sasuke nessun sollievo, il ragazzo dormiva come un sasso! E lui che credeva che passando abbastanza missioni con il dobe sarebbe riuscito ad abituarsi.

Un altro calcio e improvvisamente il suono era sparito. Finalmente, pensò tornando a sdraiarsi. Chiuse gli occhi, cercando di non pensare a quanto scomodo fosse dormire decentemente con un seno così grande...

Proprio mentre Sasuke riusciva a scivolare nel sonno, uno strano suono gli fece spalancare gli occhi. Ma era già troppo tardi.

Nariko rotolò giù dal letto. Cadde, schiantandosi proprio su Satsuki, che poté solo fissarla con orrore. Con un sonoro urlo, entrambe le ragazze cominciarono a combattere, a graffiarsi, a lottare per liberarsi. Comunque, l'Uzumaki, ormai abituato a fare a botte, era troppo addormentato per capire cosa fosse realmente successo.

La stanza fu illuminata dalla crepitante elettricità del Chidori. Colpì Naruto nello stomaco, e ciò lo mandò a schiantarsi sul letto di sopra. Sfortunatamente, il legno della struttura era troppo fragile. Il letto si staccò da qualsiasi cosa lo reggesse e cadde sopra le due ragazze.

Maledizioni e male parole riempirono l'aria mentre i due tentavano di uscire fuori da quel casino. Le luci si accesero rivelando Satsuki e Nariko a terra, finalmente liberi dallo scontro.

“Sei un imbecille!”

“E' tutta colpa tua, te l'avevo detto che sarebbe successo!”

“E io ti avevo detto cosa sarebbe successo se fosse successo!”

“Smettetela, entrambi!”

I due guardarono Sakura. Si bloccarono, completamente pietrificati dal modo in cui li guardava. Con un paio di mosse li aveva separati l'uno dall'altro.

“Cosa credete di fare?!” Era furiosa. “Probabilmente avete svegliato tutto l'edificio.”

“E' colpa sua,” pianse la bionda, puntando il dito verso Sasuke, mostrando alla rosa un paio perfetto di occhi da cucciolo.

“No non lo è,” controbatté Satsuki, furiosa da come la sua voce suonasse dolce e gentile. “Mi è caduta addosso e-”

Fu interrotto dalla porta che si apriva. Qualche donna del corpo di guardia corse all'interno, impugnando le lance. Si guardarono attorno, finalmente notando il caos sulla destra. Sakura sospirò, felice di aver tolto le bottiglie che usava per i suoi esperimenti.

“State tutti bene?” Chiese una delle donne.

“Sì,” si sbrigò a rispondere la Haruno. “Sembra che il letto sia caduto dai suoi cardini.”

“Santo cielo! Si è fatto male qualcuno? Avete bisogno di un controllo medico?”

La ragazza sorrise. “No, no, siamo a posto. Qualche graffio, ma nulla di serio.”

Naruto si grattò lo stomaco, avrebbe volentieri dissentito ma sapeva che era meglio tenere la bocca chiusa.

“Vi manderemo subito qualcuno ad aggiustarlo.”

“Per favore, siamo nel cuore della notte, è già abbastanza avervi disturbato per questo. Potrà essere aggiustato domani, per stanotte staremo bene.”

La donna diede un'occhiata incerta alla ragazza con gli occhi verdi. “Sicura?”

“Sì, certo.”

Con un inchino, le guardie uscirono dalla stanza, lasciando il gruppo di Konoha in silenzio.

“Guarda cosa hai fatto, teme.”

Un pugno raggiunse la spalla di Nariko e lei si morse il labbro, cercando di non lamentarsi.

Sakura si massaggiò le tempie. “Sistemate questa roba,” ordinò, puntando il dito verso le macerie che erano l'unica cosa che rimaneva del letto dell'Uzumaki. Poi si girò verso Hinata, che stringeva la coperta e vi si copriva fin quasi sugli occhi. “Hinata-san sarebbe un problema se dividessimo il letto stanotte?”

Prima che la Hyuuga potesse rispondere, Naruto scattò come un lampo. Saltò sul letto di Hinata e l'abbracciò.

“Possiamo dividere il letto stanotte, vero, Hinata-chaaan?”

Arrossendo violentemente, servì un attimo alla ragazza dagli occhi bianchi per rispondere. Annuì, spostandosi per far posto al/la suo/a ragazzo/a.

Sasuke gemette silenziosamente, finendo di rimuovere le pile di legna dal suo letto. Si tuffò sul proprio materasso, pregando che questa missione finisse presto.




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LOL, non so cosa dire XD

Ringrazio con tutto il cuore i recensori, vi adoVo :D

E naturalmente grazie alla masnada di gente che ha messo la storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite... fateve sentì!! XD

Ciauu :D

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***





Sasuke si svegliò con un terribile mal di testa. Era stato sempre una persona mattiniera, ma gli era difficile ora alzarsi dal letto dove ancora trovava schegge di legno dalla notte precedente.

Si tirò su facendo forza sulle esili braccia e si grattò il collo. Rimase interdetto per un rapidissimo momento quando sentì i lunghi capelli che gli coprivano le spalle e cadevano morbidi sulla sua schiena. Se li tirò velocemente su in una coda di cavallo, lasciandosi la familiare sensazione dei lunghi ciuffi che portava da sempre davanti agli occhi.

Il sole già faceva capolino oltre l'orizzonte anche se era ancora solo una linea rossa molto sottile. Il cielo si stava illuminando, ma le stelle erano ancora visibili chiaramente.

Si stiracchiò e si alzò, cercando di evitare i pezzi di legno sul pavimento. Si diresse verso il bagno ma si fermò. Il letto di Sakura era vuoto. Al contrario, Naruto femmina occupava la maggior parte dello spazio sul letto sottostante, ma in qualche modo era riuscito ad avviluppare strettamente le braccia attorno alla sua ragazza. Hinata sembrava calma e in pace in quell'abbraccio dall'aspetto molto doloroso. Sembrava che riuscisse a gestire il ragazzo in questa forma molto più del normale. Il suo balbettio e il costante rossore erano diminuiti incredibilmente, se non completamente scomparsi.

Quei due erano fatti per stare insieme. Sospirando, sorrise a se stesso. Era contento che il suo amico dobe avesse finalmente trovato qualcuno che si prendesse cura di lui.

Continuò a dirigersi verso il bagno, in punta di piedi per non svegliare la coppietta. Era ancora troppo presto per avere a che fare con l'Uzumaki. E ancora, prima che potesse aprire la porta, questa si aprì rivelando la presenza di una freschissima Sakura.

I due sbatterono le palpebre, fissandosi a vicenda. Come aveva fatto a non sentirla? E perché era già alzata a quest'ora del mattino? Stava per chiederle qualcosa, ma fu immediatamente distratto.

La ragazza era ancora in pigiama. Indossava un paio di pantaloncini verde chiaro che erano un po' troppo corti da come era abituato a vederla, e una canottiera dello stesso colore. Sembravano essere fatti con chissà quale tessuto che rendeva tutto... troppo aderente.

“E' tutto a posto?”

Sasuke sbatté le palpebre. Era rimasto a fissarla per un po' senza accorgersene. Deviando lo sguardo si grattò di nuovo il collo, in realtà particolarmente felice di essere nel suo corpo da femmina. Era abituato a vivere solo e a girare liberamente la mattina. Era davvero molto contento che alcuni suoi problemi mattinieri da maschio non gli potessero causare qualche situazione imbarazzante.

“Perché ti sei alzata così presto?” riuscì finalmente a chiedere, sorpreso da quanto tenera e cristallina fosse la propria voce al femminile. La sua solita voce suonava sempre eccezionalmente aggressiva e minacciosa la mattina presto.

“Mi sveglio sempre presto,” spiegò la ragazza e gli sorrise. Si mosse così che potesse liberare il bagno per il suo ex compagno, sentendo le proprie guance bruciare. Perché doveva fissarla in quel modo? Era arrabbiato con lei?

I due si scambiarono un goffo sorriso e l'Uchiha si sbrigò ad andarsi a rinfrescare. Sebbene, già solo controllandosi allo specchio, si svegliò completamente. Era ridicolo. Lui, o meglio lei, aveva i capelli sparati in tutte le direzioni, disordinati e impicciati e la coda era storta.

Sciolse i capelli e cercò di pettinarseli con le dita, causandosi solo dolori. Essere ragazza faceva schifo. Come potevano gestire delle cose del genere? Forse è per questo che Sakura teneva un acconciatura più corta, era più facile da gestire e decisamente più confortevole in combattimento. E Hinata? Come riusciva a lavorare con quei capelli?

Scuotendo la testa, si buttò un po' d'acqua fredda in faccia, si lavò i denti e controllò di nuovo la ragazza nello specchio. Per quanto lenta potesse essere la sua maglietta, era ovvio che la misura del suo seno era troppo per un corpo tanto magro. Maledetto Naruto... E pensare che certe ragazze nascevano in questo modo e dovevano vivere così.... Se solo avesse potuto aggiustarlo, avrebbe potuto combattere più facilmente.

Tette più piccole. Di certo preferiva tette più piccole. Qualcosa come quelle di Sakura...

Volle picchiarsi. Tutte quelle idiozie da femminuccia gli stavano causando troppo stress. E probabilmente avrebbe potuto pure cambiare qualcosa del suo aspetto, ma era ormai troppo tardi, troppo persone l'avevano già visto così. Poteva giusto chiedere alla Hyuuga qualche consiglio per riuscire a combattere così com'era.

Uscendo, notò che Sakura era già vestita con il suo solito abbigliamento. Si stava dirigendo verso la porta quando si girò e vide Satsuki, che indossava i pantaloncini e la larga maglietta, i capelli sciolti e completamente aggrovigliati. Sorridendo, sospirò. “Cos'è accaduto ai tuoi capelli?”

“Dove stai andando?” chiese Sasuke sussurrando. Era ovvio che avesse ignorato deliberatamente la sua domanda.

“Sto andando alla serra a prendere qualche erba.”

“Sola?”

“Sì.”

“Non dovresti farlo, sai che ci siamo messi d'accordo a riguardo.”

La ragazza guardò da un'altra parte. “Lo so ma... sono perfettamente capace di proteggermi da sola.”

Satsuki fece scattare la testa, lasciando che i capelli impicciati scivolassero dalla spalla destra. “Lo so. Ma comunque, verrò con te.”

La Haruno sorrise. “Bene. Ma lascia prima che ti aiuti con i capelli.”

La ragazza dagli occhi verdi raggiunse le sue cose e dopo un po' di ricerca tirò fuori una spazzola. Fece cenno a Sasuke di seguirla ed entrambi entrarono nel bagno. Chiudendosi la porta alle spalle, Sakura raggiunse la mora.

“Potrebbe farti un po' male,” disse lei.

Sasuke rispose scrollando le spalle. Il dolore aveva smesso di preoccuparlo molto tempo fa. A parte questo, era tutto molto strano. Non riusciva a ricordare di aver mai usato un pettine per i suoi capelli. Eppure adesso era tutto... stranamente piacevole.

Sakura separava con cautela i fitti, neri e fin troppo lunghi capelli, pettinando ogni ciuffo attentamente. Ridacchiava del fatto di trovarsi in una situazione del genere, era semplicemente ridicolo. Un Sasuke femmina con delle immense tette e dei capelli che avevano bisogno d'essere dolcemente pettinati? Finì in un attimo. Gli legò in fretta i capelli in alto essendo assolutamente certa che li preferisse così, cioè che non gli fossero d'impiccio. Aveva ragione.

Satsuki si controllò allo specchio, lieto di ciò che vedeva. “Grazie,” menzionò, ricevendo un sorriso dall'Haruno.

Presto i due furono fuori dalla stanza, scesero giù per le scale dove c'era la parte ospedaliera dell'edificio. La rosa si guardò dietro un paio di volte, un'espressione preoccupata in volto.

“Pensi che sia sicuro lasciarli soli?”

Sasuke la guardò stranamente. “Hinata sembra abbastanza capace di gestire Naruto, un paio delle sue tecniche e lo manda K.O..”

La ragazza ridacchiò. “No, volevo dire se fosse sicuro lasciarli dormire? Qualcuno potrebbe sorprenderli e-”

“Stai parlando dell'Erede degli Hyuuga e... Nariko. Staranno bene.”

Finalmente fuori, il ninja medico si fermò al cancello e aspettò che il sole le colpisse gli occhi. Il calore che emanava era magnifico. Il Paese dell'Acqua non era Konoha, era umido e afoso, ma lei sembrava riuscire a goderne.

I due camminarono un altro po' per raggiungere il giardino. Era coperto, ma arrivava abbastanza aria fresca da spandere le essenze rendendo l'atmosfera fantastica. Tutte le erbe erano stupende, neanche nei suoi sogni Sakura avrebbe mai pensato di poter vedere una tale varietà o tante erbe mediche.

La caposala le aveva dato il permesso di prendere tutto quello di cui aveva bisogno, e lì una vecchia donna dormiva su una sediolina, poggiandosi su un tavolo in un angolo del giardino. Prendendo un cesto, la ragazza cominciò a girare.

“Non prenderò tutto ciò di cui ho bisogno così non desterò sospetti,” sussurrò a Sasuke mentre passava tra le piante, alzandone alcune e odorandone altre. Prendeva un po' di ognuna delle erbe così che potesse usarle per il resto delle pozioni.

Lentamente, riempì a metà il cesto e si girò. Aveva bisogno ancora di alcuni ingredienti e avrebbe potuto trovarne nell'infermeria all'interno. C'erano impilate cose differenti lì e lei sperò di poter trovare ciò che le serviva. C'era comunque una minima possibilità che non le fosse possibile. Orochimaru aveva usato qualcosa di molto raro ed esotico per quelle pozioni.

L'Uchiha le rivolse uno sguardo interrogativo, guardandola bloccarsi per un po' di tempo. Aspettò che reagisse senza dire nulla. Aveva deciso che la propria voce fosse troppo fastidiosa e l'avrebbe usata il meno possibile.

Accordato un altro permesso, Sakura andò nell'infermeria e raggiunse il bancone. Aprendo i cassetti iniziò a guardare le piccole fiale tutt'attorno che contenevano strane sostanze.

“Cosa stai cercando?” sussurrò finalmente Sasuke. La curiosità gli stava pesando addosso.

“Ho bisogno della lingua secca di geco e un po' di polvere lunare.”

Lui alzò un sopracciglio. “Polvere lunare?”

“E' l'essenza di un fiore molto raro che fiorisce solo al buio durante le notti di luna piena.”

Sasuke non aveva idea di una cosa del genere, ma scrollò le spalle e seguì la ragazza che continuava a girare, vagando tra le scorte infinite di strane sostanze polverose. A un certo punto le scappò un gridolino felice che annunciava la sua vittoria, aveva trovato ciò che cercava.

“Come fai a conoscere esattamente gli ingredienti?” chiese, sussurrando così che non fosse costretto a sentire troppo la propria voce.

“Alcune cose hanno un distintivo odore o sapore. A parte questo, sono stata ben allenata. Posso dirti con facilità gli ingredienti con cui è composta ogni singola pozione.”

In qualche modo questo stupì l'Uchiha, anche se riuscì a non darlo a vedere. Dopo la guerra aveva speso pochissimo tempo con i suoi ex-compagni. Naruto era stato mandato costantemente in missione in tutto il mondo Ninja, tutti i villaggi ormai si fidavano ciecamente di lui. E come biasimarli, era l'Eroe della Quarta Guerra. La Haruno dal canto suo aveva aiutato un sacco dei feriti. Niente di cui meravigliarsi. Le chiacchiere dicevano che avesse superato il livello di Tsunade per qualità curative molto tempo fa. Per quanto riguardava lui, aveva passato la maggior parte del suo tempo chiuso nella Tenuta degli Uchiha, ad allenarsi.

“Satsuki-chan?”

Sasuke sbatté le palpebre notando che il suo cervello stava divagando. I suoi occhi neri saettarono alla ragazza che aveva di fronte. La luce del sole albeggiante rendeva i capelli rosa di un delicato color pesca. E i suoi occhi verdi...

Perché stava pensando certe cose? Non gli era mai interessato di belle visioni e di sfumature di colore. Poteva questo jutsu modificare anche il suo cervello così tanto? Questo spiegava perché Naruto fosse un tale schizzato. Doveva uscire da questo corpo prima che potesse succedere qualcosa di irreparabile.

Fece un passo indietro, sussultando al tocco della mano di Sakura sulla sua fronte.

“Stai bene? Ti comporti stranamente.”

L'Uchiha scosse leggermente la testa e guardò da un'altra parte. “Ho un'emicrania.”

“Ah,” esclamò la ragazza. Girò sui tacchi e lo sorpassò, diretta di nuovo al giardino. Prima che potesse seguirla, tornò, stringendo nelle mani altre erbe. “Andiamo, hai bisogno di un po' di tè.”

Tornarono nel palazzo e, seguendo le istruzioni di una guardia mezza addormentata, puntarono entrambi verso il primo piano. Trovarono una piccola cucina, Sakura trovò facilmente l'acqua calda già pronta che bolliva in un grande calderone su una stufa. Sembrava che le monache o qualsiasi altra donna fosse stata lì, tenesse acqua calda pronta a qualsiasi ora.

Riempì un bollitore, vi mise le erbe che teneva nelle mani, lo coprì con cura e si diresse verso la porta. Sorprendentemente, Satsuki era riuscita a prenderlo dalle sue mani prima che lei potesse reagire. D'altronde, era un Uchiha. Poteva essere un rompiscatole, ma almeno conosceva le buone maniere.

Tornati in camera furono entrambi sorpresi di vedere che Naruto e Hinata erano alzati, puliti e vestiti.

“Perché voi due ve ne andate in giro senza di noi?”

“Ci stavamo godendo la pace che regna quando dormi. Peccato che non sia durata a lungo.”

Nariko lanciò un'occhiataccia a Satsuki. “Ah, il vostro era un appuntamento?”

“Per quanto ti riguarda, russi come un maiale?”

Con un paio di passi, la bionda arrivò faccia a faccia all'Uchiha, a giusto qualche centimetro di distanza. In effetti, erano così vicine che i loro seni erano premuti l'uno contro l'altro, ma entrambi sembrarono non farci caso.

“Peccato che non colpisca le ragazze. Altrimenti sarebbe la tua fine, Nara.”

Stranamente, il riferimento al clan di Shikamaru fece arrabbiare oltremodo Sasuke. “E' davvero un peccato per te visto che io sarei capace di picchiarti in qualsiasi forma, dobe.”

“Sì, come se potessi.”

“Mi stai sfidando?”

“Il tè è pronto.”

Subito, i due si girarono e videro Sakura e Hinata sedute al tavolino, con le tazze piene di liquido bollente e vaporoso all'interno. Le due ragazze avevano completamente ignorato quell'ennesimo battibecco. Erano persino riuscite a prendere il bollitore dalle mani di Sasuke senza che lui se ne accorgesse.

Ma tanto sembrò abbastanza per raffreddare gli animi. Lui sospirò e Naruto rise. Si scambiarono un'altra occhiata maligna e si diressero al tavolo. Bastarono all'Uchiha un paio di sorsi per sentirsi subito molto meglio. La Haruno aveva degli interessanti assi nella manica.

-.-.-.-.-.-.-.-.

La giornata passò dall'essere molto movimentata al diventare completamente noiosa. Erano rinchiusi nella loro stanza, a guardare Sakura che pestava le erbe, contava le foglie, svaporava i fiori e mescolava i caldi liquidi.

Un paio di volte le monache gli fecero visita per portare loro la colazione e poi il pranzo. Le guardie erano state avvertite che la kunoichi stava preparando qualcosa per aiutare la Mizukage ma non si curarono poi molto di sapere cosa esattamente stesse facendo. Più tardi, quel giorno, furono informati che, purtroppo, non avevano materiali di riserva per sistemare il letto rotto e che avrebbero avuto bisogno di qualche giorno perché arrivassero sull'isola.

Il gruppo spiegò che si erano sistemati comunque abbastanza bene anche così. Naruto e il suo russare erano lontani abbastanza da Sasuke da non fargli provare il desiderio di soffocarlo con un cuscino mentre Hinata sembrava dormire meglio di sempre tra le braccia del suo ragazzo. L'Uchiha si chiese cosa avrebbe detto il padre a riguardo. Si chiese anche se Sakura riuscisse davvero a dormire con la bionda proprio sotto di lei.

“Sono pronta,” annunciò la rosa poco dopo che il sole fu tramontato.

Felici, si diressero tutti di sotto per vedere il capo di Kirigakure.

-.-.-.-.-.-.-.-.

“Sakura-san,” la salutò la donna.

Aveva un aspetto peggiore del giorno prima. Si sbrigarono a congedare i medici che erano nella stanza. Hinata controllò la situazione con la sua abilità innata, ma sembrò che ci fossero guardie tutt'attorno a loro. Le donne sembravano non fidarsi molto del gruppo di Konoha e rimanevano vicine, giusto per sicurezza. Ma non era un problema.

“Mei-sama, sono venuta con una medicina che credo vi aiuterà.”

La donna sorrise e prese la bottiglia con il liquido blu, guardandola con insoddisfazione. “Cos'è, ha un odore strano.”

“Ha anche un sapore strano. Ma dovrebbe farla sentire meglio.”

Debolmente, bevve il disgustoso liquido, strizzò gli occhi, cercando di trattenere i conati per quel sapore terribile. Si chiese come potesse fidarsi di quella ragazza così tanto, ma dopo tutto, era disposta a provare qualsiasi cosa per il suo bambino.

Riconsegnando la bottiglia alla Haruno, prese un profondo respiro. Le fu data prontamente dell'acqua e lei la bevve con gratitudine. La fece sentire meglio.

Tutti rimasero fermi per un po', come si aspettassero che succedesse qualcosa di miracoloso. Ma nulla avvenne.

“Ha bisogno di tempo per fare effetto. Inizierò a lavorare su un'altra medicina, giusto in caso questa non funzionasse. Le farò visita domani mattina per controllare se c'è stato qualche cambiamento nelle sue condizioni. Ora sarebbe meglio che vi riposaste.”

La donna annuì. E loro tornarono nella loro noiosa stanza. Entrando, Naruto si sbrigò a buttarsi sul letto a pancia in giù. Come poteva essere stanco senza aver fatto nulla per tutto il giorno? Comunque, il biondo si mise presto a sedere, un'aspra espressione sul volto da ragazza.

“E' terribile, non riesco a dormire normalmente con queste!” Dicendo questo, si prese i seni e cominciò a strizzarli insieme. Hinata gli sorrise e gli lanciò un'occhiata comprensiva. Sasuke sentì il bisogno di andare a tirargli un pugno per aver costretto entrambi a questa tortura con il suo jutsu da super pervertito.

Ma prima che potesse decidere se valesse la pena litigare ti nuovo, Sakura si voltò verso di lui.

“Ora che ci penso, sembra davvero scomodo.”

Lui non reagì. Le mani di lei furono troppo veloci. Gli prese i seni e li strinse, sentendo quanto veri fossero al tatto. Ridendo ad alta voce, la ragazza fece un passo di lato, e rise ancora di più. “Ma continuo a trovare ingiusto che Sasuke abbia le tette più grosse delle mie.”

Tutti scoppiarono in una risata, persino Hinata, quando Satsuki si fiondò in bagno, sbattendo sonoramente la porta.




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Un capitolo velatamente SasuSaku :)

Non preoccupatevi, la situazione tornerà a farsi movimentata nel prossimo capitolo!!

GRAAAZIE x le recensioni *__*
Mi crogiolo coi vostri sorrisi :P

Ciauu :D

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***





Svegliandosi all'alba come al solito, Sasuke trovò Sakura al tavolo, ad armeggiare con le erbe. Aveva una bottiglia di vetro davanti, piena di un liquido verde acceso.

Si lavò velocemente e la aspettò mentre finiva qualsiasi cosa stesse facendo, sapendo che sarebbe dovuta andare a controllare la Mizukage.

Presto detto si diressero entrambi fuori dalla stanza, lasciando Nariko e Hinata a dormire. La vista delle due ragazze strette tra loro in quella maniera fece sentire l'Uchiha stranamente a disagio. Scosse la testa, e decide di non rimuginarci di più. Entrando nella stanza da degenza, trovarono Mei sveglia. Comunque, non sembrava stare meglio per niente.

“Mei-san, perché non sta dormendo?”

La donna puntò gli occhi verso quelli verdi di fronte a lei, facendo del proprio meglio per sorridere. “Io ho... il bambino... non mi sento tanto bene.”

Sakura si accigliò. Controllò la temperatura e la pressione sanguigna. Non c'era stato nessun miglioramento. Molto male. La ragazza era certa d'aver preparato alla perfezione la pozione, senza tralasciare il minimo dettaglio. Ma non aveva funzionato. Non aveva avuto alcun effetto su qualsiasi cosa stesse minando la salute della donna.

“Sto preparando un'altra medicina. Ci vorrà qualche ora perché sia pronta.” La Haruno si sforzò di sorridere. La leader di Kirigakure aveva un aspetto peggiore del giorno prima. Di questo passo non avrebbe avuto molto tempo... “C'è niente che possiamo fare per farla sentire meglio nel frattempo? Volete fare colazione o...”

“Sapete, ci sono delle fantastiche terme qui. Il calore potrebbe aiutare a sedare il dolore. Stavo pensando di dargli una chance. Volete unirvi a me? Potremmo divertirci un po' mentre aspettiamo che la medicina sia pronta. E un po' di protezione extra sarebbe ben accetta.”

La rosa stavolta sorrise veramente. “Ma certo! Però siete sicura di riuscire a sopportarlo, sarebbe meglio per voi rimanere a letto.”

“Se rimango un altro po' qui divento pazza. Sono rimasta chiusa in questa stanza per più d'un mese.”

“Perfetto allora. Avete bisogno d'assistenza?”

“No no. Le monache hanno già tutto pronto. Andate a fare colazione e ci ritroviamo là.”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

“Woaaaaah, le terme!”

Nariko saltò giù dal letto, all'apparenza fin troppo eccitata. Indossava una lunga maglietta che era ovvio appartenesse alla sua forma originale, ma sembrava più un tendone da circo sul corpo snello che aveva al momento. Sasuke era già felice che fosse almeno parzialmente vestita.

“Non esaltarti troppo, dobe. Noi staremo fuori a fare la guardia all'entrata,” spiegò l'Uchiha.

La bionda mise il broncio. “Ma perché? Io amo le terme.”

“Perché c'è solo la sezione femminile qui.”

L'Uzumaki si bloccò. Si drizzò e puntò gli occhi cerulei in quelli neri di fronte a lei. “Quindi?” iniziò con voce piuttosto seria. “Noi siamo donne.”

Fu il momento di Sasuke per bloccarsi. “Non puoi dire sul serio.” Con sguardo confuso si voltò verso Sakura.

Il ninja medico sospirò e guardò Hinata, che si limitava a sorridere, un visibile rossore sulle guance. “Per quanto non mi piaccia ammetterlo,” spiegò la Haruno, “potrebbero sospettare qualcosa se ci dividessimo.”

L'Uchiha per un attimo non respirò. “No.”

La rosa sospirò ancora. Prospettava già l'inizio di un'altra baruffa. “Intanto andiamo là poi vedremo come gestire al meglio le cose.”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Dopo una colazione molto silenziosa il gruppo fu guidato dalle guardie verso l'altro edificio del convento. Il vapore era visibile oltre il tetto. Entrando furono indirizzate allo spogliatoio.

Ma qualcosa di strano stava accadendo a Nariko. I suoi occhi zigzagavano in continuazione. Era forse paranoica per colpa di tutte quelle altre donne? Non avevano nessun modo per capire chi fosse realmente.

Satsuki dovette prenderla e forzarla in angolo così da poter lasciare le vere ragazze della loro squadra cambiarsi. Dovette quasi schiaffeggiare la bionda per attirare la sua attenzione.

“Ma che diamine di problemi hai?”

“Non posso crederci...” Aveva le lacrime agli occhi.

“Cosa?”

“Sono qui. Sono nello spogliatoio femminile.”

L'Uchiha sbatté le palpebre. “Ma di cosa stai parlando?”

“Sono qui finalmente. Ci sono proprio dentro.”

“Aspetta, ma tu...”

“Ero-sennin sarebbe così fiero di me... Non riesco a credere di non aver mai pensato a questa tecnica prima...”

Sasuke sbatté di nuovo le palpebre. Seguì gli occhi della bionda, notando come non si facesse scappare dalla vista neppure una donna. E comunque, perché c'erano tutte quelle donne nude attorno a loro?!

Fece un passo indietro e quasi si scontrò con Sakura. “Che sta succedendo a voi due?”

“Nariko è-”

“Niente, tutto a posto, Sakura-chaaan.” Naruto si mosse velocemente, togliendosi gli abiti viola che lo facevano passare per una Yamanaka.

Gli occhi d'onice si spostarono prima che potesse vedere fin troppo del suo compagno di squadra. “Dobbiamo uscire da qui,” iniziò a spiegare, ma Sakura scosse la testa.

“Sarebbe inutile, ormai le cose sono fuori controllo. Ma ho parlato con Hinata. Ci penserà lei a Nariko.”

“Ma-”

“Placati. Mettiti un asciugamano addosso e andiamo.”

“No, io resto qui.”

La ragazza roteò gli occhi. “La Mizukage è già dentro. Donne da tutte le parti del Mondo Ninja vengono in queste terme benefiche. E' meglio se le stiamo accanto. Ha bisogno di riposo.”

“Ma-”

“Niente ma. Cambiati.”

Resistendo a forza al desiderio di scappare, Sasuke si diresse verso la cabina, seguito passo passo dalla kunoichi con i capelli rosa. Si tolse in fretta la gonna verde e la maglietta nera, poi continuò senza guardare cosa esattamente stesse facendo. Non aveva alcuna intenzione di osservare come fosse fatto esattamente il suo corpo da femmina, era già abbastanza sentirsi a disagio con sé stesso tutto il tempo.

Si avvolse attorno l'asciugamano e incrociò le braccia al petto. La molle sensazione dei suoi seni era snervante. Rivolse a Sakura uno sguardo inceneritore costatando quanto fosse difficile per lei trattenersi dal ridere.

Uscendo, raggiunsero il capo di Kiri, trovando Hinata e una Nariko trasognata accanto a lei. La donna era nell'acqua, la schiena poggiata a bordo vasca. Fortunatamente, c'era abbastanza vapore da rendere le cose poco visibili. E altrettanto fortunatamente, sia la Hyuuga che l'Uzumaki avevano ancora gli asciugamani addosso.

Avvicinandosi, Mei li accolse con un sorriso. “Vi ringrazio per essere venuti. Sono contenta di vedere anche te qui, Satsuki-san. Ho pensato che aveste deciso di rimanere nella vostra stanza.”

Sasuke non rispose, non voleva. Distolse lo sguardo ma sentì Naruto ridacchiare con la sua delicata vocetta. “Satsuki-chan può essere molto timida.”

Anche la gestante rise. “Oh, è così adorabile.”

“Come vi sentite, Terumi-sama?” Sakura fu gentile abbastanza da cambiare argomento.

“Il calore mi fa sentire meglio. Dovrei farlo più spesso.” Quegli occhi verdi ora avevano un'altra luce. “Vi prego ragazze, riposatevi anche voi nell'acqua. E' davvero un toccasana per i nervi.”

“Sentito, Satsuki-chaaan! Se entri nell'acqua magari ti si aggiusta l'irritabilità.”

Sasuke rivolse a Naruto uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo all'istante. Comunque, si sbrigò a girarsi quando la bionda si tolse il telo e si tuffò nell'acqua. Rilasciò un gradito sospiro.

Ma come se non fosse abbastanza, girandosi c'era solo di peggio. C'erano molte piscine termali situate l'una di fianco all'altra, piene di tutti i tipi di donne. Tutti i tipi di donne completamente nude. Fissando il pavimento, si morse l'interno della guancia.

Questa missione era una completa pazzia. Consisteva solo in robe da pazzi e nient'altro. E non ce la poteva fare. Si voltò verso la porta con passo spedito ma aveva dimenticato di considerare un paio di dettagli: Naruto, anche se ragazza, continuava a essere un dobe fatto e finito.

Stendendo le braccia, l'Uzumaki aveva afferrato la sottile caviglia del suo compagno di squadra, facendolo inciampare. Non solo, lo aveva tirato con forza, e ciò portò l'Uchiha a perdere l'equilibrio. Ancora non poteva far fronte alla difficoltà che gli comportavano le sue nuove proporzioni. E non poté fare nulla per impedire a se stesso dal finire in acqua.

Con un sonoro 'splash' Satsuki finì dritto nella piscina. Qualche donna si girò per controllare cosa stesse accadendo. La Mizukage si strinse il pancione e rise sonoramente, sorridendo a Nariko, che se la rideva allo stesso modo. In un secondo una bagnata e furiosa ragazza riemerse dall'acqua, dirigendosi lentamente verso la bionda con intento omicida.

Ma si fermò a metà strada solo per essere colta dal panico e affondare ancora nell'acqua, lasciando che la coprisse fino al mento. L'asciugamano era scivolato via e non tornava a galla. Era completamente nuda. Percependo il proprio viso andare a fuoco, Satsuki spinse la ragazza dagli occhi azzurri fuori dalla sua strada e si appiccicò al bordo della vasca, a pochi passi dalla gestante, che ancora rideva.

“Sei proprio una bella ragazza, Satsuki-san, non dovresti vergognarti del tuo corpo.”

Ma Sasuke era troppo occupato a tentare di celare il proprio seno al mondo per prestare attenzione a quelle parole. Premendo se stesso contro il bordo, notò che Sakura e Hinata si erano unite al gruppo nell'acqua durante quel casino, e ridevano allo stesso modo.

Un disastro. Quella missione era un disastro dall'inizio alla fine.

Avevano iniziato a chiacchierare ma Sasuke non vi stava prestando attenzione. Aveva deciso di rimanere completamente fermo, fissando il suolo e aspettando che finisse tutto. Ma ci stava mettendo troppo. A un certo punto cominciò a sentirsi irrigidito e provò a muoversi ma non aveva idea di come posizionare il suo corpo senza che certe cose facessero capolino.

Dall'altra parte della piscina Hinata fissava l'Uchiha, dispiaciuta per quel che stava passando. Naruto se la stava cavando alla grande e gestiva quel jutsu meglio di quanto potesse immaginare, ma per Sasuke sembrava una tortura. Lo guardò girarsi, affondando fino al mento nell'acqua. Poveraccio.

La ragazza si mosse così da attirare la sua attenzione. La Hyuuga sapeva quale era la procedura per se stessa – ogni volta che andavano alle terme doveva portare le mani esattamente sopra il seno per sentirsi più confortevole. Quando finalmente la notò, lei gli fece segno di muovere semplicemente le mani come stava facendo lei in quel momento.

La ragazza dagli occhi neri sembrò capire cosa stava succedendo. Esitante, mosse le mani sopra il seno e queste sistemarono piuttosto bene le cose. Non galleggiava più nulla. Con un cenno, mostrò alla ragazza il suo apprezzamento e lei gli sorrise in risposta.

Fino a quel momento Naruto era stato abbastanza distratto dal resto, guardando e crogiolandosi nelle nudità che vedeva. Però, notando il silenzioso scambio tra la sua ragazza e Sasuke sembrò improvvisamente infuriarsi.

Con qualche celere passo la bionda si piazzò davanti a Hinata, fissando malignamente Satsuki. “Che cosa credi di fare?”

“Cosa?”

L'Uzumaki gli si avvicinò così che gli altri non sentissero. “Stavi fissando le tette della mia ragazza?”

Sasuke sbatté le palpebre ma decise di raccogliere la sfida. “E se anche fosse? Forse lei non avrebbe bisogno delle attenzioni di qualcun altro se tu non fossi tanto occupato a fissare le altre donne.”

Il Jinchuuriki strinse la mascella. “E allora hai deciso di darle un'occhiata?” Il suo sussurro era diventato un sibilo praticamente inudibile.

“E se anche fosse?”

“Nariko...”

Entrambe le ragazze si girarono e videro che Hinata era proprio dietro di loro, con una davvero strana espressione in viso. Con una mossa che Satsuki non poteva seguire senza il suo Sharingan, la Hyuuga prese il braccio della bionda e se la tirò vicino. Gli occhi blu fissi in quelli bianchi.

Continuando a tenersi il seno con una mano, alzò l'altra raggiungendo il mento di Naruto e lo strinse con una presa ferrea. Piegandosi, posizionò il volto a pochi centimetri dal suo. E lui aveva l'espressione più terrorizzata che Sasuke gli avesse mai visto fare.

“Perché continui a litigare con Satsuki-chan?” La sua voce era bassa e delicata.

“Io-” provò a spiegare il biondo.

“Vuoi che ti sculacci?”

Gli occhi blu si spalancarono. “Io-”

Chinandosi ulteriormente, lo fissò. I loro nudi, seni bagnati premevano l'uno contro l'altro, costringendo l'Uchiha a distogliere a disagio lo sguardo. “Se continui così, specialmente a fissare le altre così, sarò costretta a punirti.”

La bionda aprì bocca un paio di volte prima di riuscire a trovare le parole. “Hinata-chaaan, lo sai che io ho occhi solo per te!”

La Hyuuga fece un passo indietro, rimpiazzando la sua strana espressione con un caldo sorriso. “Bene,” disse e tornò al suo posto.

La ragazza dagli occhi d'onice si chiese se avrebbe dovuto tormentare un altro po' la bionda ma sembravano entrambi abbastanza spaventati da quel che era appena successo per ricordarsi di combattere. Trovando il telo da bagno che ora galleggiava sull'acqua, uscì dalla piscina.

“Credo di averne abbastanza per oggi.”

La Mizukage sospirò con un sorriso sul viso. “Hai ragione. Usciamo prima di surriscaldarci.”

-.-.-.-.-.-.-.-.

Assicuratasi che la leader di Kirigakure fosse al sicuro nella sua stanza e che avesse preso la sua pozione verde, Sakura tornò in camera, accompagnata da Sasuke. Era meglio che si portasse lui dietro per queste cose. Portare Hinata avrebbe voluto dire lasciare lui e Naruto da soli, che non era una decisione molto saggia. E lasciare l'Uchiha con la Hyuuga voleva dire far andare fuori di testa il biondo. Sembrava essere parecchio geloso di Sasuke.

Inoltre, Sasuke era cupo e silenzioso, e le rendeva le cose molto più facili. Qualche volta si dispiaceva di averlo coinvolto. Ma solo qualche volta e per un secondo soltanto. Il resto del tempo lo trovava spassoso.

Tornati in camera, Sasuke andò dritto a letto, mostrando la schiena agli altri. Era il primo pomeriggio, troppo presto per dormire...

Vedendo questo, Naruto finalmente si decise a porre una domanda al ninja medico, una cosa che lo aveva tormentato per un po'. Fece cenno a Sakura di seguirlo in bagno e si chiuse la porta dietro. La rosa non poté fare a meno di notare che la Hyuuga aveva attivato con noncuranza il suo Byakugan... quei due erano fatti l'uno per l'altra.

“Sakura-chan, sto iniziando a preoccuparmi davvero per... Satsuki.”

Lei arcuò un sopracciglio rosa. “Perché? Hai notato qualcosa di particolare?”

“Beh, è una cosa normale per lui, ma io sono comunque preoccupato...” si chinò verso di lei, cominciando a sussurrare. “E se adesso che è una femmina fosse nella sua SPM?”

“Cosa?” era estremamente confusa.

“SPM. Lo sai, quel periodo del mese in cui...”

“So cosa vuol dire SPM. E no, non ce l'ha,” gli sussurrò di rimando. “Voi due potete sembrare delle ragazze perfette, ma siete genericamente fatti in altro modo. Per quanto possiate avere certe caratteristiche femminili ora, non andrete incontro ai processi da donne.”

“Vuol dire che... non avremo le nostre cose?”

“Certo che no.”

Indietreggiando, la bionda espirò sonoramente, poggiandosi con la schiena al murò così che potesse liberarsi da tutta quella pressione. “Grazie al cielo! Non ero sicuro di poter sopportare una cosa del genere...”

La ragazza rise. “Però peccato. Sarebbe stato divertente vedere Sasuke patire anche questa fase.”




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Weee! Buona Pasquetta!

Thaaaanks a bunch come al solito per tuuutte le recensioni allo scorso capitolo! E pensare che non era successo niente di che :P Sono curiosa di vedere cosa direte di questo!! XD

Hinata <3 credo meriti una menzione speciale :P

Ah, per i non avvezzi (che non sono tanti, ma ci sono :P) SPM sta per Sindrome Pre-Mestruale. Sia Naruto che Sasuke l'hanno proprio scampata :P

Orbene, penso sia tutto! Alla prossima!

Ciauu :D



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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***





“Kuso.”
“Merda.”

Gli occhi neri di Sasuke si spostarono su Sakura e la guardarono fare del suo meglio per mantenere la calma.

La Mizukage era in pessime condizioni. Anzi, stava peggio di quanto potesse aspettarsi. Era pallida e poco cosciente. Le occhiaie erano visibilissime sotto gli occhi semi-aperti. La donna fissava la Haruno e muoveva le labbra ma senza il suo Sharingan non riusciva a capire cosa stesse cercando di dire.

“Non cercate di parlare, Mei-sama. Rimanete immobile.”

Tirò fuori velocemente una siringa e altrettanto presto la rosa le aveva estratto un po' di sangue per fare dei test. Lasciò cadere un paio di gocce di sangue in una bottiglia e agitò il liquido. Un'altra imprecazione scappò dalle sue labbra.

L'Uchiha, nella sua scomoda forma femminile, era piegato su un tavolo e la osservava silenzioso. Non era mai stato interessato nella medicina, neanche un po'. Sapeva abbastanza da rimanere vivo e il massimo che faceva era prepararsi un tè, ma di pozioni non gli era mai interessato nulla. Tutto quel che stava accadendo era incredibilmente noioso per lui. Però, guardare la sua ex-compagna di squadra comportarsi in quel modo strano era una cosa del tutto nuova.

Era abituato a vederla arrabbiata, preoccupata o nervosa. Sakura era una donna molto emotiva. Ma era sempre stata capace di mantenere una certa compostezza. Che ora stava perdendo. Le sue mani tremavano, le sue labbra erano pallide. Mormorava qualcosa a se stessa e ogni tanto scriveva qualcosa su un piccolo pezzo di carta.

La Mizukage chiuse gli occhi e un profondo sospiro le scappò dai polmoni. Aveva finalmente perso conoscenza. Sospirando, si diresse verso la Haruno e la guardò mentre lavorava.

Il tavolino era pieno di strane apparecchiature mediche ed era un bene che non ci fosse qualcun altro nella stanza, considerando che probabilmente erano strumenti che i residenti dell'isola non avrebbero dovuto vedere. Sasuke si spostò, avvolgendo le braccia al petto. Era troppo scomodo. Era abituato a guardare oltre la Haruno sopra la sua spalla ma essere della sua stessa altezza ora lo confondeva. Inoltre, la misura del suo seno era spossante. Doveva piegarsi per vedere le cose direttamente sotto di lui. Gli occhi d'onice si mossero involontariamente verso la ragazza e per un momento fissarono il fronte della sua solita maglietta rossa. Lei aveva la misura giusta, stava bene sul suo fisico. Grande, ma non così tanto da impedirle di muoversi liberamente. Come la Hyuuga riuscisse a gestirlo era un mistero per lui. Con un seno di quella taglia e i capelli così lunghi, era impressionante che fosse ancora viva e non magari decapitata. Ma Naruto sembrava amare le curve. Mentre Sasuke no.

Scosse la testa per togliersi dalla mente quei pensieri, sentendosi leggermente strano. Non era mai stato uno che pensava alle tette. I suoi occhi scattarono verso il viso dell'Haruno non volendo mirare ancora le sue caratteristiche fisiche, in fondo la situazione attuale era fin troppo seria.

Il ninja medico espirò, piazzò le mani sul tavolo e vi si sostenne, lasciando la testa ciondolare tra le spalle. I suoi capelli non erano troppo lunghi ma riuscivano a nasconderle il viso. Seguì il più completo silenzio. Dopo un paio di secondi si mosse, fissò gli occhi smeraldini su di lui, inespressiva.

“Sta morendo.”

I due si scambiarono per un po' solo sguardi. Alla fine lui si girò e guardò la donna incinta. Il suo respiro era lievissimo. Sarebbe stato capace di vedere qualcosa che la Hyuuga non avrebbe potuto notare se avesse attivato lo Sharingan...

“Non capisco,” parlò l'Haruno. “Ieri stava meglio. Stava migliorando. E ora? Cosa mi sono persa?!”

Seppellì la faccia tra i palmi delle mani e rimase così per un po', respirando pesantemente. Lui la guardava turbato. Per la prima volta da quando erano lì aveva realizzato quanto importante fosse quella missione. Specialmente per Sakura. La vita della Mizukage dipendeva da lei.

“Potrebbero averle dato una dose extra di qualsiasi cosa stiano usando per avvelenarla?” le sussurrò. Senza il Byakugan non poteva essere molto sicuro che non ci fosse nessuno in giro.

“Non credo. La quantità di veleno nel suo sangue è praticamente la stessa di prima. E' qualcos'altro,” replicò ella, sussurrando anche lei con il viso ancora sepolto nelle mani.

Gli occhi neri di Sasuke guardarono la donna nel letto. Le si avvicinò e le toccò un braccio. Era freddo. Come quello di Orochimaru. Una cosa che anche lui aveva ottenuto dopo un po' di tempo passato con l'uomo-serpe. Ma più importante, era un tratto acquisito dopo aver bevuto le pozioni che gli erano state date per diventare immune.

“Sakura.”

La sua voce, normalmente, in questa situazione, sarebbe suonata bassa e rude, ed era come avrebbe voluto che suonasse. Ma ora mormorava con la sua delicata voce femminile. E lui la disprezzava. Ma le cose erano molto più semplici di quel che aveva pensato. Doveva solo pensare a un modo per rimettere in sesto la leader di Kirigakure. Prima succedeva, prima sarebbe potuto tornare al suo aspetto originario.

“Satsuki-chan?”

Si era perso nei propri pensieri e la voce preoccupata di lei lo riportò coi piedi per terra. L'uso che faceva del 'chan' con lui era bizzarro.

“Il calore.”

“Cosa?”

“Le terme. Quando eravamo lì ha detto che si sentiva meglio, no?”

“Sì, quindi?”

“Beh,” continuò lui, cercando di non prestare molta attenzione a come suonava la propria vocetta. “Normalmente se qualcuno è avvelenato, non dovrebbe il calore far circolare più velocemente il veleno?”

“Dovrebbe.” I suoi occhi si stavano spalancando.

“Questo vuol dire che qualsiasi cosa di sbagliato ci sia in lei, ha fatto reazione con il calore. Il calore ha ucciso ciò che la stava uccidendo.”

“E allora perché ora sta così?”

“Perché,” si voltò e incollò gli occhi scuri in quelli verdi, “l'hai avvelenata di nuovo.”

“Ma... come? Io-”

“Io credo che il problema stia nel fatto che le hai dato le medicine separatamente,” si interruppe, poi si fermò a guardare la porta cercando di vedervi attraverso. Era troppo importante. Si mosse vicino la rosa e continuò sussurrando. “Quando Orochimaru mi ha dato le pozione, le ho prese tutte insieme. E mi erano stati dati precisi ordini di fare così, non c'era pausa tra l'una e l'altra. Ciò significa che-”

“Veleno di serpente.”

“Cosa?”

“E' come per il veleno di serpente. Da solo è velenoso. Ma combinato con altri ingredienti, diventa curativo.”

Sasuke sbatté le palpebre. “Praticamente la medicina verde è velenosa se presa da sola. Funziona solo in combinazione con altre pozioni.”

“Sì,” confermò lei, le labbra arcuate in un sorriso. “E solo poche cose a questo mondo funzionano in questo modo. Quindi tenendo a mente chi ha fatto e ti ha dato quelle pozioni, potrei scommettere di sapere cosa le sta dando tutti questi problemi.”

“Veleno di serpente?”

“Senza dubbio.”

“Non dovrebbe essere già morta se le stanno iniettando una cosa del genere?”

“E' questo il punto. Non glielo stanno iniettando, la stanno nutrendo con esso. Non va direttamente in circolo nel sangue, ma passa prima per lo stomaco, da dove viene assorbito in modo differente. Arriva comunque nel flusso sanguigno ma lentamente e dolorosamente. In questo modo ha effetti anche sul bambino.”

“Allora cosa si fa adesso?” I suoi occhi la fissavano e le stava troppo vicino perché lei si sentisse a proprio agio. Lui fece un passo ancora più vicino così da poter sussurrare, ma ciò non la aiutava affatto. “Hai solo bisogno di trovare quale tipo di veleno di serpente stanno usando?”

“Ho già qualche sospetto.”

Finalmente la Haruno fece un passo indietro e nervosamente si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Anche in questa forma, era comunque con Sasuke che parlava. E non importava quanto grazie al jutsu avesse perfettamente preso la forma di una ragazza, era comunque sempre lui. Le braccia incrociate, lo sguardo serio. I suoi occhi. Erano assolutamente gli stessi.

Decisa a distrarsi da questo, si incamminò verso il letto di Mei e le prese il polso nella mano. Fece cenno alla mora di venirle vicino. E quando questa lo fece, la ninja medico prese la sua mano, comparando le loro temperature. Erano quasi freddi alla stessa maniera. La differenza principale era che la Mizukage era stata avvelenata a morte mentre l'Uchiha era stato drogato con Dio solo sa cosa.

Ma era magnifico. Perfetto.

Trascinandolo per il braccio, Sakura guidò Sasuke verso il tavolo e prese una nuova siringa. Prima che potesse farle alcuna domanda, gli posizionò il braccio e ci affondò l'ago, penetrando l'arteria con precisione. Prelevò una piccola quantità di sangue, poi tirò via l'ago e mise un batuffolo di cotone sopra la ferita. Lui si sbrigò a buttarlo via. Certe cose erano completamente inutili.

I suoi occhi neri scrutavano la ragazza che raggiungeva la donna incosciente e cambiando l'ago, da medico ben allenato quale era, iniettò il sangue nel braccio di lei.

“Cosa stai facendo?”

“Questo dovrebbe aiutarla per il momento. Ci farà guadagnare un po' di tempo.”

“E se non è dello stesso gruppo sanguigno?”

“La dose è troppo piccola. I suoi globuli bianchi isoleranno qualsiasi particella di sangue che non le appartiene.”

“Detto questo, la ragazza posizionò le mani sullo stomaco della Mizukage. Apparve la luce verde. Sakura cominciò a muovere le mani sopra la donna, compiendo degli strani movimenti circolari.

Gli occhi di lei vennero catturati da Sasuke che sovrappensiero si grattava il braccio femminile.

“Non farlo,” gli disse e tornò al tavolo solo per portargli un pezzo di cotone imbevuto di qualcosa che sembrava alcool. Gli prese il braccio e premette il batuffolo nell'incavo del gomito cioè da dove aveva preso il sangue. Un sibilo acuto sfuggi dalle sue labbra.

“Tienilo premuto così non si gonfia o diventa blu.”

Sul suo volto da ragazza si alzò un sopracciglio perfetto. “Non ne ho bisogno.”

Provò a togliersi quella maledetta roba dal braccio, ma le mani di lei lo strinsero sorprendendolo per tanta forza. “Fai solo come ti dico, ok? Nessuno deve sapere che ho preso sangue da te,” sussurrò, continuando a stringergli il braccio e il batuffolo al suo posto. “Se si gonfia finiamo nei guai.”

“Non saresti capace di metterlo a posto coi tuoi verdi e luminosi poteri?”

Lei gli rivolse un'occhiataccia. “Potrei, ma apprezzerei se mi concedessi un po' di tregua. Se devo iniziare a curare anche te finirò per consumare tutta la mia energia.”

Sasuke roteò gli occhi. “Va bene.”

Fissò Sakura, che sembrava ancora non fidarsi di lui e guardava le dita ancora al loro posto sopra la parte forata del suo braccio. Le sue unghie erano smaltate di verde e lui si chiese se avesse sempre usato quel colore. Era quasi lo stesso dei suoi occhi.

E la Haruno di sicuro non si fidava di lui. Era tremendamente testardo e per quanto lei fosse bene a conoscenza che se diceva una cosa la faceva, preferiva esserne certa. Comunque non poté fare a meno di notare come avesse puntato il suo sguardo d'onice sulle sue dita e le guardava attentamente. Avrebbe dato loro fuoco se avesse potuto utilizzare la sua abilità innata?

Lui disprezzava quando qualcuno invadeva il suo spazio personale, era proprio quella la ragione per cui lui e Naruto erano sempre in conflitto. Non gli piaceva essere toccato e lei lo sapeva, solo che coi suoi doveri di medicofiniva per dimenticarsene. Era già abbastanza a disagio per la situazione in cui si trovava. Non voleva certo peggiorargli le cose.

Le mani di lei si retrassero tanto in fretta che il cotone cadde sul pavimento. La ragazza lo fissò.

“Scusa,” pronunciò, decisa a essere sincera. “Non volevo procurarti alcun fastidio.”

E per sua sorpresa lo vide di nuovo alzare un sopracciglio.

“Guarda che non mordo.”

I due si fissarono per un po' ma vennero interrotti dal suono proveniente dalla Mizukage.

La donna si lasciò sfuggire dal petto un lieve gemito e aprì gli occhi, strizzandoli per colpa della luce.

“Mei-sama,” esclamò la Haruno girandosi verso di lei. “Come state? Vi sentite un po' meglio?”

“Ah...” La Mizukage fece del proprio meglio per forzare un sorriso mentre si tratteneva la pancia. “Mi sono addormentata?”

“S-sì.”

“Mi sento meglio, Sakura-san, grazie. Potrei avere un bicchiere d'acqua?”

La rosa era un medico esperto, e già aveva in mano il bicchiere, preparato in precedenza. Lo porse alla donna e la aiutò lentamente a bere.

“Mei-sama, cosa ne pensa di un altro po' di terapia delle terme?”




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Salve bella gente!!

Sakura ha rischiato di far fuori la Mizukage XD Ma almeno, anche se lentamente lentamente, la verità sta cominciando a venire a galla, ce la faranno i nostri eroi? ^__^

Oh oh… il prossimo capitolo…! E' bello sapere le cose in anticipo :3

Ci si becca!
Ciauu :D



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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***





Sasuke era di umore pessimo come non mai.

Il gruppo di Konoha aveva accompagnato di nuovo la Mizukage alle terme, e non fu di certo un'esperienza più piacevole della prima. Ma almeno, ora, era psicologicamente preparato. Aveva passato tutto il suo tempo di malumore, seduto in un angolo a fissarsi i suoi strani piedi da femmina.

Sasuke Uchiha non era mai stato un uomo che prestava molta attenzione alle donne. Non che non vi fosse interessato. Era solo il tipo che non trovava tempo nella sua routine quotidiana da spendere per le ragazze. Erano troppo fastidiose, avevano bisogno di troppa attenzione. E a parte Sakura quand'era più piccola e Karin, non aveva mai veramente avuto attorno così tante ragazze.

Non come adesso. Gli occhi neri si mossero ma tornarono immediatamente alle dita dei suoi piedi. Come potevano quelle donne andarsene in giro nude così, non aveva proprio alcuna riservatezza o robe del genere? Queste terme attiravano tutti i tipi più strani di donne. Digrignò i denti. Grazie al cielo Karin non è qui. Due Uzumaki in un posto solo sarebbero stati insostenibili. Senza contare che, delle tre donne che gli facevano compagnia, quella finta era proprio quella che si comportava più da donna. Vattelo a immaginare. Quell'idiota di un biondo.

C'erano stati parecchi tentativi da parte di Naruto di far entrare Sasuke in acqua, ma gli occhi bianchi della Hyuuga sembrarono essere il motivo per cui il Jinchuuriki avesse ben presto rinunciato. E per quanto riguardava la Mizukage, aveva un aspetto migliore di stamani. Ora c'era un po' di colore sul suo viso e il sorriso sulle sue labbra sembrava sincero.

Dopo quella che sembrò un'eternità di questa tortura finalmente andarono via. Il pomeriggio lo passarono a guardare Sakura che preparava altre erbe per un'altra dose della medicina. Sasuke era eccezionalmente scontroso e finalmente la rosa gli diede un rotolo da leggere nella speranza di distrarlo dai suoi intenti omicidi. Anche con la supervisione di Hinata, Naruto proprio non riusciva a tenere la bocca chiusa.

“Sinceramente, Satsuki-chan, non riesco a credere quanto tu possa essere timida. Sembra come se non ti sentissi bene nella tua pelle. Siamo tutte ragazze qui, prova a rilassarti di più.”

Con panico, Sakura distolse lo sguardo dal tavolo, sperando di fermare la battaglia in tempo. Comunque Sasuke si limitò a spostare lo sguardo sull'Uzumaki da dietro i lunghi ciuffi di capelli. Gli occhi d'onice si fissarono in quelli blu. Per un davvero, sottilissimo attimo un lampo rosso apparve in essi ma si perse prima che chiunque potesse reagire. A quel punto riportò l'attenzione sulla pergamena. Sakura riusciva comunque a capire quanto fosse imbufalito, senza bisogno di avere il chakra sensoriale. La sua mascella era serrata, le labbra strette tra loro. Avrebbe dovuto fare una chiacchierata con Naruto.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Dopo cena il ninja medico li riunì tutti attorno al tavolo e dette istruzioni a Hinata di controllare se qualcuno fosse vicino. La Hyuuga confermò che fossero soli, così Sakura iniziò con le sue spiegazioni.

“Ascoltate. Sono molto vicina a capire cosa esattamente stanno dando a Mei-sama. Solo che ho bisogno di un altro po' di ingredienti per poter far regredire il veleno nel suo sangue e trattarlo.”

“Cosa possiamo fare per aiutarti?” La Hyuuga la guardò genuinamente preoccupata. A differenza di Naruto che invece la fissava con disinteresse.

“Beh...” Invece di finire la frase, la Haruno voltò gli occhi smeraldini verso Sasuke. In risposta lui spalancò i suoi e si fece un po' indietro.

“Che c'è ora?” chiese lui, cercando di suonare il più intimidatorio possibile, ma la sua vocetta fallì miseramente. Ora suonava semplicemente come una carina e frustrata donzelletta.

“Aoda, la tua evocazione. Acconsentirebbe a lasciarmi prendere un po' del suo veleno per i miei esperimenti? Potremmo trovare qualche nascondiglio per parlargli.”

L'Uchiha rimase in silenzio per un po'. Il suo serpente gli era stato sempre leale. Non c'era nessun motivo per cui non avrebbe lasciato la kunoichi prendere da lui il veleno che le serviva.

“Non trovo nessuna ragione per cui debba dire di no.”

“Beh,” la ragazza cominciò di nuovo, visibilmente esitante. “Ti riconoscerà in questa forma?”

Lui sbatté le palpebre. “Non saremo nascosti?”

“Sì ma-”

“E allora userò semplicemente il mio normale aspetto.”

Sakura sbatté le palpebre. Provò a parlare, magari a ragionare con lui, ma la sua spalla fu stretta dall'Uzumaki. I suoi occhi blu, insieme a quel viso da ragazza, mostravano una strana espressione. I due si scambiarono qualche sguardo, poi la rosa sorrise e sospirò. “Va bene.”

Sorprendendo Sasuke, Hinata si volse verso di loro e lui la vide disattivare il Byakugan. “C'è una grotta nelle vicinanze. Credo che riusciremo a raggiungerla senza farci notare. Sembra abbastanza ampia per Aoda.”

“Grande.” La Haruno si girò, poi si morse il pollice ed eseguì una combinazione di sigilli che l'Uchiha non riuscì a seguire senza lo Sharingan. Una grassa lumaca bianca con qualche macchia blu in cima apparve.

“Sakura-san,” disse e si inchinò lievemente.

“Katsuyu-san, ho bisogno del tuo aiuto. Staremo via per un po' e ho bisogno che una parte di te rimanga con Mei-sama e si accerti che non le accada nulla.”

“Certo,” confermò la lumaca. In un attimo si divise in due parti, una delle quali era più minuta dell'altra. La più piccola si arrampicò sulla spalla di Sakura mentre l'altra la seguiva. Si diressero verso la camera della paziente e la lasciarono lì, mentre la curatrice della Mizukage la guardava disgustata. La puerpera comunque non ne rimase impressionata. Salutò la creatura evocata e tornò a leggere il suo libro. Era bene a conoscenza di cosa fosse e cosa potesse fare, avendo visto la lumaca in azione durante la Quarta Guerra Ninja.

Informando le guardie che si sarebbero allontanate alla ricerca di qualche altra erba in giro per l'isola, il gruppo di Konoha lasciò l'edificio, guidato da Hinata. Corsero per quasi dieci minuti, nascosti dal buio e dalla fitta foresta, e Sakura non poté fare a meno di notare come Sasuke... fissava la Hyuuga? Probabilmente gli mancava davvero molto usare la sua abilità innata e vedere quegli occhi bianchi attivi lo metteva a disagio. Questo, o semplicemente la guardava perché era magnifica. E chi non l'avrebbe fatto. Hinata era davvero una delle ragazze più carine che Sakura avesse mai visto. Sospirò, decidendo di non continuare a rimuginarci ulteriormente.

Qualche altro minuto e raggiunsero un alto muro di roccia. “Qui,” fece cenno la Hyuuga. Concentrando il loro chakra sulla pianta dei piedi, cominciarono a correre verso l'alto.

“Ci sta seguendo qualcuno?”

“Nessuno,” rispose la ragazza col Byakugan continuando a guardare davanti. Avere una vista a 360° era particolarmente utile in certe situazioni.

Finalmente entrarono nella grotta, si fecero strada all'interno e si accertarono di essere abbastanza in profondità così che nessuno potesse notarli. Quando fu tutto a posto, il gruppo si girò verso Sasuke, che stava giusto posizionando le sottili dita in un sigillo di annullamento, per liberarsi dell'aspetto da poco acquisito. Solo che, prima che potesse farlo, una risatina echeggiò nella grotta. Guardarono Naruto, per vederlo giocare con i suoi lunghi e biondi capelli. Questi fece un passo avanti, verso l'Uchiha che aveva spalancato i suoi begli occhi da fanciulla. Nariko, alzò la mano, raggiunse e toccò la gonna verde che la ragazza dagli occhi neri indossava.

“Satsuki-chaaan,” tintinnò la sua voce, “Io ci penserei un paio di volte prima di farlo.” Nariko allora gli prese le dita che erano ancora in procinto di eseguire il sigillo che avrebbe annullato il jutsu e le trattenne con delicatezza. “Non credo che questi bei vestitini starebbe bene sul vero te.”

Il più totale silenzio precipitò nell'ampio e umido spazio. Anche con la carenza di luce Sakura poté vedere il più profondo e totale shock sul viso dell'Uchiha. Le labbra erano semi-aperte ma apparentemente prive di qualsiasi cosa da dire.

Così era per questo che l'Uzumaki aveva fermato Sakura dal ragionare con lui prima che uscissero. Lui sapeva meglio di tutti come funzionava il jutsu. E Sasuke si era completamente dimenticato di quel piccolo dettaglio.

Acchiappando il biondo per la maglietta viola, lo lanciò con violenza contro il muro, ma perse l'equilibrio e i due sbatterono con tutta la forza di cui il suo corpo era capace. Cadendo a terra, Sasuke si arrampicò su Naruto e provò a tirargli un pugno in faccia. Rimase allibito vedendo che il biondo continuava a ridere senza controllo mentre lo tratteneva per i polsi. L'Uchiha era ancora così poco abituato a maneggiare quel corpo da non riuscire a fare nulla. Alla fine un paio di forti mani lo presero per le spalle e lo portarono a distanza di sicurezza. Guardò furiosamente verso Sakura che lo tratteneva a posto solo per notare la sua espressione terrorizzata. Si voltò di nuovo verso Naruto e fu costretto a bloccarsi anche lui.

L'Uzumaki era stato trascinato a sedere e ora fissava completamente nel panico la sua ragazza, che si era inginocchiata davanti a lui e tratteneva il suo visino con entrambe le mani. La faccia di Hinata era a poca distanza e il suo Byakugan era ancora più attivo di quanto potesse mai essere. Le vene sulle sue tempie sembravano far davvero male.

“Non mi avevi promesso di finirla di litigare con Satsuki-chan?”

“Ha iniziato lei e-”

“Non ne avevamo già parlato, Nariko-chan?”

La voce della Hyuuga era un sussurro quasi inudibile e continuava a suonare delicata come sempre. Ma c'era qualcosa di così spaventoso in essa che Sasuke sentì brividi corrergli giù per la schiena.

“Fai il bravo adesso,” incalzò Hinata. “O sarò costretta a disciplinarti.”

In un attimo Naruto annuì e la sua ragazza finalmente si allontanò, lasciandolo alzarsi. Poco dopo la loro attenzione tornò a Sasuke.

Lui fissava la bionda, combattendo contro se stesso per la voglia che aveva di picchiarlo. Sarebbe potuto tornare al palazzo a prendere i propri vestiti, ma il gruppo non l'avrebbe lasciato fare: avrebbe attirato troppa attenzione. E non poteva nemmeno pensare di tornare al suo aspetto originario mentre indossava ancora quello scempio di vestiti. Era già abbastanza duro per lui essere una donna, il suo orgoglio non avrebbe sopportato nulla di più.

Espirò, sperando per il meglio mentre si mordeva il pollice e compiva i sigilli necessari. Sbattendo la mano al suolo, uno sbuffo di fumo annunciò l'apparizione del gigantesco serpente. Il rettile blu si erse guardando davanti a sé, poi in basso verso la gente sottostante. Ma era ovvio che fosse molto confuso.

Le due persone che riusciva a riconoscere erano la Hyuuga che aveva visto durante la guerra e la ragazza coi capelli rosa della squadra del suo precedente padrone. Si guardò attorno, alla ricerca del suo evocatore. Orochimaru-sama era stato ufficialmente ucciso. Questo lasciava solo Sasuke-sama in possesso della pergamena evocativa. Ma dov'era? Anche lui era stato ucciso? C'era qualcun altro che poteva evocarlo adesso?

“Aoda.”

Il serpente gigante guardò di nuovo in basso, fissando una delle ragazze. Aveva lunghi capelli neri, trattenuti in una coda di cavallo. Non l'aveva mai vista prima.

“Sono io,” concluse la ragazza.

Quella voce era nuova per il rettile. Confuso, il gigantesco animale tirò fuori la lingua, sibilò, assaggiando l'aria. Impossibile.

“Sasuke-sama?”

Il serpente si abbassò per guardare la ragazza di fronte a lui. La guardò mentre questa espirava e batteva le palpebre, mostrando nell'oscurità un paio di occhi rossi. In un attimo tornarono ad essere neri.

“E'... è complicato. Sono... in missione.”

Era ovvio alla creatura quanto spiacevolmente il suo padrone fosse in quella forma. “Vi prego, non è necessario che mi diate spiegazioni, padrone. Come posso esservi d'aiuto?”

Percependo la rabbia che avanzava in lui, Sasuke si voltò e puntò Sakura, che non ebbe bisogno di altre parole. Fece un esitante passo avanti.

“Aoda-san, sto lavorando su una medicina e... potrei aver bisogno di un po' del suo veleno da poter usare per i miei test.”

Il rettile, ancora accucciato, sibilò di nuovo, assaggiando ancora con i suoi sensi l'aria. Non c'era nessun dubbio, la ragazza alla sua sinistra era Sasuke, il suo padrone. Come a conferma di questo, la ragazza dagli occhi neri annuì. La rosa aveva qualcosa di molto familiare per Aoda sulla spalla – una lumachina. Katsuyu, l'evocazione di Tsunade. Quella ragazza era di certo un medico, uno molto bravo di certo.

“Sarei lieto di aiutarvi,” confermò infine il serpente. Guardò la Haruno prendere una larga fiala dalla borsa che le pendeva dalla spalla, e fare un passo avanti. Lentamente, il rettile aprì la bocca e lasciò la ragazza posizionare la fiala sotto il suo canino destro. La creatura lasciò il veleno gocciolare. La ragazza allora guardò il liquido verde nella fiala.

“Posso prenderne un altro campione, giusto per sicurezza?”

In risposta il serpente aprì di nuovo la bocca e lasciò la ragazza prendere tanto veleno quanto le servisse. Quando ebbe finito, fece qualche passo indietro e lo ringraziò.

“Posso aiutarla in qualcos'altro, padrone?” chiese, evitando deliberatamente di usare il nome di Sasuke. Era ovvio che stesse lavorando sotto copertura.

“Forse potresti,” disse la ragazza dagli occhi neri. “Dimmi, ricordi forse se Orochimaru ti ha mai chiesto la stessa cosa – il tuo veleno?”

“L'ha fatto, sì. Qualche anno fa. Ne aveva bisogno per alcune medicine. Era molto malato a quei tempi.”

“Malato? Allora è successo di certo quando ero con lui nel suo nascondiglio segreto.”

“Questo vuol dire che siamo sulla giusta strada,” disse Sakura con il sorriso in volto. “Grazie ancora, Aoda-san,”

“Sempre al vostro servizio.”

Il serpente gigante guardò il suo padrone compiere il sigillo di rilascio e scomparì dal punto in cui era arrivato.

“E ora?” la voce di Naruto trillò nella grotta.

“Torniamo indietro,” asserì la Haruno. “Ho timore a lasciare Mei-sama da sola per troppo tempo. Andiamo.”






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Oook, the terrific AnnaDax <3 ritiene giusto fare ora una precisazione sull'identità del padre della creatura! Non c'era alcuna intenzione di tenervi sulle spine visto che avreste dovuto saperlo fin dal capitolo 3 :P
Alla fine pensavo di sbattervela nell'ultimo capitolo ma forse è più giusto così... il capitolo 3 è quello in cui salgono sulla barca diretta all'isola e chi incontrano lì? :)
Se non fosse chiaro, Ao è il fortunato ingravidatore :)
La cara Mei deve aver finalmente smesso di capire fischi per fiaschi e ha deciso di smetterla anche col prendere a schiaffi il suo fidato... o forse lo fa ancora, ma a letto e con l'anello al dito!

Mi scuso per il disguido e il casino! Giuro che mi punirò!

Detto questo, GRAAAAAAAAAAAZIE!!! Siete davvero magnifici e non mi stancherò mai di dirlo!! *_____*

Solo che non sapete davvero cosa vi aspetta per il prossimo capitolo!! XD Stay tuned :D

Ciauu :D

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***





Quello era un passo avanti. Questo continuava a ripetere a se stesso Sasuke, cercando disperatamente di non pensare a cosa era appena accaduto.

Guardò Sakura mentre riponeva le due fiale nella sua borsa finché il gruppo si diresse fuori dalla grotta. “Nariko-chan, posso parlarti un attimo?” disse la rosa e aspettò che l'Uzumaki, con uno sguardo molto preoccupato, la raggiungesse.

Hinata li fissò mentre i due andavano avanti. Questo lasciava lei con l'Uchiha, ma non sembrava curarsene più di tanto. Lui non aveva mai passato veramente un po' di tempo con la ragazza e non aveva idea su cosa avrebbero potuto conversare.

“Sei stata grande, Satsuki-chan,” disse infine la Hyuuga. Sorrise verso Sasuke solo per vederlo distogliere lo sguardo.

Camminavano accanto, continuando a stare zitti e scrutando inespressivi Sakura che a debita distanza davanti a loro stava di certo sgridando Naruto.

“Hinata.”

La ragazza col Byakugan sembrò sorprendersi. Volse il viso per mostrare alla ragazza con gli occhi d'onice uno sguardo interrogativo. “Sì, Satsuki-chan?”

“Beh... volevo chiederti un paio di cose...” i suoi occhi saettarono da un lato e un lievissimo rossore apparì sul suo viso da femmina. Lo faceva sembrare adorabile.

“Certo,” annuì Hinata, sorridendo. Aveva osservato l'uomo fin da quando le era stata assegnata quella missione ed era ben conscia di quanto terribile fosse tutto questo per lui.

“Beh...” cominciò di nuovo, strofinandosi la nuca, poi finalmente fermandosi, guardando verso qualcosa alla sua destra.

Anche la ragazza si fermò, notando che i due davanti non si erano accorti di nulla. Non le piaceva lasciare Naruto da solo con Sakura per troppo tempo. Ma era ovvio che questa fosse una faccenda importante.

“E' tutto a posto?”

“Eh, no. E... pensi di potermi dare qualche suggerimento prima che divento pazzo?”

“Suggerimenti?”

I suoi occhi bianchi guardarono le mani di lui mentre si alzavano e muovevano verso il proprio torso, finché le punte delle dita toccarono le sporgenze del petto. “Queste.”

Hinata sbatté le palpebre. “Il tuo... seno?”

“Sì. Naruto, lui... quando mi ha insegnato il jutsu io ho appreso ciecamente quello che mi stava mostrando e non ho pensato alle conseguenze che avrei dovuto soffrire e... non riesco proprio a sopportarlo.”

“Il tuo seno?” chiese nuovamente la ragazza, visibilmente perplessa.

Sasuke sospirò. “Sì.”

La Hyuuga sbatté ancora le palpebre. Guardò la ragazza di fronte a lei, notando quanto simili fossero le sue caratteristiche con la trasformazione di Naruto. Era chiaro per lei viste le volte in cui il suo ragazzo aveva usato quel jutsu e quanto tempo avesse speso così. E sapeva altrettanto bene quanto Sasuke fosse uno Shinobi molto esperto. Ma ogni persona ha i suoi limiti. E questo era davvero troppo per il ragazzo. Povero lui, pensò lei. Non riesco neppure a immaginare cosa farei io se fossi costretta in una situazione del genere.

Lui ora era in attesa di qualche consiglio da una persona esperta, il che era completamente naturale. Potevano venire attaccati sull'isola e avrebbero avuto bisogno di difendersi e difendere la Mizukage. Era ovvio quanto poco l'Uchiha riuscisse a gestire il suo nuovo corpo.

“Andiamo,” disse finalmente. “Facciamolo prima che Nariko-chan si precipiti qui. Ti darò qualche suggerimento che potrebbe tornarti utile.”

Sasuke annuì e ripresero la loro strada. Era davvero grato della professionalità della Hyuuga. La maggior parte delle ragazze probabilmente avrebbe dato fuori di matto alla richiesta di qualcosa di così specifico sulle loro caratteristiche. Lei d'altronde era una combattente e sembrava provare pena per lui, che sarebbe stata una cosa che lo avrebbe imbufalito se solo non fosse stato così disperato. Ma come già detto, Sasuke non sapeva nulla sulle ragazze.

“Alza le braccia,” gli disse la Hyuuga e lui obbedì. “Vedi, questo è il tuo primo problema. Gli uomini tengono le loro braccia dritte. Le tue braccia sono forti e sono capaci di rimanere in questa posizione per lungo tempo. Ma ti stancheresti a farlo ora perché i tuoi bicipiti non sono muscolosi come al solito.”

“Come fai a sapere così tanto su queste cose?” non poté fare a meno di chiedere. Senza saperne il motivo dubitava che Hinata e Naruto passassero il loro tempo assieme a lottare...

“Quando ero più piccola mi allenavo costantemente con Neji-niisan. Ho avuto parecchie occasioni di notare le differenze tra le posture e cose del genere.”

“Aah” disse lui, stizzito dal suono della propria vocetta.

“La differenza dell'altezza è di eguale importanza. Ora sei più basso e ciò ti rende un po' più veloce. Se ce ne fosse bisogno potresti usare questo a tuo vantaggio.”

Sasuke annuì. Le sue sottili braccia ora cominciavano a far male e le lasciò precipitare senza vita ai lati del suo corpo. Hinata sorrise.

“Vedi? E' stancante. Ora proviamo qualcos'altro.” La ragazza alzò le braccia davanti al petto in posizione difensiva, proprio come faceva quando combatteva. “Noti come piego leggermente i miei gomiti? In questo modo il tuo seno non ti sarà di impiccio perché le tue braccia non lo toccheranno. Questo rilascia anche la tensione dei tuoi muscoli. Un'altra cosa a cui hai bisogno di pensare è come posizioni il tuo corpo.”

La ragazza si fermò ancora e si mise in posizione d'attacco. Sasuke fece lo stesso, ma lei in fretta si portò verso di lui e gli aggiustò la posizione delle sottili spalle.

“La differenza nella tua altezza ti confonde. Prova a percepire le tue proporzioni e distribuisci il peso uniformemente. Sei anche più leggero di prima. Tieni in mente che il baricentro di un uomo è diverso da quello di una donna. Normalmente negli uomini è nel centro del corpo, nel basso ventre. Nelle donne il centro è nel diaframma, proprio sopra l'ombelico. Se ti pieghi all'indietro ne senti la differenza.”

Sasuke si piegò e infatti, la differenza era palese. Comunque, prima che potesse affermarlo anche vocalmente, una fastidiosa voce familiare arrivò da lontano.

“Ehi,” gridò Nariko, voltandosi verso di loro. Aveva finalmente notato la loro assenza. “Cosa state facendo lì voi due?”

Sakura immediatamente prese la bionda per una spalla e la rigirò così che potessero continuare a camminare. Comunque, i suoi occhi verdi rimasero fissi su Sasuke e Hinata per un po'. Perché erano così lontani? E perché Hinata gli stava toccando la pancia?

La ragazza col Byakugan riprese in fretta il passo e sentì l'Uchiha seguirla. “Se presti un po' di attenzione a queste cose, troverai molto più facile destreggiarti con le tue proporzioni. E ricorda ancora che adesso puoi essere molto più agile e veloce del normale. Prova a usarlo a tuo favore.”

Sasuke aveva le braccia incrociate sul petto. Guardava serio la ragazza. “In teoria queste cose le so già. Ma ogni volta che provo a combattere, il mio corpo si rifiuta di collaborare...”

“Fare a botte con Nariko-chan non è un buon metodo di paragone. Ma sì, capisco perché ti senti impacciato. Ma a essere sincera, certe cose non sono molto confortevoli neppure quando sei nato con esse.”

Hinata arrossì violentemente e provò a guardare la strada piuttosto che l'Uchiha. Il fatto che lui fosse in forma femminile rendeva le cose molto più facili per lei, e lo stesso valeva con il suo ragazzo. Solo che non poteva dimenticare chi fossero realmente, anche se vederli in forma femminile la rendeva meno nervosa. Se solo lei fosse potuta essere un po' più come Sakura. Sembrava che nulla potesse far perdere al ninja medico l'equilibrio e la calma. A ogni modo, il discorso che stava avendo con Sasuke adesso era importante. Almeno la sua sicurezza dipendeva da questo.

“Ci sono... cose che potrebbero renderti le cose un po' più facili, specialmente mentre combatti o mentre corri. Si chiamano reggiseni sportivi.

Sasuke sbatté le palpebre. “Un che?”

“Un reggiseno sportivo. Tiene le cose strette al proprio posto così che... sai... non si muovano tanto.”

L'Uchiha sbatté le palpebre ancora un po'. Non era a conoscenza di tutte le opzioni che le kunoichi avessero a disposizione da indossare, ma il reggiseno sportivo sembrava una cosa molto logica. Peccato non ci avesse pensato prima...

“E' un po' tardi per me prendere in considerazione questa opzione.”

La Hyuuga sorrise. “Se lo desideri posso prestartene uno dei miei. E non lo dirò a Nariko. So quanto sia difficile per te e sarei felice di aiutarti come possibile.”

La ragazza con gli occhi neri si spostò le ciocche di capelli da davanti agli occhi. “Non c'è bisogno che tu lo faccia.”

“Era solo un'offerta. Rende davvero le cose più facili.”

Stava indossando una cosa del genere adesso? E poi che aspetto aveva? Sasuke provò ad immaginarsi un congegno simile, ma la sua immaginazione riguardo la biancheria femminile fallì nel procedimento. Inoltre, indossare un reggiseno sarebbe stata l'ultima goccia nel secchio contenente la sua pazienza e la sua sanità mentale. E come se non bastasse, sarebbe riuscito a dimenticare quelle molli masse che ora erano il suo petto?

Prima che potesse considerare le cose più nello specifico, sentì la propria testa colpire il terreno e un'ondata di dolore gli annebbiò la vista per un attimo. Ma non aveva bisogno di vedere per sapere cosa era successo.

“Tu sporca, maniaca stronzetta!”

“Nariko!”

Prima che Sakura potesse raggiungere l'Uzumaki, Sasuke l'aveva spintonato via e ora cercava di alzarsi. Di nuovo però, fu placcato a terra e il pugno del biondo lo colpì in pieno stomaco.

“Stavi fissando le tette di Hinata, eh? E pensavi che non me ne sarei accorto? Beh, non ho bisogno di un'abilità innata per vedere certe cose, maledizione!”

Sibilando, Sasuke riuscì a calciare Naruto negli intestini e lo spinse di nuovo via, riuscendo ad alzarsi.

“Che cazzo, calmati, dobe,” disse a denti stretti. “Non ti saresti dovuto trattenere?”

“Trattieni questo, bastardo!”

Un altro pugno diretto verso di lui, ma l'Uchiha riuscì a evitarlo. Tentò di dare ancora un calcio al biondo, ma perse l'equilibrio e per poco non finì per terra.

A pochi metri di distanza c'erano ferme Sakura e Hinata, entrambe perplesse. Normalmente avrebbero fermato lo scontro , ma il modo in cui si svolgeva le confondeva troppo. Per quanto Naruto fosse a suo agio in quel corpo, non aveva idea di come usarlo per combattere. Le due ragazze 'fresche di quella nomina' ora si stavano tirando pugni e direzionando calci talmente male che non c'era neppure la più piccola possibilità che si facessero male l'una con l'altra. In un certo senso, era una situazione comica. Ad ogni modo avrebbero dovuto fermarli. Il gruppo era a pochi metri dall'edificio principale e a questo punto le monache avrebbero potuto sentirle. “Nariko-chan, Satsuki-chan, per favore fermatevi!” Hinata fece qualche passo avanti, cercando di fermare la battaglia. Sakura la seguì.

“Fermatevi voi due, avete fatto abbastanza!”

Proprio quando stavano per interferire, Sasuke in qualche modo riuscì a prendere la maglietta viola di Naruto e a sbatterlo sull'albero più vicino. Si fissarono con rabbia, finché l'Uchiha non rilasciò il biondo e fece un passo indietro.

“Sapete cosa, ne ho abbastanza di queste puttanate.”

Girò sui tacchi e si fiondò verso l'edificio. Il resto del gruppo rimase bloccato per un momento.

“Guarda cosa hai combinato!” Sakura si assestò meglio il clone di Katsuyu che aveva sulla spalla e corse anche lei verso l'edificio. Nonostante il suo sguardo preoccupato, Hinata prese la mano di Naruto e lo trascinò con sé.

Era sera tardi e la casa era silenziosa e immersa nel buio. Arrivarono al secondo piano veloci e indisturbati. La camera era aperta quando Sakura arrivò nel corridoio e poté vedere la piccola lanterna che aveva lasciato bruciare ancora accesa, illuminando la stanza con la sua delicata e tiepida luce.

Solo che, boccheggiando, fece un passo indietro e si coprì la bocca con la mano. Sasuke, quello vero, il maschio, quello alto e possessore di Sharingan, quel Sasuke, era ritto vicino al letto, e ficcava incattivito le sue cose nella propria borsa. Aveva su un paio di pantaloni neri, quelli che usava normalmente a Konoha, probabilmente li aveva nascosti tra la sua roba per sicurezza. La maglietta, comunque, non la aveva. La Haruno poteva vedere chiaramente ogni dettaglio del suo fisico maschile su cui aveva speso anni d'allenamento per formarlo. Schiuse le labbra, e indietreggiò ancora. Questo era un disastro. Se qualcuno lo avesse visto...

Hinata e Nariko arrivarono correndo nella stanza, discutendo a bassa voce, ma rimasero di sasso vedendo l'uomo di fronte a loro. Sakura prese la porta e la fece scivolare per chiuderla. La Hyuuga attivò immediatamente il Byakugan e lo fece roteare, guardando attraverso le pareti.

Un paio di occhi cremisi si piantò su Sakura. Un'immensa rabbia era scritta sul volto dell'Uchiha, tanta che ebbe paura che l'uomo desse lei, Naruto e l'intero edificio alle fiamme. Ad ogni modo, i suoi occhi tornarono alla borsa, che aveva finalmente riempito e di cui ora chiudeva la zip.

“Allontanati, Sakura,” disse, la voce bassa e seria. Sentirla fece correre un brivido lungo la schiena di lei, ma non era la sua intimidazione la causa. Il ninja medico aveva appena riscoperto quando bello poteva essere, e nel più inappropriato di tutti i momenti possibili.

“No,” riuscì a dire e gli si piantò davanti. Il modo in cui la torreggiava era strabiliante. Era sempre stato così alto?

“Sasuke-kun...” la voce di Hinata era così flebile da non essere neppure un sussurro. Le vene sulle sue tempie erano chiaramente visibili, ma i suoi occhi erano estremamente preoccupati. “Per favore...”

“Ne ho avuto abbastanza,” sibilò e guardò di nuovo gli occhi verdi che aveva di fronte. “Speravo di riuscire a sopportare tutta questa storia senza senso, ma si è rivelata essere solo una miserabile tortura. Non lascerò che il mio onore venga calpestato così. Sono un Uchiha che diavolo.”

Spingendo Sakura da parte provò a sorpassarla ma lei lo trattenne con la mano, la stretta sul suo braccio era quasi dolorosa. “Non puoi farlo, non ora. Siamo così vicini...”

“Non mi interessa!” sibilò, piegandosi su di lei da poterla fissare dritta negli occhi, lasciò brillare i suoi occhi rossi nell'oscurità. “Spostati.”

“Sasuke-kun, per favore,” lo esortò la Hyuuga, scuotendo frenetica la testa. “Pensa a ciò che ti porterà questa missione.”

“Umiliazione, ecco cosa mi porterà. Non mi interessa della mia libertà, preferirei marcire in quella cella maledetta piuttosto che-”

Ma non ebbe la possibilità di finire. L'Uzumaki, ancora nella sua forma femminile, si era fatto avanti di fronte a lui. I suoi occhi blu brillavano nel buio.

Nariko alzò lentamente le mani e le piazzò sul petto scoperto del ragazzo.

“Sasuke-kuuun, non essere cattivo per favore.”

L'Uchiha sbatté le palpebre. Riusciva a malapena a tenere la calma. “Allontati da me, Naruto-”

Cercò di scostare le manine via da lui, ma queste si strinsero al suo braccio. Facendo un passo avanti, la bionda si appiccicò all'uomo, continuando a stringere il braccio nella sua morsa. Poggiò il mento sul suo petto. Sasuke, cercando di non dare in escandescenze, fece un passo indietro ma la ragazza lo seguì nei movimenti, e ciò causava solo il fatto che lei premeva contro di lui sempre di più. I suoi luminosi occhi color del cielo erano spalancati.

“Sasuke-kuuun, ti prego. Stai qui. Se te ne vai mi mancherai...”

La voce di lei era lieve, quasi un mormorio. Una delle sue mani lasciò il braccio e alzandosi, prese a coppa la guancia di lui. Scuotendo la testa con terrore, Sasuke tentò di scrostarsi via la ragazza di dosso, ma non ci riuscì, era come se fosse incollata a lui con la colla a presa rapida.

“E levati!”

Stava alzando la voce. Hinata continuava a guardarsi attorno, accertandosi che nessuno stesse arrivando, mentre Sakura fissava con sguardo assente la scena che si svolgeva di fronte a lei.

Nariko mosse la mano dalla guancia di Sasuke alle sue labbra, dove premette la punta delle dita. Lasciando il suo braccio, alzò entrambe le mani e le strinse attorno al collo dell'Uchiha, era in punta di piedi visto che era molto più alto di lei. L'uomo fece un altro passo indietro e la ragazza lo seguì ancora.

“Sasuke-kuuun” canticchiò la bionda, corrucciando le labbra. “Dai non essere cattivo. Prometto che d'ora in poi farò la brava bambina.”

Con lo Sharingan attivo , Sasuke spalancò gli occhi così tanto che Sakura ebbe paura che potesse sia usare un genjutsu sull'Uzumaki, o dargli fuoco con l'Amaterasu. Ma ancora una volta, sembrava troppo scioccato per pensare a una razionale via di scampo da quella situazione. Fece un altro passo indietro, stringendo il Jinchuuriki per la vita, cercando di spingerlo via.

Il fatto è che Naruto aveva altro in mente. Quello che fuoriuscì dai suoi polmoni fu un sospiro, seguito da un gemito. Un gemito di piacere. Premendo ancora di più le mani sul petto dell'uomo, il biondo alzò la testa e lo guardò, le palpebre socchiuse, il viso arrossito. “Ah, Sasuke-kuuun, le tue mani sono così forti...”

Il terrore lo sopraffece. Fece ancora un altro passo indietro, capendo di aver raggiunto il muro. Aveva la schiena premuta contro di esso, cercò di scrollarsi frenetico la ragazza pettoruta dal torso. Solo che, tutto quel che faceva sembrava solo procurare piacere a quel maledetto bastardo. Nariko risuonava con un mostricciattolo in calore. La sua voce in quel momento era delicata, lieve ed estremamente irritante.

La ragazza fu finalmente spinta via a fissare gli occhi rossi di fronte a lei. Le sue mani si posizionarono di nuovo sul petto nudo dell'Uchiha e le punte delle dita cominciarono a tracciare i muscoli che vi erano lì.

“Ti prego.” La voce di lei ora era solo un sussurro. La ragazza si alzò sulle punte, premendo il seno contro il petto di Sasuke. Fece scattare la testa finché le labbra non furono il più vicino possibile al suo orecchio. “Ti prego, Sasuke-kuuun,” sussurrò, ansimando, e ciò peggiorò le cose. “Ti prego, non andare. Mi spezzerai il cuore se vai e-”

“Basta!”

L'Uchiha schiacciò la schiena il più possibile al muro e tentò di stringere quel mostro biondo per le spalle. Con sua sorpresa, Nariko fece un passo indietro.

Le mani di Sasuke finirono proprio sul suo seno. La ragazza rilasciò un gemito, stringendolo per la vita. “Sa.. Sasukeee...”

Puro e vero panico riempì il ragazzo e in qualche modo riuscì ad allontanarsi ma sbatté contro il tavolo medico di Sakura. Vacillò e Nariko lo seguì, precipitando sul suo petto, continuando ad ansimare. Lui faceva del suo meglio per non urlare o pensare cosa stesse stringendo, strizzando e spingendo in modo che la bionda si levasse da lui, tentando disperatamente di indietreggiare.

Passi. Due paia. Le guardie stavano arrivando. E Sasuke fece l'unica cosa che poteva fare per concludere questo incubo torturante.

Aprendo la porta, le due monache fissarono confuse la stanza in confusione. La ragazza con gli occhi bianchi era in piedi accanto alla porta e rivolgeva loro uno sguardo di scuse. A qualche passo di distanza c'era il ninja medico che guardava dall'altra parte della stanza. Aveva le mani a coprire la bocca.

E nell'angolo più lontano della stanza c'era la ragazza mora, seduta sul pavimento. Le braccia erano avvolte al petto nudo, le ginocchia strette al corpo. Stava piangendo? Per quanto riguardava la bionda, era inginocchiata di fronte alla ragazza nuda, dandole delle pacche sulla testa. Si voltò verso le guardie e le salutò con un sorriso, incamminandosi verso di loro.

“Cosa sta succedendo qui?” chiese una delle monache. “Abbiamo sentito molti rumori. E' tutto a posto?”

“Tutto a posto, mi dispiace di avervi fatto preoccupare,” spiegò Nariko, sistemandosi i biondi codini. “Satsuki-chan è solo... E' in quel periodo del mese, sapete.” Fece l'occhiolino alle guardie che si fissarono confuse. “Ho preso in prestito la sua maglietta, ma l'ho rovinata e abbiamo litigato. Ma con un po' di riposo starà meglio. Nee, Satsuki-chaaaan?”

Le due monache guardarono mentre la ragazza nell'angolo lentamente spostava gli occhi neri dal pavimento all'amica bionda. Sembrava davvero arrabbiata. Quella ragazza aveva dei problemi.
Tutto questo casino solo per una maglietta...

Chinandosi leggermente, le guardie si scusarono per l'interruzione e uscirono. Naruto guardò l'Uchiha che era ancora seduto a terra, tremante ma con un feroce istinto omicida negli occhi. Ridendo, il Jinchuuriki gli schioccò un baciò e si buttò sul suo letto.

“Un gioco da ragazzi,” spiegò, la vocetta tintinnante, e rise di nuovo mentre guardava Sasuke correre in bagno, sbattendo la porta alle proprie spalle.


*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Il modo in cui si picchiano è ridicolo XD

Questo capitolo però mi confonde @___@ ho dei sentimenti davvero contrastanti a riguardo! Una cosa però la so: Naruto è odioso all'ennesima potenza!! (Secondo me vuole essere essere sculacciato da Hinata XD) Mai nella vita avrei detto di preferire l'Uchiha a lui, però ora lo sto pensando!

Ve bè, il povero Sas'ke ha infine ceduto! :P E io direi che ha resistito pure troppo! Anche se, probabilmente, se avesse saputo che lo aspettava questo siparietto avrebbe resistito molto di più! :P

Heeey, sono arci-curiosa di sapere cosa ne pensate voi!! :P Scommetto che non ve lo aspettavate, eh? XD

Spero di non aver fatto troppi errori, ma sto aggiornando dal cell e essere già orbi non aiuta :)

Come al solito vi ricordo che siete una cosa fantasticaaa!! Oh amatissimi recensori <3 E siete sempre di più!! Wooow! Sono fiera di voi *___*
E naturalmente grazie anche a chi si cela nell'ombra :)

Bella regà, buon primo maggio :) Ci si becca lunedì!!
Ciauu :D

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici ***





“Ecco fatto,” disse Sakura, stringendo la bottiglietta in mano.

Erano appena le 5 del mattino e la kunoichi parlava più a se stessa che ad altri. Il resto del gruppo ancora dormiva. O così credeva. Sasuke la fissava da sotto i lunghi ciuffi scuri dei capelli. In effetti, era da un po' che lo faceva.

L'Uchiha era interessato a guardarla lavorare. Sakura era cambiata molto in quegli anni, non era più la lamentosa ragazzina che lo seguiva costantemente. Sembrava persino che adesso non fosse proprio più interessata. Il che rendeva le cose più semplici per lui.

I suoi occhi d'onice erano puntati sulla bottiglia colma del liquido trasparente finché la curiosità non ebbe la meglio e si drizzò, dirigendosi verso la ninja medico.

“Satsuki-chan,” sussurrò la rosa. “Ti ho svegliato?”

“No,” rispose Sasuke, mantenendo basso il tono di voce. Cinque giorni erano passati dall'ultima tremenda umiliazione che aveva subito, ed era ancora una sfida per lui riuscire a dormire con Naruto nella stessa stanza. “Cos'è?”

“La medicina. Ho finalmente scoperto cosa le stanno dando. Guarda.”

Sakura puntò il dito verso una piccola provetta che conteneva del sangue. A quel punto prese un po' del liquido e lo fece cadere all'interno. Per un attimo non accadde nulla, poi il sangue sembrò muoversi nel suo contenitore di vetro. Il rumore sfrigolante era lievemente udibile. E nel giro di un secondo qualcosa come un fumo verdognolo uscì fuori, appestando l'aria fresca della camera.

Sasuke si fece indietro, mostrando alla ragazza uno sguardo interrogativo.

“Non preoccuparti, è solo un residuo, non è dannoso.”

“Cos'è?” chiese, disturbato dalla propria voce. “Beh, ti avevo già detto che avevano usato qualcosa basato sul veleno di serpente, no? Ma se questo veleno venisse ingerito non sarebbe dannoso. Sarebbe pericoloso solo se venisse iniettato direttamente nel circolo sanguigno.

“Quindi?”

“Quindi, questo vuol dire che chiunque lo stia facendo, è riuscito a prendere del veleno di serpente e modificarlo per renderlo dannoso anche se digerito. E' per questo che fa effetto così lentamente.”

“E tu hai trovato il modo di curarlo?”

“Meglio. Grazie ai test che ho fatto sul tuo sangue, ho trovato il modo per rendere Mei-sama immune a esso. Ci vorrà del tempo perché la malattia regredisca e lei torni sana, ma in questo modo avremo anche abbastanza tempo per scovare chi sta cercando di ucciderla. E senza effettivamente rivelare che abbiamo trovato il modo di curarla.”

Sasuke annuì. Fantastiche notizie. Tutto ciò stava a significare, che se tutto fosse andato liscio come previsto, sarebbe tornato presto a Konoha, via da questo orribile posto.

“E ora?” chiese.

“Ora dobbiamo fare visita a Mei-sama.”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

La curatrice personale della Mizukage si inchinò a Sakura e lasciò velocemente la stanza. Ogni volta che la rosa faceva visita, la puerpera stava meglio. Quindi qualsiasi cosa avessero in mente i ninja di Konoha, stava funzionando.

Mei sorrise a Sakura e Satsuki e si tirò su sul suo letto. “E' ora di un'altra botta di vita?” chiese, puntando gli occhi verdi sulla mora.

“Non questa volta,” spiegò la Haruno. Aveva passato diversi giorni a provare diversi tipi di medicine, sperimentandole con il veleno di Aoda. E per tutto questo tempo aveva mantenuto costante la salute della Mizukage iniettandole giornalmente il sangue di Sasuke. I due non condividevano lo stesso gruppo sanguigno, ma le dosi erano troppo piccole per avere cattive ripercussioni sulla donna. Le iniezioni servivano solo a mantenere la salute stabile, ed era tutto quello che serviva a Sakura.

Vedendo l'espressione soddisfatta della kunoichi, Mei non poté fare a meno di sorridere. “Avete qualche novità per me?”

Sakura si guardò attorno. Sarebbe stata una buona idea portare Hinata. Il suo Byakugan poteva garantire che nessuno stesse origliando. Ma portarsi la Hyuuga dopo una settimana di visite in cui era stata accompagnata solo da Satsuki avrebbe destato qualche sospetto. Quindi senza dire nulla, la rosa prese la bottiglia con il liquido traslucido e lo versò in una tazza.

Lo diede alla donna e aspettò che lo bevesse. A quel punto Sakura prese il suo polso e si concentrò sulla pressione sanguigna. Era tutto perfetto.

“Farà lentamente effetto, Mei-sama. Forse qualche giorno. Ma durante questo periodo potremmo trovare il colpevole di tutto questo casino.”

La Mizukage annuì. “Nel frattempo, come vi suona un'altra visitina alle terme?”

Sasuke provò il desiderio di fuggire dalla stanza e nascondersi da qualche parte. Ma se doveva resistere ancora qualche altro giorno in quella spirale di pazzia, allora avrebbe trovato il modo di goderne. Perché in fondo, il 'gioco di Naruto' poteva avere un altro concorrente.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

“Eddaaai, Satsuki-chaaaaan,” trillò Nariko, tirando Sasuke per la mano.

“Lasciami o ti prendo a calci.”

“Ooh, non essere cattivo!”

Le due ragazze indossavano solo gli asciugamani. Erano ferme davanti all'entrata delle terme.

“Dobbiamo aspettarle qui, ricordi?”

Nariko si accigliò. Sakura aveva dato ordine alle due di andare e prepararsi mentre lei e Hinata aiutavano la Mizukage. Ma il biondo non poteva aspettare oltre.

“Eddaaaai,” ripeté, sbirciando attraverso la porta dove si trovavano le piscine. “Andiamo dentro!”

“Cosa stai facendo?” Satsuki fissò la bionda, realizzando infine cosa il dobe stesse facendo.

Naruto voleva entrare e fissare le donne nude mentre la sua ragazza non era lì per schiaffeggiarlo e fargli perdere conoscenza. Non che non amasse Hinata. Ma era solo un maledetto pervertito. Niente di strano considerando che Kakashi e Jiraiya avevano giocato un ruolo importante durante la sua crescita.

Satsuki roteò gli occhi, tirando via la bionda. “Stai qui.”

“Ma-”

“E va bene!”

Con una veloce mossa, la mora prese l'asciugamano e lo aprì, mostrando la completa nudità del suo corpo a Nariko. Satsuki rimase così per un attimo, il viso inespressivo, poi si risistemò l'asciugamano addosso.

“Ecco. Ora stai fermo o ti picchio.”

Ma Nariko sembrava distratta, i suoi occhi blu fissavano qualcosa di lontano. Ci vollero un po' di secondi perché si volgessero verso Sasuke. La bionda aprì bocca un paio di volte, ma non produsse alcun suono.

“Scusateci per il ritardo, ragazze,” disse Sakura appena arrivata, ma gli occhi smeraldini si fissarono immediatamente su Naruto. “Che ha Nariko-chan? Avete litigato ancora voi due?”

“Per niente,” annunciò Sasuke e si diresse verso la porta al seguito della Mizukage. “Penso solo che abbia appena compreso alcune cose.”

-.-.-.-.-.-.-.-.

La rosa trovava strano il fatto che Naruto fissasse stralunato l'acqua da più d'un ora, ma decise di non prestarvi attenzione. Comunque, incominciò leggermente a preoccuparsi quando l'Uzumaki quasi si affogò per sbaglio.

C'era qualcosa di strano. “Satsuki-chan, possiamo parlare?” chiese alla ragazza dagli occhi d'onice senza aspettarsi una risposta. La tirò per la mano, portandola fino all'alto muro di mattoni che circondava le piscine termali.

“Che c'è?”

“Non dovrei essere io a chiederlo? Cos'è accaduto con... Nariko?”

Sasuke roteò gli occhi. “Che diavolo ne posso sapere?”

Gli occhi smeraldo di Sakura si fissarono su di lui. Fece un passo avanti, diminuendo la distanza tra di loro così che nessuno potesse sentirli. “Sasuke... ti giuro, se hai usato un qualsivoglia tipo di genjutsu su di lui...”

“Non era un genjutsu.” Quasi gli veniva da ridere.

“Allora cosa hai fatto?”

“L'ho stordito col mio fascino femminile,” sussurrò teatralmente, mettendosi le mani in vita nell'imitazione più credibile di una ragazza che fosse capace di fare. Non ebbe molto successo.

Ma Sakura trattenne il respiro. “Hai fatto cosa?”

“Voleva vedere le donne nude, allora gliene ho mostrata una.”

La rosa rise. “Ti assicuro che voi due state tirando fuori il meglio di me.”

Guardò l'Uchiha, notando che lo sguardo di lui era puntato sul suo petto. Si sistemò l'asciugamano, sentendosi arrossire. “Cosa stai facendo?”

Sasuke mosse le mani dalla propria vita al proprio enorme seno. La sua misura era ancora motivo di una crisi di nervi per lui. “Davvero non riesco a perdonarmi per non averci pensato prima.”

La Haruno reclinò la testa da una parte. “C-cosa?”

Ma prima che potesse reagire, Sasuke mosse le mani e le posizionò entrambe, fermamente, sul seno di Sakura. I suoi occhi scuri indugiarono lì per un attimo finché non annuì a se stesso.

“Questo è molto meglio. Più comodo e-”

“Shannarooo!”

Un sonoro schianto annunciò che Sasuke non era più presente sul terreno delle terme. Difatti, il boato fu così potente, da riuscire a far uscir fuori Naruto dal suo stato di shock e fargli alzare la testa. Guardò alla ricerca dell'Uchiha, ma trovò invece un gigantesco buco nel muro di mattoni che circondava lo spazio chiuso delle piscine.

L'Uzumaki era così interessato all'improvvisa scomparsa di Sasuke che raggiunse il buco e non poté fare a meno di fischiettare in ammirazione. Era un buco coi fiocchi. E proprio davanti a esso c'era Sakura, che respirava a fondo. I bicipiti contratti, i pugni guantati stretti. Dopo qualche secondo, la nuvola di polvere iniziò a disperdersi, rivelando una semi-incosciente mora, sdraiata almeno a sei metri di distanza, seminuda sulla strada esterna delle terme.

Naruto spostò lo sguardo per fissare Sakura. Più e più donne si stavano avvicinando, cercando di capire cosa fosse accaduto.

“Cosa ha fatto Satsuki-chan stavolta?” chiese il biondo, cercando a forza di non ridere.

Sakura sembrò finalmente uscire fuori dalla sua rabbia e fissò di rimando gli occhi blu. “Aveva deciso che fosse una bella idea quella di 'tastare' la merce.”

Naruto sbatté le palpebre. La mascella cadde. I suoi occhi puntarono per un momento il petto della ragazza, per poi tornare di fretta ai suoi occhi. Con un grande ghigno proruppe in una risata, lasciando che la propria vocetta risuonasse come una campana. A quel punto fece qualche passo avanti e si chinò a fissare Sasuke, che proprio in quel momento stava riuscendo a tirarsi su in piedi.

“Satsuki-chaaan,” trillò la Uzumaki, “ne è valsa la pena?”

Naruto non fu sicuro di cosa accadde dopo. Ma si ritrovò presto addosso a Sasuke. I due riuscirono a malapena a districarsi l'uno dall'altro. Alla fine entrambi giacquero a terra, fissando il cielo, cercando di calcolare quante costole rotte e fratture avessero.

Quando fu certo che Sakura non avrebbe dato loro il colpo di grazia, Naruto si sedette, strofinandosi il largo petto e ridendo, guardando Sasuke fare lo stesso.

Un ghigno leggero apparve sulle labbra dell'Uchiha. “Ne è valsa totalmente la pena.”

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

“Io proprio non riesco a capire perché devo sempre pulire il tuo casino dopo che fai qualcosa di stupido!”

“Stai zitto,” sibilò l'Uchiha.

Hinata era seduta su una sedia a qualche metro di distanza, il Byakugan attivato, fissando le due ragazze di fronte a lei con fare concentrato.

Sasuke aveva deciso di ignorare la Hyuuga, non era in vena di un'altra lotta con il biondo in quel momento. Invece, era tornato al suo muro. Aveva messo a posto mattone dopo mattone, odiando le sue delicate, piccole mani da femmina. Sarebbe stato dieci volte più veloce se entrambi fossero stati nei loro normali corpi. Ma non poteva mentire. Naruto era dieci volte più sopportabile in questa forma. Almeno aveva una scusa per essere così fastidioso.

“Smettiamola di cazzeggiare o non finiremo mai!”

La mora assottigliò i suoi occhi d'onice, poi lanciò del cemento contro la bionda. “Ti ho già detto di fare silenzio.”

“Ewwww! Non nei capelli, che diamine!”

Un improvviso tonfo strappò i due dalla loro lite. Hinata, che era stata nominata per supervisionare il loro lavoro, aveva sbattuto la sedia a terra. Era in piedi rivolgendo loro la schiena, fissando la casa.

“No,” disse, la voce difficoltosamente udibile.

E in un attimo era andata via. Ma Naruto conosceva fin troppo bene la propria ragazza. Era successo qualcosa di grave. “Andiamo!” gridò mentre correva avanti, seguito a poca distanza da Sasuke.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

“Pensavi che mi fossi sprecata tanto perché voi poteste venire qui e rovinare tutto, eh stronzetta?!”

Sakura indietreggiò, facendo da scudo a Mei con il suo corpo. Erano passate ore dall'“incidente” alle terme e la ragazza aveva deciso di far visita alla Mizukage, trovandola però senza conoscenza.

E quella curatrice era lì. Il medico, il medico personale di Mei, portato qui dal migliore ospedale in tutto il Paese dell'Acqua grazie alle sue portentose abilità e conoscenze di ogni più rara condizione.

La Haruno aveva sospettato di lei per tutto il tempo. Ma vedere la donna dai capelli scuri puntare una siringa dritta al cuore di Mei l'aveva sconvolta. Quella donna era un medico. Ma era anche una combattente.

“Fatti da parte, ragazzina.”

“Vai al diavolo!”

Sakura la caricò, stringendo nella mano il kunai. Roteò, riuscendo a infliggere un profondo taglio al volto del medico. La donna gridò e si fece indietro. I larghi occhiali scivolarono via dal suo piccolo naso e caddero a terra, frantumandosi.

La donna sibilò, puntando i suoi occhi grigi sulla kunoichi dai capelli rosa, che stava tornando per un altro colpo. Un sorriso le piegò le labbra.

Sakura voleva abbattere la donna, doveva farlo. Mei era in cattive condizioni e lei non aveva idea di cosa le avesse fatto. Ma non poteva uccidere il medico, aveva bisogno di mantenerlo in vita per interrogarlo.

La ragazza strinse i pugni e roteò ancora un volta, ma la siringa apparve di fronte a lei in un lampo. La Haruno reagì un po' troppo tardi. Riuscì a schivare l'ago, ma il liquido verde acceso fuoriuscì, schizzando sul collo esposto di Sakura.

La ragazza si lasciò sfuggire solo un leggero urletto. Inciampò all'indietro, stringendosi la gola, cercando disperatamente di respirare, senza successo.
Il liquido era come un acido e le stava bruciando in profondità la carne. Le sue mani si illuminarono del chakra verde, ma le sue condizioni stavano peggiorando. Quello era un veleno. Un veleno che era già in circolo nelle profondità del suo sangue per poter essere fermato.

Sakura cercò di mantenere l'equilibrio e si appoggiò a una sedia, ma non poté fare oltre. Cadde a terra e si rannicchiò su se stessa, giacendo su un fianco, tentando di restare calma.

Mei respirava a malapena. Quella missione era fallita. E quello era un modo molto, molto stupido per morire.




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


DA - DA – DAAAAAN!!

La bastarderrima attentatrice è niente popodimenoche la curatrice personale di Mei!

Oi, qua rischiamo di finire in tragedia!! >___________<
I ragassuoli arriveranno in tempo per salvare qualcuno?? D:

Lo saprete presto visto che il prossimo è il penultimo capitolo!! :D

A parte questo, sì, Satsuki ha avuto la sua dolce vendetta nei confronti di Nariko e Sakura ha i guanti da battaglia anche quando è nuda alle terme :D

E' necessario ricordarvi che siete troppo gorgeous?!! *_________*
Vi amoro! :P

Ciauu :D

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodici ***





La siringa era stata svuotata a metà sulla rosa. Il medico la guardò sforzarsi per stare in piedi finché alla fine non cadde. Il liquido acido l'aveva corrosa così in profondità da aver penetrato l'arteria. Il sangue fiottava sul pavimento mentre la ragazza tentava disperatamente di respirare, curarsi e rimanere cosciente e sana.

Ma stava fallendo miseramente.

La donna sospirò. Era una guerriera, sì, ma vedere una collega soffrire così non era cosa da niente. Si diresse lentamente verso Sakura, provando a non sporcare le proprie scarpe di sangue. Strinse con più forza la siringa nella sua mano. Gli occhi di smeraldo la puntarono. Era una bella e giovane kunoichi. Peccato che fosse stata così sfortunata da trovarsi sulla strada dell'Elite degli Avvelenatori.

L'ago puntò al cuore ed era a un centimetro di distanza quando la porta si spalancò. Un kunai venne lanciato con estrema precisione e colpì il delicato ago, piegandolo. La donna lanciò via la siringa e si alzò per guardare chi fossero i nuovi arrivati. C'era una ragazza con gli occhi bianchi, che teneva le mani tese di fronte a lei. I palmi rilucevano di chakra azzurro.

“Siete arrivati un po' troppo tardi, Konohani,” disse la donna, sistemandosi il camice. “Anche se mi ucciderete, il mio lavoro ormai è fatto.”

Hinata fece un passo avanti per lasciare spazio agli altri dietro di lei di entrare nella stanza. Fecero il loro ingresso altre due ragazze, entrambe vestite con delle vestaglie. La bionda chiuse in fretta la porta. Gli occhi blu erano fissi su Sakura, un'espressione traumatica sul visetto.

Ma era l'altra ragazza a preoccupare il medico. La kunoichi con gli occhi neri fissava dritto la donna, il volto completamente inespressivo. “Chi sei?” disse. La sua voce era sorprendentemente fredda.

“Mi chiamo Ria. Ma non ha molta importanza, vero?” La donna lentamente prese un ago dall'interno del camice. La punta era di colore verde. Lo strinse con fermezza e lo alzò. Era puntato all'arteria del suo stesso collo.

Stava per suicidarsi.

Ma in un secondo tutti e tre i nuovi arrivati attaccarono. La ragazza con gli occhi bianchi quasi le sfondò il torace con il chakra delle sue tecniche. La bionda piantò una sfera luminosa di pura energia nella sua spalla, dislocandola. Ria fece un passo indietro, maledicendo la piccolezza di quella stanza. Tre contro una era una dura sfida. E comunque, doveva ammazzarsi, no? A questo punto meglio che lo facessero loro per lei.

I suoi occhi grigi seguirono la seguente sequenza di attacchi e strinse la mascella, nell'attesa che la bionda kunoichi la colpisse con il suo strano attacco. Quello le ricordava stranamente del Rasengan che aveva ammirato durante la Quarta Guerra Ninja. Era quel ragazzo biondo, l'Uzumaki ad averlo usato contro Madara. Allora quella ragazza era la sorella? Non poteva essere.

Il medico si irrigidì quando l'attacco mancò i suoi punti vitali e raggiunse il proprio stomaco, mandandola a schiantarsi contro il muro dietro. Allora era così, la volevano viva. Per interrogarla. Per imprigionarla.

Cercò di far giungere un attacco in arrivo al cuore, ma la ragazza dagli occhi bianchi fu veloce e la capì immediatamente. Hinata si spostò, spingendo Ria nel retro della stanza. Ria colse l'occasione e corse verso l'armadietto, sapendo abbastanza bene dove avrebbe potuto trovare un bisturi, ma i suoi occhi si fissarono su qualcos'altro.

La kunoichi mora non stava attaccando. Era troppo occupata a cercare di salvare la ninja medico dagli occhi verdi. Povera ragazza, non riusciva a vedere che era troppo tardi?

“Hyuuga,” chiamò ella, la voce una combinazione di apatia e rabbia.

Hinata ebbe bisogno di un secondo per girarsi e capire quanto pessima fosse quella situazione. A prima vista aveva pensato che Sakura avesse un taglio, le sue mani rilucevano ancora di verde, poteva curarsi. Ma la Haruno stava peggio. Stava perdendo troppo sangue.

La ragazza corse verso l'amico, anch'ella con le mani illuminate dal chakra verde. Sakura aveva perso conoscenza. Respirava a malapena. La Hyuuga non era mai stata una brava curatrice, così digrignò i denti e pregò di poter essere capace di aiutare. La ragazza guardò Satsuki alzarsi e fare qualche passo avanti. Con il Byakugan attivo, poteva vedere chiaramente alle proprie spalle. Poteva vedere la donna, il medico, che aveva preso un bisturi affilato e stava per affondarselo nella gola.

Ma la sua mano si bloccò a metà strada. Un momento più tardi, lo strumento medico cadde. Perché la ragazza dai capelli neri era svanita in uno sbuffo di fumo, solo per essere rimpiazzata da un giovane e affascinante uomo.

La vestaglia che lo copriva, che fino a poco prima raggiungeva le sue ginocchia, ora a malapena copriva la metà delle cosce. Il tessuto fine era strettissimo attorno al corpo, causando a ogni più piccolo muscolo di essere chiaramente visibile e Ria si ritrovò a fissarli. Era troppo giovane per lei. Però...

“Naruto,” disse l'uomo.

“Ehi,” rispose la bionda. Un altro sbuffo di fumo riempì l'aria e un altro bel ragazzo apparve di fronte a lei.

Come se si fossero letti nel pensiero, entrambi si lanciarono contro di lei. Il biondo trattenne la curatrice prima che potesse reagire, stringendole le mani dietro la schiena. Questa cercò di divincolarsi, ma era troppo tardi. Un paio di occhi cremisi apparvero dinnanzi a lei, scavando nel profondo della sua mente, bruciandola dall'interno.

Urlò e cercò di liberarsi da quell'incubo scarlatto che la stava inghiottendo, ma inutilmente. Era un genjutsu. Era spacciata.

Gli attimi passavano nella stanza nel più completo silenzio. Naruto guardava l'Uchiha usare il suo potere sulla donna. Il suo Sharingan era più pauroso che mai. Dopo qualche altro attimo Ria lentamente si rilassò, finché non divenne così molle che le cedettero le ginocchia. Il biondo la lasciò cadere a terra, incurante che sbattesse la testa o no. I ragazzi si scambiarono uno sguardo poi tornarono dall'altra parte della stanza.

Hinata aveva la sua abilità innata più attiva che mai. Entrambe le mani rilucevano di verde ed erano attentamente posizionate sul collo di Sakura. Per quanto riguardava Sakura...

“Non respira,” sentenziò Sasuke.

Hinata non rispose. La frangia era appiccicata alla fronte e poteva sentire il sudore freddo che le copriva il corpo. I suoi occhi si spostarono su Naruto, il suo bellissimo ragazzo, e vederlo col suo normale aspetto normalmente le avrebbe fatto più che piacere. Ma gli occhi di lui erano preoccupati. Rabbiosi. Senza speranza. Si era inginocchiato, ed era rimasto fermo finché alcuni segni rossi non gli coprirono le palpebre. I suoi occhi erano diventati gialli, annunciando che era entrato nella Modalità Eremitica. Ma questo peggiorava solo le cose. Perché ora poteva capire quanto Sakura stesse messa male.

Le mani di lui tremavano mentre le alzava, cercando di percepire il battito della ragazza. Ma le sue dita furono scacciate via. Sasuke quasi l'aveva sbattuto da una parte e si era piegato sulla ragazza morente. Il suo Sharingan la scrutò per un poco. Poi, con un lesto movimento, mosse le mani, strinse il naso di Sakura e si abbassò, premendo le sue labbra sulle sue.

Naruto sbatté le palpebre. Sapeva perfettamente come funzionava la respirazione bocca a bocca. Ma vedere Sasuke compierla era strano. Sasuke non aveva emozioni. Era un egocentrico. Un arrogante. Non gli interessava delle altre persone, specialmente non gli interessava aiutare nessuno.
A maggior ragione se per farlo doveva sporcarsi le mani.

Ma sembrava non curarsi del sangue sulle sue labbra. Sasuke pompò aria nei polmoni di Sakura ancora una volta, si alzò e premette le mani sul suo petto. Ma doveva essere più veloce.

“Naruto,” disse, senza neanche guardare l'Uzumaki.

Il biondo scattò, seguendo gli ordini senza fare domande. Posizionò le mani sul petto della ragazza, premendo a intervalli regolari, timoroso di poterle rompere qualche costola. Ma non l'avrebbe lasciata morire.

“Dai, Sakura-chan,” non poté fare a meno di parlare. “L'hai fatto per me durante la guerra. Hai salvato la mia vita e io non ho intenzione di lasciarti andare.”

“Zitto,” disse Sasuke. Premette le labbra su quelle pallide della ragazza, cercando di ragionare.

Non gliene poteva fregare di meno della missione. Se ne sbatteva altamente del suo onore e della sua situazione al momento. Era stato negligente, e aveva preso il suo compito alla leggera. E non avrebbe lasciato Sakura morire davanti a lui, non ora. Ne mai.

Gli occhi bianchi incontrarono quelli cremisi. “Fermatevi,” sussurrò Hinata.

Entrambi i ragazzi si fecero indietro, cercando disperatamente un qualche segno vitale da parte del ninja medico. E indubbiamente, il suo cuore e i polmoni si muovevano per conto proprio. Ma non era stabile.

“Che le ha fatto quella puttana?” chiese Naruto a denti stretti.

“Guarda,” disse la Hyuuga e puntò il dito al collo di Sakura. “All'inizio pensavo che fosse un taglio. Ma sembra riarso. Credo che la donna abbia usato una qualche sorta di acido e l'abbia ferita gravemente. Ho curato la ferita, ho fermato l'emorragia ma... Perché non migliora?”

Sasuke si ritrovò ad ansimare. Le sue dita tremavano leggermente e lo stavano rendendo pazzo. Lui non perdeva mai la stabilità.

E poi capì. “E' stata avvelenata,” disse, scattando in piedi. Il sapore del sangue di Sakura nella bocca lo rendeva euforico. Era così lucidamente folle che avrebbe potuto spaccare l'intera isola in due. Ma prima aveva cose più importanti da fare.

Aprì uno scrittoio con tanta forza da far saltare via a terra il suo contenuto. Ma trovò ciò che stava cercando. Tornò da Sakura, si chinò, fissandola per un attimo. Il suo respiro era troppo debole. Forse aveva bisogno di qualcosa di più della respirazione bocca a bocca.

“Sasuke!”

“Stai zitto,” ordinò, spingendo via Naruto. Alzò la mano, localizzò la propria arteria e vi affondò l'ago, estraendo una buona dose di sangue. In un attimo la tolse dalla propria carne e la piantò nel cuore di Sakura. Il piccolo recipiente venne svuotato nel suo organo. A quel punto prese un'altra dose del proprio sangue e ripeté l'operazione.

Decise di non dare alla ragazza più di tre dosi. Lui era AB, mentre lei era 0-. Poteva rischiare di fare più danni che altro.

La stanza era tornata di nuovo nel silenzio. Le mani di Hinata non avevano smesso di curare, gli occhi che seguivano il flusso del chakra. “Sta funzionando,” annunciò.

Naruto espirò, cadendo a terra. “Che diavolo era quello, Sasuke?”

“Sono immune a tutto, ricordi?”

“E sei immune a questo?” Prima che Sasuke potesse anche solo guardare l'Uzumaki, un pugno l'aveva colpito in pieno stomaco, buttandolo a terra.

“Per che diamine l'hai fatto?” sibilò l'Uchiha. Il sapore del sangue nella sua bocca non andava ancora via.

“Per esserti comportato come una checca isterica per tutta la durata della missione.”

“Voi due non volete neanche farmi morire in pace?”

Naruto trasalì al debole suono che aveva prodotto Sakura. Anche se era davvero pallida, i suoi occhi erano più verdi che mai. Riuscì a sedersi con l'aiuto di Hinata, e lanciò una silenziosa maledizione, apparentemente per la disgustosa presenza di tutta quella quantità di sangue sul suo corpo e sui suoi vestiti.

“Come ti senti,” chiese Hinata, liberando solo ora le mani dal chakra curativo.

“Sono stata peggio,” ammise la Haruno. I suoi occhi passarono da Naruto, che le offriva un largo ghigno, e poi a Sasuke. “Ti sei fatto male,” chiese lei, raggiungendo con un tocco le macchie di sangue sul suo mento.

“Non è il mio sangue.”

Sakura sbatté le palpebre. Le ci volle qualche momento per capire le sue parole. Si ritrovò ad arrossire e distolse lo sguardo. “Aiutatemi ad alzarmi, devo controllare la Mizukage.”

-.-.-.-.-.-.-.-.

Le monache del convento era veramente scoraggiate. Avevano rinchiuso Ria in un posto sicuro dove non avrebbe ne potuto scappare ne tanto meno uccidersi. E comunque, non riuscivano a capire come avessero potuto ospitare questa criminale per così tanto tempo. Grazie al cielo Konoha aveva spedito quelle squisite e ben addestrate kunoichi.

La Mizukage stava bene. Era stata segretamente sedata dal medico, così da non causare alcun problema mentre la uccideva. E dopo un paio di ore di buon sonno, si era risvegliata con l'annuncio che non aveva più un medico personale.

“Beh, non posso dire di non essere sorpresa. Ma alla fine è più sicuro per me e per voi ragazze se tornate a casa. Ho mandato un messaggio ad Ao. Dovrebbe essere qui per domani.”

Mei si stava rimettendo in fretta. Il veleno ormai non era quasi più in circolo e si sentiva magnificamente. Il bambino scalciava di nuovo e sembrava gradire le terme. La gestante decise di spendere il resto del tempo che le mancava in piscina. Inoltre, il nuovo muro di mattoni appena ristrutturato rendeva tutto il posto molto più chic.

Per quanto riguardava il gruppo di Konoha, tutti loro erano tornati a essere delle ragazze per il bene della loro copertura, ed erano in procinto di passare la loro ultima notte sull'isola. Sakura ancora non si sentiva troppo bene, il suo corpo aveva bisogno di tempo per rigettare tutto il veleno.

“Devi farti una sana dormita. Prenderai il letto di Satsuki,” ordinò Naruto.

Con grande sorpresa di tutti, l'Uchiha non ribatté. Si limitò a sospirare in modo drammatico e si andò a lavare prima di andare a letto.

“E' di buon umore perché stiamo per tornare a casa,” spiegò l'Uzumaki.

“Comunque, non ho bisogno di un letto più grande. Se dovesse dormire sopra di te, Nariko, finireste per rompere il letto di nuovo.”

“La fai suonare come una cosa da pervertiti!” la accusò il biondo con espressione disgustata. “Bene, allora Hinata e io dormiremo nel suo letto. Tu dormirai in questo e Satsuki dormirà su quello piccolo sopra di te.”

Non c'era possibilità di ragionare con Naruto. E Sasuke sembrava non avere alcuna voglia di dissentire per qualsiasi cosa fosse. L'Uzumaki gli spiegò il cambio di piani e l'utilizzatore dello Sharingan semplicemente prese il suo cuscino e si arrampicò sul letto.

Sakura spense la luce. La missione era andata molto meglio di quanto si sarebbe aspettata. Era stato divertente spendere del tempo con i suoi migliori amici, inclusa Hinata.

Rimase sdraiata sulla schiena per un po', incapace di addormentarsi. I suoi occhi erano fermi sul fondo del letto sopra di lei mentre ragionava a fondo sulle cose. Dopo la guerra le cose era state piuttosto difficili per il vecchio team 7. E ora tutto sembrava essere tornato indietro ai bei vecchi tempi.

Sospirò, strofinandosi il collo. Hinata aveva fatto un ottimo lavoro curandola. Anche se il petto le faceva male, sorrise. Naruto le poteva aver rotto una costola o due, ma le aveva salvato la vita. E Sasuke...

La ragazza si toccò le labbra, sentendosi incredibilmente stupida. Era solo respirazione bocca a bocca. Non contava come un bacio.

“Sakura.”

La ragazza quasi saltò giù dal letto, trasalendo alla voce di Satsuki. “S-sì?”

Passarono un paio di secondi di silenzio. “Hai bisogno di un altro po' del mio sangue?”

Lei sorrise. “No, sono a posto.”

“Dovresti andare da Tsunade a farti controllare quando torneremo.”

“Sicuro.” La Haruno si spostò su un fianco, strizzando gli occhi, chiedendosi se sarebbe stata capace di dormire almeno un po'.

“Sakura?”

“Sì?”

“Dovresti insegnarmi un po' di tecniche curative.”

“Sembra che tu ne sappia già quanto basta.”




*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Awwww *___*

C'è mancato poco eh! :P

Beh, sia il nostro che il loro viaggio ormai sta per arrivare al termine e mi dispiace!!!
Non posso dilungarmi troppo quindi lascio la parola a voi :)
il vostro apprezzamento è una gioia per lo spirito :)

Gente, alla prossima settimana, con l'epilogo! :')

Ciauu :D

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredici ***





Il gruppo diede l'addio alle monache nell'edificio principale con un inchino e si diresse verso il porto. La Mizukage camminava tranquilla, sorridendo mentre osservava l'elevata bellezza dell'isola.

“Aaaah, questo posto è così bello,” disse la donna con un grande sorriso sul volto. Camminava lenta, le mani poggiate sul pancione. “Ma ho davvero speso troppo tempo qui. Sono così felice di tornare a casa.”

Sakura camminava di fianco alla gestante, monitorando da vicino ogni sua mossa. Erano passati due giorni dal tentato attacco a Mei. La rosa espirò, felice che fosse tutto finito. La missione aveva sì avuto i suoi momenti allegri, ma allo stesso tempo era stata uno strazio.

Con la coda dell'occhio guardò Sasuke, che camminava dall'altro lato della Mizukage. Il suo viso era calmo e gli occhi scuri fissavano la nave che poteva già vedersi a distanza. Non c'era nessun dubbio che non potesse aspettare oltre per tornare a essere il se stesso di sempre.

Sakura sorrise. Le piaceva il fatto che fosse così e pure che le avesse dato la possibilità di prenderlo in giro così spudoratamente. Anche se in fondo lo preferiva nella sua forma normale. La ragazza sentì del calore raggiungerle il viso. Richiamare l'immagine di Sasuke, piegato su di lei con le labbra insanguinate e vestito in quell'aderente vestaglia non era professionale.

A quel punto, la ninja medico si girò per controllare Naruto e Hinata. La Hyuuga appariva altrettanto tranquilla. Era perfettamente abituata a tutte le bravate che il suo ragazzo compieva costantemente, ma concludere questa strana avventura doveva sicuramente farla sentire molto meglio. Per quanto riguardava l'Uzumaki stesso, era il solito di sempre. Offrì a Sakura un largo sorriso, e camminò con confidenza avanti.

La Haruno roteò gli occhi. Non importava il sesso o la forma, Naruto sarebbe stato sempre Naruto. Ma non poteva dire la stessa cosa di Sasuke? Era stato inquieto e scontroso per tutta la durata della missione, ma pensandoci bene, lui era sempre così.

“Mei!”

Un alto uomo corse giù dalla nave che avevano appena raggiunto. La benda che normalmente copriva il suo occhio destro era alzata e rivelava un Byakugan attivo. Ao corse da sua moglie, ma si fermò davanti a lei, un'espressione preoccupata sul volto. La sua pancia era cresciuta. L'uomo alzò le mani, raggiungendo esitante la Mizukage, finchè lei non gli si buttò addosso tra le braccia e lo strinse con forza.

“Ao, mi sei mancato,” disse la donna, la voce attutita nella sua maglietta.

“Mi sei mancata anche tu,” rispose, carezzandole i capelli. Il suo sguardo raggiunse il gruppo di Konoha. Quando i suoi occhi incontrarono quelli della Hyuuga però, la sua espressione divenne ancora più tesa. Alzò la mano e si coprì l'occhio bianco, indirizzando un cenno colpevole verso la Hyuuga, che rispose con un sorriso.

Sakura si inchinò verso l'uomo e aprì la bocca per parlare, ma venne interrotta. Un ragazzo saltò dal ponte della nave e raggiunse il terreno, atterrando proprio di fronte a lei. Una abnorme spada era appesa alla sua schiena e l'elsa era incastrata dietro la sua spalla. Il ragazzo fece scorrere la mano tra i capelli bianchi, colorati leggermente di celeste alle estremità e diede alla rosa un largo, squalesco sorriso. “Ehi!”

Sakura arcuò un sopracciglio. “Suigetsu, non ci aspettavamo di vederti qui.”

Lui rispose con un ghigno. I suoi occhi violetti si mossero verso la donna incinta mentre si inchinava leggermente per salutarla. “Mizukage-sama, la nave è pronta per portarla indietro.”

“Grandioso. Andiamo ragazze,” esortò Mei, lanciando un'occhiata a Satsuki, che cercava di fare del proprio meglio per nascondere l'amara espressione.

Si arrampicarono in fretta sul ponte. L'Uchiha si guardò attorno, solo adesso ricordando esattamente quando odiasse le navi. Specialmente dopo la sua esperienza durante il loro viaggio d'andata verso l'isola. I suoi occhi d'onice si fissarono sull'entrata delle cabine sotto il ponte, ma era impossibilitato ad andarci, visto che Suigetsu era fermo di fronte a lui, torreggiando la sua minuta figura femminile.

L'Hozuki si piegò, fissando con sospetto la mora. “Ti conosco?” chiese infine.

Sasuke piegò all'indietro il busto, spalancando gli occhi. “No,” negò lui, assicurandosi che la propria voce suonasse più femminile possibile. Fallì.

“Sei sicura? Mi sembri familiare.”

Sakura si era bloccata a pochi passi di distanza, pronta a entrare in azione. La missione poteva essere finita, ma bruciarsi la copertura sarebbe stato terribile. Anche Hinata era concentrata sulla conversazione tra i due ex-membri del team Taka. Solo Naruto sembrava calmo. Si era coperto la bocca con le manine e ghignava tra sé e sé.

“Io credo davvero di averti già incontrata,” continuò Suigetsu con il suo interrogatorio. “Quale hai detto che è il tuo nome?”

“Tsk, come se una ragazza come me potesse mai perdere il proprio tempo con uno come te,” esclamò Sasuke, facendo scattare la testa da una parte per aggiustare i lunghi ciuffi che le coprivano gli occhi. Andò avanti impettita, superando il resto del gruppo di Konohani, la maggior parte dei quali era a bocca aperta.

Suigetsu continuò a fissare la mora con espressione addolorata. Che rozza e terribilmente familiare kunoichi che era.

L'Uchiha non poteva aspettare il resto del gruppo, la sua copertura e ancora di più il suo onore erano troppo in pericolo. Aveva intenzione di chiudersi nella stanza finché non avessero raggiunto la Terra del Fuoco. Ma la fortuna non era dalla sua parte. Correndo giù per le scale si schiantò contro qualcuno che passava di lì, facendolo finire a terra. La ragazza volò all'indietro, cadendo sul sedere. Maledicendola sottovoce, si sistemò gli occhiali sul naso, solo per fissare la persona davanti a sé scioccata. Perché aveva percepito il chakra di Sasuke. Per la prima volta dalla Guerra aveva sentito Sasuke così vicino. Il suo chakra era, come al solito, fulgido, forte e misterioso.

Ma quello non era Sasuke. Era... una ragazza?

Sasuke ebbe bisogno di un attimo per riprendersi. Si alzò e si sistemò la gonnellina verde sul suo snello e femminile corpo.

“Karin,” disse, superandola.

Lei provò a parlare, ma si ritrovò senza parole. In un secondo, altre due ragazze scesero la scaletta. La kunoichi dai capelli rosa fece un cenno di saluto, e lo stesso fece la Hyuuga. Entrambe scomparvero in fretta dietro l'angolo.

“Aspettatemiii,” chiamò qualcuno mentre scendeva. Scoprì essere una bionda con gli occhi azzurri.

Karin la fissò, riconoscendo chiaramente il chakra che aveva di fronte. L'energia del Kyuubi era difficile da coprire. “Ma che ca...”

“Oh, ciao cugina!” la salutò Naruto e si fermò di fronte alla rossa, dandole un veloce abbraccio. "Scusa, ma devo scappare. Ci vediamo più tardi, ok?” Anche il biondo la superò, ma si fermò sull'angolo, girandosi. “Oh, e questa è tipo una missione segreta, quindi shhhh,” spiegò, premendosi l'indice sulle labbra.

Karin, mentre fissava Naruto, schiuse le labbra senza ricordarsi molto bene come funzionassero. Alla fine decise che, qualsiasi cosa stesse succedendo, lei non lo voleva sapere. Salì sul ponte per controllare se la Mizukage avesse bisogno di qualcosa. Karin era diventata un importante membro a Kirigakure dopo la guerra.

Ma la donna appariva in perfetto stato. E per davvero stavolta. Dopo che la sua salute era scesa, Karin le aveva offerto morsi regolari del suo chakra curativo, ma purtroppo non aveva avuto alcun effetto. Comunque, ora Mei appariva in perfette condizioni. Finalmente.

“Ehi, Karin!”

Con un sospiro, la ragazza si voltò a guardare il così sempre fastidioso Suigetsu. “Cosa?”

“Hai visto la ragazza mora di Konoha? Sono assolutamente sicuro di averla conosciuta da qualche parte, solo che sembra non riesca a ricordare...”

La rossa roteò i suo occhi cremisi. “Credimi, non vuoi avere nulla a che fare con quella stronzetta,” disse allontanandosi.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Era buio quando arrivarono nei pressi del Villaggio Nascosto della Foglia. Dopo ore di corsa silenziosa, Sakura si era fermata, aspettando che gli altri la raggiungessero in un largo spiazzo nella foresta.

“Bene,” iniziò, fissando gli occhi su Naruto, poi su Sasuke. “Qui ci sono le vostre cose, andate e tornate normali, saremo a Konoha in poco tempo.”

La ragazza lanciò una borsa a terra davanti a lei e guardò Naruto che scavava trovando la sua maglietta nera e i suoi pantaloni arancioni. Sasuke era leggermente allibito di scoprire che i suoi vestiti li aveva tenuti Sakura per tutto questo tempo. Trovò i suoi pantaloni neri e la maglietta, su cui era riprodotto il simbolo del suo clan, e si immerse nella foresta.

Un attimo dopo Naruto apparì di fronte a loro, completamente vestito e d'aspetto il più normale possibile. I baffi sulle sue guance si mossero quando offrì a Hinata il suo gran sorriso. Si diresse verso di lei e la baciò con delicatezza, quasi ridendo di quanto rossa era diventata la sua faccia.

“Aaah, questo di sicuro mi fa stare meglio,” esclamò, stiracchiandosi.

Sasuke apparì dagli alberi, camminando lentamente verso il resto del gruppo. Il suo viso era micidiale. E bastò all'Uzumaki un solo sguardo per capire in che casino si trovasse.

Senza dire una parola, il Chidori apparì nella mano di Sasuke mentre caricava verso il biondo. Naruto si fece scappare uno strillo acuto e corse via, cercando di fare del suo meglio per schivare gli attacchi che puntavano per la maggior parte al suo volto.

“Satsuki-chaaaaaan, nooo!” richiamò, sia ridendo che gridando nel panico.

“Ti ammazzerò, maledetto bastardo!”

Il suono di uno schianto annunciava che un albero era stato spezzato a metà e presto le due ragazze lo videro cadere in lontananza. Hinata aveva il suo Byakugan attivo, ma il suo viso era rilassato.

“Non dovremmo fermarli?” chiese giusto per sicurezza.

“Nah, lasciali combattere, se è questo che li farà sentire di nuovo uomini.”

La Hyuuga rise e si incamminò con Sakura. Konoha era a meno di un'ora di distanza.

-.-.-.-.-.-.-.

“Ottimo lavoro, tutti. Sono estremamente soddisfatta dall'obiettivo che avete raggiunto.” Tsunade fissava il gruppo davanti a lei. Naruto sfoggiava un occhio nero e un naso sanguinante, mentre il labbro di Sasuke era rotto e gonfio. L'Uchiha aveva qualche graffio sul collo. L'Hokage poteva immaginare cosa fosse successo, ma decise di non concentrarsi sui dettagli. “Siete liberi di andare e riposarvi per stanotte. Sakura, vieni da me domani per farmi avere maggiori dettagli.”

“Sì.”

Lasciarono tutti l'ufficio dell'Hokage. Naruto sbadigliò e si grattò la nuca, guardando il cielo stellato. “Andiamo, Hinata-chan, ti riporto a casa.” Prese la mano della sua ragazza e se la portò dietro. “Buonanotte, Sakura-chan. Vaffanculo, teme.”

Sasuke decise di non onorarlo di una risposta. Al contrario guardò Sakura, che aveva una strana espressione in viso.

Lo sguardo di lui la fece sentire immediatamente inadeguata, così distolse il suo. “Di sicuro sono lieta che questa storia sia finita.”

L'Uchiha le rivolse una strana occhiata e roteò gli occhi. “Ma davvero.”

“E' tardi.”

“Mm,” convenne lui e la superò, diretto alla Strada Principale del Villaggio. La ragazza lo seguì, casa sua era proprio in quella direzione.

Ma la magione degli Uchiha non lo era. Così capì presto che Sasuke la stava accompagnando. Non era davvero in vena di discutere o fargli domande, e si limitò a seguirlo. Non c'era una singola persona per strada, erano quasi le 2 di notte. Camminavano in silenzio. Qualche minuto dopo raggiunsero casa di Sakura.

“Grazie per avermi riaccompagnata,” disse. Guardò il suo viso indifferente, capendo che il suo labbro inferiore gonfio gli stava dando parecchio fastidio. “Dovresti lasciarmi metterlo a posto,” scherzò.

Fu come se Sasuke notasse solo in quel momento il taglio sul labbro. Si toccò la ferita, poi la morse, come se fosse insicuro che fosse realmente lì. “Non sprecarti,” disse infine.

“Seriamente, qualcuno potrebbe pensare male,” lo canzonò, allungando la mano e toccando il labbro con le dita brillanti di verde chakra.

Però, prima che potesse anche solo toccarlo, Sasuke le prese il polso. Non che l'avesse spinto via da una parte, lo teneva solo fermo.

Sakura sbatté le palpebre. Fissava il ragazzo, non sicura su come procedere. Il volto di lui non mostrava alcuna espressione, come al solito. Era arrabbiato con lei? Aveva tutte le ragioni per esserlo. La ragazza cercò di fare un passo indietro, ma lui non le lasciava la mano.

“Guarda che-”

“Non mi interessa se qualcuno pensa male,” la interruppe, abbassandole la mano ma continuando a trattenerla.

“Immaginavo,” rispose lei, roteando le pupille. Sasuke non era mai stato uno a cui interessava cosa pensavano le persone di lui. E ciò era spesso causa della maggior parte dei suoi problemi. “Ma comunque...”

Ma comunque lei non riuscì a finire la sua frase. Il ragazzo l'aveva tirata per il braccio e lei era inciampata in avanti, troppo sorpresa per reagire in tempo. Sasuke la raggiunse e prese il suo mento con la mano libera, posizionandole il volto in modo che potesse vederlo. A quel punto si piegò e la baciò-

Il baciò durò solo un paio di secondi. Quando finalmente la lasciò andare, lei si ritrovò ad ansimare. Fece un passo indietro e fissò il suo viso senza espressione con gli occhi smeraldini spalancati.

“Questo era meglio.” disse lui, a bassa voce. Quasi sussurrando.

“C-cosa?” cercò di dire lei.

“L'ultima volta che l'ho fatto stavi morendo,” spiegò. “Quindi questo è stato meglio.”

Si scambiarono sguardi per un attimo molto lungo. Finalmente Sakura riuscì a muoversi di nuovo e alzò la mano, toccandosi le labbra.

“Io-”

“Buonanotte, Sakura.”

La ragazza guardò mentre Sasuke si girava e camminava via, finché non lo perse di vista nell'oscurità.

Riuscì a malapena a far scattare la serratura di casa e mettersi in fretta a sedere appena entrata in camera sua.

Il tocco delle labbra di lui ancora indugiava sulle sue. Si lasciò cadere sul materasso e rimase sdraiata a letto, fissando assente il soffitto della stanza.

La missione era stata una pazzia dall'inizio alla fine. Ma nonostante tutto, era stata divertente. Era riuscita a spendere un po' di tempo con tre delle sue persone preferite al mondo. E per quanto non riuscisse a crederci, era riuscita a vedere un altro lato molto differente di Sasuke. Un lato che aveva apprezzato.

Ridacchiò, lanciando i vestiti sul pavimento e infilandosi sotto le coperte del letto. Aveva bisogno di dormire. Troppe cose erano successe in troppo poco tempo.

E quel bacio...

Chiuse gli occhi e presto si abbandonò al sonno, sorridendo mentre sognava. A qualche metro di distanza, seduto sul ciglio di un palazzo c'era un ragazzo, seduto al buio, che osservava silenzioso una ragazza attraverso la sua finestra.

L'Uchiha infine si alzò e disattivò il suo Sharingan. Saltò di tetto in tetto, diretto a casa sua.

Tutta quella storia era stata un completo disastro. Ma era finita ormai. Aumentò un poco la velocità e saltò sopra un lampione della luce, soddisfatto di come percepiva il proprio corpo. Entrando a casa, andò dritto in bagno, aprì la doccia e lasciò che l'acqua lo coprisse completamente. Era lieto di aver perso alcune parti del suo corpo. E che altre fossero tornate.

Scosse la testa, deciso a non ricordare la sensazione di essere in un corpo di donna mai più. Era un mistero per lui come Sakura potesse fare qualsiasi cosa in quel corpo minuto che si trovava.

Premette sulle tempie, stranendosi del fatto che l'avesse non volontariamente quasi vista nuda giusto qualche minuto prima. Non che gli interessasse, o non fosse stato contento di quel che aveva visto... Ma lui non era Naruto, che spiava le ragazze come fosse niente.

Ma considerando che era Sakura...

Scosse di nuovo la testa e uscì dalla doccia. Asciugandosi si buttò sul suo letto, ancora incerto su ciò che gli era accaduto. Era così strano che fosse stato così tanto contento di aver salvato la vita di Sakura? Lei aveva fatto per prima la stessa cosa per lui molte volte. E comunque, quella respirazione bocca a bocca l'aveva percepita interessante.

Prese un respiro profondo e lo rilasciò, sentendosi un totale viscido, al livello di Naruto. Si coprì la faccia con il cuscino e cercò di darsi un contegno. Lui era Sasuke Uchiha. Lui era freddo e senza cuore e-”

Dannate le sue labbra.

Era così. Non poteva negarlo. Per quanto provava a rifiutare anche solo l'idea di tutti quegli anni passati, Sakura era differente. Non era più la ragazza che lo seguiva ciecamente e bramava la sua attenzione. Se possibile, non poteva fregarsene meno di lui. Ma almeno non aveva staccato la sua testa via dal suo corpo con un pugno quando l'aveva baciata.

Magari era troppo esterrefatta dal suo comportamento...

In qualsiasi caso, aveva bisogno di dormire. Questa missione aveva tirato fuori il meglio di lui. Aveva spezzato la sua calma e aveva incasinato la sua mente, ma la cosa più pazza che aveva finito per concepire era che non gli interessava poi più di tanto.

Fanculo, non poteva fregarsene meno di qualsiasi cosa. Aveva 19 anni e un clan da ricreare.

E sarebbe stato lieto di includere Sakura nei suoi piani.




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Non posso far diventare un papiro questo spazio quindi ringrazio la quarantina di persone che ha messo la storia tra i preferiti, la decina che la ha ficcata tra le ricordate e l'ottantina (!) di fanciulli che l'ha seguita :) grassie grassie

E poi ci sono gli angeli più splendidi dell'universo XD che anche con una sola recensione mi hanno fatto compagnia durante questo viaggio :P
-Lady Uchiha 23
-kry333
-crazyfrog95
-nhfan25
-gabriella92
-meryl watase
-sakura chan 19
-KuRaMa faN
-Talitha_love
-_CityHunter_
-lasussumasussu
-summer_time
-mary Uchiha
-tOkiOsa
-Noemi_Jordison
-nackt
-Aiko Aislinn Jane
A tutti voi, so che non basta ma GRAZIEEE <3

Visto che ci siamo ne approfitto e ficco nuovamente il link per la versione inglese della storia!
Girl Problems

Beh regà, it was nice *_____*
Ora fuggo :P
Cya!

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