RICORDI

di Elly24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Memory ***
Capitolo 2: *** Chiarimenti ***
Capitolo 3: *** Illusioni ***
Capitolo 4: *** Forever in my heart ***
Capitolo 5: *** Ormai non brucio più ***
Capitolo 6: *** Te lo prometto ***
Capitolo 7: *** Why? ***
Capitolo 8: *** Lentamente ***
Capitolo 9: *** Paure ***
Capitolo 10: *** Lui resta qui con me. ***
Capitolo 11: *** Sei solo mia ***
Capitolo 12: *** Lacrime ***
Capitolo 13: *** ATTENZIONE AVVISO! ***
Capitolo 14: *** Insicurezze ***



Capitolo 1
*** Memory ***


Ed eccolo li. Davanti a me con un coltello tra le mani e lo sguardo assassino. Non è più il mio peeta. Capitol city ha fatto la cosa peggiore che potesse fare : trasformarlo. Io non avrei mai voluto che morisse, ma almeno sarebbe morto con dignità rimanendo se stesso. E ora eccolo li, con ricordi falsi che cerca disperatamente di uccidermi mentre una schiera di pacificatori lo trattengono.torno a casa e mi ritrovo  a riflettere. Possibile che tutto quello che è successo è per colpa mia? Ormai tutto quello che ho causato non si conta più sulle dita. Le rivolte nei distretti, la morte di cinna, di madge e quindi di quasi tutti gli abitanti del distretto 12. La morte di rue. La morte della mia piccola paperella. E ora anche la trasformazione di peeta. Se solo avesse vinto lui nella prima arena al mio posto......se solo io fossi morta....forse....... Proprio mentre arrivo alla conclusione bussano alla porta. Credo sia mia madre ma appena apro la porta rimango sorpresa. " beete!" Esclamo. " entra" non riesco a dire altro perché inizia a parlare a mitraglietta. " ho una soluzione katniss" non sono particolarmente colpita dalle sue parole. Quando mi dice cose del genere di solito io spero che voglia aiutare peeta ma in realtà si riferisce al fatto che ha trovato una soluzione per riparare  oggetti, tubi della lavanderia. Ma è anche vero che non è mai venuto fin casa mia a dirmelo. Ma probabilmente a quest'ora non c'è nessuno in giro a cui raccontarlo. " Sentì beete se è ancora per quel maledetto tubo della lavanderia sappi che l'hanno già aggiustato e..." " no Katniss è per peeta" rimango senza parole. Ha trovato un modo per riportarmelo indietro? " beete....." Sussurro. Non riesco a soffocare i gemiti. Il mio cuore inizia a galoppare. Lui continua. " forse ho trovato un modo per fargli tornare la memoria. È una macchina su cui lavoro da molto tempo. È una specie di casco. Con una serie di segnali luminosi, codici numerici e suoni a intermittenza stimola il cervello a ricordare. Tutte queste decifrazioni le ho create con i ricordi più simbolici della vita di peeta e nella maggior parte ci sei tu. Non ti assicuro che  funzionerà ma tanto vale provare no?" " si si si beete grazie grazie. Si per favore si ti prego" ormai le lacrime scendono e non riesco a fermarle. " katniss tu devi essere pronta Anche ad un fallimento" " si va bene" " allora facciamolo" attiriamo peeta in una stanza della casa di beete con la scusa che può  uccidermi. Poi lo leghiamo ad una sedia e lo mettiamo proprio sotto a quella macchina. Beete mi guarda e io do il mio cenno di assenso mentre il cuore mi si stringe. Un casco di appoggia sopra il capo di peeta mentre lui cerca di dimenarsi ma appena comincia a funzionare smette di muoversi. E rimango con il fiato sospeso

Libro di peeta 
Mi dimeno cercando di liberarmi. Quell'arpia mi vuole morto. Capitol city ha ragione. Chissa che tortura mi aspetta. Poi all'improvviso mi fermo. Mi irrigidisco.  Tutto intorno a me si fa confuso e chiudo gli occhi. Quei suoni mi ricordano qualcosa. E una serie di immagini mi scorrono nella mente. 
" PEETA PEETA" " KATNISS!" SIAMO NELL'ARENA. TUTTO ESPLODE. 
" PEETA DOBBIAMO ROMPERE L'ALLEANZA" " ASPETTIAMO DI UCCIDERE ENOBARIA E BRUTUS" 
" KATNISS ATTENTA C'È UN CAMPO DI FORZA" 
" IL TRIBUTO MASCHILE DEI SETTANTACINQUESIMI HUNGER GAMES È HAYMICH ALBERTY." " MI OFFRO VOLONTARIO COME TRIBUTO!" 
" KATNISS EVERDEEN MI VUOI SPOSARE?" 
"  SIGNORI E SIGNORE I VINCITORI DEI SETTANTAQUATTRESIMI HUNGER GAMES! KATNISS EVERDEEN E PEETA MELLARK!" 
" AL TRE INGERIAMO LE BACCHE.....UNO ....DUE.......TRE..." 
" DUE TRIBUTI DELLO STESSO DISTRETTO POSSONO VINCERE" " PEETA!" 
" KATNISS CHE FAI ANCORA QUI? SCAPPA CATO ARRIVERÀ A MOMENTI" 
" TI AMO" 
" PRIMROSE EVERDEEN" " MI OFFRO VOLONTARIA!" " PEETA MELLARK" 
" PEETA VAI A DARE QUELLE PAGNOTTE SECCHE AI MAIALI. NON LE VORRÀ PIÙ COMPRARE NESSUNO. È INUTILE. SBRIGATI"
Due pagnotte cadono ai piedi di quella ragazza  che ho tanto amato.
Apro gli occhi. 

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Capitolo 2
*** Chiarimenti ***


Ciao a tutti!!!  Eccomi qui con il continuo di ricordi!! Il primo era solo un'introduzione.  Vi ringrazio moltissimo per le tre recensioni ricevute e non sapete quanto io sia felice di vedere che qualcuno ha usato un po' del suo tempo per riferirmi se ha apprezzato il mio racconto. Mi piace ricevere consigli perché è così che miglioro! Godetevelo e fatemi sapere cosa ne pensate bacioni


LIBRO DI PEETA
Apro gli occhi. La testa mi gira pericolosamente e  mi devo sforzare per  fare mente locale.
I suoni si sono fermati e il casco non è più sulla mia testa. Sbatto le palpebre e cerco di mettere a fuoco le due sagome che ho davanti. E quando ne riconosco una ho un tuffo al cuore. 
LIBRO DI KATNISS
Trattengo il respiro. Peeta sembra confuso, come quando ci si sveglia da una lunga dormita. Ed è allora che sussurra il mio nome. 
LIBRO DI PEETA 
"Katniss" sussurro. Il suo sguardo, prima pieno di tensione, speranza, curiosità e anche una quasi preparata delusione, ora è vivo. E sembra quasi che sia tornata a respirare. Per un po rimaniamo immobili, tesi. Io fisso i suoi occhi fino a perdermi in quel grigio che riflette una luce incoraggiante  e lei sembra titubante come davanti ad un bivio. Lasciarsi andare o no? Poi quasi nello stesso momento, quando entrambi non riusciamo a sopportare l'attesa, balziamo in piedi e ci corriamo in contro. Allargo le braccia e lei ci si tuffa dentro. La stringo forte e quando le accarezzo i capelli sento la maglietta bagnarsi delle sue lacrime. 
" katniss.....Katniss....shh.....va tutto bene. Va tutto bene. Non piangere" ma non sembra ascoltarmi perché i suoi singhiozzi aumentano. " peeta mi sei mancato!" La sua voce è rotta. 
" anche tu dolcezza. Anche tu! Perdonami" solo quando pronuncio queste parole mi accorgo che sto piangendo anche io. " no peeta.....non devi sentirti in colpa...sei stato vittima dei loro giochi....non è colpa tua.." Ma la interrompo perché un istinto fugace si fa strada dentro di me. Le mie labbra toccano delicatamente le sue ed è un gesto così improvviso che ne restiamo sorpresi entrambi. Dentro di me si accende una piccola luce. È calda e piacevole. Si chiama amore, speranza. Il suo amore colma il mio vuoto e quando ero prigioniero di capitol city il vuoto era diventato opprimente e soffocante. Mi ardeva dentro senza lasciarmi scampo. Ma ora katniss è tornata ed è qui con me. Quando ci stacchiamo capisco che lei non se n'è mai andata. Ero io ad essermi allontanato. Lei è sempre stata qui con me, pronta a riavermi indietro. Le asciugo con il pollice  l'ultima lacrima e poi mi ricordo della seconda sagoma. Mi giro verso beete che aspetta timidamente sull'uscio della porta. Mi avvicino a lui.  " grazie beete. Ti sarò debitore per sempre. Mi hai restituito la vita." Beete mi da una pacca sulla spalla. " bentornato amico mio". Ci guardiamo un po poi alla fine beete interrompe il silenzio ridendo. " e ora via! Andatevene! Avrete molto tempo da recuperare insieme e io non vi voglio più tra i piedi a casa mia!!" Katniss si avvicina a lui e lo stringe forte prima di uscire. " grazie ancora beete." Poi usciamo mano nella mano. È bello tornare a vivere anche se sono ancora molto confuso. " allora signorina everdeen dove vuole andare?"
" vieni a casa con me Peeta. Ti prego" " d'accordo". La sera siamo accoccolati sul suo letto. È particolarmente freddo così metto un doppio strato di coperte e mi raggomitolo vicino a lei. " peeta..." "Si?" " ti amo" sono così sorpreso che per qualche secondo fatico a comprendere ciò che ha detto. " cosa?" " ti amo peeta" " come fai ad esserne certa? Se hai ancora dei dubbi puoi pensarci io so aspettare" " no ne sono certa. È il modo in cui mi sono sentita oggi. Quando ho avuto anche la più piccola possibilità di riaverti indietro mi sono sentita felice. Realizzata. E ho capito cosa volevo davvero. Te." " quindi....l'hai capito...oggi?" " non solo oggi. Anche quando ti ho perso. Sai come si dice. Si apprezzano le cose solo quando non le si hanno più" "anche io ti amo katniss". Questa volta ridacchia
" lo so" rimango sorpreso " come?" " lo vedo dai tuoi occhi" " ah ecco. Fantastico. Quindi sono un libro aperto?" " solo per me" dopo un infinità di baci e carezze katniss si addormenta e poco dopo anche io prendo sonno. 
LIBRO DI KATNISS
Sto sognando. Sono in un prato fiorito, con prim. Lei corre felice e io la inseguo e quando la prendo le faccio il solletico. Lei ride e la sua risata sembra così vera, così reale che per un attimo dubito di star sognando. Poi lei mi comunica che deve andare. A questo punto del sogno di solito mi metto a urlare e mi risveglio piangendo ma questa volta la saluto  e la lascio andare. Affianco a me si materializza peeta, che la saluta e mi abbraccia da dietro. Prim ci dice che andrà tutto bene. E per una volta le credo. La salutiamo mentre sorridente come sempre, corre verso la luce. Mi sento in pace, tranquilla, con un senso di quiete dentro. E capisco che ogni sensazione buona è dovuta a peeta. Poi un urlo straziante mi riporta alla realtà . Apro gli  occhi di scatto e trovo peeta che si dimena furioso nel letto. Credo che dorma perché ha gli occhi chiusi e bofonchia. " Katniss....no......io la amo.....lasciatemi andare!! No! Katniss! Dov'è? No! KATNISS!!!" Lo scuoto per svegliarlo " peeta peeta calmati! Peeta è tutto ok! Era solo un sogno!" " no katniss erano ricordi" " su che cosa?" Ma è una domanda stupida. So già perfettamente su cosa. " sulla mia prigionia a capitol city. Tutto quello che mi hanno fatto" " peeta...." Inizio ma mi interrompe e comincia a parlare più a se stesso che a me. " mi faccio schifo da solo Katniss. Mi odio. Come ho fatto a volerti uccidere? Come ho potuto? Vorrei pagare per questo. Ti ricordi la notte prima della nostra prima arena? Ti ricordi cosa ti dissi? Ti dissi che non volevo diventare una pedina nelle loro mani. Che se dovevo morire volevo farlo rimanendo me stesso. E ora guardami. Ho appena recuperato la memoria perché mi avevano cambiato. Avevano cambiato tutto di me. Ero una loro pedina. Ho fallito" " non è colpa tua. Non potevi fare nulla. Facciamo così. Ora tu mi racconti cosa hai sognato. Tutto quello che ti hanno fatto. Tutto quello che ricordi. Ti aiuterà credimi." " non ce la faccio katniss." " si invece. Sei forte. Dai. Inizia a raccontare. Sono tutta orecchie"  E Peeta  inizia a raccontare. 


Spero che vi sia piaciuto! Mi scuso se ci sono troppo cambi di narratore sopratutto all'inizio ma volevo raccontare i singoli momenti sotto prospettive diverse. Mi scuso anche per eventuali errori. Un bacione e mi raccomando recensite! 

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Capitolo 3
*** Illusioni ***


ILLUSIONI

ehi! Ciao a tutti! Eccomi con il terzo capitolo! Vi ricordo che qui peeta sta raccontando a katniss cosa è successo nell'arco di tempo in cui era capitol city ed è come se lui fosse ancora li quindi lo sta rivivendo ed è narrato al presente. Scusate se è un po' confusionario, Godetevelo!! Bacioni
 
Quando mi sveglio urlo il suo nome. "Katniss!" Ma lei non è vicina a me.  La mia voce rimbomba tra le pareti. Sono in una stanza semi buia. È praticamente vuota se si esclude il letto in cui sono disteso e una lampada che emana una debole luce fioca. Le mura sono grigie e soffocanti. Come ho fatto ad uscire dall'arena? E katniss dove si trova? È morta nell'esplosione? Mi prende il panico. Mi alzo e comincio a urlare. Un uomo entra nella stanza. " oh bentornato peeta!"  " dove sono?" " a capitol city caro" " come ci sono finito? E cosa ne avete fatto di katniss?" Ringhio. " oh lei se la sta spassando con il suo amico gale. È nel distretto 13" " il 13? Ma...non esiste.....quindi è viva?" " oh si sta benissimo. Vieni con me" sono sorpreso della gentilezza con cui mi ha trattato.  Ma non c'è da fidarsi.  cosa significa che katniss è nel 13? Devo scoprire di più. Così lo seguo. Mi conduce lungo in corridoio deserto fino ad una stanza ancora più buia. All'istante due uomini che non avevo visto per l'oscurità mi costringono a sedermi in una cosa che a tentoni credo sia una poltrona di pelle. Improvvisamente si accende una luce accecante sopra la mia testa e sono costretto a coprirmi gli occhi con le mani. 
***
" ma peeta....non ti hanno subito tolto la memoria...."  Interviene katniss interrompendo il mio racconto. " ah davvero? Non ricordo alcuna tortura grazie al cielo" " ma pensavo che beete ti avesse ridato tutto la memoria" ci penso su un po'. " beh forse non ci è riuscito totalmente." Continuo a farmi trascinare dai ricordi
***
" katniss! Katniss!" Urlo. " te lo abbiamo detto! Sta bene! E non gliene importa nulla di te. Sta con il suo amico gale" " NO! Non è vero!" " se non fosse vero sarebbe qui con te. A cercare di salvarti. Ma caro peeta, tu la vedi?" Con un gesto indica ironicamente la stanza. 
" cosa le avete fatto?" Insisto. " noi niente. Ma stai tranquillo tra poco ti sentirai meglio e avrai superato la tua delusione. Iniziamo" la luce si fa sempre più accecante. Qualcuno mi lega e mi toglie le mani dal volto. Chiudo istintivamente gli  occhi perché altrimenti rimarrei ceco. Qualcosa cala sul mio corpo. Sembra metallo rovente e non c'è molta aria. Provo panico, tanto panico. Forse questa è la loro punizione? Di sicuro. Rimarrò soffocato qui dentro? Non riesco a respirare. Sono sicuro che che non sarà affatto una morte veloce e ho paura. Inizio a dimenarmi ma le corde mi scorticano la pelle. Mi concentro sul viso di katniss. Io la amo e vorrei essere con lei in questo momento. Chissà dov'è e se anche a lei stanno infliggendo questa tortura. Il pensiero mi fa raggelare il sangue e vorrei fuggire per salvarla.
***
" katniss....non ci riesco....scusa" mi accorgo di tramare solo quando lei afferra le mie mani e le stringe tra le sue per calmarmi. " va tutto bene peeta. Andrà tutto bene. Ce la puoi fare" 
Il mio corpo è in preda a contorsioni spaventose. " n-no! È t-r-roppo doloros-so" katniss mi abbraccia e cerca di calmarmi con paroline dolce. Alla fine riprendo il controllo di me stesso. 
" ok. Ci sono. Ma non credo di riuscire a continuare. Mi porta alla mente cose orribili" katniss mi bacia e poi mi incita. " è solo così che dimenticherai. Cerca di esternare tutto quello che provi. All'inizio è doloroso, lo so. Ma poi ti sentirai meglio" sono indeciso. " io lo faccio se tu mi prometti che poi mi dici tutto quello che provi sulle tue perdite" katniss sbianca ma poi acconsente. E io continuo a parlare. 
***
Ora ho caldo. Troppo. Katniss amore mio....chissà come hai fatto ad uscire dall' are...da cosa? Non ricordo. Sarà il troppo calore. Oh katniss sei davvero nel distretto....che numero? Che cos'è un distretto? Ok. È il panico. Katniss se sei vicina alla mia famiglia, proteggila. Ho una famiglia? Katniss ti a.....amo? O no? Chi è katniss? COSA? No peeta! Ora ho capito. Stanno cercando di togliermi la memoria. Cerco di rimanere lucido. Probabilmente staranno cercando di farmi perdere i sensi con questo aggeggio infernale e quando mi sveglierò non ricorderò Nulla. Non posso permetterlo. Concentrati peeta. iniziamo dalle cose più semplici. 
MI CHIAMO PEETA MELLARK. ABITO NEL DISTRETTO....ABITO A CAPITOL CITY. COSA DICO? Oh si? NON HO FAMIGLIA. IL MIO UNICO PARENTE È IL PRESIDENTE SNOW. NO! Io ho 2 no 3 fratelli. Sono figlio di due.....oh no. Non ricordo già più nulla. Ma il viso di katniss si, lo ricordo. Però non è più un viso speciale ma quasi una presenza fastidiosa. Katniss sei mia nemica. NO! Io ti am...no....devi concentrarti peeta....devi........io ti odio katniss everdeen......hai ucciso la mia famiglia e ucciderti è il mio compito. No! Katniss! Sto pensando davvero io certe cose???. Katniss non posso io.....ma all'improvviso sono troppo stanco, debole e accaldato per lottare contro il mio cervello. La macchina non è più sopra il mio corpo e la stanza è tornata buia. Non vedo nulla e mi fa male la testa. " allora peeta. Come ti senti? Ti manca ancora katniss?" Mi porto una mano alla testa. " dov'è?" Dico. Si guardano perplessi. " ditemi dov'è!" Urlo. Sembrano irritati. " DEVO UCCIDERLA" concludo convinto.  Sospirano di sollievo e un ghigno prende posto nei loro volti. 
***
A riportarmi bruscamente alla realtà sono le braccia di Katniss che non mi aveva più interrotto ed era rimasta silenziosa,  strette intorno a me. Restiamo in silenzio perché nessuno ha niente da dire. Infine sussurra restandomi abbracciata. " e poi?" " mi sono svegliato e mi hanno ridato una falsa memoria. Una cosa orribile" " di odiarmi" presume. 
" Non solo." " e cos'altro?" " mi hanno fatto rivivere tutte le morti katniss. Per mano tua" 
Rabbrividisce. " le morti di chi?" " di tutti i tributi delle arene a cui abbiamo partecipato" 

 
Ehi! Eccomi ancora qui! Allora mi scuso ancora  per la confusione ma volevo far rivivere quei momenti a peeta. Vi ringrazio per le recensioni del Secondo capitolo e cercherò di sbrigarmi per il terzo ma per favore recensite!!!!, voglio sapere se vi piace o mi seguite!!! Grazie!! Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Forever in my heart ***


Eccomi qui con un nuovo capitolo di ricordi. Ringrazio tantissimo ale_mellark e clato_peetiss che ancora mi seguono e recensiscono, essendo le uniche. Io vorrei davvero avere vostri consigli per migliorare perché amo scrivere e vorrei davvero, un giorno, grazie a tutti i vostri suggerimenti, arrivare ad un buon livello. È per questo che mi sono iscritta! Godetevi il capitolo e mi raccomando recensite 


PEETA 

Vedo il suo sguardo puntarsi sui miei occhi e poi vacillare. " in che senso?" Chiede con un filo di voce. Ora si è aggrappata alla parete per sostenersi. Non so se è giusto parlare ma ormai ho fatto il danno. " beh mi hanno fatto credere di essere loro. Per esempio mi sembrava di essere in una rete e tu mi trafiggevi con una lancia" continuo a fissarla in attesa che capisca. " rue...." Sussurra. " esattamente. Poi ero in mezzo a degli ibridi e tu mi tiravi una freccia dritta al cervello. Oppure dormivo sotto un albero e mi svegliavo con il ronzio degli aghi inseguitori e le punture insopportabili sulla pelle prima di svenire. Mi tiravi un sasso e mi sbattevi sulla cornucopia. O mi tiravi una freccia nel collo" " cato, lux, clove e Marvel" stavolta capisce subito. Rimango in silenzio. " continua peeta" mi incita. Non vorrei farlo visto che è bianca come un lenzuolo ma vedo nei suoi occhi che non posso farne a meno. " una volta mi hanno fatto credere che tu mi avessi  mandato contro il campo di forza e una volta dentro una nebbia tossica. Tutte le volte i flash finivano con capitol city che mi salvava la vita" " è orribile" katniss sta ansimando. " non avrei dovuto dirtelo......mi dispiace" 
Ma non mi ascolta. " tutto questo....lo avrei fatto io?" " si....ma ora non è più un problema. È tutto passato. Grazie a beete ora ricordo. Andrà tutto bene. Tu hai me. Non ti lascerò mai più sola katniss. Mai. A costo della mia stessa vita, lo giuro" cerco di farla riaddormentare ma è difficile e credo che a un certo punto finga per farmi felice. Il mattino seguente apro gli occhi pesantemente e mi accorgo che deve essere appena l'alba. Katniss finalmente dorme e non ho il cuore per riportarla alla realtà. Scendo silenziosamente le scale e trovo ranuncolo appollaiato sul divano. Credo non mangi da giorni. " ehi palla di pelo. Ci penso io a te" prendo degli avanzi della sera prima e glieli sistemo dentro la ciotola sotto il tavolo, poi riempio l'acqua. Ranuncolo mi fa le fusa e poi inizia a mangiare avidamente. Una volta finito tutto si stiracchia e si struscia sulla mia gamba. Gli gratto le orecchie " devi scusare katniss. Ha molte cose per la testa." Dopo un po' torna a dormire. Riempio di latte due bicchieri e prendo dalla dispensa dei biscotti che avevo cucinato il giorno prima. Dopo un po' katniss sbuca dalle scale. " ehilà buongiorno. Dormito bene?" Sembra un po' una presa in giro  visto quello che è successo stanotte ma lei è troppo assonnata per rendersene conto. " mm abbastanza. La prossima volta chiudi la finestra. Entra troppa luce" ridacchio divertito E le passo il latte. " che si fa oggi?" " non lo so. In teoria dovrebbe venire sae, come tutte le mattine. Non si è ancora fatta vedere?" " no. Ma è ancora molto presto" rispondo. Poi mi viene un'idea. " e se andassimo dal nostro vecchio e caro mentore? Lui non sa la lieta novella" katniss sorride. " credo proprio che gli faccia piacere" usciamo che saranno si e no le nove. Percorriamo la strada gelata e bussiamo alla porta di Haymithc. Non risponde nessuno così ci accorgiamo che è semiaperta. " Haymithc? Siamo noi!" Dice katniss facendosi slalom tra la sporcizia. È da tanto che non entro qui dentro e mi sento quasi a casa. Entriamo in cucina e lo troviamo stravaccato sulla sedia che dorme ronfando. Sul tavolo ci sono due bottiglie di whisky finite e una rotta. " che dici lo svegliamo?" Chiedo. 
Katniss sospira. " mettiamo un po'a posto prima." Io penso alla sala dove troneggiamo cocci di vetro e vestiti sporchi. Apro la finestra perché la puzza di vomito e alcool mi soffoca. Ci metto quasi mezz'ora solo a ripulire il pavimento. Penso che chiederò aiuto a sae. Katniss intanto pulisce silenziosa la cucina. Dopo un' ora vado da lei asciugandomi il sudore dalla fronte. " ok ho pulito buona parte della sala. Ho riempito 5 sacchi. Vado a portarli fuori" katniss è girata e non Risponde.  " kat?" "  si vai pure" la sua voce è rotta e trema. Appoggio le buste. " katniss che succede?" Si asciuga il viso. " niente. Davvero. Va tutto bene. Non qui, non adesso. Tra poco si sveglierà. Meglio sbrigarci" si sforza di sorridere ma più Che altro esce una smorfia. " d'accordo" esco e porto le buste. Inspiro a fondo prima di rientrare dentro quella casa puzzolente perché so che ci dovrò passare molto tempo. Katniss farà di tutto per restare più tempo e ritardare sempre di più il momento in cui mi dovrà raccontare cosa le è accaduto qualche minuto fa. Quando rientro Haymithc si sta riprendendo. 
"peeta?" Chiede strofinandosi gli occhi. " in persona " rispondo dandogli una pacca sulle spalle. " katniss?" Chiede ancora confuso. " si Haymithc. Eddai! Che ti sei bevuto ieri?" Ridacchiamo insieme. " peeta e katniss nella stessa stanza che ridono? Senza uccidersi?" Gli lasciamo il tempo di riprendersi completamente. Ho portato alcuni dei miei biscotti così inizia a mangiucchiare mentre gli raccontiamo tutto. Di beete, della macchina e della memoria tornata ma non completamente. Haymithc ci guarda assorto. Non sono  sicuro che ci stia ascoltando finché non ci abbraccia. Katniss sgrana gli occhi e io sto per soffocare. " oh peeta! Oh katniss!" Quando ci si scolla katniss mi guarda " peeta c'era qualcosa di veramente forte dentro quelle bottiglie." Haymithc fa finta di nulla. Poi continua
" e...sono felice che sei tornato ragazzo ma.... Voi mi avete svegliato per questo? Non potevate aspettare stasera o....domani?" Katniss alza gli occhi al cielo e io riconosco il mio vecchio e burbero mentore. Passiamo tutta la mattina a parlare, ridere, ricordare vecchi tempi  che finalmente  posso condividere. E continua a mandare giù alcool. Sta esaurendo le scorte così poco prima che sia ora di pranzo io e katniss usciamo per comprargli da bere. Prendiamo una bella scorta ma quando torniamo Haymithc si è già riaddormentato sul divano ora pulito. 
Sistemiamo le bottiglie e mettiamo l'acqua sul fuoco per il pranzo. Prima o poi se ne accorgerà. Inoltre gli lascio due pagnotte sul tavolo. Quando torniamo a casa siamo esausti. 
La casa è pulitissima e sul tavolo della cucina ci sono dei piatti coperti e un bigliettino 
" KATNISS OGGI NON POSSO RESTARE. HO MOLTO DA FARE. ECCOTI IL BRODO. A DOMANI. SAE"
" deve essere venuta prima  e deve aver preparato il pranzo." Commenta katniss. " allora non facciamolo freddare. Su dai" apparecchiamo velocemente e ingurgitiamo tutto il brodo. 
Mentre katniss lava i piatti io preparo un infuso di  erbe e miele. Saranno le tre passate quando  ci sediamo vicino al camino uno di fronte all'altro. Restiamo in silenzio a osservare la neve che ha ripreso a scendere fuori dalla finestra. " katniss ricordi ieri notte? Mi hai promesso una cosa in cambio del mio sfogo" abbassa lo sguardo. " si. Che ti avrei raccontato delle mie perdite" " era per loro che oggi piangevi?" " no. Cioè non solo. Quando hai perso la memoria, o meglio quando ti hanno depistato, mi sono sentita tanto sola. Sopratutto dopo la guerra. E ora sei qui, con me. Come ai vecchi tempi. Mi sono sentita felice" rimango in silenzio finché esso non appesantisce l'aria. " allora katniss....inizi a raccontare?" 

LIBRO DI KATNISS
" non credo di riuscirci. Sono tutti morti a causa mia" " puoi farcela. Io ci sono riuscito" 
" peeta..." " katniss. È per il tuo bene. Con me ha funzionato. Ti ho raccontato tutto e mi sono sentito meglio. Tocca a te ora" sospiro e bevendo a piccoli sorsi la tisana inizio a raccontare. Prima parlo dei miei periodi di depressione, quando volevo solo morire, quando non vedevo alcuna ragione per continuare a vivere tranne quella di causare dolore. Ma poi inizio a raccontare le cose belle delle persone che amavo e che ho perso. Così mi ritrovo a sorridere quando gli parlo dei giochi con Prim, del suo sorriso radioso, dei suoi occhi e dei suoi capelli chiari così strani nel giacimento, di come reagiva quando prendevo in giro ranuncolo o di come era felice quando arrivava primavera. Di come amava gli animali e trovava la caccia crudele e di come mi pettinava i capelli per farmi rilassare. Della sua ambizione a diventare dottore. Di come il camice bianco le dava un'aria adulta. Poi gli racconto di come passavamo il tempo io e finnick quando peeta era prigioniero di capitol city. Di quando guardavamo insieme la tv o passavamo le ore a fare nodi. Lui, il ragazzo del mare, il più desiderato a capitol city, dagli  occhi color oltremare e ormai diventato papà, ucciso da ibridi. Di rue e dei suoi riccioli ribelli. Della sua voce dolce e soave che azzittiva gli uccelli e avvertiva l'ora di andare a casa. Rue, nel suo vestito alato all'intervista, rue che quando saltava tra gli alberi era velocissima. Di madge e di quando provava a insegnarmi a suonare il pianoforte ma io mi limitavo ad ascoltarla, o di quando veniva nei boschi per imparare a cacciare  ma finiva sempre con il raccogliere bacche. Colei che è morta bruciata senza via di fuga. E poi di cinna e delle ore che passavamo al telefono quando facevo finta che il mio talento fosse creare vestiti. Il suo abbraccio rassicurante che tanto aspettavo. È già sera quando finisco di parlare e mi accorgo che non sto piangendo. Peeta mi ha sempre guardato sorridendo e non ha mai perso  la concentrazione. Non aggiunge altro. Mi prende tra le braccia e mi porta di sopra a letto. Mi accarezza prima di addormentarmi e io sono felice, perché tutte quelle persone che sono morte per causa mia, non saranno dimenticate. Ne da me, ne da nessun' altro. Ora ho peeta che mi aiuterà ad andare avanti. Anche se vorrei Che fossero tutti li con me, so che una guerra non può essere vinta senza vittime. E anche se le vittime sono bambini o innocenti loro sarebbero orgogliosi di essere morti per la causa. Persino rue, che mi ha fatto riflettere, mi ha fatto compiere il primo atto di ribellione comprendola di fiori. Persino rue che ha aiutato a scatenare la ribellione nel distretto 11. Così mi addormento tranquilla. La mattina, quando mi sveglio peeta ancora dorme. Nel rigirarsi  nel letto ho notato che la maglietta gli è uscita dai pantaloni e gli pende dietro  sulla schiena come una coda di papera. Le lacrime tornano a inondarmi gli occhi silenziose. 


Il capitolo è di passaggio e spero che vi piaccia. A presto!!
                                                                                         

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Capitolo 5
*** Ormai non brucio più ***


Capitolo 5: 





I giorni passano. Il tempo ricomincia a scorrere. Ho riscoperto cosa significa sorridere. 

Peeta ogni giorno sembra ricordare qualcosa di più. Passiamo le nostre giornate nei boschi, o a casa del nostro mentore. Oppure semplicemente insieme. Ogni tanto il vuoto che ho nel petto brucia, ricordandomi che non merito di essere felice. Mi ricorda che ero la ragazza di fuoco, che brucio proprio come sono bruciate tante persone. Proprio come è bruciata Prim. 

In quei momenti devo chiudere gli occhi e respirare a fondo aspettando le braccia di peeta che mi circondano rassicuranti e mi fanno riflettere sul fatto che vivere non è un errore. 

La guerra è finita ma le lacrime scendono ancora. 

Il tempo non cura le ferite. O almeno finora non lo ha fatto. Ma con me c'è un angelo dai capelli biondi e gli occhi color cielo. Il sorriso sincero sempre sulle labbra nonostante tutte le perdite subite. Gli occhi sempre dolci anche dopo tutto quello che gli ho fatto passare. 

Un giorno di primavera siamo in giardino a goderci il tramonto dipinto di arancione, il colore preferito di Peeta. " Una primula", indico il prato che ci circonda. Mi ricordo quando da piccola, Prim aspettava sempre impaziente l'arrivo della primavera per raccogliere questi fiori che portavano il suo nome.

" Vuoi che ne raccolga un po'?" Peeta mi scruta preoccupato. Forse crede che questo mi rifarà cadere in depressione. 

" No.....cioè....io...", si alza ugualmente e ne raccoglie una dozzina. Poi li mette in un vaso e il sistema sul davanzale della cucina. 

Continuo a guardare il tramonto impassibile. Non posso fare altro senza cominciare a urlare e darmi la colpa di tutto. Non sarò mai abbastanza riconoscente a Beete per averlo fatto tornare indietro perché senza Peeta non potrei davvero vivere. 

In questo periodo ho anche chiamato mia madre un paio di volte. Non Che lei abbia mostrato un grande entusiasmo nel sentire la mia voce ma mi manca un po'.



" Pronto?" Aveva risposto con aria scocciata la prima volta. " Mamma? Sono io"

" Oh Katniss! Di cosa hai bisogno?" Non pensa che io possa aver bisogno di una madre, di una famiglia, di qualcuno su cui contare che non sia sempre e solo Peeta. È come se fosse morta anche lei. E per lei è come se fossi morta anche io. 

Non entro nella cameretta dove dormiva Prim da tanto tempo. Un giorno però, mentre Peeta è fuori,decido di arieggiare il locale. È molto piccolo, dotato solo di un letto, una scrivania con un cassetto e un armadio con all'interno ancora tutti i suoi vestiti ma che non ho il coraggio di aprire perché so che scoppierei a piangere. 

Però apro il cassetto curiosa di scoprire cosa ci teneva di tanto speciale mia sorella. Solo un oggetto. Un piccolo quaderno di carta grezza chiuso da un filo di lino. Lo apro e vedo l'ordinata grafia di mia sorella. Inizia così: 



" Caro diario, ieri è morto il mio papà. Katniss è subito corsa da me quando le sirene hanno cominciato a suonare. Insieme siamo andate alla miniera dove la mamma ci stava aspettando. Ma papà non è tornato. Non capivo perché non salisse e volevo scendere a cercarlo ma me lo hanno impedito. Adesso ho capito il perché. È morto. E io non posso salvarlo con i poteri delle fate, il gioco che facevamo io e papà. Non ho potuto fare nulla" , poi decido di leggere il resto.

" Caro diario, la mamma non parla. È muta. Oggi ho tanta fame. Le ho chiesto se mi preparava il pranzo ma non mi ha risposto. Chissà cosa le succede. Non reagisce nemmeno al freddo: devo chiuderle io la finestra o rimboccarle le coperte. È veramente strana" 

" Caro diario, oggi mia sorella mi ha concesso di tenere il gattino che ho trovato!!! Lo chiamerò Ranuncolo: sì, mi piace. " 

" Caro diario, ho paura della mietitura. Non voglio morire. Ogni notte ho gli incubi. Non voglio finire nell'arena. Non voglio che ci finisca nemmeno Katniss. Come posso fare?"

" Caro diario, oggi mia sorella si è offerta volontaria al mio posto alla mietitura. Non potevo crederci quando la donna con la parrucca ha letto il mio nome. Katniss non può morire! Con chi rimarrò io? Se muore lei, muoio anch'io. Ti voglio bene Katniss. Non mi lasciare. Ti prego. Vinci per me. "

" Caro diario, Katniss ha vinto!! Tornerà! Sapevo che poteva farcela! Anche Peeta ha vinto. Sono felicissima! Tra pochi giorni la riabbraccerò! Non ci posso credere!"

" Caro diario, mi piace curare le persone. L'altro giorno ho curato Gale, l'amico di mia sorella. Spero di diventare medico un giorno ma nel distretto 12 non succederà mai"

" Caro diario, mia sorella andrà all'edizione della Memoria. Non tornerà mai più indietro. Perché tutto questo a noi? Non voglio che se ne vada. Non adesso che è di nuovo qui con me. Non adesso che è tornata" 

" Caro diario, hanno bombardato il nostro distretto. Sono riuscita a salvarti miracolosamente. Ora vivo nel distretto 13. Katniss è stata salvata da dei ribelli. Lei è la Ghiandaia Imitatrice: il simbolo della rivolta. È coraggiosa, forte e non ha paura di nulla. Da grande voglio essere come lei. Forse avrò un futuro migliore e anche i miei figli. Si, mi piacerebbe avere dei figli. Forse non dovrò più temere le Mietitura. Credo che Katniss ci abbia donato qualcosa che tutto il denaro di capitol city non potrà mai corrompere. Speranza.

Qui nel 13 lavoro come aiuto all'ospedale e frequento dei corsi. Mi piace tantissimo. Da grande diventerò un medico e salverò tante vite. Non sono coraggiosa come mia sorella ma aiuterò in questo modo. Voglio diventare medico, voglio che questo sia il mio futuro. Katniss me lo ha donato. Grazie sorellona"

" Caro diario, sto per partire per una spedizione come dottore a Capitol City. Spero di aiutare più gente possibile. Ti scrivo quando torno. Non ti preoccupare mia sorella mi proteggerà. A presto Baci la tua Prim" 



E qui si ferma il diario.

Perché io non l'ho protetta. Perché da quel viaggio non è più tornata. Lo chiudo di scatto e lo ripongo nel cassetto. Esco dalla stanza contraendo i pugni lungo i fianchi. Mi chiudo in camera mia e mi accovaccio a terra coprendomi la testa con le mani.

Mia sorella voleva un futuro e io glielo ho negato. Mia sorella meritava un futuro, o meglio, era un suo diritto. Chi ero io per decidere che non poteva vivere? Chi sono io per togliere il padre ad un bambino del distretto 4, con una madre che finirà per isolarsi dagli altri? 

Chi ero io per aver deciso di lasciar morire una ragazzina del distretto 11, sola e indifesa?

Nessuno.

Ho tolto la vita a queste persone senza alcuna autorità.



Inizio a urlare, sbraitare, dimenarmi furiosamente e lanciare oggetti per la stanza. Spacco anche la finestra. La finestra. Ora che è rotta è aperta e un vento gelido mi fa tornare leggermente lucida. 

Ora so cosa devo fare. Non merito di vivere. Gli altri lo meritavano ma io no. Perché la vita è stata così ingiusta con loro? Ho bisogno di rivedere Prim. Ho bisogno di un abbraccio di Cinna. Ho bisogno di una battutina sarcastica da parte di Finnick. E c'è un solo modo per riavere indietro tutto questo.

Mi avvicino cauta alla finestra. Appoggio le mani sul davanzale bagnato dalla pioggia. L'aria umida mi investe il viso. Guardo la strada e poi il cielo azzurro come gli occhi di mia sorella. Sorrido a quest'ultimo. Si, so cosa devo fare. Sento una voce provenire dal piano di sotto. 

Chiudo per un istante gli occhi convincendomi di avere ragione e assaporando il senso di pacatezza che si sta facendo spazio dentro di me. Ora sono convinta. Metto un piede sul davanzale, Guardando per l'ultima volta una nuvola che offusca il sole e una farfalla appoggiarsi al ramo di un albero.

Ha le ali rosse, come il fuoco che ormai non brucia più. 



PEETA 

" Sono a casa" annuncio appoggiando la busta del pane sul tavolo della cucina. Sento una corrente fredda provenire dal piano superiore e la casa è stranamente silenziosa. Katniss si sarà appisolata dimenticandosi di chiudere la finestra.

Poi sento un tonfo. " Katniss?" 

Salgo le scale di corsa ed entro in camera sua. Non c'è un oggetto ancora integro. 

" KATNISS!"

Strabuzzo gli occhi mentre vedo il suo corpo lanciarsi dalla finestra. 

 









Ok so che non è molto lungo ma non ho avuto tanto tempo!

Ma tranquilli ho già impostato il sesto capitolo. Mi scuso per il ritardo ma ne ho due da portare avanti e con tutti gli impegni non è molto facile. Ringrazio chi mi recensisce come sempre, e i lettori silenziosi. Ogni volta che vedo una visita in più mi emoziono, pensate una recensione. Per me è un vero onore e visto che voglio migliorare, vi prego, fatemi sapere la vostra.

Siete sulle spine? O no? 

Ci riesco ad arrivare a cinque recensioni?

Baci

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Capitolo 6
*** Te lo prometto ***


Eccomi qui con l'attesissimo sesto capitolo! Avevo chiesto 5 recensioni e ( ancora non ci credo) finora ne ho avute 7!!!!!!! Siete fantastici!!!!!!!!!! Vi adoro! Non sapete quanto mi rendete felice!! Grazie grazie grazie!! Poi volevo ringraziare chi mi ha aggiunta tra le seguite, da ricordare o preferite. Un ringraziamento speciale va a hope 13 che mi ha aiutato a strutturare i capitoli, ale_mellark e clato_peetiss che mi sono sempre fedeli e mi seguono e infine a denny cullen che mi da sempre parole di conforto. E naturalmente tutti coloro che hanno usato qualche minuto del loro tempo per scrivermi una recensione. Vi ringrazio ragazze! Ora vi lascio Godetevi il capitolo e vi prego continuate a seguirmi! Non chiedo altre sette recensioni perché sarebbe chiedere troppo, ma cercate di restare costanti ok? Fatemi sapere qualsiasi cosa vi venga in mente! Bacioni 



RICORDI

 





Capitolo 6:



Apro gli occhi. Mi gira la testa e sono avvolta da un torpore strano, quasi irreale. Subito scorgo due grandi occhioni celesti che mi scrutano curiosi. Perdo un battito. 

" Prim!" Farfuglio. La mia voce è quasi metallica, ma la sua no. È perfetta. 

" Non ti agitare Katniss! Sta' calma. Ti sei fatta parecchio male. Non è molto facile farti le fasciature se continui a muoverti" ridacchia mia sorella. La osservo. È così tranquilla e sorridente che sembra un angelo.

" Prim mi sei mancata"

" Anche tu!", mi schiocca una bacio sulla guancia.

Sento un soffio, non delle labbra calde. " Quindi....sono morta?" Chiedo incapace di dare un senso alla situazione. 

Ride ancora. " Oh, no. Tu non puoi morire."

" Allora come faccio a vederti?"

" Questo non ha importanza. Peeta è riuscito a soccorrerti in tempo. A proposito, non farmi prendere più una paura del genere intesi?"

Continuo a fissarla. Devo memorizzare quel volto perché se questo è un sogno voglio godermelo. Il mio intento, buttandomi da quella finestra era rivedere Prim. E ci sono riuscita.

" Mi dispiace. Mi dispiace Prim. Tu volevi diventare dottore. Tu volevi un futuro. L'ho letto nel tuo diario. Tu saresti dovuta tornare da quel viaggio. Tu......" 

Sto tremando.

" No Katniss. È tutto ok. Volevo aiutare le persone e ci sono riuscita. È tutto ok. E NON leggere mai più i miei segreti, chiaro?" Ride ancora.

" D'accordo paperella" 

" Andrà tutto bene. Ora tu tornerai da Peeta e..." Ricomincio a tremare.

" No! Per favore Prim! Non mi lasciare! Per favore! Per favore!" Afferro la sua mano. Deve esserci la prova che quel momento sia vero. Ci deve essere.

" Katniss tu non sei morta. Tu devi vivere. Fallo per me"

" Ma io ti ho ucciso"

" Non è vero!" 

"Non merito di vivere! Perché continuate a salvarmi! Voglio restare qui con te!"

" Perché tu meriti di vivere più di quanto non lo meritiamo tutti noi. Ti voglio bene Katniss. Andrà tutto bene. Sono sempre con te" 





" Tra poco si dovrebbe svegliare. Stanno diminuendo la dose di morfamina" la voce di Haymitch è uno schiaffo in pieno viso. Quella voce è più vicina. Maledettamente più reale. 

Deglutisco a fatica. So che tra pochi secondi sarà tutto finito.

" Prim!" Agito la testa e sgrano gli occhi come una pazza.

Avverto un dolore lancinante al petto. Mi accarezza il viso dolcemente e io le afferro più forte la mano. Non posso lasciarla andare. Non di nuovo. 

" Andrà tutto bene Katniss. Tutto bene. Te lo prometto"

" PRIM!".



All' improvviso mi accorgo che finora stavo guardando soltanto una sagoma. Lo sfondo è grigio e poco definito. Tutto si fa nero e il viso di mia sorella scompare piano piano.

" PRIM!!"

Apro gli occhi urlando. Mi ritrovo in una stanza d'ospedale. Mi guardo la mano. Sto stringendo un lembo del lenzuolo. 

Fuori dalla mia stanza Haymitch e Peeta parlottano sottovoce .

Sentendo la mia voce si girano di scatto ed entrano dentro. Peeta ha il volto rigato dalle lacrime.

" Katniss!!" 

" Finalmente ci siamo svegliati, eh dolcezza?" Haymitch inarca ironico le sopracciglia. Sono ancora sconvolta e deglutisco a fatica.

" Peeta" sussurro. Mi ero dimenticata di quello che avrei fatto passare a lui con quel gesto.

"Shh sono qui, Kat. Sono qui con te." Haymitch dopo un po' esce e ci lascia soli.



" Katniss perché lo hai fatto? Stavi migliorando...." 

" Dovevo rivedere Prim. Anche solo per una volta"

Peeta mi guarda come si può guardare una bambina che ha appena compiuto una marachella.

" E ci sei riuscita?" Chiede con voce ironica. Ma il risultato delle sue parole sono solo lacrime versate dai miei occhi. 

" Scusa, non volevo dirlo. Mi dispiace"

" L'ho vista Peeta. Sembrava così....reale" 

" Che cosa ti ha detto?" Mi afferra una mano, quella che prima tenevo a Prim.

Osservo le nostre mani intrecciate.

" Che dovevo rimanere viva. E che sarebbe andato tutto bene. Me l'ha promesso"

" L'ho sempre detto che tua sorella era dotata di buon senso"

Sorrido al suo commento perché l'ho sempre saputo anche io 

" Katniss quando capirai che non hai nessuna colpa?"

" Ho letto il suo diario, Peeta. Voleva un futuro. Credeva che l'avrei protetta"

" E tu lo hai fatto! Lo hai fatto quando eravate piccole nutrendola evitando di mandarla in istituto o evitando di farla morire di fame, lo hai fatto alla mietitura offrendoti volontaria e hai cercato di farlo anche allora. Ma non ci sei riuscita. E Prim lo sa. Sa che hai fatto il possibile"

" Ma non è bastato!" Sto urlando. " NON È BASTATO PEETA! È morta! Che senso ha avuto offrirsi volontaria se poi sarebbe morta ugualmente? Nessuno! Non ha avuto nessun senso! Ho scatenato tutta questa guerra per salvarla dalla mietitura e ora è morta! Che senso hanno avuto tutti quei morti? Tutti i tuoi cari, Madge, Finnick, Boggs, Rue, Cinna! Che senso hanno avuto?"

Sto urlando contro di lui e due dottori entrano con una siringa in mano. All' improvviso so che se mi sedassero ancora probabilmente il mio incubo non finirebbe mai. Rivedrò sempre mia sorella o qualche caro e tutte le volte mi sveglierò urlando. E io non voglio. Guardo Peeta atterrita e comincio a imprecare il suo aiuto. Lui si mette tra me e la siringa. 



" No! Per favore non la sedate. Cerco di calmarla io. Lasciatemi da solo con lei. Se non ci riesco sarò io stesso a chiedervi di darle un po' di pace con la morfamina ma fatemi provare prima, per favore"

I dottori si guardano dubbiosi poi acconsentono ed escono dalla stanza scuotendo la testa. Tiro un sospiro di sollievo e Peeta mi guarda confuso. Poi si siede accanto a me e mi accarezza la testa. 

" Cerca di stare calma Katniss. O almeno fingi, altrimenti verrai sedata e io non potrò fare nulla", cerco di ascoltarlo.

" Come avete fatto a salvarmi?"

" Ti ho vista mentre ti lanciavi dalla finestra e sono corso in strada. Per fortuna sei atterrata su un cumulo di foglie e ho chiamato i soccorsi in tempo. Ora hai cinque costole incrinate, un braccio rotto, una commozione celebrale e qualche lesione alle ossa della schiena. La gamba sinistra è quasi illesa se non consideriamo la slogatura alla caviglia mentre hai una micro frattura al ginocchio della gamba destra e un osso è uscito di qualche centimetro. Quindi non sei messa molto bene" 

" Quanti giorni ho dormito?"

" Tre. "

All' improvviso noto le evidenti occhiaie sul suo viso. Conoscendolo avrà voluto fare tutti i turni.

" E tu non hai mai dormito? Peeta devi riposare"

" No resto qui"

" No. Vai a casa. Riposati. Sonnecchierò un po'" " c'è tua madre fuori" 

" Cosa?" Sgrano gli occhi.

" Già. Ha fatto un lungo viaggio per venire qui e mi ha sostituito in qualche turno. Comportati bene con lei"

" D'accordo fatela entrare", Peeta si avvicina alla porta ma proprio quando sta per uscire la mia voce lo ferma.

" Resta con me. Ti prego" 



Si gira, sorride e annuisce. Mia madre entra tremolante.

" Katniss?"

" Vieni mamma" 

Attraversa la stanza e si siede ai miei piedi. " Come stai?" Parla con voce dolce. L'ho sentita parlare così poche volte solo con mio padre. Nemmeno con Prim parlava con questo tono. 

" Abbastanza bene", non posso fare altro che mentirle. Cosa potrei fare altrimenti? Se dicessi la verità le direi semplicemente " Oh mamma che razza di domande sono? Ho tutte le ossa rotte, mi hanno sedata così tante volte che passo più il tempo a dormire che a vivere e ho continui incubi su Prim. Va tutto meravigliosamente", ma non posso.

" E tu mamma?" 

" Oh sono due giorni che aspetto che ti svegli. Non ho mai dormito", questo mi fa inacidire. 

" Beh ora puoi andare" Peeta, finora rimasto silenzioso, interviene

" Katniss tua madre lo ha fatto con amore"

" Non sembra" mia madre guarda Peeta in cerca di aiuto.

" Ti voglio bene Katniss. Te l'ho sempre dimostrato. Mi sono presa un colpo quando ho saputo del tuo gesto. Ho temuto di perdere anche te. Perché mi hai fatto questo? Perché lo hai fatto?" 

Ora non riesco più a trattenermi.

" Mi hai sempre voluto bene? Ma scherziamo? Come me lo avresti dimostrato? Sentiamo. Quando papà è morto ci hai lasciate completamente sole. Prim aveva solo sette anni e rischiava tutti i giorni di morire di fame! E a te non importava. E adesso che la persona più importante per me al mondo non c'è più tu non mi sei vicina. Sai perché ho tentato di suicidarmi? Perché non ci riesco a vivere così! Mi hai lasciato sola! Completamente sola! Non ti importa se soffro! Che razza di madre sei? Vattene! Vattene via e non tornare mai più! Tu non volevi bene a Prim non ti importa se è morta!! Vattene!" 

Mi sto dimenando come una pazza nel letto e tre dottori cercano di tenermi ferma. Entra il quarto che ha con se una siringa. Peeta cerca di ostacolarli ma viene trascinato fuori. L'ultima cosa che vedo sono gli occhi mortificati e lucidi di mia madre. 





" La in fondo al prato, all'ombra del pino...." Una voce soave sta canticchiando questa canzone. Mi faccio guidare dalla melodia.

" C'è un letto d' erba, un soffice cuscino" 

Alzo gli occhi su un albero e Rue mi sorride.

" Ciao Katniss!" Sorrido di rimando. 

" Rue!"

" Sali!" Mi arrampico sull'albero e mi sistemo accanto a lei.

" Mi dispiace Rue" 

" Di cosa?"

" E' colpa mia se..."

" No. Non è colpa tua di nulla. Lo sai", è la stessa cosa che mi ha detto Prim.

" Ha ragione Katniss." Abbasso lo sguardo e vedo Finnick seduto con le gambe incrociate a terra.

Scendo con un balzo e lo raggiungo. " Ehy" lo abbraccio.

" Ehy" sorride. " E' bello il mio bambino?", ora che ci penso non me ne sono mai informata. 

" Immagino di si" " promettimi che ti prenderei cura di lui" " promesso" 





BIP, BI-BIP,BIP.

I rumori delle macchine d'ospedale mi riportano dolorosamente alla realtà.

Sbatto le palpebre pesantemente e cerco gli occhi di Peeta, ma non li trovo. Sono sola nella stanza. Nella mia camera non c'è una finestra ovviamente, dopo quello che ho combinato. Cioè c'è, ma è troppo alta.

Ho bisogno di aria, così mi alzo appoggiandomi faticosamente al palo legato alla mia flebo.







Libro di Peeta



" Ehy guarda un po' cosa distribuiscono adesso in ospedale?", apro la porta con una spalla tenendo come un equilibrista due cappuccini in mano.

" E' un miracolo che li danno vero?"

Mi giro verso il letto ma lo trovo vuoto. Comincio a respirare irregolarmente. 

Come ha fatto ad alzarsi? Dove è andata?

" Katniss! Katniss!" comincio a chiamarla a gran voce per l'ospedale.

" Haymitch è sparito però vedo che sua madre sta uscendo in quel momento.

" Signora Everdeen? Sa dov'è sua figlia? Non è in camera" dico raggiungendola.

" Come non è in camera? Ma che dici Peeta!" La lascio lì senza altre spiegazioni e comincio a girare per l'ospedale come un'anima in pena, preso dal panico. Continuo a chiamarla con voce rotta.

" Katniss! Katniss!!" Poi vedo una porta aperta. È una stanza vuota con un letto e una finestra probabilmente che non era stata assegnata a nessun paziente ancora. 

La finestra è spalancata. Mi avvicino lento e si perfettamente che qualsiasi cosa abbia fatto è ormai troppo tardi.

Cado in ginocchio, consapevole che se mi affaccio alla finestra e guardo in strada vedrò il suo corpo senza vita a terra, con lo sguardo rivolto verso il cielo.

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Capitolo 7
*** Why? ***


Angolino dell'Autrice:



Ciao a tutti! Non ci posso credere! Ho ricevuto altre 7 recensioni! No davvero non ci credo. Siete meravigliosi! Grazie!! Sono emozionatissima! Non sapete quanto mi rendete felice, grazie davvero. Questo capitolo è dedicato particolarmente ad Ale_mellark, che ama le cose dolci e romantiche! Grazie comunque a tutte voi per il vostro sostegno e grande aiuto! A presto ;) 









Katniss 



Esco dalla caffetteria con due cappuccini . Devo portarli con una mano perché con l'altra devo aggrapparmi al palo della flebo. Un dottore per il corridoio mi ferma. 

" Oh Katniss! Il ragazzo ti cercava."

" Peeta? Insomma il ragazzo biondo che stava qui fuori?". 

" Sì, lui. Ti cercava per tutto l'ospedale. Sembrava disperato". 

Inarco le sopracciglia senza capire. Il dottore mi congeda senza altre spiegazioni e quando mi affaccio nella mia camera di Peeta nemmeno l'ombra. 

Inizio a chiamarlo per tutto l'ospedale. Non capisco dove possa essere finito. Che senso avrebbe andarsene via così? Senza spiegazioni? C'è stata forse un'emergenza? Poi lo vedo.

È in una stanza vuota, inginocchiato davanti ad un'enorme finestra aperta. 

Ma che sta facendo? Poi capisco. Finestra. Dolore. Peeta pensa che mi sia suicidata. 



" Peeta!" esclamo. Gira di scatto la testa verso la porta. Scatta in piedi e mi guarda con gli occhi sgranati. Ha il viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi. Trema e sembra impazzito. 

Mi corre incontro aggrappandosi letteralmente a me. Barcollo all'indietro aggrappandomi alla flebo. Peeta ansima in cerca d'aria. Mi ricorda tanto quando nella prima arena avevo sentito un cannone e credevo che Peeta avesse mangiato i morsi della notte. 

Quando lo avevo visto sano e salvo ero corsa tra le sue braccia ansimando esattamente come sta facendo lui ora.

Cerco di stringerlo ancora di più tra le mie braccia anche se, quello rotto fa parecchio male. Quando sente il gemito di dolore che non sono riuscita a trattenere si stacca silenziosamente da me.

" Katniss tu.....non c'eri e.......la finestra era aperta....non.....tu.....io.....". 

" Shhh. Va tutto bene. Sono qui, sono qui. Va tutto bene. Guarda! Ero solo andata al bar. Ho preso due cappuccini" .

Peeta sorride indicando il pavimento sporco di caffè che dal panico aveva allagato il marmo.

" Sì, anche io".

Scoppio a ridere ma questo mi provoca solo un dolore lancinante alle costole e Peeta se ne accorge.

" Vieni Katniss. Torniamo in camera. Non dovevi alzarti". 

" Mi dispiace. Per quanto ho dormito?".

" Solo un paio di ore stavolta". 

" Hai riposato Peeta?" gli chiedo con aria di rimprovero.

" Beh, in realtà si. Mi sono addormentato un'oretta vicino a te. Però non ho fatto in tempo a fermare Haymitch mentre ti rubava la zuppa. Mi dispiace". 

" Oh, me ne farò una ragione", quando il dottore nel corridoio ci vede che ridiamo e scherziamo scuote la testa e mi riaccompagna nella mia stanza.

" Signorina Everdeen, non si deve, per nessuna ragione al mondo, alzare in queste condizioni. E' chiaro?" annuisco annoiata. Ho sempre odiato eseguire ordini ma so che ha ragione. 

Peeta mi aiuta a distendermi e inizia ad accarezzarmi. Ancora qualche lacrima continua a scendere.

" Peeta calmati! Sto bene davvero! Sto bene.....io......" 

IO TI AMO.

È questo quello che vorrei dire. Ma non avrebbe molto senso dopo aver cercato di buttarmi dalla finestra. Sembrerebbe solo una presa in giro. 

" Tu?" mi incita. E allora lo dico. 

" Ti amo." e aggiungo " e non ti lascio" 

La sua risposta mi lascia interdetta.

" Perché?" 



Perché? Me lo sono sempre chiesta anch'io. Perché non ho lasciato morire il ragazzo del pane nell'arena? Non avrei scatenato tutto questo di certo. 

" Perché sei tutto quello che ho" e so che è vero. Non ho più amici, né una sorella e mia madre mi ha abbandonato al mio destino. Peeta è tutto ciò che mi rimane per continuare a vivere. Allora perché ho cercato di uccidermi? Perché ho causato tanto dolore all'unica persona ancora con me? Cerco di pensare cosa mi è venuto in mente in quegli istanti. E trovo subito la risposta. 

" Ho causato troppe morti. E non ha senso continuare a vivere. In fondo......a chi sono utile ormai? La guerra è finita. Chi sentirà la mia mancanza? Non ho più nessuno! Se muoio a chi importa? Che senso ha essere ancora qui?" 

Peeta esplode. 

" A me importa, Katniss! A me! Io non ho più nessuno! Tu potresti sempre fare pace con tua madre o con Gale. Io invece non ho più nessun amico né familiare. Sono completamente solo! Non posso vivere senza di te! Per favore! Non mi lasciare Katniss! Per favore...." 

Lo guardo negli occhi. Non mente. Sembra che Peeta abbia davvero bisogno di me. 

Sembra che io sia indispensabile per quel ragazzo dagli occhi color cielo ora pieni di disperazione. Sono ancora utile a qualcuno. 

" Peeta....". 

" Per favore" ripete visibilmente sconvolto.

Gli accarezzo il viso. 

" Tu non mi lascerai Katniss, vero o falso?"

Sorrido. " Vero".

Sospira di sollievo e si accuccia accanto a me. Gli prendo il viso te le mani e chiudo gli occhi. Il resto viene da sé. 

Per la prima volta il contatto tra le nostre labbra mi fa un certo effetto. Questo non è un bacio fatto per le telecamere o un bacio di consolazione. E' il segno del legame che ci tiene uniti. 

Disperazione, amore. Lui era disperato al pensiero di avermi perso e io sono disperata a quello di non averlo accanto. E perciò mi rassegno. Questo ragazzo non mi permetterà di morire. Farà di tutto per tenermi in vita. 



" Non mi darai mai un po' di pace, Mellark, vero?" 

" Non smetterai mai di farmi penare, eh, signorina Everdeen?" 

Ridiamo di gusto.



E così passa il mio soggiorno in ospedale. Alcune volte, se do di matto, torno nel mondo della morfamina e incontro Prim. Chiacchieriamo un po' come ai vecchi tempi. Alla fine ci ho fatto così l'abitudine che quando mi sveglio non urlo più. 

Peeta mi fa ridere, mi tiene compagnia o stiamo semplicemente distesi sul mio letto a fissare il soffitto mentre lui gioca con i miei capelli. 

Mentre dormiamo Haymitch mi ruba sempre la zuppa e Peeta va a comprare i cappuccini e poi li porta furtivamente in camera. Dopo due settimane e mezzo posso uscire, ma devo stare a casa più al riposo possibile. Peeta mi accompagna e resta sempre lì con me aiutato da Sae. 



Un giorno, mentre stiamo seduti davanti al focolare avvolti dalla coperta fatta a mano da Sae ,sorseggiando cioccolata calda, guardo Peeta negli occhi. 

" Peeta non mi abbandonare. Per favore"

" Non lo farò. Promesso" 

Promesso. 

 


Questo mi riporta alla mente il mio ultimo viaggio nella morfamina. C'era Finnick che mi chiedeva di suo figlio. 

" Promettimi che ti prenderei cura di lui"

" Promesso" 






Mi alzo e afferro il telefono. Peeta mi segue e mi afferra la mano. 

" Che fai Katniss?". 

" Devo mantenere una promessa". 

Compongo un numero. Respiro a fondo e stringo la mano di Peeta. Devo ripromettermi di non cedere. Se Peeta mi sostiene, posso farcela. Il telefono squilla per tre volte. 

" Pronto?" risponde una voce. 

" Annie? Sono Katniss" 

In fondo te l'ho promesso Finnick. 


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Capitolo 8
*** Lentamente ***


Ehy!! Vi ringrazio tantissimo come al solito! Grazie mille a tutti coloro che mi hanno aggiunto come autore preferito, che hanno messo questa raccolta tra le seguite ( 15 WOW), preferite o ricordate. Un ringraziamento speciale va alle nuove e fedeli lettrici Izzi_Granger, Essia,Hernoa Everdeen e funnyforever. E poi naturalmente coloro che mi hanno seguito sin dall' inizio e che sono sempre nel mio cuore! Grazie ragazze! 
Beh allora spero vi piaccia e alla prossima!! Bacioni 


" Quando arriva il treno Haymitch?" Chiedo sperando che sia ancora abbastanza sobrio per rispondermi.  
" Domani alle 11 dolcezza"  dichiara per poi addormentarsi di colpo sul tavolo. 

Sospiro. Finisco di mettere in ordine, chiudo la finestra e attraverso quei pochi metri che dividono casa del mio ex mentore con quella di Peeta. 
Busso ma nessuno mi apre. Così me me torno a casa mia. Non faccio in tempo ad aprire la porta che trovo Peeta ad accogliermi. 

" Ehy" lo saluto sorpresa. 
" ciao....sapevo che saresti tornata presto....volevo aspettarti....ti dispiace?"
" no no ti stavo vendendo a cercare" mi tolgo la giacca e la appendo in cucina per poi sprofondare sul divano addosso a Peeta. 

" arriva domani. Alle 11" annuncio. È passata una settimana da quando ho chiamato Annie. 
Volevo andarla a trovare io nel 4 ma per varie ragioni abbiamo preferito che si spostasse lei. 
Primo perché li ci vive mia madre e dopo quello che è successo l'ultima volta che ci siamo viste non me la sento di affrontarla nuovamente.
 Secondo perché mi è stato ordinato dai medici di restare a riposo a casa mia. 

Restiamo un po' in silenzio a giocherellare con le nostre mani.
 Ranuncolo si accuccia accanto a me ed io gli gratto le orecchie. Oggi è una bella giornata di primavera ancora e sicuramente lo sarà anche domani. 
" credi che ce la farò?" Giro leggermente la testa per incontrare i suoi occhi. 
" ne sono certo.  Sei forte. vedrai andrà tutto bene" 
" Ma Annie è in un periodo un po' particolare.  Se cedo io cede lei. E non posso permetterlo" 
" E infatti non accadrà. Vedrai. Ti riprenderai completamente. Lentamente. Ma lo farai. Io sono qui" lentamente. Molto lentamente direi.
Mi sorride dolcemente e io mi abbandono tra le sue braccia. 

" Che hai fatto da Haymitch?" 
" Ho prosciugato le sue riserve alcoliche. Quando saranno qui Annie e il bambino non possiamo permetterci che sia ubriaco e che dica qualcosa che possa urtare la sensibilità di Annie. " 
" Si hai ragione. Passo da lui oggi pomeriggio per vedere come sta".  
Tutto di un tratto chiedo " qual'è il tuo fiore preferito Peeta?"
Mi guarda inarcando le sopracciglia. " cosa...?" Forse pensa che io sia impazzita.
Come dargli torto? Lo penso anche io. 
" dai rispondi!" Lo incito arrossendo. 
" La primula" risponde fissando le nostre mani incrociate. 
" il tuo?" 
" il dente di leone" rispondo quasi senza pensare. Peeta sorride. 
" perché?" " perché.....quando non ho più voglia di vivere penso a te. E al dente di leone. E a prim. E a tutti quelli che vorrebbero che io fossi viva. Dentro" 
Mi accarezza il viso e lo avvicina al suo. Non so quanto tempo passiamo a baciarci.
So solo che non vorrei smettere mai. Per nessuna ragione al mondo. 
Devo essermi addormentata tra le braccia di Peeta  perché quando apro gli occhi lui non è li con me. Mi appoggio su un gomito e osservo la stanza. 
Peeta è ai fornelli. Mi stiracchio e lui sentendomi si gira sorridendo. 
" Ehy kat." " che  ore sono?" 
" le cinque. È presto ancora. Ti va se usciamo un po'?" 
Oltre che per andare a casa sua o di Haymitch non sono mai uscita dopo il mio spiacevole tentato suicidio. 
" andiamo a cacciare?" Chiedo 
" beh non è il mio forte ma se vuoi ti accompagno!" Dice pulendosi le mani sul grembiule e portandomi un vassoio pieno zeppo di prelibatezze. 
Mezza dozzina di biscotti, una cioccolata calda e della dolce marmellata spalmata su una fetta di pane ancora fumante. Mangio il tutto in silenzio distesa tra le sue braccia.
Ad un certo punto squilla il telefono.
" è Annie. Probabilmente non si ricorda l'ora del treno"  mi alzo mangiucchiando ancora un biscotto. 
" pronto?"  Dico alzando la cornetta. 
Ma non è la voce di Annie a rispondermi. 
" Ehy catnip". Rimango di sasso. Sono incerta se terminare così  la telefonata o rimanere a fissare il telefono incredula ancora per molto. Quando il silenzio si fa opprimente sento ridacchiare dall'altra parte delle cornetta. 
" Sorpresa eh?" 
" G-gale" balbetto. 
" ahaha. In persona" sono irritata da tutto quel ridere. 
" a cosa è dovuta la tua chiamata?" Chiedo riprendendo il controllo di me stessa. 
Ancora non ho capito perché non attacco semplicemente. 
" volevo sentirti. Mi manchi" coltellate. Coltellate al cuore. Profonde. 
Deglutisco e cerco di controllare la voce. 
" sto bene"
" non ti ho chiesto questo"
" non mi hai chiesto nulla" 
" anche questo è vero" 
" cosa vuoi Gale?" Ribatto seccata. 
" sapere come te la cavi"
" ti ho già dato una risposta mi sembra. Sto bene." 
" ho saputo che hai cercato di....." 
" di suicidarmi? Beh capita quando si soffre. Mi sembra di non averti visto in ospedale. Perché tutto questo interessamento adesso? E tu? In quale proficuo distretto sei ancora?" 
" nel due" 
" sono felice per te. Ora devo andare" non è da me la freddezza con cui gli sto parlando. 
Ma non posso farne a meno.  
" Katniss io........." 
" ho detto che devo andare. Ciao Gale" concludo la telefonata. 
Sbatto così forte la cornetta sul tavolo che Peeta viene a controllare che succede. 
" era Annie?" 
" no" 
" il dottor Aurelius mi ha detto che per una settimana non avrebbe telefonato per darci il tempo di finire il libro e..." 
" non era lui Peeta. Era Gale" sbotto. Non so nemmeno perché adesso me la prendo con lui. 
Rimane sorpreso tanto quanto me. 
" si beh voleva sapere come stavo. Gli ho risposto e ho chiuso. Andiamo a finire di mangiare". Taglio contro prima che possa ribattere qualsiasi cosa. 
 Lo prendo per mano e lo trascino in sala. " per quanto riguarda il libro facciamolo sparire per domani. Nel caso Annie lo vedesse e....beh hai capito" 
  Mi siedo davanti al fuoco. 
E comincio a vedere davanti ai miei occhi le bombe. Bombe progettate dal mio ex migliore amico. Bombe che hanno ucciso mia sorella. Chiudo gli occhi per evitare che la situazione mi sfugga di mano e quando li riapro mi alzo dal divano. 

" voglio prendere una boccata d'aria. Usciamo" 
Senza guardami indietro mi butto in camera mia e poi sotto la doccia. Lavo via i pensieri, la rabbia, la paura e il dolore. 
Rimango nuda. Nuda da qualsiasi emozione. 
Quando esco dal bagno Peeta è già pronto che mi aspetta.

Usciamo con passo felpato  e ci inoltriamo nel bosco. Qui è un po' più difficile essere silenziosi perché Peeta sembra farci apposta a postare ogni singola foglia. 

So che sto per scoppiare. A casa tutto mi ricordava l'esplosione. Qui fuori a cacciare tutto mi ricorda Gale. E l'esplosione.  

Ad un certo punto Peeta decide di rimanere seduto a guardami, al' ombra di un albero. 
E io abbatto 3 conigli e un uccello. 
Sto per tornare da Peeta e dirgli di tornare a casa perché il sole sta calando quando sento delle voci di bambini che ridono. 
Che ci fanno soli nel bosco? Loro non mi notano ma io li vedo. Hanno degli archi in mano e cercano di centrare dei bersagli sistemati su degli alberi. 
Quando vedo una delle frecce che scoccano, mi accorgo che sono innocue, con la punta a ventosa. 
Ad un certo punto uno di loro punta la freccia contro una bambina di colore, con i capelli ricci. A lei non succede nulla naturalmente, anzi si mettono tutti a ridere. Ma non io. 

Le mie urla squarciano l'aria. I bambini si interrompo subito e corrono via spaventati. 
Ansimo in cerca di aria. Mi appoggio ad un albero mentre singhiozzo. 
Il mio respiro è ancora irregolare e mi sto dimenando come una pazza quando Peeta mi raggiunge. 
" Katniss..shhh....va tutto bene. Va tutto bene. Erano solo bambini. Stavano solo giocando. Sei al sicuro. Va tutto bene" 
" rue...rue" ansimo. 
Mi sono rivista la sua morte davanti. Una bambina felice. Trafitta. Morta. 
Peeta mi circonda con le sue braccia forti, e mi accarezza. Si è fatto buio quando torno in me. Ci alziamo in silenzio e torniamo a casa. 
Non mangio neppure mi fiondo sotto le coperte a singhiozzare tra le braccia di Peeta. 
" come farò domani Peeta? Se cedo solo dopo aver visto dei bambini giocare, come potrò sopportare la presenza di Annie e prendermi cura di suo figlio? Manderò tutto a rotoli! Non manterrò mai la mia promessa!" 
So che quella promessa era solo frutto della mia immaginazione, Finnick non era realmente li, ero solo sotto anestetico. Ma sento che devo mantenerla. 
" no invece. Saprai controllarti. Perché tu non fai del male agli altri. Lo farai per lui. " 
Peeta parla ma non è convinto. Lo sento. 
" Peeta....." La sua voce si fa più risoluta. 
" lo farai. Ci posso giocare la testa"  quest'ultima frase la dice imitando la voce buffa di Effie. 
Nonostante tutto sorrido un po' 
Naturalmente quando mi addormento, i miei sogni sono popolati da ibridi e sangue. 




" Peeta sei pronto?" Urlo da fuori la porta. Abbiamo valutato che Haymitch è abbastanza sobrio e può venire alla stazione con noi. 
" eccomi". " bene. Andiamo" 
Per il breve tragitto da casa nostra alla stazione stringo la mano di Peeta. Alle undici meno 5 siamo già davanti al binario. Stringo i denti e ricaccio indietro le lacrime. 

" l'ho promesso a Finnick" continuo a ripetere a me stessa.

Forse, se lo dico tante volte, posso anche crederci.   Ricordo le parole di Peeta. Mi riprenderò,lui è qui con me. Lentamente. Insieme.
 Alla fine il treno arriva fischiando. Trattengo il respiro. 
C'è una cosa a cui non ho pensato. Oltre ad Annie ci sarà anche suo figlio, dalle foto incredibilmente simile a lui. Stringo la mano di Peeta così forte che ho paura di fargli male. 
Lui stringe  la mia di rimando e cerca di sorridermi ma è evidentemente teso anche lui. 
Le porte si aprono ma dal treno non scendono solo Annie e suo figlio. 
Il mio cuore inizia a galoppare incessantemente.  Sgrano gli occhi. 
" Gale" farfuglio. 





Ci sono anche quaggiù!!! Allora come avrete notato la narrazione sia in questo che nello scorso capitolo è solo da parte di Katniss e sarà così per qualche altro. 
Ho molte idee in testa!! Questo era solo di passaggio e ho avuto tanta difficoltà a scriverlo. 
Recensite! Bacioni 



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Capitolo 9
*** Paure ***




RICORDI



 


Capitolo   : 








Continuo a fissarlo senza capire. Che diamine ci fa Gale qui?

"Johanna!" sento Haymitch andarle incontro con voce esultante.

Johanna!? Ma che....?

Sbatto un paio di volte le palpebre e cerco di essere razionale. 

"Gale, cosa ci fai nel distretto 12?" 

"Volevo farti una sorpresa. Te l'ho detto: mi manchi" 

"E perché c'è anche Johanna?" 

Non riesce ad aprire bocca che lei arriva e lo prende per mano affettuosa. 

"Noi stiamo insieme Katniss" 

Credo di essere svenuta. Oppure no. In fondo cosa mi importa? Io amo Peeta. 

Ma perché sono venuti a sbattermi in faccia il loro amore? 

Ho gli occhi sbarrati e sono impietrita. Lì, senza nessuno al mio fianco, immobile davanti al treno a fissarli. 

Sento il mondo crollarmi addosso e portare tutto il peso sulle mie spalle. 

Ho perso anche la mia dignità, ora.

La mia espressione deve averli divertiti molto perché scoppiano entrambi a ridere sciogliendo le loro mani nella morse cui erano attaccate. 

"Era uno scherzo Katniss!" mi informa Johanna continuando a ridere. 

Abbasso lo sguardo imbarazzata. Credo di essere arrossita quindi continuo a guardarmi le scarpe per non farlo notare. Cerco Peeta, ma non penso si sia accorto di nulla. 

Sta aiutando Annie con le valigie. Ed è allora che vedo l'esserino che si nasconde tra le sue braccia. 



Mi avvicino cauta escludendo tutto il resto. Ha i suoi stessi occhi. 

Identici.

Stesso colore. Stesso sguardo, curioso, confuso, ironico e fiero. 

Le parole mi escono di bocca prima che il cervello possa fermarle. 

" Finnick" farfuglio confusamente.

Credo davvero di averlo davanti. 

Annie si scambia un'occhiata preoccupata con gli altri come se fossi io quella pazza.

Però, pensandoci, nominare il nome di un defunto, davanti ad una donna che potrebbe avere una crisi isterica da un momento all'altro, in una stazione davanti a tutti non mi fa apparire esattamente sana di mente.

Annie mi sorride.

"Sì Katniss. Lui è Finnick junior. Gli ho voluto dare il suo nome."

La guardo. Sono pronta ad afferrare il bambino perché sono certa che potrebbe mettersi ad urlare o tapparsi le orecchie lasciandolo cadere.

Ma lei si limita a sorridermi. Sorrido anch'io, timidamente. 



"Bene, credo che ora possiamo andare!" Haymitch cerca di allentare la tensione . 

"Sì ma....noi avevamo previsto solo l'arrivo di Annie e del bimbo. Non abbiamo una stanza pronta per Johanna" interviene Peeta.

Non riesco a non notare il fatto che non abbia nominato Gale. 

Haymitch ci pensa su un po'.

"Beh, Johanna la ospito io. Mi serve qualcuno che mi faccia le pulizie." Poi ammicca in direzione della ragazza. 

" E Gale starà da voi. Oltre alla stanza degli ospiti non avete altro spazio? La mia casa è più piccola della vostra" continua. 

" S-si. Ci sarebbe la stanza di.....di Prim" confermo fissandomi le mani che giocano nervosamente sul lembo della giacca. 

" Bene. Tutto a posto allora. Andiamo".



Peeta mi prende per la vita e io mi faccio trascinare da lui. 

Per tutto il viaggio rimango silenziosa e fisso gli occhi del bambino. Come se fossero davvero gli occhi di Finnick. Come se fissarli potesse riportarlo indietro. 

Penso a Gale. Ho desiderato tanto, inconsciamente, di riaverlo indietro. 

Di essere ancora la sua amica di caccia con cui ridere e scherzare. 

E ora che è qui non so come comportarmi. Con lui, con Peeta. Con tutti. 

Fisso ancora quegli occhi quasi implorante. Vorrei che quelli fossero gli occhi di Finnick e che lui mi desse un consiglio.

Ma sono sola in questo gioco d'amore e odio. 

In questo gioco perennemente corrotto. 

Quando arriviamo devo lasciare la mano di Peeta perché lui aiuta con i bagagli di Annie. 

Annie.

Sembra spaesata ma anche abbastanza lucida. 

Che si sia preparata per questo viaggio come mi sono preparata io ad accoglierla?

Io però avevo fatto una promessa, anche se immaginaria, a Finnick. 

Ma lei? Che motivo aveva di accettare la mia proposta? Quando si soffre non si vuole vedere nessuno. A maggior ragione una coppietta felice. 

Che Finnick sia apparso in sogno anche a lei? Quello probabilmente ogni notte. Come io sogno Prim. Ogni volta che chiudo occhio. 



Quando siamo nel giardino del villaggio dei vincitori ci dividiamo. 

"Allora ragazzi. Johanna viene con me. Fatevi una doccia, riposatevi. Fate quello che volete. 

Ci vediamo oggi pomeriggio. Tutti a cena da me stasera! Dobbiamo festeggiare la nostra rimpatriata!" esclama Haymitch prima di incamminarsi con Johanna al seguito, verso casa sua. 

In effetti ha ragione. Tutti quelli che ho avuto di più caro ancora in vita sono qui. 

Se si fa eccezione mia madre. 

" Annie- chiedo- mia madre....?" 

" Non so. È rimasta li a lavorare. Ha detto che preferiva." 

Non so se essere sollevata. Dopo quello che le ho detto prima di essere sedata. 

Ma mi dispiace averla salutata così. 

Peeta mi sussurra all' orecchio "manca solo Effie" ridacchio e mi chiedo come stia vivendo. 



Effie.

Sopravvissuta miracolosamente. 

Lei, la tipica capitolina, ricca, che ha avuto tutto dalla vita. Viva. 

Mia sorella, giovane, ingenua a cui la vita aveva tolto quasi tutti i piaceri. Morta. 

Perché il mondo è così ingiusto? Scaccio via il pensiero. Non posso crollare ora. 

Però il problema mi si ripresenta davanti quando devo assegnare la stanza per la notte a Gale. La camera di Prim. 

Quando mi fermo sulla soglia con una coperta in mano e le lacrime agli occhi, l'aria fredda mi investe. La finestra deve essere rimasta aperta dal giorno in cui ho provato a togliermi la vita ed ero entrata solo per arieggiare il locale.

Quando ho scoperto il diario di Prim. 

Non ho avuto più coraggio di entrare li dentro. Sarei tentata di vedere se il diario c'è ancora o è stato frutto della mia perfida immaginazione. Ma non sono sicura di farcela. 

Gale. Nella camera di Prim. 

Mi avvicino alla finestra.



Bombe. Bombe piovono nella stanza infuocandomi le membra.

Forse sarebbe stato meglio se Johanna avesse dormito qui. 

Anche per non risvegliare sensi di colpa e brutti ricordi in Gale. 

Mi affretto a richiuderla e tiro la tenda. 

Due braccia mi avvolgono da dietro e quando mi giro due dolci occhi celesti mi guardano comprensivi. 

"Scendi giù. La faccio io la camera se preferisci" annuisco e cedo la coperta a Peeta. 

Mentre scendo le scale mi asciugo l'ultima lacrima rimasta sul mio viso. 

Gale è in sala, davanti al televisore. 

Non posso farmi vedere da lui in queste condizioni. Capirebbe. 

E l'ultima cosa che voglio è che si senta in colpa anche lui. 

Così attraverso il salotto con passo felpato e arrivo in cucina. Mi fermo sulla soglia.

 


"Dormi, dormi, dormi piccino. L'onda ti culla in un abbraccio soave. 

Dormi, dormi piccolo Finnick, il vento ti accarezza il dolce viso. 

Dormi dormi qui, accanto a mamma e.....papà"






La voce di Annie si spezza sull'ultima parola. 

Rimango a guardarla mentre cerca di trattenere le lacrime e culla il bambino ormai addormentato. 

Entro dentro e quando mi sente, si gira e mi sorride per poi tornare ad osservare suo figlio. 

Mi siedo silenziosamente accanto a lei. 

"E' bellissimo Annie" lei rimane in silenzio poi sussurra:" capirà un giorno, secondo te?."

Ripenso agli occhi furbi e intelligenti di quel bambino. 

" Forse ha già capito tutto" affermo



" Forse." 

Quando il silenzio si fa opprimente le chiedo se ha fame. Lei annuisce così le porgo gli ultimi due biscotti che Peeta aveva preparato prima. 

Poi la accompagno nella stanza degli ospiti dove allatta il bambino e si riposa dopo il lungo viaggio. 

Gale si è addormentato sul divano. Lo copro con una coperta a portata di mano e spengo la televisione. Poi sento Peeta dietro di me. 

"Hai fatto?" chiedo prendendolo per mano e portandolo nuovamente al piano superiore.

"Sì. È tutto lindo e pinto"

"Grazie Peeta. Non so come..."

"Shh" mette un dito sulle mie labbra fredde.

"Ho paura Katniss." 

Queste parole mi lasciano interdetta. non sono mai uscite dalla bocca di Peeta. 

Mai. Né durante le arene, né durante la guerra. Perché mai ora? 

"Ho paura di perderti" continua. 

Capisco cosa vuole intendere. Gale. Lui è qui. Ha paura che io possa provare qualcosa per lui. Che io possa perdonarlo. 

"Non ti lascerò, Peeta."

"Non devi stare con me per compassione" 

"Infatti non è così. Ho fatto la mia scelta. Se mai riuscirò a perdonare totalmente Gale, torneremo amici. Ma io non ti lascio" 



La mia voce è convinta, dura. Ma dentro di me, una piccola scintilla di accende. 

Il che è un male. Tutto quello di cui non ho bisogno è il fuoco. 

È l'ultima cosa che mi serve. 

Fuoco. Bombe. Morte. Prim. Gale. 

Scintilla. Rivolta. Guerra. Sangue. Morte. Finnick.

No. Non ho bisogno del fuoco. 



Lo abbraccio. Ora ho bisogno solo di Peeta. 

"Anch'io ho paura Peeta. Di andare avanti. Di sapere cosa riserva per me il futuro. 

Altro dolore e sofferenze? Non posso più sopportarlo. 

" Ma ci sono io. Se me ne darai la possibilità, lentamente, torneremo ad essere felici. Ma deve essere quello che vuoi" 

" lo...è" gli sorrido perché se c'è anche solo una minima speranza di tornare ad essere felice, 

sarà solo e sempre opera di Peeta.

Ormai sono sicura solo di questo. 



 


***






È ormai tardo pomeriggio quando siamo quasi tutti pronti per andare a casa di Haymitch. 

Peeta ha cucinato una torta per dopo il pasto. Credo che Sae sia andata a casa del nostro vecchio mentore imbranato per cucinargli qualche prelibatezza per la cena. 

Annie e Peeta sono pronti e giocherellano con il bambino al piano di sotto. 

Io sto per scendere le scale quando sento una voce provenire dalla stanza di mia sorella. 

"Sai Prim manchi anche a me. Dentro questa casa tutto mi ricorda te. Figuriamoci dormire nella tua stanza. Non mi immagino nemmeno gli incubi che farò stanotte. 

So che sarai arrabbiata con me.

Mi dispiace.

Io non volevo farti del male. 

Non sapevo che saresti stata lì. Io avevo il compito di proteggerti. Mi dispiace tanto. Non potrò mai riparare a questo danno. Qui, sotto la finestra avevi segnato con una matita i progressi della tua altezza. Eri arrivata a 1,68 m.Ti eri alzata parecchio. 

Potevi crescere ancora. Mi dispiace, perdonami se puoi. 

Ricordo ancora quando nel distretto tredici, ci avevano radunati tutti nel sotterraneo e io ero venuto a dare un'occhiata al vostro dipartimento. Avevo trovato te che cercavi di far uscire  Ranuncolo da sotto il letto. Ti ho aiutato e quando lo abbiamo acchiappato siamo scesi giù da tua sorella.

Avevi tutte le guance rosse. 

Mi dispiace Prim. Forse tu mi hai già perdonato. Ma non credo che tua sorella lo farà mai: le manchi troppo.

Ma manchi anche a me." 





Sono accucciata dietro la porta con la testa tra le mani e gli occhi gonfi. 

Vorrei correre dentro e dire a Gale che lo perdono ma la lingua di fuoco che mi circonda mi impedisce di muovermi. 

Quando sento i suoi passi avvicinarsi a me però, reagisco e mi nascono in bagno chiudendo la porta a chiave dietro di me. 

Gale, si avvicina e bussa. 

"Katniss, credo sia ora di andare"

Cerco di camuffare la voce rotta dai singhiozzi: "sì, un momento. Scendi intanto." 

Mi lavo il viso a fondo e rifaccio il trucco. Poi decido di toglierlo di nuovo. 

Voglio essere me stessa. 

Alla fine apro e scendo di sotto. Però trovo solo Peeta. 

"Dove sono Annie e Gale?" Chiedo

"Sono andati. Eri troppo in ritardo. Tutto bene?"

" Sì. Si tutto bene."

Sorrido e lui mi prende per mano. 





La casa di Haymitch è aperta e quando entriamo nessuno ci nota. 

Ci sono anche Sae, Delly e Thom, l'ex collega di Gale, che è venuto per fargli una sorpresa. 

Peeta saluta Delly e si mettono a parlottare tra loro, Johanna chiacchiera piacevolmente con Gale e Thom, Sae e Haymitch finiscono di preparare le ultime cose. 

Io mi avvicino ad Annie: l'unica che qui dentro non conosce nessuno. 

La cena passa veloce.

Sono seduta tra Peeta ed Annie. Johanna è di fronte a me e ogni tanto mi sorride. Era da tempo che non ci vedevamo: non ci siamo nemmeno salutate per bene. Ma a noi basta questo.



Dopo il pasto si comincia a ridere. Peeta parla delle oche di Haymitch prendendolo in giro per come è buffo mente le insegue.

Poi prende la parola Johanna raccontando un po' di aneddoti dei nuovi taglialegna del suo distretto. Le sono cresciuti molto i capelli e adesso sono quasi a caschetto. 

Cerco Peeta con lo sguardo dopo la commedia tra Sae e Thom. 

Sta giocherellando con il figlio di Annie. È bravissimo anche con i bambini. 

Nasconde il viso con le mani e il bimbo ha gli occhi allegri e ridacchia di continuo. 

So come Peeta vorrebbe dei figli. Ma io non posso darglieli. Non posso veder crescere un'altra piccola creaturina e affezzionarmi a lei per poi magari doverla perdere. 

Ad un certo punto una vocina dolce azzittisce la stanza. 



"P-pata. B-eeta. T-eeta. Peeta!" Balbetta il bimbo. 

"La sua prima parola!" Esclama sorpresa e felice Annie. 

Ci avviciniamo tutti al bimbo e Peeta lo prende in braccio. Tutti esultano, applaudono, fischiano e si fa il primo brindisi. 

Peeta sta per passare il bimbo ad Annie quando il piccolo esclama convinto

"Papà!"

Il silenzio piomba su tutti noi. 

Trattengo il respiro e mi giro verso Annie. Il suo viso è sbiancato. 

Ma non riesco a fare nulla prima che un urlo riempi la stanza e il tavolo venga rovesciato. 











Angolino dell'Autrice:



Eccomi qui con il mio capitolo prima di Natale! Non so se e cose riuscirò a pubblicare prima della fine delle feste ma mi impegnerò lo giuro!*)

È natale e siamo tutti più buoni..........recensite????

Un bacione enorme a tutti quelli che mi seguono e che recensiscono. 

Buon natale e buon anno nuovo a tutti voi nel caso non ci risentissimo. 



Elly24


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Capitolo 10
*** Lui resta qui con me. ***


Sospiro vedendo quello in cui il pavimento si è trasformato: una discarica di cibo e vetri rotti.

Inizio a raccogliere i cocci aiutata da Haymitch e Gale.

Appena Annie ha iniziato a dare di matto di istinto mi sono messa tra il tavolo e il bambino salvandolo dalla cascata di vetri rotti che stavano per colpirgli il viso, procurandomi però un taglio al polpaccio. Dopodiché l'ho preso in braccio e l'ho passato a Peeta che è subito corso fuori dalla stanza portandolo in salvo. 

Haymitch e Gale hanno bloccato Annie per le braccia e Sae è corsa a prendere sotto mie istruzioni una siringa di morfamina che tenevo in caso di collasso emotivo. 

Poi Johanna l'ha riportata nella stanza degli ospiti a casa mia ormai incosciente. 

La cena si è interrotta bruscamente: Delly, Thom e Sae hanno preferito andarsene. 

In realtà quest'ultima voleva rimanere ma l'ho convinta a tornare a casa sua. 

L'ultima cosa che ci serve è qualche estraneo tra i piedi. Non che Sae mi dia fastidio, anzi, ma davvero non sono nelle condizioni di vedere persone per la casa o di dovere qualche favore a qualcuno. 

Mi gira la testa e mi passo una mano sulla fronte. Gale mi guarda preoccupato. 

"Finiamo noi qui Katniss. Vai a vedere come sta il bambino" 

Ovviamente è un modo gentile per liquidarmi perché non sono nelle condizioni adatte per essere strettamente utile in una situazione del genere. Ma mi limito ad annuire ed entro in sala. 

Appena mi vede il bimbo allunga impaziente le piccole manine verso di me, quasi voglia che lo raggiunga al più presto. Peeta è accovacciato per terra accanto a lui e mi sorride. 

È visibilmente provato come lo sono io. 

Si alza e mi guarda la ferita. 

"Ti fa male?" chiede preoccupato.

Adesso che ci penso la gamba brucia abbastanza ma stringo i denti.

Avevo avvolto il polpaccio con uno stupido straccio trovato in mezzo al macello e ora il sangue inizia ad inzupparlo. 

"No, no sto bene."

"Vado a prendere il disinfettante e una garza. Resta qui con lui." 

Detto questo mi lascia nella stanza con il piccolo Finn. Mi accovaccio vicino a lui. 

Lui mi sorride allegro portandosi le manine alla bocca. Non possono non sorridere anche io, nonostante tutto quello che è successo, vedendo tanta dolcezza e ingenuità negli occhi di questo furbo esserino.

Batte le manine ed esclama " Peeetaaaaaaa!", poi ride di nuovo.

Anche io ridacchio. 

Vedendo il mio entusiasmo continua a cantilenare:"paaapà!"

Lo accarezzo e sospiro: "sei stato bravissimo Finn ma magari non lo ripetere davanti alla mamma!" sembra lanciarmi un'occhiata di intesa. 



Peeta rientra. Il bimbo lo indica e mi guarda:"Papà!"

"No!" esclamo, "Peeta!" 

Lui mi guarda e borbotta. Poi ritenta:"Peeta!" 

"Sì! Bravissimo!" 

Guardo Peeta che sorride teneramente guardandoci. Mi fa cenno con la mano di sedermi accanto a lui sul divano e comincia a sfilarmi i pezzetti di vetro dalla gamba.

Quando ha finito la sua operazione mi disinfetta e fascia il tutto. 

" Wow dottor Mellark! Dove ha imparato?" 

"L' allievo supera il maestro no?" Mi punzecchia. 

"Ma smettila!" gli lancio un cuscino ma lui si difende con le braccia. 

"Vado a vedere come sta Annie. Johanna sarà stanca" 

"D' accordo", mi avvicino per dare una carezza al bimbo ma lui mi afferra la mano e mi guarda triste. 

"Non me ne vado mica per sempre! Vado a vedere come sta la tua mamma, ok? Torno, prometto" lui mi guarda dubbioso poi mi lascia. 

Mi incammino verso casa mia. L' aria si è raffreddata e mi affretto a raggiungere la porta. Per poco Johanna non mi viene addosso. 

È esausta, lo si vede chiaramente dalla sua espressione. 

"Come sta?"

"Continua a borbottare cose senza senso. Ora l'ho sedata. Torno a casa di Haymitch per dare una mano." 

"No: Johanna vai a riposare. Ci pensiamo noi. Davvero" 

Non aggiunge altro e si dirige verso la casa di Peeta. 

Entro e accendo la luce. La camera degli ospiti è al primo piano e faccio per bussare. Poi mi ricordo che Annie non può rispondermi. È come se avessi paura. 

È strano perché Annie non è né cattiva né pericolosa. Ma dopo la sua reazione sono abbastanza prudente.



"Annie? Posso?" Chiedo aprendo leggermente. Nessuna risposta. 

Mi appoggio sul letto e la osservo. Dorme pacata e qualche goccia di sudore la bagna il viso. La stanza è piccola e soffocante così mi alzo e punto la finestra. 

Riempio il bicchiere sul comodino di acqua fresca e poi do da mangiare anche a Ranuncolo che si è accovacciato su di lei come lo faceva quando stava male Prim. 

Prim avrebbe saputo curarla, ne sono certa. Chissà se sta sognando Finnick.

Due braccia mi avvolgono e mi giro verso Peeta. 

"Dov'è il bambino?" chiedo con un po' troppa foga. 

Peeta alza un sopracciglio.

"E' con......con Haymitch. Perché?" sembra confuso. 

Lo scanso con un gesto:" Peeta ma sei pazzo? Lasci un bambino con HAYMITCH!? Ne avrà subito approfittato per bere!" 

Lui non sa che dire, sgrana gli occhi e arrossisce. 

"S-scusa" balbetta. Mi sono accorta che sto urlando così esco dalla camera, non vorrei svegliare Annie. Lui mi segue a ruota e mi scaravento a casa di quell'ubriacone. 

Ma lui stranamente è lì, con il bambino accanto, e sembra sobrio. Per precauzione lo prendo in braccio e lo stringo a me. Sembra felice di vedermi e mi guarda allegro. 

Non so perché tengo tanto a lui. Ma è più forte di me. 

Johanna, che credevo dormisse, entra nella stanza con Gale al seguito. 

"Dobbiamo parlare. Del bambino e di Annie." 

Mi siedo con Finn in braccio e lui si accoccola sul mio petto. Peeta lo accarezza dolcemente.



"Tutti capirete che Annie ha avuto un crollo emotivo. Il bimbo ha detto una parola che per lei è stata devastante e ora non possiamo rimediare. Lei avrebbe davvero voluto che Finnick crescesse questo bambino e ci soffre tantissimo" inizia Johanna.

Il piccolo sembra ascoltare con interesse le sue parole. 

"Però adesso non è in grado di curarsi di lui. Quindi finché Annie non si riprende è più sicuro per il bambino stare separato da lei. Quando proveremo che è abbastanza mentalmente stabile li riavvicineremo. Quindi io riparto domani con il bambino per il distretto 4. Annie resta qui con voi nel 12" 

Scatto in piedi e Finn sobbalza aggrappandosi al mio collo. 

" NO!" quasi urlo. Johanna mi guarda confusa. 

"Perché?"

"Il bambino resta qui" rispondo convinta ignorando la sua domanda.

"Katniss andiamo: non complicare le cose" interviene Gale passandosi una mano sul volto. 

Indietreggio stringendo il bambino tra le mie braccia.

"No" ripeto secca. 

"Katniss non lo capisci? Tutti siamo affezionati a lui ma non puoi tenerlo qui! Annie non può viaggiare nelle sue condizioni! E il bambino sarà più tranquillo in un ambiente più familiare ovvero casa sua. Poi mi conosce meglio di quanto conosca voi. Quindi è deciso. Ora passamelo."

Johanna mi guarda piena di rabbia. 

Io indietreggio ancora fino a sbattere contro il muro. Mi sento in trappola. 

"Io....io.....no...lui"

"Katniss dacci una buona ragione per cui lui dovrebbe restare qui! Almeno una!" sbotta Gale. 

Guardo Peeta: sembra sconcertato. 

" Perché...perché...io..." non so che dire ed inizio a sudare. Una cascata di occhiate piove su di me. 

Forza Katniss...tu devi proteggerlo...tu l'hai promesso...tu...

Guardo il piccolo. È assorto a osservarmi. Sembra che aspetti anche lui una risposta. 

"Perché l'ho promesso a Finnick!" sussurro alla fine prima che possa fermare le parole. 

"Cosa?!" chiede Johanna sorpresa. A questo punto non so più che dire così Peeta interviene mentendo salvandomi "lo ha promesso al bambino." 

"Non puoi sballare tutti i programmi per una promessa fatta ad un poppante. Lui viene con noi. Fine" Johanna esce sbattendo la porta e Finn si mette a piangere.

Il silenzio cala sulla stanza e poi alla fine annuncio di portare il bambino a letto. Esco con le lacrime agli occhi. Quando appoggio Finn sulla sua culla lui me le asciuga con la sua piccola manina: sorrido stampandogli un bacio sulla fronte. 

Nessuno capisce ciò che ci unisce.

Una promessa.

Un legame più forte di qualsiasi altro. 



Aspetto che si addormenti e poi sgattaiolo fuori per non disturbarlo con i miei singhiozzi. 

Sto per varcare la soglia della cucina quando sento della voci all'interno e rimango ad origliare. 

"Johanna cerca di capire, ti prego" esclama Peeta. 

"Cosa Peeta? Ormai abbiamo deciso. Il bambino viene con noi" 

"Ma non è la scelta giusta. Non è fruttuoso per nessuno" 

"Spiegati meglio" 

"Johanna, Katniss ha avuto poco tempo fa una crisi emotiva. Ha cercato di suicidarsi e il pensiero di Prim e di tutti i caduti la opprime sempre, me ne accorgo. Non è mai felice. Credi davvero che farla stare con una ragazza in piena crisi sia meglio?  Credi che facciano i pigiama party e si scambino le brutte esperienze andando avanti insieme? Non funziona così e credo che tu lo sappia meglio di me."

"Sì, cioè, io non..." ma Peeta non sembra intenzionato a farla continuare. 

"Johanna, Annie si troverebbe ancora più spaesata in un distretto che non è il suo e faticherebbe ancora di più a guarire. Mentre Finn è un bambino e si sa, i posti nuovi eccitano i bambini. Quindi per me è meglio che lui stia qui, per il bene di tutti. Anche di Annie che ha bisogno di un'amica questo periodo e tu sei più che qualificata." 

Sento Johanna sbuffare e trattengo il respiro. 

"Va bene. Forse hai ragione, Peeta. Finché Annie non guarirà il bambino resterà con voi. Poi tornerò a riprenderlo." 



Mi allontano dalla cucina sorridente. Decido di prendere il bambino ancora addormentato e portarlo a casa mia. Aspetterò lì Peeta. 

Sono così felice che quasi non mi accorgo di Haymitch che mi sbarra la strada. 

"Dolcezza lascia qui il bambino. Domani Johanna lo porterà via." 

"No. Lei e Peeta hanno parlato. Lui resta qui" 

Sto per andarmene poi mi giro ricordandomi di una cosa.

"Haymitch dov'è Gale?" 

Lui rimane silenzioso poi si gira a guardarmi. 

"E' partito Katniss."

" COSA?" alzo troppo la voce perché Finn si muove tra le mie braccia. 

Per fortuna sta ancora dormendo. 

Gale non potrebbe mai andarsene senza salutarmi, lui...

Haymitch deve aver notato la mia espressione turbata perché mi si avvicina e mi poggia le mani sulle spalle. 

"Dopo la vostra ultima conversazione ha deciso che era meglio togliersi di torno. Aveva visto te e Peeta baciarvi i giorni scorsi e aveva capito quanto tu lo ami. Poi con la storia del bambino è del tutto impazzito. E poi dormire nella stanza di Prim lo faceva impazzire." 

"Ma...ma quando è partito?" 

"Subito dopo che sei uscita per mettere a letto il piccolo." 

"Quindi pochissimo tempo fa?" 

"Credo di si." 

"Forse posso ancora raggiungerlo" esclamo muovendomi verso la porta.

Lui mi ferma. 

"Katniss lo faresti soffrire ancora di più. Lascialo andare. Deve rifarsi una vita. Come tu ti sei rifatta la tua. Se gli vuoi davvero bene devi lasciarlo andare" 

Mi sento soffocare ma annuisco cercando di trattenere le lacrime. Lui annuisce e mi stampa un bacio sulla fronte. 

"Va' a letto, dolcezza" detto questo sale le scale e sparisce nella sua camera. 



Mi incammino verso casa mia. So che non rivedrò mai più Gale. 

Ormai è sicuro. Non gli ho fatto capire di averlo perdonato. Ormai è troppo tardi. 

Appoggio Finn in una piccola culla improvvisata e mi cambio accoccolandomi nel letto. Attendo poco tempo prima che la porta della camera si apri. Guardo l'orologio. 

No è passato tanto tempo. Devo essermi addormentata.

"Ehy" mi saluta. 

"Ehy" mi stiracchio. 

"Scusa se ti ho svegliata." 

"No. Ti stavo aspettando. Perché hai fatto tardi?"

"Ho parlato con Haymitch. So che Gale..." Ecco. Non posso proprio parlarne. Non posso reggere tutto questo. 

"Scusa Peeta. Sono troppo stanca per parlarne." 

"D'accordo" mi bacia sulla guancia e si chiude nel bagno. Dopo due minuti esce e si infila nel letto accanto a me. Comincia ad accarezzarmi e rimaniamo per un po' in silenzio fino a che non riesco più a trattenere le mie perplessità.

"Perché ci tieni così tanto che Finn rimanga con noi? Insomma perché ci tieni quanto me?" 

So che è un po' stupido chiederlo ma non posso evitarlo. 

"Perché quando stai con lui i tuoi occhi si illuminano. Come quando stavi con ..." 

Sembra incerto ma io lo incoraggio a proseguire con lo sguardo. 

" Con Prim. Sei...felice. E se sei felice tu lo sono anche io. Lui può aiutarti a guarire. E poi." 

Aggiunge rivolto verso la culla.

"Come non si fa ad amarlo? La prima parola che ha detto è stato il mio nome!" ridacchio e mi accoccolo nel suo petto. 

"Grazie."

"Di nulla."

"Tu mi ami, Peeta?" È stupido. Lo so. Ma devo sentirmelo dire. Ancora una volta.

"Vero"



Non mi sono accorta di essermi addormentata perché quando mi alzo la mattina Peeta non è accanto a me. Il bambino dorme tranquillo così decido di scendere al piano inferiore per farmi una tisana. Però non faccio in tempo a varcare la soglia della cucina che sento il suo pianto provenire dalla camera. Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo nuovamente verso le scale. 

Sento il rumore delle chiavi inserirsi nella toppa e quando la porta si apre sono già per le scale. 

" Peeta sto andando un secondo dal bambino. Mi puoi fare una tisana per favore?" 

Ma non mi risponde Peeta. 

" Catnip" sussurra una voce. E per poco non scivolo giù per le scale. 













Angolo dell'autrice: 

Eccomi qui con il decimo capitolo! Non ci posso credere già dieci! Prima o poi dovrà finire purtroppo.....comunque non pensiamoci ancora!

Scusate per il titolo un po' banale ma non sapevo che inventarmi stavolta. 

Come avrete certamente notato da qualche capitolo la storia è narrata solo da Katniss. 

Dal prossimo capitolo in poi la sospensione del pov Peeta finirà e ricomincerà a narrare anche lui! Inoltre il prossimo capitolo sarà più ricco di eventi e il nostro Peeta..beh anche lui avrà dei problemi con il suo passato!  Un bacio alla prossima e grazie mille per le recensioni! Anche per la mia drabble 

" Maybe I know" dieci sono tantissime! Grazie!



Elly24



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Capitolo 11
*** Sei solo mia ***


POV's KATNISS

"Gale" le mie parole sono un soffio e quasi non riesco a sentirle, sopraffatta dal battito accelerato del mio cuore. 
Istintivamente gli corro incontro e mi butto fra le sue braccia affondando la testa nella sua spalla. Lo sento ridacchiare e chiudo gli occhi assaporando la dolcezza di questo  istante, forse un' illusione, ma pur sempre migliore di qualsiasi richiesta che possa fare al momento. 
Alzo un attimo lo sguardo e mi costo di un passo. 
" non eri partito?" "Non potevo non salutarti" 
Le lacrime mi pungono gli occhi e lui mi passa il pollice sulla guancia per asciugarne una. 
"Mi dispiace" sussurro. 
"Di cosa?" Chiede con gli occhi che ardono di desiderio. 
"Di...di averti dato la colpa della sua...morte. Non potevi saperlo. Io..." 
"Shh. È tutto ok. Ti amo Katniss. Mi sei mancata da morire"
Le sue labbra cercano le mie e si avvicina pericolosamente a me. Mi prende il viso con le mani e io non ho la forza di oppormi. 
Ma è quando incontro i suoi occhi, che mi infiammano le membra, che mi ricordano chi sono davvero e che cosa ho passato, che giro la testa di lato e mi scosto di qualche centimetro. 

Lui sbuffa frustrato e si allontana di qualche passo incrociando le braccia al petto. 
"Quindi voi due ora...?"
Questa domanda mi coglie di sorpresa. Non ci ho mai pensato veramente. Per me c'era sempre Peeta e basta. Lui era li, per me, ed era l'unica cosa di cui ero sicura. Un porto, una stella fissa. Un' ancora di salvezza. Non ho mai pensato a cosa fosse per me realmente. 
"Io lo amo" ammetto alla fine cercando di sostenere il suo sguardo. So di averlo ferito così ma l'unica cosa che posso fare è essere sincera. Mentire non servirebbe a nessuno, al momento. 
Ride amaramente poi torna serio. "Vorrei esserci finito io nell'arena con te"
Questo mi fa riprendere e un moto di rabbia si fa strada fino alla mia bocca. 
"Non dire così Gale. Non sai che significa" 
"Questo è vero. Ma se stare con Peeta in un posto orribile come quello ti ha legato così a lui, avrei preferito esserci io" 
"Gale ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Ogni notte mi sveglio urlando. Ogni notte Peeta mi deve calmare e ci raccontiamo i nostri sogni a vicenda di ibridi con gli occhi dei nostri avversari o scimmie o uccelli con la voce di mia sorella. Non sai nemmeno cosa si prova! Come...come puoi dire una cosa del genere? È un incubo!" 
Sto urlando. Sto urlando e non voglio urlare. Lui è tornato qui per salutarmi un'ultima volta e io gli sto urlando contro. Non è così che le cose dovrebbero andare. 
"Si, scusa. Probabilmente hai ragione" 
Resto in silenzio poi mi avvicino a lui. 
"Mi dispiace non dovevo scattare così. Ma tu non ripetere mai più una cosa del genere. È orribile" 
Ora mi sta fissando e mi sento terribilmente in imbarazzo. 
"Tu lo sai cosa provo per te. Abbiamo condiviso tanto e ti amo. E mi sei mancata. Perciò non potevo andarmene così. So cosa hai passato e mi dispiace molto di non essere venuto in ospedale ma pensavo di peggiorare le cose. Approposito, come stai?"
"Meglio. Ho tolto alcune fasciature" Poi aggiungo "dove sono gli altri?"
"Stanno caricando Annie. Oggi partiamo" 
Mi accorgo solo ora che la stanza degli ospiti infatti è vuota. 
"Ti voglio bene Gale. Ma..."
Mi posa un dito sulle labbra. "Shh. Voglio ricordarti  così. Indifesa, ma determinata. La mia Katniss" apre di nuovo le braccia e mi ci fiondo senza pensare. 
"Tornerai Gale? Ci rivedremo?" 
"Quando vuoi. Anche al telefono" 
"Passerai a prendere anche tu il bambino quando Annie si sarà ripresa?"
Lui ci pensa un po' poi annuisce. 
"Promesso?" "Promesso Catnip"
Restiamo abbracciati per un po' quando una voce alle mie spalle si schiarisce la gola. 
Mi giro e vedo Peeta guardarci con un espressione indecifrabile in volto. 
"Stanno per...partire. Venite?"
Mi stacco da Gale e sotto i suoi occhi prendo Peeta per mano. Lui deve sapere che l'ho scelto. Non può dubitare di me. 

Davanti casa di Haymitch è parcheggiata una grossa auto e Johanna cerca di trascinare una  valigia. Peeta e Gale accorrono in suo aiuto e io entro in cerca di Annie. 
È seduta sul divano e guarda fisso verso le scale. 
"Ciao Annie" per un attimo mi guarda e sorride tranquilla. 
"Ciao Katniss" 
"Credo...credo che sia ora di andare" non so come comportarmi ne che stia facendo. 
"Solo un secondo. Deve venire a salutarmi. Tra poco Finnick scenderà è quasi pronto. Possiamo aspettare?"
Quelle parole sono una freccia al cuore e mi sento sprofondare. Rivivo un flashback. 
Quando eravamo nella tana di Tigris e io mi sentivo così sola che ero quasi convinta che Boggs sarebbe tornato a darmi consigli e Finnick a farmi ridere. Ero convinta che sarebbe spuntato dalle scale saltellando. Ma non è accaduto allora e non accadrà adesso. 
Ma non posso disilluderla con chi sa quali effetti sulla sua stabilità mentale.
"Ehm si certo" il suo sguardo si fa così concentrato e impaziente che alla fine quasi mi convinco anche io di rivedere Finnick. 
Fino a quando Peeta entra dalla porta. 
"Annie vieni, è ora di andare" "No! Finnick non mi ha ancora salutato!"
Peeta mi guarda non sapendo cosa dire e per una volta, forse ho io le parole giuste. 
"Magari Annie, ti sta già aspettando al distretto 4" l'inadeguatezza di quelle parole mi colpisce in pieno viso. È così sbagliato prenderla in giro e illuderla in un modo in cui soffrirà tantissimo e quando mi guarda delusa la voce mi muore in gola e le lacrime mi soffocano e mi offuscano la vista. 
Peeta la prende in braccio e poco prima che la carichi in auto lei mi afferra le mani disperata.
"Prenditi cura di Wave"
Wave? Ma non ribatto e Peeta la appoggia sul sedile. 
Johanna si limita a sorridermi per poi salire al posto di guida. Gale mi guarda poi sospiro e gli corro incontro. Non posso fare a meno di abbracciarlo. Sopratutto quando so che potrei rivederlo tra troppo tempo. Lui mi bacia i capelli poi sale vicino a Johanna e partono sgommando. 

POV Peeta 

"Wave?" Mi chiede Katniss inarcando le sopracciglia confusa. 
"È il bambino" le spiego. "Il suo vero nome è Wave, onda, ma tutti lo chiamiamo Finn"
"Ah" sembra imbarazzata e io lo sono più di lei. Sopratutto dopo aver scoperto che Gale era ancora a casa nostra. Cioè sua. 
Sospiro e mi fermo davanti alla porta.
Katniss si gira a guardarmi sorpresa "Che fai? Non entri?"
"No scusa. Stanotte non ho dormito molto per via del bambino e ho un gran mal di testa." 
"Ma..." "Ci vediamo dopo" mi giro e corro verso l'entrata di casa mia. È fredda e buia. Molto diversa da quella di Katniss. 
Anche se ora ci abita solo lei, un tempo ci stavano anche sua sorella che portava tanta allegria, sua madre che curava i pazienti, Sae spesso va li per aiutare con la sua nipotina e persino ranuncolo che faceva sempre le fusa a Prim. 
Beh c'è ancora lui ma... Non è più felice come un tempo e alcune volte si intrufola a casa mia perché Katniss si dimentica di nutrirlo e da qui raggiungere i boschi è complicato e lui è abbastanza anziano. 
La mia casa invece è sempre stata vuota. Senza fratelli, ne sorelle ne gatti o Sae che mi cucina. Sempre solo. Anche quando la mia famiglia era ancora in vita, nessuno era mai venuto da me. 
Ho sempre odiato questa casa. Come il fatto per cui l'ho ricevuta. 
Sento il piccolo piangere. Solo ora mi ricordo di averlo portato qui, prima. 
Sono un po' felice  perché almeno ho compagnia. 
E non me la sento di stare vicino a Katniss, almeno per ora. 
Lei è troppo confusa e lo sono anche io. 
Cosa ha significato per lei il ritorno di Gale?
Le ha riacceso vecchie emozioni?
Si è pentita di quello che mi ha detto, che mi ama? Oppure no?
Sarebbe meglio chiederglielo ma so che mi farebbe troppo male avere delle risposte negative per me. Soffrirei troppo e sono abbastanza codardo da volerlo evitare finché posso. 
Passo quasi tutto il pomeriggio a casa di Haymitch con la scusa di aiutarlo a sistemare ma faccio ben poco perché quasi tutto il lavoro era stato svolto da Johanna. 
Probabilmente lui ha capito che mi serviva un po' di compagnia quindi mi ha lasciato fare. 
Lui giocava con il bimbo e io pulivo. Zitto e pensieroso. 
I miei pensieri sono  per lo più verso Katniss. Del tipo "che cosa starà facendo? Avrà chiamato Gale? Mi starà pensando?" 
Cose da innamoratino sdolcinato. Quasi mi sento ridicolo. 
Le ho detto " a dopo" ma quando? Quanto tempo resisterò prima di bussare alla sua porta? 
La sera mi ritrovo a dover imboccare Wave. 
Lui mi accarezza il viso. "Peeta" dice 
"Le donne Wave....chi le capisce è bravo. Tu la capisci Katniss?"
Sembra emettere un risolino e sorrido anche io. 

Non riesco ad addormentarmi. Il piccolo continua a piangere e non riesco a farlo smettere. 
Ho provato a farlo mangiare, bere qualsiasi cosa ma niente. 
Non so se ha mal di pancia o mal d'orecchie so solo che non so che fare. 
"Shh, dai Wave. Dormi, dormi piccolino...dormi?" 
Mi metto perfino a canticchiare ma alle undici e mezzo ancora strilla come se fosse impossessato.
Mi chiedo se prima o poi gli finisca la voce. 
Ad un certo punto sento qualcuno bussare alla porta. Magari è Sae, o Haymitch che hanno sentito il fracasso. 
"Si, è aperto" dico distrattamente mentre cerco di capire che cos'ha questo bambino  indemoniato che non va. 
"Peeta che succede?" 
La voce di Katniss  assonnata mi fa trasalire del tutto. 
"Oh ehm piange e non riesco a farlo smettere. Aiutami, ti prego" 
Lei mi si avvicina e continuo con la mia spiegazione per non sembrare un totale idiota. 
"Ho provato a farlo bere, mangiare, cullarlo, massaggiargli la pancia, coprirlo, scoprirlo ma niente! Ho persino cantato!"
Katniss mi guarda vagamente divertita come se la cosa fosse ovvia. 
"Hai provato a vedere se è da cambiare?"
"Oh" . Giusto. Che stupido. 
Lei ride e glielo passo tra le braccia. 
"Dove sono i pannolini Peeta?" 
"Io non li ho. Tu?"
"Ehm credo di si. In camera mia. Puoi andarli a prendere?"
"D'accordo" percorro con brevi falcate la distanza tra le nostre case e afferro velocemente la busta di pannolini. 
Intanto Katniss lo ha spogliato e ha buttato quello sporco. 
"Bene" affermo poco convinto. " e ora?" 
Lei ride ancora e mi mostra come si mette uno di quei dannati cosi. 
Fallisco 9 tentativi e sono quasi finiti quando all'ultimo prova lei e ci riesce al primo colpo. 
" Wow! Sei brava caspita"
"Si... Mi è capitato alcune volta quando...beh quando Prim era piccola. L'ho cresciuta io"
Mi sento davvero stupido per aver tirato fuori un argomento del genere ma lei non sembra troppo scossa. Così cerco di rimediare. Ma lei mi precede. 
"Allora... Hai anche cantato eh? Avrei voluto sentirti ahahah"
"Oh beh purtroppo lui mi ha sentito e non pare abbia apprezzato" 
"Se non aveva male alle orecchie glielo hai fatto venire ahahah" 
Le tiro scherzosamente un pannolino in faccia. 
"Ehy" 
Non riesco a pararli che un intera busta di pannolini puliti e sporchi mi cadono addosso. 
Lei è piegata in due dalle risate e io scuoto la testa contrariato. 
"E va bene. Hai vinto tu" 
Il bambino adesso si è finalmente addormentato e io vorrei approfittarne per dormire un po'.
"Ok, dorme. Voglio farlo anche io" annuncio sbadigliando. 
"Ti prego vieni con me Peeta." 
"Katniss..." "Ti prego" 
Forse era meglio evitare complicazioni. Se voglio spiegazioni è meglio farmele dare domani con calma. Ora rivoglio la mia Katniss. 
"Perché non rimani tu?" 
"Oh, d'accordo" " così evitiamo inutili spostamenti al bambino. Una volta che si è addormentato sarebbe masochista svegliarlo" 
" ma ci rende felici" il suo commento mi lascia a bocca aperta. 
Katniss non ha mai ammesso di poter tornare ad essere felice. 
Perché ora? 
"Si è vero. Ci siamo divertiti a cambiarlo no?"
"Ahah già" 
"Vieni andiamo di sopra" 

Pov Katniss

Il petto di Peeta è caldo e mi lascio cullare dal battito del suo cuore. 
Ormai ne ho quasi memorizzato il ritmo.
"Peeta per quanto riguarda Gale io..."
"No, Katniss non roviniamo tutto. Sono felice che vi siate chiariti ma è ovvio che sia stato un po' geloso. Tu sei mia dopotutto" 
"Ti sono tua. E lo sarò per sempre. Non dubitarne mai ok? Ma...Finn dorme?"
"Cioè Wave" mi correggo subito. 
"Si." Poi mi accarezza il braccio. 
"Se chiamarlo Finn ti fa sentire meglio non credo che per Annie sia un problema" 
Annuisco stancamente e gli lancio un'occhiata per verificare se riposa tranquillo. 
Poi chiudo gli occhi e mi abbandono al suo viso d'angelo, di mia sorella, di Rue. Di tutti quei bambini che ho protetto o che continuo a proteggere. Di cui sento la mancanza perché erano più utili degli adulti. 
Poi ritorno al viso di Finn. Quel bambino oggi mi ha fatto dimenticare quanto soffro. 
Per qualche ora mi sono sentita meglio. E credo che mi possa aiutare sul serio. 
E così mi sento ancora più in colpa per aver lasciato morire suo padre. 
Decido di non pensarci e mi stringo a Peeta che già sta russando. Spero che non stia facendo un brutto incubo. 
Ad un certo punto, nel cuore della notte un urlo straziante mi fa sussultare e mi ritrovo ad ansimare con il cuore in gola. 
Il terrore mi attanaglia lo stomaco e mi sento soffocare. 
Ho la brutta sensazione di aver perso anche il bambino. Che non potrò più essere felice. 
Mi hanno tolto anche lui. Non posso sopportarlo. Non posso perderlo. 
Non voglio. 
Non ho il coraggio di guardare verso la culla ma quando lo faccio, vedo che sta dormendo tranquillo. 
E solo ora mi accorgo che le urla provengo dal mio letto . Proprio accanto a me. 



Angolo dell'autrice: 

Ehy!! Wow già l'undicesimo capitolo! Non posso crederci!
Le recensioni aumentano così come i lettori e io non posso smettere di ringraziarvi! 
Ormai siete in 23 che mi seguono e siete davvero davvero tantissimi!! Almeno per i miei standard, si intende. 
Non solo per questa raccolta ma anche per le due drabble 
"Never" e "Maybe i know". Rispettivamente 11 e 12 recensioni. Siete fantastici!!
Grazie a tutti, veramente nessuno escluso! 
Poi per quanto riguarda un po' di pubblicità, passate all'interattiva di Samubura dove collaboriamo anche io e Bellador! È interessante quindi fateci un salto ;) 
Detto questo non ho fatto in tempo a rileggere quindi scusate eventuali errori e....un bacio! 

Elly24

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Capitolo 12
*** Lacrime ***


#  LACRIME

Le urla si fanno sempre più strazianti e acute tanto che il bambino si sveglia e si mette a strillare anche lui. Sono paralizzata nel letto e non so che fare. Vorrei svegliare Peeta, chiedergli perché fa così, cosa ha sognato, e alzarmi, cullare il bambino. Ma non riesco a fare niente. Così me ne sto semplicemente nel letto immobile nel mio terrore. All'improvviso nella penombra mi sembra che Peeta abbia aperto gli occhi. Le urla sono cessate e anche il bambino sembra essersi riaddormentato. 

È successo tutto così velocemente che sono ancora confusa. 

“Katniss?” Peeta ha la voce impastata di sonno e mi guarda perplesso. 

Sono rimasta così rigida che mi accorgo di avere i muscoli indolenziti. Ricomincio a respirare e poi gli butto le braccia al collo. “Peeta va tutto bene, sei al sicuro” 

Lui sembra sussultare e si ritira da quel gesto apparentemente innocuo. 

“Peeta che..” “Stai...stai lontana da me!” Indietreggia con le mani davanti al corpo. Mi avvicino a lui non capendo la gravità della situazione

 “Peeta va tutto bene! Era solo un sogno! È tutto ok!” Lui mi guarda con odio. È buio ma sembra che i suoi occhi abbiano una strana luce. La stessa luce che avevano quando quel giorno mi ha stretto le mani al collo. Quando ancora era considerato un “depistato” quando.... E proprio nel momento in cui capisco, non faccio in tempo a ritrarmi che Peeta afferra qualcosa, forse una sveglia, e mi colpisce in testa. L'ultima cosa che sento sono le nuove urla del bambino. 

Quando apro gli occhi deve essere mattino. Mi fa male la tempia destra e il sangue mi pulsa violentemente. La testa mi gira e non riesco a mettere a fuoco la figura che ho davanti. Strizzo gli occhi e alla fine riconosco lo sguardo preoccupato di Peeta che mi porge uno straccio bagnato e me lo appoggia sulla fronte. 

"KATNISS!” La sua voce è impregnata da puro panico e sembra ansimare. Istintivamente indietreggio di un balzo. Non è una cosa che volevo fare ma non ne posso fare a meno. Lui abbassa lo guardo rosso in viso. 

“Scusa....mi dispiace. Katniss sono un mostro! Non volevo non so cosa mi sia successo! Scusa....io...” Continua a torturarsi le mani e mi gira così violentemente la testa che non so così ribattere. È successo tutto così velocemente...

Mi ricordo solo una serata felice, con Wave, e poi delle urla e un forte mal di testa. Mi massaggio le tempie cercando di mettermi a sedere e sopratutto cercando di capire dove mi trovo. Sento del morbido ma non il cuscino. Credo di essere sul divano. Quasi non mi accorgo che nella stanza c'è anche un'altra figura. 

"Haymitch” “come va dolcezza?” Ne tiene fra le braccia un'altra. Wave! 

Finalmente tutto si fa un po' più chiaro. “Wave” ansimo. Stanotte anche lui piangeva e Peeta era fuori controllo. Che cosa gli ha fatto?

“Tranquilla il piccoletto sta bene” Haymitch mi si avvicina e me lo porge. Sospiro di sollievo quando il bimbo mi sorride accarezzandomi il volto con le sue piccole manine. 

Lo stringo al petto lieta che almeno lui stia bene. Ma Haymitch lo riprende quasi bruscamente. “È meglio che riposi dolcezza. Dopo quello che....” 

Alzo lo sguardo verso Peeta. Hai gli occhi gonfi e fissa il tappeto colorato. Piano piano i ricordi di ieri notte si fanno più vividi nella mia mente. Ero paralizzata a letto e Peeta ha sollevato qualcosa. La sveglia credo. E mi ha colpita. Peeta Mellark mi ha colpito alla testa. Io sono svenuta. Lo stesso ragazzo che ha cercato di uccidermi più e più volte. Lo stesso ragazzo che mi ha salvato. Più e più volte. 

Lo stesso ragazzo che ho detto di amare. Posa il sua sguardo su di me. Prova a fare un passo nella mia direzione ma per la seconda volta balzo all'indietro. 

È stato un gesto così istintivo e naturale che quasi mi sorprendo di me stessa. Non voglio fargli questo. Non posso fargli credere di essere quel mostro che era una volta. LUI NON LO È! 

Mi alzo dal divano e corro alla porta. È un gesto avventato e stupido ma lo faccio. Fuggo. Fuggo dai miei problemi. Dai miei incubi. Da Haymitch, da Peeta. Corro ma la testa mi gira. La piazza sembra ondeggiare. Le voci dei bambini che giocano sono ovattate e lontane anni luce. Tutto ondeggia, tutto prende fuoco nella mia mente. Non c'ero quando è successo ma mi immagino quei bambini che giocano spensierati un attimo prima che una ventina di Hovercraft lanci le sue bombe sul distretto. Bombe, fuoco, morte. 

 Barcollo per la strada e le mie gambe tramano visibilmente. 

Per fortuna sono quasi arrivata al bosco e mi accascio al primo albero che trovo per la mia strada. In verità il primo albero cui vado a sbattere. E, stranamente, mi ritrovo a piangere. Lacrime calde che mi inondano il viso quasi silenziose accompagnate da qualche spasmo per la lunga corsa. 

In tutti questi mesi non mi sono mai permessa di piangere. È un lusso che non mi sono mai potuta permettere. Quando mio padre è morto se avessi pianto nessuno avrebbe portato avanti la mia famiglia. Nell'arena era segno di debolezza. Davanti alle telecamere era pura finzione per lo spettacolo che i capitolini desideravano. Durante una rivolta non si piange. Durante una rivolta tutta l'umanità ti abbandona. Perché altrimenti non si riuscirebbe ad andare avanti dinanzi a delle oscenità disumane. E dopo....beh dopo ho urlato. Ho cercato di uccidermi. Ma non ho mai pianto. Perché piangere significa ricordare. E non posso permettermi di ricordare. 

Sono abbastanza vigliacca da non poter sopportare tutto il dolore che delle semplici immagini posso provocare. Ma adesso sono qui, all'ombra di un albero, dopo aver molto probabilmente subito una commozione celebrale, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al tronco, a piangere. Un pianto liberatorio, uno di quelli che mi trattenevo da quando avevo undici anni. Ma perché la vita è stata così ingiusta? La mia felicità era durata tanto poco. Quasi niente in realtà. 

Pensandoci....ero mai stata felice? Qualche frazione di secondo forse. Ma la vita mi ha portato sempre rancore. E io ho solo portato rancore verso gli altri. Come se loro fossero colpevoli di essere stata messa al mondo. In QUESTO mondo. 

Ancora la testa mi gira pericolosamente e non riesco a ragionare lucidamente. Mi impongo di aprire gli occhi. Beete. Devo...devo parlare con lui. 

Ma dove sarà adesso? Lui ha fatto quella macchina, per i ricordi. Non avrebbe dovuto riportargli la memoria? Perché mi ha colpito in testa? Aveva detto che avrebbe funzionato solo in parte ma aveva anche un limite di tempo?

Come la mia felicità, d'altronde. Se solo avessi qualcuno con cui confidarmi....

Vicino ai miei piedi c'è un fiorellino isolato dagli altri. È cresciuto da solo, quasi per miracolo. È una primula rosa appena sbocciata. 

“Prim, se solo tu fossi qui con me...” Un leggero venticello di primavera di alza dagli alberi accarezzandomi il volto dolcemente e scompagnandomi leggermente i capelli. Mi lascio cullare da quella brezza rassicurante immaginandomi un dolce abbraccio con la mia paperella. Quando riapro gli occhi il fiorellino non è più li. 

Lo cerco guardandomi intorno ma sembra sparito. Ed ero così sicura di averlo proprio qui...vicino ai miei piedi. 

“Katniss!Katniss!” Sento delle voci in lontananza,probabilmente provengono dalla piazza. Decido di ignorarle. Se sono intelligenti sapranno che il mio unico rifugio è il bosco. E se vengono al bosco mi troveranno subito visto che mi sono accasciata sul primo albero imbattutosi sulla mia testa. Tanto vale aspettare. 

Le voci si fanno sempre più lontane e deboli che capisco non verranno da questa parte. Deve essere sera quando comincia a darmi fastidio quel vento. È più umido e freddo, quasi a incitarmi a tornare a casa. Apro nuovamente le palpebre e il buio della foresta mi invade gli occhi. 

Mi alzo cautamente in piedi e comincio ad incamminarmi verso casa, non prima di aver dato un ultimo sguardo al prato in cerca di quel piccolo fiore. 

La porta di casa mia è semiaperta così mi basta spingere per entrare. Peeta è sull'uscio con gli occhi gonfi che mette dei vestiti dentro una grossa borsa. 

“Peeta che stai facendo?” Al suono della mia voce gira la testa di scatto e sospira di sollievo. 

“Katniss! Dove sei stata?” “Che stai facendo?” Ignoro la sua domanda. I miei occhi fissi sulla zip della borsa che si sta chiudendo. 

“Me ne vado da qui, sono troppo pericoloso. Torno a dormire a casa mia” Scatto in avanti e la mia mano afferra il suo polso prima che possa afferrare la maniglia. “No!” 

“Katniss sai anche tu quello che ti ho fatto ieri notte! Sono un pericolo per te! E lo sono anche per il bambino. Avevano ragione  loro. Sarebbe stato meglio con  Johanna e Gale. Non  qui con un pazzo  omicida” 

“Non dire così” “e se ti avessi colpita più forte? Ci saresti potuta rimanere secca! A quest'ora non saremmo qui a parlarne e io mi sarei già ucciso” 

"Peeta non...” Nemmeno io so cosa voglio dire veramente. 

“Non ho paura di te” l'ultima cosa che volglio è perderlo. Anche se dovesse colpirmi in testa tutte le notti, non posso saperlo lontano. Anche se solo di due metri. 

“Si ma io ho paura di me Katniss. Io” abbassa gli occhi e lo abbraccio dolcemente. 

Sussulta di sorpresa ma non si scansa. È già qualcosa. “Peeta non devi...è successo ma non è detto che ricapiterà. Chiederemo a Beete. Forse...forse era dovuto a tutto lo stress. Il ritorno di Gale, il bambino...” 

“Non possiamo rischiare” la sua voce ora è poco più che un sussurro. “Non mi lasciare da sola Peeta. Ti prego” 

“Semplicemente non posso permettermi di farti del male. Sai che non posso controllarmi. E se....e se per caso ti uccidessi? Secondo te come reagirei? Non credo che riuscirei più a sopportare di vivere perché l'unico motivo per cui il mio cuore batte ancora sei tu. Senza di te niente ha più senso” 

“E allora non ti allontanare da me! Ti prego” gli afferro le mani convinta e cerco il suo sguardo. “Katniss....” “Ti prego” ripeto perché ormai non so più che dire. Esita poi sospira. 

"D'accordo. Ma...domani chiami Beete ok?” “Va bene” 

Restiamo un attimo in silenzio poi mi ricordo di Wave. “Dov'è il bambino?” Chiedo con un sorriso. 

POV's PEETA

“È di la che gioca. Andiamo a giocare anche noi, Kat?” Chiedo con finta aria infantile. 

“ahah va bene ma io prendo il cavallino bianco. Tu quello nero” “uffa non è giusto!” Cerco di protestare soffocando una risata.

Wave è seduto a terra e appena ci vede ci indica felice. “Peeta, Peeta!” “Si! Bravo Fi...Wave!” Katniss si incupisce per un attimo poi ritorna a sorridere al piccolo. 

“Te l'ho detto. Lui è abituato a sentirsi chiamare in entrambi i modi. Puoi chiamarlo come vuoi. Se ti fa sentire meglio chiamarlo Finn non c'è nessun problema” lei abbassa lo sguardo e mi passa il cavallo nero di plastica.

“Pronto a perdere?” “Sono nato pronto” ribatto con aria di sfida. Wave sembra entusiasta.Batte  le mani con gusto e si mette a gattonare inseguendo il suo cavallino elettronico. Gli faccio anche il solletico e ride sereno con gli occhi felici e tranquilli che tutti i bambini dovrebbero avere. 

Ad un certo punto mentre sto per finire la mia torre di carte perfetta,Katniss mi prende alle spalle facendomi sobbalzare e cade tutto. 

“Katniss! Non vale!” La prendo per la vita e la atterro sul tappeto tra le sue risate provocatorie. “Vuoi la guerra, donna? L'avrai!” Comincio a fare il solletico anche a lei mentre mi implora di smettere. Mi sento orgoglioso perché sono quasi sicuro che in questo momento non sta pensando a nessuna guerra, a nessuna morte. 

Niente di niente. È felice. Lo leggo nel grigio dei suoi occhi limpidi. Quando mi interrompo per darle un po'di pace, ansima sconfitta. “E va bene, Mellark. Mi hai battuto. Niente da fare. Anche se...?” 

“Anche se cosa?” Sembra pensarci e colgo un guizzo di malizia nei suoi occhi. Sto per insospettirmi quando improvvisamente  mi balza addosso e mi inchioda  al suolo. “Anche se non è ancora finita!” Ride poi si fa seria quando nota che la sto fissando e inarca le sopracciglia. 

I nostri corpi sono uno sopra l'altro e sento il suo petto alzarsi e abbassarsi sotto un respiro affannato. Le nostro labbra si avvicinano come attratte da una forza invisibile. Si sono appena sfiorate quando una vocina flebile bofonchia qualcosa. 

“Tniss!” Giriamo la testa di scatto nella direzione del bambino e Katniss si alza. Sorride. “Dai ci sei quasi! KAT-NISS” il bimbo sembra sforzarsi. Socchiude gli occhi e stringe le labbra. Ritenta. “Kattiss” ci guarda speranzoso per capire se aveva detto giusto. Lei si inginocchia alla sua altezza. “Katniss” gli sussurra con voce dolce. 

Wave sembra perso ad osservare il suo viso ed è attratto dalla sua voce soave. “Katniss” ripete. 

“Bravo! Bravo Wave!” Esultiamo quasi in coro e lui sfodera un sorriso radioso che mi ricorda terribilmente quello di Finnick. Mentre esultiamo e battiamo le mani, il piccolo starnutisce. Katniss ridacchia e si alza per andare a prendergli un fazzoletto. 

Si avvicina alla porta quando Wave la chiama. “Katniss!” Lei si gira sorpresa. Lui gattona nella sua direzione poi, all'improvviso si alza sulle gambe. Fa un grande sforzo evidentemente e sono così paralizzato dalla sorpresa che ci metto qualche secondo ad avvicinarmi a lui in suo soccorso prima che cada. Fa due passi vero di lei con le sue gambette paffute e poi ricade sul pavimento. Per fortuna lo afferro al volo prima che la testa tocchi terra. 

Lo sguardo di Katniss si illumina. Mi chiedo quanto questo le possa ricordare i primi passi di sua sorella , ai quali magari ha assistito. Lo accarezza dolcemente. “Ehy! I tuoi primi passi! Sei bravissimo, Finn!” Passiamo un'ora a cercare di fargli tentare di riprovarci ma non sembra molto motivato ed è piuttosto stanco quindi alla fine lasciamo stare. Starnutisce di nuovo e ci ricordiamo del fazzoletto. Si rialza e sparisce oltre la porta. 

Proprio in quel momento Finn riprova ad alzarsi ma stavolta non per seguirla. Vuole giocare credo. Lo sostengo ma prende la corsa. CORSA? Ma...ha imparato a camminare oggi! Come cavolo fa a correre? Girovaga per la stanza e cerco di stargli dietro perché ci sono molti oggetti appuntiti e non voglio che si faccia male. 

“Fermati Wave! Fermo!” Gli grido alla fine mentre si dirige verso un tavolinetto basso di cristallo con due vasi di vetro sopra.

“Che cosa state combinando?” La voce allegra di Katniss risuona dalla stanza accanto. 

Non rispondo, troppo impegnato a impedire che uno dei due vasi che sta oscillando , gli cada in testa. Non faccio in tempo a fermarlo. Una cascata di vetri gli piove addosso e alcune schegge mi finiscono sul viso. 

Sono paralizzato dalla paura. “WAVE!” le urla di Katniss provengono dalla porta. Mi giro nella  sua direzione. Si porta le mani alla bocca. I suoi occhi sono pieni di terrore. Alterna il suo sguardo tra le mie mani insanguinate e il corpo esanime di Wave steso a terra in una pozza di sangue. 

Angolo autrice: 

Ciao popolo di efp! *si difende con il corpo di Peeta* lo so che vorreste uccidermi ma non potete fare del male a lui! Scusate il ritardo!!!! Scusate scusate scusate! L'arena mi succhia via tutte le forze. Sto combattendo per la sopravvivenza. Non è facile, credetemi. Va beh sparate le mie solite cavolate volevo scusarmi se all'inizio  il capitolo può  risultare confuso. Ma è proprio questo che volevo rappresentare. La confusione  di Katniss, la sorpresa, la rabbia. Anche la scena con  Prim è un po' il suo  stato di shock. mi scuso anche per come ho fatto terminare il mio capitolo. (come al mio solito eh eh nutritevi di suspance) Come avrete capito la nostra bella Katniss pensa sia stato Peeta il colpevole in quanto ha dei pezzi di vetro anche lui in mano. Come continuerà? Ormai siamo arrivati a 33 persone che mi seguono e non ci posso davvero credere, grazie. Siete fantastici! Davvero.....Un bacione enorme alla prossima e....sponsorizzatemi se volete che esca viva dall'arena! Basta una piccola recensione! 

P.s. Mi sembra orribile questo capitolo....fatemi sapere :(

Elly24

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Capitolo 13
*** ATTENZIONE AVVISO! ***


Avrete notato che ho avuto dei problemi con l'aggiornare e sopratutto negli ultimi periodi ci ho messo moltissimo. Mi volevo scusare perché ho avuto tantissimi impegni e problemi familiari e non mi sono potuta dedicare alla scrittura. Volevo inoltre avvisarvi che cercherò di sbrigarmi ma sono nel caos più totale al momento e dovrete avere ancora pazienza. Mi dispiace tantissimo, scusate.
Spero che continuerete a leggere comunque quando aggiornerò. Scusate ancora. 

A presto, 

Elly24

P.s. Quando pubblicherò il prossimo capitolo eliminerò questo avviso 

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Capitolo 14
*** Insicurezze ***


# Ricordi INSICUREZZE

Pov Peeta

Katniss è ancora immobile sulla soglia che fissa inorridita quel piccolo corpo disteso a terra. 

Alzo le mani insanguinate sopra la testa, la voce mi trema mentre pronuncio le parole che mi tormentano e mi vorticano in testa. "Katniss...non...non è come sembra!” Il suo sguardo vacilla per un attimo e incontra i miei occhi agghiacciati dal terrore. Sbatte più volte le palpebre e si lancia su Wave prendendolo delicatamente in braccio. 

"Prendi l'auto di Haymitch, Peeta, corri!” Mi urla mentre balza fuori dalla stanza con Wave fra le braccia. Sono ancora intontito e mi fanno male le mani ma non posso fare altro che ubbidire. Mi stacco un pezzo di vetro dalla carne stringendo i denti per non urlare e mi catapulto fuori dalla casa. 

È notte fonda e l'aria è umida. La pioggerellina insistente di qualche ora fa si è trasformata in un temporale violento. Katniss ha avvolto il bambino in uno straccio per cercare di fermare il sangue e mi intima di sbrigarmi mentre frugo nelle tasche convulsivamente per cercare le chiavi che mi ha affidato Haymitch. 

Proprio in quel momento esce da casa sua con ancora indosso il pigiama. Si tiene la fronte con una mano e borbotta qualcosa di incomprensibile. 

“Ma che diamine state facen...oh santa maria vergine!” Quando si accorge della creatura rossa tra le braccia di Katniss, strabuzza gli occhi e sbianca visibilmente. Nel frattempo io ho trovato le chiavi e sto per salire al posto di guida mentre Katniss balza agilmente nel sedile posteriore. 

“Non c'è tempo, Haymitch. Sali con noi oppure resti qui?” Gli chiedo in tono concitato mentre l'acqua  comincia a inzupparmi la maglietta. 

Per tutta risposta si avvicina velocemente all'auto e mi appoggia una mano sulla spalla “ci penso io ragazzo” dice accennando al volante. Ah già, le mie mani. 

Corro al sedile passeggero e Haymitch parte sgommando. “Dove andiamo precisamente?” Chiede mentre aziona i tergicristalli. 

La voce di Katniss trema violentemente “ Hanno aperto da poco un ospedale qui vicino, i volontari. Quello in cui sono stata io.Non ci sono  medici esperti ma se riusciranno  almeno a chiudere la ferita poi lo farò  curare da mia madre, nel 13, o meglio a capitol” 

Mi chiedo se non sia già morto. In effetti non ci siamo preoccupati di fermarci a controllare che respirasse. 

Non mi sono accorto del tempo che è passato inesorabilmente veloce ma Haymitch posteggia in mezzo alla strada impedendo quasi il passaggio e tutti ci catapultiamo dentro. Una dottoressa giovane rimane paralizzata alla vista di un caso così grave. Chiama in raccolta alcuni infermieri e un dottore anziano che sembra avere una rassicurante esperienza. 

Devono quasi strappare a forza il bambino dalle braccia di Katniss che insisteva per accompagnarlo nella sala operatoria. Quando la massa di dottori sparisce dietro una porta blindata mi sento terribilmente stanco. 

È stata una terribile giornata e in questo momento vorrei solo essere ancora a casa, aver messo Wave a letto e dedicarmi a Katniss. Ad un certo punto una dottoressa piuttosto anziana mi tocca delicatamente una spalla trasportandomi con  un balzo violentissimo alla realtà. Faccio quasi fatica a mettere a fuoco il suo  viso. 

"Giovanotto a te ci penso io” rimango a fissarla per un po'senza capire finché non mi ricordo ancora una volta delle mie mani piene di vetri e graffi. 

La seguo come un automa in una piccola stanzetta dove con delle pinzette mi estrae tutte le scheggie e disinfetta il tutto con un po'di alcool. 

“Crede che ce la farà?” Le chiedo mentre le parole escono  quasi da sole. Lei  mi guarda con tenerezza come si fa con un bambino che vuole troppi giocattoli più  di quanti se ne possa permettere la madre. 

“Beh giovanotto sicuramente faremo tutto il possibile ma...questo non è ancora un ospedale ben fornito capisci? Siamo pieni di giovani stagisti e con  poca esperienza. Siamo abituati a curare piccoli tagli, sbucciature di bambini, ferite superficiali. Non  questo genere  di cose. Probabilmente, se sopravviverà, verrà  inviato  a Capitol City” 

Quelle parole sono un boccone amaro. Forse più come uno sciroppo, di cui si sa il cattivo sapore che ha, ma fa male comunque sentirlo andare giù. E digerire quelle parole non è affatto facile. 

“Ma non disperare” aggiunge notando la smorfia cui si è trasformato il mio volto “Vedrai faranno del loro meglio” mi ritrovo ad annuire passivamente mentre esco dalla stanza con le mani fasciate. 

Il corridoio è deserto. Solo una figura, esile e rannicchiata su una piccola seggiola rossa di plastica, mi guarda fisso negli occhi trapassandomi da parte a parte come una lama incandescente. Sento un brivido scendere lungo la schiena e mi preparo a ingoiare la mia dignità perché so di averne ben poca assieme all'onore e al rispetto. Sono pronto a prendermi ogni tipo di insulto. 

Ma quello che mi ritrovo davanti è solo un silenzio assordante, strano e inquietante. Un silenzio eloquente che vale più di mille parole. Un silenzio molto più  doloroso a cui non ero preparato. 

Katniss mi fissa ancora, immobile nella sua posizione fatale, come una preda imprigionata nella stretta mortale di un cobra. Sembra soffocare nel dolore, nei ricordi, nella vergogna.

“Dov'è Haymitch?” “Ha incontrato un suo amico dottore che aveva appena finito il turno e gli ho detto che poteva andare. Non abbiam...non ho bisogno di lui” 

“E Wave?” “È ancora sotto i ferri” 

Chiudo gli occhi per un istante e rivedo milioni scheggie di vetro fracassarsi sulla sua faccia e scuoto la testa per liberarla da certi pensieri. 

"Katniss io...” Taccio aspettando che mi interrompa. Vorrei solo che si arrabbiasse, che mi tirasse contro qualcosa, che mi schiaffeggiasse se servisse a far sbollire la sua rabbia. Ma questo silenzio così carico di tensione e dolore fa soltanto aumentare la mia angoscia. “È stato un incidente” sospiro torturandomi le mani appena fasciate. 

“Si anche ieri notte lo è stato, un incidente” “che vuoi dire?” Chiedo confuso. 

Torna a fissarmi un'altra volta. Ma adesso sento trapassarmi qualcosa di nuovo, forse rabbia o rancore, ma comunque un qualche sentimento che mi fa sentire meglio. 

“Voglio dire che non eri in te quando mi hai quasi fracassato il cranio stanotte” ci metto qualche secondo a capire ma quando lo faccio balzo dalla sedia e le parole mi escono come un torrente.

“No Katniss, hai frainteso tutto io non...” “No,Peeta ho capito invece” ribatte secca. 

“NO! No e no! Non ho colpito Wave se è quello che pensi! Il vaso è caduto! Giocavamo ed è stato un incidente!” 

“Peeta avevi ancora il vetro in mano e gli occhi fuori dalle orbite! A chi vogliamo prendere in giro?” Anche lei si alza dalla sedia e mi urla in faccia. 

“Katniss sai che non lo farei mai e poi mai! Tu non  puoi  pensare  una cosa del genere! Non  puoi!” 

Si massaggia le tempie come per cercare di calmarsi poi torna a parlare tenendo stretti i pugni lungo i fianchi e scandendo bene ogni singola parola. 

“Non sto dicendo che lo hai fatto intenzionalmente, ma hai avuto uno dei tuoi momenti e questo ti rende...” La sua voce ha assunto un tono così calmo da sembrare innaturale. 

Io invece urlo e sbraito e questo fa di me peggio di quello che posso sembrare ai suoi occhi ora. 

“DILLO una buona volta! Dillo! UN MOSTRO, Katniss? Cosa? Me lo ricordo dannazione! Stava correndo e improvvisamente ha sbattuto la testa contro il tavolo e si è rovesciato tutto! Io non ho fatto nulla!”

“Ma non lo capisci? Non sei responsabile delle tue azioni! Hai quasi ucciso un lattante! E per cosa poi? E se un giorno avessimo dei figli? Un momento ci giochi e un secondo dopo li accoltelli? Cosa Peeta, cosa?” 

“Non posso credere che tu stia dicendo una cosa del genere” nella mia voce risplende chiara una nota di amarezza.

“E io non potevo credere che tu mi avessi colpito con una sveglia. Ma è successo. Fattene una ragione e prenditi le tue responsabilità. Vattene immediatamente da questo ospedale e non avvicinarti mai più a me o al bambino sono stata chiara?” 

Resto esistante in piedi vicino a lei, faccia a faccia. Non può essere successo veramente. Solo poco tempo fa Wave ha iniziato a camminare e noi stavamo sul divano a baciarci. Perché? Perché è successo? Perché Katniss mi tratta così e non mi crede? Non ha alcun senso. Stringo i pugni e mi avvicino alla porta. Afferro la maniglia e mi blocco. 

“È questo quello che vuoi?” Lei non mi guarda, mi da le spalle e sento il suo respiro alternato ai singhiozzi. Tace poi sussurra impercettibilmente 

“Questo è quello che volevi tu” la sua voce è dura, severa. Non sembra un rimprovero però, solo una dura verità. 

Sbatto la porta alle mie spalle e ritorno sotto al temporale. Tiro un pugno al cofano dell'auto di Haymitch dimenticandomi ancora una volta di essere ferito. Impreco nella notte in cerca delle chiavi e quando le trovo mi rifugio nel tepore dell'auto. 

Non ho intenzione di andarmene, devo solo riflettere. Mi prendo la testa tra le mani quasi per bloccare quel nauseante flusso di pensieri che mi sta opprimendo. Chiaramente Katniss non si fida più di me dopo l'episodio dell'altra notte. Dovrei contattare Beete probabilmente, e chiedergli cosa è andato storto ma questo di sicuro non è il momento. Il mio problema è che non c'è nessuna soluzione. 

Non vedo come possa fare a recuperare la fiducia di Katniss. Mi accascio sul sedile e mi massaggio le tempie sbuffando al gelo. 

**

E così passa la mia notte. Dentro l'auto scassata di Haymitch al gelo. Vengo scosso continuamente da brividi di freddo e vergogna. Vergogna per quello che ho fatto e vergogna per aver lasciato Katniss da sola in un momento del genere. Vergogna perché non ho il coraggio di alzarmi e tornare dentro l'ospedale.

Ma quando un raggio di sole comincia a scaldarmi le membra intorpidite e il mio stomaco brontola, capisco che devo soffocare la vigliaccheria. In fondo, dopo tutto quello che abbiamo passato, Katniss non può allontanarmi così dalla sua vita. Magari era solo presa dalla furia del momento, le passerà. Questi pensieri sono stupidi ma sono anche l'unica motivazione che ho per alzarmi da qui. 

Appena apro la porta vengo travolto da un via vai impressionante di dottori in divisa o altri che si danno il cambio. Cerco di farmi spazio tra la folla e finalmente scorgo  Katniss nella sala d'attesa. È rannicchiata sulle scomode seggiolone rosse tipiche dell'ospedale e respira regolarmente. Deve essersi addormentata. Mi tolgo la giacca e gliela appoggio sulle spalle. Mi incammino verso il piccolo bar gestito dai volontari e ordino due cappuccini sforzando un sorriso per quei due sconosciuti. 

Quando torno nella sala di attesa Katniss si è messa a sedere. “Ehy” la saluto impacciato. 

“Ho visto la giacca,ho capito che eri qui” risponde secca evitando il mio sguardo. Mi restituisce la giacca. “Puoi tenerla se vuoi” 

Alza per un attimo gli occhi, quasi fino ad incontrare i miei poi li riabbassa sulle sue mani. “Sto bene adesso, grazie” 

“Ti ho preso un caffè, credevo potesse farti sentire meglio” lo prende svogliatamente ma invece di berlo fissa il contenuto senza proferire parola. Dopo un attimo di silenzio non mi trattengo più “senti Katniss, so che cosa pensi. Io non ho mai voluto tutto questo. L'altra notte è vero, ti ho colpita, ma la paura di poterti perdere mi ha fatto tornare abbastanza lucido da non rifarlo più. E ti giuro, ti giuro con tutto me stesso, che non ho colpito Wave. Stavamo giocando e il vaso è caduto. È stato uno spiacevole incidente e io me lo ricordo! Me lo ricordo dannazione! Non sono confuso lo so per certo. Non allontanarmi, ti prego” 

Lei rimane in silenzio per un tempo che mi sembra infinito. “Katniss, stamattina mi hai chiesto di restare. Credevo che ti importasse di me” alza gli occhi e mi scruta per un po'. Ho quasi recuperato la speranza che possa parlarmi e chiarire tutto quando stiracchiandosi si alza “vado a prendere un altro caffè. Questo è freddo” 

La speranza mi abbandona e un'ondata di delusione mi pervade il corpo. Non  può  essere vero. Non  è da lei pensare una cosa del genere. Dopo svariati minuti torna e si siede accanto a me. Non ne sono sicuro ma credo che il bicchiere di caffè che ha in mano sia lo stesso di prima. Rimaniamo così in silenzio che ad un tratto temo che stia trattenendo il respiro. Dopo un quarto d'ora buono decido di uscire un po' per sgranchirmi le gambe e, detto fra noi, forse anche per sciogliermi in lacrime. 

Ma proprio mentre mi sto per allontanare, un sussurro soffocato mi ferma. “Ti credo” penso di aver udito ciò,ma era così basso il volume della voce di chi l'ha pronunciato che per un attimo credo sia stata un allucinazione e decido di continuare a camminare. 

“Ti credo Peeta” ripete la voce un po'piu forte stavolta e quando mi giro non posso ancora credere che appartenga a Katniss. Inarco le sopracciglia confuso e rimango a fissarla sorpreso. “Davvero?” Che domanda stupida. Come se mi aspettassi che rispondesse “eh no! Scherzetto!” Che stupido Peeta, che stupido. 

Lei sembra accorgersi della mia battaglia interiore ed accenna un sorriso. “Si beh io...scusa. So che non faresti mai del male a Wave, mi fido di te Peeta. Ho bisogno di te, mi puoi perdonare?” Chiedere perdono non è dalla mia Katniss, sempre determinata a non accettare alcun aiuto dagli altri. È per questo che capisco che deve essere davvero disperata. Vedo che i suoi occhi sono lucidi e si asciuga velocemente una lacrima che le sta scivolando sulla guancia. Scatto avanti per accarezzarla e dirle di non fare così quando un dottore con una cartellina in mano si mette fra noi. 

“Siete voi che attendete per Wave Odair?” “Si, siamo noi” ribatte Katniss presa alla sprovvista. Il dottore tace per qualche secondo. 

“Ha novità dottore?” Chiedo con il  cuore in gola. Lui ci guarda teneramente e prende un bel respiro. 

“Il bambino è...”

**ANGOLO AUTRICE** 

Ehy ragazzi, ciao :)

La prima cosa che ho da dirvi è scusate. So quanto avete atteso e mi dispiace molto, saranno più di due mesi che non aggiorno. Per ringraziarvi  della pazienza  ho fatto un capitolo interamente  POV Peeta! Vi avevo lasciato l'avviso quindi sapevate che attesa vi aspettava. Ringrazio tantissimo le ragazze che mi hanno lasciato una recensione in quel momento di debolezza per incoraggiarmi,vi voglio bene. Come avrete notato ho deciso di tenere l'avviso perché non mi sembra giusto eliminare delle bellissime recensioni/incoraggiamenti che mi sono stati fatti. E poi è parte della mia storia e mi ricorderà sempre quanto impegno ci ho messo per svolgere questa ff. Scusate anche per il mio solito finale ma siete fortunati, avevo in mente qualcosa di mooolto peggio, ve lo assicuro. In realtà questo capitolo non mi piace per niente, mi sembra scritto piuttosto male, ma ho fatto del mio meglio, non riesco a fare di più al momento. È stato un  brutto mese questo, molti di voi lo sanno già, ma il mio piccolo cagnetto ci ha lasciato e io ho sofferto molto. Vi mando un bacione enorme, grazie ancora 

Elly24

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