Una nuova protagonista

di frosty lily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovare una persona speciale ***
Capitolo 2: *** Conoscersi meglio ***
Capitolo 3: *** Presentimento. ***
Capitolo 4: *** Ritrovare una persona cara ***
Capitolo 5: *** Un coro sorpreso e un difficile addio ***
Capitolo 6: *** Una ricerca infruttuosa ***
Capitolo 7: *** Delusione ***
Capitolo 8: *** Il bosco si ribella! ***
Capitolo 9: *** Ritorno ***
Capitolo 10: *** E se...? ***



Capitolo 1
*** Ritrovare una persona speciale ***


I soldati che erano stati banditi da Rohan cavalcavano ormai da diversi giorni, senza fare nulla di particolare. Eomer era stufo di questa situazione. Gli mancava Rohan, gli mancava suo zio (anche se non sembrava più in sé), ma soprattutto gli mancava sua sorella. Era sicuro che quel Grima avesse già cominciato a corteggiarla. Certo, Re Theoden c'era ancora, ma lui spadroneggiava a suo piacere. Assorto in tutti questi pensieri, non si accorse della figura incappucciata che avanzava vacillando fino a quando non cadde a un metro dal suo cavallo, incapace di proseguire. Scese immediatamente da cavallo e andò a vedere. Era chiaramente una figura femminile, ma il mantello la nascondeva pressochè totalmente. Quando la tirò su, tuttavia, il cappuccio le scivolò dalla testa, rivelando una cascata di capelli biondissimi e due orecchie delicate, che terminavano con una graziosa puntina. Un elfa, senz'ombra di dubbio. Eomer le diede da bere. “Grazie.” sussurrò lei. Si era ripresa. Eomer avvertì un senso di tensione nell'aria. Sentiva che quell'elfa avrebbe cambiato, in qualche modo, la vita di tutti i giorni.

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Capitolo 2
*** Conoscersi meglio ***


Eomer si accorse presto di aver avuto ragione riguardo alla ragazza: era parecchio strana. Lui non aveva mai conosciuto un Elfo prima, ma quei comportamenti erano innaturali. Lei era malinconica, asociale, chiusa e raramente gli rivolgeva un timido sorriso. Ma solo a lui. La ragione era evidente: tutti gli altri cavalieri nemmeno la guardavano, e quando raramente la ragazza prendeva parola la guardavano con disprezzo e lei si zittiva subito. Sembravano ammirati solo quando, la sera, cantava. Aveva una voce splendida: dolce, cristallina, argentea e ammaliante. Cantava canzoni in elfico, dal ritmo lento e malinconico. Quei pochi che capivano le sue parole la guardavano comprensivi e paterni, gli altri si lasciavano semplicemente trasportare dalla dolcezza della sua voce. Finita la canzone, le rivolgevano uno sguardo sprezzante e si giravano dall'altra parte. Non parlava mai. Teneva appesa al fianco una spada a cui sembrava tenere molto. Una sera Eomer le disse: “Non mi hai ancora detto il tuo nome.”

“Elìn. Mi chiamo Elìn.”

“Da dove vieni?”

“Dal Reame Boscoso, mio signore.”

“Chiamami Eomer.”

“Va bene, Eomer.”

“Cosa ci facevi vicino a Isengard?”

“Se te lo dico, promettimi di non farlo sapere in giro.”

“Te lo prometto.”

A questo punto l'elfa abbassò la voce e gli fece segno di avvicinarsi. Poi gli disse all' orecchio: “Ero prigioniera.” Eomer scattò in piedi. “Di Saruman?” . “Si” disse lei “Ma non dirlo a nessuno!” “Perchè?” . La ragazza deglutì: “Perchè se sapesse dove sono...” Non riuscì ad andare avanti. Eomer le prese la mano. “Non lo saprà.” disse “Te lo prometto.”

“ Grazie Eomer. Grazie di tutto.”

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Capitolo 3
*** Presentimento. ***


Elìn sembrava pensierosa in quei giorni. “Che cos'hai?” le chiese Eomer. “Niente.” rispose “Solo...ho il presentimento che oggi succederà qualcosa. Tu non hai detto a nessuno il mio segreto, vero?”. “No, tranquilla.” La conversazione finì lì. Ma, cari lettori, quel presentimento era fondato.

“Forse stanno arrivando altri Uruk-hai...” pensò il ragazzo. Poteva essere vero, del resto ne avevano uccisi una trentina quella stessa notte. Forse non era l'unica pattuglia che avevano mandato... Dovete sapere che quando Eomer era così assorto non si accorgeva di niente. Non si accorse, infatti, dei tre che si nascondevano dietro una roccia lì vicino...

 

*Angolino dell'autrice*

Ciao! Vi sta piacendo la mia FF? Spero di sì. Lo so, il capitolo è mini, ma devo rivedermi il Signore degli Anelli e oggi non ho tempo... Scriverò il nuovo capitolo il più presto possibile!

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Capitolo 4
*** Ritrovare una persona cara ***


“Cavalieri di Rohan!” gridò una voce sconosciuta “Quali notizie dal Mark?” Eomer si riscosse e andò incontro ai tre sconosciuti sbucati da dietro una roccia, che a quanto pareva volevano sapere qualcosa da loro...

Nel frattempo, in fondo alla fila, Elìn drizzò le orecchie a punta. Ma nemmeno il suo udito sviluppato poteva sentire distintamente le poche voci che si scambiavano parole molto davanti a lei. La prima apparteneva sicuramente a un uomo, abbastanza giovane. Nella seconda riconobbe quella di Eomer. La terza aveva il timbro tipico dei Nani. Ma la quarta la lasciò di sasso. Poteva essere un qualunque giovane uomo, ma le sembrava di conoscerlo. Ma sì, era un Elfo! Non riusciva, però, a ricordare chi fosse esattamente. “Andiamo a nord!” gridò Eomer. Poi sembrò ricordarsi qualcosa, qualcosa di importanrte. “Aspettate!” urlò ai tre sconosciuti. Conoscendo il loro comandante, i cavalieri si aprirono in due grandi ali e lasciarono passare Elìn. Lei, incappucciata come quando era stata trovata, andò avanti esitando. E quasi cadde da cavallo, quando vide l'elfo in piedi vicino ad un cavallo bianco. “Qual è il tuo nome?”. Lui accennò un mezzo inchino. “Il mio nome è Legolas.” “Cosa?” gridò. A causa dell'urlo il cappuccio le scivolò giù. E a quel punto anche l'elfo si irrigidì. “Che cosa c'è?” gli chiese l'Uomo accanto a lui. “Aragorn... io la conosco!” . “Davvero?” fece il Nano, un po'confuso. In risposta, Legolas infilò una mano sotto la cotta che gli copriva il petto ed estrasse un medaglione dorato. Elìn, quasi automaticamente, fece lo stesso e tirò fuori un medaglione identico, ma d'argento. “Mi sei mancata, sorellina.”

 

*Angolino dell'autrice*

Ta dahhh! Visto? Chi se lo sarebbe mai aspettato?

Recensite in tanti!

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Capitolo 5
*** Un coro sorpreso e un difficile addio ***


“Sorellina?” . Un unico coro si levò da un centinaio di gole umane, più una nanica. “Sì.” rispose il ragazzo stringendo la sorella “Gemella, per la precisione.” . Eomer guardò in direzione di Legolas. “Davvero?” . “Proprio così.” confermò Elìn. “Solo una domanda: ora che hai intenzione di fare?” Lei si rabbuiò. Non ci aveva pensato. “Bè...” esitò. Ritrovare suo fratello era una speranza che aveva perso da tempo, ma ora sentiva di provare qualcosa per Eomer. “Non mi sarò mica innamorata?” pensò terrorizzata. Perchè terrorizzata? La risposta è semplice: lei era stata maledetta. Semplicemente non poteva innamorarsi. A lei non sarebbe successo niente, ma a colui di cui si innamorava... Fu scossa da un brivido. Non poteva restare là, e dare corda a quel sentimento. “Andrò con loro.” rispose. Le costava dirlo, ma non poteva restare.

 

 

 

 

*Angolino dell'autrice*

Piaciuto? Lo so che il capitolo è da leggere col microscopio, ma che ci posso fare, è il mio stile! Come promesso a _Son Hikaru, c'è del tenero fra i due...

Lasciate recensioni!!!!

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Capitolo 6
*** Una ricerca infruttuosa ***


Elìn guardò i cavalieri che si allontanavano nel paesaggio stepposo. Deglutì. Ogni minuto che passava le veniva sempre più voglia di farla pagare a quel maledetto stregone bianco che non le permetteva di innamorarsi. Scosse la testa. Non era il momento di pensare a questo. Doveva aiutare la combriccola. “Senti” le chiese Aragorn “tu hai gli occhi più acuti dei loro, forse hai visto i nostri amici.” . “Non credo.” rispose. “Sai, mi hanno lasciata un po' in fondo. Per sicurezza. Anche se... a pensarci bene... forse ho visto qualcuno...”. “Davvero?” ora perfino il Nano, che fino a quel momento non l'aveva nemmeno guardata, sembrava interessato. “Siamo arrivati.” si limitò a rispondere, atona. Era vero. Il mucchio di cadaveri mezzi bruciati stava lì, in mezzo alle dune. “Che orrore.” pensò lei. Guardò a destra e vide che il Nano aveva trovato qualcosa. Era una piccola cintura, quasi fusa. Dalla faccia degli altri capì che doveva appartenere a quegli amici che cercavano...

 

 

*Angolino dell'autrice*

Ciao! Solito capitolo microscopico, ma tralasciamo questo... ehm... dettaglio. Lasciate recensioni e continuate a seguirmi!

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Capitolo 7
*** Delusione ***


Al ritrovamento seguì almeno un minuto di silenzio. “Mi... dispiace.” provò a dire Elìn. Non era mai stata brava a consolare la gente, forse perché non ne aveva mai avuto bisogno, se non per consolare sé stessa. Avevano tutti e tre una faccia abbattuta. Legolas deglutì, come se stesse per dire qualcosa di spiacevole. “Guai in vista...” pensò la ragazza. Conosceva bene suo fratello, sapeva che quando faceva così c'era una brutta notizia in arrivo. E infatti... “Senti Elìn...” cominciò. Sembrava che non sapesse cosa dire. “Non ti arrabbiare, ma...” cercava le parole giuste. Sapeva come avrebbe reagito sua sorella, ma volle credere di riuscire a convincerla. “Ecco, dovresti... tornare a Bosco Atro.”

Elìn lo guardò incredula. “Che- che cosa?” . Non riusciva a crederci. Lui semplicemente indicò il mucchio di cadaveri bruciati. Elìn capiva, ma si impose di non cedere. “Assolutamente no!” esclamò “Tanto sai che succede se mi faccio male, no?” detto questo estrasse il pugnale e si fece un sottile taglio sul dito indice. Istintivamente Legolas si portò la mano al dito, con una smorfia di dolore. “Lo so.” rispose rivolgendole uno sguardo pieno di sottintesi. Elìn sospirò, ma prese il cavallo. Abbracciò il fratello, salutò i compagni, montò a cavallo e si diresse verso Bosco Atro. Si consolò pensando che sarebbe tornata a casa e avrebbe rivisto tutti quelli che le erano mancati. Questi pensieri la accompagnarono per tutto il viaggio di ritorno. Il bosco, però, non era quello che ricordava...

 

*Angolino dell'autrice*

Salve! Visto che sorpresa?

*Legolas prova a dire qualcosa*

Io: Si, lo so che il capitolo è corto, il prossimo sarà + lungo. Intanto lasciate recensioni! Ciao!

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Capitolo 8
*** Il bosco si ribella! ***


“Legolas?”

“Che c'è?” Quella domanda quasi urlata avrebbe spaventato chiunque. Chiunque, fatta eccezione per chi lo conosceva bene. Aragorn era tra questi. La sua voce si abbasso al livello di un sussurro.
“So bene che cosa ti passa per la testa e credimi quando ti dico che non hai sbagliato. Con vostro padre sarà più al sicuro.”

Lui sembrò calmarsi. “Lo so, il problema non è questo. Il problema è che probabilmente mi odierà per quello che le ho detto.”

“E se anche fosse?”

“Come?”

“Andiamo, Legolas, sai che avete tutta l'eternità per chiarirvi!”

“Si, ma se...”

“Niente ma e niente se! Almeno tu potrai rivederla...” l'elfo colse una sfumatura di malinconia nella voce dell'amico.

“Stai pensando ad Arwen.”

“Se fossi al mio posto capiresti...”

 

 

Intanto, molto lontano da lì, Elìn stava attraversando la Porta degli Elfi. Faticava a riconoscere il bosco. I tronchi erano secchi e contorti, non c'era più verde in quella foresta. Decise di non lasciarsi abbattere dalla strana sensazione che la stava percorrendo da capo a piedi e proseguire in quella foresta dove era così facile perdersi...

Persa nei suoi tristi pensieri, non si accorse del sottile rametto che serpeggiava dietro di lei. Si sentì stringere il polso. Lo guardò terrorizzata: un ramoscello si stava avvolgendo rapidamente intorno al suo avambraccio. Uno, due, tre giri. La sua natura di Elfo Silvano la aiutò. Veloce come un fulmine, estrasse il pugnale e lo recise. Il cavallo, spaventato, la disarcionò. Lei si rialzò e corse come non aveva mai fatto. Gli alberi allungavano i loro rami contorti, ma erano troppo lenti. Finalmente riuscì a raggiungere la reggia. Sei o sette guardie tentavano di respingere gli attacchi degli alberi. Arretrarono lentamente verso il portone. Si aprì uno spiraglio. Se lo fecero bastare. Si infilarono dentro di traverso, senza accorgersi che anche Elìn era entrata. Per un attimo la ragazza ebbe sei lance puntate addosso. Ma fu un attimo, appunto. Elros, il capo delle guardie, sgranò gli occhi. Erano passati anni da quando aveva visto la sua migliore amica, ma non aveva dimenticato nemmeno un dettaglio del suo volto. Si abbracciarono. “Che succede, Elros?” chiese qualcuno. Elìn si irrigidì. Quel timbro freddo era comune da quelle parti, ma avrebbe riconosciuto il re tra mille.

 

 

*Angolino dell'autrice*

Ciaooooo!!!! Finalmente ho trovato tempo y voglia!!! Lasciate recensioni!

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Capitolo 9
*** Ritorno ***


Elìn si girò lentamente. Aveva molta voglia di rivedere il volto di suo padre, ma le gambe erano quasi paralizzate.

Non appena la riconobbe, l'espressione sul volto di Thranduil cambiò da impassibile a stupita. Alla vista di quell'espressione così rara sul suo viso, Elìn scoppiò a ridere. Una risata argentea e liberatoria risuonò nei corridoi del palazzo, portando la gioia del ritorno in tutte le sale. E tutti gli elfi presenti voltarono la testa verso l'origine di quel suono, e nessuno di loro dubitò per un solo attimo del ritorno della principessa.

Thranduil si sforzò di mostrarsi infastidito, ma la verità era che non era mai stato così felice di rivedere qualcuno. Elìn, dal canto suo, avrebbe potuto fare i salti di gioia. Eh, sì, perché il nostro Thranduil appariva freddo e impassibile, ma ci teneva molto a lei. E quanto alla giovane principessa... bè, fate voi: 50 anni prigioniera x ritorno a casa = …

 

 

Aragorn era infastidito. Gli capitava poche volte, e Legolas aveva tutta la sua comprensione, ma stava esagerando. Erano almeno due giorni che non parlava a nessuno e non aveva sorriso nemmeno al ritrovamento di Gandalf. Ma il fastidio si tramutò presto in angoscia. Gli dispiaceva vederlo così. Pregò silenziosamente il cielo di far cambiare idea a Elìn. Ebbene, il cielo aveva in simpatia Aragorn...

 

 

*Angolino dell'autrice*

Ciaooooo!!!! Come promesso a Morgan_, il cielo ha deciso di ascoltare Aragorn...

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Capitolo 10
*** E se...? ***


Elìn si sentiva in colpa. Si rimproverò tra sé per aver dato ascolto a Legolas. In fondo, pensò, la Compagnia aveva perso diversi membri e, ora più che mai, aveva bisogno d'aiuto. Un pensiero veloce, ma molto veloce, andò a Eomer: certo, non era per allontanarsi da lui che aveva fatto quella scelta, ma non aveva potuto fare a meno di pensare a lui. “Si, se prima avevo dubbi son tutti morti: sono cotta!!!” pensò, e sorrise vagamente.

Si accorse che lei e il padre erano arrivati in un giardino coperto, una specie di serra. Un ricordo veloce le attraversò la mente: lo scalpellino che aveva realizzato tutti i fregi del grande padiglione che c'era in centro, lo aveva conosciuto. Purtroppo era morto sessant'anni prima, durante la Battaglia dei Cinque Eserciti...

Si sedettero proprio nel padiglione, che era chiamato Padiglione Verde per via dell'edera scolpita nelle colonne. “Allora” cominciò Thranduil “non hai niente da dirmi?”. La ragazza ci pensò su. In effetti aveva qualcosa da dire, ma non se la sentiva. Alla fine prese un bel respiro e disse: “Ascoltami, io... io credo... di essere più utile alla Compagnia.” . Poi, vedendo la faccia di suo padre, si affrettò ad aggiungere: “Hanno avuto alcuni morti, hanno bisogno di aiuto. E poi voglio stare vicino a Legolas. Non mi fido a lasciarli da soli.”

Serrò gli occhi e aspettò una reazione. Non ci fu, non a parole almeno. Quando riaprì gli occhi, il re era appoggiato a una colonna e si reggeva ad essa. Elìn si morse le labbra. Non poteva avvicinarsi a nessuno senza farlo soffrire, pensò. Decise che comunque non sarebbe ritornata sulla sua decisione. Era fatta così, del resto. Testarda, quando voleva.

 


Legolas peggiorava. Si vedeva ad occhio: il pentimento per aver rimandato a casa Elìn stava crescendo e peggiorava notevolmente il suo umore. Aragorn non smise un istante di pregare, stringendo la collana di Arwen. Ad un tratto sentì qualcosa di bello crescere nel petto, come un sollievo improvviso. Al momento non se lo spiegò, ma l'avrebbe scoperto presto.

 

 

*Angolino dell'autrice*

 

Ciaooooo!!!!! Allora, per la prima volta non ho niente da dire.

Ringrazio chi ha recensito e recensirà questa storia.

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